How to win the heart of a thief.

di Micchi_Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amore folle ***
Capitolo 2: *** Amore incompreso ***
Capitolo 3: *** Amore incondizionato ***
Capitolo 4: *** Amore sincero ***
Capitolo 5: *** Amore esplicito ***
Capitolo 6: *** Amore segreto ***



Capitolo 1
*** Amore folle ***


 Capitolo 1
                                                    
                       

   “Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.”

William Shakespeare          

 

 

 

Amore folle.


Finalmente Kudo Shinichi è tornato.
Dopo quasi due anni, Shinichi era infine riuscito a distruggere l’organizzazione grazie anche all’aiuto della polizia e del FBI ed a farsi dare l’antidoto per il farmaco che lo aveva reso bambino.
Il problema? Ora che lui era tornato, Conan era invece scomparso.

La presenza di Conan era sparita così com’era comparsa, solo gli amici più stretti furono avvertiti con una qualche bugia del FBI.
Ma ovviamente non tutti ebbero questo privilegio, Kaito era uno di questi.

Il piccolo detective era sicuramente una palla al piede per il giovane mago, Kaito ha sempre dato il meglio di sé durante le sue rapine, soprattutto per stupire i suoi fan, ma quando era presente il bambino doveva per forza di cose raddoppiare la sua concentrazione e astuzia, un errore ed era alla mercé del detective.

Eppure nei vari episodi in cui vennero coinvolti, non poté  che ammettere di essersi affezionato al ragazzino, per questo fu parecchio preoccupato quando non lo vide più alle sue rapine.
Nonostante i suoi sforzi però, non riuscì a trovare nessun informazione riferita ad Edogawa Conan, neanche i dati della sua nascita, niente di niente.
Kaito sospirò, allontanandosi dalla scrivania col computer acceso, ancora aperto sulla pagina di giornale che vide Conan e il presidente Suzuki ritratti dopo aver “sventato” insieme una sua rapina.

Si sdraiò sul letto mettendosi un braccio sopra gli occhi, increspati e stanchi dal troppo tempo passato sul computer, un’ insana preoccupazione gli attanagliava le viscere.
“Tantei-kun…stai bene?”
 
                                                                           *                                                             *                                                                  *

 
“Ho capito, si…va bene, vedrò se domani sono libero…si…”
Hattori trovò quasi divertente la faccia del suo migliore amico mentre sosteneva una delle solite conversazioni con la sua migliore amica femmina, se non fosse stata la terza volta che Ran chiamava da quando i due erano insieme.

E sebbene la voce di Kazuha nella sua testa gli ricordava che era solo apprensiva dopo tutto quel tempo passati lontani, il detective di Osaka ritenne comunque quella  situazione alquanto…seccante.

“Scusa Ran, devo andare…ok, ciao.” Riattaccò Shinichi sospirando stancamente, ma non poté fare a meno di sorridere a quanto Ran fosse in pena per lui.
“Finalmente!” lo ridestò la voce di Heiji, ancora seduto davanti a lui mentre beveva un frullato.
“Dai Hattori, non ti arrabbiare!” ridacchiò il detective dell’est prendendo poi un sorso anche lui di frullato.
“Non sono arrabbiato, so bene che dopo aver scoperto la storia di Conan e dell’organizzazione, Ran ha tutto il diritto di essere apprensiva…ma è stata la terza volta, Kudo!” gemette infine facendo ridacchiare nuovamente l’altro.
“Hai ragione, ma vedrai che col tempo ci farà l’abitudine.”
“Si, si…piuttosto…è vero che si è dichiarata?” chiese improvvisamente Heiji rasentando disinteresse, facendo quasi strozzare col frullato il povero Shinichi.

“Te-te la detto Kazuha?” tossicchiò egli, facendo annuire l’altro.
“Sì, due giorni fa.” Gli confessò arrossendo leggermente.
“Che cosa le hai risposto?” chiese nuovamente Hattori sporgendosi verso di lui.
“La verità. Non potevo mentirgli ancora…lei stessa mi ha detto di essere sincero.” Sospirò il ragazzo.

“Gli hai detto che sei gay e stai stalkerando il ragazzo che ti piace?” alzò un sopracciglio Heiji, facendo arrossire violentemente l’altro che si trattenne dallo strozzare il ragazzo del Kansai.
“No! Idiota!” sibilò ancora rosso in volto.
“Gli ho detto che sono dell’altra sponda e che mi piace un ragazzo…” continuò poi cercando di darsi una calmata.
“Wow, e lei cosa ha risposto?” domandò incuriosito Heiji bevendo un sorso.
“Ha chiesto se mi piacevi tu.”
Stavolta era il turno di Heiji a strozzarsi col frullato.

“Ovviamente, ho subito chiarito…e lei lo ha accettato.”
“Ci mancherebbe altro!!!” tossì Heiji riprendendo poi fiato rendendosi conto di aver perso il filo del discorso.
“Piuttosto, Kudo…hai veramente intenzione di partecipare alla rapina di stasera?”

Shinichi annuì convinto.
“Stasera devo assolutamente parlargli…devo sapere perché fa tutto questo.”
Heiji sorrise.
“Davvero? Magari vuoi solo confessargli il tuo amore!” ghignò Hattori facendo pulsare la testa a Kudo.
“Questi non sono affari tuoi, baka.” Lo prese in giro l’altro alzandosi per poi uscire dal locale sotto gli occhi ghignanti di Heiji che si accorse solo dopo di una foto caduta probabilmente dalla giacca del suo amico, dopo averla raccolta sorrise, guardando il ragazzo ritratto in essa che da qualche tempo aveva invaso la mente del suo migliore amico.
“Puoi dire quello che vuoi, ma a me sembri comunque uno stalker.”

 
                                                                                    *                                                                   *                                                                  *

 
“Non sono uno stalker…”
Scrisse velocemente in risposta al messaggio di Heiji che notò solo in quel momento.
Shinichi mise via il cellulare guardando nuovamente verso l’ingresso della scuola superiore di Ekoda, come sempre, aspettando la stessa persona.
Nonostante fosse anche lui uno studente liceale, a Beika le scuole finivano un’ora prima di quelle di Ekoda, e il detective aveva tutto il tempo di raggiungere la scuola ed aspettare il ragazzo per cui aveva una spaventosa cotta.
Sussultò quando finalmente lo vide uscire.
Capelli castani, occhi azzurri, corpo magro e slanciato e poi, un viso così simile al suo da fare quasi paura.
Egli era Kaito Kuroba, alias, Kaito Kid.

Shinichi non ci era arrivato da solo, è stato Saguru Hakuba a dargli l’indizio decisivo, infatti il detective di Londra dopo aver bevuto per errore un alcolico troppo forte per i suoi gusti si era lasciato andare a deliri quasi comici, uno di questi era il suo forte sospetto su uno dei suoi compagni di classe che potrebbe essere  Kaitou kid.

Inizialmente, Shinichi non diede peso a certe insinuazioni, soprattutto perché al momento dei fatti era ancora nel corpo di un bambino e doveva occuparsi prima di tutto di se stesso.
Ma quando ebbe nuovamente il suo aspetto di liceale tutto gli tornò in mente e decise di indagare sul nome che aveva occupato la sua mente da giorni, Kaito Kuroba.
E lì ebbe nient’altro che piste risalenti a lui.
Ormai arrivato alle stesse conclusioni di Saguru, gli era chiaro che Kaitou Kid e Kaito Kuroba sono la stessa persona.
Nonostante questo non poteva parlare a nessuno dei suoi dubbi.
Infatti oltre che l’identità del ladro, il detective scoprì molto più di quanto non avrebbe dovuto.
Ogni volta che Kaito dava allegria ai bambini coi suoi scherzi, ogni volta che sorrideva coi suoi amici, ogni volta che si arrabbiava con la sua amica d’infanzia e anche quando si perdeva a scrutare il cielo con aria malinconica.

A Shinichi batteva il cuore ogni singolo attimo in questi episodi.
Oltre a questo, l’immagine del ladro gentile e buono che aveva sempre rispettato quando era Conan si sovrappose a quella dello studente liceale e questo lo fece innamorare del tutto.
Ormai era passato quasi un mese da quando aveva iniziato a pedinare il coetaneo e nonostante tutto non aveva ancora fatto il primo passo, ovviamente troppo imbarazzato e a disagio su cosa avrebbe potuto dire al ladro per giustificare il suo amore.

Così non gli restava che guardarlo ogni giorno da lontano, ammirando la sua cotta in silenzio.
Alla fine doveva ammetterlo.
Sembrava proprio uno stalker.
 
                                                                             *                                                                      *                                                                             *

“Kaito, va tutto bene?” chiese Aoko vedendo il suo amico d’infanzia guardarsi troppo spesso indietro.
“Perché ti guardi intorno? Cerchi qualcuno Kuroba?” chiese anche Saguru accortosi come la ragazza dello strano comportamento del loro amico.
“No… è solo che mi sento osservato.” Borbottò egli grattandosi la testa, facendo alzare un sopracciglio ai suoi amici.

Ad essere precisi, Kaito si era reso conto da tre settimane che qualcuno lo stava effettivamente pedinando, ma dubitava molto fosse Snake o Spider, non era quel tipo di pedinamento era quasi sicuro si trattasse di un tipo di stalker.

Quelli che non riescono a venirti a parlare e per questo ti guardano da lontano come fossi un trofeo.
Era abbastanza inquietante, ma non sembrava niente di pericoloso, per questo il ragazzo ignorò totalmente il fatto.
Ma durante gli ultimi giorni era diventato impossibile ignorarlo.

Forse perché era stato condizionato dalla notizia dell’altro giorno che parlava appunto di uno stalker che aveva violentato un ragazzo dopo quasi un anno di pedinamenti apparentemente innocui.
Forse perché si era reso conto che nonostante il tempo trascorso, il suo stalker non accennava ad arrendersi.
O forse perché proprio tre giorni prima era stato quasi rimorchiato da un uomo grosso come un armadio  col doppio della sua età, un episodio che probabilmente non dimenticherà mai.

A conti fatti, aveva tutte le ragioni per essere intimidito, ma era comunque impossibile per il suo ego chiedere aiuto a Nakamori-keibu o peggio ancora Saguru.
E poi lui non era un ragazzo come tutti gli altri, lui era Kaitou Kid.

“…e così ha risolto il caso prima di me, però anch'io ero sul punto di…Kuroba mi stai a sentire?” lo ridestò Hakuba vedendo che l’altro era ancora immerso nei suoi pensieri.
“Scusa, di che parlavamo?” lo incitò a continuare Kaito sorridendo di scusa.
“…niente d’importante.” 
“Parlavamo di Kudo Shinichi, il detective che ha umiliato Hakuba-kun.” Rispose per lui la giovane Akako, facendo arrossire il biondo.
“Ha, il detective liceale che vive a Beika?” chiese conferma Kaito facendo annuire Aoko.
“Ultimamente non si vedeva più in giro, poi un mese fa è ricomparso e ora sta risolvendo un caso dietro l’altro! È davvero formidabile!”
“Aoko-san, non dirmi che sei una fan di Kudo?” chiese il biondo facendo ridacchiare nervosamente Aoko.
“Mi dispiace Hakuba-kun, è solo che ha aiutato molte volte anche mio padre…ma lo sai che ti assomiglia, Kaito?” si rivolse al’amico che la guardò incuriosito.
“A me?”
Aoko annuì, prendendo il cellulare e mostrandolo a Kaito che rimase parecchio stupito nel constatare quanto il detective fosse simile a lui, sembravano gemelli.

“In effetti quando lo visto la prima volta l’avevo scambiato per te.” Prese parola Saguru per poi aggiungere: “Siete anche entrambi due arroganti senza peli sulla lingua.”
Kaito si limitò a fargli la linguaccia facendo ridacchiare l’altro, sorrise anche lui, tornando con gli occhi sullo schermo del cellulare.
Quel volto gli era molto familiare…
 
                                                                               *                                                                     *                                                                     *

 
“Uomini, prendetelo! Kid è andato sul palazzo accanto la torre!”
Un grido d’assenso si levò tra i poliziotti i quali seguirono le direttive dell’ispettore Nakamori, che però ignaro di questo dormiva ancora nel bagno della sicurity mentre Kid imitava senza alcun problema la sua voce.

“Senza Hakuba tra i piedi, è davvero troppo facile.” Ragionò sogghignando il mago, intento a guardare dalla finestra dello scuro corridoio sud i poliziotti allontanarsi dallo stabile.
Kid tornò serio, rivolgendosi nuovamente alla luna sperando di aver trovato finalmente pandora, mostrò la gemma alla luce che però non reagì.
“Ancora niente, eh?” sbuffò rimettendo in tasca lo zaffiro con l’intenzione di restituirlo.

Dei passi lo fecero però sobbalzare, confuso si guardò dietro trovandoci proprio il ragazzo di cui avevano parlato lui e i suoi amici qualche ora prima.
Kudo Shinichi lo guardava con un sorriso giocoso sul volto latteo, aspettando una reazione da parte del ladro che proprio come si aspettava il detective, sorrise mettendo in scena la sua poker face e nascondendo lo stupore.
“Incredibile, che piacere conoscere finalmente il grande Kudo Shinichi-san.”
“Il piacere è tutto mio, Kaitou Kid-san.”

Rispose con voce formale il detective confondendo ancor più il ladro, come poteva quel ragazzo essere tanto sicuro di sé davanti alla sua figura?
Certo Kaitou Kid non era un personaggio spaventoso, ma era sicuro riuscisse ad incutere un po’ di disagio o timore.
Invece lui sembrava avere tutta la situazione sotto controllo.

“Ora che ci siamo presentati Kid-san, perché non mi spieghi cosa stai cercando?”
Gli occhi di Kaito persero momentaneamente sicurezza.
“Cosa sto cercando?” domandò anche lui con finta ignoranza.
“Non penso che un ragazzo brillante come te stia facendo il ladro solo per impressionare i suoi fan o prendere in giro la polizia, non è credibile pensare che i tuoi furti non abbiano uno scopo.” Spiegò il giovane facendo qualche passo in avanti portandosi una mano sotto il mento.
“Agisci sempre nello stesso modo, al’inizio pensavo fosse veramente per autocompiacimento, ma poi ho notato che ad ogni rapina, poco prima di restituire una gemma, la sovrapponi in controluce alla luna…”
Kaito deglutì, chiedendosi come diavolo facesse lui a saperlo.
“E quindi?” domandò ostentando sicurezza Kid.
“Cosa speri di ottenere conoscendo le mie vere intenzioni? Sono comunque un ladro, il tuo compito è catturarmi, non comprendermi.” Ridacchiò con aria denigratoria.
“Voglio aiutarti.”

Un’espressione di puro stupore si fece larga sui lineamenti del diciottenne.
“Aiutarmi?” ripeté non nascondendo la confusione nella sua voce.
Shinichi annuì convinto.
“Dammi un motivo.” Chiese severamente Kid.
“Perché…” il detective si morse leggermente il labbro, cercando di trovare parole giuste da usare.
“…io e te siamo simili, non so perché sei un ladro, ma penso che tu sia davvero troppo buono e onesto per il carcere. Vorrei evitarlo, ma non posso farlo se non mi dici le tue intenzioni.”

Kaitou Kid era rimasto…senza parole.
Era la prima volta che si trovava in questa situazione e non sapeva sinceramente cosa dire.
Poi si bloccò.
No, lui era un detective, uno dei migliori a detta persino di Hakuba, non poteva fidarsi.
Kaito riprese la sua poker face, sorridendo beffardo.

“Mi dispiace, Tantei-san. Ma credo che declinerò la gentile offerta, inoltre io…” sussurrò alla fine per poi assottigliare lo sguardo verso Shinichi.
“…non ho bisogno di nessun aiuto.”
Shinichi sembrò deluso dalla risposta del ladro, ma non insisté oltre.
“Ho capito. Vorrà dire che scoprirò da solo la ragione dei tuoi furti.” Ragionò lui per nulla sconfortato.
Kaito rimase interdetto dalla testardaggine del coetaneo.
“…fa come vuoi.” Rispose infine Kid girandosi nuovamente verso il cielo notturno per poi far comparire il deltaplano.
“Ci vediamo, metantei-san.”

Salutò scomparendo nel cielo di Tokyo sotto gli occhi del ragazzo che a sua insaputa, aveva un enorme cotta per lui.
“E così…dovrò fare in mondo che si fidi di me almeno un po’.” Pensò ad alta voce il liceale ridestandosi come vide il luccicante gioiello che aveva rubato poco prima Kid, sul pavimento a pochi passi da lui.
Sorrise.
Shinichi doveva risolvere il caso più importante della sua vita.


 


Fine capitolo 1




Angolino di Micchi:


Sono tornata *^*  Questa volta vorrei provare a cimentarmi in una long sulla ShinKai...a rating rosso *///* 
Vorrei però precisare che non ho idea di quando la storia e il rating si alzerà, per ora ho messo un arancio, ma sono decisa a farlo alzare al rosso. **
Ovviamente, come avete letto, in questa fanfic Kaito non sà che Shinichi e Conan sono la stessa persona, ho seguito solo il manga e non i film. ^^
Per le coppie...bhè, principalmente è una ShinKai, ma potrei inserirci un pò di tutto ^^
Ho specificato solo Heiji e Kazuha perché li adoro, sono sicura che l'inserirò prima o poi. XD
Spero che il primo capitolo vi abbia incuriosito. <3   Alla prossima!*^*

 

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Capitolo 2
*** Amore incompreso ***


Capitolo2 
                       Amore  incompreso
 
 
Kaito era tornato a casa tardi, come di consuetudine del resto, ma nonostante fosse già l’una e trenta di notte, il liceale non andò direttamente a letto come suo solito.
Invece, in quel momento, era praticamente appiccicato al computer pigiando freneticamente la tastiera.
Aveva già trovato molte informazioni su Shinichi Kudo, il liceale che quella sera era riuscito a intimorirlo quanto a sorprenderlo.
“Settantotto omicidi, quarantatré casi di sparizione e rapimento, dieci furti e diciotto evasioni fiscali.” Ripeté ad alta voce Kaito aggrottando la fronte.
Shinichi aveva risolto tutti questi casi da solo, era impossibile negare la genialità del detective.
E questo non poté che preoccupare ulteriormente il mago.
Per quanto fosse in gamba, non poteva dire di essere superiore a Kudo, e questo lo faceva temere per la sua identità.
Un cosa che però lo colpì, era vedere che effettivamente, Kudo conosceva bene Conan.
Infatti era amico d’infanzia di Mouri Ran, e per logica doveva conoscere bene anche il piccolo detective.
Ciò che non capiva, era perché Conan stesse vivendo con la famiglia Mouri, e per di più questa convivenza iniziò subito dopo che Kudo smise di farsi vedere sui giornali o in televisione.
Kaito si ridestò dai suoi pensieri al suono vibrante del suo cellulare, confuso fisso il telefonino leggendo “Jii-chan” sul display.
“Jii-chan? Che succede sono le due di notte…”
“Appunto, Bocchama! Perché siete ancora sveglio?”
Kaito s’irrigidì.
“Jii-chan mi stai spiando dalla casa di fronte?!”
“Stavo solo facendo due passi qui vicino e ho visto la luce nella vostra camera…”
“Jii-chan!”
Kaito sentì sospirare dall’altra parte del telefono.
“Mi dispiace, Bocchama. Volevo soltanto essere sicuro che steste bene…”
“Sto bene, la rapina è andata liscia come al solito.”
“E allora perché siete ancora sveglio? La prego Bocchama, pensi di più a se stesso!”
Kaito si strofinò leggermente gli occhi con due dita.
“Ho capito, scusami Jii-chan. Oyasumi.*”
“Oyasumi, Bocchama.”
 
                                                                                    *                                                           *                                                                    *        
 
Shinichi si sentiva a disagio.
Erano passati quattro minuti da quando aveva rivelato al suo migliore amico le sue intenzioni, e d’allora non aveva ancora parlato, se ne stava semplicemente lì, a fissare il povero Shinichi con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca semi aperta.
“Hattori, chiudi la bocca o c’entreranno le mosche.” Sbuffò stufatosi di quella situazione bevendo un sorso del suo caffè nero.
Hattori scosse la testa e bevve anche lui un sorso del suo frullato prima di tornare a guardare l’altro.
“Sei pazzo.” Concluse infine il ragazzo del Kansai.
“Non lo sono.”
“Oh, si invece. Sei andato completamente di testa! L’amore rende tutti un po’ matti ma tu sei davvero…wow.”
Shinichi sospirò.
“Non mi aspetto che tu capisca, ma devi aiutarmi.”
“Devo?”
“…per favore?”
Se il grande Kudo Shinichi si metteva addirittura a usare parole gentili con lui, Heiji non poteva certo rifiutare.
“Che vuoi che faccia?”
 
                                                                           *                                                                     *                                                                 *
 
 
Quando Kaito si svegliò quel giorno, sapeva che sarebbe stata una brutta giornata.
Il cielo era nero già dalla prima mattina ed il liceale non riusciva a svegliarsi senza la luce del sole sul viso, per questo era in enorme ritardo per la scuola, non aveva neanche fatto colazione!
Certo, doveva ammetterlo a se stesso, dal giorno della sua ultima rapina, ovvero due settimane fa, il ragazzo era terribilmente distratto.
Il vecchio Jii se ne accorse ovviamente, e non poté che essere preoccupato per il suo Bocchama, per questo gli vietò di architettare un'altra rapina per i prossimi giorni sperando di farlo tornare in sé quanto prima.
Kaito non poteva che sottostare al volere del maggiordomo che comunque doveva riconoscere aver ragione.
“Potrei far finta di essere in vacanza!” ragionò sorridendo il mago camminando velocemente verso la sua classe che aveva iniziato da poco la seconda ora.
“Hohayo!”
“Kaito! Sei in ritardo spaventoso!” lo ammonì Aoko andandogli incontro, Kaito sorrise vedendo che la professoressa di matematica non era ancora arrivata, ma sulla soglia si rese conto che tutti i suoi compagni, eccetto Aoko, Akako e Saguru, erano ammassati intorno al banco di fianco al suo.
“Che succede?” chiese dopo un po’ di confusione iniziale, Akako rispose sorridendo: “Qualcosa che presumo non ti farà piacere.”
Kaito alzò un sopracciglio prima di vedere Saguru rispondere un po’ seccato.
“Un nuovo studente.”
Aoko annuì vistosamente.
“Non immaginerai mai chi è, Kaito!” gli disse eccitata la ragazza, ma prima che potesse chiedere altri dettagli, Keiko lo chiamò a gran voce facendo voltare anche gli altri suoi compagni.
“Kaito-kun! Eccoti!”
“Kaito, vieni a conoscere il tuo doppelganger!”
“Guarda, è lui il ragazzo che ti somiglia!”
Kaito sembrava confuso dalle parole dei suoi amici, finché  due ragazzi si spostarono rendendo possibile al mago un visuale completa del nuovo arrivato.
Sbarrò gli occhi.
Non poteva essere.
Kudo Shinichi, era davanti a lui, seduto sul banco della sua classe.
Lui era il nuovo arrivato.
“…e così tu sei Kuroba Kaito.”
Kaito si ridestò, fissando intensamente il detective prima di annuire.
“Incredibile, sembrate fratelli!”
Poker face.
“Magari anche gemelli!”
Poker face.
“Che somiglianza…”
Poker face.
Deglutì, per poi tornare in sé.
“Ma che dite! Io sono molto più carino!”  ridacchiò facendo ridere tutta la classe e sorridere il detective.
“Si, in effetti hai ragione.” Ammise senza un filo d’ironia il nuovo compagno di classe provocando un lieve rossore sulle gote dell’altro, che però non infranse mai la sua poker face e anzi, gli si avvicinò sorridendo.
“Benvenuto, Kudo Shinichi-kun.”
“Grazie, Kuroba-kun.”
 
                                                                                                *                                                                *                                                                 *
 
“Kuroba-kun?”
Kaito s’interruppe nel bel mezzo della sua conversazione con Aoko, prestando attenzione al detective di Beika.
“La professoressa mi ha detto di rivolgermi a te per accompagnarmi a fare un giro della scuola, ti dispiace?”
Si, tanto.
“No, andiamo Kudo-kun.” Si costrinse a rispondere.
Aoko alzò un sopracciglio, ma non disse nulla.
I due iniziarono il loro giro per la scuola, usufruendo della pausa pranzo.
 Kaito era praticamente l’unico a parlare mentre Shinichi si limitava ad ascoltare ed annuire qualche volta, sempre fissando intensamente l’altro.
Ovviamente, questo non poteva che sentirsi a disagio, ma la sua poker face era ancora attiva.
“Kuroba-kun, dovrei andare in bagno, me lo faresti vedere?” chiese improvvisamente il detective, l’altro annuì e si diresse verso il bagno più vicino.
“Ecco.” Disse entrando nella toilet maschile sentendo però un rumore familiare dietro di lui, si girò verso l’ingresso dove Kudo aveva chiuso la porta a chiave.
“Haha…che stai facendo, Kudo-kun?” ridacchiò nervosamente Kuroba, vedendo l’altro appoggiarsi sulla porta chiusa.
Il detective sorrise furbescamente, pronunciando quelle poche temute parole.
“Tu sei Kaitou Kid.”
Il cuore di Kaito perse un battito.
Ti prego, non lui…
“Ehhh? Non so di che parli, Kudo-kun.” Sorrise, falsamente divertito.
“Puoi smetterla? Non mi piace veder insultata la mia intelligenza.” Sospirò l’altro chiudendo gli occhi.
“Sul serio Kudo-kun, penso che Hakuba ti abbia raccontato le sue solite storielle!”
“Hai, Hai…” sospirò nuovamente Shinichi, per poi riaprire gli occhi e fissare intensamente l’altro.
“Ascolta, capisco che tu non mi creda, ma io voglio davvero aiutarti.”
Gli occhi di Shinichi erano sinceri e onesti.
Ma Kaito non poteva fidarsi.
“Kudo-kun, non capisco cosa intendi dire…ma io dovrei andare perciò…”
Il giovane mago si diresse verso la porta, ignorando totalmente la presenza dell’altro su essa, peccato che Shinichi non voleva rendergli il tutto facile.
Kaito sussultò sorpreso quando il detective gli afferrò il polso e lo sbatté contro il muro di fianco alla porta, intrappolando il ragazzo tra la parete e il suo corpo.
“Cosa-“
“Kuroba Toichi.”
Il mago si bloccò.
“Il motivo per cui nessuno ha mai sospettato di te era perché sei troppo giovane per essere Kaitou Kid…” cominciò a sussurrare Shinichi i suoi occhi puntati su quelli indaco dell’altro.
“…ma tu sei il secondo Kaitou Kid, il primo…era Toichi Kuroba. Tuo padre.”
Kaito si ritrasse, spintonando il detective con forza, liberandosi così dalla sua presa ferma.
“Non nominare mai più mio padre.” Sibilò il ragazzo fuori di sé dalla rabbia.
L’altro ragazzo allargò leggermente gli occhi dallo stupore, e subito annuì superando Kaito per poi uscire dal bagno mormorando qualcosa che il mago riuscì ammala pena a sentire.
“Scusa.”
Aveva esagerato, doveva riconoscerlo.
Il suo piano era avvicinarsi alla sua cotta e scoprire finalmente cosa c’era dietro le intenzioni del coetaneo, perché, sebbene fosse sicuro dell’onestà di questo, un ladro era pur sempre un ladro.
Anche se questo ladro, era riuscito a rubargli il cuore.
Shinichi si mise una mano tra i capelli, ravvivandoli leggermente e dirigendosi ancora verso la sua aula.
Oggi aveva commesso un passo falso a nominare Kuroba Toichi, non poteva sbagliare nuovamente.
“Spero possa perdonarmi…”
 
                                                                                       *                                                         *                                                                 *
 

Questa si chiama sfiga, non si poteva chiamarla in nessun altro modo, decise il giovane ladro mentre si buttava freneticamente dell’acqua in faccia, guardandosi poi allo specchio del bagno dei ragazzi ripensando alle parole di Shinichi.
“Tu sei Kaitou Kid.”
Non poteva essere possibile.
Kudo ha scoperto la sua identità?
“…ma tu sei il secondo Kaitou Kid, il primo…era Toichi Kuroba. Tuo padre.”
Nessuno aveva mai scoperto del collegamento tra lui e suo padre con la faccenda di Kid.
Neanche Snake, nemmeno Hakuba.
Perché lui c’è riuscito così facilmente?
Ora la sua vita era davvero in pericolo, ma più importante, se fosse stato catturato dalla task force, non sarebbe riuscito a trovare pandora.
Avrebbe deluso suo padre e disonorato la sua memoria.
Il solo pensiero fece rabbrividire il ragazzo che si portò una mano sulla bocca deglutendo il groppo in gola.
“Kuroba?”
Sussultò, non aspettandosi di essere chiamato in quel momento.
Dopo aver volto lo sguardo alla soglia del bagno, vide Saguru avvicinarsi con un espressione preoccupata sul volto.
“Ti senti male? Sei pallido.”
Kaito lo guardò sorpreso dal sua atteggiamento e dalle sue parole, infatti non si era accorto di star ansimando leggermente.
“Sto…bene…”
La sua voce rauca, non convinceva neanche lui, tanto meno Saguru che senza dire una parola uscì dalla stanza.
Il mago si accucciò in un angolo, cercando di calmarsi finché non tornò Saguru con una bottiglia di acqua fresca in mano.
“Tieni.”
Disse il biondo porgendogli l’acqua.
“Non…ne ho bisogno…”
“Smettila di fare il testardo e bevi!”
Kaito si arrese e afferrò la bottiglietta bevendone un sorso.
“Fai respiri profondi.” Gli consigliò Hakuba venendo ascoltato dal moro che riuscì a tranquillizzarsi.
“…cosa è successo?”
Kaito non rispose.
“Kuro-“
“Sto bene.”
Saguru scosse la testa, intuendo che l’altro non gli avrebbe detto una parola.
“Ho capito, allora vieni. Torniamo in classe.”
Kaito annuì piano, accettando la mano dell’altro che lo aiutò ad alzarsi da terra.
“Hakuba…”
“Si?”
“...grazie.”



Fine capitolo 2



Angolino di Micchi:

Yuup! Finalmente ho aggiornato *^* 
Sarò sincera, mi sono completamente dimenticata delle fanfiction.
Non di questa fanfiction, ma proprio in generale di andare su efp!!!  ò-ò  Sinceramente? Sono al quarto anno di liceo e ci stanno letteralmente massacrando di presentazioni, verifiche, interrogazione e ricerche, perciò capite bene che avevo altro da fare. ç_ç
Fortunatamente questo capitolo è riuscito a vedere la luce! *^* Anche se è più un capitolo di transizione, ho voluto far vedere i modi spavaldi di Shinichi nel conquistare il ladro...cavolo amico, non stai facendo un bel lavoro, he? XD
Heiji e Saguru sono comunque dalla parte del proprio amico, e Kaito ha avuto un attaco d'ansia...che dire, anche Kaitou Kid ha i suoi punti deboli! <3
Alla prossima! Baci <3

 

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Capitolo 3
*** Amore incondizionato ***


Capitolo 3
 

                   Amore  incondizionato

 

“Lo sai Kudo? Sei un vero idiota.”
Shinichi fissò il suo amico di Osaka impegnato a mangiare spaghetti alla yakisoba, e non poté che dargli ragione.
Si era trasferito in quella scuola da neanche due giorni, ed aveva già fatto un pasticcio col ragazzo che gli piaceva.
Si, lui sapeva bene di aver sbagliato.
Ma perché il suo amico non poteva evitare di rigirare il coltello nella piaga?
“Lo so, Hattori. Non c’è bisogno di dirmelo.” Sbuffò quindi, aspettandosi di vedere l’altro prenderlo in giro nuovamente e ridere dei suoi sbalzi d’umore.
Invece, Heiji non fece nulla di tutto ciò.
“Cerca di sistemare le cose.”
Ovviamente, questo cambiamento fece incuriosire Shinichi che non si trattenne dal chiedere spiegazioni.
“Nah, Hattori…come mai non mi prendi in giro?”
“…vuoi che ti prenda in giro?” chiese alzando un sopracciglio questo.
“No, solo che…ecco sembri più serio del solito.”
Heiji sembrò pensarci su, e poi annuì con la testa.
“Sono preoccupato.”
“Preoccupato?” ripeté il suo amico facendolo sospiare.
“Kudo…tu ti stai veramente innamorando di quel ragazzo.”
Shinichi arrossì vistosamente.
“E-e con questo?!” balbettò imbarazzato.
“All’inizio, pensavo andasse bene e ti ho sempre aiutato…ma non voglio che tu rimanga deluso.”
Ammise il compagno detective chiaramente in apprensione.
Shinichi sorrise, Heiji si stava chiaramente preoccupando dei suoi sentimenti non ricambiati.
“Hattori, ti assicuro che non faccio tutto questo per conquistarlo, non ho mai pensato che potesse ricambiarmi.”
“Questo è ancora peggio!” sibilò abbastanza alterato il giovane di Osaka.
“Insomma, lo vuoi aiutare a costo di farti odiare e poi tanti saluti? Non prendermi in giro, Kudo!” continuò alzando sempre di più il tono di voce.
“Se anche alla fine andasse tutto liscio, l’unico a rimanere ferito in questa storia saresti tu!”
Lo sfogo del ragazzo fu seguito da un silenzio quasi irreale, nonostante fossero ancora nel locale in cui s’incontravano ormai da giorni.
E infatti, erano giorni che Heiji veniva di corsa a Beika col solo scopo di incontrare Shinichi, perché era terribilmente preoccupato per il suo amico.
“Hattori…sono stato io il primo ad avvicinarmi.” Cominciò guardando verso il tavolo alla sua destra ricordandosi di come si era fatto coinvolgere.
“Sono stato io ad innamorarmi di lui, io ho deciso di trasferirmi ad Ekoda. E sempre io ho deciso di aiutarlo.” Continuò, stavolta sollevando lo sguardo verso Heiji che si era alzato dalla sedia durante il suo sfogo.
“Tutto è partito da me, perciò io non ho il diritto di chiedere nulla in cambio, soprattutto il suo amore.”
Heiji rimase senza parole, guardò Shinichi con occhi apprensivi e si risedette.
“Ho capito, non m’intrometterò.” Sussurrò il detective dell’ovest facendo sorridere quello dell’est.
“Grazie, lo apprezzo.”
Hattori annuì, ma Shinichi sapeva che il suo amico era ancora preoccupato per lui.
“Cambiando argomento, Hattori…” iniziò l’altro.
“Non ho ancora trovato informazioni interessanti.” Sospirò in risposta Heiji facendo annuire l’altro.
“Mi aspettavo che non sarebbe stato facile…”

 
                                                       *                                                        *                                                               *
 
 
“Kuroba-kun, sei in pericolo.”
Kaito si girò lentamente verso la sua destra gemendo interiormente quando vide Akako.
“Ma và?” mormorò sottovoce il mago, facendo alzare un sopracciglio alla ragazza.
“Scusami?”
“Bhé, sarà la terza…no, forse quarta volta che me lo dici.”
Chiarì il giovane sorridendo.
“Stavolta è diverso…”
A Kaito sembrò quasi di percepire un brivido ripensando a quanto successo tre giorni prima.
Solitamente era molto più fiducioso di sé stesso, e non dava troppo peso alle predizioni della strega.
Eppure ultimamente, niente andava come voleva.
“Kaiiito!” lo ridestò la voce di Aoko che si era avvicinata ai due.
“Di cosa parlate?” continuò sorridendo la ragazza appena entrata.
“Nulla di che, Nakamori-san…ma come mai sei di così buon umore?” chiese con finta curiosità la strega.
Aoko ridacchiò.
“Kid non si fa sentire da un po’, quindi posso stare più tempo con Otou-san!”
Kaito guardò il viso sorridente della sua migliore amica e gli venne un colpo al cuore.
Aoko sarebbe così felice tutti i giorni se il suo alterego…no.  Se lui, fosse scomparso?
“Buon per te, Haouko.” Ridacchiò sommessamente il ragazzo facendo inviperire l’altra al suono del suo fastidioso soprannome.
“Hohayo.”
Saguru entrò nell’aula, e non fu poi tanto sorpreso di vedere Aoko rincorrere Kaito con una scopa, mentre Akako rideva in quello strano modo tutto suo.
“Buongiorno, Hakuba.”
Il biondo si girò nel sentirsi chiamare dal detective originario di Beika.
“Buongiorno a te, Kudo.” Salutò anch’egli.
Sebbene Saguru a volte si sentiva seccato dal detective dell’est, era inevitabilmente attratto dal suo ingegno, e negli ultimi giorni aveva scoperto che la presenza del detective, era abbastanza piacevole.
“Ohh, un nuovo scontro tra Kuroba-kun e Aoko-san?” ridacchiò Shinichi vedendo la solita scena mattiniera a cui si abituò facilmente.
“Io penso che in fondo si divertano.” Constatò il biondo facendo sorridere nuovamente il moro.
“Lo penso anch’io.” Si trovò d’accordo Shinichi, continuando a guardare verso il duo in lotta.
Saguru pensò che fosse strano.
Il sorriso di Shinichi, era davvero strano.
“Ah, Kudo-kun!” squittì Aoko quando si accorse della presenza dei due detective.
Mentre Aoko messe via la scopa e salutò i due arrivati, Akako si avvicinò discretamente alla sua cotta.
“Sta attento, a Kudo Shinichi.” Gli sussurrò la strega, Kaito non si voltò nemmeno verso di lei ma un sussulto visibile fece capire alla strega che l’aveva sentita.
“Kuroba-kun.”
Lo chiamò la voce calma e composta di Shinichi.
“Hohayo.”
Kaito sorrise ferino, e andò verso i due detective in tutta calma.
“Hakuba, Kudo. Lo sapete?  Oggi Aoko porta delle mutandine rosa!”
Hakuba alzò gli occhi, sentendo un gridolino da parte di Aoko e una risatina da Shinichi.
“Ka-Kaaaaiiiitoooo!” ringhiò ella visibilmente imbarazzata.
Kaito iniziò a ridere di gusto, mantenendo perfettamente la sua poker face, fino all’arrivo dell’insegnante.
Durante la lezione, il mago non poteva far a meno di pensare agli ultimi giorni trascorsi come compagno di Shinichi Kudo.
Il detective, che sembrava a prima vista inavvicinabile, invece era parecchio amichevole e cordiale.
Kaito si era imposto di andare avanti con la sua poker face, anche dopo l’episodio del bagno, era rimasto tale e quale anche con Shinichi, ed anche quest’ultimo non sembrava intenzionato a parlare di quell’accaduto.
E questo non fece che angosciarlo ancor di più.
Si sentiva come sul filo di un rasoio, ogni secondo in cui era vicino al detective temeva che questo potesse pressarlo ulteriormente.
Kaito sospirò, trovandosi senza accorgersene a fissare proprio l’oggetto dei suoi pensieri che era intento a prendere appunti.
Era vero, i lineamenti del viso erano identici ai suoi, ma gli occhi apparivano di un blu più intenso e i suoi capelli lisci e composti, avevano un tono più scuro.
Kaito doveva ammetterlo, era proprio un bel ragazzo.
“Dopo tutto somiglia a me.”
Pensò ridendo internamente, fermandosi quando si sentì invadere da un moto di nostalgia percepito vedendo Shinichi mettersi un mano sotto il mento con aria pensosa.
“Quella posa…”
Shinichi si bloccò dai suoi pensieri, voltandosi improvvisamente verso Kaito il quale trasalì e distolse subito lo sguardo, imbarazzato nel sapere che Shinichi aveva notato di essere osservato da lui.
Il detective, d’altronde, non poté che sentirsi un po’ confuso, ma felice.
Dopotutto, Kaito cercava sempre di non guardarlo se non mentre parlavano, inoltre poteva ancora vedere tramite la finestra, il riflesso del ragazzo imbronciato che era arrossito.
Non poteva far a meno di pensare a quanto fosse carino.
All’oscuro dei due però, c’era una terza persona che aveva visto lo strano comportamento dei due.

 
                                                                   *                                                      *                                                       *
  

Due ore più tardi, ebbe inizio la lezione di educazione fisica e come sempre i ragazzi e le ragazze furono divisi in due gruppi.
Alle femmine era concessa la palla volo, ai maschi toccava una corsa ad ostacoli.
“In fila, qui davanti!” ordinò il coach formando una fila di ragazzi in tute da ginnastica.
“Kudo, Kuroba. Andate a prendere gli ostacoli e una corda.”
Kaito sospirò internamente.
Ormai era diventata quasi un’abitudine per gli insegnanti, associare i loro nomi quando li chiamavano.
Forse avevano paura di confonderli, o forse credevano fossero fratelli gemelli separati dalla nascita o qualcosa del genere…
Comunque, i due annuirono, dirigendosi verso lo sgabuzzino dall’altra parte della scuola mentre i rimanenti iniziarono a correre piano per riscaldarsi.
Il viaggio dei due diciottenni era iniziato tranquillamente, finché Shinichi non ruppe questa tranquillità sogghignando leggermente.
“Cos’hai da ridere?” alzò un sopracciglio il mago.
“Pensavo solo che sei molto bravo a recitare, ma dopotutto si sapeva.”
Kaito s’irrigidì, cogliendo il riferimento a Kaitou Kid.
“Bhé, anche tu non te la cavi male.” Ribatté facendo sorridere più ampiamente Shinichi.
“Sai com’è, ho imparato…negli ultimi tempi.”
Kaito sembrò ancora più confuso.
“Che vuoi dire?”
“Niente, niente…”
“Come niente? Dimmi!”
“No.”
“Hey!”
Shinichi sorrise teneramente voltandosi verso Kaito.
“Non te lo dico, dopotutto anche tu sei bravo quando vuoi…a fare il detective.”
Kaito s’irrigidì.
“Co-cosa intendi dire?”
“Penso tu sappia già a cosa mi riferisco.”
Certo che lo sapeva.
Shinichi non aspettò una risposta dall’altro, e andò direttamente nel ripostiglio appena raggiunto.
“Sa persino che ho fatto delle ricerche su di lui…” sussurrò.
Kaito non poté che sospirare nuovamente, raggiungendo anche lui lo sgabuzzino.
 
 
                                                         *                                                              *                                                             *
 

Durante la pausa pranzo, tutto sembrava assolutamente normale.
Aoko stava allegramente parlando con Keiko e Akako, Saguru era impegnato a discutere con Shinichi su qualche libro di Holmes e Kaito parlava con due suoi compagni di classe fan di Kid.
Dopotutto Kaito, adorava parlare di quanto fosse incredibile il suo alterego.
“…ora che ci penso, è da un po’ che Kid non si fa vedere.”  Fece notare uno dei due suoi compagni.
Aoko sembrò sentirlo, infatti decise d’intervenire.
“Meglio così! Finalmente avrà capito che mio padre non scherza.”
“Zitta, Haouko. Non ci crede nessuno.” La derise il mago un po’ punto nell’orgoglio.
“In effetti potrebbe aver ragione.” Intervenì anche Saguru decidendo di punzecchiare un po’ il ladro che infatti gli lanciò un occhiataccia.
“Kid ha veramente paura dell’ispettore Nakamori?” chiese l’altro compagno di classe.
“Certo, dopotutto è un codardo.”
Tutti si girarono verso chi aveva pronunciato quella frase, Kaito trattenne un gemito alla vista di Koji Kamiya, un ragazzo a tutti poco simpatico.
Sembrava il tipico bulletto ignorante e maleducato, col quale Kaito non ha mai voluto aver a che fare.
E non era l’unico.
“Kid non è un codardo.” Rispose infastidita Keiko.
“Oh, eccome se lo è. Ed è pure ridicolo, ruba un casino di gioielli e poi li restituisce tutti, ha sicuramente dei problemi in famiglia quello lì.” Continuò il ragazzo sogghignando leggermente.
“Problemi in famiglia?” ripeté uno dei ragazzi con cui era impegnato a parlare prima Kaito.
“Certo, dopo tutto uno come lui non può che essere uscito da una famiglia di pazzi.”
Kaito sussultò.
“E tu come fai a dirlo? Lo conosci per caso?” lo interrogò Hakuba che stava iniziando ad arrabbiarsi per come stava venendo trattato il suo rivale.
“Lo capirebbe chiunque, ha chiaramente dei problemi mentali o esistenziali.”
Il mago non disse nulla, mentre Hakuba lo guardava un po’ preoccupato.
“Ora basta!”
“Tu non sai nulla di Kid-sama!”
“Non permetterti d’insultarlo!”
Le fan di Kid che vi erano in classe, intervenirono tutte insieme non riuscendo più a sopportare gli insulti al loro amato idolo.
Aoko invece non disse nulla.
Certo per lei Kid non era altro che un ladro farabutto che suo padre doveva assolutamente catturare in nome della giustizia, ma non le sembrava giusto speculare in questo modo su una persona che non era neanche presente per difendersi.
Eppure, quel ragazzo non sembrava dello stesso avviso.
“Non è una sciocchezza, è solo la verità! Perché un ladro dovrebbe fare il buffone per rubare gioielli che poi rende subito? È chiaro, viene da una famiglia di disadattati mentali.”
Problemi mentali.
Ora gli davano pure del pazzo? Del disadattato sociale?
Le ragazze si unirono in un coro di grida di disdegno, i ragazzi sebbene sdegnati anche loro, avevano comunque troppa paura per le conseguenze che avrebbe portato contraddire il loro robusto compagno di classe.
Kaito voleva solo sparire.
Era arrabbiato e allo stesso tempo sconvolto, voleva spaccare a suon di calci la faccia di Kamiya.
Ma non poteva.
Perché? Forse per non essere scoperto, certo.
Ma forse…perché non riusciva a smentire tali accuse.
E così, rimase in silenzio, provocando un moto di rabbia a Saguru che stava per intervenire nuovamente infischiandosene delle conseguenze.
“Chiudi la bocca.”
A parlare però non fu il biondo.
Una voce mortalmente calma e allo stesso tempo furente si sovrappose alle grida femminili.
Tutti, si ammutolirono nel vedere che la voce apparteneva a Shinichi, il liceale che ora si era alzato da posto col volto serioso e per certi versi minaccioso.
“Kid non è pazzo, è un mago geniale.” Continuò con voce glaciale e un nota di quell’ammirazione che provava ogni volta che pensava al ladro.
“Pff, e tu che vuoi saperne?” lo derise Kamiya per nulla intimorito dal tono dell’altro che però non accennò ad una ritirata.
“Ne so molto più di te, ed ora sta zitto la tua stupidità mi fa venire il mal di testa.”
Disse il detective facendo sgranare gli occhi a tutti quelli in classe che certo non si aspettavano una tale aggressività dal pacato Shinichi Kudo.
Kamiya dall’atro lato, era sia sorpreso che incazzato e quest’ultimo sentimento era ben visibile a tutti che già temevano un bagno di sangue da un momento all’altro.
“Come-“
“Che sta succedendo qui?”
L’insegnante fisso con severità ognuno dei suoi studenti, soffermandosi naturalmente su quello che gli dava più problemi.
Kamiya distolse velocemente lo sguardo dall’insegnante.
Nessuno parlò.
Solo Shinichi, si risedette come se nulla fosse.
Gli altri suoi compagni, lo seguirono, facendo finta di nulla.
Così, l’insegnante non poté che cominciare le lezioni pomeridiane.
 




Angolino di Micchi:
Hoplà! Stavolta sono stata brava, he? *^*  Comunque, Heiji da voce alle sue preoccupazioni per il suo miglior amico, ma Shin-chan pensa solo all'ammmorre! *°* E mentre le cose si fanno interessanti tra Shin e Kai, Saguru assiste in silenzio...
E poi arriva Kamiya! Oddio, ho usato uno dei nomi che più amo per un personaggio che odieranno tutti...sono pazza XD Non solo Kamiya è il cognome del doppiatore di Izaya-Levi-Natsume-Gareki-Koji che sa rendere sexy anche la spazzatura se doppiata da lui, ma è anche il cognome di Tai dei Digimon. (Taichi Yagami in originale XD)
Comunque, io amo questa coppia. Il prossimo capitolo avrà più interazioni ShinKai, perciò rimante sintonizzati ;)

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Capitolo 4
*** Amore sincero ***


Capitolo 4 

                                      Amore sincero


Shinichi non era il ragazzo calmo e riflessivo che pensavano i suoi coetanei.
Non vi era dubbio che sapesse perfettamente tenere il sangue freddo durante le sue indagini, ma quando si trattava di problemi personali, era fin troppo passionale e testardo.
O almeno, questa era l’idea che si era fatto Kaito.
Ormai mancavano pochi minuti alla fine della lezione, eppure il mago non riuscì neanche a pensare di concentrarsi.
Non poteva che ripensare al modo in cui Shinichi lo aveva difeso, era ovviamente molto grato al detective ma allo stesso tempo non poteva che chiedersi il perché di tale comportamento.
Forse, Shinichi era davvero un fan sfegatato di Kaitou Kid?
Per questo continuava a porgergli il suo aiuto?
Ma anche ponendo il caso, non capiva come una persona così razionale come il detective,  abbia preso le sue difese per un semplice sentimento di emulazione.
Infatti, Kudo non pareva voler difendere la leggenda di Kid, la sua rabbia proveniva da un sentimento del tutto personale, come se Kamiya stesse insultando un membro della sua famiglia.
Immerso nei suoi pensieri, Kaito riuscì appena a ridestarsi per scoprire che la campanella era già suonata.
Kaito, agendo quasi d’istinto, andò incontro a Shinichi seguito a ruota dai suoi amici.
“Kudo-kun, non avresti dovuto provocarlo così!” lo ammonì a bassa voce Aoko.
“Scherzi? Per me è stato fantastico! Lo hai messo con le spalle al muro Kudo-kun!” si complimentò invece Keiko.
“Ad ogni modo…ora ti ha preso sicuramente di mira. Meglio se torniamo a casa insieme-“
“Grazie dell’offerta Hakuba-kun, ma non ce ne bisogno.”
“Sicuro? Hakuba-kun è cintura nera di Judo…” gli rivelò Aoko.
Shinichi sorrise, alzandosi dalla sedie e dirigendosi verso l’uscita dell’aula.
“Sono stato io a rispondergli, mi assumo in pieno le mie responsabilità. Ma vi ringrazio per esservi preoccupati.”
Detto questo, si allontanò dai suoi compagni, a Saguru non sfuggì la debole occhiata che Kudo lanciò alla sua sinistra.
Dove c’era Kuroba.
“Speriamo vada tutto bene…” mormorò Aoko, rompendo momentaneamente il filo dei suoi pensieri.
Keiko aggrottò la fronte, spingendo Aoko a chiederle a cosa stesse pensando.
“Niente di particolare…mi stavo solo chiedendo come mai Kudo-kun sembrava così arrabbiato…”
Akako sorrise, dirigendo il suo sguardo verso Kaito.
“Chissà…vero, Kuroba-kun?”
Kaito non osò guardarla, immaginando da sé il sorrisetto soddisfatto di chi sapeva tutto.
“Già…”

                                                                       *                                                                       *                                                                 *
  

Shinichi sapeva di essere seguito, nel momento in cui sentì i passi pesanti del suo compagno di classe non lasciare mai il suo campo uditivo.
Nel momento in cui si rese conto di ciò, Shinichi ebbe un minuto e venti secondi per decidere l’approccio più appropriato per l’energumeno.
Kamiya, d’altra parte, sembrò parecchio su di giri quando il ragazzo decise di prendere una stradina deserta che portava al parco Yamane, ma prima che potesse pensare al momento più propizio per saltare addosso al detective impertinente, fu Shinichi a sorprenderlo girandosi verso la sua direzione e con una scollata di spalle intimarlo a uscire allo scoperto.
Kamiya, assai scocciato ubbidì, più per stizza che per altro.
“Posso fare qualcosa per te?”
“Non fare il finto tonto, Kudo! Come ti sei permesso di darmi dell’idiota davanti a tutta la classe?!” ringhiò Koji.
“Non mi pare di aver detto che sei un idiota, ma stupido. C’è una sottile differenza, sai?”
“Ancora? Come fai a darmi dello stupido, quando sei  come un topo in trappola?”
Shinichi ricambiò il ghigno in un’ancora più arrogante.
Certo, nessuno sapeva che dal giorno in cui riebbe il suo corpo da liceale, aveva pregato Ran per farsi dare lezioni private di karate, ma ancora gli sembrava stupido da parte dell’altro sottovalutare in questo modo quello che era, a detta di tutti, il detective liceale più geniale del Giappone.
Shinichi non aveva veramente pensato che le sue massacranti sessioni di allenamento con la sua forte (e ancora infuriata) migliore amica, gli sarebbero tornate utili così presto.
E soprattutto, non  in una situazione come questa.
Ma non poteva farci niente, nessuno poteva deridere in quel modo il ladro davanti ai suoi occhi e aspettarsi che lui rimanga a guardare in silenzio.
“Hai perso la voce, Kudo?” sogghignò ancora Koji avvicinandosi minacciosamente al detective che non si scompose.
Dopotutto, aveva combattuto tutti i giorni, dopo la scuola con Ran, e in alcune occasione, anche con Makoto-senpai.
Qualsiasi altro avversario, era una bazzecola per lui.
“Che ti prende? Sai solo sorridere come uno scemo? Non vedi l’ora di essere picchiato, fottuto masochista?!”
“Quando vuoi , Kamiya.” Lo spronò ad attaccarlo, facendolo comunque infuriare ancora di più col suo atteggiamento menefreghista.
Egli, non se lo fece ripetere due volte, e con una furia quasi cieca, si scaraventò verso il genio, già in posizione difensiva.
Ma nessuno dei due era preparato alla cortina di fumo che si diffuse proprio in quel momento.
E di certo, Kamiya non si aspettava di essere circondata da colombe e in seguito essere legato come un salame proprio grazie ad un filo di nylon trasportato dagli uccelli.
In seguito, Shinichi non riuscì più a vedere nulla quando un’altra cortina, stavolta colorata di blu si sovrappose alla figura del suo avversario.
Quando la cortina si diradò, il detective dovette contenersi per non scoppiare a ridere come un matto in mezzo alla strada.
Il bulletto era legato mani e piedi come un salame, i suoi capelli erano diventati di un colore blu elettrico e i suoi vestiti erano sporchi in alcuni punti di cacca d’uccello.
Shinichi non ce la fece più, e scoppiò a ridere mentre Kamiya non aveva neanche più la forza di arrabbiarsi talmente era imbarazzato.
Senza dire una parola in più, Shinichi si allontanò dalla scena, ancora ridendo e ignorando bellamente le suppliche di Koji, si diresse verso il parco, dove aveva notato una zazzera di capelli familiare allontanarsi.
 

                                                                            *                                                                       *                                                                               *
 

Kaito non poteva credere a quello che stava facendo Shinichi.
Non solo non mostrava il minimo timore alla vicinanza del bullo, ma aveva anche il coraggio di prenderlo in giro con sufficienza!
Non poteva essere così stupido da pensare di essere superiore a un energumeno del genere.
Dopotutto, durante le sue ricerche sul conto del detective, Kaito aveva trovato come unico sport il calcio tra le sue competenze.
Non aveva mai praticato arti marziali, quindi perché diavolo stava facendo il duro con un ragazzo grosso il doppio di lui?
Doveva avere per forza un asso nella manica, non poteva pensare che stesse veramente parlando a vanvera.
Eppure, Kaito era comunque preoccupato.
Non poteva negarlo, dopotutto il detective sebbene spesso lo intimorisse per la faccenda di Kid, non era una cattiva persona.
Senza contare che oggi lo aveva difeso con una determinazione tale da farlo quasi arrossire.
Insomma, non poteva semplicemente guardare mentre uno dei cervelli più geniali dell’umanità era spappolato davanti ai suoi occhi.
Per questo, quando le cose si fecero pesanti e i due erano pronti a uno scontro che comunque non avrebbe giovato bene ad ambe le parti, Kaito intervenì.
Ci volle un attimo a chiamare le sue colombe col suo fischio a ultra suoni, al richiamo risposero le colombe più anziane che erano già esperte e che si tenevano sempre a poca distanza dal loro padrone nel corso di tutta una giornata, aspettando di essere chiamate per lavorare o semplicemente per le coccole con cui Kaito le viziava.
Dopodiché, Kaito diede velocemente a tutte una parte del filo di nylon e poi si limitò a lanciare la cortina di fumo indirizzata a Kamiya, una volta che le colombe videro la figura indicata dal loro padrone, fecero il resto, più qualche piccolo extra di cui Kaito non si lamentò.
Una volta appurato di aver immobilizzato il compagno di classe, Kaito si rese conto di doversi nascondere dal detective per evitare un’imbarazzante colloquio.
E ora, il mago stava semplicemente seduto nel parco, in una panchina nascosta dagli alberi a pensare a quello che aveva fatto.
Non se ne pentiva.
Non si pentiva di aver aiutato Kudo, ma sapeva di aver agito troppo impulsivamente.
Non poteva credere che Kudo non si fosse accorto di chi c’era dietro quello scherzo, era sicuro che lo avesse capito nel momento in cui il liceale scoppiò a ridere.
“…ha una bella risata…”
Si trovò a pensare senza neanche rendersene conto, così come non si rese conto che l’oggetto dei suoi pensieri, lo aveva trovato e gli si era avvicinato da dietro.
“Ehi.” Lo chiamò il detective in un tono normale e gentile, ma che comunque riuscì a far trasalire il mago per quanto fosse assorto nei suoi pensieri.
Kaito si girò di scatto trovandosi a pochi centimetri da Kudo.
“Ehi…”
Shinichi prese atto del tono di voce secco del coetaneo.
“Tutto bene Kuroba-kun? Sei un po’ pallido…”
Kaito scosse velocemente la testa, affermando che stava benissimo e distogliendo quindi lo sguardo.
Non era preparato a una conversazione con lui, non ora.
Shinichi annuì, e senza chiedere il permesso si sedette di fianco a Kaito con pochi metri di distanza che li separano.
“Ti ringrazio per avermi aiutato.” Gli sorrise gentilmente Shinichi.
Kaito stava per ribattere e dire che non sapeva di cosa stesse parlando…ma ormai era stanco di fingere.
Non poteva ingannare il detective, ormai era evidente che avesse capito tutto, perché fingere ancora?
“Non c’è di che, dopotutto…hai difeso il mio...idolo.”
Shinichi trattenne un sussulto a quelle parole, il ladro proprio non voleva ammetterlo.
Ma per ora, doveva accontentarsi...
“Posso farti una domanda…?”  chiese esitante Kaito.
“Certo, chiedi pure.” Lo spronò a continuare Shinichi.
“Perché hai difeso Kid? Tu…dovresti odiare i ladri come lui.”
Shinichi sbatté le palpebre.
“Perché dovrei odiarlo? Insomma, può essere una vera rottura a volte…e di sicuro è piuttosto irritante quando vuole fare il presuntuoso ma…in realtà è un ragazzo buono e dall’animo puro. Non farebbe mai niente andasse contro i suoi principi e non si fa scrupoli ad aiutare chi è suo nemico…io lo ammiro molto.”
L’altro arrossì.
“E poi è anche geniale e creativo! Adoro quando riesco a risolvere un suo enigma o svelare uno dei suoi trucchi, ma solo perché così ho la certezza di quanto essi siano geniali.”
 Kaito stava letteralmente fumando dall’imbarazzo.
“Senza contare che è atletico quanto un ninja uscito dal manga di Naruto! Insomma è straordinario.”
 “Smettila…è imbarazzante…”
“Perché? Tu non sei Kid, no?” sorrise malignamente Shinichi godendosi il viso del ladro teneramente arrossato e a disagio.
A volte doveva ammettere, che era un po’ sadico.
“Basta, meglio che vada.”
“Aspetta!” si affrettò a dire il detective, afferrando Kaito per un braccio.
“Vorrei ringraziarti come si deve…quindi, perché non andiamo in un locale qui vicino?”
Kaito deglutì, non c’era modo che sarebbe riuscito a resistere un’altra ora col detective.
“Puoi ordinare tutto quello che vuoi! Pagherò io!”
Offerta allettante…ma comunque…
“Qui vicino c’è un nuovo locale specializzato in torte!”
No…non cedere…
“E soprattutto…”
Non dirlo…
“…in cioccolato…”
 
                                                                           *                                                                       *                                                                                 *
  

“Buonissimo! Delizioso! Stupefacente!”
Shinichi ridacchiò, molto contento di vedere il mago tanto esuberante davanti a lui, mentre si abbuffava di cioccolato e torta.
“Ne vuoi ancora?”  chiese Shinichi dopo aver sorseggiato un po’ del suo caffè nero.
L’altro arrossì, ma non poté far a meno di annuire.
Il cioccolato è sempre stato il suo punto debole, e quando era turbato, era particolarmente desideroso di zuccheri, perciò non riuscì a dire di no alla proposta del detective.
Shinichi d’altro canto sembrava felice di aver scoperto questa sua debolezza, e non faceva altro che guardarlo amorevolmente.
Lo trovava carino da morire.
“Tu non mangi niente, Kudo?” si decise dopo un po’ a parlare Kaito, vedendo che l’altro aveva ancora la sua fetta di crostata al limone quasi intera, mentre lui si era già divorato due musse e tre fette di torta.
“Non vado pazzo per i dolci, al contrario di te.” Ridacchiò sommessamente Kudo.
“Ti piace molto il cioccolato, vero?”
Kaito annuì con vigore.
“I miei cibi preferiti sono comunque quasi tutti dolci, visto che sono vegetariano mi aiutano molto gli zuccheri.”
Shinichi sbatté le palpebre.
“Tu sei vegetariano?”
Kaito annuì.
“Non ho mai sopportato l’idea di animali innocenti finire al macello e in seguito nel mio stomaco con la scusa che è il cerchio della vita.”
Shinichi sbatté nuovamente le palpebre.
“Oh, tranquillo! Non sono uno di quelli che vuole convincere a tutti i costi che mangiare carne sia sbagliato! Capisco bene le esigenze delle persone…ma non riesco a pensare di mangiare quelle povere creature…”
“Quindi ti piacciono molto gli animali?”
“Tantissimo! Ho sempre pensato che quando mi sposerò dovrò avere una casa abbastanza capiente da tenere tre cani, cinque gatti, un pollaio, due cincillà e ovviamente le mie colombe.”
Shinichi iniziò a ridere.
“Lo trovi strano…?” chiese esitante Kaito pensando che probabilmente aveva parlato un po’ troppo.
“Niente affatto!” si affrettò a chiarire l’altro asciugandosi le lacrime dagli occhi.
“Solo…è davvero adorabile, pensare al tuo futuro in questo modo.”
Kaito arrossì, chiaramente in imbarazzo.
Non capiva come aveva fatto Shinichi a spingerlo a raccontargli tutte queste cose…eppure, il detective era riuscito a farlo sentire sicuramente a proprio agio.
“Tu invece…? Non pensi mai al tuo futuro?”
Shinichi sorrise tristemente scuotendo leggermente la testa.
“Io non sono il tipo che pensa al futuro, preferisco dedicarmi al presente…”
Kaito inclinò leggermente la testa di lato.
“Vuoi dire che non hai intenzioni di sposarti…avere figli…cose così?”
Shinichi arrossì leggermente, schiarendosi la gola.
“Non proprio o meglio, non credo di poter…avere figli…”
Il mago inclinò ancora la testa, segno che Shinichi avrebbe dovuto approfondire un po’ di più il discorso.
“A me piacciono i ragazzi…”
In quel momento, l’illuminazione colpì Kaito.
“Oh.” Si limitò a dire il moro facendo arrossire ancora di più Shinichi.
“Sei disgustato?” chiese col cuore in gola il detective sperando veramente di non aver fatto una sciocchezza.
“Disgustato? Per niente!”
Shinichi volse nuovamente lo sguardo sul mago, senza vedere alcuna di disgusto o disagio.
“Sinceramente sono solo un po’ sorpreso, tutto qui…insomma sei talmente amato dalle ragazze…” spiegò con semplicità mago.
Shinichi non riuscì a trattenere il sospiro di sollievo che poco dopo gli attraversò i polmoni.
Kaito alzò un sopracciglio al gesto.
“Tutto bene?”
“Scusa, è solo che avevo un po’ paura…sai che avessi cambiato l’immagine che ti eri fatto su di me.”
Il mago annuì tristemente.
Nonostante a Tokyo vi fosse una mentalità più aperta, esistevano ancora troppi stupidi col cervello piccolo come quello di una gallina, per questo non poteva biasimare il detective per aver mostrato un po’ d’incertezza a dirglielo.
“Non ti preoccupare, amare una persona, che sia maschio o femmina, non è motivo di vergogna. Anzi, è meraviglioso!”
Shinichi perse un battito quando l’altro gli mostrò un sorriso genuino completamente sincero e spontaneo.
Doveva trattenersi con tutte le sue forze per non saltare sulla sedia, afferrare il bavero della camicia di Kaito, e tirarlo in un bacio soffocante, da farlo svenire per poca circolazione d’ossigeno.
Eppure, ovviamente, si trattenne e invece gli rispose con un sorriso di gratitudine.
 

Fine capitolo 4



​A
ngolino di Micchi:
Konichiwa, minna-san!*°* Ebbene, questo era il 4 capitolo! Finalmente un pò di ShinKai <3  
Sì, ho fatto diventare Kaito vegetariano! ò-ò Dai, non è carino un ragazzo che ama gli animali a tal punto? Secondo me è dolcissimo!*ò*
Ovviamente, dovevo fare una scena dove Kamiya veniva punito come si deve...e chi meglio di Kaito per farlo?ù-ù
Shin-chan si è rivelato, e la reazione del ladro lo a fatto innamorare acora di più!(e te pareva)
Spero vi sia piaciuto questo capitlo <3 Lo dedico alla mia tenera amica Annaira, per il suo complex!*.* Auguri cara <3
Baci Micchi

 

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Capitolo 5
*** Amore esplicito ***


Capitolo 5

                             Amore esplicito                    




Kaito tornò a casa con un sorriso a trentadue denti, suggerendo al vecchio Jii, rimasto a casa di Kaito per i preparativi della rapina di Kid, che al suo bocchama fosse successo qualcosa di bello. 
“La trovo in forma, bocchama. Si è divertito oggi a scuola?”
Improvvisamente il sorriso del più giovane scomparve.
“Non…non particolarmente.”
Jii si sorprese a ciò e iniziò a squadrarlo brevemente notando in quel momento il leggero rossore alle sue gote.
“Bocchama? Si sente bene? Dobbiamo rinviare la rapina?”
Kaito trasalì e scosse la testa.
“Sto benissimo, Jii-chan! Stavo solo pensando…” si affrettò a rassicurarlo.
Il vecchio stava per ribattere, quando il mago si diresse velocemente in camera sua con la scusa di dover svolgere in fretta i compiti per la scuola.
Lasciando il barista in cucina con un espressione alquanto confusa e preoccupata. 

 
                                                                       *                                                       *                                                          *

 
Appena entrato in camera sua, Kaito non ci pensò due volte a buttarsi sul letto con la faccia immersa nel cuscino, era completamente esaurito.
Lui e Shinichi avevano chiacchierato per tutto il pomeriggio, come se si conoscessero da anni, parlando di argomenti che la gran parte dei loro coetanei neanche conoscevano, ma anche di cose semplici come il gusto del gelato preferito o la materia odiata, alla fine della giornata Shinichi gli chiese il numero di cellulare.
E Kaito glielo diede, perché non trovava una sola ragione per rifiutare.
Si era sentito bene a parlare con Shinichi, sentiva di avere un’intesa particolare con lui e anche in quel momento, ripensandoci, non si pentiva affatto di avergli dato il suo numero.
C’era solo un problema; Kid.
Lui era un ladro, era il famoso Kaitou Kid e Shinichi era un detective geniale che portava sempre a termine il suo lavoro.
Per questo aveva paura.
E se Shinichi avesse finto di essere suo amico così da poterlo incastrare e fargli sputare la verità?
La sola idea gli faceva male.
Non voleva credere che il detective fosse così subdolo, non poteva esserlo.
Però, se al contrario fosse sincero,  Kaito si sentirebbe la persona più schifosamente ipocrita del continente.
In entrambi i casi era spacciato.
Kaito non si sentiva così male dal giorno in cui cominciò a mentire ad Aoko per nascondere Kid.
Nonostante tutto, quel giorno doveva assolutamente usufruire dei panni di Kid, stavolta la gemma che il consigliere Suzuki acquistò, era arrivata direttamente dal continente Italiano e Kaito al contrario di suo padre, non aveva la possibilità di viaggiare al di fuori del Giappone.
Doveva sfruttare ogni opportunità che aveva per passare al setaccio pietre provenienti dall’estero, e la mostra sarebbe durata solo un giorno per non dargli la possibilità di sceglierlo a suo piacimento.
Perciò doveva andare, anche se stava male, anche se c’era Shinichi.
Doveva farlo, anche se c’era lui.
 
                                                                       *                                                        *                                                       *

 
Ran sospirò pesantemente, guardando per la quinta volta quella sera il suo orologio da polso, constatando per l’ennesima volta quanto fosse in ritardo la sua migliore amica.
“Raaaan!”
Un cipiglio irritato si fece largo sui bei lineamenti della giovane, mentre Sonoko Suzuki si mostrò tra la folla con un sorriso sbarazzino e le guance arrossate dallo sforzo della corsa.
“Sei in ritardo!” fu la prima cosa che la sentì dire l’ereditiera che subito andò in modalità “occhi da cucciolo”.
“Mi dispiace! Scusa, non riuscivo a liberarmi della stampa! Tutti a chiedermi di Kid-sama, manco fossi la sua ragazza!”
Ran sospirò, sorridendo leggermente.
“Come se ti dispiacesse…”
“Non lo nego!” ridacchiò malignamente l’ereditiera facendo ridere anche Ran che ormai l’aveva del tutto perdonata.
Quel giorno le due ragazze decisero d’incontrarsi direttamente al museo dei Suzuki, dopo gli allenamenti di karate di Ran, per assistere nuovamente ad una rapina di Kaitou Kid.
Sonoko era elettrizzata, visto che il mago non si faceva vivo da più di un mese, e Ran essendo la sua migliore amica (e a volte, coscienza personale) non poteva che accompagnarla.
Mentre si stavano dirigendo verso la sala principale per ammirare la gemma estera a Sonoko venne in mente un dubbio.
“Ran, ci sarà anche Shinichi oggi?”
Ran s’irrigidì leggermente prima di annuire.
“Lo chiamato poco fa, ha detto che sarebbe venuto sicuramente.”
Sonoko sospirò.
“Ecco perché sei così in ghingheri…”
Ran si pietrificò, girandosi verso Sonoko la quale aveva un’espressione preoccupata.
“Devi lasciarlo perdere, Ran.”
“Lo so…”
“No, non lo sai. Stai mentendo a te stessa, dicendoti che va tutto bene, che puoi superarlo, ma non è vero.”
Ran trattenne a stento le lacrime, quanto aveva ragione.
“Dammi tempo, Sonoko…io lo amato per così tanto tempo…”
“Lo so.  Infatti devi prenderti tutto il tempo che vuoi.  Ma non voglio che tu t’illuda aspettando qualcosa che non arriverà.”
Ran annuì tristemente con gli occhi lucidi, Sonoko l’abbracciò.
“Ricordati che non lo hai perso, Shinichi-kun ti vuole un bene dell’anima. Devi solo trasformare il tuo amore in qualcosa di più platonico.”
Ran ridacchiò leggermente.
“Da quando capisci i nostri sentimenti così bene tu?”
“Ovviamente perché sono la tua migliore amica! E…conosco anch’io Shinichi-kun da un bel po’.”

 
                                                               *                                                       *                                                           *

Shinichi era arrivato solo venti minuti prima dell’orario prefissato da Kid, ignorando le lamentele di Ran e le frecciatine di Sonoko, si diresse quasi subito verso i poliziotti dove più si sentiva a suo agio e senza dire nulla ascoltava le impressioni e i battibecchi tra gli ufficiali e il consigliere Suzuki.
Non si aspettava quindi, di vedere sbucare appena cinque minuti dopo il suo arrivo, la figura alta e slanciata di Hakuba.
“Kudo-kun, felice di rivederti tutto intero!” lo salutò sorridendo leggermente il biondo.
“Tutto intero? Perché non dovrebbe?” si intromise Ran, squadrando con un cipiglio da sorella maggiore iperprotettiva il povero Shinichi che rispose con un alzata di spalle un po’ frettolosa facendo ridacchiare Saguru.
Intanto, Kaito era decisamente a buon punto del suo piano.
Stavolta il consigliere Suzuki aveva ben pensato di mettere la preziosissima collana di topazio e rubini, intorno alla zampa di un leone, preso in prestito dallo zoo di Shibuya.
Inoltre, come se questo non bastasse avevano dotato il leone di una maschera anti-gas,fatta su misura per lui per evitare qualsiasi tipo di sonnifero o veleno scagliato da lontano.
Chiunque a quella rivelazione avrebbe dato di matto e abbandonato subito l’idea di rubare un gioiello tanto pericoloso, ma lui non era chiunque.
Kid era già dentro la sala principale, la gabbia del leone non era particolarmente protetta e i pochi nella stanza erano ufficiali più gli amici della nipote del consigliere, tra cui ovviamente c’era Shinichi.
Appena lo vide, Kaito non poteva negare di sentirsi un po’ più agitato del solito.
Il suo sguardo si spostò da lui, a quella che era la sua migliore amica Ran Mouri, a stento Kaito trattenne un sorriso a quanto quei due assomigliassero a lui ed Aoko.
Notò con nessuna sorpresa anche la presenza di Hakuba, a cui ormai era tanto abituato da provare disagio solo alla sua assenza, piuttosto che presenza, alle rapine.
Kaito notò con piacere, che il suo fidato Jii si era già preparato ad entrare in azione nelle vesti di un poliziotto, preparando i fumogeni da parte la gabbia.
Adocchiò poi il suo orologio.
Sorrise, per poi dirigersi senza problemi più vicino alla gabbia.
Intanto Hakuba e Shinichi discutevano del più e del meno cosa che Ran e Sonoko trovavano inusuale visto l’imminente arrivo del ladro che logicamente, entrambi dovevano acciuffare.
Eppure, nessuna delle due disse nulla, finché Saguru cambiò improvvisamente sia espressione, che argomento.
“Allora Kudo, tu che ne pensi di Kaito?”
Shinichi per poco non si strozzò con la propria saliva, restituendo lo sguardo serioso di Saguru con uno più che spiazzato.
“In…in che senso scusa?” ridacchiò debolmente, accortosi in quel momento di un fatto che non poteva negare, lo infastidiva alquanto.
Hakuba aveva chiamato la sua cotta per nome e senza neanche un suffisso, come farebbe Aoko…con la differenza che lui e Kuroba non erano mai stati amici d’infanzia.
“Nel senso, cosa ne pensi di Kuroba Kaito come persona?” continuò il biondo completamente all’oscuro dei pensieri dell’altro.
“Penso sia…simpatico?”
Hakuba lo fissò brevemente con uno sguardo da “ci sei o ci fai?” scritto in volto.
Shinichi ridacchiò nuovamente cercando di trovare un’alternativa a quell’orribile frase fatta che si vergognava lui stesso di aver detto, ma anche un altro modo per non confessare davanti ai suoi amici che  era incredibilmente cotto di quel ragazzo dagli occhi accattivanti e il sorriso fiero.
Quindi? Poteva solo dire…la verità.
“Penso sia una persona incredibile, intellettualmente stimolante e un buffone senza peli sulla lingua. Qualsiasi cosa faccia riesce a farmi ridere, è sciocco e fastidioso a volte ma è…la classica persona che non riusciresti mai ad odiare. Mi piace molto.”
Saguru cambiò nuovamente espressione in una più morbida, Ran fissò con la bocca semi aperta il suo amico e Sonoko aveva gli occhi sbarrati come due piatti da tavola.
Shinichi iniziò a sudare freddo.
Era stato troppo espansivo?
“Bene, se è così che stanno le cose va bene.” Sorrise cordialmente il biondo facendo per allontanarsi con la scusa di andare al bagno.
Shinichi alzò un sopracciglio non capendo la frase ambigua del suo collega detective.
“Wow…” sentì dire da Sonoko ancora leggermente imbambolata.
“Già…wow.” Parlò poi anche Ran.
“Che cosa c’è?” chiese nervosamente il liceale.
“Niente solo che…è la prima volta che…” iniziò Sonoko non riuscendo a trovare le parole.
“Non ti avevo mai visto lodare in questo modo una persona diversa da Holms.” Finì per lei Ran sorridendo leggermente.
“Ohh, bhé…la penso così…” rispose non sapendo come uscire da questa situazione assurda, ringraziò tutti gli angeli in cielo quando la stanza si oscurò, e il fumo iniziò a travolgere la sala.
Shinichi sorrise, tirando subito fuori la sua maschera essendo uno dei pochi ad averla portata.
Passarono 54 secondi, la luce si riaccese gli ufficiali non addormentati si diressero verso la gabbia ma la collana, non c’era più.
Kaitou Kid era intanto appolaiato sul lampadario della sala con un sorriso sfacciato e gli occhi brillanti di sfida, in mano la collana italiana.
Aveva compiuto un'altra delle sue magie.
  
                                                                 *                                                           *                                                      *
 
“Bel lavoro.” Si complimentò  il detective andando un po’ più vicino alla signora in minigonna nera che gli restituì un sguardo disorientato.
“Sta parlando con me, giovanotto?”
Shinichi ridacchiò e annuì avvicinandosi sempre di più alla donna dai capelli neri.
“Andiamo Kid, il tuo travestimento è perfetto, ma una donna così avrà al massimo ventisette anni, perché dovrebbe dire giovanotto?”
La donna in questione arrossì leggermente per poi sbuffare, mettendosi le mai sui fianchi.
“E cosa ne sai tu, tantei-san? E poi come hai fatto a sapere che ero io?”
Shinichi scrollò le spalle con noncuranza.
“Mi è bastato vedere come una donna con un completo costoso non abbia tacchi a spillo, il tuo travestimento fa supporre che tu sia una donna elegante e raffinata…perché un tipo del genere dovrebbe girare con sandali bassi da bambina delle medie? Inoltre sei l’unico che ha cercato di allontanarsi subito dopo finito lo show…”
Kid sorrise furbescamente spostandosi con disinvoltura una ciocca nera, facendo scorgere i grandi occhi color indaco del mago, l’unica parte non camuffata.
“Dovevo aspettarmelo dal grande Kudo Shinichi, e ora? Che farai?”
“Cosa vuoi che faccia? Rivoglio la collana…so che non è quello che cerchi.”
Il mago sbatté le palpebre un po’ stupito.
“Non hai intenzione di fare altro?”
“Te lo già spiegato, no? Voglio aiutarti, ma se tu ancora non ti fidi di me…non mi resta che trovarti ogni volta sotto i tuoi travestimenti e aspettare.”
Kid rimase nuovamente senza parole.
Ma Shinichi continuò a guardarlo con pazienza.
“…ho capito, ma qui c’è troppa gente.”
“Tranquillo, conosco un posto perfetto.”
 
                                                                      *                                                         *                                                     *
La seconda volta.
Era la seconda volta che Kaito entrava al Pierrot, in quello stesso giorno.
Shinichi aveva insistito che non avrebbe fatto nulla di male, e come dimostrazione volle anche dare il suo telefono cellulare promettendo anche di tenere le mani sempre in vista.
A Kaito non importava.
Dopotutto non sarebbe venuto con lui in primo luogo se avesse avuto dei dubbi su di lui.
Ma Shinichi, era ormai la seconda volta che dimostrava di non interessarsi alla sua cattura.
Come se non bastasse, aveva portato Kid nello stesso identico posto dove poche ore prima aveva accompagnato “Kaito”,  era ovvio che il detective pensasse ancora di avere davanti sempre Kaito.
Ancora non si spiegava come aveva fatto a scoprire la sua identità.
“Tu cosa prendi, Kid?” lo interruppe dai suoi pensieri proprio il detective con lo stesso sorriso cordiale di qualche ora prima.
“Chiamami Seiko, Shinichi-kun!” lo riprese con voce femminile zuccherosa il ladro.
Shinichi trattenne uno sbuffo di risata guadagnandosi uno sguardo di rimprovero dal mago.
“Scusa, scusa…solo che sei talmente convincente come donna, eppure non riesci ad indossare i tacchi a spillo nonostante quelle gonne super corte che ti ritrovi, insomma è strano.” Spiegò ridacchiando il giovane detective.
Kaito sbuffò mettendo il broncio.
“Per tua informazione, finora ho sempre interpretato ragazzine, non mi sono ancora abituato ai tacchi…e poi al contrario di come si può pensare le mini gonne sono comodissime. Mi dispiace se ti ho deluso, la prossima volta imparerò l’arte del camminare coi tacchi.”
“Pff, ho capito non ti offendere! Mi dispiace!”
Kaito sbuffò nuovamente, ma Shinichi sapeva di averlo fatto sorridere dietro il menù del Pierrot.
“Credo prenderò ancora la crostata al limone.”
“Oh? Ci sei già venuto oggi?” fece innocentemente il giovane mago.
Shinichi annuì.
“Bhè, non sono l’unico.”
Kaito sorrise.
“Non so di che parli.”
Il detective alzò gli occhi scuotendo ancora la testa.
“Come vuoi, mi limiterò ad uscire sia con Kid che con Kaito fin quando vorrai.”
Kid si morse leggermente il labbro.
Non poteva sperare di farla franca con quel maledetto detective.
Una volta che Shinichi e “Seiko” finirono di mangiare i dolci ordinati (con Kaito che ancora una volta si immergeva nel cioccolato), Shinichi pagò per entrambi, con grande disappunto del mago e presto si allontanarono dal locale.
“Sai, ormai si è fatto tardi, i liceali dovrebbero andare a nanna!”
“Senti chi parla! Piuttosto…la collana?”
Kaito sbatté dolcemente le palpebre.
“Nella tua tasca.” Sussurrò il mago, Shinichi esitò prima di tastare entrambe le tasche della giacca trovandone una effettivamente più pesante e rigonfiata.
“Come hai…”
Il mago travestito si limitò a sorridere come farebbe una donna soddisfatta dei propri poteri civettuoli.
“Sei davvero pericoloso, sai?” sospirò fintamente esasperato Shinichi.
Kaito aggrottò la fronte a quell’affermazione.
“Tu lo sei di più…”
Shinichi non mancò il tono serioso del ladro.
“Non riesci proprio a fidarti, he?”
“Come se tu fossi diverso, i detective sono le persone più diffidenti che possano esistere.”
Shinichi annuì.
“Non hai torto. Ma non hai neanche ragione.”
Kaito cominciava a spazientirsi.
“I detective sono diffidenti nel loro lavoro, ma se parliamo della vita privata…”
“E con questo cosa vorresti dire?”
Shinichi scosse la testa, guardando nuovamente il mago.
In quel momento, Kaito pensava non sarebbe bastato neanche tre chili di trucco in più per evitare di sentirsi nudo di fronte a quei occhi così dannatamente intensi e penetranti.
Sembrava dicesse: “Io so tutto di te”.
“Se-senti…”
Distolse velocemente lo sguardo Kaito, giacché non riusciva più a sentirsi tanto esposto.
“Tu sei il cugino di Tantei-kun, giusto?” continuò riprendendo la morbida sicurezza della sua voce da Kid.
Shinichi sembrò interdetto per un secondo, ma il ladro continuò.
“Non lo vedo da un po’, magari non è niente di che ma…forse è solo andato in vacanza oppure è tornato coi suoi veri genitori…però ecco, visto che non è che ci siamo mai scambiati il numero di telefono…ecco…quello che voglio dire…”
Il detective rimase ancora più sorpreso mentre il mago balbettava incerto ciò che voleva esprimere.
“…sta bene?” tirò fuori finalmente Kaito, usando forse per la seconda o terza volta la sua voce maschile dietro i panni femminei, il viso pieno di cerone non riusciva a far trasparire nulla, ma Kudo lo sapeva che stava arrossendo.
Shinichi sorrise dolcemente, ricordandosi di come Kid lo abbia sempre aiutato nei suoi panni da Conan.
In un primo momento pensava fosse a causa del grande altruismo di cui era dotato il mago, ma probabilmente coi mesi, egli si era davvero affezionato al suo mini sé.
Era preoccupato per Edogawa Conan.
Per una attimo, Shinichi si sentiva quasi pentito di aver smesso i panni di Conan.
“Sta bene.” Rispose dopo un po’ Shinichi.
Il viso di “Seiko” s’illuminò.
“Ora è tornato dai suoi genitori in America, ma mi ha detto che appena torna…la prima cosa a cui penserà è arrestarti.” Continuò con tono scherzoso il più grande.
Kaito ridacchiò maliziosamente.
“Sono pronto, lo aspetto.”
Un lampo di colpa balenò negli occhi del detective.
Avrebbe voluto raccontare tutto al ladro ma…non era ancora il momento.
“…bene, credo ci siamo trattenuti oltre.” Cambiò improvvisamente discorso Shinichi.
“Come hai detto tu, i liceali a quest’ora devono andare a nanna!” continuò facendo l’occhiolino il detective iniziando ad allontanarsi dal mago per prendere l’ultimo treno.
Kaito arrossì nuovamente nascosto dal trucco.
“Io non sono un liceale!!!” gli urlò dietro come un bambino.
“Si, si…” rispose semplicemente Kudo senza voltarsi.
“A domani!”
Kaito sospirò, pensando ancora una volta quanto fosse testardo il coetaneo.
Non poteva parlare proprio lui, però.
 
Fine cap 5




Angolino di Micchi:

Waaai! Anche stavolta sono in ritardo!^^'' Se non mi fosse rotta la tastiera avrei aggiornato molto prima, invec ora devo usareogni volta il computer della mia amica per andare avanti. ù-ù (lo sò sono sfighatissima)
Il capitolo almeno è bello lungo! Ho adorato scrivere di un Kaito travestito! *ç* Per quanto riguarda la scena di Ran...lo scritta d'impulso. Non mi andava di liquidarla in poche righe...ovviamente non la userò come personaggio di disturbo (non mi piace quando succede D:) ma mi piace l'idea della sorellona protettiva con Shin-chan! °ç°
Orsù, fatemi sapere le vostre impressioni! Mi dileguo.
Baci Micchi

 

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Capitolo 6
*** Amore segreto ***


Capitolo 6

                                        Amore segreto



 
Kaito era felice di trascorrere ancora del tempo con Shinichi.
Rischiava di ripetersi, ma adorava scherzare e ridere con lui, sebbene come persone siano sostanzialmente diversi, il loro modo di pensare era spaventosamente in sintonia.
Voleva lasciarsi alle spalle la storia di Kid. Certo, continuava a preparare rapine e il detective era sempre presente ad esse, ma aveva deciso di non lasciarsi condizionare e continuare normalmente ad essere lo stesso con Shinichi, evitando però di star con lui quando vestiva i panni di Kid.
Dopo circa due mesi, era inevitabile che finisse con lui a casa di Kudo, partecipando a giochi di mente o semplicemente ai video-game mangiando schifezze e parlando di qualsiasi cosa era nel loro comune interesse.
Per quanto riguarda i videogiochi, era Kaito il campione indiscusso, anche ora il detective stava perdendo per la sesta volta quel giorno.
"Non ci posso credere..." gemette Shinichi, tirando in dietro la testa mentre Kaito, di fianco a lui, ridacchiò malignamente.
"Mi dispiace Kudo, ma per me questo gioco non ha segreti!"
Shinichi sbuffò.
"Ok, ma nel quiz di algebra ti ho battuto. Non fare il furbo."
"Ehhh, ma io ti ho stracciato in chimica avanzata...quindi sono comunque in vantaggio!"
"Sbruffone."
"Bambinone."
"Ha parlato!"
Kaito scoppiò in una fragorosa risata, subito seguito anche dall'altro.
"Allora..." cominciò Shinichi, avvicinandosi leggermente.
"Devi ridarmi la rivincita, non ti lascerò andare a casa finché non vincerò."
"Cosa? Dovrò stare qui per il resto della mia vita?" scherzò il giovane mago mentre gli occhi di Shinichi diventarono scuri.
"Si, non mi dispiacerebbe." rispose sorridendo, ma con un tono tutt'altro che divertito.
Kaito deglutì rumorosamente, cambiando subito discorso.
A volte il detective diceva cose insolite, questa era una di quelle volte e il mago preferiva non farci caso.
Il suono del campanello ridestò entrambi  dai loro pensieri.
"Chi sarà?" mormorò stancamente il padrone di casa alzandosi per controllare, mentre Kaito guardava incuriosito.
Shinichi non ebbe neanche il tempo di aprire completamente la porta, che un ragazzo dalla pelle scura lo travolse entrando forzatamente in casa ulrlando.
"Kudo!!! Ho notizie incridibili dobbiamo parlare del tuo la-"
Shinichi riuscì appena in tempo a chiudere la bocca del ragazzo.
"Idiota! Stà zitto!" Gli intimò Shinichi, allarmato che il ragazzo del kansai parlasse del ladro proprio di fronte a...beh, IL ladro.
Heiji, che inizialmente non capiva la reazione del suo amico, comprese tutto vedendo da lontano niente poco di meno che la famosa cotta di Kudo.
"Hattori, questo è Kaito Kuroba...un mio compagno di classe."
Kaito gonfiò le guance offeso.
"Solo compagno di classe? Speravo di essere qualcosa di più per te Kudo-kun! Ahhh, mia madre lo aveva detto che non ci si può mai fidare dei ragazzi!" 
Shinichi arrossì imbarazzato alla filipicca ricevuta, mentre Heiji si trattenne a forza dal ridere.
"Sei uno scemo." lo ammonì il ragazzo nervosamente.
"Mi adori comunque!" scherzò ancora il mago.
Heiji avrebbe voluto rivelare quanto avesse ragione, ma invece andò dritto verso il mago a presentarsi.
"Hattori Heiji , super detective dell'ovest incredibilmente informato su tutto quello che potrebbe infastidire Kudo! Piacere!" 
Kaito sorrise divertito, stringendo volentieri la mano che l'altro porgeva.
"Piacere Hattori-kun, confido che mi darai una mano a dar fastidio al detective dell'est!"
Heiji sorrise ancora di più, Shinichi voleva sprofondare in una buca e nascondersi il più presto possibile da quei due demoni.
Dopo un quarto d'ora di battute e frecciatine ai danni del padrone di casa, quest'ultimo sentì il bisogno irrefrenabile di allontanarsi momentaneamente, con la scusa di preparare il té.
Heiji continuò ad ascoltare Kaito parlare, mentre dentro di sé era immerso nei suoi pensieri.
Certo gli piaceva il ragazzo, ma se questo avesse spezzato davvero il cuore al suo migliore amico...non pensa che riuscirà mai a perdonarlo.
"Kuroba." lo interruppe improvvisamente Hattori, ottenendo la sua più completa attenzione.
"Che ne pensi di Kudo?" 
Kuroba sorrise.
"Mi piace! è sempre divertente star con lui! Uno dei miei migliori amici!"
Ah.
Heiji purtroppo si aspettava un commento del genere.
Il ragazzo considerava ingenuamente Shinichi come un amico, ovviamente.
Heiji non si aspettava che gli dicesse che lo amava, ma dal tono e l'espressione che Kaito mostrava si capiva che non mentiva.
Si sentiva male per il suo amico.
 
                                                                   *                                                       *                                                    *
 
"Kaito!"
Chi è?
"Hey, baka!"
Kudo?
"Ahh, sei uno stupido...come hai fatto a cadere?"
"Eh?"
Si, era caduto. Ora era coperto di terra ed erba.
Era sporco.
"Vieni." 
Kaito guardò la mano dell'altro ragazzo, afferrandola poi saldamente.
"Grazie..."
Shinichi sorrise, portando una mano sulla guancia dell'altro.
"Ku-Kudo?"
Il nominato sembrava non ascoltarlo, guardandolo invece intensamente negli occhi.
"Ti amo." disse dolcemente il detective.
Eh? Ehhh?!
Kaito si ritrovò trascinato in un bacio, a condurre quel sensuale gesto era Shinichi, ma Kaito non si ritirò e dopo un pò rispose con insistenza.
Quando si separarono, Shinichi sorrise e ripeté di nuovo quelle due dolci parole.
"Ti amo."
E Kaito, incantatenato negli occhi dell'altro rispose; "Anch'io..."
  
                                                         *                                                                   *                                                              *
 
"Waaaaa!! No!!! Che cavolo ho detto?!"
Gridò ansimando il giovane ragazzo, per poi guardarsi intorno confusamente.
"Oh. Un sogno...va bene" mormorò sdraiandosi nuovamente per riprendere sonno.
"No che non va bene!!!" 
Gridò nuovamente, alzandosi furiosamente dal letto per poi dirigersi in bagno a guardarsi allo specchio.
"Ok, calmiamoci. Hai appena sognato di baciare uno dei tuoi migliori amici. Haha, niente di grave! è il normale corso della vita! L'adolescenza è finalmente arrivata anche per te amico! Hai sognato Kudo perché...ti ha detto che è gay! Sì! Sei solo curioso, il tuo subconsio ti fà dei brutti scherzi, vero?! hahahaha..."
Finita la conversazione con lo specchio, Kaito non poté fare a meno di sospirare e accasciarsi al suolo.
"Accidenti..." finì, guardando tristemente il pavimento.
"Che cavolo faccio adesso...?"
La domanda non trovò mai risposta, e Kaito non poté fare a meno di dirigersi stancamente a scuola senza neanche fare colazione e molto contro voglia.
Arrivato davanti l'aula, ebbe però degli atroci ripesamenti.
Riuscirà a guardare in faccia il detective senza ripensare al sogno di quella mattina?
Poteva dire qualcosa di stupido e mandare a monte tutta l'amicizia costruita negli ultimi due mesi e non voleva assolutamente questo.
Ma era troppo tardi per preoccuparsene ormai, e di questo se ne accorse quando qualcuno gli picchiettò sulla spalla facendolo girare di scatto verso la persona in questione.
"Ka-Kaito?" chiese Aoko, sorpresa dalla reazione del ragazzo che subito sospirò di sollievo.
"Aoko...sei tu.."
La ragazza inclinò leggermente la testa di lato.
"Sì? Chi volevi che fossi?" 
Kaito si limitò a ridacchiare nervosamente, per poi sciogliere la tensione mandando delle frecciatine alla sua migliore amica, sul fatto che la scorsa notte, Nakamori-keibu si era fatto sfuggire nuovamente Kaito Kid.
Aoko non tardò ad eslpodere, e ancora si ritrovarono entrambi a sostenere una lotta tra spazzoloni e trucchi magici di cui la classe non faceva mai a meno.
Hakuba Saguru che era anche lui  troppo abituato a tutto ciò, fissò la scena con un misto di divertimento e confusione, infatti oggi gli sembrava che il mago fosse leggermente diverso dal solito.
Questa leggerezza, avrebbe avuto conferma con l'entrata in scena dell'altro detective.
"Buongiorno!" salutò come sempre il detective, Kaito però sussultò leggermente al suono della voce del ragazzo e non si accorse del colpo a sorpresa che Aoko gli riservò dritto in faccia che lo fece inoltre rotolare verso la porta dell'aula.
"Kaito!" esclamò la ragazza, sorpresa che il suo amico non avesse evitato lo spazzolone.
Kaito, steso sul pavimento, mugulò stordito un "Ahoko..."
"Kuroba? Stai bene?" 
Il ragazzo in questione sbarrò gli occhi nel trovarsi sopra di lui il viso preoccupato di Shinichi.
Si alzò di scatto.
"Sto benissimo!" lo rassicurò esitante allontanandosi velocemente dal ragazzo e andando al suo posto in completo disagio.
Gli altri rimasero interdetti a guardare la strana reazione del mago, e non sarebbe stata l'unica quel giorno.
Nell'ora di pranzo, Kaito si preparò la scusa di non stare molto bene, e quindi andò in infermeria ignorando gli sguardi preoccupati degli altri, evitando sempre e comunque di guardare Kudo.
Ora, Shinichi non voleva far affermazzioni azzardate, ma aveva quasi l'impressione che Kuroba lo stesse evitando, non aiutava il fatto che questo non provasse neanche a nasconderlo.
Finite le lezioni, Shinichi si avvicinò al banco di Kaito, sperando che fosse tutto frutto della sua immaginazione.
"Hey, oggi pensavo di fare le ore piccole ai videogiochi...vuoi restare a dormire da me?"
Kaito continuò a guardare il proprio banco.
"Cre-credo che oggi sia meglio che stia a casa...sai per il mal di pancia..."
Shinichi continuò a fissarlo, allargando leggermente gli occhi.
"Ah, sì...il mal di pancia."
Kaito annuì.
Shinichi si grattò la testa, mantendendo un'espressione neutra, mentre dentro di sé voleva urlare.
Due mesi di puro progresso, era riuscito a convincere il mago a fidarsi di lui (anche se per quanto riguarda Kaito kid, era ancora in alto mare) e ora sembrava tutto tornato al punto di partenza.
"Bene, ci vediamo domani! Ciao!" parlò velocemente Kaito, alzandosi e correndo verso l'uscita, superando a testa bassa il detective.
"Kuro-"
Cominciò Kudo, ma l'altro era ormai lontano.
Shinichi continuò a fissare insistentemente la porta, con un senso di disagio e paura.
Che diavolo era cambiato tra di loro?
Intanto, Hakuba guardava il tutto con un'espressione crucciata.
 
                        
                                                                *                                                                   *                                                                     *
 
 
Heiji era felice di passare del tempo con la sua nuova ragazza, che era anche la sua migliore amica.
Kazuha aveva la testa appoggiata sulla sua spalla, le mani intrecciate a quelle più grandi del suo ragazzo, entrambi impegnati a guardare un film per una volta, rillasandosi.
Al detective dell'ovest piaceva stare così una volta ogni tanto.
Per questo si seccò molto quando il suo telefono squillò improvvisamente, interrompendo uno dei pochi momenti di tranquillità con Kazuha.
"Chi diavolo è adesso?!" si alterò quindi il ragazzo afferrando furiosamente il cellulare, constatando poi di chi si trattava dal display.
"Chi è?" chiese Kazuha incuriosita.
"Kudo." mormorò ora molto più calmo, visto che erano poche le volte in cui era Shinichi a chiamarlo e non il contrario.
Kazuha alzò gli occhi, per poi alzarsi.
"Beh, il tuo ragazzo ha bisogno di te, vi lascio soli ad amoreggiare."
Heiji arrossì furiosamente.
"Non dirlo neanche per scherzo, stupida!"
Kazuha fece una dispettosa linguaccia, sorridendo però subito dopo.
Heiji sospirò, rispondendo all'apparecchio.
"Oi, Kudo. Che succede non riuscivi a starmi lontano ver-"
"Non scherzare adesso."
Heiji smise subito di sorridere dal tono di voce dell'altro.
"Che è successo?"
Senti mugulare dall'altra parte.
"Non sò cosa è successo in reatà. Ormai io e Kuroba siamo amici...lo eravamo...non lo sò! Solo, è da due giorni che continua ad evitarmi! Non mi guarda nemmeno in faccia! Pensavo fosse in un brutto periodo ma con Nakamori-san e Hakuba-kun si comporta come al solito! Quindi ovviamente ce l'ha con me! Forse non è vero che gli stà bene il fatto che io sia gay?! Magari si vergogna di stare con me?! Oh, mio dio voglio sparire!"
"Hey, hey, hey! Aspetta un attimo!"
Heiji rimase interdetto al tono disperato dell'altro, sperando di calmare almeno in parte il suo amico.
"Che cavolo, il tuo discorso non ha senso! Era normale fino al giorno prima e poi improvvisamente t'ignora? Sei sicuro di non aver fatto nulla?"
"Assolutamente! Giuro stava anda-"
Kazuha interruppe la conversazione dei due, afferrando il cellulare di Heiji dopo averlo spinto e fatto cadere dal divano.
"Aspetta! Kudo-kun, quel ragazzo non riusciva a guardarti in faccia vero?"
"Kazuha!!!"
"Zitto, Heiji!"
Shinichi, dall'altro capo del telefono, si accigliò per qualche secondo prima di dar un suono affermativo.
"E poi scommetto che è sempre nervoso quando ti è vicino e arrossice per qualsiasi cosa!"
Continuò imperterrita Kazuha, facendo alzare un soppraciglio a Shinichi.
"Non ne sono sicuro ma...in effetti mi sembrava avesse la febbre."
Kazuha ridacchiò malignamente.
"Una febbre che si chiama amore!"
Heiji sbarrò gli occhi.
"Cosa?"
Kazuha sbuffò spazientita, stringendo più forte la presa sul cellulare di Heiji.
"Kudo-kun, lui si comporta così stranamente...perché è innamorato di te!"
Gli comunicò esaltata la ragazza, e bastarono quelle parole per far scivolare malamente l'apparecchio di Kudo a terra.
Kaito.
Innamorato di lui.
Non può essere.
"Kudo-kun?"
La voce della ragazza lo ridestò dalla sua temporanea trance, riprese subito il cellulare in mano.
"Ka-Kazuha-san, sei sicura? Davvero?"
Kazuha, dall'altro capo ridacchiò dolcemente.
Da quando Ran gli aveva detto che il ragazzo di cui era da sempre innamorata era gay e che inoltre, era anche innamorato di un ragazzo che aveva conosciuto nella sua nuova scuola, la sua prima reazione era consolare la sua amica e urlare contro a Kudo Shinichi che le aveva spezzato il cuore.
Ma quando parlò ad Heiji del suo piano di vendetta, il suo ragazzo la trafisse con occhi di ghiaccio e iniziarono a litigare.
Kazuha si aspettava una delle loro solite liti che sembravano più delle scenette comiche che altro, invece Heiji si limitò a spiegare pazientemente e senza mai alzare il tono, che Shinichi aveva sofferto tantissimo per aver rifiutato la sua migliore amica.
Era chiaro quanto egli si sentisse male per la sua posizione.
Non dimenticherà mai gli occhi supplicanti di Heiji quando gli chiese di lasciarlo perdere.
Lei lo aveva fatto, e dopo qualche tempo si era anche resa conto di quanto deve essere dura per Kudo-kun.
Ed ora, che poteva aiutarlo, si sentiva molto meglio.
"Kudo-kun, ora ascoltami attentamente, ok? Ti dirò io cosa devi fare d'ora in poi!"
 
 
                                                 *                                                                                *                                                                        *

 
Tre giorni.
Kaito stave evitando il povero Shinichi da tre giorni.
Si sentiva veramente un verme, uno schifoso verme che strisciava nella vergogna di avere dei sogni romantici con il suo amico!
Era un fottuto ladro internazionale che riuscirebbe ad ingannare anche il primo ministro del Giappone con la sua poker face...che però era completamente inutile di fronte al detective.
Bastava un solo sguardo da parte del suo amico, e il carismatico Kaito Kuroba diventava una scolaretta direttamente uscita dagli shoujo manga che comprava sempre Aoko.
Non gli era mai successa una cosa del genere, sebbene a volte si rtrovava a pensare all'amore, Kaito non si era mai infatuato e di questo ne era sicuro.
A volte, qualche ragazza che aveva una cotta per lui gli avrebbe fatto battere un pò più forte il cuore con la loro dichiarazione d'amore, altre volte si ritrovava a pensare a quanto Aoko fosse carina e che con tutto l'affetto che gli riservava, col tempo e diventando più maturo si sarebbe sicuramente innamorato di lei.
Ma l'idea di essere gay non gli era mai passata per la testa.
"Kuroba?"
"Hu? Ah, oh! Hakuba!"
Kaito si era ricordato adesso di essere a scuola e di aver speso cinque ore a crucciarsi sulla sua sessualità.
"Cosa c'è?" chiese dunque mettendosi a sedere con la schiena ritta.
"Ultimamente sei strano, vuoi parlarne?" chiese il biondo con uno sguardo più che preoccupato.
Kaito scosse piano la testa.
"Anche Aoko mi ha fatto la stessa domanda, che avete tutti?" sospirò il giovane massaggiandosi il viso con entrambe le mani.
"Aoko-san è la tua migliore amica da molto tempo, se persino lei se ne accorta sono fiducioso del fatto che abbia un minimo di senso preoccuparci per te."
Kaito stava per ribattere un pò irritato dall'insistenza dell'altro, quando vide Kudo alzarsi dal suo banco per avvicinarsi a loro.
"Niente, guarda...non importa ne parliamo dopo." disse velocemente nascondendo il viso dietro un quaderno.
Hakuba sbuffò dolcemente, dando un'occhiata veloce a Shinichi.
"Dopo scuola parliamo a quattr'occhi, se non ti presenti dico a Kudo che hai una cotta pazzesca per lui." 
Kaito sbarrò gli occhi guardando con orrore il viso sorridente del biondo.
"Che-! No io, oddio...cosa?!" balbettò incoerentemente il povero mago, ma poi arrivò la voce di Shinichi.
"Hey, ragazzi. Mangiamo insieme?"
 
                                                        *                                                                      *                                                             *
 
 
Kaito non riusciva a credere di essere seduto sul tetto, proprio di fianco al ragazzo che cercava di evitare da giorni.
Si era ripromesso di smettere di evitare l'altro, perciò aveva accettato di pranzare con lui e ora non c'erano scuse.
Intanto, Shinichi ripassava mentalmente ciò che gli aveva detto Kazuha, mentre sosteneva una discussione con Hakuba su quale fosse il miglior poeta della corrente del decadentismo.
Kaito si limitava a magiare il suo bento con gli occhi bassi per nulla interessato alla conversazione, quanto più invece alla vicinanza del detective dell'est e al suo profumo, quanto avrebbe voluto avvicinarsi solo un altro pò a Shinichi.
"Kuroba, tu che ne pensi?"
Kaito sbarrò gli occhi guardandosi intorno freneticamente.
"Cosa?"
Shinichi ridacchiò.
"Non ti interessano proprio queste cose, vero? Eppure nella classifica dei voti generali della scuola sei al primo posto con me e Hakuba!"
"Stavamo parlando dei poeti del decadentismo." lo informò incolore Hakuba.
Kaito sembrò pensarci su per un pò.
"Studio perché devo, ma non m'interessano queste cose...apparte la chimica e inglese."
Hakuba sbuffò.
"Non ci posso credere. Le persone come me e Kudo che amano imparare sono messi allo stesso piano di uno a cui invece non interessa proprio niente, Kuroba come fai a non essere mai stato odiato a scuola?"
Kaito ghignò malignamente.
"Sono un bellissimo ragazzo carismatico e con una parlantina da presentatore tv del livello di Jimmy Fallon che incanta chiunque con i suoi trucchi di magia, il fatto che sia sempre primo nella classifica della scuola senza mai impegnarmi passa un pò in secondo piano, non credi?"
Saguru alzò gli occhi sorridendo leggermente.
"Aggiungi anche la modestia tra le tue refernze e sei la perfezione assoluta."
"Sono contento che siamo d'accordo Haku-chan!"
"Oddio, non chiamarmi più in quel modo mi sono venuti i brividi!"
"Lo sò che mi ami in fondo!"
Mentre Kaito faceva il pagliaccio con Saguru, Shinichi non potè che sentirsi un senso di gelosia vedendoli scherzare insieme.
"Ok, ora basta...devo mettere in pratica i consigli di Kazuha-san!" 
Decise il detective avvicinandosi al mago e mettendogli una mano intorno al braccio sentendo l'altro irrigidirsi totalmente.
Shinichi sorrise.
"Io penso non ci sia nulla di strano, anch'io preferisco la letteratura al resto. I poeti maledetti in particolare...cosa ne pensi Kuroba?" parlò il detective continuando a stare appiccicato all'altro per vedere la sua reazione.
Kaito deglutì arrossendo furiosamente.
Shinichi sbarrò gli occhi incredulo.
Era davvero innamorato di lui?
"Non lo sò, dovendo scegliere direi Arthur Rimbaud..."
Shinichi sorrise nuovamente, avvcinando ancora di più il viso.
"La mia seconda scelta dopo Verlaine, ironico se pensiamo alla relazione tra i due."
Kaito arrossì ancora di più, il detective era sempre più affascinato di scoprire le varie sfumature che poteva assumere il viso del mago.
Non poteva essere sicuro che l'altro fosse proprio 'innamorato', ma era ovvio ormai che Kaito provasse attrazzione e già questo era un'enorme vittoria per Kudo.
"Sai, sebbene il giovane Arthur non avesse problemi a parlare del suo rapporto con Verlaine, quest'ultimo era nient'altro che un codardo, non lasciò mai la moglie e fece di tutto per nascondere la sua omossesualità...ma alcuni dicono che nonostante tutto, amasse Rimbaud."
Parlò piano il detective, direttamente nell'orecchio del mago il quele stava fumando per l'imbarazzo mentre quella dolce voce gli provocava brividi in tutto il corpo.
"Hem, Heem." tossì piano Saguru, riportando l'attenzione su di lui.
"Che ne dite se smettiamo di parlare poeti per adesso?"
Kaito sospirò di sollievo quando il detective si staccò sfoggiando un sorriso sfacciato ad entrambi.
"Già, ormai è inutile."
 
                                                        *                                                               *                                                                       *
 
 
Saguru guardò insistentemente il ragazzo seduto di fronte a lui mentre trangugiava la sua quarta fetta di cheesecake al cioccolato a spese sue.
"Sei davvero un mostro quando si tratta di cioccolato..." commentò con tono esasperato il biondo, l'altro si limitò a guardarlo un attimo, prima di ricominciare a mangiare.
Hakuba aveva invitato il mago a casa sua per riuscire a parlare tranquillamente, ora che erano soli, Kaito sembrava più interessato al cibo che a parlare con lui.
"Kuroba." 
Kaito alzò lo sguardo.
"Lo sò che ti sembra che io sappia sempre tutto, ma per queste cose la conferma è essenziale..."
Iniziò Saguru vedendo tutta l'attenzione del mago concentrata sù di lui.
"Sei innamorato di Kudo-kun, è così?"
Kaito arrossì sbarrando leggermente gli occhi.
"No-io...non lo sò..." balbettò incoerentemente vedendo il biondo fissarlo senza cambiare mai espressione.
"Puoi dire quello che vuoi, ma penso che tu abbia bisogno di confidarti con qualcuno, e quel qualcuno vorrei essere io."
Kaito inclinò leggermente la testa.
"Perché tu?"
Hakuba sorrise tristemente, portando le mani giunte sotto il mento e guardando il mago.
"Sembrerò strano, ma devo ammettere che sei il mio primo vero amico. Anche se non dovrei dirlo, visto che il mio compito sarebbe quello di metterti dietro le sbarre..."
"Non sono Kid."
"...ho capito che preferisco vederti al mio fianco, per questo voglio aiutarti, se hai bisogno di me io ci sarò. Perchè sei mio amico."
Kaito guardò leggermente stupito il biondo che continuava a sorridergli.
Sentiva un calore inusuale diffondersi nel petto ripensando alle parole rassicuranti dell'altro.
Era un anno ormai che conosceva Hakuba, l'inizio della loro amicizia era passata per tre semplici fasi: antipatia-rivalità-amicizia.
Presto si ritrovò a trascorre tempo con Hakuba tanto quanto Aoko, e tra i due si era instaurata una certà complicità, ma non gli era mai venuto in mente di essere l'unico amico di Saguru.
Kaito non riuscì più a trattenersi, si mise a piangere.
"Ku-Kuroba?!" sussultò il biondo, non aspettandosi certo una reazione del genere dal pagliaccio della classe.
"Perché piangi?" mormorò nervosamente il biondo prendendo una scatola di fazzoletti e porgendola al ragazzo singhiozzante.
Kaito scosse piano la testa, affondando col viso in una decina di fazzoletti.
La ragione di quel pianto non era chiaro nemmeno a lui, Kaito immaginava fosse colpa di tutto ciò che gli era successo in pochi giorni, ma soprattuto, per la prima volta aveva capito quanto in realtà fosse amato.
Saguru voleva aiutarlo, così come Shinichi.
Fin da subito, non si era mai fidato di nessuno apparte Jii-chan e sua madre, non aveva condiviso il suo segreto con nessun'altro.
Ed ora, aveva capito quanto Kudo fosse sincero nei suoi confronti, e tutto grazie a Hakuba.
"Kuroba?!" deglutì Saguru chinandosi verso il ragazzo ancora tremante.
"Ti ringrazio." mormorò Kaito attraverso il panno intriso di lacrime.
"Hakuba...mi ascolteresti?" continuò il più basso guardando il biondo attraverso le lacrime.
Saguru sorrise dolcemente.
"Certo, dopotutto...non puoi parlare dei tuoi sentimenti ad Aoko-san o Koizumi-san."
Kaito ridacchiò attraverso le lacrime.
"Sarebbe spaventoso!"
Hakuba annuì ridacchiando anche lui, preparandosi ad ascoltare le lamentele di Kaito.
Mezz'ora dopo, Kaito si sentiva molto meglio avendo liberato tutti i suoi pensieri brutti che si teneva dentro da giorni, mentre il biondo era sinceramente drenato.
Non si aspettava tutto ciò che il mago ha finito per raccontargli, vedere Kaito parlare d'amore così sinceramente era stranamente dolce per il biondo, forse era la prima volta in vita sua che aveva un'assaggio del sentimento chiamato amore.
E mentre Kaito si fermava o esitava per imbarazzo, guardando in basso con le gote arrossate e gli occhi liquidi si trovò a pensare che fosse molto più bello di quando vestita i panni dell'affascinante Kaito Kid.
Ma questo ovviamente, non lo rivelerà mai a nessuno.
"Ho capito." disse infine il biondo facendo alzare lo sguardo del mago verso di lui.
"Qui-quindi?" 
Hakuba sorrise teneramente.
"Ormai dovresti averlo capito da solo Kuroba."
Kaito si limitò a fissarlo senza capire al che Saguru alzò gli occhi dall'esasperazione.
"Kuroba...tu sai già cosa fare, lo sai perfettamente ma hai paura...giusto?"
Il giovane mago scosse velocemente la testa cercando di difendersi ma quando arrivò il momento di parlare non emise neanche un suono.
Hakuba gli mise gentilmente una mano sulla spalla.
"Essere rifiutato, perdere la sua amicizia e cose del genere non hanno alcuna importanza ora. Digli che lo ami e se sarà così stupido da respingerti ti consolerò io e mi occuperò personamente di prenderlo a calci in culo."
Kaito ridacchiò sommessamente mentre le lacrime scendevano più forti di prima, si lasciò abbracciare dal biondo che lo tenne stretto.
Hakuba Saguru era pessimo nel farsi degli amici, non sapeva cosa fosse l'amore e trovava strano anche il solo pensarci, ma non avrebbe esitato a proteggere il suo unico amico da tutti i pericoli di quel sentimento.
Queste erano le sue convizioni, non importa se sarebbe stato lasciato indietro.

Fine capitolo 6.




Angolino di Micchi:

Cari lettori, voglio scusarmi ufficialmente per questo ritardo durato due anni. Hakuba ho sempre tenuto in dubbio la sua posizione in questa fic, sarebbe un rivale? L'ho pensato, ma poi mi sono detta che lui non sarebbe il tipo da interferire con la felicità della persona che ama, perciò Hakuba rimane il fedele amico di Kaito che non ha alcun secondo fine.
La nostra amata coppia HeiKazu dà una mano, e Shinichi si diverte! Presto la conclusione si avvicina ^^
Se non siete ancora estinti sappiate che non lascierò ma incompiuta questa storia quindi tranquilli, ma essendo che sono un'autrice stupida inizio sempre qualcosa di nuovo lasciando le altre cose incompiute XD
Shinichi: Allora lo ammetti che sei stupida!
Me: Vai via maledetto! Tu non sai quanto è stato difficile per me scrivere questo capitolo! ç_ç
Shinichi: Certo, perché eri impegnata a guardare altri anime dimenticandomi!!
Me: Mentitore!!! La mia arte ha bisogno di lunghe pause per tornare come prima, ho seguito il mio flusso!!
Shinichi: Tutto quello che sento sono solo scuse, ma la verità è solo una...tu, stai invecchiando!!! 
Me: Ho solo 20 anni!!! °__°
Shinichi: Tra due settimane saranno...21!!!!
Me: NOOOOOOOOOOOOOO!!!! *cade nel pozzo*
Kaito: Recensite pls! <3
Shin e Micchi (che sbuca dal pozzo): Kawai!!! *///*

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