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Agli spettacoli della scuola tutti mi facevano i
complimenti: riuscivo a fare bene tutte le parti che mi venivano assegnate. Mi riuscivano,
ero soddisfatta e mi facevano i complimenti.
In terza media uno spettacolino completamente scritto da me…
e la professoressa mi aveva messo a fare la protagonista. La parte che odiavo
di più, che non condividevo, ma ce l’ho fatta.
Mi hanno sempre fatto i complimenti: per tutti una brava
studentessa, una capace amazzone, una figlia esemplare; tutti fanno affidamento
su di lei, si impegna, non delude… una “ragazzina prodigio”.
E invece non si rendevano conto che stavo solamente
recitando un’altra delle mie parti… ormai la mia vita non era altro che un
teatro.
Ero diventata la persona più falsa che conoscessi:
riuscivo a mentire guardando negli occhi a chiunque, persino alla mia migliore
amica, senza neanche pentirmene.
Bugie e bugie a cui tutti credevano… colossali e infinite
bugie.
Per tutti, menzogne gratuite… mettetevi in fila, ce n’è
per tutti.
Riuscivo a farlo benissimo… mi sentivo quasi cinica, a
guardare con soddisfazione la faccia di chi aveva appena creduto alla mia nuova
storiella.
Ma una persona mi fermò… fermò la me così cinica e falsa.
Non sapevo dove sarei potuta arrivare… ma quando lo
incontrai tutto quello che avevo sempre creduto crollò come un castello di
carte.
Salve! Eccomi qua con una nuova storia… mi è venuta così,
non so come potrà essere, ma nel frattempo ho scritto questo… spero vi piaccia!
Fatemi sapere e magari scriverò qualcos’altro!
-Bene… direi che abbiamo finito. Avete qualche altra
domanda?
-No no, direi che possiamo cacciarla fuori-, dice ridendo
la professoressa di inglese.
È il 12 giugno… il giorno dell’esame orale. Ed ho appena
finito… finalmente il primo esame serio, quello di terza media, è terminato.
Si sente uno stormo di applausi e io mi alzo. Mi sento
come se avessi appena perso 20 chili.
-Come sono andati gli scritti?-, chiedo.
-Uno schifo-, mi strizza l’occhio la professoressa di
matematica.
Fluttuando a dieci centimetri dal suolo esco da quella
stanza, e dietro tutte le persone che mi sono venute a vedere.
Li guardo tutti e chiedo:-E voi? Come mai siete venuti?
-Che domande, volevamo vedere come andavi, no?
-Sì, ma… le sedie erano tutte piene! Quanti eravate?
-Boh! Ne hanno buttati fuori una decina, ma ascoltavano
da dietro la porta.
-Brava, complimenti, sapevi tutto!
-Se non ti passano con ottimo li denuncerei.
-Beata te, hai finito!
-Ma come hai fatto??? Sapevi tutto!
Cerco di non ascoltarli… ce l’ho fatta. Finalmente.
Avrò dormito dieci ore negli ultimi tre giorni… sono
stanca morta, ma ora come ora sono in “modalità invincibile”.
Dico grazie a tutti quelli che mi fanno i complimenti e
finalmente me ne vado.
L’aria calda, l’aria dell’estate imminente, mi accarezza
il viso mentre torno a casa in bicicletta.
Tutto adesso ha un significato diverso: il sole sulla
pelle, i capelli scompigliati, lo scroscio della fontana, l’odore dell’erba al
sole… tutto urla LIBERTA’!
Non voglio rovinare questo momento: non parlo e mi limito
a pensieri terra-terra.
A casa il mio
gemello si eclissa e io mi siedo in terrazza, sul tavolo, con le gambe a penzoloni,
calciando via le scarpe. Una passa la ringhiera e finisce in giardino, al piano
di sotto… chi se ne frega. Libertà!
Quando il telefono accanto a me suona rispondo
rapidamente quasi con voce distaccata:-Pronto?
-Ciao Nic, come mai hai risposto così presto?
-Visto che non c’è nessun altro mi stavo consultando con
il telefono sulla tonalità di azzurro che ha il cielo oggi…
-Ahahah! Ti sei fatta qualcosa e non mi hai detto niente?
Io invece mi sto azzuffando con Garibaldi…
-Vedi che non ti infilzi con la baionetta, mi raccomando
Luc che ti voglio viva alla cena di sabato.
-Giusto, la cena di sabato!
Io e Luc siamo migliori amiche da… circa 8 anni. Con
orgoglio ce ne vantiamo davanti a chiunque.
Sabato ci sarà la cena di classe… l’ULTIMA cena.
La nostra magnifica classe, in cui le proporzioni sono 1
femmina: 3 maschi.
Per decidere il vestiario vado in camera, ma c’è un
intruso… l’essere comunemente chiamato mio fratello.
-Leo, volatilizzati-, gli dico spostandogli la sedia
davanti al computer.
-Guarda che il computer è di tutti…
-Ma questa è camera mia, fuori.
Comincia a farmi i versi. “Oh, Leo caro, non ti
conviene…”.
-Scusa Luc-, dico al telefono, -sarà una cosa cruenta.
-Oh, io aspetto, non preoccuparti.
Appoggiato il telefono sulla scrivania mi volto con
l’espressione più omicida verso il mio povero gemello.
-Smettila e levati dai piedi-, dico in tono letale.
-Sennò che mi fai?
-Vuoi vedere?
-Immagino…
Comincio a trascinare la sedia fuori dalla porta, quando
cade gli sono addosso bloccandolo con un ginocchio e comincio a dargli pizzichi
al costato.
-No, ti prego, lasciami stare!
-Esci di qua?
-No.
Riprendo con più convinzione e quando le dita mi
finiscono negli spazi tra le costole batte la mano al pavimento, in segno di
resa.
-Bravo, vedo che hai capito…
Stizzito se ne va, battendo in ritirata dopo aver
ruttato.
Decido di sorvolare, riprendo il telefono sistemandomi teatralmente
un ciuffo ribelle: -Allora, dove eravamo rimaste?
E alla fine sabato arriva.
Su una sedia c’è l’abbigliamento che ho deciso insieme a
Luc. “No… non va così”.
Rimetto tutto nell’armadio e cambio completamente
l’abbinamento deciso.
Butto fratello e madre in macchina e andiamo verso la
spiaggia, al bagnetto dove si terrà la cena.
Angolo autrice:
Salve! Buonasera a tutti! Sono contentissima dei commenti
e delle visite, veramente! Uh che bello! Rispetto all’introduzione questo
capitolo è scritto un po’ più… in modo leggero. Però penso che il modo in cui
sono scritti i capitoli possa cambiare a seconda di cosa parlerò… bene, spero
di non avervi delusi!
Passando ai ringraziamenti… ringrazio chi ha commentato!
Cassandra 287: eccomi qua con un nuovo capitolo, spero ti
sia piaciuto ^^
Nells: grazie!! Ecco qua, ihih
Balenotta: more! Grazie dei complimenti… vedi che anche
dall’ospedale riesco ad aggiornare?? Eh si, ogni riferimento è puramente
casuale ihih
amimy: ma ciao! Grazie milleee! Anche io adoro un sacco
questa storia, perché è quella in cui c’è più “me” ihih! Ho voluto scrivere
un’introduzione apposta, perché è praticamente quello che è successo ^^. Era
scritta più seria, però i capitoli penso saranno scritti come questo ihih!
Grazie ancora, mi hai fatto un sacco di complimenti! E adesso mi mandi anche i
fan! ^^
Mel_fly: ciao! Sono contenta che anche a te piacciano le
mie storie! Dì la verità, quanti soldi vi ha passato mio fratello??? Ihih!
Grazie mille dei complimenti^^
Ringrazio anche i preferiti: amimy, Mel_fly, Tay_ e
victoriaanguisette.
Grazie anche a chi ha solamente letto! Se volete
commentate ^^.
Nonostante abbia fatto del mio meglio per costringerli a
salire in macchina in tempo tarderemo.
Siamo arrivati. Se non mi calmo qua non mi reggo sulle
gambe.
Respiro profondo… okay, posso farcela.
Quelli che sono già arrivati sono fuori dal bagnetto e
chiacchierano, ma quando vedono arrivare me e Leo fanno:-Oh! Finalmente siete
arrivati!
-Che volete?-, dico io, -i vip si fanno attendere! Dov’è
il tappeto rosso?
-Nic!!!-, strilla Luc venendomi incontro. –Ma cosa? Non
hai messo quello che avevamo deciso insieme!
-Neanche te, come al solito!
Arrivati anche gli altri entriamo al ristorante e ci
accomodiamo al nostro tavolo.
Mi metto a capotavola e Luc si siede alla mia destra.
Ordiniamo e sto chiacchierando con Isabella, alla mia
sinistra, quando Luc mi dà una gomitata.
-Ch’è successo?
Mi si avvicina e mi fa:-Guarda là.
-Dove?
-Là, il tavolo qua davanti.
-Eh, cosa?
-C’è quello là che guarda qui.
Cerco di sforzarmi e riesco a vedere un ragazzo biondo
che guarda dalla nostra parte.
Quando si accorge che anche noi stiamo guardando là ci
sorride.
-Ah, guarda te-, dico a Luc.
-Non penso…
-Se se, certo.
Prima che arrivi la pizza vado in bagno e proprio quando
apro la porta di quello delle donne si apre anche quella davanti a me, del
bagno degli uomini. Tutte e due le porte si affacciano su una “anticamera”,
dove c’è il lavandino.
Lo spazio è stretto, siamo usciti tutti e due in fretta
dal bagno e quindi ci scontriamo.
Alzo gli occhi e mi trovo davanti il biondo, quello che guardava
dalla nostra parte al tavolo.
Prima che io cada a terra mi afferra per le spalle.
-Tutto bene?
-S-sì… scusami.
-Scusami tu.
Facendo finta di niente apro l’acqua del lavandino, ma
quando vado a prendere il sapone trovo a metà strada la mano di quel ragazzo.
-Quanto ci scommetti che di qua che usciamo siamo
arrivati a dieci?-, dico.
Ride. –Comunque, io sono Paolo.
-Nicole, piacere.
A lavarsi le mani prende tempo, e quando stiamo per
uscire mi apre la porta. -Prego.
-…grazie.
Uscita, Simone, un mio compagno di classe, mi
fa:-Signorina, lei coperta un pochino di più no?
-Se le dà noia, signore, guardi da un’altra parte.
-Nono, non gli dà noia!-, aggiunge Antonio dall’altra
parte.
Paolo, ancora a poca distanza da me, ridacchia.
Quando torno al mio posto Luc mi rivolge un’occhiata
eloquente.
-Sei stata un’eternità in quel bagno… che è successo?
-Niente.
-Come niente??? Ma lo hai visto quello?
-Certo che l’ho visto, gli sono andata a sbattere
addosso!-, dico, e vedendo l’espressione di Luc mi tappo la bocca.
-Ohoh!
Sta per continuare a parlare quando arriva la cameriera.
–Margherita?
-Io.
Anche mentre mangiamo Luc continua a fissarmi.
Dopo mangiato i nostri compagni di classe vanno a giocare
a biliardino, mentre io e Luc rimaniamo con pochi altri al tavolo.
Luc mi sta raccontando del suo esame orale, che non sono
potuta andare a vedere, quando viene dalla nostra parte un ragazzo del tavolo
di Paolo.
-Salve, sono Sandro, un amico di Paolo… tu sei?
-Nicole e lei…
-Enchantée…-, mi interrompe, -Beh, che dire…. Paolo non…
Ma si interrompe, bloccato da Paolo. –Non hai una pizza
che si fredda, tu?
-Giusto!-, dice Sandro, e se ne va.
-Scusatelo, è sempre così… curioso, anzi… fastidioso.
-Oh, non preoccuparti…-, dice Luc, -vuoi unirti a noi?
Cerco di tirare un calcio sotto il tavolo a Luc, ma anche
se colpisco qualcosa non è lei a fare –Ahi-, ma Paolo.
-Oddio, scusami! Stavo… distendendo la gamba.
-Figurati… se non vuoi che…
-Invece su, rimani. Stavamo parlando dell’esame… tu hai
fatto l’esame di terza?
Detto questo ci lanciamo in un racconto dettagliato dei
nostri esami, visto che anche lui lo ha finito questo mese.
Durante la discussione Paolo guardava sia me che Luc, ma
continuava a soffermarsi di più su lei.
Quando Sandro e gli altri lo chiamano Paolo si alza ed
esce.
-Allora, ti piace?-, mi chiede Luc.
-Mah, guardava te e basta… però non è male.
-Non è male?!?
-Okok! È carino, va bene?
-Sì sì! Continua così e me lo prendo io…
-Tanto vuole te- le dico. Mi costa un po’ ammetterlo, ma
è la prima volta che questo mi dà noia.
-Vedremo.
Finalmente ci alziamo e dopo aver lasciato le scarpe
sotto la veranda del ristorante andiamo a camminare nella sabbia, fino al
bagnasciuga.
I nostri compagni di classe stanno decidendo se fare il
bagno oppure no e alcuni si stanno già spogliando.
Metto i piedi in acqua. Che bello… sono qua, mi sto
divertendo, sono tranquilla, il cielo è splendido, l’acqua calda… mi farei
molto ma molto volentieri il bagno. Meglio di no… ho mangiato mezz’ora fa, poi
è così buio…
Simone da dietro mi spinge e per poco non finisco in
acqua. –Ma sei scemo??
-Domanda retorica…-, fa Luc.
Luc rimane con quelli che vogliono fare il bagno ed io,
in un momento di apatia, mi siedo sulla sabbia vicino al pedalò.
Appoggio la testa indietro e rimango a guardare il cielo.
La luna è crescente e un pianeta è vicinissimo a lei.
Da dove è Luc sento delle risatine… le solite risatine
che fa lei quando finge di allontanare gli spasimanti.
Ma perché diamine è sempre così circondata di cagnolini
scodinzolanti? Io non lo so proprio… a chi tutto e a chi niente.
Basta sto facendo la vittima.
-Che ci fai qua da sola?-. Il viso dell’ultima persona
che mi aspetto entra nel mio campo visivo.
Salve! Magari adesso vorrete uccidermi per il capitolo in
sospeso ^^’’… comunque ho dovuto spezzarlo, sennò mi sembrava troppo lungo,
ihih. Bene, spero vi sia piaciuto e che commenterete. Passando ai
ringraziamenti…
Ringrazio chi ha commentato:
Balenotta: è un po’ vera un po’ inventata, ihih! La base
è vera, comunque ho cambiato un po’ di avvenimenti, cambierò altre cose e
soprattutto ho cambiato i nomi. Sono contenta che ti piaccia!
amimy: oddio, che bello! Ti rendi conto che nessuno mi
aveva mai fatto tanti complimenti in vita mia??? Grazie davvero, sono
commossissima… ihih! Esiste questo termine? Il pc me lo segna rosso ^^
Levsky: sono contenta che ti piaccia ^^. Grazie del
commento!
Ringrazio anche i preferiti: amimy, Mel_fly, Tay_ , victoriaanguisette,
Balenotta, Vivy_my e Levsky . ringrazio anche chi legge solamente! Grazie a
tutti!
-Paolo…-, dico sorpresa. –Niente, guardo il cielo.
-Eh sì… è veramente bello stasera… posso sedermi anch’io?
-Certo…
Si mette a quasi un metro da me e, dopo aver guardato me,
guarda in alto.
-Riconosci qualche costellazione?-, mi fa.
-Poche… giusto l’orsa maggiore e minore… però almeno
trovo la stella polare, no?
-Io la trovo solo perché brilla di più…
-E come fai a essere sicuro che quella non sia Sirio?
Rimane in silenzio. –Dai, non preoccuparti! Non è niente
di grave…-, gli faccio.
-Che figura…
-Non è grave, non hai fatto una figuraccia, davvero.
Rimane in silenzio… poi dice:-Allora, qual è la stella
polare?
-Eheh! Guarda-, dico indicandogli il cielo e
avvicinandomi, -là c’è l’orsa maggiore… poi c’è quella minore, un pochino
distante, e quindi la stella polare è quella là.
-Wow… ma che cos’è quella vicina alla Luna?
-Non lo so…
Ormai praticamente è vicino a me. “Ora mi addormento…”,
penso.
Sto veramente scivolando nel dormiveglia cullata dal
rumore delle onde quando Paolo parla di nuovo.
-A cosa pensavi?
-Che la vita è ingiusta…-, dico sinceramente. Che motivo
c’è di inventare una cavolata?
-E perché, nel tuo caso?
-Perché… non ho uno straccio di ragazzo e insomma, mi
scoccia! Mi sembra di non essere poi così orrenda, poi tutti mi danno della
simpatica… e cavolo, ho un cervello! Ah… ho un cervello…-, concludo battendomi
la mano sulla fronte, come a ricordarmi qualcosa di importante.
-E quel… Simone?
-Oddio… lasciamolo perdere… Dio ce ne scampi…
-Ahah! Comunque sono sicuro che non sia l’unico…
-Certo, certo… ti riferisci a Sandro, per caso?
Stava per rimettersi a parlare quando si sente Luc
strillare, da poco distante:-Niiic! Eccoti! Ti stavo…
Si interrompe alla vista di Paolo. –…cercando-, continua.
Pensavo che dopo averlo visto se ne sarebbe andata… falsa
speranza.
-Allora, perché non venite di là anche voi? Sulle sdraio
si sta più comodi!
“La pacchia è finita…”-Ok!
-Vieni anche tu Paolo!-, aggiunge Luc.
-Certo!-, risponde con fin troppo entusiasmo.
Raggiungiamo i nostri compagni di classe e ci sediamo su
delle sdraio disposte sulla spiaggia.
Quando Luc si accomoda subito accorrono i cari cavalieri
serventi… “Uffa…”
Guardandoli arrivo a contarne 4, poi mi stanco e mi giro.
Vedo Paolo che sta guardando Luc…
“Accidenti anche a lui… cominciava a piacermi!” penso e
appoggiandomi allo schienale mi tiro davanti il parasole. “Quanto ci scommetti
che è venuto accanto a me solo per arrivare a Luc? Non sarebbe nuova…”.
Paolo partecipa alla conversazione, non voglio fare
l’asociale un’altra volta ma… le risatine di Luc mi hanno stancata.
Scansando Paolo seduto accanto a me mi alzo e vado a fare
una passeggiata.
La sabbia all’ombra è davvero fredda… trascinando i piedi
arrivo alla funicella che separa il bagnetto da un altro e poi comincio ad
andare verso il mare.
-Ma che fai? Come mai sei andata via?-. Paolo… ma non può
semplicemente lasciarmi in pace?
-Cosa vuoi?- ribatto, quasi rabbiosa, girandomi di
scatto.
-Cosa è successo?-, mi chiede mogio. –Ho detto qualcosa…
-Non mi piace essere presa in giro-, lo interrompo.
-…cosa?
-Ti piace Luc?
-Perché me lo chiedi?
-Dimmelo e basta.
-Beh… è una ragazza molto carina ma…
-Ma?-, lo esorto, visto che non continua.
-Ma non mi piace lei.
Quasi mi sgonfio dal sollievo. Che bello… Mi siedo con un
tonfo sulla sabbia. “Che figura…”.
-Allora… che è successo?-, continua, visto che sto in
silenzio.
Menomale che è buio e che non riesce a vedere il mio
sorrisino ebete. –Niente, sono nevrotica…
-Ma che dici… anche io ne avevo abbastanza di veder
scodinzolare quelli là…
-Ahah…
Silenzio… cavolo quanto mi piace stare in silenzio.
-Come mai stai così zitta?
-Probabilmente perché non ho niente da dire.
-E non ti imbarazzano i silenzi imbarazzanti?
“Cosa ha detto?”-Ehm… questo era un silenzio
imbarazzante?
Silenzio. Ecco, QUESTO è un silenzio imbarazzante.
–Questo lo è-, gli spiego.
-Posso sedermi?-, fa dopo un po’.
-Tu chiedi troppo. Certo che puoi! Mica c’è scritto il
mio nome su questa sabbia.
In silenzio si siede e poi si sdraia, mentre io rimango
con la testa indietro appoggiata alle mani.
-Sai…-, dice quasi sottovoce, -tu sei…
-…sono?
-Strana… ma non nel senso cattivo…
-Ho capito… lo so.
-Nel senso che non si sa mai come prenderti.
-Wow… perspicace. Non mi conosci da neanche un giorno e
sai già come sono…
Il temporaneo silenzio viene interrotto dall’arrivo di
una persona… anzi, due.
-Eh, lo sapevo io!-, dice Sandro, -il nostro Paolo è un
romanticone! Le stelle! Trucco vecchio come il mondo!
-Te l’avevo detto che erano qui-, aggiunge Luc, -sempre a
isolarsi!
-Ma voi due che avete fatto, un’associazione a
delinquere?-, dico.
-No bimba, io e la tua splendida amica siamo venuti a
cercarvi per il dolce. Non vorrete perdervi il gelato?
-Ma a vedere le circostanze qua…-, continua Luc,
strizzando l’occhio, -se vuoi il gelato te lo porto io, Nic.
-Grazie Luc, lo sai che ti amo vero?
-Ohoh, qui le cose si fanno interessanti-, dice Sandro
prima di beccarsi un pugno e una gomitata da me e Luc.
Quando si allontanano dico:-Hanno fatto a trovarsi, quei
due. Se si frequentassero non so proprio cosa scapperebbe fuori…
Dopo un po’ Paolo dice:-Sai, anche io sono da solo…
-Eh, la vita è ingiusta per molti!-, dico con fare da
filosofo.
-Ora come ora no…-, aggiunge quasi tra sé.
“Non ci credo! Allora ci sta che non si avvicina a me per
Luc… forse gli interesso! Incredibile! E ora che faccio, mica me lo posso
lasciar scappare”.
Mentre sto cercando un modo per continuare la
conversazione e magari capire un po’ di più quali sono le sue intenzioni, mi
fa:-Mi dai il tuo numero?
-Certo.
-Questo è il mio-, mi dice poi, e io lo segno
diligentemente.
“Wow wow wow wow! Ahah, e neanche io ho dovuto dirgli
niente!”.
-In un certo senso sono contenta di esserti venuta a
sbattere addosso prima… no, dimentica quello che ho detto. Ho detto una
cavolata-, dico poi.
-In che senso, che non è vero o?
-No, è vero solo che… volevo dire… insomma… io…-, sono in
tilt. Addio… ora dove mi ripigliano? Zitta!
-Ahah! Calma spiegalo con parole tue-, ridacchia. Brutto
stronzo, tu hai capito, ma vuoi torturarmi!
-Insomma, sono contenta di averti conosciuto. Ragazzi
come te non se ne incontrano tutti i giorni…
-Davvero?-, chiede, contento. E anche spiazzato. Ma
contento! Stavo esultando?
-Certo.
-Beh, anche io-, dice alzandosi a sedere.
La sua mano è finita accanto alla mia. Casualmente?
Tremo. Oh no, adesso mi chiederà se ho freddo…
-Hai freddo?-, eccolo.
-No… mi è preso, così.
Mi sta mettendo un braccio intorno alle spalle? Sta per
mettermi un braccio intorno alle spalle? Qui schianto.
E invece? Luc arriva con il mio gelato. A vedere la
faccia di Paolo penso che vorrebbe ucciderla in questo momento… ma io in un
certo senso sono contenta che sia arrivata. Fiu… forse perché poi non avrei
saputo cosa fare. Non sono abituata a contatti umani.
-Grazie mille-, le dico. Il braccio è tornato a terra, la
mano sopra la mia. Si è accontentato di un compromesso…
-Nic-, arriva Leo, -dobbiamo andare via. Mamma dice che
comincia ad essere tardi… tra un quarto d’ora andiamo.
-Che ore sono?
-Le undici.
-Di già…-. Sono delusa. Non voglio andarmene. La serata
andava così bene…
Riluttante mi alzo, seguita da Paolo e Luc, e andiamo
nella veranda del bagnetto sulle altalene.
Paolo vuole fare il cavaliere e cedermene una, ma io
rifiuto.
Con un ultimo sorriso lascio Paolo e gli altri al
ristorante.
Verso la macchina e poi in viaggio immagini mi bombardano
la testa: il cielo, le nostre mani, la camicia di Paolo, il suo viso… e poi la
sua voce, le cose che ha detto…
Basta, devo farmi sentire. Al diavolo che devono essere
gli uomini a corteggiare!
Arrivata a casa gli scrivo un messaggio:-Ciao! Sono
sempre io… mi dispiace di essere andata via, volevo rimanere ancora un po’ con
voi, con te… ma io ti garbo?
Ecco, come sms è banale e terribilmente stupido… ma
efficace. Questa domanda mi attanaglia la mente! Almeno avrò qualche
rivelazione: gli piaccio o no? Detto poi con un termine dialettale quasi…
Spengo il telefono… ho paura della risposta.
E cosa faccio? Uno schema delle probabilità di cosa ci
potrebbe essere scritto nella risposta…
Che malata, lo so… ma aiuta.
Salve a tutti! Ci ho messo un po’ a scrivere… mancanza di
ispirazione e di tempo ^^. Comuuunque… fa un po’ impressione riscrivere “memorie
di vita”, ihih! Rivedute e corrette però ^^. Bene, spero vi sia piaciuto…
passiamo ai ringraziamenti.
Ringrazio chi ha commentato:
Nells: ciaoo! Sono contentissima che ti piaccia! Coinvolgente…
che bello ^^! Grazie dei complimenti e del commento!
Levsky: eh lo so… questi capitoli in sospeso… anche
questo in un certo senso è in sospeso, ma volevo un po’ ritrasmettere l’ansia
di Nic. Che perfida! Ciao, grazie del commento!
Balenotta: avanti, sono pronta all’interrogatorio! Vita oscura…
termine abbastanza azzeccato! Oh poveri noi… tanto lo sai che sono malata di
mente! Ciau moreeee, grazie di seguire sempre questi miei deliri!
Lale loves vampires: grazieeee! Sono contenta ti piaccia,
spero continuerai a seguirla! Ciaoo!
Amimy: ma ciaooo! Eccoti qua! Grazieeee! Ho scritto un
capitolo un pochino più lungo per farmi perdonare un po’ dell’attesa ^^, spero
ti sia piaciuto!
Grazie anche ai preferiti: amimy, Mel_fly, victoriaanguisette, Balenotta e Levsky.
Sono da sola in casa, mi alzo per andare a rispondere ma
arrivo troppo tardi.
Giusto il tempo di connettere che cosa è successo ieri
sera… il telefonoo! Devo accenderlo!
Lo accendo ma niente… nessun messaggio. Forse Paolo non
lo ha letto… starà dormendo.
Basta tormentare me… tormentiamo qualcun altro!
Afferro il cordless e passeggiando per la casa telefono a
Luc.
-Pronto-, dice con voce assonnata.
-Luc! Sai che ho fatto ieri? No, certo che non lo sai…
non lo sa nessuno! Oddio, e ora, che faccio? Perché non risponde?
-Eh?
-Ti ho svegliata?
-SI! E non chiedi neanche scusa?
-Cara, il sole è alto, gli uccellini cinguettano ed io ho
un problema, ti preoccupi di dormire?
-… un problema?
-Esatto…
-Narrami il tutto-, bene: è sveglia.
-Hai visto ieri con Paolo… praticamente volevo sapere se
gli piaccio e ieri gli ho mandato un messaggio in cui glielo chiedevo! E non ha
ancora risposto!
-…wow. E quale sarebbe il problema?
-NON RISPONDE, LUC!
-Calma, calma… ci sta che non ha letto, oppure che non ha
soldi per rispondere.
-E ora? Che faccio?
-M… sai che si fa? Gli telefono io.
-Tu! Nono… siamo impazziti tutti insieme?
-Dammi il numero…
-Nono, ma neanche per sogno!
-Fammelo ripetere un’altra volta e ti lascio sola a
dibatterti in questa faccenda.
-Ok…
Dopo aver segnato il numero, Luc attacca dopo aver
detto:-Fammi fare il mio dovere.
Contorcendomi le mani a scatti nervosi aspetto… aspetto…
aspetto.
Quando il telefono squilla rispondo all’istante. -Pronto.
-Uuuuuuu!
-Cosa, Luc?
-Che bellooooo!
-Dimmi subito cosa c’è!! Non tenermi così sulle spine!
-Ha detto di sì! Paolo ha detto di sì!
-…ha detto che gli piaccio?
-Sì! Sìsìsì!
-…
-Gli ho chiesto in che senso, nel senso amici o qualcosa
in più… e ha detto… che gli piacerebbe anche qualcosa in più!
-Ommioddio…
-Nic! Svegliati! Non puoi lasciarti scappare Paolo,
altrimenti ti tolgo la parola finché campi.
E ora? Che faccio? In un certo senso ho cominciato io
questa cosa… non posso avergli chiesto se gli piacevo e poi lasciare tutto in
sospeso. Ma non so cosa fare!
-Luc… che faccio?
-Devi dirgli che ti piace e chiedergli se vuole mettersi
con te.
-E tu lo dici così, con nonchalance? Come faccio io?
-Scrivigli no? Buttati a pesce, o la va o la spacca!
-Hai ragione…
-E muoviti! Se tra 5 minuti non hai scritto lo dico io a
lui da parte tua.
-Ok ok! Vado, mi muovo!
Stacco la chiamata. Respiro… vai, muoversi. “Anche a me
tu piaci… ti vorresti mettere con me?”.
Prima di ripensarci invio. Oddio come mi sento stupida…
perché l’ho dovuto chiedere io? Che parole banali… e ora che si fa? Se dice sì?
Se dice no?
Basta, ormai l’ho fatto. Per il resto vedremo.
Risquilla il telefono. –Pronto?
-Nic, ha detto sì!
-Non ci credo…
-Invece è vero! Adesso, tu e Paolo state ufficialmente
insieme!
-…wow… non so che pensare…. Adesso dobbiamo trovare
qualcuno a te!
-Ecco, cosa volevo dirti! Sai che ieri Simone e Isa si
sono baciati?
-Noooo! Davvero?
-Sì… sai, quasi quasi chiedo anche io a Simone se vuole
baciarmi…
-Te sei fuori di testa…
-Ma no! Basta, mi sono rotta… è così brutto il mondo…
-Luc, tu sei ubriaca vero? Non si spiega questo tuo
improvviso atteggiamento…
-Può essere… via, ti saluto che il cane piange…
-Vai, salutamelo!
-E… Nic?
-Dimmi tutto…
-Posso dirlo ad Isa? Di Paolo?
-…se ci tieni tanto.
-Sì, non posso tenere il segreto!
-Come vuoi… ma non dirlo a tutto il mondo!
-Promesso!
Riattacca. Un’ora dopo rientra Leo… gli butto là la
notizia di Paolo.
Rimane un po’ sorpreso, ma non esprime commenti. Dovevo dirglielo…
non sarebbe stato corretto. Poi ho intenzione di invitarlo al nostro
compleanno, che è dopodomani…
Mi arriva un messaggio: è Paolo, con il cellulare di sua
madre. “Vorresti uscire oggi con me? Rx tat”.
COSA E’ QUEL TAT????? E’ LA FALSITA’ FATTA PAROLAAA!
“Mi dispiace… ma oggi sono a cavallo… magari domani”. Gli
sta bene. Sono già cinica di prima mattina… bono!
Decido di dire di Paolo anche a mamma. Non ci riesco all’inizio,
ma penso che non sarebbe bello tenerla all’oscuro… ci rimarrebbe mal, per come
è fatta.
-Mamma… oggi mi sono messa con un ragazzo…
-Davvero? Com’è?
-Si chiama Paolo, ha la mia età, è alto un pochino più di
me, magro, con i capelli lisci, biondi e un po’ lunghi, gli occhi scuri…
-Sì, ma… di testa?
-Non sembra uno esageratamente cretino… è carino nei
modi.
-Bene…
-L’ho conosciuto ieri e ci siamo messi insieme oggi… mi
ha detto che gli piacevo e gliel’ho chiesto.
-L’hai chiesto tu?
-Sì mamma… siamo nel XXI secolo…
-No, è che è… strano.
-Ook, io vado a letto, notte!
Deve digerirlo ancora un pochino… ma penso che per lei
non sarà un problema… mamma è tranquilla.
Ancora non ho realizzato di stare con Paolo… sinceramente
mi sento normale…
Prima mi ha telefonato Luc… mi ha detto che domani
usciamo tutti insieme: devono comprarmi il regalo, ci saranno lei, Paolo, Isa e
Giacomo, e posso andare anche io, visto che c’è Paolo.
Sinceramente sono un po’ agitata… ma adesso non è il
momento: mi aspetta una bella dormita, tranquilla, diversamente da ieri notte.
Salve! Scusate tantissimo per il ritardo! Però ho avuto dei
problemi e sono dovuta partire per la gita… questa scuola stressa un sacco! Poveri
noi… lo so, sono stata perfida, ma spero mi perdonerete ^^. Che dire, ve lo
aspettavate un traffico così fitto per una cosa tutto sommato così semplice?? Nic
e Paolo si sono messi insieme in modo singolare ^^.
Passiamo ai ringraziamenti, partendo da chi ha
commentato:
Balenotta: ciauuu! Eh lo so, prima era decente, adesso è…
brrrr! Oh poveri noi ^^, grazie mille dei complimenti e del commento!
Levsky: ciao! Scusami tantissimo per il ritardo… ti ho tenuta sulle spine un
sacco di tempo ^^’’ grazie per il commento!
Amimy: ciaoooo! La mia fan affezionatissimaaaa! Si,
questi ragazzi creati sono così carini, dolci… però penso che verso la seconda
parte… ops! Stavo per dire troppo! Brava Niki che rimani tranquilla, ihih! Grazie
mille davvero per i complimenti e per il commento, anzi i commenti ^^. Ciauu!
Lale loves vampires: povera lale, ti ho tenuta un sacco
sulle spine! Ecco la risposta di Paolo ^^, te l’aspettavi? Ciaoo!
Grazie anche ai preferiti! amimy, Mel_fly,victoriaanguisette, Balenotta, Levsky,
NeSsIeCuLlEn e Ritsuka96.
Per andare in centro mi faccio accompagnare in macchina,
non ho voglia di andare in bicicletta.
Sono abbastanza agitata… “Basta, smettila! Tanto non è un
appuntamento, vedila così! Ci saranno gli altri e tutto il resto, quindi…
rilaaassati!”.
Ok, scendo. Gli altri mi aspettano alla piazzetta della
chiesa.
Paolo mi guarda e sorride, poi tutti mi salutano. Luc e
Isa hanno già comprato il mio regalo, che adesso è nascosto nella borsa di Luc,
e Paolo e Giacomo si dirigono verso il negozio di cd per comprare il regalo di
Leo.
-Allora, Nic? Come hai fatto?-, mi fa Isa.
-Cosa?
-A metterti con uno come Paolo! Dio mio! È… carino, mette
insieme due parole senza sbavare per una di passaggio, ti fa anche ridere! E
poi suona la chitarra, lo sapevi?
-No.
-Ha fatto un bell’affare, vero?-, dice Luc dando di
gomito a Isa, e insieme ammiccano verso di me.
-Voi due mi fate paura…-, le guardo e vedo che si stanno
a stento trattenendo dal lanciare una risata malefica… brrr, io ho paura.
Quando Giacomo e Paolo tornano andiamo a prendere un
milk-shake e Isa e Luc insistono per andare a vedere casa di Paolo, visto che
abita in centro.
Con qualche incertezza lui acconsente e ci porta tutti a
casa sua, vicino alle mura.
Ho capito il piano di quelle due… vogliono lasciarmi da
sola con Paolo. Ma anche no!
Visto che l’appartamento dove abitano Paolo e sua madre è
all’ultimo piano di una palazzina di tre piani, lascio perdere… non mi voglio
mica ammazzare per le scale!
Arrivo a metà e poi torno indietro. Isa e Luc mi guardano
storte. –Che volete?
-Avevamo un piano perfetto, e tu smonti il tutto???
-Ohh, non rompete! Se vogliamo stare da soli ci ritiriamo
da soli, mica c’è bisogno di tutti gli assistenti!
-Ma ascolta Nic… tra i due quella che fa di più sei te…
se non diamo un contributo…
-Mi avete sentita. Il discorso finisce qua.
Anche Giacomo ci si sta mettendo a collaborare con le
streghe… cerca di costringere Paolo a starmi appiccicato e me lo spinge
addosso. Risultato? Paolo si è praticamente incavolato e sta per dare un pugno
a Giacomo… o almeno, questo è quello che farei io se mi trovassi nella sua
situazione.
Quando è quasi ora di andare via ci fermiamo alla
piazzetta.
-Bene, allora, sapete come arrivare a casa nostra domani
per la festa vero?
-Certo! Nic, mi sa che arriverò dopo… scherzo!-, dice
Luc.
-Ehm… io non lo so…-, dice Paolo.
-Oh, ti passo a prendere io!-, dice Giacomo, -e ti porto.
Paolo sembra riluttante, ma poi accetta.
Stiamo per andarcene, e tutti stanno pensando la stessa
cosa, ma solo Isa dice:-Oh, ma un bacio non ve lo date voi due?
Io e Paolo per tutta risposta neanche ci guardiamo… “A
comando?? Ma neanche per sogno”.
La verità è che mi vergogno come una ladra… lo so che è
una cosa bella e tutto il resto, ma… diamine!
Tutti rimangono a mani vuote… speriamo che anche Paolo
non ci sia rimasto male.
Quando torno a casa mi preparo: devo uscire a cena con
quelli del centro ippico.
Ormai mi devo togliere questo peso: prendo il cellulare e
scrivo a Paolo “Ma ci sei rimasto male che io non ti abbia baciato?”. Tac,
invia.
Nessuna risposta… controllo se ha inviato.
Oh, merda! Cazzo! L’ho inviato al cellulare della madre!
Rimando lo stesso messaggio al numero corretto di Paolo,
aggiungendo “ops, l’ho inviato anche alla tu mamma…”.
Dopo un po’ arriva la risposta. “Dai, non ti preoccupare…
poi non ci sono rimasto male”.
Oh che bello.
Alla cena ci sono tutti gli allievi grandi… i
quarantenni. Io sono l’”intermedia”, poi ci sono Diletta e Davide,
rispettivamente 10 e 9 anni.
-Ohi, Niki, sai mica che fine ha fatto Dimitri?-, mi
chiede la mamma di Diletta, anche lei iscritta al centro ippico. Dimitri è un
altro allievo… ha 17 anni.
-No… non ne ho idea. Non doveva venire anche lui?
-Infatti! Ma… non è che tra te e Dimi… c’è qualcosa
sotto?-, mi chiede ammiccando.
-EH?? No. Ma manco per sogno.
-Ah sarà bene…-, conclude. Quella donna ha qualche piano
in testa…
Finalmente torno a casa, è abbastanza tardino e sono
piena di pizzichi di zanzara, per non parlare delle scarpe piene di sabbia.
Dovevo proprio mettermi a correre nella pista della lezione come una bimbetta
insieme a quei due diavoli di Diletta e Davide?
Messaggio di Luc: “Ma ti sei arrabbiata oggi pomeriggio?”
“No… solo che non voglio che qualcuno forzi qualcosa. Poi
lo so che voi lo facevate per me J”.
“Appunto! Mica te lo puoi perdere uno in quel modo!”.
“io ho sonno… ci vediamo domani Luc, buonanotte!”.
“Ok, a domani! Porto il costume e lo dico anche agli
altri!”.
Spengo tutto e mi corico… non ho sentito Paolo da oggi, e
non mi sento morire.
Mah… chi l’ha detto che ci si deve sempre tenere
attaccati?
Buonasera! Lo so… il capitolo è abbastanza cortino… ma mi
è venuto da scrivere questo, e non volevo lasciare in sospeso niente, sennò la prossima
volta rischio ^^! Prevedo un aggiornamento rapido, quindi rincuoratevi, ihih! Passiamo
a ringraziare:
Balenotta: esatto, Luc è la Luc che pensi te e che poi ti
ho detto! In questa storia i personaggi sono diversi da come sono ora quelli
veri, eh? “Paolo” in primis. Che vicende contorte… e che effetto strano che fa,
brr. Ciauuuu!
amimy: ma cosa dicciiiiii! (esatto, non è un errore la
doppia c, è fatta apposta!) come farei senza i tuoi deliri?? E guarda, se
vogliamo fare a gara tra i deliri miei e tuoi mi sa che la finiamo al
fotofinish! Sono fiera di me, mi sono messa a scrivere e in meno di un’ora ho
tirato fuori questa cosa, ihih! Mi sento un po’ come un cagnolino scodinzolante
che cerca i grattini dietro le orecchie dopo aver riportato un bastone -.-‘… (parlavamo
di deliri… tacchete, eccone uno qua bello che pronto!) quanti wow… chebbellooo
(anche questo non è un errore di battitura)! Ahaha, poveri noi… via basta,
sennò ti scrivo un poema e ti rompo le scatole ^^. Ciauuu, grazie dei complimenti,
del commento, dei complimenti, degli wow, dei complimenti… 3 volte, esatto ^^. Basta,
smettila Nicooole! Ciao!
Levsky: di niente! Almeno tu sei una delle poche persone
che mi commenta queste cose che comunemente vengono chiamate “capitoli”, ihih! Anche
se mi scrivi due paroline incrociate sono contenta uguale! Forse sei rimasta
male a vedere Nic e Paolo così “distaccati”… ma capiamoli ^^! Ciaoo, grazie del
commento!
Ringraziamo anche i preferitiiii! Amimy, Balenotta,
Levsky, Mel_Fly, NeSsIeCuLlEn, pirilla88, Ritsuka96 e victoriaanguisette.
Grazie anche a chi legge e a chi magari aggiungerà questa
storia tra le seguite!
ciao a tutti, Niki.
La mattina del 1° luglio mi alzo con calma,
tranquillamente.
Sono sveglia da circa un quarto d’ora, ma adoro rimanere
a letto fino a quando mi pare.
Sul telefono c’è il messaggio di auguri di Luc, e quando
esco dalla camera mamma mi dice che devo richiamare tutto il parentame che ha
chiamato mentre dormivo, e… -Cavolo, dobbiamo passare a fare un sacco di cose!
Muoviti a vestirti che dobbiamo uscire, e poi telefona a zia e chiedi se
possiamo usare il suo frigorifero!-, aggiunge.
Camminando a zombie mi dirigo in camera con il telefono
in mano, e attacco il giro di telefonate mentre rifaccio il letto, tiro fuori
una maglietta e un paio di pantaloni a caso e me li metto.
Senza neanche aver fatto colazione mamma mi butta in
macchina e va al supermercato, dove riacquisto vita: è da quando sono piccola
che adoro fare la spesa… per il compleanno poi!
Riempio il carrello di bibite, tovaglioli, piattini e
tovaglie di carta, snack e schifezze varie, oltre ai barattoli di pomodoro, la
mozzarella e le patate per la pizza che mamma ha messo a lievitare stamattina
presto.
Dopo aver fatto la spesa passiamo a ritirare la torta,
poi torniamo a casa e incastriamo la torta in frigorifero.
Menomale che c’è entrata… l’anno scorso la abbiamo dovuta
lasciare in una camera con l’aria condizionata accesa a palla…
Alcune bottiglie, visto che non stanno a casa nostra, le
porto a casa di zia, a 100 metri da noi.
Breve pranzo e poi, quando arriva mio cugino, Lorenzo,
scendo insieme a lui e Leo per sistemare in giardino.
Gli ombrelloni li abbiamo tirati fuori due giorni fa, con
i tavoli e le sedie, quindi diamo una ripulita rapida facendo un gran casino
con il tubo dell’acqua e poi passiamo a preparare l’intrattenimento…
Ci sono 5 sacchetti di palloncini che aspettano, ancora
sigillati, su un tavolino del garage, sistemato per l’occasione.
Io, Leo e Lore ci mettiamo con arte a riempire due enormi
secchi di gavettoni, stracolmi d’acqua e sigillati con cura, al riparo da ogni
possibile cosa pungente.
-Allora dobbiamo provarne uno almeno, no?-, chiede Lore.
-Eh certo! Metti poi che magari scopriamo che non
scoppiano?-, dico io.
-Allora lo provi te-, dice Leo, -ma decidiamo noi il
bersaglio.
-Ok…
Leo e Lore confabulano e, in un lampo di malignità,
additano il mio gatto, Winnie.
-No, Winnino no… lasciatelo stare poveretto…
-Ehh, o lo tiri te o lo tiriamo noi a lui…-, dice Lore.
-Ok, non ho altra scelta…
Prendo un gavettone verde… l’ha fatto Lorenzo, si vede la
bollicina d’aria nel nodo. Provo a stringerlo ma si apre. –Lore, è fatto da
schifo!-, dico tirandoglielo.
-Allora prendi uno dei tuoi!
Prendo uno dei miei, azzurrino, con il nodino piccolo e
stragonfio di acqua. Prendo la mira, il palloncino rimbalza sulla ghiaia e
scoppia sotto la pancia di Winnie. Lui fa un salto e scappa a nascondersi sotto
la siepe.
Leo e Lore ridono come dei pazzi sadici, e io anche… poi
mi ricordo che quello che ho colpito in pieno era il mio gatto e allora
attraverso l’erba comincio a fare:-No Winnino vieni qua, scusami! Vieni, qui
qui!
Sono le 17: è tutto pronto, le pizze sono in forno, tra
un po’ arrivano gli invitati… devo solo cambiarmi.
Pantaloncini neri, maglietta bianca e costume azzurro
sotto. Non sono assolutamente in tiro… ma ci bagneremo abbastanza oggi.
Mentre ancora mi sto cambiando arriva Luc, che non sale
ma rimane ad aspettarmi nel portico.
Luc, per tradizione ormai, è la prima ad arrivare al mio
compleanno. Lo fa apposta, si fa accompagnare prima. È appena arrivata e già si
dirige a fare due chiacchiere con Leo, per costringerlo a farle amministrare lo
stereo: ha appena tirato fuori dalla borsa un contenitore pieno di cd… la lotta
sarà lunga.
Arrivano anche gli altri invitati, tra cui Isa, e Beppe,
il nostro caro Beppone, armadio vivente.
Quando arrivano Giacomo e Paolo ho deciso cosa fare:
prendo da parte Paolo e gli dico:-Ascolta… oggi ci sono tutti i parenti e
insomma… meglio che non stiamo sempre appiccicati… non so se hai capito.
-Ho capito, non preoccuparti… comunque auguri.
-Grazie…
Quando sono arrivati tutti gli invitati metto in salvo i
regali e tiro fuori i secchi con i gavettoni.
Subito ci si divide in squadre, maschi contro femmine, e
comincia la battaglia.
Ci si fanno agguati dalla siepe, dall’angolo del palazzo,
nel garage stesso. Il portico è praticamente allagato e c’è una ventina di
ragazzi urlanti che si rincorre per tutto il giardino, tra i quali anche io.
Finiti i gavettoni apriamo gli irrigatori, con il tubo
dell’acqua, e quando mamma strilla dalla finestra di spegnerli riempiamo i
secchi con l’acqua del garage e ce li lanciamo.
Sono appostata dietro all’angolo della casa, con Luc, Isa
e Giulia. Il nostro piano è aspettare Beppe e tirargli il secchio dell’acqua
che ha in mano Luc, che sbircia da sopra di me. Ho in mano due gavettoni, gli
ultimi della nostra squadra.
Vediamo arrivare i maschi, tra i quali ci sono anche
Beppe e… Paolo. Lui è abbastanza fradicio… i capelli attaccati alla fronte, la
maglia alla pelle… non resisto, prendo il primo gavettone e lo lancio a lui.
Il gavettone rotola, non si rompe, lui lo raccoglie e me
lo tira, ma non mi prende.
All’attacco scappano fuori gli altri maschi, che tirano a
Isa e Giulia.
Prendo il secondo gavettone, lo tiro a Beppe, ma lo
manco. –Luc! Vai con il secchio!-, dico sempre accovacciata accanto allo scolo
della grondaia.
-Sì sì, ora vado…-, dice in uno strano tono.
Sento delle risatine e poi qualcosa di freddo scorrermi
dalla testa alle spalle e poi addosso. –Luuuuuc!!!
Tutti ridono: Luc mi ha appena rovesciato in testa il
secchio per Beppe.
-Datemi un gavettone!-, dico, strappando dalle mani di
Andrea un gavettone e rincorrendo Luc.
Alla curva del portico finisco sulla pozza e scivolo,
andando a sdrucciolare per due metri.
Rimango ferma là, sdraiata per terra, a ridere come una
matta. Tutti mi sono corsi dietro ed anche qualcun altro è scivolato, pur non
cadendo a terra come me.
Quando mamma mi chiama torno su e comincio a portare in
giardino le pizze, che tutti assaltano.
Prima che mamma porti giù l’insalata di riso per gli
invitati grandi, parenti e amici, ci si mette a giocare a calcio e a
chiacchierare. Tutti sono fradici, quindi mi metto a tirare dalla terrazza
magliette stampate per la pubblicità per tutti.
Dopo aver mangiato apriamo i regali e tagliamo la torta
alla frutta.
Finito di mangiare tutto torniamo a giocare a palla, ma
quando finisce sulle rose e si buca prendiamo le biciclette e salendo anche in
tre si fa il giro dell’isolato.
Sto girellando con Isa sul portapacchi quando zia mi
chiama. –Allora, finalmente 14 anni! E sai a 14 anni che si fa?
-No.
-Il giro in motorino! Ed ecco… tadan! Puoi prendere
Giulia!
Giulia è la vespa 125 di zia… la adora come fosse una
figlia e il fatto che mi stia concedendo di prenderla è un onore assoluto.
-Ma zia! Non ho il patentino, Giulia è un 125 e io non so
guidare!
-E che gli fa, ti sto dietro io! Se ci stai io ti porto…
il tu fratello non ci vuole salire.
-Certo che ci sto!
Prendo il casco che zia mi dà, me lo metto e mi accomodo,
poi quando zia si siede dietro di me accendo e piano piano parto.
“Però… non male…”.
-Stai andando benissimo!-, mi fa zia, -ora gira.
Quasi salgo sul marciapiede, ma alla fine ce la faccio a
fare il giro dell’isolato.
Quando scendo riprendo la bicicletta e pedalo vicino a
Paolo. Finalmente si riesce a vedersi, dopo questo pomeriggio.
-Domani parto…-, mi annuncia in tono lugubre.
-Davvero? E dove vai?-. L’ho detto più tristemente di
quanto pensassi.
-Vado con mamma a Rimini, poi andiamo a Venezia… torno
tra due settimane.
No… non può partire. No. –Mi… dispiace.
-Anche a me… non posso neanche venire a vedere la gara di
domenica prossima.
-Ah… me ne ero scordata… Comunque dai, ci possiamo
sentire uguale, vero?
-Certo. Il telefono lo abbiamo.
Durante il silenzio che segue arriva Isa, che si mette
dietro di me, e Paolo va a mettere la bici in garage.
-Isa…
-Dimmi.
-Paolo parte… lo sapevi?
-Sì… ti dispiace?
-Sì.
-Dai, due settimane passano in fretta… poi guarda che non
ti tradirà! Tu non hai visto come è stato bravo oggi! Tutte che gli si
agitavano davanti in maglietta bagnata e lui che guardava te e basta.
“Che carino…”.
Quando Paolo sta per andarsene e viene a salutarmi sono
sempre in giro in bici con Isa. –Allora ci sentiamo, ok?
-Certo, e vedi di avere i soldi nel telefono-, ridacchio.
Fermo la bici e quando lo raggiungo gli do un bacio a stampo.
È sorpreso lui perché non se lo aspettava dopo ieri, è
sorpresa Isa perché non si aspettava di essere testimone a ciò… e sono sorpresa
io perché l’ho fatto e non mi sono fatta tanti problemi.
Quando si allontana cerco di non guardarlo e giro la
bicicletta, continuando il giro.
Odio la fine dei compleanni, quando tutti se ne vanno e
sai che la festa è finita…
Gli invitati se ne vanno, noi mettiamo a posto di sotto e
poi torniamo in casa, con Isa, che deve aspettare i suoi. Gli occhi di Luc
brillavano quando le ho detto del saluto a Paolo e gli è rimasto un sorrisino
finché non è salita in macchina.
Buonaseraaa! Rieccomi qua! Riscrivere queste cose a
distanza di un po’ di tempo fa un po’ impressione ^^! Spero che vi sia
piaciuto! Non so più che dire, ihih, passiamo ai ringraziamenti che è meglio!
Levsky: No no, Dimitri è solo accennato! La mamma di
Diletta voleva solo provocare Nic. Comunque qualche intrigo ci sarà… non mi
lascio scappare niente altro, ihih! Spero ti sia piaciuto anche questo
capitolo, in questo sono un pochino meno “ghiaccioli”, anche se Nic non è che ha
prestato molta attenzione a Paolo, eheh! Ciaoo, grazie del commento!
Amimy: ooh, eccoti! Finalmente rispondo a te! Devo dire
che mi hai fornito un bel po’ di deliri, ihih! Però un monumento di perline…
allettante! No dai, evitiamo, che anche noi (almeno io) con le paghette siamo
in crisi! Come la crisi dell’economia, uguale fotocopiata! Come sono contenta
che ti piaccia il mio modo di scrivere… potendo scriverei così anche nei temi! Alle
medie potevo e pigliavo sempre ottimo, ma ora non più! E mi devo accontentare
di un 6 e mezzo… che ingiustizia. Anche a me questa storia piace molto! Possiamo
dire che sia la mia preferita! Sono cose successe davvero (anche se nella
storia sono leggermente modificate delle cose, come alcuni nomi), era un
periodo bello e quindi mi fa piacere rivivere il tutto, quindi scrivo anche più
veloce! Che bello, quando ho aperto è ho visto un poema gli occhi hanno
cominciato a sbrilluccicarmi, ihih! Grazie di tutti i complimentiii! Troppi,
troppi!
Grazie mille ai preferiti! amimy, Mel_fly,victoriaanguisette, Balenotta, Levsky,
NeSsIeCuLlEn , Ritsuka96, pirilla88 e morbidina.
Paolo era partito, ma la vita scorreva comunque… ci sentivamo
2 sms al giorno, visto che avevamo tutti e due da fare.
Avevo cominciato ad andare al mare e, dopo un breve
periodo di spiaggia libera, ci stavamo stabilendo in un bagnetto, il “Bella
vita”.
Questo bagnetto è frequentato, caso vuole, anche da
alcuni miei compagni di classe delle medie e dei loro amici: Giacomo, Stefano,
Andrea, saltuariamente anche Leonardo e Carlo.
Io e Luc ci sentiamo al telefono ogni tanto, ma sempre
più di rado. Le ho chiesto di venire al mare con me, ma ha sempre declinato
l’invito. Perché? Carlo.
Quest’anno, a scuola, Carlo si è innamorato di Luc. Prima
loro due erano amici, poi per questo motivo (visto che Luc non aveva nessuna intenzione
di accettare le avances di lui) avevano litigato, fino all’ultimo segno.
Infatti Carlo aveva chiesto a tutti noi, amici di
entrambi, di scegliere se rimanere amici di lui o di Luc.
Luc si era incazzata perché “lui non si deve permettere
di fare queste cose” e tanti saluti alla loro amicizia… risultato? Luc ha
smesso di parlargli. E ora? Lo odia. E lui? La ama ancora.
Luc non mi ha neanche chiesto di andare al mare con lei…
c’è rimasta male che io vada al mare con Carlo.
Sto pensando a come organizzarmi per “mettere pace” tra
noi, anche se non abbiamo litigato, quando anche Luc parte.
Lei parte tutti gli anni, va in ferie 20 giorni in
montagna con i genitori… mi scoccia un po’ che sia partita e che nei giorni
prima ci siamo viste pochissimo… ma sistemeremo poi, penso.
L’ultima volta che ci siamo sentite abbiamo discusso del
ritorno in città per qualche giorno di Matteo, il nostro vecchio compagno di
classe, trasferitosi quest’anno a Firenze, nonché mio primo amore ed ex
migliore amico.
Quindi continuo ad andare al mare al Bella vita insieme a
Carlo e agli altri e Luc ho smesso di sentirla.
Isa mi invita ad andare al mare con lei. Accetto, e ci
troviamo insieme.
-Allora, come va la vita?-, mi chiede mentre ci
immergiamo lentamente nella limpida acqua tiepida.
-Bah… normale. Con Paolo ci sentiamo… mi manda messaggi
sdolcinati e io rispondo con la stessa moneta… diciamo che mi sembra di essere
abbastanza stupida, ma quando arrivano mi sciolgo.
-Eheh! E fai bene! Quindi diciamo che ti va alla grande…
-Insomma… è un po’ che non sento Luc, e non ci siamo
lasciate proprio bene.
-L’ultima volta che l’ho vista non ci siamo proprio
adorate… poi tu sai più o meno che io non è che di solito ami Luc.
-E’ vero…
-Come la maggior parte delle persone! Quando vuoi sarà
pure cara e dolce, ma a questo punto nessuno la sopporta più… è sempre più oca!
Secondo me sei l’unica rimasta a sopportarla…
-E ora ci sta che non ci sarò neanche più io…
Infatti prima dell’estate io e Luc ci stavamo lentamente
separando… non litigavamo mai, ma è come con i matrimoni che durano da tanto
tempo: alla lunga ci si stanca l’uno dell’altro.
Come l’amicizia tra me e Luc stava avendo delle crisi,
quella tra Isa e Giulia era ormai finita… non si parlano più, fanno come se non
esistessero, perché hanno litigato per una banalità. Quella però era stata la
goccia.
Non volevo fare la loro fine… mi sembrava così triste.
La gara a cavallo era andata malino… per una
disobbedienza avevo perso il percorso netto e quindi niente coccarda. C’ero
rimasta malino… e mamma mi aveva proposto di andare a cavallo da un’altra
parte.
Dopo la lezione di prova al centro ippico rivale avevo
smesso anche di andare a cavallo…
Le uniche cose che facevo adesso erano andare al mare,
chiacchierare con Carlo, sentirmi con Paolo e cercare di capire che cosa
sarebbe successo dopo questo periodo, che consideravo di transizione.
Non me la stavo passando malaccio sotto alcuni punti di
vista, non mi potevo lamentare.
Ormai mi ero abituata al rapporto tra me e Paolo a
distanza… in un certo senso avevo paura di quello che sarebbe successo adesso
che tornava… mancavano due giorni…
Dopo i tanti messaggi “non vedo l’ora di rivederti”, “mi
manchi”, “non ce la faccio più” e varie sdolcinatezze varie mi aveva chiesto “allora
che cosa facciamo quando torno?”.
Già… bella domanda… a casi estremi estremi rimedi:
-Mamma… che si potrebbe fare quando torna Paolo?-. Lo so.
Sono terribile. Vado a chiedere a mia MADRE cosa posso fare con il mio RAGAZZO.
-Chiedigli di venire al mare con noi… tanto io non vi
rompo le scatole-. Ma la mia di mamma è particolare… VERAMENTE non rompe le
scatole. –Fallo venire a casa e poi andiamo tutti insieme.
Ottima idea… quando lo dico a Paolo anche lui sembra
entusiasta dell’idea: tutti insieme al mare!
Ciao a tuttiii! Mi dispiace moltissimissimo, ma non ce la
faccio a ringraziare tutti voi che seguite e recensite come meritate, sono di
frettissima! Rimedierò la prossima volta. Volevo aggiornare per forza stasera
quindi perdonate gli eventuali errori di battitura! Grazie comunque a tuttii!
Ho fatto avanti e indietro dal garage per mezz’ora…
voglio che CASUALMENTE Paolo trovi me prima di salire in casa.
Finalmente arriva e quando si affaccia dalla porta del
garage mi vede. –Ciao.
-Ciao-, gli dico avvicinandomi. –Allora, com’è andata la
vacanza?
-Bene, ma finalmente sono tornato.
Abbraccio, bacio a stampo.
Saliamo in casa. –Dobbiamo aspettare mamma… arriva tra un po’ e poi andiamo al mare.
Quando Leo vede Paolo lo saluta e lo chiama in camera sua
al computer.
Non so cosa stanno facendo, ma decido di finire di
sistemare casa e poi di prepararmi.
È un bel po’ che aspettiamo mamma… per ammazzare il tempo
attacchiamo Granturismo alla playstation.
Leo illustra a Paolo tutti i suoi record e fa vedere
tutte le sue macchine, poi gioco anche io.
Sono scarsissima a giocare alla play… giocando contro Leo
già al secondo giro mi ha doppiata.
Quando arriva mamma sbraita perché non siamo ancora
pronti.
Mi chiudo in camera esattamente un minuto e quando esco
sono già pronta.
Dalla cucina mamma strilla:-Ce l’avete fatta a essere
pronti?
-No, c’è Leo in bagno-, dico. Sono sulla porta del
corridoio che porta alle camere, Paolo è di fronte a me sulla porta di camera
mia.
-E’ meglio se si sbriga-, aggiunge mamma, -devo andare
anche io al bagno. Leo muoviti!
-E un attimo!
-Ohh, quanto ce l’hai grosso Leonà, non ti entra nel
costume?
A questa uscita di mamma io e Paolo ci guardiamo due
secondi e poi ci mettiamo a ridere come dei matti.
-Ahahahahah! Mamma! Ma come?-, dico, appoggiata alla
porta per non cadere.
Leo esce rosso come un peperone e le dice:-E’ libero il
bagno ora, sei contenta???
Finalmente saliamo in macchina. Ci sediamo tutti e tre
sul sedile posteriore, con Paolo in mezzo.
Io abbasso il finestrino, Leo lo abbassa più di me, io lo
guardo e lo riabbasso, lui contrattacca.
-E basta! La volete smettere!-, fa mamma, etira su i finestrini di tutti e due. Paolo
ridacchia.
-Cosa ridi tu?-, gli dico puntandogli un dito addosso, -è
una questione di principio.
-Ok ok! Non mi uccidereeee-, dice, a imitazione di Jean
Claude.
Io e Leo ci mettiamo a discutere su Granturismo: lui dice
che la sua macchina migliore è bellissima, per me fa schifo.
-Ma come! Ci ho speso un sacco di soldi in modifiche!-
dice, -Va velocissima!
-Ma fa schifo! È… sciapa! Non lo so perché, ma… becio!
-Forse il colore…-, dice Paolo.
-La potevo prendere o bianca o nera… l’ho presa così,
come la dovevo prendere?-, dice Leo.
-Nera-, diciamo contemporaneamente io e Paolo.
-E ora ti ci metti pure tu???-, dice Leo a Paolo.
Alla fine arriviamo e parcheggiamo la macchina.
Al bagnetto ci sono già Carlo e Giacomo. Saluti,
presentazioni e si va subito a fare il bagno in piscina.
Esatto, noi, al mare, andiamo a fare il bagno in piscina!
Bello eh?
Quando Carlo e Giacomo sanno che io e Paolo stiamo
insieme non battono ciglio.
Qualche tuffo, e arrivano anche Stefano e Leonardo. Si fa
confusione, si schizza, occhiatacce del bagnino.
Ci sediamo poi sotto la veranda del bar a un tavolino. Danno
le prove di qualche gara, forse Moto GP…
Leo, Giacomo, Carlo e Paolo entrano a vedere la
televisione, io rimango fuori con Leonardo e Stefano a sorseggiare la mia
bottiglietta di tè con le gambe piegate e le ginocchia appoggiate al tavolino.
-Insomma-, rompe il silenzio Leonardo, -stai con questo
Paolo.
-Esatto.
-E… da quando?
-Da… quasi un mese ormai. Ci siamo messi insieme il
giorno dopo la cena di classe.
-Ah… e ti piace?
-Beh… di certo se mi faceva schifo non mi ci sarei mai
messa, tu che dici?
-E… ci sei andata?
-No.
-E perché no?
-Perché dal compleanno è partito e non ci siamo più
visti.
-Ah, e sei sicura che non ti abbia fatto le corna?
-Sinceramente ora come ora non me ne frega…
Stefano sposta lo sguardo tra me e Leonardo come se
stessimo facendo una partita a tennis…
-Sì sì… ti do io uno schiaffo che te lo scordi per bene
Paolo…-, borbotta Leonardo, e sia io che Stefano lo fissiamo con gli occhi
fuori dalle orbite.
-Cosa fai tu?-, gli dico alzando la voce.
-Niente niente… non ho detto niente-,risponde alzando le
mani.
Dopo aver giocato a beach volley per aspettare di aver
digerito e aver fatto di nuovo il bagno in piscina decidiamo di tornare a casa.
La madre di Paolo viene a prenderlo a casa nostra, e
durante il viaggio mamma attacca la musica a palla e apre finestrini e
tettuccio, per la gioia di Leo e lo sbalordimento di Paolo.
Mi guarda con un’occhiata interrogativa e io gli urlo
nell’orecchio:-Lo fa sempre, non preoccuparti!
Non ha ancora fatto il giro turistico della casa, quindi
gli faccio vedere tutte le camere e gli presento i gatti.
Maghetta, la nostra gatta nera, ha fatto i cuccioli da
poco: due li abbiamo già regalati, ma ci sono sempre Tigre, minuscola tigrata,
e Mustachì, bianco e nero, con la punta della codina bianca.
Paolo prende in braccio Mustachì, che aveva cominciato ad
annusare il suo zaino, e se lo porta davanti agli occhi. –Che c’è, hai sentito
qualcosa di strano?-. Poi guarda me e dice:-Che carino che è.
-Lo vuoi? Te lo regalo, non li possiamo tenere tutti… ne
abbiamo già altri cinque.
-Cavolo, e dove li tenete?
-In terrazza.
-Wow… allora vi piacciono proprio i gatti.
-Ai miei e Leo si… io volevo un cane ma mi sono dovuta
accontentare.
-Mamma è mezza allergica, quindi non possiamo tenere
animali…
Torniamo dentro e quando suona il campanello Paolo saluta
tutti e si avvia alla porta.
Decido di accompagnarlo e scendo le scale con lui.
-Allora… ti sei divertito oggi?
-Sì, veramente! I tuoi vecchi compagni di classe sono
molto simpatici.
-Sono contenta… allora domani torni?-, mi avvicino.
-Se non do fastidio…
-Come puoi dare fastidio?
Altro bacio a stampo. Mi saluta e se ne va.
Risalgo le scale a saltelli… eh sì, tutto sommato questa
è stata una bella giornata.
Scusatemi, scusatemi, scusatemi, scusatemi, scusatemi
tantooo! Vi ho fatto aspettare veramente un’eternità! Tutte le volte dico che
cercherò di rimediare e invece niente! Vi faccio aspettare tantissimo lo
stesso! Spero che almeno questo capitolo vi sia piaciuto! Sinceramente non mi
ispira molto… comunque fatemi sapere! Passiamo ai ringraziamenti:
Levsky: ciao! È vero, sono abbastanza carini insieme! Grazie
del commento!
Balenotta: in effetti penso che se Leo si fosse veramente
trovato in una situazione così (cioè che non conosceva “paolo”) sarebbe
sbroccato veramente! Povero Leo, ahahah! Mamma è impressionante a volte… come
si è visto anche in questo capitolo ^^! Ciauuu, grazie del commento!
amimy: ohhh, finalmente arrivo a rispondere a teee! Nic
non sa mai cosa fare, ma alla fine qualcosa si inventa sempre! La situazione
Nic-Luc e Luc-Carlo è abbastanza “tragica”… non voglio anticipare ma non
finisce tanto bene ^^’’… comuuuunque, per rispondere alla tua legittima
domanda: questa storia in un certo senso è vera. Mi spiego: ho cambiato qualche
nome (in primis quello di “Paolo”, gli altri mi sembra che sono i veri), cambia
un po’ l’inizio (l’incontro) ma per il resto la storia è veramente accaduta,
esattamente due anni fa ^^. Ora ho qualche problema a riscriverle, perché ce ne
sarebbero tantissime da dire, ma non mi ricordo i giorni e cose così, quindi
farò un po’ di casino! Poi se devo fare un capitolo per ogni giorno, visto
anche il mio ritmo nell’aggiornare, ci stiamo fino a capodanno se non dopo! Grazie
sempre di tutti i complimenti che mi fai! Sono davvero contenta che ti piaccia
il mio modo di scrivere ^^. Su questo capitolo ho qualche dubbio… comunque
DOVEVO aggiornare e ho pensato: ma sì via, male che vada qualcuno ti toglie dai
preferiti! Speriamo di nu… ciaooo! Grazie ancora dei complimenti e del
commento!
ringrazio anche i preferiti: amimy, Mel_fly,victoriaanguisette, Balenotta, Levsky,
NeSsIeCuLlEn , Ritsuka96, pirilla88 e dorotyy991. ringrazio anche
GinevraMalfoy90 per aver aggiunto la mia storia tra le seguite.
Ormai è diventata quasi un’abitudine che Paolo venga al
mare con noi.
Un giorno mi annuncia che arriverà sua cugina Anna, starà
a casa sua per un po’ e sua madre gli ha chiesto se la portiamo al mare con
noi.
-Certo!-, gli ho risposto, -che male c’è? Almeno ci si
diverte di più, no?
Il giorno che arriva Emilia ci viene a prendere la mamma
di Paolo, Sandra.
Emilia è una ragazza carina, ha la nostra età e viene da
un paese a qualche ora dalla nostra città. Ci sediamo in macchina e insieme
critichiamo una canzone alla radio, che non piace a nessuna di noi.
Sandra ci osserva con un sorrisino dallo specchietto,
alzando il volume per provocarci un po’. So ESATTAMENTE di piacerle… poi è
affezionata alla nipote e sicuramente per lei siamo già amiche.
Una volta al mare mi diverto a studiare le facce sorprese
di Carlo e Giacomo quando vedono Emilia: Giacomo ha strabuzzato gli occhi e poi
mi ha rivolto un sorrisino mellifluo, a Carlo invece è andata di traverso la
coca che stava bevendo.
Svolgiamo la nostra solita ruotine, comprendente bagno in
piscina, pranzo quasi strafogato e partitina a beach volley.
Emilia mi sta simpatica… siamo molti simili per certi
aspetti: guardiamo di traverso le stesse cose, ridiamo alle stesse battute e
rispondiamo allo stesso modo.
Il primo giorno trascorre così, il secondo anche, più o
meno, il terzo Emilia è ormai del gruppo.
Sdraiate all’ombra, a guardare i maschi che ridono di
Paolo, che si è buttato in piscina con ancora il patentino in tasca, mi
fa:-Sai, noi dovevamo conoscerci prima.
-Hai ragione… però hai visto, era destino che alla fine
arrivassimo a romperci le scatole a vicenda!
-Eggià! Quasi quasi vengo a farmi rompere le scatole
anche a Natale.
-Volentieri! Quando vuoi!
-Veramente però… sono contenta che Paolo si sia messo con
te e non con un’altra delle ragazze di dove sto io… l’ultima, Angela, era
veramente una piattola. Si credeva chissà chi! Bah!
Mi faceva uno strano effetto, sapere delle ragazze
precedenti di Paolo. –Quanto sono stati insieme?-, chiedo.
-M… qualche mese mi sa. Ma non si vedevano praticamente
mai.
Quel pomeriggio eravamo in piscina, e io non avevo ancora
smesso di pensare a questa Angela. Emilia continuava a fare gare di apnea con
Giacomo, con Leo che scommetteva; io ero all’angolo della piscina e ogni tanto
vedevo Paolo riemergere dall’acqua, nuotando.
Alla fine mi venne accanto e cominciò a farmi il
solletico. –No dai, Paolo smetti…
-Che hai? Sembri strana.
-Niente… non ho niente.
-Dai su… dimmelo. E se non lo dici starò qui a insistere
tutto il giorno.
-Okok… Emilia mi ha detto di Angela… e io pensavo che tu…
che tu potresti esserci andato.
Silenzio.
-Quindi… ci sei andato?
-Sì… ma come mai ci sei rimasta così…
-Niente, non preoccuparti…
-Dai, davvero. Dimmi tutto.
Faccio una pausa. -…è che , insomma… forse tu non lo sai,
ma io non sono mai andata con nessuno.
-E allora? C’è qualcosa di male? Su, non ci rimanere male
per cose così stupide. Ok?
-Ok-. Accennai un sorriso e mi vendicai per il solletico.
–Ma non vale! Te non lo soffri!
Quando uscii pensai che aveva davvero ragione.
Quella sera invitammo tutti a cena a casa nostra: Paolo,
Emilia, Carlo, Giacomo e Andrea.
Emilia mi aiutò a sbucciare le patate da mettere in forno
e poi ci mettemmo tutti sul divano a guardare la televisione; Leo guardò strano
me seduta con le gambe in braccio a Paolo, ma non disse nulla.
La mattina dopo mi telefonò Matilde, amica e compagna di
classe delle medie.
-Ciao Mats! Come stai?-, risposi al telefono.
-Bene bene, ma dimmi di te, piuttosto! Ho saputo di te e
Paolo…
-Lo sapevo che Luc lo avrebbe detto a mezzo mondo…
-… e ho saputo anche della crisi con Luc.
-Ah… non saprei se definirla crisi… più che altro,
distacco.
-Insomma, come va con Paolo?
-Bene! Insomma, prima pensavo che lui non fosse poi così
importante per me… che lo potessi lasciare così, senza rimanerci tanto male… e
invece adesso ho visto che lui mi piace davvero.
-Davvero?? Racconta un po’!
Dopo la conversazione con Mats cominciai a pensare che
davvero volevo andare con Paolo… insomma, era quasi un mese che stavamo
insieme! Non volevo programmare ma via… stavo già pensando a dei piani.
Salve! Immagino che sarete arrabbiatissime con me… e
avete ragione! È più di un mese che non aggiorno, e sicuramente avevate dato
questa storia per morta e io con lei! Comunque sono “resuscitata” e per
festeggiare la fine della scuola (lieto evento per tutti immagino) ho deciso di
postare il prima possibile, quindi mi sono messa a scrivere! Sinceramente questo
capitolo non mi convince molto… forse perché è un sacco di tempo che non scrivo
e quindi… vabbè, spero sappiate capire ^^’’.
Passiamo a ringraziare!
Amimy: eh, non te l’aspettavi che avrei aggiornato così
tardi, vero??? Magari mi davi per dispersa! Al posto del numero del killer, che
tanto c’è sempre in rubrica, hai cercato sulle pagine gialle un investigatore
privato! Però alla fine sono tornata, un po’ come la Pasqua: non si sa quando
arriva ma arriva sempre ^^. Via, abbi pietà, è domenica mattina e ho deciso che
voglio aggiornare subito, sennò poi me lo scordo e trovo tutte le scuse
possibili per rimandare. Grazie miliardo per tutti i complimenti che mi fai
sempre! Veramente, se esistessero più persone come te mi sarei già montata la
testa! Invece ora gongolo con un sorrisino di gengive sulla sedia ^^. Allora,
per la storia del pugno… devo dire che il mistero non l’ho mai risolto:
Leonardo forse me l’ha detto perché non sapeva cosa dire, perché era geloso di
Paolo o per qualche strano motivo! La battuta del costume fa sempre ridere
anche me ogni volta che ci penso… ma la mia caaara mamma è fatta così e così ce
la dobbiamo sorbire! Eheheh! Ciaoooo! Grazie mille ancora!
Balenotta: moreee! Per quanto riguarda quella roba del
pugno non l’ha detta il Leo fratello, ma l’altro che era al mare, sennò se
fosse stato il contrario mi sarei incacchiata e anche parecchio! Comunque, la
battuta del costume è verissimaaa! Povero Leo davvero! Si è vergognato peggio
di un ladro! ciauuuU!
Grazie anche ai preferiti, che sicuramente ormai stavano
valutando la possibilità di cliccare “rimuovi” dai preferiti! Amimy, Balenotta,
dorotyy991, Fra_Cullen, Levsky, Mel_fly, NeSsIeCuLlEn, pirilla88,
victoriaanguisette; e anche a GinevraMalfoy90, che ha aggiunto questa storia
tra le seguite!
Era ormai passato qualche giorno di mare da quando avevo
formulato il mio proposito di andare con Paolo.
Come sempre eravamo in piscina e stavamo cercando di
affogare Giacomo… per scherzo, si intende.
Mi stavo giusto domandando se non volesse scendere a
fondo perché così basso e tondo, come una boa, oppure perché abbastanza forte
da respingere me, Emilia, Leo e Carlo… m.. molto probabilmente la prima… e
mamma mi chiama.
Arrivata a bordo piscina vedo che mamma sta facendo
conversazione con delle persone che non conosco.
-Eccola, è lei, Nicole. È lei quella fissata con i
cavalli…
Mamma mi presenta questa famigliola, proprietaria di un
maneggio vicino alla spiaggia. Hanno una figlia di sette anni, Francesca, e
segue una interessante conversazione sui cavalli in genere.
Alla fine li lascio lì dopo aver promesso che un giorno
andrò a cavallo da loro ed esserci accordati per quella sera: la mamma,
Fiorella, porta la gente in carrozza all’ippodromo, durante le serate delle
corse in notturna.
Sandra dice che devono andare via: chiama Paolo e gli
dice di prepararsi. –Ma… dov’è Emilia?-, dice.
In piscina c’è un sacco di gente e non riusciamo a
vederla, quindi propongo di andare a cercarla; una vocina nella mia testa ha
detto “se non vai oggi con Paolo non ci vai più!”, e con mia grande
soddisfazione vedo che Paolo mi sta seguendo.
Al posto però di andare al bar o verso la spiaggia per
cercarla giro prima del campo di racchettoni verso la parte posteriore del muro
che divide le sdraio dalla spiaggia, poi mi siedo sulla sabbia. Paolo esita un
attimo, poi si siede accanto a me.
Sono a un passo dall’andare nel panico: non so più che
cosa fare. Dovrei fare conversazione o arrivare subito al punto? Ma nel secondo
caso, che devo fare? Come funziona??? Opto per la conversazione.
-Le mie amiche, quelle che ti conoscono, pensano che io
sia fortunata a stare con te…
-Davvero?
-Sì. Anche Luc e Isa hanno detto che è così… e poi io non
ci credevo che fossi interessato a me, sembrava ti piacesse Luc…
-E invece no. Hai visto, ora ci siamo io e te…
Silenzio. Oddio… che faccio? Sono in difficoltà. Distolgo
lo sguardo da Paolo e lo fisso sulle mie mani, che si stanno torturando tra
loro.
-Cosa c’è?-, mi chiede lui.
-Niente…
-Oh avanti! Non sono così scemo…
In questo momento mi verrebbe da strillargli che Sì! E’
UNO SCEMO! Perché cavolo con capisce? Forse ci staranno anche cercando perché
siamo spariti.
A questo punto decido di parlare chiaro… sarà brutto, ma
rischio di farmi rinchiudere.
Tiro un respiro e dico:-Insomma, mi chiedevo… uf… ma te
ci verresti con me?
Sulla faccia di Paolo si dipinge per un attimo la
consapevolezza di quello che vuol dire. –In che senso?
“Ora lo strozzoooo! Lo strozzo davvero! Perché deve
rendere tutto così difficile, maledizione!”. Cerco di controllarmi ma la mia
voce è irritata:-Indovina?!
Non ho tempo di rendermi conto di niente che mi ritrovo
attaccata alla bocca di Paolo. È quasi precipitoso nel baciarmi e non riesco a
stargli dietro. Mi ricordo giusto a quel punto di chiudere gli occhi.
“Oh! Piano, piano! Che fai, mi mangi??”. Quando realizzo
che cosa ho pensato mi viene da ridere e quindi mi stacco.
Paolo mi guarda stranito ma poi si mette a ridere anche
lui, anche se so esattamente che non ha idea del motivo.
Dopo un po’ mi costringo a smettere di ridere, appoggio
la fronte alla sua e lo guardo negli occhi. –Scusa…-, dico.
Paolo sbuffa con un risolino e proprio in quel momento
Giulia, la ex amica di Isa, che quel giorno era al mare con noi, gira l’angolo
del muro e ci vede.
Noi ci alziamo subito e le andiamo incontro. –Vi stavamo
cercando…-, dice lei, guardandomi poi sorpresa.
Mamma ha parlato con Sandra e hanno deciso che porterà
anche Emilia e Paolo all’ippodromo stasera.
Paolo se ne va con la madre e Emilia, io invece me ne
vado a fare il bagno con Giulia.
Se mi vedessi in questo momento penso che non mi
toglierei mai la mia faccia dalla testa… sicuramente ho un sorrisino che più
ebete non si può, sono contentissima, manco avessi raggiunto la vetta
dell’Everest!
Ma sono contenta veramente… mi metterei a ballettare come
una bimba piccola, o a correre saltellando a mo’ di gazzella…
Quando torniamo a casa per prepararci per l’ippodromo non
so cosa mettermi… sono così agitata che butto tutte le cose che mi capitano
sotto mano sul letto e provo a tirare un respiro profondo.
Alla fine decido di non mettere niente di particolare e
andiamo con la macchina.
Ci mettiamo sulle tribune vicino alla pista aspettando
Paolo e Emilia… possibile che tardino così tanto??? Non è difficile trovare
l’ippodromo!
Però quando finalmente arrivano ci trovano Fiorella e
Francesca, quelle che abbiamo incontrato oggi in piscina.
Francesca mi prende la mano e dice che mi vuole far
vedere il suo pony da corsa, quindi mi trascina nei box dell’ippodromo dicendo
al guardiano che sono sua sorella.
Mi piace questa bimba… sarà che di solito tutte le
persone a cui interessano veramente i cavalli mi vanno a genio…
Dopo aver visto il mini pony Francy mi fa fare per forza
un giro sull’attrezzo infernale del parco giochi… ci si siede e gira, gira,
gira… malditesta, dico solo questo.
Poi ci tocca un giro in carrozza all’interno della pista
dell’ippodromo, in cui riesco a portare anche Emilia, volatilizzata fino ad
allora, e poi uno sguardo al tondino dove ci sono i cavalli per la corsa
successiva.
Leo e Paolo si fanno dire un cavallo da me e lo vanno a
puntare piazzato: hanno vinto 6 euro.
Quando mamma decide che si è fatta abbastanza mangiare
dalle zanzare per stasera ce ne andiamo.
Solo una volta a casa mi rendo conto che non ho
considerato minimamente Paolo… sarà che quando ci sono i cavalli per me non
esiste nient’altro… quindi sento che gli devo dire qualcosa…
Prendo il cellulare e penso a che cosa potrei scrivere…
la prima cosa che mi viene in mente è: che giornata gente! Alla fine gli
scrivo: allora, come ti è sembrata questa giornata?
Non devo aspettare molto la risposta: è stata una
bellissima giornata… ti volevo dire una cosa ma non ne ho avuto il tempo: ti
amo.
Ecco, a questo punto il cervello è partito per i fatti
suoi… ahhh, che bello!
Non mi ricordo neanche che cosa gli ho risposto… ero
troppo contenta per pensare a quello che scrivevo IO dopo aver letto il SUO
messaggio.
Salveeee! Ci ho messo meno ad aggiornare dell’altra
volta… ma alla fine vedete che ce l’ho fatta??? Via, non so che scrivere…
Ringrazio solamente i preferiti, visto che stavolta non
ha commentato nessuno( :( ): amimy, Balenotta, dorotyy991, Fra_Cullen, Levsky,
Mel_fly, NeSsIeCuLlEn, pirilla88, victoriaanguisette e poi GinevraMalfoy90 per
seguire questa storia.
Salve! So che meriterei il linciaggio per aver tardato
così tanto… vi lascio al capitolo! Le mie scuse alla fine.
Capitolo 11: Geloso?
Stamattina mi sono svegliata contenta: un po’ per via
della giornata di ieri, ma anche perché oggi, da accordi presi da mamma e
Fiorella, vado a cavallo da loro.
Visto che però non ce la faccio a rimanere in casa decido
di chiamare Matilde, così per fare qualcosa.
-Mats! Buongiorno!
-Oi Nic! Buongiorno anche a te! Sei stata fortunata a
trovarmi, 5 secondi e tornavo a letto.
-Ma come? Con questa splendida giornata torni a letto??
-E che dovrei fare?
-Idea. Vestiti, prendi la bici e ci troviamo tra 20
minuti al parco. Ci facciamo un giro e chiacchieriamo.
-Perfetto! Arrivo, a dopo.
Prendo un qualcosa di commestibile dalla dispensa per
colazione mentre mi vesto e poi in bagno a sciacquarmi. Tempo 10 minuti e sono
in garage che porto fuori la bici.
Il tempo è splendido, ancora vista l’ora non è così caldo
e si sta molto bene. Ma quanto sono genio a essermi fatta venire questa idea??
Siccome so che Mati non è ancora arrivata la aspetto
davanti a casa sua, poco distante dal parco.
E infatti eccola che arriva, con la bicicletta troppo
alta del babbo.
-Sempre in ritardo-, le dico.
-Eho, io posso prendermela comoda, due secondi e sono
arrivata. Allora, com’è?
-Bene bene si… il solito, mare, piscina, caldo, poi sono
andata con Paolo…
-CHE COSAAA??-, frena di colpo e quasi la tampono.
-Ma che fai Mats, sei impazzita???
-E tu queste cose le dici così, con leggerezza???
-Ehm…
-AHHH! Narra il tutto.
Alla fine della mia descrizione è leggermente
contrariata. –Che c’è?
-Nic, che mi combini?? Un bacio non si chiede, si dà e
basta!!
-Ohhh, ascolta! Quello là sembra ritardato a volte! “In
che senso”… che cazzo di domanda è???
-Ahahah! Hai ragione, ma ciò non toglie il fatto che hai
rovinato il tutto con questa domanda.
-Se lo dici te…
Continuiamo un po’ a pedalare e lei mi racconta un po’ di
Giacomo, quello che viene al mare con noi, del loro tira e molla continuo
iniziato da qualche mese.
-Comunque-, si interrompe, -allora va bene con Paolo,
vero?
-Si, penso di si. Sembra così dolce… tipo un orsetto di
peluche!
-Oddio, io proprio non lo paragonerei a un orsetto di
peluche… se lo dici te però…
-Sai… penso che quello che provo per lui sia cambiato…
prima non me ne fregava più di tanto, lo avrei lasciato senza battere ciglio,
ma ora no…
-E brava la mia Nic che si sta innamorando!
-Eh, mi sa proprio di sì…
-Ahh, che bello!-, Mati si mette a fare i giretti intorno
a me. –Aspetta un attimo, che giorno è oggi?
-Il 29, perché?
-Pensavo fosse il 30, dovevo fare gli auguri alla mi
cugina…
“Il 29!!!!” penso e mi metto a ridere.
Mati mi guarda storta. –Che c’è da ridere nel fare gli
auguri alla mi cugina?
-Niente! Ma oggi è il 29!
-E allora?
-Oggi è un mese che io e Paolo stiamo insieme!
-Eh, continuo a non capire cosa ci sia di così
divertente.
-Oggi non ci vediamo, non gli ho fatto un regalo, lui
sicuramente non lo ha fatto a me e non ci siamo mandati neanche un messaggio
oggi!
-Bah! Certo che siete strani!
Io ricomincio a ridere, mentre Matilde mi guarda di
traverso sbuffando un risolino.
Quando sentiamo che comincia a fare caldo la accompagno e
poi torno a casa mia.
Il pomeriggio mamma mi accompagna a Marina, dove Fiorella
ha il maneggio.
Appena scendiamo dalla macchina vedo che ci sono alcuni
ragazzi e ragazze della mia età su per giù che fanno lezione, puliscono la scuderia
e chiacchierano ai tavoli vicino al campo di lezione con tè o coca cola.
Quando Francy mi vede arrivare mi presenta subito al
cavallo che prenderò per fare la nostra passeggiata, Dakota.
Quando anche Fiorella è pronta usciamo dal maneggio e ci
incamminiamo nella pineta.
Tornata, due ore dopo, mi sono resa conto di tre cose: mi
sono divertita, qua ci tornerò e Francy non è capace neanche a stare in sella
decentemente…
Per la sera mi invitano ad andare a cena con loro al
mare, e una volta messi a posto i cavalli ci troviamo nel parcheggio. Vengono
praticamente tutti al ristorante ma due dei quattro ragazzi se ne devono
andare.
Alessio e Andrea arrivano rispettivamente su uno Scarabeo
e una moto da strada e dopo aver salutato se ne vanno, Alfredo viene con la
madre e Olivia è salita in macchina dell’istruttrice.
Dopo cena Fiorella mi riaccompagna a casa e mi invita ad
andare un’altra volta da loro, anche se ci vedremo domani quando andremo a
prendere Francy per portarla al mare con noi.
La mattina dopo alle 10 siamo sotto casa di Fiorella, e
Francy sale in macchina appiccicandosi a me manco una piattola allo scoglio…
Al mare ci raggiungono Paolo e Emilia, e quando andiamo a
fare il bagno in piscina Francesca mi sale sulle spalle come manco una scimmia
saprebbe fare, e tra lei che mi tira il collo e Paolo che mi gira intorno con
gli occhialini per farmi il solletico non so veramente quanto mi manca a cacciare
uno strillo… quando quella piattola, non si sa per quale motivo, mi abbassa il
costume a fascia proprio quando Paolo mi si avvicina sott’acqua di fronte.
Un secondo per rendermi conto di quello che quel
mostriciattolo ha fatto e il costume è tornato al suo posto, con un Paolo che
fa finta di niente e va a sguazzare altrove…
-Dove vai te?-, gli dico.
-Da nessuna parte-, mi risponde con la faccia più neutra
che ha.
-Su forza, quanto hai visto?
-Io?
-No,quello dietro…
-Ehm… niente, ho visto solo bianco.
-Si, certo.
Mi giro e esco dall’acqua perché mi è venuta
improvvisamente fame.
Anche la piattola mi segue e poi escono tutti gli altri,
ma ormai io e lei siamo immerse in una conversazione sulla passeggiata che ho
fatto al maneggio da lei.
-Devi tornare presto-, mi fa.
-Certo, ci mettiamo d’accordo poi…
-Perché non vieni oggi pomeriggio?
Io, sbigottita:-Di già? Ma non ti do noia?
-Ma che scherzi? Allora se non oggi domani, va bene?
-..ok, va bene.
-Ah! Mamma sarà contentissima, stai simpatica a tutti!
-Ma al maneggio mi hanno visto solo una volta!
-…uuu, poi Alessio si è innamorato di te!
-..che?
-Sì, il fratello di Andrea, quello con il motorino!
-Non sto scherzando! Davvero! Mi ha chiesto quando
tornavi e se rimanevi a montare da noi, e l’ho sentito che parlava di te con
gli altri ragazzi!
Guardo di sfuggita Paolo e vedo che mi sta fissando. –Su Francy,
ora basta, mangia quel panino che si fredda.
Lei guarda il panino al prosciutto cotto che ha in mano e
fa:-Ahaha, molto divertente.
Quella sera siamo a casa mia, di ritorno dal mare, e
aspettiamo che Sandra venga a prendere Paolo.
Sono in terrazza con lui, Leo sta sistemando il motorino
con la tempera perché ha visto un rigo delle CONSIDEREVOLI dimensioni di 0.5
centimetri che per carità, si potrebbe vedere dalla distanza di 20 cm con una
vista di 10/10…
-Allora, domani torni a cavallo con Francesca, vero?
-Si, dopo il mare mi cambio in macchina e vado.
-Quindi… ci sarà anche Alessio-, non mi guarda, fissa il
braccialetto con cui sta giocherellando.
-…credo di sì, perché?
-Niente.
-… Pa’, dimmi la verità, sei geloso?
-E se anche fosse?
-Ahahahahaah! Ma dai, secondo te quel mostriciattolo
stava dicendo per davvero? Secondo lei il suo pony le farà vincere le
olimpiadi, e non ha mai vinto neanche una corsa all’ippodromo!
-Secondo me sì…
-E anche se fosse? Io sono impegnata-, conclusi, abbracciandolo
e mettendo la testa sulla sua spalla.
Il giorno dopo non vedo l’ora di andare a cavallo, guardo
l’orologio ogni 10 minuti e anche Paolo se ne accorge, ma non fa storie.
Quando finalmente arriva l’ora mi saluta freddo, ma non
ci faccio caso e tiro fuori la borsa con il cambio dalla macchina.
Tempo mezz’ora, visto che ci siamo persi, un’altra volta,
e sono là, nel box di Ideal, a sellarlo per la lezione.
Oggi non usciamo in passeggiata, visto che non c’è
nessuno che ci possa accompagnare, quindi rimaniamo in campo con gli altri pony
e gli altri ragazzi.
Fanno lezione anche Alessio e Andrea; tutti mi salutano,
e Alessio continua a guardarmi.
Quando cominciamo mi estranio da tutte le faccende e mi
sembra di essere tornata ai vecchi tempi, io, il cavallo, e la strada davanti a
noi.
A un certo punto Rachele, la ragazza che ci sta dirigendo…
cioè, sbraita indicazioni ai bambini con i pony che tutto fanno tranne
ascoltarla, decide di far uscire i bambini e alza un piccolo ostacolo per
farcelo saltare.
-Forza, Francesca, Nicole, Alessio e Andrea, partite al
galoppo e venite sulla crocetta.
Andrea si gira a guardarla e fa:-Che??? Sei impazzita? E come
si fa?
Alessio non esprime commenti ma guarda l’ostacolo, alto a
occhio 40 centimetri, con un misto di sfida, timore e determinazione, Francesca
invece ridacchia e fa partire Ghiaccio, il pony che ha deciso di prendere oggi.
Io mi mordo la lingua per trattenermi dal ridere: ma chi
si crede di essere questa Rachele? Per mettersi in buona luce, sicuramente, ha
fatto una figura addirittura peggiore: sicuramente avranno fatto barriere a
terra al trotto, niente di più.
-Te vai e basta-, risponde asciutta a Andrea.
Francesca passa e il pony riesce a superare la croce,
dopo essere inciampato nella barriera prima del salto.
Alessio parte, sposta la barriera, supera il salto e
crolla sul collo.
Andrea va, non tocca la barriera ma butta a terra la
croce.
Rachele mi fa cenno di andare, allora parto al galoppo,
mi accorgo che QUELLA LA’ ha messo la barriera a una distanza sbagliata dalla
croce, cerco di rimediare e supero come meglio posso il salto.
Rachele allora va, alza di una ventina di centimetri il
salto e fa tornare tutti, con il risultato che Francesca quasi cade, il cavallo
di Alessio quasi si ferma davanti alla croce e Andrea butta giù tutto quello
che c’è da buttare giù.
“MA QUANDO DIAVOLO SI DECIDERA’ A VEDERE CHE LA BARRIERA
E’ MESSA MALE???”.
Parto io e riesco a non toccare nulla. A quel punto tutti
quelli che sono rimasti mi guardano a occhi sgranati, manco avessi saltato un
muro di 2 metri…
Rachele mette un verticale e lo alza un po’, si rende
conto (finalmente) che la barriera è messa male, la aggiusta, e dice a
Francesca di non tornare. Andrea butta giù, Alessio ce la fa e io anche.
A quel punto lei alza ancora e dice di tornare solo a me.
“Ohh! Finalmente un salto decente!”.
Passato l’ostacolo due volte, lei mi dice:-Brava-, e mi
sorride, Andrea ha la mascella che sta per cadere e Alessio, ormai sceso di
sella, abbassa la testa e esce dal campo.
20 minuti dopo sto mettendo a posto la sella quando
incontro Alessio per il corridoio.
-Bella lezione-, mi dice sorridendo.
-Grazie, anche te non sei andato male.
-Ma dai, ho sempre spostato la barriera…
-Capita, poi era messa male.
Invece di proseguire verso i box, rimane nella selleria e
continua a guardarmi.
-C’è qualche gara in questo periodo?
-Beh, l’ultima gara che ho fatto è stata il mese scorso,
ma credo che a questo punto quel campionato sia finito… al massimo due tappe
vicino Siena…
-Ah, però se qui vuoi fare gare mi sa che hai bisogno del
tuo cavallo, perché quelli della scuola non si possono usare, sono pochi quelli
che saltano.
-Capito-. Mi tolgo i guanti e torno da Francesca.
“Cioè, credono che io, lasciato il mio centro ippico,
venga a fare lezione qui? E voglia pure fare le gare con quella là, che non sa
mettere nemmeno una barriera? Seeeeeee, certo”.
Mezz’ora dopo Fiorella e Claudio, il marito, ci vengono a
prendere per andare a cena fuori, e quando torno a casa sono talmente stanca
che non mi va nemmeno di rispondere al messaggio di Paolo.
Oggi non si va al mare, e abbiamo deciso di andare a fare
un giro in bicicletta con Carlo, Mati e Paolo.
Paolo sembra tornato normale, non sembra dare più peso
alle congetture di Francesca su me e Alessio, anche perché quella piattola ha
smesso di parlarne, al mare.
Dopo essere andati in centro con Emilia andiamo verso il
velodromo, ma i maschi prendono e vogliono fare una gara a chi arriva prima al
velodromo… sì, come i bimbi di 5 anni, uguali uguali.
Non si fanno schiacciare da nessuna macchina ma… Carlo,
per tagliare la strada agli altri due, salta sul marciapiede, ma non si accorge
di stare troppo all’esterno e CRAC, piega lo specchietto di una macchina
parcheggiata, troncandolo di netto e, caso vuole, il proprietario era dentro a
leggersi il suo bel giornale con l’aria condizionata accesa!
Seguono bestemmie del vecchietto e scuse sconnesse di
Carlo, ma alla fine ce la facciamo a ripartire e a girellare per il parco.
Leo e Paolo si rincorrono, sempre stile bimbi di 5 anni,
e Carlo si mette a ridere.
-Perché ridi?
-Ahaha, credo che se non stai attenta Paolo ti fa le
corna con Leo!
-Beh, menomale che mi ci sono messa io sennò ci si
metteva lui! Ahah!
E rieccomi qui, sicuramente tutti mi avete dato per
dispersa, annegata, ammazzata, investita da un tir ma sono sempre qui… in un
ritardo che dire mostruoso è poco… non ho scritto per tutta l’estate! E neanche
per tutto questo tempo! che disastro, che disastro, a quest’ora la fiction
doveva essere bell’e finita! Comunque, spero che qualche buonanima legga questo
capitolo (che non ho assolutamente idea di come sia scappato fuori), visto che
ancora gli angeli che mi hanno tra i preferiti (amimy, Balenotta, dorotyy991,
Fra_Cullen, Levsky, Mel_Fly, NeSsIe CuLleN, pirilla88, victoriaanguisette) non
mi hanno cancellata, grazie grazie grazie!
Passiamo ora alle recensioni:
Balenotta: ciauuu! Già, per il pezzo della boa ho avuto l’illuminazione
^^, alla fine pure loro ce l’hanno fatta, finalmente! XD
Amimy: ciaoooo! Le alternative sono due: o ti se scordata
le storie, come sarebbe anche giusto, visto che le ho lasciate alla deriva, e
magari non ti ricordi nemmeno di cosa parlano XD, o hai mandato una squadra di
polizia con cani sulle mie tracce, pensando che il tuo serial killer avesse
fatto il lavoro per il momento rimandato XD. Comuuunque, grazie del commento! Spero
che passerai a commentare anche questo e che ti sia piaciuto ^^.