Kepler

di Ladyeffe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one ***
Capitolo 2: *** Chapter two ***
Capitolo 3: *** Chapter three ***



Capitolo 1
*** Chapter one ***


                                                                                                                                   chapter one

Mi svegliai di botto quasi come se qualcuno avesse urlato il mio nome, sentivo la testa pesante e vedevo tutto girare, possibile che erano i residui di una sbornia che non ricordavo!? Iniziai a sbattere più volte le palpebre nel tentativo di far fermare le immagini davanti ai miei occhi, dopo un paio di secondi iniziai a mettere a fuoco dove mi trovavo e con mio stupore realizzai che ero distesa su un lettino, a mio parere del tutto scomodo, mi guardai intorno e notai che era tutto bianco, pareti bianche, pavimento bianco, porta bianca, tende bianche insomma tutto molto allegro. Cercai di alzarmi premendo il peso del mio corpo sulle braccia e sentii un dolore allucinante, pessima idea, allora mi misi di nuovo stesa cercando di ricordare qualcosa prima del mio soggiorno a cinque stelle qui ma avevo la mente offuscata e mi sentivo ancora un po' titubante, una voce disturbò i miei pensieri, una donna sulla 40ina, anch'essa vestita di bianco.

''Elizabeth Journey, soldato numero 5'' ci misi un paio di secondi per capire quella, seppur minuscola, frase mi chiamavo Elisabeth Journey, questo lo ricordavo, ma la parte del soldato non mi era chiara               
''Cosa?'' credo che probabilmente lo dissi con un tono decisamente alto a giudicare dal suo sguardo ''Mi scusi, posso capire dove sono e cosa mi sta succedendo, dal momento che l'unica cosa che ricordo è il mio nome!?'' questa volta cercai di abbassare la mia voce di un tono, sperando che la donna mi desse delle risposte.                                     
 ''Signorina Journey, lei si trova su un astronave diretta su Kepler, un pianeta simile al nostro scoperto 19 anni fa dalla NASA, da allora lo Stato ha creato noi, per poter studiare tutte le nascite del mondo, ovviamente c'è ne sono altri di laboratori come questi in tutto il mondo, noi controlliamo gli Stati Uniti D'America e la controlliamo da quando è nata, così come gli altri 10 ragazzi Americani scelti da noi, prendiamo solo i più brillanti, i più coraggiosi, quelli che hanno avuto esperienze di coraggio, così da essere già preparati a ciò che potrebbe esserci là fuori, tutto questo solo per salvare il genere umano.'' fece un sospiro, mentre io non riuscivo a dire una sola parola ''la memoria vedrà che le ritornerà tra poche ore, è l'effetto di ciò che l'abbiamo somministrato per farla dormire per 2 anni'' la guardai stranita ''Ah si, ha dormito per 2 anni così come gli altri ragazzi, per stasera atterreremo su Kepler si prepari'' mi disse prima di togliermi alcuni tubicini che avevo nel braccio e aiutarmi ad alzarmi.                                     
Mi sentivo quasi come se avessi una paralisi al cervello, ancora non ero riuscita a mettere insieme ciò che aveva detto, chi ero? dov'era la mia famiglia? e soprattutto in che anno eravamo?



I'm here
Ciaaaao a tutte/i, questa è la mia prima storia e sono tremendamente emozionata, mi chiamo Fabiana e ho 16 anni, e beh vado pazza per questo genere di storie (oltre generi come vampiri,licantropi ecc) quindi ho deciso di scriverne una anch'io, dato che amo scrivere anche se non ne sono del tutto capace ma ci provo c: Anyway la storia è del tutto frutto della mia mente perversa quindi se vedete errori di nomi o qualsiasi cosa perdonatemi ma sto inventando tutto (tranne Kepler, quello esiste davvero) ovviamente ci sarà anche la storia d'amore non preoccupatevi eheh, però voglio metterci come sfondo questa storia, dal mio punto di vista, abbastanza originale. E nulla, spero che l'idea vi piaccia, anche perchè vorrei sapere se continuare o no, quindi fatemi sapere, vi mando un kiss.
Fabyy 
     

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Capitolo 2
*** Chapter two ***


                                                                               chapter two


Elizabeth Journey, 18 anni, titolo di migliore studentessa della Linguistic High, genitori divorziati, vivevo con mio padre costantemente ubriaco. 
                                                                                                                                                                                                                                               

Pian piano iniziai a ricordare alcune cose della mia vita, ma ancora non ricordavo come ero arrivata su quella maledetta astronave. Quando fu uscita dalla stanza la donna vestita di bianco, che poi scoprii si chiamasse Dott ssa. Nicole McGray, fece entrare due donne che mi aiutarono a togliere il camice che indossavo, per poi farmi entrare in una grande vasca da bagno, dopo essermi lavata e asciugata mi fecero indossare una tuta nera molto aderente con il numero '5' sulla spalla destra, e un paio di scarponi neri.                                        

''Signorina, ora deve raggiungere la sala centrale'' mi disse una delle due donne mentre mi accompagnava davanti una porta automatica, quest'ultima si aprì rivelando un lungo corridoio bianco con alcune telecamere poste sotto il soffitto, la donna mi fece segno di andare e io percorsi il corridoio, arrivando alla fine di esso trovai un'altra porta automatica, la attivai e quando questa si aprì rimasi quasi incantata, ero in una grandissima stanza di comando, dove erano posizionate quindici sedie, sulle quali erano seduti dei ragazzi, presuppongo miei coetanei, indossavano la stessa muta che avevo indosso, solo che ognuno di loro aveva numeri diversi sulla spalla destra. Davanti a loro c'era la Dott ssa. McGray intenta ad avere la loro attenzione, sorrise appena mi vide ''Oh, la numero 5 siamo al completo. Venga, si sieda'' a queste parole l'attenzione di tutti fu rivolta su di me, beh molto imbarazzante per una come me che odiava essere al centro dell'attenzione. Con la velocità della luce mi sedetti su l'unica sedia libera, accanto ad un ragazzo dai capelli neri e con la testa rivolta verso il basso, lui decisamente non era felice di essere qui, quanto lo capivo.                                                                                                                                                  

''Allora, vi ho spiegato ad ognuno di voi perchè siamo qui, e se avete dei dubbi, molto probabilmente c'è li avete, pian piano vi saranno date tutte le risposte di cui avete bisogno, è solo questione di tempo, è normale che ora vi sentite fuori luogo, confusi e molti di voi anche arrabbiati, ma sappiate che tutto questo è stato fatto solo per il bene dell'umanità, un giorno ci ringrazierete'' disse con molta autostima ''Siamo nell'anno 2035, e un futuro migliore si prospetta per voi, ma dovete fare ciò che vi viene detto, detto questo ora avrete modo di conoscervi'' disse sorridente per poi abbandonarci seguita da due uomini, bene avremmo dovuto fidarci di queste persone o no?.                                                                                                                                                                                                                                                            

Il ragazzo che era seduto vicino a me, cui riuscii a scorgere il numero sulla sua tuta '6', alzò la testa e di sottecchi notai il suo profilo, naso leggermente all'insù, pelle chiara, ciglia molto lunghe che delineavano un paio di occhi verdi, a mio parere, stupendi. Aveva i capelli nerissimi che facevano contrasto con la sua pelle, ma la cosa che mi incuriosò di più fu la mascella, molto delineata, che si gonfiava, segno che era nervoso. Probabilmente lo guardai un po' troppo a lungo, perchè se ne accorse e si girò verso di me ''Numero 5, eh?'' disse con un tono di voce molto basso, feci di si con la testa, a quanto pare mi avevano affibbiato un numero e dovevo tenermelo ''Sai il perchè di questi numeri?'' domandai, probabilmente non lo sapeva nemmeno lui, ma tanto vale avrei fatto una chiacchierata con qualcuno dopo 2 anni di sonno profondo ''Siamo un esperimento, di certo non ci chiameranno con dei simpatici nomignoli'' sputò freddo, probabilmente lui sapeva più di me, e dovevo trovare il modo di farmi dire quanto più sapeva ''In che senso siamo un esperimento?'' dissi curiosa ''Ci portano su un altro pianeta, con la scusa di salvarci, ma non sanno cosa troveremo su Kepler, se questo non me lo chiami esperimento..'' ci pensai su, e in effetti aveva ragione, era una follia ''Comunque io sono Trent Myles'' disse lui mentre io ero sovrappensiero ''Elizabeth Journey'' mi affrettai a dire, fece un mezzo sorriso, e dio che sorriso.                                                                                                                                                        

Mi  ricomposi immediatamente non appena un ragazzo davanti a noi balzò in piedi, un ragazzo moro, alto, e dal fisico palestrato, aveva il numero 10 ''Credo che dovremmo essere tutti uniti in questa avventura, nessuno di noi sa molto su questa situazione, ma una cosa la sappiamo, se su miliardi di ragazzi hanno scelto noi, una cosa è certa, siamo speciali e dobbiamo sfruttare al meglio ciò che riusciamo a fare, io sono Mark Rivers e sono onorato di stare qui con voi'' disse provocando l'applauso di tutti i presenti, tranne di due persone, me e Trent, non lo facemmo nemmeno apposta, ma noi non eravamo altrettanto felici di quello a cui andavamo incontro.


I'm heeere

Allora inizio col scusarmi con la lunghezza, ma essendo inesperta con l'html non posso fare ancora capitoli troppo lunghi altrimenti combino solo un disastro, per il resto spero che vi stia piacendo, fatemi sapere. un bacione
Faby

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Capitolo 3
*** Chapter three ***


                                                                                                     Chapter three

Dopo la simpatica chiacchierata con gli altri ragazzi ci smistarono in diverse cabine, avremmo dovuto riposare perché nel giro di 4 ore saremmo atterrati su Kepler, solo a pensarlo mi venivano i brividi, certo non ero una cagasotto, anzi, nel corso della mia vita avevo affrontato la costante ira di mio padre, la malattia di mia madre e i bulli a scuola; ero una ragazza solitaria o meglio una ragazza che non voleva rotture di coglioni, ne avevo già fin troppe. Probabilmente i bulli mi avevano preso di mira per questo, non ero per niente come le altre ragazze della mia età, io non andavo a fare shopping nel centro commerciale con le mie amiche né mi preoccupavo di avere un capello fuori posto, ero una tosta così mi definivano a scuola e per loro questo combaciava all'essere asociale.                                                                                                           
''Posso?'' parlò qualcuno sulla soglia della porta, alzai gli occhi e vidi la Dtt.ssa McGray                                                         
''Beh è già dentro'' notai. Lei fece una smorfia strana per poi sedersi accanto a me sul letto                                                      
''Sai, Elisabeth, ho notato che oggi durante l'incontro con gli altri ragazzi non sembravi molto d'accordo, cosa c'è che non va?'' cos'è mi spiava?!           
''Non so, magari perché avete mandato 11 ragazzi a morire su un pianeta sconosciuto?'' sarcasticai, cosa che la infastidì molto a notare dal suo sguardo                          
''Elisabeth ti rendi conto di quello che stai dicendo? Sai quanto abbiamo lavorato e studiato prima di mettere in atto questo progetto?'' mi rimproverò ''Poi ti ricordo che insieme a voi ci saremo anche noi della troupe scientifica e un forte esercito militare, se vi avessimo mandato a morire, non sarete gli unici.''affermò seria e infondo aveva ragione, ma tutta questa situazione mi confondeva parecchio e sentivo che qualcosa non andava.                                
''E' vero, mi scusi ma devo ancora abituarmi a tutto ciò'' cercai di tagliare corto facendo finta di crederle in parola, ma purtroppo non era da me perchè se c'era qualcosa che non mi quadrava il mio obbiettivo era di scoprire il motivo.                                                                              
Fortunatamente fù contenta della mia ingenua e falsa risposta perché mi disse di riposarmi e se ne andò soddisfatta.                                                                                                        

Provai a riposarmi, cercando invanamente di spegnere tutti i pensieri che avevo in testa ma erano fin troppi, così decisi di fare un giretto per l'astronave, magari avrei trovato delle risposte alle migliaia di domande che avevo in testa.
Sgattaiolai fuori dalla cabina e percorsi il lungo corridoio vuoto trovandomi di fronte a varie porte d'accesso, una in particolare mi incuriosì, c'era scritto SOLO PERSONALE AUTORIZZATO ma non me ne preoccupai più di tanto, così l'aprii notando sorprendentemente che non era bloccata.
Mi guardai intorno e fui meravigliata da ciò che vedevo, una grande stanza -se così posso chiamarla- con una vetrata gigante da cui si poteva vedere benissimamente lo spazio ed era una cosa fantastica, certo son cose che non vedi tutti i giorni. Solo dopo un pò mi accorsi della presenza di un altra persona, c'era un ragazzo seduto vicino la vetrata che guardava attraverso di essa, mi avvicinai e appena sentì dei passi si voltò spaventato, probabilmente pensando fosse qualcuno della sicurezza, appena capì chi ero sorrise, causandomi un altrettanto sorriso involontario.

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