Le cronache degli elementi

di gabri99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Un pericolo nell'ombra ***
Capitolo 3: *** Kila ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


prologo libro figo

E mentre dietro di lei Teiphos bruciava, la donna continuava a correre, correva verso le colline, correva verso la salvezza. La pianura scorreva rapida sotto di lei, un paesaggio brullo e arido, lì, senza neanche un albero sotto il quale nascondersi, era facilmente avvistabile dai ricognitori nemici. Iniziò a rallentare fino a fermarsi, i polmoni le stavano per esplodere e le gambe protestavano per la lunga corsa. Scosto gli stracci per osservare il contenuto del fagotto che portava in braccio, il bimbo continuava a dormire nonostante tutto.

Gli Okawh avevano attaccato all'alba , l'assedio andava avanti da oltre una settimana e i difensori erano stremati e affamati. Durante l'assalto la prima cinta muraria aveva ceduto subito, le altre due avevano impiegato meno di una mezza giornata per venir conquistate. Teiphos era una città con mura imponenti e massicce , costruita per resistere a attacchi di spaventosa potenza, ma non a quel tipo di attacco, non alla magia.

La donna era riuscita a fuggire per miracolo, attraverso un passaggio segreto sotto le mura, sapeva che non ci avrebbero messo molto a capire dove era andata ma sperava di riuscire ad arrivare alle colline mentre gli Okawh e gli orchetti cercavano lei, ma soprattutto il bimbo.

Non la avrebbero trovata, < oh no, non mi troveranno , almeno non in città > si disse, un leggero sorriso le affiorò sulle labbra , gli aveva ingannati tutti.

Nella sua mente si fece strada un orribile pensiero, quanta gente aveva condannato con la sua sola presenza? Respinse a stento un conato di vomito. < non farti sopraffare dalle emozioni, il bambino è più importante, salverà molte più vite di quelle che hai spezzato > era questo il pensiero che la consolava, senza questa convinzione non sarebbe mai riuscita ad andare avanti, a continuare quella strada sporca del sangue di innocenti. Il sapore di bile le rimase in bocca per qualche minuto.

Delle urla disumane la riportarono alla realtà , girò la testa di scatto e vide un gruppo di 30 orchetti che correvano verso di lei, erano a meno di 200 passi.

La disperazione prese il sopravvento < no, non può essere, ero quasi arrivata > , decise di fare un tentativo, anche se era da moltissimo tempo che non usava più i suoi poteri. Nella sua bocca iniziò a prendere forma una lenta e aspra cantilena, aveva ripassato mentalmente tutti gli incantesimi che conosceva e quello le sembrava il più appropriato, bruciare quei mostri dall'interno .

Iniziò l'invocazione, sapeva che la avrebbe lasciata stremata ma non voleva cedere senza combattere. Sentì l'energia fluire dal suo corpo verso gli orchetti, uno a uno iniziarono a crollare a terra contorcendosi in preda agli spasmi per il dolore. L'ultimo rimasto in piedi urlava ordini nella sua aspra lingua, nessuno dei suoi commilitoni lo ascoltava, poi arrivò il fuoco anche per lui.

L'evocazione le aveva tolto troppa energia, le palpebre le si chiudevano da sole , si accasciò facendo attenzione a non schiacciare il bimbo e cadde in un dormiveglia popolato da orribile creature.

Quando si svegliò il sole aveva coperto un lungo tratto nel cielo, doveva essere ormai tardo pomeriggio, i corpi degli orchetti giacevano a 50 passi da lei ,ormai carbonizzati, le spade già sguainate. Aveva la lingua impastata dalla sabbia e un forte mal di testa per la debolezza. Si alzò faticosamente, il bimbo si era svegliato e la fissava con i suoi grandi occhi verdi, senza capire perché sua madre fosse così stanca. La donna lo osservò a lungo mentre una valanga di preoccupazioni la investiva: doveva muoversi, e alla svelta, probabilmente il fuoco e il fumo degli orchetti avevano già attirato troppo l'attenzione. Si guardò intorno, di fronte a lei la brulla pianura e le rovine fumanti di Teiphos, dietro di lei le colline , la sua salvezza . Voltandosi individuo subito la sua meta, una sporgenza rocciosa, come da ingresso alla grotta appena visibile su una parete di roccia a strapiombo, sembrava impossibile da raggiungere, per chiunque non sapesse come arrivarci, si trovava a oltre 150 passi da suolo e altrettanti dalla cima della parete, chiunque fosse riuscito ad arrivarci sarebbe stato al riparo dalle frecce e da qualsiasi nemico che provava ad attaccare dall'alto scagliando massi e dardi. C'era solo un problema , distava oltre un miglio da lei, una distanza irrisoria per una donna in salute, ma non per lei, lei era allo stremo. Nonostante tutto riprese la sua marcia verso la salvezza. Impiegò oltre 40 minuti di sofferenza per arrivare alla base della parete rocciosa, la sporgenza era ora direttamente sopra di lei. Avanzo con una mano davanti a se fino a toccare la roccia e facendo una lieve pressione iniziò ad affondare in essa come se fosse liquida. Oltre la parete fasulla si apriva una enorme stanza circolare scavata nella roccia , il soffitto, alto oltre 100 piedi, era magnificamente scolpito, rappresentava scende di guerra , uomini tozzi e bassi con splendide asce e armature affrontavano enormi e spaventosi Okawh. Sul pavimento erano scolpite rune di protezione nell'incomprensibile lingua dei nani, quelle rune pulsavano di energia, sarebbero state capaci di abbattere un drago se ne avessero avuto l'opportunità , e naturalmente se i draghi fossero esistiti. La donna passò oltre senza subire danni, anzi una volta superate le rune sentì che una nuova forza scorreva verso di lei, la forza della speranza.

Il perimetro della sala era composto da archi, ingressi di bui tunnel che si dirigevano verso le viscere della terra. Al centro saliva una scala a spirale che una volta arrivata al soffitto spariva in un pozzo verticale che arrivava fino alla sporgenza. Si avvicinò stancamente ai gradini, si preparò alla faticosa ascesa. Nonostante la nuova energia era comunque esausta, il primo gradino fu terribile, mille aghi trafissero le cosce e una terribile fitta le attraversò i polmoni. Ogni gradino era più facile del precedente , le sembrava che una forza la spingesse verso l'alto, il bimbo la guardava con i suoi occhi smeraldo, domandandosi da dove venisse tutto quel dolore che vedeva sul volto della madre.

Era quasi arrivata , pochi gradini, la luce iniziava a farsi più diffusa e intensa, vedeva già il panorama oltre l'ultima rampa. Arrivata in cima si lasciò cadere dolcemente seduta e lascio libero il suo sguardo, rimase paralizzata dalla meraviglia e dall'orrore allo stesso tempo. La sua vista spaziava per moltissime miglia, fino ai monti a nord di Teiphos, ai loro piedi si vedeva l'ingresso della foresta degli elfi, un stretta valle, l'unico passaggio sicuro verso quelle terre rigogliose, peccato che fosse severamente proibito utilizzarlo, ultimamente le relazione tra Uomini e Elfi non andavano per il meglio.

Il suo sguardo cadde poi sul luogo dove un tempo sorgeva la magnifica città di Teiphos, ormai ridotta a un cumulo di macere fumanti, perfino la roccia era stata consumata dal calore del fuoco evocato con la magia < una magia estremamente potente, se avessi cercato di domarla mi avrebbe uccisa sul colpo, la sua evocatrice deve essere quasi invincibile> pensò abbattuta. Era così che quelle creature avevano conquistato la città, le mure di solida roccia avevano iniziato ad ardere e a liquefarsi, una ad una le cinte murarie avevano ceduto. Nulla avevano potuto fare quegli incantatori da 4 soldi al servizio del governatore. Poi il suo sguardo si abbassò fino a incontrare quello del bambino, una lacrima le cinse la guancia < Kyle , mi dispiace , le mie scelte ti hanno lasciato un segno, un segno che molti non apprezzano, tu sei molto potente, anche adesso che si in fasce potresti competere con molti degli stregoni inferiori. Ricorda che il potere va usato per il bene, non farti mai ingannare. Mi dispiace> non riuscì più a trattenere le altre lacrime e scoppiò in un pianto sommesso.

Piano piano si costrinse a riprendersi, poggiò il fagotto all'interno della rientranza, si avvicinò a un simbolo inciso sul pavimento e pronunciò due rapide parole < sorv raki > , una parola d'ordine nella lingua proibita. Si volse e ,dopo aver baciato un ultima volta il piccolo, camminò fino al bordo della sporgenza , sotto di lei si apriva un abisso. Sentì la pietra girare su se stessa dietro di lei, una porta si stava aprendo, il nano barbuto si affacciò , i suoi occhi saettarono dalla donna al piccolo, poi in un lampo capì < no Kitana, non farlo > urlo con voce strozzata, ma era troppo tardi, e la donna sparì nel vuoto mentre il sole calava all'orizzonte.

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Capitolo 2
*** Un pericolo nell'ombra ***


capitolo 1 libro

NOTE D'AUTORE

Ecco il primo capitolo della storia . Spero veramente che il prologo vi sia piaciuto e vi abbia appassionato. Ringrazio quelli che hanno recensito per dirmi cosa ne pensavano.

Buona lettura .



Un pericolo nell'ombra


Erano ormai passate 8 ore da quando si era arrampicato su quell'albero per aspettare la sua preda, un cacciatore normale si sarebbe già arreso da molto, ma non Kyle, lui era certo che quel cerbiatto con la gamba spezzata sarebbe passato di lì. Il passare del tempo non aveva neanche scalfito la sua convinzione. Conosceva quella radura ormai a memoria: il grande masso nel centro, i cespugli di rovi che la circondavano, ormai tutto quello non aveva più segreti per lui. < beh dopo 8 ore di appostamento credo sia il minimo> pensò, un sorrisetto gli affiorò sulle labbra , la sua preda era arrivata.

Timidamente il cerbiatto si fece strada fra i rovi, zoppicava vistosamente , Kyle si chiese perché i predatori non lo avessero già ucciso, < meglio per me > si disse . Il cerbiatto si fermò al centro della radura , all'ombra del macigno che lo sovrastava, Kyle sapeva di dover agire in fetta se voleva tornare a casa con del cibo per lui e per Trago, il nano che lo aveva adottato dopo che sua madre lo aveva abbandonato.

Tese l'arco di tasso, la freccia già incoccata, il battito del cuore rallentò, Kyle era sicuro di poterlo uccidere senza quasi farlo soffrire, un colpo ben mirato al cuore e quella bestia stremata si sarebbe spenta molto velocemente. Una freccia guizzò nell'aria, seguita da un bramito strozzato, poi il silenzio. Kyle scese velocemente dall'albero, < come prima preda più grande di un coniglio non c'è male > si disse ad alta voce. Osservò bene il cerbiatto, era una giovane femmina , probabilmente il branco la aveva lasciata indietro per la sua ferita. Iniziò a scuoiare l'animale e a staccare la carne dalle ossa per poi affumicarla , tutto il processo gli portò via l'intera giornata e lo fece puzzare di interiora e fumo per molti giorni. < Un bel bottino > pensò < basterà per sfamarci per una settimana o due > . Kyle aveva 15 anni, nonostante l'età era un cacciatore abilissimo, la sua mira non falliva mai e riusciva a seguire le tracce degli animali con straordinaria facilità, era come se potesse capire tutto da una sola impronta.

Gli occhi verdi incastonati in un viso dai lineamenti elfici incorniciato dai lunghi e ricci capelli castani lo rendevano unico. Tutto avrebbe fatto pensare che fosse un elfo, tutto tranne un

particolare, le orecchie arrotondate, molto diverse da quelle appuntite degli elfi.

Mise la carne nella sacca che portava in spalla e si preparò a tornare a casa, si trovava circa 20 miglia a sud-ovest dalla sporgenza dove sua madre lo aveva lasciato, ogni volta che ripensava a quel giorno e cercava di rimettere insieme quei pochi ricordi frammentati non riusciva a capire cosa la avesse spinta a quel gesto assennato.

Si mise in marcia , 2 giorni di duro cammino lo separavano da un comodo letto e un pasto caldo.

La prima tappa durò poco, il pomeriggio era già inoltrato quando partì, si fermò al calar della sera al limitare del bosco, davanti a lui si estendevano le brulle colline con qualche sporadico alberello. Era entrato da poco nei domini della cittadella dei nani, sotto di lui si trovavano le abitazioni più isolate. Purtroppo non c'erano ingressi secondari, tutti dovevano entrare o uscire dalla porta principale, la sporgenza.

Dopo aver acceso un piccolo fuoco e aver finito la caciotta che si era preparato prima della partenza,si mise a meditare come gli era stato insegnato dai nani. Si tolse la casacca e rimase apetto nudo ,svuotare la mente da ogni pensiero gli permetteva di acuire tutti i suoi già sviluppatissimi sensi, sentiva il leggero sibilare di una vipera a oltre 30 passi da lui, l'aroma di un coloratissimo fiore gli pizzicò il naso con la sua intensità, una leggera brezza gli sfiorò la schiena facendogli venire la pelle d'oca. Tutto sembrava tranquillo e armonioso,il bosco ferveva di attività e questi suoni creavano la più soave delle melodie. Poi ,ad un tratto , la quiete del bosco si infranse, come un pezzo di vetro colpito da una spada. Uno stridore metallico giunse alle orecchie di Kyle, un terribile tanfo lo costrinse trattenere un conato di vomito, aprì gli occhi e la sua concentrazione volò via come una farfalla spaventata. Un'ansia immotivata prese il sopravvento , una parola gli si formulò automaticamente nella mente < Orchetti >.

Kyle iniziò a sudare, lentamente si mosse per incordare l'arco e incoccare la freccia, intorno a lui solo il buio e oscurità. Un rumore particolarmente forte attiro la sua attenzione, proveniva dalle sue spalle, si voltò di scatto per vedere la sagoma di un piccolo orchetto comparire al limitare del cerchio di luce del fuoco.

La sua armatura rozza scintillava alla luce del falò quasi più della sua spada , la pelle verde e lucida mandava riflessi inquietanti intorno a lui, la faccia distorta in un ghigno di gioia.

Kyle non pensò , tese e rilasciò, la freccia compì il suo percorso in pochissimo tempo, a lui sembrò un eternità, il dardo si conficco nell'armatura, piegò il metallo con la sua forza , la punta penetrò nella carne fino a colpire uno dei polmoni del mostro. Il ghigno trionfante si trasformò in una maschera di terrore, l'orchetto cadde in ginocchio. Kyle era terrorizzato sapeva che l'orchetto si sarebbe rialzato, la ferita sarebbe stata mortale per un qualsiasi umano, ma gli orchetti erano di tutt'altra fibra. Una seconda freccia guizzò nella notte, subito seguita dal tonfo sordo del corpo senza vita dell'orchetto che crollava a terra. Il silenzio regno nella radura per molti minuti.

Il ragazzo si avvicinò lentamente e cautamente alla creatura , i lunghi capelli erano sudici e dalla schiena spuntavano le punte delle frecce da lui stesso scagliate. Una pozza di sangue iniziò a espandersi sotto il corpo dell'orchetto.

Kyle impiegò qualche minuto a riordinare le idee sul da farsi. Sapeva che era raro che un orchetto si spostasse da solo < magari è un ricognitore, magari sono circondato > i suoi pensieri volavano nei terreni più oscuri ponderando tutte le ipotesi peggiori. Lentamente la ragione riprese il controllo, il ragazzo sfilò la spada dalle mani del cadavere con il timore che questo si animasse e lo azzannasse.

Osservò bene l'arma che avrebbe potuto essere la sua esecutrice, era una spada pesante e rozza, la lama era bi taglio e terminava con una punta biforcata, era un arma pensata per essere usata da qualcuno senza tecnica, andava semplicemente agitata sperando di colpire qualcosa, proprio quello che serviva a Kyle, i nani non avevano mai forgiato una spada per lui, la ritenevano un arma rozza e lenta, al contrario utilizzavano asce di tutti i generi, Kyle aveva provato un ascia ma aveva subito capito che per lui non andava bene. Fissò la spada a una delle cinghie dello zaino di cuoio, osservo l'orchetto un ultima volta con un po' di ribrezzo e si preparò a viaggiare nella notte. < non posso stare fermo , neanche immaginarsi di dormire, la cosa migliore da fare è partire subito per fuggire da morte certa > pensava mentre spegneva il fuoco e racimolava le sue poche cose < però al buio potrei smarrirmi o mettere un piede in fallo, o peggio ancora finire in un imboscata > il rumore di un ramo che si spezzava in lontananza lo convinse a continuare a muoversi.

Non gli era mai piaciuto il buio, nonostante la sua incredibile vista odiava non riuscire a vedere tutti i particolari di quello che lo circondava , infatti nel buio si doveva accontentare delle sagome indistinte. Il sentiero che stava seguendo iniziò a salire , il terreno diventò sassoso e arido, dopo un ora di marcia si trovò sulla cima di una collina , lì poteva vedere la nera ombra del bosco che si era lasciato alle spalle, gli sembrava quasi di sentire dei grugniti e sferragliare di armature, quest'ultimo segnale gli mise le ali ai piedi, accelerò notevolmente il passo, fino quasi al suo limite.

Camminava , quasi correndo, su un sentiero tortuoso che seguiva l'andamento delle colline, arrampicandosi serpeggiando su un versante e scendendo ripidamente su quello successivo. Una vota sicuro di aver messo abbastanza miglia tra se e quei mostri rallentò, mantenendo un andatura sostenuta ma che gli avrebbe permesso di camminare senza soste. stava riflettendo ad alta voce , lo faceva spesso , lo aiutava a scacciare la paura e a rendere la camminata meno faticosa.

Aveva già percorso 5 miglia quando l'alba lo sorprese su uno stretto crinale di una collina particolarmente alta, le gambe non davano segni di stanchezza, anche questa una sua qualità innata, avrebbe potuto continuare così fino a casa.

Su quelle colline gli esseri viventi erano rari, la stragrande maggioranza erano vegetali, per lo più bassi arbusti rinsecchiti e qualche albero nodoso, qua e la si estendevano piccoli boschetti composti da alberi con più rami che foglie. La fauna era composta interamente da rettili, qualche volta si poteva perfino avvistare un coniglio striminzito che non avrebbe sfamato neanche una persona.

Il paesaggio di giorno era monotono ,il sole batteva tutto il territorio con i suoi inclementi raggi, l'aria era secca, quelle poche volte che pioveva l'acqua evaporava dopo neanche qualche ora, era questa la ragione per cui Kyle si doveva spingere così lontano da casa per cacciare, ultimamente però le colline erano diventate inabitabili, sembrava che ogni creatura che provasse a viverci fosse destinata a avvizzire , come se contagiata da una terribile malattia, l'erba aveva preso un insana colorazione verde grigiastra che rendeva il paesaggio ancora più tetro.

A Kyle mancavano ancora poche miglia, era ormai tardo pomeriggio , decise di accamparsi in una conca , uno dei rari luoghi ombrosi in quella terra desolata.

Consumò una cena fredda senza neanche accendere il fuoco per paura di essere scoperto, dopo il pasto estrasse la spada, pesava più di quanto si ricordasse, provò un paio di mosse maldestre che gli procurarono uno stiramento al polpaccio. Ripose l'arma e dopo essersi accertato di non essere osservato si raggomitolò su se stesso sperando di addormentarsi. Sprofondò in un lungo dormiveglia popolato da Orchetti e Okawh, spesso si svegliava di soprassalto zuppo di sudore nonostante la temperatura rigida.

La mattina lo trovò esausto, se avesse camminato si sarebbe stancato di meno, la notte era stata sfibrante.

Si rimise in marcia, ormai riusciva a scorgere la pianura oltre le colline , mancavano pochissime miglia a casa, sul suo viso comparve un largo sorriso, era quasi arrivato, e cosa più importante era vivo.





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Capitolo 3
*** Kila ***


libro capitolo 2

Kila



Kila sedeva al centro dell'ampia radura , circondata da fitti e intricati rovi, il suo respiro era affannato, la pelle madida di sudore rifletteva i brillanti raggi del sole. Intorno a lei fluttuavano a alcuni passi da terra una decina di pietre grandi quanto un pugno, ogni tanto le pietre ondeggiavano minacciando di cadere ma poi tornavano docilmente nella loro posizione.

Era da 2 ore che manteneva attivo l'incantesimo, era esausta, evocare il vento per alzare delle pietre non era un gran compito per Kila, ma mantenerle a quella altezza per tutto quel tempo la aveva sfibrata. Intorno a lei tutto taceva , aveva escluso dalla sua mente tutto ciò che non fosse il vento, gli occhi aperti non vedevano, le orecchie non sentivano e il naso non avvertiva nessun aroma, avrebbero potuto attaccarla 100 Okawh senza che lei se ne accorgesse. Le energie incominciarono a finire, le costava sempre di più mantenere l'incantesimo, piano piano la concentrazione svanì, alle sue orecchie iniziarono a giungere i primi timidi suoni, gli occhi si illuminarono di una luce bianca, lentamente le sagome davanti a lei presero forma. Le pietre iniziarono a precipitare una dopo l'altra, ne rimaneva solo una ancora in aria, la pietra ondeggiò , Kila fece un ultimo sforzo ma la pietra iniziò a scendere lentamente verso terra fino adagiarsi sulla morbida erba. La ragazza riprese pieno possesso dei suoi sensi, un turbine di sensazioni la investì confondendola, i suoni, la luce e gli odori creavano un miscuglio inebriante. Arrivò anche la stanchezza, le gambe si fecero pesanti e le braccia ricaddero lungo i fianchi, Kila si lasciò cadere all'indietro dolcemente, ogni respiro era una fitta,come se mille aghi le si conficcassero nei polmoni. , al voce proveniva dai margini della radura dove un bellissimo elfo sedeva rilassato, intorno a lui fluttuavano 10 pietre grandi il doppio di quelle di Kila, l'elfo faceva guizzare gli occhi tra una pietra e l'altra controllandone l'assetto. Era in quella posizione dallo stesso tempo di Kila ma non sembrava per niente affaticato.

< Grazie maestro, tutto merito vostro> rispose Kila cercando di mascherare il dolore, faticosamente si rimise seduta e poi in piedi , il corpo le doleva tutto , si costrinse a rimanere impassibile. Lentamente si avvicinò al maestro fino a arrivare a pochi passi dal cerchio di pietre < come fate a dominare un incantesimo tanto faticoso con tale maestria? > domandò all'elfo, il maestro diede un ultima controllata alle pietre alla sua sinistra e poi rispose alla ragazza < vedi Kila , mentre tu hai cercato e sei riuscita brillantemente a incanalare i venti sotto le pietre io mi sono limitato a creare una forte corrente dal basso verso l'alto grazie al calore, riscaldando tutta l'aria sotto ogni pietra, questo permette di risparmiare molte energie, in più io ho moltissimi anni di esperienza e in tutto questo tempo ho potuto affinare la mia tecnica e rafforzare molto il mio corpo. > il maestro si alzò in piedi, le pietre ondeggiarono per un momento ma l'elfo riprese subito il controllo dell'incantesimo, < credo che io alla tua età non sarei riuscito neanche a alzare le pietre utilizzando la tua tecnica, sarei riuscito forse a domare una brezza leggera > Kyle fu stupita del complimento dell'elfo, vivendo con lui aveva imparato che quelle poche volte che gli elfi dispensavano complimenti significava che erano rimasti realmente colpiti. Questo pensiero le fece comparire un largo sorriso sul viso, poi si affrettò a ringraziare imbarazzata < gra-grazie maestro ,le vostre lodi valgono molto per me>

< come è giusto che sia > ribatte l'elfo sorridendo. < Vieni, è ora di tornare a casa , si sta facendo buio e non voglio passare la notte all'addiaccio >, i due imboccarono un sentiero nel bosco che conduceva verso ovest, verso i monti del confine.

Durante il tragitto nel bosco regnò il silenzio, il bosco si ammutoliva al loro passaggio come intimidito dall'enorme potere dell'elfo. Kila era una ragazza di 15 anni, i tratti elfici , gli occhi verdi e i capelli castani facevano pensare a una giovane elfa, un unico particolare smentiva quella tesi, le orecchie arrotondate. Lei era molto diversa da qualsiasi umana il maestro avesse mai incontrato prima d'ora , i suoi sensi erano sviluppatissimi, era agile e veloce e aveva una incredibile padronanza degli elementi. Piano piano il bosco iniziò a farsi più rado, gli alberi più nodosi e il terreno pietroso. Arrivarono al limitare della boscaglia a pomeriggio ormai inoltrato, davanti a loro si innalzava in tutta la sua maestosità il monte Inad, la montagna più alta della catena dei monti di confine. Il loro sentiero continuava ad avanzare fino alle pendici del monte dove iniziava a salire serpeggiando sul suo ripido versante. Quella vista lasciava ogni volta Kila senza fiato. Il monte sembrava essere stato colpito da un qualche cataclisma in epoche remote, infatti la punta era largamente sbeccata e tutto il versante est era ricoperto di massi di ogni dimensione. Fecero una breve sosta dove consumarono frutta secca e una energetica poltiglia che preparava il maestro, serviva per recuperare le forze dopo il prolungato uso di magia. Purtroppo era solo un sollievo provvisorio, l'unico modo per riprendersi da una stanchezza così profonda era riposare.

Forti di nuove energie iniziarono l'ascesa, il sentiero era impervio ma non inagibile, l'elfo avanzava senza fatica , seguito dalla ragazza che cercava di apparire impassibile all'affaticamento. Quando ebbero percorso ormai metà strada Kila domandò timidamente < maestro mi potrebbe raccontare di quel giorno? > il maestro non rispose subito, Kila lo considerò come un rifiuto , poi dopo qualche minuto il maestro esordì < era inverno, le orde di Okawh e orchetti si erano radunate nella pianura in un esercito possente, appena le avvistai in lontananza temetti volessero attaccarci, ma no , loro ambivano a un premio più semplice da conquistare, si accamparono alle porte di Teiphos, proprio sotto il monte Inad, e iniziarono l'assedio. Cercai molte volte di convincere i miei compagni di attaccare i mostri per salvare gli uomini ma loro erano accecati dall'odio, odiavano gli uomini , sentimento che veniva ampiamente ricambiato. Mai mi sarei aspettato però che la mia razza si macchiasse di un simile crimine > tacque per alcuni minuti, Kila sapeva che stava maledicendo in silenzio tutti quelli che condannarono Teiphos alla rovina. < Dopo una settimana di assedio gli Okawh sferrarono l'attacco finale , forti di un potere inimmaginabile, perfino io da quella distanza riuscii a vedere chiaramente le mura avvampare e crollare, lasciando liberi passaggi che permisero ai mostri di penetrare nella città e distruggerla. > questa volta il silenzio durò più a lungo, una lacrima scivolò lentamente sulla guancia dell'elfo, con la voce rotta dalla rabbia continuò < la città fu distrutta nessuno sopravvisse. Dopo qualche giorno dalla distruzione di Teiphos qualcuno bussò alla porta della mia piccola dimora. Un giovane elfo mio amico con in braccio un fagotto di stracci mi chiese di aiutarlo, il suo volto era triste e affranto. Mi chiese di accudire la creaturina fino al suo ritorno. Inizialmente rifiutai quell'incarico ma poi capii che solo così avrei potuto liberarmi dei sensi di colpa > il viso dell'elfo si addolcì < quella creaturina eri tu.>.

Un brivido corse lungo la schiena di Kila, l'elfo aveva la straordinaria capacità di rendere la più noiosa e trite delle storie un appassionante racconto < grazie di avermelo raccontato maestro >. Il resto del viaggio trascorse in silenzio , Kila meditava su quanto l'elfo le aveva appena detto. Lei aveva sentito quella storia molte volte, ma non era mai riuscita a rispondere a nessuno dei quesiti che la assillavano: perché un elfo la aveva fra le braccia mentre lei era ancora in fasce? Perché non era più tornato?

Kila sospettava che il maestro conoscesse la risposta ad almeno una di queste domande, ma tutti i suoi tentativi di conoscere la verità erano falliti, ogni volta che la ragazza rivolgeva la domanda diretta all'elfo ,lui rispondeva elusivamente e sorridendo, distraendo Kila dalla domanda principale. Mancava ormai poco alla dimora dl maestro, una piccola casupola di legno costruita ai margini di un passo di montagna,al maestro era stato assegnato il compito di sorvegliare il passaggio, lui da solo avrebbe potuto decimare un esercito di Okawh e orchetti.

Quando il sentiero iniziò a farsi meno ripido i due iniziarono una leggera corsa, a breve furono in vista della abitazione che si stagliava nitidamente sul cielo rosso del tramonto.

Arrivarono alla costruzione quando il sole era tramontato da pochi minuti, l'aria fredda pungeva la pelle della ragazza. Dalla finestra rivolta a sud si poteva vedere la piana dove un tempo sorgeva Teiphos. La casa era arredata interamente il legno e tutti gli oggetti erano stati intagliati personalmente dal maestro. I due si misero al lavoro per preparare la cena, la carne procurata il giorno prima dall'elfo costituì un sostanzioso pasto per riprendersi dalla lunga camminata e dall'utilizzo della magia. Quando ebbero entrambi finito di mangiare Kila aprì bocca come per parlare ma si fermò quando il maestro la precedette < andiamo fuori a allenarci un po' con le armi, ormai è da due giorni che non ti eserciti e non vorrei mai che tu perdessi la tua abilità > , i due si alzarono e dopo essersi lavati uscirono dalla casa.

< Vai tu Kila, ecco le chiavi del deposito, prendi le spade, oggi ci eserciteremo con quelle> , la ragazza corse verso il capanno , sollevata dalla scelta del maestro, la spada era l'arma con cui riusciva meglio a fronteggiare l'elfo, a suo dire lei era incredibilmente abile per la sua età.

Prese la spada del maestro e quella che lui aveva forgiato apposta per lei, era una spada lunga e stretta , leggermente curva , poteva tagliare perfino l'acciaio e gli incantesimi che la proteggevano erano stati applicati al metallo mentre veniva forgiato.

Porse l'altra lama all'elfo, la forma era simile a quella di Kila, lentamente il maestro la estrasse dalla fodera, la spada riluceva di mille sfaccettature, sembrava che il metallo fosse stato scolpito invece che forgiato. Quella lama avrebbe potuto tagliare la roccia e il metallo con molta più facilità di quella di Kila, infatti l'elfo durante il duello doveva proteggere l'arma della ragazza con un incantesimo per evitare di distruggerla.

I due si misero in posizione, uno di fronte a l'altro, la spada pronta per colpire. Fu l'elfo a fare la prima mossa, la spada tesa in avanti mirando al petto della ragazza , Kila deviò la lama alla sua destra costringendo l'elfo a lasciare il fianco scoperto, la sua lama guizzò sicura di poter finalmente colpire il maestro ma fu bloccata dall'arma dell'elfo che con un innaturale torsione della spalla era riuscito a intercettare la spada della ragazza , i due fecero un balzo indietro. Kila studiò meglio l'elfo, non sembrava per niente affaticato, fece un balzo in avanti scambiando una serie di colpi serrati e veloci con il maestro, ogni colpo veniva intercettato poco prima di arrivare al bersaglio. Con una finta magistrale l'elfo confuse Kila costringendola a lasciare il petto scoperto.

Con un movimento lento e aggraziato portò la spada proprio sul cuore della ragazza. Si immobilizzarono entrambi. Kila ansimava , l'elfo invece era rilassato, nei suoi occhi brillava una scintilla divertita. All'improvviso la ragazza con un movimento impossibile per un uomo normale si piegò all'indietro e scosto la spada del maestro con un fendente. La mossa la fece quasi cadere a terra, appena ebbe ripreso l'equilibrio iniziò a incalzare l'elfo con colpi veloci e mirati , sembrava che i due danzassero più che combattere , le spade si muovevano come appendici delle braccia, i corpi si intrecciavano e si allontanavano così velocemente che era quasi impossibile seguirli. Combatterono per più di mezzora , durante la quale Kila collezionò qualche nuovo livido ma l'elfo rimase intoccato.

Fu il maestro a concludere il duello, con un rapido movimento del polso disarmò Kila, i due si fissarono , entrambi ansimanti, la spada atterrò su un masso piantandosi dentro la roccia per 2 spanne con una nota secca. Ormai si era fatto buio e la visibilità era minima , Kila era esausta , sperava che l'elfo le concedesse una pausa. E il suo desiderio fu esaudito.

< Complimenti Kila, non è per niente facile tenere testa ad un elfo per oltre mezzora > esordì il maestro mentre si avviava per recuperare la spada della ragazza . Una altro complimento, 2 nella stessa giornata, oggi il suo maestro era proprio di buon umore pensò divertita Kila.

< Vieni rientriamo, così potrò mostrarti i tuoi errori con un tetto sopra la testa > le disse mentre le porgeva la spada, il filo non era neanche rimasto graffiato dall'urto col la roccia. I due entrarono in casa mentre la luna sorgeva dietro il monte.

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