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di onedandzayns
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo

"Potresti venire con me,così non mi mancherai e passeremo molto tempo insieme" disse Louis mentre camminavamo mano nella mano lungo il Tamigi,avvolti nei nostri cappotti mentre la neve cominciava a scendere piano e posarsi insieme all'altra che si trovava già sui marciapiedi e sulle strade.

"Non posso,lo sai" dissi mentre ci fermammo a sederci sopra una panchina "devo andare a scuola, i miei non mi permetterebbero mai di lasciare la scuola per venire con te in tour" dissi guardandolo negli occhi "e poi sarei solo una distrazione, tu devi lavorare" continuai mentre vedevo che lui si avvicinava sempre di più a me fino a sfiorarmi la bocca con la sua.

Mi lasciai trasportare dal bacio, lento e passionale, quelli erano gli ultimi momenti prima che partisse per il tour in America e mi sarebbe mancato tantissimo. Allacciai le mie braccia dietro il suo collo e lo attirai verso di me,mentre lui posò le sue mani sui miei fianchi e continuava a baciarmi. Quando ci staccammo sorrisi.

"Perché ridi?" mi chiese ricambiando il sorriso e cominciò a fare piccoli cerchi sulle mie guance arrossate sia per il bacio,sia per il vento freddo che si era alzato da poco.

"Perché ti amo" dissi lasciandogli un bacio a fior di labbra per poi alzarmi dalla panchina e mettermi davanti a lui che mi guardava dal basso verso l'alto, occhi negli occhi. Quegli occhi che mi avevano fatto innamorare dalla prima volta che lo vidi, il primo giorno di liceo, entrambi avevamo fatto tardi e così ci mettemmo vicini, cominciammo a parlare, poi cominciammo a vederci anche fuori scuola e così eravamo diventati migliori amici e infine ci siamo innamorati, lui aveva fatto il provino da solista ad Xfactor ma non era andato bene così Simon Cowell lo aveva messo insieme ad altri quattro ragazzi in una band, gli One Direction; che tra pochi giorni avrebbero cominciato il loro tour mondiale.

Io gli ero rimasta sempre vicino e adesso che era nella boyband più famosa del mondo era rimasto sempre lo stesso ragazzo che avevo conosciuto quel giorno a scuola.

Lui sorrise, poi si alzò e facendo sfiorare i nostri nasi sussurrò "ti amo" per poi baciarmi di nuovo mentre la sera stava scendendo, la neve continuava a posarsi sull'asfalto scuro e i passanti si giravano verso di noi; ma noi come se fossimo in una bolla tutta nostra non prestammo attenzione perché in quel momento l'unica cosa di cui ci importava era il nostro amore.

Dopo la nostra passeggiata sotto la neve a riva al fiume andammo a casa di Louis, dove ordinammo una pizza e insieme vedemmo un film e poi dopo diversi baci lui mi prese a mò di sposa e mi portò in camera dove mi adagiò delicatamente sul grande letto matrimoniale al centro della stanza e continuò a baciarmi il collo,poi il volto e infine riprese a baciarmi sulla bocca.

Piano piano i vestiti andarono a finire disordinati sul pavimento immacolato, continuavamo a baciarci mentre i nostri corpi si univano in una cosa sola, passione, amore e la consapevolezza che quella era l'ultima volta che stavamo insieme, poi non ci saremmo rivisti per qualche mese di fila e al solo pensiero già mi mancava da morire.

Mi svegliai a causa del mio telefono che vibrava sul comodino, Louis ancora dormiva beatamente con un braccio che mi cingeva la vita, mi allungai per prendere il cellulare e leggere il messaggio da parte della mia migliore amica Ermione,dove diceva di vederci per colazione alle 10.00 da Starbucks insieme agli altri ragazzi, risposi con un 'si' poi posai di nuovo la testa sul petto di Louis. Rimasi così per diversi minuti, sentendo il battito regolare del suo cuore che mi cullava; quella sera sarebbe partito.

Rimasi a fissare il suo volto,la leggera barbetta sulla mascella, gli zigomi alti, le lunghe ciglia, le palpebre chiuse -in quel momento- che nascondevano gli occhi color zaffiro che tanto amavo,i capelli scompigliati dopo la notte movimentata che avevamo avuto. Il petto si alzava e abbassava leggermente sotto di me,mentre con l'indice ripassavo il contorno dei tatuaggi che aveva.

Sentì gli occhi bruciare,mi sarebbe mancato ogni giorno di più, la sua voce, i suoi sguardi, le sue carezze, i baci,gli abbracci, le notti insonni passate a parlare o fare l'amore. Cominciai a piangere, cercai di non singhiozzare ma quando mi coprì la bocca con una mano per attutire il suono, sentì il suo braccio stringermi ancora di più a sé e la sua mano accarezzarmi la schiena nuda,non disse nulla; io non dissi nulla. Entrambi rimanemmo ad ascoltare il nostro silenzio che -in quel momento- esprimeva più di mille parole.

Dopo il nostro sfogo silenzioso, ci facemmo una doccia calda, ci cambiammo e Louis ricontrollò le valigie che aveva preparato da qualche giorno, io rimanevo seduta sul suo letto ancora disfatto senza dire niente.

Arrivarono le 9.30 così uscimmo di casa per andare da Starbucks dove ci aspettavano Ermione egli altri ragazzi per fare colazione tutti insieme, camminammo lentamente per gustarci l'ultimo giorno che potevamo stare insieme. Arrivammo dagli altri in ritardo,loro già avevano ordinato la loro colazione e avevano preso anche qualcosa per noi.

Salutai tutti poi mi sedetti vicino ad Ermione che mi abbracciò vedendo il mio sguardo triste, ricambiai l'abbraccio e poi mangiai un po' di pancakes e bevvi un po' di caffè.

I ragazzi erano entusiasti di partire per un nuovo tour e io ero felice per loro ma il mio cuore già piangeva per la mancanza dell'altro pezzo che ormai era nelle mani di Louis. Lui parlava con i suoi amici e ogni tanto mi sorrideva e io ricambiavo.

Arrivò l'ora di dirigersi all'aereoporto, non ero pronta ma dovevo lasciarlo partire anche se mi sarebbero costate molte lacrime, cominciai a piangere appena varcato le porte dell'aereoporto dove, molte fan dei ragazzi li stavano aspettando per salutarli, loro andarono da loro per fare qualche autografo e qualche foto poi tornarono da noi.

Salutai gli altri ragazzi con un abbraccio e un bacio sulla guancia, cercai di fare qualche battuta ma mi riuscì quasi impossibile,poi arrivò il turno di Louis che mi prese per mano e mi guidò fino al gate, rimanemmo a guardarci. Occhi negli occhi, i miei gonfi e pieni di lacrime e i suoi lucidi facendo sembrare l'azzurro ancora più liquido.

"Non piangere" mi disse asciugando qualche lacrima con le sue calde mani.

"Non ci riesco, mi mancherai troppo" dissi continuando a piangere sempre di più, lui mi abbracciò forte; la testa poggiata sul suo petto. "So che ci rivedremo, che tu vai via per lavoro, ma è difficile" dissi singhiozzando ancora di più.

"Non fare così, ti prego .Mi si spezza il cuore vederti così " disse mentre le guardie del corpo si avvicinarono a Louis per avvertirlo che mancava poco che l'aereo partisse, lui annuì e tornò a guardarmi.

"Questi mesi passeranno veloci, e noi ci rivedremo ancor prima che te ne accorga e ricorda che ti amo più della mia stessa vita" disse baciandomi, quel bacio pieno di amore e del sapore delle nostre lacrime fu l'ultimo che ci scambiammo, poi lui mi lasciò e andò verso il gate; si girò un'ultima volta e mimò con le labbra 'ti amo',sorrisi leggermente.

"Ti amo"sussurrai a mia volta, lui notò il messaggio che gli avevo mandato e sorrise poi sparì insieme agli altri ragazzi verso il suo aereo.

Insieme ad Ermione tornammo in macchina e poi andammo a casa mia dove continuai a piangere, mentre la mia migliore amica mi consolava in qualsiasi modo a lei possibile.

Angolo Autrice 
Ciaoo! questa è una mia storia, spero vi piaccia! 
fatemi sapere cosa ne pensate e posterò gli altri capitoli! 
(la sto scrivendo su wattpad con il nome onedandzayns) 
baci! 


A.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

Erano ormai due settimane che Louis era partito insieme agli altri ragazzi per il tour in America,ogni giorno mi mancava sempre di più, ogni giorno vedevo le foto che erano uscite su internet del concerto della sera precedente e ogni mattina,pomeriggio o sera -secondo il fuso orario- parlavo al telefono con Louis che mi raccontava tutto quello che vedeva e cercava di farmi sentire meglio. Le nostre chiamate erano circa di un'ora secondo se lui aveva tempo o no ma a me bastava solo qualche minuto per sentire la sua voce che mi mancava molto,ogni volta che parlavamo ci raccontavamo come era andata la nostra giornata, cosa avevamo mangiato e finiva sempre con un 'mi manchi' e un 'ti amo'.

Durante quelle prime due settimane io ero uscita di casa solo per andare a scuola e a volte per uscire con Ermione che non riusciva più a vedermi triste per l'assenza di Louis, così quella sera, dopo tante suppliche da parte della mia migliore amica decisi di uscire insieme a lei e ad altri compagni di classe.

Saremmo andate in un pub per divertirci un po', così dopo aver finito i compiti per il giorno seguente, girovagato un po' su twitter e infine chiamato Louis per la solita chiamata giornaliera e per informarlo della mia uscita insieme a Ermione e dei nostri compagni. Non era molto entusiasta del fatto che ci sarebbero anche stati Jason e Alex ma alla fine disse che anch'io dovevo divertirmi durante quei mesi che lui era in tour.

"Ti amo" sentii dire dal mio fidanzato dall'altra parte del telefono

"Anch'io ti amo"risposi per poi mandargli un bacio e infine riattaccare per cominciare a prepararmi.
Andai a farmi una doccia calda,mi asciugai i ricci capelli e poi misi un po' di matita negli occhi e l'eye-liner sulle palpebre e infine il rimmel. Dopo aver sistemato tutto tornai in camera per cambiarmi.
Quella sera indossai un paio di leggins neri, un maglione/vestito bianco e dei stivali con il tacco neri; dopo aver guardato il tutto allo specchio presi il telefono e feci una foto di me allo specchio e la mandai a Louis chiedendogli come stavo, la risposta arrivò dopo pochi minuti:

<< Sei splendida, come sempre.
Dovrò mandare qualcuno che stia attento
Che i ragazzi non ti si avvicinano.
Ti amo. xx
Louis >>

Sorrisi leggendo il suo commento, poi digitai il prossimo messaggio e lo mandai :
<< Tranquillo sono tua.
Ti amo. xx
Brooklyn >>

Dopo poco ricevetti risposta e mentre aspettavo che Ermione,Jason e Alex venissero a prendermi continuai a mandare messaggi a Louis e dopo poco cominciammo a mandarci delle nostre foto con facce buffe e cominciai a ridere dalla prima che mi ha mandato, così non sembrava che stava dall'altra parte del mondo.

Erano ormai le 21.00 e mia madre aveva già bussato tre volte alla porta per dirmi che l'ora della cena era passata da un pezzo e che non avevo per niente mangiato, io -come le precedenti volte- avevo rifiutato di mangiare dicendo che avrei mangiato dopo insieme ai miei amici; lei mi guardò preoccupata e poi richiuse di nuovo la porta della mia camera alle sue spalle.

<< Scendi siamo qui sotto.
Ermione >>

Mi arrivò il messaggio da parte della mia migliore amica così presi il giubbotto nell'armadio, la borsa che avevo posato sulla scrivania e andai a salutare i miei che si trovavano in salotto a vedere qualche programma televisivo, diedi un bacio sulla guancia ad entrambi e dopo un loro 'stai attenta' scesi le scale e uscii in strada.
Il vento freddo mi spostò i capelli del viso e li mandò indietro -mi maledii per non aver preso almeno un cappello- poco più lontano vidi la macchina di Jason e mi avviai verso di essa e mi sedetti nel sedile posteriore dove mi aspettava Ermione.

"Ehi Brooklyn!" mi salutò Alex che si trovava nel sedile del passeggero mentre Jason mi fece cenno con un mano e poi partì con la macchina verso il Blue Violet, il pub che frequentavamo spesso.
Durante il tragitto che fu molto lungo a causa del traffico al centro di Londra, feci vedere alcune foto che Louis mi aveva mandato ad Ermione e lei rise a molte di quelle. Quando finalmente arrivammo al pub mandai l'ultimo messaggio a Louis per salutarlo e poco dopo mi arrivò il suo:
<< Stai attenta. Ti amo >>
Sorrisi alla sua premura e entrai nel pub. Molto persone si girarono verso di noi riconoscendomi come la ragazza di Louis Tomlinson e io cercai di sorridere anche se mi sentivo a disagio quando tutti mi fissavano. I miei amici intanto andarono a sedersi a un tavolo libero,li raggiunsi e appena mi sedetti una cameriera con dei menu e un blocchetto per segnare le nostre ordinazioni ci consigliava cosa potevamo prendere.

Io presi una birra media, Ermione una birra piccola mentre i ragazzi presero due Jack Daniels intanto parlammo un pò del più e del meno.

"Brooklyn, sei dimagrita" mi disse Jason appena la cameriera ci aveva portato le nostre ordinazioni, presi un sorso dalla mia bevanda fredda e alzai le spalle.

"Ti sbagli Jas" dissi io continuando a bere la mia birra mentre gli altri mi guardarono come se dicessi delle scemenze.

"Ha ragione"disse Ermione "hai perso qualche chilo" continuò guardandomi un po' preoccupata,come mi aveva guardato la mamma quella sera prima di uscire quando avevo rifiutato la cena. "Hai cenato?" mi chiese poi la mia migliore amica.
Scossi la testa in risposta e posai il bicchiere ormai mezzo vuoto sul tavolo di legno.
"Cosa?" mi chiese lei quasi arrabbiata, posando pesantemente il bicchiere vicino al mio "ieri non hai pranzato, oggi non hai cenato. Cosa ti è preso?" mi chiese ancora più furiosa.

"Semplicemente non ho fame" dissi alzando le spalle e riprendendo il mio bicchiere di birra intenzionata a finirlo, intanto i ragazzi avevano puntato gli occhi su due ragazze a qualche tavolo da noi così -scusandosi- si alzarono e andarono a parlare con loro. Ermione mi mandava occhiatacce da sopra il bicchiere mentre anche lei finiva la sua birra.

"Senti" dissi "non devi preoccuparti, non è per Louis che non mangio e solo che nell'ultimo periodo non ho fame ma io mi sento sana come un pesce,okay?" le dissi guardandola nei suoi occhi verdi e infine annuì.
Passammo il resto della serata a bere, parlare e ridere mentre Jason e Alex ci provavano ancora con quelle due ragazze che non erano intenzionate a lasciare il loro numero di telefono ai nostri due amici.
Alla fine, verso le 2.30 del mattino tornammo a casa, Ermione per paura che i genitori si accorgessero che avesse bevuto molto dormì da me, così dopo esserci cambiate e struccate ci gettammo di peso sul letto e cademmo in un sonno profondo.

La mattina seguente mi svegliai con un forte mal di testa a causa dell'alcol che avevo ingerito la sera prima al pub e con un po' di nausea. Mentre ancora la mia famiglia e Ermione dormivano decisi di andarmi a fare una doccia, e mentre mi stavo cambiando in camera sentì l'alcol della sera precedente tornarmi su così corsi in bagno e rigettai tutto nel water, infine mi lavai i denti e cercai di truccarmi in modo che il mio volto dimagrito -come dicevano i miei amici la sera prima- e pallido non mettesse paura alle persone che avrei incontrato a scuola quella mattina. Tornai nella mia stanza, svegliai Ermione che si lamentò un po' per alzarsi ma alla fine andò in bagno a prepararsi io intanto guardai l'ora per vedere se potevo mandare un messaggio a Louis, erano le 7.30 del mattino a New York era notte, così decisi di aspettare.

Quando anche Ermione fu pronta, presi la borsa con i libri e uscimmo per andare a fare colazione e poi andare a scuola dove ci aspettavano diverse ore di lezione.
Quella mattina mi sentivo stanca, molto. Ma continuavo a ripetermi che era solo per la serata che avevo passato, l'alcol che avevo ingerito e il mal di testa che -anche dopo due aspirine- non riusciva a passare.

Le lezioni passarono molto lentamente, tra una verifica a sorpresa di storia, matematica che non avevo ascoltato e non avevo neanche capito il nuovo argomento che la professoressa aveva spiegato, arrivò l'ora di pranzo dove in mensa mi incontrai con Ermione e altre nostre amiche che parlavano della prossima festa a casa di qualcuno della nostra scuola.
Presi solo un po' di pasta e poi andai a sedermi insieme a loro, annuendo e ogni tanto sorridendo proprio come avevo fatto per tutta la mattinata.

***

Era passato un mese dalla partenza di Louis, come le prime due settimane ci chiamavamo ogni sera prima di andare a dormire e parlavamo della nostra giornata, a volte la sera lui cantava qualcosa al telefono proprio come faceva quando io rimanevo a dormire da lui e così molte delle volte mi addormentavo.
I giorni passavano velocemente, molti di essi non andai a scuola perché non mi sentivo abbastanza bene e infatti dopo l'ennesima assenza da scuola mia madre decise che il giorno seguente sarei andata dalla dottoressa per fare un visita, anche se ripetevo che era solo influenza, ma la mamma non la vedeva così.
Il giorno seguente un martedì di febbraio, dopo la scuola, andai dalla dottoressa.

"Buonasera" dissi quando entrai nello studio della dottoressa Cooper, era una donna sulla cinquantina, indossava un paio di occhiali rossi, i suoi capelli biondi erano legati in una cipolla ordinata e quando mi vide sorrise.

"Buonasera Brooklyn" disse indicando la sedia davanti a lei in modo che mi sedessi "allora, tua madre mi ha chiamato questa mattina dicendomi che saresti venuta, che cosa hai?" mi chiese togliendosi gli occhiali e poggiarli vicino alla sua agenda sulla scrivania di mogano ordinata.

"Negli ultimi giorni mi sento molto stanca, e ho mal di testa" dissi posando la borsa che avevo in mano sulla sedia vicino a me "alla mamma ho detto che è solo un'influenza ma lei non mi crede così mi ha fatto venire per essere certa che non è niente di quello che pensa lei" dissi sorridendo alla dottoressa.

"Bene" disse "spostati sul lettino" indicò il lettino dove mi sedetti poco dopo.

Dopo avermi visitato, la dottoressa tornò alla scrivania e mentre io mi rimettevo la maglietta lei mi scrisse la ricetta per fare delle analisi e delle pastiglie che potevo prendere il mal di testa.
Salutai la dottoressa Cooper e quando uscì il cellulare iniziò a squillare, sullo schermo lampeggiava la foto di Louis mentre dormiva che gli avevo scattato la sera prima che partisse.

"Ciao" dissi mentre scendevo le scale.

"Ehi" rispose lui dall'altro capo del telefono "come va?" mi chiese subito dopo, gli avevo detto che avevo saltato qualche giorno di scuola perché non mi ero sentita molto bene.

"Oggi sto bene" dissi "sono appena stata dalla dottoressa che mi ha segnato delle analisi, tu come stai?" gli chiesi e intanto tornavo a casa per continuare a parlare con il mio fidanzato che proprio in quel momento mi stava raccontando come era stata la festa in cui era stato la sera prima, mi raccontava degli scherzi che si facevano tra di loro e quando sentivo la sua risata, io sorridevo sapendo che mancavano solo due mesi al suo ritorno.

***
Stavo salendo le scale che portavano allo studio della dottoressa Cooper, erano passati dieci giorni dall'ultima volta che ci ero stata, la stanchezza che provavo prima della visita non era passata e con essa avevo perso qualche chilo e sia i miei genitori che Ermione erano preoccupati,Louis non ne sapeva niente.

Mentre aspettavo il mio turno, leggevo un libro che avevo preso qualche giorno prima, intanto intorno a me c'erano altre signore con le proprie figlie che mi fissavano ,forse, come mi capitava spesso, mi avevano riconosciuta come la ragazza di Louis, quindi sorrisi e tornai a leggere finchè la segretaria della dottoressa chiamò il mio nome, misi il segnalibro e dopo aver preso la borsa entrai nello studio con le pareti bianche, la scrivania e la libreria -piena di libri di medicina- in mogano, le sedie nere e marroni sui cui mi sedetti, porgendo alla dottoressa -sorridente- la busta con dentro i risultati.

Non so per quale motivo, forse lo sguardo serio e inespressivo della dottoressa mentre legge e rileggeva le mie analisi, cominciai contorcermi le mani per la tensione, mi sentivo che qualcosa non andava.
Infatti la dottoressa quando alzò lo sguardo dai fogli mi guardò per qualche minuto, senza dire una parola ma dal suo sguardo si capiva qualcosa. Alla fine si decise a parlare.

"Brooklyn, tu non stai bene"

Spazio autrice

Ecco il primo capitolo della storia 
spero vi piaccia perchè veramente mi sto 
impegnado molto con questa storia!!!!

Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione!!!

Bacii!

Arianna

(twitter: @onedandzayns)

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

"Brooklyn tu non stai bene"

Quelle parole, pronunciate dalla dottoressa solo poche ore prima, continuavano a ripetersi nella mia mente.
Ero distesa sul mio letto a pancia in su, i miei genitori ancora non erano tornati, il cellulare era spento nella borsa in modo che nessuno mi poteva contattare, non volevo parlare con nessuno in quel momento.

"Brooklyn tu non stai bene" eccole di nuovo quelle parole, pronunciate con tanta serietà mista al dispiacere, quelle parole mi riportarono a poco prima.

"Hai un tumore" continuò la dottoressa mentre io ero rimasta senza parole davanti a lei, mi guardò con gli occhi di una madre ma io annuii soltanto aspettando che lei continuasse a spiegarmi cosa avevo, dopo essersi accertata che stavo ancora ascoltando la dottoressa continuò "dalle analisi non dice dove precisamente, devi fare altri controlli, hai dei valori sballati e questo non è nulla di buono" si fermò per vedere se dai miei occhi uscivano lacrime,ma erano asciutti. "Ti do il numero di un dottore bravo, lui saprà meglio cosa fare. Non ti sto dicendo che morirai, il tumore può essere curato e starai di nuovo meglio" disse lei con quasi le lacrime agli occhi,mi diede il numero e poi mi abbracciò. Io non avevo detto niente.
La dottoressa si era offerta per dirlo ai miei e io acconsentì, quando sarebbero tornati dal viaggio di lavoro avrebbero saputo la verità. Intanto lei mi aveva ripetuto più volte che in qualsiasi momento potevo chiamarla, per un consiglio, se non stavo bene o semplicemente per parlare. Io la salutai con un piccolo sorriso e mi avviai fuori. Le bambine che avevo visto prima,stavano giocando mentre aspettavano, quando si accorsero di me,sorrisero e io cercai di sorridere il meglio possibile ma non mi riuscii per niente bene.

Mentre scendevo le scale, presi il telefono due chiamate perse da parte di Louis e una da parte di Ermione. Lo spensi.

Il telefono di casa squillò, ma non avevo voglia di alzarmi per rispondere così lo lasciai squillare una,due forse tre volte poi persi il conto. Io continuavo a guardare il soffitto della mia stanza, pieno di foto; mie con Ermione da quando eravamo piccole fino a qualche mese fa, di me e Louis mentre eravamo amici e poi di noi che ci baciavamo. Vedevo i nostri sorrisi, così spensierati; erano sorrisi di ragazzi che si aspettavano di tutto dalla vita, un viaggio,nuove amicizie, feste e tanto divertimento ma quei sorrisi non si aspettavano una malattia, e forse anche la morte.

Chiusi gli occhi e continuai a pensare. Non volevo lasciare tutto,non volevo lasciare la mia vita,i miei amici, la mia famiglia e Louis. Avrei distrutto il cuore a tutti quelli che mi amavano, a quelli che mi erano stati vicini in tutti quegli anni;avevo paura non per me ma per loro.

Louis' pov

Era tutta la mattina che cercavo di rintracciare Brook, da lei era pomeriggio quindi mi avrebbe potuto rispondere e invece quando digitavo il suo numero sulla tastiera del mi IPhone sentivo solo la voce della segreteria che mi avvertiva che il telefono era spento o non prendeva e mi invitava a lasciare un messaggio.
Ne lasciai dieci, poi ne scrissi altrettanti ma lei non rispondeva a nessuno di quelli. Così decisi di provare a chiamare a casa, anche se potevano rispondere uno dei suoi genitori, volevo sentire la sua voce e avere la certezza che stesse bene.
Uscii sul balcone dell'hotel in cui ci trovavamo, da lì potevo vedere tutta la città e se mi affacciavo vedevo qualche fans che ci aspettava, le salutai con la mano e provai a sorridere per non far vedere la mia ansia, tornai dentro quando per l'ennesima volta il telefono suonava a vuoto.
Mi gettai sul letto, pensai a dove potesse essere, e se stesse male e non poteva rispondere? E se invece avesse avuto un incidente?
Nella mia mente c'erano solo pensieri negativi e questo non mi aiutò molto, dopo aver riprovato di nuovo al numero di casa e a quello di cellulare, decisi di chiamare Ermione, lei sicuramente sapeva qualcosa.

Digitai il suo numero e solo dopo due squilli mi rispose

"Brook sei tu?" chiese direttamente senza aspettare che la salutassi ma quella frase non mi aiutò molto e i pensieri negativi tornarono nella mia mente.

"Ehi, sono Louis" dissi "sai dov'è Brook?" le chiesi direttamente senza troppi giri di parole. Sentii un sospiro di delusione poi mi rispose.

"Ciao Louis, no" disse "l'ho vista l'ultima volta oggi a scuola, poi mi aveva detto che sarebbe andata dalla dottoressa, le avevo detto di chiamarmi appena fosse uscita, ma non l'ha fatto" disse quasi con le lacrime agli occhi, lo si poteva sentire dalla voce.
Chiusi gli occhi per un secondo, cercai di pensare ad altre soluzioni ma mi preoccupavo sempre di più e sempre la solita domanda si ripeteva nella mia mente 'Brook, perché non rispondi?'.
"Ermione" dissi "tu sai qualcosa che io non so?" le chiesi. Brook negli ultimi tempi mi diceva che stava bene ma dalla voce potevo capire che qualcosa non andava e il fatto che era andata dalla dottoressa qualche volta non aiutava. Sentii un altro sospiro dall'altra parte del telefono ma lei non disse nulla "ti prego, sto impazzendo" le dissi e infine sentii la voce della migliore amica della mia fidanzata.
"Louis, io non so niente, so soltanto che negli ultimi tempi era sempre stanca e che aveva perso qualche chilo e per questo che aveva fatto le analisi e oggi la dottoressa le doveva dire cosa c'era scritto" non sapevo che aveva perso qualche chilo e così dopo aver salutato velocemente Ermione riattaccai il telefono e rimasi a fissare lo sfondo. La ragazza con i capelli ricci e lunghi, gli occhi marroni scuro, le labbra non sottili e neanche troppo carnose nella foto mandavano un bacio verso l'obiettivo del mio telefono.
Sorrisi al ricordo di quel giorno al parco, quando non voleva farsi fotografare ma alla fine le scattai una foto a tradimento, lei finse di arrabbiarsi così cominciai a farle il solletico, alla fine rise e io mi innamorai sempre di più della sua risata.

Aspettai dieci minuti poi alla fine provai a richiamare lo stesso numero che avevo chiamato per l'intera mattinata.
Squillava, finalmente.

Brooklyn's pov

Il telefono di casa continuava a squillare ogni pochi minuti, mi cominciava a far male la testa e il rumore continuo non aiutava; così decisi di uscire.
Presi la borsa nera che avevo appoggiato sulla scrivania,infilai gli stivaletti che si trovavano vicino al letto e dopo aver chiuso la porta di casa mi incamminai senza una vera meta. Le persone che vedevo camminare per le strade di Londra continuavano la loro vita,bevendo un caffè al bar con gli amici, fare spese oppure fare una passeggiata con il proprio ragazzo o la propria ragazza. Quel pensiero mi riportò a Louis, non potevo restare con lui non sapendo neanche quanto tempo mi rimaneva, non potevo farlo soffrire se un giorno fossi morta per la mia malattia ma una parte di me, quella egoista, non voleva lasciarlo, voleva passare quel tempo indeterminato che le restava per amare sempre di più il ragazzo dagli occhi celesti che gli aveva rubato il cuore ma non potevo.
Non sapevo neanche se per il giorno che lui sarebbe tornato io fossi stata ancora qui.

Tra i pensieri che avevo nella testa, non feci caso alla strada che prendevo, giravo a destra poi a sinistra un po' dritto e poi presi due metropolitane, così senza rendermi conto mi trovavo davanti casa di Louis, quindi mi diressi verso la porta marrone,presi la chiave che lui stesso mi aveva dato 'per tutte le volte che ne hai bisogno ' mi disse quando una sera di qualche mese prima mi aveva dato la chiave.

Aperta la porta entrai e sentii subito il freddo avvolgermi ma non ci feci molto caso, così andai al piano di sopra dove si trovava la sua stanza.
Il letto era rifatto, l'armadio quasi vuoto, la scrivania libera tranne per qualche penna e qualche foglio che aveva lasciato lì sopra. Gettai la borsa per terra e mi andai a sedere sul letto continuando a guardarmi intorno, vedevo le nostre foto attaccate alla parete insieme alle foto che aveva con i ragazzi e la famiglia. Mi scese una lacrima al pensiero che forse non lo avrei più rivisto né abbracciato. Mi alzai quando vidi una maglietta bianca che aveva lasciato a casa, la presi dall'armadio e avvicinai il tessuto al viso per sentire -forse per l'ultima volta- il suo profumo, versai un'altra lacrima e così mentre mi stendevo sul suo letto e tenevo stretta a me la sua maglietta cominciai a piangere le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento.

Non so di preciso quanto tempo restai così a piangere interrottamente ma alla fine presi una decisione. Mi alzai dal letto e andai verso la scrivania mi sedetti sulla sedia, presi carta e penna e cominciai a scrivere mentre le lacrime solcavano le mie guance.

Dopo aver scritto la lettera, ripiegata e scritto 'Louis' sul davanti andai verso la borsa, mi sedetti sul pavimento freddo e accesi il cellulare.
Avevo tante chiamate da parte di Louis e di Ermione, messaggi scritti e vocali ma cancellai tutto e rimasi a fissare per un poco lo schermo. Ad un tratto sentii il cellulare vibrare e poi si sentii la suoneria e la foto di Louis addormentato comparve sullo schermo.

Presi un profondo respiro e risposi.

"Pronto?" dissi ma la mia voce risuonò rauca per il pianto, sentii subito un sospiro dall'altra parte.

"Brook?" mi chiese subito Louis "cosa è successo?" mi chiese con un tono di voce preoccupato, non lo avevo mai sentito così. "Perché non rispondevi al telefono? Mi sono molto preoccupato." Continuò.

"Scusami" riuscii soltanto a dire perché con il suono della sua voce le lacrime erano tornate di nuovo, sentivo un groppo in gola e quasi non riuscivo a respirare per cercare di trattenere un singhiozzo. Lo sentii sospirare di nuovo.

"Brook, sento dalla tua voce che qualcosa non va, ti prego dimmi cosa è successo" la sua voce non era squillante come sempre, era una voce appena udibile, forse aveva passato la giornata a chiamarmi senza pause, forse non aveva neanche dormito e molto sicuramente tra qualche ora avrebbe avuto un concerto e per colpa mia lui era stanco.

"Scusami" ripetei e questa volta non trattenni le lacrime che mi inondavano gli occhi in quel momento, singhiozzai mentre ripetevo di nuovo la stessa parola.

"Ti prego non piangere, dimmi cosa è successo" Louis mi ripeteva ancora "qualcuno ti ha fatto del male?" mi chiese infine, sentivo il tono della sua voce farsi sempre più triste.

"No-o" risposi singhiozzando ancora, volevo che lui fosse lì con me ma allo stesso tempo avrei voluto che non stessimo insieme per non farlo soffrire.
Se in quel momento gli avessi detto che tra noi era finita, che io stavo bene lui avrebbe sofferto solo all'inizio poi avrebbe trovato qualcuna meglio di me, che lo amava come facevo io, che lo faceva ridere.
Quindi mi asciugai le lacrime con la manica della maglietta, respirai a fondo cercando di mantenere la voce ferma e pronunciai quelle parole che mi distrussero il cuore.

"Louis, non c'è nulla di cui preoccuparsi ma noi non possiamo più stare insieme. In questi giorni ci ho pensato molto e ho preso la mia decisione. In questo momento sono a casa tua, prendo la mia roba e faremo finta che un 'noi' non fosse mai esisto. Mi dispiace Louis, sono una vera stronza. So che ora mi odi con tutto te stesso e fai bene, spero che troverai qualcuna che ti meriti e che non ti faccia soffrire come sto facendo io. Adesso non puoi capire, ma forse al tuo ritorno capirai." Dissi tutto d'un fiato.

"Brook, non puoi dire così. Io ti amo." Sono le ultime parole che sentì, la sua voce era spezzata dai singhiozzi,io riattaccai.

Piansi ancora e ancora, ripensavo a quella chiamata e a quelle parole che avevo detto,quelle stesse parole che mentre le pronunciavo sentivo il mio cuore spezzarsi sempre di più fino a diventare piccoli granelli, come la polvere.

Infine presi la mia roba,la maglietta di Louis che avrei tenuto per ricordarmi sempre del suo dolce profumo guardai per l'ultima volta la sua camera, dove avevamo passato momenti bellissimi, guardai la lettera che gli avevo scritto per spiegargli tutto e infine guardai le nostre foto non potevo reggere ancora, chiusi la porta e corsi fuori nell'aria fredda.

Spazio autrice

Ecco il secondo capitolo,spero che vi piaccia!
Fatemi sapere con una recensione.


baci!

 

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