4 Giorni d'arte con i CaptainSwan

di pandina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One Day, Poetry : Se muoio, sopravvivimi di Pablo Neruda ***
Capitolo 2: *** Two day, book Ritrovarsi ***
Capitolo 3: *** Third day: Painting, Lo Straniero ***



Capitolo 1
*** One Day, Poetry : Se muoio, sopravvivimi di Pablo Neruda ***


One Day, Poetry

Se muoio, sopravvivimi di Pablo Neruda

 

Se muoio sopravvivimi...
Non voglio che vacillino il tuo riso o i tuoi passi,......
...Vivi in mia assenza come in una casa.
È una casa tanto grande l'assenza
che v'entrerai traverso i muri
e appenderai i quadri all'aria.
È una casa tanto trasparente l'assenza
che senza vita ti vedrò vivere
e se soffri, amor mio, morirò un'altra volta.

 

I suoi occhi.

Quei suoi immensi e meravigliosi occhi verdi, che fin da subito mi avevano stregato.

Che mi avevano osteggiato, deriso, amato.

Ora erano spalancati dalla sofferenza e dall'angoscia.

Era di fronte a me e stava soffocando.

Lei.

Il mio amore

La mia Emma!

Fu come essere svegliato da un sonno di secoli.

La mia voce gridò a Nimue di fermarsi.

Non potevo vederla così, non potevo.

La donna non capì subito, che l'oscurità non mi aveva più impugno.

Così rimase sopraffatta completamente nel momento in cui impugnai Excalibur e cercai dentro di me tutta la forza necessaria a compiere l'unica cosa giusta da fare.

Sentivo il mio corpo vibrare e la spada diventava sempre più pesante nella mia mano.

Percepivo l'oscurità ammassarsi dentro quel metallo forgiato e allo stesso tempo era come se uscisse anche da me.

Lentamente mi voltai verso Emma.

Excalibur era diventata un macigno, non sapevo per quanto avrei potuto resistere con quel peso che incombeva su di me.

Emma capì subito le mie intenzioni e vidi la paura nei suoi occhi.

Non il senso di colpa o il rammarico degli ultimi giorni, solo la folle paura di perdermi.

“Devi aiutarmi Swan,” La supplicai.

Non ci sarei mai riuscito da solo. Avevo bisogno di lei della sua forza.

Avevo bisogno del suo amore. Di nuovo.

 

Piangeva.

Non avrei mai voluto farla soffrire e invece lo avevo fatto!

E nel modo peggiore.

L'avevo spinta ad odiarmi.

“Non farlo Killian! Dovrei esserci io al tuo posto.!!”

E nonostante tutto non ci era riuscita.

Nonostante tutto avrebbe preferito sacrificare sé stessa piuttosto che perdermi.

Lo sapevo! Sapevo perfettamente cosa stesse provando perchè io stesso non avrei saputo vivere senza di lei.

Ma Emma ci sarebbe riuscita. Per i suoi genitori, per Henry.

“Non voglio perderti!”. La sua voce spezzata mi stava devastando più della forza di tutta l'oscurità.

“E io non voglio perdere te, ma devi lasciarmi andare. Fammi morire da eroe! E' questo l’uomo che voglio tu ricordi”.

No, non doveva ricordare l'uomo vendicativo e sprezzante.

Volevo solo che ricordasse i nostri baci, gli abbracci.

Volevo solo che ricordasse il mio amore per lei.

Venne verso di me mi prese la spada dalle mani e subito sentii come se un peso mi stesse scivolando via di dosso.

Poi la sua mano calda mi afferrò la nuca, il suo profumo , il suo alito sulle labbra.

“Ti amo”

“Ti amo anch'io”

Ci baciammo come se fosse l'ultimo istante prima dell'Apocalisse .

Quel bacio era il nostro passato , il nostro futuro.

Quel bacio eravamo noi.

Con un' ultima carezza indietreggiò, ma vidi dal suo sguardo che non poteva farcela.

Provai a sorriderle.

“E' tutto ok”

Doveva capire che io non mi stavo sacrificando , io volevo solo riavere la mia Emma, anche se per un solo istante.

E quello per me non sarebbe mai stato un sacrificio.

Saperla viva, con suo figlio.

Per me era tutto.

Io non sarei morto, ma avrei vissuto nel suo cuore, nei ricordi.

Sarei stato in quella casa che nonostante tutto consideravo nostra.

Ma volevo indietro la donna che avevo imparato ad amare in quegli ultimi anni.

E la volevo felice.

Di nuovo la incoraggiai .

E ci riuscì. Mi trafisse piangendo.

Le accarezzai il volto, perchè andava tutto bene, perchè lei avrebbe vissuto e io ne sarei stato felice!

Poi una luce e la vidi!

Emma!

Era di nuovo di fronte me!

La spada si sgretolò difronte a noi e lei corse da me.

Un ultimo abbraccio.

Sopravvivi amore, sopravvivimi e sii felice!

Perchè se continuerai a soffrire , allora io, morirò un'altra volta.


Ciao a tutti e Buon anno!
Siamo tornate con un'altra piccola iniziativa. Niente di impegnativo, solo un modo per liberare la fantasia e magari sognare in attesa di Marzo.
La mia scelta della poesia di Neruda è che io adoro le sue opere. E dopo il finale della 5A ( ancora piango ), ho subito pensato che fosse la poesia di Emma e Hook nel momento dell'addio.
Cosa sarà passato nella mente del pirata in quei pochissimi minuti in cui riprende lucidità e cerca di tornare un eroe per Emma? Sicuramente avrà chiesto alla sua Swan mille volte scusa per il suo comportamento e quale gesto migliore se non quelllo del sacrificio, per dichiararle ancora una volta il suo amore.
Fatemi sapere se vi è o non vi è piaciuta.
Un abbraccio
Gra

 

 

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Capitolo 2
*** Two day, book Ritrovarsi ***


Second day: book      Tatjana e Alexander di Paullina Simmons

 

Tatiana inciampò sul gradino e per poco non cadde. S'inginocchiò accanto ad Alexander e fece quello che credeva non avrebbe più fatto nella sua vita.
Lo toccò.
Lui aveva del sangue raggrumato sui capelli e sul viso ed era incatenato.La guardò senza parlare. ….............."E' incatenato. Non si preoccupi. Vada,per favore,e faccia in fretta. Ci sono molti altri prigionieri."La sua mano era su Alexander. Non appena Karolic fu uscito. Tatiana gli premette la fronte contro la testa."Dio,non può essere vero", gli sussurrò."Non puoi essere tu.Sono morta e tu mi aspetti sull'altra sponda della vita."
"Ti ho aspettato sull'altra sponda della vita",disse lui tremando. “

 

“Dove accidenti siamo?? Che razza di posto è questo??” La domanda di Robin restò sospesa mentre racchiudeva esattamente quello che tutti gli altri si stavano domandando.

Dove diavolo erano finiti?!?

Erano tre giorni che camminavano senza una meta precisa in questa sorta di nuova Storybrook,completamente stravolta e capovolta.

Senza sole, senza erba, senza fiori.

Tra cumuli di macerie , lapidi e cimiteri.

Avevano chiesto in giro, ma le persone erano sfuggenti, timorose .

Solo un ragazzo, si era dimostrato più socievole degli altri, forse perchè avevano un obbiettivo in comune: ritrovare qualcuno in quell'inferno.

Herk, così si chiamava, lo avevano incontrato quando si erano recati al porto, con la mera illusione di trovarvi Hook.

Emma stava chiedendo ad ogni persona che incontrava, senza ottenere nessuna risposta utile, quando da dietro un mucchio di funi, sbucò fuori, questo ragazzone, che a differenza di tutti, sorrideva!

Un sorriso, un vero sorriso!

La Swan si presentò e lui le diede la mano stringendola con parecchia forza. Iniziarono a parlare, ben presto raggiunti dagli altri, così scoprirono che anche Herk era in realtà ”vivo” e sceso negli inferi grazie ad alcune conoscenze altolocate , parole del giovane, perchè doveva ritrovare una persona a lui molto cara.

E proprio grazie a lui ora erano in quel luogo, L'Anticamera, così era chiamato.

Herk aveva spiegato loro, che solitamente gli ultimi arrivati sostavano per un po' lì per farsi le ossa su ciò che sarebbe stata la loro vita nell' Underworld.

Certo che se quello era farsi le ossa, non avrebbero certo avuto problemi nel soggiornare laggiù.

Sembrava di essere in una cantina: pareti di pietra che trasudavano rivoli di umidità.

Nessuna finestra, l'unica fonte luminosa erano torce che, a giudicare dall'odore, erano alimentate a zolfo. Emanavano una luce azzurrina, che rendeva il luogo ancor più tetro.

C'era gente raggomitolata a terra, come se dormissero, altri sembravano sul punto di subire un esecuzione, le spalle alle pareti ,il viso atterrito e davanti a loro altre persone, almeno così sembravano, ma era difficile identificarle dato che portavano un lungo pastrano con un cappuccio nero calato sul volto, non impugnavano armi, ma intonavano una sorta di litania funebre in una lingua sconosciuta.

Altri ciondolavano con lo sguardo vacuo e altri ancora ridevano sguaiatamente, di un riso quasi isterico, avvinghiati tra loro come a formare un mucchio informe di corpi.

David , Robin, Snow, Regina , Henry ,persino Gold non eranosolo esterrefatti , ma quasi nauseati da quel luogo.

Emma sentiva la testa pesante e il cuore stretto in una morsa.

L' Anticamera era agghiacciante , non per la paura , ma per il senso di angosciosa attesa che quegli uomini e quelle donne sembravano avere.

Ma non doveva perdere di vista il motivo per cui erano lì: cercare Killian.

Si divisero, stringendo gli occhi per abituarsi a quella quasi oscurità.

Girovagarono in mezzo ai corpi , non senza un pizzico d' inquietudine.

Henry era rimasto con sua madre, sapeva che dietro lo sguardo duro che aveva assunto da quando erano arrivati nell' Underworld, era in realtà la più fragile tra loro, almeno emotivamente.

L'aveva sentita , quando di notte si alzava furtiva e allontanandosi da tutti, parlava al vento, parlava lui , a Hook. Ogni santa notte gli chiedeva perdono, mille e mille volte.

Era consapevole del peso che schiacciava il petto di sua madre,il senso di colpa che non la lasciava mai.

Emma era grata al figlio, che le stava costantemente a fianco, quasi fosse lui l'adulto e lei la ragazzina da consolare.

E forse in quel momento era davvero così.

Il tempo in quel luogo era relativo, non ci si rendeva conto se a passare fossero i minuti o le ore, ma il ragazzo ad un certo punto le toccò il braccio.

“Mamma, non credo Killian sia qui...” disse piano. La bionda lo guardò , ancora un po', solo un'altro po',pensò lei.

“Resta qui Henry, arriverò fino a quella parete e poi tornerò indietro.” rispose lei.

Gli sorrise, ma era un sorriso spento, stanco, il figlio annuì e si sedette a terra.

Emma pensò a quanto fosse fortunata.

Henry la amava, la supportava e cercava di aiutarla in ogni modo possibile.

Forse, se fosse stata una donna diversa, si sarebbe accontentata di ciò che aveva: due genitori e un figlio che le volevano bene... ma a lei questo, non bastava più.

Ora che sapeva che cosa volesse dire amare davvero una persona.

Un amore, forte, maturato attraverso le avversità, cresciuto lentamente.

Adesso che aveva conosciuto un uomo come Killian.

E fu in quel momento, proprio mentre il suo nome ancora una volta le attraversava la mente, che lo vide.

Le dava le spalle e si stava allontanando verso il fondo , di quella stanza buia.

Emma si fece largo tra le povere anime ammassate, senza perderlo di vista, con il cuore che le batteva come un tamburo nel petto.

Lui svoltò in un cunicolo e per un istante sfuggì al suo sguardo

No! No! Ti prego aspettami! Aspettami!

La sua mente già stava pensando come fare per ritrovarlo, quando se lo ritrovò davanti e quasi gli sbattè contro.

Lui era ancora voltato, verso il fondo buio di quel lungo corridoio.

La mano di Emma , si avvicinò tremante alla schiena dell'uomo e le dita sfiorarono appena la pelle nera della giacca.

Lui sussultò sentendosi toccato e si voltò di scatto.

L'azzurro e il verde dei loro occhi si mescolarono.

“Emma...” La voce di Hook uscì in un soffio, lo sguardo incatenato a quello di lei.

E Emma fece ciò che pensò non fosse più possibile fare: lo toccò.

Appoggiò le dita tremanti sul suo petto, tra le pieghe della giacca e i bottoni della camicia.

“Ti ho cercato tanto...” non era nemmeno sicura di cosa dirgli, sapeva solo che averlo davanti era l'unica cosa che le importasse in quel momento.

“Per carità Emma! Per l'amor di Dio che ci fai tu qui...? Sei... sei forse...” negli occhi di lui passò un lampo di disperazione.

“No! Sono viva! Sono venuta a riportarti indietro.” lentamente piegò le labbra in un debole sorriso.

Lui coprì la mano, ancora appoggiata al suo petto, con la sua.

Non era fredda come Emma temeva!

Sentiva la sua forza attraverso la pelle.

“Va via! Torna a casa, ti prego!” Killian la supplicò ad occhi chiusi.

“Non posso. Casa è il posto dove tieni il tuo cuore, ed il mio è con te. “ Allora lui tornò a guardarla, riempiendosi mente e anima, con il viso tanto amato di lei.

La bionda gli sfiorò lo zigomo, il naso, il sopracciglio, per poi scendere di nuovo verso la bocca.

“Io ti aspettavo, sapevo che era impossibile , ma non potevo impedire al mio cuore di sperare di rivederti” La voce di Hook era un bisbiglio.

“ Ho attraversato la sponda della vita per arrivare da te. “

Come un film a rallentatore ,le braccia dell'uno scivolarono lentamente attorno al corpo dell'altra, stringendosi.

Non era l'abbraccio disperato di due sopravvissuti, ma la forza salda di una speranza che si stava realizzando.


Ciao a tutti!
Lo so , sono diventata una tartaruga nel pubblicare gli aggiornamenti, mi ci vorrebbero giorni da 28 ore.... sigh..... comunque alla fine arrivo!
Non so se avete letto i libri di Paulina Simmons , dedicati a Tatjana ed Alexander? Sono tre volumi : Il Cavaliere d'inverno, Tatjana e Alexander e Il Giardino d'estate.  Raccontano la vita di questa coppia che s'incontra nella leningrado ( attuale San Pietroburgo) assediata dai nazisti nel 1941.
Fino alla guerra di Corea. E' una storia emotivamente intensa e drammatica, ma anche piena di speranza: Tatjana  non smetterà mai di cercare Alexander nemmeno quando lui è dato per morto ed Alexander non smetterà mai di lottare per lei, per il loro amore ed inseguito per loro figlio.
Insomma ho pensato che ben si adattasse ai CaptainSwan.
Spero che questo assaggio di come potrebbero incontrarsi Emma e Killian nell'Underword , vi piaccia, io personalmente non vedo l'ora che ricominci la stagione proprio per godermi questo momento.
Un abbraccio e alla prossima
Gra

 

 

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Capitolo 3
*** Third day: Painting, Lo Straniero ***


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Caspar David Friedrich : Lo straniero davanti al mare

Lo Straniero

Mi piace correre alla mattina presto, quando è ancora quasi buio e le prime luci donano toni rosati all'orizzonte.

Mi piace guardare i pescherecci che approdano al porto e scaricano il duro lavoro fatto nella notte.

Fa stare bene sentire i profumi di pane fresco e caffè appena fatto, mentre passo veloce davanti ai forni e ai bar che stanno alzando le loro saracinesche.

Mi presento, sono Emma Swan, sceriffo della cittadina di Storybrook, nel Maine e non sono pazza, ho sempre trovato che una bella corsa non facesse solo bene al corpo, ma anche alla mente. Solo così, mentre mi muovo veloce sull'asfalto riesco a mettere in fila le mille cose da affrontare durante la giornata e cerco di trovare una soluzione ai problemi che mi assillano.

Oggi , nonostante sia piena estate, piove leggermente e il terreno è scivoloso, soprattutto qui, sul molo, dove chiazze di olio si mescolano alla salsedine.

Scarto appena sulla destra per ritrovarmi vicino al faro e da qui scendere le scale che portano verso la spiaggia di sassi .

E' il mio percorso abituale da oramai un paio di anni, da quando ho ottenuto il trasferimento da Boston a qui. Certo un bel cambiamento dal caos della città, ma era proprio quello di cui io e mio figlio avevamo bisogno. Una cittadina tranquilla.

Scarto un paio di banchine , oramai sono prossima alla spiaggia

E lo vedo .


 

Lì ,nello stesso identico posto,da circa una settimana

Mi volta le spalle, come sempre. I capelli appena mossi dal vento. Il lungo cappotto nero ,oserei dire piuttosto demodè, gli svolazza intorno , quasi a formare una sorta di vela.

Non l'ho mai visto in faccia, non so chi sia.

Ma la sua presenza mi è diventata quasi famigliare.

Lo straniero che osserva il mare

Ok è un nome assurdo e altisonante.

Ricorda qualche romanzo dell' '800, ma è così che l'ho soprannominato.

I primi giorni non avevo fatto caso a lui.

Anche se è da poco passata l'alba non , non è insolito incontrare qualche pescatore, o chi torna da un turno di notte lavorativo, o chi come me ama fare un po' di sport senza avere nessuno intorno.

Poi però ho capito che lui non era lì per fare ginnastica, o respirare la salutare aria salmastra del mattino, era lì per osservare in silenzio l'orizzonte. Per ascoltare lo sciabordio delle onde.

Non fa mai nulla.

Non si muove da quella posizione

Osserva e basta ed è così assorto che sembra non rendersi conto del mondo che gli passa intorno.

Ma non resta mai molto.

Ogni volta mi basta arrivare infondo alla spiaggia, fare il giro intorno all'imbarcadero e una volta tornata lui non c'è già più.

Come sceriffo di StoryBrook sarebbe mio dovere informarmi, così per essere sicura non si tratti di qualche evaso o delinquente, di questi tempi non si sa mai.

Mentre formulo questi pensieri , le mie gambe continuano a stantuffare l'aria. i piedi battono con forza sulla sabbia, in pochi istanti arrivo alla fine della battigia e torno indietro.

Per un istante perdo il ritmo della corsa.

E' ancora lì!

Lo straniero non è andato via come è solito fare.

Mi scosto dal viso una ciocca sfuggita alla coda di cavallo, continuo a correre, ma non stacco lo sguardo dall'uomo . Non è più girato verso il mare , ma non accenna a scendere dal muretto su cui era salito.

Inconsciamente accelero, inutile negarlo, sono curiosa: voglio vederlo in faccia.

Man mano che mi avvicino, scorgo un bel volto, incorniciato da una corta barba e baffi ben curati.

Sto quasi per raggiungerlo, ed ecco che con un balzo atterra sulla sabbia, si volta verso di me e si piazza esattamente nel mezzo del bagnasciuga . Me lo ritrovo difronte e dato che non accenna a spostarsi, arresto di botto la mia corsa.

Respiro affannosamente , mentre il mio cervello elabora i tratti dell'uomo che ho di fronte.

Giovane, 35 anni al massimo, una piccola cicatrice sotto lo zigomo sinistro , occhi azzurro intenso. Non è nero solo il cappotto, ma anche il resto dei suoi indumenti.

Non lo faccio volontariamente, ma l'occhio mi cade dove la camicia scura rimane sbottonata , lasciando intravedere una buona porzione di pelle abbronzata, ricoperta da riccioli scuri, su cui è appoggiato uno strano ciondolo a forma di teschio.

Alzo gli occhi e capisco dal sorrisetto ironico che gli aleggia sul volto che mi ha scoperta a fissargli il petto, ottimo!

Decisamente bello.

Decisamente affascinante.

Decisamente sicuro di sé.

Incrocio le braccia al petto e sostengo il suo sguardo, ma solo per un attimo perchè il suo si abbassa per farmi una sorta di radiografia completa. E in quel momento mi sento assurdamente “nuda”.

La canotta grigia e bagnata nasconde ben poco , così come i corti calzoncini sportivi.

Mi muovo a disagio, ma non voglio dargli l'impressione che essere esaminata da lui mi imbarazzi, così alzo il mento e assumo il mio atteggiamento da sceriffo inflessibile, sto per aprire bocca ma lui mi precede.

“Come inizio giornata direi niente male!” dice con voce ironica, ma profonda.

Socchiudo gli occhi e lo squadro.

“Come scusi?” chiedo cauta.

Lo straniero sorride, grattandosi appena la nuca.

“Sono solo le sei di mattina e ho appena visto due delle cose che mi piacciono di più nella vita: il mare sotto la pioggia e una bella donna con belle gambe. Direi che meglio di così...” e lascia allusivamente la frase in sospeso.

Sono spiazzata. Non so se scoppiargli a ridere in faccia o mollargli un pugno al plesso solare, così tanto per fargli capire di che pasta è fatta la donna dalle belle gambe.

Ma decido di essere razionale e seria allungo una mano verso di lui.

“Di solito prima di ricevere complimenti mi piace sapere almeno chi ho davanti. Emma Swan, sc...”

“Sceriffo di Storybrook.” Completa lui per me afferrandomi la mano in una stretta sicura. “So chi è. E ha perfettamente ragione, sono stato un vero maleducato. Sono Killian Jones”

Jones...Jones, perchè questo nome non mi è nuovo... JONES!

Un'illuminazione mi rischiara il cervello!

Lui è Killian Jones, il nuovo proprietario dell'area portuale della città! Quello che ha salvato dal fallimento le tre società di trasporti marittimi che stavano per chiudere per bancarotta.

Killian Jones , pezzo grosso della finanza a e delle industrie navali di buona parte degli Stati Uniti, le ha acquistate tutte e tre, sbaragliando la concorrenza, facendo in modo non solo che le società si salvassero, ma grazie ad una cordata d' investimenti, non ha sacrificato nemmeno un posto di lavoro.

Diventando così il nuovo eroe nazionale di Storybrook.

Porcaputtana ! Me lo aspettavo decisamente più vecchio e sicuramente non così... prestante.

“Benvenuto nella nostra cittadina Signor Jones” Dico con la voce più ferma che posso, mentre mi accorgo di avere ancora la mano imprigionata nella sua. Sciolgo la presa e lui sorride.

Maledizione sento una sorta di voragine aprirsi nel mio stomaco.

“Grazie sceriffo Swan. Sarei dovuto venire qui già da un po',ma alcuni impegni me lo hanno impedito.” Poi di nuovo quello sguardo che mi soppesa in ogni minimo particolare. “Se avessi saputo quello che mi aspettava, mi sarei liberato molto prima”.

Ricco o no, questo tipo deve sapere con chi ha che fare, sto per parlare quando lo squillo del suo cellulare lo distrae.

Ed è in quel momento che mi accorgo di una cosa: afferra il telefono , che si trova nella tasca sinistra, con la mano destra e la sinistra rimane nella tasca del cappotto, fino a quando la conversazione si fa concitata , lui tira fuori la mano rimasta libera alzandola verso il cielo in un gesto di stizza e mi rendo conto che si tratta di una protesi! Rimango un momento sorpresa.

Poi Jones si volta verso di me, mettendo fine alla conversazione telefonica e io distolgo immediatamente lo sguardo portandolo sulla spiaggia deserta.

“Mi scusi Sceriffo Swan, nemmeno a quest'ora mi lasciano in pace, sono costretto ad andare. E' stato un assoluto piacere fare la sua conoscenza, credo che ci rivedremo ancora.” Dice

“Ah sì? Ha intenzione di fermarsi per un po' e dare un'occhiata ai suoi nuovi investimenti?” Gli chiedo.

Senza mai perdere quel sorriso malandrino, Killian socchiude gli occhi e si morde appena il labbro inferiore.

“Sì questa era la mia intenzione Emma, posso chiamarla Emma vero?Odio le formalità e nel mio lavoro ne devo usare fin troppe. Mi tratterrò per tutta l'estate. Credo sarà interessante.”

Così dicendo, si porta due dita al capo , in una specie di saluto militare e si volta incamminandosi verso il porto, fatti pochi passi si volta di nuovo verso di me.

“E, Swan!” Urla quasi “ Quei calzoncini: sono uno sballo totale!”

Con un balzo salta il muretto e lo vedo allontanarsi veloce verso i cancelli d'uscita.

E io rimango inebetita come una povera sciocca.

Decisamente sarà un'estate molto interessante!


 

 

Della serie chi non muore si rivede!! Esattamente ! Mamma mia quanto tempo che non tornavo su EFP... sto cercando di recuperare storie da leggere e tempo per scrivere. Purtroppo non sono aiutata dal pc. Infatti da quando ho impostato Windows 10 non riesco più a scrivere correttamente , non riesco a cambiare le impostazioni di scrittura e altre cose, quindi spero almeno di riuscire a pubblicare questa shot in maniera decente. Spero vi piaccia, perché onestamente potrebbe in seguito diventare una long, vedremo. Ho bisogno di riacquistare il contatto con voi, fatemi sapere . Nel frattempo sto vivendo in attesa della 6 ,dopo aver pianto come una fontana per buona parte della 5. Un abbraccio a tutti Gra

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