Tears of an angel

di Crepuscolina13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** capitolo13 ***
Capitolo 14: *** capitolo14 ***
Capitolo 15: *** capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** capitolo 28/penultimo ***
Capitolo 29: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


  -Emma per superare il tuo esame abbiamo deciso di affidarti un compito molto difficile, dovrai vegliare su una donna molto difficile ma se riuscirai a proteggerla dalle molteplici forze del male che agiscono intorno a lei il tuo esame sarà completato e tu finalmente entrerai a fa parte del consiglio degli anziani-  guardai allibita tutto il consiglio e con grande emozione risposi:

 - Non vi deluderò- dettò ciò gli anziani lasciarono la stanza, rimase solo una donna che a passo lento si diresse verso di me.

-oh Emma sono così fiera di te-

-Grazie madre- risposi sorridendo.

-La donna che ti è stata affidata è molto famosa nel mondo terreno, ma purtroppo la sua fama non deriva da buona azioni, si fa chiamare la Regina Cattiva, è una donna spietata e crudele, ma siamo convinti che in lei ci sia ancora della speranza, il suo cuore può ancora essere aperto all'amore e alla luce, sappiamo che è impossibile pretendere che ritorni ad avere un cuore puro, ma dovrai comunque provare a renderla una donna buona, come ti renderai conto da sola portare a termine questa missione non sarà facile, ma ci fidiamo delle tue abilità-

-Mamma non preoccuparti, tornerò trionfante- risposi sicura di me.

-Non ho dubbi su questo, ma buona fortuna lostesso-

- il consiglio ha richiesto la tua partenza immediata- aggiunse poi.

-Allora vado, saluti tu papà ?-

-Certo cara- detto questo mi circondò il volto con le mani e alzandosi sui piedi mi diede un bacio in fronte.

-Mi raccomando stai attenta-

-Ti voglio bene mamma- e detto ciò mi lasciai avvolgere dalla luce bianca che mi avrebbe condotto dalla mia nuova protetta.

 

 

Mi ritrovai in una stanza fredda, le mura erano fatte di mattoni dipinti di nero, che rendevano il tutto ancora più lugubre, su una parete faceva capolineo un enorme letto a baldacchino, sommerso da cuscini e coperte, anche queste di color nero, su un'altra parete era presente un enorme armadio con annesso un'elegante scrivania sulla quale troneggiava un grande specchio, lucido e brillante, un'altra parete era completamente spoglia, e l'ultima si apriva su un enorme terrazzo dalla quale si aveva la vista di una foresta verde, quasi grigia, attornata da molteplici montagne.
Guardandomi attorno mi feci subito un'idea sul carattere della mia protetta, non vedevo l'ora di incontrarla ma sapevo che se ero capitata in quella stanza lei non poteva essere troppo lontana.
Dopo neanche un minuto da questo pensiero la porta si spalanco e la donna entrò.

Rimasi senza fiato.

Noi angeli non eravamo fatti per provare desiderio carnale eppure quella donna suscitò qualcosa in me, qualcosa che non avrei dovuto sentire.
Per noi angeli l'amore era qualcosa di dolce, la massima purezza che poteva esistere, non era fatto di passione, violenza, dolore o tristezza....era solo amore, ma velocemente levai dalla testa questi pensieri e mi concentrai sulla donna che avevo davanti che intanto si era andata a sedere sull'elegante poltrona davanti alla scrivania.
La donna portava lunghi capelli neri, aveva occhi marroni e labbra rosse, rese ancora più rosse da qualche colorante naturale, indossava un suntuoso abito nero, con qualche sprazzo di viola qua e la, ma fu il suo sguardo che mi colpì, i suoi occhi erano...erano fuoco incandescente, rabbiosi e crudeli.

-Specchio!!!- gridò all'improvviso.

-Eccomi sua maestà, non c'è bisogno di gridare- rispose una voce maschile comparsa...dallo specchio? Uno specchio magico? Wow non ne avevo mai visto prima uno.

-Mostramela!- ordinò severa al volto nello specchio che velocemente come era apparso scomparve e al suo posto comparve la figura di una giovane fanciulla che sorridende scappava sulla groppa di un cavallo bianco.

-Nooooooo!- urlò furiosa la Regina.
- Quell'insulsa ragazzina è riuscita a scappare!-
-Guardia!- gridò poi.
Le porte si aprirono e un cavaliere entrò nella stanza.
-Portami Thomas,subito!-ordinò furiosa, l'uomo si inchinò e andandosene richiuse le porte.
La donna si diresse sul terrazzò ed io la seguì.
 Osservai la sua camminata e ne rimasi affascinata, oltre ad essere molto bella, esprimeva un aria così regale ed autorevole che mi chiesi cosa potesse averla portata a diventare così fredda e severa.
-Salve mia protetta, so che non puoi nè vedermi nè sentirmi, ma a me piace lo stesso fare le presentazioni- dissi interrompendo il silenzio che si era creato mentre la donna era intenta ad osservare il paesaggio.
-Io sono Emma e sono il tuo angelo custode, sai mi piacerebbe chiamarti in un altro modo invece di Regina Cattiva anzi...che ne dici solo di Regina?- ovviamente non mi aspettai una risposta.
-Si credo che Regina sia perfetto- dissi sorridendo.
-Non preoccuparti Regina, tra qualche settimana sarai la creatura più buona di questo reame- aggiunsi sicura di me poggiando una mano sulla sua spalla, e fu lì che successe una cosa strana, la sua pelle si coprì di brividi. Ma era impossibile che avesse sentito il mio tocco. Non riuscivo a darmi una spiegazione ma poi Regina incrociò le braccia al petto e rabbrividendo tornò dentro la stanza chiudendo le porte che davano sulla balconata.
Io sorrisi, dandomi della sciocca per aver pensato che Regina potesse effettivamente avermi sentito mentre invece era solo del banale freddo. Sospirando scossi le spalle e come se niente fosse attraversai il vetro della porta.
Eh già, noi angeli potevano oltrepassare le pareti, un po' come dei fantasmi, ma ovviamente non eravamo fantasmi.
A noi piaceva derinirci creature magiche, anche se in realtà non possedevamo magia, più che altro trucchetti molto facili ma che riuscivano ad avere un grande effetto sulla vita dei nostri protetti.
Di solito il nostro compito era riuscire a mantenere un protetto gia buono sulla strada della luce, ma raramente, come nel mio caso, poteva succedere di dover portare una persona cattiva al lato buono, e se io fossi riuscita a portare a termine questa missione sarei finalmente riuscita ad ottenere il titolo che da tanto aspiravo, ovvero entrare a far parte del consiglio degli anziani, che fungevano come una specie di capo per la nostra comunità.
A differenza di quello che molti credevano noi angeli non avevamo un solo protetto per tutta la vita, ma anzi, era raro che avessimo per più di un anno uno stesso protetto.
Noi angeli agivamo sulla psiche di una persona.
La cosa che ci riusciva meglio era entrare nei loro sogni e modificarli a nostro piacimento, in più potevamo sussurrare alla loro anima, ma questo riusciva solo se il protetto accoglieva e quindi accettava i nostri suggerimenti, cosa che spesso non succedeva.
I miei pensieri furono riscossi dall'entrata nella stanza di due guardie che trascinavano un uomo, presupposi che quello fosse Thomas.
-Che cosa è successo?- chiese gelida Regina.
-Sua maestà non so come scusarmi, Biancaneve era in cella ma non so come è riuscita a scappare, a colpito uno dei nostri e dopo aver rubato un cavallo è scappata- spiegò mortificato l'uomo.
-E tu dove ti trovavi in quel momento?- chiese ancora Regina.
-Io.....- ma Thomas non volle rispondere.
-Rispondimi!!!!!!-
-Io...io stavo mangiando vostra maestà, era la mia pausa pranzo ed .....- ma l'uomo non riuscì a finire la frase perché Regina con un gesto della mano gli spezzò il collo e Thomas si accasciò a terra.
La prima cosa che fui in grado di pensare fu lo sbalordimento, non mi avevano avvisato che la mia protetta fosse una maga, e all'inizio ne rimasi affascinata, non avevo mai avuto a che fare con persone che possedevano poteri magici e la cosa mi elettrizzava molto, ma dopo questo iniziale compiacimento, l'orrore dell'atto appena commesso si fece strada dentro di me.
-Noooo no no no Regina cosa hai fatto!!perché?- urlai sconvolta.
Avrei tanto voluto piangere ma noi angeli non potevamo, non sapevamo bene il perché, semplicemente non potevamo.
Gli angeli non eravamo abbietti alla morte,soprattutto a una morte così feroce e senza un motivo, e ciò mi sconvolse parecchio.
-Portatelo via!- ordinò senza emozioni la Regina,e le guardie se ne andarono portando con se il corpo di quel poveretto.
-Regina perché l hai fatto- dissi avvicinandomi a lei.
-Cosa ti ha ridotto così?- chiesi guardandola negli occhi.
Il suo sguardo ovviamente mi trapassò, per poi dirigersi a scrutare qualcosa sul muro alle mie spalle.
Poggiai una mano sulla sua spalla e lentamente cercai di connettermi al suo spirito, alla sua essenza vitale, ma qualcosa mi bloccò, un qualche muro eretto da lei stessa mi impedì di sussurrare alla sua anima.
Sconsolata rinunciai all' impresa e Regina mi attraversò dirigendosi poi davanti al suo specchio.
Questa volta non chiamò a se la creatura magica che vi ci abitava, solamente....si specchió.
Osservò il suo riflesso nella speranza di trovarci chissà cosa e io, come se qualche misteriosa forza mi attraesse verso di lei, mi avvicinai e le posai le mani sulle spalle, avvicinai la mia bocca al suo orecchio e fissando i suoi occhi riflessi sussurrai :
-Riuscirò a salvarti Regina-
In quel momento le sue pupille si ingrandirono e per alcuni momenti fissò il mio riflesso nello specchio, per alcuni momenti ebbi come l'impressione che lei mi potesse vedere, c'era qualcosa nel suo sguardo...qualcosa di nascosto ma che gli occhi inevitabilmente svelavano.
Gli occhi che mi fissavano erano così tristi, così...compassionevoli...e il mio stomaco si contrasse, una sensazione strana si fece strada dentro di me, all'improvviso respirare si fece più difficile e un grande calore si espanse nel mio stomaco, ma poi Regina si alzò in piedi e bruscamente tutte queste strane emozioni si interruppero ed io mi riscossi.
Ovviamente Regina non mi aveva visto, anche volendo non avrebbe potuto eppure per un momento mi ero davvero convinta che lei mi stesse guardando.
Mettendo da parte questi strani pensieri riportai la mia attenzione su Regina che intanto aveva chiamato a se una guardia.
-Spargi la voce nel popolo, chiunque mi consegnerà Biancaneve potrà entrare a far parte della mia corte-

 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


La notte era scesa sul castello della Regina Cattiva ed io mi preparavo ad entrare in azione.
Una volta che la donna si fu addormentata mi stesi accanto a lei sul letto, chiusi gli occhi, e mi connessi al suo spirito.
" Buio, all'inizio ci fu solo buio, poi però il buoio cominciò ad assumere dei contorni e delle forme.
Alberi, una grande foresta, alberi che sfrecciavano veloci, una macchia verde confusa, un volto di un uomo nel verde, poi il cielo divenne rosso e la pioggia anch'essa si tinse di rosso.
Poi un cavallo apparve e Regina ci montò subito, ma mise male i piedi e cascò.
Quando si rialzò davanti a lei comparve un'anziana donna.
-Come al solito mi deludi figlia-
Regina non ebbe il tempo di rispondere perché un altro cavallo al galoppo gli sfrecciò accanto e quando Regina vide chi c'era in sella, si rialzò subito e questa volta riuscendo a montare, partì all inseguimento.
Fu allora che decisi di intervenire.
Mi materializzai nel suo sogno, assuemendo le sembianze di una povera contadina, e mi posizionai in mezzo alla strada.
Regina mi vide e con un vigoroso
-ohhhhhh bello- fermó il cavallo.
-Spostati dalla strada ragazzina- mi urlò infuriata.
Ed io rimasi a bocca aperta, in un certo senzo fu strano e mi sentì a disagio.
Non ci ero abituata, e quindi il fatto che lei mi vedesse e mi parlasse fu un pò sconvolgente.
-Scus..scusi...io..io...io credo di essermi persa- dissi balbettando come una stupida.
-Questo non è un mio problema.
Ma dico almeno sai chi sono?- mi chiese ringhiando.
-Ehmm..no..sono nuova da queste parti- risposi io, riacquistando la facoltà di parlare.
Pensai che Regina avrebbe risposto malamente anche questa volta, ma invece qualcosa cambiò, sul suo viso per un attimo vidi dello shock e poi un sorriso.
Wow.
Wow.
Veramente wow.
Era la prima volta che la vedevo sorridere e...wow.
Mi ripromisi di condurla al lato buono solo per vederla sorridere più spesso.
Con un balzo aggrazziato scese dal cavallo e mi si avvicinò.
-Tu non sai chi sono? - chiese meravigliata, sorridendo ancora.
-Ehm..no dovrei?- chiesi dubbiosa, non sapendo cosa aspettarmi dai suoi misteriosi comportamenti.
Regina mi fissò in volto, mi squdrò per bene, poi scuotendo la testa rispose:
-Oh no...io..io sono solo nessuno- balbettò sorridendo ancora di più.
-Bene, piacere di conoscerla nessuno, io sono Emma- dissi sorridendole anch'io e porgendole poi una mano.
Lei accettò la mia stretta di mano, e quando le nostre pelli entrarono in contatto il cielo da rosso si fece azzurro e un sole luminoso e allegrò spuntò dal nulla.
-Io sono Regina comunque- aggiunse ridacchiando.
-Un nome degno di te direi- in realtà non so perché dissi quella cosa, forse perché volli rendere felice la mia protetta, ma ancora una volta misi da parte queste domande e mi godetti il momento.
-Oh ehm...grazie- rispose arrossendo e guardando in basso.
Aspetta, arrossire?
Dove era finita la donna che aveva ucciso a sangue freddo una persona davanti ai miei occhi ?
-Ma dimmi stavi dicendo che ti eri persa?- chiese poi.
-Oh si, sto cercando un posto chiamato La Foresta Incantata, per caso la conosci?-
-Certo è il mio regno- rispose di getto, poi nel panico cercò di correggersi senza successo.
-Cioè...intendevo dire che..io-
-O mio dio siete una regina?- chiesi facendo finta di essere scioccata.
-Vi chiedo scusa vostra maestà, non ne avevo idea- aggiunsi velocente chinando il capo per inchinarmi.
-Oh no non ce nè bisogno davvero- disse imbarazzata, appoggiando le sue mani sulle mie spalle per rialzarmi.
All' improvviso una folata di vento ci spettinò i capelli, e una voce portata dal vento mormorò:
-Sto vincendo io- poi sentimmo una risata femminile, e lo stesso cavallo di prima ancora una volta ci sfrecciò davanti.
Fu a quel punto che il viso di Regina si trasformò completamente, e nuovamente tornò ad essere la donna malefica di prima.
-Regina ma cosa succede!?- chiesi confusa.
Lei non mi rispose, velocente rimontò in sella e partì al galoppo.
Io mi trovavo ancora nel mezzo, ma questa volta Regina non si fece scrupoli e mi passò accanto spingendomi di lato.
Io persi l'equilibrio e cadendo per terra, mi ferì la mano con un sasso.
Rattristata guardai Regina scappare via, e piano piano il rumore degli zoccoli sul terreno diventarono più forti, e il rumore si trasformò in qualcuno che bussava alla porta.
Di colpo persi la connessione al suo spirito e come una persona che è stata tanto sott'acqua, mi sveglia e alzandomi di botto dal letto aprì la bocca in cerca di ossigeno.
Una volta che mi fui ripresa feci caso a ciò che succedeva nella stanza.
-Vostra maestà? È la colazione-  disse qualcuno al di là della porta.
-Entra- rispose Regina, con una voce rauca, tipica di chi si è appena svegliato.
Il domestico entrò in stanza e una volta poggiato il vassoio su un tavolo se ne andò.
Regina si guardò intorno disorientata e poi si stiracchio un po'.
Si alzò dal letto e si andò a lavare il viso in una bacinella d'acqua accanto al grande specchio in cui inevitabilmente la donna si specchiò.
Si passò le mani sulla faccia per poi sistemarsi i capelli, poi guardò nei suoi stessi occhi e con un tono di voce dubbioso mormorò:
-Emma-
Non so perché ma il mio nome pronunciato dalle sue labbra mi fece rabbrividire.
Ovviamente per lei, io ero solo un frutto della sua immaginazione, ma io provavo una sorta di felicità a sapere che Regina mi conosceva, Regina sapeva che io esisteva.
Non capì il perché, ma ciò mi diede una profonda gioia.
Intanto Regina sembrava confusa, il suo volto era contratto, come se si sforzasse di ricordare qualcosa, poi scosse le spalle e con uno schiocco di dita si cambiò d'abito, indossando un elegante vestito rosso, con piccoli ricami neri.
Dopo che fu pronta Regina uscì dalla stanza ed io ovviamente la seguì.
Dovevo ancora imparare molte cose su di lei, per me il sogno di stanotte non aveva alcun senzo, ma sicuramente la donna anziana, l'uomo e la ragazza sul cavallo dovevano avere un gran significato per Regina.
Camminandole accanto potei notare come tutte le persone che incontravamo sul nostro cammino avessero una paura profonda nei riguardi di  questa donna, e così grazie a ciò potei capire due importanti cose.
Sicuramente per suscitare un così grande timore negli altri Regina doveva essere una donna veramente spietata, e sicuramente l'appellativo Cattiva non era stato dato a caso, ma da ciò ne derivava una piccola conseguenza che forse molti potevano considerare banale ma che io, trovandomi qui da solo un giorno, avevo gia capito quanto in realtà fosse importante.
Regina era una donna terribilmente sola.
È vero forse era di stirpe reale, e possedeva molti oggetti, oltre ad essere potente anche dal punto di vista magico, ma tutto ciò non significava niente se poi si trovava a passare tutte le sue giornate sola, perché tutti la trovavano troppo cattiva anche solo per istaurarci un qualche tipo di rapporto, e più passava il tempo e più la situazione peggiorava, perché alla fine sarebbe stata Regina stessa a non voler creare alcun tipo di legame, troppo cinica e fredda.
Tutto ciò era come un circolo vizioso.
Regina è cattiva e tutti la isolano, ma più la isolano e più Regina non vuole avere a che fare con questa gente, e più Regina rimane sola e più diventa cattiva.
Ma io sarei stata la persona che avrebbe rotto quel circolo vizioso.
 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Seguendo Regina mi ritrovai in un enorme sala, che ben presto capì trattarsi della sala del trono.

Regina si sedette sul regale seggio e con un cenno della mano aprì gli enormi portoni di legno che difendevano quella stanza.
Io mi posizionai accanto a lei, curiosa di vedere cosa sarebbe successo ora.

Una lunga processione di persone, a giudicare dal loro vestiario si trattava di gente del popolo, avanzò lenta, finché non si trovò davanti al trono.

Il primo della fila si fece avanti, e dopo essersi inginocchiato parlò.

-Sua maestà, in dono ho portato la gallina più grassa e più succulenta del mio pollaio-
-E qual'è la tua richiesta?- chiese annoiata Regina.

Fu lì che capì, quello doveva essere il giorno riservato ai colloqui reali, dove la sovrana si occupava dei problemi che affliggevano il suo popolo.

-Vorrei avere il permesso di costruire una recensione al confine delle mie terre, il mio vicino ruba spesso i frutti del mio orto- disse il contadino timoroso spiegando ciò che lo preoccupava.

-Permesso accordato, all'uscita di questo castello ti sarà affidato un fabbro di corte-
Il contadino se ne andò e un'altra persona si fece avanti.

-In regalo per lei, sua maestà, ho portato un vaso forgiato con il mio miglior metallo-
-E qual'è il tuo problema?- chiese la sovrana annoiata.

-Sai Regina, un po' di vitalità non ti farebbe male, in fin dei conti è pur sempre il tuo popolo- dissi io divertita.

-Cerca di essere un po' più gentile e carina- le suggerì connettendomi al suo spirito, ma ovviamente non ci riuscì, il muro che mi impediva di entrare era ancora lì.

-Vorrei che lei giustizziasse un ragazzo che si
 è intrufolato nella mia proprietà e mi ha rubato tre galline-

-Permesso accordato, domattina porta qui il ragazzo e procederemo all'impiccagione- rispose monotona, come se l'uccisione di una persona fosse una cosa normale.

-Cosa? Assolutamente no!- esclamai io arrabbiata.

-Regina ritira ora il permesso!- ordinai severa connettendomi alla sua anima, ma ancora una volta il muro fu presente.

-Regina non puoi farlo davvero!- esclamai frustata dall'insuccesso del mio legame.
Infuriata mi misi davanti a lei.

-Regina NON farlo!- dissi imperativa.

Ovviamente i suoi occhi mi oltrepassarono e le mie urla non servirono a nulla, anzi avrei dovuto chiamarle urla silenziose.
Ormai sconfitta mi rimisi al mio posto.

La mattinata procedette lenta e monotona, con persone che portavano doni in cambio di richieste, ma poi una donna visibilmente magra e sciupata si presentò davanti al trono.

-Mia regina purtroppo l'unica cosa che posso darle in dono è una lucente mela rossa, la mia unica scorta di cibo, e sono qui per chiederle umilmente un secchio di latte per la mia povera bambina di due anni, ha una grave malattia alle ossa, il dottore si è raccomandato di fargli assumere molto latte o...altrimenti morirà- la donna finì il discorso con una lacrima che solcava la sua guancia.

-Quindi, fammi capire bene, tu pretendi che io ti dia un enorne secchio del MIO prezioso latte in cambio di una sudicia mela?- chiese Regina scioccata.

-E così sua maestà- rispose la donna ancora in ginocchio.

-Assolutamente no- disse Regina ridacchiando.

-Per favore mia regina, la sto implorando, la mia poverà figlia morirà- piagnucolò la madre disperata, porgendo la mela a Regina.

-Non è un mio problema- rispose gelida e a quel punto decisi di intervenire.

Mi inginocchia davanti a lei, in modo da avere i suoi occhi alla mia altezza.
-Ora tu devi ascoltarmi bene-

Purtroppo i nostri occhi non si incontrarono perché i suoi erano troppo impegnati a scrutare la mela rossa che si stava rigirando tra le mani.

-Lo so che c'è ancora del buono in te-

Anche se sapevo già di fallire, mi connessi alla sua anima, ma questa volta ci riuscì, una piccola breccia si era aperta attraverso quello spesso muro.

E finalmente mi sentii a casa.
In realtà non seppi come descrivere le emozioni che cominciai a provare, probabilmente solo un angelo come me poteva capirlo, ma era come se da quando Regina mi fu affidata fossi stata a metà, incompleta, ed adesso mi sentissi di nuovo me stessa.

Io e Regina adesso eravamo un tutt'uno anche se solo io potevo percepirlo.

Se mi concentravo riuscivo a sentire le sue emozioni e come mi aspettavo riconobbi rabbia, solitudine, cattiveria e malinconia, adesso però ero in grado di influenzare le sue emozioni e suggerirgli cosa fare, ma la decisione finale spettava sempre a Regina.

Invigorita di nuova speranza continuai a parlarle.

-Non puoi lasciare che una bambina innocente muoia così, tu sei in grado di aiutarla, quindi, per favore, salvala, so che c'è ancora del buono in te- oltre a queste parole cercai di trasmetterle anche le tipiche emozioni di noi angeli, dolcezza, gentilezza, amore...

Mi aspettavo una qualche tipo di reazione da parte di Regina, ma invece non successe nulla, lei continuò a fissare quella lucente mela rossa, come se fosse in preda a qualche flashback, poi un'onda di dolore e sofferenza mi sommerse.

A quel punto appoggiai le mie mani sulle sue, in un segno di conforto, ovviamente fù come toccare la pietra visto che gli angeli e gli umani non potevano avere alcun tipo di contatto e finalmente qualcosa successe.

Regina di colpo si alzò in piedi ed io mi feci da parte, non gradivo particolarmente la sensazione dell'essere attraversati.
Tutti i presenti nella sala si zittirono immediatamente, preoccupati dalla reazione della regina.

Raddrizzò la testa, e potei notare come tutto il suo corpo esprimesse regalità, e ad alta voce proclamo:
-Per oggi le udienze reali finiscono qui, guardie fate uscire tutti dal castello ma prima....date alla donna ciò che ha richiesto- detto ciò si avviò verso la porta.

La donna cominciò a piangere, questa volta di gioia, ringraziando la sovrana in tutti i modi che conosceva.
Di colpo Regina bloccò la sua camminata, si girò verso la gioiosa madre e disse:
-Puoi tenerti la mela, serve più a te che a me- e uscì dalla stanza.

Sul mio viso comparve un enorme sorriso, e cominciando a correre raggiunsi Regina che mi guidò verso l'esterno del castello.

Una volta arrivate nel giardino reale ci dirigemmo verso un piccolo boschetto, dovemmo lottare contro rovi, arbusti ed erba alta, ma alla fine arrivammo nelle vicinanza di un vecchio pozzo ricoperto d'edera, pensai fosse quella la nostra meta, ma Regina si diresse verso un incolto albero di......mele rosse?? Come quella povera donna?
Chissà quale speciale legame, queste mele, potevano avere con la mia protetta.

Regina si stese per terra, nell'erba umida, incurante di potersi sporcare il sontuoso vestito, con gli occhi rivolti al cielo e curiosa mi stesi accanto a lei .

In effetti la vista non era niente male, i lunghi rami impedivano al sole di accecarci, ma alcuni raggi riuscivano comunque a passare, la luce si rifletteva sulle mele che assumevano un colore di un rosso accesso.

In questo modo si creava un netto contrasto tra le mele all'ombra di color rosso sangue e quelle alla luce, di un colore vivo che spesso si associava all'amore.

Non capì bene cosa ci facesse qua Regina, ma poi emozioni molto belle mi invasero.

Regina si stava rilassando, stava trovando pace con se stessa e con il mondo che la circondava.

La mia protetta chiuse gli occhi ed io la imitai, tutti gli altri senzi immediatamente si rafforzarono, e in  lontananza riuscì a sentire qualche uccellino cantare.

Se qualcuno avesse potuto vedermi avrebbe detto che stessi dormendo, ma in realtà noi angeli non dormivamo, o meglio non nel senzo che intendevano gli umani.

Il nostro riposo consisteva nell'entrare nei sogni dei nostri protetti, in quel frangente i nostri corpi si riposavano e per noi ciò era sufficiente.

Le ore passarono in fretta , ma noi rimanemmo immobili , senza fiatare, le nostre anime erano ancora connesse, e fu così che mi accorsi che Regina si era addormentata ed un sogno si preparò ad entrare in scena.

"Una luce accecò i nostri occhi, una risata felice di bambina si sparse nell'aria, poi la luce scomparve ed una foresta comparve.
-Corri Ginni, corri Ginni!- urlò una bambina dai lunghi capelli neri.

-Guardate che vi prendo!- urlò una voce in lontananza, una voce infantile.

Le due bambine continuarono a correre ma poi una delle due inciampò in una radice e cominciò a piangere.

-Gina Gina aiutami!-
La bambina dai capelli neri tornò indietro ed aiutò l amica a rialzarsi.

-Ti sei fatta male?- chiese dolcemente Gina.

-Mi sanguina il ginocchio- piagnucolò la bambina.

-Tranquilla Ginni, guarda cosa faccio- disse Gina facendole l'occhiolino, e con un gesto della mano la ferita scomparve.
Intanto il bambino che prima gridava in lontananza le aveva raggiunte.

-Ehi perché vi siete fermate?-

-Josh!- esclamò Ginni, felice di vederlo.

-Mi sono fatta male, ma Gina mi ha curato con la magia- spiegò la bambina, orgogliosa dell' amica.

-Allora visto che stai bene....- ma Josh non finì la frase perché toccando la spalla di Ginni cominciò a correre gridando:
-Adesso sta a te ad acchiappare-

Le due bambine cominciarono a ridere, ed emisero una di quelle risate gioiose, che solo al sentirle verrebbe da ridere di felicità anche a te, e poi si lanciarono alla rincorsa del loro amichetto.

Ma non poterono fare neanche un metro perché una turbinio di nuvole nere apparse davanti a loro da cui spuntò la donna del sogno precedente, solo un pò più giovane.

-Regina mi hai disobbedito, sei uscita dal castello senzo il mio permesso e per questo verrai punita-
La scena all'improvviso sfocò e mi ritrovai in una stanza fatta di mattoni, umida e fredda.

Questo piuttosto che un sogno sembrava un ricordo, pensai io.

Guardandomi intorno mi ritrovai davanti la stessa bambina di prima, quella che si chiamava Gina....È Regina, capì all'improvviso.
Regina era rannicchiata per terra, in un angolo e stava piangendo, a quel punto decisi di materializzarmi nel sogno, vestendo anche io i panni di una bambina.

-Chi sei tu? E come sei entrata?- chiese spaventata rintanandosi ancora di più nell'angolo.

-Mi ha mandato tua madre, anche io sono in punizione- risposi dicendo la prima cosa che mi passò in mente.

Fu una sensazione strana sentire la mia voce bambina, lieve e delicata, mi guardai le mani e mi stupì, erano così piccole....

-Ohhh- rispose solamente lei.
-Che cosa hai fatto per farti rinchiudere quassù?- chiesi timorosa.

-Ho disubbidito ad un suo comando, ma tranquilla ormai ci sono abituata- rispose amareggiata.

-Mi dispiace vederti piangere- dissi dolcemente, e fu la verità, mi dispiaceva veramente, e poi Regina da piccola era ancora più bella.

La bambina mi guardò negli occhi, non parlò ma mi fece un piccolo sorriso.
-Posso sedermi accanto a te?- chiesi incerta.
-Certo- rispose dolcemente lei.
-Come ti chiami?- mi chiese dopo un minuto di silenzio.
-Emma e tu?-
-Regina-
-Bel nome-
-Grazie- e per la seconda volta da quando la conoscevo arrossì.
-Perché tua madre è così severa?- chiesi io.
-Lei non è mia madre, non è degna di quel titolo....io la odio- confessò infine.
-Ohh mi dispiace- risposi triste.
-Non dispiacerti, tanto molto presto tutto questo finirà-
-Davvero? E come?- chiesi felice per lei.
-Appena sarò un po più grande scapperò via insieme al mio fedele cavallo, sai io sono molto brava, così farò un po di spettacoli in giro e mi guadagnerò i soldi per vivere- rispose sicura di se.
-Spero tanto tu ci riesca- dissi sinceramente.
-E tu invece cosa racc...-
CRA!GRA!CRA!GRA! "

Il sogno si interruppe al'improvviso, la connessione tra le nostre anime si interruppe e Regina si guardò intorno disorientata.
Il sole ormai era tramontato e la notte era avanzata, segno evidente che eravamo rimaste addormentate lì per molto tempo.

Per fortuna una cornacchia ci aveva svegliate.

-Ma che ore sono?- chiese Regina a se stessa, poi il suo petto sobbalzò e per alcuni secondi smise di respirare, poi disse:
-Emma!-

E come successe per la prima volta io mi sentì felice, Regina si ricordava di me, Regina sapeva che esistevo....
Si ok, ok, esistevo solo nei suoi sogni, però era un inizio.

Dopo che si fu ripresa Regina tornò nel palazzo e mangiò qualcosa al banchetto reale.

La cosa che mi stupì era che Regina era scomparsa per molto tempo, ma nessuno era venuta a cercarla, ed anche ora al banchetto nessuna osava avvicinarsi a lei.

Ciò mi rese tanto triste, io avrei potuto essere una sua amica, ma purtroppo per ovvie ragioni non potevo, e fu per questo che cominciai a sperare che stanotte Regina facesse un altro sogno, ma non sapevo che stanotte Regina aveva tutt'altre idee, molto lontane dalla parola dormire.

Infatti una volta ritornate in camera, indossò una camicia da notte, poi chiamò una guardia e ordino:
-Fai condurre qui la mia concubina-

E qui rimasi pietrificata.

Grazie allo studio sulla cultura umana che avevo fatto all'accademia sapevo cosa era una concubina, ma la cosa che mi stupì fù che Regina aveva parlato di questa persona al femminile e non al maschile come normalmente dovrebbe essere.
A Regina piacevano le donne?.

 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Ero letteralmente pietrificata.
Per tutto il tempo in cui Regina si era specchiata per rendersi presentabile io ero come rimasta in coma...shock totale.
Ma il bello è che non avevo la minima idea del perché fossi rimasta così scioccata.
Forse perché non me l'aspettavo?
Okay a Regina piacevano le donne ma non era un problema..o almeno credevo.
Il mio cervello era annebbiato da una qualche sorta di nebbia, mi era impossibile ragionare.
-Sua maestà mi ha mandato a chiamare?- chiese la voce di una donna appena entrata in camera.
-Da quando non si bussa?- chiese Regina arrabbiata, o almeno credevo fosse arrabbiata, aveva un tono di voce che non avevo mai sentito prima.
La donna si fece avanti e io potei osservarla meglio.
Era alta, magra, capelli lunghi e biondi, pelle bianca come il latte ed occhi verdi...insomma una vera bellezza, chissà perché questo non mi stupì, sua maestà aveva gusti troppo reali per accoppiarsi con gente normale, pensai con risentimento.
Aspetta..ma cosa era questo strano sentimento che mi stava invadendo?
Non l'avevo mai provato prima e non ero in grado di riconoscerlo ne di dargli un nome.
-Non credevo di dover bussare- rispose la donna ridacchiando.
-E chi ti credi di essere per permetterti di non bussare?- chiese Regina con un tono che forse riconobbi come malizia.
-Mh ..fammi pensare...la tua amante personale?- chiese la donna circondando Regina con le sue braccia.
-Malefica....sta zitta...e baciami- gli sussurrò la mia protetta.
La donna bionda non se lo fece ripetere due volte e si impossessò delle labbra di Regina, fu una cosa intensa.
Malefica cominciò a spingere Regina all'indietro per poi buttarla sopra il letto e salirle sopra.
Dopo quella vista un fuoco bruciante mi invase letteralmente, fu una cosa involontaria.
Ero arrabbiata, ma di una rabbia che non avevo mai sperimentato prima, quella era una rabbia violenta e cattiva e ciò mi scombussolò.
Io ero un angelo, io ero gentile, buona e delicata, ed ora mi ritrovavo ad essere incazzata nera e non ne sapevo neanche il motivo.
Dopo che le due donne cominciarono a togliersi vestiti reciprocamente decisi di non voler guardare quello scena così mi avvicinai al terrazzo e dando le spalle al grande letto cominciai a scrutare il panoramo oscurato dalla notte.
Per la mezz'ora successiva mi impedì di guardare cosa stessero facendo, ma ogni tanto quando Regina esprimeva ad alta voce il piacere che stava provando non resistevo e davo un'occhiata, ma poi imbarazzata ritornavo subito a contemplare la natura.
Cercai di isolarmi in me stessa per non fare caso a loro e cercare di riflettere su questa strana situazione.
Non capivo cosa mi stesse succedendo.
Insomma in passato avevo già protetto altro persone.. un bambino di nome Henry, una reale di nome Katrine, una ragazza di nome Lily...insomma avevo molta esperienza alle spalle e non riuscivo a capire come mai adesso, con Regina, tutto fosse cambiato.
Ovviamente durante la mia vita avevo già assistito a scena come quelle, ma in quei casi mi ero limitata solo a sorridere e a lasciare al mio protetto la privacy che meritava...insomma l'amore era una cosa bellissima derivato solo da sentimenti buoni e puri...eppure io oggi mi ero lasciata accecare dalla rabbia solo perché....per qualcosa che non ero ancora riuscita a capire, ma poi riflettendo un attimo elaborai una teoria.
Come avevo già capito in precedenza io volevo essere amica di Regina, avevo già provato il desiderio che lei potesse vedermi e sentirmi, quindi questa mia strana reazione doveva nascera dal fatto che....e niente, mi sbattei contro un altro muro, non riuscivo più a comprendere me stessa.
Nel frattempo Regina e Malefica avevano finito quello che stavano facendo e la donna bionda si diresse verso la porta.
-A presto Regina- e dopo aver fatto l'occhiolino se ne andò.
Regina non fece una piega, e senza neanche rivestirsi si stiracchiò sotto le coperte per poi chiudere gli occhi.
Tutta quella attività fisica l'avrà stancata molto, pensai acida.
Mi avvicinai al letto e come la notte successiva mi stesi accanto a lei, solo che questa volta non guardai il soffitto ma appoggiai una guancia sulla mia mano e stesa su un fianco cominciai a contemplare Regina...
Aveva i capelli arruffati, una ciocca era rimasta incastrata nell'angolo della bocca e in quel momento ebbi una grandissima tentazione di allungare una mano per sistemargliela ma mi trattenni, sapevo già che sarebbe stato impossibile, non potevo toccarla...
Mi soffermai ancora un po' ad osservare la sua bellezza, poi mi immersi nella sua mente e presi parte al sogno.
"Bum, bum, bum bum, bum bum..
Per caso erano tamburi quelli che sentivo?
Vidi una lunga processione di persone, molte delle quali avevano partecipato al colloquio reale, stavano conducendo una persona, che riconobbi subito essere la mia protetta,  ad una scogliera.
Regina sembrava spaventata anche se la nascondeva bene sotto la rabbia e il suo potente sguardo d'odio.
Una volta arrivati alla meta, un uomo si fece avanti e urlò:
-Regina, hai commesso ogni genere di reato, hai ucciso, hai schiavizzato, hai manipolato, hai rubato, ed hai rovinato la vita di moltissime persone, per questo il tuo popolo ti condanna a morte-
A quelle parole le persone radunate li alzarono le mani al cielo gioendo alla sentenza appena decretata.
Ma solo io mi sentivo morire?
Solo io non riuscivo più a respirare?
E dopo neanche un battito di ciglia, delle mani spinsero Regina e lei precipitò nel vuoto.
-Noooooo!-
Sapevo che questo era solo un sogno e che quindi lei non sarebbe morta davvero, ma in quel frangente non importava e automaticamente mi materializzai nel suo incubo.
Mi lanciai in picchiata e sfidando la gravità cercai di andare il più veloce possibile, fortunatamente, un secondo prima che Regina entrasse in contatto con i pericolosi scogli ai piedi della scogliera riuscì a prenderla.
Con un poderoso battito d'ali ripresi quota e atterrai su una piccola sporgenza nella parete di roccia che faceva da entrata ad una piccola grotta.
Una volta al sicuro feci scendere Regina dalle mie braccia, e quando lei guardo chi fossi il suo salvatore rimase scioccata.
Solo in quel momento feci caso al fatto che senza neanche volerlo mi ero materializzata sottoforma di...beh di me stessa.
Come al solito indossavo il mio anonimo abito bianco, i miei vaporosi capelli biondi erano sciolti sulle spalle e sulla mia schiena spiccavano le mie fedeli ed onnipresenti ali di un bianco candido.
-Ch..chi....chi sei tu?- domandò meravigliata Regina.
-Sono Emma- risposi semplicemente per poi sorridere e notare che anche se indossava un sudicio vestito di lana, Regina era comunque bellissima.
-Tu sei un angelo?- chiese a bocca aperta.
-Si- risposi felice, finalmente potevo farle conoscere la vera me stessa che purtroppo sarebbe sempre rimasta frutto di un sogno.
-Perché mi hai salvato?- chiese ancora attonita.
-Perché è quello che gli angeli fanno, salvano le persone- risposi avvicinandomi a lei.
-Io non meritavo di essere salvata- mormorò dandomi le spalle.
-Perché dici questo?- chiesi triste.
-Perché è vero, quelle persone hanno ragione, io sono cattiva e merito di morire- rispose senza lasciar trasparire alcun tipo di emozione.
-Non è vero, tu non sei cattiva, pensi solo che sia più facile dire così piuttosto che soffermarti ad analizzare le tue emozioni- dissi sicura di me.
-E tu cosa ne sai? Tu non mi conosci!- sibilò sulla difensiva.
-Se fossi cattiva non avresti dato il latte a quella donna-
-Come fai a saperlo?!!!- chiese sospettosa mentre mi resi conto del grosso errore che avevo fatto.
-Questo non ha importanza....potresti solo dire grazie invece di lamentarti?- chiesi scocciata.
-Grazie!- disse con un tono di voce che voleva dire tutt'altro e così sbuffai, stufata della sua testardaggine.
-Ma si può sapere da dove sbuchi fuori?-
-Dimmelo tu!-
-Non rigirare la domanda!-
-Come faccio a saperlo!Questo è un tuo sogno!-
-E questo cosa vorrebbe dire?- chiese alzando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
-Questo è un tuo sogno e se sono qui vuol dire che sono un frutto della tua immaginazione, tu volevi che io fossi qui- spiegai mentendo,  ovviamente non era grazie a lei se ero lì, ma in realtà non mi sarebbe dispiaciuto se fosse stato così....era bello sentirsi voluti.
-Cosa cosa?! Quindi adesso la colpa sarebbe mia?- chiese sul punto di guerra.
- Ma chi ha parlato di colpa! Sei tu che....- ebbi la forza di fermarmi e dopo aver preso una boccata d'aria dissi:
-Ascolta perché dobbiamo litigare? Che ne dici di...non so..potremmo guardare il tramonto insieme..aspettando che tu ti svegli e che tutto questo finisca- proposi sorridendo.
-Il tramonto?- chiese confusa lei , ed io con un dito indicai l'orizzonte dove un sole di color arancione si stava accingendo a lasciar spazio alle ombre, che piano piano avanzavano sempre di più.
Sul volto della donna comparve un sorriso e poi annuì, d'altra parte a chi non piacevano i tramonti?
Io e Regina ci sedemmo per terra con lo sguardo rivolto all'orizzonte, all'inizio eravamo molto distanti ma poi con il passare del tempo i nostri corpi si avvicinarono e tra le nostre mani si creò una distanza di pochi centrimentri.
-Per caso ci siamo già incontrate prima?- chiese Regina interrompendo un lungo silenzio.
-No- mentì.
Lei sembrò pensarci un attimo e poi chiese dubbiosa:
-Sei sicura che non ci conosciamo?-
Con un gesto della mano gli feci cenno di poggiare la sua testa sulla mia spalla, lei stupendomi lo fece, e solo allora risposi:
-Sicura, mi ricorderei di una donna come te-
I nostri corpi erano così vicini che potei sentirla sorridere.
Con gli sguardi rivolti lontano, il calore dei nostri corpi si unì e ciò mi donò un forte senso di pace interiore....fu un momento magico.
Finalmente gli ultimi raggi di sole, che ancora lottavano contro l'inesorabile avanzata delle tenebre, scomparve, e con essi anche il sogno finì."
Una volta ritornate nel castello della Foresta Incantata Regina si svegliò.
Si stiracchiò e per un po' rimase ad occhi chiusi nel letto per riposarsi ancora, poi con un tono di voce molto dolce mormorò:
-Emma- e sul suo viso spuntò un sorriso.
All'improvviso aprì gli occhi e con un balzo uscì fuori dal letto.
Io arrossendo distolsi subito gli occhi dal suo corpo nudo, reduce della notte appena passata.
Velocemente si vestì catapultandosi poi davanti al suo magico oggetto riflettente.
-Specchio!!- gridò.
-Buongiorno anche a lei sua maestà, siamo di buon'umore stamattina- rispose sarcastica la voce.
-Cerca subito in tutti i miei ricordi e trovami una donna bionda di nome Emma!- ordinò severa.
O mio dio! Pensai stra felice.
Regina si ricorda di me! Lei sa che esisto!!
Ma poi la consapevolezza mi cascò addosso come un secchio di acqua gelida.
Regina NON doveva sapere della mia esistenza.
Primo perché era una delle leggi fondamentali degli angeli, i nostri protetti non dovevano sapere di noi, secondo perché se avesse saputo di me avrebbe creduto che le opere di bene fatte fossero opera mia e non sue, come effettivamente erano.
-Mi dispiace sua maestà, nei ricordi della sua vita non c'è alcuna traccia di questa donna-
-Sicuro?-
-Sicurissimo, le risulta il contrario per caso?-
-No, no, d'altra parte era solo un sogno-
Di fronte a questa notizia avrei dovuto gioire, invece perché mi sentivo così triste e depressa?
Regina dopo aver "spento" il suo specchio si catapultò fuori dalla porta in cerca di una guardia.
Io rimasi nella stanza ma la sentì comunque ordinare:
-Fermate subito l'impiccagione del ragazzo!-
-Sua maestà ma cos...-
-Ho detto subito!- gridò, per poi ritornare in camera.
Appena la rividi non potei far altro che sorridere.
Avevo ragione, Regina non era cattiva.

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Salve a tutti quelli che leggono la mia storia, spero che continui a piacere, grazie delle recensioni e se volete darmi qualche consiglio o qualche critica non esitate a farlo. A presto.


 

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


Dopo essersi assicurata di aver interrotto l esecuzione di quel povero ragazzo, Regina decise di concedersi una bella passeggiata a cavallo ed io ovviamente la seguì.
Fu solo alle stalle che il vero problema venne fuori.
Come avrei fatto a seguirla?
Di cavalcare un cavallo non se ne parlava, visto che io ero invisibile, ed un animale che si guidava da solo poteva sembrare un tantino strano, certo avrei potuto volare ma non so perché  scelsi di montare in sella con Regina.
Dopo che il cavallo fu partito ebbi una fortissima tentazione di abbracciarla, circondarle il busto con le mie braccia ed appoggiarmi alla sua schiena, sentire i suoi polmoni che si espandevano e poi si restringevano, sentire il profumo dei suoi capelli, la consistenza della sua pelle...ma non potevo e così mi tolsi subito dalla testa questi insoliti pensieri.
La cavalcata fu piacevole, e detto da me era davvero un complimento visto che non ci ero mai andata.
Per curiosità volli vedere se quei muri che spesso mi tenevano fuori fossero ancora presenti, così mi connessi alla sua anima e ci riuscì.
Subito una profonda pace mi invase e ne fui felicissima.
Questo era il tipo di emozioni che desideravo Regina potesse sempre provare.
Per qualche strana ragione il cavallo la faceva sentire bene.
Regina continuò indisturbata la passeggiata, fin quando non passammo vicino ad un villaggio e i suoi abitanti la riconobbero.
"È la regina"," la regina è qua" questi mormorii si espansero intorno a noi, mentre un piccola folla si cominció a formare intorno a noi, finché Regina non fu costretta a fermare il cavallo per non investire qualcuno.
-Levatevi plebei- ringhiò la mia protetta infastidita.
-Per favore vostra mestà aiutateci- cominciò a gridare qualcuno.
-Adesso non ho tempo per voi!- ribattè lei, cercando inutilmente di far ripartire l'animale.
-Regina sii un po' più gentile- le dissi approfittando del nostro legame ancora attivo per trasmetterle un po' di pazienza.
-Parla contadino, ma sii veloce- disse poi cambiando idea ed io sorrisi.
-I nostri campi sono sterili, da mesi ormai fatichiamo ad andare avanti, tutti i nostri bambini più piccoli stanno morendo; sappiamo che lei possiede la magia...per favore ci aiuti, li renda di nuovo coltivabili- l'uomo finì il discorso con qualche lacrima.
Un gelido silenzio scese su tutti noi,in attesa della risposta della Regina che dopo un attimo di riflessiono arrivò:
-Non posso- e detto ciò partì al trotto scappando letteralmente da quel villaggio.
Io mi rattristì, pensavo di aver fatto qualche passo avanti, ed invece mi resi conto di non aver fatto un bel niente, Regina era ancora la donna fredda e antipatica di prima, però i sentimenti che mi stavano arrivando erano strani.
Regina stava provando tristezza, malinconia...un dolore straziante..ma in teoria avrebbe dovuto provare solo menefreghismo.
La risposta a questo dubbio arrivò subito, perché la donna deviò dalla strada principale e si inoltrò in un piccolo boschetto ombroso.
Velocemente scese dal cavallo e avvicinandosi ad un albero cominciò a ....tirare pugni alla corteccia??
Cominciò ad urlare, a gridare ed a piangere a dirotto.
Era straziante vederla in quello stato, e in quel momento rimpiansi di aver ancora attivo il nostro legame.
Avrei voluto interromperlo per non sentire più queste malinconiche emozioni, ma non potevo, sarei stata una codarda ad abbandonarla in un momento del genere.
Sentì il mio cuore battere veloce, faceva male e mi mancava il fiato, mi sentivo debole e tutto quello che desideravo era piangere...ma non potevo.
-Regina per favore fermati- implorai sussurrando senza voce.
Mi avvicinai cercando di fermarla, ma le mie mani vennero oltrepassate e lei continuò a tirare pugni all'albero finché le nocche non gli si ricoprirono di sangue.
-Perché lo stai facendo?- chiesi ancora senza voce.
Mi sentivo così frustrata, avevo bisogno di far uscire da me tutti queste intense emozioni, ma l'unica valvola di sfogo mi era inaccessibile, non potevo piangere.
Avrei voluto abbracciarla, farle sapere che io ero qui, che non era sola, che qualcuno le voleva bene,  ma non potevo.
Così urlai.
Urlai per sfogarmi e riuscire a buttare fuori di me queste devastanti sensazioni.
La mia voce inudibile si espanse fra gli alberi.
Regina si fermò e si girò verso di me.
-C'è qualcuno?- chiese con la voce tremante ed io mi congelai.
-Riesci a sentirmi?- chiesi incredula.
Regina si guardò ancora intorno e poi ignorandomi risalì sul suo cavallo.
Ancora una volta mi sentì una stupida, come avevo potuto pensare che lei mi avesse sentito?
Probabilmente aveva solo udito qualche animale camminare nel sottobosco o il vento muovere qualche ramo secco.
Tornammo a palazzo e Regina si rintanò nella sua stanza.
Si specchiò per osservare i suoi occhi rossi e i suoi capelli spettinati; tutto ciò la rendeva più umana, più vera ed anche più bella.
Finalmente fece caso alla sua mano e con una parola sussurrata le ferite scomparvero.
La curiosità mi stava mangiando dentro, a cosa era dovuto quello sfogo?
A cosa erano dovute quelle lacrime?
Ancora non lo sapevo ma stanotte lo avrei scoperto a tutti i costi.
All'improvviso mi mancò il fiato e il legame si interruppe, ancora una volta la sua anima si era nascosta da me.
Ciò mi dispiacque, ormai mi ero abituata a condividere le nostre emozioni ed ora, era come se ne sentissi la mancanza, mi mancava avere quel contatto intimo con la mia prote......con Regina.
Per il resto della giornata non volle vedere nessuno, semplicemente si dedicò alla lettura.
Il tempo passò lentissimo, troppo lento per i miei gusti ma alla fine la notte arrivò.
Regina indossò la camicia da notte e si coricò nel letto.
Con ansia aspettai che chiudesse gli occhi, ma di dormire Regina non ne voleva proprio sapere.
- E dai, proprio stanotte non riesci ad addormentarti?- brontolai dopo mezz'ora di pazienza.
Scocciata scesi dal letto e cominciai a camminare in cerchio.
-Si può sapere cosa ti turba?-
-Non puoi prenderti una camomilla o qualcosa del genere?-
-Ho bisogno di vederti, di parlarti, di abbracciarti...- confessai ad alta voce guardandola.
-Regina cosa mi hai fatto? Perché all'improvviso non riesco più ad accettare ciò che sono, perchè alcune volte ho voglia di rinnegare la mia stessa natura angelica?- 
Non capivo più cosa mi stesse accadendo, non riuscivo a dare un nome a queste strane sensazioni che mi invadevano ogni volta che la vedevo...cioè praticamente sempre.
Cosa c'era che non andava in me?
Forse ero malata?
Purtroppo nessuno rispose alle mie domande e scoraggiata tornai a stendermi sul letto.
Regina si rigirò nelle lenzuola per trovare una posizione più comodo ma ancora una volta di dormire non ne volle sapere.
Poi mi venne un'idea.
-Ho deciso, ti canterò una ninna nanna- e subito intonai un motivetto lento e dolce che i miei genitori mi cantavano sempre da piccola.
Avrei voluto condividere questo momento con lei, ma i muri che innalzava per tenere tutti fuori erano ancora presenti, ed io non potei farci niente.
Quei muri che usava per non provare emozioni, quei muri che le servivano ad essere una perfetta Regina Cattiva non accennavano a volersene andare.
Ovviamente lei non poteva ascoltare la mia dolce ninna nanna ma il caso volle che finalmente si addormentasse proprio durante la mia canzoncina.
"Mi ritrovai nel bosco, pioveva, anzi diluviava, Regina stava correndo con addosso uno dei suoi innumerevoli abiti neri ed ogni cinque metri inciampava in qualche radice per poi rialzarsi subito dopo, era un continuo, una strada infinita...delle cadute infinite, ma poi qualcosa infranse questa monotonia.
Un fulmine abbattè un albero lontano e per lo spavento Regina cascò per l'ennesima volta ma a differenza delle altre, questa volta non si rialzò.
Perse le speranze e si distese per terra, in mezzo al fango.
Lentamente le radici degli alberi cominciaro a crescere,si allungarono fino ad arrivare al corpo di Regina per poi crescerle addosso.
Lei urlò ed io materializzandomi nel sogno corsi a salvarla.
-Dammi una mano- le gridai togliendo le radici dalle sue gambe, lei non se lo fece ripetere due volte e finalmente ci toccammo, finalmente potei sentire le nostre pelli toccarsi.
Con un grande sforzo l'alzai da terra e scappammo via da quella strana vegetazione.
-Stai bene?- le chiesi una volta al sicuro.
-O mio dio cosa diavolo erano quelle cose?- chiese ancora spaventata.
-Non ne ho proprio idea- risposi col fiatone.
-Tu chi sei comunque?- chiese sospettosa.
-Una semplice boscaiola che ti ha salvato la vita- risposi sarcastica.
Ma lei non rise, anzi cominciò a fissarmi il viso.
-Ci conosciamo per caso?- chiese dubbiosa.
-Cosa? No!-  risposi subito, forse un po troppo veloce, veloce come i battiti del mio cuore che stranamente stavano aumentando.
-Aspetta!......tu..tu ti chiami Emma!- disse questa volta sicura di se.
Non potei evitare di rimanere a bocca aperta.
Non potevo crederci, lei..lei..si ricordava di me.
-No!Cosa? Chi è emma?- mentì con poco impegno.
-Io sono Lucy- aggiunsi poi, questa volta fingendomi più sicura.
-Ne sei sicura?- ed io annuì.
-Scusa è che...io non ti conosco, ma è come se ti conoscessi- spiegò in imbarazzo.
-Non è che per caso hai un familiare...o qualcuno che ti assomiglia ..e che si chiama...Emma?- insistette ancora.
-Mh..no- risposi io, ancora incredula che si ricordasse il mio nome, ma adesso non era il momento di pensare a queste cose dovevo mettere in azione il mio piano.
-Scusa, siccome sono appena arrivata in queste terre, potresti farmi il nome di qualche strega che è in grado di rendere di nuovo fertili i miei campi? Non conosco nessuno qua, ed ho veramente bisogno di procurarmi del cibo- spiegai fingendomi triste.
-No mi dispiace non ne conosco- rispose irrigidendosi.
-Ah ..qualcuno mi aveva parlato di una certa Regina Cattiva per caso sapresti indicarmi dove abita?- provai ancora.
-Lei non può aiutarti- rispose fredda.
-Davvero?Ma me ne avevano parlato così bene- insistetti delusa.
-Lei non può aiutarti- ripeté atona.
-Ma mi hanno detto che lei e potentissima e che...-
-Lei non possiede quel tipo di magia!- esclamò perdendo la pazienza.
-Ma come? Lei è una strega, può praticamente fare di tutto- continuai sicura che presto avrebbe ceduto e infatti fu così.
-Non può ok? Le piante che crescono dalla terra sono pura vita, lei possiede magia nera, e quel tipo di magia non può far nascere qualcosa, solo la luce può, ma lei non la possiede- mi spiegò malinconica e finalmente capì ciò che era successo oggi.
-Credimi lei vorrebbe davvero aiutarti..ma semplicemente non può..è troppo cattiva- aggiunse ancora versando qualche lacrima.
-Da come ne parli sembra che tu la conosca- dissi triste ma felice.
Triste perché Regina stava soffrendo.
Felice perché allora non avevo fallito, Regina non è che non voleva aiutare quella povera gente, semplicemente non poteva, per questo era così distrutta nel bosco...per colpa della sua cattiveria il suo stesso popolo stava morendo.
-Non proprio- rispose asciugandosi le lacrime, ma se ne dimenticò una, ed io come traianata da un filo invisibile mi avvicinai, forse troppo perché potei sentire il suo fiato scontrarsi con il mio, e con una mano raccolsi la lacrima dimenticata.
-Gr..grazie- balbettò incastrando i suoi occhi nei miei.
I battiti del mio cuore aumentarono ancora di più e un intenso calore mi invase lo stomaco, fortunatamente lei distolse lo sguardo interrompendo tutto ciò.
-Se per caso la vedi potresti suggerirgli una cosa da parte mia?- chiesi una volta riacquistata la voce.
-Certo-
-La magia non è tutto, può fare molto anche senza, per esempio condividere il cibo del suo palazzo con il popolo, o concedergli altri territori dove coltivare-
-Già potrebbe- mormorò pensierosa.
-Aspetta! Ma tu come sai del suo popolo?- esclamò poi sospettosa.
-Io....- cavolo mi ero tradita con le mie stesse parole.
-Chi sei tu veramente?- chiese con un tono cattivo.
-Io....- ma scappai.
Cominciai a correre, ero entrata nel panico, e l'unica idea che mi era venuta in mente era quella di scappare.
Regina purtoppo si lanciò alla rincorsa ed io per non farmi prendere dovetti aumentare il numero dei passi.
Corsi, corsi e corsi finché sentendo un lamento guardai alle mie spalle e notai la mia protetta per terra, ancora una volta era inciampata nelle radici.
-Regina!- gridai tornando subito indietro per vedere se si fosse fatta del male, ma questa volta non si fece aiutare a rialzarsi.
-Come fai a conoscere il mio nome? Non te l'ho mai detto-
-Io....- merda, merda, possibile che non riuscissi più a parlare senza tradirmi?.
-Sei Emma vero?- chiese speranzosa.
Ma questa volta non ci fu bisogno di rispondere perché Regina svenne tra le mie braccia e il sogno si interruppe."
Di colpo aprimmo gli occhi e la mia protetta alzando la testa dal cuscino mormorò:
-Chi diavolo sei Emma??!!-.


 

 

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Regina si alzò velocemente dal letto per andare a consultare il suo oggetto magico.
-Specchio!!-
-Eccomi mia regina- rispose la voce annoiata.
-Ho bisogno di un tuo parere-
-Oh questa si che è una novità- Rispose sarcastico l'uomo nel vetro, poi dopo un'occhiataccia da parte di regina aggiunse:
-Proceda pure-
-C'è questa persona....questa donna..-
-La donna di nome Emma?- chiese curioso lo specchio.
-Esatto- annuì Regina cominciando a camminare in tondo per la frustrazione.
-E qualè il problema?-
-È questa la cosa strana, non lo so, ogni volta che mi sveglio..ho come dei ricordi confusi, delle sensazioni, e nei miei pensieri è sempre presente questa figura..non so chi sia, ma c'e questo nome..Emma..che soffoca la mia mente. Spesso ho queste strane sensazioni, che non capisco, è come se non fossero mie ma di qualcun'altro, mi capisci specchio?- chiese la mia protetta smettendo di camminare per la stanza per rivolgersi all'uomo.
-Non capisco cosa c'entro io in tutto questo, vostra maestà- rispose dubbioso lui.
-Devi aiutarmi a capire cosa mi sta succedendo stupido!-
-Non so chi sia questa Emma, e poi non sono mica un libro che ha tutte le risposte!- disse lui stizzito.
-Sei solo un inutile essere!!- gridò Regina arrabbiata, uscendo dalla stanza sbattendo la porta.
Io sorpresa la seguì attraversando le porte di legno.
Non avrei mai pensato che il mio operato potesse sconvolgerla tanto.
Insomma una cosa del genere non mi era mai successa, di solito i miei protetti non facevano caso a me e non era mai accaduto che il giorno dopo si ricordassero della mia presenza fra i loro sogni, perché invece Regina ci riusciva?
E ancora una volta accatastai quella domanda tra la pila di quelle senza una risposta.
Regina camminò furiosa per i lunghi corridoi del palazzo, non credo avesse una meta precisa, sembrava camminare senza una ragione logica finché una guardia senza fiato la chiamò:
-Vostra maestà la stavamo cercando da tutte le parti!- l'uomo corse verso di noi ma non si avvicinò molto, mantenne un'adeguata distanza dalla mia protetta.
-C'è una persona che le chiede udienza-
-E chi sarebbe costui?- chiese Regina, curiosa da tutta questa fretta.
-Una vecchia che dice di possedere dei poteri speciali-
-E tu hai corso tutto il palazzo solo per dirmi che una stupida pazza  crede di poter ottenere chissá cosa?- chiese Regina scettica.
-Se mi permettete vostra maestà, io credo che quello che ha da offrirvi vi interessi molto- rispose la guardia abbassando lo sguardo spaventato da una sua violenta reazione.
Ed ancora una volta mi chiesi perché tutti ne avessero paura.
Solo io vedevo una donna sola, bisognosa di qualcuno che la amasse veramente?
-Portami dalla donna- sospirò Regina e detto ciò seguì la guardia che ci condusse nella sala del trono.
La donna che trovammo ad aspettarci era anziana, piuttosto bassa, aveva il viso ricoperto di rughe, i capelli bianchi nascosti da una mantella nera, sotto cui spuntavano abiti anonimi e sporchi.
Regina si andò a sedere sul trono con una faccia annoiata stampata in volto, anche se la sua curiosità faticava a rimanere nascosta.
-Cosa hai di così importante da offrirmi per recare disturbo alla regina in persona?-
-Vedete vostra maestà, so che anche voi siete una strega molto potente, ma io possiedo un incantesimo che nessuno ha-
-E da cosa deriva cotanta sicurezza?-
-Dal fatto che l'ho inventato io stessa- rispose l'anziana sicura di se.
-E di cosa si tratta?-chiese Regina lasciando finalmente trasparire la sua curiosità.
-So che voi non avete famiglia, siete sola e una regina potente e bella come lei di certo non lo merita-
A quelle parole Regina si irrigidì, io invece aprì gli orecchi, quella conversazione si stava facendo sempre più interessante.
Dopo aver creato un po' di suspence la strana maga parlò ancora.
-Si tratta di un incantesimo per trovare il vero amore di una persona- a quelle parole Regina sussultò e subito chiese:
-Che cosa vuoi in cambio?-
-So che voi possedete delle mele avvelenate intrise dall'incantesimo del sonno- spiegò l'anziana signora.
- È così infatti-
-Ne voglio una-
-Allora abbiamo un accordo? - chiese felice Regina, acconsentendo subito a quel compromesso.
Per quanto fossi felice per Regina non lo potevo essere per il modo con cui l'accordo era stato concluso.
Okay Regina avrebbe potuto trovare il suo vero amore, e questo l'avrebbe avvicinata sempre di più alla strada verso la luce, ma chi pensava al povero innocente contro cui la strega avrebbe sicuramente usato quella potente arma?
Insomma questo accordo era veramente ridicolo e senza senso!
E poi in fin dei conti l'amore non era così importante, si poteva diventare buoni anche senza di quello.
Ma da quando poi Regina aveva bisogno di amore?
Poi quell'incantesimo avrebbe anche potuto non funzionare, magari avrebbe indicato un povero contadino.
E se magari la risposta fosse stata la donna volgare e a mio parere pure brutta di nome Malefica, Regina avrebbe accettato?
Insomma i veri amori cambiano no?
"Ma insomma Emma smettila si farti tutte queste paranoie, non è affar tuo" pensai tra me e me.
"Certo che è affar mio, lei è la mia protetta, è importante che Regina abbia accanto a se qualcuno alla sua altezza" risposi fra me e me.
Grandioso!Adesso mi mettevo pure a parlare con me stessa?
Scuotendo la testa per scacciare questi fastidiosi pensieri ritornai a prestare attenzione alla conversazione.
-Per questo incantesimo ho bisogno di acqua bollente, di alcune erbe che ho portato con me e di una goccia del vostro sangue, vostra maestà- spiegò la strega e Regina con un gesto della mano fece apparire un gran pentolone fumante in cui subito la strega cominciò a mescolare i vari ingredienti.
La regina si alzò dal suo trono avvicinandosi alla vecchia maga che le porse un ago con cui pungersi il dito e una volta fatto lasciò cadere qualche goccia del suo sangue nel bollente pentolone.
Subito il liquido si coloró di rosso.
-Perfetto, tra pochi istanti uscirà un fumo nero, a quel punto basterà seguirlo e ci condurrà da colui che cerchiamo- spiegò la donna guardando speranzosa l'incantesimo che bolliva.
-Ed a quel punto verrai pagata con la mela- continuò Regina guardando con un'aria un po' da sadica il pentolone.
Io invece guardai entrambe senza pensare niente, ero molto nervosa.
Il tempo passò e dal liquido nessun fumo si alzò.
Regina cominciò a sbuffare impaziente.
La maga cominciò a sudare freddo.
Ed io mi rilassai.
-L'incantesimo non sta funzionando- brontolò Regina sottolineando l'ovvio.
-Vostra maestà credetemi, l'ho eseguito centinaia di volte ed ha sempre funzionato, non capisco cosa sia andato storto questa volta e.....- ma la maga non poté continuare le sue giustificazioni.
Con un gesto della mano Regina le spezzò il collo.
-Mai dare false speranze a qualcuno di disperato- mormorò uscendo dalla stanza.
-Guardie ripulite il sangue e gettate il cadavere nel porcile-.
Io rimasi immobile e per la prima volta non seguì la mia protetta.
Avevo fallito.
Avevo un disperato bisogno di piangere, ma impotente rimasi ad osservare la servitù che puliva il pavimento.
La donna aveva ancora gli occhi aperti e ne fui incantata finché qualcuno non ebbe il buon senzo di chiuderli.
Rimasi li non so quanto tempo , per pochi secondi ebbi anche la tentazione di arrendermi, abbandonare il mio compito e ritornare in cielo, ma non avrei mai potuto farlo, volente o nolente non sarei mai riuscita ad abbandonare Regina.
La mia protetta.
La mia amica.
La notte calò sulla foresta incantata e quando mi decisi a ritornare da Regina la trovai gia addormentata.
Cavolo!
Avevo già disubbidito alla regola di non lasciare mai soli i propri protetti, adesso volevo infrangere anche quella che diceva di essere sempre presenti nei loro sogni?
Mi sgridai mentalmente per essermi lasciata sconvolgere così tanto per una morte che per i cattivi era roba da niente.
Io avevo fallito, ma il compito che mi era stato affidato era impossibile.
Amareggiata e sconfitta mi distesi accanto a lei nel letto, ed entrai nel sogno già iniziato.
"Regina era davanti al fuoco e stava cuocendo un coniglio.
La foreste in cui eravamo era strana, in una metà era notte mentre nell'altra metà era giorno, intorno a noi c'erano enormi funghi rossi ed ora che ci facevo caso anche la vegetazione era strana, alberi bassi e con forme strane, cespugli enormi e senza foglie e fiori di colori fosforescenti , ma che razza di luogo era quello?
Regina cominciò a mangiare tranquilla quando degli uomini a forma quadrata irruppero nel piccolo accampamento.
Regina colta sul fatto non fece in tempo a difendersi e venne catturata.
-No!No!No per favore! Vi imploro non portatemi da lei-
Regina piangeva e si disperava ma quegli uomini non ci fecero caso.
-O tu o la nostra testa- mormorarono insieme.
Per un attimo fui tentata di starmene nelle quinte a vedere cosa sarebbe successo; per quello che aveva fatto all'anziana maga si meritava questo ed altro.
Ma non resistetti.
Sentirla gridare di disperazione per me era troppo sofferente.
-Lasciatela!Ora!- intimai ai cinque uomini davanti a me dopo aver preso le sembianze di un cavaliere con spada e armatura.
Le cinque guardie mi fissarono per pochi secondi e poi scapparono a gambe levate.
-O mio dio grazie per avermi salvata- disse Regina avvicinandosi al suo pasto non del tutto consumato.
-Ehm prego ..anche se in realtà non so bene cosa ho fatto- risposi imbarazzata.
-In questa terra le carte della regina sono allergiche alle spade- spiegò lei tranquillamente.
-Ah...- risposi spiazzata da una risposta così ambigua.
-E di grazia in quale terra siamo?- aggiunsi curiosa.
-Ma nel Paese delle Meraviglie cara- rispose come se fosse una cosa ovvia.
Strano non avevo mai sentito dire di un posto del genere.
-Potrei sapere il nome del mio salvatore?- chiese imbarazzata spengendo il fuoco con un po' di terra.
Quindi lei non mi aveva riconosciuta, pensai sorpresa.
Una parte di me volle dire chi ero in realtà ma la mia natura angelica vinse e rispose con una bugia.
Era meglio non esporsi ulteriormente visto che lei riusciva a ricordare i suoi sogni.
-Sono Sir Lancillotto- dissi prendendo in prestito il nome da un mio precedente protetto.
All'improvviso senza un ordine  logico, la parte di luce divenne ombra e la parte della notte si trasformò in giorno.
-Vuole un po' di capriconiglio?- mi chiese offrendomi il suo pranzo..o la sua cena a seconda dei punti di vista.
-Si grazie- risposi sedendomi su un tronco che era intorno al fuoco.
-Allora cosa stai facendo quaggiù nei boschi da sola?-
-In realtà non ne ho idea , ma so che tu non sei chi dici di essere- rispose masticando poi una coscia dello strano animale.
-Tranquillo o tranquilla- si corresse sorridendomi.
-Non devi rispondermi, sono sicura al 63% che questo sia un sogno. Sai non sono mai stata nel Paese delle Meraviglie ma eppure adesso mi ci ritrovo.- mormorò ragionando fra se.
-Tu non ti senti strana?- chiese ancora.
Io con la testa feci cenno di no.
-Buon per te, io invece non mi sento me stessa, ma sarà colpa del posto, sai fa strani effetti alle persone- spiegò guardandosi intorno furtivamente.
-Ti va di fare una passeggiata nella foresta oscura?- propose all'improvviso felice come una bambina.
In effetti questa Regina era molto strana e parlava insolitamente molto.
-Il nome non promette bene- risposi dubbiosa .
-Tranquillo, è tutto l'incontrario di quel che dice il nome- spiegò ridacchiando ....credo stesse ridacchiando della mia ignoranza.
-Allora okay- acconsentì a disagio, Regina sembrava un po' pazza.
La mia protetta si alzò con un balzo e per la furia non si accorse di un piccolo fiumiciattolo che all'improvviso era comparso accanto a lei e ci cascò dentro.
Tutto si fece nero"
Apri gli occhi e sentì qualcuno accanto a me sbadigliare.
Regina si stiracchiò e si rigirò nel letto.
Poi urlo.

_____
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e scusate se il sogno è un po' confuso e senza senso, ma è proprio così che doveva essere.
Che cosa sarà successo a Regina per farla urlare in quel modo?
Grazie a tutti quelli che continuano a leggere la mia stramba storia e a presto.

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


L'urlo si diffuse nei miei orecchi e mi assordò.
-Ma che cavolo hai da urlare?- mormorai infastidita dal brusco risveglio.
-Chi sei tu!!!! E cosa diavolo ci fai nel mio letto!!!!!????- urlò Regina,  coprendosi il corpo semi svestito con un lenzuolo.
Con un salto mi alzai dal letto.
-Aspetta..tu riesci a vedermi?- chiesi scioccata.
-Guardie!Guardie!- urlò ancora, poi ricordandosi di possedere la magia mi spinse al muro e stringendo una mano le mie vie respiratorie vennero chiuse.
-Tu mi vedi- constatai sotto shock.
-Certo che ti vedo, razza di idiota, non sono mica ceca- rispose sprezzante lei.
-Guardie!!!!!!- a quell'ennesimo urlo tre uomini spalancarono le porte a spade alzate.
-Vostra maestà!Cosa è successo?- chiese uno dei tre preoccupato.
-Arrestate immediatamente questa donna!- ordinò lanciandomi un'occhiata sprezzante.
-Mi scusi ma..di quale donna sta parlando?- chiese confuso il capo delle guardie.
-Ma come di quale! Di quella che sto imprigionando al muro idiota!- rispose Regina  rafforzando ancora di più la stretta sulla mia gola.
Respirare divenne sempre più difficile, e nella mia mente il pensiero che Regina avrebbe veramente potuto uccidermi divenne sempre più reale.
-Vostra maestà le consigliamo di rimettersi a dormire, probabilmente è ancora immersa in un suo incubo- detto questo i soldati chinarono il capo e uscirono dalla stanza chiudendo dietro di loro le porte.
-Ma cos...?-
Regina confusa non seppe spiegarsi l'atteggiamento dei tre uomini, solo io riuscì a capire.
Loro non riuscivano a vedermi, solo lei poteva, anche se su questo piccolo dettaglio dovevo ancora capire bene come fosse possibile.
-Re....- provai a dire qualcosa ma le mie corde vocali erano bloccate.
-Chi sei tu?!E perché sembra che nessuno riesca a vederti?- mi chiese rafforzando la stretta sulla mia gola.
-I....- con le ultime forze rimaste e con la testa che mi cominciava a pulsare indicai con le mani la mia gola.
Subito Regina lasciò la presa ed io esausta caddi a terra.
Cominciai a tossire per l'afflusso improvviso di aria ed ebbi bisogno almeno di un minuto per riuscire a ritornare a respirare normalmente.
-Smettila di fare la tragica e rispondi- esclamò arrabbiata.
A quel punto la guardai e liberai il mio viso dai capelli che spettinati mi erano caduti davanti.
Regina mi squadrò meglio e la sua bocca si aprì a formare una O.
-Tu..tu...Emma?- chiese confusa e sorpresa.
-Ciao- risposi imbarazzata.
-Ma...ma..tu hai le ali?- chiese sconvolta fissandomi la schiena, dove le mie due piumose ali candidie facevano capolineo.
Io non seppi cosa rispondere.
Era successo tutto così in fretta.
La mia mente era bloccata, riuscivo solo a pensare " come è possibile che riesca a vedermi?"
La guardai senza sapere cosa dire e involontariamente il mio sguardo cadde sul suo corpo semi coperto da un sottile lenzuolo bianco, quando lei se ne accorse arrossì e con uno schiocco di dita indossò un suo tipico abito nero.
-Pretenderei una risposta! Chi sei e cosa ci facevi nel mio letto?!- chiese usando il suo tono da regina cattiva.
Con un piccolo sforzo mi alzai in piedi e mi arresi ad infrangere la prima legge fondamentale degli angeli.
Non rivelare la nostra esistenza ai nostri protetti.
Anche se in teoria era già stata infranta e di certo non per colpa mia.
-Allora...ehm puo' sembrarti strano ma io sono un angelo- sganciata la bomba mi preparai a qualsiasi tipo di reazione invece molto tranquillamente Regina riapose:
-Visto le ali direi che stai dicendo la verità- e con un gesto della mano mi fece cenno di continuare a parlare.
-Io sono un angelo custode, e tu sei la mia protetta-.
Era come se stessi camminando su un sottilissimo filo, era difficile restare in equilibrio e ogni piccola verità rivelata rischiava di farmi precipitare nel vuoto.
-Scusa...in che senzo angelo custode?- mi chiese confusa lei.
-Il mio compito è quello di riportarti sulla retta via, renderti di nuovo buona- spiegai timorosa.
Regina scoppiò a ridere.
-Non ti credi un po' troppo pretenziosa? Che diritto hai tu di interferire nella vita degli altri?- bene, adesso si era arrabbiata.
-Se mi hanno assegnato te vuol dire che avevi bisogno del mio aiuto- gli spiegai calma.
Lei sbuffò.
-Megalomane-
-Ascolta io non voglio cambiarti, per me tu sei perfetta così, voglio solo renderti più gentile e più felice- questa mia dichiarazione la spiazzò e la sua voce si addolcì un po'.
-Perché compari solo ora?-
-Beh in realtà io veglio su di te da un po' di tempo, solo che tu non potevi vedermi- spiegai sedendomi sul letto per avere un po' di sostegno sia emotivo che fisico.
Regina mi seguì, si sedette ad un'adeguata distanza e ovviamente chiese:
-Perché adesso riesco a vederti?-
-Non lo so, una cosa del genere non mi è mai successa, tu non dovresti riuscirci e invece per qualche strana ragione ci riesci- risposi, amareggiata dall'assenza di risposte.
-Dopo il brusco risveglio che ho avuto e la tua assenza di tatto non ho ancora avuto modo di elaborare qualche teoria- aggiunsi prendendo una pausa.
-A proposito cosa ci facevi nel mio letto?E come conosco il tuo nome....Emmmma?- chiese imbarazzata per poi pronunciare il mio nome in un modo ironico soffermandosi sulle due emme.
-Ultimamente nei tuoi sogni hai notato che...-
-Aspetta tu sei lei...la figura ...em...io non..-
-Ascolta so che nella tua mente c'è una gran confusione, in teoria non dovresti neanche conservare memoria di quei sogni, ma si, la figura che vedi nei tuoi sogni sono io- confermai facendo un timido sorriso.
-Ma com'e possibile?-
-Consideralo come una specie di potere, posso entrare nei tuoi sogni e parlarti per darti consigli o farti cambiare idea su qualcosa; vedi i sogni sono qualcosa di speciale, sono misteriosi e strani ma dentro di se racchiudono un gran potere mentale.-
-Alcune volte, se tu me lo permetti, posso anche connettere le nostre menti, in questo modo possiamo condividere le nostre emozioni, una specie di due corpi e una sola anima..- aggiunsi subito dopo.
-Quindi tutte quelle strane emozioni che mi invadevano all'improssivo erano opera tua?- chiese collegando i vari pezzi del puzzle.
Io non risposi ma semplicemente sorrisi inclinando la testa.
-Tu mi hai manipolato!- mi accusò severa.
-Non vederla in questo modo, e poi il legame funziona in entrambe le direzioni, anche tu sei in grado di manipolare le mie, per esempio quella volta nel bosco riuscivo a provare le tue stesse strazianti emozioni- spiegai cercando di farla rabbonire.
-Aspetta ma da quanto mi sorvegli?-
-Guarda che non sono mica una stalker, io ti proteggo!- risposi offesa, ma lei con un gesto della mano mi fece cenno di risponderle, come se ciò che stavo dicendo non fosse importante.
-Da circa una settimana- sbuffai scocciata dai suoi modi poco gentili.
-Quindi hai visto me e malefica....- chiese arrossendo in volto.
-Si- risposi imbarazzata.
-Ma voi angeli non conoscete il concetto di privacy?- chiese stizzita.
Per tutti gli angeli di Gabriele, questa donna cambiava umore alla velocità della luce.
-Suppongo che la conosciamo bene quanto tu conosci il significato della parola gentilezza- risposi a tono.
A queste mie parole lei mi lanciò un'occhiata di fuoco.
-Bene, adesso che abbiamo chiarito questa spiacevole situazione puoi anche andartene, non ho bisogno del tuo aiuto- disse severa indicando la porta con un braccio.
-Ah no, non credo proprio, tu non hai il diritto di dirmi cosa fare, e poi non posso tornare in paradiso finché il mio compito non è concluso e di certo non ho intenzione di arrendermi- risposi sulla difensiva.
-Paradiso?- chiese sorpresa Regina.
-Da dove pensassi che venissi dall'inferno per caso?- chiesi nervosa.
-Quindi esiste...- mormorò  ignorando le mie parole e ciò mi fece innervosire ancora di più.
-Se intendi il luogo dove gli angeli vivono, si esiste, se intendi il luogo dove le anime dei mortali vanno dopo la morte no, il posto che intendi tu non so se esiste, o almeno a noi angeli non è permesso saperlo- spiegai calmandomi un po'.
-Comunque per finire il discorso, no non me ne vado-  continuai sicura di me.
-Fai come ti pare, presto ti scoccerai e te ne andrai di tua spontanea volontà- sbuffò e poi alzandosi dal letto si allontanò da me.
-Sogna pure- mormorai sorridendo furbamente.
-A proposito di sogni- aggiunse all'improvviso guardandomi in volto.
-Devo sopportarti? Ok va bene, ma tu non entrerai più nei miei sogni ne manipolerai più le mie emozioni-
-Mi dispiace non posso farlo, ho già infranto una cinquantina di regole, almeno una devo rispettarla- dissi io.
Regina non rispose ma dal suo viso traspariva facilmente il fastidio che stava provando.
Io mi alzai e mi avvicinai a lei, forse un po' troppo, ma avevo bisogno di averla vicina, ancora non credevo al fatto che potesse vedermi.
-Puoi dire e fare quello che ti pare, ma dovrai arrenderti perché io non ti lascio, fosse l'ultima cosa che faccio ma riuscirò a renderti felice- le promisi incatenando i miei occhi ai suoi.
-Come fai ad essere sicura che in me ci sia ancora del bene?- mormorò abbassando gli occhi, occhi che in quel momento stavano trasmettevano un'infinita dolcezza malinconica.
-Lo so perché ormai ti conosco, ed è vero, posso aver leggermente manipolato i tuoi pensieri, ma sei stata tu Regina ad aiutare quella povera madre, sei stata tu a disperarti in quel bosco perché non potevi aiutare il tuo popolo, tu possiedi la luce, solo che è seppellita sotto molta oscurità- il mio fu un discorso molto toccante e per accentuare il tutto strinsi le mani a Regina.
-Ma cosa..?- chiese sbalordita lei mentre osservava le mie mani oltrepassare le sue.
-Evidentemente riesci a vedermi, ma la regola del non poter toccare i propri protetti è ancora attiva- mormorai triste.
-Fammi capire...tu per tutto questo tempo eri invisibile, inudibile e intoccabile?-
Io semplicemente annuì.
-Ti sarai sentita molto sola-
-Un po', ma poi entravo a far parte dei tuoi sogni e tutta la solitudine spariva- risposi fissando una crepa nel muro per evitare di fissare i suoi neri occhi.
Toc, toc, toc.
-Avanti!!!- abbaió Regina, infastidita da chiunque avesse interrotto la nostra conversazione.
-Vostra maestà le guardie mi hanno riferito che non sta molto bene, così ho preso l'iniziativa di farle un bel té, potrebbe aiutarvi a calmarvi- spiegò una giovane cameriera entrando in camera con una tazzina in mano.
La ragazza tremava...aveva paura della reazione di Regina.
-Ma come hai osato razza di....-
-Regina!- la fermai subito.
-Non vedi che trema? Dille grazie e congedala- proposi severa.
-Grazie, puoi andare- ripeté Regina.
La ragazza sorpresa sospirò e velocemente se ne andò dalla stanza.
-Mettiamo in chiaro una cosa, tu non puoi comandarmi- mi minacciò la mia protetta per poi andare ad assaggiare la tazza di té appoggiata su un tavolo.
-Scusa se non ti offro niente, ma non è mia abitudine essere cortese con persone non invitate- mi provocò cercando di ferirmi in qualche modo.
-Io non mangio- le spiegai calma.
-E come fai a non morire?- chiese sbalordita bevendo un sorso di te.
Io col sorriso in volto le risposi soltanto:
-Tranquilla, il mio cibo sei tu-
A quelle parole il tè le andò di traverso e cominciò a tossire forte.
-Come scusa?- chiese paonazza in viso e con la voce tremolante.
-Dovresti vedere la tua faccia!- esclamai cominciando a ridere, ma le risate non finirono e fui costretta a stendermi sul letto per tenermi i muscoli doloranti della pancia.
Regina offesa mi si avvicino e con uno sguardo di fuoco incrociò le braccia.
-Non è divertente- sibilò.
Continuai a ridere ed una volta che mi fui ripresa dissi:
-Comunque intendevo dire che i tuoi sogni per me fungono come una bella dormita e una bella mangiata-
-Ah- rispose lei seria, eppure nei suoi occhi potevo cogliere un accenno di divertimento.
-Bene visto che abbiamo chiarito che purtroppo dovrò sopportarti a forza, scusa ma i miei doveri da regnante mi attendono- e con nonchalance lasciò la stanza; io ovviamente la seguì.
- Dove andiamo?- chiesi felice mentre stavamo percorrendo un lungo corridoio.
Certo dovevo ancora capire come tutto ciò fosse possibile, ma per ora volevo solo godermi il momento.
Ero veramente al settimo cielo, non ero più invisibile ai suoi occhi e questo riempiva il mio petto di un dolce calore.
-Tu non sei compresa nei miei impegni- rispose acida lei, ma non mi offesi.
Il nostro era come un gioco.
Io provocavo Regina e lei mi rispondeva a tono, anche se in realtà sapevo che non mi odiava.
Non so come lo sapevo......semplicemente lo sapevo.
-Ricordi la storia del..dovrai sopportarmi per forza?- chiesi ironica.
-Posso sempre decidere di ignorarti- rispose aumentando il passo.
-Regina dai! Non dirai sul serio!- ma lei non mi rispose.
Arrivammo in una stanza dove al centro era presente un lungo e rettangolare tavolo di legno.
Regina si sedette a capotavola.
-Chi stiamo aspettando?-
Nessuno rispose.
-Ma fai sul serio?- chiesi ancora.
Silenzio totale.
All'improvviso da una porta entrarono 7 uomini che si andarono a sedere alle loro corrispettive sedie intorno al tavolo.
Ben presto capì che quella era una riunione con i funzionari del regno; normale e noiosa amministrazione insomma.
Più volte durante il colloquio provai ad interagire con Regina, ma lei continuava ad ignorarmi.
Ancora una volta ero invisibile.
A un certo punto della riunione non ce la feci più e me ne andai.
Sorprendentemente sentì Regina scusarsi mentre si accingeva a seguirmi.
Corsi per un po' finché, individuato un piccolo angolo buio, mi nascosi sedendomi per terra.
-Eccoti qua Emma!- esclamò Regina arrivando di corsa dopo un paio di minuti.
-Si può sapere cosa è successo?-
-Ah adesso mi parli???!!- urlai arrabbiata.
-Ma cosa ti prende? Ho annullato una riunione reale per te!- esclamò cercando di farmi sentire in colpa, ma questa volta fui io a non risponderle.
Con un sospiro si arrese e si accucciò per terra in modo da avere i nostri occhi alla stessa altezza.
-Vuoi dirmi cosa ti è successo?- chiese con un insolito tono di voce dolce.
-La tua indifferenza mi ha ferito, non è bello essere invisibili ed essere così completamente soli, il fatto che tu riesca a vedermi mi riempe di gioia, ed ora con il tuo comportamente mi hai fatto di nuovo provare quelle orribili sensazioni- spiegai piagnucolando, ovviamente senza lacrime.
-Oh mi dispiace Emma....non ne avevo idea-.
Si scusó prendendomi la mano per poi rinunciare una volta essersi ricordata del fatto che non potessimo toccarci.
-Tranquilla, adesso mi è passata- mormorai cercando di riprendere un po' di contegno.
-Che cosa posso fare per farmi perdonare?- chiese lei sorridendomi.
-Sai mi piacerebbe riandare a cavallo, mi è piaciuto molto la prima volta- risposi arrossendo.
-Allora che cavallo sia!-.

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Scusate se questo capitolo arriva un po' in ritardo, ma questa settimana tutte le serie tv che seguo( e sono tante) sono ricominciate e sono stata sommersa da un sacco di episodi da vedere; oggi sono andata alla manifestazione per le unioni civili e in più domani è il mio compleanno quindi anche il week end è stato pieno, ma alla fine ce l'ho fatta. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, a presto.

 

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


-Più veloce!- gridai entusiasta.
-Emma è un cavallo, mica un drago, ha i suoi limiti- mi riprese severamente Regina, impegnata a guidare Speedy, il suo cavallo.
L'inizio era stato un po' faticoso, il mio equilibrio era precario e più volte avevo rischiato di cadere ma per fortuna non era mai succeso.
Neanche a dirlo Speedy incontrò un tronco di albero caduto sul suo percorso, spiccò un grande balzo ed io colta alla sprovvista caddi.
-O mio dio Emma! Stai bene?- gridò preoccupatissima Regina scendendo da cavallo per soccorrermi.
Provò ad offrirmi una mano per aiutarmi d rialzarmi, ma tristemente rinunciò quando le nostre pelli si ignorarono a vicenda.
-Si si sto bene, ho solo preso una gran bella botta al fondoschiena- dissi facendo una smorfia mentre mi massaggiavo il sedere.
-Ma tranquilla, continuiamo a cavalvare- aggiunsi poi sorridendo, felice di non aver riportato nessun trauma grave.
-Sei sicura di non voler ritornare a palazzo?- chiese lei insicura.
-Sicurissima- risposi convinta montando a cavallo.
Regina rimase pensierosa ancora qualche istante, poi anche lei si sedette davanti a me, alla guida di Speedy.
-Per caso era preoccupazione quella che ho sentito nella tua voce?- chiesi sussurrando al suo orecchio.
-Cosa? Io preoccupata per te?- chiese scettica.
-Dai ammettilo che ti sei affezionata a me- le dissi per provocarla.
-No davvero, solo che qualche volta sei simpatica tutta qua-
-Ti sto simpatica? Vedi è un inizio!- dissi felice.
-Si ma non sognare troppo!- mi avvisò severa.
-Guarda che qua l'unica che sogna troppo sei tu- le risposi a tono cominciando a ridere.
Lei spiazzata non seppe cosa rispondere.
-Dove andiamo di bello?- chiesi per cambiare discorso.
-Se mi prometti di stare in silenzio per il resto del viaggio ti porto nel mio posto preferito- mi minacciò severa.
Non potevo vederla in faccia, ma sapevo che sotto quella sua voce rigida stava nascendo un genuino sorriso.
-Ok sarò muta come un pesce- promisi subito.
-Bene, ma questa volta non cadere- mi disse cattiva (preoccupata).
-Sarebbe tutto più facile se potessi abbracciarti- risposi delusa della mia natura angelica, ma era solo quello il motivo per cui volevo abbracciare Regina?
-Ma non puoi quindi non lamentarti e mantieni l'equilibrio-
-Ma..-
-Emma!Pesce!- esclamò arrabbiata.
Questa volta non risposi.
Il viaggiò durò un'altra ventina di minuti dove il silenzio regnó su di noi.
Alla fine arrivammo vicino a un piccolo e lento torrente dove un grande albero faceva ombra ad un soffice tappeto di muschio contornato da qualche margherita qua e la.
-Ma è bellissimo!- mi lasciai scappare meravigliata poi mi coprì subito la bocca con le mani guardando preoccupata Regina.
Lei si mise a ridere.
Come era bella la sua risata.
-Ora puoi parlare- ridacchiò felice.
Entusiasta corsi verso il piccolo angolo di paradiso e mi stesi sul muschio.
Rivolsi lo sguardo al cielo e mi lasciai cullare dal lento movimento delle nuvole.
Regina rimase un momento accanto al cavallo, come se fosse incantata a vedere qualcosa e poi si stese accanto a me.
Cercai di non fare caso alla troppa poca distanza che si era creata tra noi.
-È un posto bellissimo- mormorai estasiata, contemplando un uccellino che si stava preparando a lanciarsi nel vuoto.
-Si lo è-
E ci lasciammo coccolare dai tiepidi ma piacevoli raggi solari.
Dando un occhiata a Regina notai che anche lei si stava rilassando ad occhi chiusi così decisi di tentare a creare un ponte fra le nostre due anime, e ci riuscì.
Subito emozioni leggere e pacifiche mi invasero.
Appoggiandomi sul gomito mi tirai su e stesa su un fianco osservai estasiata come i suoi capelli cambiassero colore a seconda della direzione in cui il vento soffiava.
Era veramente bellissima.
Affascinata allungai una mano per mettergli a posto una ciocca sfuggita dalla sua liscia massa di capelli, sapevo che non avrei potuto farlo, ma non mi importò e per un attimo credetti davvero di riuscirci.
Proprio in quel momento Regina aprì gli occhi.
-Cosa stavi facendo?- chiese curiosa.
-Oh niente, ti risistemavo i capelli- spiegai imbarazzata e lei arrossì poi però la sua faccia si fece pensierosa.
-Cosa....sei tu vero?- chiese stranita.
-A fare cosa?- chiesi non capendo a cosa si riferisse.
-Stai condividendo le nostre emozioni o qualcosa del genere vero?-
-Si- ammissi colpevole.
-Ti avevo chiesto di non farlo più- constatò tranquilla, stranamento non sembrava arrabbiata.
Cosa veramente insolita.
-Lo so scusa..ma non ne ho potuto fare a meno...è nella mia natura- mi scusai mortificata.
-Tranquilla, è piacevole..- ammise sorridendo.
-Davvero?- chiesi sorpresa.
All'improvviso mi imbarazzai ma questa non fu una mia emozione.
-Si...bè se non sbaglio...credo di aver sentito qualche tua emozione-
-E quale in particolare?- chiesi, curiosa di sapere cosa avesse provato di tanto bello.
-Tu mi vuoi bene- disse sorridendomi e riferendosi ai sentimenti provati, evidentemente non mi ero accorta di avergli trasmesso dell'amore amichevole.
-Beh si..d'altra parte è angelicamente impossibile odiare i nostri protetti- spiegai ridacchiando, ma ciò non fece ridere Regina che anzi si rabbuiò.
-È comunque bello sapere che qualcuno ti vuole bene, anche se sotto costrizione- mormorò strappando qualche filo d'erba.
-Ehi no cosa hai capito- dissi subito per chiarire questo enorme fraintendimento.
Provai inutilmente ad alzargli il mento per far incrociare i nostri occhi.
-Regina- la chiamai, e lei mi guardò.
-Io non ti voglio bene perché sono costretta..semplicemente mi sono affezzionata a te- le spiegai sorridendo.
Un gran calore mi invase lo stomaco e la solitudine che prima mi faceva rattristire adesso si trasformó in un senso di benessere.
Finalmente Regina non si sentiva più sola.
-Conosci il gioco del m'ama non m'ama?- chiesi felice come una bambina.
-No di cosa si tratta?- chiese confusa dal repentino cambio d'argomento.
-Devi prendere una margherita, pensa alla persona che ami e poi cominci a levarci i petali contando e dicendo m'ama o non m'ama, lo fai finche il fiore non rimane senza petali e se l'ultima petalo è un m'ama allora la persona a cui hai pensato ti ama se è il contrario purtroppo quella persona non ricambia i tuoi sentimenti-
-Ma è un gioco stupido- disse lei.
-Regina puoi mentire a tutti ma non a me, soprattutto adesso che le nostre anime sono unite- le ricordai sorridendo furbamente
-Okay okay- acconsentì sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
Io le porsi una piccola margherita appena colta e lei cominciò a strappare i petali contando mentalmente.
Alla fine la corolla gialla rimase pelata.
-Allora cosa ti è uscito?- chiesi curiosa battendo le mani.
-M'ama- rispose arrossendo, e una tenera emozione, un accenno di di un dolce amore mi invase.
-A chi hai pensato?- chiesi curiosissima osservandola.
Nel farlo non potei fare a meno di provare un po' di gelosia per quella persona, ma non perché amassi Regina, quello mai, ma semplicemente in fin dei conti mi sarebbe dispiaciuto non essere più il suo angelo custode.
Velocemente come era arrivata provvidi a nascondere quella fredda emozione, Regina non poteva assolutamente sapere una cosa del genere.
-Non te lo dirò mai- rispose raffreddando la voce.
-Eddai sono il tuo angelo custode- mi lamentai triste.
-Esatto, sei il mio angelo custode, mica il mio diario segreto- rispose ridendo della mia faccia delusa.
Sospirando mi arressi e ritornai a stendermi per terra.
Il tempo passò ma il silenzio che si era creato non era spiacevole, anzi.
Entrambe eravamo immerse nei nostri pensieri ed entrambe potevamo sentire i sentimenti l'una dell'altra, quindi in realtá era come se stessimo avendo una conversazione, solo silenziosa.
-Credo sia ora di ritornare a palazzo- sussurrò ad un certo punto Regina, interrompendo così il lungo silenzio.
-Si certo- acconsentì io lanciando un'occhiata al sole che si accingeva a tramontare.
Mentre Regina cominciò a preparare Speedy io decisi di interrompere il collegamento, si meritava un po' di privacy.
Appena lo feci regina sobbalzò e cominciò a respirare più velocemente.
-Cosa mi sta accadendo?- mi chiese allarmata da qualcosa che non riusciva a comprendere.
-Oh tranquilla, ho interrotto il legame, non pensavo che te ne saresti accorta- spiegai mortificata.
-Mi ha fatto male- mi incolpò severa.
-Scusa ma evidentemente era così piacevole che ti ci eri abituata- dissi provando  a spiegarmi meglio.
Lei non rispose ed io preferì non  insistere.
Questa giornata era stata fantastica, era inutile rovinarla per qualche stupida litigata.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso e come mi aspettavo nessuno venne incontro alla regina, preoccupato per il suo ritardo.
Anzi nessuno aveva notato il suo ritardo.
A nessuno era mancata.
Per tutto il giorno Regina era stata più felice del solito, ma appena ritornate a palazzo qualcosa l'aveva rattristata, forse la colpa era dei pensieri che anche io avevo avuto.
Appena arrivate in camera Regina andò a cambiarsi nella piccola stanza adibita a bagnò e indossò una leggera camicia da notte.
Evidentemente si vergognava a farlo davanti a me.
Una volta che fu sotto le coperte io mi sentì a disagio.
Non sapevo bene cosa fare ma per fortuna ci pensò lei a scuotere le acque.
-Emma cosa fai li in piedi, prenditi una sedia e vieni qua vicino- disse indicando il suo comodino che era ad una'adeguata distanza dal letto.
Per un millesimo di secondi ci rimasi male, avrei preferito stendermi accanto a lei sul letto,ma anche una sedia poteva andare bene.
-Entrerai nei miei sogni?- mi chiese una volta che mi fui seduta.
-No se tu non vuoi- ed era  la verità, avrei rispettato le sue decisioni.
Lei ci pensò un attimo e poi disse:
-No va bene, fammi pure compagnia nel mio inconscio- e felice della sua risposta aspettai in silenzio ma con un po'di ansia che lei si addormentasse.
"Ci ritrovammo in una sala enorme, addobbata a festa.
Numerosi erano gli ospiti di sangue reale e il cibo scorreva a fiumi, Regina si trovava al tavolo più decorato, ma purtroppo era sola e mentre tutti gli altri si intrattenevano in qualche danza lei era l'unica che si stava annoiando.
Per pochi o forse molti attimi mi incantai a guardarla.
Stava indossando un regalo abito bianco e i suoi capelli erano racchiusi in una corta treccia, ma il suosguardo vacuo e triste stonava con il suo sontuoso abbigliamento.
All'improvviso mormorò a se stessa:
-Questo è un sogno giusto? Emma dimmi che esisti e che non sto parlando da sola come un' idiota- quelle parole mi fecero ridere e prima di farla impazzire mi materializzai nel sogno.
-Qualcuno mi desiderava?- chiesi schiarendomi la voce, dopo essere apparsa alle sue spalle.
Colta alla sprovvista si girò e la sua bocca si apri a formare una O.
-Wow Emma sei veramente...- solo a quelle parole feci caso al mio abbigliamento.
Stavo indossando un lungo abito rosso, con gonna vaporosa, i capelli biondi raccolti in uno chignon da cui spuntava una delicata e costosa tiara.
-Ehm grazie- risposi arrossendo.
-Ma sbaglio o stavi mettendo in dubbio la mia esistenza?- chiesi divertita, lei fingendosi offesa rispose:
-Certo prova tu a stare in un sogno sapendo di star sognando anche se tutto quello che ti circonda sembra reale e in mezzo a tutta questa confusione prova a cercare un angelo che forse non esiste perché forse fa tutto parte di un sogno precedente con i ricordi che sfumano....
-Ehi ehi ho capito tranquilla, stavo scherzando- dissi interrompendola e prendendogli le mani come gesto di conforto.
-Aspetta!!! Ma tu mi stai toccando!- esclamò sbalordita rafforzando la presa.
-Ops forse mi ero scordata di dirti che nei sogni possiamo- risposi imbarazzata per la mia sbadataggine.
-Ah...e perché solo nei sogni possiamo?-
Lentamente ci eravamo avvicinate impercettibilmente e con una mano ancora congiunta intrecciai le nostre dita per rafforzare il concetto.
-Semplicemente perché in realtà non ci stiamo toccando, il nostro tocco è solo frutto del tuo inconscio, se io faccio così...- e le strinsi un polso con la mano libera -O cosi...- e le toccai una ciocca di capelli pericolosamente vicino alla sua guancia -Sarà solo un ricordo confuso la mattina dopo, e le sensazioni che stai provando ti sembreranno false-.
Finì il mio discorso guardandola negli occhi e lei ricambiò il mio sguardo; imbarazzata la vidi deglutire.
Regina era nervosa, ed anche io.
Il mio discorso aveva aperto le porte a qualcosa di strano, qualcosa che stava accadendo tra i nostri occhi.
Fortunatamente una ragazza della servitù fece cadere un vassoio per terra che produsse un rumore così metallico che riuscì a zittire tutti i presenti.
Disorientate ritornammo alla realtà, rendendoci conto del luogo in cui ci trovavamo.
-A proposito dove siamo?- chiesi speranzosa di dimenticare lo strano momento appena vissuto.
-Credo che sia un mio vecchio ricordo, siamo alla corte di Re Leopold, mio marito- confessò triste.
-Tu sei sposata?- chiesi sorpresa e stranamente curiosa di sapere chi avesse rubato il cuore alla mia protetta.
Quando lei me lo indicò con l'indice non potei credere ai miei occhi.
-Ma..ma è...-
-Si lo so, è vecchio, purtroppo sono stata costretta- disse rabbuiandosi.
-Cosa???!!!!! Ora mi sente!- esclamai preparandomi a dirgliene quattro.
-Emma cosa credi di fare?- chiese lei trattenendomi per un braccio.
-Gli vado a tirare un pugno- risposi arrabbiata.
-Un pugno? Ma tu non dovresti essere buona, gentile e tutte quelle cavolate lì? Comunque lui non ha colpe, lo stava facendo in buona fede-.
A quelle parole mi bloccai.
Regina aveva dannatamente ragione, io ero un angelo, ma perché adesso mi ritrovavo una voglia irrefrenabile di picchiare quello stronzo?
Evitai di rispondere alla prima domanda, così su tutte le furur chiesi:
-Allora chi è che devo andare a picchiare?-
Non riuscivo a trattenermi, al solo pensiero di Regina, costretta a giacere insieme a quell'uomo... una rabbia incandescente mi invadeva da capo a piedi.
-Adesso non ne voglio parlare, e poi so difendermi benissimo da sola- rispose gelida e a malincuore non insistetti.
-Con chi sta ballando?- chiesi calmandomi un po'.
-Con sua figlia- osservai la ragazza e la trovai stranamente familiare, ma non ci diedi tanta importanza.
Mi osservai intorno e notai che tutti si stavano divertendo, tutti tranne Regina, così mi venne una grandiosa idea per risollevarle l'animo.
Cogliendola di sorpresa le feci un inchino.
-Sua maestà posso avere il grande onore di ballare con lei?-
Le mie parole la fecero ridere, finalmente una risata di gioia.
-Volentieri-
Mi circondò il collo con le sue braccia ed io la strinsi a me.
Ci trovammo pericolosamente vicine e goffamente cominciammo a muoverci.
Io non ero bravissima ma riuscimmo comunque a danzare.
Vidi le persone intorno a noi guardarci stranamente ma Regina non ci fece caso, era troppo impegnata ad evitare i miei occhi.
-I miei occhi non mangiano- le feci notare per iniziare una conversazione.
Finalmente mi guardò in volto e sorrise.
Quando sorrideva era veramente bellissima.
-Tu credi che io sia cattiva?- chiese cogliendomi di sorpresa.
-No-risposi sinceramente.
-Penso solo che tu sia un po' stronza e antipatica,  ma io sono qua proprio per non farti essere più così- dissi tranquillizzandola.
-Sembra proprio che tu sarai la mia salvatrice- commentò pensierosa.
E fu in quel momento, fu lì che osservando il suo sorriso e i suoi occhi capì qualcosa di sconvolgente.
Qualcosa che non mi era mai successo prima.
Qualcosa che infrangeva tutte le legge più importanti degli angeli custodi.
Mi ero innamorata di Regina.
Mi ero innamorata del suo lato buono ma anche di quello cattivo.
Mi ero innamorata del suo corpo e dei suoi occhi.
Mi ero innamorata di lei.
Questa rivelazione mi lasciò senza fiato.
Avrei dovuto sentirmi strana, confusa o preoccupata per ciò che questo avrebbe comportato.
Invece no.
Io ero felice.
Felice come non lo ero mai stata.
-Ehm..Emma stai bene?- chiese imbarazzata.
-Si perché?- sorrisi felice di questa nuova consapevolezza.
-Ti eri incantata nei miei occhi- rispose arrossendo.
-Forse perché hai degli occhi stupendi- ammissi sinceramente e ciò la fece arrossire ancora di più.
Quando il ballo finì Regina si sedetta su una sedia, stranamente stanca.
-Credo che tu stia per svegliarti- suggerì io.
-Cosa? Ma non è successo nulla di che in questo sogno-
-Vedi i sogni sono creature strane, forse il tuo incoscio era così concentrato o così tranquillo che non ha avuto bisogno di elaborare ne un sogno ne un 'incubo- spiegai io, non potendo fare a meno di sorriderle.
-Ah- rispose sbadigliando.
Poi il sogno finì."
Quando aprì gli occhi Regina stava ancora dormendo, forse necessitava di qualche altro minuto in più, per svegliarsi del tutto.
Nell'attesa decisi di andare un po' sul balcone.
Avevo bisogno di riflettere ma  capì che avrei potuto scervellarmi quando volevo, ma mi ero innamorata di lei e purtroppo non potevo cambiarlo ne tornare indietro.
Attraverso i raggi di sole che stavano lentamente illumimando il cielo riuscivo a scorgere solo i suoi occhi, quegli occhi che durante il ballo mi guardavano in un modo così.....in un modo per cui il mio cuore aveva cominciato a fare male, affaticato dai troppi battiti prodotti.
Purtroppo quella luce così chiara e pura mi riportò alla mente un altro problema.
Cosa ne avrebbero pensato gli anziani? I miei genitori? E tutta la comunità angelica??
Dopo aver riportato Regina nel lato buono, perché sicuramente ci sarei riuscita, mi sarebbe stato affidato un nuovo protetto, non l'avrei più vista, e non avrei potuto oppormi.
Forse il destino era contro di me, forse avrei potuto evitare di innamorarnene se solo non avesse potuto vedermi ,eppure qualcosa aveva fatto si che le nostre strade si incrociassero.
Avrei dovuto dimenticarla, e l'unico modo era tacere ed aspettare con pazienza che mi fosse affidato un nuovo protetto.
Abbattuta ritornai nella camera dove trovai Regina sveglia che stava piangendo.
Non ebbi neanche il tempo di chiedere cosa fosse successo per chè dopo aver mormorato un "o mio dio" Regina si alzò di scatto dal letto e mi corse in contro per abbracciarmi.
Una fitta gelida e lancinante mi divise in due nel momento in cui il corpo di Regina mi trapassò.
Questo fatto fece piangere ancora di più Regina.
-Ehi ehi calmati, cosa è successo?- chiesi preoccupata per lei, frustrata per l'impossibilità di toccarla.
-Io...io..mi sono svegliata..e tu non c'eri..ho..ho pensato che fosse stato tutto un sogno e che..- ma non riuscì a finire la frase perchè altre lacrime sgorgarono dai suoi occhi.
-Regina non piangere per favore, io sono qui, non me ne vado- dissi cercando di tranquillizzarla.
Unì le nostre anime, ovviamente non trovai muri, e trasmettendole pace e serenità la rassicurai.
-Non andartene- mi implorò in lacrime, e ciò mi fece tanta pena che nascosi bene per non farla provare anche a lei.
-Non me ne vado- ripetei sedendomi sul letto per farmi seguire da lei.
-Scusami, di solito non mi lascio andare così- disse dopo essersi ripresa un po'.
-Non preoccuparti, ti fa bene sfogare le emozioni con le lacrime-
Avevo una voglia tremenda di accarezzarle i capelli.
-Emma io mi sentivo sola, tu sei la prima persona da tanto tempo che non prova solo odio nei miei confronti  e la sola idea che tutto ciò fosse stato solo frutto di un sogno mi ha bé...lo hai visto- spiegò mortificata.
-Quindi lo ammetti che in fin dei conti mi vuoi bene- dissi sorridendo.
-Ora non esageriamo..proprio bene no, diciamo che ti tollero- mi rispose lei ridacchiando.
Fortunatamente ero riuscita a far tornare un sorriso su quel bellissimo viso.
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Ciao, spero che questo capitolo vi piaccia. Regina è stranamente dolce, ed anche se può sembrare un po' fuori dal personaggio a me piace immaginarla così.
Finalmente Emma ha capito i suoi veri sentimenti, chissà ora cosa accadrà :).
Siccome lei mie idee per i numerosi sogni/incubi di Regina stanno per finire, se per caso qualcuno vuole suggerire qualcosa, un qualche evento o una qualche persona che Regina potrebbe sognare lo suggerisca pure. A presto.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


-Allora cosa facciamo oggi di bello?- chiesi impaziente una volta che Regina ebbe finito la colazione.
-Mh..- poi finendo di inghiottire l'ultimo sorso di latte continuò.
-È ormai da troppo tempo che rimando la visita ad un luogo e credo che adesso sia arrivato il momento di ritornarci- spiegò con un tono di voce strano.
-Perfetto, dove andiamo di bello?- chiesi felice di una piccola gita insieme a Regina.
-Al cimitero- rispose fredda.
-Oh...- commentai cancellando subito il tono di felicità dalla mia voce.
-Oh..ok- acconsentì e preferì non chiedere chi fosse la persona morta, quando se la fosse sentita me lo avrebbe detto lei stessa.
Lentamente si preparò e mentre ci stavamo dirigendo alla stalla tutti stranamente guardavano Regina con una faccia  che esprimeva pietà.
Era come se tutti fossero a conoscenza di cosa avrebbe fatto oggi la loro sovrana.
L'unica allo scuro di tutto ero io ma ancora una volta preferì aspettare il momento giusto per avanzare delle domande.
Quando arrivammo alle stalle Speedy era già pronto e velocemento entrambe salimmo in sella.
Per tutto il viaggio nessuna delle due parlò ed io ebbi altro tempo per riflettere su questa complicata situazione.
Non sapevo veramente cosa fare, ormai mi ero innamorata e non ci potevo fare niente, ma avrei dovuto rivelarle i miei sentimenti oppure avrei dovuto tacere fino alla fine della mia missione e poi dimenticarla?
Ero veramente nella tipica situazione chiamata impasse.
Il cimitero era vicino al castello quindi ci mettemmo poco ad arrivare ed una volta sistemato il cavallo la seguì, sempre in silenzio.
-Ti ho portato qua perché voglio veramente cambiare, col tuo aiuto so che posso farcela ma per farlo devi sapere il motivo che mi ha portato a diventare così- spiegò calma fermandosi davanti ad una tomba.
-Ok- acconsentì io, felice che finalmente si stesse aprendo con me.
Curiosa lessi i nomi presenti sulla lapide.
Daniels ed Henry Mills.
-Chi sono?-
-Mio marito e mio figlio- disse atona.
Una secchiate di acqua gelata a -20 gradi mi piombò addosso.
-Regina non sai quanto mi dispiace- dissi incapace di formulare un'altra frase di senso compiuto.
-Pensavo che tu fossi stata costretta a sposarti-
-È così infatti, ma prima avevo già una famiglia, poi rimasero vittime di un incidente architettato da mia madre e una volta vedova fui costretta a sposarmi con il re diventando così regina-
-Regina mi dispiace così tanto...ti giuro che se solo potessi piangere lo farei io...- ma non seppi come continuare la frase perché la voce mi mancò.
Lei non rispose, semplicemente continuò a fissare la tomba.
Dopo pochi attimi alcune lacrime cominciarono a scendere dalle sue guance.
Non potevo abbracciarla,non potevo piangere per lei, non sapevo come consolarla, l'unica cosa che potevo fare era farle condividere con me quel fardello di tristi emozioni.
Purtroppo ad attendermi trovai un muro.
-Regina per favore lasciami entrare- implorai triste.
-Cosa?- domandò lei confusa ma triste.
-Permettimi di unire le nostre anime-
-E come faccio?- mormorò silenziosamente.
-Solo fidati di me...non trattenerti tutto dentro, abbatti quei muri che usi per isolarti da tutti e dalle emozioni che pensi sia sbagliato provare, accetta di essere umana, accetta me ed accetta il fatto che amare o soffrire è normale, accetta di farti vedere debole, perché è quella debolezza mischiata alla forza di rialzarti che ti rende quella che sei, accettalo e fidati di me-
Vidi nei suoi stessi occhi quanto il mio discorso l'avesse scossa, le lacrime si raddoppiarono ma finalmente ebbi l'onore di condividere le sue emozioni.
Mi sentì così triste, così disperata, così sola, avevo voglia di buttarmi per terra e urlare, urlare e piangere.
Ma per Regina non mi arresi.
Con la mente ripescai i ricordi più belli della mia vita.
La mia infanzia, i miei genitori, l'addestramento da angelo, la gioia di fare del bene e i momenti passati con Regina,  riportai alla mente tutti questi bei ricordi portatori di emozioni positive e una volta carica li trasmisi tutti a Regina.
Ci volle un po', ma finalmente notai dei cambiamenti in lei, le lacrime smisero di cadere, e il rossore sulle sue guance cominciò a svanire.
-Ti senti meglio?-  chiesi piano.
-Si grazie Emma-
-Sono felice che tu abbia voluto condividere con me questa parte della tua vita- le dissi per tranquillizzarla.
Lei mi sorrise e dopo aver preso una bella boccata d'aria mi chiese timidamente:
-Tu mi aiuterai a cambiare?-
-Certo Regina, non mi arrenderò finché tu non sarai riuscita ad essere felice- le sorrisi emozionata da quella dolce domanda.
Quelle parole mi avevano veramente fatto battere il cuore.
-Grazie- disse arrossendo.
-Wow, due grazie in poco tempo..vedi? Stai gia cambiando-  fortunatamente le mie parole la fece ridere e le ultime tracce di tristezza scomparvero dal suo bellissimo volto.
-E poi guarda l'altro lato positivo della situazione, non dovrai più sopportarmi- dissi ciò sorridendo, per farla ridere ancora, anche se dentro di me stavo provando una tristezza infinita che badai bene di non trasmetterle.
-Cosa?- all'improvviso la sua voce si gelò e i tratti del suo viso si indurirono.
Era sorpresa, molto sorpresa, quasi scioccata.
-Cosa c'è?- chiesi confusa dal repentino cambio d'umore.
-Tu te ne andrai?-
-Beh si..una volta che il mio compito sarà concluso mi verrà assegnato un nuovo prescelto- questo fu ciò che disse la mia mente,ma il mio cuore avrebbe voluto dire tutt'altro.
-Avevi detto che non mi avresti lasciato- mormorò con un tono di voce misto tra la rabbia e la tristezza, ed anche le emozioni che mi arrivavano erano confuse.
-Ho detto che non ti avrei lasciata sola finché tu fossi stata la mia protetta....mi dispiace, ma devo..-  lo sguardo che ricevetti in risposta fu pieno d'odio.
Se solo avessi potuto parlare davvero.
Gli avrei detto che non l'avrei mai lasciata, che ormai non ero più in grado di non vedere il suo volto, che se solo l'avessi lasciata non sarei più riuscita ad andare avanti.
Cercai di trasmetterle tutto ciò attraverso gli occhi ma non ci riuscì bene perché all'improvviso i miei sentimenti rimasero da soli.
-Perché hai interrotto il legame?- chiesi triste.
In fretta si sistemò l'abito sgualcito e si diresse verso il cavallo ignorando totalmente la mia domanda.
-Tranquilla, sono solo sorpresa... uno stupido, impiccione ed insolente angelo come te non mi mancherà di certo-
Spiazzata dalla sua furente reazione la raggiunsi di corsa montando in sella.
In questo momento avrebbe potuto anche laciarmi a piedi o ad ali, a seconda dei punti di vista.
Anche i miei sentimenti in questo momento erano confusi.
Una parte di me era disperata perché sapeva che non avrei potuto restare con Regina, la donna di cui forse mi stavo innamorando.
Un'altra parte era triste perché Regina era arrabbiata con me ed infine l'ultima stava facendo i salti di gioia.
Era evidente il motivo per cui lei se la fosse presa così tanto.
Avrebbe sofferto la mia mancanza, ciò voleva dire che teneva a me, sicuramente non mi avrebbe mai amato ma almeno era un inzio.
Figurati se una donna come lei si innamorava di me e poi c'era quella Malefica di mezzo e chissà chi altro.
In realtà anche io mi ero stupita di me stessa.
Certo le donne non mi erano mai dispiaciute ma avevo sempre pensato a me con un uomo accanto.
Forse la cosa più sconvolgente era che mi ero presa una cotta proprio per un'umana.
Gli angeli stavano con gli angeli e  non si era mai sentito di storie divergenti.
Appena arrivate a palazzo Regina fu subito convocata per impegni reali ed io un po' abbattuta la seguì.
Dovevo assolutamente pensare  un modo per farci pace.

Una volta seduta sul trono le guardie fecero entrare un uomo ammanettato.
Aveva una barbetta marrone, era vestito di verde, ed a giudicare dall'aspetto e dall'odore non si lavava da almeno un mese.
-Chi è costui?-
-Vostra maestà, subito dopo che ve ne siete andate questo ladro si è introdotto nelle vostre camere per rubare il vostro specchio magico, lo abbiamo trovato mentre cercava di superare il muro di confine- spiegò la guardia tenendo sempre sotto d'occhio il criminale.
-Cosa dovrei farne di te?- disse Regina gelida.
-Qual'e il tuo nome ladro?- chiese poi concedendogli il permesso di parlare.
-Vostra maestà, il mio nome è Robin Hood, ma non sono un ladro io rubo solo per gli altri- rispose fiero di ciò che era.
-Dovrei ucciderti solo per esserti rivolto a me in questo modo- commentò lei.
-No per favore, ho una moglie e un figlio che mi aspettano, senza di me non sopravviverebbero- supplicó lui sentendo quelle parole.
-Regina non mi sembra il caso di ricorrere ad un provvedimento così drastico, potresti..che so fargli pagare una tassa in più- proposi io cercando di rabbonirla e fare da voce alla sua coscienza.
Lei mi ignoró palesemente.
-Si credo che non ti uccideró- mormorò pensierosa e sia io che il ladro tirammo un sospiro di sollievo.
-Credo che ti rinchiuderò nelle mie segrete per...tipo per sempre- continuò poi sorridendo sadicamente.
-Cosa?No!No!Per favore no!-urlò l'uomo mentre veniva trascinato via dalle guardie.
Una volta che la porta fu chiusa e fummo rimaste da sole nella stanza mi scatenai.
-Ma sei impazzita?? Perché l'hai fatto? Ti rendi conto che hai appena rovinato una famiglia?-
-Non credo che questi siano affari tuoi!- rispose secca mentre alzandosi dal trono si dirigeva fuori dalla stanza.
-Eccome se sono affari miei- risposi ponendomi tra di lei e la porta, determinata a non lasciar perdere.
Lei mi lanciò uno sguardo di fuoco e sorridendomi mi oltrepassó.
Io raggelai ed ancora più arrabbiata e determinata la inseguì.
-Non potrai ignorarmi per sempre Regina!-
Nessuno risposta.
-Avevi detto che volevi migliorare, cosa è cambiato adesso?-
Lei continuò a percorrere il lungo corridoio.
-Se non vuoi farlo per te, almeno fallo per loro, per Henry e Daniel!- dissi tentando di suscitare un qualche tipo di reazione in lei, e infatti ci riuscì.
All'improvviso si immobilizzò e come una furia tornò indietro.
Mi puntò un dito al petto e fissandomi negli occhi gridò:
-Non osare pronunciare i loro nomi!! Tu non ne hai il diritto!!- detto ciò se ne andò ed io non mi mossi.
I suoi occhi, la sua voce, il suo gridò, il suo profumo...tutto ciò contribuì a farmi immobilizzare.
Con la coda dell'occhio però notai una cameriera ad occhi aperti, scioccata di aver appena visto la sua regina urlare contro il nulla.
Ciò mi fece ridere e contribuì a sbloccarmi.
Percorsi la strada per cui se ne era andata e in lontananza sentì il rumore di un chiavaccio che si chiudeva.
Con nonchalance oltrepassai la porta chiusa a chiave.
Mi ritrovai in una stanza dove un enorme camino faceva sfoggio di se.
La sala era piena di divani, tappeti e bottiglie di vetro.
Regina era seduta su uno di quei divani e quando mi vide entrare sbuffò sonoramente e alzandosi svogliatamente si diresse verso un piccolo tavolino strapieno di bottiglie.
-Perché non mi lasci un po' in pace?- chiese arrabbiata.
-Ti dice niente la parola angelo custode?- risposi cercando di calmare gli animi.
-Già...purtroppo- aggiunse poi amaramente.
-Vuoi dirmi perché l'hai fatto?-
Lei prese un bicchiere e se lo riempì fino all'orlo di un liquido che capì poi essere liquore.
Con un solo sorso, e rabbrividendo un po' lo mandò giù, poi rispose.
-Non c'è nulla da dire Em-ma, io sono la regina cattiva e come tale faccio cose cattive-
-Non dire così sai benissimo che non è vero-
-No a dire la verità non lo so- nel frattempo mandò giù un altro bicchiere di alcool.
-Perché ti comporti così?- chiesi come se volessi sgridare una bambina capricciosa.
-Perché io sono la regina e faccio ciò che voglio-
Quella risposta mi fece veramente incavolare ma lei non se ne curò e nel frattempo mandò giù un altro bicchiere.
-Ma la vuoi smettere di bere?- gridai stufa.
Lei sorridendomi e per provocarmi ne bevette un altro.
Innervosita me ne andai da lei per non avere la tentazione di picchiarla e mi avvicinai alle fiamme che bruciavano nel camino.
Dopo altri 2 o 3 bicchieri Regina mi si avvicinò, ovviamente con la bottiglia di liquore in mano.
-Sai a cosa stavo pensando?- chiese ridacchiando.
-A cosa?- chiesi accontentandola.
-Nessuno oggi mi ha fatto le condoglianze ahahahah come sono stata stupida anche solo a sperarlo-
-Perché avrebbero dovuto...- poi la consapevolezza mi piovve addosso.
-Oggi è il giorno in cui ....- ma mi bloccai, avevo paura di pronunciare i loro nomi, paura di una qualche reazione violenta da parte di Regina.
-Finisci la frase...il giorno in cui Daniel ed Henry sono morti? Si-  dalle sue labbra scapparono delle piccole risate.
- Che poi a pensarci bene dovrei ringraziare mia madre per averli uccisi, sai che noia dover rendere conto a qualcuno...se solo non gli avessi strappato il cuore le avrei fatto un regalo..potrei sempre portarle dei fiori sulla tomba che ne dici?- chiese più a se stessa che a me.
-Sei ubriaca non sai quello che dici- dissi amareggiata dal suo comportamento.
-Non è vero- rispose con una voce infantile.
-Se fossi ubriaca non potrei fare questo!- e con una mano fece roteare alcuni fogli appoggiati su un tavolino in aria.
-Se fossi ubriaca direi che ti trovo molto bella ma siccome non lo sono non lo dico....ops- ridacchió poi rendendosi conto dell'errore.
-Emma tu sei molto brutta!- aggiunse poi imitando una voce maschile, poi scoppiò a ridere.
Anche se ero molto lusingata dalle sue parole cercai di non stare al suo gioco e di ignorarla.
-Finiscila-
-Mi annoio- si lamentò ignorando le mie parole.
-Non è un mio problema- risposi cercando di non guardarla in volto per non dare corda ai suoi vaneggiamenti.
-Uhhh sai cosa potrei fare di divertente? Uccidere quell'ometto giù in cantina-
-Regina smettila!- gridai girandomi a guardarla per capire se ne fosse stata veramente capace.
-Si!! Ho attirato la tua attenzione- gridò felice.
Io la guardai a bocca aperta, se non fossi stata così arrabbiata per ciò che aveva fatto prima tutto ciò sarebbe stato veramente divertente.
-Non guardarmi così, è colpa tua!- si lamentò sedendosi sul divano davanti al fuoco.
-Cosa?- chiesi confusa e curiosa.
-È matematica!- rispose ridacchiando ancora.
-Spiegati meglio- dissi ancora più curiosa, sedendomi accanto a lei.
-Se io sono buona tu te ne vai, se io sono cattiva tu non te ne vai, semplice- rispose felice con aria da saputella.
-Cioè tu...-
-Tu ti sei comportata in quel modo solo perché non volevi che io me andassi?- chiesi stupefatta.
-Finalmente ci sei arrivata- e detto ciò mi applaudì.
Alla fine una risata me la lasciai sfuggire.
So che non avrei dovuto essere felice, lei si era comunque comportata male ma...non so, questo mi rendeva entusiasta.
Lei teneva così tanto a me che era disposta a fare azioni malvagie piuttosto che perdermi.
Arrossì e solo per un secondo mi concessi l'oppurtunità di pensare che forse Regina avrebbe potuto ricambiare i miei sentimenti, ma solo per poco tempo e poi questa malsana idea scomparì dalla mia mente.
-Non avresti dovuto farlo- dissi una volta ritrovato un po' di contegno.
-Ed allora tu non andartene- mi implorò ancora in preda ai deliri dell'alcool.
-Non me ne vado- risposi guardandola negli occhi.
-Davvero?- chiese speranzosa distendendosi sul divano, l'alcool le aveva fatto venire sonno...
-Davvero!-
-Me lo prometti?-
Prima di rispondere presi un sospiro.
-Lo prometto- e fu vero.
Non so come avrei fatto ma non avevo intenzione di abbandonarla.
-Voglio il mio pupazzo- brontolò triste chiudendo gli occhi.
-Da quando tu hai un pupazzo?- chiesi ridendo.
-Ehi i pupazzi sono veri-
-Dormi Regina- dissi ridacchiando dopo quella sua frase senza senso.
-Mhhhmhh- mormorò sbadigliando.
Nel frattempo io potei osservare come le fiamme del fuoco si riflettessero contro la sua pelle candida.
Come era possibile che ogni giorno che passava diventasse sempre più bella?
Ridacchiai anche a questo pensiero e, mettendomi comoda con qualche cuscino dietro la schiena, entrai nel suo inconscio.

"Feci la mia apparizione nel lungo corridoio che portava alla camera da letto di Regina.
Ci trovavamo nel suo castello e lei era proprio accanto a me.
-Emma- disse sobbalzando per la mia comparsa così all'improvviso.
Non le diedi tempo di rispondere perché velocemente l'abbracciai.
E mai cosa fu più bella.
La strinsi a me per un bel po', mi godetti il suo profumo, la consistenza dei suoi capelli e il suo calore così invitante.
Lei non si oppose ma anzi contraccambiò la stretta.
-Scusa ma era da stamattina che avrei voluto farlo- spiegai imbarazzata una volta che ci fummo staccate l'una dall'altra.
-No no va bene- disse sorridendo.
-Ma dimmi che è stato tutto un sogno e che non mi sono veramente ubriacata-
-No...direi che era abbastanza reale- risposi ridacchiando per la sua buffa espressione facciale.
-Dai non ci pensare, può capitare a tutti -
-E come faccio a non pensarci?- chiese retorica per niente rassicurata dalle mie parole.
-Per esempio potremmo cercare di capire se siamo in un sogno o in un incubo- proprosi io.
-Giusto- e detto ciò ci incamminammo per il corridoio.
Vagammo per alcuni minuti ma sul nostro cammino non trovammo nessuno.
Sembrava che il castello fosse disabitato.
-È un incubo- disse Regina interrompendo il silenzio che si era creato.
-Come fai ad esserne così sicura?-
-Bè la mia più grande paura è rimane da sola- spiegò tristemente.
-Non mi sembri molto spaventata- -Questo perché tu sei qua con me  , altrimenti starei correndo per i corridoi, urlando come una pazza o qualcosa del genere- disse con un tono di voce né triste né felice...indifferente oserei dire.
-Ti senti al sicuro con me?- chiesi arrossendo subito.
-Si ..ma più che altro mi sento amata- ammise imbarazzata.
-Tu mi ami Emma?- chiese poi fissandomi negli occhi.
Il mio respiro si bloccò, il mio stomaco cominciò a dolere e la mia pelle si riempì di brividi, eppure non mi ero mai sentita così bene.
Lei vedendo il mio stupore si spiegò meglio.
-Cioè non amare amare, amare come volere bene-
-Si ti voglio bene- la rassicurai sorridendo.
Ma in fondo c'era davvero differenza??.
Cercando di non pensare ai suoi occhi che si rispecchiavano nei miei feci dei passi avanti per allontanarmi un po' da lei.
-E adesso cosa facciamo?- chiesi.
-Io avrei un'idea piuttosto infantile ma molto divertente- disse ridacchiando.
Vederla ridere...vederla felice mi riempiva il cuore di una gioia mistica.
-Spara-
Guardandomi furbamente mi toccò la spalla.
-Vediamo se riesci a prendermi!- detto ciò scappò via.
Ridendo iniziai l'inseguimento.
Regina era veramente veloce e per un attimo pensai che non sarei riuscita ad acchiapparla, poi mi ricordai della mia arma segreta.
Spiccando un balzò distesi le mie ali e volando riuscì velocemente a recuperarla.
Mi fiondai su di lei e circondandogli il busto la portai via con me.
All'inizio Regina si irrigidì, poi tranquillizzandosi si lasciò andare.
Volai basso ed evitando ostacoli di vario genere trovai una finestra che dava su un balcone e mi fiondai fuori.
Strinsi ancora di più Regina per paura che potesse cadere e poi con possenti battiti d'ali salì di quota.
-Ma è bellissimooo!- gridò felice lei, osservando estasiata gli alberi e i villaggi circostanti così piccoli dall'alto.
-Vuoi fare una cosa pazza ma adrenalinica?- proposi emozionata.
-Certo- rispose lei entusiasta.
-Ti fidi di me?-
-Con tutta me stessa- sussurrò dolcemente.
Ricevuto la conferma aprì le braccia e Regina precipitò nel vuoto.
All'inizio si lasciò scappare un urlo ma poi in silenzio si godette il panorama che le sfrecciava intorno mentre lei si avvicinava sempre di più al suolo.
Prima che potesse schiantarsi al suolo mi precipitai in picchiata, come fa un'aquila con la sua preda e la presi al volo.
-O mio dio è stata una cosa pazzesca!- gridò entusiasta una volta al sicuro tra le mie braccia.
Io le sorrisi, felice che si fosse divertita.
-Mh..Emma?- mormorò poi.
-Si?-
-Credo che vomiterò-.
Velocemente la portai a terra e delicatamente la lasciai andare.
Subito si staccò da me e correndo verso un albero lì vicino vomitó.
Il senzo di colpa mi attanagliò le viscere.
-Mi dispiace Regina non ho pensato che ti saresti potuta sentire male-
-No no tranquilla- mi rassicuró dopo aver finito di rigettare.
Lentamente si girò verso di me e in questo modo potei osservarla.
Era pallida in viso ma i suoi occhi non erano mai stati più vitali di come lo erano in quel momento.
-È stata la cosa più elettrizzante che ho mai fatto da quando ho memoria- spiegò lasciandosi andare ad una genuina risata.
-Grazie davvero!- e per sottolineare il concetto si avvicinò a me.
Mi si avvicinò troppo.
I suoi occhi dentro i miei.
Il mio respiro si bloccò di nuovo, poi sentì le sue labbra posarsi sulla mia guancia.
-Sei arrossita Emma?-  chiese  ridacchiando e riallontanandosi da me.
-Io? Cosa? No- risposi ancora mezza imbambolata.
Lei rise.
Questo sogno l'aveva decisamente resa di buon umore.
-Dai torniamo al palazzo- e prendendomi per mano si incamminò verso un bosco.
Il mio cuore perse un altro battito.
Dopo pochi metri l'incubo....il sogno finì."

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Piccole note finali.
Vorrei dedicare questo capitolo a quel fantastico personaggio che è Felicity Smoak, se non sapete di cosa sto parlando cosa state aspettando per recuperare Arrow?
SPOILER: recentemente ha ottenuto il suo nome in codice, Overwatch, e grazie a questo nome e al fatto che veglia su di tutti grazie ai suoi computer, assomiglia molto a un angelo custode, quindi bè..viva gli angeli.
Detto questo se non sapete cosa fare e vi state annoiando vi consiglio di asoltare questa canzone perché rappresenta molto bene questa storia.
Angel- Theory of a deadman
https://youtu.be/OwykXejwXYs.
Buona giornata a tutti.

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


-Buongiorno Regina, come ti senti?- chiesi dolcemente una volta che i suoi occhi furono aperti.
-Mh ho mal di schiena..deve essere colpa del divano- rispose con la voce ancora impastata dal sonno.
-Che ore sono?- aggiunse poi.
Distrattamente diedi un'occhiata alla finestra e quello che vidi mi spiazzò.
-Regina?- la chiamai calma.
-Mhmh?-
-Perché il cielo è verde?-
-Cosa?!- esclamò subito lei.
Toc toc.
Quel suono fece distogliere i nostri occhi dalla finestra e li portò alla porta.
-Avanti?!- esclamò dubbiosa lei alzandosi in piedi.
-Buonsalve vostra maestà- disse la figura appena entrata nella stanza.
Io e Regina rimanemmo a bocca aperta.
-Cosa ci fai qui? Tu dovresti essere...-
-Morta?- concluse l'anziana strega che Regina aveva ucciso recentemente.
-Bè si..dovrei..e di questo devo ringraziare te- rispose allegramente come se stesse prendendo del tè con delle amiche.
-Come è possibile che tu sia viva?- chiese Regina ancora incredula.
-Semplicemente perché sono morta-
-Sto sognando?- chiese confusa la mia protetta.
-Non esattamente cara, stai avendo un 'allucinazione-.
Regina si girò verso di me con uno sguardo di fuoco per ottenere una qualche spiegazione ma io alzai le mani.
-Non guardare me, io non c'entro nulla-
-Oh ma che maleducata, non ti ho neanche salutato Emma- disse all'improvviso la strega.
-Come sai il suo nome?- -Riesci a vedermi?- chiedemmo contemporaneamente io e Regina.
-Sono qua proprio per questo mie care-
-Cosa vuoi da lei?!- esclamò cattiva Regina, alzandosi in piedi per farmi da scudo.
Questo gesto mi procurò una fitta al cuore, era così dolce...
-Oh che gesto premuroso ma tranquilla, sono qui solo per vantarmi- spiegò.
-Vantarti?- domandò Regina, ignorando le sue iniziali parole.
-Si vedi, in teoria non dovrei farlo perché ti sto facendo un favore e visto che mi hai ucciso non te lo meriteresti però non resisto alla tentazione di far sfoggio del mio magnifico potere, quindi eccomi qua- spiegò la vecchia come se stesse tenendo una lezione  di storia.
-Puoi arrivare al punto?- chiese spazientita Regina.
-Oh ma certo. Ti sei chiesta perché dopo il mio incantesimo tu sei stata in grado di vederla?-
-Non mi interessava-
Le due donne parlavano tra loro come se non esistessi e come se io non fossi la protagonista di ciò di cui stavano discutendo.
-Invece avrebbe dovuto, per colpa della tua stupidaggine sono morta invano-
-E questo cosa vorrebbe dire? Aspetta ma mi ha dato della stupida?-
-Questo vorrebbe dire che il mio incantesimo ha funzionato, certo in un modo diverso ma ha funzionato- rispose la strega ignorando totalmente la seconda domanda.
-Puoi parlare in una lingua comprensibile vecchia megera?- sbuffò Regina ma per fortuna la donna non accettò la provocazione e con mia grande gratitudine continuò la spiegazione.
Finalmente qualcuno era in grado di fornirmi le risposte che cercavo e di certo non mi sarei fatta scappare questa opportunità.
-Il fumo non è riuscito a guidarti perché il tuo vero amore era celato e quindi agendo in maniera secondaria  ha annullato la sua abilità di invisibilità-
-Aspetta tu mi stai dicendo che.....-
-Esatto, il qui presente angelo custode Emma è il tuo vero amore-
La strega pronunciò queste parole guardandomi dritto negli occhi e il mio cuore si fermò.
Stavo sognando vero?
No cioè me lo ero sognato?
Forse qualcuno mi aveva drogato...
O forse ero morta.
Si, sicuramente ero morta perché non era possibile che io fossi il vero amore di Regina.
Certo mi sarebbe piaciuto, ed anche molto ma no..poi..cioè...bo..non aveva senzo giusto?
Mi sembrava di volare...il che detto da un angelo è tutto dire.
-Ahahahahahah-
-Ti ha dato di volta il cervello??- altre risate uscirono dalle labbra di Regina.
-IO innamorata di questo essere noioso, antipatico e pure brutto?-
Bastarono queste parole dispregiative per..neanche farmi tornare al suolo, ma sprofondare sotto terra.
-Non m'importa se non mi credi, volevo solo informarti- detto questo la strega svanì dal nulla ma l'allucinazione/sogno continuò.
-Davvero pensi che sono brutta?- chiesi triste.
Regina girandosi verso di me e dando le spalle alla porta mi guardò sorpresa.
-Emma non intendevo dire quello ma...insomma io e te innamorate? Assurdo no?- chiese ridacchiando per la scioccante idea.
-Giá assurdo- concordai poco convinta.
Regina stava per dire qualcosa ma poi si bloccò turbata dal mio tono di voce.
-Emma c'è qualcosa che devi dirmi?- chiese insicura.
-No no- risposi velocemente e i suoi occhi si ingrandirono.
-Io..io ti piaccio?- domandò ancora più sbalordita.
-No no ma cosa dici...- risposi subito, imbarazzandomi e cominciando a sudare.
Vidi il suo volto contrarsi e capì che aveva rilevato la mia piccola bugia così mi arresi.
-Sarebbe così assurdo?- chiesi io  sottovoce.
Regina distolse lo sguardo dai miei occhi e si girò verso la porta in modo che mi fosse impossibile vedere il suo volto.
-Grandioso, il cielo mi ha mandato un angelo gay- rispose ironica.
-Io non sono gay e poi...- poi però mi bloccai.
Tanto ormai non avevo nulla da perdere quindi decisi di giocarmi il tutto per tutto.
-Io ti piaccio?- chiesi timorosa.
-Gay , lesbica, chiamati come ti pare, non fa differenza-
-Non hai risposto alla domanda- e di fronte al suo comportamento cominciai a provare della speranza.
Lei non rispose e io le toccai una spalla per attirare la sua attenzione e la vidi rabbrividire.
-Regina guardarmi- la richiamai e questa volta si girò.
Ancora una volta i nostri occhi si rispecchiarono gli uni negli altri.
-Provi qualcosa per me?- chiesi con il cuore a mille e dopo un silenzio che sembrò durare anni invece che pochi secondi lei rispose:
-Non lo so-.
Non potei fare a meno di sorridere, è vero non era un si, ma non era neanche un no.
-Ma questo non conta nulla- parlò all'improvviso e con un tono di voce gelido, in questo modo le mie misere speranze si sgonfiarono come un aquilone.
-Questo non significa niente, perché io non voglio averti fra i piedi, voglio solo che questo stramaledittissimo cavolo di sogno finisca- arrabbiata si allontanò da me e sbatte una mano contro il muro.
Purtroppo come ordinato dalla Regina tutto questo finì."


Aprimmo gli occhi contemporaneamente e come colpite da qualche tipo di scosse di terremoto ci alzammo in piedi.
Questo purtroppo non giovò allo stomaco di Regina che si precipitò alla finestra per vomitare.
Subito la raggiunsi ma prima ebbi il tempo di notare che il cielo era ritornato al suo solito colore, azzurro con qualche nuvola grigia qua in là, probabilmente stanotte avrebbe piovuto.
Volli tanto raccoglierle i capelli per aiutarla a rigettare ma purtroppo non potei.
-Come stai?- le chiesi una volta finito.
-Un pò meglio- sussurrò pallida come un lenzuolo.
-Direi che non avresti dovuto bere- la rimproverai io dolcemente.
Regina mi guardò in volto pensierosa e si presa un paio di secondi in più per rispondere poi disse:
-Ho bevuto ieri sera?- chiese confusa.
-Esatto- risposi io ancora più confusa  di lei.
-Allora deve essere per quello che non mi ricordo niente-
Ed io gelai.
Non poteva essere vero.
-Qual'è l'ultima cosa che ricordi?- chiesi inorridita.
-Mhhh credo il ladro, ma meglio così no? Se ho bevuto un motivo ci sarà quindi meglio perderli che averli quei ricordi no?- domandò ottimista, incurante che il mio cuore si fosse appena rotto.
-S..i..giusto-
-Emma ti senti bene? Ti vedo un po' strana-
-Non ricordi neanche il sogno che hai fatto?- chiesi con l'ultima goccia di speranza in me.
Lei aggrottò la fronte e dopo averci pensato un po disse:
-No, perché è successo qualcosa di importante?-
-No no figurati nulla di che, ora credo che dovresti bere un po' d'acqua sarai disidratata- e così facendo cambiai discorso.
Regina seguì il consiglio e uscendo dalla stanza si diresse verso il grande salone per cenare, perché si, aveva dormito per tutta la mattinata e per gran parte del pomeriggio.
O forse si era addormentara durante il giorno e quindi aveva dormito poche ore...
Imbarazzata mi resi conto di aver perso la cognizione del tempo.
Io la seguì come un fantasma.
Il bello è che non sapevo neanche se essere triste o sollevata
Insomma dalla reazione che aveva avuto sembrava proprio che Regina provasse qualcosa per me ma che non ne volesse sapere niente.
Era come se fosse spaventata dall'amore.
Come se avesse paura di soffrire.
Si era dimenticata della mia semi dichiarazione e questo era sicuramente un qualcosa di positivo, non ci sarebbe stato nessun momento imbarazzante fra di noi, però al tempo stesso mi rattristava sapere che lei non ricordava più i nostri piccoli e teneri momenti.
Si era dimentica la sua confessione sul perché avesse imprigionato il ladro ed anche del nostro volo insieme.
Spalancando le porte Regina si diresse lentamente a capotavola, io mi sedetti accanto a lei e un cameriere provvide a portarle un piatto di cibo ed a riempirle il bicchiere di vino.
-No no stasera voglio solo acqua- ordinò lei.
-Potresti anche ringraziare no?- proposi io.
Lei mi guardo dubbiosa in volto.
-Per favore- aggiunse fredda e l'uomo la guardò sbalordita.
Dopo che le ebbe cambiato bevanda Regina lo congedò.
-Lasciami sola-
-Come desidera, vostra maestà- e facendo un inchino l'uomo se ne andò lasciandoci completamente sole.
-Ma per caso ce l'hai con me? Ti sento strana- chiesi io dubbiosa; non sapevo perché ma da quando si era svegliata mi era sembrato tutto un po' strano, o forse era tutto frutto della mia mente per via di quello che era successo nel sogno.
-No no sto bene, e tu?- rispose tranquillamente dopo aver masticato un pezzo di carne.
-Io sto bene- risposi osservandola e dell'imbarazzante silenzio ci fece compagnia per tutta la durata della cena.
Ogni tanto ci lanciavamo delle occhiate quando pensavamo di non essere notate dall'altra ma apparte questo non successe nulla.
-Mh credo che andrò a dormire- propose sbadigliando dopo aver finito di mangiare velocemente.
-Di già?- chiesi io stupita, in fondo aveva dormito fin'ora.
-Si mi sento un po' stanca e poi domani devo essere in piene forze, una delegazione del Regno di Arendelle ci farà visita per modificare alcuni accordi commerciali- spiegò pulendosi la bocca con un piccolo pezzo di stoffa.
-Oh certo capisco- e detto ciò mi alzai in piedi per seguirla.
-Non c'è bisogno che mi accompagni nei miei sogni, per stasera puoi anche prenderti una serata libera per...fare qualunque cosa facciano gli angeli nel loro tempo libero-
La situazione non mi convinceva molto, in più Regina aveva un falso sorriso stampato in faccia.
-Mi stai dicendo che non desideri più la mia compagnia?- chiesi con un filo di voce.
Non potevo credere che una cosa del genere stesse davvero accadendo e poi non capivo cosa le potesse essere successo, se non ricordava niente del sogno allora cos'era capitato?
-No no, non sto dicendo questo, era solo un gesto di cortesia- si giustificó lei in imbarazzo.
-Allora se permetti preferisco svolgere il mio dovere- le risposi fredda.
-Certo non c'è problema- e con un sorriso di cirscostanza si diresse verso le sue camere.
Ma cosa diavolo stava succedendo?
Regina era strana.
Io ero strana per colpa di quel cavolo di sogno.
A questo punto era proprio meglio dormirci su.

"Ci ritrovammo in un luogo....strano?
Okay stavo decisamente usando troppo quella parola.
Era giorno ed eravamo nel mezzo di una strada....insolita?
Non erano sassi, non era terra..ma allora cosa diavolo era?
Intorno a noi c'erano delle case molto lussuose e colorate, con strambe scritte disegnate su grandi lastre di vetro.
Davanti a noi poi si ergeva un gran campanile, solo che al posto delle campane c'era un grande orologio.
-Ma dove diavolo siamo?- esclamai io.
-Non ne ho la più pallida idea- rispose Regina che si trovava proprio accanto a me.
-Signor Sindaco, sceriffo, cosa fate in mezzo alla strada? Toglietevi o qualcuno vi investirà!- urlò un uomo dalla faccia gentile.
L'uomo che portava con se uno strano animale bianco e nero si diresse dalla nostra parte.
-Ma sta parlando con noi?- chiesi dubbiosa a Regina.
-Ma come è vestito?- e questa fu la sua eloquente risposta.
-Emma, Regina mi avete sentito?- chiese sorridendo una volta che si fu avvicinato.
Come conosci i nostri nomi?- chiese subito sulla difensiva la mia protetta.
-Bè direi che qui tutti conoscono i  vostri nomi- poi guardandoci dubbioso aggiunse:
-Vi sentite bene?-
-Dove ci troviamo?- chiesi io un po' impaurita dalla situazione.
-A Storybrooke- rispose lui dubbioso.
-A quest'ora non dovreste già essere al ristorante per festeggiare San Valentino?- mi chiese lui continuando comunque a sorridere.
-Cos'è un San Valentino?-
-Cos'è un ristorante?- chiedemmo noi in contemporanea.
-Okay qui c'è decisamente qualcosa che non va- rispose l'uomo, poi squadrandoci per bene aggiunse: - O mio dio siete sotto un incantesimo-
Solo in quel momento feci caso allo strano modo in cui io e Regina eravamo vestite.
Lei indossava un vestito nero che le metteva in bella mostra le  gambe e lo stupendo decoltè io invece indossavo dei pantaloni molto stretti e scomodi con  un'inusuale soprabito di pelle rossa...e dove diavolo erano finite le mie ali??
-Cosa stai facendo?- esclamò Regina interrompendo le mie osservazioni.
-Chiamo Henry sicuramente..- ma l'uomo non poté finire perché Regina lo strozzò con la magia.
-Ma cosa diavolo fai?-
-Stava per attaccarci con quella bizzarra arma- si giustifico lei.
-È troppo piccola per essere un arma- commentai io dubbiosa, osservando il piccolo oggetto luminoso e di metallo che era caduto per terra.
L'uomo si lamentò portandosi le mani alla gola annaspando ma proprio in quel momento un bambino sbucò da una delle numerose case.
-Mamma cosa stai facendo! Lascia subito Archie!- esclamò inorridito lui.
Regina si voltò e lasciò subito la presa sull'uomo.
-Henry....- mormorò incredula e si appoggiò a me per non cadere.
-Regina stai bene?- chiesi subito preoccupata.
-È lui- sussurrò.
-Lui chi?-
-Mio figlio- e questa volta fu il mio turno di rimanere impietrita.
-Tranquillo Henry, sto bene, ma credo siano sotto sortilegio- disse l'uomo massangiandosi la gola rossa.
Regina incurante di quelle parole scoppiò a piangere e si buttò tra le braccia del figlio, stringendolo in un soffocante ma caloroso abbraccio.
-Sei vivo!- cominciò a mormorare all'infinito sotto shock.
-Certo che sono vivo mamma- puoi guardandomi me aggiunse:
-Mamma voi state bene invece?-
-Mamme?- chiese Regina scioccata interrompendo l'abbraccio.
-Certo come dovrei chiamarvi altrimenti?- chiese confuso lui.
-Ehm scusami ragazzino, stai dicendo che io e Regina siamo le tue mamme?- chiesi io per capire meglio quella strana situazioni.
-Archie direi che hai ragione, sono sotto un sortilegio- rispose Henry rivolgendosi all'uomo adulto.
-Meglio andare da Gold, lui saprà aiutarci- detto ciò il ragazzino cominciò ad allontanarsi.
-Henry non andartene!- urlò Regina piangendo, ma il figlio non si fermò e continuò a camminare.
-Ehi Regina calmati- le disse io mettendo una mano sopra alla sua spalla come conforto.
All'improvviso cominciò a piovere, il vento cominciò a soffiare forte  ed insieme a quello un' impenetrabile nebbia cominciò a formarsi.
-Henry dove sei!!! Non lasciarmi di nuovo!!! HENRYYYY!!- urlò a squarciagola Regina.
-Ehi calmati lo ritroveremo- cercai di rassicurarla io ma non funzionò molto perché poco dopo in preda a lacrime, singhiozzi e a un probabile troppo sforzo del cuore Regina svenne tra le mie braccia."

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


-Buongiorno vostra maestà, è ora di svegliarsi-
Questa fu la spiacevole voce che svegliò Regina dal suo sonno.
-Cosa stai facendo inutile ragazzina?- brontolò Regina dopo aver nascosto la testa sotto il cuscino perché la bionda cameriera entrata in stanza aveva spalancato le tende, facendo così entrare alcuni abbaglianti raggi di sole.
-Vostra maestà, la servitù mi ha raccomandato di venirvi a svegliare ed aiutarvi a vestirvi per l'incontro reale- spiegò tranquilla la giovane ragazza mentre si lisciava il grembiule spiegazzato.
-Quale incontro?- mormorò Regina tenendo gli occhi chiusi.
Chissà perché la mattina Regina sembrava tutt'altra persone.
Io intanto mi ero alzata dalla sedia dove la sera mi precedente mi ero addormenta ed ora stavo osservando il magnifico abito che la ragazza aveva poggiato sul letto.
Era composto da un'ampia gonna rosa, ma di un rosa chiaro ma allo stesso tempo scuro, quasi opaco, forse perché ricoperta da un velo di tulle nero, il corpetto invece era fatto di pizzo nero e ogni dove era ricoperto di piccoli diamantini, soprattutto sulla schiena perché sul davanti c'era poca stoffa da far luccicare visto che il decoltè di Regina sarebbe stato ampiamente mostrato.
Il tutto era contornato da una piccola tiara.
Sapevo già che le starebbe stato divinamente.
-Quello con la regina Elsa di Arendelle, vostra maestà, ve lo siete forse dimenticato?- chiese la cameriera rispondendo alla domanda di Regina.
A quelle parole la mia protetta scattò in piedi aprendo subito gli occhi.
-O mio dio che ore sono? Perché non mi avete svegliato prima, piccoli inutili esseri!!?-
-Se la tua gentilezza raggiunge già questi alti livelli la mattina non oso immaginarmi come ti comporterai la sera- commentai io per farla arrabbiare.
-Oh sta zitta Emma!- si lamentò infatti lanciandomi di sfuggita uno sguardo di fuoco.
-Chieso scusa  vostra maestà, stavate parlando con me?- chiese la piccola ragazza, ignorante della mia presenza.
-No no stavo parlando da sola, ma basta con le chiacchiere aiutami ad indossare questo magnifico abito- rispose Regina liquidando in fretta la faccenda.
La ragazza dal nome ignoto non ribatté e avvicinandosi a lei cominciò a sciogliere i nodi sulla schiena della vestaglia ma prima si allontanò un attimo a cercare qualcosa nell'armadio.
Una volta che fu sicura che la cameriera non l'avrebbe vista regina mi bisbigliò:
-Emma girati-
-Cosa?- bisbigliai io, anche se non ne avevo motivo visto che la mia voce era inudibile.
-Non ho intenzione di cambiarmi mentre tu mi fissi- mormorò arrossendo.
Per un attimo mi immobilizzai ma decisi di prendere questa richiesta in modo ironico.
-Cosa? Una perfetta sconosciuta ti sta praticamente spogliando e tu ti vergogni di me?- chiesi facendo finta di essere scioccata.
-Ho detto girati!- ma non ebbi modo di ribattere perché la biondina ritornò, così sbuffando mi girai verso un'altra parte.
Ripensando a stanotte decisi che appena saremmo rimaste sole avremmo dovuto parlare dello strano sogno che aveva fatto, insomma aveva sognato suo figlio, questo aveva dovuto per forza sconvolgerla e poi c'era quella questione delle "mamme".
Questi miei pensieri però vennero interrotti quando notai un dettaglio importante.
Potevo giurarlo su quello che avevo più caro che non era stata mia intenzione girarmi proprio verso la direzione dello specchio che rifletteva l'immagine svestita di Regina, alla perfezione.
Subito decisi di cambiare posizione per rispettare il suo volare ma qualcosa o piuttosto qualcuno mi aveva incollato i piedi al pavimento.
Ero praticamente incantata.
Regina aveva indosso solo una sottile veste bianca che faceva trasparire tutte le sue magnifiche curve.
Per mia sfortuna o forse fortuna il sole batteva proprio nella sua direzione, in questo modo quel sottile strato di stoffa era praticamente superfluo.
Riuscivo a vedere il suo prosperoso seno, di un colore rosa chiaro e per un attimo mi chiesi che sensazione avrei provato a toccare quella pelle così morbida.
Poi il mio sguardo scese più in giu, verso la sua piatta pancia che finiva con una v, come a voler sottolineare ancora di più la posizione del suo sesso femminile.
All'improvviso la mia mente fu invasa da alcune immagino mie e di Regina, intente a fare qualcosa di non propiamente angelico.
Subito le mie guance si tinsero di rosa, ma divenni praticamente un pomodoro quando notai Regina guardarmi dal riflesso nello specchio.
Si era accorta che la stavo spiando; mortificata abbassai lo sguardo e non osai più dare una sbirciata fino a che la cameriera annunciò:
-Ecco fatto vostra maestà, siete veramente uno splendore.-
A quelle parole mi girai e i miei occhi si posarono su Regina....
Se prima avevo provato una sensazione di lussuria all'altezza dello stomaco, questo volta stavo provando una sensazione di meraviglia all'altezza del cuore.
Era così bella..
Quel colore rosa le stava molto bene con il colore dei suoi capelli e bè il pizzo mostrava ampie parti di pelle come se già non bastasse l'ampia scollature a renderla decisamente troppo svestita.
-Grazie mille Cenerentola, di alla servitù di preparare la sala del trono per il ricevimento, scendo subito-
La ragazza di nome Cenerontola annuì con il capo e velocemente se ne andò dalla stanza.
-Piaciuta la vista mia cara?- mi chiese con quel suo tono di voce così accattivante.
Per fortuna in quel momento era intenta a sistemarsi un orecchino così per me fu più facile mentire e cambiare discorso.
-Non so di cosa tu stia parlando, ma credo che dovremmo parlare del sogno di questa notte-.
A quelle parole lei mi si avvicinò e guardandomi in volto rispose:
-Ho rivisto mio figlio morto e sono molto felice, di cos'altro vuoi parlare?-
-Della questione delle mamme- dissi prendendo coraggio da non so dove.
-Non so di cosa tu stia parlando- e dopo avermi fatto l'occhiolino uscì dalla stanza.


Solo durante il tragitto notai come il castello sembrasse più pulito, più nuovo.
Dovunque guardassi c'erano persone che ritoccavano gli ultimi addobbi decorativi, evidentemente questa regina era veramente di alto rango ed io non vedevo l'ora di incontrarla.
Regina fece sistemare un tavolo da buffè ed alcuni tavolini nella sala del trono, dopo ciò si sistemó sul seggio reale, assumendo il suo tipico sguardo altezzoso e sicuro di se e insieme a tutti i presenti in sala aspettó con impazienza l'arrivo degli ospiti.
Dopo cinque minuti gli enormi portoni si aprirono ed un valletto si fece avanti parlando ad alta voce.
-Vostra maestà, con somma gioia vi annuncio l'arrivo della regina Elsa di Arendelle accompagnata dal Duca di Waferton e da alcuni suoi ministri di corte-
In lontananza sentì qualcuno mormorare arrabbiato :
-È weselton-, poi il valletto sparì dalla porta e al suo posto comparve un ometto basso ed occhialuto, seguito dalla donna più bella che io avessi mai visto, ovviamente solo seconda a Regina.
I suoi lunghi e biondissima capelli erano legati in un treccia che le ricadeva su una spalla, il corpo era avvolto da un delicato e fragile abito azzurro, era molto luccicante soprattutto lo strascico che partendo dalle spalle nude fungeva anche da  mantello.
I bracci erano avvolti da lunghe maniche di un tessuto leggero che le arrivava fino ai diti della mano donandogli in questo modo un'aspetto reale ed autorevole.
Regina si alzò dal trono e gli andò incontro, una volta arrivata di fronte alla regina non degnò di uno sguardò il duca che si era inchinato a lei e sorridendo fece il baciamano ad Elsa.
A quella vista un ago lungo e freddo mi trapassò lo stomaco.
-Benvenuti nella Foresta Incantanta, consideratevi come a casa vostra- disse Regina gentilmente.
-Grazie mille, lo faremo sicuramente- rispose la donna con una voce deliziosa.
-Venga con me al tavolo vostra maestà, abbiamo molto di cui parlare- propose regina indicando con una mano il piccolo buffè.
-Puoi chiamarmi Elsa, Regina, ormai dovresti saperlo bene- le due donne si lanciarono uno sguardo insolito e poi si accomodarono al tavolo più lussuoso che c'era nella stanza.
Gli altri funzionari di Arendelle si accomodarono ad altri tavoli disponibili e subito furono serviti e riveriti dai camerieri del palazzo.
-Ed io dove mi metto?- chiesi a Regina seguendola.
Come riscossa da qualche pensiero mi guardò in volto, poi guardò elsa, poi mi riguardò e sorridendo sussurró:
-Stai in piedi-
-Oh tante grazie, è questo il trattamento che riservi a chi sta cercando di renderti buona?- chiesi nervosa ma non ottenni nessuna risposta.
Sbuffando mi posizionai dietro la schiena di Elsa, in questo modo tutte le volte che Regina le avrebbe parlato avrebbe inevitabilmente visto anche me.
-Allora cosa mi racconti Elsa, sempre dietro a tua sorela Anna?-
-È gia, e tu Regina? Sempre dietro a quella Biancaneve?-
-Pare proprio di si-
Le due donne si sorrisero poi Regina chiese:
-Ti obbligano ancora a trovare un pretendente per la successione al trono?-
-Purtroppo si, ma credo che nominerò il figlio di Anna mio erede in questo modo potrò stare con chi voglio- spiegò sbuffando la bionda per poi lanciare uno sguardo languido a Regina.
Sbaglio o Elsa ci stava provando con Regina?
-Spero con tutta me stessa che il tuo piano funzioni- rispose la bruna sbattendo le ciglia.
Sbaglio o Regina ci stava provando con Elsa??
-Porta le mie congratulazioni a tua sorella per la lieta notizia- aggiunse poi la mia protetta.
-Lo farò certamente, magari prima del parto potresti essere tu a venire a visitare il mio regno, in questo modo potresti farglieli di persona- propose la regina di Arendelle speranzosa.
-Grazie dell'invito Elsa, ci penserò ma adesso pensiamo agli affari-
-Certamente- rispose la donna facendo un cenno ad un cameriere di riempirgli il piatto con qualche sfizzioso stuzzichino.
-Se tu sei d'accordo volevo rinnovare il nostro precedente accordo- disse Regina bevendo un po d'acqua da un prezioso calice.
-Mi sta bene, se comprerai 1000 chili all'anno di ghiaccio rinnoverò l'ordine di cattura di Biancaneve nel mio paese,e caso mai riuscissi a catturarla la consegnerei a te-
-Perfetto- confermò Regina sorridendo.
Ed io mi chiesi curiosa chi mai fosse questa famosa Biancaneve.
-Allora che ne dici di siglare il nostro accordo come un tempo?- chiese Elsa fissando le labbra di Regina e la mia pelle si coprì di brividi.
Sentivo che stava per accadere qualcosa di brutto.
-Certo mia cara- e Regina con un gesto della mano fece un incantesimo a me ignoto, dopo ciò si avvicinò ad Elsa e la baciò sulle labbra.
Io ci rimasi malissimo ed ebbi una gran voglia di girarmi da un' altra parte ma non ci riuscì, i miei occhi inorriditi erano incantati su quelle due bocche che si univano sempre di più, e ricambiavano il bacio iniziato dalla mia protetta ma dopo un minuto non c'è la feci più:
-Potreste anche smetterla adesso- commentai acida e Regina rise.
-Ti faccio ridere?- chiese Elsa felice, almeno una cosa positiva l'avevo ottenuta, avevano smesso di baciarsi.
-No no cara, avevo solo alcuni pensieri per la testa- spiegò Regina e dopo aver sorriso tranquillamente sciolse l'incantesimo che supposi essere di mascheramento ed insieme si misero a mangiare.
Per il resto della giornata Elsa e Regina furono praticamente inseparabili, fecero tutto il giro del castello, si intrattenerono con i funzionari di corte e con la servitù di Regina ed io per tutto il tempo le seguì come un fantasma, invisibile e silenziosa.
Molto spesso Elsa ebbe la capacità di far ridere Regina, cosa che anche io riuscivo a fare raramente.
E fu lì che un pensiero ghiacciante mi invase.
E se Elsa fosse stata il vero amore di Regina?
Forse la strega si era sbagliata.
Forse Elsa sarebbe stata colei che avrebbe reso felice Regina.
Certo il cuore mi diceva di essere triste e di provare in tutti i modi ad allontanare quelle due donne.
Eppure la mia testa mi diceva di essere felice, in questo modo avrei portato a termine la mia missione e sarei potuta tornare in paradiso senza alcuna sofferenza inutile.
In fondo non era questo che facevano i salvatori?
Sacrificavano loro stessi per il bene di un altra persona.
Se amavo veramente Regina avrei dovuto lasciarla andare e permettergli di essere felice.
Ma prima però avrei ottenuto alcune informazioni in più, fu per questo che appena Elsa si fu allontanata un po,' richiamata da qualche persona, e dopo che Regina fu rimasta relativamente sola mi avvicinai e le parlai.
-Sei innamorata di Elsa?- chiesi senza giri di parole.
-Ma ciao anche a te Emma e no, non ne sono innamorata- rispose sarcastica evitando accuratamente di guardarmi in viso.
A quelle parole avrei dovuto essere sollevata o afflitta??
Non mi seppi rispondere e posi un'altra domanda a Regina.
-Ma siete amanti?-
Lei sbuffó ma rispose.
-Siamo semplicemente due donne che quando si incontrano  condividono i piaceri della vita-
-Quindi non la ami?- chiesi nervosa.
-Mi sembra di aver già risposto alla tua domanda- rispose sottovoce, sorridendo a un signore che le era appena passato accanto.
-Sei per caso gelosa Emma?- mi chiese provocatoria.
-Cosa?Io..ma.cioè- per fortuna Elsa ritornò al momento giusto e non risposi alla domanda di Regina.
Ma qualcosa però non mi convinceva.
Quella era stata una domanda piuttosto sospettosa.
Avevo la sensazione che Regina fosse a consapevole dei miei sentimenti per lei, ma come era stato possibile?
Se non ricordava più quel sogno dove mi ero praticamente dichiarata come aveva fatto a venirne a conoscenza?
Mi scervellai con quella domanda per tutto il resto della giornata ma purtroppo non ne venni a capo.
Sul far della sera ci spostammo tutti in giardino, vicino a un piccolo laghetto, anche se non ne capì il motivo finchè Elsa non si fece avanti.
-Popolo della Foresta Incantata, per ringraziarvi della vostra generosa ospitalità ho deciso di concedervi un piccolo dono-
Detto questo impose le sue mani sull'acqua e congelò all'istante la superficie del lago, poi fece comparire a tutti i presenti delle strane scarpe e poi i suoi funzionari abituati a questo genere di cose si lanciarono sulla superficie ghiacciata e cominciarono a pattinare.
Io come il resto del popolo di Regina ero rimasta a bocca aperta, affascinata da quella meravigliosa magia.
Io purtroppo fui l'unica a non divertirmi e in più dovetti pure sopportare la vista di Elsa e Regina che ballavano insieme, divertendosi come non mai.
Cavolo, ero veramente gelosa.
Sapevo di non doverlo essere visto che Regina mi aveva assicurato di non amarla, ma non potevo farne a meno.
Ero gelosa di Elsa perché avrei tanto voluto essere al suo posto.
Sarei voluta essere io quella persona che era stata in grado di farla ridere spesso, avrei voluto stringere e far ballare Regina come lei stava facendo in questo momento, ma non potevo, e per questo ero gelosa al massimo.
Dopo ore, che mi sembrarono giorni quella stupida cosa finì e tutti si ritirarono all'interno per cenare.
La sala era meravigliosa, addobbata da fiori e palline colorate.
Grazie ad Elsa dal soffito nevicava e poi quei magici fiocchi di neve scomparivano prima di toccare il suolo.
Era uno spettacolo mozzafiato.
Ed ancora una fitta di gelosia mi ferì allo stomaco, io non sarei mai stata capace di fare ciò che sapeva fare lei.
Regina ed Elsa si diressero a capotavola dove era apparecchiato per loro e poi si sedettero.
Per fortuna non ebbero modo di parlare molto perché ogni tre per due un fastidioso uomo, ma in realtà simpatico per me, le interruppeva; un certo Duca di qualcosa.
Grazie a quel piccolo esserino occhialuto e alla totale assenza di conversazione tra la bruna e la bionda il mio umore si risollevò notevolmente.
Per fortuna la cena ed anche quella giornata finì, ed una volta essersi congedate ed aver augurato la buonanotte a tutti, Regina accompagnò Elsa alla stanza riservata agli ospiti di alto rango.
Per tutto il tragitto Elsa guardò maliziosamente Regina ed una volta sulla porta, fece ciò che più temevo.
-Vuoi farmi compagnia stanotte?-
Regina sorrise e pensai che avrebbe accettato, ma poi mi guardò e questa volta sorrise a me, come se avesse voluto tranquillizzarmi e rispose:
-Sono molto lusingata della tua proposta, ma credo che sia meglio che ognuno dorma nelle proprie stanze-
A quelle parole il mio cuore fece una giravolta su se stesso.
-Come desideri- rispose Elsa, seccata per essere stata rifiutata ma tutto sommata abbastanza tranquilla e dopo aver augurato la buonanotte a Regina e dopo averle lasciato, a mio avviso inopportunamente, un bacio sulla guancia entrò nella camera, chiudendo dietro di se la porta.
Regina sospirò e poi si incamminò verso l'ala del castello dove si trovavano le sue camere.
-Perchè non hai accettato il suo invito?- chiesi felice ma curiosa.
-Perchè avevo sonno- rispose aumentando il passo.
-Stai mentendo-
-Oddio Emma, volevo passare del tempo con te, adesso sei contenta?- confessò imbarazzandosi e fermandosi per squadrarmi in faccia.
-Ti sono mancata?- chiesi speranzosa.
Lei mi guardò in viso cercando di assumere una faccia seria, poi però non ci riuscì e scoppiò a ridere.
-Si mi sei mancata-
Dopo aver risposto riprese a camminare per raggiungere la sua stanza.
Io la seguì in silenzio, felice come non mai e l'unica cosa a cui riuscì a pensare fu:
- Beccati questo Elsa-.

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Ho pubblicato subito questo capitolo per farmi perdonare e ringraziarvi per la pazienza che avete avuto nell'aspettare la pubblicazione del capitolo 10.
Spero che vi piaccia.

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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


"La prima cosa che riuscì a pensare fu: ma come diavolo si è vestita Regina?
Stava indossando una giacca molto sporca fatta di pelle di pecora, dei pantaloni attillati e un arco sulle spalle.
In quel momento stava controllando il contenuto di un sacco insieme ad altre persone che avevano il medesimo abbigliamento.
Mi materializzai come una piccola contadinella vestita di stracci e poi mi avvicinai a lei schiarendomi la voce.
-Ehm Regina cosa stai facendo?-
Lei si girò verso di me con una faccia confusa e poi chiese:
-E tu chi sei?-
-Come chi sono? Sono Emma- risposi impaurita dalla piega che stava prendendo la situazione.
-Emma?- fece lei confusa, poi guardandomi in volto e presa da qualche lampo di genio esclamò:
-Oh Emma! Certo- poi guardandosi intorno chiese:
-Questo è un sogno quindi?!-
-Scusami mi ero immedesimata nella parte- spiegò imbarazzata.
-Oh tranquilla- dissi rassicurandola, potevo capirla, non era facile essere padroni dei propri sogni e non lasciarsi confondere da ciò che la propria psiche crea.
-A proposito quale sarebbe il tuo ruolo in tutto ciò?- chiesi curiosa, indicando con una mano le persone che ci circondavano.
-Credo di essere una ladra, non ho idea come sia venuta fuori un'idea del genere al mio cervello ma ..accontentiamoci no?- disse ottimista.
-Ahahaha tu, una ladra?- chiesi ridacchiando, ma questo non fece piacere a Regina che rabbuiandosi rispose:
-Non esserne sorpesa in fondo sono pur sempre la Regina Cattiva-
-Sai che quel titolo è ingiusto- la ripresi sorridendo.
Lei cercò di trattenere un sorriso ma non ci riuscì.
-Dunque cosa avete rubato di interessante-
Lei si girò verso i suoi compari e poi rispose:
-Mh non ne ho idea- e ciò provocò in me alcune risate.
All'improvviso, come per magia il cielo si annuvolò e cominciò a nevicare.
-Direi che ti sei fatta un po' influenzare da Elsa-
-Ehi non guardare me, è colpa del mio inconscio- borbottò infastidita.
-Regina il tuo inconscio ...sei tu- dissi sottolineando l'ovvio ma lei invece di rispondermi sbuffò rumorosamente, sembrava una bambina...era così tenera.
Inevitabilmente con la neve arrivò anche un pungente freddo.
-Ehi Regina io ed altri cinque andiamo a prendere della legna, tu resti qui con la tua amica e gli altri  a sorvegliare il forziere ok?- chiese un uomo grassottello indicando una carovana dietro di lui.
-Certo Pike- acconsentì lei avvicinandosi al carro.
-Come faccio a sapere il suo nome?- mi chiese poi.
-Presumo per lo stesso motivo per il quale sai di essere una ladra-
-Certo che i sogni sono proprio strani- commentò lei.
-Bè più che ha una cosa prova a immaginarli come creature viventi.
Una creatura in grado di ricreare luoghi e persone del tuo passato o addirittura perché no del tuo futuro...per noi non hanno un senzo invece per chi li ha creati hanno sicuramente un significato molto importante- spiegai appoggiandomi alla grande ruota di legno del carro.
Lei non rispose, troppo intenta a scrutare chissa che nell'orizzonte, ed io non chiesi altro, troppo intenta ad osservare lei, i suoi capelli che svolazzavano sulla sua pelle, le lughe ciglia che sbattevano ripetutamente l'una con l'altra, le labbra rosse e gonfie e con orrore e con paura mi resi conto di una cosa.
Ero veramente innamorata persa.
All'improvviso sentimmo un rumore metallico nelle nostre vicinanze e presto nell'accampamento si scatenò l'inferno.
Le persone intorno al confine delimitato dagli alberi furono i primi a cadere, sotto spade e freccie di alcuni banditi che evidentemente avevano deciso di derubare dei ladri, pensai con ironia.
Tutti gli altri ripresisi dall'effetto sorpresa, si armano di spade e cominciarono a combattere per difendere il bottino.
Inspiegabilmente anche Regina cominciò a combattere e fui sorpresa della sua bravura nel maneggiare la spada.
Io invece ero terrorizzata e non osavo muovermi, tutta questa violenza mi stava dando allo stomaco.
Ero tentata di non guardare i corpi sanguinanti accasciarsi a terra senza vita, ma non potevo distogliere  i miei occhi dalla figura di Regina, avevo paura che potesse rimanere ferita...sapevo che comunque essendo un sogno lei non si sarebbe ferita lo stesso ma non potevo fare a meno di preoccuparmi.
Lo scontro sembrava andare bene, i banditi si stavano ritirando e il gruppo di Regina anche se con qualche perdita era riuscito a batterli.
All'improvviso notai un dettaglio che mi fece rabbrividire le ossa, per quanto fosse possibile.
Il ladro che Regina aveva rinchiuso, nella vita reale, adesso era nascosto dietro un cespuglio e con un grande arco stava prendendo la mira per colpirla alla schiena con una freccia; lei in quel momento era impegnata in un duello con la spada e non poteva di certo accorgersi della minaccia.
"Che codardo, colpire una donna alle spalle" riuscì a pensare.
Tutto quello che successe dopo avvenne a rallentatore nella mia mente.
Vidi i muscoli dell'uomo flettersi, la corda vibrare e la freccia scattare in avanti.
A quel punto mi staccai dal carro dove fino ad ora ero rimasta immobile e cominciai a correre.
Corsi come non mai ma nonostante questo non sarei riuscita a spostare Regina in tempo per salvarle la vita così feci quello che sapevo fare meglio.
Aprì le ali nascoste sotto gli stracci , non badai al fatto che fossi appena rimasta mezza nuda e spiccando un grande balzo presi il volo.
Con due vigorosi battiti d'ali arrivai in tempo e con una grande spinta buttai Regina di lato.
Purtroppo calcolai male la velocità e la freccia colpì me; entró dal mio fianco sinistro e trapassando un seno lo sentì colpirmi il cuore.
Il dolore era insopportabile ma con il passare dei secondi esso passò in secondo piano.
Cadetti a terra e rimasi immobile.
-O mio dio!- sentì qualcuno urlare, era Regina.
Percepì delle mani toccarmi il volto e aprendo un istante gli occhi capì che mi stava sostenendo la testa, forse per farmi riuscire a respirare.
-Emma NO!!!!!-
Sentì delle calde lacrime cadermi sul collo.
-Stupida idiota che non sei altro perché lo hai fatto????!! Sai che non posso morire qua!! Perché?! Perché?!-
Sono sicura che in questo momento stesse urlando ma io riuscivo a sentire solo un flebile sussurro.
Anche se mi costava tanto mi sforzai di parlare, dovevo assolutamente rassicurarla.
-Regina...-
Ma poi i miei occhi si chiusero ed io morì."


Come al solito ci risvegliammo contemporaneamente e Regina ebbe bisogno solo di un secondo per ricordarsi quello appena successo.
Si lanciò subito giù dal letto e correndo mi venne in contro.
Io mi alzai dalla poltrona dove mi ero seduta la notte prima e aspettei che mi abbracciasse, cosa che ovviamente non avvenne, e trapassandomi ci trovammo schiena contro schiena ma subito ci girammo per trovarci faccia contro faccia.
-Tu piccolo insulso angelo che non sei altro!!! Qualcuno ti ha forse chiesto di fare una cosa del genere??? Sei veramente un' idiota!! Ma lo capisci che non ha senzo sacrificare la tua vita se tanto è solo uno stramaledettissimo sogno e non avrei potuto morire sul serio? Ma dico io quel poco di cervello che ti è rimasto...-
-Non potresti dire semplicemente grazie?- chiesi intorrompendola con un tono di voce strano, non sapevo se essere fiera del mio gesto o risentita per le offese ricevute, forse ero semplicemente felice.
Si felice, perché non mi pentivo affatto di quello che avevo fatto.
L'avrei rifatto mille volte ancora, perché l'amavo ed anche se fosse stato tutto reale avrei sacrificato comunque la mia vita, ne ero sicura, del resto vivere senza di lei non aveva senzo.
-Grazie?!!!Grazie?!!! Tu pretendi un grazie?! Te lo puoi scordare cara io...-
Toc,toc.
-Cosa c'è?- gridò Regina arrabbiata, ma non distogliendo il suo sguardo di fuoco dai miei occhi.
-Vostra maestà dovete prepararvi, la Regina Elsa se ne andrà tra poche ore- disse una vocina flebile dall'altra parte della porta.
-Non adesso!- rispose Regina.
-Vostra maestà mi dispiace veramente disturbarvi ma sono costretta a insistere.-
Regina si trattenne dall'urlare e parlò cercando di mantenere un tono di voce calmo.
-Noi due finiremo il nostro discorso più tardi Emma- io annuì appoggiandomi ad una parete lì vicina e la osservai andare ad aprire la porta.
Prima di girare la maniglia però mi guardo ed aggiunse:
-Grazie-
Sul mio viso comparve un grande e luminoso sorriso, e forse arrossì anche.
Velocemente Cenerentola l'aiutò a  indossare un magnifico abito rosso, questa volta a differenza dell'altro il petto era coperto fino al collo da fiori ricamati a mano ma la schiena era scoperta fino quasi al fondoschiena, vista che mi lascio senza fiato e mi fece provare uno strano desiderio.
Un desiderio carnale e possessivo.
Appena pronta raggiungemmo la sala reale dove tutti i funzionari di corte e le persone che contavano erano riunite.
Appena fuori dalla porta trovammo Elsa ad aspettarci.
-Buongiorno Regina, dormito bene?- chiese lei allegramente, sembrava aver dimenticato il rifiuto della scorsa notte.
-Scusa per il ritardo Elsa, avevo perso la cognizione del tempo e bè ..ho avuto notti migliori- spiegò seria lasciandomi uno sguardo di minaccia alla fine della frase.
Io sorrisi in imbarazzo.
-Spero nulla di grave...pronta ad andare?- chiese la bionda subito preoccupata per lei
..ma io dico questa qui non aveva niente di meglio da fare che corteggiare reali di altri regni?
Sbuffando le seguì in silenzio mentre a braccetto entravano nella stanza.
Per circa un'ora i giullari di Regina ci deliziarono con allegre coreografie e spettacoli di ogni sorta.
Erano veramente interessanti e le seguì con molta attenzione ma ogni tanto mi capitava comunque di lanciare delle occhiate a Regina ed ogni volta una strana sensazione si insinuava dentro di me.
Sentivo costantemente il suo sguardo addosso e appena io la guardavo lei arrossendo faceva finta di osservare qualcun'altro e non me.
Il fatto più interessante erano i suoi occhi, erano strani o meglio,  era strano il modo in cui mi guardava e poi aveva un espressione molto assorta, come se stesse decidendo cosa fare..come se fosse indecisa su qualcosa.
Verso la fine dello show la vidì confubolare con Elsa ma cercando di tenere a bada la mia gelosia non ci badai molto, sicuramente stavano parlando di questioni reali.
-Prestate attenzione alle Regine prego!- proclamò un valletto alla fine dello spettacolo.
Elsa si alzò in piedi e parlò.
-Innanzitutto vorrei ringraziare questi splendidi giullari per averci rallegrato la mattinata ma soprattutto voglio ringraziare tutto il popolo della Foresta Incantata per la loro generosità e ospitalità.
Adesso io ed i miei sudditi dobbiamo partire, ma se vorrete farci la cortesia di seguirci in giardino troverete una, spero, gradita sorpresa ad attendervi- detto questo la bionda impose le braccia al soffitto o al cielo e dalle sue mani uscirono delle onde di energia magica.
Subito i grandi portoni furono aperti e la gente si precipitò all'esterno del palazzo emettendo suoni di meraviglia.
Solo quando anche io fui in giardino potei capirne il motivo.
Stava nevicando.
O meglio Elsa stava facendo nevicare.
Anche io ne rimasi affascinata.
In poche tempo quella speciale pioggia ghiacciate aveva ricoperto tutto creando uno spettacolo mozzafiato.
-Arrivederci Regina- disse Elsa.
-Arrivederci Elsa- contraccambiò lei.
-Spero di avere l'occasione di rivederti in futuro-
-Lo spero anche io, e grazie per quello che hai fatto- rispose la mia protetta.
Sentire Regina dire grazie era molto strano e in più avevo la sensazione che la stesse ringraziando per qualcosa di ben più importante che una semplice nevicata.
-Non ringraziarmi- poi Elsa guardò dietro le spalle di Regina, come se cercasse qualcuno che non riusciva a trovare, per un momento ebbi come la sensazione che stesse guardando me, poi riportando gli occhi su Regina aggiunse:
-Buona fortuna- le due donne si scambiarono un bacio, fortunatamente sulla guancia, poi Elsa montò a cavallo e la delegazione di Arendelle se ne andò definitivamente.
La gente rimasta fremeva dalla voglia di buttarsi nella neve per giocare un po' ma non osavano farlo, per paura della loro sovrana.
Regina se ne accorse e parlando ad alta voce stupì tutti.
-Oggi è un giorno di festa miei cari  sudditi, e come tale vi meritate un po' di svago, oggi giorno libero per tutti-
All'inizio il popolo non volle crederci ma vedendo che Regina non stavano scherzando si lasciarono andare.
Ci fu chi cominciò a fare pupazzi di neve, chi a fare a pallate, chi semplicemente ad osservare il panorama, ma tutti dal primo all'ultimo si stavano divertendo.
-È stato un gesto molto carino da parte tua- commentai io dolcemente.
-Si lo so- rispose guardando le persone intorno a noi che si divertivano.
-A proposito, cosa voleva dire Elsa con quel buona fortuna?- chiesi io curiosa.
Lei mi guardo negli occhi, rimase un attimo come imbabolata poi disse:
-Niente, ma seguimi che ti porto in un posto-
Detto ciò si mise a correre e fra tutta quella neve non sembrava più una regina, ma semplicemente una persona normale che si divertiva.
La gente non fece caso a lei ed io felice della sua allegria la seguì.
Ci dirigemmo verso il confine orientale del giardino, delimitato da un bosco, una volta arrivata lì si fermò per aspettarmi visto che ero rimasta un po' indietro.
-Vieni Emma- disse lei incitandomi a seguirla e ad affrettarmi.
Non avevo mai visto Regina così emozionata per qualcosa di così semplice come la neve.
Contagiata dalla sua allegria aumentai il passo, correndo goffamente sulla neve.
La strada mi parve familiare ed infatti non mi sbagliai.
Presto arrivammo sotto al suo misterioso albero di mele e fu uno spettacolo mozzafiato.
Ogni mele rossa era ricoperta di candida neve bianca e ciò creava un contrasto di colori unico.
-Perché siamo venute qui?- domandai io estasiata.
-Per avere un posto con un po' di privacy- spiegò fissando l'albero.
-Ah, e perché ci serve della privacy?- chiesi sempre più curiosa.
Lei non rispose e si buttò a terra.
Incurante di poter sporcare il suo magnifico abito si stese completamente sulla neve e mosse braccia e gambe contemporaneamente senza  motivo logico.
-Ma cosa stai...?- ma interruppì la domanda quando Regina, alzandosi in piedi, lasciò spazio ad una figura altamente familiare.
-Ma quello è...-
-Esatto, è un angelo nella neve- spiegò felice guardandomi in volto per cogliere ogni mia minima espressione.
-Ma è bellissimo- commentai estasiata.
-Come te- quella risposta mi fece subito arrossire ed abbassando lo sguardo mormorai un grazie.
Chissà perché oggi Regina si stava comportando in modo così insolito.
-Ti ho fatto venire qui perchè c'è una cosa importante di cui vorrei discutere con te- disse all'improvviso con una voce molto seria, interrompendo quel momento così intimo.
-Oh certo, dimmi pure- risposi facendomi anche io seria, curiosa ma preoccupata da un così tale repentino cambio d'umore.
-In questi giorni ho ripensato all'incantesimo della strega, quello sul mio lieto fine e ho deciso di riprovarci, con il tuo aiuto vorrei trovare la persona giusta per me- spiegò guardandomi negli occhi.
Subito le parole della strega apparsa in sogno mi ritornarono in mente ma tutte quelle positive sensazioni furono presto sostituite dal ricordo che Regina aveva dimenticato tutto ciò .
-Certo conta pure sul mio aiuto- risposi mentendo, mentre tutto ciò che avrei voluto dire era "sono io, io sono il tuo lieto fine".
-Ti aiuterò a trovare l'uomo della tua vita- aggiunsi facendo un falso sorriso, con il cuore in frantumi.
-Il mio lieto fine non è un uomo- decretò sicura ma imbarazzata, fissandomi negli occhi.
-Oh giusto scusa, magari una donna- mi corressi io.
-Be non esattamente- rispose ancora.
-Sia uomo che donna?- ci riprovai insicura, non capendo dove stessi sbagliando.
-Emma- mi riprese lei, facendo un bel respiro.
-Il mio lieto fine non è né una donna né un uomo-
-Scusami ma non riesco a capire cos...-
-Emma!!- esclamò interrompendomi.
-Il mio lieto fine sei tu-
La mia bocca involontariamente si aprì a formare una O.
E il mio cuore cominciò a battere così forte che avrebbe potuto competere con lo sbattere delle ali di un colibrì.
-Ti ho mentito Emma, ricordo tutto ciò che è successo dopo che mi sono ubriacata, ho sempre ricordato le  parole della strega ma ho fatto finta di non averne memoria perché.....ero terrorizzata- prese una pausa per respirare ma coraggiosamente non distolse mai lo sguardo dai miei occhi.
-Avevo paura di amare ed essere amata, avevo paura di soffrire e di rovinare tutto, ho avuto paura di te...ma quando hai sacrificato la tua vita per me, nonostante io non potessi morire ho capito che è meglio soffrire ma vivere che rimanere al sicuro sotto una cappa di vetro fingendo di essere viva, quindi durante lo spettacolo ho parlato con Elsa, gli ho rivelato di te, gli ho confidato i miei pensieri e lei mie emozioni, mi ha consigliato cosa fare e poi le ho chiesto di far nevicare e ti ho portato qua per dirti che..- prese un'altra boccata d'aria e poi finì quel bellissimo discorso.
-Per dirti che mi sono innamorata di te Emma-
Mio dio perché avevo così voglia di piangere per delle così semplici parole?
Perché avevo voglia di urlare a tutto il mondo la mia felicità?
Avrei voluto fare un miliardo di cose ma ero ancora sotto shock, mi rifiutavo di credere che tutto ciò stesse succedendo davvero e per questo ero rimasta immobile a fissare il suo viso come un pesce lesso.
Piano piano le emozioni sul viso di Regina si trasformarono da amore, speranza, imbarazzo, dubbio, preoccupazione e infine tristezza.
-Scusa non avrei dovuto....-
-No no no no- fui finalmente in grado di dire.
-È che io..non so..se..io.. se ne fossi in grado in questo momento ti starei baciando fino a farti rimanere senza fiato perché non so proprio cosa dire- dissi sorridendole e sui suoi occhi comparvero delle piccole lacrime, finalmente lacrime di felicità.
Fece un sorriso, uno di quei sorrisi che ti accecano, con quella sua piccola quasi invisibile cicatrice che la rendeva ancora più bella.
-Dio Regina mi sono innamorata di te fin dal primo giorno ma non te l'ho mai detto perché ho avuto paura della tua reazione e delle conseguenze che ne sarebbero seguite.
Io sono un angelo e devo seguire determinate regole ma con te ormai le ho infrante tutte eppure non mi pento di ringraziare quella strega per ciò che ha fatto.-
-Io...io non sono brava in queste cose, anzi ormai non pensavo neanche che sarei più riuscita a provare questo genere di emozioni, ero trattata così freddamente dagli altri che pensavo che la persona che hai conosciuto fosse la vera me, ma in questi giorni ho capito che io non sono così.
Prima di tutto questo ero solare, ridevo, scherzavo e si ogni tanto ero cattiva ma come tutti d'altronde-
-Ho sempre saputo che sotto quella maschera ci fosse qualcuno di speciale- la interruppi per assicurarla, lei mi sorrise e poi continuò la sua confessione.
-Non so se tutto questo potrà funzionare, insomma tu sei un angelo e io...- ma ancora una volta la interruppi, non volevo che pronunciasse quelle parole.
-Regina fermati, per ora non pensiamo al futuro okay? Sei stata così tanto tempo triste e sola che adesso devi pensare solo al presente, me lo prometti?- chiesi dolcemente.
Lei annuì asciugandosi delle piccole lacrime che le erano cadute.
-So che insieme possiamo essere felici- mormorò piano per convincere sia me che lei stessa.
-Esatto- risposi guardandola negli occhi.
E questa volta fu diverso.
Fu come se ci stessimo guardando per la prima volta.
Questa volta il nostro modo di vedere le cose era cambiato, adesso eravamo consapevoli dei nostri reciprochi sentimenti, questa volta i miei occhi guardavano Regina con tanto amore..visibile e così erano i suoi occhi.
Nessuna delle due parlò più, e su di noi calò dell'imbarazzo.
Avevamo confessato a voce alta i nostri più intimi pensieri ma adesso cosa dovevamo fare? E sopratutto come dovevamo comportarci?
Per un momento lei distolse lo sguardo ma poi mi riguardò.
-Ehm..allora..vuoi tornare a palazzo o restiamo ancora un altro po' qua?- mi chiese lei in imbarazzo.
-Come preferisci- risposi mormorando.
-Okay..allora ritorniamo dentro..sto cominciando ad avere un po' di freddo- disse incrociando le braccia sotto il seno.
In quel momento avrei voluto così tanto abbracciarla e scaldarla col mio corpo....
-Promettiamoci di dirci sempre la verità okay? Ogni dubbio, ogni insicurezza..- dissi all'improvviso mentre camminavamo sulla strada del ritorno.
-Ci sto- rispose sorridendo.
-In questo momento desidererei molto incontrarti in un sogno- dissi applicando subito questa nuova regola.
-Anche io..ma purtroppo non credo che adesso riuscirei ad addormentarmi- rispose triste.
-Allora non vedo l'ora che sia stasera-
-Anche io-
Piano piano la situazione tra di noi si scongelò e cominciammo a parlare di tutto ciò che ci venne in mente.
-Allora...- cominciò Regina arrossendo.
-Da adesso posso considerarti come...la mia ragazza?-
Anche io arrossì e felice risposi:
-Certo, ma ci sono delle condizioni..-
-Quali?-
-Se vedo un'altra volta Malefica, anche solo avvicinarsi alla tua porta non risponderò delle mie azioni- spiegai ridendo anche se in realtà ero molto seria.
Ed anche questa volta mi stupì di me stessa.
Che cosa ne avevo fatto di Emma l'angelo buono e puro???
-Mhh non posso prometterlo- rispose lei sorridendo maliziosamente.
Capì subito che si trattasse di uno scherzo e decisi di stare al gioco.
-Come hai detto scusa?- domandai gelida.
-Se mi acchiappi sarò solo tua- e detto questo cominciò a correre.
Comiciando a ridere mi lanciai alla rincorsa anche se effettivamente era un gioco piuttosto sleale.
Non avrei mai potuto acchiapparla.
Regina dopo un po' se ne accorse, ma non sembrò infelice ricordando le nostre limitazioni fisiche, o almeno non lo diede a vedere, e si fermò.
-Okay pace!- esclamò col fiatone.
-Ci sto!- dissi ridendo.
-Mamma mia mi sto congelando- disse rabbrividendo.
In effetti indossare un vestito così leggero in mezzo alla neve non era propriamente una mossa furba.
-Andiamo nella cucina a farci un thè?- propose lei.
-Certo- acconsentì io anche se non avrei potuto berlo.
-Che dici possiamo considerarlo una spece di incontro per conoscerci?- chiesi io sorridendo.
-Mh..dici come...aspetta com'è quella nuova parola che stanno usando tutti....appuntamento?- mi domando infine.
-Si, il nostro primo appuntamento nelle cucine, sarà indimenticabile- dissi scherzando.
-Sicuramente- e detto ciò ci incamminammo verso l'entrata del castello.
-Ah Regina?-
-Si?-
-La prossima volta evita di indossare abiti così..come dire..poco coprenti-
-Gelosa angioletto?
-Non sai quanto-.

--------
Salve a tutti, ci ho messo un po' a finire questo capitolo perché volevo fosse perfetto, non so se ci sono riuscita ma spero di si.
Come avete notato le frasi "il mio lieto fine non è un uomo" e "emma, NO" sono state prese dalla quarta stagione.
A presto.
P.s. chi non desidera avere una torta come quella del party per il 100esimo episodio, al proprio compleanno?? <3

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Capitolo 13
*** capitolo13 ***


Il palazzo era praticamente disabitato, visto che la maggior parte degli abitanti era fuori a divertirsi sulla neve.
La cucina era enorme e un po' umida ma non ci si stava male visto che qualcuno aveva dimenticato acceso il fuoco nel grande camino.
Credo che quella fu la prima volta che Regina mise piede in quelle cucine, la vedevo piuttosto disorientata ma d'altro canto era comprensibile.
Una regina si faceva servire il pasto a tavola non lo andava certo a cercare nel luogo di preparazione.
Senza perdere altro tempo, con un gesto della mano fece apparire un pentolo che dopo aver riempito d'acqua mise sopra le fiamme grazie ad una struttura di metallo, fatta a posta per resistere a quelle alte temperature.
Poi prendemmo due sedie e ci accomodammo di fronte alla fonte di calore.
I nostri ginocchi avrebbero potuto quasi sfiorarsi ed anche tra i nostri volti si creò una distanza di circa 1 metro.
Il luogo e il momento contribuivano a creare un'atmosfera piuttosto intima.
Ancora una volta ci trovammo in imbarazzo visto che non sapevamo cosa fare ma questa volta fui io a fare il primo passo.
-Allora mentre aspettiamo che l'acqua bolli che ne dici ci raccontarmi un po' di te, del tuo passato..- chiesi evitando però i suoi occhi.
-Non c'e molto da dire.
Non sono nata nobile ma l'ambizione di mia madre ha fatto si che la mia infanzia passasse tra balli reali di quá e presentazioni in alto società di là. Ma a me non piaceva molto quello stile di vita, così ogni tanto scappavo insieme al mio cavallo ma mia madre riusciva sempre a riprendermi- spiegò con voce malinconica.
-E Daniel ed Henry?- chiesi delicatamente e lei sospirò triste.
-Mi dispiace, non voglio rovinare questa specie di nostro appuntamente, se non te la senti...-
-No va bene, voglio raccontartelo- mi interruppe sforzandosi di farmi un timido sorriso.
-Durante una di queste fughe conobbi Daniel e ci innamorammo, so che magari potrei sembrare una poco di buono ma sapevo che sarebbe stato l'amore della mia vita, così in gran segreto lo sposai e presto rimasi incinta.
Cercai di tenerlo segreto a mia madre, ma lei lo scoprì e si arrabbiò molto, dal suo punto di vista mi ero rovinata la vita visto che non ero più pura e innocente e nessun reale mi avrebbe più voluto.
Ma a me non importava perché io ero felice - si fermò per un attimo e quella parola...felicità...rimbombò nella mia mente finché lei non riprese a parlare.
-Aspettai di aver partorito e poi scappai insieme a Daniel ed al mio bambino.
Trascorsi i cinque anni più belli della mia vita..- Regina proferì queste parole con un'espressione molto rilassata, forse stava ripensando a dei bei ricordi.
Ma quando riprese a parlare la sua espressione cambiò completamente...divenne gelida e furiosa.
-Poi un'insulsa e stupida bambina aiutò mia madre che ci trovò e uccise entrambi davanti ai miei occhi-
Il mio sangue si congelò.
Com'era possibile che una madre potesse compiere una simile atrocità?
-A quel punto mi rivolsi ad un potente mago che mi insegnò la magia, una volta finito l'addestramento andai da mia madre e le strappai il cuore con le mie mani- questa volta la sua espressione diventò un po' sadica, si lasciò scappare pure un sorriso, era come orgogliosa di ciò che aveva compiuto.
Certo non approvavo i suoi metodi ma non avevo intenzione di giudicarla, al posto suo io non saprei cosa avrei fatto.
-Mi dispiace molto- dissi incapace di dire nient'altro, ero davvero sconvolta da questa storia così tragica. In quel momento l'acqua emise un sibilo, Regina si alzò e facendo apparire le tazze dal nulla e intingendo un filtro alle erbe nell'acqua bollente preparò il tè.
-Sai non dovresti usare la magia per motivi così futili- commentai cercando di far rilassare sia lei che me, ma non ci riuscì molto bene.
-Emma vuoi commentare il modo in cui preparo il tè o vuoi sentire la fine della storia?- chiese retorica, sedendosi di nuovo sulla sedie per poi porgermi la tazza.
Con la testa gli feci cenno di proseguire e non replicai.
Lei sorseggiò un po' la sua bevanda calda e poi parlò.
-Per vendicarmi ho spodestato quella ragazzina e mi  sono presa a forza il suo regno diventando così la regina cattiva-.
La storia era finita ma io non sapevo bene cosa dire così preferì non proferire parola.
-Ti piaccio ancora adesso che conosci ciò che ho fatto in passato?- chiese ironicamente ma con una punta di tristezza.
-Adesso mi piaci ancora di più Regina, ho capito che sei una donna forte e come ho sempre sospettato non sei cattiva, solo che la vita è stata cattiva con te e tu ti sei dovuto adeguare- dissi sicura di ciò che dicevo.
-Grazie- ma ebbi come l'impressione che quel grazie forse per qualcosa di più importante che un semplice incoraggiamento.
Lei scosse la testa come per scacciare via tutti quei brutti pensieri poi ritrovando il buon'umore chiese:
-Ma adesso basta parlare di me, raccontami un po' di te..della tua vita..degli angeli-
-Be in teoria non potrei ma direi che abbiamo già accurato la mia poca bravura nel seguire le regole.-
Lei fece una piccola risata ma curiosa aspettò che continuassi a parlare.
-Bè cosa potrei dirti...-
-Sei nata così o cosa?- chiese fornendomi degli spunti.
-Si ci sono nata, noi angeli ci accoppiamo tra di noi e dalle nostre relazioni nascono piccoli angioletti, qualche volta, non so dirti in base a quali criteri qualche umano appena morto viene trasformato in angelo dai nostri anziani, ma comunque non è all'ordine del giorno-
-Potete morire?- chiese timorosa.
-Oh certo,siamo esseri mortali, ma quasi sempre avviene con la vecchiaia.
Vedi, noi possiamo vivere solo nella nostra casa, chiamiamolo paradiso.
Sulla terra invece possiamo rimanere vivi solo se protettori di qualcuno e quindi visto che siamo invisibili e intoccabili le probabilità di venire ucciso o di essere feriti sono davvero poche...
Puoi definirmi un angelo/fantasma- conclusi ridendo per quel nomignolo.
-Non esistono omicidi lassù da voi?- chiese sorpresa.
-No, siamo nati buoni, giusti e compassionevoli, se noi per primi non rispettiamo questi principi morali sarebbe inutile diventare  protettori di qualcuno- risposi tranquillamente; per me era normale, un dato di fatto, per Regina invece, la cosa era piuttosto inusuale.
-Com'è il paradiso?- domandò ancora.
Il suo sguardo avido di informazioni mi fece ridacchiare ma risposi volentieri alla domanda.
-Non so bene dove si trovi, di solito noi per spostarci dalla terra degli uomini alla nostra casa ci facciamo circondare da una luce intensa e magicamente ci ritroviamo nel luogo desiderato, possiamo definirlo come una specie di teletrasporto-
-E come è fatto?-
-È un palazzo, un palazzo enorme con infinite stanze- risposi cercando di spiegare al meglio il luogo in cui ero nata.
-Ah quindi non è tra le nuvole- disse lei con una voce quasi delusa.
-No!- esclamai cominciando a ridere - Come ti è venuta fuori un'idea del genere?-
-Lascia perdere- disse guardandomi un po' risentita, non le piaceva molto quando qualcuno si prendeva gioco di lei.
-Perché non potete piangere?-
-Mi crederesti se ti dicessi che non ne ho la minima idea?- lei fingendo di essere ancora offesa per prima continuò imperterrita l'interrogatorio.
-Con quale criterio decidete chi ha bisogno di un angelo custode?-
-Ehi ehi quante domande, pretendo un premio dopo-  brontolai per stuzzicarla; mi piaceva farla ridere o forse più semplicemente adoravo il suo sorriso.
-Tu rispondi poi vediamo- decretò sicura.
-Quanta prepotenza- dissi per stuzzicarla ancora un altro po'.
Lei non cascò nel mio tranello e alzando un sopracciglio mi scrutò severa.
A quello sguardo molto sexy non resistetti e le risposi subito.
-Le persone vengono affiancate da un angelo in un momento particolare della loro vita, di solito ne ha bisogno chi da cattivo vuole diventare buono o chi è tentato dall'oscurità ed ha bisogno di qualcuno che lo mantenga sulla retta via, non so darti dettagli più precisi perché queste decisioni vengono prese dal consiglio degli anziani-
-Sono i vostri governanti?-
-Si possiamo definirli così- poi senza pensare alle conseguenze  aggiunsi  -I miei genitori ne fanno parte e se fossi riuscita a renderti buona lo sarei diventata anche io-
Detto ciò guardai Regina aspettandomi un'altra domanda che non arrivò.
La mia protetta era diventata improvvisamente triste e muta.
-Ehi qualcosa non va?- chiesi preoccupata.
-No è che...so che ti ho promesso di non pensarci ma proprio non ci riesco, non posso fare a meno di pensare al fatto che tu un giorno te ne andrai e che io rimarrò sola...sto cercando di diventare una brava persona ma non credo di poterne essere in grado senza di te, ho paura che se te ne andrai  ritornerò ad essere la persona che ero, la persona che ancora sono...-
-Ehi ehi Regina guardami- la interuppi subito.
Ci rimasi un po' male per il fatto che non avesse accennato minimamente alla possibilitá che io potessi mancarle, ma cercando di non pensare a ciò, decisi che era arrivato il momento di ammettere ad alta voce che la mia vita era cambiata ed anche se cercavo di ignorarlo ormai avevo preso una decisione.
-Regina io non ti lascerò-
-Emma per favore non prendermi in giro sai benissimo che quando arriverà il giorno dovrai andartene..l'unica soluzione sarebbe rimanere cattiva- propose all'improvviso Regina come se quella fosse effettivamente una soluzione da prendere in considerazione.
-Non pensarci neanche- la frenai subito.
-Emma pensaci, se rimanessi cattica tu non dovresti più andartene- vedevo della speranza sul suo volto,lei credeva veramente a questa assurda idea.
-No!- esclamai sicura.
-Primo perché non ti permetterò né di rimanere e né di ritornare cattiva e secondo perché non ho intenzione di andarmene-
-Emma perché dici così, sai benissimo che non puoi..-
-Non ho intenzione di andarmene- ripetei per fargli capire il concetto.
Lei mi guardo negli occhi stupefatta..era incredula.
-Stai dicendo che non ritornerai più a casa?-
Il mio cuore gia sotto sforzo cominciò a battere ancora più forte.
-La mia casa ormai non è più quella-
Regina stava per rispondere a questa mia rivelazione quando qualcuno entrò in cucina.
-O mio dio vostra maestà mi dispiace, non immaginavo di trovarvi qui, tolgo subito il distrurbo- la ragazza bionda arrossì subito per l'imbarazzo e si apprestó a togliere il disturbo.
-Cenerentola aspetta...cosa vuoi?- chiese Regina sbuffando per il suo strano comportamento.
-È che..io..cioè..dovrei pulire il camino-ammise imbarazzatissima.
Regina con una strana espressione guardò la bionda, poi scrutò la piccola fiamma che ancora bruciava nel camino, si prese 30 secondi per pensare a chissà cosa, poi guardò me e mi sussurrò:
-Mi fido di te- poi rivolgendosi alla ragazza ancora sulla porta disse:
-Cenerentola puoi andare, pulirò io il camino per te-
Io e la ragazza rimanemmo a bocca aperta, solo che lei era stupita, io solo orgogliosa.
-Oh no vostra maestà davvero non c'e ne bisogno-
-Insisto- e detto questo Regina mosse la mano ed in un secondo il caminó fu subito pulito.
-Oh bè allora ..grazie mille- e la ragazza si apprestò ad andarsene.
-Aspetta!- esclamò però Regina.
-Se osi farne parola con qualcuno ti costringeró a vivere con i maiali chiaro?- la ragazza annuì rabbrividendo e in un baleno scomparì dalla stanza
-È stato un gesto molto molto carino da parte tua- commentai felice.
-Lo so- rispose sorridendo.
Io mi incantai a guardare quel sorriso mozzafiato ed anche lei si incantò su qualche dettagliò del mio volto.
All'improvviso degli inusuali istinti presero possesso del mio corpo.
All'improvviso avrei voluto avvicinarmi a lei, farla indietreggiare finché non avesse toccato il muro dietro di lei con la sua schiena, in questo modo avrei potuto imprigionarla tra lei mie braccia e poi mi sarei buttata sulle sue labbra.
Avrei assoporato il suo sapore, avrei unito le nostre lingue....
Scuotendo la testa ritornai alla realtà e interruppi quel magnifico sogno ad occhi aperti.
Con piacere notai che anche Regina era assorta in qualcosa,mi fissava intensamente e si mordeva il labbro inferiore con i denti.
L'aria si fece carica di tensione, potevo quasi sentirla, come se fra di noi stesse scorrendo una scossa elettrica.
-Mhhh che ne dici di interrompere questi discorsi impegnativi e ce ne andiamo da qualche altra parte  a parlare di qualcosa di più leggero?- proposi io con l'intento di interruppere quella piacevole ma allo stesso tempo pericolosa situazione.
-Certo, volentieri- mormorò lei, dal suo tono di voce sembrava quasi assetata, come se non avesse bevuto da giorni.
Indecise su dove andare Regina mi fece fare il giro dell'intero castello, cosa che richiedette un enorme quantità di tempo.
In quel lasso di tempo parlammo di molti argomenti frivoli, cosa ci piaceva, i nostri interessi, i nostri ricordi più belli, insomma niente che potesse portare la conversazioni su toni più duri.
Come ultima tappa per questa specie di gita Regina mi condusse in un enorne biblioteca.
-Wow...è davvero molto ..grande- dissi spalancando gli occhi.
-Si direi di si-.
Curiosa cominciai a dare una sbirciata in giro cercando di non essere troppo ficcanaso, mentre Regina si sedette su una poltrona dall'aria molto comoda.
-Che cos'è un Pinocchio?- chiesi all'improvviso, dopo aver letto quella parola sulla costola di un libro.
-È una vecchia storiella, nulla di che- rispose Regina, sminuendo subito quel libro.
-Me lo leggi?? Sono curiosa- chiesi dolcemente.
-Ma ti ho detto che è una storia stupida- rispose lei contrariata.
-Appunto per quello voglio leggerlo- dissi facendole l'occhiolino.
-Non puoi leggertelo da sola?- Sbuffò lei.
-Ma la tua voce è più bella-
-Che ruffiana- sbuffò ancora,ma accontentandomi si alzò in piedi e venne a prendere il libro sullo scaffale che avevo davanti.
Poi ritornò a sedere sulla sua poltrona mentre io impaziente mi sedetti sul bracciolo accanto a lei.
-C'era una volta...........-

----------
Salve, questo capitolo non è un gran che, ma spero sia servito a fare chiarezza per dei vostri eventuali dubbi riguardo le vicende della storia.
Vi anticipo che eccezzionalmente il prossimo capitolo sarà pov. Regina.
Buona giornata.

 

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Capitolo 14
*** capitolo14 ***


Pov.Regina.

Un po' scocciata ma enormemente lieta di rendere felice Emma aprì il libro e cominciai a leggere.
Da piccola avevo già letto quella storia, di conseguenza sapevo di cosa parlava ed è per questo che all'inizio mi ero opposta.
Sapevo che me ne sarei pentita.
Quel libro parlava di bugie ed io ne stavo dicendo una enorme ormai da giorni.
Mi sentivo male a mentirle ma non  potevo farne a meno.
Emma si era innamorata della Regina che stava cercando di diventare buona ma la realtà era che era tutta una finzione.
Io non volevo diventare buona.
Cosa ci avrei guadagnato??
Lo facevo solo per lei, fingevo di voler cambiare perché sapevo che altrimenti Emma non mi avrebbe mai amato ed io avevo bisogno del suo amore.
Ne avevo bisogno come un pesce ha bisogno dell'acqua.
Anche prima, quando avevo aiutato quella sguattera stavo solo recitando, io non avrei voluto aiutarla ma sapevo che un gesto del genere avrebbe fatto piacere ad Emma e così lo avevo fatto.
Certo c'erano alcuni momenti, in cui i suoi occhi incrociavano i miei, che avrei voluto dirle..."Emma tu mi piaci veramente ma io sono cattiva, e devi accettarmi così come sono" ma sapevo che non lo avrebbe fatto.
Certo mi sentivo in colpa ma la mia parte egoistica vinceva sempre.
Avevo bisogno di lei e ogni volta che la guardavo il mio fiato si bloccava e tutti quei sensi di colpa sparivano all'improvviso.
Era così bella.
Lei non ci dava importanza, perché per lei era normale ma io si, ogni volta che la osservavo i miei occhi si fissavano sulle sue ali.
Erano così......bianche, di un bianco candido, quasi accecante....
Erano piccole e non ingombranti e  le teneva sempre piegate sulla schiena.
Ricordo che la prima volta che le avevo viste aperte avevo fatto fatica a trattenermi perché avrei tanto voluto mettermi a piangere per tanta bellezza.
Lei con i suoi capelli biondo miele, il suo vestito lungo e delicato e le sue ali risplendendi, era così paradisiaca.
Ed anche il suo dolce profumo al gusto di latte contribuiva a farla risplendere di una purezza unica.
Purezza che io stavo macchiando con le mie bugie.
Ancora non riuscivo a credere che lei si fosse innamorata di me..insomma...apparte Henry e Daniel nessuno mi aveva mai amato nella mia vita..
Era un'emozione così inusuale che quasi ne ero disorientata.
-E quindi il burattino si trasforma in un bambino vero?- chiese Emma per conferma una volta che ebbi letto l'ultima pagina.
Si ero multitasking, riuscivo a leggere ed a pensare contemporaneamente.
-Si- risposi ancora assorta nei miei pensieri.
-Perché hai detto che è una storia stupida??Non è poi tanto male-
-Mh a me non piace- risposi tranquillamente chiudendo il libro per poi andarlo a riporlo subito sul suo scaffale.
-Ehi ma fuori è buio!- Esclamò all'improvviso facendomi notare anche a me come il tempo fosse passato velocemente e in effetti facendoci caso,  cominciavo ad avere un po' di fame.
-Che dici andiamo a cena?- proposi io, felice di uscire da quel luogo e lasciarmi alle spalle quei sensi di colpa.
-Certo-
Durante la nostra permanenza nella biblioteca ogni domestico era tornato al suo ruolo ed adesso il palazzo era abitato come un tempo.
Quando arrivammo nell'area più trafficata del palazzo alcuni servitori mi vennero subito incontro.
-Vostra maestà vi stavamo cercando da tutte le parti, dove eravate?- mi chiese uno facendomi l'inchino e la prima cosa che volli dire fu: come osi rivolgerti a me in questo modo? Ma ricordandomi di avere Emma accanto cercai di essere il più gentile possibile, ovviamente dentro i miei limiti.
-Non credo che ciò ti riguardi- e dicendo ciò lo fulminai con lo sguardo.
-Oh certo, volevamo solo dirvi che per ringraziarvi di averci concesso questa piccola pausa la cuoca vi ha preparato i suoi piatti più speciali- e a quelle parole avrei voluto cominciare a ridere.
Era uno scherzo vero?
Da quando mi avevano affibbiato il nome di Regina Cattiva nessuno e sottolineo nessuno mi aveva mai fatto una gentilezza.
-Sul serio?- chiesi stupita.
Ovviamente gli avevo concesso quel piccolo svago sulla neve solo per compiacere Emma e mai avrei pensato di venir ripagata.
-Certo, se vuole accomodarsi in sala da pranzo  può cominciare subito a mangiare-.
Senza dire niente mi avviai alla sfarzosa porta che precedeva il salone e quando entrai rimasi piacevolmente stupita.
Il tavolo era addobbato da fiori e candele, e numerose leccornie erano gia lì, pronte per essere gustate.
Tutto ciò non mi era nuovo perché comunque ogni sera pretendevo una tavola addobbata alla mia altezza ma questa era la prima volta che qualcuno faceva qualcosa senza che io lo chiedessi...lo avevano fatto di loro spontanea volontà, per ringraziare me,la Regina Cattiva.
Il muscolo creato per pompare il sangue in tutto il mio corpo si riempì all'improvviso di un' inusuale sensazione, era forse questo che si provava a compiere delle buone azioni????
Forse allora non era così male comportarsi bene.
-Ehi Regina ti senti bene?- chiese Emma interrompendo i miei pensieri, e come portata alla realtà all'improvviso la guardai confusa.
Per caso avevo già detto che era bellissima???
-Cosa?-
-Ti ho chiesto se stai bene...all'improvviso ti sei bloccata in mezzo alla stanza-.
-Si si certo benissimo- risposi snobbando la questione e sedendomi a capotavola.
Emma si sedette accanto a me e osservò la tavola che le stava dinnanzi.
-È stato un gesto carino da parte loro- commentò sorridendo.
-Molto- risposi ancora un po' stupita e alzando un coperchio che copriva un vassoio lo fui ancora di più.
La cuoca aveva cucinato il mio dolce preferito.
La torta di mele.
Ed anche una specie di pasta chiamata lasagna.
E a quella vista non seppi se essere arrabbiata od onorata.
Quando io chiedevo di farle quella vecchia cuoca diceva sempre di non avere i giusti ingredienti, ahhhh ma adesso mi avrebbe sentito quella....
-Regina ma sei sicura di stare bene? Ti vedo un po' strana- mi chiese Emma per la seconda volta e allora decisi di dirgli la verità.
-In realta sono un po' stupita sai....un gesto così gentile mi scombussola un po'-
-Non sei abituta al fatto che qualcuno possa fare qualcosa di carino per te ho indovinato?- chiese avvicinandosi impercettibilmente a me.
-Si-
-Ehi ascolta, è da tanto che non lo facciamo ma...mi concedi il permesso di avere accesso alla tua anima?- mi chiese così dolcemente che non avrei mai potuto dirle di no ma in realtà non avrei voluto perché in fin dei conti adoravo quella emozione così speciale.
-Ok..ay- risposi con la voce tremante.
I suoi occhi si fissarono nei miei e la sensazione che provai fu  indescrivibile.
Il sangue cominciò a scorrere veloce nelle mie vene ma apparte questo cosa successe veramente?
La mia inquietudine e il mio ormai lieve senzo di colpa se ne andarono magicamente e furono rimpiazzate da amore.
Lo riconoscevo perché erano le stesse sensazioni che provavo io quando guardavo Emma, solo che il suo amore a differenza del mio era puro.
Di tutte quelle variabili di passione che potevano trasformarsi in violenza non ce n'erano traccia.
Solo amore.
E come un macigno il senso di colpa mi colpì allo stomaco, come potevo mentire ad un essere così puro?
Ma proprio per questo non potevo permetterle di scopire che la mia cattiveria era ancora lì e che non se ne era mai andata.
Una  brava persona l'avrebbe allontanata per il suo bene, ma io facevo sempre le scelte sbagliate, ero cattiva ed egoista e non volevo perderla.
-Regina che cosa hai combinato?- mi chiese lei con il tono di voce che una mamma usa per sgridare il suo bambino e nel mentre mi scrutò con i suoi occhi verdi in cerca di una risposta.
-Niente- risposi cercando di non far tremare la voce.
-Stai mentendo-
Come cavolo aveva...?
Come una stupida mi ero dimenticata che il legame era a doppio senzo e quasi quasi avrei voluto darmi una botta in testa.
-Ascolta per favore..possiamo non parlarne stasera?- chiesi arrendendomi e cercando di ottenere un po' di tempo per inventare una scusa decente.
-Va bene- acconsentì sorridendo.
Si fidava di me ed io la stava ringraziando con un sacco di bugie...
Bloccai subito quei pensieri e come se nulla fosse addentai il primo boccone di lasagna.
Era davvero squisita.
-Forse questo legame non è poi così tanto conveniente- disse Emma ridacchiando un po'.
-Perché dici questo?- anche se ero perfettamente consapevole dei lati negativi della cosa.
-Grazie alla tua delizia ho una voglia matta di provarne un po' anche io- spiegò lei, indicando con gli occhi il piatto che avevo davanti.
-Ne vuoi un pezzo?- chiesi per cortesia anche se sapevo benissimo che avrebbe rifiutato.
-Sono incorporea ricordi?- domandò infatti.
-Non potrei mai dimenticarlo- risposi fissando quelle splendide e morbide labbra che si ritrovava.
Avevo una voglia matta di baciarla, ma soprattutto di toccarla.
Fino ad oggi non avevo mai desiderato così tanto e così arduamente un così semplice contatto come una stretta di mano ma che adesso mi sembrava il massimo del desiderio
Capì che le mie emozioni erano arrivate ad Emma quando quelle che mi tornarono indietro furono uguali alle mie.
Anche lei avrebbe voluto baciarmi ma siccome non poteva mi stava amando semplicemente con i suoi occhi e ciò era una sensazione estremamente frustrante.
Provare il doppio dell'amore che un essere umano può naturalmente sopportare era distruttivo.
Interruppi il nostro sguardo di fuoco e cominciai a mangiare le mie lasagne molto velocemente.
-Cosa stai facendo?- mi chiese giustamente lei notando che mi stavo rimpizzando come un maiale.
-Mi sono rotta di aspettare, voglio dormire, ora- esclamai mettendo molta enfasi sulla parola "ora".
-Cosa? E la torta?- chiese confusa lei.
-Al diavolo- e detto ciò mi alzai in piedi e mi precipitai nelle mie stanze, per fortuna Emma mi seguì subito.
Senza perdere tempo mi tolsi finalmente di dosso quello sfarzoso ma anche pesante abito e indossai una vestaglia da notte.
Quando però mi girai mi resi conto di essermi dimentica la presenza della bionda o forse più semplicemente lo avevo incosciamente fatto a posta.
-Se non chiudi la bocca ti ci entreranno le mosche- la provocai divertita.
A quella affermazione lei arrossi e per sfuggire al mio sguardo si sedette sul letto.
Lentamente la seguì e mi accomodai sotto le coperte.
-Buonanotte Regina-
-Anche a te- e con una boccata d'aria spensi le candele intorno a noi, sistemai meglio la testa sul cuscino e non perdendo altro tempo chiusi gli occhi....
Purtroppo dopo cinque minuti ero ancora sveglia.
Avvilita sbuffai e mi rigirai nelle lenzuole.
-Non riesci a dormire?- chiese la sua voce melodiosa proveniente dall'oscurità vicino a me.
-Credo di essere nervosa- ammisi imbarazzata.
-Che carina- commentò Emma dolcemente ma io non seppì cosa rispondere, insomma era così umiliante.
Io la grande Regina Cattiva che non riuscivo a dormire perché troppo nervosa di poter finalmente avere un contatto con la mia ragaz...Aspetta!!! Ma Emma era la mia ragazza????? A quel pensiero andai nel panico.
-Ehi calmati Regina, non c'è nulla per cui essere preoccupati- cercò di tranquillizzarmi lei, ricordandomi in questo modo che il legame era ancora attivo.
-Vuoi che ti canti una ninna nanna?-
Ringraziai il cielo per il fatto che fossimo al buio perché altrimenti Emma avrebbe visto le mie guance prendere fuoco.
-Va bene- risposi timida e una melodia dolce e delicata si diffuse nell'aria e finalmente mi addormentai.

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Capitolo 15
*** capitolo 15 ***


Pov.Emma.

Aprii gli occhi e come per la maggior parte delle volte mi ritrovai in una foresta.
Mi guardai intorno ed apparte il sole nel cielo capì che era disabitata e le uniche presenti eravamo io e Regina.
A quel pensiero i miei occhi si posarono subito sulla sua figura e troppo tardi notai che lei mi stava già fissando da parecchio tempo.
-Sai dove siamo?- chiesi per avere una scusa per avvicinarmi a lei.
-Non ne ho idea- rispose scuotendo i lunghi capelli neri ed anche lei fece un passo verso di me.
Il mio cuore cominciò a battere veloce e le mie mani a sudare.
Regina, quella evidentemente più coraggiosa tra noi due percorse gli ultimi metri che ci separavano e si portò a pochissima distanza da me.
I miei occhi erano fissi nei suoi ma quando sentì qualcosa di caldo toccarmi le mani guardai giù e come un miraggio vidi le mie dite che automaticamente si intrecciavano a quelle di Regina.
Non potevo crederci che ci stavamo realmente toccando.
Subito riportai i miei occhi sul suo volto e ci sorridemmo a vicenda, eravamo veramente felici.
Lei espirò con la bocca e .....
-Mi dispiace veramente interrompere questo tenero momento mie care ma non sono il tipo da scene mielose- esclamò all'improvviso una voce strana , con un timbro di voce unica nel suo genere.
Ero così concentrata sulle mie emozioni che per lo spavento causato dall'interruzione di quell' intenso momento sobbalzai.
Girandomi alla mia destra identificai subito un ometto un po' bassino, indossava una specie di casacca squamosa e la sua faccia era molto strana, sembrava quasi squamosa anch'essa o forse stava brillando?
Con uno scatto Regina mi portò dietro di lei come a farmi da scudo e poi esclamò:
-Tremotino-
-Al tuo servizio- rispose lui facendo un piccolo inchino.
-Cosa ci fai qua??-
-Oh suvvia Regina potresti anche mostrare un po' di educazione- rispose lui tranquillamente.
-Chi è Regina?- chiesi invece io, preoccupata dalla piega che stava prendendo la situazione.
-Il mio vecchio maestro di arti magiche- rispose nervosa.
-Io mia cara sono il Signore Oscuro- disse invece lui.
-So chi sei!- esclamai allora un po' impaurita, quel nome non mi era nuovo.
-Oh ma davvero?- domandò lui sinceramente stupito.
-La tua fama ti precede- risposi guardandolo malamente, ricordavo bene come la sua figura infestasse spesso gli incubi di alcuni miei precedenti protetti.
-Non mi sorprende che tu faccia parte di un incubo di Regina- gli dissi sprezzante cercando di spostare di lato Regina, così che non mi facesse più da scudo.
-Oh no mia cara, io non faccio parte di questo bellissimo e romantico sogno- disse sottolineando bene la parola sogno.
-Che cosa intendi?- chiese guardinga Regina, si vedeva che non si fidava molto delle sue parole.
-Intendo che io sono reale tanto quanto te e questo bell'angioletto qui presente-
-Come sai chi sono?- esclamai allora molto sorpresa.
-Beh mia cara, io sono il Signore Oscuro- rispose semplicemente come se questa dovesse essere una risposta.
-Suvvia non guardatemi con quello sguardo, sapete bene cosa sono in grado di fare-
-Già purtroppo- rispose amareggiata Regina, proprio non lo digeriva quest' uomo.
-Vedi, la magia che protegge la tua..amica- cominciò ridacchiando avvicinandosi di un passo a noi.
-È molto potente, così potente che non sono riuscito a trovare un incantesimo che mi permettesse di vederla...-
-Se non puoi vedermi come sapevi della mia esistenza?- chiesi interrompendolo, cosa che lo fece irritare parecchio.
-Non fare domande a cui sai non otterrai una risposta....- prese una pausa ad effetto per farci capire bene quelle parole poi continuò.
-Stavo dicendo..così ho fatto un incantesimo per entrare nei sogni di Regina, cosa alquanto facile per altro, dove sapevo di trovarti-
-Sputa il rospo e dicci che cosa vuoi!- esclamò infine Regina spazientita.
-Voglio fare un accordo ovviamente- rispose con la sua risatina inquietante.
-Noi non faremo nessun accordo con te- rispose subito lei.
-Mia cara prima di rifiutare dovresti almeno ascoltare cosa potrei offrirti- le ricordò lui sicuro di se.
-Parla, tanto non te ne andrai finché non ti avremo ascoltato- intervenni io per calmare Regina che era visibilmente irritata e cosí le misi un braccio intorno alla  vita e la strinsi a me.
Ciò mi donò una piacevolissima sensazione, era bello usare il contatto per esprimere qualcosa che ha parole era difficile concepire.
-Ma che carine..sono sicuro che accetterete il mio accordo- commentò lui con un sorriso inquietante.
-E cosa ti rende così sicuro Tremotino?- chiese Regina ritornando alla realtà dopo quel piccolo momento di dolcezza.
-Perché io posso fare in modo che voi due vi tocchiate nella realtà, nella vita vera- e così dicendo sganciò la bomba che ci fece sobbalzare entrambe.
-Ma prima hai detto che la magia che mi protegge è molto potente-gli feci notare io, non avevo intenzione di sperare in qualcosa di irrealizzabile.
-I miei complimenti Emma, sei una ragazza molto arguta, ma io ho trovato una per così dire via secondaria- a questo punto capì che chiedergli come facesse a conoscere il mio nome sarebbe stato inutile.
-E quindi?- incalzò Regina impaziente.
-E quindi qui entrano in gioco le mie condizioni- Regina gli fece cenno di continuare ma io non ne ero molto sicura, sapevo che non era mai una buona mossa stringere accordi col Signore Oscuro.
-Voglio che Regina lanci un sortilegio su tutta la Foresta Incantata, un sortilegio in grado di trasportare tutti noi in un altro mondo, un mondo in cui la magia non esiste e in questo modo Emma diventerebbe una persona normale, una persona per così dire reale-
A quelle parole non seppi bene cosa pensare, certo mi sarebbe piaciuto far pienamente parte della vita di Regina ma ciò avrebbe comportato la distruzione di altre centinaia di vite cosa che non potevo assolutamente accettare.
-E tu cosa ne guadagni?- chiese la mia protetta.
-Quello non è affar tuo, tu devi solo dirmi se accetti o no-
-Ma dovrei uccidere Emma!- esclamò poi Regina.
-Cosa?- urlai io.
Lei si sciolse dal mio specie di abbraccio per guardarmi meglio negli occhi e poi spiegò:
-Questo tipo di maleficio richiede il sacrificio della persona che più amo- e i miei polmoni rimasero senza fiato.
Aveva appena detto di amarmi?
-Regina io...-
-Emma ne parleremo dopo- mi rassicuró lei tornando poi con lo sguardo ad osservare il malvagio mago mentre io ancora ero rimasta in apnea.
-Quasi quasi mi commuovo ma comunque no, anche volendo non potresti strapparle il cuore quindi più semplicemente dovrai sacrificare la seconda persona che più ami-
-Ma io non amo nessu'altro- rispose confusa lei e di nuovo le sue parole mi fecero rimanere allibita.
Come era possibile che nel profondo Regina non amasse nessun'altro apparte me?
-Be mia cara, l'amore può racchiudersi dentro differenti forme, come per esempio il tuo ricordo più prezioso e il cuore non è detto che debba essere per forza di una persona-
-Il mio cavallo, l'unico ricordo che ho di Daniel- esclamò lei deducendo ormai dove Tremotino volesse andare a parare.
-Esatto- si complimentò lui ridendo.
-Quindi ricapitolando, se lancio questo sortilegio trasporterò tutta la Foresta Incantata in una terra senza magia, dove angeli, fate ed orchi non esistono?- chiese lei per sicurezza.
-Precisamente, che dici lo facciamo questo accordo?- domandò lui impaziente.
-Io...-
Regina si girò verso di me dando così le spalle a Tremotino e mi prese le mani.
-Emma cosa devo fare?- mi domandò debolmente, chiedendomi aiuto.
-Regina darei di tutto per stare con te, ma qui non stiamo parlando solo della nostra vita, in questo modo distruggerai centinaia di vite, verresti odiata da tutti e così bruceresti anche la tua ultima speranza per redimerti-
-Ma io lo farei per amore, e l'amore non può mai essere un male- ribattè lei con un filo di voce.
-Su questo hai ragione ma gli eroi fanno sempre la cosa giusta non quella che è più facile, e se tu vuoi essere una di loro non puoi permetterti di fare una cosa del genere- le spiegai accarezzandole le dita della mano
-Emma a me non importa niente di essere buona, a me importa di te-
A quelle parole non potei evitare al mio cuore di fare una giravolta, certo erano parole molto belle ma tutto ciò stonava con gli occhi lucidi di Regina
-Non dire così dai, avevi cominciato a fare dei progressi- la rassicurai cercando di non mettermi a piangere come una stupida.
-No Emma io sono cattiva- ribattè sicura cercando di togliere le sue mani dalle mie, ma io non glielo permisi e le strinsi con più forza.
-Regina per favore abbiamo già fatto questo discorso, tu non sei..
-No Emma!!!! Io sono cattiva perché non ho mai voluto diventare buona, per tutto questo tempo ho solo fatto finta- rivelò infine alzando la voce.
A quelle parole feci un piccolo sorriso cosa che mi fece guadagnare una sua occhiataccia.
-E credi che non me ne fossi accorta? Ormai ho una certa esperienza e conosco bene le persone come te- ok in realtà avevo solo dei sospettai, ma le sue parole avevano appena confermato le mie teorie.
-Credi davvero di poter mentire al tuo angelo custode?- la provocai facendole un sorriso abbagliante.
-E non sei arrabbiata?- chiese stupita.
Bè certo ci ero rimasta male, ma non più di tanto, del resto faceva parte del mio compito e di certo non mi aspettavo che una persona cattiva da molto tempo diventasse buona in pochi giorni.
-Tick tock il tempo scorre ed io pretendo una risposta- incalzò Tremotino, intromettendosi nella conversazione, che per tutto quel tempo ci aveva osservate in silenzio.
-Ascoltami io mi fido di te e qualunque decisione prenderai avrai tutto il mio appoggio, ma io so che tu vuoi veramente cambiare - le strinsi ancora di più le mani e cercai di trasmetterle tutta la mia fiducia con gli occhi.
Ormai avevo esperienza e sapevo che alcune persone avevano bisogno di severità altre di bontà ma ero certo che a Regina sarebbe bastata solo la mia più completa fiducia per farle prendere la giusta decisione.
Lei annuì poi lasciando la presa sulle mie mani si girò e parlò al Signore Oscuro.
-Mi dispiace ma non accetto- io feci i salti di gioia internamente mentre Tremotino contrariato sparì in una nuvola di fumo non prima di aver detto: -Stupida che non sei altro, te ne pentirai-
Poi si girò di nuovo verso di me e mi guardó con uno sguardo misto a felicità e rimorso.
-Regina sono fel..-
Ma non feci in tempo a finire la frase perché lei incolló le sue labbra alle mie e mi fece rimanere senza fiato.
All'inizio non me ne resi neanche conto, poi però un profumo di mele rosse e cannella invase le mie narici e tutto fu più chiaro.
Ad occhi chiusi esplorai i suoi setosi capelli con le mie mani che poi portai sulla sua schiena per avvicinarla di più a me.
Le sue labbra erano umide ma stranamente invitanti, ci passai la lingua sopra per sentirne la consistenza morbida e a quel gesto si schiusero permettendo così ai nostri respiri di entrare in contatto.
Anche Regina mi strinse a se e le sue mani si fermarono sopra le mie ali.
Ne tastò la consistenza fragile e morbida e lisciò alcune piume spiegazzate, ciò però creò in me una reazione non propiamente pura.
-Mhh..Regina- cercai di parlarle, ma le nostre lingue erano troppo impegnate per tentare di dire qualcosa ma non mi arresi e ci riprovai.
-Regina...smettila per favore- la implorai spingendola delicatamente via.
Lei spaventata si staccò dal mio abbraccio e mi guardò triste.
-Cosa...ho fatto qualcosa di sbagliato?- chiese addolorata.
-No davvero eh che..vedi è che le mie ali..-
-Non vuoi che le tocchi?- chiese insicura.
-No è che..-
-Oddio ti ho fatto male per caso?!- esclamò allarmata.
-No è che..-
-Scusami davvero io..-
-Regina fermati non è niente di tutto ciò, solo che le mie ali scatenano un'emozione molto forte in me- tentai di spiegare in imbarazzo.
-Che tipo di emozione?- chiese giustamente lei.
-È che le ali sono il punto debole degli angeli- dissi spostando in modo goffo il peso del mio corpo sull'altra gamba.
-In che senzo punto debole?- domandò sorridendo, ma avevo come l'impressione che avesse capito benissimo cosa stessi cercando di dire.
-Nel senso che sono una zona molto erogena- dissi infine sbuffando di timidezza.
Lei a quelle parole si mise a ridere ed io la guardai male.
-Scusa davvero, è che sei così adorabilmente tenera- disse riavvicinandosi a me e accarezzandomi una guancia con una piccola carezza.
Io non seppi cosa rispondere e semplicemente abbassai lo sguardo a terra.
In quel mentre un piccolo campanello interno mi avvisó dello scorrere del tempo.
-Mh credo che il sogno stia per finire...-
-Di già?- chiese lei sorpresa.
-Bè ringraziamo Tremotino per averci fatto perdere tempo- commentai imbronciata, non volevo separarmi da lei.
-Allora non perdiamone altro- e di nuovo riunì le nostre labbra.
...
..
..
Ci svegliammo così, con il ricordo ancora vivido dei nostri corpi che si toccavano ma con la consapevolezza che avremmo dovuto aspettare un altro giro della Terra su se stessa prima di poter ripetere l'esperienza.

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Capitolo 16
*** capitolo 16 ***


Io aprii subito gli occhi invece Regina ebbe bisogno di più tempo per svegliarsi completamente.
Sbadigliò, poi si rigirò nelle coperte e in questo modo portò la sua faccia molto vicina alla mia.
Di primo impulso ebbi voglia di accarezzarle quella guancia dall'aspetto così morbido ma poi mi ricordai della reale situazione e mi insultai mentalmente per essere così poco concentrata, ma che ci potevo fare...quei piccoli contatti erano come una droga,  più ne ricevevo e più ne volevo.
I suoi occhi si aprirono e si immersero subito nei miei, poi sorrise, un sorriso genuino che la rendeva più bella di quello che già era.
-Buongiorno- mormorò con una voce assonnats.
-Buongiorno- risposi io, sorridendo a mia volta.
E questo fu tutto.
Perché per i successivi minuti rimanemmo ferme nel letto a fissarci come delle sceme.
Ad un certo punto mi venne un pensiero e senza freni inibitori lo espressi ad alta voce.
-Ho una voglia matta di baciarti-
A quelle parole lei arrossì e portò gli occhi in basso poi però ritirò su il viso e la sua espressione cambiò completamente.
-Che c'è? Ho detto qualcosa di..-
-Di sbagliato?? Si Emma lo hai fatto-
All'improvviso sentì un tuono in lontananza e per la prima volta mi accorsi che fuori era in atto un temporale.
Strano, eppure prima mi sembrava che tutto fosse così luminoso come se fuori ci fosse il sole.
O forse la luminosità che credevo di aver visto dipendeva dal tenero momento che avevo condiviso con Regina.
Distogliendomi dai miei pensieri lei si alzò dal letto esponendo così il suo magnifico corpo coperto solo da una leggera sotto veste.
-Cosa ho fatto?- chiesi non capendo il motivo della sua rabbia, alzandomi anche io in piedi.
-D'ora in poi evita di espormi così i tuoi desideri come se nulla fosse.
Credi che sia piacevole sapere cosa potremmo avere ma che invece non possiamo per colpa...-
-Avanti finisci la frase- dissi anche io, visibilmente arrabbiata.
Ormai tutte le magnifiche emozioni di prima erano come sparite, risucchiate in un qualche vortice oscuro.
-Per colpa tua- esclamò infine.
-Bè quale altra scelta avevamo?-
-Avrei potuto accettare- rispose non guardandomi negli occhi.
-Ne abbiamo già parlato, non potevi far del male a così tante persone-
-Ma almeno sarei potuta stare con te- rispose tristemente calmando di un poco il tono di voce.
A quelle parole anche io mi calmai e mi avvicinai a lei, ma non troppo.
-Io non sarei mai potuto essere felice con te dopo quello che avresti commesso- e ciò che dissi fu vero, certo mi ero innamorata anche del suo lato cattivo ma un conto era fare un'azione malvagia e un conto era farle quando hai accanto un angelo custode che ti fa ragionare sulle conseguenze delle tue azioni.
-Avrei sempre potuto cancellarti la memoria- rispose sapendo benissimo che in realtà non ne sarebbe mai stata capace.
Io la guardai facendole capire che avevo intuito la sua piccola bugia.
-Beh comunque ritornando a prima ti sarei grata se cercassi di trattenere per te questi tuoi desideri- disse impettita.
-Mi dispiace ma cosa ci posso fare? Sei troppo bella- le risposi per provocarla.
Lei mi guardò furiosa, poi però il suo viso cambiò di nuovo espressione, sembrava quasi...sadica?
-Sai Emma stavo pensando...quando hai rinunciato così tanto facilmente alla nostra unica speranza hai tenuto conto anche degli aspetti negativi della cosa?- mi chiese camminando lentamente verso la mia direzione.
-Certamente- risposi non capendo dove volesse arrivare.
-Bene, e dimmi..ti sembrerebbe così sbaliato se io usassi questi svantaggi per farti cambiare idea?- domandò assumendo un'aria da finta innocente.
-Credo che sarebbe da te fare una cosa del genere, ma sono sicura che non cambierei idea-
Il mio cuore cominciò a battere forte e cominciai a provare un po' di paura, quella espressione legata a quelle parole non mi ispiravano nulla di buono.
-Però direi che tentar non nuoce- e dopo aver detto ciò si avvicino al suo specchio per sistemarsi i capelli arruffati dal sonno.
-Cosa stai tramando?- chiesi veramente preoccupata anche se non potei fare a meno di pensare che Regina con quella posizione, con quel tono di voce e con quel modo di fare fosse veramente sexy.
-Lo capirai presto mia cara- e sorridendo maliziosamente si avvicinò alla porta e la aprì.
Dall'altra parte trovò una guardia a cui sussurrò qualcosa nell'orecchio poi richiuse l'uscio e si appoggiò al muro in attesa di qualcosa.
-Si può sapere cosa stai facendo?- chiesi spazientita.
-Pazienza, Emma, pazienza-
Passò un minuto o forse due in cui i nostri sguardi non si staccarono mai, io che la guardavo un po' con rabbia un po' con frustrazione lei che contraccambiava con quel suo sguardo maledettamente erotico.
Poi qualcuno bussó tre volte sulla porta di legno e Regina aprì subito.
Con mia grande sorpresa Malefica entrò nella stanza.
-Cosa ci fa lei qui?- chiesi subito minacciosa incrociando le braccia sotto al seno.
-Ciao Regina, finalmente, cominciavo a pensare che ti fossi dimenticata di me- disse quella bionda da strapazzo.
-Non potrei mai, ma sai, con questa giornata così piovosa cominciavo ad annoiarmi in questo grande palazzo da sola- rispose Regina con un tono di voce soffocato.
-Non sei sola- le ricordai io avvicinandomi alle due.
-C'è solo una regola: niente baci sulla bocca-
-Baciiiii?!!!! Regina cosa stai facendo?- urlai io.
-Come vuole lei sua maestà- rispose la squadrina prima di circondare il corpo della MIA protetta con un braccio e cominciarle a baciare il collo.
A quella vista il mio stomaco si riempì di lava bollente.
Ero furiosa.
Mi misi dietro Malefica così da poter vedere il viso di Regina e poi le domandai:
-Ti sembra divertente?- lei non mi rispose ma dopo avermi fatto l'occhiolino baciò anche lei il corpo dell'altra donna portando le mani tra i suoi capelli.
Senza ragionare cercai di spingere via Regina ma le mie mani ovviamente trapassarono il suo corpo.
Impotente mi bloccai a guardarle.
Regina portò Malefica sul letto e velocemente si sedette sulle sue gambe.
-Mh qualcuno qui è impaziente- disse la bionda lasciva.
-Cosa credi di ottenere in questo modo?- chiesi io depressa, ormai il fuoco della gelosia era passato e la tristezza mi aveva invaso.
-Vuoi che ti chieda scusa? Okay mi dispiace di essere un angelo, mi dispiace di non essere umana ma io sono così e per me essere felici a spese di qualcun 'altro è sbagliato, se tu non mi accetti per quella che sono allora vuol dire che non ti piaccio veramente e tutto quello che abbiamo vissuto insieme è stato una grande bufala-
Ovviamente lei non mi rispose e continuò imperturbata ciò che stava facendo.
Prese un braccio di Malefica e se lo portò sulla schiena per farsi stringere.
-Vuoi che ti dica che sono gelosa? Be' cavolo lo sono eccome. Non sopporto che lei ti stia toccando e non sopporto il fatto che tu stia ricambiando, ma continua pure se questo ti appaga.-
E sconsolata mi allontanai dal letto, però non distolsi mai lo sguardo da quei due corpi intrecciati.
Dio quella vista mi distruggeva.
Malefica portò una mano sul seno di Regina e lo strinse, la mora emise un suono che all'inizio purtroppo scambiai come un gemito di piacere ma che poi riuscì a riconoscere come un -No-.
-Regina cosa stai..?- chiese l'altra confusa.
-Ho detto lasciami- esclamò lei e con una spinta si rintanò dall'altra parte del letto, il più lontano possibile da Malefica.
A quella vista il mio umore si risollevò enormemente.
-Che è successo?- chiese confusa quella sottospecie di donna.
-Non voglio farlo-
-E perché?-
Regina mi guardò negli occhi e poi rispose:
-Perché sono innamorata di una persona-
E finalmente a quelle parole il mio cuore ricominciò a battere di felicità.
-E allora? Nessuno ci vieta di continuare quello che stavamo facendo- tentò di convincerla Malefica.
-Io non voglio tradirla- ribadì sicura lanciandomi un sorriso di scuse.
-E allora cosa mi hai chiamato a fare?- poi aggiunse - ma cosa stai guardando?-
E Regina riportati gli occhi su Malefica rispose:
-È stato uno sbaglio-
-Vaffanculo Regina- e la bionda visibilmente offesa uscì furiosa dalla stanza sbattendo la porta.
-Anche io sono innamorata di te- e le sorrisi.
Ci scambiammo uno sguardo pieno di dolcezza poi però le immagini di quei momenti precedenti mi ritornarono in mente e la gelosia si impossessò di me.
-Non è stato divertente comunque-
-Lo so mi dispiace ma volevo darti una lezione- rispose sinceramente mortificata.
-Direi che ci sei riuscita- risposi sedendomi sul letto ma dalla parte opposta alla sua.
-Hai un sonnifero o qualcosa che induca sonno?- chiesi poi cogliendola di sorpresa.
-Si perché?-domandò confusa.
-Perché voglio che tu dorma-
-Ma mi sono appena svegliata-
-Non m'importa ma non voglio aspettare un altro giorno-
-Per fare cosa?- chiese confusa ma infilandosi lo stesso sotto le coperte.
-Ho bisogno di eliminare dalla mia mente le immagini in cui Malefica osa toccarti- le spiegai con l'amaro in bocca.
Lei ridacchiò ed una volta comoda fece apparire sulla sua mano una piccola bottiglietta il cui contenuto ingerì subito.
Io invece andai a chiudere le tende delle finestre in modo che la poca luce del giorno non la disturbasse e poi mi accomodai anche io accanto a lei, pronta ad usare le mie facoltà mentali.
-Non so cosa si dica in questi casi, buonanotte non credo sia appropiato- ironizzò assonnata, il sonnifero stava cominciando a far effetto.
-Credo che per noi possa andare bene un semplice a presto- le risposi io e lei sorridendomi chiuse gli occhi.

------------

Riprendemmo conoscenza in una stanza simile a quella di Regina, con un sontuoso letto e qualche sedia sparsa qua e in la'.
Ci trovavamo a pochissima distanza l'una dall'altra e probabilmente fu per colpa di questo se quando Regina aprì bocca per dire non so cosa io la bloccai subito.
L'abbracciai anzi la stritolai tra le mie braccia e la baciai con impeto.
Le sue labbra mi erano mancate moltissimo e non potei fare a meno di mordicchiarle.
Lei colta alla sprovvista non perse tempo e ricambiò subito facendo incontrare le nostre lingua.
La mia pelle fu percorsa da brividi e portando una mano sui suoi capelli la strinsi ancora di più a me.
Volevo sentire ogni parte del mio corpo toccare il suo.
Regina d'altra parte non rimase inerme e furba come solo lei poteva essere cominciò ad accarezzare le mie ali.
Prese una piuma fra le due dita e la lisciò.
Senza trattenermi emisi un gemito, di piacere ovviamente e portando una mano sul suo fondoschiena lo strinsi facendola ridacchiare.
Poi però mi sorpresi a rendermi conto che desideravo fare l'amore con lei, quasi non mi riconoscevo più.
Questa passione così irrefrenabile, questo ardore, questa lussuria era inusuale per me, non ne avevo mai provata prima.
Per fortuna qualcuno o meglio qualcosa ci interruppe perché altrimenti non saprei come sarebbe andata a finire la cosa.
All'improvviso mentre eravamo intente a baciarci ed a toccarci sentimmo un grido, o meglio un verso mostruso, proveniente dall'esterno del palazzo in cui ci trovavamo.
Sorprese ci staccammo l'una dall' altra ma comunque ci stringemmo una mano, dovevamo sfruttare ogni secondo  di quei sogni.
-Che cos'era?-
-Quel suono non mi è nuovo, ma adesso non saprei dirti a cosa appartenga- mi rispose lei, ancora un po' accaldata per quello che stavamo facendo.
Sentimmo del frastuono provenire aldilà della porta di entrata così uscimmo fuori per cercare risposte.
Ci ritrovammo in un lungo corridoio e subito una folla di gente ci travolse.
Regina fu scaraventata a terra mentre io mi riparavo accanto al muro.
La nostra stretta di mano venne spezzata ma subito mi precipitai da lei per aiutarla ad alzarsi.
-Stai bene?- chiesi io preoccupata.
Barcollando si rimise in piedi mormorando un -se becco quel farabutto-.
Altra gente affluí nel corridoio e trattenendo una donna, dall'aria molto spaventata, per il gomito le chiesi:
-Da cosa state scappando?-
-Da lui! IL DRAGO!!- con uno strattone si liberò dalla mia presa.
-Ne sai qualcosa?- chiesi a Regina ma lei non fece in tempo a rispondermi perché qualcosa di imprecisato sfondò una finestra lì vicino e la ridusse in mille pezzi, poi quella che riconobbi come un enorme zampa con lunghe artigli sfondò anche il muro adiacente e l'intero corridoio crollò su se stesso.
Per fortuna i miei riflessi furono pronti e con un grande spinta trascinai me e Regina nella stanza da cui eravamo uscite poco prima.
Una volta che il grande polverone si adagiò per terra ci rendemmo conto che adesso l'unica uscita da quella stanza era bloccata da numerosi massi.
-Tu stai bene?- mi chiese Regina ansiosa.
-Si si ma adesso come facciamo ad andarcene?- chiesi indicandole la porta.
-Bè io avrei un idea- e guardando nella direzione che mi stava indicando capì la sua idea.
-Non hai paura che possa farti cadere?- le chiesi sapendo già la risposta.
-No Emma, mi fido di te-
Detto questo mi sorrise e avvicinandosi mi mise un braccio dietro il collo, io mi chinai un po' e cingendola per la vita la presi in braccio.
La strinsi a me più che potei poi aprì le mie ali ed aprendo la finestra che dava su un piccolo giardino presi il volo.
Regina era pesante e mi stancai quasi subito ma cercai di atterrare il più lontano possibile dal castello.
-Menomale che non soffro il mal d'altezza- commentò sistemandosi la gonna dell'anonimo vestito marrone che stava indossando.
-Che cos'è quello?- chiesi però io, indicando una porta che era appena comparsa nel bel mezzo del bosco.
-Direi di scoprirlo- con passo veloce la raggiunse e con uno scatto l'aprì.
Essa ci risucchiò dentro di se e ci catapultò in mezzo ad una folla.
-Ma cosa cavolo...-  cercò di dire lei ma un vecchietto dall'aria simpatica ci interruppe.
-Per caso queste belle signore vogliono dei bicchieri di birra??-
Lì per lì trovai un po' strana la domanda di quell'uomo, poi però prestai più attenzione al luogo che ci circondava.
Numerose persone stavamo ballando a ritmo di una fisarmonica che un giovanotto stava suonando, ogni tanto comparivano delle piccole casette dove gruppi di persone erano riunite e dovunque guardassi vedevo cibo, bevande e felicità.
Eravamo forse ad una specie di festa?
-Mi scusi buon'uomo potrebbe dirci in che posto siamo capitate?- chiesi io gentilmente.
-Siete alla fiera del villaggio, unitevi a noi e divertitevi con i nostri giochi- rispose lui muovendosi al ritmo della musica.
-E cosa state festeggiando?- chiese Regina con i capelli un po' spettinati, si vedeva che non si era ancora ripresa dal volo o forse dal risucchio della porta.
-La morte del drago!!!!- urlò lui facendosi sentire dagli altri che applaudirono a quelle parole.
Regina impercettibilmente si avvicinò a me storcendo la bocca, ma non riuscì a capire se fosse spaventata o disgustata, probabilmente la seconda ed io allora feci la cosa più semplice del mondo eppure per noi così speciale ed unica, le strinsi la mano.
-In questo caso accettiamo volentieri le tue birre- e l'uomo velocemente ci portò subito due bicchieri di legno riempiti di un liquido bluastro.
Non feci domande e lo mandai giù, era veramente buonissimo, Regina invece un po' più schizzinosa storse la bocca ma invitandola a bere la mandò giù anche lei.
Dopo aver constatato che quella bevanda era buonissima ne prendemmo altri due bicchieri e mano nella mano facemmo un giro per gli stand.
In alcuni c'erano giocolieri, in altri megiere che leggevano carte o maghi che facevano i loro trucchetti.
Lungo la strada assaggiammo anche alcuni sfiziosi stuzzichini che la alcune persone gentilmente ci offrivano.
La birra, il cibo, la musica e l'allegria della gente ci entrò nelle vene e contribuì a rendere tutto più divertente, senza pensieri.
Anche Regina si lascio andare e non si preoccupò più se il posto sembrava squallido o se ogni tanto si macchiava il vestito di fango.
Qualcuno ci invitò a giocare a un gioco e Regina accettò.
Si trattava di lanciare alcuni sassi in un contenitore lontano e se si faceva centro si vinceva qualche premio.
-Guardami mentre vinco- mi disse con voce sensuale mentre si metteva in posizione di tiro.
Per farlo ovviamente dovette lasciare la mia mano e quasi mi sentì male, il sangue riaffluì velocemente e la sua mancanza si fece ancora più insistente.
Per avere una migliore coordinazione si piegò un po' e con mio disappunto gli occhi di alcuni uomini che stavano assistendo al gioco si fissarono subito sul suo fondoschiena.
Li guardai con rabbia ma poi ritornai a concentrarmi su Regina.
Ebbe a disposizione quattro lanci ma con mio dispiacere non riuscì a fare centro.
Pensai che si sarebbe arrabbiata e invece si mise tranquillamente a ridere per la sua sconfitta.
Questa Regina senza pensieri mi piaceva e non sopportando altro tempo lontana da lui la raggiunsi prima che avesse la possibilità di venire lei da me.
Le misi un braccio intorno alla vita e facendo l'occhiolino a quegli uomini che prima la stavano fissando le strinsi una natica con la mano.
-Emma!- esclamò lei sorpresa ma per nulla dispiaciuta.
Io mi misi a ridere e nascosi il mio viso tra i suoi capelli abbracciandola anche con l'altro braccio.
Anche lei si mise a ridere e dopo esserci riprese continuammo il giro, mano nella mano.
Notai solo in quel momento che nessuno mi aveva chiesto nulla a proposito delle mie ali, questo vilaggio era quasi un utopia, agli abitanti non importava di niente se non divertirsi e festeggiare.
Per un po' ci fermammo a vedere una donna che ingerendo uno strano liquido sputava fuoco, poi però la mia attenzione fu attratta da un uomo gracile e magrolino che non possedeva un braccio eppure lanciava coltelli con una precisione inaudita.
Trascinandola per una mano portai con me anche Regina e mi fermai al limitare della folla che si era riunita per assistere al suo spettacolo.
A parecchi metri di distanza aveva una serie di bersagli e lui con l'unica mano a disposizione lanciava coltelli di ogni forma e dimensione e straordinariamente non sbagliava mai centro.
-Ed adesso chi è così coraggioso da volersi offrire come bersaglio??- gridò, incitando la folla ad applaudirlo.
Io senza pensare molto a quello che stavo facendo esclamai:
-Mi offro volontaria-
La folla automaticamente si voltò verso di me e creò uno spazio dal quale io potessi raggiungere il campo di tiro.
Poi però qualcuno mi strattonò il braccio.
-Emma no, è troppo pericoloso- mi disse Regina con lo spavento negli occhi.
-Tanto abbiamo già testato che nei sogni non posso morire-
Lei non sembrò molto convinta della mia risposta e a malincuore lasciò la mia mano.
-Prego signorina, si posizioni pure davanti a quel pezzo di legno laggiù- mi indicò l'uomo,  scrutandomi mentre io andavo a coprire il grande bersaglio di legno alle mie spalle diventando così io stessa il bersaglio.
In quel momento ebbi tutta un' altra prospettiva ed adesso l'idea di farmi tirare dei coltelli addosso non mi eccitava più così tanto.
La gente intorno a noi si immobilizzò e trattenne il respiro e questo clima contribuì ad attirare altre persone che si fermarono ad assistere alla mia fine.
Cercai Regina tra la folla e la trovai a fissarmi, era in panico, preoccupata per me.
Poi il tiratore si mosse e i miei occhi si posarono sulla sua figura, era pronto.
Con l'unica mano che aveva prese un coltello enorme dall'aria molto minacciosa, lo maneggiò un po' per carpirne il peso, poi flettè i muscoli, tirò indietro il braccio e lo lanciò.
Mi aspettai di essere trafitta da qualche parte ma ciò non successe perché la lama non arrivò mai a destinazione.
Il coltello si era fermato a metà percorso ed adesso stava volteggiando nell'aria.
Tutti gli altri furono meravigliati da ciò a cui stavano assistendo, ma non io, sapevo chi era stato a farlo ma lo capirono anche gli altri quando Regina si fece avanti e con la mano buttò il coltello a terra, infilzando il terreno.
La folla allora, che forse si aspettava di vedere del sangue per divertirsi ancora un po' emise un suono di protesta.
Contrariata le andai in contro per brontolarla anche se in realtà mi aveva fatto un favore.
Ma non feci in tempo a parlarle perché correndomi in contro mi riempì la bocca con la sua lingua.
Mi baciò così, davanti a tutti.
Colta alla sprovvista ci misi un po' a rispondere, mi preoccupai anche della reazione che le persone intorno a noi avrebbero avuto alla vista di due donne che si baciavano, ma invece loro applaudendo e fishiando ci incitarono ad andare avanti.
Evidentemente per loro non faceva caso se fosse sangue o un atto sessualmente implicito, volevano solo divertirsi, e così decisi di accontentarli.
Circondai la schiena di Regina con le mie braccia e con una mano l'accarezzai, dalla scapola fino al sedere e poi ancora dal sedere fino alla scapola.
Lei mi circondò il collo con le sue braccia e mi succhió un labbro, per fortuna però ebbe la buona idea di non toccarmi le ali o non avrei risposto delle mie azioni.
Toccai il suo palato con la lingua e lei per ringraziarmi me la morse.
-Ahio- gemetti io, ma non seppi bene se di dolore o di piacere.
-Ti sta bene, mi hai fatto morire di paura- e con il disappunto della folla ci staccammo l'una dall'altra.
-Hai ragione mi dispiace- mi scusai io mentre lentamente ci rintanavamo vicino ad una casetta, per disperdere l'attenzione degli altri da noi.
-Tu stai qui che per farmi perdonare vado a prendere un'altra birra okay?- la minacciai io e lei annuì, un bell'alcolico era proprio quello che ci serviva.
Quando tornai la trovai seduta su una sedia di paglia li vicinò, aveva un'aria molto stanca.
-Stai bene?- domandai preoccupata inginocchiandomi davanti a lei e poggiando i bicchieri per terra.
-Insomma mi sento uno straccio- si lamentò .
-Dev'essere colpa del sogno, sta per finire-
-In effetti è durato anche troppo- disse fra se e se.
-Dev'essere colpa del sonnifero, avrà allungato i t.....-
Ma non feci in tempo a finire che Regina si svegliò.

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Capitolo 17
*** capitolo 17 ***


È da un mese che non aggiorno perché avevo perso un po' di aspirazione ma adesso spero di averla ritrovata, scusate se vi ho fatto aspettare e se come molto probabilmente accadrà non ricordate cosa è successo nello scorso capitolo vi lascio qui un piccolo riassunto e buona lettura.
Nei capitoli precedenti:
Regina e Emma appena svegliate hanno una discussione così Regina tenta di ottenere una piccola vendetta seducendo Malefica anche se poi non riesce ad andare fino in fondo.
Emma decide di fargli bere un sonnifero perché non vuole aspettare la notte per avere un altro contatto fisico con lei.
Nel sogno vengono attaccate da un drago e successivamente si ritrovano in una specie di festa paesana dove si divertono come due innamorate, poi l'effetto del sonnifero svanisce e Regina si risveglia.
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CAPITOLO 17
Quando ci eravamo svegliate Regina era rimasta molto sorpresa da quello che aveva visto intorno a se.
Era pomeriggio inoltrato e una decina di servitori preoccupati si trovavano intorno al suo letto.
-Cosa ci fate tutti qua?- chiese stupita per poi assumere un'aria severa.
-Vostra maestà è viva!- esclamò uno.
-Certo che sono viva!- rispose lei ovvia.
-Non uscivate più dalla stanza e ci siamo preoccupati- intervenne una donna.
-Quando siamo entrati abbiamo trovato una fiala di una qualche sostanza accanto al vostro corpo- continuò un altro.
-E visto che giorno è oggi pensavamo avesse assunto qualcosa di velenoso o che vi foste fatta un incantesimo-
-Aspettate..voi vi siete preoccupati per me?- chiese incredula Regina mettendosi a sedere in modo da guardare in faccia tutti i presenti.
Io senza farmi vedere sorrisi.
Sorrisi perché avevo capito benissimo cosa stava succedendo in quella stanza.
Dopo che Regina aveva mostrato un gesto di gentilezza verso i servitori loro avevano cominciato a vederla di buon'occhio, certo non avrebbero dimenticato facilemente tutti i gesti orribili compiuti dalla loro sovrana e sicuramente alcune persone avevano gioito al solo pensiero che Regina potesse essere morta,ma questo era quanto meno un inizio e Regina non poteva credere che persone che prima la disprezzavano adesso potessero anche solo minimamente preoccuparsi per lei.
Ma di tutto ciò però non capivo che importanza potesse avere questo giorno.
Tutti i presenti la guardarono non sapendo bene cosa risponderle così lei continuò:
-Sto bene, ho solo dormito un po' troppo....grazie per esservi preoccupati- 
Quelle parole colpiro tutti.
Dalle loro facce potevo facilmente intuire che Regina non era solita ringraziarli.
-Beh in realtà noi in principio eravano venuti qui con un altro scopo- 
-E quale?- chiese Regina confusa.
-Per portarvi i nostri auguri-
-Auguri per cosa?-
-Per il vostro compleanno-
Regina fu molto sorpresa a quella notizia ma com'era possibile che se lo fosse dimenticato???
Di solito il giorno della propria nascita era quello più atteso di tutto l'anno, ci si divertiva, si era allegri e si festeggiava con famiglia e amici che ti riempivano di regali, poi i miei ragionamenti si fermarono e tutto fu più chiaro.
Era difficile celebrare un qualunque evento con persone che ti odiavano.
-Oh beh grazie- rispose lei non sapendo cosa dire.
-Ormai è gia pomeriggio inoltrato ma se vuole può comunque pranzare con ciò che le avevamo cucinato, anche se adesso sarà tutto un po' freddo.- spiegò una ragazza timorosa della sua reazione ma lei sorrise.
-Si grazie sarà perfetto-
Lentamente a uno a uno uscirono tutti dalla stanza, forse per lasciare del tempo a Regina per cambiarsi o forse per dare gli ultimi ritocchi al pranzo/cena, ma fatto sta che ci lasciarono sole.
-Grazie Emma- disse all'improvviso sorridendomi.
-Io e per cosa?- chiesi stupita da quella frase.
-È merito tuo se adesso non mi odiano più così tanto- spiegò stiracchiando le braccia sopra la sua testa.
-Guarda che hai fatto tutto tu- le feci notare, incantandomi ad osservare il suo viso rilassato.
-No, io ho concesso loro quella piccola pausa solo per fare impressione su di te quindi...-
-Ehi non pensare al  passato okay? Adesso vuoi cambiare per te stessa non solo per me giusto?- le chiesi sapendo già la risposta e lei annuì.
-Ecco quindi d'ora in poi pensa solo al futuro sei d'accordo?-
-Si- rispose sicura guardandomi negli occhi.
Distolsi lo sguardo dal suo perché altrimenti sarei finita per rimanere senza fiato e mi alzai dal letto.
-E poi comunque non è poi una così brutta cosa che tu l'abbia fatto per corteggiarmi- 
-Io non stavo cercando di corteggiarti- rispose prontamente.
-Ah no?- domandai mentre anche lei si alzò dal letto e cominciò a vestirsi.
-Okay forse lo stavo facendo- borbottò intenta ad abbottonarsi il vestito.
Una volta pronta si girò verso di me, decisa ad ottenere la sua vendetta.
-Emma da quando ti conosco hai sempre indossato quel tuo vestito bianco candidato e adesso mi stavo domandando se per caso voi angeli vi lavaste mai-
-Ehi questo è un colpo basso- risposi corrucciando le sopracciglia e fingendomi offesa.
-La risposta?- incalzò lei ridacchiando.
-Bè sono un essere magico- dissi sinceramente, perché non avevo la più pallida idea di cosa rispondergli.
-Sai che questa non è una risposta vero?- ridacchiò divertita avvicinandosi all'unica finestra presente nella stanza.
Io in risposta mugugnai qualcosa.
Lei guardò per alcuni secondi il panorama esterno poi energica come non mai si girò verso di me, facendomi ammirare in quel modo tutta la sua bellezza.
Indossava un abito verdastro, con alcuni ricami neri sulla vita, sulle spalle e sui i polsi , stranamente il suo decoltè non era in bella mostra e a quella scoperta non seppi se essere felice o contrariata.
-Direi che è ora di andare a mangiare, e per la cronaca non prenderò mai più uno di quei tuoi sonniferi, ho dormito tantissimo eppure mi sento uno straccio- borbottò stiracchiandosi la schiena.
-Ops?- domandai imbarazzata.
-Nah non scusarti, d'altra parte posso capirti, è dura resistere al mio fascino- mi provocò avvicinandosi a me ma allontanandosi dai quei timidi raggi di sole che facevano risplendere i suoi capelli di un bruno particolare.
-Ma come siamo modesti- risposi alzando un sopracciglio, lei in risposta si morse semplicemente un labbro.
In quel momento mandai al diavolo tutti i miei pensieri angielici e dissi:
-Non sai quanta voglia io abbia di baciarti-
-Se è uguale alla mia allora posso comprenderti- rispose mordendosi ancora una volta il labbro inferiore, poi mi guardò un' ultima volta in viso e insieme ci avviammo verso la sala da pranzo.
Durante il tragitto mi accorsi a malincuore di non avere niente da dare in dono a Regina e prima di attraversare la porta le esposi la mia preoccupazione, ricevendo subito una sua tranquilla risposta.
-E come potresti visto che sei praticamente un fantasma?- ironizzo lei.
-Giusto-
-Comunque mi basti tu. Tu sei il mio regalo- confessò arrossendo.
-Ma come siamo romantiche oggi- sdrammatizzai sentendo il mio cuore battere a mille
-Vero? Sarà merito del bel sogno che ho fatto chissà-
-Già...ma apparte gli scherzi...stai bene?-
-Come non mai Emma, è da tanto tempo che non mi capita di essere così felice in questo giorno-
-Ne sono lieta allora-.
Ci sorridemmo a vicenda e poi sicura di se spalancò le porte.
La sala da pranzo era riempita da una decina di servitori quelli che più avevano gradito la vacanza invernale evidentemente , poi al centro c'era la solita e lunga tavola di legno imbandita da una moltitudini di cibi diversi e ovviamente non poteva mancare un'enorme torta di color nero.
Regina elegantemente felice si sedette sulla regale sedia pronta per essere servita.
Io mi avvicinai alla sua destra in modo che potesse vedermi in viso.
-Potresti anche chiedergli di unirsi a te-
Lei mi guardó con una faccia del tipo "io che mangio con dei plebei?"
Questa volta decisi di essere più il suo angelo custode e meno la sua compagna quindi la incoraggiai.
-Eddaii, almeno non ti odieranno più così tanto-
Lei mi guardo ancora un altro po' poi però con aria sconfitta disse ad alta voce:
-Perché non vi unite a me?- chiese alle persone che aspettavano solo di servirle la prima portata.
Loro ne rimasero molto stupiti e non seppero bene cosa risponderle.
-Ne siete sicura? E chi vi servirà?-
-Beh credo che nessuno sia mai morto se per una volta usa coltello e forchetta-
Ma Regina non ricevette comunque risposta.
-Tanto comunque non riuscirei a finire tutto e molto cibo andrebbe sprecato-
A quella rinnovata richiesta la servitù si convinse e quelle brave dieci persone si accomodarono a sedere.
Prima di ciò però Regina schioccò le dita e i cibi ripresero calore.
Il pranzo iniziò con un silenzio inquietante, nessuno osava fiatare né mettere in bocca il primo boccone e così toccò a Regina fare la prima mossa.
Una volta che la mora ebbe inghiottito il primo pezzo di pietanza anche gli altri si convinsero e cominciarono a mangiare educatamente.
Regina mi chiese aiuto con gli occhi.
-Ce la puoi fare okay? So che tutto questo è strano per te ma pensa solo che in questo modo contribuirai ad essere meno cattiva di quello che tutti dicono-
Lei annuì e pulendosi la bocca con un fazzoletto mascherò un sospiro.
-Allora ehm...come procedono i raccolti??- 
-Come al solito vostra maestà- rispose uno.
-Quindi deduco non bene- cercò di concludere lei.
-Esatto- le risposero per conferma.
-E la colpa di ciò a chi è da attruibuire??- 
-Al tempo- rispose un altro con la paura stampata in faccia.
-Al tempo?? E Credete che io...-
-Regina!!- la fermai subito io, rimproverandola con lo sguardo.
Al mio richiamo lei cambiò subito tono di voce, impostandolo su uno più dolce e simpatico e meno duro e severo.
-Certo, capisco perfettamente la situazione-
Alcuni di loro furono sorpresi dal suo cambio di personalità, altri rimasero guardinghi in attesa di un altro suo cambio di umorismo.
Regina resasi conto del suo errore cercò di rimediare.
Se delle persone non si fidavano di te bastava un niente per farli ridiventare di nuovo sospettosi nei tuoi confronti.
-Allora brindiamo ad un raccolto più fortunato- propose innalzando un calice, riempito precedentemente da un vino dall' apparenza dolce e succoso.
Ma proprio in quel momento la porta si aprì e li cambiò tutto.
Sembrava come se il destino godesse a scompinare i progetti che le persone stabilivano, come se godesse a distruggere gli obbiettivi raggiunti fin'ora.
-Vostra maestà!!!!!!!!!!!!!- gridò un soldato con voce vigorosa e vittoriosa.
Anche dalla postura che assumeva si poteva facilmente intuire che era fiero di se stesso.
Diede il tempo a Regina di domandare - Cosa succede?- forse per creare un po' di suspance, ma poi dichiarò.
-Abbiamo catturato Biancaneve-
Il gelo più totale scese su quella stanza e nel silenzio più assoluto il rumore di vetri che cadevano per terra risultò molto fastidioso.
Regina aveva rotto il calice che teneva in mano ed adesso piccole gocce di sangue stavano cadendo sulla tavola macchiando così la tovaglia immacolata.
Subito mi preoccupai per lei, ma quelle piccole ferite passarono in secondo piano quando vidi il suo volto.
I suoi occhi neri e furiosi, le sue labbra alzate a formare un ghigno maligno...la sua faccia era irriconoscibile, lei era irriconoscibile.
Mi sentì come se il pavimento sotto i miei piedi stesse sprofondando come se fossi caduta in una sabbia mobile e il mio corpo fosse sfuggito al mio controllo.
Quella consapevolezza mi piovve addosso come neve ghiacciata nei più gelidi degli inferni.
L'avevo persa.

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Capitolo 18
*** capitolo 18 ***


-Portatemi subito da lei!!!!!- urlò fredda.
-Regina ehi ti prego calmati!- esclamai correndole dietro, terrorizzata da una sua così violenta reazione.
Lei non si fermò, si curò la mano ferita con la magia e seguendo la guardia si diresse a passo di marcia in una parte di castello in cui non era mai stata: le segrete.
-Regina cosa sta succedendo??!- le gridai cercando di stare al suo passo.
-Per favore parlami!- 
-Regina non ignorarmi!- 
-Non farmi questo-
Ma niente lei continuò imperterrita a percorrere il suo tragitto.
Solo una volta arrivati di fronte ad una piccola porta di legno si fermò.
-Lasciami!-ordinò all'uomo che l'aveva preceduta fin'ora.
Io rabbrividii di paura di fronte a quel comando perché la sua voce era terrorizzante, per un piccolo attimo ebbi paura di Regina.
-E la mia ricompensa?-
-Vai nella tua stanza e troverai ad attenderti 5 sacchi pieni d'oro-
Rispose lei atona ed una volta che fu rimasta sola mi rivolse finalmente l'attenzione.
-Hai presente quella ragazzina che ha spifferato tutto a mia madre facendo uccidere così mio marito e mio figlio??!?!?!?-
-Lei è....-
-Si è Biancaneve-
-E quindi cos'hai intenzione di fare? Ucciderla per caso?- chiesi scontrosa anche se dentro morivo per la paura che lei potesse commettere davvero un gesto del genere.
-Si e posso assicurarti che non sarà una morte piacevole.-
Non potevo credere  che tutto il mio lavoro fosse andato distrutto in così pochi minuti.
Per un attimo mi concessi il lusso di abbandonare tutto, di lasciarla andare in contro al suo destino ma poi ritrovai la mia determinazione ed elaborai un piano.
Dovevo solo riuscire a farle capire che lei avrebbe potuto far scontare a Biancaneve le sue colpe ma evitando magari l'omicidio.
Regina entrò silenziosamente nell'angusta, buia e puzzolente cella e sorrise.
-Bene, bene, guarda un po' cos'abbiamo pescato oggi- commentò gioiosa.
Una volta che anche io fui entrata squadrai la ragazza per terra.
Portava degli abiti maschili sporchi e i suoi capelli bruni erano ridotti ad una massa aggrovigliata, aveva alcuni tagli in faccia ma apparte quelli sembrava stare bene.
Ero così concentrata ad osservare quella famosa Biancaneve che all'inizio non mi accorsi neanche che in quella stanza erano presenti 4 persone.
-Emma!- esclamò sorpresa lei.
Osservai stupita la figura femminile davanti a me, indossava un abito bianco non lunghissimo, capelli sul rosso, viso proporzionato ed occhi di un marrone delicato, non mi sembrava di conoscerla ma solo quando vidi un'ala più piccola dell'altra la riconobbi.
-Ruby cosa ci fai qui??-
-Mi avevano detto che eri in missione speciale ma non pensavo ti avessero affidato la Regina Cattiva- rispose sorridendomi, felice di avermi incotrato, ed anche io lo ero.
Da troppo tempo ormai non avevo contatti con dei miei simili e dovevo ammettere che la mia famiglia cominciava a mancarmi, in più Ruby era anche un'amica di infanzia.
-Già...e tu invece sei l 'angelo custode di Biancaneve a quanto pare- le risposi a tono, orgogliosa che avesse avuto un incarico; visto i problemi disciplinari che aveva avuto in passato ero felice che gli anziani si fossero fidati di lei a tal punto da affidargli un protetto.
-Ma si può sapere con chi parli??- domandò rabbiosa la mia mora, scocciata per essere stata interrotta nella teatrale esecuzione della sua vendetta.
All'inizio mi sembrò strano ma poi ricordandomi della strega e del suo incantesimo capì che lei non era in grado di vedere la mia amica e quindi dal suo punto di vista io stavo parlando da sola.
-Lei può vederti????!!!- esclamò all'improvviso Ruby, sconvolta, guardandomi ad occhi aperti.
-Ehm- risposi ad entrambe.
Oh cavolo, ero nei guai.
Per fortuna fu Biancaneve a salvarmi che si intromise nella nostra inusuale conversazione.
-Sapevo che eri cattiva ma non pensavo anche pazza- disse la sua voce roca e debole.
-Piccola insulsa ragazzina come ti permetti- gridò Regina, perdendo subito interesse per una mia eventuale risposta e concentrandosi a tappare le vie aeree della prigioniera con la sua magia.
-No Snow!- gridò Ruby preoccupata.
-No Regina!- gridai io in contemporanea.
-Non sei ancora riuscita ad adempiere al tuo compito- mi rimproveró Ruby, dandomi la colpa per la sofferenza della sua protetta.
-No non è così, lei non è cattiva credimi- supplicai disperata.
-Vediamo un po', preferisci essere bollita nell'olio o una decapitazione pubblica così che tutti possano vederti?- gli propose Regina normalmente, come se stesse parlando di cibo e non della vita di una persona.
-Regina per favore rifletti, tu non vuoi farlo davvero- la supplicai di nuovo.
Ero come andata nel panico.
Ero distrutta perché tutto il mio lavoro era andato perso.
Ero triste perché non volevo che Regina facesse un simile gesto.
Ero preoccupata per la vita di quella povera ragazza.
Ed ero sotto pressione perché mi sentivo giudicata da Ruby.
Insomma non avevo propriamente la testa per svolgere a pieno il mio compito.
-Emma adesso mi hai scocciato, vattene non ti voglio intorno mentre uccido pian piano questa squallida bastarda- mi urlò contro, mandandomi ancora di più nel panico.
-Vai fallo vecchia pazza...- rispose subito Biancaneve provocandola.
Non avrei voluto essere nei panni della ragazza... vedere il tuo carceriere che parla da solo non era di certo buon auspicio.
-Fallo e ti prometto che continuerò a torturarti anche da morta- le gridò cercando di mantenere la calma e di non far cadere le lacrime che ormai evidenti si stavano raggruppando sui suoi occhi.
-Snow per favore non cedere al lato oscuro, rimani sempre te stessa - le sussurrò Ruby con il loro legame emotivo attivo.
-Regina sei ancora in tempo per fermarti e per ottenere il mio perdono- disse infine Biancaneve cambiando totalmente espressione e tono di voce.
-Perdono??? Io non ho bisogno di un bel niente men che meno del tuo perdono- le gridò furibonda la mia protetta.
-Regina ,per favore, se una parte del tuo cuore tiene minimamente a me, per favore, prenditi del tempo per riflettere, dobbiamo parlare- la supplicai io.
-Questa donna ha il cuore di pietra!- esclamò all'improvviso Ruby, severa nel suo giudizio spropositato.
Era spropositato perché lei non conosceva la vera Regina, non conosceva le sue ragioni e le sue paure e non poteva permettersi di dare un giudizio del genere.
-Tu stai zitta!!! Non sai di cosa parli!- ribattei io furibonda, ormai sul bordo del collasso.
-Emma ma perché ti arrabbi? Ti senti per caso male?- domandò l'angelo, confuso davanti al mio atteggiamento aggressivo.
-Si sto bene ho solo bisogno di parlare con la mia protetta- risposi sospirando di fatica.
-Ma si può sapere con chi parli? Sembri una pazza- mi disse Regina allontandandosi finalmente dal corpo della giovane.
-Senti chi parla- commentò Biancaneve.
-Ma io ti- reagì subito Regina stringendo il pugno, mimando il movimento che avrebbe fatto al suo cuore se lo avesse avuto in mano.
-Emma fa qualcosa!- mi implorò Ruby.
-Basta!!Regina fuori! Adesso!-
-Tu non puoi darmi ordini- ribattè lei.
-Si lo so, ma per favore usciamo-
E finalmente Regina si diresse a passo di marcia fuori dalla cella e mentre anche io uscivo sentì Ruby mormorare un :
-Pretendo delle risposte Emma-.
Subito la superai e la condussi nella sua camera da letto dove entrò sbattendo la porta furiosamente.
Poi si fermò in mezzo alla stanza e incrociando le braccia sul petto mi fissò in attesa che dicessi qualcosa.
Io invece mi sedetti sul bordo del letto, avevo bisogno di un sostegno, dovevo appoggiarmi a qualcosa per riuscire a sostenere quell'intricata situazione.
-Ecco...- cominciai non sapendo bene cosa dire.
-In quella stanza non eravamo sole- puntualizzò sicura.
-C'era un altro angelo vero?- domandò sapendo già la risposta.
-E tu come fai..-
-Sono cattiva Emma, non stupida- mi ricordò fingendo un'allegria che non le apparteneva.
-A proposito di questo-
-Non riuscirai a farmi cambiare idea - mi interruppe subito, mettendo in chiaro le cose.
-Regina davvero io non capisco- mi arresi spalancando le braccia.
-Tu eri d'accordo, volevi che ti aiutassi a cambiare cosa è successo d'allora?-
-Emma io lo voglio ancora ma lei
..lei è la mia vendetta ed io ne ho bisogno!!!!!!!- mi spiegò furibonda con una sguardo leggermente pazzo e chinando il busto nella mia direzione, per lo sforzo di gridare.
-Ma non capisci che dopo che la ucciderai non potrai più tornare indietro?- le domandai con voce debole.
-Emma io...-
-Biancaneve deve pagare per i suoi crimini siamo d'accordo, ma devi proprio ucciderla? 
Non potresti magari farla giudicare da qualcun'altro di più obbiettivo e rinchiuderla in cella fin quanto colui avrà deciso?- le proposi davvero speranzosa che avrebbe potuto accettare ma evidentemente ero solo una povera illusa.
-Emma lei ha ucciso mio marito e mio figlio!!! Si merita la morte!!!!- mi urlò perdendo il contegno.
Mi urlò con voce gelida e con quei suoi occhi neri che quasi mi intimorirono ma cercai di restare calma.
-Regina so che ha fatto la spia a tua madre ma forse non ha compiuto questo atto con l'intento di ferirti- cercai di farla ragionare, fornendole un altro punto di vista.
-Certo che l'ha fatto apposta quella maledetta ragazza- 
Era inutile, le mie parole non facevano nessun effetto.
-Appunto è una ragazza, quanti anni aveva all'epoca?-
Stranamente lei non rispose subito ma ritornando ad un'espressione più normale ammise debolmente.
-Dieci-
Ed io rimasi scioccata.
-Mi stai dicendo che vuoi uccidere una persona per qualcosa che ha commesso quando era solo una  bambina?- gridai sconvolta.
-Non esserne stupita! Sapevi benissimo che ero cattiva quando ti sei fatta venire questo strano affetto verso di me-
-Strano affetto?- ripetei amareggiata ed anche se sapevo che stava dicendo queste cose per autodifesa ci rimasi comunque male.
-Ok adesso non siamo qui per parlare di noi- presi un sospiro e continuai.
-Come ti ho già detto gli angeli vengono affidati solo per aiutare persone a rimanere nel lato buono o a convertire i buoni in cattivi e siccome Ruby non è in grado di adempiere a questo secondo compito credo proprio che Biancaneve sia una brava persona e non si merita di morire.-
-Ruby sarebbe l'angelo?- chiese lei ignorando palesemente tutte le altre cose che avevo detto.
-Esatto ed è per altro una mia amica e so che lei è ancora troppo inesperta per il tipo di compito che per esempio è stato affidato a me-
-Convertire la terribile Regina Cattiva- disse completando al posto mio quella frase e mettendomi in bocca parole che non pensavo.
-Regina...-
-Regina niente Emma, ti ho già detto che non puoi farmi cambiare idea- ripeté sicura delle sue opinioni.
-Questo l'ho capito ma...non potresti prenderti due giorni per riflettere? Se per allora sarai ancora della stessa opinione prometto che non ti metterò i bastoni tra le ruote- le proposi sperando con tutta me stessa che accettasse.
-E perché dovrei fare una cosa del genere?-
-Per me- e con quelle parole rimase spiazzate, non si aspettava che io fossi così diretta.
-Perché so che una parte del tuo cuore tiene a me- in realtà non ne ero più così tanto sicura, ma cercai di dimostrarmi convinta.
Mi auguravo comunque che quelle mie parole gli facessero affetto. 
Ormai, era inutile negarlo, me ne ero innamorata e sentirle dire che non provava più niente nei miei confronti avrebbe potuto distruggermi.
Lei guardò a terra, si prese un momento per pensare ma poi rispose: 
-Un giorno Emma, ti concedo solo un giorno- ed io sospirai di sollievo, era pur sempre poco tempo per farle cambiare idea ma era meglio di niente.
-Va bene- acconsentì io alzadomi finalmente in piedi, una volta ritrovata la forza per sostenere una postura eretta.
-Adesso dovrei andare a parlare con Ruby- dissi non sapendo bene se era una buona cosa lasciarla sola.
-Vai pure, la porta è lì- e indicandomela con un braccio mi diede la schiena impedendomi di vedere la sua faccia e capire così le emozioni che stava provando.
Fortunatamente ebbi l'illuminazione di collegare le nostre anime, nella speranza di trovare la sua, disponibile ad un contatto.
Espansi il mio spirito, toccando con quel sesto senso tutto intorno a noi e arrivai a lei, un big bang di emozioni confuse e grigie e cercai di abbracciarla.
-Emma non osare- mi gridò girandosi a guardarmi arrabbiata.
Si era accorta subito del mio tentativo di conoscere i suoi sentimenti.
-Vai via per favore- 
E triste mi trascinai all'esterno della stanza fino ad arrivare alla cella che conteneva la prigioniera.
La porta era aperta e davanti otto guardie stavano facendo appunto la guardia.
Io entrai e mi ritrovai davanti le due ragazze.
-Emma finalmente, sei riuscita a far cambiare idea alla regina?- mi chiese Ruby speranzosa.
-Non esattamente- risposi in imbarazzo.
-Okay di questo ne parleremo dopo, ma piuttosto spiegami com'è possibile che lei riesca a vederti- domandò preoccupata ma curiosa.
-Ehm...è una lunga storia- risposi io cercando di evitare la domanda, sapevo che se le avessi raccontato tutto mi avrebbe sgridato per aver infranto tutte le nostre regole fondamentali.
-Tranquilla io non scappo- ribadì incrociando le braccia.
Così con un sospiro mi arresi, ero consapevole che prima o poi un momento come questo sarebbe arrivato.
-Una strega le ha fatto un incantesimo che la rendesse in grado di aprire i suoi occhi- dissi sperando che si accontentasse di quella risposta.
-Impossibile, non esiste artificio conosciuto che sia così potente da contrastare la nostra magia- spiegò ripassando ciò che a scuola ci insegnavano.
Nel contempo maledissi il fatto che Ruby fosse una piccola studiona.
-Bè in realtà c'è una magia che è la più potente di tutte- suggerì a bassa voce.
Lei sembrò riflettere tra se e se, poi domandò:
-Stai parlando del vero amore???-
Io annuì.
-Ma questo non ha senso, cosa c'entra il vero amore in tutta questa storia??- chiese ancora più confusa di prima camminando intorno a Biancaneve che intanto se ne stava sdraiata sulla paglia, sconsolata e incurante che intorno a lei ci fossero due angeli.
-Questa strega ha fatto un incantesimo che la rendesse in grado di trovare il suo vero amore- sussurrai sperando che lei non sentisse le mie parole.
-Emma io non capisco, tutto questo cosa centra con ...........ohhhhhhhh- esclamò infine e dal suo sguardo capì che aveva compreso tutto.
Presto però il suo ohhhh meravigliato si trasformò in un ohhhh di disappunto.
-Emma adesso voglio una spiegazione convincente, dimmi che non è come penso- mi pregó la mia amica.
-Non ho scusanti lo so...-
-Emma come cavolo fai ad essere il suo vero amore!! Prima della stregoneria non sapeva neanche della tua esistenza!!!-
-Senti non lo so okay? Non è stata colpa mia, mi sono ritrovata in questa situazione e a volte credo che in certi casi la responsabilità sia solo da attribuire al destino- sbottai frustrata, passandomi una mano nei capelli in cerca di non so cosa.
-Scusa Emma hai ragione, ma perché non ne hai parlato con gli anziani? Loro avrebbero potuto aiutarti a scappare dalle grinfie di quell'essere malvagio, cambiandoti protetto- 
-Lei non è un essere malvagio- ribattei subito offesa.
-Emma ma cosa...?-
Poi si fermò e non continuò la frase.
Mi fissò in volto, poi vidi i suoi occhi sgranarsi e il suo volto assumere un'aria orripilata.
-Tu te ne sei innamorata!- mi accusò come se avessi appena ucciso una persona.
-Io..io- fu tutto ciò che fui in grado di rispondere.
-Emma ma ti rendi conto????? Hai infranto una delle leggi fondamentali della nostra comunità, hai rivelato ad un essere umano della nostra esistenza-
-Ma non è stata colpa mia!- cercai di controbattere ma lei con un gesto della mano mi zittì.
-E in più hai osato innamorartene, Emma ciò che hai fatto è molto grave, dovrò informare subito gli anziani- decretò severa.
-No no no ti prego Ruby, tu sei mia amica, non farmi questo- la supplicai disperata toccandole un braccio.
-Mi dispiace, ma è mio dovere informarli, anzi sarebbe stato un tuo dovere, non sembri neanche più un angelo ormai- non prestai attenzione alle sue ultime parole ma continuai a pregarla.
-Facciamo così, se Regina uccide Biancaneve entrambi i nostri compiti saranno conclusi, entrambe avremmo fallito e ti prometto che tornerò con te a casa ma se invece riesco a non farle uccidere la tua protetta tu non dirai niente, ci stai??- le proposi speranzosa indicandole la giovane ragazza che intanto aveva cominciato a singhiozzare.
Ruby si prese un minuto per riflettere e poi mi diede una risposta.
-Okay va bene, ma solo perché sento tutto il dolore che prova ed ormai me ne sono affezionata, non voglio che muoia...è una così brava ragazza- spiegò, triste alla sola idea che Biancaneve potesse morire.
-Grazie, Ruby grazie, ti prometto che non la lascerò morire- ed entusiasta l'abbracciai poi guardandomi un'ultima volta intorno scappai da quel posto e mi fiondai letteralmente dalla mia protetta.
Il mio compito non era finito.
Non avevo fallito.
O per lo meno non ancora.

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Capitolo 19
*** capitolo 19 ***


Per la terza o quarta volta in un giorno ripercorsi lo stesso tragitto e nel farlo mi accorsi grazie alle finestre che si era fatto buio, anzi forse era pure tarda sera.
Arrivata alla sua stanza trapassai la porta ed entrai.
La trovai seduta ad una scrivania che leggeva un libro e senza distogliere lo sguardo da esso mi parlò:
-Allora hai parlato con l'angelo?- chiara e diretta.
-Si-
-E c'é qualche problema?- chiese ancora anche se non sembrava molto interessata ad una mia risposta.
Ma io mi bloccai.
Non potevo certo dirle dell'accordo tra me e Ruby perché altrimenti lei avrebbe risparmiato Biancaneve solo per non farmi andare via.
E quello sarebbe stato un gesto falso, perché non era quello che lei avrebbe voluto fare veramente.
La sua decisione doveva essere pura e vera , maturata dal cuore.
Non potevo dirle la verità ma questo avrebbe significato mentirle.
E gli angeli non mentivano o almeno, io non ne avevo mai sentito il bisogno.
Ma per Regina sarei andata contro tutti i miei principi.
-Tutto bene, gli ho chiarito la situazione e sembra averla presa bene, ovviamente vorrebbe che tu non uccidessi la sua protetta- le risposi guardando verso il muro che improvvisamente aveva assunto una tonalità di nero più affascinante.
-Allora che aspetti e speri- sbuffò lei scrivendo qualcosa a bordo delle pagine del libro e continuando a non guardarmi, come per escludermi, come se non mi volesse dare importanza.
-Regina mi avevi promesso che ci avresti pensato- mi lamentai io.
-Infatti, domani sera ti comunicheró la mia decisione, ovvero ucciderla- disse con voce calma e calcolata.
-Va bene, forse magari qualche ora di sonno potrà aiutarti a riflettere di più- sbuffai io, arrendendomi di fronte al muro che stava lentamente innalzando tra noi due.
-Scordatelo-rispose lei girandosi a guardarmi finalmente in volto.
-Cosa?- domandai confusa.
-Stanotte non dormirò, primo perché non ho sonno e secondo perché tu potresti compromettere il mio giudizio ed io non voglio essere manipolata da te-.
Le sue parole mi ferirono.
Il mio intento da quando tutta questa storia aveva avuto inizio non era stato di manipolarla ma di darle una seconda opportunità per redimersi e lei sminuiva tutto quello che avevo fatto con quella parola brutta e meschina.
Mi imposi di non prendermela troppo, d'altra parte stavamo attraversando un momento difficile.
-Regina una bella dormita può davvero aiutarti a schiarirti le idee-  provai invano a convincerla.
-La decisione è presa e non ho intenzione di discuterne- rispose severa tornando a concentrarsi sullo studio del libro che aveva davanti.
Sbuffando mi arresi sedendomi su una piccola poltroncina in un'angolo della stanza e il discorso si chiuse lì.
Per tutta la notte Regina cercò di distrarsi come meglio poté.
Si esercitò su alcuni incantesimi di magia, lesse altri libri e riordinò il suo armadio pieno di abiti dove il colore nero prevaleva.
Non so quanto tempo passò, ma probabilmente buona parte della notte andò sprecata in quel modo.
A un certo punto e lasciatemi aggiungere finalmente si stese sul letto e sbuffò frustrata.
Io allora mi alzai in piedi, pronta a ritornare in battaglia.
-Finalmente hai deciso di dormire?? Mi sto annoiando a morte- mi lamentai.
-No non dormirò- rispose convinta anche se dopo un po' uno sbadiglio spuntò sulla sua faccia.
Mi stesi accanto a lei sul letto ed avvicinai di molto i nostri visi.
Avevo pensato di mostrarmi arrabbiata nei suoi confronti, forse per farle cambiare idea era necessario che avesse ben presente il mio disappunto per sue scelte ma non ci ero riuscita, già normalmente avevo difficoltà a tenere rancore per poche ore e visto che in questo caso si trattava di Regina la prova era ancora più ardua.
E poi ero pur sempre un angelo o almeno speravo di esserlo ancora.
Quindi mi ero arresa e avevo deciso di far trasparire solamente il mio bene per lei.
-Mi manchi Regina, ti sento così distante- le sussurrai dolcemente.
-Devo esserlo e poi tu sei arrabbiata con me- ammise, stando attenta a non contraccambiare il mio sguardo.
-No non è vero- le risposi sicura.
-Si lo sei non mentirmi-
-Regina guardami...- e solo dopo il mio invito i nostri occhi si unirono.
-Non lo sono, e voglio farti sapere che se anche tu prenderai la decisione sbagliata io ti sosterrò lo stesso, certo ne sarò molto delusa e triste ma non mi arrenderò, non smetterò mai di combattere per te-
Lei mi fissò intensamente e quello sguardo equivalse ad uno splendido bacio.
Baciarsi era un'azione potente, il bacio portava con se sentimenti e paure, connetteva i due amanti in un modo unico e intimo e questo era quello che era appena successo tra noi due.
Io le sorrisi e lei restituì il gesto.
Per una frazione di secondo vidi i suoi occhi inumidirsi ma nessuna lacrima scese da essi.
-Grazie Emma-
-Di niente- le sussurrai con voce lieve e dolce.
Poi distolse gli occhi e si concentrò sulle sue dita che cominciarono a stropicciare l'orlo dell'abito.
-Tu non puoi capire come mi sento ma è come se fossi dilaniata in due parti.
C'è questa fazione potente ed oscura che mi spinge ad ucciderla seduta stante senza ripensamenti né rimorsi e poi c'è questa piccola parte di me che grazie a te sta crescendo sempre di più che mi dice di rallentare che forse sarebbe l'ora di perdonarla e mettere fine a questa stupida ed interminabile vendetta ma poi appena penso di poterla risparmiare l'immagine di Daniel e Henry che..- fece una pausa di un paio di secondi, la sua voce si incrinò e una lacrima scese dai suoi occhi, prese un profondo respiro e poi continuò.
-Vedo le loro morti davanti ai miei occhi, rivivo le stesse esatte sensazioni di quel momento come se ogni volta riaccadesse ancora sento la mia impotenza e questo mi distrugge, è come se un altro pezzettino del mio cuore stesse morendo, ed ho paura che se non la uccidessi non avrei vendicato le loro morti-
Finalmente mi spiegò, finalmente si confidò con me.
-Me li immagino lì sofferenti, ad osservarmi, ansiosi di veder uccisa la loro assassina, ho paura che rimarranno lì in etero in cerca di una pace che non arriverà mai perché io non ho ucciso Biancaneve-
Rimasi stupita da tutte queste confessioni, Regina non era certo un tipo da dichiarazioni e ne rimasi molto commossa che quasi avrei voluto piangere e toccarla, stringerle la mano, accarezzarle i capelli per darle almeno un po' di conforto da tutto quel dolore.
Tutto azioni che non ero in grado di fare.
-Regina io non conoscevo Henry e Daniel ma sono sicura che fossero delle brave persone, loro non avrebbero voluto che tu ti trasformassi in un'assassina, loro avrebbero voluto solo la tua felicità, e poi io non credo che nel posto in cui sono adesso si  disperino se Biancaneve non è ancora morta- dissi provando a dargli un po' di speranza 
-Quindi tu dici che non disonererei la loro memoria se non la uccido?-
-Assolutamente no, sono sicurissima che loro vogliano solo la tua felicità ed anche io te la auguro, anzi ti dico di più, sono convinta che loro troveranno un po' di pace solo se ti vedranno finalmente trovare la felicità- le sorrisi ancora, Regina era così dolce in quel momento che trovai difficile riconoscere la persona che avevo davanti con quella che poche ore prima aveva mimacciato di morte una povera ragazza indifesa.
-Allora credo che presto staranno bene- confessò arrossendo.
Io la guardai con sguardo interrogativo non capendo bene il senso della frase così lei rispose alla mia domanda silenziosa.
-Credo che tu sia una parte importante della mia felicità-
A quelle parole arrossì a mia volta e ci guardammo in volto.
-Regina, io credo di starmi affezionando molto te- confessai a mia volta.
Lei si prese del tempo per rispondermi.
-Anche io, e vorrei davvero renderti fiera di me e fare la cosa giusta ma..tu non puoi capire come mi sento.. dentro sono sconvolta e confusa- dichiarò infine esponendomi ancora i suoi dubbi. 
-Allora aiutami a capire, fidati di me e fammi unire i nostri spiriti- la pregai io.
-Va bene..- rispose sussurrando.
A quel punto chiusi gli occhi per concentrarmi meglio e subito trovai la fonte delle sue emozioni, era lì, davanti a me, e mi chiamava.
In un baleno tutte le sue paure e incertezze mi piombarono addosso, quasi ne fui soffocata ma riaprendo gli occhi vidi il suo viso e tutto si fece più chiaro.
Mi feci carico del dolore e lo divisi in due.
Mi resi conto che Regina era una donna veramente forte perché se fossi stata nelle sue condizioni avrei già ucciso Biancaneve da tempo.
Perché c'era questa parte enorme, di un color rosso sangue che traspirava malvagità, e cresceva ovunque, corrompeva qualsiasi cosa e Regina ci lottava ogni giorno, le resisteva ogni giorno.
Scavando nel profondo però trovai qualcosa che ancora non era stato macchiato di rosso.
L'amore.
Era qualcosa che era cresciuto velocemente ed in poco tempo ma il suo nucleo era vecchio e resistente.
Probabilmente era quello che avevano visto gli anziani in lei, probabilmente era per quello che io adesso mi trovavo qui, per salvare quel piccolo nucleo che io avevo addirittura fatto crescere.
Mi ci immersi dentro e sentì sulla mia stessa pelle che Regina mi amava.
E sorrisi di gioia.
Forse non era ancora pronta ad ammetterlo ma lei mi amava come io amavo lei.
-Perché sorridi?- mi chiese preoccupata.
-Perché la tua anima è così bella- risposi semplicemente.
-Com'è possibile?? È così oscura- chiese perplessa.
-Non sai che dopo la notte viene sempre il giorno?- ma non le diedi il tempo di rispondere che continuai.
-Adesso capisco ancora di più quello che stai passando e ti assicuro che qualunque decisione prenderai io rimarrò sempre al tuo fianco-
Lei arrossì, e assistessi coi miei occhi al suo lento cambiamento.
Perché a quelle mie parole quella piccola luce crebbe un'altro po' e invaso la paura che le si trovava vicino.
La paura precedentemente era stata macchiata dal rosso che aveva messo le sue radici.
La luce e il rosso si scontrarono ma stranamente non combatterono.
Il rosso si ritirò di sua spontanea volontà.
Era questo che accadeva tutti i giorni nell'anima di Regina.
Era questo che significava cambiare.
Combattere i propri istinti più oscuri.
-Credo che adesso potrei anche dormire un po'- mi disse all'improvviso.
-Ma prima devi promettermi una cosa-
-Tutto quello che vuoi- risposi subito e concentrando tutta la mia attenzione su di lei.
-Promettimi che non mi manipolerai attraverso i sogni, voglio essere sicura che qualunque decisione io prenda domani sarà vera, sarò io che avrò scelto e le conseguenze di quella scelta saranno mie -
-Te lo prometto-.
Si stese completamente accanto a me non più girata su un fianco come prima e con uno schiocco di dita si cambiò e poi chiuse gli occhi.
Ci mise un po' ad addormentarsi  complice il sonno accumolato per colpa del sonnifero ma poi grazie al suo respiro intuì che si fosse addormentata ed allora entrai nella sua mente.



"Ci ritrovammo in una radura molto estesa ed eravamo circodate da una varietà incredibile di fiori variopinti.
Io stavo indossando il mio solito abito bianco mentre invece Regina indossava dei pantaloni ed una camicia di cotone con un giacchino sopra e tutto ciò le donava un aria incredibilmente sexy.
-Ciao- le dissi sorridendo.
-Hei- rispose lei arrossendo, per colpa forse del luogo in cui ci trovavamo che donava ad entrambe un'aria molto romantica.
Il sole ci abbagliava ma nello stesso tempo ci riempiva di forza e felicità, i grilli intorno a noi cantavano portando ovunque allegria e poi due colombe volarono sopra di noi.
-Questo è decisamente un bellissimo sogno- commentò Regina avvicinandosi a me, io invece rimasi ferma, volevo che fosse lei a venire da me.
Una volta trovateci di fronte ci sorridemmo con area innamorata ed allora fui io a fare la prima mossa e a strigerle la mano.
Dopo un paio di secondi però il mio viso si tinse di confusione e il mio sguardo cadde in basso.
Con orrore appresi che non riuscivo a toccarla.
-No..-
Quella unica parola echeggió fra noi due ed allora anche lei guardò stupida la mia mano che cercava invano di afferrare la sua.
Portai le mani al suo volto per avvicinarla a me come se volessi baciarla ma per l'ennesima volta non successe nulla.
-No, No No! - esclamai sofferente.
Io vivevo di quei piccoli e rari tocchi.
I suoi occhi si riempirono di paura e si sbarrarono.
-Mi dispace è colpa mia- mormorò con voce debola.
-Cosa??- dissi non capendo di cosa stesse parlando, ero ancora scioccata e invano cercavo ancora di toccarle una guancia.
-Questo è un incubo, è colpa mia se non possiamo toccarci- spiegò con voce sofferente, avevo la sensazione che stesse cercando di trattenere qualche lacrima.
-Non fare la stupida-
-Infatti Regina, non umiliare te stessa- all'improvviso questa voce sconosciuta si espanse intorno a noi e la radura divenne all'improvviso meno assolata e guardando in alto notai che numerose nuvole minacciose avevano invaso il cielo.
Ma i miei occhi furono subito riportati a terra quando Regina esclamò terrorizzata:
-Madre!-
Regina si portò davanti a me, per farmi da scudo, cercò di spingermi dietro di lei, per nascondermi col suo corpo ma la sua faccia si fece ancora più scura quando capì di non poterlo fare.
Ma di certo non mi tirai indietro ed anzi facendo alcuni passi avanti la affrontai.
-Tu sei quel mostro che ha ucciso sua figlio e suo marito?-domandai sprezzante.
-Emma ..per favore- mi pregò Regina emettendo un gemito di paura.
All'improvviso la mia forte e indipendente protetta sembrava essersi trasformata in un debole agnellino.
E tutto per colpa di sua madre..
Le faceva così paura??
-Esatto Emma ed adesso succederà la stessa cosa a te- mi rispose la donna, che forse non era neanche degna di essere chiamata donna, ignorando la figlia.
-Questa volta non te lo permetteró!- gridò convinta Regina andando in contro alla madre e fronteggiandola con sguardo di sfida.
-Ah ma davvero cara?? E dimmi come farai visto che non puoi toccarmi?- le chiese sorridendo malignamente.
-Cosa?- chiese lei confusa e scioccata.
-Esatto- e detto ciò, con camminata reale ed elegante trapassò letteralmente sua figlia e si diresse a passo sicuro verso di me.
Io guardai la scena come a rallentatore.
Regina si girò verso di noi e a bocca aperta si rese conto che non ero io a poterla toccare ma era lei quella a non potermi toccare.
E grazie ai suoi occhi capì benissimo cosa stesse provando.
Essi gridavano una sola parola.
IMPOTENZA.
Guardò inerme sua madre che si avvicinava al mio cuore, sua madre che alzando un braccio mi toccava.
All'inizio inconsapevolmente la scambiai come un carezza ma poi la donna mi strappò brutalmente il cuore dal petto ed in un secondo lo ridusse in cenere.
Ebbi giusto il tempo di sentire Regina piangere e gridare disperata prima che i miei occhi si chiudessero e la morte sopraggiungesse."

Regina si sveglio gridando e ciò risvegliò bruscamente anche me.
-Emma Emma Emma!- continuò a urlare nella stanza assolata della mattina.
-Ehi ehi sono qua- cercai di tranquillizzarla io.
-O mio dio Emma- e con queste parole si lasciò andare ad un pianto di lacrime.
Quella scena mi stritolò il cuore e la cosa peggiore fu sapere di non poterla abbracciare, di non poterle accarezzare i capelli per calmarla e quindi continuai  solo a ripetere un lento ma continuo:
-Sh, sh , sono qua, sh, era solo in incubo, sh, sono qua-

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Capitolo 20
*** capitolo 20 ***


Il nostro risveglio era stato veramente traumatico.

Regina aveva impiegato un po' di tempo a riprendersi ed assicurarsi che io fossi viva e vegeta e, per quanto potessi esserlo, reale ai suoi occhi.

Ma neanche io ero sopravvissuta indenne a quell'incubo.

A differenza dell'ultima volta in cui ero morta dentro ad un sogno questo era stato differente.

Avevo sentito chiaramente il cuore venir stappato via dal mio petto e avevo sentito una fitta dolorosissima quando la madre di Regina lo aveva ridotto in polvere.

Quasi come se tutto fosse stato vero.

Ma per fortuna non lo era.

Regina aveva deciso di non fare colazione, visto che lo stomaco le si era decisamente chiuso.

Ed adesso ci stavamo dirigendo verso il cimitero.

Era iniziato il conto alla rovescia per la decisione finale e lei aveva deciso di trascorrerlo nel luogo in cui per quanto potesse essere lugubre si sentisse a casa.

 

 

12 ore dopo

 

-Sono così orgogliosa di te!-

A quelle mie parole sorrise, sorrise ed arrossì, cercò di sviare il mio sguardo ma quando i suoi occhi ritornarono nei miei essi esprimevano solo felicità.

Sospirando di gioia stese il capo sul cuscino ed accarezzò le lenzuola che la ricoprivano.

Guardò il soffitto per un paio di minuti ma io non mi lamentai di quel silenzio.

-Sapevo che avresti fatto la scelta giusta- le dissi appoggiando la testa su un braccio per osservarla meglio.

-È questo che si prova a far del bene?- chiese incerta, rivolta al soffitto.

-Si- risposi ridacchiando e immaginando vividamente il male che lentamente stava lasciando il suo corpo.

-Mi sento..come dire nuova- continuò sospirando di tranquillità.

A questa affermazione non risposi e sorrisi.

Nell'ultima mezz'ora avevo sorriso così tanto che quasi mi faceva male la faccia ma non potevo farne a meno, ero felice, tutto stava andando per il verso giusto quindi perché non potevo sorridere?

-Però mi sento anche vuota- constatò con un pizzico di fastidio.

-È normale, per anni il tuo unico scopo è stato quello di vendicarti, adesso che hai messo fine a un pezzo della tua vita devi riniziare tutto da capo, hai l'opportunità di rifarti una vita e questa volta può essere migliore- le spiegai speranzosa.

-Già- rispose con voce neutrale.

-E poi...- con un movimento della testa cercai di coprirmi il viso coi capelli per cercare di trovare un po' di coraggio.

-....Adesso hai me- sussurrai timida con voce piena di amore.

Solo per aver detto queste semplici parole il cuore mi stava per scoppiare e sorrisi ancora per queste sensazione.

Perché non era sgradevole anzi.

Sentire chiaramente il sangue che scorreva frenetico nelle mie vene mi faceva sentire viva.

Viva e felice..e perdutamente innamorata.

-Già adesso ho te- ripete atona continuando a fissare il soffitto.

Sembrava come in trance.

Il cuore continuò a battere veloce ma questa volta di preoccupazione, avevo forse detto qualcosa di sbagliato?

Forse adesso che l'avevo aiutata a fare la cosa giusta non aveva più bisogno di me...

All'improvviso come scossa da qualche pensiero improvviso si tirò su, si poggiò su un gomito per assumere la mia stessa posizione e potermi guardare intensamente negli occhi, con quei suoi occhi neri o marroni, di una tonalità che non aveva nome.

-Al diavolo tutto! La nostra è una storia impossibile, non possiamo toccarci o baciarci e dio solo sa quanto vorrei fare l'amore con te, davvero Emma tu non hai idea di quanto io ti desideri ma il sesso non è tutto, è l'amore che conta, ed io con te sto bene, con te sono felice, tu mi rendi migliore ma non perché sei il mio angelo, non perché puoi entrarmi nei sogni o nelle mie emozioni perché tu sai farmi stare bene anche senza usare questi trucchetti e...-

Di colpo mi feci seria e la mia risatina sparì ed il cuore invertì il suo processo.

Si fermò o almeno ebbi la sensazione che si fermasse.

Le sue parole arrivarono dopo vari secondi al mio cervello in modo che avessi il tempo di assaporarle e capirle per bene.

Quel discorso mi fece male e bene insieme, ciò che diceva era così vero, vero e crudele ma lei stava anche esprimendo ciò che provava per me ed io ero così orgogliosa di renderla felice, tutto quello che volevo era questo.

Probabilmente la mia razionalità andò a farsi una vacanza dal momento in cui lei ebbe pronunciato le parole "fare l'amore con te" , il mio cervello andò in tilt e feci fatica a capire il significato delle altre.

La sola immagine di me e Regina insieme, su un letto a condividere quel tipo di legame, così intimo e unico ebbe il potere di far riempire la mia pelle di brividi e di crearmi una fitta dolorosa allo stomaco.

-Sai che ti dico?- continuò lei, ignorando ciò che stava accadendo nella mia testa.

-Cosa?- domandai con voce roca accorgendomi di avere la bocca secca, stavo morendo di sete.

-Ti dico che ti amo-

Una scossa elettrica mi attraversò ma non mi spaventai, non mi agitai, non feci i salti di gioia, non mi misi a piangere o ad urlare.

Semplicemente come la più semplice delle cose sorrisi e naturalmente risposi:

-Anche io ti amo-

Ormai da tempo era chiaro a me stessa ed anzi mi rimproverai di non averglielo detto prima.

Ed adesso la consapevolezza che anche lei mi amasse mi dava la sensazione di onnipotenza.

Mi sentivo in grado di fare qualunque cosa e di affrontare qualsiasi difficoltà.

-E per quanto valga..anche io vorrei fare l'amore con te- ammisi timidamente a testa bassa.

-Non devi sentirti in imbarazzo- rispose ridacchiando.

Quella risatina mi attirò a guardarla e la sua faccia fu un colpa al cuore.

Il suo sorriso..i suoi occhi...

Esistevano una parola più superiore di perfetta?

Lei era perfetta.

Dio quanto avrei voluto baciarla.

 

 

5 ore prima

 

Avevamo trascorso la mattinata e le prime ore del pomeriggio al cimitero.

Non avevamo parlato molto ma quel piacevole silenzio era servito molto a Regina per ragionare e riflettere.

Era stato piacevole perché nonostante l'assenza di conversazione ci sentivamo vicine emotivamente.

Ci eravamo fatto cullare dal calore del sole e dal suono degli animali.

Ed ogni tanto Regina aveva interrotto il silenzio raccontando qualche aneddoto sulla sua vita precedente.

Mi aveva raccontato che suo figlio Henry si chiamava così in onore di suo padre morto tanto tempo prima e metterlo al mondo era stata la cosa più bella che gli fosse mai capitata.

Gli avevo chiesto di raccontarmi qualcosa su Daniel se se la sentisse e lei anche se con qualche lacrima dovuta ai ricordi mi aveva accontentata.

Da quello che avevo capito l'uomo era una persona molto dolce ed umile.

Il corteggiamento era iniziato da Daniel che facendo lo stalliere forniva delle particolari attenzioni al cavallo di Regina e così lei lo aveva ringraziato scambiandoci quattro chiacchiere, chiacchiere che si erano ripetute nei giorni a venire.

E così si innamorarono.

Certo sapevano di essere in una situazione complicata, Regina apparteneva ad un rango superiore ma pensavano che insieme avrebbero potuto superare di tutto, purtroppo non avevano messo in conto Cora.

Adesso stavamo ritornando al castello anche perché Regina stava morendo di fame e finalmente sarebbe andata a parlare con Biancaneve per prendere la decisione finale.

Mangiò in fretta e senza perdere altro tempo si diresse alle segrete.

Le chiesi se potessi assistere anche io e lei acconsentì.

Entrando nell'angusta cella feci un segno di saluto verso Ruby e poi rimasi immobile.

-Allora sei venuta tu stessa a porre fine alla mia vita?- chiese sprezzante la ragazza, ma anche se si fingeva coraggiosa si poteva facilmente intuire che avesse paura.

-Prima voglio parlare- rispose lei dura.

Biancaneve gli fece cenno di continuare e per assumere un'aria più severa incrociò le braccia sotto al seno.

-Voglio sapere perché l'hai fatto!

Voglio sapere perché hai spifferato tutto a mia madre- ordinò Regina quasi implorante e ciò mi sorprese.

Dopo tutti quelli anni passati a darle la caccia lei non si era mai presa la briga di fermarsi e chiederle spiegazioni per il suo gesto?

Dovetti ammettere che quel comportamento non era corretto e che Regina aveva sbagliato a condannare Biancaneve se non era a conoscenza della reale avvenuta dei fatti.

-Quanto puoi essere stupida per non averlo ancora capito! Non sono stata io! Ero solo una bambina!- si difese aggressivamente la ragazza.

-Una bambina che è riuscita a far uccidere la mia famiglia!- replicò la mia protetta.

-Non sono stata io!-

-Allora spiegami, sono qui per questo-

-E’ colpa di tuo madre..-

-Si lo so che è colpa sua, quando è venuta ad ucciderli ha precisato molto chiaramente che tu sei stata molto lieta di dirgli dove fossi scappata, informazione che avevi promesso di tenere segreta!- la interruppe Regina gridando di rabbia per le ultime parole.

-Ma non capisci?! Quella donna riesce a manipolarti anche da morta!!-

-Stai dicendo che sono debole?!- e con quelle parole le vie respiratorie di Snow vennero chiuse e la ragazza si portò le mani alla gola in cerca di aria.

-Snow!- si allarmò subito Ruby ma io con un occhiata gli feci cenno di non intervenire, eravamo alla conclusione di quella faida che durava ormai da anni e si meritavano di concluderla da sole.

Dopo un paio di secondi Regina ebbe scaricato la sua rabbia e lasciò la presa sulla giovine ed ella non perse tempo e continuò a parlare anche se con voce più bassa.

-Lei mi aveva detto che ti aveva perdonato, era pentita di averti cacciata e voleva fare pace con te, mi aveva detto che avrebbe accolto tuo marito e tuo figlio sotto il suo tetto e finalmente avreste potuto vivere come una vera famiglia unita- Regina rimase un po' spiazzata, non si aspettava di certo una simile risposta ma continuò lo stesso l’interrogatorio.

-Ma io ti avevo esplicitamente vietato di dirlo a mia madre, qualunque cosa lei ti avesse detto-

-Lo so tu hai ragione e…- ma Biancaneve non riuscì a finire il discorso perché scoppiò a piangere, quella vista mi procurò una fitta al cuore, si vedeva che stava soffrendo e probabilmente aveva trattenuto quelle lacrime da anni.

-Su adesso non fare la bambina- commentò Regina prendendola in giro, ma ormai io che la conoscevo, potevo intuire che le sue lacrime non le erano indifferenti.

-Oh Regina mi dispiace così tanto devi credermi, ma all’epoca ero ingenua..- tossì piangendo ma riuscì a trovare la voce per continuare.

-Regina ero solo una bambina, mi dispiace davvero, non merito il tuo perdono-

-No infatti non lo meriti- rispose turbata la sovrana.

-Ma tu dovresti vergognarti!- all’improvviso la voce di Biancaneve riacquistò vigore.

-Tu mi hai rovinato la vita, hai ucciso i miei amici solo per uno stupido errore infantile, siamo entrambe delle vittime!-

-Tu hai ucciso la mia famiglia!- ribatté furiosa Regina.

-E tu mi hai impedito di crearmela una tutta mia, per colpa tua non ho avuto la possibilità di fare figli, troppo terrorizzata perché tu potessi portarmeli via!- rispose Biancaneve anche lei piena di rabbia.

Quelle parole colpirono molto Regina che non controbatté ma si appoggiò al muro in cerca di un sostegno.

Biancaneve si fermò a scrutarla.

Non sapevo quale tempesta si stesse scatenando nell’animo di Regina, avrei tanto voluto saperlo ma non avrei mai osato unire i nostri spiriti in un momento del genere, con la paura che lei potesse pensare che la volessi manipolare.

La sovrana rimase in silenzio circa cinque minuti ma la ragazza non la forzò mai, aveva capito che la sentenza finale stava arrivando.

-Va bene. Ti perdono.- e queste parole rimbalzarono sulle fredde pareti di pietra intorno a noi.

-Davvero?- chiese incredula la poverina.

-E per quanta fatica io faccia ad ammetterlo..mi dispiace di averti dato la caccia fino in capo al mondo-

-Oh grazie! Grazie- e quelle parole piene di sincero sollievo furono accompagnate da lacrime di speranza.

-Ma sono pur sempre la Regina Cattiva e per quanto io possa averti perdonato la tua vista porta a galla ricordi troppo devastanti e per questo ti bandisco dal mio regno-

Biancaneve parve molto colpita da quelle parole ed ovviamente anch’io lo fui.

-Cosa? Ma non puoi farlo! E poi questo è il mio regno che tu mi hai rubato!-

-Hai ragione, ma ti prometto sulla tomba di Henry che d’ora in poi impegnerò tutta me stessa affinchè questo regno migliori ed aiuterò la popolazione stremata dalla carestia- promise sincera Regina.

-No ma non puoi farlo, per favore, questa è la mia casa!- implorò Biancaneve piagnucolante e qui Regina fece qualcosa che mi rese veramente fiera di lei, le diede speranza.

La sovrana si inginocchiò davanti a lei e le prese le mani, poi la guardò in volto intensamente.

-Ascolta, ti sto bandendo dalla Foresta Incantata ma la fuori c’è un intero mondo che aspetta solo di essere scoperto e poi tu sei giovane, hai un intera vita davanti e tutto il tempo che desideri per crearti una famiglia tutta tua, per ricrearti una nuova vita, dove nessuno conosce i nostri trascorsi-

La ragazza annuì anche se non sembrava neanche ora molto convinta.

Regina allora si alzò in piedi e si spazzolò l’orlo dell’abito sporco di paglia.

-Stasera stessa scriverò alla Regina Elsa di Arendelle ed annullerò il tuo mandato di cattura cosi se vorrai potrai trovare rifugio nel Regno di Ghiaccio, per stanotte dormirai qui ma domattina ti fornirò un cavallo, nuovi abiti e molti soldi ed allora sarai libera di andare- fece un secondo di pausa e poi aggiunse:

-Addio Biancaneve- e si diresse verso la porta.

-Regina aspetta- e la sovrana si girò a guardarla in attesa della domanda.

-E se per caso dovessi ritornare nella Foresta Incantata?-

-Bé allora ti ucciderò- e detto questo uscì dalla cella.

Io trattenni il fiato e senza salutare Ruby, la seguì.

-Se devi farmi una predica risparmiatela per favore, non ho ripensamenti per quello che ho fatto- mi avvisò appena fummo sole, senza guardarmi in volto.

-No al contrario, sono molto fiera di te-

-Davvero??- domandò stupita fermandosi nel mezzo del corridoio.

-Pensi che abbia preso la decisione giusta?-

-Si, forse un po' drastica ma è comunque meglio di un omicidio e poi sei riuscita a perdonarla e wow, io ti avevo solo chiesto di non ucciderla ma tu ti sei superata- risposi io, sorridendole per ringraziarla.

 

 

3 ore dopo

 

-Guarda che bel tramonto- esclamò entusiasta lanciando un’occhiata fuori e alzandosi velocemente dal letto si precipitò alla finestra.

-E’ veramente molto bello..e romantico- aggiunsi seguendola, contemplando poi le stupende sfumature di rosso-arancio che avevano colorato il cielo.

-Sai non ti ho ancora ringraziato per prima, pensavo davvero che ti saresti arrabbiata e invece ancora una volta tu hai creduto in me- mi confessò ripensando alle vicende appena concluse.

-Ehi non dirlo neanche per scherzo, ti avevo detto che qualunque decisione avresti preso io non ti avrei abbandonata- la rassicurai sorridendole e accarezzando la sua anima con gli occhi.

-Ti amo-

-Lo so me lo hai già detto- risposi arrossendo.

-Lo so ma mi piace dirlo-

-E a me piace ascoltarlo- ci sorridemmo a vicenda e dal suo sguardo potei facilmente intuire che a quest’ora , se fossimo state in un sogno mi avrebbe già baciato.

Poi però distolse lo sguardo e lanciando un’occhiata al giardino sottostante mi disse:

-Questo è per te-

Mosse lentamente la mano e con la sua magia fece rifiorire una rosa appassita, che poi tagliò e facendola fluttuare me la donò.

Ma io non la accettai e continuai a guardarla con una faccia da ebete.

-Che c’è non ti piacciono le rose? Se vuoi cambio fiore- si preouccupò lei.

-Regina...ma tu non mi avevi detto che la magia oscura non può far nascere la vita?-

-Si infatti ma io non……….o mio dio!- esclamò portando una mano a coprire la sua bocca spalancata.

-Emma io…..come..voglio dire no..-

-Si Regina, quella era magia di luce- completai io al suo posto, incredula ma felice.

-Ma com’è stato possibile?-

-Non importa come, ma adesso tu puoi salvare il popolo e…-

Purtroppo però il destino non ci lasciò altro tempo per festeggiare questa buona nuova perché i nostri corpi furono ricoperti da una luce accecante e la nostra conversazione fu interrotta.

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Capitolo 21
*** capitolo 21 ***


Non avevo bisogno di guardarmi intorno per capire dove eravamo capitate.

Avevo facilmente riconosciuto il teletrasporto che noi angeli usiamo per spostarci da casa nostra al mondo terrestre e viceversa, ed il solo fatto che riuscissi a toccare il braccio di Regina me lo confermava.

Poi mi guardai intorno e tutto fu più chiaro.

Non eravamo più nella Foresta Incantata e questo significava una sola cosa:guai.

-Emma ma tu puoi toccarmi! Cos’è succes...?- ma all'improvviso si ammutolì quando guardandosi intorno notò le decine di persone che ci circondavano.

-Dove siamo?- aggiunse sottovoce avvicinandosi di più a me.

-A casa mia- ma purtroppo dissi queste parole con preoccupazione ed ansia invece che con gioia e spensieratezza come avrei tanto voluto fare.

Mi osservai intorno.

Eravamo in un’enorme stanza ed una marea di angeli ci circondava sia alla nostra sinistra che alla nostra destra.

In un angolo notai i miei genitori che mi salutavano con una mano ed avrei tanto voluto buttarmi in un loro abbraccio e farmi stringere dalla loro braccia che sapevano di casa ma purtroppo capì che la situazione in cui mi trovavo non era così amichevole come avrei voluto.

Tutti ci lanciavano occhiate accusatorie in particolare le cinque persone radunate davanti a me e che sedevano nelle loro sedute imponenti: erano gli Anziani.

Erano di corporatura esile eppure emanavano un’aurea così antica ed ancestrale da farli sembrare potenti ed imponenti.

Anche le loro ali erano speciali, avevano una forma nella media, normale ed anonima eppure sembrava sempre che il loro bianco avesse una sfumatura più candida di tutti gli altri,

Li guardai in cerca di risposte ma notai che la maggior parte di loro, stava osservando Regina.

Solo allora mi resi conto dello straordinario evento che era appena avvenuto.

Regina era il primo essere umano a mettere piede nel paradiso angelico e per aver infranto un simile tabù gli anziani avevamo avuto sicuramente un'ottima ragione.

Molto probabilmente erano venuti a conoscenza del mio rapporto con lei e delle numerose regole infrante.

Ma essi non avevamo nessun controllo sulla vita degli angeli al di fuori della nostra casa, quindi come ne erano venuti al corrente?

Pensai che forse mi avevano riportato a casa perché il mio compito era finito, ma allora perché portare anche Regina?

E poi anche quella teoria era poco valida.

Solo l'angelo protettore poteva sentire se il proprio compito era concluso e di certo il mio non lo era.

Certo ci eravamo vicine, visto anche la sua recente acquisizione della magia bianca calcolai che ci sarebbero voluti altri pochi giorni affinché il mio dovere fosse concluso.

Ma anche qui c'era la solita domanda, come avevano fatto a saperlo???

Per non so quale ragione, mi venne il dubbio che volessero farle del male, anche se era praticamente impossibile visto che noi angeli eravamo incapaci di compiere simili azioni ma al dispetto di questi principi indistruttibile strinsi istintivamente la mano di Regina e l'avvicinai di più a me, per tenerla più vicina, per proteggerla.

Questo gesto animò la gente che cominciò a parlare fra se e se creando confusione.

-Silenzio!- ordinò perentorio il Custode Mida, uno dei cinque Anziani, e tutti tacerono.

Egli era un angelo su una cinquantina di anni, portava dei capelli bruni e corti ma i suoi occhi erano neri come la pace, che faceva un contrasto fortissimo con le sue ali bianche.

All'improvviso mi sentì oppressa da tutto quello che le persone intorno a me avrebbero potuto pensare, ebbi paura dei loro pregiudizi e mi sentì in soggezione.

Non osavo distogliere lo sguardo dagli Anziani, ma al contempo desideravo ardentemente parlare con Regina, per chiederle come stava e per ricevere una sua piccola parola di conforto che riuscisse a farmi stare meglio, però non potendola guardare cominciai ad accarezzarle la mano con il pollice in cerca di sostegno, lei parve capirlo perché rafforzo la stretta.

-Sei tu Emma, figlia di Mary Margaret e David?- mi chiese con voce solenne la Custode Granny.

Ella a differenza di Mida era una donna anziana, con i capelli bianchi e la pelle chiara e ciò la rendeva tutt’uno col suo abito candido che si riusciva a malapena a distinguere il viso dal resto del corpo.

-Si!- risposi ad alta voce e solo attraverso il suo tremolio mi accorsi di essere leggermente nervosa.

-Sai il motivo per il quale ti trovi qui?-

-No- ammisi.

-Sei stata richiamata per partecipare al processo nel quale discuteremo del tuo comportamento e dei tuoi eventuali provvedimenti disciplinari- dichiarò solenne e a quell’accusa notai che i miei genitori sobbalzarono un poco.

Avrei tanto voluto andarli ad abbracciare e rifugiarmi sotto le loro ali come facevo da bambina, per nascondermi da tutto questo, per lasciare a loro questo inconveniente e far finta che niente di tutto ciò fosse successo, ma non potevo.

Non potevo essere così egoista da pensare solo a me stessa, qua con me c’era anche Regina e non potevo certo abbandonarla e farle combattere tutto questo da sola, avevo commesso i miei errori ed ora era arrivato il momento di pagarne le conseguenze.

Ma dentro mi sentì morire alla sola idea che loro fossero arrabbiati con me ed avrei tanto voluto sapere cosa ne pensassero di tutta questa situazione, ma purtroppo non era possibile.

-Se posso chiedere perché avete portato con me anche la mia protetta, infrangendo così una delle principali leggi degli angeli custodi?-

-A quanto ci risulta queste leggi sono già state infrante ma in particolare la tua protetta assumerà il ruolo di testimone, dobbiamo capire bene come si sono svolti i fatti- io non controbattei, d'altra parte avevano ragione.

-Bene se non ci sono altre domande diamo il via al processo- pronunciate queste ultime parole la Custode Granny batté una mano sul bracciolo del suo scranno producendo un rumore metallico che rimbombò in tutto l’ambiente.

Un angelo di cui non conoscevo il nome si avvicinò a noi, le uniche due persone presenti al centro dell’enorme stanza

-Se la protetta vuole seguirmi...-

-Dove la portate?- intervenni subito io.

L'angelo mi indicò due sedie vuote posizionate alla sinistra degli Anziani.

Regina in silenzio seguì subito l'uomo senza fiatare, ma girandosi verso di me mi lanciò un ultimo sguardo anzi forse avrei dovuto chiamarlo primo perché da quando eravamo arrivate lì non c'erano state interazioni tra noi, e in quello sguardo la paura stava dilagando.

Adesso voi penserete, com'è possibile che la temuta Regina Cattiva si senta impaurita? Ma in realtà solo uno sciocco poteva pensare ciò.

Perché Regina non era cattiva e il suo comportamento maleducato e sfrontato era solo una maschera per potersi difendere dagli altri e allo stesso tempo sentirsi invincibile.

Ma io avevo contribuito a distruggere quella maschera ed adesso Regina si mostrava per quella che era davvero.

Ovviamente lei restava una donna forte e coraggiosa ma chiunque si trovasse in una situazione del genere, in un luogo sconosciuto, con persone sconosciute e con la nessun minima idea di dove scappare o di come difendersi, perché ebbi il sospetto che qui lei non potesse usare la magia, si sarebbe sentito insicuro e spaventato.

-Aspetta- la richiamai tirandola indietro grazie alle nostre mani che erano ancora parzialmente unite.

-Tranquilla, vedrai che si risolverà tutto- le sussurrai per tranquillizzarla in modo che nessuno potesse sentirci.

Lei annui ma non sembro esserne molto convinta, i suoi occhi avevano ancora un senso di smarrimento.

Così feci una cosa di cui entrambe avevamo bisogno.

Le misi un braccio intorno alla vita ed attirandola a me la baciai.

Mi fregai delle persone che ci osservavano e soprattutto mi fregai dei mormorii che si formarono subito dopo il mio gesto.

Sembravano essere passati anni da quando le nostre bocche si erano toccate per l'ultima volta e avrei voluto non smettere più ma capì che quello non era proprio il momento opportuno per lasciarsi andare a smancerie simili, così interruppi il bacio e unendo le nostre fronti le sussurrai:

-Ti amo-

E poi l'angelo stufo di aspettare, prese Regina per un braccio e la condusse a sedere al suo posto e così io rimasi l'unica persona ad occupare il centro della stanza e la mia attenzione ricadde interamente sugli Anziani.

Il Custode Mida interruppe il silenzio soffocante che si era creato dopo il mio gesto.

-Fate entrare colei che ha denunciato il fatto- a queste parole un grande portone che si trovava alle mie spalle fu aperto.

A quel suono mi girai curiosa a vedere chi sarebbe entrato e con mia grande sorpresa e delusione Ruby si fece avanti.

Mi lanciò un debole sguardo di scuse poi con una camminata sicura di se andò a sedersi accanto a Regina, nell'unica sedia vuota rimasta, lo spazio dei testimoni.

Il mio primo pensiero fu quello di urlarle contro, mi aveva tradito, mi aveva promesso che non avrebbe fatto la spia, però poi mi misi nei suoi panni.

Non potevo certo odiarla per qualcosa che anche io avrei fatto, tutti noi avevamo un rigido senso del dovere ed ero io quella che stava andando contro la mia stessa natura.

Al contrario Regina non sembrava pensarla come me a giudicare dagli sguardi di fuoco che stava lanciando alla ragazza.

-Ruby per favore puoi esporre a tutti noi la tua testimonianza?- chiese gentilmente il Custode Arcibald, un angelo di mezza età, con occhi marroni della stessa tonalità dei suoi capelli e con un naso aquilino molto singolare.

-Certamente- rispose accondiscendente alzandosi in piedi.

-Due giorni fa la mia protetta Biancaneve è stata catturata dagli uomini della Regina Cattiva, una volta rinchiusa in prigione la qui presente sovrana è venuta a farle visita e con lei c'era anche Emma, ci siamo subito salutate ma quando lei mi ha risposto la sua protetta si è girata verso di lei e gli ha chiesto con chi stesse parlando, allora mi sono resa conto che non sono l'umana sembrava riuscire a vederla ma anche a sentirla.

All'inizio non ho dato tanto peso alla cosa perché ero molto preoccupata per la vita di Biancaneve ma poi risolta la situazione ho preteso una spiegazione da Emma.

Allora lei mi ha spiegato che aver infranto la legge del "nessuno essere umano deve venire a conoscenza della nostra esistenza" non era stata opera sua, ma la colpa sarebbe da imputare ad una strega che avrebbe fatto un incantesimo in modo che la regina fosse in grado di trovare il suo vero amore e dopo ciò l'umano avrebbe acquisito la capacità di vederla e di sentirla- spiegò con linguaggio educato e composto la mia amica Ruby.

-Quindi Emma ti stava dicendo che lei era il vero amore dell'umana?- domandò il Custode Arcibald.

-Si, all'inizio ho pensato che fosse rimasta col protetto senza venir a chiedere aiuto a voi perché volesse concludere il suo dovere, del resto tutti sono a conoscenza della fama di Emma nel portare a termine i suoi compiti, a dir la verità ho anche pensato che tutto ciò fosse una macchinazione della Regina Cattiva ma poi da come ne parlava ho capito che lei se ne era veramente innamorata- spiegò a testa bassa.

-Quindi credi che Emma abbia preso di sua spontanea volontà la scelta di non venir a chiedere consiglio a noi e di non cambiare la sua protetta come avrebbe invece dovuto fare?- chiese ancora Arcibald.

-Si credo di si- rispose Ruby evitando a tutti i costi di incrociare il mio sguardo, evidentemente si vergognava di quello che aveva fatto.

-E poi cosa è successo?-

-Emma mi ha proposto un accordo, se la regina avesse ucciso Biancaneve lei sarebbe ritornata a casa ed avrebbe abbandonato la sua protetta se invece la donna l'avesse risparmiata io non avrei dovuto riferire a voi ciò che avevo scoperto- e quella ammissione fu il mio colpo di grazia.

Non tanto perché tutte le prove stavano ad indicare la mia colpevolezza ma ciò che mi distrusse di più, fu la reazione di Regina.

Solo allora mi resi conto che lei non ne sapeva niente di questo accordo.

All'inizio si infuriò ma poi la sua faccia si riempì di tristezza, di delusione ma più che altro di tradimento.

Da come lo aveva raccontato Ruby sembrava che se Regina avesse ucciso Biancaneve io mi sarei arresa con lei quando invece le avevo promesso di non abbandonarla qualunque decisione avesse preso.

-No Regina non è come credi- le avrei voluto dire ma tutto quello che potei fare fu soffrire in silenzio e vedere come evitasse attentamente di guardarmi e mi sentivo morire dentro, ero completamente impotente.

-E tu hai accettato?- chiese curiosa la Custode Ingrid anticipando Arcibald.

Ingrid era una donna dal viso spigoloso ed autoritario, portava lunghi capelli biondi ed insieme ai suoi occhi azzurri rappresentava perfettamente la tipica rappresentazione di un angelo custode.

-All'inizio si perché ho pensato al bene della mia protetta poi però ci ho riflettuto ed ho capito che era mio dovere riferire tutto a voi.-

-Grazie Ruby hai fatto bene- la congedò la Custode Ingrid e lei annuendo con il capo si sedette in silenzio.

-Bene dopo queste parole come ti difendi Emma?- chiese il Custode Arcibald riportando l'attenzione di tutti su di me.

-Non mi difendo, è tutto vero- ammisi sinceramente con un tono di voce un po' menefreghista perché in effetti era così, in questo momento l’unica cosa che mi importava era fare pace con Regina e parlare coi miei genitori.

-Non hai da aggiungere altro?- chiese Ingrid infastidita dal mio atteggiamento.

-Con tutto il rispetto, ma a me tutto ciò sembra una pagliacciata.

Regina è venuta a conoscenza della nostra esistenza e allora? Non mi sembra di aver fatto chissà che- risposi maleducatamente, ma appena ebbi pronunciato quelle ultime parole me ne pentii subito.

Cosa mi era saltato in mente?

Rispondere male agli Anziani??

Era stata una mossa stupida, ma sentivo di star perdendo il controllo, avevo una valanga di emozioni dentro di me, sconvolte e disordinate e non sapevo a chi dare la priorità, se a Regina, se ai miei genitori che erano sempre stati fieri di me ed adesso erano sicuramente delusi dal mio comportamento o se agli Anziani che mi stavano processando o addirittura se a tutti gli angeli intorno a me che si permettevano di giudicarmi, di giudicare le mie azioni senza sapere in realtà niente di quello che era veramente successo.

-E ti sembra niente? Al di la delle possibili conseguenze se l'umana avesse detto a qualcuno di te hai mai pensato che avresti potuto compromettere l’intera operazione? C’è un motivo se siamo invisibili ai loro occhi, tutto il nostro lavoro non avrebbe senso, gli umani devono pensare che il cambiamento venga da loro stessi non che una qualche creatura magica li abbia influenzati.

Ti sei lasciata accecare dai tuoi sentimenti e ti sei completamente dimenticata del tuo dovere principale!!- le accuse che la Custode Ingrid mi stava lanciando erano pesanti e questa volta non le accettai in silenzio.

-Bé ma questo non è successo, prima che voi ci portaste qua, Regina aveva appena scoperto di aver accesso alla magia di luce, ed in più ha risparmiato Biancaneve la sua più acerrima nemica, quindi non mi sembra proprio di aver sbagliato qualcosa!- nel mentre dicevo ciò cercai una qualche reazione in Regina, non so cosa cercassi esattamente, forse un qualcosa in lei che mi desse la forza per resistere a questa situazione sconveniente ma non trovai niente, lei continuava diligentemente ad evitare ogni mio contatto visivo

-Perché sei stata fortunata!- esclamò irritata Ingrid.

-Va bene, adesso è inutile stare a discutere, Emma verrà lo stesso punita per le sue colpe- si intromise la Custode Granny per calmare un po' le acque.

-Adesso parliamo dell'altra questione, ti sei innamorata della tua protetta- affermò l’anziana.

-A quanto mi risulta non ci sono leggi che mi vietano di farlo- risposi maleducata, ancora infastidita per prima, ma la verità era che ero arrabbiata perché loro mi impedivano di parlare con Regina, risolvere la situazione tra noi due era ciò che mi premeva di più in questo momento.

-No esatto, perché una simile situazione non era mai avvenuta prima- constatò lei.

-E quindi avrete intenzione di punirmi anche per questo?- chiesi ormai sfinita, se volevano darmi la colpa di tutto allora che lo faccino.

-Certo che no, l'amore è pur sempre una cosa pura e buona e su questo dobbiamo ancora riflettere, ma prima di prendere una decisione finale vogliamo sentire la testimonianza di Regina-

A quelle parole mi feci ansiosa ma senza protestare io e Regina ci scambiammo di posto e cercai di stabilire un contatto visivo ma quando mi passò accanto evitò attentamente di prestarmi attenzione, era ancora arrabbiata con me.

Il mio corpo si tese come una corda di violino, ero preoccupata per le domande che le avrebbero fatto e in più avevo Ruby accanto, e non sapevo proprio come comportarmi visto che stavo cominciando a covare un sentimento di rancore.

-Innanzitutto vogliamo scusarci per averti coinvolta in tutto questo, da quanto abbiamo appurato niente di tutto ciò è stata colpa tua- le disse il Custode Arcibald.

Lei annui.

-Dopo questo vogliamo sapere se secondo te Emma è stata obbiettiva nello svolgimento dei suoi doveri o si è lasciata coinvolgere dai suoi sentimenti- ed il tempo si bloccò, tutti, compresa me stessa aspettavano pazientemente che Regina si pronunciasse.

-In tutta onesta non saprei darvi una risposta, non so niente della sua vita prima che ci incontrassimo, non so come si comporta normalmente Emma in veste di angelo custode quindi non saprei proprio come esprimere un’opinione ma non credo comunque che questo sia giusto, insomma a voi cosa importa? L'importante è che ci sia riuscita no? A mio parere non sono più la donna che ero un mese fa, e questo lo devo tutto a lei-

-Quindi credi che questo processo sia sbagliato?-

-No, capisco che Emma non ha rispettato le regole, ma come già detto non è stata colpa sua e sinceramente sono contenta che non se ne sia andata-

A questa risposta, Arcibald annuì e accomodandosi meglio sulla sedia passò la parola alla custode Ingrid.

Nel mentre il mio umore si risollevò un poco, non so bene il perché avevo la strana convinzione che Regina avrebbe detto qualcosa a mio sfavore e sentirla difendermi aveva donato un po’ di calore al mio spirito.

Ma dopo questa considerazione mi sentì peggio di prima.

Regina mi aveva detto di amarmi ed io avrei dovuto confidare in lei sempre e comunque, non perdere fiducia al primo ostacolo.

Mi sentivo uno straccio.

-Quindi tu ricambi i suoi sentimenti?-

E quella domanda fece battere il mio cuore, ringrazia mentalmente Ingrid per averla posta.

Aspettai la risposta con ansia ma Regina non parlava, i secondi si trasformarono in ore, in quel silenzio assoluto sentì rimbombare i battiti del mio cuore nei miei orecchi ma poi finalmente la mia amata proferì parola.

-Si-

-Ma come pensavate di portare avanti la vostra relazione? Prima o poi Emma avrebbe dovuto far ritorno a casa-

-Non so come, ma saremmo riuscite a trovare un modo, del resto, in confronto alle barriere fisiche questo problema perde importanza-

-Barriere fisiche?- domandò confusa la Custode Granny intromettendosi nell’interrogatorio ed allora Regina si rivolse a lei e le rispose.

-Si, sono in grado di vedere e sentire Emma, ma lei rimane pur sempre un angelo e per questo non posso toccarla, ad eccezione dei sogni ovviamente-

-Interessante- mormorò Granny.

-Avete mai sentito parlare di un incantesimo del genere?- chiese il Custode Mida ai suoi colleghi e gli altri fecero cenno negativo.

-Sarebbe possibile parlare con la strega che ha praticato la magia?- chiese Ingrid e Regina fu subito in imbarazzo, poi però alzando la testa per assumere un atteggiamento più autoritario rispose tranquillamente:

-No, l’ho uccisa-

-Già, dimenticavo con chi stessi parlando- commentò Ingrid ma Regina non rispose alla sua provocazione.

-Bene!- esclamò all’improvviso una voce lieve e dolce.

Era la Custode Aurora, un giovane angelo dai capelli arancioni con sfumature di bronzo, ella aveva labbra carnose ed occhi di un marrone chiaro che trasmettevano un tiepido calore, come il sole della primavera.

Lei era l’unica a non aver parlato fin’ora ed alzandosi in piedi proclamò:

-Il processo è finito, gli anziani si ritirano per consultarsi, nel frattempo i testimoni e l’accusato possono recarsi nella piccola stanza adiacente a questa, così che possano trovare un luogo tranquillo per riflettere su ciò che è appena accaduto-

Dettò questo gli Anziani si alzarono e procedendo in fila indiana lasciarono la sala.

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Capitolo 22
*** capitolo 22 ***


-Emma ascolta io..- provò a scusarsi Ruby appena fummo entrate nella piccola stanzetta a nostra disposizione.

-Non adesso!- la interruppi subito, perché davvero non era il momento.

La stanza era vuota, a parte per un piccolo divano posizionato nel centro esatto dell’ambiente quadrangolare, ma non era quello che mi interessava, e a passo spedito mi diressi subito verso l’angolo più lontano da me, dove Regina si era rintanata e in questo momento mi stava dando le spalle.

-Regina…- sussurrai accarezzandole un braccio, ma lei come se le mie mani stessero bruciando si scostò subito.

-Non toccarmi- esclamò arrabbiata e quelle parole furono per me una pugnalata al cuore.

-Regina per favore, non è come pensi-

-Vorresti dirmi che le parole di Ruby sono una bugia?- domandò girandosi, e guardarmi con occhi feriti.

Ciò mi devastò, potevo sopportare la sua rabbia nei miei confronti, ma non potevo sopportare il fatto che lei stesse soffrendo a causa mia.

-No quello che ha detto Ruby è vero ma è sbagliato il modo in cui lo ha spiegato- ed intanto la ragazza appena citata si era accomodata sul divano, in silenzio, cercando in tutti i modi di non guardare verso la nostra direzione, per concederci almeno un po' di privacy.

-Okay, allora spiegamelo tu- disse provocatoria e sprezzante.

-E’ vero ho stretto quell’accordo, ma solo per fare in modo che lei non andasse a spifferare tutto agli Anziani, cosa che ha fatto ugualmente, ma non posso di certo biasimarla visto che anche io non avrei comunque portato a termine la mia parte di accordo, perché anche se tu avessi ucciso Biancaneve io non ti avrei mai e poi mai lasciato, come ti ho promesso fin dall’inizio- spiegai implorante, cercando un contatto fisico che mi negava allontanandosi impercettibilmente da me.

-E allora perché non me lo hai detto?- domandò giustamente lei.

-Perché non volevo in nessun modo influenzarti, volevo che prendessi quella decisione in totale autonomia e sapevo che mettendoti al corrente del patto tu saresti stata più portata a non ucciderla per non farmi andare via-

-Per favore mi perdoni?- aggiunsi poi, con voce bassa ed insicura.

-Non so io..-

Ma un bussare alla porta interruppe la nostra riappacificazione.

Erano i miei genitori.

Appena richiusero la porta alle loro spalle non pensai molto e mi fiondai ad abbracciarli.

Circondai il collo di mia madre con le braccia immergendo il viso nei suoi corti capelli bruni e spiegando le ali abbracciai mio padre, spiaccicando tutti e tre uno contro l’altro.

-Mi siete mancati- sussurrai felice.

Poi una volta staccatami da loro abbassai la testa e tristemente dissi:

-Mi dispiace avervi deluso, potete perdonarmi per favore?-

-Emma noi non abbiamo niente di cui perdonarti- disse mio padre tirandomi su il viso per poi accarezzarmi una guancia.

-Non siete arrabbiati?- chiesi stupita.

-Assolutamente no, questa è la tua vita e sei libera di fare tutto gli sbagli che vuoi perché noi sosterremmo sempre la nostra piccolina- mi rassicurarono loro.

-Oh mamma ma io pensavo di avervi deluso, siete sempre stati così’ orgogliosi di me- continuai, incredula nel vedere effettivamente nei loro occhi quell’orgoglio che avevano da sempre avuto per me.

-Non pensarlo mai- mi rassicurò mia madre donandomi un altro piccolo e breve abbraccio.

-Certo ti meriti una leggera punizione, ma quello non è compito nostro- precisò papà sorridendomi comunque.

-Già- commentai abbassando la testa.

-Ma a quanto pare hai commesso degli sbagli per una buona causa- aggiunse subito la mamma con un tono di voce strano, stava tramando qualcosa.

Quella voce mi fece subito alzare la testa e sul suo viso vidi un’espressione da curiosa che non prometteva niente di buono.

-Possiamo finalmente conoscere questa famosa Regina Cattiva?- chiese mio padre, lanciando occhiate alle mie spalle, dove avevo lasciato la mia protetta.

-Per favore non chiamatela così, lei è semplicemente Regina- puntualizzai con voce sicura.

-Oh certo mia cara- acconsentì subito mia madre, lanciando un occhiata di rimprovero al marito e ciò mi fece sorridere come non facevo da tanto tempo.

I miei genitori si amavano così tanto e da così tanto tempo, ed io ero stata molto fortunata ad essere cresciuta da loro, se poi confrontavo Mary Margaret con Cora mi ritrovavo a ringraziare ancora di più la mia buona stella.

-Mamma, papà lei è Regina- presentai in imbarazzo ma lanciando occhiate rassicuranti verso di lei, visto che la vedevo molto in tensione.

-Regina, loro sono Mary Margaret e David-

-Sono felice di conoscervi- rispose lei imbarazzata, wow Regina imbarazzata, e questo bastava per far capire quanto strano fosse questo momento.

-Anche noi lo siamo- contraccambiò papà.

-Ci dispiace per tutto questo trambusto, ma sai abbiamo delle regole molto severe-

-No, certo, lo capisco- acconsentì lei accondiscendente e lì finì la conversazione.

Nessuno sapeva bene cosa dire, io in particolare non sapevo se Regina mi avesse perdonato e in più i miei genitori la stavano scrutando per bene, nessuno sembrava intenzionato a interrompere quel silenzio pressante.

Per fortuna qualcun altro bussò alla porta interrompendo quella conversazione che stava diventando sempre più imbarazzante.

La porta si aprì e da dietro spuntarono un uomo ed un bambino che non avevo mai visto prima, eppure loro guardavano intensamente nella mia direzione.

-O mio dio- sussurrò con voce strozzata Regina.

La guardai confusa in cerca di una risposta ma il suo viso era già pieno di lacrime che copiose scendevano sulle sue guance.

Cosa stava succedendo??

-Siete veramente voi?- chiese sconvolta.

I miei genitori mi guardarono anche loro confusi in cerca di qualche spiegazione che io non avevo, così alzai le spalle per fargli capire che non avevo la minima idea di cosa stava avvenendo.

Poi osservai meglio i nuovi arrivati e tutto fu più chiaro.

Se solo avessi prestato più attenzione avrei notato subito che il bambino era maledettamente identico a Regina.

-Si mamma- rispose la voce lieve e dolce del bambino.

A quel punto Regina pianse ancora di più e perdendo interesse per tutto ciò che la circondava corse verso di loro e si buttò tra le braccia di Daniel che si chiusero intorno alla sua schiena per accarezzargli poi i capelli e lei singhiozzò ad alta voce, fino quasi ad urlare di gioia.

Ma quell’abbraccio durò pochissimo perché poi si abbassò subito per soffocare di baci e abbracci il piccolo Henry.

Quella scena mi strinse il cuore, erano così dolci tutti e tre insieme.

-Chi sono?- mi chiese mio padre sussurrando per non disturbare il loro momento.

-La sua famiglia- risposi non distogliendo un attimo lo sguardo dal viso luminoso e splendente della mia amata.

Probabilmente era la prima volta che la vedevo così felice.

-Ma siete angeli, come è possibile tutto ciò??- chiese incredula accarezzando le ali del bambino.

-E’ opera degli anziani, quando siamo morti le nostre anime erano ancora così pure che hanno deciso di donarci una seconda possibilità per aiutare altre anime candide come le nostre-

Ma quella spiegazione non sembrò importare molto a Regina, che ricominciò a piangere.

-Mi dispiace, mi dispiace così tanto, è tutta colpa mia- e le braccia di Daniel furono subito lì, pronte a consolarla.

-Ma cosa dici, è stata Cora, non tu-

-Ma lei è mia madre, io avrei dovuto prevederlo, avrei dovuto fare qualcosa!- singhiozzò nei capelli dell’angelo.

-Mamma per favore non piangere- implorò il piccolino e quella voce dolce e gentile toccò anche me, e mi emozionai.

Regina lo prese in braccio e stringendolo al padre chiese scusa anche a lui.

-State bene? Insomma vivete bene qui fra gli angeli?- chiese cercando di darsi una calmata, asciugandosi le lacrime con la mano libera, quella che non era impegnata a tenere Henry.

-Si- la rassicurò Daniel.

-Ho sempre pensato che..che..- ma non ce la fece e scoppiò di nuovo in lacrime.

Daniel allora la fece accomodare sul divano, e Ruby alzandosi in piedi si andò a posizionare accanto a mio padre, si vedeva che era molto, molto imbarazzata.

-Regina calmati, prenditi tutto il tempo che ti serve- e questa volta ci pensarono le mani del piccolo Henry a raccogliere quelle luccicanti lacrime dal suo splendido volto.

Quella scena emozionò anche mia madre che con un braccio mi strinse a se, come a ricordarsi di quanto era fortunata.

-Ho sempre pensato che per colpa mia non avreste trovato la pace, per quello che sono diventata e per quello che non ho fatto- spiegò prendendo dei profondi respiri.

-E cioè?- chiese il giovane uomo accomodandosi accanto a lei.

-Non ho mai vendicato la vostra morte, non ho mai messo fine alla vita di Biancaneve-

-E noi siamo così felici che tu non l’abbia fatto-

-Mamma, uccidere qualcuno non è mai una bella cosa, me lo dice sempre la mia maestra- disse con voce da sapientino il piccolo Henry, e quelle semplici parole ma pronunciate da un anima così giovane e pura che ancora non conosceva i mali del mondo, quella voce così infantile ed innocente fece scendere altre lacrime sul viso di Regina.

-La tua maestra ha ragione piccolo mio- rispose lei baciando la fronte di suo figlio.

-Mi dispiace avervi deluso, non è mai stata mia intenzione farvi soffrire, ma quando siete...quando ve ne siete andati la mia vita non ha più avuto un senso- si scusò per l’ennesima volta con voce inclinata.

-Tu non ci hai assolutamente deluso, certo non ci ha fatto piacere sapere che così tante persone erano terrorizzato da te, siamo stati tristi a sapere cosa eri diventata ma adesso grazie ad Emma non lo sei più- e a quelle parole entrambi mi guardarono.

Lei con sguardo confuso, credo che ancora non si rendesse conto che tutto ciò fosse reale, lui con sguardo pieno di gioia e di gratitudine.

-Emma grazie davvero per quello che hai fatto- disse Daniel rivolgendosi a me.

-Hai permesso a Regina di cambiare, sei riuscita a tirare fuori quella parte di lei che da troppo tempo aveva sepolto sotto strati di malvagità, grazie per averla salvata dalle tenebre più oscure, grazie per aver salvato tutti noi-

-Non ringraziarmi, sono felice di averlo fatto- risposi sinceramente a quelle parole che venivano dal profondo del suo cuore e lui annuì.

A quel punto Henry scese dalle gambe della madre e a passo spedito si diresse verso di me, io mi abbassai un poco, curiosa di quello che mi avrebbe detto,e a quanto pare non ero l’unica, visto che tutti stavano fissando il bambino in attesa della sua prossima mossa.

-Allora tu sei il nuovo amore della mamma?- e quelle parole fecero sorridere tutti.

-Credo di si ragazzino- e lui sorprendendomi mi abbracciò.

Quel gesto mi prese di sorpresa e ci misi un po' a reagire ma poi le mie braccia contraccambiarono la stretta e i miei occhi si immersero in quelli della madre di Henry ed in quel momento successero due cose ben distinte ma entrambe furono meravigliose.

Mi guardò abbracciare suo figlio e mi sorrise, tutto nel suo volto stava esprimendo la gioia che stava provando in quel momento e non so come capì che lei mi aveva perdonato.

Aveva perdonato quella mia piccola bugia a fin di bene perché in fondo il nostro strano, confuso, unico ed impossibile amore poteva superare di tutto.

Poi un’intensa emozione mi colpì.

Era un qualcosa di strano, che era difficile da tradurre e da decifrare eppure per me fu così facile capire di cosa si trattasse.

In quel momento le numerose nuvole grigie, nuvole minacciose e cariche di pioggia furono prese a pugni da alcuni raggi solari che le distrussero in piccoli pezzi.

Questi raggi erano già presenti prima, ma erano scie deboli, come un sole primaverile che è appena nato e che ancora deve scogliere i ghiacci invernali, invece questo sole era forte e potente,un sole estivo che prepotente si prende lo spazio nel cielo che è suo diritto di nascita.

Forse furono le intense emozioni provate tutte in una volta, forse fu il suo amore verso di me, il fatto di avermi perdonata o forse fu il fatto di aver saputo che la sua famiglia stava bene, che le persone a cui teneva di più non stavano soffrendo a causa sua, forse fu rendersi conto per la prima volta che diventare la Regina Cattiva era la cosa peggiore che le fosse successo nella vita dopo l’uccisione dei suoi cari, o forse furono tutti questi eventi mischiati insieme.

Fatto sta che un grosso masso, che il mio cuore conteneva, fu sbriciolato.

Sentì il sangue di Regina ribollire nelle mie vene, sentì le mie ali, svegliarsi ed invigorirsi, sentì il mio cuore venir purificato da una pioggia costituita da acqua potabile appena nata dalla sua fonte, solo che non era il mio cuore, era quello di Regina.

Furono una serie di forti e potenti emozioni a farmi capire che il mio compito era finalmente arrivato a termine.

Regina era veramente e sinceramente cambiata nel profondo.

Ero stata brava, ero riuscita a redimere un anima sull’orlo del punto di non ritorno dalla malvagità più oscura, ero veramente orgogliosa di lei, ed anche di me stessa.

Adesso chiunque avesse provato a chiamarla Regina Cattiva avrebbe subito la mia ira, perché potevo affermare sinceramente che lei non lo era più.

Poi la porta si aprì e qualcuno ci avvisò che gli Anziani avevano finito la loro consultazione, era arrivato il momento del giudizio finale.

 

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Capitolo 23
*** capitolo 23 ***


Ognuno aveva ripreso le proprie posizioni, io al centro, Regina e Ruby sulle loro sedie, gli Anziani davanti a me e i miei genitori e Daniel con Henry si erano mischiati tra la folla, rimanendo comunque in prima fila.

Cominciai a sentire un po' di preoccupazione e di ansia, così guardai mia madre in cerca di supporto e lei mi fece uno di quei suoi splendidi sorrisi e per un po' riuscì a donarmi una goccia di tranquillità.

La custode Granny si alzò in piedi e cominciò a parlare.

-Abbiamo riflettuto molto su questa vicenda tenendo anche conto del fatto che se Emma fosse riuscita a portare a termine la sua missione avrebbe avuto l’opportunità di entrare a far parte del nostro consiglio, così all’inizio abbiamo pensato che vietargli di diventare un Anziano fosse una punizione sufficiente.

Poi però abbiamo riflettuto meglio ed abbiamo capito che non sarebbe stato giusto nei confronti di tutti gli altri angeli, così ti abbiamo trattato come se tu fossi una persona qualunque e….- fece una pausa ad effetto, per tenere col fiato sospeso tutti i presenti e ci riuscì.

Ero molto agitata e i miei occhi scrutavano attentamente i volti di tutti e cinque gli Anziani nella speranza di riuscire a capire qualcosa prima del tempo.

Non so bene che tipo di punizione mi aspettassi ma sinceramente se fosse stata solo questa mi sarebbe andata bene, con tutto quello che era successo entrare a far parte della loro piccola combriccola era l’ultima cosa della quale mi importasse.

-Abbiamo deciso che d’ora in poi ad Emma figlia di David e Mary Margaret non verranno più affidati umani da proteggere, potrà rimanere qua con noi, ma a tutti gli effetti cesserà di essere un angelo custode, perderà ogni vantaggio che deriva da questo compito rimanendo così solo un semplice angelo, ma abbiamo pensato che potresti comunque dedicarti all’insegnamento dei più giovani, rimane comunque un impiego rispettoso- suggerì poi, rivolgendosi a me, come se a questo punto me ne importasse qualcosa.

Queste parole mi fecero infuriare, però non potevo sfogare su nessuno la mia rabbia, perché era tutta colpa mia, mi ero cacciata da sola in questi guai e poi ormai la decisione era presa, non c’era niente che potessi fare.

Il mio cervello cominciò a ragionare lentamente e ben presto non riuscì più a sviluppare una frase di senso compiuto.

In tutto questo, il pensiero che potessi perdere Regina non mi sfiorò neanche lontanamente.

-Ma..- esclamò all’improvviso la Custode Ingrid alzandosi in piedi mentre Granny ritornò a sedere.

A quella scena il mio cuore sussultò e poi cominciò a galoppare, forse quella non era la loro ultima sentenza, forse ci avevano ripensato, forse non era tutto perduto e con il cuore pieno di speranza mi concentrai subito sulle parole che di li a poco avrebbe proferito.

-Ci siamo resi conto che durante il nostro giudizio dovevamo tenere conto anche di un altro fattore, la tua storia d’amore con l’umana-

Regina??? Cosa c’entrava lei?? Cominciai a sudare freddo.

-Abbiamo capito che separarti forzatamente da lei non sarebbe stato giusto, che avremmo rinnegato tutti i nostri principi, perché l’amore non è qualcosa che va combattuto, ma anzi deve essere coltivato e fatto crescere, così abbiamo pensato di metterti davanti ad un bivio, ti forniremo due opzioni e tu sarai libera di scegliere quella che più ti aggrada-

A quelle parole sospirai di sollievo, dopo tutto non era andata così male, avevo l’opportunità di scegliere, evento di cui non tutti potevano usufruire.

Guardai Regina in cerca di un contatto visivo e solo allora mi accorsi che lei non aveva fatto altro che guardarmi, per tutto il tempo, e le sorrisi.

Pensai di trovarla spaventata o quanto meno preoccupata ma non lo era, o almeno non lo dava a vedere.

Notavo in lei una grande fiducia ma allo stesso tempo era anche guardinga, era come se avesse tutta la situazione sotto controllo.

Ingrid continuò a parlare.

-Forse non tutti lo sanno ma, come abbiamo il potere di trasformare un umano in un angelo abbiamo anche il potere inverso, perciò se Emma lo desidera possiamo donarle una vita umana ed in questo modo potrebbe stare con colei che ama però ci sarebbe uno svantaggio, non potrebbe vedere mai più la sua famiglia perdendo così qualunque contatto con la vita angelica-

Lasciò un minuto di pausa tra un opzione e l’altra come se volesse far assaporare a tutti queste informazioni appena fornite, ma per me non fu sufficiente perché quando lei ricominciò a parlare, ancora non mi ero resa conto dell’effettiva verità di quelle parole.

-Oppure più semplicemente, come abbiamo già spiegato, potrebbe scegliere di rimanere qua tra noi, perdendo il titolo di guardiano ma rimanendo così con la sua famiglia anche se l’aspetto negativo sarebbe che non potrebbe mai più avere contatti con l’umana- ed il mondò mi crollò addosso.

Non mi sarei mai immaginata che la punizione sarebbe stata così drastica e mi diedi anche della stupida, cosa pensavo??Che avrebbero liquidato la questione come se nulla fosse??

-In pratica mi state dicendo che devo scegliere tra la mia famiglia e l’amore?- chiesi con un filo di voce.

-Esatto Emma, la scelta spetta a te- rispose Ingrid accomodandosi a sedere.

Tutti cominciarono a fissarmi in silenzio, come se io potessi prendere una decisione di questo genere su due piedi e poi pensandoci bene, cambiai idea, tutto questo era ingiusto.

Che cavolo non era colpa mia se Regina era riuscita a vedermi, non era colpa mia se me ne ero innamorata; perché?? perché volevano punirmi in questo modo??

I miei occhi erano inchiodati al pavimento perché davvero non avevo il coraggio di guardare nessuno dei presenti in quella stanza.

Non so quanto tempo passò, ma riuscivo a sentire il fiato sul collo di tutti quegli angeli che mi pressavano affinché prendessi in fretta questa decisione ma io davvero non ne ero in grado.

Come potevo scegliere tra i miei adorati genitori, e la mia amata??

Regina, colei di cui mi ero innamorata e per una strana ragione non riuscivo più a farne a meno, era una persona speciale, ne aveva passate tante e solo una persona come lei poteva riconoscere i suoi errori e cambiare così radicalmente in così poco.

E poi, per tutti gli angeli, era dannatamente bella.

Cioè se fossi stata umana le sarei saltata addosso nel nostro primo incontro, ma per fortuna o sfortuna, a seconda dei punti di vista, non lo ero e non ero in grado di provare sentimenti così primitivi, animali e selvaggi, la mia mente non riusciva neanche a concepire un rapporto fisico che non fosse composto solo da dolcezza ed amore, tanto amore.

Davvero come potevano credere che io avrei abbandonato una creatura speciale come lei? E se ne ero così innamorata senza neanche averci mai fatto l’amore non osavo neanche immaginare quali sentimenti avrei potuto provare per lei se i nostri corpi non fossero stati così sconosciuti, ma adesso non era decisamente il momento di pensare a Regina sotto quell’aspetto, dovevo concentrarmi e rimanere lucida.

-No!No!No! Non l’accetto! Voi siete dei pazzi!- esclamò all’improvviso Regina alzandosi in piedi ed attirando tutta l’attenzione su di se.

-Come ci hai chiamato?- chiese il Custode Mida.

-Pazzi okay? Vi ho chiamato pazzi! Scusate ma voi non siete angeli? Non dovreste essere buoni, generosi, gentili e tutte quelle cavolate varie???? E quello che avete fatto ad Emma vi sembra una buona azione? Voi siete crudeli ecco cosa siete!- gridò rossa in viso, era su tutte le furie.

-Puoi continuare ad insultarci quanto desideri tanto non cambieremo idea- rispose Ingrid.

Dio era così bella anche quando era incavolata nera, come potevo solo immaginare di vivere una vita senza di lei?

Ma come potevo concepire il pensiero di non rivedere mai più mia madre e mio padre?? Io li amavo moltissimo, il nostro rapporto è sempre stato magnifico, mio padre è per me come un principe azzurro, sempre pronto a difendermi dai mali del mondo, mentre mia madre è come la mia migliore amica, sempre pronta a sostenermi nei momenti più difficili, gli devo tutto e sono loro quelli che devo ringraziare se adesso sono fiera della persona che sono diventata.

Regina continuò ad inveire contro di loro ma io non l’ascoltai.

Il respiro cominciò a mancarmi e le mie gambe a tremare tanto che non riuscì più a reggermi in piedi e mi accasciai per terra.

Cosa mi stava succedendo? Era forse un attacco di panico?

Questo però riportò subito l’attenzione su di me e Regina smettendo di brontolare mi raggiunse buttandosi accanto a me.

Con una mano mi prese il viso per costringermi a guardarla negli occhi.

-Stai bene?- chiese preoccupata, schiarendosi un po' la voce che fin’ora aveva usato per urlare.

-Non voglio perderti- sussurrai piano.

-Ehi tu non mi perderai okay? Troveremo un modo, io non mi arrenderò- mi rassicurò sussurrando, ma si intuiva facilmente che nemmeno lei credeva alle sue parole

-Io non so cosa fare- ammisi disperata, e la sua faccia assunse stranamente un’aria severa.

-Emma io non ti amo, tutto quello che ti ho detto era falso, è inutile che diventi umana tanto non ti vorrei al mio fianco- pronunciò decisa con voce grave, purtroppo per lei però i suoi occhi non sapevano mentire bene tanto quanto la sua voce.

-Regina risparmiati la farsa per favore, così non faciliti le cose- la rimproverai amareggiata.

Lei sospirò sconfitta, delusa che il suo piano non avesse funzionato.

-Emma davvero, ci conosciamo da quanto? Un mese? Forse un po' di più? Non devi abbandonare la tua famiglia, la tua casa, per me-

-Ma io ti amo- risposi sconvolta.

-Ed anche io ti amo ma..-

-Ti rendi conto che potremmo non vederci mai più??- esclamai infuriata non so bene con chi.

-Si questo l’ho capito, ma tu devi stare con la tua famiglia- continuò sicura, e a quell’ennesimo tentativo di convincermi ad abbandonarla mi arrabbiai anche con lei.

-Ma scusa da quando sei così generosa e comprensiva??? Fino a una settimana fa non avresti esitato ad ucciderci tutti per ottenere quello che vuoi-

Non so se le mie parole la ferirono perché se ci fu rimasta male lei non lo diede a vedere.

-Hai ragione, ed è proprio per questo che dico ciò, faccio esattamente l’opposto di quello che la vecchia me avrebbe fatto, perché adesso sono cambiata e lo devo a te, dio Emma ti devo la vita, perché tu mi hai letteralmente salvata- scosse la testa come a togliere brutti pensieri dalla sua mente, in quel modo il suo volto fu coperto dai suoi capelli e le mie mani furono subito lì, pronte per raccoglierli delicatamente e sistemarli al loro posto.

Lei tornò a guardarmi e arrossendo mi sorrise.

-Se io adesso ti dicessi di scegliere me, sarei soltanto una stupida egoista, ed allora vorrebbe dire che non ti amerei veramente perché l’amore è sacrificio ed io voglio che tu sia felice! Certo se tu scegliessi me potremmo avere una vita meravigliosa, ma forse solo per i primi anni perché poi ti mancherebbe qualcosa e finiresti per incolpare me di ciò che hai sacrificato.

Perché per quanto io cerchi di negarlo, tu non sei umana e non lo sarai mai, tu ami essere un angelo, lo vedo dai tuoi occhi quanto ami aiutare le persone, riportarle sulla retta via, e mi farei schifo, non riuscirei più a guardarmi allo specchio se ti privassi di una cosa che tu ami così tanto, io non riuscirei ad essere felice con te sapendo quello a cui hai rinunciato quindi davvero scegli la tua famiglia e chiudiamo qui il discorso-

Quella dichiarazione a cuore aperto mi lasciò senza fiato, e per la prima volta mi resi conto di quanto lei mi amasse veramente.

Così la baciai, la baciai per dirle ciò che a voce non sarei stata in grado di raccontare.

La baciai sapendo che probabilmente sarebbe stata l’ultima volta.

Assaporai la sua essenza e la impressi bene nei miei ricordi, non l’avrei mai dimenticata, sbaglio o sapeva di mele?

E poi la consistenza dei suoi capelli, morbidi ma allo stesso tempo rigidi, come colei a cui appartenevano, la grandezza della sua schiena, fatta apposta per le mie mani che facilmente trovavano la giusta posizione per stringerla, la forma delle sue labbra, grandi e gommose e che si muovevano in un modo così ipnotizzante che creavano dipendenza, la forma del suo volto perfetto e per ultimo lasciai i suoi occhi, il suo sguardo sapeva di casa, essi erano un’alternanza di fuoco rovente e di un freddo vento invernale e solo quando si mischiavano insieme riuscivo a scorgere la vera Regina, anche se io amavo tutto di lei.

Ormai, inconsciamente, avevo già preso una decisione.

-Mi dispiace ma io non posso abbandonarti- le sussurrai all’orecchio quando interrompemmo il bacio per mancanza di ossigeno.

-Cosa?- esclamò sconvolta, pensando che ormai fosse riuscita a convincermi a scegliere la mia famiglia ma non era così.

Di scatto mi alzai in piedi trascinando con me anche lei.

Rizzai la schiena e cercando di trovare un po' di voce mi girai verso i miei genitori.

-Mamma, papà, mi dispiace davvero tanto ma io ho scelto di….-

-Mi oppongo!!- esclamò all’improvviso Regina interrompendo il mio discorso.

Si mise davanti a me e si rivolse agli Anziani.

-Riportatemi al mio palazzo e prenderò un filtro per cancellare la mia memoria, dimenticherò tutto, di voi, di Emma, di questo posto così non ci sarà più bisogno che la poniate di fronte ad una scelta-

-NOO! Sei impazzita per caso??- esclamai subito su tutte le furie, cosa diavolo pensava di fare?

-Non te lo lascerò fare-

-Mi dispiace ma ormai ho deciso-

-Regina perché mi fai questo?-

-Te l’ho già spiegato, un giorno mi ringrazierai-

-Staremo a vedere quello che decideranno gli Anziani- ed a quelle parole la nostra attenzione si concentrò su quelle cinque persone che stavano animatamente confabulando tra loro.

Non ci impiegarono molto, evidentemente si trovarono già d’accordo.

Questa volta fu la Custode Aurora a proclamare la loro decisione.

-Accogliamo la richiesta dell’umana con grande gioia, in questo modo tutte le regole infrante da Emma si annullerebbero e la sua pena che comunque rimarrebbe, avrebbe però un peso minore-

-No no no no per favore no- farfugliai disperata.

-Tranquilla Emma, vedrai che col tempo mi dimenticherai- mi tranquillizzò girandosi verso di me.

-Col cavolo- risposi inviperita e velocemente elaborai un piano per annullare la sua richiesta.

-Scusate ma in questo modo lei dimenticherebbe tutti i progressi fatti, ritornerebbe ad essere la Regina Cattiva!- esclamai piena di speranze.

-Le sarà affidato un altro angelo che ricomincerà tutto da capo- mi rispose il Custode Mida.

-Voi sacrifichereste la conversione di qualcuno solo per riparare agli errori che io ho fatto??- domandai sconvolta.

-Mi dispiace ma il segreto della nostra esistenza è più importante- rispose Ingrid.

-Quando sei pronta Regina raggiungi Leroy che ti condurrà al tuo castello- aggiunse il Custode Arcibald, indicando un angelo che era accanto a Ruby.

Lei annuì e mi guardò per dirmi addio.

-Regina, non puoi farlo, lo capisci che ritorneresti ad essere quella di un tempo? Vanificheresti tutti miei sforzi, annulleresti tutto-

-Per favore Emma dimenticami, promettimelo- mi rispose lei ignorando le mie proteste.

-Mi dispiace non posso- e lei mi guardò con occhi tristi.

Ero stufa di parlare così la baciai ancora, ma questo bacio a differenza dell’altro era diverso, mancava qualcosa, non c’era sentimento, forse eravamo troppo sconvolte, confuse o spaventate, fatto sta che sicuramente avrei rimpianto per sempre il fatto di non esserci scambiate un vero bacio d’addio anche se probabilmente mi sarei ricordata di quello precedente.

Troppo presto si allontanò da me e lentamente si diresse a salutare Daniel ed Henry, non sentì bene cosa si dicevano visto che erano lontani ed io ero troppo sotto shock, poi li vidi abbracciarsi e Regina si diresse da Leroy.

Era normale che il tempo avesse iniziato a scorrere così velocemente??

Regina prese la mano all’angelo e mi guardò per l’ultima volta nella sua vita.

Sperai con tutte le mie forze che questo fosse un suo incubo e che presto ci saremmo svegliate nella sua stanza ma sapevo che non sarebbe successo ma davvero non potevo accettarlo.

Non potevo credevo che tutto ciò stesse succedendo veramente.

Il mio cuore rallentò i battiti e si strinse su se stesso come se stesse diminuendo di grandezza, sentivo il muscolo dentro il petto rimpicciolirsi sempre di più e mi mancò il fiato, faceva male, le mie orecchie cominciarono a fischiare ed i miei occhi non facevano altro che fissare Regina.

Anche lei era più o meno nella mia stessa situazione, sconvolta in viso e disperata nell’anima.

Poi proprio quando Leroy si stava preparando a teletrasportare Regina fuori da quel posto successe una cosa sconvolgente.

All’inizio non me ne accorsi neanche, ma notai che tutto all’improvviso si era fermato, come congelato, il silenzio più totale calò sull’intera stanza che quasi riuscivo a sentire il respiro dell’angelo nell’angolo più lontano.

Tutti e dico tutti cominciarono a fissarmi come se mi fossero appena spuntante delle orecchie, o avessi avuto tre occhi.

Davvero non capivo perché tutti mi guardassero così intensamente, cosa avevo di sbagliato, anche Regina mi guardava a bocca aperta.

Poi sentì qualcosa di fastidioso all’infuori del mio occhio destro, poi questo qualcosa scivolò sulla mia guancia e mi fece il solletico, portai due dita a toccarmi la pelle per capire cosa stesse succedendo alla mia faccia.

E senza il nessun minimo di logica mi trovai le dita viscide, umide, bagnate.

Sbaglio o quella era una lacrima???

Stavo piangendo?

Impossibile.

Poi una luce luminosa e color arcobaleno si sprigionò dal mio corpo ed investì tutto nel raggio di chilometri.

 

 

 

Amy Guess-"Tears Of An Angel" (la canzone da cui questa storia ha avuto inizio)


Cover my eyes
Cover my ears
Tell me these words are a lie
It cant be true
That I'm losing you
The sun cannot fall from the sky
Can you hear heaven cry?
Tears of an angel

Stop every clock

The stars are in shock
The river would run to the sea
I won’t let you fly
I won’t say goodbye
I won’t let you slip away from me
So hold on
Be strong
Everyday, hope will grow
I’m here, dont you fear
Little one don’t let go

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Capitolo 24
*** capitolo 24 ***


Cosa diavolo era appena successo???

Avevo sentito quella luce entrarmi dentro, invadermi, dividermi in due.

Era durato tutto pochi secondi ma avevo percepito il mio corpo andare a fuoco, la mia pelle ardere, lo stomaco tremare ed i polmoni soffrire.

Era stato come un vento che mi aveva investito ed infatti i miei capelli si erano mossi.

Ma in tutto questo bruciare sentivo le mie ali andare in ipotermia, stavano morendo di freddo, come se le avessi immerse in uno stagno gelato d'inverno.

Ero ancora li, immobile, con lo sguardo fisso sulle mie dita umide, ma per fortuna dopo pochi secondi queste orribili sensazioni scomparvero ed io emisi un respiro rumoroso.

Guardai gli altri presenti ed anche loro erano scossi, il vento color arcobaleno li aveva invasi e probabilmente anche loro avevano sentito sulla loro pelle quell'orribile e fastidiosa sensazione.

Una seconda ed ultima lacrima uscì involontariamente dal mio occhio e rapida come un pesce che nuota nel fiume viaggiò fino al mio labbro dove si arenò.

La mia lingua leccò quel punto e sulle mie papille gustative si espanse una fragranza unica e mai sentita prima.

All'inizio sentì subito il salato come l'acqua di mare, poi però la mia bocca si abituò al sapore salmastro e ben presto si trasformò in zucchero, come un dolce prelibato che mi ritrovai a volerne ancora, erano veramente buone le lacrime.

Dopo quella degustazione alzai gli occhi ed ovviamente tutti mi stavano osservando, in particolare gli Anziani avevano uno sguardo sperduto, forse anche impaurito.

-Emma stai bene?- mi chiese Regina ad alta voce, la prima persona che aveva avuto coraggio di parlare dopo quello che ero successo, ancora nelle braccia di Leroy.

Prima di rispondere feci un check up completo del mio corpo.

La contrapposizione tra fuoco e ghiaccio era sparita, non avevo versato più lacrime e non avevo ferite o cose del genere quindi tutto sommato stavo bene.

Eppure sentivo che qualcosa non andava.

A livello fisico avevo solo un leggero dolore alle ali e una lenta pulsazione alla testa che mi rendeva faticoso concentrarmi più di tanto.

Ma a livello mentale ero nella confusione più totale.

Mi sembrava di essere ritornata piccola.

Mi sembrava di essere ritornata in quel periodo in cui non si è più bambini ma non si è ancora adulti, dove si vivevano una marea di cambiamenti e ci si preparava ad affrontare l'avvenire.

Mi sentivo cambiata eppure non sapevo in cosa lo fossi e questo mi irritava.

-Non lo so- risposi sinceramente.

-Emma sono lacrime quelle?- chiese mia madre, con voce ansiosa, ponendomi la domanda che tutti avrebbero voluto farmi ma che nessuno aveva il coraggio di chiedere.

-Si-

-Impossibile!- ribattè subito il Custode Mida con voce grave e profonda.

-Quale trucco è mai questo?- chiese la Custose Ingrid.

-Non credo che sia un trucco- rispose la "piccola" Custode Aurora.

-E quella luce cos'era?- chiese ancora Mida.

-Sembrava come quella che sprigiona un bacio del vero amore quando spezza un sortilegio- ipotizzò il Custode Arcibald.

-Ma non c'è stato nessun bacio- ribattè logicamente Ingrid.

-Io la penso come Arcibald- disse Granny.

-Impossibile!- si oppose Mida.

-Io sono una strega e fidatevi, l'ho riconosciuto subito, ciò che si è sprigionato da Emma è lo stesso tipo di magia del bacio del vero amore- disse Regina sicura delle sue esperienze, non distogliendo lo sguardo da me, io la guardai a mia volta ma non riuscì a decifrare il suo volto anche se sinceramente in questo momento scoprire cosa passasse nella mente di Regina era l'ultima delle mie preoccupazione.

Volevo sapere cosa mi fosse successo e lo volevo sapere subito.

-Okay supponiamo che fosse quel tipo di magia, quale sortilegio ha spezzato?- chiese Aurora ragionando ad alta voce con i suoi colleghi mentre tutti gli altri angeli che avevano assistito al processo se ne stavano muti in attesa di un qualche sviluppo.

D'altra parte gli Anziani erano coloro che li guidavano e quindi si fidavano ciecamente di loro.

-Il fatto della lacrima?- ipotizzò Arcibald.

-Non pensavo che non poter piangere fosse una maledizione- commentò sarcastica Ingrid.

-Io non lo so okay? Sto solo cercando di trovare una soluzione- controbattè Arcibald.

-Potete per favore smettere di litigare e concentrarvi per trovare una spiegazione??- esclamai alla fine, leggermente spazientita, non volevo essere maleducata, ma non sapere cosa mi fosse successo mi preoccupava parecchio, avevo paura che qualcosa di malvagio fosse venuto a farmi visita.

-Per fortuna allora ci sono qua io- ridacchiò alla'improvviso una voce allegra che si fece spazio dal fondo della sala per raggiungerne il centro.

Era Tremotino.

A giudicare da come gli angeli si scansavano al suo passaggio intuì che tutti sapessero chi fosse e di cosa era capaca.

I miei genitori ruppero la prima fila e prendendomi per un braccio mi allontanarono leggermente dal centro della sala dove Tremotino si stava recando e poi rimasero con me, a proteggermi da quella presenza oscura.

-Tu cosa ci fai qui?? Come hai fatto ad entrare??- chiese preoccupata la Custode Ingrid alzandosi in piedi per quell'affronto.

-Potete per favore smettere di porre le solite domande? Chi sei, che cosa vuoi, come hai fatto e bla bla bla..- sbuffò annoiato muovendo le mani come se fossero un becco di papera.

-Io sono il Signore Oscuro e questa risposta è sufficiente, ma adesso passiamo subito al dunque...-

-Non strigeremo un accordo con te- lo interruppe Ingrid anticipando le sue parole.

-Anche se potrebbe aiutare il vostro dolce angelo Emma?- domandò con viso innocente ma con voce birichina.

-Fallo parlare- suggerì Arcibald, calmando Ingrid ed invitandola a sedersi, cosa che lei fece.

-Io so cosa le è successo- disse il malvagio signore.

-Allora parla- gli ordinò Ingrid.

-Non così in fretta-

-Che cosa vuoi?- chiese Granny indovinando la sua prossima mossa.

-So che voi custodite l'ultimo Fagiolo Magico creato, lo voglio-

Ed io in tutto questo me ne stavo immobile ad osservarli ammutolita, sentivo la mano di mia madre accarezzarmi i capelli e quella di mio padre massaggiarmi la schiena eppure dentro di me ero ancora molto agitata e la presenza di Tremotino aveva contribuito ad aumentare il mio disagio.

Non era mai una bella cosa avere a che fare con lui, e poi a cosa diavolo gli sarebbe servito un fagiolo magico? Voleva andare in un altro mondo? Ma dove? E perchè?

-Mai!- rispose Mida alla richiesta del folletto.

-Affare fatto- disse invece Aurora.

-Cosa??! -esclamò offeso Mida lanciandole un'occhiataccia.

-Questa è la nostra unica possibilità per sapere cosa è successo ad Emma ed io userò ogni mezzo possibile per aiutare un nostro simile, qualcun'altro vuole protestare?- e nessuno ebbe il coraggio di ribadire.

Quella ragazzina anche se piccola aveva fegato da vendere.

-Bene- commentò compiaciuta ed ordinò a qualcuno di andare a prendere il fagiolo.

-Come facciamo ad essere sicuri che una volta che avrai ottenuto ciò che desideri rispetterai la tua parte dell'accordo?- domandò Mida guardingo.

-La mia fame mi precede e dovreste saperlo bene, Tremotino rispetta sempre i suoi accordi- rispose fiero di se stesso.

In quel mentre l'angelo tornò e con il consenso di Aurora depositò il piccolo fagiolo luccicante nelle mani di Tremotino.

Lui se lo rigiró tra le mani e lo osservo di traverso, come a testarne l'autenticità.

-Bene- annuí soddisfatto.

-Qualcuno ha mai sentito parlare della leggenda di Annalusia?- domandò rivolto agli Anziani, riponendo il piccolo oggetto magico al sicuro nel suo coprispalle di pelle.

Per il primo minuto i cinque membri del consiglio si guardarono a vicenda confusi poi la Custode Granny si alzò in piedi.

-Io la conosco-

-La magia sprigionata da Emma è stata così potente che è giunta fino a me ed ho capito subito di cosa si trattasse- spiegò il folletto lasciandomi sguardi strani, curiosi ma attenti e guardinghi.

-Stai dicendo che è quello che è successo ad Emma? Ma è solo una leggenda- chiese stupita Granny.

Il nervosismo si fece sempre più forte, cosa aspettavano ad informare anche noi?

-Non sai forse che le leggende hanno sempre un fondo di verità- confermò lui ridacchiando.

-Ed adesso se volete scusarmi, ho altri impegni che richiedono la mia presenza- e sparì in una nuvola di fumo nero.

-Allora?Puoi dirmi cosa mi è successo?- chiesi subito alla Custode Granny, impaziente, staccandomi leggermente dai miei genitori.

-Oh certo mia cara- acconsentì accomodandosi comodamente sulla sua seduta.

-Ormai da secoli si racconta..-

-Puoi saltare subito la parte di c'era una volta ed andare subito al dunque??-chiese Regina impaziente quanto me, e che intanto si era liberara dalla stretta di Leroy rimanendo comunque vicina all'angelo.

Granny la ignorò e questo la irritò molto

-Quando ero piccola la mia nonna mi raccontava sempre questa fiaba per insegnarmi il significato dell’amicizia.

La leggenda racconta che ad un angelo custode di nome Annalusia fu affidata una giovane ragazza, bella e simpatica che purtroppo era tentata da forze oscure che vivevano nel suo villaggio, Annalusia fece il suo dovere e riportò sulla retta via questa suscettibile ragazza, o almeno così pensava.

Col passare dei Giorni Annalusia trovò sempre più piacevole la compagnia della ragazza e presto divennero amiche, ovviamente il legame era a senzo unico eppure anche se la sua protetta ignorava la sua esistenza lei sentiva di appartenerle.

Tra di loro non c’era niente di romantico, solo la pura e vera amicizia.

Un giorno però le forze del male tornarono alla carica, questa volta più forti e determinate di prima ed a quel punto la protetta di Annalusia ne fu sommersa e si arrese all’oscurità.

Ella però non desiderava una vita malvagia così decise di togliersi la vita, Annalusia cercò di impedire che ciò accadesse ma non ci riuscì.

L’angelo non poteva accettare di perdere la sua amica speciale e pochi istanti prima che la ragazza si impiccasse Annalusia versò una lacrima.

Da lì in poi ella si rese conto che ogni persona poteva vederla, sentirla e toccarla perché come si accorse ben presto la magia della lacrima scatenata dal vero amore derivante dal sentimento dell’amicizia l’aveva trasformata in un essere umano-

-Quindi adesso sono umana?- chiesi allibita non sapendo bene come prendere questa notizia, certo ne ero felice, era quello che volevo prima che Regina esponesse la sua idea alternativa epppure sapevo che non poteva essere tutto lì, lo sentivo dentro me stessa che ci doveva essere qualcos’altro.

-No - avevo ragione.

-Ed allora che cosa sono?- e Granny rispose subito monopolizzando l'attenzione di tutta la stanza.

-Annalusia una volta capito di essere umana si accorse però di possedere ancora le sue ali e per qualche motivo riusciva ancora ad accedere ai sogni ed all’anima della sua protetta-

-Allora Annalusia non era umana, ero ancora un angelo- affermò Ingrid, molto interessata alla leggenda che la collega stava raccontando.

-No- rispose l’anziana-

-Allora se non era nè umana nè un angelo che cosa era diventata?- domandò Aurora confusa, rubandomi le parole di bocca.

-Era diventata entrambe, ed oggi abbiamo la prova che quella leggenda era vera, perché Emma adesso è una mezzosangue, un ibrido-

Non potei evitare alla mia bocca di aprirsi dallo sbalodrimento.

Sentì i miei genitori sobbalzare e Regina trattenere il respiro, però non riuscì ad identificare la mia reazione.

Non mi sarei mai aspettata una simile svolta ed anche se faticavo ad accettarlo sapevo che ciò che Granny aveva detto era vero, lo sentivo dentro di me.

Analizzai velocemente i pro e i contro di quella situazione.

Aspetti positivi? Ce ne erano un mucchio.

Aspetti negativi? Non me ne veniva in mente neanche uno.

Sorrisi.

-Quindi...quindi d’ora in poi potrò vivere una vita normale con Regina??- chiesi con voce tremante, prima di abbandonarmi alla speranza necessitavo di alcune conferme.

-Esatto mia cara-

-Ma quando vorrò potrò tornare qua, stare con la mia famiglia e continuare ed essere un angelo custode??-

Mi sembrava di star vivendo un sogno, avevo ottenuto tutto ciò che desideravo, ma non poteva essere così facile, doveva esserci per forza un inganno da qualche parte.

Granny mi sorrise ancora, anzi forse non aveva mai smesso di farlo ed annuì.

-No aspetta, hai comunque una punizione da scontare- aggiunse Ingrid spezzando il mio sogno ad occhi aperti.

Ma Aurora le toccò un braccio e con sguardo intenso le fece capire di non continuare, come se ormai non ne valesse più la pena.

-Emma non preoccuparti, a luce dei recenti eventi come potremmo mai punirti? Se una magia così potente, unica e rara è capitata a te ci sarà pure un motivo e noi ci fidiamo della bontà nel tuo cuore, va serena e vivi la tua nuova vita- mi rassicurò la custode dai capelli di bronzo.

La guardai piena di riconoscenza.

-Grazie- sussurrai con voce commossa.

Sentì farsi strada in me quel sentimento sconosciuto a cui difficilmente mi sarei abituata.

Il cuore si strinse su se stesso, il mio spirito tremò, il respiro congelò, gli occhi pizzicarono e poi copiose lacrime scesero dai miei occhi.

Non potevo crederci.

Era tutto finito ed io non avrei perso né la mia amata né la mia famiglia ma neanche la vera me stessa.

A quel punto l'unica cosa che mi sembrò logica fare fu correrere verso Regina, spingere via, seppur educatamente quell'angelo fastidioso di nome Leroy, abbracciarla e farla volare.

La strinsi per bene alla vita e alzando i suoi piedi da terra le feci fare un giro su se stessa o su me stessa, ero troppo felice in quel momento per riconoscerne la differenza.

Lei cominciò a ridere di gioia, una risata spensierata ed infantile che forse non avevo mai sentito.

A questo punto la rimisi a terra ed ebbi il bisogno di baciarla.

E questo bacio non fu d'addio ma la promessa di un nuovo inizio.

All'improvviso tutto intorno a noi scoppiò un gran applauso.

Smettemmo di baciarci e ci guardammo intorno, tutti ci stavano sorridendo, tutti erano felici per noi ed io arrossì.

In mezzo a quella folla riconobbi mamma e papà così prendendola per mano portai me e Regina da loro.

Papà mi abbracciò subito mentre mamma asciugò gli ultimi residui di lacrime sul mio volto, analizzando poi per bene quella strana sostanza sconosciuta.

-Sei sicura di stare bene? Adesso il tuo corpo è cambiato magari..- domandò mio padre apprensivo.

-No no per ora sto bene- lo fermai subito, il mal di testa era sparito e nel complesso stavo bene, anche se quel piccolo indolenzimento alle ali permaneva.

Non avevo ancora riflettuto bene sul fatto che adesso io ero una creatura rara nel suo genere, divisa a metà tra due specie ma per adesso tutto quello che desideravo era gustarmi il momento.

-Alla fine si è risolto tutto per il verso giusto, come dico io, basta avere fede- disse mia madre sorridendomi come solo lei poteva.

-Si hai ragione- concordai lasciando un piccolo bacino sull'orecchio di Regina facendola così arrossire, non seppi bene se per il gesto in se o se perchè l'avevo fatto davanti ai miei.

Intanto gli Anziani avevano proclamato la fine del processo e la folla si era sparsa raggrupandosi in piccoli gruppetti, chi discuteva animatamente sulla faccenda o chi ci osservava da lontano, curiosi di vedere cosa sarebbe successo adesso.

Al nostro piccolo gruppetto si avvicinò Aurora.

-Emma volevo solo ricordarti che adesso sei libera di ritornare nella Foresta Incantata ma domani devi ritornare qua per l'affidamento di un nuovo protetto- mi spiegò subito per non farmi preoccupare.

-Certo- acconsentì docile.

-Nuovo protetto?- chiese confusa Regina.

-Il mio compito con te è concluso- le spiegai accarezzandole i capelli per tranquillizzarla

-Cosa? Quando?? Come fai ad essere sicura che io non commenterò più azioni malvagie??- chiese nel panico , come se senza la mia protezione si sentisse sperduta e forse era proprio così..

Come se stesse nuotando in un mare profondo senza salvagente ed avesse paura di annegare ma il problema era che lei sapeva già nuotare.

-Sono sicura che adesso hai un buon motivo per non cedere all'oscurità- rispose Aurora al posto mio lanciandomi un occhiata divertente.

-Se ne siete convinti..- acconsentì poco sicura.

-Andrà tutto bene-

-Potrò mai ritornare qua da voi?- chiese lasciando perdere subito quella discussione eppure ero sicura che il discorso non fosse finito qua, conoscevo troppo bene Regina e arrendersi così facilmente non era da lei.

-Non credo, abbiamo già graziato Emma e la tua frequentazione della nostra casa potrebbe non essere vista di buon occhio- rispose Aurora un pò a disagio.

-Capisco- annuì con voce atona.

-Adesso vi lasciò soli- e salutandoci con lo sguardò se ne andò.

-Ve ne andate subito?- chiese mia madre.

-Si credo sia meglio, non so bene quanto tempo sia passato e non vorrei che si notasse la sua assenza- spiegai io apprensiva.

-Aspetta prima posso salutare Henry e Daniel?- mi chiese Regina tristemente.

-Oh certo- che stupida che ero stata, ecco perchè mi era sembrata così strana con Aurora, non avrebbe potuto vedere mai più Henry e Daniel.

Lei si diresse verso di loro che si trovavano ad una decina di metri da noi e subito li abbracciò, io mi incantai ad osservarli.

Avrei voluto seguirla, ma quello era un momento intimo, quando erano morti Regina non aveva avuto la possibilità di salutarli, ed adesso volevo concedergli quell'oppurtunità che gli era stata negata tempo addietro, avevano bisogno di stare soli.

-Sei proprio innamorata eh..- commentò mio padre osservando la mia faccia, ed io abbassai lo sguardo imbarazzato.

-Sai Emma mai mi sarei immaginata che fra tutti gli angeli esistenti avresti affidato il tuo cuore ad un umano e per di più ad una donna, ma adesso vedo i tuoi occhi e penso che niente sarebbe mai potuto essere più perfetto di così- disse mia madre.

-Grazie, non sai quanto piacere mi facciano le tue parole in questo momento- ed era proprio vero, ricevere l'approvazione dei miei genitori era quello che avevo sempre desiderato fin da piccola, quando ancora andavo a scuola e venivo lodata per i miei bei voti o criticata per i miei comportamenti inopportuni.

-E poi è proprio bella, te la sei scelta bene- aggiunse mio padre osservando Regina.

-David!- esclamò mia madre offesa lasciandogli uno scapellotto in testa.

-Ahia che ho detto- si lamentò lui, dolorante ma divertito, ovviamente stava scherzando ed anche io non potei fare a meno di trattenere le mie risate.

Poi Regina tornò, con Henry e Daniel al suo seguito.

-Prenditi cura di lei Emma- mi disse subito l'uomo con fare amichevole.

-Certo non dubitarne mai- lo rassicurai io.

-E voi vi prenderete cura di loro?- chiese Regina ai miei genitori.

-Lo faremo sicuramente, e poi adesso siamo come una piccola famiglia no? Ci proteggeremo a vicenda- concluse mia madre facendo un sorriso al gusto di miele ad Henry ed il ragazzino annuì felice.

-Tranquilla, di tanto in tanto ti porterò loro notizie- dissi io ottenendo in cambio uno splendido sorriso.

-Sono felice che abbia scelto te- aggiunse Daniel guardandomi profondamente negli occhi.

-Ehm Grazie- risposi imbarazzata.

-Bene, adesso possiamo anche andare- ci interruppe Regina, con la fretta di interrompere al più presto quella strana conversazione.

-Fate attenzione mi raccomando- ci disse mia madre.

-Certo mamma, a presto- disse poi a tutti.

-Addio- disse Regina - Ti voglio bene Henry- aggiunse velocemente e poi la luce bianca ci avvolse.

 

 

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Capitolo 25
*** capitolo 25 ***


Ci ritrovammo nella stessa identica posizione in cui ce ne eravamo andate.

Io e Regina di fronte, accanto alla finestra, solo che fuori non era più sera ma eravamo in pieno giorno, non avevo idea di quanto tempo fosse passato, se ore o giorni e la rosa che Regina mi aveva donato adesso stava per terra, aveva perso due petali ma rimaneva comunque bellissima.

Ci guardammo negli occhi, profondamente, senza parlare e sorridemmo. Io un sorriso più strambo e buffo, lei un sorriso più delicato e conciso.

Pochi centimetri dividevano l'una dall'altra, poi Regina si chinò, raccolse il fiore e me lo porse.

Lentamente aprì la mano e lei attentamente, scrutando nei minimi dettagli quello che stava per succedere la poggiò sul mio palmo e quella rimase li.

Non cadde per terra perché io adesso ero reale, costituita da carne ed ossa, viva, concreta.

Sempre lentamente le sue dita accarezzarono delicatamente le mie.

Per tutti gli altri questo semplice gesto poteva sembrare insignificante, ma per noi questo straordinario seppur minimo contatto valeva molto e per questo la nostra pelle si riempì di brividi ed io sentì una scossa attraversarmi da capo a piedi.

Non eravamo in un sogno, non era colpa di nessun incantesimo, era tutto reale e se io faticavo ancora a crederci non osavo immaginare come si sentisse Regina.

Con più sicurezza la sua mano avvolse la mia e finalmente sentimmo la consistenza l’una dell'altra.

La sua pelle non era liscia come mi sarei aspettata, era dura, ruvida ma non era qualcosa di spiacevole, anzi, se una regina aveva delle mani di quel genere significava che sapeva cosa voleva dire la vita, che non sempre nella sua esistenza era stata servita e riverita e tutto questo era vero, le sue mani erano un immagine rimpicciolita della sua anima.

A questo punto mi sarei accontentata di poter stringere le sue mani per sempre.

Ma per una volta ricordai a me stessa che adesso non c’erano più ostacoli, io e lei eravamo libere di stare insieme e nessuno ce lo avrebbe impedito, neanche la mia natura.

Ci sorridemmo ancora e sentì i miei occhi pizzicare ed inumidirsi, probabilmente avrei pianto per l’ennesima volta.

A questo punto pensai che ci saremmo baciate, ed ero emozionata a questo pensiero, sarebbe stato il nostro primo vero bacio, senza sogni, senza magia, senza luoghi strani, solamente un normale bacio che le persone normali usavano per esprimere il loro amore in un modo diverso da quello che facevano le parole.

Lei invece, come al solito mi stupì, con la mano con cui mi stava accarezzando mi trascinò velocemente fuori dalla stanza.

Il corridoio era vuoto così continuò a trascinarmi in giro finché non trovò una cameriera che stava pulendo il vetro di una finestra.

Non domandai cosa avesse in mente perché probabilmente lo avevo già intuito.

-Riesci a vedere la donna che mi sta a fianco?- chiara e concisa.

La donna sobbalzo di spavento e strabuzzò gli occhi quando vide chi aveva di fronte.

-Vostra maestà cosa….-

-Riesci a vedere la donna che mi sta a fianco?- ripeté spazientita anche se potevo notare come si stesse sforzando per comportarsi in un modo al quanto meno più educato possibile.

-Si certo- rispose con voce ovvia, un po' confusa da quella insolita domanda.

Io le feci un cenno con la mano per salutarla, ero un po' in imbarazzo visto anche che la donna si era messa a squadrarmi.

-Grazie- le rispose Regina sorridendole genuinamente e non degnandola più di alcuna attenzione, poi prendendomi sempre per mano mi trascinò di nuovo in stanza.

Sulla via del ritorno incontrammo un giovane uomo che stava trasportando un vaso dall’area pregiata.

Lui appena la vide gli fece un leggere inchino ma lei non prestò attenzione a quei convenevoli.

-Riesci a vedere la donna che mi sta a fianco?- chiese emozionata.

-Si vostra maestà- rispose l’uomo confuso e questa volta Regina non lo ringraziò ma gli donò un sorriso che quasi lo abbagliò.

Ci voltammo per entrare in camera, la porta si trovava a pochi metri da noi ma l’uomo ci fece una domanda.

-Come mai ha le ali?-

Regina si rigirò a guardarlo, poi scoppiò a ridere ed aprì la porta richiudendola a chiave una volta che fui entrata anche io.

-Non ci credo, sei reale!- esclamò estasiata continuando a ridere, forse per la faccia buffa che aveva fatto il servitore quando mi aveva vista meglio.

Non potei fare a meno di guardarla, sembrava ringiovanita, come se adesso avesse un piccolo sole sopra la testa che gli illuminasse il viso di una luce genuina.

Forse era proprio quella la descrizione giusta, lei risplendeva.

-Sei felice?- chiesi non smettendo di sorridere, ero felice perché lei era felice, ma ero felice anche per me stessa.

-Si- rispose smettendo di ridere e facendosi seria.

Anche io assunsi la sua espressione, solo che io avevo una faccia da ebete mentre invece lei era bellissima.

L’aria intorno a noi si caricò di elettricità, come se stesse per scoppiare una tempesta di pioggia e fulmini.

Regina cercò di alleggerire la situazione cambiando discorso.

-Credo che sarebbe saggio celare le tue ali con un incantesimo sai..-

Ma io non le prestai attenzione, avevo già aspettato abbastanza.

Con un solo passo azzerai la distanza che c’era tra noi e la baciai.

Non oppose resistenza e non si lamentò dell'interruzione.

Mi gustai a pieno quel primo vero bacio.

Non era molto differente da quelli che ci eravamo scambiate nei sogni o nella mia casa eppure era così diverso, così nuovo.

Come se avesse assunto una fragranza ed una consistenza maggiore.

O forse era solo perché adesso era tutto vero.

Regina mi abbracciò stretta ed io cominciai ad accarezzarle un braccio mentre la mia mano teneva inclinata la sua testa in modo che il suo collo fosse a portata di bocca.

Lei sorrise sulle mie labbra e mi invase il respiro con il suo profumo.

Quel gesto mi diede la spinta di cui avevo bisogno, così la mia mano si staccò dal suo braccio per andarsi a depositare sulle sua schiena, salì fino al collo trovando così ciò che desideravo.

Lentamente tirai un filo e il fiocco che legava il vestito si sciolse, adesso avrei solo dovuto scogliere altri tre nodi per avere libero accesso alla sua schiena nuda ma un barlume di coscienza si rimpossessò di me.

Era chiaro ad entrambe dove saremmo arrivate ed era ovvio che entrambe lo desideravamo eppure io avevo il bisogno di avere una conferma.

-Scusami Regina io non ti ho neanche chiesto se tu vuoi...- abbassai la voce arrossendo e lei smise di baciarmi confusa.

-Cosa c'è?!- domandò dolcemente accarezzandomi una guancia con la mano.

-Ecco prima di fare la prima mossa avrei dovuto chiederti se tu volessi..-

-Mi stai chiedendo il permesso di fare l'amore con me?- chiese divertita arrivando subito al dunque.

Pronunciò quelle parole con leggerezza, quasi con superficialità eppure sapevo che non era così, che anche lei era emozionata tanto quanto me

-Si ecco scusami..-

-Perché ti stai scusando? Non devi...sai chiedere il permesso per fare queste cose- mi fermò imbarazzata.

-Si invece, scusami adesso sto rovinando tutto ma la mia natura mi impone di chiedertelo perché altrimenti mi sembrerebbe troppo sbagliato e dopo...- lei mi stoppò con un bacio.

-Emma tranquilla, non andare nel panico, non c’era bisogno che tu me lo chiedessi ma se ti fa stare meglio ti rispondo volentieri, hai il mio più totale consenso per procedere a quello che stavi facendo- rispose un po' divertita.

Io abbozzai un sorriso finto ed abbassai gli occhi.

Avevo sentimenti impazziti dentro di me, ed anche se era stupido, ci rimasi un po' male per il modo in cui mi aveva risposto, come se io fossi una buffa bambina.

Fortunatamente ormai viaggiavamo sulla stessa lunghezza d’onda e lei capì che qualcosa non andava.

Mi prese per il mento e mi sussurrò in volto:

-Non imbarazzarti, sei stata molto tenera e dolce, ed io sono innamorata anche di questa tua parte pura ed innocente- quelle parole bastarono per farmi ritrovare il sorriso.

All’improvviso si fece seria.

-Però adesso ti pregherei di continuare a spogliarmi, sono un tantino impaziente- sorrisi a quelle provocanti parole e non me lo feci ripetere un’altra volta.

Lentamente, per farle un dispetto, la spinsi verso il suo enorme letto ma prima sciolsi gli ultimi fiocchi rimasti legati dietro la sua schiena.

A quel punto il vestito cadde a terra e Regina rimase solo con una leggera e molto trasparente sottoveste.

Inghiotti la saliva in eccesso.

Rimasi ad adorarla per numerosi secondi.

Era troppo bella.

Lei resasi conto del mio stato confusionario prese in mano la situazione e si accinse a sciogliere i nodi del mio abito bianco.

Mi fece cenno di girarmi ed io lo feci.

Gli diedi la schiena e lei delicatamente aiutò le mie ali ad uscire dall'abito, ovviamente colse l'occasione per accarezzarle, poi anche il mio vestito cadde ai miei piedi ed io rimasi completamente nuda.

Le sue mani presero il mio bacino e mi fecero girare.

Quando i nostri occhi si rincontrarono capì che anche la sua mente era fuori uso.

Allungò una mano che tremava, come se avesse paura di toccarmi, e la poggiò sul mio petto, poi chiuse le palpebre e si godé il momento.

Riavvicinai i nostri corpi e la baciai esplorando la sua bocca con la lingua, i suoi occhi rimasero chiusi ma la sua mano scese sul mio seno sinistro.

Brucianti scariche di fuoco partirono da quel punto ed il mio corpo fu scosso da un brivido distruttivo.

Continuai a baciarla e delicatamente la feci stendere sul letto, io mi misi sopra di lei guardandola dall'alto.

Regina come richiamata da qualche voce misteriosa aprì gli occhi e inaspettatamente si fusero con i miei.

Eravamo state colte di sorpresa, non eravamo preparate ed entrambe rimanemmo senza fiato.

Lei distolse lo sguardo e si dedicò ad esplorare il mio corpo, io feci lo stesso.

-Sei bellissima- pronunciò schiarendosi la gola secca.

Io arrossì.

Non ricordavo se me lo avesse mai detto, ma anche se fosse stata la milionesima volta per me sarebbe stata come la prima, perché il tono di voce e il linguaggio segreto dei suoi occhi rendevano il momento unico ed irripetibile.

-Anche tu-

Lei si tirò a sedere lasciandomi un veloce bacio a fior di labbra, poi invertì le posizioni ma prima si tolse l'unico pezzo di stoffa che ancora rimaneva a coprire il suo corpo.

Come avevo sempre sospettato il suo seno era perfetto.

Rotondo, morbido e grande, e la sua pelle era così chiara che mi invitava ad assaggiarla.

Inoltre quel punto faceva contrasto con la sua pelle abbronzata, producendo così l'effetto ottico di sottolineare ancora di più le meraviglie che si ritrovava.

Il suo ventre non era piattissimo come avevo sempre immaginato eppure quel leggero filo di carne rendeva tutto ciò ancora più invitante.

Con una scintilla negli occhi si fece avanti, si mise a cavalcioni sul mio ventre e sorridendomi poggiò le labbra sul mio capezzolo che prima era stato solo accarezzato dalla sua mano.

Non osai chiudere gli occhi per non perdermi una tale bellezza.

Cosi mi morsi un labbro emettendo un mugolio di piacere.

Regina a quel richiamo alzò lo sguardo e si incantò ad osservare il mio viso, immerso nelle prime onde di piacere.

-Sei così....angelica- sussurrò non trovando altre parole per descrivermi.

-Ed io ti amo- risposi assetata.

Assetata di acqua ma sopratutto di lei.

Mi misi seduta e la baciai ancora affondando le mie mani nei suoi capelli, poi passai al suo collo, torturandolo con baci e morsi e lei si lasciò sfuggire alcuni gemiti che mi entrarono nelle orecchie e si espansero in tutto il corpo accendendomi come una candela.

Le sue mani non rimasero inermi e mentre una prese ad accarezzare le mie ali l'altra scese lentamente lungo il ventre finché non trovò quello che desiderava.

Io smisi di leccare il suo collo per respirare a bocca aperta, ero a corto di ossigeno e mi aggrappai a lei per non cadere sul letto mentre le sue mani presero ad accarezzarmi nel centro delle mie gambe, li dove ne avevo più bisogno.

Quella notte vivemmo come in un sogno, quella definizione poteva far ridere viste tutte le circostanze che ci avevano portato ad essere lì in quel momento, eppure era vero, vivemmo il sogno più bello di tutti.

Quando ci rilassammo sotto le coperte senza fiato Regina mi sfiorò le labbra per poi poggiare la testa sopra il mio petto.

-E' stato bellissimo-

-Si è vero-

Io avevo le mani nei suoi capelli che le massaggiavo l'obo dell'orecchio, lei invece si divertiva ad ascoltare il mio respiro mentre la sua testa faceva su e giù insieme al mio petto.

Restammo così per cinque minuti e sentì la stanchezza penetrare nei miei muscoli.

Dovevo ancora scoprire bene tutti gli effetti e tutti i cambiamenti che il mio corpo aveva subito e capì subito che d'ora in poi avrei dormito sul serio.

-A fra poco- sussurrò lei con la voce assonnata.

-No in realtà...- prima di continuare la frase feci in modo di guardarla negli occhi, così lei si appoggiò su un gomito per osservarmi mentre io rimanevo sdraiata sul cuscino.

-Regina adesso non sono più il tuo angelo custode, non devo più entrarti nei sogni- lei rimase con la bocca leggermente spalancata.

-Emma a proposito di questo...sei sicura?? Cioè io non mi sento molto cambiata e per tutti sono ancora la Regina Cattiva- disse insicura esponendo i suoi dubbi.

-Regina ascoltami, so che sei spaventata, anche se non lo ammetterai mai, ma tu sei davvero cambiata in questo mese, non te ne rendi conto perché insisti a negarlo a te stessa, ma prendi anche semplicemente il fatto di aver ringraziato quella domestica, prima non lo avresti mai fatto-

La osservai in volto e capì che ancora non era convinta.

-Ma come fai a saperlo, come fai ad esserne così sicura?- chiese ancora con voce tremante.

-E’ successo prima, anche se prima è un po' superficiale come indicazione di tempo, ma è successo quando hai riabbracciato Henry per la prima volta, qualcosa dentro di te è scattato, l’ultimo seme che l’oscurità aveva piantato dentro di te è morto, adesso restano solo le erbacce da estirpare e poi ne sono convinta perché mi fido di te-

Finalmente abbozzò un nuovo sorriso a quelle parole.

-E se dovessi ricadere nelle tenebre?- domandò cercando di non guardarmi negli occhi ed io le strinsi una mano.

-Allora io continuerei a starti accanto ed ad aiutarti, adesso che ti ho trovata non ti lasciò più-

Finalmente si rilassò e tornò a posare il capo sopra il mio petto.

-Adesso dormi, ma domattina non spaventarti se non mi trovi, devo andare a sapere chi sarà il mio nuovo protetto, spero di ritornare prima del tuo risveglio- le spiegai accarezzandole i capelli.

-Dici che dovrei esserne gelosa?- brontolò facendo tremare i miei polmoni.

-Mh dipende- risposi dubbiosa.

-E da cosa?!- domandò scandalizzata.

-Se sarà uguale identica a te allora si, altrimenti non c’è competizione-

Lei rise e quella risata rimbombò nella mia cassa toracica, essa fu come un leggero massaggio dall’interno che contribuì a rilassarmi ancora di più.

Presto ci addormentammo e per la prima volta non avremmo condiviso un sogno.

E per la prima volta ci saremmo svegliate l’una accanto all’altra, con un bacio del buongiorno pronto ad essere donato.

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Capitolo 26
*** capitolo 26 ***


Quando tornai Regina era già sveglia e la trovai seduta davanti allo specchio, intenta ad osservarsi.

Mi avvicinai in punta di piedi per coglierla di sorpresa ma il mio riflesso mi tradì e lei si girò sorridendomi.

-Emma sei tornata- constatò con gioia alzandosi in piedi.

-Buongiorno- abbozzai in imbarazzo.

Eh si ero molto in imbarazzo, non per ciò che era accaduto la notte scorsa ma più che altro era che non avevo la minima idea di cosa sarebbe successo adesso.

La nostra normale routine era stata stravolta, per fortuna, però adesso tutto sembrava così nuovo, inesplorato ed un po' mi spaventava.

Anche adesso per esempio cosa avrei dovuto fare?

Abbracciarla? Baciarla sulla guancia? Sulla bocca??

Per fortuna ci pensò lei avvicinandosi e facendo intendere molto bene le sue intenzioni.

Io chiusi gli occhi e poi sentì le sue labbra sulle mie.

Il baciò durò poco e quando finì cercai ancora la sua bocca invano.

-Come è andata con gli anziani?- chiese ritornando a sedersi sulla sedia per infilare degli stivali di colore nero.

-Bene,bene- risposi accomodandomi sul bordo del letto che era ancora sfatto.

-Non hanno causato altri problemi, mi hanno solo affidato il nuovo protetto e poi abbiamo fatto alcuni esperimenti-

-E chi è? Quali esperimenti?- domandò subito con curiosità.

-Si chiama Genoveffa, è una ragazza un po' viziata che ha bisogno di alcuni buoni consigli, non abita nella Foresta Incantata ma non ho problemi a spostarmi velocemente-

-Capisco...e quali esperimenti avete fatto?-

-Erano preoccupati sulle incognite della mia nuova forma così sotto la loro supervisione ho interagito un po' con gli umani, mettendo alla prova entrambe le parti che adesso fanno parte di me e devo dirti che mi è stato molto d’aiuto, ho imparato a conoscere meglio me stessa- commentai infine, ripercorrendo mentalmente gli eventi della giornata.

Alzandomi avevo fatto attenzione a non svegliare Regina e poi mi ero catapultata dagli Anziani che mi aspettavano nella stessa stanza del processo, solo che questa volta era vuota.

Non perdendo tempo mi avevano riferito la loro volontà di volermi affidare qualcuno relativamente semplice da custodire, visto che d’ora in poi avrei dovuto dividere il mio tempo tra Regina e la mia protetta, il mio orgoglio, sempre alla ricerca di nuove sfide ne aveva sofferto un po' ma alla fine avevo accettato e gli avevo anche ringraziati per il premuroso pensiero.

Dopo ciò eravamo stati da Genoveffa e poi ci eravamo spostati in un piccolo villaggio per poter testare le mie nuove abilità.

-Ne sono felice, racconta allora- chiese con entusiasmo.

-La ragazza potrà vedermi quindi non mi sarà possibile stare 24 ore su 24 al suo fianco, anche perché adesso io o te- precisai fermandomi per guardarla, a quelle parole lei si alzò dalla sedia e venne ad accomodarsi accanto a me, sul bordo del letto ed io continuai.

- Proprio per questo mi fingerò una sua domestica, e passerò con lei il tempo che riterrò necessario per lo svolgimento del mio compito- Regina annuì con la testa ed io le strinsi le mani che aveva in grembo.

-Sai...gli Anziani mi hanno detto che non era necessario che io custodissi qualcuno, adesso posso sopravvivere anche col cibo però io ho insistito per averlo, per avere qualcosa che mi riportasse alla mia vecchia vita, qualcosa che fa ancora parte di me, non ti dispiace vero?- domandai preoccupata che non fosse d’accordo con le mie scelte.

-No, va bene- rispose sincera – e poi sai che noia averti intorno tutto il santo giorno?- sorrisi a quelle parole.

-Ah c’è un altra cosa, ovviamente questo non ho potuto sperimentarlo, ma secondo le teorie della custode Granny adesso io posso sognare, non è grandioso?? Voglio dire so cosa significa sognare ma non l’ho mai provato veramente sulla mia pelle, non so cosa voglia dire sognare qualcosa che appartenga al mio inconscio, qualcosa che sia solo mio- spiegai entusiasta di questa novità.

-Allora il nostro incontro non ha causato solo guai- commentò Regina a bassa voce.

-Dai non dire così, abbiamo dovuto superare degli ostacoli ma a chi non succede?- domandai retorica.

-Si scusa, hai ragione, sono solo rimasugli di alcuni pensieri negativi- e scosse la testa come a voler buttar via tutti i cattivi pensieri.

-Continua a raccontare! Se puoi fare sogni tutti tuoi deduco che tu non possa far parte di quelli della tua protetta- ipotizzò Regina cercando di cambiare discorso.

-Aspettavo questa domanda!- esclamai entusiasta come una bambina.

-Sempre secondo le teorie di Granny, poi bisognerà vedere se sono giuste, comunque secondo lei sarò in grado di entrare nella sua mente intrecciando il mio sogno al suo, come se li fondessi per crearne uno tutto nuovo, non so bene come, direi che lo scoprirò quando mi capiterà l’occasione- spiegai emozionata ma trattenuta, in fondo quelle erano solo teorie.

-Wow sembra piuttosto….elettrizzante- disse Regina non sapendo bene come descrivere la cosa, poi però sul suo viso passò un dubbio.

-Aspetta un attimo..hai detto che lo capirai quando capiterà l’occasione, e quando dovrà essere questa occasione?- chiese perplessa e forse avevo già capito dove volesse andare a parare.

-Te l’ho detto sono libera di gestire come più credo il tempo che passo in sua compagnia, ed è probabile che alcune notti dorma con lei, ma poche….- aggiunsi per addolcire la pillola amara e subito guardai il suo viso per riuscire a capire cosa le passasse per la testa.

-Oh perfetto, dovrò condividere la mia donna sia di giorno che di notte con questa stupida sconosciuta- esclamò infastidita alzandosi in piedi, io la seguì a ruota.

-Mi dispiace...se ti crea fastidio posso mollare tutto non…-

-Noo non devi rinunciare a niente, credo solamente di essere gelosa- ammise abbassando il tono della voce ed abbozzando un sorriso, dandomi poi le spalle, e ciò insieme alle sue parole mi fecero molta tenerezza.

-Sai non dovresti esserlo, non è molto bella-

-L’hai vista?- domandò avvicinandosi e costringendomi ad arretrare verso il letto.

-Si, avrà una quarantina d’anni, ha degli occhi color marrone fango, è spelacchiata, con le rughe, la gobba ed e pure zoppa e poi ha degli enormi sopraccigli a cespuglio-

-Mi stai per caso prendendo in giro?- domandò con un sorrisino furbo ed io ormai anche se scoperta decisi di continuare il gioco.

-Noo, ma cosa dice maestà, non mi permetterai mai-

Fingendosi arrabbiata mi spinse sul letto e cadendomi sopra mi strozzò il respiro con il suo peso.

-Non so se doveva essere una cosa romantica ma mi hai quasi rotto una costola- sussurrai con poca voce e lei si tolse subito da sopra di me per accoccolarsi al mio fianco.

-Scusa- disse non trattenendo però alcune risate per la mia faccia che evidentemente doveva essere molto buffa.

-Diciamo che me lo sono meritata- risposi tranquillizzandola.

Rimanemmo per un altro po' distese sul letto.

Viso contro viso con la costante tentazione di unire le nostre labbra eppure con il costante timore di farlo, per testare la nostra resistenza ,come se fosse presente una barriera invisibile tra di noi, come a voler rievocare la nostra iniziale relazione, come per ricordare ad entrambe che non dovevamo mai dare niente per scontato, che anche un semplice sfiorarsi di dita per noi valeva come cento baci messi insieme.

Adesso avevo l’opportunità di osservarla a lungo azione che non potevo fare spesso ed ammirarla era qualcosa che mi riempiva il cuore di amore, espandendolo ancora di più.

-Prima sono venuti ad informarmi che la forca per l’esecuzione di Biancaneve è pronta- confessò interrompendo il magico momento.

-Cosa?!-esclamai sorpresa, in verità mi ero quasi dimenticata di lei.

-Si con tutto quello che è successo non ho mai dato istruzione per liberarla, non potevano sapere che avevo cambiato idea, anzi a dire la verità penso che rimarranno molto sorpresi da questo cambio di piani- rifletté fra sé e sé e sentendo la sua voce un po' turbolenta allungai una mano per accarezzarle una guancia.

-Cos’hai intenzione di fare?-

-Avevo pensato di presentarmi al villaggio, solo che invece di ucciderla la libererò davanti a tutti, in questo modo potrebbero anche vedere che adesso sto cercando di essere diversa, che ne dici?- domandò insicura.

-Dico che è perfetto-

-Grazie il tuo sostegno è importante per me- confessò ed a quel punto decisi che era arrivato il momento di trapassare quel confine e prendermi ciò che desideravo.

Lei non se l’aspettava, ma le sue labbra non impiegarono molto a contraccambiare il bacio.

Misi una mano dietro la sua testa, assaggiai con il tatto i suoi setosi capelli e l’avvicinai a me, anzi per essere precisi spiaccicai la sua faccia contro la mia, tanto che sentì i nostri denti cozzare.

-Ahi- si lamentò lei stoppando il bacio.

-Scusa!- dissi subito, dispiaciuta di averle fatto del male, ma lei scoppiò a ridere.

-Come sei imbranata-

-Ehi non sono ancora abituata ai contatti fisici- replicai mettendo il broncio.

-Di certo non per colpa mia- commentò ridendo per faccia.

-Questo è un colpo basso- le feci notare e lei non rispose ma mi guardò per farmi capire che andava tutto bene, che adesso stavamo bene e che finché lo volessimo nessuno ci avrebbe più separato.

Rimanemmo ancora un altro po' in silenzio, a riflettere e questa volta fui io a parlare per prima.

-Sai Regina stavo pensando a quello che hai detto prima, sul fatto di voler ottenere la fiducia dai tuoi sudditi o che almeno cambino prospettiva con cui vederti e...adesso hai la magia bianca- lei ascoltò in silenzio senza interrompermi -Ricordo che quando tu ancora non potevi vedermi sei andata a piangere nel bosco perché per colpa della tua malvagità non ti era possibile aiutare il tuo popolo, ma adesso puoi quindi perché oltre che a liberare Biancaneve non curi anche i loro campi?? In questo modo non potranno certamente negare che tu ti stia impegnando per cercare di..- ma mi mancò il fiato per finire la frase perché venni strozzata da un suo abbraccio.

-Tu sei un genio e ti amo- il mio cuore fece una capriola ma non feci in tempo a dirle che anche io l’amavo perché con una bella strattonata mi tirò giù dal letto.

-Mentre non c’eri ho già dato disposizione per apparecchiare per due, dai cambiati che andiamo a mangiare-

-Cambiarmi?- chiesi confusa per il repentino miscuglio di emozioni, umori e sensazioni ed inclinai la testa per far recepire meglio il messaggio.

-Certo, non puoi più andare in giro con quell’abito bianco anonimo sporco da chissà quanti anni, traumatizzerai non solo i miei domestici ma anche Genoveffa in questo modo- mi spiegò tranquillamente aprendo l’armadio.

-Ehi il mio abito non è sporco e poi non è bianco anonimo ma bianco candido- ribattei mettendo il broncio.

Con la coda dell’occhio mi guardai allo specchio, in fondo non era tanto male e poi stava così bene con le mie ali.

-Si si come vuoi- disse Regina a macchinetta, troppo impegnata a rovistare nei suoi innumerevoli abiti per costruire una frase più articolata.

-Ecco questo ti starà benissimo- gioì vittoriosa tirando fuori qualcosa dal suo pozzo senza fondo.

Dovetti ammetterlo che dall’aspetto non sembrava tanto male.

Era un abito semplice color turchese, sul davanti però c’era una striscia di tessuto bianco che ricopriva il petto, si stringeva in vita e si riallargava sulle gambe fino in fondo, sulla schiena era presente un cappuccio, in questo modo l’abito aveva anche la funzione di mantello.

Felice della sua trovata me lo porse ma vedendo la mia faccia dubbiosa dovette incitarmi ancora.

-Dai su indossalo-

-Girati- risposi prendendolo in mano.

-Emma guarda che ti ho già visto senza abiti- mi fece notare lei contrariata.

-Si è vero, ma ho visto il tuo sguardo, e qualcosa mi dice che in questo modo non arriveremo presto in sala da pranzo e siccome io sto cominciando a provare un leggero fastidio allo stomaco, sensazione che credo debba essere collegata alla fame, non vorrei arrivare tanto tardi-

Lei per un secondo mi guardò senza sapere cosa dire poi si arrese.

-Va bene va bene- e detto ciò si girò dandomi le spalle.

Velocemente mi cambia, ma se nel mio abito precedente riuscivo facilmente a scogliere i nodi dietro la schiena da sola questo era tutto un’altra cosa.

-Devi aiutarmi a chiuderlo- la chiamai posizionandomi davanti allo specchio, tenendo le braccia unite sul petto per non farlo cadere.

A quella mia richiesta di aiuto si girò raggiungendomi subito, prese i lacci che penzolavano liberi e si prodigò ad intrecciarli ed ad annodarli, partendo dal fondo schiena per arrivare al collo.

Una volta finita l’opera prese un coltello da un cassetto e si riavvicinò.

-Cos’hai intenzione di fare con quello?!- domandai confusa.

-Tranquilla non ho intenzione di ucciderti- rispose ridacchiando della mia espressione che vedeva riflessa nello specchio.

-Non si sa mai, sei pur sempre una ex regina cattiva- dissi tranquillizzandomi, poi mi resi conto di quello che avevo appena pronunciato.

-Scusami, doveva essere una battuta, sono un idiota, scusa- cercai di rimediare sentendomi in colpa.

Lei appoggiò il mento su di una mia spalla, in modo che potesse parlarmi direttamente nell’orecchio e mi guardò attraverso lo specchio.

-Tranquilla, anche se era fatta male, l’avevo capito che si trattasse di una battuta-

Le sue parole mi riempirono di brividi, perché pronunciate in un tono serio e non seppi cosa rispondere, forse perché le parole non servivano, infatti ci guardammo ancora per alcuni secondi e dal suo sguardo capì che non se l’era minimamente presa, anzi era molto tranquilla.

Poi lei abbassò gli occhi e sentì un rumore di strappo.

Finalmente capì, stava facendo dei buchi da cui far passare le mie ali altrimenti sarebbero state pressate tutto il tempo dentro al vestito.

-Non dovevi, così sciuperai l’abito-

-Tu sei più importante del vestito- rispose facendomi arrossire.

Una volta finito con i tagli, delicatamente fece passare le ali dai buchi sistemandomele sulla schiena.

Ciò mi fece impazzire.

Le sua mani erano molto dolci, lente, attente a non farmi male e se per sbaglio strattonava qualche piuma le sue dita erano subito lì a lisciarle ed ad accarezzarle.

Chiusi gli occhi per godermi la sensazione e quando li riaprì vidi nel suo riflesso un sorrisetto furbo.

-Lo stai facendo a posta- l’accusai, non sapendo se dover essere lusingata o infastidita, probabilmente la prima.

-Non so di cosa tu stia parlando- rispose innocente.

-Certo certo- acconsentì sapendo benissimo di aver ragione.

Una volta finito mi voltai e lei rimase ad ammirarmi.

-Forse avrei dovuto farti tenere il tuo amato vestito bianco- commentò incupendosi.

-Mi sta male?- domandai allarmata con una punta di panico.

-No al contrario, sei così bella che attirerai gli occhi di tutti quelli che incontrerai- e a quelle parole arrossì ancora perché era chiaro che fosse gelosa, ma era quel tipo di gelosia dolce che ti faceva sentire ancora più amata.

Lei continuò a scrutarmi poi mosse le mani per fare una magia.

-Cosa hai fatto?- chiesi curiosa.

-Ho fatto un incantesimo per cui tutti ti vedranno come una vecchia rugosa, in questo modo non avrò competizione-

-Cosa??!! Sul serio!?- esclamai allibita ed offesa, strabuzzando gli occhi.

-No certo che no, per chi mi hai presa? Ho solamente occultato le tue ali agli occhi altrui- rispose ridacchiando della mia faccia a pesce lesso.

-Sei troppo credulona- commentò sgridandomi.

-Io non sono credulona è che tu ne saresti veramente capace- brontolai offesa.

-Emma stavo scherzando- spiegò lasciandosi andare ad una risata crepapelle ed io rimasi a bocca aperta, ad osservarla incredula.

Una volta che cessò di ridere mi venne incontro e diede un leggero bacio per poi prendermi le mani.

-Forza dai andiamo a mangiare-

 

Lungo la via incontrammo un signore anziano che aveva una leggera gobba, i capelli bianchi ed un naso rosso e Regina gli andò incontro.

-Lord Marco-

-Maestà- rispose lui.

-Potrebbe farmi un favore?-

-Ma certo- rispose lui piacevolmente colpito, immaginai che prima Regina non avrebbe mai chiesto un favore ma che piuttosto avrebbe ordinato senza farsi scrupoli.

-Dovrebbe scrivere una lettera alla Regina Elsa Di Arendelle e comunicargli che ho intenzione di scogliere il nostro accordo, le dica che non comprerò più ghiaccio dal suo regno e che lei non è più obbligata a ricercare la bandita, hai il permesso di usare il sigillo reale per renderla autentica-

-Lo farò subito- poi aggiunse -Posso chiedere il motivo di questo cambio di accordo?-

-No non puoi- detto ciò mi prese a braccetto e continuammo il nostro tragitto.

-Devo pur mantenere un filo di severità no?- commentò sottovoce strizzandomi l’occhio ed io mi misi a ridere.

Entrando nella stanza trovammo tutto apparecchiato.

La tavola era la solita, lunga e all’apparenza ostile o almeno così mi era sempre sembrata, forse perché Regina mangiava sempre da sola e ciò conferiva al tavolo un’aria gelida e solida ma adesso che erano presenti due piatti di quelle sensazione non ce ne era più traccia, forse perché adesso Regina non sarebbe stata più sola.

Lentamente mi avvicinai ad una sedia ma Regina mi sorprese spostandola per farmi accomodare.

-Wow che gesto gentile- commentai colpita una volta che anche lei si fu accomodata.

Per risposta mi sorrise.

-Non sembri neanche più tu- a quelle mie parole si incupì un attimo e parve riflettere profondamente.

-Hai ragione, neanche io mi sento più me stessa- poi con espressione più rilassata continuò -Voglio dire, mi sento nuova, diversa, migliore...di solito non apprezzo i cambiamenti ma invece questo mi piace e molto ed adesso ho voglia di sperimentare, di seguire il consiglio di Henry- spiegò con gli occhi luminosi.

-E cosa ti ha consigliato Henry?- chiesi curiosa ed allegra, vedere Regina così in pace con se stessa mi alleggeriva il cuore.

-Mi ha detto di fare l’opposto ci ciò che avrebbe fatto la vecchia me-

-Mi pare un bel consiglio, è un ometto saggio il piccoletto- commentai stringendole la mano che teneva sopra il tavolo e quel gesto attirò i suoi occhi nei miei.

-Sai vedere Henry è stato molto emozionante, credo sia stata la cosa migliore che mi sia mai capitata negli ultimi anni-

-Ehi credevo spettasse a me quell’onore- dissi fingendomi offesa, per fortuna capì subito che stavo scherzando, perché ovviamente ero stra felice per quelle confessioni.

-Beh tu hai il secondo posto-

-Per tutti gli angeli, sono stata battuta da un bambino, mi sa che dovrò impegnarmi di più-

-Mi sa proprio di si- rispose lei trattenendo le risate, poi ci guardammo negli occhi ed insieme scoppiammo a ridere a crepapelle.

Una volta che ci fummo calmate Regina chiamò i camerieri che fino ad ora erano stati presenti nella stanza ma sufficientemente lontani da non poter sentire bene le nostre conversazioni.

Ci servirono il primo che consisteva in un tipo di liquido che però non era liquido, composto da farina gialla, condita con piccolissimi pezzi di carne con alcuni pomodori per decorazione, poi i camerieri si ritirarono tornando al loro posto.

-Allora Emma sei pronta?? Questo sarà il tuo primo vero pasto- mi domandò la mora guardandomi curiosa.

-Dovrei sentirmi nervosa?- chiesi alzando un sopracciglio.

-Non saprei-

Con il suo sguardo addosso presi in mano la forchetta e la soppesai in mano, me l’aspettavo più pesante poi inforchettai un pezzo di cibo e me lo portai alla bocca.

Annusai profondamente e chiusi gli occhi.

Aveva un ottimo sapore, poi lo mangiai e mi godetti i sapori che si sprigionarono nel mio palato.

All’inizio la consistenza della farina mi ricordò la sabbia che avevo visto una volta, quando ero andata al mare con un mio protetto, ma poi i chicchini si sciolsero e sprigionarono un gusto dolce, poi gustai la carne che dava un pizzico di salato ed infine passai a i pomodori che erano così acquosi e succosi che mi rinfrescarono la gola.

-E’ ottimo-

-Sono felice che ti piaccia, si chiama polenta con sugo-

Dopo la mia degustazione anche Regina iniziò a mangiare ed il pranzo continuò così, io che gustavo il cibo, godendomi a pieno quelle nuove sensazioni e lei che mi faceva da maestrina sui nomi delle pietanze.

Una volta finito l’ottimo pasto facemmo un giro per il castello in modo che potessimo digerire e smaltire tutto ciò che avevamo mangiato, anzi rimasi stupita che in uno spazio piccolo come la mia pancia potesse entrarci una simile quantità di cibo.

Ovviamente il palazzo non era disabitato e lungo la via incontrammo parecchie persone, più che altro domestici, che Regina salutò educatamente, alcune però ogni tanto si fermavano per parlare con lei, la maggior parte delle volte erano funzionari di corte che avevano bisogno di accordarsi su qualche politica del regno.

Vedevo che la gente mi guardava con curiosità, si fermavano a scrutarmi, soprattutto le donne, probabilmente le novità erano rare ed appena ce ne era una, si coglieva l’occasione per svagarsi e spettegolare un po’.

Solo una persona, un certo Signor Philip, ebbe abbastanza coraggio da chiedere chi fossi, e fu Regina a rispondere.

-Lei è Emma, la mia compagna-

-Complimenti maestà, non sapevo steste frequentando qualcuno- rispose lui, colto alla sprovvista da quell’informazione.

-Diciamo che era una situazione privata- rispose lei mettendomi una mano sulla vita per stringermi a sé.

-Ma certo Maestà, non deve di certo dare spiegazioni a me- disse subito impaurito, per salvarsi da un’eventuale reazione violenta da parte di Regina.

-Tranquillo non ti mangerò- rispose lei, mantenendo però un tono di voce duro ed inflessibile.

-Posso chiederle allora se avrò il piacere di vedervi spesso insieme?- chiese lui, mascherando con parole gentili la domanda se io sarei venuta ad abitare al castello.

Lei mi guardò e nei miei occhi trovò la risposta che cercava.

-Si, molto spesso- poi ci scusammo e continuammo il nostro giro mano nella mano.

Una volta tornate davanti alla sua camera trovammo alcune guardie ad aspettarla.

Era arrivato il momento di liberare Biancaneve.

 

 

 

P.S E’ di dovere fare gli auguri alla mia amata Lana Parrilla

 

 

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Capitolo 27
*** capitolo 27 ***


Arrivammo al villaggio a bordo della carrozza e quando scendemmo ci ritrovammo direttamente nella piazza cittadina gremita di gente ed ovviamente la nostra entrata in grande stile attirò un bel po' di attenzione.

-Regina maledetta lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi delle tue parole- ci gridò Biancaneve dal carro-prigione in cui era stata trasportata.

Regina a quelle accuse si avvicinò alle sbarre ed io la seguì.

-Tranquilla non ho cambiato idea, non ti ucciderò- la rassicurò con voce profonda guardandosi furtivamente intorno.

-Ma davvero? Ed allora a cosa serve quello?- domandò indicando con una mano il palco al centro della piazza dove una corda penzoloni faceva sfoggio di sé.

A quella vista rabbrividì alle orribili immagini che si formarono nella mia mente, al pensiero delle numerose vittime che erano state impiccate in quel luogo di morte.

-Quella è una piccola dimenticanza, niente di cui preoccuparsi- poi si rivolse alle sue guardie. -Fatela uscire dal carro e seguitemi-

Lentamente ci facemmo strada attraverso la folla o meglio fu la folla a lasciarci passare.

Una volta giunte sotto la pedana di legno la fermai tirandola per una manica del suo abito nero impreziosito con alcuni gioielli color argento e da una cintura color rosa intorno alla vita.

-Io ti aspetto qua-

-Cosa?!Non mi accompagni la sopra?- domandò nel panico, lei si mostrava calma con la situazione sotto controllo, ma furono i suoi occhi a tradirla.

-Questo è il tuo momento Regina, devi mostrare a tutti chi sei veramente e quanto ti stai impegnando per diventare una persona migliore e soprattutto lo devi dimostrare a te stessa, perché sei tu ciò che conta veramente, anche se tu fossi la donna più buona a questo mondo alcune persone sarebbero pronte a pensare male di te, ed è per questo che quello che conta è sentirsi in pace con te stessi, devi essere fiera e non avere paura perché so che puoi farcela- e le lasciai una carezza sulla guancia per alleviare quella sua espressione corrucciata.

Mi guardò incerta ancora per un minuto poi sembrò rilassarsi e mi sorrise.

-Grazie Emma- affermò con voce proveniente dal profondo del suo cuore.

-Adesso va e stendili tutti- lei annuì e salì le scalette che le si trovavano davanti, una volta che fu salita mi lanciò un’altra occhiata ed io le mimai con le labbra “Io credo in te”, a quell’ennesimo incoraggiamento prese un sospirò e si diresse verso il centro della pedana, canalizzando tutta l’attenzione su di se, aspettò che anche Biancaneve fosse salita sul palco e poi cominciò a parlare.

Io intanto mi intrufolai tra gli abitanti del villaggio, alla ricerca della migliore posizione dalla quale poter osservare Regina.

-Come tutti saprete oggi era stata programmata un’esecuzione di morte..- la sua voce era sicura e fredda ma ormai la conoscevo troppo bene perché in realtà era molto agitata -Ma i piani sono cambiati, ho deciso di liberare Biancaneve- e per provare che stava dicendo il vero con un colpo di magia ruppe le manette che le tenevano fermi i polsi dietro la schiena.

Alcune persone si fecero scappare un sospiro di meraviglia ma la maggior parte rimase in silenzio con gli occhi però ben aperti.

-Vi starete chiedendo perché io abbia cambiato idea ed il motivo è che mi sono resa conto che le mie azioni erano sbagliate, mi scuso a tutti coloro a cui ho fatto dei torti e so che probabilmente non mi perdonerete mai e che probabilmente non sarò degna di essere la vostra regina ancora per molto tempo….ed è per questo che vorrei cominciare con il piede giusto e rendere i vostri raccolti di nuovo rigogliosi-

Regina scrutò fra la folla e dopo un po’ trovò ciò che cercava.

Con la magia prese un sacco di grano sopra ad un carro e lo trasportò fino ai suoi piedi, dopo di che preso una manciata di chicchi e chiuse le mani poi abbassò le palpebre e si concentrò.

L’incantesimo non fu immediato ma poi una luce gialla comparve tra le sue dita e la magia si concluse, a quel punto schiuse le mani a coppa e sorrise.

Stranamente quel sorriso creò un mormorio tra la folla e mi domandai il perché di quella reazione, ma pensandoci fu facile intuire la risposta.

Nessuno aveva mai visto Regina sorridere a meno che non si trattasse di un sorriso sadico.

Ovviamente la cosa mi fece rattristare ma non più di tanto, ormai il passato era passato, adesso contava solo il futuro.

Regina si inginocchio e con la voce chiamò un bambino che si trovava a lato del palco.

Lei lo incoraggiò a farsi avanti, ma il piccolo sembrava titubante così dopo attimi di esitazione fu il padre ad offrirsi volontario che con sguardo guardingo si mise davanti al figlio a mò di scudo.

Un lampo di tristezza passò sul viso di Regina ma tentò subito di scacciarlo via, del resto lo avevo detto anche lei, non si aspettava di certo un perdono immediato.

Con rinnovato entusiasmo protese le mani e depositò i chicchi di grano in quelle dell’uomo.

-Questi semi adesso cresceranno fertili e rigogliosi nei vostri campi- spiegò lei.

-Come possiamo essere sicuri che non siano avvelenati?- domandò bruto il padre.

-Siete liberi di non usarli se non volete ma in questo modo morirete comunque di fame- dopo questo avvertimento Regina si alzò in piedi e si diresse verso Biancaneve, le porse alcuni indumenti ed un po’ di soldi che aveva fatto comparire con la magia.

-Adesso sei libera di andartene, ma non farti più vedere- la ragazza non se lo fece ripetere due volte e scappò letteralmente, scomparendo presto nella boscaglia in cui si era inoltrata.

Regina guardò un’altra volta il popolo poi discese anche lei i tre gradini e si diresse verso la carrozza per tornare a palazzo.

Sul tragitto una giovane ragazza le sputò sull’orlo dell’abito.

In quel momento il tempo di bloccò, tutti trattennero il fiato.

Ogni presente sapeva come avrebbe reagito la vecchia Regina ad un simile affronto e per un secondo ma solo per un secondo anche io ebbi paura di una sua violenta reazione.

Per fortuna la mia amata stupì tutti e dopo aver lanciato un’occhiata di fuoco alla giovane ragazza fece finta di nulla e continuò il suo percorso.

Io la raggiunsi ed insieme ci nascondemmo dietro la carrozza, lontane da sguardi indiscreti.

-Come sono andata?-

-Benissimo ed in barba ai nostri piani credo che il gesto che li abbia stupiti di più sia stato proprio quello finale- la rassicurai prendendola per mano.

-Devo ammettere che è stato facile, ho desiderato ucciderla e come mi ha detto Henry ho fatto esattamente l’opposto- spiegò facendo le spallucce come se niente fosse.

A quel punto la baciai.

Primo perché si meritava un premio.

Secondo perché era da troppo tempo che non lo facevo che mi ero quasi dimenticata il sapore delle sue labbra.

Le trasmisi tutto l’orgoglio che provavo nei suoi confronti in quel momento lei invece mi inviò tutte le sensazioni negative che aveva avuto, la paura, il panico, l’agitazione e la tristezza ed io le feci ritornare indietro sotto forma di sicurezza, gioia, pace e amore.

In quel momento divenni come un depurato per lei, un depuratore che eliminava tutte le scorie impure da un’acqua fangosa ed infetta e che la restituiva in un liquido fresco e cristallino.

-Ti dispiace se torni da sola al castello?- domandai incerta una volta finito il bacio.

-No perché?-

-Credo che sia giunto il momento di iniziare il mio nuovo lavoro- spiegai un po’ in imbarazzo.

-Oh certo vai pure- e con un ultimo bacio a fior di labbra mi salutò salendo subito sulla carrozza, come se un momentaneo addio, veloce e repentino facesse meno male.

Non voltandomi indietro andai a nascondermi dietro un albero dove mi feci avvolgere dalla luce ritrovandomi all’esterno del palazzo in cui Genoveffa abitava con sua madre e la sua sorella e piena di buoni propositi entrai dalla porta di servizio, quella che usavano tutti i domestici. All’entrata fui accolta da una donna anziana e grassottella dall’aria simpatica.

-Buonasera cara, come posso aiutarti?-

-Salve, sono stata assunta come cameriera di Lady Genoveffa, oggi dovrebbe essere il mio primo giorno di lavoro- spiegai un po’ in imbarazzo.

-Oh certo, vieni seguimi- la simpatica vecchia mi condusse in una piccola ed umida stanzetta dove arruffando un po di roba tirò fuori dei cenci, alcuni secchi ed altra cianfrusaglia che ipotizzai servisse a pulire.

-Tieni mettiti questo, non vorrai di certo sporcare quel tuo bel vestito- disse premurosa la signora porgendomi un lungo grembiule.

-Sporcare?- domandai confusa -Pensavo che avrei fatto la cameriera non la sguattera-

-Oh nooo, ci deve essere stato un malinteso, il lavoro che intendi tu viene svolto dalla dama personale di cui la Lady è già provvista, qui da noi le sguattere vengono chiamate cameriere-

poi vedendo la mia faccia allibita continuò -Se non ti aggrada puoi sempre lasciare il lavoro-

-No no, va tutto bene, sono solo un po' sorpresa, forza ditemi cosa devo fare- d’altra parte non avevo scelta, la donna sorrise di fronte alla mia determinazione e mi fece strada.

Durante il tragitto mi sistemai bene il grembiule, perché davvero non volevo macchiare l’abito di Regina, anzi avrei dovuto considerarlo un regalo?

Percorremmo alcune rampe di scale e poi lunghi corridoi finché non arrivammo di fronte ad una piccola porta, entrammo e ci ritrovammo in quello che sembrava essere un bagno.

La vasca enorme ed adornata da grigoli d’oro e si trovava al centro della stanza, intorno c’erano asciugamani, vasi da notte ed altre bacinelle, in più sul lato destro c’era un grande camino con uno strano macchinario sopra, immaginai servisse per scaldare l’acqua.

-Questa da cui siamo passati è la porta di servizio- indicò un altro ingresso davanti a noi e continuò -Di là si accede direttamente alla camera da letto della Lady, adesso è ancora in stanza, quindi prima pulisci il bagno poi solo quando se ne sarà andata, e bada bene non prima di allora, entra di là e pulisci anche quella, per allora sarà già sera quindi sarai libera di andare, ci rivediamo domani- detto ciò si dileguò.

Armata di pazienza sospirai e mi chinai per terra, presi delle creme dai secchi che la donna aveva portato con se e poi lasciato qua, e cominciai a pulire, forse dopotutto essere un angelo invisibile non era poi così male.

Sorridendo pensai a ciò che era successo la notte prima, no era decisamente meglio essere una mezzosangue.

Dopo un po' sentì un chiacchiericcio provenire dall’altra stanza e curiosa mi avvicinai alla porta, essa non era totalmente chiusa quindi potei sbirciare in giro.

Dalla piccola fessura riuscivo a vedere una giovane ragazza con le mani nei capelli di qualcuno seduto su una sedia elegante, immaginai fossero Genoveffa e la sua cameriera personale, allungai anche l’orecchio per sentire cosa si dicevano.

-No mai io non lo voglio così, ti ho detto di farmi la stessa identica acconciatura della Principessa Miriam, devo riuscire ad essere bella quanto lei, se non di più-

-Si mi scusi Milady-

-Mio padre mi farà avere l’abito più bello di tutto il reame ed al ballo conquisterò tutti-

-Ne sono sicura-

-Su avanti dimmi quanto sono bella-

-Siete molto bella Milady-

-Sai non sembri molto convincente-

-Mi scusi Milady-

-E basta con quel mi scusi Milady, attenta coi capelli incapace!-

Sorridendo scossi la testa e tornai al mio lavoro.

Certo era una ragazza viziata e con la puzza sotto il naso, ma tutto sommato aveva il cuore buono, aveva solo bisogno di qualcuno che l’aiutasse a non imboccare la cattiva strada.

Una volta che se ne furono andati pulì anche la camera da letto e quando finì era effettivamente sera.

Questa giornata mi era servita per conoscere meglio la protetta, le prossime volte avrei cominciato ad agire.

Riposi gli oggetti che avevo usato al loro posto e poi mi lasciai trasportare nel luogo dove si trovava la mia amata.

Riapparsi nella sua camera da letto.

-Regina?- chiamai non vedendola da nessuna parte.

-Sono qua- rispose la sua voce da dietro un separé di legno.

-Ho quasi finito, tu intanto siediti pure sul letto-

-Volentieri, ho la schiena a pezzi- risposi buttandomi sul materasso - Non sai quanto ho sgobbato, e poi mi hanno ingannato, avevo capito che sarei stata la sua cameriera, sai di quelle che ti aiutano a vestirti e con cui puoi spettegolare ed invece….aspetta, ma tu cosa stai facendo?- domandai alzandomi a sedere, ricordandomi improvvisamente di lei.

-Ho fatto, sei pronta?- domandò ancora da dietro la parete per la privacy.

-Pronta per cosa?- domandai confusa.

-Per questo-

Sentì letteralmente la mascella cadermi e la bocca aprirsi a formare una O.

Era stupenda ed improvvisamente non avevo più saliva.

Regina aveva indosso una sottoveste, no anzi, le sottovesti erano lunghe fino ai piedi, quella leggera stoffa, se di stoffa di trattava, copriva a malapena le cosce, sul davanti era scollato ed aveva un color carne, il risultato era che lasciava ben poco all’immaginazione.

-Chiudi quella bocca Emma o altrimenti ci entreranno le mosche- commentò divertita scrutando la mia reazione.

Sbaglio o faceva più caldo?

-Allora? Ti piace?- mi chiese ancora con un finto faccino triste.

-Se mi piace?- domandai retorica, lei annui e cominciò ad avanzare nella mia direzione, muovendo sensualmente le anche.

-E’..-

-E’..- ci riprovai a corto di parole.

-E’..- -E’ cosa?- domandò arrivando al bordo del letto.

Io la guardavo come ipnotizzata e lei dandomi una leggera spinta mi fece stendere nuovamente sul letto, poi si sedette a cavallo delle mia gambe, infine fece aderire i nostri petti portandosi ad un centimetro dalle mie labbra.

-Devo dedurre che sono brutta?- chiese guardandomi negli occhi, non so bene come ma capì che le ero mancata.

-No assolutamente no, è banale se dico che sei bellissima?- lei mi sorrise e poi mi zittì baciandomi.

Quella notte una volta che avemmo finito di esplorare i nostri corpi a vicenda ci addormentammo esauste una tra le braccia dell’altra ed io sognai per la prima volta.

Fu breve o forse fu breve la parte che ricordai visto che durò tutta la notte.

Sognai alcuni ricordi d’infanzia, i miei genitori e poi sognai di fare l’amore con Regina, ancora.

Non saprei bene descrivere cosa provai, tutto sembrava reale eppure non lo era.

So per certo che la mattina appena svegliata provai un senso di fastidio.

Non riuscivo a ricordare ciò che avessi sognato, tutto sembrava così indefinito, delimitato da un confine sbiadito che con il passare del tempo si ristringeva su se stesso finché la sera non mi accorsi che la perdita di colore aveva raggiunto il fulcro dei ricordi ed il sogno era ormai inafferrabile.

 

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Capitolo 28
*** capitolo 28/penultimo ***


-Buongiorno Emma- mi sussurrò la sua voce ed io aprì subito gli occhi.

Mi scontrai impreparata con il suo sorriso dolce ed il mio cuore ancora debole e insonnolito fece già una capriola.

La sua pelle lucida, i suoi occhi luccicanti, la sua voce roca e le sue palpebre sonnolenti reduci dal sonno appena fatto mi tolsero il fiato.

Fu per me una visione angelica anche se l’angelo qui ero io.

Avrei voluto congelare il momento e rimanere così per sempre, tutto era perfetto.

Gli occhi cominciarono a pizzicarmi e poco tempo dopo calde ma poche lacrime scesero dai miei occhi.

-Emma perché piangi?!- esclamò allarmata lei.

Senza una ragione logica mi sentì in colpa per aver trasformato il suo rilassato viso in una maree di ansia ed ancora altre lacrime scesero giù.

Scossi la testa per mandarle via e con la voce tremolante le risposi.

-Niente è che..- -E’ che ti amo-

Le mie parole la fecero arrossire e per riprendersi distolse lo sguardo.

I suoi occhi mi ricercarono e facendomi mettere a sedere prese dolcemente una mia mano, l’accarezzò, poi se la portò al petto, sopra al suo cuore.

Il calore del corpo umano accolse le mie dita che si posarono sulla sua pelle nuda ancora reduce della notte scorsa, non capendo bene il suo intento cercai le risposte di cui avevo bisogno nei suoi occhi, il luogo in cui mi sentivo a casa.

Poi sentì un suono e fu strano perché non stavo ascoltando con l’udito ma con il tatto, udì il battere del suo cuore, il suo organo che pompava sangue nelle sue vene, batteva, batteva veloce, più veloce del normale, il suono primordiale della vita, un suono che in quel momento stava cantando per me.

Mi chiesi poi se ciò che stessi provando fosse una malattia contagiosa visto che anche il mio cominciò ad accelerare il suo normale ritmo.

-Che cosa mi hai fatto Emma??- domandò facendo l’amore con le mie pupille.

Rimasi senza ossigeno a quelle parole.

Sei parole che dicevano tutto.

Perché il mio cuore batte in questo modo? E’ questo che significa amare? Come hai fatto a farlo? Prima non batteva come è possibile? Adesso mi sento viva ma me lo merito? Io ti merito? Vedi? E’ questo il potere che tu hai su di me…

Una miriade di domande che rientravano tutte in quell’unico quesito che aveva espresso ad alta voce.

Ed io cosa avrei dovuto rispondere??

Presi la sua mano e ricopiando il suo gesto la posai sul mio petto.

-E tu che cosa mi hai fatto??-

Come se ci fossimo messe d’accordo lentamente avvicinammo i nostri visi l’uno all’altro e ci baciammo.

Prima un soffice assaggio di labbra contro labbra, poi cominciammo a muoverle mischiando i nostri sapori, mantenendo le nostre mani sopra i rispettivi cuori, perché il suo era mio ed il mio era suo.

Come se fossimo un tutt’uno smettemmo nello stesso istante e ci allontanammo sorridendo dolcemente.

-Andiamo a fare colazione- propose a voce bassa, ed io la seguì fuori dal letto.

Non ci fu bisogno di dire altro, avevamo già espresso tutto quello di cui avevamo bisogno.

Anche la colazione fu un momento intenso per noi due, restammo tutte il tempo in silenzio, ma non fu per nulla imbarazzante, anzi, fu un silenzio dolce e romantico,ci eravamo già dette tutto quello di cui avevamo bisogno ed adesso avevamo creato questa sorta di connessione che rendeva superfluo comunicare attraverso le parole.

Quasi alla fine del pasto qualcuno bussò alla porta, era un emissario reale.

-Scusate se vi interrompo maestà- anticipò subito facendo un inchino -Ma ho qui una lettera della Regina Elsa di Arendelle, ho pensato fosse importante-

-Hai fatto benissimo- si complimentò lei alzandosi dalla tavola ed andandogli incontro.

-Grazie adesso puoi andare- lo congedò prendendo la busta di carta.

-Ha già risposto alla missiva che ha scritto il signor...di cui non ricordo il nome?- chiesi curiosa.

-A quanto pare si- ed una volta seduta prese un coltello e l’apri.

Lesse in silenzio per un paio di minuti nei quali la mia curiosità crebbe a dismisura ed alla fine sorrise.

-Ha accettato di non cercare più Biancaneve ma vorrebbe comunque contrattare per altri accordi commerciali ed ha colto l’occasione per invitarmi al ballo che si terrà domani sera in onore della Principessa Anna che ha finalmente messo alla luce un bellissimo maschietto-

-Che bella notizia, devi assolutamente andarci- esclamai entusiasta battendo le mani.

-Ovviamente verrai con me- mi corresse sciacquandosi la bocca con un calice di acqua fresca.

-Non credo di essere invitata- le feci notare alzando un sopracciglio.

-Ed allora? A questo tipo di feste ci sono così tante persone che una in più non si nota neanche e in più sono una regina quindi porto chi mi pare-

-Okay, capito, verrò con te- acconsentì alzando le mani in segno di pace, avevo subito capito che non avrei potuto far niente per farle cambiare idea.

-Forza allora! Andiamo a preparare i bagagli!-

-Partiamo ora? Ma il ballo è domani sera- le feci notare confusa.

-Da qui ad Arendelle è un lungo viaggio, se partiamo tra poco arriveremmo in tarda sera e sicuramente non avranno nessun problema ad ospitarci per una notte o più visto che deduco ci fermeremo lì anche dopo il ballo-

-Giusto, dimenticavo che tu sei una regina- risposi prendendola in giro.

-Questo è lo spirito giusto- e detto ciò ci alzammo da tavola per dare inizio ai preparativi.

Ovviamente io non avevo niente con me, ma lei si offrì di prestarmi/regalarmi tutto ciò di cui avessi bisogno.

Dopo aver sistemato un paio di questioni burocratiche ed amministrative sulla gestione del regno in sua assenza partimmo dopo pranzo, quando il sole fu più alto nel cielo.

Il viaggio in carrozza fu scomodo e dolorante eppure la cadenza lenta ed ondulata dovuta alla strada sterrata prese la funzione di una lenta ninna nanna, così visto che quella notte avevamo dormito poco ben presto giunse su Regina un po' di sonnolenza.

A questo punto visto che il viaggio sarebbe durato ancora molto e sarebbe stato altrettanto noioso decidemmo che Regina si sarebbe fatta un bel sonnellino ed io nel frattempo avrei passato un po' di tempo con la mia protetta.

Questa volta passai all’azione.

Sperando che non mi licenziasse mi ero scontrata “per sbaglio” con lei, con un secchio di acqua saponosa in mano.

Ovviamente il liquido si era riversato sul suo abito e dopo un po' di rabbia e strilli generali aveva acconsentito a farselo sistemare da me.

Probabilmente da adesso in poi mi avrebbe odiata ma almeno mi aveva notato, questo era il primo mattone per cercare di costruire un rapporto con la ragazza.

Dopo circa quattro ore tornai da Regina e la trovai ancora addormentata, così decisi di svegliarla...con un bacio.

I suoi occhi si aprirono lentamente ed automaticamente contraccambiò stringendomi a me.

-Mi sei mancata- le confessai prendendo posto accanto a lei.

-Non posso dire lo stesso di te visto che ho dormito tutto il tempo, a meno che io non dica che mi sei mancata nel sonno ma suonerebbe strano- rifletté ad voce alta e questo mi fece sorridere.

-Avevi proprio bisogno di un bel riposino- notai io.

-Ma chissà perché- replicò cercando di trattenere il sorriso ed io abbassai la testa imbarazzata ma lei mi prese subito il mento con due dita.

-Davvero Emma sei...sei molto brava- ammise sottovoce con tono malizioso ed io se possibili arrossì ancora di più.

-Vi fanno un corso gli angeli o cosa?- domandò riportando la conversazione sullo scherzoso.

-Cosa!??- esclamai scandalizzata.

-Suvvia Emmuccia non fare l’angelino puro ed innocente- mi provocò marcando bene la doppia emme nel mio nome.

-Guarda che io sono pura ed innocente- le feci notare.

-Ma davvero? Stanotte non lo sembravi tanto- disse ritornando al tono malizioso ed io arrossì ancora.

-Possiamo cambiare discorso per favore?- chiesi guardando fuori dal finestrino per riprendere fiato.

-Va bene, ma solo se mi dai un altro bacio- rispose lei ed io accontentandola ma fregandola allo stesso tempo le diedi un bacio sulla guancia.

-E cos’era questo?- domandò delusa.

-Quello che ti meritavi- le risposi sorridendo furbamente ed incrociando le braccia sul petto.

Per fortuna quei discorsi imbarazzanti finirono e dopo un’ora arrivammo finalmente ad Arendelle.

Era notte, faceva freddo ed avevamo saltato la cena anche se in realtà nessuna delle due aveva fame.

-Chi va là?- domandò un guardia alle mura del castello.

-Sono Regina dalla Foresta Incantata, la Regina Elsa non mi sta aspettando ma sicuramente mi riceverà volentieri-

La guardia andò ad informarsi e dopo cinque minuti i cancelli si aprirono per farci passare.

Ci fermammo nel cortile e quando scendemmo la splendida, perfetta e glaciale Regina Elsa era lì ad attenderci nel suo splendido abito celeste diamantato.

-Che bello rivederti- la salutò la bionda abbracciandola, poi quando ebbero fatto i loro comodi si girarono verso di me.

-Elsa questa è..-

-La famosa Emma! Ma non era un angelo?- domandò dubbiosa.

Cosa? E lei come faceva a saperlo? Mi domandai stupita.

-Ehm Emma...c’è qualcosa che non ti ho detto- mi disse Regina avvicinandosi, io la fissai in attesa di una spiegazione.

-L’ultimo giorno di Elsa al castello, durante l’esibizione dei giullari, le rivelai tutto di te, mi dispiace ma avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, stavo impazzendo e lei mi ha aiutato a chiarirmi le idee….sei arrabbiata?- domandò veramente preoccupata mentre Elsa imbarazzata si rimpiccioliva su se stessa.

-No..credo..credo solo di essere sorpresa- risposi dubbiosa sulla veridicità delle mie parole.

-Forse è meglio che ne parlate da sole ma volete prima mangiare per caso?- domandò la padrona di casa in modo molto gentile.

-No grazie, a questo punto vogliamo solo riposarci dal faticoso viaggio se tu vorrai ospitarci- rispose Regina.

-Ne sarei lieta- poi battendo le mani proseguì -Forza seguitemi-

Dei vassalli presero i nostri bagagli mentre Elsa ci condusse alla nostra stanza.

-Allora ci vediamo domattina-

-E piacere di averti conosciuto Emma- disse porgendomi cordialmente la mano che accettai volentieri, tutto sommato era una brava persona.

-Buonanotte- disse Regina.

-Buonanotte e grazie per l’ospitalità- mi aggiunsi in ritardo.

-Di niente- e poi se ne andò.

In silenzio prendemmo le valigie lasciate sul ciglio della porta ed entrammo in camera.

Era molto semplice ma allo stesso tempo elegante.

Le pareti erano color verde smeraldo così come il lenzuolo che copriva l’enorme letto a baldacchino.

-Davvero mi dispiace di non avertelo detto, ma me lo sono dimenticata e poi comunque avevo paura di come avresti reagito, proteggere il segreto della vostra esistenza era così importante per te che mi sono sentita come..se ti avessi tradita- mi spiegò malinconica lanciando un’occhiata alla finestra dalla quale si vedeva la luna piena riflessa nel mare gelido di Arendelle.

-Tradita? No non pensarlo mai- la rassicurai avvicinandomi a lei, d’altra parte starle più di dieci metri lontana era per me una sforzo immane.

Grazie alla sua spiegazione l’inquietudine che mi aveva assalita dopo aver scoperto questo piccolo segreto mi aveva totalmente abbandonata.

-E poi sai che c’è? A questo punto mi sono proprio rotta le scatole delle loro noiose e rigide regole- e con quella frase la feci sorridere.

-Wow Emma, le parole- mi fece notare lei.

-E’ colpa tua, mi stai corrompendo- risposi abbracciandola quanto bastava per poter vedere il suo volto.

-Mh dovrei sentirmi in colpa allora- disse mordicchiandosi le labbra.

-E’ probabile- e la baciai o meglio feci finta di baciarla perché mi fermai ad un millimetro di distanza e le sussurrai una proposta allettante.

-Dopo questo viaggio faticoso che ne dici di rilassarci facendo un bel bagno?-

-Insieme?-

-Ovvio, non sapevi che ormai non riesco più a starti lontana?- ed i suoi occhi mi fecero quasi piangere dalla dolcezza di cui erano fatti.

-Vale lo stesso per me- e detto questo andammo a rilassarci.

 

La mattina dopo io e Regina fummo svegliate da una campana molto rumorosa che suonava a festa.

-Mhhhh ancora un altro po’- mugolai nel cuscino muovendo le braccia senza una ragione logica finché non colpì qualcosa di duro e sentì un -Ahi- levarsi dalla bocca di Regina.

-Scu...sami- sbadigliai girandomi a pancia in su.

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.

Un -Avanti- fu mormorato da Regina che si mise seduta.

In stanza entrò una giovane ragazza.

-Buongiorno- esclamò ella molto pimpante aprendo le tende che impedivano alla luce solare di entrare in camera.

-Oggi è un gran giorno!-

-Lei chi è?- chiese giustamente Regina.

-Io devo aiutarla a vestirla e a prepararsi per la grande festa ma prima devo condurre Emma da un’altra parte-

-Dove?-

-Io!?- chiedemmo contemporaneamente.

La ragazza ignorò entrambe e mi trascinò letteralmente giù dal letto porgendomi una vestaglia per coprirmi.

Una volta vestita salutai con una mano Regina e poi fui condotta di corsa davanti ad una porta e lasciata sola.

Titubante bussai e la voce di Elsa mi invitò ad entrare, ed io timidamente lo feci.

-Perché hai voluto vedermi?- domandai sulle spine.

-Perché volevo parlarti e aiutarti a farti bella per Regina- mi spiegò dolcemente.

-E a te cosa importa?- chiesi cercando di essere il meno scorbutica possibile.

-Mi importa perché Regina è mia amica e ci tengo che sia felice- mi spiegò pacificamente e senza aspettare una mia risposta mi fece strada verso una piccola camera, piena di abiti.

-Wow- mi meravigliai osservando intorno a me decine di abiti regali e luccicanti.

-Stamattina stavo rovistando in giro ed ho trovato qualcosa fatto a posta per te- mi spiegò e da un armadio tirò fuori uno dei più bei vestiti che avessi mai visto.

Aveva il corpetto a cuore che si stringeva in vita grazie ad una cintura di diamanti, poi la gonna scendeva liscia fino ai piedi.

La stoffa era di un colore azzurro come il cielo in cui il sole comincia ad albeggiare e tutto l’abito era ricoperto da piccole rose bianche ricamate a mano.

-Forza provalo-

-Grazie Elsa non so cosa dire-

-Prima di ringraziare aspetta di averlo indosso- e prendendolo in mano mi accorsi che la schiena era leggermente scoperta mentre la stoffa che rimaneva era ricoperta da piccoli brillantini color argento.

Elsa mi aiutò ad indossarlo e solo alla fine mi porse anche dei guanti di pizzo bianco lunghi fino al gomito.

Mi guardai allo specchio ed ero meravigliosa, ciò che colpiva di più erano i miei capelli che venivano esaltati da quei colori chiari ed azzurrini.

-Regina rimarrà a bocca aperta- commentò la nordica.

-Speriamo- risposi mentre lei si apprestava a mettere un po’ di ordine.

-Come mai il tuo abito ha due tagli sulla schiena?- domandò scettica indicando la prova del delitto.

-Oh quello è per le mie ali- spiegai ammirando ancora il mio riflesso.

-Ma tu non hai delle ali- controbatté confusa.

-O forse sei tu che non le vedi- risposi sorridendole.

-Emma a proposito, ieri sera non ho voluto chiedere perché non mi sembrava il momento ma come fai ad essere qui? A detta di Regina la vostra era una situazione molto complicata-

-E’ successo qualcosa di magico che mi ha consentito di stare finalmente insieme a Regina-

-Allora ne sono felice, sai..ti ricordi la nevicata che ho creato prima di andarmene?- mi domandò sedendosi sul bordo del letto mentre io rimasi in piedi ma concentrata su ciò che mi stava per dire.

-Si, a proposito, grazie mille, è stata stupenda- dissi sinceramente, ricordando con chiarezza il momento in cui Regina aveva confessato i suoi sentimenti.

-L’ho fatto per voi- aggiunse velocemente.

-Per noi?- domandai sbalordita non capendo bene ciò che mi volesse dire.

-Sapevo che la neve avrebbe creato il luogo giusto per far finalmente aprire il cuore di Regina-

-E perché lo avresti fatto?- domandai davvero curiosa.

-Come ti ho già detto Regina è una mia cara amica e avresti dovuto vedere il modo in cui mi raccontava di te, i suoi occhi luccicavano, la sua voce era meno crudele ed il suo volto più rilassato, da quando la conosco non l’avevo mai vista così e da subito ho capito quanto fosse importante che lei si lasciasse andare-

-Io non so cosa dire- risposi quasi commossa.

-Per molto tempo ho cercato di distruggere quei muri di crudeltà che lei aveva edificato intorno a se ma non ci sono mai riuscita e quando ho capito che invece tu ce l’avevi fatta ho realizzato subito di dover fare qualcosa perché lei non avrebbe mai avuto il coraggio necessario per buttarsi, per camminare in un territorio nuovo e sconosciuto e che senza un aiuto avrebbe sicuramente rovinato tutto tornandosi a rintanarsi nel suo letargo piuttosto che affrontare la nuova sfida che la vita le aveva finalmente concesso.-

-Grazie mille- risposi con gli occhi lucidi, commossa da quel discorso così toccante e non sapendomi controllare le andai incontro e l’abbracciai, lei colta di sorpresa ci mise un po’ ma poi contraccambiò la stretta.

-Di niente- borbottò imbarazzata sulla mia schiena.

-No invece, grazie per esserci stata per lei quando io non c’ero, grazie per averla aiutata ad aprirsi con me e grazie per questo magnifico abito, lo adoro-

-Ne sono felice- rispose imbarazzata e per non farlo notare cambiò velocemente discorso.

-Ma adesso toglitelo, dobbiamo andare a pranzo e non voglio rovinare la sorpresa a Regina- mi spiegò strizzandomi l’occhio ed io ridacchiai.

Nell’immensa sala da pranzo ritrovai la mia amata ed anche lei mi raccontò di aver trovato un abito per il ballo.

Per il pasto si aggiunse anche la Principessa Anna con suo marito e finalmente ebbi il piacere di conoscerli.

Ella era una ragazza davvero molto dolce e simpatica ed oltre ai suoi capelli arancioni ciò che più colpiva di lei era la sua spiccata parlantina.

Mi raccontarono di come si conobbero, della avversità che affrontarono e si raccomandarono con me di non perdere mai la speranza perché tutti i sacrifici un giorno verranno ripagati ed il loro premio era arrivato sotto forma di un bellissimo bambino che avrei potuto ammirare stasera.

Dopo mangiato ci dividemmo di nuovo e questa volta andammo a prepararci per davvero, il ricevimento sarebbe iniziato nel primo pomeriggio.

 

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Capitolo 29
*** Epilogo ***


Col passare del tempo il castello si riempì ben presto di una moltitudine di reali provenienti da paesi diversi, tutti accorsi per celebrare la nascita di quel piccolo principe che da grande avrebbe ereditato le sorti del Regno Di Ghiaccio.

Da un bel po' ero rimasta sola nella camera in cui mi ero vestita, Elsa mi aveva abbandonata per prepararsi a sua volta ed adesso aspettavo solo il momento di raggiungere Regina e dare inizio all'evento.

Non potevo nascondere che ero molto emozionata, avevo già assistito a feste simili ma fin'ora solo nelle vesti di un angelo fantasma.

Adesso sarebbe stato tutto nuovo per me.

Dopo una decina di minuti trascorsi con il naso incollato alla finestra, ad ammirare la sfilata di persone che entrava elegantemente dal portone e faceva bello sfoggio di se, vennero a chiamarmi, Regina mi aspettava nella nostra camera per andare insieme al ricevimento.

Camminai per i grandi corridoi del palazzo e svoltato l'angolo raggiunsi il luogo in cui Regina mi aspettava e subito la vidi.

Era ferma, davanti alla porta e stava guardando nella direzione contraria alla mia e per questo non mi aveva notata.

Meglio per me, avrei avuto più tempo per osservarla, pensai.

Indossava un abito di colore rosso intenso di un tessuto morbido e lucido, lungo il collo e alla fine della maniche erano presenti tante perline luccicanti color argento, stesso colore della piccola cintura che aveva in vita, in più aveva una piccola mantella a coprirgli la schiena tenuta insieme da una spilla sulla spalla, sempre di color argento, era un abito semplice ma che esaltava ancora di più la sua bellezza.

Finalmente anche lei si accorse di me e rimase a sua volta senza fiato, aprì e richiuse velocemente la sua bocca.

Mi avvicinai camminando piano ma in modo da attirare di più la sua attenzione.

-Sei illegale- mi salutò una volta che mi fui fermata davanti a lei.

-Tu di più- risposi abbassando lo sguardo.

-Dimmi che sei ancora un angelo e solo io posso vederti- continuò ignorando la mia risposta.

-Tecnicamente..- ma poi capì meglio il senso delle sue parole e sorrisi.

-Purtroppo per te non lo sono, altrimenti non potrei fare questo- e la baciai trasportando le nostre menti in un mondo lontano, un modo in cui esistevamo solo noi due e i nostri contatti fisici che per tanto tempo avevamo bramato.

-Mh forse non è poi una così gran sfortuna- borbottò tenendo gli occhi chiusi per godersi un altro po' il momento.

-Dai andiamo- la incitai elettrizzata.

Con mia sorpresa mi prese a braccetto e mi condusse all'entrata dell'enorme sala in cui aveva luogo l'evento.

Venimmo annunciate semplicemente come “Regina dalla Foresta Incantata e la sua accompagnatrice” ma comunque nessuno badò a noi, la voce dei presenti copriva di gran lunga il valletto che ci aveva annunciate.

O almeno questo fu ciò che pensai all'inizio.

Perché dopo qualche tempo in cui ci aggiravamo in giro le persone cominciarono a confabulare tra di loro al nostro passaggio, o meglio, al passaggio di Regina.

Ben presto il suo viso si incupì e riconobbi chiaramente la sua anima venir soffocata dalla tristezza e da brutti ricordi, da qualcosa da cui stava cercando di liberarsi ma purtroppo la sua brutta reputazione non verrà mai veramente dimenticata.

Così ad un certo punto la presi per mano e la portai vicino al tavolo degli stuzzichini per avere un luogo in qualche modo più privato del centro della stanza.

-Ehi non pensarci, vai a chiacchierare con qualcuno, spettegola, fai battute che nessuno capirà ma cerca di fare amicizia, di far capire che non sei più quella di un tempo- cercai di tranquillizzarla mentre ancora si guardava intorno per cercare di contare le persone che stavano facendo finta di non osservarla.

-Emma è che io...mi vergogno..- ammise a bassa voce.

-Di loro? Non devi sono..-

-Non di loro, di ciò che sto provando- chiarì evitando il mio sguardo.

-Stai per caso provando manie omicide? No perché se è così ti capirei, hanno tutti la puzza sotto il naso che..- fui interrotta dalla sua risata leggera e sorrisi, cercare di metterla di buon'umore era proprio quello che stavo cercando di fare.

-No è che io..ho pa..ura- confessò abbassando gli occhi e capì da dove derivava tutto quel disagio.

Per lei avere paura era sbagliato, quando invece era il sentimento più normale per un essere umano.

-Ed avere paura mi fa sentire così debole-

-Ehi- le dissi accarezzandole una guancia -Va bene essere deboli, va bene avere paura, ciò che non va bene è provarli per delle persone che non meritano la tua attenzione. Ascolta tu adesso ti inoltri tra di loro e fai vedere a tutti la nuova te, la vera te, se alla fine della serata ti guarderanno ancora male allora non pensarci, non lo meritano-

-Okay- rispose con un po' più di sicurezza.

-E poi possiamo essere deboli ed impaurite insieme no?- aggiunsi per farle capire che io c'ero.

E fui ricompensata dalla cosa più bella del mondo, il suo sorriso.

Io non conoscevo nessuno, Regina invece aveva molte conoscenze e questa volta non si fece scoraggiare dalle occhiate che riceveva e come il galateo voleva andammo a salutare qualche persona che lei conosceva meglio.

All'inizio tenne sempre stretta la mia mano tra la sua poi però, una volta che fu più sicura di se stessa la lasciò e da lì in poi ci lanciammo solo delle occhiate senza mai parlare.

Le conversazioni variarono per lo più tra argomenti che andavano dalla politica ai pettegolezzi e dopo un po' cominciai a notare qualcosa che mi risultò anomalo.

Regina presentandomi non aveva mai accennato a qualche tipo di legame romantico tra di noi, io ero solamente la sua accompagnatrice.

Questo fatto perseguitò la mia mente per il resto della serata perché non riuscivo a darmi una risposta, si vergognava per caso di me??

Insomma al suo castello non aveva mai avuto problemi di questo tipo quindi cosa era cambiato adesso?

Fingevo di sorridere e di partecipare alle conversazioni da cui comunque venivo sempre esclusa, ogni tanto mangiucchiavo qualcosa ma per il resto passai la serata come l'ombra di Regina, silenziosa ed ignorata perfino da Regina stessa.

Certo l'avevo incitata io ad integrarsi nell'ambiente ma comunque non mi faceva piacere venire ignorata, sopratutto perché riportava alla mente ricordi poco graditi.

Finalmente ci prendemmo una pausa rintanandoci in un corridoio isolato adiacente alla sala della festa.

-Scusami, lo vedo dalla tua faccia che ti stai annoiando ma il consiglio che mi hai dato era perfetto, scambiare quattro parole con tutti è stato terapeutico, anche se devo ammettere

che mi costa molto essere gentile con tutti sopratutto perché mi costringono ad ignorare un angelo come te- spiegò lasciandomi una carezza sulla guancia e sorridendomi.

Certo la sua spiegazione era comprensibile eppure non spiegava il perché mi aveva trattato come se non fossi nessuno per lei.

-Ti prometto che da adesso in poi nessuno mi distrarrà più da te- ed io annui silenziosa alle sue parole.

-C'è qualcosa che non va?- era ovvio che si sarebbe subito accorta che c'era qualcosa che mi turbava, d'altra parte nessuno mi aveva insegnato a mentire bene.

-No niente è che..- e cominciai a piangere.

Cavolo ma quanto ero stupida?

Asciugai subito l'acqua salina scesa sulle mie guance e mi girai dalla parte del muro che era alle mie spalle, così che nessun altro potesse vedermi anche se c'eravamo solo noi due.

-Emma, ehi, perché piangi?- mi domandò preoccupata Regina posandomi le mani sulle spalle.

Già, bella domanda, probabilmente la causa era da ricercare all'inizio della nostra storia.

Certo ci ero rimasta male a non essere mai stata presentata come la sua compagna, primo perché ciò mi riempiva la testa di domande piene di insicurezze, forse Regina aveva cambiato idea, non mi amava più, non mi voleva più intorno o ancora peggio, si vergognava di me?

Secondo perché avevo avuto di nuovo l'impressione di essere invisibile, ignorata in quel modo da tutti, come se non esistessi.

-Per favore rispondimi, così mi fai preoccupare- mi implorò sofferente girando con forza il mio corpo per potermi guardare negli occhi come se in qualche modo loro potessero parlare.

-Scusa non era mia intenzione scoppiare a piangere- risposi con voce roca.

-Ma cosa è successo? Qualcuno ti ha fatto del male?- e risposi sinceramente.

-Si, tu- le mie parole furono come una scarica elettrica prodotta da un fulmine che le attraversava il corpo da capo a piedi, l'avevo ferita.

-Cosa ti ho fatto?- domandò con il cuore spezzato.

-Mi hai ignorato come se fossi una stupida ancella al tuo servizio, se ti vergognavi di me potevi dirlo subito così mi sarei risparmiata il viaggio!- le mie parole taglienti le fecero spalancare gli occhi ma anche io mi stupì di me stessa.

Non era da me reagire in quel modo, di solito prima di saltare alle conclusioni aspettavo sempre qualche spiegazione in più, non era da me reagire in modo così violento e poco educato.

Un pensiero veloce e improvviso mi attraversò la mente.

E se stessi diventando umano? E se in qualche modo stessi diventando più succube delle miriadi di emozioni e sentimenti da cui gli esseri umani venivano bombardati ogni giorno, ciò che le distingueva da tutti gli altri essere viventi, perfino da noi angeli, incapaci di provare emozioni così forti, violente, travolgenti e passionali.

Forse tutto questo era davvero possibile, d'altra parte adesso ero una mezzosangue, a metà tra due specie, e le conseguenze di questa forma erano ancora tutte da esplorare.

-Sei una stupida che rovina sempre tutto- sbuffò irritata Regina interrompendo i miei ragionamenti.

Cosa? Io le avevo praticamente aperto il cuore e lei mi rispondeva in quel modo?

-Adesso io devo andare ma per favore non giudicarmi adesso, se davvero mi ami aspetta a farlo- e se andò via da me.

Io rimasi da sola, con la faccia sconvolta come una stupida.

Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, perché dovevo aspettare a giudicare? E giudicare cosa? Forse il suo comportamento? E poi dove era scomparsa?

Ancora confusa rientrai nella stanza della festa e notai che le persone stavano cominciando a radunarsi intorno alla fine di una scale che portava al piano superiore.

-Scusi cosa sta succedendo?- chiesi ad un signore vicino a me.

-Tra poco verrà ufficialmente presentato a tutti il neonato, ma prima come di consuetudine ci sarà il rito del ciclo della vita al contrario-

-E cosa sarebbe?- domandai gentilmente, non che mi importasse molto in realtà.

-Praticamente adesso sulle scale salirà una persona che annuncerà la morte di qualcuno, poi un'altra annuncerà un matrimonio, un'altra ancora l'inizio di un corteggiamento ed infine la Principessa Anna annuncerà la nascita di suo figlio-

Ringraziai l'uomo per quella spiegazione e mi guardai intorno in cerca di Regina senza ottenere risultati.

Sospirando mi arresi e puntai i miei occhi verso la scalinata, ormai tanto valeva vedere cosa sarebbe accaduto.

Ci furono degli squilli di tromba e la voce di Elsa annunciò l'inizio del rito Ciclo della Vita al contrario, che doveva servire per portare fortuna sulla vita del bambino

Nel silenzio più totale una bambina annunciò la morte di suo nonno e invitò tutti noi al funerale che si sarebbe tenuto il giorno dopo, poi fu il turno di un uomo, che a gran voce gridò a tutti l'intenzione di voler sposare una certa Maria, ci furono momenti di terrore nei suoi occhi ma finalmente la donna rispose di si e l'uomo scese di corsa per andarla ad abbracciare e dopo un romantico bacio partirono una marea di applausi per congratularsi con la nuova coppia.

Ristabilito il silenzio di cui il rito aveva bisogno l'attenzione di tutti fu di nuovo catturata dalle scale sulle quali era presente.........Regina??

Cosa diavolo ci faceva Regina in piedi su quelle scale??

-Buonasera, il mio nome è Regina, provengo dalla Foresta Incantata e sono qui per annunciare pubblicamente la mia intenzione di corteggiare Lady Emma del lontano Regno Lucente, se lei mi farà il meraviglioso dono di accettare la mia corte ovviamente-

Rimasi impietrita fissandola a bocca aperta, non molti mi conoscevano ma in pochi secondi la voce si sparse e ben presto mi ritrovai gli occhi di tutti a fissarmi.

Cosa dovevo fare? Non sapevo neanche cosa volesse dire fare la corte, o forse lo sapevo ma non riuscivo a ricordarlo?

Regina scese lentamente le scale e tutti gli fecero strada per raggiungermi, ma ad una certa distanza si fermò.

-Questo è il momento in cui tu dovresti dire qualcosa- suggerì imbarazzata, facendo un sorriso preoccupato.

Io la fissai a bocca aperta, a parte il fatto che era bellissima,.....a cosa stavo pensando? Non ricordavo più cosa volevo dire.

Forse era quella a ragione del suo strano comportamento?

Mi aveva ignorato a posta?

E poi cosa voleva dire che mi faceva la corte? Che eravamo fidanzate? Ma non lo eravamo già? E poi perché aveva voluto annunciarlo così davanti a tutti? Io mi vergognavo.

Non ci stavo capendo niente.

-Emma..?- richiamò la mia attenzione Regina.

Le persone stavano cominciando a confabulare tra loro, quanto tempo era passato?

-Si..- mi schiarì la voce -Si accetto la tua corte-

Lei mi sorrise in un modo così bello che automaticamente fece sorridere anche me, anche se io ero un po' più imbarazzata, visto che intanto erano partiti gli applausi.

Velocemente ridusse la distanza che c'era tra di noi e pensai volesse baciarmi invece mi prese delicatamente il braccio destro e mi fece il bacia mano.

Dopo quel gesto nessuno ci guardò più, adesso l'attenzione di tutti era di nuovo attratta dalle scale sulla quale la Principessa Anna stava arrivando nel suo splendido vestito rosa come l'alba di prima mattina, con il viso splendente che solo la maternità poteva dare, e fiera di se alzò in alto il suo bambino in fasce così che tutti potessero ammirarlo.

Ogni persona presente cominciò ad applaudire ed ad acclamare il nome del neonato.

Quella confusione riscosse anche noi due che eravamo rimaste immobili a fissarci.

Ci girammo in direzione della principessa per prendere anche noi parte ai festeggiamenti.

Finito di applaudire la folla si mise in fila per andare ad ammirare più da vicino il piccolo principino.

Visto che comunque la fila era lunghissima e sarebbe passato tantissimo tempo prima del nostro turno portai Regina nello stesso corridoio isolato di prima, avevo bisogno di una spiegazione.

-Perché lo hai fatto?- chiesi subito senza giri di parole.

-Mi dispiace averti ignorata prima, l'ho capito che ti ho fatto tornare indietro ai primi tempi ma davvero era necessario- rispose stringendomi le mani.

-Ma perché? Non mi sembrava che al tuo castello ti fossi fatta tanti problemi-

-Esatto, perché quello è il mio castello e so come gestirlo, ma qui non posso fare niente e dovevo cercare di proteggerti-

-Proteggermi?- domandai confusa, cercando di capire a quale tipo di pericolo ero andata in contro.

-Ascolta questa società richiede un certo tipo di comportamento, del quale non mi è mai importato ma adesso ci sei tu, e non potevo permetterlo-

-Permettere cosa?- si guardò un attimo intorno e poi rispose.

-Vedi quando due persone sono innamorate o si sposano o sono nel periodo del corteggiamento, ovvero quando due persone si conoscono a vicenda, ho dovuto far finta di niente prima di annunciare a tutti..che insomma..noi siamo innamorate- e sorridemmo entrambe alle sue parole – perché altrimenti saresti potuta passare come un'altra tipo di persona, ed io non volevo assolutamente questo per te-

-Che tipo di persona?- chiesi curiosa.

-Sai quel tipo di persona...che è Malefica-

-Ohhhhh- risposi capendo immediatamente, adesso tutto aveva un senso.

-Ma Elsa sa di noi due, ma di lei non ti sei mai preoccupata- osservai io.

-Certo perché lei è mia amica, mi fido, e questo tipo di cose non le hanno mai dato problemi- e dopo la spiegazione aggiunse -Puoi perdonare il mo comportamento?- chiese credendo davvero che io avrei potuto non perdonarla.

-Vieni qua- e stringendola a me la baciai e approfittando del fatto che eravamo sole, mi impegnai ben bene in un bacio che di casto aveva ben poco.

-Dovrei farti arrabbiare più spesso- commentò pulendosi il labbro con il pollice.

-Non ci pensare neanche- risposi fingendomi offesa e lei rise.

-Dai adesso andiamo, dobbiamo dare i doni al bambino-

-Doni? Ma noi non abbiamo niente con noi- dissi terrorizzata di far brutta figura presentandomi senza nessun regalo.

-No tranquilla è metaforico, ognuno degli invitati deve donare al piccolo un dono, una qualità, un sentimento, ma è tutto a parole, è solo un buon auspicio, niente di più-

-Ah okay, allora andiamo-

Tornati nella sala principale ci mettemmo in fila e alla fine riuscimmo ad osservare il bellissimo figlio di Anna, aveva una faccia dolce e serena come tutti i neonati.

Regina gli donò la qualità di non diventare mai cattivo e quando toccò a me rimasi un po' a pensarci, con gli occhi dei presenti che mi osservavano.

Alla fine presi una decisione e mi rivolsi al neonato stesso.

-Ti auguro che tu da grande possa avere un bravissimo angelo custode che ti protegga da tutti i mali di questo mondo- Elsa che era alle spalle di Anna sorrise alle mie parole e poi ce ne andammo, facendo scorrere la fila.

Una volta che il rito fu concluso Anna e Kristoff diedero inizio alle danze, il festeggiamento finale.

-Vuoi ballare?- mi chiese Regina all'improvviso, offrendomi una mano.

-Ehm volentieri...è che non ho mai ballato veramente, così davanti a tutti- spiegai imbarazzata.

-Non preoccuparti, ti guido io- si offrì lei e guardandola negli occhi le affidai il mio corpo, che comunque era già suo.

Mi strinse per la vita e cominciammo a muovere qualche passo, ogni tanto sbagliavo direzione ma lei mi riportava subito sulla buona strada.

-Devo farti una domanda importante- disse all'improvviso con sguardo serio interrompendo per un attimo il momento romantico che si era creato.

-Dimmi pure- risposi con una punta di terrore, impaurita da ciò che potesse chiedermi.

-Sei felice?- rimasi spiazzata da questa domanda.

-Perché me lo chiedi?-

-Tu rispondi per favore-

-No io non sono felice- queste mie parole parvero ucciderla - Perché la felicità che intendi tu non sarà mai adatta a definire ciò che provo ogni giorno da quando ti ho incontrata, Regina tu mi hai stravolto la vita, forse in peggio forse in meglio, chi può dirlo, ma so che adesso non desidererei altro che te. Forse non te ne rendi conto, ma per te ho desiderato rinunciare alla mia forma angelica, la cosa più importante che avevo, ciò di cui ero fiera, ciò che definiva me stessa.

Quindi no, non sono felice, perché la felicità non è abbastanza per descrivere ciò che il mio cuore prova per te, per me e per tutto il resto-

Quella mia dichiarazione parve spiazzarla, di certo spiazzò me, ancora una volta ero stata travolta dalle potenti emozioni umane.

-Sai prima di innamorarmi di Daniel e di te ho sempre pensato che dire “ti amo” fosse stupito, voglio dire sono solo due parole che all'inizio possono emozionarti ma dopo un po' possono venire a noia, o comunque possono essere scontate e banali ma invece grazie a voi ho capito che non è così, perché io potrei passare anni a ripeterti all'infinito quanto ti amo e non ne avrei mai a noia-

-E io potrei passare anni a sentirtelo dire ma avrebbe lo stesso impatto emotivo della prima volta-

 

 

 

 

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-Jacob che cosa hai fatto!- esclamò arrabbiata la voce dell'apprendista, avvicinandosi di tutta furia al luogo dove lo scrittore e la sua Penna stavano lavorando.

-Ascolta un attimo prima di arrabbiarti, so che ho sbagliato ma è stata la Penna a dirmi di farlo- si giustificò Jacob alzandosi in piedi.

-La penna?!Mi prendi in giro?- domandò amareggiato l'apprendista.

-No non oserei mai- e alla sua faccia da innocente il vecchio non resistette e con gli occhi gli diede il permesso di continuare con le sue giustificazioni.

-Io non ho cambiato niente, ho solo accelerato le cose-

-E questo cosa vorrebbe dire?-

-Emma e Regina sono destinate a stare insieme, qualunque cosa succeda loro troveranno sempre un modo per stare insieme, è il loro fato, è già stato scritto da migliaia di anni-

-E allora perché hai trasformato Emma in una mezzosangue?- chiese l'apprendista confuso da ciò che l'autore aveva causato.

-Te l'ho già detto, per facilitare l'avvenire del loro fato-

-Ma perché lo hai fatto? Se il loro fato era cosparso di pericoli e disavventure tu non avevi il diritto di cambiarlo-

-E invece lo avevo!- gridò lui arrabbiato.

-La Penna mi ha mostrato la nostra morte, mia, tua, della Foresta Incantata e della Penna stessa-

-Impossibile, la Penna è indistruttibile- controbatté l'apprendista sconvolto dalle sue parole apocalittiche.

-Ed invece si, se non avessi apportato dei piccoli cambiamenti Emma e Regina avrebbero tentato il tutto e per tutto per stare finalmente insieme e con il tempo avrebbero ceduto all'offerta di Tremotino, sarebbero diventate egoiste e avrebbero trasportato tutti noi in un mondo senza magia, dove Emma sarebbe potuta essere una semplice umana, ma la magia, colei che ci tiene in vita sarebbe morta e senza di essa anche la Penna avrebbe cessato di esistere- l'apprendista emise un verso strozzato nell'udire quella profezia.

-Così ho infranto le leggi, ho riscritto un lieto fine per le due salvando tutti noi-

-Mi dispiace Jacob, ti prego di perdonarmi- disse l'apprendista inchinandosi di fronte all'autore capendo la gravità del suo errore.

-Tranquillo maestro, accetto le tue scuse ed adesso alzati- ed il vecchio fece ciò che l'autore chiese.

-E' strano però che queste due semplici persone avrebbero potuto causare così tanti guai solo in nome dell'amore- osservò l'apprendista.

-Sono molti anni che ricopro il mio ruolo e fidati se ti dico che non ho mai incontrato una magia tanto forte da legare indissolubilmente due persone, non dimenticarti mai che il vero amore è la magia più forte di tutti, ed il loro è inevitabilmente vero amore-

 

FINE

 

 

 

Allora eccoci qua, alla fine della mia seconda long SwanQueen.

Spero davvero vi sia piaciuto questo finale, soprattuto la parte dell'autore.

Ringrazio tutti colore che non l'hanno abbandonata, l'hanno messa nelle piaciute/seguite/ricordate e l'hanno recensita, e vorrei ringraziare particolarmente le preziosi recensioni di Kaninchen perché senza di lei probabilmente questa storia avrebbe fatto molto più schifo.

Scusate per il ritardo nella pubblicazione ma il mio computer si è rotto e non so quando potrò comprarlo nuovo, infatti adesso sto scrivendo da quello di un'amica.

Comunque appena lo avrò preparatevi perché non ho intenzione di stare lontana da EFP e dalle SQ perché ho tantissime progetti che non vedo l'ora di scrivere.

Infine una piccola precisazione tecnica, la dichiarazione di Regina è stata inserita sperando che Arendelle sia un mondo migliore del nostro dove l'omosessualità è ben accetta, in più non ho mai fatto il nome del bambino perché preferisco che ognuno se lo immagini come più preferisce.

E niente, Viva La SwanQueen <3

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