Tutto torna.

di cioco_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. 180 giorni dopo ***
Capitolo 3: *** 2. Poche utili informazioni ***
Capitolo 4: *** 3. Fiducia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve mondo. Benvenuti in questa mia nuova storia. Sono oramai due anni che sono ferma dallo scrivere qualcosa, ancora di più a scrivere qualcosa legato a una serie Tv. Anni fa mi ero già buttata a scrivere sulla nostra amata Veronica, addirittura da un altro account (di cui ovviamente ho scordato la pass e sono rimasti solo i racconti on line), e sinceramente dopo essermi riguardata oramai già una decina di volte il film da quando è uscito, e in momenti di malattia essermi riguardata ultimamente tutte le 3 stagioni, ho deciso di riprovare a fantasticare su questa fantastica serie. Ora, spero di riuscire a rendere i personaggi caratterialmente il più simile possibile agli originali, e spero soprattutto di appassionarvi con la mia storia. Un bacione a tutti e buona lettura

Prologo


Partecipare, mio malgrado, alla reunion dei ex studenti del mio liceo.? Fatto.

Ritrovarmi dopo nove anni di “fermo” a dare caccia a un assassino.? Fatto.

Sbattere in gabbia l'assassino.?? Ovviamente, Fatto.

Salvare un amico dall'accusa di omicidio.?? Fatto.

Lasciare una vita favolosa come avvocato a New York.?? eh si, Fatto.

Lasciarmi con il ragazzo perfetto.?? Fatto anche questo.

Ritornare con il ragazzo del liceo.?? Fatto.

Ritornare la cara vecchia Veronica Mars.?? Decisamente Fatto.

Bene Veronica, 9 anni di fatica per scappare dalla tua vita a Neptune, buttati al vento per tornare di nuovo qui. Ma siamo sinceri: se fossi così saggia da capire la differenza tra quello che posso e non posso cambiare, io sarei quella che sono? Questo sarebbe quello che faccio.? Papà dice che questa città può divorare una persona. È quello che succede quando giochi una partita truccata. Io mi ero convinta che vincere significava andare via. Ma in quale mondo abbandoni l'incontro e dici che hai vinto? Questo è il mio mondo. Al cento del ring. Io sono questa. Ho sguazzato troppo nel fango, se mi lavo poi rischio di non riconoscermi più, quindi perché non accettare semplicemente il fango e la mia tendenza a rotolarmici dentro? Mi chiamo Veronica, e sono Neptune-dipendente. Ciao Veronica.

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Capitolo 2
*** 1. 180 giorni dopo ***


Giusto qualche informazione prima di lasciarvi alla lettura. Questo è il primo capitolo, che fa da reale introduzione a quello che sarà la storia. Perciò non aspettatevi poemi, solo qualche riga, che spero però vi intrighi e vi porti ad appassionarvi alla storia

1. Quella piacevole finta pace


180 Giorni.
Erano passati estremamente in fretta paragonati ai 9 anni di silenzio che si erano frapposti tra me e Logan. 180 giorni di chiamate interrotte, mail sempre troppo corte, e giorni di incredibili silenzi che mi tenevano sempre con il fiato sospeso. Ma avendo pur sempre una reputazioni da portare avanti, ovviamente non avevo fatto trasparire le mie emozioni con nessuno, buttandomi a capofitto nelle indagini più svariate.

Dopo la pessima figura di Lamb, che fece il giro del web grazie alle nostre registrazioni durante il caso di Logan, lo sceriffo aveva finalmente ricevuto un velato ordine di dimettersi, grazie al quale i cittadini di Neptune furono richiamati al voto, per le elezioni del nuovo sceriffo. A 9 anni di distanza da quelle che furono truccate, e che rimandarono mio padre a occuparsi della Mars Investigation, le elezioni di quell'anno portarono finalmente Kheit Mars nuovamente dietro la scrivania che lo spettava, e dava a me il pieno controllo di tutti i casi che passavano dall'ufficio. Insomma un sacco di occasioni per occupare il mio tempo.

Nonostante il lavoro però, e il mio più totale autocontrollo che mi ero imposta sull'argomento “Logan” in quelle settimane, fu difficile trattenere il più sincero dei sorrisi quando finalmente potei rivedere l'affascinante figura del mio uomo sbucare dal Gate d'uscita.

- Mi scusi Signorina, stava aspettando qualcuno.?? - chiese con quel suo fare malizioso avvicinandosi il ragazzo.
- Mha... diciamo che aspettavo il mio uomo. Magari l'ha visto in aereo: alto, biondo, occhi azzurri. Questa descrizione le dice qualcosa.?? -inizia a scherzare io avvicinandomi alle sue labbra. Logan fece cenno di no con la testa, e con ancora quel suo ghigno stampato in faccia, si fiondò a baciarmi come qualsiasi ragazza dovrebbe esser baciata dopo 180 giorni di lontananza.

- Sai, non so il tuo ragazzo, ma io ho una bella villetta, sulla spiaggia, vista mare dalla camera da letto, che sarebbe molto comoda dove continuare questa sessione di baci – Propose divertito staccandosi dalle mie labbra. Sorrisi come una 15enne, e dopo avergli preso la mano, ci dirigemmo fuori dall'aeroporto.

- Ti prego Mars, dimmi che sei venuta con la mia bambina – domandò con ansia Logan, guardandosi intorno nel parcheggio alla ricerca della sua amata Mercedes Cabriot.
- Sapevo che amavi più lei di...- iniziai a protestare con tono finto offeso, quando degli spari tuonarono da dentro la Hall principale dell'aeroporto.

Il ragazzo mi buttò in automatico a terra per proteggermi, ma senza un reale pericolo, dato che il fuoco era già cessato. Il panico ovviamente pervase nel luogo: urla, bambini che piangevano, gente che correva senza meta. Dopo pochi attimi di stordimento, non potei che alzarmi di scatto, e guidata dal mio solito poco buon senso, mi precipitai sulla scena della sparatoria. Logan mi corse dietro sbraitando di non fare la solita eroina, quando tutti e due, una volta varcate le porte dell'aeroporto non potemmo che rimanere esterrefatti dal caos che si presentava davanti agli occhi.
La polizia correva in tutte le direzioni possibili, divisi in gruppi di 2 o 3 uomini alla volta, ma dandosi coordinate del tutto differenti. C'era chi gridava “giù per la rampa di scale”, chi “ragazzi l'ho visto sulla destra” o chi ancora segnalava di averlo visto oltrepassare correndo il check in. Ma quello che mi colpì di più furono gli occhi di una bambina in mezzo alla folla, proprio di fianco a una colonna. Non parlava, non piangeva, ma continuava a girovagare con lo sguardo come se fosse in cerca di aiuto. Mi concedetti nel caos di fissarla per qualche istante più del resto che mi circondava. Era come se l'avessi già vista, come se quel viso non mi fosse nuovo. Avrà avuto su per giù una decina d'anni.
Continuai a fissarla, fin quando non mi accorsi che la sua maglietta e le sue mani erano ricoperte di sangue. Quando finalmente notai quel particolare, strattonai Logan e le corsi incontro. A fianco a lei giaceva oramai il cadavere di una donna, immersa in una pozza di sangue. Due spari secchi, proprio come quelli che avevano rieccheggiato in tutto l'aeroporto. Uno diretto al cuore, uno alla testa. In poche parole nessun atto di terrorismo nella cara e vecchia Neptune, solo un omicidio in grande stile, eseguito da un professionista.

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Capitolo 3
*** 2. Poche utili informazioni ***


Buona sera.!! rieccomi finalmente con un nuovo capitolo. Ringrazio tutti quelli che hanno iniziato a incuriosirsi alla storia, e avviso che i primi capitoli saranno piuttosto semplici, ma devo pian pianino introdurvi al caso, in modo da non farvi perdere quando lo renderò più vivo e contorto ahahah Detto ciò vi auguro buona lettura

2. Poche utili informazioni


Martina Lorez,
è questo il nome che risulta dai documenti ritrovati sul corpo della vittima.
Purtroppo, rispetto ai database, risulta anche che il nome sia falso,
come quello della ragazzina di cui era in compagnia durante la sparatoria.
Le autorità pregano quindi, chiunque abbia delle informazioni o riconosca le due vittime,
di presentarsi nell'ufficio dello sceriffo il più presto possibile”



I notiziari trasmettevano oramai le stesse notizie da ore, ma nessuno pareva dare segni di utili informazioni.
Oramai erano le 22.30 e l'ufficio dello sceriffo era un via vai di cialtroni o passanti, che presupponevano di avere visto qualcuno sparare, qualcuno scappare, ecc ma senza mai arrivare ha un dettaglio interessante. Papà stava per dare di matto, e io finché rimanevo bloccata ovviamente non potevo dargli una mano.
Non ero una testimone chiave che poteva dare dettagli, ma quando ero rientrata nella Hall dell'aeroporto e mi ero avvicinata alla ragazzina sporca di sangue, la piccola come se mi conoscesse, aveva deciso di aggrapparsi a me e non volersi più staccare. Non aveva ancora versato una lacrima e nemmeno proferito parola. Io e Logan una volta arrivata l'ambulanza e i vari agenti, decidemmo di accompagnare noi stessi la ragazzina al commissariato e da quel momento non ero più uscita da quei uffici.
Avevo lasciato andare il mio fidanzato a casa, dopo ore di viaggio e di jet leg aveva decisamente bisogno di riposarsi, mentre io ero rimasta a tenermi cura della bambina.
- Tesoro cosa ci fai ancora qui.?? pensavo fossi andata via da ore – Mi domandò mio padre uscendo dal suo ufficio, notandomi ancora seduta davanti alla reception.
- E come facevo.?? la piccola non si è voluta staccare da me nemmeno quando sono arrivati i servizi sociali. Non ha detto una parola, nemmeno come si chiama. Si è aggrappata a me e non mi ha più lasciato – gli raccontai mostrandogli la ragazzina che dormiva sulle mie ginocchia.
- Immagino che non era così che avevi programmato la giornata per il ritorno di Logan – commentò sarcastico sedendosi accanto a me.
- Decisamente no. Ma oltre a questo avrei preferito rendermi utile in qualche modo – constati iniziando ad accarezzare la piccola testolina bionda che dormiva beata – Avete scoperto qualcosa di utile.? - domandai infine.
- Niente. La donna che accompagnava la bambina aveva dei documenti falsi, e la piccola pure. Infatti avrei bisogno di te e Mac una volta che riuscirai a uscire da qui. Avevano due passaporti falsi, e dovete rintracciare quanto meno da dove provengano, io da qui non ho gli accessi giusti – constatò lo sceriffo.
- Domani mattina ci penso io, non ti preoccupare. Piuttosto con lei adesso come facciamo.?? - chiesi perplessa. Papà la prese in braccio, e la bambina oramai in un sonno profondo non fece finalmente resistenza.
- Vai, adesso mi invento qualcosa – mi rispose baciandomi in fronte. Annuì stancamente e mi diressi finalmente verso l'uscita, quando mio padre richiamò nuovamente la mia attenzione – Ah, e salutami Logan – concluse con fare di rimprovero ma allo stesso tempo malizioso. Sorrisi come una ragazzina e finalmente mi avviai fuori.

Quando entrai nella casa, il silenzio regnava sovrano, e trovai Logan addormentato sul divano. Sembrava così stanco, che non ebbi le forze di fare l'egoista e svegliarlo. Andai a prendere una coperta dalla camera da letto, ma quando iniziai a coprirlo, l'uomo diede finalmente dei segni di vita.
- Non avrai veramente pensato di lasciarmi dormire sul divano.? - Domandò lui ancora mezzo addormentato tirandomi a se.
- Sembrava che dormissi così bene, non volevo disturbare – dissi con una tenerezza decisamente non da me.
- Oh come siamo dolci mio piccolo Marshmallow – constatò divertito il ragazzo baciandomi. Un bacio dolce, all'inizio, passionale a seguire, che ci portò in men che non si dica a spostarci in camera da letto, e a colmare le distanze di quei 180 giorni.
La mattina seguente fu il forte odore di caffè a risvegliarmi. Trovai infatti Logan in cucina intento a preparare la colazione ancora in boxer. Ultra sexy, non posso aggiungere altro.
- Teoricamente sarebbe stato carino che mi alzassi io a preparare qualcosa di buono per darti il bentornato – commentai avvicinandomi al bancone.
- Concordo in pieno Veronica. Ma essendo che non ho fatto in tempo a metter piede fuori dall'aeroporto, per vederti già coinvolta sulla risoluzione di un misterioso caso d'omicidio e sapendo che passerai tutta la giornata chiusa in ufficio a lavorarci, mentre io bighellonerò in giro per la città, ho immaginato che ne avessi bisogno tu più di me di una gustosa ed energetica colazione fatta con amore dal uomo – rispose divertito lui posandomi davanti agli occhi un piatto pieno di deliziosi pancake.
- Per bighellonare cosa intendi di preciso.??- domandai incuriosita dai programmi del ragazzo fiondandomi sulla colazione.
- Un po' di surf con Dick la mattina e un po' di shopping nel pomeriggio – accennò Logan vago.
- Tu odi lo shopping marinaio – commentai perplessa e divertita.
- Non fare l'investigatrice con me Mars. Devo comprare un po' di cose, capita anche a noi uomini – rispose lui tutto serio. Scrollai le spalle e mangiando l'ultimo boccone mi alzai dallo sgabello per avvicinarmi al ragazzo.

- Va bene, vedrò solo di occuparmi dei casi di lavoro – dissi baciandolo dolcemente – Ora scappo, grazie della colazione – conclusi poi velocemente andandomi a cambiare.


Un ora dopo ero fissa davanti allo schermo del computer a cercare di capire qualcosa sulla misteriosa coppia, ma svariate ricerche con le poche informazioni di cui eravamo in possesso, non portavano a nulla. Solo verso ora di pranzo le cose finalmente iniziarono a smuoversi.
- Cavoli, non volevano proprio esser rintracciate le ragazze – esordì Mac entrando nel mio ufficio – ma io sono un genio del computer e quindi sono riuscita a scoprire un po' di cose interessanti – concluse fiera sedendosi davanti a me.
- Spara – risposi mettendomi comoda.
- Allora il volo che è atterrato qui a Neptune proveniva da Sidney, ma chiunque abbia avuto interesse a spedire qui le due ragazze risiede a Melbourne. Sono riuscita a entrare nell'ID di chi ha venduto i passaporti. Ha avuto uno scambio di mail con questo “DL87” con il quale si accordano dove e quando la donna con la bambina sarebbero venute a ritirare e pagare, ovviamente in cash, i passaporti. Non si presenta mai, ma si intende che quindi è un terza persona che ha organizzato il tutto. Purtroppo ha usato un computer di un internet point, ma sempre dallo stesso negozio e in un lasso di tempo che va da settimana scorsa a due addietro – iniziò a raccontarmi la ragazza.
- Normalmente ti direi che è fantastico, ma risalire a chi abbia usato quel computer dalla California la vedo abbastanza surreale come cosa anche per me – replicai perplessa.
- Infatti è qui che è entrata in scena la mia parte geniale, cosa credi.?? Ci ho messo un po', ma la meglio Hacker che c'è in me ha avuto la meglio. Sono riuscita ad entrare nel softwer del computer generale di questo “Flower internet Point” di Melbourne, che fortunatamente tiene tutto il suo database dei clienti sul computer, ed entro domani mattina avrai il registro di chiunque abbia usato i computer del negozio nell'ultimo mese – disse fiera la mia amica.
- Questo è uno dei motivi per cui sei la mia migliore amica - dissi finalmente sorridente – Direi che ora ci possiamo permettere un bel pranzetto – conclusi entusiasta alzandomi e dirigendomi finalmente fuori dalla stanza.

Nel pomeriggio mi diressi diretta da mio padre, per aggiornarlo su quel poco che avevamo scoperto e per sapere se c'erano novità riguardo le vittime.
- Purtroppo anche qui le informazioni che abbiamo ottenuto sono poche – iniziò a raccontarmi lo sceriffo abbattuto – gli esami medici hanno semplicemente rilevato che la bambina e la donna non erano imparentate, e in più anche il biglietto aereo è stato pagato al momento in contanti -
- La piccola ha parlato.?? - chiesi preoccupata per le sorti della ragazzina. Non sapevamo niente di lei, nemmeno l'età era sicura, se non che fosse intorno ai dieci anni.

- Niente. Non parla con nessuno. Ha passato la notte in ospedale, per accertamenti, ma gode di ottima salute e non abbiamo idea di cosa farne. Non possiamo rimpatriarla, ne lasciarla in una casa famiglia perché è pur sempre coinvolta in caso di omicidio. Qui non può stare, ma bisogna in qualche modo tenerla sotto controllo. Sto vagliando l'ipotesi di portarla a casa da noi. Non vedo molte altre opzioni – disse l'uomo guardandomi quasi come in accettazione della sua richiesta.
- Una scelta assurda, ma credo che effettivamente sia la cosa migliore. È da sola qui, lontano da chiunque possa essere la sua famiglia, l'unica persona che conosceva è morta ed è solo una bambina. Ti darò una mano papà, puoi stare tranquillo – gli risposi serena.
- Bhè, ti alleni a fare un po' la mamma per un futuro – constatò divertito l'uomo, e non potei che Sgranare gli occhi facendomi andare di traverso il caffè che stavo bevendo.
I figli erano un futuro che effettivamente desideravo, ma adesso non era sicuramente il momento di parlarne.

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Capitolo 4
*** 3. Fiducia ***


Buongiorno gente.!! rieccomi finalmente con un nuovo capitolo ;) molto LoVe e interessanti novità. Ringrazio davvero per le recensioni e per chi ha deciso di seguire la storia.!!! Spero vi piaccia ;) Buona Lettura

3. Fiducia

- Da quando siamo una coppia che va fuori a cena.?? - chiesi divertita al mio ragazzo, appena varcammo la soglia di un lussuosissimo ristorante nei pressi di San Diego, che dava sul mare.
- Da quando sono tornato dal fronte e ho deciso di portati fuori – affermò lui come se fosse la cosa più logica del mondo. Non commentai ovviamente la risposta e aspettai che il cameriere ci guidasse al nostro tavolo, a quanto pare già scrupolosamente riservato da Logan nel pomeriggio. Ci fecero sedere sulla terrazza che dava sulla spiaggia, e devo esser sincera, anche per una cinica come me, l'atmosfera era molto romantica e magica. Non era decisamente una cosa da me e Logan, ma per una volta decisi di godermi la serata.
- Non vorrai mica chiedermi la mano, vero.?? - chiesi d'un tratto spaesata una volta seduti al tavolo.
- Non sono così pazzo da rischiare la morte Veronica. Vai tranquilla, per quello aspetto ancora un po' – rispose ridendo – comunque smettila un po' di preoccuparti della serata. Raccontami piuttosto del caso. Ci sono novità.?? - domandò infine cambiando argomento. Il suo cambiare la conversazione per focalizzarla sul mio lavoro ovviamente mi insospettì, ma decisi di non farci caso.
- Poche utili informazioni, ma entro domani mattina le cose dovrebbero andare meglio. Mac è riuscita a rintracciare da dove sono stati prenotati i passaporti, ovvero da un internetpoint di Melbourne, e anche l'ID dell'utente, ora dobbiamo solo aspettare che si scarichino tutti i nomi di chi ha usato il computer incriminato durante gli orari che sono segnati sulle mail – Iniziai a raccontargli.
- Bhè dai, allora non siete a cavallo, ma comunque non ve la state cavando male. Della bambina invece si hanno avuto notizie.?? - chiese a seguire preoccupato.
- Ha passato la notte in ospedale, ma essendo che è sana come un pesce, l'hanno dimessa praticamente subito. Nei prossimi giorni si saprà qualcosa dagli esami del DNA. Nel frattempo però papà ha deciso di tenerla a casa con noi. Non ha da chi andare, e non possiamo nemmeno lasciarla ai servizi sociali, perché è coinvolta in un caso di omicidio – gli spiegai mentre sfogliavo il menù.
- Ti allenerai a fare la mamma quindi.?? - constatò ridendo Logan.
- Tuo e mio padre vi mettete d'accordo sulle battute.?? - domandai esasperata – e comunque mio caro, vorrei farti notare come essendo la tua ragazza, questo implica che mi darai una mano se vorrai passare un po' di tempo con me, il che porterà te ad allenarti a fare il papà – risposi con un ghigno.
- Com'è che non si poteva parlare di matrimonio, e ora parliamo di bambini.?? - chiese infine divertito il ragazzo, quando finalmente arrivò il cameriere.
La serata continuò tranquilla, tra miei e suoi racconti di quei 180 giorni di distanza, quando arrivati al Dessert Logan posò sul tavolo una chiave addobbata con un immenso fiocco rosso.
- Sai che questa scena ha un gusto di un qualcosa già vissuto, vero.?? - domandai divertita – solo che l'ultima volta eravamo nella mensa della Hearst, ed ero convinta mi avessi regalato il fiocco – conclusi prendendo in mano la chiave.
- Lo so, lo so. Ma a questo giro quella che ti ho regalato non è solo la chiave del mio appartamento – Iniziò a spiegare serio.
- Wo.. è una passpartout.?? Decisamente utile per il mio lavor
o – commentai scioccamente per smorzare la tensione.
- Non ci avevo pensato, magari te la regalo alla prossima cena – ribatté lui sorridendo – Comunque no, non è un passpartout. È una proposta – iniziò a spiegarmi con una strana luce negli occhi – Vedi, un giorno sono sicuro che mi metterò in ginocchio davanti a te e ti chiederò di essere mia per sempre, ma credo che prima dobbiamo fare le cose a piccoli passi, per quanto non credo ci sia cosa al mondo rispetto a noi, in cui io abbia la più totale fiducia. Lo sai bene anche tu:
la nostra storia dura per anni, conquista continenti, vite rovinate, massacri. Però la mia proposta è molto più semplice. Hai la chiave del mio appartamento ora, e sai che d'ora in poi potrai venire quando vuoi, a qualsiasi ora del giorno o della notte, ma nel frattempo, prima che io riparta tra qualche mese per un'altra missione, vorrei che ci impegnassimo a trovare una casa nostra. Mia e tua. 50 e 50. E provare a convivere per davvero, non solo per qualche ora, o per qualche notte – Concluse infine dopo il lungo monologo, lasciandomi senza parole. Rimasi immobile per qualche secondo, terrorizzando probabilmente Logan con una mia imminente fuga dal ristorante, ma alla fine, l'unica cosa che seppi fare una volta tornata in parte in me, fu alzarmi e andare a baciare il ragazzo, con tutta la forza che avevo in corpo.
- Wow Mars, non ti facevo una da spettacoli in luoghi pubblici – constatò ridendo il ragazzo.
- Sta zitto e baciami marinaio – gli risposi inacidita per avere interrotto il contatto tra le nostre labbra.
- È un si.?? - domandò nel mentre lui tra una presa d'aria e l'altra.
- Tu che dici.?? - replicai sorridendo a un soffio dalla sua bocca.

Nonostante la fantastica cena, decisi comunque di tornare a casa. La piccola sconosciuta avrebbe passato la notte da noi per la prima volta, e una strana sensazione, mi diceva che era mio dovere esser lì con lei per starle vicino.
Una volta varcata la porta, la scena che mi si presentò davanti, mi suscitò un'incredibile tenerezza: papà e la bambina erano seduti l'una di fianco all'altro, coperti da una gigantesca coperta, a mangiare gelato e guardare Violetta. Mi stavo decisamente rammollendo.
- Papà posso capire il forte interesse della bionda seduta al tuo fianco nel fissare intensamente la Tv, ma tu non sei un po' troppo cresciuto.?? - domandai divertita sedendomi anch'io vicino la ragazza.
- Hej, da quando ti è permesso ti prendere in giro così apertamente il tuo vecchio.?? - constatò lui con finto tono offeso.
- Allora piccola, ti piace Violetta.?? - Tentai di domandare alla bambina per spronarla a parlare, ma come al solito ottenni solo un cenno con la testa.
- Sai però è un po' tardino, le belle bambine a quest'ora vanno a dormire, così da esser sempre impeccabili anche la mattina dopo – le dissi alzandomi e tendendole la mano in modo da tirar su anche lei. La portai in bagno per farle lavare i denti, e una volta in camera mia le diedi per dormire qualche mio vecchio pigiama. Alla ragazza non avevano ancora ridato la sua valigia con tutti i suoi averi.
La misi a letto, le rimboccai le coperte, e le posai un lieve bacio sulla fronte prima di spegnere la luce e dirigermi verso la sala, quando miracolosamente fu lei a bloccarmi.
- Mi leggi una favola.?? Papà me le legge sempre prima di dormire – bisbigliò con paura. Mi voltai di scatto, per controllare se la richiesta che avevo appena udito era frutto della mia immaginazione, o fosse reale.
A sto giro però fortunatamente fu la seconda opzione. Avrei voluto bombardarla immediatamente di domande, per scoprire le più utili informazioni, ma sapevo benissimo che se l'avessi aggredita così velocemente, avrei ottenuto solo un suo ritorno al silenzio.
Mi avvicinai con dolcezza, e una volta seduta sul letto iniziai a raccontarle la fiaba di Biancaneve.
Terminata la storia, sorrisi alla piccola che non aveva accennato ad addormentarsi nemmeno per un istante e le intimai dolcemente di dormire, quando nuovamente la ragazza fece sentire la sua voce.
- Papà ha detto che se fosse successo qualcosa non dovevo dire niente a nessuno, che sarebbe stato più sicuro per tutti, ma ha anche aggiunto di fidarmi di te, che saresti stata l'unica che mi avrebbe aiutato Veronica – disse fievole, per poi chiudere gli occhi e dormire beata.

La mattina seguente, in ufficio, attendevo con ansia i risultati del database dell'internetpoint.
Non avevo detto niente a mio padre di quello che mi aveva confessato la ragazza, come se sentissi il bisogno di conservare il suo segreto finché non avessi scoperto di più.
Solo verso mezzogiorno Mac finalmente proclamò sorridente, sedendosi sulla poltrona di fronte a me – Ho il finalmente il nome del nostro uomo: Kevin Diggori -

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