E tutto ebbe inizio con una birra

di Lunil12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 12 Ore ***
Capitolo 2: *** 12 Ore pt. 2 ***
Capitolo 3: *** E lo sconosciuto al bar ***



Capitolo 1
*** 12 Ore ***


C'era una volta una ragazza italiana che aveva il sogno di scappare da quello stato pieno di persone così false e mentalmente chiuse. Così, da ragazzina, vide come via di salvezza l'America. Quindi, si era messa sotto con lo studio e a diciotto anni aveva già ottenuto una borsa di studio per l'università di Los Angeles, la UCLA. Aveva subito accettato ed aveva fatto i bagagli il prima possibile per salire sul primo aereo per L.A.

Arrivata all'aeroporto di Roma, con tutti i bagagli, mi sentii felice. Io, proprio io, Max, sto cominciando una nuova vita, sola, libera. Mancano ancora 4 ore al mio volo diretto di 12 ore per Los Angeles, costato una piccola fortuna, anche se per i miei genitori il denaro è l'ultimo dei problemi. Ma da piccola ribelle, voglio cavarmela da sola. Decisi di farmi un piccolo giro per i negozi dell'enorme aeroporto che mi avrebbe ospitata per le prossime 4 ore e così presi la mia enorme valigia nera e la borsa e mi avviai.

Certo che qui si danno proprio da fare, manco in centro da me i negozi erano così fighi.

Entro da Victoria's Secrets e vedo un sacco di bei completini e pigiami ma la valigia è già piena. Così esco e continuo a camminare per i negozi e, ad un certo punto, trovo una libreria di quelle che rimangono invisibili ai passanti. Io adoro leggere, adoro passare il tempo nelle librerie e mi piacque da subito quella libreria. Entrai e l'odore dei libri nuovi mi invase. Chiusi gli occhi e mi godetti il momento.
Iniziai a gironzolare e vedo che ai tanti libri nuovi si affiancavano libri antichi, quasi stagionati. Un sorriso mi spuntò subito sulle labbra, quella libreria era fantastica. Mi fermai nel reparto narrativa ad esaminare un paio di libri e alzando lo sguardo vidi un'agenda. Mi incuriosì subito. Poso delicatamente i libri nei loro rispettivi posti e prendo in mano l'agenda. Era nera, in pelle, normale, grande quanto un diario di scuola. Era molto spessa, come un libro di 500 e passa pagine. L'aprii. Le pagine erano completamente bianche e un odore di vaniglia iniziò ad avanzare verso il mio viso. Strano, non avevo mai visto un libro che sapesse di vaniglia, non da solo.

Che cavolo è? Come diavolo fa? E' bellissima.

Mi guardo intorno. Mi sembrava di essere una bambina che disubbidisce alla mamma e assaggia la torta senza che lei se ne accorga, anche se sembravo apparentemente sola in quel reparto, o proprio in tutta la libreria.

Voglio quest'agenda. La voglio, la userò come diario, sarebbe perfetto. Così mi ricorderò da dove sono partita e come sono cambiata, di certo il nuovo continente non mi lascerà la stessa italiana di ora.
Mi giro e inizio ad addentrarmi nel fondo della libreria, se non sbaglio, nelle vecchie librerie, la cassa si trova in fondo al negozio. Trovo una dolce vecchietta tutta vestita di rosa.

Sul serio? Rosa? Non è che nel suo ufficio sul retro trovo una collezione di piatti piena di gattini che si muovono? Oppure in qualche corridoio troveremo tutte le cose che sono proibite ai clienti? Cose.. assurde?

-Salve signorina, desidera?-

Non devo farmi prendere alla sprovvista, secondo me è stronza come Dolores Umbridge in Harry Potter. Sarà cortese e poi ti farà scrivere con il tuo sangue.

-Salve, vorrei pagare quest'agenda-
Poso l'agenda sul bancone, appena la vede si fa raggiante, fa paura.
-Vedo che ha trovato questa bellissima agenda. Sa, è l'unica che ho.-
-Oh, davvero? Bhe, wow. Quanto le devo?-
-Oh, nulla. Figurati, te la regalo. Sei così carina, sono felice che un'agenda unica sia destinata ad una ragazza unica. Credo che quest'agenda sia come i libri. Infatti, secondo me, sono i libri a scegliere il lettore e non il lettore a scegliere il libro.-

MI FA PAURA. CAZZO. E' LA STESSA IDENTICA FRASE DEL LIBRO DI HARRY POTTER. CAZZO.
Max, torna in te. E' così vecchia che non credo che sia una stronza acida fuori di testa e poi hai letto questa frase in altri libri oltre Harry Potter. Inventati una scusa ed esci.

A volte le conversazioni con me stessa mi fanno paura, come se ci fossero due me a parlare e conversare tranquillamente nella mia mente.
-Ecco a te, l'ho messo in questa busta tanto carina. Buona giornata cara-
-Grazie, è stata gentilissima. Arrivederci. Magari poi tornerò a prendere altri libri quando sarò di nuovo nei paraggi.-
Esco dal negozio e scopro di essere stata all'erta tutto il tempo. Tiro un sospiro di sollievo e guardo il mio orologio, ovviamente nero con il quadrante nero e i numeri e le lancette bianche. Lo amo.

Merda.

Sono le 10.00 a.m., il mio aereo è alle 11,30 a.m. e io devo fare ancora il check-in. Corro il più fretta che posso con la valigia pesante dietro e mi metto in fila. Fortunatamente ci sono solo 4 persone in fila, nessuna famiglia, nessuna coppietta. Quando arriva il mio turno faccio veloce. Sono le 11.00. Mi metto in fila per imbarcarmi. Arrivo appena in tempo sull'aereo. Trovo il mio posto, accanto al finestrino. Bello, avrò senz'altro qualcosa da guardare da quassù.
Mi metto comoda e aspetto il decollo ma un ragazzo sui 17 anni viene a sedersi nel posto accanto a me. Ha la pelle chiarissima, una testa piena di ricci neri e delle enormi labbra rosse. Mi squadra con i suoi occhi verdi e si sofferma sulle mie labbra.

Ah, il viaggio ora mi piace di più.

-Piacere, Denis.-
-Ciao, io sono Max-
-Sbaglio o il colore che detesti di più al mondo è il nero?- Do un occhiata al mio abbigliamento e mi ricordo che sono completamente vestita di nero.
-Mentre tu li adori così tanto che per non sprecarli li tieni tutti dentro?-
Sorride e si gira per poi tornare a guardarmi
-Bel caratterino, Max. Credo che sarà un viaggio molto lungo-
-Non sai quanto-
Si avvicina a me e mi sussurra all'orecchio: "Non credere che lascerò andare una tipa come te. Abbiamo dodici ore da passare qui e io mi annoio in fretta". Ha la voce roca e bassa, molto sensuale, ma con uno strano accento, come se fosse del nord-est europeo.
Cristo, ha ragione. Queste dodici ore saranno lunghissime, troppo eccitanti per i miei gusti. Allaccio la cintura e l'aereo sale, mi sento messa sotto vuoto ma è divertente. Dopo essere arrivati ad alta quota, l'hostess ci dice che possiamo ascoltare musica e fare altro.

Genia. Come se quelli che fanno 12 ore di aereo non lo sapessero. Ma sul serio vi pagano per dire ste minchiate? Cristo.

Tiro fuori le cuffie (ovviamente nere, altrimenti non sarei io) e le attacco all'Ipod e faccio partire la playlist. La prima canzone che esce è "I Kissed A Girl" di Katy Perry. Sorrido tra me e me, questa canzone mi rappresenta in pieno.
Mi rilasso e tiro fuori dalla borsa il diario. Lo accarezzo, tocco i bordi e lo rigiro. Non lo apro per non sprecare il profumo di vaniglia. Mi sento picchiettare sulla spalla, mi giro e vedo che è Denis. Poso il diario nella borsa e levo un'auricolare.
-Cosa vuoi?-
-Niente, volevo solo parlarti un po'. Sei una tipa abbastanza curiosa.-

Da oggi chiamatemi "tipa curiosa" al posto del soprannome "l'acida apatica che sta in fondo alla classe"
-Prego? Io? Curiosa? Continua a crederlo-
-Dai, so solo che ti chiami Max e che ami il nero. Dimmi qualcosa-
-Cosa desidera sapere il signore qui in nero?-
-Quanti anni hai, se sei qui sola e perché-
-Ti accontenti di poco eh -
-Già- e sorride, facendo spuntare due fossette.
Intanto la canzone di Katy è finita e siamo passati a "Take Me To The Church", amo anche questa.

Intanto lo stronzo continua a prendermi per il culo.

-18, sono sola ma so dare dei bellissimi calci nelle palle agli sconosciuti che rompono le ovaie alle povere ragazze come me e sono sola perchè mi sto trasferendo.-
-Dove?-

Sul serio? MI HA DAVVERO CHIESTO DOVE CAZZO VA QUESTO AEREO!?

-New York-Faccio un sorriso moolto sarcastico
-Ah, io Los Angeles. Mi hanno preso all'UCLA, una borsa di studio. So che hanno preso soltanto un'altra ragazza italiana e vorrei trovarla, così, per non essere solo il primo giorno.-
-Buona fortuna-
-Già.-
Avevo sonno, così spensi tutto e mi appoggiai dal lato del finestrino e subito scivolai in un buio totale.

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Capitolo 2
*** 12 Ore pt. 2 ***


Mi risveglio su qualcosa di morbido, credo che sia il cuscino che e hostess danno in dotazione per i viaggi di più di 5 ore.
 Apro gli occhi e vedo che al posto di un cuscino bianco, ne ho uno nero. Che si alza e si abbassa regolarmente. 
Oddio
-Buongiorno splendore, sono le 7,30 di sera in teoria, ma qui il cielo continua a schiarirsi sempre di più.-
-Ma che cazz? Perchè io dormivo sul tuo petto? Perchè tu me lo lasciavi fare?.-
-Bhe, ti sei addormentata con la faccia spiaccicata contro il finestrino, dopo circa due ore, mentre leggevo un mio libro molto, molto..
Se dice un'altra volta molto giuro che quel libro glielo faccio mangiare al posto della cena.
-..interessante..-
Peccato. Sarebbe stato divertente.
-..e ad un certo punto ti sei appoggiata al mio braccio. Eri adorabile..-
Non te la darò mai, anche se sei il tipo più figo del mondo, solo perchè hai detto che sono adorabile mentre dormo.
-..così ho alzato il braccio e ti sei accoccolata sul mio petto. Dormito bene? Sembri leggermente sotto shock.
-Già..leggermente..- 
Infatti dire che sono sotto shock è poco. Ho dormito su di lui ed ho dormito bene su di lui. Oh cazzo, ho dormito su un ragazzo.
 Non avevo mai fatto una cosa del genere, mai prima d'ora. Sembro tanto dura e fredda e manco ho mai dato un bacio ad un ragazzo...è una cosa assurda.
-A cosa pensi?-
-A nulla.-
-Comunque fra poco servono la cena e poi, parli nel sonno.-
-Cosa? Che ho detto?-
-Nulla, solo che sono un coglione, che sono comodo e che non vedi l'ora di sapere quante sono morbide le mie cazzo di labbra.-
-CAZZO-
Sono ufficialmente una cogliona. UFFICIALE. Non posso crederci, da quando sono così audace in cose del genere!?
.Ehi, tranquilla. Fa niente. Eri divertente ma rimani sempre la sconosciuta di un aereo, no?-
-Già..- Il mio cervello è andato in tilt. La prima cosa che farò, dopo aver preso il mio bagaglio all'aeroporto, sarà di scomparire e di non farmi più vedere da quel ragazzo. E' meglio che mi riprenda subito, con un thé o qualcosa di forte per svegliarmi. Ho altre 4 ore di volo, credo saranno abbastanza per finire il lavoro al pc a cui stavo lavorando per prepararmi ed organizzarmi al primo semestre all'università.
Intanto arriva un' hostess vestita interamente di blu con un vestito troppo corto per i miei gusti.
-Salve, signori, spero che il viaggio sia di vostro piacimento e che vi troviate bene sul nostro aereo. Stasera il menù offre hamburger con contorno di cetriolini, pomodoro ed insalata oppure un tradizionale fish and chips molto inglese. Da bere posso portarvi thè, acqua minerale, vino e birra ma solo se siate entrambe maggiorenni e poichè ormai siete in territorio americano, le leggi ci impongono di vendere alcolini solo ai ventunenni. Cosa prendete?
Denis subito, con le idee chiare, ordina l'hamburger e della semplice acqua minerale.
-E lei signorina?-
-Vorrei un hamburger e della semplice acqua minerale andrà bene. Si potrebbe avere un thè ora, subito?
-Certo signorina, glielo faccio portare il prima possibile.-
-Grazie mille-
Dopo che la signorina se ne fu andata Denis riprese la conversazione:
-Non sei una grande amante del pesce, vero?-
-Non lo amo, tu?-
-Odio il pesce, mi fa tornare in mente molti ricordi brutti della mia infanzia.-
Ci mancava solo il ragazzo triste e depresso dal passato orribile. Scommetto che scappava di casa spesso, beveva molto, si drogava e cose così.
Alzo gli occhi al cielo e poi torno a lui:
-Scusa, ma non ho proprio voglia di parlare della tua tragica infanzia, piuttosto, sai dov'è la mia borsa?-
-L'ho posata nel piano scaffali di sopra. Era ingombrante e pesante, tanto pesante. Cosa c'hai infilato dentro? Palle da bowling?-
-Molto spiritoso mio dolce cavaliere dall'armatura nera, ma solo le cose essenziali. Ed ora, di grazia, prendimi la mia borsa.- Sfoggio un sorrisetto angelico e lui si alza per prendermi la borsa. Gli si alza la maglia e noto che il suo fisico molto asciutto è nero. Ricoperto di inchiostro. 
Max, ignoralo. Ignoralo, non pensarci. Fra quattro ore dimenticherai tutte le figure di merda che hai fatto in pochissime ore, anche se sembrano essere state molte di più di quelle che tu abbia fatto in tutta la tua vita.
La maglietta si riabbassa e vedo che Desis è tornato a guardarmi, porgendomi la mia borsa.
Coglione. La tiene nel modo sbagliato. Se il pc anche solo si graffia lo uccido. Cristo.
-Grazie. Puoi tornare ad ignorarmi ora.-
-Mai fatto, mi hai pure usato come cuscino. Mi devi delle risposte.-
Tiro fuori il mio McBook Air nuovo, nero. Ovviamente l'ho fatto personalizzare prima di averlo e devo dire che ne vale ogni centesimo.
-Ah ah, continua pure-
-Dai, Max! Me lo devi. Per esempio, perchè hai preso il pc?-
-Perchè mi serve.-
-Perchè?-
-Devo finire un lavoro importante.-
-Apposta di dormire potevi finirlo subito il lavoro.-
-Gli aerei e i tipi curiosi mi fanno venire sonno.-
-Io sono invadente, non curioso.-
-Vedo che non hai bisogno di me per insultarti da solo.- Parlo con lui solo perchè aspetto che il pc carichi la home.
-Sei sempre così dolce con tutti?-
-Certo tesoro- 
Vedo che sgignazza. Non ci posso credere, davvero si sta prendendo gioco di me? Fortunatamente ora il computer si avvierà e io non dovrò più sentirlo.
Mi giro verso di lui e sbotto:
-Ora mi lascerai in pace? E' importante per me questo lavoro al computer. Mi serve davvero molto, torna a leggere il tuo libro. Magari lo finisci, no?-
-Okay, tranquilla.- Sembra triste, ah.
Inizio a prendere il file con tutta la tabella e i vari file collegati. Inizio a preparare una tabella dove metterò l'orario delle lezioni appena me lo daranno. Un'altra lista vuota sarà per i nomi dei testi che dovrò utilizzare questo semestre e di tutto il materiale che i vari professori richiederanno. L'ultimo invece contiene la lettera di raccomandazione del mio vecchio liceo italiano e la scannerizzazione della lettera di ammissione all'università con tanto di voti e media in cui rientrare per rimanere nella borsa di studio e non perderla. Sarà davvero difficile rimanere al passo, insomma, ho un ottimo livello d'inglese, sia di preparazione sul lato grammaticale, sia da quello del lato letterale e abitudinario degli americani. Sono pronta. 
Guardo l'orologio. La mia tabella mi ha richiesto solo due ore di tempo e io che credevo di più. Vorrà dire che mi sto abituando sempre di più e che alle prime lezioni potrò direttamente prendere appunti in inglese sul pc. 
Salvo il lavoro e spengo il Mc e lo ripongo accuratamente nella borsa. Mentre lo poso le mie dita sfiorano il diario-nero-in-pelle-che-sa-di-vaniglia. Lo esco dalla borsa e prendo una pella. Esco il tavolino per il pc di cui il retro del sedile davanti al mio è dotato e lo piego, come un leggio. 
Bello.
Inizio a scrivere sul diario: 
"Cara me del futuro,
spero che tu sia incasinata più o meno quanto ora. Che i tuoi unici problemi siano quelli di quale vestito mettere la sera per uscire ed andare a bere con i tuoi futuri amici. Anche a me qui servirebbe una birra, sarebbe rilassante. Peccato che, siccome siamo negli Stati Uniti ora, non posso bere ufficialmente fino ai 21 anni. Bhe, un pò di trucco in più, un look più sofisticato e fare la cascamorta con un paio di ragazzi, credo che ci procureranno un sacco di drink e superalcolici. Sai, credo che questo viaggio sia iniziato in modo decisamente brusco. Come se avessi finito un libro della mia vita e ne stessi cominciando un altro. Prima questo diario, poi questo strano tipo che a quanto pare è l'unico, oltre a me, ad essere stato ammesso quest'anno con una borsa di studio alla mia università. Vuole trovare l'altra ragazza. Me ovvero. Oddio, ora come farò? Non ho manco un posto dove andare appena arrivata a L.A. Di certo non mi farò trovare da lui. Non voglio. Sarebbe imbarazzante e mi prenderebbe per una bugiarda. E poi non sono tutto questo chissà che. Meglio evitare."

Come prima pagina non è male. E poi ci sta bene la mia scrittura chiara e morbida sulla pagina bianca immacolata. A volte sono fiera di me stessa per cose del genere. Chiudo il diario e lo poso nella borsa, intanto arriva l'hostess di prima che si era dimenticata del mio thè, come se io fossi da meno. 
-Scusi tanto signorina, ma non ho avuto proprio tempo..-
-Si figuri- rispondo cordialmente perchè sto morendo di fame e in questo periodo vorrei solo del cibo-
Cibo..
-Se vuole glielo porto ora-
-Oh, no, davvero, fa nulla. La cena?- chiedo curiosa
-Oh si, subito. Gliela porto subito. Mi scusi ancora.- scappa via, anche se non so come faccia sui suoi tacchi abnormi, almeno per me.
-Come intimidire le persone e comandarle a bacchetta senza farlo accorgere, lezione 1- Denis si fa vivo ora.
-Già, ho fame-
-Anch'io, ma non è un pretesto per farti servire la cena prima.-
-Io dico di si. Se vuoi potrai goderti la mia vista mentre tu muori di fame ed io mangio. Sarà divertente vedere la tua faccia.-
-Stronza. Mi darai almeno  un morso. Muoio di fame,  non lo faresti mai davvero con nessuno.-
-Continua a crederlo- Immagino già la sua faccia, sarebbe troppo divertente.
Intanto l'hostess è tornata con la mia cena. Sembra.. una normale cena che puoi ordinare al fast food ma credo sia la cosa più buona del mondo per ora.
Addento il panino ed emetto un gemito di puro piacere. E' molto buono. Lascio i cetriolini per ultimi così potrò godermeli. Mi giro verso Denis con il panino ancora addentato.
-Sembri un film porno. Contieniti ragazza.- Non mi guarda, sa che si ucciderebbe.
-Sti cazzi. E' buonissimo e posso fare tutti i versi che voglio.-
-Se non vuoi il sottoscritto a scoparti in bagno mentre atterriamo fai attenzione. 12 ore accanto a te e le tue tette sono anche troppe.-
AH. Io mi voglio uccidere, non posso crederci. L'ha detto davvero. Aspetta, ti sta guardando? 
Alza lo sguardo dal libro e gli occhi verdi diventano molto più scuri. Sorride. E' inquietante quanto il film Smile mentre il serial killer ti sorride.
Oddio
Torno a guardare il mio panino e lo finisco tutto. Mangio anche i contorni, compresi i cetriolini. Sono la cosa migliore del mondo.
Denis ora mi guarda apertamente senza ritegno.
-Ho qualcosa in faccia?-
-Non puoi capire quanto tu sia sexy mentre mangi, sopratutto i cetriolini-
-Pervertito.-
-Dai, scherzo ahahaha, non prendertela.-
-La tipa che pare un pinguino su quei tacchi sta tornando con il tuo hamburger. Goditelo. Apposta di immaginarti di scopare con me in bagno. Cosa che, per la cronaca, non avverrà mai neanche a terra-
-Sei proprio una stronza.-
-Già-
Denis ricevette il tuo hamburger e lo finì in soli tre morsi.
AH
-Dai, Max, chiudi la bocca, altrimenti poi ti entrano le mosche in bocca- Sghignazza un po' e poi ritorna al suo cibo.
Esco fuori un mio vecchio libro che adoro. Ci sono molto affezionata:   Harry Potter e la pietra filosofale. 
E' stato il primo libro che ho letto e voglio che rimanga con me per tanto tanto tempo. E' quasi perfetto ancora. Mi metto a leggere e continuo a farlo. Denis sembra essere tranquillo nel sedile accanto al mio. Finisco in due ore 25 capitoli. 
La voce del comandante ci annuncia prima in italiano e poi in inglese che siamo quasi arrivati. Che questo nuovo fusorario ci annuncia che sono le 11,20 a.m.
Ci prega inoltre di allacciare le cinture di sicurezza per l'atteraggio. Obbedisco al piccolo ordine e prendo la borsa per poggiarmela sulle gambe; controllo che ci sia tutto: cellulare, Ipod, cuffie, il Mc, il portafogli, il borsellino e tutto il resto. Tutto è intero e al sicuro.
Atterriamo e scendo dall'aereo. Cercando di infilarmi fra la folla provo a non farmi notare da Denis, che era dietro di me. Arrivo nell'enorme aeroporto e mi blocco un secondo. E' davvero gigantesco, il clima è perfetto e persone di ogni genere girano e passeggiano con valigie grandi e piccole. 
Riprendo di nuovo il filo dei miei pensieri e mi infilo tra la folla.
Finalmente queste 12 ore sono finite.
Benvenuta Nuova Vita

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Capitolo 3
*** E lo sconosciuto al bar ***


Seguo i molteplici cartelli che mi portano all'uscita. Credo che sia più che rilassante fare così. 
Magari ci fosse un cartello con su scritto che strada seguire per mettere la mia vita apposto e stare tranquilla.
Arrivo ad una delle centinaia di uscite dell'aeroporto e cerco di trovare un taxi libero.
 Ma prima decido di prendere il mio Iphone 6, ovviamente nero, e cerco un motel a basso costo vicino al campus. 
Ne trovo uno a 5 minuti di strada a piedi e vogliono solo $10 a notte. Decido di andare lì. 
Salvo l'indirizzo e le foto per orientarmi. Inizio ad urlare a squarciagola e a sbracciare in modo poco femminile però sti cazzi, io sono io e quindi io posso fare ciò che voglio. 
D'altronde il mio abbigliamento non era certo dei più eleganti o femminili. Ma chi se ne frega. 
Alla fine riesco a trovare un taxi libero. Carico la valigia e salgo. 
-"Dove la porto signorina?"- Il suo accento è molto alla newyorchese ma dettagli.
-Si, salve. Dovrei andare a questo indirizzo" e gli mostro l'indirizzo segnato sulla mappa stradale  sul Iphone.
-"Subito, signorina" Sembra molto gentile. Credo che gli lascerò $10 di mancia.

Mi lascio cadere sul sedile posteriore del taxi e do una sbirciatina fuori dal finestrino. 
 La città si presenta enorme sotto ai miei sguardi da lontano.
 Mano a mano che ci avviciniamo iniziamo a trovare sempre più traffico e il taxi rallenta sempre più frequentemente. 
Non posso credere che ora vivrò e girerò per questa città.
-" Sa dov'è l'università?"-
-Si, certo. Per ora un sacco di ragazzi si fanno portare li o mi fanno questa domanda. Anche lei è una studentessa?"-
-Si. E' lontano dal motel di cui le ho dato l'indirizzo?-
-No. Anzi, è molto vicino. Si arriva a piedi. Un paio di minuti e poi si vede l'enorme campus. Non si può sbagliare.-
-Ah, okay, grazie.-
-Di nulla signorina, comunque siamo arrivati.-
-Ah, si scusi.-
Pago il tassista, prendo le mie valigie e scendo. Il motel non è poi così squallido, questo mi rincuora. 
Arrivo alla piccola reception che credo non sia stato più ristrutturato dopo gli anni sessanta. 
La moquet rosso scuro, non molto sporca ad una prima occhiata, ma decido di non indagare più a fondo perchè non ho voglia di scoprire la verità. 
Cristo, sarebbe un trauma. Okay, Max, non pensarci, altrimenti stanotte dormirai in piedi e domani devi alzarti presto, ricordi?
Devi arrivare prima all'università per ambientarti un pò.
Arrivo al bancone di legno lucido e trovo dietro un'anziana signora seduta pigramente dietro il bancone. 
-Salve, vorrei prendere una stanza.-
-Solo per stasera o per altre sere?-
-Solo per stasera.-
Meglio pagare giorno per giorno, visto che potrei trovare da un giorno all'altro un posto dove stare.
-oh, okay. Ecco a te, la stanza 102. E' al secondo piano, prendi quelle scale e sali sempre dritto.-
-Okay, grazie. C'è un ascensore? La valigia è pesante-
-Mi dispiace tanto, ma non c'è. Dovrai salirtela da sola.-
Bene, molto, molto bene.
Prendo la chiave della mia camera e mi carico la valigia dietro di me. Inizio a salire i primi gradini e tiro dietro di me la valigia. 
La prossima volta la farò più leggera questa cazzo di valigia.
Continuo a salire e a faticare ma alla fine arrivo.
Mi accascio sulla valigia e con il fiato corto mi riposo un attimo.
 Chiudo gli occhi, ma subito mi riprendo. 
Inizio a camminare nel corridoio e vedo che lo stesso parquette della reception è quello che sarà in tutte le stanze. 
Oddio. Spero che non ci siano insetti o schifezze simili.
Trovo la mia stanza ed entro.
 La stanza è stranamente pulita ed ordinata, di fronte trovo subito un letto matrimoniale con una coperta leggera; 
sembra che i colori della stanza siano il blu e il bianco.  Al contrario del resto del motel qui il pavimento è in legno.
Alla mia destra, accanto alla porta, trovo una scrivania di legno. 
Mi chino e vedo che sotto vi è una presa. 
Perfetto, così le batterie dei miei apparecchi elettronici non moriranno nel giro di qualche ora.
Entro la valigia e chiudo la porta ed appendo la chiave dentro.
 Poso la borsa sulla scrivania e la giacca sullo schienale della sedia messa di fronte ad essa. 
Esco il Mc e lo metto a caricare. Cerco un'altra presa e attacco anche l'Iphone, esco una multipresa ed attacco anche L'Ipod
Mi servivano. Viva le multi prese. 
Poso la valigia su una parte del letto e la apro. Esco il beuty-case, un cambio, ovviamente nero, di tutto e li preparo ordinatamente sul letto.
Mi spoglio e metto i vestiti sporchi a distanza per non conforderli.
 Vado in bagno e vedo che una vasca abbastanza all'italiana mi aspetto. 
La riempo e intanto sistemo il beuty sul lavandino, davanti allo specchio.
Mi guardo un'attimo allo specchio: i tatuaggi sono più neri che mai sulla mia pelle chiara. 
Gli occhi verdi si notano subito, sopratutto se sistemo i lunghi capelli rossi ad incorniciare il viso.
 Non mi sono mai reputata attraente, troppi colori per una che, come me, ha l'anima nera. 
Così ho fatto in modo che la mia anima avesse dei piccoli sfoghi. 
Come se uscisse così allo scoperto, solo che questi sfoghi erano a formare varie parole o disegni. 
Come quando dai delle forme alle nuvole. Si notano subito gli uccellini tatuati alla clavicola sinistra. 
Piccoli, essenziali. 
Mi appoggio al lavandino, spostando il peso sulle braccia. 
Sulle braccia bianchissime si vedono i segni del tatuaggio fatto al polso sinistro. 
Per stare in tema, infatti, ho fatto un infinito che ad un certo punto si rompe e si trasforma in uccellini che volano via. 
Adorabile.
 Mi piace molto come tatuaggio, anche se i miei volevano che mettessi il correttore e il fondotinta,
 per andare a scuola e non farlo vedere o per la maggior parte del tempo. L'ho fatto un anno e mezzo fa ed ora posso finalmente tenerlo.
 Che libertà.
Mi giro verso la vasca.
 Finalmente è piena. Metto il bagnoschiuma, per fare tante bolle. 
Esco fuori anche lo shampoo e il balsamo al miele e li preparo accanto al bagnoschiuma in uno degli angoli della vasca.
 Entro nella vasca e mi scotto per la temperatura per l'acqua ma poi mi abituo e sto a mollo.
 Mi rilasso inizialmente, mi ci voleva proprio dopo 12 ore di volo ed un ora di taxi. 
Tutto quanto è nuovo per me e quindi non so proprio come abituarmi. Iniziamo passo per passo.
Mi lavo ed esco dalla vasca per asciugarmi. 
Pettino i capelli con la spazzola nera, ovviamente, che ho posato accanto al lavandino e mi guardo allo specchio. 
I capelli già stanno cominciando ad arricciarsi e vedo che l'asciugamano è troppo corto per conferirmi una figura quanto meno decente. 
Cerco di coprirmi meglio e pettino i capelli. 
Prendo il phono e ci attacco il diffusore per non farli gonfiare e li asciugo.
 I capelli diventano morbidi e con i boccoli. 
Sembrano decenti. 
Torno nell'altra stanza e mi vesto. Il pizzo nero è sempre stato il mio preferito e indosso subito le mutandine e il reggiseno.
 Si sta bene con questa temperatura, mi abituerò presto a questo clima, molto meglio di quello italiano. 
Metto un paio di jeans neri attilati e le vans nere. 
Metto la maglia a maniche corte in pizzo nero con lo scollo a v e noto che mi viene un pò stretta così sbottono il primo bottoncino. 
Guardo l'Iphon, è ancora presto, sono solo le 8 di sera. 
Non ho fame.
Mi siedo alla sedia e apro il Mc.
 Cerco qualche appartamento in zona e noto che i dormitori hanno ancora dei posti liberi. 
Sinceramente non ho molta più voglia di vivere in posti del genere, mi sentirei in trappola. 
Vedo se ci sono degli annunci di ricerca per coinquilini intorno al campus. Spero che ce sia qualcuno di decente.
Ne trovo 3 in questo quartiere, che non sembra poi così male. 
Prendo un foglio di word e scrivo gli indirizzi; li visiterò domani mentre mi faccio un giro in città e finisco l'iscrizione all'università.
Vedo su internet se c'è qualche locale o qualcosa da guardare.
Trovo che c'è un bar qui sotto, a una ventina di metri. 
Sinceramente ho una voglia tremenda di bermi una birra e qui sono tutti fissati con l'età. 
Vuol dire che mi truccherò un pò più pesante e sarò carina col barista. 
Torno in bagno e mi traccio una linea nera con l'eyeliner nero. Metto il mascara e prima del rossetto rosso mi lavo i denti. 
Poso il beuty e tutto il resto e metto a parte dentro la valigia i vestiti sporchi. 
Prima o poi li laverò, se troverò un posto dove vivere. Mi sistemo e do un ultima occhiata al complesso.
Sto decisamente bene.
Poso il Mc e l'Ipod in valigia e prendo l'Iphone e lo porto con me.
Chiudo tutto a chiave e prendo la chiave e la porto con me. Porto la chiave con me e la metto in borsa.
 Scendo e con l'Iphon mi guido verso il bar. 
Il locale non è tanto grande ma è carino. E' tutto in legno e ci sono tante foto appese in grandi cornici. 
Alcune pareti però sono solo composte da pannelli di legno e basta. 
Appena entrata mi avvolge un odore di legno e birra e una musica house invade il bar in sottofondo. 
Sembra presa molto a caso, come se le casse fossero collegate al canale di MTV che trasmette 24 h su 24 musica.
 Ci sono molti tavoli sempre in legno, tutti occupati.
 Oltre di essi vi è una specie di parete semi aperta, con tante finestrelle, che contengono libri. 
Qui si legge. Già adoro questo bar.
La parete però divide il locale in due stanze. 
Passo nella seconda e un bancone in legno lungo quasi tutta la stanza mi si piazza davanti agli occhi. 
Dietro un ragazzo in camicia nera e una tipa con coda di cavallo e top bianco si danno da fare a servire i clienti.
 Mi avvicino e chiedo una birra. 
Il barista mi lancia un occhiata e me ne porge una bottiglia. 
Mi giro verso il resto del locale e vedo che c'è l'ultimo tavolo libero addossato ad una parete, proprio all'angolo, accanto alla libreria. 
Affretto il passo per sedermi ma intanto un altro ragazzo ha puntato il mio stesso tavolo.
 Ha un boccale di birra in mano e frena all'ultimo, buttandomi metà della sua birra, spero per caso, sulla maglia in pizzo. 
Cristo.
-Oh, dio, scusami. Non volevo. Mi dispiace tanto-
-Già. Cos'è? Una scusa per prenderti il tavolo?-

Il ragazzo rimane sotto shock. 
A guardarlo bene ha un fisico asciutto e una maglia semplice rossa. 
I capelli sono scuri e ricadono un pò sul viso, forse perchè c'è caldo ed è sudato o brillo.
 Gli occhi sono scuri e le labbra sottili. 
Ha la pelle chiara ed è più alto di me solo di un 5-6 cm. Sembra non reggersi in piedi.
-Ehi, stai bene?-
-Io? Emh, diciamo... wow, hai capelli molto rossi. Oddio, mi gira tutto-
-Ma tu l'alcool lo reggi?-
-Insomma, non bevo molto spesso. Non so neanche perchè sono qui e hai tutta la maglietta bagnata, sicura di non avere freddo?-
-Io, si..-
-Tieni, prendi la mia giacca. E' grande e calda. Potresti asciugartici dentro. 
Allora, possiamo sederci o dobbiamo parlare qui in piedi e aspettare che si freghino il nostro tavolo?-
Cavolo. Certo non perde tempo.
Mi porge la sua giacca e poi si siede. Mi metto la sua giacca e la chiudo, sa di buono ed è davvero calda.
-Come ti senti?-
-Diciamo bene, come ti chiami?-
-Max, tu?-
-Okay, Max. Ma i tuoi capelli sono naturali? Sono così rossi..sono bellissimi..-
-Sei ubriaco?- mi punta un dito contro.
-Non sono ubriaco, sono solo brillo.- Ridacchia anche.
-Sei di qui? O vieni solo all'università?-
-Uhm? No, abito qui da un pò. Tu? Sei europea? Si vede. Non ti ho mai visto qui. 
Mi sarei ricordato di una ragazza così bella.-
-Si, sei proprio brillo e mi sono iscritta ora all'università ma ancora non so dove stare, comunque si, sono europea. 
Sono italiana.-
-Bella l'Italia. Sono stata a Roma. Posto fantastico. Dai, vieni a stare da me. 
Ho una casa grande e non ti farei pagare l'affitto e poi faresti un piacere a mio fratello Elliot. 
Sai, non mi sopporta quando in casa siamo solo noi due.-
-Cosa? Sul serio? Non posso crederci. Davvero? Sei solo ubriaco. Dai, dove abiti?

 Ti chiamo un taxi e torni a casa a smaltire la sbornia.-
-Sei tu che mi stai facendo smaltire la sbornia. Comunque abito in Everdeen Road numero 1450-
-E' un bel quartiere?-
-Non sai quanto. E' il quartiere accanto l'università. Ci stai 5 minuti a piedi. 
Elliot la fa ogni mattina a corsa perchè vuole essere in orario svegliandosi all'ultimo.- ridacchia ancora.
Ha un bel sorriso e sinceramente fa ridere un sacco per come parla.
-Dai, prendi le valigie e trasferisciti. Ho una camera vuota e volevo prendere un coinquilino ma sinceramente non voglio uno sconosciuto antipatico.
 Preferirei te, sei gentile Max.-
-Sul serio? Okay, chiamo il taxi. Vieni con me, andiamo a prendere le mie cose e andiavo a vedere la tua bellissima casa.-
Pago la birra e poi lo tiro su con un braccio. 
Non riesce a stare in piedi da solo e sembra cadermi addosso. Mi mette un braccio intorno alle spalle e scarica molto del suo peso su di me.
Cristo quanto è pesante
-Andiamo sconosciuto.-
Mi dirigo verso l'uscita con lui che mi tiene stretta altrimenti cadrebbe a terra. Rifaccio la strada fino al motel. 
Lo faccio salire i due piani di scale e lo faccio sedere sul mio letto.
-Ehi, ubriaco. Non ti addormentare, sto chiamando il taxi-
-Avevi davvero intenzione di dormire qui? Non è un po'..quallido?-
-Non me lo dire-
Chiamo il taxi e prendo la valigia e la borsa. Prendo anche la giacca e l'ubriaco. 
Scendere i due piani di scale è una vera impresa ma alla fine ce la facciamo tutti e tre. Passo dalla reception e lascio la chiave.
Fuori un taxi ci aspetta, saliamo e diamo l'indirizzo della sua presunta casa.
Siccome siamo sempre in zona impieghiamo pochissimo ad arrivare. 
Il taxi si ferma davanti ad una casa enorme in un quartiere di case enormi. 
Deve essere almeno a 3 piani la villa e sembra esserci un retro enorme. Magari anche una piscina. 
Bello eh.
Paga il taxi lui, anche se sembra ancora brillo e stanco e scende dal taxi. 
Aspetta che prenda le valigie, da vero gentleman e va verso il portone.
 Esce un mazzo di chiavi da una tasca dei jeans ed apre la porta.
Allora è davvero casa sua. Bhe, buon per me.
Si gira verso di me e mi fa un sorrisetto.
-Ehi, non dire ad Elliot che ho bevuto. Si incazzerà. Di sicuro sarà messo sul divano a leggere.-
-Okay. Parla un po' troppo di suo fratello. Chissà com'è esteticamente e caratterialmente.-
Apre la porta e nell'anticamera inizia ad intravedersi il salone enorme. 
C'è qualcuno seduto comodamente sul divano. Sembra addormentato.
 La casa è enorme, si vede anche solo dall'anticamera. 
A sinistra troviamo un tavolo un tavolo in vestro con sopra un vaso anch'esso in vetro trasparente con dentro un mazzo di calle. 
E sulla parete sopra uno splendido specchio enorme. 
Chi poteva mai dirlo?
A destra c'erano le scale.
 Intanto il ragazzo tanto ospitale di cui non so ancora il nome butta le chiavi sul tavolino in vetro, facendo un gran rumore.
 Il tipo sul divano si sveglia ed alza di soprassalto. 
Il mio nuovo amico mi accompagna su per le scale e salendo vedo tanti quadri appesi lungo la parete.
Ha una casa davvero molto moderna, grande e bellissima. Domani mattina, quando sarà in lui, glielo dirò. 
Arrivata al primo piano mi fa strada lungo il lungo corridoio. 
-Ti lascio l'ultima stanza. 
E' la più grande e credo che in quanto a colori ti piacerà. 
La mia è quella accanto, così se hai bisogno puoi sempre bussare alla mia porta.
 Abbiamo solo un bagno a questo piano e dalla tua camera è la quarta porta a destra. 
Attenta che la terza è quella di Elliot e sinceramente anch'io ho paura di scoprire cosa ci tiene dentro.- 
Mi fa un sorrisetto mentre apre la porta della camera.
Ha delle finestre normali e poi una grande vetrata ottagonale e lo spazio è occupato da un divano pieno di cuscini. 
La camera è tutta blu, il tetto bianco ma la parete dove è appoggiata la testata del letto è di mattoni.
Accanto al letto c'è un comodino in legno nero e accanto al comodino una cassapanca in vimini.
 A destra ci sono accanto un armadio e una libreria.
Davanti alla porta c'è una scrivania appoggiata alla parete opposta a quella del letto, sopra è piena di scaffali vuoti.
 Ve ne sono anche sopra il letto. 
E' una camera bellissima. Mi rispecchia molto.
Il ragazzo sembra imbarazzato e si dondola sui talloni.
-Allora.. ti piace? Puoi abbellirla come vuoi..-
-Certo che mi piace, grazie mille.-
Gli sorrido e in uno slancio di simpatia lo abbraccio.
Lui ricambia l'abbraccio e sento il suo fisico asciutto contro di me. 
Mi stacco subito e mi scuso imbarazzata.
-Scusa..-
-Fa nulla- E' arrossito
Tenero
-Ti lascio ambientare..buonanotte Max.-
-Aspetta.-
-Cosa c'è?-
-Ora mi dici come ti chiami?
-Oh, si, scusa. Josh, Josh Hutcherson.-

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