Nella notte ci guidano le stelle

di MynameisJade
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una buia notte del '43 ***
Capitolo 2: *** "Ragazzi... Arriva il rastrellamento" ***
Capitolo 3: *** "Auguroni, Franz!" ***
Capitolo 4: *** "Sei una di noi ora" ***



Capitolo 1
*** Una buia notte del '43 ***


*Flashback*

12-09-1943

Il silenzio. Regna il silenzio in questa stanza. Oggi è il compleanno di mio fratello Emilio, eppure nessuno è felice.

Classe 1923, questo significa che alla prossima chiamata alle armi lui dovrà essere presente. Lui si rifiuta. Lui dice che non farà mai parte di quei "bastardi sifilitici" che hanno preso il nostro papà e gli hanno fatto chissà cosa perché non la pensava come loro. Non siamo comunisti, solo, non ci piace il fascismo, tutto qui. La mia mamma tiene Emilio tra le braccia, non abbiamo una torta, la farina è troppo costosa e non si trova facilmente ma va bene così.

D'un tratto, mio fratello si alza in piedi. "No mamma. Io non rispondo alla chiamata alle armi."

Mia mamma si alzò in piedi quasi mio fratello avesse detto un'eresia. Era molto più bassa di lui, Emilio è uguale al mio papà. E' alto 1,85 scarso, ha degli occhi castani sul verde ed i capelli di un castano scuro quasi nero che erano sempre in disordine. 

"Mamma, io vado con Giulio e gli altri"

"No! Ti nascondiamo noi, però ti prego, lo sai cosa ti fanno se ti prendono, vero?"

"Lo sai cosa faranno a voi se scoprono che mi nascondete?"

Scese il silezio e mio fratello andò in camera sua. Erano le due del mattino ed entrò in camera mia. "Sorellina... Sei sveglia?"

"Dimmi" Dissi aprendo gli occhi

"Non voglio che vi succeda niente, fate sparire le mie cose. Io per te non esisto, tu non hai mai avuto un fratello, fallo per me ti prego. Nessuno mi chiamerà più Emilio. Da oggi in poi sarò Tempesta."

"Cosa? Perché?!" Mi stavano salendo le lacrime agli occhi.

"No no, non piangere per favore" disse mettendo la mano sulla mia guancia e accarezzandola per poi estrarre una busta dalla sua tasca.

"Questa è per te. Non darla a nessuno, leggila, imparala a memoria poi bruciala."

"Cosa è?" Chiesi prendendola
"Informazioni. Il mio nome di battaglia, il nome della mia brigata, il colore del fazzoletto che ho al collo e i nomi dei miei comandanti con i loro nomi di battaglia" Annuii senza dire nulla.

"Quindi... tu parti a fare il partigiano?"

"Esatto sorellina... Lo faccio per noi... Tornerò al tuo compleanno, te lo prometto! E... nel caso io non tornassi..."

"No! Non succederà! Tu tornerai! Te lo dico io!"
Sorrise amaramente. 

"Giusto! Tornerò!" Non era convinto 

"Ma metti caso che non lo so, ho trovato una ragazza e vado da lei ed è tanto lontana... Tu chiedi ai miei comandanti. Se loro non ci sono, cerca la mia brigata."

"Ma come farete a sapere le cose dalla città? E se arrivano a prendervi? Non credo che rimarranno al loro posto sapendo che voi siete lassù..."

"Non ti preoccupare. Il popolo è dalla nostra parte, o almeno, molti lo sono. Poi qualcuno farà da staffetta per il comitato."

"Capisco... Posso... Posso aiutarti in qualche modo? Insomma. Sono giovane è vero, ho solo 16 anni, posso portarvi da mangiare..."

"Hahaha, dai, non ne abbiamo neanche per noi da mangiare"
 

"Mh... Senti e se..."

"Se?" 
 

"Se facessi la staffetta?"

"Cosa? Tu sei pazza! Trovi un posto di blocco e? Se ti trovano dei documenti nella borsa ti fucilano sul posto! No, non se ne parla!"

"Non troveranno mai nulla, fidati di me. Sali adesso?"

"Si..."

"Su che monte?"

"Ortigara"

"Bene... sta attento, e ti prego, mantieni la tua promessa! Il mio compleanno è il mese prossimo, ricordi?"

"Certo sorellina, il 23 Ottobre! Come dimenticarlo. Ti voglio bene, ci vediamo. Abbi cura della mamma e fai la brava. Vai a scuola ma non trovarti un ragazzo! Altrimenti se la vede con me! Anche se sono in montagna vengo a saperle le cose eh!" Disse facendomi l'occhiolino per poi darmi un bacio sulla fronte. Lo abbracciai e poi andò via.
*Fine Flashback*












 

Salve! Avevo intenzione di iniziare questa storia. Voi che ne pensate?

-Jade

La mia storia è presente anche su wattpad, se vi va fateci un salto :) https://www.wattpad.com/myworks/58617286-nella-notte-ci-guidano-le-stelle

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Capitolo 2
*** "Ragazzi... Arriva il rastrellamento" ***


18-09-43

"Vediamo... Prendo questo, questo, questo si chiude così... Ah, il panino dolce che mi hanno dato al comitato, giusto giusto! Madonna che ansia... Ho tutto? Si, perfetto. Mamma sto uscendo!" Ho l'abitudine di parlare da sola quando sono tesa.
"Fa attenzione e torna per il coprifuoco, ti voglio bene!"
"Anche io!"
Presi la mia bici e mi avviai per la prima volta al monte Ortigara, mamma non sapeva che facevo la staffetta.

"Ma dove si va..." Dissi tra me e me. Era tutto un intreccio di strade sterrate, le classiche stradine "bianche" con cui passeggiavo con mio fratello. D'un tratto vidi delle persone.

"ALT!" Bene. Se ci sono i Tedeschi sono sulla strada giusta.

Smontai dalla bici e con uno dei miei sorrisi migliori li salutai.

"Salve!"

"Salve. Documenti, borsa" Disse serio un ragazzo alto e moro.

"Sono studente." Dissi mentre leggeva la mia carta ovviamente falsificata dal comitato.

Prese la mia borsa e ci guardò dentro. Il cuore mi batteva a mille e mi leccai le labbra. Dovevo dire qualcosa...

"Piacere, Maria!" Dissi porgendogli la mano. Ero abbastanza grande, ma quando volevo potevo sembrare una bambina innocente, di quelle che non potrebbero mai far del male ad una mosca.

Il tedesco mi guardò sollevando un sopracciglio. Non si sa come nè perché mi sorrise e mi chiese:

"Maria?" 

"Si, signore. Lei?"
"Franz"
"Bel nome! Ha fame signore?"
"Io no capito" Disse guardandomi di sbieco.
"Emh... mangiare" mi portai la mano alla bocca mimando il gesto del mangiare

"Ah! No, danke"
"Vabbè, in ogni caso ci tenevo a darle questo panino! E' un segno di gratitudine e di buona volontà da parte nostra!" Ero proprio una brava doppiogiochista. Presi dalla borsa il panino e glielo porsi, dubito che abbia capito cosa gli ho detto, ma va bene così.

Lui sorrise e lo prese.

"Allora io vado! Ciao signore!"

"Ciao bela" Ciao bela, ma chi sei hahahahha

Andai via tranquilla e salii sulla montagna.

"Ragazzi? Ragazzi?"

Passi e foglie che scricchiolano. Ecco tutto quello che sento.

"Ragazzi mi state mettendo paura! Muovetevi su! RAGAZ..."
Non feci in tempo a finire la frase che un ragazzo dell'età di mio fratello mi si buttò addosso tappandomi la bocca. 

"E TU COSA CI FAI QUI?! E' PERICOLOSO, VA VIA!"

"Oh fa piano! Sono la sorella di uno di voi... Sta nella banda di Lupo e Artiglio" Che fantasia...

"Non potete venire a far visita ai parenti!"
"Sono una staffetta. Ho dei documenti per voi"

"Documenti? Ti porto da Lupo allora"

Parlammo un po', la strada era in salita ed io ad un certo punto non ce la feci più. 

"Mi bruciano le gambe!"
"Aspetta"

Mi prese in braccio e avanzammo così.

Arrivai da Lupo.

"Piacere, sono la sorella di Tempesta. Ho dei documenti per voi."
"Non c'è bisogno che me lo dica, tu sei la piccola Giulia!" Disse scompigliandomi i capelli. Non mi ricordavo di lui...

"Anche tu in montagna eh? Brava! Vediamo un po' questi documenti."
Glieli porsi, lesse, scrisse qualcosa e mi diede quel pezzo di carta. 

"Puoi andare. Grazie tante!"

"Grazie a te! Ma, dov'è mio fratello?"

"Ora non c'è, è sceso da un contadino a prendere qualcosa da mangiare. Se vuoi posso portagli i tuoi saluti"
"Perfetto, grazie!"

"Hai un nome di battaglia?"
Ci pensai. In effetti non lo avevo.

"Emh... No, non sono brava con ste cose."
"Bene, te lo do io. Follia. Il tuo nome è follia.  Ti si legge dentro gli occhi quella voglia di libertà che alla tua età ti spinge a rischiare la vita con noi"

Sorrisi, salutai e me ne andai. 

Follia...

Alla strada di ritorno vidi Franz ed i suoi colleghi mangiare il panino che gli avevo dato.

"Ecola ecola!"

Disse un ragazzo poco più grande di me.

Frenai e li guardai spaventata.

"C-c'è qualcosa che non va, signore?"

"No, no, noi volevamo ringraziare te per pane. Buono"
DIO MIO CHE SOLLIEVO.

"Ahh per il panino? Si figuri, non è niente di che! Potrei tornare più spesso a portarveli! Io e la mia mamma li facciamo come passatempo, sà, dopo che il mio papà è scomparso essendo figlia unica dovevo trovare qualcos'altro da fare..."

Mi intristii un po' e lo feci notare apposta.

"Tuo papà non c'è più?"

"No, signore... Mi manca tanto" Feci scendere una lacrima sul mio viso, sono un'attrice nata. La asciugai e presi la bici.

"S-scusi, ora vado"
"Aspetta aspetta! Grazi per panino... Io ho figlia con tua età! Si! Tu assomigli molto"

Sorrisi 

"Ne sono felice signore, beata lei che il papà ce lo ha ancora..."

Sorrisi amaramente ed andai via.

19-09-43

Solita routine. Panino, documenti e via!

I tedeschi mi videro e non mi fecero neanche il segno di fermarmi, mi fermai io.

"Franz!" Dissi correndogli incontro. Sorrise. Non so perché ma era più umano degli altri bastardi.

"Ciao!"

"Come stai?!" Dissi spigliata

"Bene! Tu?"

"Bene! Guarda, ti ho portato il panino!"
"Grazi! Vai pure! Dove stai andando?"
"Vado... Vado dalla mia nonna! Abita di là!"  Puntai un punto indefinito con la mano sorridendo.

"Va bene, presto alora!"

Presi la bici e andai. 
"Ciaoo!"

mi salutarono tutti in coro. E' fatta. Non mi hanno neanche perquisito la borsa. Fantastico.

 

22-10-43

Documenti, panino dolce e via, si parte. Ormai non aveva neanche più senso nasconderli i documenti, tanto era da un mese che mi lasciavano passare. A volte mi fermavo anche a parlare con loro, altre gli chiedevo com'era la Germania e se mi insegnavano qualche parola in Tedesco. Sarà che in quel punto non ci passava nessuno ed io allietavo le loro giornate, ma con me si sono sempre comportati bene. Ho scoperto che Franz ed io facevamo gli anni lo stesso giorno. A proposito... Sapete che giorno è domani? Domani è il mio compleanno! Ciò significa che mio fratello tornerà a casa! E' un mese che non lo vedo. In montagna ci sono salita parecchie volte beffando i tedeschi, manica di imbecilli. Me li sono fatta amici e mi lasciano passare ogni volta urlandomi un "GRAZI SINIORINA MARIA!" E sventolando le mani, ahhahaha idioti. Perché Maria a proposito? Voi vi aspettate davvero che io dica il mio vero nome a quei bastardi? Hahahaha

Oggi sono andata a scuola e all'uscita si vociferava di un rastrellamento. 

Sono corsa al comitato e aprendo la porta ho urlato "IN GIRO SI DICE CHE VOGLIANO RASTRELLARE STANOTTE!"

"COSA?!" Urlò Giovanni, l'uomo seduto sulla scrivania davanti a me. "MERDA. MERDA!" Comiciò a correre da una parte all'altra, nel mentre arrivava qualcun'altro dopo di me, la tensione era palpabile. Non so come una mattinata così tranquilla sia potuta sfociare in un certo casino.
"VOGLIONO RASTRELLARE SULL'ORTIGARA!" Urlò un uomo sulla 40ina alle mie spalle. Persi un battito. 

"Su... Sull'Ortigara dici? Ne sei sicuro?"

"SI PER LA MADONNA, SI!" 

"VIA, PRESTO, AD AVVISARE LE BRIGATE!" Urlò Giovanni.

"Vado io!" Dissi

"NO, ANDRA' GIACOMO" Giacomo ha qualche anno in più di me e già non va bene. Non lo lasceranno mai passare.

"NO. SULL'ORTIGARA SALGO IO!" Presi la bici e cominciai a pedalare. Trovai il solito posto di blocco ma stavolta non c'erano i soliti tedeschi.

"ALT!" Sgranai gli occhi ma mantenni la calma. Non avevo nulla, solo i libri di scuola. Mi fermai.

"La borsa." La aprii, ne svuotarono il materiale in terra, libri e penne.

"Cosa fare qui siniorina? Torna a casa"

"Devo... Devo andare dalla mia nonna. Abita lontana da me e quindi uso la bici."

"Qui non passa"

"E perché mai?"
"Non posso dire."
"Capisco... Senta, sa mica se oggi c'è Franz? Sa, alto alto, moretto con gli occhi azzurri."
"Franz Altmann?"
"Esatto! Il sergente!""Si. Lui è in altra entrata, oggi ha altro ordine. Perché"
"Ah va bene! E' mio amico! Lui fa gli anni domani, ed anche io! Volevo portargli un dolce! Sono Maria, gli chieda di me!"
"Maria? Lui parlato tanto di te! Sei quella dei panini? Tu può passare, ma non dire a nessuno!"
Rimasi incredula ma presi la palla al balzo.

"Grazie signore! Lei è molto gentile. Comunque piacere!"

Gli porsi la mano ma lui non ricambiò la mia buona volontà.

"Via!" Mi disse.

Presi la mia bici e corsi via come un lampo. Buttai la bici nei cespugli nascondendola e salii a monte.

"DOVE MADONNA SIETE!" Urlai cercando la brigata di mio fratello 

"CHI VA LA'?!" Feci un passo e trovai "Falce" davanti a me."Ah, sei tu! Ci hai fatto prendere un colpo. Ragazzi! C'è la sorellina di Tempesta!"

Tutti i ragazzi si alzarono a salutarmi.

"Non c'è tempo per i saluti. Ragazzi. Stasera rastrellano, preparatevi."

"Cosa?!" Disse un ragazzo bassottino che chiamavano "Marietto".

"E tu come hai fatto a passare?"

"Se ve lo dico non ci credete. Non ho molto tempo. Ragazzi, state attenti. Preparatevi"

"Ti hanno detto quanti sono?" Mi disse Lupo.
"Non lo so, giù in valle si vocifera che siano più di mille, ma non credo perché..."

"Porca puttana... E' possibile. E' possibile eccome. Ragazzi, via! Solo armi leggere, nascondete gli zaini! Marietto e falce con il prigioniero, ci separiamo, voi altri con me e tempesta, SUSU!"

"TEMPESTA? DOV'E'?!" 

"E' più su a monte, qui non c'è, non preoccuparti, domani scenderà per il tuo compleanno" 

Mi  rivolse un sorriso dolce dandomi un buffetto sulla guancia.

"Che Dio sia con voi..." Gli dissi preoccupata

"Anche se non vuole noi ce la faremo, ciao Follia, ciao!" Disse aprendo e chiudendo la mano.

"Ciao..." Dissi incredula appena sollevando la mano. Scapparono e così feci anche io. Pedalai più infretta che potevo ed uscì dinuovo dal posto di blocco da cui ero entrata.

"Come stare nonna?"

"Tutto bene, poverina, si stava preoccupando!"
"Haha, di nonna di no preocupare"
"Sisi" Dio mio voglio spaccargli il cranio, voglio proprio aprirglielo come una melagrana.

"Ora vado, altrimenti anche la mamma si preoccupa, ciao!"

"Aspetta!" Disse aguzzando gli occhi"Tu abitare solo con mamma?"
"Si, signore."
"E papà?"
Eh, e papà? Papà me lo hanno ucciso quelli come voi brutti bastardi.

"Papà... Papà è morto in guerra..." "Mh. Fratello?""No, sono figlia unica."

"Neanche più picolo?"

"No signore. Lo avrei tanto voluto un fratellino ma il buon Dio non me lo ha dato."

"Torna a casa."
"Ora vado, ciao! E grazie ancora per la sua gentilezza"
Tornò sull'attenti a presidiare sul posto di blocco, nemmeno mi rispose. Tornai in paese, a casa. "Sono a casa mamma"

"DIO MIO!" Si buttò fra le mie braccia piangendo."NON TI AZZARDARE MAI PIU'! CREDEVO TI AVESSERO PRESA!"

"Ma no mamma... E' che..."

"CHE? CHE COSA?!"

"Sono dovuta salire urgentemente sull'Ortigara"

"P-Perché? Perché sull'Ortigara! Lo sai che è pericoloso..."

"Stasera li rastrellano... Ho avvisato"

Cadde a terra in ginocchio piangendo, quasi suo figlio fosse condannato a morte certa.

"Mamma, mamma! Sono in gamba e li ho avvisati per tempo. Non succederà nulla, vedrai..."

Ma lei piangeva e mi stringeva a se. 

"Non farlo anche tu... Non andare anche tu, ti prego. Mi sei rimasta solo tu..." Era una situazione straziante... Non so quanto io possa ancora resistere in questa situazione. La guerra mi sta rovinando la vita...

 

 

 

 

 

 

 

 

Ecco qui il secondo capitolo della storia.

Spero vi piaccia, ogni commento, critica e considerazione è ben accetto! Buona serata :)

-Jade

 

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Capitolo 3
*** "Auguroni, Franz!" ***


Notte del 22-10-43

Piove e tuona. E' l'una del mattino, i lampi illuminano la strada e dalla mia finestra vedo qualcuno che bussa alle porte. Non ci posso credere. Mi viene il senso di colpa a pensare che io ora sono al caldo in camera mia e mio fratello è lassù, in quella stupida montagna nera, a rischiare la vita per colpa di quei porci tedeschi. Non è giusto, non è affatto giusto.Tornai a letto ma non presi sonno, non ci riuscivo, mi balenavano troppi pensieri per la testa. Scesi in soggiorno e vi trovai mia madre attenta ad ascoltare la radio quando tutto d'un tratto qualcuno bussò forte alla porta. 

"APRITE! VI PREGO, APRITE ALMENO VOI!"

Mia mamma mi guardò terrorizzata e mi afferrò per seguirla in cucina sotto al tavolo. Mi divincolai da quella presa ed aprii la porta. Un giovane ragazzo con un fucile in spalla cadde ai miei piedi. Chiusi subito la porta e lo aiutai ad alzarsi.

"Mamma portagli dei vestiti di Emilio."

Mia mamma non fece domande e gli diede i vestiti di mio fratello.

"In che banda stai?"

"C- come?" Mi disse lui terrorizzato.

"Non temere. Sono una staffetta... Mio fratello è su con voi"

"Chi è? Con chi sta?" Disse aprendo gli occhi stupito
"Tempesta, sta con..."
"Con Lupo... " Sussurrò. Lo disse quasi in una maniera surreale. 

"Esatto! Aspetta, sai qualcosa?"

"Mh? No... Ci hanno avvertito loro del rastrellamento, credo sia venuto proprio tuo fratello da noi. Alto, magro, capelli scuri"

"E disordinati" dissi io ridacchiando

"Già" Disse sorridendo 

"Ma ormai da noi è un'utopia. Guarda me, mica posso scendere ed andare dal barbiere ogni mese, non credi?" In effetti aveva ragione.

"Vieni, ti preparo il letto, dormirai nella camera che era di mio fratello" Mia madre non proferì parola, mi diede le lenzuola e tornò in camera sua. Stava male, lo sentivo, ma lei preferiva stare sola.

"Grazie mille. Domani non vi sarò più di alcun disturbo. Comunque piacere, sono Dante... tu sei?"

"Follia."

"Ma no, non il nome di battaglia! Io ti ho detto il mio vero nome!" Disse sorridendomi. Di lui potevo fidarmi, non mi avrebbe mai denunciata.

"Giulia.... Mi chiamo Giulia" Mi prese la mano e me la baciò. 

"Grazie dell'ospitalità, Giulia. Buonanotte."

"Notte"Non riuscivo ancora a prendere sonno, quando Dante si affacciò dalla mia porta.

"Ps, Giulia! Sei ancora sveglia?"

"Mhh?" Dissi mettendomi seduta sul letto.

"Domani puoi accompagnarmi al comitato?"

"NO! NON SE NE PARLA!"

"Shh piano! Perché?"

"Ma te ne rendi conto? Se ti trovano senza documenti ti fucilano sul posto!"

"E' vero..."

"Senti ho un'idea. Anzi due."

"Dimmi"

"Domani andrò al comitato e ti procurerò dei documenti falsi. Altrimenti..."

"Altrimenti?"

"Andiamo adesso"

"ADESSO? A QUEST'ORA?"
"Sì. I tedeschi, i fascisti, tutti vi stanno rastrellando su a monte. Non credo ce ne siano molti in giro. Poi sono quasi le 5, c'è sicuramente qualcuno al comitato."
"Mhh... non lo so..."

"Dai, copriti bene e andiamo, c'è da correre un po'..."Detto ciò, ci vestimmo alla bene e meglio e uscimmo di casa. C'era un freddo pungente, da lì a poco non mi sarei più sentita la punta del naso o delle dita... vedevo Dante avanzare dietro di me, quando vidi le luci di due fari. Una camionetta tedesca.

"Merda!" Imprecai. Lui non se n'era accorto, l'ho preso appena in tempo per il braccio e lo trascinai dietro di me correndo per poi buttarmi a terra con lui a seguito. Cadde sopra di me, la camionettà passò a pochi metri da noi fermandosi. Mi girai e lo strinsi a me. Avevo paura, una paura boia.

"Sta. immobile" Gli sussurrai. Così fece. Un uomo scese e si guardò intorno. "Es sitzt niemand! Lassen Sie uns gehen!" (Non c'è nessuno, andiamo!)Io chiusi gli occhi tenendoli più chiusi che potevo, finché non sentii la camionetta ripartire. "Giulia... Giulia... Sono andati via!" Mi disse Dante in preda alla gioia. Eravamo faccia a faccia, alla fine era anche un bel ragazzo. Occhi castani, capelli neri, abbastanza alto e con un timbro di voce davvero buono, come quello di mio fratello... Mio fratello... Chissà come sta ora... Magari ha ucciso qualcuno, magari non ne ha avuto il coraggio... Magari gli altri hanno ucciso lui... No, non è possibile. Lui è salvo, ne sono sicura.Caddi dalle nuvole quando Dante mi prese le mani per aiutarmi ad alzarmi.

"Grazie. Andiamo" Dissi. Arrivammo di corsa al comitato, entrammo e come al solito c'era Giovanni che nel vederci sporchi di fango dalla testa ai piedi disse

"Giulia! Che cosa ci fai qui? E questo chi è?! Non vorrai mica farti prendere il giorno del tuo compleanno!"
E' vero. Oggi è il mio compleanno. Grazie a tutto questo casino lo avevo anche dimenticato.

"E' il tuo compleanno?" Disse Dante

"Tanti auguri a me?" Dissi sarcasticamente

"Sentite non abbiamo tempo. Giovanni, questo ragazzo deve parlarti. Procuragli delle carte false, si chiama Dante, che ne so, dagli un nome tipo Roberto o qualcosa. Ha bussato a casa mia qualche ora fa, probabilmente è riuscito a scampare al rastrellamento in qualche modo."

Giovanni mi seguii attentamente.
"Va bene. Piacere, Giovanni. Con che banda stai?"
"Dante." Disse serio stringendogli la mano
"Sto con Fulmine"
"Fulmine? Su che zona operate?" "Sul versante est dell'Ortigara, siamo in buoni rapporti con la banda di Lupo, ci hanno avvisato loro del rastrellamento."

"Capisco. Dai andiamo di qua, dimmi cosa devi dirmi."

Parlarono per poco, finché non vidi che stava sorgendo il sole. 

"Basta, basta parlare ragazzi! Dobbiamo tornare a casa! Se ci trovano ora siamo morti"

"Ma il coprifuoco è finito" Disse Dante
 

"Credi che non ci siano i battaglioni che marciano per strada e ti chiedono i documenti?" Dante sgranò gli occhi.

"Ci ho pensato io." Disse Giovanni.

"Gli ho procurato un certificato medico dove si attesta che abbia uno scompenso cardiaco, dovrebbero portarcelo a breve. Per la carta con la foto e il resto non c'è problema. Gli ho già fatto una foto. Il suo nome è Giuliano Zambon. Sei nato a Padova e ti hanno scartato alla leva per il tuo scompenso cardiaco. Chiaro? Non andranno a controllare e ti lasceranno andare." Disse rivolgendosi a lui. Aspettammo qualche decina di minuti ed arrivò il medico a darci il certificato. 

"Che Dio vi benedica" Disse lui 

"Arrivederci, grazie ancora." Dissi io. Dante strinse la mano a entrambi ed uscimmo.

Arrivammo a casa senza incontrare alcun battaglione, la gioia era tanta. Mia mamma dormiva ancora, per fortuna non si era accorta di niente. Nascondere un partigiano comporta tante responsabilità come già sapete, ma quel giorno, il giorno del mio compleanno, fu particolarmente movimentato. Cercai di salire a monte, come al solito. Stavo portando dei panini dolci, oggi era anche il compleanno di Franz e me lo dovevo tenere buono. Arrivai al posto di blocco.

"ALT!" Mi fermai.

"Ciao Franz! Augu..."

"Documento"

"Ma... Sono io! M-Maria... Non ti ricordi di me? Guarda! Ti ho portato i panini, oggi è il tuo compleanno! E' anche il mio"

"DOCUMENTO!"

"V-va bene..." Cominciavo ad avere paura. Avevo dimenticato di nascondere i documenti nel doppio fondo e li avevo nascosti in una semplice tasca della borsa.

"Tenga..." Gli diedi i documenti e appena li prese vidi qualcuno dietro di lui arrivare con tre ragazzi. Uno era Falce e aveva un fucile puntato alla schiena mentre teneva le mani in alto. Lo guardai a bocca aperta. Lui fece finta di non conoscermi, come feci io, ma senza farsi vedere da nessuno mi fece l'occhiolino. Gli altri due ragazzi non li conoscevo. 

"Tutto ok, ma tu non puo passare" Franz mi tirò via da quello stato distratto

"P-perché?"
"Sto solo eseguendo li ordini."
"Capisco... Comunque ci tenevo a darti i panini... Auguroni Franz" Dissi porgendoglieli rassegnata. Li prese per poi darmi un buffetto sulla guancia.

"Grazi Maria. Buon compleanno anche a te" Sorrisi e tornai indietro, a casa mia. 

"Sono a ca..." Trovai mia madre e Dante con un ufficiale tedesco difronte. 

"C-cosa è successo?" 

"Niente tesoro. Questo signore non crede che Giuliano sia tuo cugino! Un piccolo malinteso, non ti preoccupare"

"Ah, capisco... Signore, gradisce qualcosa da bere?"

"No. Dammi i documenti." 
"Un attimo" Li presi dalla tasca dei miei pantaloni e glie li porsi.

"Tenga, se vuole accomodars..."

"TI HO DETTO NO!" Si girò impulsivamente e mi diede uno schiaffo buttandomi a terra.
"COME TI PERMETTI!" Disse Dante fiondandosi addosso all'ufficiale, per fortuna mia madre lo prese in tempo. Rimasi a terra mentre sentivo il sangue uscire dal mio labbro. Cominciai a piangere.

"Mi scusi... Non volevo..." Dissi singhiozzando.Non guardò neanche i documenti, me li buttò addosso e andò via portandosi i suoi uomini dietro. Mia mamma mi aiutò ad alzarmi da terra, mentre Dante imprecava e prendeva a pugni un cuscino.

"Schifosi bastardi! Picchiano le donne, capisci? PICCHIANO LE DONNE PERCHE' NON HANNO LE PALLE!"

"S-sta tranquillo. Sto bene... E poi, oggi non può essere una brutta giornata, oggi torna mio fratello! Me lo ha promesso, oggi è il mio compleanno!" 

Dante smise di prendere a pugni il cuscino e venne ad abbracciarmi. Non so il perché, forse lui pensava che mio fratello non sarebbe più tornato. Stronzate, mio fratello mantiene sempre le promesse.Appena si staccò da me, Dante mi disse che la sera sarebbe risalito a monte.

"Impossibile" Dissi io.

"Di lì non si passa. Ho fatto "amicizia" con un tedesco da quando ho cominciato a fare la staffetta. Si occupa lui del posto di blocco all'entrata del monte. Non mi ha fatto passare, mi ha rimandata a casa."

"Merda... e adesso?"

"Adesso... andiamo in treno."
 

"In treno? Ma sei pazza?"

"No. Facciamo il giro, saliamo dall'altro versante."

"Si, e le guardie alla stazione?"

"Chiederò dei lascia passare al comitato. Per me va bene quello della scuola. Prima di salire in montagna eri studente?"
 

"Si" Disse.

"Dove?"

"All'Università, facevo medicina"
 

"Perfetto! Hai qualche documento che lo attesti?"

"Sì, ma li ha il comitato i miei documenti"
 

"Ok, ce li faremo portare e ti riaccompagno io su, ma dovrai aspettare qualche giorno. Magari saliamo anche con mio fratello. Va bene?"

"Perfetto" Disse Dante mentre manteneva un'aria seria.

Aspettai delle ore, ma mio fratello, quel giorno, non arrivò... Non aveva mantenuto la sua promessa... Magari aveva perso la cognizione del tempo e sarebbe arrivato domani o dopodomani. Non fa niente, lo aspetterò!

 

 

 

Heeeere we are con l'ennesimo capitolo! Che ne pensate?Credete che Dante e Giulia riusciranno a salire in montagna? Ed Emilio tornerà da sua sorella come promesso?

Lo scoprirete a breve!

 

 

Saluti!-Jade

 

 

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Capitolo 4
*** "Sei una di noi ora" ***


28-10-43

Ormai era passata quasi una settimana da quando Dante aveva bussato a casa mia. 

Quasi una settimana dal rastrellamento. Quasi una settimana di speranze che si affievoliscono... Mio fratello non è ancora tornato come mi aveva promesso... Ricordai una piccola nota a fine pagina nella sua lettera che ormai ho bruciato da tempo.

Diceva esattamente:

"Qualora io non dovessi mantenere la mia promessa, cercami. Non morirò, ma se non mi presento la sera del 23 Ottobre vienimi a cercare. Non metterti in pericolo per favore. Fatti aiutare da Falce e Mingo, siamo sempre insieme, loro sapranno di me. Ti voglio bene."

"Basta." Dissi balzando giù dalla poltrona.

Dante mi guardò interrogativo.  Erano quasi le 10 del mattino.

"Che ti prende?" Mi disse

"Dobbiamo andare al comitato. Devono aver pronti i documenti, noi volenti o nolenti dobbiamo partire, devo cercare mio fratello."
 

Dante mi fece un mezzo sorriso di intesa.

"Mi piaci, ragazza. Andiamo"

Andammo al comitato, i documenti erano arrivati la sera prima, fantastico.

Tornammo a casa a mangiare qualcosa, Dante prese una valigia e ci mise dentro la divisa con la pistola. Lasciammo il suo fucile ad un ragazzo del comitato, non sapevamo cosa ne avrebbe fatto, ma tanto arrivato su se ne sarebbe procurato un altro.

"Ciao mamma, vado ad accompagnare Dante. Se non mi vedi di ritorno non spaventarti, sarò con Emilio"
 

"Va bene tesoro, ma fa attenzione, salutami tuo fratello"

Le sorrisi "Va bene mamma, ciao, ti voglio bene"

"Anch'io" mi abbracciò, abbracciò Dante e andammo via. 

Andammo alla stazione, le nostre esenzioni erano in regola e salimmo sul treno. Un signore suonava una musica strana con la sua fisarmonica, mi faceva pensare ad un nuovo inizio, all'inizio di un'avventura che sarebbe stata lunga e pericolosa, ma bellissima e senza precedenti che sarebbe stata di un finale felice.

"Giulia, giulia!" Dante mi "tirò fuori" dal mio mondo quando trovò un posto.

Il viaggiò durò un paio d'ore, arrivammo verso le 4 del pomeriggio.

"Vieni, si va di qua! Questa zona la conosco"

Seguii Dante ma ad un certo punto il mio stomaco brontolò. Rimasi interdetta e risi.

"Hai fame?" Disse Dante

"Nono! Tranquillo" 

"Ti prometto che quando arriveremo su ti faccio dare qualcosa da mangiare. Dormi con noi stanotte"
 

"No ma figurati. Torno a casa"
 

"Ma smettila! Mi hai tenuto per così tanto tempo da te, lascia che ricambi anche se in piccola parte il favore che mi hai fatto, mi hai salvato la vita"

Sorrisi a quella affermazione, mentre lui ricominciò a camminare.

Al tramonto qualcuno ci fermò. 

"Chi va là?" Mi spaventai a morte. 

"E adesso?" Dissi a Dante. Lui rise.

"GUFO! HAHAHAHA VECCHIO BASTARDO! SONO IO, DANTE!"

"DANTE?!" Urlò lui

"RAGAZZI, E' TORNATO DANTE!" Dai cespugli uscirono circa una ventina di uomini che ci corsero incontro e si buttarono tutti sul ragazzo affianco a me. Stetti lì sorridendo finché quello che sembrava fosse il comandante esordì con:
"Hahaha vecchio marpione! Vai in pianura e ti trovi la ragazza! E che ragazza!"

Tutti cominciarono a fischiare e a dargli le pacche sulle spalle mentre io arrossivo vistosamente.

"No ragazzi, lei mi ha salvato la vita. Il fratello stà nella banda del Lupo, è la sorellina di Tempesta, qualcuno di voi lo conosce"

"La sorellina di Tempesta?!" Disse un ragazzo sulla trentina. 

"QUEL Tempesta?!" Disse un altro ragazzo mentre mi puntava il dito contro

"Beh, si..."

"Sai dov'è? E' tornato da te tuo fratello?"

"No..." Sentii un peso allo stomaco.

"P-Perché, vi ha detto che doveva tornare?"

 

"Sì." Disse quello che poi scoprii essere Fulmine

"Mi... Mi potreste portare dal Lupo, per favore?"

 

"Mi dispiace..." Disse Fulmine

"Lupo è stato una delle vittime del rastrellamento. Siamo rimasti in pochi, per quello ci siamo uniti con la banda di tuo fratello. E' partito il giorno dopo del rastrellamento. Ha detto che sarebbe tornato perché ti aveva fatto una promessa"

Il vuoto. Sentii il vuoto in quel momento. Mio fratello. Mio fratello era stato preso. Me lo sentivo.

"Ragazzi... Non vi state confondendo? Siete sicuri che fosse lui?!" Dissi entrando in panico mentre mi venivano le lacrime agli occhi.

"Sì, il suo vero nome è Emilio, no? E tu devi essere la piccola Giulia, detta anche "Follia" dal Lupo"

Entrai in panico e cominciai a piangere.

"No... NO! NON- NON E' VERO! MIO FRATELLO MI HA PROMESSO CHE SAREBBE TORNATO, ME LO HA PROMESSO! SIETE DEI BUGIARDI! LUI NON E' PARTITO DA QUI! NO!" Avevo una mano sotto il naso per coprire i miei singhiozzi.

Due ragazzi si guardarono quasi con aria impietosita mentre Dante cercò di abbracciarmi inutilmente perché lo cacciai via.

"Mi dispiace..." Disse Fulmine.

"N-NO! VOI MI PRENDETE IN GIRO! E' STATO LUI A DIRVI DI FARLO NON E' VERO? ORA SALTA FUORI COME AL SOLITO E MI PRENDERA' IN GIRO MENTRE PIANGO, E... E..." Scoppiai in un pianto disperato e mi lasciai andare tra le braccia di Dante che cercava di consolarmi.

Sentimmo degli spari. 

"VIA RAGAZZI!" Urlò Fulmine mentre mi strappò dalle braccia di Dante prendendomi in braccio. Cominciò a correre fra i cespugli e gli alberi mentre dietro di noi i ragazzi della sua banda cominciarono a seguirci.

Arrivammo al loro nascondiglio, era in una grotta.

"Fulmine! Fulmine! Non erano i fascisti... Era solo un caccitore"

"Dio mio! Sanno benissimo che ci siamo noi qui!"

Il ragazzo fece spallucce e se ne andò. 

"Hai fame?" Disse Fulmine.

"No..." Dissi mentre mi asciugavo le lacrime.

"Senti Fulmine..." 

"Mh?" Disse girandosi

"Mi volete con voi?"

Aprì gli occhi sorpreso. 

"Cosa vuoi fare tu?"

"Voglio... Voglio combattere con voi. Sono una staffetta, potrei scendere, prendere gli ultimi documenti che nascondo in casa e salire..."

"Non se ne parla. Sai come si usa un fucile?" 

"Sì."

"Sì? Ma per favore. Tu non sai manco come è fatto un fucile."

Infastidita dal suo sarcarsmo, presi il suo fucile poggiato in terra e cominciai:

"Questo è uno sten. E' un mitra a canna corta come puoi vedere anche tu, il calcio è in acciaio e quello che hai appeso alla cintura è un caricatore da 32 colpi. Il proiettile non viaggia molto. Farà quei 20-25 metri massimo, inoltre, ho notato che molti di voi lo tengono nella posizione sbagliata. Infatti lo tenete dal caricatore, e non dovreste farlo perché c'è il rischio che esca. Non bisogna mai far cadere questo fucile quando non è in sicura, così." Misi il fucile in sicura tramite la leva sopra di esso

"Perché? Perché questo fucile, cade sempre di calcio, fa un saltello, gira e spara finché non finisce i colpi nel caricatore. In poche parole, ti fucila il culo prima che tu te ne accorga. Può bastare?"
Fulmine rimase allibito dalla mia spiegazione. Non me n'ero accorta, ma tutta la brigata si era radunata all'entrata della grotta.

"Dante... Mo' son cazzi tuoi! Ti sei trovato una tosta!"

Scoppiò una risata generale, risi anche io. Come facevo a sapere tutte quelle cose? Semplice. Mio fratello era un appassionato di armi e ogni tanto mi faceva vedere delle foto sui giornali e mi spiegava tutto.

"Quindi? Sono con voi?"

"Sei con noi!" Disse Fulmine entusiasta. 

"Come hai detto che ti chiami?" Esordì un ragazzo.

"Follia" Dissi fiera e sicura di me.

"Bene. Ora sei una di noi, Follia" Disse Fulmine sorridendo e porgendomi la mano.

Sorrisi stringendogli la mano. La mia avventura era appena cominciata.

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