capitolo 1 storia
Avevo gli occhi chiusi. Tutto intorno a me era avvolto
dall'oscurita. Non percepivo luce, ma nemmeno il buio aveva una sua
identità.
Era come vivere in un dolce limbo da cui non avrei mai voluto sottrarmi.
Per lo più dormivo credo. Questa consapevolezza derivava dal
fatto che non sempre ero vigile e non ricordo molti pensieri.
Però ricordo nitidamente alcune sensazioni come se qualcuno vegliasse su di me in quel mondo in cui mi ero persa.
Percepivo. Questa era la mia unica certezza. La forza mi parlava e io
cercavo di interpretarla. Fu un tocco, una scintilla a dare inizio alla
luce, a riavvicinarmi alla realtà allontanandomi da quel viaggio
che era troppo presto per intraprendere.
"Non lasciarmi. "
CAPITOLO 1: RISVEGLIO
Erano voci? Faticavo a sentire le altre che si limitavano a semplice
brusio di sottofondo. Ma quella voce cercavo di afferrarla ma non la
ricoscevo. Ero sicura di volerla riconoscere perchè una parte di
me non voleva sentire quella sofferenza.
A poco a poco anche altre voci apparvero all'orizzonte. E la situazione mi appariva sempre più chiara.
Sentivo il mio maestro. Luke. Che mi parlava del passato quando
eravamo ad allenarci sulle scogliere. Mi spronava a fare luce su me
stessa e sul mio passato.
Erano ricordi, ne ero certa perchè li sentivo miei, come un organo del mio corpo.
Era come fare un salto nel tempo e ripercorrere tutto dall'inizio. ma con una rullino frammentato e sconnesso.
" è una mappa che conduce a Skywalker"
"la forza, persavo fosse solo una leggenda"
"anche io lo pensavo....è tutto vero.La forza, tutto"
"stiamo cercando nuovo personale per l'equipaggio.."
"Mi stai offrendo un lavoro?"
L'allenamento con il maestro Luke. Era stato intenso ma mi aveva
aiutato molto a capire cosa volevo davvero. E mi aveva anche cacciata
in numerosi guai.
Tuttavia c'era qualcosa che mi agitava. Un dolore nel sentire altre voci, vedere altre immagini
"la forza scorre forte in te, mia
cara padawan. Un legame di sangue ti separa dalla mia famiglia ma ti
avvicina alla mia storia."
Luke mi parlava ma non lo ricordavo.
Poi c'erano altre voci che sentivo lontane. Queste erano più vivide.
"Sei già stata a controllarla?"
"non ancora. Farò un salto nel pomeriggio. Magari la porto da lei oggi pomeriggio. La vicinanza magari..."
"Poe, si sveglierà. La forza è potente in lei e quando sarà il momento tornerà da noi"
Finn, Poe. I miei amici.
"Generale Organa. Abbiamo ritrovato i resti del caccia nella radura ma..."
"che cosa avete scoperto?"
"secondo le nostre previsioni
avrebbero dovuto essere più devastati. Quell'incidente avrebbe
dovuto consumarsi prima. Non sappiamo spiegarci come sia potuta
sopravvivere all'impatto"
Quale impatto? Mi chiedevo ostinatamente cosa fosse successo di tanto
grave e perchè tutte le persone a me care erano così
tristi e preoccupate.
Poi c'erano quelle sensazioni e quella voce. Solo grazie a quel
contatto potevo sentire che c'era ancora un richiamo. Sentivo una
piacevole serenità ma anche ...nostargia?
" Credevo fossi morta...di non essere stato in grado di proteggerti come avrei dovuto."
Poi improvvisamente certi pensieri mi turbarono.
In particolare...erano visioni.
Prima era il volto di un vecchio dai capelli bianchi che guardava fisso una maschra nera.
Combattevano con spade laser, blu
e rosso. E in lontananza c'era Luke a guardarli. Poi questi prima
di essere colpito dalla spada laser svanì nell'aria.
L'urlo di Luke mi trasportò
in un mondo lontano dove un uomo dai capelli castano chiaro e la barba
folta sedeva in una grande sala rotonda ricca di finestre insieme ad
altri uomini dall'aria severa.
Poi urla di una donna. Lo
stesso uomo della visione affacciato al vetro che guarda in quel che
sembra una sala parto. Io ero accanto a lui e osservavo ogni cosa. Poi
improvvisamente entra e si rivolge alla donna esausta sul lettino. Un
robottino porge un neonato. Sentii pronunciare prima un nome, Luke. Poi
apparve un altrò neonato che venne chiamata Leila. Era loro
madre, quella biologica. E in pochi secondi raccolsi due dati che mi
fecero riflettere: il primo era il nome di costui, Obi Wan, il scondo
era la fede che aveva la donna per Anakin, suo marito. Era convinta che
ci fosse ancora luce in lui e era morta con questa convinzione.
Perchè quella visione? Una donna che dava la vita per l'uomo che
amava ma che aveva scelto l'oscurità?
Appena chiuse gli occhi un nuovo sfondo apparve di fronte a me.
Ero in un grande portico sontuoso
e fine. Colonne di cemento armato si estendevano al cielo e tappeti
rossi introducvano il cammino. Un chiacchiericcio veniva da un gruppo
di persone che sembravano essere senatori e politici.
Passavano in lontananza delle guardie che indossavano un armatura datata, forse risalente alla prima repubblica.
Poi un ragazzo giovane e molto
bello si allontana dal gruppo. Spaventata penso che mi abbia visto ma
questi si affretta nella direzione opposta al gruppo.
Sono costretta ad avvicinarmi per
poter vedere meglio dove sia sparito quel giovane, quel jedi la cui
spada aveva un impugnatura famigliare.
"è successa una cosa bellissima"
Era una ragazza, molto bella dai tratti fini e i capelli bruni. Una senatrice avrei azzardato.
Ne avri gioito, era un momento felice per loro se non avessi sentito l'ultima frase della giovane.
Anakin sapeva perferttamente chi
era. Luke aveva spiegato la sua storia a lei e Finn. Era il nome di un
grande jedi, suo padre , passato al lato oscuro e divenuto darth Vaner.
Il modello di guerriero che ostinatamente era emulato da...
La forza mi richiamò all'istante.
Era un pianto. Un grido nitido e disperato. Un pianto che ricercava conforto.
Ma la cosa che ritenevo più strana era che volevo fermare
quel pianto con tutta me stessa. Era per me vitale arrivare all'origine
di quelle grida.
Mi resi conto di avere orecchie per sentire e un corpo per percepire l'aria fresca che dolcemente premeva sulla mia pelle.
Mi limitai a muovere le dita restando in ascolto.
Qualcuno era nella stanza con me. Il pianto era finito e nell'aria
sentivo solo piccoli rumorini indistiti e una voce bassa e dolce le cui
parole mi erano indistinte.
Aprii gli occhi rialzandomi con fatica. Ero vestita di una comoda
tuta in tela ma non mi curai molto in quali condizioni fisiche fossi.
Mi allontanai dal letto di quella che sembrava una camera di un
appartamento terrestre. Non c'erano stelle fuori ma solo una ricca
vegetazione.
La luce entrava piacevolmente da alcune finestre filtrata da tende
arancione pallido. La porta che mi interessava era in legno scuro come
i mobili della stanza. Accanto alla porta c'era uno strano mobile: una
culla, vuota.
La porta era socchiusa.
Entrai nel corridoi guidata dall'istinto e da quella voce bassa.
Entrai in una seconda stanza e non ebbi la forza di entrare oltre nel piccolo ambiente.
C'era una figura seduta su un divanetto dalla sagoma nera come la
notte che mi dava in parte le spalle e reggeva tra le braccia una esile
figura dal volto rotondo e roseo. Una bambina.
Un brivido mi percorse la schiena.
Non avrei mai potuto sbagliarmi. .
Quello non era una persona qualunque. La forza era notevolmente forte in lui. Kylo Ren,o meglio Ben Solo.
-che ci fai qui- chiesi subito ma la mia voce uscì meno minacciosa di quanto volessi.
Sembrava che la mia voce lo avesse allarmato notevolmente. Si
voltò a guardarmi ma quello sguardo era per me un enigma. Non
sapevo cosa leggervi dentro. Dannatamente a me, i miei occhi erano
velati di pregiudizio e avventatezza.
-che cosa fai qui?- Forse la seconda volta quella frase
acquistò un briciolo di risolutezza. E la sua espressione
mutò. Si fece di nuovo seria come nei miei ricordi di lui.
-non sentivi piangere. no no. ..non si fa così. Una
creatura cosi piccola non va lasciata mai da sola.- Disse stringendo
quella piccola bambina con voce ironica ma comunque velata di quella
sfacciataggine da cattivo.
-ho detto che ci fai qui..- Evidentemente la terza volta ero sicura fsse quella buona per avere spiegazioni.
Ero frustrata perchè non capivo cosa stesse succedendo. Se erano loro ad essere fuori posto o io.
-sono venuto a fare un salutino. Pensavo ne saresti stata contenta.
Non mi accogli calorosamente?- disse ridendo un poco come incantato
dalla piccola.
Con un gesto fa ruotare la piccola e posso finalmente vedere il suo viso.
Piccole ciocche nere contornano il viso di quella creaturina che
improvvisamente aveva smesso di piangere cullata dalle braccia di
quell'assassino.
Mi continuavo a domandare cosa ci facesse Ren con un neuonato in
braccio? Aveva ucciso i suoi genitori? Per fortuna sembrava non
badare alla mia confusione e mi trattava come se niente fosse.
-voglio che tu te ne vada immediatamente. O sarò costretta a farlo con la forza.-
-con quale spada laser? Sei convalescente, indifesa. Non puoi opporti a me.-
-questo è quello che credi tu.- Mai dare al nemico certezze sulla propria condizione.
Però questa mia freddezza sembrò irritarlo tanto che cambiò espressione incupendosi.
- mi sa riconoscere. E' forte nella forza..- Parlava della bambina.
Io lo ascoltavo e istintivamente sentivo che davvero in quella bambina
c'era qualcosa di diverso da un normale neonato.
-cosa? Tu. Dove siamo? Lascia quella bambina!-
-e che cosa farai questa volta?-
Mi bloccai. Perchè ripeteva questa volta?
-mi hai dimostrato in precedenza quale strada tu abbia percorso. Il
tuo ripudio per la luce. Non puoi macchiare così la tua anima
con la morte di una bambina...-
-davvero pensi che potrei fare del male a lei?-
Poi. -Sicura di stare bene? Perchè tra tutte le
assurdità che potevi dirmi questa è di gran lunga la
più bizzarra.- Chiese con espressione scettica.
Ren lasciò gravitare la bambina in aria facendola pure ridere e la depositò in un piccolo gabbiotto per neonati.
Si avvicinò minaccioso a me fermandomi con i suoi poteri.
Quel trucchetto funzionava ancora nonostante i duri allenamenti. Mi
sentivo più devole di prima, diversa.
- Sarà meglio che tu venga con me..Venite tutte e due con me. Per favore Rey, torna
indietro.-
Mi sfiorò le labbra con un dito passando la mano lungo
il mio collo. Sentivo che il mio corpo voleva ribellarsi ai miei stessi
pensieri. Piccoli impulsi elettrici mi percossero. E questa mia
reazione non gli sfuggì. Si avvicinò di più
cingendomi la vita e libernadomi dal controllo di sua spontanea
volontà. Poi senza che potessi accorgemene si chinò su di
me posando delicatamente le proprie labbra sulle mie. Avrei voluto
resistere a quel gesto inaspettato ma il mio corpo sembrava
volersi arrendere a lui.
Ero ostinata a resistergli sebbene avessi sperato quel contatto per
tanto tempo. Ma ero confusa. Non sembravamo sulla stessa lunghezza
d'onda.
Sentivo un'atrazzione fortissima
per lui ma il suo buon senso mi riportò alla realtà.
Mi toccò le braccia e un immagine ruppe la magia. Lo
vedi sorridermi in un grande letto ,disteso a torso nudo e baciarmi
delicatamente portandomi in posizione supina. Rideva.
Scottata lo allontanai con gli occhi spaventati e lui si interrogò su questa mia reazione.
"si vede che non è andata come speravi. Non ci lascherò di nuovo"
-io non passerò mai al lato oscuro. E mai potrò amare un assassino come te...-
Con un colpo della forza lo sbalzai via per poi far avvicinare la neonata a me. Era leggerissima come una piuma.
Ren non ebbe il tempo di intervenire perchè Finn entrò
nella stanza sfoderando la spada laser nuova verde e respingendolo
fuori.
-non saresti dovuto venire qui dentro. Tornate sul tuo vascello e lasciaci stare.-
-Vedo che i tuoi poteri si sono amplificati traditore, ma resti
sempre un misero jedi di basso livello.- Sputò velenoso accecato
dall'ira.
-tornerò Rey e cambierai idea. Ti rimangerai quelle parole.-
Con alcune guardie alle calcagna risalì su un caccia sparendo dalla vista dei presenti.
-grazie Finn. Ti dobbiamo la vita.-
Posai la bambina nella culla e mi sedetti un attimo per riprendere fiato.
Note: Spero sia piaciuto e
siano chiaro che Rey è ignara di quel che sta succedendo. Della
bambina. In che tempo sia finita e perchè Ren le mostri
confidenza.
Alla prossima. Ciao.
|