Of sins and sinners

di Soleil Jones
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Zing ***
Capitolo 2: *** Di dubbi esistenziali e indiscrezioni fraterne ***
Capitolo 3: *** Intervista col Vampiro ***



Capitolo 1
*** Zing ***


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[ Z I N G ]
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* * *


Che Anders Johnson — aka Bragi — fosse stronzo era un fatto appurato: sapeva esserlo davvero, davvero molto anche senza impegnarsi troppo. Perché sì, John Mitchell aveva troppi anni di esperienza alle spalle per non saper leggere dentro una persona o, nel qual caso, non accorgersi che il biondo superasse di proposito la linea di demarcazione che separava l'essere brutalmente schietto e sarcastico dal rivelarsi, appunto, stronzo.
Forse per divertimento, forse perché era nella sua natura farlo.
Anders era un enigma vivente per molta gente, anche John spesso lo vedeva un po' come un cubo di Rubik incredibilmente portato a letto, ma c'era anche... dell'innocenza?
Qualcosa di vagamente — tra virgolette — sincero affatto legato al potere posseduto dalla calda voce della reincarnazione del Dio nordico della poesia.
《Come... una specie di scintilla, dici?》 ipotizzò perplesso George una volta riuscito a cavargli le parole di bocca quasi con le pinze. La piccola Eve, seduta sul tappeto ai piedi del divano con lo sguardo fisso sulla TV, strillò all'improvviso: 《 Zing! 
《 Esatto, quello, Zing! 》 esclamò in uno schiocco di dita il licantropo, come se quella fosse la parola dispettosa che prima cercava senza successo.
《 Sta parlando del film, George. 》 esalò Mitchell.
《Ehi, non è colpa mia se devi ridurti a Hotel Transylvania per capire che ti sei fatto abbindolare ben bene da un paio di occhi azzurri, amico! 》 replicò George.
《 Blu. 》
《 Come dici? 》
《 Sono blu.》 bofonchiò il vampiro, portandosi un sorso di birra alla bocca. Si passò la lingua sui canini, la fronte aggrottata e lo sguardo perso un momento prima di aggiungere: 《 Più o meno, cambiano a seconda della luce. 》
《 Oh. 》
Dopo qualche istante di silenzio interrotto solo dalle parole male abbozzate da Eve e il film che stava guardando, George soffocò una risata.
《 Pensandoci un attimo, è ironica come cosa! 》
Mitchell inarcò un sopracciglio come a sfidarlo a precisare, così, schiarendosi la voce e prendendo a gesticolare, George aggiunse: 《 Sai, Transylvania... vampiri... il tizio in rosso lì si chiama Johnny e— 》
《 George. 》
《 Uhm? 》
《 Taci. 》
《 Va bene. 》
Poteva anche essere — si disse Mitchell — che nonostante la sua natura di vampiro anche lui fosse assoggettabile dai poteri di Bragi celati in Anders.
Nah! 》 concluse Annie rivolta a George, dandogli di gomito e facendogli notare il modo in cui Mitchell si muoveva sul posto all'alzarsi su di loro delle iridi color cielo di Anders. 《 È decisamente, totalmente partito di suo! 》
E il vampiro in fondo lo sapeva bene, ma... darla vinta a George così? Oh, mai nella vita.

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Capitolo 2
*** Di dubbi esistenziali e indiscrezioni fraterne ***


Di dubbi esistenziali e indiscrezioni fraterne


 
Anders ha sempre pensato di essere lui il Johnson più curioso — e scaltro, affascinante e compagnia —, quindi non c'è di che stupirsi se improvvisato terzo grado cui lo sta sottoponendo il minore dei suoi fratelli sta iniziando a diventare da strano a irritante.
Per carità, non si dica che Anders Johnson si faccia problemi a deluminare la mente del piccolo Axl circa l'intrigante campo riguardante i piaceri della vita, ma, cavolo, c'è modo e modo!
«Voglio dire, è un tipo a posto e tutto, ma tecnicamente non è morto?» Anders alza gli occhi chiari su Axl con le sopracciglia aggrottate con eloquenza, al che il brunetto ci pensa un attimo prima di correggersi: «Be', morto e risorto. Ironico!»
Ty, poi, dissimulando il proprio divertimento con un colpo di tosse non è molto d'aiuto.
«Richiedimelo dopo che avrò mandato la piccoletta a casa, tu.» mormora distrattamente Anders, dando un colpo di mazza e sibilando un'imprecazione poco educata al vedere la palla da golf mancare la buca.
E pensare che non c'è nemmeno Mike, a giocare!
«E comunque,» sbotta con genuino interesse. «da dove ti vengono queste domande idiote?»
In realtà ha avuto modo di apprendere che gran parte delle comuni credenze sui vampiri sono un'accozzaglia di stronzate che non stanno né in cielo né in terra, ma questo perché la cosa lo riguarda in prima persona. Sgranando con sistematicità gli occhi, le labbra piegate in un sorriso di scherno, Anders punta la mazza contro il fratello: «Non è che ti sei dato a Twilight?» chiede a bruciapelo, riducendo gli occhi azzurri in due fessure scintillanti d'ironia.
«Cos— È una domanda come un'altra!» risponde boccheggiando Axl.
«Trovati un hobby, Ty, prima di finire anche tu così.»
«Parlo sul serio, Anders!» insiste Axl, piccato, gesticolando con la propria mazza da golf in mano. Povero set.
«Non puoi dargli torto, da un certo punto di vista si potrebbe dire che fai sesso con un cadavere.»
Troppo tardi anche per Ty.
Anders si obbliga a non guardarli e a non rider loro in faccia mentre occhieggia la buca. «Uh, adesso mi date anche del necrofilo? Oh, mi si spezza il cuore.» ridacchia,
Se solo sapessero di cosa stanno davvero parlando...
Axl pensa che in realtà non era proprio quella la sua intenzione. Ty invece scuote il capo storcendo la bocca; okay, vista così come l'ha posta suo fratello fa decisamente schifo.
Anders non gli bada affatto, benché senta la propria temperatura corporea abbassarsi almeno un po', complice l'occhiataccia del suo glaciale fratello. Ma non se ne cura, il suo obiettivo ora è imbucare ben bene quella fottuta pallina.
Quanto potrà mai essere difficile, d'altronde? Tanto quanto far centro a letto — e, oh, di quello modestamente se ne intende!
Non sentendo più alcuna replica, il biondo alza la mazza e proprio mentre sta per colpire la palla. . .
«Ma non ha polso, no? Quindi senza circolazione sanguigna com'è possibile
«Magari è il passivo, Axl.»
. . .Appunto.
Ciao, buca numero sei, ciao.
«Porca— okay, facciamo una cosa: il giorno in cui sarò disposto a condividere Mitchell con uno di voi due avrete una risposta, più una settimana e passa con l'ano in fiamme, mmh? Fino ad allora fottetevi entrambi.»
Tale eventualità, dato che Anders non è avvezzo alla condivisione — o almeno non in questi particolari termini — è ben lungi dal verificarsi.
«E tanto per la cronaca, sì: anche i vampiri conoscono il rialzo di bandiera, e anche molto, molto, molto bene.» aggiunge serafico — mazza in spalla, mani che si distanziano non di poco con gli indici alzati e un ghigno che ha del soddisfatto al vedere con che facce sta lasciando Axl e Ty.
Povere anime ignare, per quel che riguarda Anders possono anche farsi bastare le scemenze di Stephenie Meyer.


 


Chiedo umilmente perdono a chiunque sia fan della saga & della scrittrice sopracitati, non è mia intenzione offendere; è tutta ironia. 
Ironia nata da una piccola ricerchina che ho fatto, basata su un dubbio che poi è lo stesso che affliggerà Axl finché vivrà: i vampiri possono davvero fare sesso?
Per chi non lo sapesse o, boh, fosse curioso: possono.
Perché nella tradizione comune, in base, sono persone esattamente come noi, la cui unica differenza è la maledizione che li costringe all'immortalità ed alla sete di sangue. La morte e risurrezione (diciamo così, per dire) dell'individuo in questione non sono menzionate.
Parola di Google, non mia.

Magari potrei scrivere di come Anders abbia scoperto questo lato culturalmente interessante della realtà vampiresca. ;)

Grazie a chi legge/recensisce/segue/ricorda/preferisce.

Soleil

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Capitolo 3
*** Intervista col Vampiro ***


Intervista col vampiro


 

[ Ispirata da questo set di gif, che poi sarebbero il primo tentativo di "intervista col vampiro" di Anders.
Riprende anche un pochettoettoetto, in un pezzettino, la One-Shot God's Blood di Princess Kurenai. ]

 
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"Mitch, mi annoio."
Oh, questo potrebbe non essere un buon segno, se consideriamo che l'intenzione che Mitchell aveva quando si è praticamente accampato sul divano era di guardare la TV e poltrire mentre lasciava Anders lavorare tranquillo.
Caso vuole che esistano alcune occasioni in cui la capacità di concentrazione e la forza di volontà del dio nordico sono pari a quelle di una pigna.
"Uhm, uhm." mugugna distrattamente il moro, dicendosi che, forse, se non gli da corda Dawn non dovrà poi impazzire ad asfissiarlo pur di farsi consegnare i progetti per una nuova campagna in tempi accettabili.
Sa già che le possibilità di riuscita sono pari a zero, così come quelle che ha di avere la forza di volontà di ignorare Anders che, con la sua proverbiale leggiadria, si stravacca comodamente affianco a lui.
Ha un buon profumo, però, e... — ah, Mitchell, quanta poca forza di volontà!
"Facciamo una cosa del tipo 'Intervista col Vampiro'!"
Mitchell emetterebbe un gemito di pura frustrazione, non fosse che in fondo è abituato ai giochi di parole e al modo che ha Anders di approcciarsi alla sua natura.
"Gesù — è davvero necessario?" In tutta risposta può sentire chiaramente il respiro di Anders singhiozzare giocoso insieme alla soffocata risata divertita che gli muore in gola e che si riassume in un sogghigno. "Basterebbe un: 'tesoro, posso farti una domanda?'"
Il biondo fa una smorfia. "Troppo cliché, troppo melenso." — ovviamente.
"D'accordo," si arrende Mitchell. "spara."
"Okay! Pronti, via — per quanto puoi trattenere il respiro?"
Mitchell aggrotta la fronte, confuso e preso alla sprovvista, le sopracciglia scure aggrottate e vicine. Si volta a guardare Anders di sbieco; sembra un bambino troppo curioso, in questo momento, ma se il moro ripensa all'ultima volta in cui il biondo si è cimentato nell'intervista col vampiro non ha l'ardire di aprir bocca.
Sa che poteva andargli peggio.
"Cosa—" si schernisce il biondo con eloquenza. "È una semplice domanda, alla fin fine non hai davvero bisogno di respirare, se non sbaglio! Non ci hai mai provato?"
"Certo che l'ho fatto!" esclama il moro, a momenti piccato. "Respiro più per abitudine che per altro; è un po' come con il cibo, sai."
"E per quanto tempo l'hai fatto?"
Mitchell scrolla le spalle facendo un rapido calcolo. "Su per giù dieci anni." — e deve ammettere che è alquanto lusinghiero sapere di essere la causa della scintilla celeste che, rasentando interesse e stupore al tempo stesso, illumina fugacemente gli occhi chiari di Anders.
"Wow, lo ammetto: sono impressionato!" gli concede con un alzata di mani e un mezzo sorriso il dio. "E... quand'è che, sai, ti sei accorto di dover prendere un bel respiro?"
Mitchell sa che Anders parla di date, che non è altro che genuinamente incuriosito e tutto — lo conosce, e questo suo tratto nascosto è una delle tante sfaccettature che rendono Anders così... be', così Anders!
Tuttavia non riesce a resistere: gli fa quel sorriso capace di mandare il liberare uno sciame di farfalle nello stomaco del biondo e che scioglierebbe il Polo stesso, e risponde: "Quando ti ho visto per la prima volta."
Anders non se ne rende veramente conto, ma per un momento distoglie lo sguardo e si umetta le labbra, prima di rispondere: "Adesso in teoria dovrei cascarci come una pera cotta e sciogliermi come neve al sole, vero?" — la voce di un paio di toni più bassa e, a modo proprio, dolce, in perenne contrasto con le sopracciglia bionde aggrottate e le fossette malandrine sulle guance.
Entrambi sanno che il loro primo incontro, avvenuto in una notte umida e alla tenue luce di un lampione, non è stato esattamente da romanzo, tutt'altro.
Mitchell era assetato e di ritorno dal suo turno all'ospedale, mentre Anders era abbastanza imprudente — o leggermente brillo — da girare per una città a lui sconosciuta da solo e con un profumo a dir poco idilliaco.
Il primo ricordo che l'incarnazione del dio Bragi ne ha sono un paio di braccia che lo sbattono malamente contro il muro di un vicolo in penombra, una presea tanto ferrea quanto tremante e l'inizialmente dolorosa sensazione della pelle e la carne del suo collo che vengono violate da due canini molto appuntiti.
Poi la confusione e il panico dipinti sul bel viso trasandato del suo assalitore, occhi dalla sclera nera come la pece che tornano del loro naturale castano scuro perché, cazzo!, qualche sorso non può seriamente averlo saziato, il sangue di quel tizio non può avere un sapore così buono e, soprattutto, che ha che non va la sua voce?!
Mitchell invece ricorda uno sconosciuto passargli affianco, lasciandosi dietro il proprio aroma — captabile dai suoi sensi di vampiro — che lo acceca.
Cuore palpitante, gli occhi più blu che abbia mai visto, una stranissima e soffice aura dorata che li illumina quando parla con quella sua voce vibrante e quasi dolorosa da ascoltare.
Un confuso: "Senti, sei un bel ragazzo, ma non scopo con chi ha un cazzo tra le gambe.", realizzazione e dunque uno scanzonato: "È chiaro che non sei umano. Sei tipo Twilight?"
La prima impressione è quella che conta, del resto.
Ed ora eccoli qua.
"Valeva la pena tentare."  risponde Mitchell con un sorriso obliquo e ammiccante.
Gli basta guardare Anders per essere sicuro del fatto che, anche se non lo ammetterebbe mai, in fondo la sua affermazione gli ha fatto un pizzico di piacere. Anche se era una piccola avance di quelle che di tanto in tanto a loro piace lanciarsi, anche se non ha bisogno di essere vezzeggiato — né lo accetterebbe mai, ci è troppo poco abituato ed è troppo orgoglioso.
È difficile da interpretare como solo Anders stesso è, ma è anche tanto semplice che Mitchell riesce ad arrivarci e... sì, è anche un tratto molto tenero.
"Awn, vieni qua!" cantilena con un sorriso crescente Mitchell, giocoso, spostandosi e praticamente spalmandosi addosso al biondo che, pur di tentare di allontanarsi, tanto fa finché non finisce lungo disteso sul divano con un vampiro di un metro e ottanta addosso e un paio di labbra umide e tiepide che ridono premute contro le sue.
 "Ehi! Levati di dosso, pipistrello sdolcinato troppo cresciuto!" sbotta poco convinto Anders, la voce scossa dalla risata che, ahimé, non riesce a trattenere.
Quella di Mitchell gli vibra tra i capelli biondi, dove è giunto dopo aver deciso di tracciare una mappa immaginaria su tutta la sua faccia e dintorni. Si da sostegno con i gomiti e, il naso che sfiora quello del suo amante, le labbra distese e i caldi occhi scuri traboccanti di un calore così umano che è impossibile concepire l'idea che si celi in una creatura figlia del Diavolo.
"Mmh — no." sentenzia serafico. "Sei comodo e caldo, piccoletto."
Anders gli da uno schiaffo sul sedere che lo fa sussultare ed emettere un verso sorpreso in segno di protesta per il 'piccoletto', ma per il resto non è che gli dispiaccia rimandare l'intervista col vampiro a un'altra volta in favore di altri tipi di attività decisamente più redditizie.

 

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