star trek assemble : ep 80 : oltre la stella più lontana

di batuffoloki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 9 ***
Capitolo 9: *** 9 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


"Diario  del  capitano, l'enterprise  sta  proseguendo  da  qualche giorno una  tranquilla  missione  di  esplorazione di un settore dello  spazio  ancora sconosciuto. La zona è  deserta e al  momento  non ci  aspettiamo  nessuna  "sorpresa" , che  possa  mettere  a repentaglio  la  missione."
"Capitano !" Era  la voce di  Sulu. Kirk  ebbe  un sussulto.
Aveva appena finito  di  dire  che tutto procedeva  con  normalità, ma  dal  tono  del  suo  ufficiale  comprese  che doveva annunciargli un imprevisto.
"Che succede?" Chiese dopo  una  breve esitazione.
"Rilevo  la  presenza di  un 'astronave davanti   a noi."
"Vediamola."
Lo  schermo  principale del ponte  su  cui  normalmente veniva inquadrato lo  spazio  vuoto, in cui veleggiava l'astronave, cambiò inquadratura. Ora mostrava  una nave  di dimensioni assai  inferiori  a quelle dell'enterprise. Era  affusolata,  con due ali posteriori  che la rendevano  più  aerodinamica.
"Potremo  contattarla, magari  sono  amichevoli ." Suggerì Kirk .
Gettò un 'occhiata al  suo primo ufficiale, ma lui rimase impassibile. Allora fece cenno  a Uhura di  procedere. La ragazza fece diversi tentativi poi  scosse il  capo  sconfortata.
"Nessuna risposta."
"Analisi Spock?"
Il  vulcaniano si  chinò a osservare  i dati  che  i  sensori  della nave trasmettevano  al  suo  monitor.
"E' strano rilevo un solo segno  vitale, ma è debolissimo."Riferì.
"Questo potrebbe spiegare perchè il pilota non risponde. E' ferito, forse moribondo."Suppose Kirk.
"E' un ipotesi."Concordò il  vulcaniano .
"Riconosci  la  foggia della nave ?Appartiene a una razza che conosciamo?"
"Negativo  l'ho  già  comparata con tutti  i modelli  di  nave registrati nel  nostro  database, ma  è sconosciuta."
"Hai provato  a  vedere se  nella direzione  da  cui  proviene ci  sono  mondi  abitati ?" Chiese Kirk  non sapendo  più  che  ipotesi  fare.
"Spock inarcò un sopraciglio per esprimere il  suo  disappunto ."Avrebbe potuto cambiare rotta decine di  volte  prima di  assumere quella attuale." Replicò in tono  che a Krik  suonò  vagamente canzonatorio."Tuttavia, se  non cambierà  rotta  ....a  breve .... "Aggiunse  poi  gettando un 'altro  sguardo  al  suo  monitor  .
"Si?"Lo  incoraggiò  Kirk .
"Tuttavia...come dicevo, se  non cambierà  rotta finirà dritta all'interno  di una stella e  ovviamente  brucerà vaporizzandosi  all'istante."
"Ma  è  assurdo! Questo  appoggia  la mia ipotesi  che  il  pilota sia ferito  e  non possa correggere  la rotta."
"O forse  è un gesto volontario. "Replicò il  vulcaniano.
"Un suicidio? E'  assurdo ! Comunque non possiamo,certo,  stare  qui a fare supposizioni senza elementi  validi. L'unica cosa da fare e  provare   a sbarcare su  quella nave  e  verificare di persona le condizioni  di  salute del  pilota."
"Potrebbe  non gradire  l'ingerenza e considerarla un 'invasione."Obbiettò  ancora Spock .
"Capisco le tue remore ,ma  non possiamo lasciare  una persona  abbandonata a se stessa , a fare  una fine così  atroce. Se sarà in grado  di parlare  e ci  chiederà  di  andarcene, lo  faremo." Gli assicurò Kirk. 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Kirk ,Spock, Loki  e McCoy si  materializzarono all'interno  della  navetta. Scott aveva analizzato  gli  scudi  ed era riuscito  a trovare  una frequenza che permettesse  loro  di  teletrasportarsi  nonostante gli  scudi  fossero  alzati. Erano in  un corridoio, spoglio e  illuminato. Ma vuoto. Non c'era  un rumore , oltre al loro  respiro,  a spezzare  il  silenzio assoluto. Kirk  aveva estratto il phaser  per precauzione e fece  loro  segno  di  seguirli. Arrivati in fondo  al  corridoio c'era  una porta. Kirk passò  una mano  davanti  a quella che pareva  una fotocellula e  la porta si  aprì scorrendo all'interno  delle pareti. Rivelò  un 'ambiente angusto  pieno  di  consolle  illuminate da  luci intermittenti.
"Pare la cabina di pilotaggio!" Commentò  Spock  entrando e cominciando un 'analisi  meticolosa degli strumenti.
"Non riconosco  la  lingua." Aggiunse Loki  che si era  chinato  a leggere  le scritte sotto i  tasti  della consolle.
"Neppure  io , credo  avremo  fatto  meglio  a portare  mia  moglie."Concordò  Spock.
"Resta il  fatto  che  il pilota  non è  qui, riesci  a rilevare  i  suoi  segni  vitali?" Chiese Kirk  a McCoy.
Il  dottore estrasse  il  tricorder  medico  e analizzò  le  letture.
"Seguitemi."Suggerì  facendosi  guidare dai  deboli  segnali  che riceveva.
Camminnarono per  una decina di metri in un corridoio  che andava in direzione  opposta a quello  che avevano  percorso  prima. E si  trovarono innanzi  a  un altra porta chiusa. Kirk passò la mano davanti  alla fotocellula per aprirla e finalmente si  trovarono  di  fronte ciò che cercavano. In una stanza completamente spoglia dalle pareti imbottite c'era  un umanoide, steso  a terra, visibilmente  incosciente. Pareva quasi umano  non fosse stato per   alcune creste che solcavano la sua fronte. "Devo  soccorerlo." MCCoy  allungò la  borsa medica a Loki  perchè lo  aiutasse e gli fece cenno  di  seguirlo per assisterlo.
Appenna varcarono  la soglia  i due,senza alcun  preavviso esenza emettere alcun lamento,   caddero inerti  sul pavimento. L'imbottitura della camera attutì la  loro  caduta. Kirk  e Spock  rimasero per  un attimo immobili  a fissarli stupiti e  incerti.
"Cosa  li  ha  colpiti? "Chiese Kirk riprendendosi immediatamente dall'attimo  di  esitazione che aveva avuto.
Poi,senza attendere alcuna spiegazione , fece per  entrare,  ma  Spock  lo trattenne saldamente per  un braccio."Lasciami  compiere  un analisi  sensoriale di  quell'ambiente. Potrebbero aver inalato qualche gas nervino  che  li  ha paralizzati.""E  se nel  frattempo  muoiono  avvelenati?"Obbietò  il  capitano  divincolandosi. Poi si  gettò  d'impulso nella stanza.Spock  esitò  solo   un secondo frenato  dalla logica ma   poi incredibilmente agì anche d'impulso   seguendo il  suo  amico all'interno  della stanza. Entrambi  non fecero in tempo a toccare  i  corpi  dei loro  compagni,  per sincerarsi  che fossero in vita, che caddero  al  suolo  privi  di  conoscenza . 

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Capitolo 3
*** 3 ***


Il  giovane Leonard McCoy si  era affezionato  a quella bambina. La piccola Jenny  aveva otto  anni ,  i  capelli  rosso fuoco ,il  viso simpatico punteggiato dalle lentiggini.Era vivace e sorrideva sempre.Nonostante tutto .Bones  aveva passato  molto tempo  con  lei instaurando un rapporto che andava ben  al  di là di  quello  medico  e paziente. E questo  era stato uno  sbaglio. Gli  sembrava una cosa bella all'inizio  quando  era  ancora convinto  che  con  la sua caparbietà  e  l'impegno  avrebbe vinto  la malattia che la stava divorando. Ma aveva imparato presto che ci  sono casi in cui la buona volontà non serve a niente. Ora era  in piedi  accanto  al  letto  della bambina e la vedeva che ,nonostante  i potenti  sedativi , era scossa da brivid  di  dolore. Le rimaneva così poco e non meritava di  soffrire in quel modo  crudele. McCoy  non ci  dormiva  ormai  da  tempo.Aveva addirittura mandato  a rotoli  il  suo  matrimonio,trascurando  sua moglie.   Alla fine aveva preso  la decisione. Nel  giuramento  che aveva fatto , il  giuramento  di  ippocrate, aveva promesso di  difendere la vita a qualsiasi costo. Ma quella di  Jenny non era più vita. Era giunto  il momento  che qualcuno  compisse  un gesto  compassionevole e quel  qualcuno  era lui! Allungò la mano verso la flebo  da cui gocciolavano i  farmaci  nel  braccio  ormai  ossuto  della bimba.Vide che la mano  gli  tremava. Poggiò il  dito sul  tasto. Era un attimo .Bastava che premesse quel  tasto  e la quantità di  farmaco  sarebbe incrementata quel poco che bastava per por fine alle sofferenze di  Jenny. Poteva ancora fermarsi , pensò mentre esitava col dito  a mezz'aria. Poi, quasi  la sua mano  agisse di volontà propria, si vide premere quel bottone. Abbassò lo  sguardo  a fissare  il  corpo  della bimba che riceveva la dose letale di  farmaco e gli parve quasi  di  vedere la sua anima ancora candida che abbandonava le sue spoglie mortali.Rimsase così ,immobile, per un tempo interminabile. E da quel momento la sua vita non fu più la stessa. 

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Capitolo 4
*** 4 ***


James Tiberius  Kirk stava morendo. Lo  sentiva chiaramente  in ogni  fibra del  suo  essere. La pelle gli  bruciava, cotta dalle radiazioni. Sentiva il  dolore che  lo  squassava ad  ogni  respiro. E un ombra scura stava calando  sui  suoi  occhi. Le radiazioni  avevano  bruciato  anche le sue retine. Era la cosa che più  l'aveva gettato  nella disperazione:non  poter più  vedere. Per  lui  equivaleva ad aver perso il  controllo. Sapeva che  era  ormai  questione di minuti , ma avrebbe voluto poter guardare  la sua nave fino  all'ultimo istante  di  vita che gli  era  concessa. Poi  udì una voce. Ci impiegò  qualche secondo a riconoscerla , ma era decisamente quella di Spock. Riusciva a cogliere solo  qualche parola. Spock forse lo  stava rimproverando  per la sua avventatezza. In  effetti  aveva agito  d'impulso. Ma che altro  poteva fare. Non era forse  il  compito  di un capitano affondare con la sua nave? E  se  lui  non l'avesse fatto  sarebbe toccato  a qualcun 'altro  , forse a Scott  o forse  proprio a Spock. Certo  ,ora  che la morte  non  era  più una possibilità,  ma  una triste certezza, erano  arrivati  anche  i rimpianti. Il primo  era naturalmente per  la sua carriera. Aveva desiderato  così  tanto il  comando,  di  quella nave, da essere disposto  a qualunque  inganno  e bassezza  per averlo. E c'era riuscito , perlomeno per qualche giorno. Era stata  una carriera breve , ma sfolgorante. Sarebe stato ricordato  come  il  capitan  stella cadente! Avrebbe voluto  ridere ...se  solo ne avesse avuto  la forza. A consolarlo  c'era solo una cosa. Che nessuno avrebbe pianto  la  sua morte. Aveva rotto i  ponti  con  sua madre da tempo immemorabile, accusandola di  aver preferito  rifarsi una vita che occuparsi  di lui  e di  suo  fratello. E quanto  a suo fratello ...beh  neppure sapeva dove era andato  a cacciarsi. Lasciava  un amico, McCoy , che avrebbe certamente versato  molte lacrime per la sua morte prematura. Era  una persona sensibile, il  buon  dottore, e  nonostante  lui  fosse  pestifero  e  insopportabile, gli  voleva bene. Ma chi  altro  ci  sarebbe stato  al  suo  funerale? Certamente nessuna compagna . Chissà  perchè nella sua breve ,ma  intensa, vita aveva avuto  mille relazioni, ma  tutte  occasionali.Non  si  era mai impegnato per farne durare  una per più  di  qualche giorno. Chissà  perchè ! Forse per avidità : desiderava vivere alla massima velocità  senza perdersi  neppure  un 'epserienza. Legarsi  a  una sola persona gli pareva riduttivo .O  forse  più  semplicemente  non aveva  mai  trovato  nessuno  che  volesse condividere la sua avventurosa e  pericolosa esistenza....Ma ora era tarsi per  rammaricarsi. Non  sentiva più  nulla. Ne suoni, ne dolore. Solo  freddo ....un freddo  che  lo  gelava da dentro ...il freddo  dell'inferno  che stava per  inghiottirlo! 

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Capitolo 5
*** 5 ***


Il giovane Spock stava affrontando una prova che andava oltre  le sue capacità. Aveva sette anni. Era  il giorno  20 del  mese di  Tasmeen e per lui  era  il  giorno del kahs-wan. Era  un 'assurda prova, retaggio  di un  passato, in cui  i  vulcaniani  erano un popolo di  selvaggi. Il piccolo  Spock  pensava che sarebbe stato  più logico dimenticare  un passato  così  vergognoso anzichè  celebrarlo , con  prove di  resistenza. Ma evidentemente gli  altri non la pensavano  come lui. Perchè tutti i giovani  vulcaniani vi si  sottoponevano. Restare nel  deserto per dieci giorni ,abbandonati  a se stessi, senza cibo  ne acqua, in questo  consisteva il kahs-wan. Dove era la logica in tutto ciò? Molte delle tradizioni di  vulcano sfidavano la logica e  il  buon senso. E Spock questo non le capiva. Sopratutto non capiva  una delle regole del Kahs -wan. Nessun  ragazzino poteva essere aiutato. Anche se  si  trovava  in serie difficoltà. Doveva essere lasciato  al  suo  destino. Spock lo  trovava crudele, e illogico. Sopratutto ora che  il  destino l'aveva posto  di fronte a quella eventualità. Aveva visto un le-matya in lontananza. Era  un grosso  felino dotato  anche di  veleno, uno  degli  animali  più pericolosi  del pianeta. Si  era nascosto e aveva atteso che l'animale si  allontanasse  poi era uscito dal  suo nascondiglio ,per riprendere la sua marcia, nell'infuocato  deserto noto come la fornace. Ma poco  distante da se  aveva  trovato  chi  non era stato  lesto,  come lui,  a nascondersi  alla vista  del  le-maty . Un ragazzino  ,come  lui,  giaceva a terra ferito  e  intossicato dalla fiera che l'aveva aggredito  non riuscendo  a catturare  lui. Spock  si  trovò  difronte  al  primo  serio  dilemma della sua vita. La regola era chiara , semplice e categorica. Non prestare soccorso  ad altri  ragazzi. Questa  prova era  importante  per Sarek,suo padre  .Se Spock  l'avesse superata gli  avrebbe dimostrato  che aveva qualche speranza di  diventare  un 'autentico  vulcaniano e  che avrebbe potuto  smettere di  vergognarsi  di  lui  e preoccuparsi  del  suo  futuro. Per  superare la prova  l'unica via possibile era  andarsene, come prevedeva  il  regolamento. Ma se ora  sua  madre  fosse stata qui , gli  avrebbe detto  che  la compassione per gli  altri  era  la cosa  più importante.Cheera ciò che  distingueva l'essere  umano  dalle bestie. Si sarebbe vergognata di  lui se  avesse lasciato  l'altro  ragazzino  a patire  l'atroce sofferenza causata dal  veleno  e forse la morte. Spock  si  sentiva diviso  a metà. Una metà  vulcaniana e  una umana. Era  arrivato il  momento  di  decidere quale delle due doveva prevalere. Sarebbe stata la scelta più importante della sua vita.  E  non poteva sbagliare. Non  avrebbe sbagliato.No....non avrebbe sbagliato  , decise  mentre si allontanava. Dopo  pochi passi lo  colse  l'impulso  di  voltarsi e tornare indietro.Lottò contro  di  esso  con tutte le sue forze. Era  un sentimento umano , chiamato  rimorso. Un sentimento  che aveva deciso  di  non provare  mai  più .Dal  momento  che aveva scelto...aveva scelto  di  essere vulcaniano. 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Loki se  lo  vide davanti: Laufey il  re dei  giganti  di  ghiaccio. Era  una creatura mostruosa. Come  poteva essere  suo padre quell'essere  ripugnante? Loki  era sempre stato orgoglioso della sua eterea bellezza. La pelle  bianca come  il latte , i  capelli lunghi e neri  come  petrolio  e  gli  occhi  verdi che splendevano  come smeraldi  nel  viso  aristocratico . Lui era il fiore più delicato  di  asgard. Non poteva essere figlio di quella creatura dagli occhi iniettati  di  sangue e il  volto deforme. In  un 'impeto  di  rabbia e disgusto  prese la sua lancia e lo  trafisse .Vide la luce che abbandonava i  suoi  occhi  rossi  e  provò solo  estremo piacere. Se uccidere dava quella sensazione non avrebbe esitato  a rifarlo. La sua strada era segnata. Aveva dato il colpo di  grazia a uno  degli individui che si  erano presi  gioco lui, manipolando la sua vita fin dalla nascita. Ma ce n'era  un altro . L'uomo   guercio da  un occhio. Se Laufey  gli  aveva distrutto la vita Odino aveva frantumato le  macerie che ne restavano. E ora era giunto  anche per  lui il tempo  di pagare per le sue colpe. Loki prese  un profondo  respiro e si  diresse verso le camere del  sovrano. Sto  arrivando,  pensò, mentre  un intenso piacere pervadeva  ogni fibra del  suo  corpo.

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  "Come stanno?"Chiese Uhura preoccupata osservando il marito giacere su un lettino dell'infermeria. Sdraiati  accanto  a lui, su  altrettanti lettini, c'erano i suoi compagni  e  un alieno  sconosciuto. Il dottore olografico con  l'ausilio di Cristina Chapel li stava visitando. Quando non avevano più ricevuto notizie dalla squadra di  sbarco  e , i loro  segnali  vitali si  erano indeboliti,Sulu  aveva lasciato  a lei il  comando  e insieme a Scott si  era teletrasportato  sulla nave aliena. Trovandoli privi  conoscienza, Scott, aveva capito  che quella che pareva  una cabina spoglia, poteva , in realtà, essere una stanza di stasi .Era capace di indurre  un 'animazione sospesa quasi istantanea. Così aveva manomesso i circuiti  dall'esterno e  li  aveva liberati. Ora il  dottore era impegnato  nel  far riprendere  loro  conoscienza.La personalità  del  dottore olografico era  determinata  dalle subroutine del computer quindi , teorcamente, avrebbe dovuto  agire solo  secondo  logica. Ma il  Moe si  era evoluto  al punto  di  diventare  il  primo  computer  illogico  della galassia. Per questo  ora, benchè  la logica suggerisse di  svegliare  prima il  dottor  McCoy , che  poteva aiutarlo  nell'assistere  gli  altri , stava risvegliando  Loki .E questo  solo perchè  detestava McCoy e  al  contrario  adorava Loki. 

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Capitolo 7
*** 7 ***


Come va  ?" Gli  chiese quando  aprì gli occhi.
Lui lo  fissò  e nei  suoi  occhi  si  succedette  una vasta gamma di  emozioni. Dapprima confusione. L'ultima cosa che ricordava era  l'astronave aliena che stavano  eplorando  e  l'alierno  incosciente che dovevano  soccorrrere. Poi la  paura. I  suoi  amici  erano vivi? Si voltò  e vide che giacevano sui lettini  , ma  il  loro  respiro  era  regolare. Probabilmente  lui  era stato il  primo  a risvegliarsi. Quindi l'emozione  più insolita che potesse  provare  in quelle circostanze: la delusione. Stava facendo un sogno  stupendo e  pareva così  reale . Ora  che si  rendeva conto  che era stato  solo un sogno  sentiva un vuoto dentro  di  se .
"Quello è l'alieno che era  con noi? Per  favore Doc rimettilo in stasi."Ordinò  al Moe  appena riacquistò  sufficiente  lucidità.
Lui rimase  per  un attimo interdetto."Che sta succedendo ?" Chiese .
"Ancora  non lo  so  per certo, ma  noi  eravamo in stasi  quando  ci  avete  trovato?"Chiese  a Sulu  che era  li  con  loro.
L'asiatico  annuì.
"Quindi  la  nostra attività  cerebrale doveva essere  minima, quasi inesistente. Eppure io  sognavo. E  non era  un semplice sogno. Era  vivido , così  reale  che  non mi  sono  reso  conto,  che stavo  sognando, finchè  non mi  avete risvegliato."
"E'  molto  strano? Quindi  pensi che  Il  sogno fosse  indotto artificialmente!"Ipotizzò il Moe.
"Questo  è  certo  devo  solo  capire  perchè! Sulu la nave  è  sempre  in rotta verso  la stella?"
"Si, nessun  cambiamento, però  ho  potuto  verificare,  analizzando  i  dati  del  computer, che  non era  la rotta originariamente  impostata.E' frutto  di un deterioramento  delle subroutine del  computer."
."Che rotta  doveva seguire  la navetta?"
"Una rotta elittica che l'avrebbe riportata al suo mondo  d'origine, che secondo i miei  calcoli,ha lasciato  almeno un centinaio  di  anni or  sono!"
"Allora torna sulla navetta e  reimposta  la rotta."Ordinò Loki all'ufficiale poi  si  rivolse a Uhura . "So  che sei preoccupata per Spock, ma ti  assicuro  che sta bene, torna  sul ponte per favore ."La ragazza esitò  , ma era  ben  conscia del  fatto  che prima di  essere  una moglie, sul'astronave era  un ufficiale , quindi  si  allontanò  di  buon grado  per riprendere  il  comando  della nave.Il  risveglio  degli  altri  tre  ufficiali  fu più traumatico .

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Capitolo 8
*** 9 ***


Il  risveglio  degli  altri  tre  ufficiali  fu più traumatico. Come  Loki  avevano  sognato, senza però rendersi conto  che si  trattava solo di un sogno. Avevano rievocato  nella loro  mente  esperienze del passato, in cui  avevano  fronteggiato la morte. La morte infatti  era  il  filo  rosso  che univa le loro  esperienze. McCoy   raccontò loro la sua triste vicenda e ammise che ,ancora oggi, gli  occhi  di  Jenny lo  perseguitavano  ogni  volta che falliva nel  suo intento  di  medico, cioè quello  di  salvare  una vita. Kirk ammise che aveva  rimosso  dalla sua memoria le sensazioni provate durante la sua tragica morte nella camera materia antimateria dell'enterprise . Era stata  la sua strategia di  difesa. Dimenticare come se  non fosse mai  successo. Ma ora che aveva riprovato ogni  singolo, doloroso, istante di  quell'esperienza, non gli  sarebbe più stato possibile negarla e far finta che  non fosse mai  successa. Loki  comprese che avrebbe avuto  bisogno  del  suo  aiuto per superare  il  terribile shock che aveva patito e  certo lui  non si  sarebbe tirato indietro. Era pronto  a sostenerlo  nel  suo  cammino di  riabilitazione , con  tutto  se stesso Ma il  più sconvolto  di  tutti pareva essere Spock. Non  volle assolutamente rivelare agli  altri  cosa avesse rivissuto  in sogno, nonostante tutti lo  incoraggiassero , a liberarsi  dal  suo peso, condividendolo. Invece cercò  di  spostare  il  discorso  sullo  scopo  che questa tecnologia poteva avere. Loki  gli svelò il  mistero.
"Sulu  ha scaricato i  diari  della navetta e  mentre  il  dottore era  impeganto a  risvegliarvi  li  ho letti e  ho  trovato la spiegazione. Quella nave  è una prigione   e  quella che  noi  credevamo una cabina spoglia è  un'alternativa alla pena di morte." Gli  altri  rimasero  a bocca aperta.
Era la cosa più  strana che avessero mai  sentito.
"Un alieno,della stessa specie a  cui  appartiene  il  nostro ospite, racconta  che questo individuo  è  un serial  killer , accusato  e condannato per  l'omicidio  di  almeno  10 persone. La pena  di  morte  è  stata giudicata troppo  blanda  per  i  suoi  delitti,quindi gli  hanno inflitto. "La  morte  perpetua".Lo hanno posto in stasi  e contemporaneamente hanno trovato il modo  di  stimolare la sua corteccia cerebrale perchè ricordasse  in modo vivido solo avvenimenti tragici. In pratica l'hanno costretto  a rivivere  i suoi delitti e ad affrontare la morte,che lui stesso   aveva inflitto ,per l'eternità .”
"Una pena sconvolgente ,ma tutto  sommato  equa ."Commentò McCoy .
"Che cosa dovremo  fare,con lui ora?" Chiese Kirk , riferendosi  all'alieno  che il MOe , su  ordine di Loki  aveva riposto in stasi.
"Il mio suggerimento è di non interferire con la sentenza. Non abbiamo nulla a che fare con la cultura di  questi  alieni. Il signor Sulu sta riparando il computer e la navetta riprenderà la sua rotta che la riporterà verso il  suo pianeta natale. Li ,io  credo , il processo  verrà riaperto  e si deciderà se  il  condannato  abbia scontato la sua pena."
Kirk  ascoltò con interesse la spiegazione di Loki e non gli rimase che condividerla senza riserve."Sono  d'accordo. Per  una volta non mi impiccerò dei  fatti altrui. Limitiamoci a rimettere la navetta sulla sua rotta originaria .Lasciamo il giudizio alle persone che sono state coinvolte nella vicenda e che sono le uniche che hanno il diritto di  deliberare."
Gli  annuirono per avallare  la sua decisione.
 

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Capitolo 9
*** 9 ***


Erano passati un paio  di  giorni  e l'episodio per  Loki era ormai  diventato una delle tante  strane missioni  a cui  aveva partecipato  da quando  era a bordo  dell'enterprise. Gli  aveva lasciato  solo un vago  senso  di  malinconia. Per  gli  altri  era stata  un' esperienza traumatica , come  avrebbe dovuto effettivamente  essere . Jim aveva intrapreso una terapia settimanale,  col consigliere della nave, che lo  stava aiutando  a superare  il  trauma e  Loki  era particolarmente gentile con lui. Per  lui  rivivere  la morte di  suo  padre  non era stata assolutamente  una punizione, ma  invece  una benedizione. In cuor rammentava  l'omicidio di  uno  dei  suoi  padri  come la cosa che  avesse dato più soddisfazione. Ma aveva sempre pensato  che quell'attimo,magico,  era stato  troppo  breve . Che avrebbe voluto prolungare  quel piacere  all'infinito. E quell'assurda esperienza gliene aveva dato finalmente la possibilità. Ne avrebbe sempre  portato il  ricordo  con  se  usandolo per  rallegrarsi  nei  momenti bui. Qualcuno però  ne  era stato  segnato più di tutti  loro. Era la  fine del turno di  giorno. Le luci  erano  state  abbassate  per simulare  la naturale alternanza del  giorno e della notte. Camminando  per  i corridoi deserti intravvide Spock. . Il  suo  turno  era terminato  ma  non era ancora tornato in cabina da sua moglie. Se ne stava fermo davanti  a un oblò a fissare  lo  spazio vuoto.
"Tutto  ok?" Gli  chiese Loki  fermandosi  accanto  a  lui. Il  vulcaniano  non rispose restando in silenzio per  qualche minuto poi  senza voltarsi, continuando  a fissare  la sua immagine riflessa nel  vetro  gli  chiese.
"Hai mai  pensato  di  aver  preso una decisione che ha condizionato per  sempre  la tua vita?"
Loki  non aveva bisogno di  rifletterci  a  lungo, quando  aveva deciso  di  conquistare la terra e gli  Avengers  l'avevano  imprigionato ....,si,  era stato in quell'attimo  che aveva cambiato  decisamente  il  suo  destino. In meglio ? In peggio? Chi poteva dire  come sarebbe andata se  fosse riuscito  a sconfiggere e fare  fuori tutti i vendicatori.....Forse  ora dominerebbe sull'umanità....
"Si .Ma  non me  ne pento .Tu  invece?".
"Non  so. "Ammise Spock "Se avessi deciso  diversamente avrei  salvato una vita ,ma avrei  dovuto rinunciare a vivere e a comportarmi  come  un vulcaniano. Il mio  gesto  non sarebbe stato capito, ne perdonato."
"E ti  sarebbe pesato  vivere da  umano , anzichè  da vulcaniano ?"Gli  chiese Loki  comprendendo  ciò che  lo  tormentava.
"Non  so ....non avendo  vissuto l'esperienza  non ho  dati  sufficienti , ma la logica suggerisce che ,probabilmente  mi  sarei  addattato."
"La tua logica è nel  giusto...il  più delle volte, le persone che hanno un carattere forte,  si  adattano alle circostanze. L'ho  fatto, io l'avresti  fatto e  anche  tu."
Poi fece un gesto inusuale  .Poggiò una mano sulla spalla di  Spock  per confortarlo. E lui ,che normalmente, come tutti i  vulcaniani l'avrebbe considerata un'offesa ,non si mosse e  l'accettò di buon grado .Un segno  di  quel  barlume di umanità  che  non era mai  veramente scomparsa dal  suo  cuore. 

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