star trek assemble : ep 80 : oltre la stella più lontana di batuffoloki (/viewuser.php?uid=860255)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 9 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
"Diario del capitano, l'enterprise sta proseguendo da qualche giorno una tranquilla missione di esplorazione di un settore dello spazio ancora sconosciuto. La zona è deserta e al momento non ci aspettiamo nessuna "sorpresa" , che possa mettere a repentaglio la missione."
"Capitano !" Era la voce di Sulu. Kirk ebbe un sussulto.
Aveva appena finito di dire che tutto procedeva con normalità, ma dal tono del suo ufficiale comprese che doveva annunciargli un imprevisto.
"Che succede?" Chiese dopo una breve esitazione.
"Rilevo la presenza di un 'astronave davanti a noi."
"Vediamola."
Lo schermo principale del ponte su cui normalmente veniva inquadrato lo spazio vuoto, in cui veleggiava l'astronave, cambiò inquadratura. Ora mostrava una nave di dimensioni assai inferiori a quelle dell'enterprise. Era affusolata, con due ali posteriori che la rendevano più aerodinamica.
"Potremo contattarla, magari sono amichevoli ." Suggerì Kirk .
Gettò un 'occhiata al suo primo ufficiale, ma lui rimase impassibile. Allora fece cenno a Uhura di procedere. La ragazza fece diversi tentativi poi scosse il capo sconfortata.
"Nessuna risposta."
"Analisi Spock?"
Il vulcaniano si chinò a osservare i dati che i sensori della nave trasmettevano al suo monitor.
"E' strano rilevo un solo segno vitale, ma è debolissimo."Riferì.
"Questo potrebbe spiegare perchè il pilota non risponde. E' ferito, forse moribondo."Suppose Kirk.
"E' un ipotesi."Concordò il vulcaniano .
"Riconosci la foggia della nave ?Appartiene a una razza che conosciamo?"
"Negativo l'ho già comparata con tutti i modelli di nave registrati nel nostro database, ma è sconosciuta."
"Hai provato a vedere se nella direzione da cui proviene ci sono mondi abitati ?" Chiese Kirk non sapendo più che ipotesi fare.
"Spock inarcò un sopraciglio per esprimere il suo disappunto ."Avrebbe potuto cambiare rotta decine di volte prima di assumere quella attuale." Replicò in tono che a Krik suonò vagamente canzonatorio."Tuttavia, se non cambierà rotta ....a breve .... "Aggiunse poi gettando un 'altro sguardo al suo monitor .
"Si?"Lo incoraggiò Kirk .
"Tuttavia...come dicevo, se non cambierà rotta finirà dritta all'interno di una stella e ovviamente brucerà vaporizzandosi all'istante."
"Ma è assurdo! Questo appoggia la mia ipotesi che il pilota sia ferito e non possa correggere la rotta."
"O forse è un gesto volontario. "Replicò il vulcaniano.
"Un suicidio? E' assurdo ! Comunque non possiamo,certo, stare qui a fare supposizioni senza elementi validi. L'unica cosa da fare e provare a sbarcare su quella nave e verificare di persona le condizioni di salute del pilota."
"Potrebbe non gradire l'ingerenza e considerarla un 'invasione."Obbiettò ancora Spock .
"Capisco le tue remore ,ma non possiamo lasciare una persona abbandonata a se stessa , a fare una fine così atroce. Se sarà in grado di parlare e ci chiederà di andarcene, lo faremo." Gli assicurò Kirk. |
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Capitolo 2 *** 2 ***
Kirk ,Spock, Loki e McCoy si materializzarono all'interno della navetta. Scott aveva analizzato gli scudi ed era riuscito a trovare una frequenza che permettesse loro di teletrasportarsi nonostante gli scudi fossero alzati. Erano in un corridoio, spoglio e illuminato. Ma vuoto. Non c'era un rumore , oltre al loro respiro, a spezzare il silenzio assoluto. Kirk aveva estratto il phaser per precauzione e fece loro segno di seguirli. Arrivati in fondo al corridoio c'era una porta. Kirk passò una mano davanti a quella che pareva una fotocellula e la porta si aprì scorrendo all'interno delle pareti. Rivelò un 'ambiente angusto pieno di consolle illuminate da luci intermittenti.
"Pare la cabina di pilotaggio!" Commentò Spock entrando e cominciando un 'analisi meticolosa degli strumenti.
"Non riconosco la lingua." Aggiunse Loki che si era chinato a leggere le scritte sotto i tasti della consolle.
"Neppure io , credo avremo fatto meglio a portare mia moglie."Concordò Spock.
"Resta il fatto che il pilota non è qui, riesci a rilevare i suoi segni vitali?" Chiese Kirk a McCoy.
Il dottore estrasse il tricorder medico e analizzò le letture.
"Seguitemi."Suggerì facendosi guidare dai deboli segnali che riceveva.
Camminnarono per una decina di metri in un corridoio che andava in direzione opposta a quello che avevano percorso prima. E si trovarono innanzi a un altra porta chiusa. Kirk passò la mano davanti alla fotocellula per aprirla e finalmente si trovarono di fronte ciò che cercavano. In una stanza completamente spoglia dalle pareti imbottite c'era un umanoide, steso a terra, visibilmente incosciente. Pareva quasi umano non fosse stato per alcune creste che solcavano la sua fronte. "Devo soccorerlo." MCCoy allungò la borsa medica a Loki perchè lo aiutasse e gli fece cenno di seguirlo per assisterlo.
Appenna varcarono la soglia i due,senza alcun preavviso esenza emettere alcun lamento, caddero inerti sul pavimento. L'imbottitura della camera attutì la loro caduta. Kirk e Spock rimasero per un attimo immobili a fissarli stupiti e incerti.
"Cosa li ha colpiti? "Chiese Kirk riprendendosi immediatamente dall'attimo di esitazione che aveva avuto.
Poi,senza attendere alcuna spiegazione , fece per entrare, ma Spock lo trattenne saldamente per un braccio."Lasciami compiere un analisi sensoriale di quell'ambiente. Potrebbero aver inalato qualche gas nervino che li ha paralizzati.""E se nel frattempo muoiono avvelenati?"Obbietò il capitano divincolandosi. Poi si gettò d'impulso nella stanza.Spock esitò solo un secondo frenato dalla logica ma poi incredibilmente agì anche d'impulso seguendo il suo amico all'interno della stanza. Entrambi non fecero in tempo a toccare i corpi dei loro compagni, per sincerarsi che fossero in vita, che caddero al suolo privi di conoscenza . |
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Capitolo 3 *** 3 ***
Il giovane Leonard McCoy si era affezionato a quella bambina. La piccola Jenny aveva otto anni , i capelli rosso fuoco ,il viso simpatico punteggiato dalle lentiggini.Era vivace e sorrideva sempre.Nonostante tutto .Bones aveva passato molto tempo con lei instaurando un rapporto che andava ben al di là di quello medico e paziente. E questo era stato uno sbaglio. Gli sembrava una cosa bella all'inizio quando era ancora convinto che con la sua caparbietà e l'impegno avrebbe vinto la malattia che la stava divorando. Ma aveva imparato presto che ci sono casi in cui la buona volontà non serve a niente. Ora era in piedi accanto al letto della bambina e la vedeva che ,nonostante i potenti sedativi , era scossa da brivid di dolore. Le rimaneva così poco e non meritava di soffrire in quel modo crudele. McCoy non ci dormiva ormai da tempo.Aveva addirittura mandato a rotoli il suo matrimonio,trascurando sua moglie. Alla fine aveva preso la decisione. Nel giuramento che aveva fatto , il giuramento di ippocrate, aveva promesso di difendere la vita a qualsiasi costo. Ma quella di Jenny non era più vita. Era giunto il momento che qualcuno compisse un gesto compassionevole e quel qualcuno era lui! Allungò la mano verso la flebo da cui gocciolavano i farmaci nel braccio ormai ossuto della bimba.Vide che la mano gli tremava. Poggiò il dito sul tasto. Era un attimo .Bastava che premesse quel tasto e la quantità di farmaco sarebbe incrementata quel poco che bastava per por fine alle sofferenze di Jenny. Poteva ancora fermarsi , pensò mentre esitava col dito a mezz'aria. Poi, quasi la sua mano agisse di volontà propria, si vide premere quel bottone. Abbassò lo sguardo a fissare il corpo della bimba che riceveva la dose letale di farmaco e gli parve quasi di vedere la sua anima ancora candida che abbandonava le sue spoglie mortali.Rimsase così ,immobile, per un tempo interminabile. E da quel momento la sua vita non fu più la stessa. |
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Capitolo 4 *** 4 ***
James Tiberius Kirk stava morendo. Lo sentiva chiaramente in ogni fibra del suo essere. La pelle gli bruciava, cotta dalle radiazioni. Sentiva il dolore che lo squassava ad ogni respiro. E un ombra scura stava calando sui suoi occhi. Le radiazioni avevano bruciato anche le sue retine. Era la cosa che più l'aveva gettato nella disperazione:non poter più vedere. Per lui equivaleva ad aver perso il controllo. Sapeva che era ormai questione di minuti , ma avrebbe voluto poter guardare la sua nave fino all'ultimo istante di vita che gli era concessa. Poi udì una voce. Ci impiegò qualche secondo a riconoscerla , ma era decisamente quella di Spock. Riusciva a cogliere solo qualche parola. Spock forse lo stava rimproverando per la sua avventatezza. In effetti aveva agito d'impulso. Ma che altro poteva fare. Non era forse il compito di un capitano affondare con la sua nave? E se lui non l'avesse fatto sarebbe toccato a qualcun 'altro , forse a Scott o forse proprio a Spock. Certo ,ora che la morte non era più una possibilità, ma una triste certezza, erano arrivati anche i rimpianti. Il primo era naturalmente per la sua carriera. Aveva desiderato così tanto il comando, di quella nave, da essere disposto a qualunque inganno e bassezza per averlo. E c'era riuscito , perlomeno per qualche giorno. Era stata una carriera breve , ma sfolgorante. Sarebe stato ricordato come il capitan stella cadente! Avrebbe voluto ridere ...se solo ne avesse avuto la forza. A consolarlo c'era solo una cosa. Che nessuno avrebbe pianto la sua morte. Aveva rotto i ponti con sua madre da tempo immemorabile, accusandola di aver preferito rifarsi una vita che occuparsi di lui e di suo fratello. E quanto a suo fratello ...beh neppure sapeva dove era andato a cacciarsi. Lasciava un amico, McCoy , che avrebbe certamente versato molte lacrime per la sua morte prematura. Era una persona sensibile, il buon dottore, e nonostante lui fosse pestifero e insopportabile, gli voleva bene. Ma chi altro ci sarebbe stato al suo funerale? Certamente nessuna compagna . Chissà perchè nella sua breve ,ma intensa, vita aveva avuto mille relazioni, ma tutte occasionali.Non si era mai impegnato per farne durare una per più di qualche giorno. Chissà perchè ! Forse per avidità : desiderava vivere alla massima velocità senza perdersi neppure un 'epserienza. Legarsi a una sola persona gli pareva riduttivo .O forse più semplicemente non aveva mai trovato nessuno che volesse condividere la sua avventurosa e pericolosa esistenza....Ma ora era tarsi per rammaricarsi. Non sentiva più nulla. Ne suoni, ne dolore. Solo freddo ....un freddo che lo gelava da dentro ...il freddo dell'inferno che stava per inghiottirlo! |
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Capitolo 5 *** 5 ***
Il giovane Spock stava affrontando una prova che andava oltre le sue capacità. Aveva sette anni. Era il giorno 20 del mese di Tasmeen e per lui era il giorno del kahs-wan. Era un 'assurda prova, retaggio di un passato, in cui i vulcaniani erano un popolo di selvaggi. Il piccolo Spock pensava che sarebbe stato più logico dimenticare un passato così vergognoso anzichè celebrarlo , con prove di resistenza. Ma evidentemente gli altri non la pensavano come lui. Perchè tutti i giovani vulcaniani vi si sottoponevano. Restare nel deserto per dieci giorni ,abbandonati a se stessi, senza cibo ne acqua, in questo consisteva il kahs-wan. Dove era la logica in tutto ciò? Molte delle tradizioni di vulcano sfidavano la logica e il buon senso. E Spock questo non le capiva. Sopratutto non capiva una delle regole del Kahs -wan. Nessun ragazzino poteva essere aiutato. Anche se si trovava in serie difficoltà. Doveva essere lasciato al suo destino. Spock lo trovava crudele, e illogico. Sopratutto ora che il destino l'aveva posto di fronte a quella eventualità. Aveva visto un le-matya in lontananza. Era un grosso felino dotato anche di veleno, uno degli animali più pericolosi del pianeta. Si era nascosto e aveva atteso che l'animale si allontanasse poi era uscito dal suo nascondiglio ,per riprendere la sua marcia, nell'infuocato deserto noto come la fornace. Ma poco distante da se aveva trovato chi non era stato lesto, come lui, a nascondersi alla vista del le-maty . Un ragazzino ,come lui, giaceva a terra ferito e intossicato dalla fiera che l'aveva aggredito non riuscendo a catturare lui. Spock si trovò difronte al primo serio dilemma della sua vita. La regola era chiara , semplice e categorica. Non prestare soccorso ad altri ragazzi. Questa prova era importante per Sarek,suo padre .Se Spock l'avesse superata gli avrebbe dimostrato che aveva qualche speranza di diventare un 'autentico vulcaniano e che avrebbe potuto smettere di vergognarsi di lui e preoccuparsi del suo futuro. Per superare la prova l'unica via possibile era andarsene, come prevedeva il regolamento. Ma se ora sua madre fosse stata qui , gli avrebbe detto che la compassione per gli altri era la cosa più importante.Cheera ciò che distingueva l'essere umano dalle bestie. Si sarebbe vergognata di lui se avesse lasciato l'altro ragazzino a patire l'atroce sofferenza causata dal veleno e forse la morte. Spock si sentiva diviso a metà. Una metà vulcaniana e una umana. Era arrivato il momento di decidere quale delle due doveva prevalere. Sarebbe stata la scelta più importante della sua vita. E non poteva sbagliare. Non avrebbe sbagliato.No....non avrebbe sbagliato , decise mentre si allontanava. Dopo pochi passi lo colse l'impulso di voltarsi e tornare indietro.Lottò contro di esso con tutte le sue forze. Era un sentimento umano , chiamato rimorso. Un sentimento che aveva deciso di non provare mai più .Dal momento che aveva scelto...aveva scelto di essere vulcaniano. |
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Capitolo 6 *** 6 ***
Loki se lo vide davanti: Laufey il re dei giganti di ghiaccio. Era una creatura mostruosa. Come poteva essere suo padre quell'essere ripugnante? Loki era sempre stato orgoglioso della sua eterea bellezza. La pelle bianca come il latte , i capelli lunghi e neri come petrolio e gli occhi verdi che splendevano come smeraldi nel viso aristocratico . Lui era il fiore più delicato di asgard. Non poteva essere figlio di quella creatura dagli occhi iniettati di sangue e il volto deforme. In un 'impeto di rabbia e disgusto prese la sua lancia e lo trafisse .Vide la luce che abbandonava i suoi occhi rossi e provò solo estremo piacere. Se uccidere dava quella sensazione non avrebbe esitato a rifarlo. La sua strada era segnata. Aveva dato il colpo di grazia a uno degli individui che si erano presi gioco lui, manipolando la sua vita fin dalla nascita. Ma ce n'era un altro . L'uomo guercio da un occhio. Se Laufey gli aveva distrutto la vita Odino aveva frantumato le macerie che ne restavano. E ora era giunto anche per lui il tempo di pagare per le sue colpe. Loki prese un profondo respiro e si diresse verso le camere del sovrano. Sto arrivando, pensò, mentre un intenso piacere pervadeva ogni fibra del suo corpo.
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"Come stanno?"Chiese Uhura preoccupata osservando il marito giacere su un lettino dell'infermeria. Sdraiati accanto a lui, su altrettanti lettini, c'erano i suoi compagni e un alieno sconosciuto. Il dottore olografico con l'ausilio di Cristina Chapel li stava visitando. Quando non avevano più ricevuto notizie dalla squadra di sbarco e , i loro segnali vitali si erano indeboliti,Sulu aveva lasciato a lei il comando e insieme a Scott si era teletrasportato sulla nave aliena. Trovandoli privi conoscienza, Scott, aveva capito che quella che pareva una cabina spoglia, poteva , in realtà, essere una stanza di stasi .Era capace di indurre un 'animazione sospesa quasi istantanea. Così aveva manomesso i circuiti dall'esterno e li aveva liberati. Ora il dottore era impegnato nel far riprendere loro conoscienza.La personalità del dottore olografico era determinata dalle subroutine del computer quindi , teorcamente, avrebbe dovuto agire solo secondo logica. Ma il Moe si era evoluto al punto di diventare il primo computer illogico della galassia. Per questo ora, benchè la logica suggerisse di svegliare prima il dottor McCoy , che poteva aiutarlo nell'assistere gli altri , stava risvegliando Loki .E questo solo perchè detestava McCoy e al contrario adorava Loki.
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Capitolo 7 *** 7 ***
Come va ?" Gli chiese quando aprì gli occhi.
Lui lo fissò e nei suoi occhi si succedette una vasta gamma di emozioni. Dapprima confusione. L'ultima cosa che ricordava era l'astronave aliena che stavano eplorando e l'alierno incosciente che dovevano soccorrrere. Poi la paura. I suoi amici erano vivi? Si voltò e vide che giacevano sui lettini , ma il loro respiro era regolare. Probabilmente lui era stato il primo a risvegliarsi. Quindi l'emozione più insolita che potesse provare in quelle circostanze: la delusione. Stava facendo un sogno stupendo e pareva così reale . Ora che si rendeva conto che era stato solo un sogno sentiva un vuoto dentro di se .
"Quello è l'alieno che era con noi? Per favore Doc rimettilo in stasi."Ordinò al Moe appena riacquistò sufficiente lucidità.
Lui rimase per un attimo interdetto."Che sta succedendo ?" Chiese .
"Ancora non lo so per certo, ma noi eravamo in stasi quando ci avete trovato?"Chiese a Sulu che era li con loro.
L'asiatico annuì.
"Quindi la nostra attività cerebrale doveva essere minima, quasi inesistente. Eppure io sognavo. E non era un semplice sogno. Era vivido , così reale che non mi sono reso conto, che stavo sognando, finchè non mi avete risvegliato."
"E' molto strano? Quindi pensi che Il sogno fosse indotto artificialmente!"Ipotizzò il Moe.
"Questo è certo devo solo capire perchè! Sulu la nave è sempre in rotta verso la stella?"
"Si, nessun cambiamento, però ho potuto verificare, analizzando i dati del computer, che non era la rotta originariamente impostata.E' frutto di un deterioramento delle subroutine del computer."
."Che rotta doveva seguire la navetta?"
"Una rotta elittica che l'avrebbe riportata al suo mondo d'origine, che secondo i miei calcoli,ha lasciato almeno un centinaio di anni or sono!"
"Allora torna sulla navetta e reimposta la rotta."Ordinò Loki all'ufficiale poi si rivolse a Uhura . "So che sei preoccupata per Spock, ma ti assicuro che sta bene, torna sul ponte per favore ."La ragazza esitò , ma era ben conscia del fatto che prima di essere una moglie, sul'astronave era un ufficiale , quindi si allontanò di buon grado per riprendere il comando della nave.Il risveglio degli altri tre ufficiali fu più traumatico . |
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Capitolo 8 *** 9 ***
Il risveglio degli altri tre ufficiali fu più traumatico. Come Loki avevano sognato, senza però rendersi conto che si trattava solo di un sogno. Avevano rievocato nella loro mente esperienze del passato, in cui avevano fronteggiato la morte. La morte infatti era il filo rosso che univa le loro esperienze. McCoy raccontò loro la sua triste vicenda e ammise che ,ancora oggi, gli occhi di Jenny lo perseguitavano ogni volta che falliva nel suo intento di medico, cioè quello di salvare una vita. Kirk ammise che aveva rimosso dalla sua memoria le sensazioni provate durante la sua tragica morte nella camera materia antimateria dell'enterprise . Era stata la sua strategia di difesa. Dimenticare come se non fosse mai successo. Ma ora che aveva riprovato ogni singolo, doloroso, istante di quell'esperienza, non gli sarebbe più stato possibile negarla e far finta che non fosse mai successa. Loki comprese che avrebbe avuto bisogno del suo aiuto per superare il terribile shock che aveva patito e certo lui non si sarebbe tirato indietro. Era pronto a sostenerlo nel suo cammino di riabilitazione , con tutto se stesso Ma il più sconvolto di tutti pareva essere Spock. Non volle assolutamente rivelare agli altri cosa avesse rivissuto in sogno, nonostante tutti lo incoraggiassero , a liberarsi dal suo peso, condividendolo. Invece cercò di spostare il discorso sullo scopo che questa tecnologia poteva avere. Loki gli svelò il mistero.
"Sulu ha scaricato i diari della navetta e mentre il dottore era impeganto a risvegliarvi li ho letti e ho trovato la spiegazione. Quella nave è una prigione e quella che noi credevamo una cabina spoglia è un'alternativa alla pena di morte." Gli altri rimasero a bocca aperta.
Era la cosa più strana che avessero mai sentito.
"Un alieno,della stessa specie a cui appartiene il nostro ospite, racconta che questo individuo è un serial killer , accusato e condannato per l'omicidio di almeno 10 persone. La pena di morte è stata giudicata troppo blanda per i suoi delitti,quindi gli hanno inflitto. "La morte perpetua".Lo hanno posto in stasi e contemporaneamente hanno trovato il modo di stimolare la sua corteccia cerebrale perchè ricordasse in modo vivido solo avvenimenti tragici. In pratica l'hanno costretto a rivivere i suoi delitti e ad affrontare la morte,che lui stesso aveva inflitto ,per l'eternità .”
"Una pena sconvolgente ,ma tutto sommato equa ."Commentò McCoy .
"Che cosa dovremo fare,con lui ora?" Chiese Kirk , riferendosi all'alieno che il MOe , su ordine di Loki aveva riposto in stasi.
"Il mio suggerimento è di non interferire con la sentenza. Non abbiamo nulla a che fare con la cultura di questi alieni. Il signor Sulu sta riparando il computer e la navetta riprenderà la sua rotta che la riporterà verso il suo pianeta natale. Li ,io credo , il processo verrà riaperto e si deciderà se il condannato abbia scontato la sua pena."
Kirk ascoltò con interesse la spiegazione di Loki e non gli rimase che condividerla senza riserve."Sono d'accordo. Per una volta non mi impiccerò dei fatti altrui. Limitiamoci a rimettere la navetta sulla sua rotta originaria .Lasciamo il giudizio alle persone che sono state coinvolte nella vicenda e che sono le uniche che hanno il diritto di deliberare."
Gli annuirono per avallare la sua decisione. |
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Capitolo 9 *** 9 ***
Erano passati un paio di giorni e l'episodio per Loki era ormai diventato una delle tante strane missioni a cui aveva partecipato da quando era a bordo dell'enterprise. Gli aveva lasciato solo un vago senso di malinconia. Per gli altri era stata un' esperienza traumatica , come avrebbe dovuto effettivamente essere . Jim aveva intrapreso una terapia settimanale, col consigliere della nave, che lo stava aiutando a superare il trauma e Loki era particolarmente gentile con lui. Per lui rivivere la morte di suo padre non era stata assolutamente una punizione, ma invece una benedizione. In cuor rammentava l'omicidio di uno dei suoi padri come la cosa che avesse dato più soddisfazione. Ma aveva sempre pensato che quell'attimo,magico, era stato troppo breve . Che avrebbe voluto prolungare quel piacere all'infinito. E quell'assurda esperienza gliene aveva dato finalmente la possibilità. Ne avrebbe sempre portato il ricordo con se usandolo per rallegrarsi nei momenti bui. Qualcuno però ne era stato segnato più di tutti loro. Era la fine del turno di giorno. Le luci erano state abbassate per simulare la naturale alternanza del giorno e della notte. Camminando per i corridoi deserti intravvide Spock. . Il suo turno era terminato ma non era ancora tornato in cabina da sua moglie. Se ne stava fermo davanti a un oblò a fissare lo spazio vuoto.
"Tutto ok?" Gli chiese Loki fermandosi accanto a lui. Il vulcaniano non rispose restando in silenzio per qualche minuto poi senza voltarsi, continuando a fissare la sua immagine riflessa nel vetro gli chiese.
"Hai mai pensato di aver preso una decisione che ha condizionato per sempre la tua vita?"
Loki non aveva bisogno di rifletterci a lungo, quando aveva deciso di conquistare la terra e gli Avengers l'avevano imprigionato ....,si, era stato in quell'attimo che aveva cambiato decisamente il suo destino. In meglio ? In peggio? Chi poteva dire come sarebbe andata se fosse riuscito a sconfiggere e fare fuori tutti i vendicatori.....Forse ora dominerebbe sull'umanità....
"Si .Ma non me ne pento .Tu invece?".
"Non so. "Ammise Spock "Se avessi deciso diversamente avrei salvato una vita ,ma avrei dovuto rinunciare a vivere e a comportarmi come un vulcaniano. Il mio gesto non sarebbe stato capito, ne perdonato."
"E ti sarebbe pesato vivere da umano , anzichè da vulcaniano ?"Gli chiese Loki comprendendo ciò che lo tormentava.
"Non so ....non avendo vissuto l'esperienza non ho dati sufficienti , ma la logica suggerisce che ,probabilmente mi sarei addattato."
"La tua logica è nel giusto...il più delle volte, le persone che hanno un carattere forte, si adattano alle circostanze. L'ho fatto, io l'avresti fatto e anche tu."
Poi fece un gesto inusuale .Poggiò una mano sulla spalla di Spock per confortarlo. E lui ,che normalmente, come tutti i vulcaniani l'avrebbe considerata un'offesa ,non si mosse e l'accettò di buon grado .Un segno di quel barlume di umanità che non era mai veramente scomparsa dal suo cuore. |
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