'Cause they don't know about us

di Abigailsdreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** When everything started ***
Capitolo 2: *** Chapter 1. ***
Capitolo 3: *** Chapter 2. ***
Capitolo 4: *** Chapter 3. ***
Capitolo 5: *** Chapter 4. ***



Capitolo 1
*** When everything started ***


Jennifer era piuttosto accaldata nonostante indossasse degli short della tuta aderenti e una canottiera bianca che lasciava intravedere più di quanto desiderasse.

Aveva il fiato corto e si legò i lunghi capelli castani in una coda da cavallo, nonostante alcuni ciuffi ribelli ricadessero continuamente a coprirle gli occhi verdi venati da sottili strisce ambrate.

Una presa forte le cinse i fianchi e sentì labbra morbide stamparle un bacio sulla guancia.
Jennifer trattenne per un po’ il fiato, stupita da quei muscoli forti che le si muovevano, separati dal suo esile corpo solo con due leggere magliette.
“Zayn, finalmente!” rise, si voltò e saltò in braccio al migliore amico che non rivedeva da un’intera estate.
“Jenni, mi sei mancata tantissimo” e detto ciò strinse ancora di più la presa.
“Così mi soffochi!” disse Jenni iniziando a prendere a pugni leggeri e scherzosi le braccia dell’amico “Dici che ti sono mancata, eh? Non direi proprio, ti sei fatto sentire pochissimo. NON PUOI SCORDARTI DI ME, MALIK! Non solo perché hai un’infinità di fan al seguito! Pensavo che avessi cambiato idea pure sul college!” continuò a dire ridendo, ma con in fondo un po’ di tristezza.
“Ehi ehi ehi! Frena bella, ti sembra che ti lascio in balia del college da sola? Certo che verrò al college, è il nostro obiettivo da sempre!”
Sorrise rendendo quel volto ancora più perfetto e solo allora Jenni si sciolse, accorgendosi delle persone che circondavano l’amico e che tanto aveva visto in foto.
“Un bel caratterino, eh?” disse il moro con gli occhi marroni, porgendole la mano “Piacere, Liam Payne”. Detto ciò sorrise. Jenni sbuffò e porse la mano per presentarsi.
“Lasciala stare, Liam. Comunque piacere, sono Niall Horan.” Disse il biondo ridendo. La ragazza si presentò anche a lui.
Poi Zayn proseguì dicendo che gli altri due amici, uno perennemente in giro alla ricerca di ragazze da portare a letto, e uno anch’esso perennemente a letto, però per dormire, sarebbero arrivati nel pomeriggio.
La invitò ad andare a fare un giretto al parco verso le 18 e lei accettò, stanca di stare sola in attesa di una nuova compagna di stanza.
“Comunque devo andare a farmi una doccia. Ci vediamo dopo” e congedò i tre ragazzi sorridendo.

Jenni si fece la doccia e poi impiegò la solita mezz’ora a scegliere cosa indossare.
Alla fine optò per una tutina elegante a calzoncini corti semitrasparente, con una decorazione floreale stilizzata, sotto la quale mise una fascia per non far vedere tutto.
Decise di non piastrare i capelli che rimasero così ricci, come li aveva sempre al naturale.
Mise un paio di converse nere basse, un lucidalabbra color carme e il mascara.
Raggiunse gli altri al parco e seduti su una panchina c’erano tutti e cinque. Più una bionda attaccata ad uno riccio, vestita con un top e calzoncini di pelle a metà sedere con tacchi vertiginosi.
Erano comunque tutti bellissimi ed era impossibile non guardarli. Si avvicinò sentendosi schiacciata dalla presenza di quella bellissima ragazza.
Arrivata di fronte a loro aveva tutti gli occhi puntati su di lei e sentì un fischio del riccio che disse “Hai proprio un bel culo.” E rise. Poi guardò la ragazza che lo stava intrattenendo “Nulla da togliere al tuo, bellissima, ma preferisco il suo.”
“Harry, vuoi lasciare in pace almeno lei?” chiese Zayn alterato.
Era Harry Styles. Tentò di presentarsi con voce suadente e mordendosi le labbra, ignorando completamente Malik, cosa che fece rabbrividire Jenni che comunque riuscì a mantenere il controllo e lo bloccò.
“Posa i tuoi bei occhioni sul culo di qualche altra ragazza, Styles. Hai sbagliato proprio persona”. Detto questo salutò tutti gli altri ragazzi con un bacio.
Louis non le staccava mai gli occhi di dosso.

JENNI’S POV
Intanto i giorni passavano e quasi mi sembrava di essere parte di un qualcosa.
I primi due mesi al college erano volati e tutto sembrava andare per il meglio.
A parte Harry, lui sembrava volermi sempre provocare, con quel sorrisetto suadente e quel modo di accarezzarmi la pelle quando meno me l’aspettavo, facendole venire la pelle d’oca.
Nonostante fosse un fico, restava comunque uno dei ragazzi da cui preferivo astenermi, al liceo.
In generale non ero mai stata brava con i ragazzi, io che amavo la tranquillità e avevo paura di scoprirmi a eventuali sofferenze.
Quella mattina mi svegliai presto e andai a correre con Louis.
Al ritorno Lou mi offrì la colazione al bar della scuola.
Il suo sguardo era ancora perennemente fissato su di me, come incollato. Sembrava osservare ogni mia singola movenza come fosse un qualcosa di prezioso da ricordare. Era bello essere osservate da occhi così, dolci e comprensivi, profondi ma misteriosi.


VOCE ESTERNA
La prima ora di lezione aveva storia britannica con Harry e Zayn e si mise a sedere fra i due. Il primo continuava a fissare il punto in cui la camicia era leggermente sbottonata e lasciava immaginare l'assenza del reggiseno, che la ragazza considerava scomodo, lasciando intravedere le forme abbondanti e perfette. Harry si mordeva le labbra dando libero sfogo alla sua immaginazione che continuava a viaggiare su e giù per il corpo della ragazza. Tentò di passare una mano sulla coscia della ragazza. Partì dal ginocchio e prese poi a proseguire, premendo leggermente, in alternanza a tocchi leggeri. Jenni divenne tesa e si sentiva inerme sotto quel tocco esperto. Il fiato sembrava accorciarsi man mano che la mano di Harry saliva e la ragazza non sapeva cosa fare. Fu poi portata alla realta dal rumore stridulo del gesso sulla lavagna. Scacciò via la mano di Harry molto prima che lui arrivasse al suo obbiettivo ed egli si passò la lingua sulle labbra, frustrato dal comportamento della ragazza che non sembrava mai arrendersi ai suoi tentativi. Zayn nel frattempo guardava contrariato l'amico, preoccupato per i suoi intenti, trattenendosi a stento dallo sferrargli un pugno nel bel mezzo della lezione.

NOTE DELL'AUTRICE
SAALVE A TUTTE, DIRECTIONERS!
Spero che abbiate apprezzato questo mio primo capitolo.
Comunque sia, anche se così non fosse, non è che potreste lasciarmi qualche recensione?
Servono per motivarmi  a continuare a scrivere e per capire se volete che cambi qualcosa.
Pardon se vi ho buttato subito nel bel mezzo della storia, ma le idee mi frullavano in testa rapidamente.
La prossima volta cercherò di mettere alcuni caratteri più divertenti ma non sono ancora capace. OOPS ahahaha.
Continuo presto, tanto più se mi fate sentire le vostre opinioni!
Un bacione, directioners!

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Capitolo 2
*** Chapter 1. ***


JENNI’S POV
 
“Calzoncini neri a vita alta, maglia corta a fiorellini, superstar e… mascara. Perfetto, pronta”. Dissi facendo un giro su me stessa di fronte a quella che era la mia nuova, dolcissima compagna di stanza, Caroline.
Mi fece una centinaia di complimenti, pur di convincermi ad uscire da quella stanza. 19.45, segnava l’orologio. Feci una smorfia, eravamo in ritardo di 15 minuti e Caroline, nonostante fosse pronta già da un pezzo, bellissima nei suoi abiti semplici, era rimasta ad aspettarmi.
Era una di quelle con la battuta sempre pronta, di una bellezza pura e semplice che faceva incantare.
Comunque quella sarebbe stata la nostra prima cena al college, la cena dei ragazzi del primo anno che avevano deciso di fare a dicembre, sotto Natale.
 
Entrammo  nell’immenso e maestoso salone, all’interno del quale era collocato un enorme albero natalizio con decorazioni d’oro e bianche sfarzose e di tutti i tipi.
In un tavolo, circondato da sguardi attenti e interessati, sedevano, bellissimi come sempre, loro… quattro.
Ne mancava uno all’appello, ma mi ci volle poco a trovarlo. Su un divanetto lussuoso poco distante se ne stava avvinghiato ad una ragazza, con le mani curiose che si spingevano oltre quello che era concesso in un luogo così affollato.
Il vestito di lei, bianco semitrasparente e molto corto, lo invitava comunque a continuare.
I ricci ricadevano sulla fronte di Harry, che aveva le labbra leggermente dischiuse mentre le mani esperte risalivano piano la carne abbronzata della ragazza.
Da sotto il vestito si poterono poi vedere le mani di Harry esercitare una presa forte, alternata ad un tocco leggero sul sedere di quella che pendeva dalle sue labbra, ma che per lui era solo una delle tante.
Iniziò a prenderle a morsetti dolci le orecchie, passandovi poi sopra la lingua e scendendo fino al collo dove lasciava baci leggeri ma fitti. Dopo essere risalito fino alle grandi labbra di quella che, mi disse Carol, doveva chiamarsi Jamie, e dopo un bacio molto più che passionale gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
Lei allora si alzo e se ne andò, solo dopo che lui gli ebbe dato un ultima pacca sul culo marmoreo.
Il riccio alzò la faccia, si sistemo i capelli e si passò un dito sulle labbra, poi incrociò il mio sguardo e mi rivolse un sorriso sfacciato.
 
HARRY’S POV
Andai a sedermi al tavolo dove si trovavano gli altri, che si misero a ridere.
“Cosa avete da ridere?” chiesi scontroso. Sapevano ormai che tipo di rapporto avevo con le ragazze, perché tante storie?
Indicarono un punto, sul collo, dove era stampato un enorme bacio di rossetto color fiamma.
Sorrisi e con un fazzoletto mi pulii.
Jenni mi diede per sbaglio un calcio da sotto il tavolo.
“Ehi, vuoi stare attenta?” le dissi bruscamente. “Non l’ho fatto apposta, mi sembra ovvio!” replicò, fissandomi con i suoi occhi verdi. “Beh, allora vedi di prestare più attenzione, no? E tieni le tue lunghe gambe lontano da me” dissi sgarbato.
Lei mi fulminò con lo sguardo e si voltò iniziando a parlare senza mai interrompersi, come era suo solito.
Iniziò a raccontare di quanto fosse stato difficile scegliere il suo vestito per la serata e decisi di interromperla, stanco di ascoltare le sue chiacchiere.
“Sai, cara piccola Jenni, che a nessuno importa? Di quelle come te i ragazzi guardano solo tette e culo, cose che hai in abbondanza, perciò non ti sforzare troppo” risi aspramente.
Lei rimase lì, muta a fissarmi per qualche secondo, come se si aspettasse scuse.
Poi si alzò “Fai proprio schifo” mi disse, e si incamminò verso il bagno.
Poco importa, nemmeno mi piaceva quella.
 
JENNI’S POV
Era così, da un po’ a quella parte, per qualche ragione inspiegabile. Un ragazzo instabile e bipolare, ecco cos’era.
Le prese in giro mi avevano sempre infastidita più del necessario, così mi ritrovai a farmi asciugare le lacrime da Zayn, che aveva iniziato a bussare insistentemente alla porta del bagno delle ragazze finché non avevo deciso di aprirgli.
Le sue braccia forti mi cingevano salde come le braccia di un padre, ma il sorriso era quello di una persona che con te e per te avrebbe attraversato il fuoco.
Uscimmo e ci unimmo alle danze.
Ballavo libera quando sentii due mani salde cingermi i fianchi.
La presa del ragazzo misterioso scese e le mani presero a muoversi sulla fascia dove si trovano le fibbie per far passare le cinture nei calzoni.
Si muovevano lente verso l’interno, inclinandosi leggermente verso il basso in un tocco fin troppo invadente.
Poi le dita presero a risalire accarezzandomi tutta la zona costale, fino ai lati del seno, dove però non le lasciai addentrarsi perché mi girai curiosa di vedere il viso della persona che avevo accanto.
Rimasi stupefatta nell’incrociare lo sguardo dell’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere in quel momento.
 
 
Salve a tutte, DIRECTIONERS!
Chi avrà mai visto la nostra piccola Jenni?
Intanto Harry è sfacciato e incredibilmente sexy,
come sempre.
Lasciate una recensione, se vi va!

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Capitolo 3
*** Chapter 2. ***


Quando mi voltai sentii gli occhi bruciare violentemente e le guance iniziare ad avvampare.
“Stefan?” dissi con voce flebile e incredula. Appena pronunciai quel nome un ondata di ricordi si fecero spazio nella mia testa
 
“Jenni corri o facciamo tardi!” sbraitò Caty dal piano inferiore. Scesi traballando sui miei alti tacchi, con un meraviglioso vestito turchese.
Scesi le scale cercando di sembrare più rilassata possibile e mi fiondai in macchina. Presto arrivammo alla bellissima casa in campagna del mio fidanzato, Stefan.
 
Entrammo e fummo travolte da una nube di fumo e alcool e quella sensazione ci piacque.
Mi addentrai fra gli invitati, salutando cortesemente, già con un drink in mano. Arrivai da Stefan, ubriaco steso su un divano circondato dai suoi amici strafatti.
Mi afferrò per un polso, mi trascinò sopra di lui e, senza perdere tempo, appoggiò una mano sopra i miei glutei, strettamente fasciati e messi in mostra dal vestito aderente. Sobbalzai a quel tocco invadente e affrettato.
Quasi senza che me ne rendessi conto la sua mano era scivolata desiderosa fra le mie cosce e stuzzicava il pizzo della mia biancheria intima.
Mi scansai. “Voglio fare l’amore con te, qui” mi disse con voce eccitata, sorridendo maliziosamente.
“Sai che voglio aspettare ancora un po’” risposi scocciata.
“Jenni sono stufo di aspettare. Prendere” e detto ciò tracciò un cerchio con le dita sulla mia coscia destra “o lasciare” e rivolse il suo sguardo carico di eccitazione ad un’altra ragazza, che ricambiò.
Mi alzai piuttosto disgustata. Lui era la persona che avevo detto di amare, forse perché ancora una ragazzina, forse perché era stato lui a dirmelo per primo e io non sapevo cosa rispondere, che mi aveva spezzato il cuore e che mi aveva usata.
 
La voce di Stefan mi risvegliò da quei ricordi che da tempo avevo cancellato e che mi avevano fatto fin troppo male.
“Sei cambiata” disse piano “sei così bella e incredibilmente solare”. Strinsi forte nella mano il drink che avevo preso, già il terzo quella sera.
“Che cosa ci fai qui?” chiesi con  riluttanza. “Quello che fai tu, da ben due anni più di te” ridacchiò.
Quel cazzo di sorriso mi faceva ancora girare vorticosamente la testa.
Di male in peggio. Studiava qui. Non risposi e mi voltai, ma venni bloccata da una salda stretta al polso.
“Jenni sono stato un coglione, dico davvero. Non sai quanto mi dispiace. Mi piacerebbe chiamarti uno di questi giorni, e magari vederti davanti ad un caffè con panna, di quelli che ti piacevano tanto” propose gentile.
“Ho smesso di prenderlo con la panna. Mi hai fatto passare la voglia di fare tante cose in quel periodo. Ora devo andare dai miei amici” detto ciò, girai i tacchi battendomi mentalmente il cinque per l’audacia con cui ero  riuscita ad affrontarlo.
HARRY’S POV.
L’odore dell’alcool mi inebriava i sensi e qualcosa dentro di me mi impediva di alzarmi.
Due labbra morbide e carnose si muovevano, lente ed esperte, spaziando fra il mio collo e la mia bocca, in maniera quasi monotona.
Un corpo perfetto e sinuoso si muoveva ritmicamente sopra il mio, staccandosi solo per sorseggiare l’ennesimo drink.
Vidi Jenni in lontananza parlare con un ragazzo poco più grande di noi. Mi fermai ad osservarli, curioso. Sbatteva le palpebre rapidamente e le gote le si erano evidentemente arrossate, come accadeva  fin troppo spesso per i miei gusti.
Zitto che adori quando questo succede, disse qualcosa dentro di me.
Scacciai questo pensiero fastidioso. Jenni si voltò verso di noi quando il suo braccio venne bruscamente bloccato.
Parlarono ancora e ancora e io iniziai a sentirmi debole ed eccitato sotto al tocco della ragazza che non riusciva a staccarsi da me, macchiando di rossetto il mio vestito elegante.
Jenni stava venendo da noi, lottando contro i calzoncini che le salivano lasciando scoperte ampie parti di candida pelle.
Camminava barcollante a causa dei troppi drink e continuava a spostare dal viso accaldato le insistenti ciocche di capelli ribelli.
Sorrisi a quella vista, era così bella. Attribuii questo pensiero all’alcool e spostai da me la mora che iniziava a lasciare fin troppi segni violacei sul mio collo.
“Se sei troppo inesperta per bere, evita di farlo. Sembra che tu non abbia ancora imparato a camminare” risi per questa mia affermazione verso Jenni quando lei mi fulminò con lo sguardo.

JENNI’S POV.
La mattina dopo fui svegliata dalle lacrime e dai singhiozzi di Caroline. Avevo un terribile mal di testa e non riuscivo nemmeno a ricordare come fossi riuscita ad arrivare a letto.
Mi misi a sedere ancora parzialmente coperta e buttai giù un lunghissimo sorso d’acqua, poi mi fiondai nel letto della mia triste e dolce compagna di stanza, abbracciandola stretta.
“Me lo vuoi dire che hai, Carol?” domandai gentilmente.
“N-Niall” disse fra i singhiozzi.
“Che ha fatto quel coglione?” risi per quante volte mi aveva fatta ridere e mi aveva tirato su di morale quando qualcosa al college non andava bene, ma lo sguardo assente e disperato di Caroline mi fece cambiare rapidamente umore.
“I-ieri sera me ne ero anda-ata al bagno” riuscì a raccontarmi “e qua-ando sono tornata l’ho trovato abbracciato ad una. Cazzo Jenni si stavano baciando. Gli ho mollato un ceffone e me ne sono andata” era scossa.
“Arrivo subito, aspettami”. Detto ciò infilai una semplice maglietta bianca e dei calzoni della tuta blu, legai i capelli in una coda morbida e mi avviai verso la camera di Louis.
Salve a tuttiii
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Mi piacerebbe tanto che lasciaste un po’ di recensioni,
è importante davvero per me.
Comunque il numero di lettori sta aumentando
ed è davvero bellissimo.
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo.
Tanti bacii

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Capitolo 4
*** Chapter 3. ***


Stavo leggermente tirando i capelli della coda per stringerla e mi ritrovai davanti a quella che doveva essere la camera di Niall. 312.
Bussai e feci un respiro profondo, pronta a sbraitare. La porta si aprì rapidamente vari secondi dopo.
“MI SAI DIRE COSA CAZZO TI PASSA PER LA TESTA STUPIDO BIONDO? TI SEI BEVUTO IL CERVELLO?” urlai tutto d’un fiato.
Quello che vidi però mi fece avvampare. Louis, col suo fisico mozzafiato, se ne stava appoggiato allo stipite della porta con solo un asciugamano lentamente legato in vita, che faceva sì che si vedessero gli addominali marcati e le spalle larghe.
“Tranquilla, bellissima” e il moro dagli occhi di ghiaccio mi strinse forte a se ridendo sinceramente.
Quell’appellativo, però, fece ancor più arrossare le mie pallide gote, così scansai dolcemente Louis e entrai in camera.
Disteso sul letto, impegnato a scrivere messaggi,c’era Harry con addosso solo un paio di corti boxer bianchi e aderenti.
“No, ma dico, non ce l’avete i vestiti voi?” dissi con voce alterata, ancor più rossa di prima.
Il corpo marmoreo di Harry però riuscì ad attirare la mia attenzione e i miei occhi iniziarono a mangiare ogni singola parte della sua pelle tonica, dai pettorali pronunciati al leggero tessuto dei boxer.
“Che hai da guardare, bella mora?” sorrise maliziosamente il riccio piantando gli occhi verdi nei miei “non hai mai visto un ragazzo in boxer, o vorresti scoprire cosa c’è sotto ai miei? Potrei anticiparti un po’ della lezione di anatomia che dobbiamo frequentare entrambi più tardi” detto ciò si passò delicatamente la lingua sulle labbra.
“Oh ma falla finita Harry. Non sono qui per te, scordatelo. Cerco Niall” e spostai gli occhi dal riccio per incollarli alla figura del biondo (fortunatamente vestito) che aveva appena fatto capolinea da una porta che conduceva al corridoio.
“Eccomi, dolcezza. Sei qui per Carol? Perché non capisco che ha fatto ieri sera!”
“Niall, mi dici CHE COSA CAZZO TI PASSA PER LA TESTA? Baciare un’altra quando hai Caroline? Lei è una ragazza d’oro Niall e non meritava davvero di essere presa in giro da te. Non sei uno da cui ci si aspettano queste cose, cazzo!” inveii contro di lui.
“No Jenni, sei davvero fuori strada” ribatté Niall, seriamente dispiaciuto “Quella ragazza mi si e praticamente fiondata addosso urlando, suppongo a causa di qualche drink di troppo. Ma io sento che mi sto davvero innamorando di Caroline, non le avrei mai fatto una cosa così e non so come farmi perdonare!”
 
HARRY’S POV.
Qualcuno stava bussando alla porta con insistenza, così Louis, vedendo che non accennavo ad alzarmi dal letto, si lego rapidamente un asciugamano in vita e corse ad aprire,scocciato.
A riempire la stanza di urla, però, fu la voce inaspettata di una ragazza che conoscevo bene.
Poco dopo Jennifer si catapultò nella stanza e si blocco davanti a me, arrossendo violentemente, di nuovo.
Non fingere che questo ti infastidisca, infondo sai che non è così. Iniziai a detestare sinceramente quella noiosa vocina dentro la testa che continuava a far balenare nella mia mente pensieri improbabili e lontani anni luce dal tipo di ragazzo che ero io.
Per allontanare queste riflessioni iniziai a farle sorrisi e discorsi maliziosi, che furono però interrotti dall’ingresso di Niall.
I due iniziarono una breve discussione, della quale però capii poco, impegnato a osservare il sedere scolpito di Jenni, leggermente visibile  dalla tuta. E’ eccitante, tutto qui pensai allora.
“Non so come farmi perdonare” concluse il suo discorso Niall.
I due  allora escogitarono una cena per il giorno dopo, con candele, scritte romantiche e cazzate varie. Patetico, pensai.
Fatto ciò Jenni se ne andò lasciando in camera il suo profumo delicato.
 
JENNI’S POV
Quella situazione con Niall si era risolta decisamente bene, ora non mi restava che mantenere il segreto con la mia cara amica Caroline.
Il cellulare vibrò leggermente in tasca.
Da: Numero sconosciuto.
“Ehi bellissima… spero non ti scocci questa mia confidenza dopo tutto questo tempo, ma penso di aver vissuto esperienze a sufficienza con te da potermela permettere.
Ti andrebbe per incontrarci davanti a… qualsiasi cosa tu voglia? Scusa, vorrei proporre qualcosa di più specifico, ma temo di essere rimasto indietro per quanto riguarda i tuoi gusti.
Baci.   
Stefan”
 
Risposi subito, piuttosto scocciata, dopo aver salvato il numero.
 
A: Stefan.
“Stefan, smettila di ronzarmi intorno. Abbiamo chiuso questa storia da tempo, per quanto mi riguarda, e sono riuscita ad andare avanti nonostante tutto. Lasciami in pace.
Jennifer”
 
Riposi il telefono in tasca e non lo sentii più vibrare, cosa che mi fece sentire piuttosto sollevata.
Feci un salto in giardino per prendere qualcosa di caldo al bar e trovai Zayn seduto apparentemente da solo su uno dei tavolini, stretto nel suo giacchetto di pelle nera troppo leggero.
Corsi ad abbracciarlo da dietro e lo strinsi fortissimo a me quando notai una ragazza molto attraente dai capelli castano dorati che arrivavano circa alle spalle, fissarmi con una faccia scocciata e interrogativa.
Capii allora di essere arrivata in un momento sbagliato e tentai di aggiustare la situazione:
“Io sono Jennifer, ma puoi chiamarmi Jenni, sono una vecchia amica di Zayn. Tanto piacere di conoscerti. Tu saresti?” sorrisi gentilmente per poi voltarmi a guardare il mio amico con una faccia tipo ‘e-tu-quando-avevi-intenzione-di-dirmelo’?
La faccia della ragazza si rilassò leggermente e mi strinse la mano “Io sono Phoebe, il piacere è tutto mio”.
 
Allora Zayn intervenne “Si beh..” iniziò imbarazzato “lei è la mia… è una ragazza che frequento da un po’ e che avrei presto presentato a tutti voi del gruppo” concluse impacciato.
“Beh, potremmo vederci tutti insieme davanti ad una pizza stasera da Charlie’s, è vicino e abbastanza, comodo, no?” incalzai.
Zayn mi guardò dubbioso, ma la ragazza acconsentì entusiasta, quindi finirono per accettare il mio invito.
 
SAALVE A TUTTI
Siamo solo al quarto capitolo e la storia inizia pian piano a prendere piede.
(Phoebe si legge Fiby, nel caso non lo sapeste:))
Nei capitoli precedenti non ci sono ancora recensioni.
Posso capire, comunque sia, dato che la storia è molto nuova,
ma se vi capita di imbattervi in uno dei miei capitoli,
commentarlo vi prenderà davvero pochissimo tempo.
Comunque spero che troviate la storia interessante
(almeno più della mia noiosissima nota- autrice).
TANTI BACIONII!
-Abigail

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Capitolo 5
*** Chapter 4. ***


La sera arrivò dopo una noiosissima lezione di anatomia con il professor. Sheller, un uomo sulla quarantina con un accento irlandese,con una grandissima abilità nel parlare a velocità bradipo, pensai fra me e me.
 
Corsi ai dormitori accorgendomi di avere solo tre quarti d’ora per prepararmi prima della cenetta al messicano per conoscere la ragazza di Zayn.
Infilai rapidamente un tubino nero senza spalline con uno scollo a cuore, probabilmente troppo elegante per l’occasione, ma poco mi importava.
Mi posizionai davanti al grande specchio sopra la scrivania osservando critica il mio riflesso nello specchio. Mi feci una morbida treccia laterale dalla quale sfuggivano svariati ciuffi, applicai una rossetto a tinta rosso bordeaux, un blush pesca, il nuovo mascara che avevo preso recentemente e una sottile linea di eye-liner.
Volevo presentarmi bene agli occhi di Phoebe, così indossai delle decolleté nere e, rendendomi conto di aver solo un quarto d’ora per raggiungere il piccolo ristorante a piedi.
Camminavo rapidamente con il vento che mi sferzava la faccia quando sentii una presa salda bloccarmi da dietro.
 
“Ehy bella puttana, dove vai?” sussurrò una voce calda alle mie orecchie, impregnandomi i sensi di alcool. Le mani invadenti del ragazzo intanto si muovevano rapide passando per ogni centimetro del mio corpo, fermandosi sul seno per stringerlo con un eccessiva pressione. Tentai di dimenarmi, ma per ogni mia mossa, la morsa della sua presa si stringeva ancora di più attorno a me.
Mi lasciò leggermente solo per farmi voltare e spiaccicare il mio petto al suo. Eravamo circondati dalle risate degli amici del ragazzo che lo incitavano a continuare, così lui lasciò cadere la bottiglia di birra ormai pressoché vuota, che si frantumo spargendo vetri ovunque.
Accompagnate dalle grida degli amici, le sue mani presero a muoversi ancor più velocemente, esperte sul da farsi.
La destra si attaccò ai miei glutei, facendo pressione verso l’alto e mettendoli così in risalto.
L’altra invece tentava di addentrarsi fra le mie gambe, stuzzicando in modo invadente la mia intimità.
Una macchina frenò bruscamente alle mie spalle e una presa decisa mi strattonò via.
“Vaffanculo stronzo!” sentii urlare dolorante la stessa voce che mi aveva dato della puttana.
Spaesata mi guardai intorno e vidi Harry con la mano stretta a pugno,bianca per la forza con la quale era chiusa. Il suo sguardo feroce sembrava voler trapassare il gruppo di ragazzi.
Mantenendo lo sguardo su di loro mi disse: “Dai Jennifer, andiamocene”.
“Ehy, la tua puttanella non ci aveva detto di essere fidanzata”. Spalancai la bocca udendo quelle parole, disgustata.
 
HARRY’S POV.
“Ehy, la tua puttanella non ci aveva detto di essere fidanzata” sputò quel bastardo.
Sentii la vena sul mio collo ingrossarsi e il cuore iniziare a battere rapidamente e inspiegabilmente.
Mi voltai e sferrai un calcio fra le gambe al ragazzo che si accasciò a terra e non persi tempo, ripetendo lo stesso gesto verso il suo stomaco.
“Harry, basta!” la voce flebile e spaventata di Jenni mi porto alla realtà.
Mi voltai a guardarla. Era bellissima. Stranamente pallida, con il mascara sbaffato e gli occhi sbarrati per la paura, ma comunque incantevole.
Provai un moto di dispiacere, non avrei voluto farmi vedere da lei in quelle condizioni, pensai.
Mi voltai verso il ragazzo che, con l’aiuto dei suoi amici, era riuscito ad alzarsi e sputai nella sua direzione, poi mi voltai.
“Dai andiamo” dissi duramente.
La aiutai a salire in macchina,ancora tremante, e accesi i riscaldamenti.
“Hai ancora voglia di andare?” chiesi incerto. Annuì piano in risposta.
“Se non fosse stato per te…” disse evidentemente stupita, ma facendo una gran confusione con le parole a causa dell’ansia  “Cazzo, grazie davvero”.
E si sporse verso di me abbracciandomi piano e posandomi la fronte sulla spalla.
Rimasi con lo sguardo fisso sulla strada e le mani sul volante, freddo come sempre, nonostante quella stretta e quel contatto mi stessero scaldando e muovendo qualcosa dentro.
“Ei che c’è, bella mora, non te l’aspettavi da uno come me?” domandai  fingendomi indispettito.
“Non mi aspettavo che fossi così protettivo con le ragazze, visto come le tratti” disse tutto d’un fiato, quasi scocciata.
Scossi la testa impercettibilmente.
“Non lo sono, infatti” con te però mi piace esserlo mi ricordò quell’irritante vocina interiore “solo che non mi piace che vengano toccate contro la loro volontà e così aggressivamente. So che brami le mie attenzioni, ma non sentirti così importante, piccola Jenni” conclusi quasi acidamente.
“Sembravi fin troppo gentile in effetti” borbottò fra sé e sé.
La guardai con la coda dell’occhio. Avevo sentito bene, ma non volevo che lo notasse.
Perché io dico una cosa e tu ne fai un’altra? Mi domandò la mia voce interiore. Diglielo che se provasse a conoscerti non saresti male come sta pensando. Mi suggerì. Tentai di non prenderla in considerazione, eravamo arrivati al ristorante.
 
JENNIFER’S POV.
Dopo aver sistemato quei ragazzi Harry mi condusse in macchina, aiutandomi a salire.
Tirai giù lo specchietto della macchina per vedere in che condizioni fosse il mio viso e mi riaggiustai il mascara. Rifeci la treccia e passai una mano di rossetto, sembrava quasi che non fosse successo nulla, pensai.
Harry mi domandò se desiderassi ancora andare a quella cena e io annuii nonostante non fossi molto convinta. Lo facevo per Zayn, era come un fratello maggior per me, e l’avevo praticamente obbligato io a portare Phoebe alla cena.
Mi voltai a guardare il riccio soffermandomi sul suo profilo delicato e, presa dalla gratitudine, lo ringraziai con parole confuse.
Istintivamente, poi mi piegai verso di lui, abbracciandolo piano e meglio che potevo per via della cintura che lui mi aveva allacciato, ma lui non ricambiò, freddo.
“Ei che c’è, bella mora” di nuovo quel nomignolo, pensai “non te l’aspettavi da uno come me?” si finse indispettito, ma in realtà sorridevo.
Risposi che no, non mi aspettavo quel genere di protezione, considerando come trattava le ragazze.
Pensai di essere stata troppo schietta, ma in verità in quel momento non mi interessava.
“Non lo sono, infatti, solo che non mi piace che vengano toccate contro la loro volontà e così aggressivamente. So che brami le mie attenzioni, ma non sentirti così importante, piccola Jenni” disse con aria altezzosa e fastidiosa, come sempre.
“Sembravi fin troppo gentile in effetti” dissi sussurrando fra me e me, sperando di non essere sentita.
Alzai lo sguardo e vidi che eravamo arrivati, così slacciai la cintura e mi affrettai a scendere appena la macchina si fermò, senza lasciare il tempo al riccio di dire una parola.
Mi diressi verso il ristorante dove trovai subito i ragazzi, Lauren (la dolcissima ragazza di Louis), compresa riuniti intorno ad un grande tavolo, che ammazzavano il tempo chiacchierando mentre ci aspettavano.
Zayn si mordicchiava il labbro inferiore nervosamente e quando mi vide arrivare alzò gli occhi al cielo più rilassato.
“Scusate davvero per il ritardo. Harry mi ha incontrata per strada ma si è dovuto fermare a fare benzina e io avevo scordato i soldi dentro la camera”.
Mi sedetti e notai subito gli sguardi imbarazzati fra Caroline e Niall, seduti in angoli lontani del tavolo.
“Cosa ordinate?” ci domandò il cameriere.
Ognuno fece la sua ordinazione e Phoebe ordinò solo delle patatine fritte, nonostante Zayn mi avesse detto che era una che amava mangiare.
Probabilmente avevo sbagliato tipo di ristorante e mi sentii mortificata.
Tuttavia si rivelò molto cortese e mi lasciò il suo numero.
Dopo cena tornammo al college e ci mettemmo a sedere al bar chiuso sul giardino ben tenuto.
Ordinammo qualcosa da bere, io un Baileys, standard.
Mi sedetti a gambe accavallate fra i miei amici, Harry dall’altro lato del divano, i miei occhi che non riuscivano a staccarsi dalle sue labbra carnose sotto il naso leggermente a punta.
Era innegabilmente bello, ma fin troppo presuntuoso e sfacciato.
Verso l’1.30 ci riavviammo nelle rispettive stanze, io ero abbastanza sfinita, Caroline era piuttosto scossa per la serata tesa passata senza rivolgere parola a Niall.
Aprii la finestra e mi sporsi fuori, accendendomi una sigaretta.
Fumai piano e intensamente, buttando fuori un po’ di pesantezza e di pensieri insieme al fumo.
Caroline stesa sul letto supina canticchiava “Mi chiedi perché fumo, coloro il mio respiro
è solo un modo per vederlo e sapere che ancora vivo”.
Lei non fumava, comunque sia quelle parole mi fecero riflettere.
Pensai a quanto in quei mesi mi fossi sentita sola.
Nonostante Caroline, Lauren (con la quale ultimamente stavo legando molto), e tutti i ragazzi.
Mi mancava casa. Mi mancava il chiacchiericcio di mamma e papà la mattina presto, quando mi svegliavo e stavano facendo colazione, già in ritardo per il lavoro. Da un vassoio sul tavolo veniva un odore dolce, di cornetti caldi, che riempiva la casa.
Mi mancavano le lamentele scocciate della mamma quando tenevo il bagno troppo occupato.
Ogni giorno ripensavo alle notti e ai pomeriggi interi passati con Samantha sul mio letto a scherzare, guardare film, mangiare fin troppo (per poi lamentarci puntualmente delle cosce che ingrossavano) e a parlare dei bei ragazzi.
Quei ricordi che sembravano appartenere a secoli fa fecero scendere delle lacrime insistenti sul mio viso e mi appannarono la vista.
Le scacciai con un  lembo della manica del pigiama e spensi la sigaretta ormai finita.
Mi coricai sotto le coperte, ma decisi di dormire sul letto di Caroline per tenerla abbracciata.
Sapevo che avrebbe gradito quel gesto e si strinse a me piangendo silenziosamente, bagnandomi con piccole goccioline calde il pigiama.
Mi chiesi come fosse possibile credere nell’amore eterno, se poi ti fa sentire così, e mi addormentai.
 
EI DOLCEZZEE
Amore-odio fra Jenni e Harry, ma direi che il secondo
sentimento è quello che prevale.
Il riccio la salva da quei ragazzi, da cavaliere
in piena regola, ma poi la tratta male come sempre.
Comunque sia spero che troviate la storia interessante
e che continuiate a seguirla.
Presto pubblicherò il prossimo capitolo.
BACIII
Abigail.

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