I Diari del Kimono

di miriel67
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


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Marzo anno quarto

Caro Diario, il tempo della fioritura dei ciliegi sta arrivando e con lui la bella stagione. Kagome-chan mi ha portato questo quaderno, e mi sta insegnando una cosa che va molto di moda nella sua epoca: tenere un diario.
Vuol dire scrivere pensieri che si hanno dentro e che non si riesce ad esprimere con le parole. Kagome dice che sono una ragazzina timida e che il diario mi aiuterà a far uscire il mio carattere e i miei pensieri. Questo inverno ho compiuto dodici anni.

Sono quattro primavere che abito qui a Musashi. Ho imparato a leggere e a scrivere e anche a fare di conto. Nonna Kaede dice che apprendo presto e velocemente.
Fra un po’ lui arriverà, lo so. Non appena i boccioli si saranno schiusi e le notti si faranno più brevi.
Non si ferma mai, mi guarda e lascia giù un pacchetto con dentro un kimono. L’anno scorso non sono riuscita ad abbracciarlo. Mi ha guardata con un lampo negli occhi e ha detto “Rin”. Almeno Jaken è stato gentile e mi ha fatto un sacco di complimenti per la mia rinnovata buona educazione.
Non ho capito cosa volesse dire, ma pazienza.
Spero solo che il kimono non sia ancora rosa, perché francamente è un colore che detesto. Forse non dovrei dirlo, ma il rosa proprio non mi piace. E poi ne ho già tre
Adesso ti devo lasciare caro Diario, vado a fare una cosa che Kagome chiama baby sitter. In pratica mi occupo io dei tre bambini di Sango e Miroku, mentre loro se ne vanno in giro a zonzo con gli altri due a scacciare demoni. Sono tre bambini carini ma vivaci ed ho il mio bel daffare. Per non parlare di leggere e studiare.
Un po’ mi annoio a stare qui, ma tutti mi vogliono bene e quindi sono abbastanza contenta.


Aprile anno quarto

Non sono riuscita neanche a vederlo! È venuto, mentre ero al fiume con i bambini a prendere l’acqua. Il kimono è molto bello, ci sono ricamati dei fiori e l’obi è di un bel colore rosso vivo.
E finalmente il kimono non è rosa, ma di un bel giallo sole. La seta è ben filata, si vede che viene da lontano, "dalla Cina" ha detto Kagome.
Ma io non l’ho neanche visto e neanche Jaken e Ah-Uhn!
Dovrò aspettare ancora un anno. Ancora un anno. Ancora.

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Capitolo 2
*** 2 ***


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Gennaio anno quinto

Caro diario,
E’ un po’ che non scrivo. Ho avuto veramente molto da fare. Siccome non ne avevo abbastanza, Kagome- chan ha avuto un bambino. Beh, adesso ha quasi un mese ed è anche un bel bambino simpatico e paffuto. È stata insopportabile per tutta la gravidanza. Prima le nausee, poi la stanchezza, e niente di crudo e solo cotto. Il povero Inuyasha mi ha fatto pena. Sembrava pazzo, a correre di qui e di lì a cercare cose assurde da mangiare fuori stagione.
Ma almeno ho rivisto Lui. È venuto a vedere il bambino. Inuyasha temeva che fosse venuto per ucciderlo. Erano tutti un po’ spaventati. Il signor Sesshomaru non era mai venuto in pieno inverno a Musashi.
Kagome è uscita sull’uscio con il bambino in braccio e ha semplicemente detto “Onisan una tazza di the?”. Io ero al suo fianco: indossavo il kimono della primavera e uno scialle, un regalo di Kagome –chan. Inuyasha era davanti a noi con la mano su Tessaiga.
Il signor Sesshomaru ha guardato il bambino e poi ha chiesto come l’avessero chiamato. Inuyasha ha detto semplicemente “come nostro padre.”.
Lui ha alzato gli occhi su di me, ma non ha detto nulla.
Allora è successa una cosa strana. Ah –Uhn ha fatto le bizze ed io sono corsa ad accarezzarlo, per calmarlo. Mi ha guardato ancora, ma non ha detto nulla prima di andarsene.


Marzo anno quinto

Caro diario, sono diventata grande.
“Una signorina”, ha detto nonna Kaede. Beh a me sembra una grande scocciatura. Sango e Kagome mi hanno spiegato un sacco di cose. Non che io abbia capito un gran ché, ma erano così serie nel parlare che ho sempre annuito.
Io non mi sento diversa, è solo il mio corpo che sta cambiando.
Oggi ho guardato i ciliegi. Manca ancora alla fioritura. Il bambino di Inuyasha e Kagome cresce e così i tre del Monaco e della Sterminatrice.
Sto aspettando che arrivi. Non mi interessa il colore del kimono. Intreccerò una collana di fiori e gliela porterò. Io non sono cambiata. E fra poco i ciliegi saranno in fiore. Non so perchè ma mi sento stupida.

Aprile anno quinto

Perchè? Ancora un terrificante kimono rosa! Insomma!
Ma cosa ho fatto di male? E non mi rivolge la parola! Ma chi si crede di essere? Ho voglia di piangere. Questa volta addirittura l'ha lasciato sulla porta. Come un ladro nella notte:
Kagome ha detto che è il mio "Babbo Natale". Ma che babbo e babbo! Sono troppo arrabbiata! Quasi quasi lo brucio, il dannato kimono!

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Capitolo 3
*** 3 ***


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Gennaio anno sesto

Caro diario, quest’anno l’inverno è particolarmente freddo.
Ho nostalgia dell’estate, del caldo e dei bagni al torrente. Mi sento chiusa in gabbia; io, nonna Kaede e i bambini. Correre dietro a quei quattro, mi sta facendo uscire pazza. E intanto quelli se ne vanno sempre in giro e mi lasciano qui da sola. L’unica cosa che mi fa compagnia sono i libri. Sì, ho imparato bene e so leggere anche i libri che Kagome – chan ha portato dal mondo di là del pozzo. Sto imparando leggendo, e ogni giorno vorrei che mi portasse qualche libro nuovo da leggere. Quelli di Kagome li ho quasi finiti e lei non sembra intenzionata ad attraversare il pozzo spesso. Ogni volta che lo fa, mi porta sempre qualcosa da vestire.
Non voglio parlare di Lui.
L’anno scorso è stata una delusione tremenda. Non l’ho nemmeno visto. Starà bene? Mi sento sciocca a fare queste domande. È immortale, certo che sta bene! Nessuno può fare del male a Sesshoma…
Ecco mi viene da piangere, tutte le volte che penso a lui, piango. Nonna Kaede dice che sono innamorata. Per dire la verità, lo pensano tutti. Ma io non penso di essere innamorata. Anche perché non so cosa vuol dire. Ho solo quindici anni, uffa.

Marzo anno sesto

Caro diario, qui a Musashi la vita scorre sempre uguale.
Vorrei avere la capacità di attraversare il pozzo come fa Kagome. Mi ha portato una cosa strana dal suo mondo. Anche lei ce li ha. Si chiamano jeans: sono una specie di pantaloni ma non assomigliano per niente agli hakama.
Ho deciso che sono comodi. Ho preso un kimono e l’ho accorciato tanto da farne una giacchetta e mi sono messa i jeans. Mi sono anche legata i capelli. Sono stufa di girare con un codino da una sola parte.
Quando sono entrata vestita così nella sala, Inuyasha ha strabuzzato gli occhi e Kagome sorriso. Nonna Kaede ha commentato che avevo rovinato un kimono e non ho capito perché Sango ha dato una pacca a Miroku.
E Lui?
Ah non m’interessa; lui si è dimenticato di me ed io voglio dimenticarmi di lui e dei suoi kimoni rosa.

Aprile anno sesto

Non lo sto aspettando, non lo sto aspettando, non lo sto aspettando.

Maggio anno sesto
Non so da dove cominciare diario!
Beh cominciamo dal fatto che mi ha parlato. Ma andiamo in ordine. Tutti si aspettavano il suo arrivo con la fioritura dei ciliegi, ma niente. Tant’è che Inuyasha aveva commentato che forse qualcuno si era preso la pellaccia del fratello, finalmente. Ma si vedeva che era proprio preoccupato. E poi mancava il kimono. Sembrava impossibile che quest’anno non portasse il suo dono.
Beh diario non ci crederai, ma una mattina mentre stavo lavando i panni al torrente è arrivato. Io ero in acqua fino alle ginocchia che sciacquavo i panni, quando ho alzato gli occhi e Lui era li, che mi guardava. Ha come annusato l’aria e poi ha detto: “ Rin, sotto il salice”.
Ero talmente sorpresa che ci ho messo del tempo a rispondergli. Ma poi non so com’è uscito
“Spero non sia ancora un kimono!”
Lui ha alzato le sopracciglia e non ci crederai ma sembrava ridesse.
Comunque se n’è andato subito dopo…e nel pacco, indovina? Un bellissimo, ricamatissimo e odiosissimo kimono rosa pesca.
Un libro no eh?

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Capitolo 4
*** 4 ***


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Dicembre anno sesto


Sedici anni! Che festa che abbiamo fatto, mio carissimo diario. Quante cose da mangiare! Un dolce con una cosa buonissima che si chiama cioccolato. Sedici anni! Kagome –chan mi ha fatto un sacco di raccomandazioni, ma soprattutto mi ha detto di aspettare. Forse si riferiva al fatto che lei e Inuyasha non hanno aspettato, boh non lo so… ho ricevuto tantissimi regali. Molti libri, moltissimi libri dal mondo di là del pozzo: romanzi e manuali, per sognare e per imparare. Sango e Miroku mi hanno regalato un bel paio di hakama rossi con dei ricami e un meraviglioso furisode in seta bianca! Beh devo dire che questo qui, forse per la fioritura dei ciliegi lo metterò. Soprattutto perché non è rosa.
Lui? Beh lui ovviamente non si è fatto vedere. Per un demone l’età non deve contare un granché. Ed io ho solo sedici anni e lui, boh?  200 credo. Ma non se li porta male!
Mi dicono che sono bella. Allo specchio vedo grandissimi occhi nocciola e capelli neri neri. Amo i miei capelli lunghi e lisci. Li lascio sciolti sulle spalle o li lego con un nastro, quando vado a cavallo.
Sì, diario, Inuyasha mi ha regalato un bellissimo cavallo, con il manto nero come la notte. Adoro andare in giro, libera nei boschi e nei prati. Adesso che i bambini sono un po’ cresciuti ho più tempo. L’ho chiamato Bakusaiga, come la spada. Non so perché.

Febbraio anno settimo

Nonna Kaede non c’è più.
Si è spenta serenamente. Ho pianto tantissimo. Si è ammalata dopo le forti nevicate di gennaio, ma neanche le medicine del mondo di Kagome sono servite a qualcosa. È stato davvero terribile. Anche Miroku si è arreso, nonostante abbia pregato e invocato i Kami per tutto il tempo.
Prima di andarsene Nonna Kaede mi ha chiamato in parte e mi ha sussurrato: “Continua a leggere, mia piccola Rin. Studia e cerca di essere libera e felice.”. Mi ha stretto forte la mano ed ha chiuso gli occhi. Dopo poco se n’è andata. Inuyasha è corso fuori dalla casa. Non voleva che lo vedessimo piangere. Voleva bene a Kaede. Kagome e Sango l’hanno vestita con uno dei bellissimi kimoni rosa che Lui mi ha regalato. Abbiamo usato legno di sandalo e pesco, e mentre la pira funebre ardeva, abbiamo versato sakè, latte di riso e granuli d'incenso.
Abbiamo messo le sue ceneri vicino a quelle della sorella Kikyo. Ora abbiamo due sacerdotesse che ci proteggeranno per sempre. Io allora ho preso Bakusaiga e ho cavalcato nel bosco, nella neve. Sono arrivata al lago e mi sono fermata. Ho cominciato a piangere. Poi, Lui è arrivato. Sembrava scivolare sull’acqua. L’ho guardato, e lui ha guardato me.
“Perché piangi?”
“nonna Kaede è morta”
“ Ho sentito l’odore della morte e della carne bruciata.”
“ Tutto qui quello che hai da dire?”
Credo di avergli dato un’occhiataccia fra le lacrime, come quelle che do ai bambini quando fanno o dicono qualcosa di sbagliato, perché si è avvicinato ed ha allungato una mano sul mio viso. Una specie di carezza, poi ha guardato i suoi lunghi artigli bagnati delle mie lacrime.
“ Esseri umani.” Ha detto. E se n’è andato.

Marzo anno settimo

Finalmente sta arrivando la primavera.
Questo inverno è stato veramente difficile e lungo. I bambini si sono ammalati anche loro, ma questa volta le medicine di Kagome  hanno funzionato e tutto si è risolto per il meglio. Con il fatto che nonna Kaede non c’era più, Sango, Miroku, Inuyasha e Kagome hanno dovuto aiutarmi con il riso e il pollaio. Sono andati meno in giro ed io ho avuto più tempo per me. Ho studiato come coltivare meglio le risaie e come proteggerle dai parassiti. In più ho iniziato a produrre con il latte delle tre mucche, yogurt e formaggi. Sto insegnando queste cose anche agli altri abitanti del villaggio.
Mi chiamano “Maestra” ma a me la cosa fa ridere. Vorrei insegnare ai bambini a leggere e scrivere però, e tutte le cose che ho imparato in questi anni.
Lui? Ah, non l’ho più rivisto da quella volta, diario. Non so se verrà adesso.
Sicuro che se mi porta un altro kimono rosa glielo tiro in faccia.

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Capitolo 5
*** 5 ***


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Maggio anno settimo

Beh, non si è ancora fatto vedere, caro diario.
La cosa non mi stupisce, sai. Mi hanno parlato di battaglie e di briganti e sicuramente sarà andato lì. Inuyasha non si è mosso: Kagome è di nuovo in attesa e questa novità ha portato un po’ di gioia dopo che Nonna Kaede se n’è andata. Ieri sera, mentre guardavo le stelle, ho pensato che forse Lui si sente più solo di me. Io mi sento sola.
Lo so che non dovrei dirlo, sono circondata da tantissime persone: i bambini, Sango, Miroku, Inuyasha e Kagome ci sono sempre. E poi ci sono i miei amati libri. Ma mi sento sola lo stesso.
Ieri ho cavalcato a lungo e sono arrivata in un villaggio distante parecchio da Musashi. Ho venduto i formaggi che ho fatto e mi sono fermata a dormire in una locanda.
Stamattina mi hanno preso d’assalto in quattro: che li ho fatti preoccupare, e che non si fa così e che sono troppo piccola perché vada in giro senza essere accompagnata.
Ho ricordato a Kagome che lei se ne andava in giro con Inuyasha, ben prima di me. Allora Inuyasha si è messo ad urlare che non è la stessa cosa, che lui ha sempre protetto Kagome e un sacco di altre cose che non ho voluto ascoltare.
Me ne sono andata in camera mia. E ho pianto. Dalla mia finestra vedo il giardino dei ciliegi in fiore. Sono bellissimi. Vorrei essere un fiore di ciliegio e volare  via con la prima brezza del mattino.

Luglio anno settimo
Un pacchetto, per me.
E dentro un libro, della seta azzurra e un fermaglio per i capelli. E una sella per Bakusaiga. Niente di rosa, anzi no. Sopra il pacco c’era una bellissima peonia di quel colore.
Lui non l’ho visto. Credo abbia lasciato il pacco stanotte. Io dormivo e non ho sentito niente. Come se potessi accorgermi della sua presenza.
Il libro è stato una sorpresa. Mi sorprende che Lui mi abbia regalato un libro così. Un libro antico di un tal Carlo Linneo che ha classificato e disegnato le piante e i loro usi. Dentro il libro c’era un sacchettino con dei minuscoli semi. Li ho piantati. Non ho la più pallida idea di che cosa crescerà.

Ottobre anno settimo

Una piantina minuscola.
E poi è arrivata anche una sua lettera. Ma gli youkai sanno anche scrivere?
“Proteggila dal freddo.”
Credo sia riferito alla piantina che è nata dai semi che mi ha regalato.  Se ha scritto Lui la lettera, scrive un gran male! Secondo me l’ha scritta Jaken!
L’autunno è già arrivato, ma questo inverno non avremo problemi. Con le culture a rotazione, il raccolto di riso è stato abbondante e ne abbiamo anche venduto ai villaggi vicini.
Tutte le mattine faccio scuola ai bambini del villaggio. Poche cose: leggere, scrivere e fare di conto.
Faccio ricopiare i libri che ho, anche quelli in inglese che Kagome ha portato dal mondo di là del pozzo.
Ho trapiantato la pianta in un vaso e l’ho portata in casa. Inuyasha continua a dire ridendo che sicuramente, trattandosi del fratello, sarà una pianta velenosa.
Io sono curiosa di vederla crescere.


Ps: Grazie a tutte le ragazze che commentano questa piccola follia.

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Capitolo 6
*** 6 ***


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Gennaio anno ottavo

Anche quest’anno fa un freddo cane!
Fortuna che nessuno ti legge, caro diario! A dire “freddo cane” qualcuno potrebbe offendersi!
Ho fatto una scoperta sconvolgente, anche Lui attraversa il pozzo! Pensavo che solo Kagome avesse questo privilegio, perché è una sacerdotessa. Adesso capisco tante cose. Come mai Lui si veda sempre più di rado. L’ho scoperto per caso, quest’autunno, poco dopo la nascita del nuovo bambino di Inuyasha e Kagome. Una bambina per la precisione.
Lui è venuto a vedere com’era. E appena l’ha vista in braccio a suo padre, ha fatto la stessa domanda dell’altra volta: “Come l’hai chiamata?”. Inuyasha ha risposto: ” Come mia madre”. E la conversazione si è chiusa là.
Io stavo arrivando proprio in quel momento. Volevo ringraziarlo per i regali dell’ultima volta. Ma Lui mi ha dato un’occhiata e come sempre ha preso il volo!
Mi sono arrabbiata!
“Signor Sesshomaru ! Aspettate!”
Ma niente, Lui non si è girato neanche. Allora sono montata a cavallo e l’ho inseguito. Andava verso la foresta, dove c’è il pozzo. L’ho inseguito, ma Lui niente, non si fermava. Poi alla fine siamo arrivati alla radura, dove c’è, la bocca del pozzo mangia - ossa. Beh c’è saltato dentro. Ed io sono rimasta lì come una deficiente, mentre spariva.
La piantina cresce nel suo vaso.
Ha strane foglie seghettate, e non ne ho mai viste in giro di così!



Aprile anno ottavo

Sono molto orgogliosa del mio lavoro di maestra. I bambini di Musashi imparano e con le nuove legature e potature, gli alberi da frutto sono carichi di fiori e promesse.
Mi sento però sempre più stretta qui. Cioè, non che non mi trovi bene. Mi sento stretta. Il mondo non può essere solo Musashi e dintorni!
Mi piacerebbe poter vedere altro.

Maggio anno ottavo

Beh, è successa una cosa che mi ha lasciato senza parole.
Tu sai che Lui è sempre vestito di bianco. Non l’avevo mai visto vestito diversamente. Indossava kimono e hakama neri. Solo l’obi era lo stesso. Aveva i capelli raccolti, cioè legati. È arrivato di mattino, ma era atteso.
Inuyasha era sulla porta di casa, vestito anche lui di nero. Kagome l’ha baciato sulla guancia e ha mormorato un”torna presto”.
Poi se ne sono andati velocemente, sparendo alla nostra vista. Ero sbalordita e ho chiesto subito cosa fosse questa storia.
Kagome mi ha spiegato che Lui e Inuyasha andavano a non so quale cerimonia d’investitura del Signore dell’Ovest. Una cosa che riguarda il Grande Generale loro padre. Beh il signor Sesshomaru diventerà una specie di grande capo degli Youkai.
Boh, alla fine della spiegazione mi sono detta, e anche chissene frega! La piantina ha messo un bocciolo. Sono veramente curiosa di scoprire che cosa sia. Evidentemente è una pianta da fiore.
Dimenticavo, mi ha lasciato un pacchetto…Diciamo che non si è smentito nel colore. Una maglietta e un paio di pantaloni rosa. Ma pantaloni come i jeans di Kagome. Vengono dal mondo di là del pozzo.
Kagome dice che sono “fashion”…Vabbè sono comodi, ma sempre rosa sono!

Fine maggio anno ottavo
Beh devo dire che Lui è un fine umorista
La piantina è fiorita: ho guardato il libro che mi ha regalato per capire cosa fosse.
Una Rosa! È una rosa!
Ma si può una rosa…



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Capitolo 7
*** 7 ***


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Gennaio anno nono

Ho diciotto anni! Beh per prima cosa mi sono tagliata i capelli!
Kagome e Sango sono inorridite, ma così appena sopra alle spalle, dritti come i pali come sono, si lavano e asciugano in un attimo. Uso un nastro per tenerli fermi quando lavoro e nulla più. Basta kimono, basta! Mi sono veramente scocciata. Non si può cavalcare vestiti così e questo inverno ho iniziato a fare lezione anche nei villaggi vicini, era necessario cambiare abbigliamento...Kagome l’ha capito e mi ha procurato, oltre a dei bei libri nuovi, maglioni e pantaloni. E una bella cosa che si chiama montgomery. Questa primavera ho deciso di mettere a posto una piccola casa, vicino ai frutteti. Sono stanca di dormire con i bambini. Ogni starnuto che fanno mi sveglio.
Non è che non gli voglio bene, ma sono stanca di fare da vice mamma, che si alzino le loro mamme e non la “sorella maggiore”!
Ti sembro cattiva, diario? Beh spero di no: devo molto ai miei “fratelloni e sorellone”, ma ho bisogno di aria, non so se mi spiego.
E Lui?
Boh, lui proprio non si vede. Sparito. Mi piacerebbe sapere cosa fa di là dal pozzo. Inuyasha non parla mai di suo fratello, alle domande grugnisce una specie di “non lo so” e la conversazione termina.
Non è che mi importi più di tanto, questa primavera ho deciso di fargli la posta. Gli voglio parlare!
Mi voglio togliere questa soddisfazione. E poi chissenefrega.

Maggio anno nono

I ciliegi sono in fiore, ma di lui manco l’ombra. Ieri mi sono messa sotto il suo albero preferito, almeno quello che io penso sia il suo preferito a leggere. Ma niente. Il lavoro va bene, la mia casetta è quasi pronta. Alla fine anche Inuyasha e Miroku mi hanno aiutato. Mi trasferirò la prossima settimana.

Agosto anno nono
Che mi venga un colpo! Diario!
Stavo leggendo tranquilla, bevendo l’ultimo goccino di tè della teiera, quando lo shoi si è aperto e Lui è entrato. In casa mia.
-“Vivi qui, ora.”-
-Che intuito-”, credo di aver risposto, deglutendo. Ha guardato la casa, non so se fra lo schifato e l’interessato, poi i suoi occhi si sono posati sui libri che avevo sul tatami.
-“Continui a leggere”-
-“Senti, lo so che sei un fine umorista, vedi la simpatica storiella della rosa, ma potresti anche piantarla di esprimerti a monosillabi. E per inciso, a me, il colore rosa, fa veramente schifo!”-
L’ho detto tutto in una volta, diario!
Lui ha alzato gli occhi, una specie di lampo, di scintillio, poi ha preso la porta ed è uscito.
Sono corsa dietro di lui, sentendomi una scema.
-“Signor Sesshomaru, signore!”-, ma lui non si girava. Poi alla fine credo di avergli urlato:

“Rin è stanca di stare qui!”
Allora si è fermato.


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Capitolo 8
*** 8 ***


kiki
Agosto anno nono.

Caro diario, sono tornata.
Dopo averlo rincorso, si è fermato e senza dirmi una parola, mi ha afferrato, così come quando ero bambina. In un attimo eravamo dentro il pozzo, per poi trovarci dall’altra parte.
Sono ancora senza fiato e con gli occhi pieni d’immagini. Il mondo di là del pozzo è una cosa che non so se riuscirò a descrivere. Ci provo. Ci sono case altissime, torri, dove vivono le persone, una vicina all’altra. E c’è un sacco di gente in giro, per strada e dentro scatole che si muovono da sole che si chiamano con nomi diversi: auto, tram, bus…Siamo usciti dal pozzo in una specie di capanna, vicino a quella che lui ha detto essere la casa di Kagome- chan. Il signor Sesshomaru si è cambiato d’abito, quando siamo arrivati. Con una specie di magia ha nascosto le spade e ha indossato dei vestiti simili ai miei. Poi mi ha detto “andiamo” ed io l’ho seguito. Non sembrava neanche lui, con i jeans e un maglione. Le orecchie le ha nascoste sciogliendosi i capelli. Non sapevo cosa dire, l’ho seguito per un bel pezzo, poi mi sono fermata e ho fatto una domanda. Ero spaventata.
“Perché mi avete portato qui?”
“Tu me l’hai chiesto.”
Non sapevo cosa rispondergli così ho allungato il passo per affiancarlo.Siamo arrivati davanti ad una casa, anzi un palazzo. Lui ha schiacciato una cosa e si è aperto un portone.
Sono entrata.
“Abitate qui?”
“Sì.”
C’era un signore piccolo e buffo ad aspettarlo, con il naso strano. Ci siamo guardati e poi ho detto:
“Jaken?!”
“Signorina Rin non sta per niente bene che vi siate tagliata i capelli”.
Non so come, mi sono trovata a stringere quel buffo ometto più basso di me, felice come non mai.
E Ah-Uhn?C’ è anche lui qui?”
“Dietro alla casa c’è una stalla, vai a vedere.”
Jaken mi ha fatto cenno a una porta ed io l’ho presa. Beh la sorpresa è stata grande, in questo mondo non c’è Ah-Uhn, ma ci sono Ah e Uhn: sono due, divisi! Ma appena mi hanno visto, si sono messe a nitrire e a scalpitare. Credo mi abbiano riconosciuta.
Lui mi ha seguita.
Signore questo mondo dove vivete è pieno di sorprese. Ma perché l’avete fatto vedere a Rin?”
Non mi ha risposto subito, come se volesse pesare bene le parole. Poi ha detto:
Qui potresti imparare molte cose. Pensaci.”
Non sapevo cosa rispondere, così mi sono seduta su di un gradino stringendo le ginocchia, come facevo da bambina.
Sembrava che il tempo si fosse fermato. Poi lui si è mosso e mi ha detto “ torniamo a Musashi” e siamo tornati indietro.
Dimenticavo. Mi ha regalato ancora un kimono. E' nel pacchetto. Non so se lo aprirò. Se fosse rosa?





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Capitolo 9
*** 9 ***


endki
Tokyo settembre 2011

Caro diario, è tantissimo che non scrivo.
Sono venuta ad abitare qui e studio. Ho fatto una fatica tremenda ad adattarmi a questo tempo, a questa vita. Ma non ho smesso di andare a Musashi. Ci vado ogni volta che sono libera dagli impegni universitari. Studio Scienze naturali e ti assicuro che l’anno scorso sono diventata pazza sui libri, per mettermi alla pari. Biologia, Fisica, Chimica e Matematica. Da diventare matta.
È stato difficilissimo entrare all’Università…ma sembra che Lui abbia degli agganci anche là, non dico mi abbia aiutato, ma almeno non mi hanno fatto troppe domande su chi ero, da dove venivo e che scuole avevo frequentato.

Lui vive qui e nel Sengoku. Una specie di pendolare del tempo: nel Sengoku è Sua Grazia il Principe dell’Ovest, qui in questo tempo, è una specie di uomo d’affari…Non ho capito cosa fa di preciso ma credo si occupi d’arte e di antiquariato. Si diverte questo è poco ma sicuro. Non che lo abbia visto sganasciarsi dalle risate davanti alla televisione. Come il solito, alza un sopracciglio e basta. Non saprei da dove cominciare a descriverti la vita che faccio qui, ma è molto impegnativa. Sveglia alle sei e mezza (sveglia…ecco un oggetto che non avrei voluto conoscere.), doccia, colazione e via al campus. A volte lui mi raggiunge per pranzo. Ma non lo fa spesso. Dice che le mie compagne di università sono troppo “umane” e secondo me gli da un po’ fastidio come lo guardano. Una volta gli ho suggerito di tingersi i capelli.
Non mi ha risposto.
Non viviamo insieme. Ho un piccolo appartamento all’ultimo piano di un palazzo. Ha una bellissima terrazza. Ne ho fatto un piccolo giardino e mi sto impratichendo nella difficile arte del bonsai.
Quando torno a Musashi è grandissima festa. Inuyasha non l’ha presa molto bene. Neanche Kagome per dire la verità. L’unica che sembra aver capito il mio desiderio di conoscere e di studiare è stata Sango. Mi ha guardata e mi ha detto: “Fai bene!”. Poi si è accarezzata il pancione, ha sorriso a Miroku ed è scoppiata a ridere. Io scendo quasi tutti i weekend. Non ho smesso di prendermi cura del villaggio e di quelli vicini.

Il mio cavallo Bakusaiga mi aspetta sempre con impazienza. Appena sarà estate, mi fermerò di più. Non ho rinunciato alla scuola, solo che la concentro nei mesi estivi e durante l’inverno, controllo i progressi dei miei allievi. A volte Musashi mi manca, i suoi ritmi lenti scanditi dalla natura e dal passaggio delle stagioni, però non potevo più restare là. Anche se mi sento divisa. Quando avrò finito forse tornerò…

Ah, dimenticavo, una sera a cena mentre lui se ne stava tranquillo a gambe incrociate sul tatami, guardando la luna fuori dalla finestra, mi sono tolta un rospo che avevo sullo stomaco da un bel pezzo:
“Signor Sesshomaru, ehm, ma perché sempre il colore rosa?”
Non mi ha risposto subito, poi quando non pensavo, mi avrebbe più detto niente, ho sentito alle spalle la sua voce profonda. “Volevo vedere quanto avresti resisto.”

Non gli ho risposto, ma credo di aver capito cosa intendesse. Ora vado, domani mattina c’è lezione e poi scenderò a Musashi.

Buonanotte diario, alla prossima.

-Fine-

Grazie infinite di tutti i commenti!
alla prossima!



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