Elena e i due mondi

di valec00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rapimento ***
Capitolo 2: *** Rivelazioni ***
Capitolo 3: *** Il bastone ***
Capitolo 4: *** L'altro mondo ***
Capitolo 5: *** Greencity ***
Capitolo 6: *** Il piano sventato ***
Capitolo 7: *** Sono tua figlia ***
Capitolo 8: *** La fine di tutto ***



Capitolo 1
*** Rapimento ***


Il rapimento


Era una mattina di novembre.
Come al solito stavo andando a scuola.
C’era qualcosa nell’aria quel giorno, non saprei dire di cosa si trattasse.
L’aria era cupa e c’era una strana quiete intorno a me, che mi imprimeva una sensazione di pace ma anche di paura.
Camminavo lentamente, accompagnata dal vento, quando mi accorsi che la strada che avevo imboccato non era quella che conduceva alla scuola che frequentavo.
Ero giunta in un quartiere che non conoscevo, non sapevo come avessi potuto sbagliare strada, ma ormai le lezioni erano già cominciate e quel giorno decisi di non andare a scuola, anche perché non conoscevo la via del ritorno.
Non avevo visto quella via neanche sulle mappe. Coperto da alcuni cespugli c’era un’insegna con scritto “Viale dei diavoletti”.
Mi sedetti su degli scalini lì vicino e mi misi a pensare a come avrei fatto a tornare a casa e a quanto si sarebbe arrabbiata mia madre sapendo che non ero andata a scuola.
Da un vicolo lì vicino vidi sbucare un uomo coperto da un mantello nero e mi chiesi se non fosse malintenzionato, ma come lo vidi apparire, neanche due minuti dopo scomparve dinanzi a me.
Avrei dovuto stare più all’erta, infatti poco dopo sentii qualcuno tapparmi la bocca con un fazzoletto imbevuto di cloroformio.
Mi risvegliai tutta intontita in una stanza seduta sul pavimento e con le mani legate.
Era tutto molto oscuro: non riuscivo a vedere a un palmo davanti a me però avvertivo una presenza lì.

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Capitolo 2
*** Rivelazioni ***


Rivelazioni

Avevo paura di quello che mi stava capitando e non ero certo più preoccupata per la reazione di mia madre quando avrebbe saputo della mia assenza a scuola. E poi in fondo era la prima volta che non ci andavo senza avvertirla.
Ora quella era solo una sciocchezza. C’era un uomo in quella stanza e non avevo la minima di cosa volesse volere da me.
La curiosità mista alla paura mi spinse a fare qualcosa che non credevo avrei mai avuto il coraggio di fare, così gridai:
<< Cosa vuole da me? >>
<< Io, un bel niente, obbedisco solo al mio padrone >>
<< E chi sarebbe il tuo padrone? >>
<< Il diavolo Ludwig >>
<< Il diavolo? Ma che sciocchezze vai farneticando? >>
<< Credo ti voglia morta >>
<< Ma mi stai a sentire ?! Che sono queste sciocchezze? >>
<< Non c’è nessuna sciocchezza >>
<< Allora spiegami, perché mi vuole morta? >>
<< Perché sei l’unica che può impedire i suoi piani >>
<< Quali piani? >>
<< Vuole sottomettere tutto il nostro mondo a sé >>
<< In che modo? >>
<< Ritrovando il bastone dell’angelo Edilberto >>
<< Aspetta, e qual è il vostro mondo? >>
<< Quello che si trova oltre la barriera dell’arcobaleno >>
<< E come si raggiunge? >>
<< Quando piove e dopo c’è il sole, in cielo appare un arcobaleno. Basta rivolgere gli occhi verso di esso e dire le parole di una formula >>
<< Quali? >>
<< Colori dell’arcobaleno, che raggiungono quasi il cielo, mostratemi la via, così che io possa raggiungere la terra mia >>
<< E se si vuole andare dal vostro mondo al nostro? >>
<< Più o meno lo stesso: colori dell’arcobaleno, che raggiungono quasi il cielo, mostratemi la via, per la terra che io son certo che ci sia >>
<< Quindi esistono solo due mondi? >>
<< Due ne conosciamo, non è detto che non ce ne siano altri >>
Non sapevo cosa dire al sentire quelle parole. Certo credere alla magia non era una cosa semplice e poi quell’uomo mi poteva anche star ingannando, anche se dentro di me sentivo che nelle sue parole c’era del vero e che mi aveva sequestrata solo perché costretto da qualcuno così decisi di dargli un’opportunità.
<< E dimmi, come potrei io fermare questo diavolo? E che ci fa in questo mondo se l’unica cosa che gli serve è un bastone? E poi, perché se mi vuole morta io sono ancora qui? >>
<< Io, non conosco la risposta alle tue domande. So solo che è meglio non farlo arrabbiare >>
<< Perché lavori per lui, se non ti piace quello che fa? >>
<< Perché voglio rivedere la mia famiglia >>
<< Mi dispiace >>
<< A me dispiace per il mio popolo. Io sono la loro guida e ora credono che io sia con un alleato, non con un nemico >>
<< Potresti rispondere alle mie domande di prima, che ci fa qui se gli serve un bastone? >>
<< Il bastone della Plakausiba* è… >>
<< Plakau…che? >>
<< Il bastone dell’obbedienza è da sempre appartenuto al suo angelo custode che lo utilizzava per portare pace tra la gente e veniva tramandato da padre in figlio. Un giorno, però i diavoli arrivarono e l’angelo non riuscì a utilizzare il bastone su di loro. Era la prima volta che un angelo utilizzava il potere del bastone per sottomettere qualcuno senza cercare di parlarci prima. Ma non poteva fare in altro modo, perché se avesse anche solo esitato per un istante sarebbe stato fatale per la figlia che l’angelo aveva in braccio. Ma il diavolo non obbedì e respinse la magia del bastone contrattaccando il suo nemico.
In quello stesso istante però angelo e bambina sparirono nel nulla e non si seppe mai la fine toccata al bastone, al nostro angelo e alla sua bambina.
Da allora però nessuno aveva mai saputo più niente neanche dei diavoli. >>
<< Scusa, ma quanto tempo è passato? >>
<< Circa sedici anni >>
<< E come fanno le persone a non riconoscere che quello che in realtà credono amico è il loro nemico? >>
<< Quando accaddero i fatti c’erano solo tre poveri anziani e io ho avuto l’onore di conoscerli. Ora loro sono morti e quindi nessuno conosce più la faccia di Ludwig >>
<< Ora che mi hai raccontato la storia, mi potresti dire perché si trova in questo mondo? >>
<< Lui crede che il bastone si trovi qui >>
<< E perché dovrebbe? >>
<< Perché poco prima di sparire, in fin di vita, l’angelo ha detto la formula per venire in questo mondo >>
<< Perché io dovrei essere in grado di sconfiggerlo? >>
<< Non lo so, mi dispiace >>
<< Perché non sono ancora morta? >>
<< Credo non si fidi di me >>
<< Se io posso sconfiggerlo e tu mi dai una mano, poi la tua famiglia e il popolo sarebbe libero >>
<< Sì, hai ragione. Il popolo viene prima della famiglia >>
<< Dimmi com’è questo bastone >>
<< È in legno, con la punta simile a quella che qui usate per fare i buchi nei muri >>
<< Un trapano? >>
<< Ecco, sì, lungo più o meno due metri e mezzo >>
<< Sai credo di averlo già visto >>
<< Sul serio? >>
<< Su, dai, slegami e andiamo a prenderlo >>


Plakausiba significa obbedienza in lettone.

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Capitolo 3
*** Il bastone ***


Il bastone

Quel signore, di cui non conoscevo il nome, mi slegò e, così, mi convinsi definitivamente a dargli fiducia.
Gli chiesi come mai non sapessi trovare da sola la via di casa e mi disse che i diavoli mi avevano fatto un incantesimo affinché fossi guidata in quel viale che, non esisteva nel mondo reale, ma che avevano creato i diavoli per catturarmi.
Camminammo per un po’ in silenzio finché non mi accorsi di essere in un luogo conosciuto, la stradina che portava a casa della mia amica Ilaria, che si trovava a due chilometri da casa mia.
<< A quanto pare ho camminato parecchio stamattina >>
<< Già, io ti sto riportando a casa, ma è lì che si trova il bastone >>
<< Scusa tanto, ma credo sia meglio per te non conoscere la sua posizione >>
<< Hai ragione, ragazza. Com’è che ti chiami? Ci siamo messi a parlare e non ci siamo nemmeno presentati >>
<< Elena >>
<< Piacere, Edmondo. Sai, Elena è davvero strano che tu mi abbia creduto senza neanche una prova >>
<< Diciamo che ho abbastanza fiducia nelle persone >>
Sapevamo entrambi che ciò non era vero, ma Edmondo capiva benissimo che anch’io potessi avere dei segreti.
Una volta giunti a casa, mi assicurai che non ci fosse nessuno dentro e non avendo le chiavi, mi intrufolai dalla finestra della mia camera che si poteva raggiungere arrampicandosi sopra ad un cipresso. Fortunatamente la finestra ea aperta.
Entrai dentro e una volta che vidi il letto, mi sembrò che fossero passati secoli dall’ultima volta che mi ci ero sdraiata.
Smisi di pensarci e arrivai il prima possibile in cantina dove in un angolo remoto nascosto da altre mille cianfrusaglie scorsi il bastone di legno ma di color oro che luccicava.
Non so come fosse accaduto ma il bastone brillava come le stelle in cielo e, avevo un po’ di paura a prenderlo in mano.
Vinsi la paura, lo presi ed un’intensa carica di energia mi fece sentire più viva, come se con esso avessi potuto fare qualunque cosa.
Non persi tempo e tornai subito da Edmondo cercando di lasciare tutto come lo avevo trovato.

<< È questo il bastone vero? >>
<< Sì e brilla >>
<< Già, mi sento una persona nuova >>
<< Brilla di quel colore oro solo se è in mano ad un custode >>
<< Sì va beh, ma io vivo sulla terra non nel tuo mondo >>
La mia voce era piuttosto flebile, perché pian piano stavo apprendendo qualcosa che mi spaventava, anche perché c’era un po’ di fondamento in quello che Edmondo mi diceva.
Era da quando ero piccola che facevo sogni strani su angeli e diavoli e ora pian piano stavo giungendo alla verità.
<< Bene come dici tu allora, ma ora che facciamo? >>
<< Andiamo nel tuo mondo col bastone >>
<< Lo sai che ora sono costretto ad obbedirti >>
<< Ok, comunque con o senza bastone, credo ormai di fidarmi di te. Andiamo nel tuo mondo così mi dimostrerai che esiste >>
<< Colori dell’arcobaleno, che raggiungono quasi il cielo, mostratemi la via, così che io possa raggiungere la terra mia >>

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Capitolo 4
*** L'altro mondo ***


L’altro mondo

Mi ritrovai con Edmondo in una foresta, ricoperta da uno strato soffice di neve.
Non riuscivo a credere che quel posto stupendo potesse nascondere tutti i pericoli che Edmondo mi aveva raccontato.
<< Dove siamo?? >>
<< Nella foresta di Sevenlands, ovvero la foresta delle sette terre >>
<< Come mai siamo qui? >>
<< È sempre qui che si giunge dopo aver pronunciato la formula >>
<< Sai dove dobbiamo andare? >>
<< Per ora credo lontano da qui >>
<< Perché? >>
<< I diavoli sentiranno sicuramente che qualcuno è giunto in questo mondo, in più tu hai il bastone >>
<< Sai perché lo hanno trovato solo ora? >>
<< Credo perché solo ora gli serva >>
<< Perché? >>
<< Per molto tempo non ne hanno avuto bisogno, ma ora sono tornati deboli e vulnerabili al bastone quindi se lo possedessero loro sarebbero tranquilli e continuerebbero a sottomettere il che ora hanno conquistato con l’inganno, nell’ombra >>
<< Ma se il custode e sua figlia sono morti, non dovrebbero temerlo >>
<< Tu però ora hai in pugno me anche se non te ne rendi conto >>
<< Scusa, ma se il bastone lo prendessi tu funzionerebbe >>
<< No, lo possono fare solo i custodi >>
<< Quindi io… >>
<< Sei un angelo custode >>
<< Gli angeli non hanno le ali? >>
<< Solo se sanno come richiamarle >>
<< Ma io sono nata sulla Terra, non vengo dal tuo mondo >>
<< Sei sicura che quelli con cui vivi sono i tuoi genitori? Non hai mai avuto alcuna sensazione? >>
<< Beh, io… non ho mai visto delle foto di me al di sotto di dieci mesi e ogni tanto sogno la vicenda di Edilberto e… mi sembra di averla vissuta sulla mia pelle >>
<< Ora si spiega chi sei e come facevi a credermi >>
<< Dovremmo andare credo >>
<< Sì, andiamo, dove? >>
<< Nella mia città, Greencity >>
<< Andiamo >>

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Capitolo 5
*** Greencity ***


Greencity

Greencity distava qualche chilometro dalla foresta.
Non sapevo perché stavamo andando proprio lì e allora decisi di chiederlo ad Edmondo. << Perché stiamo andando nella tua città? >>
<< Una volta arrivati, parlerò con la gente, dirò chi sei in realtà, dirò loro della minaccia dei diavoli e li attenderemo. Tu li puoi sconfiggere >>
<< No aspetta, mi sono persa quando hai detto che dirai chi sono in realtà >>
<< Non mi dire che ancora non l’hai capito >>
<< Beh io, ecco, avrei dei dubbi… >>
<< Ti facilito il lavoro allora. Tu sei la figlia di Edilberto ed in qualche modo sei stata catapultata nell’altro mondo quando pronunciò la formula >>
<< Bene andiamo >>
Giungemmo nella città a notte inoltrata e vidi che era anch’essa ricoperta da uno strato di neve soffice, che rendeva l’aria quieta.
Le case erano dipinte ognuna di un colore diverso e a quanto potei vedere quella gente non conosceva la tecnologia.
C’erano delle candele appese nelle strade: erano accese, ma la cosa più strana era che esse non perdevano cera.
<< Come mai le candele non si consumano? >>
<< Ecco, noi non le chiamiamo candele. Sono delle lanterne magiche che si accendono all’imbrunire >>
<< E pensare che nel mio mondo serve tanta scienza beh, non per delle candele ovviamente, ma per la luce elettrica >>
<< Voi vi siete dovuti ingegnare di più, quindi dovreste essere più intelligenti. Avete creato la scienza, noi qui conosciamo solo la magia >>
<< Solo alcuni uomini hanno studiato a fondo la scienza, altri come me, ne conoscono solo una minuscola parte >>
<< Domattina convocherò un’assemblea e spiegherò loro ciò di cui abbiamo parlato prima. Ora entra in casa mia, la porta blu e concediamoci un momento di riposo. Tra due ore sarà l’alba >>
Mi avviai in casa sua e vidi che c’era un caminetto, un tavolo, delle sedie e sicuramente nelle altre stanze c’erano i letti. Era una casa all’antica nel mio mondo, ma era comunque molto accogliente.
<< Vai in quella stanza a sinistra e riposa su quel letto >>
<< D’accordo >>
Mi avviai e non appena aprii la porta vidi un letto con un lenzuolo bianco ed una coperta marrone e i muri tappezzati dalle immagini del bastone della Plakausiba.
Non ci feci molto caso, mi appoggiai sul letto e mi addormentai.

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Capitolo 6
*** Il piano sventato ***


Il piano sventato

<< Svegliati, Elena >>
<< Si, si sono sveglia >>
Mi alzai dal letto e vidi che Edmondo aveva già preparato la colazione in cucina.
<< Hai dormito bene >>
<< Beh, se due ore su un letto vogliono dire dormire, sì >>
<< Allora, passiamo subito alle cose serie. Ho mandato un ragazzo a dire agli abitanti di andare nel bosco a est. >>
<< E quanto dista questo bosco? >>
<< Un quarto d’ora di cammino. Ora sono le cinque se ci sbrighiamo a far colazione, tra mezz’ora dovremmo essere lì >>
<< D’accordo. Cosa c’è per colazione? >>
<< Formaggio di latte d’asino e funghi del paradiso >>
<< Funghi del paradiso? >>
<< Sì, sono dei funghi che quando vengono mangiati ti fanno vedere tutti i tuoi sogni realizzati per un minuto >>
<< Sono funghi allucinogeni, quindi >>
<< No, fanno bene alla gente >>
<< Va bene, ma io comunque non li mangio. Nella mia terra si mangiano solo i funghi che ti fanno rimanere lucido e non sono velenosi e poi non mangio funghi a colazione >>
<< D’accordo, prendi il formaggio allora >>
<< Muoviamoci, non siamo di certo qua per parlare di funghi >>
<< Hai ragione, hai ragione >>
<< Dimmi, in quale modo credi che la gente del tuo popolo possa aiutarci in questa lotta? >>
<< Ecco, alcuni di loro potrebbero creare delle trappole >>
<< Che tipo di trappole? >>
<< Se un diavolo vede aglio, arance, pigne insieme non riesce a trattenersi, si avvicina al cibo e resta immobile per alcuni minuti >>
<< Non potevi dirlo prima, è più semplice così >>
<< Cosa vuoi fare? >>
<< Quando saranno caduti nelle trappole, ordinerò loro di diventare buoni per sempre >>
<< E credi di riuscirci? >>
<< Sì, hai detto tu che a Ludwig serviva il bastone perché i diavoli erano tornati deboli, quindi hanno esaurito la forza che avevano ottenuto sedici anni fa >>
<< Tu sei davvero un angelo custode >>
Non feci molto caso alle parole di Edmondo. La mia mente sapeva che ciò era la verità, ma era faticoso accettarla.
Presi il bastone e ci incamminammo.
Eravamo giunti nel bosco, quando mi accorsi che non avevo ancora notato le meraviglie di quel luogo.
Ero certa che sulla terra non ci fosse nulla di simile. Sembrava di essere in paradiso.
I fiori erano disposti sul terreno facendo in modo da creare un arcobaleno di piante e mi chiesi se fosse opera di quella gente o se fosse qualcosa del tutto naturale, anche perché c’era della neve oltre i fiori. << Questo posto è meraviglioso!! >>
<< Sì, è la cosa più bella che la natura ci abbia donato >>
Mi voltai e capii al volo che davanti ai miei occhi c’era il diavolo Ludwig.
Aveva un viso molto pallido e dai suoi occhi grigi traspariva l’oscurità della sua anima.
Dopo alcuni secondi comparvero altri tre diavoli che avevano lo stesso sguardo glaciale di Ludwig.
<< Prendile il bastone, Andrew >>
Il diavolo, a sentire quel comando, mi si avvicinò, cercò di strapparmi il bastone tra le mani, ma non appena lo toccò esplose in aria.
Ci misi un po’ a realizzare ciò che era accaduto, ero terrorizzata, ma fortunatamente c’era Edmondo con me.
Era la prima volta che vedevo un uomo morire e per di più mi sembrava che la responsabile fossi io.
<< Bene, bene, pare che il bastone debba rimanere con te ragazzina >>
Vidi Edmondo che restava immobile e capii che era stato Ludwig a renderlo inerme. Compresi come mai, prima, quando il diavolo Andrew mi si era avvicinato, Edmondo non aveva cercato di fermarlo.
Avrei potuto usare il bastone, ma non avevo idea di cosa dovessi fare.
<< Legate la ragazza, ma lasciatele il bastone >>
Poi si rivolse a me e ad Edmondo:
<< È giunta l’ora per voi due di ricongiungervi con le vostre famiglie >>

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Capitolo 7
*** Sono tua figlia ***


Sono tua figlia

Mi risvegliai in luogo angusto, privo di luce. Sembrava una specie di caverna, però da un lato c'era una porta di ferro che rendeva impossibile vedere.
L'unica fonte di luce veniva da uno spiraglio in alto che doveva trovarsi ad almeno dieci metri da terra.
In quel momento mi resi conto di aver paura. Non mi ero certo aspettata tutto ciò dalla mia vita. Volevo non aver mai incontrato Edmondo sul mio cammino.
Iniziai a piangere dalla disperazione.
Desideravo con tutto il cuore essere una normale sedicenne e non un angelo custode, come invece sosteneva Edmondo.
Edmondo, mi resi conto che non sapevo dove fosse. Dovevo trovarlo assolutamente.
Mi ripresi dallo sconforto in cui ero caduta e iniziai a cercarlo. La caverna era grande e c'erano dei corridoi che sicuramente non mi avrebbero portato alla luce del sole, ma avrei potuto trovare il mio amico.
Vidi che affianco a me c'era il bastone dell'obbedienza e lo presi in mano.
Iniziai a vagare per i corridoi inseguendo una vana speranza.
Il bastone mi rasserenava perché mi faceva luce in quei cunicoli.
Ad un certo punto il bastone emise una luce intensa verso un passaggio e mi diressi lì, perché una strana sensazione mi pervase l'animo.
Non sapevo cosa avrei trovato, ma il bastone mi infuse il coraggio e la speranza di scoprire.
Non appena giunsi nel luogo indicatomi dal bastone, vidi una statua.
Era in marmo e non avevo idea di cosa potesse farci lì una statua in marmo.
Essa raffigurava un uomo con una superficie rilevata, i colori erano talmente realistici che mi sembravano di una persona reale.
Mi chiesi perchè il bastone mi avesse portato lì ed ad un certo punto tutto mi fu chiaro.
Quello davanti a me era l'angelo Edilberto. Era mio padre.
Capii quello che il bastone aveva cercato di dirmi.
Lo presi e lo misi in direzione della statua.
Poi desiderai a tutti i costi vedere mio padre, ed il bastone emise un fascio di luce che colpì la statua.
Rimasi accecata dalla luce e quando riaprii gli occhi vidi un uomo dinanzi a me.
Non avevo idea di cosa dire. Come si fa a dire ad una persona che sei sua figlia?
Tanti pensieri mi passavano per la mente. L'angelo mi abbracciò.
Non ci fu bisogno di molte parole.
Lui guardò il bastone e in seguito, dopo avermi guardata attentamente disse:
<< Tu sei mia figlia vero? >>
<< Sì, sono tua figlia >>

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Capitolo 8
*** La fine di tutto ***


La fine di tutto

<< Sì, sono tua figlia >>
<< Mi hai liberato tu con il bastone? >>
<< Sì, credo di sì >>
<< Ho tante di quelle cose da chiederti >>
<< Parleremo, ma non ora, c'è altro a cui pensare >>
<< Ludwig, giusto >>
<< Sì, dobbiamo trovare Edmondo >>
<< Sei stata con Edmondo questi sedici anni? >>
<< No,l'ho conosciuto qualche giorno fa, io mi trovavo sull'altra terra >>
<< E sapevi chi ero? >>
<< No, non sapevo nulla di te fino a quando Edmondo non mi ha rapita per salvare la sua famiglia >>
Non sapevo cosa passasse per la mente a quell'uomo, Edilberto, mio padre, ma sicuramente non era semplice sapere che tua figlia non ha la minima idea di chi tu sia.
Non sapevo come comportarmi, era una situazione alquanto imbarazzante.
Mio padre era un perfetto sconosciuto ed ero certa che lui lo comprendesse.
<< Ho sentito delle voci laggiù >> disse Edilberto
<< Andiamo a vedere >>
Stavamo girando nei corridoi in cerca di Edmondo e finalmente credevamo di averlo trovato, ma ad aspettarci non c'era lui, bensì il diavolo Ludwig con i suoi compagni.
<< Bene, bene, padre e figlia si sono riuniti a quanto pare >>
<< Non vincerai mai, Ludwig, ora siamo insieme e quindi più forti >>
Si vedeva che Ludwig era turbato da ciò, ma questo non gli impediva comunque di attaccare, infatti mentre guardavo mio padre terrorizzata, Ludwig scagliò un colpo contro di me che mi fece perdere il bastone dalle mani.
I compagni di Ludwig cercarono di prenderlo, ma il bastone li respingeva.
Anche mio padre cercò di prendere il bastone, ma loro erano in troppi per essere sconfitti.
Ad un certo punto, scoppiai a piangere. Sulla mia terra c'erano problemi diversi, che avevano altro tipo di soluzione.
Lì conducevo una vita tranquilla, avrei voluto non conoscere mai la mia vera storia.
I miei genitori, quelli che mi avevano cresciuta, mi volevano bene, anche se non mi avevano detto che ero stata adottata.
Mentre piangevo, la scena che avevo davanti scomparve e mi ritrovai in un posto pieno di luce nella quale vidi una donna:
<< Non piangere, Elena tu hai la frza per vincere, devi solo credere in te stessa, ricordatelo >>
<< E tu chi sei? >>
<< Sono tua madre, ricorda le mie parole, Elena, sei pura di cuore e se inizi a credere che puoi riuscirci, ci riuscirai >>
L'immagine di mia madre si dissolse dinanzi a me e tornai a vedere i diavoli e mio padre che lottavano.
Mi accorsi di avere un coraggio che non avevo prima. Qualcosa mi diceva che quello che stavo per fare era la cosa giusta, ma non sapevo cosa.
Chiusi gli occhi e sollevai il braccio desiderando ardentemente il bastone della Plakausiba.
Quando riaprii gli occhi il bastone era nelle mie mani.
<< Da ora in poi la malvagità non sarà più nei vostri cuori, sarete pieni di bontà e passerete la vostra vita ad aiutare i più deboli >>
Gli occhi dei diavoli divennero bianchi per un istante e quando tornarono quelli di prima invece di combattere contro di noi aiutarono Edilberto ad alzarsi.
<< Dove sono Edmondo e la sua famiglia ? >>
<< Sono stati trasformati in pietra. Sono proprio lì dietro di voi >>
Li liberai con il bastone e fui felice di vedere Edmondo con sua moglie e suoi due figli.

***


In città tutti acclamavano Edilberto,felici di vedere il suo ritorno.
Lui mi fece cenno di metterci in disparte per parlare un po'.
<< Allora Elena, dal tuo viso comprendo che questa non è la tua vita e che ne hai unìaltra in un'altra terra >>
Riflettei un momento sulle parole giuste da dire.
<< Io ho già una famiglia, ma non è detto che non possa averne un'altra. Verrò a trovarti Edilberto ogni tanto e potresti anche venire tu da me >>
<< Mi piacerebbe che un giorno mi chiamassi papà, Elena, ma comprendo e ti lascio andare >>
<< Sicuramente la mia famiglia sarà i pensiero. Manco da due giorni >>
<< Vai allora >>
<< Potresti accompagnarmi fino a casa, magari >>
<< Grazie, Elena >>
<< Di niente, papà >>
Le lacrime salirono agli occhi di mio padre felice delle parole che avevo pronunciato.
<< Colori dell’arcobaleno, che raggiungono quasi il cielo, mostratemi la via, per la terra che io son certo che ci sia >>


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