Hopeless ~

di Vic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ~ Quello che Rimane. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1° - Questions ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ~ Angelo Ribelle ***



Capitolo 1
*** Prologo ~ Quello che Rimane. ***


Hopeless ~

La gelosia è un mostro dagli occhi verdi, che dileggia il cibo di cui si nutre. W. Shakespeare

 

 

Prologo ~ Quello che Rimane.

 

Questa storia è iniziata così,un pomeriggio d’estate,per una canzone suonata alla meno peggio al mio pianoforte,a Villa Conchiglia. Questa storia non sarebbe mai iniziata se lui non avesse voluto,se non mi avesse baciata,se non mi avesse perseguitata per una vita.

Questa storia è nata solo grazie a lui.

 

[E io l’ho fatta finire]

 

Non so cosa sia stato a farci andare giù,senza controllo e senza speranza. Cosa ci abbia fatto disperare. E’ questo,quello che rimane.

 

[Disperazione]

 

Non sarebbe successo nulla se io e lui [o forse solo io] non avessimo rovinato tutto. E’ stata la gelosia. Questa storia non sarebbe mai dovuta iniziare,e quando è finita si è lasciata dietro solo desolazione.

 

[E quel vuoto da cui non riesco {non voglio} liberarmi]

 

Questo è quello che rimane. Un dolore talmente grande che mi squarcia il petto,mi lascia senza fiato,mi fa arrancare nella piattezza della vita con fatica e sudore. Perché è stato sbagliato.

 

[Io sono sbagliata]

 

Questo è quello che rimane. Una risata,uno sguardo,e poi nient’altro.

Solo il ricordo di qualcosa che non ci sarà più. Qualcosa che mi mancherà per tutta la vita.

Ho sbagliato. Lo so. Eppure non riesco a dispiacermene. È stato [per quel poco tempo che il Fato ci ha concesso] l’uomo più importante della mia vita.

E continuerà ad esserlo.

 

[Per sempre]

 

Questo è quello che rimane.

Dolore. Vuoto. Silenzio. Sofferenza.

[Ed un senso incancellabile di Disperazione]

 

 

 

Autrice

Okay. Non credevo di arrivare a farlo. Anche perché –nonostante le adulazioni- non so scrivere. Ficcatevelo bene in testa ed andremo sempre d’accordo e amorevolmente. Detto ciò…

Questa non vuole essere una fiction impegnativa. Non lo sarebbe mai per la suddetta ignoranza letteraria dell’autrice.

È un passatempo,per farvi gioire e disperare – muha!,come sono sadica – e comunque,spero che vi piaccia.

 

Non penso di avere nient’altro da dire che non: commentate. Mi fareste felicissima dicendomi cosa ne pensate di questa Fiction.

Non ho previsto un termine di capitoli,ma non andrò oltre i 20 capitoli. Non sono fatta per le cose lunghe :{D [Ecco,questa è un’altra delle mie cassiate. Sarebbe una risata sotto i baffi,ma lasciamo perdere.]

Anyway,spero davvero che il prologo vi sia piaciuto,e che,se avete gradito,continuerete a seguirmi.

 

Grazie.

 

Victoire

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1° - Questions ***


Hopeless ~

La gelosia è un mostro dagli occhi verdi, che dileggia il cibo di cui si nutre. W. Shakespeare

 

 

Capitolo Uno ~ Questions

 

Perché James mi fissa?,era la domanda più pressante che mi saltava in mente ad intervalli di pochi minuti,mentre lavavo i piatti sporchi; mamma con Victoire e Louis erano tornati,e papà si stava adoperando per domare i fiori sulla tomba dell’elfo domestico Dobby. James,rimasto a casa mia anche dopo che Lily, Hugo, Rose,Albus,zia Hermione,zio Ron e i suoi genitori erano tornati a Godric’s Hollow,mi fissava. E non ne capivo il perché.

-Che hai da guardare? -,sbottai ad un certo punto,piccata. Era o non era ancora maleducazione fissare spudoratamente qualcuno?

-Niente. Pensavo.

-Ah,ne sei capace vedo.

In un’attimo mi fu accanto,ad asciugare i piatti che io pulivo. Era un lavoro manuale,mi faceva stare bene,mi impediva di pensare troppo. Anche perché in quel momento per la testa avevo fin troppe poche cose cui rivolgere l’attenzione. Anzi,solo una,un’immagine lampeggiante che ritornava ogni pochi secondi. James che mi accarezza la guancia. James che mi bacia. James che si allontana di scatto appena sente la porta scattare,e la voce di mio padre urlare: “Siamo qui,ragazzi! Cosa avete distrutto?”. Era snervante osservarlo mentre faceva come se nulla fosse,ma aveva un’aria troppo pensierosa e mite.

-Sai,gradirei che evitassi di apostrofarmi in questo modo. Potrei rimanerne ferito.

-Oh davvero? Allora puoi anche morire,per me. -,dissi con cattiveria. Lui prese la forchetta che stavo pulendo,e fece segno di ficcarsela in gola.

Stramazzò – per dire – a terra.

-Per te. -,sussurrò,mentre faceva finta di esalare l’ultimo respiro.

Mia madre Fleur entrò nella stanza,notando a malapena James sul pavimento della cucina.

-Che ci fa tuo cugino lì a terra?

-E’ morto. -,dissi,semplicemente; esattamente come se fosse la cosa più naturale del mando. Appena mia madre uscì dalla cucina,sfilandosi il grembiule e salendo di sopra, James si rialzò con un sorriso beffardo.

-Sono morto eh?

Non feci in tempo ad annuire,che lui mi aveva riempita di schiuma con una manata nell’acqua. Feci un’espressione a metà tra lo scioccato e il collerico. Risposi anch’io con un altro spruzzo d’acqua. Il suo volto divenne qualcosa a metà tra James Potter e Babbo Natale. Scoppiai a ridere.

-Vuoi la guerra,Weasley?

-Guerra sia,Potter!

Improvvisamente ci trovammo a rincorrerci attorno al tavolo della cucina,con due flaconi di detersivo in mano,a spruzzarci a vicenda con quei liquidi verdi e densi, cose Babbane che Fleur adorava. L’acqua iniziò a strabordare dal lavello color avorio,rendendo scivoloso il pavimento di marmo. La schiuma sommergeva ogni cosa. Tra le risate,non guardai dove mettevo i piedi,e scivolai a terra,cadendo di sedere.

-Ahi!

James scivolò accanto a me,ridendo,coi vestiti impregnati di detersivi. Rideva,ed io rimasi impressionata ad ascoltare quel suono come se lo udissi per la prima volta. Quante volte l’avevo udito ridere senza mai sentirlo davvero?

-Ehi,Dom. Tutto a posto? Niente di rotto?

Scossi il capo,cercando di rimettermi in piedi. Scivolai ancora,ridendo anch’io,come una schizzata.

Lui mi passò una mano tra i capelli,infradiciandoli ancora di più. Deglutii il groppo in gola e mi rialzai,tenendomi stretta al bordo del tavolo. Cercai di arrancare verso il lavabo,e chiuderlo,ma di nuovo,per la terza volta,finii a terra,supina. James inciampò nei miei piedi,invisibili nel caos del detersivo. Mi finì addosso.

Le sue labbra erano ad un soffio dalle mie.

Perché ansimavo? Perché improvvisamente era diventato tutto estremamente confuso, indefinito,tranne che il volto di James?

-Po-Potter spostati. –,balbettai. Ma lui rimase dov’era.

Premetti le mani sul suo petto,sfiorandone il profilo,ignorando il fremito che le mie dita avevano avuto al contatto leggero. Desiderai di essere più forte,più decisa,perché le mie mani non lo spostarono minimamente.

-Dominique,credo che quel rossore sia compromettente.

Sfiorai le mie guance in fiamme, deglutendo a fatica,squadrando dal basso il sorriso malizioso che si era formato sulle labbra di James.

Quelle labbra…

Si scostò,ma prima mi sfiorò la guancia con un bacio. Ma non era esattamente la guancia. Più che altro,mi baciò il lato della bocca,ad un soffio dalle mie labbra. Rimasi immobile,congelata nella schiuma biancastra,mentre lui si alzava e raccoglieva – inutilmente – bracciate di bolle per poi metterle nel lavandino,ed aspettare che andassero giù.

Ma io in quel momento avevo altro cui pensare che fosse il casino che avevamo combinato in cucina come due bambini.

Perché desideravo James? James Potter? Mio cugino? Rimasi lì un’eternità,mentre James,in silenzio,rimetteva a posto tutto quello che poteva,borbottando cose a proposito di “shock”, “ospedale”, “catatonia”. Mi ci volle un po’ per capire che parlava di me.

-Aspetta,James. Ti aiuto. -,mormorai,poi iniziai a mettere in ordine tutto quello che mi capitava a tiro,con l’espressione maniacale da ripasso per gli esami. Ogni calore se n’era andato dalla stanza,i respiri sembravano essersi fermati,congelati.

James rimise tutto in ordine in religioso silenzio,poi si pulisce le mani su uno strofinaccio, e inizia a fischiettare.

-Tutto bene?

-Sì,perché?

La mia voce era leggermente stridula,per cui era parecchio improbabile che andasse tutto bene. Andava male. Perché diamine volevo baciare mio cugino?

Mio cugino!! Non era naturale! Forse quel whisky Incendiario durante il pranzo non mi aveva fatto esattamente bene…

E mentre io mi perdevo in queste elucubrazioni,James mi si era fatto vicino e aveva iniziato ad infastidirmi. Come sempre.

Ma la differenza era che mi stava piacevolmente infastidendo. Mi prese il volto tra le mani e mi guardò intensamente. Perché? Perché? Perché?

-Tutto questo pensare non ti fa bene,Dominique. Che ne dici di startene un po’ ferma?

-Okay. -,esalai,mentre lui prendeva lo straccio dalle mie mani e lo posava sul bordo del lavello. Io invece stavo ripensando alle pagliuzze verdi nei suoi occhi marroni. Mi posò una mano sulla spalla e mi portò velocemente in salone,in silenzio.

 

In the night…

 

Non riuscivo a dormire. Ogni volta che il sonno accennava a trascinarmi giù,nei sogni, il volto di James ricompariva,dispettoso,rovinandomi i programmi e mettendo a tacere ogni altro pensiero. Ma poi spariva,e di pensieri ne arrivavano tanti. Troppi.

Deglutii,e mi girai sul fianco,guardando il letto vuoto di mia sorella. Se le avessi raccontato di quel bacio – anzi no,non era un bacio,ci eravamo solo sfiorati le labbra – Victoire si sarebbe messa in testa idee pazzesche,come il San Mungo,o,optando per una variante Babbana,un Ricovero di Igiene Mentale. Di parlarne a Louis non se ne parlava,era troppo piccolo,coi suoi quattordici anni.

Hugo mi avrebbe derisa ed avrebbe raccontato tutto a Zia Hermione. Lily,non potevo; era sua sorella,avrebbe cantato. Albus era troppo pragmatico, troppo… Albus. E questo lo penalizzava. Ted Tonks,non lo conoscevo abbastanza bene da chiedergli un favore del genere,e Fred Weasley era ancora un bamboccio.

Rimaneva una sola opzione: Rose Weasley.

Mi alzai dal letto,e mi chinai sulla scrivania; afferrai il calamaio e la piuma,strappai un foglio di pergamena ed iniziai a scrivere,in preda ad una febbricitante frenesia.

Rosie,

ho un bisogno disperato di parlarti. Domani devi venire qui. Non è una cazzata. No,magari lo è se ti mando un gufo alle due di notte,ma ho bisogno del tuo parere.

Riguardai il foglio,e mi parve un po’ troppo pretenzioso. Con un sospiro,aggiunsi,

Riguarda James.

Per favore.

Dominique.

Ripiegai il foglio scritto nella mia grafia tonda ed ordinata,e lo legai alla zampa di Theodore,il mio gufo reale. Gli baciai il capo,e aprii la gabbia,facendolo uscire.

Mi rintanai di nuovo nel letto,respirando lentamente,ed osservando lo spicchio di cielo visibile dalla mia finestra. Il mare sciaguattava placidamente sugli scogli,e,con difficoltà,cullata da quel suono,caddi nell’incoscienza.

Ma prima,il mondo divenne marrone e acceso da pagliuzze smeraldine.

Autrice:

Fa. Letteralmente. Schifo. Forse dovrei rinunciare,sarebbe una buona idea. In fondo non mi sta uscendo bene. Anzi. È da paura.

Sì,come gli zombie.

Ma,passando ad argomenti più seri,mi sento un po’ triste… scrivo davvero così male? Mi aspettavo più recensioni. Ma magari sono troppo pretenziosa. Perciò vado punita ç_ç

Dicemmo…

Un grazie grande grande a Nipotina,e ad Alyenda. Grazie *____*

E grazie a draco92,kairi4ever,virgi_lycanthrope  che hanno aggiunto la mia neonata storia tra i preferiti.

Mi fate immensamente Felice.

Vic.

 

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo due ~ Angelo Ribelle ***


Hopeless ~

La gelosia è un mostro dagli occhi verdi, che dileggia il cibo di cui si nutre. W. Shakespeare

 

 

Capitolo Due ~ Angelo Ribelle

 

 

 

Rose mi mandò un gufo telegrafico con scritto che sarebbe venuta il pomeriggio successivo. Attesi,attesi,attesi. Alla fine,mia cugina si materializzò con suo padre Ron sulla porta di casa, ed io la trascinai dentro.

Seppi di sbagliare,seppi che non dovevo dirle di quella strana sensazione di desiderio; ma dovevo,dovevo confidarmi con qualcuno.

-Allora? Che diamine succede di così importante con James da svegliarmi nel mezzo della notte?-

La sua voce era di scherno,quasi cantilenante. Rideva di me. Sbuffai.

-Allora? Perché lo voglio baciare?-

Sputai quelle parole come se fossero velenose. Mi facevano male e mi logoravano,perché sapevo che erano completamente e totalmente vere. Volevo baciarlo; per me si limitava lì.

-COSA?!-

Rose sbottò come se le avessi detto che sarei andata in Katmandu in costume da bagno. Evidentemente questa storia era troppo per i suoi fragili ed iperattivi neuroni.

-Hai sentito.-

Mi guardò scioccata. I folti capelli rossi le cadevano sulle spalle come una colata di rame, e le guance si erano intonate con quelli.

-Ma cosa diamine ti salta in testa,Dominique?-

-Non. Strillare. Per. Favore.-

Alzò gli occhi al cielo,esasperata. Poi,incredibilmente,sorrise.

-Nah,non è niente. La solita cotta. Anch’io mi ero invaghita di un cugino, Alexander. Da parte di mia madre,sai.-

Mi voltai ad ascoltarla,interessata.

Naturalmente,il fatto che Rose stesse attualmente con George Smith, Corvonero, figlio di uno dei membri dell’ES che mio padre odiava – Zacharias Smith – era un dettaglio insignificante.

Se lei,pragmatica, ambiziosa e perfetta riusciva ad innamorarsi di un cugino era quasi naturale che lo facessi anch’io.

Era una cosa involontaria.

Ma la parola che mi fece sussultare,nel rincorrersi dei miei pensieri,fu innamorarsi. Io non mi stavo innamorando di James. Era desiderio. Colpa dei miei ormoni impazziti.

Ero adolescente,cosa potevo saperne?

-E…?-

-E niente. Poi mi sono messa con Geoge.-

Sbuffai. Tipico comportamento da Rose Weasley. Dimenticare per non dover risolvere. Non dovevo chiedere consiglio a lei.

-Magari se chiedessi a mia madre…-

Lasciò la frase in sospeso quando mi vide sbiancare, scuotere il capo e strillare –NO!-

Fece un salto sul mio letto,e poi si appollaiò sul davanzale,come un piccolo uccello dai boccoli rossi e cesellati.

Sospirò,guardando un punto sopra la mia testa. Poi scosse il capo e disse:

-Non so come aiutarti,Nicky. Ho bisogno di tempo. Per pensare.-

Certo. Naturale. In fondo era LEI a voler baciare suo cugino no? Bidonatrice del diavolo.

Annuii senza parlare. In un volteggio mi superò,e andò verso la porta della mia camera. Scese le scale strette,e sentii la porta sbattere.

Guardai distrattamente mio padre e Ron che discutevano in giardino sulle scope più adatte per volare a bassa quota,e vidi Rose che raggiungeva suo padre.

Mi lanciò uno sguardo.

Mi voltai verso la stanza,rientrando.

Ero sola e senza sapere cosa fare.

 

 

 

Quella notte fu la prima in cui sognai James. Era lì,a pochi centimetri da me,dal mio letto.

E mi guardava come se fossi la cosa più straordinaria del mondo.

-Non temere,Dominique. Tu sei mia.-

Il brivido che mi diedero quelle parole scosse le fondamenta di me stessa,accendendo una scintilla che non avevo mai provato.

Si chinò lentamente verso di me,circonfuso da un’aura di luce,come un’angelo. Ecco cos’era. Il mio Angelo Ribelle.

E quando le sue labbra sfiorarono appena le mie,mi svegliai in preda agli spasmi.

Un velo di sudore mi inumidiva la fronte ed il collo. Mi sfiorai le labbra,convinta che sino a pochi secondi prima di fronte a me ci fosse James.

Il mio James.

Deglutii,mentendo a me stessa. Non lo amavo. Come potevo? Lo detestavo,ecco.

L’odio e la passione sono due sentimenti che vanno di pari passo.

I miei si erano scontrati e fusi,e avevano assunto la forma di James.

Senza alcuna razionalità,ricordai che da piccola lo picchiavo.

Come un maschio.

E lui mi chiamava Dominic,per prendermi in giro.

E lo battevo di nuovo.

Adesso invece lo volevo baciare,volevo fare mie quelle labbra sottili.

Trasalii,travolta dal mio desiderio.

Tornai a letto cercando di riprendere sonno,ma non arrivò.

Quando finalemtne scivolai nell’incoscienza,i miei sogni furono popolati dal ghigno di Potter.

 

 

 

-Dom,passami la scodella.-

Fissai imbambolata la scodella di fronte a me,senza capire. Quale scodella? Perché?

-Dominique?-

Non mi chiamavo Dominique. O sì? Fino ad un momento prima avevo solo James Potter in testa.

-Dominique!-

Chi era quella là? Oh. Era  Victoire. Mi guardava con un’espressione indecifrabile.

Prese la scodella dalle mie mani e mi sorrise,maliziosamente.

-Chi è?-

-Chi è…chi?-

Sbuffò,e rimestò l’impasto che stava preparando. Ted Tonks giocava nel salone con Louis,che rideva con la sua voce acuta e dolce.

Posò la scodella sul tavolo e mi trafisse col suo sguardo di ghiaccio.

-Chi è quello che ti sta facendo perdere la bussola?-

Scossi il capo e tornai in me. Feci una smorfia e presi la tovaglia per apparecchiare tavola.

Oggi Victoire avrebbe pranzato con noi. Ciò significava domande a raffica ed indiscrezioni.

E vergogna.

Detestavo Victoire.

Era troppo troppo bella per me.

Mi sentivo insignificante quando eravamo nella stessa stanza.

-Nicky,ti aiuto?-

Louis si fece avanti preoccupato. Evidentemente stavo facendo qualcosa che non andava.

Infatti stavo tentando di mettere una tovaglia piccola,cercavo di coprire tutti i lembi.

Guardai sconfitta il tavolo,e capii che avrebbe vinto lui.

-Fai tu,Lu. Vado un po’ fuori a pensare.-

Deprimente. Ero deprimente. Superai un confuso Ted, e uscii dalla porta sul retro.

Mia madre Fleur non c’era,almeno avrei avuto un po’ di tranquillità.

Andai dove mi rifugiavo quando avevo da pensare.

Era una roccia sporgente,che dava a strapiombo sul mare,un costone di roccia duro e solido che si abbarbicava sul ciglio della scogliera.

Lì James aveva inciso qualcosa quando eravamo piccoli.

Mi sporsi verso il lembo di pietra sul quale,con l’aiuto di suo padre,aveva scritto qualcosa.

Quando vidi le lettere scavate,mi venne un groppo in gola.

Jamie and Dom.

 

 

 

 

Francamente,ne avevo abbastanza di quella storia. Avevo bisogno di sfogarmi,ma nessuno riusciva ad ispirarmi abbastanza fiducia.

Solo James,il diretto interessato. Ma sapevo che tra una settimana sarei tornata ad Hogwarts,e lì avrei parlato liberamente con Rose.

Forse mi avrebbe aiutata.

Magari mi avrebbe detto cosa fare.

O con ogni probabilità,avrebbe liquidato la faccenda come aveva fatto quella mattina.

Perciò presi il telefono babbano di mio padre e chiamai a casa di James.

-Pronto?-

Rispose Ginny. Benissimo.

-Ciao zia,sono Dominique. Posso parlare con James?-

-Che ha combinato?-

Zia era già ansiosa.Certo, non era da James fare qualcosa di buono.

-No,niente. Devo solo dirgli una cosa.-

Sentii il segnale di attesa,poi qualcuno che rispondeva.

-Pronto?-

La voce di James mi fece sussultare.

Perché? Perché quelle sensazioni troppo forti da controllare? Che casino.

-Ciao,James.-

-Ehi Nicky. Dimmi.-

-Senti… hai scordato qui lo spartito.-

Sentii la perplessità nelle sue parole.

-E’ per questo che mi hai chiamato? Non puoi mandarlo con un gufo?-

-Perché non vieni tu a prenderlo?-

Un tacito invito.

Almeno non avrei fatto la figura della smaniosa.

-Mmm. Okay. Passo domani mattina con la Metropolvere.-

-Okay. A domani,Jamie.-

Rimase sorpreso. Non lo chiamavo mai con nessun diminutivo.

Idiota,idiota Dominique!

-A domani,Dom.-

Andai in sala da pranzo,sedendo vicino al pianoforte,e guardando intensamente lo spartito,come se da quello potesse uscire James per placare i miei dubbi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Autrice.

Sì. Fa schifo. Lo so. Non linciatemi per questo.

….okay. Che dico? Che mi invento?

Non so che dire su questo capitolo °-° Francamente queste note servono solo a riempire lo sclero.

Vabbè,passiamo ai ringraziamenti vah.

Railen: Ma grazie *-* Chi se lo aspettava? Magari non faccio schifo come credo. Speriamo,altrimenti mi dovrò sgozzare,e prima sgozzerò voi per avermi detto balle *______*’’

Alemalfoy: James pieno di schiuma… *sbava* Arf. *ç*  Le pervertite mi piacciono,mi fanno sentire a casa ò_O E poi nemmeno a me Rose sta simpatica. Ha lasciato Dominique più confusa di prima. Poretta,maledetta Rosie XD

Draco92: Ma grazie anche a te ^O^

Nipotina: Guarda,la continuo solo perché ci sono recensitrici come te che mi fanno contenta sempre °_________° Perché sinceramente fa un po’ schifo. Ma lasciamo perdere; James è strafottente e per questo lo adoro *_* Dominique è indecisa invece,magari si deciderà tra qualche capitolo a smetterla di mentire a sé stessa

 

Un bacio a tutte coloro che hanno aggiunto la mia storia tra i preferiti.

E grazie anche solo a chi ha letto.

Vic

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