La Luna dai capelli di Sole e gli occhi di Cielo

di gatta12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Cap.1 Dopo la Fusione della Sacra Genesi ***
Capitolo 3: *** Cap. 2 Strani avvenimenti ***
Capitolo 4: *** Cap.3 Keyra-sama ci spiega alcune cose del futuro e del passato ***
Capitolo 5: *** Cap.4 Shelia ***
Capitolo 6: *** Cap.5 La nostra storia (parte I) ***



Capitolo 1
*** prologo ***


PROLOGO
 
“Se saremo fortunati, ci rivedremo tra 12.000 anni”
Ti sbagli Apollo.
Devono ancora succedere molte cose, prima che te e Silvia vi separiate.
Silvia, ascoltami un attimo.
Tu sei una discendente di Celiane ed Apollonius come tuo fratello, giusto?
Ma allora… Celiane ed Apollonius hanno avuto dei figli.
Tu te la ricordi, Silvia? Te la ricordi, Celiane?
Te la ricordi la piccola Angel?
Colei che… no, non posso dirlo.
Non posso rivelare un segreto così importante, lo dovrete scoprire da soli, mi dispiace.
Ali d’Angelo.
Ali di Sangue.
 Ali di Morte.
Ali d'Amore.
 Ali donate per proteggere la Vita.
 Ali donate per proteggere l'Amore.
 

“Ella era la Luna. Una Luna dai  capelli di Sole e occhi di cielo”

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Capitolo 2
*** Cap.1 Dopo la Fusione della Sacra Genesi ***


Cap.1    Dopo la Fusione della Sacra Genesi
 



Sento dei singhiozzi.
Apro la porta della mia camera.
Vedo qualcuno tra le coperte.
Qualcuno che piange.
E’ una ragazza di appena quindici anni.
E’…
La ragazza alza gli occhi e mi tende le braccia.
“Mamma…”
Io la abbraccio, piangendo con lei.
E’ mia figlia.
 
“No!” si svegliò di colpo Silvia. Rimase in silenzio, in quella posizione scomoda che comprendeva la mano tesa verso il cielo.
Quando si rese conto della sua posizione, abbassò il braccio e sospirò.
“Silvia? Sei sveglia?”
La ragazza sussultò e si voltò alla sua destra, dove Reika si era appena svegliata e stava uscendo dal suo sacco a pelo per avvicinarsi e controllare che stesse bene.
Si erano avvicinate molto in quei giorni, dove la D.E.A.V.A. cercava di recuperare l’Aquarion e con lui anche Apollo, Sirius e Toma.
“Ho fatto uno strano sogno”
La mora si sedette accanto a lei, facendole segno di continuare.
“All’inizio non capivo dove mi trovavo. Poi ho visto una porta. Da essa provenivano dei singhiozzi. Ho spalancato la porta, e ho trovato su un letto una ragazza che piangeva. La ragazza ha alzato le braccia verso di me e mi ha chiamato… mamma”
Reika spalancò gli occhi.
“Hai sognato… tua figlia nella vita passata?” Silvia la guardò. Poteva davvero essere? Lei e Apollonius… avevano avuto una figlia?
“Io…”
“Ragazze? Se siete sveglie uscite per favore” la voce della dottoressa Sofia le interruppe.
Le due si guardarono, con complicità, decidendo che ne avrebbero parlato in seguito.
Poi si alzarono e uscirono dalla tenda.
Il sole accecante le colpì in pieno viso.
Dei rumori vicino agli scavi le fecero voltare di scatto.
Si avvicinarono a Chloe che era lì vicino.
“Che succede?” chiese Silvia.
L’azzurra si voltò verso di lei e le sorrise.
“Hanno intravisto l’Aquarion e rilevato valori energetici umani”
Silvia e Reika si irrigidirono. Voleva forse dire che li avevano trovati? Che erano vivi?
Silvia, molto debole e stremata, dal momento che era preoccupata per Sirius e Apollo in quei giorni, non resistette e svenne tra le braccia di Reika.
 
 
 "Silvia!" la ragazza aprì gli occhi. Dov’era? Era svenuta? E l’Aquarion? Sirius? Apollo?!
 Si stropicciò gli occhi ancora appannati e si mise a sedere. Era sul suo sacco a pelo.
 "Cos-?"
 "Sei proprio carina quando ti svegli, principessa fessa"
 Spalancò gli occhi e si voltò di scatto alla sua sinistra.
 "A-a-a-a-a-a-a-a-ap-pollo?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?" balbettò, sorpresa, confusa e felice.
 "In carne ed ossa... bè, forse più pelle ed ossa"
 Il ragazzo era lì, con qualche graffio, ma era lì, stava bene.
 "Apollo!!" Silvia gli saltò addosso in lacrime.
 "Apollo! Apollo!"
 Lui ricambiò l'abbraccio con un po’ di fatica, quasi soffocato dalle braccia di Silvia.
 "Mi sei mancato" gli disse piangendo.
 "Anche tu, Silvia"
 Lei si staccò un attimo dall'abbraccio.
 Gli prese il volto tra le mani.
 "Sei veramente tu?" chiese flebilmente, avendo paura che fosse solo la sua immaginazione.
 Lui mise le sue mani sopra quelle di Silvia, le prese e le portò all'altezza del suo petto, sul suo cuore.
 Chiuse gli occhi e dopo qualche secondo gli riaprì.
 "Sono io"
 La De Alisia si tuffò sul suo petto e strinse la maglietta.
 "Apollo..."
 "Silvia" si guardarono negli occhi.
 "Mi sei mancata tantissimo, tu non ne hai idea"
 Lei sorrise.
 "Anche tu" sussurrò.
Si avvicinarono ancora di più e si sfiorarono le labbra. Un semplice sfioramento tanto bramato, che fece imbarazzare entrambi.
 "Senti… Fuori c'è tuo fratello, che ne dici di andare a salutarlo?"
 Silvia sorrise all’amato.
 "Certo!"
 
 
“Non riesco proprio a capire la decisione di Toma. Insomma, poteva restare alla DEAVA, invece ha deciso di recarsi ad accudire i resti di Atlanta. Io proprio non lo capisco” disse Pierre.
“E’ più semplice di quel che pensi” gli disse Chloe. “Toma si sente in colpa per ciò che ci ha fatto e per questo non si ritiene degno di stare alla DEAVA”
“Mh… Come al solito hai ragione Chloe!” disse lui sospirando e tirando una palla in porta. Erano ad un vecchio campetto da calcio.
Ad un tratto a Pierre venne l’illuminazione.
“Ah! Giusto!”
“Giusto cos-?”
Chloe non fece in tempo a finire di parlare che si ritrovò la faccia di Pierre a meno di due centimetri di distanza. Il suo cuore batteva all’impazzata.
“La torta? Non dovevamo mangiarla insieme?”
Scoppiò.
“PIERRE SEI UN IDIOTA!”
“Mi dici che ho fatto?!?”
Però era felice che se ne fosse ricordato.
 
 
-Saranno tutti a dormire a quest’ora- pensò Reika. –E io come al solito sono l’unica sveglia-
Uscì dai bagni e si diresse verso la camera che divideva con Silvia e Tsugumi.
Cercò di entrare facendo il più piano possibile, pur sapendo che Tsugumi non si poteva svegliare neanche con le cannonate, ma notò subito l’assenza della principessa.
-Sarà con Apollo?- Arrossì per quel pensiero assurdo.
Quando si voltò verso il suo letto, però, notò un mazzo di rose scarlatte posate sulle lenzuola.
Arrossì ancora di più, capendo, anche senza biglietto, che solo una persona gliele avrebbe potute mandare.
-Sirius…-
 
 
Mentre anche Reika andava a letto, Rena si trovava nei giardini della DEAVA, tra le rose scarlatte. Cantava. Una di quelle canzoni tristi, che aveva iniziato a comporre 12.000 anni prima.
D’un tratto, vide come un riflesso di energia blu.
Alzò lo sguardo, come faceva ogni notte da tempo immemore, credendo che, anche questa volta, come le altre, si sarebbe sbagliata.
Per una volta, invece, non era un sogno.
La vedeva benissimo, la sua sagoma si stagliava davanti alla Luna, in una posizione di magnificenza che le si addiceva perfettamente.
Rena chinò il capo in segno di rispetto, versando due lacrime sul proprio vestito.
Era felice.
 
 
 

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Capitolo 3
*** Cap. 2 Strani avvenimenti ***


Cap.2 Strani avvenimenti
 


La mattina dopo, era giorno di riposo per tutti. Apollo e Sirius dovettero fare delle ultime analisi, ma risultò tutto a posto.
Con un’unica differenza…
“Come sarebbe a dire che l’Aquarion non reagisce ai comandi?” chiese Jerome a Sofia.
“E’ così, anche se ormai non serve più dobbiamo tenerlo bene, non  andrebbe bene se fosse… come dire, ‘rotto’. Comunque, troveremo il guasto e lo ripareremo.” disse Sofia, mentre sfogliava dei fogli con le progettazioni delle Vector Machine.
Jerome sbuffò.
 
 
“Apollo! Scendi da quell’albero, non ti sei ancora ripreso, potresti farti male!”
Il ragazzo sbuffò. Silvia era troppo apprensiva.
“Eh dai principessa! Tanto ci sono abituato, no? Lo sai che per me cacciare è come respirare l’aria!”
“Al contrario, perché se cadi, l’aria non la respiri più, idiota!”
“Non essere così drammatica!”
“Voi due non smetterete mai di litigare?” chiese Pierre guardando la scena.
I due lo guardarono in cagnesco.
“Ok, ok sto zitto” disse lui spaventato.
“Quei due non cambieranno mai, sembrano due bambini piccoli” disse Sirius.
Reika lo guardò e disse:
“Invece di dire così, io sono felice di vederli litigare. Ho temuto di non farlo più”
“Senpai non dire queste cose, è tutto a posto ora, no?” disse Tsugumi.
“Tsugumi ha ragione Reika” aggiunse Jun.
In quel momento Silvia si illuminò.
“Oh, no! Ho dimenticato!” si batté una mano sul viso.
“Uhm? Cosa?”
“Ho dimenticato una cosa in camera mia, vado a prenderla! Torno subito… Apollo, vedi di scendere da quell’albero al mio ritorno!”
Se ne andò a passo di marcia.
Apollo scese.
“Ah, allora fai ciò che ti dice, a volte!” sorrise Chloe.
“Tsk”
Sirius distolse lo sguardo dal libro e si voltò a guardare i suoi compagni. Notò che Reika stava ancora guardando nella direzione dove era sparita Silvia.
“Reika, tutto bene?” le chiese.
La ragazza non diede segno di aver sentito. Sembrava immersa in chissà quali pensieri.
“Senpai!”
A quel punto, al richiamo di Tsugumi, Reika si voltò.
“Scusate, ero solo… No, nulla, scusatemi…”
Quel comportamento era normale per Reika, quindi tutti non ci fecero caso più di tanto.
“Sirius, senti…”
“Dimmi”
“Sai per caso se… Se Silvia è anemica o ha mai avuto svenimenti?”
Il De Alisia rimase attonito.
I ragazzi si voltarono a quella domanda.
“No, perché?”
La donna rimase un attimo in silenzio a guardare le rose del giardino.
“Stanotte… mi sono svegliata… saranno state le due, o qualcosa di simile… Silvia era sveglia e…”
“Le è successo qualcosa?!” chiese Apollo avvicinandosi velocemente.
“E-ecco… ha iniziato a dire cose strane, rivolte al nulla… come se stesse parlando ad un'altra persona, e poi… poi è svenuta… L’ho riportata a letto e stamattina non ha dato segno di ricordare nulla… Ecco, l’ho detto!”
Ci fu un lungo silenzio, dove tutti stavano rimuginando sulle parole di Reika.
“Accidenti, ma i problemi non finiscono mai, eh?!”
“Ah, ma sta zitto Pierre!”
Chloe gli diede un libro in testa.
“Ahi, Chloe!”
Ihihi…
I ragazzi si guardarono intorno, circospetti.
“Chi ha riso?”
“Non lo so, ma... Me la pagherà per aver riso di me!”
Pierre iniziò a gironzolare un po’ intorno, guardando tra i cespugli vicino alla foresta.
Dopo un po’ sbuffò e tornò indietro.
Pff…
“Ehi!”
“Ma chi è?” chiese Jun.
Dovremmo rivelarci? Eh, Keyra-sama?
“Ma che…” sussurrò Apollo.
Non so… Siamo venuti qui per questo, no? Ma non so se Hime-sama vuole che ci riveliamo ora, Pollon…
“Pollon?!” disse Sirius, ricordando a tutti che quello era il nome dell’animale appartenuto a Apollonius 12.000 anni prima.
 
 
“Dove l’ho messo… dove… Uffa, ma dov’è?”
Continuava a cercare, ma non riusciva a trovarlo.
“Uhm… eh?” si bloccò per un attimo. “Ma… cosa… che sto cercando?”
Si allontanò spaventata dai suoi cassetti.
Cosa diavolo le era preso?
La devi distruggere…
“Che succede?!” urlò spaventata sentendo quella voce nella sua testa.
Mamma… ti prego…
“NO!”
 
 
“Chi siete? Fatevi vedere!!” urlò Pierre.
“Che succede qui?” chiese Jerome, seguito da Sofia.
“C’è qualcuno qui che ci sta spiando, ma non riusciamo a capire chi sia, ne dove sia nascosto”
“Io non sento nessun odore, eppure riusciamo a sentire le voci!” borbottò Apollo.
Sofia rimase un attimo attonita.
“Ma nessuno può entrare nella base senza permesso del Comandante!” disse.
“Ho una brutta sensazione” sussurrò Reika.
Andiamo, vuol dire che quell’uomo non li ha ancora informati?
A quanto pare no, Pollon
Ma la Principessa sarà qui a breve!
Toccherà a noi spiegare tutto, allora
“Ma chi…?” sussurrò Jerome.
Dai cespugli uscirono un piccolo animale alato e una ragazza dai capelli corti biondi con le punte davanti leggermente allungati e gli occhi neri. Era vestita con una tuta da Element blu.
La ragazza sorrise mesta.
“Chi siete?” chiese Kurt.
La ragazza si guardò intorno.
“Mh… la zia non è qui…Va bene, inizierò col raccontare a voi tutta la storia”
“Qual è il tuo nome?” chiese Sirius.
“Oh, che sbadata” la ragazza si portò con grazia una mano sul cuore, in segno di scuse “Non mi sono ancora presentata. Il mio nome è Nobuko* De Alisia. Vengo dal futuro insieme a Pollon”
 
 
*Significa bambina/ragazza fedele. E’ un tratto importante nella storia.
 
Minna, scusate il ritardo, non avevo ispirazione! Spero che il cap vi sia piaciuto, nel prossimo scopriremo cosa sono venuti a fare Nobuko e Pollon nel futuro, e chi è questa 'Hime'.
Recensite in tanti!

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Capitolo 4
*** Cap.3 Keyra-sama ci spiega alcune cose del futuro e del passato ***


Cap.3 Keyra-sama ci spiega alcune cose del futuro e del passato
 
 


“Silvia, sei sicura di stare bene? Sei svenuta solo un’ora fa…”
“Sto bene Apollo, tranquillo…”
“Comunque sia, non devi alzarti dal letto, Sophia ha detto che potresti risentirti male!”
La ragazza rise.
“Non ricordavo ti preoccupassi così tanto per me!”
Il ragazzo arrossì.
“Beh… ecco… dopo quello che ci ha detto Reika, pensavo…”
Silvia aggrottò le sopracciglia.
“Perché? Cosa vi ha detto Reika?”
Apollo le spiegò quello che Reika aveva visto la notte prima.
Dapprima la ragazza restò in silenzio, poi volse la testa verso il ragazzo.
“Apollo… Ho paura. Che mi sta succedendo?” le tremava la voce.
La porta si aprì d’un tratto.
“Ragazzi… scusate l’interruzione, ma Fudo vuole parlarci” disse Sofia.
“Cosa? Perché?” chiese Silvia, guardando il suo Apollo deglutire e guardarla di soppiatto.
“Ecco… Stavo per dirtelo… E’ successo anche che…”
 
°§°
 
La giovane bionda seduta a quel tavolo continuava a fissare l’altra bionda prendere tranquillamente il thè con crescente irritazione.
“Allora… Quindi vieni dal futuro… E perché saresti qui?” chiese Sofia.
Nobuko posò la tazzina.
“Ci serve il vostro aiuto. Non posso spiegarvi tutto senza il permesso di Hime-sama, ma…”
“Chi sarebbe questa Hime-sama?” chiese Jerome.
La ragazza li guardò accigliata.
“Ma come? Ma ovviamente sto parlando della figlia che avranno zia Silvia ed Apollo<3!”
Nella stanza calò il gelo.
“COSA?!”
“Sì, sì, ma credetemi, mia cugina è veramente una Principessa, anche nel comportamento”
“Aspetta, tua cugina? Quindi… tu sei figlia di Sirius?!” chiese Tsugumi, talmente scossa che gli occhiali le arrivarono sulla punta del naso.
“Sì”
Sirius era talmente scioccato che la sorella lo fece sedere affianco a lui.
“Non vi dico chi è mia madre perché quei due non si sono ancora dichiarati in questo tempo. Comunque… Vi basti sapere che la Principessa è la reincarnazione della figlia di Apollonius e Celiane, e… E non guardatemi così! So che vi sembra strano… Devo solo aspettare mia cugina e poi potrò spiegarvi tutto”
La ragazza si rivolse poi alla vampira.
“Mia antica amica, hai per caso visto la Principessa negli ultimi giorni?”
“Ti dirò, Keyra… L’ho vista proprio ieri sera, ma se non è cambiata dalla sua vita precedente, si presenterà nel momento meno opportuno. O forse no. Solo il Principe riusciva a capirla, in fondo”
La vampira fece un piccolo sorriso, con un sguardo che rivangava tempi lontani.
Sirius guardò Nobuko in modo strano.
“Perché Rena ti chiama Keyra?”
“Uhm? Ah… era il mio nome nella mia vita precedente”
“L’unica cosa che è cambiata di te dalla tua vita precedente è che ora hai un legame di sangue con Hime-sama… come avevi sempre sperato fin dalla tua infanzia di più di 12.000 anni fa”
“P-Pollon?” chiese retoricamente Silvia, guardando il muso del piccolo animale sbucare da sotto il tavolo proprio di fronte a lei.
“Celiane-sama! Che bello rivederla!”
Pollon si voltò poi verso Apollo.
“Mio signore!” volò letteralmente addosso al ragazzo.
Nobuko si mise a ridere.
“Pollon, calmati! Li hai salutati poco prima di partire”
“Lo so, Keyra-sama, ma mi mancavano così tanto! E Hime-sama… Oh, Hime-sama…”
La ragazza scosse la testa.
“Quindi ti sei reincarnata anche tu” affermò Reika. Nobuko smise di ridere all’improvviso.
“Ho da porvi una domanda, comunque… Voi di questo mondo, sapete chi è Scorpius?”
Un brivido attraversò la schiena di alcuni degli Element, e Silvia sgranò gli occhi, riportando alla mente un lontano grido.
“Forse… ma non l’abbiamo sentito nominare mai finora”
La ragazza fece uno sguardo deluso.
“Non posso dirvi chi era… Ma per ciò che lui ha commesso, io mi sono ritrovata con un senso di colpa enorme, e nella mia vita precedente ho dedicato la mia esistenza a servire Hime-sama. Non fraintendiamoci, la veneravo come una Dea, esattamente come faccio ora, e non mi pento di nulla, ma ha causato una serie di disgrazie che… Beh, di questo non ho la forza di parlarvene da sola… Scusatemi, vi sto facendo preoccupare e sento la vostra ansia anche da qui”
Si strofinò un po’ gli occhi, sentendo le lacrime premere per uscire.
“Comunque” intervenne Sofia “Tutto questo non vi esonererà dagli allenamenti quotidiani!”
“E ti pareva… Ahia, Chloe!”
“Smettila di lamentarti!”
Gli Element, trovando l’atmosfera un po’ più leggera, scoppiarono a ridere.
 
°§°
 
Sirius osservò Nobuko fare dei giri su se stessa, osservando meravigliata la stanza. Nel suo comportamento c’era qualcosa che la faceva assomigliare incredibilmente a Silvia.
“Tu dormi qui?” gli chiese, guardandolo stupito. Annuì.
“Cavolo! Ora capisco”
“Cosa?” le chiese Silvia, ridendo. Nobuko era divertente con quell’espressione stupita.
“Quando siamo diventate Element mi avevano proposto di dormire nella camera singola appartenente a mio padre, ma rifiutai dicendo che preferivo dormire insieme alle altre e che avrebbero dovuto chiedere alla Principessa” spiegò, sollevando la foto della famiglia de Alisia.
“Oh, la nonna. Mi sembra molto più rilassata di quando l’ho conosciuta” prima che potessero fare domande, continuò: “Mia cugina ha dei poteri particolari, che le consentono di parlare anche con le anime dei defunti” prese la piuma del calamaio dallo scrittoio e la rimise a posto.
Reika la fissò confusa, non capendo cosa stesse facendo toccando tutti gli oggetti di Sirius.
Fu Apollo a chiederglielo.
“Perché stai toccando tutto?”
“Oh” la ragazza smise improvvisamente, arrossendo e incrociando le mani dietro la schiena. “Sono mortificata, Sirius. Ma… Molti di questi oggetti mi ricordano mio padre ed è da un po’ che non lo vedo. La mamma dice sempre che ho ereditato veramente poco da lui, oltre al colore di capelli e la passione per la spada, le rose e per la poesia. Ma quella non è neanche una sua o mia dote naturale, per cui…”
“Perché no?” chiese il ragazzo.
Nobuko sorrise al futuro padre. “La poesia era una dote che avevano Celiane e Keyra. Era l’unica cosa grazie alla quale si comprendevano, nonostante quello che…” si bloccò di colpo. “Comunque, essendo tu come tua sorella la reincarnazione di Celiane, e osservando che tu odi Apollo mentre lei ne è innamorata, deduco che tu abbia ereditato la parte più oscura e malinconica di Celiane, quella consumata dalla guerra. La poesia era qualcosa che usava… per comunicare ed esprimersi, appunto. E’ la sua parte più antica, che esisteva prima di incontrare Apollonius. Dopodiché si fuse col nuovo sentimento, cambiandola. Non mi stupisco che tu sia il fratello maggiore e zia Silvia la minore.”
Gli element ascoltavano affascinati la spiegazione di quella minuta ragazza, mentre Sofia e Chloe prendevano appunti.
“Com’è tua cugina?” chiese Tsugumi.
Gli occhi di Nobuko si illuminarono. “Oh, è stupenda. Bellissima. Intelligente. Fantastica. Anche se, con tutta la devozione che dimostro, probabilmente l’avrete già capito” a quel punto si fece scappare una piccola risata, mentre prendeva in mano un libro e lo apriva. “Lei… ha la pelle bianca come il latte e pallida. E’ una donna forte, anche se all’apparenza possa apparire fragile. E’ molto alta, dicono che l’altezza l’abbia presa da mio padre. Ha lunghi capelli rossi e lisci e gli occhi azzurri-grigi. Ha un sorriso stupendo, tutti i ragazzi alla Deava sognano di ricevere le sue attenzioni anche per solo una sola volta nella vita. Ama cantare, ed è anche la sua specialità, possiede una voce che ha un effetto calmante. E poi…” si fermò, imbarazzata, e ripose il libro. “Scusatemi, mi sono lasciata trasportare”
Reika rise. “Non fa niente, Nobuko” la ragazza arrossì un poco, poco prima che gli allarmi cominciassero a suonare.
“Che sta succedendo?” esclamò Sirius allarmato.
“Un attacco…? Ma… com’è possibile?” chiese Jun.
Pollon sbucò fuori all’improvviso. “E’ lei, è lei!!! E’ arrivata, la Luna di Fuoco è arrivata!!!”
Nobuko spalancò gli occhi e insieme agli altri corse alla sala comandi.
 
 
 
 *Angolo Autrice*
LO SOOOOO SONO IN ENORME RITARDO e non ho scusanti, non avevo ispirazione e voglia, perdonatemi, chiedo venia!!!! >.< >.<
Spero di poter scrivere il prossimo capitolo più velocemente, e i commenti mi aiuterebbero!!! Recensite, vi prego! Voglio sapere la vostra opinione! (Oltre al ritardo mostruoso...)
Kiss,
gatta12. <3






 

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Capitolo 5
*** Cap.4 Shelia ***


Cap. 4

Shelia

 

°§°

 
Una musica leggera riempì l’aria, mentre un canto angelico intonava una canzone celeste.
Silvia, dal Vector Luna, osservò la Terra sotto di lei, in cerca di quella persona che Nobuko definiva sua figlia.
Era nervosa.
Una famiglia. Con Apollo.
Era strano. Ma suonava bene.
Il ragazzo dal canto suo tentava di pensarci il meno possibile.
Non doveva sforzarsi molto, poiché sentiva un odore molto forte provenire da tutt’intorno a lui.
“Giglio… Questo è odore di giglio…”
“Hai ragione” disse con un po’ di difficoltà Sirius, dal Vector Mars. “E’ giglio. Ma è strano che si senta a quest’altezza, non trovate?”
Dalla sala comandi, tutti guardavano con ansia lo schermo.
“Ma chi è che canta? Tua cugina?”
Nobuko annuì verso Chloe, mentre scrutava anche lei con affanno il mondo di fuori.
Il silenzio avvolgeva il tutto, mentre l’inquietudine saliva.
“Mh... Mi aspettavo che le Vector avessero un aspetto diverso”
Silvia gelò sul posto, mentre, lentamente, si girava.
Una ragazza era in piedi. Nel nulla assoluto.
Aveva addosso un tubino bianco senza maniche ed era a piedi nudi.
Sorrideva a Silvia.
“Ciao”
“Hic!” dallo spavento, Silvia perse per un attimo il controllo del Vector Luna che iniziò a volare in picchiata.
“O, andiamo, non ti agitare, non sono un fantasma!” rise la ragazza, mentre Silvia riprendeva il controllo del Vector.
“Mi hai spaventata!”
“Silvia, che succede?” chiesero gli altri.
Silvia li guardò con occhi spalancati.
“Non la vedete?!”
“Chi?” sguardi perplessi seguirono quella domanda.
“Per cosa credi che sia semi-trasparente? Mi vedi solo tu in questo momento”
“P-perché?”
“Mh… Vedi, se apparissi completamente i Vector non mi permetterebbero di uscire”
“Cos-?”
“Lunga storia. Puoi tornare alla DEAVA, ora, per favore? Così tutti potranno vedermi”
“O-Ok…” Silvia, ancora scioccata, diresse il Vector verso la base, ignorando i compagni che le chiedevano cosa stava succedendo. Apollo e Sirius la seguirono.
Quando Silvia scese dal Vector, i compagni si fiondarono su di lei.
“Silvia, cos’è successo?” chiese Reika.
La ragazza deglutì e indicò nel vuoto.
Una tenue luce e un dolce profumo di giglio di irradiarono per la stanza, mentre la ragazza, mentre ancora fluttuava, si rendeva visibile.
I ragazzi restarono senza fiato.
Questa bellissima ragazza, dai capelli rosso fuoco e dagli occhi azzurri come due lapislazzuli, sorrideva dolcemente ad ognuno di loro.
Pierre fischiò, mentre Chloe, rossa in viso, gli dava una gomitata nelle costole.
“Principessa!” Nobuko si fece spazio tra tutti quanti e si buttò tra le sue braccia, piangendo.
“Nobuko!” rise la ragazza “Quante volte ti ho detto di non chiamarmi in quel modo, cugina!”
Pollon si intromise tra le due, carezzando col musetto il viso della ragazza.
“Principessa Shelia! E’ bello averla qui!”
La ragazza ridacchiò, poi volse lo sguardo sulle altre persone.
Divenne improvvisamente seria.
“Mi dispiace per il disagio che sto causando” piegò di poco la testa, in segno di scuse. “Non volevo davvero arrivare a tutto questo, ma sono disperata. Lui è qui ed io… Io devo trovarlo” gli occhi le si riempirono di lacrime.
“Shelia-san…” mormorò Nobuko.
Nobuko la prese per il polso, voltandola verso i Vector, e la portò un po’ lontana dagli altri.
I ragazzi trattennero il fiato.
Il vestito di Shelia lasciava la schiena scoperta e, tra i capelli, si potevano scorgere delle cicatrici sulla schiena.
Cicatrici di ali d’angelo.
 
°§°

“Shelia-san” la chiamò dolcemente Nobuko.
La rossa si calmò un poco, ma i suoi occhi azzurri continuavano ad essere bagnati di lacrime.
“Cugina, io… Mi dispiace. Qualche volta… A quello che provo ora si mescolano i sentimenti della mia vita passata”
Nobuko scosse la testa e la guardò.
“No, Hime. Sono gli stessi di adesso, e voi lo sapete”
Shelia trattenne il fiato.
“Non potete nascondervi più, lo sanno tutti quelli del nostro tempo ormai”
La figlia di Silvia chiuse gli occhi, ricacciando indietro le altre lacrime che minacciavano di uscire.
“Non riuscirò più a guardare in faccia mia madre… Come allora. Non ce la farò mai, Nobuko. Rimarrò di nuovo sola”
 
°§°
 
“Certo, Silvia, che sei davvero fortunata! Hai visto che schianto di figlia che hai?” le disse Tsugumi, quando rimasero da sole in camera.
“Ssshhhh! Sta dormendo, non vedi?” la bionda indicò la ragazza del futuro.
Aveva insistito tanto per poter dormire insieme a Silvia, che la ragazza non si era permessa di rifiutare. Oltretutto, la futura figlia aveva un odore buonissimo, che ti faceva venir voglia di dormire dolci sogni.
Forse, dormendo insieme, Silvia non avrebbe fatto più gli incubi che la tormentavano da un po’. Forse si sarebbe saputo anche il perché a volte si sentiva posseduta da qualcosa…
“Beh” sussurrò Reika. “Io invece mi chiedo perché Nobuko non abbia insistito per dormire con la cugina. Mi sembra strano, è molto attaccata a lei.
“Hai ragione, davvero strano. Pensandoci, però, potrebbe anche essere una forma di rispetto. Avete visto in che stato si è ridotta Shelia dopo essere arrivata? Il motivo per cui sono qui deve essere devastante per lei…
“Già…”
Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Silvia parlò.
“Dài, ora a dormire, che domani si prospetta una giornata faticosa”
 
°§°

Dannazione.
Era la prima volta che si lasciava sfuggire una preda in quel modo.
Apollo si arruffò i capelli, irritato.
L’immagine di Silvia gli balenò nella mente.
Merda.
Non aveva mai pensato che un giorno lui e Silvia avrebbero potuto… Beh… Avere una famiglia.
“Ti avverto, cane rognoso, prova a fare del male a mia sorella e non puoi immaginare cosa ti accadrà”
Rizzò la schiena, voltandosi di scatto verso Sirius.
Lo guardò male.
“Non ferirei mai Silvia volontariamente”
Si fissarono in cagnesco per un po’.
Sirius sospirò.
“Starete davvero insieme in futuro, e su quello non posso più fare nulla. Almeno avrò una figlia e una nipote degne di me e mia sorella. A quanto pare Shelia da te prenderà solo i capelli rossi”
Apollo tentò di mantenere la calma, stringendo i pugni.
Quel damerino…
 
°§°

“Nicolas”
Il vento soffiava leggero, quella sera.
“Dove sei, Nicolas?”
La donna strinse a sé quella piccola creatura.
“Nicolas… Mi hai lasciata sola…”
Due lacrime bagnarono il volto del ragazzino rannicchiato contro il suo ventre.
“Avevi promesso… Che non ci avresti lasciati soli…”
Carezzò la pelle bianca del bambino, che continuava a dormire.
“Tutto ciò che mi è rimasto di te sono le… Le tue ali…”
Il vento si alzò, caldo, come a farle una carezza tiepida. La carezza le sfiorò le labbra e si trattenne dall’urlare.
“Nicolas…”
 
 -----------

Shelia
 
 
 
 


_______
Angolo Autrice
Ehilà gent- *Si para dai coltelli che le lanciano addosso*
Ehm, ok... Come sapete già, o avrete immaginato, non avevo molta ispirazione, ma oggi mi sono messa e ho finito il capitolo (Spero che piaccia).
Ed ecco che entra in scena Shelia! Apollo sembra confuso, Sirius si è arreso all'evidenza e Silvia cerca di capire cosa le abbia preso. Il suo corpo non le risponde più. Eheh
Chi è la madre di Nobuko? Mi sorprende che nessuno l'abbia chiesto.
Anche se, pensandoci, è davvero troppo ovvio forse -.-''
Adios, miei cari lettori, alla prossima!
°
Kiss, gatta12 <3
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Cap.5 La nostra storia (parte I) ***


Cap. 5
La nostra storia
(parte I)
 
 
 
°§°


L’orologio batté le cinque del mattino. Silvia aprì gli occhi, confusa. Si trattenne dal gridare.
Apollo era nella camera, e le stava fissando. Per lo più fissava Shelia, ma quando si accorse che lei era sveglia le sorrise, impacciato. E Silvia non riuscì a dire nulla.
Si alzò e si sedette accanto a lui, sul letto; Apollo le prese la mano e intrecciò le loro dita.
“Cosa ne pensi di tutto questo?”
“Non so… E’ accaduto tutto in fretta, non ci sto capendo niente…” bisbigliò lei.
“Perché sono qui? Qual è il loro scopo? Queste sono le domande che potrebbero darci delle risposte, al momento. Ma non le abbiamo”
“Potremo semplicemente chiedere” suggerì Apollo.
Silvia lo guardò come fosse impazzito.
“Che c’è? Tentar non nuoce” Prima che potesse fermarlo, Apollo aveva già allungato una mano e scosso leggermente la ragazza.
Silvia gli diede un scappellotto.
“Ahi! Che motivo c’era di…?”
“Non potevi aspettare domani mattina?”
“Per quanto ne sappiamo, domani potrebbe essere anche troppo tardi”
“E da dove tiri fuori frasi del genere adesso?”
Si sentì una risatina, e si voltarono verso Shelia. La ragazza aveva i capelli completamente spettinati, e Silvia le aveva dato uno dei suoi pigiami. Era bellissima nella luce lunare, e Silvia si sentì stringere il cuore.
“Volete sapere perché sono, siamo qui, non è vero?”
“Non vogliamo essere inopportuni, ma…”
“Certo, capisco” Shelia sorrise loro, poi si voltò verso le scale. “Uscite, adesso, voi due”
Quando Tsugumi e Reika fecero capolino dalle scale, i due ragazzi si affrettarono ad allontanare le loro mani.
“Scusate…” disse imbarazzata Tsugumi, ma Shelia fece un gesto con la mano, indicando che non importava.
“La mia storia è… Triste, per così dire. La dirò a voi, ma poi non so se sarò in grado di ripeterla di nuovo ai vostri compagni…”
“Ci penseremo noi, a loro” le sorrise Reika.
“Bene. Allora… devo iniziare parlando della mia vita precedente, direi…”
 
°§°
 
Angel e suo fratello Gabriel erano i figli di Celiane e Apollonius. Erano nati nel bel mezzo della guerra, ma durante la loro infanzia non mancò mai l’affetto da parte dei genitori.
Poi, un giorno, Angel e Gabriel videro suo padre partire per una delle sue missioni e non tornare più. I due avevano circa otto anni all’epoca. Mentre Gabriel, dopo la notizia, corse dalla madre, lei si rifugiò di corsa nella sua stanza, facendo chiamare Rena, la sua migliore amica lì al castello. Era, dei due fratelli, la più legata al padre, e non voleva accettare la sua morte.
L’assassino di Apollonius era Scorpius. Fu un duro colpo per tutti. Scorpius era il migliore amico di Celiane, un uomo fidato, e aveva tradito tutti solo per il potere.
Era stata Celiane, poi, ad uccidere l’uomo.
Ho ucciso il mio migliore amico per amore. Non so se sia giusto o no”
Aveva detto Celiane ai figli, poco prima che Angel corresse nella sua camera. Dopo qualche ora, era uscita, girovagando per il castello.
Lo percorse tutto, da cima a fondo, finché non si accorse di essere arrivata davanti alle vecchie stanze di Scorpius. Stava per scoppiare a piangere e correre via, quando sentì un rumore.
Aprì la porta lentamente.
La stanza era buia, sinistra. Angel fece qualche passo avanti, e poi le vide. Catene. Catene attaccate al muro. Cercò l’altra estremità, e ciò che vide fu terrificante.
Una bambina, una bambina di appena sei, sette anni, era stesa per terra, con le catene ai polsi e alle caviglie. Aveva dei brutti tagli in tutto il corpo, e sotto di lei si allungava una macchia di sangue.
Angel corse al suo fianco, e vide che la piccola respirava ancora. Si concentrò, e l’attimo dopo sentì solo il leggero strappo dei vestiti. Dal suo braccio fuoriuscì un’ala, che uso per coprire la bambina ed iniziare a guarire le sue ferite.
Con la mente, cominciò a chiamare il gemello: ‘Gabriel, Gabriel, Gabriel. Segui la mia voce, fratello, porta da me nostra madre, Gabriel’
Non seppe quanto tempo fosse passato, quando sentì la porta spalancarsi.
Vide solo sua madre piegarsi sulla bambina, accanto a lei. Angel era talmente stremata che non si era nemmeno accorta del fatto che la bambina aveva ripreso conoscenza, e la fissava. Le sorrise, cercando di rassicurarla.
Sua madre fece delle domande alla piccola, lentamente, scandendo le parole. Angel ne sentì solo qualcuna:
“Come ti chiami?”
“…K-Keyra…”
“Perché sei qui, Keyra?”
“…Mio padre… Mi ha rinchiusa… qui… tanto…tempo fa…”
Angel vide sua madre sussultare, fissò negli occhi il gemello e allora capì.
Keyra era la figlia di Scorpius.
Ma nessuno dei tre, comunque, ebbe esitazione nell’aiutare la bambina, e fecero chiamare un medico.
-
Keyra crebbe come dama di compagnia di Angel, insieme a Rena. Era una ragazza dolce, silenziosa, e non faceva altro che comporre poesie. Poesie su Angel, soprattutto. Aveva una vera e propria adorazione per lei, era la sua migliore amica e salvatrice, colei che le aveva fatto vedere la luce del Sole e della Luna per la prima volta, e le voleva un bene dell’anima.
Keyra detestava suo padre. Non solo per ciò che aveva fatto ad Apollonius: suo padre era un perverso. Lei non sapeva nemmeno chi fosse sua madre, e per non far sapere al mondo che aveva una figlia, Scorpius le aveva rifiutato la possibilità di vivere, trattandola alla stregua degli animali.
Ma ora era libera. Innamorata di Gabriel, e libera.
-
Tutto cambiò quando dovettero fronteggiare un nuovo angelo, quando riiniziò la guerra.
Non l’avevano mai visto, era la prima volta che scendeva in battaglia direttamente. Aveva i capelli blu notte, e le ali circondate da un’aura blu scuro.
Sui Vector c’erano Angel, Gabriel e Keyra. Il Vector Luna fu colpito, e cadde sulla Terra, mentre né Gabriel né l’amica poterono aiutarla, occupati a fronteggiare i nemici.
Angel si trascinò fuori dal Vector a fatica. Quando aprì gli occhi, l’angelo era lì, davanti a lei.
Lui non l’attaccò. La fissò negli occhi, e le chiese:
“Sei tu la figlia di Ali del Sole?”
Angel annuì, senza perdere il contatto visivo, né mostrarsi spaventata.
Suo padre le aveva raccontato di quel ragazzo. Era il principe degli Angeli delle Tenebre, e Apollonius gli aveva fatto da maestro.
L’angelo non disse nulla, semplicemente si voltò e volò via.
Probabilmente, fu lì che iniziò tutto. O forse dopo. Keyra, nei suoi racconti delle confidenze dell’amica, si mostra incerta su questo.
Fatto sta che, da quel momento, Angel e l’angelo della Notte, Nicolas, diventarono amici. Ovviamente, nessuno lo sapeva.
Si incontravano di nascosto, e parlavano molto.
Un giorno, Keyra vide Angel rientrare e, al contrario delle altre volte, la principessa non le disse nulla. La seguì, mentre Angel camminava lentamente verso la camera da letto della madre, con la piuma di suo padre intrecciata tra i capelli che si illuminava, di tanto in tanto.
La vide bussare alla porta. Celiane aprì, e rimase stranita a vedere la figlia davanti alla sua porta.
Angel non aveva avuto un rapporto strettissimo con la madre, non almeno quanto lo aveva col padre. Ma per quel giorno, per quel momento…
Angel all’improvviso scoppiò a piangere. Si portò le mani sul viso e si inginocchiò a terra.
La madre capì immediatamente, e l’abbracciò.
Angel aveva intrapreso lo stesso destino della madre.
Si era innamorata di un Angelo delle Tenebre.
-
Nicolas e suo fratello minore tradirono, come fece Apollonius prima di loro.
Futaba era un bambino, e non capiva le decisioni del fratello, ma lo seguì lo stesso poiché era molto attaccato a lui.
La guerra continuò, mentre Nicolas e Angel trascorrevano sempre più tempo insieme, e Futaba cominciava ad avere un grande attaccamento verso la principessa, che considerava alla stregua di una madre.
Poi, Celiane rimase uccisa.
Erano ad Atlandia, e Angel non seppe mai come la madre riuscì ad addormentare gli angeli, ma ciò le costò la vita.
Erano feriti, e stanchi. Il portale per la Terra si stava chiudendo, ed Angel era aggrappata sull’orlo di uno strapiombo, sotto il quale il portale mostrava il cielo degli umani.
Nicolas stava morendo. Non aveva nemmeno la forza di tirarla su, le teneva semplicemente la mano.
“Nicolas…! Dobbiamo andare, non sopravvivremo se restiamo qui”
“Se salti non sopravvivrai, Angel! E io non ho abbastanza forza per utilizzare le mie ali!”
Nicolas le strinse la mano, e i due rimasero in silenzio mentre Atlandia cadeva.
“Angel… Angel, ascoltami” la ragazza lo guardò.
“Mi dispiace per tutto, Angel… Ho anche peggiorato il rapporto che avevi con tua madre e…”
“Quello non era colpa tua, Nicolas… Io ti amo, la colpa è solo mia”

“Fammi finire” l’angelo con l’altra mano accarezzò il viso della ragazza, mentre lei tentava di tirarsi su.
“Ti amo. Tornerò da te, Angel” la principessa a quelle parole si bloccò. “Tornerò da te, e saremo felici. Intanto, ti prego, prenditi cura di Futaba. E anche di loro
“Cos-”
Fu in quel momento che il principe mollò la presa.
E Angel cadde. Dopo qualche secondo, urlò.
Nessuno seppe mai che razza di incanto avesse usato Nicolas, ma ogni singola piuma delle sue ali lo abbandonò e corse dall’amata.
La Notte aveva donato le sue ali, la sua vita, il suo amore alla Luna.
L’ultima cosa che Angel vide prima di attraversare il portale, fu il sorriso dell’uomo che amava mentre moriva.
-
Una delle piume non era ritornata a formare le ali. Quando Angel si svegliò, come in trance, legò quell’unica piuma della Notte accanto a quella del Sole.
Si toccò l’ala di suo padre che aveva sul braccio, e poi quelle sulla schiena.
E urlò.
Urlò fino a non avere più voce, e pianse. Pianse, perché aveva perso tutto.
Le restavano solo suo fratello e il piccolo Futaba.
Furono loro due a trovarla.
Era rannicchiata a terra, e piangeva, piangeva e piangeva, mentre invece gli umani esultavano, poiché finalmente la guerra era finita.
I due non dissero nulla. Gabriel appoggiò il capo di Angel sulle sue gambe, carezzandole il volto, mentre Futaba si rannicchiava contro il ventre della ragazza.
-
“Madre!”
Angel si voltò. “Futaba. Dimmi pure” gli sorrise, stanca.
“Volevo donarti questa, madre”
Il bambino si staccò una delle sue piume celesti e gliela porse.
“Futaba…”
“Grazie alle piume di Nicolas e Apollonius, riesci a ricordarti di essere stata figlia e amante. Ora voglio che tu prenda questa, e ricordi di essere stata anche una madre, per me”
Angel scoppiò in lacrime e l’abbracciò.
“Oh, Futaba…”
Il bambino le legò la piuma tra i capelli e le sorrise.

-
Futaba non era l’unico angelo delle Tenebre a non essere caduto nel sonno.
Un giorno, quel giorno, Angel portò Futaba nei giardini, mentre erano guardati a vista da Gabriel, che teneva tra le braccia suo figlio, da poco nato da sua moglie, Keyra, quest’ultima e Rena.
“Futaba, ascoltami. Quando accadrà, prendi le tre piume e posale sulla tomba dei miei genitori”
“Quando accadrà cosa, madre?”

Angel gli sorrise stanca.
“Ti amo, piccolo Futaba. Sei il mio bambino, e lo sarai sempre. Ci rivedremo”
Fu allora che accadde.
Angel l’aveva percepito, e l’aveva accettato.
Una freccia avvelenata le trapassò il corpo, entrando dalla schiena e uscendo dal ventre.
Urlarono tutti, e corsero da lei.
Macchie scure di un’oscura malattia si diffusero sulla pelle di Angel, insieme alla macchia di sangue che si allargava sotto di lei, macchiando il candido abito che portava.
Iniziò a dissolversi in polvere dorata.
Accarezzò con lo sguardo tutta la sua famiglia, e sorrise.
-
Futaba fu portato via da Otoha, ma prima che lei gli cancellasse la memoria, diede le tre piume a Keyra e Rena, affinché le posassero sulla tomba di Apollonius e Celiane.
La tomba era nei sotterranei, il cui accesso era segreto a tutti quelli che non erano gli amici di Angel e Gabriel.
Keyra posò le piume sulla tomba, e guardò in alto, nell’ombra della grotta, alle statue di Celiane ed Apollonius. Rena era poco più dietro, e sulle scale stava Gabriel, immobile.
Poi, le tre piume si sollevarono in aria, e si fusero.
Lo spirito di Angel apparve davanti a loro.

“Keyra. Rena. Gabriel. Questa è la mia eredità” lo spirito sorrise, malinconico.
“Keyra, Rena, noi ci rincontreremo. E’ una promessa. Keyra, farai di nuovo parte della mia famiglia, puoi starne certa” La donna scoppiò a piangere.
“Gabriel. Gabriel, fratello mio, a te affido la discendenza dei nostri genitori. E’ dalla tua discendenza che rinasceremo, io, nostra madre, nostro padre, e Keyra. Ti affido il regno, fratello, so che saprai governarlo. Ti amo moltissimo” Il fratello le sorrise, fra le lacrime. “Ti amo anch’io, sorella”
Angel si guardò le mani, e mormorò. “Rena, tu che sei immortale, aspetterai il mio ritorno? Ti prenderai cura dei miei genitori?”
“Con tutta l’anima, mia signora” le rispose la vampira, sorridendo.
Angel chiuse gli occhi.
“Spero di poter rivedere Futaba, un giorno. Il mio bambino”

Li riaprì di scatto.
“Ci reincarneremo, ma devo dirvi qualcosa, prima. L’anima dei miei genitori si è divisa in due, come anche quella del mio amato Nicolas. E ora, una metà di Apollonius e una metà di Nicolas sono dentro l’Aquarion. Non riutilizzatelo, se non in caso di estrema necessità. Nascondete l’Aquarion”
Angel sorrise.
“Vi voglio bene”

E scomparve, insieme alla piuma dorata.
 
 
 
 
* Angolo Autrice*
 I know, I know... Sono sempre in ritardo, ma almeno il capitolo è più lungo del normale, no? XD
Recensite in tanti, vi prego! *-*

 
 
 
 
 
 

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