Posso abbattere le tue paure?

di Tinucha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- P.O.V JORGE ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- Punto di vista di Jorge ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- Pov Jorge ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


<< Vedrai bambina mia, un giorno anche tu sarai felice così come me ed il tuo papà >> sorrisi a quelle parole aspettando invano quel giorno. Poi ho conosciuto te,eri lì che mi squadravi con quegli occhi e quello sguardo che mi faceva vergognare.
 << Mamma ma l'amore com'è? >> 
<< Che vuoi dire? >> << Oggi ho incontrato un ragazzo e so che è strano ma ho sentito un brivido lungo il collo, ed una sensazione bellissima espandersi per tutto il corpo, è stato come una delicata carezza, quasi indescrivibile >> l'espressione di mia madre cambiò << È questo l'amore mamma? >> le domandai felice,ma lei non parlò. << Mamma?! >> << Sei troppo piccola per provare certe emozioni>> mi disse seria << Ma come me lo avevi detto tu che un giorno sarebbe successo, mamma quel giorno è arrivato!>> << No figlia mia non può essere arrivato,non può! >> e pianse, pianse terribilmente da fare schifo.
Solo adesso posso capire ciò che lei intendesse a quei tempi. La sua unica intenzione era quella di proteggermi da te. Sono passati 4 lunghi anni ed io non ho ancora smesso di cercarti per strada. Aspetto anche un solo cenno mentre tu mi deridi definendomi:"la ragazzina che ti viene ancora dietro". Un giorno mi stancherò di tutto questo e "la ragazzina" se ne andrà. Però fra 40 anni quando ti rialzerai nel letto con una qualunque, desidererai qualcuno che ti ami ardentemente proprio come ho fatto io. Io che sono stata tanto criticata. Solo oggi mi rendo conto che l'Amore non è più rose e fiori come me lo descriveva la mia mamma. Ora mi spiego: gli amori non ricambiati, i matrimoni combinati e quello finiti. Tutto si spiega prima o poi.
E mi ritrovo ad oggi a guardare mia madre negli occhi, con una tazza tisana fumante tra le mani di fronte al caminetto, con il cuore pieno di tristezza e stupidi ricordi capaci di farlo andare avanti. << Allora? Come va la scuola? >> ridacchio 
<< Domanda di riserva? >> << Come è messo il tuo cuoricino? >> il sorriso mi muore immediatamente sulle labbra << Ieri ho preso 7 in matematica >> questa volta è il suo di sorriso a spegnersi. << Ci stai tanto male? >> << Abbastanza >> 
<< Sicura che sia amore Martina? 
Sicura?>> << Si Mamma è tardi, è troppo tardi >> << Non ridurti così per uno che non ti merita >> << Non mi importa se mi merita o no, io voglio Lui >> << Hai solo 17 anni che ne puoi sapere? >> mi alzo di scatto furiosa << CHE NE POSSO SAPERE MAMMA? PERCHÉ QUEL FOTTUTO GIORNO IN CUI MI HAI SPIEGATO COSA FOSSE L'AMORE, L'HO ASPETTATO CON TUTTA ME STESSA E POI È ARRIVATO LUI AD INSEGNARMELO. SI È RUBATO IL MIO SONNO ED È ENTRATO A FAR PARTE DEI MIEI SOGNI QUANDO NESSUNO LO AVEVA INVITATO. MI HA DERISA PER STRADA ED IO NONOSTANTE TUTTO CONTINUO A VOLERLO. E NON SONO PIÙ UNA BAMBINA MAMMA, PERCHÉ LUI È IL PEGGIORE SI, MA L'ESSERE INESISTENTE AI SUOI OCCHI MI HA AIUTATA A CRESCERE IN FRETTA. HO IMPARATO A SOPRAVVIVERE CON IL DOLORE. SEI SICURA MAMMA CHE IO SIA ANCORA UNA BAMBINA? >> i miei occhi tornano come ogni santo giorno a riempirsi di lacrime << No Martina, non lo sei più >> e mi abbraccia come quando da piccola facevo un brutto sogno e per scacciarlo via lei mi prendeva per mano. << Prima o poi passa. Tutto passa. >> << Anche 
l'Amore? >> mi asciugo gli occhi ricoperti di mascara mentre lei non fiata << Quello no, vero Mamma? >> mi stringe forte a se 
<< No Martina quello no >> mi aggrappo al suo braccio << Quello no >> ripeto sconsolata.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


<< Mamma, ti ricordi quella volta in cui ti ho chiesto come fosse l'Amore? >> annuisce smettendo di lavare i piatti e avvicinandosi a me che sto pulendo casa con una pezza. Rigiro quest'ultima nelle mani abbastanza imbarazzata per la domanda che sto per farle. << E-e fare l'Amore? Com'è-com'è fare l'Amore? >> mi fa cenno di sedermi ed io eseguo l'ordine tenendo ancora lo sguardo basso. << Cosa vuoi sapere esattamente? >> << Tutto ciò che c'è da sapere, vorrei solo essere preparata semmai dovesse capitarmi >> << Non voglio importi niente figlia mia, ti chiedo solo di donarti alla persona che ami >> << E se quella persona non mi ama? >> << Sei tu a decidere bambina, ma ti prego, concediti solo alla persona a cui regaleresti il tuo cuore >> << Jorge >> sussurro << È bello Martina, ed è intenso, le emozioni che vengono provocate con un bacio sono triplicate >> << So che non capiterà mai, ma semmai dovessi fare l'amore con lui, quello che provo andrebbe crescendo? >> << Esattamente >> << Come potrei far crescere i miei sentimenti Mamma? Insomma io me lo immagino la mattina appena sveglio e spettinato quando è incazzato con il mondo intero. Amarlo più di così è impossibile >> << Vedrai tesoro >> mi carezza i capelli << Adesso va' a preparati che è già tardi e Candelaria sta per arrivare >> lancio un'occhiata all'orologio << Accidenti hai ragione >> le sorrido schioccandole un bacio sulla guancia e corro di sopra a prepararmi. Quando io e la mia migliore amica arriviamo in villa dagli altri mi preparo vedendolo da lontano con una ragazza seduta sulle sue gambe. Sa di piacermi, ma non tira più in ballo il discorso. Per fortuna non ho mai confessato di esserne innamorata, sarebbe sicuramente stata una tragedia, una catastrofe. << Ehilà >> salutiamo tutti quanti con un cenno di mano e il cuore batte così forte quasi fino ad uscirmi dal petto, quando lo vedo avventarsi sulle sue labbra e palpeggiarla. Le lacrime minacciano di abbandonare i miei occhi ancora, ma credo che per oggi sia abbastanza. Frugo nella mia borsa e prendo una sigaretta per poi accenderla. Lo sguardo delle mie amiche è duro, in particolare quello di Cande. << Quando la finirai? Questa roba uccide >> tira via la sigaretta dalle mie labbra per buttarla per terra e spegnerla. Non so che dire, ed il silenzio sembra essere calato. Il mio cellulare squilla ed io mi affretto a rispondere. << Pronto?! >> << Puffa, dove sei? >> << Damien? Che succede? >> sbatto le palpebre sconvolta << Hai bisogno di me, ed ora ascoltandoti ne ho la conferma. Allora? Dove sei? >> << In villa >> << Non muoverti sto arrivando >> rimango ancor più senza parole. << Che hai Tini? >> interviene Mercedes << Damien, sta venendo qui >> << Ma chi il tuo migliore amico? Quello di cui parli sempre? >> annuisco << Già >> poi il rombo di una moto mi fa voltare. Un ragazzo scende togliendosi il casco e passandosi una mano tra i capelli scuri per poi mostrare il suo sorriso perfetto. << DAMIEN >> grido correndogli incontro. Il casco cade dalle sue mani mentre lui ridacchia abbracciandomi. << Ciao anche a te Puffa >>. << Scusate il ritardo, colpa di Dami >> << Colpa di chi? Hai cambiato sette vestiti chiedendomi un parere per poi metterti un semplice paio di jeans con una maglietta >> interviene sconvolto << Dettagli >> << Si dettagli, che fanno la differenza però >> roteo gli occhi << Sei estenuante Damien, mi fai girare le palle >> << Non pensavo ne avessi >> << Tu me le fai crescere Lauretta >> << No ragazzi non meravigliatevi, questo è nulla >> ridacchio abbracciandolo ed il mio cellulare squilla. << Quell'aggeggio te lo brucio >> sbotta mentre io rispondo al numero sconosciuto. << Si?! >> << Martina, sono papà >> << Che vuoi ancora da me? Ti avevo detto di lasciarmi in pace >> Damien mi guarda, e sembra aver già capito tutto << Passamelo >> scuoto il capo allontanandomi, mentre gli altri sembrano confusi. << Ti prego fammi spiegare, quando tornerò a casa sarà la prima cosa che.. >> << No non hai capito, non sono sicura di volerti rivedere. Parla papà >> << Mi hanno diagnosticato una malformazione al cuore, mi faranno un intervento tra un paio di mesi e c'è il 27% di possibilità di riuscita. Martina Perdonami, volevo solo che steste bene ma ho sbagliato tutto >> << Torna a casa papà, torna a casa non ti lasciamo più >> mi lascio andare a sedere su una panchina mentre tutti mi si avvicinano. << Che ti ha detto? Giuro che.. >> << È malato Damien, è malato >> deglutisce << Che vuol dire che.. >> << Gli ho detto le cose peggiori al mondo maltrattandolo quando lui l'aveva fatto per me, per noi perché ci ama. Oh mio Dio Damien >> mi copro la bocca con una mano. << Che sta succedendo aspettate? Chi era al telefono? >> interviene Candelaria << Alejandro >> risponde Damien che sa del fatto che la rossa sia a corrente di tutta la storia. Infatti, lei sgrana gli occhi. << Devo andare immediatamente a casa. Devo parlare con la mamma >> mi incammino velocemente quando sento qualcuno tirarmi il polso violentemente tanto da farmi voltare. Mi ritrovo a 2 cm dalla Sua bocca. Dalle sue labbra. << Sei troppo sconvolta Martina, ti ci accompagno io >> << Va bene >> Durante il tragitto verso casa lui non osa fiatare, né farmi domande. Scendo frettolosamente dall'auto aprendo casa e trovando mia madre in ginocchio a piangere con il suo cellulare in mille pezzi sul pavimento. << Hai parlato con lui, vero? >> << Non può essere vero, no! >> Jorge nonostante le urla non si intromette e rimane fermo sulla porta di casa al mio fianco. Mi avvicino inginocchiandomi e stringendola forte. << Insieme siamo più forti Mamma, niente potrà distruggerci >> annuisce << Hai ragione bambina mia >> mi attira a se ed io mi ritrovo con la testa nell'incavo del suo collo. Poi lo vedo. È sulla soglia, affianco all'uomo della mia vita. È bianco cadaverico, ed è pelle ed ossa. << Papà >> sibilo alzandomi e correndogli incontro sentendo la sua presa rafforzarsi intorno alle mie spalle. << Amore mio >> stavolta scoppio davvero a piangere dimenticandomi di Jorge. << Papà >> ripeto come se fosse tutto frutto della mia immaginazione. << Mariana >> boccheggia guardando la mamma e sento il suo cuore cominciare ad aumentare i battiti a dismisura e sono sicura che per la mamma è lo stesso << Sei qui Alejandro >> sorride avvicinandosi piano << Non me ne vado più, ve lo prometto. Stavolta resto >> sbotta attirando a se per la nuca la mamma e baciandola come se fosse il suo ossigeno. Li guardo con le lacrime agli occhi e giuro che se Jorge mi avesse guardato così anche solo una volta gli avrei concesso tutta me stessa. Di Amori ne ho visti tanti nella mia vita, ma il loro è un qualcosa di indescrivibile. So che una sensazione del genere provata sulla propria pelle è tutta un'altra storia, ma se Jorge ricambiasse quel che sento per me non ci sarebbe domani. Mi sono aggrappata a Lui troppo in fretta e mi hanno sempre insegnato che questa è una cosa sbagliatissima, perché se ti tieni in piedi grazie a una persona quando quel qualcuno se ne va, rimani fregato. Perché io li so leggere gli occhi dei miei genitori e loro non hanno smesso di amarsi nemmeno un istante. Neanche quando si sono urlati contro. L'Amore rende deboli dicono, ma a me non sembra. Forse a volta capita, ma come si può battere una cosa così forte? Sarebbe come sfidare le leggi della fisica, oppure come aspettare la pioggia durante la siccità: inutile e deludente. Aveva proprio ragione Hilary Duff in Cinderella Story. Non odiatemi vi prego! So che questo capitolo è orrendo, ma è necessario! È di passaggio. Jorge doveva vedere il lato debole che Martina non ha mai voluto mostrare e prometto che presto arriveranno dei capitoli migliori di questo senza dubbio. Sento già i fischi per questo orrore. Scusatemi, spero che le novità vi facciamo sognare ad occhi aperti e vi permettano di chiudere un occhio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


3 mesi dopo.
<< Come sta Alejandro? >> domanda Candelaria. Sono davvero fortunata ad avere una migliore amica come lei, è sempre stata al mio fianco quando ne avevo più bisogno. Ci conosciamo da quando avevamo 6 anni. L'ho incontrata per caso, un giorno di Primavera nel parco dietro casa, ricordo che piangevo perché papà non voleva comprarmi una bambola nuova (in quel mese ne avevo rotte una decina). "Perché piangi?" Si era avvicinata con il suo dolce sorriso capace di portare il buonumore ovunque "Il mio papà non vuole comprarmi una nuova amichetta" aveva tossito guardandosi le scarpe "E se fossi io la tua nuova amichetta?" Da quel momento nessuno era riuscito a separarci. Ritorno alla realtà guardandola con un sorriso che va da un orecchio all'altro << Credo si non averlo mai visto così pieno di vita >> << E a te come va? >> << Oh alla grande! >> << Ancora problemi con Jorge? >> << Beh se con problemi intendi che dopo aver conosciuto parte della mia vita ed avermi vista frignare come una mocciosa sia diventato più freddo del solito.. Si, problemi con Jorge >> abbassa lo sguardo << So che dovrebbe essere lui a parlartene, ma non lo farà mai >> << Che stai dicendo? Sei fuori di testa? >> ridacchio mentre lei assume un'aria seria. << Il passato per Jorge non è stato facile >> << E tu come lo sai? >> << Suo padre ed il mio sono soci in affari >> << Da quando? >> << Da qualche tempo >> << Credi sia sbagliato conoscere parte della sua vita senza che lui me ne dia il permesso? >> << Si, ma anche lui ha conosciuto parte di te senza che tu glielo abbia concesso >> << Mi odierà il triplo ma voglio sapere >> << Sua madre l'ha abbandonato quando era molto piccolo >> mordo le labbra cercando di mantenere le lacrime che minacciano di uscire, come se lo avessi vissuto sulla mia pelle << Davvero? >> << Si, purtroppo >> << Ora comincio a capire la sua distanza dalla gente >>. Lui è così perché ha sofferto. Chiudo gli occhi incontrando ancora una volta quelli della mia amica. << Andiamo dagli altri? >> annuisce e si alza dirigendosi verso il nostro punto di ritrovo. Cominciamo a chiacchierare uno a quando 'la bionda' non se ne esce con una delle sue solite domande che non c'entrano nulla. 
<< Da quanto vi conoscete tu e Damien? >> domanda Mercedes << Conosco questa mocciosa da quando era nella culla >> la rossa riduce gli occhi a due fessure << Già Cande, ho battuto il tuo record >> << Stronzo >> sbotta incrociando le braccia sotto il seno. << Grazie >> sorride lui,sghembo. Jorge arriva alle nostre spalle, lo riconosco dalla voce, dal fiatone, dal Profumo. È un miscuglio di emozioni quello che cresce in me. Amore, dolore, odio. Credo di essermi innamorata dei suoi difetti, non dei suoi pregi e dicono che quando è così si è fregati. È saccente, odioso e si lamenta per ogni cosa ma se non fosse così probabilmente non lo avrei neanche desiderato con ogni fibra del mio corpo. È prepotente e possessivo, ma se fosse troppo sdolcinato mi infastidirebbe parecchio. Non mi piacciono le cose fatte in grande, ma se ogni tanto mi prendesse la mano senza preavviso sorriderei come un'ebete. Ritorno alla realtà, dedicandomi ai miei amici e dopo un paio d'ore ritorno a casa. Ceno silenziosamente con mamma e papà e mi infilo sotto le coperte.
Qualcuno mi scuote per un braccio ma sono troppo stanca per ragionare, mi lamento voltandomi dal lato apposto << Stoessel alzati forza >> sbarro gli occhi girando il viso e trovandomi a 2 centimetri dalle labbra di Jorge. << Sei impazzito? Cosa ci fai all'1 di notte nella mia camera? E soprattutto come ci sei arrivato? >> scrolla le spalle << La finestra era aperta, mi è bastato scavalcare il cancello e l'albero e raggiungerla >> risponde tranquillo come se non avesse appena confessato di aver compiuto un'azione da perfetto stalker. Lo ascolto, sapendo di non essere capace di obbiettare e lo seguo. Nascondo un sorriso notando che è indirizzato verso il mare.
<< Che ci facciamo qui? >> gli domando dopo attimo di silenzio guardando le onde infrangersi contro gli scogli. Prende tra le mani dei granelli di sabbia che vengono portati via dal vento. È uno spettacolo sensazionale. << Sembravi nervosa oggi >> abbasso lo sguardo senza guardarlo in viso << Non è vero >> << Si invece >> ribatté risoluto. Il silenzio torna a fare padrone per qualche minuto. << Conosci il mio passato >> e non è una domanda la sua. Ridacchio nervosa << Tu sei fuori di testa >> << Ti conosco, con me non sei mai stata così. Sei rigida e hai evitato tutto il tempo di parlare di tua madre, solitamente lo fai >> << Sei arrabbiato? >> << Si >>. Passa qualche minuto << Ne parleresti con me? >> << Mai >> << Perché? >> << Perchè per me tu non sei nessuno >> a quest'affermazione avrei dovuto alzarmi e correre via piangendo, invece rimango ferma e immobile. << Sei una stupida ragazzina, una mocciosa che crede di conoscere il mondo. Ti brillano gli occhi quando nomini tua madre, a me cresce l'odio nelle vene >> << Ne stai parlando però >> balbetto imbarazzata. Il suo sguardo è malinconico e continua a parlare senza dar conto alle mie parole e peso alle sue. << Sei odiosa e hai sempre quel sorriso sulle labbra anche quando ti tratto di merda >> << Ci sarà un perché, no? >> domando furiosa mentre lui si stende sulla sabbia scoprendo un lembo di pelle. << Hai delle paure Martina, eh?! >> << Ho paura del buio >> mi vergogno un po' ma è la verità. << E tu Jorge? Tu di cosa hai paura? >> << Di nulla, io non ho paura di nulla >> << Impossibile, chiunque ha delle paure. Tu ad esempio? Cosa ti spaventa? >> << Ho paura di essere amato >> confessa malinconico e sofferente. Il cuore batte all'impazzata. Poso una mano delicatamente sulla sua guancia carezzandogliela. << Jorge, credo di essermi innamorata di te >> 
La reazione è immediata, allontana bruscamente la mia mano. È furioso. << CHE CAZZO TI PASSA PER LA TESTA STOESSEL? HAI SENTITO QUELLO CHE TI HO APPENA DETTO? >> scuoto il capo << Permettimi di.. Jorge.. Posso abbattere le tue paure? >> si alza di scatto << No che non puoi. Alzati, torniamo a casa >>.














































CIAO A TUTTI !!! Ok sono fuori di testa lo so! Jorge sa essere un vero Stronzo quando vuole, eh?! Ma tranquilli, Tini gliela farà pagare. Grazie per le recensioni e davvero per tutto. Siete delle persone fantastiche, già vi adoro!!!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Il ritorno verso casa è tragico, Jorge continua a parlare e guidare impazzito. << Sei un'incosciente Martina, una bambina stupida, devi crescere! >> << 'Devi crescere'? Ma ti senti quando parli? Mi stai urlando contro quando non mi sembra di averti appena confessato di aver ucciso qualcuno, ti ho detto che credo di amarti! >> grido a squarciagola << Ti avevo appena detto che avevo paura di essere amato e tu cosa fai? Dici di amarmi? La cotta non era passata allora, nel gruppo cercavano solo di non farci litigare >> << Non capisci niente, sei solo un idiota! Sbrigati, voglio tornare a casa, nel mio letto >> << Nessun problema, non ho intenzione di rivederti! >> << Stai scherzando spero! Frequentiamo lo stesso gruppo di amici >> sospira provando a calmarsi << Devo farti una domanda Stoessel e devi essere sincera. Prima hai detto che credi di amarmi, ok? >> << E allora? >> << Mi ami o ti stai innamorando di me? >> vorrei confessargli la verità, dirgli che tutto il dolore che porto dentro me lo ha creato lui, sbattergli in faccia che l'ho amato dal primo momento in cui ho incrociato i suoi occhi ma sono sicura che lo perderei definitivamente. E non sono pronta a questo. << Mi sto innamorando >> sospira sollevato << Non andare avanti Martina, non innamorarti perché non potrei ricambiare un sentimento del genere. Io non cerco l'Amore. Sei troppo ingenua per capire ma sappi che da me non puoi avere quello che vuoi >> il groppo che ho alla gola vorrei fosse causato da qualcos'altro. Non dalle sue parole taglienti come lame. << Hai ragione Jorge, saremo solo amici >> << Quasi amici >> interviene fermando l'auto davanti casa e Facendomi scendere. << Buonanotte Stoessel >> << 'Notte Blanco >> detto questo corro di sopra silenziosa in modo che i miei non si accorgano della mia fuga. Inutile dire che l'unica cosa che sono capace di fare, non è spogliarmi (per indossare un semplice pigiama) bensì rifugiarmi tra le lenzuola e i cuscini bagnati dalle mie lacrime. Penso di averne un'infinità, sono costituita da più acqua salata di quanta ce ne sia nel mare. Una notte insonne mi aspetta, ma questa volta sarà diversa dalle altre. Stanotte lui ha confermato tutte le mie paure più grandi, oggi lui mi ha detto chiaramente che non si innamorerà mai di me. La cosa più brutta è che mamma mi ha detto che il primo amore non si scorda mai, e lei non mi ha mai mentito. 
L'indomani mi alzo dal letto dirigendomi a grandi falcate nel bagno. Sono uno zombie, ho due occhiaie infernali e i miei occhi sono contornati di rosso. Lacrime fresche minacciano di uscire al ricordo di quello che è successo ma lui non può vincere. Io sarò forte. Sorrido, mi faccio una doccia veloce, infilo i jeans aderenti ed il maglioncino grigio per poi truccarmi e scendere di sotto. << Buongiorno >> saluto i miei << Buongiono Tesoro >> sorridono entrambi. La mamma è seduta sulle gambe di papà, hanno dei sorrisi chilometrici e le occhiaie di chi si è amato per tutta la notte. Molto diverse dalle mie. << Io scappo sono in ritardo >> << Va bene >> esco di casa camminando a passo veloce mentre vari pensieri si fanno strada in me. Ho deciso che nessuno vincerà mai su di me. Nemmeno Lui. Cerco di assumere un sorriso sincero quando intravedo i ragazzi seduti sul muretto della scuola. << Buongiorno ragazzi >> saltello come una pazza, stranendoli << Oh come siamo raggianti >> mi dà una gomitata Alba << Dobbiamo sapere qualcosa? >> per un istante i miei occhi incontrano quegli verdi di Jorge. << Ho voglia di vivere, è una cosa sbagliata? >> << Ok d'accordo non scherziamo, che ne hai fatto della mia migliore amica? >> sbotta la rossa. << Stasera andiamo in discoteca? >> propone Jorge come se avesse paura che io possa dire qualcosa di sbagliato. Mi crede davvero così scema? << Io ci sto >> << Anch'io >> << Allora è deciso? >> << Si si >> il sorrisetto che compare sulle labbra di Mechi non è per niente convincente, soprattutto perché è indirizzato a me. Ho un po' paura, l'ho conosciuta in primo superiore e mi è sempre sembrata una brava ragazza, solo che la conosco e so che ha qualcosa in mente. La campanella suona e tutti ci salutiamo come se stessimo andando al patibolo. Entro in classe svogliata e per tutte le cinque ore cerco di tenermi concentrata, non vorrei avere altri problemi. All'uscita schiocco un veloce bacio ad Alba e Lodovica chiedendoli di salutarmi il resto dei ragazzi e scappo a casa. A pranzo sono molto distratta e mamma se ne rende conto. Quando sto per salire di sopra infatti mi blocca chiedendomi che cosa mi succede. Mi siedo sul divano guardandomi intorno. << Tuo padre è uscito. Cosa succede? >> << Ho detto a Jorge che mi sto innamorando di lui, in realtà gli ho detto che credo di Amarlo ma poi ho dovuto negare per non.. >> mi mordo le labbra << Non piangere bambina mia, non meriti tutto questo >> << Mamma lo amo, non scherzo! Tu, Cande e Dami potrete dire quel che vi pare, io lo sento. >> mi alzo di scatto correndo di sopra, ma stavolta non devo piangere. Apro l'armadio cercando qualcosa di decente per stasera ma sono dotata di poche cose sexy. Ci resto davanti per ore probabilmente, ad un tratto la porta si apre di scatto ed io sobbalzo. << Mechi? >> << Questi sono per te >> sbotta mettendomi sul letto dei vestiti. << Stasera devi farlo dannare, solo così potrà capire cosa si è perso per la sua testa di cazzo >> deglutisco << Sei sicura che questo sia il metodo migliore? >> << Per lui sarà il peggiore tesoro mio >> sbotta mentre una vena pulsa sul suo collo. << Vatti a fare una doccia io mi occupo del resto >> annuisco abbracciandola frettolosamente << Mechi grazie >> << Tini Muoviti >> mi sorride dandomi una leggera spinta. Velocemente corro a lavarmi, e forse non sono stata poi così veloce visto che sono già le 8. Rientro in camera indossando il corpetto bianco, il jeans blu aderente e le scarpe col tacco nere. Infilo un paio di bracciali neri e bianchi e mi posiziono davanti allo specchio (dopo essere stata minacciata dalla bionda). Non so quanto tempo ci impiega a fare il miracolo! Le occhiaie sono sparite, la mia pelle abbronzata è stata messa in risalto, i miei occhi e le mie labbra anche. Ho un po' di mascara nero ed un rossetto rosso fuoco. << Ora è il mio turno >> sbotta aprendo il borsone ed estraendo un vestitino corto azzurro. Lo infila per poi correre a truccarsi ed aggiustarsi i capelli. << Sei bellissima >> << Grazie Tinita, anche tu >> mi dà una leggera pacca sulla spalla. << Andiamo? Prima ho parlato con Damien e ha detto che sarebbe venuto lui a prenderci >> annuisco << Sei unica >> << Modestamente >> ridacchiamo correndo di sotto proprio nell'istante in cui suona la porta. Sfortunatamente ad aprire è proprio papà. << Ciao Damien come stai? >> << Bene Alejandro grazie, e tu? >> << Mai stato meglio >> si volta di scatto quando sente il rumore fastidioso provocato dalle mie scarpe e sgrana gli occhi << Dove hai intenzione di andare così,Martina? >> << A ballare papà >> << Ma.. Vestita così? >> << Si, vestita così >> sorrido angelicamente baciandogli una guancia. << Non aspettatemi dormo da Cande >> appena la porta si chiude (per merito della mamma) il moro al mio fianco scoppia a ridere. << La gelosia è rimasta e non credo se ne andrà >> sospiro << Si, purtroppo >>.
Il tragitto verso la discoteca è ricco di urla e canzoni cantate a squarciagola. All'entrata un uomo robusto ci lascia passare e subito ci ritroviamo in una mischia di persone. Damien ci indica gli altri e subito ci affrettiamo a raggiungerli. << OH MIO DIO SIETE BELLISSIME! >> gridano le tre pazze, ovvero: Cande, Alba e Lodo alzandosi e venendoci incontro. << Voi non siete da meno >> provo a sovrastare il fracasso provocato dalla musica. Per un attimo il mio sguardo va in cerca di Jorge, ma non lo trovo subito. Controllo attentamente ogni angolo della discoteca e poi, beh.. Poi lo vedo lì, mentre sovrasta il corpo di una ragazza carezzandole una coscia scoperta dal vestito troppo corto per i miei gusti. Reprimo le lacrime che minacciano ancora di uscire e sento qualcuno Toccarmi la spalla. Mi volto incontrando due occhi azzurri mai visti prima. << Ehm.. Ci conosciamo? >> << Sono Rodrigo >> mi porge una mano che io afferro prontamente << Martina >> << D'accordo Martina, ti va di ballare con me? >> sono tentata di dirgli di 
no ma poi il mio sguardo ricade ancora sulla ragazza spinta contro quella parete << Certo >> annuisco dirigendomi verso la pista dopo aver avvisato gli altri. Per stanotte voglio essere un'altra. Non una stupida dal primo amore impossibile. Le canzoni scorrono infinitamente e lui sembra non accorgersi della mia presenza. Solo quando torna alla realtà e dai nostri amici e Ruggero mi indica si ricorda della mia esistenza. << Ti va un drink? >> << Si grazie Rodrigo >> gli sorrido educatamente sentendo il suo braccio circondarmi la vita. << Per me una vodka e per te dolcezza? >> << Un mojito >> il barista annuisce mettendosi a lavoro e nel frattempo il silenzio (si fa per dire) cala tra me e quel ragazzo che conosco appena << Che fai nella vita Martina? >> ridacchio << La studentessa? >> << Quale università frequenti? >> scuoto il capo << Sono ancora alle superiori >> << Aspetta, ma quanti anni hai? >> << Quasi 17 >> << Wow >> << E tu cosa fai nella vita? >> << Sono un modello >> annuisco mentre lui mi fissa << No aspetta, pensi che adesso ti salterò addosso? >> << Lo speravo in realtà >> << Caschi male con me >> i drink arrivano ed io non faccio in tempo ad avvicinarlo alle labbra che sento qualcuno portarmelo via. Mi volto incazzata nera per poi deglutire da perfetta codarda. Jorge mi guarda tranquillo scolandosi il mio mojito. << MA CHE FAI STRONZO, ERA MIO! >> << STA' ZITTA MOCCIOSA NON LO REGGI L'ALCOOL, E TU DIAZ SPARISCI DALLA CIRCOLAZIONE SE NON VUOI UN OCCHIO NERO >> sbotta nervoso mentre 'il mio accompagnatore' va via. << Che diavolo fai? Mi stavo divertendo! >> << Oh no fidati Nena, era lui a divertirsi con te >> << E a te che importa? >> lascia il bicchiere vuoto sul bancone rimanendo fermo << Andiamo dagli altri >> sorrido chiedendo al barista un pezzo di carta ed una penna e ci scrivo sopra il mio numero. << Che stai facendo? >> << Vivo la mia vita >> individuo Rodrigo, lo raggiungo a passo spedito e gli lascio il foglio dopo avergli stampato un bacio sulla guancia. Ritorno da occhi verdi << Ora possiamo andare >>




VE LO AVEVO DETTO O NO CHE TINI È VENDICATIVA? JORGE PROBABILMENTE NON SI ASPETTAVA UNA COSA DEL GENERE DALLA PICCOLA STOESSEL, MA EVIDENTEMENTE ANCORA DEVE IMPARARE A CONOSCERLA. Ringrazio ancora che recensisce e legge la mia storia e spero che siate pazienti perché i bei capitoli verranno fuori quando meno ve li aspettate. Questi sono uno schifo ed il prima possibile proverò ad aggiustarli. Grazie ancora

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- P.O.V JORGE ***


Sbarro gli occhi guardando Martina.  Gli ha davvero dato il suo numero? Non so come comportarmi ma di certo un ragazzino del genere non deve infastidirla. Questa notte la fortuna pare girare nella mia direzione, vedo Rodrigo dirigersi nel parcheggio della discoteca e lo seguo immediatamente facendole credere di voler uscire a fumare. << Hai finito di seguirmi? >> sbotta lui divertito voltandosi una volta arrivati a destinazione. << Lei non sa con chi ha a che fare, Lasciala in pace Rodrigo >> sghignazza guardandomi << Io Jorge? Io devo lasciarla in pace? E tu? Tu che non ne vuoi sapere niente dell'amore ed altre cose simili, perché le gironzoli intorno? Credi di essere il suo angelo custode? >> << No, non è come le ragazze che frequentiamo di solito. Martina è ingenua, è pura, innocente, perché prendere di mira una come lei? >> << Sei tu il cieco, non io >> << Che stai dicendo? >> << Sto dicendo, che le stai spegnendo i sorrisi Coglione. Non la conosco, non so nulla di lei, ma quella ragazza è perdutamente innamorata di te >> << Smettila di dire idiozie e dammi quel foglietto >>  << Perché dovrei? >> << Perché mi conosci e sai che andrebbe a finire male >> sbuffa mentre nervosamente mi affretto a tirar via dalle sue mani quel pezzo di carta. << Te lo dirò un'ultima volta: STA' LONTANO DA LEI >> faccio per tornare dagli altri ma questa volta è una sua frase a bloccarmi. << Blanco io non so nulla di Amore e cose sdolcinate, ma le brillano gli occhi quando ti guarda e quando mi sono avvicinato aveva il fiato corto e stava guardando te che baciavi una ragazza, una che non era lei. >> ritorno dentro e non credo di essermi mai sentito così stupido nella mia vita << Jorge stai bene? >> mi domanda Ruggero scuotendomi << Credo >> << Credi?! >> << No, cioè si >> balbetto confuso per poi agitarmi sul divanetto mentre lei è di nuovo al centro della pista a ballare muovendosi in quel modo dannatamente provocante ed erotico. << Chiamate le ragazze, si torna a casa >> << Ma sono appena le 2 >> << Sono troppo piccole per mischiarsi in questo mondo >> asserisco categorico. << Andiamo via? Di già? >> fa il labbruccio Lodovica dopo aver ricevuto la "cattiva notizia" dal suo ragazzo. << Uffa Diego, proprio ora che mi stavo divertendo >> sbatte per terra i piedi proprio come una bambina. << Andiamo amore di papà >> sghignazza lui dandole una pacca sul sedere per poi prenderla in spalla e farla ridere. << MOLLAMI SCEMO! >> << Ragazzi io e Lodo andiamo, Buonanotte >> << Buonanotte >> mi alzo di scatto avvicinandomi a Martina << Stoessel ti accompagno io >> mi guarda in un modo agghiacciante << Dormo da Cande, viene a prenderci suo padre >> sbotta uscendo dalla discoteca non prima di aver salutato tutti (evitando accuratamente me). << Puoi fermarti? Dovrei parlarti >> continua tranquilla per la sua strada chiacchierando con la rossa. << Neanche un messaggio? >> << Nemmeno uno, credi che mi abbia presa in giro? >> << No ovvio che no >> << E allora cosa è successo? >> proprio in quel momento si voltano nella mia direzione ed il foglietto cade dalle mie tasche. Riconosce la sua scrittura. << Sei stato tu? >> << Aspetta posso spiegare >> non ho il tempo di obbiettare che ricevo un ceffone così forte che non credo riceverò mai più. I miei occhi sono fuori dalle orbite. << DÌ UN PO',MA SEI IMPAZZITA? COSA TI PASSA PER L'ANTICAMERA DEL CERVELLO? >> << Questo è per avermi chiamata ragazzina, per le sofferenze che mi hai causato finora, e per quelle che mi causerai ancora proibendomi di uscire con altri ragazzi e divertirmi >> un clacson mi fa tornare alla realtà e mentre Candelaria ride senza ritegno lei sale in auto silenziosamente. La macchina sfreccia via mentre sento qualcuno posarmi una mano sulla spalla. << Jorge hai esagerato >> << Da che parte stai, Ruggè? >> << Dalla tua, ma non puoi proibirle di essere felice con qualcun altro se non vuoi donargliela tu quella gioia >> << Non mi importa, lei è una mocciosa e nessuno le si deve avvicinare! >> << E perchè? >> << Perché è la MIA mocciosa >> credo proprio di averlo spiazzato stavolta.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


<< Esattamente cosa ti ha portato a colpirgli così forte il viso tanto da lasciarci il segno? >> domanda Candelaria una volta in cui siamo tornate a casa ed entrate in camera dopo aver salutato suo padre. << Me lo chiedi anche? Quel Coglione, Stronzo, saccente, idiota, deficiente, troglodita.. >> << Non ti ho chiesto di illustrarmi tutti gli insulti di tua conoscenza Tini >> << Ma hai capito cosa ha fatto Quell'emerito idiota? >> << No Martina, ho capito soltanto che quando gli hai dato il ceffone non lo hai fatto solo per quel pezzo di carta >> << Che vuoi dire? >> << Forse non ti rendi conto che l'hai rimproverato per le sofferenza che ti ha causato e per quelle che ti causerà.. >> << Anche >> rispondo spazientita mentre lei si lascia cadere sul letto passandosi le mani sul viso << Scusami Cande è solo che non capisco cosa intendi >> << Che lo ami >> << E fino a qui c'eravamo arrivati tutti tranne lui >> << Aha, il punto di fondo è che quando parli non tieni a freno la lingua >> << È vero, è un difetto preso dalla mamma >> << Appunto Tini, non farti scappare parole sbagliate in sua presenza, lo sai com'è >> << Pensi se ne andrebbe? >> abbassa lo sguardo sulle sue dita ed io annuisco << Se ne andrebbe >> mi rispondo da sola, sedendomi di fronte a lei. << Lui se ne andrebbe forse, ma io rimarrei >> sorrido piano per poi buttarmi su di lei. << Ti voglio bene pazza >> << Anche io ed ora dormi >> << Prima parliamo degli sguardi strani tra te e Ruggero? >> avvampa di colpo. << Ho sonno, Buonanotte >> << Sei spacciata Molfese, prima o poi dovrai parlarmene >> spengo la luce dirigendomi nel buio verso il letto. Non parla più per 10 minuti abbondanti. << Tini sei ancora sveglia? >> << Si >> << Mi sa che mi piace Ruggero >> detto questo credo si addormenti. E sono davvero felice per lei, perché Ruggero è buono, dolce e potrebbe amarla. Se mi fossi innamorata di uno come lui ora non sarei in questo casino che è la mia vita. Chiudo gli occhi un momento e sono già nel mondo dei sogni.

 L'indomani mi sembra di aver partecipato ad un After. Sbadiglio alzandomi (svogliatamente) dal letto e intravedo la mia migliore amica guardare persa il soffitto. << Mi sembra che tu abbia più di una cotta per l'italiano >> si posa una mano sul cuore, alzandosi a sedere e sgranando gli occhi. << Ma sei scema? Mi hai fatto prendere un colpo! Avvisami quando ti svegli >> << Penso che tu te ne sia accorta >> ridacchio guardandola. << Ti va di andare al parco dietro casa tua? >> domanda titubante facendo dipingere un sorriso sulle mie labbra << So che ti piace quel posto amica mia, ma so anche che c'è qualcosa che ti turba. Tu guardi Ruggero come io guardo Jorge >> << Dici che è sbagliato? >> << Assolutamente no, quello che una persona prova non è mai sbagliato, beh.. Tranne nel mio caso >> << Sta' zitta o ti uccido, ieri sera ti ha fatto una scenata di gelosia in piena regola, sembra che tu abbia i prosciutti sugli occhi >> << Voleva solo tenermi lontana dai guai >> << Non è vero! E poi perché avrebbe dovuto? >> << Perché anche se non lo vuole ammettere, ha un gran cuore >> << Vestiamoci e andiamo al parco prima che compia un omicidio >> scoppio a ridere << Dov'è finito, il tuo: 'PACE E AMORE'? >> << Quel motto l'ho abolito quando ho cominciato ad avere a che fare con gli Jortini >> << Con chi? >> domando ridendo e aggrottando le sopracciglia << Jortini . Jortini è perfetto per te e lui. Jorge + Tini = Jortini! Oh si tesoro mio, io devo essere stata un genio in un'altra vita >> << Cominci a farmi seriamente paura, sai? >> << Vuoi dirmi davvero che non è perfetto il suono: Jortini? >> sorrido da perfetta bastarda. << Ruggelaria >> sgrana gli occhi tappandomi la bocca << Non osare dirlo >> << E perché? >> << Perché io e Ruggero siamo solo amici >> << Lo stesso vale per me e Jorge >> << Non dire scemenze, fate l'amore con gli occhi e la guerra con le parole >> << Ok, il discorso si sta facendo imbarazzante. Andiamo >> dopo essere uscite di casa, passiamo la giornata a divertirci come facevamo da bambine. È come una sorella Cande. La giornata passa in fretta, anche se contando le ore senza Jorge mi sembrano passare secoli. Sono proprio una matta. Il giorno dopo mi dirigo verso scuola incosciente di quel che mi aspetta.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- Punto di vista di Jorge ***


CIAO A TUTTI, SCUSATE SE VI INTERROMPO PRIMA DI LEGGERE, COMUNQUE NEL CAPITOLO PRECEDENTE HO MESSO IL PUNTO DI VISTA DI TINI DOPO LO SCHIAFFO E.. NIENTE, SPERO VI PIACCIA.

<< La TUA mocciosa? No, aspetta Jorge,devo essermi perso qualche passaggio >> << Nessun passaggio, ho solo detto una cosa sbagliata, non volevo dirlo >> << Però l'hai pensato >> << No >> << Cosa provi per lei? >> << Nulla >> << Sono serio, idiota! >> << Io Non provo nulla.. Almeno Credo >> << Com'è Martina, Jorge? >> << Non trattarmi come un ragazzino >> << RISPONDI! >> nessuno sano di mente mi si sarebbe rivolto in quel modo ma ero troppo accecato dalle mie parole e da quella mocciosa (che mi apparteneva per la cronaca) per arrabbiarmi. << D'accordo, è Bella >> << Bella? Tu conosci la parola sexy non bella! >> sgrano gli occhi voltandomi di spalle per rientrare in discoteca. << Dove vai? >> << Sono libero Ruggero, ti dimostrerò che per me Martina è un'amica come tante >> rientro in discoteca cercando la ragazza di prima. Bastano 10 minuti per portarla nei bagni della discoteca, ma questa volta è diverso. Stavolta mi sento sporco. Stavolta torno a casa e mi butto sotto la doccia per togliermi quell'odore che non mi appartiene.
Lunedì vado a scuola dopo aver ricevuto una ramanzina dai miei per non essere tornato a casa. Dovevo capire, ma con l'ennesima ragazza si è ripresentata la stessa situazione di Sabato. Mi sono fatto schifo da solo. Raggiungo il muretto intravedendo i miei amici e Lei. Lei che è seduta, bella da mozzare il fiato. << Dove sei finito ieri? Tuo padre mi ha chiamato disperato perché non riusciva a rintracciarti >> << Dove volevi che fosse? A scoparsi qualche puttanella! >> sputa rabbiosa Alba e non capisco perché << Devo dar conto a qualcuno? Non ho una ragazza >> la riprendo acido e solo in quel momento incontro gli occhi di Martina, e vedo dentro il suo sguardo qualcosa spezzarsi. Rimango in silenzio e quando la campanella suona vado in classe aspettando l'intervallo per parlarle. Corro al muretto ma lei è più distante rispetto agli altri. Sta fumando. Mi avvicino. << Possiamo parlare? >> << Che vuoi? >> domanda fredda mentre aggrotto le sopracciglia << Perché mi tratti così Stoessel? >> << Ti tratto come ho sempre fatto forse eri accecato e probabilmente la scopata di ieri notte ti ha fatto aprire gli occhi! >> << Aspetta, sei gelosa? Ti dà fastidio che io sia stato con un'altra? >> << Stiamo insieme, per caso? >> << No, certo che no >> << E allora perché dovrebbe darmi fastidio? >> << Perché Ti dà così fastidio? >> sorrido divertito ma lei non lo è per niente. << MI CHIEDI PERCHÉ RAZZA DI STRONZO? TE LO RICORDI COSA TI HO DETTO A MARE QUELLA NOTTE? BEH NON ERA UNA CAZZATA E NO, JORGE NO. NON VOGLIO PIÙ TENERMELO DENTRO PER NON FERIRTI E PER NON VEDERTI ANDARE VIA. IO NON MI STO INNAMORANDO DI TE, IO TI AMO! SONO INNAMORATA DI TE DA QUEL MALEDETTO GIORNO IN CUI TI HO INCONTRATO. ORA CAPISCI PERCHÉ MI COMPORTO COSÌ, O VUOI UN DISEGNINO? >>

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


È passata una settimana dal 'Fattaccio', lo chiamo così perché definirlo 'Atto in cui io perdo la testa e Jorge balbetta un: D-devo andare, scusa' non mi sembra affatto carino. Mi giro e mi rigiro nel letto esausta di questa situazione avvertendo un rumore leggero. Mi metto a sedere accendendo l'abat-jour e scovando il volto di Jorge imbarazzato. << Devi smetterla di arrampicarti in camera mia di notte come uno stalker e farmi prendere certi colpi! >> << Tu dovresti smetterla di lasciare la finestra aperta >> sorride sghembo dopo 7 giorni di silenzi e fughe. << Che vuoi? >> << Vestiti andiamo in quel posto >> << Quale posto? >> inarco un sopracciglio facendogli roteare gli occhi. << Il Nostro >> si passa una mano nei capelli. << Ah, dammi 5 minuti per vestirmi >> << Certo >> << Devi uscire idiota >> lo spingo alzandomi per cacciarlo via per poi mettermi una semplice tuta. Per tutto il viaggio verso la spiaggia rimane in silenzio, si può udire solo il rombo della sua moto. Arriviamo, l'uno distante dall'altra a sederci sulla sabbia. Arrossisco violentemente quando si avvicina un po' e mi carezza il collo. << Davvero sei innamorata di me? >> << Mi dispiace, scusa >> << Per cosa? >> << Per essermi innamorata di te >> << Sei rincoglionita? >> << Non sei per niente romantico! >> << E perché dovrei esserlo? >> quinta figura di merda nel giro di una notte. << Perché ti sei innamorata di me? >> << Non ne ho idea, so che amo i tuoi difetti >> << I miei difetti? >> scoppia a ridere tanto che i suoi occhi si riempiono di lacrime mentre io gli do una pacca sul petto. << Sei un insensibile Blanco >> << Che vuol dire che ami i miei difetti? >> << Sei odioso, irrispettoso, screanzato, saccente, borioso, istintivo e anche abbastanza Stronzo, ma ti giuro che se non fossi nemmeno una di queste cose non ti amerei in questo modo smisurato. Però Jorge, io ho risposto alla tua domanda. Rispondi tu alla mia: "Perché hai paura di essere amato?" >> << Perché le persone innamorate ti si appiccicano addosso, troppo >> << Non voglio che tu mi dia una risposta degna del grande Jorge Blanco, voglio solo che tu sia sincero >> si tocca la nuca. << Quando qualcuno si innamora di te, prendi un impegno con quella persona, so come sono fatto e non voglio far soffrire nessuno andando via. L'ho provato sulla mia pelle Martina, quando qualcuno che ami se ne va.. >> << Sta' un po' zitto >> poso l'indice destro sulle sue labbra e lui scende con lo sguardo sul mio dito per poi piantare i suoi occhi nei miei. << Sentimi bene Blanco, voglio amarti a costo di soffrire >> deglutisco quando prende la mano che gli tappa la bocca e me la bacia dolcemente. << Posso baciarti? >> come siamo passati dal nulla, a questo? Mi tremano le mani quando posa una mano sul mio collo avvicinandosi a pochi centimetri dalla mia bocca e facendo scontrare i nostri nasi. << Tini, ci sei? >> abbasso il capo mentre sento ancora il tocco delicato della sua mano sulla mia pelle. << Io.. Io non ho mai.. >> scuoto il capo << È la tua prima volta? >> annuisco con ancora gli occhi puntati nella sabbia che sembrano fuori dalle orbite nel preciso istante in cui intreccia la sua mano libera con la mia. << Guardami Bimba >> << No mi vergogno >> sghignazza rocamente per poi tornare serio << Ti sei aggrappata ai miei occhi Martina, e ti ci sei dispersa dentro. Io non so cosa vuol dire, e non ho idea delle cazzate che continuano ad uscire dalla mia bocca ma credo di non essermi mai sentito così con qualcuno >> posa le labbra sulla mia guancia. << Quindi posso abbatterle le tue paure? >> sorride << Solo se mi prometti che non mi lascerai anche tu >> << No, non ti lascio Jorge >> sorrido mentre le sue labbra scendono sul mio collo. Un bacio intenso mi provoca brividi per tutto il corpo. << Bene Martina Stoessel, abbatti le mie paure >>

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Capitolo 9
*** Capitolo 9- Pov Jorge ***


<< BUONGIORNO >> grido entrando in camera di Ruggero. << Jorge non rompere le palle! Va' via. Fuori di qui >> << Andiamo Pasquarelli sono le 7 e 25 ti ho fatto dormire abbastanza >> << Jorge fatti una vita >> << Alzati deficiente >> sbotto con ancora il sorriso sulle labbra. Si stropiccia gli occhi sospirando fastidiosamente/rumorosamente e si toglie il cuscino dalla faccia guardandomi come se avesse appena visto un alieno. << Che c'è? >> << Sei di buonumore Blanco, questa cosa non capitava da un'età immemore >> << Perché devi sempre dire cazzate? >> << Uu.. La Stoessel colpisce ancora? >> << Attento a quel che dici >> << Non preoccuparti so che lei è 'La TUA mocciosa' >> sghignazza alzandosi e preparandosi beccandosi un pugno sulla spalla che lo fa scoppiare a ridere nel vero senso della parola. Ovviamente non volevo fargli male, era solo un avviso quello. << Cuciti la bocca, se queste parole ti scappano quando siamo con gli altri ti faccio diventare donna >> << Non sei divertente >> << Vorrei ricordarti che appena una settimana fa, quando mi hai consigliato di fare quel che dettava il cuore hai usato come esempio te e Candelaria >> tossisce  ridendo nervosamente. << Se vuoi parliamo di questo Ruggero >> << Andiamo, è tardi >> risponde preparandosi in un batter d'occhio. Arriviamo a scuola ed il sorriso non ha ancora abbandonato le mie labbra, Martina è seduta sul muretto che sorride mentre due occhiaie fanno capolino sul suo viso. Sono le più belle che io abbia mai visto. 'Jorge Smettila di fare lo sdolcinato, piuttosto guarda quella maglietta come evidenzia il suo seno prosperoso' penso scendendo con lo sguardo a quell'indumento. Mi avvicino sempre di più salutando tutti con un cenno di mano per poi avvicinarmi a lei e lasciarle un bacio sulla guancia. << Buongiorno Bimba, dormito poco? >> abbassa lo sguardo avvampando e sorridendo come una bambina. << È stata la più bella notte insonne della mia vita >> << Anche la mia >> mi avvicino di più sussurrando sulle sue labbra. Qualcuno dei nostri amici tossisce e noi ci voltiamo ricordandoci della loro esistenza. << Ci siamo persi qualche paragrafo della vostra love story? >> domanda Facundo dopo essersi ripreso, mentre stinge per la vita Alba. << Che state combinando? >> ridacchiamo guardandoci in viso per porre ancora l'attenzione su di loro << La mocciosa, Abbatte le mie paure >> scrollo le spalle. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


<< Dai vieni >> fa intrecciate la sua mano con la mia,mentre con l'altra sorregge il suo gelato. Comincia a correre ed io cerco di stare al suo passo. << Piano Jorge >> rido come una scema, si ferma mostrandomi il suo sorriso vivo ed i suoi occhi verdi pieni di luce, e pensare che il motivo di tutto potrei essere io mi riscalda il cuore. << Vorrei sapere un po' di cose >> annuisco << Esattamente da quanto tempo sei innamorata di me? >> << All'incirca 6 anni >> deglutisce << Ti ho fatta soffrire per 6 anni >> scrollo le spalle cercando di sembrare tranquilla << All'inizio era sopportabile il dolore >> mi guarda, serio, sincero. << Non voglio più farti soffrire >> il cuore comincia a martellare contro la gabbia toracica ed io deglutisco mentre il suo sguardo scende alle mie labbra. << Sei sporca >> è intenso, profondo, mi attraversa l'anima, quasi come fossi nuda ai suoi occhi. << D-dove? >> si avvicina lasciandomi un bacio all'angolo delle labbra per poi indicare quel punto con l'indice << Qui >> il suo pollice prende a tracciare dei cerchi sul palmo della mano che mi stringe ancora. Il gelato cade dalle mie mani, ma non mi importa perché nei miei pensieri regnano le sue parole e le sue labbra quasi sulle mie. Mi guarda un'ultima volta e poi riprende a camminare. Questa volta al suo fianco ci sono io però.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Sono in camera mia in accappatoio quando ad un tratto la porta si apre di scatto rivelandomi la figura della mia migliore amica. << Dannazione Candelaria non potresti imparare a bussare? Credevo fosse Jorge, avete lo stesso vizio! >> sbotto posandomi una mano sul cuore che batte all'impazzata << Credevi o speravi? >> << TU. VUOI. MORIRE >> la guardo cercando di nascondere il rossore sulle guance. << Mi devi raccontare qualcosa? >> << Io? Cosa? >> << Parla >> in quel momento la porta si apre e vedo entrare tutte le mie amiche. << Già Stoessel: PARLA! >> racconto loro quel che è accaduto sulla spiaggia qualche ora fa. << TI HA BACIATA? >> grida Mechi spalancando la bocca ed ingigantendo le iridi dei suoi occhi. << Abbassa la voce Mechi e poi.. Non era proprio un bacio >> << Oh certo, perché lui voleva davvero pulirti, solo che non aveva con se il fazzoletto >> rotea gli occhi. Abbasso lo sguardo sulle mie mani che giocherellano con il cellulare. << Voi credete che lui voglia baciarmi? >> << Non lo crediamo, ne siamo convinte e poi a quanto ci hai detto ti aveva già chiesto il permesso qualche giorno fa >> arrossisco, non mi va di parlare di questo. << Che ne pensate di me e.. Lui? >> << Pensiamo che finalmente la nostra Martina è tornata a vivere, adesso sorridi e ti svaghi e non guardi più il nulla ferita, tenendo dentro le tempeste. Adesso hai degli occhi che fanno invidia al Sole tanto brillano >> << Si Tini, è bello vederti di nuovo così, come stavi ai primi tempi in cui lo vedevi per strada. >> annuisco << Tempo fa vi ho raccontato che per 3 anni mi ha fatto sorridere, e subito dopo ha cominciato a spegnermi. Ragazze: è tornato ad accendere i miei sorrisi >> sorridono tutte << Sai qual è la cosa bella di te, Tini? >> scuoto il capo invitandole a parlare << Che per colpa di Jorge sei stata malissimo, ma non c'è stato nemmeno un giorno in cui tu abbia pianto in nostra presenza, hai sempre tenuto il sorriso e la testa alta, un'altra persona al tuo posto non ce l'avrebbe fatta >> << L'ho fatto solo perché ragazze vi voglio bene, voi mi avete sempre aiutata, siete insostituibili >> annuncio mentre parte un abbraccio di gruppo. Con lo sguardo finisco su Lodovica. Oggi è strana, è troppo silenziosa e non è nel suo stile. << Che ti succede Lodo? >> le domando posandole una mano sulla spalla come per confortarla, abbassa lo sguardo e nei suoi occhi nemmeno l'ombra del divertimento. Solo paura, e qualcosa che non so decifrare. Ci guarda attentamente, una ad una e poi sgancia la bomba. << Ho un ritardo di 2 settimane >> quello che segue sono: stupore sulle nostre facce, e bocche spalancate. << Sei incinta? >> ha il coraggio di domandare Alba. << Credo di si, ma non so come dirlo a Diego.. Non so se lui la prenderà bene, se mi odierà e non vorrà più vedermi.. >> comincia a piangere a tremare e a parlare a macchinetta, con parole sconnesse. << Ehi ehi calma Italiana, Dominguez ti ama e non ti lascerà >> << Al massimo sverrà >> << Dite? >> << Assolutamente si >> chiacchieriamo ancora tra di noi ritornando come ai vecchi tempi. L'indomani trascorriamo una tranquilla giornata a scuola e il pomeriggio ci riuniamo per i compiti. << I ragazzi sono nella villetta dietro casa di Diego, mi accompagnate? Devo parlargli >> << Certo >> per tutta la strada regnano parole di conforto per la piccola grande Comello. Arriviamo silenziose e quando vedo Jorge in lontananza parlare con Ruggero mi avvicino silenziosa per farli spaventare. 
Una cosa mi ferma. Le parole. << ..Stai sotto Jorgito? >> il Messicano ride nervosamente. No, decisamente non mi hanno visto. << Io non mi innamoro Ruggero, l'amore è solo una debolezza! >> Ruggero scuote il capo alzando lo sguardo, sgrana gli occhi e Jorge si gira tranquillo. Indietreggio e lui si alza dal muretto su cui è seduto. << No Aspetta Tini, non è come pensi >> rido amareggiata << Non è come penso? NON È COME PENSO? TI HO DATO TUTTO JORGE, TUTTO! MA A TE NON È BASTATO! MI HAI RISUCCHIATO TUTTA LE FORZE, LE ENERGIE CHE AVEVO E PER COSA POI? PER DIRE CHE NON TI INNAMORI, PERCHÉ ALTRIMENTI SARESTI UN DEBOLE! SAI CHE C'È JORGE? VAFFANCULO, STAVOLTA VAFFANULO PER DAVVERO. CAZZO, QUAL ERA LA TUA INTENZIONE? >> abbasso gli occhi abbassando il tono della voce. Ho attirato troppo l'attenzione. << Volevi portarmi a letto come le altre, Jorge? E poi? Poi te ne saresti andato perché io ti avevo dato il permesso di uccidermi, abbandonandomi e Facendomi soffrire quando volevi? Sai che c'è Jorge? Non avresti dovuto nemmeno sforzarti, perché a letto con te ci sarei venuta a prescindere, mi sarei fatta scopare, ma la differenza tra me e te è che io l'avrei vista come fare l'amore! Perché io.. >> sbatto la mano sul mio petto violentemente << Io Ti Amo Stronzo, hai capito? Mi hai distrutta e calpestata è tutto questo è colpa di questo Amore sbagliato, ma non mi sono mai sentita così forte nella mia vita.. Mai >> deglutisco mentre la gola brucia, ma il mio cuore che si rompe in mille pezzi come il vetro fa più male. Mi volto per andare via sentendolo afferrarmi il polso << Mollami, Toglimi le mani di dosso. TI ODIO >> << Martina io.. Io.. >> << TU COSA JORGE? >> domando mentre le lacrime rigano il mio volto bagnandolo tutto << Io Non voglio perderti >>

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


<< Che-che hai detto? >> balbetto spaventata << Che non voglio perderti >> si gratta la nuca imbarazzato mentre il suo migliore amico si dilegua. << Perché? >> << Perché cosa? >> << Perché fai così? >> << Perché con gli altri mi vergogno, con te invece posso parlare liberamente >> << Non ti capisco Jorge, sono i tuoi amici e se io mi dovessi vergognare di certe cose con le ragazze a quest'ora non avrei neanche il coraggio di guardarle in faccia. Non deve imbarazzarti confessare il bene che vuoi ad una persona >> << È questo il punto Martina, io non ti voglio bene, quello che sento per te è più forte >> gli tappo la bocca con la mano avvicinandomi e posando la fronte sulla sua. So bene quanto gli faccia male parlare dei suoi sentimenti, perché ha paura di essere abbandonato. È questo, Jorge non ha paura solo di essere amato ma anche di amare. << Mi basta Yoyi >> gli sorrido dolcemente con ancora la fronte sulla sua mentre i suoi occhi verdi mi perforano l'anima. Le sue labbra si muovono per dire qualcosa e sento il calore invadere la mia mano, l'allontano ridendo. << Scusa >> << Davvero ti basta? >> domanda ignorando l'affermazione scema appena fatta. << Si >> << Ti basta questo nonostante ti abbia fatto piangere fino a finire le lacrime? >> << Ti ricordi quando ti ho detto che ti avrei amato a costo di soffrire? Beh Jorge non scherzavo >> << Amami >> << Lo sto già facendo >> << No. Amami fino a non avere più voce per quanto l'hai urlato dentro >> << Ti giuro Jorge, lo faccio ogni giorno >> << Posso chiederti un favore? >> << Dimmi >> si avvicina abbassando la testa e posando le labbra sul mio orecchio. << Dimmelo. Sussurramelo >> le sue labbra scendono fino al mio collo baciandolo dolcemente. Sobbalzo << Ti Amo, troppo >> prendendomi alla sprovvista mi attira a se stringendomi forte. Sono schiacciata contro di lui. Non potremmo essere più vicini, almeno non da vestiti. << Grazie >> << Ragazzi non vorrei disturbarvi ma Diego e Lodovica stanno litigando >> ci voltiamo verso Damien, ci guardiamo negli occhi e prendendoci per mano raggiungiamo gli altri. << HAI PAURA DIEGO? PAURA? E PENSI CHE IO NON NE ABBIA? NON HO NEMMENO 17 ANNI, LO DEVO DIRE AI MIEI E TU.. >> lo Spagnolo scuote il capo e si avvicina cautamente << Lodovica, lo so che anche tu hai paura, che non sono l'unico, che di situazioni come queste ce ne sono 1000, quello che non hai capito è che anche se siamo piccoli io sono felice. Hai cambiato la mia vita in meglio, mi hai insegnato ad amare bambolina, a sorridere alla vita.. >> << Diego >> scoppia a piangere lei buttandosi su di lui e abbracciandolo quasi fino a fargli mancare il fiato. << Ho paura >> << Nessuno ci distruggerà se restiamo insieme amore mio. Forse tuo padre mi sotterrerà vivo ma.. Ok! >> ride con un luccichio negli occhi facendo scoppiare a ridere tutti. Una lacrima solca il mio viso a vedere la forza di due innamorati, perché Diego e Lodo sono la dimostrazione che l'Amore non ha età. E poi, poi sento qualcosa carezzarmi il viso. È Jorge. Mi sta asciugando una lacrima. << Prometto che sarò l'unico motivo dei tuoi sorrisi d'ora in poi >> sussurra rocamente << Lo sei già Blanco, lo sei sempre stato >> << Chi l'avrebbe mai detto Stoessel che mi avresti incastrato? >> ridacchia come un bambino. Nascondo un sorriso mentre Dami si gira nella nostra direzione e guardandoci mi fa un occhiolino. << Comunque Jortini non è male >> spalanco la bocca << Hai origliato me e Cande, vero? >> gli tiro una pacca sul petto. << Chissà >>.
La serata passa in fretta ed io mi ritrovo già nel mio letto. Non riesco a dormire, forse è l'emozione. Il mio cellulare vibra sul comodino, vado sull'icona di Whatsapp e trovo un messaggio vocale da parte di Jorge. << Ehilà Tinita, si penserai: "Questo idiota si mette a fare confessioni di notte" beh, lo sapevi già che sono strano, no? Senti, non so se pensavi davvero le cose che mi hai detto. Nella mia testa c'è tanta di quella confusione che tu neanche immagini. Volevo essere sincero e dirti che anche se non ci credi io me la ricordo la prima volta che ti ho vista. Avevi una gonnellina di jeans, una magliettina rossa e delle ballerine bianche e poi quella bandana tra i capelli a strisce rosse e bianche, ne vogliamo parlare? Ti ho messo subito gli occhi addosso perché spiccavi fra le gente, eri bella da mozzare il fiato, così pura ed innocente. Come lo sei tuttora. Solo che ora in te non ci vedo solo quella bambina che mi ha fatto perdere la testa ma anche una bellissima donna. Sei capricciosa, cocciuta, nervosa e testarda, ma di te non cambierei nemmeno una virgola. Allora.. 'Notte Bimba e sogni d'oro >> 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


<< Papà devo uscire, sono in ritardo! >> << Ultimamente esci spesso >> afferma quasi sprezzante << Alejandro non stressare la mia nipotina >> mi difende la nonna << Ma mamma.. >> << 'Ma mamma..' Nulla, Smettila di assillarla, chiaro? >> gli occhi di mio padre mi squadrano da capo a piedi << Non sarà un po' troppo corta quella gonna, tesoro? >> << No Alejandro, Smettila di fare il geloso >> stavolta a difendermi è la mamma che è appena entrata in cucina con un vassoio e qualche pietanza da offrire alla nonna. Il campanello suona ed io mi affretto a raggiungere la porta. Purtroppo papà mi precede. Sulla soglia compare Jorge in tutto il suo splendore, i suoi occhi con il tramonto alle spalle che fa da sfondo sono super perfetti. Un sorrisetto tirato traccia le sue labbra, amo vederlo in imbarazzo, capita poche volte e lui sembra così bambino che mi viene da cullarlo tra le mie braccia. << Salve Alejandro, Mariana, Francisca e.. Martina >> pronuncia il mio nome rocamente guardandomi negli occhi. << Entra Jorge >> gli fa cenno mio padre facendosi da parte. Lui sorride cordialmente e si avvicina a lasciarmi un imbarazzante bacio sulla guancia. << Ciao Bimba >> mi sussurra piano per poi baciarmi di nascosto il lobo dell'orecchio. Si avvia verso il divano lasciandosi andare a sedere per poi essere affiancato da papà. Sbuffo e li raggiungo sulla poltrona rimasta per sedermi non prima di aver sbattuto come si deve la porta (a rischio di distruggerla). << Ah allora Sei tu il fidanzatino della mia nipotina! Come ti chiami? >> << Jorge nonna, si chiama Jorge non è il mio fidanzatino e semmai lo fosse sarebbe fidanzato >> scuoto il capo. Mi vede ancora come una bambina. Però mi fa tenerezza, è la migliore nonna del mondo ed è tutta mia. Jorge mi guarda in modo agghiacciante e la mia testa sembra elaborare solo un pensiero: 'Oh ma che vuoi?' E credo che lui riesca a leggerlo, sembra offeso. Figurarsi, è più intrattabile di una donna mestruata. Scuoto il capo. << Martina tu non dovevi cambiarti? >> domanda con un finto sorriso mio padre << No papà sono pronta >> << ..e sei bellissima >> sbotta il Messicano facendo scivolare il suo sguardo sul mio corpo. Avvampo. << Grazie. Andiamo? >> gli tendo la mano e lui si alza in piedi per poi afferrarla << Arrivederci >> << Non fate tardi e divertitevi, ma non troppo >> << Andate ragazzi ci penso io a lui >> una volta fuori dal cancello Jorge scoppia a ridere. << Credevo volesse farmi fuori >> << Lo avrei creduto anch'io fidati >> rido con lui << Perché era così nervoso e geloso? >> << Jorge sto uscendo con un ragazzo che ha stampata sulla fronte la frase: "Io sono Christian Gray" e per di più sono in minigonna >> scoppia a ridere piantandosi di fronte a me e guardando alle mie spalle. << Non aveva tutti i torti sul secondo punto >> sbotta, seguo il percorso del suo sguardo notando dei ragazzi che fissano attentamente la mia buona porzione di gambe scoperta. << Geloso Blanco? >> << No Stoessel ma sei sporca qui, sai? >> tocca con l'indice l'angolo delle mie labbra. << Non oseresti >> senza aggiungere altro mi attira a se, baciando quella parte e lanciando uno sguardo d'intesa ai ragazzi che si dileguano. << Ora hanno capito che sei Mia >> << E questo chi lo dice? >> << Lo dico io >>

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


La settimana tra me e Jorge passa tra alti e bassi. È troppo strano, a volte è incazzato, a volte triste, altre fa il freddo e altre ancora mi chiede di abbracciarlo. << Jorge che diavolo ti prende? >> gli domando alla sua ennesima risposta sgarbata. << Niente, non mi prende niente >> << Sei più Stronzo del solito >> lo avviso fregandomene delle conseguenze. << Hai ragione, forse dovrei solo lasciarti in pace >> << Aspetta, stai fraintendendo tutto! >> incrocia le braccia al petto ascoltandomi attentamente. << Un giorno mi piacerebbe venire a casa tua per scoprire il tuo mondo >> il suo sguardo si indurisce << Non puoi venire a casa mia >>. Abbasso lo sguardo, non mi ha mai trattata così. Sospira e mi posa una mano sulla spalla, portandomi con l'altra ad alzare il mento. << Scusa se sono stato duro Bimba, ma non devi immischiarti con lo schifo che è il mio mondo >> << Si che devo Jorge, devo se voglio stare con te, devo se voglio conoscerti, devo se voglio imparare a capirti ma soprattutto devo se voglio dimostrarti che ti amo >> si è addolcito ma il suo sguardo non ammette repliche << No Martina, no >> detto questo mi stringe a se baciandomi il collo. << Sei così bella >> avvampo << Anche tu sei bello >> mi sembra di essere ritornata all'asilo, per il mondo con cui mi rivolgo a lui. << Sai una cosa? >> << Cosa? >> << Ho voglia di scoparti >> sobbalzo sul posto indietreggiando. << Non preoccuparti Stoessel, un pizzico di autocontrollo è rimasto >> mi fa un occhiolino e si dirige verso Diego. Ok, le mie gambe sembrano fatte di pasta frolla in questo momento. Torno dalle ragazze mentre Lodovica piange come al suo solito. È diventata emotiva da quando è incinta. << Siete tenerissimi >> << Voi sapete dove abita Jorge? >> domando guardandole. Ricevute le informazioni necessarie, le ringrazio tornando tranquilla. Il pomeriggio mi preparo frettolosamente e raggiungo Villa Blanco. Wow. Questa 'cosa' è enorme. Suono il campanello ed una donnina bassa e con la divisa da cameriera viene ad aprirmi. << Salve >> mi saluta mantenendo lo sguardo basso << Ehm salve.. Starei cercando Jorge >> sorride con il capo chino << Mi segua >>. Sale le scale dirigendosi verso una delle mille porte di quella splendida casa. << Questa è la camera del Signorino Jorge >> me la indica andando via. Busso senza ricevere risposta e decido comunque di entrare. Mi guardo intorno, la camera è enorme. Ci sono vari poster di Band sparsi sulle pareti, una scrivania ed un portatile. Vecchie foto di Jorge ed alcune nuove. Sento un rumore provenire da una porta della stanza. Deglutisco quando vedo uscire Jorge con SOLO un asciugamano legato in vita. Ha i capelli bagnati che gocciolano sulle sue spalle per finire sul suo petto. Per la prima volta vedo il suo addome nudo. È bello, cazzo. Dio Mio, adesso svengo. Non mi ha ancora notata, sembra pensieroso. Lo vedo con una salvietta asciugarsi i capelli, quando poi alza lo sguardo e mi nota sgrana gli occhi. << Che cazzo ci fai qui? >> sbotta sconvolto avanzando verso di me mentre io indietreggio per poi ritrovarmi incastrata tra lui ed il muro. Sentiamo dei passi e ci voltiamo verso la porta. << Va' nel bagno e non Uscirci per nessun motivo, hai capito? >> ordina indicandomi la porta da dove è appena uscito. Ci entro per aprirla leggermente è capire quel che succede. Un uomo vestito elegantemente entra nella camera andando dritto verso Jorge. << Hai i soldi? >> con una mossa lui prende una busta da sopra il suo comodino e gliela porge. << Tieni Fernando >> l'uomo ride e con un pugno colpisce il suo addome. Jorge non reagisce, sembra come abituato. << Il fatto che quella puttana di tua madre sia tornata mio caro non vuol dire che tu debba sentirti più forte. Io sono tuo padre ragazzino e questi.. >> alza la busta << Questi sono i soldi che mi devi, continua a lavorare e portarmi i tuoi risparmi se vuoi una casa e qualcuno che mantenga come si deve tua madre >> deglutisco sgranando gli occhi. Ma che cazzo sta succedendo? << Sei un Coglione >> sbotta nervoso Jorge quando l'uomo si gira per uscire dalla camera. Lo sente, si rigira e gli tira un pugno spaccandogli le labbra. << Te la sei cercata >>. Esce dalla camera ed io immediatamente corro incontro a Jorge mentre la porta si apre di nuovo. << Jorge stai bene? >> domanda preoccupata e stanca una donna tremendamente identica a lui per poi guardarmi. << Sono Cecilia, sua madre >> << Martina se ne stava andando >> << No, io non me ne vado >> affermo sicura mentre sua madre capendo esce dalla camera. Gli occhi di Jorge sono fermi nei miei. << Te l'avevo detto cazzo, te lo avevo detto di non entrare in queste quattro mura Martina, perché dannazione ti ostini a fare la coraggiosa? >> << Perché ti amo >> sospira provando a calmarsi. << Tu non capisci, se ti trova qui potrebbe fare del male anche a te, ed io questo non potrei sopportarlo >> vedo i suoi occhi inumidirsi ma nemmeno una lacrima solcare il suo viso. Dio, come si trattiene. << Non mi importa. Io voglio stare con te. IO VOGLIO TE >> ripeto sicura. << Perché me? >> << Perché o te o nessuno. >>

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


<< O te o nessuno >> ripeto avanzando verso di lui. << Allora nessuno Martina >> << Perché? >> << Perché sono troppo incasinato, sono un disastro Stoessel >> << Mi farò carico del disastro che sei >> annuisco sicura << No, no non è giusto. Meriti qualcuno che ti sappia trattare come si deve, io non ne sono capace >> << Jorge preferisco che tu mi tratti di merda piuttosto che rimanere al fianco di uno qualsiasi >> scuote il capo anche se meno deciso. Tituba, e glielo leggo negli occhi. << Hai detto che avrei potuto abbattere le tue paure >> si siede sul letto di fronte a me << Non potrai mai abbattere la mia paura più grande >> << Sarebbe? >> << Farti soffrire >> << Jorge mi farai soffrire solo se mi costringi a lasciarti >> gli faccio notare. << Non posso Tini, non è giusto.. >> scuoto il capo e mi vado a sedere a cavalcioni su di lui. << L'unica cosa non giusta è separarci >> sospira << Insieme siamo più forti Blanco >> << Hai ragione >> mi stringe a se infossando il suo viso nell'incavo del mio collo. << Ho bisogno di te, non andartene >> << Te l'ho detto Jorge, non me ne vado nemmeno se me lo chiedi. Ora dimmi cosa è successo >> << È tornata mia madre >> annuisco << Si ed è molto bella, le somigli >> << Mi ha chiesto scusa se se n'è andata. Ha detto che si è curata in una clinica dopo essere stata colpita dal cancro. Ora sta bene. Ma non posso PERDONARLA, non ancora >> << Ti capisco >> << Si, in effetti le nostre storie sono molto simili >> << E tuo padre? >> << È sempre stato così Stronzo >> scrolla le spalle. << Ma adesso basta parlare >> << E che facciamo? >> << Posso abbattere le tue paure io? >> domanda sorridendo sghembo << E come? >> si avvicina all'interruttore della luce << Superiamo la paura del buio >> la luce nella camera va via e la tapparella abbassata lascia la camera nel buio totale. Con le mani cerco il suo viso, carezzando la sua mascella, le sue guance, il suo collo, la sua nuca. Infilo le mani nei capelli ma non lo sento parlare. << Jorge? >> << Si Martina? >> sussurra sulle mia bocca sorridendo. Le nostre labbra si sfiorano. << Hai paura? >> << No, se ci sei tu >> << Bene >>. << Jorge ieri hai detto che sono Tua >> << Si l'ho detto >> << E se io non avessi scelto te? Se mi fossi innamorata di qualcun altro? Se avessi preferito Rodrigo? >> a quelle parole sento il suo corpo irrigidirsi sotto il mio. Non ragiona più e lo capisco dal suo respiro velocizzatosi. << Non dirlo mai più >> ansimo << E perché? >> << Perché odio pensare a qualcuno che ti tocca, qualcuno che non sia io >>. Deglutisco. Mi avvicino di più alle sue labbra. << Baciami >>. Le sue labbra si avventano sulle mie, prendono contatto con le mie e senza chiedere permesso si muovono voraci e affamate. Non smette, va' avanti e quando capisce che ho finito di respirare scende a baciarmi il collo per poi affondare i denti nella mia carne e lasciarci sopra un segno indelebile. Spinge i suoi fianchi verso i miei e manda la sua testa all'indietro non prima di aver chiuso gli occhi. << E adesso chi lo spiega a papà? >> << Penso che tuo padre sia l'ultimo dei nostri problemi >> << Che vuoi dire? >> << Che sarebbe meglio scendessi dalle mie gambe >> << Peso? >> non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che sento la sua erezione premere forte contro la stoffa dei miei jeans. Mi affretto ad alzarmi ed infilo una mano nella tasca posteriore dei miei jeans. << Ops.. Scusa >> Ridacchia raucamente. << Dovresti Vestirti >> << Già dovrei >> mi prende per la vita sollevandomi e Facendomi sedere al suo fianco per poi alzarsi e dirigersi verso il comodino. Prende un paio di boxer ed avvicina le mani all'asciugamano. È pazzo. << Che fai? >> << Mi cambio >> << Qui? >> sgrano gli occhi imbarazzata. << Si >> mi volto dal lato opposto << Vai >> sghignazza. << Fatto >> << Predi del disinfettante >> mi guarda confuso << Le tue labbra Jorge >> annuisce entrando nel suo bagno ed uscendo con in mano del disinfettante e dell'ovatta. << Siediti >> gli sorrido dolcemente cominciando a tamponare l'ovatta bagnata sulle sue labbra. << Brucia >> << Non fare il moccioso >> rido e lui con me. << Sta' un po' zitta Mocciosa >> mi attira a se riportando le sue labbra sulle mie. << Non mi scappi più, adesso sei MIA Bimba, per davvero >> 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Siamo stesi sul letto ed io sono perso a guardarla. Dio quanto è bella. È impossibile trattenersi, controllarsi con una creatura meravigliosa come lei vicino. Le infilo una mano nei capelli sono morbidi come la seta al tatto e lei chiude gli occhi beandosi delle mie carezze. << Vuoi che rimanga qui con te, stanotte? >> << Con me? >> << Si insomma, potremmo dormire insieme >> << E ai tuoi che dici? >> << Che dormo da una delle ragazze e poi avviso 'il nostro alibi' di coprirci >> scoppio a ridere. << Vedi troppi film Stoessel >> mi tira una pacca sul petto, a quel contatto come ogni Santa volta che mi sfiora sobbalzo. La mia pelle a contatto con la sua brucia. Smetto all'istante di ridere. << Allora? Posso? >> non capisco come faccia, a volte, a non rendersi conto di quanto è bella. Insomma, di ragazze sexy nella mia vita ne ho viste. Ne ho viste, 'vestite' di abiti succinti, con il trucco, con dei trampoli al posto di semplici scarpe col tacco. Ma lei, lei è un qualcosa di unico. Ha gli occhi accesi, vivi, luminosi. Sembra una bambina. Una bambina pura ed innocente alla quale prima o poi porterò via l'innocenza. Ho paura di fare il passo sbagliato, perché lo so di essere un casino. So che le rovinerò la vita e che rimpiangerà la sua scelta, ma ho bisogno di averla con me, perché? << Tu mi rendi migliore >> porto ad alta voce i miei pensieri. Sorride dolcemente portando con una lentezza snervante le sue labbra sulle mie. << Resta per favore >> oggi è stata una giornata stancante, e sinceramente ho bisogno del suo corpo accanto al mio stanotte. << Quindi io dove dormo? >> ridacchio << Qui >> carezzo il letto per poi salire con la mano sulla sua coscia. << E tu? >> balbetta a quel contatto << Con te >>. Annuisce spaventata. << Dormiamo soltanto Bimba, non preoccuparti >> << Scusa Jorge, è solo che ho paura >> << È una cosa normale Martina, non è necessario che tu me ne parli >> la tranquillizzo togliendo la mia mano dalla sua coscia. So che ha bisogno di tempo, ed io gliene darò. Per LEI ho tempo. Tutto quello del mondo. Prende la mia mano facendo intrecciare le nostre dita. << A me piaceva >> ammette rossa in viso. << Cosa? >> << Il tuo tocco, le tue mani su di me >> sbatto le palpebre. << Dormiamo? >> chiedo << Si, ma tu rimani così? >> mi guardo. << Non vado bene? >> << Sei in boxer >> << Va bene vado a mettere un pigiama. Tu invece? >> scrolla le spalle. << Dormo così >>. La guardo da capo a piedi. Ha un paio di jeans ed una maglietta a dolcevita. aderente. Apro un cassetto e prendo una mia maglietta nera tirandogliela sopra. << Metti questa, non puoi dormire così Tini >>. Si alza piano entrando nel bagno ed esce dopo qualche secondo. Il mio autocontrollo sta sparendo. Mi stendo sul letto invitandola a raggiungermi e spengo la luce mentre il chiarore della luna e le luci che provengono dalla finestra,(aperta mentre lei era in bagno),ci illumina. << Hai freddo? >> le domando vedendo che si porta il collo della maglietta fino al naso. Sorride. << No >> << Perché fai così, allora? >> << Sa di te >> 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


<< Quindi hai dormito da Lodovica? >> << Si >> << E dimmi quel segno che hai sul collo te lo ha fatto lei? >> << Posso spiegarti >> << Cosa vuoi spiegarmi? >> << Papà, non abbiamo fatto niente >> << Hai dormito con Lui? >> << Papà ascoltami, se volessi fare l'amore con Jorge potrei saltare un qualsiasi giorno di scuola e correre a casa sua >> si siede sospirando << Il fatto è che tu stai crescendo ed io non sono più capace di controllarti, sei sempre con Lui, Lui che ti porterà via da me >> sorrido, mi fa troppa tenerezza. Mi siedo al suo fianco posandomi sul suo petto e guardandolo negli occhi. << Papà te l'ho detto: più niente potrà separarci. Siamo stati lontani per troppo tempo >> il campanello suona, sicuramente sarà Jorge. << Posso farlo penare un po' almeno? >> << Mm.. Va bene, ma solo un po' >> ridacchio mentre lui si alza andando ad aprire. Il biondo compare sulla porta con addosso un paio di jeans blu e aderenti ed una magliettina nera a maniche corte. << Salve Alejandro, Tini >> mi saluta tranquillo con il suo tipico sorrisetto menefreghista. << Entra Jorge >>. Il messicano fa quello che mio padre gli chiede sedendomi al mio fianco non prima di avermi lasciato un bacio sulla guancia, evidentemente ha capito che mio padre non avrebbe gradito i nostri 'bacetti innocenti'. << Come va ragazzo? >> << Bene Grazie e tu come ti senti? >> storce il naso, non è ancora abituato a dargli del tu. << Benissimo, anche se oggi è successa una cosa stranissima. >> << Davvero? >> << Martina è andata a dormire a casa di Lodovica solo che è tornata a casa con il segno di un morso sul collo >> lo sento irrigidirsi al mio fianco ed alzare le mani in segno di resa. << Posso spiegare >> << Sono tutto orecchi >> << Non è stata una cosa volontaria.. >> << Risparmiamoci la parte in cui inventi scuse, stateci attenti, ok? >> avvampo. << Si,papà basta però! >> mi alzo di fretta tirando via Jorge, il discorso sul sesso non mi va proprio anche perché per me tutto ciò che ne riguarda è sempre stato un tabù. Per tutta la strada siamo silenziosi e quando arriviamo dai nostri amici cominciamo a scioglierci un po'. Stare con loro mi piace, sono sempre presenti e sanno bene cos'è l'amicizia. Il fatto che per 6 anni abbiano sopportato le cazzate fuoriuscite dalla mia bocca è un gran passo avanti. Qualcosa di strano però gira nell'aria, è Damien. È silenzioso, perso nei suoi pensieri ed io mi avvicino cercando di capire cosa non va. Lui c'è sempre stato per me, mi ha aiutata nei momenti di crisi per Jorge consigliandomi di farmi avanti. << Dami stai bene? >> gli chiedo posandogli una mano sulla spalla. I suoi occhi sono trasparenti e limpidi. Immediatamente mi vengono in mente quelli di Jorge, quando mi ha guardata stamattina appena ha aperto gli occhi, scaccio via quel pensiero. << Vieni >> gli faccio segno di seguirmi fino ad una panchina non molto distante. << Cos'hai? >> << Io, non ho nulla >> << Dai Damien ci conosciamo da quando siamo nati praticamente, so che hai qualcosa >> << Mi sa che mi sono innamorato >> sbarro gli occhi, non è mai stato il tipo da: 'Mi sono innamorato' da questo punto di vista assomigliava molto a Jorge. << E di chi? >> << Hai presente Macarena, la ragazza che ci hanno presentato Alba e Facundo? >> annuisco. << Aha >> << Quel giorno abbiamo cominciato ad uscire insieme, a nasconderci e poi un paio di settimane fa siamo finiti a letto insieme >> << Non capisco, qual è il problema? >> << Non vuole più vedermi >> << Che le hai detto Damien? >> incrocio le braccia al petto << Le ho detto che forse era stato tutto un errore >> << Ma allora sei un Coglione >> sbotto spingendolo nervosa. << Perché l'hai fatto? >> << Perché innamorarsi è una cosa orrenda. Ti prende tutto, compresi milza, polmoni e ormoni. È una cosa troppo forte e a me non piacciono le cose più forti di me >> << Non capisci Damien è tutto il contrario. L'Amore è.. Oddio, come faccio a spiegartelo? Insomma cazzo, io non so se quello che provo per Jorge è davvero amore ma, io dormo con lui anche quando non c'è al mio fianco, io odio che sia così sapientemente sfacciato e odioso ma cavolo è così attraente. Mi scombussola tutto. Mette a soqquadro tutto di me, ma.. Damien, io.. Se lo vedessi un giorno entrare a scuola con la maglietta al contrario, i jeans aperti, le scarpe slacciate ed i capelli spettinati con una faccia da: "Ma che cazzo vuoi?" Mi innamorerei il triplo >> smetto di parlare ma lui non accenna a farlo. << Damien non capisci, l'Amore è la cosa più bella che sia mai esistita. È più forte dell'odio. Il tuo problema è l'odiare il fatto che Lei ti abbia fatto innamorare e sappi che se è così, non ti libererai più di quelle morse allo stomaco di quelli elefanti che ci saltano dentro, di quelle farfalle che ti offuscano il cervello e quel modo di parlare balbettando, i piedi, le gambe continueranno a tremare come il primo giorno e le tue mani andranno in cerca delle sue. Damien non scappare mai dall'Amore, non scappare mai dall'impossibile, Mai. Perché la felicità è quella >> << Non vuole vedermi Tini, non risponde alle mie chiamate, né ai messaggi >> << Fa' tutto il possibile >> lo incoraggio. << Hai perso il treno? Beh.. Rimbocca la maniche e Incamminati a piedi >> sorrido abbracciandolo e scorgendo alle sue spalle una ragazza per nulla casta ed innocente flirtare con Jorge. Oh no carina, non hai capito nulla. << Scusa eh >> allontano Damien alzandomi di scatto e balzando vicino a loro. << Ciao Amore >> marco il territorio attirandolo a me prendendo tra le mani la sua maglietta. << Chi è lei? >> sorrido innocentemente mentre lui sembra abbastanza scosso. 'E non hai visto niente Blanco, questo è solo l'inizio!'

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


<< Allora? Chi è lei? >> Jorge tiene gli occhi fissi sulle mie mani che stringono ancora la sua maglietta. << Sono una sua vecchia 'amica' >> il tono con cui lo dice mi fa capire che dietro c'è dell'altro, sono stati a letto insieme ed è una cosa insopportabile per me. Non la guardo piantando i miei occhi in quegli di Jorge e mi avvento sulle sue labbra in un bacio caldo e disperato. << Lo stavo invitando al mio matrimonio ma a quanto pare non sarà solo, vi aspetto sabato prossimo ragazzi >> ci fa un occhiolino andando via mentre io mi stacco dal Messicano sgranando gli occhi. << Dovremmo mettere in chiaro delle cose Stoessel >> sobbalzo pronta al peggio. << Sei eccitante quando sei gelosa, sai? >> mi sorride tornando a baciarmi avidamente. È così intenso e posso sentire ancora la sua erezione premere contro il mio stomaco. << Non qui >> lo ammonisco allontanandolo lentamente << Uffa >> sbuffa prendendomi per mano e tornando dagli altri dove Diego e Lodo stanno parlando della loro gita alla: 'Mamma, papà aspettiamo un bambino' << In effetti suo padre all'inizio sembrava molto propenso al farmi fuori poi però ci ha ascoltati >> annuisce Diego posando la testa su quella di Lodo abbracciandola di spalle. << Saremo in tre >> sorride come non l'ho mai visto fare portando le sue mani e quelle dell'Italiana sul ventre piatto (ancora per poco) di lei. Sorrido guardando Jorge, fin da quando l'ho conosciuta ci ho immaginati cresciuti con dei bambini. Mi riscuoto dai miei pensieri guardando l'orologio, si sono già fatte le 6 e oggi è l'anniversario dei miei quindi mi tocca tornare a casa, ovviamente accompagnata da Jorge. La festa procede tranquilla e finisce un paio d'ore più tardi, sono stanca morta così saluto i miei genitori correndo di sopra a farmi una doccia per poi andare a dormire. Entro in camera mia in accappatoio e ad un tratto sento ticchettare contro la mia finestra, mi volto scovando il volto di Jorge e mi avvicino ad aprirgli. << Ehi, che ci fai qui? >> scrolla le spalle << Volevo vederti >> mi nasconde qualcosa, glielo leggo negli occhi. Mi avvicino << Jorge dimmi la verità >> << Ho bisogno di te, come sempre >> << Cosa ti è successo? >> mi siedo sul letto invitandolo a fare lo stesso. << Mia madre e mio padre hanno litigato, lei ha capito che c'era qualcosa che non andava nell'aria e gli ha detto che se avesse ancora provato a mettermi le mani addosso gliel'avrebbe fatta pagare, sa tutta la verità, sa che non era la prima volta allora ha fatto le valigie e ha detto che saremmo andati a stare dalla nonna >> << Guardami >> gli dico carezzandogli la mascella << Non è colpa tua >> << Si che lo è Bimba, ho rovinato la loro vita e lo sto facendo anche con te, perché? Perché vuoi me? Perché non mi odi? >> i suoi occhi sono limpidi come non li avevo mai visti prima d'ora. << Jorge tu sei tutto nella mia vita >> << No Martina, devi aprire gli occhi, io sarò la tua rovina >> << Jorge non ti allontanare ogni volta da me >> mi solleva portandomi sulle sue gambe. << Per favore >> lo supplico mentre una lacrima mi attraversa il viso. << Io.. Scusa.. È che non voglio più farti del male >> << Allora non farmene, allora resta >> annuisce. << Lo farò Martina, ti prometto che la smetterò di essere così, cambierò per te >> << No, non cambiare >> scuoto il capo. << Resta e basta >> soffio sulle sue labbra. << Posso baciarti? >> domanda mentre io mi alzo dalle sue gambe. Scoppio a ridere. << Me lo stai chiedendo davvero? >> << Aha >> << Jorge mi piace quando fai il dolce ma preferisco quando mi sbatti al muro e mi baci >> si alza avanzando verso di me mentre io indietreggio scontrandomi con la parete. Alza le mie mani portandole sulla mia testa e con una mano tiene fermi entrambi i polsi. Con la mano libera invece attira il mio bacino verso il suo. << Così? >> sorride e sussurra rocamente. Annuisco mentre sento la sua mano attraversare L'Accappatoio e salire fino al mio fianco sinistro. Tremo senza sapere come comportarmi, le uniche barriere a coprirmi sono L'Accappatoio e le mutandine. Si avvicina di più premendo le sue labbra sulle mie in modo da farmele schiudere. Le nostre lingue prendono a danzare tra di loro sensualmente ed io mi sento abbastanza accaldata. << Basta >> sbotto, allontanandolo, in preda agli spasmi. << Non sapevo di scombussolarti l'organismo Nena >> sghignazza indietreggiando e guardandomi. << Vatti a vestire però >> ordina serio. << Vado >> corro in bagno e di fretta e furia mi vesto per poi tornare in camera. << Dormi con me? >> << Si >> mi sorride << Posso togliermi la maglietta almeno? >> domanda dolcemente portandomi ad annuire. << Anche i pantaloni se vuoi >> lo sento ridacchiare e questa volta è lui annuire. << Non vorrei dormissi scomodo >> ci stendiamo immediatamente nel letto ed io spengo la luce mentre lui posa la testa sul mio petto. << Mi canti qualcosa? >> << ..Cause all of me loves all of you.. >> intono spettinando le punte dei suoi capelli e sentendo pian piano il suo respiro appesantirsi. Mi addormento felice, tutto quello che ho sognato fino ad oggi è diventato realtà. Perché il mio unico sogno era avere Jorge. 
<< Bimba >> << Oh Jorge >> gli carezzo la guancia << Tini sono le 7 e 10 del mattino e se fai così il mio autocontrollo se ne va a farsi fottere >> apro gli occhi di scatto spingendolo per terra. Sinceramente, non so come abbia fatto a finire io per terra, ma è successo. Scoppio a ridere. << Bimba tutto ok? >> domanda preoccupato facendo aumentare la mia risata. << Tu come staresti se ti svegliassi abbracciato al pavimento? >> gli chiedo acida cambiando umore. Cambio umore troppo facilmente, mm.. Qualcosa mi dice che mi arriverà il ciclo. Lui rotea gli occhi sollevandomi e mettendomi a cavalcioni su di lui. << Sei simpatica come un calcio nelle palle >> << E tu.. Tu.. >> balbetto fermando il mio indice a mezz'aria appena avverto la sua mano intrufolarsi nella mia camicia da notte arrivando all'orlo delle mie mutandine. Ansimo. << Io cosa Martina? >> sorride sghembo avvicinandosi a darmi il bacio del Buongiorno. Pian piano le sue labbra scendono sul mio collo fino ad arrivare alla scollatura del mio pigiama. Sento i suoi denti graffiare quella mia pelle più sensibile e mi lascio andare a dei sospiri piuttosto strani e nuovi per me. Si stacca ed entrambi lanciamo uno sguardo a quel segno. << Ora sei Mia >> << Beh, lo sono già da un po' se non sbaglio >> sorrido alzandomi per prepararmi. Quando arrivo in classe sono le 8.15. << Stoessel è in ritardo >> << Si, mi scusi >> vado a sedermi vicino a Mechi. << Quale sarebbe il motivo del tuo ritardo? >> << Jorge >> << Un altro succhiotto? >> << Stavolta non è visibile >> sorrido << Che vuol dire? >> << Niente, lascia stare >>. La giornata prosegue piuttosto tranquilla e anche la settimana fino a quando un giorno, vedo Jorge alla mia finestra con il labbro spaccato. << Cosa ti è successo? >> domando preoccupata, lui scuote il capo e velocemente si avventa sulle mie labbra, si muove sicuro e senza pietà ed io lo allontano con una mano. << Jorge che cazzo ti è successo? Chi è stato? >> ritorna ancora a baciarmi con insistenza e sento il gusto ferroso del suo sangue nella mia bocca, stavolta però serro le labbra e lui si allontana da solo. << Siediti devo disinfettarti >> corro in bagno a prendere l'occorrente e quando torno lo vedo seduta sulla sedia della mia scrivania. Il silenzio fa da padrone in camera. Premo l'ovatta sulle sue labbra e lo vedo chiudere gli occhi. Una sua mano prende il mio polso fermandomi ed io lo guardo. << Scusami Martina >> << Perché lo hai fatto? >> << Perché sei la mia cura >>

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


<< Perché sei la mia cura >> la bottiglietta di disinfettante che stringo tra le mani cade per terra, spargendo il liquido verde sul pavimento della mia camera. Rimango piazzata lì, i miei occhi continuano a perdersi nei suoi come 6 anni prima. Deglutisco e mi piego piano a raccogliere il disinfettante, esco dalla camera correndo a prendere una pezza per pulire ma non accenno a respirare. Svolto l'angolo e la terra sotto i piedi torna a mancare: "Sei la mia cura". Le gambe tremano ed io cado rovinosamente per terra. Non capisco più cosa sta succedendo, mi rialzo di fretta e furia sistemandomi alla bell'e meglio e corro a prendere una pezza. Quando torno in camera lui è ancora seduto sulla sedia, con lo sguardo basso e le sue mani intrecciate. Le morse allo stomaco aumentano ed io vorrei urlare come una pazza, 'Oh mio Dio! MARTINA SVEGLIATI, TE LO HA DETTO CHIARAMENTE, TI STA FACENDO CAPIRE CHE QUELLO CHE SENTE PER TE NON È ESPRIMIBILE CON UN TI VOGLIO BENE'. << Ti sto confondendo,non è vero? >> sorride amareggiato << Prima ti urlo contro, poi ti permetto di aiutarmi, poi mi allontano comportandomi freddamente e poi.. Questo. Non mi sorprenderei se mi dicessi che ti sto solo incasinando la vita >> deglutisco, devo parlare. Devo fargli capire che.. << Incasinami la vita Jorge. Incasinamela. Fanculo alle paure e Fanculo tutti, Incasinami la vita perché solo così mi fai vivere >> mollo tutto e gli vado incontro, lui si alza di scatto e mi attira a se portando le nostre labbra a scontrarsi. << Giuro che ti prenderei qui. Ora. Seduta stante >> ammette soffiando sulle mie labbra. Lo stomaco formicola così tanto che credo di avere fame da perfetta inesperta ed imbranata quale sono. << Allora Jorge, allora PRENDIMI QUI. ORA. SEDUTA STANTE >> sussurro sulla sua bocca scendendo con il viso all'incavo del suo collo. Sento il suo respiro farsi pesante e la sua mano posarsi sulla mia nuca per far si che io mi aggrappi completamente a lui. << Non qui e non ora, sarà diverso Bimba, ti farò vivere sul serio >> abbassa lo sguardo baciandomi piano una tempia. Sento la sua mano prendermi piano un braccio. << Che hai fatto? >> aggrotta la fronte notando un livido ben visibile sul mio braccio. Avvampo di colpo. << Sono caduta >> balbetto imbarazzata mentre le guance si tingono sempre di più di rosso. << Quando? >> << Poco fa >> sorride dolcemente, quasi come se trovasse la cosa carina, beh io la trovo da Cogliona. Mi perdo ancora nei suoi occhi e con il pollice carezzo il labbro sanguinante. << Vieni >> gli prendo la mano facendolo sedere di nuovo. Quando premo l'ovatta sulla sua bocca, lo vedo stingere gli occhi. Deve bruciargli molto. << Ti brucia? >> << Mi dà fastidio, è irritante >> scrolla le spalle portando le sue braccia dentro di me e tirandomi per le gambe verso di se. Posa la fronte sul mio petto e chiude gli occhi. << Dai Jorge, non fare il bambino, fammi finire >> ridacchio allontanandolo e ritornando con il batuffolo bianco sulle sue labbra. Mi blocca il polso ancora. << Non mi vuoi proprio far finire, eh?! >> sorrido ingenuamente << Credo di amarti >> deglutisce all'istante irrigidendosi ed io rimango ferma e spiazzata come prima. Mi bagno le labbra inumidendole con la lingua. Devo far finta di niente, perché io lo conosco. Andrà via. Sospiro abbassando lo sguardo. Come si può rimanere indifferenti davanti ad una persona che ami che ti dice una cosa del genere? È impossibile, soprattutto per una debole come me. Tiro un respiro profondo e mi siedo a cavalcioni su di lui. << Vuoi dirmi chi ti ha fatto questo? >> passo le mani adesso libere sulle sue labbra e lui si irrigidisce di più. << Parla Jorge, io ti ascolto >> << Ero fuori di casa con Ruggero e stavo per rientrare, mentre la nonna era andata al club con le sue amiche >> << Va' avanti >> << Ho lasciato Ruggero e sono entrato in casa, mentre ero nel corridoio ho sentito dei versi piuttosto strani e poi un urlo >> sobbalzo, comincio ad avere paura di quel che mi sta per raccontare << E dopo? Cosa è successo dopo? >> gli chiedo notando che ha smesso di parlare e si è voltato a guardare la parete << Sono entrato in salotto e sul divano c'era mia madre.. Su di lei mio padre.. Le aveva alzato la gonna e aveva preso a sbottonarsi.. >> smette di parlare e si volta verso di me con gli occhi gonfi e contornati quasi di sangue, tremo all'idea di sua madre spaventata, all'idea di lui spaventato << Io Bimba.. In quel momento avevo un unico desiderio: UCCIDERLO, per questo, per questo ti dico che sono pericoloso, a questo servono le mie raccomandazioni Martina, per questo non devi mai fidarti di me >> non me ne frega un cazzo più di nulla. Spingo la sua nuca verso la mia, e mi avvento sulle sue labbra. È un bacio che richiede cura. Un bacio che entrambi necessitiamo, è la spiegazione, la prova al bisogno che abbiamo l'uno dell'altro. << Jorge ti amo cazzo, non lo ripeterò ancora. Se tu te ne vai.. >> chiudo gli occhi sbattendo le palpebre,  devo farcela. << Vattene ed io vengo con te >>

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


<< Davvero Martina? Ovunque? >> << Ovunque >> ripeto convinta, lo sento sghignazzare ma non è quel solito sorrisetto di soddisfazione che aleggia solitamente sul suo viso perfetto, sembra qualcosa di amaro e triste. << Cosa ho fatto per meritarti? >> << Hai messo da parte la tua corazza e ti sei mostrato per quello che sei, che tu ci creda o no, ci siamo entrambi dentro fino al collo >> << Perché continui a volermi Stoessel, ogni giorno ti dimostro l'essere viscido che sono, ma tu resti. Perché non scappi via da me? >> << Non sei un mostro Jorge, e per quanto gli altri possano pensare che tu sia una persona superficiale, io, Ruggero, e i nostri amici abbiamo conosciuto il vero Blanco, quello con dei sani principi e quello con un cuore.. >> prendo un respiro profondo << ..e poi te l'ho detto, non me ne vado, resto. Fino alla fine ed anche dopo. >> << Abbracciami per favore >> sussurra sulle mie labbra come un bambino, non me lo faccio ripetere due volte ed immediatamente lo sento fiondarsi tra le mie braccia. << Non sono perfetto Bimba, sono acido, freddo e la dolcezza non l'ho mai conosciuta. Probabilmente con me non c'è futuro, ma ti prego insegnami a essere quello di cui ho bisogno perché non voglio vedere andar via anche te >> << Tu. Sei. Tutto. Ciò. Di. Cui. Ho. Bisogno >> soffio sulle sue labbra, il suo sguardo ricade su quest'ultime << Anche tu >> sussurra impaurito, spaventato. Ho sempre pensato che la risposta: 'ANCHE IO/TU' fosse banale e stupida, solo ora mi accorgo che l'unica cosa che avrei voluto sentir fuoriuscire dalle labbra di Jorge era proprio quell'ANCHE TU. Non è un tipo banale, non ha idea di cosa siano cuori e fiori, ma nella mia vita io voglio solo lui e le sue tempeste. Non voglio che mi porti al cinema o che mi baci sotto la pioggia nel bel mezzo di un temporale, non voglio che mi ripari dalla paura dei fulmini abbracciandomi e tranquillizzandomi, voglio che continui a gridarmi contro come fa oggi, che un minuto prima faccia il forte e che uno dopo si mostri debole ma solo ai miei occhi. Solo così avrò la certezza che tra noi va tutto bene, solo così sarò sicura che lui ricambia i miei sentimenti, perché come ho già detto e stradetto io Jorge lo conosco e so bene che se a volte è così lontano e distante da me è solo perché ha paura, perché involontariamente si è ritrovato in qualcosa più grande di lui, di noi.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


​<< Cos'ho che non va? >> domando mentre Mercedes mi rivolge un'occhiataccia. << Tini devi essere elegante agli occhi di quelle persone, non l'anti-sesso >> sputa acidamente la mia amica, in fatto di moda non perdona, è schietta e sincera come pochi. Mi guardo allo specchio un'ultima volta, in effetti non ha tutti i torti. Sembra che abbia addosso un sacco di patate, un vestito verde corallo, a maniche lunghe, largo e che mi arriva al polpaccio. << Hai ragione >> sbuffo << Ma sono nel panico, non capita tutti i giorni di partecipare al matrimonio dell'ex scopa-amica del proprio ragazzo >> arriccio gelosamente il naso << Devi fargli capire che scegliendo te ha fatto la scelta giusta, la migliore >> sbotta frugando tra le sue tasche ed estraendone la sua carta di credito. Sgrano gli occhi. << Che cos'hai in mente? >> << Adesso io e te andiamo a fare compere, paga il mio papà >> << No Mechi, prenderò i miei risparmi, non voglio che.. >> << Smettila di farti paranoie, devi essere perfetta domani, intesi? >> lancio un sospiro di sollievo << Grazie, se non ci fossi bisognerebbe inventarti >> << Modestamente >> ridacchia prendendo la sua giacchetta ed aprendo la porta della mia camera aspettando che io la segua. Arriviamo al centro commerciale tra le chiacchiere e le risate. Mi fermo davanti a qualche vetrina senza trovare nulla di speciale. Quando entriamo in un negozietto molto piccolo e quasi del tutto abbandonato ed estraneo al mondo, decido saggiamente di provare qualche vestito. Poi.. Poi vedo infondo alla stanza un meraviglioso abito rosso, stile impero, maniche lunghe che si allargano verso la fine, lungo fino a metà coscia e lo acchiappo alla velocità della luce correndo a provarlo. Rimango sorpresa guardando il mio riflesso. La mia schiena è completamente scoperta ed il vestito da dietro è più lungo di un paio di millimetri. Invito Mercedes ad entrare. << Cazzo è perfetto, sembra te lo abbiano cucito addosso >> << Dici? >> << Eh cazzo se dico >> ridacchio, è raro sentire delle parole volgari fuoriuscire dalla sua bocca. << È tuo >> sorrido ringraziandola ancora ed a metà strada ci separiamo tornando ognuna a casa propria. 
Dopo aver camminato parecchio ed aver svoltato l'angolo, vedo qualcuno rannicchiato davanti la porta di casa mia. Riconosco immediatamente le chioma rossa della mia migliore amica e mi appresto a raggiungerla correndole incontro. Alza la testa avvertendo il rumore dei miei passi ed io faccio un passo indietro quando vedo i suoi occhi rossi e gonfi rigati dalle lacrime. << Cande.. >> sussurro avanzando verso di lei << Non ce la faccio più Tini, sono stanca. Ti prego devo parlarti >> mi abbraccia forte mentre io annuisco aprendo la porta di casa e facendole segno di salire di sopra. Si butta sul mio letto a peso morto mentre le lacrime riprendono a percorrere il suo viso che non ha mai nemmeno visto l'ombra di una goccia d'acqua salata. << Parlami >> la incito carezzandole i capelli come una mamma fa con il proprio bambino e credo proprio che adesso lei abbia sul serio bisogno di essere trattata così. << Mi sono innamorata >> le sue labbra cominciano a tremare e quasi mi si stringe il cuore a vederla così. << Chi ti ha ridotta così, Cande? >> le domando conoscendo già la risposta << Ruggero >> il suo viso si incurva in una smorfia mentre la voce le si incrina. << Sono 2 mesi che vado a letto con lui, e durante il giorno mi tratta come se non mi conoscesse, come se la notte non si infilasse nel mio letto >>. Ora capisco perché era così strana nell'ultimo periodo. La rabbia si impossessa di me predominando nel mio corpo ed io mi alzo di scatto furiosa, apro ferocemente la porta della mia camera e prendendo le chiavi di casa vado via sotto lo sguardo sbalordito e spaventato della rossa. Cammino frettolosamente verso casa di Jorge, so che li troverò lì soprattutto ora che Fernando è stato arrestato. Suono il campanello insistentemente, neanche mi riconosco. La porta si apre rivelando la figura di Jorge incazzata, appena mi vede si rilassa. << Bimba? >> scuoto il capo come a dirgli che non è il momento e scorgo sul divano l'italiano che ridacchia con il suo cellulare tra le mani. Sorpasso Jorge senza baciarlo (con grande fatica) e raggiungo l'altro tirando via quell'aggeggio dalle sue mani. Jorge che è fermo sulla porta si avvicina per capirci qualcosa mentre Ruggero aggrotta la fronte. << Come puoi farci la guerra di giorno e l'amore di notte? >> si irrigidisce all'istante riprendendosi quello che gli appartiene. << Stanne fuori >> non si è mai rivolto così freddamente a nessuno, è sempre stato un tipo allegro e festaiolo con tutti, un po' come Cande. Prende il suo giubbotto e va via senza salutare. Jorge scuote il capo quando l'altro sbatte la porta. << Non guardarmi così, mi intrometto eccome se si tratta della mia migliore amica >> incrocio le braccia al petto sfidandolo con lo sguardo. << No Stoessel, sono cose loro >> << NO NO IL TUO AMICO STA DISTRUGGENDO LA MIA MIGLIORE AMICA ED IO NON RIMARRÒ A GUARDARLA CADERE IN MILLE PEZZI >> grido fuori di me << NON È UNA COSA CHE RIGUARDA NOI MARTINA, DOBBIAMO STARNE FUORI DAVVERO >> << PERCHÈ? >> << PERCHÉ RUGGERO È PIÙ COMPLICATO DI ME >> << NON CREDO >> sorrido amareggiata << CHE C'È, VUOI PRENDERTELA CON ME? FA' PURE MA NON TI SERVIRÀ A UN BEL CAZZO DI NIENTE >> risponde di rimando << NON HO DETTO QUESTO >> roteo gli occhi << Non farlo, non con me almeno >> sussurra con un tono tranquillo, troppo. << Sei impossibile >> sbotta guardandomi. << Sei così cocciuta e ficchi il naso dove non ne hai il dovere >> mi passo la lingua sulle labbra inumidendole << E tu sei solo uno Stronzo >> avanzo verso di lui cominciando a tirargli dei pugnetti sul petto << Siete tutti uguali >> continuo mentre con una mano blocca entrambi i polsi. << E allora perché rimani ogni santa volta? >> abbasso lo sguardo. << Lo sai >>. I suoi nervi sembrano rilassarsi a quella risposta e i suoi occhi si posano sulle mie labbra. Si passa la lingua sulle sue. << Sei mia cazzo, sei solo mia >> sussurra prima di avventarcisi sopra senza pietà. È violento, disperato, bisognoso.  

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Sono agitata, guardo il mio riflesso nello specchio per la centesima volta probabilmente. No, questa non sono io. Non ho nemmeno il coraggio di farmi vedere da Jorge, figuriamoci davanti a tremila invitati. I capelli super arricciati ricadono sulla spalla e un rossetto rosso colora le mie labbra mentre la matita ed il mascara neri evidenziano i miei occhi. Lancio un lungo sospiro indossando un paio di orecchini e decido saggiamente di scendere di sotto. Jorge non avrebbe aspettato ancora per molto. Sbuffo quando rischio di scivolare e di cadere con addosso questi trampoli, mi aggrapperò a Jorge poco ma sicuro. Beh, tanto meglio. Quando scendo le scale lo vedo di spalle mentre parla al cellulare. << Ma si Mamma ci vediamo in Chiesa >> sbuffa << No, non te la presento >> si gratta nervosamente la nuca << Perché no >> sbotta girandosi e ritrovandosi a pochi passi da me. Mi guarda da capo a piedi con gli occhi fuori dalle orbite. << Devo andare Mamma.. >> balbetta deglutendo e risalendo con lo sguardo riaggancia. Faccio una giravolta su me stessa sorridendogli. << Allora, che ne pensi?! >> mi mordicchio un'unghia agitata. << Penso che se non ti scopo neanche oggi mi fanno santo >> farfuglia attirandomi a se e baciandomi il collo. Socchiudo le palpebre beandomi delle sensazioni che mi provoca semplicemente inumidendomi il collo con le sue labbra. << Mm.. Jorge dobbiamo andare >> lo incito con la voce bassa. << Sei arrossita >> mi fa notare rocamente,allontanandosi di qualche passo per guardarmi ancora. << Perché dovrei arrossire se sei tu a parlare in quel modo? Tu non ti vergogni perché io dovrei? >> incrocio le braccia al petto sfacciatamente. << Andiamo o ti scopo >> ripete prendendomi per mano ed uscendo di casa. Mi mordo le labbra imbarazzata. Cavolo, sarà sempre così quando mi parlerà in quel modo? Avvamperò ogni volta? Mi scioglierò sotto il suo sguardo? Per tutto il tragitto rimane in silenzio stringendo la mia mano. Lo guardo attentamente, è davvero buffo con addosso uno smoking. Le sue spalle larghe rimangono comunque in bella vista mentre vengono messi in risalto i pettorali a causa della camicia bianca. Dico a causa perché anche le altre potranno vederlo. Sbuffo girandomi a guardare fuori dal finestrino. << Che hai Bimba? >> domanda lanciandomi un'occhiata fugace e tornando attentamente alla strada. << Agganciati quella giacca >> sussurro gelosa << E perché? >> << Perché si, se qualcuna ci prova oggi finisce male >> confesso sincera facendo dipingere un sorriso sulle sue labbra << Mi piaci quando fai l'aggressiva >> nascondo un sorriso mentre intravedo la Chiesetta e lui ferma l'auto parcheggiandola. Faccio per scendere ma lui mi precede aprendomi lo sportello e porgendomi una mano. Scuoto il capo ridacchiando imbarazzata ed insieme ci dirigiamo all'entrata. << Ah Jorge.. >> << Si?! >> avvicino le mani alla sua giacca abbottonandogliela << Non scherzavo quando ti ho detto di agganciarla >>. Sobbalzo notando la quantità industriale di gente presente in questo posto. Oh mamma. La mente si annebbia ed io comincio a sentirmi a disagio. Sento tutti gli occhi puntati su di noi. Jorge avvicina il suo braccio al mio corpo e mi attira dalla vita. << Sei Mia, ricorda >> sussurra sfiorandomi il lobo dell'orecchio. Annuisco. << Solo Tua >> man mano avanza verso sua madre ed io le sorrido mentre lui si gratta la nuca. << Mamma lei è Martina la mia ragazza, Tini lei è Cecilia, mia madre >> il mio sorriso si allarga non solo perché finalmente mi ha presentato sua madre ma anche per come mi ha presentata. Sono la sua ragazza. Ufficialmente! Lo sposo all'altare sembra parecchio agitato ed il prete quasi più di lui guardandolo. << Figliolo calmati, arriverà >> lo tranquillizza posandogli una mano sulla spalla. Sento la presa di Jorge rafforzarsi. << Chiunque ti si avvicinerà, rischierà la vita >> mi sussurra abbracciandomi da dietro. Ridacchio piano. << No, non puoi >> << Le cose mie non si toccano >> inarco un sopracciglio << Anzi, che tocchino la mia auto, la mia chitarra e tutto quello che vogliono. Tranne te >> abbasso il capo imbarazzata mentre la sposa arriva sul cornicione dell'entrata accompagnata da suo padre. Sorrido mentre parte la marcia nuziale. Chissà come le batte forte il cuore al pensiero che passerà il resto della vita con lui. Rimango ancora lì, tra le braccia del mio Messicano, a guardare la bellezza di quella ragazza. Ha un sorriso insostituibile. Sento le labbra di Jorge posarsi tra i miei capelli ed immediatamente ci sediamo tutti quanti. La cerimonia trascorre tranquilla, i due innamorati si danno il primo bacio tra marito e moglie e poi è un attimo.. Cecilia si accascia, Jorge sbianca ed io tremo.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


È già mezzogiorno, ma ancora non abbiamo notizie di Cecilia, i medici sembrano essersi rinchiusi in una stanza tacendo sulla questione. Jorge non accenna a parlare, muove nervosamente le gambe, ha gli occhi persi e le sue mani tremano mentre stringono le mie. Vorrei poter fare qualcosa. Qualcosa che non sia sbagliato. Poso delicatamente una mano sulla sua guancia invitandolo a voltarsi nella mia direzione. Lo fa, titubante fa incrociare i nostri sguardi. << Amore tua madre sta bene >> cerco di convincere persino me stessa. << Davvero? >> domanda come un bambino dalla voce tremante, una lacrima scappa involontariamente al mio controllo nel preciso istante in cui le sue guance cominciano a bagnarsi. << Davvero? >> ripete dolcemente come se la risposta che riceverà deciderà della sua vita. Annuisco. << Bimba? >> << Mm? >> << Mi abbracci? >> sussurra rocamente a causa del pianto posando il capo sul mio petto. Sono agitata ma lo accontento tranquillizzandomi avvertendo il suo profumo attraversare le mie narici. Sa di menta, di tabacco, di Jorge Blanco. Sa di lui e basta. Sentiamo lo scricchiolio di una porta e ci voltiamo fulminei in quella direzione. Il dottore ha un sorriso enorme dipinto sulle labbra ed io immediatamente ricambio il sorriso stringendo Jorge che si alza, ancora tra le mie braccia come se avesse bisogno di qualcuno che gli dia la forza. << Sua madre sta bene >> gli da una pacca sulla spalla mentre il Messicano annuisce entusiasta chiedendogli di non dargli del lei. << Ha avuto dei capogiri ma nulla di serio >> << Meno male >> << Appena sveglia ha chiesto di te >> è un attimo e lui mi tira verso quella stanza dirigendosi verso sua madre. Mi sembra di essere di intralcio, ma è lui a volermi con se, è lui a stringermi la mano, è lui a chiedermi con lo sguardo di restare, è Lui. Cecilia è seduta sul letto a guardare fuori dalla finestra. << Mamma >> farfuglia confuso correndole incontro ed abbracciandola. Lei comincia a piangere e a pigolare dei: 'Perdonami bambino mio'. Sono davvero felice per loro, felice che si siano ritrovati, felice che Jorge sia più tranquillo. Si voltano a guardarmi sorridendo ed io imbarazzata abbasso il capo. << Vado alla macchinetta a prendere un caffè, volete qualcosa? >> sorridono scuotendo il capo capendo che la mia è solo una scusa per lasciarli soli. Esco dalla camera avvisando papà che tarderò e gli spiego quel che è successo. Successivamente mi avvicino davvero alla macchinetta , ho bisogno di un caffè. Mentre sono intenta a farla funzionare sbadiglio stanca. << Tu devi essere una delle damigelle di Molly >> mi volto con un sopracciglio inarcato incontrando gli occhi scuri di un ragazzo che avrà all'incirca una 20ina d'anni. << No, non lo sono >> dico solo svogliata. 'Sono la ragazza del suo ex scopa-amico, saggiamente però quest'ultima parte la tengo per me << Sei una non damigella molto carina, allora >> continua avvicinandosi << Già per questo è la mia ragazza >> alle sue spalle posso sentire la voce minacciosa di Jorge. Ha le tempie che pulsano e le labbra serrate. Questo vuol dire che è meglio non contraddirlo. << Jorge Blanco? Tu? Fidanzato? Con questo 
schianto? >> lui avanza rivolgendomi uno sguardo che non so bene come decifrare. << Io, Jorge Blanco, per la prima volta nella mia vita, si, fidanzato. E con quello schianto >> mi indica. << La cosa ti crea qualche problema? >> << Assolutamente, è la tua ragazza >> alza le mani come per tirarsene fuori per poi andarsene. Jorge lo guarda in cagnesco per poi avvicinarsi e stringermi forte. << Sei arrabbiato con me? >> << No, perché dovrei? >> << Perché-perché stavo parlando con quel ragazzo >> balbetto mentre la sua mano si posa sulla mia schiena nuda attraversando la colonna vertebrale e Facendomi gemere piano. << Tanto rimani Mia >> ripete per l'ennesima volta avvicinandosi per baciarmi e contraendo il volto in una smorfia. << Sei una tentazione >> sbuffa avventandosi sulle mie labbra  e prendendomi da un ginocchio fino a farmelo posare sulla sua vita. Fa scontrare i nostri bacini e muove il suo nella mia direzione. Sento ancora la sua presenza. Ancora. Ma stranamente a me non dispiace. Nonostante io abbia sempre pensato che il sesso non servisse a niente ora mi accorgo di desiderare tanto fare l'amore con lui. Fino a non avere più fiato e rimanere stretta tra le sue braccia. Gemo ancora una volta per una sua spinta più forte. Cavolo, siamo vestiti com'è possibile una cosa del genere? Molla la mia gamba immediatamente stringendomi a se mentre intravede qualcuno alle mie spalle. << Continuiamo dopo >> sussurra roco e con voce sensuale prendendomi per mano e riportandomi in camera da sua madre. Dopo. Dopo quando? << È meglio che rimanga qui in osservazione Signora >> sbotta il medico guardandola << Rimango io con lei stanotte >> ansima una donna entrando dalla porta. Ha qualche capelli ingrigito dalla vecchiaia probabilmente ma sembra così dolce. << Nonna >> le sorride Jorge correndo ad abbracciarla e sollevandola da terra facendola volteggiare. Sorrido dolcemente, quando vuole sa tirare fuori il suo lato migliore. << Ehm.. Lei è Martina la mia ragazza >> balbetta indicandomi mentre io deglutisco sempre più imbarazzata porgendole la mano. << Oh ma è la ragazza di cui mi parli sempre, ciao Tesoro >> con una presa abbastanza salda mi stringe a se ed io sorrido. << Sono Mirta, non darmi del lei, mai e soprattutto chiamami Nonna Mirta >> << Va bene >> ridacchio guardando Cecilia che scuote il capo. << Senti nonna è meglio che rimanga io con la mamma. Magari tu rimani fino a che non accompagno Martina >> << Non se ne parla neanche, tu e lei andate a divertirvi >> gli fa un occhiolino mentre io avvampo. Rimango in silenzio e fuori dalle loro discussioni per tutto il resto del tempo fino a quando Jorge posandomi un braccio intorno alle scapole mi attira a se dicendomi che è ora di andare. Salutiamo Cecilia e Nonna Mirta e ci dirigiamo verso l'auto in un silenzio di tomba. Jorge guida con la radio accesa ed io sono parecchio agitata, man mano però vedo una strada conosciuta. Quella di casa mia. Quasi muoio dentro. Ferma l'auto avvicinandosi per salutarmi ma io scuoto il capo spegnendo la radio e prendendo il mio cellulare. Mi guarda confuso. << Pronto?! >> << Papà? >> << Dimmi Tesoro >> << Stanotte non torno a casa >> lo sento tossicchiare mentre vedo Jorge deglutire. Scavalco il sedile per posizionarmi a cavalcioni su di lui e carezzare con una mano il suo Pomo d'Adamo che sale e scende velocemente. << Dormo con Jorge >> lo avviso. Non voglio mentirgli, non stanotte almeno. << Fate attenzione Tini >> sussurra << Per favore >> annuisco quasi come se lui potesse percepire le mie mosse << Buonanotte Papà >> << Buonanotte Martina >>  

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


<< E quello è il mio letto >> Jorge dopo avermi mostrato ogni singola cosa della sua casa si gratta la nuca. << Si Jorge sono già stata qui >> ridacchio. Non siamo a casa di sua nonna, per mia scelta. Non fiata rimanendo a guardare il vuoto. << Che hai? >> gli domando avvicinandomi cauta e facendogli scrollare le spalle con poca convinzione << Mi sento come un ragazzino, è strano >> << Beh..è quello che sei, no? >> obietto da perfetta interdetta. << Sono un uomo, no? >> controbatte aggrottando le sopracciglia. Mi mordo le labbra. << A dire il vero ho tanta paura >> sbotto spaventata abbracciandolo ed infossando il viso nell'incavo del suo collo. << Non dovresti, stanotte non succederà nulla tra di noi >> << Voglio fare l'amore con te Jorge, mentre sento il sangue raggelarmi nelle vene e il terrore pervadermi >> << Non così Bimba >> << Quindi tu non.. >> scuoto il capo rossa in viso dalla vergogna. << Non così >> ripete << Ti voglio, ma non così >> non capisco quel che dice ma un po' mi sento sollevata. << Sarà diverso, imprevedibile ed inaspettato. Sarà fuoco e ghiaccio, contemporaneamente. Vita e morte non ti piacerebbe ritrovarti a fare l'amore con me senza sapere né come, né perché? Senza conoscere luogo o data? Senza programmare, nulla? Nel vuoto, in un prato, in un campo di grano o semplicemente in un letto? >> solo in quel momento mi accorgo che tutto quello che desidero lo ha appena descritto lui. << Niente fiori o prati, basti tu >> mi alzo sulle punte lasciandogli un leggero bacio a fior di labbra << Perfetto. >> mi rivolge una tenera occhiata mentre io mi stacco andandomi a sedere esausta sul suo letto carezzando piano il piumone. << Nena? >> << Mm? >> alzo lo sguardo su di lui che tiene le braccia ferme dietro la spalla. << Hai sempre pensato di avermi dato tutto, anche oltre il tuo limite e che a me non fosse bastato. Per la prima volta ti sbagliavi, perché quel tutto è stato capace di riaccendermi i sorrisi, di farmi ritornare a vivere ma soprattuto di farmi fidare..e delle persone giuste. Anche io voglio darti il mio tutto, spero che basti a colmare il vuoto che ha lasciato il tuo tutto per abbandonarti e riempirmi >> assimilo le parole con fatica, Jorge a volte può sembrare una persona fredda, vuota e superficiale ma quelle poche volte in cui prova a dire qualcosa riesce a spiazzarmi. È vero, lui è fuoco e ghiaccio, vita e morte, sole e luna, è se stesso ed io gli impedirò di pensare anche solo ancora una volta di cambiare. Lo voglio così. Lunatico, Stronzo, acido e pieno di vita. Un flashback mi ritorna alla mente. Le parole di Alba che mi arrivano dritte allo stomaco, dritte al petto a spiazzarmi sempre di più:"È stato lui ad organizzare il tuo compleanno l'anno scorso, voleva che fosse tutto perfetto e che io tenessi la bocca cucita riguardo la faccenda, ma non posso fingermi sorda e cieca quando state entrambi morendo dalla voglia di far toccare le vostre anime. Pensavo di poter tacere Tini ma non posso portarmelo dentro a vita. Ha ripetuto mille volte quel 'deve essere tutto perfetto per lei'. Ma il modo in cui ha detto quel 'Lei' mi ha aperto gli occhi, lui è confusionario, arrogante, prepotente, sfacciato e tutto quel cazzo che ti pare, ma oramai appartiene sola a te. I palloncini a forma di cuore, la torta con la tua foto di famiglia, il regalo misterioso, era tutto opera sua. Tutto. Non perdetevi di vista, tempo fa mi è capitato con Facu e se non fosse stato per voi due a quest'ora ci guarderemmo da lontano, in silenzio, senza sfiorarci mai. Vi dobbiamo tutto. Tutto". Lì per lì avevo riso al pensiero sciocco di Jorge solo mio, e sorriso all'idea di lei e Facundo. Lo sapevo che Jore non aveva smesso di frequentare ragazze in QUEL senso. Ad oggi, guardandolo negli occhi mi rendo contro che lui adesso c'è, adesso è con me. È mio per davvero. << Qualcosa non va? >> << Da quanto? >> << Da quanto cosa? >> << Da quanto mi ami? >> boccheggia mentre incrocio i suoi occhi limpidi come non lo sono mai stati. Quasi non riesco a guardarlo, vorrei poter abbassare lo sguardo sulle mie scarpe ma non posso proprio adesso. << Da sempre >> balbetta nervoso reggendo il mio sguardo. << L'ho capito solo oggi Martina, stavo dubitando con il passare dei giorni. Dubitavo perché cercavo sempre te, perché mi aggrappavo a te, volevo passare il mio tempo con te, dormire, SOLO DORMIRE, con Te. Ma oggi, quando ho visto mia madre crollare per terra ho capito che se fosse successa a te una cosa del genere mi sarei sentito perso. Perso come lo ero per lei. >> sbatte le palpebre e avanza verso di me mentre io mi alzo scontrandomi con il suo petto. << E quindi? >> deglutisce soffiando sulle mie labbra << E quindi Ti Amo >>. Solo ora mi rendo conto di quanto stupida io sia stata. È scritto nei suoi occhi, sono solo stata un'analfabeta. Il Puttaniere Jorge Blanco dai mille difetti, il ragazzo dalla paura di essere amato e amare, quello dalle mie conquiste ama me. Me, la semplice Martina Stoessel. Stavolta non sono una delle tante.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


POV RUGGERO
Rientro a casa verso mezzanotte sentendo già dal pianerottolo due voci gridarsi l'una contro l'altra. Chiudo gli occhi provando a rimanere calmo e facendo finta di niente. << MI HAI ROVINATO LA VITA, TU E LE TUE FOTTUTE BUGIE! FINGEVI CON ME SPASSANDOTELA CON LE ALTRE MENTRE IO ERO SOLA A CASA AD ACCUDIRE RUGGERO >> grida mia madre ubriaca come al solito contro mio padre che ride senza dire nulla. << IO TI ODIO >> << Sei una lurida puttana >> sibila mio padre Facendomi sobbalzare. In casa sono volate spesso parole pesanti ma non così forti. Salgo sopra facendo finta di niente e mi chiudo in camera. << STAVOLTA FACCIO DAVVERO LE VALIGIE, ME NE VADO E VAFFANCULO >> sputa mia madre mentre avverto i suoi passi. << VATTENE UNA VOLTA PER TUTTE, COSÌ FINALMENTE SARÒ LIBERO >> inspiro mandando giù come al solito. Devo resistere. Come avevo immaginato nemmeno si sono accorti della mia presenza, o probabilmente non li importa e basta. Le grida continuano mentre io esco esausto dalla mia camera. << BASTA CAZZO, SMETTETELA >> << TORNA IMMEDIATAMENTE IN CAMERA TUA RAGAZZINO >> sbottano entrambi guardandosi e chiedendosi scusa con gli occhi. Inspiro una buona dose di coraggio e per la prima volta tiro fuori quello che ho dentro. Libero fuori tutto quello che ho represso negli ultimi anni spaccando ogni singola cosa. I vetri si frantumano ed io continuo fregandomene delle mie nocche che sanguinano e dei miei genitori che provano a fermarmi. << ME L'AVETE ROVINATA VOI LA VITA, VOI >> grido per farmi sentire. Non fiatano. Non posso resistere un secondo di più. Raccolgo il mio cellulare, il mio caricabatterie, le mie malboro, il mio accendino e le chiavi della macchina aprendo il portone e andando via sbattendolo. Solo una persona può calmarmi e quella persona è Lei: Candelaria. Guido per le strade isolate di Buenos Aires mentre le sue frasi riaffiorano alla mente, "Ci sarò sempre Rugg" "Non mi innamorerò se è questo che vuoi", stringo il volante sterzando e ritrovandomi di fronte casa sua. 
Flashback. 
Mi carezza dolcemente i capelli mentre io allontano la sua mano fingendomi infastidito "Candelaria?" "Nasconditi" sussurra spaventata prendendo i miei vestiti ed infilandoli sotto il suo letto "Eccomi Mamma" si sistema passando nel buio di fronte allo specchio della scrivania. "Perché ti sei chiusa a chiave?" Arrossisce "L'abitudine" scrolla le spalle fingendosi disinvolta mentre io sghignazzo silenzioso. "Piccola hanno appena chiamato da New York, la settimana prossima io e tuo padre abbiamo una riunione lì con dei tipi tosti e vorremmo tanto che tu andassi a stare dalla nonna" "Ma no Mamma, dalla nonna ci sarà anche Grace e lo sai che mi odia!" Sbuffa come una bambina Facendomi sorridere come un Coglione "Rimarrai qui,allora?" Tituba sua madre "Si" "Cande?" "Eh?" "Come si chiama?" "Lascia stare Mamma preferisco non parlarne" abbassa il capo sui suoi piedi nudi mentre sua madre le carezza i capelli "Non mostrarti mai debole ai suoi occhi bambina" "Mai" ripete. 
Fine Flashback
Suono il campanello incontrollato mentre la sento borbottare un: << STO ARRIVANDO, STO ARRIVANDO >> la porta si apre e lei sgrana gli occhi indietreggiando << Che-che vuoi? >> deglutisce mentre io avanzo verso di lei chiudendo la porta con il piede e udendo le voci provenienti dal televisore. << Te >>. Si morde il labbro scuotendo il capo. << No >> serro la mascella << Che stai dicendo? >> avanzo facendola indietreggiare ancora << Non mi avrai, non più >> << Non scherzare Cande >> << Non sto scherzando >> è seria, glielo leggo in viso. << Perché? >> << Perché sono andata troppo oltre >> sbotta << Ora va' via >> farfuglia poi spegnendo la TV, le luci e salendo di sopra. La seguo. << Vattene Ruggero >> mugugna ancora disperata andandosene in camera sua e stendendosi sul letto senza spegnere la luce. Mi tolgo le scarpe. << Non puoi forzarmi >> roteo gli occhi, ma che crede?! << Non lo farò >> mi vado a stendere al suo fianco sentendo il suo respiro farsi pesante << Sei andata troppo oltre, che vuol dire? >> la sento deglutire mentre mi volto a guardarla poggiando il gomito sul letto e la guancia sulla mano. << Vuol dire che mi sono innamorata di te >> mi irrigidisco guardandola torvo ed irritato. << Lo avevi promesso >> << Lo so >> << E perché allora non hai mantenuto la promessa? >> << Ma guarda tu che sfacciato >> sbotta mettendosi a sedere e scostandosi delle ciocche di capelli dal viso. << Senti razza di troglodita, io non sono un robot non posso gestire le emozioni, non posso controllarmi >> << Non lo fare >> scrollo le spalle << È questo il tuo problema Rossa, pensi troppo prima di agire. Sii impulsiva e sarai te stessa >> annuisce << Bene >> si porta a cavalcioni su di me posando le labbra sul lobo del mio orecchio e sbottonando bottone per bottone la mia camicia. << Posso fare tutto quello che voglio e sento, allora? >> ridacchia sensualmente sussurrandomi quelle parole. Chiudo gli occhi stringendoli forte e chiudendo le mie mani intorno ai suoi glutei << Tutto >>. Continua quella tortura mentre le sue mani carezzano lente la mia pelle, un urlo fuoriesce dalle mie labbra quando sento una sua ginocchiata colpirmi dritto lì. << AHIA CAZZO >> grido portando immediatamente le mani al cavallo dei miei jeans mentre lei soddisfatta si va a stendere sul letto. << Buonanotte Ruggero >> sorride angelicamente dandomi un leggero bacio a fior di labbra. << Niente bacino sulla bua? >> ridacchio mentre lei sconvolta mi tira uno schiaffo << Sei disgustoso >> scoppia a ridere per poi voltarsi dall'altro lato. << Cande? >> << Mm? >> è stanca e lo avverto dalla sua voce, forse stanca anche di litigare non so. << Posso restare qui con te? >> << Solo se non mi fai piangere >> << Non l'ho mai fatto >> << No, non te ne sei mai accorto, che è ben diverso >> sussurra mentre avverto un suo sbadiglio. << Allora scusa se sono un bastardo >> << E tu scusa se Ti Amo >> << Buonanotte Rossa >> sorrido alle sue parole stringendola a me è posando le mie labbra sulla sua tempia non prima di aver cercato l'interruttore della luce. La notte trascorre veloce ed ora che sono con Lei capisco che tutto ha un senso. Una chiamata di Jorge mi allarma parecchio, sua madre è in ospedale ma lui dice che è tutto ok e mi chiede se io e Cande vogliamo raggiungere lui e gli altri al parco. Chiedo consenso alla mia pazza che subito annuisce correndo a prepararsi e ridacchio per poi alzarmi. Una volta raggiunti gli altri e trascorso qualche minuto con loro mi accorgo che tra Jorge e Tini qualcosa è cambiato. Prendo il Messicano portandolo in disparte e offrendogli una sigaretta che accetta volentieri. Guardo l'orizzonte scrutandolo. << Jorge che succede tra te e Martina? >> << Le ho detto che la amo, finalmente gliel'ho confessato >> sorride come un bambino di 3 anni. Deglutisco. << E come è stato? >> << Strano.. >> storce il naso << ..ma bello >> con un'occhiata lo vedo guardare nella sua direzione. << Lei c'è sempre Rugg, non scappa, rimane a differenza degli altri. Lei mi ha accettato così come sono, si è innamorata nonostante i miei difetti. Si è innamorata del bello e tenebroso ma soprattutto dello Jorge Blanco che nessuno conosce davvero, lei è stata l'unica a conoscerlo. È bella si, ma ha un qualcosa.. Un qualcosa che mi fa battere il cuore contro la gabbia toracica, qualcosa che mi porta a non pensare solo al sesso, qualcosa che me la fa desiderare ardentemente ma contemporaneamente mi fa trattenere. Sembra una bambina ma io la voglio. È donna, è bambina, è amica, lei è.. >> scrolla le spalle << Tutto >> << Tutto? >> << Vado da lei quando ho bisogno e oramai è l'unica persona per cui mi preoccupo così tanto. Voglio bene a te e agli altri ed anche a mia madre e mia nonna ma lei, lei si fa volere bene non come voi, si fa.. Amare. Semplice >> << ..o difficile >> deglutisco << No Ruggè, l'Amore è semplice, non difficile >> << Jorge? >> << Si?! >> domanda ancora guardando Tini mentre il mio sguardo finisce su Cande << Credo che Candelaria sia diventato il mio Tutto >> la sigaretta gli cade dalle mani finendo per terra, ferma, immobile ed inerme come entrambi. 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Jorge e Ruggero ci raggiungono ma sembrano entrambi abbastanza scossi. << Tutto bene, ragazzi? >> mi toglie le parole di bocca Facundo. << Una favola >> sorride sarcastico Ruggero.  L'aria sembra essersi appesantita, sono parecchio strambi ma non voglio fare l'impicciona, sono cose loro. << Io torno in ospedale dalla mamma, Amore vieni con me? >> il cuore mi batte forte. Amore. Mi ha chiamata Amore. Come fa strano sentire quella parola dalle sue labbra, soprattutto rivolta a me. Annuisco soltanto prendendogli la mano mentre i ragazzi fischiano Facendomi avvampare e ridere lui. << Dai ragazzi lo sapete che Tinucha si imbarazza >> gli rivolgo uno sguardo di fuoco dandogli una pacca sul braccio e facendolo ridere di più mentre mi guarda negli occhi. << Che ho detto? >> roteo gli occhi << Sei un bambino >> << Hai voglia di farmi crescere? >> soffia ad un centimetro dalle mie labbra maliziosamente. Il cuore riprende a battere agitato, se continua di questo passo verrò presto ricoverata in un ospedale con estrema urgenza. Mi guarda serio e con quell'aria per ancora qualche secondo per poi smontare tutto e scoppiarmi a ridere in faccia. << La tua faccia: epica >> mi dà una pacca sul sedere aprendomi lo sportello. << Sali Bimba >> << Cafone >> sbotto incrociando le braccia al petto e voltandomi dall'altra parte. Per tutto il viaggio continua a sfottermi ed io purtroppo essendo troppo impulsiva gli do la soddisfazione di incazzarmi. In ospedale sua madre e sua nonna chiacchierano animamente parlando dei loro trascorsi e Jorge inarca un sopracciglio aspettando che si accorgano di noi. << Noi saremmo qui, eh! >> sbotta ad un certo punto. << Oh, alla faccia della pazienza >> gli sussurro beccandomi un'occhiataccia << Antipatico >> continuo con una linguaccia andandomi a sedere vicino a Cecilia e di conseguenza di fronte a Mirta.  << Come ti ha trattata? >> Jorge la guarda estrefatto << Perché, come avrei dovuto trattarla? >> << Bene >> rispondo ridendo alla sua espressione sempre più sconvolta. << Bravo il mio ragazzo >> rotea gli occhi << No, niente storie su quanto sono cresciuto e su quanto ero tenero da piccolo, ho 18 anni >> ferma con una mano sua nonna mentre io lo guardo torva. Ma quanto è Stronzo? << E in camera da letto come ti tratta? >> sorride maliziosa mentre io avvampo. << Mamma! >> sembra sgridarla Cecilia mentre Jorge sbianca. Mirta rotea gli occhi sbuffando mentre delle immagini poco caste prendono posto nella mia mente. No cazzo. Ma proprio no. O almeno non qui, con sua madre e sua nonna. << Martina stai bene? >> domanda Cecilia << Sei rossa Amore >> si avvicina Jorge preoccupato arrossendo anche lui stavolta mentre la sua famiglia ci guarda destabilizzata. << Vieni >> mi tira fuori dalla stanza dandomi dell'acqua. << Meglio? >> annuisco << Ho caldo >> mi tolgo il cardigan rimanendo con addosso una semplice canotta nera. << Che c'è Bimba, strane emozioni? >> ridacchia rocamente contro il lobo del mio orecchio. Deglutisco. << Jorge potrebbe passare qualcuno >> << Lo so, ma non c'è nulla di male >> scrolla le spalle avventandosi sulle mie labbra. Beh, senza ombra di dubbio io non lo avrei fermato. Non sarei stata così stupida. La giornata scorre ancora tranquilla e appena si fa sera tarda io e Jorge torniamo a casa. Accediamo il televisore cenando con un po' di musica in sottofondo e poi ci accoccoliamo sul divano scovando qualche film. 'Colpa delle stelle'. Jorge rotea gli occhi annoiato ma non obietta e lo fa per me. Il film è verso la fine e quando la vedo per l'ennesima volta quasi scoppio a piangere. Mi volto verso Jorge sorridendogli e lui ricambia, ma qualcosa è cambiato. Qualcosa non va, qualcosa non è più come prima. L'aria è cambiata. Si è appesantita ma non come questa mattina. Poso una mano sul suo petto avvertendo il suo calore anche attraverso la stoffa della sua maglietta. Lo guardo. << Sei molto caldo >> deglutisce guardando le mie labbra e socchiudendo gli occhi. << Ho caldo, credo >> inarco un sopracciglio << Credi? >> scrolla le spalle fingendosi tranquillo ma sta cercando in tutti i modi di evitarmi, lo conosco troppo bene. Poso le mie labbra tremanti sulle sue e lui ricambia il mio bacio. Quando provo ad intensificarlo si scosta. << Devo.. >> indica con l'indice la finestra << No, stanotte non devi >> scuoto il capo avventandomi adesso sulle sue labbra. Le sue mani mi carezzano piano la schiena mente la sua bocca si muove esperta e dolce sulla mia. << Non qui >> si stacca piano con gli occhi accesi dal fuoco << Si Jorge, oggi >> annuisco << Oggi o mai più >> << Ma non qui >> ripete sollevandomi tra le sue braccia e camminando lentamente verso la sua camera da letto. Anzi, quella dei suoi genitori. In un attimo vedo la mia vita passarmi davanti, la mia nascita quasi, me da bambina, me che incontro per la prima volta i suoi smeraldi. Mi adagia piano sul letto matrimoniale quasi come fossi di cristallo, quasi potessi muovermi. Chiudo istintivamente le gambe quando lo vedo avvicinarsi sempre di più fino a posarsi su di me reggendosi sui gomiti. << Sei sicura Amore Mio? >> mi guarda mentre i suoi occhi sembrano quasi schiarirsi per la limpidità << Non possiamo più aspettare Jorge, basta rimandare >> lo avverto attirandolo a me per il colletto della sua maglietta e avventandomi sulle sue labbra. Infilo le mani nei suoi capelli tirandone le punte mentre lui posa lunghi ed intensi baci lungo la mia mandibola ed il mio collo. Il suo sguardo si posa sulla mia camicetta chiedendomi in silenzio il permesso di buttarla via. Annuisco mentre sento le sue mani bruciare contro la mia pelle. Man mano sento delle barriere tra di noi abbattersi e la camicia lasciarmi scoperta ai suoi occhi. << Sei bellissima >> sorride da perfetto ragazzo di appena 18 anni, baciando il mio ventre e carezzandolo delicatamente con le mani. Nel frattempo le sue labbra salgono sempre più su fino a percorrere e tracciare il mio reggiseno. Mi solleva fino a farmi sedere togliendo di mezzo la camicetta e sbottonando il gancetto del reggiseno. Porto istintivamente un braccio al petto mentre con una mano ne fa cadere la spallina sinistra baciando quel punto imitando le stesse mosse con l'altra spallina. Mi sorride dolce ritornando a baciarmi le labbra e aiutandomi ad abbandonare la presa. Il reggiseno cade rovinosamente sulle mie gambe e lui scende di nuovo con le labbra arrivando stavolta a baciare anche i miei seni. Gemo stringendo tra le mani il lenzuolo e mordendomi il labbro inferiore. Ritorna ancora alle mie labbra dedicandosi solo al farmi rilassare e nel frattempo io prendendo un po' di coraggio gli sfilo la maglietta, portando (da perfetta imbranata) le mani sul suo petto. << Stai tremando come una foglia >> ansima dispiaciuto con gli occhi chiusi con la fronte posata contro la mia. << Non importa Amore, fammi tremare dalla paura ma non smettere >> lo rassicuro mentre con una mano sbottono il mio jeans e lui mi aiuta a tirarlo via. Con un sorriso rassicurante mi morde il labbro Facendomi sorridere. << Sognavo di farlo da sempre, te lo mordi ogni dannata volta e non hai idea dell'effetto che mi faccia >>. Nonostante abbia su ancora il jeans posso sentire la sua erezione premere contro il mio stomaco. Gemo portando una mano al suo jeans e lo sbottono abbassando la cerniera. << Faccio io >> sorride ancora alzandosi e sfilandoselo per poi tornare su di me a baciarmi. Mi rilasso avvertendo la sua mano percorrere il mio corpo fino a carezzare il mio ventre ed infilarsi cautamente nelle mie mutandine. Il cuore ha delle palpitazioni immaginabili, credo di soffrire di tachicardia a causa di questo ragazzo. Muove la sua mano sulla mia intimità stuzzicandola ma saggiamente decide che non è il caso dei preliminari "specifici" durante la mia/nostra prima volta. Gemo ancora quando avverto qualcosa di duro urtare contro il mio interno coscia e mentre lui non smette di baciarmi e sorridermi rassicurante. Tiro via l'elastico dei suoi boxer facendoli volare chissà dove e lui ripete le stesse ed identiche mosse con il mio intimo. << Ti Amo Bimba >> mi carezza i capelli << Ti Amo >> ripeto felice. Stavolta non gliel'ho tirato io via dalle labbra quel 'Ti Amo'. Stavolta ha scelto lui di farlo. Le sue labbra sono delicate sulle mie ma io mi agito sempre di più quando avverto il suo membro avvicinarsi alla mia intimità. << Non pensare Tini, non ti irrigidire >> sussurra con tono calmo come faceva la mamma quando da piccola mi sbucciavo il ginocchio. Le sue labbra sono di nuovo sulle mie. Quando mi penetra in modo lento ma doloroso un grido di dolore abbandona le mie labbra seguito da un pianto. << Fa male >> tiro su col naso mentre lui rimane fermo in me spingendo la fronte contro la mia mentre tenta di trattenersi. << Lo so Nena, lo so >> ansima dispiaciuto. Quando si accorge che il dolore sta svanendo comincia a muoversi piano trattandomi ancora come un diamante. Trattandomi come se fossi di vetro e potessi rompermi, frantumarmi. << Sei sempre il primo Jorge, sempre >> << E sarò anche l'ultimo >> boccheggia << Ed io che non sono la tua prima? >> mugugno << Sarai l'unica >> mi lascia un bacio a fior di labbra << La prima e l'ultima che ho amato >> << Stringimi Jorge >> lo attiro a me mentre lui continua a muoversi in me. << Ti voglio più vicino >> ansimo e balbetto attirandolo a me e conficcando le unghie nelle sue spalle. << Sei l'unica >> ripete fra un ansito ed un altro Facendomi sorridere e tornando a baciarmi. Ora siamo finalmente un 'NOI'. Siamo più uniti, più forti. Andiamo a conquistare il mondo. Andiamo a spaccare il mondo. Siamo indistruttibili.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


POV JORGE
Apro gli occhi sbadigliando e lanciando una fugace occhiata a Martina. Sorrido guardandola di pancia in giù, con il viso voltato verso di me e la guancia schiacciata contro il cuscino. I capelli sono spettinati e sparpagliati ovunque e le sue gote arrossate. Degli strani versi cominciano a fuoriuscire dalle sue labbra mentre un sorriso ci si estende. Si avvinghia a me Facendomi sussultare e mi accorgo delle nostre gambe intrecciate. Il mio braccio è ancora posato sulla sua vita. I suoi occhi si aprono piano infastiditi dalla luce del sole che splende. << Buongiorno >> sorride dandomi un bacio sulle labbra e sedendosi, coprendosi con il lenzuolo. << 'Giorno Bellissima >> sorrido di rimando seguendola nei movimenti. Guarda un punto indefinito davanti a se assumendo un colore scarlatto. << Sei sveglio da molto? >> << Qualche minuto >> scrollo le spalle carezzandole la coscia nuda. Deglutisce. << Sono inguardabile, vero? >> sghignazzo rocamente avvicinando le labbra al lobo del suo orecchio e piazzandomi su di lei schiacciandola contro il letto continuando comunque a reggermi con i pugni. << Sei terribilmente eccitante >> sussurro sensualmente facendola sobbalzare di colpo e avvampare oltre i limiti. Sorride innocentemente alzando lo sguardo e portando una sua gamba tra le mie cosce. Inarco un sopracciglio. Non sa con chi ha a che fare. << Che stai facendo? >> le domando divertito. << Nulla >> continua con il tono di voce di una bambina di 5 anni sbattendo le ciglia dolcemente. E credetemi, la tratterei come tale se non fosse nuda contro di me. Insomma, quale ragazzo resisterebbe ad un occasione del genere con affianco la ragazza che ama? La bacio dolcemente ma intensamente e poi sbuffo sollevandomi e facendo leva sui gomiti. << Ehi tutto ok? >> domanda dolcemente carezzandomi una guancia cercando di coprirsi alla bell'e meglio attirando le ginocchia al suo petto. Sorrido piano. << Devo fare una cosa, oggi >> annuisce senza chiedere spiegazioni e le sono infinitamente grato. << Non ti chiederò nulla ma sono sicura che sia qualcosa che non ti fa piacere >> << Purtroppo si, Bimba >> la bacio ancora per poi alzarmi in piedi mentre lei si copre il viso con entrambe le mani. << Dio Jorge, copriti >> grida imbarazzata Facendomi ridacchiare. Raccolgo i miei boxer da terra infilandomi per poi passarle la mia maglietta. << Tieni Nena >> le faccio un occhiolino. Una volta che siamo fuori di casa l'accompagno a scuola, mollandole anche se non troppo convinto per poi guidare verso la prossima destinazione. Scendo dall'auto chiudendola, e camminando verso la mia meta. A passo svelto raggiungo mio padre sorpassando dei tipi loschi. Quasi più di me. Del vecchio me. Del me che ero prima di conoscere la donna che mi ha cambiato la vita. Tiene la testa bassa e le mani incrociate su quella specie di tavolino di ferro graffiato e segnato da vecchie ed inquietanti scritte. << Perché sei qui? >> serra la mascella, ma questa volta non è arrabbiato come sempre. << Non per mia volontà >> sbotto << Non sarei mai tornato dall'uomo che mi ha messo le mani addosso e minacciato per anni ma che soprattutto ha abusato di mia madre >> stringe forte i pugni << Te l'ha chiesto Lei? >> << Purtroppo >> << Vattene Jorge >> qualcosa mi prende allo stomaco quando fa il mio nome, non è mai stato così dolce (?) forse. << Perché cazzo lo hai fatto? Perché mi hai fatto del male ma soprattutto perché ne hai fatto a Lei? Era la cosa più pulita e pura nella tua vita >> << Anche tu lo eri, anche tu lo sei >> si corregge poi. Scuoto il capo. << No papà, io sono viscido. Come te >> sputo acido e meccanicamente mentre mi pento delle parole che ho appena pronunciato. << No, non è vero. Sei speciale Jorge, hai qualcosa che gli altri non hanno e non lo dico solo perché sono tuo padre, Credimi >> << Crederti?! >> rido amareggiato << VAFFANCULO >> mi alzo di scatto sbattendo una mano sul tavolo. << Addio >> sussurro mentre lo vedo con lo sguardo basso e perso. << Ero sotto effetto della droga >> mi fermo dandogli ancora le spalle. << So che non giustifica il mio comportamento ma non ero in me. Mai >> << Non ti credo >> deglutisco, quasi non ho più voce. << Tua madre se n'era andata e tu non c'entravi niente, e neanche lei che lo aveva fatto per noi. Ma io non lo sopportavo, non sapevo se ne fosse andata perché era malata e allora ho cominciato come i ragazzini, con qualche spinello, poi le pasticche e poi.. >> << Basta, basta non voglio più sentirti >> sbotto senza guardarlo, ancora. << Ora me ne andrò, ma questa è l'ultima volta in cui mi vedrai >> << Voi non c'entrate niente Jorge, niente. Sono io, sono solo io il colpevole >> mi grida quasi mentre il poliziotto lo ammanetta per riportarlo in carcere. 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Un urlo disumano mi fa voltare verso una delle mie migliori amiche, Lodovica. Cammina veloce e con un sorriso che va da un orecchio all'altro, saltella come una pazza battendo le mani mentre una maglietta abbastanza larga copre il suo pancino cresciuto. << Ragazze. Devo. Raccontarvi. Una. Notizia. Bellissima. >> io e le altre ci guardiamo ridendo << Sarebbe? >> << Diego ieri mi ha chiesto di sposarlo >> sbatto le palpebre << CHE COSA? >> comincio a saltellare anch'io stringendola forte mentre le altre ci seguono a ruota dopo essersi riprese. << È stato così romantico, insomma, aveva prima chiesto ai miei il consenso, aveva parlato con i suoi e poi niente, ieri sera eravamo tutti a cena insieme e ha fatto finta di dover correre in bagno. Le luci sono andate via e poi si è illuminato un punto che proiettava le nostre foto, ed io non mi ero accorta di nulla. Beh, salto la parte in cui sono scoppiata a piangere mi ha cantato una canzone bellissima: 'Ser quien soy' e l'aveva scritta lui per me! Poi ha frugato fra le tasche dei suoi jeans e con la scatolina che ci ha trovato si è inginocchiato e mi ha chiesto di sposarlo >> << Oh Mamma! >> mi copro la bocca quasi più elettrizzata di lei. << Sapete però qual è stata la parte più bella? Quando ha detto che l'avrebbe fatto comunque anche se non aspettassi il nostro bambino, certo magari lo avrebbe fatto ai miei 18 anni ma lo avrebbe fatto comunque >> << AH >> gridiamo tutte come delle pazze mentre i ragazzi ridendo vengono verso di noi. << Ehi Stoessel dov'è Blanco? >> mi domanda Ruggero con un sorriso << Ehm.. >> non ho il tempo di rispondere che una macchina sfreccia verso il cancello e uno Jorge abbastanza incazzato e frustato scende passandosi una mano tra i capelli, la sua camicia si apre a causa del venticello rivelando i suoi addominali ricoperti da una semplice maglietta bianca. Deglutisco, cazzo che bello! Avanza verso di noi a passo spedito scavalcando il cancello come se nulla fosse e cammina mentre le ragazze lo guardano con aria sognante. Mio. Lui è solo mio. << Ciao ragazzi >> sorride forzatamente, sta cercando di calmarsi ma qualcosa non va. << Ciao Bimba >> sorride invece tranquillo rubandomi un bacio da mozzare il fiato attirandomi per la vita. Tossicchio quando mi lascia. Ora so cosa significa bacio da togliere il fiato. La campanella della fine dell'intervallo suona esattamente in quel momento. Guardo Jorge. << Vengo con te >> ridacchia << No, ovvio che no. Devi tornare in classe o finirai nei guai >> mi passa una mano tra i capelli Facendomi sospirare. << La copro io, dico che è andata in infermeria e raccolgo le sue cose >> interviene Alba. Jorge sorride. << Grazie >> si guarda intorno e prendendomi per mano mi aiuta a correre verso il cancello e a scavalcarlo.
Entriamo in macchina mentre lui accende la radio e ride spensierato. << Sei un'impedita, Amore >> << Non mi addolcirà quell'Amore, sta' tranquillo saprò vendicarmi >> scoppia in una vera risata guardando la strada << Ah si? E come? >> sorrido malignamente posando una mano sulla sua coscia, MOLTO vicina al suo inguine. Deglutisce. << Facendoti sperimentare l'astinenza >> arriccia il naso sembrando davvero carino. << L'ho già sperimentata grazie, e non è di mio gradimento >> ridacchio << Che scemo che sei >>. Ovviamente l'auto sfreccia verso il mare mentre le nostre dita sono intrecciate. << Che cosa ti è successo, amore? >> gli domando stingendomi a lui una volta  essermi aggrappata al suo petto dopo essermi seduta. << Sono andato a trovare mio padre >> annuisco << Ha detto che era sotto effetto della droga quando ci trattava in quel modo >> << E tu? >> << Non gli credo >> << O probabilmente, non vuoi farlo >> si allontana per guardarmi in viso. << Non voglio più avere niente a che fare con lui >> mi passo le mani sul viso. << Abbiamo tutti la capacità di perdonare Jorge >> << Perché dovrei farlo? >> << Perché tua madre lo ha fatto >> abbassa il capo colpevole. << Non è un qualcosa che voglio importi Jorge, è solo un consiglio. Ha chiesto perdono e questo è già un gran passo in avanti >> << Ho paura che ritorni quello di sempre >> << Bisogna rischiare >> scrollo le spalle. << Io l'ho fatto, e guardaci adesso. Ieri notte abbiamo fatto l'amore >> sorride dolcemente << Hai ragione Bimba >> abbassa di nuovo il capo con un sorriso << Voglio darti una cosa >> alza la manica del suo giubbottino di pelle mostrandomi due bracciali in oro bianco. Ne sgancia uno prendendomi il polso e baciandomi una tempia. << Questo è il tuo. >> mi avvicino piano a baciarlo mentre l'occhio mi cade sull'orologio. << Uffa, devo tornare a casa >> << Andiamo >> mi solleva tra le sue braccia portandomi in auto e una volta avermi salutata davanti la porta di casa va via. Passo la giornata tra compiti e dolci messaggini di Jorge (tra cui alcuni riguardanti quello che è successo ieri notte, che mi hanno fatta arrossire) fino a quando non si fa sera e corro a farmi una doccia prima di cena. Sgancio il bracciale per non rischiare di rovinarlo sotto l'acqua ma sfortunatamente cade per terra, quando faccio per raccoglierlo mi accorgo che il cuore si è aperto e leggo una scritta. << Jortini. J & M >> spalanco la bocca sorridendo come un'ebete e successivamente mi faccio la doccia scendendo a cenare. << Perché sorridi in quel modo tesoro? >> << Alejandro perché non la lasci stare? Non lo vedi che è innamorata? >> non ci posso credere. Jorge ha fatto questo. Corro di sopra mollando la cena a metà e chiudo la porta a chiave avvicinandomi alla finestra sapendo che lo vedrò da un momento all'altro scavalcare quell'albero. E lui è lì, di fronte a me. Non gli lascio il tempo di parlare e subito mi avvento sulle sue labbra. << Grazie >> << E di cosa? >> << Di esserci >> lo stringo forte buttandolo sul letto e facendolo sghignazzare << Siamo impazienti, Stoessel? >> << Perché? Tu no? >> con uno scatto mi attira per poi farmi finire sul letto sotto di se. << Faremo l'amore come se non ci fosse un domani. Una volta, o anche mille. Ma ci ameremo sempre >> si avventa sulle mie labbra spogliandomi frettolosamente ma anche dolcemente. << Sono contento di aver seguito Diego quel giorno, mi hai cambiato la vita >> si avventa sulle mie labbra << Il mondo è nostro >> e fa l'amore con me. Non una. Non due. Non tre volte. Fa l'amore con me per tutta la notte.

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Capitolo 29
*** Epilogo ***


PRIMA DI TUTTO, VORREI RINGRAZIARE TUTTI. CHI HA LETTO, RECENSITO E SEGUITO LA MIA STORIA, O ANCHE AGGIUNTO TRA I PREFERITI, SONO FELICE DI AVER POTUTO REGALARE QUALCHE EMOZIONE, ALL'INIZIO HO PENSATO CHE A NESSUNO SAREBBE PIACIUTA, BEH MI SONO RICREDUTA. GRAZIE DAVVERO MI AVETE REGALATO SORRISI. ECCO A VOI LA FINE DI: 'Posso abbattere le tue paure?'
20 anni dopo.
Corro come una pazza per casa cercando di rendermi presentabile. Passo dalla mia camera da letto dove mio marito, il mio tuttora bellissimo marito si sta finendo di sistemare con nonchalance. Mi riserva un'occhiata maliziosa avvicinandosi in modo minaccioso. << Bimba, stavo pensando.. Che ne pensi di avere un quarto figlio? >> scoppio a ridere infilandomi il vestito e rispondendo con un'occhiata altrettanto sexy. << Direi che per ora devi farmi salire l'altra metà lampo del vestito >> mi volto di spalle raccogliendo i miei capelli con le mani. Sento le sue dita scorrere dolcemente sulla pelle nuda della mia schiena e d'istinto gemo. << Jorge devi salirla non scenderla >> sghignazzo. A quell'affermazione mi attira a se stringendomi forte. Sento la sua erezione premere contro le mie natiche e sbarro gli occhi. << Che diavolo..?! >> << Non facciamo l'amore da 2 settimane >> sbuffa baciandomi il collo e stringendomi più forte. Sorrido voltandomi verso di lui. << Jorge, Violetta sta per sposarsi e aspetta solo noi. Ci ho impiegato un'eternità a vestire quelle pesti di Imma e Caterina.. Se mi dai una mano col vestito, stanotte ti regalerò un altro figlio >> in un lampo le sue mani tirano su la zip Facendomi scoppiare a ridere. << Quanto sei stupido >> gli do una pacca sul petto. << Ricordati della promessa stanotte, quando faremo l'amore fino ad essere stremati >> << JORGE! >> lo spingo ridendo ancora. Sbuffa guardando altrove ed incrociando le braccia al petto. << Mi dà fastidio >> << Cosa? >> << Che Lui si stia portando via la mia bambina, insomma ha solo 18 anni >> avanzo verso di lui sorridendo dolcemente << Jorge, Leon la ama, e poi lo sappiamo bene che è un bravo ragazzo. È il figlio di Lodo e Diego >> annuisce. << Hai ragione ma io la voglio tutta per me, lei è Mia >> << Ed io? >> << Tu sarai sempre Mia, Bimba >> mi attira a se baciandomi intensamente e dolcemente mentre qualcuno bussa. Le testoline delle altre nostre due figlie sbucano da dietro la porta. << Posso guardare? >> domanda Caterina, l'ultima arrivata con la mano davanti agli occhi. Ha solo sei anni eppure è quasi più matura di suo padre (non diciamo però ad occhi verdi che l'ho detto). È bassina, magrolina e con i capelli biondi e ricci e gli occhi verdi come suo padre. << Si sta' tranquilla hanno finito di sbaciucchiarsi da un bel pezzo >> questa è Imma, la nostra adolescente 14enne dagli occhi identici ai miei, i capelli lisci e castani e un'altezza molto simile a quella di suo padre. Violetta invece è una via di mezzo tra me e lui. Scuoto il capo ancora abbracciata a Jorge. << Donne venite ad abbracciare questo bel fustacchione! >> ridacchia Jorge mentre loro due corrono da noi per un abbraccio di gruppo. << Ed io? Posso? >> domanda quella splendida creatura che ha rivoluzionato la mia vita con Jorge (rendendoci genitori per la prima volta), mentre ondeggia nel suo bellissimo vestito da sposa bianco. << Vieni qui, bambina mia, tu ci sarai sempre >> le sorride Jorge tirandomi via le parole di bocca. La famiglia è al completo, scoppio a piangere mentre il mio Messicano mi sorride asciugandomi le lacrime di nascosto dalle ragazze. << Ok forza, è ora di andare >> dico ridendo e ricomponendomi. Le nostre figlie una ad una escono dalla camera e Jorge rimane lì, fermo a guardarmi. << Ti amo come ben 26 anni fa >> << Ti amo anch'io >> lo bacio frettolosamente per poi prendere il cappotto che lui da perfetto galantuomo mi infila. In Chiesa tutto è perfetto. Appena vedo la mia prima bambina entrare come ho fatto io alla sua stessa età mi emoziono nuovamente. Jorge è al suo fianco, che la guarda. La guarda come mi aveva promesso di fare. La guarda come guarda me. Ed io lo amo anche per questo. La lascia tra le mani di Leon e mi sembra solo in quel momento di rivedere me e Jorge. Guardo la cerimonia cercando di non frignare mentre Imma e Caterina mi accarezzano dolcemente le mani. Sorrido per poi guardare al mio fianco gli amici di una vita. Diego e Lodo, Alba e Facu più uniti che mai, Damien e Maca che si sono sposati pochi mesi fa, Mechi e il suo nuovo fidanzato Pablo che si tengono per mano e poi.. E poi la mia bellissima rossa, Cande che ha la testa poggiata contro il petto di quel l'italiano super testardo: Ruggero. Aspettano il loro primo bambino e sono più felici che mai, ci sono voluti mesi perché lui riuscisse ad esternare i sentimenti, gli stessi mesi che Jorge ha impiegato a perdonare suo padre che adesso è vicino a Cecilia. Li guardo mentre la nonna di mia figlia lo rassicura con lo sguardo. << Posso toccarti? >> le domanda impaurito mentre io leggo le sue labbra, lei annuisce e lui dolcemente le carezza i capelli e poi la schiena. Non l'ha più toccata, nemmeno una volta senza il suo consenso. Ha smesso con la droga e lo ha fatto per la sua famiglia. Poi vedo i miei genitori innamorati come sempre che si tengono per mano. Sorrido ancora tornando con l'attenzione su mia figlia. Pochi attimi dopo il prete pronuncia quella fatidica domanda ad entrambi. Leon annuisce e risponde con un flebile: << Si >> guardando ammaliato Vilu mentre lei lo grida ai quattro venti. È questo il bello di loro due, sono gli esatti opposti, eppure si attraggono. Sono la perfezione. Sono me e Jorge. Lei, timida, allegra, indifesa, innocente. Lui, sfacciato, a volte privo di allegria, giocatore perfetto con i sentimenti, e uomo cresciuto in fretta. Eppure lei ha cambiato lui, e viceversa. << Vi dichiaro marito e moglie. Vargas puoi baciare la sposa >> i due si avvicinano pronti ad amarsi per il resto della loro vita. Jorge li ammira mentre si scambiano un dolce ma intenso bacio, ad un vero punto volta il capo nella mia direzione e tossicchia facendoli staccare e tutti scoppiamo in una risata. Ecco il mio maritino geloso. << Non cambierai mai >> scuoto il capo ridendo e sussurrando mentre lui continua a guardarmi. Sorride di rimando mentre usciamo dalla Chiesa pronti a tirare il riso. Poco dopo scattiamo mille foto per ricordare il momento. Al ristorante tutto prosegue tranquillo, rimaniamo fino tarda sera e quando stiamo per andare via Mamma e papà ci si avvicinano. << E se Imma e Caterina dormissero con noi, stanotte? >> sorridono mentre le bimbe annuiscono supplicando con gli occhi. Guardo Jorge che annuisce entusiasta. Non fraintendo quel suo comportamento, so che le ama con tutto se stesso per questo le ha affidate ai miei ma per stanotte vuole stare solo con me, deduco che abbia altri piani. Una risatina sfugge alle mie labbra mentre lui si avvicina al mio orecchio per sussurrare. << Non avrai nemmeno la forza di ridere domani >> mi mordo il labbro inferiore avvicinandomi alla sua bocca. << Lo spero >>. Ci avviciniamo a salutare gli sposi ed io stringo forte la mia bambina. Saluto Leon e Jorge mi segue a ruota. << VILU VIENI UN ATTIMO >> la richiamano le sue amiche mentre noi aspettiamo con lo sposo. << Leon? >> << Si Jorge?! >> << Sei un bravo ragazzo, mi fido di te per questo ho lasciato la mia piccola nelle tue mani, ma se la fai soffrire sei un uomo morto. Ti verrò a cercare ovunque sarai >> gli posa una mano su una spalla mentre Vilu torna. << Tutto bene? >> << Si amore, noi andiamo. A presto >> mentre ci giriamo per andare via tiro una pacca a Jorge che sghignazza e mi attira a se. << MI RACCOMANDO ALMENO IL QUARTO FIGLIO DAGLIELO MASCHIO >> gridano i nostri amici facendoci ridacchiare. << CI PROVO >> rispondo di rimando salutandoli. << A DOMANI >> grida Jorge raggiungendo l'auto pronto a tornare a casa. Quando apro la porta un silenzio tombale riempie la casa. << Non sono più abituata al silenzio >> Jorge alle mie spalle mi sposta i capelli di lato lasciandomi una scia di baci sul collo. << Ci sarà questo silenzio ancora per poco >> avvampo voltandomi a guardarlo ed indietreggio fino alla nostra camera da letto. Infilo le mani tra i suoi capelli e comincio a baciarlo. Mi solleva mentre attorciglio le gambe intorno alla sua vita e mentre con un braccio mi sostiene con l'altro mi carezza una coscia. Sento la mia schiena a contatto con la parete fredda e mugugno qualcosa di incomprensibile. In un attimo mi ritrovo in piedi davanti a lui, ansimante, in preda alle sensazioni di una quindicenne. Abbasso il capo, rialzandolo costretta dalle sue dita che mi sollevano il mento. << Sei bellissima Nena, come la prima volta >> con il pollice carezza piano le mie labbra ed io socchiudo gli occhi beandomi del suo tocco. << Spogliami, per favore >> mi supplica come non ha mai fatto. Non ci posso credere che in tutti questi anni io non abbia mai avuto il coraggio di farlo davvero. Faccio scivolare per terra la sua giacca e sbottono piano la sua camicia venendo a contatto con la sua pelle rovente. Brucia. Come il fuoco. Tasto il suo petto, il suo addome e quella v che scende fino al 'luogo proibito'. Mi avvicino a baciarlo mentre lui fa scendere la zip del mio vestito che cade rovinosamente per terra. << Dio Martina sei così bella. E sei Mia. E di nessun altro. Sei mia moglie >> mi morde il labbro mentre io mi allontano piano togliendo di mezzo la sua cintura ed i suoi pantaloni. Tolgo di mezzo persino i suoi boxer e per la prima volta provo a dargli quel piacere che lui è sempre stato capace di darmi in questi anni. Non è una bugia, ma diciamo che non l'ho mai toccato così intimamente. Scendo con le labbra a baciare il suo collo, il suo petto, il suo addome e poi quel punto che non avrei mai pensato. Ma i suo versi, la sua lussuria, la sua approvazione mi fanno capire che non sto sbagliando per la prima volta. Anche lui mi spoglia, toccandomi delicatamente, ancora come se fossi di cristallo. Sorride piano donandomi gli stessi piaceri che gli ho riservato. Pochi attimi dopo siamo sul nostro letto a baciarci come due ragazzini, ad amarci come la prima volta, ad unire e fondere i nostri corpi. Conficco le unghie nella sua schiena ansimando. << Non smetterò mai Jorge di amarti >> << Per me vale lo stesso Bimba. Grazie per essere stata in quel posto quel giorno, grazie per aver 'risolto' il caso clinico che ero, grazie per aver abbattuto le mie paure. Ma soprattutto grazie per amarmi e dimostrarmelo ogni giorno, lo hai fatto donandomi quelle tre splendide creature >> boccheggia << Mi hai insegnato a vivere >> rispondo tornando a baciarlo. 9 mesi dopo è nato un bellissimo bambino, il suo nome? Diego. Perché? Perché è grazie a lui se adesso io e Jorge esistiamo. 

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