Lei

di TwoNamesForS
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Chiusa nella stanza lei pensa.

Pensa al mondo e a quanto lei vorrebbe vederlo.

Pensa alla fortuna, a lei perennemente avversa.

Pensa a chi vorrebbe accanto: la dolcezza che solo lui può avere, la gioia che solo lui può procurare, le speranze che solo lui sa accendere, l'oscurità che solo lui sa rendere piacevole, la mancanza che solo lui potrebbe riempire, la vita che lui non ha, vivendo solo nella sua testa.

Pensa al senso di vuoto che ha dentro e che non sarà mai colmato.

Pensa che nessuno la amerà mai.

Pensa che lei è diversa.

Pensa che nessuno vorrà mai starle vicino.

Pensa che tutti se ne andranno, prima o poi.

Pensa a come vorrebbe solo piangere.

Pensa a come non può sfogarsi, perchè si dispererebbe senza più finire.

Pensa che deve essere forte.

Pensa che la forza la ha abbandonata da fin troppo tempo.

Pensa alle parole che vorrebbe sentirsi dire.

Pensa solo a quelle parole.

Pensa esclusivamente a quelle parole.

Pensa una canzone.

Pensa a quella canzone che vorrebbe gli venisse dedicata.

Pensa che vuole scrivere.

Pensa quattro versi:

Losing my mind in the night

I'm losing myself in sorrow,

the true me is off of their sight

and this pain will go on tomorrow.”

Pensa a dormire.

Pensa che non riuscirà.

Pensa di rimanere sveglia, chiusa in stanza.

Pensa che è stanca di pensare.

Pensa che il suo essere è l'ostacolo.

Pensa che è stanca di pensare.

Pensa che nessuno vedrà mai chi è davvero.

Pensa che è ora di smettere di pensare.

Pensa che è ora di tirare i dadi.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Lei pensa ancora.

Pensava di poter smettere.

Pensava che non avrebbe più dovuto pensare, in quanto farlo la fa star male.

Pensa che avrebbe dovuto aspettarselo.

Pensa che non si può smettere di pensare per sempre.

Pensa che il mondo è contro di lei.

Pensa che nessuno può capirla.

Pensa che resterà sempre sola.

Pensa che se anche qualcuno le stesse vicino, come lei vorrebbe, non riuscirebbe poi a capirla.

Pensa che è troppo complessa.

Pensa che se non fosse così complessa starebbe meglio.

Pensa che il suo corpo le stia mandando dei segnali.

Pensa che lei sia nata sbagliata.

Pensa che il mondo non è sbagliato, lo è lei.

Pensa che vorrebbe piangere.

Pensa che da troppo tempo ha dimenticato come si esternano le emozioni.

Pensa ai momenti felici che ha avuto.

Pensa che sono pochi e inutili in confronto al resto della vita.

Pensa che tutto ciò che vorrebbe le è impossibile da ottenere.

Pensa che non sarà mai felice.

Pensa che la gioia sia l'emozione più crudele.

Pensa che la gioia ti viene incontro, per poi abbandonarti in solitudine in mezzo ad un deserto di tristezza.

Pensa che niente può farle tornare il sorriso, in questo mondo.

Pensa che solo lei può capire cosa sente.

Pensa che nessuno al mondo possa starle vicino.

Pensa che tutto quello che ha dietro è inutile.

Pensa che tutto quello che ha vissuto non ha più alcun senso.

Pensa che è stata quell'emozione a darle questo senso di vuoto.

Pensa a quell'emozione.

Pensa a cosa le faceva sentire quell'emozione.

Pensa che si sentiva bene.

Pensa che voleva che quel momento non finisse mai.

Pensa che vorrebbe tornare a quel momento.

Pensa che quel momento le manca da morire.

Pensa che vorrebbe solo stare di nuovo così bene.

Pensa che non potrà più provare quell'emozione.

Pensa che niente possa ridargliela.

Pensa che tutto ciò che vorrebbe sarebbe tornare a quel momento per goderselo al meglio.

Pensa che vorrebbe rivivere quel momento più e più volte.

Pensa che non vorrebbe più smettere di rivivere quel momento.

Pensa che deve tornare alla realtà.

Pensa che la realtà sia dura.

Pensa che la realtà sia crudele.

Pensa che la realtà sia ciò che non vorrebbe.

Pensa che rinuncerebbe di tornare alla realtà, se servisse a rivivere quel momento.

Pensa che avrebbe voluto piangere di felicità.

Pensa ad ogni parola che venne detta allora.

Pensa che le lacrime le sarebbero scese, se solo si fosse ricordata come farle cadere.

Pensa che il suo pianto di allora sarebbe stato diverso rispetto a quello di ora.

Pensa che quella era felicità, mentre questa che sentiva ora era disperazione.

Pensa che vorrebbe a tutti i costi sentirsi di nuovo in quel modo.

Pensa che non le importa cosa dovrebbe pagare.

Pensa che quell'emozione non tornerà.

Pensa che è andata per sempre.

Pensa che quell'emozione è simile ad un palloncino, che dà felicità ad un bambino, finchè non scoppia, lasciandogli solo il vuoto.

Pensa che vorrebbe tornare bambina.

Pensa che da piccola ignorava l'esistenza di problemi così grandi.

Pensa che da piccola voleva solo giocare, senza mai fermarsi.

Pensa che da piccola si sentiva normale.

Pensa che lei è diversa.

Pensa che i piccoli, spesso, non sanno di essere diversi.

Pensa che i bambini possiedono la felicità perchè non conoscono la tristezza.

Pensa che una volta conosciuta la tristezza quest'ultima non ti abbandona mai più.

Pensa che i grandi possiedono solo la tristezza, e spesso scordano cosa significhi essere felici.

Pensa che i bambini siano più forti dei grandi.

Pensa che diventare grandi sia la cosa peggiore da fare.

Pensa che tutti hanno un ruolo che gli viene dato dal mondo.

Pensa che lei odia ciò che il mondo le ha detto di essere.

Pensa che il mondo con lei abbia sbagliato tutto.

Pensa che lei fa finta di star bene, ma nessuno riesce a notare le lacrime che nasconde dietro il sorriso.

Pensa che nessuno nota l'attaccatura della maschera che porta in pubblico.

Pensa che nessuno l'ha mai davvero conosciuta.

Pensa che lei è totalmente diversa da ciò che il mondo la ha costretta ad essere.

Pensa che nessuno si sia accorto che, quando sta zitta, non è solo timidezza, la sua.

Pensa che nessuno abbia capito che le sue cuffie sono il mondo in cui si rifugia aspettando che qualcuno la salvi.

Pensa che nessuno la salverà.

Pensa che nessuno le farà mai più sentire quell'emozione.

Pensa che sarà per sempre sola.

Pensa che nessuno solleverà mai la maschera che lei porta, scoprendo chi è davvero.

Pensa che nessuno la capirà mai, nonostante lei abbia provato molte volte a farsi comprendere.

Pensa che lei sta male.

Pensa che sta malissimo.

Pensa che vorrebbe piangere.

Pensa, per l'ennesima volta, che non sa più provare emozioni, o almeno, non riesce ad esternarle, anche se lei sente più emozioni di ogni altro.

Pensa che non vuole più pensare, almeno per oggi.

Pensa che andrà a letto.

Pensa che vorrebbe piangere.

Pensa di nuovo a quel momento che ha perso per sempre.

Pensa che è ora di smettere di pensare, almeno per oggi.

Pensa che forse domani potrebbe ricordare come esternare quel che sente.

Pensa che è una cavolata.

Pensa che, per oggi, è ora di spegnere la mente.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Lei è di nuovo qui, a pensare.

Pensa che non può fare a meno di pensare.

Pensa che pensare sia più forte di lei.

Pensa che pensare sia l'unica cosa che riesce a fare.

Pensa che si sente inutile.

Pensa che al mondo nessuno sente, o sentirà mai, bisogno di lei.

Pensa che non ha qualità tali da poter essere accettata da qualcuno.

Pensa che rimarrà sempre sola.

Pensa che non potrà mai piacere a nessuno.

Pensa a lui.

Pensa al ragazzo che le ha colpito il cuore.

Pensa a come nella sua imperfezione sia perfetto per lei.

Pensa che la perfezione sia un concetto relativo, e che non esiste la perfezione suprema e universale.

Pensa che “perfetto” sia solo un modo di esaltare un qualcosa che piace molto, ma non necessariamente a tutti.

Pensa che il mondo è strano.

Pensa a come tutti siano uniti, ma come dietro ognuno sia in guerra con gli altri.

Pensa che lei è diversa.

Pensa che lei la guerra la ha solo con sé stessa.

Pensa che il mondo sia stato davvero crudele con lei.

Pensa che avrebbe voluto essere normale.

Pensa che non avrebbe mai voluto avere quel dolore che si porta dentro.

Pensa che lei sta male.

Pensa che lei sta malissimo.

Pensa che nessuno la comprende.

Pensa che lei è sola.

Pensa che nessuno noti le cicatrici intorno alla bocca, fatte per simulare il perenne sorriso che secondo gli altri la rappresenta.

Pensa che nessuno noterà mai i tagli che ha addosso, mentre balla.

Pensa che nessuno sente la sua richiesta disperata di aiuto, mentre canta.

Pensa, mentre scrive, che nessuno, per quanto colpito, si preoccuperà mai di lei.

Pensa che nessuno noterà mai chi è davvero.

Pensa che nessuno la conosce, oltre lui.

Pensa che lui la conosce, ma non lo sa.

Pensa che nessuno sappia di lei.

Pensa che lei sia relegata in un oblio infinito ed eterno, incapace di essere salvata, in quanto invisibile a tutti coloro che finora ha visto.

Pensa che lei è come un fantasma.

Pensa che la gente, di fronte a lei, passa, corre, parla ma nessuno la nota mai.

Pensa che per lei è impossibile farsi notare.

Pensa che anche facendosi notare nessuno la capirebbe.

Pensa che nessuno le starebbe vicino, in quanto lei è diversa.

Pensa che vorrebbe piangere.

Pensa che sa benissimo di non sapere più come far scendere le dolci lacrime che le rigavano il viso, e che lei rimpiange amaramente.

Pensa che non saper ridere sia meglio di non saper piangere.

Pensa che senza ridere si può continuare ad andare avanti, avendo la possibilità di esternare quello che si sente, invece non sapendo piangere tutto rimane dentro, e fa sempre più male.

Pensa al dolore che sente.

Pensa che vorrebbe spaccare tutto.

Pensa che vorrebbe piangere, in un angolo.

Pensa a quella canzone.

Pensa alle parole di quella canzone.

Pensa a come vorrebbe che qualcuno le dedicasse una canzone.

Pensa a come vorrebbe che qualcuno la facesse sentire “speciale”, anche solo un secondo.

Pensa che vorrebbe che qualcuno le stesse vicino, le dedicasse una canzone e la stringesse talmente forte da rompere il ghiaccio che ricopre il suo cuore.

Pensa che nessuno le dedicherà mai una canzone.

Pensa che non succederà mai.

Pensa che nessuno capirà mai le parole che lei vorrebbe sentire.

Pensa che sarà sempre qui, a immaginare un momento del genere, che però non diventerà mai realtà.

Pensa che lei vede dentro le persone.

Pensa che vede il buono ed il cattivo di ognuno, ma che lei calcola solo il primo.

Pensa che nessuno sappia vedere dentro lei.

Pensa che le gente non capisca che la sua “timidezza” occulta un mondo nascosto a tutti tranne che a lei.

Pensa che nessuno capisca che lei non parla perchè non vuole essere giudicata dagli altri.

Pensa che nessuno capisca che il suo silenzio nasconde la sua voglia di avere qualcuno vicino che la faccia sentire bene, o che almeno le parli.

Pensa che ci sono parole stupide.

Pensa che ci sono frasi che spesso sono false.

Pensa a come vorrebbe che qualcuno le chiedesse un semplice “Come stai?”.

Pensa a come vorrebbe solo che qualcuno si preoccupasse per lei.

Pensa a come vorrebbe, per una volta, che non fosse lei a preoccuparsi per gli altri e a stargli vicino, ma il contrario.

Pensa che nessuno si preoccupa mai di lei.

Pensa che nessuno si è mai chiesto “Chissà come sta”.

Pensa che, nonostante alcuni dicano il contrario, lei è non ha nessuno che la capisce e che si preoccupi per lei.

Pensa che se qualcuno si fosse davvero preoccupato avrebbe levato la maschera che lei porta, ma nessuno lo ha mai fatto.

Pensa che quel “In qualsiasi momento, qualsiasi cosa ti serva io ci sono per te”, che lei dice spesso agli altri, non le è mai stato ricambiato.

Pensa che forse è ora di smettere di pensare.

Pensa che il suo dolore sia l'ancora che la porterà nell'abisso della follia.

Pensa che forse è ora di andare a dormire.

Pensa che lei sarà sempre sola e nessuno si preoccuperà mai per lei.

Pensa che è ora di rifugiarsi nel mondo dei sogni, che ingannano la mente, facendole credere di poter essere ancora felice, prima o poi.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Lei sta di nuovo pensando.

Pensa che è divertente come non riesca a smettere di pensare.

Pensa che oggi, come ogni altro giorno, è stata sola.

Pensa che nessuno voglia starle accanto.

Pensa che nessuno le starà mai accanto

Pensa che se è sempre sola è colpa sua.

Pensa di non avere pregi.

Pensa di avere solo difetti.

Pensa che non è come le altre.

Pensa che lei è diversa.

Pensa che il fatto che lei sia diversa sia la causa della sua solitudine.

Pensa che se fosse come le altre, magari, qualcuno le starebbe vicino.

Pensa che sarebbe molto più semplice.

Pensa che essere lei è difficile.

Pensa che essere lei è straziante.

Pensa che nessuno vorrà mai starle accanto.

Pensa che i suoi pensieri siano ripetitivi.

Pensa che lei è ripetitiva.

Pensa che lei non ha nulla di particolare, e per questo sia noiosa.

Pensa, però, che una persona non la considera noiosa.

Pensa a lui.

Pensa a quando lui le ha detto che non è noiosa.

Pensa a quando lui le ha detto che non ha difetti.

Pensa a quando lui le ha detto che ha un sacco di pregi, anche se lei non se ne rende conto.

Pensa a lui.

Pensa a come sia dolce con lei.

Pensa a come, pur litigando, lei senta sempre voglia di parlargli e stargli accanto.

Pensa a come le manca a volte.

Pensa che non dovrebbe sentire questo.

Pensa che lei è la migliore amica di lui.

Pensa che lo ha vicino, ma non riesce ad essere contenta di ciò.

Pensa che lei è la sua migliore amica, ma lui non è il suo migliore amico.

Pensa che lui, forse, l'ha resa debole.

Pensa che lui, forse, l'abbia fatta innamorare.

Pensa a quello che sente con lui.

Pensa che, con lui, lei si sente felice, in qualche modo.

Pensa che lui la fa stare bene.

Pensa che con lui si diverte.

Pensa che con lui non deve nascondersi.

Pensa che, però, lui non ha ancora notato la maschera.

Pensa che non la noterà mai.

Pensa che lui non la noterà mai.

Pensa che lui ha altro a cui pensare.

Pensa che lui è innamorato di un'altra.

Pensa che lui ne è follemente innamorato.

Pensa che non riesce a vedere i difetti che l'altra ha.

Pensa che ha paura che l'altra possa fargli del male.

Pensa che non vorrebbe mai che lui si ferisse.

Pensa che vorrebbe tenerlo per lei, per trattarlo al meglio, non ferirlo, anche a costo di ferirsi lei per lui, e farlo stare bene.

Pensa che non succederà mai.

Pensa che lui potrebbe stare con l'altra.

Pensa che sarebbe sua la colpa se l'altra e lui si mettessero assieme.

Pensa che lei, pur di stargli accanto, non esita a dargli consigli che, anche se lui non lo sa, la uccidono.

Pensa che lei vuole che lui stia bene, quindi lo aiuta, ma...

Pensa che lei sta male.

Pensa che lei non vorrebbe che lui andasse dall'altra.

Pensa che vorrebbe che lui si accorgesse di lei.

Pensa che vorrebbe solo che la guardasse, le levasse la maschera e le desse un bacio che le facesse dimenticare tutti i suoi problemi.

Pensa che non succederà mai.

Pensa che lui è innamorato dell'altra, e dell'altra resterà.

Pensa che lei non ha speranze.

Pensa che vorrebbe solo essere un po' egoista.

Pensa che vorrebbe solo avere il coraggio di dirgli che le piace.

Pensa che vorrebbe solo essere notata.

Pensa solo che vorrebbe scomparire, ora.

Pensa che si sente in imbarazzo.

Pensa che non è normale che le piaccia una persona che non le darà mai una possibilità.

Pensa che è inutile.

Pensa che dovrebbe lasciar perdere.

Pensa che dovrebbe cercare di far passare l'innamoramento.

Pensa che stargli vicino non la aiuterà.

Pensa che stargli vicino la farà stare malissimo.

Pensa, però, che lei non vuole allontanarsi da lui.

Pensa che ha bisogno di lui.

Pensa che continuerà così.

Pensa che continuerà a piangere dietro la maschera, mentre lui vede il sorriso che la caratterizza.

Pensa che nessuno ha mai notato quanto è falso quel sorriso.

Pensa che nessuno ha mai scavato in fondo a lei.

Pensa che nessuno si sia mai interessato a lei.

Pensa che lei rimarrà sempre sola, dietro la maschera.

Pensa a come il suo sorridere sempre confonde gli altri.

Pensa a come, pur sorridendo, lei pianga dietro la maschera, morendo lentamente senza che nessuno se ne accorga.

Pensa che rimarrà sempre sola.

Pensa che lei vorrebbe solo che qualcuno la salvasse.

Pensa che vorrebbe qualcuno, lui, che la salvasse dal vuoto nel quale sta cadendo e che non ha mai fine.

Pensa che vorrebbe che lui la salvasse.

Pensa che mai succederà.

Pensa che lui non la noterà mai.

Pensa che nessuno la noterà mai.

Pensa che nessuno l'ha mai notata.

Pensa che sorriderà per sempre, mentre piange in eterno.

Pensa che il sorriso non potrà mai abbandonarla.

Pensa che le cicatrici che rendono la sua bocca un eterno sorriso non potranno mai rimarginarsi.

Pensa che è già ora di andare.

Pensa ad una canzone.

Pensa che non vorrebbe chiudere così presto, ma deve per la sua salute mentale.

Pensa che vorrebbe solo che lui le dedicasse quella canzone, e che capisse chi lei è davvero.

Pensa che è ora di dormire, e sognare, magari, un futuro felice che non arriverà.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Lei pensa anche oggi.

Pensa che vorrebbe smettere di pensare.

Pensa, però, che se non pensasse non sarebbe sé stessa.

Pensa che lei è stupida.

Pensa che si odia.

Pensa che sta male.

Pensa a quel dolore che sente.

Pensa a cosa gli ha dato quel dolore: lei ha aiutato lui ad avvicinarsi all'altra e potrebbero mettersi assieme presto.

Pensa che è stupida.

Pensa che avrebbe dovuto essere egoista.

Pensa che avrebbe dovuto pensare alla sua felicità.

Pensa che avrebbe dovuto avvicinarlo a lei, anziché all'altra.

Pensa, però, che lui non la nota nemmeno, quindi come avrebbe potuto farlo avvicinare a lei?

Pensa che non poteva avvicinarlo, in quanto lei per lui neanche esiste.

Pensa che lei non esiste per nessuno.

Pensa di essere invisibile a tutti.

Pensa che starà sola per sempre.

Pensa al sogno che ha fatto.

Pensa che, lì, lei stava con lui.

Pensa che stava bene.

Pensa che non avrebbe dovuto svegliarsi, sarebbe voluta rimanere lì in eterno.

Pensa che quel sogno non si avvererà, né ritornerà mai più.

Pensa che fuori piove.

Pensa a quanto lei abbia sempre amato la pioggia.

Pensa a quando era bambina.

Pensa alle ore passate a disegnare, vicino alla stufa, in inverno, mentre fuori pioveva.

Pensa a tutte quelle volte che, col suo cappotto, era uscita in giardino, mentre pioveva, per saltare nelle pozzanghere, ridendo come una matta.

Pensa a tutte quelle volte in cui ha pensato che la pioggia fosse la cosa più bella al mondo.

Pensa a tutte quelle volte in cui ha avvertito che la pioggia la comprendesse.

Pensa a tutte quelle volte in cui ha pensato che le sue lacrime potrebbe averle, involontariamente, regalate al cielo, per permettere che la pioggia continuasse a cadere.

Pensa che la pioggia e lei siano simili.

Pensa che la pioggia, come lei, è leggera, delicata, forte anche se non lo sa, dolce, ma altrettanto indesiderata, da molti odiata, o peggio ignorata.

Pensa che forse anche la pioggia come lei ha qualcosa da dire, ma che non riesce a esprimere.

Pensa che nessuno capisce cosa, lei e la pioggia, tengono dentro.

Pensa che lei è piena di paure.

Pensa che nessuno, però, le ha mai notate.

Pensa che lei è brava a mentire e tenere per sé i suoi punti deboli.

Pensa che se qualcuno, per caso, scoprisse qualche sua paura potrebbe sfruttarla per ferirla.

Pensa che lei è sola.

Pensa che ha paura di rimanere sola.

Pensa che lei ha il terrore di rimanere sola.

Pensa che quando rimane sola inizia a pensare, e ciò le fa male.

Pensa che ha molte paure di poco conto, come quella dei ragni, serpenti e veleni.

Pensa che le vere paure sono altre.

Pensa che lei ha paura di rimanere sola, ma ha paura degli altri.

Pensa che lei ha paura di relazionarsi con gli altri.

Pensa che lei ha paura di avvicinarsi e parlare con qualcuno.

Pensa che ha paura di non essere accettata.

Pensa che tutti la prenderebbero in giro.

Pensa che nessuno la accetterebbe mai.

Pensa che nessuno troverebbe piacevole la sua presenza.

Pensa che, se anche riuscisse a parlare con qualcuno, quest'ultimo alla fine si finirebbe per sparire, come tutti gli altri, dimenticandola.

Pensa che tutti la dimenticheranno.

Pensa che ha paura di essere dimenticata.

Pensa che le è successo troppe volte che la gente la dimenticasse.

Pensa che lei vorrebbe avvicinarsi alla gente.

Pensa, però, che le farebbe troppo male se qualcun altro si dimenticasse di lei.

Pensa che le farebbe malissimo non essere accettata, come sempre.

Pensa che non potrebbe sopportare ulteriori prese in giro.

Pensa che lei non riuscirà mai a parlare con nessuno.

Pensa che lei rimarrà sempre chiusa in un involucro che gli altri considerano vuoto.

Pensa che lei vive male.

Pensa che vorrebbe poter essere come le altre.

Pensa che vorrebbe essere libera.

Pensa che, però, è incatenata e non si libererà mai.

Pensa che nessuno noterà mai chi è davvero.

Pensa che nessuno scoprirà mai che esiste.

Pensa che se morisse oggi, nessuno ricorderà la sua esistenza.

Pensa che, al massimo in due settimane, tutti dimenticherebbero chi è.

Pensa che la vita è stata cattivissima con lei.

Pensa che il mondo l'abbia voluta punire, anche se non sa perchè.

Pensa che lei sia stata sfortunata in quanto, a causa della casualità da cui tutto ha origine, lei non può vivere.

Pensa che lei dovrà rimanere nascosta per sempre.

Pensa che nessuno la vedrà mai.

Pensa che ora deve per forza spegnere la mente, o impazzirà.

Pensa che lei rimarrà per sempre sola.

Pensa che la sua mente ha bisogno di riposo.

Pensa che tutti la dimenticheranno prima o poi.

Pensa che, con la malinconia che nessuno sa essere suo segno caratteristico, è ora di viaggiare di nuovo nel mondo onirico.

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Capitolo 6
*** 6 ***


Lei pensa, come sempre.

Pensa che ha provato a non pensare, per due giorni.

Pensa che ha tenuto i pensieri lontani, per quanto poteva.

Pensa, però, che è stato inutile fingere con sé stessa di stare bene.

Pensa che odia sé stessa.

Pensa che se lei soffre è solo colpa sua.

Pensa di essere diversa.

Pensa di essere sbagliata.

Pensa di essere stupida.

Pensa di non valere niente.

Pensa che nessuno vuole starle accanto, e un motivo c'è: lei è inutile e insopportabile.

Pensa che si odia.

Pensa che si odia con tutto il cuore.

Pensa a lui che sta andando tra le braccia dell'altra, perchè lei, da idiota, non sa esprimersi.

Pensa che è lei a star mandando lui dall'altra, senza volerlo realmente.

Pensa che vuole, però, che almeno lui sia felice.

Pensa che lui merita di essere felice.

Pensa che lui debba essere felice.

Pensa che lei, invece non debba essere felice.

Pensa che non sarà mai felice.

Pensa alla sua concezione di felicità.

Pensa che la felicità sia solo lo spazio tra due emozioni, il quale può essere di grandezza variabile, ma pur sempre destinato a terminare.

Pensa che, però, la felicità in certi casi possa iniziare e finire solo con la morte.

Pensa alla morte.
Pensa che lei ha paura della morte.

Pensa che la morte è una delle tantissime cose che la spaventa.

Pensa, però, che la morte può essere vista anche come soluzione ai problemi.

Pensa che morire potrebbe far terminare le sue sofferenze.

Pensa che forse sarebbe il caso di far finire la sua vita.

Pensa che non ha motivi per vivere.

Pensa che non esistono per lei motivi per vivere.

Pensa che la sua vita non sia degna di essere vissuta.

Pensa che la sua vita farebbe schifo a chiunque.

Pensa che è depressa.

Pensa che si sente schiava della tristezza.

Pensa che sente un'ombra su di lei, che la ricopre, che la stringe, sempre più forte.

Pensa che potrebbe recidere il filo sottile che rappresenta la sua vita.

Pensa che non ha senso.

Pensa che non ha senso uccidersi, almeno per lei.

Pensa che lei non ha motivi per vivere.

Pensa che lei, però, non ha nemmeno motivi per morire.

Pensa che morendo lascerebbe lui da solo, nelle mani dell'altra, che potrebbe ferirlo.

Pensa che morendo lei lascerebbe ogni speranza.

Pensa che lei un po' di speranza ce l'ha ancora.

Pensa che non vuole smettere di sperare, per quel poco che ancora può.

Pensa che lei non ha motivi di vivere.

Pensa, però, che potrebbe ancora trovare qualcosa per cui vale la pena vivere.

Pensa che qualcosa per cui vale la pena vivere può trovarlo.

Pensa che forse sa già cosa può tenerla in vita.

Pensa che il suo motivo per vivere potrebbe essere cercar di far tornare la felicità e la speranza agli altri, per quanto le sia possibile.

Pensa che lei può farlo.

Pensa che lei riesce a capire la gente.

Pensa che lei riesce a notare la vera natura della gente.

Pensa che lei sa vedere oltre quello che gli altri vogliono far credere.

Pensa che lei sa levare la maschera di cartapesta che gli altri portano.

Pensa che nessuno le leverà mai, però, la maschera di piombo che lei porta.

Pensa che nessuno la vedrà mai.

Pensa che tutti noteranno solo ciò che lei non vorrebbe notassero.

Pensa che sempre è successo e sempre succederà.

Pensa che lei rimarrà sempre nascosta.

Pensa che, nonostante lei abbia appena capito di nutrire ancora qualche speranza, sa che nulla cambierà.

Pensa che rimarrà ancora qui.

Pensa che rimarrà ferma.

Pensa che qualcuno potrebbe scrivere i suoi pensieri.

Pensa che sarebbe bello.

Pensa che le piacerebbe che qualcuno scrivesse i suoi pensieri.

Pensa che potrebbe vivere lì.

Pensa che potrebbe abituarsi a stare tra quelle righe così tristi, saltando con dolcezza da un capoverso all'altro.

Pensa che sarebbe bello poter vivere lì, muovendo le lettere e facendole suonare.

Pensa che le lettere abbiano dei suoni propri.

Pensa che lei potrebbe suonarle.

Pensa che vorrebbe creare una melodia con quelle lettere che sempre usa e da sempre sente.

Pensa che anche le lettere, come lei, abbiano un qualcosa dentro che solo i più sensibili possono sentire.

Pensa che ognuno abbia una melodia nascosta.

Pensa che ogni melodia possa essere notata dalle persone giuste.

Pensa però che la sua melodia di carillon è talmente debole che nessuno oltre lei la nota.

Pensa che quelle note dolci e lente che ama saranno la sua rovina.

Pensa che nessuno la noterà mai.

Pensa che è un'ingiustizia.

Pensa che non è giusto che ci sia qualcuno che non riceve attenzioni e qualcun altro che ne ha fin troppe.

Pensa che non è giusto che la gente le passi accanto senza notarla.

Pensa che non è giusto che lui noti solo l'altra.

Pensa che non è giusto che lei sia sempre sola.

Pensa che non è giusto che tutti parlino con lei ma nessuno le chieda ma di parlare.

Pensa che non è giusto che tutti con lei si sfoghino, ma lei non può mai sfogarsi con nessuno.

Pensa che ci sono anche canzoni che non vengono calcolate da nessuno, nonostante la loro bellezza.

Pensa alla musica.

Pensa che la musica è ciò che l'ha salvata.

Pensa che la musica sia ciò che l'ha salvata dalla disperazione un sacco di volte.

Pensa che la musica si la medicina migliore.

Pensa che ognuno ha delle canzoni che, una volta trovate, sentiranno loro, e sentiranno sempre.

Pensa che ognuno ha delle preferenze anche per quanto riguarda le cantanti.

Pensa alle sue cantanti preferite.

Pensa alle sue canzoni preferite.

Pensa ad una serie tv.

Pensa che tutto sarebbe più bello se fosse come quella serie.

Pensa che sarebbe bello potersi all'improvviso estraniare da tutto e tutti cantando.

Pensa che la musica è il suo unico sfogo.

Pensa che la musica sia lo sfogo supremo.

Pensa che lei ama cantare.

Pensa che lei ama ballare.

Pensa che lei ama la musica.
Pensa che potrebbe vivere anche per lei, la musica.
Pensa che però non è abbastanza brava, anche se molti le hanno detto il contrario.

Pensa che molti l'hanno notata mentre cantava, ma che tutti dopo quei 3-4 minuti l'hanno dimenticata.

Pensa che tutti la dimenticheranno prima o poi.

Pensa che è ora di dormire.

Pensa che finirà nell'oblio, il ricordo di lei.

Pensa che è ora di chiudere.

Pensa che nessuno la ricorderà dopo, al massimo, due settimane.

Pensa che è ora di andare in viaggio nel mondo dei sogni, dove lei si sente a suo agio e può vivere in un illusione, che per quanto irreale le permette di essere un minimo felice.

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Capitolo 7
*** 7 ***


Lei pensa, come ormai le sembra di fare da sempre.

Pensa che pensare sia parte di lei.

Pensa che impazzirebbe se non pensasse.

Pensa, però, che pensare la fa impazzire.

Pensa che forse lei è già matta.

Pensa che lei è già pazza.

Pensa che ciò che sente è irrazionale.

Pensa che ogni suo pensiero non abbia alcun senso.

Pensa che tutto ciò che prova sia qualcosa di innaturale e sbagliato.

Pensa a lui.

Pensa a ciò che lei sente per lui.

Pensa a ciò che lei vorrebbe.

Pensa che ciò che lei sente è irrazionale.

Pensa che sia sbagliato sentire quello che sente nei suoi confronti.

Pensa che non dovrebbe sentire questo.

Pensa che non dovrebbe sentire nulla.

Pensa che non dovrebbe provare nulla per lui.

Pensa che, però, non è così, e ciò la fa star male.

Pensa che non ha speranze.

Pensa che a lui non importa di lei.

Pensa che lui nemmeno la calcola.

Pensa che lui nemmeno sappia che lei esiste, nonostante lei gli sia sempre accanto.

Pensa che lui non la noterà mai.

Pensa che lui non saprà mai che lei esiste.

Pensa che lei non ha speranze.

Pensa che una qualsiasi speranza è lontana.

Pensa che rimarrà sempre sola.

Pensa che nessuno la vorrà mai accanto.

Pensa che il mondo si disgusta di lei.

Pensa che nessuno la noterà mai.

Pensa che dovrà sempre rimanere nascosta.

Pensa che lei è piccola.

Pensa che il mondo è troppo grande in confronto a lei.

Pensa che il mondo sia come una pressa che, per quanto lei si opponga, finirà per schiacciarla.

Pensa che lei è piccola.

Pensa che tutto quello che vorrebbe sarebbe piangere.

Pensa che lei si sente chiusa in un angolo, rannicchiata, senza possibilità di fare nulla.

Pensa che lei vorrebbe solo piangere.

Pensa che dopo una giornata come oggi lei non vorrebbe più muoversi.

Pensa che vorrebbe aspettare che qualcuno la salvi.

Pensa che vorrebbe stare ferma in mezzo alle sabbie mobili, che sono il tempo, aspettando che qualcuno venga a prenderla o che la sabbia la soffochi.

Pensa che lei è piccola.

Pensa che lei è impotente.

Pensa che lei è inutile.

Pensa che lei non ha qualità, solo difetti.
Pensa che nessuno potrebbe mai sopportarla.
Pensa che lui non potrebbe mai sopportarla.

Pensa che lui possa sparire.

Pensa che lei soffrirebbe molto se lui svanisse nel nulla.

Pensa che un giorno anche lui si dimenticherà di lei.

Pensa che tutti la hanno dimenticata, e ciò succederà ancora.

Pensa che nessuno la ricorderà.

Pensa che non ha nulla che potrebbe farla ricordare.

Pensa che lei non ha pregi.
Pensa che solo la musica potrebbe aiutarla ora.

Pensa a quella canzone.

Pensa al significato di quella canzone.

Pensa che quella canzone se l'è da sempre dedicata da sola, e non vuole che nessuno gliela dedichi se non lei stessa.

Pensa che quella canzone, a volte, le ha fatto pensare di essere perfetta così come è, ma pensandoci ora sa che non è così.

Pensa che lei non è perfetta.

Pensa che lei è tutto tranne che perfetta.

Pensa che lei è sbagliata.

Pensa che lei è orrenda.

Pensa che lei è repellente.

Pensa che lei è tutto ciò che il mondo odia e vuole discriminare.

Pensa che lei è sempre stata discriminata.

Pensa che lei è sempre stata sola.

Pensa che nessuno l'ha mai vista.

Pensa che nessuno la vedrà mai.

Pensa che lei è stata punita fin dall'inizio.

Pensa che lei è sola e sempre sarà sola.

Pensa che si sente in trappola, in un sarcofago sigillato, senza possibilità di uscire.

Pensa di essere una farfalla bloccata in un barattolo, troppo grande rispetto a lei, ma troppo stretto per la sua libertà.

Pensa che lei sarà bloccata per sempre.

Pensa che non potrà mai liberarsi.

Pensa che nessuno la salverà mai.

Pensa che sarà sempre sola.

Pensa al suo nome, talmente bello ma sconosciuto a tutti gli altri.

Pensa che nessuno saprà mai il suo vero nome.

Pensa che quel nome rimarrà occulto a tutti oltre lei.

Pensa che nessuno la chiamerà mai.

Pensa che lei rimarrà sempre sola.

Pensa che nessuno la vorrà mai accanto.

Pensa che sarà per sempre discriminata.

Pensa che tutti la allontaneranno.

Pensa che tutti avranno paura di lei.

Pensa al suo percorso.

Pensa a ciò che vuole fare.

Pensa che quello che farà allontanerà ancora di più gli altri da lei.

Pensa che sta male.

Pensa che vorrebbe piangere.

Pensa che non sa più come rigare il suo viso con il debole calore delle sue lacrime trasparenti.

Pensa che è ora di andare, o impazzirà.

Pensa che lei forse è matta.

Pensa che se non va via ora potrebbe perdere la ragione.

Pensa che lei è pazza.

Pensa che tutto ciò che prova sia innaturale e sbagliato.

Pensa che è ora di liberarsi di tutti i pensieri più oscuri che le tormentano la mente, iniziando a scegliere cosa vorrebbe sognare dolcemente, per ricreare la bellezza di un singolo momento di gioia che non ha mai vissuto e mai vivrà, perchè lei è sbagliata.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Lei pensa, ininterrottamente.

Pensa non può più smettere di pensare.

Pensa che non può più fermarsi.

Pensa che per lei è impossibile smettere adesso.
Pensa che sta per impazzire.

Pensa che lui l'abbia notata.

Pensa che lui l'abbia vista.

Pensa che lui abbia finalmente capito che lei era lì.

Pensa che, però, potrebbe non essere così.

Pensa che potrebbe essere stata una casualità.

Pensa che potrebbe essere stato un fraintendimento.

Pensa che non è possibile.

Pensa che lei non ha motivi per essere notata.

Pensa che lei non può essere notata.

Pensa che nessuno le ha ma tolto la maschera, dunque nessuno sa chi è davvero e nessuno può notarla.

Pensa che tutti le passano accanto senza notare nulla.

Pensa che è ridicolo anche solo pensare che lui l'abbia notata.

Pensa che lui non può notarla.

Pensa che lui nemmeno sa che esiste, in realtà.

Pensa che nessuno l'ha mai vista.

Pensa che vorrebbe essere notata.

Pensa che vorrebbe essere vista.

Pensa che vorrebbe vivere.

Pensa che vorrebbe esistere, anche se solo un minuto.

Pensa che vorrebbe avere forma.

Pensa che non succederà.

Pensa che non verrà mai notata.

Pensa che non verrà mai vista.

Pensa che nessuno le sarà a fianco.

Pensa che tutti si dimenticheranno di lei.

Pensa che anche ora sta per impazzire, ma per la malinconia.

Pensa che lei rimarrà per sempre dietro il sipario, incapace di andare sul palco, e che rimarrà ferma, incapace di muoversi.

Pensa che la gente non nota la sua presenza e continua a vivere benissimo senza di lei.

Pensa che non vuole rovinare la vita a nessuno, quindi preferisce non intervenire, per il bene degli altri.

Pensa che lei sia solo un peso.

Pensa che lei sia solo un fastidio.

Pensa che lei sia come una zavorra che il mondo si porta e di cui non vede l'ora di liberarsi.

Pensa che lei sia insopportabile.

Pensa che lei sia inutile.

Pensa che lei sia meglio come fantasma.

Pensa che non vuole fare del male.

Pensa che non vorrebbe mai fare del male.

Pensa che se esistesse potrebbe solo ferire gli altri.

Pensa che lei non può mai fare nulla di buono.

Pensa che lei non può fare del bene.

Pensa che lei è solo fonte di guai.

Pensa che lei è una buona a nulla.

Pensa che non ha pregi.

Pensa che ha solo difetti.

Pensa che se rimarrà sempre sola sarà meglio per gli altri.

Pensa che sta male.

Pensa che sta malissimo.

Pensa che vorrebbe parlare con qualcuno.

Pensa che vorrebbe che qualcuno si preoccupasse per lei.

Pensa che vorrebbe essere notata da qualcuno.

Pensa che vorrebbe solo che qualcuno la vedesse.

Pensa che vorrebbe che qualcuno si avvicinasse e le parlasse.

Pensa che vorrebbe parlare, ma ha paura.

Pensa che lei sia insopportabile.

Pensa che lei sia repellente.

Pensa che nessuno vorrebbe starle vicino.

Pensa che lei ha troppa paura di parlare.

Pensa che ha paura che la gente la giudichi e la allontani.

Pensa che sta troppo male per parlare.

Pensa che il dolore che si porta dentro è una condanna.

Pensa che alla sua nascita sia sta firmata la sua condanna.

Pensa che lei non c'è, anche se c'è in realtà.

Pensa che nessuno la può vedere, mentre lei vede tutti.

Pensa che vorrebbe parlare ma non può, nessuno la vedrebbe anche parlasse con loro.

Pensa che rimarrà sola.

Pensa che rimarrà vuota.

Pensa che rimarrà incompleta.

Pensa che rimarrà triste.

Pensa che rimarrà miserabile.

Pensa che rimarrà viva, anche se non le è concesso vivere.

Pensa che sente di dover piangere.

Pensa che dovrebbe sfogarsi.

Pensa che vorrebbe urlare.

Pensa che vorrebbe spaccare ogni cosa.

Pensa che tirerebbe calci a tutto.

Pensa che non può sfogarsi, però.

Pensa che non può.

Pensa che non le è concesso sfogarsi.

Pensa che se si sfogasse non potrebbe più smettere.

Pensa che se si sfogasse distruggerebbe ogni cosa.

Pensa che se si sfogasse qualcuno potrebbe preoccuparsi per tre minuti, ma ugualmente non riuscirebbe a vederla e capirla.

Pensa che vorrebbe potersi sfogare.

Pensa a quella canzone.

Pensa alle sue parole.

Pensa che vorrebbe essere compresa.

Pensa che nessuno l'ha mai capita davvero.

Pensa che è a causa della maschera.

Pensa che deve essere stata fatta talmente bene, la maschera, che nessuno può notare cosa ci sia sotto.

Pensa che vorrebbe essere capita da qualcuno.

Pensa che vorrebbe che qualcuno le dicesse che tutto si sistemerà.

Pensa che vorrebbe qualcuno che le dicesse che non deve perdere le speranze.

Pensa che lei, però, ha già perso ogni speranza.

Pensa che è ora di andare a letto.

Pensa che nessuno la capirà mai.

Pensa che è ormai impazzita.

Pensa che rimarrà sola, per il bene degli altri.

Pensa che la sua escursione nel mondo di illusioni deve cominciare ora.

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Capitolo 9
*** 9 ***


Lei pensa, come di consueto.

Pensa che tutto quello che ha pensato in questi giorni è negativo.

Pensa che tutto quello che le sta accadendo sia negativo.

Pensa che la negatività la attanaglia.

Pensa che la tristezza sia il suo carattere distintivo.

Pensa che la tristezza sia il motivo per cui rimane sempre sola.

Pensa che lei non sia fatta per stare con gli altri.

Pensa che lei non sia nata per piacere agli altri, tanto meno a sé stessa.

Pensa che lei sia solo un disturbo.

Pensa di essere solo un fastidio.

Pensa di essere d'intralcio per gli altri.

Pensa che non vuole rendere la vita peggiore a nessuno, quindi per questo si allontana da tutti.

Pensa che se si avvicinasse alla gente potrebbe solo ferire qualcuno.

Pensa che se parlasse con qualcuno quello rimarrebbe vittima del suo pessimismo.

Pensa che vorrebbe parlare con qualcuno, ma non saprebbe cosa dire.

Pensa che ha perso ogni parola.

Pensa che non sa più parlare con la gente.

Pensa che, tanto, non le servirà mai saper parlare, in quanto non dirà mai neanche una parola.

Pensa che saper parlare deve essere fantastico.

Pensa che sapersi relazionare con qualcuno deve essere il massimo.

Pensa che lei vorrebbe essere libera, loquace, socievole e felice, ma non può.

Pensa che non riesce ad essere felice.

Pensa che non riuscirà mai.

Pensa, però, che qualche momento di felicità c'è.

Pensa che, allo stesso modo, trattandosi di momenti non riesce a goderne, se non per pochissimo.

Pensa che vorrebbe scappare da questo mondo.

Pensa che vorrebbe staccarsi dal mondo che vive.

Pensa che vorrebbe essere libera di essere sé stessa, senza paura.

Pensa che vorrebbe essere libere di essere sé stessa, ma non potrà mai succedere.

Pensa che ha paura.

Pensa che ha molta paura.

Pensa che ha fin troppa paura.

Pensa che ha paura di tutto.

Pensa che ha paura della gente.

Pensa che ha paura dei pensieri della gente.

Pensa che ha paura delle sensazioni.

Pensa che ha paura delle emozioni.

Pensa che ha paura dei ricordi.

Pensa che i ricordi siano le armi più pericolose che ognuno possiede.

Pensa che, nonostante tutto, i ricordi siano anche i tesori più belli.

Pensa che i ricordi formano le persone che diventiamo.

Pensa che i ricordi ci aiutino a ricordare chi siamo.

Pensa che i ricordi sono parti perdute di noi che vogliono rimanere in qualche modo, per ricordarci che sono esistite.

Pensa che un uomo senza ricordi non abbia una propria identità, tanto meno un proprio carattere.

Pensa che i ricordi siano la cosa più importante che abbiamo.

Pensa che i ricordi sono la cosa più importante che ha.

Pensa che sa chi è grazie ai suoi ricordi.

Pensa che sa che vale zero grazie ai suoi ricordi.

Pensa che sa di essere nulla grazie ai suoi ricordi.

Pensa che anche se le fa male sapere di non valere niente, questo la aiuta a stare lontana dalla gente, evitando dunque che loro si annoino o peggio si stufino della sua presenza.

Pensa che è inutile anche solo pensare di sovvertire l'ordine delle cose, perchè stando lontana da tutti non può dare problemi.

Pensa che lei non vuole dare fastidio.

Pensa che vuole essere notata, ma non perchè disturba.

Pensa che vorrebbe avere almeno un pregio.

Pensa che vorrebbe avere almeno una qualità.

Pensa che vorrebbe avere qualcosa di bello che la gente possa ricordare.

Pensa che vorrebbe avere qualcosa di buono.

Pensa di avere solo difetti.

Pensa di essere sbagliata.

Pensa di essere stupida.

Pensa di essere inutile.

Pensa di essere noiosa.

Pensa di essere fastidiosa.

Pensa di essere logorroica.

Pensa di essere insopportabile.

Pensa che farebbe meglio a non esistere.

Pensa che, effettivamente, lei non esiste perchè nessuno la nota e sa della sua presenza.

Pensa che nessuno la vede mai.
Pensa che la gente non riesce a notarla, o forse la evita.

Pensa che sta male.
Pensa che sta malissimo.

Pensa che vorrebbe essere vista.

Pensa che vorrebbe essere notata.

Pensa, però, che sarebbe inutile essere percepita, dato che lei non sarebbe in grado di parlare.

Pensa che si fermerebbe subito.

Pensa che non arriverebbe a pronunciare nulla prima di bloccarsi.

Pensa che avrebbe un blocco prima ancora di pensare a cosa dire.

Pensa che anche domani resterà in classe da sola, durante l'intervallo, ascoltando le canzoni che l'hanno segnata per sempre.

Pensa a quella canzone.
Pensa che quella canzone l'ha salvata.
Pensa al numero 22.

Pensa che ha ascoltato quella canzone 22 volte durante la stessa giornata, mentre era in gita.

Pensa che lei si sente schiava di un mondo che non le appartiene, mentre osserva da lontano il mondo che vorrebbe le appartenesse.

Pensa che ogni volta che vede quella gente parlare tra loro non può non essere invidiosa, e vogliosa di unirsi alle discussioni.

Pensa che non può, però.

Pensa che loro la giudicherebbero.

Pensa che loro la insulterebbero.
Pensa che loro le direbbero che è strana.

Pensa che loro le direbbero tutte le verità che lei sa, ma che sentite dagli altri potrebbero ucciderla.

Pensa che lei non vuole che gli altri si beffino di lei perchè lei è sé stessa.
Pensa che non vuole che loro, vedendo chi è davvero, la allontanassero ancora di più e definitivamente.

Pensa che loro non capirebbero.

Pensa che loro la giudicherebbero.

Pensa che il mondo le sia contro.

Pensa che lei sia ciò che tutti vorrebbero distruggere.

Pensa che nessuno possa davvero preoccuparsi per lei, in fondo è un mostro.

Pensa che tutti avrebbero paura di lei.

Pensa che nessuno la capirebbe.

Pensa che ora deve andare.

Pensa che non andrà mai avanti.

Pensa che per il suo bene deve andare a letto.

Pensa che rimarrà sempre ferma.

Pensa che non riuscirà mai a fare muoversi verso la luce.

Pensa che è ora di riempire la sua testa con la nebbia bianca che compone i sogni di ognuno, ma che a lei porta sollievo da un mondo che l'ha rifiutata fin dalla sua creazione.

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Capitolo 10
*** 10 ***


Lei pensa, ma ne soffre.

Pensa che a volte sarebbe meglio non pensare più.

Pensa che pensare la fa solo stare male.

Pensa che odia pensare.

Pensa che pensare è l'unica cosa che gli è rimasta.

Pensa che non riesce più a fare altro.

Pensa che odia sé stessa.

Pensa che si odia con tutto il cuore.

Pensa che vorrebbe non essere sé stessa.

Pensa che essere lei sia una maledizione.

Pensa che vorrebbe piangere...

Sapete che c'è? Sono stanca di pensare. Sono stanca di scrivere in quel modo. Sono stanca.

Piacere, io sono la lei di cui avete letto fino ad ora...e sapete cosa? Sento che dovrei piangere ora, ma non riesco. Forse non vi piacerà il fatto che ho smesso di usare lo stile che ho usato fino ad ora, ma io voglio parlarvi di lei, da una prospettiva diversa. Se avete letto fino a qui vuol dire che mi conoscete, almeno un po', ed ora lei vuole parlare direttamente con voi, in quanto grazie a voi sono riuscita ad arrivare fino ad ora, a sfogarmi, sapendo che qualcuno sapeva, anche se per poco, che io esisto davvero, che ci sono e non sono un'illusione che ho creato da me per fingermi viva.

Mi presento: mi chiamo Erica, ho 17 anni, e sono inutile. Sono quella che molti potrebbero definire fantasma, nel senso che tutti si dimenticano di me, io sono l'ultima in tutto, sempre e comunque.

Io sono quella che sta ferma, in un angolo, ascoltando musica tramite le cuffie, con la gente che le passa accanto senza notarla. Io sono quella che non si sente viva. Io sono quella che odia stare sola, ma deve, perchè è inferiore agli altri, o almeno ha imparato a sentirsi tale.

Sapete, io non parlo con nessuno, l'unica persona con cui parlo è me stessa, e neanche io mi sopporto quindi mi chiedo: perchè gli altri dovrebbero sopportarmi? Ci sarà un motivo per cui non mi parla nessuno, no? Be', il motivo è che sono noiosa, monotona, fastidiosa, insopportabile, inutile, stupida. La mia maschera, quella che tutti conoscono, non riuscendo a vedere chi c'è sotto, non mi rappresenta. Quando indosso la maschera, io sono quella scema, quella che vive in un mondo tutto suo, simpatica (a volte), quella che tutti possono prendere per il culo, sfruttare, ferire, offendere, tanto non ci rimane male...Quella invisibile che nessuno ricorda, l'ultima in tutto, quella inutile, ma che sorride sempre o al massimo si arrabbia un po'...Ma sono stronzate, io sono tutt'altro.

Io sto male, è orribile vivere in un mondo che non ti accetta e non vedrà mai chi sei, perchè ti esclude a priori. Io non sono nulla, per il mondo, è come se non esistessi, ma io so, e forse anche voi, che io ci sono, io esisto, io penso, io scrivo, io vivo, anche se non sembra. Il mondo mi odia ed io ho una domanda: cosa ho fatto per meritarmi questo? Cos'ho fatto per meritare tutto questo? Perchè il mondo mi detesta così tanto? Perchè non posso essere serena? Perchè non posso essere felice, per una volta? Perchè tutto va sempre contro di me? La risposta la ho, perchè sono io, ed in quanto me sono destinata a stare sola. Tutti si stancano di me, prima o poi. Tutti si dimenticano di me, prima o poi. Tutti si allontanano da me, prima o poi. Tutti se ne andranno via, prima o poi.

Sapete, vorrei che almeno voi lettori parlaste con me, magari facendomi domande, alle quali risponderò con entusiasmo, in quanto sarebbe bello che voi, che mi conoscete almeno un po', mi parlaste, sapendo che io esisto. Mi sento così sola, mi sento così inutile, mi sento così stupida...Penso sempre troppo, non agisco mai, e ciò mi allontana ancora di più dagli altri. Sono come un manichino che sta dietro un muro trasparente, ma che nessuno nota, che può solo rimanere lì, guardando gli altri, ma non potendo avvicinarsi a causa di quel muro che si è creato da solo, senza accorgersene. Sono un clown, che ride e fa ridere gli altri, per poi, in solitudine, piangere per quanto miserabile sia la sua vita. Sono una farfalla in gabbia, che non ha modo di fuggire, se non spezzandosi le ali, quindi decido di rimanere ferma nella mia prigione metallica, sapendo che non potrò mai più volare, non sarò mai più libera, non sarò mai più apprezzata, non sarò mai più ammirata, non sarò mai più invidiata, non sarò mai più amata, non sarò mai più viva.

Sapete cosa c'è? Io sto male, sto malissimo, chiedo troppo se chiedo di sentirmi, anche solo per un secondo, amata? Chiedo troppo se chiedo di sentirmi, anche solo per un secondo, accettata e compresa dal mondo? È troppo desiderare di sentirsi, non importa per quanto, fottutamente perfetta? È davvero grave desiderare che gli altri mi parlino? È così stupido chiedere che gli altri mi notino e si interessino a me? È così oltre ogni logica chiedere di essere voluta bene, anche solo il tempo di un abbraccio? È così inconcepibile chiedere che qualcuno mi dica che vuole stare con me? Che non si dimenticherà che esisto? Che mi starà vicino? Che non sarò più sola? A quanto pare sì.

Più volte mi sono dedicata qualche canzone, dicendomi che tutti si sarebbe sistemato, che tutto sarebbe andato per il meglio, che sarei stata felice, prima o poi, ma è stato inutile. Ricordo quella volta in cui mi dedicai la mia canzone preferita, quella canzone che non vorrei nessun altro mi dedicasse, quella canzone che poteva aiutarmi, ma non riuscì mai a farmi sentire fottutamente perfetta come avrei voluto. Ricordo anche l'altra mia canzone preferita, quella che contiene le parole che vorrei sentirmi dire, che nessuno però conosce, e comunque sia anche se gliela mettessi davanti agli occhi non saprebbe cosa farsene.

Vorrei soltanto dimenticare tutto e correre via. Vorrei correre via da tutto, da tutti, dai miei pensieri, dalle mie paure, da quelli che mi ignorano, dal mondo che mi vuole sempre in sofferenza, da tutto, da tutti. Sono stanca di stare sola. Sono stanca di essere sempre l'ultima in tutto. Sono stanca di essere me...

Be'...Chiudo qui questo capitolo, per evitare di annoiarvi ancora più di quanto abbia già fatto. Vi chiedo solo di parlare con me, scrivendo qualcosa o magari facendomi domande qua sotto, se vi va. È arrivato, per me, il momento di andare a dormire, cercando disperatamente nei sogni quella effimera felicità che non posso raggiungere nella realtà.

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Capitolo 11
*** 11 ***


Avete mai avuto l'impressione di essere inutili? Di essere tutto ciò che di sbagliato esista al mondo? Di essere la stupidità fatta persona? Be', a mio malincuore io mi sento sempre così, ora come mai prima.

Ciao a tutti, io sono Erica, ed in primis vorrei rispondere alle domande che mi avete fatto nello scorso capitolo.

Alcuni di voi mi hanno chiesto come trascorro una mia giornata tipo, e se magari il mio vissuto ha avuto conseguenze sul mio pensiero. Be', la mia giornata tipo inizia con lo svegliarmi tardi, verso le 7:30, prepararmi di corsa e scappare a scuola. In classe sono sempre sola, non c'è nessuno che parli con me, né io riesco a parlare con qualcuno, e ciò si ripete sempre tutti i giorni a tutte le ore scolastiche... Dopo essere uscita da scuola torno a casa, dove passerò tutto il resto della giornata al pc, o al massimo a leggere, senza fare compiti, perchè i miei troppi pensieri non mi danno neanche un attimo di tregua. E... Be'... Questa è la mia giornata tipo, in pratica ogni mia giornata... Da questa descrizione si può dedurre che sì, le mie esperienze hanno molto influenzato il mio modo di pensare, fino al portarmi a questo punto di non-ritorno dove sono ora. Per molti potrebbe sembrare una stronzata, ma non avere nessuno vicino è distruttivo e porta alla follia, infatti mi ha cambiata per sempre, e volete sapere il motivo? Io sono umana, io soffro, io sto male, posso fingere qualsiasi emozione, ma dentro me so come sto... Anche se nessuno si accorge del sangue che cade dal mio corpo, delle lacrime che sgorgano dai miei occhi, delle migliaia di ferite, io sono umana... Io sto malissimo, vorrei avere qualcuno, anche solo una persona vicino a me, chiedo troppo? Pretendo troppo chiedendo che qualcuno mi noti? È troppo chiedere di essere calcolata? È grave volere qualcuno vicino? È strano avere il desiderio che questa solitudine finisca? È così orribile volere qualcuno accanto che mi dica: “Non avere paura, io sono con te”? Sapete, io sono umana. Io soffro, io sto male, posso fingere qualsiasi emozione, ma dentro me so come sto. Io sono umana.

Sapete...Nessuno sa che ci sono, tutti mi vedono, ma nessuno mi ha mai notata. Io vorrei capire una cosa: Perchè? Perchè sono così? Perchè non posso essere normale? Perchè non posso essere notata? So di essere noiosa, stronza, fastidiosa, talvolta assillante, in pratica feccia, ma mi merito davvero questo? A quanto pare sì. Però è ingiusto, nessuno dovrebbe mai essere solo. Nessuno meriterebbe di rimanere senza nessuno al suo fianco, abbandonato a sé stesso, senza che abbia una colpa. Io che colpa ne ho? La mia unica colpa è essere me, ma cosa posso farci? Come posso cambiarmi, quando sono sbagliata fin dalla mia nascita? Molti dicono che il tempo sistema tutto, ma sapete cosa? Io non credo molto nel tempo, da solo è inutile, io credo più nella fortuna, che è mia amica, ma solo per quel che riguarda le stronzate. La fortuna mi prende in giro, mi concede forza nelle cazzate, ma mi lascia sola nel mondo.

Sono debole. A tutti sembro forte ma sono debole. Mi odio. Non ho la forza di parlare con gli altri. Non ho la forza di farmi notare. Non ho la forza di vivere. Non ho la forza di ribellarmi. Non ho la forza di liberarmi da queste fottute catene. Non ho la forza di mostrarmi. Non ho la forza di essere come vorrei. Non ho la forza di piangere. Non ho la forza di chiedere aiuto. Non ho la forza di farmi capire. Non ho la fora di fare nulla, quindi resto qui. Sola. Senza nessuno.

Qualcun altro tra voi mi ha chiesto di “lui”, in particolar modo se sa di essere così importante e, poi, di descriverlo. Parto rispondendo alla prima questione: No, lui non sa quanto è importante, sa di esserlo ma non immagina quanto. Sapete ragazzi, lui è unico, è speciale, riesce a capirmi come nessun altro e mi ha accettata per come sono, io con lui sono libera. Lui, per me, è davvero la persona migliore al mondo, un modello che tutti dovrebbero prendere ad esempio, per certi versi. Lui sa come trattarmi, sa cosa mi piace e cosa odio, sa come sono, sa capirmi, e sapete perchè? Lui è come me, in certi aspetti, però lui ha un sacco di qualità che io non ho, e che ammiro da sempre. Lui sa che per me è la persona che conta più di tutti, ma non capisce in che modo, non può capirlo e non lo capirebbe anche se glielo dicessi. Però dovete sapere che anche lui ha dei difetti: lui si fa prendere troppo dalle sue emozioni è istintivo e frettoloso, non riesce ad aspettare e quindi spesso sbaglia, perchè vuole tutto troppo in fretta, ma non capisce che se solo si fermasse e si guardasse intorno potrebbe capire che qualcuno che lo vede fantastico c'è. Però il problema è uno, lui non potrebbe mai accorgersi di quello che rappresenta, in quanto la sua idea di me gli impedisce tale visione. Anche lui ha paura, come me, di non piacere a nessuno, di avere solo difetti, di essere inutile, ma non è così... Lui è speciale, per me, ma non può capirlo, e sarà così sempre, quindi non posso fare altro che accettare la realtà.

La realtà... Che merda! Sempre la solita inutile noiosa triste folle rapida realtà. Sempre la solita merda. Sempre la realtà è quella da accettare, ma la realtà, nella nostra società da cosa è formata? Pregiudizi. Io odio i pregiudizi. Il pregiudizio è solo ignoranza e stupidità pura, perchè nessuno dovrebbe poterti imporre chi o cosa devi essere, e nessuno dovrebbe avere il diritto di insultare e giudicare chi decide di essere sé stesso solo perchè gli sembra “diverso”. Ognuno in questo mondo è sempre colpito da giudizi, chi prima o chi dopo, e ciò è il male del mondo. Chi sei tu per giudicare un'altra persona? Chi sono io per giudicare un'altra persona? Nessuno. Ebbene ragazzi benvenuti nella realta! Dove tutti giudicano e nessuno può essere chi si sente di essere, a causa di leggi non scritte, chiamate giudizi, che fanno in modo che tu venga escluso, se decidi di vivere come ti senti di essere, non uniformandoti alle altre pecore del gregge. Bella la realtà, non è vero? Bello quel luogo dove non posso essere me, per paura che i giudicatori mi trovino e mi eliminino definitivamente, no? Fantastico quel posto dove per vivere devi essere uguale a tutti, ma non puoi essere te perchè se no saresti “diverso”. Diverso, che parola stupida. La diversità è solo una questione di prospettiva. Tutti siamo diversi, fisicamente, ma tutti siamo uguali, in quanto umani. La diversità è solo un'invenzione dell'uomo che, non sapendo come ergersi sopra gli altri per pura bramosia di potere e fama, iniziò a screditare gli altri, non rendendosi conto di avere più difetti di ogni altro, avendo creato una delle cose peggiori che da tempo immemore fa parte, purtroppo, di ogni società.

Ora è arrivato per me il tempo di chiudere, quindi vi ringrazio per le domande e vi invito a farne di nuove, se ne avete. Al prossimo capitolo!

Pensa che, se si mostrasse a tutti per chi è realmente, morirebbe soffocata da tutti i pregiudizi della gente.

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Capitolo 12
*** 12 ***


Accade così, un giorno ti svegli e ti rendi conto del fatto che nulla, nella nostra vita, è eterno. Nulla è eterno, tutto è temporaneo. Ma ci sono varie domande che spesso pensiamo, ma evitiamo di chiarire per paura di quelle truci verità che si nascondono sotto le risposte, ad esempio: quando il tempo ti fotte, che si fa? La tristezza si sente in un arco temporale limitato, dunque passa, ma ciò non accade anche con la felicità? Che devi fare quando il mondo ti regala della felicità che poi rende effimera, strappandoti via tutto dalle mani, rendendoti incapace di agire?

Agire... Sì, bella parola “agire”. Tutti agiscono, chi più, chi meno, ed è proprio l'agire che fa girare il mondo, infatti non avremmo nulla di ciò che conosciamo, se nel passato degli uomini non avessero deciso di agire. Ma, in questo mondo, se non sai agire cosa sei? Se tutti aspettano che tu agisca, ma tu non ne sei capace, cosa puoi fare? Questa è la più grande domanda che mi tormenta da sempre. Io, Erica, sono una ragazza normale, ma incapace di agire. Agire per me è impossibile, io non so farlo, ho troppa paura per farlo. Io ho paura della gente, io ho paura di parlare, io ho paura anche di respirare, se ho qualcuno vicino. Io non ho mai avuto molti amici, ma ora, lettori, mi sento più sola che mai. Vedo lentamente tutte le luci, che mi hanno illuminato il percorso negli ultimi mesi, morire. È come se il cielo, con la splendida notte di cui io, in quanto luna, faccio parte, stia per lasciarmi andare, per dare il benvenuto alla cupa alba ed al gelido sole, che toglie le speranze ai veri sacerdoti della luna, i pensatori.

Pensare... Pensare... Pensare è difficile, di questi tempi. Ormai nessuno pensa, tutto si basa su schemi prestabiliti e seguiti alla lettera. Pensate, per esempio, alle mode, il cancro della società, tutti seguono gli stessi canoni di bellezza, e il pensiero critico marcisce assieme alla ragione. Nessuno pensa e tutti agiscono. Ma a cosa serve pensare se si può agire? Ecco il motivo per cui il mondo è una merda, tutti agiscono, nessuno pensa, e quando qualcuno pensa che si fa? Lo si uccide, come è giusto che sia. Uccidere la ragione è il compito principale della nostra società, perchè un popolo che ragiona è un popolo scomodo, un popolo che capisce se li si sta prendendo in giro, e ciò non va bene. Quindi è giusto che tutti siano l'esatta copia degli altri, e mai la rappresentazione perfetta di sé stessi.

Nella società, comunque, c'è gente che sembra uscire dagli schemi tradizionali, però, come faccio a parlare con loro se non so agire? Agire, tutto ruota attorno a questo, ma io non so parlare, tanto meno agire fisicamente, ho troppa paura del mondo, ho troppa paura dei giudizi. Io vorrei parlare, io vorrei essere amica di queste persone, ma, per paura e per non sembrare una stupida, mi limito ad osservare da lontano tutti i loro comportamenti, e ciò mi tortura. Se solo avessi coraggio, se solo avessi parole, se solo avessi qualcosa con cui avvicinarmi, ma io non ho nulla e non sono nulla. Io sono vuota. Se c'è una parola che possa rappresentarmi, questa potrebbe essere, a detta di alcuni che mi sparlavano pensando che stessi ascoltando musica e quindi non li sentissi, “noumeno”, perchè nessuno mi conosce e può conoscermi davvero, e poi sono “troppo incasinata e strana”, a loro detta. Ma se io sono questo, be', allora voglio strappare via la mia identità, per dare vita ad una nuova persona che pensi ed riesca, anche, ad agire. Non è il nome a fare la persona, ma è la persona a rendere immortale il proprio nome, anche se solo per poche persone.

Oh, solitudine, mia antica compagna, perchè continui a seguirmi, rendendo la mia vita un inferno? Io non chiedo molto vorrei solo che qualcuno mi parlasse, non chiedo altro. Ho osservato ed aspettato a lungo, ma non riceverò nulla, perchè non so agire. Perchè il mondo è così crudele? Perchè ogni giorno diventa sempre più terribile? Perchè chi pensa è così relegato? Perchè? Io non ho una risposta, io non ho amici, io non ho la capacità di parlare, io non ho nulla. Ed è proprio da questo nulla che tutto dentro me si origina... Vorrei una persona per parlare fisicamente, una persona che, per una volta, agisca al posto mio, che mi parli... Ma ciò non accadrà, e tu, o divina Solitudine, resterai ancora accanto a me, prosciugandomi lentamente, succhiandomi via la linfa vitale.

Febo, fai che qualcuno possa udire questo mio messaggio di aiuto, e al suo fianco, o Pallade, infondi sapienza nell'uomo, donandogli di nuovo la libertà di esistere appieno, e voi, moire, voi che proteggete l'eterno corretto corso di ogni vita, fate che il filo venga presto tagliato se nulla di ciò fosse possibile.

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Capitolo 13
*** 13 ***


Vi capita mai di pensare al futuro? Io evito, io odio pensare al futuro, ma è arrivata l'ora di dire la verità, a me e a voi che leggerete. Io ho paura, ho una paura folle del futuro, per questo lo evito come la morte. Cosa mi aspetta in futuro? Riuscirò mai a realizzare i miei sogni? Riuscirò a non essere più sola? Riuscirò ad agire? Ci sarà ancora qualcuno che mi illuderà dicendomi falsità, dichiarandole vere, per poi andarsene bruciando tutto quello che avevamo dietro? Avrò la possibilità di iniziare a parlare con quelle persone? Non ho alcuna certezza del futuro, se non una: Lui e L'altra, ora mia carissima amica, non ci saranno più, se ne andranno, ed io sarò qui da sola. Sola... Di nuovo sola... Sola come... Cazzo, ho perso pure le parole. La paura mi divora, non mi fa ragionare, mi fa muovere a scatti, come un automa, balbetto, non sento più il peso del mio corpo, tutto intorno mi sembra estraneo, pure il mio caro letto sembra essermi nemico. Oh, la paura è tutto ciò su cui il mondo si basa, un mondo senza paura di certo sarebbe un mondo di selvaggi. Ma cosa succede se la paura si spinge troppo oltre? Se tutto quello in cui credi viene distrutto? Va sempre così: un giorno la tua vita ti sembra perfetta, ma il giorno dopo il mondo ti crolla addosso, e noti tutta la merda di cui è fatto il mondo. Una luce sola ti può salvare: gli amici. Ma loro sono solo una cura temporanea... Quando se ne andranno che farai? Loro non rimarranno sempre, non ti appartengono, loro si allontaneranno, e, proprio in quel momento, ti renderai conto di come tutto sia vuoto senza la loro luce, per quanto debole che sia. Io sono sfortunata, gli unici amici ho sono luci fortissime, accecanti, ammirate e maledette dagli occhi, che lacrimano di gioia per tale bellezza ma anche di dolore per l'eccessiva luminosità... Ma ora, quando loro andranno, non mi rimarrà più luce, eccetto una luce lontana, che adoro alla follia, ma che pur sempre rimane irraggiungibile e inafferrabile. Sapete perchè ho scelto proprio la luce? Perchè si sa, la luce non si può trattenere, mettere in un barattolo per conservarla, allo stesso modo gli amici, loro ci sono, ma prima o poi arriverà la notte e non li vedrai più. Sapete cosa? Vorrei saper parlare, vorrei dire loro quanto gli voglio bene, vorrei abbracciarli anche se odio il contatto fisico, vorrei piangere e dirgli quanto loro sono importanti, darei la vita per loro. So di essere ripetitiva, monotona, una rottura di palle, insomma, ma ho scoperto una cosa: io voglio vivere, io voglio dire quello che penso, io voglio parlare, io voglio agire... Agire... Sì, certo, so benissimo che non lo farò, che anche volendo non farò nulla del genere, e sapete perchè? Per paura. La paura è capace di eliminare ogni minimo accenno di volontà. La paura squarta brutalmente la mente e stupra ogni desiderio, rendendo inutilizzabile il corpo, e dunque impossibile agire. La paura è anche quella che nega molte cose nell'amicizia, rendendo impossibile che due persone si confrontino e si apprezzino pienamente, per ciò che sono. Nessuno è sé stesso, se non con alcune persone in particolare. Tutti indossano una maschera, sotto cui si nascondono per paura, ma il peso della maschera varia di persona in persona, inoltre esiste anche chi riesce a toglierla se serve. Il caos decide, il caos genera tutto, in fondo, ma non è il caos a rovinarci e a donarci le nostre paure. Siamo noi a creare le nostre fobie, siamo noi a limitarci, siamo noi ad aver creato i nostri mondi immaginari, siamo noi ad aver cancellato la certezza da noi, per fare posto al terrore. Ora ho capito un'altra cosa: è colpa mia. Tutto quello che mi accade e mi è accaduto è colpa mia... Sono io ad aver allontanato tutti da me anche se non lo volevo, sono io che ho creato questo carattere di merda, sono io ad essermi resa inutile, sono io ad aver bruciato la speranza in tutti coloro che credevano e credono in me... Scusatemi... Scusatemi davvero, tutti voi che avete creduto in me e avete visto la vostra speranza distrutta dal mio essere una stupida, scusatemi. Mentre scrivo questo vorrei piangere, lacrime atroci, pesanti, che racchiudono tutto il dolore che ho procurato. Ma a che servirebbe piangere? Io non so più farlo, ma se anche sapessi farlo a che mi servirebbe? Dolce pioggia che percorre il viso, scendendo inesorabilmente come noi nell'abisso che è la nostra mente, ecco cos'è un pianto. Ma il pianto non risolve nulla, anzi crea solo tristezza e sconforto in chi aveva creduto in noi e, improvvisamente, ci vede cadere di nuovo preda di noi stessi. Il vero nemico non è il mondo, siamo noi. “Homo homini lupus”, diceva Hobbes, ma in realtà, prima degli altri uomini, il nostro vero nemico siamo noi stessi. Ebbene, non riuscirò a fare quello che ho scritto in precedenza, già lo so, ma c'è una cosa che voglio fare e vorrei che voi lettori, se leggendo avete sentito qualcosa, mi seguiate. Vorrei parlare, qui, alla fine, ai miei amici, io lo farò per scusarmi, ognuno di voi lo faccia per quello che vuole dire loro. Amici miei, se state leggendo, sappiate che mi mancherete, nulla sarà lo stesso senza di voi, e sappiate anche che vi voglio bene, citando un libro che conosco, “più delle stelle”.

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