Sorge il Sole...

di ConteDalCapelloPazzo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Serpente,passero e legame ***
Capitolo 2: *** Passero,Colomba,Avvoltoio ***
Capitolo 3: *** Passero,Colomba e Cane ***
Capitolo 4: *** Passero,Colomba e Vento di Porto ***
Capitolo 5: *** Passero,Orso e Vipera ***
Capitolo 6: *** Passero,Vipera,abitudine ***
Capitolo 7: *** Passero,Colomba,Serpente,Vipera e Addio ***
Capitolo 8: *** Corvo,Colomba,Serpente e Anni che passano ***



Capitolo 1
*** Serpente,passero e legame ***


- Dimmi! Perchè ti stai comportando così?! No è nella tua natura!!- urlò il redivivo Minato. L'uomo davanti  a lui fece sbattere la punta del suo bastone sul terreno - perchè sono diventato così,Yondaime Hokage-sama!-




Aprì lentamente i suoi occhi verdi. Si guardò attorno per capire dov'era. Una stanza grigia,con poca luce nata da delle candele. Notò di essere sotto le coperte e di avere ancora gli occhi umidi e di non avere più la giacca.
- ti sei svegliato,ragazzino?- domandò l'uomo seduto accanto a lui. Il ragazzino,di circa 10 anni,lo guardò. Un uomo magro e pallido,con scuri capelli e degli occhi gialli in netto contrasto col resto. La sua voce era sibilante,come un serpente che annusa il terreno.
Annuì cercando di capire in che posto era finito. -sei nel mio covo,nel Villaggio del Suono-
Villaggio del Suono,era un paese a lui sconosciuto.
Non capiva nemmeno chi era quell'uomo che aveva davanti. Questi si avvicinò porgendogli un bicchiere d'acqua. -vuoi dirmi il tuo nome?- - Kogami...- -Kogami e...- -Kogami è basta- rispose senza dubbi.
L'uomo annuì,non voleva dirgli il suo cognome o non poteva,eh? Era sempre più interessante.
- ti ho trovato vicino al Ponte Kanbi,nel Villaggio delle calde Primavere,o meglio ciò che era il Villaggio-
Il ragazzino ebbe dei flash. Non poté che vomitare alle immagini che aveva davanti. Sangue,dolore,violenza fisica e psicologica. Completa distruzione.
E poi in un istante... luce e basta.
- sono tutti deceduti. Nel Villaggio ho trovato solo te in un mare di cadaveri armati. Ma non è strano,infondo era un paese conosciuto per il fanatismo verso una divinità detta Jashin-
Il piccolo annuì. Non parlava molto ma era normale,dopo un simile trauma nessuno avrebbe parlato così facilmente.
-il mio nome è Orochimaru. Ti va di essere mio allievo?-
Il piccolo lo guardò confuso,uno che lo aveva appena conosciuto che gli chiedeva una cosa simile?.
- io lo so come sei. Solo,senza nessuno e questa battaglia ti ha strappato tutto. Unisciti a me. Sarò per te un padre,un fratello,un maestro e un confidente... che ne dici?-
Orochimaru era bravo a riempire il vuoto delle persone con fedeltà nei suoi confronti.
Ora era da vedere se Kogami accettava la sua offerta.
Non aveva nulla da perdere,infondo.
- ... perchè ci tiene così tanto ad aiutarmi?-
- ho visto del potenziale in te. Un potenziale raro e magnifico,un vero vento che fa muovere le pale del destino-
Kogami arrosì e annuì.
- va bene... Orochimaru-sama-

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Capitolo 2
*** Passero,Colomba,Avvoltoio ***


Orochimaru gli presentò quella strana persona. era l'unico altro umano,escluso lui e il suo maestro,che vedeva da un mese a quella parte.
Kogami si avvicinò a fatica a lei,quella creatura gli porse la mano ma un secondo prima di stringerla si fermò chiudendo la mano a pugno. Era spaventato,non da lei ma da se stesso.
- non ti preoccupare,Kogami. I tuoi poteri sono sotto controllo- disse gentile il suo maestro,certo,strano per Orochimaru - lei è del clan Hogooromo. Si chiama Tatsumi-
Kogami strinse la mano,con una certa preoccupazione - io sono kogami del villaggio delle Calde Primavere... piacere-
Lui non aveva mai avuto a che fare con una ragazza della sua età,quindi non era abituato a parlare con lei.
- bene,fatte le dovute presentazioni,ho un compito per voi due- i due ragazzini lo guardarono - come sapete io provengo da Konoha. Li sono rimasti alcuni miei scritti e ho bisogno che voi due li recuperiate. Una missione abbastanza semplice,non siete ricercati no?-
I due shinobi annuirono. Ricevettero dei passaporto falsi e uscirono da quel luogo.
La luce che il sole emetteva era abbagliante,sopratutto per chi,come Kogami, non usciva fuori da molto tempo.Ma doveva abituarsi in fretta. Non avevano tempo da perdere.
Corsero nel bosco,la vegetazione avrebbe impedito a curiosi di vedere da dove arrivavano.
- Porco puttana!!! Jashin-sama mi scomunicherà che continuo a sacrificare simili merde!!!-
Davanti a loro si palesava una macabra scena. Cadaveri di animali,uno sopra l'altro e davanti ad esse un ragazzo,di circa 16 anni. Era di spalle ma si poteva vedere che aveva i capelli bianchi e la pelle nera-bianca,quasi a motivo scheletrico.
All'improvviso quella pelle cominciò a tornare chiara e si voltò.
- mi sembrava di aver sentito qualcosa qua dietro... bah! Sto cominciando a rincoglionirmi!-
I due si erano nascosti,appena in tempo,dietro un albero. Quel tipo aveva causato conati di vomito ad entrambi.
La sua sola presenza lì era asfissiante,Kogami la riconobbe. Era "Arte magica-Magia nera:Controllo della Morte" di cui si parlava spesso nel suo paese.
Lo stato in cui alcuni uomini entravano. Non ne sapeva molto ma sapeva che si diventava estremante violentici e sadici.
- trovati due ragazzini-
i suoi occhi violacei erano a un centimetro dai loro volti. - jashin-sama sarà felice di voi- Alzò la sua falce tridente.
- Tecnica del Groviglio di Serpi!-
Tatsumi riuscì ad impedire l'attacco in tempo. I due non poterono che correre via tenendosi per mano.
Tatsumi trasciva il compagno,non ancora in grado di fare nulla . Lei non capiva il motivo ma era ovvio... il trauma della distruzione del villaggio.
- Kogami! Se non ti riprendi saremo uccisi!!!- urlò la ragazza,ma tutto era inutile. era troppo spaventata.
Non ci volle molto,perciò,che il giovane li rangiungesse.
Spinse a terra la ragazza e conseguentemente il suo compagno. Gli puntò sadico la falce al petto.
- Ti darò l'addio più bello di sempre-
Colpì immediatemnete lascinado cadere il peso sulla ragazza.
- fermati...-
In mezzo si era posto Kogami. La falce si era messa nel suo petto,fin troppo piccolo per contenerla tutta.

- che sto facendo?!- stava pensando - sono un idiota a mettermi in mezzo a questi due!-
Poi vide per qualche istante un vecchio vestito di bianco,con un bastone e sei sfere dietro di se.
- Cazzo... mi sto avvicinando all'aldilà. Già vedo Caronte...-



Sia il nemico,che Tatsumi erano sconvolti dalla scena - chi sei? L'eroe?... non muori?-
Kogami si strappò la falce dal petto vomitando sangue. Il suo abito era strappato e le ferite cominciavano già a rimarginarsi.
Quello non era il potere di Orochimaru era qualcosa di diverso. Il nemico lo inviduò subito,quando notò i suoi occhi che cambiavano colore... ma anche lui si sbagliava,ma rimase fermo nella sua convinzione.
Sorrise sadicamente e lo prese stringendolo alla sua vita.
- non credevo che tu fossi uno di noi- ghignò. Poi lo lasciò andare. Al collo gli aveva messo una collana a forma di cerchio con dentro un triangolo.
Si girò e si allontanò.
- hai la benedizione del nostro dio. Ragazzino,impara e professa i dettami della fede di jashin... se vuoi cercami un giorno. Mi chiamo Hidan-
Kogami lo osservò per poi spostare lo sguardo sulla collana. Anche quel ragazzo veniva dal suo stesso paese. Significava che c'érano altri sopravissuti.
Cadde a terra e vomitò. Non riusciva a sopportare più  la pressione di pochi istanti fa.
L'amica si avvicinò lentamente e gli pose una mano sulla spalla. -grazie per avermi salvata-
Gli sorrise ma Kogami era troppo preso ad entrare in un mondo non suo.



-... Zetsu... smettila di pensare a come fanno la cacca gli umani e vai a indagare...- disse un uomo dai capelli scuri. Uno strano essere bianco annuì - chi devo spiare?-
- spiare è un brutto termine,preferisco tenere d'occhio. COmunque è un membro delle Calde Primavere... forse-

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Capitolo 3
*** Passero,Colomba e Cane ***


Colossali volti di dietra erano scolpiti sulla montagna più grande del villaggio. Essi ricalcavano i volti dei quattro capi del paese, gli Hokage, anche se a essere onesti questo dell’attuale era ancora in corso. Infondo era salito al potere da poco tempo.
- Questa è Konoha, il villaggio nascosto tra le foglie?- chiese Kogami aggiustandosi i capelli neri. Quel posto era completamente diverso dal suo paese, la gente sembrava tranquilla e pacifica.
- Sembra un posto molto calmo, eh? Immagino tu sia abituato a posti decisamente più turbolenti. Da ciò che ha lasciato intendere l’albino psicotico- disse la sua compagna cercando di nascondere la sua non poca inquietudine.
Non aveva tutti i torti ad avere ancora paura. Quell’Hidan, quel Jashinista, se non avessero avuto un colpo di fortuna sfacciato ora sarebbero immersi nel loro stesso sangue. Per qualche misterioso motivo aveva scambiato Kogami per un discepolo del dio Jashin e  per questo li aveva risparmiati entrambi. In più gli aveva dato quella collana col simbolo della loro fede, un triangolo iscritto nel cerchio. Beh, alla fine l’importante è respirare ancora per molto tempo.
- Bene, dobbiamo infiltrarci in casa del nobile Orochimaru e recuperare i suoi rotoli. Dovrebbe essere abbastanza semplice. Non dovrebbe più abitarci nessuno da quando l’ha abbandonata diversi anni- afferì Tatsumi rileggendo le istruzioni che si erano scritti.
Già sembrava abbastanza semplice a prima vista, ma non avevano calcolato una cosa. Orochimaru era il più importante nukenin di Konoha ancora in circolazione ergo la sua ex abitazione era sorvegliata venti quattro re al giorno. Infiltrarsi li dentro non era facile.
- La cosa migliore sarebbe aprirsi una strada tramite una via sotterranea. Che tipo di chakra hai?-  chiese alla compagna – Fuoco. Tu?- -Acqua credo-
Nessuna delle due manipolazioni del chakra era adatta e in più erano troppo giovani per impastarlo correttamente. L’unica era usare la tecnica della trasformazione e prendere il posto di alcune guardie al prossimo cambio, ma bisognava anche studiarne le abitudine prima.
Si sentì uno strano rumore. Proveniva dallo stomaco della mora.
- Tatsumi… hai fame?- chiese Kogami nascondendo un sorrisino divertito – Scendiamo in città, ti offro da mangiare. Il maestro mi ha dato soldi per poter mangiare per almeno un mese. Probabilmente ha calcolato tutto come sempre-
La ragazza imbarazzata lo seguì fino a valle, alla ricerca di un posto dove mangiare. Ma l’unico che sembrava abbastanza vicino alla casa del loro maestro era un chiosco di cibo da quattro soldi.
- Due katsudon, per favore- Kogami la guardò – Katsudon? È un piatto costoso!- - Ha katsu nel nome. Vittoria! In alcuni paesi è un cibo di buon augurio e chi ben comincia è a metà dell’opera!-
- Io vi consiglierei il Ramen Ichisan- iniziò una voce – Lo cucinano da generazioni ed è la specialità del banchetto!- Era un ragazzo della loro stessa età. Occhi neri come i suoi capelli e occhiali protettivi.
Il gestore rise – Anche se mi fai pubblicità con i clienti non ti faccio mangiare gratis, Obito- il giovane fece una faccia delusa – Almeno potrebbe scontarmelo!-
I due ninja lo osservavano reputandolo, siamo onesti, un tonto.  C’éra da dire che quel ramen lo stava mangiando davvero di gusto.
- Io sono Obito Uchiha futuro Hokage di Kono...-  -Annoi ancora gli altri con le tue storie, Obito?-
Fu interrotto da un altro ragazzo. Aveva la bocca coperta e i capelli bianchi acuminati – Ehi, Kakashi. Ramen?-
Hatake lo prese per l’orecchio – Noi dovremmo prepararci per incontrare il maestro Minato. Rin è già pronta e ci aspetta al solito posto- Poi si girò -….Voi due non siete di Konoha. Da dove venite?-
Tatsumi lo squadrò – Non ti hanno insegnato che bisogna abbassare le maschere quando si ci rivolge a uno sconosciuto?- Kakashi fece girò il volto con aria di superiorità. Obito rise di gusto – Scusate Kakashi! Ci vediamo!- disse venendo tirato via.
I due restarono interdetti per qualche secondo. Poi Kogami bisbigliò una frase all’orecchio dell’amica – Ora capisco perché il maestro Orochimaru se ne è andato. Qui sono un più strano dell’altro!-

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Capitolo 4
*** Passero,Colomba e Vento di Porto ***


Kogami beveva quella bibita mentre osservava i turni di guardia – Tatsumi, con tutto il rispetto. Se continuiamo così finiamo i soldi entro un paio di giorni. Ed ingrassiamo un sacco, il maestro ci tiene a volerci magri… sono cose simili lo fo fanno passare per pedofilo. Sul serio, quanti anni abbiamo? 10!-
Tatsumi lo guardò storto –Tieni simili affermazioni per te, per favore-
Il ragazzo sospirò, il loro osservare la casa del loro maestro era inutile. Gli orari di cambiavano delle guardie cambiavano in continuazione e perciò osservarli era inutile. Ma la ragazza non voleva cambiare idea, voleva aspettare il momento buono per entrare e rubare i rotoli.
- Che ne dici se ci dividiamo? Ognuno fa quello che tiene meglio per lo svolgimento della missione, tanto non credo che i nostri modus operandi possano andare bene- Disse con calma la ragazza aggiustandosi un ciuffo. Il suo compagno annuì e scese dal tetto.
- Mmmm se non erro all’Accademia dicevano che se si vuole uccidere un generale bisogna prima abbattere il suo cavallo. Potrei cercare di distrarre i ninja in quella zona attirandoli verso un imprecisato punto B. Il momento giusto sarebbe durante il cambio, ma questi è irregolare e Tatsumi non mi aiuterebbe mai-
Finì per sbattere contro un uomo. Questi aveva circa 25 anni, occhi azzurri e capelli biondi, lo aveva riconosciuto subito. Beh, il suo volto era sul muro principale del villaggio, era il neo Hokage di Konoha. Minato Namikaze.
-Hei tutto bene?- Tentò di aiutarlo a rialzarsi, ma distolse la mano. –Uh?Tu non sei di queste parti,vero? Non ti ho mai visto qui. Come ti chiami?-
Kogami lo osservò –Kogami- -Kogami come?- -Kogami e basta-
L’Hokage sorrise –Io sono Minato, beh certo che hai un espressione irritata. Così accigliato mi sembri un ragazzino che conosco sai?- Kogami distolse lo sguardò ignorandolo, non gli interessava parlare col capo villaggio. Fece un cenno con la mano e gli passò avanti. Inutile dire che Minato era un filino sorpreso dal comportamento dle ragazzo, normalmente quando un giovane vedeva un “kage” aveva l’abitudine di portare un certo rispetto mentre per lui sembrava una cosa normalissima. Beh, non che la cosa gli dispiacesse, gli piacevano le persone serie.
 
 
- Uhm… come ci entro lì dentro? Oh, un piano lo avrei in effetti!- disse Tatsumi con un certo ghigno – Se non si entra da davanti, entriamo da dietro… dovrei stare lontana dal Nobile Orochimaru-
 
 
Un esplosione di fuoco, si alzò all’orizzonte. Sia il giovane shinobi che l’Hokage lo videro e, in pochi istanti, si lanciarono in direzione delle fiamme. La casa di Orochimaru stava bruciando e i membri dell’ANBU a guardia si stavano dando da fare per spegnere il fuoco che stava divampando. Kogami rimase lì fermo a guardarsi intorno in cerca dell’amica. Quella era di certo opera sua. Ella infatti era nascosta dietro una cosa e gli faceva segno di seguirlo. Appena Minato girò le spalle si spostò verso di lei.
- Hai dato fuoco a casa del maestro?- chiese sconvolto indicando le fiamme. L’altra fece spalluccie – A che serve l’arme del fuoco se non ad appiccare incendi per recuperare rotoli?-
Minato gli apparve dietro – Oh quindi siete stati voi- disse abbassandosi alla loro altezza –Posso riavere quello che avete in tasca?-
In risposta la ragazza gli lanciò un kunai facilmente bloccato dal biondo. Minato sospirò –Non mi piace fare del male ai bambini perciò che ne dite se mi date i rotoli e faccio come se niente foss… oh sono scappati- sospirò scocciato – Parlo troppo temo-
I due si erano diretti immediatamente verso il  bosco sfruttando quei pochi istanti di distrazione dell’Hokage. Essere dei ragazzini porta spesso gli adulti a sottovalutarti e in quei casi l’unica cosa da fare e sfruttare questo ,minuscolo vantaggio. Ovviamente era un vantaggio inutile contro Il Lampo Giallo. In pochi secondi era alle loro spalle. Kogami mise in posizione le mani
- Tecnica del groviglio di serpi!-
Un gruppo di vipere uscì dalla manica della veste del giovane attorcendo lo Yondaime. – Tatsumi nasconditi subito!- aveva capito subito che qualsiasi cosa potesse fare non avrebbe mai fermato quell’uomo. Poteva solo prendere tempo per la compagna. Infatti dopo pochi minuti si liberò dalle serpi.
- Temo che se non riesco a prendere dovrò sguinzagliare gli ANBU- poi si grattò i capelli biondi – Non mi resta che essere serio-  Cominciò a far fluire e vorticare il chakra nella mano formando una sfera azzurra – L’ho limitato al massimo, non dovrebbe farti male-
Si scagliò subito contro di lui. Lo colpì – Mi spiace…cosa?- la mano di Minato si era rinsecchita leggermente annullando così buona parte del colpo-
Kogami teneva con la mano destra  il guanto sinistro. Era diventata nera e su di essa erano apparse linee.
- Cosa diamine è?-
- Non lo so. Ma il maestro Orochimaru dice che è pericolosa. Dice che ho ucciso tutti con questo- Poi indicò il ninja – Non ho nulla contro di lei, ma devo proteggere la mia compagna. Chi lascia morire un compagno non è che feccia!- Minato non poté che sorridere. Era un nemico, ma era un bravo ragazzo. Fece u passò e si trovò accanto a lui.
-Mi spiace. Rasengan-
Il colpo lo prese in pieno facendogli sputare un rivolo di sangue e rompendogli diverse costole. Cadde a terra, mentre il biondo si osservò intorno dopo averlo preso sotto braccio. Sospirò scocciato – Dovrò mandare ANBU a trovare quella ragazza, intanto devo interrogare questo fanciullo. Spero che Ibiki ci vada piano-

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Capitolo 5
*** Passero,Orso e Vipera ***


Ibiki lo fissava calmo nella sala degli interrogatori. Il ragazzo era seduto su una sedia, le mani erano bloccate con un ceppo dietro le spalle, normalmente non era un pratica usata per i ragazzini essendo facili da domare, ma l’Hokage lo aveva messo in guardia dal lasciarsi sfiorare dalle sue mani.
- Allora, siamo qui da 3 ore, vuoi deciderti a parlare?Non fare il gradasso perché sto cercando di evitare di torturarti. Non mi basta niente per cambiare idea-
Kogami non rispose, non si mosse, respirò e basta. Non avrebbe detto nulla di nulla. Né sul suo maestro e nemmeno sulla posizione della sua compagna. Anche a costo di morire.Ibiki fece un profondo sospiro scocciato. Sicuramente Orochimaru nel suo covo stava ghignando soddisfatto,era sempre stato a riempire il vuoto nella vita delle persone con una cieca fedeltà nei suoi confronti, ma iniziare a farlo anche con dei bambini così piccoli era un esagerazione. Stava abusando della loro ingenuità.
Batté la mano contro il tavolo di segno massiccio della tavola interrogatori. Il colpo era così pesante da fare una crepa su quel legno massiccio. Poi si avvicinò al giovane  cominciò a comporre i sigilli sempre più rapidamente, stava cercando di utilizzare una tecnica per leggerne i ricordi. Un arte illusoria su entrambi in poche parole. Kogami alzò gli occhi contro l’uomo, lo osservò fissando soprattutto la benda, non gli importava  nulla di cosa ci fosse sotto, ma l’uomo in sé lo incuriosiva. Ibiki poi posò la mano sulla sua fronte –Arte Magica: Sogno Condiviso-
La tecnica era un arte magica semplice per chi voleva interrogare, veloce anche se non accurata come le tecniche di lettura del Clan Yamanaka, ma molto più veloce. Ibiki ormai era un esperto dopo tanti anni. Non era difficile mantenere il controllo per lungo tempo.
- Bleargh- Dopo pochi istanti l’interrogatore cominciò a vomitare di tutto e di più. Orochimaru aveva immesso nella mente del giovane un qualche tipo di sigillo di protezione dagli estranei.  Se avesse continuato gli avrebbe presto bruciato le cellule cerebrali fino a ucciderlo o ridurlo in stato vegetativo in un letto d’ospedale. Perfino così oltre si era sporto? E soprattutto il ragazzino come aveva potuto accettare? Aveva solo 10 anni. – Moccioso, tu lo sapevi,vero? Del sigillo sul tuo cervello- - Certo, serve a proteggermi- Ibiki lo guardò – Serve a tutt’altro. Se provassi a leggerti dentro moriresti- Kogami lo guardò calmo – Lo so. Io cosa ho detto?-
Quel ragazzo era convinto che quel sigillo lo proteggesse davvero. Non potendo fare altro per il momento preferì inviarlo in una cella del paese. Erano usate abbastanza poco, non c’érano molti attacchi a Konoha dalla fine della Seconda grande Guerra Ninja. Muri vecchi e sporchi di sangue di chi aveva tentato, e di chi era riuscito, a suicidarsi tagliandosi vene e lingua, un ragazzino della sua età avrebbe pianto fino a supplicare pietà. Ma non lui. Provava un certo senso di conforto in mezzo a quella puzza di morte, forse gli ricordava il covo oppure il Paese delle Calde Primavere.
[….]
Tatsumi riuscì a tornare al covo dell’est dopo un mese, come previsto.  Orochimaru la stava spettando tranquillo, come se nulla fosse. Quando la vide allargò uno dei suoi sorrisini – Vedo che sei tornata in tempo?Uh? E Kogami dove è finito?- La ragazza abbassò lo sguardò –Purtroppo l’Hokage lo ha catturato!-
Orochimaru prese i rotoli posandoli sul tavolo con calma, la notizia non gli tangeva più di tanto, l’importante era avere i suoi rotoli. C’èra un ma. Grazie a quei rotoli poteva completare la Tecnica di Reincarnazione e Kogami sarebbe potuto essere un buon corpo ospite per la sua anima quando quel corpo non avrebbe potuto più essere mosso come voleva, quindi gli toccava predisporre una missione di recupero al più presto.
[…]
Era dentro quella cella da oramai un mese, non mangiava o beveva nulla di sua volontà. Le guardie erano addirittura a state costrette a infilargli in gola un imbuto e a mangiare tramite quello visto che era impossibile sfiorare le sua mani. Una poltiglia informe che era un miracolo se non vomitasse tutto pochi istanti dopo. Impoverito di ogni sostanza nutritiva era leggermente deperito, quella robaccia non aveva nemmeno sapore. Ma stanco Ibiki fu costretto a bloccargli anche quella poltiglia, credeva sinceramente che farlo fosse un bene per lui. La fame lo avrebbe fatto parlare. Non sapeva nemmeno lui come potesse essere ancora vivo, ma ormai nemmeno lui riusciva più a resistere, le sue unghie erano ormai strappate dai tentativi di scavare nonostante il pezzo di legno che lo bloccava.
Cadde a terra continuando a vomitare, doveva assumere qualche cosa, qualsiasi cosa. L’unica cosa rimasta lì era il sangue dei suicida prima di lui, si avvicinò con la lingua, forse quel Jashinista aveva ragione e quel fantomatico dio lo avrebbe salvato.
- Non preferisci un panino, emo?-
Alzò lo sguardo, era una ragazzina di circa la sua età. Capelli violacei, coprifronte della Foglia e un abito marroncino chiaro. Il giovane non rispose e rifiutò il cibo cercando di leccare quelle tracce di sangue, ma la giovane lo fermò e gli conficcò in gola quel panino a forma.
- Una dolce pulzella è così gentile da portarti un panino al salame e tu preferisci leccare del sangue?! Orochimaru a me aveva insegnato le buone maniere, ma vedo che con te a rinunciato!-
“Dolce pulzella”, le sembrava piuttosto un orso in gonnella nonostante l’aspetto. La ragazza lo alzò di peso e gli rivolse ancora la parola.
- Sono Anko, sono la tua assistente alla riabilitazione. Tradotto mi tocca sopportarti e portarti fuori da qui per ordine del Quarto-
 

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Capitolo 6
*** Passero,Vipera,abitudine ***


Era uscito da quella prigione dopo un mese e rivedeva finalmente la luce solare. Certo, se avesse potuto fuggire da quella tipa a cui lo avevano affidato. Aveva detto di chiamarsi Anko Mitarashi, al primo commento sul fatto che gli faceva venire fame riceveva colpi nello stomaco e quindi si limitò a seguirla in silenzio e con le mani ancora bloccate dietro la schiena.
Per farlo passare inosservato era stato coperto con un cappotto marrone che non sembrava gradire per nulla, ma sopportava, alla prima occasione sarebbe scappato a gambe levate verso il covo est, dove si trovava Orochimaru.  Era il suo principale obiettivo.
- Bene, devo aiutarti con la tua riabilitazione, la cosa non piace nemmeno a me, quindi evita di fare quella faccia da emo- Kogami ormai evitava di guardarla in faccia, non era interessato per nulla a lei. Era solo una guardia come tante.
 
Erano davvero un sacco di guardie  per una cosa così semplice, una roba che centrava con Jashin, sa-crifici umani e roba del genere. Toccava a tutti nel Villaggio delle Calde Primavere assistervi prima o poi. Via il dente e via il dolore. Almeno è ciò che dicevano all’accademia, bastava andare davanti al tempio e basta, attendere. Lì si fermavano i suoi ricordi, non era mai stato un fedele di Jashin, non seguiva nessun credo in particolare quindi era sorpreso che fosse stato portato lì, ma nulla di che. Non era sorpreso. Basta, non ricordava altro. Fine. End.
 
 
- Ehi,emo! Vuoi rispondere?- alzò lo sguardò, era andato sovrappensiero e non la stava ascoltando.  Anzi la stava ignorando del tutto, cosa che lo portò a ricevere un altro pugno nello stomaco. – Sto zitto e ti lamenti, parlo e ti lamenti, deciditi una buona volta!- gli urlò contro a un certo punto infuriato, non poteva sopportare i modi di fare così spocchiosi della ragazza. Questi mostrò un sorrisino trionfale – Oh, mr braccia legate vuole fare a botte? Provaci pure, oh ma aspetta! Non puoi usare tecniche con le mani legate e non hai assunto abbastanza cibo per impastare il tuo chakra,eh?-
Il giovane sorrise stressato pensando tutti gli insulti che aveva imparato in quegli anni e rivolgendoli mentalmente a quella femmina isterica. Era peggio di Tatsumi,almeno lei ogni tanto stava zitta! I suoi pensieri però vennero interrotti da un risolino alle sue spalle, era Minato che stava assistendo a quella scena piuttosto comica. Se non fosse che doveva mantenere una parvenza di maturità si sarebbe buttato a terra a rotolare dal ridere. – Siete una coppia affiatata,vedo!  Mmmmm con quei ceppi i sarà difficile muoverti immagino- L’Hokage aprì quelle manette, ma allo stesso tempo impresse qualcosa sulle braccia – Sono sigilli, non posso farti usare tecniche come niente fosse, con questi puoi usare le braccia, ma non puoi proprio scappare. Scusami tanto, ragazzo- Beh almeno era in grado di muovere le mani, poteva difendersi dai diretti della sua tutrice, era meglio di nulla.
[….]
Erano passato un altro mese in cui Kogami si trovava a Konoha ed ormai si era abituato a tutto. – Con questo siamo a 150 tentativi di fuga in 60 giorni, sei migliorato,sai?- Disse Anko mentre sedeva sul giovane legato e buttato a terra come un salame – Già, Anko. Ma tu riesci sempre a prendermi, non potevi lasciarmi andare stavolta?- Al “no” emise un sospiro rassegnato – Oggi che si fa? Ti supplico, basta dango, sto sviluppando un allergia per quelle palline! Non potremo mangiare ramen? Udon? Spaghetti mare e monti?-
I due si ritrovarono a mangiare nuovamente quelle palline id zucchero colorato, ormai non le sopportava più. Se non era Minato ad offrire il pranzo gli toccava mangiarle a colazione, pranzo e cena! – Ohi, se mangiate solo dango vi verrà il diabete,sapete?- era appunto l’Hokage – Yondaime sama- iniziò Kogami – Lo sto dicendo ad Anko da un pezzo, non potreste affidarmi ad Obito o Kakashi? Mi va bene perfino Ibiki- si mise a ridere a quella richiesta. Si era introdotto bene nel villaggio, anche se non voleva parlare del covo. Una lealtà encomiabile, se si decidesse a unirsi al loro gruppo potrebbe divenire un ottimo elemento – Beh vi offrirò io il pranzo di oggi, almeno Kogami non cercherà di fuggire durante l’ora di pranzo-
 
 
 
 
Orochimaru si mise lo zaino in spalla con fare annoiato – bene, Tatsumi, si parte per Konoha. Sarà un piacere rivedere il maestro Sarutobi-

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Capitolo 7
*** Passero,Colomba,Serpente,Vipera e Addio ***


Kogami stava passeggiando con la sua tutrice, ormai si era istaurato un legame tra i due. Perfino i tentativi di fuga erano diminuiti, si può dire che era nata una buona amicizia. Oramai aveva perfino il permesso di camminare da solo per un paio d’ore, tanto non poteva fuggire dal villaggio… forse anche lui non voleva più andarsene da lì. Si stava bene infondo…
- Ehi, kogami!-
La voce era quella di Obito Uchiha, un tipo strano del Clan Uchiha che aveva incontrato qualche tempo fa, strano nel senso buono. Era divertente stare accanto a lui, si impegnava con tutto se stesso anche nelle cose più ridicole, lo vedeva spesso aiutare vecchine in difficoltà anche a costo di arrivare in ritardo. Era simpatico.
- Uh? Che vuoi?- - Senti, devo comprare un regalo per Rin. Mi accompagni?- Kogami era interdetto, non aveva senso chiedere aiuto a lui, ma infondo non aveva nulla da fare – Certo. Va bene-
I due cominciarono a girare per i vari negozi di Konoha in cerca di un regalino, anche Kogami,bisogna ammetterlo, era in cerca di un piccolo dono da dare a una certa persona.  Obito era piuttosto imbranato con le donne e quindi le sue idee regalo non erano migliori, ma bisogna dire che ci stava mettendo il cuore in tutte quelle azioni, gli uscì un sorrisino. La covo di Orochimaru molti invece combattevano tra di loro, anche se lui era un caso a parte. Era il pupillo del maestro.
- Che ne dici di questa?- Kogami fissò quella semplice rosa di cristallo, era un bel dono  per una ragazza. Poi fissò una collanina. Gli sembrava una cosa  estremamente comune da regalare, un semplice dono di ringraziamento, la avrebbe potuta regalare senza che sembrasse inutilmente romantico. Fu un acquisto dovuto per lui.
Giunse il pomeriggio, Obito era deciso ad andare al compleanno di Rin e portargli il dono. Kogami invece si ricongiunse in mezzo alla strada con Anko, il suo periodo di libertà era finito e doveva tornare sotto il controllo di qualcuno. – Alla buon ora. Per cena ci sono i dango. Ovviamente- Il giovane sospirò, era alquanto divertito in effetti. Poi la guardò – Ehm, ecco. Per ringraziarti di tutto ciò che stai facendo per me, io-
                               
                                            - Sono in ritardo,Kogami? Oh! C’è anche Anko-
 
La voce fu subito riconosciuta. Quell’uomo dalla pelle bianca come una serpe e dai capelli pece, sul cui volto brillano occhi gialli. Orochimaru e accanto a lui c’èra Tatsumi. Erano venuti a riprenderlo.
- Mi stavo preoccupando,sa?- nelle parole dell’uomo non c’èra una sola menzogna, si stava preoccupando per lui. Per il suo contenitore futuro. Poi si avvicinò piano, con tutta la calma del mondo, come se non fossero a Konoha dove chiunque poteva attaccarlo. Era raggelante, ogni suo passo era come una pugnalata dritta al cuore.
- Uh? Cos’è quella faccia? Non sei felice di vederci?- Orochimaru sapeva della confusione del suo discepolo ed era deciso a usarla a suo favore, come sempre. Anko si mise in mezzo ai due – Orochimaru! Non lo porterai via con te!- l’ex maestro sorrise ancora di più – Vedo che ti sei affezionata, ma allora perché gli menti?-
Kogami li guardò.
- Scommetto che ti hanno detto << puoi avere qualche ora di libertà, ma non puoi fuggire >> o << Infondo potresti essere un buon amico >> o anche << Anko sarà l’unica a tenerti d’occhio >>. La Foglia è sempre stata brava a mentire ai ragazzini, sai? Un gruppo di ANBU ti tiene d’occhio in ogni costante momento. Scommetto che hai tentato di fuggire spesso ma lei riusciva sempre a prenderti. Non ti pare strano? E scommetto che il cibo che  ti dava la ragazza aveva droghe che portavano il tuo chakra a ridursi- disse con calma quel “serpente bianco” – Sei stato manipolato da Konoha. A loro non interessa nulla di te, sei solo un mezzo per trovarmi, una volta finito ti avrebbero ucciso o incarcerato a vita- - Non credergl…-
Tatsumi svuotò l zaino, era piena di maschere di ANBU insanguinate, era sangue fresco, erano i controllori che lo osservavano. Avevano attaccato Orochimaru e lui li aveva uccisi, per poi erigere una barriera che gli permettesse di passare inosservato a successivi controlli. Poi ne prese una in mano -Vedi?Ti hanno ingannato fino ad adesso, ti hanno usato- Anche stavolta non stava mentendo, era vero che Konoha lo teneva davvero d’occhio in quei momenti di libertà, anche la faccenda di incerarlo era in parte vera. I due consiglieri avevano avanzato questa mozione varie volte, ma Minato la aveva respinta credendo davvero nella possibilità di redenzione. Ormai Kogami era rimasto di sasso.
La ragazza provò in qualche modo a spiegarsi, ma non la stava a sentire -Mi avete ingannato!- fu l’unica risposta dle giovane – Lo sapevo. Lo sapevo!Non dovevo fidarmi di voi!Tu, l’Hokage,Obito Uchiha,Kakashi Hatake mi avete ingannato tutti!Vi siete divertiti spero! Ne è valsa la pena eh?Fatevi una grassa risata!-
Tatsumi era sorpresa del comportamento del compagno, così come Anko. In quel periodo non era mai stato visto con un simile raptus. Orochimaru invece lo immaginava, lo aveva calcolato che prima o poi sarebbe esploso. Ogni sua minima energia stava uscendo. Finalmente, non sapeva che sarebbe stato a Konoha, ma sapeva che sarebbe successo prima o poi.
Quei sigilli sulle braccia bruciarono da soli, segno che il chakra della vittima era divenuto, anche se per un istante, maggiore a quello immesso in essi. Cominciò a camminare verso il criminale con fare serio e freddo. Anko lo richiamava più volte, ma non indietreggiava. Alla fine arrivò al fianco del criminale per poi girarsi e guardarla.
Ormai aveva una guardò gelido al pari di Orochimaru, lo sguardo di qualcuno che ormai ignorava ogni parola buona a lui rivolta da quella ragazza – Possiamo,andare maestro Orochimaru. Qui non ho più nulla da fare-
Scomparvero in una nuvola di fumo lasciando solo il vuoto di dove erano un istante prima.

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Capitolo 8
*** Corvo,Colomba,Serpente e Anni che passano ***


Orochimaru osservava l’allenamento del suo discepolo con fare curioso al lato di quel ring sopraelevato. Spostò di lato la testa – Kogami, non credi che sia il momento di riposarti?Lavorare oltre i tuoi limiti non ti darà altro che problemi,sai?- L’allievo lo guardò freddo – Non si preoccupi,nel caso- Prese tra le mani la testa di un avversario svenuto – Mi basta nutrirmi- In pochi secondi si raggrinzì disidratato.
Lo lasciò cadere a terra per scendere dal ring – Mandi qualcuno a  liberarsi da quei cadaveri, insozzano troppo-  Il nukenin sorrise, quel ragazzino da quando era tornato da Konoha era diventato un freddo nichilista, non si faceva vedere da nessuno se no per allenarsi o leggere un libro nella biblioteca. Ormai si nutriva solo assorbendo il sangue dei nemici che massacra in battaglia. Era una fredda macchina, se non si fosse sbrigato forse avrebbe ucciso anche lui. Perfino Tatsumi non riusciva ad avvicinarsi a lui senza essere guardata con uno sguardo simile a una lama di ghiaccio su per il cuore. Stava diventando sempre più un contenitore perfetto per quando la sua tecnica sarebbe stata al massimo.
- Maestro Orochimaru!- - Che c’è Tatsumi? Sei preoccupata per Kogami? Non dovresti. Sa cavarsela molto bene quel ragazzo, anche troppo-
La preoccupazione era quella, che ben presto rinunciasse a tutto. Aveva iniziato a studiare molti libri, passava da trattati di anatomia umana a rotoli di arte mediche e perfino a libri sulla religione di jashinista. Sembrava quasi che volesse concentrare le conoscenze in una volta, somigliava sempre di più al loro maestro. Gli bastava leggere di una tecnica per riuscire a imitarla e ormai non mostrava pietà per nessuno, perfino il suo humor stava sparendo per far posto a un gelido sarcasmo.
Ricordava sempre di più Orochimaru stesso, ma molto più deviato.
Voleva provare a parlargli, ma ogni volta che si avvicinava quegli occhi le trapassavano l’anima, erano occhi di una creature che si stava allontanando sempre di più dall’umana specie. Un mostro, una bestia. Un demone.
- Kogami!- Questi si girò. La ragazza prese a due mani il coraggio e fece almeno un tentativo – Non dovresti fare così!Solo perché quella tizia ti ha ingannato non dovresti fare così!Di noi puoi ancora fidarti!- Finita la frase accanto alla sua guancia passò un kunai che conficcò nel terreno – La fiducia è per i deboli. È per gente che crede alle menzogne. Esiste solo l’usare e l’essere usati. Io vi userò per  i miei scopi, voi usatemi per i vostri-
Quel coltello era lanciato con istinto assassino. Il Kogami che aveva conosciuto fino a quel giorno non esisteva più. Era vuoto, era una creatura diversa. Ma non era il Kogami di due mesi prima.
[…]
Passarono cinque anni in quello stato. Ormai Kogami era divenuto un adolescente molto diverso da prima, i suoi capelli neri si erano allungati cadendo sulle spalle, i suoi occhi erano ormai irrimediabilmente gialli segno dei molti esperimenti fatti su di lui. Aveva deciso di indossare solo un abito bianco, simile a quello del suo maestro con una corda/cintura che si rivolgeva fino al retro del suo abito. Manteneva ancora i suoi guanti che rimuoveva solo durante i pasti. Al collo portava ancora quella collanina col simbolo di Jashin nonostante non professasse la sua fede.
- Maestro Orochimaru. Qui ho finito con questi, il loro clan è definitivamente estinto-
Il ninja ghignò compiaciuto – nonostante tutto ubbidisci sempre ai miei ordini senza tanti problemi. Credevo che l’adolescenza ti avrebbe reso un vero ribelle,sai? Tatsumi, per favore. Porta qualcosa per permettergli di pulirsi, con così tanto sangue rischia di fare indigestione.
La ragazza arrivò, ormai anche lei era cresciuta. I suoi capelli cadevano a ciuffi sugli occhi neri, teneva i capelli dietro legati vari ciuffi più o meno lunghi. L’abbigliamento era il medesimo di Kogami, un vano tentativo di farlo sentire almeno un po’ apprezzato.
Gli passò un asciugamano che prese senza troppa delicatezza, biascicando un “grazie” alquanto tirato detto solo per cortesia. Non la guardava nemmeno più in faccia, come non guardava Orochimaru da tanto tempo. Era iniziata così, non guardava in volto lei, poi non guadava chi affrontava e infine, un anno prima, smise anche di guardare in volto Orochimaru.
- Oh,Kogami, domani devi partire con Tatsumi per una missione verso il Ponte Kanbi, vi fermerete qualche chilometro prima. Nei pressi del Paese del Fiume- - Posso fare tutto da solo- - No, stavolta ho bisogna che tu parta con un sostegno, il nemico che ho in mente di farti incontrare non è un tipo da poco e non scordarti che siamo in un periodo di guerra. Un sostegno fa sempre comodo, perfino io non partire in quella zona da solo,sai?-
Fece un cenno con la testa, il giorno dopo sarebbero partiti. Ma nessuno ne sarebbe tornato.

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