Complicata

di Bunny05
(/viewuser.php?uid=825802)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione Alla Storia. ***
Capitolo 2: *** Come tutto può cambiare. ***
Capitolo 3: *** Dalle stalle alle stelle. ***
Capitolo 4: *** Persone Nuove. ***
Capitolo 5: *** Curiosità. ***
Capitolo 6: *** Quello che sono non lo posso cambiare. ***
Capitolo 7: *** Buon Compleanno. ***
Capitolo 8: *** Piccole verità. ***
Capitolo 9: *** Segreti. ***
Capitolo 10: *** Nuovi e vecchi amici. ***
Capitolo 11: *** Tensione. ***
Capitolo 12: *** Un Natale diverso. ***
Capitolo 13: *** Chi mi ama e chi mi odia. ***
Capitolo 14: *** Nuovo Anno Nuove Emozioni ***
Capitolo 15: *** Con la testa fra le nuvole. ***
Capitolo 16: *** Sofferenza. ***
Capitolo 17: *** Aprirsi ***
Capitolo 18: *** Violare le regole. ***
Capitolo 19: *** Sentimenti. ***
Capitolo 20: *** Impulso. ***
Capitolo 21: *** Pensieri costanti. ***
Capitolo 22: *** Confusione. ***
Capitolo 23: *** Paura. ***
Capitolo 24: *** Simbiosi ***
Capitolo 25: *** Volevo solo salvarlo. ***
Capitolo 26: *** Cose che non ti aspetti. ***
Capitolo 27: *** Amore e rabbia. ***
Capitolo 28: *** Incastrata ***
Capitolo 29: *** Dove sei? ***
Capitolo 30: *** Rivelazioni ***
Capitolo 31: *** Sorpresi. ***
Capitolo 32: *** Come tutto è cambiato. ***



Capitolo 1
*** Introduzione Alla Storia. ***


Sono invisibile. Cammino per le strade della città in cui sono nata e sono invisibile. Le persone intorno a me neanche mi vedono, sono troppo preoccupate a mostrare quei finti sorrisi appiccicati alla loro faccia, a fingere la loro vita perfetta, ma la realtà è che le persone non si accontentano mai, dietro ai loro falsi sorrisi si nasconde la frustrazione di volere sempre di più, hanno già tutto ma vogliono sempre di più e io invece non ho nulla. La mia vita è sempre stata un disastro, io sono un disastro. Sono una ragazza complicata, ho un sacco di problemi che mi porto sulla schiena, convivo da sempre con questa rabbia che mi porto appresso, la rabbia per ciò che mi è successo e per quello che non ho potuto fare. Ho il diritto di essere arrabbiata, ma non ho il lusso di permettermi di crollare. Rido quando le persone si lamentano del fatto che non hanno il cellulare appena uscito ma si devono accontentare del modello vecchio, o quando un ragazzo o una ragazza mettono il broncio perché i genitori non gli comprano ciò che voglio. Io non ho un cellulare e non ho nemmeno i genitori. Se questi sono i veri problemi della vita per loro, dovrebbero provare a stare qua fuori, a vivere qua fuori, solo allora capiranno l’importanza di quello che possiedono, non gli importerà più dell’ultimo modello del loro cellulare, gli importerà come sopravvivere alla giornata e quando troveranno qualcosa da mangiare, o un posto caldo dove dormire allora sì che i loro sorrisi saranno sinceri. Odio le persone viziate che hanno tutto e si lamentano di tutto, non sanno quanto in realtà sia complicato, quanto sia frustrante non avere niente e nessuno. Alle persone piace mettersi in mostra, mostrare quello che hanno, come se fossero un articolo di una rivista, vogliono raccontare, vogliono farsi conoscere, reclamare ciò che possiedono, per tanti possedere equivale ad essere, ma non sanno quanto si sbagliano. Sono invisibile, ma non mi importa, ho imparato ad essere forte, a scalare montagne e a guadagnarmi i tramonti migliori. Ho imparato come stare al mondo, ho imparato a vivere senza nulla e ho imparato a sentirmi sola, perché anche in mezzo a tanta gente è come se fossi sola, abbandonata a me stessa, senza una meta, senza un traguardo da raggiungere. Giro per la città, il cappuccio nero della felpa che indosso nasconde il mio viso, mi fermo un istante, ed è come se tutto stesse rallentando, guardo le persone che camminano intorno a me e non capisco perché il destino mi ha riservato tutto questo. Io sono invisibile, ma voi siete tutti così fottutamente visibili.

P.S: La storia inizierà verso la fine di Gennaio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Come tutto può cambiare. ***


Come tutto può cambiare.
 
<< Basta correre! >> urlo con il fiatone << Credo che l’abbiamo scampata >> dico poi con un sorriso. Alexandra appoggia le mani sulle sue ginocchia e poi scuote la testa e i suoi capelli neri, non troppo lunghi, si muovono sinuosamente sulla sua testa << Tutta questa fatica per un po’ di cibo >> borbotta alzando i suoi occhi color nocciola su di me, << Sono riuscito a prendere solo un pacchetto di patatine, che tra l’altro non mi piacciono neanche! >> esclama Finn, mi giro verso di lui e piego la testa di lato, << Spero che tu abbia fatto meglio >> continua mentre mi guarda con i suoi occhi azzurri pieni di speranza, passandosi una mano tra i suoi capelli biondi scuri e riccioli. Tiro fuori da sotto il giubbino una confezione di fette di pane e una di prosciutto confezionato, Alexandra sgrana gl’occhi con l’aria affamata << Menomale che c’è Martina >> dice avvicinandosi a me e poggiandomi una mano esile sulla spalla, mi giro a guardarla e abbasso un po’ lo sguardo per incrociare i suoi occhi, mi arriva alle spalle, ed è molto magra. << Allora andiamo a mangiare! >> borbotta Finn avviandosi verso una stradina poco visibile nel centro di Buenos Aires, i suoi jeans sono un po’ strappati sul ginocchio, deve essersi impigliato in qualcosa mentre correva. Mentre guardo quel poco cibo che tengo in mano, penso a come sarebbe stata la mia vita senza tutte quelle complicazioni. Sono come un fantasma in questa enorme città, nessuno mi nota, sono una di quelle ragazze sperdute che a nessuno fa caso. Ho 17 anni ed è da molto tempo che la strada è la mia unica casa. La mia vita è stata molto travagliata, ho passato momenti che vorrei dimenticare, sono scappata da tutto quello che mi aspettava, ho visto cose che non vorrei mai aver visto. Eppure sono qui, ancora viva e anche se non ho nulla mi sento più viva che mai. Purtroppo però ho bisogno di mangiare e la mia unica soluzione è di rubare qua e là un po’ di cibo per sopravvivere e ormai sono diventata abbastanza brava a non farmi scoprire, anche se so correre molto velocemente sulle mie lunghe gambe. Arriviamo in un parco dove ci sediamo nel prato per poter mangiare quel poco che abbiamo. Finn afferra una fetta di pane e mi sorride. Li conosco da quattro mesi, non posso definirli dei veri e propri amici, ma in strada funziona così, ti adatti alle persone che vivono come te, trovi i tuoi simili e l’unica cosa che puoi fare è vivere con loro per potersi aiutare a vicenda, essere da soli in mezzo a tutto questo non è facile, le persone vanno e vengono, restano per pochi mesi e poi scompaiono, devi solo farci l’abitudine, non devi affezionarti troppo a qualcuno perché non è una vita in cui puoi buttare le basi pensando al futuro. Tutto il mondo si muove, e noi che siamo i più deboli, quelli che contano meno, siamo costretti a spostarci per poter vivere in modo migliore. << Hai qualcosa tra i capelli >> dice Alexandra guardandomi mentre addenta un panino appena fatto, passo la mano tra i mie capelli castani che mi arrivano quasi a metà schiena per togliere la foglia che si è incastrata in essi, << Non ci vedevo più dalla fame >> borbotta Alexandra mentre addenta ancora una volta il panino << Il cibo dovrebbe essere gratis >> continua con la bocca piena, Finn la guarda di traverso mentre in silenzio continua a mangiare. Lentamente anche io mi preparo qualcosa da mettermi nello stomaco, mentre li guardo che si godono il cibo. Ogni giorno li vedo gioire per ogni boccone che riescono a mangiare e ogni volta mi sento bene quando vedo che sono soddisfatti. << Allora Martina sei andata a vedere se quell’edificio abbandonato è agibile? >> mi domanda Finn, << Si, possiamo passarci qualche notte, ho già portato la il mio borsone, ma non so per quanto ancora resterà in disuso, quindi… >>, << Dobbiamo trovare un altro posto dove dormire >> esclama Alexandra << Come se fosse una novità >> fa spallucce poi, << Sai che è così >> continuo io guardandola << Non abbiamo di meglio… non abbiamo niente >>. Il silenzio rimane sospeso tra di noi per un minuto abbondante, sono cose che sappiamo già, ma dirlo, ma ripeterlo, ogni volta è come una pugnalata, è come uno schiaffo dritto in faccia. << Potrei chiedere a Andres se può ospitarci ancora >> dice Finn per smorzare l’atmosfera gelida che si è creata dentro di noi, <> dico io, << Già! L’ultima volta che ci ha ospitato in quella lurida baracca sporca, che per precisare preferisco dormire al freddo e al gelo, quasi uno non ci prende a botte per colpa dei debiti di quello stupido >> lo rimprovera Alexandra, << Si, hai ragione non possiamo più andare da lui >>. Continuiamo a mangiare in silenzio, senza più dire una parola, non è facile non sapere dove sarai nelle prossime ore, cosa starai facendo, se avrei un posto caldo o qualcosa da mettere sotto i denti, la nostra vita la viviamo minuto per minuto, niente è certo, niente è scontato, siamo solo noi, che dobbiamo lottare più di altri per poter semplicemente sopravvivere, ma almeno noi sappiamo apprezzare ogni piccola cosa che abbiamo, noi siamo felici con poco, troviamo la felicità nelle cose più essenziali.

Verso le quattro di pomeriggio stiamo camminando per le vie di Buenos Aires, è strano come la gente non ci noti quasi mai. Io quando cammino guardo ogni singola cosa, quando si vive per strada tutto può esserti utile, notare posti dove potersi appartare, trovare posti dove poter dormire, trovare cibo, bevande, posti caldi, tutto può essere di vitale importanza per noi, ma la cosa che noto di più sono le persone. Io sono nata a Buenos Aires, è la mia città, ho sempre vissuto qua, ho sempre visto queste strade e la cosa che mi rimane più impressa è come le persone si sentano al sicuro sapendo di avere un tetto sopra la testa, loro riescono a preoccuparsi, a tormentarsi per le cose più banali perché ciò che è essenziale sono sicuri di averlo. Si lamentano per cose stupide, e mi domando se pensano mai a noi, noi che non abbiamo niente, mentre loro vivono in una bella casa, hanno tre telefoni, quattro computer, la donna delle pulizie, la macchina costosa e gli abiti alla moda, tutte cose che io non ho, ma che non mi servono. << Ogni volta che passiamo di qua non posso fare a meno di guardare la Gold School di Buenos Aires >> esclama Finn mentre camminiamo << E’ così imponente e enorme >>, borbotta lui, << Cos’ha di così speciale? >> gli chiede Alexandra, << Che solo i ricconi possono permettersi di frequentarla >> rispondo io alzando le spalle << Quindi non fa proprio per noi >> ridacchio, << Si ma non vi piacerebbe solo entrare a visitarla? >> spalanca le braccia Finn << Insomma un accademia che si affaccia sull’oceano che è grande quando una delle più importanti università del nord d’America, insomma è enorme! >> ribatte Finn entusiasta, << L’unico problema è che noi non possiamo entrarci Finn >> continuo io, << Vai pure avanti a infrangere i miei sogni >> dice spiritoso lui e Alexandra si mette a ridere << Vorresti stare in mezzo a tutti quei ricconi che ti guarderebbero da capo a piedi, con i loro modi di fare da snob e essere trattato come feccia? No grazie! >> borbotta poi lei e io ridacchio guardandola, << Dai Finn, smettila di pensare a quell’accademia e cammina così arriviamo all’edificio che ho trovato per la notte >> dico dandogli una spintarella per farlo andare avanti mentre siamo davanti al cancello enorme di quelle struttura. Il fatto che chi ha tanti soldi possa permettersi un istruzione migliore, in una scuola modernizzata, non sono mai riuscita a capirlo, credo che ogni ragazzo debba avere il meglio, che tutti abbiano il diritto di studiare quanto quelli che stanno molto bene economicamente, non che l’istruzione in questo momento mi importi, ho altre cose a cui pensare. Quando arriviamo all’edificio entriamo in modo cauto per non farci notare da qualcuno, non è un posto riscaldato ma almeno ha delle finestre che non fanno entrare il freddo e c’è un bagno funzionante. Il mio borsone è ancora dove l’avevo lasciato, quindi nessuno è stato qui in tutte queste ore. È un edificio completamente vuoto, credo che all’interno ci fossero degl’uffici perché i muri non sono posizionati come in una casa, ci sono solo molte stanze e molti bagni. Afferro il mio borsone e ci mettiamo a cercare una stanza ben isolata, in modo che di notte non si notino le luci accese, << E’ un bel posto, almeno non fa freddo >> borbotta Finn, << Già, sei stata grande a trovarlo >> mi sorride Alexandra che appoggia il suo zaino a terra e inizia a stendere un po’ di coperte in terra seguita da Finn. Entro in un bagno per cambiarmi i vestiti, mi infilo una maglietta bianca abbastanza larga e sopra mi infilo una felpa nera che ho rubato da uno stendino, in una di quelle casa vicino al mare, so che è sbagliato, ma sinceramente quando ho freddo non mi importa. Mi cambio i Jeans, domani mattina quando mi sveglierò, laverò i miei vestiti nel lavandino, siccome non sono tanti devo sempre lavarli in fretta per poterli rimettere. Ritorno nell’altra stanza e vedo che Alexandra e Finn hanno praticamente creato un poso dove poter dormire, ovviamente nulla è come un vero e proprio letto, ma il fatto di non dormire all’aperto è già una grande cosa quindi mi accontento. Decidiamo di uscire per cercare qualcosa da poter mangiare e poi è sempre meglio non stare troppo in un posto dove non dovrebbe esserci nessuno, prima di venire scoperti. La nostra vita non è facile, ma ci adattiamo a quello che la giornata ci offre, ci adattiamo a quel poco che riusciamo a trovare e c’è lo facciamo andare bene, è così e non c’è altra via d’uscita, so che potrei avere una casa, ma non potevo più vivere così, non volevo più vivere in quel modo, non dopo tutto quello che è successo.
 
Mentre camminiamo per il centro di Buenos Aires trovo un negozietto dove vendono dei sandwich già pronti, è più semplice rubare una cosa singola che più cose insieme, allora abbiamo attuato il piano, Alexandra distrae il commerciante, Finn girovaga per il supermercato per non creare sospetti e io intanto cerco di prendere un po’ di cibo. Il piano funziona e riesco ad uscire di lì con tre sandwich di tonno e insalata. Alexandra fa un grande sorriso e mi abbraccia appena siamo abbastanza lontani dal negozio, non sapete quanta felicità può portare un pezzo di pane a chi non ha soldi per mangiare, vedo i loro occhi illuminarsi, come se fossero pieni di felicità, e sono sicura che anche io ho quello sguardo quando a volte non mangio per tutto il giorno e alla fine riesco a trovare qualcosa da mettere sotto i denti, è la gioia più bella che si possa provare. << Andiamo a fare un giro in spiaggia, vi va? >> chiede Alexandra saltellando felice, << Si ci sto >> sorride Finn, il sandwich gli ha dato il buon umore, cosa rara siccome a lui non piace molto andare in giro per la città a non fare niente, è sempre in cerca di qualcosa e non sa nemmeno lui cosa. Quando arriviamo alla spiaggia, un posto abbastanza vicino a dove dormiamo stanotte, ci sdraiamo nella sabbia, sdraiarsi su qualcosa di morbido è una bellissima sensazione, per un secondo mi sembra di essere sdraiata su un materasso e mi rilasso un po’ guardando il cielo che stasera è limpido e popolato di stelle, guardo i miei cosiddetti amici mentre si divertono a lanciarsi la sabbia ridendo, fanno capriole e si avvicinano all’acqua guardando l’oscuro orizzonte. Mi metto a sedere e mi stringo le gambe al petto, l’aria fresca mi sposta i capelli, vorrei avere una vita migliore, ma infondo non so se potrei rinunciare alla libertà che mi offre questa vita, anche se non ho nulla è come se avessi tutto quello che mi serve, non voglio diventare come tutte quelle persone che non si accontentano mai, voglio essere felice con poco, voglio essere padrona della mia vita, essendo cresciuta così, cavandomela sempre da sola, mi sento forte, non ho paura, niente ormai mi fa più paura perché non ho tempo di averne se voglio arrivare al giorno seguente. Il rumore di qualcosa mi distrare, quando mi volto un uomo in divisa mi sta puntando la sua torcia addosso, non riesco a vedere il suo volto, << Oh cazzo >> sento Finn dire mentre mi copro il viso dalla luce, quando abbassa la torcia riesco a vederne il volto, un uomo sulla quarantina d’anni, alto, abbastanza muscoloso mi guarda e mi viene un nodo alla gola. << Su vieni con me >> mi dice, abbasso lo sguardo riluttante ma poi mi avvio verso di lui, << Ehi dove la porti? >> urla Alexandra << Lasciala andare, non ha fatto nulla >>, << Lo so, ma lei ora viene con me, se no, vi porto in caserma per aver rubato del cibo in città >> dice in modo severo ma anche pacato e gentile il poliziotto, Alexandra e Finn mi guardano spaventati, ma io cerco di fargli capire che è tutto ok, di non preoccuparsi per me. Senza dire una parola seguo il poliziotto che mi conduce verso la sua auto e mi fa salire aprendomi la portiera del passeggiero posteriore, incrocio i suoi occhi scuri e profondi prima di salire, poi mi fa un cenno con la testa e uno di quei sorrisi tristi, abbasso lo sguardo e mi infilo in auto. E’ una situazione strana, pensavo di avercela fatta, pensavo di averla scampata e invece eccomi qua, seduta sul retro della macchina della polizia in preda all’agitazione, mi sento colpevole per quel che ho fatto. Ancora una volta, arrivati in caserma, il poliziotto mi apre la portiera e mi fa scendere portandomi verso il suo ufficio, quando la porta si richiude lui si volta verso di me con lo sguardo arrabbiato, << Si può sapere cosa diavolo ti è venuto in mente? >> mi domanda avvicinandosi a me << Martina non puoi scappare così, per sei mesi mesi! E’ da sei mesi che ti cerco, non sai quanto sono stato in ansia, non sapevo cosa ti fosse successo >>, << Non potevo rimanere la, lo sa anche lei capitano Marshall >> dico io in modo formale e senza far trapelare il nervosismo, << Capitano Marshall? Lo sai che per te sono semplicemente Josh >> mi guarda lui incredulo, << Non mi sembrava quando mi hai portato qui in modo autoritario come un poliziotto >> faccio spallucce io, << Non potevo fare il tuo amico davanti ai tuoi amici >> borbotta lui << Sarà la decima volta che scappi, la devi smettere. Sei mesi Martina! >> esclama lui arrabbiato, << Evidentemente sono diventata più brava a nascondermi >> dico da sbruffona. Lui a grandi passi va dietro alla sua scrivania e da sotto tira fuori il mio borsone appoggiandolo su di essa << Ma ti ho trovata comunque! >>. Io guardo incredula il borsone, << Non puoi continuare così >> dice sgranando gl’occhi, << Tu non sai com’è! A te sembra facile ma non lo è, per niente, preferisco vivere così di gran lunga >>, << Lo so che non posso capirti, ma ti conoscono da quando… Oh Martina non capisci che mi preoccupo per te? So cosa hai dovuto affrontare, ma non puoi continuare così, stasera il commerciante di quel negozio si è accorto che l’avete derubato, per fortuna che ho risposto io alla sua chiamata, perché aveva delle telecamere, se andava qualcun altro ora saresti sotto interrogatorio >>, << E perché non lo sono? >> domando io << Perché non ha sporto denuncia? >> chiedo confusa, << Perché ho pagato io quello che hai rubato >> risponde l’uomo difronte a me, forse l’unico che mi conosce più di tutti, l’unico che mi ha vista crescere, colui che mi ha salvato la vita. Abbasso lo sguardo sentendomi in colpa, non per aver rubato per fame, ma per aver mentito a Josh che ha sempre cercato di aiutarmi, per non aver mantenuto la mia promessa. << Martina, lo sai che io ti capisco, capisco che rubi per fame, ma non posso sempre coprirti io, quando ci sarà qualcun altro al mio posto non te lo lascerà più fare >>, << Troverò un altro modo >> rispondo sicura di me, come se non mi importasse, << Perché non vuoi stare… >>, << Io la non ci torno, che sia chiaro >> dico senza fargli finire la frase. Josh ritorna difronte a me, sospira, << Vieni con me >> dice e io lo seguo, mi porta in una di quelle stanze dove vengono interrogati i sospettati, quelle che hanno una grande finestra che da sul corridoio della caserma, << Aspettami qua >> dice appoggiandomi una mano sulla spalla e facendomi un sorrisetto dispiaciuto. Inizio ad agitarmi, passo davanti al grande vetro e riesco a vederci il mio riflesso, il mio corpo alto e esile, dovuto alla poca presenza di cibo, la mia carnagione olivastra, i miei grandi occhi scuri che in questo momento non sanno cosa aspettarsi, il mio corpo coperto da abiti non adatti, troppo grandi per me. Ripenso alla mia vita e l’unica persona che conosco da sempre è Josh, lo conosco da quando sono una bambina, è stato lui a trovarmi e a portarmi in salvo, ma ha fatto bene? Perché la mia vita non è migliorata, anzi è sempre andata peggio. Tutte le volte che sono scappata è sempre stato lui a ritrovarmi, anche se a nessuno importava il fatto che fossi sparita, lui mi cercava sempre, non so perché ma ha queste attenzioni per me, questa premura che nessuno ha mai avuto. Infondo non chiedeva tanto, voleva sapere se ero al sicuro, ma non potevo contattarlo, sapevo che mi sarebbe venuto a prendere per riportarmi in una vita che non avevo chiesto. Ho sempre saputo dentro di me, che un giorno avrei dovuto tutto a quest’uomo, perché anche se in questo momento lo odio per avermi trovata, gli sono grata per farmi sentire importante, perché per lui non sono invisibile. Vado avanti e indietro in quella stanza, domandandomi cosa stia succedendo, perché sono qua? Cosa sto aspettando? Di solito quando mi ritrovano mi affidano subito ad un assistente sociale che dice di volermi aiutare, la maggior parte delle volte non facciamo a tempo a uscire dalla caserma che già sono scappata e ciao ciao. Josh ritorna nella stanza con un fascicolo in mano, << Siediti Martina >> mi dice in modo gentile, io obbedisco e lui si mette difronte a me. << So che non vuoi aiuto, ma non posso più far finta di nulla, non puoi continuare così, mi preoccupo per te, è pericoloso… >>, << So cavarmela >> lo interrompo io, << Lo so, so che puoi fare tutto, ma io non sono tranquillo >> dice con occhi dolci << Saperti la fuori da sola e senza niente mi preoccupa >>, << Quindi cosa vuoi fare? >> chiedo impaurita sgranando gl’occhi, << Lo sai che non voglio tornare… non voglio fare quella vita, tanto vale stare in strada >> dico arrabbiata e nervosa. Mi guarda per qualche istante, << Lo so >> dice poi con un sospiro << So che continueresti a scappare, è per questo che ho inserito il tuo nome in un nuovo programma e ti hanno scelta >> dice scrutandomi per vedere la mia reazione, << Scelta per cosa? >> dico inclinando un po’ la testa, lo stomaco mi brucia e nella mia testa mi vorticano un sacco di pensieri. Sono in preda al panico perché non capisco cosa stia succedendo, << Vedi Martina, le scuole più prestigiose del sud America hanno inserito questa iniziativa da un paio d’anni ormai, ogni anno prendono dei ragazzi senza casa e li inseriscono nei loro programmi di studio, è un modo per aiutare la società a liberare la strada da giovani ragazzi svantaggiati che possono avere un futuro, e io ho inserito il tuo nome >>. Per qualche secondo non dico nulla, il silenzio è sovrano nella stanza, << Sei stata scelta Martina, Lunedì inizierai a frequentare una di queste scuole >>, << No… io non posso, sai come sarà la mia vita? In una scuola? Dove tutti i ragazzi hanno una casa e io non ho nulla? >> dico spaventata, << Martina andrai in una scuola prestigiosa, è una grande opportunità, su tutti i ragazzi scritti su quella lista, la direttrice ha scelto te >>, << Bene saranno tutti ricchi, ancora peggio! E poi perché io? >> dico allargando le braccia, << Perché sarà rimasta colpita dalla tua storia, chi non lo sarebbe? >> dice con occhi dolci << Tu hai bisogno di un po’ di normalità >>, << Quella non è normalità! >> dico alzandomi e sbattendo le mani sul tavolo. << Ormai è deciso >> esclama Josh << Lunedì andrai alla Gold School di Buenos Aires >>.

P.S: Ciao a tutti, eccomi qui di nuovo, con questa nuova storia un pò diversa dalle altre. Spero vi piaccia. Vi dico subito che il prossimo capitolo sarà Lunedi prossimo perchè in queste settimane sono un pò indaffarata. Piano piano arriveranno anche gl'altri personaggi, e vedremo come la vita di Martina cambierà e a cosa andrà incontro. La sua vita verrà travolta di nuovo cambiando tutto. Scopriremo il suo passato in modo abbastanza lento, vedremo cosa gli è successo e come ha fissuto fino ad allora e vedremo anche come farà fatica a relazionarsi con persone completamente diverse da lei e c'è chi la metterà in difficoltà. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. E' solo l'inizio ma spero che vi abbia incuriosito! Un abbraccio e un bacio a tutti voi! 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dalle stalle alle stelle. ***


Dalle stalle alle stelle.

È Lunedi mattina, non so nemmeno io come mi sento. Ho paura? Sono arrabbiata? Sono nervosa? So solo che non sarà per niente facile, trovo più difficile ambientarmi in un posto del genere che vivere per strada. Perché io? Tra tutti quelli che ci sono, IO? Come farò ad ambientarmi in quel posto che al sol pensiero mi fa venire il mal di stomaco. Mi guardo le mani mentre mi giro i pollici, rimango a testa bassa senza muovere lo sguardo. Sono seduta su una sedia alla caserma, Josh mi accompagnerà nella mia nuova e lussuosissima scuola, alzo gl’occhi al cielo pensandoci. Ho potuto salutare Alexandra e Finn, non vi dico la loro faccia quando gli ho raccontato cosa è successo, per un secondo pensavo di scappare ma Josh mi stava addosso, non mi lasciava un momento sola, ero fottuta, non potevo fare nulla. Finn non ci credeva, voleva che una sera lo facessi entrare di nascosto e la cosa mi preoccupò un po’, Alexandra invece era preoccupata per me, capiva come mi sentivo e come mi sarei sentita una volta là, lei sa quanto io sia brava a vivere per strada, quanto io ritenga tutto questo la mia casa, la mia quotidianità. Mentre aspetto Josh che finisce di scrivere un verbale, penso costantemente di filarmela, di lasciar perdere questa stupidata che non mi porterà a niente di buono, certo so cavarmela, niente mi può abbattere, nemmeno quei ricconi che saranno pronti a giudicarmi fino all’ultimo giorno perché non sono come loro. So tenere testa alle persone, questo è un mio vantaggio su di loro. Josh esce dal suo ufficio e mi sorride, << Come ti senti? >> mi chiede, << Posso dire di merda? >> faccio una faccia buffa e lui piega la testa di lato, << Lo faccio per il tuo bene >> esclama, << Il mio bene non è andare in quella scuola sicuramente >> borbotto io, << Ti farà bene, andare in una scuola del genere e prendere un diploma, ti apre le porte a tantissime opportunità >> dice per convincermi che sia la scelta giusta, << Potrà essere anche così, ma proprio in mezzo a quelli che nuotano nei soldi dovevi mandarmi? >> chiedo spalancando gl’occhi, << Ti hanno scelta loro >> afferma lui, << Perché tu hai messo il mio nome in lista, insieme alla mia triste e patetica storia. Non dovevi farlo! >>, << Spero che capirai che l’ho fatto per saperti al sicuro, perché meriti molto di più di vivere così, sei intelligente, spigliata e forte, nessuna è come te, nessun ragazzo cresciuto in strada è come te! >> dice con passione, come se credesse davvero in me e so che è così, il problema è che mi manda in una vasca di squali, in un posto dove molto probabilmente sarò sola e derisa da tutti, non che mi importi il loro giudizio ma doverci convivere per così tanto tempo… non so quanto resisterò prima di scoppiare e magari farmi sbattere fuori da quella scuola prestigiosa, non ho intenzione di obbedire e di farmi comandare da qualcuno. Io non voglio andare lì. Rimango in silenzio guardando il soffitto, pensando che da ora in poi la mia vita cambierà, che non sarà più la stessa. << Forse è meglio che andiamo >> dico io alzandomi afferrando il mio unico e patetico borsone con tutto quello che possiedo, pochi vestiti, un mp3 con delle canzoni che mi regalò una ragazza come me e… e basta. Josh annuisce e con la mano mi indica la strada, arriviamo alla sua auto e salgo sul lato del passeggiero, un po’ arrabbiata mi allaccio la cintura. << Non voglio che tu faccia così >> dice Josh una volta salito in macchina, << Cosa dovrei fare? >> domando in modo tranquillo, non mi va più di discutere con l’unica persona che mi vede, che sente il bisogno di aiutarmi, << Martina te la caverai e per qualsiasi problema puoi chiamarmi >> dice con un sorriso, << Perché hanno delle cabine telefoniche? >> dico in modo ironico, lui sorride << No con questo >> borbotta porgendomi un cellulare, un modello quasi nuovo, di quelli piatti di ultima generazione << Il mio numero è già in rubrica, ti servirà >> dice tendendo ancora di più la mano per farmelo prendere, io lo guardo un po’ spaesata, non mi aspettavo una cosa del genere, << Non posso >> dico senza pensarci, << Martina prendi questo telefono e chiamami se ne hai bisogno, è un ordine >> dice in modo autoritario e poi sorride. Allungo la mano lentamente e deglutisco, afferro quel cellullare, e me lo infilo nella tasca del mio giubbino nero, << Grazie >> dico poi con un nodo alla gola, io non ho bisogno di queste cose, ma ho bisogno di lui, soprattutto quando andrò fuori di testa, mette in moto la macchina e partiamo verso la Gold School di Buenos Aires, la mia nuova casa.

Quando arriviamo al cancello il mio battito cardiaco aumenta, Josh scende dall’auto e suona, borbotta qualcosa al citofono e il cancello, in modo maestoso, inizia ad aprirsi, sembra di stare in un film. Percorriamo un lungo vialetto che lentamente sale come su una collina, circondato da immensi giardini divisi da sentieri di ciottoli o cemento, pieni di aiuole di fiori colorati, alberi enormi, panchine e fontanelle. E’ come un campus dell’università, ha i dormitori, le aule e tante altre cose per studenti. E’ molto moderno, tutti i giganti edifici sono di un color panna leggero con delle vetrate enormi che si affacciano sull’oceano o alla città. Noto poche persone, molto probabilmente sono tutti nelle aule per frequentare il primo giorno di lezioni. Scendo dall’auto con un po’ di timore, faccio un gran respiro mentre guardo l’oceano, cerco di calmarmi quando la voce di una giovane donna attira la mia attenzione. << Benvenuti alla Gold School >> sorride lei, ha i capelli castani e raccolti in modo molto elegante, porta un tubino con le maniche rosso che le arriva poco sopra le ginocchia. Ha un sorriso bianchissimo e dei denti perfetti, << Tu devi essere Martina >> continua con quel suo enorme sorriso, incrocio i suoi occhi scuri e sorrido con poca voglia, << Si sono io >> rispondo in modo freddo e distaccato guardandola di sottocchio. << Io sono Angela, l’assistente della direttrice >> borbotta mentre stringe la mano a Josh per presentarsi. << Cosa ne pensi di questo posto? >> chiede, e giuro che vorrei spegnergli quell’enorme sorriso che mi abbaglia, << E’ grande >> dico in modo sarcastico e lei per un secondo cambia espressione, vedo che si sente in difficoltà, non è abituata a persone come me e Josh mi guarda di traverso come per rimproverarmi. Angela si schiarisce la voce e si riprende dalla mia risposta << Bene, la direttrice ti sta aspettando, ti mostrerà alcune cose e te ne spiegherà altre >> dice, io annuisco leggermente con il capo, prendo il mio borsone e la seguo con Josh all’entrata dell’accademia, nell’edificio dove si tengono le lezioni. Camminiamo in silenzio, appena varco la porta rimango un po’ sconvolta da quanto sia enorme questo posto, corridoi larghi, porte ovunque, tutto in colori delicati, che sembrano rilassare la mente. Percorriamo un po’ di corridoi, incrociamo alcuni alunni che entrano o escono dalle aule e tutti non mi staccano gl’occhi di dosso, mi guardano come se fossi un animale allo zoo e solo l’eco dei nostri passi risuona in quei corridoi, questo rende il tutto ancora più terrificante. Angela entra in una porta, sopra c’è scritto “ Ufficio direttrice “, entro in questa stanza e mi sembra di stare in un salottino, quattro poltrone scure sono messe una vicino all’altra appoggiate alla parete, difronte una scrivania con in parte una pianta. Ci sono due porte, una sul lato sinistro e una dietro alla scrivania. << Accomodatevi intanto che informo la direttrice che siete qui >> sorride ancora quella donna, << Va bene Grazie >> risponde Josh. Mi siedo su una di quelle poltrone e noto che è veramente comoda, riuscirei a dormirci per ora sopra. Angela è sparita nella stanza sulla nostra sinistra, << Tutto bene? >> chiede Josh, io annuisco con la testa senza dire una parola e nemmeno guardandolo negl’occhi, con la coda dell’occhio vedo il suo sguardo cambiare, come se si stesse arrendendo a questa conversazione. In questo momento mi tornano in mente un sacco di cose, ricordo benissimo il giorno che incontrai Josh, il giorno in cui tutto questo iniziò, il giorno in cui la mia vita cambiò del tutto, per colpa di una decisione non presa da me. Non ho voluto io questa vita, mi ci sono trovata. Josh è sempre stato gentile con me, ormai sono anni che cerca di proteggermi, che cerca un modo per farmi vivere una vita migliore, solo che non riesce a capire che la vita migliore che posso avere è quella che conosco e non questa, dove io non c’entro nulla con tutto questo, non è il mio mondo, io non sono come loro, io non ho una vita privilegiata. Angela ritorna nella stanza e mi porge un foglio, << Fra cinque minuti potete entrare, intanto compila questo modulo con i tuoi dati e firmalo >> mi dice con una voce squillante << Appoggiati pure sulla mia scrivania >>. Mi metto a compilare quel foglio e ogni volta che scrivo qualcosa su di me mi sembra di spogliarmi, di mettermi a nudo difronte alle persone, io sono sempre stata invisibile, nemmeno Finn e Alexandra sanno la mia data di nascita penso tra me e me. Quando finisco di compilare un telefono strano difronte a me emette un suono, Angela con un sorriso mi guarda << Potete entrare >> ci informa. Josh la ringrazia e mi poggia una mano sulla schiena spingendomi lentamente verso la porta. Il mio cuore sta martellando nel petto, sono pronta a tutto questo?

Entro nell’ufficio, è luminoso, le pareti bianche e il pavimento fatto di parquet scuro, un enorme scrivania di legno scuro si trova davanti a un enorme vetrata con vista oceano. Noto il cielo azzurro e luminoso e per un secondo mi fermo su di esso, penso alla mia libertà, penso a tutto il tempo passato lì fuori e ora tutto sta per cambiare, la mia vita sta per cambiare, riuscirò a sopravvivere? << Benvenuti >>, una voce profonda e melodiosa risuona nella stanza, la mia attenzione viene attirata dalla donna seduta dietro la scrivania, sorride in modo formale, sembra autoritaria e molto professionale. Lentamente si alza in piedi tenendo le mani appoggiate alla scrivania, è abbastanza alta, indossa una camicia bianca e una gonna a tubino grigia. Con una camminata graziosa si mette difronte a noi allungando una mano a Josh per presentarsi, << Piacere io sono Miranda Rodriguez, la direttrice della Gold school >> dice in modo educato, io la osservo, è molto elegante, i suoi capelli scuri le cadono sulle spalle in modo ondulato, ha una spetto giovanile anche se credo che abbia quasi una quarantina d’anni, poi i suoi occhi azzurri chiarissimi si posano su di me. << Tu devi essere Martina >> sorride, ma i suoi occhi rimangono autoritari, allunga una mano e io rimango un po’ perplessa prima di afferrargliela, non sono abituata a tutto questa formalità, sono abituata a battere il cinque ai miei amici o ci darci pacche sulle spalle. Con un po’ di timore gli afferro la mano, << Benvenuta, è un piacere averti fra noi >> continua con la sua voce melodiosa e io accenno ad un piccolo sorriso, << Signor Marshall grazie per averla accompagnata, la terremo informato di ogni cosa riguardante Martina >> continua la donna guardando Josh, lui fa un cenno con la testa e poi poggia la sua mano sulla mia spalla, come se non volesse lasciarmi li ma per lui è l’unica cosa da fare per sapermi al sicuro. Deglutisco, non voglio che se ne vada, << Fai la brava e chiamami per qualsiasi cosa >> dice con occhi dolci, io faccio un sorriso triste e un nodo alla gola mi impedisce di parlare. Un po’ di paura mi invade mentre Josh, dopo aver salutato la direttrice, esce dalla porta per andarsene. << Accomodati >> dice la signora Rodriguez indicandomi la sedia, lentamente e con un po’ di timore mi siedo e lei si mette difronte a me, << Siamo contenti di averti qua, questo istituto ha bisogno di persone come te >> inizia a parlare lei, << Io non credo >> rispondo in tutta sincerità, << So come ti senti, non ti trovi a tuo agio, non ti sembra il posto più adatto dove passare i giorni, ma devi fidarti di me. Sei una ragazza grandiosa >>, << Cosa glielo fa pensare? >> domando corrugando la fronte << Perché ha scelto me? >>, << Perché la tua storia, quello che hai passato è incredibile... è incredibile pensare che tu sia sopravvissuta senza crollare >>. Io non rispondo, rimango in silenzio perché non mi va di parlare di me e della mia vita passata, voglio lasciarmi tutto alle spalle, non pensare più a tutto quel dolore, a tutto quel male che ho sopportato, voglio cancellarlo e non ricordarlo. << Su dai, vieni che ti mostro la tua stanza e ti mostro la scuola >> continua a parlare lei con un sorriso smettendo di parlare di me, come se capisse che non ne voglio proprio discutere. Usciamo dal suo ufficio e mentre camminiamo per i corridoi inizia a spiegarmi come funzionano le cose in questo enorme e splendente posto, << Questo è l’edificio delle lezioni, le lezioni sono dalle 8 alle 13 dal lunedì al venerdì, il pomeriggio gli studenti si dedicano a delle attività da loro scelte, di cui non è obbligatorio partecipare. Sport, musica, danza, arte, ti verrà dato poi un foglio dove ci sono tutte le attività che proponiamo, non sei obbligata a frequentarle se non ti va >>, dentro di me penso sia un bene perché proprio non mi va di partecipare a queste lezioni extra, meno passo il tempo con gl’altri studenti meglio è. La direttrice continua a camminare mentre con le braccia mi indica le varie zone, la mensa, la biblioteca, l’aula computer, le classi, finché non usciamo dall’edificio delle lezioni e ci avviamo verso il dormitorio, << Questi sono i nostri giardini dove i ragazzi amano passare il tempo tra amici o studiare, dietro l’edificio delle lezioni c’è il campo sportivo per chi pratica sport, abbiamo una piscina interna per chi pratica nuoto, ma di giorno è aperta anche agli studenti, prima di entrare però devi registrarti dobbiamo sapere chi entra e esce >>, io annuisco senza parlare, non mi va di fare domande anche perché non mi interessa molto essere qua. << Abbiamo un negozio per gli studenti, dove vendiamo materiale scolastico, tutte le cose che ti servono le trovi li >>, << Io non posso permettermele >> dico facendogli capire che non ho soldi per comprarmi le cose che mi servono per frequentare una scuola, << Per te sono gratuite >> esclama come se fosse ovvio e in questo momento è come se mi cadesse qualcosa addosso, io l’emarginata, povera a cui viene dato tutto per pietà? Sarò il bersaglio umano di ogni ragazzo/ragazza presente in questa scuola. La direttrice continua a camminare, << Qui c’è un piccolo ristorante, dove se volete potete venire a cenare, il cibo è anche d'asporto se volete mangiare nei vostri alloggi e poi abbiamo un piccolo pub, sappiamo che ai ragazzi piace divertirsi, karaoke, una piccola sala giochi, qualche birra e amici. Almeno sono più felici, non vogliamo che si sentano isolati dal mondo, infondo siete ragazzi >> dice voltandosi verso di me e incrociando i suoi occhi di ghiaccio nei miei. Intravedo un aria intelligente, sveglia dietro i suoi occhi chiari, non mi sembra per niente una di quelle donne ricche e snob, c’è qualcosa in lei, è come se riuscissi a vedere la sua umanità. << Fin qui ricordi tutto? >> domanda inclinando la testa e incrociando le mani, << Si >> rispondo brevemente. Sorride leggermente e riprende a camminare, avanziamo verso il terzo edificio, questo rispetto agl’altri ha finestre normali e non delle enormi vetrate. Quando entriamo si nota subito che è il dormitorio, è un edificio enorme e si sente l’aria giovanile. Camminiamo per i corridoi, saliamo due rampe di scale e poi la rettrice si ferma davanti a una porta, prende una chiave e la apre, << Condividerai la stanza con una ragazza >> mi informa la direttrice prima di entrare nella camera. Faccio un passo e entro, un salottino non troppo grande si affaccia davanti a me, il pavimento è bianco latte, e i muri sono di un colore leggero, a destra si trova un divano scuro abbastanza grande e difronte su mobile c’è una televisione circondata da libri, un tavolino nero in mezzo con sotto un tappeto peloso dello stesso colore. Appoggio il mio borsone a terra e guardo alla mia sinistra, una grande finestra illumina la stanza, una dispensa era appoggiata sulla parete della porta d’entrata con un piccolo frigorifero in parte. Un tavolo normale è appoggiato sulla parete di fronte con attorno delle sedie e sotto la finestra si trova un pianoforte orizzontale. Rimango un po’ stupita, non ho mai avuto un posto del genere in vita mia, non che io ricordi. Difronte a me c’è un corridoio abbastanza largo, la direttrice con un cenno mi dice di seguirla, a metà corridoio due porte scorrevoli larghe a due ante e bianche si trovano su entrambi le pareti una difronte all'altra, << La tua stanza >> esclama Miranda spalancando la porta sulla destra, una stanza abbastanza grande si para davanti a me, ha il pavimento bianco come nel resto dell’alloggio, il letto a due piazze di legno scuro come gl’altri mobili, una libreria, un armadio e una scrivania. Il letto ha lenzuola e piumone bianchi, mi sembra tanto una nuvola. Quando mi volto per guardare la direttrice noto che dietro di lei c’è la stanza dell'altra ragazza, con le due porte aperte le due stanze sembravano quasi un'unica e sola stanza. Rimango imbambolata quando la vedo, l’armadio pieno di vestiti colorati, alcuni sparsi qua è la, sul letto una coperta tutta colorata da vita alla stanza, sopra il letto c’è appesa una scritta gigante in legno “ Felicidad “ , nella libraria ci sono un sacco di libri e sulla scrivania, un computer, un portapenne colorato, quaderni, una lampada pelosa e fucsia come il tappeto difronte al letto. Sembra una stanza gioiosa. La stanza di una ragazza che non ha mai avuto problemi nella vita, una ragazza felice e poi mi volto e guardo il mio borsone e mi rendo conto di quanto la mia vita sia diversa da tutto questo. << Ti abituerai, ti faremo sentire a tuo agio >> dice la donna difronte a me, come se capisse i miei pensieri, << Cosa glielo fa credere? Lei non mi conosce >>, << So cosa hai passato… >>, << Io non credo >> ribatto senza problemi, la direttrice fa una piccola pausa e poi riprende a parlare << Voglio solo che tu sappia che faremo di tutto per farti sentire a tuo agio >>, io non rispondo e ricomincio a guardarmi in giro, non ci credo, come potevo sentirmi a mio agio qui? In questo posto? Il bagno si trova in fondo al corridoio, ha due lavandini, un enorme specchio, una doccia e anche una vasca da bagno. << Allora le regole sono semplici >> parla ad un tratto la direttrice, io mi volto e la guardo, non avevo pensato alle regole fino ad ora. << Prima regola: Presentarsi alle lezioni, seconda regola: Non si può uscire dal perimetro della scuola, si può solo nei giorni in cui noi vi diciamo che potete uscire e solo se si fa una richiesta direttamente a me, ovviamente qualche giorno prima, bisogna avere un permesso. Terza regola: Non si può girare per la scuola a notte fonda. Quarta regola: Nessuno può entrare se non fa parte di questa accademia e di notte si sta nelle proprie stanze e non in quelle degl’altri. Queste sono le regole del dormitorio. Ovviamente vogliamo disciplina, ordine, buoni voti, educazione da tutti gli studenti. Chiaro? >> domanda con un tono autoritario, << Si, chiaro >> rispondo io un po’ arrogante e con la faccia di una a cui non importano le regole. Anche se è così autoritaria, riesco a vedere in lei qualcosa di profondo, non riesco a capire ma da come mi guarda capisco che non sono stata scelta a caso, mi guarda come se volesse salvarmi, ma non ne capisco il motivo. Miranda mi consegna la chiave della stanza, mi dà una tessera con il mio nome che posso usare in qualsiasi edificio della Gold school e poi mi accenna a un sorriso, << Bene, ora ti porto nella tua classe >> esclama, il mio stomaco si stringe, il battito cardiaco aumenta e inizio ad avere veramente caldo. Entrare in una stanza piena di persone e attirare l’attenzione su di me non è una cosa che voglio fare. Il mio incubo inizierà proprio da lì, in quel momento la mia vita sarà sotto gl’occhi di tutti, mi prenderanno in giro, continueranno a farmi domande, mi eviteranno come una malattia, sarò l’estranea, l’emarginata della situazione. 

P.S: Eccoci qua con un altro capitolo. Martina arriva nel suo nuovo mondo e non può fare a meno di pensare che non ci si abituerà mai. Non ha paura di questo mondo ma non ci si sente a suo agio e crede che non ci si sentirà mai, infondo le persone che condivideranno questo posto con lei sono tutte persone abbastanza privilegiate con cui lei non c'entra nulla. Lei è cresciuta in un certo modo e credo che per lei sia impossibile cambiare il suo modo di pensare e di vedere le cose. Ha un carattere molto schietto, dice ciò che pensa e non si fa problemi e questo molto probabilmente sarà ciò che la farà andare avanti. Ora come reagirà alla conoscenza dei suoi compagni? Chi saranno? E come si comporteranno con lei? A lunedi prossimo con il nuovo capitolo! Scusate se vi faccio aspettare un pò di più stavolta ma sono piena di impegni! Un abbraccio e un bacio a tutti. Spero che questo capitolo vi piaccia! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Persone Nuove. ***


Persone nuove.

I tacchi della direttrice risuonano, un passo dopo l’altro, mentre ci avviciniamo al momento peggiore. << Oggi è il primo giorno, non stanno facendo lezione quindi non preoccuparti >> dice ad un tratto, ma è come se quelle parole mi entrassero da una parte e mi uscissero dall’altra, non importa di cosa stanno facendo o no, il problema è che devo essere al centro dell’attenzione di persone a cui non mi avvicinerei mai, persone completamente diverse da me. Quando i tacchi della direttrice smettono di far rumore alzo lo sguardo. I suoi occhi nei miei, è come se riuscisse a vedere il terrore e la rabbia che in questo momento mi scorrono nella vene. In parte alla porta di legno chiaro si trova una targhetta con scritto sopra una lettera “ D “, << Questa è la tua classe >> dice lei prima di voltarsi e bussare. Due colpi alla porta ed è come se risuonassero dentro di me, Miranda afferra la maniglia e la spalanca, un leggero brusio ne esce, << Silenzio per favore >> dice la voce di un uomo e in un secondo cala il silenzio. Passo dopo passo, dietro la direttrice entro nell’aula, cerco di sembrare il più normale possibile, ma credo che sulla mia faccia si legga tutto il disprezzo che provo per essere qui. Molti occhi sono puntati su di me, non osservo nessuno attentamente, mi concentro solo su di me e su quanto odi questo momento. << Ragazzi vi presento la nuova alunna della Gold School, Martina Stoessel >> parla la direttrice mentre una quindicina di studenti la guardano in silenzio, << Esigo che la trattiate con rispetto, è quello che mi aspetto da voi. Martina, lui è il tuo insegnate di Algebra >> dice indicando l’uomo in piedi dietro alla cattedra. Ha un bell’aspetto nel suo completo grigio scuro, una leggera barba gli circonda il mento, gl’occhi chiarissimi come se fossero spenti, ma qualcosa in lui mi innervosisce mentre mi guarda come con disprezzo, << Sono il professor Albert Brown >> dice ad un tratto allungando la mano, io gliela stringo senza dire una parola, ma mantenendo il contatto visivo. Per un momento c’è un gran silenzio, un silenzio sospeso per aria, sembra infinito, mentre ritraggo la mano da quella del mio nuovo professore una voce squillante che quasi mi dà sui nervi inizia a parlare, << Proprio in questa classe dovevate metterla >> dice quella voce, quando mi volto e osservo la ragazza che ha parlato incrocio i suoi occhi di ghiaccio, i suoi capelli scuri quasi neri e lunghi che gli ricadono sulle spalle mentre è appoggiata al banco sorreggendo la sua testa con una mano, è una ragazza bella senza nessuna imperfezione, ma il suo sguardo sprizza disgusto da tutti i pori, si può vedere la sua arroganza nel suo sguardo e quanto disprezza il fatto che io sia in questa stanza. << Stephie, puoi tenere quella bocca chiusa, non sei qua per giudicare quello che succede in questa scuola, fino a prova contraria la direttrice qua sono ancora io >> dice in modo autoritario Miranda, il professor Brown balena gl’occhi da Stephie alla direttrice con uno sguardo strano che non riesco a decifrare. La ragazza alza gl’occhi al cielo e poi abbassa lo sguardo con un ghigno al quanto malefico, ma lei non sa quanto anche io possa essere malefica. Non sono cresciuta a pane e buone maniere sicuramente, ho imparato a lottare e non farmi mai abbattere, ho imparato a tenere testa a tutto ciò che mi circondava per sopravvivere, l’avrei annientata solo con delle parole. La direttrice si mise a parlare a bassa voce con il professore lasciandomi lì al centro dell’attenzione, non guardo nessuno, il mio sguardo è rivolto alle finestre, guardo fuori e mi ritrovo a osservare ancora il cielo, quello che un tempo era il mio tetto e invece ora devo stare rinchiusa qua dentro. << Martina >> chiama la voce della direttrice, io mi volto di scatto per guardarla, lei mi fa un piccolo sorriso, << Puoi sederti >> continua indicandomi uno spazio vuoto in uno dei banchi doppi. Annuisco senza dire una parola, mi incammino verso il mio posto sotto lo sguardo di tutti, sotto lo sguardo di quella strega che già mi ha urtato l’umore. Il mio cuore mi batte all’impazzata, vorrei poter scappare, per un secondo ho come l’istinto di lanciarmi giù dalla finestra e di iniziare a correre senza fermarmi mai. Faccio un grande respiro per rilassare la mente, mi sento gl’occhi di tutti addosso, sento i loro bisbigli e questo non fa che aumentare il mio nervosismo, vorrei poter urlare a tutte quelle persone di stare zitte, di non osare nemmeno pronunciare il mio nome, non ne hanno il diritto, non hanno il diritto di parlare di ciò che in realtà non conoscono. Quando mi siedo mi ritrovo in parte a una ragazza e mi sta sorridendo, << Ciao io mi chiamo Mechi >> dice con una voce angelica.

<< Ciao >> dico io senza nessuna emozione, vedo lo sguardo della ragazza intristirsi un po’ per la mia risposta secca ma poi sorride di nuovo. Nei suoi occhi scuri noto quasi un infinita dolcezza, ma con gl’anni ho imparato a non fidarmi mai della prima impressione, non sapete quante persone possono sembrare quello che in realtà non sono, soprattutto quando la tua vita è in strada. << Tu sei la ragazza… >> inizia a parlare lei, << Povera, si sono io >> le rispondo senza guardarla, lei si schiarisce la voce e sposta una ciocca dei suoi capelli dorati e molto lunghi, << Stavo per dire fortunata >> borbotta lei con la voce bassa e un sorriso quasi triste. Mi volto a guardarla e noto la sua carnagione chiara, le labbra rosse e sottili, sembra quasi un angelo penso dentro di me. << Io… >> sto per iniziare a parlare, ma lei mi interrompe, << Non voglio darti fastidio, volevo solo conoscere la mia nuova compagna di stanza >> dice lei facendo spallucce, a quelle parole mi sento un po’ in colpa. Ripenso alla sua camera colorata e piena di oggetti, quindi è con lei che condividerò l’alloggio nel dormitorio, la mia nuova coinquilina, << Scusa, io non sapevo fossi tu >> le dico perché mi è sembrato di aver urtato i suoi sentimenti con la mia freddezza, << Davvero non devi preoccuparti >> continua lei guardandomi negl’occhi << Ma se ti serve qualcosa, un aiuto o qualsiasi altro puoi chiedermelo >>, << Grazie, ma non aspettarti nulla da me, me la sono sempre cavata da sola >> le rispondo io. Lei ritorna con lo sguardo sul quaderno che ha davanti dove sta scarabocchiando piccoli disegni. Il professore richiama l’attenzione e poi pronuncia il mio nome, alzo lo sguardo nei suoi occhi gelidi, ho sempre quella sensazione che lui non voglia che io sia qui, << Allora Martina, raccontaci un po’ di te >> chiede lui, sembra quasi una provocazione, come può una persona reputata intelligente pensare che una persona come me voglia raccontare la sua vita davanti a persone che la guardano con sdegno? << Non c’è proprio niente da raccontare >> rispondo io con un tono freddo e quasi autoritario, sperando che capisca che non voglio che si parli di me, << Non dovresti rispondere così a un tuo professore quando ti impone una domanda >> mi riprende lui piegando la testa di lato, alcuni degl’alunni producono delle piccole risate, come se gli piacesse il fatto che mi abbia rimproverato, << Per me lei non è niente >> rispondo io gelida più che mai, tutti gl’occhi scattano su di me, come se avessi bestemmiato, << Come ha detto signorina? Lei non si deve permettere di rispondere in questo modo, è un privilegio per lei essere qui >> continua il professore avvicinandosi con passi lenti a me, mettendosi difronte al mio banco. Mechi guarda me spaventata e poi i suoi occhi si spostano sul professor Brown, riesco quasi a sentire la sua paura. << Un privilegio? >> domando io alzando gl’occhi per guardarlo, << Si un privilegio, quindi si comporti come si deve >> esclama lui severo, << Io non volevo nemmeno venirci, non mi interessa essere qua >> rispondo alle sue critiche, Mechi si schiarisce continuamente la voce in parte a me continuando a guardare il suo quaderno senza muovere un muscolo, vedo con la coda dell’occhio che poi mi guarda mentre io sostengo lo sguardo di sfida del professore, tutti gl’altri occhi sono puntati su di me, sul viso di Stephie, la ragazza dagl’occhi di ghiaccio, spicca un ghigno malefico. << Se non vuole stare qua, allora non dovrebbe essere qua! >> replica l’insegnate, << Lo dica a quelli che mi ci hanno mandata >> rispondo io << Sarò molto contenta di andarmene >> faccio spallucce e poi faccio un sorriso quasi malefico. In quel momento la campanella suona, il professore alza lo sguardo sull’orologio, con uno sguardo di puro disprezzo appoggia le mani al banco e si piega verso di me, << Farebbe meglio a rispettare le regole signorina Stoessel >> borbotta, per poi velocemente girarsi prendere le sue cose e andarsene mentre lo seguo con lo sguardo. Mechi alza lo sguardo su di me, è pieno di terrore, << Sei impazzita? >> mi chiede, << Perché? >> domando io facendo una faccia buffa, << Non puoi parlare così al professor Brown, lui non tollera queste cose >> mi risponde lei, << E pensi che mi importi? O che mi faccia paura? Ho conosciuto gente peggiore nel mondo da cui vengo >> borbotto, << Potrebbe farti sbattere fuori >> continua lei preoccupata, << Non preoccuparti per me, se mi sbatte fuori ritornerò alla mia vecchia vita, e credimi non desidero altro in questo momento >>, il viso di Mechi un po’ si intristisce, come se capisse che qua non mi sento bene anche se dubito che pensi questo, però dal suo sguardo trapela qualcosa di profondo. << Ciao >> una voce maschile interrompe i miei pensieri, quando mi volto, un ragazzo dai capelli e occhi scuri sta sorridendo, << Ciao >> rispondo io guardandolo un po’ male e di malavoglia, << Io mi chiamo Diego >> mi fa l’occhiolino lui e io mi volto verso Mechi, la guardo in modo confuso, << Lascialo perdere è uno scemo >> fa spallucce lei, << Dai Mechi non puoi farmi fare queste brutte figure >> ribatte il ragazzo, è abbastanza alto, tutto vestito di nero, incrocio di nuovo il suo sguardo, << Le fai già da solo le brutte figure amico >> dice un'altra voce maschile proveniente da dietro al ragazzo dagl’occhi scuri e profondi che mi sorride. Vedo un mano poggiarsi sulla spalla di Diego e in parte a lui si affianca un ragazzo, alto, magro ma con una corporatura abbastanza muscolosa. In testa ha un sacco di capelli disordinati, castani, quasi del mio stesso colore, gli danno un aria sbarazzina, rivolge un sorriso enorme al suo amico, i denti perfetti, le labbra pure. Quando incrocia gl’occhi con i miei noto il loro color smeraldo, grandi, mi sembra di nuotarci dentro, << Io sono Jorge >> dice allungando una mano e sorridendomi.

Rimango un attimo senza dire nulla, lo fisso e mi sembra di vedere uno di quei bravi ragazzi, senza la puzza sotto il naso, ma poi mi ricordo di cosa ho imparato, di non fidarmi mai delle prime apparenze, esteticamente sembra un ragazzo alla mano, di cui ti puoi sempre fidare, ma non posso sapere com’è in realtà. Afferro la sua mano e mi accorgo di quanto sia calda, << Martina >> dico in modo preciso continuando a guardarlo negl’occhi, il silenzio resta sospeso tra noi per qualche secondo, << E’ davvero un piacere conoscerti >> continua lui con una voce vellutata quasi sensuale. Quando le nostre mani si lasciano una voce strillante mi urta le orecchie, << Jorge cosa stai facendo? >> domanda la ragazza di nome Stephie che è dietro di lui, mi accorgo che non è molto alta, << Mi stavo presentando >> borbotta lui facendo spallucce << E evito che Diego faccia brutte figure >> ridacchia poi guardando l’amico, << Non mi sembra il caso che tu faccia amicizia >> dice lei inviperita, << Ma… >> sta per parlare Jorge ma Stephie lo afferra per un braccio e lo trascina via, mentre si allontana lui si volta verso di me e per un secondo mi guarda. << Mi sa che Blanco è nei guai >> borbotta Diego con una smorfia << E’ meglio che vada ad attutite il colpo >> continua facendomi l’occhiolino e poi allontanandosi. Mi volto verso Mechi con una faccia incredula, << Non farci caso, lei è fatta così, è la più popolare della scuola quindi ha il diritto di comandare, almeno questo è quello che pensa lei, ma è sempre stata così fin da piccola >> mi spiega Mechi, << Perché la conoscevi? >> domando io un po’ incuriosita, << Si, io, Jorge, Diego e Stephie ci conosciamo da quando siamo bambini, le nostre famiglie si conoscono, sai… >> dice lei un po’ imbarazzata, << Siete molto ricchi e le famiglie molto ricche si conoscono >> continuo io finendo la frase di Mechi, << Io non voglio che tu ti senta a disagio con me >> dice poi, io scuoto la testa, sinceramente non mi va di rispondere, non so nemmeno io come mi sento in presenza di persone che hanno avuto tutto mentre io non ho mai avuto niente. In quel momento una donna dai capelli biondi e da grandi occhi azzurri entra nell’aula. Ha una camminata sinuosa, leggera. Un sorriso enorme si apre sul suo volto, si mette dietro alla cattedra e richiama l’attenzione. << Tutti al proprio posto ragazzi >> dice con una voce da usignolo, il suo vestito morbido color verde acqua si muove delicatamente sul suo corpo, e poi i suoi occhi iniziano a cercare qualcosa, finché non si fermano su di me e capisco che quello che stava cercando sono io, << Ah eccoti, tu devi essere Martina >> dice venendo verso di me con quel suo fare da dea, guardarla quasi mi rilassa, il suo sorriso, i suoi occhi, il modo in cui si muove, tutto di lei mi rilassa, troppo a modo, troppo delicata, << Si >> rispondo io con un tono meno gelido, << Io sono Clari Alonso, la tua insegnante di letteratura >> dice allungando una mano che io afferro, anche se è molto magra e longilinea, la sua stretta è forte e convinta. Girando su se stessa in modo delicato, a piccoli passi leggeri ritorna dietro la cattedra, senza fare domande, senza concentrare l’attenzione su di me come aveva fatto il professor Brown e questo me la fa piacere un po’ rispetto a tutte le persone che mi circondano. Inizia a parlare di quello che quest’anno studieremo nella sua materia, un quarto d’ora dopo finisce di parlare e ci dice che possiamo fare quello che vogliamo, mentre lei si siede sulla sedia e inizia ad esaminare dei fogli davanti a lei. << Mi sembra gentile >> dico quasi stupita girandomi verso Mechi, << Lo è >> continua lei con un sorriso e poi il suo viso cambia espressione, diventa più serio, quasi spaventato << So che non vuoi parlarne, cioè ho capito che non vuoi parlare di te e non sei obbligata a farlo, ma se ti servisse qualcuno con cui parlare, io ci sono, posso ascoltarti ma se non volessi parlare con me la professoressa Alonso è un ottima ascoltatrice e consigliera >> borbotta, << Grazie per il consiglio, ma non credo che avrò mai voglia di parlare di me e della mia vita, non credo neanche che a qualcuno interessi veramente >> dico facendo spallucce, ma nel mio tono non c’era nessun segno di tristezza e questo sembra colpire Mechi, << A me interessa >> dice di colpo << Cioè, non che voglia farmi gl’affari tuoi, ma sembra che tu abbia vissuto e che qualcosa ti abbia distrutto >>, << E’ proprio così >> rispondo io, << Come sei finita…. In strada? >> domanda cercando le parole giuste per non offendermi o per non farmi sentire peggio di come sto, io mi volto a guardarla con uno sguardo un po’ severo ma anche distrutto, rimane il silenzio per un po’ e poi è lei a parlare << Scusa, non dovevo chiedertelo sono una stupida… me lo dirai solo se vorrai dirmelo, è giusto così >> borbotta distogliendo gl’occhi dai miei. Per il resto dell’ora rimango a guardare fuori dalla finestra, ogni tanto mi sentivo gl’occhi addosso, quelli schifati di Stephie, quelli furbi di Diego e poi c’erano gl’occhi di Jorge, lui mi guardava ma non riuscivo a capire a cosa stesse pensando e perché ogni tanto mi guardava così, come incuriosito da me, ma in me non c’è niente di curioso da sapere oltre ai miei scheletri nell’armadio. Gl’altri si limitavano a guardarmi ogni tanto, bisbigliando qualcosa, ma cercavo di non farci caso, cercavo di star tranquilla per non esplodere ma non era assolutamente facile, infatti continuavo a far saltellare la mia gamba dal nervoso. La campanella suona, << Bene ragazzi potete andare >> borbotta la professoressa Alonso che poi si avvicina a me con un foglio in mano, << Questo è l’orario delle lezioni con i libri che ti servono, così puoi comprare tutto quello che ti serve >> sorride lei posandomi il foglio sul banco e poi come una dea esce dall’aula. << Se vuoi ti aiuto io a comprare tutto quello che ti serve >> dice Mechi che è in piedi in parte a me mentre raccoglie la sua borsa a tracolla con i quaderni e se la mette in spalla, << Più che comprare è regalare >> dico io sbuffando facendogli capire che la cosa non è che mi vada molto a genio << Comunque si, grazie >> le rispondo poi. << Hai detto bene, regalare >> la voce di Stephie riempie le mie orecchie e mi volto trovandola dietro di me << Che cosa patetica, tu sei patetica >> dice poi con un sorrisino cattivo e in questo preciso momento vorrei mettergli le mani al collo, << Stephie puoi evitare di fare così? >> le domanda Mechi facendo un passo avanti per affiancarmi, << Non sapevo che facessi parte delle persone che accudiscono i randagi, Mercedes >> borbotta lei con un tono malefico guardandola di traverso, << Oh per favore lo sai che non mi importa di quello che pensi >> le risponde la bionda con gli stessi toni, << Vuoi cadere in basso? >> le domanda poi Stephie con un ghigno buffo. La rabbia inizia a prendere il sopravvento dentro di me, non so perché ma sento il bisogno di difendere Mechi, anche se la ritengo una dei tanti in confronto a Stephie sembra una ragazza normale, << Senti ragazzina >> dico io spavalda mettendomi faccia a faccia di fronte a lei << Non so chi tu ti creda di essere, e non mi interessa nemmeno di chi sei, ma se c’è qualcuno che sta in basso qua sei tu, con i tuoi mondi di fare da chissà chi >> le dico vedendo la sua faccia diventare di tutti i colori dalla rabbia, << Ah io in basso? Senti chi parla, la ragazza che avrà vissuto tra le fogne e che si lavava ogni dieci giorni… forse >> disse guardandomi schifata scatenando una risatina, in quel momento noto che alcuni degl’alunni ci stanno guardano e due ragazze gli si affiancano ridacchiando. Faccio un leggero passo verso di lei andandogli molto vicino, << Io sarò anche una povera, schifosa e malandata ragazza, ma di certo non sono una come te, una di quelle ragazze che tutti un giorno disprezzeranno perché si sentirà troppo all’altezza per le persone, non sarò di certo io quella che avrà sempre la puzza sotto il naso, quella che avrà la mente chiusa da non riuscire a vedere al di là del suo naso, io ho vissuto e tu cosa hai fatto per meritarti tutto quello che hai? >, il mio tono è calmo ma tagliente, come se i suoi commenti non mi toccassero, ma so di averla messa al muro, non sa cosa dire, mi guarda incredula come la maggior parte delle persone intorno a noi. << Come osi? >> domanda lei poi incredula << Come osi parlarmi in quel modo? Nessuno può mettermi i piedi in testa! Sai chi sono io? >> dice indicando se stessa << Sono la più popolare e la più ricca ragazza di questo posto e tu devi strisciare ai miei piedi >> afferma in modo cattivo beccandosi un piccolo applauso dalle sue due amiche affiancate a lei che ora hanno un aria trionfante. << Ah davvero? >> chiedo io << A me sembri solo una patetica fotocopia di tutto quello che c’è di sbagliato in questo mondo e non striscerei ai tuoi piedi nemmeno per tutto l’oro della terra >> le rispondo facendo uno sguardo ovvio e furbo. Mentre sta per replicare qualcuno la interrompe, << Stephie smettila >>, sia io che lei ci voltiamo e incrociamo lo sguardo di Jorge, Stephie lo guarda e poi si volta e velocemente esce dall’aula seguita dalle sue seguaci. Jorge sposta il suo sguardo su di me come per scusarsi per poi uscire dall’aula. Sono su di giri, il mio cuore martella ma in qualche modo sono anche riuscita a trattenermi. << Wow >> esclama Mechi << Nessuno ha mai parlato così a Stephie, deve essere stato un duro colpo per lei >> dice quasi ridacchiando mentre ci avviamo all’uscita dell’aula. << Ma voi non siete amiche? Comunque grazie, ma non dovevi difendermi, me la so cavare >> le dico mentre camminiamo per i corridoi, << Ho notato! >> risponde << Ma comunque non mi piace quando le persone fanno le altezzose. E no, non siamo amiche ho solo detto che ci conosciamo da quando siamo piccole, ma siccome è la ragazza di Jorge devo sopportarla, lui è il mio migliore amico, devo stargli vicino >>.

P.S: Sono riuscita a pubblicare un altro capitolo prima di lunedì. Avevo proprio voglia di farvi leggere il primo incontro di martina con i suoi compagni. Come vedete lei è un pò sulle sue, non si sente a suo agio. Poi c'è Stephie, colei che si crede la più popolare della scuola, che vuole che tutti cadano ai suoi piedi. Abbiamo conosciuto anche Diego e JOrge, Il primo è il classico ragazzo simpatico e il secondo sembra già interessato a Martina, come se fosse curioso di sapere tutto su di lei. Spero che vi sia piaciuto l'incontro tra i ragazzi. Le cose cambieranno molto in fretta, vedremo come Jorge si comporterà e di conseguenza anche Stephie che di certo non lascerà che il suo ragazzo faccia amicizia con Martina. Ci sono un sacco di cose da scoprire, su Mechi, Jorge, Diego e Martina e piano piano le scopriremo tutte. Il prossimo capitolo sarù lunedì! Veramente questa volta. Grazie a tutti quelli che leggono e commentano! Un abbraccio e un Bacio a tutti voi!! 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Curiosità. ***


Curiosità.

<< La sua ragazza? >> domando stupita, << Già! Assurdo vero >> borbotta Mechi in parte a me mentre camminiamo. Nel corridoio ora ci sono un sacco di ragazzi, alcuni parlano tra loro, altri sfrecciano per il corridoio, ma la maggior parte guarda me. Mechi nota il mio sguardo innervosito per gl’occhi puntati addosso << Non farci caso >> dice in modo gentile, << Non credo che io possa non farci caso >> rispondo in modo ovvio << Comunque Stephie è una strega? O sa fare sedute di ipnosi? >> chiedo per cambiare discorso, non mi va parlare di me, << Perché? >> domanda con una risata che mostra i suoi denti bianchi, << Perché sfido chiunque a stare insieme a lei, deve per forza aver soggiogato la mente di quel ragazzo >> il mio tono è sarcastico, << E’ più complicato di quello che tu pensi >> mi risponde lei in modo serio << Andiamo al negozio a comprare tutto quello che ti serve >> borbotta poi sorridendomi e iniziando a camminare più velocemente. Dopo aver preso un sacco di cose, inutili penso tra me, ritorniamo in quello che è il nostro alloggio. << Ma servono davvero tutte queste cose? >> domando appoggiando tutte le borse sul divano, contenevano libri, quaderni, blocchi degl’appunti, matite, penne, squadre e di tutto e di più, << Si >> risponde Mechi aprendo la tenda del salottino illuminando la stanza. Sollevo le borse e vado nella mia stanza, quando entro, mi volto e guardo quella di Mechi ricordandomi che io sono l’unica a non avere niente. << Tutto bene? >> mi domanda lei affacciandosi alla porta, << Si >> dico ritornando con i piedi per terra, appoggio le borse e quando mi rivolto verso Mechi vedo che sta fissando il mio borsone con gl’occhi che tralasciano un senso di dispiacere, << Se ti serve qualcosa dimmelo >> dice incrociando i miei occhi, << Non mi serve nulla, non preoccuparti per me >> borbotto girandomi a guardare la mia stanza e lentamente inizio a tirare fuori il mio nuovo materiale scolastico. Sento i leggeri passi di Mechi uscire dalla mia stanza e solo quando non sento la sua presenza tiro un sospiro. Quando finisco apro il mio borsone e ne tiro fuori quattro magliette, due canotte, due paia di Jeans, due felpe di cui una un po’ malandata, un paio di pantaloni della tuta e un paio di pantaloncini corti e sistemo tutto nell’armadio troppo grande. In meno di dieci minuti ho sistemato tutto quello che avevo nella stanza, deve essere un record penso tra me. Mi getto sul letto, sento tutta la sua morbidezza, il profumo di lavanda riempie le mie narici, il cuscino morbido e comodo, non ricordo da quanto non dormivo in un letto del genere, enorme. Mi alzo e decido di farmi una doccia, se quella strega di Stephie pensa che io non mi sia mai lavata dovrebbe sapere che in un modo e nell’altro tutti i giorni mi lavavo, mi dà solo fastidio che lei pensi di sapere come vivo la mia vita. Sotto l’acqua che scroscia sulla mia testa inizio a rilassarmi un po’. L’acqua calda mi massaggia la schiena, mi fa sentire leggera. Afferro l’asciugamano bianchissimo e morbido e inizio ad asciugarmi, siccome fa abbastanza caldo nell’alloggio mi infilo una canotta bianca e mi infilo i pantaloncini neri che mostrano ancora di più le mie gambe lunghe e sottili. I capelli bagnati si appiccicano al collo e alla schiena, li scuoto un po’ prima di uscire dal bagno. Sento Mechi parlare e per un secondo penso che sia impazzita, << Grazie, mi servivano proprio >> dice lei quando faccio capolino nel salotto a piedi scalzi, quando incontro gl’occhi verdi di Jorge. << Ciao >> dice con sorriso lui e poi noto che con i suoi occhi osserva tutto il mio corpo, << Ciao >> rispondo io sedendomi velocemente sul divano appoggiando le gambe distese sul tavolino difronte, << Menomale che sei uscita devo andare in bagno >> borbotta Mechi velocemente appoggiando dei fogli sul tavolo e sparendo nel corridoio. Io rimango a fissare la televisione come se Jorge non fosse nella stanza, il pensiero che dopo sarebbe stato in compagnia di Stephie a ridere di me mi irrita abbastanza. Sentivo i suoi occhi curiosi su di me, << Scusa per quello che ha detto Stephie >> dice poi sicuro di se, << Non dovresti scusarti per una cosa che non hai fatto tu >> rispondo io in modo inciso senza guardarlo, << Comunque mi dispiace >> borbotta con un tono più leggero e gentile, << Non dispiacerti per me >> rispondo guardandolo negl’occhi. << E’ tutto ok? >> chiede Mechi che è ritornata nel salotto e ha notato la tensione tra noi, << Benissimo >> rispondo io lentamente per poi tornare a guardare la televisione, << Ci vediamo allora >> parla Jorge dirigendosi alla porta mentre Mechi gli sorride. Quando la porta si richiude dietro di lui Mechi mi guarda e si siede in parte a me sul divano, << Che cosa è successo? >> domanda, << Nulla davvero >> borbotto << Si è solo scusato per la sua ragazza >> faccio spallucce, << Lo fa spesso >> dice poi Mechi spostandosi i capelli lunghissimi tutti da un lato, il suo viso ha un aria amareggiata. Il mio sguardo ricade sul pianoforte e mi domando perché ci sia, << Perché abbiamo un piano forte? >> le domando facendola ritornare dai suoi pensieri, << E’ mio >> risponde sorridendo << Lo suono >> afferma poi, << Wow >> dico io, << Sono molto brava >> continua << Mia madre ha sempre voluto che sapessi suonare uno strumento e io ho sempre voluto suonare il piano forte e canto anche, e tu sai suonare? >> chiede poi guardandomi, << No >> rispondo in modo secco alzandomi dal divano per dirigermi verso la mia stanza. Mechi mi guarda accigliata, << C’è qualcosa che non va? >> domanda alzandosi dal divano ma rimanendo in mobile, io mi volto e faccio uno di quei sorrisi finti << Niente, sono solo stanca, voglio riposare >> borbotto girando i tacchi e chiudendomi in camera mia sotto lo sguardo stranito di Mechi.
 
Sento qualcuno piangere, un pianto di una bambina, è molto forte. Non riesco a vedere quasi nulla, non so dove io mi trovi ma è tutto avvolto nell’oscurità, in preda al panico seguo il pianto di quella bambina, sempre più spaventato, è terrificante. Mi sento sporca, i capelli ricadono sul mio viso appiccicati, inciampo in qualcosa e mi ritrovo stesa per terra. La bambina continua a piangere, voglio farla smettere, quel suono mi tormenta la mente, entra nel mio corpo, scorre nelle mie vene e quasi mi fa impazzire. Mi rimetto in piedi e continuo a cercare quando noto una stanza illuminata sulla mia destra e corro verso di essa entrando in tutta velocità. E’ una camera da letto, le pareti sono ricoperte dalla carta da parati bianca con disegnato sopra dei fiocchi di neve azzurri, un lettino non troppo grande con sopra il pupazzo di un coniglietto nero, solo poco dopo noto la figura di una bambina seduta a terra, si copre il volto con le mani mentre piange a dirotto. Mi avvicino a lei e quando le sollevo il viso tra le mani per calmarla noto che sono io. La me più piccola mi guarda con i suoi grandi occhi scuri e smette di piangere mentre io spaventata indietreggio. Mi sveglio con il fiatone, quando guardo fuori dalla finestra noto che è quasi il tramonto e qualcuno sta bussando alla porta, << Si? >> chiedo, << Mi chiedevo se ti va di mangiare >> borbotta Mechi. Un po’ titubante mi alzo dal letto e con le gambe tremanti passo davanti allo specchio che si trova in parte all’armadio e noto il mio viso ancora sconvolto. Cerco di cambiare espressione prima di aprire la porta, faccio un sorrisino quando vedo Mechi che invece mi ricambia un grosso sorriso, << Ho preso cibo d’asporto >> dice guardandomi << Ho pensato che non ti andava di andare a mangiare al ristorante >>, << Hai pensato bene >> rispondo io ma questa volta non con un tono freddo ma con un tono più giocoso. Quando faccio capolino nel salotto sul tavolino trovo dei contenitori di alluminio e una scatola di cartone, << Non so cosa ti piace quindi ho preso dei ravioli al burro, una porzione di lasagne e una pizza >> dice sedendosi in terra tra il divano e il tavolino, << Mangio tutto >> rispondo io come se fosse una cosa ovvia, non avevo tempo di pensare a cosa mi piaceva o no quando rubavo il cibo, il solo fatto che fosse cibo lo rendeva buono, << Grazie Comunque >> le dico sedendomi in parte a lei, << Non ringraziarmi >> dice poi come se la sua gentilezza non derivasse dalla pena che prova per me. Mentre mangiamo guardiamo un programma dove le donne cercano il loro vestito per il matrimonio, Mechi commentava ogni singolo abito che compariva sullo schermo, << Oh questo è un sogno >> borbotta lei, << Perché voi ragazze siete così fissate sullo sposarvi? >> chiedo con uno sguardo confuso e buffo, << Scherzi vero? >> domanda lei con la faccia turbata << E’ il sogno di ogni ragazza indossare uno di quei vestiti >> continua indicando poi lo schermo con la mano, << Il mio no >> dico scuotendo lentamente la testa e guardando Mechi di traverso, << Sposarsi è una cosa bella, corona l’amore tra due persone, si scambiano promesse >> fa spallucce lei, << Che non vengono quasi mai mantenute >>. Mechi rimane un po’ in silenzio, << Perché pensi questo? >> domanda, << Perché sono stupidate, le persone non mantengono le promesse per amore, sono tutte stronzate. Si promettono amore eterno e poi la maggior parte si tradisce, dicono di fare i figli per amore per poi fregarsene di loro >>, Mechi si paralizza alla mia risposta << E’ questo che ti è successo? I tuoi genitori ti trascuravano? >>, << Io non ho dei genitori >> rispondo fredda e Mechi trattiene un po’ il fiato << La mia storia è più complicata di così, penso solo che se i miei “genitori “ non si fossero incontrati e non avrebbero deciso di fare dei figli forse non avrei passato tutto quello che ho passato >>, la mia risposta fa tremare Mechi << Ma sei qui, sei viva e poi ancora avere tutto >> risponde lei, << Ma non mi dimenticherò mai di niente >> dico notando una certa tristezza nella mia voce.
 
Quando la mattina mi sveglio nel letto caldo e soffice sono ancora un po’ scombussolata. Non ho detto nulla a Mechi di me ma solo avergli fatto capire cosa mi tormenta non mi fa sentire meglio. Non mi va che le persone sappiano di me, di quello che mi ha fatto male. Mi alzo e raccolgo in una coda alta i miei capelli ondulati. Mi infilo un paio di Jeans stretti e una maglietta nera un po’ troppo grande e gli faccio un nodo sul lato lasciando scoperto un centimetro di pelle olivastra. Mi infilo i miei soliti anfibi che ho da più di un anno un po’ malandati e esco dalla camera. Mechi mi sorride, oggi i suoi capelli sono lisci e sembrano ancora più lunghi, indossa un vestito morbido e bianco con sopra una giacchetta nera, << Buongiorno >> dice << Andiamo a fare colazione? >> domanda, io annuisco con il capo e ritorno in camera mia per prendere la mia nuova borsa tracolla con dentro i libri e i quaderni. Quando arriviamo alla mensa noto una marea di tavoli disposti in modo ordinato, un bancone sulla sinistra serviva ogni cosa, caffè, tè, cappuccini, brioches, punkcaches , muffin, c’è tutto e di più. Mechi afferra il vassoio con sopra la nostra colazione, la gente mi osserva e ogni tanto al mio passaggio qualcuno bisbiglia qualcosa all’orecchio di un altro, la cosa mi irrita ma seguo Mechi tra la folla in cerca di un tavolo libero fin quando non lo trova. Ci sediamo una in parte all’altra e addento il mio muffin al cioccolato, era da tanto tempo che non ne mangiavo uno, è uno dei miei dolci preferiti, cosi dolce che ti si scioglie in bocca. << Buongiorno ragazze >> una voce familiare risuona difronte a noi e quando alziamo lo sguardo Diego sta sorridendo, indossa una maglietta bianca e dei pantaloni neri e ha sempre quello sguardo da duro ragazzo, in parte a lui Jorge saluta con un cenno di mano, indossa una maglietta bluette e un paio di pantaloni chiari. Ognuno di loro appoggia il suo vassoio sul tavolo e si siedono difronte a noi, io rimango un po’ scioccata da tutto questo, mi aspetto di vedere Stephie sedersi al tavolo con il suo sorrisetto maligno pronta a dirmi qualsiasi cosa ma lei non c’è. << Sono giù stufo di andare a lezione >> dice Diego addentando una Brioches, mentre Jorge seduto difronte a me un po’ teso lentamente inizia a mangiare la sua fetta di torta al cioccolato che sembra squisita, << Non sono nemmeno iniziate >> borbotta Mechi guardando Diego scuotendo leggermente la testa << A proposito dov’è Stephie? Strano che non ho ancora sentito le sue urla >>, << Non aveva voglia di far colazione >> fa spallucce Jorge, << Non ci saremo seduti qua se no >> continua Diego con una faccia contrariata << Allora, nuova ragazza come è andata la tua prima notte con Mechi? >> domanda poi a me e io sollevo lo sguardo per incrociare i suoi occhi scuri, << Mi chiamo Martina >> rispondo fissandolo, << Diego non rompere le palle >> gli dice Jorge voltandosi verso di lui, << Sei tu il ragazzo curioso >> gli borbotta Diego e Jorge spalanca gl’occhi, << Che cosa stai dicendo? >> chiede Jorge confuso e Mechi li guarda in alternanza con uno sguardo ambiguo, << Si tu, ieri sera non facevi che chiederti di Martina >> borbotta indicandomi con una mano Diego. Il mio sguardo finisce su Jorge che sembra imbarazzato, << Ti ho solo chiesto cosa ne pensavi >> esclama Jorge. << Non dovete parlare di me! >> dico con un tono basso e freddo << Non chiedetevi niente su di me, non vi serve sapere niente >> continuo io e Mechi guarda arrabbiata i ragazzi e poi sposta lo sguardo su di me come per scusarsi. Io mi alzo con agilità e a grandi passi esco dalla mensa, sono nervosa, perché vogliono sapere di me? Di quello che ho passato? Poco dopo sento qualcuno chiamarmi, << Martina fermati >> urla Mechi mentre i capelli le sbattono contro la schiena mentre mi corre dietro, quando mi raggiunge fa un gran respiro << Sono degli stupidi, non ascoltarli. Non sono cattivi è che non hanno tatto >> dice con una voce sottile, << Non mi va che le persone si chiedano cosa mi è successo >> dico un po’ spazientita, << Senti >> dice Mechi afferrandomi la mano, << Mi dispiace, è che Jorge è un ragazzo curioso anche se di solito non così tanto >> afferma lei con una faccia pensierosa e poi mi guarda, << Ovvio, sono sotto i riflettori, tutti scommetteranno su quello che mi è successo in passato senza sapere nulla >> dico ingoiando un rospo amaro e poi abbasso lo sguardo e mi avvio verso la mia classe seguita dallo sguardo dispiaciuto di Mechi.
 
Un insegnate abbastanza anziana fa capolino nella stanza quando Mechi si siede in parte a me. Stephie mi guarda con un aria di sfida e ha quel fare altezzoso che mi fa ribollire il sangue. La professoressa si presenta a me, << Io sono l’insegnate di storia, mi chiamo Alyssa Will >> mi dice con un sorriso debole, sembra una di quelle donne saggie, ha i capelli grigi e cotonati, gl’occhi color nocciola con delle striature quasi gialle, alle orecchie porta degl’orecchini di perla come la collana, nel suo tailleur azzurro chiaro. Jorge incrocia per un secondo il mio sguardo e vedo che si sente in colpa, ma sinceramente non me ne importa. La professoressa inizia a spiegare e io prendo appunti, nelle ore successive conosco anche il professore di scienze, Jonathan Cooper e il professore di educazione fisica Jason Clark. Il primo è un uomo sulla cinquantina d’anni, abbastanza corpulento, è mezzo calvo e porta degl’occhiali piccoli adatti ai suoi piccoli occhi socchiusi. Un grosso paio di baffi si nota sul suo viso. Il secondo professore invece è alto e ha un fisico sportivo, i capelli neri e gl’occhi altrettanto scuri, abbronzato sulla quarantina, si vede che è un uomo che tiene al suo aspetto esteriore, ben curato. Per fortuna non ci ha fatto fare lezione in palestra ma si è limitato a spiegarci la muscolatura corporea. Durante le lezioni non ho detto una parola a Mechi. Quando suona la campanella dell’ultima ora Mechi mi insegue fermandomi, << Ehi mi dispiace per stamattina >> dice davvero dispiaciuta, << La smettete di dispiacervi per cose che non fate? >> dico un po’ innervosita ma qualcosa mi distrae dalla conversazione con Mechi. La voce insopportabile e familiare di una ragazza, quando mi volto noto che sta parlando con altre due ragazze difronte a lei mentre le sue due amiche la affiancano. Le due ragazze la guardano un po’ intimidite e questo mi fa salire il sangue al cervello, << Non siate patetiche >> stava dicendo Stephie alle due ragazze << So benissimo che cercate di essere come me ma la prossima volta che chiedete a Jorge un favore prima dovete avere il mio permesso >>. La ragazza dai capelli rossi guarda Stephie con la fronte corrugata invece la ragazza in parte a lei, con una montagna di ricci sembra trattenere il respiro. << Il tuo permesso? >> dico io quando mi avvicino con Mechi dietro di me, << Tu che vuoi? La tua parola non ha importanza per me >> dice e i suoi occhi di ghiaccio mi guardano con superiorità, << E le tue parole non hanno importanza per nessuno >> rispondo io mettendomi davanti alle due ragazze, la ragazza dai capelli rossi posa lo sguardo su di me e sembra preoccupata, << Non diventerai nessuno in questa scuola anche se fai l’eroina e ti metti a difendere gl’altri, tutti ti vedranno sempre per quello che sei, solo una povera ragazza >> dice con un tono leggero quasi malefico, << La differenza è che io non voglio proprio diventare nessuno, le difendo solo perché non sono le tue schiave e se il tuo ragazzo è così gentile da fare un favore a queste ragazze tu dovresti avere la decenza di stare zitta >> le rispondo a tono, la ragazza dai capelli riccioli deglutisce. << Nessuno può parlare con il mio ragazzo senza il mio permesso, è mio e soltanto mio >> ribatte lei, << Se avesse un pizzico di moralità ti lascerebbe, sei insopportabile >> borbotto, << Ne dubito >> ridacchia lei girando i tacchi e facendo un cenno alle sue due amichette che la seguono come cagnolini. << Grazie >> dice la ricciola << Non dovevi metterti contro di lei per colpa nostra, non ti lascerà più in pace >> continua guardandomi con gl’occhi scuri coperti da alcuni riccioli che gli ricadono sulla fronte, << Non mi importa, posso affrontarla >> dico incrociando le braccia al petto << Non dovreste farvi mettere i piedi in testa così >>, << Non è facile >> risponde la ragazza dai capelli rossi, è esile ed è un po’ più alta della ragazza con i capelli riccioli, gl’occhi sono marroni ma alla luce sembrano quasi dorati e delle piccole lentiggine appena pronunciate si fanno spazio sul naso e sulle guance. << Alba, Cande cosa è successo? >> chiede Mechi poi guardandole, << Nulla di che >> borbotta Alba allargando le braccia << Abbiamo chiesto a Jorge un favore e quando Stephie è venuta a saperlo se l’è presa >> dice alzando le spalle. << Bisogna rimetterla in riga >> dico io convinta guardando il corridoio nel punto dove è sparita, << Forse è meglio che lasci stare, sa essere davvero diabolica e stronza >> mi dice Cande, io incrocio i suoi occhi << Non mi fa paura >> rispondo. << Vi va di pranzare con noi? >> chiede poi Mechi, << Si va bene >> sorride Alba, anche se mi sembravano ragazze in gamba e senza la puzza sotto il naso non mi andava di conoscere altra gente, perché avrebbe voluto dire altre domande di cui io non vorrei rispondere.

  Ps: Ciao a tutti, eccovi il nuovo capitolo, spero che vi piaccia. In questo capitolo capiamo quanto martina faccia fatica a parlare di se e di tutto quello che la circonda, la sua vita, la sua infanzia, ciò che le è successo, vediamo una MEchi che vuole sapere ma che gli da i suoi spazzi e vediamo un Jorge molto curioso che non fa che domandarsi di lei e di quello che ha passato, anche Diego sembra volerne sapere di più su di lei anche se non così fortemente come Jorge. Martina poi conosce Cande e Alba difendendole da Stephie e vengono invivtate da Mechi a pranzare con loro, Martina però non ha molta voglia di conoscere nuove persone pensando che le ragazze inizieranno a fargli un sacco di domande a cui lei non vuole rispondere. Come andrà il loro incontro? a Lunedì con il prossimo capitolo! Un bacione e grazie a tutti davvero! 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Quello che sono non lo posso cambiare. ***


Quello che sono non lo posso cambiare.

Alba e Cande si sono dimostrate due ragazze simpatiche e tranquille. Cande è una ragazza piena di energia, è simpatica, brillante, ama scherzare e ridere, Alba invece è un po’ più seria, quasi timida direi, si nota che ha un anima pulita, anche a lei piace scherzare e dai suoi occhi traspira un senso di purezza.  Sono migliori amiche e tutte e due a quanto pare hanno un ragazzo, sentivo Mechi fargli domande sulle loro relazioni mentre stavo zitta senza dire una parola. La cosa che più mi ha impressionato e che non mi hanno chiesto nulla su di me, sul mio passato ma solo domande sulla scuola e di come mi trovassi qui, anche se per me è difficile fidarmi delle persone loro sembrano davvero delle persone sincere. Io e Mechi stiamo tornando nel nostro alloggio, << Non dovresti affrontare Stephie in quel modo >> dice quasi come un rimprovero mentre afferra le chiavi per aprire la porta, entriamo e Mechi se la richiude dietro di se aspettando una qualche mia risposta mentre il mio sguardo non mostra interesse per il suo avvertimento, << Davvero! >> esclama poi lei, << Non mi importa, pensi davvero che una come lei possa spaventarmi? >> ribatto io, << Lei è spaventosa! >> borbotta Mechi spalancando gl’occhi, << Fidati c’è gente più spaventosa di lei >> le dico io << Solo che tu non l’hai mai conosciuta >>, << Cosa ne sai? >> chiede con uno sguardo duro, << E tu cosa ne sai di me? >> rispondo io. Lei non sa nulla, non può pretendere che quello che spaventi lei, spaventi anche me, le cose sono molto più complicate la fuori e di certo una ragazza che se la tira non è poi così spaventosa, la cosa importante è non farsi intimidire da lei. << Non capisci che se volesse manderebbe qua sua madre che convocherebbe una riunione dei familiari per buttarti fuori da qui >> dice come se il potere di Stephie fosse un problema, << Sinceramente non mi importa, forse mi farebbe solo un favore >> rispondo incamminandomi nella mia stanza mentre Mechi mi viene dietro, << Perché dici così? >> domanda confusa << E’ un ottima occasione per te >>, << Non è la mia vita >> ribatto io un po’ arrabbiata << Tu Mechi non capisci come è difficile, com’è adattarsi ad una vita che non ti appartiene >>, << Ma questa è un’opportunità per migliorare la tua vita, perché non sei felice di quello che ti è stato concesso? >> continua a domandare lei. Il momento si è fatto freddo, come di ghiaccio, << Non è per l’opportunità, tutto questo… >> indico tutto quello che mi circonda << Mi fa ricordare ancora di più di quanto io non abbia nulla, nessuno. Mentre voi che mi state intorno avete tutto e vi comportate come se foste superiori a tutti solo perché possedete cose materiali, più soldi, più opportunità >> le dico in modo serio, << Non tutti siamo così >> risponde lei con la voce bassa << Io non mi sento superiore a nessuno solo perché sto bene economicamente >>, << Tu su quanti? >> le domando, << Allora tu molli tutto quello che ti è stato dato, questa opportunità solo perché noi ragazzi ricchi siamo un po’ viziati e alcuni si comportano da superiori? >> dice guardandomi, << Io non smetterò di difendermi o difendere qualcuno da Stephie o da chiunque sia per paura che mi sbattano fuori da qua, nessuno mi può controllare, nessuno può controllare quello che ho da dire, preferisco rischiare che starmene zitta e vedere le persone che sono come schiavizzate da una che non è la regina di nessuno, nessuno gli ha dato un potere tale da poterlo fare >>, Mechi rimane sorpresa dalle mie parole, come se capisse che non potevo stare zitta, anche se potevano sbattermi fuori per colpa di quella strega, io mi sarei sentita comunque soddisfatta di quel che ho fatto, lei non ha il diritto di governare qualcosa di inesistente, non ha il diritto di trattare gl’altri come burattini, lei non ha potere su nessuno, eppure la maggior parte non reagisce a quello che lei dice come se si sentissero intimiditi da lei, ma io no. E poi anche se mi sbattessero fuori non è un gran problema per me. Mechi mi guarda ancora senza parole, << Quando sei in strada e vedi qualcuno in difficolta, un uomo deriso perché povero, da gente adulta o ragazzi che invece hanno tutto e tu invece sei come lui, come quell'uomo deriso, non puoi stare a guardare, tutte quelle offese sono rivolte anche verso te. Ho visto persone prendere a pugni i senza tetto solo perché chiedevano un pezzo di pane, ho visto persone sputare sui barboni, divertirsi a torturarli o a fargli del male, nessuno merita questo, ci sono molte persone la fuori, ragazzini e anziani che non possono difendersi, indifesi e deboli che la gente calcola come feccia, tu non li difenderesti? Se tu fossi una di loro non faresti di tutto per fermare questo schifo? Potrebbe succedere di tutto, potresti rischiare di farti o di finire in carcere o peggio rischiare la vita, ma non puoi stare fermo e non fare niente, quando vedi l’umanità che fa sempre più schifo >>.
 
Mechi non parla, mi guarda con gl’occhi lucidi, ha capito cosa si prova lo vedo dai suoi occhi, ha capito che la mia vita non è stata per niente facile, ho visto e vissuto cose orribili che se potessi cancellare lo farei. Togliere ogni brutto pensiero e ricordo che mi invade la testa ogni giorno. << Io non immaginavo… >> inizia a parlare lei, << Esatto tu non immagini cosa accade là fuori >> continuo io con un tono un po’ arrabbiato, non ero arrabbiata con lei ma con me, perché il mio istinto di sopravvivenza, il mio non fidarmi mai e il mio carattere forte non svaniranno mai, non svaniranno solo perchè ora faccio parte di tutto questo. << Voglio stare sola >> dico, Mechi fa un passo indietro e io mi avvicino alla porta bianca scorrevole, afferro le due maniglie, Mechi incrocia il mio sguardo e chiudo la porta. Mi metto sul letto, sono così nervosa che mi viene voglia di urlare o correre, fare qualcosa che buttasse fuori tutto quello che in questo momento risuona nella mia mente. Paura, sconforto, tristezza, rabbia, tutte le sensazioni peggiori che ho provato viaggiano nella mia testa. Prendo il cellulare e decido di chiamare Josh, sono un po’ titubante quando leggo il suo numero sullo schermo, riappoggio il cellullare sul comodino ma poi lo riafferro e lo chiamo. Il telefono squilla, << Pronto, Martina >> una voce familiare risuona nelle mie orecchie, << C-ciao >> dico io nervosa, << Stai bene? >> domanda lui curioso, << Insomma >> faccio una piccola pausa << mi sento un po’ spaesata >> continuo poi, << Martina c’è la puoi fare, resisti >> dice con una voce dolce, << E’ che non posso adattarmi a tutto questo, io sono io e non posso essere diversa >>, << Non devi esserlo! >> esclama lui << Cerca solo di fare del tuo meglio e di crearti un’opportunità >>, << Ci proverò >> bisbiglio quasi, << Chiamami quando vuoi >> mi rassicura lui, << Ok >> rispondo riagganciando. Non è stata una telefonata dolce o smielata ma sentire la sua voce mi ha resa un po’ più tranquilla. << Martina, scusami non voglio disturbarti >> la voce di Mechi risuona dall’altra parte della porta, << Cosa vuoi? >> domando io, << Io vado a lezione di musica, volevo solo avvertirti >>, << Ok >> rispondo freddamente e poi la sento allontanarsi. Sono passate quasi tre ore da quando Mechi è uscita, sono quasi le cinque di pomeriggio e io sono seduta sul divano, sto mangiando i biscotti che ho trovato nella piccola credenza mentre guardo un film stupido in tv. Qualcuno bussa alla porta e lentamente vado ad aprire, quando mi trovo davanti Jorge che sorride, << Ciao Martina >> esclama lui, << Cosa vuoi? >> domando io socchiudendo gl’occhi, << Mechi mi ha detto di venire qua alle cinque >> fa spallucce, << Mechi non c’è >> rispondo mentre richiudo la porta ma lui con una mano la ferma, << Posso aspettarla? >> domanda poi con uno sguardo ammaliatore, << Fai come vuoi ma non aspettarti la mia compagnia >> rispondo io spostandomi per farlo passare. Ritorno a sedermi sul divano senza dire una parola e lui fa lo stesso. Sento il suo sguardo su di me, è a un metro di distanza ma con la coda dell’occhio vedo che mi guarda, << Allora… >> inizia a parlare, << Sbaglio o ti avevo detto che non sono di compagnia? >> dico girando lentamene la testa verso di lui incrociando i miei occhi con i suoi, lui rimane fermo a guardarmi come se il tempo si fosse fermato, io corrugo la fronte << Smettila di guardarmi così, anche se non sono ricca sono fatta come tutti voi umani >> borbotto, << Non ti guardo per quello >> continua lui spostando il suo sguardo verso il televisore, mi domando cosa voleva dire, ma siccome non mi va di parlare con lui non mi sembra il caso di domandare. << Mi piacerebbe sapere come sei cresciuta, il tuo passato… >> inizia a dire senza guardarmi, << Perché? >> domando io prima che finisca << Cosa ti importa, a me non importa di come sei cresciuto o il tuo passato >>, si volta lentamente << Perché dovrai parlarne con qualcuno prima o poi, mi piacerebbe sapere il perché sei così >>, << E tu credi di essere la persona giusta con cui io possa parlare? >> dico con una faccia buffa e stupita, << Non prendermi in giro >> mi rimprovera lui ma in modo scherzoso << Sono bravo ad ascoltare e un buon amico, e a te servono amici >>, << Non credo proprio >> rispondo. Rimaniamo per qualche secondo in silenzio, << Non ho mai conosciuto nessuno che rispondesse così a Stephie, non sai cosa mi hai fatto passare >> dice guardandomi con una faccia strana, << Io non ho fatto proprio un bel niente per metterti nei guai, sei tu che le hai detto di smettere di tua spontanea volontà >>, << Dovevo farlo non potevo lasciarla fare, lei non ha limiti >>, << Stai sparlando della tua ragazza con me? >> domando sconcertata con un ghigno buffo << Non so se ti piacerebbe quello che ho da dire su di lei, quindi evita il discorso >>, << Ok, comunque la mia offerta è sempre valida se vuoi possiamo essere amici >> dice sorridendo e inclinando la testa, << Non credo che potremmo mai esserlo e sai benissimo il perché >> dico tranquillamente, << Ehi tutti vogliono un amico come me >>, una piccola risata esce dalla mia bocca, << Mi dispiace ma NO! >> dico poi mentre lui mi guarda con uno sguardo soddisfatto. << Cos’hai? >> chiedo impaziente, << Hai riso >> risponde lui, rimango un po’ perplessa, << Sono riuscito a farti ridere e tu non ridi mai, un punto per me Stoessel >> mi fa l’occhiolino e io rimango un po’ basita da quello che ha detto, è vero mi ha fatto ridere e io non rido quasi mai da quando sono qui, ero talmente presa a controbattere che non me ne sono resa conto. In quel momento la porta si apre e Mechi entra, << Oh Jorge sei già qui! Scusami sono andata a bere qualcosa con Alba dopo la lezione e mi sono persa via con lei ad aggiustare lo spartito della canzone >> dice richiudendo la porta dietro di se, << Tranquilla, non sono qui da molto >> gli sorride Jorge alzandosi dal divano << Ah e Diego mi ha detto di dirti che la prossima volta la canzone potresti dedicarla a lui >> ridacchia Jorge mentre Mechi alza un sopracciglio, << Digli che può dedicarsele da solo le canzoni >> ribatte Mechi, apre la sua borsa a tracolla appoggiata sul tavolo e inizia a cercare qualcosa quando poi ne tira fuori i fogli, << Eccoti qua gli spartiti che mi hai chiesto >> e lei glieli porge, << Grazie Mechi sei la migliore >> borbotta Jorge, << Se vi va una sera potete venire da noi? >> domanda poi lui facendo correre gl’occhi su me e Mechi in alternanza mentre si avvicina alla porta, << Forse >> risponde poi lei e Jorge apre la porta, << Ciao Mechi >> dice e poi guarda me << Martina >> esclama con una voce quasi sensuale e fa un piccolo sorriso e poi esce dalla stanza e io rimango a guardare la porta.
 
Mechi alza lo sguardo su di me un po’ timoroso, come se avesse paura che io sia ancora turbata o arrabbiata per la discussione avuta prima, << Ti ha dato fastidio? >> domanda lei, << Chi? >> chiedo io spostando il mio sguardo su di lei, << Jorge! >>, << No, tranquilla so tenerlo a bada >> rispondo, << Sei ancora arrabbiata? >> chiede socchiudendo gl’occhi, << No, non lo sono >> borbotto io << Non lo sono con te >>, << Bene >> dice come se si togliesse un peso sulle spalle e si avvicina al divano per sedersi, << Io non volevo dirti cosa devi fare o no >> continua poi, << Stai tranquilla Mechi, in un certo senso hai ragione anche tu, ma vedi io non posso cambiare, io sono fatta così e non posso tornare indietro e fare finta che il mio passato non esista >>, << Con chi parlavi al telefono oggi? >> domanda << Non stavo origliando solo che quando sono venuta a dirti che stavo andando a lezione ho sentito che parlavi con qualcuno >>, << Con Josh >> borbotto io, di questo potevo parlarne con Mechi senza problemi ovviamente senza scendere troppo nei particolari, << Josh mi conosce da sempre, è un poliziotto mi ha salvata se così possiamo dire, mi ha vista crescere, mi cercava sempre quando sparivo, l’unico di cui importi qualcosa di me e colui che mi ha inserito nella lista per entrare in questa scuola >>, << Ti vuole molto bene allora! >> esclama Mechi poi tirando le gambe sul divano, questa volta Mechi non fa domande avventate, vedo che sta attenta a quello che dice e a quello che chiede, difatti nessuna domanda su come mi abbia salvato e perché, capisce che se ne volevo parlare l’avrei fatto io senza domande, << Si mi vuole bene e io ne voglio a lui >> rispondo. Gl’occhi di Mechi si puntano sulla televisione e smette di parlare, il suo modo di fare un po’ mi piace, il fatto che ha capito che ho dei limiti e che la mia vita mi ha reso quella che sono e non posso essere diversa da così. Qualcosa in lei mi fa credere che non sia come tutte le ragazze snob che ci sono in questa scuola, sembra più umana, più intelligente. Il giorno seguente stiamo andando a lezione, Mechi ha un gran sorriso mentre alcune persone per il corridoio la salutano, << Ciao dolcezza >> le si avvicina Diego, << Buongiorno >> le risponde lei e poi saluta anche me e io cordialmente stavolta rispondo lasciandolo un po’ di stucco. Vedo Mechi sorridere e poi si rivolge a Diego, << Dov’è il tuo inseparabile amico? >> chiede lei, << Boh dovrebbe essere con Stephie da qualche parte e più lontano sto meglio è >>, Mechi ridacchia e dentro di me mi vien voglia di ridacchiare ma mi trattengo. << Diego! >> la voce di un ragazzo dai capelli riccioli si avvicina di corsa chiamando il suo nome, << Oh ciao Ruggero >> lo saluta lui dandogli il cinque, il suo nome mi ricorda qualcosa e poi mi viene in mente che Ruggero è il ragazzo di Cande, << Ciao Mechi >> dice poi lui sorridendole finché non posa gl’occhi su di me, << Tu devi essere Martina? >> chiede lui, io annuisco con la testa, << Piacere io sono Ruggero, Cande mi ha parlato di te >> dice e qualcosa mi ribolle nel sangue, il fatto che parlassero di me non mi è mai piaciuto, ma poi mi rilasso sapendo che Cande non sa praticamente nulla di me, << Piacere >> rispondo io. I suoi occhi scuri ritornano su Diego, se non mi sbaglio Cande ha detto che il suo ragazzo ha origini italiane, in effetti il suo accento è abbastanza diverso dal nostro anche se non ci fa molto caso. Io e Mechi ci avviamo in aula mentre Diego rimane a parlare con Ruggero, quando entriamo in aula il professor Brown e già alla cattedra e quando mi vede mi guarda con un aria gelida, seguendomi con lo sguardo finché non arrivo al mio posto. Jorge e Stephie sono già ai loro posti e poco dopo anche Diego fa capolino nell’aula. << Signorina Stoessel spero che oggi sarà più gentile dell’ultima volta >> dice il professore quando cala il silenzio mettendomi in ridicolo davanti a tutti che soffocano una risatina. Inizia a spiegare e quando finisce scrive un esercizio alla lavagna da copiare e risolvere ma io non lo faccio, quando se ne accorge si avvicina a me, << Non può usare la mani? >> chiede in modo sarcastico ma maligno, << No le muovo perfettamente >> dico guardandomele e muovendo le dita, << Allora perché non scrive l’esercizio e lo svolge? >> chiede abbassandosi verso di me e quasi un senso di paura mi invade, sembra pieno di rabbia e rancore, sembra che c’è l’abbia su con me e non riesco a capirne il motivo, << Perché so già la soluzione non mi serve svolgerlo >> rispondo io spostando lo sguardo sulla lavagna, << Oh queste sono solo scuse >> dice << Se non rispondi giusto ti caccio fuori dall’aula e poi dovrai vedertela tu con la direttrice >> borbotta in modo malefico e cattivo. La faccia di Stephie ha un ghigno soddisfatto e le sue due amiche anche, solo Mechi, Diego, Jorge e altri due ragazzi sembrano preoccupati. << Sette >> dico con così tanta tranquillità che Mechi velocemente inizia a risolvere l’esercizio, << Su veloci completatelo e ditemi se è vero >> continua il professore con un sorrisetto stampato in faccia. << E’ giusto >> dice poi una voce che riconosco come quella di Jorge, Stephie in parte a lui lo guarda in cagnesco e poi guarda me con gl’occhi socchiusi. << Si è sette >> risponde un altro studente e poi anche Mechi conferma. Io guardo il professore in piedi in parte a me con un sorrisetto, mi tendo verso di lui, << Sa… Sarò anche una ragazza povera ma a scuola ci sono andata, non sempre ma ci sono andata, e si, sono piuttosto brava >> dico tornando alla mia posizione sul banco con un piccolo sorriso, lasciando il professore con uno sguarda quasi deluso. Quando le lezioni sono finite usciamo dall’aula e Mechi è ancora scioccata per quel che è successo con l’insegnate di algebra, << Sei pazza davvero >> esclama Diego che è dietro di me. Stephie è uscita di corsa dall’aula senza dire una parola, pensava di vedermi battuta, di vedermi affondare e invece gli è andata male, << Non ho fatto niente ho solo risolto l’esercizio >> faccio spallucce io << E’ lui che se l’è presa a morte, anzi c’è l’ha a morte con me >>, << Già, è strano non ho mai visto il professor Brown trattare così un alunno, cioè ci sgrida ma con te è perfido >> esclama Mechi, << Sappiamo tutti il perché >> borbotto io. In quel momento una voce mi saluta, << Ciao Martina… Mechi… Diego >> quando ci voltiamo vediamo Alba mano nella mano con un ragazzo poco più basso di lei, porta un cappellino girato al contrario e si intravedono i capelli castani e corti. Ha gl’occhi simpatici e spiritosi. Anche il ragazzo saluta Mechi e Diego, << Lui è Facu, il mio ragazzo >> mi dice Alba << E lei è Martina >>, Facu mi sorride e mi stringe la mano, << Allora tutto bene ragazzi? >> chiede il ragazzo di Alba guardandoci, << Benissimo >> borbotta Diego, << Benissimo è una parola grossa Diego >> sorride Mechi, << Come mai?  >> parla Alba, << Il professor Brown non sembra essere molto entusiasta di Martina >> risponde la bionda facendo spallucce, << Strano >> esclama Facu guardando Alba con una faccia stranita, << Scusate ma dobbiamo andare >> sorride poi la ricciola << Siamo in ritardo >> borbotta salutandoci con la mano mentre Facu ci sorride e poi si allontanano lentamente mano nella mano e io li seguo con lo sguardo. Sembrano gentili con me, sia Cande, Alba, Ruggero e Facu non mi hanno schifato quando ci siamo presentati, anzi mi sorridevano tranquillamente, come se io fossi una qualsiasi ragazza normale ma si sa che non è proprio così. La maggior parte degli studenti, praticamente quasi tutti mi snobbano, molti neanche si avvicinano a me e cercano di scansarmi, ma a loro non sembra importare di chi sono e da dove vengo. << Io pranzo con voi, non mi va di stare con Jorge, Stephie e le sue due palle al piede >> parla Diego mentre ci dirigiamo in mensa, << La verità è che non puoi fare a meno di me >> scherza Mechi sorridendogli, << Si hai proprio ragione Mechi >> gli risponde lui e si mettono a ridacchiare anche se nel tono di Diego mi domando se ci fosse una qualche verità. Quando arriviamo in mensa mentre cerchiamo un tavolo passiamo in parte a quello di Stephie che mi guarda schifata e indignata, << Diego perché non vieni a mangiare con noi? >> gli domanda quando siamo vicini a loro, << No grazie >> risponde lui tranquillamente senza nemmeno guardarla. Jorge seduto in parte a lei mi guarda e lei, siccome troppo preoccupata a guardarmi male non se ne accorge. Non riesco a capire cosa voglia da me, perché è così interessato a conoscermi? Perché vuole sapere cose su di me? Cose di cui non voglio parlare e non so nemmeno se ci riuscirei. Non capisco tutto questo suo interesse, a nessuno importa della vita di una come me, solo a quelli che si impicciano per farsi poi due risate. E invece lui sembra serio quando dice di voler sapere cosa mi è successo, anche se ovviamente non lo saprà mai. 

Ps: Eccoci qua con un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia. Abbiamo un bisticcio tra Martina e Mechi, per Martina è difficile cambiare, non può smettere di difendere chi è in difficoltà perchè per la maggior parte dellla vita lei è stata ed è tutt'ora quella che sta "dall'altra parte". Spiega a Mechi come vede lei le cose e che non lascierà mai che Stephie tratti così qualcuno, non può tollerarlo anche se rischia di perdere questa opportunità. Jorge cerca ancora di sapere di più di lei, nel prossimo capitolo vedremo anche i suoi pensieri e di come si sente, ma già sta facendo dei piccoli passi per avvicinarsi a lei. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, cosa vi piace di questa storia! Intanto vi ringrazio, grazie davvero per chi segue le mie storie e per chi mi fa i complimenti! A lunedi prossimo con il capitolo! Un bacio e un abbraccio a tutti! 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Buon Compleanno. ***


Buon compleanno. 
 
<< Martina! >>… << Martina svegliati! >> urla Mechi, quando apro gl’occhi vedo il suo sguardo impaurito e perplesso, << Cosa c’è? >> le domando io ancora mezza addormentata, guardo l’ora e sono le dieci di mattina, è Domenica e dalle finestre entra un sole splendente, mi domando cosa abbia Mechi per svegliarmi, una volta che dormo per ore in un letto comodo. << Stavi urlando >> dice lei guardandomi preoccupata, io mi alzo di scatto, in quel momento ricordo di aver fatto un incubo e scuoto la testa per farmi uscire quel pensiero dalla testa, solo se ci ripenso mi vengono i brividi, << Devo aver fatto un incubo! >> le rispondo io tranquilla, << Lo immaginavo, ma non è la prima volta che ti sento nel sonno che urli o ti agiti >> borbotta poi lei << Anche se sta volta era peggio >>, << Non so, non mi ricordo i sogni che faccio! >> le rispondo io un po’ nervosa anche se in realtà ricordo tutto, << Cos’è che ti turba così tanto? >> chiede sedendosi sul bordo del mio letto e guardandomi con occhi dolci, << Non lo so Mechi, non ho mai dormito bene in vita mia e un letto comodo non credo cancelli i miei incubi >> rispondo. Ho i capelli scompigliati, Mechi indossa una camicetta da notte color rosa pallido mentre io ho addosso solo una maglietta e un paio di pantaloncini, << Devi fare qualcosa, non so… vai in infermeria e fatti dare qualcosa per dormire meglio >> dice poi lei << Non puoi continuare così >>, << Cosa? Io non prendo niente per dormire, che sia chiaro >> la guardo per un secondo << Sono abituata ormai >>, << E cosa sogni? >> chiede, << Ti ho già detto che non lo so >> borbotto spostando le coperte e uscendo dal letto, scalza mi incammino nel salotto mentre Mechi mi segue, << E invece lo sai eccome >> mi dice lei tranquillamente mettendosi le mani sui fianchi guardandomi mentre accendo la macchinetta del caffè. Sto per ribattere quando qualcuno bussa alla porta e Mechi va ad aprire, quando una segretaria dell’istituto compare sulla soglia sorridente con in mano un pacco regalo. Mi raggelo per un secondo mentre la guardo, << Devo consegnare questo a Martina Stoessel >> dice lei mentre Mechi afferra il pacco e poi educatamente saluta la donna difronte alla porta. Mechi si avvicina a me confusa e mi passa il pacchetto regalo, stacco il bigliettino e lo leggo in silenzio e poi scarto lentamente il pacco, dentro ci trovo un vestito bianco, con le maniche a tre quarti, corto e che cade morbido davanti a me. Rimango un po’ sorpresa da tutto questo, mentre vedo Mechi che legge il bigliettino che ho appoggiato sul tavolo che recita “Spero ti piaccia. Buon compleanno Martina, Josh”, Mechi alza lo sguardo su di me mentre velocemente prendo il biglietto ma ormai è troppo tardi, << E’ il tuo compleanno? >> chiede lei stupita << Perché diavolo non me l’hai detto? >> domanda un po’ sconcertata, << Per me non è un giorno importante, non l’ho praticamente mai festeggiato >> dico facendo spallucce, << Invece è importante >> dice dolcemente poggiando una mano sulla mia, << Ogni anno Josh mi regala qualcosa, l’unico regalo che ricevo e va bene così, non dovrebbe neanche farlo >> dico poi un po’ nervosa ripensando ai miei vecchi compleanni. << Non hai mai festeggiato? >> chiede lei timorosa, << No, io e i miei “Amici” >> faccio il gesto delle virgolette con le mani << Ci limitavamo a ballare, accendevamo il mio mp3 e ballavamo, era una cosa stupida ma mi faceva sentire bene >> dico pensando a tutte le persone che ho conosciuto in strada e pensando che in questo momento starei ballando con Alexandra e con Finn se non fossi qua. Mechi sorride e poi sparisce verso il corridoio, io prendo la mia tazza di caffè e inizio a berla, quando Mechi torna la vedo collegare qualcosa al televisore e accendere la musica, << Possiamo ballare anche noi, se ti fa stare bene >>, la musica risuona nella stanza e io guardo Mechi, << No grazie davvero >>, << Su dai >> borbotta prendendomi per le mani e sorridendo, << Auguri Martina >> dice mentre inizia a saltellare qua e là, questo mi provoca un sorriso e lentamente inizio a muovermi anche io finché non mi lascio andare completamente. Le canzoni scorrevano e noi non ci fermavamo, Mechi saltava sul divano e sul tavolino mentre rideva e anche io la seguivo. Questa cosa un po’ mi rilassa, mi fa sentire come a casa, il giorno del mio compleanno non è mai stato importante per me, ma questo mi fa sentire bene. Sento un rumore e qualcuno si schiarisce la voce, quando mi volto Diego e Jorge ci stanno guardando mentre sono vicino alla porta, << Che diavolo state facendo? >> domanda Diego con uno sguardo divertito.
 
Mechi scende dal divano e io dal tavolino in modo leggero, << Ci stiamo divertendo >> dice lei abbassando la musica << Siccome è il compleanno di Martina e lei voleva ballare >>, << Ehi non è stata una mia idea >> dico un po’ imbarazzata mentre gl’occhi di Jorge mi guardano e ha un sorrisetto sul viso, << Eravate carine >> dice poi lui, << Si, potete tranquillamente continuare >> ridacchia Diego che riceve un pugno sulla spalla da Mechi. << Quindi è il tuo compleanno? >> mi chiede Jorge avvicinandosi leggermente a me, << Cosa ti importa? >> gli domando tranquilla, << Beh, Auguri >> dice lui guardandomi dritta negl’occhi e un brivido mi sale lungo la schiena, << Grazie >> rispondo spostando gl’occhi dai suoi e mi dirigo verso il tavolo dove ho appoggiato la mia tazza di caffè e inizio a berla, << Si auguri Martina >> mi sorride Diego dandomi una pacca sulla spalla che quasi mi fa andare di traverso il caffè, << Diego stai attento >> lo rimprovera Mechi, << Scusami davvero >> dice lui allarmato, << Non preoccuparti >> gli dico io. Mechi li guarda per pochi secondi, << Perché siete qua? >> chiede poi, << Ovvio, volevo vederti >> sorride Diego a Mechi, << Dai davvero perché siete qua? >> ridomanda poi lei, << Volevamo vedere cosa stavate facendo, Jorge in realtà voleva venire qua >> risponde Diego indicandolo, io guardo Jorge e poi abbasso lo sguardo. Prima che Mechi potesse chiedere qualcosa dalla porta aperta passa Stephie che nota Jorge dentro la stanza, << Tu che cavolo ci fai qui? >>, dice la sua voce squillante e antipatica, Jorge si volta togliendo lo sguardo da me, << Sono venuto a trovare Mechi >> dice come se fosse normale, << Ora che c’è anche quella non hai il permesso di venire in questa stanza >> borbotta lei facendo un passo verso di lui arrivandogli vicinissimo, << Cosa? Mechi è mia amica non puoi dirmi che non posso venire qui >>, << Non è per Mechi >> lo rimprovera lei posando lo sguardo freddo come il ghiaccio su di me, << Anche Martina è mia amica se è amica di Mechi >> ribatte lui, << Jorge >> lo chiama con una voce spaventosa e arrabbiata << Tu non puoi >> dice afferrandolo per il braccio e trascinandolo via, vedo Jorge guardare Mechi con uno sguardo complice quando la porta si richiude e Diego si gratta la testa stupito. << Non c’è la fa più poverino >> borbotta la bionda guardando ancora verso la porta, << L’ha scelta lui, poteva pensarci prima >> dico io mentre mi dirigo verso il bagno << Faccio una doccia >>. Il pomeriggio decido di andare a farmi un giro per il l’accademia nei giardini, quando esco Mechi è seduta al tavolo intenta a scrivere qualcosa, << Tu resti qui? >> domando, lei fa cenno di sì con la testa e io esco dalla porta salutandola. Mentre cammino nei corridoi penso a me e a Mechi che balliamo nella stanza, è stato un gesto davvero carino da parte sua preoccuparsi per me. << Ehi Martina! >> una voce familiare mi chiama nel corridoio, vedo una ragazza piena di ricci corrermi incontro, Alba, << Ciao >> dice lei con un sorriso, << Ciao >> le rispondo io, << Dove stai andando? >> domanda mentre ci incamminiamo insieme verso l’uscita del dormitorio, << A fare un giro, ho bisogno di un po’ di aria >>, << Se vuoi ti accompagno >> dice poi. Non mi andava molto la compagnia di qualcuno, non conosco nessuno di loro a parte Mechi, l’unica con cui riesco a stare in qualche modo tranquilla ma dallo sguardo di Alba non vedo in lei una persona cattiva o presuntuosa, << Ok >> le rispondo a bassa voce. Camminiamo nei prati mentre lei mi racconta e mi indica alcuni punti del giardino, poi mi fa gl’auguri quando le dico che è il mio compleanno, sembra molto felice, più di me e dopo quasi un’ora ci fermiamo, << A me piace stare qua a rilassarmi >> dice sedendosi su una panchina difronte a una fontana circondata di fiori, Alba è molto gentile con me e non fa caso a tutte le occhiatacce che la gente ci dà soprattutto per la mia presenza, << Mi dispiace per la gente che ci guarda male >> le dico, non mi andava che pensasse che non mi importasse che venisse guardata anche lei in quel modo siccome è con me, << Non mi importa, non devi dispiacerti davvero >> continua poi << anzi non dovresti proprio farci caso >>, << Impossibile >> le rispondo io, << Non è vero, devi solo capire che loro ti vedono in un modo diverso, sono persone superficiali, per loro è più importante avere che essere, quindi non devi dispiacerti perché fino a prova contraria quella normale sei tu in un certo senso >>, rimango un po’ stupita da quelle parole e poi lei continua a parlare << Tu hai vissuto, loro sono solo persone che hanno avuto tutto senza fare niente per meritarselo e se la tirano per questo, cosa davvero stupida direi. Anche io sono ricca ma preferisco essere qualcuno, avere una testa e guadagnarmi ciò che ho in qualche modo e non sono presuntuosa, non mi piace pensare di essere più importante di qualcuno solo perché ho i soldi >>, << Allora sei una ragazza in gamba >> le dico, lei mi sorride, << Grazie >> borbotta lei un po’ imbarazzata, poi guarda l’orologio e fa un’espressione stranita, << Oddio, sono in ritardo, devo vedermi con Facu. Scusami davvero ma devo andare >> dice con uno sguardo dispiaciuto, << Non preoccuparti, vai pure >> le dico, e poi mi saluta con un sorriso mentre corre velocemente verso il dormitorio. Quando rientro in camera vedo Mechi sorridente, ha appeso dei festoni che dicono buon compleanno e sul tavolo c’è una torta alla panna con il numero diciotto sopra. Io la guardo stranita, << Che cosa hai fatto? >> le domando, << Festeggiamo il tuo compleanno >> dice << Solo io e te >> continua poi, << Tu sei fuori di testa >> dico guardandola negl’occhi, << Si forse solo un po’! >> ridacchia lei << Però ora chiudi gl’occhi >>, << Perché mai dovrei? >> chiedo, << Tu chiudili e basta! >> dice come un ordine e io obbedisco mentre lei passo per passo mi porta verso la mia camera, << Ora puoi aprili >> dice con una voce entusiasta e quando li apro rimango di sorpresa. La mia stanza che prima era spoglia ora è piena di colori, una coperta viola è appoggiata sul letto, dei fiori enormi di legno neri, rosa, e viola sono appesi sopra la parete, un tappeto nero peloso è difronte al letto, sulla scrivania c’è una lampada e un porta penne e poi mi soffermo sull’armadio, pieno di vestiti colorati. << Auguri Martina >> sorride Mechi in parte a me.
 
Jorge Blanco.
 
Sono nel mio alloggio e Stephie mi sta urlando contro, << Tu non puoi fare l’amico con quella >> dice con gl’occhi spalancati e le braccia aperte, << Perché? >> domando io guardandola arrabbiato, << Come perché? Ti sembra una domanda da fare? E’ ovvio no, cosa centra lei con noi? Non buoi abbassare la tua reputazione facendo l’amico dei quella lì! >>, << La tua reputazione vorrai dire >> rispondo io, << Anche >> dice sincera << Lei è una sfigata! >> esclama poi, il mio sangue ribolle nelle vene, ho amato Stephie, ci conosciamo da quando siamo piccoli, ho sempre pensato che il suo modo di essere fosse solo una copertura, anche con me è fredda e inizio a domandarmi se in realtà sia veramente così, so che mi ama, forse sono l’unica persona che lei ritiene alla sua altezza, ma ha quel fare da stronza che alcune volte mi verrebbe voglia di chiuderla in una stanza per non sentirla parlare. << Non ti permette di parlare di lei in quel modo >> dico in modo pacato ma incisivo, << Perché la difendi? >> chiede facendo una faccia strana, << Perché non la conosci e sputi sentenze su di lei così a caso >>, << Non c’è molto da capire su di lei, vive per strada, è solo ripugnante >>, << Smettila! >> urlo e poi sospiro perché io non sono uno così che ha scatti di rabbia, ma questa volta qualcosa dentro di me non riesce a sopportare tutte le sue parole, << Lei mi ha ridicolizzato davanti a tutti e tu la difendi? Davvero Jorge? >>, << Se solo tu tenessi quella tua boccaccia chiusa alcune volte, non hai limiti Stephie e ora che qualcuno sa difendersi da te non puoi fare la vittima >> dico come se fosse ovvio, come fa a non capire che le sue parole feriscono, i suoi pensieri feriscono le persone, le fa sentire inferiori e loro si sentono sottomessi e non reagiscono. Stephie è ricca, la sua famiglia è una di quelle più conosciute a Buenos Aires, sanno che può permettersi di fare quello che vuole e per questo non si difendono mai, sottomettendosi a lei. << Tu non sei suo amico, io non te lo permetto >> esclama lei guardandomi duramente, << Io faccio quello che voglio >> dico in modo tranquillo ma dal mio tono si intuisce tutto il nervosismo che si diffonde dentro di me. Lei si avvicina alla porta arrabbiatissima la apre e poi si volta a guardarmi, nel suo sguardo riesco a vedere solo la malignità che prova verso Martina, << Tu sei comunque il mio ragazzo, ricordatelo questo non può cambiare, quindi vedi di darti una regolata >>, gira sui tacchi e chiude la porta sbattendola. Io respiro profondamente, mi siedo sul divano appoggiando i gomiti alle ginocchia incrociando le mani. Non so perché, non riesco a capirne il motivo ma appena la porta si è richiusa il mio pensiero è andato subito a lei, Martina. Da quando l’ho vista entrare nell’aula ne sono rimasto affascinato. Non è come tutte le ragazze che conosco, lei semplicemente entrando nella stanza, con la sua smisurata bellezza anche se non era vestita alla moda come tutte le ragazze di questa scuola, con i capelli disordinati, mi ha incantato. E’ bella e non riesco a capire come faccia ad esserlo, la sua aria da ragazza sopravvissuta la rende affascinante e ancora più misteriosa, ancora più bella. I suoi occhi però sono la cosa che mi ha colpito di più, dentro di essi vedo una ragazza spezzata dal suo passato e dal suo presente, vedo la sua frustrazione, vedo la rabbia e anche la forza che ha acquisito, voglio sapere come ha fatto a uscirne così forte dopo una vita che nemmeno posso immaginare, non so niente di lei ma voglio sapere tutto. E’ qualcosa di incredibile, una forza della natura. Con Stephie è più complicato di quello che sembra, non credo di provare amore per lei, non più, ci tengo in qualche modo anche se può sembrare strano, ma devo stare con lei e questo non posso cambiarlo, solo che dentro di me voglio stare vicino a quella ragazza, per capire tutto di lei, per sapere tutto di lei. Voglio scavare a fondo e vedere cosa la tortura, voglio che abbia qualcuno su cui contare perché nella vita non ha mai avuto nessuno, voglio aiutarla a sentirsi meglio e farle capire che di me si può fidare. Ma sarà una dura sfida. Non credo che mi odi, anzi quando mi guarda vedo come una sorta di complicità tra noi, lei odia il pensiero che io sia come tutti gl’altri e come darle torto quando la mia ragazza è la persona che con lei fa la stronza, ma devo fargli capire che io non sono Stephie, che i miei pensieri sono diversi dai suoi. Io la trovo coraggiosa, invincibile, trovo che sia una persona tutta da scoprire, che possa insegnare tanto sulla vita. Il modo in cui ha reagito a Stephie è stato a dir poco epico, nessuno lo ha mai fatto, ma nei suoi occhi non vedevo la paura, lei non si faceva intimorire da una persona di cui non le importava, le cose che Stephie gli diceva gli scivolavano addosso e lei reagiva. Io amo le persone così, come lei.
 
Diego entra nella stanza, << Dove sei stato? >> domando quando richiude la porta, << Ho aiutato Mechi ha fare il regalo per Martina >>, << Ah si? >> chiedo curioso << Perché non ha chiesto anche a me di aiutarla? >>, << Visto che la tua ragazza non è molto contenta di condividerti con Martina non le sembrava il caso di chiedertelo e poi non voleva crearti altri problemi >>, io piego la testa di lato << Non gliel’avrei detto a Stephie >> blatero poi << Cosa gli ha regalato? >> continuo io a domandare, << Gli ha decorato la stanza con le sue vecchie cose, ha detto che tanto a lei non importava dargliele, e poi le ha riempito l’armadio di vestiti, ne ha talmente tanti che voleva darglieli, sai com’è fatta Mechi, è dolce >>, << Dolce? >> domando io incuriosito da questa affermazione, << Si, dolce >> risponde Diego facendo finta di nulla, << E a te perché importa tanto di Martina? >> scandisce bene le parole, << Non è così, ti sbagli >>, << Amico non mi freghi, ti conosco da quanto? Praticamente dalla culla, ti conosco talmente bene che potrei scrivere un libro su di te. Non ti interessi mai così a una persona soprattutto se a Stephie non va a genio, certo è una bellissima ragazza e le bellissime ragazze ti piacciono, ma per lei vai contro Stephie! >> spiega lui, << Lei non si merita tutte quelle sgradevoli parole >>, << E su questo sono d’accordo con te >> mi dà ragione lui << Ma l’hai difesa davanti a Stephie, parli sempre di lei, sei così curioso sulla sua vita… diciamocelo c’è qualcosa di più profondo >> dice con un tono così tranquillo che mi fa vacillare, << Non sai di cosa stai parlando >> dico indicandolo alzandomi dal divano << Sono solo curioso di sapere cosa ha passato, mi intriga >>, << Vedi, qualcosa di più profondo c’è! >> sorride sparendo verso il bagno. E’ sera e Mechi arriva nella nostra stanza tutta sorridente, << Ciao Jorge >> mi saluta e si siede in parte a me, << Dov’è Diego? >> chiede cercandolo con lo sguardo, << Sotto la doccia >> le rispondo io con un sorrisino << Perché sei così felice? >>, << Perché ho fatto una buona azione, anche se è stato difficile far accettare a Martina tutte quelle cose, ma alla fine c’è l’ho fatta e sono felice di aver potuto regalarle qualcosa, qualcosa che le dia la sensazione di essere… amata! >> risponde lei con un tono felice, davvero felice. << Sei la persona più splendida del mondo lo sai Mechi? >> le dico io, << Si lo so >>. Adoro Mechi, l’ho sempre adorata, la reputo come una sorella per me, perché mi dà sempre consigli e alcune volte mi sgrida proprio come farebbe una sorella, ci prendiamo in giro ma ci siamo sempre l’uno per l’altra. << Allora vi siete divertite! >> esclamo io, << Vuoi sapere se Martina si è divertita? >> sorride corrugando la fronte e guardandomi con occhi furbi << Comunque si, abbiamo mangiato la torna, abbiamo parlato… >>, << Di cosa? >> chiedo velocemente, << Di cose stupide, niente su di lei se è questo che vuoi sapere, credo che se ne vorrà parlare dovrà farlo lei >>, << Già >> rispondo io facendo finta di niente, << Jorge >> chiama lei il mio nome lievemente << Non puoi fare così con lei, dagli tempo. Anche se non capisco perché ti importi tanto di lei e del suo passato >>, << Perché tu non vuoi saperlo? >>, << Veramente si, mi piacerebbe sapere cosa le è successo, la sento urlare la notte alcune volte, mi vengono i brividi, mi viene quasi da piangere >> dice con una voce triste e dispiaciuta << Ma lei ha bisogno di tempo per capire che non è sola, non più ormai, che se vuole un aiuto io ci sono, se vuole aprirsi, se vuole sfogarsi. Di certo non l’aiuta stare qua con tutte le persone che bisbigliano quando la vedono o che ridono quando viene derisa e poi c’è Stephie che non ha per niente buon senso >>, << Si ci ho litigato prima per questo >> le dico io e il suo sguardo diventa confuso, << Hai litigato con Stephie per Martina? >> chiede sbalordita lei.

P.s: Ciao a tutti. Ecco qua il nuovo capitolo e spero che vi piaccia. Vorrei poter pubblicare tutti i giorni ma purtroppo non ho tempo. Vediamo che è il compleanno di Martina, e vediamo Martina raccontare a Mechi come festeggiava il suo compleanno. Ovviamente Mechi decide di fargli una sorpresa, siccome sa che si sente diversa fa in modo che si senta meno così, facendole avere una stanza come le hanno tutti e un sacco di bei vestiti. Ma la parte più importante è la parte raccontata da Jorge, ancora non sappiamo nulla su di lui e Stephie, solo che hanno un rapporto al quanto complicato e strano. Jorge ha amato Stephie, e ci tiene ancora a lei anche se può sembrare strano, prova ancora qualcosa per lei ma non è amore, ovvimente si conoscono da tanto e possiamo capire come Jorge si sente nei suoi confronti, forse pensava di poter tirar fuori la vera Stephie che lui vedeva in lei all'inizio, ma molto probabilmente Stephie è realmente così e Jorge inizia a pensare a questo, ma i suoi pensieri principali sono su Martina, ha questa morbosa voglia di conoscerla, tralasciando il fatto che potrebbe essere attratto da lei dalla sua bellezza ma c'è qualcosa di più. è come se lui avesse bisgono di sapere tutto di lei perchè vede quanto è distrutta ma anche quanto è forte, lui vuole conoscerla, vuole aiutarla e quando la guarda negl'occhi non può fare a meno di sentire questo bisogno di starle vicino e di voler essere una persona, un amico per lei, un qualcuno con cui lei potrebbe parlare e sfogarsi. Il prossimo capitolo sarà lunedi, anche se spero di riuscire a pubblicarlo prima. Un abbraccio e un bacio a tutti. GRAZIE davvero.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Piccole verità. ***


Piccole verità.

La sveglia suona. Lentamente apro gl’occhi e allungo una mano per spegnere quel rumore fastidioso e poi mi metto a sedere sul letto stiracchiandomi. Quando mi guardo intorno mi rendo conto di quanto la mia camera sia cambiata grazie a Mechi, piena di colori, di vita, sembra la stanza di una qualsiasi ragazza normale e io mi devo ancora abituare all’idea. L’armadio ora è pieno di vestiti che mai mi sarei sognata di avere, faccio passare una mano sui tessuti, morbidi, lisci e setosi, afferro i miei vecchi jeans chiari e la mia solita maglietta nera e mi dirigo verso il bagno, dal salottino sento Mechi che canticchia leggermente. Quando arrivo in salotto vestita Mechi alza lo sguardo su di me e rimane in silenzio guardandomi. << Che c’e? >> le domando dopo un po’, << Ti ho dato tutti quei vestiti perché tu li mettessi non per lasciarli in quell’armadio >> fa spallucce lei, veramente non mi sento a mio agio con tutti quei vestiti alla moda, mi sento più sicura dentro i miei soliti vestiti, normali << Lo so, è solo che mi ci devo abituare >> dico tranquillamente, << Lo so >> mi risponde lei guardandomi con occhi dolci << Dai andiamo a fare colazione >> borbotta poi sorridendomi. Afferro la mia borsa tracolla con dentro i quaderni e i libri e seguo Mechi fuori dalla porta mentre Diego si avvicina a noi, << Buongiorno ragazze >> sorride lui, ha i capelli scompigliati, indossa una maglietta verde scuro e jeans neri da dove pende una catena, << Ciao Diego >> le risponde Mechi mentre io mi limito a fargli un cenno con la mano, poi ci avviamo verso l’uscita degl’alloggi per andare in mensa. Diego sta raccontando a Mechi di un film visto l’altra sera e lei lo guarda attentamente mentre lo ascolta, poi un uomo dai capelli scuri e corti e la barba sorride appena vede Mechi e Diego, << Buongiorno Pablo >> saluta la voce di Mechi, << Buongiorno ragazzi >> ribatte lui in modo gentile e amichevole, << Ci vediamo a lezione >> dice Diego mentre quell’uomo si allontana da noi, << Chi è? >> chiedo io guardandoli, Mechi accenna un sorriso pieno di gioia e felicità, << E’ il nostro insegnate di musica >> risponde Diego con un tono orgoglioso, << Anche tu suoni? >> gli chiedo io, << Certo >> a rispondere è Mechi << Io, Diego, Jorge, Cande, Ruggero, Alba e Facu facciamo tutti lezione di musica >>, << Hai dimenticato Stephie e le sue due amiche >> ribatte Diego, << Loro non contano >> risponde Mechi con una faccia buffa, << Comunque Pablo è il miglior insegnate che potessimo avere, è in gamba e poi con noi è molto amichevole >> continua Diego a spiegarmi, << Si! Amo partecipare alle sue lezioni, l’unico difetto sono quelle tre >> borbotta Mechi guardandomi, << Anche la professoressa Alonso ogni tanto partecipa alle lezioni, lei canta benissimo >> continua Diego, << Si anche lei con noi è molto gentile e Diego ha un debole per lei >> ridacchia la bionda facendomi l’occhiolino e Diego le rivolge uno sguardo accusatorio << Beh è molto bella >> rispondo io, << Si ma è anche intelligente >> spiega Diego << E non ho un debole per lei, penso solo che sia una donna veramente in gamba >>, Mechi fa una faccia buffa mentre entriamo in mensa. Qualcuno arriva velocemente dietro di noi e ci voltiamo, incontro gl’occhi di Jorge mentre lui saluta tutti, << Perché sei già qui? >> domanda Mechi attirando l’attenzione di Jorge, << Stephie è venuta prima a far colazione perché doveva andare in biblioteca a cercare un libro >>, << Ah >> risponde lei con un tono di una a cui non gliene importa niente e ricominciando a camminare verso un tavolo vuoto mentre Diego regge il vassoio, noto che Jorge ci segue e poi si mette a sedere con noi.  Jorge sembra un po’ teso, ma poi quando incrocia il mio sguardo qualcosa nei suoi occhi cambia, anche l’espressione diventa più furba e piena di curiosità, << Allora Martina ti è piaciuto il regalo di Mechi? >> mi domanda lui con un tono tranquillo, ma io dentro ci sento una nota di malizia, << Si >> rispondo con uno sguardo senza espressione, vuoto << Per una che non ha mai avuto niente è molto, è un gesto davvero bello >> dico con un tono fermo mangiando una pezzo di torta al cioccolato, volevo togliere quello sguardo dalla faccia di Jorge, ricordandogli chi sono e ci sono riuscita, ora sia lui che Diego e Mechi hanno le facce un po’ stranite, puntando gl’occhi su di me con tristezza, << Smettetela di guardarmi così, smettetela di evitare questa cosa, io non ho mai avuto niente e non dovete pietrificarvi ogni volte che lo dico, mi dà fastidio che evitiate di parlarne o di pronunciare quelle parole, è la verità e io l’accetto, smettetela di fare quelle facce come se avessi bestemmiato e di far finta che io sia una ragazza normale. Non sopporto quando fate così >>, tutti mi guardano in silenzio, << Tu sei una tosta >> esclama poi Diego con una faccia simpatica e fiera.
 
Dopo una lezione di storia la professoressa Alonso fa capolino nella classe con un enorme sorriso sul volto che mette in mostra i suoi denti bianchi e perfetti. I capelli sono raccolti da uno chignon sulla nuca, le danno un aria adulta ma allo stesso tempo fresca e giovanile. Indossa un paio di jeans scuri che la slanciano e ai piedi delle ballerine di vernice nera, mentre sopra porta una camicetta azzurro chiaro come i suoi grandi e brillanti occhi. << Buongiorno Ragazzi >> saluta lei, mentre appoggia la sua ventiquattrore marrone scuro sulla cattedra, << Oggi vi affiderò un tema da scrivere >> sorride lei << Avete due ore di tempo per scriverlo, e l’argomento è quello che andremo a studiare in queste settimane: La vita. Molti scrittori hanno scritto poemi, poesie, storie, racconti sulla vita, su come la vedevano, su come la vivevano, raccontandoci come loro vedevano la vita con i loro occhi. Nessuno vede la vita allo stesso modo, è questo che rende questo argomento davvero interessante, perché nessuno di voi scriverà le stesse cose, saranno tutti temi diversi e voglio che scaviate in fondo a voi e che mi diciate cosa rappresenta per voi >>, mi si stringe un nodo alla gola, potrei scrivere di tutto sulla vita, cose per lo più brutte, ma scavare a fondo nelle mie emozioni non è per niente facile per me. << Tutto ok? >> mi chiede Mechi vedendomi abbastanza pensierosa, << Si bene >> rispondo io quasi senza fiato ritornando a guardare la professoressa che ora sta distribuendo dei fogli. E’ passata più di mezzora da quando ha dato il via al tema da svolgere e io ancora non ho scritto nulla, vedo persone che scrivono a raffica e mi chiedo cosa abbiano da raccontare, e poi una mano si appoggia alla mia spalla e l’insegnate si accovaccia vicino a me come per non far sentire a nessuno ciò che ha da dirmi, << Capisco se per te è difficile >> dice con un tono dolce << Non devi preoccuparti se non scrivi niente, capisco la tua paura di mettere ciò che pensi nero su bianco e mostrarlo a una persona che per te non è nessuno, per te è molto più complicato degl’altri >>, io la guardo negl’occhi, è riuscita a farmi battere il cuore all’impazzata, nel silenzio assoluto riesco a sentire il battito del mio cuore, riesco a sentire le penne che scivolano sui fogli mentre scrivono e i respiri, << Martina, non lasciare alla paura di non aprirti, di controllarti, lasciati andare >>. Lentamente si alza e poi ricomincia a camminare tra i banchi, sono piena di adrenalina, non so come spiegarlo, sento le vene sulle tempie che pulsano, ho tante cose da dire e forse scriverle mi toglierà quel senso di pesantezza che sento sempre dentro di me, che non mi lascia mai. Quando usciamo dall’aula Mechi mi affianca, << Stai bene? >> domanda lei << Ho visto che hai scritto molto >>, << Si, sto bene >> le rispondo io tranquillamente, quando ho riletto ciò che avevo scritto mi sono stupita anche io delle mie parole, dei miei pensieri. << Immagino che il tuo tema sia iniziato con questa frase, “Io non ho niente” e sia finito >> ridacchia una voce squillante dietro di me e mi volto per incrociare gl’occhi di ghiaccio di Stephie, << Pensi di offendermi per caso? Lo so anche io che non ho niente >> alzo gl’occhi al cielo dalla disperazione, << Allora potresti anche andartene visto che non c’entri nulla con questo posto >> borbotta con una voce maligna. Mentre sto per rispondere qualcuno mi interrompe uscendo dall’aula, << Se ti sento ancora una volta rivolgerti così ad una persona ti mando in direzione. Chiaro Stephie? >> domanda con uno sguardo duro la professoressa Alonso, << Sei solo fortunata >> si rivolge a me Stephie prima di andarsene sotto lo sguardo dell’insegnate e poi guarda verso di me, << Non devi ascoltarla, tu meriti di stare qua >> mi dice con uno sguardo dolce ma non di pietà, lo crede davvero, lo noto dai suoi occhi che crede davvero a quel che dice, io abbasso leggermente la testa e lei lentamente se ne va sotto gl’occhi increduli di Mechi che non ha più parole, << La odio >> blatera poi riferendosi a Stephie << Anche quando eravamo piccole non andavamo d’accordo >>, << Che è successo? >> domanda Diego e dietro di lui c’è anche Jorge, << La tua ragazza >> esclama Mechi indicando Jorge con un dito << E’ una rompi palle di prima categoria, è la regina delle stronze, è la più egoista del mondo… >>, << Ok, ok ho capito >> si affretta a dire Jorge << Cosa ha combinato? >> domanda guardando me come se volesse che sia io a rispondere, << Nulla che ti importi >> borbotto, << La tua ragazza ha detto a Martina che può anche andarsene perché qua non c’entra nulla >>, << Non ascoltarla >> dice di getto Jorge << Lei non sa cosa dice >>, << A me sembra che lo sappia benissimo >> ribatto io aggrottando la fronte, Jorge sbuffa passandosi una mano prima sul volto e poi tra i capelli << Non so come fermala >> afferma poi lui facendo spallucce e Diego lo guarda con una sguardo buffo << Non credo che tu possa fermarla, non ti dà mai ascolto in qualsiasi caso >> dice Diego come se fosse una cosa normale, << Si ma non può continuare così >> gli risponde Jorge, io mi volto e inizio a camminare per non sentire quei due che discutono di Stephie.
 
Sono in camera mia, ho mandato un messaggio a Josh dicendogli che sto bene, anche se so che lui non ci crede, sa che non mi sento a mio agio qui, sa che mi sento fuori posto, anche se c’è Mechi e ci sono alcune persone che cercano di farmi sentire bene io comunque sono sempre nervosa e agitata. La professoressa Alonso mi ha stupito, ciò che mi ha detto durante la lezione, è stato come se avesse fatto scoppiare tutto quello che avevo dentro per far uscire tutte le mie emozioni, mi ci voleva e sembrava che lei lo sapesse, e poi quando mi ha difeso con Stephie, sembrava davvero arrabbiata, non sopportava quelle parole e nemmeno quell’atteggiamento. Sento una musica provenire dal salotto, quando apro la porta della mia camera la sento più forte, è molto bella e molto dolce, lentamente mi incammino e quando sbuco in salotto trovo Mechi intenta a suonare, con le sue mani delicate che si spostano rapide sui tasti del pianoforte, i capelli biondi mossi che ricadono sulla schiena, sembra quasi una visione. Lei si accorge di me e si volta a sorridermi, << Ti piace? >> chiede poi picchiettando sullo sgabello in parte a lei per dirmi di sedermi, << Si, era bellissima, sei davvero molto brava >>, << Grazie >> mi sorride contenta << Mi piace suonare, mi rilassa in qualche modo, stacca la mia mente su tutto il resto, ci sono solo io e la musica, dovresti provare >> dice ad un tratto << Imparare a suonare >>, << No grazie >> rispondo velocemente, << Perché? Sembra che tu non voglia avere niente a che fare con la musica >>, << Difatti è così >> le rispondo io, << Ma potrebbe aiutarti >> ribatte lei, << Non credo >> rispondo leggermente abbassando la testa. Lei rimane in silenzio e poi ricomincia a suonare e stavolta canta anche. Una voce forte ma anche melodiosa, leggera, che ti trasporta in un altro mondo, che ti scava nei ricordi. Il ricordo di una bambina che piange, che ha paura, sola al mondo. E qualcuno piange insieme a lei, la bambina aveva ancora più paura. Una voce che inizia a cantare e che faceva smettere di piangere, uno dei miei ricorrenti incubi. Mechi continua a cantare, e quasi mi vengono i brividi, sta cantando A THOUSAND YEARS di Christina Perri ed è davvero molto brava. Quando suona le ultime note lei alza lo sguardo e mi sorride, << Wow >> dico io impressionata, << Grazie, potresti venire a vedere una nostra lezione! >> esclama poi lei, << Non credo che la mia presenza si gradita da tutti >>, << E cosa ti importa, se tu poi volessi entrare nel corso di musica non lo faresti per lei? >>, << Io non voglio fare il corso di musica >> dico come se fosse ovvio, << Me se tu vedessi come sono belle quelle lezioni potresti cambiare idea! >> dice poi facendo spallucce, << Non credo Mechi, io non voglio ne cantare né suonare >>, << C’è qualcosa che non mi dici, c’è un motivo lo so! >> dice alzandosi per andare a prendere una bottiglietta d’acqua appoggiata sul tavolo, fa un sorso mentre io la fisso incredula, << Perché lo pensi? >> domando io, << Perché lo vedo >> lei abbassa la testa come se fosse in imbarazzo << Nei tuoi occhi >> dice piano << Vedo che qualcosa ti turba, quando si parla di musica, come se qualcosa ti bloccasse, e ho ragione >>, << Non è un problema tuo Mechi, e non c’è niente che mi impedisca di farlo se ne avessi voglia >> ma non è vero, non sarei mai riuscita a cantare o a suonare qualcosa, mi fa tornare in mentre cose che mi feriscono troppo, cose che vorrei dimenticare. Mechi si arrende e si siede sul divano cercando un film da guardare. Sono così stanca di nascondere la mia vera natura, così stanca di dover nascondere cose così intime per me, troppo difficili da raccontare, so di ferire Mechi in qualche modo quando non mi fido di lei e non mi va di parlare di me, ma non posso farne a meno, non voglio che mi vedano per ciò che mi è successo, inizierebbe a guardarmi davvero con pena e non mi va di vedere quello sguardo, quello che farebbero tutti se sapessero come ho vissuto. Odio quello sguardo perché mi fa sentire debole, invece sono tutto il contrario, le persone mi guarderebbero in modo diverso, inizierebbero a comportarsi in modo diverso. Mi avvicino a Mechi sedendomi sul divano, << Ti racconterò tutto quando sarò pronta >> le dico io guardandola mentre lei fissa il televisore, lentamente volta la testa verso di me e mi sorride, << Ok va bene >> dice appoggiando la testa sulla mia spalla sorridendo. Già il fatto di ammettere che per me c’era un problema per lei è sufficiente e questo mi tranqullizza. Ci addormentiamo entrambe sul divano quando qualcuno bussa alla porta.
 
<< Sono le due di notte >> borbotta Mechi stropicciandosi gl’occhi, io la guardo confusa con gl’occhi mezzi chiusi. Mechi apre la porta e nella stanza compaiono Jorge e Diego sorridenti, << Siete impazziti? Non dovreste essere qua >>, << Non sapevamo cosa fare >> risponde Diego a Mechi che li guarda incredula. Jorge si avvicina al divano e ci si siede sopra guardandomi, << Ciao >> dice con una voce profonda e furba e poi sorride, << Ciao >> rispondo io fredda, << Oh nervosetta? >> domanda lui appoggiandosi con la schiena sul divano, << Si stavo dormendo quando qualcuno è venuto a svegliarmi, e questo mi rende nervosa >>. Mechi e Diego ci guardano confusi e poi Mechi incrocia le braccia al petto << Non dovreste essere qua >> ripete, << Non stiamo facendo nulla di male >> le risponde Diego, << E’ contro il regolamento stare nelle stanza degl’altri di notte >> continua lei, << E’ stata un idea di Jorge >> fa spallucce Diego poi, << E tu invece di dirgli di no lo hai assecondato? >>, << Si, mi andava di fare un giro >> risponde tranquillo Diego mentre Mechi gli dà una pacca leggera sulla testa e poi posa gl’occhi su Jorge, << Non riuscivo a dormire >> dice come per giustificarsi, << E vieni qui? >> chiede la bionda avvicinandosi al divano e sedendosi anche lei seguita da Diego, senza mai staccare gl’occhi da Jorge ma lui non le risponde, lei guarda Diego che gli fa spallucce come per dirgli che non sa cosa gli riprende. << Hai litigato ancora con Stephie? >> domanda poi Mechi a Jorge e a quel punto anche la mia attenzione viene attirata, << Mi ha fatto una testa così! >> sbuffa lui, << Per via di Martina >> continua Diego che viene rimproverato dallo sguardo di Jorge e poi si voltano tutti verso di me, << E vieni qui, nel nostro alloggio? >> chiedo << Sei scemo per caso? >>, << Non mi importa di quello che lei dice, non può decidere chi sono i miei amici >> ribatte lui come se fosse quella la risposta che volevo ma non è così. Non capisco perché venire qua se il motivo per cui ha litigato con la sua ragazza sono io. << Jorge, ha ragione Martina se lei scopre che sei qua altro che testa così! >> borbotta Mechi mettendosi li mani sopra la testa, << Lei deve capire che non può decidere per me >> afferma lui, << Quindi vai dove c’è Martina per fargli capire che non la ascolti? >> chiede la bionda stupita, << Io non sono un oggetto che puoi usare per dimostrare qualcosa alla tua ragazza >> esclamo io, << Non è così! Sei pazza se lo credi, tu non sei per niente un oggetto che uso >> dice e Mechi spalanca un po’ gl’occhi seguita da Diego, << Jorge tu ti stai esaurendo >> borbotta quest’ultimo, << Si lo so >> risponde lui << E’ Stephie, non capisco perché si comporta così e mi tormenta >>, << Per via di Martina? >> parla Diego con un tono ovvio, << E allora stammi lontano, così non ti rompe >> continuo io guardandolo e poi lui incrocia i miei occhi, una scossa mi sale per la spina dorsale, non riesco a capire ma nei suoi occhi riesco a vedere che quella frase è come se l’avesse ferito, lui non voleva allontanarsi da me, per qualsiasi strano motivo nei suoi occhi vedo che è così, << Non posso lasciare che ti offenda e dirgli che fa bene e che è giusto >> dice poi lui guardando me ma poi anche gl’altri, << Jorge torna nella tua stanza e dormi >> dice delicatamente Mechi appoggiando una mano su quella di Jorge, lui annuisce lentamente e poi guarda me per pochi secondi e ancora quel brivido mi percorre la schiena. Quando Mechi richiude la porta mi guarda stranita, << Jorge non si comporta mai così! >> esclama, << Sarà stressato >> borbotto io come se non mi interessasse ma quelle sensazione strana è rimasta dentro di me, riesco ancora a vedere i suoi occhi, << No, Jorge non si comporta mai così con le persone, di solito se a Stephie sta sulle palle qualcuno lui si limita a non parlare con quella persona per non causare problemi ma con te no, va contro di lei e lui non lo fa mai >>, << Dovrebbe farlo invece, è la sua vita, non quella di Stephie >>, << Ma le cose non sono semplici per lui, non può troncare così con Stephie, non può andare contro di lei >>, << Perché? >> domando incuriosita, << Perché ci sono cose che sono più complicate di quello che sembrano >> risponde lei vaga e capisco che non vuole parlare dei fatti privati di Jorge, perché non è suo compito rivelarli. << Forse gli faccio pena e vuole solo difendere i più deboli >> dico io per tranquillizzarla, << No non è così, lui non ti vede debole, non so spiegartelo ma conosco Jorge e fidati che lui non lo pensa, anzi pensa il contrario se mai >>, << Come hai detto tu sono affari suoi Mechi, lasciaglieli risolvere da solo, se ha bisogno di aiuto te lo dirà! >> le dico poi alzandomi per andare a letto, << Buonanotte Mechi >>, << Notte Martina >> risponde lei con un tono preoccupato.

P.S: Ciao a tutti. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e d'ora in poi la storia si fa sempre più complicata e ci saranno dei colpi di scena. Martina in questo capitolo, grazie alla professoressa è riuscità a scrivere ciò che pensa, a tirar fuori quello che si è sempre tenuta dentro in qualche modo, e Mechi è riuscita a scalfire un pò la sua corazza facendole ammettere di avere dei problemi riguardo la musica, perchè le ricorda troppo il passaro cose che lei non vuole ricordare ( mi piace che Martina non abbia ancora raccontato tutto di lei, in questa storia bisogna anche capire cosa sia realmente successo a Martina e questa cosa ci accompagnerà quasi fino alla fine ). Abbiamo anche la professoressa che la protegge in qualche modo e vi dico che avranno un bel rapporto, non subito, ma vedremo come aiuterà Martina. E che dire di Jorge? Come dice Mechi alla fine lui non si mette mai contro Stephie eppure da quando c'è Martina lo fa spesso, cosa che Mechi trova strana, e non solo lei. Siccome un pò di pesone me l'hanno chiesto, Lodo non ci sarà, a malincuore. Volevo fare una storia diversa e quando ho messo insieme il tutto ho deciso che lei non ci sarebeb stata. Ringrazio tutti come sempre, mi fa davvero piacere sapere le vostre opinioni, e se avete qualcosa da chiedere fate pure! <3 un abbraccio!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Segreti. ***


Segreti.
 
Cammino per il corridoio del dormitorio, è notte fonda ed è ormai da qualche giorno che non riesco a dormire, non credo sia un crimine camminare di notte nei corridoi dell’alloggio, non sono nella stanza di nessuno e non sono negl’edifici scolastici, e poi ho trovato la porta che conduce al tetto dell’alloggio, da lassù la vista è spettacolare. Cerco di fare meno rumore possibile, mentre percorro corridoi e scale fino ad arrivare alla porta, quando la apro una vento fresco mi sfiora la faccia, il cielo è stellato, l’oceano mosso per via della luna piena, enorme, in mezzo al cielo. Amo guardare la luna. Mi mancava vedere queste cose, rimanermene lì per ore a fissare il cielo di notte, uno dei miei momenti preferiti. Il silenzio, la calma, è come se tutto il mondo si fermasse e rimanesse ad ascoltare solo il suono della natura. In questa situazione riesco a pensare, i miei pensieri diventano limpidi, in mezzo a tutto questo silenzio. In questi giorni le cose non sono migliorate molto, Stephie mi sta ancora addosso, Jorge cerca sempre di comportarsi come un amico ed è estenuante perché così Stephie ha un motivo in più per rompere le palle. Non è che io non voglia Jorge come amico, lo trovo un ragazzo simpatico, gentile, senza quella puzza sotto il naso che la maggior parte dei ragazzi ha, ma il problema più grande è che è il ragazzo di Stephie e non può comportarsi così perché ne risento anche io del suo comportamento, che non riesco a capire. Mechi mi ha convinto ha indossare i suoi vestiti, per ora solo quelli che mi fanno sentire abbastanza a mio agio, jeans stretti e magliette più femminili e colorate, per ora è già un grande passo per me. Devo dire che lei riesce a farsi adorare in qualche modo, il suo modo di fare e di approcciarsi con me, mi piacciono, lei mi dà i miei spazzi però alcune volte mi sfida, cercando di farmi aprire con lei, spiegandomi che mi farebbe bene raccontare anche solo qualcosa di me, ma per me rimane comunque complicato, non ho mai parlato a nessuno di cosa mi sia successo, di chi io sia realmente, di quel che ho fatto. La mia paura più grande è che per via della mia storia le persone con me si comporterebbero in modo diverso, vedendomi con pietà e io questo non lo voglio. Anche Cande e Alba devo dire che sono delle ragazze buone, nel cuore. Anche se ora che le conosco un pochino meglio ho notato un lato abbastanza matto in loro, insieme sono uniche, la loro amicizia è così profonda, sono connesse perfettamente l’una con l’altra. Ho passato una serata con loro, al pub insieme a Mechi, e devo dire che mi sono divertita. Diego invece è un tipo molto alla mano, ha una mente aperta a tutto, a lui non importa nulla di chi sei, da dove vieni, cosa hai fatto, lui ti vede per come sei dentro, non per quello che hai. Tutto di lui non rispecchia i ragazzi ricchi e viziati, il suo comportamento, il suo vestirsi, il suo modo di parlare, sono quelli di un ragazzo qualsiasi di 18 anni. Anche se alcune volte è un po’ uno stupido, però in senso amichevole, vuole fare il rubacuori ma in realtà si vede che non vuole stare con le ragazze tanto per fare, ma che cerca una ragazza da amare. Decido di tornare in camera, sono quasi le quattro di notte e forse è meglio riposare un po’. Quando rientro in stanza, lentamente senza fare rumore mi fermo e guardo il pianoforte ricordandomi di Mechi che cantava.
 
Quando mi sveglio mi accorgo di essere sudata, la sveglia suona e io mi alzo di scatto, vedo Mechi appoggiata allo stipite della porta che mi guarda con un aria preoccupata, << Martina stai bene? >> domanda, << Si perché? >> le chiedo, << Stavi urlando, ancora >> borbotta lei con la voce bassa e guardando in terra, << Scusa >> le dico, << Non devi scusarti >> continua con una voce dolce per poi sparire nel corridoio. Mi porto le mani in faccia sfregandomi il viso e poi lentamente appoggio i piedi a terra rimanendo seduta sul letto, non ricordo cosa ho sognato, quale parte della mia vita la mia mente mi abbia mostrato. I miei sogni sono tutti collegati al mio passato, ogni volta rivedo qualcosa di me, una parte della mia vita. Prendo una paio di Jeans chiari che mi ha regalato Mechi, stretti e a vita alta e una maglietta larga e corta, una di quelle che lascia una spalla scoperta, nera. Quando arrivo in salotto afferro la mia borsa tracolla e poi usciamo dall’alloggio senza parlare. << Buongiorno >> esclama Diego e di fianco a lui Jorge sorride, << Buongiorno >> risponde Mechi sorridendo per poi riprendere a camminare e noto che Diego la guarda ancora sorridendo, << Passato bene la notte? >> domanda lui guardandoci, la faccia di Mechi cambia un po’ espressione per poi sorridere ancora << Benissimo >>, << Già, bene >> rispondo io. << C’è qualcosa che non va? >> mi chiede una voce in parte a me e noto che è Jorge, << No, cosa te lo fa pensare? >>, << Non credo che tu abbia passato una bella nottata >>, io lo guardo stranita e lui continua a parlare, << Sembri una che non ha dormito molto >>, << Invece ti sbagli >>, << Invece ho ragione >> ribatte lui ridacchiando con quel sorriso bianco e bello? Uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto, a momenti sono invidiosa, vorrei averlo io un sorriso del genere, << Ehi ci sei? >> mi domanda lui, Mechi è in parte a me coinvolta in una conversazione con Diego, << Si >> rispondo rendendomi conto di essermi incantata a pensare, << Quindi ho ragione non hai dormito bene! >> afferma poi, << La smetti? >> domando con una faccia quasi buffa, << Di fare cosa? >> chiede lui, << Di essere sempre così convinto di quello che dici >>, << Ma io sono convinto di quello che dico, come è vero che tu stanotte non hai dormito bene >>, un po’ ci rimango di sasso, come fa a saperlo, è come se mi capisse, come se capisse come mi sento, << Ok rimani nelle tue convinzioni >> borbotto io mentre entriamo in classe. Cinque minuti dopo anche Stephie con un sorriso maligno entra con passo da modella in aula, ve verso Jorge e gli stampa un bacio sulle labbra in modo rapido e poi si mette a sedere. Sembra tutto così freddo tra loro, o forse mi sbaglio, infondo da una così cosa puoi pretendere? La professoressa Alonso entra in classe con un gran sorriso, << Buongiorno ragazzi >> esclama mentre il suo vestito che arriva alle ginocchia, molto morbido e di color verde acqua si muove sinuosamente. << Ho corretto i vostri temi, siete stati tutti bravi, chi più chi meno, ho trovato dei bei ragionamenti, c’è n’è stato uno veramente profondo che mi ha colpito parecchio e vorrei leggervi una parte di questo testo perché voglio che capiate cosa intendo >>, fai che non sia il mio, penso dentro di me, << Non vi dirò chi l’ha scritto, dopo vi darò semplicemente i voti >>. Tutti sono in silenzio quando la professoressa inizia a leggere. << Non so come gl’altri vedano la vita, ma sembra che tutti abbiano come un velo davanti agl’occhi, come se vedessero solo quello che vogliono vedere. Io invece ho imparato a guardare oltre. Tutti siamo diversi, tutti viviamo in modo diverso, ma tutti abbiamo una cosa in comune viviamo. Ed ecco come io vedo la vita; la vita è difficile, eppure le persone si attaccano a cose inutili, non vedono mai oltre al loro naso, non vedono mai le persone per quello che sono ma per quello che possiedono, non sono capaci di guardare un un’anima, di scavare negl’occhi, di sentire qualcosa di unico e vero. Non sanno amare ma vogliono essere amate, non vogliono essere odiate ma vogliono odiare. Le persone dovrebbero imparare che nella vita non conta un singolo, ma contano tutti. E non è ciò che abbiamo che determina chi siamo o quanto valore abbiamo, non si è più forti per quello che si possiede ma per quello che si dà. L’amore non si compra, l’amicizia non si compra, la famiglia non si compra. La vita dovrebbe essere magnifica, ma di magnifico non c’è niente perché le persone danno un valore al niente. >>
 
Tutti sono in silenzio, anche se la professoressa non ha detto di chi è il tema, credo che in fondo si sia capito, per mia grande fortuna non ha letto tutto, sarei stata ancora più in imbarazzo di così. << Ragazzi questo è scrivere >> borbotta poi la professoressa, << A me sembra tutto così… stupido >> borbotta Stephie, << Cosa intendi? >> le domanda l’insegnate appoggiandosi alla cattedra e incrociando le braccia al petto, << Che nella vita conta possedere, sei più agevolato >>, << Si me sei più stronzo >> rispondo io << Non pensi, non vedi niente oltre a quello che hai >>, << Gl’altri non contano, a me non servono le altre persone e non mi importa di loro >>, << Gl’altri contano >> e questa volta a parlare è Jorge e Stephie gli rivolge uno sguardo contrariato, << Perché mai dovrebbero contare, non ti serve niente dagl’altri >>, << Si invece, l’amicizia, la fiducia, l’amore >> risponde la professoressa guardando Stephie << Non puoi pensare che il fatto di possedere le cose ti permetta anche di pensare di possedere le persone, devi essere qualcosa per loro, devi dare qualcosa di emotivo, di profondo >>, << Tutte sciocchezze >> Risponde Stephie. << Come tutte sciocchezze? >> dice quasi arrabbiata Mechi << Insomma credi che l’amore del tuo ragazzo o l’amicizia delle tue amiche ti siano dovute per quel che possiedi e per il potere che hai? >>, << Nessuno mi dice come devo comportarmi o spiegarmi come mi comporto >>. << Stephie la vita non gira intorno a una singola persona, esistono anche gl’altri >> le dice l’insegnate, << Certo, ma conta di più uno che possiede qualcosa di uno che non ha nulla >>, << Ok ora basta >> si altera Mechi << Sei proprio stupida >> le urla, << Mechi >> la richiama tranquillamente l’insegnate, << Scusi >> le risponde lei << Ma come può dire queste cose? Siamo tutti uguali, non c’entra quello che possediamo ma quello che abbiamo dentro, siamo tutte persone con gli stessi diritti, le persone non dovrebbero essere giudicate per quello che hanno, perché possono rivelarsi persone oneste, bellissime, piene di amore, ma vengono giudicate SOLO PER QUELLO CHE HANNO! Penso che sia questo che quel tema voglia dire, che la cosa che conta di più sono le persone >>.
 
Quando le lezioni finiscono camminiamo per i corridoi, << Sei stata grande >> sorride Diego a Mechi, << Grazie, Grazie >> risponde lei come una diva per poi mettersi a ridere. << Mi sa che Jorge deve subire Stephie per colpa mia >> continua poi la bionda puntando con lo sguardo Jorge e Stephie che quest’ultima sta parlando con Jorge come un isterica, mentre Jorge zitto la ascolta, << Gli ci voleva però, è proprio una stupida, come hai detto tu >> borbotta Diego a Mechi sorridendogli ancora, << Io devo andare in biblioteca a ritirare dei libri, ci vediamo più tardi >> esclama la bionda allontanandosi da noi mentre Diego la segue con lo sguardo e io guardo lui alzando un sopracciglio con un aria interrogativa, << Che hai? >> mi domanda quando nota come lo guardo, << Pensavo solo che… ti piace Mechi? >> domando io, lui fa una piccola risatina isterica << Cosa? No! Come ti salta in mente? >>, << Beh da come la guardi sembrerebbe proprio di si >>, << No davvero! NO! >>, << Si invece >> ribatto io spalancando la bocca << Perché non glielo dici? >>, << Prima di tutto non è vero! >> risponde lui << E anche se fosse per lei sono un amico, un vecchio amico >>, << E allora? >> chiedo, << Allora… Ma non mi piace Mechi >> continua poi e io ridacchio quando Jorge si avvicina a noi. << Perché ridi? >> domanda, << E’ un segreto >> borbotto poi e la sua espressione cambia, puntando il suo sguardo da me a Diego, << Come è andata con Stephie? >> chiede con un sorriso il suo migliore amico, << Che segreto avete voi due? >> domanda Jorge puntando i suoi occhi verdi su di me, non vuole lasciar perdere, << Sei invidioso perché ho un segreto con Diego? >> chiedo per stuzzicarlo, << No, è solo che voglio saperlo! >> borbotta lui, << A Diego piace Mechi >> esclamo poi io ridendo, << Ma non è vero >>, << Lo sapevo! >> dice Jorge, << Cosa? >> domanda Diego, << Che ti piace, è ovvio >>, << Non è ovvio un bel niente perché non mi piace >>, << Si invece >> diciamo all’unisono io e Jorge e incrociamo i nostri occhi, << Da quando siete come cip e ciop voi due? Lasciatemi in pace >> continua << Non mi piace Mechi >> cerca di convincerci, << Parla sempre di lei, non vede l’ora di vederla, gli fa sempre i complimenti >> dice Jorge guardandomi << Gli piace >> fa spallucce poi, << Sono solo gentile >> ribatte il ragazzo e ci mettiamo a ridere lasciando Diego perplesso e spaesato. Quando Mechi torna in stanza sto leggendo un libro che ho trovato nella libreria, << Ehi >> dice lei sorridendomi, io le sorrido chiudendo il libro e mi alzo, << Senti, so che sembra stupido ma cosa pensi di Diego? >> domando io curiosa, << Perché me lo chiedi? >> dice, << Così per sapere cosa ne pensi? >>, << Ti piace? >> chiede poi, << No, assolutamente. Cioè nel senso che non è il mio tipo >>, << Beh, comunque penso che sia un ragazzo molto gentile, un po’ stupido alcune volte ma mi piacciono i ragazzi che mi fanno ridere quindi non è proprio un difetto, è un bravo ragazzo, sa fare molte cose, ha del talento >>, << E uno come Diego potrebbe essere il tuo tipo? >>, << Cosa? >> chiede lei confusa, << Si insomma volevo solo sapere qual è il tuo tipo di ragazzo, così per sapere >> borbotto, << Beh, non ci ho mai pensato, insomma lo conosco da tempo >>. Mechi mi guarda un po’ stranita e io gli sorrido, << Sta succedendo qualcosa? >> chiede poi, << No assolutamente >>, << Ok, ti credo >> dice poco convinta << Comunque volevo chiedere alla direttrice se questa domenica ci dà il permesso di uscire e andare a fare un giro per negozi, voglio che mi accompagni >> dice lei, << Ok va bene >> le rispondo, penso che mi faccia bene uscire un po’ da qua, ritornare a camminare nelle vie di Buenos Aires che sono come casa mia. Respirare un po’ di vita, << Ci divertiremo >> esclama la bionda sorridendomi per poi andare nella sua stanza per sistemare le sue cose.
 
Sono nel letto e mi giro e rigiro, non riesco a dormire, è quasi l’una e decido di alzarmi e andare sul tetto, ho bisogno di respirare un po’ di aria. Esco molto silenziosamente e mi incammino nei corridoi lunghi, tutti uguali. Mentre giro l’angolo per andare verso le scale sbatto contro qualcuno, che mi afferra per le braccia per non farmi cadere. << Ehi attenta >> dice una voce familiare e quando alzo lo sguardo incrocio gl’occhi verdi di Jorge che nell’oscurità sembrano molto più scuri e grandi e lui sorride, << Scusa >> dico io << Stavo pensando >> borbotto e poi cambio espressione e mi rendo conto di essere stata beccata mentre camminavo di notte per i corridoi, << Che ci fai in giro? >> domanda lui guardandomi, << Non riuscivo a dormire >> borbotto << Così cammino >> dico frettolosamente, << Anche io, facevo fatica ad addormentarmi e avevo bisogno di muovermi >>, rimango in silenzio facendo un sorriso abbastanza tirato, << Quindi avevo ragione, non dormi bene… Tranquilla non lo dico a nessuno >> fa l’occhiolino lui sorridendomi e io ridacchio un po’ lasciandomi andare, << Sei più bella quando sorridi così >> dice poi in modo gentile ma anche molto dolce, << Così come? >> domando io, << Quando sorridi davvero, dovresti farlo più spesso >>, << Sorridere davvero? Beh non è facile per me >> rispondo senza guardarlo negl’occhi. Tra di noi c’è dell’imbarazzo, << Dove stavi andando? >> domanda Jorge, << in un posto segreto >> dico io misteriosa, << Dove? >> domanda con una faccia preoccupata ma buffa, << A guardare il cielo >> rispondo, << Posso vederlo anche io? >>, io rimango un po’ titubante ma poi annuisco leggermente mentre lui inizia a seguirmi. Quando arriviamo sul tetto sono ancora in imbarazzo, << Wow, non sono mai venuto qua, è davvero bello >> dice guardando il paesaggio << E quindi vieni qua a pensare? >>, << Esatto, e anche perché mi piace guardare la luna, mi affascina >>. La luna è ancora piena alta nel cielo, siamo in silenzio mentre guardiamo l’orizzonte scuro, l’oceano che infrange le onde contro gli scogli. << E a cosa pensi? >> chiede ad un tratto Jorge appoggiato con i gomiti sul muretto del tetto, << In che senso? >> domando io, << Cosa stai pensando adesso? Stavi venendo qua a pensare o no? >>, << Si, ma sto solo pensando che ti ho svelato il mio segreto >> dico sorridendo e continuando a guardare il panorama, << Tranquilla il tuo segreto è al sicuro con me >> borbotta e qualcosa mi fa credere che sia così. Non so se è per via del cielo, per via del fatto che mi sento bene quando sono qua fuori, ma quando guardo Jorge illuminato dalla luna, il mio corpo e la mia mente mi dicono che posso fidarmi di lui, che forse, per il fatto che non ci conosciamo, io possa raccontargli qualcosa di me, la sua insistenza, il suo modo di guardarmi mi fa capire che lui non mi giudicherebbe mai per ciò che ho passato << Comunque quando vengo qua penso alla mia vita, al mio passato, cerco sempre di trovare una ragione valida per quello che è successo così posso stare un po’ in pace con me senza esplodere e chiedermi il perché! >>, << Immagino che non sia facile avere tutti quei ricordi che ti girano nella testa e non riuscire a dimenticarli >>, << E’ difficile dimenticare le cose brutte >>, << Mi piacerebbe sapere cosa ti è successo >> dice lui senza guardarmi, << Perché? >> domando, << Perché mi interessa sapere di te, di quello che hai fatto, di quello che hai passato. Sei incredibile e lo penso davvero, io non so se sarei come te, anche se non so cosa ti è successo io credo che sarei crollato. Mi domando come tu faccia a sopravvivere, combatti contro tutti e tutto come se niente possa distriggerti >>. Rimango in silenzio e un turbine di pensieri mi passa per la testa, quelle parole mi hanno scavato nell’anima, perché sono vere, sono riuscita a sopravvivere e non so nemmeno io come ci sono riuscita dopo tutto. << Sono stata abbandonata >> dico poi di getto e lui volta la testa verso di me, << Avevo quasi sei anni e i miei genitori uscirono di casa e non tornarono mai più, mi lasciarono li, da sola e ci rimasi per quasi quattro giorni, finché un uomo, un poliziotto non mi trovò. Una donna passando davanti casa mi ha sentita piangere e ha chiamato la polizia >>, Jorge mi guarda quasi stupito dalla mia confessione ma anche in modo tenero come se non potesse credere che io sia stata abbandonata a me stessa da bambina, << Deve essere stato terribile, non posso neanche immaginarlo… e i tuoi genitori li hanno mai trovati? >>, << No, a quanto pare sono spariti nel nulla, ma comunque la mia vita non è andata meglio di come doveva andare >>, << Mi dispiace >> esclama poi sinceramente, << Non dispiacerti per me >> borbotto << Mi hanno mandato in orfanotrofio ma nessuno mi adottava e poi quando sono diventata troppo grande per stare lì, a dieci anni hanno iniziato a mandarmi nelle case famiglia, ne cambiavo una ogni cinque, sei mesi finché quando avevo quasi quattordici anni non iniziai a scappare e vivere per strada, poi mi ritrovavano, mi rimandavano nelle case famiglia e io scappavo di nuovo, così finché non sono arrivata qua >> dico. Raccontarlo un po’ mi fa uno strano effetto, anche se non sono scesa nei particolari e non sono scesa nelle parti peggiori. << Perché nessuno ti ha adottato? Mi immagino te come una splendida bambina >> sorride lui, << Non è facile come sembra, ci sono cose di cui non voglio parlare >>, << E perché scappavi? >> domanda lui poi << Si insomma dalle case famiglia >>, << Perché non tutti sono buoni Jorge, non a tutti importa di te, poi non volevo affezionarmi più a nessuno, di quei ragazzini che erano con me perché li avrei persi tutti e quelli che mi ospitavano non erano comunque i miei genitori, io non potevo vederli come tali, alcuni sono stati gentili con me ma per me non erano nessuno perché nel giro di qualche mese mi avrebbero buttato da qualche altra parte. Non volevo affezionarmi a nessuno, per me quelle non erano casa mia, niente e nessuno faceva parte di me. Quindi preferivo vivere in strada, arrangiarmi da sola e poi ci sono molti motivi per cui odiavo stare in quelle situazioni, sono successe cose che mi hanno portato ad allontanarmi da quella vita >>. Jorge rimane in silenzio, senza dire nulla e mi guarda, ma non ha quello sguardo che odio, mi guarda come se fossi la cosa più meravigliosa che avesse visto, non gli ho raccontato tutto, ma quel poco mi ha tolto un peso dal cuore e non so perché l’ho raccontato a lui ma mi è venuto naturale, vederlo così genuino e normale come se potessi fidarmi, come se sapessi che lui non mi avrebbe mai giudicata. << Non lo racconterò mai a nessuno, fidati di me >> dice poi Jorge osservando la luna e poi mi metto ad osservarla anche io, << E non dire a nessuno del mio posto segreto >> borbotto poi io sorridendo, << Mai, perché anche a me piace questo posto >>. 

Ps: Sono riuscita a pubblicare un altro capitolo, spero che ci piaccia. Abbiamo belle novità, e sperono vi siano piaciute, quasto confronto tra Mechi e Stephie, Martina che credi cha a Diego piaccia Stephie, sara così? Le cosa comunque saranno complicate. e poi abbiamo JOrge e Martina che si avvicinano sempre di più, lei gli confida qualcosa della sua vita, ma vi dico già che ci sono ancora alcune cose da scoprire, più profonde e per lei sono delle ferite aperte. Sono di fretta quiandi, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate di quello che è accaduto. Un bacionee grazie di cuore a tutti come sempre, a lunedi con il prossimo capitolo che ripartirà più o meno come è finito questo capitolo ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Nuovi e vecchi amici. ***


Nuovi e vecchi amici.
 
E’ finalmente domenica, fra due settimane è natale e un po’ mi deprimo al pensiero, il natale non è mai stata una della mie feste preferite, sono tutti così pieni d’amore, stanno con le loro famiglie e si scambiano regali, io non mi ricordo neanche di aver mai festeggiato il natale come si deve, non ricordo la mia vita con i miei genitori, forse perché ero piccola, forse perché l’ho voluto dimenticare. Mi hanno sempre detto che ho voluto cancellare quella parte di me, non ricordo il volto dei miei genitori, non ricordo nulla di quando stavo con loro. Oggi pomeriggio Mechi ha chiesto il permesso per uscire a fare shopping natalizio, deve comprare un po’ di regali e io andrò con lei, un po’ di aria aperta non mi farà male, tornare per le strade in cui sono cresciuta mi da quel pizzico di adrenalina nelle vene. Sono sul tetto dell’alloggio, ormai quando ho bisogno di stare sola vengo qua, da quando ho raccontato a Jorge quel poco di me in qualche modo mi sento sollevata anche se i miei pensieri non cambiano mai, ho avuto una vita che non augurerei a nessuno, e questo resterà per sempre con me nel mio cuore. Lui si comporta al solito modo, per non far capire a nessuno di quello che sa, di quello che gli ho raccontato, io continuo a prenderlo in giro per Stephie e lui ogni tanto viene rimproverato da quest’ultima per il fatto che alcune volte passa il tempo con me, quando ovviamente sta con Diego e Mechi.  << Sapevo di trovarti qui >> dice una voce che ormai riconosco bene, quando mi volto Jorge è dietro di me, i capelli scompigliati dall’aria, un grande sorriso sincero, io suoi occhi verdi e svegli e le mani in tasca, << Mi stavi cercando? >> domando io sarcastica, lui si avvicina e si siede sul muretto vicino a me, << Sembro uno stupido se dico che non so perché sono arrivato fino a qua? >>, << Tu sei uno stupido Jorge >> rispondo io ridacchiando, << Oh grazie! >> dice lui sorridendo << Non so ma ho avuto come la sensazione che tu fossi qua. Sei triste? >> domanda, << No non sono triste >> borbotto io << E’ che è quasi natale e a me non piace molto >> dico guardandolo per poco e poi tornare a guardare l’oceano che crea piccole onde schiumose, << Capisco >> borbotta lui. Rimaniamo in silenzio per un po’, per qualche minuto che sembra un eternità, << Il natale è una festa troppo emotiva per te. Immagino che tutta la storia dei regali, dell’affetto per te non siano una cosa normale >>, << Esatto >> rispondo io << Non ho mai festeggiato veramente il natale, da piccola speravo sempre che i miei genitori tornassero a riprendermi, pensavo che sarebbe stato il regalo più bello del mondo, non mi importava il perché mi avessero lasciato, non mi importavano i motivi, volevo solo abbracciarli, sentire l’abbraccio dei miei veri genitori, sangue del mio sangue >>, << E non è più così? >> chiede lui puntando il suo sguardo concentrato su di me, come se gli interessasse davvero ciò che ho da dire, per lui più che voler sapere è più un voler conoscermi nel profondo, << Sinceramente, no >> rispondo con uno sguardo un po’ stupito << Ora se dovessero comparire sarei davvero arrabbiata con loro, gli rinfaccerei la vita che ho vissuto, e non mi importerebbe dei motivi per cui mi hanno lasciato, vorrei solo urlare che mi hanno lasciata sola, che quando avevo bisogno di loro non ci sono mai stati, non potrei mai perdonarli, perché ciò che ho passato nessuno dovrebbe passarlo, ero solo una bambina e quello che mi è stato fatto non può essere perdonato. Mi sono sentita debole >> dico con una certa amarezza nella voce, << Ehi tu non sei debole >> mi dice lui appoggiandomi una mano sulla spalla e a qual tocco una sensazione piacevole mi scorre nel corpo, << Mi sono sempre chiesta perché io >> borbotto poi, << Fidati se io fossi stato al tuo posto a quest’ora molto probabilmente sarei morto >> dice per rassicurarmi << Non vedi quanto sei forte? Si vede che hai lottato per sopravvivere, si vede quanto tu abbia sofferto ma anche quanto tu abbia lottato per restare in piedi e ti ammiro per questo >>, << Grazie, ma non devi consolarmi >> affermo io facendo un piccolo sorriso, anche se sentire quelle parole un po’ mi dà conforto, pensare a tutto ciò che ho passato, a quanto ho lottato per la mia vita e vedere che qualcuno veda in me tutto questo mi fa sentire meglio in qualche modo. << Senti Martina, io non so cosa tu abbia passato in realtà, so che c’è molto di più di quello che mi hai detto, e non posso neanche immaginarmi come tu ti sia sentita, ma sei incredibile, nessuno è come te, tutto quello che hai passato ti ha reso la persona stupenda che sei >>, rimango un po’ di stucco quando sento quelle parole e mentre sto per ringraziarlo il telefono di Jorge suona, << Stephie, si sta domandando dove sono >>, << Faresti meglio ad andare prima che diventi un mostro e vada fuori di testa >> dico con una faccia buffa, << Si forse è meglio anche se preferirei stare qua a guardare il cielo >> sorride alzandosi << Quindi adesso siamo amici? >> domanda lui poi con uno sguardo buffo << Non credo che alla tua ragazza farà piacere >> rispondo io, << Non deve per forza saperlo >> esclama e poi si allontana lentamente mentre io ritorno a guardare l’oceano che splende sotto il sole di prima mattina, << Ah Martina >> dice e io mi volto a guardarlo << Vedrai che la tua vita migliorerà, io ci credo >> esclama per poi sparire oltre la porta lasciandomi lì con un sorriso. La mia vita migliorerà davvero? Mi domando facendo un gran respiro per assaporare l’aria fresca.
 
<< Sei pronta >> urla Mechi dal salotto mentre io sono in camera, << Si >> rispondo mentre percorro il corridoio e sbuco in salotto, << Bene >> sorride lei uscendo dall’alloggio. Indosso un paio di pantaloni scuri e stretti e una magliettina leggera e bianca. Quando usciamo dall’edificio degl’alloggi ci fermiamo, << Cosa stiamo aspettando? >> chiedo io, << Gl’altri! >> esclama lei con un sorriso, << Gl’altri chi? >> domando un po’ confusa, poi dal vialetto vedo comparire Alba, Facu, Cande e Ruggero che ci salutano con un gran sorriso, << Ehila >> esclama Facu dando il cinque a me e a Mechi scatenando un sorriso a quest’ultima, << Ciao Martina >> mi saluta Cande e io ricambio il saluto con un piccolo sorriso. Non sapevo che ci sarebbero stati anche loro, da una parte mi fa piacere uscire da qui con un po’ di persone, deve essere divertente ma pensavo che saremo state solo io e Mechi. Alba saltella contenta mentre Facu la guarda con amore, Ruggero invece si avvicina a me e inizia a domandarmi dell’accademia, sembra davvero un ragazzo molto intelligente e a modo, capisco perché Cande sia innamorata di lui, insieme sono perfetti. << Eccoci! >> esclama poi una voce dietro di noi, e quando mi volto Diego e Jorge escono dall’edificio, mi giro verso Mechi e la guardo stranita, << Più siamo meglio è >> fa spallucce lei << Non preoccuparti Stephie non è invitata >>. Diego le si avvicina e gli mette un braccio intorno alle spalle, << Sei pronta a fare shopping? >> le domanda, << Come sempre >> risponde la bionda, << Preparati Martina perché Mechi è impressionante quando fa shopping >>, io sorrido, << Ehi non prendermi in giro! >> ribatte la bionda dando una piccola gomitata a Diego, << La strega ti ha detto qualcosa? >> domanda poi Facu a Jorge << Per via di questa uscita senza lei? >>, << Più che altro per Martina >> risponde Diego, << Si ma le ho detto che non potevo non venire con voi solo perché c’è Martina, anche se non gli è andata giù lo deve accettare >>, << Amico devi farti valere con quella >> gli dice Ruggero, << Io la imbavaglierei alcune volte >> esclama Alba seria che scatena una risatina a tutti. Quando usciamo dall’accademia mi sento come se tornassi a casa, come se fossi tornata nel mio ambiente naturale.  Mi avvicino a Jorge, << Senti mi dispiace se la tua ragazza ti fa tutti questi problemi per me >> gli dico, << Martina non è colpa tua, ma sua. Quindi non preoccuparti >> risponde lui e poi Ruggero lo chiama per fargli vedere una cosa sul suo telefono. Camminiamo verso il centro e Mechi è in parte a me, << Senti Martina >> inizia a parlare lei << Volevo chiederti se per natale ti va di venire da me? >> dice guardandomi con un piccolo sorriso, << Da te? >> dico stupita, << Si insomma, siccome andiamo tutti a casa per due settimane, voglio che tu venga da me >>, << Grazie Mechi ma non voglio disturbarti >>, << Disturbarmi? >> domanda lei con una faccia stranita << Tu non mi disturbi, poi mia madre organizza sempre delle bellissime feste a natale, quindi mi farebbe piacere averti con noi e per lei non è un problema davvero! >>, << Ne sei sicura? >> domando, << Mia madre ti amerà fidati >> sorride lei << Io non so che dire >> borbotto poi, << Devi solo dire di Si >> dice speranzosa << Vedrai ci divertiremo >> mi fa l’occhiolino e poi inizia a parlare con Cande del negozio in cui vogliono andare. Non so se sia un bene per me stare in una casa con una famiglia che festeggia il natale, mi farebbe pensare troppo a me, a quello che non ho mai potuto avere, a quello che non ho mai potuto fare, festeggiare compleanni e feste con amici e parenti, cose che per me non sono mai esistite. Mentre stiamo girando per i negozi Jorge si mette in parte a me e mi guarda, << Cos’hai? >> chiedo io, << Sto cercando di capire se ti stai divertendo >> borbotta ridacchiando, << Divertirsi è una parola grossa >> continuo poi << Ma la vostra compagnia mi fa piacere in qualche modo >>, << Questo è un gran complimento >> fa una faccia buffa lui, io mi metto a ridacchiare quando sento qualcuno urlare il mio nome << Martina >>, urla quella voce piena di gioia e una ragazza dai capelli neri corre verso di me abbracciandomi fortemente che quasi mi fa cadere in terra, << Alexandra! >> esclamo io facendo un passo all’indietro << Ciao >> dico guardandola con un sorriso, << Oh mio dio, Martina >> esclama lei << Mi manchi ogni giorno >> borbotta poi stringendomi ancora in un abbraccio, tutti ci guardano un po’ confusi e stupiti, << Come stai? >> mi chiede lei con un aria felice, << Come stai tu! >> esclamo, io sto in un accademia lussuosa quindi non potevo stare male più di tanto se non per i miei problemi ad ambientarmi ma lei, lei è ancora in mezzo alla strada, << Abbastanza bene, anche se ci sono stati un po’ di problemi da quando non ci sei più, ci manca la nostra spalla >> dice con occhi dolci e quasi mi commuovo, << Oh, oh Martina! >> esclama un’altra voce famigliare e quando mi volto Finn mi guarda con le braccia aperte, << Ciao Finn >> lo saluto io con un abbraccio, << Cosa ci fai qua? >> domanda, << Siamo venuti a fare un giro >> borbotto io un po’ innervosita indicando i ragazzi dietro di me che ci osservano ancora confusi, << Allora come state? >> chiedo io, << Bene, ma si sente la tua mancanza, il cibo scarseggia, non troviamo un posto adatto per dormire ma per fortuna non fa freddo e siamo andati di nuovo da quello là e quasi ci arrestano, per fortuna che siamo riusciti a scappare >>, racconta Finn, mentre tutti gl’altri ragazzi rimangono un po’ basiti da ciò che dice. Ruggero sembra dispiaciuto da quelle parole, Jorge ci guarda stupito, mentre Cande ha quasi gl’occhi lucidi. << Mi dispiace >> borbotto io, << Non devi dispiacerti >> esclama Alexandra << L’importante è che almeno uno di noi finalmente abbia un letto e del cibo e tu te lo meriti >> mi dice con un sorriso davvero tenero. Io sorrido ai miei amici, i miei unici amici che avevo quando stavo in strada, << Loro sono Alexandra e Finn >> dico presentandoli agl’altri << I miei amici… >>, << Di strada >> conclude Alexandra con un sorriso, << E’ un piacere conoscervi >> sorride Finn stringendo la mano a tutti in modo educato, << Trattate bene la mia Martina? >> domanda poi lui, << Ovvio >> risponde Mechi sorridendo << E’ unica >> continua poi, << Questo lo sappiamo bene >> risponde Alexandra. <>, esclama ad un tratto Jorge e Mechi annuisce con il capo, << Davvero? >> inizia a saltellare Alexandra << Sto morendo di fame, nel vero senso della parola >> dice lei per poi ridere e io ridacchio insieme a lei. Mentre camminiamo verso un piccolo bar Mechi e Alba stanno parlando con Alexandra ma non riesco a sentire cosa si stiano dicendo anche se sembrano molto coinvolte nella conversazione, mentre Diego sta mostrando a Finn la sua playlist sul cellullare. << Non dovevi farlo >> dico avvicinandomi a Jorge afferrandogli un braccio, << Non ti devi preoccupare >>, << Sei gentile >> borbotto io, << A quelle persone tu manchi, hai visto come ti guardano? >>, << Loro erano sempre con me, sono stata io a insegnargli a stare bene anche in strada, ma tu non devi sentirti forzato a fare questo solo perché conosci me >>, << Non lo faccio solo perché conosco te, anche per quello ma anche perché vedo quanto ci tieni a loro e ho visto il tuo sguardo preoccupato quando ti hanno detto che non andava molto bene da quando li hai lasciati >>, << Grazie >> rispondo io << Davvero >>, << Non è nulla Martina e se questo ti fa sentire meglio e ti fa stare tranquilla non è un problema! >>
 
Dopo aver mangiato Alexandra e Finn hanno un grandissimo sorriso, << Sarà da un mese che non mangio così! >> esclama Finn passandosi una mano sulla pancia, << Già, quando abbiamo rubato quelle pizze >> ridacchia Alexandra << Si quelle buonissime pizze >> dice Finn sorridendo. Anche se dicono queste cose gl’altri non reagiscono male, ridono e scherzano insieme come se non ci fosse differenza tra loro, vedere due tipi di persone che vivono in modo diverso andare d’accordo mi fa quasi strano, non l’avrei mai pensato possibile. Diego, Facu e Jorge stanno facendo delle domande a Finn su quello che fa per sopravvivere e invece Alexandra è impegnata a parlare con Ruggero e Cande. << Ehi tutto bene? >> mi domanda Mechi, << Si tutto ok >> rispondo io, << Sono persone meravigliose >> mi dice poi Alba sorridendomi, << Si lo sono >> sorrido << Abbiamo passato dei mesi intensi >>. << Come vi siete conosciuti? >> domanda Ruggero ad Alexandra e Finn guardando me, << Ci ha trovato Martina >> risponde Alexandra posando il suo dolce sguardo su di me e io abbasso un po’ la testa, << Esatto, eravamo dentro la stazione ferroviaria, la polizia voleva mandarci via perché dormivamo li, poi è arrivata lei e ci ha portato via >> dice Finn, << Ci ha insegnato tutto, ci portava da mangiare, si assicurava che stessimo bene e che avessimo un posto per dormire, è la cosa più bella che mi sia capitata, incontrarla. E poi ci faceva ridere per farci sentire meglio, ci portava in posti spettacolari dove stavamo seduti ore e ore a guardare la città dall’alto, ci ha insegnato a essere felici con poco, a sorridere sempre >> esclama Alexandra e io un po’ mi intimidisco, tutti mi guardano come se io fossi un angelo, come se fossi la ragazza che ha salvato tutti, << E poi siamo stati insieme per un bel po’ di mesi e ci aiutavamo a vicenda >> continuo a dire io. Dopo una mezz’oretta dove Mechi e Alexandra sono diventate praticamente amiche e Jorge e Ruggero non facevano che parlare con Finn, Alexandra si alza << Noi dobbiamo andare >> borbotta alzandosi dal tavolo << Già, dobbiamo trovare un posto per dormire >> continua Finn sorridendo << Spero di incontrarvi ancora >> continua lui, << Già veniteci a trovare quando volete, tanto ci trovate in giro >> ridacchia Alexandra, Finn da il cinque ai ragazzi come se fossero suoi amici da sempre e a loro non sembra dar fastidio e poi mi abbraccia seguito da Alexandra, << Mi mancherai >> dice lei, << Anche tu mi manchi sempre >> le rispondo << Stai attenta e tieni d’occhio Finn >> borbotto a bassa voce, << Ti ho sentito >> ribatte lui e ci mettiamo a ridacchiare, << Trattate Bene Martina, lei se lo merita >> esclama poi Alexandra mentre a lunghi passi segue Finn fuori dal bar e io li guardo allontanarsi con uno sguardo un po’ dispiaciuto. << Stai bene Martina? >> mi chiede Facu, io mi riprendo e lo guardo << Si, vorrei solo che avessero una vita migliore >> borbotto, << Sono persone speciali >> continua Cande << Si insomma, sono piene di umanità, sorridono anche se non hanno nulla, ti hanno visto e si sono illuminati, è stupendo >>, io rimango un po’ in silenzio, << Sei sicura che sia tutto ok? >> domanda Diego, << Sto bene Diego >> rispondo io. Riprendiamo il giro dei negozi, sono felice di averli visti, sapere che stanno bene mi mette l’anima in pace anche se la preoccupazione ritornerà appena metterò piede in accademia. Mechi continuava a parlare di Alexandra e Finn e gl’altri la seguivano a ruota, << Si insomma sono davvero in gamba, quando Finn mi ha raccontato quello che fa durante la giornata, sono rimasto scioccato, nemmeno io faccio tutte quelle cose >> borbotta Facu, << Tu martina sei Strepitosa comunque >> esclama Ruggero attirando la mia attenzione << Non che non lo pensavo prima ma vedere quei ragazzi raccontare di te, di come li hai aiutati, sei incredibile. Sei tu la prima ad avere bisogno d’aiuto eppure aiuti gl’altri >>, << Non potevo lasciarli soli >> rispondo io, << Per questo sei unica al mondo >> mi sorride Alba mentre tiene la mano a Facu che annuisce.
 
Tutti sembrano fieri di me anche se non ho praticamente fatto nulla, mi esaltano, mi elogiano perché ho aiutato qualcuno ma è nella mia natura, aiutare e difendere chi è in difficolta, forse perché proprio come ha detto Ruggero io sono la prima ad averne bisogno quindi capisco quando qualcuno ha bisogno di una mano. Entriamo in un negozio di strumenti musicali e mi viene un po’ il magone allo stomaco. Tutti sono impazziti, Mechi guarda i pianoforte in modo sognante, Facu si sta facendo roteare le bacchette della batteria fra le mani e sembra un giocoliere, ogni tanto le sbatte contro la batteria mentre Alba e Cande stanno guardando le chitarre elettriche. Diego e Ruggero stanno discutendo sui bassi ma prima stavano guardando le chitarre classiche con Jorge, che ora ne sta impugnando una. Cande si avvicina a lui, << Te ne serve una nuova? >> chiede lei con i suoi capelli rosso fuoco che le ricadono sulle spalle, << Si >> risponde quest’ultimo guardandola, << Quella è come la mia >> gli dice Ruggero indicando la chitarra che Jorge tiene in mano, << Anche io dovrei comprare una chitarra classica nuova, ma per ora gli cambio solo le corde >> borbotta Diego. Alba si avvicina a me e mi sorride, << Non ti piace la musica? >> mi domanda visto che non ho toccato ne guardato nessuno strumento, << No, non è che non mi piaccia ma preferisco lasciar perdere >>, << Tutti noi suoniamo >> borbotta poi, << Lo so >> rispondo io con un piccolo sorriso, << E’ molto bello, siamo come un gruppo, ognuno di noi suona il suo strumento e sa cantare e questo ci unisce >>, << Tu cosa suoni? >> le domando, << La chitarra elettrica e la batteria >> esclama << Facu la batteria e il mixer, Diego il basso e la chitarra classica anche Ruggero, Mechi la tastiera, Cande la chitarra elettrica e Jorge chitarra e tastiera >> spiega lei, << Wow come una Band >> borbotto, << Sarebbe bello >> esclama lei sorridente, << Comunque tutti più o meno sappiamo suonare la chitarra c’è l’ha insegnato Pablo, poi ognuno di noi ha scelto il suo strumento preferito >>, << Mi piacerebbe sentirvi una volta >> esclamo io, infondo è vero, mi sarebbe piaciuto vederli insieme mentre suonavano anche se io con la musica non voglio averci niente a che fare. Facu chiama Alba per mostrargli una cosa e io lentamente inizio a girare nel negozio, quando scorgo una chitarra ed è come se qualcuno mi avesse appena dato un pugno nello stomaco, mi ritornano in mente tanti ricordi, scuoto la testa per farmeli passare, e poi una melodia bellissima si diffonde nel negozio, esco da dietro uno scaffale e vedo Jorge seduto su uno sgabello che suona la chitarra in modo maestoso, una dolce melodia, e poi inizia a cantare e io rimango quasi incantata ad ascoltarlo. Sta cantando A DROP IN THE OCEAN di Ron Pope. E’ Qualcosa di incantevole, vederlo li cantare, non potevo immaginarmi quando fosse profondo in realtà, mi fa venire la pelle di d’oca. E’ così bello da sentire, da ascoltare che quasi mi dimentico di tutto. Come potevo immaginare che una persona come lui potesse essere così, cantare così. E’ davvero bravo, la sua voce dolce ma forte risuona nel negozio mentre tutti lo stanno ascoltando sorridendo, è quasi incredibile, davvero troppo incredibile. La sua vera natura, la sua umanità esce quando canta, diventa tutto più trasparente, come se riuscissi a vederlo per quello che è in realtà. << E’ bravo vero? >> dice la voce di Mechi, mi giro un poco e la vedo dietro di me che sorride, << Jorge è uno dei migliori >> esclama poi sorridendo << E’ la sua passione la musica è come se si trasformasse quando suona o canta >>, << Si è bravo >> rispondo io senza far trapelare il mio stupore per tutto ciò, << La musica aiuta alcune volte, a tirare fuori tutto, a mostrare ciò che sei realmente, senza muri davanti a te. Sei semplicemente te stesso >>, << Lo so Mechi, ma io non voglio >> le rispondo, << Lo so che non vuoi, ma riesci a vederlo? Riesci a vedere cosa fa la musica? >>, << Si lo vedo Mechi >> rispondo io un po’ tristemente << Riesco anche a sentirlo >> borbotto poi << Ma per me è diverso, troppi ricordi, troppe cose che mi fanno davvero male >>, lei mi afferra la mano, << Non sarai sola, insieme c’è la faremo a farti superare tutto >> dice con gl’occhi pieni di dolcezza e sorridendomi lievemente, riesco a sentire che lei crede in me, mi volto verso tutti gl’altri che ascoltano Jorge ed è come se anche tutti gl’altri ci credessero in qualche modo, credessero in me. 

P.s: Ciao a tutto ecco il nuovo capitolo. Spero vi piaccia. L'uscita con i ragazzi ha fatto in modo che vedessero una piccola parte della vita di Martina, di quanto lei sia stata fondamentale per quei ragazzi e di come si comportava. Abbiamo un Jorge molto vicino a lei, si avvicina sempre di più, lui vede solo bellezza in lei, in tutto. Spero che questo vapitolo vi sia piaciuto e spero che mi farete sapere la vostra opinione. Ci sono ancora molte cose interessanti da scoprire e da vedere, come si evolveranno i personaggi, come cambierà la storia. Ora vi saluto, a lunedì con il prossimo capitolo, anche prima se riesco! ;) Grazie a tutti come sempre siete davvero unici! 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Tensione. ***


Tensione.
 
Sono mezza addormentata nel letto, la luce entra nella finestra. E’ stata una settimana lunga, le lezioni, studiare, tenere a bada Stephie soprattutto. E’ sabato mattina e mi rilasso stando nel letto, le mie notti insonni mi rendono nervosa, sempre stanca e non faccio altro che pensare, a tutti i problemi e a tutti i ricordi che mi circondano. Mechi dice che dovrei rilassarmi in qualche modo, abbandonarmi in un libro, fare yoga o provare vari tipi di tisana rilassante che insiste a farmi bere e non sono molto buone. Ma una tisana non basta per far smettere al mio cervello di pensare. << Sveglia! >> qualcuno spalanca la porta e una voce maschile invade le mie orecchie, << Che vuoi Jorge? >> dico rannicchiata nel letto con gl’occhi socchiusi << Voglio dormire >> borbotto poi, << Io, Mechi e Diego vogliamo andare a correre, perché non ti alzi e vieni anche tu? >>, alzo lentamente il capo e lo guardo, la mia vista è un po’ sfuocata ma noto che porta i pantaloni della tuta grigi, lunghi, una maglietta nera e una paio di scarpe sportive anch’esse nere. Ributto indietro la testa su un cuscino << Voi siete matti? >> chiedo con la voce ancora assonnata. Lo sento avvicinarsi e si siede sul bordo del letto, << Smettila di stare in quel letto e vieni a correre! >> esclama lui, << Lasciami in pace >> dico rannicchiandomi ancora di più. Per pochi secondi c’è silenzio e poi qualcosa mi colpisce, un cuscino, mi volto e guardo Jorge storta, << Che fai? >> dico io scuotendo leggermente il capo, << Ti faccio alzare dal letto >> borbotta alzandosi e spalancando le braccia, << Jorge non rompere >> afferro un cuscino e glielo lancio, lui lo afferra al volo e poi sorride, << Sei sempre così scontrosa quando ti svegli? >> poi fa una faccia buffa e afferra le coperte << In piedi Stoessel >> dice e tira indietro le coperte scoprendomi. Ho su solo una maglietta larga e grigia che mi arriva quasi a mezza coscia. Jorge rimane un po’ scioccato da questo << Scusa >> borbotta poi << Io non sapevo che non avevi i pantaloni >>, io lo guardo un po’ stupita << Sul serio? >> domando ridacchiando poi << Tu non sei normale! >> esclamo, << perché? >> domanda, << Ti scusi perché non indosso i pantaloni >> rido ancora mi alzo da letto e vado verso l’armadio, << Sei proprio un bravo ragazzo >> e mi volto a guardarlo, lo vedo un po’ in difficoltà e poi vado verso la porta, << Mi cambio e arrivo >> esclamo io sorridendo, lasciandolo li senza dire una parola. Stiamo correndo nel parco, in qualche modo sto sfogando tutto, è come se il mio corpo lasciasse andare tutti i pensieri. << Correte troppo veloce >> esclama Mechi con il fiatone, indossa una canotta fucsia e pantaloni sportivi neri, ha una fascia sui capelli raccolti in una coda bionda e mossa che ondeggia. E’ qualche metro dietro di noi, qualche passo più avanti Diego, << Martina sei una scheggia >> esclama quest’ultimo nella sua canotta nera e pantaloncini verde scuro. Io mi fermo e mi volto a guardarli, Jorge è in parte a me, << Ho corso molto nella mia vita >> dico mettendomi le mani sui fianchi, con il fiato corto. Mentre correvamo con Jorge è come se fosse stata una sfida, lui faceva di tutto per stare al mio passo, voleva in qualche modo battermi, ma lui respirava in modo più faticoso di me, << Siete lenti >> borbotto poi, << E io dico di sederci un attimo >> alza la mano Mechi paonazza, Diego che è piegato e tiene le mani sulle ginocchia gira lo sguardo verso di lei, << Concordo >> dice avviandosi verso il prato velocemente e sdraiandosi in terra con un sospiro di sollievo, io mi volto verso Mechi e la guardo sconvolta e lei fa spallucce andandosi poi a sedere puntando lo sguardo verso il sole e respirando profondamente. << Anche tu sei stanco e ti vuoi sedere? >> dico guardando Jorge prendendolo in giro, lui mi guarda rosso in volto, con i capelli scompigliati, un po’ sudato e con le maniche della maglietta arrotolate sulle spalle, << Sto bene >> esclama lui a fiato corto << Lo giuro >> continua poi, << Si certo! Andiamo a sederci >>, << E’ un ottima idea >> borbotta poi lui spalancando gl’occhi e alzando le mani come per arrendersi alla verità. Quando raggiungiamo Diego e Mechi ci mettiamo a sedere. Allungo le gambe sul prato stirandomele per alleviare la pesantezza dovuta alla corsa. << Perché vi è venuto in mente di andare a correre? >> domando << Non mi sembrate tipi che corrono >> esclamo poi io, << E’ stata un idea stupida >> esclama Diego << Preferisco la palestra mille volte >>, << Sono con te amico >> esclama Jorge sdraiato nel prato con le gambe piegate e le braccia spalancate sul prato verde, << E’ stata una mia idea >> borbotta poi Mechi << Ho letto che può aiutare a calmare lo stress >> dice poi a bassa voce, << Quindi l’hai fatto per me? >> chiedo io, << Si, e no non correrò mai più >> esclama lei con voce ironica, << Siete delle teste dure vero? >> domando, << Non prendertela, sto morendo per te >> borbotta Diego << Credo di svenire >>, tutti ci giriamo verso di lui e ridacchiamo.
 
Quando esco dalla doccia vado in salotto dove Mechi sta sgranocchiando delle patatine, << Ho ordinato da mangiare, fra poco c’è lo portano >> esclama lei mentre mi tampono i capelli bagnati con un asciugamano, sono scalza e indosso un paio di pantaloncini di Mechi, di quelli che si usano per stare in casa e una maglietta semplice bianca, mi avvicino a lei e mi siedo sul divano, << Stai bene? >> domanda poi Mechi, << Vuoi sapere se la corsa mi ha fatto bene? >> chiedo io con un risolino, << Più che altro stai bene tu? E non dimentichiamoci degl’altri due che in questo momento li immagino sdraiati nel letto che si fanno degli impacchi freddi alle gambe >> borbotto con un aria pensierosa, lei ridacchia, << Non è una bella visione >> afferma scuotendo la testa lentamente, << Già per niente >> continuo io. Lei mi guarda sorridendo, << Sto bene Mechi, davvero, è solo che non ho una vita facile e non sono il tipo di persona che non ha problemi, anzi ne ho troppi, però grazie per fare in modo di distrarmi, la corsa mi è servita in qualche modo, ma i pensieri poi ritornano sempre >>, << Voglio solo che tu stia un po’ tranquilla, so che per il fatto di stare qua, per via di Stephie e per via dei tuoi pensieri sulla tua vita non riesci a farlo, ma sono contenta di riuscire almeno un pochino a distrarti >> dice sorridendo. << Non devi fare tutto questo per me >> dico poi << insomma chi sono io per te Mechi? Nessuno, sono solo una ragazza che viene in questa accademia con te eppure tu fai troppo per me e io non posso fare niente per te >> affermo << E’ frustrante >> continuo poi. << Non capisco perché tu non riesca a legarti con le persone >> dice la bionda pensierosa << tu sei mia amica, anche se so che ci conosciamo da pochi mesi ma tu sei una di quelle poche, pochissime persone vere che si incontrano nella vita, io non voglio dare peso a quello che la gente può darmi, io intorno a me voglio persone di cui so di potermi fidare al cento per cento, quelle che hanno un cuore puro, che non vivono attaccate a qualcosa che non serve, io voglio vivere una vita vera con persone vere >> esclama lei, << Ma tu non sai nulla di me, come puoi sapere di fidarti? >>, << E quando mai sai che puoi fidarti di una persona al cento per cento, qualsiasi persona può tradire la tua fiducia, le persone che pensi che non potrebbero mai farti del male soprattutto, credo che tu lo sappia meglio di me >> esclama << Ma anche se non so chi sei realmente, anche se non so cosa è successo nella tua vita di così brutto da credere di non meritarti la fiducia, io in te vedo solo del buono >>, << Ma io ho sbagliato molte volte, dai Mechi, rubavo, dormivo in posti dove non dovevo stare, e fidati ho fatto cose peggiori, davvero peggiori >>, << Lo hai fatto per sopravvivere, non l’hai fatto perché sei una cattiva persona, tu credi di essere una cattiva persona Martina? Ti sbagli >>, << No non credo di essere cattiva >>, << Tutti sbagliano, lo sai vero? la persona migliore di questo mondo può sbagliare, nessun umano non commette errori, ma questo non fa di noi cattive persone, dipende da tante cose. Devi fidarti di qualcuno, devi rischiare >>. Io la guardo un po’ tristemente, voleva davvero che io mi fidassi di lei e tutto quello che ha detto è vero, tutti sbagliamo, ma dipende dal motivo per cui lo facciamo, ma fidarmi, è una cosa complicata per me, legarmi a qualcuno ancora di più. << Come faccio? >> le domando << Come faccio a legarmi alle persone se nella mia vita ho perso tutti a quelli a cui mi sono legata >> lei rimane un po’ perplessa dalla mia frase << Mechi, mi hanno abbandonata quando avevo quasi sei anni, ero una bambina, li amavo. I miei genitori mi hanno lasciato sola per sempre >>, Mechi ha gl’occhi lucidi << Abbandonata >> dice lentamente trattenendo le lacrime, << Non piangere Mechi, non è colpa tua >>, << Lo so, ma come… >> lei mi abbraccia, << Mechi sto bene, ma non posso legarmi alle persona, è difficile >>. Lei mi guarda, come se capisse che per me è davvero complicato, << Non devi raccontarmi tutta la tua vita subito Martina, un passo alla volta, quando tu ti sentirai di poterti fidare di me, i rapporti si costruiscono così >>, << E se poi li perdo? >>, << Perché mai dovresti perderli? >>, << Perché nella mia vita c’è sempre qualcosa, succede sempre qualcosa che mi porta lontano dalle persone a cui mi lego >>… << I miei genitori, i bambini che ho conosciuto all’orfanotrofio che erano miei amici, i ragazzi che incontravo nelle case famiglie, o in strada. Sono arrivata al punto di non voler più nessuno nella mia vita per non poterli perdere, per non provare mai più quelle emozioni >>, << Io non vado da nessuna parte, ovunque tu sarai potrai contare su di me Martina >>, sorride lei lasciandomi senza parole. Una ragazza dal cuore grande, un’anima buona, come un angelo.
 
Jorge Blanco
 
Sono seduto sul divano, ho le gambe indolenzite allungate sul tavolino difronte, Diego emette versetti di dolore mentre cammina verso di me con in mano una lattina di coca cola, << Credo di aver preso uno strappo >> borbotta lui, << Sei un pappamolla >> dico io ridendo, << Nemmeno tu sei tutto intero! >> esclama lui sedendosi sul divano, << Ma sono messo meglio di te >> rispondo. << Credi che abbia funzionato? >> domando poi a Diego togliendogli la lattina dalle mani e bevendone un sorso, << Cosa? >>, << Far rilassare Martina >>, << C’è un rimedio naturale al rilassamento, fare sesso >> esclama Diego ridendo, << Quanto sei scemo? >> domando, << Forse lo sono ma è vero >> esclama lui fissando poi per pochi secondi il vuoto, << Stai pensando a Mechi vero? >> chiedo ridacchiando, << No >> si gira di scatto, << Oh sì invece! >>, << Stavamo parlando della tua Martina e non di Mechi >> sbuffa lui, << Non è mia >> continuo a dire io, << Oh il fatto che tu abbia puntualizzato questa cosa vuol dire che in realtà lo vorresti! >>, << Sei uno psicologo adesso? >>, << O no, ma sono il tuo migliore amico, ti conosco troppo bene >>, fa l’occhiolino facendomi capire che per lui non sono un mistero. E’ vero, Diego e Mechi sono le persone che mi conoscono meglio di tutti a questo mondo, un po’ più Diego perché siccome è un maschio come me capisce subito quando è una ragazza il problema. << Stamattina quando siamo andati da loro e io sono andato a chiamare Martina, gli ho tirato indietro le coperte e non aveva i pantaloni, che figura che ho fatto >> dico come per fargli capire che sono proprio messo male, << Cosa? >> chiede stupito Diego << Ti ha rimproverato? >>, << No si è messa a ridere e a prendermi in giro perché mi sono scusato >> dico pensandoci su, << Si è messa a ridere? >>, << Si, in faccia >> borbotto indicando la mia faccia, << E’ unica quella ragazza davvero, capisco perché tu sia così ossessionato da lei! >>, << Io non sono ossessionato, voglio conoscerla >>, << Perché… >>, << Non lo so il perché >>, << E quando non si sa il perché di una cosa è perché c’è qualcosa di più profondo >> esclama come se fosse ovvio, << Ancora? sul serio, smettila di fare lo psicologo >> ribatto io, << Sarà che crescendo divento sempre più saggio >> dice seriamente lui, << Sta zitto >> esclamo scuotendo la testa e iniziando a ridere insieme a lui. Sono sdraiato nel mio letto mentre ho in mano lo spartito e lo correggo, ma riesco a pensare solo a Martina, a questa mattina, a quello che è successo, sembro un pazzo se dico che era bellissima, mezza addormentata con tutti i capelli arruffati, che in quel momento mi sentivo come su un altro pianeta. Ma perché? Perché mi intriga tanto quella ragazza e non solo per via della sua bellezza, c’è qualcosa in lei di cosi profondo e di così fragile che potrebbe spezzarsi facilmente, ma allo stesso tempo c’è qualcosa di così forte che è impossibile da spezzare. Non posso immaginare ciò che le è successo, non posso sentire quello che sente lei, i suoi problemi, le sue paure, la sua rabbia, ma chi non sarebbe arrabbiato con il mondo se vieni abbandonato dai tuoi genitori, è chiaro che nella sua vita è successo qualcosa di grave, la cosa che più la spaventa, contando anche che deve fare i conti con tutte le altre piccole cose che le sono andate storte. Quando chiudo gl’occhi riesco a vedere il suo viso illuminato dalla luna, i suoi occhi enormi come specchi dell’anima, così fragile e così invincibile, i muri costruiti intorno a lei per difendersi dal male, quel male che porta ancora dentro di se. Sto impazzendo, penso dentro di me scuotendo la testa, “Jorge smettile di pensarla” mi dico, ma più me lo ripeto più la penso. Anche il fatto che stia iniziando a vedermi come un amico mi fa andare in estasi, non so spiegarlo, il fatto di essere riuscito a creare uno spiraglio nel muro che si è creata, mi rende felice.
 
Stephie spalanca la porta della mia camera, << Ciao amore >> sorride lei ma nel suo sguardo si nota sempre quel senso di superiorità che prova verso tutti << Ehi >> dico io tornando ai miei pensieri, mi domando se lei possa capire quando penso a Martina, << Come mai sdraiato nel letto? >> chiede sedendosi sul fondo del letto e guardandomi, << Ho mal di gambe, sono andato a correre >>, << Cosa? >>, << Si, con Mechi, Diego… >>, << E Martina? >> conclude lei la frase cambiando espressione, i suoi occhi si socchiudono e la fronte si corruga, << Si, c’era anche lei >> rispondo, non mi interessa nasconderlo, << Oh Jorge non capisci niente >> sbotta alzandosi dal letto, << Stephie non ho fatto nulla di male, sono andato a correre >> continuo tranquillo guardando lo spartito, << Con lei! >>, << Lei è in stanza con Mechi, e se per Mechi è una amica io non posso impedirgli di portarla o di stare con lei solo perché tu non vuoi, e siccome Mechi e Diego sono miei amici io non rinuncio a stare con loro solo perché c’è Martina >> dico un po’ arrabbiato guardandola. << Jorge, te ne pentirai di questa cosa lo sai? Viene dalla strada, non merita di essere qua e per quanto dice non vuole stare qua. Quindi se un giorno sparirà portandoci via chissà cosa o rubando nelle nostre camere, tu sarai uno di quelli che l’accettavano e la tua popolarità non ci sarà più >>, << Lei non farà mai nulla del genere >>, << Come fai a saperlo? Cosa sai veramente di lei? Niente, sai solo quello che lei dice per sembrare la vittima di questa situazione >> dice sicura di se Stephie, << Non mi interessa della mia popolarità >> affermo io, << Invece a me importa la popolarità del mio ragazzo >> fa spallucce lei << e siccome la tua ragazza sono io dovresti soddisfare me e non fare l’amico di quella >>, lei si avvicina lentamente a me, sulle labbra ha un rossetto rosso brillante che mette in risalto i suoi occhi azzurrissimi ma che non traspirano niente di amorevole o pulito, i suoi capelli neri lunghi che gli circondano il viso, mossi << Jorge ti amo, e io e te saremo la coppia perfetta, lo siamo sempre stati >> dice dandomi un leggero bacio sulle labbra, << Ora devo andare >> dice poi << Anche se preferirei stare qua con te a coccolarti >> fa l’occhiolino lei mentre esce dalla mia camera e mi lascia un po’ sconvolto, dal suo comportamento, dalle sue parole. Non posso credere che lei sia veramente così, io in lei ho sempre visto qualcosa che gl’atri non vedevano, ma con il passare del tempo quel qualcosa è come sparito, magari sarei riuscito a farlo ritornare, so anche che per lei sono l’unico, l’unico che gli sta accanto e lei crede in me, e io ho sempre tenuto a lei, cercando la sua vera natura, ma ora non riesco più a trovarla. E’ sabato sera, esco dalla mia camera e vedo Diego al telefono con qualcuno e sta sorridendo annuendo con il capo, quando riaggancia mi guarda soddisfatto, << Stasera facciamo una piazzata qui con i ragazzi >>, << Grande >> borbotto io, << Ho ordinato la pizza e un po’ di birre >> fa l’occhiolino lui entusiasta, << Per tua informazione non ho invitato Stephie! >> mi dice mentre si dirige in bagno, << E perché avresti dovuto! >> esclamo io, una serata tra amici non include le ragazze. Quando Diego torna, lo vedo intento ad allungare il tavolo che si trova nel salottino, mentre qualcuno bussa alla porta e io vado ad aprire. Mi trovo davanti Mechi e Martina che mi guardano, Martina indossa un vestito color cipria, è una maglia lunga con le maniche corte e una spalla è scoperta, ai piedi indossa i suoi soliti anfibi neri, i capelli raccolti in una crocchia spettinata, con poco trucco, non capisco come possa essere bella anche così, in tutta la sua semplicità, << Allora ci fai entrare? >> domanda la bionda mentre io sono rimasto lì paralizzato a guardarle, mi volto verso Diego che fischiettando sta mettendo giù la tovaglia, io mi sposto lentamente e le faccio entrare, ma prima che potessi richiuderla, Ruggero, Facu, Alba e Cande compaiono sulla soglia. Ora capisco che quando Diego intendeva “ragazzi” era riferito a tutti i nostri amici e ovviamente ho capito anche il riferimento sul fatto che non aveva invitato Stephie. Tutti si salutano, Cande abbraccia Martina e io rimango a guardarla e penso che anche io vorrei poterla abbracciare così, << Jorge >>… << Jorge >> esclama Diego, io mi volto verso di lui, non mi sono accorto che è in parte a me, << Cosa? >> domando io mentre lui mi guarda in modo strano, << Puoi aiutarmi a preparare? >> dice e io annuisco seguendolo. << Allora Jorge? non viene Stephie? >> mi chiede Facu quando si avvicina a me, porta il suo solito cappellino storto e mi guarda sorridendo, << No >> borbotto io cercando di non guardare Martina, mi volto verso Diego e mi avvicino al suo orecchio, << Potevi dirmelo che venivano anche le ragazze >>, << O che veniva Martina? >> chiede lui con un sorriso << E comunque non dovresti preoccuparti del fatto che è qui se come dici non c’è niente di più che sola curiosità per te >>, << Non ricominciare >> lo rimprovero indicandolo con il dito, << Ok, è solo una cosa tra amici e non l’ho fatto per farti un dispetto, sinceramente non ci ho neanche pensato >>, << E se Stephie scoprisse che è qui? Già oggi mi ha fatto un discorsetto alquanto strano >>, << E’ questo che ti preoccupa? Stephie pensa che stiamo guardando la partita in Tv, dicendo parolacce e bevendo birra, non verrà mai qua. Puoi rilassarti amico! >> borbotta raggiungendo gl’altri vicino al divano portando una ciotola ti patatine e dei bicchieri. Mi volto e vedo Martina intenta a parlare con Alba e Cande, la guardo sorridere anche se vedo che non è del tutto spontanea e che sta nascondendo la sua sofferenza per quello che le passa in testa ma che non vuole mostrarlo agl’altri. “Sarà una lunga e faticosa serata” dico nella mia testa raggiungendo tutti.

P.S: Ciao a tutti, anche oggi sono riuscita a pubblicare e spero vi faccia piacere. In questo capitolo vediamo una Martina che si confida con Mechi e quest'ultima fa di tutto per far star meglio l'amica. Stanno costruendo il loro rapporto piano piano, Martina non vuole legarsi più a nessuno per quello che ha passato, non vuole più perdere le persone a cui tiene per questo per lei è così complicato. Jorge invece ha questo pensiero fisso che è Martina. Stephie insiste con Jorge sul fatto che non dovrebbe parlare con lei, ancora una volta mostra quanto sia egoista e pensi solo a se. Spero che questo capitolo vi piaccia, il prossimo capitolo sarà in qualche modo diverso, conosceremo nuove persone. ;) A lunedì, commentate e fatemi sapere. Scusate se ci sono un pò di errori in questo capitolo ma sto andando di fretta e lo riletto velocemente, appena ho un pò più di tempo lo sistemo, ma volevo pubblicare per voi! 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Un Natale diverso. ***


Un Natale diverso.

Domani è la vigilia di natale. Oggi la madre di Mechi verrà a prenderci per portarci a casa sua, sono nervosa e agitata, non so cosa penserà la madre di Mechi quando mi vedrà. Mentre preparo il borsone con i vestiti da portare a casa di Mechi penso alla serata passata dai ragazzi, è stata divertente ma anche strana. Alba mi ha fatto morire dal ridere nel gioco dei mimi, non riuscivo a smettere e mi scendevano le lacrime, quella ragazza è così buffa e simpatica che tutti vorrebbero una persona così nella loro vita. Vedere lei e Facu insieme è stato davvero emozionante in qualche modo, sia amano davvero e credo di non aver mai visto un amore del genere, così tanta tenerezza e dolcezza. Facu che non poteva fare a meno di sfiorarla o baciarla, e lei ogni volta arrossiva e sorrideva felice. Ruggero mi ha stupito, ha detto che appena finirà la scuola vorrà aprire una fondazione per aiutare i senza tetto, ha detto che io sono stata la sua ispirazione, vedere come in realtà vivevo e come sono lo ha stimolato ad aiutare gl’altri, perché lo facevo anche io anche se non avevo nulla. Cande è entusiasta di tutto ciò e vuole aiutare Ruggero in questa cosa, soprattutto perché dopo aver conosciuto Alexandra e Finn ha capito quante persone buone al mondo non hanno ciò che si meritano. Quei due mi fanno morire dal ridere, si mettono sempre a bisticciare per poi, due secondi dopo far pace, visivamente sono perfetti insieme, come due pezzi di un puzzle che si incastrano perfettamente, si completano a vicenda. Ma la cosa più strana della serata è stata quando ho visto la camera di Jorge, non l’avevo mai vista prima, è stato Diego a mostrarmela quando mi ha chiesto se lo aiutavo a portare le sedie in salotto. Sono rimasta stupita da un muro dove c’erano appese cinque o sei chitarre tutte diverse, sulla scrivania spartiti ovunque, una foto di lui e Stephie, Jorge con un sorriso smagliante e lei con la sua solita aria da vip. Il letto era ancora disfatto, il piumone era di un blu chiaro e le lenzuola bianche. Una stanza piena di musica, piena di Jorge. Lui per tutta la serata è sembrato abbastanza teso, non so come mai, alcune volte mi sta troppo addosso, altre sembra che cerchi distanza tra noi. Mechi mi è stata vicino tutta la serata, mi chiedeva sempre se andasse tutto bene, se avessi bisogno di qualcosa, e notavo Diego che ogni tanto la guardava come imbambolato per poi far finta di nulla. Non mi sono ancora inserita bene nel gruppo, anche se loro fanno di tutto per farmi sentire a mio agio, per farmi sentire normale, i loro sorrisi sono sinceri nei miei confronti, ma io ho ancora bisogno di tempo per sentirmi bene in mezzo a questa gente, per potermi affezionare a loro, perché ho sempre paura di perdere tutto e tutti. << Martina sei pronta? >> mi chiede Mechi dal salotto, << Si arrivo >> rispondo io chiudendo il borsone e dirigendomi ida lei. Quando arriviamo davanti all’entrata della scuola aspettiamo che la madre di Mechi arrivi a prenderci, pochi minuti dopo una macchina arriva in lontananza e vedo Mechi sorridere. Una donna alta, bionda come Mechi scende dall’auto e corre ad abbracciare la figlia, << Mi sei mancata >> dice la donna stringendo sempre di più l’abbraccio << La mia stella >> esclama poi. Quando si separano dall’abbraccio Mechi mi guarda << Lei è Martina, mamma >> dice << Martina lei è mia madre, Catherine >> e indica la madre che mi sta guardando e pochi secondi dopo mi ritrovo stretta in un suo abbraccio, << Sono contenta di conoscerti >> dice, poi si allontana tenendomi le mani sulle spalle, << Sei davvero una bellissima ragazza >> borbotta poi, << Grazie >> rispondo io << E Grazie per permettermi di passare queste due settimane da voi >>, << Non devi ringraziarmi, è davvero un piacere, sei la benvenuta e verrai trattata come una figlia >> sorride poi con lo stesso identico sorriso di Mechi. Io mi imbarazzo un po’ a quelle parole, tutta questa bontà mi fa sentire un po’ a disagio, sono abituata a persone che non mi trattano mai così. La madre di Mechi carica i borsoni nel baule, indossa un vestito che arriva alle ginocchia, molto morbido e nero che ondeggia quando cammina, è identica a Mechi tranne per il colore degl’occhi, i suoi invece di essere scuri sono di un verde profondo e scuro. Quando saliamo in macchina Mechi e sua madre iniziano a cantare in macchina guardandosi mentre sorridono. Si vede che hanno un rapporto molto stretto, oltre a essere madre e figlia sembrano due amiche, due confidenti. Io non ho mai potuto avere un rapporto del genere, non so cosa vuol dire avere una madre, una madre con cui si possa parlare dei problemi, una madre che per qualsiasi problema o errore ti sta accanto e vederle insieme mi viene un po’ di invidia nei loro confronti. Vorrei anche io poter avere una madre così, invece la mia si è limitata ad abbandonarmi.
 
La casa di Mechi è a dir poco stupenda e enorme. Ha un bellissimo giardino con una piscina non troppo grande, la casa è bianca e ha due piani, le finestre enormi illuminano le stanze. Ha un grandissimo salotto, una cucina modernissima, le camere da letto sono spaziose e molto moderne, colorate. La cosa più bella che però ho notato è l’idromassaggio nel bagno maestoso dove io e Mechi ci stiamo rilassando dopo cena. << Domani ci sarà la cena della vigilia, ci saranno un po’ di persone ma non preoccuparti >> dice lei per tranquillizzarmi mentre si rilassa tra le bolle, indossa un costume intero blu e i capelli sono raccolti in una enorme cipolla sul capo, << Me la caverò >> borbotto mentre ascolto sul mio corpo tutte le bolle che mi sfiorano, non ero mai stata in un idromassaggio e devo dire che è proprio rilassante, << Come ti sembra stare qua? >> domanda lei, << Strano >> rispondo io << Non ero mai stata in una casa così grande >> faccio spallucce, << Dovresti vedere quella di Jorge allora, o quella di Stephie… la sua più che una casa è un castello >>, << Non ci tengo ad entrare nel castello della strega >> borbotto io con la testa appoggiata al bordo della vasca e con gl’occhi chiusi immaginandomi Stephie che si comporta da regina in un vero e proprio castello, Mechi ridacchia << Credo che lei non ti farebbe mai entrare >> borbotta poi << sminuiresti la sua reputazione >> dice imitando il tono di voce che ha Stephie di solito. << Tua madre è molto gentile >> dico poi per cambiare discorso, parlare di Stephie mi innervosisce sempre, vorrei poter fargli capire quanto è stupida e superficiale, quanto la gente intorno a lei conta e non sono solo stupide pedine che lei può usare sentendosi superiore, << Te l’avevo detto, ti adora >> esclama poi, << non mi conosce bene >>, << Martina non dire così, lei non ha pregiudizi, non li ha mai avuti, ti adora punto e stop >> dice incisiva per farmi capire che anche se non sono una ragazza di buona famiglia lei mi accetta comunque. Mi fa strano questa cosa, poche persone come loro sono disposte ad aprire la casa a una come me, pensano sempre che la gente come me possa derubarli o fare qualcosa di male, solo perché veniamo dalla strada. << Ah proposito, ho trovato il vestito perfetto per te, per domani sera >> borbotta Mechi, << Vestito? >> domando io, << Si certo! Ci vestiamo tutti bene per queste occasioni >>, << Io non voglio che tu mi dia tutte queste cose >>, << La vuoi smettere? >> dice lei << Ho trovato un vestito perfetto per te e te lo metterai senza dire una parola >>, quando sto per parlare lei con le mani mi fa tacere << Non dire nulla, sarà una bellissima serata >> dice continuando a rilassarsi nell’acqua. Dormo nella stanza di Mechi, che ha un letto enorme con coperte e lenzuola bianche, le pareti sono bluette con tutti i mobili marrone scuro, è molto raffinata ed elegante, ci sono dei rami finti appesi qua e là che danno la sensazione di stare in una foresta incantata. Sono nel letto e cerco di addormentarmi, domani sarà una giornata strana, festeggerò il mio primo natale e non so come mi sento a riguardo, da un lato sono entusiasta, dall’altro mi sento in imbarazzo, per via di tutte quelle persone che mi guarderanno come un’estranea, sarò in un ambiente non adatto a me, alla mia persona, ma Mechi è stata così gentile da invitarmi qua che non posso scappare, non voglio deluderla. Mi giro e mi rigiro nel letto mentre Mechi dorme beata, quando mi addormento i miei incubi ricominciano a farsi spazio nella mia testa. Piove e sto correndo, corro dalla paura, respiro affannosamente, la pioggia copre le lacrime che mi scorrono sul viso, sono terrorizzata. La luce dei lampioni si riflette sull’asfalto bagnato, le macchine che mi sfrecciano in parte e io che voglio sempre andare più lontano, scappare da quello che mi tormenta. Quando mi sveglio Mechi sta girando per la stanza canticchiando allegra, << Buongiorno >> dice quando vede che mi sollevo dal letto, << Buongiorno >> dico io, << Come ti senti? >> chiede lei guardandomi con attenzione, << Bene… credo >> rispondo guardandola di traverso perché il suo sguardo mi fa paura, << Bene, perché oggi sarà una lunga giornata >>. Rimango in tuta quando scendiamo nel salotto dove un sacco di scatoloni sono in mezzo alla stanza, << Buongiorno ragazze >> sorride la madre di Mechi, ha la coda ed è vestita in modo normale, Jeans maglietta e scarpe da ginnastica, << In cucina c’è la colazione, dopo decoriamo la casa >> dice entusiasta come una bambina. Dopo una colazione abbondante, troppo abbondante ritorniamo in salotto Catherine sta già sistemando gl’addobbi in giro per la casa. Fiocchi enormi, rossi e oro, lucine messe in mezzo ai fiori, scintillanti fili d’oro da appendere sulle scale insieme a fiori finti, grossi e oro. Un pomeriggio lunghissimo, ma il risultato è strabiliante, e vedere il sorriso soddisfatto di Catherine mi riscalda il cuore.
 
<< Sei perfetta >> esclama Mechi quando finisce di prepararmi. È quasi ora della grande festa, sono nervosa mentre guardo Mechi che è splendida, indossa un vestito lungo e rosso, è senza spalline e ha una scollatura a cuore, i capelli biondi mossi tutti spostati da un lato con un fiore d’oro tra i capelli, le labbra rosse. Ai piedi porta delle scarpe altissime e nere, che la slanciano facendola diventare molto alta. Quando Mechi mi volta verso lo specchio rimango basita, non sembro nemmeno io, il mio vestito lungo con le spalline finissime mi sta perfettamente, sopra ha un corpetto d’oro ricoperto di paillettes e sotto ha una gonna lunga trasparente, che lascia intravedere le gambe e su un lato uno spacco altissimo, ai piedi ho dei sandali neri, molto semplici con il tacco fine e il cinturino alla caviglia. I miei capelli sono raccolti con due trecce che si uniscono dietro la nuca, le labbra rosso scuro e gl’occhi sfumati di nero. << Ti giuro che sei bellissima >> dice lei vedendo la mia espressione stupita allo specchio, << Grazie a te >> rispondo io, sorridendole. La madre di Mechi apre la porta, è splendida nel suo vestito bianco, con i capelli sciolti che le ricadono sulle spalle, << Wow, siete stupende >> esclama guardandoci, noi le sorridiamo, << Sono arrivati tutti è ora di scendere >>. La madre di Mechi si avvia verso il salotto e poco dopo anche noi usciamo dalla stanza, quando arriviamo alle scale noto che c’è un sacco di gente in salotto e poi dall’alto noto Diego che sta parlando con degl’adulti, penso i suoi genitori, indossa una camicia bianca e pantaloni neri, è strano vederlo così. Ho una sensazione strana, mi sento osservata mentre scendo le scale finché non incrocio gl’occhi di Jorge tra la folla, indossa uno smoking nero, elegante, non sembra nemmeno lui in quelle vesti, ha una mano in tasca e nell’altra tiene un bicchiere di vino mentre guarda me e Mechi scendere dalle scale quasi imbambolato. << Siete splendide >> dice quando ci avviciniamo a lui, << Grazie >> risponde Mechi mentre Diego ci raggiunge, << Wow Martina stai benissimo >> borbotta Diego << E tu sei una bomba, l’ho sempre detto che il rosso ti dona >> si riferisce a Mechi, << Oh così mi fai arrossire >> ride lei facendo un’espressione buffa. Quando Jorge sta per dirmi qualcosa una donna lo interrompe e si avvicina a noi con un beel'uomo, << Jorge dov’è Stephie? >> domanda la donna dai capelli scuri e gl’occhi identici a quelli di Jorge, << Non è ancora arrivata, sai com’è la sua famiglia deve sempre fare l’entrata trionfale >> borbotta lui mentre l’uomo si mette a ridere. Lo sguardo di quella donna finisce su di me, mi guarda attentamente, << Lei è Martina, mamma. La ragazza nuova che viene nella nostra scuola, e lei è mia madre Francesca >>, rimango un po’ di stucco quando sento la parola madre e la donna continua a guardarmi, << Ah… la ragazza del programma per prendere gente per strada >> dice con un tono altezzoso e il sangue mi ribolle nelle vene, sembra quasi provi disprezzo per me, per il fatto che suo figlio parli con me. << Piacere io sono Carlos, il padre di Jorge >> un uomo molto bello, alto e somigliante a Jorge mi guarda con un sorriso allungando la mano e io gliela afferro << E’ un piacere >> rispondo io, << Sei davvero splendida >> continua l’uomo mettendomi in imbarazzo, << Allora come ti trovi alla Gold School? Per te non deve essere stato facile ambientarti, ma trovo che sia un progetto grandioso quello che fanno ora le scuole >> dice Carlos lasciandomi di stucco, << Secondo me invece sbagliano, noi paghiamo per mandare i nostri figli in quella scuola e non è giusto che alcuni entrano gratis solo perché non possono permettersela >>, << Io non posso permettermi niente non solo la scuola >> rispondo io lasciando un po’ di stucco Jorge, suo padre e sua madre, << Ai giovani di oggi bisogna insegnare l’educazione… Ah ecco che è arrivata Stephie >> borbotta poi guardando con occhi scintillanti verso l’entrata dove Stephie sta in piedi con un gran sorriso, ha un vestito nero e corto, con la gonna a palloncino e un fiore rosso è posto all’altezza della vita sul fianco. Quando si avvicina saluta i genitori di Jorge in modo molto civettuolo e poi da un lieve bacio sulle labbra a Jorge, << Ah ci sei anche tu! >> dice facendo finta di non avermi visto e la madre di Jorge fa un sorrisino contento. In quel momento per fortuna arrivano Mechi e Diego che sono andati a prendere i bicchieri di vino e Mechi me ne porge uno, poi con una scusa mi fa allontanare da Jorge, Stephie e la sua famiglia. << Stavo per sbranarla >> dico guardando Mechi, << Io sto dalla tua parte se lo fai >> borbotta Diego, << La madre di Jorge mi guarda come se fossi spazzatura >> continuo io, << Non farci caso >> mi dice Mechi << Lei è così, ama la ricchezza, e se non sei uno di noi per lei non vali nulla >>, << Wow, quasi mi sento fortunata a non avere una madre, piuttosto di averne una come lei >>, << Fidati è peggio di quel che sembra >> borbotta poi Diego.
 
La cena va piuttosto bene, sono seduta tra Mechi e Diego, ho conosciuto un po’ di persone, alcune molto simpatiche altre un po’ meno perché mi guardano in modo strano. Jorge è seduto abbastanza lontano, vicino a Stephie e alle loro famiglie, i genitori di Stephie non li ho conosciuti, ma solo guardandoli mi passa la voglia. La madre di Mechi invece continua a farmi sentire una di loro, raccontando quanto sono stata brava ad aiutarla con gl’addobbi e che le ho dato alcune idee stupende, invece i genitori di Diego sono persone in gamba, molto simpatici e spiritosi come il figlio, mi hanno raccontato che hanno una associazione che da, da mangiare ai poveri, sono persone dal cuore grande. Finita la cena il salotto si trasforma in un salone da ballo, la musica si accende, un tavolo enorme con su ogni tipo di bevanda, la gente chiacchiera, ride e festeggia. Sono seduta vicino ad una finestra mentre guardo fuori, << Martina, giusto? >>, quando mi volto il padre di Jorge mi sta guardando, << Si, giusto >> borbotto io, << Perché sei qua sola? >> domanda, io faccio spallucce, guardo Mechi che sta danzando con Diego mentre ridono, << Non è proprio il mio ambiente >>, << Capisco, ma se fossi in te me ne fregherei e cercherei di divertirmi, non dovresti farti condizionare da alcuni pensieri stupidi che ha la gente >>, << Non mi lascio condizionare da nessuno io, non sono una che dà peso alle parole di chi non mi conosce >>, << Allora sei davvero una ragazza intelligente >> sorride lui, << Papà, la mamma ti sta cercando >> borbotta Jorge facendo lo slalom tra la folla e poi incontra il mio sguardo e rimane fermo a guardarmi. << A eccoti qua! >> dice la voce della madre di Jorge che si avvicina con Catherine, << Allora ragazzi tutto bene? >> chiede la mamma di Mechi guardandoci, io le sorrido annuendo e Jorge fa lo stesso, << Che ci fate qua? >> domanda Francesca guardando suo marito, Jorge e poi me, << Stavo parlando con Martina >> risponde Carlos sorridendo, << Mi domandavo perché non ballasse con nessuno >>, << Non c’è da stupirsi >> risponde la madre lasciandoci un po’ tutti di stucco, poi si gira verso Jorge, << Dovresti stare con Stephie >> le borbotta lei e poi si volta verso la madre di Mechi, << Non vedo l’ora che si decida a dargli l’anello di famiglia, così le nostre due famiglie si possono unire >> dice con un sorriso e poi posa lo sguardo su di me, come se volesse farmi capire che devo lasciare in pace Jorge perché lui è già impegnato, seriamente, << Io ho deciso di lasciare a mia figlia un po’ di libertà, voglio che decida da sola >> esclama Catherine tranquilla, << Dopo tutto quello che hai passato come darti torno, Jorge ha scelto Stephie da solo, ovviamente ha fatto un ottima scelta, non chiederei di meglio e come ho già detto non vedo l’ora che lui faccia un passo avanti, non capisce che lui e Stephie formerebbero una delle famiglie più importanti di Buenos Aires >>. Jorge cambia espressione, << Mamma non cominciare, lo sai che non mi va di parlare di questo >>, << E tu sai cosa devi fare per il bene della famiglia e non capisco cosa tu stia aspettando >>, Jorge rimane in silenzio mentre io un po’ in imbarazzo per la situazione, guardo tutti uno a uno, << Tesoro non è il luogo adatto per cui parlarne e Jorge deve avere i suoi tempi >> risponde il padre che lo guarda con un sorriso << Perché non balli con Martina, siccome è lì sola? >> chiede poi, << Ha già Stephie con cui ballare >> ribatte Francesca, << Si ma Martina è qui sola ed un gentiluomo non lascia una fanciulla sola >> continua il padre, << Si va bene >> risponde di scatto Jorge allungando una mano verso di me << Andiamo >> dice guardandomi. Io rimango un po’ perplessa, lo sguardo della madre di Jorge è fuoco puro, allungo lentamente la mia mano per afferrare la sua e a quel contatto qualcosa nel mio corpo cambia, una sensazione strana percorre le mie vene. Quando arriviamo alla pista da ballo sotto gl’occhi arrabbiati della madre di Jorge lui mi mette una mano intorno alla vita e stringe l’altra nella mia, << Che imbarazzo >> dico io << Potevi lasciar perdere e dire di no, tua madre non sembra contenta >>, << Non pensare a mia madre >> borbotta lui << A questa mania di voler unire la mia famiglia con quella di Stephie perché siamo le due famiglie più importanti a Buenos Aires, e creare questa sorta di famiglia potente >>, << Ora capisco >> dico io, << Capisci cosa? >> chiede Jorge, << Del perché sopporti Stephie, lo fai perché se la lasci tua madre ti ammazza >>, Jorge non risponde, << Voglio solo ballare con te senza parlare di questo >> poi si avvicina il mio orecchio << Non rovinare questo bellissimo momento >> sussurra e mi viene un nodo alla gola che non mi fa parlare e continuiamo a ballare in silenzio mentre lui mi guarda dritta negl’occhi. 

P.s: Ciao a tutti ecco il nuovo capitolo! Spero che via sia piaciuto, a me questo capitolo piace molto perchè conosciamo delle persone nuove e vediamo un pò la vita di Jorge, di come si sia incastrato in questa situazione piuttosto sgradevole. Sua madre vuole che lui stia con Stephie e che la sposi per unire le loro due famiglie. E' una donna che sa cosa vuole e che nessuno deve ostacolare, ovviamente odia Martina, in qualche modo pensa che lei possa portar via Jorge da Stephie perchè sa che le persone come Martina possono stravolgere i sentimenti del figlio. Il padre di Jorge invece è un uomo dal cuore tenero, molto alla mano ed educato, non ha pregudizi, vuole il meglio per il figlio, sa che i sentimenti sono più importanti di qualsiasi altra cosa, ma ovviamente si fa un pò da parte per via di Francesca, però sarà interessante vedere come si evolverà tutto questo. La Madre di mechi invece è molto disponibile, molto amichevole, simpatica e ha un grande cuore e scopriremo di più su di lei e sulla famiglia di Mechi. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Spero di riuscire a pubblicare Giovedi, intanto vi ringrazio come sempre, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate. Un grazie di cuore e un abbraccio.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Chi mi ama e chi mi odia. ***


Chi mi ama e chi mi odia.
 
<< Cosa state facendo? >> la voce di Stephie rimbomba tra noi, Jorge si volta a guardarla, dietro di lei Francesca ha un sorrisino beffardo, << Ballando? >> risponde Jorge tranquillo, << Tu sei il mio ragazzo! >> esclama lei, << Già Jorge non dovresti farti vedere a ballare con una sconosciuta >> borbotta lentamente la madre di Jorge con un tono accusatorio, << Mamma… >> la richiama lui, << Non fa niente Jorge >> dico io perché nel suo sguardo riesco a vedere la rabbia che gli percorre nelle vene << Lascia perdere >>, << Vedi! Lei capisce che non è nella posizione di intromettersi, non ne ha il diritto >>, il mio sguardo si punta su quella donna senza anima, << Potrei rispondergli ma non lo faccio solo per educazione, questa non è casa mia e non mi va proprio di rovinare la vigilia di natale per questa stupidaggine >> rispondo in modo educato ma con un tono profondo, Stephie allunga una mano verso Jorge, Jorge guarda me titubante e io gli faccio cenno di andare, lui afferra la sua mano e nella folla spariscono, mentre Francesca ha uno sguardo di sfida nei miei confronti, lentamente mi si avvicina, << Stai lontana da Jorge >> borbotta, io mi volto per guardarla dritta negl’occhi, << E’ un mio amico >> rispondo io, << So come sono le ragazze come te, so che miri ai nostri soldi, ma Jorge è già occupato e non lascerà Stephie per una come te >>, << Si sta sbagliando di grosso, le sue intuizioni sono errate >>, << Io non credo proprio >> risponde lei con un sorrisino che mi fa ribollire il sangue << Le conosco le persone come te >>, << Non credo che lei mi conosca affatto, e per la cronaca, Jorge dovrebbe scegliere da solo con chi stare e non lo dico perché voglio prendermi Jorge o i vostri inutili soldi, nessuno dovrebbe essere comandato dalla propria madre >>, << Modera il linguaggio sciacquetta >>. << Francesca eccoti qua >> la voce di un uomo si avvicina a noi, il padre di Jorge sorride alla moglie e poi a me, << Dov’è Jorge? >> chiede, << A ballare con la sua ragazza >>, << Ah >> risponde Carlos. Io lentamente me ne vado quando scorgo Diego appoggiato al muro che guarda la gente intorno a lui, << Ehi dov’è Mechi? >> domando io, << Sta ballando con suo zio >> borbotta lui, io faccio un gran respiro per buttar fuori tutta la rabbia che ho nel corpo. << E’ successo qualcosa? >> domanda lui guardandomi preoccupato, << Ho avuto un incontro interessante con la madre di Jorge, non gli andava che stessi ballando con suo figlio >> faccio spallucce io come se non fosse nulla di che, << E sei sopravvissuta? >> domanda lui ridacchiando, << Sono cattiva se dico che la odio? >>, << No >> risponde lui sorridendomi << La madre di Jorge è sempre stata così, già quando Jorge era piccolo lo spingeva verso Stephie, tutti pensavamo che fosse solo perché erano due bambini carini che giocavano insieme e si scherzava su quanto carini fossero ma poi la cosa è diventata più seria, credo che Jorge si sia innamorato di Stephie anche perché la madre gli metteva in testa certe cose, sai un ragazzo adolescente si fa condizionare dal pensiero della famiglia, ora le cose stanno cambiando, Jorge si rende conto che tutto quello che vedeva di bello in Stephie in realtà non esiste, ma la madre non vuole sentire ragione, “per il bene delle nostre famiglie” ripete sempre e ogni volta Jorge va fuori di testa >>, << E’ così importante che le loro famiglie si uniscano? >> domando io, << Per loro si, insomma le due famiglie più ricche di Buenos Aires che si uniscono, è davvero un gran traguardo per la madre di Jorge >>, << Secondo me sono tutte sciocchezze >> dico facendo una faccia buffa, << Lo penso anche io >>. << Ehi ragazzi >> sorride Mechi avvicinandosi a noi << Tutto ok? >> domanda vedendoci seri, racconto a Mechi ciò che è successo e lei si indigna, << Non devi ascoltare ne la madre di Jorge, ne Stephie, sono praticamente identiche >> borbotta lei, << Non si sparla degl’invitati >> la voce di Stephie ci fa voltare, << Se fosse stato per me non saresti qua >> borbotta la bionda, << Che maleducata >>, << Parli proprio tu? >> le dico io guardandola, << Mi pare di averti già rimesso al tuo posto >> mi risponde lei beffarda << Se non ti è chiaro vinco sempre io >>, << Vieni qui alla mia festa a fare la stronza? Davvero? >> chiede Mechi, << Mechi stai tranquilla >> le dice Diego appoggiandogli una mano sul braccio, << No! >> risponde lei << Come puoi venire qui in casa mia e fare la stronza? Giuro che ti prendo a schiaffi >>, Stephie fa una risatina e fa un passo verso Mechi, << Questo l’hai preso da tuo padre vero? >> il suo sguardo diventa diabolico << E comunque me ne sto proprio andando ora con il mio ragazzo, questa festa non mi piace >>… << Soprattutto perché c’è gente che non dovrebbe esserci e che mette in ridicolo i nostri nomi >>. Stephie si volta, lo sguardo di Mechi è pietrificato e Diego la guarda preoccupato, << Mechi >> la chiama lui lentamente, << Lasciami in pace >> borbotta lei allontanandosi velocemente, mi volto verso Diego confusa e lui la guarda mentre va via, dispiaciuto.
 
Salgo al piano di sopra cercando Mechi, quando arrivo davanti alla sua stanza lentamente busso, << Mechi sei qui? >> domando, << Lasciami stare >> borbotta lei tra i singhiozzi, << Mechi >> dico lentamente aprendo la porta, lei è seduta in terra appoggiata con la schiena al letto, tiene le ginocchia strette al petto e la faccia nascosta tra le braccia. Io mi avvicino e mi siedo accanto lei, << E’ per quello che ha detto Stephie riguardo a tuo padre? >> domando io in modo leggero, Mechi alza il capo e appoggia la testa sulla mia spalla annuendo lentamente, << Non devi ascoltarla, me lo dici sempre anche tu >> dico, << Odio essere paragonata a mio padre, lui non è mio padre >> borbotta lei singhiozzando, << Perché dici questo? >> domando io, << Mio padre era perfetto o almeno così pensavamo, poi iniziò a diventare violento, quando ero piccola spesso sentivo mia madre piangere o urlare, la picchiava, voleva che lei gli dasse i soldi per andare a giocarli nei casinò, mia madre non voleva, non voleva che rovinasse tutto quello che aveva costruito con fatica, lei ha lavorato sodo per avere tutto questo, non l’ha ottenuto solo perché proviene da una buona famiglia ma anche perché si è data da fare per garantirmi una vita migliore, ma a mio padre non interessava buttare via tutto, lui voleva giocare e bere tutto il giorno, finché un giorno quando avevo dodici anni, picchiò mia madre così forte che svenne e io chiamai i carabinieri, Stephie ha detto quella cosa quando gli ho detto che la prendevo a schiaffi perché sa quanto io sia contro alla violenza, come potrei non esserne contro >>, << Mechi.. mi… mi dispiace davvero, io non pensavo che avessi passato tutto ciò, ma non devi ascoltarla tu non sei cattiva >>, << E se invece fossi come lui, se come lui ho tutta quella rabbia repressa e… >>, << Mechi no! Non puoi dire cosi, siamo noi a decidere se essere buoni o cattivi, possiamo essere arrabbiati quanto vogliamo ma siamo sempre noi a decidere da che parte stare, ognuno di noi ha una parte buona e una cattiva ma tu decidi cosa vuoi essere, e tu non sei cattiva Mechi, lei l’ha detto solo per farti stare male perché sa quanto tu sia buona, quanto tu abbia paura di diventare come tuo padre ma tu non sei così, chiaro? >>.

I giorni lentamente passavano, Mechi si è lasciata alle spalle le parole di Stephie e ora sorride in giro per casa, il giorno seguente della festa abbiamo aperto i regali, Mechi mi ha regalato un set di trucchi enorme, la madre di Mechi invece un maglione morbidissimo, io mi sentivo male perché non potevo regalargli niente ma loro mi hanno fatto sentire bene, non si aspettavano niente da me. La madre di Mechi è davvero gentile, ci ha portate al minigolf, ha camminare sul monte, a fare shopping, e insisteva sul fatto di comprarmi le cose e io mi imbarazzavo ma lei mi faceva sentire parte della famiglia, diceva che avrebbe voluto una sorella per Mechi e che io sono un ottima compagnia per sua figlia, che posso insegnargli tante cose che magari lei non può insegnargli. Jorge ha chiamato Mechi perché Diego gli ha raccontato cosa ha fatto Stephie, continuava a scusarsi ma Mechi non voleva le scuse di Jorge perché non era colpa sua e sapeva benissimo che Jorge non pensava quelle cose. << Allora come siete messe a ragazzi? >> domanda maliziosa la mamma di Mechi mentre facciamo colazione, << Mamma! >> la richiama lei, << Siamo tra donne possiamo parlare di queste cose >>, << Io con questo discorso non c’entro nulla >> dico io alzando le spalle e la madre di Mechi fa una risatina soffocata, Mechi la guarda stranita piegando la testa di lato, << Invece credo che tu abbia un ammiratore >> continua Catherine, << Cosa? >> domando stupita, << O mio dio, davvero non te ne sei accorta? >>, << NO! >> rispondo io << Perché non c’è nessun ragazzo nella mia vita >>. Rimaniamo in silenzio, io e Mechi ci guardiamo confuse, << Oh dai, JORGE! >> esclama Catherine come se fosse ovvio, io spalanco gl’occhi, << Si sbaglia >> le dico << Non è come pensa >>, << Io invece credo di Si >> borbotta con un gran sorriso, << Jorge sta con Stephie e per la cronaca a me non piace Jorge >> dico per togliermi da quella situazione, << Lo credo anche io >> borbotta poi Mechi, << COSA? >> mi giro stupita, << Non ne sono sicura, cioè… Jorge con te si comporta in modo diverso >>, << Solo perché sono la povera ragazza randagia trovata in strada >> dico dando una spiegazione logica, << Io non credo che lui voglia stare con Stephie >> borbotta poi la madre di Mechi, << Nessuno vorrebbe stare con una così, però è bella, ha i soldi… >> dico, la madre di Mechi sbuffa << Tu sei più bella di lei, hai un cuore cosa che lei non ha, sei più profonda, più umana, hai un anima preziosa, difendi le persone, aiuti sempre gl’altri, Stephie in confronto a te non è niente, fidati che lei è invidiosa di te >>, << Invidiosa? >> dico con una risatina << E di cosa? >>, << Lei ha solo i soldi, le persone gli stanno intorno o perché ne traggono dei vantaggi o perché la temono, tu invece hai amici perché sei semplicemente quello che sei e lei lo sa e ti teme per questo >> fa spallucce la Madre di Mechi, << Già sai che hai ragione Mamma, magari a Jorge piaci davvero >>, << No, vi state sbagliando. Jorge è solo interessato a me perché sono diversa e vuole solo esaminarmi per capirmi >> borbotto mentre loro due mi guardano stranite << Allora vogliamo parlare del fatto che Diego fa il filo a Mechi? >>, la madre di Mechi guarda la figlia stupita, << E questa da dove ti viene? >> mi domanda la bionda, << Oh dai si nota >> borbotto io, << Non è vero >> ribatte Mechi guardando la madre, << Si invece >> controbatto, << Martina ti sbagli >>, << Gliel’ho chiesto >> continuo io, << Cosa? >>, io faccio spallucce << Ha detto di no però era una bugia! >>, << Come fai a sapere che mentiva? >>, la madre di Mechi guarda in alternanza me e Mechi con un sorriso compiaciuto, << Non lo so, ma mentiva >>, << Solo perché tu credi che mentiva non vuol dire che è vero >>, << Ok basta parlare di ragazzi! >> dico io ad un tratto e la conversazione finisce li.
 
Io e Mechi siamo in salotto a vedere la tv, ad un tratto la madre di Mechi arriva con un pacco in mano, << Martina è arrivato questo per te >> sorride lei porgendomi il pacco, sul biglietto Josh mi fa gl’auguri di natale, << E’ un regalo di Josh? >> domanda Mechi, << Si >> dico io aprendo la scatola, dentro c’è un portagioie di legno decorato con dei fiori rossi, mi alzo dal divano e vado a prendere il mio telefono nella camera di Mechi, digitando il numero di Josh, << Ciao Martina >> risponde lui, << Ciao >> borbotto io sedendomi sul letto << Come stai? >> domando, << Io bene e tu? >>, << Benissimo >> rispondo anche se infondo non era proprio vero, sto bene qui da Mechi ma ho sempre quella sensazione dentro di me di essere sola e Josh allevia un po’ questa sensazione, lente lacrime iniziano a scendermi sul viso e me le asciugo con le mani, << Martina cos’hai? >> domanda lui, << Niente, è solo che… sembrerà stupido ma mi mancano i miei vecchi problemi >>, << E’ successo qualcosa? >>, << Succedono tante cose, ci sono persone che non gradiscono la mia presenza e questo mi fa imbestialire, solo che non posso reagire come vorrei >>, << Martina sei forte, sai che puoi farcela, fregatene di quelle persone, sono superficiali, tu sei straordinaria e fidati che lo sanno anche loro è per questo che non ti accettano >>, << Non è facile >>, << Niente è facile, ma tu sei forte, lo sei sempre stata >>. Quando Scendo in salotto dopo essermi ripresa noto che c’è Diego seduto in parte a Mechi, << Ciao >> sorrido io vedendolo e poi mi accorgo che c’è anche Jorge e mi blocco, la sera della festa mentre ballavamo eravamo così vicini che la mia mente non riusciva a ragionare, non capisco il perché ma la sua vicinanza mi appanna la mente, tutto questo suo starmi vicino e il suo modo di voler scoprire tutto su di me forse mi fanno sentire in questo modo, perché nessuno si è mai interessato così tanto a me. << Cosa ci fate qui? >> domando un po’ confusa, << Andiamo a fare un giro! >> esclama Diego, << E dove? >> domando io, << In città >> borbotta Mechi mentre Jorge mi guarda senza dire una parola, << Ciao ragazzi >> saluta la madre di Mechi entrando in salotto, << Salve Catherine >> saluta Diego e poi anche Jorge, << Siete davvero carini insieme >> esclama Catherine in modo civettuolo e io e Mechi la guardiamo male, << Io vado >> continua poi uscendo dalla stanza, << Tua madre è strana >> borbotta poi Diego guardando Mechi, << Già >> risponde in tutta fretta e poi tutti ci dirigiamo verso la porta per uscire. Stiamo camminando per strana quando Jorge mi si avvicina con uno sguardo dispiaciuto, << Cos’hai? >> chiedo quando mi affianca, << Mi dispiace >> borbotta poi, << Ancora? Ti scusi sempre ma tu non fai mai nulla >> rispondo io, << Senti, mi madre è complicata >>, << Ho notato, siccome mi ritiene una sciacquetta che vuole provarci con te per portarti via i soldi >>, << Cosa? >> domanda lui scioccato, ho parlato troppo senza rendermene conto, << Lascia stare >>, < NO! >> risponde lui con un tono secco. Mechi e Diego stanno camminando davanti a noi e noto Mechi osservare attentamente ogni mossa di Diego per vedere se ciò che gli ho detto sul fatto che lei gli piace sia vero, << Jorge davvero, non fa niente, non mi importa del giudizio di una che non mi conosce nemmeno >>, << Non dovrebbe pensare quelle cose, nemmeno dirtele >>, << Tua madre è stata cresciuta pensando che i soldi siano tutto Jorge è normale che pensi così e che voglia che tu stia con Stephie! >>, << Ma non deve offenderti, finché riempie me di quelle sciocchezze non mi importa ma non deve coinvolgere i miei amici e giudicarli perché lei ha paura che la nostra famiglia non si unisca a quella di Stephie, lei crede che sia giusto tutto ciò >>, << Jorge ti prego lascia stare, non metterti contro tua madre per me, non conto niente dopotutto >>, << Non dire così >>, rimango un po’ di stucco a quella risposta, << Tu conti quanto tutti gl’alti e lei non ha il diritto di dirti certe cose >>, << Lascia perdere >> ripeto ancora io per tranquillizzarlo, << Almeno a mio padre sei piaciuta >> borbotta poi lui tranquillizzandosi, << Bene >> dico continuando a camminare, << Lui ti adora >> borbotta soprappensiero, << Perché mai dovrebbe adorarmi? >>, << Non ne ho idea ma mi ha chiesto di te, e mi ha detto che sei una ragazza fantastica >>, << E tua madre non l’ha ucciso? >> domando ridacchiando, << Non era presente, e comunque è la verità >>, io credo di arrossire e distolgo lo sguardo da Jorge velocemente. << Senti per quel che è successo per via di Stephie, quello che ha detto a te e a Mechi non ho potuto darti questo >> dice un po’ nervoso Jorge tirando fuori una scatoletta dalla tasca, << Cos’è? >> domando io quando me la porge, << Il tuo regalo di natale e anche quello di compleanno che non ho mai potuto farti >> borbotta, << Non dovevi >>, << Invece si >> continua lui << dai prendilo >> dice porgendomelo ancora di più. Io deglutisco, non so che fare, non mi aspettavo un regalo, non da Jorge. Afferro lentamente la scatoletta e slego il fiocchetto rosso, allacciato in maniera perfetta, che risalta con la scatolina blu, piccola ma elegante, << Grazie >> borbotto prima di aprirla, quando la apro dentro trovo una catenina molto fine con un ciondolino a forma di mezza luna, luminoso, pieno di piccoli cristalli che riflettono le luci di tutti i colori, << Sei pazzo? >> domando io con una faccia buffa << Non posso accettarla >>, << Invece si, siccome ti piace guardare la luna nel cielo ho pensato fosse perfetto per te >> dice senza guardarmi negl’occhi come se provasse imbarazzo << Ah e non dirlo a Stephie >> continua poi lui, << Forse glielo dico >> continuo io ridacchiando per sdrammatizzare questa situazione imbarazzante, << Grazie >> ripeto << Io per te non ho niente >>, << Non voglio niente da te, solo che continui a essere così come sei >>, rimango in silenzio stupita da tutto questo, sono emozionata, imbarazzata e non capisco cosa stia succedendo. << Eccoci siamo arrivati >> borbotta poi Mechi fermandosi davanti a un piccolo bar, si avvicina a me e mi afferra una mano sorridendo e trascinandomi dentro, << Cosa fai? >> domando io << Perché tutto questo entusiasmo >>, << Vedrai >> borbotta. Quando svoltiamo dietro a una parete, ad un tavolo, Finn e Alexandra mi stanno aspettando, << Martina >> urla quest’ultima facendo girare quasi tutti i presenti nel bar, alzandosi e venendomi incontro con un abbraccio, << Ciao Alexandra >> borbotto io accarezzandogli la testa e poi Finn si unisce al nostro abbraccio. Diego, Jorge e Mechi ci guardando sorridendo, << Sorpresa >> borbotta Diego, << Siete stati voi? >> domando quando sciolgo l’abbraccio, Mechi annuisce << Diego è andato a cercarli e ha organizzato questo incontro >> fa spallucce lei, << Grazie >> dico io guardando i miei vecchi amici di strada e poi tutti insieme ci sediamo a chiacchierare. E’ stata una giornata strana ma anche fantastica, sono sdraiata sul letto di Mechi mentre l’aspetto che esca dal bagno, ripenso alle risate, ai racconti di questo pomeriggio, la sensazione bellissima di saperli sani e al sicuro, Alexandra dice che sono sempre più bella e Finn continuava a dirmi di trovarmi fin troppo bene, anche se loro sanno cosa realmente provo dentro, tante volte porto una maschera per nascondere il mio dolore, le mie sofferenza, voglio sempre farmi vedere forte e lo sono ma alcune volte quando resto sola mi sembra di cadere a pezzi, il mio passato, la mia vita, i problemi che ho ora che sto in mezzo a gente troppo diversa da me, tutti pensano che io abbia superato questa diversità ma non è del tutto così, mi danno fastidio quelli che mi guardano con disprezzo mentre cammino per i corridoi della scuola, mi sento male quando qualcuno mi regala qualcosa ma io non posso ricambiare, odio il disprezzo del professor Brown nei miei confronti e odio Stephie che mi sta facendo arrivare al limite. Tengo tra le mani la collanina che Jorge mi ha regalato, la guardo contro luce e tantissimi colori si riflettono su di essa, non avrebbe dovuto farlo, questo è troppo per me. Il suo comportamento mi sta confondendo e non so più a cosa pensare. Mechi ritorna in camera sorridente, tengo la collana stretta fra le mani in modo che lei non la veda, << Dobbiamo cercare dei vestiti adatti… su dai alzati >> borbotta lei aprendo l’armadio, sulla testa porta un asciugamano messo a turbante per i capelli bagnati, << Per cosa? >>, << Fra due giorni è capodanno, abbiamo una festa a cui andare >> fa un gran sorriso Mechi entusiasta e dentro di me penso che molto probabilmente ci saranno altri problemi.

P.S: Ciao a tutti, eccomi qua con un altro capitolo. Spero vi piaccia. Succedono un pò di cose, vediamo lo scontro tra Martina e Francesca, tra Mechi e Stephie e in quest'ultimo Stephie mette in mezzo il padre di Mechi di cui poi racconta a Martina. Diciamo che Stephie ha tirato un colpo basso a Mechi, meschino. Poi vediamo Mechi e MArtina parlare con Catherine di ragazzi e Martina svela i suoi pensieri su Diego, chissà ora cosa succederà i due. n questo Capitolo però vediamo come Martina non abbia ancora superato la diversità con i suoi amici, per lei è molto dura, tutto gli ricorda quanto lei sia sempre stata sola e senza niente e ovviamente non è facile superare tutto questo. Alla fine abbiamo un Jorge molto dolce con lei e loro che fanno incontrare Martina con i suoi vecchi amici. Grazie di cuore per seguire, leggere, e commentare. Sono molto felice e le vostre opinioni per me sono importanti. Quindi Grazie. Un bacio e un abbraccio a tutti a Lunedì con il prossimo capitolo, che verrà pubblicato verso sera! ;) 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Nuovo Anno Nuove Emozioni ***


Nuovo anno, nuove emozioni.

E’ il giorno di capodanno, Mechi ha insistito tanto con questi vestiti, me ne avrà fatti provare una centinaia finché finalmente ne ha trovato uno adatto a me, un tubino nero, con una scollatura profonda sulla schiena e corto, ai piedi un paio di sandali rossi, sembro una modella e la cosa mi imbarazza parecchio ma l’ho accontentata e ho deciso che metterò quel vestito. Lei invece a optato per un abito morbido, bianco, sembra quasi un angelo, è corto ma anche molto sensuale, con una scollatura profonda sul davanti, ci ha messo quasi tre ore per sceglierlo, io le facevo da giudice, stavo seduta su una sedia mentre provava vestiti su vestiti e scarpe su scarpe. La festa si terrà a casa di Diego, sarà una festa per ragazzi, niente adulti e ci saranno tante persone e non voglio immaginarmi come sarà la serata. << Non mi sembri entusiasta! >> esclama Mechi durante il pomeriggio, << Per cosa? >> domando io, << Per la festa di stasera, insomma è l’ultimo dell’anno e in teoria non si vede l’ora di festeggiare >>, << Mechi i miei capodanni si limitavano a rubare una bottiglia di vino e berla seduti sul molo in riva al mare, niente di più niente di meno, qualche urla a mezzanotte e poi basta, quindi non sono emozionata, non perché non mi piacciano le feste o non so cosa aspettarmi ma perché non sono mai stata emozionata per questo giorno >>, lei rimane un po’ in silenzio, << Giusto >> risponde lei << Sai alcune volte mi dimentico… >>, << Che non sono cresciuta come voi? già me ne accorgo ma non fa niente almeno non mi vedi come una randagia >> borbotto io sorridendo, << No, non ti vedo come una randagia >> ribatte lei sorridendo. Siamo sedute sul divano mentre guardiamo la tv, la madre di Mechi arriva in salotto con la merenda servita su un vassoio, muffin al cioccolato e succo all’albicocca per entrambe, << Vi devo fare le raccomandazioni per stasera? >> domanda lei, << No mamma >> risponde Mechi << Faremo le brave promesso >> dice con un sorriso afferrando il bicchiere di succo e facendo un gran sorso, << Tienimela d’occhio >> dice poi Catherine guardandomi, << Io? >> domando confusa, << Si tu sai difenderti in caso qualche ragazzo sia troppo invadente >>, Mechi fa una faccia strana, << Ok >> rispondo io confusa. Il campanello suona e pochi secondi dopo Diego fa capolino in salotto, << Cosa ci fai qui? >> domanda la bionda vedendolo << Non dovresti preparare tutto per stasera? >>, << Ho già fatto >> sorride lui sedendosi sul divano << Sono venuto a chiedere a tua madre se mi poteva prestare qualche bicchiere di vino perché io non ne ho abbastanza e voi siete pronte per stasera? >> chiede poi appoggiando una mano sulla gamba di Mechi, io la guardo con un sorrisino mentre Diego non mi vede, << Si… certo che si >> risponde Mechi in evidente imbarazzo. Catherine arriva in salotto con una scatola contenente i bicchieri, << Eccoti Diego >> borbotta lei, << Grazie Cat >> risponde lui alzandosi dal divano e afferrando la scatola << Allora a dopo >> saluta, << Ciao Diego >> lo saluto io, << Tratta bene i miei bicchieri e se me li riporti sporchi li faccio lavare a te >> sorride Catherine ritornando in cucina. Io mi volto verso Mechi e gli faccio un sorrisino malizioso, << Te l’avevo detto >> faccio spallucce io, << Fraintendi, lui è sempre stato così con me >>, << Certo, chissà perché! >> esclamo poi io, << Smettila >> continua lei arrossendo. Mentre Mechi è a farsi una doccia io rimango in salotto, sto guardando la Tv quando Catherine arriva e si siede in parte a me, << Spero che ti piaccia stare qua >> dice poi guardandomi, << Certo, è anche fin troppo gentile con me >>, << E tu sei gentile con noi >> risponde lei, << Come potrei non esserlo, non saprò mai come ripagarvi per tutto questo >>, << Non è niente davvero >> sorride Catherine dolcemente, << E’ molto invece, non può immaginarsi quanto >>, << Senti, mia cara e dolce Martina >> sorride ancora lei << Io non sono una donna perfetta, ho fatto i miei errori ma so per certo che tu sei straordinaria, non posso immaginare come sia stato per te vivere la fuori, come sia vivere in quelle condizioni, ringrazio chiunque per avermi dato la possibilità di poter crescere mia figlia senza problemi economici, tu però hai qualcosa in più di tutti noi, e quel qualcosa lo stai insegnando a Mechi, mi piace vedere mia figlia preoccuparsi per gl’altri, per chi ne ha bisogno, vedere il suo entusiasmo quando parla di te >>, << Io non faccio niente di speciale >> le dico, << Tu sei speciale Martina, non è quello che fai ma per quello che sei, le persone intorno a te si rendono conto che la vita non è sempre facile, io ho passato un esperienza orribile ma vedere te, vedere quanto sei forte, come resisti alle frecciatine che ti dà la gente, vedere come non ti importa perché per te quelle persone non contano nulla, a me se una persona mi dice qualcosa su mio marito e sul quel che ha fatto, mi arrabbio senza pensarci anche se chi l’ha detto non è nessuno di importante per me >>, << Non dovremmo lasciare che il giudizio degl’altri sia importante, è importante ciò che tu pensi di te, io ogni giorno quando mi svegliavo mi chiedevo “ Sei contenta di quello che sei? “ se la risposta era si, stavo in pace con me stessa, tutti ti giudicheranno nella vita, bisogna però anche vedere se quel giudizio è importante o no >>, << Vedi che riesci a essere più matura di noi, nel nostro mondo, ti insegnano che il giudizio che la gente ha di te è importante >>, << E’ importante, ma solo il giudizio di chi ti sta a cuore e non di qualcuno di cui non te ne importa niente >> continuo io, capisco in qualche modo che la madre di Mechi si sentiva male ogni volta che qualcuno parlava di suo marito, della sua storia, tutti pensano a quello che ha fatto lui ma nessuno si è mai chiesto quanto sia stata forte lei, perché è così che le persone ti vedono, vedono sempre dove fallisci ma quando fai qualcosa di buono, quando tutto crolla ma rimani forte, li nessuno ti vede veramente, solo quelle poche persone che credono in te.
 
La chiacchierata con la madre di Mechi mi ha fatto capire molte cose su di lei, di come si sente in colpa anche se non dovrebbe, voleva un padre per Mechi, ma ha sbagliato persona e non ha potuto accorgersene prima, ma è una donna in gamba, che ha lottato per sua figlia, che faceva di tutto per lei ora capisco dove Mechi ha preso questo carattere forte e deciso, la guardo riflessa nello specchio mentre si specchia nel suo bellissimo vestito e vedo il riflesso di sua madre. << Sto bene? >> domanda poi voltandosi verso di me, << Ti devo rispondere? >> domando io, << Beh tu sei bellissima >> dice lei, << Anche tu >> ribatto io. Prima di uscire Catherine insiste per farci una foto e noi la accontentiamo e poi ci fa delle raccomandazioni. Arrivate a casa di Diego rimango sorpresa, una casa di quelle moderne, piena di vetrate, una giardino non grandissimo con una piscina moderata. L’interno è ancora più bello, è tutto bianco, nero e acciaio, moderno ma allo stesso tempo elegante. Diego ci saluta con un gran sorriso, << Sono arrivate le ragazze più belle della serata >> dice mentre ci dirigiamo verso il piano sotterraneo, dove una taverna enorme, grande quanto tutta la casa, illuminata, si apre davanti a noi, il centro della stanza è libero sul fondo si trova un palco con sopra delle casse, sul contorno della stanza ci sono tavoli e sedie, lucine sparse ovunque, tutto addobbato alla perfezione. << Wow hai fatto un ottimo lavoro >> esclama Mechi, << Lo so >> risponde fiero Diego, qualcuno entra dalla porta con in mano uno scatola con delle bottiglie di vino, il padre di Diego fa capolino nella stanza, << Salve Dominic >> lo saluta Mechi con un gran sorriso, << Ciao Mechi >> risponde lui educatamente << A Martina che piacere vederti >> si rivolge a me dopo, << Anche per me è un piacere >>, << Allora Diego fai il bravo e non distruggere niente per favore, io e tua madre ora usciamo. Mi raccomando >> dice guardano ognuno di noi, << Tranquillo pà >> risponde lui << E’ tutto sotto controllo >>, << Mi fido di te Mechi >> continua il padre di Diego guardandola e il figlio fa uno sguardo accusatorio. Dopo averci salutato, aiutiamo Diego a sistemare tutte le bottiglie sui tavoli e i vari stuzzichini, fin quando le persone iniziano ad arrivare e dopo un po’ incrocio un volto familiare, Cande con i suoi capelli rossi raccolti in una treccia laterale entra mano nella mano con Ruggero elegantissimo, << Ciao Martina, sei bellissima >>, << Anche tu >> le rispondo io, indossa un vestito rosso, molto elegante e raffinato, Ruggero ci saluta con un gran sorriso, << Sono carichissimo >> esulta, << Calmati Amore >> dice Cande, quando dalla porta arriva Jorge. << Eccoti qua >> esclama Diego, ci saranno già una ventina di persone nella stanza e ne arrivavano ancora, << Lo so sono in ritardo >> borbotta lui incrociando poi il mio sguardo, è vestito in modo elegante, giacchia e camicia ma stavolta senza cravatta. Cande e Ruggero stanno parlando con dei ragazzi appena entrati, Mechi è stata reclutata da Diego per aiutarlo a mettere la musica, << Dov’è la tua ragazza? >> domando non vedendola ancora comparire, << Non c’è >>, io lo guardo stranita, << E’ in montagna con i suoi genitori >> continua per spiegarmelo, << E come mai non sei con lei? >>, << Non potrei mai mancare alla festa di Diego >> fa spallucce lui tranquillo << Sarà una belle serata >> continua, << Lo sa che sei qua? O che ci sono anche io? >>, << Si >> risponde lui, << E’ una trappola? >>, << Non credo siccome è lontano da qua >>, la conversazione si è fatta strana, c’è dell’imbarazzo tra noi, per fortuna compaiono Alba e Facu. << Ciao ragazzi >> saluta Facu dando il cinque a Jorge e poi anche a me, << Alba sei splendida >> gli dico e lei arrossisce un po’, << Gliel’ho detto anche io, ma lei insiste con dire che non è nulla di che >> borbotta Facu, indossa una abito color nero e lungo, la gonna trasparente ed era tutto decorato con degl’inserti d’oro che diminuivano più andavano verso il basso, << Stai benissimo >> gli dice Jorge, << Beh grazie >> risponde lei << Vorrei un bicchiere di vino per sentirmi meno in imbarazzo >> dice poi ridacchiano e tutti ci dirigiamo verso un tavolo mentre la musica parte. Facciamo un brindisi tutti insieme quando ormai la stanza è piena di gente, << Ma quante persone hai invitato? >> domanda Cande, << quelle che conosco >> borbotta Diego, << Credo che ci sia anche qualcuno che non conosci amico >> esclama Facu, << Più siamo meglio è, io vado a ballare >> esclama poi lui entusiasta buttandosi in mezzo alla mista, << Il vino non gli fa bene >> dice Mechi per giustificarlo, << Si, si esalta troppo quando beve >> continua Jorge. Sto ballando con le ragazze in mezzo alla pista, diciamo che anche a me il vino mi ha dato un po’ alla testa, mi sento più leggera e cerco di divertirmi il più possibile. Alba rotea su se stessa e saltella tutta contenta, Mechi sembra un angelo sotto le luci che la illuminano, muovendosi sinuosamente, Cande è scatenata, uno spirito libero, Ruggero le sta in parte seguendola, Diego sta ballando poco più in là di noi con delle ragazze mentre parlano tra di loro, Mechi ogni tanto gli dà un occhiata per vedere se è tutto ok, Facu e Jorge stanno parlando appoggiati ad un tavolo, Facu gesticola controllando sempre Alba e Jorge ha le mani incrociate al petto e ascolta Facu però guarda verso di noi, o forse guarda me. Io mi imbarazzo un po’ e attiro l’attenzione di Mechi, << andiamo a bere qualcosa >> le dico, lei annuisce e la trascino via dalla pista da ballo.
 
La serata procede bene, sto camminando per la stanza quando vedo Alba in piedi vicino al tavolo e la raggiungo, << Ehi, Martina, ti stai divertendo? >> chiede lei sorridendomi, << Si >> rispondo, ma noto che sta guardando verso la pista da ballo, dove Ruggero e Facu stanno ballando, << Stavo ballando con Facu ma devo riprendere fiato >> continua lei sorridendo. Nella mia testa in questo momento mi passano in mente tante domande, su Jorge, su Diego e Mechi, sulle loro storie d’amore, << Come fai a sapere se una persona è innamorata di te? >> le chiedo senza pensarci, lei mi guarda incuriosita e poi sorride, << Non lo sai finché non c’è un momento dove improvvisamente te ne accorgi, la stessa cosa vale per te non sai di essere innamorata di qualcuno finché non arriva il momento dove tutto sembra più chiaro >>, << E tu quando hai scoperto di essere innamorata di Facu? >> le domando curiosa, << E’ strano, non sapevo di esserlo ma credo di essermi innamorata di lui dal primo momento che l’ho visto ma non l’ho capito, non succede tutti i giorni di innamorarsi, quando ci siamo conosciuti pensavo che mi piacesse come persona, pensavo era l’amico che avrei sempre voluto, stavamo bene insieme, mi faceva ridere, un sacco, ma non pensavo di amarlo e non pensavo nemmeno minimamente che lui mi amasse, poi un giorno, eravamo a lezione e stavamo parlando dell’amore, dei grandi poeti e scrittori che scrivevano grandi storie d’amore o si ispiravano al loro grande amore, mentre discutevamo di questo, alzai lentamente lo sguardo, senza pensarci e guardai Facu e lui in quel momento guardò me, pensai che tutto quel grande amore di cui stavamo parlando, lo provavo anche io e capii che lo provava anche lui, speravo davvero lo provasse e da lì è nata la nostra storia d’amore >>, << Wow >> rispondo io << E’ profondo >> continuo stupita, << Il punto è che non saprai mai quando ti innamorerai di qualcuno, perché è una cose che nasce piano, piano dentro di te, non è come quando vedi un bel ragazzo e dici “Mi sono innamorata”, intendo quando sei a contatto con una persona e piano piano dentro di te qualcosa inizia a crescere >>, << L’amore è strano >> esclamo poi io, << Lo è, tu non sei mai stata innamorata? >> domanda poi lei, << No, non ho mai avuto il tempo di pensare ad innamorarmi sinceramente, ho avuto dei ragazzi ma non ero innamorata, pensavo principalmente a come sopravvivere e ad andare avanti con i miei fantasmi che mi stanno sempre addosso, e poi innamorarmi significava legarmi ad una persona, e io non mi lego alle persone perché so che le perderò >> le spiego, << L’amore è bello, ma può anche far male e capisco che tu non voglia essere ferita, sentire quel vuoto quando si perde qualcuno che si ama, è difficile uscirne, dimenticare, l’amore però vale la pena di essere vissuto, ad ogni costo, perché ti crea bei ricordi, perché anche se poi farà male capirai che amare è la cosa più bella del mondo, non si può farne a meno, perché dura fin che dura, ti fa star bene, ti fa sentire invincibile, sei al settimo cielo, sei felice >>, << Spero di trovare al più presto un principe allora >> le dico ridacchiando << Per ora nessuno ha conquistato il mio cuore e comunque credo che non sarà semplice, l’abbandono non posso sopportarlo, non più ormai, e preferisco non legarmi troppo alle persone in quel senso, amare è bello ma può distruggermi >>, << Se credi sia meglio per te allora fai la cosa giusta, nessuno vuole soffrire ma tu hai già sofferto tanto e capisco che tu non voglia più soffrire >> mi sorride lei. << E’ quasi mezzanotte >> esclama poi << Devo andare da Facu >>, << Ok a dopo >> le rispondo io.
 
Tutti stanno ballando, guardo la pista da ballo sorridendo e ripensando a ciò che ha detto Alba, credo che il mio meccanismo di difesa, cioè non legarmi sentimentalmente a qualcuno, mi faccia bene, non so come potrei perdere ancora qualcuno a cui tengo e raccogliere tutti i pezzi che rimangono di me per rimetterli insieme. << Sei ipnotizzata? >> chiede poi Jorge avvicinandosi a me con il bicchiere di vino in mano, << No >> rispondo accorgendomi di essere assorta nei miei pensieri, << Manca poco più di un minuto >> esclama lui, << Wow >> borbotto io poco entusiasta e poi ridacchio, vedo Cande stringere Ruggero, Alba vicino a Facu e tanta altre persone che si mettevano una di fronte all’altra, alcune persone rimanevano sole in pista a ballare e poi compare Mechi, << Dov’è Diego? >> domanda guardandoci, << Non lo so >> rispondo io e la vedo ripartire alla sua ricerca, << Che succede? >> domando guardando quasi tutti uno di fronte all’altro, << Aspettano la mezzanotte e poi si baciano >>, << Perché? >> domando io stupita, << Perché si dice che porti fortuna >>, << Ora capisco da dove deriva tutta la mia sfortuna, non ho mai baciato nessuno allo scoccar della mezzanotte del nuovo anno >> dico sarcastica, << Può darsi >> risponde lui ridendo. Ad un certo punto tutti iniziano a contare << 10 >>, urlano, Jorge afferra un altro bicchiere sul tavolo e me lo passa, << 9 >> sorride e urla anche lui, << 8 >> e io rimango a guardare le persone che si guardavano una di fronte all’altra pronte a baciarsi, quanto è stupido penso, << 7 >> e tutti sorridevano mentre Jorge mi guarda con la coda dell’occhio << 6… 5… 4… 3… 2… >>, Jorge si volta verso di me, << 1 >> urlano tutti, Jorge fa picchiettare il bicchiere contro il mio e poi sorride, << Buon anno Martina >> dice e poi si scorge per darmi un piccolo leggero bacio sulla guancia, mentre tutti si davano un bacio e poi esplode un gran urlo e tutti ricominciano a ballare. Io rimango in silenzio, << Magari ti porta un po’ di fortuna >> esclama lui bevendo un sorso di vino, << Allora se non sarò fortunata verrò a cercarti >> scherzo io per uscire da quello status imbarazzato, << Spero che sarai fortunata ma se non fosse così ci conto >> dice in un modo così vero che mi fa rabbrividire. << Te l’avevo detto >> dice ad un tratto Mechi avvicinandosi a lunghi passi, << Cosa? >>, << Non è vero che interesso a Diego >>, Jorge si mette a ridere, << Non ridere >> esclama lei << Martina mi ha detto che Diego era interessato a me e io invece gli dicevo di no ma lei insisteva, ora ho la prova che non è così, quindi ho ragione io >>, << Che prova? >> domanda Jorge, << Stava baciando un'altra ragazza a mezzanotte, sembrava molto preso da lei >> continua poi, << Aspetta tu hai fatto di tutto per capire se Diego aveva un interesse per te, solo per dimostrarmi che avevo torno? >>, << Si >> risponde lei schietta, << L’hai cercato a mezzanotte per vedere se ti avrebbe baciato? >>, << No, cioè volevo vedere se era vero e sapevo che non lo era, solo per farti capire che ti sbagliavi >>, << Mechi? >> dice Jorge confuso, << Non è che a te piace Diego? >> le domando io guardandola profondamente, << No, che dici, l’ho fatto solo per dimostrarti che non era così >> borbotta. Ruggero chiama Jorge che si allontana da noi ridacchiando, << Ti ha infastidito vederlo con altra >> dico a Mechi ora che siamo sole, << No Martina, non mi ha dato fastidio davvero, solo che non mi piace che mi si dica che una persona è interessata a me se non è vero >>, << Ah, ah >> annuisco io, << Smettila di fare così >> dice << Ora vado a divertirmi e spero di trovare un bel ragazzo, perché a me non piace Diego >> esclama sicura di se girando poi sui tacchi e sparendo tra le persone. Rimango a guardarla mentre se ne va e io ripenso a quel piccolo bacio sulla mia guancia, ne sento ancora il tocco sulla pelle, leggero, morbido, vero. Mi ha mandato in confusione ancora una volta, era una cosa così innocente che non dovrei preoccuparmi così tanto, è stato per gentilezza, avrà creduto che mi sarei sentita sola quando tutti si stavano baciando. Tolgo quei pensieri dalla mia testa e ritorno a festeggiare con le ragazze, non pensando più a niente di quello che è successo.

P.S: Ciao a tutti, eccovi il capitolo, spero vi sia piaciuto. E' arrivato il momento di festeggiare, prima però abbiamo una bella chiacchierata tra Martina e Catherine, e qui vediamo quanto Catherine abbia sofferto per la storia del marito e di quanto si sente male ogni volta che qualcuno ne parla. Ora veniamo alla festa, qui abbiamo un Alba che racconta a Martina di come si è accorta di essere innamorata di Facu, e parlano un pò di quello che Martina prova in generale e poi abbiamo quel piccolo bacio di JOrge, sulla guancia di martina a scoccar della mezzanotte e questo bacio dice tanto, anche se non abbiamo un discorso tra loro si sente ciò che iniziano a provare e questo bacio ne è la prova. Ora veniamo a Mechi, che cerca Diego per vedere se lui l'avrebbe baciata per scoprire se è vero che lui ha un interesse per lei, seconfo voi ci è rimasta male, perchè si è resa conto di provare qualcosa per lui o è come dice lei, che non è così e che voleva solo dimostrare che non era vero?. A lunedì con il prossimo capitolo, spero vi sia piaciuto, e vi ringrazio. Anche se in ritatdo vi faccio Gl'auguri! 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Con la testa fra le nuvole. ***


Col la testa fra le nuvole.

Siamo davanti alla porta dell’alloggio, << Ecco che ricomincia la nostra solita vita da studentesse >> borbotta Mechi aprendo la porta della nostra stanza. Sua madre quasi si è messa a piangere perché non voleva che c’è ne andassimo, mi ha detto di tornare quando volevo perché per me c’è sempre posto in casa sua e la cosa mi ha fatto molto piacere, mi sono sentita bene quando ho sentito quelle parole, come avere in un certo senso una madre, era questo che si provava? Sentirsi sempre al sicuro, sentire di avere una persona che sai che ti amerà per sempre? Perché per mia madre non era lo stesso? Perché ha deciso di lasciarmi sola al mondo? Tutto questo tempo a casa di Mechi mi ha fatto sentire la mancanza di avere una famiglia, di avere qualcuno su cui contare, una mancanza che crea una voragine nel mio cuore. I giorni seguenti dopo la festa di capodanno nella mia testa, però c’era solo il ricordo di quel bacio, non so come mai, ma non riuscivo a togliermelo di testa, continuava a fluttuare nella mia mente, come se fosse stato solo un sogno, e a proposito di sogni, quella notte quando andai a dormire sognai di essere in un posto bellissimo, tranquillo e sereno e seduto in parte a me c’era Jorge, che cantava in quel suo modo così vero e reale, e io non ho mai fatto dei sogni del genere, di solito mi limito a vedere cose orribili, a sentirmi sola e abbandonata. << Siete arrivate finalmente >> appoggiato sullo stipite della porta c’è Diego che ci guarda con un sorriso e in parte a lui Jorge, con le mani in tasca e un piccolo sorriso, << Si si siamo tornate >> borbotta Mechi con un modo strano, Diego fa un passo nella stanza seguito da Jorge, << Che hai? >> domanda lui alla bionda, << Niente è tutto ok, tutto perfetto >> esclama e tutti ci guardiamo straniti. Io mi sento in imbarazzo, non ho più parlato con Jorge da quella sera e la cosa che odio in questo momento e che non riesco a fare a meno di pensare a quel momento, credo di arrossire e mi volto velocemente facendo finta di cercare qualcosa nella borsa.  << Allora come stai? >> mi raggiunge la voce di Jorge appoggiandomi una mano sulla spalla, io mi volto velocemente in modo da allontanarmi da quel contatto, << Benissimo >> rispondo io in un modo troppo entusiasto per essere vero e difatti lui mi guarda in modo strano, << Sembri nervosa >>, << Ti sbagli >> esclamo io << Forse è perché sono ritornata qua e sai che non amo molto stare qua, si… forse sono nervosa per quello >> faccio spallucce io mentre lui ancora stranito mi guarda. Domani iniziano le lezioni, io e Mechi stiamo camminando nel cortile della scuola bevendo un frullato, noto con dispiacere che alcuni di loro mi guardano ancora con quello sguardo di disprezzo, dopo tutti questi mesi rimango ancora la strana della situazione, quella che non si merita di stare qua. Mechi mi da una leggera spallata per farmi ritornare con i piedi per terra, << A cosa stai pensando? >> mi domanda con dolcezza, << A come le cose non cambiano mai >> esclamo io e lei intuisce quale sia il mio problema vedendo la gente che continua a guardarmi, << Non dovresti farci caso >> borbotta lei << Sul serio >>, << La cosa che odio di più è che non posso andare a cantargliene quattro come vorrei >> continuo io tirando uno sbuffo, << Martina quelle persone non contano niente, hai degl’amici è questo che conta, noi ti accettiamo, noi non vediamo tutta questa diversità che vedono loro >>… << Dovresti >> una voce odiosa ci raggiunge e lentamente Stephie si avvicina a noi con le sue due amiche, una alla sua destra e l’altra alla sua sinistra come se fossero due scagnozzi, << Non mi interessa quello che hai da dire tu >> le dice Mechi in modo tranquillo ma incisivo, << A tutti importa quello che ho da dire, per me lei >> mi indica << è diversa eccome, una senzatetto che non ha nulla, tutta trasandata e maleducata come pochi >>, << Ti conviene stare zitta >> le dico io gentilmente << Perché non avrò anche niente ma di certo non mi fai paura, sai una cosa buffa Stephie è che io non ho paura di niente e questo è un gran problema per te perché non ci penserei due volte a dirti quello che ti meriti anche se dovessero sbattermi fuori di qui >>, << Bene, allora spero succeda presto così non dovrò più vederti, non mi piace vedere persone come te in un posto come questo, non te lo meriti >>, << Perché tu si? >> le domanda Mechi, << Io mi merito tutto, la scuola migliore, la casa migliore, il ragazzo migliore >> dice infine guardando me, << Facile stare insieme ad un ragazzo che è obbligato a stare con te >> borbotto io vedendo la faccia di Stephie cambiare colore, << Senti piccola sporca randagia, Jorge mi ama, non sta con me solo perché insieme formiamo una famiglia potente ma anche perché mi ama davvero, come non potrebbe amarmi? Mi hai visto bene? Oltre a essere bella sono anche ricca e questa è una cosa che tu non hai >>, << Non vorrei tutto l’oro del mondo se questo vorrebbe dire passare la mia vita con una persona come te, è tu avrai anche i soldi ma io ho un cuore, cosa che tu proprio non hai >> dico arrabbiata, mi volto e vado via, se sto li ancora potrei esplodere.
 
Durante tutta la giornata sono rimasta in camera mia, Mechi è andata a trovare Cande e Alba ma io non avevo molta voglia di stare in compagnia, mi dispiace non salutarle ma non sono dell’umore adatto, proprio per niente. Stephie mi irrita, nel profondo, non riesco a capire come Jorge la possa sopportare, ma è la sua vita e se lui è contento così che se la tenga per tutta la vita, sono solo affari suoi. Io non mi lascerei mai e poi mai convincere di stare con una persona solo per il bene della famiglia, siamo nell’era moderna ognuno dovrebbe decidere con chi vuole stare, Jorge cosa sceglierebbe? Starebbe con lei lo stesso se non ne fosse quasi obbligato? Devo smetterla di pensarlo, di pensare a lui e ai suoi problemi, se vuole se ne esce da solo, ma siccome non fa nulla per decidere della sua vita vuol dire che forse gli va bene così, che forse non gli importa di passare tutta la sua vita con una persona del genere. << Ciao Josh >> dico al telefono, ho chiamato Josh per tranquillizzarmi un po’, ho bisogno di sentire la sua voce, << Ciao Martina, sei tornata in accademia? >>, << Si, stamattina. Domani iniziano le lezioni, anche se queste due settimane fuori mi hanno fatto capire che odio stare qua >> borbotto, << Lo so, sapevo che appena avresti riassaporato la libertà ti saresti sentita così >>, << Mi conosci bene >> borbotto io, << Si Martina ti conosco troppo bene quindi vedi di non scappare per favore >> dice lui facendo una piccola risatina << Anche se volessi credo che la mia compagna di stanza mi fermerebbe >> rispondo sarcastica, << Bene, sono contento del fatto che ci sono delle persone che non vogliono che tu te ne vada >>, << Già >> continuo io, non ha tutti i torti, sapere che ci sono delle persone che mi proibirebbero di andarmene perché mi vogliono qua e mi vogliono bene mi fa sentire quasi importante, mi fa sentire come se contassi qualcosa per loro, << Fai la brava Martina, per qualsiasi cosa chiamami >> borbotta lui, io lo saluto e sorrido riagganciando la chiamata. Quando arrivo in salotto vedo che sul divano c’è l’mp3 di Mechi, con un po’ di esitazione lo prendo e mi infilo le cuffie. Faccio partire la musica che mi invade le orecchie, ascolto un po’ di canzoni seduta sul divano mentre ripenso a tutto quello che è successo finora, a quanto sia stato difficile per me e quanto lo sia ancora, anche se ci sono persone che tengono a me, anche se ormai è passato del tempo io mi sento sempre quella diversa e lo sarò sempre. Senza accorgermene canto le canzoni che passano una a una, non mi ricordo da quand’è che non canto, è passato così tanto tempo che mi fa quasi strano usare la mia voce, un tempo cantare era la mia vita, cantavo per qualcuno, cantavo con amore e poi tutto si è distrutto, ancora. Inizio a gironzolare per l’alloggio mentre continuo a cantare senza pensarci e nella mia testa vedo un volto familiare e questo mi provoca una fitta allo stomaco, scrollo la testa per togliermi quell’immagine dalla mia vista, per non dover pensare a quella persona. Sono affacciata alla finestra di camera mia, guardo fuori mentre continuo a cantare, senza rendermene conto passano delle ore. Sul mp3 parte STAY una canzone di Rihanna, sto cantando quando un rumore attira la mia attenzione e quando mi volto Mechi mi guarda in modo strano, sbalordita. Io mi tolgo velocemente le cuffie, << Quando sei arrivata? >> le domando, << Poco fa >> risponde incerta << Tu sai cantare >> esclama poi, << No >> ribatto io velocemente, << Tu canti benissimo >>, << Mechi lascia perdere, non è così >>, << Tu canti davvero bene… perché non me l’hai mai detto? Pensavo che ti piacesse la musica anche se non vuoi sentirne parlare ma non sapevo che tu cantassi così, hai una voce meravigliosa >>, << Non è importante, io comunque non voglio avere niente a che fare con la musica >> guardo l’mp3 che ho in mano e lo porgo a Mechi << E’ stato solo un momento… io… >> gli porgo il suo Mp3 e poi vado verso il salotto senza più dire niente, il viso di Mechi è confuso ma anche incantato e stupito. Lei mi segue, << Perché? >>, << Perché cosa? >>, << Perché non vuoi cantare? Sei bravissima, forse la più brava di tutti quelli che fanno musica >>, << Te l’ho già detto, non voglio e smettila di chiedermelo, io ho bisogno di stare lontano da tutto questo >>, << Non ti capisco >> dice la bionda guardandomi quasi con sfida << Non lasciare, che qualsiasi cosa sia, ti impedisca di cantare, tu sei bravissima >>, << Ti sbagli Mechi, stavo canticchiando davvero, forse hai creduto di sentirmi cantare benissimo ma non è così >>, << Non sono stupida >> esclama lei, << Mechi ti prego, non voglio più parlarne >> dico in modo deciso lasciando li Mechi senza dire una parola e con uno sguardo quasi triste.
 
Salgo sul tetto, è sera inoltrata, ci sono poche stelle in cielo e la luna è un piccolissimo spicchio luminoso. In tasca ho la catenina che Jorge mi ha regalato a natale, la guardo sotto la luce pallida. Sono stata una stupida a mettermi a cantare, non ho sentito Mechi rientrare e mi ha sentito, non doveva succedere, prima voleva che facessi le lezioni di musica per imparare, ora che sa che so cantare è ancora più convinta che io debba partecipare, ma non posso. Non posso perché cantare mi fa tornare in mente cose che non vorrei mai ricordare, cose che non posso dimenticare anche se faccio di tutto per non pensarci ma ritornano sempre, ogni notte, ogni giorno nella mia testa e questi ricordi non mi lasciano mai in pace, me li porto sempre dietro ricordandomi tutto il dolore, la paura e la tristezza che ho provato. << Sei pensierosa >>, mi spavento e mi giro velocemente, vedo Jorge che sorride, << Jorge! mi hai fatto prendere un colpo >> borbotto rimettendo la collanina in tasca mentre lui si avvicina, << Scusami >> esclama lui ridacchiando << Non volevo spaventarti davvero, solo che eri talmente assorta nei tuoi pensieri che non credo che tu mi abbia sentito arrivare >>, << Già >> esclamo io guardandolo quando è in parte a me e si siede sul muretto, << Come mai sei qui? >> domando io un po’ curiosa, << Volevo un po’ di pace >> esclama, << Vuoi che ti lasci solo? >> chiedo io, << No, non voglio >> risponde guardandomi leggermente negl’occhi << E’ che Stephie mi ha riempito la testa con le sue idiozie e avevo bisogno tranquillità mentale e qui riesco a stare tranquillo, con te >>, io mi imbarazzo un po’ e distolgo lo sguardo per guardare l’orizzonte scuro, << Quindi, cosa ti ha detto stavolta? >> domando per continuare il discorso, << Solite cose… “Dobbiamo mantenere la nostra reputazione”, “ dovevi venire in montagna con me”, “ stai lontano da quella odiosa ragazza”… >>, << Solite cose quindi >> ridacchio io, Stephie non si stufa mai di parlare di me << Capisco perché ti serva tranquillità, davvero ti capisco >>. Lui si mette a ridere, una risata leggera ma così vera, così pura che si diffonde dentro di me, un senso piacevole si diffonde nel mio corpo, quella piccola risata è riuscita a darmi un senso di tranquillità, di pace, di benessere che stento a crederci di sentirmi così, << E tu a cosa stavi pensando? >>, << Niente di che >>, << Con te nulla è niente di che >> sorride lui, << Si è vero, ho avuto una piccola discussione con Mechi, nulla di che, però era una cosa molto privata per me mi ha fatto ricordare delle cose che non voglio ricordare, non si possono dimenticare le cose brutte… >>, << Neanche quelle belle però >>, << Si ma purtroppo io non ho molti bei ricordi >>, << Puoi sempre crearne, creare dei bei ricordi per non avere solo quelli brutti >>, << Hai ragione ma non è così semplice, avere dei bei ricordi che battono quelli brutti >>, << Credo che prima o poi qualcosa di bellissimo ti succederà, ne sono certo >>. Rimaniamo per un attimo, un secondo a guardandoci, << Perché credi che la mia vita cambierà in positivo? >> gli domando poi, ogni volta lui mi dice che la mia vita migliorerà che sarà bellissima e ci crede, ci crede veramente mentre io non lo credo affatto, << Perché io ci credo, so che la tua vita sarà meravigliosa prima o poi, lo credo e lo spero >>, << Quindi se lo credi tu si avvera? >> domando con uno sguardo buffo, << Puoi starne certa >> risponde lui in modo serio e poi si mette a ridere, << Grazie >> dico poi << Per crederlo >>, << Figurati, voglio il meglio per te… Ora vado, se no Diego si chiede dove io sia sparito >>, gli sorrido lievemente e lui fa lo stesso mentre va verso la porta e poi sparisce. Io rimango ancora sul tetto, per un’ora non ho fatto che pensare alle parole di Jorge, alla sua sicurezza sul fatto che avrò una vita felice al fatto che lui spera questo per me. E’ una persona speciale, lui non è come tutte le altre persone, ha qualcosa in più che mi fa fidare di lui, so che non tradirebbe mai la mia fiducia, non so come, non so perché ma è così e questo un po’ mi spaventa, non ho mai avuto fiducia nelle persone, soprattutto in quelle ricche e viziate, sono poche le persone di cui io mi fido, veramente poche che si possono contare su una mano, ma lui, lui riesce ad arrivare nel profondo, non so spiegarlo ma so di potermi fidare al cento per cento, so che lui non mi giudicherebbe mai per ciò che ho fatto, che in qualsiasi caso starebbe dalla mia parte. Sto ritornando in camera, in modo silenzioso per non far rumore, cammino per i corridoi bui pensando ancora a Jorge e a quello che è successo con Mechi, devo fargli giurare di non dire a nessuno che so cantare, devo essere sicura che non ne parli con nessuno. << Bene, bene qualcuno non segue le regole >>.
 
Quando mi volto il professor Brown mi sta guardando, con un aria soddisfatta, << Io… >>, << No signorina, niente scuse, lei è in giro, oltre l’orario >> esclama, << Ma io non stavo facendo nulla di male >>, << Lei ha ignorato le regole >> dice con una voce dura << Andiamo in presidenza >> esclama poi con un sorrisino afferrandomi per un braccio, << Si fermi! Io non ho fatto nulla >>, << Questo lo decido io >> borbotta lui trascinandomi fuori dall’edificio degl’alloggi. Quando arriviamo difronte allo studio della direttrice le luci sono ancora accese, mi domando come mai lei sia ancora nel suo ufficio. Il professor Brown con impazienza bussa alla porta soddisfatto. << Avanti >> una voce forte e femminile risuona e il professore apre la porta. Dietro la scrivania, la direttrice Miranda ci guarda straniti, è vestita in modo normale, porta un paio di Jeans e una maglietta semplice, si vede che non è in orario di lavoro, ma è lì per controllare qualcosa, si alza dalla sedia e appoggia gl’occhiali sulla sua scrivania di legno, << E’ successo qualcosa? >> domanda guardando me in modo confuso, << Ho trovato questa teppista fuori dal suo alloggio che girovagava per gl’alloggi >>, << Hei io non sono una teppista >> borbotto guardando il professore e poi guardo la direttrice << Non ho fatto nulla, stavo solo camminando, siccome non riesco a dormire >>, << E come possiamo crederti? >> chiede il professor Brown << Potevi benissimo essere nell’alloggio di qualcun altro, o magari stavi progettando qualcosa >>, << Cosa? Lei è pazzo, stavo semplicemente camminando, ho molto problemi e faccio fatica a dormire, ma di certo lei non può capire >>. La direttrice ci guarda un po’ stupita, << Deve farle un richiamo, non possiamo permetterci che lei violi le regole >> dice il professore rivolgendosi alla direttrice, << Io non ho fatto niente >> esclamo poi, << Non parlare >> ribatte il professore puntandomi un dito contro, << Signor Brown moderi il tono >> dice ad un tratto la direttrice, << Ma lei ci sta ingannando per non essere incolpata, bisogna dagli un richiamo, è così che funziona, se si violano le regole ci sono i richiami e al terzo te ne vai, è sempre stato così >>, io deglutisco, il professore vuole a tutti i costi che la direttrice mi dia un richiamo, perché così se ne avessi presi altri mi avrebbero sbattuto fuori, è ciò che il professor Brown vuole veramente. << Un richiamo è la cosa giusta da fare >> esclama poi l’uomo, io non dico nulla mentre Miranda appoggia le mani sulla sua scrivania e ci guarda, << No signor Brown, non darò un richiamo a questa ragazza solo perché camminava a tarda sera tra i corridoi >>, << Perché no? Potrebbe aver fatto qualcosa o essere da qualcuno >>, << Non abbiamo le prove e mi sembra esagerato tutto questo, camminare per i corridoi non è un crimine >>. Io rimango un po’ confusa da tutto questo, non capisco perché ma la direttrice vuole come proteggermi me lo sento << Ma… >> ribatte il professore, << Ma niente… >> lo interrompe Miranda << Non darò a questa ragazza un richiamo, punto >>. Il professore guarda stranito la direttrice, << Ora se vuoi scusarci lasciami sola con Martina >>, lui senza dire una parola esce dall’ufficio della direttrice visibilmente irritato per quel che è appena accaduto. Quando la porta si richiude io mi volto a guardare la direttrice << Lo giuro non stavo facendo niente >> dico come per scusarmi, << Lo so, non c’è bisogno che tu ti giustifichi, so che non è facile per te e capisco il tuo bisogno di camminare per schiarirti le idee perché non riesci a dormire >>, << Come fa a sapere che sto dicendo la verità? >> domando curiosa, voglio sapere come fa ad esserne certa, del perché si fida di me, << Le persone come te dicono sempre la verità e poi come ti ho già detto capisco il tuo bisogno, non è facile dormire quando si hanno tanti pensieri per la testa o gl’incubi >>, come fa a saperlo? Come sa che le mie nottate non sono per niente facili? << il tuo cervello non si spegne mai vero? >> domanda lei guardandomi, io scuoto il capo leggermente, << Hai bisogno di qualcosa? Qualsiasi cosa per dormire meglio? >>, << No >> rispondo << Non cambierebbe nulla comunque >>, << Capisco >>. << Perché dice sempre di capirmi? >> domando poi ad un tratto, << Perché è così, lo capisco, se vuoi camminare di notte fallo pure, il professor Brown non ti porterà più qua per questo motivo, se ti fa stare meglio camminare… fallo >> sorride lei << Puoi andare >> dice poi << Buona notte Martina >>, << Buonanotte >> rispondo con un tono leggero uscendo lentamente dall’ufficio della direttrice. Quando richiudo la porta mi appoggio e faccio un gran sospiro, non so cosa sia successo ma il comportamento della direttrice è molto strano, sento come se ci fosse qualcosa di nascosto in lei, sin dal primo giorno diceva di capirmi e io non ci credevo molto, ma ora credo sia così anche se non ne conosco il motivo, non so perché creda di conoscermi, creda di sapere come sono e di cosa mi serve, ma in qualche modo è così, lei lo capisce davvero.

P.s: Eccoci qua con un altro capitolo. Scusate ma non ho molto tempo, ma spero che vi sia piaciuto. Vediamo un rientro all'accademia abbastanza movimentato, tra i pensieri per Jorge, Mechi che scopre che Martina sa cantare, il professore che incontra Martina, e JOrge e la direttrice che sembrano capire Martina molto bene, la direttrice in modo emotivo, Jorge a livello sentimentale e Martina si accorge di questo. Bene, ditemi cosa ne pensate e spero davvero che vi piaccia. GRAZIE A TUTTI.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Sofferenza. ***


Sofferenza.

E’ mattina, sto camminando nel corridoio, dopo essere stata mandata in presidenza tutti mi guardano come se avessi una qualche strana malattia, sono stupiti del fatto che io sia ancora qui, hanno paura che io vada in giro a rubare o a fare chissà che cosa. << Sono degli stupidi >> borbotta Cande in parte a me, << Lo so >> rispondo io << Ma mi hanno beccata ad infrangere le regole e sono ancora qui, forse mi odiano per questo >>, << Non hai fatto nulla, e la direttrice l’ha capito, stavi solo camminando >> borbotta lei, << Di notte, nei dormitorio ed è proibito >>, << Su dai non pensarci >> dice mettendomi un braccio intorno alle spalle sorridendomi << Io sto dalla tua parte >>. Ruggero viene verso di noi e dietro di lui c’è Jorge, Ruggero si avvicina a Cande e gli mette le mani intorno alla vita appoggiando le labbra sulle sue, scoccandogli un tenero bacio, << Ciao amore mio >> fa un sorriso innamorato lui, << Ciao >> risponde lei. Io li guardo un po’ confusa, mi chiedo come mai ci sia tutto questo amore che gira intorno a me e un po’ mi imbarazzo, non sono mai stata abituata a tutte queste cose dolci o tenere e vederle mi fa strano. << Ho saputo cosa è successo >> borbotta poi Jorge appoggiandomi una mano sulla spalla, << Niente di che >> borbotto io facendo spallucce << Sono ancora qua >>, << Non mi sembri molto entusiasta di essere qua >> continua lui sorridendo << No è che non capisco cosa sia successo >>, << Il professor Brown è solo uno stupido, voleva metterti nei guai ma per fortuna non ci è riuscito >>, << Per fortuna? >> chiedo io guardandolo di traverso, << Si per fortuna >> dice sorridendomi. Ci guardiamo per pochi secondi intensi << Ehi voi due tutto ok? >> domanda Ruggero vedendoci un po’ persi via, Jorge si mette una mano sulla testa passandosela fra i capelli, << Si, si certo che si >> borbotta confuso. Cande ci guarda in modo strano e poi guarda Ruggero con un sorriso. Durante le lezioni Stephie continua a lanciarmi occhiatacce malefiche, ovviamente anche lei sa cosa è successo la sera prima e sembra furibonda del fatto che io l’abbia passata liscia, sembra che nella sua testa stia architettando qualcosa. I giorni passano lenti, e le cose non cambiano mai, Mechi cerca sempre di consolarmi ma continua a insistere sulla musica, è decisa a farmi cantare. E’ seduta al pianoforte e mi guarda con un bel sorriso, << Ti va di fare un bel duetto? >> chiede facendo finta di nulla, << No >> rispondo io << Io non so cantare >>, << E’ una bugia, ti ho sentito >> fa spallucce lei, << Ok, ma non mi va e non mi andrà mai >> continuo io tranquillamente, << Ok mi arrendo! >> esclama alzandosi << Anche se prima o poi ti farò cantare >>, << Non ci riuscirai >> borbotto, << Sono una testa dura lo sai? >>, << Oh si che lo so! >> le rispondo io << Ma io lo sono di più >> le sorrido e lei mette i pugni sui fianchi e mi guarda con la testa piegata. Diego fa capolino nella stanza spalancando la porta, << Bussare no? >> le domanda la bionda contrariata, << Quando mai busso? >> domanda lui confuso, ultimamente Mechi cerca di tenersi alla larga da Diego e lui non capisce il perché di tutto questo, si comporta normalmente ma quando lui gli fa le battuttine, lei invece di sorridere come faceva una volta si limita a risponde “Ah ah”, “Certo” tutte risposte brevi e serie. Diego guarda me che faccio spallucce, Mechi non ha mai ammesso che il bacio che Diego ha dato a quella ragazza alla festa di capodanno gl’ha dato fastidio e io sicuramente non posso dirlo a Diego anche se mi dispiace per lui, si vede che ci rimane un po’ male quando lei lo snobba. << Allora tutto bene ragazze? >>, << Benissimo >> risponde Mechi, << Già è tutto ok >> rispondo io, << Quando sono entrato sembravate occupate in una conversazione importante >> dice tranquillo ma con uno sguardo confuso, << Niente è tutto normale >>, lui ci guarda un po’ e poi si mette a sedere sul divano in parte a me. << Dov’è Jorge? >> domanda poi la bionda, << Con Stephie, è per questo che me ne sono andato >> esclama lui << Parlava di te >> dice poi guardandomi, << Ancora? >> domanda Mechi un po’ arrabbiata, << Già per via di quella sera in cui sei stata beccata in giro, lei dice che dovresti essere punita per questo e invece non hai avuto nessun richiamo, nessuna sospensione >>, << Mi lascerà mai in pace? >> chiedo io stanca di tutto questo, << Non credo proprio >> a rispondermi è Diego << Il suo obbiettivo è mandarti via da qui e fidati che finché non c’è la farà ci proverà >>, << Potrebbe essere stata lei ha mandare il professor Brown a controllare i dormitori, magari la spiava! >> dice Mechi, << Non so Mechi, nemmeno lei ha il diritto di comandare i professori, magari lui stava solo controllando e la vista >> risponde Diego, << Deve smetterla però >> continua lei << Odio quando fa così, cerca di abbindolare Jorge con le sue sciocchezze >>, << Fidati che Jorge non si lascia corrompere dalle parole di Stephie soprattutto se riguardano Martina >>, tutti e due si voltano a guardarmi, << La dovrò sopportare, non c’è altro da fare >> borbotto io sconsolata facendo finta che l'ultima cosa che Diego ha detto non ha importanza per me, anche se in realtà non è proprio così..
 
Sto camminando nell’edificio delle lezioni, è pomeriggio e Mechi è a fare lezione di musica insieme agl’altri, non sapevo cosa fare allora ho deciso di girovagare un po’ per tutta la scuola, camminare mi allevia lo stress e ne ho davvero bisogno. Quando passo davanti a una porta sento qualcuno chiamare il mio nome, << Martina >>, io ritorno indietro di qualche passo e mi affaccio alla porta dove la professoressa Alonso è seduta alla sua scrivania e mi guarda sorridendo. Il suo ufficio è piccolo ma molto luminoso, ordinato e pulito. Ha una scrivania di legno chiaro e dietro uno scaffale dello stesso colore contenente tantissimi libri, fogli, quaderni, cartelle di varie misure. Lei si alza, << Vieni, entra >> dice con ancora quel suo sorriso luminoso, indossa una camicetta bianca con sopra una giacca nera e Jeans scuri. << Come mai sei qui in giro? >> chiede indicandomi la sedia per farmi sedere e poi anche lei si accomoda sulla sua sedia, << Avevo bisogno di muovermi >> borbotto io, << C’è qualcosa che ti preoccupa? >> mi chiede in modo gentile e pacato, << Tante cose mi preoccupano, più che altro mi infastidiscono e se non mi muovo penso di poter scoppiare >>, << Vuoi parlarne? >> mi chiede << Se vuoi io ti ascolto >>. Io rimango un po’ in silenzio seduta su quella sedia guardandomi le mani, << Mi sento fuori dal mondo >> dico guardandola, faccio un sorrisetto e poi ritorno a guardarmi le mani, << Ma hai degl’amici che ti aiutano >> borbotta lei << Mechi è molto gentile con te >>, << Lo so, non è per questo, loro, quelle poche persone che mi parlano sono l’unica cosa che mi fa rimanere tranquilla e non perdere le staffe ogni volta che qualcuno mi guarda male o bisbiglia in mia presenza >>, << Martina so che è difficile, ma siete ragazzi e tanti non capiscono come il loro comportamento sia negativo, quando saranno grandi si ricorderanno della ragazza che avevano lasciato in disparte, di quella a cui facevano i dispetti o di cui parlavano male e capiranno che erano degli sciocchi a non averti dato una possibilità >>, << Perché dovrebbero darmela? io per loro non sono niente, proprio niente >>, << O forse sei troppo >>. Io la guardo, non so perché mi voglia aiutare e parlare con me, ma riesce a farmi tranquillizzare in qualche modo, << Perché crede questo? >> le chiedo poi, << Perché loro sono abituati a una vita facile, hanno tutto, possono avere tutto, ciò che è sempre mancato in questa scuola è insegnare i valori ma è una cosa impossibile, quando si nasce in questo contesto, ti fanno credere di essere sopra agl’altri e poi non riescono più a vedere la realtà dei fatti, non riescono a vedere le persone per quello che sono ma per quello che hanno, quello che tu puoi dire, puoi raccontare li spaventa, fidati tu li spaventi perché sanno di essere deboli rispetto a te, quindi preferiscono tenerti lontano e pensare di essere superiori, ma non è così. E’ da parecchi anni che faccio l’insegnante in questa scuola e nessuno era come te, sono abituati a essere tutti uguali, a parte le poche eccezioni, e ora che ci sei tu le cose cambiano, tu sei tutto ciò che loro non sono e questo li spaventa >>, << Ma la mia sanità mentale ne risente, perché dovrei stare qua con queste persone se non mi vogliono perché pensano che io sia meglio di loro? >>, << Perché vedendoti, conoscendoti capiranno quanto si sono sbagliati sulla vita, capiranno di non sapere quasi niente di quello che succede la fuori, tu metti in discussione tutto, la loro vita, i loro pensieri, quello che credono, si domandano se loro sarebbero sopravvissuti a una cosa del genere e prima di conoscerti non se lo domandavano, avevano la loro vita felice e serena, circondati da persone identiche a loro, niente problemi. Possono diventare tutto quello che vogliono ma non saranno mai come te >>.

Il giorno seguente entro in classe a testa alta, loro non saranno mai come me, loro non capiranno mai il vero senso della vita e questo un po’ mi dà sollievo, mi fa sentire importante quanto loro, forse di più. Tiro fuori le cose dalla mia borsa a tracolla e in parte a me c’è Mechi. Diego e Jorge entrano in classe salutando tutti con un sorriso. Sto chiacchierando con Mechi prima che arrivi l’insegnante di Storia quando qualcosa mi provoca un vuoto nello stomaco, come una voragine, come un pugno dritto in faccia che fa male.. << Buongiorno TINI >> esclama Stephie con un sorriso marchiando l’ultima parola, << Come mi hai chiamato? >> le domando io voltandomi lentamente a guardarla con il sangue che mi ribolle nelle vene e il cuore che aumenta il suo battito, << TINI >> risponde lei ancora con quel sorrisino malefico pronunciando in modo lento e incisivo quel nome, come lo sa? Mi chiedo. Jorge, Diego e tutti gl’altri si avvicinano a noi, << Come sai quel soprannome? >> le domando facendo un passo verso di lei << Non chiamarmi così mai più >>, Mechi ha lo sguardo confuso e Jorge guarda Stephie arrabbiato, << So che una certa persone ti chiamava così, un certo Francisco >>. Il respiro mi si ferma, << Chi è Francisco? >> domanda poi lei guardandomi, nella mia testa passano mille cose, mille immagini, mille pensieri e non riesco più a fermarli, mi tremano le mani mentre tutti mi guardano. In un secondo, senza pensarci la mia mano si alza e tiro uno schiaffo a Stephie, << Non osare mai più a dire quel nome >> urlo guardandola arrabbiata più che mai, il mio respiro è corto e sto facendo di tutto per trattenere le lacrime, come sa queste cose? Come ha fatto a scoprirle? E poi scappo fuori dalla classe, corro lontano, non posso rimanere qui con lei, non so cosa potrei fare.
 
Jorge Blanco.

Martina è scappata fuori dalla classe, Stephie si tiene una mano sulla guancia, è sia sbigottita sia soddisfatta, ma io sono arrabbiato con lei, per quello che ha fatto, per qualsiasi cosa lei abbia scoperto. Tutti la guardano, alcuni soddisfatti, altri confusi, mentre Mechi ha il volto pieno di rabbia, << Come hai potuto? >> le urla lei, << Non ti intromettere tu >> la rimprovera Stephie << Se lo meritava, non vuoi scoprire tutti i suoi segreti >>, << NO! Non così >> esclama Mechi. Io afferro la mano di Stephie e la trascino fuori dall’aula, << Che fai? >> mi domanda lei ma non riceve una risposta mentre io entro in una stanza vuota e mi richiudo la porta alle spalle, << Cosa stai facendo? >> le chiedo visibilmente arrabbiato, << E’ ora che lei non tenga più i suoi segreti >>, << Sei impazzita? >> le dico << Coma puoi fare queste cose >>, << C’è qualcosa che non dice, una verità che non vuole far sapere e tu invece ti fidi di lei, delle sue menzogne? Non è una brava persona >>, << Come puoi saperlo? >>, << Oh dai Jorge! Viene dalla strada e c’è qualcosa che la direttrice non ha detto su di lei e io voglio scoprirlo, perché se potrebbe essere solo un po’ pericolosa la farò sbattere fuori di qua >>, << Pericolosa? E dove hai trovato queste informazioni? >> dico io sconcertato, Martina è tutto tranne che pericolosa penso dentro di me, come può pensare ad una cosa del genere, << Non ti importa, lo faccio per me ma anche per te e tutti gl’altri, voglio che siamo al sicuro e finché lei non sarà fuori di qui non lo sappiamo, perché Jorge, non sappiamo cosa lei abbia fatto nella sua vita e per come ha vissuto, quindi SI penso possa essere pericolosa >>, << Oh mio dio tu ti senti minacciata da lei! Hai paura perché sai che lei è migliore di te e di chiunque altro stia in questo posto >>, << Come puoi dire una cosa del genere! Io sono la migliore e lo sai benissimo >>, << Davvero Stephie? >> domando e lei rimane in silenzio. Stephie mi guarda ma ancora quel volto soddisfatto che non riesco a tollerare, << Io sono la migliore in questo posto, nessuno è come me e non lo sarà mai e quella… quella deve andarsene >>, << Non voglio starti ad ascoltare >> borbotto andando verso la porta, << Dove credi di andare? >> domanda lei arrabbiata, << A cercarla >> borbotto << A vedere come sta >>, << No, tu sei il mio ragazzo e sai che questo non può cambiare mi ha dato anche uno schiaffo e non fare sciocchezze se no tua madre se la prenderà con te >>, << Sarò anche il tuo ragazzo Stephie ma questo non vuol dire che io sia sempre d’accordo con quello che fai, e lo schiaffo te lo sei meritato >>, << E invece dovresti, dovresti stare dalla mia parte sempre e comunque come fanno gl’altri perché capiscono la mia importanza >> esclama lei convinta, << SMETTILA >> urlo io << Hai torto >>, apro la porta e esco senza nemmeno guardarla. Cammino per l’edificio, passo al setaccio ogni stanza ma sicuramente non sarà qua, molto probabilmente sarà nella sua stanza. Per i corridoio non c’è nessuno, le lezioni sono iniziate, ho mandato un messaggio a Mechi dicendogli che cercavo Martina e che le avrei fatto sapere quando l’avrei trovata. Sono difronte alla porta del suo alloggio e la apro notando che è aperta. Lentamente vado verso la sua camera e la trovo sotto le coperte, coperta fino alla testa e la sento singhiozzare, << Martina >> dico io leggermente, << Cosa vuoi? >> domanda lei arrabbiata. Mi avvicino al suo letto e mi siedo in parte a lei, scosto leggermente le coperte e noto il suo viso bagnato dalle lacrime, << Mi dispiace così tanto >> dico, << Lasciami sola >> dice lei tra i singhiozzi, << No che non ti lascio sola >>, << Non voglio parlarne >> dice lei, << Non devi parlarne se non vuoi, nessuno ti chiederà niente di quello che è successo >>, volevo sapere chi era questo Francisco, sapere che parte faceva nella sua vita e perché lei ne fosse così devastata ma me l’avrebbe detto lei quando avrebbe voluto, questo glielo dovevo, volevo che fosse lei a dirmelo, arrivare a quel punto di fidarsi di me per dirmelo lei stessa.  Lei lentamente alza il capo e senza che io me lo aspettassi appoggia la sua testa al mio petto singhiozzando silenziosamente e rannicchiandosi sotto le coperte, io rimango un po’ stupito ma poi lentamente le accarezzo la testa, spostandole i capelli appiccicati sulle sue guance bagnate dalle lacrime.
 
Martina si è addormentata, dorme beata appoggiata a me, con il volto ancora rosso dal pianto. Respira piano, le coperte si alzano a ritmo del suo respiro, la guardo e in questo momento mi sento come potente, non so perché ma averla tra le mie braccia mi fa sentire in un modo che non so spiegare. E’ bella, è forte, è così umana che vorrei essere come lei, vorrei una persona come lei al mio fianco. Cosa mi sta succedendo? Perché mi sento così, non è che… non è che me ne sono innamorato. Innamorato di questa ragazza che nella vita non ha avuto niente, voglio proteggerla, starle accanto, voglio poter sempre stare con lei e vederla sorridere e non piangere per colpa della mia ragazza. Mi sento così in colpa, non voglio che Stephie la prenda di mira anche per colpa mia ma non riesco ad allontanarmi da lei, quindi si, molto probabilmente provo qualcosa per lei, qualcosa di veramente profondo. Sento la porta aprirsi e poi sulla soglia della camera di Martina vedo Mechi, << Come sta? >> domanda a voce bassa, << Non lo so >> borbotto io << Si è addormentata più di un’ora fa >> borbotto, << Ti ha detto qualcosa? >> chiede << Su questo Francisco? >>, << No, non ne vuole parlare ed è meglio non chiederglielo, penso che se vorrà ce lo spiegherà lei >>, << Già lo credo anche io, visto quello che è successo è meglio non chiedergli niente, evidentemente questa persona la tocca nel profondo >>, << Vorrei poter fare qualcosa, Stephie è così stupida >> le dico frustrato, << Non è colpa tua Jorge >>, << Ma mi sento in colpa comunque >>. Mechi mi guarda, è appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto e continua a guardaci, vedo che nella sua testa passa qualche pensiero e poi mi sorride, << Stephie ha detto alla professoressa che Martina gl’ha dato uno schiaffo, poi però è arrivata la professoressa Clara e ha ascoltato tutta la storia ed è andata a parlare con la direttrice, non le succederà nulla, a quanto pare Miranda non vuole punirla o fare qualsiasi altra cosa, anche se vuole parlargli >>, << Bene, sono contento che Stephie non sia riuscita nel suo scopo >> borbotto, << Non si arrenderà Jorge lo sai anche tu, soprattutto se fai così >> dice indicandomi per farmi capire che intende che sto coccolando Martina, << Non so cosa fare ok? Io non posso permettere a Stephie di farle del male >>, << Lo so Jorge >> borbotta poi lei avvicinandosi a noi e sedendosi sul letto guardando Martina che dorme beata, << E’ la prima volta che la vedo dormire così tranquillamente >> esclama poi guardandomi. Quando torno nella mia stanza Diego mi guarda, << Ehi com’è andata? >>, << Sta ancora dormendo, l’ho lasciata con Mechi, ha pianto per due ore doveva essere esausta >>, << Mi dispiace, la tua ragazza fa dei bei casini >>, << Già e deve smetterla se vuole stare con me >>, << Vuoi lasciarla? >> mi chiede lui sbalordito, << Non posso >> borbotto un po’ sconsolato << Ma le cose devono cambiare, perché se non cambieranno sto pensando di scappare lontano, davvero lontano, così mia madre non mi può trovare. Non posso stare con una ragazza così, figurati sposarla, passare la mia vita con una persona che vuole solo far del male e credersi superiore, no grazie >>, dico a Diego che mi guarda stupito, << Le cose devono cambiare, Stephie deve cambiare >>. Qualcuno bussa alla porta, Diego va ad aprire e mio padre compare sulla soglia, << Eccoli qua i miei ragazzi >> dice con un sorriso entrando nella stanza << Allora come va? >> chiede e poi vede la mia espressione, << Perché sei qua papà? >> domando io guardandolo, << Stephie ha chiamato tua madre per dirgli ciò che è successo, << Bene >> esclama Diego << Molto bene >> dice sarcastico, << Jorge cosa è successo? >> domanda lui << Tua madre voleva venire qua ma per fortuna l’ho convinta a far venire me, sai com’è tua madre per quanto riguarda Stephie >>, io annuisco e poi gli racconto in grandi linee ciò che è successo, << Povera ragazza >> esclama poi mio padre dopo aver ascoltato la storia << Non si merita tutto ciò >>, << Non sei arrabbiato perché ho preso le sue difese? >> gli domando poi, << Cosa? NO! Hai fatto la cosa giusta, Stephie ha sbagliato e non deve permettersi di fare queste cose >>, rimango un po’ stupito, mio padre non è come mia madre, gli va bene che sto con Stephie ma non gli importa di spingermi a sposarla per il bene della famiglia, lui è sempre stato in una zona neutra e non si è mai sbilanciato troppo su quello che pensava di tutta questa storia. << Martina è una ragazza in gamba e speciale, mi dispiace per lei non si merita queste cose, ne ha già passate tante e ha bisogno di un po’ di serenità >> continua a dire lui, Diego lo guarda confuso << Lo penso anche io >> esclama poi.

P.s: Ciaoa tutti, ecco il nuovo capitolo, spero che vi piaccia e spero che mi darete il vostro parere su questa storia perchè ci tengo. Qui abbiamo una svolta nella storia, iniziamo da Jorge. Jorge inizia a pensare di provare qualcosa di profondo per Martina, pensa di essersene innamorato ma comunque rimane in una situazione scomoda, in qualche modo è "obbligato" a stare con Stephie, e poi se dovesse ammettere di provare qualcosa per Martina, peggiorerebbe solo le cose perchè sicuramente Stephie non lascerebbe stare Martina e sicuramente non lascerebbe Jorge correre tra le braccia di MArtina senza fare nulla. Poi abbiamo un incontro con il padre che a quanto pare per la prima volta si espone su questa faccenda Jorge/Stephie, conosceremo molto meghlio il padre di JOrge e i suoi pensieri in fututo. Ora passiamo a Martina, ha una bellissima conversazione con la professoressa Alonso che le da un pò di sicurezza ma poi tutto questo viene distrutto da Stephie. Non abbiamo mai visto una Martina perdere il controllo, piangere a dirotto e sentirsi così distrutta, quindi questo Francisco è una persona importante per lei, anche se possiamo capire chi sia non sappiamo bene la storia, cosa è successo, il punto è che lei ne è devastata. Ora le cosa cambieranno un pò, l'atteggiamento di Martina soprattutto che ricomincerà a chiudersi in se stessa. Alla prossima! Un bacio a tutti e grazie di cuore.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Aprirsi ***


Aprirsi.

E’ da due giorni che non vado a lezione, non mi va di uscire dal letto, dalla mia stanza. Tutti sono preoccupati per me, Alba, Cande e i loro ragazzi sono passati a vedere come stavo, ma io non volevo uscire dalla mia camera, non volevo vedere nessuno e nemmeno parlare. Questa cosa mi fa talmente male che non riesco a pensare ad altro, la direttrice anche stavolta mi ha capito e Stephie pare sia su tutte le furie. Mechi mi lascia sempre qualcosa da mangiare quando se ne va, per assicurarsi che io non muoia di fame, cosa al quanto ironica da pensare. Oggi Mechi è a lezione di musica, mi alzo dal letto per andare a prendere una bottiglietta d’acqua da bere, lentamente mi trascino giù dal letto, perché ho accettato di venire qua? Perché non me ne sono stata dove dovevo stare? Apro la porta e mi dirigo nel salottino dove trovo Mechi con Jorge e rimango senza parole mentre loro mi guardano, io senza dire nulla prendo la bottiglietta sotto i loro sguardi e faccio per ritornare in camera, << Fermati >> borbotta Mechi, io la guardo, << Martina non puoi fare così e chiuderti in te stessa! >>, << Cosa volete? >> domando io, Jorge sembra quasi triste nel vedermi così, come se gli dispiacesse veramente troppo, << Parlare con te >> si alza Mechi dal divano, << Beh io non ne voglio parlare >> dico quasi arrabbiata << Non voglio più parlare di niente, non mi va di spiattellare la mia vita a tutti come se non contasse nulla, come se fossero cose di poca importanza, beh non lo sono, sono importanti per me e questo è davvero troppo >>, << Ok >> esclama poi Jorge, << Non vogliamo che tu ci dica quello che non vuoi dire, siamo qua per farti uscire da quella stanza e farti ritornare alla tua vita >>, << La mia vita? >> dico io facendo una risatina << Non è la mia vita >>. Mechi guarda Jorge un po’ stranita e poi ritorna a guardare me, << Noi vogliamo solo aiutarti >> dice poi lentamente, << E io non voglio aiuto perché è una cosa che non potete risolvere >>, << Ti prego Martina non fare così >>, << Non so cosa altro fare >> dico io sospirando, << Ok se non vuoi il nostro aiuto, ok! >> dice quasi arrabbiata << Io esco, perché ho un appuntamento con un ragazzo e volevo dirlo alla mia amica perché sono felice, ma a quanto pare sei troppo impegnata a startene da sola, sai una cosa Martina, noi non ti avremo mai chiesto niente di questo Francisco e volevo solo starti accanto, ma fa niente >> dice afferrando la sua borsa e uscendo dall’alloggio in modo veloce. Jorge seduto sul divano mi guarda e io lentamente ritorno in camera mia senza dire una parola. So che è sbagliato, dentro di me, nel profondo lo so che sto come ferendo le persone che vogliono starmi vicino, con il mio atteggiamento, ma non posso farci nulla, mi sento così stupida, così arrabbiata che ho bisogno di stare sola per non scoppiare. Il problema più grande è affrontare tutti, affrontare quelle persone che mi guarderanno ancora peggio per via di quello che è successo in classe, non che mi interessi il loro giudizio ma a me fa male, soprattutto se non sanno nulla si me, perché anche loro avrebbe fatto lo stesso al mio posto. Il giorno seguente mi alzo, sono le sei del mattino, con un po’ di forza e volontà decido di andare a lezione, mi preparo psicologicamente a tutti gli sguardi di disgusto e disapprovazione che riceverò. Vado in salotto vestita e pronta per uscire, << Vieni a lezione? >> mi domanda Mechi appoggiata al tavolo mentre si beve il caffè, << Si >> rispondo io << E’ quello che volevate >>, << Martina io… >> inizia a dire lei, << No Mechi, lascia stare, voglio solo che tu mi faccia un favore >> continuo io sotto il suo sguardo confuso, << Certo >> risponde poi, << Se vedi che sto per esplodere, fermami >> dico << Perché non so se riuscirò a stare calma >>, << Certo che lo farò, puoi contare su di me, non lascerò che Martina diventi una belva furiosa >> sorride lei facendo ancora un sorso dalla tazza, io nascondo un piccolo sorriso e lei afferra la sua borsa pronta per uscire. Tutti mi guardano, mentre cammino per i corridoi, << La smettete di guardare >> urla ad un tratto Mechi << Volete una foto o un poster? >> chiede, continuando a camminare << Siete allucinanti, fatevi gl’affari vostri >> dice mentre si fa largo tra le persone nei corridoi, quando entro in classe tutti mi guardano, Jorge accenna a un piccolo sorriso e Stephie è nera dalla rabbia.
 
E’ stata una mattinata lunga, Mechi era come la mia guardia del corpo, la gente non faceva tempo a guardarmi che lei li rimetteva al loro posto quasi solo con uno sguardo. Alba e Cande sono state gentili con me quando mi hanno visto a pranzo, non hanno detto una parola su quello che è successo, si sono limitate a chiacchierare tranquillamente. Quando siamo in stanza Mechi mi guarda con un sorriso, << Ho un appuntamento >> borbotta poi, io la guardo stranita, << Con quel ragazzo che ti ho detto >> dice lei << Si chiama Lucas, è molto bello >> esclama coma una bambina contenta, << Perché esci con questo ragazzo? >> chiedo io, << Perché mi va, poi quando torno ti racconto >> sorride lei felice. Rimango nell’alloggio da sola, guardo la tv e continuo a pensare a quello che è successo, non doveva accadere, certe cose della mia vita volevo tenermele per me, come dei piccoli segreti, come se facessero parte di me e basta. Vado in camera mia e prendo il mio borsone, dove in una tasca interna tengo una foto, la foto di Francisco e teneramente la guardo. Qualcuno entra dalla porta, << Mechi ci sei? >> la voce di Diego rimbomba nella stanza, io ripongo velocemente la foto nel borsone e poi mi avvio in salotto, << Mechi è uscita >> dico io guardando Diego, << Ah… ciao Martina, pensavo di trovarla qua, sai dove è andata? >> domanda poi lui, << E’ uscita con un ragazzo >> dico tranquillamente e l’espressione di Diego cambia, << Con un ragazzo? >> domanda lui, << Si esatto >> borbotto poi, << Chi? >> chiede ansioso, << Diego stai bene? >> gli domando perché lo vedo un po’ sbiancato e confuso, << Certo >> borbotta, << Tu sei uno stupido >> continuo poi io e lui mi guarda non capendo a cosa mi riferisco. << Diego, lei ti ha visto all’ultimo dell’anno baciare una ragazza, ora non puoi fare il geloso >>, << Io non sono geloso >> esclama lui, << Smettila di fingere, capisci quello che ti sto dicendo? Lei sta uscendo con questo ragazzo perché pensa che non ti interessa di lei, in quel senso >>, << Davvero non mi dà fastidio >> dice ancora lui convinto, << Si può sapere perché non ne vuoi parlare? >> dico, << Proprio tu mi fai questa domanda? >> controbatte lui, << Cosa intendi? >>. Rimaniamo in silenzio per pochi secondi << Non vuoi parlare di questo Francisco >>, << E’ diverso >> faccio spallucce io, << Non è quello Martina è che nemmeno tu riesci a parlare, ti nascondi e non dici niente a nessuno, bene… io non riesco a parlare di questo perché le cose potrebbero cambiare e preferisco che le cose rimangano così prima che cambino in peggio >>… << Senti, so che in confronto ai miei problemi i tuoi sono peggiori ma perché non vuoi parlarne? >> mi chiede poi lui, << Perché è una cosa che riguarda me >>, << E quindi? >> dice lui spalancando le braccia, << Non voglio che la gente si subisca i miei problemi >>, << Non sta a te deciderlo, siamo grandi abbastanza per decidere se vogliamo stare o no vicini ad una persona e tu ci stai allontanando tutti, perché una patetica ragazza ha detto qualcosa su di te che non volevi si sapesse, a noi non importa, chissenefrega di quelli che ti guardano male, ci siamo noi >>, << Lo so, ma… fa male a me, parlarne, dirlo ad alta voce, mi distrugge, è come riviverlo, è come sentirlo un'altra volta, e cavolo fa male >>, << Sei forte, prendi un po’ di quella forza e sforzati di renderci parte della tua vita, Mechi tiene a te e in questi giorni era davvero triste per te >> dice lui guardandomi dritta negl’occhi, in modo incisivo, << Non dovrebbe >> borbotto io, << Non capisci? Non è colpa tua, è triste perché non può aiutarti come vorrebbe >> dice poi avviandosi alla porta << Sei una di noi e noi siamo con te >> continua uscendo e chiudendo la porta. Camminiamo per i corridoi dell’accademia, ci sono tutti mentre andiamo alla riunione di metà anno che terrà la direttrice, mentre camminiamo tutti sono presi dalle loro discussioni, mentre io ripenso a ciò che Diego mi ha detto, lo vedo guardare Mechi mentre sta parlando con Lucas, un ragazzo alto, dai capelli biondo scuro e occhi verdi, ma ha qualcosa di strano che non mi convince, è troppo carino e dolce con lei. Mentre percorriamo i corridoi alzo lo sguardo e mi sembra di avere un allucinazione, un uomo, dall’aspetto familiare mi sorride e io mi fermo. << Martina cos’hai? >> mi chiede Ruggero vedendomi ferma e immobile, io deglutisco e sorrido e senza dire una parola velocemente vado verso Josh abbracciandolo fortemente. << Che bello vederti >> dice lui mentre mi stringe e mi solleva da terra in un abbraccio, << Sei qui >> dico io, << Si, sono vero >> ridacchia lasciandomi a terra. Tutti ci guardano confusi mentre si avvicinano. << Salve >> dice Mechi guardandolo in modo strano e poi guarda me, << Lui è Josh >>, << Il poliziotto >> borbotta Diego sorridendogli e stringendogli la mano, << Si proprio io, quindi Martina vi ha parlato di me >>, sorride entusiasta, << Non vantarti troppo >> dico guardandolo senza ancora crederci che sia qui, è una cosa che mi rasserena, qualcosa che mi fa sentire tranquilla e protetta. Tutti salutano e si presentano a Josh, << Quanti amici >> esclama lui guardandomi, io non dico nulla e abbasso lo sguardo << Ma vi arresterò se è necessario >> ride lui provocando una risatina a tutti, << Cosa ci fai qui? >> gli chiedo poi io, << Sono qui per vederti, ora vai all’assemblea e poi mi troverai qua ad aspettarti >> dice sorridendomi e facendomi una carezza sul volto.
 
Quando finisce la riunione fuori dalla porta Josh mi sta aspettando e andiamo a bere qualcosa al pub solo io e lui, Mechi mi sorrideva contenta mentre mi allontanavo da loro. << Allora come va? >> mi chiede mentre siamo seduti ad un tavolo, io ordino un succo e lui una coca cola, << Come va secondo te? >>, << So cosa è successo, la direttrice mi ha chiamato >>, << ecco perché sei qua >> borbotto io, << Sono qua anche per vederti, dovevo venire comunque >>. Lo guardo negl’occhi e capisco quanto mi sia mancato confrontarmi con lui, l’unico uomo che mi sia mai stato vicino, l’unico che ha sempre creduto in me, << Lo so ho sbagliato, non dovevo dare uno schiaffo a quella ragazza, ma se lo meritava, ha nominato… Francisco >>, << So che per te è difficile, so come ti senti e no, Martina, non hai sbagliato, hanno toccato un tasto dolente e tu volevi difenderti, non dico che devi prendere a schiaffi le persone però a te questo fa soffrire e molto >>, << Non so cosa fare >>, << Parlarne con qualcuno? >> dice come se fosse ovvio << Io purtroppo non posso essere sempre presente qua per aiutarti a superare queste cose, hai bisogno di qualcuno, di qualcuno che possa farti ragionare in quei momenti, i tuoi sensi di colpa ti annebbiano il cervello >>, << Ma è stata colpa mia, è colpa mia se lui non è più con me >> dico cercando di non piangere, << Non è così, tu hai fatto di tutto per difenderlo, hai rischiato la tua vita, l’hai sempre difeso, lui è orgoglioso di te, sei la sua eroina, quella che ha rischiato per lui, che le è stato sempre vicino >>, << Non puoi saperlo >> dico velocemente, << Invece lo so, so che è sempre con te, so che ti ammira e che pensa a te, deve essere così, è così e sai che questi pensieri ti fanno stare bene, non pensare sempre che sia tutto sbagliato, che sia tutta colpa tua e che lui incolpi te >>, << Quindi devo parlarne con qualcuno? >> domando alzando lo sguardo per incrociare i suoi occhi, << Si, devi perché ti farà stare meglio >>, << Ma io non voglio che la gente sappia cosa ho fatto, perché lo odio, odio dirlo, odio pensarlo >>, << Basta che gli parli di Francisco, se non vuoi dire cosa è successo e come è successo non farlo, capisco che per te sia ancora un trauma, che è difficile buttar giù quel muro >>. La chiacchierata con Josh mi ha aperto gl’occhi su un po’ di cose, mi è dispiaciuto lasciarlo andare, vederlo andare via, volevo che restasse qua con me. Il pomeriggio seguente, Cande, Ruggero, Alba, Facu, Diego e Jorge arrivano nel nostro alloggio, << Che ci fate qua? >> sento Mechi chiedere mentre sono in camera mia poi vado in salotto e tutti mi stanno guardando, << Vi devo raccontare una cosa! >>
 
Tutti sono seduti, chi sul divano, chi sulle sedia, chi sul tavolino, << Cosa devi dirci? >> chiede Alba, << Francisco… >> tutti mi guardano in silenzio << Francisco è mio fratello >> esclamo poi. Tutti mi guardano confusi e stupiti. << Tuo fratello? >> domanda Mechi, << Si, mio fratello, quando sono stata abbandonata c’era anche lui con me, in quella casa, ha due anni in meno di me, mi hanno lasciato sola con un bambino >>, << Cosa? >> esclama Jorge scioccato, << Sapete, non sapevo cosa fare, lui piangeva e io non sapevo cosa fare >>, << Eri solo una bambina! >> esclama Facu << Cosa dovevi fare? >>, << Odiavo sentirlo piangere, non sapevo come farlo smettere, non sapevo come dargli da mangiare o fare qualsiasi altra cosa, poi ci hanno trovato e ci hanno spedito in orfanotrofio me nessuno voleva adottare due bambini e io non volevo lasciare mio fratello, è per questo che nessuno mi ha voluto >>, << Che cosa orrenda, come puoi fare una cosa del genere a una bambina? >> chiede Cande << io non ho parole >>, << A me è successo… poi hanno iniziato a mandarci nella case famiglia, cambiavamo spesso casa, ma stavamo sempre insieme, non ci separavano mai, eravamo sempre io e lui ed era l’unica cosa che importava per me, avere lui al mio fianco, stargli vicino e dargli quello che i miei genitori non gl’hanno mai dato… una famiglia e questo valeva anche per me, lui era tutto ciò che rimaneva della mia famiglia, finchè un giorno non è successa una cosa, una cosa veramente brutta >>, le lacrime iniziano a scendermi sulle guance, Mechi si alza e si avvicina a me mettendomi un braccio sulle spalle e stringendomi a se, << Me l’hanno portato via, per colpa mia, perché ho fatto una cosa, volevo aiutarlo ma è finita male e l’hanno portato via da me, ci hanno diviso, mi hanno portato via l’unica cosa a cui tenevo, l’unica cosa di cui mi importava, per questo ho iniziato a scappare, non volevo più stare nelle case famiglia, non volevo affezionarmi a nessuno, non volevo più pensare a niente e arrangiarmi da sola >>, le lacrime continuano a scendermi lente e hanno un sapore amaro, Mechi mi stringe a se, << Mi dispiace >> borbotta Diego << Mi dispiace davvero >>,
 
Ora che mi sono liberata di questo peso, di questo mio piccolo segreto riesco a stare tranquilla in presenza dei miei amici. Mechi è ancora un po’ sconvolta, mi è stata vicino per tutta la serata cercando di confortarmi e di farmi sentire meglio. I ragazzi sono tutti a lezione di musica e io giro per l’accademia cercando di rilassarmi come faccio di solito. Nel cortine, nel dormitorio, tutti mi guardano, qua, non c’è nessuno, a parte quelli che fanno lezioni extra ma sono tutti nelle aule. Passo davanti alla nostra classe e mi accorgo che dentro, su un banco c’è una chitarra, mi guardo un po’ intorno e entro afferrandola. E’ molto bella, di legno chiaro con alcuni decori sulla cassa, mi siedo su un banco e la impugno, cercando di ricordare se so ancora come si fa. Faccio passare le mie dita sulle corde che emettono rumore e poi mi ricordo di quando una donna mi insegnò a suonarla, ero ancora con mio fratello, lui era in parte a me e rideva mentre cercavo di imparare, anche se quella donna diceva sempre che avevo un talento nascosto. Una delle poche persone con cui mi sono trovata bene nelle case famiglia, prima che succedesse il tutto, prima che mi separarono da Francisco, all’età di 12 anni andammo in questa casa, e c’era questa donna di nome Margherita, era bionda, alta e i suoi occhi scuri erano molto dolci, era molto gentile con noi, lei mi insegnò a suonare e poi ci mandarono via, l’unica volta che piansi perché non volevo andarmene, ancora una volta ero stata strappata via dalla persona a cui tenevo. Suono lentamente la canzone WONDERWALL degl’Oasis, una delle canzoni che ricordo, le note una a una riempiono l’aula. Sento qualcuno schiarirsi la voce e alzo lo sguardo, Jorge mi guarda stranito e poi si avvicina e io riappoggio velocemente la chitarra al banco, << E’ la mia >> borbotta poi indicandola, << Scusa >> dico io << Non lo sapevo >>, << Non è un problema, ero qua prima di andare a lezione poi mi sono accorto di averla lasciata >>, io non dico nulla e muovo leggermente il capo, << Sai suonare? >> mi chiede poi lui, << No, non troppo, non amo molto la musica, mi sono solo ricordata che una donna mi ha insegnato e volevo vedere se ne ero ancora capace >>, << Beh lo sei, sei molto brava >>, << Io non credo >> borbotto. << Tuo fratello suonava? >> chiede poi appoggiandosi ad un banco e guardandomi, << No, questa donna mi ha insegnato a suonare, mio fratello più che altro mi prendeva in giro, anche se voleva sempre che suonassi per lui >>, << Com’era? Tuo fratello >> chiede poi inaspettatamente, io sorrido, << Simpatico, sempre allegro, spiritoso e non stava mai fermo, a lui non ho mai mostrato il lato brutto della nostra vita, ho sempre cercato di tenerlo fuori dalle cose brutte, gli dicevo di essere felice, perché non volevo vederlo triste, non lo sopportavo, la tristezza la tenevo tutta per me, mi facevo sempre vedere felice anche se non lo ero >>, << Come fai spesso >> borbotta lui, << Esatto, cerco di non rendere gl’altri tristi preferisco tenermela io la tristezza, senza mai dire niente, senza mai accollare agl’altri problemi miei, fargli sempre vedere solo la parte bella della vita >>, << Beh almeno ora sappiamo perché sei così >> sorride lui e questo fa sorridere anche me. Rimane a guardarmi per qualche secondo e poi prende in mano la sua chitarra e la impugno, << Ti faccio sentire qualcosa >> esclama poi, iniziando a muovere le sue mani, la chitarra inizia a suonare TAKE YOUR TIME di Sam Hunt e poi inizia a cantare e io rimango lì ad ascoltare la sua splendida voce mentre lui ogni tanto incrocia il mio sguardo e sorride. << Grazie >> dico io quando finisce << Sei molto bravo, se vuoi saperlo >>, << Lo so che sono bravo, ma se lo dici tu lo apprezzo di più >> sorride poi.

P.S: Eccoci qua con il nuovo capitolo, oggi vado un pò di fretta. Spero vi piaccia, scopriamo un pò di più su Martina e sulla sua storia, e ovviamente i ragazzi le stanno vicino anche quando si è chiusa in se stessa e non voleva parlare con nessuno. Mechi ormai ha preso a cuore Martina e cerca sempre di spronarla e difenderla, Jorge beh è ormai preso da lei. Martina piano piano inizia ad aprirsi e a raccontare piccole cose della sua vita, di suo fratello. Finalmente rincontra Josh, che è come un padre per lei e gli fa capire che ha bisogno di parlarne con qualcuno per buttare fuori tutto quello che tiene represso in se. A lunedì con il prossimo capitolo!! ;) GRAZIE A TUTTI! 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Violare le regole. ***


Violare le regole.

Sono ancora giù di morale per quello che è successo con Stephie, non ho ancora superato quello che ho provato in quel momento. Il senso di rabbia, la tristezza, la nostalgia. Non avevo più voglia di pensare a niente, volevo esplodere, lasciarmi andare alla rabbia, e scappare, andare lontano dove nessuno poteva farmi domande, dove nessuno poteva scavare ancora nei miei ricordi. Mechi entra sorridente nell’alloggio, << Perché sei così felice? >> domanda, << Perché Lucas è fantastico >> borbotta lei, io la guardo storta e lei cambia espressione, << Perché mi guardi così? >> chiede, << Perché penso che tu ti stia attaccando a questo Lucas perché hai visto Diego baciare un'altra >>, << Non mi è mai piaciuto Diego, è sempre stato solo un amico per me >> fa spallucce lei, << Ti credo, l’hai sempre visto come un amico finché… io non ti ho detto che a lui piaci >>, << Non è cambiato niente e poi comunque non è vero >>, << Invece è cambiato tutto, hai iniziato a pensare che piacesse anche a te e quando l’hai visto con un'altra stranamente ti sei trovata un ragazzo >>, << Smettila di dire fesserie e comunque se proprio vuoi saperlo è stato Lucas a venire da me >>, << E questo Lucas è salto fuori dal nulla? >> borbotto << Strano >>, << Perché? >> chiede lei, << Lascia stare >> dico io bevendo un sorso d’acqua. << Tu come ti senti? >> mi domanda poi lei in modo dolce, << Frustrata, ho voglia di spaccare tutto ma… cerco di non andate fuori di testa anche se non so come farò a resistere >>, << C’è la farai vedrai, poi ci sono sempre io a tenerti d’occhio in ogni caso >> sorride lei facendomi l’occhiolino, << Per fortuna ci sei tu Mechi >> ridacchio poi io e lei mi fa una linguaccia. Cammino per il cortile dell’accademia, Cande è in parte a me e sta parlando con Ruggero al telefono, << Lo so amore >>, << Smettila di ripetermelo non sono stupida >>, << Guarda che se non la smetti ti riattacco il telefono in faccia >>, << Ok Ok, ho capito ti ho detto, a dopo >>. << Tutto ok? >> le chiedo io, << Si, solo che mi sta facendo andare fuori di testa, i suoi genitori stanno organizzando una raccolta fondi e vuole che chiamo un fiorista per addobbare casa sua, mi avrà ripetuto mille volte i tipi di fiori che vuole >> sbuffa lei. Oggi ha i capelli raccolti in uno chignon spettinato che le dona molto, i suoi capelli rossi risaltano sulla sua pelle chiara e sole mostra quelle leggere lentiggini che gli si espandono sul naso e sulle guance, << Ruggero è un tipo molto scrupoloso, vuole che tutto sia in ordine e perfetto >> le dico sorridendo << Si ma troppo, sai una volta mi ha fatto cambiare vestito perché non si intonava con il suo e poi una volta voleva organizzare una festa e mi ha fatto andare fuori di testa, non gli andava bene niente >>, io rido a quelle parole, << Vuoi due siete perfetti insieme, siete l’opposto l’uno dell’altro, lui è troppo perfettino e tu invece sei più selvaggia >> borbotto io, << Si, a me ci vuole un po’ di ordine e a lui serve un po’ di casino nella sua vita >>, << Si, esatto >> dico io dandogli ragione, << Sai all’inizio non ci piacevamo, non dico che ci odiavamo ma non eravamo molto amici, litigavamo spesso >>, << Come ora >> affermo, lei mi guarda di traverso e poi sorride, << Cosa è cambiato poi? >> le domando, << Non lo so… Più passavamo il tempo insieme più mi accorgevo che ero attratta da lui, in modo profondo, iniziai a capire che avevo bisogno di una persona come lui al mio fianco, poi scoprii che era molto simpatico, mi faceva ridere e io amo ridere, sotto quella sua aria da perfettino nascondeva un ragazzo divertente, sensibile, buono e con la mente aperta. Un giorno siamo andati al luna park tutti insieme e lui ha vinto un peluche, a uno di quei giochi dove spari e devi prendere le lattina, e lo regalò a me, ci rimasi di stucco, mi disse che quel peluche gli ricordava la mia dolcezza, diventai rossa dall’imbarazzo e poi lo baciai, senza pensarci, intanto nella mia testa mi dicevo quanto ero stata stupida a baciarlo, quando mi allontanai lui mi disse di non andarmene, di restare con lui perché non aspettava altro che quello >>, << Carino >> dico guardandola dolcemente, << Si è stato magico, non me l’aspettavo, non avrei mai creduto di poterlo amare, insomma litigavamo spesso e poi è nato qualcosa, dal nulla è cresciuto e mi ha portato a provare quello che provo ora, e ogni giorno cresce sempre più >>, << Sei fortunata, ad avere qualcuno che ti ama così tanto, perché si vede che lui è innamoratissimo di te, che farebbe di tutto per te >>, << Già, lo so e sono molto felice perché anche se non siamo una coppia perfetta lui mi fa sentire amata, ogni giorno, ogni volta che mi guarda, sento qualcosa dentro di me, anche se non è presente io riesco a sentire la sua presenza, come se fosse li con me, è una sensazione incredibile, qualcosa che non avevo mai provato >>, << Cande sei proprio cotta >> borbotto ridacchiando leggermente, << Si lo sono >> sorride lei felice alzando lo sguardo verso il cielo.
 
Sto camminando nel cortile, Cande tutta allegra andava a raggiungere Ruggero e io sto tornando verso l’alloggio, anche la storia di Cande mi ha toccato, anche lei, come Alba, piano piano si è innamorata del suo Ruggero, lo amava da sempre ma gli ci è voluto un po’ per capirlo, per rendersi conto di provare quelle cose nei suoi confronti, quando succederà a me? Mi innamorerò mai di qualcuno con tutto quello che ho passato? Con tutta la paura che provo ad affezionarmi alle persone? Faccio fatica ad avere amici figuriamoci ad amare qualcuno, sarebbe un gran dolore per me se poi dovesse andare male, l’amore è serio, non è un sentimento che va preso alla leggera, è potente, è forte e può distruggerti dentro, può distruggerti l’anima e la mia di anima è già troppo distrutta per poter sopportare la perdita di qualcuno che amo. In lontananza noto Jorge che sta parlando con Diego, gesticola mentre parla e sorride, un sorriso bianco e bello, il sorriso più bello che io abbia mai visto, e mi è difficile ammetterlo, io non sto molto a guardare l’aspetto fisico di una persona, ma Jorge è un piacere per gl’occhi. Il suo modo di muoversi, i suoi occhi verdi e profondi, il suo fisico sportivo, alto, i capelli scuri arruffati, è tutto perfetto. Diego davanti a lui lo ascolta annuendo, mi domando come si senta per il fatto che Mechi stia uscendo con questo certo Lucas, che non mi convince molto, è comparso così dal nulla ed è troppo gentile con lei, di solito i maschi di quest’età cercano sempre di farsi vedere, di fare gl’altezzosi, invece lui si comporta in modo troppo perfetto e questo mi sembra strano, comunque credo che Diego stia soffrendo per tutto ciò, so che lui è molto attratto da Mechi, molto probabilmente ne è innamorato. Li guardo, sono ferma in mezzo a un vialetto di ciottoli e li guardo mentre continuano a parlare, tutti intorno a me si muovono ma io rimango ferma a guardarli, a guardare Jorge. << TINI >> scandisce bene il mio nome Stephie in modo provocatorio, io mi volto e la guardo << Ti ho già detto di non chiamarmi così >> borbotto io, << Oh… e cosa mi farai se non la smetto TINI? Mi darai un altro schiaffo? >> lei inizia a ridere, << Lasciami in pace >> continuo io guardandola severamente << LASCIAMI IN PACE >> ripeto, lei ride più forte e poi mi fa un sorrisetto maligno, << Peccato, avrei voluto un altro schiaffo almeno stavolta ti saresti beccata davvero un bel richiamo >>, io mi giro e inizio a camminare per allontanarmi da lei ma Stephie mi corre dietro continuando a parlare, << Si insomma, non hai voglia di colpirmi? >>, << Cosa vuoi? >> chiedo poi io arrabbiata voltandomi a guardarla, << Mandarti via di qua >>, << Non ti stanchi mai? >> chiedo io in modo sarcastico << Ti diverte torturarmi? >>, << Oh non sai quanto >> fa un sorriso beffardo lei << E non mi stancherò mai di prenderti di mira, scoprirò tutto su di te, su quello che nascondi, su quello che hai fatto, farò vedere a tutti che razza di persona sei >>, << Bene >> continuo io << Ho un bel futuro davanti a me >>, << Puoi starne certa, continuerò a scavare a fondo e a mettere il dito in ogni piaga finché non crollerai, ti starò addosso senza lasciarti il tempo di respirare, ti farò innervosire, finché non saprò tutto su di te, e allora a quel punto ti distruggerò definitivamente, sempre che tu non ti sia distrutta già da sola. Ti farò cedere e avrai solo voglia di andartene di qua e allora sarò felice, perché non ti avrò più tra i piedi, così lascerai in pace il mio ragazzo che si sta montando la testa con le tue fesserie, non ostacolerai più la mia popolarità e Jorge finalmente ritornerà ad essere quello di prima >>, << Il tuo cagnolino? >> domando io arrabbiata, << No, il mio ragazzo che crede alle stesse cose in cui credo io, alla popolarità, al fatto di costruirci un meraviglioso e potente futuro >>, << Non conosci bene il tuo ragazzo allora >>. Lei mi guarda in silenzio, sembra stia per esplodere, << Tu sei la prima di tutti che sa che non dovresti essere qua, che non fai parte di noi e non lo sarai mai, sarai sempre sola, perché una come te non la vuole nessuno nella vita, adesso ti trattano come la loro amica ma appena verrà fuori la verità, il tuo segreto più profondo, perché so che c’è, so che tieni qualcosa nascosto, qualcosa di grosso che fa paura anche a te, ti lasceranno sola >> lei si volta e lentamente se ne va, passo dopo passo mentre io rimango a guardarla. Il mio cuore batte all’impazzata, le mie mani tramano e il mio respiro diminuisce, sto per esplodere. Non voglio più stare qua, non mi interessa più di niente, sono stanca di dover combattere sempre, ogni giorno, in qualsiasi caso. Sono stanca di dover stare a tutte queste regole, a dover vivere con il terrore di essere guardata da tutti con quello sguardo che odio, se arriverà a scoprire tutto di me tanto vale andarmene subito, perché poi sarà tutto diverso, quando sapranno la verità su quello che è successo non mi guarderanno più semplicemente schifati, proveranno pena per me e avranno anche paura di me.
 
Vado velocemente verso la mia stanza, si è quasi fatta sera. Mechi è seduta sul divano quando io entro come un razzo nell’alloggio, << Ehi >> dice lei guardandomi confusa, alzandosi e seguendomi in camera mia, << Cos’hai? >> chiede poi, << Niente e non mi va di parlarne >> rispondo cercando nell’armadio ribaltando ogni cosa, << Sei sicura? >>, << Si Mechi ne sono sicura >> rispondo in modo duro. Lei continua a guardarmi stranita, << Si può sapere cosa stai cercando? >> domanda poco dopo, << Il costume >>, << Il costume? >> chiede confusa << Cosa ti serve a fare il costume ora? >>, << Vado a farmi una nuotata in piscina >> borbotto io tranquilla, << Ma è tardi, la piscina è chiusa non puoi entrarci >>, trovo il costume intero e nero in un cassetto e sorrido, << Non mi interessa >> esclamo io, << Cosa? >> chiede lei stupita guardandomi << Potresti finire nei guai >> continua poi, << Non mi interessa >> ripeto ancora, << Sei per caso impazzita? >>, << Oh Mechi lasciami in pace per favore >>, << NO! >> esclama lei nervosa << Si può sapere cos’hai? >>, << Ho solo capito che non serve a niente stare alle regole se tanto poi finirà comunque allo stesso modo >>, << E cioè? >>, << Che tutti mi odierete, che vi perderò comunque, sono stanca di fare la brava ragazza, io non sono così, io reagisco sempre. Io mi difendo sempre ma da quando sono qua ho sempre dovuto trattenermi perché se no mi avrebbero sbattuta fuori, e sono stufa, perché anche se faccio la brava, anche se mi sforzo tutti mi vedranno come sempre, non cambierà mai questa cosa >>, << Mi stai facendo preoccupare >> borbotta lei poi << Ma che diavolo è successo? >>, << Mechi, lo so che pensi che sia sbagliato ma tu non sei cresciuta come me, e grazie, grazie davvero perché sei rimasta qui con me, mi sei stata vicina ma ti perderò >>, << Non mi perderai >> dice con un sorriso sincero, << Come fai a dirlo? Non sai nulla su di me, non sai il peggio su di me e non solo per quello, le nostre vite sono troppo diverse, anche se uscirei viva da qua, sono sicura che qualcosa mi farà perdere anche te, come tutte le persone che hanno fatto parte della mia vita, sono stanca, davvero, sono stanca di dovermi sempre difendere, di dover sempre lottare per avere anche solo un sorriso, sono stanca di dover spiegare, di spiegare al mondo che non sono cattiva, che non voglio far del male a nessuno ma voglio solo una vita normale, ma purtroppo la mia vita è così e non cambierà, tutti mi vedranno sempre e comunque come quella che viene dalla strada, la ragazza di cui non ci si può fidare, quella di cui si vergognerebbero ad andare in giro o semplicemente a parlarci e sono io quella ragazza >>, Mechi mi guarda con gl’occhi lucidi, la testa bassa, le sue labbra sono socchiuse e si vede che non sa cosa dire, perché in fondo sa anche lei che è molto probabile che la mia vita sarà sempre così, che non potrò mai cambiare ciò che sono anche se mi sforzo fino alla fine, perché le persone come loro, non cambiano opinione in fretta anzi mai, quindi perché dovrei stare qua a fare la brava studentessa, come un cagnolino ben addestrato, non mi importa più, non mi importa più di nulla. << Io non sono così >> dico << E ho davvero bisogno di non pensare, di fare quello che mi passa per la testa, sai quando ero in strada con Finn e Alexandra era difficile, ma mi sentivo libera, da tutto, e loro mi vedevano per quello che sono perché loro sono come me, vivono come me, non dovevo preoccuparmi di quello che facevo, di ogni mia azione, potevo arrabbiarmi, potevo urlare, potevo correre senza mai fermarmi, ma loro mi capivano, loro mi guardavano come vi guardate voi, come persone normali, ai loro occhi io ero normale e loro lo erano per me, ma qua io sono quella diversa e non mi sento per niente libera >>. Lei mi guarda, deglutisce, io sventolo il costume che tengo in una mano, << Vado a mettermelo, e non mi farai cambiare idea, ho voglia di farmi una bella nuotata e la farò >>. Entro in bagno sotto il suo sguardo, mi spoglio lentamente, so che è stato un duro colpo per lei sentire quelle parole, ma sono vere, io adoro Mechi, ma non riesco ad ambientarmi qua, sapevo che non sarebbe stato facile, ora so che è impossibile e lei doveva saperlo perché sperava davvero che io diventassi una di loro, che mi sarei ambientata prima o poi. Quando esco dal bagno Mechi non è più appoggiata alla porta di camera mia, mi avvio in salotto e lei è appoggiata al tavolo, io le passo davanti e mi dirigo verso la porta e lei mi segue, << Cosa fai? >> le domando, << Vengo con te >> borbotta con un sorriso spostando leggermente la maglia per mostrarmi che ha indossato il costume.

<< Sei sicura? >> le chiedo quando siamo in corridoio, << Si, non ti lascio andare da sola >> borbotta lei facendo spallucce, alcune persone sono ancora nei corridoi, chiacchierano appoggiate alle entrate degl’alloggi e ovviamente tanti di loro mi fissano quando passo. Mechi è nervosa, continua a toccarsi i capelli, << Non devi venire per forza >> continuo a dirgli, << E invece vengo, e smettila >>, << Hai paura e si vede >>, << Non ho paura è che io non ho mai fatto queste cose >>, << Non stai uccidendo nessuno Mechi, stai solo andando in una piscina >> le dico facendo spallucce, << In una piscina dove è vietato andare dopo gl’orari e senza un permesso >>, << Puoi tornarne indietro se vuoi… >>, << NO >> esclama lei decisa, << Come vuoi! >> le dico alzando le sopracciglia e corrugando la fronte. << Dove state andando? >> mentre siamo quasi all’entrata dell’edificio degl’alloggi, la voce di Facu ci fa voltare, dietro di noi ci sono tutti, Alba, Cande, Ruggero, Diego e Jorge che ci guardano e Mechi si innervosisce ancora di più, << Mechi stai bene? >> domanda Diego vedendola visibilmente nervosa, << SI, è tutto ok >> risponde lei un po’ freddamente e vedo qualcosa cambiare nei suoi occhi dopo questa risposta, << Allora che state facendo? >> chiede Alba, << N-niente >> balbetta Mechi scuotendo la testa e Alba la guarda in modo confuso ma buffo. << Stiamo andando a farci una nuotata in piscina >> borbotto poi io e tutti mi guardano come se avessero capito male, << Non potete >> dice Ruggero, << Lo so >> rispondo io facendo spallucce << Ma non mi interessa, se volete scusarmi c’è una piscina che mi aspetta >>. Jorge mi guarda confuso, mi fissa cercando di capire cosa sto facendo, a cosa sto pensando e poi sorride, << Vengo anche io >> esclama e Mechi fa un piccolo sobbalzo, << Si anche io >> continua Diego e piano piano tutti gl’altri si uniscono a noi. << Siete sicuri? >> chiede Mechi intimorita, << Sei sicura tu? Mi sembri spaventata >> le dice Diego, << Mi lascia in pace? >> gli dice in modo brusco per poi voltarsi e riprendere a camminare. Quando arriviamo alla piscina interna, le pareti di vetro lasciano passare la luce della luna che riflette nell’acqua, mi spoglio dai vestiti e noto Jorge guardarmi, imbambolato mentre mi tuffo nell’acqua e poi sbuco fuori dall’altro lato e Jorge ancora mi sta guardando. Mechi, Ruggero, Cande e Alba sono un po’ intimoriti, Jorge è il primo a tuffarsi con Diego e Facu, quest’ultimo lancia schizzi d’acqua alla sua ragazza che poco dopo si getta anche lei seguita dagl’altri. << E’ davvero una strana sensazione >> dice Cande << Però mi piace, quel brivido di pericolo >>, << Sei diventata spericolata? >> gli chiede Ruggero cingendola a se e dandogli un bacio leggero sulle labbra e lei sorride, << E’ così bello e rilassante >> esclama poi Alba mentre galleggia nell’acqua e Facu le sta in parte, << Se ci beccano siamo nei guai >> dice Mechi che però si è fatta una bella nuotata che l’ha rigenerata, << Non stiamo facendo niente di male >> continua Diego ma lei si volta dall’altra parte senza rispondergli. Vedo Jorge nuotare verso di me e riemerge proprio davanti alla mia faccia, << Ehi >> dice lui, << Ehi >> rispondo io, << Bell’idea venire qua! Mi piace nuotare >>, << Anche a me >> dico mentre vedo che mi guarda mordendosi un labro, ho tutti i capelli tirati all’indietro, il costume nero, intero mi lascia scoperta la schiena e le mie lunga gambe si notano molto di più, << Cosa è successo? >> domanda dopo avermi guardato per un po’, << Niente >>, << Lo sai che non puoi mentirmi vero >> dice sorridendo, << Come fai? >> continuo io << A capirmi >>, << Non lo so, so solo che capisco sempre quello che stai provando, è strano ma è così, come se fossi connesso a te >>, << Ok, stai esagerando, mi stai mettendo paura >> inizio a ridere io in modo vero e spontaneo, << Comunque stai tranquillo, non è successo niente di che, ho solo capito che la mia vita sarà sempre uguale >>, << Come fai a saperlo? >> domanda guardandomi negl’occhi, << Lo so >> rispondo io, << Magari un giorno sarò io a cambiarti la vita >>, << Se diventerai un mago può darsi >> gli dico dandogli una spallata, siamo tutte e tue appoggiati con le braccia al bordo della piscina, molto vicini, tanto che la nostra pelle si sfiora, di tanto in tanto. Lui sorride e poi mi guarda attentamente negl’occhi, << Magari lo farò >> sorride lui in modo semplice e delicato. << Bene, bene >> la voce di uomo sovrasta le nostre, quando ci voltiamo il professor Brown ci sta guardando con le braccia incrociate al petto.

 Siamo nello studio della direttrice, il professore ci ha spedito tutti qua e lui ha un aria trionfante, << Cosa stavate facendo? >> chiede Miranda guardandoci, << Nuotando, solo nuotando >> risponde Diego, << Sapete che non potete usare la piscina senza un permesso e soprattutto fuori orario >>, << E’ colpa mia >> dico io guardando la direttrice, << Non è vero, c’eravamo anche noi >> borbotta Jorge e io lo guardo con disapprovazione, << Si ma li ho costretti io, è stata una mia idea, ci volevo andare da sola, loro hanno provato a fermarmi ma io non li ho ascoltati e mi hanno seguito >>, << Dovrebbe comunque punirli tutti! >> esclama il professore, << Tutti fuori >> esclama la direttrice << Tranne te Martina >>, << Ma non è giusto che lei si prenda tutte le colpe >> dice Alba, << E poi dovrebbe punirli >> continua il professore, << Lo so che hanno trascurato le regole, ma non hanno fatto niente pericoloso o di sconsiderato, sono dei ragazzi, hanno un lato ribelle, anche lei da ragazzo avrà fatto qualche strappo alla regola, non siamo così severi signor Brown… e ora tutti fuori voglio restare con Martina, nessuno di voi avrà un richiamo, ma la prossima volta chiedete un permesso >> continua, tutti mi guardano, Mechi mi stringe la mano, << Io resto, non ho cercato di fermarla e l'ho assecondata >> dice ad un tratto Jorge lasciando tutti di stucco, << Jorge >> lo richiamo io, Miranda sorride, << Jorge per favore, voglio solo parlare con Martina, non preoccuparti per lei >> continua in modo tranquillo Miranda, lui annuisce lentamente e poi con gl’altri esce dall’aula seguiti dal professor Brown, mentre io con ancora i capelli bagnati rimango difronte alla direttrice che mi guarda dritta negl’occhi.

P.S: Eccoci qua con un altro capitolo. Volevo ringraziare chi segue la mia storia e vi ripeto che se avete qualcosa da dirmi di commentare i capitoli senza problemi. PEr chi vuole seguirmi su instagram o twitter vi lascerò i miei nomi qui infondo. Allora qua abbiamo uno scontro tra Tini e Stephie, che ancora una volta confonde Martina, la fa andare fuori di testa, il suo lato libero e senza regole ne esce perchè Stephie le fa capire che può sforzarsi quanto può ma lei verrà sempre vista come la ragazza venuta dalla strada, che nessuno si fiderà di lei e che la lasceranno sola e purtroppo Martina ci crede, con tutto quello che ha passato, quello che ha vissuto e visto le fa credere che sia la verità, ma le cose inizieranno a cambiare, soprattutto dopo aver parlato con la direttrice e vedremo cosa si diranno nel prossimo episodio. Che dire di Jorge, si può capire che lui ha occhi solo per Martina, credo che lui abbia costantemente nella sua testa lei, il modo in cui la tratta, il mondo in cui la guarda, fa capire quanto lui sia preso, emotivamente e fisicamente con lei, cerca sempre un contatto, cerca di stare con lei il più possibile, e Martina se ne accorgerà e vedremo come affronterà questa cosa. Per quanto riguarda Mechi e il suo nuovo ragazzo vedremo come andrà, ma sicicuramente per lei e Diego non sarà facile, non riescono a comunicare, Diego ha paura di esprimere la verità perchè non vuole perderla e Mechi fa di tutto per far credere che non gli importi di Diego. Il prossimo capitolo vi piacerà, ma vi lascerà anche un pò con l'amaro in bocca. Grazie di cuore ancora a tutti.
Twitter: Saea1992x
Instagram: Saaraa_1992 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Sentimenti. ***


Sentimenti.

<< Cosa è successo? >> mi domanda la direttrice, lentamente si alza dalla sedia, le mani appoggiate alla scrivania e rimane li a guardarmi con quei suoi occhi profondi che cercano di scavare dentro di me, sono un po’ nervosa, tengo le mani unite dietro la schiena mentre i capelli mi bagnano la maglietta, << Niente >> rispondo senza guardarla, << Non devi mentirmi >> ribatte lei facendo quasi un mezzo sorriso, si sposta lentamente, fa il giro della sua scrivania e ci si mette davanti appoggiandosi ad essa, in modo tranquillo, ordinato, quasi elegante, << Non le sto mentendo, li ho portati io in piscina >> continuo, << Non intendevo questo >> dice poi le continuando a guardarmi, << Cosa intende allora? >>, << Cosa è successo? Voglio sapere perché l’hai fatto! >> dice, << Perché ne avevo voglia >> faccio spallucce io << E gl’altri si sono uniti a me, penso che l’abbiano fatto per tenermi d’occhio >>, << Tenerti d’occhio da cosa? >> domanda poi lei, mi sembra di fare un interrogatorio, << Non lo so >> borbotto poi, << Puoi dirmelo >>, lentamente con la mano mi fa il gesto di sedermi sulla poltroncina difronte a lei, io esito ma poi mi dirigo verso di essa e mi ci siedo << Allora, perché i tuoi amici pensano di doverti tenere d’occhio? >>, << Credono che potrei esplodere >>, << Perché? >> chiede diretta, ma nei suoi occhi c’e qualcosa di profondo, di unico. << Non lo so, sono convinti che prima o poi io esageri, accumulo tante piccole cose, e forse è vero >> dico più tra me e me che alla direttrice, << Cosa sono queste piccole cose? Qual è il motivo che ti ha spinto stanotte a non seguire le regole? >>, << Non l’ho fatto per questo >> borbotto, << Martina, non hai mai trasgredito una regola fino ad ora, è strano che tu abbia cominciato solo ora, questo mi fa pensare che è successo qualcosa, qualcosa che ti ha scosso profondamente >>, << Francisco >> dico io deglutendo << Da quando è successa quella cosa, ho ricominciato a pensare a quanto io sia diversa, a quanto io mi senta fuori luogo qui >> alzo lo sguardo e guardo negl’occhi Miranda che ha uno sguardo dolce << E poi cos’è successo? >>, << Mi hanno fatto notare che qualsiasi sforzo io faccia, verrò sempre vista come la ragazza diversa, la randagia presa per strada, io sarò sempre questo non importa quanto mi impegno, pensando di non esserlo, lo sono e lo sarò sempre >>… << Mi sono detta, perché stare a tutte queste stupide regole, perché stare qui a sprecare il mio tempo se non servirà a niente, se non cambierà mai il modo in cui le persone mi vedono, ok io vengo dalla strada ma sono anche altro ma le persone non lo vedranno, vedranno in me solo la parte brutta >>, << La parte che li spaventa >> finisce lei la frase, << Senti Martina, è vero, le persone in te vedranno sempre la ragazza venuta dalla strada, ma le cose cambiano, se ti sforzi, se raggiungerai dei traguardi, sarai la ragazze venuta dalla strada che si è fatta in quattro per non esserlo più, sarai forte più di qualsiasi altra persona che competerà con te nella vita, sarai quella che ha lottato con tutte le sue forze, una modello da imitare, perché è facile stare in alto se si parte dall’alto, ma è molto più difficile se si parte dal basso e quando una persona come te raggiunge un livello alto, potrebbe conquistare qualcosa di importante. Come mi vedi? >> chiede poi lei << Dimmi quello che pensi >>, io rimango un po’ stupita dal discorso, molto vero e sincero, ma ancora di più dalla domanda, << Come una donna forte, insomma gestisce questo posto, deve essere una donna potente, sembra determinata, che sa quello che fa >>, << Se io sono così, lo puoi essere anche tu >> dice scandendo bene le parole, << Ma è diverso, io sono ostacolata dal mio passato, crede che dopo quel che è successo, quello che ho fatto, io posso diventare come lei? >>, << Si, lo credo. Qualsiasi cosa tu voglia fare devi solo essere la migliore, la più forte, la più combattiva e non arrenderti mai, ci sarà sempre una chance, e non importa chi sei, da dove vieni o cosa hai fatto, se a te non importa, usa la tua debolezza come un arma, non lasciare che ti fermi, che ti controlli >> è tutto così strano, così profondo, il mio cuore ha rallentato il suo battito, nessuno mi aveva mai detto queste cose, nessuno mi aveva mai fatto credere in me stessa in questo modo, << Ha ragione, io… mi dispiac…>>, << Vai a dormire Martina, domani è un altro giorno, e ricordati che io sono sempre qua >>, << Grazie >> dico solo, è come se volesse chiudere il discorso così, so che vuole che io ci pensi, vuole che io ci rifletta su tutto quello che mi ha detto.
 
Quando esco dalla direzione mi avvio verso il dormitorio, tengo la testa alzata verso il cielo, guardo le stelle, la luna, mi domando se davvero c’è un mondo la fuori pronto ad accettarmi, se riuscirò a essere qualcuno, qualcuno che viene considerato per le sue doti e non per la sua provenienza, ma ci vorrà tempo, prima che io diventi una donna come la direttrice, sempre se ci arriverò, io non parto dall’alto. Quando apro la porta dell’edificio degl’alloggi, un ombra mi spaventa. << Ehi >> sento dire e poco dopo il volto di Jorge compare alla luce, << Jorge, che ci fai qui? >>, << Ti aspettavo >>, << Cosa? >> chiedo confusa, << Come è andata? Ti ha dato qualche punizione, o richiamo? >> domanda nervoso, << No, no niente di tutto ciò, abbiamo… abbiamo solo parlato, ovviamente non dovrò più farlo, peccato mi sono divertita in piscina >> dico in modo sarcastico e ridacchio, poi abbasso lo sguardo pensierosa, << Sei sicura di star bene? >>, << Si, ho solo un po’ di pensieri, sai solite cose, ma non preoccuparti per me >>, << Io mi preoccupo per te >>, << Non devi, davvero Jorge, >> ripeto io, non deve far così, perché dentro di me sta succedendo qualcosa che non so spiegare o forse sì, ma è difficile ammetterlo, << So badare a me stessa >> dico poi avviandomi verso le scale per andare verso l’alloggio, Jorge mi segue senza dire più una parola, ma sento i suoi occhi trafiggermi e il mio cuore aumenta il battito, in tutto questo silenzio rimbomba nelle mie orecchie. Il suo comportamento mi confonde, tutto questo preoccuoarsi per me, il fatto di satrami sempre vicino, non so a cose credere, non so cosa pensare, ma qualsiasi cosa lui provi per me deve finire, perchè è pericoloso, perchè questa situazione può metterci nei guai e perchè anche io inizio a provare queste cose e anche se cerco di soffocarle non ci riesco perchè lui, il suo comportamento fa raffiorare tutto ciò che cerco di reprimere. Quando arrivo al mio alloggio mi volto verso Jorge che mi sta difronte, << Buonanotte >> dico io un po’ innervosita, << Buonanotte Martina >> risponde lui dolcemente e nell’oscurità guardo la sua ombra allontanarsi. Quando entro Mechi in piedi nel salotto è intenta a fare avanti e indietro, << Pensavo non tornassi più >> dice appena mi vede entrare e mi si getta al collo abbracciandomi << Dimmi che è tutto ok, che resti qua, che non ti mandano via >>, sembra una mitraglietta, parla molto velocemente ed è molto nervosa ma felice di vedermi, << No, tranquilla, è tutto ok, non ti sei liberata di me >> dico io e l’espressione di Mechi si rilassa e sorride felice, << Mando un messaggio a Lucas e gli dico che è tutto ok >> dice trotterellando verso il tavolo per afferrare il suo cellulare, << Perché dovresti dirglielo? >> chiedo io curiosa, << Perché è molto premuroso e era in pensiero per te, è molto dolce >>, << Non mi conosce nemmeno >>, << E’ fatto così >> borbotta lei, qualcosa di strano mi salta nella mente, questo Lucas come può essere saltato fuori dal nulla, essere così interessato a Mechi, così di punto in bianco e interessarsi così tanto di lei e di tutto ciò che la circonda se la conosce da poco tempo, c’è qualcosa che non mi torna, << A cosa pensi? >> mi chiede poi Mechi vedendomi pensierosa, << Niente, stavo pensando all’incontro con la direttrice, sono molto stanca perciò vado a dormire >>, Mechi annuisce sorridendo mentre scrive al cellullare un messaggio per il suo nuovo e sospettoso ragazzo. Quando mi addormento la mia mente mi catapulta in un incubo. Sono una bambina, una piccola bambina dentro a una casa vuota, sono seduta sul pavimento e in parte a me, in un seggiolone un bambino sta piangendo a dirotto, è un rumore fastidioso, allora con le mie piccole manine mi copro le orecchie, non voglio più sentirlo, mi fa male, non voglio che pianga, non voglio che soffra, ma non so come farlo smettere. << Smettila di piangere >> urlo con la mia vocina, << SMETTILA >>, dio solo sa quanto vorrei che non piangesse, che fosse sereno e tranquillo, poi una luce mi invade, invade tutta la stanza, una luce potentissima e mi ritrovo sdraiata in terra, quando apro gl’occhi intorno a me non c’è nulla, vedo tutto bianco, come uno spazio infinito da dove non si può scappare, ora sono una ragazza, sono ritornata grande, quando mi sollevo difronte a me, un ragazzino dai capelli mori e scompigliati mi guarda, un sorriso beffardo, un aria sbarazzina, è lui. << Francisco? >> domando e lui cambia espressione, << E’ colpa tua >> dice, << Cosa? >> chiedo io cercando di alzarmi in piedi, ma mi sento davvero affaticata, << Mi hai lasciato solo >>, << Io… io non volevo >> gli dico afferrandogli le spalle e poco dopo scompare riapparendo alle mie spalle, mi volto velocemente, << E’ tutta colpa tua >>, io sono senza parole, non so cosa dire, vorrei sprofondare all’inferno, perché è vero, è ciò che penso anche io, è colpa mia se me l’hanno portato via. Lentamente le lacrime iniziano a rigarmi il volto, mi accascio al suolo, cado sulle ginocchia, << Mi dispiace >> dico tra i singhiozzi, la testa bassa per nascondere la vergogna << Volevo solo salvarti >>, << E io sono rimasto solo >> risponde lui sparendo di nuovo nel nulla, ma questa volta senza tornare mai più.
 
Mi alzo di scatto dal letto, sono già quasi cinque giorni che faccio lo stesso sogno, ho chiamato Josh, lui dice che quel sogno interpreta la parte di me che mi dà colpa, che non è realmente Francisco a darmela e quindi devo stare tranquilla perché non è colpa mia, ma perché allora mi sento sempre più giù? Sempre più colpevole ogni volta che ci penso? << Sei pensierosa? >> chiede Facu avvicinandosi a me, sono seduta nel cortile dell’accademia, mi sto rilassando sotto il sole per non pensare più, ma è così difficile smettere di pensare, calmare la mente, spegnerla per qualche minuto, << Ciao Facu >> lo saluto voltandomi a guardarlo, << Che ci fai qui da sola? >> chiede poi lui sedendosi in parte a me, << mi rilasso? >> dico con una faccia buffa << O almeno ci provo >>, << Io suono quando sono nervoso e non voglio pensare più a niente >>, << Anche tu? >> domando in modo sarcastico << Come Mechi, ma io non voglio suonare, o cantare o qualsiasi altra cosa abbia a che fare con la musica >>, << Volevo dire semplicemente che devi solo trovare qualcosa che ti distragga >>, << Spero di trovarla presto >> dico io << Se no potrei impazzire e andare fuori di testa, una pazza in accademia >>, << Sarebbe divertente >> esclama lui ridacchiando << Almeno succede qualcosa di esaltante qua dentro >>. Ridacchio un po’, << Tu come stai? >> chiedo poi io, << Bene, benissimo fra poco è il mio primo anniversario con Alba, sono felice >>, << Si vede >> dico io << Alba è fortunata >>, << Io sono fortunato >> esclama poi lui << La amo >>, << E’ davvero una cosa bella >> dico poi abbassando lo sguardo, << Non so cosa farei senza di lei, spero di non perderla mai, ne morirei >>, << Ti capisco, non per quanto riguarda l’amore ma per quanto riguarda perdere qualcuno che ami >>, << Io ci tengo all’amore, è una cosa importante nella vita, la più importante, tutto si riduce sempre all’amore, l’amore fa grandi cose ma provoca anche le peggiori >>, << Si ti do ragione >> borbotto io << E’ per questo che io non voglio l’amore nella mia vita, ho già perso troppo >>. Lui mi guarda mentre strappa qualche filo di erba dal prato verde, << Io morirei se dovessi stare con qualcuno con cui non voglio stare, insomma, voglio vivermi a pieno l’amore e non essere costretto a provarlo, un po’ come Jorge, ma d’altronde cosa vuoi fare, è difficile per lui uscire da questa situazione, sicuramente sua madre farebbe di tutto per farlo tornare con Stephie, anche rovinargli il futuro se servirebbe a farlo tornare con lei >>, << Perché pensi che lui non voglia stare con Stephie? >> gli domando, lui ridacchia, << Seriamente me lo chiedi? Lui non la guarda, non la guarda mai, quando sono insieme non ti fanno provare niente, quando vedi due che si amano lo senti anche tu, senti questa passione, questa voglia di stare insieme e fidati che Jorge e Stephie non ti fanno sentire niente di tutto ciò. Lui non la ama e ultimamente si nota sempre di più, non so perché >>, << Tu credi che ci sia un motivo? >> chiedo curiosa, << Si, credo che lui si sia preso una cotta per un'altra >> dice e io mi sento sbiancare, << Forse si sta solo rendendo conto che Stephie è veramente perfida e che non può stare con una cosi anche se ne è costretto >>, << Può essere >> risponde lui << Ma secondo me c’è qualcuno che è entrato nel suo cuore >> dice fissandomi, il mio respiro rimane sospeso nell’aria. << Eccovi qua >> dice Alba avvicinandosi correndo, << Ciao amore >> dice Facu puntando gl’occhi su di lei illuminata dal sole, << E’ tutto ok? >> domanda vedendo la mia faccia un po’ titubante, << Benissimo >> rispondo io << Il tuo ragazzo ti ama così tanto che mi ha quasi fatto venire il diabete >> dico alzandomi e pulendomi i pantaloni dai residui d’erba, << Lo so, è tanto dolce >>, << Con te sempre dolcezza >> gli fa l’occhiolino lui e mi scappa una risata, << Vi lascio soli >> bisbiglio maliziosa e Alba mi fa un faccia divertita mentre mi allontano. Mentre cammino verso gl’alloggi vedo Stephie venire verso di me, << Eccola qua >> dice con un tono da superiore, << Lasciami in pace >> dico senza fermarmi, << Non ti lascerò mai in pace >> continua lei, io mi fermo e mi volto, a passi svelti mi metto difronte a lei, << Non mi interessa ciò che hai da dire, intesi? >> il mio sguardo è fermo e severo, lei rimane senza parole. Mi volto per andarmene, << Troverò il modo di distruggerti >> mi urla, mi volto camminando all’indietro, << Non importa >> ripeto vedendola diventare rossa. Potrei essermi appena rovinata la vita, ma non potevo più farmi toccare da lei in quel modo, nel profondo, nella mia anima. Ma credo anche che più di tanto non possa fare, che non possa superare i limiti, non potrà mai scoprire ciò che mi tormenta, è una cosa troppo riservata e lei non può avere accesso a quelle informazioni, ma comunque potrebbe starmi addosso ancora di più per vedere se crollo, ma io devo resistere, devo farlo per me.
 
Le lezioni sono finite, nei corridoi non c’è quasi più nessuno, sto tornando nella mia aula perché ho dimenticato il libro di storia sotto il banco, i miei passi rimbombano nei corridoi praticamente vuoti, incrocio gli sguardi dei pochi ragazzi presenti, che camminano e entrano nelle aule per fare le loro lezioni. Afferro il mio libro e poi esco dall’aula infilandolo nella borsa tracolla e sbatto contro qualcuno. << Scusa >> dico, quando alzo lo sguardo su un ragazzo alto, dai capelli riccioli e gl’occhi color nocciola che mi sta guardando male, << Stai attenta a dove vai >> dice in modo arrabbiato, << Ti ho chiesto scusa >> rispondo io in modo tranquillo ma confuso, << Dovrò buttare questi vestiti siccome li hai toccati tu >>, << Come scusa? >> dico io guardandolo storto, << Hai capito bene, mi fai schifo, non dovresti essere qua >> borbotta il ragazzo con un ghigno malefico, << Non mi conosci, come fai a dirlo? >> domando, questa cosa di giudicare senza conoscere mi è sempre data sui nervi, perché la gente è sempre pronta a criticarmi senza sapere niente su di me, etichettandomi e basta? << Io se fossi in te me ne sarei già andato >> esclama poi il ragazzo, << Beh, io non sono te >> gli rispondo, << Sei sporca >> mi insulta lui e il mio sguardo diventa di sfida. Lo guardo in silenzio, sono un po’ scioccata, sto per rispondergli, per contrattaccare, infondo sono abituata a questo e so difendermi benissimo, << Qualche problema? >> la voce di Jorge mi raggiunge, quando mi volto lo vedo dietro di me, guarda quel ragazzo in malo modo, con gl'occhi socchiusi e li sguardo che ribolle di nervosismo << No, nessun problema >> rispondo io mentre Jorge mi affianca, << Il principe azzurro che viene a salvare la principessa, che poi tanto principessa non è >> ride il ragazzo, << Come osi? >> chiede Jorge, << Jorge lascia stare >> dico mettendomi difronte a lui e appoggiandogli una mano sul petto per farlo indietreggiare ma l'altro ragazzo si affretta a rispondere, << Difendi la randagia? >> chiede indicandomi, con gl’occhi sbarrati facendo finta di essere stupito, << Non chiamarla così >>, << Randagia >> ripete lui << E’ quello che è >>. Nei gl’occhi di Jorge vedo qualcosa, la rabbia e intuisco quello che sta per accadere. << Jorge non farlo! >> durlo ma è troppo tardi, in un secondo la mano chiusa a pugno di Jorge finisce dritta in faccia al ragazzo. Jorge fa qualche passo all’indietro respirando profondamente, il ragazzo si tiene la mano al labbro mentre io sconcertata guardo tutto, << Cosa succede qua? >> esce da una porta la professoressa Alonso.

Siamo in infermeria, l’insegnante ci ha portato qui, Jorge ha le nocche della mano un po’ sbucciate, l’altro ragazzo è nell’altra stanza a farsi medicare il labbro. Sono seduta in parte a Jorge sul lettino, << Sei stato stupido >> gli dico io quando rimaniamo soli, << Ti stava insultando >>, << Beh per tua informazione so difendermi e non solo verbalmente ma anche fisicamente >>, << Mi sono arrabbiato >>, << Non devi arrabbiarti per me >> gli dico io guardandolo negl’occhi, per qualche secondo che sembra un eternità, in modo incisivo per fargli capire che non può fare così, che capisco cosa gli frulla in testa ed è sbagliato. Distolgo lo sguardo e guardo in basso, << Ok Jorge, dobbiamo parlare di questa cosa >>, << Di cosa? >> mi guarda lui confuso, << Di… di quello che proviamo, l’uno per l’altra >>. Lui rimane a guardarmi senza parole, << Non possiamo >> continuo io alzando lo sguardo e incrociando il suo, << Perché? >> chiede lui sembra confuso ma in qualche modo anche contento perchè ho parlato al plurale e il fatto di sapere che anche io provo certe cose l'ha sollevato, << Perché è sbagliato >> continuo io, lui continua a guardarmi, << Oh Jorge, dobbiamo rinnegare ciò che proviamo, per il nostro bene, non possiamo provare queste cose l’uno per l’altra, e dobbiamo fermarci ora prima che non possiamo più tornare indietro >> dico appoggiando una mano sopra la sua, una cosa così semplice ma che dentro di me la sento così potente, << Quello che provo per te non so nemmeno spiegarlo, è tutto così strano, sei arrivata, non ti conoscevo nemmeno eppure mi sembrava di averti nel mio cuore da sempre >>, << Jorge, ti prego…>>, faccio un sospiro profondo << E’ sbagliato, io non lo so cosa provo ma so che se andiamo avanti così ci faremo del male, ci sono troppi problemi tra noi >>, << Troppi? >> chiede lui posando il suo sguardo sulla mia meno appoggiata alla sua, << Per prima cosa siamo troppo diversi, veniamo da due mondi completamente diversi, poi c’è tua madre che chissà cosa farebbe, molto probabilmente sarebbe disposta ad uccidermi >> ridacchio io con la voce un po’ rotta e gl’occhi lucidi, << Poi ci sarebbe Stephie che mi rovinerebbe la vita e la rovinerebbe anche a te senza lasciarci stare. Sarebbe comunque impossibile, quindi dobbiamo lasciarci queste cose che proviamo alle spalle, dobbiamo essere solo amici senza che i sentimenti si mettano fra di noi >>, << Lo capisco ma… >>, << Niente ma Jorge, non puoi difendermi così, non puoi prenderti la colpa come volevi fare dalla direttrice, io ti ringrazio per questo, nessuno nella mia vita mi ha fatto sentire come mi fai sentire tu, ma è sbagliato, è pericoloso. Tu devi continuare la tua vita con Stephie e io devo continuare a lottare per la mia >>, vedo il suo volto rattristarsi, ora che capisco che tutto questo succede per un motivo, perché proviamo qualcosa l’uno per l’altra, devo fare in modo che questo non rovini le nostre vite. Lui mi sta guardando, io lentamente appoggio la mia fronte alla sua << Grazie Jorge, per tutto, sei la persona che vorrei sempre al mio fianco >> dico con un tono dolce, che quasi non riesco a credere di essere io a dire e a provare quelle cose, << Sarà difficile per me lasciar andare quei sentimenti >> dice lievemente << Voglio solo… >> inizia a parlare, ancora fornte contro fronte, occhi negl'occhi, poi mi posa una mano sulla guancia lentamente, allontana la sua fronte dalla mia, << Solo uno, per ricordarlo >> dice avvicinandosi a me e appoggiando le sue labbra sulle mie, in un modo così dolce, quel contatto mi fa venire la pelle d'oca,dentro di me qualcosa esplode, rispondo a quel leggero bacio ed è la cosa più sensazionale, più viva che io abbia mai provato, sento il suo corpo teso, preso dalle emozioni, come se stesse lasciando andare quello che ha trattenuto fino ad ora. Un bacio così dolce, così puro.

P.s: Ciao a tutti, eccoci qua con un altro capitolo. Ringrazio tutti quelli che leggono la storia e spero che vi piaccia. Siamo arrivati a uno dei momenti importanti della storia, Jorge e Martina parlano di quello che provano, e Martina mette in chiaro che è complicato, troppo complicato, ci sono troppe cose che ostacolano tutto questo, Stephie, la madre di Jorge, la situazione in cui si trova Jorge e anche quella di Martina, stare in sieme per loro sarebbe un disastro, ma Jorge comunque la bacia, voleva sentirla, voleva provare solo una volta, per ricordarsi di lei, di quello che prova per lei. Ora vi saluto a lunedì con il prossimo capitolo! un bacio e un abbraccio a tutti.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Impulso. ***


Impulso.

Sono seduta sul prato della Gold School, guardo il prato immenso e verde circondato dai fiori appena sbocciati, di tutti i colori. Ho sempre sognato una vita piena di colori, quando vedi la vita più colorata perché sei veramente felice, come se tutto fosse leggero come l’aria. E poi poso lo sguardo verso il cielo, di un azzurro immenso, poche e leggere nuvole bianche spiccano nell’infinito cielo, e il sole rende tutti i colori più accessi, più vivi. Sto pensando al quel bacio che non riesco più a togliermi dalla testa, credo che sia stato un bellissimo errore, perché ora mi sembra di essere su un altro mondo, quel mondo tutto colorato e luminoso che sto vedendo ora con i miei occhi. E’ stato dolce, saporito, mi è arrivato all’anima. Come posso reprimere una cosa del genere? Ma cavolo, devo farlo, manderei a pezzi la mia vita e quella di Jorge se cedessi a tutto questo, incasinerei la mia vita ancora di più di quello che è già, ma è così difficile lasciar andare queste emozioni. L’aria fresca mi scivola sul volto, spostando leggermente i miei capelli, sciolti sulle spalle. Non avrei mai pensato di sentirmi così, di sentire tutte queste emozioni attraversarmi il corpo, la mente e l’anima. << Ciao Martina >>, una voce angelica mi saluta, mi volto distogliendomi dai pensieri e la professoressa Alonso mi sta guardando mentre viene verso di me, i suoi capelli biondi sono sciolti, con le ciocche davanti legate leggermente sul capo, << Come mai sei qui tutta sola? >> chiede poi sedendosi in parte a me, << Non mi va molto di stare tra le persone, ho un sacco di pensieri per la testa >>, << Nessuno si sbarazza mai dei pensieri, saranno con noi per tutta la vita e ogni tanto vengono a galla, ti fanno smettere di pensare a tutto il resto, ti invadono la mente e fai fatica a smettere di rimuginare su quella cosa che ti perseguita, ma… parlarne con qualcuno fa bene… >>, lei mi guarda per un istante << Le parole sono sottovalutate sai, tutti credono che tenersi le cose per se, che non parlarne faccia sparire i pensieri dalla nostra testa ma non è così. Parlarne, spiegare quello che ti assilla che ti tormenta ti libera, non so perché, non so come ma è così >>. Io respiro profondamente, << Ci sono cose di cui non riesco a parlare >> le rispondo << Per me è difficile, si ,insomma, trovarmi qui, avere delle regole, stare con persone che non c’entrano con me, che mi istigano, che fanno di tutto per farmi crollare o mi umiliano, che tirano fuori cose dal mio passato senza sapere quanto a me faccia male, e poi ci sono quelli che cercano di darmi forza, cercano di spaccare i miei muri che mi sono creata, di farmi capire che non devo aver paura, che non devo sentirmi diversa, ma è difficile, è veramente difficile, se poi ci mettiamo anche che ho iniziato a provare qualcosa di strano dentro di me che non riesco a togliermi dalla testa, perché provo queste cose? E ho anche paura, una paura terribile di perdere le persone a cui mi lego ecco perché non posso legarmi con nessuno, perché crollerei se le perdessi, ma sa… non ci riesco, non riesco a non legarmi con alcune persone, non volevo ma sono entrate nel mio cuore… >> ho sputato fuori tutto in pochi secondi, mi manca quasi il respiro, ho tanti problemi, tante complicazioni e tirarle fuori tutte in questo modo mi ha come svuotato. Inizio a capire che se i ragazzini viziati e senza un minimo di intelligenza e umanità possono permettersi di lamentarsi, di arrabbiarsi posso farlo anche io, la mia vita fa schifo. << Quando hai detto che hai iniziato a provare qualcosa di strano, intendevi che ti sei innamorata? >> chiede lei guardandomi, io alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi, << Cosa? >> chiedo io, << Ti sei innamorata Martina? >>, << No! >> rispondo io stranita, << Oh Martina, va bene se ti sei innamorata, è una sensazione positiva, finalmente hai una sensazione positiva, non rabbia, non paura, non odio, tu sei un concentrato di queste sensazioni perché la tua vita ti ha sempre portato a provare queste cose negative, ma l’amore è positivo, o come hai detto tu, che certe persone ti sono entrate nel cuore, è una cosa positiva e non negativa >>, << Beh, sono negative per me, perché se poi perdessi queste persone? Lei sa quante persone ho perso nella mia vita? E se vogliamo parlare dell’amore, anche se fosse, anche se mi fossi innamorata ed è una cosa positiva non sa quanto questa situazione faccia schifo >> rispondo io, << Perché prendi tutte le sensazioni positive e le trasformi in negative? Anche se perderai le tue amicizie, anche se non potrai mai avere quell’amore, sono sempre sensazioni che ti fanno star bene, che ti fanno sentire diversa, e dovresti vivertele >>.
 
Il giorno seguente cammino per il corridoio e davanti a me vedo Diego intento a camminare da solo, lo raggiungo e gli picchietto contro una spalla, << Ciao >> saluta lui in modo piatto e spento, << Stai bene? >> domando con uno sguardo confuso e buffo, << Benissimo >> risponde ancora con quel tono, << Si, certo, si vede che sei felice come una pasqua >>, lui si volta verso di me e mi guarda con gl’occhi spenti e tristi. Camminiamo per un po’, << Si può sapere cosa è successo? >> dico poi << Mi sembra di camminare con uno zombie >>, << Sai cosa è successo ieri sera? >> fa le spallucce lui e sembra un po’ nevrotico << Ero al pub, stavo giocando a bigliardo con Ruggero e ad un tratto mi compare davanti Mechi con il suo nuovo e splendido ragazzo che mi dà sui nervi >>, << Ok calmati >> borbotto io, << No, si pavoneggiava come un divo, ma chi si crede di essere, Mechi non si merita uno così >>, << Si merita uno come te quindi! >> continuo io, << Non mi va di scherzare >>, << E chi sta scherzando >> borbotto io, << Io e Mechi non staremo mai insieme, ma quello, quello mi dà DAVVERO sui nervi! >>, << Che succede? >> si avvicina a noi Cande stranita, << Diego non si fida di Lucas >> borbotto io per spiegarlo in modo semplice, << Beh si è un tipo strano, è saltato fuori dal nulla >> dice la rossa << Ma è carino >> continua lei, << Si ma per Mechi non va bene! >> esclama Diego, << E a te che ti importa? >> chiede poi lei, << Niente, è… è solo che lei è la mia migliore amica e non mi va che uno stupido le stia dietro in questo modo >>, Cande annuisce un po’ confusa << Vorrei avere un migliore amico come te >> continua poi ridacchiando. Diego in un secondo cambia espressione, da depresso e trista passa a un sorriso smagliante anche se finto, e da lontano vedo arrivare Mechi, << Ciao >> saluta lei, << Dov’eri? >> chiede Diego poi, << Non ti importa >> dice lei con un sorrisino << Ma se proprio vuoi saperlo sono andata a pranzo con Lucas, mi ha preparato un pic nic >> dice lei entusiasta anche se non sembrava proprio così, a lei Lucas piace ma c’è qualcosa che la tormenta e sono sicura che questo qualcosa sia Diego. << Wow >> esclama Diego in modo finto, << Già è proprio un gentil uomo >> risponde la bionda con un sorrisino sarcastico. Ci avviamo verso le classi quando qualcuno di corsa arriva tra noi, << Ragazzi >>, << Ragazzi >> urla Jorge, << Ehi cos’è tutto questo entusiasmo? >> chiede Diego, << Non ci crederete mai! >> esclama lui incrociando poi i miei occhi e sorridendo, << Un produttore ha sentito le mie canzoni e vuole farmi fare un disco >> dice stupefatto, come se non ci credesse davvero, << WOW >> urla Mechi saltellando, << Complimenti >> esclama Cande << Sei un grande >>, io sono molto felice per lui, vorrei urlare, abbracciarlo, stringerlo per congratularmi, << E’ stupendo >> dico infine poi con un sorriso, << E molto probabilmente posso anche fare delle canzoni con voi, se voglio >> dice guardando i ragazzi che rimangono basiti, << Il produttore ha detto a mio padre che posso gestire le musiche, è incredibile >>, << Diventerete tutti famosi >> borbotto io ridacchiando, << Non esagerare >> esclama Cande, << Oh io credo proprio di si >> borbotto e Mechi mi guarda con uno sguardo deciso per farmi capire che anche io potrei partecipare a questa piccola cosa con loro. Distolgo il mio sguardo dal suo e torno a congratularmi con Jorge come se niente fosse, come due normali amici senza niente di più, mi sento felice per lui e questo mi fa sentire molto strana, mi fa sentire bene in qualche modo. << Il mio ragazzo diventerà una star >> urla di gioia Stephie che gli si getta al collo, << Come lo sai? >> domanda lui, << Mi ha chiamato tua mamma, mi ha detto che un produttore vuole farti fare un disco, e ovviamente che ci sarà un nostro duetto >>, tutti rimaniamo un po’ in silenzio a quelle parole, credo che Jorge non abbia pensato al fatto che se faceva partecipare gl’altri a questa cosa doveva includere anche Stephie, doveva includerla in qualsiasi caso comunque, doveva immaginarsi che lei si aspettasse un duetto tutto per loro. << Ma ci pensate, saremo la coppia più bella, con un duetto d’amore fantastico e tutti ci invidieranno >> ridacchia lei e poi posa lo sguardo su di noi con un aria vincente.
 
Sono in stanza, Mechi sta sistemando tutti i suoi libri sul tavolo, << Vieni al pub stasera? >> chiede lei, << Non so se ne ho voglia! >> borbotto, << Dai! C’è il karaoke… sarà divertente >>, io mi volto e la guardo di traverso << Giuro che non ti obbligherò a cantare e non dirò niente su ciò, voglio solo uscire e divertirmi un po’ con la mia amica e sentire alcuni che stonano >> sorride lei << Davvero >> esclama, << Ok >> borbotto io lasciandomi convincere, << Ma non parli di musica ok? >>, << Giuro >> promette. Vado in camera mia a prepararmi, decido di indossare un paio di jeans a vita alta, stretti e un po’ strappati, sopra mi infilo una canotta bianca e morbida, dalle spalline sottili che lascia scoperto l’ombelico e una piccola parte di pelle. Lascio i miei capelli sciolti e ondulati e mi trucco leggermente. << Sei pronta? >> urla Mechi, << Si arrivo >> borbotto io uscendo dal bagno dopo essermi lavata i denti. Quando arriviamo al pub c’è molta gente, ma sono un po’ tutti presi dal divertimento per accorgersi della mia presenza, ci avviciniamo ad un tavolo dove ci sono seduti tutti, tranne Jorge, << Ciao ragazzi >> saluta Mechi, << Martina ci sei anche tu! >> esclama Alba sorridente << Sono contenta >>, << Dai andiamo noi a cantare ora! >> esclama Cande e prende Alba per un braccio e la trascina sul palco. Io le guardo stranita mentre ordino qualcosa da bere, la musica parte e le due si scatenano sul palco cantando FIREWORK di Katy Perry, sono davvero molto brave a cantare, non le avevo mai sentite prima. << Allora come stai? >> mi chiede Ruggero al tavolo, << Bene, grazie. La tua ragazza è pazza >> sorrido poi io, << Già è quello che amo di lei, che sa scatenarsi >> ridacchia poi lui, << Oh ecco Jorge >>, a quelle parole il mio cuore si ferma per un secondo, quando mi volto lo vedo arrivare e in parte a lui c’è Stephie che ovviamente mi guarda di traverso, << Ehi >> saluta lui con un sorriso, << Ciao Jorge >> saluta Mechi senza degnare di uno sguardo la sua ragazza, << Vado a cercare le ragazze, mi raccomando >> dice Stephie a Jorge guardandolo in modo deciso, lei si allontana e tutti si rilassano. Alba e Cande ritornato, iniziamo tutti a chiacchierare e quando Mechi si alza per andare al bagno, Jorge mi si avvicina, << Ti stai divertendo? >> chiede lui guardandomi, << Ah… si >> rispondo un po’ titubante, la sua vicinanza mi fa un effetto troppo strano, << E tu? >> domando senza guardarlo, << Abbastanza >> continua facendomi capire che preferirebbe che Stephie non sia lì e che forse preferirebbe essere con me in questo momento, << Jorge… >> borbotto io, ma poi una voce mi distrae e sul palco vedo Stephie cantare, Jorge non la guarda nemmeno e mi guarda, mi sento in imbarazzo e non voglio che Stephie se ne accorga, ma ormai è troppo tardi. I ragazzi si avvicinano a noi, << Dai Jorge andiamo a cantare anche noi >> borbotta Diego sorridendo, Jorge distoglie il suo sguardo su di me e annuisce sorridendo ai suoi amici ma prima di avviarsi sul palco si rivolta a guardarmi. Mechi è scomparsa, e le ragazze sono andate davanti al palco per sentire i ragazzi, la canzone parte, stanno cantando UPTOWN FUNK, quando Stephie si avvicina a me. << Non ti è chiaro che devi star lontano da lui? >>, << Se non è chiaro a te io non faccio proprio niente per star vicino al tuo ragazzo >> rispondo io, << Si certo… ma come sai bene, Jorge è mio e non potrai portarmelo via, una volta che ti vedrà per quello che sei, e non più la ragazza indifesa non ti guarderà nemmeno più, è solo abbagliato dalla pena che gli fai >>, << Mi lasci stare? >> le domando io, << Non ti rimarrà più niente, insomma, cosa sai fare oltre a far pena? Non hai niente, non sei niente, non sai fare niente >>. Il sangue mi ribolle nelle vene, controllo il mio respiro per non esplodere, per tranquillizzarmi, e poi in testa mi viene in mente le parole che la direttrice mi ha detto, fai della tua debolezza la tua forza, e se Stephie pensa che io non sia all’altezza di Jorge, o di qualsiasi altra persona, farò in modo di dimostrare che non è così, forse io e Jorge non staremo mai insieme ma sicuramente sono all’altezza di stare con lui, forse più di lei. Mechi ci raggiunge e vede la tensione tra di noi, che ci fulminiamo con lo guardo, << Che succede? >> chiede la bionda << Che le hai detto? >> domanda a Stephie, << Non dovevi istigarmi >> borbotto io guardandola e poi mi volto sparendo nella folla lasciando Mechi confusa e Stephie con un sorrisino. I ragazzi finiscono di cantare e io mi avvicino al ragazzo che gestisce il Karaoke. I ragazzi mi guardano strano quando vedono che sto salendo sul palco e quando tutti mi vedono si zittiscono. Il mio respiro si fa profondo, infilo il microfono nell’asta e chiudo per un secondo gl’occhi e li riapro trovandomi davanti a tutta questa gente. Mechi ha gl’occhi spalancati e mi guarda sbalordita, Cande, Alba, Ruggero, Facu, Diego e Jorge, mi guardano confusi chiedendosi cosa ci faccia io sul palco e Stephie sembra turbata da tutto questo. Cerco di fare una mia debolezza una forza, voglio dimostrare che anche io so fare qualcosa, che non sono come la maggior parte di loro pensa. La canzone che ho scelto parte, WARRIOR di Demi Lovato, una canzone che in un certo senso si lega al mio passato, una canzone che può far capire chi sono, come è stata la mia vita. << This is a story, that ive never told, I gotta get this off my chest to let it go, I need to take back the light inside you stole, You're a criminal, And you still like you're fraud. All the pain and the truth, I wear like a battle wound, So ashamed so confused, im not broken, or bruised. >>. Tutti mi guardano sbalorditi, Stephie sembra paralizzata da ciò che sente, Mechi sorride contenta, e Jorge mi guarda incantato e stupito. << Now, im a warrior, Now ive got thicker skin, Now im a warrior, Im stronger than ive ever been, And my armor, is, made of steel, you cant get it, Im a warrior, And you can never hurt me again, Out of the ashes, burning like a fire. You can save your apologies, you're nothing but a liar, Ive got shame, ive got scars, But I will never, show, Im a survivor, And always and you know, Cause all the pain and the truth, I wear like a battle wound, So ashamed so confused, im not broken, or bruised >> mentre canto penso a Francisco, a quanto cantare mi ricordi lui, come ogni notte prima di dormire gli cantavo una canzone perché se no non voleva mettersi a letto, mi pregava, mi scongiurava di cantare sempre per lui e poi quando me l’anno portato via non ho più voluto usare la mia voce, non ho più voluto cantare per non dovermi ricordare del male che mi faceva non averlo accanto, cantavo solo per lui e senza di lui non potevo più cantare. Mentre canto il ritornello alcuni dondolano ascoltandomi, alcuni sembrano straniti ma molto colpiti altri ancora mi guardano con disgusto, ma non importa, lo sguardo più bello c’è l’ha Stephie. << There's a part of me I cant get back, A little girl grew up too fast, All it took was once, ill never be the same, Now I take it back my life today, Nothing left that you can say, Cause you were never gonna take the blame anyway. Now im a warrior, Now ive got thicker skin, Now im a warrior, Im stronger than ive ever been, And my armor, is made of steel, you cant get it,  Im a warrior, And you can never hurt me again. You can never hurt me again >>. Quando la musica cessa un applauso si scatena nel pub, non tutti applaudono alcuni fanno finta di nulla ma altri, persone che prima neanche mi vedevano o si scansavano da me lentamente battevano le mani come stupite. Stephie è rossa di rabbia, guarda Jorge in parte a lei, che mi guarda sorridendo applaudendo, dai suoi occhi capisco che è scioccato da tutto questo, che non se lo aspettava, che l'ho sorpreso. Mechi urla e applaude con le mani in aria, seguta da Alba e Cande, Diego fa forti fischi alternatti agl’applausi e Facu e Ruggero si guardano stupefatti mentre mi applaudono. Ma poi mi chiedo perché l’ho fatto, e quando capisco che è per via di Jorge, per dimostrare a quella stupida di Stephie che anche io posso essere all’altezza di Jorge, penso di essere una stupida, perché io e lui dobbiamo allontarci, e io devo smettere di pensarlo, di mettere a rischio le nostre vite per questi sentimenti.
 
Quando mi sveglio è domenica mattina, inizio a pensare che tutto quello che è successo sia stato un sogno, o almeno spero. Mechi spalanca la porta di camera mia e mi guarda con un sorriso, << SEI STATA GRANDE IERI >> dice avvicinandosi al mio letto, << Hai una voce magnifica, ma potevi restare >>, << Oh mio dio è successo davvero! >> esclamo tra me e me, << Certo e hai aumentato i tuoi fans >> sorride lei contenta, << Dovevi restare erano tutti entusiasti, i ragazzi non ci credevano >>, << Non volevo che mi facessero delle domande >> rispondo io. Lei mi guarda seduta in parte a me sul letto, << Allora hai deciso di venire a lezione? >>, << Cosa? >>, << Si ora puoi venire >> borbotta lei, << Oh Mechi, no! Io non canterò, è stato un errore, forse non avrei dovuto farlo, ma il fatto che io l’abbia fatto non vuol dire che io voglia cantare ancora >>, << Perché? >> domanda lei, << Perché per me è complicato, è difficile >>, << Ma ieri l’hai fatto >> esclama lei, << Lo so, ma l’ho fatto per motivi sbagliati >> dico alzandomi dal letto, lei fa una faccia confusa, << Motivi sbagliati? E quali sarebbero? >> chiede, io mi guardo allo specchio, << Stephie ieri mi ha detto delle cose che mi hanno fatto scattare, mi ha istigato e io volevo dimostrargli qualcosa >>, << Ma qual è il motivo? >>, << Ha detto che… ha detto che dovevo stare lontano da Jorge perché non posso portarglielo via e che comunque io non sono alla sua altezza né a quella di altri >>, << Volevi dimostrargli di essere all’altezza per Jorge, e che ti importa? Siete amici ma lei la prende troppo sul serio >>, << Si ma vedi… >>, << O mio dio >> esclama poi alzandosi dal letto << Ti piace Jorge >>, << Ti prego Mechi non dirmi niente che già sono incasinata >>, << Non ci credo >> borbotta lei, << Ho fatto una stupidata, è che continuo a pensare a lui e questo condiziona le mie azioni >>, << Beh almeno è stato positiva come cosa >>, << NO invece >> ribatto io << Per niente! Mechi comunque non posso stare con lui, quindi ho fatto una cazzata salendo su quel palco, cantare mi fa pensare a cose orribili, a cose che non voglio ricordare ma per lui l’ho fatto ed è sbagliato >> le spiego, << Perché pensi di non poter stare con Jorge? >> mi domanda lei e io inizio a spiegargli quello che ho spiegato anche a Jorge, tutti i problemi che ci sarebbero se mi lasciassi andare a questa cosa, << beh si hai ragione sarebbero troppi problemi, davvero tanti e ti capisco quando dici che poi non vuoi soffrire >>, << Davvero Mechi, non fare niente per fare in modo che accada, mi devo dimenticare di quello che sento, per il mio bene e anche per il suo, e so che per te è difficile capirlo ma capiscilo ti prego. Sai, mi basta sapere di aver provato qualcosa di bello, che ho avuto una sensazione positiva per una volta, che sto provando cose belle invece di provare sempre rabbia, paura o odio e sto bene, ma non possiamo stare insieme >>, << Ok >> risponde lei, << Te lo prometto che rispetterò il tuo volere se per te è meglio cosi >> mi sorride lei abbracciandomi.

p.s: Eccoci qua con un altro capitolo che spero vi sia piaciuto. Abbiamo una bella notizia, Jorge riceve una proposta da un produttore e martina ne è molto contenta, ovviamente cerca di contenersi per non destare sospetti. la professoressa alonso fa capire a Martina che anche se quello che sta sentiento, che prova possa far male è una cosa positiva, siccome lei è cresciuta provando sempre cose negative e trovando la negatività anche in quelle belle. Poi abbiamo una Stephie che parla a Martina e si è fregata da sola, perchè ha fatto scattare qualcosa in Martina da farla salire su un palco e cantare, cosa che non avrebbe mai fatto, ma per dimostrare a Stephie di essere ala sua altezza e per via di Jorge, sale su quel palco e canta lasciando tutti stupiti. Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, a lunedi prossimo! Ringrazio tutti con il cuore <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Pensieri costanti. ***


Pensieri costanti.

Da quando ho cantato su quel palco qualcosa è cambiato, quando cammino nei corridoi ora alcuni mi guardano sorridendo, altri mi salutano persino, ovviamente rimane chi mi guarda con disgusto e mi scansa. Mi sento strana, da un lato sono contenta di aver mostrato questo lato di me, dimostrare che non sono come credono e che anche io posso essere come loro, dall’altra sono confusa, non volevo mostrare questo lato di me, perché comunque mi fa male, mi fa male rivivere certe cose che provo mentre canto e l’ho mostrato su un palco invece di tenerlo per me, ed è una cosa che io non faccio mai. << Hai dei fan! >> borbotta Machi sorridente dopo che una ragazza mi ha salutato con un sorriso, << Non credo >> borbotto, << Sei straordinaria, canti benissimo, mai sentita una voce cosi >> esclama, mentre camminiamo nei corridoi, io la guardo storta perché non voglio parlare di questo, è una storia chiusa, << Non ti sto dicendo di cantare, ti sto solo facendo dei complimenti >> dice vedendo la mia espressione. In quel momento il suo telefono emette un suono, lo afferra e sorride in modo felice, << Fammi indovinare… Lucas >> borbotto io, << Esatto >> afferma lei sgranando gl’occhi e sospirando << Dopo ci vediamo… è meglio che io torni in alloggio a prepararmi >> inizia a saltellare e poi corre via per dirigersi verso i dormitori. Cammino per il corridoio guardando le persone che mi fissano, mi indicano, alcuni sorridono, altri bisbigliano, non so più a cosa pensare non so come reagire a tutto questo, ora tutti conoscono un'altra parte di me, ora tutti hanno visto il mio lato nascosto. << Ehi >> una voce maschile raggiunge le mie orecchie e mi volto, Jorge mi sta guardando con il suo più splendido sorriso, << Ciao >> borbotto io un po’ in imbarazzo, sia per quello che c’è tra noi, sia per il fatto che ora anche lui sa che canto e ne sembra troppo entusiasta. Lui mi affianca, << Allora come ti senti? >>, << Bene >> rispondo io un po’ fredda, << Che hai? >> domanda socchiudendo gl’occhi, io tiro un sospiro, << E’ un po’ difficile per me starti così vicino, soprattutto ora che mi sono aperta con le persone, poi tu arrivi e mi guardi con il tuo splendido sorriso e per me è difficile, davvero >>, << Ho uno splendido sorriso? >> chiede con una risatina, << Jorge >> lo richiamo io delicatamente << Per favore >> borbotto io facendo un leggero sorriso e piegando la testa di lato, << Non faccio nulla, davvero, credi che lo faccia apposta a sorriderti così? O che sia facile per me starti lontano? Non lo è per niente! >>, << Ma dobbiamo allontanarci nel senso emotivo, e sai benissimo perché, già Stephie mi odia per via di quel che ho fatto al karaoke, figurati se scoprisse che… è difficile, ti ricordo che ci siamo baciati >>, << Oh me lo ricordo benissimo >> borbotta lui, << Vedi come fai, ti concentri su di me invece di concentrarti su Stephie e la tua vita >>, << Si la mia vita che è un disastro >> esclama poi lui, << Non importa, vuoi che peggiori? Vuoi che lei ci mandi all’inferno, sai che lo farebbe, lo sai benissimo che non smetterebbe mai di rovinarci la vita, e poi… non possiamo fare così >>, << Lo so, ma io voglio comunque starti vicino e non è un crimine >> esclama, << No non lo è, ma ora che mi sono messa in mostra su quel palco e alcuni si sono ricreduti su di me, non ascoltano più lei, credo che il suo spirito vendicativo sia arrivato al massimo, quindi dobbiamo stare attenti a ciò che facciamo e a come ci comportiamo tra di noi >>, << Si molto probabilmente ti odia ancora di più, non solo perché alcuni si sono ricreduti su di te, anche perché canti meglio di lei >>, << Pure tu ti ci metti? >>, << E’ vero >>, << Ma a lei non devi dirlo >> esclamo, << Certo che non glielo dico, potrebbe uccidermi all’istante, ma lo penso ed è vero, sei stata straordinaria, eri splendida su quel palco >>, << Jorge non ricominciare a farmi i complimenti >> blatero con una faccia buffa allontanandomi da lui. Perché non capisce che così rende le cose ancora più difficili di quello che sono? Perché non capisce che ogni volta che fa così mi fa provare cose a me sconosciute? Cose che io non posso permettermi di provare. Cammino per uscire dall’edificio delle lezioni e passo davanti a una classe, dentro ci vedo Lucas con un ragazzo, stanno parlando e ridacchiando e qualcosa attira la mia attenzione, << Appena riuscirò a portarla a letto sarà finita tutta questa stupidata >> ride Lucas con un aria ribelle e soddisfatta, << Si, quella bionda è sempre stata una che se la tira >> risponde l’amico << Poi ti tocca sopportare ancora tutte quelle cose sdolcinate >>, << Lo so, è una ragazza difficile, ma presto arriverò al mio scopo, riuscirò a portarmela a letto >>, << Fallo in fretta perchè hai altre ragazze che ti aspettano >> ribatte l’altro difronte a lui ridendo, << Cercherò in ogni modo di riuscirci, abboccherà vedrai >>.

Rimango stupida da quello che sento, vorrei correre da Mechi e dirglielo ma mi sento male solo a pensarci, come può essere così meschino, sapevo che c’era qualcosa di strano, sapevo che in lui c’era qualcosa di stupido e maligno. Sto pensando a cosa fare, sono confusa e ho paura di ferire Mechi. Mi fiondo averso gl’alloggi, sto attraversando il parco e incontro Cande che mi saluta con un sorriso, << Scusami Cande sono di fretta, ho una cosa da fare >> borbotto io camminando velocemente e lei mi guarda stranita. Arrivo agl’alloggi e mi fiondo verso l’appartamento di Diego e Jorge, busso fortemente e Diego apre la porta, << Vuoi buttarla giù? >> mi chiede, << No >> esclamo velocemente entrando nel suo appartamento, << Cos’hai? Sembri impazzita! >> esclama guardandomi, << Forse, forse un giorno impazzirò davvero, e sarebbe una bella cosa impazzire sai, non dover sapere cosa ti succede intorno e vivere la tua strana vita senza pensare che la gente è stronza e non ha un minimo di cuore >>, << Calmati >> esclama Diego afferrandomi le spalle e guardando, << Cosa è successo? >> domanda poi. Lo guardo nei suoi occhi scuri, i capelli sono arruffati e porta una maglia verde scuro sopra a dei Jeans neri un po’ strappati, << Non sclarare ok, promettimi di stare tranquillo! >> dico io con gl'occhi spalancati guardandolo, << Ok >> risponde lui confuso e con uno sguardo buffo, << Stavo camminando, quando ho visto Lucas parlare con un suo amico, diceva delle cose strane su Mechi… >>, Diego cambia espressione << Cose strane? >> chiede con un tono diverso, molto più serio e preoccupato, << Diceva che doveva portare a letto Mechi e che non vede l’ora di arrivare al sodo perché non ne può più di tutte quelle smancerie >>, << Che bastardo >> esclama lui << Lo sapevo che quel ragazzo era strano >>, << Lo so, anche io lo pensavo, ma quando ho provato a parlargliene lei non ha voluto ascoltarmi >>, << Dobbiamo fare qualcosa >> esclama nervoso andando avanti e indietro passandosi la mano tra i capelli, è rosso di rabbia, << Diego non fare sciocchezze, ti prego, sono venuta a dirtelo a te perché spero che tu non faccia sciocchezze, perché poi Mechi si arrabbierebbe >>, << Dobbiamo dirlo a Mechi >> esclama << Subito >> dice spalancando gl’occhi dalla rabbia, << Dobbiamo trovare il modo giusto per farlo >> affermo << Non possiamo dirglielo e basta >>, << Invece si >> esclama andando verso la porta e spalancandola. << Diego Fermati >> urlo io inseguendolo per il corridoio e poi giù per le scale, Diego sembra una bestia scatenata e non so più cosa fare, non so come fermarlo, ho paura della reazione di Mechi. << DIEGO >> urlo, ma ormai è tropo tardi, siamo davanti al mio alloggio e Diego spalanca la porta. Mechi è sorridente mentre sta afferrando la sua borsa per uscire e andare da Lucas e ci guarda in modo strano, << Che diavolo succede? >> domanda guardando Diego e poi me, << Mechi >> dico piano io e poi Diego le afferra le spalle, << Non puoi andare da Lucas >> borbotta, << Cosa? >> domanda stupita e un po’ arrabbiata, << Non devi fidarti di lui >>, << Diego che cosa stai dicendo? Sei impazzito? >>, << No che non lo sono, ma lui ti sta solo usando >>, << Oh per favore smettila >>, << E’ vero >> urla lui, << Si è vero >> borbotto io leggermente e lei sgrana gl’occhi, << Anche tu ti ci metti, perché mi fate questo? >>, << Noi vogliamo solo aiutarti >> le dico, << No, voi volete solo ostacolare la mia relazione perché non vi sta simpatico Lucas o per altri motivi stupidi >> esclama arrabbiata guardandomi, credo che Mechi pensi che io lo faccia solo perché credo che le piaccia Diego, << Ora scusatemi ma ho un appuntamento con il mio ragazzo >>, << Tu non ci vai >> esclama Diego come un ordine << Vuole solo portarti a letto, Martina lo ha sentito >>, << Che cosa stupida! >> esclama la bionda, << Ma è vera >>, << Mi hai stufato Diego, fatti la tua vita e comunque non hai il diritto di metterti in mezzo >>, << Mechi ti prego, ascoltalo, è vero >> dico sperando che mi ascolti, << Bene, se è vero lo chiederò a lui >>, << E credi che ti dirà la verità? >> chiede Diego arrabbiato << Tu non sai come sono i ragazzi come lui >>, << Lasciatemi in pace, davvero. Tu per primo devi starmi lontano, finalmente ho un ragazzo e vuoi distruggere tutto, perché? >>, dentro di me spero che Diego gli dica che è innamorato di lei e che lui non farebbe mai nulla per ferirla ma lui rimane solo a guardarla senza dire nulla, con il volto rosso dalla rabbia, lei non lo vuole ascoltare, non ascolta ragioni, è arrabbiata e poi posa il mio sguardo su di me, << Anche tu, stanne fuori >> mi dice << Dovreste essere felici per me e invece volete distruggere tutto >>, << Mechi >> borbotto lentamente mentre lei va verso la porta per uscire e poi scompare senza guardarci. << Te l’avevo detto che non ci avrebbe ascoltato, non così… Cosa dovremmo fare ora? >>, << Niente >> esclama Diego, << Crede a lui e non a noi… quando scoprirà la verità gli si spezzerà il cuore, lo so… ma lei non ci ascolterà mai, non se riguarda questo >>. Sconsolato Diego esce dal mio alloggio, sembra triste, ha rischiato la sua amicizia con Mechi per dirgli la verità e lei lo ha respinto, credo che in questo momento quello con il cuore spezzato sia lui.

Jorge Blanco.
 
Cammino per il corridoio, in parte a me c’è Stephie che blatera, non la sto nemmeno ascoltando, penso solo a Martina, da quando è salita su quel palco ancora di più. Non me lo aspettavo, vederla li, a cantare mi ha aperto il cuore in un modo in cui non credevo fosse possibile. E’ così bella, così forte, così straordinaria. Riesco solo a pensare a lei, al suo solito sorriso un po’ spento, ai suoi grandi occhi che mi guardano, e a quel momento, quel piccolo leggero bacio che mi ha fatto sentire come in cielo, come se volassi fra le nuvole e tutto il resto non esistesse più. Mi prende, mi prende dentro in un modo impossibile, è come se la portassi sempre con me, la porto sempre dentro il mio cuore, dove è riuscita ad entrarci in un modo così semplice, così naturale che non me ne sono nemmeno accorto. << Mi stai ascoltando? >> esclama poi Stephie guardandomi, << S-Si >> rispondo io cadendo dalle nuvole, dai castelli in aria che mi sono creato, penso spesso a come sarebbe la mia vita con Martina, penso a come sarebbe il nostro futuro a quanto io sarei felice con lei. << A me non sembra >> dice poi lei, io mi limito a guardarla, << Ma si può sapere che ti prende, non sei più tu… io sono la tua ragazza dovresti comprendermi, dovresti essere felice di stare con me invece sei sempre pensieroso >>, << Ho tante cose in testa ultimamente >> rispondo io, << E quali sarebbero? >> borbotta lei, << Lascia perdere >> esclamo, << No non lascio perdere ok? Perché tu mi stai umiliando, appena quella sgualdrina sarà fuori di qua, spero ritornerai ad essere quello di prima >>, << Dovresti smetterla di parlare in questo modo di Martina, se vuoi che io rimanga con te >>, << Cos’è una minaccia? Sai benissimo che devi stare con me, perché tua madre non permetterebbe mai che ci lasciamo >>, << Non capisci? >> gli chiedo un po’ arrabbiato << Ti senti così sicura di te solo perché sai che c’è mia madre che sta dalla tua parte e questo mi da molto fastidio >> borbotto entrando nel mio alloggio lasciandola li, arrabbiata più che mai, credo di essere esausto per tutto questo, dover stare alle regole di mia madre, solo per questione di soldi, di potere, io non reggo più tutto questo, sto davvero impazzendo, perché non posso fare ciò che voglio, stare con chi voglio stare. Mi cambio, indosso un paio di pantaloncini e una maglietta bianca per stare nell’alloggio, sono così nervoso per tutto quello che mi accade che non ho nemmeno voglia di mangiare. Sono stanco di tutto, di dover star lontano da Martina, di non potergli dimostrare in realtà cosa sento perché come ha detto lei, Stephie, ci distruggerebbe, non ci lascerebbe in pace, cercherebbe di rovinare ancora di più la sua vita, e io voglio che lei abbia una vita serena perché se lo merita, più di chiunque si trovi in questa scuola, più di chiunque al mondo. E poi mia madre… non mi permetterebbe mai di lasciare Stephie, non mi permetterebbe mai di avere una persona al mio fianco come Martina e questo dentro mi distrugge, perché ho bisogno di lei, ho bisogno di quella ragazza nella mia vita, perché da quando c’è lei la sua presenza mi fa stare bene, mi rende felice, mi fa sentire al settimo cielo, mi sento più umano, sento che ciò che provo è reale, è vero. Mi suona il telefono e vedo che Facu mi sta chiamando, << Dimmi >> rispondo io, << La tua ragazza mi ha appena dato uno spintone passandomi in parte >> ridacchia lui, << E’ arrabbiata >> borbotto, << L’ho notato >> esclama << E’ per questo che ti ho chiamato, ho pensato che sicuramente c’entrassi tu e volevo sapere come stai, se va tutto bene!>>, << Bene è una parola grossa, ma credo di cavarmela, almeno finché non impazzirò >> dico facendo quasi una risatina isterica, << Vorrei davvero aiutarti amico, ma non so che fare, contro Stephie non ho possibilità , nessuno le ha, forse solo Martina >>, << Martina >> dico leggermente senza pensarci e poi i miei pensieri vagano su di lei, << Jorge!.... Jorge ci sei? >> chiede poi Facu al telefono, << Oh si, stavo pensando >>, << Certo… >> risponde lui << Se hai bisogno di qualcosa chiama, ok? >>, << Certo, Grazie Facu, sei un gran amico! >>. Riaggancio il telefono e mi lascio andare sul divano, guardo il soffitto e tutti questi pensieri mi ruotano in testa, mi porto le mani sulla faccia strofinandomela. Quanto vorrei riappoggiare le mia labbra su quelle di Martina per risentire ancora quelle bellissime emozioni, le emozioni che vorrei provare per tutta la vita, quelle sensazioni che mi arrivano all’anima. Ad un certo punto la porta si apre, Diego entra arrabbiato, lo noto dal suo sguardo, la porta sbatte e lui ci si appoggia, sbattendo leggermente la testa su di essa, con un balzo mi metto seduto sul divano e lo guardo, << Che ti è successo? >> domando e lui mi guarda sbuffando.
 
<< Sono arrabbiato >> esclama Diego venendosi a sedere in parte a me, << Si vede >> borbotto io, << Beh nemmeno tu mi sembri molto felice >> mi dice lui guardandomi per poi mettere il suo viso tra le mani e continuando a sbuffare, << No, non lo sono >> borbotto io. << Ho litigato con Mechi >> esclama poi e nei suoi occhi qualcosa si distrugge, << Perché? >> domando, << Beh… è successa una cosa, Martina >>, a quel nome sobbalzo un po’, << è venuta qua, mi ha detto di aver sentito Lucas dire cose poco carine su Mechi, io non ci ho più visto e sono andata da lei, Martina ha cercato di fermarmi, mi ha detto che non mi avrebbe ascoltato ma io ho fatto di testa mia e sono andato da Mechi a dirgli tutto e lei si è arrabbiata, mi ha detto di starne fuori >>, << E questo ti ha distrutto >> finisco io, << Non lo so... io voglio solo che lei sia felice, capisci? >>, << Si, capisco >> rispondo io << Ma a te piace Mechi, non è ora di ammetterlo? >> chiedo io, << Sai, io non volevo arrivare a provare queste cose per lei, insomma siamo sempre stati amici e non so come è successo, mi sono solo reso conto che mi piaceva guardarla sorridere, anzi mi piaceva guardarla e basta, mi sono reso conto di amare la sua compagnia, di amare vederla ridere, ma ho sempre represso tutto perché non volevo perdere la sua amicizia, perché senza di lei nella mia vita non saprei come fare, sai lei è sempre stata la mia spalla, in tutte le situazioni e pensare di perdere questo rapporto con lei mi faceva star male quindi ho deciso di non dire niente, piuttosto di non averla nella mia vita preferisco guardarla da lontano e provare queste cose senza dirglielo, per averla sempre con me, ma non è servito a niente, perché ho provato a difenderla, ho provato a fargli capire che non può stare con lui perché gli farebbe del male ma non ci sono riuscito e lei ora c’è l’ha con me >>, << Sei proprio cotto di lei ah? >> domando dandogli una pacca sulla schiena, << Certamente, ho provato a stare con altre ragazze, ho provato a non pensarla ma non riesco, Mechi è il mio sole, il mio sorriso… sono davvero confuso >> dice e io lo guardo perché è come mi sento io in questo momento, << Non sai quanto lo sono io >> esclamo sgranando leggermente gl’occhi. Diego mi guarda, << Cosa è successo amico? >> chiede lui << Stephie? >> esclama poi, << Si Stephie, ma non solo… >>, << Che intendi? >> domanda, << Beh vedi… >> rimango in silenzio un po’, << Sai che sono praticamente obbligato a stare con Stephie, ma non la amo >>, << Questo lo sapevo >> esclama, << Si ma il problema è che provo qualcosa per Martina, qualcosa di davvero profondo >>, Diego sgrana leggermente gl’occhi, << L’ho baciata >> borbotto poi, << Cosa? E Quando? >> chiede lui << Sapevo che ti piaceva Martina ma non così tanto >>, << Invece è proprio così… ho visto un ragazzo prendersela con lei e l’ho difesa, lei ha capito quello che provavo e ne abbiamo parlato, mi ha detto che siamo troppo diversi, che lei non può provare queste cose, perché anche lei iniziava a sentire qualcosa per me, mi ha detto di reprimere questi sentimenti perché ci avrebbero portato solo dolore, il fatto che Stephie in qualsiasi caso non ci lascerebbe più vivere una vita serena, che mia madre non si sarebbe mai arresa e poi l’ho baciata, volevo come dargli una specie d’addio, volevo per una volta fare quello che sentivo davvero, ed è stato magnifico, non mi sono mai sentito così, libero, felice, ma purtroppo non potrà mai accadere >>, << Wow >> esclama Diego << Quindi Martina prova qualcosa per te >>, << In un certo senso si, anche se lei dice di reprimere queste cose per il nostro bene, ma io non c’è la faccio >> dico gesticolando nervoso, << Neanche lei fidati, le cose che prova sono troppo forti per lei e non può reprimerle, ha paura, ha paura di perdere tutti, non vuole che Stephie rovini le vostre vite e non vuole avere niente a che fare con tua madre, la capisco ma sicuramente prova qualcosa per te >>, << Si ma il problema è che non potrò mai stare con lei, non potrò mai dimostrargli quanto sia importante per me, non so perché ma è così, lei è entrata nella mia vita e credo che non sia solo una coincidenza… è tutto così complicato! >>, << Si è vero è tutto complicato, siamo in situazioni davvero orribili >>, << La fortuna non sta dalla nostra parte >>, << No per niente, credo che lassù ci sia qualcuno che non vuole farci stare con le persone che vogliamo, ma dobbiamo solo essere forti e andare avanti, magari un giorno avremo quello che ci meritiamo >>. Rimaniamo un po’ in silenzio a pensare, << Non riesco a smettere di pensarla >> esclamo io, << So come ti senti, Mechi è costantemente nella mia testa e non se ne vuole andare mai >>. Qualcuno bussa alla porta, Diego si alza e va ad aprire, sulla soglia c’è Martina che sorride, << Posso stare qui? Sai non voglio esserci quando Mechi rientra… sembrerà stupido ma ho paura di lei >>, Diego ridacchia e si volta verso di me e poi la fa entrare.

P.s: Eccoci qua con un nuovo capitolo. In questo capitolo volevo mostrare come Martina e Mechi siano costantemente nella testa di Jorge e Diego, come siano complicate queste relazioni. Per Diego e Mechi c'è di mezzo una grande amicizia che Diego non ha mai voluto distruggere, ha sempre avuto paura di dire a Mechi ciò che prova per paura di perderla del tutto e abbiamo una Mechi arrabbiato con Diego perchè crede che lui non sia interessato a lei in quel modo, ovviamente dopo aver visto Diego baciare un altra lei ci è rimasta malissimo e ha iniziato ad intraprendere questa relazione con Lucas, che si scopre essere un poco di buono ma ci saranno ancora cose da scorpire su di lui. Per Martina e Jorge invece le cose sono molto diverse, lui innamorato perso di lei ma incastrato in una relazione e lei che cerca di non provare queste cose, perchè in qualsiasi caso lei ha paura di attarsi così alle persone perchè ha sempre perso tutti nella vita e non vuole più soffrire, ma ci sono anche molti altri ostacoli, come Stephie e la madre di Jorge, riusciranno mai a risolvere tutto questo? Riusciranno mai a stare insieme le nostre coppie? Spero che il capitolo vi sia piaciuto a Lunedi. GRAZIE di cuore a tutti davvero!!!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Confusione. ***


Confusione.
 
Entro nell’alloggio di Jorge e Diego, sono un po’ nervosa per via di Mechi ma anche perché so che non dovrei essere qua. Mi siedo sul divano in parte a Jorge cercando di mantenere una certa distanza tra noi, sorrido leggermente e poi mi volto verso la tv che trasmette una partita di calcio, incrocio le braccia al petto e fisso il vuoto. << Stai bene? >> chiede Diego, << Bene? Secondo te come dovrei stare? >>, << Ok non stai bene >> borbotta Diego alzando le mani come per arrendersi, Jorge si volta leggermente verso di me, piega una gamba mettendola sul divano e mi guarda, << Cosa c’è? >> chiedo nervosa, << Rilassati >> esclama lui con un tono di voce tranquillo e leggero e dentro di me si diffonde un senso di calma, come se semplicemente la sua voce mi calmasse, io abbasso lo sguardo, << Sono preoccupata >> esclamo io << Non sono abituata a stare con le mani in tasca mentre quello magari si approfitta di Mechi, io riesco a pensarci, se fossimo in strada, se fossimo nel mio mondo non gli permetterei di toccarla, lo prenderei solo a schiaffi >>, << Ok, sei arrabbiata >> borbotta Diego perché il mio tono era deciso e nervoso, << Si lo sono, e non posso fare niente e tu sei stato uno stupido, dovevi stare zitto perché ora non ascolterà nessuno >>, << Lo so sono stato avventato, non dovevo andare da lei così e dirglielo e poi c’è l’ha su con me come biasimarla >>, << Crede che sia tutto un trucco per farla lasciare con Lucas perché io credo che lei voglia stare con te >>, Diego sgrana gl’occhi, << Non esagerare >>, << Ma lei pensa questo >> tiro un sospiro io per scaricare il nervosismo, << Dobbiamo fare qualcosa! >> esclama poi Jorge << Non possiamo lasciarla con una persona che vuole solo approfittarsi di lei >>, << No, non possiamo fare niente, se facciamo qualcosa, lei ci odierà, deve scoprirlo lei, deve vedere che è reale ciò che diciamo >>, << Ma così Lucas potrebbe approfittarsene se non facciamo nulla e lei ci rimarrà ancora più male >> esclama Diego quasi impaurito, << Non se la teniamo sotto controllo >>, tutti e due mi guardano sbalorditi, << Si dobbiamo controllarla >> esclamo ancora << Finché Lucas non si mostrerà per quello che è, e credo che non ci vorrà molto tempo perché la sua pazienza sta per terminare >>, << Che senso a tutto questo? Perchè proprio Mechi tra tutte? >> si domanda Diego, << Belle domande >> esclamo io << Ma sarà impossibile scoprirlo siccome la maggior parte della gente pensa solo a se stessa >>, tutti e due si voltano di nuovo verso di me, << E’ vero >> esclamo poi. Il telefono di Jorge suona e lui risponde, si allontana un attimo, lo sento chiacchierare con qualcuno, mi chiedo se sia Stephie e se è lei cosa gli stia dicendo, dentro di me provo come un senso di gelosia? Fastidio? Perché nel profondo del mio cuore vorrei essere io quella che lo può chiamare, quella che lo ascolta mentre racconta le sue giornate, quella che abbraccia. Scuoto leggermente la testa per togliermi questi pensieri che non dovrei avere, perché se continuo così finiranno per farmi male, finiranno per distruggermi, devo rinnegare tutto questo, devo smetterla di pensare a quello che provo e non lasciarmi trasportare da queste emozioni, è tutto così complicato. << Vi siete baciati! >> esclama poi sotto voce Diego, << Cosa? >> domando io guardandolo di traverso, << Lo so, me l’ha detto >>, << Beh non doveva >> esclamo io, lui fa un sorrisino malizioso << Scommetto che stai pensando a quel bacio in questo momento >>, << NO! >> dico urlando a bassa voce, << OH SI! >>, << Dobbiamo pensare a Mechi non a me >>, << Ne riparleremo >>, << Non ne voglio parlare >>. Jorge rientra in salotto e noi facciamo dei sorrisini un po’ strani, << Tutto bene? >> chiede lui, << Si benissimo >> rispondiamo io e Diego all’unisono. << Era mio padre >> esclama poi Jorge risedendosi sul divano e questa volta si avvicina un po’ a me, << Mi ha detto che il produttore mi vuole vedere settimana prossima per iniziare il progetto del CD >> sorrido, << Wow è magnifico >> borbotta Diego avvicinandosi a lui dandogli il cinque, << Già, congratulazioni >> esclamo appoggiandogli una mano sul braccio, a quel tocco mi innervosisco un po’ e scosto la mano velocemente, << Hai già in mente le canzoni? >>, << Si ho in mente qualcosa >> risponde Jorge a Diego << Ma come ho già detto farò di tutto per inserire anche voi >>, << Se lo fai ti sarò grato per tutta la vita >> afferma Diego, << Beh sarete bravissimi >> dico poi io, << Potresti cantare anche tu! >> mi dice poi Jorge, << OH NO! >> borbotto << Io non canto, non canterò mai più >> dico abbassando un po’ lo sguardo, << Sarebbe grandioso un duetto tra te e Jorge >> esclama Diego che viene poi fulminato dai nostri sguardi, << Non credo se non volete vedermi sotterrata da Stephie, e comunque non canterò mai più >>, << Perché? Sei brava! >> dice convinto Jorge guardandomi negl’occhi << La più brava >> continua poi, << Perché non posso cantare >> ribatto io, << Ma dove hai imparato? >> chiede poi Diego con uno sguardo interrogativo, << Ahh… non ho imparato >>, sia Jorge che Diego mi guardano perplessi << Ho sempre saputo cantare per quanto io ricordi, l’ho scoperto >>, << Come? >> insiste Diego, << Lasciala in pace >> esclama poi Jorge guardandolo, << Non fa niente >> faccio spallucce io, << Io ho scoperto di saper cantare quando ero con mio fratello, quando lui piangeva, e lo faceva spesso soprattutto all’orfanotrofio e io ero l’unica che sapeva calmarlo cantando, ho un ricordo molto confuso, e in questo ricordo Francisco era molto piccolo e piangeva, ricordo la voce di una donna, mia madre che cantava e lui si addormentava, allora ci provai anche io e funzionava, ma ho smesso di cantare quando lui se ne è andato, quando me l’hanno portato via non ho più voluto cantare perché mi fa ricordare di lui, perché cantavo solo per lui >>, << Scusa, non volevo… non sapevo tutto questo >> dice Diego dispiaciuto << Tranquillo >> borbotto io. Il respiro di Jorge è diventato lento, poi alza lo sguardo su di me, << Tu sappi che se vorrai cantare, se vorrai cantare nel mio disco o in qualsiasi altro momento, la porta è sempre aperta >> dice dolcemente Jorge << So che per te è difficile, lo capisco >>.
 
Cammino nel corridoio, sto tornando nel mio alloggio e sono un po’ scombussolata per tutto, il fatto di aver raccontato di non poter cantare per via di mio fratello, perché ho sempre e solo cantato per lui e per me farlo significa pensarlo e che pensare a lui mi distrugge, mi lacera dentro, perché vorrei averlo qua, perché vorrei poterlo stringere e proteggere, sapere che sta bene, saperlo al sicuro. << Signorina Stoessel >> la voce del professor Brown mi raggiunge << Sempre in giro >> continua poi lui mentre mi volto, << Sto andando nel mio alloggio e non sono fuori orario >> borbotto io sicura di me, inclino un po’ la testa di lato mentre lui si avvicina, << Si, lo so, ma so, anzi sappiamo anche che lei porta solo guai >>, << Un po’ di vita in questa scuola ci voleva >> faccio spallucce io, << Non faccia la simpatica, in questa scuola dovrebbero esserci persone che se lo meritano >> dice con quella sua voce profonda e arrogante, << E io non me lo merito? >> domando curiosa, con uno sguardo da menefreghista, << Purtroppo per lei non sono io a decidere chi sta o non sta in questa accademia, ma se fosse per me lei non sarebbe qua, non ne è degna >>, << Quindi solo perché non sono ricca non sono degna di nulla? >> domando ironicamente con un mezzo sorrisino, << Il punto è che lei è pericolosa signorina, e non possiamo permetterci che questa importante accademia perda la sua alta reputazione per colpa sua >>, << Oh mi creda io non voglio che questa scuola perda la sua reputazione >>, << Allora dovrebbe andarsene, sa anche lei che non c’entra nulla qui, che non è il posto adatto a lei e poi non volgiamo problemi soprattutto se questi problemi li crea una ragazza venuta dalla strada, lei non ha potere, lei non ha niente >>, << Sa… detto da lei, da un insegnate è veramente vergognoso >>, << Io non mi vergogno dei mie pensieri >> esclama lui << Ma lei deve stare attenta signorina, prima o poi farà qualcosa, qualcosa di sbagliato e finalmente la direttrice si renderà conto che ha fatto un grosso errore a farla rimanere qua >>, << Bene >> rispondo io sicura di me, << Lei ha già tanti segreti signorina Stoessel >> sorride maleficamente il professore. << Tutto bene qui? >> chiede Mechi che sta rientrando nell’alloggio, << Benissimo, stavo scambiando un po’ di opinioni con il professore >> borbotto io con un sorrisetto, Mechi mi guarda in modo strano e poi il professore si volta, lentamente percorre il corridoio allontanandosi da noi. So che il mio segreto è costudito in un fascicolo che solo pochi hanno letto, un fascicolo che ha la direttrice e poche persone sanno cosa è successo, quello che ho fatto, mi chiedo se anche lui ha accesso ha quell’archivio privato dove ogni mio segreto è scritto, dove la mia storia è scritta. Solo Josh sapeva tutta la storia, quella vera, di quando mi hanno allontanata da mio fratello e sapere che molto probabilmente la sa anche quell’uomo spregevole mi viene una stretta allo stomaco. << Sei sicura che sia tutto apposto? >> chiede di nuovo Mechi, << Si, solite cose, sai lui mi odia, sarà stato dispiaciuto dal fatto che non mi ha trovata fuori orario per potermi mandare di nuovo dalla direttrice >>, << Ti odia proprio >> dice lei guardandomi preoccupata, io faccio spallucce << Sono abituata ad essere odiata >> borbotto io mentre ci riavviamo verso il nostro alloggio.

Mechi richiude la porta e poi mi guarda, << Che c’è? >> borbotto io spalancando le braccia, << Non è che adesso vai fuori di testa e inizi a violare le regole vero? >> chiede lei socchiudendo gl’occhi, << No tranquilla >>, << Bene >> borbotta andando verso camera sua incrociando le braccia al petto. Io la guardo confusa, << Sei arrabbiata? >> domando seguendola in camera sua, << Si >> risponde lei in modo secco << Perché mi piacerebbe che mi lasciaste in pace per quanto riguarda Lucas, soprattutto Diego >>, << Non è colpa di Diego, io ho sentito Lucas dire quelle cose >>, << Lui doveva starne fuori >> continua lei, << Voleva proteggerti, Lucas ha detto davvero quelle cose >> << Ti sbagli… avrai sentito male >> esclama poi lei << Lui non è quel tipo di persona >>, << Mechi non lo conosci >> borbotto poi io << Come puoi saperlo? >>, << Lo so e basta >> ribatte, << Stai convincendo te stessa a fartelo piacere >> le dico io come se fosse ovvio, << Ma cosa stai dicendo? >> domanda lei confusa, << Che ti autoconvinci perché non vuoi ammettere che ti piace Diego >>, << Non mi piace Diego, mi piace Lucas >>, << E io non ti credo, semplice >>. Lei rimane in silenzio a guardarmi, << Dai Mechi… ti piace Diego e quando l’hai capito e l’hai visto baciare un’altra ti sei buttata in questa cosa senza senso con Lucas, non lo conosci e ti fidi di lui quando tutto è strano, perché è così interessato a te? O a tutti quelli che ti circondano? >>, << Perché è premuroso? Gentile? >> dice con un tono ovvio, << E perché mai dovrei mentirti? Perché mai mi sarei inventata una cosa del genere? >>, << Non lo so, forse per farmi allontanare da Lucas per farmi avvicinare a Diego >>, << Stai facendo tutto tu Mechi! Sei tu che credi questo perché vorresti che sia così, perché ti piace Diego. Tutto quello che pensi ti riporta a Diego >>, << O mio dio stai davvero esagerando, non mi piace Diego >> dice in modo incisivo scandendo bene le ultime parole, << Ok, ma io so che non è così >> la stuzzico << Comunque Lucas non è affidabile e io non mi fido di lui, tu fai quel che vuoi >> faccio spallucce io, non ho intenzione di dirgli che la terrò d’occhio, che scoprirò cosa sta facendo Lucas e perché lo fa. << Promettimi solo che starai attenta e che non ti lascerai tentare da lui >>, << Credi che io vada a letto con il primo che passa? >> mi chiede quasi stupita, << Non lo so Mechi, di solito i ragazzi sanno essere convincenti >>, << Puoi stare tranquilla, non ho intenzione di saltargli addosso >> fa un sorrisetto sarcastico lei << Se mi vuoi scusare vado a farmi una doccia >> borbotta passandomi in parte uscendo dalla sua camera.
 
I giorni passano e le cose non cambiano. Mechi con Diego non vuole parlare e lui ci sta male, continuo a tenere d’occhio Lucas, mi faccio sempre dire da Mechi dove si incontrano così posso controllarli. Lui è molto strano, so che chiede molto di me e di Jorge, Mechi dice che è perché sa che per lei siamo molto importanti, ma io credo che ci sia qualcosa di più, qualcosa che vuole scoprire, ma non mi è chiaro perché ha detto quelle parole quel giorno, sembrava frettoloso di portare a letto Mechi e diceva di non sopportare più tutte queste smancerie, è un attore nato, perché quando è con lei si comporta proprio alla perfezione, ma è qui che sbaglia, è troppo perfetto per essere vero. Alba mi cammina accanto << Sei pensierosa >> esclama, << Si ho tanti pensieri per la testa >>, Mechi, Jorge, Francisco, Stephie, Il professor Brown, la musica, così tanti problemi, così tanti pensieri difficili da dimenticare, << Dovresti stare più tranquilla e smetterla di pensare per un po’ >>, << Impossibile >> borbotto io alla ricciola che mi guarda con un sorriso, << Beh magari se uscissi con qualche ragazzo che ti fa star bene… >>, << Oh no, no, no >> esclamo io << Lo sai che non posso >>, << Solo per divertirti, non devi per forza avere una storia d’amore >>, << Non credo sia una buona idea >> rispondo, << Perché? >> chiede, non credo che potrei spiegare ad Alba che provo qualcosa di strano per Jorge e che ogni altro ragazzo è come se non esistesse, che non ho voglia di passare il tempo con nessun altro ragazzo se non lui. Mi rendo conto dei pensieri che mi passano per la testa e cerco di scacciarli, << Non sono il tipo >> dico poi ad Alba che aspetta una mia risposta, << non insisto, ma cerca di trovare qualcosa che non ti faccia sempre avere la mente occupata dai pensieri ok? >>, << Ci proverò >> le sorrido io, poi mi saluta e si allontana per raggiungere il suo Facu che da lontano mi saluta con la mano. Sto tornando agl’alloggi, cammino per i giardini e su una panchina più in la noto Jorge seduto su di essa, pensieroso, sembra stanco, esausto. Esito un po’ ma poi mi dirigo verso di lui, il respiro si fa pesante e il cuore aumenta il suo battito, << Ehi >> dico io quando sono vicino a lui, Jorge alza la testa e incrocia i suoi occhi verdi nei miei, appena mi vede accenna a un piccolo sorriso sincero e lentamente mi siedo in parte a lui, << Non dovresti essere a lezione di musica? >> domando << E mi sembri pensieroso >>, << Non c’è la faccio più >> esclama lui e io non capisco di cosa stia parlando, << Di cosa esattamente? >>, << Della mia stupida vita >>, << La tua vita non è stupida, stai collaborando con un produttore >> esclamo, << Intendevo la mia vita privata, la mia vita sentimentale, non sopporto più Stephie, credo di star arrivando al limite >>, a quelle parole mi viene un nodo alla gola, << Che è successo? >>, << Vuoi prima sapere la litigata con mia madre o quella con Stephie? >> domanda lui in un modo quasi ironico facendo una risatina soffocata, esausta, << Forse non dovrei impicciarmi >> dico poi io, per quello che è successo fra noi, per quello che proviamo l’uno per l’altra non sono la persona migliore con cui si può sfogare, e stargli così vicino non mi fa del bene. << Stephie continua a starmi addosso, ci ho litigato, non la sopporto quando parla male di te >>, << Non devi difendermi, non puoi, così peggiori solo le cose >> dico io, << Non è perché sei tu, cioè si è perché sei tu ma comunque non ha il diritto di dire certe cose, di credersi superiore a qualsiasi persona, e non voglio essere comandato da lei, di stare alle sue regole, non c’è la faccio più e ora pretende che io la inserisca nel mio disco e devo farlo per forza, non posso decidere nemmeno quello perché mia madre dice che è giusto così, che lei deve essere nel mio CD che se lo merita e che deve avere un po’ di riconoscimento e poi ha iniziato ad insistere sul fatto che devo sposarla e che devo sbrigarmi, continua a chiedermi quando lo farò e continua a dirmi che se non mi sbrigo ci penserà lei a organizzare la festa di fidanzamento che mi piaccia o no >>, io rimango confusa, sbalordita, ho la bocca secca, Jorge deve sposare Stephie e questo prima o poi accadrà davvero, sua madre non si darà mai per vinta ed è uno dei motivi per cui io non posso stare con Jorge, per la quale non funzionerebbe mai. << Non so cosa dire >> dico lentamente, cercando di nascondere il tono spezzato da una sensazione strana, la gelosia, << Non c’è niente da dire, sono solo incastrato per tutta la vita >>, << Mi dispiace >> borbotto, << Mi dispiace a me >> continua lui << Mi dispiace perché non posso stare con chi vorrei stare >>, io rimango senza parole, il mio cuore si è fermato, il respiro anche, << Jorge… >>, << Lo so >> esclama lui affranto << Lo so >>, io lo guardo mentre lui mi fissa negl’occhi, << Dobbiamo essere solo amici >> borbotta a bassa voce, dispiaciuto, affranto e poi lentamente se ne va.
 
Quando rientro in camera Mechi sta canticchiando mentre riordina qua e la l’alloggio, appena sente la mia presenza si volta e mi guarda con un sorriso ma poi la sue espressione cambia vedendo la mia, << Stai bene? >> chiede avvicinandosi a me, << Potrei stare meglio >> rispondo io, << Cosa è successo? >> domanda poi appoggiando la testa sulla mia spalla come per rincuorarmi, << Ho appena avuto una conversazione con Jorge, e è stato strano >>, << Strano in che senso? >>, << Non lo so, era triste per via di sua Madre che lo spinge a sposare Stephie il prima possibile >>, << Ma che strano >> borbotta la bionda in modo sarcastico, << Ho provato gelosia… per un momento volevo dirgli di scappare, con me >>, lei rimane un po’ stupita dalle mie parole, << Martina, non puoi… >>, << Lo so, ho pensato che non avrebbe avuto una vita felice se fosse scappato, che non avrebbe avuto più niente di tutto quello che ha, che la sua vita sarebbe stata misera, come la mia e poi ho pensato a quanto sarei stata stupida, farmi influenzare da un ragazzo, non devo più pensarlo, non devo provare queste cose perché mi stanno confondendo troppo e io odio essere confusa, mi piace avere i piedi per terra e non fantasticare, perché mi fa solo male pensare a come sarebbe fantastica la mia vita e poi non averla >>, << Ok Martina rilassati, anche io direi a Jorge di scappare se non vuole sposare Stephie, insomma nessuno deve essere obbligato a stare con qualcuno con cui non vuole stare, e poi Martina va bene fantasticare, pensare che possa finire nel migliore dei modi, pensare che tutto potrà risolversi, so che se poi non accade ci puoi rimanere male, ma è una cosa umana, e tu te lo meriti, meriti il meglio con o senza Jorge è questo che devi capire, lui non vuole stare con Stephie non devi essere gelosa di lei >>, << Non sono gelosa di lei, sono gelosa del fatto che lei può averlo, può averlo anche se non gli importa niente di lui, perché a lei non importa di lui, gli importano i suoi soldi, il suo nome, gli importa stare con il ragazzo bello e ricco, non gli importa di quello che prova lui perché se no lo aiuterebbe invece di essere come una malattia >>, << Si, Stephie è proprio una malattia >> ridacchia la bionda sorridendomi << Ma ascoltami bene, io conosco Jorge e so che non si arrenderà, so che troverà un modo perché fidati Martina lui tiene a te più di quanto tu pensi, insomma conosco Jorge da tanto tempo e l’ho visto cambiare per Stephie, soprattutto in sua presenza ma con te è il Jorge di sempre, è il Jorge che vuole essere e lui non si lascerà abbattere, combatterà finché può, per lui.. per te >>.

P.S: Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo, scusate se non spiego il capitolo ma sono un pò di fretta. Spero che questo capitolo vi piaccia. Grazie a tutti come sempre.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Paura. ***


Paura
 
Quante cose passano per la mia testa, quanti pensieri da sopportare, quanti problemi da risolvere, la mia vita è sempre stata così, sempre con troppi pensieri, la mia mente è sempre stata invasa, piena di preoccupazioni, di paure, di sofferenze, tutto quello che ho passato mi ha reso quella che sono. Una ragazza dalla testa dura, forte, con un coraggio da vendere, ma anche problematica, difficile e con la paura di vivere a pieno la mia vita perché ho sempre paura che possa sfuggirmi dalle mani. Sono così stanca di pensare, così stanca di dover sempre trovare un modo per essere felice, anche se ho sempre vissuto con il sorriso sulle labbra, più per gl’altri che per me, perché non volevo mostrare loro che vivere una vita senza niente era davvero difficile, volevo che fossero felici. << Martina giusto? >> una voce maschile si avvicina a me, quando mi volto vedo un uomo, dai capelli scuri, con la barba che cammina nel prato dell’accademia. Indossa una camicia bluette e dei pantaloni scuri. L’uomo sorride quando è proprio vicino a me, << Sono Pablo >> dice poi lui, io ricambio il sorriso ma poi torno a guardare l’orizzonte, seduta su una panchina che guarda verso l'oceano, << So chi è lei >> borbotto poi io mentre l’uomo si accomoda vicino a me, << L’ha mandata Mechi? O Jorge? O… >>, << No, no non mi ha mandato nessuno, ti ho solo vista seduta qua, mi sembravi molto sovrappensiero >>, << Mi scusi, pensavo che qualcuno l’avesse mandata da me per convincermi a partecipare alle lezioni >>, << Beh, se ti fa piacere saperlo io vorrei che tu partecipassi alle lezioni >>, << Non voglio >>, << Non ho detto che devi farlo, la musica alcune volte riapre ferite, ti fa provare sentimenti che non vorresti mai riprovare, e so che non è facile >>, volto leggermente lo sguardo verso Pablo e lo guardo << Si per me è difficile, troppo >>, << Ma sei comunque molto brava, c’ero anche io al pub quella sera, anche se non vuoi cantare, sappi che sei veramente strepitosa, non ho mai sentito nessuno in questa scuola cantare come te >>, << La ringrazio, ma non credo di essere così brava come dice >>, << I miei alunni sono molto bravi, soprattutto Jorge, Mechi e Diego, i migliori del mio corso, sono nati per cantare o per esibirsi sul palco, è il loro talento, anche il resto della classe è molto brava ma ci sono arrivati con il tempo, hanno dovuto studiare ma sono diventati grandiosi, per alcuni è facile, è un dono, c’è l’hanno dentro, altri invece devono arricchire il loro dono per diventare migliori, e tu Martina hai un dono, forse il più bello di tutti, perché non sai semplicemente cantare, sai trasmettere >>. Io rimango in silenzio non so cosa dire, << Quando cantavi ho provato delle emozioni profonde, è come se tu avessi trasportato tutte le tue sensazioni agl’altri, ho sentito il dolore, la paura, ho sentito quanto per te era difficile e quanto lo è ancora adesso >>, << Io non mi sono resa conto di aver trasmesso questo, ho solo cantato >> borbotto io un po’ confusa, << Hai cantato con te stessa, hai cantato le tue emozioni, con il cuore, hai messo tutto di te dentro la tua voce, perché è un dono, tante persone sanno cantare bene, molto bene ma non sanno trasmettere perché non mettono loro stessi, non mettono sentimenti, non mettono sensazioni >>. Pablo guarda l’orizzonte e sorride leggermente, << Sei straordinaria e non lo sai >>, << La ringrazio ma non credo proprio che sia così… >> e rimango in silenzio perché non so che dire. << Salve Pablo >> saluta poi una voce familiare, Ruggero con un gran sorriso si avvicina a noi, << Martina >> esclama poi chinando leggermente il capo, << Stavo venendo da lei in classe >> esclama poi il ricciolo guardando l’insegnate, quest’ultimo guarda l’orologio, << Non mi sono accorto che è già così tardi >> borbotta alzandosi, Ruggero punta lo sguardo su di me, sono molto pensierosa in questo momento, << Martina stai bene? >> chiede lui guardandomi con una faccia buffa e confusa, << Io… si, sto bene è tutto ok >> rispondo con un sorriso e poi saluto con la mano Ruggero e Pablo che si dirigono verso l’edificio delle lezioni. E così ho un dono! Penso nella mia testa, perché proprio io? Io non mi sono resa conto che mentre cantavo i miei sentimenti, le mie sensazioni siano venute fuori, che qualcuno potesse capire il mio stato d’animo in quel momento, ma a quanto pare ho messo tutte le mie emozioni nella mia voce e Pablo se ne è accorto, e chissà chi altro. Sono un po’ frastornata dalle parole di Pablo, così mi dirigo verso l’alloggio per andare a sdraiarmi un po’, per rilassarmi, così forse riuscirò a togliermi le sue parole dalla testa.
 
Sono sdraiata sul mio letto e guardo il soffitto, una parete completamente bianca, piatta, e nella mia testa immagino che i colori disegnino su quella parete bianca mescolandosi tra di loro, cerco di non pensare a niente, di lasciar andare tutto quello che la gente dice, quello che la gente pensa. Ho solo voglia di non pensare, di lasciarmi andare ed essere come quei colori che si mescolano e danno vita, ho voglia di credere che la mia vita sia perfetta anche se non lo è, solo per un momento, solo per un attimo vorrei crederlo. Volto il mio sguardo sulla sveglia che segna l’ora, sono le cinque e mezza e Mechi non è ancora tornata dalla lezione di musica, mi chiedo spesso come lei mi vede, cosa lei pensa di me, anche se me lo dice, vorrei poter entrare nella sua testa e sapere realmente cosa pensa, perché con me si è sempre comportata come un’amica, come una sorella, dalla prima volta che mi ha visto è sempre stata vicino a me, anche se non mi conosceva, anche se ero discriminata da tutti, anche se non sapeva nulla di me mi è rimasta vicino, sempre e vorrei sapere come mai non esistono più persone come lei. << Ce’ qualcuno? >> chiede la voce di Diego entrando nell’alloggio bussando leggermente sulla porta, mi alzo dal letto e mi dirigo verso il salotto. << Ehi >> dico io << Come mai qui? >> chiedo poi sorridendo, << Volevo solo sapere se Mechi sta bene! >> esclama poi lui facendo spallucce, << Mechi? Perché mai dovrebbe stare male? Non è ancora tornata dalla lezione >> borbotto io, << La lezione è finita alle cinque come sempre, ma lei non è venuta >> esclama lui poi leggermente, << Come non è venuta? >> chiedo perplessa << Quando è uscita stava bene >> borbotto io. Jorge compare sulla soglia dell’alloggio e ci guarda, poi mi sorride ma vedendo il mio viso confuso cambia espressione, << Cosa c’è? >> chiede lui guardandoci e entrando nella stanza con le mani nelle tasche dei pantaloni, << Hai visto Mechi? >> chiedo io << In giro, l’hai vista? >>, << No, pensavo non stesse bene visto che non è venuta a lezione >>, << Magari non aveva voglia di venirci >> borbotto io respirando lentamente, << Mechi non salterebbe mai una lezione di musica >> mi dice Diego, << Come lo sa?! >> domando io, << Lo so perché la conosco da tempo, so che non rinuncerebbe mai a una lezione a meno che non sia malata >>, in quel momento è come se mi cascasse addosso il mondo. Deglutisco e poi mi avvio verso l’uscita del mio alloggio, << Dove vai? >> domanda Jorge vedendomi con un’espressione impaurita ma anche arrabbiata, << Prima di andare a lezione doveva vedersi con Lucas >> dico girandomi leggermente per guardarli e poi parto a passi veloci verso il l’alloggio di Lucas. << Martina fermati >> urla Jorge << Cosa pensi di fare? >> chiede afferrandomi il braccio, << Vado da quel bastardo >> esclamo io riprendendo a camminare velocemente seguita da Diego che è impaurito, sconvolto e pieno di rabbia << Se gli ha fatto qualcosa io lo ammazzo >> esclama, << Sempre se non lo ammazzo prima io >> rispondo. << Martina forse dovresti far fare a noi >> borbotta poi Jorge, << Jorge, per favore credi davvero che non me la sappia cavare, ho vissuto in mezzo la strada e fidati ho visto cose che tu nemmeno immagini, so cavarmela benissimo e ti posso giurare che farò il culo a quello stronzo se ha fatto qualcosa a Mechi >>, << Non sei lucida >> dice poi, sento il sangue pulsare nelle vene, sul collo, sulla fronte, gl’occhi spalancati e iniettati di rabbia, il respiro affannoso, il cuore martellante, nella mia testa passano mille immagini di Mechi, il suo sorriso, il suo broncio, i suoi occhi dolci, il suo sguardo arrabbiato, e poi le immagini diventano sempre più brutte, spaventose e questo mi fa ribollire ancor di più il sangue, << Sono lucidissima, Mechi è importante per me, lo capisci, ho bisogno di trovarla e di sapere che sta bene e non mi importa se devo prendere a schiaffi qualcuno per saperlo ok? >>, << Vuoi farti sbattere fuori? >> chiede poi Diego << Prima devi sapere se è successo qualcosa, perché se lui è innocente tu verrai buttata fuori se gli fai qualcosa >>, << Sapete, non mi interessa, per Mechi, per sapere se è al sicuro questo e altro, ho come la sensazione che qualcosa non vada, che lei in qualche modo non stia bene >>, << Per favore non fare stupidate, Mechi non lo vorrebbe >> esclama Jorge, << Ok, ma lo faccio nero se le è successo qualcosa >>, << E io ti aiuterò >> risponde poi Jorge appoggiandomi una mano sul braccio, << Respira Martina >> mi dice poi lui in un modo così delicato che un pò mi rilassa. Arriviamo davanti all’alloggio di Lucas, faccio un gran sospiro e poi busso, preparo uno dei miei sorrisi finti e la porta si apre, Lucas davanti a me, mi guarda impassibile, << Che volete? >> domanda poi lui, << Hai visto Mechi? O è qui? >>, << No >> risponde lui tranquillo, << Ok, te lo chiedo più esplicitamente, so che veniva da te prima di andare a lezione, quindi dove diavolo è Mechi? >> chiedo con un tono cattivo e con lo sguardo duro, << Di cosa mi stai accusando? >> chiede lui ridacchiando, << Dicci dov’è Lucas >> esclama Diego, << Oh, tu che cosa vuoi da Mechi? >> chiede Lucas per cambiare discorso, << Mi stai innervosendo >> borbotto io con un mezzo sorriso, sento la mano di Jorge sfiorarmi la schiena, come per tranquillizzarmi, << E cosa vuoi fare? >>, << Lo vuoi vedere? >> domando io, << Sei sono una nullità >>, << Non offenderla >> esclama Jorge, << Già non offendermi >> borbotto io tirando un calcio potente alla porta che la fa spalancare del tutto, da una porta scorgo Mechi, seduta in un angolo dietro a un letto con le lacrime agl’occhi e tutto nella mia testa si annebbia.
 
<< Martina no! >> urla Jorge ormai troppo tardi, un pugno dritto nello stomaco fa piegare Lucas e lo lascia senza fiato, Diego lo afferra per la maglietta mentre io corro verso Mechi, << Diego lascialo >> urla Jorge mentre è pronto per dargli un pugno dritto in faccia, << Chiamo la direttrice, ma non fare stupidate >> continua lui, << Lo ammazzo giuro >> urla << Cosa gli hai fatto? >> domanda a un centimetro dal suo volto, Lucas fa una risatina quasi malefica e Diego stringe ancora di più la sua maglia tirandolo verso di se << Ti uccido >> dice poi Diego a bassa voce, si sente tutto il suo disprezzo e la sua rabbia. Io mi avvicino a Mechi che sta piangendo, << Mechi o mio dio >> borbotto accovacciandomi vicino a lei e abbracciandola, << Stai bene? >> le domando, lei senza dire una parola fa un cenno con il capo e si accoccola a me iniziando a piangere a dirotto, << Avevo paura >> dice poi tra i singhiozzi sfregandosi il dorso della mano sul visto, << Sei al sicuro >> le dico io accarezzandole la testa. << Sei proprio un bastardo lo sai? >> sento la voce di Jorge riferendosi a Lucas << Ti meriteresti proprio di prenderle >>, << Perché non lo fate allora? >>, << Sei solo fortunato >> esclama Diego. << Che diavolo sta succedendo qui? >> esclama la direttrice entrando dalla porta, guarda tutti noi por ferma il suo sguardo su Mechi e poi lo posa su Lucas, << Spero per te che non sia successo quello che credo >> dice la direttrice << Perché sei in grossi guai >>, la professoressa Alonso arriva di corsa e spalanca la bocca scioccata, << Professoressa, porti Lucas nel mio ufficio e stia lì con lui finché non arrivo >> ordina Miranda, la faccia dell’insegnante è sconcertata e impaurita, afferra per un braccio Lucas e lo trascina fuori dalla camera << Ti sorbirai anche la mia di ramanzina >> gli dice uscendo dalla stanza, con lo sguardo severo, sono abituata a vederla sempre allegra, con il sorriso sul volto, con la sua aria da angelo, ora sembra un'altra persona, tutti in questo momento abbiamo la rabbia che ci scorre dentro. La direttrice viene verso me e Mechi, e dietro di lei Diego e Jorge. Diego si accovaccia vicino a Mechi e gli mette una mano sulla spalla, << E’ tutto ok, è tutto finito, sei al sicuro >> dice con un tono dolce e gentile, lei lentamente si appoggia con il capo al suo petto e inizia a respirare regolarmente. << Cosa è successo Mechi? >> le chiede Miranda sedendosi sul letto di Lucas, lei prende un po’ di coraggio ancora abbracciata a Diego, io mi alzo e vado in parte a Jorge, un po’ confusa, nervosa e ancora incredula, incrocio le braccia al petto e stringo forte per non sentire tutto quello che sta accadendo nella mia testa e poi Jorge mi mette un braccio intorno alle spalle e mi stringe a se, lentamente una lacrima mi scende dal viso. << Sono venuta qua perché dovevamo vederci, sembrava tutto normale e poi lui ha iniziato a farmi pressione, voleva che andassi a letto con lui, diceva che non aveva voglia di aspettare >> racconta Mechi tra i singhiozzi silenziosi << Io gli ho detto che era troppo presto, insomma non sono quel tipo di persona, volevo aspettare, e il suo volto è cambiato, completamente, poi gli ho detto che dovevo andare a lezione di musica e stavo per uscire, ero un po’ arrabbiata, un po’ delusa perché non pensavo la prendesse così male ma poi mentre uscivo mi ha afferrato per un braccio, voleva tirarmi a se e cercava di togliermi i vestiti, mi ha spinto e sono finita in terra e poi mi ha sollevata e mi ha portato in camera >>, ho i brividi, la pelle d’oca, Jorge è rosso dalla rabbia, gl’occhi increduli e assenti, Diego sembra per esplodere si sta per alzare quando con un gesto la direttrice lo ferma, << Non ci pensare neanche >> gli dice guardandolo in modo serio e poi ritorna a guardare Mechi, << Ho continuato a difendermi, e lui mi ha tirato due schiaffi sul viso e poi e uscito dalla stanza e mi ha chiuso qui dentro, ha detto che sarebbe tornato dopo quando mi sarei calmata, ma nel suo sguardo ho notato qualcosa di strano, sono stata qui per ore, il mio telefono l’ha preso lui e non potevo fare niente, poi è ritornato e…. e mi ha sollevata tirandomi per un braccio, pensavo che mi avrebbe fatto del male, poi loro hanno bussato alla porta >> la direttrice guarda Mechi, sembra impassibile, la guarda in modo serio ma nei suoi occhi noto che è arrabbiata, che è profondamente irritata da questa situazione. << Hai bisogno di cure mediche? >> le chiede dolcemente poi cambiando sguardo e tono della voce, << No >> risponde la bionda, << Ma… >> inizia a parlare Diego, << No, voglio solo andare nella mia stanza >> esclama lei.
 
Camminiamo nei corridoi, la direttrice davanti a tutti noi, dietro di lei Diego che tiene stretto a se Mechi, vedo nel suo sguardo che qualcosa in lui si è come spezzato, so che l’ultima cosa che avrebbe voluto vedere è Mechi in quelle condizioni, io e Jorge siamo dietro tutti, << Come è possibile? >> domanda lui sconcertato, << Lo sapevo >> borbotto io << Dovevo controllarla di più >>, << Non è colpa tua >>, << Si invece, perché potevo evitare tutto questo >>, << La smetti di darti la colpa per tutto, l’hai aiutata, sei corsa da lei appena hai capito cosa stava succedendo, non potevi fare di più! >>, << Come fai a saperlo? >> chiedo io guardandolo. Nei corridoio alcuni ragazzi ci guardano, domandandosi cosa sia successo, arrivati davanti al nostro alloggio entriamo e la direttrice richiude la porta, << Ora andrò da Lucas, ovviamente ci saranno dei provvedimenti seri, tu rilassati e poi chiamerò tua madre >> dice riferendosi a Mechi << Se non c’è altro che devo sapere posso andare >> esclama lei, << Io ho tirato un pugno a Lucas >> borbotto, la direttrice si volta a guardarmi, << Hai fatto bene >> dice con un mezzo sorriso. Prima che arriva alla porta Diego la ferma, << Possiamo restare qua? Stanotte? >> chiede, Miranda ci guarda uno a uno, << Non potete, sapete benissimo il regolamento >>, << E’ per questo che gliel’ho chiesto, per non infrangere le regole, perché starò qui lo stesso >>, << Ho bisogno di loro >> esclama Mechi poi << Mi conoscono, sono le persone che voglio vicino >> continua lei, << Ok, solo per stavolta >> borbotta uscendo dall’alloggio. Mechi ci guarda tutti e tutti noi guardiamo lei, << Sono stata una stupida >> esclama rimettendosi a piangere, io mi dirigo da lei e la abbraccio, in modo forte e deciso per non farla sentire sola, << Dovevo ascoltarvi >> continua deglutendo << Tu non lo potevi sapere Mechi >> esclama Jorge, << Ma voi si, lo sapevate e io non vi ascoltavo, ero troppo concentrata a farvi vedere quanto fosse magnifico Lucas e non mi sono accorta di niente >>, << Mechi vai a dormire, è tutto finito e domani ti sentirai meglio >>, << Dovete scusarmi… >>, << Mechi ora basta >> dice Diego << Andiamo in camera tua e ti metti a letto, domani potrai dire quello che vuoi ma ora hai bisogno di riposo >>, lei lo guarda e poi annuisce leggermente. Sono nella stanza di Mechi, la guardo dormire, Diego in parte a lei la guarda attentamente, come se non volesse perderla di vista nemmeno un secondo, poggio la tazza di tè caldo per Diego sul comodino vicino al letto, << Dovresti dormire >> gli dico io prima di uscire dalla stanza, lui mi guarda soltanto e poi torna a fissarla. Arrivo in salotto e Jorge è lì, si avvicina a me con una tazza di te e me la porge e poi mi siedo sul divano. << So a cosa stai pensando >> borbotta poi lui sedendosi in parte a me, io volto il capo e lo guardo, << Sto bene >> esclamo io << Quella che ha più bisogno è Mechi in questo momento >>, << Mechi è in buone mani >> esclama lui << Devi smetterla di pensare che tutto succeda a causa tua >>, << Ma… >>, << Niente ma Martina, hai fatto tutto il possibile per tenerla al sicuro, non è colpa tua >>, << Potevo fare di più >> esclamo io, << Sei incredibile, pensi davvero che lui non ci avrebbe mai provato se gli stavi addosso? >>, << Si >>, << Beh, non è così perché in qualche modo gli avrebbe fatto del male comunque, l’importante è che sei arrivata in tempo, che l’hai capito e senza pensarci ti sei fiondata da lei >> mi dice lui, << Dovevo sapere se stava bene! >> borbotto, << E’ grazie a te se lei è qui che dorme nel suo letto >>, << Non lo so, è così complicato, perché? >> chiedo io guardandolo nei suoi occhi verdi e profondi, << Perché esistono queste persone? Io vengo sempre giudicata solo per il luogo da cui provengo, per il modo in cui sono cresciuta e non ho mai voluto far del male a nessuno, lui siccome è pieno di soldi non l’hanno mai giudicato ma guarda cosa ha fatto? Ti sembra normale? >>, << No, Martina non è normale, è sbagliato, lo so perché la prima volta che ti ho visto non ho pensato che tu fossi pericolosa, o che potessi far del male a qualcuno, anzi ho pensato che tu fossi una guerriera, una di quelle cha farebbe di tutto per difendere ciò che ama >>, << Jorge non devi… >>, << Lo so, so che non devo dirti queste cose, so che non vuoi sentirtele dire ma è la realtà >>. Lo guardo per qualche secondo che sembra un eternità negl’occhi, << Grazie >> dico poi << Tu credi in me >> borbotto guardandomi le mani << Anche se non sai il peggio di me, tu credi sempre in me, credi che io sia una persona… >>, << Magnifica >> esclama lui << E ora riposati un po’, sei sconvolta >> borbotta spostandomi una piccola ciocca di capelli dal viso, io annuisco piano. Lentamente appoggio la mia testa sulla sua spalla, chiudo piano gl’occhi, non ricordo di essermi mai addormentata così facilmente nella mia vita.

P.s: Eccoci qua con un altro capitolo, spero che vi sia piaciuto. In questo capitolo succede ciò che ci aspettavamo, Lucas cerca di convincere Mechi ad andare a letto con lui, ma perfortuna Martina con Jorge e Diego capisce ciò che sta succedendo. All'inizio abbiamo Pablo che parla con martina in modo molto profondo e gli dice che lei ha un dono. Abbiamo un riavvicinamento tra Martina e Jorge, mentre lui cerca di fargli capire che non deve darsi le colpe di tutto quello che succede e poi c'è Diego, che è palesemente innamorato di Mechi, cosa succederà ora alle nostre coppie? Grazie a tutti a Lunedì prossimo. Un bacio.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Simbiosi ***


Simbiosi.

Ho fatto un sogno strano, bello oserei dire, uno di quei sogni che raramente nella vita mi è capitato d’avere. Ero sdraiata in un bellissimo prato, guardavo il cielo, intorno a me c’erano tutte le persone a cui voglio bene, tutte sorridenti, tutte felici. Leggermente inizio a svegliarmi, mi sembra di aver dormito per giorni, mi sento completamente riposata, dei bisbigli e delle risatine mi svegliano completamente, ma prima di aprire gl’occhi mi accorgo di avere la testa appoggiata a qualcosa, qualcosa che si muove lentamente e un leggero battito si insinua nelle mie orecchie. Sono un po’ confusa finché non apro gl’occhi e mi ritrovo sdraiata sul divano, rannicchiata vicino a Jorge con la testa nascosta nel suo petto, le sue braccia mi avvolgono, le nostre gambe sono incrociate l’una all’altra, non ricordo nemmeno di essermi addormentata e non ricordo come siamo finiti sdraiati qua, avvinghiati l’uno all’altra. In questo momento però vorrei fermare il tempo, restare qui tra le sue braccia dove mi sento quasi al sicuro, protetta e felice. Una risatina mi rimanda con i piedi per terra e lentamente volto la testa trovandomi Mechi e Diego seduti al tavolo che ci guardano, << Buongiorno principessa >> ridacchia Diego leggermente per non svegliare Jorge che dorme in modo profondo, con respiri leggeri, lo guardo per un secondo, lo guardo dormire beato e felice e poi mi rivolto verso Diego e Mechi che sorridono, credo di diventar rossa dall’imbarazzo, << Io non ho idea di come siamo finiti così >> dico per fargli sparire quel sorriso sulla faccia << Smettetela di guardarmi così! >> borbotto poi, << Siete carini >> dice la bionda, la guardo e mi sembra rinata, anche se nei suoi occhi si nota tutto il dolore che ha provato, si vede la stanchezza dei suoi pensieri << Non dirlo mai più! >> le rispondo e lei ridacchia ancora mentre sorseggia la sua tazza di tè. Lentamente cerco di sgusciare dalle braccia di Jorge senza svegliarlo e quando mi alzo, << Hai dormito bene? >> mi stuzzica Diego, << La smetti? >> domando indicandolo con un dito minacciandolo << Tu come stai? >> mi rivolgo poi a Mechi << Stai bene? >> domando andando verso di lei preoccupata e l'abbraccio, << Si! >> risponde, << SI? >> domando io confusa dalla sua sicurezza, << Si… sai voglio lasciarmi tutto questo alle spalle, sono stata una stupida e non dovevo fidarmi, la direttrice stamattina a chiamato e ha detto che Lucas è stato espulso dalla scuola e quindi non lo vedremo mai più >>, << E tu sei tranquilla? >> domando poi io molto confusa, io che non tollero quando qualcuno approfitta delle persone più deboli, io che odio ogni persona al mondo che prova solo a far del male a un essere umano, non vorrei più vedere niente di simile perhcè dentro di me tutto si sfrantuma ogni volta, << Si tranquillissima, perché ho degl’amici come voi e mi siete venuti a salvare, non posso chiedere di meglio >> sorride lei anche se ancora un po’ scossa, << Fisicamente stai bene? Ti ha fatto qualcosa? Ti ha fatto del male? >>, << Martina sto bene davvero >> dice riabbracciandomi << Ora vado a chiamare mia madre che è andata in crisi, mi ha detto di ringraziarti per essermi vicina e che non vede l’ora di rivederti >> borbotta lei alzandosi dalla sedia e andando in camera sua, io sorrido felice per via delle parole della madre di Mechi e poi la vedo sparire. << Sta bene davvero? >> chiedo a Diego, << Oh si, non ci crederai mai ma è la Mechi di sempre, piuttosto tu e… >>, << No ti prego non voglio parlarne e non voglio pensarci >>. Ad un tratto Jorge si sveglia stiracchiandosi un po’, si alza lentamente e io cerco di non guardarlo mentre Diego mi guarda e so che nella sua testa mi sta prendendo in giro, intanto che Jorge si riprende gli tiro una pacca sulla spalla per farlo smettere di guardarmi in quel modo. << Buongiorno >> borbotta Diego, io gli tiro una gomitata, << Buongiorno >> esclama Jorge stiracchiandosi un po’ << Non ricordo di essermi addormentato >>, << A no? >> chiede in modo furbo Diego, << No, perché? >> domanda Jorge poi, << Eri stanco e ti sei addormentato >> dico in modo veloce per non far rispondere Diego, lui mi guarda confuso << Ok… come sta Mechi? >>, << Bene, almeno sembra >> rispondo io, << Sta benissimo >> continua Diego << Sai come è fatta >> borbotta poi, << Si, si lascia tutto alle spalle e continua la sua vita >> ribatte Jorge e i due si sorridono, << Io sono preoccupata un po’ per lei >> dico, << Non devi davvero, Mechi è così, più che altro Jorge ora ha un problema… >> borbotta Diego, << Quale sarebbe? >> domanda lui guardandolo, << Ha chiamato Stephie, ma tu dormivi e non volevo svegliarti sembravi così pacifico e beato… >> io tiro un'altra gomitata a Diego mentre Jorge sembra confuso, << Ho risposto io, voleva sapere perché non eravamo nella nostra stanza e gl’ho detto che eravamo qua, ma che non doveva preoccuparsi perché siamo stati svegli tutta notte con Mechi e che ti eri addormentato sul divano, non l’ha presa molto bene >>, << Oh Merda >> dice lui e poi si alza, << Salutatemi Mechi, tornerò più tardi, devo andare da Stephie se no chiamerà mia madre >> dice uscendo velocemente dalla camera ma prima mi guarda.

Sono passati un paio di giorni da quando Mechi è stata aggredita da Lucas, ormai tutti ne parlano, ma lei va in giro con il sorriso stampato in faccia come se non fosse successo niente, mentre io cerco di non pensare a Jorge e di evitarlo il più possibile, cosa quasi impossibile da fare perché mi gira sempre intorno, non so ma mi sento strana a pensare di aver dormito fra le sue braccia, ci siamo addormentati seduti uno in parte all’altra e ci siamo ritrovati sdraiati e avvinghiati e questo oltre ad imbarazzarmi un po’ mi fa pensare ancora di più a lui. Mi volto verso Mechi che sembra troppo tranquilla dopo tutto quello che è successo << Si può sapere come fai a stare così tranquilla? >> chiedo io guardandola mentre camminiamo per i corridoi, le lezioni sono finite e tutti sono nei corridoi, << Perché lui non è qua, non lo posso vedere, non lo posso sentire e questo mi fa sentire bene, perché se no lo ammazzerei con le mie mani >> esclama lei, << Ma emotivamente stai bene! >> esclamo io, << Senti Martina sto bene davvero, smettila di preoccuparti, non capisco tutta tua questa preoccupazione, non posso stare qua a piangermi addosso perché uno ha fatto lo stronzo con me, è anche colpa mia che mi sono lasciata trascinare in questa cosa senza ascoltare i miei amici ma me lo sono buttata alle spalle, ho pianto, mi sono rimproverata ma voglio godermi la mia vita e non stare a piangermi addosso, ho bisogno di essere felice e lo sono così >>, << Ok va bene come vuoi tu, ma… >>, << Niente ma… sto bene, davvero per fortuna non è successo niente di grave >>. La nostra conversazione finisce qui e continuiamo a camminare. E’ pomeriggio, sono passata dalla direttrice per avere informazioni su Lucas, qualcosa non mi quadra comunque, forse sono io, le mie paranoie a portarmi a questo ma credo che ci sia qualcosa di più che ancora non so, qualcosa che non mi torna, è una sensazione strana che mi viene da dentro e non riesco a non pensarci, voglio scoprire tutto su quel ragazzo e del perché è così, però la direttrice mi ha detto che non può darmi un numero dove rintracciarlo ma non smetterò comunque di cercarlo. << Ciao Martina >> mi saluta la professoressa Alonso diretta nel suo studio, << Salve >> la saluto io sorridendo, << Come sta Mechi? >> mi chiede, << Bene, troppo bene >> rispondo io, << Beh se lei dice di star bene dovresti credergli, dargli un po’ di fiducia, magari è il suo modo di reagire >>, << Si ma è strano, non è arrabbiata, non è spaventata, io... non so come fa >>, << Non tutti reagiamo allo stesso modo, magari lei si sente meglio buttandosi tutto alle spalle, è il suo modo per sentirsi bene, evidentemente a lei non importa provare rancore o rabbia perché provare queste cose le farebbero male, non vuole passare il suo tempo ad essere arrabbiata >>, << Ma dovrebbe esserlo >> borbotto io, << Lo è in un certo senso ma lei questa rabbia la mette da parte, scusami ma devo andare a correggere dei compiti, comunque stai tranquilla, Mechi è in gamba e se dice che sta bene è così! >> mi sorride lei per poi sparire. Ripenso alle parole della professoressa mentre cammino, io se fossi in Mechi sarei arrabbiata e vorrei vendicarmi in qualche modo, ma forse ha ragione, essere sempre arrabbiati per qualcosa fa solo perdere tempo per essere felici. Una melodia mi arriva alle orecchie, una canzone che riconosco come AVALENCHE di Demi Lovato e Nick Jonas, mi avvicino lentamente a questa melodia e arrivo ad una porta semi aperta. Spio dentro e sul palco della sala di musica riconosco Jorge e Stephie che cantano, Pablo è difronte al palco che li guarda. Rimango a guardarli senza farmi vedere, Jorge sta cantando la sua parte benissimo, ma quando la voce di Stephie si unisce a quella di Jorge Pablo ferma la musica, << Non va bene! >> esclama lui, << Jorge devi impegnarti di più >> dice Stephie al suo ragazzo, << Non è questo >> ribatte Pablo che oggi indossa una camicia bianca e dei jeans con una cintura marrone << Cantate benissimo entrambi ma tu Stephie cerchi sempre di sovrastare il tuo partner quando canti, come se stessi coprendo la sua voce >>, << Non è colpa mia >> borbotta lei, << Quando cantate un duetto e le vostre voci si uniscono nessuno deve sovrastare nessuno, dovete essere in simbiosi capite? Le vostre voci devono essere un tutt’uno e non divise >>, << E’ lui che sbaglia >>, << No Stephie sei tu che cerchi di sovrastarlo >>. Un po’ mi rallegra vedere che Pablo rimprovera Stephie, perché crede sempre di essere la migliore e vuole sovrastare Jorge quando canta per farsi vedere ma non capisce che sbaglia e dà la colpa agl’altri, perché lei è troppo perfetta per sbagliare e questo mi irrita, odio il fatto che lei si senta perfetta quando in realtà non lo è e adoro quando qualcuno glielo fa notare, si vede che gli dà fastidio e che non vuole essere rimproverata. << Ok non mi va più di provare >> dice lasciando il microfono, << Stephie non fare così >> le dice Pablo << Dovete impegnarvi a essere in simbiosi, sembrate due cose diverse su quel palco e tu cerchi sempre di sovrastarlo, ma… >>, << Senta non mi deve insegnare come cantare, lo so fare benissimo forse Jorge non è in grado di stare ai miei livelli, perché io qua sono la migliore >> dice afferrando la sua borsa e uscendo dall’altro lato dell’aula oltrepassando tutti gli strumenti accumulati vicino ad una parete. << Mi dispiace >> esclama Jorge a Pablo, << No Jorge non è colpa tua, tu sei perfetto e lei sbaglia qualcuno glielo deve pur dire >> gli risponde Pablo, << Puoi andare e esercitati comunque, anche da solo va bene? >>, << Ok >> risponde Jorge mentre scende dal palco.
 
Quando torno nel mio alloggio Mechi è seduta sul divano ed è intenta a studiare, << Dove sei stata? >> chiede lei alzando lo sguardo mentre richiudo la porta, << In giro, ho appena visto Stephie essere rimproverata da Pablo >>, << Sul serio? >> ridacchia lei mentre mi siedo sul divano, << Già, mi ha rallegrato la giornata >> ridacchio io, << Bene >> sorride poi lei << Anche perché ora dobbiamo decidere cosa metteremo alla festa che ci sarà la settimana prossima, << Festa? >> chiedo io con una faccia buffa, << Si esatto, l’accademia organizza tutti gl’anni una festa per gli studenti, prima che inizino gl’ultimi mesi perché poi sarà impegnativo >>, borbotta lei, << E che tipo di festa è? >> chiedo io, << Bella, possiamo ballare tutta la notte e anche bere per una volta, anche se la organizza sempre Stephie insieme alle sue scagnozze >>, << Bene >> dico io in modo spiritoso << Si ed eleggono la più bella della serata >>, << Cosa? >> domando stupita, << Si, un idea di Stephie, sa di vincere lei perché minaccia le persone di votarla >>, << Allora cosa si vota a fare, non fa prima a mettersi la corona in testa e basta? >>, << Sai lei vuole la soddisfazione che tutti la votino così dopo è al centro dell’attenzione della festa >>, << Ma è ridicolo >>, << Lo so, ma non mi importa io voglio solo divertirmi e lo farai anche tu >> sorride lei trascinandomi in camera sua << Mi sono fatta mandare un bel po’ di vestiti da mia madre >> dice facendomi l’occhiolino. Dopo aver provato tantissimi vestiti finalmente arriviamo ad una conclusione, sono quasi esausta mentre Mechi è soddisfatta, << Ti sta da Dio quel vestito >> borbotta lei, << Non esagerare >>, << Mi sa che Jorge non resisterà >>, io guardo Mechi sgranando gl’occhi << No ti prego non dire queste cose >>, << Eravate carini quella mattina che dormivate insieme >>, << E’ stato uno sbaglio casuale, non mi sono neanche resa conto di dormire avvinghiata a lui, mi sono addormentata seduta e mi sono ritrovata così, non c’è nulla di carino >>, << Invece si, sembravate una coppia innamorata >>, << Non lo siamo Mechi e non mi va di parlarne >>, << Ecco la Martina che non vuole parlare delle cose che le fanno male >> esclama lei, << Non mi fa male parlarne >>, << Forse no, ma non ne vuoi parlare perché quello che provi per lui è troppo forte e tu cerchi in tutti i modi di reprimerlo, ma non puoi, quando ti piace qualcuno in quel modo non puoi affogare quello che provi dentro di te >>, << E invece lo devo fare, perché sai quanti problemi ci sono, sai quanto io non voglia soffrire se un giorno andasse male, non posso permettermi di essere distrutta, non so se c’è la farei, già per me è difficile pensare che un giorno potrei perdere te, non volevo amici, non volevo affezionarmi a nessuno ma l’ho fatto e forse un giorno ne pagherò le conseguenza se dovessi perdervi, ma l’amore, a questo non posso lasciami andare >>, << Il punto è che non puoi deciderlo >> borbotta lei appoggiando una mano sulla mia, << So che per te è difficile, so che è dura pensare di affezionarsi a qualcuno perché hai perso talmente tante persone nella tua vita che non vuoi perderne altre, ma l’amore è diverso, non puoi decidere se provarlo o no come non puoi decidere a chi affezionarti, è una cosa naturale è una cosa umana, solo che tu sei bloccata da questa paura, che io capisco perfettamente >>, << Non so, non credo di poter sopportare di perdere ancora qualcuno, perché anche se mi lasciassi andare secondo te quanto durerebbe la nostra storia, con tutti i problemi che ci circondano e lo perderei ,cosa che non voglio fare, è una cosa che non voglio provare >>, << Ti capisco Martina ma non puoi negare quello che provi >>.
 
Sto camminando nel cortile, sto andando nell’edificio degl’alloggi a portare alla professoressa Alonso il compito che ho svolto, Mechi sta sempre meglio, sembra che non le sia successo niente anche se non è passato molto tempo da quando è successo il fatto. << Ehi Martina >> esclama Diego che sta correndo verso di me, << Ehi >> esclamo io, << Come stai? >> mi domanda lui, << Bene >> rispondo, << E Mechi? >> chiede poi guardandomi profondamente << Potresti chiederglielo tu! >> dico facendo spallucce << Non dirmi che hai paura di parlargli >>, << Non è che ho paura è che prima che succedesse il tutto non avevamo proprio un bel rapporto e non so come comportarmi con lei >>, << Come hai sempre fatto e anche se lei ti snobbava un po’ fidati che per lei eri sempre il suo migliore amico >>, << Già… >> borbotta lui << Comunque non so davvero cose gestire questa situazione, ho solo in testa Lucas e vorrei spezzargli le gambe >>, << Solo? >> domando io in modo ironico << Io gli farei di peggio >> ridacchio poi, << Comunque sta bene? A vederla sembra di si ma magari ti ha parlato e…>>, << A quanto pare sta meglio di tutti noi messi insieme, quindi puoi stare tranquillo >>, << Ok Grazie >> borbotta poi. Io guardo Diego che sembra pensieroso, << Non è ora di dirgli che ti piace e che sei innamorato perdutamente di lei? >> domando con un sorrisino, << Non credo che potrei farcela, insomma non è facile e non voglio perderla >>, << Ok, ma vuoi passare la vita amandola e vederla con altri ragazzi, sposarsi e avere dei figli senza mai dirglielo e star mele? >>, << Non lo so, sono confuso, comunque ne riparleremo, davvero perché sei l’unica con cui posso parlarne, solo che ora devo scappare, devo studiare se no rimango indietro >>, << Ok, ma per favore diglielo! >> gli faccio l’occhiolino io << Non sai mai come può andare a finire >>. Quando esco dall’ufficio della professoressa Alonso e sto tornando ai dormitori, passo davanti a un aula di musica e vedo Jorge seduto sul bordo di un palco, con in mano il testo della canzone e canta. Lo ascolto per un po’, poi lo vedo sconsolato, come arrabbiato con se stesso perché crede di essere lui a sbagliare, allora con un po’ di forza di volontà entro nell’aula e mi avvicino a lui, << Ciao >> borbotto lentamente e lui si volta, non si era accorto della mia presenza, << Ciao >> mi saluta poi sorridendomi, << E’ la prima volta che ti vedo nell’aula di musica! >> esclama lui << Cosa ci fai qui? >>, << Ti ho visto e ti ho sentito cantare ma non mi sembri contento >>, << Già devo migliorare, se no il duetto con Stephie farà schifo >>, << E perché credi di essere tu a sbagliare? >> domando, << Non lo so… sinceramente non credo di sbagliare è solo che lei mi fa sentire così, come se non fossi capace a cantare un duetto perché non ne sono all’altezza >>, << Tu sei bravissimo, le sue opinioni non contano >>, << E se fosse vero? Se fossi io a sbagliare >>, << Non è così! >> esclamo io, << Non puoi saperlo >>, << Sapendo come è fatta farebbe di tutto per esaltare lei e non te durante una canzone >>, << Si ma io sto per fare un disco dove devo cantare con lei e non voglio che faccia schifo >>, << Jorge smettila, non sei tu il problema… >>, << Magari non ne sono in grado… magari non sono all’altezza di farlo >>. Io ascolto Jorge stupita, come può pensare di non essere all’altezza solo perché Stephie lo sovrasta sempre? << Basta >> esclamo io, lui si zittisce e mi guarda, << Canta! >> esclamo poi, << Cosa? >> domanda confuso, << Canta Jorge >> dico come un ordine. Con il telecomando fa partire la base della canzone e inizia a cantare AVALENCHE, con la sua bellissima voce, canta tutta la prima strofa e poi al ritornello inizio a fare la seconda voce, lui mi guarda come stupito, non si aspettava che mi mettessi a cantare con lui, poi canto tutta la seconda strofa finché le nostre voci non si uniscono in una sola voce perfettamente, io non sovrasto lui e lui non sovrasta me come deve essere. Lui continua a guardarmi, io ogni tanto abbasso lo sguardo fingendo di leggere le parole sul foglio, è incredibile, le nostre voci sono perfette insieme, una melodia bellissima che mi entra nelle vene, la sento sotto la pelle, nel cuore, in ogni mio respiro. Quando la canzone finisce lui mi guarda, << Visto che non sei tu che sbagli, bisogna saper cantare in due e Stephie non lo sa fare >> dico io per togliere quell’imbarazzo tra noi, lui annuisce leggermente << E’ stato… >>. Qualcuno applaude, mi volto velocemente e Pablo entra nell’aula con un gran sorriso, << Strepitoso >> dice scandendo bene le parole, io arrossisco e abbasso lo sguardo, << E’ stato grandioso, mi chiedo come una ragazza con una voce come la tua non faccia parte della mia classe >> esclama poi, << Io, non so, non credo di potercela fare >> blatero senza guardare in faccia nessuno, << E’ stata brava vero? >> chiede Jorge, << Bravissima ma ancora di più insieme, è proprio quello che volevo dirti l’altro giorno Jorge, quando si canta in due bisogna avere simbiosi, nessuno dei due deve prevalere sull’altro ed è stato perfetto davvero! >>, << Grazie, ma ora dovete farlo capire a Stephie >> blatero scendendo dal palco dove sono seduta vicino a Jorge, indietreggio velocemente, << Io devo scappare, scusate >> dico abbassando lo sguardo per poi voltarmi e uscire da quell’aula. Ho quasi il fiatone, non so cosa mi si è preso ma ogni volta che Jorge dubita di se voglio fargli cambiare idea, voglio mostragli che non è lui ha essere sbagliato, purtroppo la sua situazione non è delle migliori, costretto a condividere tutto con quella strega a cui deve adattarsi, ma lui è perfetto così, non ha bisogno di migliorare, non ha bisogno di fare di più, è solo strepitosamente eccezionale così, e cantare insieme lo ha dimostrato anche se a me fa male, anche se mi fa tornare in mente tante cose, l’ho aiutato a credere in lui.

P.S: Eccoci qua con il capitolo. Spero che vi sia piaciuto. Qua vediamo una Martina che per la prima volta riesce a mettere da parte le sue paure e canta con Jorge, perchè quest'ultimo crede di non essere all'altezza per via di Stephie. Vediamo una Mechi che si comporta come niente fosse, che vuole andare avanti felice e serena senza pensare a quello che le è successo e un Diego molto preoccupato per lei ma non ancora pronto a confessargli ciò che prova. Martina però non è convinta di Lucas, pensa che ci sia qualcosa ancora da scoprire, soprattutto perchè proprio Mechi? Ora vi lascio, grazie a tutti come sempre davvero. Mi fa molto piacere quando mi scrivete! Un bacione al prossimo capitolo!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Volevo solo salvarlo. ***


Volevo solo salvarlo.
 
<< Ho cantato con Jorge >> esclamo io ad un tratto mentre guardo Mechi seduta sul divano, sono nervosa, forse non avrei dovuto farlo ma vederlo così giù di morale per Stephie mi ha scatenato qualcosa dentro che non so descrivere, non voglio vederlo così, anche perché lui non si merita tutto questo, è troppo bravo e non deve demoralizzarsi solo perché una stupida ragazza si crede chissà chi. << Cosa? >> chiede stupita Mechi, << Si, ho cantato con Jorge! >> ripeto, << E come è stato? >> chiede lei con un sorrisino malizioso, << Cosa centra questo? Sono nervosa perché Pablo ci ha sentito e ha detto che eravamo perfetti insieme >> esclamo io confusa, << Beh, lo siete >> afferma lei con aria convinta spostando i suoi capelli biondi e lunghissimi tutti da una parte, << Ti prego Mechi non è di questo che voglio parlare ma del fatto che non dovrei cantare >>, << Perché no? >> domanda lei, << Perché non voglio tornare indietro, voglio andare avanti con la mia vita ma mi ritrovo sempre a combattere con il passato e non voglio più farlo >>, << Fa parte della tua vita combattere con il tuo passato Martina, è per questo che sei speciale perché la vita ti ha dato tante prove difficili da affrontare ma tu sei ancora qui, sempre più forte, sempre più pronta ad affrontare tutto >> dice lei alzandosi dal divano e venendo verso di me, mi afferra le mani e mi guarda dolcemente negl’occhi << Sei grandiosa, sei unica e non sei sola Martina, dovresti fare quello che vuoi e smetterla di pensare al tuo passato perché ci pensa da solo a ritornare da te, quindi viviti la vita >>, << E’ dura, cioè nella mia testa sono sempre presenti i ricordi del mio passato, soprattutto quelli che fanno più male e riviverli è straziante, mi distruggono, mi lacerano dentro spezzando ancora di più il mio cuore >>, Mechi mi abbraccia << Vedrai che troveremo un modo per farti sentire bene, non puoi cancellare quello che è stato Martina ma puoi conviverci, convivere bene con te stessa >>, << E come? Ho perso mio fratello per colpa mia >>, << Io non so cosa sia successo veramente, ma non puoi incolparti per tutta la vita, devi andare avanti affrontando il tuo passato come fai sempre, sei forte, ce la farai! >>, << Come puoi esserne così sicura? Mi sembra di sentire Jorge >>, << Beh siamo amici per un motivo >> sorride lei << Comunque ne sono così sicura perché vedo in te una persona straordinaria e so che qualsiasi cosa potrebbe succedere tu saprai alzarti ed affrontarla, so che non ti lascerai sconfiggere mai e questo ti porterà lontano anche se ci vorrà un po’, anche se ci metterai anni tu riuscirai ad essere quello che vuoi essere, perché le persone come te riescono in qualunque cosa! >>, << Grazie Mechi, per credere in me, ho solo paura che tutto quello che mi è successo mi si ritorce contro, e prima o poi accadrà >>. Dopo aver parlato con Mechi cammino per i corridoi degl’alloggi, sto uscendo per farmi una passeggiata, guardo la gente intorno a me e continuo a pensare al momento in cui io e Jorge cantavamo, era tutto così naturale, così spontaneo, era come se cantassimo insieme da tutta una vita, e poi nella mia testa mi torna in mente il volto di un bambino, il mio Francisco, mi ritornano in mente i suoi pianti, i suoi sorrisi, quanto amavo vederlo ridere? Quanto amavo averlo con me? Quanto amavo lui? Un amore così immenso e ricordo il suo viso, ricordo il suo sguardo terrorizzato impaurito quando me l’hanno portato via da me, cercava di sfuggire dalle braccia dell’assistente sociale per poter correre nelle mie braccia, il posto in cui lui si sentiva al sicuro e faceva sentire al sicuro anche me. Quando me l’hanno portato via è come se avessi perso tutto, è come se mi avessero strappato una parte di me stessa, è come se mi avessero tolto il cuore, ma ho dovuto difenderlo, ho dovuto fare quello che ho fatto per vederlo star bene e dopo tutto questo tempo lui rimane sempre il pezzo mancante, rimane la parte di me vuota che non riuscirò mai a colmare. << Martina! >> la voce di Ruggero mi raggiunge, sta correndo verso di me, ha un po’ di fiatone e poi mi guarda sorridendo, << Ho trovato una cosa che cercavi! >> esclama lui, i suoi capelli riccioli un po’ cresciuti sono disordinati sulla sua testa, porta una maglietta bianca e dei pantaloni neri e dalla tasca tira fuori un foglietto, << Il numero di Lucas! >> dice poi, io rimango stupita e poi prendo il biglietto in mano, << Dove l’hai trovato? >> chiedo sorpresa, << Grazie a mio padre, un suo amico è riuscito a scoprire il numero di Lucas, sapevo che lo stavi cercando così ho pensato di portartelo >>, << Sei un grande >> dico abbracciandolo. Ruggero scappa via perché ha un appuntamento con Cande e io afferro il telefono e digito il numero, squilla e la mia ansia aumenta, << Pronto >> dice una voce che riconosco come quella di Lucas, << Sono Martina, dobbiamo parlare! >>
 
Sono arrabbiata, le parole di Lucas, quello che mi ha raccontato, sapevo che c’era qualcosa che non mi tornava e difatti ho scoperto una cosa che mi manda in bestia, che mi fa ribollire il sangue nelle vene. Sono al Pub con le ragazze, una serata tra amiche ma il mio pensiero è concentrato sulle parole di Lucas. << Martina ha cantato con Jorge >> esclama poi Mechi e Cande e Alba mi guardano stupite, << Volevo tenermelo per me, ma grazie Mechi >>, << Cosa c’è di strano? >> chiede Cande poi, << Forse il fatto che ha Martina piace Jorge e che ha Jorge piace Martina >> dice Maliziosa la bionda che riceve una gomitata da me, << Ahia >> esclama lei << Puoi fidarti di loro non lo diranno a nessuno >> dice poi mentre Cande mi guarda con gl’occhi spalancati e Alba con occhi sognanti, << Sareste davvero carini insieme >> esclama la ricciola, << no, non credo e poi c’è Stephie e tante altre cose, quindi non voglio parlarne >>, << Gli starebbe bene a quella strega, noi tifiamo per te >> blatera Cande, << Non c’è niente da tifare Cande >> esclamo io << Non è una gara e non starò mai con Jorge >>, << Io spero di si! >> borbotta Alba << insomma siete perfetti l’uno per l’altra, non ho mai voluto dirlo perché non mi sembrava opportuno ma ho sempre pensato che voi due insieme sareste fantastici, sarebbe una cosa davvero romantica e dolce >> dice ancora con quell’espressione sognate, << Alba ti prego, non mi va di parlarne e poi non voglio che qualcuno ci senti, già sono nei guai perché Diego sa del bacio! >> dico senza pensarci, << Bacio? >> esclama Mechi scioccata, io rimango a bocca aperta perché mi è scappato senza pensarci, << Vi siete baciati? >> domanda la bionda con la voce bassa e con gl’occhi sgranati, << Si, insomma… è stata una sciochezza, stavamo parlando perché sapevo cosa provava per me gl’ho detto che non doveva provare quelle cose e poi ci siamo baciati, come un bacio d’addio >> dico io imbarazzata, Alba con gl’occhi a cuore mi guarda, << Che cosa deliziosa >> dice mentre la barista ci porta le nostre bibite al tavolo, << E come è stato? >> chiede impaziente Cande che si è agitata per tutto questo, Mechi ancora sconvolta continua a guardarmi aspettando una risposta, << Non credo che risponderò a questa domanda >> dico io per uscirne, << E no cara, ora ci racconti come è stato! >> dice la rossa, io rimango zitta per qualche secondo e Mechi mi fa un cenno come per dire di parlare, << Ok, è stato dolce e tenero, ma io…. Dentro di me c’erano un sacco di emozioni contrastanti e non so realmente cosa provavo in quel momento >>, << Sei cotta di lui >> esclama Mechi, << Non esageriamo >>, << E’ proprio così mia cara >> mi fa l’occhiolino Cande. Dopo un po’ finalmente smettiamo di parlare di Jorge e la mia testa ritorna a pensare a Lucas, alle sue parole, in quel momento vedo Stephie entrare nel Pub con le sue due amiche e con una scusa mi allontano dalle mie amiche. Stephie è girata di spalle e chiacchiera con delle ragazze e io mi avvicino a lei, << So cosa hai fatto! >> esclamo e lei lentamente si volta e mi fa uno di quei sorrisini malefici, << Oh ecco la randagia, dimmi cosa avrei fatto? >> domanda lei con un aria superiore, mi avvicino a lei, faccia a faccia e parlo a bassa voce così può sentirmi solo lei, << So che hai mandato Lucas da Mechi, volevi che si avvicinasse a lei così potevi controllare me e Jorge, perché sai che dico tutto a Mechi e speravi che Mechi dicesse tutto a Lucas per riferirlo a te, ma Mechi non è come pensi tu >>, << Hai molta fantasia >> esclama poi lei in modo tranquillo, troppo tranquillo, << Ho parlato con Lucas >> esclamo io e la sue espressione cambia, << Ti sbagli, è un bugiardo >>, << Non credo proprio siccome è arrabbiato con te perché gli avevi promesso dei soldi >>, lei deglutisce e mi spinge da parte per parlarmi senza nessuno intorno, << Non ti conviene dirlo a nessuno >> dice poi con uno sguardo nervoso e minaccioso, << Hai messo in pericolo Mechi, lo sai questo vero? >>, << Io non sapevo che lui fosse un pervertito, io gli ho solo detto di mettersi con lei >>, << E ti sembra una cosa normale da fare? >>, << Oh mia cara, stai sempre appiccicata al mio ragazzo e ti voglio fuori da qui, riuscirò in qualche modo, quindi ti conviene stare zitta e non dirlo a nessuno e poi Jorge si sentirà in colpa quando glielo dirai perché oltre a incolpare me crederà anche che sia successo a causa sua, perché volevo controllare anche lui >>, << Sei perfida >>, << Non hai ancora visto quanto, quindi stai zitta che di segreti ne hai anche tu >> borbotta allontanandosi da me lasciandomi senza parole, con l’amaro in bocca per il fatto che non posso fare niente, se lo dico a Jorge potrei rattristirlo ancora di più di quello che è già. Non so cosa fare, devo trovare un modo per incastrare Stephie, ma ho bisogno di tempo per capire come agire.
 
<< Sei pronta per la festa? >> mi domanda Mechi mentre camminiamo per il cortile, << Sinceramente… non proprio >> borbotto io, stasera ci sarà la tanta attesa festa, Mechi non ci sta più nella pelle ma io continuo a pensare come incastrare Stephie senza che Jorge ci vada di mezzo, lui purtroppo è costretto a stare con lei e non voglio dargli un altro motivo per sentirsi triste. << Ci divertiremo >> borbotta la bionda << Almeno stasera cerca di essere serena che in questi ultimi giorni mi sembri troppo pensierosa >>, << Ok, cercherò di divertirmi >> dico senza entusiasmo e Mechi mi fulmina con uno sguardo. Ad un tratto vediamo Pablo venire verso di noi, << Salve Pablo >> saluta Mechi con un sorriso, << Salve Ragazze >> dice lui, io sono in evidente imbarazzo per quello che mi ha detto quando mi ha sentita cantare con Jorge, << Ecco la ragazza con una voce eccezionale >> borbotta riferendosi a me, << Non esageri >> esclamo io, << Forse tu Mechi riuscirai a convincerla che abbiamo bisogno di lei alle nostre lezioni >>, << Io non credo prof >> ribatte Mechi ridacchiando, << Beh spero comunque che prima o poi cambierai idea, io ti aspetterò volentieri, lavorare con te sarebbe un onore davvero >>, << La ringrazio, ma… >>, << Non preoccuparti Martina non voglio obbligarti ti sto solo dicendo che se vorrai la porta sarà sempre aperta >>, << Grazie Pablo >> borbotto imbarazzata mentre Mechi sorride, lui ci saluta con un cenno e lentamente si allontana. << Ti vuole proprio nella classe di Musica >> esclama la bionda, << Lo so >> borbotto io, << Non ho mai visto Pablo così entusiasta per una cantante >> dice lei e io la fulmino con gl’occhi, lei mi fa spallucce e ricominciamo a camminare. Ci stiamo preparando per la festa, Mechi si sta mettendo il rossetto rosso fuoco sulle labbra, indossa un vestito nero lungo con uno spacco altissimo che gli lascia scoperta una gamba dalla pelle candida e dei sandali neri altissimi. I suoi capelli sono tutti ondulati e spostati da un lato, sembra una dea. << Allora come sto? >> le domando, quando lei si volta rimane a bocca aperta, indosso un vestito rosa antico, con uno scollo profondo a V sulla schiena e una gonna corta a mezza ruota. I capelli sono raccolti in una coda alta, semplice ed elegante, il trucco leggero e le labbra leggermente rosate, ai piedi porto un paio di sandali, fini e neri. << Sei stupenda >> esclama poi lei, << Senti chi parla >> dico indicandola, << Che gambe! >> esclama poi, << Mechi mi metti in imbarazzo, io non sono abituata a queste cose >>, << Sei una gnocca da paura! >>, << Smettila >> dico indicandola con un dito per minacciarla, lei alza le braccia come segno di arresa, << Ok non dico più nulla >>. Le altre ragazze bussano alla porta, Alba è incantevole nel suo vestito color prugna, lungo e morbido, i capelli raccolti con un raccolto spettinato e ai piedi degli stivaletti alti, Cande invece è raggiante, ha un top corto e nero con una gonna a ruota con dei disegni, dal fondo bianco. << Wow >> esclama Cande guardandomi, << Non dire niente, se no Martina ti uccide >> borbotta Mechi che riceve un occhiataccia da me, Alba ridacchia << Beh, comunque siete bellissime >> dice poi. Ci avviamo verso la festa, tra chiacchiere e risate anche se il pensiero di Stephie mi tormenta, non mi va di vederla ma purtroppo mi tocca. Quando arriviamo all’entrata Ruggero, Facu e Diego sono li ad aspettarci, la festa si svolge nella palestra, che è enorme e tutta addobbata per l’occasione. Ruggero guarda Cande con entusiasmo la stringe a se e gli da un leggero bacio sulle labbra, Facu è incantato dalla bellezza di Alba, la guarda stregato per poi sollevarla da terra con un abbraccio e farla girare appoggiando le sue labbra su quelle della sua amata. Diego rimane stupito da Mechi ma cerca di non farlo capire, anche se io lo noto subito, allarga le braccia e sorride, << Siete Splendide davvero >> esclama lui, Diego indossa una camicia bianca, un paio di Jeans stretti e una giacca nera, è molto elegante e sta bene vestito così. Noto che molta gente, soprattutto ragazzi, mi guardano, rimangono come stupiti dalla mia eleganza, << Stai facendo colpo >> sussurra Mechi, << Smettila >> borbotto io, << Prima di entrare dobbiamo votare >> esclama Facu che con una mano ci indica la direzione, arriviamo ad un tavolo dove scriviamo su dei foglietti e poi li mettiamo in una scatola, << Per chi hai votato? >> mi chiede Mechi, << Per te >> sorrido io e lei ricambia. Ad un tratto sento una strana presenza e quando mi volto vedo Jorge, mano nella mano con Stephie che entrano nella palestra, lei è molto elegante, ma la sua faccia da Strega le toglie tutto il fascino, porta un vestito scollato sul davanti, rosso accesso e corto, Jorge è incredibile, come all’ultimo dell’anno, camicia bianca, e pantaloni neri, i capelli un po’ spettinati gli danno quell’aria da bello e dannato. Anche lui mi nota, mentre si avvicinano al tavolo sento i suoi occhi su di me, Diego mi da una piccola gomitata, << Hai fatto centro >> mi dice a bassa voce, << Si può sapere cosa avete tutti oggi? >> chiedo io un po’ nervosa. << Ciao >> saluta Jorge mentre Stephie sta votando e poi passa un bigliettino a Jorge che è concentrato a guardarmi, << Sai già per chi votare >> dice lei a Jorge però sorridendo in modo malefico a me.
 
La festa continua, Jorge è sempre vicino a Stephie che lo tiene d’occhio, ma lo vedo ogni tanto guardarmi, mentre bello con le ragazze, mentre stiamo bevendo qualcosa, mentre chiacchieriamo lui ogni tanto mi osserva, con quei suoi occhi verdi che mi fanno mancare il respiro. << Non ti stacca gl’occhi di dosso >> borbotta Alba che ancheggia in parte a me, << Non voglio parlarne, non adesso >> blatero io guardandola, lei mi fa l’occhiolino e poi ritorna vicino a Facu. Ad un certo punto un ragazzo sale su un palco montato per l’occasione, << Salve ragazzi, spero vi stiate divertendo >> dice lui con grande entusiasmo, << Scusate per l’interruzione ma è ora di eleggere la più bella della festa >> borbotta lui mentre tutti lo ascoltano e urlano o fischiano, << Bene, tutti avete votato quando siete entrati e ho qui la busta con il nome della vincitrice di quest’anno e la sua corona >>, in mano tiene una coroncina piccola ma carina che fa sventolare in aria per mostrarla a tutti. << Bene, siete pronti? >> domanda lui e tutti rispondo in un assordante boato, Stephie sorride sapendo di essere già la vincitrice. << La vincitrice di quest’anno è…. >> tutti rimangono in silenzio, il ragazzo sul palco fa una faccia confusa e poi esclama il nome, << Martina Stoessel >> dice stranito, tutti si voltano a guardarmi, i miei amici sorridono e Jorge pure, un applauso parte per lo più dai ragazzi, io mi sento male e Stephie è verde d’invidia e rossa di rabbia, lentamente mi avvicino al palco con tutti gl’occhi puntati addosso, << Sei bellissima >> urla qualcuno tra la folla, << Stupenda >> qualcun altro, quando arrivo al palco afferro la coroncina e vedo Stephie arrivare come un treno e prendere il microfono, << Come avete potuto! >> urla e tutti la guardano << Lei non è niente confronto a me >>, io guardo Stephie come tutti gl’altri presenti un po’ sconvolta, << Lei è inaffidabile, vergognosa, pericolosa e la votate? >>, << Smettila Stephie >> urla Mechi dalla folla, << Lo diresti anche tu se sapresti quello che ha fatto >>, il mio cuore aumenta di battito e poi tutto crolla, << Lei ha mandato un uomo in coma che poi è morto >> urla al microfono e tutti basiti e confusi mi guardano. Io sono senza parole, la rabbia mi ribolle dentro, ma io non sono come lei non voglio giocare al suo stesso gioco, << Sei davvero una brutta persona Stephie >> le dico senza fiato, << Io lo sarei? Guardati un po’ tu che non hai fatto niente di buono nella vita e sei pure pericolosa >> dice avviandosi per scendere dal palco con un sorrisino malefico, tutti mi stanno guardando confusi, impauriti, tranne i miei amici che sono increduli ma molto dispiaciuti, mi chiedo come possa saperlo, come abbia fatto a scoprirlo e poi fermo Stephie << Cosa avresti fatto tu al posto mio? >> le urlo e lei si volta << Cosa avresti fatto se avessi visto tuo fratello essere maltrattato da un uomo? >> ho gl’occhi lucidi e la voce tremante, << Io cercavo solo di difenderlo ed è success... l’ho spinto per allontanarlo da mio fratello ed è caduto sbattendo la testa, io non volevo far del male a nessuno, volevo solo aiutare mio fratello e non ci ho guadagnato nulla perché me l’hanno portato via, io non sono pericolosa, io volevo solo…. >> dico senza fiato, senza provare più niente, la pelle d’oca, l’aria che inizia a mancare, come può sapere queste cose, lei non avrebbe mai potuto leggere il mio fascicolo chiuso nello studio della direttrice, non avrei mai voluto arrivare a questo, non volevo che gl’altri sapessero che la vita di uomo si è spenta per colpa mia. Tutti mi fissano, Mechi e Alba hanno le lacrime mentre gl’altri mi guardano dispiaciuti, soprattutto Jorge che sembra sul punto di esplodere, << Sei comunque una criminale! >> dice Stephie, << Fai tutto questo solo perché hai perso a questa stupida gara su chi è più bella o no? >> le domando retoricamente , << A me non mi importa di tutto questo, non lo capisci? >> dico io <> sussurro poi allungado un braccio per passargli questa stupida coroncina << Io non la voglio, non l’ho mai voluta >>. Il mio cuore si ferma per un istante, ripensare a quel momento, a quello che è successo nella mia vita, vivo costantemente  con il pensiero di aver perso mio fratello e con il pensiero che ho fatto del male a qualcuno, anche se in un certo senso se lo meritava, << Io non ho fatto del male a quell’uomo perché lo volevo o perché sono pericolosa, ma a te importa solo di te è questo il punto, non ti importa se distruggi le persone, se gli fai del male, tu vuoi stare al centro dell’attenzione e l’unico modo che hai per farlo e screditare gl’altri >>, la guardo con cattiveria e poi scendo dal palco, senza guardare nessuno, senza dire niente, Mechi cerca di fermarmi ma poi cambia idea e rimane lì a guardarmi, Diego sta fulminando con gl’occhi Stephie, Cande è arrabbiata e Ruggero cerca di calmarla, tra il brusio delle persone che parlano io in silenzio me ne vado. << Io con te ho chiuso >> sento la voce di Jorge dire che sta guardando Stephie ancora sul palco e poi sparisco correndo via, con il cuore in gola e i pensieri rivolti alla mia vita.

P.s: Eccoci qua con il nuovo capitolo che è abbsatanza sconvolgente alla fine. Scopriamo finalmente ciò che Martina ha passato, come ha perso suo fratello e come tutto questo abbia influenzato la sua vita, era solo una ragazzina e si porta dietro questo peso da anni. Credo che sia la parte più importante della storia, perchè si capisce il suo bisogno di aiutare sempre chi è in difficolta, si capisce perchè si sente sempre così in colpa quando succede qualcosa, si capisce perchè lei è così e che per sopravvivere a questo ha combattutto molto. Qui la storia ha una svolta, da qua in poi tutto cambierà, sarà diverso. I capitoli sono 30 quindi siamo quasi alla fine ma di cose ne devono ancora succedere ( il capitolo sarà segnato come trentunesimo perchè nel primo c'è l'introduzione ). Spero che vi sia piaciuto e credo che il prossimo capitolo sarà ancora più profondo di questo, scopriremo ancora tante cose, vedremo Mechi e Diego gestire ciò che provano, vedremo come reagirà Jorge a tutto questo e cosa significa per lui aver lasciato Stephie, Perchè si lui l'ha lasciata davvero stavolta. Alla prossima, ringrazio sempre tutti per leggere e commentare, un bacio <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Cose che non ti aspetti. ***


Cose che non ti aspetti. 

Sono nella mia stanza, piango e non riesco a respirare. Le luci spente, il silenzio assoluto, mi stringo le ginocchia al petto per cercare di non sentire il dolore, il dolore di aver perso qualcuno che amavo, il dolore di aver fatto male a quell’uomo senza volerlo. Non riesco a fermare i pensieri nella mia testa, le lacrime continuano a scendere e non vogliono fermarsi, la gola secca, il vuoto che sento dentro. Mi sento così debole, così sola. Non avrei mai pensato di arrivare a questo, far sapere a tutti cosa mi è successo, per colpa mia un uomo è morto ma non volevo farlo, non volevo che accadesse, ho solo cercato di difendere il mio piccolo fratello in difficoltà. Con la testa nascosta fra le ginocchia, i singhiozzi che non finiscono mai, ricordo ancora perfettamente quella scena, riesco a sentire ancora la paura, il dolore e il senso di colpa che ho provato, non ho avuto una vita facile, questo lo sanno tutti ma non volevo che sapessero anche questo, non volevo che sapessero che convivo con questa sensazione da tutta una vita ormai, che ogni singolo giorno mi divora e non si toglie mai dalla mia testa. Sento la porta dell’alloggio aprirsi, sono seduta in terra appoggiata con la schiena al muro, cerco di asciugarmi le lacrime velocemente con la mano, e quando alzo lo sguardo sulla soglia di camera mia vedo comparire Jorge, mi guarda dispiaciuto, come se si sentisse in colpa, come se fosse stato lui a esporre le mia storia, i miei sbagli, a tutti. Si accovaccia vicino a me, delicatamente appoggia una mano sul mio viso e toglie una lacrima dalla mia guancia, << Martina mi dispiace >> borbotta poi sedendosi vicino a me, anche lui con la schiena appoggiata al muro, << Non dovresti essere qua >> borbotto io << Dovresti essere alla festa e divertirti Jorge >> dico con la voce un po’ rotta dal pianto, << Non vorrei essere in nessun’altro posto >> risponde lui con delicatezza, << Sono una persona orribile >> borbotto poi, << No, non puoi dire questo >> esclama lui << Stephie… lei non sa quello che dice o quello che fa, come hai detto tu le importa solo di lei, non riesce a capire che la vita degl’altri è importante, e se ne approfitta se hanno dei problemi >>, << Che bella ragazza gentile e premurosa che hai! >> esclamo io facendo un leggero sorriso, << Non è più la mia ragazza >> esclama poi, io volto la testa e guardo Jorge, << Come? Cioè tua madre… >>, << Non mi interessa >> mi interrompe lui, << Sinceramente non mi interessa più niente, non voglio stare con una persona così, lo sapevo prima e ora ne ho ricevuto una conferma, non voglio stare con una persona come lei, non ho mai voluto stare con una così! >> ribadisce poi. Rimaniamo per un po’ in silenzio, nel buio, riuscivo a vederlo a malapena, intravedevo le sue forme, il suo viso, << Come ti senti? >> mi domanda poi, << Vorrei dire bene ma non è così >> rispondo, << Cosa è successo? >> chiede in modo molto gentile e pacato, appoggiando una mano sulla mia sul pavimento, prima di rispondere faccio un gran respiro, raccontarlo per me non è facile, << Non sono pericolosa >> inizio a dire, << Certo che no >> risponde lui convinto stringendomi un po’ la mano, << Eravamo in una casa famiglia, ma il signore che ci ospitava non era sempre gentile, aveva attacchi di rabbia, aveva questa rabbia repressa e alcune volte sfogava questa rabbia su di noi, sai non sono tutte brave persone, ci spintonava, qualche calcio e qualche schiaffo, cose che io potevo sopportare, ero forte, dovevo esserlo per me e soprattutto per Francisco >> a quel nome la mia voce trema un po’, << Cercavo sempre di tenerlo al sicuro per questo ogni volta che sentivo che quell’uomo si arrabbiava lo facevo andare nella sua stanza in modo che se la prendesse con me e non con lui >>, anche nel buoi vedo Jorge sgranare gl’occhi, riesco a sentire il suo respiro pensante, come se si stesse immaginando tutto nella sua testa, << Una sera mi addormentai, dalla stanchezza, e mi svegliò un pianto, il pianto di Francisco, quando uscii dalla stanza, ero terrorizzata, vidi quell’uomo strattonarlo e lui piangeva, riuscivo a sentire la sua paura, riuscivo a percepire il male e non so cosa mi prese, erano vicino alle scale e io corsi verso di loro, volevo solo allontanarlo, fare in modo che lui scappasse e lo spinsi, solo che la mia forza era sovrastata dalla paura e dalla rabbia, lo spinsi forte e cadde giù dalle scale, rotolava giù mentre io presi mio fratello e lo abbracciai, impaurito e tremante, poi guardai quell’uomo e non si muoveva, lo guardavo dall’alto delle scale e non si muoveva, quando la polizia arrivò, insieme all’ambulanza e agli assistenti sociali io ero ancora sulle scale che lo guardavo, pochi giorni dopo morì, gl’assistenti sociali dissero che dovevano dividerci perché il nostro rapporto mi rendeva imprevedibile, dissero che per il mio bene dovevo separarmi da lui, perché ero troppo emotiva nei suoi confronti e così me lo portarono via, e da allora vivo con il rimorso e la paura di quello che ho fatto >>, << Non è colpa tua Martina >> esclama lui << Chiunque avrebbe fatto quello che hai fatto tu >>, << Non lo so, ho perso l’unica cosa che contava per me >>, << Ma l’hai salvato, hai rischiato tutto per lui, questo è amore vero >>, << Vorrei solo smettere di pensarci, vorrei dieci minuti della mia vita, solo dieci, senza dover pensare a tutto questo, la mia mente non si ferma mai, voglio fermarla, voglio liberare la mia testa da questi pensieri >>, dico io in uno sfogo emotivo, era vero volevo smetterla di pensare, volevo smetterla di ricordare, anche solo per poco. Volto lo sguardo verso Jorge con la testa ancora appoggiata al muro, e lui fa lo stesso, le nostre facce sono distanti di pochi centimetri, lui mi guarda e io guardo lui nell’assoluto silenzio, le mie guance ancora inzuppate nelle lacrime, << Io so come fare >> dice poi leggermente, << Ti fidi di me? >> chiede poi mentre appoggia una sua mano sulla mia guancia, io annuisco leggermente e molto lentamente si avvicina a me, << Non pensare a niente Martina >> dice a bassa voce mentre le sue labbra si appoggiano sulle mie.
 
Un bacio bagnato, le lacrime che scivolano sulle mie guance fino ad arrivare alla bocca, quel gusto salato mescolato alla dolcezza di questo bacio, così forte, così voluto. Due corpi che si cercano, due anime che diventano una sola, riesco a percepire il battito del mio cuore, forte, tutto il mio corpo è sopraffatto da tutto questo, eppure riesco solo a pensare di toccarlo, di baciarlo fino alla fine dei miei giorni. Mentre le nostre labbra continuano a sfiorarsi, tra dolci baci e piccoli morsi, le sue mani mi accarezzano, come se non aspettavano altro che toccarmi. Non so spiegare cosa provo, non ci sono parole per spiegarlo, so solo che mi sento piena d’amore come non mi sono mai sentita prima d’ora. Il suo respiro lento mentre mi bacia, le sue dolci mani che mi sfiorano, ho la pelle d’oca per tutto ciò, una sensazione indescrivibile, un amore mai provato. Il mio corpo è in estasi, il sangue mi scorre caldo nelle vene e la mia mente è concentrata solo su Jorge, tutto di me si lascia andare e senza pensarci mi siedo a cavalcioni su di lui mentre ancora mi bacia e mi sfiora, poi appoggia la sua fronte sulla mia, con il fiato corto, << Se fai così mi mandi fuori di testa >> esclama lui accennando un piccolo sorriso, guardandomi dritta negl’occhi in cui potevo vedere il desiderio, la frenesia che prova in questo momento, io senza dire una parola, lentamente inizio a baciarlo ancora, piccoli e dolci baci sulle labbra che poi si trasformano in baci appassionati, non mi importa più di niente, volevo fargli capire che volevo solo essere sua. Jorge si alza con me ancora sulle gambe, sono in braccio a lui con le gambe strette al suo corpo mentre una sua mano mi tiene e l’altra accarezza la mia gamba, baci e sguardi che mi fanno salire un brivido profondo, che non ho mai sentito in vita mia, lo voglio, lo voglio più di qualsiasi altra cosa al mondo. Poi ci troviamo sdraiati sul mio letto, lui sopra di me che mi bacia il volto, il collo, le spalle, baciando tutto il mio corpo e riesco a sentire quanto lo desidera, quanto lo ha desiderato. Ad ogni suo bacio il mio corpo trema, il respiro mi manca e la mente si annebbia. Mi tiro su a sedere avvolgendogli il viso tra le mani, non resistevo più a tutta quella attrazione, inizio a baciarlo ancora mentre lentamente gli sbottono la camicia per poi appoggiare le mia mani sul suo petto nudo, lo accarezzo mentre lui sembra in estasi. Gli sfilo la camicia e lui mi avvolge tra le sue braccia, nel suo corpo caldo, mentre con quei piccoli e sinceri sorrisi che mi rivolge io mi sento al settimo cielo, su un altro pianeta, in un'altra dimensione, con delicatezza Jorge fa scivolare la cerniera del mio vestito verso il basso, mentre le mie mani accarezzano ancora il suo corpo e le sue morbide labbra passano dalla mia bocca al mio collo. Tra tante carezze, tanti baci e passione finiamo in un mondo d’amore tutto nostro, così dolce e selvaggio, così forte ma leggero. Le luci dell’alba mi svegliano, sono arrotolata tra le coperte, ancora nuda, apro leggermente gl’occhi, Jorge è in parte a me sdraiato, tiene la testa sollevata appoggiata al braccio e mi guarda, le coperte lo coprono fino alla vita, appoggio una mano sul suo petto muscoloso e la trascino su e giù per sentire ogni singolo tratto della sue pelle, i suoi muscoli, le sue costole, le sue spalle, sembra un dio, una statua greca, con tutti i capelli arruffati, quei occhi verdi che continuano a guardarmi, ha un aria felice, serena e questo mi rende tranquilla. << Sei ancora qui! >> esclamo io poi posando i miei occhi sui suoi dopo averlo guardato per bene, << Pensavi che sarei scappato? >> borbotta lui con una leggera risatina e poi mi accarezza il volto << Non potrei mai andarmene, resterei qui per giorni solo a guardarti >> dice in modo molto dolce, posando le sue labbra sulle mie per darmi un leggero bacio. Io faccio un piccolo sorriso e lui ricambia, << Vorrei poter fermare il tempo precisamente in questo momento >> dico guardando verso l’alto ripensando alla notte appena passata, dopo tutto quello che è successo, mille emozioni, mille sensazione ed ora eccomi qua, e in qualche strano modo mi sento felice, << Quindi ti piaccio! >> ride lui affondando il suo volto tra il mio collo e la spalla, << E’ stato… >> inizio a dire io, << Indimenticabile! >> esclama lui togliendomi le parole di bocca, << Lo so >> continua poi guardandomi e baciandomi di nuovo, in modo passionale, mentre le sue mani ricominciano ad accarezzarmi, il respiro mi manca di nuovo, e il mio corpo ricomincia a vibrare ad ogni sua carezza e bacio, << Non mi resisti? >> chiede in modo dolce e scherzoso lui, << Sei tu che non resisti a me >> borbotto io ridacchiando e ansimando, << E’ vero >> risponde in modo delicato vicino al mio orecchio per poi baciarmi il collo. Ad un certo punto qualcuno bussa fortemente alla porta, << Ehi! >> urla la voce di Mechi, << Cazzo Mechi >> dico io alzandomi di scatto trovandomi seduta difronte a Jorge, sgrano gl’occhi e lo guardo un po’ in imbarazzo, osservo il suo corpo incantata ancora per qualche secondo e lui fa un sorrisetto malizioso, avvicina la testa alla mia << Credo ci abbia sentito stanotte >> dice sorridendo e a bassa voce, << Cosa? >> domando io un po’ agitata, << Guardate che potete uscire >> borbotta poi Mechi, << Un attimo >> urlo io guardando Jorge, << Non ci posso credere, che figura >> dico a Jorge mentre si alza dal letto e comincia a rivestirsi, << Non ci ha visti Martina ci ha solo sentito… forse >>, << E’ colpa tua >> rispondo io, << Mia e perché? >> chiede, << Perché mi fai perdere il controllo >>, dopo aver indossato i pantaloni viene verso di me gattonando sul letto, << Allora sono bravo >> dice appoggiando ancora le sue labbra sulle mie, mordicchiandomi le labbra, il mio corpo di nuovo si lascia andare, << Smettila Jorge >> dico quasi ansimando, << Tu non sai quanto sei splendida >> dice per poi ricominciare a vestirsi. Quando usciamo dalla mia camera Mechi è nel salotto e ci guarda, << Era ora >> esclama sorridendo << Vi siete divertiti? >> chiede poi, io rimango in silenzio un po' imbarazzata e mi volto verso Jorge, << Noi…. Noi… >> non so cosa dire, << Siete così belli >> sorride lei e io la guardo stranita, poi si alza e viene verso di noi spingendo leggermente Jorge, << Te ne puoi andare, dovrei parlare con la mia amica >> continua lei spingendolo verso la porta, << Si, vado Mechi anche perché sicuramente mia madre saprà già tutto >> dice mentre è vicino alla porta, dentro di me non voglio che se ne vada, voglio restare in quel letto per sempre con lui. Jorge mi guarda, afferra la maniglia ma prima di aprirla vado verso di lui e gli do un leggero bacio sulle labbra, << A dopo >> mi dice sorridendo, << A dopo >> rispondo io mordendomi le labbra.
 
Jorge Blanco.
 
Cammino verso il mio alloggio pensando alla notte appena trascorsa, fantastica oserei dire, incredibile, indimenticabile. Tutte quelle sensazioni che ho provato non credevo di poterle provare, almeno non così intensamente. Mi sentivo in paradiso, per una volta tutti quei problemi che mi invadono la mente se ne erano andati, non pensavo a niente, solo a lei, sempre e solo a lei. Ma ora è tempo di tornare alla realtà e affrontarla, perché non sarà facile per me uscire da tutto questo, sicuramente avrò dei guai, sicuramente mia madre se la prenderà con me. Appena arrivo al mio alloggio fuori dalla porta Stephie mi aspetta, con lo sguardo arrabbiato, le braccia incrociate al petto, lo sguardo incattivito, << Dove sei stato? >> urla lei appena si accorge di me, << Non ti importa >> rispondo io facendola spostare dalla porta, << Eri con lei… vero? >> chiede arrabbiata, << Non ti interessa Stephie e per la cronaca quello che hai fatto ieri è stato orribile >>, << Tu non capisci >> dice poi con quello sguardo da altezzosa << Lei è pericolosa, quello che ha fatto… >>, << E’ stato umano >> ribatto io << Quello che ha fatto era umano è questo che non capisci, perché sei sempre troppo concentrata su te stessa da non vedere che le persone hanno un anima, e tu le ferisci, le ferisci sempre, lo fai con tutti, ma se qualcuno prova a ferire te diventi una strega, cerca di capire che non esisti solo tu, che non puoi star bene solo tu anche gl’altri se lo meritano >>, << Sai vero che non puoi lasciarmi >> esclama lei con un sorrisino finto e diabolico, << Mi pare di averlo già fatto ieri >> borbotto io aprendo la porta del mio alloggio, << Non puoi >>, << Si invece >> ribatto, << Vedremo >> dice poi lei voltandosi per andarsene. Faccio un sospiro e entro nel mio alloggio dove Diego è vicino al tavolo a prepararsi la colazione, << Ecco chi è tornato! >> sorride lui << Stavi litigando con Stephie? >> domanda poi, << Si esatto >> borbotto io << Non gli va giù che l’ho lasciata >>, << Secondo me hai fatto la cosa giusta amico! >> esclama lui avvicinandosi a me e dandomi una pacca sulla spalla, mi siedo sul divano e Diego mi affianca, << Sono nei casini >> dico poi, << Ne uscirai, come fai sempre >> mi conforta lui << Martina come sta? >>, << Non saprei, credo meglio, almeno lo spero >>, << E sei stato tutta la notte con lei? >> chiede poi malizioso, io lo guardo << Non è importante questo >>, << O si che lo è >> esclama lui entusiasta, << Diego per favore >>, << Per una volta che fai ciò che vuoi fare tu… >>, << Ok, sono stato con lei tutta la notte >>, << Era ora! >> esclama poi, << Non è semplice e comunque non so come stanno le cose per ora >>, << Non lo dirai a Stephie vero? >>, << No, proprio no, se no Martina non avrà una vita facile >>, << Ora ti toccherà affrontare anche tua madre >>, << Si esatto, sto aspettando il momento che entra da quella porta >>, << Spero di non esserci >> dice poi in modo sarcastico che mi fa scappare una risatina. Appoggio la schiena al divano << Non mi sento così da anni >> dico poi, << Allora la nostra Martina ti fa bene >> mi sfotte lui, << Davvero, mi sento più che bene, se non fosse per quello che ora dovrò subire sarei al settimo cielo >>, << Sono comunque contento per te, anche per lei, non sarà stato facile dover sentire la verità detta davanti a tutti, ma almeno c’eri tu a consolarla >> ridacchia poi lui << Scherzo, però almeno gli sei stato vicino, povera ragazza, non posso immaginare quello che ha provato >>, << Già, è stata dura per lei convivere con tutto questo >>. << A proposito come è andata la festa poi? >>, chiedo io << Beh non troppo bene, Stephie urlava, Mechi anche, le ragazze difendevano Martina mentre noi cercavamo di tenerle ferme >>, << E con Mechi? >> chiedo io, l’espressione di Diego cambia, << C-cosa? >>, << Non gli hai detto ciò che provi per lei >>, << Non era il momento giusto >>, << E quand’è? >> domando guardandolo stranito, << Non ne ho idea >>, << Smettila di aspettare, trovi sempre una scusa per non dirglielo, metti fine a questa cosa così starai in pace con te stesso >> blatero io alzandomi dal divano, << Non è semplice come pensi >>, << Lo dici a me che ho dovuto avere una relazione che non volevo? Niente è semplice Diego, ma non aspettare, anche tra me e Martina è difficile, non devi rinunciarci solo perché non è semplice, le cose complicate in un certo senso sono anche le migliori, quelle che ti fanno provare più emozioni, buttati e vedi cosa succede, ma credo che lei aspetti solo te, conosco troppo bene Mechi >>, << Io ci devo ancora riflettere, devo riflettere e vedere ciò che voglio realmente >> esclama lui, << Fai in fretta amico, se no la perdi di nuovo >> rispondo io << Ora vado a farmi una bella doccia e mi preparo per l’inferno >> dico allontanandomi e andando verso il bagno. Quando sono solo ripenso a lei, sento ancora la morbidezza della sua pelle, quel suo profumo buono che mi è rimasto addosso, il sapore della sue labbra sulle mie, e penso a quanto vorrei averla qui in questo momento per poterla stringere a me, baciarla, sfiorarla. Passerei la mia vita con lei, ogni secondo, ogni istante, è come se non potessi più immaginarmi la mia vita senza lei, senza quei occhi grandi e pieni di emozioni, di paure, di ricordi, senza quel sorriso che quando è sincero riesce ad illuminare le giornate più brutte. Sotto l’acqua fresca che mi scivola addosso riesco solo a pensare a lei, solo a lei.
 
E’ pomeriggio quando la porta del mio alloggio si spalanca, Stephie è davanti e entra per prima seguita da mia madre ed infine mio padre, Diego fa una faccia incredula, << Puoi lasciarci soli Diego >> dice mia madre e senza dire una parola Diego esce dall’alloggio ma prima mi guarda come per dirmi buona fortuna. << Si può sapere cosa stai combinando? >> chiede mia madre arrabbiata, sedendosi difronte a me, mio padre mi guarda e non dice una parola, << Non puoi capire >> ribatto io, << Non mi interessa capire, hai lasciato Stephie solo perché ha detto la verità su quella ragazza? È una cosa stupida >>, << Non è stupida, è una cosa seria e lei non doveva permettersi di farlo >>, << Tu dovresti stare dalla sua parte >>, << Io non voglio distruggere le persone, farle sentire inutili o calpestarle per sentirmi più grande >>, << Ma dovrai pur in qualche modo far capire alle persone che non ti devono mettere i piedi in testa perché tu vali più di loro >> ribadisce lei, in modo serio << No, io non voglio perché credo che siamo tutti uguali >>, << Uguali? >> dice sbuffando << Da dove ti vengono queste stupide idee? Dobbiamo portare in alto il nostro nome e tu lasci la tua ragazza per una che non conta nulla nel mondo >>, << Sei senza cuore >> borbotto io. Rimaniamo in silenzio per un po’, << Tu non avrai niente a che fare con quella ragazza e ritornerai con Stephie >> dice come un ordine, << NO! >> rispondo io alzandomi << Sono stanco di fare quello che vuoi tu >>, mia madre mi guarda stupita dalla mia reazione, << Quella ragazza ti sta facendo impazzire per caso? Cosa ti è successo ti ha influenzato? Ti ha raccontato delle belle storielle per mandarti in pappa il cervello e tu ci stai cascando, lei non vuole te, vuole solo una bella vita >>, << Non la conosci, non puoi parlare così di lei >>, << E’ una vipera pericolosa >> esclama Stephie << E lo sai anche tu >>, << Ma vi sentite voi due quando parlate, a me le vipere sembrate voi >>, << Dobbiamo unire le nostre famiglie e non ti tirerai indietro, devi smetterla di star dietro a quella lurida sgualdrina >> urla mia madre alzandosi, << Non chiamarla così >>, << Se non obbedisci sarà peggio per te >> dice lei sfidandomi. Rimaniamo in silenzio occhi negl’occhi, Stephie con un sorrisino soddisfatto e mio padre in silenzio, come sempre perché a comandare è mia madre. Mio padre si schiarisce la voce e fa un passo avanti, << Credo che Jorge possa fare ciò che vuole, se non vuole stare con Stephie non possiamo obbligarlo >> dice e tutti rimaniamo sbalorditi, mio padre non è mai stato uno che prende posizione, lasciava fare tutto a mia madre, come lei pensa che il nome della famiglia vada portato in alto ma non si è mai intromesso in queste cose in prima persona, << Ma come ti salta in mente di dire queste cose? >> chiede mia madre, << Jorge può fare quello che vuole, e un mio parere è che Stephie non si è comportata bene con quella ragazza, e tu non hai mai ascoltato tuo figlio >>, << Non importa ciò che vuole lui, deve fare quello che è stato stabilito >>, << Quello che hai stabilito tu! Non ne è obbligato >>, << Ma da che parte stai? Difendi anche quella randagia >>, << Smettetela di offendere quella ragazza, io l’ho conosciuta e non mi sembra niente di quello che dite, credo che sia meglio di tutti noi messi insieme, perché noi ci attacchiamo sempre alle cose materiali, invece lei ha sentimenti, puri, veri, li ha vissuti sulla sua pelle, è per questo che è meglio di noi che litighiamo per il patrimonio che avrebbe nostro figlio se sposasse Stephie >>. Mia madre guarda mio padre arrabbiata, << Questa conversazione non finisce qua >> dice arrabbiata guardando mio padre e poi me << In qualche modo ti farò ritornare con lei e non provare a stare con quella ragazza intesi, se no la spedisco da dove è tornata >> e poi esce dalla mia stanza seguita da Stephie, arrabbiata anche lei perché pensava di risolvere tutto portando qui mia madre e invece gli è andata male. La porta sbatte e mio padre mi guarda, << Figliolo sei libero di fare quello che vuoi >>, << Ma la mamma… >>, << Non ti preoccupare di lei >> dice sorridendo leggermente, con lo sguardo un po’ perso, << Perché mi hai difeso? Hai sempre voluto anche tu che sposassi Stephie >>, << Volevo quando pensavo che tu l’amassi, pensavo se la ama perché no, unire le nostre famiglie, arricchire il matrimonio, poi ho notato che non l’amavi più, o forse non l’hai mai amata veramente, però non potevo andare contro a tua madre, era difficile farlo >>, << E cosa ti ha fatto cambiare idea? >>, << Quella ragazza, Martina >> dice poi sedendosi e io mi siedo in parte a lui, << Vedevo come la guardavi, sentivo che era con lei che volevi stare >>, << E ti andava bene anche se lei non è ricca come noi >>, << Oh non mi importa se la tua ragazza è ricca o no, se viene dall’india o dall’Europa, mi importa che tu sia felice e poi mi ha fatto ricordare che anche io un tempo amavo così tanto una persona >>, << La mamma? >> chiedo io, << No, non la mamma, vedi più o meno quando avevo la tua età ero innamorato perso di una ragazza, lei amava me, io amavo lei alla follia, ma io ero uno di quei ragazzi ricchi e lei era una semplice ragazza che viveva in una fattoria, i suoi genitori erano dei contadini e non erano ricchi, pensavo che sarebbe stata la donna della mia vita, finchè un giorno i miei genitori mi fecero conoscere tua madre, mi dissero che era un buon partito, che se l’avessi sposata ci saremo arricchiti di più, all’inizio non volevo, avevo la mia ragazza che amavo alla follia >>, << E poi cosa hai fatto? >> chiedo io, << L’ho lasciata, il più grande errore della mia vita, ma quello che i miei genitori mi dicevano sembrava avere un senso, tutte quelle cose che mi mettevano in testa iniziavano ad avere un filo logico e la lasciai, e me ne pentirò per il resto dei miei giorni >>, << Io non sapevo tutto questo >>, << Perché tua madre mi ha proibito di parlarne, guasterebbe la nostra immagine se la gente saprebbe che ero innamorato di una contadina, ho amato tua madre, in modo diverso ma l’ho amata, ma con gl’anni è cambiata parecchio, prima le importava della famiglia ora non le importa più niente se non dei soldi e del potere, e vederla obbligare il proprio figlio, mio figlio a fare ciò che non vuole non posso tollerarlo, non fare il mio stesso errore, ama chi vuoi amare Jorge, non hanno importanza i soldi, non ha importanza il posto, il tempo, amala se la ami e non lasciare che queste cose stupide influiscano sui tuoi sentimenti, mai >>, mi sento un po’ in colpa per lui, mi dispiace per quello che ha dovuto passare, mi dispiace che non sia potuto stare con chi amava, ma ha ragione non posso fare il suo stesso errore, << Grazie papà, per avermelo detto, ora so che non devo far comandare i miei sentimenti da nessuno >>, << Fammi solo un piacere, non farti troppo vedere con Martina per ora, cioè che state insieme, perché tua madre non sarà clemente, anche se io farò di tutto per fermarla, state un po’ nascosti intanto che cerco di sitemare tutto>> mi fa l’occhiolino lui, << Ora vado, ora è il mio turno di affrontare tua madre >>, mi dà una pacca sulla spalla e poi esce dall’alloggio, lasciandomi li a pensare a tutto ciò che mi ha detto, solo il fatto che lui sta dalla mia parte mi fa sentire meglio, mi fa credere che forse potrei vivere sereno con chi voglio stare.

P.S: Ecocci qua con il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto. Succedono un pò di cosa, in primis vediamo JOrge che corre da Martina per vedere come sta, e lei gli racconta cosa è successo, è triste, depressa e non riesce a fare a mano di pensarci, soprattutto ora che tutti lo sanno. Ma finalmente l'amore che provano l'uno per l'altra esplode e non vedevo l'ora di arrivare a questo punto, perchè si sono sempre tenuti distanti in qualche modo e non li abbiamo mai visti cosi vicini come ora, da troppo tempo reprimevano tutto questo finchè finalmente il tutto è uscito. Abbiamo momenti molto dolci tra loro, poi arriva il momento per Jorge di affrontare Stephie e sua madre, ques'ultima insiste sul fatto che Jorge deve fare quello che lei dice ma stavolta il padre la ferma, per il bene di suo figlio sa che deve stare dalla sua parte e poi scopriamo che anche lui amava una ragazza non ricca e rimpiange ancora il fatto di non essere rimasto con lei. Ringrazio tutti quelli che leggono e commentano e spero che questo capitolo vi sia piaciuto. A lunedi prossimo con il prossimo capitolo e vedremo cosa succederà! ;) un bacio a tutti!! 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Amore e rabbia. ***


Amore e rabbia.

<< Come ti senti? >> mi domanda Mechi, con il viso preoccupato e gl’occhi dolci, << Non saprei >> rispondo io << Come se un treno fosse passato sopra di me, nessuno vorrà più parlarmi o guardarmi >> borbotto poi io abbassando lo sguardo << Ma supererò anche questa, ci sono abituata ormai >>, << Ehi, non dire così, tu non hai fatto niente di male >>, << Ho ucciso un uomo >> esclamo io in un modo un po’ brusco, << Per salvare un bambino Martina >> mi guarda lei con lo sguardo fisso << Le cose non sono mai o bianche o nere, solo perché quella persona è morta non puoi pensare che tutti ti odieranno per questo, l’hai fatto per proteggere un bambino che amavi, credo che ogni persona su questa terra lo farebbe >>, << Si ma io sono quella che viene dalla strada e non ha niente >>, << E cosa importa? Quello che hai fatto per tuo fratello va oltre a questo, tu sei forte, sei incredibile e io non smetterò mai di ammirarti solo perché hai fatto la cosa più giusta che potevi fare, devi smettertela di darti la colpa, per una volta smettila Martina >> dice lei quasi sgridandomi, un brivido mi passa per la schiena, poche persone mi hanno sgridato come fa lei e questo in qualche modo mi dà la carica, riesco a pensare in modo diverso, << Dobbiamo andare a lezione! >> esclama poi lei, << Non lo so >> dico io << Non so se riuscirò a sopportare tutti quei occhi che mi guardano >> dico a bassa voce << Tutti mi credono una criminale >>, << Perché sono stupidi Martina, non capisci quanto siano sciocche quelle persone, loro non sanno cosa vuol dire vivere come te quindi non stupirti se non ci arrivano, lasciali perdere >>, << Non è facile >>, << Ci sono io con te e non solo io >>, << Ma non è giusto che voi veniate discriminati solo perché state come me, dovreste avere le vostre vite e… >>, << Non mi importa! >> esclama lei in modo chiaro << Non mi importa niente di quelle persone, credi che se mi guardano male perché parlo con te o perché sei mia amica perdo qualcosa? Quelle persone è meglio perderle che trovarle, non capiscono niente e vivranno con gl’occhi coperti fino alla fine della loro vita senza sapere cosa gl’accade intorno, senza sapere quanto è difficile la vita in realtà perché non sanno distinguere una cosa da un'altra! >>. Qualcuno bussa alla porta, Mechi va ad aprire e entrano Diego e Jorge, il primo viene verso di me e mi abbraccia, << Mi dispiace per quello che ti è successo >> dice stringendomi forte << Sei una persona forte Martina non scordartelo mai >>, Mechi rimane un po’ stupita da Diego che ai suoi occhi sta risultando sempre più dolce e sensibile. << Ok lasciala però >> borbotta poi Jorge vedendo che l’abbraccio di Diego non dava segno di finire, << Non fare il geloso >> esclama lui mettendomi un po’ in imbarazzo e lasciandomi andare, << Come ti senti? >> mi domanda poi Jorge avvicinandosi a me per poi stringermi fra le sue braccia, << Non saprei… Ma Mechi mi ha appena sgridato, diciamo >> borbotto io, << L’ho fatto per il suo bene >> dice poi vedendo l’occhiataccia di Jorge, << Non volevo sgridare la tua ragazza >> esclama lei, io deglutisco al suono di quella parola e poi guardo Jorge, non avevo pensato a tutto questo, non abbiamo ancora discusso di quello che è successo l’altra notte, di quello che siamo o di quello che faremo, Jorge mi sorride e poi mi posa un bacio sulla fronte, << C’è un altro piccolo problema da affrontare >> esclama poi facendo una faccia quasi buffa, << Chiamalo piccolo tu >> borbotta Diego guardando Jorge, << Cosa è successo? >> domando io, << Già cosa? >> chiede impaziente Mechi voltandosi verso Diego, appena i loro occhi si incrociano, vedo Diego agitarsi, << Mia madre >> dice Jorge << Mi ha detto di stare lontano da Martina se no ci saranno delle conseguenze >>, << Non preoccuparti per me >> dico io a Jorge << Non dobbiamo per forza… >> inizio a dire io, << Ehi non mi importa di quello che dice mia madre ok? Io voglio stare con te >> dice in un modo dolce e un po’ imbarazzato, << Cosa vuole fargli, rapirla, buttarla fuori dalla scuola o addirittura dallo stato? >> chiede Mechi, << Non lo so, ma è di mia madre che stiamo parlando sarebbe capace di tutto pur di tenermi lontano da lei >> le risponde Jorge, << E sembrava davvero molto arrabbiata, pensavo che gli sarebbero spuntate le corna e la coda >> dice in modo serio Diego che è raro che abbia paura di qualcuno, solo di Mechi ma perché la ama, << Quindi? >> chiede poi la bionda, << Non lo so, non voglio che ti faccia qualcosa di male >> dice Jorge poi guardandomi negl’occhi, << Non preoccuparti per me, me la cavo >> rispondo, << No, noi ti aiuteremo, lo sai questo vero? >> borbotta Mechi << Non sei sola Martina, impara a capirlo >>, << Allora cosa facciamo? >> chiede Diego, << Iniziamo da questo >> dice indicandoci la bionda << Niente effusioni in pubblico, nascondetevi piuttosto e noi vi copriamo, Jorge quando vieni qui cerca di non farti vedere, di non far vedere che entri qui, o vieni con Diego >>, << Dobbiamo dirglielo anche agl’altri >> esclama poi Diego, << Già hai ragione >> borbotta Mechi dandogli corda, << E non state lì a guardarvi con amore perché si capisce >> continua poi Diego. Io e Jorge rimaniamo ci guardiamo per un attimo per capire come ci stiamo guardando e poi portiamo la nostra attenzione verso Mechi e Diego che discutono su come fare per tenere nascosta questa specie di relazione che ce tra noi, notiamo che tra quei due c’è molta affinità e mentre parlano a momenti non ci calcolano neanche.
 
Cammino per i corridoi, molti mi guardano, mi scrutano, si allontano e bisbigliano, mi sembra di essere tornata al primo giorno, quando nessuno voleva avvicinarsi a me, camminiamo tutti insieme, io e Jorge siamo lontani l’uno dall’altra ma in qualche modo riesco a sentirlo, come se lui fosse dentro di me, come se mi stesse proteggendo. Raggiungiamo gl’altri ragazzi che ci stanno aspettando davanti all’aula, << Dobbiamo parlare >> dice Mechi a bassa voce, Alba la guarda stranita mentre è mano nella mano con Facu e Cande è agitata per sapere di cosa si tratta e come sempre Ruggero cerca di trattenere il suo entusiasmo. Dopo che Mechi spiega ai ragazzi come stanno le cose tutti guardano me e Jorge, << Complimenti era ora >> esclama Ruggero e Jorge spalanca gl’occhi, << In che senso? >> gli domanda lui, << E’ dall’inizio dell’anno che speravo che ti svegliassi dall’incubo di Stephie >>, << Già sapevamo che ti piaceva Martina >> continua Facu << E sapevamo che in qualche modo era la persona giusta per te >> borbotta poi, io li guardo scioccata e lo stesso Jorge, << Ma… >> inizia a dire Jorge, << Dai Jorge >> lo rimprovera Ruggero << Si vedeva, ti conosciamo abbastanza bene per capire quando una ragazza ti piace, e anche tanto >>, << Perché non mi avete detto che lo sapevate? >>, << Perché non volevamo crearti altri problemi, sapevamo ciò che stavi passando con Stephie, il fatto che non potevi lasciarla >>… << Ragazzi in classe >> urla poi la professoressa Alonso e ci avviamo verso l’aula. << Allora tu e Jorge…. >> mi domanda Alba maliziosa mentre entriamo in classe, << Già, dovrai raccontarci tutto >> borbotta poi Cande con un sorriso prendendomi a braccetto. Tutto questo un po’ mi stupisce, pensavo che dopo quello che hanno scoperto su di me erano almeno un po' spaventati e invece mi trattano ancora come prima, come se nulla fosse cambiato. Stephie già seduta al suo banco mi guarda con uno sguardo cattivo, con odio, mi sistemo e le lezioni iniziano. Quando le lezioni terminano, tra occhiatacce da alcune persone per via di quello che sanno su di me e le frecciatine di Stephie, Cande e Alba ci stanno aspettando fuori dall'aula e noi ragazze ci avviamo verso gl’alloggi, << Fermati >> urla poi Stephie e noi ci giriamo verso di lei, che come sempre ha le sue due amiche in parte, << Cosa vuoi? Non hai già fatto abbastanza per farti notare? >> le chiede Cande, << Oh adesso avete anche imparato a rispondere? >>, << Si, non abbiamo più paura di te, abbiamo capito che sei semplicemente una come tutti gl’altri >> le dice Alba, << Io come tutti gl’altri? La vostra amica assassina vi ha insegnato molto devo dire >>, << Si, è vero >> le risponde Mechi << Ci ha insegnato tanto, ci ha insegnato che i sentimenti, le persone sono più importanti di qualsiasi cosa materiale al mondo, ci ha insegnato che non ci si arrende mai anche quando pensi di non farcela, anche quando non hai più le forze, ci ha insegnato che lottare per qualcosa ti dà più soddisfazione che averle senza problemi, che la vita con alcuni è ingiusta e con altri è troppo buona, ci ha insegnato ad aiutare chi è in difficoltà, di capire chi non è come noi perché tante persone ne hanno bisogno, ci ha insegnato ha lottare e a non farci spaventare dalle persone che si credono troppo importanti ma che in realtà non lo sono, ci ha insegnato a pensare agl’altri e ci ha insegnato che per le persone che si amano si rischia il tutto e per tutto, ma tu cosa ne sai di tutto questo? Tu non hai nessuno da amare e nessuno che ti ama >>, Stephie ridacchia, Mechi mi ha stupito, le mie amiche mi stanno difendendo, io che sono abituata a difendermi sempre da sola, perché il mondo non mi reputava all’altezza di essere difesa dagl’altri. << Siete solo delle sfigate lo siete sempre state quindi cosa dovrebbe importarmi di quello che dite? >>, io mi innervosisco, guardo Stephie arrabbiata e faccio un passo avanti, << Non offenderle >> dico in modo fermo ma inciso << Perché se no cosa fai? Uccidi anche me? >>, le sue due amiche ridacchiano a questa battuta stupida, << Non puoi capire, non capisci quanto le persone siano importanti, non capisci quanto conta nella vita avere qualcuno che ti ami e non sentirsi soli, perché si, Stephie, puoi comprare le persone con i tuoi soldi, minacciarle o spaventarle ma resterai sempre sola >>, << Mi riprenderò Jorge, lui mi ama >> esclama << E non starà mai con te, non può stare con te quindi tornerà da me strisciando dicendo di aver sbagliato a credere in una come te, al primo passo falso che farai lui tornerà da me >>, << Vedi che non capisci nulla >> le dice Alba << Nessuno ti vuole >>, << Lei è un assassina e le date pure ragione? >> chiede in modo sarcastico, << Io ho fatto del male a quell’uomo per difendere mio fratello, perché non raccontiamo a tutti come sei stata subdola tu, quando hai promesso dei soldi a Lucas per stare con Mechi e poi lui ha cercato di violentarla >> tutte spalancano la bocca << Io avrò anche ucciso un uomo ma l’ho fatto per amore, tu solo perché volevi sapere delle cose su di me hai mandato uno sconosciuto pericoloso da Mechi, se le avesse fatto del male o peggio anche tu saresti un assassina, con la differenza che io l’ho fatto per amore, tu l’hai fatto per te stessa e per tenerti l’eredità del tuo ragazzo >>, << Cos’hai fatto? >> domanda Mechi arrabbiata più che mai << Io ti uccido! >>, Stephie mi guarda sconcertata << Non finisce qua >> dice puntandomi il dito contro << In qualche modo mi sbarazzerò di te, appena farei qualcosa di sbagliato sarò lì a godermi lo spettacolo di quando te ne andrai dalle vite di tutti noi, stai lontana da Jorge perché sua madre te la farà pagare cara se no >> poi si volta e se ne va.
 
<< Lei ha mandato Lucas da me? >> chiede Mechi arrabbiata mentre siamo nel nostro alloggio, << Si mi dispiace, avrei dovuto dirtelo ma non sapevo come >>, << Quanto sono stupida? >> chiede mentre continua a fare avanti e indietro nel salottino, << Non lo sei Mechi >>, << Invece si, avrei dovuto capirlo perché mai un ragazzo avrebbe dovuto avvicinarsi così a me senza motivo, non ci ho nemmeno pensato, pensavo che mi aveva già notata prima magari e invece è stato pagato per venire da me e mi ha quasi violentato >>, mentre sto per rispondere dalla porta entrano Jorge e Diego che ci guardano straniti perché Mechi sembra impazzita. << Che succede? >> domanda Diego avvicinandosi a lei, Jorge si siede in parte a me sul divano e mi accarezza il braccio, << Ciao >> dice mentre mi sorride e io per qualche secondo non capisco più niente e mi perdo nei miei pensieri su di lui, << Ahhh… Mechi è fuori di se, abbiamo avuto un incontro con Stephie e poi gl’ho detto una cosa che ho scoperto un po’ di giorni fa su Lucas >>, attiro subito l’attenzione di Diego che mi guarda, << Lucas? >> domanda in modo quasi isterico e arrabbiato, sentire qual nome gli fa ribollire il sangue nelle vene, il ragazzo che voleva far del male alla sua Mechi, lui afferra la bionda per le spalle e la guarda, << Cosa ti ha fatto? >> gli chiede e lei lo guarda come se gli piacesse il fatto che lui si preoccupi così tanto per lei, << Cosa centra Lucas? >> mi domanda Jorge, << Stephie ha mandato Lucas da Mechi>> borbotto io, << Cosa? >> urlano all’unisono Jorge e Diego, << Io uccido prima lei e poi lui, anzi li uccido insieme >> sbotta Diego, << Calmati >> le dice Mechi guardandolo arrabbiato e preoccupato. Spiego a Jorge e a Diego ciò che avevo scoperto, e come Stephie mi ha proibito di dirlo perché sapeva che Jorge si sarebbe sentito in colpa, << Si è colpa mia >> borbotta poi lui << Scusami Mechi, se non era per me lei non avrebbe mai mandato Lucas da te >>, << Non scusarti neanche per sogno ok! Non è colpa tua, chiaro? >>, << Si ma… >>, << Niente ma Jorge ti prego, già sono arrabbiata con me stessa perché sono stata una stupida, avrei dovuto capirlo, insomma chi mai ci proverebbe con me quando qua ci sono milioni di ragazze che sono più belle e hanno più soldi >> borbotta lei e Diego è incredulo, << Non dirlo mai più >> esclama lui << Tu non sei stupida e sei bellissima quindi avevi tutte le ragioni per credere che volesse davvero uscire con te >>, << Ma non era così >> continua lei << Insomma nessuno ci ha mai provato davvero con me qua dentro >> dice << Dovevo stare attenta >>, << Tanti ragazzi di questa scuola vogliono uscire con te >> le dice Diego, << Si come no >> replica lei, << E’ vero, solo che io appena lo scoprivo dicevo a loro di non farlo, di non dirtelo >>, << Cosa!!! Perché mai? >>, nella mia testa mi dico “Diego dirglielo, digli che la ami”, << Perché… perché nessuno era alla tua altezza! >>, << E tu lo decidevi se erano alla mia altezza o no? >>, io mi schiarisco la voce e con gl’occhi faccio capire a Diego di dire la verità, << Ok, ok… la verità è che… >>, Mechi sta aspettando che Diego parli ma si è inceppato, non riesce a parlare e sembra paralizzato dalla paura, poi Mechi fa una faccia strana alzando gl’occhi al cielo, fa un passo avanti mette le sue mani sulle spalle di Diego e poi lo bacia, così senza preavviso appoggia le sue labbra su quella di Diego, lui all’inizio sgrana gl’occhi e poi si lascia andare stringendo le sue braccia attorno a Mechi, le porta le mani sul viso e poi lentamente si allontana da lui rimanendo ancora stretta tra le sue braccia, Diego è incredulo e io e Jorge siamo un po’ stupiti ma anche felici, << Era questo che volevi? >> domanda Mechi a Diego, lui senza parole annuisce, << Dovevi dirmelo prima >> sorride lei.

<< Come credi che stiano andando le cose di la? >> chiedo a Jorge mentre siamo sdraiati sul mio letto a pancia in su e con la testa voltata per guardarci, lui mi tiene una mano e ha un braccio sotto la testa, << Beh, hanno bisogno di stare soli e di parlarsi, anche se non credo stiano parlando >> ridacchia lui, << Jorge >> lo richiamo io ridendo << Sono contenta per loro, finalmente, non ne potevo più di vedere che provavano cose l’uno per l’altra ma stavano lontani >>, << Come noi >> borbotta lui, << E’ diverso >> rispondo io, lui si volta su un fianco e io faccio lo stesso, incrociamo le nostre gambe e io appoggio la mia fronte alla sua, << Mi sembri strana >> dice poi lui guardandomi iniziando a darmi dei piccoli baci sul viso, << Non lo so, ho come la sensazione che sta per accadere qualcosa >>, << Tipo cosa? >> chiede ancora lui accarezzandomi e questo mi fa perdere un po’ il controllo, << Non lo so cosa, ma ho come la sensazione che succederà qualcosa che ci allontanerà, qualcosa di sbagliato >> borbotto io e il mio respiro inizia a farsi pesante, << Dovresti smetterla di pensare, pensi troppo lo sai vero? >>, << Si che lo so, ma non posso farci niente sono fatta così, ho sempre la testa piena di cose a cui pensare e non riesco proprio a fermarla, a fermare i ricordi, i pensieri, le sensazioni e quando io ho uno strano presentimento quello poi si avvera >>, << Rilassati Martina >> ridacchia lui, io mi rannicchio contro il suo petto e lo sento sorridere come se fosse davvero felice, riesco a sentire la sua felicità entrarmi dentro e invadere il mio corpo. << Come va con tua madre? >> domando poi, << Non le ho ancora parlato e non credo lo farò >>, << E’ tua madre >> rispondo io << Si lo so, ma non è che si sia mai comportata come una vera e propria madre, ha sempre pensato più a lei che a me o a mio padre, ad organizzare le nostre vite secondo i suoi piani e adesso che io ho smontato i suoi desideri e anche mio padre perché si è messo dalla mia parte non credo le interessi tanto di me, o almeno vuole solo che io ritorni con Stephie e stia lontano da te, cosa che non farò mai >>, << Mi dispiace per tutto questo, mi sento un po’ in colpa >>, << Non è colpa tua Martina >> dice lui in modo incisivo << Smettila di darti le colpe, anzi tu mi hai fatto uscire da tutto questo, se non fossi arrivata tu starei ancora con Stephie e starei rinunciando alla mia vita, ma per fortuna tu sei qua >> dice puntando i suoi occhi verdi nei miei << Lo capisci che mi hai praticamente salvato la vita? >> chiede in modo retorico e poi mi sorride << Sei unica al mondo >>, in questo momento quello che provo va oltre a ciò che ho mai provato nella vita, una sensazione bella, davvero bella, per una volta nella vita sono davvero felice di essere qua con lui, che mi guarda con quei occhi che mi fanno mancare l’aria, che mi accarezza in modo così naturale e delicato che mi fa venire la pelle d’oca, mi fa mancare il respiro, mi fa battere forte il cuore. Lui appoggia una mano sul mio viso e io mi lascio accarezzare, il suo pollice mi sfiora le labbra dolcemente e poi si avvicina a me posando le sue labbra sulle mie, piccoli e dolci baci che diventano sempre più passionali, che mi fanno ribollire il sangue nelle vede, sento i suoi sorrisi mentre mi bacia, mi stringe. In un secondo finisco sdraiata sopra di lui e poi inizia a ridere, io lo guardo stranita ma sorridendo, << Tu non sai quanto mi rendi felice >> dice per poi tornare a baciarmi, una sua mano sulla schiena e l’altra tra i miei capelli sciolti, continuo a baciarlo e non vorrei smettere mai, vorrei restare in questo angolo di paradiso per tutta la vita, ma dentro di me ho ancora questa sensazione strana che non riesco a togliermi, perché so che i problemi non sono ancora finiti. Mentre le sue mani sfiorano ogni parte del mio corpo io vado in estasi, e lentamente tutte le mie preoccupazioni volano via, la mia testa si svuota e si riempie solo di Jorge. Con uno scatto Jorge mi gira e mi ritrovo sotto di lui, mi tiene la mani ferme sopra la testa e mi guarda con quel forte desiderio di me negl’occhi, io respiro lentamente e mi mordo le labbra, sono in estasi e il mio corpo e la mia mente non desiderano altro che lui. Mi alza lentamente la maglia e inizia a baciarmi la pancia, piccoli baci che sfiorano la mia pelle mi provocano la pelle d’oca, << Jorge >> ridacchio io << Mi stai facendo venire la pelle d’oca >> dico, lui alza lo sguardo e poi si avvicina al mio viso strisciando sul mio corpo, io velocemente lo bacio sulle labbra senza pensarci troppo e ci lasciamo andare alla nostra passione, ai nostri sentimenti. Non so descrivere come mi sento, ma mi sento leggera, come se volassi nel cielo, come se fossi su una nuvola piena d’amore, non mi sono mai sentita così in vita mia solo lui riesce a farmi stare così, solo lui riesce a farmi sentire viva.

P.s: eccoci qua con il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto, le cose iniziano lentamente a sistemarsi anche se ci sono molti problemi, iniziamo da Mechi e Diego, quando ques'ultimo viene a sapere di Lucas e di come sono andate le cose in realtà ha una reazione che fa capire a Mechi che lui sente qualcosa per lei e Mechi fa un passo avanti e finalmente lo bacia, lasciando di stucco il ragazzo. Tra Jorge e Martina c'è tanta passione, tanta voglia di stare insieme ma purtroppo stare lontani quando sono in pubblico, intanto che le cose si stistemano ma per loro è difficile, abbiamo una Stephie agguerrita e decisa a ripendersi Jorge e fare andare a rotoli la vita di Martina, ma le sue amiche stanno dalla sua parte sempre e comunque e questo la stupisce un pò. Grazie a cuore a tutti, spero che vi sia piaciuto a lunedi prossimo, un bacio <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Incastrata ***


Incastata.

Siamo in classe, è l’ultima ora, la professoressa Alonso ci sta spiegando una poesia e quando finisce ci lascia l’ultimo quarto d’ora libero, ogni tanto osservo Jorge, non posso stargli vicino in pubblico soprattutto in presenza di Stephie, noto che lui ogni tanto senza farsi vedere mi guarda e questo mi fa star bene, sapere che gli è difficile starmi lontano come lo è per me, perché ormai sento il bisogno di averlo vicino a me, mi fa sentire bene, al sicuro, come se nessuna cosa al mondo possa ferirmi. << Allora come va con Diego? >> domando a Mechi mentre il suo nuovo ragazzo tiene compagnia a Jorge, << Benissimo direi >> sorride lei << Cioè, non mi aspettavo di voler stare con lui ma è così, forse l’ho sempre saputo ma non so magari pensavo che era solo un amicizia ben solida e invece provavo dei sentimenti per lui >>, << Te l’avevo detto io >> ribatto, << Lo so ma non volevo credere che era così, poi ho capito che essermi arrabbiata perché lui aveva baciato un'altra ragazza alla festa di capodanno era gelosia in un certo senso >>, << Sono felice per voi >> dico sorridendogli, << Oh anche io sono felice, tanto felice >> dice guardando verso Diego che a sua volta la guarda, lei lo saluta affettuosamente con la mano e lui le fa l’occhiolino, << Puoi andare da loro se vuoi >> le dico io, << No tranquilla sto qui con te >> mi sorride << Non è che siccome è il mio ragazzo non passerò più il tempo sola con la mia migliore amica >> dice lei. Ad un certo punto qualcuno bussa alla porta dell’aula << Avanti >> esclama la professoressa Alonso, la preside entra in aula e saluta tutti, << Salve ragazzi >> dice << Scusate il disturbo ma ho bisogno che Martina venga con me >> dice guardandomi negl’occhi e riesco a capire che qualcosa non va, Mechi mi guarda confusa e Jorge sembra un po’ impaurito, io mi alzo lentamente per uscire dalla classe, ho un po’ di timore, tutti mi fissano come se avessi ucciso qualcuno e Stephie sembra gioire di tutto questo, quanto vorrei prenderla a schiaffi finché quella faccia da superiore che ha non svanisce? Camminiamo nel corridoio, la preside davanti a me e non dice una parola, mi rendo conto che stiamo andando nel suo ufficio, sono un po’ agitata per tutto questo non so cosa aspettarmi. Quando arriviamo nel suo ufficio, pieno di luce e molto ordinato mi siedo davanti alla scrivania aspettando che lei si sistemi, quando è difronte a me mi guarda negl’occhi, << Ho bisogno che tu mi dica dove eri ieri notte >> dice, << Nel mio alloggio, sono uscita per schiarirmi le idee verso le 10 ma sono stata fuori 10 minuti massimo un quarto d’ora >> rispondo io in modo tranquillo, sto dicendo la verità quindi non ho nulla per cui preoccuparmi, << Ieri notte la macchina del professor Brown è stata distrutta >>, << E quindi? >> borbotto io << Non crederà che sia stata io vero? >>, << Non lo so dimmelo tu! >>, << No, io non sono stata >> dico quasi arrabbiata e con un tono di voce troppo alto, << Calmati Martina >>, << Calmarmi? Non capisco perché sono qua >>, << Il professor Brown sostiene che tra di voi non c’è un bel rapporto professore/alunno, dice che verbalmente vi siete scontrati molte volte >>, << Ed è vero ma… >>, lei mi zittisce << Non capisci Martina, lui non crede che sia stata tu, lui ti ha visto >>, << COSA? >> domando furibonda << Non è vero, vuole incastrarmi >>, << Non avrebbe senso, perché vorrebbe incastrarti? >>, << Perché gli sto antipatica >> rispondo io << Perché ha sempre detto che non dovrei stare qua, che non me lo merito >>, << E quindi ha distrutto la sua macchina da solo e ha incolpato te? >>, << Non lo so, ma non sono stata io >>, << Lui dice di averti visto, è un professore Martina non posso pensare che lui abbia messo in scena tutto questo per cacciarti, rischierebbe il suo posto di lavoro >>, << Allora è stato qualcun altro >> dico io nervosa, arrabbiata e incredula a tutto questo. Bussano alla porta dell’ufficio, << Avanti >> dice la preside, dalla porta entra il professor Brown, io lo fulmino con gl’occhi e lui fulmina me, << Finalmente hai la punizione che ti meriti >> esclama lui, << Stia calmo professor Brown >> le dice la direttrice, << Io non ho fatto un bel niente >> borbotto, << Ti ho visto, ti ho visto rientrare negl’alloggi, eri in giro come fai sempre, non rispetti mai le regole e mi odi perché te lo faccio notare troppo spesso >>, << No io la odio perché dice che non valgo nulla e che non dovrei essere qua >> ribatto, << Vede >> dice poi a Miranda << Questa ragazza mi odia e ieri sera era in giro, l’ho vista e non può non essere stata lei >>, io incredula sposto lo sguardo verso la direttrice che dispiaciuta mi guarda, << Devo indagare a fondo su questa cosa >> borbotta lei, << Ma deve farla espellere >> dice il professore Brown, << Tutto a suo tempo professore >> risponde la direttrice << Purtroppo tutto riporta a te Martina quindi mi dispiace, per ora sei sospesa >> mi dice lei abbassando lo sguardo come dispiaciuta da tutto questo, ma non sono stata io, e perché il professore dice di avermi visto quando io non l'ho neppure incontrato? Perché c’è l’hanno tutti con me? La campanella della fine delle lezioni suona e il brusio degl’alunni si fa largo nei corridoi.
 
Qualcuno bussa ancora alla porta dell’ufficio della preside, Miranda con il viso confuso fa un sospiro << Avanti >> dice poi, dalla porta con le facce stranite entrano Mechi, Diego e Jorge, poco dopo raggiunti da Cande, Alba, Ruggero e Facu, << Cosa sta succedendo qui? >> domanda Mechi vedendo il mio volto arrabbiato, << Voi cosa ci fate qui? >> domanda la preside << Non sono affari vostri >> borbotta lei, << Invece si è una nostra amica e vogliamo sapere cosa succede >> esclama convinto Facu, Jorge mi guarda, sembra senza parole, credo riesca ad intuire che sono affranta, arrabbiata e nervosa, << Ragazzi per favore >> dice la direttrice in modo pacato, << La vostra amica si è dimostrata per quello che è >> esclama poi il professor Brown guardandomi quasi con soddisfazione, non capisco a che gioco stia giocando e non capisco perché c’è l’abbia così tanto con me, anche se non mi vuole qui, anche se dice che non mi merito di stare in questo posto perché fare tutto questo? Perché creare tutta questa farsa? A meno che qualcun altro non voglia incastrarmi. << Cosa? >> chiede Alba << Che cosa intende dire? >>, << Che stanotte la vostra amica è uscita dall’alloggio e ha distrutto la mia auto >> risponde lui, << E’ impossibile >> esclama Jorge << Lei non lo farebbe mai >>, << E invece l’ha fatto, l’ho vista >>, Jorge posa il suo sguardo su di me come per rassicurarmi sul fatto che lui non ci crede, come tutti gl’altri miei amici, << Senta, lei sarà anche un professore, potrà anche averla vista rientrare negl’alloggi ma Martina non farebbe mai una cosa del genere, quindi lei sta mentendo >> esclama Mechi alterata, con il viso contratto dalla rabbia, << Vuole essere espulsa anche lei? >> domanda il professor Brown << Anzi volete essere espulsi tutti? >> chiede poi guardano i miei amici uno a uno, << Espulsa? >> chiede Cande << Martina è stata espulsa? >> dice con un tono di voce alto e confuso, << No >> risponde la direttrice << E’ sospesa finché non capirò esattamente cosa sta succedendo >>, << Non può farlo >> dice Jorge << Non ha fatto niente >>, << Jorge >> dice Miranda in modo molto gentile e dolce << Per ora la prima sospettata di tutto questo è Martina, il professore Brown l’ha vista e lei ha ammesso di essere uscita quindi… >>, << E quindi gli credete? >> chiede lui ormai arrabbiato << Ma dai, lo sappiamo tutti quanto il professor Brown odi il fatto che Martina sia qui >>, << Dovreste smetterla di difenderla se non volete fare la sua fine >> risponde il professore << Insomma, è una ragazza che viene dalla strada, pensavate che sarebbe cambiata? Che sarebbe diventata una di voi con il vostro aiuto? Ma dai! Rimane sempre la ragazza impulsiva che fa quello che le pare, che non rispetta le regole e che si vendica, lei è così, non potete cambiarla >>, << La smetta! >> urla Cande, << Già sente quello che dice, sembra lei quello pericoloso qua >> ribatte Ruggero, << Perché non ti difendi Martina? >> mi chiede Mechi stupita, << Perché non mi va >> borbotto io lasciando tutti stupiti << E non dovreste farlo neanche voi >>, << Ma cosa stai dicendo? >> mi chiede Diego << Tu non sei così, perché non reagisci? >>, << Smettetela ok? >> dico arrabbiata alzandomi << Smettetela di difendermi sempre, perché continuate ad insistere, se deve andare così, se devo essere espulsa che accada, infondo non ho mai creduto che potesse finire bene questa cosa, insomma guardatemi, sono sempre la Martina che viene per la strada ed è vero che non cambierò mai, anche se non ho fatto nulla me lo merito, non sono all’altezza di stare qua e l’ho sempre saputo a differenza vostra che credete il contrario, non voglio che vi mettete in mezzo per salvarmi rischiando di essere espulsi per me, ma state scherzando? Io me la cavo, me la cavo sempre e sicuramente per me non sarà una tragedia essere espulsa da questo posto in cui non volevo nemmeno venirci, quindi ora basta, lasciatemi risolvere le cose da sola, come ho sempre fatto >>, tutti mi guardano straniti, confusi, non riescono a capire. Sono stata troppo sfacciata forse, ma lo faccio per il loro bene, non mi va che anche loro vengano immischiati in questa storia, voglio che rimangano qua, perché è il loro posto e non che ci rinuncino solo per me, per difendere me, non valgo così tanto da poter rinunciare alla loro vita, quindi anche se sono stata dura, anche se li ho delusi, almeno ho l’anima in pace, so che loro sono qui dove dovrebbero essere e non come me, io non appartengo a tutto questo, anche se ho conosciuto persone meravigliose e ho imparato da loro, anche se ho trovato l’amore, l’amicizia io non sono fatta per questo, per stare in mezzo a questa gente, perché la maggior parte di loro mi vedrà sempre come la randagia che è arrivata dalla strada e ci sarà sempre qualcuno che non mi accetterà per questo.
 
Tutti mi guardano imbambolati, nessuno più dice una parola, li ho azzittiti e quando guardo i loro visi affranti e tristi sento un peso sullo stomaco, non riesco a sopportarlo, ma ho dovuto farlo per il loro bene, << Ragazzi forse è meglio che ve ne andiate >> dice ad un certo punto la direttrice, io guardo in basso per non incrociare i loro sguardi, per non sentirmi ancora più in colpa di quanto mi senta già. Ad un tratto sulla soglia compare la madre di Jorge, in tutto il suo splendore, con il suo fare altezzoso, << Mamma? >> dice Jorge quando la vede << Cosa ci fai qui? >> chiede poi, << Ho saputo quello che è successo >>, << Immagino che l’abbia chiamata Stephie >> dice Mechi con una faccia quasi buffa, << Mechi sei sempre così intuitiva >> le sorride lei in modo beffardo, << Perché sei qui? >> le dice Jorge, << Perché nella scuola che mio figlio frequenta non voglio che ci siano dei vandali che non sanno a tenere a freno i loro istinti da animali >>, Jorge corruga la fronte non capendo quello che la madre sta dicendo << Questa ragazza deve essere espulsa >> dice indicandomi, la direttrice mi guarda e poi guarda la madre di Jorge, << Signora non possiamo farlo senza delle prove >>, << Non vi servono le prove con gente come lei si fa solo uno più uno, mi sembra più che logico che sia stata lei e quindi non vedo perché non eliminare il problema >>, << Il problema? >> chiede Cande, << A me sembra che il problema siate voi >> borbotta Diego, << Noi? >> chiede la madre di Jorge ridacchiando << Ti ho sempre reputato intelligente Diego ma vedo che avere una amica come lei ha cambiato le cose, perché mai io dovrei essere un problema? >>, << Forse perché le persone come lei non sanno accettare che nella vita ci sono persone che sono superiori a voi e non in senso materiale, a lei, signora Blanco, le importa solo dei soldi e della sua popolarità e non riesce a vedere che il mondo la fuori è più complicato, più difficile e che le persone vanno aiutate se è possibile e non come le chiama lei, non sono dei problemi, sono delle opportunità per scoprire quanto sia pericoloso e difficile il mondo la fuori >> risponde Mechi a tono << Ecco perché il problema è la gente come lei >>, << Bene vedo che hai contagiato tutti >> dice la madre di Jorge rivolgendosi a me, << Loro pensano con la loro testa non con la mia >> borbotto, << O si certo, gli hai solo fatto fare il lavaggio del cervello, sai vero che non sei niente, non vali niente e che qui non dovresti neanche starci perché vedi cosa succede? Le persone iniziano a pensare che la ricchezza e il potere non contino niente ed è colpa tua, è sempre colpa tua, da quando ci sei tu tutto è cambiato… >>, << Basta! >> urla Jorge << Sei davvero perfida >>, << Oh amore mio lo capirai anche tu prima o poi >>, << No! Non lo capirò mai a dire la verità, non ho mai voluto ricchezza e potere e tu essendo mia madre non l’hai mai capito ecco perché sono le persone come te non contano niente >>, << Come osi… >>, << Smettetela >> urlo ancora io << Smettetela tutti perché non ne posso più, mi state facendo impazzire, non mi interessa starle simpatica signora Blanco, ne che lei mi ammiri o mi accetti, non mi interessa proprio di quello che pensa lei, il suo pensiero non mi tocca minimamente perché non è una persona a cui tengo, di cui mi importa qualcosa >> dico quasi senza fiato << Non mi importa di quello che lei pensa lo capite? >> mi rivolgo poi ai miei amici << Quindi basta, lasciatela parlare tanto è lei quella che è circondata da persone che non le vogliono bene ma stanno vicino a lei solo per il potere e i soldi e si ritroverà sola prima o poi, lasciatele dire ciò che vuole, non mi importa se vuole sbattermi fuori o se vuole addirittura eliminarmi dalla faccia della terra, perché io so chi sono, so cosa ho fatto, ho vissuto la mia vita sentendomi sempre in colpa, aiutando sempre gl’altri, ho imparato che le persone contano più di qualsiasi altra cosa al mondo, che non importa quello che si ha ma quello che si dà, IO LO SO e mi importa solo questo, quindi basta, lasciatela parlare così la finiamo con tutte queste stronzate >> e ancora una volta senza fiato ho azzittito tutti, è inutile discutere con una persona come la madre di Jorge, quindi perché sprecare fiato, credo che la direttrice sia abbastanza intelligente da sapere che le parole di questa donna non vanno nemmeno considerate, << Io do un sacco di soldi a questa scuola quindi voglio che lei se ne vada, subito! >> esclama poi lei, il mio discorso non l’ha neanche sentito, è una donna talmente stupida che non si rende nemmeno conto di quanto sembra ridicola in questo momento, ancora a parlare di soldi, << il fatto che lei doni tanti soldi in questa scuola non le da il diritto di decidere, sono io la direttrice e io decido, che sia chiaro >>, il viso della madre di Jorge si contrae dalla rabbia, è in preda alla collera, non credo che le piaccia sentirsi dire di no. << Martina! >> una voce mi chiama sulla soglia dell’ufficio e tutti ci voltiamo.
 
Josh con il viso confuso mi sta guardando, guada tutti noi riuniti nell’ufficio della direttrice, si avvicina a me con passi frettolosi e mi stringe fra le sue braccia, senza dire una parola, con semplicità e dolcezza. Poi fa un passo indietro e mi guarda e si volta verso la direttrice, << Non è stata lei >> borbotta, << Signore… >>, << Ecco un altro che è qua a difendere questa inutile ragazza >> esclama la madre di Jorge e Josh la fulmina con lo sguardo, << Come ha detto scusi? >> gli domanda lui, << Per favore non litigate >> dice la direttrice, << Non osi più dire che questa ragazza è inutile, lei nemmeno la conosce >>, << So abbastanza da capire che è violenta, imprevedibile, non rispetta le regole, cosa si può aspettare da una con un passato del genere >>, << Lei deve rimangiarsi tutto quello che ha detto >> urla Josh, noi li guardiamo tutti imbambolati, Josh mi difende contro la madre di Jorge e tutti siamo concentrati ad ascoltarli, << Lei non sa niente >> esclama poi Josh, << Non mi interessa di quello che lei pensa, è una persona comune non può capire, Martina deve andarsene dopo quello che ha fatto >>, << Non è stata lei >> ripete Josh convinto, << Non può esserne sicuro >> borbotta la donna, << Invece sì! Questa ragazza per me è come una figlia, io l’ho portata al sicuro, io la tengo d’occhio, io cerco il modo di farla stare bene e gli ho dato una possibilità perché se la merita, è lei che non la conosce, lei con i suoi stupidi pregiudizi non riesce a capire come questa ragazza sia unica, in gamba e speciale >>. La madre di Jorge inizia a ridere e il viso di Josh si contrae dalla rabbia, << Mamma smettila >> le dice Jorge << Ti stai rendendo ridicola >>, << Voi vi state rendendo ridicoli >>. << E’ stata Martina l’ho vista, quindi perché non la buttiamo fuori e basta >> dice ad un tratto il professor Brown che viene fulminato dallo sguardo di tutti noi, << La volete solo incastrare >> dice Josh << Perché lei non lo farebbe mai, anche se la odia >> esclama riferendosi al professor Brown, la direttrice mi guarda con occhi dolci, credo che capisca come mi sto sentendo, le persone stanno litigando per me e questo a me non piace, voglio difendermi da sola, voglio farcela da sola e non c’è bisogno che tutti loro mi difendano in questo modo perché potrebbero peggiorare la situazione. << La ragazza non verrà espulsa, non oggi >> dice poi Miranda facendo tacere il brusio che si è creato nell’ufficio, << Ma.. >> inizia a dire la madre di Jorge, << Niente ma, non abbiamo prove concrete e io voglio arrivare a fondo di questa storia >> dice in modo deciso, << Ora se potete andarvene per favore, ho bisogno di riflettere. Martina ci vediamo dopo >> dice guardandomi, io faccio un cenno con il capo e tutti usciamo dallo studio della direttrice. Josh fulmina con lo sguardo la madre di Joge che ricambia il gesto, << Tu vieni con me >> dice poi lei a Jorge, << Non ci penso neanche io resto con Martina >> dice prendendomi la mano, come se non gli importasse niente, come se non volesse nascondere i sentimenti che prova me e poi incrocia i miei occhi e dolcemente mi sorride, << Come osi fare questo a tua madre? Ti avevo proibito di stare con lei! >>, << E a me non importa, tu non capisci >> ribatte Jorge con un tono quasi tranquillo, la madre di Jorge si volta senza dire una parola e lentamente se ne va. << Martina stai tranquilla tutto si sistemerà >> mi dice Diego mettendomi una mano sulla spalla, << Si ci siamo noi con te >> sorride Cande, << Ragazzi statene fuori davvero, perché non voglio che vi succeda qualcosa per colpa mia davvero >>, << Scherzi? >> chiede Mechi << Io starò con te fino alla fine, noi sappiano che non hai fatto nulla >>, << Lo so, ma non voglio che vi immischiate >> ripeto io, << E invece lo faremo, non ti lasceremo nelle grinfie del professor Brown o della madre di Jorge >> mi dice Alba, << Già non sei sola >> afferma Ruggero. << Vedo che ti sei fatta degl’ottimi amici >> mi dice poi Josh << E un ragazzo >> dice poi guardano Jorge, io arrossisco un po’ e poi mi volto verso di lui, << Grazie per essere qui >>, << Non vorrei essere altrove lo sai vero? Quando la direttrice mi ha chiamato e mi ha raccontato ciò che è successo ho subito capito che qualcosa non andava, è impossibile che sia stata tu >>, io gli sorrido dolcemente mentre lui mi fa una carezza sul viso << E non ti preoccupare aggiusteremo tutto, a quanto vedo hai un esercito ben armato con te >> sorride lui guardando tutti i miei amici, << E ora che si fa? >> domanda Facu, << Aspettiamo, intanto potremmo indagare su chi ha fatto tutto questo anche se un idea cè l’ho gia >> borbotta Alba, << No, vi prego non fate niente non voglio che veniate messi in mezzo anche voi >>, << Non sarà sicuramente il tuo divieto ad impedirci di farlo >> mi dice Mechi << Stai tranquilla Martina >>, << Come posso stare tranquilla se rischiate per me? >>, << Ehi, usciremo da questa situazione vedrai! >> mi dice Jorge guardandomi negl’occhi e la paura aumenta ancora, il senso di colpa per aver coinvolto tutti loro, non posso permettere che vengano espulsi per colpa mia o che facciano una cosa del genere anche a loro.

Ps.: Ciao a tutti, eccoci qua con un nuovo capitolo!! Vi ringrazio tutti come sempre, chi legge e commenta, grazie di cuore. Ora passiamo al capitolo, qualcuno cerca di incastare Martina, so che già pensate chi è che lo sta facendo ma le cose sono molto più complicate di quanto sembrano. Martina vede che tutti la difendono e inizialmente si arrrabbia, più che altro perchè non vuole che loro si mettano in mezzo per lei, dice di farcela da sola e in parte è vero ma dentro di lei sa che da quando ha incontrato loro ha come bisogno del loro sotegno ma comunque non vuole metterli nei guai solo perchè cercano di difenderla. LA madre di Jorge fa il suo ingresso attaccando Martina, ovviamente lei la vuole fuori a ha trovato l'occasione giusta per farlo, perfortuna la direttice non le da ascolto perchè non si lascia abbiandolare da lei e anche Jorge trova il coraggio di affrontare la madre in un certo senso, l'arrivo di Josh cambia le cose, tutti rimangono basiti quando lo vedono difendere Martina in un modo molto protettivo e paterno. Chissà cosa succederà ora, le cose si sistemeranno o martina se ne andrà? Putroppo settimana prossima non ci sono ( finalmente vado in vacanza ) PErò se riesco durante la settimana pubblicherò il capitolo, se no dovrete aspettae il lunedì dopo! Ciao a tutti <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Dove sei? ***


Dove sei? 

Sono nervosa, frustrata, non ne posso più di tutto questo e non mi va che tutti si preoccupino per me e tentino di difendermi. Sono tutti fuori nel corridoio che parlano, si confrontano per decidere cosa fare, mentre io mi sono chiusa in camera mia a pensare, a pensare come agire, come uscire da tutta questa stupida situazione che si è creata intorno a me. Non dovrei essere qua, ora ne sono ancora più convinta, sono stata così stupida da pensare di poter rimanere qua, di integrarmi fra loro, mi sono rilassata senza pensare alla realtà, io non sono fatta per questo posto e non lo sarò mai. Mi sono illusa di poter essere felice anche io, che la mia vita in qualche modo potesse cambiare, ma non è così, non è mai stato così. Vedere come i miei amici ci tengono a me, come Jorge tiene a me mi impaurisce, io non sono nessuno e non lo sono mai stata e loro stanno rischiando tutto per me che non dovrei nemmeno essere qui. Dovrebbero lasciarmi perdere, dovevano lasciarmi perdere e non cercare di farmi integrare in tutto questo, io non centro nulla qui e ora l’ho capito. Mi alzo di scatto dal letto, vedo verso l’armadio e tiro fuori il borsone con cui sono arrivata, lo apro e lo getto sul letto in modo veloce, il mio respiro si fa più affannoso, non mi perdoneranno mai per quello che sto per fare, ma devo, ora capisco, ora mi rendo conto che questo posto non è la mia vita, che non dovrei essere qui e che loro non dovrebbero preoccuparsi così tanto per me. Tiro fuori un po’ di vestiti dall’armadio, giusto quelli che mi serviranno, prendo cose che potrebbero servirmi, con foga, ma anche con rabbia le infilo nel borsone. Mi mancheranno, mi mancherà vederli tutti i giorni, mi mancherà vedere i loro sorrisi sinceri, con me sono stati davvero gentili, sono diventati miei amici, mi hanno aiutata, ma ora è troppo, non possono rischiare la loro vita per colpa mia, perché è sempre colpa mia, ogni cosa nella mia vita si distrugge e non voglio distruggere anche loro e portarli sul fondo con me. Mi fermo un attimo e sospiro, stringo in mano una maglietta che sto mettendo nel borsone e chiudo gl’occhi, l’immagine di Jorge che mi guarda e mi sorride si fa largo nei miei pensieri, quel ragazzo mi è entrato nel cuore, nessuno è mai riuscito a farmi provare quello cose, nessuno è mai riuscito a farmi sentire amata e voluta, mi si spezza il cuore a pensare di non vederlo più, di lasciarlo qua tra le mani di Stephie, vorrei portarlo con me ma non voglio distruggere la sua vita, perché lui si merita il meglio e di certo io non potrò mai darglielo. La porta della mia camera si apre, mi spavento perché ero persa via nei miei pensieri, Jorge sulla soglia mi guarda per qualche secondo e poi capisce, fissa me e poi il borsone e poi ancora me, incredulo, spaventato e confuso. << Cosa stai facendo? >> mi chiede avvicinandosi lentamente a me, io non rispondo subito, abbasso lo sguardo per non guardare i suoi occhi perché so che mi ci perderei dentro e non riuscirei più a lasciarli. << Martina! >> mi richiama lui, alla fine mi decido a parlare << Vado via >> dico piano chiudendo piano gl’occhi, << Cosa? >> mi domanda lui stupito << Non puoi andare via! E poi perché dovresti farlo? >> mi chiede appoggiando una sua mano sul mio viso, questo mi costringe a guardarlo e nei suoi occhi vedo la paura, la rabbia e tutto il nervosismo che si diffonde in lui. << Io devo >> gli rispondo << Non sarei mai dovuta venire qua >> continuo, << Smettila di dire queste cose >> ribadisce lui un po’ arrabbiato, << Non capisci? Se resto qui non cambierà mai niente Jorge, e poi voi continuate a difendermi e io non voglio, non voglio mettervi in mezzo a queste cose, farvi rischiare solo perché volete proteggermi, ho bisogno di sapere che voi siete qua senza problemi, che siate felici >>, lo guardo per pochi secondi << Senza che io vi distrugga la vita >>, << Tu non distruggi niente, siamo noi che scegliamo cosa fare! >>, << Si ma le vostre scelte sono influenzate da me, mi dispiace ma… >>, << Martina non farlo >>, << Devo >> rispondo io voltandomi e ricominciando a infilare le cose nel borsone, Jorge mi guarda, rimane li fermo a fissarmi, incredulo, spaventato, non dice una parola mi guarda solo, confuso, lo guardo con la coda dell’occhio, vedo che tenta di parlare ma poi cambia idea. Lentamente si volta e se ne va, senza dire niente, frustrato, arrabbiato, l’ho ferito e per questo mi sento male ma devo andarmene, devo fare in modo che tutti loro vivano la vita che si meritano, non posso restare, non posso rischiare di rovinare altre vite come è stata rovinata la mia, ho bisogno di sapere che la loro vita sarà spettacolare come la immagino, nella mia testa prende forma il ricordo dei loro volti, dei loro sorrisi, uno a uno mi passano per la testa, e infine l’immagine di Jorge, del suo sorriso, del suo amore.

Chiudo il borsone e esco dalla mia camera. Non c’è nessuno e questo rende il tutto più facile, pensavo di dover lottare contro l’ira di Mechi, di trovarmi Cande che mi sbarrava la porta e sentire la ramanzina da Alba, ma non c’è nessuno. Mi avvio verso la porta sospirando profondamente, appoggio la mano sulla maniglia ma prima di aprirla mi volto e guardo per l’ultima volta quella che è stata la mia casa, ricordo ogni singolo istante, ogni gioia, ogni frustrazione, le litigate, le risate, ricordo ogni cosa che è successa da quando sono qua. Ricordo come mi sono sentita quando Mechi e gl’altri mi trattavano come una amica, una persona normale, non ero abituata a trovare persone come loro che mi trattavano bene, mi sono entrati nel cuore uno a uno seppur io non volessi, ho sempre distrutto tutto, ho sempre tutti. Quando apro la porta e mi ritrovo in corridoio ho una sensazione strana, difatti quando mi volto dal fondo del corridoio, Miranda sta venendo verso di me, con passo lungo e con uno sguardo confuso, dietro di lei scorgo Jorge e capisco. << Non mi farete cambiare idea >> dico guardandoli, Miranda mi sorride leggermente, << Non sono qui per farti cambiare idea >> risponde lei e sia io che Jorge la guardiamo straniti, << Sono qui per dirti che io credo alla tua innocenza è che non c’è bisogno che tu te ne vada Martina >>, < Ma… >> inizio a parlare io confusa più che mai, << Senti >> sospira la direttrice << Non potevo tenerti la parte nel mio studio, avrei insospettito il professor Brown e l’avrei fatto arrabbiare ancora di più, dovevo essere formale, se tu dici di non essere stata tu io ti credo >>, << Perché? >> gli domando stupita, << Perché conosco le persone come te, so come ragioni, so come ti comporti, so anche che se fossi stata tu lo avresti ammesso senza problemi, arrivi dalla strada, hai un carattere forte e le persone come te non si nascondo quando vogliono ribellarsi perché vogliono cambiare le cose, mostrare la verità, quindi se fossi stata tu avresti ammesso subito di averlo fatto e invece >>, << Come fa ad esserne sicura? >> chiedo ancora, Jorge è confuso, non capisce quello che la direttrice cerca di dirmi, ma infondo lei ha ragione, io non mi nasconderei mai, mi prendo la responsabilità di tutto quello che faccio, e lei lo sa, sa che non sono stata io perché se fosse stato così non avrei mai lasciato che i miei amici rischiassero per me, avrei confessato subito pur di saperli al sicuro, << Perché io lo so Martina >> mi risponde lei tranquillamente << Ora torna nella tua stanza perché devo risolvere questo casino e finché non l’avrò fatto voglio che tu rimanga nella tua camera >> borbotta lei. Sono già passate tre ore da quando ho cercato di andarmene, è notte, Mechi sta dormendo nella sua stanza, non sa che ho cercato di andarmene se no sarebbe ancora qua a farmi la ramanzina, sto pensando alla direttrice e alle sue parole, lei sa che non sono stata io ma questo non cambia di certo le cose. Sono seduta in salotto e continuo a muovere una gamba per la tensione accumulata, sono ancora convinta che non dovrei essere qua, anche se la direttrice mi crede, per quanto dovrà continuare tutto questo, perché sarà sempre così, ci sarà sempre qualcuno che mi metterà i bastoni tra le ruote, che cercherà di mandarmi via, di incolparmi e ora non so se ho voglia di combattere con tutto questo? Quando sono sicura che tutti dormono, che nessuno possa sentirmi mi alzo e prendo il borsone infilato sotto il letto, ancora pronto. Senza voltarmi indietro stavolta esco dalla mi camera, un senso di dispiacere si diffonde in me, mi dispiace lasciarli, di non vederli più, di abbandonarli così senza avviso, mi dispiace per Jorge, per quello che proverà quando vedrà che non sono più qua, quando sia accorgerà che l’ho lasciato solo, senza nemmno dirgli addio. Gl’occhi diventano lucidi mentre percorro i corridoi del dormitorio, senza fare il minimo rumore esco dall’edificio, attraverso tutto il cortile della scuola, nel silenzio più assoluto, il buio rende tutto più facile, non vedere la scuola con i miei amici che si allontana da me, è una mia decisione, vivranno una vita migliore senza me, ritorneranno alla loro vita senza i miei problemi e tutte quelle preoccupazione che ho procurato a tutti. Me ne vado lasciando un pezzo di cuore, un pezzo della mia anima, perché loro sono riusciti a ricucire alcuni strappi che portavo dentro di me e non potrò mai ringraziarli abbastanza per questo. Arrivo al grande cancello, all’entrata, mi metto alla destra e lancio il borsone al di là della siepe che circonda la scuola e poi inizio ad arrampicarmi, senza fretta per non procurare troppo rumore, finché con un balzo non atterro sul marciapiede, quando i miei piedi toccano terra una sensazione strana mi pervade, una sensazione famigliare, una libertà che mi mancava, sono tornata nel mio posto, nella vita che conosco bene, sono di nuovo la Martina che vive per strada, la Martina che cerca di sopravvivere, sono tornata alla mia vita, sono tornata a casa.

JORGE BLANCO
 
Quando mi sveglio una sensazione strana si diffonde in me, è come se mi mancasse qualcosa, come se un pezzo di me fosse sparito. Mi tiro su a sedere sul letto con questa sensazione che non mi lascia. Mi vesto lentamente, tutto quello che sta succedendo è una cosa stupida, fare tutto questo per incastrare Martina, per fare in modo che se ne vada e ancora non riesco a crederci, sono più che convinto che Stephie centri qualcosa con tutto questo ma non posso incolparla senza prove, devo trovare qualcosa che discolpi Martina da tutto ciò. La vedo stanca, affranta e non posso biasimarla se ha pensato di scappare, di lasciare questo posto dove non si è mai sentita accettata da tutti, ma il pensiero di perderla mi lascia senza fiato, non credo di poter immaginare la mia vita senza di lei ormai, ho bisogno di saperla al sicuro e sapere che sta bene dopo tutto, nonostante tutto, so che è forte ma so anche che è difficile vivere la sua vita, e anche lei qualche volta ha il diritto di crollare dopo tutto il peso che si è portata sulla spalle da tutta la vita. Mi vesto lentamente, Diego mi da il buongiorno mentre passa davanti la porta di camera mia dirigendosi in bagno, poco dopo busso alla porta, << Diego svegliati a uscire che devo andare da Martina >> borbotto io ancora mezzo assonnato, ho fatto fatica ad addormentarmi perché i pensieri continuavano a viaggiare nella mia testa senza fermarsi mai. Quando finalmente Diego esce dal bagno e sto per entrare la porta dell’alloggio si spalanca e va a sbattere contro il muro, << Che succede? >> chiede spaventato Diego, sulla soglia Mechi con gl’occhi sgranati e il fiatone ci guarda, la raggiungiamo in salotto correndo, << Cos’hai Mechi? >> chiede Diego e ad un tratto quella sensazione strana che ho provato stamattina prende il sopravvento, Diego prende le spalle di Mechi e lei però punta gl’occhi su di me e capisco che qualcosa non va, << Martina se ne è andata! >> esclama la bionda a bassa voce, con gl’occhi tristi, la voce spenta e lo sguardo affranto, << C-cosa? >> balbetto io, << Dove è andata? >> le chiede poi Diego, << Non ne ho idea >> risponde lei ancora con quel tono di voce, vedo la tristezza nei suoi occhi, non se lo aspettava, nessuno si aspettava che se ne sarebbe andata, ma quella sensazione che ho provato fin ora capisco da dove arrivava, il fatto che Martina non fosse più qui, in questo edificio mi fa mancare un pezzo di me, mi fa capire quanto io ho bisogno di lei, di quanto io la ami, ma lei non lo sa, non gliel’ho mai detto, non gli ho mai confessato quello che realmente provo per lei, da quando l’ho vista la prima volta credo di averla amata fin da subito. << Jorge >> esclama piano Mechi vedendomi perso nei miei pensieri, non riesco ad immaginare la mia vita senza lei, senza i suoi occhi, il suo sorriso, il suo modo di ridere e tutte quelle piccole cose che me la fanno amare sempre di più ogni minuto che passa. Quando alzo lo sguardo trovo Mechi abbracciata a Diego mentre lui le accarezza delicatamente la testa, a vederli il vuoto che provo si espande, diventa sempre più forte e mi sembra di cadere in un baratro. << Devo trovarla >> dico uscendo dal mio alloggio velocemente seguito da Mechi e Diego, << Come pensi di fare? >> mi chiede Diego, << Non lo so ma devo riportarla qua >> dico senza fiato, arrabbiato, non con lei ma con me, << Ti aiutiamo noi >> borbotta Mechi mentre, ad un certo punto all’entrata dell’edificio del dormitorio ci sono tutti, Ruggero capisce subito che qualcosa non va e viene verso di noi mentre Alba ci guarda confusa, << Che succede? >> domanda Facu, << Martina se né andata >> risponde Mechi perché le parole non mi escono, perché solo a dirlo mi viene da star male, << COSA? >> esclama Cande che deglutisce sonoramente e poi gl’occhi gli diventano lucidi, spero che non si metta a piangere perché non so se resisterei dal farlo anche io, sento quel groppo alla gola che mi perseguita, << Cosa pensi di fare? >> mi chiede Ruggero appoggiandomi una mano sulla spalla, << Devo trovarla >> dico con la voce piatta senza emozione, mi sento vuoto, << Pensi di andare in giro per tutta Buenos Aires? >> mi domanda Alba << Sarà difficile trovarla >> continua lei, << Già lei conosce bene ogni singolo angolo di questa città, è cresciuta tra le strade >> borbotta Facu, << Io devo trovarla >> dico stringendo i pugni, << Ti aiutiamo >> esclama Cande riprendendo un po’ di forza, << Io e Alba chiamiamo Josh, magari lui sa dove può essere andata >> mi dice Facu mettendosi in moto e prendendo per mano Alba e insieme escono dall’edificio, << Noi andiamo dalla direttrice e l’avvertiamo che Martina non c’è e che tu sei uscita a cercarla, noi rimaniamo qui in caso tornasse ok? >> mi dice Cande stringendomi a se, forte, << Ci teniamo tutti in contatto >> borbotta Ruggero sicuro di se, << E noi? >> mi domanda Mechi, << Cercatela >> dico io, << Ovunque, in ogni angolo, dobbiamo trovarla >>, ho la voce spezzata e Mechi se ne accorge sgranando leggermente gl’occhi, << Bene noi andiamo dalla direttrice >> Cande e Ruggero escono mentre io, Diego e Mechi ci dirigiamo velocemente all’uscita dell’accademia, << La troveremo >> dice Mechi per rassicurarmi << Non preoccuparti lei se la sa cavare benissimo >> mi sorride leggermente per darmi sicurezza. << Aspetta >> dice poi Diego che ha avuto un illuminazione, << Che c’è? >> gli chiedo impaziente, << Devi trovare Alexandra e Finn >> dice poi, << Forse loro sanno dove può essere andata o magari è con loro >>, << Hai ragione >> esclama Mechi << Io e Diego andiamo da questa parte, se la troviamo o se troviamo Finn e Alexandra ti chiamiamo >> esclama lei, io annuisco senza dire nulla e loro si allontanano. Inizio a correre e tutti i ricordi che ho di Martina mi passano per la testa, corro e vedo lei, il suo sorriso, la vedo ridere, vedo il suo volto quando si difende, quando lotta, amo tutto di lei, ogni singola cosa che le appartiene, ogni sorriso, ogni sguardo e pensare di non poterli vedere mai più mi spezza il cuore, mi distrugge dentro, non ho voglia di provare niente se lei non è con me. Corro, corro, corro e sono quasi senza fiato, inizio a perdere le speranze, Josh è in movimento e cerca Martina, la direttrice ha mandato una foto di Martina a bar, ristoranti, qualsiasi posto dove lei potrebbe passare, ma dopo due ore ancora niente. Inizio a perdere le speranze, lei sa dove nascondersi, lei sa dove andare per non essere trovata, è la sua vita, è sempre stata la sua vita vivere qua in strada e nessuno meglio di lei sa dove andare. Poi ad un certo punto sento una voce familiare, mi volto di scatto e sulla strada dietro di me, Alexandra sta ridendo insieme a Finn mentre stanno mangiando un panino, corro verso di loro e quando mi piazzo davanti loro mi guardano stupiti, << Jorge? >> esclama Finn, << Cosa ci fai qui? >> mi chiede Alexandra piegando il capo, dal suo sguardo credo abbia capito che qualcosa non va, << Ti senti bene? >> chiede poi Finn, << No >> esclamo con il fiatone << Martina è scomparsa >> continuo io, loro sgranano leggermente gl’occhi, << L’avete vista? Sapete dove può essere? Vi ha contattati? >> parlo a raffica e loro sembrano spaesati e poi Alexandra ridacchia, << Perché ridi? >> le chiedo in modo brusco e poi mi scuso, non riesco a controllarmi quando sono così in pensiero, << Jorge >> mi dice lei tranquillamente << Ti porto io da lei >>, Finn le sorride, << L’avete vista? >> chiedo speranzoso, << No >> borbotta Finn, << Allora… >> inizio a parlare confuso, << Non l’abbiamo ne vista ne sentita, ma so dove si trova >>. Iniziamo a camminare, le case iniziano diventare sempre meno finchè non arriviamo in una stradina di terra circondata di alberi, un sentiero che porta su una delle colline della città dove la si può osservare dall’alto, << Come fate ad essere sicuri che sia qua? >> chiedo dopo aver spiegato a Finn e Alexandra cosa è successo, << Martina quando vuole stare sola raggiunge la cima della collina, questa collina precisamente perché è l’unica da dove si vede la città per intero da lassù, lei ama vedere la città dall’alto, dice che la rilassa, che riesce a pensare lucidamente la sopra, quando vuole scappare o allontanarsi va li >> mi risponde Finn, << E da quello che ci hai raccontato è molto probabile che sia qui, avrà bisogno di pensare e poi si sentirà in colpa per avervi lasciato, soprattutto te a quanto pare >> mi dice maliziosa lei. Io arrossisco un po’ ma non rispondo, continuiamo a camminare per quasi un ora << Credo che ora debba andare da solo >> mi dice Finn fermandosi, << Continua dritto ancora per 10 minuti e sei arrivato >> sorride Alexandra. Li ringrazio con un cenno, << Ti aspettiamo qui in caso non la trovassi >> borbotta Finn e solo l’idea di non trovarla mi fa mancare l’aria. Cammino, e sono sempre più nervoso, agitato, voglio vederla, voglio che sia qui, quando giro a una piccola curva, seduta vicino ad un dirupo che dà sulla città vista dall’alto, c’è lei e il cuore mi si ferma. Mi avvicino lentamente mentre la guardo che con gl’occhi chiusi si assapora tutta l’aria fresca che gli scivola sul viso e gli sposta i capelli sciolti, sembra tranquilla, ma capisco che sta cercando di rilassarsi perché poi inizia a respirare profondamente. Un rametto sotto i miei piedi si spezza e lei si volta con uno scatto, sgrana gl’occhi quando mi vede e si alza in piedi. << Jorge >> dice lei e solo sentire il mio nome pronunciato dalla sua bocca mi fa rilassare, << Come sei arrivato fin qua? >> mi chiede poi e io mi avvicino di qualche passo, << Ci è voluto un po’ ma poi ti ho trovata >> le dico con la voce ancora spezzata, << Scusami >> dice poi lei << Non volevo farti preoccupare >>, << Sono tutti preoccupati per te Martina >> le dico e lei abbassa la testa mortificata, << Non volevo andarmene così, ma ho dovuto farlo, voi non mi avreste mai permesso di farlo >>, << Nessuno vuole che tu te ne vada >> borbotto avvicinandomi ancora a lei, ho bisogno di toccarla per sentire che è reale ma esito, << Dovevo farlo, sto rovinando la vita a tutti >>, << Non è vero >> ribatto io, << Non c'entro niente con quel posto lo sai benissimo >>, << Nemmeno io >> le rispondo e lei mi guarda stranita, << Senza di te non mi interessa stare lì >> affermo io e lei mi guarda negl’occhi incredula alle mie parole, << Ti vogliamo tutti bene, ti vogliamo con noi perché in qualche modo ci hai riempito la vita, pensavamo di avere tutto e poi sei arrivata tu e abbiamo capito che non avevamo ciò che realmente volevamo, tu sei riuscita ad entrare nei nostri cuori, sono tutti preoccupati e ti stanno cercando, ho girato per ore senza sapere se ti avrei rivisto e stavo male al sol pensiero di non vederti più, Mechi è triste, Cande è triste, tutti sono tristi, noi vogliamo stare dalla tua parte anche se questo vuol dire rischiare, perché sei più importante tu di una scuola o della reputazione che abbiamo, c’è l’hai insegnato tu >> le dico mentre lei mi ascolta attentamente e finalmente riesco ad avvicinarmi a lei prendendola tra le mie braccia, stringendola a me << Mi hai fatto spaventare >> le rivelo poi, lei mette la sua testa tra il mio collo e la spalla e si accoccola a me e capisco che gli sono mancato davvero e inizio a capire che per lei non è stato facile lasciare tutti noi, << Torna con me >> le dico poi facendo un passo indietro per guardarla, << Io non so se posso >> risponde lei, << Si che puoi e insieme sistemeremo tutto >>, << Jorge… >>, e non resisto più, devo fargli capire che per me è importante, che non esiste una vita senza di lei per me, che la scuola, mia madre, la carriera può andare a farsi fottere se lei non è con me, << Ti amo Martina, ti amo così tanto che non posso pensare di tornare senza te perché vivrei una vita a metà, perché se te ne vai, perché se ti allontani da me ti porterai via il mio cuore >> confesso guardandola in quei grandi occhi stupiti dalle mie parole, trattiene il fiato per qualche secondo, poi la stringo a me << Ti amo, torna con me, ho bisogno di te >> le dico vicino all’orecchio e il suo respiro inizia a diventare più forte e alla fine le sue braccia mi stringono ancora, in modo forte e deciso, << Ti amo anche io >> risponde lei con la bocca che sfiora il mio collo, lo dice dolcemente e io mi sciolgo a quelle parole, la amo e lei mi ama e questo mi rende felice, è come una conferma, ora so che lotterà per restare con me, che tornerà con me e che non proverà più a scappare, le sposto una ciocca di capelli dal viso e le accarezzo una guancia, poi lentamente la bacio, l’aria fresca ci sfiora la pelle, la città enorme e vista dall’alto ci fa da sfondo, in un momento così puro, così romantico, la amo, la amo con tutto me stesso.

Ps: Eccoci qua al nuovo capitolo, spero che vi sia piaciuto. Martina se ne va, con mille dubbi, mille dilemmi che ha in testa, le sue paure la portano ad allontanarsi da tutti anche se per lei non è comunque facile, quei ragazzi gli sono entrati nel cuore come quasi nessuno ha mai fatto nella sua vita, e per lei è stata dura andare via ma sentiva che doveva farlo. Jorge e tutti gl'altri ovviamente si mobilitano nel trovarla, soprattutto Jorge che si rende conto di non aver mai detto a Martina di amarla, da sempre, dal primo giorno che l'ha vista, inizia a cercarla anche perchè vuole dirglielo, non vuole che lei se ne vada senza sapere che lui la ama. Poi alla fine grazie ad Alexandra e finn la trova. ora cosa succederà, troveranno il colpevole di tutto quello  che è successo? Ringrazio tutti come sempre, siete molto gentili, a lunedì con il prossimo capitolo. ;)
 

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Rivelazioni ***


Rivelazioni.

<< Io ti ammazzo lo sai vero! >> esclama Machi quando mi vede rientrare con Jorge nel mio alloggio. La bionda mi viene incontro abbracciandomi e stringendomi forte << Non farlo mai più >> mi dice lei piangendo. Mentre mi abbraccia vedo tutti nel mio alloggio che mi guardano e poi ci raggiungono per un abbraccio di gruppo. << Sapevamo che saresti tornata >> borbotta Alba con gl’occhi lucidi e contenti, << Dove pensavi di andare senza noi? >> chiede ironico Ruggero che si stampa sulla faccia uno di quei suoi sorrisi contagiosi. << Scusatemi >> dico io quando i miei amici mi lasciano da quel forte abbraccio, << Non volevo farvi preoccupare, solo che… >>, << Solo che sei una stupita >> continua la frase Diego strofinandomi una mano sulla testa per scompigliarmi i capelli, << Ma per fortuna sei qui e non ascoltarlo >> mi dice Cande sorridendo anche lei. Ad un certo punto dietro di me una voce ci interrompe, quando mi giro vedo la direttrice sulla soglia del mio alloggio che mi guarda, è contenta di vedermi ma non lo dà a vedere, << Martina devo parlarti >> dice semplicemente lei senza aggiungere altro, io annuisco leggermente e seguo la preside lasciando la mano di Jorge che mi guarda ancora come se non ci credesse che io sia qua. L’ho notato subito quando mi ha trovata sulla collina, i suoi occhi pieni di paura, non credeva che io fossi lì davanti a lui, che mi aveva trovata. Aveva l’anima distrutta per colpa mia e in quel momento mi sono sentita male, quando ho incrociato i suoi occhi tristi e spenti, mi si è spezzato il cuore. Quando mi ha stretta a lui mi sono sentita come a casa, il suo profumo, la sue pelle morbida, le sue labbra dolci. Come potrei mai vivere senza i suoi abbracci? Come potrei vivere senza sentire la sua voce? Vedere il suo sorriso? In quel momento capii che anche io avevo bisogno di lui, come lui ne ha di me, che non riesco più ad immaginarmi una vita senza Jorge, che lo voglio sentire mio per sempre, che voglio guardarlo per il resto della mia vita. Lo amo e non posso cambiare questa cosa perché fa parte di me, è incisa nel mio cuore. Quando entro nell’ufficio della direttrice lei mi fa segno di sedermi. Io senza dire niente mi accomodo sulla poltroncina difronte alla sua scrivania e lei si mette difronte a me. Mi guarda dritta negl’occhi con le braccia incrociate al petto. << Non devi scappare >> mi dice poi lei << Hai fatto preoccupare molta gente >>, << Mi dispiace ma non vedevo altra scelta >> le rispondo io, << E invece c’è un'altra scelta, rimanere e scoprire la verità su quello che sta veramente succedendo qui >>, << Perché si fida di me? >> le chiedo spudoratamente. Non riesco a capire perché lei mi dia cosi fiducia, perché si preoccupi tanto per me. << So che non mi mentiresti mai, non è nella tua natura, conosco le persone come te Martina, non hanno paura della verità perché la verità non è niente confronto a quello che hanno vissuto, perché quando vivi senza avere niente impari a essere forte e sopportare tutto >>, << Come può esserne sicura? Come può sapere come penso nella mia testa? >>. La direttrice rimane in silenzio per qualche secondo incrociando intensamente i suoi occhi nei miei, << Perché anche io ero come te >> risponde poi, << Come me? >> domando io confusa, << Si, come te, sono stata abbandonata dai miei genitori, ho vissuto in case famiglia e non avevo niente, non ho mai avuto niente >>, << E come può essere la direttrice di una scuola come questa? >> chiedo basita, << Perché non ho mai mollato. A sedici anni una donna mi adottò e mi portò in questa scuola, mi discriminavano, perché non avevo niente e poi sono diventata la figlia della preside, mi dicevano che non meritavo di stare qua perché in qualunque caso ero una stracciona che viveva in povertà, che faceva l’elemosina per poter mangiare, ed era vero e proprio come te non l’ho mai nascosto, non ho mai negato la verità, faceva male ma non volevo dargliela vinta, volevo fargli vedere quanto io valessi, quando io fossi forte rispetto a loro, quanta volontà ci mettevo e non come loro che stavano in questa scuola solo perché potevano permetterlo, io volevo meritarlo >>, << Sono contenta per lei ma io non sono stata adottata da una donna, non ho e non avrò mai una madre come è successo a lei >> rispondo io, era strepitoso quello che le era successo ma io non ero lei, io non avrei mai potuto diventare qualcuno, perché per la gente non ero la figlia della preside, ero la figlia di nessuno. << Ma sei qui >> risponde lei sorridendo << Non permetterò che tu te ne vada o che tu smetta di seguire i tuoi sogni solo perché pensi di non meritarteli >>, Miranda si piega verso di me per stare faccia a faccia << Perché te lo meriti più di chiunque altro >>, << Quindi cosa dovrei fare? Stare qua e farmi incastrare per una cosa che non ho fatto? Questa storia non finirà mai! >> dico quasi esausta, << Martina insieme troveremo il colpevole di tutto questo, ma tu non devi far capire a nessuno che sto dalla tua parte, devono pensare di aver vinto in qualche modo >> sorrise lei, << E’ un bel piano >> dico io abbassando lo sguardo a trraa, perché era una cosa che ricordava me, un mio modo di essere, cercare di incastrare qualcuno che è senza cuore, che non capisce la realtà della vita, << Sai vivere in quelle condizioni ti insegna a sopravvivere anche quando le cose ti si ritorcono contro >> dice la preside guardando fuori dalla finestra, poi rimane in silenzio senza dire una parole con lo sguardo perso a pensare.
 
Arrivo davanti all’alloggio di Jorge e busso. In pochi secondi mi apre la porta e mi guarda sorridendo e io lo ricambio. Mi fa entrare e poi mi fa sedere in parte a lui sul divano, << Non c’è Diego? >> domando io guardandomi intorno, << E’ nel tuo alloggio con Mechi >>, << Ah >> rispondo io sorridendo << Quindi tra quei due va tutto a gonfie vele! >> esclamo io quasi stupita << Si, Diego è proprio cotto di lei. Ma voglio sapere cosa ti ha detto la direttrice >>borbotta lui guardandomi, è seduto in parte a me con il corpo rivolto verso di me, con una mano appoggiata sulla mia guancia, mi guarda con dolcezza, con una profondità che mi fa venire i brividi. << Mi ha detto che troveremo il colpevole, che mi crede ma che deve far finta di prendere dei provvedimenti così la persona che ha fatto tutto questo magari uscirà allo scoperto >>, non volevo raccontargli tutto quello che la direttrice mi aveva detto, non lo trovavo giusto era il suo segreto, quel segreto che è riuscita a nascondere perché ora è una persona potente, che ha ottenuto successo facendocela da sola, con i suoi compagni che la odiavano e ora di quella ragazza tormentata non ne rimaneva nemmeno l’ombra, nessuno ci avrebbe mai creduto a una cosa del genere. << Visto? Te l’avevo detto che la preside non credeva nella tua colpevolezza e non dovevi scappare… senza di me >> continua lui, << Scusa >> dico velocemente io. Nei suoi occhi verdi noto ancora quella nota di preoccupazione << Non me ne andrò mai più senza dirti dove >> continuo poi io e lui mi sorride, << Lo spero davvero >> borbotta lui avvicinandosi lentamente per darmi un bacio sulle labbra, leggero e casto. Si allontana da me con il viso di pochi centimetri. Lo fisso negl’occhi e inizio a respirare forte. Riesco a sentire l’attrazione tra noi, come due calamite che si attraggono e non possono fare a meno di sentirsi così, << Non farlo mai più >> dice poi lui a bassa voce e io gli prendo il viso con le mani e lo bacio. Intensamente. Per fargli capire che non me ne andrò mai più, che non voglio passare nemmeno un secondo della mia vita senza lui, senza accarezzarlo, senza baciarlo. Il bacio si fa più bollente, lui lentamente smette di baciarmi e mi guarda intensamente, io mi mordo il labbro, i suoi capelli sono tutti scompigliati per via delle mie mani che si sono intrufolate tra loro. Lentamente mi sfilo la giacchetta leggera color verde militare facendola scendere sulle spalle, lui mi guarda ancora più intensamente e poi ricomincio a baciarlo, sulle labbra, sulle guance sul collo mentre le sue mani accarezzano il mio corpo in modo forte, mi stringe le cosce nelle sue mani e mi porta a sedermi a cavalcioni sulle sue gambe. Con la mano gli prendo la maglietta al collo e lo baciò sempre più forte tirandolo verso di me. I miei capelli spettinati, gl’occhi roventi, è tutto una scarica di adrenalina pazzesca. Gli afferrò il bordo della maglietta e gliela sfilo lasciandolo a torso nudo, con i muscoli ben visibili, lo spingo un po’ all’indietro per poterlo toccare, per sfiorare ogni centimetro del suo corpo con le mie mani. Le sue, di mani, invece si insinuavano sotto la mia canotta attillata, mi sfiora la schiena con le dita leggere, sento il suo desiderio mischiato al mio, che fa fuoco, che crea quest’atmosfera esplosiva. Con un gesto veloce mi tolgo la canotta e rimango in reggiseno. Jorge mi guarda per pochi secondi come incantato e poi si alza dal divano tenendomi salda contro il suo corpo. Le mie gambe incrociate al suo corpo, le sue mani sulle mie cosce mentre continua a baciarmi sulle labbra e sul collo dandomi dei piccoli morsi lenti che mi mandano in estasi. Con un calcio apre la porta della sua camera e con un altro la richiude, sorride malizioso mentre mi sdraia sul suo letto e inizia a baciarmi delicatamente le labbra, per poi scendere sul collo, le spalle. Quando arriva alla pancia mi dà dei piccoli morsi che mi fanno ansimare dal piacere, lo sento sorridere sulla mia pelle. Avverto la sua felicità, il suo amore per me e tutto questo mi fa sentire in un mondo lontano. Le sue mani continuano a toccarmi e poi si spostano sui miei pantaloni che lentamente slaccia, sorridendomi, per poi sfilarmeli. Sensualmente striscia verso di me facendo aderire perfettamente il suo corpo con il mio e ricominciando a baciarmi con passione e vorrei che questo momento non finisse mai, vorrei sempre rimanere qua in questo letto e amare il mio ragazzo fino alla fine dei miei giorni.
 
Sono sotto le coperte ancora svestita quando Jorge rientra nella sua stanza con indosso solo le mutande. Lo guardo attentamente pensando a quanto sia bello, a quanto io sia fortunata. << Smettila di guardarmi così >> mi dice lui appoggiando il bicchiere d’acqua sul comodino per poi sdraiarsi in parte a me << Altrimenti non ti faccio più uscire da qui >> sorride Jorge, << Sei bello >> gli rispondo io sorridendo a mia volta e mettendomi su un lato girandomi verso di lui, << Grazie lo so >> dice lui sarcastico e poi mi dà un delizioso bacio sulle labbra, << Sono quasi le dieci devo andare nel mio alloggio >> sussurro io con il tono dispiaciuto, non voglio andarmene, non vooglio più uscire da questo letto e restare con lui, se poi lui è mezzo nudo e con quello sguardo malizioso mi risulta ancor più difficile uscire da lì, tutto di me mi dice di rimanere lì con lui, ma sono già abbastanza nei guai. Mi tiro su a sedere in cerca dei miei vestiti sparsi in terra, mentre lui con una mano mi accarezza la schiena, << Jorge non fare così >> dico ridacchiando, << Sto solo cercando di non farti andare via >>, << Lo so >> rispondo io << Ma è meglio che vada ne ho abbastanza dei guai >>, << Hai ragione >> mi risponde lui << Ma vorrei tanto che tu restassi con me >>, << E io vorrei tanto restare con te >> gli dico gattonando sopra di lui per baciarlo ancora una volta prima di andarmene dal mio paradiso privato. Quando esco dall’alloggio di Jorge mancano dieci minuti alle dieci. Io e Diego ci siamo incrociati sulla porta, proprio mentre io stavo uscendo, lui stava rientrando, ci siamo fatti un paio di battutine maliziose e poi ci siamo salutati ridendo. Diego è diventato molto più sereno e spensierato da quando sta con Mechi, lei ha un effetto benefico su di lui e viceversa. Sono entrambi più felici e meno complicati. Mentre cammino per i corridoi verso il mio alloggio un’ombra attira la mia attenzione e in lontananza scorgo Stephie sgattaiolare via, si nascondeva e stava attenta che nessuno la vedesse ma evidentemente non si è accorta di me. La seguo senza farmi sentire, tengo una certa distanza da lei perché non voglio mettermi nei guai, sono le dieci in punto e tutti dovremmo essere nei loro alloggi. Cosa ci faceva Stephie fuori? Dove stava andando? La seguo finché non la vedo uscire dall’edificio degli alloggi. Sembra molto attenta a nascondersi, a non farsi scoprire e questo mi dal sospetto che sta tramando qualcosa, qualcosa di strano. Stephie si ferma dietro l’edificio, un posto dove praticamente nessuno va perché c’è solo la siepe che divide la scuola dalla strada. E’ li che sta aspettando, appoggiata al muro e con le braccia incrociate al petto e poi dall’ombra sbuca qualcuno che non riesco a vedere. Lei abbraccia questa persona molto affettuosamente, non riesco ad avere una buona visuale, la luce illumina solo il volto di Stephie che sorride compiaciuta. << C’è l’abbiamo fatta, in pochi giorni quella randagia sarà fuori di qua >> dice poi lei soddisfatta. Mi manca il respiro per qualche secondo dopo aver sentito quelle parole, allora è sempre stata lei. Prendo il mio telefono e senza far rumore accendo la videocamera, << Non vedevo l’ora che arrivasse questo momento, non poteva più stare qua ridicolizzava questa scuola e quando se ne andrà mi occuperò di riavere anche Jorge e di sposarlo >> sembrava un piano ben escogitato << Abbiamo fatto bene ad incastrarla, anche se disobbedisce alle regole ed è un assassina la direttrice non l’avrebbe mai espulsa >>, << La direttrice è un incapace >> borbotta poi una voce che mi sembra molto famigliare, la persona che è con Stephie si muove e il suo volto si illumina sotto la luce. Il professor Brown guarda soddisfatto Stephie, << Possiamo festeggiare quindi >> dice Stephie poi con un tono malizioso, << Come vuoi festeggiare? >> chiede il professore facendo un passo verso di lei, Stephie sorride e poi si avvicina per baciarlo. Baciarlo in modo intenso, come se fosse una cosa normale, come se fosse una cosa comune e allora finalmente inizio a capire. Stephie ha una relazione con il professor Brown, lui odia la direttrice per via della sua storia proprio come Stephie odia me. Si sono trovati, penso nella mia testa mentre ancora sconvolta li guardo. Capisco come Stephie sapesse tutte quelle cose su di me, il professore deve aver preso il mio fascicolo dall’ufficio della direttrice, è stato lui a raccontare a Stephie tutte le cose che aveva fatto, tutti i miei segreti più oscuri. Mi sento una stupida per non averci pensato, mi sento così stupida di aver pensato che Stephie avesse questo tipo di potere quando in realtà usava un professore per arrivare ai suoi scopi, per ottenere quello che voleva, la mia espulsione. Ma dopo stasera tutto molto probabilmente cambierà. Senza far rumore spengo il mio telefono e rientro nell’alloggio senza farmi vedere.

P.S.: Eccomi qua, sono ritornata. Sono stata via un pò e mi dispiace un sacco, solo che il mio computer è morto e ho dovuto mandarlo ad aggiustare ed era anche periodo di ferie quindi ho dovuto aspettare un pò! Ma ora è ritornato. Dovevo pubblicare gl'ultimi due capitoli ma purtroppo il computer ha cancellato tutto, per fortuna avevo stampato la storia e ora sto riscrivendo gl'ultimi due capitoli che per problemi di tempo dividerò in 3 capitoli più corti, cercherò di pubblicarli il prima possibile promesso! Per quanto riguarda questo capito abbiamo delle grandi rivelazione che spero vi abbiano un pò preso alla sprovvista. Sulla direttrice scopriamo un passato simile a quello di Martina, anche se lei è stata adottata dalla precedente preside di quella scuola. Ha spiegato a Martina che sa benissimo come ci si sente e che crede in lei perchè anche a lei succedevano cose orribili quando entrò a far parte di quel mondo. Poi abbiamo un altra rivelazione, Stephie ha una tresca con il professor brown. Scioccante vero? Scopriremo nel prossimo capitolo cosa succederà. Si capisce come Stephie otteneva le informazioni su Martina, ma vediamo comunque una Stephie determinata a ritornare comunque con Jorge, cosa ci sarà sotto? Bene vi ringrazio e mi scuso ancora con voi per il mio enorme ritardo ma davvero non avevo niente con cui pubblicare! Un abbraccio a tutti e il prossimo capitolo spero di pubblicarlo al più presto! 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Sorpresi. ***


Sorpresi.

Il giorno seguente quando mi sveglio raduno tutti nel mio alloggio, ancora sono incredula, non posso credere che Stephie abbia una relazione clandestina con il professore è una cosa scioccante e non so come reagirà Jorge a tutto questo, non so ancora come spiegarlo agl’altri ma sono stanca di essere io quella tormentata, quella presa di mira, e ora ho qualcosa per poter agire. Quando tutti arrivano all’alloggio mi guardano straniti, << Perché ci hai fatto venire qua? >> mi chiede Cande << Non hai intenzione di andartene di nuovo vero? >>, << No >> rispondo io << Ma è una cosa abbastanza seria >>, Mechi mi guarda storto e Jorge mi guarda intensamente negl’occhi per capire cosa mi passa per la testa, rimango in silenzio per un po’, guardo tutti i miei amici e mi chiedo come reagiranno quando sgancerò la bomba. Diego che è in parte a Mechi mi guarda, << Allora? >> dice poi lui. Io li osservo tutti, << Ieri sera ho visto una cosa >> borbotto allungando i tempi << Quando stavo tornando nel mio alloggio ho visto Stephie uscire >>, << Lo sapevo che era stata lei >> esclama Alba, << No, non è solo per questo >> borbotto io, << Allora cosa? >> mi chiede Jorge appoggiando una mano sulla mia, << L’ho seguita e si è incontrata con una persona, stavano parlando di come erano felici del fatto che io ero nei guai, che il loro piano aveva funzionato >>, << Quindi è stata lei! >> esclama Ruggero, << Si ma con chi parlava? Chi altro ti vuole mandare via da qua? >> chiede Facu incuriosito, io rimango in silenzio e guardo Jorge e poi torno a guardare tutti gl’altri, << Martina diccelo! >> esclama lui guardandomi, << Stava parlando con il professor Brown >> dico io, << Cosa?? >> urla quasi Machi, << Non posso crederci che un professore l’abbia aiutata a fare questo! >> dice Facu, << Perché mai dovrebbe farlo? >> domanda Cande << E’ un professore >>, << Perché a quanto pare stanno insieme >> dico io con un filo di voce. Jorge spalanca gl’occhi, << Scusa puoi ripetere >> dice Alba scandalizzata, << Li ho visti baciarsi >> dico guardando Jorge, prendo il mio telefono e faccio partire il video mostrandolo a tutti. Rimangono scioccati, << E’ una cosa incredibile >> esclama Ruggero, << E’ una cosa schifosa >> ribatte Alba, << Non ci posso credere, quindi il professore ti stava così addosso perché era Stephie che praticamente lo comandava >>. Jorge non dice una parola, << Stai bene? >> gli chiedo io, << Si >> risponde << Non è che mi importa di quello che lei fa, ma mi sto chiedendo cosa volesse da me >>, << Ora almeno sai perché ogni tanto spariva, sicuramente andava con il professore >> borbotta Diego disgustato, << Ma cosa facciamo? >> esclama Mechi << Andiamo a dirlo alla direttrice o no? >>, << Dobbiamo stare molto attenti però >> dice Cande << Potrebbero negare, nel video si vedono due persone al buio, certo sono le loro voci ma non saprei >>, << E se li incastrassimo? >> chiede Jorge, << In che senso? >> borbotto io, << Che dobbiamo coglierli di sorpresa, andiamo a dirlo alla preside e poi li seguiamo finché non li becchiamo sul fatto >>, << Si potremmo fare così >> acconsente Ruggero, << Non so, non ne sono sicura >> dico io un po’ allarmata, non sapevo cosa sarebbe successo, avevo paura che poi in qualche modo Stephie mi avrebbe distrutto la vita. << Andrà tutto bene vedrai >> mi sorride Jorge dandomi un bacio sulla testa. Quando i ragazzi se ne vanno rimaniamo solo io, Jorge, Mechi e Diego, << Non riesco ancora a crederci >> esclama la bionda, << Mi sto ancora chiedendo perché fosse così ossessionata da stare con te, voleva addirittura sposarti >> dice Diego guardando Jorge, << Non saprei, ma sono sicuro che questa storia vada avanti da un po’ >>, << Tipo quando spariva per ore? >> chiede Mechi, << Si esatto, ora capisco cosa faceva, prima non ci davo peso, insomma lei era ossessionata da me e non avrei mai potuto pensare che mi tradisse >>, << E’ ancora ossessionata da te >> esclamo io << Ha detto che ti avrebbe riconquistato e sposato >> borbotto, << Ma non ha senso >> dice Mechi, << Già non ha senso >> ripete Diego e Mechi lo guarda << Perché devi ripetere quello che dico io? >> lui fa spallucce e poi sorride. Jorge che è seduto su una sedia mi prende per mano e mi trascina vicino a se per farmi sedere sulle sue gambe, mette la testa nell’incavo del mio collo, come se volesse respirare il mio profumo, come se volesse sentirmi vicina, io mi volto a guardalo, << Stai bene? >> gli chiedo, << Si, sto bene, scioccato ma bene >> risponde sorridendomi, << Allora perché fai così? Sembri triste >> gli dico, << Non sono triste sto solo pensando a quanto sono stato stupido a stare con lei, ma ora ho te e voglio stare sempre con te quindi non vedo l’ora di sbarazzarmi di lei per sempre così non ci darà più fastidio >>, io gli sorrido e gli appoggio le mani sul viso, incrocio i miei occhi nei suoi e gli poso un leggero bacio sulle labbra.
 
Siamo tutti davanti alla porta della preside, un po’ nervosi e agitati, << Bussa >> dice Cande a Mechi, << No, bussa tu >> risponde la bionda. Nessuno al coraggio di entrale lì e mostrare alla preside quello che sappiamo, non credo che ne sarà contenta, le relazioni tra insegnanti e alunni sono un argomento molto delicato, una cosa che non dovrebbe mai succedere e la preside non la prenderà bene. In una scuola prestigiosa come questa poi queste cose non dovrebbero mai accadere. << Allora entriamo o no? >> domanda Diego un po’ nervoso, << Fatti avanti tu allora! >> esclama Facu dandogli una spintarella per metterlo difronte alla porta, Diego si volta, << Non so se riuscirò a guardarla in faccia, è una donna così buona e non si merita quello che il professor Brown sta facendo >> borbotta lui, << Vedi che anche tu hai paura a dirglielo >> dice Cande, << Ma dobbiamo farlo >> esclamo poi io, << Si perché così lei potrà stare in pace >> continua Jorge << Ma non è facile >>. Ad un certo punto la porta si spalanca e Miranda ci guarda confusa, << Cosa state facendo? >> ci chiede con una faccia strana, << N-noi… >> si impappina Ruggero quando incontra i suoi occhi, << Siete strani >> esclama la preside incrociando le braccia al petto << Si può sapere cosa avete? >>, << Dobbiamo dirle una cosa >> dico io senza guardarla, << Ok >> borbotta lei facendoci entrare nel suo studio. Siamo in piedi difronte a lei, uno in parte all’altro, nessuno riesce a guardarla negl’occhi, sappiamo che stiamo per dargli un gran dispiacere, sapere che uno dei tuoi insegnanti ha una relazione con una studentessa e che in più l’ha aiutata a fare in modo che io venissi sbattuta fuori. << Allora? >> domanda lei squadrandoci uno a uno, io sollevo lo sguardo ma non faccio tempo a parlare che Jorge esplode, << Il professor Brown ha una relazione con Stephie >> dice quasi arrabbiato e disgustato. La direttrice rimane in silenzio, ci guarda uno a uno e poi si perde nei suoi pensieri, << Ha aiutato Stephie a fare in modo che Martina venisse Espulsa, ha rubato il fascicolo di Martina ecco perché Stephie sapeva così tante cose private su di lei, la faceva seguire, ed è per questo che la odiava >> la preside ascolta Jorge e più lo ascolta, più il suo sguardo diventa duro, cattivo e arrabbiato. Senza dire una parola fa il giro della sua scrivania e poi si siede prende il telefono e digita un numero, << Mi servono le registrazioni del mio ufficio >> dice riagganciando poi si rialza e fa un gran respiro. << Martina mi dispiace >> dice poi lei, << Non è colpa sua >> rispondo io, << Dovevo rendermene conto prima >>, << Come poteva immaginarselo? >> le dice Mechi, << Il professor Brown doveva diventare il preside di questa scuola, non gli è mai andato a genio il fatto che io lo sia diventata al posto suo >>, << Questa cosa non c’entra niente con Martina >> borbotta Facu << Non sappiamo perché ce l’abbia su con lei >>, << Proprio perché io sono la preside >>, << Ma cosa centra? >> domanda  Alba, << Io sono come Martina, mia madre era la preside di questa scuola e mi adottò, vengo dalla strada proprio come lei >>, tutti rimangono un po’ scioccati, increduli da questa rivelazione << Il professor Brown non voleva che io diventassi la preside perché credeva che io non me lo meritassi e anche perché ho accettato l’iniziativa di fare venire in questa scuola dei ragazzi che erano come me, insisteva con il fatto che questa scuola non era per chi veniva dalla strada, che avrei demolito la reputazione della Gold school facendo questo, che lui non l’avrebbe mai permesso perché questa scuola non doveva cadere così in basso, mi ha sempre odiata ma non avrei mai pensato che avrebbe preso di mira uno studentessa e avrebbe intrapreso una relazione con un’altra >> Miranda sbatte arrabbiata il pugno sulla scrivania << E ora ne pagherà le conseguenze potete starne certi >>. << Noi vorremo coglierli sul fatto >> esclama poi Diego ancora un po’ scioccato da questa confessione, << Ho un video di loro due ma purtroppo non si vede e non si sente molto bene >> borbotto io guardandola negl’occhi. Riesco a vederci la rabbia, la frustrazione e lo sdegno per questa situazione, << Ragazzi dovreste starne fuori ci penso io >> dice poi lei, << Ma noi vogliamo aiutarla >> esclama Ruggero, << Già ha fatto del male a Martina e di conseguenza a tutti noi >> continua Jorge, << E cosa vorreste fare? >> chiede lei incuriosita, << Coglierli sul fatto e ovviamente ci deve essere anche lei >> rispondo io, Miranda posa lo sguardo su di me, anche lei sa quanto io abbia bisogno di sistemare le cose perché sono fatta così, non posso rimanere a guardare devo agire e lei lo sa benissimo perché era proprio come me. << Facciamolo >> dice Facu, << Si facciamolo >> esclama Cande, guardano tutti la preside per avere il suo consenso, << Ok ragazzi, incastriamo quei due che si credono furbi >>.
 
Dopo due giorni ancora niente, ogni sera un gruppo segue Stephie e uno il professo Brown per vedere se si incontrano ma non succede. La preside è sempre in contatto con noi così appena li vediamo la possiamo chiamare per coglierli sul fatto. << Non vedo l’ora di beccarli >> dice Mechi mentre siamo nel nostro alloggio, dalla porta entrano Diego e Jorge insoddisfatti, << Il professore è andato nella sua stanza >>, << Stephie anche >> ribatte la bionda sconsolata, << A quanto pare non si incontrano spesso >> dice Diego mentre si avvicina a lei e le dà un bacio. Jorge si siede in parte a me sul divano e mi dà la mano per poi sorridermi dolcemente, << Amore è una relazione clandestina non possono vedersi spesso se no qualcuno lo noterebbe >> risponde la bionda come se fosse una cosa ovvia, << Si ma io non vedo l’ora di incastrarli >> risponde lui, << Dobbiamo avere pazienza >> dico io, << Ok ma prima li becchiamo prima ritorniamo a vivere serenamente >>. Jorge mi accarezza la testa e continua a guardarmi dolcemente, << Si può sapere cosa hai? >> gli chiedo << Niente sono solo felice >>, << Felice? >> domando io, << Si felice >> borbotta << E come mai? >> gli chiede Diego confuso << La tua ex ha una relazione con il tuo insegnante, ha fatto di tutto per sbattere fuori Martina da questa scuola e ancora gironzola per la scuola con quel sorriso beffardo che vorrei tanto fargli sparire, ah e non sappiamo ancora perché comunque ti vuole >>, << Lo so ma ho un buon motivo per essere felice >>, << Quale sarebbe? >> chiede Mechi. Ad un tratto Cande spalanca la porta, << Stephie si sta muovendo e fra poco sono le dieci >> dice con un sorriso soddisfatto, << Chiamo la preside >> dice Diego mentre ci precipitiamo fuori, << Gl’altri stanno seguendo il professor Brown ma a quanto pare è ancora nella sua stanza, Alba mi ha detto che Stephie sta andando verso la palestra >> dice guardando il telefono. Tutti noi ci dirigiamo la, tutti sono fuori dalla palestra e stanno spiando dentro, dentro Stephie fa avanti e indietro come se stesse aspettando qualcosa, << Scommetto che aspetta il professore >> dice Ruggero, << Dai? >> gli dice Cande << Non lo sapevamo >> continua lei e ci fa scappare una risatina, << Shh >> dice poi Alba << Il professore sta arrivando >>. Ci nascondiamo tutti per bene quando vediamo il professore entrare nella palestra, Diego comunica con la preside e intanto che la aspettiamo spiamo quello che stanno facendo. << Oddio >> esclama Mechi disgustata quando li vede baciarsi, mentre Facu sta impostando la telecamera e poi mi fa cenno che è pronto. << Andiamo >> dico io, lentamente e senza far rumore facciamo il giro della palestra per entrare dal retro dove ci sono gli spogliatoi, apriamo con le chiavi che la preside ci ha dato e entriamo senza fare il minimo rumore. Ci nascondiamo dietro gli spalti, Cande va verso l’interruttore della luce mentre noi ci avviciniamo ai due, al mio segnale Cande accende la accende. Stephie e il professore si allontanano velocemente e quando si voltano ci vedono infondo alla palestra, << Wow >> esclama Mechi per prenderli in giro << Non è troppo grande per te Stephie >> dice facendo un sorrisino maligno, noi ci avviciniamo a loro un po’ sorpresi e poi Stephie sorride, << Credete davvero che qualcuno vi crederà? >> ridacchia lei mentre il professore cerca di ricomporsi, << Credo di Si >> borbotto io facendo avanzare Facu con la telecamera e lei fa una faccia sconvolta ,stessa cosa fa il professore che si avvicina a Facu per prendergli la telecamera dalle mani, << Finirete nei guai stupidi ragazzi >> dice lui in modo cattivo e Stephie si mette ancora a ridacchiare. << Giù le mani dal ragazzo >> una voce rimbomba nella palestra vuota, la preside sulla soglia, con l’aria cattiva si avvicina a passi svelti, << Quelli che sono nei guai siete voi due >>, Stephie e scioccata, pensava di poterla scampare ma forse non ha ancora capito che noi siamo molto più furbi di lei. Poco dopo nella palestra arriva la polizia, Josh si avvicina al professore, << Lei è in arresto per aver rubato fascicoli privati, per aver dichiarato prove false e perché ha una relazione con una studentessa, non so se lo sa ma le aspetteranno molti giorni di prigionia >> sorride Josh soddisfatto e mentre i suoi colleghi lo portano via il professore inizia ad urlare contro la direttrice, << Hai rovinato questa scuola >> urla lui, << Io non credo proprio >> gli risponde << E ti verrò a trovare molto presto perché ho molte cose da dirti >> continua lei mentre il professor Brown viene trascinato via. Josh viene verso di me e mi abbraccia, << Sono contento che sia tutto finito, ora puoi stare tranquilla >> mi dice, << Lo spero >>, << Sarà così >> a parlare è Jorge che mi stringe a se baciandomi la fronte. I ragazzi stanno tenendo d’occhio Stephie seduta sugli spalti e poi la preside va verso di lei, << Sei espulsa >> le dice in modo semplice senza preoccupazione, << Cosa? Lei non può buttarmi fuori da qui >> dice sgranando gl’occhi, << O si che posso, te ne andrai domani stesso. Sai Stephie sei la ragazza più malvagia che io conosca e ti meriti di frequentare un collegio dove ti tratteranno proprio come tutti gl’altri, dove non importa chi tu sia o quanti soldi tu abbia >>, lei è visibilmente spaventata da questo e posa gl’occhi su Jorge, << Non puoi permettere che mi faccia questo! >> gli dice lei, << A me non interessa niente di te Stephie o di dove andrai o di cosa farai! >>, << Come puoi dire così? Io sono Stephie l’amore della tua vita >> dice lei convinta, << l’amore della mia vita si chiama Martina >>, << Sei solo uno stupido >> urla lei arrabbiata così arrabbiata da tirare fuori tutta la verità << Dovevamo sposarci così ti avrei portato via tutto e sarei scappata con lui ma tu come sempre hai rovinato tutto solo perché quella stupida ragazza è arrivata, non ha niente eppure hai lasciato me per lei >>, tutti guardiamo Stephie sconvolti e arrabbiati, << Volevi portare via tutti i soldi di Jorge? >> le chiede Mechi << Sei proprio schifosa >> le dice con una faccia disgustata, << Purtroppo per te non è andata come speravi >> le dice Jorge << E per fortuna mia Martina è venuta in questa scuola e mi ha allontanato da te >>, << Quella sgualdrina non si merita niente >> a quelle parole io mi avvicino a lei arrabbiata più che mai, non solo per me ma anche per quello che voleva fare a Jorge, siamo difronte, occhi negl’occhi e senza nemmeno accorgermene gli tiro uno schiaffo che azzittisce tutti e poi la preside la prende per il braccio e la porta via con se mentre io rimango a guardare il vuoto con il fiatone. 

PS Eccoci qua col il penultimo capitolo, il prossimo sarà il gran finale. In questo capitolo vediamo come Stephie e il professore vengono incastrati, pensavano di essere furbi ma non hanno calcolato che Martina e gli altri son più furbi di loro. La preside non la prende bene, Jorge rimane scioccato ma alla fine è contento perchè è riuscito a ricostruire tutta la storia e a liberare Martina da questo peso. Nel prossimo capitolo vedremo la reazione della madre di Jorge, e scopriremo cosa succederà ai ragazzi. Chissà perchè Jorge era felice quando è andato nell'alloggio di Martina ma viene interrotto da Cande? Chissà cosa aspetterà a Martina ora che l'anno all'accademia sta finendo? dove andrà? cosa farà? Vedremo il padre di Jorge, e molte altre cose. Volevo ringraziarvi come sempre per leggere la storia. Grazie di cuore a tutti, al prossimo capitolo ;)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Come tutto è cambiato. ***


Come tutto è cambiato.
 
Siamo nell’ufficio della direttrice, dopo che lei ha parlato con Stephie e la madre. La strega è stata cacciata dall’istituto e io non posso che essene contenta, niente più Stephie, niente più torture, ora forse riuscirò a godermi le ultime settimane alla Gold School. Quando tutto è iniziato non sapevo più dove sbattere la testa, ero diversa e lo sono tutt’ora ma ho trovato degl’amici fantastici su cui posso sempre contare. << Mi dispiace Martina per tutto quello che ti è successo! >> dice la preside guardandomi, << Non è colpa sua >> le rispondo, Jorge in parte a me mi stringe leggermente la mano, sa quello che ho passato e si sente un po’ in colpa perché Stephie se l’è presa con me anche per lui, perché si è legato a me in un modo che nemmeno potevo immaginare. << Dovevo controllare questa situazione e invece mi è sfuggita di meno, Stephie e il professor Brown si sono presi gioco di me e ora avranno ciò che meritano e riguardo a te Martina spero che riuscirai a goderti queste ultime settimane in pace >> io le sorrido dolcemente, questa donna anche se mi conosce poco è come se mi conoscesse da una vita, il suo passato simile al mio ha fatto in modo che mi credesse, che stesse dalla mia parte, che in qualche modo mi proteggesse e io posso solo esserle grata per questo, per avermi sostenuto quanto tutti c’è l’avevano con me, per avermi dato la possibilità di cambiare la mia vita. << Io volevo ringraziarla per tutto >> le dico io un po’ imbarazzata, << Tu non mi devi ringraziare di niente Martina, questa scuola con te ha appreso dei valori che nessuno conosceva, tante persone grazie a te hanno capito cos’è la vita vera, cosa vuol dire affrontarla tutti i giorni senza avere il lusso di potersela godere, tu sei unica, per questo sei qui, per questo io ho voluto che tu fossi qui >>, << E’ vero, hai cambiato tutti noi in meglio >> mi sorride Mechi abbracciata a Diego che la stringe dolcemente e le dà un piccolo bacio sulla nuca. Tutti mi guardano dolcemente, Cande mi stringe leggermente la mano, << E’ vero che sei unica >> mi dice lei con gl’occhi grandi e sinceri. La porta si spalanca di colpo, una donna entra travolgendoci, << Cosa sta succedendo qua? >> urla la madre di Jorge guardando Miranda, << Signora nessuno le ha insegnato a bussare? >>, << A me non serve bussare >> risponde lei bruscamente, << E invece si perché per me lei non è niente, è una persona qualunque >>, << Come si permette? Smetterò di dare soldi a questa scuola >> urla minacciosa, << Faccia pure, non sono i suoi soldi che mi interessano, questa scuola non ha bisogno di lei tanto meno dei suoi soldi come crede >>. La madre di Jorge si pietrifica davanti a questa affermazione, sbianca e poi si volta verso Jorge che mi tiene per meno, << Tu non starai più in questa maledetta scuola e sicuramente non starai con lei >> dice puntandomi il dito contro, << Io non starò mai con chi vuoi tu, Stephie era una strega e tu volevi che stesse con me, non ti importava niente di quello che provavo io, non ero felice e non ti importava >> le risponde di getto Jorge, << Stephie si è rivelata un fallimento ma ci sono altre ragazze benestanti pronte a sposarti e lo farai, eccome se lo farai se non vorrai finire per strada >>, << Preferisco la strada >> risponde lui senza nemmeno pensarci, io lo guardo un po’ confusa, << Non rinuncerò a ciò che amo, cioè a Martina >>. La signora Blanco spalanca la bocca incredula alle parole del figlio, << Quella stupida ragazza non si merita tutto quello che hai! >>, << Non la offenda >> dice Diego in modo protettivo, << Esatto lei non la conosce nemmeno e osa dire queste cose? >> esclama Facu arrabbiato, << E’ proprio odiosa >> dice Alba senza pensarci, << State zitti voi, non capite niente, non siete degni di questa scuola e di farne parte >> risponde la donna in modo cattivo, << Non osi parlare così hai miei studenti >> la direttrice si alza in piedi, pronta a difendere tutto e tutti << Lei non sa niente di loro, non sa che persone fantastiche siano quindi non li offenda mai più soprattutto davanti a me se non vuole fare la fine che si merita >>, << E’ una minaccia? >>, << Si lo è >> risponde severa Miranda. La donna guarda il figlio, << Non finisce qua >> gli dice guardandolo negl’occhi e poi esce dall’ufficio sapendo che avrebbe perso questa battaglia perché tutti stavano difendendo me e Jorge, ora non aveva più Stephie al suo fianco a dargli corda. Quando usciamo anche noi dall’ufficio faccio un sospiro di sollievo, << Cosa hai? >> mi chiede Jorge guardandomi, << Mi dispiace per tua madre, per quello che dovrai sopportare per causa mia >>, << Non ti preoccupare >> mi risponde lui accarezzandomi il viso << Quello che voglio è stare con te >> poi mi tira a se e mi abbraccia, un abbraccio forte e intenso, appoggio la mia testa al suo petto e nascondo il viso per sentirmi al sicuro tra le sue braccia, mentre lui mi accarezza dolcemente la schiena. Lo sento sorridere di felicità e questo fa sorridere anche me, mi rende felice, mi rende migliore, l’amore che provo per lui ha sconvolto tutta la mia vita, ha dato un senso alla mia vita.
 
Il giorno seguente camminiamo per i corridoi, tutti ci guardano perché hanno saputo quello che è successo, << Bene siamo sulla bocca di tutti >> esclama Cande incredula, << Stephie è sulla bocca di tutti >> risponde Ruggero, << Si hai ragione però neanche noi siamo di meno >> borbotta Cande ridacchiando. Le lezioni sono finite e stiamo andando alla mensa a mangiare qualcosa, << Sto morendo di face >> dice Mechi tenendo le mani sullo stomaco che brontola, Diego le sorride dolcemente << Sai che ti amo >>, << Perché ho fame? >> chiede lei confusa, << No, perché ogni cosa che dici o che fai mi fa sentire felice >>, Mechi sorride, un sorriso enorme, << Potresti essere dolce anche tu così >> esclama Alba a Facu, << Ma io sono dolce >> risponde lui. Tutti iniziano a battibeccare su chi sia più dolce o no mentre io e Jorge li guardiamo confusi, << I nostri amici non sono normali vero? >> domanda lui sarcastico, << No, ma è per questo che sono nostri amici >>, lui mi sorride e mi stringe a se, poi vedo Jorge cambiare espressione, << Cosa cè? >> gli domando io preoccupata, << C’è mio padre >> risponde lui, guardo verso il corridoio e vedo il padre di Jorge parlare con la direttrice. Jorge mi trascina verso di lui tenendomi per mano. << Papà cosa ci fai qui? >>, il padre di Jorge alza lo sguardo e sorride << Stavo cercando proprio te >>, << Ah sì? Perché? >> domanda poi lui, << Devo parlarti di una cosa importante >>, << Allora io vado >> dico per non mettermi in mezzo, << No, no Martina resta anche tu >> esclama poi suo padre guardandomi. << Allora? >> chiede Jorge curioso, << Io e tua Madre divorziamo >> dice in un modo tranquillo, come se fosse una cosa normale, infondo chi poteva sopportare una donna del genere, non mi stupisce questa scelta, << Ormai è evidente che io e lei non la pensiamo allo stesso modo, forse non l’abbiamo mai fatto e non mi piace come vuole controllare la tua vita, così ho chiesto il divorzio e partirò per un lungo  viaggio, ho bisogno di allontanarmi da questa situazione, di pensare, così potrò lavorare anche all’estero >>, << E mi lasci con la mamma? >> chiede Jorge quasi impaurito, << Ho lasciato la casa a tua madre ma siccome so che non vuoi stare con lei ti ho preso un appartamento tutto per te in città >>, << Wow >> esclamo io ad alta voce e quando me ne rendo conto credo di arrossire, il padre di Jorge mi sorride << Martina volevo chiederti una cosa >>, << Certo dica pure! >> rispondo io sorridendo << Vorrei tanto che tu lavorassi per me intanto, voglio aiutarti ad avere una vita migliore perché grazie a te io e mio figlio abbiamo migliorato le nostre vite >>, << Cosa? >> chiedo io stupita << Non vuoi lavorare per me? >> chiede lui, << Certo che voglio, solo che sono scioccata >>, << Bene, appena finirà l’anno scolastico vieni nella mia azienda così ti mostro quello che devi fare e poi io partirò >> mette le mani in tasca e poi porge un paio di chiavi a Jorge, << Te lo meriti dopo tutto quello che la mamma ti ha fatto passare, ora vado ho del lavoro da sbrigare >>, da una pacca sulla spalla al figlio e poi mi porge una mano per stringergliela ma io lo guardo negl’occhi e poi mi fiondo su di lui per abbracciarlo, << Grazie >> dico quasi piangendo << Oh Martina sei fantastica e te lo meriti >> risponde lui lasciando la stretta e poi si allontana, sembra un omo diverso con un peso in meno sul cuore. Io e Jorge rimaniamo basiti da tutto questo, << Non so come sdebitarmi >> dico appoggiandomi alla sua spalla, << Non devi perché è vero che te lo meriti, dopo tutto quello che hai passato, dopo tutto quello che è successo ti meriti una vita fantastica >>, << Lo spero >> rispondo io, << Sarà così e io sarò al tuo fianco sempre >>, a quelle parole mi sciolgo, lui sempre al mio fianco è proprio la cosa che vorrei, non so perché ma immaginare la mia vita con lui mi fa sentire felice. << Ti va se domani andiamo a vedere la casa >>, << Si >> rispondo io entusiasta << Così vediamo dove mettere le nostre cose >> dice poi lui mentre camminiamo verso il mio alloggio, io gli sorrido << Certo ti aiuterò a sistemare tut… >> e poi mi blocco, smetto di parlare, di camminare e anche di respirare, << Martina >> mi chiama leggermente Jorge e poi si mette a ridacchiare, << Cosa hai detto prima? >> chiedo io confusa, << Cosa ho detto prima? >> mi domanda lui ridendo, << Mi prendi in giro? >> dico io dandogli una pacca sul petto, << No, non ti sto prendendo in giro >>, << Hai detto “Nostre” >>, << Si, nostre >>. Io rimango zitta e lo guardo << Non vuoi? >>, << Cosa non voglio? >> mi sta facendo impazzire, continua a girarci intorno e io non capisco se sta scherzando o no, << Non vuoi vivere in quella casa con me? >>, a quella domanda è come se qualcosa mi avesse colpita al petto, il cuore martella ed è come se mi uscisse dal corpo, l’aria diventa più pesante, un sensazione strana invade il mio corpo, << E’ casa tua >> dico senza fiato, << E io la voglio condividere con te, lo so che è presto >> dice avvicinandosi a me, appoggia le sua mani sui miei fianchi e poi mi guarda dolcemente << Ma perché aspettare, ho passato anni a stare con chi non volevo e ora ho solo voglia di fare quello che voglio e voglio vivere con te, voglio passare il resto della mia vita a svegliarmi in parte a te, a ridere con te. Voglio trovarti in quella casa ogni volta che ritornerò dopo il lavoro, voglio vederti dormire in parte a me, voglio prepararti la colazione e voglio che tu sia in quella casa perché mi rendi felice, è questo che voglio, una vita insieme a te >>, una lacrima mi scende sulla guancia lentamente, non riesco a parlare, anche io voglio tutte queste cose, anche io voglio passare le giornate con lui, sentirlo, viverlo. << Martina se non vuoi non preoccuparti >>, << Si che lo voglio >> dico senza pensarci, non volevo che pensasse che non lo amassi, che non volevo queste cose, anzi a pensarci bene è proprio quello che voglio, una vita con lui. << Quindi vieni a vivere con me? >>, << Si >> rispondo io e poi mi fiondo su di lui per baciarlo in un modo appassionato mentre le lacrime ancora scivolano sulle mie guance, lacrime di felicità stavolta.
 
<< Quindi abiterete insieme? >> chiede Mechi entusiasta, saltella qua e là per il nostro alloggio e Diego cerca di fermarla, << Sono felice per voi >> esclama lui guardandoci << Molto >> borbotta fermando Mechi dalla sua sfrenata pazzia, << Io e Diego invece abbiamo deciso di fare un bel viaggio insieme >> sorride la bionda. Iniziamo a parlare del loro viaggio in Grecia e Mechi è entusiasta a quanto pare è stato organizzato tutto da Diego. Quando Mechi va in bagno Diego cambia espressione, << Cosa ce? >> gli chiede Jorge, << Quando saremo in viaggio gli chiederò di sposarmi >>, io spalanco la bocca, << Congratulazioni amico >> risponde Jorge entusiasta, << La farai morire lo sai? >> gli dice lui ridendo, << Tu cosa ne pensi? >> chiede Diego guadandomi, << Non ti sembra presto? >> rispondo io, << Si, ovviamente non ci sposeremo subito però voglio chiederglielo, insomma sono sempre stato innamorato di lei e voglio amarla per il resto dei miei giorni >>, << Io credo che ti dirà di Si, stiamo parlando di Mechi >> borbotta Jorge, << Lo credo anche io >> dico << Insomma Mechi ti ama e credo che nel profondo ti abbia sempre amato >>, << Sono contento del vostro sostegno, spero solo di non spaventarla >>, << Mechi? >> dico io << Nessuno spaventa Mechi, probabilmente si metterà ad urlare e a saltare dalla gioia >>, << Si sicuramente >> mi dà corda Jorge con una faccia buffa e Mechi fa ritorno nella stanza. << Cosa succede? >> chiede la bionda vedendoci, << Niente stavamo parlando della Grecia >> rispondo io, << Sembrate strani >>, << No >> risponde Jorge, << Assolutamente No >> ribatte Diego mentre io abbasso lo sguardo mentre dico di no con la testa, << Ok mi state prendendo in giro? Cosa sta succedendo? >> domanda lei con uno sguardo accusatorio, socchiudendo gl’occhi e guardandoci uno a uno. Ad un tratto bussano alla porta ed entrano Cande, Alba, Ruggero e Facu, per fortuna nostra hanno avuto un gran tempismo, << Ehi come mai qua? >> domanda Diego, << Jorge ci ha chiesto di venire >>, tutti noi ci giriamo verso di lui, << Ho una cosa da dirvi! >> borbotta vedendo tutti quegl’occhi puntati su di lui, mentre tutti si accomodano dove trovano spazio Jorge si alza, << Sapete che un produttore mi vuole far incidere un disco >>, noi tutti annuiamo, << Bene mi ha dato il consenso di far partecipare tutti voi nel mio disco >>, << Davvero? >> si alza di scatto Facu, << Si davvero >> esclama lui, Facu inizia a saltare e lo abbraccia con foga seguito da Ruggero, << Non ci credo >> urla Alba, io guardo tutti i miei amici felici per questo e io sono molto felice per loro. << Tutti mi ascolteranno! >> esclama Mechi con gl’occhi sognanti e  già mi immagino la sua reazione alla proposta che gli farà Diego, << Sarete grandiosi >> dico io abbracciandoli, << Cosa stai dicendo? >> mi dice Jorge << Tu canterai con noi e soprattutto con me >>, << Io? >>, << Si tu! >> mi dice Jorge << Credi davvero che non ti voglia nel mio disco? >>, << Ma io non sono brava come voi >> tutti mi guardano male, << Scherzi vero? >> dice Mechi, << Sei bravissima >> mi dice Cande, << Io volevo iscrivermi alle lezioni l’anno prossimo ma non pensavo di incidere delle canzoni così, io non so se ci riuscirò, la musica mi apre certe ferite >>, << Ma noi saremo con te >> mi dice Jorge. Guardo tutti i miei amici che credono in me, che vogliono che io faccia parte del loro progetto, anche se sarà dura per me non posso deluderli perché loro non mi hanno mai deluso. << Ok >> dico << Ci proverò >> e tutti vengono verso di me per abbracciarmi.

Pensavo che la mia vita non sarebbe mai cambiata e invece eccomi qua. Ho degli amici, ho un ragazzo, ho un lavoro, vado a scuola e ora ho anche una casa da condividere. Non riesco più a pensare alla mia vita senza loro, mi sono stati vicino, mi hanno aiutato, mi hanno supportato quando volevo mollare. Non mi trovavo a mio agio in mezzo a loro e adesso invece non posso fare a meno di sentirmi bene, sono riusciti ad entrare nel mio cuore, sono riusciti a tirare fuori la Martina che avevo sepolto dentro di me quando ero bambina, la Martina che prova sentimenti, che riesce ad amare, la Martina che non vuole stare sola. Ci avevo rinunciato a una vita normale, alla vita che ogni essere umano si merita, ero convinta che sarei rimasta per sempre in mezzo alla strada a lottare per me stessa, a sopravvivere e invece tutto è cambiato. L’amore di Jorge mi ha travolto, mi ha aperto il cuore in un modo che non credevo neanche possibile, non so cosa abbia fatto quel ragazzo ma mi ha cambiata, e tutti gl’altri hanno contribuito a questo cambiamento, la tenacia di Mechi, la fiducia di Diego, la simpatia di Ruggero e Facu, la determinazione di Cande e la dolcezza di Alba, tutti loro mi hanno dato qualcosa, tutti loro sono riusciti a farmi aprire, a farmi capire che la vita non è come ti aspetti anzi a volte ti sorprende. Li guardo che chiacchierano felici e non posso far altro che pensare che la mia vita sarà fantastica con loro. Ora una cosa sola mi manca, devo trovare mio fratello e in qualsiasi posto lui sia io lo troverò.

 Jorge mi si avvicina e mi sorride, << Ti amo >> gli dico sorridendo, << Non sai quanto ti amo io >> risponde lui stringendomi tra le sue braccia. Il mio posto preferito al mondo.

P.S:Eccoci qua al finela, con un pò di sorprese. Jorge e Martina vivranno insieme e il padre di Jorge le offre un lavoro, finalmente la sua vita ha preso una piega positiva dopo tutto quello che ha passato. Jorge vuole condividere la sua casa con lei, dopo aver dovuto subire le rotture della madre ha deciso di fare quello che vuole e non vuole più aspettare e inoltre dice hai suoi amici che saranno tutti presenti nel suo Album compresa martina che si è decisa ad iscriversi alle lezioni di musica. La storia finisce con la promessa che lei ritroverà suo fratello, ora che la sua vita si sta sistemando può occuparsi di questo, e forse prima o poi scriverò del loro incontro ;). Poi abbiamo un altra grande notizia Diego chiederà a Mechi di sposarlo! Come reagirà la bionda?? Io già me la immagino! :D La storia purtroppo è giunta alla fine, ringrazio tutti voi che mi hanno seguita fino a qui, che hanno letto questa storia e anche le altre, per tutti i complimenti e i commenti che mi avete fatto, So che le mie storie non sono perfette, non sono una scrittrice e se avessi più tempo le curerei un pò di più e per questo mi dispiace perchè vorrei riuscire a scrivere qualcosa di più scorrevole e non noioso per rendervi la lettura più gradevole e senza errori soprattutto! Ma vi ringrazio comunque con tutto il cuore, io non condividerei le mie storie se non fosse per voi che leggete e commentate positivamente. Quindi grazie grazie grazie e ancora GRAZIE!
Ritornerò! Ritornerò con altre storie che spero vi piaceranno, avevo deciso che questa sarebe stata la mia ultima storia sui Jortini ma non si sa mai nella vita, magari un giorno mi verra ancora qualcosa in mente per creare una storia su loro due, perchè ho già scritto e inventato molto su di loro ed è ora di cambiare i protagonisti. Non vi dirò ancora che storia pubblicherò perchè sarà una sorpresa ma mi ci vorrà un po di tempo per progettarla qundi abbiate pazienza.Con questo vi saluto! Fatemi sapere cosa ne pensate. Al più presto ( spero perchè non vedo l'ora di farvi leggere quello che sto preparando )! Un abbraccio e un bacio a tutti voi che siete fantastici! :*


 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3332731