La teoria della reciprocità

di Pamy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo Uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***



Capitolo 1
*** Capitolo Uno ***


CAPITO 1°




Finalmente sta arrivando la primavera. Gli uccelli cinguettano felici sugli alberi e il vento soffia dolcemente inebriando l’aria di fragranze calde e profumate. Il sole dona al mare il suo riflesso dorato rendendogli nuovamente il suo splendore.
Le persone sembrano ritrovare il colore perso con il freddo dell’ inverno passato e sorridono passeggiando al caldo di queste magnifiche giornate.

Tutto procede secondo un preciso ritmo, secondo delle regole nascoste nel mistero della vita, mentre la mia, di vita, segue un percorso ancora da definire, senza regole,progetti o semplicemente certezze.

Oggi il mio risveglio è stato una vera e propria rivelazione…..forse il sole mi ha dato alla testa….o finalmente ho capito che la mia vita deve avere una svolta, deve avere uno scossone talmente grande da rivoluzionarla totalmente.

Non so, potrei incominciare prendendo un blokc notes e annotando la lunga lista di cose che dovrei fare, ma prima di tutto devo prefissarmi degli obbiettivi e trovare il modo per raggiungerli ……… o forse no, dovrei semplicemente riordinare le idee e ricominciare a Vivere.

Ho ventisei anni, sono mora, alta, ho un corpicino da far invidia, e posso ritenermi una ragazza molto intelligente e matura per l’età che ho.
A scuola molti ragazzi avrebbero fatto pazzie per avere anche solo un bacio dalla “bella moretta”, ma io stupidamente ignoravo tutti.
Mi sentivo fuori luogo, troppo matura per frequentare ragazzi della mia età. Così crescendo mi sono contornata di persone più grandi, con la vita già ben stampata in mente, con tutti i loro impegni e i loro mille problemi.

Sono cresciuta rapidamente, passando da problemi tipo cosa indossare per il primo appuntamento a cose molto più grosse come programmare un matrimonio o decidere o meno di diventare mamma.

Tutto succede velocemente, senza avere il tempo per rendersene conto. Un problema dopo l’altro. Mentre si prova a chiudere una porta ecco che davanti si sta già aprendo un portone.

…….Ricominciare a vivere……
E’ molto tempo che la mia vita va avanti mentre io rimango indietro. Seguo semplicemente impassibile l’andamento delle cose che accadono intorno a me. Vedo tutti gli altri costruirsi una posizione, curare le loro passioni, assaporare i loro amori…..ed io guardo! Ma questo non mi basta più. Ora voglio anch’io lottare con le lancette dell’orologio per ritagliare un po’ di tempo magari, che so, per leggere un libro…o per bermi una tazza di thé con un’amica.

Ho rotto i contatti con il mondo da quando ho conosciuto Walter.
Già…..voi vi chiederete chi sia mai questo Walter. Lui è un uomo di 37 anni, affascinante e molto ben in vista. Di professione fa l’imprenditore e il suo hobby preferito è distruggermi la vita. E’ lui che mi ha strappata alla mia adolescenza, che mi ha condotta ad un passo dalla follia.
Lui, fino a qualche mese fa, era il mio compagno, o il mio ragazzo, come preferite. Noi abbiamo avuto una relazione molto travolgente e complicata durata tre anni. Siamo stati ad un passo dal matrimonio e ad un soffio dal complicarci totalmente le vite diventando genitori. Io per lui avevo rinunciato a tutto, anzi mi correggo sto ancora rinunciando a tutto.
Per lui ho lasciato i miei studi, ho cambiato città scegliendo di trasferirmi da lui e da quella bisbetica della madre (una strega), ho rinunciato ad un allettante lavoro teatrale preferendo lui a tutto, mi sono allontanata dalla mia famiglia per stargli accanto e intraprendere una vita insieme……ma poi dopo tanto dolore e, credetemi, parecchia sofferenza, mi sono resa conto che nessuno mai aveva insegnato a quest’uomo quale fosse il vero significato della parola NOI.
Per lui Noi significa semplicemente vivere la sua vita con o senza me al suo fianco. Io ero il suo sopramobile, la bella bomboletta da esibire agli amici o magari ai conoscenti. Quella che gli rifaceva il letto la mattina, che gli asciugava il bagno dopo che lui lo aveva allagato facendosi la doccia, che gli ordinava l’ufficio e che sopportava le critiche e gli insulti della mammina sempre con il sorriso stampato in faccia.
Quella che volente o dolente doveva accettare i suoi stupidi sotterfugi e che sgobbava in un uffici gelido dalla mattina alla sera senza alcuna gratitudine, anzi……

Starete sicuramente pensando che io sia una povera pazza, e certamente non ne avete tutti i torti.
Chi mai poteva costringermi a sopportare tutto questo, certamente nessuno mi obbligava. Ma c’è una cosa che ancora non vi ho detto: io ero, anzi forse lo sono ancora, totalmente cotta, impazzita, innamorata e, consentitemi, anche ACCECATA dall’amore per lui.
Non mi rendevo conto di quanto stessero cambiando le cose, di come io mi stessi “inzerbinendo”per quest’uomo. Lui faceva diventare tutto così normale, tutto così dovuto, ma in realtà non c’era niente di dovuto.
E così, miei cari, sono trascorsi tre lunghi anni. Il matrimonio era in vista e i tentativi di rimanere incinta sempre più frequenti.

Ma poi un giorno qualcosa cambiò.

Durante una delle mie noiosissime giornate in ufficio ci fu una visita inaspettata…..una persona molto gentile e carina con me mi ha indotta a percorrere una strada senza vie di uscita.
Questa strada conduceva ad una verità che tristemente dovetti accettare e che compromise tutto.
Sapevo che dietro a tanta superficialità doveva esserci dell’altro, ma come spesso accade le cose spiacevoli si tende sempre a non volerle sapere, ma era giunto il momento di aprire gli occhi alla realtà.
Cercai disperatamente conforto e comprensione da questa persona dall’animo gentile, ed oltre a questo ricevetti molto di più. Ed è proprio questo di più che ha sconvolto tutto, rivoluzionato la mia vita e complicato quella di altre persone.

La verità è che avevo un bisogno disperato di questa persona, e soprattutto di venire a conoscenza di quello che cercava confusamente di rivelarmi.
Tra noi incominciò a nascere una forte e intensa amicizia e quando si rese conto che poteva fidarsi di me mi affidò i suoi segreti, o per meglio dire, quelli di Walter.

Mi raccontò nei minimi dettagli quello che accadde durante un loro viaggio in Tahilandia. Walter mi tradì con una di quelle donne a pagamento, l’umiliazione più grande. Qualche spicciolo necessario per infrangere un cuore.
Poi del viaggio a Berlino, dove insistentemente cercò di trovare una di quelle “casette” dove alloggiano queste donne lussuriose, e dove per qualche spicciolo in più si assicurò il mio tormento.

Basta poco per distruggere la vita di una persona e con questi racconti me ne stavo realmente rendendo conto.

Ma, cari miei, non finì tutto qui. C’era dell’altro, qualcosa che non saprei se definire più o meno doloroso di quello di cui già ero venuta a conoscenza. Ormai non sentivo più alcun dolore. Le ferite erano troppe per riuscire a distinguere l’intensità del loro dolore.
Bhè, Walter non si limitò solo a pagare per soddisfare i suoi piaceri…..ma fece ben attenzione a procurarsi un amichetta che stesse a disposizione nei suoi momenti di bisogno. Ma fu più perfido del previsto tenuto conto che badò bene a farmela pure conoscere e a farmela passare come una sua vecchia amica.
Permettetemi di dire che è proprio… … … … un grande bastardo.
Dire che attraversai il periodo più brutto della mia vita è poco. Credo di aver letteralmente perso il lume della ragione.
Tutto quello che avevo faticosamente costruito in anni, si era sgretolato in un attimo davanti ai miei occhi.
Tutto quello che avevo sopportato e tutto il dolore che avevo accettato per amore, era tutto inutile.
Dire che in quel momento lo odiai non è esatto. Non riuscivo ad odiarlo, cercavo solamente di capire il perché. Pensai addirittura che forse poteva essere stata colpa mia, che forse gli avevo fatto mancare qualcosa … ma non era così.
Il punto era che gli avevo dato troppo.
Mai dare tutto e subito, è l’errore più grande, è il modo più facile per far allentare chi ami.
Mi tormentava l’idea che lui avesse pagato una donna per avere quello che io, modestie a parte, gli donavo gratuitamente molto bene.
Ma poi me ne feci una ragione. Lui probabilmente cercava la perversione o solo il trasgredire alle regole, non so, e sinceramente ora non lo voglio nemmeno sapere.

Avevo bisogno di aggrapparmi a qualcosa, a qualcuno che mi desse un po’ d’amore, che mi facesse sentire donna. Che mi donasse un po’ d’amore senza pretenderne in cambio. Così, senza nemmeno rendermi conto, mi ritrovai tra le braccia di chi mi aveva appena distrutto la vita sbattendomi in faccia l’orrenda verità.
Questa persona ha un nome, si chiama Lorenzo ed è un dolcissimo ragazzo di 29 anni.

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


CAPITOLO 2°


Questa persona ha un nome, si chiama Lorenzo ed è ragazzo di 29 anni.
Lui è sempre stato molto dolce e carino con me, non è mai stato troppo invadente. Tra noi è nata subito una forte amicizia che, ahimè, si trasformò per lui in un amore ossessivo. Non fu niente di progettato o di architettato per vendetta, anzi, era proprio l’ultima cosa che avrei voluto fare. Ma successe e non si può cancellare il passato.
Non capivo quello che mi stava succedendo intorno, avevo solo molto dolore nel cuore e tanto bisogno di gridarlo a qualcuno, e lui era li, pronto ad ascoltarmi anche ventiquattro ore al giorno.
Sapevo che se fossi andata a sbattere in faccia a Walter tutto quello di cui ero venuta a conoscenza non avrei ottenuto niente di buono, se non le sue inutili menzogne, ed io non potevo sopportare ancora che quell’uomo mi raggirasse a modo suo.
Ero consapevole che in un modo o in un altro sarebbe riuscito a smentire tutto e a far passare me per la colpevole. Sarei sicuramente diventata io il motivo della discussione, perché mi ero fidata delle parole di un suo amico che fra l’ altro era innamorato di me. Ma credetemi, non so come spiegarvelo, Lorenzo non c’entra nulla. E’ stato solo una conferma hai miei dubbi e alle mie preoccupazioni. Walter le chiamava paranoie, diceva che i miei presentimenti erano solo frutto della mia immaginazione…..e invece…..

Piano piano tutto intorno a me incominciò a vacillare. Non esistevano più certezze e programmi per il futuro. Tornai a vivere dai miei e mi occupai sempre più saltuariamente dell’ufficio che Walter mi aveva assegnato.
Non ebbi il coraggio di affrontare Walter e per due mesi feci finta che tutto andava bene e faci molta attenzione a sentirmi e vedermi con Lorenzo solo in caso di necessità. Lui era l’unica persona a conoscenza di tutto ed io potevo parlarne solo con lui.
Non so dirvi quante lacrime ho versato e quante volte il pensiero di farla finita ha sfiorato la mia mente, ma a cosa sarebbe servito.
Quest’incubo continuò per tre mesi. Lorenzo diventava sempre più preso da me e sempre molto presente, mentre Walter incominciava a capire che qualcosa stava cambiando e che io ero sempre più distante.
Si rese conto della realtà molto tristemente.
Un giorno venne a casa mia con la faccia di chi aveva appreso all’improvviso che il mondo che lo circondava non era come lui pensava, che la persona che amava era stata capace di fingere e di tenere nascosto un segreto che gli avrebbe cambiato la vita.
In fondo si sentì come mi sentii io qualche mese prima ……distrutto dal dolore e in balia di un incubo.
Mi gridò tutto il suo odio e mi insultò all’infinito. Mi fece leggere e commentare i tabulati telefonici che erano tra le sue mani umide e fredde come quelle di un cadavere.
Non potevo fingere e così raccontai tutto, senza dimenticare nulla.
E così dalla ragione passai al torto.
Mi accusò di essere stata la sua più grande delusione e di avergli distrutto la vita, di aver distrutto il sogno che avevamo costruito insieme.
Vi rendete conto……?
Io avrei distrutto tutto….
E quello che mi ha fatto lui non conta?
Si, io sono stata una debole. Ho permesso lui di passare dal carnefice alla vittima. Ho dato lui il diritto di urlarmi contro quanta poca stima avesse ora di me, restando in silenzio e ammettendo di aver sbagliato.
Ho persino permesso a Lorenzo di usarmi in un momento di vera confusione...che sciocca che sono stata.
Il peso delle azioni commesse da Walter stava diminuendo paragonato a quello che avevo fatto io a lui.
Lui si giustificò dicendo che pagare una donna e non rivederla mai più era meno umiliante che tradire la persona che si ama con un suo amico. Probabilmente aveva ragione, ma io nel mio cuore sapevo che se lui mi avesse tradito solo con la sua amichetta sicuramente il dolore per me sarebbe stato molto meno di quello che ora mi sta uccidendo. Ma è inutile spiegarlo o cercare di farlo capire a qualcuno. Solo chi c’è passato può capire.

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