Eroi dell'Olimpo- La Terza Profezia

di Eleonora_Vasile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** NICO ***
Capitolo 2: *** Qualcuno si fa "vivo" ***
Capitolo 3: *** Una nuova impresa ***
Capitolo 4: *** La prima promessa ***
Capitolo 5: *** AMY ***
Capitolo 6: *** Le ombre ***



Capitolo 1
*** NICO ***


                                                                                         NICO
Nico si abbandonò sul tronco dell’albero, sorridente. Sorrideva più spesso, ultimamente. Lasciò che i raggi del tramonto gli illuminassero il viso e, per una volta, si sentiva calmo, tranquillo... in pace con sé stesso. Almeno, finché non arrivò Will.
-    Ah, sei ancora qui tu? Tra un po’ è buio, vuoi raffreddarti?
-    Solace, stai zitto, o giuro ti scateno contro un’orda di zombie.
-    Mr. Morte, prova ancora ad usare quella tua magia...- ma si zittì, notando che il ragazzino 
Rideva come un bambino. Faceva bene sentirlo ridere, di tanto in tanto.
-    Stai meglio dopo...? – Nico scosse la testa.
-    Tre giorni, tre giorni capisci? Tre giorni che è finita la guerra e lui non è ancora tornato. Leo è morto. E per colpa mia.
Will lo squadrò, con quei suoi occhi, pensò Nico, dello stesso colore del cielo. Scosse la testa, infastidito. Non aveva nessuna voglia di cascarci di nuovo. Aveva l’espressione un po’ crucciata.
-    Eri molto amico di Leo?- chiese, dopo un po’ di esitazione. Nico studiò il suo sguardo.
-    Beh... Sì... Non particolarmente, ma era un mio compagno.
Will sembrò sollevato.
-    Ehi Nico, non è colpa tua e tutti al campo lo sanno. E poi hai detto che non sei sicuro, giusto? Ora andiamo nell’infermeria. Così mi aiuti un po’ con i malati e ti faccio un esame generale prima di... dimetterti definitivamente.
-    Co...come dimettermi definitivamente? – il ragazzino sgranò gli occhi. Il figlio di Apollo 
Sbuffò.
-    Beh, stai bene no? E poi dici sempre che ti vuoi liberare di me.
-    Non ho mai detto che mi voglio liberare di te.
Will lo guardò con un sorriso sornione.
-    Allora ti fanno piacere le mie cure!
Nico alzò gli occhi al cielo, ma solo per non far vedere che sorrideva.
-    Mai detto neanche questo... Solace, ti ho già detto di stare zitto?

Nico odiava quando gli facevano un controllo generale. Lo odiava già da bambino, quando Bianca lo portava da un’ossuta dottoressa dalle mani gelide che gli tastava tutto il corpo, gli auscultava il petto e osservava quelle sue strane occhiaie perenni, che non riusciva a spiegarsi. Lo odiava anche al campo, quando Annabeth o Jason, nel corso degli anni, lo avevano portato contro la sua volontà. Non sopportava il contatto fisico...
Lo odiava anche in quel momento, quando il figlio di Apollo cominciò a premergli la pancia, a controllargli le orecchie, la gola... Will però aveva le mani calde e Nico odiò il fatto di averlo notato e di sentirsi un po’ troppo bene...ed estremamente in imbarazzo.
-    Ok. Ora togliti la maglietta.
-    Assolutamente no.
-    Se non ti opponessi a qualsiasi mio ordine, avremmo già finito.
-    Io. Odio. Il. Contatto. Fisico. E poi ti assicuro che non ho la polmonite. Non è...
-    MUOVITI!- urlò Will e Nico notò che era leggermente rosso.
-    D-domani vengono i ragazzi del Campo di Giove per il torneo di tiro con l’arco.- cercò di 
Distrarlo Will, mentre gli ascoltava il cuore, che Nico riusciva a sentire anche senza quello strano aggeggio da medico di cui non ricordava mai il nome. “Perfetto.” Pensò Nico “ Così mi diagnostica un infarto giovanile o qualcosa del genere e mi costringe a stare ancora qui.” Ma strinse i denti. Doveva superarlo per liberarsi da Will e da quelle farfalle-scheletro che volavano nella sua pancia. O forse... no? Si schiarì la voce.
-    Senti Will...io...io volevo dirti...
-    Cosa?- il medico si fermò. Nico osservò i suoi occhi da bambino e pensò a Percy, a come
Aveva evitato di rimanere solo con lui dopo la sua confessione. Certo, tranne quella mattina...
-    Volevo dirti...- la sua voce si abbassò, quasi in un sussurro. – che posso tornare ad aiutarti,
in infermeria domani, verso le undici...prima del torneo. Che dici?
-    Certo. E noi abbiamo finito. Puoi andare!
-    Ehm...sì... ci vediamo al falò, uh?- borbottò il figlio di Ade, e corse via, col cuore in gola.

Al falò i ragazzi cantavano felici. A Nico sembrò insopportabile. A Leo sarebbe piaciuto... e Will chiacchierava con una ragazza della casa di Afrodite, ignorandolo completamente. Pensava che le cose non potessero andare peggio, quando si avvicinò Jason.
-    Ehi Nico... ti va di parlare?- Nico sbuffò. Sapeva esattamente di cosa voleva parlare. Da 
Quando si era fermato al campo mezzosangue, Jason Grace era diventato il suo migliore amico e psicologo personale. O, almeno, così credeva lui.
-    Come vanno le cose con Will?
-    Non mi piace Will!
-    Certo... Certo...
-    Perché mai mi dovrebbe piacere un figlio di Apollo? Gentile...solare...- “ ...sexi come suo 
padre...” pensò, ma tenne il bocca chiusa.
-    Non provare a negarlo! Di giorno siete sempre insieme e arrossite in continuazione!
-    Ciò non vuol dire che debba piacermi per forza!- si esasperò il figlio di Ade. – Non voglio di nuovo...
-    Allora lo ammetti...- disse l’altro con uno sguardo elettrico che lo faceva assomigliare a suo 
padre.Cioè, elettrico nel vero senso della parola. Mandava scintille dall’iride, come tutti i figli di Giove o Zeus quando gli davi ragione o diventavano particolarmente competitivi. Poi sorrise e gli spettinò i capelli.
-    AAARGH... Jason, smettila di toccarmi o ti spedisco nel tartaro!
Una campana risuonò per tutta la valle.
-    C'è il coprifuoco... devo andare...- riuscì finalmente a liberarsi il figlio di Ade. Si allontanò in 
silenzio e si rese conto che il figlio di Giove era stranamente allegro. Sospirò, pensando a che razza di amici si trovava. Arrivò nella sua cabina. Tra le cure di Will non era ancora riuscito a sistemarla ed era ancora obbligato a dormire nei letto da vampiro. Si sdraiò, trovandolo infinitamente comodo, e si tolse la collana che aveva al collo. Aveva quattro perle.
-    Per te.- gli aveva detto Percy, quella mattina, quando gliela aveva data, con uno sguardo fin 
troppo serio per il figlio di Poseidone. – Non... ci sei stato in questi anni per prenderle, ma le avevo conservate per quando saresti tornato.- poi smise di essere serio e sorrise. – Va bene piccoletto?- gli aveva chiesto, spettinandogli i capelli come Jason. Quei due si stavano alleando contro di lui? Comunque gli aveva fatto piacere che lo avesse capito. E accettato. Inevitabilmente i suoi pensieri corsero a Bianca. Si addormentò in un sonno agitato, popolato da cacciatrici, draghi robot e figli di Apollo più o meno graditi.

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Capitolo 2
*** Qualcuno si fa "vivo" ***


Nico verso l’alba riuscì finalmente ad immergersi in sogni tranquilli. Cioè, furono tranquilli tipo i primi cinque minuti, poi tornarono normali. All’inizio si trovava in una caverna al buio in cui si respirava un forte odore di bruciato “Leo Valdez” pensò subito il figlio di Ade. Poi l’odore cominciò a trasformarsi in qualcosa di diverso, più secco, più vecchio, più...morto.
“Sono negli inferi” intuì. Nell’aria acre riecheggiò una risata buia, profonda.
-    Non mi vedi, piccolo semidio? Eppure sono sempre con te...
La voce ricominciò a ridere e si accesero un centinaio di fiammelle. Due davanti a lui presero a danzare. Nico sentì un toc-toc e comprese che le fiammelle davanti a lui erano occhi. Occhi di mostro. Nico si sentì soffocare.
-    AAAAAAH- gridò, mentre Will continuava a prenderlo a cuscinate canticchiando una canzoncina della casa di Apollo.
-    Mr. Morte svegliati non sai che ore sono?- disse con lo stesso motivetto. 
-    Stai zitto Solace.- bofonchiò lui, girandosi dall’altra parte.
-    Sono le nove e mezza e tra un po’ la mensa chiude!
Nico si alzò e intimò al ragazzo di girarsi per cambiarsi, poi i due ragazzi corsero giù dalla collina fino a raggiungere la casa grande. Subito Nico intravide un gruppetto di sei semidei.
-    Hazel!- gridò il figlio di Ade, agitando una mano.
-    Nico! Mi sembra di non vederti da secoli!- disse Hazel, avvicinandosi. Abbracciò il fratello,
subito imitato dalla ragazza dietro di lei.
-    Nico...- disse Reyna a mezza voce – Sembri così felice... finalmente.- lui la strinse più forte. 
-    Da loro invece ti fai toccare, eh?, Mr. Odio-Il-Contatto-Fisico.- sussurrò Will nel suo 
Orecchio, divertito, e forse anche...irritato?
-    Tu sei Will, giusto?- chiese un ragazzo romano dai tratti asiatici.
-    Sì, sono un amico di Nico.
-    Amico?- il figlio di Ade storse il naso.- Da quando io sarei... AHI!- Nico guardò con 
Disappunto il gomito di Will incastrato nelle sue costole. Si accorse che Frank era un po’ troppo vicino alla sorella. “Devo ricordarmi di minacciarlo, uno di questi giorni” pensò.
-    Dov’è Piper?- chiese Reyna.
-    Oggi era un po’ debole, è rimasta a letto.- le disse Jason.
-    Strano, ora che ci penso, oggi tutti i semidei della casa di Afrodite...- cominciò Annabeth, 
che Will la interrompesse con diversi colpi di tosse.
-    Hai ingoiato una rana?- chiese Nico, acido.
-    Ti piacerebbe...- borbottò Will, guardandolo negli occhi. Il cuore di Nico perse un battito. I
Suoi occhi erano azzurri, tanto azzurri da sembrare trasparenti. Il sole giocava con i ciuffi dorati che gli ricadevano sulla fronte e aveva la pelle perfettamente abbronzata.
-    Comunque volevo avvisarvi che la pancetta che gli Stoll stanno per mangiare la pancetta 
Destinata al sottoscritto, perciò io, se non vi dispiace, vado a fare colazione... prima che Travis la faccia per me. Arrivederci!- finì, tutto d’un fiato, correndo verso la mensa verso il tavolo di Apollo. Nico e gli altri lo raggiunsero poco dopo e il figlio di Ade, dopo una breve colazione, riuscì a sfuggire ad Hazel e agli altri semidei per andare ad allenarsi nel bosco da solo. Controllando che non ci fosse nessuno nei dintorni, sollevò una mano e il terreno si squarciò. Emersero tre scheletri in armatura romana, pronti ad attaccare.
Nico sorrise.
-    Bene, divertiamoci.

Stava per finire l’ultimo scheletro, quando un urlo improvviso per poco non lo fece infilzare.
-    AAAAAAAHHH!!!!! CI ATTACCANO!
Nico rimandò lo scheletro al tartaro e corse verso la casa grande. Nello spazio d’erba davanti, forse tutti i semidei del campo mezzosangue guardavano in alto, impalati, il drago che volava a circa tre metri d’altezza e, soprattutto, il ragazzo mezzo bruciacchiato che urlava.
-    TEAM LEO A RAPPORTO! Ci stiamo preparando all’atterraggio! Non sganciate le cinture di 
Sicurezza finché  il drago non sarà fermo! Grazie per aver viaggiato con Leo & Festus!
“É lui” pensò Nico.
-    LEO!- urlò Piper, commossa. Nico la cercò con lo sguardo. Era pallida, sorretta da Jason che
Probabilmente era corso a chiamarla non appena aveva visto Festus.
-    VALDEZ! SCENDI SUBITO DAL COSO VOLANTE!
-    Hedge, spaventi Chuck!
Nico non riusciva a crederci. Non l’aveva ucciso!
Leo atterrò e allungò una mano che afferrò una ragazza dai lunghi capelli biondi, vestita con dei jeans e una maglietta bianca, macchiata da un po’ d’olio dei motori.
-    Chi è lei?- chiese Annabeth. Nico sussultò. Non si era accorto che lei è Percy fossero 
Davanti a lui. Si accorse che il ragazzo era leggermente rosso.
-    Lei è Calipso.- rispose Leo al posto suo.
-    Ah.- commentò la figlia di Atena, cominciando a guardare la sconosciuta in cagnesco.
-    Leo... Calipso?... credo che tu...- provò a chiedere Chirone.
-    C’è anche qualcun’  altro!- annunciò Leo.
Da Festus sbucarono un ragazzo e una ragazza. Si somigliavano tantissimo, probabilmente erano fratelli. La più grande avrà avuto 13 anni, il più piccolo non ne dimostrava più di 10.
-    Forza Alex, scendi. – lo incoraggiò la sorella. Una fitta fredda, dolorosa trafisse Nico. Per 
Un attimo il ricordo di Bianca si fece insopportabile. Prese un respiro. Non era bravo a controllare le emozioni.
-    Sono due mezzosangue, li abbiamo incontrati per strada e abbiamo pensato di dare loro un 
Passaggio..- spiegò Leo, prima di essere travolto da sei semidei.
-    Dov’eri finito?- pianse Piper, abbracciandolo.
-    Ci sei mancato...- Hazel la imitò.
-    Bentornato!- sorrise Frank. Ben presto si trasformò in un abbraccio di gruppo.
-    Ragazzi, mi soffocate!- provò a sopravvivere il figlio di Efesto. Nico sorrise ma non si mosse 
Di un passo. Will, dietro di lui, sbuffò e lo trascinò fino al gruppo.
-    Solace, che fai???- ma prima che potesse aggiungere altro si ritrovò abbracciato tra lui, 
Jason e Leo.
-    Ecco chi mancava!- rise quest’ultimo.
Il figlio di Ade sospirò.
-    Sono felice che tu sia vivo, Uomo-Torcia.


ANGOLO AUTRICE
Scusate l’infinito ritardo!😓 Non ero sicura di voler continuare questa storia (più che altro avevo poca voglia di trascriverla al computer, dato che ho già scritto diversi capitoli a mano😅). Prometto di aggiornare più spesso. Anzi, moooolto più spesso.

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Capitolo 3
*** Una nuova impresa ***


Chirone organizzò un super falò quella sera. Del resto, Leo era l’unico eroe morto e tornato. Nico era felice che Thanathos non si fosse ripresentato a prendere il ragazzo. Nonostante tutto, ne avevano passate tante insieme. Da quando era arrivato Nico sentiva un forte odore dell’Ade.. Il figlio di Efesto cominciò a narrare con enfasi di come fosse riuscito a far riaddormentare Gea in modo così esagerato che faticava a riconoscersi. Nico si allontanò quasi subito per avvicinarsi ai due fratelli. Non sapeva perché, ma qualcosa in loro lo attirava. La ragazza, Amy, osservava in disparte la festa mentre il più piccolo, Alex, non stava mai fermo e continuava a girare intorno a Nico bersagliandolo di domande.
-    Quella è una spada vera?
-    Sì, è fatta col ferro dello stige.
-    Forte! Posso provarla?
-    Assolutamente no.
-    Perché qui dentro siete tutti armati? Combattete spesso contro i mostri?
Nico aggrottò la fronte.
-    No... credo sia per difenderci da Clarisse.
-    Cos’è Chirone?
-    Un centauro.
-    Perché quel biondino ci guarda?
-    È il mio medico, ignoralo.
-    Te di chi sei figlio?
-    Di Ade.
-    Wow! Parli con i morti?
-    Alex dammi un po’ di tregua! Devo chiedere una cosa a tua sorella.- lo pregò Nico, per poi 
Avvicinarsi ad Amy. Il ragazzo si bloccò. Amy, proprio come il fratello, aveva i capelli neri e gli occhi marroni, la pelle pallida e delle leggere occhiaie. Quella sera portava un largo cappello verde. “Bianca!” pensò. Poi si riscosse. Bianca era morta solo tre anni prima. Non poteva essere lei.
Un dubbio però cominciò a martellargli in testa.
 Tutta quella somiglianza...
-    Amy, tuo fratello mi ha detto che siete rimasti orfani da piccoli. Quindi non sai se fosse tua
Madre o tuo padre il genitore divino.
Lei assunse uno sguardo confuso.
-    Io... credo di ricordarmi il viso di mia madre. Più che altro un calore. Perciò... credo fosse 
Mio padre.
“Dei” pensò Nico “Sono figli di Ade... Forse non è solo Leo ad emanare l’odore degli inferi...”
Pensò a come dirlo senza spaventare nessuno, soprattutto i fratelli. Lui, quando aveva capito di essere figlio del dio dei morti aveva aperto un cratere e inghiottito dei guerrieri-scheletro per proteggere Percy. Ma lo aveva fatto fuori di sé, pieno di rabbia e rancore verso l’affascinante ragazzo che aveva portato via sua sorella per sempre... e anche lui. O almeno il bambino che era stato una volta, prima che la morte di Bianca lo trasformasse. Lo facesse crescere. Si chiese se da qualche parte dentro di lui quel bambino vivesse ancora o se fosse morto con la sorella.
Ci stava ancora rimuginando sopra quando un simbolo comparve sopra la testa dei fratelli.
-    Forte!- esclamò Alex, cercando di afferrare il vortice nero che galleggiava sopra di lui.
I ragazzi del campo si girarono verso di loro. Il vortice cominciò ad ingrandirsi.
-    Co...cos’è?- chiese una voce, forse Frank.
Nico riconobbe il simbolo. “Accidenti” pensò “Aveva detto che ricordava la madre... Com’è possibile? Agli dei non è concesso...!”
-    Io non ho toccato niente!- si difese il fratello minore. Il vortice si era allungato, 
trasformandosi in una coltre nera che come un velo cominciava a coprire tutto ciò che aveva intorno. I semidei arretrarono.
Nico sapeva bene che nessuno osava contrapporsi a Lei, nemmeno lo stesso Zeus. 
-    Vattene Nyx.- disse con voce ferma. Con calma fisso il velo d’oscurità.. – Questo non è il
tuo regno.. E il tuo regno appartiene a mio padre.- sguainò lentamente la spada. Prima 
Che l’onda nera coprisse tutto prese a vorticare intorno alla spada di ferro dello Stige.

Per tre terribili secondi furono avvolti dal buio.
Poi la luce tornò. Una luce accecante, fastidiosa.
Il falò crepitava illuminandosi di diverse sfumature contrastanti. Nico rimise la spada nel fodero.
-    Due semidei...- ruppe il silenzio la voce di Rachel Elizabeth Dare. Qualche centinaio di 
Semidei e un centauro armati fino ai denti si girarono verso di lei, chi con la spada in mano, chi con una freccia incoccata, pronti all’attacco. Ma la ragazzina era immobile ed emanava una luce verde, posseduta dallo spirito dell’Oracolo.
-    ...d’origine oscura, figli dell’ade e della paura, dovranno tornare nella madre terra, per 
trovare una dea e forse una guerra. Il primo una promessa dovrà mantenere, la seconda colei delle sere più, il terzo di cuore dovrà perire. Le porte della morte si stanno per riaprire. La ragazzina crollò a terra e dei semidei corsero ad aiutarla.
-    Oooh accidenti di nuovo!- protestò Percy. Alzò gli occhi verso l’autrice.
-    Perché ci odi?
-    Ma con chi parli?- gli domandò la sua fidanzata.
-    Niente, niente...lascia perdere.
Tutti si voltarono verso i due fratelli ed Amy, d’istinto, abbracciò il più piccolo con fare protettivo.
Chirone guardò dubbioso Nico, poi i due fratelli.
-    Direi che è meglio convocare i capigruppo. Vi aspetto nella Casa Grande.

Nico si trascinò al posto riservato alla casa 13, dei figli di Ade, vicino a quella dei figli di Plutone. I romani sembravano un po’ in imbarazzo: loro non avevano capigruppo, perciò Reyna e Frank avevano deciso di chiamare il ragazzo col grado più alto per ogni dio. Tra i ragazzi che Nico conosceva, radunati al tavolo di ping-pong c’era sua sorella Hazel, Jason, Rachel, ancora un po’ pallida, che disegnava sui jeans con un pennarello azzurro, Percy, Annabeth, Reyna, Frank, Clarisse, Piper, Will, Travis e Connor Stoll che tiravano palline di carta in bocca a Clovis, addormentato, Butch, Miranda, Polluce, Dakota, Leo, Calypso e ovviamente Amy e Alex. La vista di Nico andava e veniva.
-    Non credevo che le divinità primordiali potessero avere figli...- borbottò Clarisse.
-    Perché no?- Travis prese un’ultima volta la mira. La pallina finì in gola Clovis che cominciò a 
Tossire e sputacchiare dappertutto.
-    Solitamente i loro figli sono mostri. Per questo sono rari i semidei figli di divinità primordiali.- spiegò Reyna
I presenti guardarono Amy e Alex con occhi accusatori.
-    Ma io ricordo mia madre!- protestò la ragazza. Poi tentennò.- Beh...forse.
-    L’odore...- sussurrò Nico, cercando di parlare forte per quanto gli permettessero le forze.
-    L’odore degli inferi...su di voi è troppo...troppo forte. Vostra madre deve...avervi portato lì
Per proteggervi. Ha un suo castello nel Tartaro.
-    Ma le regole...- provò a chiedere Jason. Nico lo fulminò.
-    Neanche Zeus... ha...ha mai tentato di opporre...opporre resistenza a...a  Nyx.
Nico vide Will scambiarsi un’occhiata con una ragazzina dai vaporosi capelli biondi che occupava il posto di Apollo per il campo romano. Poi i due figli del dio del sole puntarono gli occhi su di lui.
-    Nico stai bene?- chiese il ragazzo.
-    Sì...solo...- ansimò.- la cosa di prima...
Amy lo fissò come se fosse tutta colpa sua.
-    E per quanto riguarda la profezia?- chiese una vocina dal posto di Venere. Annabeth 
Cominciò a ragionare ad alta voce.
-    I due semidei d’origine oscura sono un maschio e una femmina e potrebbero essere Amy o 
Alex. La terra madre...- Percy rabbrividì.
-    Ti prego, dimmi che non c’entra Gea.
-    No.- disse lei con dolcezza.- La madre terra- la terra d’origine- potrebbe collegarsi alla riga
Prima, quindi gli inferi. In quanto alle due divinità, quella persa e quella da mantenere, alla promessa e al cuore non so che dire...
-    Sono io.- disse Nico.- Pensateci: gli inferi,... le porte della...della  morte.... In un modo...o... o nell’altro – Guardò Percy come a sfidarlo a protestare – sono l’unico semidio... che ha visto interamente gli inferi...e poi...è il mio elemento. Il mio mondo.
-    Hai ragione.- si arrese Annabeth.
-    L’altra quindi sono io.- intuì Amy.
-    E come terzo vengo io.- sentenziò Will.
-    Assolutamente no!- scattò il figlio di Ade.
-    E perché mai?
-    Non hai sentito che...- 
“...uno morirà?”
-    ...sarà nel Tartaro, lontano dalla luce del sole? Non è l’ideale per un figlio di Apollo.
-    Per questa impresa devi usare i tuoi poteri e rischi di svenire ogni volta...hai bisogno di un 
Medico. Ti faresti ammazzare.
“ E io non voglio che tu muoia.”
-    Ma...- sussurrò Nico, prima di cadere a terra.


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Capitolo 4
*** La prima promessa ***


La prima promessa

Quando Nico si svegliò si trovò a circa dagli occhi di Will e fece un salto, spaventato.
-    Solace! Che diavolo...- poi si accorse che c’era decisamente troppa gente nell’infermeria, 
buona parte del campo, forse addirittura facce che non conosceva. Erano tutti lì per lui?
-    Era ora...- borbottò Will, scostandosi.
-    Nico...mi senti?- chiese Reyna.
-    Certo- si mise seduto.- Quanto ho dormito?
-    Solo diciannove ore e trentatré minuti.- riferì Annabeth.
-    Ma respiravi a fatica, eri pallido, sudavi e hai delirato.- bofonchiò Will.
-    Oh Nico...io pensavo...che tu...- piagnucolò Hazel. Frank le cinse le spalle e l’accarezzò 
dolcemente.
-    Non ti preoccupare Haz, va tutto bene adesso.
-    50  centimetri più in basso e ti spacco la faccia.- sibilò Nico.
-    Cosa?- chiese Franck, ritraendosi.
-    Niente.- Finalmente si era spostato da sua sorella. Ora che l’equilibrio era stabilito, poteva
stare tranquillo.- Avete notizie?
-    Forse.- cercò di sorridergli Annabeth.
-    Ho sognato mia madre stanotte.- annunciò Drew.
-    Lei...e tutte le figlie di Afrodite.- precisò Piper.
-    E di Venere.- aggiunse un’altra in mezzo ai ragazzi.
-    Nico, è stata catturata. Ed è nel Tartaro.- continuò Piper. 
-    Non diceva niente riguardo i suoi aggressori?- chiese. Piper alzò gli occhi al cielo.
-    No, però ci ha fatto una lista delle cose di cui ha bisogno: profumo, sapone,cipria, crema 
al...
-    Basta così!- la supplicò Percy. – Non vogliamo entrare nel dettaglio...
-    Appena gli dei si accorgeranno della sua assenza cominceranno a darsi la colpa a vicenda e 
a litigare.- A questo punto i fratelli Stoll mimarono lo scoppio di una bomba nucleare.
-    Dobbiamo trovarla.- finì Reyna, dopo aver scoccato un’occhiataccia agli Stoll.
-    Quando partiamo?- Amy guardò i semidei, preoccupata, in particolar modo i fratelli Stoll.
-    Subito!- ordinò Chirone.- Raccogliete le vostre cose.
Nico si alzò con una smorfia e, sentendo gli occhi dei presenti addosso, cercò di sembrare meno debole di quanto fosse veramente. Uscì dall’infermeria prima degli altri ragazzi. Ne aveva abbastanza di persone per quel giorno.

Nico raccolse qualche cambio e del nettare e ambrosia. Dopo un po’ di esitazione infilò un melograno. Iniziava ad odiare quel frutto, ma la trance mortale poteva tornare utile.
Infine si sedette sul suo letto e accarezzò la statuina di Ade che teneva sul comodino.
L’ultimo regalo di sua sorella Bianca.
Quello che ne aveva scatenato la morte.
Scacciò il pensiero e la mise nello zaino. Qualcuno bussò.
-    Vieni Will.- sospirò.
-    Non sono Will.- disse una vocina, aprendo una porta. Lo spiraglio di luce si allargò sul 
pavimento nero. – Sono Alex. Facciamo due passi?
Camminarono silenziosi verso il bosco e Nico si chiese perché il bambino fosse così serio, finché non parlò.
-    Sarà pericoloso?
-    Sì.
-    Non...posso venire con noi?
-    No, Alex.
-    Mi nascondo da qualche parte. Oppure vi seguo a distanza. Vi prego!
-    Non lo farò. Ci sono...delle leggi, sul numero dei partecipanti all’impresa. L’ultima volta che non sono state rispettate...beh, un ragazzo è morto.- “E poi vi ha trovato ed è tornato al 
campo.” - Insomma, è pericoloso, te l’ho già detto.
Il bambino si fermò e Nico si voltò per guardarlo negli occhi.
-    Allora- Alex prese fiato.- Allora prometti che proteggerai mia sorella. Promettimelo.
-    Alex, io...- Nico sentì un nodo allo stomaco. Come poteva dire di no? Ma se lo prometteva e 
poi non ci fosse riuscito? Cosa avrebbe causato? “No.”pensò. “Non deve accadere di nuovo. Non anche a lui.”
-    Te lo prometto.- giurò, prima che potesse cambiare idea.. – Anche a costo della mia stessa 
Vita.- il bambino sembrò sollevato, mentre un macigno cominciò a pesare sulla testa di Nico.




ANGOLO AUTRICE
Buongiorno! Lo so, questo capitolo è cortissimo, ma se può consolarvi ho programmato di aggiornare più spesso la storia approfittando delle vacanze. L’altro giorno ho guardato per curiosità chi segue la storia ( ovvero, ho scoperto che posso vedere chi segue la storia) e volevo ringraziare aliceinazuma, Hylia_Angel, Phoenix 12 e Roy1317 per averla messa tra le seguite, unileen223 per averla messa tra le preferite e un grazie speciale a merlina17 che continua a recensire i capitoli...non avete idea di quanto mi renda felice😘
Mi raccomando, recensite, così so cosa ne pensate.
Con affetto, Sherlocklupinirene

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Capitolo 5
*** AMY ***


AMY

Amy non aveva assolutamente intenzione di partire per una missione suicida per l’inferno.
Né tantomeno con Nico Di Angelo.
E non avrebbe voluto o dovuto lasciare suo fratello da solo in un covo di pazzi armati.
Ci teneva veramente ad Alex. Certo, era il suo fratellino rompiscatole, ma era tutto ciò che le rimaneva, l’unica persona a cui teneva davvero. In quanto a Di Angelo dire che la inquietava o intimoriva non sarebbe stato esatto, anzi. La attraeva, la affascinava...cielo, non nel senso in cui l’avrebbe inteso il resto del mondo. Non si era mai innamorata, non lo era in quel momento e non lo sarebbe stato mai. Con Di Angelo si sentiva a suo agio, come se lo conoscesse, o capisse... Sì, probabilmente anche lui aveva vissuto un’infanzia simile alla sua, a causa dei suoi poteri...chissà se anche lui era stato il bambino che sussurrava nel buio, a cui diventavano gli occhi neri quando si arrabbiava, o che aveva quasi ucciso tutte le sue famiglie affidatarie. Eppure qualcosa la costringeva a stare alla larga, forse proprio la sua stessa sicurezza per una persona che rappresentava tutto ciò da cui era sempre scappata: il Buio, la parte più oscura del proprio carattere...incontrollata.
Mentre raccoglieva qualcosa da portare in viaggio (cosa diavolo si doveva portare nell’aldilà?) sentì qualcuno bussare alla porta della camera che Chirone aveva messo a sua disposizione.
Aprì e si ritrovò a faccia a faccia con una ragazzina sui diciotto anni con dei capelli castani simili a spaghetti nascosti da un cappello nero. Indossava una canottiera del medesimo colore e dei pantaloni mimetici. Alla cintura portava dei piccoli oggetti che assomigliavano un po’ troppo a delle granate.
-    Vieni, figlia di Nyx...- le ordinò. Dopo dieci minuti di silenzio totale si stufò.
-    Quelle sono bombe?- buttò lì.
-    Vuoi che le provi sulla tua faccia?
-    Provaci se ne hai il coraggio.- Amy aveva velocemente catalogato la ragazzina dai capelli a 
spaghetti da “perfetta sconosciuta” a “psicotica decisamente  nervosa”.
La sconosciuta emise qualcosa di simile a un ringhio.
-    Bada a come parli. Sarai pure figlia di Nyx, ma non ti conviene metterti contro di me.
-    Ma si può sapere chi sei?- Amy la squadrò. 
-    Mi chiamo Clarisse, della casa di Ares.
Le venne in mente la domanda che suo fratello aveva fatto a Di Angelo e forse per quel motivo, o per qualche flash riguardo i pomeriggi passati con suo fratello a giocare a Mitomagia che le fece tornare in mente che mettersi contro Ares, fece una faccia sorpresa, o almeno, pensò di aver fatto una faccia sorpresa, perché la ragazza ridacchiò e le sussurrò.
-    Tu assicuro che non sono così terribile...aspetta di conoscere i miei fratelli.
Entrarono in un edificio scuro che Amy riconobbe come l’armeria. Dentro dei ragazzi vestiti pressoché allo stesso modo di Clarisse frugavano tra casse piene di armi. 
“Casa 5! Casa 5!” una lampadina le si accese nella testa. “Figli di Ares!”
-    Credo ti serva un’arma.- soppesò con lo sguardo le sue braccia pallide e fragili 
confrontandole con le enormi asce con cui giocavano i suoi fratelli. Poi si diresse decisa verso una cassa piena di archi. Ce n’erano di vario tipo e dimensione, di legno e di ferro, alcuni con strane frasi simili ad haiku incisi sopra. La sua attenzione venne catturata da un arco nero come la pece. Aveva la netta impressione di non avere la più pallida idea di come usarlo. Ma forse Will glielo avrebbe potuto insegnare, come tutti i figli di Apollo probabilmente era un ottimo arciere. Oltre l’arco prese una faretra che conteneva diverse frecce. Aveva tutto la stessa fantasia: strani ghirigori neri e pezzi sporgenti che somigliavano ad ali di pipistrello. E poi vide il pugnale. Era nero e sull’impugnatura c’era scritto il nome di sua madre in una lingua che non conosceva, forse greco, ma che per qualche motivo riuscì a decifrare. Anche la lama era nera. La toccò. Era liscia e fredda, molto più del ferro normale. Sentì i brividi lungo la schiena. Sembrava che il freddo la invadesse. Clarisse le spostò la mano, nervosa, e tornò alla sua normale temperatura corporea.
-    Penso sia meglio stargli alla larga, figlia di Nyx.
-    Mi chiamo Amy.- sbottò lei. Perché all’improvviso alla gente importava solo chi era sua
Madre? Clarisse tirò gli angoli della bocca in una specie di...smorfia?...no...stava...sorridendo?
A quanto pare le piacevano i commenti di Amy.
-    Ok...penso che sia meglio lasciarlo perdere, Amy.
-    E perché mai?- la figlia di Ares si strinse nelle spalle.
-    Le leggende girano. In casi particolari, come i nostri, prendono vita e la maggior parte delle 
volte cercano di ammazzarci. Ho imparato a stare alla larga dalle leggende.
Amy osservò la lama nera, così simile a quella di Di Angelo. Rimettendola nel fodero color cenere intuì che invece, per quel pugnale, avrebbe dovuto chiedere a lui.

ANGOLO AUTRICE
Ok, lo so, è corto anche questo...purtroppo per copiarli ci metto delle ore e non riesco mai ad andare tanto avanti, chiedo scusa😔. Volevo pubblicarlo ieri sera ma non ho fatto in tempo, dato che mio fratello ha preteso che gli raccontassi qualche mito greco esentando i miei commenti esaltati “Sai che anche Percy...?” “Anche Nico è stato negli inferi...” “Annabeth la incontra nel Marchio di Atena...” eccetera eccetera. È stata una serata molto lunga. Quindi gli auguri di Pasqua ve li faccio adesso, anche se in ritardo. Buona Pasqua a tutti!

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Capitolo 6
*** Le ombre ***


La mano di Will Solace, il ragazzino che entro la fine del viaggio avrebbe adottato come fratello maggiore, affondò nel pacchetto di patatine. Ormai erano sul treno da qualche ora. Il loro vagone era vuoto, perciò potevano parlare tranquillamente della missione senza essere scambiati per matti. Lasciare il campo era stato più facile del previsto. Suo fratello si ostinava ancora a non parlarle. Dopo la riunione avevano litigato furiosamente e lei odiava vedere il suo faccino triste. Probabilmente la maggior parte delle sorelle maggiori l’avrebbe presa per matta, ma nonostante i litigi voleva veramente bene al fratello. Lo aveva cresciuto lei.
Calipso l’aveva abbracciata e aveva promesso di chiamarla con un messaggio iride al più presto. 
Annabeth, la figlia di Atena, l’aveva presa da parte e, un po’ in imbarazzo, le aveva augurato buona fortuna.
-    Se la mia interpretazione è giusta dovrai fermare Nyx e...beh, io e il mio ragazzo, Percy, 
l’abbiamo incontrata e non è una dea esattamente amichevole.- sembrò sul punto di commentare sul numero delle dee amichevoli esistenti, poi si fermò per evitare di morire con atroci sofferenze.
-    Grazie.- fu tutto quello che rispose Amy, amareggiata. Perfetto, le mancava la madre 
Imbarazzante che non conosceva neppure.

Gli altri sembravano più preoccupati per Di Angelo. Soprattutto il ragazzo biondo, il figlio di Giove, che a dire il vero più che preoccupato per quello che aveva intuito doveva essere il suo migliore amico se ne andava in giro tutto eccitato, come se fosse accaduto qualcosa che aspettava da tempo.
-    Sarete insieme! Voi due! Per moooolto tempo...
-    Zitto Grace.- ringhiava il figlio di Ade a bassa voce.
Amy non sapeva di chi parlava ma si era ripromessa di indagare.
Will era un ragazzo socievole e sorrideva a tutti, anche a Di Angelo. Se fosse stata una delle ragazze delle scuole da cui era stata espulsa lo avrebbe trovato attraente, con quel fisico abbronzato e gli occhi color del cielo. Ma grazie agli dei non era una di quelle ragazze.
Dopo poco erano diventati amici. A Will piaceva ascoltare la musica e il suo sogno era quello di diventare medico e magari fare scoperte in campo scientifico. Amy aveva notato che non stava mai fermo e si innervosiva quando qualcuno sbuffava, cosa che succedeva ogni cinque minuti in compagnia del figlio di Ade. Tuttavia riuscirono ad incuriosirlo parlando di musica. Will aveva dietro il suo mp3 e riempì le lacune del ragazzo in fatto di musica, che a quanto pare risalivano al 1940. Nico si addormentò con gli Imagine Dragons nelle orecchie.
-    Dove stiamo andando esattamente?-chiese Amy al biondo.
-    A Los Angeles.- disse Will, osservando Nico che sbavava sul suo mp3.- Lì sono situati gli 
Inferi.
-    Ovviamente.- concordò. Tutto filava.
-    Cercheremo di contattare il padre di Nico, sperando che ci aiuti. Poi prevedo una bella gita
nel Tartaro alla ricerca di Afrodite e dell’altro Tizio.
-    E più o meno ci metteremo...?- Amy non vedeva l’ora di tornare a casa.
-    Prima è meglio è. Possibilmente, prima che gli dei se ne accorgano e scatenino la Terza 
Guerra Mondiale dandosi la colpa a vicenda per la scomparsa di Afrodite.- sospirò Will.
-    Sì, avete accennato ad una cosa simile... È una dea così bella?
Will fece una smorfia e sembrò sul punto di dire qualcosa, poi si bloccò.
-    Ares e Efesto cercherebbero di ammazzarsi e gli dei staranno da una parte o dall’altra e...
Prima che potesse finire furono investiti da un’esplosione. Amy si sentì buttare a terra con un corpo che doveva essere quello di Di Angelo. Will, in qualche modo, li aveva buttati a terra e li aveva coperti col suo corpo per proteggerli. Soffocò un gridolino: Di Angelo dormiva ancora, e per di più le stava sbavando addosso. Will si scostò e lei spinse Di Angelo e si ripulì. Incredibile, il ragazzino dormiva ancora. Seguì con gli occhi lo sguardo di Will. Per la prima volta, le si gelò il sangue nelle vene. A prima vista sembravano ombre grigie, prive di lineamenti; ma se si concentrava riusciva a scorgere dei teschi neri, in armatura. Davanti c’era un’ombra imponente, con un viso di donna e non il solito teschio. Viva, doveva essere stata bellissima. Perchè anche se era lì davanti a cercare di ucciderli, era sicura fosse morta, con una sicurezza che faceva più paura del fatto che avesse degli zombie davanti.
Vide Will incoccare una freccia.
-    Sveglia Nico e vediamo cosa può fare.-le sussurrò.
La donna ordinò decisamente più decisa. – Uccideteli. Tutti.
Will scoccò alcune frecce che trapassarono inutilmente i guerrieri.
Amy scosse Nico.
-    Che c'è?-mugolò dopo un po’ il ragazzino.
-    Emergenza zombie! Muovi le chiappe Di Angelo!
-    Non sei Will, vero?- chiese, ancora con gli occhi chiusi.
-    Will si farà ammazzare se non ti muovi!
Il ragazzo scattò in piedi. Un fischio ruppe l’aria e i fantasmi indietreggiarono. Amy si portò le mani alle orecchie, subito imitata da Di Angelo.
-    Will smettila!- urlò il ragazzino.
-    Funziona per ora!- Will prese fiato e ripeté il suo fischio supersonico.
-    Fa qualcosa!- Amy gridò per farsi sentire. Di Angelo chiuse gli occhi.
-    Non mi rispondono. Forse...
Di Angelo alzò la mano e Amy fu avvolta dal buio.
Amy percepì che stava viaggiando e sentì Will a pochi metri da lei.
-    Stupido, il viaggio ti ucciderà! Atterra, o fa qualsiasi altra cosa si faccia nei viaggi 
nell’ombra!
-    Will, dammi la mano, prima che tu finisca in Giappone.
La voce di Di Angelo la chiamò, questa volta più vicino. – Amy?- la ragazzina provo a concentrarsi e scoprì di riuscire ad avere una visione nitida.
-    Ti vedo, Di Angelo.
-    Come?- Nico guardava verso di lei, cieco. Borbottò qualcosa tipo “Figlia di Nyx.”. – Dammi 
La mano. 
Appena Amy afferrò la mano che Di Angelo le porgeva si sentì trascinare da una forza inarrestabile. Vide il ragazzino sorridere nel buio.
-    So dove siamo...e dove possiamo arrivare.
Amy guardò verso il basso: centinaia di figure vagavano nell’oscurità sotto di lei. Si chiese se anche Di Angelo le potesse vedere. Dopo quello che poteva essere un’ora, giorni o pochi minuti si arrestarono bruscamente.
-    Tenetevi forte! – urlò Di Angelo.- Stiamo precipitando!
Amy avrebbe dovuto essere spaventata.  Ma l’unica cosa che riuscì a vedere furono le ombre. Ebbe l’impressione che il tempo si fosse fermato, come la caduta. Le vedeva una per una, i loro occhi vacui, la forma vagamente umanoide. Si era sbagliata, non erano sotto di lei. Erano dappertutto. Accanto a lei, intorno a Will e Di Angelo anche se loro, probabilmente, non potevano vederle. Dalle loro bocche, se di bocche si poteva parlare, uscivano lievi sussurri. La invitavano ad unirsi a loro, a perdersi nel buio. Le spiegavano che l’impresa era disperata e che avevano Lei sulle loro tracce, ed era molto arrabbiata, con tutti i semidei.
Amy aveva paura del buio.
E aveva avuto sempre paura delle ombre. C’erano sempre, da quando lei era piccola. Riusciva a scorgere i loro visi inespressivi. Era riuscita anche a parlarci, crescendo. Ma aveva cominciato a pagarne le conseguenze. Spesso si svegliava nel cuore della notte, sentendo le loro dita gelide sul suo collo, solo per constatare che erano davvero accanto a lei. Perché se lasci un demone entrare nella tua testa non uscirà più da solo. A nove anni era riuscita a liberarsene. E ora erano di nuovo lì. E lei non si sentiva altro che una bambina di cinque anni spaventata. Strinse forte la mano di Nico Di Angelo. Per una volta fu felice di avere vicino un semidio spaventosamente potente. Al buio, il ragazzino la scrutò, e dopo il momentaneo stupore gliela strinse più forte. E lei si sentì al sicuro, anche se non glielo avrebbe mai confessato.
-    Non le ascoltarle.
-    Ma allora... le vedi anche tu?
-    No, ma le sento, e credo che le senta anche... WILL! Non lo sento più! Che fa?
-    Sta guardando un’ombra.- riferì Amy.
-    WILL!- urlò il figlio di Ade.
Il figlio di Apollo si riscosse.
-    Scusate...ci...sono...
Ripresero a cadere.
E le ombre sparirono.
-    Non siamo a Los Angeles!- gridò Nico, prima di cadere nell’erba.- Ohio, di nuovo.
-    Di Angelo!- lo chiamò Amy, cercando di tirarlo su.
-    Ecco a cosa serve un figlio di Apollo in questa missione.- borbottò Will, tirando fuori dallo 
Zaino decine e decine di scatoline di medicinali.

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