Io, te e l'Organizzazione

di Zanexd22
(/viewuser.php?uid=822998)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Se il destino chiama... ***
Capitolo 2: *** Amore che vieni, amore che vai... ***



Capitolo 1
*** Se il destino chiama... ***


Se il destino chiama…

Erano le dieci del mattino, il sole era già alto in quella giornata d’autunno, e il cielo prometteva pioggia. Ai Haibara, alias Shiho Miyano ed ex-scienziata criminale, stava ancora dormendo…e sognando. Spesso, da quando aveva ingerito l’APTX 4869 ed era diventata bambina, le capitava di sognare lo spietato Gin, killer dell’Organizzazione Nera, terribile associazione criminale con affari illeciti in tutto il mondo, uccidere tutti i suoi nuovi amici, fra cui spiccava Conan Edogawa, alias Shinichi Kudo e tornato bambino proprio come lei. Da un po’ di tempo, però, succedeva qualcosa di leggermente diverso nei suoi sogni: quando Gin era in procinto di ucciderla, entrava in scena il detective liceale che, con una pistola d’argento, sparava al killer e successivamente si gettava fra le braccia della scienziata.  Si svegliò con una punta di malinconia: una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere, perché il caro detective aveva già una persona nel suo cuore: Ran Mouri, sua amica d’infanzia. Certo, i due rimbambiniti negli ultimi tempi erano molto affiatati, e qualunque persona li poteva benissimo scambiare per fidanzati (come spesso accadeva), sempre a parlare sottovoce e a lanciarsi sguardi sospetti. Eppure, erano solo partner. Il suo sogno era ancora più surreale se si aggiungeva il fatto che lo scontro finale con l’Organizzazione non sarebbe arrivato molto presto, visto che era ancora ad un punto morto con l’antidoto del veleno APTX. Si alzò, controvoglia, e si diresse in cucina per fare colazione, quando si fermò terrorizzata davanti ad una finestra. Chiamò a gran voce il Dottor Agasa, che stava ancora dormendo, e si precipitò in giardino, seguita a ruota dal simpatico vecchietto. Lo spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi era molto curioso, ma anche spaventoso: un’enorme scatola di cartone (avrebbe potuto benissimo contenere un letto matrimoniale) a cui era appiccicato un biglietto, con sopra scritto: “To Silver Bullet”. Intravisto questo nome, Ai e Agasa rabbrividirono: dentro quella scatola poteva esserci qualsiasi cosa, anche una bomba, ed era sicuramente stata mandata dall’Organizzazione. Solo Vermouth, altra spietata killer dell’associazione criminale che per qualche sconosciuto motivo non invecchiava e aiutava i due nella lotta contro gli uomini in nero, conosceva la vera identità dei due ragazzi, e chiamava Shinichi con questo appellativo, definendolo colui che poteva distruggere l’Organizzazione. Ma se Vermouth avesse deciso di tradirli, per guadagnarci qualcosa? L’unica cosa da fare, secondo i due, era chiamare Shinichi.
-------------------------------------------------------
Il detective liceale Shinichi Kudo, ora Conan Edogawa, si era appena svegliato e stava facendo colazione con Ran Mouri e il padre Goro, detective privato “aiutato” da Conan nel risolvere i casi, quando squillò il telefono. Ran rispose e successivamente passò il telefono a Conan, dicendogli che era Ai. Quest’ultima gli disse che era un’emergenza e che doveva recarsi subito dal Dottor Agasa. Shinichi si vestì più veloce della luce e uscì di casa, fra gli sguardi confusi dei Mouri. Arrivato dall’amica, si ritrovò davanti lo stesso spettacolo riservato ai due abitanti della villetta.
“Finalmente, Kudo-kun!! È indirizzata a te, con il nome di –Silver Bullet-. Ci hanno trovato. È finita…” Ai si rivolse a lui con le lacrime agli occhi, sentiva che quel giorno sarebbe finito tutto. Per loro.
Conan si avvicinò a lei, dicendole di non saltare a conclusioni avventate, anche se sapeva che erano poche le possibilità che dentro ci fosse qualcosa di positivo. Decise di aprire l’enorme scatola, e se la sua presenza aveva sconvolto chi l’aveva vista, il contenuto non fu da meno. Niente bombe, armi, carri armati o roba del genere. All’interno, vi era una bellissima moto nera, una valigia e un contenitore per orecchini, a cui era appoggiata una lettera. Con grande coraggio, Shinichi cominciò a leggere.
“Caro Cool Guy,
So che ti avrà sorpreso la presenza di questa scatola nel giardino del tuo amico, e soprattutto il suo contenuto. Sarò molto chiara: bisogna agire. E subito. L’Organizzazione sta per attuare uno dei suoi più terribili piani. Intende eliminare tutte le autorità dell’intero Giappone e sostituirle con dei suoi uomini, con un veleno che uccide senza lasciare traccia: l’APTX 4869, lo stesso ingerito da voi. Il problema è che se spuntasse un caso anomalo come il vostro, l’organizzazione non ci metterebbe molto per fare due più due e, nell’arco di due settimane, verreste trovati ed eliminati. Oltre al fatto che se il loro piano riuscisse, tutto il paese diventerebbe il covo degli uomini in nero. Per questo ho deciso di lasciarvi qualche piccolo regalino: la moto servirà per raggiungere la vostra destinazione, Osaka…l’unica possibilità che avete di fermare il loro piano è distruggere i loro laboratori, che si trovano in un grande edificio ad Osaka, l’indirizzo è sul retro della lettera. La scatola per orecchini non contiene gioielli, ma ciò che avete desiderato per molto tempo: l’antidoto definitivo, elaborato su mia richiesta dai migliori scienziati dell’Organizzazione. Il problema è che stanno cominciando a sospettare di me, quindi non potrò fare molto. Nella valigia, ci sono gli indumenti adatti ad attuare il mio piano: mimetizzarsi nell’Organizzazione, con dei documenti falsi e robe del genere, entrare nei laboratori e appiccare un incendio…è l’unico modo per fermare la produzione in massa dell’APTX. Basterà non incontrare i membri importanti dell’Organizzazione, solo loro conoscono Sherry, visto che lavorava in laboratorio sempre da sola. O al massimo, ti infiltrerai solo tu, Cool Guy. Mi raccomando però: non contattare l’FBI se non per situazioni estreme, fra di loro c’è un nostro infiltrato. Buona fortuna, Silver Bullet.
Tua Vermouth
P.S.= Ho scelto un completino adatto a Sherry…devi dirle di cominciare a vestirsi come me, se vuole far colpo su qualcuno!”
I tre nel giardino rimasero sconvolti da tutto ciò che era scritto nella lettera, soprattutto dal fatto che nel gruppo di agenti dell’FBI di cui si fidavano vi era un traditore. Conan corse ad aprire il contenitore per preziosi, Agasa osservava la moto da discreta distanza, e Ai apriva con estrema cautela la valigia, che si rivelò riempita di alcuni indumenti, delle scartoffie, due pistole e un cappello nero che somigliava molto a quello indossato da Vodka. Conan fece i salti di gioia alla vista di due piccole pasticche, mentre Ai aveva una faccia piuttosto sconvolta.
“E io dovrei indossare questo??” Disse con un tono profondamente imbarazzato, tenendo in mano una tuta nera (simili a quelle che portava talvolta Vermouth) che sembrava essere abbastanza aderente. Troppo aderente. Conan la guardò e rise di gusto, ma non riuscì a non immaginarsi una Shiho diciottenne con addosso quella roba, e arrossì profondamente. Ai fece altrettanto e gli urlò addosso “Pervertito!!”, e il detective bambino rispose con una risatina imbarazzata.
“Ehi, Kudo-kun, ti dispiace se passiamo a comprare qualcosa di decente da mettermi? Lo so che abbiamo fretta, ma il mio guardaroba è carente: non voglio girare né con un camice da laboratorio, né con una tuta da operaio (presa durante la sua prima trasformazione in Shiho all’Haido Hotel ndZane), né con dei brutti abiti invernali (presi nell’episodio precedente al Mistery Train, quando si trasforma in Shiho per salvare i Detective Boys dall’incendio nella baita ndZane) e, soprattutto, né con questa tuta. Possiamo passare al negozio che sta sulla strada per Osaka.”
Conan annuì velocemente, non le aveva dato nemmeno troppo retta, la gioia nata dal fatto di poter tornare ad essere un liceale era troppa. I rimbambiniti raggiunsero i bagni delle proprie case (Ai in quella del Dottore, Conan in quella di Shinichi), e ingerirono l’antidoto. Ciò che pensava Ai era simile a: “Ora o mai più”, mentre Conan non riusciva a pensare a qualcosa di differente dalla trasformazione.
Improvvisamente, Conan sentì un dolore atroce, più delle altre volte, e cominciò ad urlare talmente forte, da svegliare il misterioso Subaru Okiya, che si vestì in tutta fretta, arraffò la sua pistola dal comodino, e si avvicinò al luogo da dove provenivano gli urli: il suo bagno. Quando ne uscì un pimpante Shinichi Kudo, si nascose e si tranquillizzò: altre volte il giovane aveva usato casa sua (anzi, teoricamente la casa era proprio del Detective, che l’aveva generosamente affidata a Subaru) per prendere un antidoto temporaneo. Ma stavolta qualcosa non andava. Infatti, il ragazzo si recò nell’ufficio del padre e prese la sua pistola e il giubbotto anti-proiettili. Voleva avvicinarsi e chiedere cosa succedesse, ma Shinichi si accorse della sua presenza e gli fece un gesto con un preciso significato: si mise le mani sulle orecchie, che stava ad indicare che c’era qualcuno che poteva sentirli. Subaru annuì e tornò in camera, preparandosi anche lui per un ipotetico scontro a fuoco, deciso a seguire il detective. La cosa che lo sorprese ancor di più fu veder uscire dalla casa del Dottor Agasa una bellissima Shiho Miyano, avvicinarsi a Shinichi, che indicava la moto nera.
“Forza, sali!  Non abbiamo tempo da perdere!!”
“Kudo-kun, lo sai che teoricamente nessuno di noi due può guidare? Non abbiamo la patente.”
“Ah…Miyano-san, avevo previsto questa eventualità e, così, mi sono fatto dare dall’FBI una speciale patente di guida!! Possiamo andare ovunque, con questa…volendo, è valida anche, per fare un esempio, in Canada, in Australia o in Nigeria. E possiamo infrangere tutti i limiti di velocità che vogliamo.”
Shiho non poté fare a meno di sorridere malinconica…il detective aveva pensato a tutto, si era già preparato per lo scontro finale da molto tempo, con lo scopo di poter abbracciare la sua Ran… Rimase immobile per qualche secondo, afferrò la valigia nera, poi decise di salire sulla moto.
“Tieniti forte, Miyano-san…andremo più veloci della luce!”
Detto, fatto. Partirono a razzo, imboccando varie stradine del quartiere alla massima velocità. Shiho non poté fare a meno che tenersi stretta a Shinichi, provocando un arrossamento generale delle guance dei due, la ragazza perché era emozionata ad abbracciare il ragazzo che amava, il detective invece non sapeva dare una spiegazione al fatto. Pensò un attimo se non fosse Shiho a farlo emozionare così, ma poi scacciò quel pensiero e concluse che era il contatto con il seno della ragazza a fare quell’effetto. Caso volle, però, che mentre schizzavano sulla strada, una ragazza li vide sfrecciare vicino a lei. La signorina in questione era Sonoko Suzuki, figlia del magnate Suzuki, e amica (molto) pettegola di Ran Mouri. Era a conoscenza del fatto che Shinichi mancasse molto all’amica, e vederlo ora sfrecciare su una moto con un’altra bella ragazza (se pur vestita orribilmente, con quel maglione rosso fuori moda), la fece innervosire molto. “Lo sapevo che non c’era da fidarsi!!” pensò l’ereditiera. Decise che questa gliel’avrebbe fatta pagare e così prese appuntamento con Ran, proprio nel bar davanti al negozio di vestiti citato da Shiho.
-------------------------------------------------------
I due ragazzi arrivarono molto velocemente al negozio, e Shiho vi si fiondò dentro. Nonostante la fretta, i due vi passarono molto tempo, con Shiho che si comportò come una vera diciottenne, provando migliaia di capi, dando il tempo a Sonoko di incontrarsi con Ran. Si trovavano in un bar molto carino, e ordinarono due gelati, e con il loro arrivo Sonoko le spiegò cosa aveva visto.
“Ma dai, Sonoko!! Mi stai prendendo in giro! Shinichi, con una moto e un’altra ragazza?? Ti ricordo che si è anche dichiarato a me!” Ran Mouri era, nonostante la frase apparentemente rassicurante, innervosita. E se davvero Shinichi la stesse tradendo da così tanto tempo?? Era impossibile, c’era la dichiarazione a Londra…però Ran non mise a fuoco un particolare che invece non era sfuggito all’amica.
“Ran, mi dispiace ricordartelo, ma quel fatto è successo quasi sei mesi fa…e se il suo interesse fosse diminuito perché ha incontrato un’altra ragazza?? Non è impossibile…è da un anno e mezzo che non si fa più vedere, eccetto in rare occasioni.” Ran si fece pensierosa. E se fosse…? No, era impossibile, loro erano una coppia perfetta, fin da piccoli…ma se un’altra avesse attirato l’interesse di Shinichi?? Si immaginò la tipa descritta da Sonoko con un aspetto demoniaco, e decise che avrebbe chiamato Shinichi.
“Aspetta Ran… se ora è sulla moto, come vuoi che ti risponda? Ti consiglio di aspettare. Intanto, ti andrebbe di rilassarti un po’ visitando il negozio qui di fronte? È uno dei più forniti di tutta Tokyo!!” Ran annuì debolmente e, una volta finiti i gelati, si diressero nel negozio. Quella era una giornata piena di strane coincidenze, e non sarebbero terminate qui.
 
Shinichi era visibilmente scocciato. Altro che salvare il Giappone, erano da un’ora in quel negozio e Shiho aveva scelto una dozzina di capi, che andavano dalle magliette alla biancheria, e per lei non bastavano ancora. “Se d’ora in poi dovrò vivere normalmente, mi serviranno un po’ di vestiti” aveva detto, ed era stato inutile replicarla. Shiho lo chiamò dal camerino, dicendogli di restare lì, perché doveva mostragli una maglietta, Quando uscì, Shinichi rimase a fissarla, visibilmente arrossito. Portava una maglietta bianca a maniche corte che le metteva in risalto il seno, sicuramente non adatta al periodo autunnale, e una minigonna azzurra.
“Allora, come sto?” domandò con una voce infantile, sembrava si divertisse a mettere Shinichi in situazioni del genere. Poi continuò, con un tono che al detective parse malizioso: “Dalla tua faccia, Kudo-kun, mi pare di capire che ti piaccia...” Il liceale corse ai ripari, balbettando frasi e preposizioni sconnesse, seguite da vari “no”, mentre le sue guance si tingevano sempre più di rosso. “Kudo-kun, io intendevo il vestito, non me…” disse con uno sguardo malizioso, anche se Shinichi notò che anche lei era leggermente arrossita.
La situazione fu completamente osservata da due ragazze (penso che tutti noi conosciamo la loro identità ndZane), una profondamente arrabbiata, l’altra che versava lacrime pesanti. Quest’ultima, Ran, ad un certo punto asciugò le lacrime e decise che gliel’avrebbe fatta pagare. Fu ancora una volta Sonoko a fermarla. “Ran, aspetta…ora abbiamo visto soltanto che la ragazza gli ha chiesto un opinione sul vestito, non abbiamo prove che ci sia qualcosa, e se glielo domandi, lui mentirà. La cosa da fare è seguirli e aspettare che si scambino un abbraccio, un bacio o… qualcosa di peggio! Ehehehe!!” Ran decise che quello di Sonoko era un ottimo piano, ma le venivano le lacrime agli occhi a pensare che Shinichi, aspettato da Ran da tantissimo tempo, la tradiva con quella ragazza. Aveva già capito che tipo era: una tutta forme, niente cervello, insomma, una “facile”. Ma lei non l’avrebbe perdonata; si sarebbe ripresa Shinichi, con la sua bontà d’animo, quella che tanti ammiravano. (Bontà d’animo che in quel momento era andata a farsi benedire…se due persone si piacciono, non è da “buoni” cercare in ogni modo di separarle, o no? ndZane)
Shiho e Shinichi avevano appena finito di pagare, la ragazza si era cambiata mettendosi addosso degli abiti un po’ più adatti alla situazione, ed erano corsi alla moto. Partirono velocemente, e Ran notò che Shinichi stava sicuramente infrangendo i limiti di velocità. “Guarda quella vipera, lo ha anche trasformato in un cattivo ragazzo…ho capito, lui dice che si occupa di un caso importante mentre gira per tutto il Giappone a fare scampagnate con quella!!!!” Ran era piena di rabbia, voleva seguirli…ma come? Non li avrebbe mai raggiunti in tempo, e Sonoko non avrebbe potuto accompagnarla…chissà dove si sarebbero diretti.
“Ehi, Ran-kun!! Come va??” A parlare era stato un bel giovane, biondo e abbronzato di nome Amuro Tooru, cameriere part-time del locale Poirot vicino a casa Mouri, e grande amico di questi ultimi. Ciò che Ran non sapeva, è che il giovane faceva parte dell’Organizzazione Nera, con il compito di indagare sulla fuga di Shiho Miyano. Era riuscito anche a farla fuori, sul Mistery Train (*vedere il mio commento ndZane), ma era rimasto a lavorare come cameriere perché la reputava una copertura perfetta, e anche perché Vermouth sembrava tenere in qualche modo alla giovane liceale che era davanti a lui.
“Oh, Amuro-san…ecco, mi servirebbe un taxi per seguire un mio amico in moto…”
“Ma posso accompagnarti io, con la mia macchina!! Dimmi, dov’è che dobbiamo andare?”
Ran impazzì di gioia a quell’affermazione, ma prima disse a Sonoko di avvisare il padre e Conan che sarebbe andata a trovare Heiji e Kazuha ad Osaka. Vedete, quante coincidenze?? La giornata però, non era ancora finita, anzi, era appena iniziata, considerando che era ancora mattina, nonostante il cielo grigio che portava il significato di temporale imminente.
Una volta entrati in macchina, Amuro ripeté la domanda, e la risposta di Ran fu questa:
“Ecco…non lo so! Il mio amico si chiama Shinichi Kudo, forse lo conoscerai, ed ha una moto nera. Guida senza casco e non rispetta i limiti di velocità, sarà facile riconoscerlo.” Amuro mise in moto pensieroso. Aveva detto Shinichi Kudo?? Secondo i registri dell’Organizzazione era morto e sepolto da oltre un anno e mezzo, eppure erano arrivate voci che era ancora vivo. Gin però aveva archiviato il caso come chiuso, sostenendo che le comparse di questo “redivivo Shinichi” erano solo tramite voce, quindi per telefono, e probabilmente si trattava di qualcuno che lo aveva sostituito per un motivo sconosciuto. “È morto davanti ai miei occhi.” Aveva detto Gin. Ed ora, quella ragazza diceva di averlo visto?? Era un’occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire. Ma, quando Ran aggiunse un piccolo particolare, ad Amuro saltarono gli occhi dalle orbite.
“Ah, dimenticavo…è in moto con una ragazza, capelli di un colore strano, quasi color rame e a caschetto.”
“A cas--cas--chetto, hai detto? Color rame?? Sicura?” Lo sguardo era terrorizzato e sconvolto allo stesso tempo. Era impossibile, l’aveva vista morire con i propri occhi, non poteva essere ancora viva. Prima voleva chiamare Gin per avere direttive, ora capì che sarebbe stato un suicidio. Così decise che si sarebbero fermati ad un autogrill e avrebbe chiamato l’unica persona che non l’avrebbe spellato vivo.
“Tutto bene, Amuro-san?? Ho detto qualcosa di sbagliato?” Ran era preoccupata che il suo accompagnatore la abbandonasse, ma le intenzioni del giovane erano tutt’altre.
“No, non preoccuparti…penso solo di aver ritrovato una vecchia amica… che credevo morta.” Lo disse con uno sguardo abbastanza diabolico, e Ran capì che anche a lui quella persona doveva stare antipatica. Buon per lei, no? (Ma proprio per niente, cara Ran ndZane).
--------------------------------------------
Ehilà, popolo di EFP!! Sono tornato dopo tanto, e vi presento il primo di tre capitoli della mia nuova storia. Teoricamente era una one shot, ma visto che ha raggiunto le 20 pagine (e non ho ancora scritto il finale) ho deciso di dividerla per rendere più agevole la lettura. Non è il mio solito stile di scrittura, un po’ cupo e molto sentimentale, perché ho voluto fare un esperimento: in questa storia vi è più azione e vi sono più dialoghi. Ci terrei quindi a sapere una vostra opinione sulla storia, anche perché è da mesi che ci lavoro, e vi prometto che il prossimo capitolo uscirà fra una settimana esatta (stavolta niente false promesse, perché è già completo e lo devo solo rileggere). Comunque, vi chiedo di prendere per buono il fatto che Shiho abbia voluto andarsi a comprare i vestiti, ma mi serviva per la trama. Inoltre, Amuro si riferisce, quando parla del Mistery Train, al fatto che avesse ucciso Ai lasciandola nel vagone riempito di esplosivi; in verità, la ragazza stava al sicuro e ad aver preso le sue sembianze era stato Kaito Kid.  E ora, la parola alla mia assistente, tornata di sua spontanea volontà dopo la vacanza in America:
Ai: “Mmmhh!!! Mm—mmhhh!”
Zane: “Scusa, non ho ben capito. Vuoi che ti tolga il bavaglio, giusto?”
Ai: “Spontanea volontà un corno!! Ero riuscita a scappare dalle sue pessime storie… mi ha fatto rapire da un tizio vestito da banana che fingeva di pubblicizzare la Chiquita, mi ha legata ad una sedia e… mmhh…mhh!!”
Zane: “Ok, ok…stop! Non prendetela seriamente, sta delirando…grazie per il tuo commento!!””
Ai: “Mmm!”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Amore che vieni, amore che vai... ***


Amore che vieni, amore che vai...


Sfrecciavano sull’autostrada a quasi 140 chilometri all’ora, con Shiho che ci aveva preso gusto a tenersi abbracciata a Shinichi. Erano partiti da un paio d’ore, ma il tragitto era ancora lungo. E visto che entrambi avevano al schiena a pezzi, decisero di fermarsi ad un autogrill, anche se per ora non se ne vedevano. Intanto, stavano conversando tranquillamente.
“Allora Kudo-kun…sei tornato ad essere un diciottenne (è passato un anno e mezzo da quando si è rimpicciolito ndZane), che farai dopo lo scontro con l’Organizzazione??”
“Ah…ecco, io non lo so” Shinichi aveva una faccia leggermente imbarazzata, cosa che notò anche l’amica, che disse con un tono malizioso e allo stesso tempo ironico:
“Umh…te lo dico io, Kudo-kun…correrai da Mouri-kun e l’abbraccerai dicendole –non ti lascerò mai più, Ran-!”
“Ma che dici!!” Ora era completamente rosso. “Riprenderò la vita che facevo prima, probabilmente.”
“Ma non ti mancherà questo tipo di vita, emozionante, che ti fa sentire in costante pericolo, non ti mancherà il fatto di essere un adulto nel corpo di un bambino, non…” E qui fece una piccola pausa… “…non ti mancherò io?”
Shinichi era rimasto esterrefatto da ciò che aveva detto l’amica. Non sarà che a lei piaceva la sua vecchia vita? E poi, che cosa significava la parte finale della frase??
“Che intendi, Miyano-san? Perché dovresti mancarmi, se tu sei qui?”
“Io…intendevo andare in America, una volta finito tutto, per dimenticare e…ricominciare a vivere.” Lo disse con un tono triste, probabilmente il suo cuore non voleva farlo veramente, ma la sua testa aveva troppa paura degli Uomini in Nero.
“Che cosa stai dicendo, Shiho-san?” si tappò la bocca, come avesse detto qualcosa di proibito, accorgendosi di aver chiamato Shiho per nome. Anche la scienziata rimase abbastanza stupita per ciò, ma poi il detective continuò:
“Io…io pensavo che una volta finito tutto, saresti rimasta ad abitare da Agasa… che saresti venuta nella mia scuola…che avremmo potuto fare gli adolescenti, da quel momento in poi, lasciandoci alle spalle i Corvi.”
Shiho rimase profondamente colpita da ciò che aveva detto l’amico. Lui le voleva veramente così bene? Le sarebbe piaciuto rimanere lì a Tokyo, ma la paura la bloccava.
“Kudo-kun. Due persone che sono diventate bambini non saranno mai adolescenti normali.” Il suo tono era sempre triste, sembrava che con la scomparsa di Ai Haibara si fosse distrutta la barriera intorno alla ragazza, quella che non faceva trasparire niente delle sue emozioni.
“Ah sì…allora vuol dire che saremo due adolescenti diversi da tutti gli altri, perché legati da un grande segreto. Anzi, forse sono tutti gli adolescenti ad essere diversi da noi due, e noi siamo normali!” Concluse la frase con un grande sorriso, che riportò un po’ di felicità nel cuore della scienziata.
“Ma cosa dirà Ran, se vede comparire il suo grande amore Shinichi con un’altra bella ragazza?”
“Le spiegheremo che non c’è niente fra noi, nient’altro che la verità. E riguardo a Conan, dirò che i genitori lo hanno preso e portato in America, insieme ad Ai Haibara.”
Shiho annuì debolmente, il detective ignorava quanto male avesse fatto la frase appena pronunciata. Si riprese improvvisamente, alla vista di un piccolo edificio arancione.
“Shinichi-kun, guarda! Un autogrill!” Il detective annuì e virò, prendendo la stradina che portava all’edificio indicato da Shiho. Poi però si accorse di un particolare, e chiese alla ragazza perché avesse usato il nome.
“Siamo partner, no? Quindi, penso che possiamo chiamarci per nome, Shinichi-kun!” e marcò con la voce il nome del ragazzo. Scesero dalla moto ed entrarono nel bar per prendersi un caffè.
------------------------
La pioggia aveva cominciato a scendere, e si stava scatenando un acquazzone. Li videro entrare nell’autogrill, parcheggiare la moto e entrare. Ran voleva andar loro dietro, ma Amuro la fece riflettere. Così facendo, non li avrebbero portati al loro nascondiglio, perché il giovane pensava che dovessero avere per forza un posto dove si erano nascosti per tutto questo tempo, sfuggendo all’Organizzazione. Quindi, disse a Ran di entrare e comprare qualcosa senza farsi vedere, così poi sarebbero ripartiti all’inseguimento. Intanto, Amuro avrebbe fatto una telefonata al bar Poirot per avvertirli dell’assenza (anche se in realtà chiamerà qualcun altro). Uscendo, ne approfittò per attaccare una microspia sulla moto, in una posizione in cui sarebbe stata trovata difficilmente. Facendolo, però, notò un particolare abbastanza preoccupante. Doveva assolutamente chiamare quella persona (attenzione, non mi sto riferendo al boss, altrimenti avrei messo le iniziali maiuscole nd Zane). Intanto, Ran aveva comprato una bottiglietta d’acqua e si apprestava ad uscire dal locale, non sfuggendo allo sguardo di due ragazzi.
 
“Non ci credo, è Ran!! Cosa ci fa qui? Deve averci seguito…ma chi l’ha accompagnata?” Shinichi era preoccupato. Molto preoccupato. Non doveva farsi vedere.
“Ho un’idea. Mettiti sotto l’ombrello che abbiamo comprato.”
“Inutile. Ci vedrà lo stesso in faccia.”
Shiho si fece pensierosa per qualche secondo, poi disse che aveva un’idea.
“Le dimostrazioni d’affetto in pubblico provocano imbarazzo fra le persone vicine.”
“E questo cosa vuol dire?”
“Fingi di baciarmi, lei sarà imbarazzata e girerà la testa. Naturalmente, ci copriremo la testa con l’ombrello, in modo che non veda i nostri capelli.”
Ran si stava avvicinando, ma guardava in basso, sembrava triste. Era un piano pazzo, ma avrebbe potuto funzionare…ma baciarsi con Shiho? Certo, era una bella ragazza, ma lui si era dichiarato a Ran…quando? Sei mesi fa? Tanti, pensò. E perché una vocina nella testa gli diceva che quel bacio gli sarebbe piaciuto? Ran era sempre più vicina. Colto dalla fretta (che, si sa, è cattiva consigliera, ma non sempre), si avvicinò a Shiho, e, coperti dall’ombrello e con la pioggia che scendeva a frotte, le loro labbra si sfiorarono, per poi aumentare il contatto. Fu un bacio casto, ma per Shiho fu come toccare il paradiso con un dito. Si stava baciando con la persona che amava, ed era stato Shinichi a prendere l’iniziativa…anche se l’aveva fatto soltanto per nascondersi da Ran, la ragazza che LUI amava. In qualunque modo pensasse al fatto, si sentiva sempre triste. Ma questo sarebbe successo successivamente. Ora era al settimo cielo, non le importava un fico secco di tutto il resto del mondo, di Ran, dell’Organizzazione, dell’antidoto. Ora erano Shiho e Shinichi…un binomio che non sarebbe durato a lungo. Migliaia di emozioni affollavano la mente e il cuore di Shiho, e sarebbe impossibile descriverle tutte. Dall’altro lato, invece, nel cuore e nella mente di Shinichi vi era molta confusione. Era un bacio a fior di labbra, teoricamente finto, ma allora perché lo sentiva come vero? Gli piaceva, eccome. Probabilmente, pensò di nuovo, l’emozione era solo dovuta al fatto che stava a contatto con una bella ragazza, ma nel profondo sapeva che vi era qualcos’altro. Qualcosa di misterioso, di emozionante, che non provava da molto tempo. Sotto la pioggia, si stava baciando con la ragazza che aveva considerato, in quest’ordine, un’assassina, una fredda scienziata, una partner e la sua migliore amica. Che potesse esserci un’altra fase? In quel momento non ci pensava, l’unica sua preoccupazione era assaporare le labbra di Shiho…ok, aveva veramente pensato una cosa del genere? Attribuì la colpa allo stress della situazione e al fatto che non stava vicino ad una ragazza con il suo vero corpo da anni.
Sotto la pioggia, i due giovani stavano dando il via a un legame speciale.
----------------------------
Si erano rimessi in marcia, pochi minuti e sarebbero arrivati ad Osaka. Shinichi e Shiho non avevano più parlato dell’evento di qualche ora prima, ma ci avevano pensato intensamente. A rompere il silenzio che si era creato fu Shinichi:
“Ehi… a proposito del bacio, lo sai che era solo per evitare che Ran ci scoprisse.” disse.
“Non mi sembravi della stessa opinione mentre mi baciavi…” Disse maliziosa la ragazza.
“Ne riparleremo, questo non è il momento adatto!” Concluse il detective, arrossito.
---------------------------
I due pernottarono in un hotel, utilizzando i nomi forniti da Vermouth. Furono accompagnati alla loro stanza, la numero 22, da un giovane vestito con un completo da facchino blu. Dopo avergli dato la mancia, il ragazzo si liquidò. La stanza era accogliente, con due letti singoli, il bagno e una televisione. Era ora di pranzo, ma nessuno dei due aveva voglia di mangiare: la tensione era troppa e aveva bloccato lo stomaco dei due giovani. Shinichi si preparò, indossando la tuta nera dell’Organizzazione, il giubbotto anti-proiettili e la fondina. Nel momento in cui Shiho stava per prendere la roba dalla valigia, il Detective la fermò.
“Che cosa pensi di fare, Shiho-san? Tu non vieni con me. È inutile che rischiamo la vita entrambi, e tu corri il rischio di essere riconosciuta… rimani qua, tornerò entro due ore, basterà appiccare il fuoco in alcuni laboratori; le sostanze chimiche presenti dovrebbero alimentare l’incendio.”
“Ma…”
“Niente ma! Non mi succederà niente, fidati. Entro qualche ora sarò di nuovo qui, compreremo una bella bottiglia di champagne e festeggeremo!”
Shiho rimase silenziosa per qualche secondo, assorta da molti pensieri. Poi replicò:
“E se non dovessi tornare?”
“Tornerò.” E il giovane detective abbandonò la stanza.
--------------------------------------
Nella stanza accanto, la numero 21, due ragazze discutevano osservando una lista.
“Sta continuando a eliminare ragazze di nome Ran in tutto il Giappone!!” Disse una delle due.
“Già…era quasi riuscito a eliminare anche Ran Mouri, ma sono riuscita a impedirglielo!! Bisogna fermarlo!” Esclamò l’altra.
“Non preoccuparti…nelle mie storie lui non trionferà mai!! La ShinXShiho non vincerà!”
Prima che potessero fare qualcosa, il facchino che aveva accompagnato Shinichi e Shiho entrò, prendendo le due di sorpresa e trascinandole via.
“Questa è la mia storia! Fuori di qui!”
--------------------------------------
Amuro e Ran erano appena arrivati ad Osaka, e si trovavano davanti all’hotel dove i due erano entrati. La ragazza era decisa a entrare e a scovare i due a fare qualcosa che non avrebbe voluto vedere. Ormai sapeva come stavano le cose… Shinichi l’aveva abbandonata per quella ragazza, ma l’avrebbe pagata cara. Molto cara. Disse ad Amuro di aspettarla, perché sarebbe tornata presto. Probabilmente in lacrime.
Il ragazzo cercò di farle cambiare idea, perché i due non dovevano essere intralciati. Così aveva detto la persona che aveva chiamato qualche ora prima. Sinceramente, non capiva il perché nel piano per eliminare l’Organizzazione fosse inclusa anche Sherry…ma poco importava, gli bastava vedere bruciare quelle infernali persone. Per i suoi genitori.
Fortunatamente, a salvare Shiho fu Shinichi, uscito dall’hotel vestito completamente di nero per eliminare i laboratori dell’Organizzazione. Appena Ran lo vide, decise di seguirlo, dimenticandosi della misteriosa ragazza nell’hotel. Lo voleva rivedere, fosse stata anche l’ultima volta.
Gli corse appresso, ma non aveva il coraggio di chiamarlo. La voce gli moriva in gola. Finché, senza sapere il perché, il giovane detective si girò. Gli sguardi dei due giovani si incontrarono, e lentamente cominciarono ad avvicinarsi. Entrambi in silenzio, consideravano il momento molto importante: per lei era la volta buona per chiarire le faccende sentimentali, per lui forse l’ultima.
Ran aveva le lacrime agli occhi, era sera, lo scenario era simile a quello della dichiarazione a Londra. Solo che stavolta sarebbe andata diversamente.
“Perché sei qui, Ran?” chiese il giovane detective.
La liceale rispose con voce incerta e interrotta dai singhiozzi: “Io so perché se-sei sparito. Ti ho visto con lei, lo sa-ai?”
Shinichi stette in silenzio. E la tristezza della ragazza si tramutò velocemente in rabbia. Urlando esclamò:
“Cosa credevi? Che potessi credere alle tue fottute bugie per sempre!? Sono stufa di te, Shinichi. Se non mi amavi più, avresti dovuto dirmelo.”
“Io…io non lo so. Fino a qualche mese fa, pensavo che tu fossi l’amore della mia vita, ma ultimamente provo delle strane emozioni quando sto con Shiho.”
Ran sembrò essersi calmata.
“Le…le stesse emozioni che provavi quando stavi con me??”
“Io… penso di sì. Mi dispiace tanto, Ran, ma penso di non amarti più. Io ti considero ancora la mia migliore amica e vorrei stare con te per tutta la vita…ma non come fidanzata. Spero tu capisca…ora devo andare. E se fosse il nostro ultimo incontro...addio.”
Si avvicinò alla liceale, e le scoccò un bacio sulle labbra. Poi, scappò via. E Ran, con voce bassa e malinconica, disse: “Questo bacio non è per me…vero, Shinichi?”
 
-----------------------------------
 
Ehilà, popolo di EFP! Come va? Purtroppo, a me non molto bene. Non ho caricato ieri perché ho avuto un piccolo incidente alla mano… piccola frattura di un dito. Spero di riuscire a pubblicare il finale il prossimo giovedì. Ditemi se vi è piaciuto il capitolo e soprattutto l’incontro di Shin con Ran. Ah, e la parte delle due ragazze che discutono è un cameo di _fantasie_ e Fogli, che mi ha inserito nella sua storia (bellissima) e quindi volevo ricambiare. Ora la parola alla mia assistente:
Ai: Ahahahha!
Zane: Cosa c’è da ridere?
Ai: Ti sei davvero fatto male a causa di…
Zane: Ehi, silenzio! Piuttosto, che ne pensi della storia?
Ai: Scrivevi meglio prima… c’era più emozione.
Zane: MA…ma se dicevi che erano bruttissime le mie storie?
Ai: Già, ma non quanto questa…
Alla prossima!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3376807