come cacciare un professore da scuola

di ZannaBianca22
(/viewuser.php?uid=910020)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** fisica ***
Capitolo 3: *** motoria ***
Capitolo 4: *** Mensa ***
Capitolo 5: *** tecnologia ***
Capitolo 6: *** pagelle (parte 1) ***
Capitolo 7: *** pagelle (parte 2) ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Capitolo 1: era un giorno tranquillo alla Raimon; gli uccelli cantavano le note di una canzone allegra, il vento soffiava leggero, e i ragazzi avevano deciso di programmare un amichevole contro la Wild quel sabato. In poche parole, un giorno come tanti…poi arrivò a scuola lui. Godric Wyles: ex-allenatore dei Dark Emperors.                                                                                                                                         

Quando Nathan lo vide entrare a scuola, non solo si prese un colpo e mezzo, ma i ragazzi dovettero sorreggerlo altrimenti cadeva a terra!                                         
Lui si domandava – perché è tornato? La mia vita non aveva già abbastanza problemi coi compiti, persone rincitrullite come Mark e il calcio!? – pensò il difensore mentre osservava con attenzione il signor Wyles fino a che occhio arrivava.                                                                                                          

I ragazzi videro della preoccupazione in lui, così decisero di fare un breve pre-allenamento (a detta di Mark) prima dell’inizio delle lezioni, per distrare l’amico…peccato che si prese un paio di pallonate in faccia e in…altre parti del corpo! Invece Mark si prese un paio di bestemmie da qualcuno (Nathan).                                                                           


La Raimon entrò in classe. Ognuno si sedette nei propri posti.                                                                           

Le lezioni passarono in fretta, soprattutto per Nathan che continuava a fissare fuori dalla finestra pensando a cosa facesse qui il signor Wyles.                                                                                                        

Diversamente dal turchese, altre persone si concentravano sull’orologio appeso a una parete della stanza. Si ripetevano – Suona. Suona. Suona. Suona…– e così via, fino a che la campanella suonava, e loro gridavano che avevano poteri sovrannaturali; per poi venire messi in punizione dal professore.                                                                                                                                                                      

All’intervallo i ragazzi del club di calcio parlavano del più e del meno. Poi qualcuno si accorse del silenzioso comportamento del difensore.                                               

– Ragazzi, è da sta mattina che non dice nulla, magari sta male? – commentò Shawn che si era trasferito lì da poco.                                                                         

– Chi? Nathan? – domandò Axel che si girò qualche secondo per vedere il ragazzo che non faceva nient’altro che sospirare – non credo stia male, a me capita tante volte di non voler nessuno in giro. Essere asociali ha i suoi vantaggi e pregi – concluse l’attaccante alzando le spalle.                

– Io credo che stia così per il semplice fatto che abbia visto Wyles- intuì Sharp.                                                   

– incredibile il potere della vista – aggiunse Victoria più preoccupata che divertita dalla battuta fatta da lei stessa.                                                                                                                                               
In quel momento comparve dietro di loro Mark, che aveva sempre quel suo sorriso stampato sul volto e un pallone sotto braccio.                                                                       
– calcio! – esclamò entusiasta il capitano Mark mostrando il pallone.                   

– e che centra ora? – borbottarono tutti insieme i calciatori.                                       

– nulla, ma pensavo che dopo potremmo andare ad allenarci al fiume! - continuò ad esclamare il captano. Direi che è un po’ sordo per questa volta la frase la gridata ai 4 venti. Che idiota! Così idiota che alla sua frase gli altri caddero a terra mentre lui li guardava stupito per poi andarsene fischiettando la canzone del “Maracana”.                                                                 


Dopo tutto l’inizio della giornata l’aveva quasi dimenticato il difensore, che se ne stava seduto al suo posto vicino alla finestra, essa era alta e stretta, ma abbastanza larga da permettere ai vari studenti di affacciarsi.                                                                                                                                      

Poi, quando tutto sembrava procedere regolarmente, ecco entrare Godric Wyles dalla porta dell’aula. Portava la sua solita valigetta grigia a righe, un vestito elegante con cravatta, capigliatura orrenda e un ghigno malvagio sul volto.                                                                                                                                                                

Questa volta, per sua sfortuna, non c’era nessuno a sostenere il ragazzo dai lunghi capelli turchesi che cadde dalla sedia.                                                                   

Godric sorrise nel vedere il suo ex-capitano, allenato da lui stesso per diventare una macchina da guerra inarrestabile e un buon rimorchiatore. (Già, da quando aveva cambiato look le ragazze gli correvano dietro).                                                                                                      

– salve a tutti studenti, io sono Godric Wyles – agli alunni non servivano presentazioni, insomma, chi non si ricorderebbe di un tipo che ha fatto di tutto purché la scuola venisse distrutta? – e sono il vostro nuovo insegnate. Da domani cominciamo il programma di studi. Spero passiate una buona giornata- concluse lui, facendo un cenno col capo.                                                                                                                                                                                  

I calciatori si guardarono in faccia preoccupati. Nessuno voleva avere Wyles come professore, soprattutto Nathan!                                                                                                                                             

Ma nonostante tutto e tutti, I ragazzi erano sicuri di una cosa: tutti insieme avrebbero cacciato Wyles da scuola; avrebbe rimpianto il giorno in cui è nato!


*Angolo-della-pazza-che-ha-scritto-uno-schifo-prendendo-spunto-da-l’-episodio-più-banale-che-mai-che-sarebbe-anche-il-suo-episodio-preferito-ma-tanto-questo-non-importa-a-nessuno-e-non-sa-nemmeno-perché-lo-sta-scrivedo: angolino della lupacchiotta*
Ciaos ragazzes! Dormito bene? (?) non importa la risposta, l’importante è non abbia causato a nessuno disturbi mentali con sta roba. Allora io spero di aver fatto onore al gruppo (sicuramente no T^T) e spero che continuiate a leggere “lo schifo” scritto da me medesima! (Lancia in aria i coriandoli). Magari è illeggibile perché è scritto in questo modo ma diciamo che se non mettevo questi spazi mi veniva ancora più schifoso e illeggibile. Ora non posso che augurarvi una buona giornata, alloras ciaos!
P.S: spero di aver fatto onore al gruppo. (Sicuramente no, ma mi sono inscritta per migliorare! ;))

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** fisica ***


Note mie: io non faccio chimica quindi potete criticare l’esperimento che è sicuramente sbagliato…

Capitolo 2: il giorno seguente la Ramon aveva la lezione di chimica, che odiavano, ma quel giorno era diverso, quel giorno avrebbero fatto capire a Wyles chi comandava nella scuola.

Il signor Godric stava leggendo il registro di classe con il sorriso stampato sul volto (leggeva le note di classe degli alunni) e ogni tanto gli sfuggiva una risatina.

Hai calciatori non piaceva affatto quella risata né tanto meno quell’ora, erano due ore di paroloni inutili e noiosi che non piacevano a nessuno ma era un’opportunità incredibile per mandare Wyles nei casini, e chi si perderebbe un’occasione del genere? Nessuno ovviamente! gli alunni erano tutti presenti e non vedevano l’ora di divertirsi un po’.                           

Essi erano intenti a creare una reazione chimica tra acido cloridrico e ammoniaca…intenti, bè, c’era chi lavorava non si può negare, ma c’era anche chi sbuffava, disegnava, tirava palline di carta, sentiva la musica con l’MP4, parlava e c’era persino chi dormiva!

Il prof stranamente non si accorse di nulla (non gliene fregava niente…).

In quel momento il signor Wyles alzò la testa dal libro facendo un sonoro sbuffo, sicuramente pensava “ma chi me l’ha fatto fare?”.

– Allora ragazzi, come va l’esperimento? – chiese a malavoglia Wyles guardandosi l’orologio da polso, quasi fregandosene di quello che facevano i suoi studenti.

Quest’ultimi non risposero erano troppo concentrati nel divertirsi; una volta tanto che potevano fare quello che volevano!

Godric alzò lo sguardo per pochi secondi ma non fece nulla, anche vedendo il casino che gli studenti avevano creato, al contrario fece un mugolio prima di ritornare a leggere il registro di classe.

– Mi scusi signor professore – esclamò Jude per farsi notare da Godric che alzò lo sguardo per poi tornare a leggersi quel libro pieno di notizie divertentissime (per uno come lui…), una specie di giornale – Mark non riesce a fare l’esperimento, potrebbe rispiegarglielo? –

– E perché non me lo chiede lui? – domanda il prof del tutto disinteressato.

Nessuna risposta.

Il perché? Mark dormiva sul quaderno di chimica…

Godric alzò lo sguardo e vide il “bell’addormentato sul libro”, e, come preso da una inaspettata “responsabilità”, si alzò dalla sedia e si diresse verso il ragazzo.

– Signor Evans! Signor Evans si svegli! – continuava ad esclamare mentre si dirigeva verso il banco del portiere – SIGNOR EVANS!!! – urlò in fine. Urlò talmente forte che si senti l’eco per diversi secondi.

In classe calò il silenzio.

Mark, preso alla sprovvista, tentò di ricomporsi sul banco nel modo più ordinato possibile…senza successo.

Signor Evans!... – Wyles strinse i pugni, aveva tutta l’intenzione di picchiarlo anche se la legge della scuola era contro ciò. Le nocche delle dita gli diventarono bianche e il viso rosso, evidentemente stava per scoppiare quando si ricordò alcune delle regole della scuola -…spiegami quello che non hai capito ragazzino – Continuò Wyles cercando di restare calmo anche se, con tutto il rispetto possibile, avrebbe tanto voluto dargliele due sberle.                
– Chi? Io?...oh giusto, non ho capito come fare l’esperimento – risponde Mark un po’ confuso perché svegliarsi così non era sicuramente il massimo della vita.

– E di preciso, cosa non riesci a fare? È così tanto semplice, devi solo mettere il liquido qui dentro – sospira lui indicando la boccetta bianca con dentro già uno dei due liquidi e una piccola fiala contenente un altro liquido – è un procedimento così semplice! Anche uno di 1° elementare ne sarebbe capace! – borbotta in fine allisciandosi i capelli.

Mark continua a spostare lo sguardo dall’liquido messo nel contenitore alto e stretto alla boccia bianca, e dopo un sonoro sbadiglio risponde al professore.   

– si, credo di aver capito – risponde mettendo una mano davanti alla bocca.

Wyles sospira e si dirige nuovamente al suo posto quando viene interrotto da Froste.

– Quindi, dobbiamo mettere il liquido dentro questa boccia e aspettare? – chiede.

Godric dopo aver ringhiato con lo sguardo rivolto al cielo si dirige a passo pesante verso l’albino che sorride alla buffa scena.

– Tu, scemotto da 4 soldi, devi mettere questo dannatissimo liquido dentro questa stupidissima boccetta e aspettare, cosa non capisci? Cosa? – esclama Wyles con uno sguardo da pazzoide.

Shawn non risponde, sorride come un ebete e basta.

Godric, era ormai all’limite dell’esasperazione e continuava a lisciarsi i capelli con la mano per spostarli indietro mentre diceva il “padre nostro”, pregando il Signore che questo era solo un bruttissimo incubo.

– Prof – esclamò l’ennesimo alunno che questa volta era Nathan che non poteva perdersi questo divertimento – mi può rispiegare un’ultima volta che non ho capito lo svolgimento –

Wyles ringhiò e si diresse a passo deciso verso il ragazzo dai lunghi capelli turchesi che sinceramente non sperava altro.

– Cosa non capite!? – esclama il professore questa volta rivolto all’intera classe.

– Io non capisco lo svolgimento, vede, è così complicato! può mostrarmelo? –

Il signor Wyles non ragionava più, prese la fiala con dentro il liquido borbottando “stupidi asini! Asini patentati!” infamando loro e la scuola intera. Wyles, senza pensarci due volte, versa il liquido nella boccetta bianca anche se…si rende conto di aver fatto una cosa stupida!

Godric guardò il ragazzo con una faccia che diceva da se mentre il difensore sorrideva soddisfatto.

In quel preciso momento la reazione chimica avvenne, e Wyles si ritrovò ben presto circondato da ceneri e gas. E non poche, il difensore aveva modificato le dosi affinché Godric potesse essere ricoperto da quella nube grigia che prende il nome di “gas”. 

– Lo sa professore, penso di aver capito – dice il ragazzo trattenendo il sorriso a stento.

Tutti gli alunni scoppiarono in una sonora risata che si ripercuoteva nella stanza più e più volte.

Wyles invece di ridere ha una faccia! Sicuramente sta pensando “ve la faccio pagare imbarcandovi di compiti mocciosi!”


*Angolino-della-pazza-fuori-di-testa-che-sicuramente-non-è-brava-a-scrivere-storie-di-questo-genere-che-certamente-fanno-vomitare-chi-le-legge= Angolino della lupacchiotta*

Signori miei (?) buon giorno (magari state leggendo di sera…lol XD) volevo dire che ringrazio ancora chi legge, sperando di non avergli causato la “stupidera” (malattia-grave che ti fa diventare tonto), ma niente paura sto sponsorizzando un prodotto per guarire da questa malattia, l’ho chiamato “fantastico-ultra-super-meraviglioso-belissimo-funzionate-ed-economico-prodotto-che-non-ha-un-nome!” è ancora in fase di sperimentazione però, quindi non lo troverete nei negozi. Passando alle cose serie…io non faccio chimica e sicuramente quello che ho scritto non sta nel vero e nel falso quindi se andate su internet e vi guardate l’esperimento posso dirvi che sicuramente sbagliato (All’incirca) ma dovevo far esplodere qualcosa, altrimenti non ero contenta! XD comunque…un bel applauso al mio amore che ha sfidato il professore! AAAAAAAUUUUUU!!! Bravissimo! (applaude)

Nathan: grazie, troppo buoni ^^

Allora noi ci salutiamo, e buona nottata (cognizione del tempo zero…)

Ciaos das Kaya!!! Uns bacios!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** motoria ***


Capitolo 3: I ragazzi erano a lezione di motoria stremati. L’altro giorno erano rimasti ore e ore sui quaderni per finire i compiti assegnati dal Signor Wyles, che nel vederli ridotti in quel modo non poteva fare altro che sorridere.                                                                    

Motoria, voi direte “che bella materia”…oggi no! I nostri calciatori avevano un altro piano per mandare Wyles nei casini più totali e non vedevano l’ora di metterlo in atto.                              

– Allora ragazzi, oggi fa caldo quindi andiamo fuori – disse Godric leggendo un’agenda.

I calciatori sorrisero all’unisono: Il piano così, era ancora più perfetto!                                                                    

La Ramon uscì dalla scuola per andare in un cortiletto baciato dal sole cocente.                               

– Allora ragazzi, oggi giochiamo a Baseball. Chi sono i caposquadra? – chiese Godric che usava l’agenda per farsi aria.                                              

I calciatori sorrisero di nuovo, pensavano “oggi è il nostro giorno fortunato o cosa?”

Wyles lì guardava molto male. Persone che sorridono in quel modo (che non sono Mark) non sono normali. Pensava “ma cosa fanno sti deficienti? Mah! Chi li capisce è bravo”

Poco dopo le squadre erano fatte, e indoviniamo un po’ chi era il primo battitore? Ma Nathan, ovviamente! Esso teneva la mazza da baseball in mano con una tale maestria che sembrava voler fare il pavone davanti a Wyles che però roteava gli occhi e lo ignorava.

Axel era il lanciatore e lanciava in aria la pallina per ingannare l’attesa.

– Senta professore –

– Cosa vuoi marmocchio? Fai in fretta che sono impegnato – In realtà Wyles non aveva nulla da fare ma non voleva parlare con il difensore, o meglio definito da lui “quel cretino rimbambito che ha cercato di farlo fuori”.

– Volevo solo scusarmi con lei per il giorno prima, mi dispiace tanto sono stato uno stupido! Mi spiace davvero! – concluse lui facendo l’inchino.

I suoi amici non capirono, questo non era nei loro piani. Capirono solo quando Swift gli fece l’occhiolino nascosto da centinaia di capelli turchesi che non permettevano a Wyles di vedere il gesto del difensore.

Si, scuse accettate. E ora cominciamo – esclamò Wyles in fine.

Nathan si rialzò e andò a posizionarsi davanti alla casa base col sorriso stampato sul volto.

Axel lanciò la palla che seguì una traiettoria precisa per arrivare verso il difensore.                           

Swift si preparò al suo colpo. Fece oscillare la mazza e, come previsto da loro, Wyles era dietro di lui! La mazza andò a infilarsi tra le gambe di Wyles e anche un po’ più su, facendo gridare di dolore il povero vecchio!                                      

Nathan sorrise a i suoi amici e poi corse da Godric facendo la recita.

– Mi scusi prof! Le giuro che non volevo assolutamente farle male, non era mia intenzione! Quanto sono rimbambito oggi! La prego, mi perdoni! non volevo…! – continuava ad esclamare “preoccupato” ma anche con una nota di sarcasmo.

– Sei perdonato – mormorò addolorato il prof – ma domani farete 50 pagine di esercizi di matematica –

Wyles cadde a terra svenuto. A quel punto Nathan si allontanò da lui borbottando:

– Era tanto meglio se crepavi vecchio! – diceva tra se e se – non ti perdonerò mai per come hai trattato i miei amici quando ero posseduto dalla pietra, è escluso! Ti farò presto vedere chi comanda qui dentro perché tu sicuramente no…


*Angolino-dalla-ragazza-a-cui-non-veniva-in-mente-nien’-altro-che-sto-schifo-ma-si-è-divertita-comunque-a-fargliela-pagare-a-Wyles-per-le-brutture-che-ha-fatto-fare-a Na-Chan-ma-in-un-certo-senso-lo-ringrazia-per-avergli-fatto-vedere-quanto-era-figo-in-forma-Dark-<3= angolino della lupacchiotta*

Kaya: Allora ragazzi, alzi la mano chi dice che Nathan è un gran figo coi capelli sciolti? (Alza la mano)

Gente-varia: (silenzio)

Kaya: Oh ma andiamo! È un gran figo! Ho anche l’autografo! ;) (Mostra una foto di Nathan Dark autografata)

Lili: (in mezzo al pubblico) a me piace! <3

Kaya:Brava, dategli una medaglia! ^^…aspetta un momentino, tu non sei quella che ha cercato di fregare il mio ragazzo quando avete giocato! Tu brutta
piccola…ti sistemo per bene carissima!!! (si trasforma in un lupo e la rincorre per tutta la sala)

P.S: Ins ognis casos, non faccio nemmeno baseball quindi pure sta roba sarà sbagliata (sicuro…) e se mi chiedete perché sto sport…è perché mi è venuto in mente guardando mia sorella che si guardava “Doraemon”: vedevo quel rincitrullito di Nobita non prendere mai una palla e mi è venuto in mente sta roba! XD

Ciaos das Kaya!!!!!! Uns bacios!!!!!!!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Mensa ***


Capitolo 4: La Raimon era a mensa. Gli alunni erano seduti su dei tavoli di legno con una tovaglia bianca sopra mentre Godric mangiava, da solo, un tramezzino che si era preparato da casa.

Nel tavolo di fianco al suo Nathan e i suoi amici lo guardavano come per dire “strozzati!” Anche se volevano loro il merito di ciò; cioè, pensate che imbarazzo se il tramezzino fosse riuscito dove tanti hanno fallito!

I ragazzi, come al solito, stavano organizzando l’ennesimo piano per mandare Wyles nei casini più casinosi del mondo:

– …Il piano è chiaro ragazzi? – chiese Jude.

– Chiarissimo! – risposero in coro i calciatori.

– Sì ma, non è che potremmo tenercelo il cibo? – chiese timidamente Jack che continuava a guardarsi i piedi diventati per lui interessantissimi.

– Jack te lo abbiamo già detto 100 volte, se oggi non mangi non muori – esclamò Swift abbastanza seccato dalla millesima domanda del numero 3.

Il diretto interessato abbassò il capo ancora più di prima per poi mormorare – Io però volevo mangiarlo il sushi… –

Il resto della squadra cercò di non farci caso e, dopo un gesto di conferma col capo, presero dai loro piatti il sushi per poi alzarsi in piedi e urlare a squarcia gola:

– GUERRA DI CIBO!!! –

Tutti i ragazzi dell’istituto non se lo fecero ripetere due volte e cominciarono a lanciarsi addosso il sushi o a cercarsi una base super segreta (di solito andavano sotto un tavolo) dove organizzare “gl’attacchi nemici”. Una cosa da film western! 

Dopo pochi secondi nella mensa c’era il caos! Pesce crudo che volava a destra, pesce crudo che volava a sinistra…in poche parole, il delirio più totale!

Le cuoche non si accorsero di nulla visto che stavano preparando il secondo piatto per gli alunni. L’unico adulto dentro la sala era Godric, che non si stava divertendo molto, continuava a gridare, a schivare sushi volante e a minacciarli dicendo: basta! Smettetela razza di idioti! Domani compiti extra se non state fermi!...ma nulla sembrava servire a qualcosa.

Il signor Godric aveva gridato per più di mezz’ora, il risultato: aveva la gola infiammata! Esso andava in giro come un matto a gridare a tutti gli studenti di stare fermi, ma essi non si fermavano, al contrario, lanciavano più cose possibili avendo anche finito il sushi.

Pensare che Godric aveva visto persino volare un telecomando!

Diciamo che dopo 10 minuti la sala era ricoperta di cibo, dal soffitto agli angoli, dal pavimento alla faccia degli studenti! L’unico ancora lindo era Wyles che faceva l’impossibile per evitare di essere colpito e di essere cacciato dalla scuola a calci!

Nathan lo guardava in silenzio: a sua opinione non era tanto male divertirsi in quel modo. A guardarlo schivare sushi però, gli venne in mente un idea per farlo imbestialire ancora di più. E come ignorare ciò che gli diceva la testa?

– Ehi Mark! – disse sorridendo per attirare l’attenzione dell’amico che si voltò verso di lui – posso avere il tuo sushi? – chiese.

Inizialmente Mark non rispose pensando alla risposta, anche se a una richiesta così gentile non rifiutava nessuno. Quindi senza rispondere altro accettò e diede in mano al turchese la sua ultima “munizione”.

Nathan ringraziò con un inchino e poi si girò verso Wyles prendendo bene la mira (puntava alla faccia).

– Bè, tutto è permesso in sushi e in guerra, no – diceva il ragazzo per incoraggiarsi. Era il suo ultimo sushi e non poteva sbagliare il colpo!

Controllò la mira, calibrò la potenza, visualizzò il bersaglio e via! Il “missile” era partito!


Presto o tardi Wyles si ritrovò quintali di schifezze addosso e la raimon andò in presidenza. Nulla di così straordinario se contiamo che essi sono andati in presidenza 5 volte questa settimana. Ma la guerra non è ancora finita, e noi già sappiamo chi saranno i vincitori…


*Angolino-della-ragazza-tutta-matta-che-oltre-a-ste-robe-non-sa-mettere-due-parole-in-croce-e-per-l’ennessima-volta-non-ha-mai-fatto-una-cosa-del-genere-quindi-sicuramente-è-scritta-e-spiegata-molto-male=Angolino della lupacchiotta*

Come andiamo gente (quella poca che legge ma…fa nulla ^.^)? Avete studiato per la verifica di storia (?)? siete riusciti ad acchiappare la farfalla nel bagno (?)? Ma perché mi perdo sempre in queste domande senza senso? Le domande saranno (forse) risolte nel prossimo episodio (?)!    Scleri a parte, questo capitoletto penoso mi rigirava sempre nella mente quindi dovevo scriverlo! Se mi chiedete del perché il sushi, bè, è l’unico cibo giapponese che avevo in mente…che bella fantasia (in realtà conosco pure il sashimi e il tempura ma… fa nulla ^.^ conosco pure le rape! Bè, alcuni di loro sono delle teste di rape! Hahahahaha…sto ridendo da sola tanto “-_-)! Passando oltre, le fan dell’EndoKaze saranno in delirio dicendo “Gli ha passato il sushi perché lo ama, yeeeeeee!!! Una nuova fan di questa coppia! EndoKaze forever!…” hehehehehe…no! io? Ma scherziamo?! è che non c’era altra persona che andava bene, cioè, Axel è un asociale e non avrebbe mai accettato, Shawn alla guerra col cibo…no, Jude lo avevo già fatto parlare…Mark no, a mio decapito T.T quindi non sono una fan dell’EndoKaze come pensate, io eliminerò dal mondo quella coppia anche perché Na-Chan è il mio, sottolineo “mio”, amore! MUHAHAHAHAHAHAHA!!!

Piccolo-gruppo-di-fan-dell’-EndoKaze-che-leggeva-sta-storia: che infame! Noi ce ne andiamo! “-.-

…io e la mia maledettissima boccaccia! Ma dovevo proprio offenderle?! T-T va bè, io vi saluto gente (ancora più poca di quella che c’era prima…)!

Ciaos das Kaya!!!! Uns bacios!!!!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** tecnologia ***


Capitolo 5: La Raimon questa volta stava lavorando a un progetto per tecnologia. I ragazzi stavano usando i computer per andare su Wikipedia e fare una ricerca sulle varie forme d’energia.

Wyles, come al solito, se ne stava per i fatti suoi a leggere un libro intitolato “come diventare un bravo insegnante”: Da quando i ragazzi avevano fatto quel casino in mensa il preside aveva dato a Godric quel libro con l’obbligo di impararlo a memoria; una specie di castigo.

Una voce attirò l’attenzione del prof. Era la bidella. Ella teneva con la mano destra un telefono e con l’altra dei fogli per la stampante mentre il suo volto aveva la solita espressone corrucciata.

Godric si alzò a mala voglia dalla cattedra e andò verso la bidella, però prima esclamò:

– Sentite imbecilli che non siete altro, voi fate casino e io vi rompo le ginocchia, chiaro?! Non voglio andare in presidenza per colpa vostra! – li avvisò lui.

– Scusi cosa ha detto? Lo sa che è proibito parlare in questo modo agli studenti?! – cominciò la predica la bidella, Godric l’aveva proprio dimenticata – e se non le sta bene si licenzi perché sono queste le regole della scuola! Deve trattare gli alunni con il massimo rispetto e vedrà che loro la ripagheranno. E se vuole ancora…– la bidella socchiuse la porta appena Godric uscì dall’aula. La loro voce diventava pian piano sempre più fioca e poi scomparve del tutto.

Gli alunni si guardarono in faccia per poi scoppiare in una risata divertita. Le manager riuscivano a trattenersi a stento mentre gli altri ridevano a tutto spiano non preoccupandosi né delle aule a fianco né delle prof che li potevano sentire.

Dopo pochi minuti provarono a rimettersi a lavoro, una noia! Si sentivano sbadigli e sbuffi ogni millesimo secondo.


– Allora ragazzi, come va con quel maledetto lavoro? – chiese acidamente Wyles che rientrò dalla porta per poi chiuderla alle sue spalle. L’uomo teneva in mano una pinzatrice e dei fogli che la bidella gli aveva affidato. Egli però, appena vide quello che stavano combinando i suoi studenti, lasciò cadere a terra tutto e per sua immensa gioia la pinzatrice gli finì sul piede destro.

Godric si tenne il piede, ormai gonfio e rosso, imprecando il creatore di venire ad aiutarlo con quei “deficienti”.

I ragazzi non ci fecero caso, erano troppo concentrati nei loro affari (a parte che aiutare Godric era tradire la propria razza e nessuno di loro lo avrebbe mai fatto).

Il “povero” prof rimise il piede a terra fuori di se. Il viso gli era diventato più rosso del piede e gli usciva il fumo dalle orecchie per quanto fosse arrabbiato.

– Ora basta idioti! Piccole pesti che non siete altro, come osate mettervi a giocare a…a…–

– Clash of clans – risposero tutti annoiati dalla sprovvedutezza del prof.

– Bè non mi interessa il vostro inutile gioco – ribatté lui a tono – vi è chiaro questo o siete troppo stupidi per arrivarci?! Sappiate che non mi piacete, e non ho problemi ha inserirvi una nota sul registro! Quindi ora tornate a lavorare mentre io vado a chiamare i vostri genitori, avete capito?! –

Nessuno rispose.

– Rispondetemi marmocchi! – esclamò furioso Wyles muovendosi a grandi falcate (zoppicava anche) verso Shawn – ora voi la smetterete di ignorarmi! –

Shawn non si scompose e continuò a distruggere villaggi e regni vari.

Wyles cliccò il pulsante per spegnere il computer a cui “lavorava” il ragazzo dai capelli chiari, che a quel punto tornò sul mondo reale. Shawn sgranò gli occhi: cosa si era permesso di fare Godric?!

– Ma…ma ero quasi riuscito a sconfiggere Axel – borbottò tristemente l’albino.

– Non me ne frega una cicca signorino! Tu devi lavorare alla ricerca e non perderti in inutili giochi come…come… closh of cluns? –

– Clash of clans – dissero una seconda volta i calciatori.

– Non mi interessa! Allora tu…ma cosa stai facendo? – chiese confuso Wyles.

Froste non riuscì a trattenere le lacrime. Teneva i pugni premuti sugli occhi e continuava ad emanare piccoli strilli, come quelli di un bambino a cui era appena caduto il lecca-lecca in una pozzanghera di fango.

– È partita la fontana – mormorò tra se e se Swift che si era premunito di un paio di cuffie per evitare di sentire le lamentele del ragazzo.

– No no! Non piangere – cercò di “consolarlo” Godric. Al prof non interessava rimediare col ragazzo, più tosto non voleva che nessuno sapesse che aveva fatto piangere un ragazzino – ti prego marmocchio, non fare così! Come…come si fa a spengerlo?! –

Shawn non la smetteva un minuto di piangere, ciò che Wyles aveva fatto era veramente troppo per uno come lui.

Mentre l’uomo cercava in tutti i modi possibili di consolare Shawn la porta dell’aula si aprì di colpo. Wyles ebbe un sussulto perché sapeva di essersi cacciato nei guai, guai molto grossi.

– Signor Wyles cosa sta facendo?? – Godric non fece in tempo ad aprir bocca che la bidella lo aveva già azzittito – venga immediatamente nell’ufficio del preside che ha sicuramente qualcosa da dirle in riguardo –

– Ma io non… – Wyles provò a spiccicare parola ma ogni volta che incontrava gli occhi gelidi della bidella si bloccava.

Non voglio scuse! – esclamò essa – ora venga, e venga anche lei signorino Froste – la bidella diede la mano a Shawn come si fa con i ragazzini dell’asilo e lo portò fuori dall’aula dicendo – è tutto finito. Non preoccuparti che ora ci pensa il preside a sistemare quel brutto cattivone! – diceva la bidella per consolare il ragazzo che ancora non si era tranquillizzato.

Wyles sobbalzò alle ultime parole della donna: “ora ci pensa il preside”. Si, per lui era davvero arrivata la fine…


*Angolino-della-tipa-che-ha-riso-come-un-ebete-per-tutto-il-capitolo-perché-ama-vedere-Wyles-avere-ciò-che-si-merita-ma-dice-di-non-preoccuparsi-troppo-perché-la-fine-del-loro-“amato”-prof-è-vicina-ma-non-è-ancora-arrivata=Angolino della lupacchiotta*

Kaya: ehilàs gentes! Vi sono mancata?

EFP: ehm…no

Kaya: quanto sono apprezzata in questi tempi non lo so ^^ alluuuura, se leggete là sopra saprete che la fine di questa fic è imminente…come quella di Wyles (gli compaiono sulla testa delle corna da diavoletto)

Nathan: questa fic è a rating verde, non puoi fare ciò che stai pensando “-_-

Kaya: uffa! Va bè, il gioco a cui stavano giocando i ragazzi era Clash of clans, è un gioco di cui ho tanto sentito parlare e ce l’hanno tutti i miei compagni e i miei amici (chi sa perché non c’è l’ho io e quindi la roba là su è tutta sbagliata…) quindi ho pensato che potevano averlo anche loro. Chiedo scusa a tutte le fan di Shawn…in pratica tutti…se lo fatto sembrare un frignone ma per mandare in presidenza Wyles era necessario! Ora vi lascio alle vostre “robe”

Ciaos das Kaya!!!!! Uns bacios!!!!!!!
P.S: viva le bidelle!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** pagelle (parte 1) ***


Note-mie-che-stranamente-non-sono-di-scuola: volevo avvertirvi che questo e il prossimo capitolo saranno raccontati in 1° persona da Nathan e sono pronta ad accettare critiche anche perché questa per ora è l’unica storia pubblicata in 1° p. quindi accetto volentieri critiche e aiuti, va bè, io non vi annoio più, buona lettura ragazze! ;)

Capitolo 6: Ero in fila coi miei genitori ad aspettare il mio turno per ricuperare la pagella. Sapevo che i voti non erano calati, da bravo studente che sono, ma il comportamento era sicuramente andato a farsi benedire: In questi mesi parlavo in classe, disturbavo durante le spiegazioni e con tutte le cose che avevo fatto a Wyles mi aspettava sicuramente una brutta giornata!

Vedevo Xavier davanti a me. Era il primo della fila ed io il secondo, cosa che non andava bene, anzi, non andava bene affatto! Voleva dire che la mia morte (e la sua, ma mi interessava maggiormente la mia) era ancora più vicina del previsto e ciò non mi rendeva tranquillo.

Guardavo in giro cercando, se mai il piano fosse andato male, una via di fuga. Niente da fare: ormai dietro di me si era formata la fila e se avessi provato a svignarmela centinaia di persone se ne sarebbero accorte.

Osservavo in silenzio anche mamma e papà che mi guardavano con un sorriso. Cosa c’era da sorridere?! Era una cosa seria perché se ciò che avevo programmato non fosse andato per il verso giusto, bè, saluterò volentieri i fumetti, le partite, le riviste di calcio, le uscite con gli amici, la cena e la paghetta settimanale.

Mark è appena uscito dall’aula dei professori e sembra triste. Nemmeno i suoi genitori sembrano contenti, lo guardano come per dire “dì addio al pallone da calcio!”.

Il capitano mi passò affianco. Lo sentii mormorare un “ciao” con una fiacchezza e tristezza che non erano da lui.

Lo guardavo stupito senza però dirgli nulla.

Ma cosa diavolo ha fatto Wyles per fargli questo? E cosa diavolo poteva fare a me?

Non avevo tempo di pensarci e mi rimisi composto in fila.

Guardavo Xavier e i suoi entrare nell’aula mentre Godric era seduto sulla cattedra ad aspettarlo. Per un millisecondo ho avuto l’impressione che quel miserabile mi guardasse, e mi sorrideva, ma non era un sorriso di quelli buoni era un sorrisetto malvagio. Per fortuna Xavier chiuse la porta e interruppe il contatto visivo.

Avevo la tremarella a restare con lui.

Non potevo negarlo, Godric mi faceva più paura adesso che in qualsiasi altro momento.

Avevo una fifa blu ma cercavo di non darlo a vedere perché il piano e tutti i nostri sforzi sarebbero stati vani. E tutto per causa mia!

L’attesa era snervante. Sentivo parlare i miei su quella che sarebbe stata la mia "bellissima" pagella: c’era proprio da fidarsi…però volevo andare in quel ristorantino italiano vicino al centro.

Ecco che finalmente arrivò il mio turno. La porta si aprì di colpo e io ebbi un sussulto (feci un salto di 2 metri e mezzo).

Senza alcun indugio i miei genitori si precipitarono verso l’entrata, così, a mal voglia, entrai anch’io.

I banchi erano assenti e nell’aula era presente solo la cattedra dov’era seduto Godric. Aveva uno sguardo assassino nei miei confronti e a me faceva paura quindi cercai di evitare il contatto visivo il più possibile osservando le mie scarpe. Cosa avevano di speciale? Nulla, semplici scarpe da qualche yen ma ad un tratto mi sono sembrate talmente interessanti che dovevo guardarle.

– I signori Swift, suppongo – disse lui con una nota d’acidità solo nel nominare il mio cognome – Io sono Godric Wyles l’insegnante di vostro figlio –

– Si, siamo noi – rispose mia madre tutta eccitata. Cosa c’era d’esser felice non lo sa nessuno…

– Bene, sedetevi che ho molte cose da dirvi sul vostro bel bambino – Rispose Godric facendo un finto sorriso. Già solo dal fatto che mi aveva dato questo nomignolo sapevo che mi aspettava una pagella da far pietà, e questo mi preoccupava non poco.

Wyles si alzò dalla cattedra e prese tre sedie per farci sedere.

Trovata la sedia io mi misi a sedere su essa e in quel momento il mio sguardo e quello di Godric si incrociarono. Mi guardava con aria di sfida e, anche se avevo paura, feci lo stesso anch’io. Questa era la resa dei conti caro Godric, e non pensare di vincerla.

– Io avrei una domanda: dove sono tutti gl’altri insegnanti? – chiese mio padre distogliendomi dai miei pensieri.

Godric si astenne dal rispondere. Quel maledetto il stava proteggendo, perché io so dove sono in questo momento e fidatevi se dico che sono stato veramente cattivo con loro.

– G-gli insegnanti? ...o, vede…loro sono…a-a compilare dei documenti – disse balbettando.

“A compilare dei documenti”? Che scusa squallida è questa?! In realtà io avevo chiesto ai ragazzi di mettere nelle bottiglie d’acqua degl’insegnanti un abbondante dose d’olio di Ricino così almeno sarei stato solo con Wyles. Si, quando voglio so essere molto cattivo, credetemi.

– Oh, non importa – Rispose mamma – vorremo solo avere la nostra pagella –

– Ma certo signora, e la capisco, ma ci sono alcune cosine da puntualizzare –

– Sarebbero? Per caso la tua media si è abbassata signorino!? – mi rimproverò mia madre.

Provai a rispondere ma quando mia madre fa così è peggio di una belva e quindi non trovai le parole giuste per calmarla. Mi limitai a negare con il capo. Se mamma si arrabbia le si rizzano i capelli i capelli e a volte mi sembra di intravedere delle corna spuntare da essi.

– No signora, è fuori strada. Il fatto è che suo figlio… –


*Angolino-della-pazza-fuori-di-melone-al-sapore-di-albicocca-blu-che-è-marcita-da-un-mese-e-passa-(?)=Angolino della lupacchiotta*

Ehilàs! Comes vas? Pazienza che non interessa, allora, io vi avverto che il prossimo sarà l’ultimo capitolo e a me dispiace super-extra-tantissimissimo perché mi diverto a rompere le scatole hai professori! T-T Ok, passando oltre, io sono sicura che alcuni di voi si staranno domandando “ma che roba è l’olio di Ricino?” ecco, signori miei, è un potente lassativo e scommetto che quei poveretti dei prof l’hanno bevuto senza sapere quello che poteva capitargli! Certo che il mio amore è proprio satanico! XD
Se per caso faccio schifo a scrivere testi in prima persona, sono ben accetti consigli (consigli? scommetto critiche…) perché è la prima storia che pubblico in prima persona e quindi farà schifo! Però volevo mettermi alla prova, quindi potete dirmi tutto.

Ciaos das Kaya!!! Uns bacios!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** pagelle (parte 2) ***


Capitolo 7: – No signora, è fuori strada. Il fatto è che suo figlio… –

– Vuole restare un po’ da solo col suo professore preferito – esclamai facendo l’angoletto che non ero – sentite, Godric l’anno prossimo si trasferisce in Inghilterra ed io e i miei amici volevamo salutarlo di persona. Vi prego, posso stare un po’ da solo col signor Godric? Ci terrei tanto tanto! – guardavo i miei facendo una faccia da cane bastonato sperando che i miei credessero alla mia bugia e mi lasciassero solo con Wyles.

I miei si guardarono in viso prima di rispondermi.

– Ma certo Nathan, è ovvio che puoi. Saluta il professore mentre noi ti aspettiamo fuori – mormorò mio padre con un tono di voce dolce.

– E fa il bravo – disse mia madre dandomi uno dei suoi baci sulla guancia, quelli che odio!

I miei uscirono e mi lasciarono solo con Godric, una volta tanto che sono felice di restare solo con lui.

Il vecchio aveva una faccia che non prometteva nulla di buono. Oramai la conoscevo e quindi mi stava per dire: “Non so a che gioco stai giocando marmocchio ma sicuramente non giocherò con te”

– Non so a che gioco stai giocando marmocchio ma sicuramente non giocherò con te –

Che bravo sono in questi giochetti!

Ok, adesso basta scherzare. È una questione di vita e di pagella, non posso assolutamente fallire…anche se…no! Posso farcela! Devo solo credere in me come tutti i miei amici stanno facendo ora, e non voglio deludere le persone a cui tengo.

Incrociai le braccia al petto e misi i pedi sulla cattedra: Sembravo uno di quei ragazzacci che guardo sempre in televisione. Ansi, sembravo Caleb...e non mi piace essere lui.

– E chi ha detto che puoi giocare? – Ok, anche il tono di voce è uguale a quello di Caleb; Io inizio a preoccuparmi – sei solo un inutile vecchio, scommetto che a mala pena ti reggi in piedi. E poi, la capigliatura, fratello non ci siamo proprio! –

– Cos’ha la mia capigliatura che la tua non ha, spiegami! E non chiamarmi “fratello” che io sono il tuo insegnante! – ribatté Godric a tono, mi piace farlo andare in escandescenze.

– Sulla tua capigliatura? Allora, vediamo: è brutta, non è alla moda, il colore è schifoso…ti basta o devo andare avanti, fratello? – chiesi a modo Caleb contando i difetti della capigliatura sulle dita.

Godric strinse i pugni. Gli stava davvero scoppiando la testa e mi sarei goduto lo spettacolo volentieri! Anche se poi me lo sarei dovuto subire io un Godric incavolato nero, e questo non va bene…ma non posso arrendermi ora, ne vale la pagella di altri cento studenti.

Era ora del tocco di grazia:

– Senti fratello, io non ho nulla contro le capigliature orribili; ma sui vecchi decrepiti come te ho molto da dire –

– Ok, adesso basta marmocchio! Sei solo un bas***do, ansi, sei solo un figlio di pu****a!  Mi sono rotto di subirmi tutti i tuoi inutili giochetti, hai capito babbeo! io mi licenzio se devo lavorare con te ogni giorno! – esclamò Godric usando un linguaggio volgare.

– Licenziati, non mi interessa –

– Hai superato ogni limite! Io ti odio! Odio te, questa inutile scuola cadente a pezzi, quello scemo del preside e quella maledetta bidella! Voglio vedervi andare all’inferno! –

Sorrisi. Era proprio quello che volevo sentirgli dire.

– Grazie per averlo detto – dalle mie braccia incrociate tirai fuori il mio telefonino, che aveva registrato tutto (grazie progresso! Ti sono debitore). Il telefono era sempre stato lì, stavo solo aspettando il momento giusto per registrare. Lo so, sono davvero cattivo – scommetto che al preside farà molto piacere sentire la tua opinione sulla scuola e sugl’alunni – dissi con un tono superiore mentre muovevo il telefonino davanti ai suoi occhi, volevo tanto tirarmela con lui – e, tra parentesi, anche io ti odio…fratello! –

Wyles rimase a bocca aperta, non penso mi credesse capace di tale piano. Subito dopo, il vecchio, riprese la sua solita espressione corrucciata e malvagia. Diciamo che me la sono vista brutta perché, per quanto fossi felice di averlo fregato, non mi sono reso conto di quanto il telefonino fosse vicino al suo naso.

Lo tirai via appena prima che lui potesse afferrarlo.

– Dammi quel telefono moccioso! – esclamò arrabbiatissimo. Non l’avevo mai visto così arrabbiato e per questo rimasi fermo dov’ero. Immobile davanti a co tanta rabbia.

Ma non potevo rimanere fermo a far nulla, Godric mi avrebbe preso il cellulare e mi avrebbe cancellato ciò che avevo registrato. L’unica prova che avevo!

Ripresi coraggio e fiato: non potevo arrendermi adesso.

Così mi misi a correre disperatamente in torno all’aula. Wyles mi correva dietro minacciandomi, ma non me ne importava molto, cioè, a chi interessano le minacce di un vecchio pazzo quando corri da quando avevi 6 anni?

– Vieni a prenderlo, se ci riesci! – esclamai in tono di sfida.

Tutto era in mano mia e presto avrei cacciato Wyles dall’istituto. Mi sentivo davvero felice, ma allo stesso tempo molto spaventato.

Alla fine, quando tutto sembrava andare per il meglio, io caddi a terra. Non so su cosa o come inciampai, ma so che è successo.

Come primo istinto aprii gl’occhi e guardai il mio telefono: era caduto a qualche centimetro da Godric.

– Bè, sembra che la corsa sia finita. – Wyles prese il mio telefono da terra e dopo un attimo di esitazione (voleva provocarmi) cancellò la mia unica prova per poterlo incastrare. L’unica per poterlo cacciare dall’istituto. L’unica prova in tutto l’universo…ciò che provo? Posso dirvi che è come se un treno merci mi abbia investito con tutte le sue 50 tonnellate di peso!

 – E, per la cronaca, – aggiunse il maledetto – ho vinto io…mio bel bambino –

Ancora quel nomignolo, e io non sono un bambino!

Aspetta un attimo…bambino?

Idea! Ti adoro cervello!


– MAMMA, PAPA’!!! GODRIC MI HA FATTO MALE, E’ BRUTTO E CATTIVO!!! NON LO SOPPORTO!! – dissi facendo sì che tutta la scuola mi potesse sentire – PERCHE’ MI FA QUESTO SIGNOR WYLES!? IO NON HO FATTO NULLA!! – continuavo ad esclamare facendo finta di piangere.

Mia madre e mio padre non ci pensarono due volte a venirmi incontro ad aiutarmi. Poco dopo entrò anche la bidella, che stava pulendo i bagni, e tutti quelli che facevano la fila per venire a ritirare la loro pagella che, però, restavano sull’uscio della porta.

– Nathan, bambino mio! – esclamò mia madre correndomi incontro – stai bene? Che cosa ti ha fatto Wyles? Vuoi dell’acqua? Hai fame? –

Mi madre non cambierà proprio mai.

– No mamma. Godric voleva picchiarmi, ma io non avevo fatto nulla per scatenare la sua ira! È stato cattivo – Dissi con voce debole, quasi impercepibile alle persone che mi stavano attorno, ma mia madre capì subito e mi abbracciò.

– Signora, mi creda io non ho fatto nulla a…Che cosa sta facendo? – chiese Godric guardando mio padre che chiamava qualcuno.

– Cosa crede che stia facendo? Sto contattando il mio avvocato, e, sappi che non hai mai perso una causa – lo informò mio padre.

I miei amici mi guardavano sorridendo. Erano contenti perché Godric se ne tornava dietro le sbarre e non sarebbe mai più tornato da noi! Anche io ero contento, avevo eliminato un problema. Ne mancano altri 2: La scuola e i compiti, che in questi tempi avevo trascurato. Ma non importa perché mi rifarò nel prossimo quadrimestre. L’importante è che Godric abbia quel che si merita.


E questa signori e signore, è la storia di come sono diventato l’eroe della scuola…prendendo un 5 in comportamento.


*Angolino-della-tizia-che-frignerà-tutto-il-giorno-perché-la-storia-si-è-già-conclusa-e-deve-farsi-perdonare-se-qualcuno-pensa-che-la-storia-sia-finita-troppo-presto-ma-dice-anche-che-così-avrà-più-tempo-per-aggiornare-l’altra-fic-…-che-fa-schifo-lo-stesso= angolino della lupacchiotta*

Ciaos gentes! E un'altra storia si conclude. Spero vivamente di essermi fatta onore…sicuramente no quindi è pure troppo imbarazzante fare questo angolino…Liv continua tu, plese, che io mi vergogno!

Livia: che frignona sei! Una volta tanto che ti impegni dici che fai schifo…in effetti lo fai ma almeno abbi un po’ di fiducia

Kaya: ma la storia fa cagare!

Livia: e dai! Nessuno è andato al bagno tranne i professori…devo assolutamente entrare nei file delle videocamere della scuola! voglio godermi quei video! Aaaaah! Violenza, la amo <3

Kaya: faccio schifo comunque! Non vincerò mai! T-T

Livia: ehi dai, magari non vincerai adesso ma hai sempre partecipato…

Kaya: che premio del cavolo!

Livia: in effetti…che cavolo di consolazione è! “Hai partecipato” …e allora? Si gareggia per vincere! È un inutile presa per i fondelli! Ora io e te andiamo a capire chi ha inventato questa frase e lo prendiamo a calci nel sedere!

Kaya: Posso prima prende la mia foto di Na-Chan autografata portafortuna?

Livia: ehm…no, e ora andiamo! Adios streghes es avversaries! (Si tele-trasportano in un'altra parte del mondo)

Ciaos das Kaya!!!!!! Uns bacios!!!!

P.S: spero di aver descritto bene i due lati del carattere di Nathan che però avevano un unico obbiettivo (ma perchè mi devo sempre complicare la vita T-T)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3376842