The armony of love

di _claireflower
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di nuovo insieme ***
Capitolo 2: *** Verba volant, scripta manent ***
Capitolo 3: *** Come le onde del mare ***
Capitolo 4: *** Preludio ***
Capitolo 5: *** Armonia ***
Capitolo 6: *** Assolo ***



Capitolo 1
*** Di nuovo insieme ***


Akira Sendoh entrò nel cortile del suo liceo, il Ryonan, e si guardò intorno alla ricerca di qualche suo vecchio compagno delle medie; gli parve di riconoscere due o tre ragazze ma non si avvicinò. Restò un po' in disparte, tenendo d'occhio il cancello; dopo qualche minuto vide Hiroaki Koshino entrare e restare un po' spaesato. Sendoh si avvicinò all'amico che, non appena lo vide, sembrò più sollevato.

-Ah, Sendoh! Per fortuna, pensavo di essere solo!-

-L'ho temuto anche io per un attimo! Che te ne pare a prima vista?-

I ragazzi si lanciarono delle occhiate rapide in giro.

-Beh, non sembra male...anche se la situazione “ragazze” mi pare un po' scarsa.-

Sendoh alzò gli occhi al cielo.

-A me importa che ci sia una buona organizzazione per la squadra di basket, il resto mi tocca ben poco.-

-Come sempre!-

Mentre chiacchieravano, man mano arrivarono altri studenti, spaventati all'idea del primo anno di liceo, che attendevano nervosamente il suono della campana, per scoprire quali fossero i loro compagni di classe. Davanti al portone, decine di mani scorrevano lungo gli elenchi delle classi, alla ricerca della sezione assegnata; nel cortile, vecchi compagni delle medie si riunivano, incrociando le dita e sperando di essere in classe insieme. Sendoh e Koshino furono interrotti d'un tratto da una vocina squillante che riconobbero subito.

-Heeey! Sendoh-kun! Koshino-kun!-

I due si voltarono verso la piccola ragazza che li stava chiamando; tra lei e Sendoh c'era una differenza di altezza pari a cinquanta centimetri buoni. I suoi capelli, lunghi fino alle spalle, lisci come la seta e color cioccolato, incorniciavano un tenero visetto tondo che non sembrava per niente quello di un'adolescente di quasi sedici anni, piuttosto quello di una ragazzina delle medie. I grandi occhi castani brillarono dalla gioia.

-Non sapevo che aveste scelto anche voi il Ryonan!-

-E invece eccoci qui! Come te la passi, Mizuki-chan?-

-Alla grande! Ho scoperto che una mia carissima amica d'infanzia che anni fa si era trasferita a Osaka è ritornata qui a Tokyo! E si è iscritta anche lei qui! Non vedo l'ora di riabbracciarla!-

Sendoh sorrise.

-Magari siete anche nella stessa classe, chissà.-

-Vogliamo scoprirlo insieme, infatti la sto aspettando per vedere i cartelloni! Vi piacerà di sicuro, è una ragazza meravigliosa, dolcissima e bellissima! I suoi capelli sono come le onde del mare!-

Koshino sembrò interessarsi all'argomento.

-Ah, davvero?-

-Sì! E poi ha un bellissimo fisico!-

La ragazzina portò le mani al petto e le allontanò, indicando una circonferenza esagerata.

-E in più, ha due enoooormi...!-

Una mano dalle unghie smaltate di nero si poggiò sulla sua testa e la fece voltare; una ragazza dai lunghi capelli ondulati, di un castano chiarissimo, il naso piccolo e le labbra dalle curve morbide le lanciò un'occhiata di affettuoso rimprovero. Mizuki sorrise.

-...occhi azzurri!-

Poi saltò al collo dell'amica, pigolando.

-Kuu-chan! Kuu-chan! Sei tornata e sei ancora più bella di quando ti ho vista l'ultima volta!-

-Mizukin! Sei sempre la solita!-

Mizuki si voltò verso Sendoh e Koshino.

-Ragazzi, lei è Kurea Akai, la mia migliore amica!-

Kurea sorrise.

-Piacere di conoscervi!-

-Ah, piacere nostro! Io sono Hiroaki Koshino!-

-E io Akira Sendoh.-

Mizuki saltellò, tirando una manica del maglione blu di Kurea.

-Kuu-chan, andiamo a vedere in che classe siamo!-

-Veniamo anche noi, non abbiamo ancora controllato!-

Davanti ai cartelloni, i quattro scorsero le liste fino a trovare i loro nomi; risultò che Kurea e Koshino erano stati messi nella terza sezione, mentre Mizuki e Sendoh erano nella seconda.

-Uffa! Non sono in classe con Kuu-chan! Come farò?!-

Kurea sorrise, dispiaciuta.

-Beh, vorrà dire che ci vedremo durante le pause!-

La campana suonò e il gruppo si divise; non appena entrò in classe, Kurea si sentì osservata, quasi analizzata. Il suo aspetto attraeva non poco l'attenzione; il suo seno di certo non sfuggì agli sguardi maliziosi dei ragazzi e in pochi secondi il suo viso era in fiamme. Koshino se ne accorse e le prese il braccio, portandola al fondo della classe e conquistando i due posti vicino alla finestra; Kurea abbassò lo sguardo, imbarazzata.

-Grazie...-

-Dovere.-

Entrò in classe una donna sui trent'anni e si presentò.

-Buongiorno! Sono la professoressa Nahoko Sumire!-

Gli studenti effettuarono il saluto e presero i loro posti; vennero poi chiamati in ordine alfabetico per presentarsi e lì Koshino scoprì alcune cose su Kurea.


La prima pausa arrivò dopo due interminabili ore; Mizuki e Sendoh erano già fuori dalla classe ad aspettarli.

-Mizukin, vieni con me a prendere una lattina?-

-Certo! Ragazzi, torniamo subito!-

-Va bene!-

Una volta che le ragazze furono abbastanza lontane, Koshino tirò fuori un foglietto dalla tasca della divisa e lo porse a Sendoh; il ragazzo lo intascò subito e ne passò un altro al compagno. Fecero tutto in meno di un secondo, furtivi come ladri. Qualche minuto dopo, Kurea e Mizuki li raggiunsero nuovamente e rimasero tutti e quattro a chiacchierare amabilmente; la fine della giornata scolastica arrivò come una benedizione e i compagni si separarono dopo il turno di pulizia.


 

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Capitolo 2
*** Verba volant, scripta manent ***


KUREA AKAI
Altezza: 1.58m
Peso (indicativo): 51Kg
Famiglia: Un fratello più grande (26 anni), un gemello e una sorellina in arrivo che vuole chiamare Miyuki. Madre restauratrice in museo, è al secondo mese; padre impiegato di banca.
Hobby: Adora il basket! (ma dice di non essere una gran giocatrice), ascolta musica rock e metal (gruppi europei e americani), legge tantissimo (thriller o Yoshimoto) e ama l'informatica.
Cibi preferiti: ama alla follia i takoyaki al polipo (bleah!), va pazza per il sushi e stravede per il ramen.
Curiosità: ha un tatuaggio sul polso, un kuro neko. Adora gli animali, ha tre gatti e un cagnolino. Suona il violino, il violoncello, il pianoforte e il flauto traverso!
I suoi occhi azzurri sono frutto di una casistica incredibilmente rara!

Sendoh ripiegò il foglietto che gli aveva allungato Koshino nella pausa e sospirò; l'idea di schedare le nuove ragazze era nata del suo amico e l'aveva sempre trovata un po' superficiale. Lo scopo era quello di scoprire più notizie possibili sulla ragazza in questione così da poter giocare in territorio amico e conquistarla; nonostante la sua opinione, però, quel giorno aveva deciso di stare al gioco. Durante l'estate, Koshino gli aveva rivelato di avere una cotta mostruosa per Nishiyama, così poco prima di entrare in classe lo aveva implorato di “schedare” la ragazza per lui; in quel momento sperò di aver scritto abbastanza per il suo amico.


Koshino si sedette alla scrivania e fece per prendere l'agenda con l'orario dell'indomani; piegandosi verso la borsa, qualcosa cadde dalla tasca della sua uniforme. Il foglietto che Sendoh gli aveva passato a scuola. Preso dalla frenesia, lo svolse completamente e iniziò a leggere avidamente.

MIZUKI NISHIYAMA
1.45m x 37Kg
Vive con la zia Kayako poiché i genitori sono in continuo movimento per lavoro; ha un fratello di 20 anni, Daichi, che abita già per conto suo, va all'università e a cui e' molto legata.
Le piace molto guardare le partite di basket, ma non oserebbe mai giocarne una (dice“per ovvi motivi”); si diverte molto a cucinare e adora disegnare.
Il suo piatto preferito e' l'omurice (dice che e' anche l'unico che proprio non riesce a fare, infatti lo prepara sempre Kurea per lei).
E' terribilmente allergica ai gatti, nonostante li adori; il suo colore preferito e' il rosso e non sopporta quando la gente la scambia per una bambina (hehe!)
Ovviamente, Kurea e' la sua migliore amica (direi che ti conviene affidarti soprattutto a lei!)


Kurea sbadigliò sommessamente mentre, china su un pentagramma, scriveva alcune note con una grafia grande e precisa; la porta dietro di lei si socchiuse e un gatto bianco saltò sulla scrivania, facendo volare alcuni fogli per terra.

-Mashomaro! Guarda che hai combinato!-

Il gatto per tutta risposta sollevò la coda fiero e prese a fare le fusa; la ragazza sospirò, rassegnata e raccolse i fogli da terra. Il suo cellulare vibrò.

"Sono cosi' felice di riaverti con me! Mi sei mancata tantissimo! ♥♥♥ Peccato che non siamo in classe insieme -3-"

Sorrise leggendo quelle parole; Mizuki era sempre la solita. Si guardò intorno; la sua camera era tappezzata di poster e fotografie della classe di Osaka. Con il pensiero ritornò agli ultimi mesi trascorsi laggiù; la Jindai era una rinomata scuola privata femminile. L'aveva scelta apposta per evitare altri incidenti come quello che l'aveva costretta ad andarsene da Tokyo durante il primo anno di medie. Scrollò le spalle per scacciare quei ricordi. Il passato era passato. Punto e basta.


Mizuki lesse il messaggio di risposta a quello che aveva appena inviato.
"Non vedevo l'ora di tornare! (: Domani usciamo insieme perché devo raccontarti un sacco di cose! -3-"
Poggiò il cellulare sul tavolo e terminò il disegno a carboncino che stava facendo; era il profilo di un volto maschile con i capelli corti e scuri a cui stava lavorando da qualche settimana. Mentre ritoccava i dettagli, la porta di casa si aprì e comparve sua zia, una bella donna sulla trentina con dei lunghi capelli scuri e lisci; poggiò a terra una borsa di pelle e sorrise.
-Ciao hiyokoi!-
-Ciao zia! Tutto bene?-
Le due si raccontarono la giornata sedute al tavolo, sorseggiando il the che Mizuki aveva preparato; all'ora di cena la ragazzina liberò il tavolo ed andò in camera sua. Rimase per un po' seduta sul letto, indecisa, poi prese il telefono di casa e fece un numero.
"Risponde la segreteria telefonica."
-Ehi...quando potete, richiamatemi...-

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Capitolo 3
*** Come le onde del mare ***


Le prime tre settimane di scuola furono tranquille; all'inizio di maggio, gli studenti alleggerirono la divisa e cominciò il periodo degli amori. Una mattina Sendoh arrivò davanti alla scuola e trovò Mizuki e Koshino seduti su una panchina sotto un albero, in attesa della campana. Si avvicinò e salutò entrambi.
-Ehi!-
-Ciao Sendoh-kun! Come va?-
-Bene, e voi due invece?-
-Tutto a posto.-
Mizuki si rabbuiò un po'.
-Ho cercato di sentire i miei ieri sera, ma non mi hanno risposto.-
Sendoh e Koshino conoscevano bene la situazione di Mizuki e l'avevano sempre aiutata a sopportarla, ma a volte il loro sostegno non bastava. Serviva qualcuno che potesse tirarle su il morale, qualcuno di energico, qualcuno come...
-Ehi, ma...dov'è Akai-san?-
I due amici lo guardarono per un istante, poi Mizuki indicò dietro di lui.
-È laggiù che parla con un ragazzo. Erano già lì quando siamo arrivati.-
Sendoh si voltò e vide la ragazza in piedi di fronte ad un belloccio con i capelli ossigenati e in disordine; sembrava abbastanza sicuro di sé, ma l'espressione sul viso di Kurea lasciava intendere chiaramente che lo riteneva solo un buffone. Infatti, alcuni minuti dopo, la ragazza scosse la testa in un categorico no e semplicemente se ne andò, lasciando il ragazzo di sasso; raggiunse i suoi amici e regalò loro un sorriso smagliante.
-Buongiorno!-
Abbracciò la sua piccola amica e le diede un bacio.
-Avverto che sei imbufalita, vieni con me e ci prendiamo una ciambella al bar prima delle lezioni!-
Mizuki sorrise ed annuì; le due ragazze si allontanarono, promettendo ai compagni di rivedersi in classe. Sendoh si sedette accanto a Koshino.
-Sai chi è il biondo laggiù?-
-Da quello che ho capito è del terzo anno. Un deficiente.-
Ghignò maleficamente.
-Akai-san gli ha sbattuto in faccia la realtà, a quanto pare.-
Si riferiva all'espressione profondamente delusa e ferita del ragazzo. Sendoh fece spallucce.
-Beh, quando una ragazza carina come Akai-san ti respinge, hai ben poco di che essere felice!-
La campana suonò ed una volta in classe Koshino e Sendoh si ritrovarono vicino le rispettive compagne tranquille, sorridenti e con della glassa rosa sulle labbra.


Durante la pausa pranzo Mizuki, Kurea, Sendoh e Koshino si sedettero sotto un ciliegio e lì accadde; un ragazzo moro, non troppo alto si avvicinò a Kurea e si inchinò profondamente, paonazzo in viso.
-S-sono del primo anno, quarta sezione! Mi chiamo Kenji Nakanishi e mi stavo chiedendo, ecco, sì insomma...-
Prese un respiro profondo.
-...se ti andava di uscire con me!-
Kurea rimase in silenzio per un interminabile minuto; Kenji rimase in attesa, le spalle che tremavano per la paura e una goccia di sudore freddo che scendeva lenta lungo la tempia. La ragazza si alzò e sollevò il viso del ragazzo dal mento.
-Perché vuoi uscire con me?-
Lui sgranò gli occhi; Mizuki assunse un'espressione preoccupata e si volse verso Sendoh.
-Stai pronto a tenerla ferma...-
-Uh...perché?-
Mizuki abbassò ancora di più la voce.
-Kurea diventa una bestia quando i ragazzi si dichiarano senza nemmeno conoscerla.-
Intanto Kenji stava balbettando qualche stupidaggine e Kurea cominciava a perdere la pazienza.
-Beh, uh...ecco...sei una bella ragazza e poi ti ho guardata spesso per i corr...-
-Come mi chiamo?-
-C-cosa?-
-Ti ho chiesto come mi chiamo. Con che faccia vieni qui a dirmi che vuoi uscire con me se nemmeno sai qual è il mio nome?-
Il ragazzo a quel punto abbassò lo sguardo e senza dire nulla se ne andò, sconfitto; Kurea rimase in silenzio per un attimo, poi prese il suo bento e si allontanò dal gruppo.


-Dici che ha dei complessi per il suo aspetto?-
-Sarebbe l'unica spiegazione possibile. Il primo giorno di scuola si è bloccata perché alcuni della classe la fissavano troppo e ho dovuto smuoverla io, altrimenti sarebbe rimasta immobile e rossa dall'imbarazzo chissà per quanto.-
Sendoh scosse la testa.
-Che strano, eppure mi sembra una ragazza così sicura di sé...-
-Già. Probabilmente è per quello che ha rifiutato i ragazzi di stamattina. Sa che l'unico motivo per cui le chiedono di uscire è il suo aspetto fisico e questo la mette a disagio o le dà persino fastidio.-
-Beh, come darle torto?-
Le voci di Kurea e Mizuki li chiamarono in lontananza.
-Ehi! Dai che da Mr. Donut regalano ciambelle fino alle cinque!-
-Ma non vi siete ingozzate già stamattina?!-
-E allora?!-


Usciti dal negozio pieni come uova, i quattro amici si diressero verso un parco per smaltire l'enorme quantità di dolci ingerita; Kurea e Mizuki camminavano mano nella mano, scherzando tra di loro e ridendo come pazze. Koshino affiancò Sendoh.
-Non ho mai visto Mizuki-chan divertirsi così tanto.-
-Già. Akai-san ha un effetto magico su di lei. È una bella persona.-
Arrivati alla parte opposta del parco, Mizuki sbadigliò.
-Io vado a casa, ci vediamo domani!-
Koshino si fece avanti.
-Ah, vengo con te, abito nella tua stessa zona!-
Kurea salutò i due amici, poi guardò Sendoh.
-E tu dove abiti?-
Il ragazzo indicò un luogo dall'altra parte della strada.
-Ho un appartamento laggiù, vicino al ponte.-
-Hai?-
-Sì, vivo da solo.-
Gli occhioni azzurri lo guardarono, colmi di curiosità.
-Come mai?-
Sendoh sorrise.
-Beh, la mia non è una delle famiglie più unite. I miei hanno divorziato, mio padre si è sposato con una donna che non mi può vedere. Cose complicate.-
Kurea assunse un'espressione dispiaciuta.
-Oh...dev'essere dura...-
Lui si passò una mano tra i capelli.
-Dopo un po' ci si abitua.-
Si guardò intorno per un attimo, poi sospirò.
-Dove abiti? Ti accompagno.-
-Oh, grazie! Di là!-
Durante il tragitto i due non si parlarono molto, ma l'atmosfera era rilassata; Sendoh si sentiva bene e quello gli bastava. Kurea era una buona compagnia anche nel più assoluto silenzio; il suono dei suoi passi regolari, quasi a tempo di musica, i suoi capelli chiari ondeggianti alla luce rossa del tramonto e la divisa blu mare che faceva risaltare la sua pelle chiara erano tutte piccole cose che per qualche motivo rasserenavano l'animo di Sendoh. La ragazza si fermò di fronte ad una villetta azzurra circondata da un cancello nero.
-Eccoci!-
S
endoh osservò la casa.
-Woah! È enorme!-
-Beh, siamo in tanti. Mentre io ero via, mio fratello è tornato a vivere qui per un po' e adesso sta cercando un appartamento per liberare la camera degli ospiti.-
-Mentre eri via? Vuoi dire che sei andata ad Osaka da sola e i tuoi sono rimasti qui?-
Lei annuì.
-Akai-san...-
Gli occhi azzurri si volsero verso di lui.
-Mh?-
-Perché sei andata ad Osaka?-
La ragazza abbassò lo sguardo e si mise a grattare la punta della scarpa sul cemento.
-Non mi va di dirtelo...-
Puntò gli occhi in quelli di Sendoh.
-Non ancora...-
Lui sospirò.
-Va bene...-
Fece per girarsi per andare via, ma si fermò e guardò la ragazza.
-Ah...senti...-
-Sì?-
-Domani ci sono le selezioni per la squadra di basket e Koshino ed io partecipiamo...-
Il viso di Kurea si illuminò di un sorriso.
-Davvero? Wow! Non lo sapevo!-
-Già...durano all'incirca un'ora e sono subito dopo le lezioni e mi chiedevo se...ecco...-
Prese un lungo respiro.
-...se ti andava di aspettarmi, così da poter tornare a casa insieme come oggi.-
-Oh...-
Le gote della ragazza si colorarono di un bel rosa mentre si avvolgeva una ciocca di capelli intorno all'indice.
-Certo, volentieri!-
Sendoh sorrise.
-A domani allora.-
-A domani!-

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Capitolo 4
*** Preludio ***


La campanella risuonò per l'istituto e gli alunni ritirarono i libri, pronti ad uscire; Kurea e Koshino restarono in classe ad aspettare Sendoh e Mizuki per poi andare in palestra. Quando i due compagni entrarono trovarono Kurea sdraiata sul banco, con la testa all'indietro e i capelli a cascata, intenta a giocare con un GameBoy; Koshino era seduto sul banco accanto che guardava fuori dalla finestra. La ragazza spense il dispositivo e si alzò.
-Ciao! Pronti per andare?-
-Prontissimi!-
Raccolsero le borse e scesero al piano terra; davanti alle porte chiuse della palestra c'era già un discreto numero di ragazzi in attesa del coach. Qualcuno di loro squadrò Mizuki e Kurea e fece loro l'occhiolino, ma le due amiche erano troppo prese dai loro compagni per accorgersene.
-A me piace così tanto il basket, ma sono un'imbranata totale! Nei tiri liberi qualcosa di buono faccio, ma per il resto...inciampo sempre, mi cade il pallone, sono proprio una tonta.-
Mizuki si poggiò una mano sulla testa, ad indicare la sua scarsa altezza.
-Che dovrei dire io? Quando giochiamo in palestra i miei compagni di squadra nemmeno mi vedono, talmente sono bassa...-
Sendoh sorrise.
-Allora un giorno ci mettiamo d'accordo per andare al parco e vi insegniamo qualcosa, che ne dite?-
-Sarebbe fantastico!-
Le porte della palestra si spalancarono ed apparve un uomo sulla cinquantina, con i capelli scuri e un principio di brizzolatura sulle basette; la sua espressione truce e il suo sguardo serio spaventavano a morte, ma non appena parlò i ragazzi capirono che era tutta apparenza. Diede istruzioni sugli esercizi da fare e poi lasciò che i giocatori si organizzassero da soli; dopo la prima ora di allenamento, tutti furono d'accordo per lasciare a Sendoh il compito di formare la squadra. Il suo talento e la sua voglia continua di incoraggiare i compagni lo resero ben presto il candidato migliore per il posto di capitano; dai bordi della palestra, Mizuki e Kurea assistevano agli allenamenti in silenzio, ma con due meravigliosi sorrisi stampati sulle labbra. Al termine dell'allenamento i due ragazzi raggiunsero le compagne prima di andare a cambiarsi; le loro magliette erano fradicie e i capelli di Sendoh erano scesi sui suoi occhi scuri, nonostante avesse tentato di tutto per farli restare su anche dopo la partita.
-Niente male eh?-
-Grandioso!-
-Una prova divina!-
Kurea e Mizuki si tapparono il naso con due dita e sorrisero agli amici.
-Ora che ne dite di andare a fare una doccia?-
Sendoh e Koshino si guardarono sbigottiti; Sendoh tirò su il collo della maglietta e lo annusò, Koshino sollevò un braccio e si avvicinò all'ascella. Le espressioni dei due cambiarono di colpo e con un sorriso imbarazzato si allontanarono dalle ragazze.
-Ehehe, ci vediamo dopo!-
-Vi aspettiamo nell'atrio!-


-Akai-san?-
Kurea si voltò verso Sendoh; stavano tornando a casa insieme, ma la ragazza era un po' trasognata, guardava più il cielo che la strada e più di una volta Sendoh aveva dovuto fermarla per evitare che andasse a sbattere contro un palo o una staccionata. Lo guardò con i suoi grandi occhi azzurri.
-Mh? Cosa c'è?-
-Non so, ti vedo distratta.-
Lei sorrise.
-Oggi Koshino mi ha fatto intendere che vorrebbe uscire con Mizukin e mi ha chiesto qualcosa su di lei. Stavo pensando a come aiutarlo.-
Sendoh roteò gli occhi al cielo.
-Mi tormenta da mesi con questa storia. Adesso che sei arrivata tu forse avrò un po' di pace.-
Kurea scosse la testa.
-No no no, rassegnati, vuole l'aiuto di entrambi!-
-Argh, non me ne libererò mai.-
-Se ti tormenta da mesi, perché non hai mai provato a dargli una mano?-
Lui arrossì e distolse lo sguardo da quello della ragazza.
-Mbeh...non sono esattamente la persona più giusta a cui chiedere una mano.-
-Perché sei egoista o perché per te le donne sono di un altro pianeta?-
Sendoh fece spallucce.
-L'egoismo non c'entra, solo non sono esperto in materia.-
Kurea fece un sorriso furbetto.
-Quindi non hai mai avuto una ragazza?-
Il ragazzo si imbronciò.
-Certo che l'ho avuta, ma ha fatto tutto lei. Non mi ha nemmeno dato il tempo di corteggiarla. Comunque non stavamo parlando di me, ma di Koshino e Mizuki-chan!-
La risata di Kurea risuonò per la strada vuota.
-Tranquillo, troveremo un modo per aiutarlo!-
Si voltò verso il cancello della sua villetta e fece un lungo fischio; il suo Shiba Inu arrivò di corsa, tenendo tra i denti il guinzaglio. Kurea fece uscire il cane, lo legò e continuò la strada con Sendoh. Il ragazzo continuò il discorso.
-Che tu sappia, Mizuki-chan sarebbe interessata a Koshino?-
-Credo proprio di sì. Quando si parlano, i suoi occhi si illuminano, l'hai notato?-
Sendoh scosse leggermente la testa.
-Uhm, no, sinceramente no.-
-Non hai proprio il mio stesso sesto senso per queste cose!-
Kurea indicò i suoi occhi azzurri e la sua bocca rosea.
-Quando piaci ad una ragazza i suoi occhi brillano, le sue labbra fremono e il suo cuore è in tempesta!-
Assunse un'espressione saccente.
-Mizukin ha tutti questi sintomi, quindi è ovvio che sia cotta di Koshino!-
-Sembri esperta in materia.-
-Anche io ho avuto un ragazzo, cosa credi?-
Sendoh fece spallucce.
-
Visto come li rifiuti, è strano che tu ne abbia avuto uno.-
La ragazza sembrò irrigidirsi.
-Yuushin era diverso da quelli dell'altro giorno. Lui ha passato mesi e mesi a conoscermi e non vedeva solo il mio aspetto.-
Abbassò lo sguardo verso il cagnolino.
-Nessuno mi conosce meglio di lui...-
-Perché è finita?-
Kurea si ravviò i capelli.
-Lui è di Osaka. Ci siamo lasciati quando sono tornata qui a Tokyo.-
Sendoh ebbe per un attimo l'intenzione di chiederle nuovamente il motivo per cui si fosse trasferita, ma evitò di farlo.
-Domani ti va di andare a scuola insieme?-
Il ragazzo guardò la compagna, stupito.
-Ah...uhm...-
Arrossì, imbarazzato.
-Certo...a che ora passo?-


-Mizuki-chan, vuoi un onigiri?-
La ragazzina si voltò verso Koshino, che le stava offrendo il suo bento, e sorrise.
-Grazie!-
Prese una polpetta di riso e tornò a guardare il cancello d'ingresso della scuola; Kurea e Sendoh erano un po' in ritardo. Addentò l'onigiri e sospirò. Koshino sembrò leggerle il pensiero.
-Arriveranno. Sendoh è il re dei ritardi, forse persino l'imperatore.-
Mizuki ridacchiò.
-Lo so bene, ma è Kuu-chan che mi preoccupa! Non è mai in ritardo.-
Proprio mentre lo diceva, Kurea apparve insieme a Sendoh; la ragazza aveva una mano sulla spalla del compagno per reggersi, dato che aveva le lacrime agli occhi e si teneva la pancia per il gran ridere. A quella scena, Mizuki e Koshino rimasero di sasso. Quando erano diventati così amici quei due? La pausa pranzo arrivò in fretta e il gruppo si riunì nel cortile; Kurea e Sendoh si sedettero vicini e ripresero a sghignazzare. A quel punto, Mizuki punzecchiò l'amica con le hashi e le fece segno di andare a parlare in privato. Sole sotto un albero, Mizuki chiese spiegazioni a Kurea.
-Beh?-
-“Beh?” che cosa?-
-Da quando siete così...così...uniti?-
Lei per tutta risposta sorrise.
-Me l'hai detto tu di legare con loro e io lo sto facendo! Dovresti provare anche tu, sai?-
Mizuki avvampò.
-Che intendi dire?-
-Perché non chiedi a Koshino di uscire? Che ne so, andate al luna park, a prendere un gelato, ma uscite insieme!-
La ragazzina scrollò la testa, più imbarazzata e rossa in viso che mai.
-No no no! Non riuscirò mai a fare una cosa simile!-
-Ma devi farlo. Ne va delle tue ultime chance con lui.-
-Ultime chance...?-
-Koshino ha già un discreto numero di fan da quando è nella squadra di basket, non lo hai notato?-
Mizuki fece tristemente segno di no; Kurea fece spallucce.
-Forse io me ne sono accorta perché sono in classe con lui. Il punto è...lo farai oppure starai a guardare mentre un'altra te lo soffierà da sotto il naso?-
Sendoh osservò le due amiche in lontananza mentre discutevano; Koshino sospirò.
-Non riuscirò mai a conquistarla.-
-Finché non ti metterai d'impegno, no di certo.-
-Che dovrei fare?-
-Chiederle di uscire, ad esempio.-
-Che?! Tu sei fuori.-
Il ragazzo si ravviò i capelli neri.
-Perché? Le chiedi di andare che ne so al luna park, o a prendere un gelato ed il gioco è fatto, no?-
Koshino restò in silenzio, pensieroso; mentre rimuginava tra sé e sé, le ragazze tornarono da loro e tutti insieme conclusero il pranzo. Poco prima di entrare in classe, Sendoh si avvicinò a Kurea e le bisbigliò all'orecchio.
-Missione compiuta.-

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Capitolo 5
*** Armonia ***


La fine settimana arrivò in fretta e con essa anche l'appuntamento di Mizuki e Koshino. E non solo.
-Li vedi?-
-Sì, sono davanti al cancello, stanno facendo i biglietti.-
-Perfetto, appena entrano andiamo a farli anche noi. Non dobbiamo perderli di vista!-
Kurea indossò gli occhiali scuri e tirò per una manica Sendoh; il ragazzo la guardò e gli venne da ridere. La sua compagna indossava degli occhiali da sole extralarge e aveva tirato su i capelli in uno chignon per evitare di essere facilmente riconoscibile. Lei schioccò la lingua contro il palato.
-Tsé, non ridere! È strategia! Andiamo.-
Una volta entrati nel luna park, si guardarono intorno; Sendoh adocchiò la coppia di amici e trascinò con sé Kurea. La ragazza osservò cautamente Mizuki e Koshino. Scherzando, cominciò ad imitare i protagonisti dei film d'azione.
-I soggetti sono fermi al banchetto del tiro a segno. Uno è armato di airsoft gun e mira ad una lattina. La missione procede senza intoppi. Necessito una stramaledetta granita.-
Sendoh sghignazzò.
-Non cominciare. O li pediniamo o ci fermiamo ogni due minuti a mangiare porcherie.-
Kurea abbassò gli occhiali da sole e controllò le attività degli amici, senza uscire dal suo personaggio.
-Koshino è una sega al tiro a segno, direi che abbiamo all'incirca due minuti e mezzo, più che sufficienti per l'acquisto di due granite, una alla menta e una...a quello che ti pare.-
In pochissimo, il ragazzo tornò con quanto richiesto; la coppia si spostò verso un'altra attrazione e Kurea agguantò l'amico per portarlo con sé. La mattinata trascorse senza intoppi fino all'ora di pranzo; Mizuki e Koshino avevano deciso di uscire dal luna park e dirigersi verso un ristorante poco più in là, perciò uscirono dal cancello e svoltarono a sinistra. La marea di folla fece separare Kurea e Sendoh per un po' e quando si ritrovarono si guardarono attorno, spaesati.
-Accidenti, li abbiamo persi!-
-Già...non li vedo da nessuna parte.-
Il ragazzo sospirò e si mise le mani in tasca.
-Che facciamo?-
Kurea si tolse gli occhiali.
-Beh, abbiamo pagato i biglietti e ancora non siamo saliti su nessuna giostra. Che ne dici?-
Indicò un tunnel dell'orrore e Sendoh annuì; cominciarono così a provare tutte le attrazioni e verso le cinque decisero di andare a mangiare qualcosa, più che soddisfatti. Mentre si dirigevano verso l'uscita, Kurea adocchiò qualcosa e tirò Sendoh con sé fino ad una cabina per le fototessere; la ragazza guardò l'amico, sorridendo.
-Che ne dici? In ricordo del nostro primo appuntamento!-
Sendoh avvampò.
-...che?-
Lei scoppiò a ridere.
-Scherzo! Dai, scattiamone due!-
Sendoh entrò e Kurea si sedette sulle sue gambe.
-Sorridi!-
Usciti dalla cabina con le foto, raggiunsero una pasticceria e si presero due ciambelle; davanti alla villetta di Kurea, Sendoh prese una delle due foto e la osservò.
-Che faccia da idiota che ho.-
La ragazza ghignò.
-La prossima andrà meglio.-
Lui mise la foto in tasca e guardò l'amica.
-Beh, io vado. A domani Akai-san.-
-Kurea.-
-Mh?-
Lei scosse la testa.
-Smettila con l'onorifico. Sono solo Kurea.-
Sendoh sorrise.
-Allora io sono solo Akira.-
-D'accordo. Akira.-
-Kurea.-
I due ridacchiarono.
-A domani allora!-
-Sì, a domani.-

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Capitolo 6
*** Assolo ***


Una sera, Kurea era seduta sul divano insieme a sua madre; il pancione veniva scosso ogni tanto da un piedino e Aiko si divertiva ad osservare i movimenti. Ad un tratto si voltò verso la figlia.
-Kuu-chan, mi vai a comprare delle ciliegie?-
-Che?! A quest'ora?-
L'orologio segnava le ventidue meno venti.
-Dai, ti prego, ho una voglia da gravidanza!-
-Ngh, va bene, ci provo. Ma non ti assicuro nulla eh!-
Prese le chiavi di casa, il portafogli ed uscì di corsa; attraversò il ponte sul fiume e raggiunse la piazza del mercato, sperando di trovare ancora un banco aperto, ma senza successo. Continuò verso la via commerciale e vide la luce dell'ortofrutta accesa. Entrò nel negozio bussando sulla porta aperta.
-Uh, ehi? C'è nessuno? Lo so che è tardi, mi dispiace, ma avrei bisogno di un po' di ciliegie!-
Dal retro uscì un vecchietto che la guardò.
-Signorina, ma lo sa che ore sono?-
La ragazza si inchinò, dispiaciuta.
-Lo so, lo so, mi scusi davvero, ma mia madre è incinta e le vengono le voglie alle ore più improponibili!-
L'omino scoppiò a ridere.
-Ah beh, se è così allora va bene!-
Fatto l'acquisto, Kurea prese la strada verso casa; nell'attraversare il ponte, intravide una figura correre verso di lei. Man mano che si avvicinava, la ragazza riconobbe Sendoh che, con i pantaloncini della divisa di basket e la felpa, correva ad un ritmo regolare, probabilmente per allenarsi; il ragazzo chinò la testa da un lato quando la vide e si fermò accanto a lei.
-Ehi!-
-Oh, ciao!-
-Che fai in giro a quest'ora?-
Kurea mostrò il sacchetto colmo di frutta.
-Voglie da gravidanza.-
Lui sorrise.
-Quanto manca?-
La ragazza osservò un punto in lontananza, verso casa sua.
-Circa sei mesi.-
-E come si chiama?-
-Miyuki.-
-Oh, una bimba!-
-Già.-
Sendoh si sentì strano improvvisamente; era come se Kurea volesse solo scappare da lui con quelle risposte rapide e concise e questo gli diede fastidio. Abbassò lo sguardo al terreno e sistemò il cappuccio della felpa.
-Beh...ci vediamo domani.-
Kurea annuì e voltò le spalle, allontanandosi in tutta fretta; Sendoh restò ad osservarla finché non sparì dietro il ponte. Sospirò e cercò di scrollarsi di dosso quella sensazione ma il turbamento si rifletté anche sui suoi sogni, trasformandoli in orribili incubi.
 
Il campanello di casa Akai suonò; la porta si aprì e Mizuki, Sendoh e Koshino si ritrovarono di fronte alla madre di Kurea. La donna sorrise e li invitò ad entrare.
-Mizukin! Non ti vedevo da tantissimo, fatti abbracciare!-
La ragazzina non se lo fece ripetere due volte.
-Come va, Aiko?-
Lei sorrise e accarezzò il pancione.
-Beh, andiamo avanti.-
Scambiò poi due parole con i ragazzi, presentandosi e chiuse la porta d'ingresso.
-Venite, vi accompagno da Kurea!-
La casa era enorme, ben arredata e decorata con vasi di fiori su ogni mobile; attraversarono il corridoio d'ingresso e giunsero in un altro che lo tagliava in perpendicolare. Lì, al fondo a sinistra, dopo tre porte disposte per tutta la lunghezza, un'altra porta si affacciava sul corridoio. Aiko si diresse verso di essa e provò a bussare.
-Mmm, deve avere le cuffie oppure il volume molto alto.-
Sendoh lanciò un'occhiata a Mizuki e l'amica imitò il gesto di suonare un violino; il ragazzo ebbe un lampo, ricordandosi la scheda di Kurea scritta da Koshino. Aiko aprì la porta e fece segno di entrare; seduta al centro della stanza, con un leggio di metallo di fronte a lei ed uno spartito lunghissimo poggiato su di esso, Kurea stava eseguendo alcuni pezzi sul violino con una maestria indescrivibile. La sua concentrazione le impedì persino di sentire il rumore della porta che si chiudeva e, finché non terminò lo spartito, non si guardò intorno; solo dopo aver riposto il violino nella custodia ed essersi voltata si accorse di non essere sola.
-Oh. Salve!-
Il gruppo si spostò nella camera di Kurea, al piano superiore; Sendoh osservò la stanza. Le pareti erano azzurre e il pavimento di legno chiaro, i mobili bianchi riflettevano la luce che entrava dai due finestroni affacciati sulla strada ed ogni quadro appeso nella stanza riportava la firma di Aiko. Una fotografia sulla scrivania catturò lo sguardo di Sendoh; ritraeva un ragazzo alto, con i capelli castani scurissimi e gli occhi nocciola. Sembrava parecchio più grande di Kurea.
-Da che cosa volete cominciare?-
Sendoh si voltò e vide che i suoi tre compagni si stavano preparando per studiare; si sedette con loro ad un tavolo posto di fronte ad una libreria e prese i suoi libri. Mizuki si spostò un ciuffo di capelli dal viso.
-Io ho bisogno di rivedere matematica. Alcuni esercizi non mi riescono in alcun modo.-
Koshino osservò il quaderno della compagna.
-Se vuoi ti do una mano io...-
Lei si illuminò.
-Davvero? Come posso ricambiare?-
-Beh...come te la cavi in storia? Perché io sono una frana.-
Kurea diede una rapida controllata al suo diario e lo chiuse; aprì il libro di testo di letteratura giapponese e il quaderno. Quando fece per prendere la penna, si accorse che Sendoh la stava sbirciando; il ragazzo avvampò.
-Mmm...cosa devi fare?-
-Letteratura. Tu?-
-Inglese. Lo odio.-
-Se vuoi una mano...-
-Per ora no, ti ringrazio...-
-Ok.-
Il pomeriggio di studi terminò alle sei di sera; Mizuki e Koshino si congedarono e si diressero verso il parco, Sendoh invece fece per andare dalla parte opposta, ma la voce di Kurea lo fece fermare. Si voltò a guardare la compagna, rimasta sulla soglia del cancello.
-Mh? Cosa c'è?-
Lei si mise a intrecciare le dita, con lo sguardo basso.
-Io...beh...mi spiace.-
Il ragazzo chinò la testa da un lato.
-Uh?-
-Mi sono distaccata un po' in questi giorni, ho notato che te ne sei accorto e che...ecco, non ti ha fatto piacere.-
Sendoh avvampò e girò lo sguardo verso la strada.
-Non posso negarlo.-
Kurea gli andò accanto.
-Mi sono sentita un po' sola in questo periodo...sai, mio padre sempre fuori per lavoro, la sorellina in arrivo, mio fratello gemello con il suo giro di amici e il maggiore che lavora. Nonostante abbia incontrato voi, ho avuto un momento di debolezza e...ho avuto paura.-
Il ragazzo la guardò; stava osservando un punto lontano, come se si fosse nuovamente dissociata dal mondo, ma in realtà stava rivivendo dei momenti.
-A Osaka non conoscevo nessuno. Ho passato i primi quattro mesi di scuola nella solitudine più totale.-
Sospirò.
-Temevo che si ripetesse la stessa storia qui. Ma qui, anche se non posso fare affidamento sulla mia famiglia, non sono sola. Ci siete voi tre.-
Sorrise, avvampando.
-E per questo vi sono molto grata.-
Sendoh scrollò le spalle.
-È la stessa sensazione che ho io.-
Kurea lo guardò, confusa; lui le sorrise.
-I miei sono divorziati, io vivo da solo e non posso fare affidamento su nessuno...a parte voi tre.-
Si strinse nell'uniforme, mettendo le mani in tasca.
-Per Mizuki-chan è lo stesso. E Koshino non è da meno. Siamo tutti sulla stessa barca.-
La ragazza incrociò le braccia sul petto.
-Non ci avevo pensato...ora mi sento ancora più stupida.-
Sendoh ridacchiò.
-Non possiamo pensare sempre e solo agli altri. A volte dobbiamo essere egoisti. Comunque...-
Guardò gli occhi azzurri dell'amica.
-...scuse accettate. E ricorda che non devi mai dubitare di noi.-
-Già...-
-Devo andare, ho una tonnellata di roba da lavare e, di conseguenza, da stirare. Ci vediamo domani.-
Kurea gli fece un cenno con la mano.
-A domani.-

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