We are indiestructibile, we are untouchable

di BIgBadVampire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'Incontro ***
Capitolo 2: *** Una nuova razza selvatica ***



Capitolo 1
*** L'Incontro ***


Lunedì 3 novembre 2014. Un giorno come un altro per Damon Salvatore. Un pomeriggio passato tra sigarette alcool e scherzi crudeli con gli amici, mancava solo un'ultima cosa per completare il ciclo monotono delle sue giornate: andare alla bottega del suo amico Alaric. Chiamarla "bottega" è un suo modo di dire, era un semplice bar, pieno dei soliti personaggi particolari e assai bizzarri, e suoi amici. Il locale era famoso perche offriva ogni forma di intrattenimento possibile: cibo, bevande di tutti i tipi, chiacchierate amorevoli e anche una zona svago per i più piccoli dove c'erano videogiochi anni 80 che anche se passati di moda non annoiano mai. Si appoggio sul bancone e vide immediatamente il suo bicchiere di bourbon liscio già pronto, lo prese e comiciò a sorseggiarlo con gusto; ottima annata quasi eccellente. Mentre beveva il buon barista apparve alle sue spalle esclamando: << Giornata fiacca? ti vedo un po' più lento oggi >>. Girando il capo e fissando il buon vecchio confidente con espressione sia riflessiva sia non curante allo stesso rispose in modo semplice e tranquillo: << Bah, la solita giornata alla Damon, nulla di nuovo e nulla di noioso. Che ore sono Al? >> Alaric gli indicò l'orologio attaccato al muro dietro di loro: << 19.28, Mezz'ora e chiudo, riapro alle nove poi c'è l'Happy hour non mancare >> Non rispose a parole gli fece un sorriso e alzo il bicchiere di vetro verso di lui in segno di affermazione, anche se il barman non l'aveva visto perché ormai si era girato ed era andato via a servire altri clienti, ma sapeva che non sarebbe mancato, non è un Happy hour senza Damon Salvatore, lo sapeva lui stesso, Alaric e tutto il resto del gruppo. Le 19:29 nulla di anormale fino a quel momento e non ci sarebbe stato motivo di pensare che quella sera la sua vita sarebbe cambiata per sempre, invece fu quello che accade. Passano quindici minuti tra una chiacchiera e l'altra e all'improvviso entrano quattro o forse cinque persone con una torta e una ragazza sottobraccio, Alaric applaude e sorride dando dei baci sulla guancia alla ragazza mentre gli altri posano la torta sul bancone cominciando a tagliarla. Matt Donovan uno dei compagni di sventura di Damon si avvicina dicendo: << Guarda Damon, una torta >> Da premettere Matt era famoso per essere il meno sveglio del gruppo e questa sua domanda da conferma alle voci. Damon lo guardo come si guarda di solito uno che da un'affermazione come"L'acqua si beve sai?" cioè un'affermazione inutile che ti fa salire i nervi. << Penso sia una festa di compleanno. La ragazza la sotto, non la vedo bene ma mi sembra lei la protagonista >> << Che si fa? >> chiese Matt imbarazzato <> << Fa quello che vuoi >> Dopo avergli dato un paio di pacche sulla spalla, disse con tono fiero: << Io mi mangio un po' di torta> Si alzo si fece spazio e prese due fette in un unico piatto e usci dal bar, voleva mangiare in santa pace. Fuori la porta del bar appoggiato alla colonna, si gustava la torta mentre una leggera brezza gli muoveva i suoi capelli neri, non gli dava fastidio anzi era quasi piacevole. Era tutto tranquillo finché... << EHI >> Una voce acuta distrusse la calma del momento, Damon si sorprese di quel suono quasi si spaventò. Si girò e la vide. Alta, magra, capelli castani, occhi nocciola, sinuosa, seno piccolo si ma un lato B davvero attraente, qualche piccola lentiggine sul naso e un colorito veramente pallido. Carina soprattutto con quel vestito attillato nero che indossava, ma la sua espressione era il vero problema: indicava Damon con un dito sorpresa e incuriosita: << è la mia torta quella? >> Damon a bocca quasi piena rispose: << Forse>> << Stai mangiando la mia torta? Ci ho messo tanto a farla >> << I miei complimenti è buona >> La ragazza rimase lì a bocca aperta e intanto un altro ragazzo si avvicina a lei abbracciandola e guardando la sua espressione disse: << Cosa c'è Katerina? >> << Elijah, guarda >> Il ragazzo guardo il ruba-torta e affermo: << Oh Damon quanto tempo >> Elijah non proprio un altro compagno di avventure di Damon, ma un tipo con cui ogni tanto nasceva una buona chiacchierata. << Elijah, mi fa piacere rivederti >> La ragazza s'intromise << Sta mangiando la mia torta digli qualcosa >> I ragazzi si guardarono senza sapere che dire, la ragazza sorrise e ritorno dentro, non le ha dato fastidio il gesto, anzi ha apprezzato che uno sconosciuto abbia gradito i suoi sforzi, ma era troppo testarda e arrogante per ammetterlo quindi torno con gli altri a festeggiare. Elijah la seguì subito dopo e in contemporanea Matt usci dal locale. << Perche non entri Damon? Ci si diverte >> Fissando prima lui e poi la porta del locale disse alzando le spalle. << Nah, me ne torno a casa torno tra un po' >> Finita la frase butto via il piatto dove prima c'era la torta. Andando via senti la canzone "tanti auguri a te" ma non senti il nome, non gli interessava. Andò via e non si guardo indietro. Una giornata normale per lui, ma quel nome che non ricordava e quell'incontro dovuto a un pezzo di torta gli avrebbe scombussolato la vita. Anzi quella torta avrebbe scombussolato la vita di entrambi. Solo che ancora non lo sapevano...

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Capitolo 2
*** Una nuova razza selvatica ***


Un normale pomeriggio, una tipica conversazione del dinamico trio << Andiamo Mason, mi serve una mano >> << Scordatelo Matt >> Mason Lockwood. Ragazzo simpatico e tranquillo, ha la stessa età di Damon 20 anni, menefreghista tanto quanto lui, se non di più, soprattutto verso le donne dopotutto non ha avuto molta fortuna nell'ultimo anno. << E tu Damon? Tu mi aiuterai vero? >> << Ho da fare, mi dispiace >> << Ma stai andando al bar >> << Quindi? È pur sempre qualcosa da fare >> 21 dicembre 2014. Un pomeriggio freddo ma sopportabile, i ragazzi si stavano avviando verso il bar, in cerca di un luogo tranquillo, dove riscaldarsi e chiacchierare. << Per favore ragazzi, v'imploro >> Matt ripeteva le solite richieste solo che il soggetto era sempre diverso. << Damon ti prego, tu ci sai fare. Questa ragazza è di sicuro quella giusta, mettici una buona parola >>. Damon non ascoltava, non gli importava. Ormai era una routine se non settimanale almeno mensile. Le prime volte l'hanno aiutato senza problemi ma Matt era davvero negato con le donne gli altri lo avevano capito solo lui non se ne era ancora reso conto. Durante le suppliche Mason senti il telfono squillare e lo prese esclamando: <>. Si mise a correre e salutava con la mano senza guardarsi indietro. Matt continuò a implorare per altri venti minuti abbondanti ma Damon non rispose a nessuna delle sue suppliche. << Sai che ti dico? Faccio da solo ciao >> Matt se ne andò indispettito verso casa, ma sapeva che senza aiuto non avrebbe avuto possibilità e nonostante anche Damon lo sapesse, non fece nulla lo lasciò andare e continuo a camminare verso il bar. Appena entrato nel locale Damon, sentì subito il cambio di temperatura, si levò il giubbino di pelle e lo poso sul primo sgabello che trovò. Si guardò intorno al locale, non era pieno come il solito ma l'affluenza non mancava, era pronto a sorseggiare il suo drink sentiva già l'odore del whisky appena stappato, ma non andò come previsto. Una cosa gli fu subito evidente, oltre il bancone non c'era il solito Alaric a pulire i bicchieri di vetro, no c'era lei la festeggiata dell'ultima volta ma aveva qualcosa di diverso: era... triste. La ragazza era cupa con la testa rivolta verso il basso con i capelli che le coprivano il viso e i gomiti che appoggiati sul bancone, silenziosa e immobile, tutto il contrario dell'ultima volta che l'aveva vista. Damon si appoggio anche lui come lei sul bancone e quando si trovava di fronte a lei, cercò di attirare la sua attenzione: << Sei l'ombra di Al? >> Funzionò la ragazza alzò la testa e lo guardò. Damon le sorrise dicendo: << Hello Sunshine (Salve splendore) >> La ragazza non rise lo guardò malissimo con i suoi occhi nocciola. << Che cosa vuoi ruba torte? >> Anche se la frase non era minacciosa il tono che usò, era quasi spaventoso. Damon spalancò gli occhi, sembrava pericolosa forse lo era davvero. << Ho tanti soprannomi ma ruba torte non mi si addice, mi chiamo Damon e tu? >> La ragazza esitò qualche secondo e rispose scocciata: << Katherine, Katherine Pierce >> Damon allora si mise in posizione eretta e disse: << Allora Katherine, cosa c'è? Non ti trovi nel tuo ambiente naturale? >> Lei accennò un sorriso ma per un millisecondo, poco ma abbastanza da permettere a Damon di accorgersene, allora cominciò a pensare a come farla ridere, lui sapeva che l'unico modo per far parlare qualcuno è ridere. Si schiarì la gola, fece finta di prendere un microfono e cominciò: << La Katherine Pierce selvatica ha un habitat di 2 metri per 5 è altamente aggressiva e può essere pericolosa >> Lei scoppiò in una risata fragorosa e lì Damon la vide: la luce che aveva, era bella e calda tutto ciò proveniva dal suo sorriso e dal suono bellissimo della sua risata, rimase affascinato nel vedere quanto era bella mentre rideva, a quello spettacolo fece un sorriso anche lui. << Mi vuoi raccontare cosa è successo? >> Lei li raccontò tutto. Stava uscendo con Elijah da un po' di tempo ma era tutto molto spinto e forzato, lui era partito per il militare e lei temeva di questa lontananza, era un mese che non chiamava e non ha mandato alcun messaggio, era sparito nessuna notizia. Lei lo amava davvero e questa lontananza la stava uccidendo. Damon ascoltava tutto senza alcun tipo di giudizio e risata, era serio e non lo era da molto tempo. Voleva darle qualche consiglio, era bravo nel farlo davvero ma l'unica cosa che gli venne in mente fu. << Mi dispiace per la tua situazione, sul serio. Io ti sono vicino, quando vuoi prendere un caffè o altro e parlare sono qui, mandami un messaggio e ci organizziamo okay? >> Lei apprezza il gesto, prese il suo numero e poi Damon andò via. Rimase sorpreso, non da lei ma da se stesso, non aveva mai pronunciato quella frase a una ragazza appena conosciuta, non sapeva niente di lei eppure senti il desiderio di aiutarla, un desiderio enorme. Si volto guardando il bar e rimase a fissarlo con aria interrogativa per qualche secondo. Si fermò a riflettere del perché di questa sua affermazione e cosa avesse quella ragazza da spingerlo tanto ad aiutarla. Si rimise la giacca e se ne andò cercando di non dare peso a queste sue domande interiori, anche se in realtà lo stavano divorando. Che diavolo stava accedendo?

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