You can be king again

di Muffins
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Infazia ***
Capitolo 2: *** Adolescenza ***
Capitolo 3: *** età adulta ***



Capitolo 1
*** Infazia ***


Era una bella giornata di sole quando aprì gli occhi, cosa strana visto che ero andata a letto poco fa e pioveva a catinelle, pensai mentre lentamente muovevo qualche passo in quella radura circondata da grossi e alti alberi.
L’erba fresca sfiorava e solleticava le mie caviglie lasciate appena scoperte dal pigiama che indossavo.
Ad ogni passo mi trascinavo dietro Teddy, il mio orsacchiotto e ad ogni passo riuscivo a percepire sempre piu chiaro il profumo del mare,  il suono delle onde che si infrangevano tra gli scogli e i gabbiani che cantavano tra di loro.
e poi finalmente la vidi, la baia che tanto avevo cercato. Davanti a me un mare quasi trasparente, una spiaggia bianca e oro.
Il paesaggio alle mie spalle era mutato così velocemente, troppo. Era passato da una fitta foresta ad un boschetto con pochi alberi e l’erba era improvvisamente scomparsa, aveva lasciato il posto ad un dirupo con pietre affilate e taglienti, abbassai lo sguardo da quella paradisiaca baia degna di ogni migliore sogno a quel dirupo buio e nebbioso di cui non si intravedeva nemmeno la fine.
Fu come quando il cuore ti sale in gola per l’ondeggiare troppo veloce dell’altalena, il cuore accelerò e gli occhi da prima spalancati per la meraviglia si chiusero come a voler scacciare quell’immagine.
Ma come accade nei migliori sogni o cominci a volare o il tuo angelo custode corre a salvarti, il mio però non lo ricordava tanto, aperti gli occhi una volta al sicuro tra le sue braccia riusci a definire bene i contorni dell’uomo che mi aveva salvato dal precipizio
e tutto ricordava meno che un Angelo custode


 


emma da piccola con teddy



Scesi rapidamente dalle sue braccia fini ma muscolose e notai che alla fine di una di esse, dove di norma ci dovrebbe essere una mano, un lungo e ricurvo uncino brillava al riflesso del sole.
mi spaventai e strinsi piu forte il mio orsacchiotto, ancora pensavo che un uomo con un uncino poteva e sapeva essere solo pericoloso.
Mi appoggiai con la schiena al al tronco di  un albero sentendomi tremendamente piu al sicuro a quella distanza, abbastanza al sicuro per poter continuare a scrutarlo.
Risali lentamente dall’uncino fino al viso dove un dolce sorriso cercava di convincermi che non c’era pericolo con lui.
i capelli neri si abbinavano perfettamente alla giacca lunga di pelle nera lasciata appena aperta sul petto, una lunga collana con un teschio come pendente ricadeva su di un panciotto nero anch’esso chiuso da un elegante spilla. Continuai a guardarlo puntanto i miei occhi verdi sui suoi incedibilmente celesti.
Mi sembrava di essere rimasta a guardarli per un esistenza intera e invece era stato solo un fugace sguardo, il tempo di un passo che ci divideva.
abbassai lo sguardo sulla mano che mi tendeva e notai che all’altra mano non aveva niente, capi allora che non era pericoloso.
Mi apri in un grosso sorriso e lo abbracciai come per ringraziarlo, da piccola ero un po piu espansiva che da adulta.
Entrambi si sorrise, poi torno alla sua statura normale e dopo avermi accarezzato la testa riprese a camminare come se non fosse successo niente.
strinsi teddy con entrambe le mani e lo segui restando indietro di qualche passo ma non dissi una parola.
scendemmo lungo la scogliera fino alla spiaggia che avevo visto dalla radura e sorrisi, lo segui ancora mentre saliva a bordo della nave che avevo visto.
Staccai il piede dal piccolo molo di legno e Sali anche io sulla grossa nave.
ispezionai la nave da cima a fondo prima di trovarlo steso su di un letto vicino ad un oblò.
aveva chiuso gli occhi come se dormisse, mi avvicinai al letto strusciando le gambe di Teddy per il pavimento polveroso, piano mi arrampicai sul letto e mi sporsi sopra la sua testa, all’improvviso apri gli occhi e sorrise. Quell’incontro con quegli occhi cosi blu mi fece cadere all’indietro e battere il sedere, lui mi guardo poi ridacchio appena e risi anche io grattandomi la testa per nascondere l’imbarazzo << io mi chiamo Emma >>  a quella vocina che mi ritrovavo non riuscì a trattenere un sorriso e mentre pronunciava il suo nome mi svegliai di soprassalto nel letto << K..Killian >> ripetei perplesso al mio orsacchiotto guardandolo seduto accanto a me sul letto.

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Capitolo 2
*** Adolescenza ***



 un raggio di sole filtrava attraverso la pesante tenda bianca ma sporca e si andava a posare
Esattamente sopra al mio libro di storia.

Abbassai lo sguardo sulla pagina illuminata mentre con due dita sistemavo la piccola montatura nera sul mio viso.
L insegnante che parlava di storia era quasi dimenticata e la sua voc era sempre piu un sussurro che alla fine non senti piu.


erano spariti e adesso,al suo posto, dei pesanti muri di legno scuro, un profumo di salsedine e una brezza leggera che spettinava i ciuffi biondi scampati alla coda.









Capi subito dove mi trovavo, sorrisi mentre mi alzavo da quella scrivania ricoperta di carte nautiche e a lunghi passi raggiunsi la porta che dava sul grosso ponte della nave.

Come l apri il vento mi fece appena tremare per il cambio improvviso di temperatura e cosi mentre mi stringevo nel maglione che stavo indossando lo vidi al timone della sua nave,  scrutava il cielo davanti a noi con il suo cannocchiale tascabile e sembrava non essersi accorto di me.

Mi apri in un leggero ma dolcissimo sorriso mentre a passi lenti e silenziosi mi avviai nella sua direzione.
Ad uno ad uni sali i grossi e cigolanti gradini che mi dividevano dall 'uomo.
Pensavo che ad ogni cigolio si sarebbe voltato e allora la mia sorpresa sarebbe sfumata come la schiuma delle onde che si infrangevano sulla sagoma della nave.

mi arrampicai fino all'ultimo gradino e sorrisi ancora fiera di non essermi fatta sentire.
Un passo avanti all altro e poi svelta in punta di piedi per arrivare a quel suo viso ancora troppo in alto e grande per me.
Tappai i suoi occhi trattenendo appena una risatina piena di gioia nel rivederlo.

Senti le sue mani posarsi sulle mie e la sua Risata mischiarsi alla mia poi pronunciare il mio nome << hai indovinato >> slacciai la presa intorno all suo collo e tornai  con i piedi per terra, mi fece cenno di andare vicino a lui, mi prese per le spalle e mi mise nell esatta posizione prima di lasciare ricadere tra le mie mani il piccolo cannocchiale che stava usando poco fa.

Lo guardai senza capire che fare ma con molta
Tranquillità  mi sorrise e sfiorando le mie mani lo apri e me lo porse ancora una volta.


Non mi accorsi di arrossire in quel breve secondo le nostre mani si erano sfiorate.

 << grazie >>  dissi con voce tremante mentre lui continuava a sorridermi invitandomi a guardare nel cannocchiale.
Cosi feci, appoggiai l occhio e vidi l oceano sconfinato che incontrava il sole quasi in fase di tramonto.
Lo guardai, guardava l orizzonte con uno strano bagliore negli occhi, non l avevo mai visto cosi.

Senti gli occhi pesanti come a volersi chiudere per il troppo peso e il freddo farsi spazio al di sotto dei vestiti << killian >> il suo sguardo finalmente si poso su di me mentre le guance appena rosate  si bagnavano, si inginocchio davanti a me e sorrise ancora, con l'uncino sposto una ciocca di capelli ribelle da sopra il mio viso e si avvicinÒ al mio.

Per istinto chiusi gli occhi e assottigliai le labbra come avevo visto fare in qualche film ma le sue labbra si posarono sulla mia fronte.

Riapri gli occhi e mi ritrovai di nuovo nella mia classe di storia.
I miei compagni e l'insegnante mi guardavano senza capire il motivo del mio pianto.
Mi alzai e corsi via senza una meta stringendo in mano un piccolo cannocchiale nero e ottone.

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Capitolo 3
*** età adulta ***


È arriva alla fine, si era gia scritta ho solo deciso di spezzarla.
chiedo scusa per i vari errori però pubblicando da un cellulare mi è difficile
spero che comunque la FF vi sia piaciuta e che vi abbia fatto un po commuovere come è successo a me mentre la scrivevo.
non so perché non si vedono le immagini, se qualcuno fosse cosi gentile da illuminarmi gliene sarei veramente grato.. ah dimenticavo sono indecisa se aggiungere un altro capitolo dove si incontrano con Emma adulta .. un po come nella serie tv.. fatemi sapere <3
buona lettura



Camminavo lungo il molo  appena illuminato dalla luce flebile dei lampioni che correvano lungo il viottolo di mattoni, alcuni scuri rovinati dalle onde del mare quando infuriava su quelle povere pietre appena brillantinose.

Dal mare arriva qualche folata di vento che mi costringeva a stringermi nella mia giacca a cui avevo sollevato il misero colletto con l’intento di ripararmi dal vento. Inutile .

Continuai a camminare seguendo con lo sguardo la lunga ombra al mio fianco, sembrava mi stesse sfiorando la mano come a volerla stringere per portarmi in un posto.

Non so come mi trovai davanti ad un vecchio pub costruito ancora in legno.

Titubante apri la porta cigolante e sulle tavole scricchiolanti del pavimento mi feci largo trai vari uomini: marinai, contadini e poi lui, seduto al bancone del pub.
Davanti a lui un boccale di ferro lavorato male di birra, in una mano qualcosa di piccolo e luccicante nell’altra ancora quell’uncino.  

Dopo tutto quel tempo  non era cambiato di una virgola.

Mi avvicinai a passi lenti verso di lui trattenendo il respiro e come se mi avesse fiutato si voltò ma questa volta non sorrise.
Presi posto accanto a lui e lo guardai come si guarda qualcosa che sai che potrebbe sparire da un momento all’altro.

Lui allora sorrise, rimise in tasca quello che stringeva e mi porse la mano adesso libera, la strinsi ma non sapevo cosa aspettarmi.

All’unisono ci alzammo dal bancone e in silenzio seguì i suoi passi all’esterno del locale.

Sopra di noi un manto di stelle ci indicavano la via mentre camminavamo l’uno affianco all’altro cercando di tremare il meno possibile per il freddo.

Ad ogni passo sentivo la sua presa farsi sempre più forte fino a divenire una stretta quasi necessaria come l’aria che respiri.

Camminavamo lungo una lunga strada di pietra in silenzio, spesso sentivo il suo sguardo su di me ed io, mentre lui non guardava mi perdevo nel suo sorriso incorniciato da quei due pozzi di zaffiri, i suoi occhi.

Passammo il villaggio ed entrammo nella zona portuale dove una grande nave nera ondeggiava dolcemente come cullata dalle onde.

Si fermo davanti ad una tavola di legno e puntò i suoi occhi nei miei ma non riuscì a sostenere quell’oceano cosi abbassai i miei arrossendo sulla punta delle guance.

Lo senti ridacchiare e muovere qualche passo verso di me quasi a sfiorarci con i corpi.

Alzai lo sguardo con tutto il coraggio che avevo e lo vidi sfilarsi la giacca di pelle che indossava e posarla sulle mie spalle alzando il colletto con fare premuroso e poi le farfalle nello stomaco, le sue labbra salate sulle mie e le braccia strette l’uno all’altro.

Leggevo nei libri e sentivo nei film che il bacio del vero amore fa “alzare la gamba “ quello me le fece alzare entrambe pensai nell’attimo in cui senti che si era staccato.

Riapri gli occhi e davanti a me nessuno, la sua sagoma che si allontanava con la nave.

Con le dita accarezzai le labbra che poco prima aveva sfiorato e che adesso si bagnavano di lacrime.

Lacrime di gioia e tristezza allo stesso tempo e mentre guardavo all’orizzonte la nave spiccò il volo e allora capì che quello era un bacio d’addio e che l’unica cosa che mi sarebbe rimasta di lui sarebbe stato il ricordo che mi aveva accompagnato sin da bambina fino a questo bacio: al mio primo bacio d’amore, d’addio e questa giacca di pelle rossa in cui mi strinsi non appena il mio cuore capì che mi ero innamorata di qualcuno che non potevo avere perché nemmeno esisteva.

<< Crederò per sempre in te.. Capitan Uncino >>  

Dissi ormai al nulla e lentamente ripresi a camminare lungo il molo..

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