Silent Hill: Lost In The City

di Daniel199
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Sogno ***
Capitolo 2: *** Scuola di sangue ***
Capitolo 3: *** Primo Incontro ***
Capitolo 4: *** Mi chiamo Travis ***
Capitolo 5: *** Welcome To Silent Hill ***
Capitolo 6: *** L'ospedale Alchemilla ***
Capitolo 7: *** Lisa and Pyramid Head ***
Capitolo 8: *** Fuga dall'Ospedale ***
Capitolo 9: *** Nowhere ***
Capitolo 10: *** Room of Angel ***
Capitolo 11: *** The Lakeside Amusement Park ***
Capitolo 12: *** Il carosello delle anime perdute ***
Capitolo 13: *** Memory of Alessa ***
Capitolo 14: *** Hellis VS Pyramid Head ***
Capitolo 15: *** Hellis e Cristina ***



Capitolo 1
*** Prologo - Sogno ***


L’ambiente circostante era freddo,triste,spettrale e gli alberi marci decoravano quel posto rendendolo raccapricciante. Hellis scappava più veloce possibile con i suoi capelli raccolti in una coda, coi ciuffi che si agitavano nel vento. Entrò nel Luna Park “Lakeside” cercando un nascondiglio;c’erano diverse attrazioni le quali erano in funzione ma senza nessuno che le utilizzasse. Hellis aveva paura,il primo posto in cui le venne in mente di nascondersi era il carosello dei cavalli;ci salì sopra ed esso iniziò a girare. Ma non girava da solo,una persona o meglio,un demone avente la testa di piramide girava le manovelle che consentivano alla giostra di funzionare. Tutt’intorno prese fuoco e Hellis corse intorno alla giostra per cercare una via di fuga fino a quando cadde a terra alla vista di una figura spettrale:una persona uguale a lei con i vestiti ingialliti,i capelli nerissimi e la faccia piena di sangue che le disse: «Morirai a causa del loro sortilegio,non andare a Silent Hill o ti distruggerò» alla fine il suo clone controllò le fiamme, e indirizzandole verso l'attrazione, intrappolò anche Hellis, che prese fuoco. Le sue grida si dissolsero nel buio,lei si svegliò. “Era un sogno?!?” pensò. Difficile dirlo visto che il sogno era molto reale,ritornò a dormire fino a che non si fecero le 8.00 del mattino.

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Capitolo 2
*** Scuola di sangue ***


Quella giornata sarebbe stata nuvolosa e noiosa,così Hellis indossò un abbigliamento che potesse tenerle caldo: Un maglione di lana bianco, una gonna verde, delle calze e degli stivali. Uscendo però suo padre le disse: «Cara,esci con tutto questo freddo?»

«P-papà,devo andare a scuola» Rispose la ragazza.

«Ho capito ma mettiti qualcosa di caldo,un giubbotto pesante farebbe a caso tuo» Ribattè suo padre  «Vai in soffitta,ce ne dovrebbero essere a migliaia»

Hellis sbuffò e con velocità si recò nella mansarda, non trovò una buona giacca ma, in compenso, prese una felpa bianca e pesante. La indossò e disse: «Questa va bene…» Scese le scale e con un filo di voce salutò suo padre prima di uscire. Camminò con molta calma sul marciapiede non molto pulito,era ancora assonnata Poiché quell'incubo la tormentò talmente tanto fino a non farla dormire per il resto della notte. Ad un tratto,però,fissò una persona. L’uomo si girò e la sua faccia era sfigurata. Spaventata Hellis chiuse gli occhi per poi scuotere la testa e riaprirli. «Strano» Pronunciò la parola quando vide il volto dell’uomo perfettamente normale. Continuò con calma il suo cammino ma si distrasse quando vide una bambina pallida,con un grembiule blu,di quelli che si portano alle elementari. La bambina aveva 9 anni e i suoi occhi erano neri come la pece. “N-no…” Pensò Hellis,il suo incubo era reale. Decise quindi di correre, per raggiungere quell’edificio che le avrebbe portato noia ma anche un po’ di salvezza. Arrivata lì spalancò velocemente le porte dell’entrata per poi prendere fiato. Entrò con tutta calma in classe mentre la sua amica le chiese:    «Hai una brutta cera Hellis,cosa ti è successo?»

«Niente…» Rispose pacata. Voleva dormire,ed ecco arriva la prof. Che annuncia l’inizio della lezione. Dopo 5 ore Hellis era libera di andarsene,libera di fare qualsiasi cosa. Quando fu sulla soglia della scuola esclamò: «Ma come sono stupida !» Aveva dimenticato un libro in classe. Con velocità ritornò in classe sua e lo prese,quando uscì non c’era nessuno,nessuna anima viva. C’era solo lei…

«Ehi,c’è nessuno?» Chiese mentre la sua voce rimbombava per tutto il piano. Sentì delle urla delle bambine che dicevano: «Bruciamo la strega!» Ripetendo la frase. Hellis andò nella direzione della voce per vedere attraverso la finestrella della porta un gruppo di bambine che picchiavano un'altra. «M…Ma è quella che ho visto per strada!» Lesse il nome sul cartello della classe e quella bambina si chiamava “Alessa Gillespie”. «A…Alessa?!?» A Hellis quel nome le era familiare. Improvvisamente la scuola cambiò: il pavimento diventò una grata di ferro arrugginita di colore rosso come il sangue… Le pareti perdevano vernice e divennero rosse come il sangue,in realtà quello era sangue. L’ambiente mutò in un incubo. Hellis era spaventata,con paura scese le scale del piano per avvicinarsi alla porta d’ingresso ma sfortunatamente quella era bloccata;anche se metteva tutta la sua forza nell’aprirla non si muoveva nemmeno di un centimetro. Hellis vagò per tutta la scuola cercando una via d’uscita. Improvvisamente in un corridoio il suo cellulare emesse dei rumori statici. Spaventata,girò lentamente la testa per vedere cosa c’era in fondo al corridoio. Sussultò alla vista di un mostro o meglio un mostro che assomigliava a una persona:aveva una camicia di forza fatta però con la sua carne che si avvicinava lentamente all’unico bersaglio: Hellis. La ragazza,sconcertata e spaventata gridò: «AIUTO!» Hellis corse velocemente verso le classi ma le porte erano chiuse e bloccate… «M-Mer… » Esclamò spaventata,non trovava nessuna stanza aperta e le pareti continuavano a imbrattarsi di sangue rosso. Il mostro continuava ad avvicinarsi,e Hellis era senza via di fuga. All’improvviso,però,si ricordò che c’erano i bagni… Con velocità e paura corse velocemente verso il bagno bloccando la porta;ora poteva ritenersi al sicuro. Ma non aveva ancora trovato una via d’uscita da quell’incubo enorme,velocemente vide se nel bagno c’era qualcosa con cui poter attaccare il nemico. Quando notò un tubo storto,lo staccò dal muro e aprì la porta per poi gridare:il mostro era proprio davanti a lei;con velocità lo attaccò col tubo di ferro buttandolo a terra e calpestandolo. Il sangue usciva dal suo corpo morto e Hellis tirò un sospiro di sollievo. Lentamente uscì dal bagno e si diresse al salone del primo piano per poi vedere che è infestato da diversi mostri: Alcuni erano alti e portavano delle scarpe coi tacchi,altri strisciavano sul pavimento e poi c’erano dei cani con la testa spaccata a metà. Con silenzio e furtivamente cercò di scendere al piano di sotto ma quando calpestò con violenza la grata,loro si accorsero di lei e si avvicinarono. Con un urlo,Hellis si precipitò al piano terra cercando la chiave dell’entrata. Purtroppo,la maggior parte si trovavano nella segreteria. «N-No! La maggior parte stanno in segreteria e sta al 3° piano! Io lì non ci metto più piede!» Disse tra se e se spaventata. Ma quando si ricordò dell’ascensore,si precipitò verso quell’aggeggio e premendo il pulsante chiamò l’ascensore per poi entrarci dentro. Osservando tutt’intorno quello non era un vero ascensore:sembrava una gabbia arrugginita che saliva e si poteva vedere intorno mostri striscianti che la fissavano e che avrebbero voluto attaccare… Hellis premette il pulsante del 3° piano e l’ascensore salì… Le porte si aprirono e con velocità la ragazza si diresse verso la segreteria per prendere la chiave delle porte dell’entrata… Ritornò all'ascensore ma questo si bloccò:le porte non si aprivano e doveva scendere a piedi. Si avvicinò al gradino dell’immensa scala e con sospiro disse: «Coraggio,ce la posso fare» Con tutta fretta scese le scale e fortunatamente arrivò al piano terra. Infilò la chiave nella serratura della porta e l’aprì…

Si calmò,ora era salva e uscita da quell’incubo di sangue… Con fretta si diresse verso la via di casa…

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Capitolo 3
*** Primo Incontro ***


Hellis salì sul primo autobus che le capitò. Il cielo era nero,era notte fonda… Ma poteva essere possibile? Erano solo le 13.00;per avvertire i suoi genitori ella li chiamò sul loro cellulare,stranamente non ci fu risposta. «Strano» Continuò a richiamarli ma loro non  rispondevano. «Saranno impegnati» Mormorò mentre appoggiò la testa su finestrino dell’autobus. Osservava il piccolo quartiere che il veicolo attraversava,poi osservò l’ambiente circostante del pullman:era un normale pullman,solo che era lei da sola. In verità,a guardare bene c’erano solo 3 persone:una signora,una bambina che probabilmente era sua figlia e un anziano che leggeva un giornale. Arrivata a destinazione scese dall’autobus e si diresse verso il condominio. Bussò al citofono ma nessuno rispondeva,nemmeno i suoi genitori. «Ma che cazzo succede?!?» Esclamò per poi tirare dal borsello una chiave e infilarla nella serratura del portone di vetro. “Fortuna che ho le chiavi” pensò e salì le scale per arrivare al suo piano;dopodiché bussò alla porta. Nessuno ebbe risposta;bussò ancora più forte per poi prendere la chiave e aprire la porta. Entrò in casa e si tolse il borsello per poi gridare: «Mammaaaa,sono a casaa!» Non ci fu risposta. «Papààà?!?» Neanche suo padre rispose. «Ma dove sono andati…? >>

Lentamente si diresse verso il bagno da cui proveniva un rumore di gocce d’acqua che cadevano e disse: «Mamma…?» Ripeteva il nome della mamma. Quando fu davanti alla soglia del bagno aprì lentamente la porta e cacciò un urlo alla vista del corpo di sua madre immerso nell’acqua insanguinata. «MAMMA?!?» Sua madre era morta. Mise la mano davanti alla bocca per non vomitare ma allo stesso tempo per non urlare. «PAPA’?!?» Esclamò il nome di suo padre mentre si dirigeva in salotto per vedere il corpo di suo padre brutalmente assassinato e appeso con una corda dalle gambe mentre il sangue gli usciva dalla gola. Arresa,spaventata e disperata si inginocchiò e pianse per la morte dei suoi genitori,ritrovandosi sola e dispersa. Quando ad un tratto dalla finestra scorse una figura che salì sul terrazzo;velocemente Hellis andò nello studio del padre,aprì il cassetto e prese una pistola per poi salire le scale arrugginite che portavano sul terrazzo. Una volta su,si ritrovò in fondo una donna con un vestito grigio e dorato e i capelli biondi-grigi. «SEI STATA TU?!?» Gridò infuriata Hellis puntando la pistola alla donna.

«Sei in ritardo…» Rispose la donna.

«CHI CAZZO SEI?!?» Continuò ad esclamare la ragazza.

«Alessa… Mi stupisce che tu non abbia ricordi su di me» Rispose la donna.

Alessa? Quella donna aveva chiamato Hellis con quel nome?

«Alessa… Sono Cristina… Non ricordi?» Disse la donna con tono triste.

«Non ti conosco… Vattene o avrai un proiettile nel cervello!» La ragazza mise il dito sul grilletto per prepararsi a sparare. Cristina non sembrava preoccupata,scosse la testa e indicò un mostro. «E’ lui che ha ucciso tuo padre e tua madre» Abbassò il dito mentre il mostro si avvicinava per poi andarsene pronunciando le ultime parole: «Mi incontrerai dove tutto ebbe inizio: Silent Hill… »

Hellis fissò spalancando gli occhi;il mostro aveva al posto delle braccia delle lame conficcate e aveva un sacco con due buchi che servivano per vedere. Senza esitazione,la ragazza puntò l’arma verso il nemico e premette il grilletto ma il mostro con le lame riuscì a parare i colpi della ragazza. Caricò un colpo e corse verso la ragazza per attaccare che fortunatamente riuscì a schivare e a sparare colpendolo. Il mostro era già debole e il suo punto debole era la testa,Hellis non doveva sbagliare perché aveva solo un proiettile nella cartuccia. Si allontanò in modo che il mostro potesse correrle e colpirla e quando preparò ad attaccare,Hellis gli puntò la pistola in testa e sparandolo lui morì cadendo a terra. Ora non c’era più niente da fare quindi ritornò nell’appartamento prendendo i cadaveri dei genitori,mettendoli sul letto matrimoniale e coprendoli con un lenzuolo per poi donare un fiore. Mentre le lacrime le rigavano il viso lei mormorò: «Mi dispiace… Scusatemi…» Stette a piangere per 5 min. per poi asciugarsi le lacrime e dire: «Silent Hill… Devo andare lì…» Così prese il borsello il quale conteneva una pistola con munizioni,alcune cure,la torcia e il cellulare. Lo mise a tracolla, poi aprì la porta e prima di andarsene disse: «Tornerò presto…» Uscì chiudendosi la porta alle spalle.

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Capitolo 4
*** Mi chiamo Travis ***


Hellis camminò sulla strada verso Silent Hill per tutta la notte. Se avesse continuato così non sarebbe mai arrivata in quella città,doveva continuare ma era stanca e le facevano male i piedi. All’improvviso cadde a terra stendendosi sul prato freddo e morbido per poi chiudere gli occhi e aspettare che la morte la raggiunga. Invece arrivò un camion che trasportava benzina;all’interno c’era un camionista che guidava e alla vista di Hellis si fermò per poi scendere dal veicolo e esaminarla per bene. «Cielo,forse è un cadavere…» Il camionista verificò ma si sbagliava:la ragazza era ancora viva… «No…è viva…» Il ragazzo prese Hellis in braccio e la portò nel camion per poi ripartire. Hellis si svegliò quando erano le 10.00 del mattino,era seduta sul seggiolino del veicolo che era fermato in una stazione di servizio. Si guardò intorno per capire cosa fosse successo sbadigliando e mormorando: «M… ma chi mi ha portato qui?» Il ragazzo ritornò in macchina accennando un sorriso a Hellis. «Ben svegliata» Esclamò.

«D-dove sono?»

«Nel mio camion,ti ho trovata sulla strada e ti ho presa visto che eri ancora viva e dopotutto non ti avrei mai lasciata lì» Rispose il camionista.

«M-Ma tu chi sei?» Chiese Hellis al ragazzo.

Sorridendo e accendendo i motori rispose: «Sono Travis Grady… E tu signorina?»

Hellis lo fissò non sapendo se fidarsi di lui per poi rispondergli: «H-Hellis Weg…»

«Anni?» Chiese Travis.

«Chi sei,uno stalker?» Rispose la ragazza.

«N-No… scusami,non volevo essere invadente» Rispose Travis.

«Comunque,se vuoi saperlo ho 15 anni…»

«Beh…io 24» Accennò Travis per poi chiederle: «Dove ti porto?»

Inghiottendo la saliva Hellis rispose: «S-Silent Hill…»

Travis,sgranò gli occhi guardandosi sullo specchietto. «E perché lì? Non vuoi andare in un posto più lussuoso?» Rispose Travis.

«Senti,Silent Hill è la mia destinazione,ok?» Disse spazientita Hellis.

«Ok…Ok… calma…» Travis prese la strada per Silent Hill mentre Hellis osservava il paesaggio fuori il finestrino giocherellando coi capelli neri che erano raccolti in una coda. Hellis,senza aver niente da fare chiese al ragazzo: «Tu…hai genitori?»

A quella domanda gli occhi del camionista divennero lucidi,nessuno gli aveva mai fatto quella domanda;balbettando disse: «Io…ecco…ecco…»

«Tranquillo,non sei obbligato a dirlo» Rispose Hellis asciugandogli gli occhi e mormorando: «Anche lui… Li ha persi…»

«E’ solo che… Mia madre è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico e mio padre si è suicidato impiccandosi» Rispose Travis.

Con tristezza e sensi di colpa,Hellis rispose: «Cosa…? Oh… Travis… Mi spiace…»

Il ragazzo la guardò,nessuno si era mai preoccupato di Travis ma invece Hellis si… Hellis era dolce e comprensiva e non voleva che qualcuno fosse triste.

«Non… è niente» Rispose Travis fissando la strada attentamente.

Hellis era in colpa… “Diamine ma che cazzo hai fatto Hellis…” pensò nella mente.

Il veicolo si fermò sulla strada,Travis la guardò e disse: «A pochi chilometri c’è Silent Hill… Fai attenzione…»

«Ok…» Rispose Hellis che si stava togliendo la cintura e prima di scendere diede a Travis un bacio sulla guancia per poi arrossire pensando: “…Che cazzo ho fatto?!? Gli ho dato un bacio sulla guancia?” «B-buona fortuna Travis» Disse la ragazza che scese e continuò il cammino mentre Travis la fissava sorridendo e sistemandosi il cappello mormo’: «Non posso lasciarla andare da sola… Silent Hill non è un luogo sicuro…»

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Capitolo 5
*** Welcome To Silent Hill ***


Intorno a Hellis calò una fitta nebbia,non si poteva vedere niente ed era da 25 min. che camminava senza raggiungere Silent Hill. Voleva lasciar stare,far marcia indietro fino a quando apparve davanti a lei un cartellone grigio marcio con sopra una scritta bianca: “Welcome to Silent Hill” Con un sospiro di vittoria Hellis corse a perdifiato verso la città misteriosa che anch’essa era ricoperta di nebbia. A pochi minuti si ritrovò sulla strada di un quartiere di Silent Hill. La ragazza camminò guardandosi intorno per scorgere qualcosa ma vedeva solo case abbandonate e ridotte in un brutto stato. “Che bella meta turistica” pensò. Sulle guide turistiche c’era scritto che Silent Hill era un posto lussuoso vicino al lago Toluca ma quel posto era ben altro che lussuoso:era spettrale. In pochi minuti si ritrovò in una piazza e di fronte c’era una chiesa che aveva delle statue con dei roghi e delle persone uccise. Hellis si avvicinò per scrutarli meglio fino a quando lesse su un altare: “Alessa Gillespie,ragazza sacrificata per far nascere il dio” In quel momento Hellis ebbe un dejavù: ricordò che Alessa era stata bruciata per mettere al mondo un Dio il quale avrebbe creato il paradiso perfetto. Alla fine del ricordo scosse la testa per poi udire una voce roca che le diceva: << Non saresti dovuta tornare… >> La ragazza si girò per vedere la figura di una donna vecchia che portava il velo ed era vestita da santa. La ragazza strabuzzò gli occhi come se conoscesse quella donna. << Io ti conosco… >> Disse per poi aggiungere: << Sei sua madre… La madre di Alessa… Dahlia… >> Con aria da rimprovero disse alla donna: << Come hai potuto permettere che tua figlia bruciasse?!? >>

Dahlia,con aria di una vittima rispose: << NO! I-io l’amavo… Ma la setta mi mentì dicendo che io sarei stata la nonna del Dio… E invece ho perso mia figlia. >> Singhiozzò per quello che aveva fatto,era una sciocca a lasciar bruciare sua figlia.    << Adesso… Lei ha scatenato la sua rabbia creando due mondi:quello in cui stiamo adesso e l’Otherworld >>

<< Avete avuto quello che vi meritavate >> Disse arrabbiata Hellis.

<< Si… Si è vero… Ma l’incubo non è ancora finito… Perché la setta sta cercando di far nascere un nuovo Dio >> Disse Dahlia informando la ragazza. << Alessa,prima di morire,fece uscire dal corpo la sua parte più buona e la trasformò in una dolce e innocente bambina… >> Disse la donna avvicinandosi a Hellis per poi aggiungere: << Tu… >> La ragazza,spalancò gli occhi incredula… Ecco perché Cristina l’aveva chiamata Alessa… << Alessa morì,è vero. Ma dopo aver lasciato il suo corpo ella si reincarnò nel tuo… E non saresti dovuta tornare perché tu sei una parte di Alessa e naturalmente possono farti nascere il Dio… >> Disse Dahlia a Hellis…

<< Come posso fermarli? >> Chiese la ragazza.

<< Dubito che tu ce la faccia… >> Disse Dahlia.

<< Non importa! Cosa devo far… >> Non fece in tempo a finire la frase perché l’allarme antibombardamento della chiesa suonò e contemporaneamente l’ambiente cambiò. Sparì la nebbia e il cielo divenne nero come la notte,la strada si trasformò in una grata in cui dentro c’era una ventola. << Stanno giungendo le tenebre… Ti consiglio di correre in un luogo sicuro… >> Consigliò Dahlia per poi dire a Hellis << CORRI! >> La ragazza seguì il consiglio della donna:si girò e corse il più velocemente possibile mentre l’ambiente stava mutando e i mostri stavano apparendo… Senza via di fuga,ella si imboccò in un vicolo in cui trovò la porticina di un edificio;con forza la aprì e ci entrò.

Si ritrovò nel magazzino di manichini,con passo lento la ragazza esplorò il posto osservando quei manichini che sembravano fatti con persone vere. Esplorando il magazzino sentì qualcosa muoversi in un sacchetto di plastica,girandosi verso lo scaffale arrugginito di ferro vide la testa di un manichino chiusa in quel sacchetto. Dopo un po’ aprì gli occhi rivolgendo lo sguardo verso Hellis che,alla sua vista,cacciò un urlo breve per poi correre e vedere su una barella una ragazza nuda che con voce roca chiese ad Hellis di aiutarla. Sfortunatamente la ragazza distesa su quella barella si stava trasformando lentamente in un manichino. Spaventata e scioccata,quando la ragazza non si mosse più Hellis corse verso la porta d’ingresso per poi scoprire che era bloccata. << MERDA! >> Esclamò,quindi girò intorno per trovare un uscita ma dopo un po’ si fermò. Si sentiva osservata da… qualcosa,qualcuno. Lentamente si girò per vedere un ragno con le zampe fatte di gambe dei manichini e aveva molte teste di manichini attaccate a lui. Spaventata,la ragazza gridò e corse velocemente trovando una porta o qualcosa che l’avrebbe fatta uscire fino a quando trovò un condotto. Velocemente aprì la grata,si infilò nella bocca di ventilazione per poi chiudere il condotto con la grata e strisciare verso l’uscita.

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Capitolo 6
*** L'ospedale Alchemilla ***


Hellis,diede un calcio alla grata e uscì dal condotto per ritrovarsi sulla strada del quartiere di Silent Hill… << Devo sapere di più su di Alessa >> Disse per poi dirigersi nell’ospedale più vicino: L’Alchemilla Hospital. Arrivata lì salì le scale e aprì il portone dell’edificio per ritrovarsi dentro l’ospedale. Quel posto era tetro,grigio e non si poteva vedere niente. Dal borsello Hellis accese la torcia ma il fascio di luce illuminò una figura umana ma non del tutto:un infermiera che era di spalle. Avvicinandosi Hellis chiese: << Scusa.. Come ci sei finita qui? >> L’infermiera si girò, la sua faccia era sfigurata:sangue dappertutto,pure intorno alla bocca,era pallida e sul seno erano ben evidenti le vene e trasportava un tubo di ferro. La ragazza sobbalzò mentre l’infermiera si avvicinava a lei. Senza esitare,la ragazza prese dal borsello la sua amata pistola per poi sparare l’infermiera sulla fronte. Ella cadde a terra morta. Il rumore fece attirare le altre infermiere che arrivarono in gruppo. La ragazza,corse velocemente spalancando la porta di una stanza di paziente,chiuse la porta e si nascose sotto il letto tenendosi la bocca per non fiatare. La porta si aprì lentamente e Hellis vide le gambe di un ragazzo,non sapeva chi era ed era spaventata. Il ragazzo perlustrava la stanza per poi abbassarsi per vedere cosa c’era sotto il letto. Hellis chiuse gli occhi e il ragazzo quando la vide disse: << Hellis! >> Quella voce… << Travis! >> Hellis uscì dal nascondiglio e abbracciò il camionista spaventata. << Cosa succede? >> Chiese Hellis.

<< Niente… Ho pensato che fosse un po’ sicuro se venissi pure io… >> Rispose Travis.

<< G-grazie… >> Disse Hellis sorridendo leggermente. << Ma lì fuori ci sono le infermiere… come facciamo? >> Travis fissò il muro pensando a un piano. Le infermiere avevano un debole per la luce. << Facciamo così:io le distraggo accendendo la torcia ma per un po’ dovrai tenere la luce spenta. Quando saranno lontane abbastanza riaccendila e continua l’esplorazione… Ok? >> Disse il ragazzo.

<< E… tu? >> Chiese preoccupata Hellis.

<< Sopravvivrò… E poi ho anche un martello;sono equipaggiato >> Rispose con un tono rassicurante Travis. Dopo qualche minuto Travis uscì dalla stanza,accese la luce e corse per i corridoi attirando a se le infermiere. “Spero ritorni sano e salvo” Disse Hellis mentre usciva avendo la torcia spenta. Quando le infermiere furono abbastanza lontane ella riaccese la torcia e continuò l’esplorazione visitando anche le sale pediatriche fino a che non trovò la stanza in cui veniva portata Alessa. Aprì la soglia e vide il letto intatto,senza nessuno,non c’era neanche Alessa. Da sotto il tavolo la ragazza scorse una figura,sembrava un infermiera. Spaventata,Hellis si allontanò puntandole la torcia che illuminò una ragazza con il giacca rossa che si alzò avvicinandosi verso Hellis,sembrava un infermiera ma era umana e aveva i capelli biondi. << Scusa… Ti ho spaventata? >> Disse con voce gentile l’infermiera.

<< N-no… M-Ma chi sei? >> Chiese Hellis.

<< Lisa Garland,un infermiera di questo ospedale. >>

<< Lisa…? >> Disse Hellis mentre iniziò a ricordarsi di lei:si occupava di Hellis o meglio di Alessa quando fu stata bruciata. << Sei l’infermiera che si occupava di Alessa giusto? >> Aggiunse la ragazza.

<< C-come lo sai?!? >> Chiese stupefatta Lisa.

Non lo sapeva neanche Hellis;probabilmente perché lei era una parte di Alessa e quindi poteva sapere del suo passato. << Pura fortuna. >> Rispose la ragazza per poi aggiungere: << Ad ogni modo,cosa sta succedendo? >>

<< Non lo so… Io mi sono svegliata quando tutto questo è successo… >> Rispose l’infermiera.

<< Benissimo,per iniziare cerchiamo una via d’uscita ok? >> Disse Hellis.

<< Va bene. Sei fortunata,conosco quest’ospedale più di me stessa >> Disse Lisa.

<< Benissimo,dividiamoci ok? >> Propose Hellis.

<< Ma… come facciamo ad avvertirci se troviamo una via di fuga? >> Chiese Lisa.

Bella domanda,ma per fortuna a tutto questo ci fu risposta. Dal borsello Hellis estrasse due Walkie-Talkie e uno lo porse a Lisa. << Quando hai trovato una via d’uscita avvertimi tramite questo. Mi dovrai dire anche la posizione,ok? >> Disse Hellis.

<< S-si… >> Rispose Lisa.

Infine loro presero strade diverse. Hellis andò nella sala d’aspetto dell’ospedale avendo la torcia accesa in mano e illuminando col fascio di luce l’ambiente. << Qui non c’è niente >> Disse a voce bassa per poi controllare il bagno femminile visto che quello maschile era inaccessibile. Nel bagno,controllo tutti i gabinetti ma erano inutili e l’ultimo aveva la porta bloccata. Infine si guardò allo specchio non sapendo che fare e per vedere se riusciva ad escogitare un piano. Fissandolo,però,il riflesso di Hellis non era uguale:si stava ricoprendo di sangue la faccia e anche il corpo. Sembrava il clone che aveva sognato e intanto quell’ospedale si stava oscurando diventando l’Otherworld.

||Ed ecco qui che entriamo nell'ospedale Alchemilla e facciamo la conoscenza di Lisa Garland(che potrebbe essere familiare ad alcuni di voi)per poi essere catapultati di nuovo nell'Otherworld!Cosa succederà?Non perdetevi il prossimo capitolo!||

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Capitolo 7
*** Lisa and Pyramid Head ***


Mentre il mondo cambiava dal gabinetto con la porta chiusa uscì un infermiera. A quella vista,Hellis prese la pistola e sparò al nemico che cadde a terra. «Ma come è entrata?»Si chiese per poi scoprire che nel muro c’era un enorme buco. Senza esitazioni,la ragazza lo attraversò avendo la torcia accesa e la pistola puntata,per poi ritrovarsi nel bagno degli uomini. Il gabinetto emanava un odore di sangue e si udiva un gocciolio. Hellis lo esaminò aprendo la porta e vedendo un cadavere appeso a testa in giù in cui a terra si vedevano gli organi del corpo. Allontanandosi spaventata,la ragazza mise la mano sulla bocca schifata evitando di vomitare. La mano del ragazzo morto stringeva qualcosa;con schifo e paura,Hellis prese la chiave dei sotterranei dell’ospedale. Con un sospiro di sollievo,ella uscì dal bagno per poi scoprire che il salone era pieno di infermiere. Corse velocemente verso l’ascensore spaventata mentre alcune di loro la stavano inseguendo. Una volta dentro ,premette il pulsante dei sotterranei e con velocità le porte si chiusero e l’ascensore iniziò a scendere nei giù. Hellis non sapeva quanto spaventosi potevano essere e ricaricò l’arma in caso di ogni necessità. Quando le porte si aprirono Hellis si ritrovò davanti a un portone,quindi infilò la chiave nella serratura e aprì la porta ed ella entrò in un lungo corridoio. Avendo la torcia accesa,proseguì il cammino provando a vedere se le porte di quel posto erano aperte. Come sempre,le serrature erano rotte e non si riuscivano ad aprire e allora Hellis dovette andare sempre diritto. Una porta però si aprì,e in quella stanza trovò Lisa.

«Lisa! » Esclamò Hellis alla vista dell’infermiera.  «Cosa succede? Dov’eri? » 

« Stavo cercando risposte.» Rispose Lisa con tono secco per poi aggiungere: «P-perché tutti sono morti e io respiro ancora? »

Hellis alzò un sopracciglio non capendo per poi sgranare gli occhi,come se avesse già la risposta sulla punta della lingua. «Tu… Cosa facevi prima di risvegliarti qui? »

«Non lo so… Ero nel corridoio dell’ospedale normale,avevo litigato con un uomo poi mi sono voltata e me ne sono andata. Poi ho sentito un rumore di sparo e svenni. » Rispose Lisa.

Con tono confidenziale,Hellis rispose: «Lisa… Tu sei…» Prima che la ragazza potesse finire la frase l’infermiera la interruppe per poi dirle: «Ho bisogno d’aiuto,Hellis. Aiutami…» Lisa si avvicinò a Hellis che con spavento la spinse. Lisa stava piangendo e intanto qualcosa cambiò in lei:la faccia diventò insanguinata,il suo completo da infermiera bianco si inzuppò del suo stesso sangue e gli occhi azzurri di Lisa divennero neri e senza pupille. Presa dallo spavento,Hellis indietreggiò mentre Lisa si avvicinava a lei;spaventata corse via e chiuse la porta lasciando nella stanza l’infermiera che si era trasformata in un mostro e che gridava in preda al dolore. La ragazza corse verso il portone cercandolo di aprire ma sfortunatamente quello era chiuso. «Come cavolo è POSSIBILE?!?» Esclamò mentre intanto cercava un'altra via d’uscita. Trovò un portone e lo aprì ritrovandosi in un corridoio di un ospedale o meglio,sanatorio. Hellis avanzava tenendo la torcia accesa e quando si avvicinò a una porta di una stanza un uomo la tirò per i capelli. «LASCIAMI!» Esclamò continuando a dimenarsi per poi sentire dei passi,stava arrivando qualcuno. Velocemente si nascose sotto il pavimento fatto a grata per osservare la scena:arrivò un mostro con la testa a piramide trascinando un coltello. Era lo stesso mostro che la ragazza sognò. Il mostrò tirò fuori le mani dell’uomo che stava ferendo Hellis e alzando il coltello le tagliò;le mani caddero a terra mentre dalle braccia zampillava sangue. Hellis fu disgustata da quella scena ma si distrasse quando trovò delle scale che portavano a un'altra clinica. Senza esitazione,seguì quella via.

||Salve a tutti,perdonatemi il leggero ritardo "^-^ ma ho avuto molto da fare.Comunque,ecco il 7° capitolo della Fan Fiction.Se notate degli errori è perchè non ho avuto il tempo di correggerlo e se potete segnalatemeli nelle recensioni. Detto questo,vi auguro un buon proseguimento di giornata!Alla prossima!||

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Capitolo 8
*** Fuga dall'Ospedale ***


Hellis continuò a scendere le scale per trovarsi in un lungo corridoio. In fondo c’era un portone di ferro e si sentivano i rumori di una barella che stava arrivando;con velocità la ragazza si nascose sotto un'altra barella ferma la quale perdeva sangue.

Delle infermiere spingevano la barella e sopra c’era Travis legato ai lati.

Hellis non ci poteva credere:lo avevano preso… Non se ne sarebbe mai andata senza lui e quindi decise di seguire la barella. Lentamente uscì dal nascondiglio e con furtivamente seguì le infermiere che intanto aprirono il portone in fondo al corridoio. Dietro quelle porte c’era una stanza d’ospedale,con altre infermiere intorno alla barella che erano ferme e tenevano in mano oggetti inquietanti:dei coltelli,delle siringhe,dei tubi e due avevano una revolver. Hellis si avvicinò strisciando per non fare rumore al centro;si alzò e sussurrò: «Sono qui…»

Travis girò la testa verso la ragazza e sorrise sospirando con calma.

«Hellis… sei venuta a salvarmi… Ma perché? Perché non te ne sei andata?»

La ragazza accennò un sorriso rispondendo a bassa voce: «Io non abbandono un amico e non lo lascio morire in questo inferno…»

Successivamente slegò con velocità le corde che tenevano fermo Travis;sfortunatamente il rumore attirò le infermiere che avanzarono lentamente verso il centro della stanza. Stranamente una corda che bloccava il braccio destro non si scioglieva.

«MERDA! Ci vuole un coltello!» Esclamò la ragazza. Per fortuna nella tasca della sua gonna nera-blu aveva un coltello a serramanico quindi lo estrasse e con agilità e velocità tagliò la corda. Travis scivolò a terra schivando il colpo di un infermiera e con velocità egli uscì dalla stanza trascinandosi la ragazza.

«ASPETTA!» Esclamò Hellis vedendo dei promemoria riguardanti “Alessa Gillespie”

Con agilità schivò le infermiere,prese i promemoria infilandoseli nel borsello e uscì dalla stanza con Travis. Essi corsero velocemente verso l’ascensore e con velocità ci entrarono premendo il pulsante del 1° piano. Mentre l’ascensore ritornava in superficie Hellis scivolò lentamente sul pavimento affannando e chiudendo gli occhi per riposarsi;anche Travis lo fece mettendo la testa della ragazza sulle sue gambe.

Dopo un po’,Hellis riaprì lentamente gli occhi per vedere dove si trovasse;era nella sala d’aspetto dell’ospedale ma era tutto normale,non erano più nell’Otherworld.

Si alzò e svegliò Travis in modo che la seguisse. Uscirono dall’ospedale e si sedettero su una panchina.

«E’ stata un esperienza terrorizzante» Disse Travis.

«Già…» Rispose Hellis. «Almeno però ho cercato risposte…»

Prese dal borsello i promemoria cominciando a leggerseli. Erano scritti a computer e le lettere erano colorate di un nero scuro,scuro come la pece.

ALESSA GILLESPIE

Nome: Alessa Gillespie

Età: 7 anni

Occupazione: studentessa

-La bambina è stata ritrovata fuori una casa in fiamme accanto a un uomo che probabilmente l’ha soccorsa. L’uomo in questione era un camionista di nome “Travis Grady” La piccolina ha riportato ustioni di 3° grado su tutto il corpo,stranamente è riuscita a sopravvivere da quei danni e ora si sta facendo di tutto per curarla. Si dice che ella è presa da bulli della sua scuola e la definiscono strega,anche perché si dice che questa bambina abbia strani poteri psitici. Al momento non possiamo fare altro,eccetto chiamare i servizi sociali per togliere la bambina da sua madre,ovvero “Dahlia Gillespie” Questo promemoria verrà aggiornato per ulteriori cambiamenti della situazione.

 

Hellis girò la pagina per leggere ancora quello che conteneva il promemoria,pensando che forse fosse successo qualcosa.

 

-La bambina continua a respirare ma è ancora ustionata e dal corpo continua ad uscire sangue e pus. Le è stata anche diagnosticata un influenza e quindi dovrà assumere farmaci per curare la malattia. Al momento niente di grave,se qualcosa andasse storto però,la salute della paziente potrebbe subire gravi conseguenze portandola alla morte.

 

Hellis lesse tutto il promemoria malinconica;non era possibile che lei o meglio,Alessa avesse sofferto. Alla fine,dietro il promemoria c’era scritto qualcosa con la matita:

“La sala degli Angeli”

La ragazza conservò il promemoria sapendo adesso qual’era la sua prossima tappa.

||Salve a tutti,scusate il ritardo ma cercavo di farlo correggere e quindi.Comunque,se trovate qualche errore riportatemelo nelle recensioni e io correggerò,godetevelo però :D||

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Capitolo 9
*** Nowhere ***


La ragazza,camminando sulle strade della città annebbiata,continuò a ripetersi il nome di quel posto: “Sala degli Angeli”. Si chiedeva se sarebbe stato pericoloso il posto ma per ora sarebbe stato meglio trovare prima il luogo in cui fosse situata.

«Dove pensi possa trovarsi questo posto?»  Chiese Travis.

«Non lo so, meglio setacciare la città»  Rispose la ragazza.

Hellis,però,sentì una voce nelle sue orecchie che le sussurrava: “Chiesa,lì…” Probabilmente è il posto in cui poteva trovarsi la cosiddetta “Sala degli Angeli” quindi andarono alla chiesa più vicina ed  isolata. Aprirono le porte del luogo di culto della setta e davanti all’altare videro Dahlia,che stava pregando. Quando questa si accorse di loro si girò.

«Ci rincontriamo di nuovo… Cosa ci fate qui?» Chiese la signora.

«Sala degli angeli»  Rispose Hellis. A quella risposta,Dahlia rabbrividì.

«E’ sotto questa chiesa,ma dovrete evitare diversi ostacoli per arrivare vivi…»

«Ci vado solo io…»  Aggiunse la ragazza e Travis sobbalzò a quella risposta.

«Cosa? Scherzi?!» Chiese Travis.

«No! Voglio affrontare le mie paure…» Rispose Hellis.

Travis,annuì alla risposta della ragazza e quindi loro si diressero in una stanza della chiesa dove vi era un ascensore. Hellis ci entrò dentro e questo iniziò a scendere,intanto lei prese dal borsellino la sua cara e amata pistola. Cosa sarebbe andata in contro? Poteva scoprirlo solo andandoci e anche se era stata coraggiosa ella aveva paura. Quando l’ascensore arrivò a destinazione si aprì mostrando un corridoio con le pareti colorate di sangue e le lampade fulminate che ogni tanto davano luce. La ragazza avanzò a passi lenti respirando lentamente in modo che nessun mostro la potesse scoprire. Iniziò a sentire dei passi,accompagnati da un pianto silenzioso e a terra si potevano vedere le impronte dei piedi di chi stava camminando ma in realtà non c’era nessuno. “Un fantasma” pensò Hellis mentre seguiva le orme che la portarono davanti a un quadro,dove vi era dipinto un angelo bianco che volava nel bellissimo cielo azzurro.  La cosa strana fu che il fantasma proseguì dietro il quadro,Hellis non si stupì più di tanto poiché sapeva che i fantasmi potevano attraversare le pareti ma quando capì che c’era qualcosa dietro il quadro prese infilzò nella carta il coltellino a serramanico per poi trascinarlo e formare un taglio. Quando la carta andò via ella potè vedere cosa c’era dietro il quadro ovvero una porta. Senza esitazione la aprì ritrovandosi in un altro corridoio,a Hellis la cosa le parve molto strana e iniziò a chiedersi se la maggior parte del posto fosse composta da corridoi. “Impossibile” pensò, “ci sarà pur qualche stanza” e difatti le stanze c’erano ma come al solito le serrature erano chiuse,tranne una porta la quale serratura era molto fragile e con un po’ di forza la si poteva buttare giù. Così gli diede un calcio e entrò lentamente in un ripostiglio dove vi erano oggetti di tutti i tipi come scope,sedie,e altre cose. Notò una chiave d’argento arrugginita e decise di prenderla,le sarebbe potuta servire se nel caso ci fosse stata qualche porta chiusa. Uscì dallo stanzino continuando lungo il corridoio,e più si andava in fondo,più si faceva buio;Hellis accese la torcia che ripose però nel borsellino leggermente aperto in modo che la luce venga filtrata. Una volta arrivata in fondo,aprì una porta di legno entrando in una specie di classe elementare,la ragazza si chiese come facesse a trovarsi una classe in un posto così. Poi si ricordò che era la stessa classe che frequentava lei,o come voleva dire,Alessa. Stranamente,quella era l’ultima stanza che aveva visitato e non c’erano altre vie,possibile che una porta poteva essere nascosta lì? Convita di questo,la ragazza iniziò a setacciare il posto ma per sua sfortuna non trovò niente fino a che spostò la libreria della classe rivelando una porta dalla serratura dorata. La aprì mostrando un corridoio spettrale;coraggiosa com’era,vi si addentrò andando avanti lentamente. Un rumore la fece sobbalzare obbligandola a correre dallo spavento girando in un altro corridoio per poi frenare alla vista di una folla di infermiere davanti a lei…

«Oh no… »

Le infermiere,colpite dalla luce della torcia,iniziarono a muoversi per poi girarsi verso di Hellis avanzando piano. Non sarebbe riuscita a sconfiggerle tutte e quindi l’unico metodo era evitarle. Spense la torcia e i mostri si fermarono.

Lentamente  avanzò tra la folla di infermiere facendo attenzione a non far rumore e cercando di vedere bene al buio. All’improvviso,una si girò verso di lei e con la mano iniziò a colpirla con il coltello. Hellis si abbassò al momento giusto indirizzando il colpo sulla faccia di un’altra infermiera dalla quale uscì molto sangue. Le infermiere,confuse,iniziarono ad attaccarsi a vicenda e così la ragazzina riuscì a fuggire. Una volta strisciata fuori la folla si alzò e iniziò a correre verso una porta che era posta in fondo al corridoio.

“Non fermarti” le diceva il suo subconscio quando finalmente arrivò spalancando la porta. Un bagliore luminoso la accecò.

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Capitolo 10
*** Room of Angel ***


Era il buio totale … Hellis non sapeva dove si trovasse … era come se fosse capitata nel vuoto,ma poi si accorse che non era veramente lì. Lentamente aprì gli occhi trovandosi in un corridoio dalle pareti bianchissime, con appesi dei quadri che raffiguravano angeli che volavano liberi nel cielo,tra le nuvole. Hellis era rannicchiata  chiedendosi  più volte come ci fosse finita in quella posizione. Si alzò passando una mano prima sulla felpa e poi sulla gonna avanzando lentamente. Quei quadri erano così bizzarri ma allo stesso tempo affascinanti; c’erano tonalità di azzurro,rosso ma soprattutto di bianco che era il colore delle ali degli angeli. Tornò a guardare avanti accorgendosi di essere finita in una sala molto grande e dal soffitto molto alto,con al centro una statua di marmo che raffigurava un angelo dai capelli ondulati e ricci. La ragazza udì diverse voci che intonavano una cantilena molto strana…

You lie, silent there before me.
Your tears, they mean nothing to me,
The wind howling at the window,
The love you never gave,
I give to you,
Really don't deserve it,
But now, there's nothing you can do.
So sleep, in your only memory
Of me, my dearest mother...

Hellis avanzò girò intorno alla statua ammirandola con splendore e sorprendendosi del fatto che in una città fantasma ci sia qualcosa di angelico,di innocente e di buono. Ma finora la cosa o meglio la persona innocente che esisteva in quella città era Hellis,la reincarnazione di Alessa …

Here's a lullaby to close your eyes.
Goodbye
It was always you that I despised.
I don't feel enough for you to cry, [oh well]
Here's a lullaby to close your eyes,
Goodbye,
Goodbye,
Goodbye,
Goodbye.

 

Quella cantilena parve così inquietante a Hellis che si chiese chi sia stato l’autore. Continuò ad andare avanti lungo un corridoio mentre le voci continuavano a cantare in coro.

So insignificant, sleeping dormant deep inside of me,
Are you hiding away, lost, under the sewers,
Maybe flying high, in the clouds?
Perhaps you're happy without me...
So many seeds have been sown in the field,
And who could sprout up so blessedly,
If I had died I would have never felt sad at all,
You will not hear me say 'I'm sorry'
Where is the light, wonder if it's weeping somewhere?

[Akira Yamaoka – Room of Angel]

 

La ragazza arrivò in una specie di trono ma non era proprio un trono,più una poltrona reale… Ella fu affascinata da questa,sorprendendosi.

  «Cerchi qualcosa mia cara

Hellis si girò di scatto vedendo un angelo,lo stesso della statua. Quando l’angelo la vide in volto rimase stupefatta.

«Tu sei…Oh sono certa che sei tu!» Esclamò l’angelo.

«Cosa?»

L’angelo le si avvicinò guardandola con felicità. Hellis la guardò non capendo niente.

«Sei la reincarnazione di Alessa Gillespie…»

«Si,lo sono» Rispose Hellis.

«E sei stata la prima ragazza ad arrivare qui… Nessuno ci è mai riuscito e chi ci riesce  può avere il concesso di chiedere qualcosa. Cosa desideri? Ah…io sono Eve…»

Hellis la guardò ancora,pensando a cosa avrebbe potuto desiderare,ma poi le venne in mente una domanda da farle e che sarebbe riuscita a rispondere.

«Mi dica di più sul Dio …»

Eve la guardò sorpresa per poi iniziar a darle risposta.

«Il Dio è colui che ricostruirà il mondo… Distruggendolo col fuoco nell’intento di creare un paradiso perfetto…»

Eve fece un respiro profondo e iniziò di nuovo a parlare ma questa volta parlò delle conseguenze.

«Tutto questo non deve accadere,il mondo potrebbe essere in pericolo e se il Dio nasce sarà una vera catastrofe…»

A questo punto l’angelo si avvicinò ad Hellis osservandola e puntandole con il dito il membro della ragazza.

«Tu hai il dio,ed egli sta crescendo dentro di te. Devi fare qualcosa o saremo spacciati…»

Hellis la guardò stupefatta,cosa avrebbe fatto per fermare la nascita di un Dio? Non sapeva la sua strategia ma qualcosa doveva inventare…

«Cosa devo fare?»

«La chiesa… è sull’altra sponda del Toluca Lake e se vuoi raggiungerla il modo più veloce è il Lakeside Park…»

Detto questo,Eve scomparve lasciando Hellis da sola in quella sala. La ragazza corse verso la porta in cui era entrata;il tempo stava sgocciolando e non avrebbe permesso che un Dio distruggesse la terra. Afferrò la maniglia e tirò,un’altra luce l’accecò di nuovo.

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Capitolo 11
*** The Lakeside Amusement Park ***


Hellis si risvegliò. Era stesa su una panchina della chiesa e in giro non c’era nessuno,c’era solo lei. Si alzò e si diresse verso l’uscita ma una voce la fece sobbalzare.

«Te ne vai di già?»

La ragazza si girò vedendo Cristina,la suora che uccise i suoi genitori.

«Hai già ucciso i miei genitori,adesso vuoi me?»  Chiese Hellis che senza esitazioni le puntò la pistola.

«In un certo senso si…Il tuo potere è richiesto sai?» Rispose Cristina.

Hellis era irritata e nervosa chiedendosi quanto potesse essere fastidiosa quella Cristina. Ma ora che l’aveva davanti poteva avere vendetta sui suoi genitori.

«So cosa hai in mente…»

Hellis aveva ancora la pistola puntata e con coraggio continuò a parlare davanti a lei.

«Il dio non nascerà,io impedirò che questo accada…»

Cristina la guardò con un sorriso compiaciuto,in fondo Hellis non sapeva i pericoli che incombevano su di lei.

«Invece non si può fermare il parto. Tu nascerai un dio che costruirà un bellissimo paradiso,una cosa che non riuscì a fare la nostra Claudia Wolf… Ma adesso io potrò farlo a posto suo… La nuova era è vicina!»

Ad un tratto Hellis fu colpita da un mal di pancia molto forte,cosa le stava succedendo? Il dolore era così forte,che cedette e cade a terra gemendo dolorante mentre Cristina la guardava con un sorriso inquietante sulle labbra e lentamente si stava allontanando.

Hellis si rialzò e con passo veloce uscì dalla chiesa dirigendosi verso il Lakeside Park…

 

Sono passate 3 ore,ed Hellis era circondata dall’oscurità della notte. Fissava il cartello “Lakeside Amusement Park” illuminato dalle luci. Con  coraggio,ella entrò dall’entrata dirigendosi verso il carosello. Camminando,iniziò a vedere intorno diverse attrazioni,le stesse che vide anche nel sogno come la casa stregata,le montagne russe,la ruota panoramica la quale era ancora in funzione e girava in modo molto inquietante. “Diamine” pensò quando vide che la strada verso il carosello dei cavalli era bloccata.

«Mi toccherà trovare un'altra scorciatoia…»

L’unica scorciatoia da usare erano i binari delle montagne russe che portavano oltre il passaggio bloccato. Con velocità,ella raggiunse “Mountain Coaster” pensando a che cosa avrebbe potuto trovare lì come per esempio un ottovolante fantasma. Prima di salire sui binari,tolse la corrente per sicurezza in modo che l’ottovolante rimanesse fermo. Perfetto,ora poteva proseguire lungo i binari osservandosi sempre alle spalle per vedere se arrivasse qualcosa;niente. Ad un tratto sentì un rumore,si girò vedendo che da lontano qualcosa stava arrivando verso di lei;poi realizzò che si trattava dell’ottovolante in funzione. Prima che venisse investita,riuscì a scamparsela buttandosi in un bidone della spazzatura chiuso. Lentamente,scese da lì riguardandosi in torno,adesso poteva raggiungere il carosello ma allo stesso tempo comparvero dei mostri che erano pronti ad ucciderla. Hellis iniziò a correre verso il carosello raggiungendolo.

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Capitolo 12
*** Il carosello delle anime perdute ***


Quel carosello era un normale carosello,aveva la canzoncina che esprimeva sicurezza a Hellis ma allo stesso tempo sapeva che qualcosa non andava. “Happy Carousel” c’era scritto ma lei sapeva che non c’era niente di felice in quella giostra. Ella ci salì sopra guardandosi intorno,davanti a lei c’era la colonna centrale gialla su cui c’era scritta sopra qualcosa con il sangue. Hellis la guardò meglio per vedere cosa ci stesse scritto.

Dopo 13 giri conta 4,
morirai della loro maledizione.

Se desideri fuggire,
C'è solo una via d'uscita.

Uccidere prima d'essere uccisa:
verrai salvata dalla 12esima morte
.

Il carosello iniziò ad andare in funzione e a girare. Cosa stava succedendo? Forse lo sapeva… Doveva cercare di sopravvivere se voleva raggiungere la chiesa ma sopravvivere da cosa? Si aspettava un mostro o qualcosa del genere… Dal pavimento uscì una strana persona: pallida,dai capelli neri e gli occhi erano bianchi e vuoti;Era un fantasma. Hellis indietreggiò di qualche passo cercando di non farsi vedere ma sfortunatamente il fantasma riuscì a vederla e così volò verso di lei.  Hellis estrasse la pistola e iniziò a sparare fino a che lo spirito non cadde a terra morto,ma non lo era del tutto. Si rialzò e la colpì facendola cadere a terra; Hellis strisciò nel tentativo di rialzarsi continuando a sparare fino ad ucciderlo.

 Il fantasma gridò dal dolore cadendo a terra per poi scomparire. Hellis tirò un sospiro di sollievo ma i guai non erano ancora finiti:il carosello si fermò,intorno al carosello apparvero le fiamme e la colonna centrale della giostra si consumò rivelando Pyramid Head che iniziò a girare le manovelle e intanto la giostra iniziò a scendere nel sottosuolo. Sarebbe stata una lunga discesa negli inferi.

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Capitolo 13
*** Memory of Alessa ***


Il carosello continuava a scendere in profondità,circondato dal fuoco e dall’inferno che intanto stava bruciando le anime innocenti. Hellis però non si sentì rassicurata:sentiva una presenza,qualcuno era presente sulla giostra. Lentamente si girò e sobbalzò: vicino a un cavallo c’era Alessa,dagli occhi neri e vuoti che fissavano la ragazza. La bambina si avvicinò a Hellis e iniziò a crescere e ad assumere lo stesso aspetto di Hellis ma a contrario di lei Alessa aveva i vestiti marci,gialli,neri e i capelli molto più neri e più sporchi.

«Alessa…?»  Esclamò Hellis scioccata.

La faccia di Alessa stava sanguinando;il sangue usciva dal naso,da tutti i pori della pelle colorandola di nero,rosso e di marrone.

«Sono io… Mia piccola dolce Hellis… Figlia,sorella… me stessa…»

Hellis spalancò gli occhi spaventa. Non pensava che Alessa avesse reazioni minacciose verso la sua reincarnazione.

«No…»

Alessa si teletrasportò davanti agli occhi terrorizzati della ragazza.

«Ti ho dato la vita affinchè tu non soffrissi…» Disse Alessa.

Il carosello continuava a girare,scendendo di più negli abissi infernali.

«P-perché… Perché mi vuoi uccidere?»

«Il dio… Quando nascerà… Non oso nemmeno pensare cosa succederà se darai alla luce quel mostro ma prima dell’inevitabile devo ucciderti…»

«VA ALL’INFERNO!» Gridò Hellis.

«Ma non hai capito…?»  Disse Alessa. «Siamo già all’inferno…»

Alessa sferrò un colpo col coltello ma Hellis la sparò prima di essere colpita.

«Allora vuoi combattere,eh? Va bene… » Disse Alessa che dopo averle camminato intorno scomparve.

Hellis girò per tutta la giostra cercando di trovarla ma niente,era come se si fosse volatilizzata. Si girò e vide Alessa che correva verso di lei con equipaggiato un tubo. Hellis iniziò a sparare allontanandosi fino a che Alessa non cadde a terra e scompsrve. Aveva già vinto? No,non era morta perché Hellis sentiva ancora la sua presenza sulla giostra. Infatti Alessa apparve con una mitraglietta e cominciò a sparare a raffica verso Hellis che corse a rifugiarsi dietro un cavallo. La ragazza ricaricò la pistola e quando Alessa fu abbastanza vicina la sparò facendola cadere a terra. Hellis fissò la sua parte oscura:Alessa mentre stava gemendo dolorante prima di girarsi;ma Alessa si alzò prendendo Hellis per il collo. La pelle della ragazza diventò ruvida e si sentì molto debole.

«Noi saremo un'unica anima,per SEMPRE!» Esclamò Alessa.

Hellis,però,sapeva già come difendersi:essendo metà anima di Alessa poteva assorbirla prima che Alessa facesse lo stesso.

«Come farai? » Domandò Hellis. «Io…sono te…»

Hellis si girò prendendo Alessa per il collo,che intanto stava bruciando.

«No…NO!» Alessa gridò dal dolore. Non ci credeva,doveva assorbire lei Hellis e riunirsi ma la sua parte buona ebbe la meglio:Alessa entrò nel corpo della ragazza formando un'unica anima.

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Capitolo 14
*** Hellis VS Pyramid Head ***


Il carosello a un certo punto smise di girare arrivando a destinazione. Hellis si ritrovò davanti a un tunnel oscuro che avrebbe dovuto attraversare. A lei faceva molto paura,ma doveva fermare tutto questo quindi si addentrò nell’oscurità avendo però la torcia accesa e la pistola impugnata. I muri erano marci,rossi e sanguinanti e a Hellis faceva venire un senso di disgusto che riusciva a tenere sotto controllo. Arrivò a un piccolo cancello che aprì lentamente entrando in un corridoio con i muri di cemento,quindi ritornò a camminare.

“Che strano posto” Pensò. Arrivò in fondo al corridoio dove vi fu situata una porta che ella aprì. Si ritrovò in una specie di chiesa,  rifugio della setta di Silent Hill. Cristina si girò verso Hellis sorridendo compiaciuta.

«Alessa,sei qui.»

«Si,sono qui,davanti a te.»  Rispose Hellis.

«Finalmente è arrivato quel giorno,il giorno in cui farai nascere il dio e purificherai la terra… Bruciandola e costruendo il paradiso perfetto» Disse Cristina.

«Non ti lascerò fare questo…» Hellis si avvicinò a Cristina con aria di sfida,non avrebbe lasciato che un demone distruggesse la terra e costruirebbe un paradiso dove non c’è niente.

«Bene… » Rispose Cristina che si diresse verso la porta vicino all’altare.

Hellis la seguì ma quando aprì quella porta si trovò in una stanza enorme,fatta di grondaie che erano arrugginite e sporche di sangue. Davanti a lei vi era Pyramid Head,colui che doveva tenere sott’occhio e proteggere Alessa reincarnata nel corpo di Hellis.

«Fammi passare!» Ribattè Hellis.

Pyramid Head non si muoveva dalla porta che portava alla sala di preghiera della setta. Presa dalla rabbia,Hellis sparò al ventre di Pyramid Head che si avvicinò verso di lei con aria minacciosa.

“Ohmerda” Pensò Hellis. La ragazza ricaricò la pistola e iniziò a sparare indietreggiando ma sfortunatamente inciampò e cadde a terra. Pyramid Head era pronto a contrattaccare ,quindi alzò il suo enorme coltello verso Hellis che con velocità si alzò schivando il colpo. L’arma del mostro si blocco nella grondaia così Hellis gli sparò sulla schiena indebolendolo maggiormente. Pyramid Head si liberò dalla presa e col coltello gigante disarmò Hellis facendo volare via la pistola. La ragazza era spacciata,oltre a quel coltellino a serramanico non aveva nessuna arma potente. Quando il mostro fu abbastanza vicino a lei alzò l’arma facendola però cadere a terra,per poi accasciarsi vicino a lei. Hellis riprese la pistola mentre Pyramid Head,fissandola,si tolse il casco a forma di triangolo. Hellis spalancò gli occhi riconoscendo quella faccia: era il padre di Alessa,i capelli dell’uomo erano corti,quasi pelato;i suoi occhi erano di ghiaccio e la barba era bagnata di lacrime.

«Tu…» Disse a voce bassa all’uomo. «Tu sei suo padre,tu eri un mostro che aveva il compito di proteggerla da tutte le minacce,e con lei anche me…»

L’uomo fissò la pistola della ragazza,che le fece capire che doveva morire in modo che lei potesse andare avanti e fermare quest’incubo.

«No… non voglio»

L’uomo diresse il braccio verso la mano di Hellis toccandola e accarezzandola. Le lacrime di Hellis scesero lungo il suo volto,scuotendo la testa poiché non voleva porre fine alla sua vita. Ma dopotutto doveva andare avanti,quindi la ragazza si chinò vicino al suo volto. Con l’altra mano l’uomo accarezzò il viso della ragazza in lacrime asciugandolo. Questo fu l’ultimo saluto. Hallis si alzò e gli puntò la pistola alla testa;altre lacrime scesero dagli occhi della ragazza. Chiuse gli occhi e premendo il grilletto partì un colpo che trafisse la faccia dell’uomo. Quando riaprì gli occhi vide il corpo del padre di Alessa disteso per terra accanto al coltello gigante e il casco a forma di piramide. Si inginocchiò davanti al suo corpo,lasciando che altre lacrime le scendessero dal volto.

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Capitolo 15
*** Hellis e Cristina ***


Dopo molti minuti di lacrime, dopo molti minuti di dolore Hellis si alzò fissando sempre il cadavere dell'uomo che aveva ucciso. Pensò che non c'era altro modo e che doveva continuare per vendicare i suoi genitori; e lui.... per vendicare il padre di Alessa. Avanzò lentamente verso la porta e la aprì; era tutta arrugginita e per questo emanò un suono stridulo. Davanti alla ragazza, vi era un lungo corridoio fatto di grate arrugginite e rosse come il sangue. Camminò a passo veloce guardandosi intorno: non c'era nessun mostro, nessun fantasma, nessun tipo di pericolo. Ciononostante quell'ambiente le faceva venire i brividi ma non si sarebbe fermata; niente poteva fermarla ora che aveva la determinazione e la forza di fermare tutto. Arrivò alla fine del corridoio, dove sentì il rumore di una ventola e si chiese da dove venisse quel suono. Guardò a sinistra e di fatto vide una ventola enorme che raggiungeva il soffitto. Era innocua poiché rinchiusa da una grata, ma produceva un forte vento da far invidia a una tempesta. Girò a destra e continuò a camminare nel corridoio buio fino ad arrivare a un portone. Mise le mani sulle due maniglie e fissò a terra facendo un profondo respiro. 
«Dai Hellis...» Disse a se stessa. «Ce la puoi fare...» 
Con forza aprì il portone e si ritrovò in una specie di cappella. Sembrava abbandonata da molto tempo, ma non era in cattive condizioni: i banchi erano al loro posto, niente era distrutto e anche l'altare in fondo alla sala sembrava in ottime condizioni. La ragazza però notò che davanti a lei c'era una figura femminile, e in fondo sul muro c'era una persona legata: era Travis. 
«Travis!» Esclamò mentre si avvicinava velocemente. 
La figura femminile si voltò e si rivelò essere Cristina. Hellis, di scatto, si fermò fissandola infuriata. 
«Tu...!» Disse Hellis. 
«Sei arrivata... E con te anche il dio.» Disse Cristina. 
«M-Maledetta! Lascialo stare!» 
Cristina fece un sorriso compiaciuto. 
«E perché dovrei? In fondo, sto solo cercando di nutrire il dio.» 
Hellis strabuzzò gli occhi dopo che Cristina disse quella frase. Capì in quel momento che la morte dei suoi genitori, la sua rabbia, Travis intrappolato erano tutte mosse per nutrire il dio con la rabbia che essa covava. 
«Adesso capisco... Capisco perché hai fatto ciò...» Sussurrò Hellis. «Ma stai facendo un grave errore...» 
«Un grave errore? Chiese Cristina. «Non capisco quale. Il dio deve nascere per purificare il mondo e trasformarlo in un paradiso perfetto. E grazie alla tua rabbia e alla tua sete di vendetta...» 
«Ma un dio nato dalla rabbia non potrebbe mai creare un paradiso perfetto!» Esclamò Hellis interrompendo Cristina. 
La donna fissò la ragazza con uno sguardo vuoto ma cupo. 
«Non importa... In ogni caso egli nascerà e ci libererà. Ma c'è bisogno di fare una cosa.» 
In quel momento Cristina prese un pugnale e si avvicinò lentamente a Travis. Voleva ucciderlo, voleva decapitarlo in modo da far infuriare di più Hellis. La ragazza gridò: 
«NON FARLO!» 
E in quel momento, cadde a terra dolorante. La pancia le bruciava, la vista si offuscava e si sentiva debole. 
«Hellis!» Gridò Travis. 
Cristina si avvicinò lentamente alla ragazza, guardandola. 
«Allontanati da lei! Lasciala stare!» 
Cristina si inginocchiò, e con le due mani prese il volto della ragazza e fissandola negli occhi iniziò a sussurrarle dolcemente  parole inquietanti. 
«Accetta semplicemente il tuo destino. Dopo il dolore scomparirà e sarai libera...» 
La donna si alzò semplicemente continuando a fissare Hellis dolorante. Poi distolse lo sguardo e si girò dirigendosi verso Travis senza accorgersi che Hellis si era alzata. Il dolore, almeno in quel momento, era sparito. 
«MAI!» Gridò la ragazza.  
In quel momento Cristina si congelò. Era immobile, ferma e paralizzata.  Con spavento e stupore vide Hellis che si era rimessa in piedi e che con aria arrabbiata la stava fissando. 
«Non accetterò mai questo destino, PUTTANA!» 
Cristina non disse niente, ma rimase di stucco. Hellis aveva l'occasione di ucciderla, di vendicarsi per quello che aveva fatto ai genitori. Ma non poteva, perché quell'atto avrebbe prodotto sufficiente odio da far nascere il dio. In quel momento, si ricordò della pietra azzurra che i loro genitori la regalarono; dicevano fosse un piccolo portafortuna che l'avrebbe però protetta nei casi peggiori. La ragazza ficcò la mano nella tasca della borsa e tirò fuori una pietra non troppo grande ma neanche troppo piccola. La portava sempre con lei ed era un ricordo dei suoi genitori. 
«Mamma... Papà...» 
Hellis ingerì quella pietra, che si sciolse in bocca. Nei primi 10 secondi non successe niente; poi ad un tratto Hellis ebbe conati di vomito. Si inginocchiò e vomitò: cacciò il feto del dio che era sanguinante e pulsante. 
«C-Cos'è questo?!» Esclamò Cristina scioccata. 
Hellis teneva una mano sulla pancia. Il dolore era scomparso ed era finalmente libera dall'influenza del dio. Ora poteva eliminare il dio e cacciarlo via dalla terra. Alzò la gamba per pestarlo ma Cristina la spinse facendola indietreggiare. 
«FERMA!» Esclamò la donna che raccolse il feto. 
«Il dio... Il dio è...» 
Hellis vide che il pugnale giaceva a terra, vicino all'altare. Fece una corsa veloce e lo raccolse, dopodichè si avvicinò a Travis e lo liberò. 
Entrambi si allontanarono da lì e si girarono, vedendo Cristina intenta a ingoiare il feto. I due ragazzi si coprirono gli occhi dal disgusto e li riaprirono poco dopo. Cristina stava diventando rossa come il sangue; come il sangue che scorre nelle vene di tutte le persone, come il sangue che si vedono nei thriller e nei film horror... 
«Alessa... Non puoi uccidere il dio!» Disse Cristina dolorante. «S-Sarò io a farlo nascere! Se non puoi farlo tu, lo farò io!» 
La donna gridò di dolore e si avvicinò al buco nel pavimento che stava dietro l'altare. Si inginocchiò e gli diede un'occhiata, per poi essere trascinata da un mostro che uscì dal pavimento distruggendolo. Hellis e Travis che avevano visto la scena, rimasero scioccati da quello che era successo. La ragazza sospirò, mentre Travis si inginocchiò esausto. Preoccupata, la ragazza si abbassò guardandolo. 
«Stai bene?» Chiese. 
«S-Sono solo un po' esausto... e debole.» Rispose Travis. «Non credo... di poter riuscire a continuare.» 
La ragazza annuì e si alzò. 
«Andrò io... Risolverò io tutto, e ce ne andremo. Promesso.» 
Il ragazzo sorrise per poi chiudere gli occhi e riposare. Hellis si avvicinò al grande buco nel pavimento che si era formato e con un balzo vi saltò dentro.

NOTE DELL'AUTORE:
Finalmente ho aggiornato questa storia! Mi scuso per non aver pubblicato il capitolo, ma avevo già scritto il capitolo molto tempo fa. Poi il computer è andato a farsi fottere e quindi mi è preso lo sconforto. Questo è il penultimo capitolo! Non perdetevi il prossimo!

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