Mani intrecciate tra spine di rose bianche dipinte di rosso

di alcunesere_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** 1. ***
Capitolo 3: *** 2. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.
 
Luce accecante.

Tutto quello che mi ricordo di quella sera è una luce accecante che spazza via tutto.

Poi il buio.

E' davvero incomprensibile il fatto che il buio e la luce, in quel momento, mi fossero sembrati così inverosimili. Il buio aveva preso le sembianze della luce e viceversa.
Sì, perchè in fondo l' uomo trova conforto in un posto luminoso, dove può tenere tutto sotto controllo, a vista d' occhio. Nel buio, può solo provare terrore, paura, insicurezza.

In quell'istante io, Amethyst Corine Wilson, preferivo il buio. 

Confortante, silenzioso. 

La mia pace.

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Capitolo 2
*** 1. ***


1.

Le foglie dipingevano il sentiero con colori caldi come se non vedessero l'ora di essere calpestate per infuocare la suola delle mie scarpe.
Gli alberi intorno a me erano già spogli del loro manto, che li lasciava nudi al freddo autunnale.
Inspirai profondamente mentre l'aria cristallizzava ogni minima cellula del mio corpo, ma poi entrai subito in apnea accorgendomi che le mie dita erano pervarse da un formicolio ormai familiare.
Mi misi velocemente i guanti di lana bianchi e strofinai le mani per infondermi calore, sbuffando e riprendendo a respirare moderatamente.
Puntai lo sguardo di fronte a me e feci una smorfia insofferente: un edificio giallognolo si stagliava imponente tra tutti quegli alberi, pieno di finestre sbarrate. 
Essendo un ex manicomio, adesso una scuola, non aveva un aspetto confortante e nemmeno un'ubicazione molto rassicurante.
Ogni mattina sembrava andare incontro ad una punizione crudele: scontare ore scolastiche in un posto lugubre mentre il meteo si prendeva costantemente gioco di noi giovani.
Ritrovarsi a percorrere quel sentiero e stare rinchiusi in un edificio del genere mentre il tempo orchestrava un continuo alternarsi di lampi, tuoni, fulmini e folate di vento non era di certo il massimo. Era tutto abbastanza inquietante molto spesso, soprattutto quando il vento ti giocava brutti scherzi e brividi leggeri ti percorrevano la schiena, come se qualcuno ti fosse passato accanto senza che tu te ne potessi accorgere.
I giorni soleggiati invece non facevano altro che ridere di te e farti sognare di uscire da quel posto e viaggiare per mari e monti senza pensare ai test di diritto, economia, inglese e di tutto il resto delle materie scolastiche.
- Non penso che continuando a fissare in quel modo scuola, la faccia sprofondare, andare in fiamme o tutto quello che la tua mente stia architettando Am. -
Una voce familiare frenò per un istante il flusso di pensieri, facendomi tornare alla realtà.
Con un ampio sorriso mi girai verso la ragazza che si era appena presa gioco di me e, incrociando le braccia al petto, le diedi il buongiorno.
- Beh, piccola Twinky non sai ancora di cosa sono capace. Domani potresti pure ritrovare quell'edificio sottosopra. -
E per dare enfasi alle mie parole cominciai ad imitare le pose di tutti quei ragazzi supermuscolosi.
Imbronciata mi diede un colpo di anca e si incamminò verso la scuola con me al suo fianco.
- Odio quando mi chiami con quel soprannome. Ha cominciato ad usarlo pure Daniel per infastidirmi. I teletubbies sono istruttivi e bellissimi, soprattutto Tinky Winky... -
Alzai gli occhi al cielo e cominciai a non ascoltarla più visto che aveva intenzione di ricominciare il suo lungo monologo sul perché amava il grande omino viola con l'antenna triangolare del suo programma infantile preferito. Mi piaceva punzecchiare Norah usando quel nomignolo. Ormai era diventato il suo soprannome da quando eravamo bambine e non riusciva a farsene ancora una ragione.
Sospirai per poi varcare il portone della scuola.
- Mi stai ascoltando Am?>> mi chiese spazientita mentre cercavo nella borsa il codice del mio armadietto per prendere i libri di biologia. -
Annuii per farle capire che avevo capito tutto di ciò che mi aveva detto per poi urlare trionfante un "Trovato!!"sorridendo e mostrando il foglio di carta con una sfilza di numeri scritti sopra. 
La vidi portarsi una mano in viso esasperata, borbottando cose a cui non feci molto caso e anche lei aprì l'armadietto prendendo il suo libro di storia dell'arte.
- Buongiorno signorine. Vedo che Am non ha ancora perso il vizio di ascoltare metà dei tuoi discorsi, Twinky. - disse Daniel, cingendo le spalle sia a Norah sia a me.
Sbuffando e cercando di nascondere un sorriso gli diedimo in coro il buongiorno e poi mi difesi da quella presa in giro dandogli una leggera gomitata in pancia.
- Non è colpa mia se mi distraggo subito! Ha ripreso a parlare dei Teletubbies. Avevo tutto il diritto di spegnere il cervello. -
Detto questo Daniel mi diede ragione e Norah stizzita si allontanò per andare in classe da sola.
- Oh avanti piccola! Sai che scherziamo. -
Urlò Daniel verso la ragazza che però continuò per la sua strada. Accennai una risata e mi girai verso di lui.
- Allora campione, come vanno le cose con la mia migliore amica? -
Alzò un sopracciglio, non aspettandosi una domanda del genere e, prendendomi sottobraccio, mi cominciò a raccontare di quanto gli stesse cominciando a piacere sul serio Norah.
Effettivamente era una bellissima ragazza. 
Capelli neri ondulati, occhi verdi, un nasino alla francese ereditato dalla famiglia di sua mamma e labbra carnose.
In più aveva un fisico pazzesco: tutte le curve al posto giusto.
Lei e Daniel sarebbero stati la coppia perfetta. Lo pensavano proprio tutti da quando erano bambini. Anche Daniel ovviamente non era di certo un brutto ragazzo.
Era un omone di un metro e novanta con spalle larghe e muscoli ben definiti, tipici di un giocatore di football.
I capelli biondi gli ricadevano spesso a coprire gli occhi castani perché aveva il vizio di tenere il ciuffo lungo, gli zigomi erano alti, aveva i lineamenti ben marcati.
Il solito ragazzo perfetto che gioca nella squadra perfetta e aspira ad avere la ragazza perfetta, ecco quello che vedeva la gente quando incrociava Dan e Norah per strada mano nella mano.
Sospirai, sapendo che ovviamente i miei amici erano più che tutto questo essere perfetti ma ovviamente la gente si fermava sempre alle apparenze.
Mentre il mio amico mi raccontava di come era fallito miseramente il loro ultimo appuntamento, per via di un continuo di brutte figure, imbarazzo e guance rosso fuoco, eravamo già arrivati in classe e prendemmo i nostri posti mentre il resto degli alunni si tirava dietro oggetti o parlava dell'ultima festa di Claire Johnson, la cheerleader più famosa della scuola che, senza sapere dove trovasse il tempo per studiare, aveva anche la media più alta. E chi poteva essere così perfetta senza essere imparentata con qualcuno di altrettanto perfetto? Non di certo Claire. La ragazza era infatti la gemella di Dan.
- Com'è andato il fine settimana, ragazzi? - ci chiese la solare Isabelle, sedendosi affianco a me e salutandoci con un bacio sulla guancia.
- Mr. Perfezione e Twinky sono stati presi in contropiede dai genitori della signorina mentre erano appartati nel seminterrato. -
Risi sommessamente accompagnata da Izzy vedendo il mio migliore amico diventare completamente rosso e darmi uno schiaffo sul palmo della mano. 
- Mi prenderai in giro a vita, vero? -borbottò.
- Beh, fin quando finirai di far calare tutto in una volta il sedile della macchina per far perdere l'equilibrio alla tua fiamma mentre vi baciate e farle sbattere la fronte sullo sportello del tuo lato. -
A quel punto Izzy non poté più trattenersi e rise così tanto che le lacrime le rigavano le guance diventate rosse per lo sforzo. Mi abbandonai anche io a una sana risata per bloccarmi subito quando Daniel disse imbarazzato il mio nome per intero per riprendermi: - Amethyst!! -
Mi voltai verso di lui e lo trafissi con uno sguardo di ghiaccio mentre sentivo le mie dita formicolare. 
- Non chiamarmi mai più con quel nome. Lo odio. -
In risposta mi fece la linguaccia e si girò, dandomi le spalle, per guardare il professore appena entrato in classe.
Era abbastanza giovane rispetto agli altri. Era sulla trentina ed era in forma.
Sposato, figli, una bella famiglia. 
Fece l'appello e cominciò a spiegare la genetica, partendo da Mendel e gli esperimenti che condusse sulle piante da pisello.
Annoiata, scarabocchiai il quaderno con diversi fiocchi di neve.
Mi tolsi il guanto dalla mano destra e con l'indice percorsi il contorno di ogni piccolo disegno, continuando a guardare il professore.
Una gomitata mi riscosse dal mio "faccio finta di seguirti e invece dormo". Era Izzy che guardava il mio quaderno.
L'aria intorno alle mie mani si era fatta più gelida e ogni fiocco di neve aveva preso vita.
Sbuffai e strofinai le mani tra loro per scaldarmi e buttare per terra quel sottile strato di ghiaccio e neve che si sarebbe subito sciolto.
Nello stesso momento sentii una vibrazione nella tasca dei miei pantaloni. 
Sorrisi d'istinto nel leggere il nome del mittente del messaggio.

Da: Jason <3
Dopo scuola ti porto in un posto speciale. Non uscire tardi. Ci vediamo in mensa, piccola. Mi sei mancata tanto xoxo.

Izzy da impicciona ovviamente lesse tutto e alzò ed abbassò velocemente le sopracciglia come per intendere qualcosa.
- Fuga romantica? -sussurrò sghignazzando.
Alzai gli occhi al cielo e la ammonii: -Chiudi il becco e pensa al tuo Chad. -
Quel messaggio mi aveva reso così felice che non riuscii a fingermi scocciata dal suo comportamento, così dalla prima ora fino a pranzo restai con un sorriso stampato in viso.
Era strano come una persona potesse sollevare il tuo umore così tanto, con un semplice gesto.
Ero circondata da belle persone che rendevano meno noiosa la vita scolastica: i battibecchi in classe con le ragazze, Dan e Chad, gli sguardi con Jason mentre ci incrociavamo in corridoio per passare da una lezione all'altra, le battutine sulle persone che trovavamo insopportabili, i giochi stupidi per far passare il tempo in fretta.
Era una bella giornata e nessuno avrebbe potuto mai rovinarla.

CIAO A TUTTE!!!! 
Mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate! Ho un bel progetto in mente quindi lasciate tante recensioni con le vostre opinioni/critiche! 
CI TENGO DAVVERO TANTO PER FAVORE. Lasciate 11 paroline!❤️ Baci xoxo

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Capitolo 3
*** 2. ***


2.

Ci stavamo dirigendo in mensa tutti insieme.
Io ero alla sinistra del gruppo. 
Alla mia destra Daniel teneva per mano Twinky che chiacchierava con Izzy del compito di letteratura inglese che avrebbero dovuto consegnare la prossima settimana.
Seguendo il flusso di studenti, ci mettemmo in fila per prendere da mangiare. 
La mensa della scuola era veramente grande e sembrava tanto quella di un ospedale.
Aveva le pareti completamente bianche. Le uniche cose che davano un tocco di colore erano i tavoli rossi e qualche cartellone appeso alle pareti. Inoltre verso il fondo vi erano delle scale che portavano a un secondo piano, delimitato da una ringhiera, con altri tavoli.
La luce entrava nell'enorme sala grazie alle ampie finestre sbarrate che si affacciavano su un cortile con un prato troppo alto. Avrebbero dovuto chiamare un giardiniere prima o poi.
Scossi la testa e mi avvicinai al bancone per prendere le posate.
- Pensi che Jason si faccia vedere? Non dovrebbe avere gli allenamenti di calcio a quest'ora? - mi chiese Daniel mentre prendeva quattro vassoi, distribuendone uno l'uno.
- Ha detto così nel messaggio. Dovrebbe spuntare da un momento all'altro. - dissi scrollando le spalle, sempre con un sorriso sul viso. 
Avanzammo in fila e prendemmo tutti un po' di pasta, una mela ciascuno e delle bevande.
- Avete sentito cosa è successo alla festa ieri sera? Ne parlano tutti. - chiese Izzy mentre ci sedevamo al solito tavolo.
- Ho sentito solo parlare di Savannah e Kreig. A quanto pare la ragazza facile per eccellenza gli ha dato un due di picche. - rispose subito Twinky mentre Daniel le baciava una guancia dopo aver bevuto un sorso della sua CocaCola.
- Ho sentito dire da mia sorella che in realtà è incinta. - aggiunse subito lui.
- Beh, non ne sono tanto sorpresa. Prima o poi sarebbe successo comunque. - affermai e Izzy trattenne una risata.
I discorsi si spostarono sul ballo d'inverno che si sarebbe svolto tra un mese, sui vestiti e sugli accompagnatori quando due mani si posarono sulla mia faccia, oscurandomi la vista.
- Buongiorno principessa. - mi venne sussurrato all'orecchio da una voce maschile più che familiare. Sorrisi d'istinto e mi girai subito verso il ragazzo che mi guardava con quegli occhi castani sempre così vivaci.
Mi alzai subito in piedi e gettai le braccia intorno al collo di Jason. 
- Ciao. -gli sussurrai mentre gli davo un lieve bacio sul collo.
- Tutte queste effusioni, ragazzi? Moore posa quel sedere sulla sedia e raccontaci un po' le novità della stagione calcistica. -
Si intromise Daniel, facendomi sbuffare e alzare gli occhi al cielo.
Jason rise di gusto e si sedette con me in braccio.
- Sta tranquilla, piccola. Avremo tutto il tempo per noi. - mi sussurrò per poi cominciare a parlare con Daniel di tornei, eliminazione diretta, fuori gioco e cose così.
Tutto mentre io e le ragazze parlavamo degli impegni scolastici e del fine settimana.
Izzy voleva passare venerdì pomeriggio, sabato e domenica mattina alla SPA senza ragazzi.
Norah ovviamente non voleva lasciare Daniel e quindi pensava di affittare una casa in campagna per spassarcela tra noi passando le serate con marshmallow, camino, film e coperte.
Io preferivo invece andare a qualche festa e sentendomi dire ciò, Jason si oppose dicendomi che era d'accordo con Norah.
- Potreste anche far nevicare o ghiacciare l'erba così pattiniamo un po' sul ghiaccio, no? - propose quest'ultima tutta emozionata.
Io e Jason la guardammo male e lei sussurrò un flebile "scusa", sapendo benissimo che non ci piaceva parlare o usare in questo modo i nostri poteri.
Subito dopo la pausa pranzo avevamo tutti le ultime due ore di lezione.
Svogliati ci alzammo dal tavolo, svuotammo i vassoi e li posammo su un mobiletto al lato della porta di uscita. 
- Bene bene, il piccolo Danny si è messo con la grassona. - disse Savannah mettendosi davanti a noi con il gruppetto di amichette che sghignazzava dietro di lei. Daniel avanzò subito verso di lei, ma venne bloccato per le braccia da Jason, che essendo un Akull aveva molta più potenza. 
Daniel era invece un umano come Norah. 
Gli Akull erano degli umani geneticamente modificati due decenni prima. Solo i nostri genitori sapevano per intero la storia, che a noi giovani veniva raccontata solo al compimento dei 18 anni.
Non potendo muoversi Daniel inveì contro di lei.
- Prova a parlare ancora così di Norah e ti faccio vedere io! -
La mia migliore amica era sbiancata per la reazione del suo ragazzo e Savannah sorrideva di sbieco, avvicinandosi a lei.
Avanzai per proteggerla.
- La grassona qui, sei solo tu. Non dovresti cominciare a mangiare per due, ragazzina? Penso proprio che metterai su diversi chili. -
La provocai e colpii nel segno, vedendo il suo viso cambiare subito espressione. 
Jason e Izzy si girarono verso di me sconvolti e Savannah se ne andò stizzita, seguita dal suo branco di oche. 
I ragazzi mi fissavano ancora e scocciata sbuffai. 
- Che c'è? Almeno adesso sappiamo che è davvero incinta. -
Avanzai e mi diressi al mio armadietto, seguita dalle risate dei miei amici.

                                        * * *

Il suono della campanella ci fece correre fuori dalla scuola strepitando. Arrivata al parcheggio salutai Norah e Daniel con un bacio sulla guancia, mi voltai cercando Izzy con lo sguardo e la vidi in braccio a Chad.
Sorrisi nel vederli così felici.
Chad andava al primo anno di università, dall'altra parte del paese, in California, e oggi deve averle fatto una grande sorpresa.
Appena si staccarono e si accorsero di me, li salutai agitando una mano e poi andai incontro al mio ragazzo, appoggiato con la schiena al suo SUV.
Era davvero bellissimo col vento che gli scompigliava i capelli castani. 
Indossava il giubbotto della squadra di calcio della scuola, sotto una maglietta bianca, un paio di jeans attillati e un paio di vans.
Mi passai una mano tra i capelli e camminai verso di lui mentre le farfalle allo stomaco facevano su e giù e il mio cuore batteva all'impazzata.
Una volta arrivata di fronte a Jason, si staccò dall'auto e fece due passi, venendomi incontro.
Mi poggiò le mani in vita e mi attirò a sé, sorridendomi in quel modo che tanto mi faceva impazzire.
Alzai lo sguardo per incontrare il suo e gli posai le mani sul petto.
Un calore mi pervase e mi alzai in punta di piedi per baciargli le labbra ma da scemo qual era, non aveva intenzione di abbassare il viso.
- Nana. - rise di me, facendomi mettere il broncio. Cercai di allontanarmi ma mi teneva stretta a lui.
- Lasciami stupido! - borbottai, dandogli un colpo sul petto.
Mi mordicchiò la guancia e poi mi baciò sulle labbra. 
- Non ti lascio, piccola. -
Mi diede un'altro bacio e aggiunse: - Mai. -
Il mio cuore cominciò a battere velocissimo e così lo baciai ancora e ancora fino a rimanere entrambi senza fiato.
Con l'affanno, ci staccammo l'uno dall'altra ed entrammo in macchina.
- Allora, dove mi porti? - chiesi curiosa mentre mi allacciava la cintura di sicurezza.
Sorrisi al suo gesto. Era sempre premuroso nei miei confronti ed amavo tutto ciò.
- È una sorpresa e non ho intenzione di dirti nulla. - disse ricambiando il mio sorriso e mettendo in moto.
Mi tolsi immediatamente i guanti, visualizzando nella mia mente tanti fiocchi di neve sulle nostre teste.
Sentii accendersi dentro di me un fuoco che sentii cristallizzarsi. Ogni molecola dentro di me fremeva per poi immobilizzarsi e diventare di ghiaccio. 
I miei muscoli cominciarono così a rilassarsi e sospirai in estasi, mentre tutto intorno a noi, dentro la macchina, si ricopriva di bianco.
- Non ce la facevi più a trattenerti, vero? - mi chiese, ridendo.
- È la nostra natura, Jaz. Non so ancora come fai a trattenerti per così tanto tempo. -
Ero quasi in trance per quanto mi sentivo rilassata.
- Perché sono più forte di te, nana. -
- Ma non credo proprio. -
Gli feci la linguaccia e scosse divertito la testa.
Accese la radio mentre le canzoni dei The Fray cominciavano a risuonare, accompagnate dalle nostre voci stonate e le nostre risate.
Tutto il tragitto andò avanti così per mezz'ora fin quando non mi addormentai.
Mi sentii scuotere e chiamare da lontano, quando la voce si fece più nitida e vicina.
- Piccola, svegliati. Siamo arrivati. - mi sussurrò all'orecchio Jason. 
Aprii un occhio e poi un altro, stropicciandoli e mettendo a fuoco la sua figura.
- Mh? - riuscii solo a dire.
- Non penserai che ho fatto tutta questa strada solo per farti addormentare! - rise e poi continuò: - Ah, comunque grazie per la bufera di neve. Cos'hai sognato? -
A quella domanda, arrossii violentemente e gli passai una mano tra i capelli per scrollargli di dosso tutti quei fiocchi bianchi gelati.
- Nulla di importante. - risposi ancora con la voce impastata dal sonno mentre lui scuoteva la testa divertito.
Mi prese per la mano con una e mi aiutò a scendere dalla macchina, posandomi l'altra sugli occhi.
- Se mi fai cadere, giuro che non torni a casa vivo! - esclamai, trattenendo a stento una risata.
- Fidati di me. - controbatté lui, conducendomi una decina di passi più avanti.
Mi lasciò libera di vedere quel che avevo davanti ed ero rimasta così stupita da portare una mano all'altezza delle mie labbra.
Il mio cuore perse un battito, forse anche di più.
Lo spettacolo che avevo davanti era davvero incredibile, mozzafiato.

CIAO A TUTTE!!!! 
Mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensate! Ho un bel progetto in mente quindi lasciate tante recensioni con le vostre opinioni/critiche! 
Baci xoxo

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