L'amore non ha colore

di SerenitaDolce95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***
Capitolo 4: *** Quattro ***



Capitolo 1
*** Uno ***


Uno


Era un pomeriggio noiosissimo di una domenica noiosa. Mi chiamo Serena e quella domenica pomeriggio non sapevo come passare il tempo. Ero anche a casa di mio padre e quindi mi trovavo immersa nella noia più totale. Per carità! Non vuol dire che non mi piace passare del tempo con lui, ma quel pomeriggio era talmente noioso, che avrei preferito passarlo con il mio ex ragazzo. Un ragazzo marocchino di nome Hamza. Ci siamo lasciati da un giorno e io sono solamente contenta di averlo lasciato. Dopo tutto è stato lui a volerlo. Da qualche giorno non mi rispondeva al telefono e caso strano su Facebook è saltata fuori la sua ex che mi ha chiesto l'amicizia.

Caso strano dico? Assolutamente no! Non era un caso strano. Ho avuto una terribile discussione con la sua ex di nome Aurora su Facebook e ne sono volate di santa ragione. Tra insulti e minacce sapete che ha fatto quel bastardo del mio ragazzo? È tornato dalla sua ex.

Lui era proprio un cretino e la sua ex non era da meno. Era una di quelle tipe che utilizza photoshop per ogni foto che si scatta. Non posso crederci che una ragazza che apparentemente può sembrare una modella è una ragazza che può stare con un simile soggetto. O forse si! Loro due sono fatti l'uno per l'altra. In fatto di demenza insignificante sono sulla stessa barca. Dopo tutto, la madre dei cretini è sempre incinta. Non posso immaginare le madri di due simili soggetti come potrebbero essere.

Ma poi dico! Lei l'ho aveva lasciato da una settimana. Dico, com'è possibile che in meno di una settimana, ha sentito il bisogno di riprenderselo? Sono arrivata alla conclusione che quella Aurora deve essere una ragazza facile e come lei ce ne sono in tutto il mondo. In ogni modo, contenti loro; le cretine possono stare solo con i cretini.

Torniamo a me. Stavo dicendo che quel pomeriggio mi annoiavo terribilmente e non sapevo come passare il tempo. Fino alle nove e mezza, in televisione, non avrebbero trasmesso "il Segreto" la mia telenovela preferita quindi, non avevo in mente niente per farmi arrivare a quell'ora, senza annoiarmi.

Fino a quando... colpo di scena! Notando che mio padre e mio fratello stavano dormendo tranquilli come una pasqua e visto che avevo il cellulare a portata di mano, decisi che avrei fatto qualche scherzetto telefonico a numeri alla cavolo. Conoscevo scherzi molto spassosi da fare con il cellulare.

Afferrai il cellulare e digitai il primo numero. Tra qualche breve istante qualcuno avrebbe risposto. Speravo che fosse qualche babbeo che non aveva mai ricevuto scherzi telefonici.

« Pronto ».

Sento all'improvviso una voce molto buffa.

« Buonasela listolante cinese. Che cosa vuole oldinale? Abbiamo degli involtini plimavela buonissimi. Mi dica lei cosa desidela » dico ridendomela sotto i baffi.

Silenzio.

« Guardi che non sono scemo. Lei ha una voce stupenda. Ci siete dolcezza su Facebook? Vi chiedo l'amicizia. Sono Baggio e sono della Costa D'Avorio di origine. Voi di dove siete e come vi chiamate? » mi domanda lui.

« Piacere mio sono Serena Belluni e sono di Torino » rispondo io un po' imbarazzata.

« Torino? Non siete cinese? » mi domanda lui.

« No » rispondo io.

« E allora perché mi hai detto ristorante cinese prima? Volevi dire ristorante italiano? » mi domanda lui.

« Era uno scherzo telefonico. Non lavoro in nessun ristorante » continuo io.

« Senti bella ti mando l'amicizia su Facebook. Continuiamo a sentirci in chat. Hai una bellissima voce. Mi sono innamorato di te. Tu sei mio cuore » mi dice.

Stacco il cellulare. Questo Baggio sembra molto dolce e simpatico. Strano per un giovane che arriva dalla Costa D'Avorio, di solito gli africani hanno un altro tipo di carattere. Questo mi sembra quasi un gentleman, da come parla. Peccato, che le parole non coincidano mai con i fatti. Per questo, devo cercare di stare attenta alle sue prossime mosse.

Cominciamo a messaggiare. Lui si chiama Baggio Douka e nel profilo ha una foto dove lui è ritratto di profilo con tanto di muscoli, messi in bella mostra. Dio santo! Che razza di figone ero andata a pescare? Tutto grazie ad un misero scherzo telefonico. E poi, meno male che l'amore arriva all' improvviso. Lo avevo trovato con uno scherzo telefonico pensate un po', quanto può essere strana la vita.

 

Baggio Douka: Quanti anni hai bella?

Serena Belluni: venti tu?

Baggio Douka: ventisei. Vivi da sola?

Serena Belluni: No vivo con mia madre e mio fratello.

Baggio Douka: Io invece sono a Roma con mia famiglia. Vorrei venire a Torino.

Serena Belluni: A fare cosa scusa?

Baggio Douka: A conoscere te e tua famiglia.

Serena Belluni: Che tesoro.

Baggio Douka: Quando posso venire da te amore?

 

Cominciavo a sentirmi molto male. Immaginai i miei genitori e mio fratello alle prese con un uomo africano in casa loro. Credo che la cosa sia totalmente fuori discussione. I miei andrebbero pure alle Molinette pur di non avere un africano in casa loro. Preferirebbero passare il resto della loro vita in ospedale. Mi dispiace molto per Baggio ma è fuori discussione farlo venire in casa mia. Decido di giocarmi il tutto per tutto.

 

Serena Belluni: Venire dove scusa?

Baggio Douka: A casa tua. Io passare tempo con te e tua famiglia.

Serena Belluni: Credo che la cosa non si possa fare.

Baggio Douka: Per quale motivo?

Serena Belluni: Mio padre è razzista

Baggio Douka: Quindi tuo padre odiare me? Odiare africani?

Serena Belluni: Hai capito bene.

Baggio Douka: Tuo padre stupido. Quando posso venire da te?

Serena Belluni: Non lo so di preciso.

Baggio Douka: Io volere fare amore con te. Io volere conoscere tua famiglia e poi fare mia famiglia con te.

Serena Belluni: Parlerò con i miei genitori dirò che sono innamorata di te e che voglio passare tutta la mia vita con te.

Baggio Douka: Quanti figli avremo noi due amore?

Serena Belluni: cinque o sei no... magari anche cento!

Baggio Douka: Quindi faremo sempre amore io e te?

Serena Belluni: Certamente.

Baggio Douka: ti amo amore sei mia vita. Vita mia. Sei mio cuore.

 

Non volevo saperne di far venire un africano in casa mia anche se mi devo confessare. In casa mia sono già entrati un senegalese, un ebreo e un marocchino. L'ebreo e il senegalese sono ancora dei miei attualissimi amici e ogni tanto li faccio venire a casa mia per offrire loro un caffè. Il marocchino era il mio ex bastardo.

Con questo Baggio non ho una minima idea di come comportarmi. Non è la prima volta che ho a che fare con un africano ma questo rende davvero le cose impossibili. Cosa ne so io di quando avrò la casa libera sempre presumendo che riuscirò ad averla con mia madre e mio fratello è una cosa impossibile. A volte vorrei avere la bacchetta magica per lanciare un incantesimo in grado di tenere i tuoi parenti fuori di casa per un giorno.

L'unico modo possibile è chiedere un consiglio al mio amico Babs. Lui sicuramente essendo africano di suo saprà darmi qualche consiglio su come comportarmi con questo Baggio io non ne sono affatto capace. Che dio mio aiuti santo cielo! Sembra tutto così complicato. Io ci metterei anche niente a dire a questo Baggio di venire da me ma il problema sono i miei genitori e mio fratello.

Basta! Ho deciso che domani andrò dal mio amico Babs e sono sicura che lui sarà di grande aiuto.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Due ***


Due


Sono a casa di Babs e per ora sto fissando il tavolo rotondo davanti ai miei occhi. Forse, l'unico oggetto presente in questa casa. No, dai, sto scherzando! Questa è una delle case più ordinate che abbia mai visto in tutta la mia vita. Casa mia non ha alcuna speranza, contro questa in caso di ordine. Mi domando solo una cosa: dov'è finito Babs? Non c'era alla porta d'ingresso e me l'ha lasciata completamente aperta al mio arrivo. Che stesse dormendo? No, non credo. Se è venuto ad aprire la porta non può dormire.

All'improvviso, sento lo sciaquone del gabinetto e allora capisco che Babs era andato in bagno. Mentre lo attendo seduta sul divano ricoperto con una coperta blu scuro, cerco di mostrarmi sorridente perchè il mio amico, detesta le persone sempre tristi anche sè non ho molto da essere felice. In una situazione come questa, non ho alcuna voglia di farmi delle risate. Assolutamente no. Non posso permettermi di ridere sapendo che un ragazzo africano potrebbe arrivare sotto casa mia, in ogni momento.

Appena arriva il mio amico Babs noto che indossa degli strani jeans, una maglietta bianca di cotone e degli strani occhiali neri. Strano. Non mi ricordavo che portasse gli occhiali. Lui è il genio delle sorprese da sempre. Tutte le volte riesce a sorprendermi. Vi dico qual'è la parte più affascinante che ha secondo me? Il suo buffo naso che sembra una frittella spiaccicata. Mi accorgo che mi sta guardando con un'aria molto seria.

« Uhm! Non mi piace tuo sguardo. Tutte le volte che assumi quella faccia, vuol dire che nascondi qualcosa. In ogni caso benvenuta » commenta lui.

Devo dire che non ha tutti i torti. Effetivamente, io sto nascondendo qualcosa ai miei genitori, qualcosa che avrò il coraggio di parlarne solo a lui. Solo lui può capire meglio la mia situazione specialmente se c'è un suo simile coinvolto in tutta questa questione.

« Grazie della tua ospitalità. Hai detto bene! Io sto nascondendo una cosa ai miei genitori. Una cosa che ho il coraggio di dire solo a te per chiederti un tuo consiglio. Non so più come fare » spiego io.

« Che nascondi bella? Cinquecentomila euro? » mi domanda lui scherzando. Beato lui che scherza sempre. Io non ci riesco.

« No, ascoltami. Ieri non sapevo cosa fare per passare il tempo e allora, ho cominciato a fare scherzi telefonici a numeri presi alla cavolo. Ma ecco, ho chiamato il numero sbagliato e ho conosciuto lui... » mi fermo.

Babs si è messo a sorridere leggermente e temo che stia per scoppiare anche a ridere.

« Lui chi? » mi domanda con un'aria furbetta.

« Un certo Baggio Douka ragazzo ventiseienne, originario della Costa D'Avorio. Lui è stato molto dolce con me. Mi ha detto che ho una voce molto bella e se avevo Facebook così possiamo discutere in chat. Io gli ho detto di si. Parlavamo allegramente fino a quando... » vengo interrotta.

« Scusa bella tu hai amici senegalesi e ti trovi uno della Costa D'Avorio dopo essere stata piantata da un marocchino? Certo che sei molto strana. Continua a raccontare mi piace la tua storia » commenta lui.

« Fino a quando lui non ha detto di voler venire a stare con me e la mia famiglia qualche giorno » dico terminando il racconto.

Adesso l'espressione di Babs sembra essere diventata seriosa tutta di un colpo. Un minuto fa sorrideva e adesso di colpo era diventato molto serio. Dopo tutto fa bene ad esserlo io non sono capace neanche di quello. A volte, vorrei essere capace di dire "no" a certe persone, ma se lo dico poi mi capita di soffrirne e di stare male. Mi fa male dover rifiutare qualcuno e la storia con Hamza è stato un esempio del perchè non sopporto dire "no".

« Tu sei innamorata di lui? » mi domanda Babs serio come non mai.

« Molto » rispondo sul punto di scoppiare a piangere.

« Prova a dire ai tuoi genitori che ti sei innamorata di questo ragazzo. Se non c'è modo di farli ragionare tu dimmelo che vado io a parlare a loro » mi dice lui.

« Davvero faresti questo per me? » chiedo stupita.

« Qualsiasi cosa per la mia sorellina » mi dice lui.

« Grazie di cuore » rispondo io.

« Niente tranquilla » dice lui.

Non sarà facile dire ai miei genitori che sono innamorata di questo ragazzo. Eppure, sono innamorata follemente di lui che farei qualsiasi cosa pur di non perderlo. Immagino che la cosa mi costerà molto e forse potrei anche rimetterci la mia libertà. Qualcosa mi dice che non si berranno la storiella che l'ho conosciuto a Porta Nuova proprio come era successo con Hamza. Non posso raccontare sempre la solita storia perchè sembrerebbe tutto scontato.

Forse, mi conviene dire la verità cioè che l'ho conosciuto telefonicamente ma penserebbero che sono scema. Che faccio venire a casa uno che non ho mai visto realmente e di cui conosco solo la sua voce. Uffa! Perchè deve essere tutto così complicato? Neanche Babs con la sua ragazza di nome Chiara, non ha questo tipo di problemi. Loro stanno insieme da quasi tre anni. Io ho avuto una storia con questo Hamza ed è durata solo otto mesi. Forse, l'amore è anche questo: avere coraggio di parlare.

Farò come dice Babs. Proverò a dirlo piano piano ai miei genitori, partendo con l'idea che non ci riuscirò. Se parto in questo modo, ho già capito che non concluderò niente. Quando mai ho portato a termine un mio obbiettivo? Un obbiettivo che non fosse prendere del cibo dal frigo di casa? Non ne ho una minima idea. Adesso però ci sono in gioco i miei sentimenti e devo decidermi a fare qualcosa che non possa consentire che vengano distrutti.

Mi accorgo che Babs sta guardando il suo cellulare. Quando all'improvviso si girà nuovamente a guardarmi.

« Molto bello tuo ragazzo. Ho visto il suo profilo » mi dice.

Avete capito che curiosone che è il mio amico? È subito andato a cercare il profilo del mio amore.

« Ti piace? » domando incuriosita.

« A mio parere sembra un bravo ragazzo. Piace anche a me » commenta lui.

« Grazie » rispondo tornando a sorridere.

« Ho visto che mi è arrivata la tua ricarica telefonica. Grazie » dice lui.

« Prego » rispondo io.

Prima di venire a casa sua, gli ho ricaricato il cellulare. Anche questa delle ricariche è una storia lunga. Mi piace ricaricare il telefono ai miei amici ogni tanto, visto che certe volte non so cosa fare. Poi, Babs è la dolcezza in persona e la sua ragazza è molto fortunata ad averlo come ragazzo. Magari al mondo, ci fossero più persone come lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Tre ***


Tre


Si è fatto lunedì sera. Io sto aspettando l'arrivo di mia madre dal lavoro e sono a casa con mio fratello che è tornato da uno dei suoi tanti allenamenti con la squadra di calcio in cui gioca. Gioca nelle squadre giovanili del Torino, tanto per precisare che razza di famiglia è la mia. Nella mia famiglia ci manca solo che io mi metta a fare danza classica, ma la cosa mi pare impossibile se non perdo qualche chilo.
   Purtroppo, il modo di dire "nessuno è perfetto" mi sembra attualissimo. Vedete io come aspetto fisico sono alta, capelli biondi al naturale lunghi e mossi ma mi piastro sempre per farli diventare lisci inoltre, ho dei bellissimi occhi verdi e una carnagione quasi cadaverica tipo quella di un vampiro. Starete pensando che fino a qui non c'è nessun problema.
   Come la prendereste se vi dicessi che sono anche un po' rodondetta nella pancia? Cambiereste subito idea del mio essere strafiga, pensereste che sono una lardona. Imparate a giudicare per il carattere mai per quello che vedete fuori. Nella vita conta quello che hai dentro non fuori. Questa lezione io l'ho imparata a mie spese e credetemi... non c'è niente di più vero.
   Quello che vi sto dicendo lo dico per il vostro bene. Si ama una persona per quello che ha dentro, non se magra o grassa, ricca o povera oppure malata o in salute. Se c'è l'amore tutto conta sempre meno. L'amore non conosce età, distanza, religione e neanche il colore o almeno è quello che penso io. L'amore può nascere anche tra due persone di etnie diverse. Una volta che arriva quello si è conciati per le feste.
   Ora però non voglio perdere tempo per pensare a queste cose. Non appena mia madre entrerà da quella porta dovrò dirle immediatamente tutto riguardo alla cotta che ho per questo giovane africano. Non sarà affatto facile! Se lo amo veramente mi tocca però dirlo. Non posso tenere nascosta una relazione ai miei genitori specialmente se è una storia insieme a un ragazzo africano. L'unica alternativa che ho per tenere tutto nascosto sarebbe chiudere la storia con Baggio. No, non se ne parla neanche lo amo e quindi non lo lascio.
   Mio fratello sta giocando a Fifa sedici, un videogioco per la play station quattro. Visto che non ho niente da fare, decido di fare un tentativo di dire le cose come stanno.
   « Mio caro fratellino. Cosa faresti se un giorno ti innamorassi di una ragazza senegalese? » domando, per vedere cosa mi risponde.
   « Con tutte le ragazze che ci sono perchè dovrei volerne una senegalese? » mi risponde lui.
   « Immagina che ti succeda solo per pura fantasia. Come ti comporteresti? » continuo a chiedere.
   « Mi butterei giù dal balcone. Come mai questa domanda? » risponde lui.
   « Tranquillo, era tanto per sapere... » concludo io.
   Sinceramente mio fratello non potrebbe mai stare con un'africana non me lo vedo per niente bene. Secondo lui io che mi sono innamorata di un ragazzo della Costa D'Avorio dovrei buttarmi giù dal balcone? Non penso che sia una buona idea. Rischierei anche di uccidermi. Io non voglio morire solo perché il mio amore, potrebbe essere un amore impossibile.
   Visto che non ho ottenuto niente neanche parlando con mio fratello che continua a giocare a Fifa 16 decido che mi dovrò arrangiare da sola. Il problema è mio e devo risolverlo io. Non ho altra via di uscita.
   Domani chiamerò Gavriel non appena avrò finito un corso di formazione per il lavoro. Dopo la saggezza senegalese, direi che la saggezza ebrea potrebbe anche starci in tutta questa storia. Immagino già che Gavriel mi dirà che verrà a trovarmi al lavoro per parlare con me di questa storia. Non è un tipo di quelli che amano risolvere le questioni tra computer o cellulare. Lui preferisce il contatto tra due persone in carne e ossa. Sembra quasi uno psicologo.
   Mia madre è appena entrata in casa. Lei è bionda come me. Ha dei bellissimi occhi marroni, carnagione abbronzata, alta un metro e sessantacinque, ma anche lei con un po’ di pancetta. Dopo tutto, tale madre tale figlia. Anche se lei dice che io assomiglio a mio padre, ma non è vero. Non ho preso proprio niente da lei.
   « Ciao mamma! » le dico sorridendo.
   « Ciao, come va? » mi domanda lei.
   A parte il fatto che sto per portare un ragazzo della Costa D’Avorio in casa nostra, posso dire che sto benissimo.
   « Tutto bene. A te invece? » domando io.
   « Come al solito. Siamo alle solite » mi dice lei.
   Quando dice così, non vuol dire niente di buono. Mi piacerebbe sapere che cosa sta pensando in questo preciso momento. Come vorrei leggere i suoi pensieri che tiene nascosti dentro di sé. Purtroppo hanno inventato di tutto tranne un oggetto per leggere il pensiero delle persone. Ancora una volta, questa vita mi sorprende. 
    
 

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Capitolo 4
*** Quattro ***


Quattro

 

Ore 9:35 del mattino. Mi trovo al capolinea del 67, in corso Negri, a Moncalieri. La mia domanda è: dove sono i miei colleghi di lavoro? Sono arrivata con cinque minuti di ritardo, ma diciamocelo chiaramente: le persone normali aspetterebbero almeno dieci minuti se un individuo del loro gruppo è in ritardo. Invece loro no. Decido di chiamare mia madre, per avvisarla che sono al capolinea del 67 e che sto congelando come un ghiacciolo nel freezer.

   « Pronto mamma! Senti, sono al capolinea del 67, ma non c’è nessuno dei miei colleghi… » le racconto con disivoltura.

   « Mi hanno chiamata dieci minuti fa. Vogliono sapere dove sei. Capisci che io non posso farti da passaparola figlia mia. Chiamali tu, una buona volta! » mi risponde lei con un’aria non molto felice.

   « Ho finito il credito » rispondo io.

   « Ecco! Ma porca puttana! Lo sai che tu devi sempre essere reperibile al telefono, quando sei sul lavoro o devi … »  quella fu l’ultima cosa che sentii.

   Per il nervoso, avevo lanciato il cellulare per terra e adesso, si era scassato. Mia madre è davvero insopportabile quando si mette a gridare. Sembra che quando ci sia da discutere solo lei può dire la sua; del parere dello sfortunato che si becca la ramanzina, non le importa un bel niente.

   Io mi sono stancata di sentirla gridare. Penso di essere talmente disperata che forse mi cerco il fidanzato africano proprio per avere modo, di sopportare di più, le sue ramanzine. Almeno, grazie a Baggio sorrido di più. Meno male che almeno lui mi capisce. Non saprei cosa fare, se lui non fosse presente nella mia vita. Peccato che lo conosco solo virtualmente o telefonicamente. La sua voce però mi piace un sacco. Molto bello sentirlo parlare.

   Un momento! Come cavolo farò a sentirlo se il mio cellulare è appena stato spaccato? Merda! Ci mancava solo questa. Tutta colpa di questo corso, che se sapevo, neanche ci venivo.

   Facciamo il punto della situazione. Domani dovrei andare al lavoro e questo vuol dire che domani, mi beccherò una bella ramanzina da parte di Ilaria e Antonella, ovvero, due mie colleghe. No, non sarò io a beccarmi una predica, questa volta! Io sono venuta fino a Moncalieri e per di più,  con un gelo della madonna. Col cavolo! Che domani avrei permesso di farmi rimproverare per la mia assenza. Questa volta, ho ragione quindi,  non dovrò dare giustificazioni o spiegazioni a nessuno.

   L’unica cosa che mi resta da fare adesso è prendere il 67 e tornare a casa mia, a Torino. Visto che non verrà nessun povero cristo a recuperarmi. Neanche Baggio, a quanto pare. Dopo tutto, Baggio non vive neanche a Torino.

   Mentre mi trovo sul 67, visto che non appena arriverò a Torino non avrò niente da fare, decido di andare a fare un giro a Porta Nuova e probabilmente, mangerò al Mc Donald’s collocato dentro la stazione. Quanto è brutta la vita! Non si può mai fare quello che si vuole.

    Il detto “Vivi la vita come puoi perché come vuoi, non puoi” mi sembra del tutto sbagliato. Sono vent’anni che vivo la mia vita come voglio, senza stare a gli ordini di nessuno. Semplice, perché fino a quando ti farai comandare a bacchetta dagli altri, non potrai mai, essere padrone della tua vita. A quanto pare, ho già imparato questa lezione di vitale importanza.

   Mi domando quante altre cose ho ancora da imparare, ma penso di aver imparato la lezione più importante della vita.

 

Sono al Mc Donald’s ed è quasi mezzo giorno e mezzo. Vado alla cassa e ordino un menù con Mc Chicken, patatine fritte e Coca Cola. Da parte, mi faccio mettere i Mc Nugghet’s da sei pezzi, ovvero, le solite crocchette di pollo.

   Quando sono giù di morale mi piace affogare i miei dispiaceri nel cibo. Meno male che lo faccio con il cibo e non con fumo, droga o alcool perché mi ci mancherebbe solo più quello. Penso che il cibo sia molto meglio delle ultime tre cose che ho detto giusto? Non guardatemi male.

   Mi gusto tutto il meglio di Mc Donald’s desiderando che il panino e le crocchette di pollo non finiscano mai. Vorrei restare al Mc per il resto della mia vita.

   Per un momento, mi ritrovo a pensare alle mie colleghe che mi dicono che dovrei mettermi a dieta. Mi domando cosa direbbero se in questo momento, mi vedessero sbaffare come una maialina al Mc Donald’s.

   Sembro quasi una rivoluzionaria diversamente in azione. Una rivoluzionaria che invece di fare i suoi doveri, preferisce farsi i suoi comodi al Mc Donald’s. Perdonami tanto Napoleone Bonaparte, ma tenete presente generale, che sono solo una ragazzina e molte volte, non mi rendo conto delle cose che sto dicendo.

   Tutto questo però, non giustifica il fatto di essermi innamorata di un ragazzo africano. Probabilmente, il mio cuore è partito troppo in fretta, prima di darmi la possibilità di ragionare su dove mi avrebbe portata questo fatto. Per adesso pare tutto tranquillo. Baggio c’è! Credo che ci sarà per sempre.

   L’amore ci rende tutti stupidi dopo tutto. Davanti ad esso saremo sempre ignoranti. Visto che non abbiamo il coraggio di vedere, l’amore ci ha resi anche cechi. Non so cos’altro potrà mai fare a noi l’amore, ma il bene, diversamente potrà farlo in questi tempi. In questi tempi dove basta poco così e l’amore invece che sull’altare, ci porta dritti al cimitero.

   Spero che il mio amore per questo Baggio non mi porti dritta alla tomba, ma se lui se ne andasse via da me un giorno, io sarei capace di morire per lui.

   Una volta che arrivo a casa di mia nonna, visto che non c’è nessuno, decido di contattare Gavriel al telefono di casa. Per fortuna, ho una piccola agendina dove ho riportato anche i numeri di Babs, Gavriel e di Baggio.

   « Pronto? » sento una voce roca, rispondere.

   « Gavriel stavi dormendo? Sono Serena. Ti diturbo? » domando.

   « Ehi bella! È tempo che non ti fai sentire. Come mai mi hai chiamato? » mi domanda lui.

   « Ti devo parlare per una cosa che mi è successa » spiego, mettendomi a piangere.

   « Oh santo cielo! Che hai combinato questa volta, tesoro? Non c’è bisogno di piangere… puoi dirmi tutto! » mi dice lui preoccupato.

   « Domani potresti venire dove lavoro, alla biblioteca a Carmagnola così ti racconto con più calma » rispondo, singhiozzando.

   « Beh! Visto che domani non ho niente da fare, credo che farò un salto a salutarti, dai! » commentò Gavriel.

   « Grazie sei un vero amico! » risposi.

   « Ora però stai tranquilla. Fatti una camomilla magari, sei parecchio nervosa » continuò lui.

   « Va bene, a domani » dissi terminando la chiamata.

   Mi domando cosa devo fare. Devo chiamare Baggio e avvisarlo che sto chiamando da casa di mia nonna perché ho il cellulare rotto o glielo dico non appena potrò collegarmi su Facebook? Per una volta, mi trovo in seria difficoltà e la cosa non mi piace neanche un po’.

   Per provare a distrarmi, decido di andare incontro alla mia adorata nonna. Mi piace passare del tempo insieme a lei almeno lei non se la prende con me come fa mia madre, non appena sbaglio qualcosa.

   La guardo meglio: ha sempre i capelli cortissimi e marroni, occhi azzurri e un bellissimo sorriso. Ha la carnagione scura anche lei. Credo di essere l’unica in questa famiglia ad essere cadaverica come un vampiro della saga di Twlight.

   « Tutto bene, nonna? » le domando sorridendo.

   « Siamo alle solite. Ho saputo che stamattina non sei andata al corso, cosa ti è capitato? » mi domanda lei.

   « Io veramente sono andata fino al capolinea del 67 a Moncalieri, ma quando sono arrivata i miei colleghi sono spariti, come per magia! » rispondo sarcastica.

   « Non è stata colpa tua! Solo una cosa: io ho provato a chiamarti al cellulare. Dove eri andata a finire? » continua lei.

   « Il mio cellulare si è spaccato, l’ho rotto involontariamente dopo una lamentela da parte di mia madre! » rispondo io.

   « L’importante è che non ti è successo niente. Ringraziamo il cielo! Vuoi qualcosa? Un caffè? » mi domanda.

   « No, nonnina cara. Devo andare a casa, che devo mettermi a dormire. Io stasera, non voglio discutere con mia madre riguardo sta mattina e mi metterò a letto, prima del suo arrivo…» le spiego con calma.

   « Va bene cara, cerca di non fare altri pasticci! » mi avvisa lei.

   Io mi metto la giacca, poi mi giro nuovamente a guardarla.

   « Va bene nonna. Ci vediamo domani sera! Saluti, stammi bene » dico.

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