La discendente della Luce

di TimeStrangerRey
(/viewuser.php?uid=576555)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** **Avviso** ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Amu Hinamori

Eccola! La sveglia puntualmente suona, ridestandomi da tutte le fantasie che nella notte mi hanno catapultata in un universo alternativo. Un universo che nessuno vorrebbe abbandonare.
Certe volte vorrei che la sveglia non suonasse, che l’uomo non avesse inventato né lei né quel carcere che devia le menti fresche degli adolescenti: la scuola.

-Amu scendi! La colazione è pronta!-

Ed ecco l’urlo sviscerato di colei che ha deciso di farmi soffrire mettendomi al mondo.
Non sono una ragazza con problemi di depressione, sia chiaro, ma mi piace mettere pessimismo in ogni cosa. Adoro questa visione del mondo.
Questa è adolescenza!

Mi preparo, scendo a fare colazione e poi, quando sono finalmente pronta, esco di casa con le cuffiette nelle orecchie e l’Ipod in mano intenta ad ascoltare qualcosa che mi faccia sentire come Trafalgar Law.
So essere sadica a modo mio -lo ammetto- e agli occhi di tutta la scuola, la sottoscritta è considerata come una ragazza fredda e distaccata.
Ne hanno di fantasia!
Forse è perché mi vesto con un abbigliamento che farebbe impazzire il mondo delle tenebre. Mentre penso a tali considerazioni, mi ammiro in una vetrina del centro: il mio corpo snello è vestito da una felpa nera con disegnato al centro, sull'altezza del seno, un teschio rosa shock tutto glitterato. Le mie gambe sono lunghe e slanciate, coperte da dei fuseaux neri e indosso delle normalissime all star.
Il mio viso presenta un lieve trucco che risalta l’ambra dei miei occhi e le lunga ciglie nere, mentre le mie guance sono lievemente arrossate per la leggera brezza mattutina. I miei capelli rosa confetto sono domati da una coda un po' indomata che cade lateralmente sulla spalla destra. E io dovrei incutere un certo terrore psicologico con un po’ di nero? Sappiamo che tutti giudicano dalle apparenze, ma così è esagerato…

Riflettendo su questi pensieri, arrivo a scuola, ma vengo atterrata da una furia distruttiva chiamata Utau Hoshina.
Lei ha il potere di farmi diventare una serial killer, una sadica pazza che gode nel far soffrire gli altri.
E’ un’idol famosissima, nonché mia migliore amica; ha due codini laterali biondi, lunghi, e due occhi che assomigliano al colore della notte. Inoltre, Utau ha la carnagione chiara, un fisico ben proporzionato che presenta le sue curve e veste in stile gothic lolita, della quale non potrebbe mai fare a meno. La adoro!

-Allora, Amu. Come va? Non ti starai facendo filmini mentali sul catastrofismo dell’umanità!- mi dice con il suo solito sorrisino che emana luce intorno a sé, ma che sotto sotto è puramente sarcastico.

-Certo che no!- le rispondo io con un bel sorriso caloroso di rimando. Il mio, invece, è molto subdolo.

“No, stavo solo cercando di capire perché l’universo ha deciso di rendermi così introspettiva!” mi correggo dentro di me.
Ma noi siamo così: amiamo prenderci in giro. Diciamo che io e lei viaggiamo sulla stessa onda...

-Largo ragazze! State intasando le strade!- ci dice Kukai, il ragazzo di Utau.

E’ estremamente estroverso e pratica tutti gli sport possibili immaginabili. E’ alto, carnagione leggermente abbronzata, con gli smeraldi al posto degli occhi e capelli castani, che -a mio parere- se li tingesse di rosso, non si noterebbe la differenza.

-Tesoro!!! Che bello vederti!-

Utau e le sue smancerie… Bleah!
Non posso commentare negativamente, perché sono una coppia perfetta e poi, loro sono i miei migliori amici.
Mi fanno invidia! L’amore tanto bello quanto odioso!

-Hinamori, Soma e Hoshina volete del cappuccino e brioches, per caso? Per iniziare la lezione occorre che io vi faccia la grazia di chiedervelo?-

Ed ecco un’altra da aggiungere alla mia lista nera: la prof di matematica!
La sua lezione è il riposino di tutti gli studenti; non c’è lezione più noiosa della sua e per fare un esempio, preferirei essere la cavia di qualche scienziato sociopatico che essere contaminata dalla sua lezione.
Non dovrei dire certe cose di quella materia del resto sono una secchiona, ma dipende dal personaggio che ce lo spiega e lei non mi va a genio.
Anche voi odiereste una materia per il semplice fatto che il prof vi è antipatico. Non raccontatemi balle!

Ad ogni modo le due ore passano con una lentezza tipica che farebbe a gara con una lumaca, ma appena terminano, sgattaiolo fuori dall’aula per fondarmi per prima alle macchinette. Dovete sapere che tutti gli studenti fanno a gara per chi ci arriva per primo: è la legge della sopravvivenza. E' come in una giungla che si salva solamente il più idoneo per mantenere la vita della sua specie.
Corro come una pazza assatanata, arrivo e che cosa vedono i miei occhi? Una coda infinita di esseri viventi dalla materia grigia più piccola di un atomo verso coloro che mi sono sempre complici dei miei sgarri.
Vedo sfumare la possibilità di fare merenda e a malincuore, mi accontento delle briciole…
Dopo la ricreazione c’è la mia amata lezione di storia, l’unica materia scolastica che merita anima e corpo della sottoscritta.

-Hinamori siamo atterrate in quale epoca storica, sta volta?- il mio amato prof, uomo di grande personalità, ha beccato la sua dolce pupilla distratta! E' un uomo sulla cinquantina d'anni, capelli color panna e la carnagione che risalta il colre dei capelli.

-Allora piccola?- mi richiama nuovamente.

Cacchio! Santo cielo! Kami!

-Inter nos magister viri, carpe diem!- Gli dico in perfetto latino come piace a lui.

-Ottimo siamo da Orazio! Dato che lo stai pensando,piccola, ti va di ascoltare me che, anche se non sono bello, sono per lo meno interessante?- mi dice lui.

-Sì prof!- esclamo io con un lieve sorriso sincero.

E’ interessante vederlo quando incita i suoi allievi ad ascoltarlo e ci rende partecipi dei suoi profondi pensieri… Sto andando per filosofia adesso!
Con lui, però, la lezione finisce come un battito di ciglia e all’ultima ora, osa varcare il male fatta a persona: la prof di biologia!
Siamo tutti con il fiato sospeso, Utau e Kukai mi guardano supplichevoli e, conoscendo quello sguardo, dico a gesti:
”Non osate chiedermi di farlo ancora! Sono pericolosa alcune volte e poi, anche lei mi incute un certo terrore…”

-Hinamori! Abbiamo da chiacchierare qui? Se è così parliamo di Darwin!- mando al diavolo lei e i miei amici e sottovoce mi dico:
-Perché ho come l’impressione di essere tra l’incudine e il martello?-

-Forse è perché lo sei!- esclamano all’unisono la prof e Utau.


-Hoshina abbiamo anche noi tale voglia?- la bionda sbianca e io mi butto all’indietro con la sedia.

Ho un bel bernoccolo piantatati dietro la testa e mi rialzo dopo un po’ sotto lo sguardo scioccato del Male fatto a persona e divertito dei miei compagni.
E io dovrei incutere terrore? Ci sono in questa scuola soggetti più schizzati di me!

-Vado in infermeria per mettere del ghiaccio!- le dico alzandomi e posso così svignarmela da quell’inferno.

Siiiiiiii!!!
Ora sono nei corridoi solitari della scuola e ballo la danza della vittoria come una tossico-dipende. Saltello e corro contemporaneamente, ma inciampo da sola nelle scale e le faccio tutte con il fondo schiena ( adesso non ha più bisogno di essere rassodato) e finisco questa strana corsa mortale tra le braccia di un ragazzo.
Riaprendo gli occhi, mi ritrovo quelli di lui addosso. Sono due perfette ametiste che mi fanno sprofondare nell’imbarazzo più totale. I suoi capelli fulvi sono blu notte e la sua corporatura, oltre ad essere irresistibile, è anche quella di un felino.
Starei a fissarlo in eterno, se lui non avesse rotto il ghiaccio guardandomi malizioso e dicendo:

-Certo che un’avance così nessuna me l’ha mai fatta! Vacci piano con quello sguardo. Così mi consumi!-

Idiota! Ma chi si crede di essere?

-M-ma che vai dicendo? Non sparare cavolate!- gli dico rossa in viso alzandomi e correndo via come un fulmine.

Una volta tornata in classe cerco di non ripensare a quello che era successo poco prima è stato imbarazzante e umiliante per il mio ego, ma l’immagine di quel ragazzo non osava lasciarmi in pace.

***Angoletto dell'autrice schiavizzata dalla sua gemellina***

Jlo, tutto ma non il rosa!
*Jlo la fulmina con lo sguardo*

Ok, ok. Allora... che dire? Mia sorella ama questo anime e mi ha chiesto di farci una storia. Mi piace Shugo Chara, per carità, ma non più così tanto. Ma per mia sorella, questo e altro!

Jlo: Davvero? *occhi da cucciolo*
Bebe: No! *risata malvagia*
Jlo: Niente Nutella!
Bebe: Ma lo sai che scherzavo, sorellina... <3


Allora, se vi è piaciuto o meno, fatemelo sapere! Ci vediamo nel prossimo capitolo bella gente! ;D
Baci, Bebe <3


P.S.: Pubblicherò ogni 3 giorni *^* Con questo, vi risaluto!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La piccola magia
 
 POV Ikuto

Sono così annoiato dal prof di storia che mi invento una scusa per uscire dall’aula e vado verso le macchinette, ma qualcosa, anzi qualcuno me lo impedisce.
D’un tratto, mi ritrovo un peso morto tra le braccia che mi porta a cadere per terra. In un primo momento ho pensato di essere morto poi, realizzo che sono sdraiato sul pavimento freddo del corridoio.
Alzo lo sguardo per dire quattro parole a colui che ha tentato di uccidermi, ma il mio sguardo incrocia quello ambrato di una ragazza che non ho mai visto: ha i capelli di un bel rosa confetto, leggermente scompigliati dalla caduta, e le guance che si stanno imporporando. Inoltre, i lineamenti del viso sono molto dolci. Le sue labbra fine, rosse come il sangue, sono schiuse di poco e stanno mormorando un “Ahi, ahi, ahia!”.
Il suo corpo è snello e ben formato devo dire; mi sta facendo salire tutta la malizia che ho in corpo e questo mi sorprende, visto che dovrei essere arrabbiato con lei, essendo stato quasi ammazzato!
E’ bellissima e… mi sta fissando imbarazzata. Capisco il motivo… Le sue forme, infatti, sono letteralmente schiacciate contro il mio petto e, nonostante indossi quella felpa che non le rende assolutamente giustizia, si sentono. In quel volto da bimba spaurita, si è dipinto il pudore; infatti, le sue gote si sono arrossate in modo vistoso, facendo nascere, tra le mie labbra, un ghigno malizioso.
Adesso mi voglio divertire un po’: ho l’irrefrenabile desiderio di stuzzicarla! Quel viso dai tratti così infantili fa riemergere il mio lato più perverso e malizioso di cui dispongo (JLo: il tuo essere perverso supera i limiti dell’umana concezione… ma a noi piaci per questo!!! Bebe: #WTF).
 
-Certo che un’avance così, nessuna me l’ha mai fatta! - inizio a dirle -Vacci piano con quello sguardo… così mi consumi! – finisco con un sorrisetto per niente rassicurante. Credo che la stia spaventando.

Lei, rossa in viso, si rialza da quella posizione che, a mio modesto parere, mi andava anche bene e me le canta di santa ragione.
Mi trattengo dal non riderle in faccia per la sua goffaggine e intanto, si muove nella direzione da cui è venuta alla massima velocità…

- Buffa come ragazza! – mi dico, vedendola fuggire a mo’ di Timmy Turner.

Nessuna delle ragazze con cui ho avuto a che fare, mi avevano procurato l’effetto di quella tipetta. La confetto era davvero una bella ragazza, dagli occhi enigmatici. E sì, stuzzicarla, da oggi, sarebbe diventato il mio nuovo hobby. Se solo la confronto con le ragazze della mia età: sorridono a casaccio e parlano di cose futili ed effimere; incrociano gli sguardi dei ragazzi con malizia e fanno le galline con loro. Per cosa poi…? Semplice: per sbarazzarsi della loro verginità. E chissà quante altre volte l’hanno fatto…
Altre invece hanno l’aria da primadonna; tutte fatte con lo stesso stampino. Devono vantarsi, essere ad un passo avanti agli altri. Ma con queste tipo di ragazze, il divertimento è assicurato: farebbero di tutto per la popolarità. Ma quel confettino… lei mi è apparsa come una ragazza di tutt’altro carattere: la sua faccia pudica e i suoi movimenti impacciati a causa di quella situazione fanno pensare alla timidezza fatta a persona.
No no, impossibile! Quella sembrava volermi incenerire all’istante, se non fosse stato per qualche parolina che l’ha imbarazzata.
Ritorno in classe sconsolato dal fatto che non ho perso molto tempo e adesso mi tocca ascoltare la lezione. Chissà di cosa parla il prof: la Guerra fredda? Le Guerre mondiali? La globalizzazione nel mondo?
Ma le sue parole non mi distolgono dal ricordo di lei, l’unica che sembra avermi lasciato un’impronta indelebile. In futuro la stuzzicherò ancora di più, per il semplice motivo di vedere sul suo visino infantile, il broncio come quello che hanno i bambini quando vogliono assolutamente qualcosa. Le sue espressioni facciali sono il massimo per il mio divertimento, soprattutto quella della timidezza quando le ho detto alcune battutine “innocenti”.
Ho ancora un’ora e noto che colei che sta dominando i miei pensieri sta uscendo da scuola, seguita da mia sorella. Stanno chiacchierando e all’improvviso, il confettino storce il naso e distoglie lo sguardo: anche se scontrosa, è bellissima e mi viene voglia di stringerla tra le braccia.
Ma che cavolo sto dicendo? Ma cosa mi sta facendo quella tipetta? Lei è la tentazione fatta a persona! Altro che timidezza!

-E’ del secondo anno, allora! –mi dico, quasi sovrappensiero.

-Ikuto, andiamo a mangiare insieme? –

La voce appartiene alla classica ragazza della porta accanto: Mandy Robinson. La detesto. La sua voce assomiglia allo strillo isterico di mia sorella quando non riesce a trovare il suo lucidalabbra alla pesca e se potessi, la ucciderei con le mie stesse mani.
Mandy è una ragazza viziata e il suo atteggiamento è quello di una che deve ottenere tutto quello che vuole, senza dover rendere qualcosa a qualcuno. I suoi capelli sono corti, scalati in avanti, e tinti di nero. Nei suoi occhi si legge solo che malizia e il suo fisico proporzionato riesce ad incantare chiunque, superato il fatto che ha un seno davvero enorme.
Potrei dire che tutta questa cattiveria e vanità sono direttamente proporzionali alla sua bellezza fisica: si avete capito bene, è bella, con due occhi azzurri che sembrano freddi. NON “sembrano” … LO SONO. Punto e basta. Il suo sguardo stenderebbe tutta la squadra di rugby più agguerrita e forte dell’universo; il suo corpo è il prototipo di invidia tra tutte le ragazze di tutte le scuole, ma non mi interessa più di tanto.
Sebbene sia tutta questa grande bellezza, la proporzionalità diretta applicata al suo atteggiamento rispetto al suo corpo non può essere valida secondo un altro aspetto di Mandy: l’intelligenza.
Se lo fosse, sarebbe validata dalla proprietà transitiva, ma, non essendo intelligente, deve solo sperare che la fortuna o le tasche del paparino abbiano il sopravvento. Diciamo che la mia spiegazione è del tutto matematica, ma se ci pensate bene è così.

-Non ho fame e adesso… lasciami in pace! – le dico impassibile e totalmente tranquillo, mentre mi alzo dal banco e la lascio fumare dalla rabbia.

Dopo essere uscito dall’aula, vado verso un gruppetto di amici e porto in disparte Naghiko per informarmi su quel piccolo confettino rosa che mi è arrivata addosso e scomparsa veloce come un fulmine.
Naghiko Fujisaki è un ragazzo piuttosto alto con dei capelli lunghi – mi chiedo come diamine faccia a portarli così- e scuri come la notte e del medesimo colore sono i suoi occhi. Inoltre, è una persona affidabile e saggia, per cui posso tranquillamente chiedere indisturbato.

-Naghiko, sai chi è quella ragazzina dai capelli rosa? –

Lui sbarra gli occhi come se gli avessi appena chiesto qualcosa di oscuro e impronunciabile. E’ la stessa reazione che ha avuto quell’uomo grassottello e barbuto sul film “Harry Potter e la pietra filosofale”, quando Harry aveva pronunciato il nome di Voldemort. Paragone stupido! Voldemort, almeno, mi sembra più sensibile di quella ragazza.

-Amu Hinamori, a scuola la conosco tutti. E’ la ragazza più fredda e distaccata che ci sia, inoltre, sembra che sia parecchio strana- mi risponde abbassando la voce per non farsi sentire.

-In che senso strana? –

-Be’, lei sta sempre su le sue e non è molto sociale. Parla con Kukai Soma e tua sorella, ma con gli altri non ci pensa nemmeno e una ragazza del nostro anno pare che l’abbia vista andare in un cimitero da sola senza che portasse qualche fiore a qualcuno. Inoltre, mia ha detto anche di averla vista accanto a una tomba di una famiglia e parlare al vento, ma tu non dare troppo peso a quello che si dice su di lei, però  è sicuro che sia una ragazza fredda. –

“Bene, Amu Hinamori: ci penserò io a scioglierti un po’”.

La seguo con lo sguardo e la vedo sospirare e alzare lo sguardo verso il cielo e scrutarlo come se fosse qualcosa di unico ed immenso; ciò che mi colpisce è che il suo viso emana una luce strana, le regala un tocco mistico e misterioso.
Certo che quel confettino mi sta facendo andare in confusione! Da quando sono diventato Romeo?
I suoi occhi solitamente truci e freddi si lasciano trasportare da ciò che hanno catturato. Il cielo ha creato un vero miracolo! E io sto cominciando a cambiare i connotati!


POV Amu

Uscita da scuola, Utau mi fa notare di essere rossa fino alle punte dei capelli e io le nego ogni cosa voltandomi dall’altra parte.

-Be’ come vuoi confettino, ci sentiamo dopo! – mi dicono Kukai e Utau separandoci.

Osservo il cielo che oggi mi sembra più luminoso. Sono ancora con la testa altrove… quel ragazzo pervertito mi ha distrutto completamente! Pedofilo! Stalker! Maniaco sessuale!
Sono sempre stata una ragazza pudica, ma allora come cavolo ho fatto a cadergli addosso? Mi ha stretta tra le sue braccia… avevo il suo petto tutt’uno con il mio seno… sentivo ogni singola parte del mio corpo bruciare e diventare come neve al sole!
Ma perché certe figuracce devo farle sempre io? (Bebe: Perché sono io che te le presento e tu devi solo che adeguarti…. Mi dispiace, ma sono io la più forte qui! Detengo io il potere! Muahahah)

“Amu calmati! E’ stato solo uno sfortunato incidente! Adesso ce ne ritorniamo a casa e sappiamo che ad attenderci ci sarà la mamma.”

Sento la felpa vibrare e mi accorgo di aver ricevuto un messaggio da lei.

“Cara Amu, anche oggi si cena da sole!” penso leggendolo.

Be’ almeno potrò fare quella cosa dentro casa che i miei non vogliono.
Non riesco ad aspettare di arrivare a casa e mi dirigo sulla riva del fiume vicino al parco di casa mia: mi guardo attorno, sperando che nei paraggi non vi sia nessuno che possa disturbarmi.
Appena finito di controllare, libero le mani dalle cianfrusaglie e prendo un respiro bello profondo; poi, porto le mani all’altezza del petto in segno di preghiera.
Distendo le braccia elegantemente lungo i fianchi con le mani chiuse in due pugni e poi, li sollevo fin sopra la testa e apro le mani dalle quali si librano in aria bagliori di energia pura molto intensa e soprattutto, spettacolare; la pioggia di questi brillanti cade dolcemente sul mio capo, attaccandosi sui miei capelli come fa la neve. Attorno a me, c’è questo incanto che si stende sulla strada lasciandomi ogni volta senza parole.
NON VE LO ASPETTAVATE, VERO?
Lo so, lo so… ma tutto questo mi si ritorcerà contro, ne sono più che sicura.
Una volta giunta a casa con la mia sorellina più piccola –ovviamente: prima ho fatto la mia bella magia che ancora voi non sapete in cosa consiste, poi, sono andata all’asilo a prendere Ami, sì, perché lei si chiama così-, mi metto a disegnare cose astratte con la mia magia, o poteri, oppure energia spirituale, chiamatela come cacchio vi pare. Del resto si può considerare SEMPRE magia.
Mia sorella, Ami, è una bimba di 5 anni che adora fino alla perdizione Utau Hoshina. Canta le sue canzoni quotidianamente a squarciagola e puntualmente viene ammirata e fotografata dai miei genitori che, estasiati, le fanno tanti complimenti per le sue performance e ne chiedono addirittura il bis. Ma stiamo dando i numeri?
I miei sono un po’ strani, ma li amo con tutta me stessa!
Ma parlando di Ami: ha i capelli castani e gli occhi sono del medesimo colore dei capelli. E’ una piccoletta piena di energie e paragonata a me, quando avevo la sua età, possiamo dire che lei è più viva.
L’unica Hinamori dotata di capacità sovrannaturali è solo la sottoscritta. Ho poteri che riguardano il mondo della psiche, ovvero della mente, della fantasia, e ho la capacità di saper vedere e interagire con i morti.
Mi alzo dalla poltrona e salto su dei “trampolini” fatti con i miei poteri, finché non sento il campanello suonare.

-Quando ci siamo detti “ci sentiamo dopo” il vostro vocabolario vi ha tradotto con “andare a casa di Amu nel pomeriggio e rompile le scatole, finché ne avrai l’opportunità”? – chiedo scocciata a Utau e Kukai che si erano materializzati in casa mia.

Li faccio accomodare e Utau mi si para davanti dicendomi con uno sguardo omicida degno di Jeff the killer:
-No. Ci avevi detto che oggi avresti mostrato a me e a Kukai come si faceva a pietrificare una stanza e decorarla con tutto quello che ci poteva uscire dall’anticamera del cervello! –

-Ma non l’avevo già fatto la settimana scorsa? – chiedo grattandomi la testa, sorridendo nervosamente.

I due ragazzi mi guardano con occhi molto eloquenti e tiro un sospiro rassegnato. Se Utau volesse, mi strapperebbe i capelli dalla testa e me li farebbe anche ingoiare! Bleah!!!!

Ci dirigiamo verso l’unica parte della casa in cui i miei mi hanno permesso di utilizzare i miei poteri senza freni: si tratta di una cupola in vetro speciale, infrangibile anche per i proiettili, ma loro non sanno che non è abbastanza per me, ma è sempre meglio di niente.
Solita storia, mi preparo psicologicamente –perché se sbaglio, Utau diventa una iena- e mi metto al centro della stanza. Intensamente libero i miei pensieri e mi concentro sul mio potere. Dai miei piedi esce una scia marroncina che pietrifica ciò che passa sotto di essa e ricopre interamente la cupola.

-Ok, divertiamoci! – fa Utau raggiante –Allora: rendi la roccia viola e nera! –

Niente di più semplice: basta solo un piccolo pensierino e quello che ha richiesto Utau si sprigiona secondo le mie volontà.

-Ogni giorno che passa non posso fare altro che rimanere senza parole! – mi dice Kukai ancora estasiato da quello che vede. -Pur non essendo la prima volta che ti vedo all’opera, non posso fare altro che rimanere imbambolato come un cretino! - si affretta a concludere.

Rido, sì: io sto ridendo! Mi piace vederlo così scombussolato.

-Sai che ti dico Amu? Raccontaci di nuovo come abbiamo fatto a scoprire che tu eri diversa da tutti noi! – mi dice Utau sedendosi in braccio a Kukai. Li osservo e vedo che si guardano con amore. Sono dolci e sincere le loro coccole.

Sembrano una storia d’amore genuina, con un futuro roseo davanti e mi scappa un bagliore rosa che li avvolge tiepidamente.

-Amu? – mi richiamano all’ unisono i due.

-Sto bene, vedendovi così dolci mi è scappata la magia! Va bene, va bene. Vi racconterò come mi avete scoperta! – dico sedendomi per terra di fronte a loro. 

                                                                                                                                                                       
*** Angolo della Regina di tutti i vasetti di Nutella***

JLo: Sapevo… Lo sapevo che avresti messo Nutella!
Bebe: Ma sei sempre qui!?
JLo: Io amo Shugo Chara! Ed è ovvio che io sia qui! U.U
Bebe: Stalker!
Ikuto: Presente!
Bebe: Passato…
JLo: Futuro!
Bebe: Voi due! Sparite da qui! Uscirò con qualche problema mentale, ne sono stra sicura! *sospira*

Allora… perdonate la mia gemella rompiscatole e il pervertito! Ringrazio Lulilo983, Rad Passion e Bloody_Rabbit per aver recensito la mia storia ♥
Grazie mille! Spero che vi piaccia anche questo capitolo *^*
Ho mantenuto la promessa, visto!? U.U
Che dire di questo capitoletto? Mi è piaciuto, soprattutto il POV di Ikuto! xD
Ora mi dileguo è.è

Ci vediamo tra tre giorni! ♥                                
Baci, Bebe <3

 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il passato di Amu

Era un giorno come tanti altri e una bambina di quattro anni ritornava a casa in braccio alla sua mamma.

-Amu come è andata a scuola? Ti sei divertita?- le chiese la signora Midori alla figlia; la bimba si limitò a sorridere e ad annuire.
Era molto graziosa anche se indossava un abbigliamento piuttosto dark: le calze violacee uscivano da sotto il giubbotto scozzese colorato di rosso.
Gli occhioni d’oro trasmettevano un’aria incerta, quanto misteriosa; le sue guance paffutelle erano rosse come il sangue a causa della stagione fredda e i capelli erano saldamente raccolti in due codine molto bizzarre, anche a causa del colore di un bel rosa confetto.
Tornate a casa, Amu si diresse in camera e si chiuse dentro. Midori sapeva che da un po’ di tempo la figlia aveva qualcosa che non andava, ma per quanto si sforzasse a convincere Amu di confidarsi con lei, la bimba non accennava a nessun gesto.

-Amu, figlia dell’universo, vieni qui da noi. Le tenebre avanzeranno e la tua luce si spegnerà!- disse una sagoma nera seduta al fianco della piccola.
Quell’essere non poteva essere descritto: era tutto nero con una voce roca e molto tenebrosa, da far tremare tutti e sembrava che ce l’avesse in modo particolare con lei.

-Tu  chi sei? Che vuoi da me?- disse in lacrime la bambina.

-Tu mi puoi vedere! Perfetto: allora è meglio che ti sveli un segreto piccolina, ma devi stare tranquilla- disse con un ghigno per niente rassicurante -Sai piccina, in realtà la tua vita è molto complessa. Ma non è il momento giusto per raccontartela. Ti basta solo sapere che  non sei una piccina come ce ne sono tante: tu puoi vedere noi morti e portarci nella Luce-.
La strana presenza fece una pausa. Amava quello sguardo spaventato dipinto nel volto della bambina.
-Però c’è chi è come me che vuole solo addentrarsi nell’oscurità- riprese la creatura -Ti spaventeranno a morte le anime delle persone; vedrai i loro spiriti putrefatti o assassinati, il sangue che cola senza freni dalle loro membra e ti verranno a cercare per chiederti aiuto o spaventarti. Tu ci sognerai ed entrerai nei nostri corpi prima che noi venissimo uccisi e sentirai le nostre emozioni, il terrore che crescerà sapendo che per noi è giunta l’ora di morire. Oppure ci vedrai soccombere ai nostri assassini scrutando il nostro essere che viene brutalmente martoriato dall’odio e dalla vendetta, i quali si consumeranno solo nella nostra sparizione!
Fai sogni d’oro, piccina, e ricorda che non puoi solo vedere le anime defunte… tu puoi fare molto altro!-

Dette queste parole inquietanti, il mostro oscuro si dileguò.
Amu, ancora scossa da quelle parole, scoppiò a piangere manifestando ciò che aveva dentro: una luce abbagliante e incandescente divampò nella camera, travolgendo ogni cosa in pochi istanti. Midori e Tsumugu fecero irruzione nella stanza e trovarono la figlia sospesa a mezz’aria con il corpo avvolto nell’energia che soffocava l’aria circostante.

-Amu!- la richiamarono i genitori preoccupati.
A quel punto, Amu, sentendoli, ritirò tutto dentro di sé sotto lo sguardo sbalordito dei due coniugi.
In cuor loro sapevano che la figlia non era una bambina come le altre, ma si impegnavano a farglielo essere.
Midori, quando era rimasta incinta di lei, sapeva che portava dentro di sé una bambina speciale, lei avrebbe compiuto qualcosa di straordinario, ma, allo stesso tempo, aveva paura di perderla proprio perché non era simile a loro.
Un giorno sarebbe dovuta andare per la sua strada non appartenendo a quel mondo; la sua piccola bambina che persino Tsumugu amava, poteva correre pericoli inimmaginabili.
Anche il padre aveva già capito che Amu era qualcuno che involontariamente proteggeva e custodiva i genitori.
Si era impegnato tanto per essere un padre amorevole e ora vedere che la paura più grande si trovava a pochi centimetri da lui, era devastante.

-Mamma! Papà! C’era qualcuno in camera mia che mi ha detto che sono una bambina speciale!- e subito cominciò a piangere a dirotto.

-Calmati e racconta tutto: siamo qui tranquilla!- le fece con dolcezza la madre, stringendola tra le braccia e cullandola.

-C’era un uomo tutto nero in camera mia che mi ha detto che posso vedere i morti e parlare con loro. Li posso portare nella Luce salvandoli oppure possono decidere di andare nel Buio. I morti verranno a cercarmi per chiedermi aiuto o tormentarmi e io non voglio! E poi ha detto che posso vederli nei sogni quando stanno morendo... mi spaventa è orribile!- la bambina si strinse al petto della madre serrando gli occhi.

I genitori si guardarono rassegnati, ormai Amu stava diventando troppo lontana e quindi l’unica cosa che potevano fare era quella di aiutarla a non temere nulla.
Con il tempo la bambina si abituò alle presenze che la tormentavano di continuo e si limitò a fare quello che per lei era diventato “il suo lavoro”: far passare le anime nella Luce.
Ma tutto ciò non faceva altro che rendere la bambina più taciturna e distaccata dagli altri, era ormai una personalità fredda e cinica che per superare quel senso di inquietudine si era rivolta allo studio che la faceva allontanare dalla vita al di fuori della sua camera da letto.
Ormai, era arrivata alle elementari e fin dal primo anno, era stata marchiata come bambina fredda e strana e quindi, evitata come la peste.
Si rintanava nei libri e nella sua magia che da poco aveva cominciato a gestire; la sua mente ancora debole non era capace di controllare un potere così grande per cui seduta su un angolino si limitava a sollevare gli oggetti e a colorare i fogli bianchi con motivi astratti.

-Eccola! E’ Utau Hoshina! Ehi, ci canti qualcosa?- erano le voci delle sue compagne di classe.

“Ma cos’è tutto questo baccano! E’ solo una bambina come tante, soltanto che sa cantare! Che fastidiose.” pensò Amu alzandosi e ritornando al suo posto.
La bimba popolare era Utau Hoshina, già conosciuta per le sue doti canore e per la sua comparsa in qualche show televisivo; era una bimba matura e un po’ snob, con quei suoi occhi blu come la notte che fissavano seccati tutti, nessuno escluso.
Utau fissò meravigliata Amu che si era alzata e messa a sedere non degnandola di nessuna attenzione; era da tempo che l’aveva adocchiata e non le piaceva per niente il suo carattere: la credeva una pipetta che si dava arie di chissà chi e la infastidiva di parecchio.

-No, ora non ho voglia di cantare. Lo farò dopo- disse per poi allontanarsi.
Amu fissò la finestra e decise di alzarsi per uscire dall’aula, volendo fare un giretto, anche perchè, era l’ora della ricreazione. Andò nel tetto e ci sarebbe rimasta, se una presenza non l’avesse tormentata.

-Che vuoi?-chiese Amu.
L’anima del morto era bruciata come se lo avessero fatto alla brace, era uno spettacolo raccapricciante e Amu si allontanò di colpo.

-Chi sei?- gli urlò contro.

Nessuna risposta.
Utau da dietro la porta fissava sbalordita la scena:
”Hinamori è pazza?! Non c’è nessuno qui intorno, ma allora con chi sta parlando?” e vide che la rosa si accasciò a terra svenendo.
Si fece bianca come un cencio e corse a portarla in infermeria assieme all’insegnante che aveva chiamato e, una volta sole, Utau svegliò la rivale con una cuscinata in testa.

-Hoshina si può sapere perché lo hai fatto?- chiese indispettita Amu.

-Avevo voglia di picchiarti. Comunque… Con chi parlavi prima?- chiese subito.

-Nessuno che ti può interessare! Io non sono tenuta a dirtelo in quanto non siamo e non saremo mai amiche! Adesso lasciami stare!- le sbraitò contro la rosa, poi sentì il viso rigarsi dalle lacrime: copiose scendevano sul volto paffutello della bambina e in quel momento capì quanto fosse sola.
Pianse lacrime di solitudine. L’unica vita sociale -per modo di dire- era con i morti, ma mai con delle persone vive che avevano il corpo caldo e che si potevano toccare con mano. Utau la fissò vedendo quanto fosse fragile, senza quella corazza che si era costruita.
Lentamente salì sul lettino e abbracciò quel confetto gigante rosa tanto forte che Amu urlò ancora di più.

-Amu non sei sola, ci sono io. Da oggi non ti mollo più, saremo come due sorelle.- le disse con voce soave.
Amu la guardò asciugandosi le lacrime.

-Davvero?-

Utau annuì e Amu continuò:

-Se vuoi tanto sapere il mio segreto, vieni a casa mia!-

Utau rimase spiazzata nel vedere la casa della sua nuova amica; era abituata al lusso, ma la semplicità di quell’abitazione faceva un effetto un po’…strano e notò con chiarezza una cupola in vetro nascosta dalla casa e dall’albero.

-Qualunque cosa dirà Amu le starai sempre vicino, Utau?- domandò Midori.

La bimba annuì con grande sicurezza e si diresse con Amu nella cupola.

-Io sono una bambina speciale -iniziò a raccontare -Posso comunicare e vedere i morti e aiutarli-

Utau sgranò gli occhi. Si aspettava qualcosa di meno… meno… meno assurdo, ecco!

-Non guardarmi così è vero!- sbuffò la rosa.

-Ma è impossibile, Hinamori!- le disse.

-E non solo, posso utilizzare i poteri della mente! Hoshina, io ho la magia!- esclamò Amu.

Per dimostrare di avere ragione, Amu fece uscire dal suo corpo dei colori brillanti che si espansero in tutta la cupola. Utau era rimasta di stucco; era tutto vero!

-Forte! Questa è la più bella cosa che ti potesse mai capitare, Amu!- esclamò la biondina.

-Mi hai chiamata, Amu?-

-Ci chiamavamo per cognomi solo perché non ci sopportavamo. Ma tu sei sempre rimasta sola e ti sei chiusa in te stessa affidandoti solo a quello che le anime volevano. Ora ci sono io e nessuno ti potrà più fare del male!- disse con impeto la bimba.

Be’ questo fino al secondo anno delle medie quando Utau non conobbe Kukai Soma.
Un ragazzo sportivo e molto intelligente anche molto solare, fin troppo per Amu.
Kukai ebbe l’illuminazione di seguire la sua ragazza perché lei e la sua migliore amica, Amu, sembravano alquanto sospette, poiché mostravano tutti i "sintomi" di chi vuole tenere nascosto qualcosa.

-E dai Amu! Fallo! Ti prego!- quella voce l’avrebbe riconosciuta tra mille. Era Utau!

-Va bene!-

La confetto si sporse in avanti e vide quello che non avrebbe mai potuto immaginare:
”Amu è un alieno!” pensò il ragazzo per poi rotolare fuori dal nascondiglio come un babbeo e finire davanti alle due ragazze.

-Dovete dirmi per caso qualcosa?- disse massaggiandosi la testa.

Le due si scambiarono uno sguardo del tipo ”E ora che si fa?”

-Utau e anche tu, Amu! Quando pensavate di dirmelo?- chiese arrabbiato.

-Scusami non volevamo mentirti. Ma avevo promesso ad Amu che non l’avrei mai detto a nessuno per proteggerla!- disse Utau cercando di avvicinarsi al ragazzo.

-Da quanto va avanti questa storia?- chiese.

-Dal secondo anno delle elementari! Ma cerca di capire: pensi che le persone possano davvero capire come possa sentirsi veramente Amu? Se la considerassero un mostro? O se non la lasciassero vivere tranquillamente?- gli urlò lei.
Kukai ci rifletté un pochino. In effetti sbandierare ai quattro venti un segreto così assurdo, sarebbe un gesto da pazzi. Amu pur facendosi vedere fredda e distaccata, sapeva di essere fragile e quindi si limitò a dire:

-Hai ragione, Utau! Amu è una ragazza fragile che va assolutamente protetta!-

-Io non sono fragile! Si può sapere da quale film siete usciti?- si sentì quasi offesa la rosa, ma le faceva piacere sentire che doveva essere protetta.

-Zitta Hinamori! Però domani dovete venire a scuola conciate da cheerleader e ballarmi attorno davanti a tutti, se no non siete perdonate!- disse Kukai schioccando un tenero bacio sulle labbra a Utau e strizzando l’occhio ad Amu.

-COOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAA????!!!!- esclamarono all’unisono le due.

-D’accordo ma prima…-disse Amu lasciando in sospeso la frase.

Sollevò con la mente Kukai e gli fece fare il bagno nel fiume sotto lo sguardo divertito di Utau che prese sotto braccio l’amica e tornarono a casa non badando alle suppliche e alle imprecazioni del castano.
Il giorno dopo se lo ricorderanno, finché camperanno perché le ragazze vennero guardate con malizia dai ragazzi e con odio dalle ragazze.
Imbarazzo, solo quello in quel momento, Amu non si era mai messa dei lustrini e fiocchi colorati ma dovette ammettere che era estremamente carina.
.
.
.
 
[POV Amu]

-Eh già….quanti ricordi!- sospira Kukai, ripensando a quella visione di Utau con i lustrini e i pon pon.
-E’ stato umiliante!- dico diventando rossa.
Utau non dice nulla. Mi salta addosso fino a stritolarmi il collo.
Ci salutiamo e vedendoli tanto innamorati e scambiarsi effusioni romantiche, regalo loro una scia colorata che avvolge i loro corpi facendoli arrossire. Poi, mi guardano accennando ad un ”grazie” e rientro a casa, sposandomi, così, con il letto che mi culla tra le braccia di Morfeo.



***Angoletto dell' autrice***

JLo: Ma... mi hai cancellato tutti i punti e virgola! T.T
Bebe: Sul serio... erano imbarazzanti!
JLo: Ma sono così carini!!! E-
Bebe: Piantala o giuro che ti faccio il culo a stelle e a strisce, così poi, quando andrai in America, potrai mostrare quanto sei dovota a loro, fandoli vedere il bel ricordino sul tuo diddietro!
*JLo deglutisce*
Bebe: Bene ragazzuoli/e...
Spero vi sia piaciuto e che vi abbia schiarito un po' i dubbi. comunque: la capacità che possiede Amu, ho tratto ispirazione sul telefilm "Ghost Whisper", che vi consiglio di guardare! *^*
Ora vado, ringrazio tutti quelli che la leggono -ho notato che siete parecchi!- e che la recensiscono (anche a coloro che mi lasciano un commento breve) Grazie di cuore!

Ora vado a nanna,
A fra tre giorni!

Baci, Bebe <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Un nuovo passatempo

[POV Ikuto]
 
Vedo mia sorella entrare in casa e guardarmi con un’aria sognante e si getta su di me per abbracciarmi.
Mi sporgo verso l’altro lato delle scale, impedendole di circondarmi il collo con le sue braccia e così, finisce a terra come una lattante.

-Oh Ikuto, lasciati abbracciare- mi dice con gli occhioni dolci, quasi sul punto di piangere.

-No!- le rispondo tagliente.

-Sei cattivo!- e quando penso che finalmente abbia gettato la spugna, lei si fionda su di me facendomi cadere all’indietro.

-Ma sei pazza? Hai deciso di ammazzarmi per caso?- le urlo spostandola dal mio petto.

-Scusami, non volevo- mi dice.

“Certo che non volevi! Mi suonerebbe male sapere del contrario, per poco non mi spezzavi l’osso del collo” penso fissandola truce.

-Dove sei stata fino a quest’ora ?- le chiedo.

-A casa di Amu... abbiamo studiato e parlato-

Le ragazze sono solite a spettegolare o a parlare di scemenze...  se dicono che si mettono a studiare insieme, be'... è solamente una fregatura! Diciamoci la verità: a quale studente interessa davvero aprire un libro? A nessuno! Tutti temporeggiano, infischiandosene dei compiti.

-Dimmi sorellina, che tipo è Amu?- le chiedo con un mezzo sorriso beffardo. Lei mi guarda con un’aria omicida ma non mi lascio spaventare.

-Perché dovrei dirtelo?- mi chiede incrociando le braccia al seno. Ora mi diverto... voglio giocare sporco!

-Perché potrei prendere in considerazione l’idea delle tue effusioni sdolcinate nei miei confronti!-

-Sei veramente… Amu è la mia migliore amica dai tempi delle elementari; non è molto socievole, non ama esporsi e tiene tutti a debita distanza con il suo carattere freddo, perché non si fida di nessuno. E’ un tipo sveglio e molto intelligente, ma è anche una grandissima timidona! La prima volta che l’ho vista, mi è sembrata una bambina snob e strana, ma poi mi sono ricreduta. Assomiglia ad un confettino gigante!- 

Le brillano gli occhi, strano ma vero.
Amu deve essere una persona fuori dal normale per aver cambiato i connotati a mia sorella... mi sono trovata una ragazza tosta!

-Ma perché me lo chiedi, fratellino?-

Non le rispondo. Mi limito a rialzarmi, ma lei mi blocca la strada e riformula la sua domanda con l’espressione di uno sbirro cattivo:
-Fratellino ti conviene vuotare il sacco! Non mi dirai che hai avuto un contatto con lei?- mi dice truce, per poi sgranare gli occhi.

-Esatto. Oggi sono uscito dalla classe e mi sono ritrovato un peso morto tra le braccia e se ripenso alla sua faccia rossa…- sorrido malizioso, ma poi vedo Utau diventare furiosa.
La gelosia è una brutta bestia!
Salgo in camera e mi butto sul letto ripensando a quel confettino e ai suoi occhi... le sue gote arrossate sotto il mio sguardo malizioso erano bellissime. Mi appare un ghigno subdolo e mi stupisco di ciò che stavo per realizzare.
Sarei stato la spina nel fianco di Amu: l’avrei stressata fino a farla crollare, per adesso il mio nuovo hobby è questo.

“Bene Amu Hinamori ci sarà da divertirsi con te! Preparati confettino”

Sono eccitato dal mio nuovo giochetto perverso in cui solo io avrei provato piacere.

POV Amu

Finito di cenare, mi ritrovo intenta a ripulire la tavola con le mie capacità psichiche: aiutare con questi vantaggi è facile e divertente, sempre che io riesca a non combinare qualche guaio.
Non appena finisco di fare la piccola Cenerentola, vado in bagno e mi immergo completamente nella vasca, cercando di riacquistare tutte le energie  godendomi il calore dell’acqua calda chiudendo gli occhi.
All’improvviso, sento dei dolori acuti alla testa ed esco dal bagno con solo un misero asciugamano che mi copre malamente il corpo bagnato andando verso il soggiorno e cado svenuta tra le braccia di mio padre.
 
 
Mi sono appena svegliata. Le luci del giorno puntano verso i miei occhi e cerco di coprirli con il braccio, mentre guardo l’ora sulla sveglia: le 7.
Ricordo solo un forte capogiro e poi devo essere andata in soggiorno per il resto è solo un vuoto assoluto.

-Devo essere svenuta!- mi dico alzandomi dal letto tutto d'un tratto.

-Spero che sia stata mia madre a rivestirmi!- urlo osservando la mia immagine allo specchio con addosso la camicia da notte.
Ricordo chiaramente che ieri avevo un misero asciugamano che mi copriva. Mha...
Mi impongo di andare a scuola nonostante non mi senta abbastanza bene, così con le cuffiette nelle orecchie e le canzoni di Lady Gaga che mi accompagnano, esco di casa e mi isolo dalla realtà.
Sento un brivido lungo la schiena e mi volto; dietro di me, con un sorriso beffardo, c’è quel ragazzo di ieri intento a scrutare ogni singola parte del mio corpo con malizia, facendomi arrossire come una dannata.
Tolgo la musica e con aria di sufficienza gli chiedo:
-Che vuoi?-

Lui non mi risponde. Il suo sguardo si posa sul mio e comincio a sudare freddo. Ok: devo essere arrossita, perché sorride come se avesse ottenuto ciò che voleva.

-Non mi scuserò per avertene cantate quattro!-mi affretto a dire sperando che non si accorga del mio imbarazzo.

Lui, muto, mi sta studiando, che cavolo! Perché fa così?
Di colpo si avvicina pericolosamente a me e al mio viso. Distolgo lo sguardo, ma lui mi sorregge il mento con le dita, segno che vuole essere guardato.
Siamo ambra contro ametista.

-C- c-che ca-cavolo stai facendo?- chiedo visibilmente imbarazzata.

Lui dal canto suo non risponde. Secondo me, il gatto gli ha morso la lingua! Però ha ancora quello stupido e irritante ghigno che farei sparire molto volentieri dal suo bel faccino.
Comincio a seccarmi di questa assurda situazione e decido di rivoltare la situazione:
-In futuro evita di toccarmi, te ne sarei grata. Invece di guardarmi come se fossi la tua preda, memorizza queste parole: se ti ritrovo ancora sulla mia strada, non mi farò tanti problemi a riempirti la faccia di schiaffi!- e tolgo sgarbatamente la sua mano che fino ad allora aveva sorretto il mio viso.


Lui non mi dà retta e si avvicina al mio orecchio e sento il suo respiro caldo solleticarmi il collo e dietro l’orecchio:
-Confettino sei bellissima quando arrossisci e sei in imbarazzo con me! E mi ecciti ancora di più quando fai la dura- mi dice in un modo così maledettamente sensuale per poi leccarmi il lobo e mordendolo in un secondo momento.

-AAAAAAH che ca-cavolo fai?- balbetto.

Sono un’idiota! Perché cavolo devo balbettare?
Quel pervertito mi ha appena molestato l’orecchio! Che schifo ho ancora la sua saliva! E istintivamente porto le mani sulla zona abusata da quell’essere che se la ride a crepapelle facendomi salire il crimine addosso.
Intanto quello se ne va avanti come se non fosse successo niente e mi viene da pensare che se avessi potuto, lo avrei ammazzato con le mie mani e che quelli della scientifica, quando avrebbero portato il suo corpo all’obitorio, sarebbe servito loro la mano di chi lo aveva conciato così quel gattaccio pervertito per riconoscerlo!
Faccio per andargli incontro per mollargli un ceffone, ma lui blocca il mio braccio a mezz’aria e mi fissa con quelle ametiste così dannatamente magnetiche.   



***Angolo di colei che tra poco avrà il diabete***

Inferno, Paradiso, ...
JLo: Datti pace! Dante non ti illuminerà! Comunque... capitolo bellissimo sorellina! Grazie! <3
Bebe: Tu e i tuoi punti e virgola! Però modestamente... ho fatto un ottimo lavoro! u-u
Gente come al solito, mi fa sempre piacere ricevere qualche vostro commento! Ringrazio Rad che l'ha recensita fin dall'inizio! Questo capitolo è per te! Anche perchè, morivi dalla voglia di rivedere Ikuto *^*
Bene ora-

JLo: Basta! Mia sorella ora viene via con me!
Bebe: ...
JLo: E' miaaaa!
Bebe: Non datele credito. Ci vediamo gente! A fra tre giorni!

#Hakuna Matata
 Baci, Bebe <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Un bacio rubato

[POV Ikuto]
 
Le blocco il braccio e annego nella sua ambra. La fisso così intensamente da farla arrossire e distogliere lo sguardo.
Cavolo se funziona questo giochetto!
La vedo rossa a causa della nostra vicinanza e a fior di labbra le sussurro sensualmente:
-Meglio per te se non ci riprovi un’altra volta! Sai mi piacciono le ragazze aggressive, ma non amo essere preso a schiaffi da una di voi!-
 
Il mio discorsetto termina e decido di darle il cosiddetto “colpo di grazia”.
Le sfioro le labbra con le mie e malizioso le dico:
-Grazie per il bacio!- e me ne vado lasciandola rimuginare.

.
.
 
“Maledette lezioni!”mi dico. Mai nessuno che decida di interrompere questa noiosissima lezione di storia!
La porta d’un tratto viene colpita da un sonoro bussare e finalmente posso dire che per una fottutissima volta, Dio ha deciso di esaudire le mie preghiere!
Anzi, mi rimangio tutto quello che ho detto!
Di tutte le persone dell’intero istituto, indovinate chi doveva per forza entrare?
Dalle mie imprecazioni lo avete già dedotto, suppongo.
 Dalla porta fa capolino la figura di Amu che timidamente e allo stesso tempo decisa, varca la soglia  e va verso il professore.
 
-Bene Hinamori, riprendiamo la tua interrogazione!
Lei sì che mi dà soddisfazioni, ha la storia nel sangue al contrario di voi.
Tsukiyomi dovresti parlare come lei!-
 
E intanto Amu si è voltata dalla mia parte e mi osserva come fa il gatto con il topo.
La sfido con lo sguardo: è una battaglia silenziosa fatta di sguardi truci e omicidi nella quale nessuno di noi due vuole darla vinta all’altro, fino a quando il prof richiama l’attenzione di Amu.
Lei e il prof cominciano a conversare in maniera sciolta come due persone intellettuali in un soggiorno diplomatico.
Mi chiedo come faccia una mocciosa a colloquiare così normalmente con un uomo e davanti a 27 occhi che la osservano in tutti i modi.
Ma cosa fa a casa? Studia, legge e dorme contemporaneamente?
I suoi occhi si fanno leggermente lucidi e di nascosto, si avvicina una mano per massaggiarsi la tempia con insistenza. Nessuno sembra notare la sua sofferenza e nell’aria si sentono dei gridolii di Mandy che se ne esce con delle battutine su Amu e sull’interrogazione, mentre il suo quartetto se la ride, ma si placa con lo sguardo assassino della rosa che sogghigna soddisfatta.
 
“Bella e anche stronza forte!” penso ancora più malizioso.
 
-Ma Hinamori ha sempre il cervello collegato?
Delle ragazzine come lei non dovrebbero sentirsi in imbarazzo ad esporre davanti a quelli più grandi?- mi chiede Nagihiko.
 
-Sarà perché si sente una grande pezzo di bulla!-gli rispondo guardandola compiaciuto.
 
Amu è ancora lì che mi osserva truce… forse mi sta sfidando per il secondo round…! Accontentiamola!
La fisso malizioso e con gli occhi scendo lentamente e percorro ogni singola parte del suo corpo soffermandomi fino alle gambe: lunghe, snelle…sexy.
Lei, in tutta risposta, mi fulmina con lo sguardo all’istante.
Che bel caratterino! Certo che una così non la si può trovare dietro l’angolo, mi chiedo perché debba stare sempre così composta e non far trasparire alcuna emozione.
 
[POV Amu]
 
Vedo quel pervertito di Tsukiyomi- e ringrazio il prof per avermi dato l’identità di quell’essere- e lo fulmino con gli occhi, odio quando mi scruta come se fossi il suo bocconcino.
I suoi occhi che vagano sul mio corpo mi fanno sentire in imbarazzo e questa cosa non mi piace per niente. Devo essere padrona delle mie emozioni e del  mio corpo sennò, poi, i miei poteri fanno quel cacchio che pare a loro.
Già, avete capito bene: i miei poteri vanno a braccetto con i miei sentimenti e le mie emozioni: se non sto attenta loro partono in quarta da soli ed è una vera seccatura spiegare a chicchèssia di farsi i cavoli suoi.
Dopo aver ricevuto il massimo dei voti, esco dall’aula e salto felicissima lungo i corridoi infischiandomi altamente dei bagliori glitterati che uscivano dal mio corpo e si infrangevano ovunque.
Al diavolo l’autocontrollo!
Tornata in classe racconto tutto ai miei amici:
-Si sapeva che avresti preso un altro gran bel voto!- fa Utau inarcando un sopracciglio.
 
-Ma festeggiamo lo stesso!- dice Kukai tirando fuori una busta contenente solo quella fottutissima tentatrice della CIOCCOLATA!!!
 
Barrette e tavolette se ne stavano li a richiamare la nostra gola affinché fossero digerite e gustate con enfasi dalle nostre voglie.
Io non mi faccio problemi, li mangio, li digerisco e mi godo l’ormone della felicità che se ne va per i fatti suoi facendo traballare anche i miei poteri.
 
-Amu stai facendo ondeggiare i tuoi capelli!- mi dice Utau levandomi la cioccolata dalle mani e tirandomi dei sonori ceffoni per farmi riprendere questo benedetto controllo.
 
-Tirami un altro schiaffo e io ti appiccico al muro!- le dico assassina in volto.
 
-Bene trio lì in fondo! Adesso è ora di B-I-O-L-O-G-I-A, quindi state attenti alla L-E-Z-I-O-N-E!- dice il Male scandendo a rallentatore “biologia”e ”lezione”.
 
Quei termini erano il nostro terrore psicologico!
Intanto con lei sono entrati i ragazzi della classe dov’ ero stata e questo, signori miei, può essere considerata SOLAMENTE che SFIGA!
 
-Bene vediamo di sistemarvi…Ikuto Tsukiyomi vicino a Hinamori, quella che in questo momento sembra volerti incenerire con lo sguardo, Mandy Robinson vicino a Soma, il ragazzo vicino a Hoshina e Nagihiko Fujisaki, vicino ad Hoshina!-
 
Insomma, dal momento che ci odia, deve anche farci sorvegliare da ‘sti tizi?
Ma io mi butto dalla finestra senza tanti complimenti!
Ikuto si avvicina a me e posiziona la sua sedia fin troppo vicino alla mia. E’snervante!
 
[POV Ikuto]
 
La ringrazio prof!
Ora mi posso occupare dello stato di stress del confettino senza dover aspettare più di tanto.
La vedo giocherellare con una matita e mi decido ad attuare il mio”diabolico” piano.
Lentamente percorro con la mia mano il suo fianco destro per poi arrivare a quello sinistro e stringerla a me incurante dei possibili sguardi dei presenti.
La sento sussultare a quel contatto e cerca di divincolarsi non sapendo che non fa altro che divertirmi.
Non potendo liberarsi impugna come arma la matita e me la conficca sulla mano facendomi scattare di lato.
“Bella, stronza e pure sadica! Confettino cominci a piacermi!” penso prima che la prof interrompa il mio gioco.
 
-Hinamori, parliamo del catastrofismo?- lei colta alla sprovvista sbianca, ma si riprende quasi subito e in volto si è dipinto un  lieve ghigno sadico.
 
[POV Amu]
 
Maledetto Ikuto! Ora mi hai veramente stancata!
Rispondo alla prof che ci rimane di sasso e mi vendico su di lei… giusto perché mi diverte.
Ikuto mi osserva e mi guarda interrogativo; poi, concentro il mio pensiero sulle gambe della sedia della professoressa che in pochi secondi cedono facendola cadere a terra.
Tutti gli studenti fissano sbalorditi la scena e io, con Kukai e Utau, ce la ridiamo sapendo perfettamente chi è l’artefice di questa malefatta.
 
-Aiutiamo la prof!- dice Utau trascinandomi con sé verso di lei e con l’aiuto di Ikuto porto fuori la sedia rotta.
 
Una volta soli il flashback di quel bacio si fa strada nella mia mente: una, due, tre lacrime scendono e copiose bagnano il mio viso in un pianto silenzioso.
 
-Confettino vedo che anche tu hai un cuoricino che batte!- mi schernisce dopo che si era voltato per vedere se ero viva.
 
-Certo che ce l’ho, idiota! Tu hai rubato il mio primo bacio come se niente fosse e per di più l’ho dato a te che non ne avevi nessun diritto!
Non ho provato nulla da quel bacio! Ho sempre immaginato che dovesse essere qualcosa di speciale e non un incubo! Ti odio!- ecco l’ho detto.
 
Lui si avvicina e mi toglie le lacrime e presa una sedia nuova mi riporta in classe.
Osservo tutte quelle azioni in silenzio, facendomi salire l’omicidio addosso. Non ha fatto nessuna piega e nemmeno si è scusato.
Mi chiedo se non sia lui ad essere freddo e ad avere il cuore di pietra.
 
.
.
 
Le lezioni sono terminate e Utau con un mega sorriso si avvicina a me:
-Ti va di venire a casa mia?-
-Non ne ho voglia, Utau.- le dico seccata.
In realtà sono nervosa da quell’idea, non sono mai stata a casa sua per via dei miei poteri.
Distolgo lo sguardo e noto una figura femminile che mi osserva e mi fa segno di fissare la luce del sole.
Poi sparisce e si ripresenta a un palmo dal mio viso facendomi scattare all’indietro sotto lo sguardo stupito dei due fidanzatini.
 
-Amu che succede?-mi chiede Kukai aiutandomi a rialzare da terra.
 
-Niente… ho visto una donna davanti al mio viso.- dico  riprendendo l’ossigeno perduto poc’anzi.
 
-Be’ Utau: se si tratta per un paio di ore va bene! Almeno non mi perseguiterà a casa tua….spero- le dico tremando come una foglia.
 
-Ottimo! Verrò a casa tua per le tre, quindi ti voglio pronta per quell’ora e vedi di essere presentabile, mia madre è molto scettica su tutto!-
 
Raggiungo alla velocità della luce casa mia, pranzo e mi fiondo in bagno cercando di allontanare la tensione accumulata in quelle poche ore di scuola.
Salgo in camera e apro l’armadio: ora sto avendo una crisi! Come cavolo mi vesto per quella scettica madre di Utau?
Prendo da uno dei cassetti una maglia color panna con un fiocco violaceo sul petto e i suoi nastrini ricadevano dolcemente a metà del ventre. Poi una gonna, corta, viola.
Sciolgo i capelli che alla rinfusa si spargono in malo modo sulle spalle e sulla schiena e li lego con una treccia laterale.
E’ ancora presto e passeggio insistentemente su e giù in camera cercando in tutti i modi di controllare i miei poteri ripetendomi all’infinito “calma e sangue freddo”.
 
-Amu scendi! C’è Utau!- mi urla mia madre dal piano inferiore.
 
Scendo di corsa e dalla faccia di Utau posso dedurre di essere passata a pieni voti sul fattore abbigliamento.
 
.
.
 
-Ecco, questa è casa mia!- mi annuncia mostrandomi una megalopoli.
 
Mi vergogno di averla portata a casa mia per 10 anni, se sapevo che aveva una fottutissima megalopoli! Ci avrei pensato almeno una sessantina di volte, prima di portarla a casa.
Quell’abitazione sembra una di quelle case da copertina di qualche attore di Hollywood, magari era stata portata direttamente dall’America come regalo effimero di Paris Hilton o di chissà chi.
Il giardino immenso era ben curato e pieno di fiori che facevano invidia a qualche botanico appassionato di fiori e piante.
Insomma sembra di essere nel paradiso terrestre dove basta solo sdraiarsi a terra per ottenere la pace eterna.
Si ma sia ben chiaro che non intendo la morte… ma più che altro è solamente un modo per dire che sembra di essere nel giardino della dea Venere.
Ad aprire la porta di questo maestoso giardino dell’Eden è un uomo dall’aria familiare…


 
***Angolo della piccola ritardataria***

 
Guys, scusatemi!!!
Oggi, cioè, ieri, sono stata via tutto il giorno e ho rincasato solo pochi minuti fa! Ho dovuto ricorreggere il capitolo –poiché c’erano un pochetti di errori fatti per la fretta- e postarlo…
Davvero, vi chiedo scusa!
JLo: Basta! Avranno capito!
Bebe: No! Continuerò a scusarmi! Scusateee!!! T-T
 
Come al solito, insomma!
*si è ripresa, poiché la sua amata sorellina le ha dato la Nutella*
Ditemi come l’avete trovato! *^*
E… grazie Rad e Skies che recensite sempre! Merçi ;D
 
Ci vediamo fra tre giorni –che ora sono due- xD
 
#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3


 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Innamorarsi

[Normal POV]
 
Da un palazzo avvolto dall’oscurità, se ne stava seduto su un trono regale, e opaco, un ragazzo che osservava una fanciulla dai capelli rosa essere trascinata da una biondina verso un’abitazione lussuosa.
Il ragazzo in questione, aveva un visino da principe delle fiabe: se non fosse per il suo abituale sorriso sadico che  in quel momento gli era comparso in volto, sarebbe rassicurante essere al suo fianco.
I suoi capelli ordinati erano come fili d’oro. I suoi occhi cremisi parevano -o per meglio dire- erano demoniaci e trasmettevano odio e sgomento.
Si alzò dal trono e camminò con fare pensoso, lungo il perimetro della grande sala macabra del castello. Era un ambiente tetro e dall’aria sinistra; le tende, di un rosso spento, ondeggiavano a causa del vento freddo che spirava nella sala.
Al di fuori del castello, il cielo era nero e grossi nuvoloni sovrastavano l’azzurro limpido, dando spazio ai fulmini e ai lampi che cadevano facendo rumori insopportabili.
Nelle segrete del palazzo, si udivano suoni striduli e demoniaci. Le risate sovrastavano i gemiti di dolore di altri demoni e il re cercò di ordinare i suoi pensieri tutti rivolti ad una persona che fin dal 1500 ha sempre interferito nel suo intento di dominare l’umanità con l’oblio e la sofferenza.
Arrivò verso il suo trono e accavallando le gambe richiamò a sé il suo fidatissimo servo.
 
-Owen, voglio che tu vada sulla Terra e mi porta viva la nostra cara Amulet.
Voglio poterle prendere il suo lucchetto magico!
Bada che non mi giunga in fin di vita, se ci tieni a darle qualche lezioncina sei libero di farlo, ma contieniti!- disse lui dall’alto del suo scalino regale.
 
-Come volete, re Tadase- disse accennando ad un inchino il demone.
 
Era giovane, sui 17-18 anni; i suoi occhi erano spenti e trasmettevano brividi di terrore come se fosse aria. Il suo fisico, simile a quello di un centurione romano, era solcato dai muscoli ben visibili da quella corazza ancora intrisa di sangue fresco mischiato a quello coagulato.
I suoi capelli, tirati a spazzola, erano biondi e anch’essi ricoperti da quella sostanza cremisi e putrida.
Il demone si diresse su un portale e una volta solcato, il re Tadase poté vederlo atterrato sulla Terra come stabilito.
 
-Bene Amulet preparati: questo sarà l’inizio del tuo incubo.
Presto stabiliremo chi sarà ad ergersi sui vinti e conquistare il mondo con il proprio bagliore.
Anche questa volta trionferà l’oscurità e tu soccomberai ad essa insieme alla razza umana.- disse il biondino con una risata malefica e allo stesso tempo agghiacciante.
 
Dalla sua sfera poteva chiaramente vedere la rosa che fissava incredula un uomo che, al parere del reuccio, sembrava giovane e dall’aria gentile; tutti sentimenti inutili e deboli!
Quella ragazza era stata sconfitta da lui molti secoli addietro e ora aveva il coraggio di risplendere più che mai.
Gli dava fastidio che la Luce fosse così forte e così protetta da quei due mocciosi umani. Doveva essere vulnerabile e fragile e invece se la ritrovava ad andare a spasso con quegli inetti.
 
“Mi chiedo solo se quella sia la tua felicità,  Amulet! Se fosse così, mi divertirò a farla crollare come un castello di carte.”pensò freddo lui.
 
Fissò costantemente il corpo sinuoso di lei che si muoveva con disinvoltura presso il soggiorno della grande casa e ad accennare a timidi e nervosi sorrisi.
 
“Sentimenti stupidi come l’amicizia e la compassione fanno indebolire il tuo potere! Noi non abbiamo bisogno di amore o di pietà e tu, cara Amulet, dovresti saperlo: i defunti te lo avranno detto, specialmente coloro i quali hanno scelto l’oscurità.
Tu non puoi fare nulla.
Arrenditi.”
 
La sua risata riecheggiò in tutta la sala malefica e sadica; i fulmini rendevano raccapricciante quello spettacolo. La sua faccia si modificò in un espressione di pura follia disumana e l’unica immagine che restava tra quella desolazione era il volto di quella ragazza che risplendeva in quel bagliore oscuro.
 
 
[POV Amu]
 
Sono ancora imbambolata a fissare l’uomo che si è presentato davanti la porta di casa e Utau mi dà  qualche colpetto per farmi atterrare nel mondo dei vivi.
 
-Piacere sono Amu Hinamori- dico sorridendo.
 
-Sono Aruto Tsukiyomi- si presenta lui facendoci entrare.
 
Il suo viso era identico a quello del gattaccio che mi tormenta costantemente con la sua presenza, il suo cognome mi fa dedurre che Utau non mi abbia raccontato tutta la storia della sua famiglia.
 
“Ma che sta succedendo? Sembra di starsene in un film dell’orrore. Utau ma che cavolo combini?”penso mentre una donna con un bel sorriso caloroso si avvicina a noi.
 
E’ molto bella con i capelli biondi e lunghi come quelli della mia amica. Il suo corpo sinuoso è fasciato da un vestito bianco senza tanti fronzoli.
 
-Tu devi essere l’amica di cui ho sentito tanto parlare da Utau! Piacere di conoscerti, sono Souko- e intanto la donna mi squadra dall’alto in basso.
 
Mamma mia che imbarazzo!
Sento le mie guance avvampare e la sensazione di disagio sta ulteriormente crescendo. Ma è mai possibile che non riesca a starmene tranquilla?
I miei poteri, nel frattempo, salgono e cercano di uscire e se non fosse stato per Utau, sarei stata colta con le mani nel sacco!
La mia amica si porta vicino a me, ma sua madre inizia con lo scontro verbale indolore:
-Dimmi Amu-chan, da quanto tempo conosci mia figlia?- e intanto mi fa accomodare in soggiorno.
 
-10 anni- rispondo finemente.
 
Lei sbarra gli occhi e mi guarda incredula.
 
-10 anni? Perché non sei mai venuta qui?- mi chiede ancora.
 
“Forse perché da piccola non riuscivo a controllare bene la mia magia?”mi domando ironicamente.
 
-Perché avevo dei problemi di salute- mento spudoratamente.
 
Souko mi porge una tazza di the e vedendo la faccia sbalordita di Utau, noto che la tazzina sta diventando di pietra e mi appresto a riporla sul tavolo.
 
“Cazzo! Ma devono capitarne di tutti i colori oggi?”.
 
Poi riprendiamo a conversare come se fossimo in un soggiorno di intellettuali e una voce fin troppo familiare annuncia il suo rientro a casa.
 
-Ben tornato, Ikuto!- lo saluta la madre.
 
Io e quel coso ci osserviamo con la bocca semi aperta: la mia tesi era giusta e se sapevo che il pervertito e Utau erano fratelli, col cazzo che ci avrei messo piede in casa loro!
Per minuti rimaniamo in silenzio e ci scrutiamo, finché Souko non decide di mettere fine a questo stato di trans.
 
-Vi conoscete?-
 
-Abbiamo avuto modo di conoscerci, mamma.- le dice con un sorriso divertito.
 
Ikuto, maledetto idiota, non dirlo con quell’espressione di pura malizia.
Adesso penseranno male!
Utau mi osserva in cagnesco e so anche il perché: è gelosa del fratello e se viene a sapere che ci siamo baciati non sarò più in grado di tornare a casa con le mie gambe!
 
-Mamma, io e Amu saliamo in camera!- annuncia Utau con un sorriso da diavolo.
 
Ora mi farà fuori e io che pensavo di arrivare a prendere la laurea, viaggiare per il mondo e diventare una donna affermata e potente!
La mia vita, seppure breve, è stata uno schifo e bella allo stesso tempo…non so il perché di questa contraddizione!
Una volta salite in camera, Utau mi assale con le parole e devo dire che sembra che sia in quel periodo del mese:
-Tu mi devi qualche spiegazione! Oltre alle scale, in quali occasioni vi siete incontrati tu e Ikuto?-
 
Il suo sguardo non mi piace per niente.
In quel momento entra anche quel maniaco e Utau lo afferra per un braccio e gli chiede spiegazioni:
-Be’ l’ho incontrata sta  mattina e l’ho fermata facendola arrabbiare in questo modo- dice lui e sotto gli occhi della sorella mi attira possessivamente sul suo petto e ripete ogni gesto: si avvicina al mio orecchio e lo percorre con la lingua e mi mordicchia il lobo.
Utau, allibita, si scaglia sul fratello e lui prontamente evita i suoi colpi e continua il suo raccontino:
-E poi voleva schiaffeggiarmi, ma me la sono ritrovata tra le braccia e mi ha baciato!-
 
Non è vero! Quell’idiota ha mentito.
Ora Utau mi guarda assassina e mi tira un cuscino in piena faccia.
 
-Utau non è affatto vero!- le provo a dire, ma lei sembra avere un debole per il fratello e si getta su di me facendomi cadere all’indietro con il suo corpo che schiaccia il mio.
 
-Amu come hai potuto!- provo a difendermi, ma la mia testa comincia a farmi male, come se ci fosse qualcuno che me la colpisce con un martello e non tento di difendermi dai colpi di Utau.
Ikuto, dal canto suo, si sta sbellicando dalle risate e osserva la “lotta” tra ragazze, ma non può di certo prepararsi psicologicamente a quello che sto per fare.
Faccio ondeggiare i miei capelli con i miei poteri e afferro il polso della mia amica che osserva i miei occhi diventare del medesimo colore dei miei capelli. La mia mano, intanto, le trasmette brividi di freddo e sapendo che odia essere un surgelato, si rialza dal mio corpo e mi aiuta.
Ikuto ne rimane sorpreso e io lo osservo con un ghigno di vittoria, poi inspiegabilmente il mio cuore accelera e la testa pulsa più forte.
L’ultima cosa che ricordo è Ikuto che si scaglia sua di me e pronuncia allarmato il mio nome.
 
[POV Ikuto]
 
Appena salite in camera, mia madre cambia totalmente espressione.
 
-Non mi piace quella ragazzina, non so perché, ma sembra nascondere qualcosa.
Però pare che Utau si fidi ciecamente di lei. Ikuto, voglio che tu allontani tua sorella da quella.
Ha un’assoluta venerazione nei tuoi confronti, quindi ti ascolterà di certo e se Amu dovesse avvicinarsi di nuovo a Utau...-
 
-Sta tranquilla, mamma, me ne occupo io- la interrompo.
 
Mia madre è sempre molto scettica quando incontra le nuove “amiche” di Utau. Si sa benissimo il perché, ma sembra avercela in un modo particolare con il confettino.
Salendo le scale sento le voci delle ragazze ed entro nella camera di Utau senza bussare.
Il confettino mi guarda truce e non posso fare altro che stuzzicarla: cavolo se mi diverte vederla arrossire!
Quando le torturo l’orecchio e dico a mia sorella del bacio che ho avuto da Amu, lei si scaglia sulla rosa ma improvvisamente, quando sembra avere la meglio sul confettino, la lascia andare e l’aiuta…
Mi chiedo che le sia preso così di punto in bianco.
Guardo Amu diventare pallida e cadere a terra.
L’afferro saldamente per i fianchi e mando Utau a chiamare i nostri genitori. Lei, invece, è ancora immobile come una statua e le urlo contro:
-Utau ti vuoi muovere?- e finalmente sembra recepire il messaggio.
 
Ben presto ci raggiungono e mio padre la solleva e la porta in una delle camere degli ospiti, in fondo alla casa.
Il suo viso è bianco come quello dei morti e trema tutta, serrando più forte gli occhi e le mani e queste ultime, avevano le nocche bianche a causa della forza che usava per stringere le coperte.
 
-Ma si può sapere che è successo?- chiede nostro padre vedendola soffrire.
 
-Stavamo parlando e d’un tratto è caduta a terra!- spiega mia sorella.
 
-Lasciamola riposare. Vado ad avvertire i suoi genitori!- e con questo Utau prende il suo cellulare e seguita a ruota da noi, lasciamo che Amu riposi.
 
-Prima stava alla grande e un minuto dopo ce la ritroviamo sofferente!- dice seccata mia madre.
 
-Mamma ti aveva detto di avere problemi di salute!- le fa Utau.
 
Stiamo scherzando?
 
-Vado da Amu e non voglio sentire altre cattiverie su di lei!- e con questo sale le scale e si rintana in camera dove c’è Amu.
 
[POV Amu]
 
Riapro gli occhi e mi ritrovo ad osservare la camera in cui mi trovo: grande, luminosa e con una biondina che mi osserva preoccupata.
Utau.
Sta piangendo e si getta sul mio collo piangendo ancora di più.
 
-Utau- le dico stringendola forte.
 
-Amu sei una stupida! Mi hai fatta preoccupare a morte, ma si può sapere perché sei svenuta così?- mi chiede tra i singhiozzi.
 
-Non lo so, sul serio.
Forse sarà qualche spirito che mi sta cercando di dire qualcosa… scusami.
Sinceramente, non lo so. E’ da quando c’è quella donna inquietante che mi perseguita che non riesco ad avere sia un sonno tranquillo che la salute a posto.
Ti prego scusami se ti ho fatto preoccupare!- le dico, sciogliendo l’abbraccio.
 
-Utau guarda!- e con i miei poteri cerco di farle smettere di piangere.
 
I miei poteri fanno cadere nel buio la camera e la illuminano con il suo bagliore che si estende sul mio corpo e si espande per tutto l’ambiente, con una pioggia di stelle luminose.
Utau ne rimane incantata e le faccio ammirare quello spettacolo fino a quando la porta non viene aperta e interrompo di colpo la mia magia
.
-Vedo che il confettino si è svegliato! Come ti senti?- mi domanda Ikuto ironico portandosi il viso ad un soffio dal mio.
 
Utau, nel frattempo, era uscita richiamata dalla madre e mi aveva lasciata sola con quel maniaco di suo fratello.
A quella distanza arrossisco visibilmente e lui se la ride malizioso.
 
-Sto bene. Ora, se vuoi scusarmi, devo tornare a casa!- gli dico cercando di scivolare fuori da quella situazione piuttosto piccante.
 
-Oggi dormi qui!- mi annuncia con un sorriso di sghembo e afferrando i miei polsi e buttandomi sul letto.
 
[POV Ikuto]
 
Mi sta fissando con quegli occhi così magnetici e sento il suo cuore accelerare. Colpita e affondata!
Sorrido soddisfatto e porto le mie labbra vicine alle sue; istintivamente chiude gli occhi e gira il volto di lato.
 
-Amu voltati, voglio vederti bene in faccia- le sussurro sensuale nell’orecchio e sposto le mie labbra sul suo collo per baciarlo.
 
-Ikuto che stai facendo?- mi chiede imbarazzata.
 
-Stai buona e rilassati.- e continuo nel mio intento avvicinandomi ai lati delle sue labbra.
 
-Ikuto?- e adesso che vuole?
 
-Si?-
 
-Perché lo fai? Io non sono il tuo giochetto e se le tue intenzioni sono quelle, vattene subito!- mi dice seria.
 
Questa mocciosa mi fa uno strano effetto: fa diminuire la mia rabbia e stimola la mia perversione.
Sono attratto da quel suo comportamento così pudico e questo non rientrava nei miei piani. Credo che mi stia cambiando i connotati.
 
“E bravo il confettino! Tu e i tuoi maledetti occhi! Mi stai facendo impazzire! Ho una voglia matta di baciarti subito!”
 
-Amu chiudi gli occhi.- le dico annegando nella sua ambra.
 
Lei mi guarda interrogativa e prima che possa obbiettare avvicino lentamente le mie labbra alle sue e gliele catturo in un bacio casto.
Lei, rimane immobile e non fa nulla. Mi stacco di poco dalle sue labbra lasciando che i nostri respiri si mescolino tra loro:
-Potresti rispondere al bacio? Non mi va che ne sia solo io partecipe!- e mi riprendo le sue labbra in un modo possessivo.
 
Le rimane ancora come una bella statuina, ma poi si decide a darmi retta e mano a mano il bacio va sempre di più ad approfondirsi, diventa più passionale.
Amu si stacca e mi guarda fissa negli occhi:
-Ikuto, non va affatto bene.
Abbi almeno un po’ di rispetto per i miei sentimenti e non trattarmi come un giocattolino. Sono una ragazza diversa da quelle che conosci ed è meglio per te che non mi stia così addosso perché un giorno o l’altro potresti finire nei guai.-
 
E’ pazza?
Le sue labbra sono così dannatamente morbide e dolci che mi fanno desiderare di averle tutte per me… altro che giochetto! Cazzo mi sto innamorando di Amu!
Maledetti imprevisti!
Ho sempre pensato a lei come un giochetto perverso perché il suo viso imbronciato era divertente e il suo rossore mi piaceva.
Ora Amu è diventata una persona speciale e non so come tirarmi fuori da questa situazione!
I miei sentimenti sono così confusi che in questo momento mi stanno facendo impazzire. Il confettino mi continua a guardare con quello sguardo interrogativo e non mi risparmia!
Se questo è amore? E’ davvero inevitabile finirci dentro e poi non ci si può nemmeno nascondere?
Il tempo sembra essersi fermato: lei ha qualcosa che la rende diversa da tutte…
Non mi riconosco più! Io che vado nel pallone per una ragazza? O che mi innamori?
Amu arrossisce ancora di più e non so quale strana forza è atterrata su di noi che ci fa avvicinare e questa volta è lei ad azzerare la nostra distanza.
Il bacio si fa pieno di desiderio e il confettino mi allaccia le sue braccia al collo e inarca la schiena facendo in modo che io la possa sollevarla e stringerla a me.
Continuiamo imperterriti a baciarci e ci stacchiamo solo quando ci manca l’ossigeno. Le mie labbra sembrano non averne ancora abbastanza e mi avvento su di lei e gliele rubo ancora, mettendomi sopra di lei lasciando che il mio corpo non gravasse sul suo.
Sì, è una cosa certa: mi sono innamorato di Amu.
 
 
[POV Amu]
 
Lo vedo fissarmi costantemente e non posso fare altro che arrossire; facendo quattro rapidi conti sarò arrossita sì e no 8/ 9 volte in un solo giorno.
I suoi occhi sono due ametiste magnetiche e cavolo! Mi fissano come a volermi mangiare con gli occhi!
Non c’è nessuna traccia di malizia nel suo sguardo e non posso non pensare che Ikuto sia veramente bellissimo.
Bellissimo… è dire poco.
Con lui non so mai che fare o che dire. Mi imbarazza a morte e mi prende sempre in giro; ogni volta che passo davanti alla sua classe lo vedo sempre circondato da ragazze e puntualmente lui mi osserva e scruta ogni singola parte del mio corpo con fare malizioso.
Lo so: è un vero pervertito, ma in fondo una piccola parte di me è contenta di queste sue attenzioni poco galanti; l’altra parte si mette in moto e non fa altro che arrabbiarsi. Lo faccio perché è abbastanza imbarazzante, ma le altre ragazze pagherebbero oro per avere lo stesso trattamento che questo gattaccio randagio serba per la sottoscritta!
Dio mi sto facendo una serie di filmini mentali!
Il mio cuore batte forte, troppo forte! Ikuto, ti supplico, non fissarmi così.
Perché batte forte?
L’amore non è forse una combinazione chimica o come una forza fisica che attrae come calamite?
L’amore fa dannare e commettere alle persone cose impossibile e che nemmeno loro posso aspettarsi di fare, ci fa uscire di testa, ci perseguita, ci fa sentire bene e ci fa sentire male.
Oh, no! Mi sto forse innamorando di questo maniaco?
E’ mai possibile che l’amore sia così imprevedibile e assurdo?
Mentre il mio cervello elabora tutti questi pensieri e tesi scientifiche, il mio viso si avvicina a quello di Ikuto e azzero la nostra distanza; ci stacchiamo e lui si avventa nuovamente sulle mie labbra e poi ci stacchiamo definitivamente.
Ma che cavolo ho fatto?
 
-Ragazzi eccomi qui!-ci fa Utau rientrata in camera.
 
-Ho interrotto qualcosa?- ci chiede con un’aura negativa carica di odio.
 
Noi neghiamo con la testa e la bionda ci porta nella sala da pranzo per cenare.
Finito di mangiare ci dirigiamo in camera e cerco di prendere sonno.
 
 
Sento un peso al lato del letto e una mano CHE SICURAMENTE NON E’ MIA stretta ad allacciare la mia vita.
Mi rigiro e noto con un fottuto “piacere” che Ikuto è entrato nel mio letto e sta dormendo beatamente ad un soffio dal mio collo.
Ci metto qualche minuto per elaborare questa situazione e una volta fatto, balzo fuori dal letto  rintanandomi su un angolo.
Poi, lentamente, mi avvicino al letto e lo osservo meglio: il suo volto è disteso e la sua malizia riposa con lui, il braccio con cui mi stringeva è disteso sul fianco mentre l’altro poggia sulla parte laterale del viso.
Non so come, ma la mia mano si avvicina alla sua guancia e gliela accarezzo lentamente. Le mie dita vagano tremanti sul viso del ragazzo e di scatto lui apre gli occhi e mi solleva per i fianchi, distendendomi su di lui.
 
-I-Ikuto?- chiedo rossa dall’imbarazzo.
 
-Zitta e resta così Amu! E’ presto.- puntualizza lui con la voce ancora impastata dal sonno.
 
No, aspettate e fatemi capire bene: lui pretende di dormire in questo modo?
 
-Ikuto!-
 
-Dormi confettino!- mi riprende seccato.
 
-Perché sei nel mio letto!-
 
Lui non mi risponde e a quel punto mi fa scivolare sotto di lui e inizia a baciarmi in modo violento.
La sua lingua entra prepotente nella mia bocca e cavolo se è sensuale!
Gli circondo le spalle con le mie braccia e cerco di allontanarlo, scalciando e dimenandomi.
Lui non cede e le sue labbra sfiorano il mio orecchio e scendono fino al lobo che lo morde, lasciando un chiaro segno del suo passaggio.
Piano, piano giunge fino all’incavo del mio collo e me lo bacia alternando a piccoli morsi.
 
[POV Ikuto]
 
Mi ritrovo Amu sotto di me completamente rossa dall’imbarazzo. Non è abituata a certe cose e questo mi eccita ancora di più.
La guardo malizioso e lei diventa bordeaux; scendo a definire le sue clavicole con la punta della mia lingua e la sento improvvisamente irrigidirsi.
 
-Ikuto perché lo fai? Mi conosci appena e non fai altro che prendermi in giro!-
 
Mi sta facendo innervosire. E’ bellissima vederla così, in difficoltà, e vorrei che in questo momento il suo pudore si facesse da parte.
Mi avvicino di nuovo a lei, ma Amu si libera dalla morsa e si mette con le spalle al muro, nel vero senso della parola.
 
-Amu perché sei sempre così tesa con le persone? Vieni, siediti, non ti faccio nulla. Te lo prometto.- le dico sedendomi sul letto.
 
Lentamente si avvicina sul bordo del materasso e si siede. Ci guardiamo negli occhi: lei non accenna ad alcuna risposta  e mi ritrovo a doverle ripetere ancora la stessa domanda.
 
-Non lo so- mi dice distogliendo lo sguardo.
 
-Stai mentendo, lo sai?-
 
-Ikuto, non capisco dove tu voglia andare a parare!- mi dice scattando in piedi.
 
-Sai ti vedo sempre fredda con gli altri e sempre tesa come se avessi paura di qualcosa.
Non sono stupido e certe cose le so afferrare, ma quando sei con Kukai e mia sorella ti trovo più a tuo agio.
Insomma: sai che siamo tutti esseri umani!- le dico avvicinandomi a lei.
 
-Con loro sto bene, con gli altri no.- mi dice senza distogliere gli occhi dai miei.
 
-E nemmeno con me stai bene?- le chiedo malizioso.
 
-Idiota! Te l’ho detto: mi tratti come un gioco e ti pare che possa essere contenta?
Inoltre mi hai baciata e magari l’hai fatto così tanto per aggiornare la tua tabella delle conquiste!- mi dice urlando.
 
-Sei matta? Vuoi che qualcuno entri qui dentro e ci scopra?
E poi, caro il mio bel confettino, ti ricordo che anche tu mi hai baciato!- le dico tappandole la bocca con la mano.
 
Lei serra i pugni e volge lo sguardo da tutt’altra parte, cercando una possibile via di salvezza.
Poi, come se le si fosse stato fatto un ettroshock, trema davanti a un punto della camera e si getta tra le mie braccia affondando la testa sul mio petto per non vedere l’oggetto del suo terrore.
 
-Confettino che succede?- le chiedo sollevandole il viso con le dita.
 
I suoi occhi sono spalancati e pieni di terrore. Ma piano, piano si tranquillizzano, grazie alle carezze che le lascio sulla guancia.
 
-Ikuto puoi restare, finché non prendo sonno?- mi chiede con voce fine e specialmente su due piedi.
 
Decido di mettere in disparte la mia perversione e la porto sul letto in braccio.
 
-Si, ma non ti avevo chiesto di metterti a dormire con me! Va fuori di qui!- mi dice arrabbiata.
 
Le rido in faccia e per la prima volta vedo il suo volto disteso da un dolce sorriso e si accoccola meglio sulle mie braccia e mi manda la diavolo.


***Angolo dell’autrice pervertita***
 
Sorry for the late(?)
Ahahah xD Io non me la cavo tanto bene in inglese, perciò…
JLo: Evita!
Bebe: Quanto siamo di malumore…
 
In ogni caso, siccome sono un po’ di fretta, come al solito: spero che vi sia piaciuto e ringrazio tutti coloro che la leggono e a Rad e Skies che la continuano a recensire! *^*
Merçi beacoup femmes!
Ditemi come l’avete trovato, mi fa sempre molto piacere sapere qualche vostro parere.
 
#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Un incontro inaspettato

[POV Amu]
 
E’ mattina, quando mi sveglio, e mi accorgo di essere avvinghiata al corpo di quel gattaccio pervertito!
Il suo corpo è grande, più del mio. Mi stringe a sé con fare protettivo e il suo respiro solletica la mia fronte.
Cerco di liberarmi delle sue braccia, però lui sembra di tutt’altro avviso.
 
-Dove credi di andare, confettino?-mi fa con fare sensuale.
 
-Ehm, a vestirmi?- gli rispondo.
 
Lui si alza e si avvicina al mio volto e provo ad allontanarmi per via della mia sciocca timidezza, Ikuto, invece, non si dà per vinto e si avvicina ancora.
 
-Che cavolo vuoi da me? Tutto questo non è normale, te ne rendi conto?
Insomma io non ti ho fatto nulla e mi ritrovo a dormire con te e per giunta anche a baciarti! No, no, tutto questo è ambiguo, non sono sicura dei miei sentimenti che ho verso di te e nemmeno tu lo sai.
Esci: devo vestirmi o preferisci che pensino male di me, i tuoi genitori?- gli faccio fissandolo dritto negli occhi.
 
Lui recepisce il messaggio e si allontana da me e si richiude la porta alle spalle, lasciando che mi accasci a terra.
Non mi sono mai sentita così distrutta di prima mattina, mi correggo: sono distrutta di prima mattina anche quando gli spettri irrompono nella mia camera e mi chiedono aiuto.
 
-Amu-chan, va tutto bene?- mi chiede Souko dalla parte opposta della porta e poi si decide ad entrare.
 
-Si, grazie. Le chiedo scusa di aver monopolizzato il suo tempo per me, non so come scusarmi.- le dico chinando il capo.
 
Lei, invece, mi sorride beffarda e mostra il suo lato da tipica primadonna:
-Bene, a dire il vero ti volevo dire che non mi piaci per niente!
Cara, sai mi sembri una ragazza falsa che si è avvicinata a mia figlia solo con l’inganno e a me non va affatto a genio. Credo che sarebbe, anzi, è meglio per te che tu la smetta di frequentare Utau. Mi sono ben spiegata?-
 
Il lupo travestito da agnellino!
Cavolo sembra Utau tra 10 anni! Io non faccio altro che ascoltare quelle parole che puntualmente mi colpiscono come fulmini in pieno giorno; le lacrime minacciano di uscire, ma sono troppo orgogliosa per mostrarmi debole di fronte a persone che non meritano di vedermi tale.
 
-Mamma ho sentito la tua voce, è successo qualcosa?- chiede innocentemente Utau.
 
-Si cara, voglio che tu la smetta di frequentare questa ragazzina e non un’obbiezione al riguardo.
Buona giornata ad entrambe.- e con questo se ne va fuori dalla camera lasciandoci spiazzate.
 
Utau sta per uscire, ma in un impeto di rabbia faccio chiudere la porta con la mia magia e la bionda si gira verso di me.
 
-Non provare a piangere, Amu. Non ti lascio da sola nemmeno se è mia madre a volerlo! Io ti ho promesso che ti sarei stata accanto e così sarà sempre!
No, no, cara la mia Amu, se speri di persuadermi sappi che è tempo perso. E non provare a menzionare i tuoi poteri o i morti perché te le suono di santa ragione!
Loro non sono vivi e i tuoi poteri non possono consigliarti.- mi dice Utau con le lacrime agli occhi.
 
-Stupida, sei tu che stai piangendo! E per me andresti contro la tua famiglia?- le chiedo piangendo.
 
La sua faccia passa da arrabbiata a stupita:
-Ma certo, idiota! Dieci anni passati insieme a mentire a tutto il mondo e vuoi che ti molli ora?
Dolcezza ti conosco da tantissimo tempo e so come sei fatta… e la cosa è reciproca, quindi non vedo perché mia madre si debba impicciare nei miei affari. Ti ricordi che ti dissi alle elementari, in infermeria? Ti dissi insieme come sorelle e io mantengo la parola data!- e con questo mi aiuta a vestirmi e andiamo di sotto nella sala da pranzo.
 
E’ una sotto specie di tortura, il silenzio fa da padrona e gli occhi di tutti sono fissi su di me.
Un’unica parola per esprimere questo disagio?
Cazzo!
Utau, appena finisce, mi trascina via e una volta fuori di casa e comincia a borbottare qualcosa sui suoi genitori e mi accorgo di essere abbastanza leggera.
 
-Cacchio! Ma io non ho studiato per oggi e nemmeno ho la cartella! Utau perdonami, torno a casa.
Devo recuperare le energie e distrarmi da tutto quello che è successo.
Inventa una balla per i prof! Ciao.- e in un attimo uso i miei poteri e corro a mezz’aria per non farmi riconoscere da nessuno.
 
E’ divertente vedere le persone dall’alto, molto in alto, sembrano tanti puntini colorati che si muovono o che sono fissi ad aspettare.
Mi sento Pacman quando rincorre i pallini al neon per papparseli! Mi è venuta nostalgia di quel gioco! Quasi quasi, quando arrivo a casa, altro che studio! Mi metterò davanti al pc a giocare a Pacman!
 
-Amu non dovevi essere a scuola?- mi chiede mia madre stupita, non appena arrivo a casa.
 
-Senza cartella e senza aver studiato vado molto lontano!- le dico con ironia, ma poi scoppio a piangere e mi stringo forte al suo petto e mi sfogo su di lei.
 
-Amu, tesoro, ma che ti prende?- mi chiede preoccupata mia madre.
 
Smetto di piangere e le racconto tutto quello che mi è successo, una volta entrate e davanti ad una bella tazza di cioccolata fumante.
 
-Ah, stanno così le cose? Ma che donna insensibile!-
 
Mia madre è tutta agitata e non c’è verso di renderla un po’ meno…nervosa.
 
-Non te la prendere, piuttosto non devi andare a lavoro?- le faccio.
 
Lei annuisce e non appena si è finita di preparare, mi saluta con un bacio sulla fronte lasciandomi da sola non senza avermi lasciato la promessa di farmi usare i poteri per rendere la vita di Souko un bell’inferno.
Appena uscita, sorrido al pensiero di essere una stronza ad usare qualcosa di così mistico per una cazzata del genere e mi preparo per uscire e andare a fare la spesa per il pranzo.
Sono arrivata davanti al parco desolato dietro casa, quando una fitta alla schiena mi scaraventa contro un albero.
 
-Ma che cos..- e non finisco la frase che mi ritrovo un tizio a pelo sul mio viso che lo sorregge con le dita da sotto il mento.
 
-Ciao dolcezza, non spaventarti. Adesso mi voglio divertire un po’ con te!- e sadico in viso, mi alza dal suolo e mi getta violentemente dalla parte opposta del parco.
 
Dal mio braccio pende una sostanza vermiglia e calda che bagna le dita della mia mano e si accascia con grazia al suolo; porto l’altra mano sulla ferita e devo dire che fa un male cane!
 
-Ma si può sapere chi sei? Che vuoi da me?- gli urlo acida.
 
-Te l’ho detto: voglio divertirmi con te e io sono Johnny Owen.- e me lo ritrovo davanti a me.
 
Si trasforma rivelando la sua identità: demone.
Le sue ali da pipistrello, rosse come il sangue, si aprono maestosamente da dietro le sue scapole e la sua armatura mi fa capire che se non provo a difendermi il giovanotto davanti a me mi scanna viva senza troppi problemi.
Come dice sempre la matematica: c’è la soluzione ad ogni problema, per cui devo solo che rifle…
Cazzo ma io non ho il tempo materiale per farlo!
Mi concentro e uso i miei poteri su di lui: la scarica elettrica è tanto potente da farlo urlare dal dolore e sbatterlo contro la fontana del parco.
Corro verso la piccola radura, ma lui si materializza davanti alla mia fuga.
 
-Piccola, dove credi di andare?- e contemporaneamente ci lanciamo i nostri migliori incantesimi cercando di ottenere la supremazia sull’altro.
 
Io, per la verità, non ho mai combattuto e nemmeno lontanamente con la magia per cui sono nettamente più debole di quel demone.
Ma non per questo mi do per vinta! Mi scaglio su di lui e faccio apparire una lama dall’avambraccio e lo ferisco di striscio alla guancia, lui risponde con un sonoro calcio allo stomaco e posso dire addio alla possibilità di vedere il domani.
 
-Ma che vuoi?- riprovo a chiedergli, ma lui non è deciso a rivelare nulla e si appresta ad attaccare di nuovo.
 
Ce ne stiamo lì da molto, ma nessuno sembra intenzionato a mollare l’osso, benché io abbia dei tagli profondi alle braccia, alle gambe e delle escoriazioni su almeno la metà del corpo, sto ancora tenendo duro.
Lui non è stanco né tanto meno intenzionato a smettere, sebbene l’abbia ferito all’addome e al braccio.
 
-Amu, ti conviene arrenderti. Il mio re vuole vederti.- mi dice maligno.
 
Re? Ma che sta farneticando quel tipo? Che vuole da me il re infernale?
Ho troppe domande che mi ronzano in testa e nessuna ha la risposta più razionale, sembra che voglia qualcosa da me: ma cosa?
Non lo so.
 
-Fermo! Non ti muovere!- la voce appartiene a quella di Utau, nessun dubbio.
 
-Amu corri da questa parte!- l’altra è di Kukai!
 
Oh, no! Così saranno coinvolti anche loro.
 
-Ma guarda, sono arrivati i rinforzi! Avremo modo di rivederci, per il momento mi basta averti ridotta debole e fragile.- e detto ciò se ne andò.
 
I miei amici mi vengono a presso e finalmente mi accascio a terra dalla stanchezza, appena in tempo.
Loro sono intervenuti appena in tempo, che tempismo devo proprio ammetterlo!
Kukai mi porta sulla schiena e chiudo gli occhi per trovare un po’ di sollievo, ma le mie ferite pulsano dal dolore e fatico a muovere gli arti.
Sono ricoperta di escoriazioni ovunque e sento il corpo diventare rovente, febbre.
Si è probabile. In fondo mi sono messa a fare a botte con un tizio sadico venuto da chissà dove.
Anzi, so benissimo da dove viene: dal luogo dove le anime dannate vogliono andare: l’oscurità.
Alcune prima di sparire me ne avevano parlato… fa cadere in tentazione qualsiasi persona che ha un’indole oscura o che non si è pentito delle proprie azioni che aveva commesso in vita.
E’ il luogo più buio che la mente umana può sperare di immaginare.
 
-Amu, siamo arrivati.- mi annuncia Utau, aiutandomi a scendere dalla schiena del suo ragazzo.
 
-Piano ragazzi, mi fa male ovunque!- li avverto.
 
Appena entriamo in casa, la bionda si fionda in bagno e prende delle bende, cerotti e disinfettante, per poi aiutarmi a togliere la maglia facendomi restare in canottiera.
Kukai si limita a rimanere girato e a fare domande su Owen.
 
-Non so chi fosse quello, so solo che viene dritto, dritto dall’inferno e che vuole qualcosa da me… per dire la verità quello che è più interessato alla cosa è il suo re!- gli dico mandando a quel paese il disinfettante che Utau stava mettendo sulle ferite.
 
-Scusami, confettino, ma ti ha scannata per benino! Quindi resisti che ho quasi finito!- il suo tono non ammette scuse, per cui me ne sto buona buona a soffrire per i fattacci miei.
 
Quando ha concluso il suo lavoro di infermiera, mi rivesto con degli abiti comodi e mi dirigo in cucina per mangiare e per nutrire anche quelle due forme di vita.
 
-Ma la scuola?- chiedo d’un tratto notando che era ancora ora di lezione.
 
-I prof hanno deciso di starsene a casa!- disse Utau facendo le spallucce.
 
Allora ecco spiegato il mistero…e io che pensavo avessero sgarrato per sapere se stavo bene dopo la ‘lite ’con la madre di Utau.
Be’ meglio così, io non ne voglio parlare per cui sono più che soddisfatta.
 
-Ragazzi che ne dite di studiare insieme?- provo a chiedere schivando la possibilità di parlare delle vicende negative.
 
Loro annuiscono e in poco tempo ci ritroviamo davanti ai libri.
E’ una noia mortale, c’è da sperare che non ci trovino morti nella notte, sono veramente distrutta!
E’ più faticoso studiare che sennò combattere! Garantito dalla sottoscritta!
In un impeto di rabbia e noia, prendo il libro di matematica e lo lancio dietro di me, per poi colpirlo con i miei poteri: tutto, sotto lo sguardo scioccato dei miei amici che, dopo la mia improvvisa reazione, hanno assunto delle facce assurde.
 
-Amu, ma che ti è preso?- mi chiede Kukai con gli occhi sbarrati.
 
-Non lo so.- gli rispondo con le scariche elettriche che premevano sul mio corpo fuoriuscendo a scatti.
 
-Sei elettrizzata all’idea di studiare che hai voluto lanciare il libro per farcelo notare?-
 
Sei molto spiritosa, Utau!
Elettrizzata? Le mie scariche elettriche le vorrei usare con chi so io, cazzo! Sono abbastanza infuriata con tutta questa storia che non so se riuscirò a trattenermi.
Ma bisogna pensare positivo, ma nemmeno un millesimo di questo positivismo può salvarmi da un altro attacco di quel pazzo, sadico demonio!
 
-Amu sei con noi?- mi chiede Utau agitando la mano sulla mia faccia.
 
-Eh, cosa? Si, si- si, si cosa?
 
Sto con i miei pensieri da un bel pezzo che non mi accorgo che il campanello di casa ha suonato per chissà quanto tempo, così raggiungo la porta d’entrata e mi ritrovo davanti due ametiste che mi scrutano come a volermi spogliare con lo sguardo.
 
-Ikuto.- dico monosillabica.
 
-Amu.- ricambia l’atteggiamento lui.
 
Certo che suona strano sentirgli pronunciare il mio nome per la prima volta.
Quasi, quasi mi fa arrossire, no aspettate! Ho davvero detto questo?
Mi sento avvampare, quando lui si avvicina ancora di più e il suo dolce profumo invade la mia zona facendomi trasalire.
 
[POV Ikuto]
 
Me la ritrovo davanti, è come se fosse passato un secolo!
Oggi a scuola non si è fatta viva e Utau mi ha raccontato tutti i particolari della sceneggiata che ha fatto mia madre al confettino. Alle volte mia sorella è proprio logorroica, ma questa volta devo dire che il suo difetto è servito a qualcosa.
Sta arrossendo ancora e si ostina a negare l’evidenza. Mi fa una tale rabbia… io sono innamorato di lei e Amu non se ne è nemmeno accorta per non parlare dei suoi sentimenti! Ci vuole sempre un estraneo per farle capire un po’ di più sé stessa?
Insomma, l’ho capito persino io che lei è persa del sottoscritto!
 
-Non fai accomodare i tuoi ospiti?- le chiedo deridendola.
 
Lei si arrabbia e mi fa strada verso il soggiorno: troppo luminoso.
 
-Fratellone che ci fai qui?- chiede mia sorella.
 
-Sapessi… piuttosto come mai il confettino è ricoperta di bende e cerotti?-
 
Ho toccato un tasto dolente.
 
-Non te ne può importare nulla!- mi fa Amu guardandomi bieca.
 
-Amu stai perdendo ancora sangue dal braccio, la ferita può essere più profonda di quanto tu possa credere.- le dico prendendole il braccio ferito.
 
Lei si volta dall’altra parte e alzo gli occhi al cielo:
-Utau prendi delle bende, queste orami sono da  buttare e poi ci vuole dell’altro disinfettante!- quest’ultima parola non le è per niente piaciuta alla rosa che sbianca alla velocità della luce.
 
-Non mi dirai che il disinfettante ti spaventa?- le dico sull’orecchio.
 
-Fratellone, non darle fastidio!-
 
Prendo le cose che mi ha portato Utau e dico al confettino di togliersi la maglia, ma lei non muove nemmeno un muscolo e quindi se non lo fa lei, lo faccio io.
 
-Ehi, fermo! Gattaccio maniaco lontano da me!-
 
Non le do assolutamente retta e alla fine ho la meglio.
Non è solo il braccio ad essere ferito: ha l’addome completamente fasciato e un cerotto sull’avambraccio sinistro; il suo seno è ricoperto di piccoli tagli, sembra che abbia fatto a botte con un super Saiyan!
 
-Ma che cavolo è successo? Sembra che tu abbia fatto a botte con un Saiyan!- le dico squadrandola per bene e dando voce ai miei pensieri.
 
Amu si volta e non indago oltre. Forse è meglio così. Prendo il braccio destro e rifaccio una nuova medicazione.
Lei si irrigidisce e quello che sto per vedere me lo ricorderò finché campo!
Dal corpo di Amu esce una specie di scarica elettrica come se fossero fulmini e i suoi capelli ondeggiano senza la presenza di qualche corrente d’aria.
 
-Amu c’è mio fratello, fermati!- le fa Utau.
 
Ma allora lo sapevano?
Utau e Kukai sapevano di questa cosa? Non me lo sarei mai immaginato.
Va bene tutto, ma questo… è… sono senza parole!
Non ce ne sono per descrivere quello che ho appena visto farle fare, altro che invidia e falsità, Amu è a posto così, non ha bisogno d’altro.
Lei pare riprendersi da quello stato di coma e, appena si accorge che lo ha fatto davanti ai miei occhi, si rifugia nella sua stanza.
 
-Era questo che cercavate di nascondere?- mi rivolgo a loro.
 
-Si- mi risponde Kukai dopo attimi di esitazione e dico loro di restare lì e salgo in camera dove si trova Amu.


***Angolo della piccola autrice maliziosa***
 
Ikuto che sveste Amu… okay!
 
JLo: Sei una maniaca, depravata, stalker!
Bebe: Per stalker siamo esagerate! u.u
 
Comunque, grazie a tutti i lettori fantasma *^*, a Rad e Skies che la recensiscono e a tutti quelli che l’hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite! Siete in tante! Grazie mille ragazze/i!
Sappiate che mi rende la ragazza più felice del mondo –oltre che alla più bella! XD
Scherzo! (sul fatto dell’essere la ragazza più bella)
Ci vediamo il 31, allora!
 
#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** **Avviso** ***


Gente!

Perdonatemi se ieri non ho aggiornato, ma ho avuto degli imprevisti... =.= SCUSATEMI!!!
E siccome Rad aveva il piacere di leggere i miei capitoli e voleva recensirli man mano che li postavo, ma è in vacanza e quindi non potrà fare ambedue le cose, riprenderò l'11 Agosto, quando ritornerà *^*

Mi scuso nuovamente e ci tengo a ringraziare tutti quelli che stanno leggendo la mia storia, che la seguono, che l'hanno messa tra le ricordate e le preferite!
Vi adoro, grazie! Non sapete quanto mi rendete felice! GRAZIE, con tutto il cuore ve lo dico!

Ci vediamo l'11 Agosto: qualunque cosa succeda, quel giorno vedrete il MIO aggiornamento! Questo è poco ma sicuro!
u.u
#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Rivelazioni.

Appena giungo davanti alla porta della sua camera, la sento imprecare contro sé stessa e contro i suoi poteri.
Senza bussare entro e la vedo con le lacrime agli occhi e mi guarda interrogativa:

-Non ti hanno insegnato a bussare?-.

Io non le do retta e mi avvicino a lei, Amu, invece, si allontana di colpo.

-Non ti avvicinare! Non toccarmi.- mi urla scrutandomi con quegli occhi che mi fanno impazzire.

-E perché non dovrei avvicinarmi? Piuttosto me ne vuoi parlare? Sai non è facile dimenticare quello che ho visto.- le chiedo con un ghigno beffardo.

-Va bene, tanto so già che non avrò pace con te...- mi fa sospirando.

-E' vero, ho dei poteri che non so nemmeno io come faccio ad avere.
Me ne sono accorta solo quando mi sono resa conto che potevo parlare con le presenze e interagire con loro poi, andando avanti con l' età, ho sviluppato altri poteri.
Utau mi ha scoperta alle elementari e le ho chiesto di tenerlo segreto altrimenti non avrei avuto una vita tranquilla, Kukai, invece, lo ha saputo al secondo non delle medie.
Ti prego tienilo per te!- mi dice ritornando il ghiacciolo di sempre.

-Sono senza parole!- le dico ghignando.

Mi avvicino al suo viso e vedo le sue guance diventare cremisi, al che rido malizioso.

-Che f-fai?- balbetta lei imbarazzata.

Non l' ascolto e sollevo il suo viso dal sotto il suo mento con le dita e la costringo a fissarmi negli occhi.

"Dai non ci credo! Basta veramente poco per farla diventare rossa.

Dio quanto è eccitante." penso malizioso lasciando che i nostri respiri si mescolino tra loro.

-Non provare a baciarmi! Se lo fai per prendermi in giro...- la interrompo non appena la sento dire certe insinuazioni.

Mi fa arrabbiare il fatto che sia cieca, o, semplicemente, neghi davanti all' evidenza.
Io sono sicuro di provare un sentimento profondo e di essere ricambiato, quindi perché ostinarsi?

-Zitta! Se ti stessi prendendo in giro, non credi che lo avrei già fatto? Per una volta, invece di trarre conclusioni basandoti solo su quello che vuoi vedere, impara ad ascolare!- lei se ne sta buona buona e mi fissa con la bocca spalancata e con  gli occhi fuori dalle orbite. In seguito, metto le mie mani sui suoi fianchi e continuo il mio discorsetto:
-Sei una ragazza che all' apparenza è  fredda e distaccata. Non fai altro che allontanare gli altri, ma in realtà sei dolce e timida. Dalla prima volta che ti ho vista non ho fatto altro che pensarti... volevo vedere il broncio disegnato nel tuo viso, ogni volta che ti stuzzicavo e vedere le tue guance arrossarsi per l' imbarazzo.
Ma poi è cambiato qualcosa e quello che pensavo fosse diventato il mio nuovo giochetto perverso, si è trasformato in amore.
Amu, ti amo e non mi importa se hai dei poteri, se corri per non farti raggiungere: io ti seguirò e ti aiuterò. Asciughero' le tue lacrime, ti terrò stretta tra le mie braccia per non farti scappare e devo dire che non è da me essere così sdolcinato, ma devo ammettere che mi sento molto meglio.- le dico posando le mie labbra sulle sue.

E' un bacio senza pretese: dolce e casto.
La stringo più forte tanto da sentire il suo cuore andare a mille.

-Ti amo anch'io.- mi confida prima di azzerare la nostra distanza dischiudendo le labbra.

E brava Amu! Finalmente ce l'ha fatta!

Introduco la mia lingua dentro la sua bocca, assaporando e giocando con la sua. Mentre ci scambiamo dei baci sempre più passionali, lei allaccia le sue braccia al mio collo e continua a rispondere al bacio.

[POV Amu]

Dio come ho fatto ad essere così audace?
Mi ha detto che mi ama e io altrettanto, per cui...qual è il problema?
Mi stacco leggermente per riprendere fiato, ma lui non è dello stesso avviso e si riprende le mie labbra. Mi bruciano, fanno male, ma non ci bado più di tanto.
Non so perché lo sto baciando con foga, il mio cervello è andato in tilt e le mie mani vagano lungo le spalle e il petto di lui.
Ma che cavolo!!!
Devo avere un po' di contegno però, finché mi tiene ancorata al suo corpo con fare possessivo non penso che sarò in grado di intendere e di volere! Le sue labbra sono dannatamente tentatrici!
Pur sapendo che mi fanno male per quei baci pieni di desiderio, io imperterrita continuo a rispondergli.
Sono una stupida!

-I-Ikuto fermati. Devo prendere fiato- biascico cercando di respirare e di fargli recuperare il senno.

Il suo amichetto deve imparare a starsene buono, buono e anche il suo istinto.

-Sei una scocciatrice!- mi dice abbracciandomi stretta a lui.

-Idiota vedi di calmare la tua impetuosità, potrei anche polverizzarti.- gli dico più seria possibile.

Sento qualcosa di umido passare lungo il collo e fin sotto l'orecchio destro... caspita ma ci sente? E anch'io che inclino la testa per facilitargli il lavoro!
Ma devo dire che è maledettamente bravo, mi sento sciogliere come neve al sole.

-Ma ci senti? Contieniti!- dico rossa alle guance.

-Amu stai tranquilla, lascia che continui.- mi dice Ikuto con quel suo dannatissimo tono sensuale.

-Ho detto no! Se i miei genitori lo scoprono mi fanno fuori!- lo informo.

-Oh quanto sei fifona! Hai ragione, ma non interrompere la mia "tortura" ogni volta che ci vediamo.- e detto questo mi fa l'occhiolino e mi sorride.

Maledetto gattaccio! E' stupido? Mi fa saltare i nervi! Poi gli sorrido di rimando e lo bacio approfondendo fin da subito con la lingua.
Si, sono sicurissima che Ikuto sia la mia droga e il mio gattaccio pervertito.
Devo addomesticarlo, altrimenti sarà il contrario.

-Ikuto frena la tua impetuosità, te l'ho detto: vacci piano!-

-Confettino... sei bellissima! Sei più rossa di un peperone!

Sei imbarazzata e questo mi piace, ti amo!-

Cazzo Ikuto! Smettila, le mie guance vanno a fuoco e ovunque le tue labbra si appoggiano sul mio corpo, questo diventa rovente!

-Ti amo anch'io, però adesso basta!-

Finalmente mi dà retta! Non lo guardo in faccia, mi vergogno troppo!
I miei pensieri sembrano essere captati da quello strano ragazzo perverso e mi sorride. E' un sorriso vero, senza malizia né altro; è sincero e questo mi fa sorridere automaticamente.
E' bello, intelligente, perverso e ama me. Ma si può essere così fortunati???

-Che hai da fissarmi cosi?- mi domanda sventolando sul mio volto la sua mano.

-N-niente! Stavo pensando a quanto tu possa essere strano...-

Lui mi guarda incredulo e si affretta a rispondermi:

-Ah, io sarei quello strano? E tu? Se non sbaglio sei tu quella che è strana. I poteri come i tuoi non sono all'ordine del giorno. Ma suppongo di dover tenere stretto questo confettino sadico il più possibile!- e proprio quando ci stiamo per baciare la porta si apre di colpo lasciando me e Ikuto immobili.

E' ufficiale: Ikuto azzera la mia sensibilità e i miei poteri non sono da meno; però sarebbe fantastico e meno imbarazzante se lui non mi facesse questo effetto.
I presenti ci guardano maliziosi lasciandoci intuire molte cose.

-Allora?-


***Angolo dell' autrice che è una fottuta bastardetta***

Hola, ragazze!
Come va? *^*

Per problemi tecnici (= pc momentaneamente rotto...?), pubblicherò tramite telefono.
Ora, se l'HTML non dovesse esserci mi scuso e vi assicuro che appena mio padre torna, lo rimetterò a posto. Siccome sono una persona che mantiene le promesse, non voglio farvi attendere oltre!
Ci vediamo venerdì della prossima settimana. (Avendo, poi, anche gli esami, pubblicherò una volta a settimana = tutti i venerdì!)
Non prendetela male U.U

#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Il 1500 d. C.

[POV Amu]

Mi sveglio con i caldi raggi del sole e metto i cuscini poggiati sulla testiera del letto e a fatica riesco a mettermi seduta.

“Cavolo che dolore!” penso mentre cerco di sollevarmi e provo a togliere la vestaglia, ma le braccia indolenzite me lo impedivano.

L’altra soluzione era usare la magia: fastidioso, ma era da fare, così con il pensiero mi sfilo la camicia scoprendo il corpo ricoperto da dei lividi violacei ed escoriazioni che percorrono l’addome graffiato. Dallo specchio vedo la schiena deturpata da leggeri graffi e da una grossa abrasione che forse deve essere stata causata dall’impatto con la corteccia dell’albero.
Mi vesto con una maglietta bianca e a fatica riesco a indossare una gonna e copro le gambe con delle calze scure per evitare che le varie escoriazioni si vedano, suscitando curiosità non richieste da parte delle persone.

-Amu come stai? Non sembra che tu abbia una bella cera! – mi dice mia madre fissandomi con quegli occhi materni.

-Niente, credo che un angelo caduto mi stia cercando. Ieri ci siamo scontrati e con questo dico che ci siamo presi a botte… con i poteri. – le dico distogliendo lo sguardo.

A tavola nessuno parla: la mia affermazione li lascia senza parole e in fondo non può che essere così.

-Ami vai di là. – le ordina mio padre con un tono troppo serio, fin troppo per i miei gusti.

Mia sorella non osa discutere e si rifugia nella sua stanza e i miei genitori passano con la prima analisi.

-Allora perché non ce lo hai detto subito? – mi rimprovera papà.

-Perché non potevo farlo, vi impiccereste nei miei affari. So che può risultare fastidiosa la cosa, ma non potete affrontare creature che vengono da lì. – sbraito a mia volta.

-Non abbiamo poteri, ma siamo i tuoi genitori e come tali, se dovesse succedere qualcosa di brutto a te o ad Ami, ne soffriremmo. E comunque ti abbiamo detto un miliardo di volte che i poteri fuori casa non li devi usare! – mi risponde mio padre.

-Amu so che non è facile avere la vita che conduci: spettri che ti parlano giorno e notte, che ti fanno vedere come sono stati uccisi, che ti fanno stare nel loro corpo affinché tu possa provare ciò che hanno provato loro prima della fine della loro esistenza, ma noi, come tuoi genitori, abbiamo il compito di proteggervi e guidarvi. Con quello che hai, abbiamo paura che tu possa sparire dall’oggi al domani. – mormora la mamma allungando il palmo della sua mano per accarezzarmi la guancia.

-So che non potete capire e che ci state provando. Mi avete permesso di aiutare le presenze e di portarle nella Luce anche se alcune di esse hanno scelto il Buio. Ma adesso c’è qualcos’altro, non so che cosa sia, ma so che due forze stanno per scontrarsi. Una presenza femminile invade le mie notti da un po’ di tempo e mi sussurra cose incomprensibili che non capisco e il demone che mi ha attaccata vuole portarmi al limite delle forze per poi trasportarmi davanti al loro re. – ammetto con tono apatico.
Loro si limitano a rimanere di sasso: muti come delle statue.

-Tesoro, i demoni hanno un re?  - chiede mia madre incredula; credo che sia arrivato il momento di spiegare loro un po’ di cose che mi hanno detto le anime dei defunti.

-Allora… solitamente le anime dei morti che hanno ancora un conto in sospeso nella terra dei vivi, vengono da me per aiutarli in questa loro impresa e quando sono in Pace vengono purificati e mandati sulla Luce. C’è anche la possibilità che alcune di queste anime decidano il Male e il loro spirito si infetta condannandoli. Ci sono due distinzioni: Luce e Buio. Le anime che sono passate nella prima fazione, mi hanno descritto che in quel posto vi sono canti, luce abbagliante, calore e tutto ciò che possa essere definito “Paradiso”. Quelli che scelgono l’oblio, me lo hanno descritto come un luogo tetro, freddo, tentatore… vi è odore di putrefazione e le anime non sono più recuperabili. Loro servono un capo, che chiamano re. Lui è il più freddo di tutte le creature: comanda un esercito di demoni o angeli caduti e nessuno l’ha mai visto in faccia. Le anime cadute, quelle che sono oscure, mi sono state mandate da lui per terrorizzarmi, per dirmi che l’oblio è una scelta da prendere in considerazione, ma non ho dato credito alle loro parole. Una di loro diceva che il suo potere è stato sufficiente per estinguere nel 1500 la Luce. – silenzio.

Nell’aria c’era quel fottutissimo silenzio. Lo odio, non lo sopporto.

-Quindi che intendi fare? – chiese a quel punto mio padre.

-Aiuterò le anime buone? – gli risposi sarcastica. – Non lo so, papà, non so che cosa vogliono da me quindi non muoverò un dito! – dissi infine.

-No, mia cara. Tu lo muoverai! Se ti vengono a cercare per passare al lato oscuro vuol dire che vogliono qualcosa da te. Se quella donna pronuncia cose incomprensibili cerca di saperne di più! Se bramano la supremazia, indaga su fatti epici e storici avvenuti nel 1500! –

Ve l’ho mai detto che mia madre è un fottuto genio?

-Si lo farò. Ora devo scappare, ciao! – così esco fuori di casa con la stessa velocità della luce.

-Non stiamo facendo una maratona, Hinamori! – quella cazzo di voce squillante.

-Kukai! Utau! – esclamo rallentando la marcia.

-Perché corri? – mi chiede la mia amica.

-Niente, ho raccontato dello scontro che ho avuto con quel demone ai miei e loro mi hanno fatto il terzo grado. Ho le braccia completamente a pezzi, la schiena non la sento più e ho lividi viola su tutto il corpo! Ma può stare così male? – mi chiedo sospirando.

-Si cara. Sei svenuta a casa mia accasciandoti come un sacco di patate e mi hai detto che non era la prima volta! Non sarà che qualche spirito attiri l’attenzione di tu sai chi? – mi chiede Utau alludendo che la persona in questione è la sottoscritta.

-Ma quello deve essere stato lo stress a cui mi avete posta tu e tuo fratello e comunque le emicranie sono nate quando una donna dagli occhi vitrei viene tutte le notti a tormentarmi. Ragazzi sto male dico sul serio, mi muovo a fatica, per cui oggi niente poteri! Stamane li ho usati a fatica. Voglio poggiare questa carcassa del mio corpo su qualcosa di morbido! – annuncio loro camminando a stento.

-Puoi appoggiarti a me, confettino! –

Dio no!
Quella voce sensuale la riconoscerei anche se mi avessero investita con un bus! Ma di tutte le battutine poco caste che sapeva, doveva rifilarne una normale, ma con voce sensuale e maledettamente sexy? Ma allora mi volete fuori dal giro.

-No grazie, gattaccio pervertito. Non mi fido delle tue mani… non so dove potrebbero intrufolarsi! Preferisco strisciare verso scuola o lasciare che mi raccattino con una barella i paramedici e che mi portino lontano dalla tua perversione! – gli annuncio sbadigliando bellamente con una mano che copre la bocca.

Quello se la ride e mi depone un piccolo bacio sull’orecchio già molestato in precedenza – che secondo me dev’essere il suo orecchio preferito- e mi sussurra, lasciando che il suo respiro caldo mi facesse rabbrividire:
-Le mie mani non hanno niente di perverso. Se pensi che lo siano, allora dovresti temere per ciò che penso. E anche senza avvertirti, potrei afferrarti e portarti dentro in classe… se non sbaglio, non ti sei ripresa e ho sentito che i tuoi poteri sono off limits, per cui vedi un po’ tu! –

Avevo detto di amarlo? Mi sa che ero ubriaca quando glielo ho detto!
Le mie gote sono due semafori e mentre lui ride per la mia espressione totalmente distrutta dalla stanchezza e dall’imbarazzo, corro verso la mia classe.

-Amu perché non ci hai aspettati? – chiede Utau con una vocina subdola.

-Perché il tuo fratellino mi fa saltare i nervi! – ringhio facendo in modo che i miei poteri si sentissero.

-Sei stupida! Ritirali! – esclama il moro tirandomi dei sonori ceffoni.

-Cretino colpiscimi la decima volta e ti giuro che ti polverizzo! – lo minaccio.

-In realtà gli schiaffi erano undici. – mi corregge lui.

Sbuffo e in quel momento entra il professore di storia. Non c’è lezione più bella di quella, è il mio amore segreto. Tranquillo Ikuto, intendo la materia, non il professore: io ammiro quell’uomo, ma non c’è altro.
Meglio precisare…non si sa mai con un gatto come lui, sono imprevedibili.
Sto per fare una domanda, ma la campanella della seconda ora suona e così, fermo il prof davanti al corridoio: devo sapere dei fatti storici avvenuti nel 1500.

-Prof, mi scusi. Devo farle una domanda.... – gli dico correndogli a presso.

-Dimmi tutto, cara! – mi fa lui sorridendo.

Non sono arrossita! Ho solo il fard!

-Vorrei sapere, anche se so di essere fuori dal programma del mio anno, cosa è successo nel 1500 di così tanto importante nella Storia dell’umanità? – chiedo sperando che mi desse qualche indizio.

Chi meglio di un prof di storia sa di alcuni fatti storici?
Lui mi osserva perplesso e poi si affretta a rispondermi:
-Fammici pensare, vediamo un po’… un fatto importante in quel periodo storico è di sicuro il Periodo della Controriforma del 1500, in Europa. Perché? – mi chiede lui.

-Semplice curiosità! Leggendo un libro mi sono imbattuta in questa cosa e ho voluto informami di più. La ringrazio! – e così rientro in classe sotto lo sguardo stupito dei miei due amici.

-Ragazzi non distoglierete lo sguardo da me se non vi dico che succede, non è vero? – chiedo loro pur sapendo la risposta.

Loro annuiscono e sospiro, mai trovati dei curiosoni come loro. Dieci minuti della lezioni di arte passano solo per spiegare che cosa ho chiesto al prof di così urgente da corrergli dietro. Di certo, non una dichiarazione d’amore!
All’improvviso sento una vibrazione, una scarica di energia; un pensiero che fin troppo bene so a chi appartiene mi chiede di uscire e con il permesso del prof esco dalla classe.

-Finalmente, credevo non funzionasse! – si affretta a dire Ikuto.

-Ma come cavolo hai fatto? – chiedo totalmente scioccata.

-Ho letto che le persone sensibili, dotate di un sesto senso riescono a percepire leggermente i pensieri. Vengono chiamati, se non sbaglio, “ascoltatori”! – mi dice con un tono da saputello.

-Non sono proprio una ascoltatrice, ma, comunque, il tuo pensiero si è sentito benissimo. Pervertito! – ed ecco che si rimette a ridere.

-Volevo provare se quello che dicevano fosse una cazzata, ma a quanto pare non lo è. –

-Deficiente. – gli dico fredda.

Lui passa un braccio intorno alla mia vita e mi avvicina a sé schiacciando il suo copro con il mio, facendomi sussultare.
L’altra mano, quella non impegnata a stringere possessivamente il mio fianco, passa delicatamente lungo l’addome e si ferma ad accarezzare il collo e ad arrivare a sfiorare delicatamente il capo.
Beh, non che io sia da meno, cioè fatemi spiegare: sono rossissima e sto cercando di controllare i battiti, ma non ce la faccio proprio.
Timidamente poggio le mani sul suo petto e le faccio scorrere fino ad aggrapparmi alla schiena. Lascio che la mia testa si appoggi sul petto; la sua mano che mi cinge la vita, stringe la sua morsa lasciando che un gemito di dolore uscisse a tradimento dalle mie labbra.

-Ikuto mi fai male! Sono ferita. – gli ricordo.

Allenta la presa e l’altra mano mi fa sollevare il volto e me lo ritrovo a pochi centimetri dal suo.
Cavolo mi sta per baciare! E se qualcuno ci vede? Oh, ma che cazzo io adoro quelle sue labbra e nessuno mi impedirà di annullare quella distanza!
No, io ho davvero detto questo? Non sono mai stata così audace!
Il mio combattimento interiore finisce quando il gattaccio poggia delicatamente le sue labbra sulle mie e non mi capacito di come faccia uno come lui ad avermi sedotto in così poco tempo!
 

[POV Ikuto]

E’ bellissima come sempre, non posso fare a meno di notare il suo rossore che sulle gote si eleva senza remore.
Sento che ha ancora delle sottili bendature sull’addome, ciò significa che le ferite non sono rimarginate del tutto.
Il suo profumo di fragola invade tutta l’aria circostante e non mi fa capire più niente: avvicino le mie labbra alle sue catturandole in un casto e dolce bacio. Allento la presa, per via delle ferite e non mi faccio scrupoli a continuare.
Siamo così presi che non sentiamo la campanella suonare dando inizio alla ricreazione, quando ci stacchiamo tutti gli studenti ci osservano con la bocca aperta pronta a toccare terra.
Amu diventa subito fredda, guarda tutti con gli occhi omicidi e alcune delle ragazze della mia classe si avvicinano a lei con fare minaccioso. Le ragazze sanno essere terribili quando sono gelose! Io mi godo la scena.

-Ehi, tu che stai facendo a Tsukiyomi? – chiede Mandy con la voce piuttosto alterata.

Ahahah ora mi diverto. E’ meglio che se ne vada… Amu non ci va per niente leggera.

-L’hai ascoltata ragazzina? – eccone un’altra.

-L’ho sentita, ma ho preferito non rispondere ad un’oca come quella. Evito le possibili discussioni perché la gente senza cervello si arrabbia e si offende subito. In ogni caso, quello che faccio con Ikuto non è affare vostro! –

Acida come sempre.

-Non ti permetto di parlarmi così! Sei solo una mocciosa, va a fare cose della tua età e lascia in pace i ragazzi più grandi. Tanto sei solo il giocattolino del momento: credi di essere diversa solo perché sei una bulletta o hai degli stupidi capelli rosa? – le risponde a tono Mandy.

Sì, questa era piuttosto cattiva. No, adesso mi sono stufato. Va bene che può difendersi da sola, ma quando è troppo è troppo.
Lei è diversa perché è Amu! I suoi capelli, per quanto strani possano essere agli occhi degli altri, per me sono bellissimi, ma soprattutto non è il mio giocattolino temporaneo: io amo questo confettino gigante.
Proprio quando Amu sta per risponderle, mi paro davanti e le metto un braccio davanti a lei come a volerla proteggere e urlando davanti a metà delle classi della scuola dico a quelle galline senza cervello:
-Adesso smettila! E non solo tu, anche tutte voi. Ficcatevi in quella testa ossigenata che io sono impegnato con lei. – dico portando Amu di fianco a me.

-Detesto chi vuole controllare la mia vita e ancora di più chi non si fa i cazzi suoi! Chiarite questo concetto: se toccherete Amu nessuno mi fermerà dallo spaccarvi la faccia. –

Il mio tono è sadico… non mi riconosco a momenti!

Il confettino sadico afferra la mia mano e gliela stringo e così, la trascino fuori da quella mischia.
Per la prima volta gli sguardi di tutti puntati su di noi mi dà una sonora noia, mi infastidisce e porto Amu in un posto isolato per poter finire il lavoro che avevo iniziato.
E’ con le spalle al muro, nel vero senso della parola, e la costringo a baciarmi.
La mia lingua assapora la sua bocca, cerca di dimenarsi poiché probabilmente è in imbarazzo, ma poi si decide a lasciarsi andare.
L’avvicino al mio petto continuando a baciarla: questo momento è uno dei pochi che mi piace, non c’è nessuno che mi interrompe, nessuno che mi dice niente e sono con la persona che ha cambiato i miei connotati.
Amu ha cambiato il mio modo di essere: stimola il mio lato perverso e per la prima volta ho trovato uno scopo nella vita.
Faccio di tutto per la felicità della persona a cui tengo più di me stesso, farei qualsiasi cosa per vedere il suo sorriso per qualcosa che ho fatto e so che lei, anche se il mio carattere perverso prende il sopravvento, mi apprezza per quello che sono realmente.


***Angolo dell’autrice che se non rimedia subito s’ammazza***

Si lo so, dovevo aggiornare il 4, ma questi cavolo di esami sono delle rogne!
Allora che ne pensate di questo capitolo? Lo so, anzi non lo so. Non sono una telepate o una ascoltatrice! XD
Comunque…

Jlo: Ma scusa non vedi che rompi un pochino?
Bebe: Senti tornatene da dove sei venuta, non dovevi andare a mangiare il barattolo di marshmellow?
Jlo:
Bebe: Ecco vedi? Nessuno ti ascolta quindi per me puoi anche filare!
Jlo: Sei cattiva! Non si tratta così la tua gemellina preferita! Mi offendi.
Bebe: Ma se stamane mi hai incenerita con lo sguardo! Quella offesa dovrei essere io! E poi di gemella ci sei solo tu, potessi cambiarti…
Jlo: Alle volte mi chiedo come tu possa dire certe cose.
Bebe: Siamo gemelle, avresti dovuto capire già da tempo che io al posto del cuore ho un buco nero!
Jlo: *ha in mano un vasetto di Nutella e lo agita davanti alla sorella*
Bebe: Bau, bau!!!!
 
E dopo questo fantastico dialogo tra sorelle ci vediamo nel prossimo capitolo… mi sento come i personaggi degli anime che presentano il prossimo episodio delle loro odissee!!!
Mitico!
 
# Hakuna Matata
Baci, Bebe <3
 
P.S.: Una cosetta… Ikuto, qui, non sembra molto pervertito. Vi avverto: nell’intro, ho scritto che avrei presentato anche 50 sfumature del nostro gattaccio pervertito, ma non è solo malizioso. Ci tenevo a farvi notare che comunque Ikuto ha un cuore ed è innamorato di Amu, per questo, in questo capitolo, è uno smielato di prim’ordine! (Diciamo verso la fine).
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 9 ***


L'altra faccia dell'amore.

[POV Ikuto]
 
-Allora? – la voce di una donna ci fa sobbalzare impedendomi di riprendere le labbra del mio confettino sadico.

Amu se ne sta ferma come un’allocca con la faccia più rossa del sangue; insomma, nemmeno un po’ di intimità si può avere!
Mia sorella, Kukai e quella donna, che molto probabilmente è la madre di Amu, ci osservano con lo sguardo di chi la dice lunga. La donna ci fa segno con il dito di seguirla e noi eseguiamo l’ordine.

-Dunque… certe cose è meglio farle fuori casa! Ma devo dire che quelle parole mi hanno lasciata senza parole.
Si devo riconoscerlo: ci sai fare! Ah, perdona la mia maleducazione; sono Midori, la madre di Amu e non preoccuparti so già chi sei: Ikuto Tsukiyomi, vero? –

“Ikuto mantieni la calma.”  Mi dico poiché non solo avevano origliato, ma avevano pure spiato!

Annuisco e lei punta il suo sguardo sul confettino.

-Amu da te non mi sarei mai aspettata tanta audacia! – e lei, per tutta risposta, arrossisce di botto.

Però devo dire che non mi sono mai divertito tanto… sembra proprio un semaforo! E… non so come mi escono certe affermazioni.

-Mamma, cosa dovrei dire su di te? I morti parlano e anche tanto! – le dice incrociando le braccia al petto e spostando di lato il viso per nascondere il rossore.

Qui c’è da divertirsi… chissà come risponderà la madre?
Ah, meglio di qualche show televisivo, scene reali, magari con qualche colpo di Amu, con i suoi poteri e chissà con che parole ne uscirà fuori Midori.

-Non rispondermi, abbiamo ospiti. –
-Brucia la verità? – le domanda sarcastica la rosa che si guadagna uno sguardo omicida dalla madre.

-Sorellona! – ad urlare è una bambina sui 10 anni che si lancia su Amu facendola sbilanciare all’indietro.

-Ma dico, sei impazzita? - 

Il suo status di acidità mi eccita ancora di più. La bambina punta i suoi occhioni caramello sui miei, freddi, e avvicinandosi a me dice:
-Amu, sorellona, lui è il tuo ragazzo? –

Ah ah! Giuro: è la prima volta che rido così tanto in vita mia. Come risponderai mia dolce e cara Amu?
La osservo e lei incrocia il mio sguardo, è imbarazzata lo noterebbe chiunque, non si direbbe che sia un tipo freddo e distaccato.

-Si Ami, lui è il mio ragazzo. - afferma con il suo solito tono distaccato.

Cosa avevo detto prima? Che non lo sembrava? No, no: ritiro quello che ho detto!

-E lui lo sa… - e lascia la frase in sospeso.

So il motivo: pensa che non sappia del segreto della sorella e per questo se ne sta lì, con quel mezzo sorriso irritante e con lo sguardo da Sherlock Holmes della serie: ho scoperto qualcosa di importante per la risoluzione dell’enigma! Ah, i bambini alle volte sono irritanti!

-Se stavi per dire se ero a conoscenza del suo segreto… la risposta è sì! – le rispondo fissandola per benino cercando di scollarmi quello sguardo odioso.

Lei cambia espressione -e devo dire che non vedevo l’ora che lo facesse-  e si mette a saltare come una posseduta.

-Voglio vedere la magia! –

E’ tutto un gridare e starnazzare, ma i bambini sono sempre così capricciosi?
Dopo di ché, mi volto verso Utau e noto che non è sola. A quanto pare è in buona compagnia! Sorrido beffardo e torno a guardare la mia… ragazza. Devo dire che mi suona un po’ strano: la mia ragazza…
In ogni caso, quando mi ritorno a guardare Amu, lei sembra cedere alle insistenze della sorella e ci porta verso una grande cupola in vetro: si posiziona al centro della mezza sfera e posiziona le mani ai lati dei fianchi serrando gli occhi.
Luci, scie di chissà che cosa, si scagliano ovunque creando bagliori caldi e intensi.
La stanza si riempie del potere di Amu e si intensifica solidificandosi ai margini della cupola.
 
[POV Amu]
 
Per Ami l’uso della magia è un puro divertimento. Anche se non lo si nota, i miei poteri mi indeboliscono. Forse è a causa di una presenza femminile che in questo periodo mi perseguita e da quando è comparsa, sento delle pesanti emicranie che sembrano martellarmi o trapanarmi la testa. E’ una sensazione orrenda, mi sento inerme di fronte a questa situazione e ho come l’impressione che dovrò affrontare nuovamente quel demone.
Se ci penso di nuovo…. Ritengo tutta questa situazione una vera e propria seccatura!
Penso, penso, penso e mi accascio in ginocchio e mi massaggio le tempie per il dolore.

-Amu come stai? Basta così per oggi – oh che carino, Ikuto è preoccupato!

Cosa?  Il mio stalker- gattaccio pervertito?
Domani nevica!
Mi riprendo e accompagno i miei amici alla porta.

-Amu cerca di non sforzarti troppo! – mi dice Kukai scompigliandomi i capelli e la mia povera frangia.

-Kukai ha ragione, hai combattuto contro una creatura sadica che ti ha ferito a morte; hai dato di matto mentre studiavamo e sono sicura che Ikuto non sia stato da meno a torturarti. –

-Avete ragione, me ne andrò dritta a letto! – e se ne vanno salutandomi tipo una decina di volte.

-Allora a domani, confettino! – mi dice Ikuto salutandomi, mi schiocca un bacio a fior di labbra e raggiunge i due piccioncini lanciando sguardi omicidi sui due.

Appena raggiungo mia madre, lei mi osserva con una faccia da “madri pettegole” le quali non aspettano altro che si venga raccontato loro le ultime notizie a dir poco scandalose.

-Ikuto sembra un bravo ragazzo e dolce. –

Si mamma hai detto bene: “sembra”, che poi…. Dolce? Mamma ma dici sul serio? Lo hai visto? E’ proprio un gatto randagio, pervertito e… dai non ci credo… ha detto che Ikuto è dolce? Ma nemmeno dall’anticamera del cervello! (
Bebe: Le mie esclamazioni quando ci sono certe affermazioni… del tipo… assurde. E’ come dire: che vita sarebbe senza Sheldon Cooper?)

-Be’ cara, ora sei abbastanza grande per capire come funziona una relazione. E’ giusto che tu faccia esperienze purché non ti cacci nei guai e riveli a mezzo mondo dei tuoi poteri. –

Quando ho detto a mio padre di avere un ragazzo, lui si è disperato. Come fanno tutti i padri che hanno delle figlie! Ha pianto come un bambino dicendo che ero diventata grande, precisiamo: la sua bambina è diventata grande, ha un ragazzo che conosce il suo segreto e poi si è rimesso a piangere.
Mio padre non è un tipo a posto…!
Finito di cenare mi dirigo in camera, lasciando la luce spenta; mi basta sollevare la mano e lasciare che il mio potere illumini di poco l’ambiente della mia stanza.
Vado verso la finestra e ammiro il cielo coperto da una scia di stelle: l’unico momento in cui sembro essere realmente felice è quando sono a contatto con l’universo. (
Bebe: Io sono una romanticona! No: non è sempre vero, il mio lato cattivo è attivo 24h su 24!)
Insomma come dice Ikuto, i miei poteri non sono all’ordine del giorno per cui è meglio che tenga per me questo segreto. Le persone che lo sanno cominciano a diventare troppe… fin troppe.
Mi distendo sul letto, ma ancora Morfeo non sembra volermi cullare, mi rigiro finché non sento una mano accarezzare la mia testa con fare molto materno: non è mia madre. Lei ha un tocco del tutto diverso, è quella donna dagli occhi di cristallo che con le sue mani intoccabili sfiorano sensibilmente i miei capelli, trasmettendo brividi lungo la mia colonna vertebrale.
Non parlo, mi limito solo a distendere i nervi. Non provo nemmeno ad aprire gli occhi. Quelli di lei… i suoi occhi mi mettono inquietudine, non vorrei mai incontrarli di sera. Vorrei dormire serenamente.
Sento la sua voce: un lamento che esce incessante pieno di agonia mi paralizza dal terrore, ma non posso farmi prendere dal panico, sarebbe la fine. Ma so che tra poco uno scontro nascerà e che sta volta sarò io a vincere.

“Sta arrivando… lui è qui per te. Ti cerca, ti desidera, vuole soffocare la tua luce.
Nel suo cuore regna il buio, deciderai di combattere? Ci salverai o lascerai che lui vinca nuovamente? Ti lascerai sopraffare o dominerai sul mondo?
Lotta, corri, il tempo per nascondersi è finito.”
 
[Normal POV]
 
Dalla grande sala del trono, il re infernale osservava la sua acerrima nemica nella sua quotidianità.
Provava un forte disgusto per quel sentimento che gli umani cercavano sempre, bleah! L’amore, l’amicizia, la fiducia… sentimenti effimeri che non valevano nemmeno la pena di essere vissuti.
Facevano schifo, non erano serviti secoli prima, figurarsi adesso!

-Stupidi inetti umani! Non riuscirai a vincere nemmeno questa volta! Mia cara Amulet, sarai nuovamente schiacciata dall’oblio e preparati perché ti strapperò il lucchetto magico dalle mani. Ti ucciderò e getterò il tuo corpo nel più remoto angolo dell’inferno! – disse tra una risata diabolica e l’altra.

Fulmini, lampi e temporali squarciavano il cielo oscuro con luci tetre e rumori assordanti.
Al di fuori del castello si sentivano grida disumane che accompagnavano il suono dei temporali e parevano reclamare il sangue della loro nemica. Quel sangue che non erano riusciti a prendere nel periodo della Controriforma. Lo desideravano in questo momento, il desiderio di supremazia su ogni cosa si faceva sentire, volevano abbattere la Luce e regnare incontrastati su tutto.
L’umanità intera non avrebbe più goduto della libertà, si sarebbe arresa ancor prima di lottare: facili all’arresa, quindi bene per l’odio. Le cose con gli umani risultavano sempre più semplici, avevano un cuore molto debole che tendeva sempre al nero e facilitano così i loro propositi.
Ma del resto perché non approfittarne?  Se la razza umana era debole, meglio per loro! L’oscurità non si sarebbe fatta alcuno scrupolo per conquistare il mondo. Che cos’erano le guerre mondiali, o i conflitti civili? Pane quotidiano per l’odio e il Buio.

-Owen vieni avanti. Voglio che la nostra cara “amica” soffra, concentrati sul dolore fisico così da farle materializzare l’Humpty Lock! – disse il reuccio fissando il demone con i suoi occhi cremisi.

-Con il dovuto rispetto, se Amulet materializzasse il lucchetto sarebbe un grosso problema! Vi ricordo che lei…- non riuscì a finire la frase che venne interrotto.

-Hai visto anche tu che lei non è ancora esperta. Sarà facile portarla al limite delle sue forze e in quanto alla possibilità che il lucchetto le venga tra le mani… non ci resterà che portarla qui. E’ piuttosto facile, non mi dire che hai paura di una mocciosa umana che si diverte a giocherellare con i suoi poteri? Senza contare che ora è tutta presa da quell’orrendo e insignificante sentimento chiamato amore, è distratta da quel ragazzo per cui ti sarà facile completare il lavoro! – concluse il re stringendo lo scettro regale e andando a sedersi sul trono impregnato del sangue dei caduti nelle guerre.

-Andrò sulla Terra e farò come voi desiderate. – e con questo si dissolse e si materializzò nelle strade della città di Amulet.

Passeggiava con il suo aspetto umano, vedeva coppie di innamorati scambiarsi effusioni e la visione di ciò era alquanto disgustosa per il demone.

“Amore, amore e ancora questo stupido sentimento! Cosa ci troveranno di così bello in quel coso di reazioni chimiche? Ma da esso ne derivano sempre sentimenti ed emozioni negative: odio, ossessione, gelosia e vendetta.”

Nel mentre era intento a crogiolarsi nei suoi pensieri, il demone percorreva la strada che lo avrebbe portato nell’unico luogo ancora impregnato del sangue della sua nemica: il parco dietro la sua casa.
Inspirò a pieni polmoni e si diresse verso la radura, vi erano ancora tracce di quel colore vermiglio che la sua vittima aveva perso, decorava l’ambiente circostante e l’odore arieggiava nell’aria.
Osservò l’albero su cui l’aveva gettata e i solchi lasciati dallo scontro dei loro poteri; un flebile bagliore di pura energia si diresse nel parco sistemando ogni traccia di quel fatto avvenuto nel corso di quella giornata.
Alzò lo sguardo e incontrò quello ambrato di una ragazza che lo fissava truce, se avesse potuto il demone si sarebbe scagliato su di lei abbattendo la sua casa.
Ma non era possibile, quella maledetta ragazzina aveva eretto una barriera impedendo a qualsiasi forma demonica di entrarvi.
Sorrise tra sé: le prese di posizioni della mocciosa si rivelavano interessanti.

-Sciocca ragazzina, credi di poter resistere a lungo? – disse al vento Owen.

-Io credo di sì. Tu, piuttosto, lo sai che potrei ucciderti all’istante? – gli rispose acida la ragazza.

Si era sporta dal balcone attirata da un’aura pesante; aveva sentito il demone che l’aveva ferita al di fuori di casa sua e affacciandosi lo aveva intravisto nel parco.
Di colpo, il demone le si avvicinò, si trovava fuori dal cancello e lui puntò il suo sguardo glaciale sul suo.

-Ehi, di un po: con chi credi di aver a che fare? – le chiese in un impeto di rabbia.

-Questo lo dovrei dire io! Ti ricordo che non puoi entrare qui dentro finché i miei poteri proteggono casa mia! Sparisci non vorrei mai doverti far piangere! – ammiccò lei con tono saccente.

-Appena uscirai dal tuo porto sicuro ti farò smettere di usare certi modi con me! –

-Non mi fai paura, ti ricordo che io sono Amu Hinamori e tu non sei nessuno per me! –

-Io sono Johnny Owen e sono il tuo peggiore incubo. –

Stavano a stuzzicarsi a pochi metri di distanza, entrambi sapevano che combattere a quell’ora e in quelle condizioni era da persone stupide.
Ambedue avevano riportato ferite serie in varie parti del corpo, affrontare un altro duello era come andare a morire.

-Mio bel confettino ti conviene andare a dormire, altrimenti potrei provare ad abbattere questa stupida barriera e tagliarti la gola! –

-Confettino? Vedi di imparare il mio nome perché confettino lo chiami il tuo reuccio dei miei stivali! E poi grazie a te e ai tuoi poteri sembro come uscita da un combattimento contro un Saiyan! – gli rispose lei scendendo dal balcone e ritrovandosi a pochi centimetri da lui.

-Se non ci fosse questo stupido ostacolo spirituale ti farei abbassare la cresta! –

-Io ho la frangia, amico! – disse Amu con un ghigno piuttosto stronzo in viso.

Quello ringhiò contro di lei e non ci vide più dalla rabbia: assunse il suo aspetto demoniaco e gettò tutta la sua collera sul corpo della ragazza che venne prontamente difesa dalla barriera.

-Avrei fatto meglio a non istigarlo! E comunque, non potresti aspettare? Sai non siamo soli! – scherzò la ragazza prima di aumentare la potenza dello scudo.

-Ci vediamo presto Amu. – le disse marcando il suo nome e dileguandosi.

La ragazza respirò profondamente prima di sollevarsi a mezz’aria e chiudendosi la finestra alle sue spalle.
Morfeo non era ancora pronto ad accoglierla, seconda volta! Ma dalla parte opposta della finestra il demone non aveva ancora iniziato il suo giochetto, sofferenza, lacrime amare, dolore.

“Scappa quanto ti pare, io ti verrò a prendere lo stesso. Sento il richiamo del tuo sangue e non vedo l’ora che l’oblio regni anche qui. Desidero che la tua luce si spenga e che tu ceda davanti a noi.
Buonanotte Amulet.”

***Angoletto di un' autrice davvero zelante***

Buonsalve a tutte! Sì, perchè non credo che i ragazzi possano aver letto questa storia troppo zuccherosa.
Ora: no, gente! Non c'è la mia gemellina! Fatevene una ragiona di vita! >.<

Ringrazio Rad e Skies che la stanno seguendo e recensendo! Grazie mille ragazze!
Inoltre, ringrazio anche i lettori fantasma! Siete tantissimi! Cavoli, mi sento onorata! xD
Un'ultima cosa... non potrò aggiornare prima del 4/09, poichè avrò gli esami di recupero. Scusatemi davvero tanto!
Ci vediamo presto! *^*

#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3


 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


La Chiave e il Lucchetto.

[POV Amu]

Mi avvio tra le strade della mia città senza una meta precisa.
Ho nelle mie orecchie la mia fidata musica. Non voglio sentire rumori esterni: voglio godermi i miei pensieri e basta.
Rifletto su tutto quello che mi è successo nell’arco di questo mese: uno, sto insieme ad un ragazzo pervertito e malizioso che ha successo con le ragazze nonché fratello della mia migliore amica; due, ho avuto dei violenti attacchi d’ira nei confronti delle sue compagne di classe per via della loro stupida e infondata gelosia nei mie confronti e ultimo, ma non per importanza, ho combattuto contro un demone che vuole qualcosa da me. Già… da me.
Le ferite mi fanno ancora male, nonostante si siano rimarginate -per modo di dire- se dovessi affrontarlo di nuovo, sono sicura che ne uscirei più devastata dell’ultima volta.
La cosa peggiore di questa faccenda è la più remota possibilità che Owen si presenti a scuola nel bel mezzo della lezione e volesse pareggiare i conti.
Dio ti scongiuro no! Tutto, ma no che quel pazzo delinquente venga a scuola -anche se la vorrei volentieri radere al suolo-! Tutto ciò è seccante!
Ma perché proprio io? Non potevo essere una ragazza normale per una volta? Perché devo sempre aiutare chissà chi, perché devo essere in mezzo all’uragano? Possibile che di tutte le persone che occupano questo pianeta composto da tre quarti d’acqua, proprio la sottoscritta deve avere dei poteri?
Sarebbe stato bello averceli senza tante complicazioni! Ma ovviamente, nessuno ti dà qualcosa senza volerne una in cambio!
Maledetti scambi!
Nessuno sa come ci sente ad essere speciali: i pensieri degli altri ti fluiscono nelle orecchie come l’acqua di un ruscello in alta montagna. Non ci sono segreti per me: le persone davanti al mio sguardo possono mostrarsi come vogliono, ma riesco a leggere la loro mente.
Intendiamoci: non sono una che si mette a origliare le loro vere parole, le loro intenzioni, metto la musica ad alto volume solo per poter coprire quello che sento.
Sono solo poche frasi che si mescolano insieme a centinaia di migliaia di altre voci, senza contare che vedo anche i morti.
Camminano con noi, ci osservano, ci parlano, ci incolpano o ci aiutano: nessuno, se non io, li posso vedere, aiutare, e quelli se ne accorgono per questo fino alle elementari avevo solamente la compagnia degli spettri.
Ci sono ancora conti in sospeso di molte anime, poi spetta a loro scegliere dove andare: Luce o Buio.
Due entità che si combattono, che sfidano gli esseri umani a cadere o nel bianco o nel nero.
Io sono nel mezzo. Non so nemmeno da che parte stare, non mi interessa la storiella del “Bene contro il Male”.

-Fai male a pensarlo! –

Mi giro per vedere chi aveva parlato e noto che era quella donna-fantasma. La sua pelle, al contatto con la luce del giorno, è pallida come quella della Luna, i suoi occhi cristallini sono incolore, non fanno trasparire alcuna emozione e le labbra rosee sono leggermente dischiuse, in procinto di parlare.

-Ma chi ti ha chiesto qualcosa? – sbuffo irritata voltandomi dall’altra parte, ma la donna si pianta sul mio cammino facendomi cadere con il fondoschiena per terra.

Sento il dolore tornarmi e circolare in tutto il corpo! Amu trattieniti!

-Luce e Buio si sono sempre scontrate nella storia, specie nel 1500 e tu lo sai! Devi aiutare la Luce! – pronuncia quella con la voce di chi sembra voler dire “o mi aiuti oppure per me puoi anche morire all’istante".

Il 1500? Ah sì, il prof di storia me ne aveva parlato una settimana fa! E’ stato il periodo della Controriforma della Chiesa.
Ma cos’ha a che fare tutto ciò con la lotta tra Bene e Male?

-E quindi, che significa? Io non so come aiutarvi! Mi hai vista!? Sono solo una ragazza umana, non ne sono in grado! E poi, cosa è successo nel 1500? – chiedo esasperata dalla continua confusione che si aggira nella mia testa.

Non mi importa se le persone che potevano passare mi avrebbero potuto dare della matta perché urlo al vento… devo sapere, devo avere risposte!
In tutta la mia vita non sono mai stata così determinata a scoprire il motivo per cui avessi la magia. Sono sempre stata sola, non ho mai avuto così tanta sicurezza da tenere testa a spettri, demoni e chissà che altro.

-Siediti ti conviene. – mi dice arrendendosi ai miei capricci. – E’ successo molto tempo fa, secoli per essere esatti.
Il Bene e il Male si sono sempre spalleggiati per poter far vivere la razza umana in completa armonia, tra errori e benefici. C’è sempre stato il giusto e sbagliato, il bianco e il nero, l’amore e l’odio, ma non si può convivere con essi per l’eternità. Infatti, il Buio accecato dal potere, bramava il controllo degli umani e così, piano piano riuscì a estendere il proprio potere. Rubò il Lucchetto e la Chiave magica in possesso di due umani i quali innamorati l’uno dell’altra, non sono riusciti a proteggere i loro artefatti. Ma gli umani vollero riprendersi ciò che gli avevano preso e per farlo sono andati contro la Chiesa. Tu sei la sua reincarnazione, Amu. – mi dice.

Aspettate… fatemi digerire.
Che ha detto? Io che cosa?

-Ma tu devi essere fuori come un balcone! Io non sono la reincarnazione di nessuno! – le grido chiamando tuoni dalla rabbia.

Non mi sono mai piaciuti i temporali, mi ricordano molto le guerre, mi spaventano e questa motivazione non sta in piedi… lo so! Ma non riesco a non tapparmi le orecchie con le mani e a non serrare gli occhi immaginandomi di essere da tutt’altra parte.

-Tu puoi aiutarci! Il Lucchetto è nelle tue mani. Sei quella stella che brilla intensa da molto tempo, sei rimasta a dormire per tutta l’evoluzione della storia dell’umanità e ora sei ritornata per adempire alla tua missione. –

Non so che dire, sul serio: non sono mai stata così scioccata.
Ho visioni sfocate di un oggetto che si materializza davanti ai miei occhi, ma io non sono quella ragazzina che aveva in possesso il Lucchetto.
Io sono io, punto e basta.

-Non so nemmeno dove ce lo abbia quell’affare, quindi per favore vattene e lasciami in pace! Non voglio vedere la tua faccia per un po’! – sbuffo per poi correre in direzione del parco.

Avevo accuratamente scelto una strada alternativa per non incontrare il demone, ma sfiga delle sfighe eccomi qui e per giunta, con lui davanti a meno di dieci passi dal mio corpo.

-Amu Hinamori. – mi fa quello con voce ironica.

-Owen. – faccio imitandolo.

-Ma che sorpresa trovarti qui, sai avevo voglia di un piccolo combattimento e… mi hai capito? – mi chiede con quella sua espressione odiosa.

-Non ne ho voglia, sparisci idiota! – manco l’avessi detto!

Sul suo viso è comparso un ghigno sadico e mi ha fatto diventare le gambe di gelatina.
Dalla punta del suo indice destro esce una scarica elettrica che mira verso la sottoscritta. Mi sporgo di lato per evitare il suo attacco e gli rispondo con altrettante affettuoso colpo.
Mi sto arrabbiando, per lui è solo uno sfogo, un modo come un altro per mettermi K.O. mentre io ci rimetto la vita, sento scariche di energia attraversare il mio corpo, il sangue ribolle nelle mie vene e gli occhi si serrano in due fessure.
Il caramello dei miei occhi perde quel tono vivace e dà spazio a un colore spento, assente, l’energia fuoriesce dal mio corpo che viene percorso da varie scariche di energia violacea e, come dotate di vita loro, si scagliano su di Owen colpendolo in pieno.

-Brava mocciosa, sei migliorata dall’ultima volta! – fa con voce ironica.

-Non ti seguirò così facilmente, dolcezza! – gli rispondo con fare strafottente.

-Ragazzina non ti elogiare troppo, potresti avere delle brutte sorprese! –

Detto ciò si getta su di me e iniziamo un duello senza magie: un semplice corpo a corpo, mi arriva sul naso la sua gomitata e da parte mia una ginocchiata su…su… si avete capito, sulla sua argenteria di famiglia!
Il naso mi brucia, sento scendere del liquido vermiglio, caldo, dal sapore metallico fino al labbro superiore. Cazzo come fa male!
Abbassata la guardia, mi sferra un pungo sul lato delle labbra spaccandomi il labbro inferiore e in compenso, gli faccio un occhio nero.
Domani avrei scuola, non voglio essere come Crilin quando combatte contro un insetto come Cell!
Almeno i capelli ce li ho!
(NdA: Scusami Crilin… non voglio offenderti, ma ogni volta che combatti o mi muori a metà duello oppure sei ridotto piuttosto male! Crilin: Prenditela con l’autore!)
Per evitare i suoi attacchi diretti, mi tocca sempre spostarmi o di lato o abbassarmi al livello dei suoi polpacci e sperare di fargli perdere l’equilibrio.

-Amu Hinamori non ho finito con te, dove credi di andare? -  mi chiede ironico quando cerco di scappare da quel duello.

Corro con il sangue che percorre il labbro superiore e quello inferiore, le mani graffiate a causa delle numerose cadute, per non parlare del ginocchio sinistro che è completamente macchiato di sangue e per di più mi fa male da morire.
Appena in tempo, varco il cancello di casa impedendo al demone di potermi acchiappare e uccidermi.
Entro in casa non sentendo l’avvertimento del mostro.

-Amu, cara, che hai fatto? – mi chiede mia madre sbiancando alla vista dei graffi e del sangue presente su tutto il mio corpo.

-Niente, ho combattuto contro quel demone. – dico svestendomi, lasciando a mia madre i vestiti strappati e macchiati di sangue e polvere e mi dirigo verso il bagno.

Lei non proferisce parola, sa che sarà sempre così quando uscirò di casa; ormai ha capito che io non sarò mai normale.
Combatto contro quel demone, perché non c’è più nessun’altra alternativa per me.
Rimanendo in reggiseno e mutandine mi osservo e vedo tagli ed escoriazioni che non dovrebbero esistere su un corpo di una ragazza, ma io non lo sono e questo è il mio destino.
Ma ciò che cattura il mio sguardo è una sotto specie di tatuaggio sul fianco destro che brilla come una stella: è dorato con un quadrifoglio color cristallo che rifinisce la serratura.
Un lucchetto.
Ora so che cosa voleva dire quella donna senza nome.
 


[Normal POV]

Dall’altra parte della città, un ragazzo se ne stava seduto sul balcone a rigirare tra le mani una chiave dorata con un quadrifoglio di cristallo nell’impugnatura dell’oggetto.
Si nascondeva tra la notte come era solito fare e guardava in una direzione sola: la casa di lei.
Aveva sempre saputo che aveva qualcosa di speciale, se ne stava sempre per conto suo, non amava essere al centro dell’attenzione e lui aveva fin da subito messo gli occhi su quella ragazzina.
Così bella da mozzare il fiato, così forte da nascondere la sua profonda solitudine, con quegli occhi caramello che attiravano lo sguardo di chiunque finisse intrappolato da lei.
Era un dolce confettino dalle dimensioni di un essere umano, rosa, che ti faceva venire voglia di mordicchiare, stuzzicare.
Amu era una ragazza intelligente, severa, non mostrava il suo vero io a nessuno e per giunta era semplicemente Amu.
La conferma che lei era effettivamente quella ragazza, gli era stata data quando la chiave aveva brillato al contatto con il corpo della giovane senza che ella si accorgesse di niente.
Voleva avere quella piccola stella ancora tra le mani, voleva le sue labbra ancora sulle sue e non solo; non gli bastava sentirla stretta e calda per via delle sue emozioni.
Voleva tenerla stretta al suo corpo, sentire la sua voce quando mormorava il suo nome, non voleva che gli altri la guardassero con occhi maliziosi, era il suo di lavoro!
E lei alcune di quelle volte arrossiva e nemmeno se ne accorgeva! Sì, era geloso, tremendamente geloso che potessero portargliela via come se nulla fosse.
Diamine, lei era sua e di nessun’altro!
Ma la sua famiglia gli andava contro, non l’avrebbero mai approvata, per quanti sforzi facesse per far capire loro che ella era una persona sensibile, dolce ma anche forte e autoritaria, i suoi erano troppo ottusi per capire.
La Chiave iniziò a brillare e a muoversi in direzione della sua casa, sentiva il richiamo della sua metà, era come se volesse riunirsi al Lucchetto.
Erano fatti l’uno per l’altro.
Non era un tipo romantico, non avrebbe mai ammesso la parte dell’uno per l’altro, insomma era pur sempre un ragazzo con un certo tipo di orgoglio.
Ma del resto se lo poteva anche risparmiare: se questo nuovo sentimento era sincero, e non superficiale, sarebbe durato per tutta la vita, non esiste il per sempre.
Strano detto da uno come lui, questo tipo di pensiero lo aveva associato a persone pure e caste come la sua Amu.
Già Amu, chissà che cosa stava facendo, magari stava studiando, oppure cenando o magari stava facendo la doccia.
Nuda.
Gli passò questa possibilità e istintivamente sorrise: la sua dolce Amu immersa nella cascata artificiale tra i vapori dell’acqua e i capelli bagnati incollati al suo corpo come delle calamite…
Lo eccitava.
Sebbene avesse fatto di tutto in quel periodo per avere le labbra di lei incollate alle sue, sentiva che quello non gli bastava più.
Il suo profumo di fragola impregnava l’aria e gli mandava alla testa, quando lo fissava chiedeva aiuto a chiunque per tenere un certo autocontrollo ma sapeva che presto o tardi non avrebbe più resistito.
Ma ci si poteva innamorare così rapidamente?
Altro che colpi di fulmine! Questo sentimento è caduto come una stella, la quale era proprio quel confettino gigante. D’altra parte c’era un’altra persona che non la pensava così.
Johnny Owen
Ma a quello ci avrebbe pensato in seguito, ora si sarebbe occupato di tenersi stretto quella giovane ragazza molto ingenua.
Sentiva il suo corpo eccitarsi al pensiero di averla ancora stretta, ma non doveva lasciarsi andare: la Chiave stava sprigionando energia lasciando che il Lucchetto facesse altrettanto dentro al corpo di Amu, il suo desiderio era troppo forte da opprimere e non avrebbe potuto resistere a lungo, quella ragazzina lo aveva stregato.
Era ancora appoggiato sul balcone isolandosi dai continui richiami della sua famiglia, doveva liberare la mente da quel confettino, lo aveva dannato, aveva instillato nel suo ego la sua immagine pudica e con quegli occhioni ambrati che ti guardano vispi e curiosi non lo avrebbero di certo aiutato nel suo piano.
Innamorarsi non faceva parte del suo piano: doveva solamente avvicinarsi alla ragazzina amica dei morti per sfilarle l’oggetto tanto ambito dalle Tenebre e nient’altro.
Non gli era mai interessato della battaglia tra la Luce e il Buio: sinceramente parlando, si preoccupava solo di poter favorire il regno dei vivi e non avrebbe permesso che il Male o il Bene prevalessero sull’altra.
Per coesistere ci vuole equilibrio, non supremazia o opprimere il vinto.
Fissò per l’ultima volta la casa di Amulet prima di sorridere beffardo al vento.

-Amulet, il tuo artefatto presto mi apparterrà e tu non farai eccezione. Non mi interessa quale missione ti è stata affidata, sogni d’oro ragazzina. –

La sua voce derisoria si espanse nell’aria frizzantina lasciando echeggiare quella risata insopportabile.


***Angolo della piccola piccola… ritardataria***

Scusatemi gente! Giuro che non l’ho voluto io postare così in ritardo!
Ma il liceo mi sta bombardando di verifiche! >.>
Vi avviso: il prossimo aggiornamento sarà durante le vacanze natalizie e li mi darò da fare, promesso! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!


Jlo: … saluta che domani c’hai scuola!
Bebe: Zitta e torna dai tuoi marshmellow! Vi auguro buona notte e spero di non morire prima di Natale!

#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


L'inganno (Prima Parte)


[POV Ikuto]

Credo di non aver dormito così male in tutta la mia vita prima di adesso. Sento le spalle indolenzite, la testa appesantita e con la voglia di andare a scuola pari a zero.
I miei superiori sono stati chiari: devo proteggere il lucchetto anche a costo della vita. Sono in grado di vedere anch'io le presenze come il mio dolce confettino e di fatti, loro mi hanno chiesto di proteggerla e di proteggere ciò che tiene custodito all'interno del suo corpo.
Quando scendo a fare colazione mi ritrovo un peso sul collo che si dimena cercando di baciarmi, ma Utau sa benissimo che non riuscirà mai nel suo intento.
I nostri genitori si limitano ad osservare la scena senza l'intenzione di venirmi in aiuto; voglio bene a mia sorella, ma deve anche capire che non sopporto certe tipi di effusioni, preferirei averle da Amu.

-Allora, Ikuto, hai dormito bene?- chiede mia madre con un sorriso smagliante.

-Si.- le rispondo distogliendo lo sguardo. Troppa luce in quei denti bianchissimi che non riesco a tollerare, come altre innumerevoli cose.

-Se ti sbrighi riusciamo a raggiungere Amu, non ho voglia di fare corse mattutine.- mi rimprovera mia sorella fissandomi con lo sguardo incantato.

Pensa che io apprezzi fare le corse di prima mattina? Se fosse per me, starei molto volentieri al caldo.
Per non spazientire Utau, mi sbrigo con le ultime faccende e accenniamo ad un saluto prima di uscire di casa.
Quando lei è poco distante da me di alcuni passi, noto una donna. La stessa donna che mi chiede da quando ho memoria di proteggere Amu e ciò che si porta dietro.
E' la stessa presenza che sorveglia Amu per conto di coloro che a noi non è concesso sapere.

-Stalle accanto, Ikuto, non perderla di vista neanche un minuto. Ho un brutto presentimento, ragazzo mio.- mi avverte quella prima di sparire.

Rimango ancora lì imbambolato e sento la voce di Utau richiamarmi dal cancello e così la raggiungo velocemente.

“Un brutto presentimento? Che significa?” penso.

Infondo credo che dopo gli ultimi avvenimenti che ci sono successi – ad Amu soprattutto- un brutto presentimento mi attraversa la mente e questo senso di irrequietezza si sta insinuando nei miei pensieri.
Ma, per il momento, sopprimo l'idea poiché il mio confettino ci raggiunge con Kukai e appena mi vede mi concede uno dei suoi più dolci sorrisi. Lei è in grado di raschiare tutte le fatiche e i brutti pensieri di cui si fanno largo nella mia giornata; è una ragazza forte e determinata e non mi sorprende che sia riuscita a farmi innamorare immediatamente di lei.

-Allora, confettino, vedo che i lividi stanno sparendo!- noto ghignando con il mio solito sguardo d'intesa.

-Pervertito! Comunque sì, le ferite stanno guarendo e adesso sto cercando di imparare ad usare i miei poteri per difendermi.- mi confida mentre camminiamo uno a fianco all'altra e le cingo la vita con il braccio tirandola verso di me, compiacendomi di sentire che non indossa le spesse fasciature sul busto.

Mi separo da lei davanti alla sua classe, non prima di averle depositato un casto bacio a fior di labbra.
Mi allontano di poco, notando che ha ancora gli occhi chiusi e le guance le si sono imporporate: molto probabilmente si sente in imbarazzo a mostrarsi davanti agli altri in questo modo.

-Ci vediamo confettino.- le dico lasciandola ancora lì davanti alla porta della classe.

Mi sento un emerito idiota, spero che non penserà che l'abbia fatto per chissà che cosa e non ne faccia una tragedia. In fondo lo faccio per lei e so quanto questa situazione la lasci di stucco.
Alcune volte vorrei che se ne infischiasse di ciò che pensano gli altri. E vorrei tanto che comprendesse che Owen non è un demone qualsiasi: lui, se si mette in testa di uccidere, lo fa. La pietà, la misericordia o stronzate del genere non gli fanno né caldo né freddo.
Vorrei che non facesse la cazzata più grande di andare da lui a stuzzicarlo perché morirebbe immediatamente e se non è ancora morta è perché Tadase la vuole viva.

[POV Amu]

Sono rossa, ne sono sicura e sono anche sicura di avere lo sguardo vitreo. I miei compagni di classe mi guardano come si guarda una forma di vita aliena, sconosciuta nel mondo scientifico e questo mi fa arrabbiare.
Li fulmino subito con lo sguardo. Non li sopporto quando si mettono a guardare con gli occhi che sembrano rotolare fuori dalle orbite. Ah che odiosi!

-Amu sbrigati a sederti, il professore sarà qui a momenti.- mi urla Kukai sogghignando dopo aver visto quel bacio.

Diciamo che le prime due ore di lezione passano senza troppe complicazioni, anche perché non ho mai avuto difficoltà a scuola per cui mi sono messa a guardare fuori dalla finestra per tutto il tempo, rimuginando su ciò che avevo trovato in me che voleva il re degli inferi: quel lucchetto dorato dal quadrifoglio in cristallo che non si faceva remore a brillare dentro il mio fianco.
Provo una sorta di ansia: certamente in uno scontro corpo a corpo, se Owen o un altro demone dovesse scoprire questo segreto, sarei in un marea di guai.
Non che ora non lo sia, ma questo lo dico perché è nella logica delle cose. Non riuscirò mai ad avere una vita stabile, lo so.
Ci sto provando da tutta la vita a non usare i miei poteri, ma come si suol dire, da grandi poteri derivano grandi responsabilità e io devo accettare quello che sono.

-... Amu, cazzo Amu sei diventata sorda?- mi chiede Utau stizzita dal mio comportamento.

-No, certo che no, solo che stavo pensando.- le spiego ancora con lo sguardo fisso nel cielo.

-Adesso stai anche pensando, ma tu non provi a non pensare? Sai è come staccare la spina e metterla in un luogo non specificato...- mi fa lei gesticolando animatamente.

-Non si può non pensare, Utau...- le dico prima di uscire dalla classe con lei e Kukai.

-Credo che stia giocando a fare la filosofa!- scherza il moro. Se non fossi in un luogo pubblico, prima userei la mia magia e poi pesterei i piedi dalla frustrazione.

E' praticamente impossibile non ridere con questi due soggetti malati mentali, ma in fondo nessuno mi ha mai vista ridere davvero e non penso che la scuola meriti questa opportunità.

Li sto fissando e non mi accorgo nemmeno di andare a sbattere addosso a Mandy, quella stupida dalla testa ossigenata che ora mi guarda furente.

-Ma dove cazzo vai? Ma dico io: sei impazzita per caso? Devo già sopportarti di sapere della tua esistenza su queste fottutissime cazzo di mura e ti permetti pure di venirmi addosso, troia!- mi strilla quella.

Ma ora mi chiedo: quante parolacce riesce a mettere in una fase quella lì? Sicché è una ragazza, santo cielo!

-E io ti dico: si può essere tanto volgari con tutti questi sostantivi indecorosi al nostro essere donna?- le rido con sarcasmo.

Anzi, il mio tono è sarcastico. É sarcastica la frase fatta da quelle donne di 200 anni fa e tutto questo è un paradosso che chicchessia s'è inventato per farmi girare le scatole ancora di più.
Non solo devo uccidere quel demone prima che lui uccida me, ma ora mi ritrovo ad essere insultata davanti a metà scuola da un'oca mezza nuda, con gli occhi pesantemente truccati e con tutta questa aria da diva che mi fa altamente provare istinti primordiali, quasi animaleschi.
Se fossi un ghepardo, azzannerei la mia preda divorandone tutta la carne dilaniandola e lasciando che le ossa rimangano a testimoniare il feroce cannibalismo.
Ma mi limito ad essere Amu, che se non trova qualcosa che le permetta di fuggire, le darà di santa ragione a questa tipa con le unghie laccate di rosa.

-Mi hai sentita troia?- mi chiede puntando quello sguardo freddo sul mio indifferente.

-Che cosa?- oso pronunciarmi.

-Sei una ragazzina viziata e insopportabile, ti ho detto di darmi delle scuse.- mi dice con tono saccente.

-Scuse? Ma dico sei matta? Neanche morta!- le rispondo sputando veleno.

Quando la sto per passare avanti, mi afferra il braccio davanti allo sguardo sbigottito dei presenti.
Col cavolo che mi faccio mettere le mani addosso e specialmente sul braccio ancora in via di guarigione, ho dei poteri? Be' non vedo perché doverli usare di nascosto!
Mi concentro a fondo lasciando che la mente liberi le immagini che mi circondano, libero ogni forma di pensiero che mi induca a pensare che sia la realtà come le voci di sottofondo delle persone e dei miei due amici che mi chiedono di non fare pazzie.
No, ragazzi farò di meglio.
Il mio bracco formicola a causa dei dolori dell'ultimo scontro e della magia che si sta manifestando; le unghie laccate di Mandy stanno divenendo blu a causa del freddo che il suo corpo sta provando e di colpo si ritrova a tremare.

-Allora che volevi farmi?- le chiedo con gli occhi socchiusi e con un sorriso a dir poco maligno.

Lei borbotta qualcosa e se ne va, imprecando come se fosse figlia di uno scaricatore di porto.

-Amu non credi di aver esagerato?- mi chiede Kukai dopo che la folla si era radunata aveva iniziato a sgomberare l'area.

-No, ma scusatemi, vorrei restare sola per il momento ci vediamo in classe.-

Mi vado a rifugiare sul tetto della scuola, lontano dal mondo, ma una voce irrompe dal cornicione e in questo momento vorrei davvero essere in un altro posto: così almeno non avrei scoperto che Ikuto è il più grande bugiardo di tutti i tempi.


***Angolino dell'autrice***

Bebe: Meraviglioso. Ora mi hai fatto un Ikuto stronzo bugiardo e poi chissà che altro ancora!
JLo: Mihahahahahao! *risata gattifera* Oggi ho fatto ben due capitoli! (u.u) Amatemi!
Bebe: ... ma per favore! Comunque. Mi dispiace immensamente per l'enorme ritardo nell'aggiornare questa storia, ma ho avuto non pochi problemi - tra cui di salute -. Perdonatemi! Spero che il capitolo vi sia piaciuto: anima e corpo vi sono stati utilizzati per tale capitolo(?). Ora, siccome sto dormendo davanti al pc, benché sia presto, me ne vo!
JLo: Notte, Bell'addormentata... *sarcastica*
*per motivi chiaramente ovvi, la scena a seguire è stata censurata. Se nel prossimo capitolo JLo non sarà più presente, ricordatevi di non far arrabbiare mai Bebe*

#Hakuna Matata
Baci, Bebe <3



 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3184565