Il nostro è un amore senza confini

di dolcefavola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non ho mai smesso di pensarti ***
Capitolo 2: *** LA TUA FRAGILITÀ ***
Capitolo 3: *** NON SOFFRIRE PER ME ***
Capitolo 4: *** DUE ANNI DOPO ***
Capitolo 5: *** NON SO IL MOTIVO MA SONO INTERESSATO A TE ***
Capitolo 6: *** MI PIACE OSSERVARTI ***
Capitolo 7: *** TI AIUTO A DIMENTICARLO ***
Capitolo 8: *** LUNGA NOTTE ***
Capitolo 9: *** SEI IL FIORE ARANCIONE PIÙ BELLO ***
Capitolo 10: *** L'ULTIMO GIORNO ***



Capitolo 1
*** Non ho mai smesso di pensarti ***


IL NOSTRO E' UN AMORE SENZA CONFINI
 

                                           



Sono passati mesi da quando tu non ci sei, non lo voglio ammettere, ma ogni giorno della mia vita non ha significato senza di te.
Come ogni mattina mi alleno nell'osservatorio, pure durante gli esercizi più faticosi i miei pensieri sono fissi su di te, aspetto illudendomi che tu appaia da quella botola, per interrompermi come facevi di solito. Mi ponevi domande o dicevi anche cose stupide, fino a che qualsiasi cosa era un valido motivo per raggiungermi, per venirmi a trovare, ma lo sapevi che ogni volta ricevevi sempre la stessa risposta. Quanto ho odiato essere interrotto, non sopportavo i nostri silenzi, sapevo che tu volevi sentirti dire qualcosa, per quello restavi sempre lì qualche secondo in più a osservami prima di andartene.
I tuoi capelli arancioni vellutati e morbidi come la seta, avvolgevano il tuo corpo meraviglioso come quello di una dea. Spesso sono rimasto affascinato dalla tua bellezza e mi sono mai pentito che non ti ho mai detto che hai dei capelli stupendi e che sei una donna meravigliosa. Ho sempre odiato le tue intrusioni, adesso è la cosa che desidero più al mondo.
Vorrei avere la possibilità di dirti che eri bellissima. Sapevo quante ore hai passato davanti allo specchio a sistemarti per me, ha scegliere i migliori vestiti per attirare la mia attenzione e hai continuato a farlo nonostante io fossi indifferente.
Quante volte avrei voluto levarti quegli stupidi vestiti, per vederti come madre natura ti ha fatto. Io volevo che tu diventassi la mia donna. Non ho mai smesso di desiderarti. Adesso sono qui in questa stanza vuota, nemmeno i nostri compagni di ciurma, salgono più a disturbarmi. Nessuno si siede mai al tuo posto preferito, dove ti mettevi a osservare il mare infinito come la tua anima che ci protegge. L’altro giorno sono pure entrato nella tua stanza, dopo tanto tempo, tutto è rimasto come prima, grazie a Robin e i tuoi compagni, che non ti vogliono dimenticare, tengono in ordine tutte le tue cose che sono diventate più importanti dell’oro.
I tuoi mandarini stanno perdendo la loro dolcezza, non hanno più sapore, non ha senso mangiarli senza di te che mi prendi a pugni o che ti arrabbi. Anche il capitano non li mangia più, purtroppo capisco quanto sta soffrendo per la tua perdita quando osserva i tuoi alberi per lunghissimo tempo cercando di colmare la nostalgia nel suo cuore.
Vorrei morire oggi in questo momento per raggiungerti, ma c'è qualcosa che prima devo fare ed è l'unico motivo per cui io continuo a rimanere in questo mondo.
Ti chiedo perdono, ma dovrai attendere ancora un po’ prima che ti raggiunga.
Devo mantenere una promessa, diventare il migliore spadaccino del mondo, inoltre voglio finire questo viaggio che abbiamo iniziato assieme, in modo che poi un giorno te lo potrò raccontare.

Non parlo mai con i nostri cari compagni, evito il loro sguardo, mi allontano quando loro cercano di parlarmi, certe volte passo giorni interi dentro questa stanza senza farmi vedere. Mi dispiace sapere che la ciurma è sempre preoccupata per come mi comporto, ma non ci posso fare niente è questa la mia vera natura. I nostri compagni vivono nell'illusione che tu un giorno passa tornare e cercano di andare avanti, mentro io cerco di dimenticarti, di soffocare questa sofferenza concentrando tutti i miei pensieri sui miei allenamenti per diventare più forte.
Se quel giorno le cose fossero andate diversamente io non ti avrei persa, continuo a domandarmi se non fossi stato così duro verso di te, forse oggi saresti potuta diventare mia.


Questi sono i pensieri di un uomo che quando ebbe la convinzione che non avrebbe più rivisto la sua donna, Che solo quando la perse di rese contto quando lei fosse importante per lui.



Molti anni prima...


Lo dicevo al mio capitano che le donne portavano solo guai, purtroppo le mie parole non furono ascoltate.
Avevo deciso d'intraprendere un viaggio che mi avrebbe cambiato la vita. Avrei dedicato tutta la mia esistenza a seguire il mio capitano fino a che non avremmo realizzato i nostri sogni.
Non potrò mai dimenticare quel giorno in cui un buffo ragazzo dal Capello di Paglia apparse dal nulla e con molta sicurezza mi chiese di diventare un membro della sua ciurma. Poco dopo il destino fece incrociare le nostre vite con quella di una stramba ragazza che chiamavano la Gatta Ladra. Quella donna era riuscita a ingannare Rufy con poche parole, era solo una ladruncola, falsa, bugiarda, egoista, che amava il denaro, che usava le persone per raggiungere i suoi scopi.
Peccato che la mia prima idea che mi ero fatto su di lei era sbagliata.
Quando abbiamo combattuto contro gli uomini di Kuro, sull'isola natale di Usop, rimasi sbalordito dal comportamento di Nami che per la prima volta mi aveva aiutanto rischiando anche la sua vita. Durante lo scontro il nemico stava avendo la meglio su di me e io non avevo le mie spade per combattere. Grazie al tuo intervento io sono riuscito a rimpossessarmi delle mie spade, ma quella donna aiutantomi era stata ferita alla spalla.
Quel gesto mi fece riflettere, portandomi ad avere una visione di lei diversa, si era dimostrata coraggiosa ed più volte aveva mostrato la sua preoccupazione che uno di noi potesse ferirsi durante lo scontro.
Adesso la ciurma di Lufy era composta da quattro persone, Nami si era perfettamente integrata all'interno del gruppo, era la nostra navigatrice.

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Capitolo 2
*** LA TUA FRAGILITÀ ***





Poi arrivò il giorno, dove incontrai quel cuoco da strapazzo, che viveva in questo strano ristorante sul mare. Poco dopo capì che il capitano aveva già deciso chi sarebbe stato il nuovo compagno. Durante lo scontro quella strega scappò rubandoci tutta la nostra roba e fuggendo con la Going Merry. Dopo che finalmente quell'uomo dal sopracciglio strano entrò a far parte della ciurma, il capitano decise di andare alla ricerca di Nami, nonostante non ero molto d’accordo con la sua decisione, perché sembrava solo interessato a ritrovarla per continuare il nostro viaggio, accettai il compito di trovarla.
Durante il viaggio mi convincevo sempre di più che la presenza di una donna all'interno della di una ciurma portava solo guai. Quanto era contraddittorio il mio pensiero. Avevo visto in lei, anche per qualche istante, la gentilezza e l’innocenza nei suoi occhi di color marrone, pensando che in lei ci potesse essere un briciolo di sincerità. Quella donna era troppo spesso nei miei pensieri, mi divertivo a studiarla, a osservare ogni suo movimento, ogni sua parola per capire chi veramente fosse, sapevo che quel sorriso era solo una maschera per camuffare qualcosa. Iniziai a pensare che era una persona falsa, che ci aveva usato per raggiungere i suoi scopi, ma nonostante il mio giudizio negativo non smettevo di sognare a lei. 
Arrivato sull'isola, la ciurma degli uomini-pesce mi catturò, essi sostenevano di essere una razza superiore solo perché sapevano nuotare e respirare sott'acqua, proprio per questo erano convinti che gli uomini e le donne dovevano sottomettersi a loro. Il capitano di quella ciurma mentre parlava, venne interrotto dalla voce di una donna, che camminava con sicurezza e decisione, mostrando il volto della traditrice. Rimasi stupido nel vederla, non mi sarei mai aspettato di trovarla li, quando vidi il suo tatuaggio nel braccio capì che Nami faceva parte di quella ciurma. Non comprendevo come mai gli uomini-pesce avevano accettato un’umana nella loro ciurma, visto che dalle loro parole sembrava che odiassero gli umani.
Il suo volto era più freddo, parlava da donna vissuta, mostrando un lato di se diverso da quello che io conoscevo, e i miei pensieri si riempirono di dubbi e di molte domande. Forse era questa la sua identità oppure si comportava in quel modo per non mostrarsi debole ed evitare di essere screditata da quei pirati senza ritegno? Non potevo accettare questa realtà, dovevo avere immediatamente una risposta. Nonostante avevo le mani e i piedi legati mi buttai in quella piscina, collegata al mare, in attesa di essere salvato, non credevo nemmeno io che avevo messo a rischio la mia vita solo per trovare una risposta, per capire se Nami ci aveva usato per i raggiungere i suoi scopi o se esisteva un’altra motivazione che spiegasse il suo strano comportamento. I secondi passavano velocemente, nel momento in cui dubitai di lei, mi sentii afferrare il mio braccio, portandomi in superficie.
Poco dopo che mi rinchiusero in una cella, per la seconda volta venni stupido dal un suo gesto, Nami aspetto il momento giusto, entrò nella cella e mi slego, le sue parole erano fredde e severe, ma questa fu un'ulteriore conferma che lei aveva paura di essere scoperta, che temeva gli uomini pesce e proprio per questo assumeva il comportamento di una ragazza forte e acida, che non provava nessun sentimento umano d’amore o di pietà. Nel momento che mi liberò mi diede anche le mie spade, non solo stava rischiando molto nel liberarmi, ma aveva cercato le mie spade perché sapeva quanto fossero importanti per me. Lei non era una traditrice, proprio per questo dovevo assolutamente comprendere il suo passato e aiutarla.

Molte volte ho pensato di dirtelo, ma alla fine per colpa del mio onore o forse per la mia stupidità non ti ho mai detto niente. Non ho mai avuto il coraggio di dirti questa parole, di quei sentimenti che ho provato in quei giorni.

Con il passare del tempo tutti i componenti del puzzle si univano, non potevo credere che in questi anni avevi ingannato tutte le persone che conoscevi, fino ad arrivare a ingannare te stessa, facendo tutto questo solo per salvare i tuoi abitanti. Hai sofferto per troppi anni, lottando sempre da sola, disposta a rischiare la tua via solo per aumentare il tuo bottino con il quale avresti liberato la tua gente. Gli uomini a cui ti sei fatta sottomettere non hanno mantenuto la parola data, ti hanno ingannata fin dall'inizio, costringendoti a vivere una vita che non era la tua, ti hanno portato via tua madre, ti hanno tolto l’infanzia, ti hanno umiliata, ti hanno usata e non ti hanno permesso di sorridere in tutti questi anni. Il male che ti hanno fatto è imperdonabile.
Osservavo la tua sofferenza, quando presi in mano quel coltello e incominciasti a colpirti il braccio per cercare di cancellare quel tatuaggio che ti ha fatto così tanto soffrire, eri seduta sulle ginocchia che gridavi e piangevi, nel vederti in quello stato mi insultai più volte rimproverandomi di averti giudicato così frettolosamente senza sapere che eri un angelo imprigionato in una gabbia. Non so se in quel momento ceravamo noi tra i tuoi pensieri, ma so solo che Ruffy con la sua insistenza e con la sua bontà riuscì a ottenere ciò che voleva. Tu immersa nella lacrime e nel dolore chiesi aiuto al tuo capitano, svelando finalmente la tua fragilità, togliendoti quella orrenda maschera, adesso non avevi più bisogno di fingere. So solo che quando mi incamminai con Usop e Sanji dietro al capitano che con aria decisa disse << andiamo >> risposi con un si energico, adesso non ti dovevi più preoccupare di niente, ti avremmo vendicata e liberata sconfiggendo gli uomini-pesce che hanno osato far del male a te, che eri una nostra compagna, la nostra navigatrice, non sono degli di vivere. Diventerai parte della nostra ciurma, nessuno impedirà d'inseguire il tuo sogno, ecco perché oggi mi sento ancora più fiero e orgoglioso di aver scelto un capitano che non abbandona i suoi amici nel bisogno, che durante il suo viaggio, non lascerà mai nessuno indietro. Per dirti tutti questi pensieri avrei voluto darti questa lettera in cui avrei deciso di non giudicare le tue scelte, in cui mi rimprovero di averti giudicato male, per quel poco che so di te, non ho mai conosciuto una persona che sacrifica la sua giovinezza per aiutare i propri abitanti, nonostante eri debole e non abbastanza forte per reagire a chi ti ha sfruttato in questi anni. Adesso sono orgoglioso e provo stima nei tuoi confronti e ammiro la tua grandezza. Intanto dentro di me stava nascendo un sentimento unico, che non mi permetteva di stare lontano da te.

 

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Capitolo 3
*** NON SOFFRIRE PER ME ***




Il tempo passava, la nostra famiglia diventata sempre più grande, il piccolo Chopper si unì alla ciurma, aveva delle strabilianti conoscenze mediche, proprio per questo è il dottore della nostra ciurma, hai quali noi tutti siamo debitori, perché se oggi siamo ancora vivi, è grazie a lui che ci ha curato, medicato e si è preoccupato in questi anni della nostra salute.
Intanto mentre i giorni trascorrevano, uno strano sentimento, che fino a quel momento non avevo mai provato, iniziò a prendere il sopravvento: la gelosia. Dovunque quella donna passava non rimaneva inosservata, ogni volta che camminavo dietro di te, vedevo come gli uomini e ragazzi osservavano la tua bellezza. Molto spesso qualcuno si avvicinava per corteggiarti o per invitarti a uscire, ma nonostante sembravi divertita a ricevere così tante attenzioni, respingevi sempre tutti.
Invece all’interno della ciurma tutti si affezionarono subito a te, eri la prima ad aiutare gli altri, quando qualcuno aveva bisogno di ricevere un consiglio o un aiuto chiedevano sempre a te, eri il punto di riferimento di ognuno di noi, guidavi non solo la nave nella giusta rotta, ma sapevi condurre chiunque nella giusta strada. Stando con te mi  ho capito che la presenza di una donna all’interno della ciurma non era così male, davi un tocco di femminilità a ogni cosa. Da subito si poteva notare il legame tra te e il capitano, tra di voi si era creato qualcosa di più di una semplice amicizia, avevate un modo di fare e di parlare molto diverso. Il capitano assumeva un comportamento molto protettivo nei tuoi confronti, accontentandoti in tutto, ascoltando sempre i tuoi consigli, eri diventata una sorella per lui.
Oltre al capitano anche con gli altri compagni andavi molto d'accordo, solo con me ti comportavi in maniera diversa, sembravi più divertita a giocare, a litigare, a provocarmi, perché io a differenza dei nostri amici, non accettavo il tuo modo di comandare tutti a bacchetta e non tolleravo la tua imposizione di controllare tutto, come ad esempio, il denaro. Chissà perché ero l'unico a essere in debito con te, visto che mi avevi prestato molto denaro e proprio per questo ti divertirmi a raccattarmi e aumentare il debito che avevo con te.

Poi arrivo un’altra nostra cara amica, Vivi, che era entrata a fare parte della ciurma anche se per poco tempo. Rufy passava molto tempo con lei, diventato super protettivo nei suoi confronti, anche tu ti affezionasti subito a lei, diventando strette amiche. Proprio in quei giorni compresi lo strano comportamento del capitano, osservarlo per tutto il giorno su come si comportava in maniera diversa tra la principessa e te, il mio cuore si rasserenò. Compresi non solo quanto era profonda l’amicizia tra te e il capitano ma notai, anche, come Rufy si comportava e parlava in maniera diversa nei confronti di Vivi, voleva mostragli sempre di se alla sua nuova amica, cercava di attirare la sua attenzione. Lui si era innamorato perdutamente della principessa e sembrava essere ricambiato. Così mentre il cuore di capello di paglia si stava facendo impossessare dalla principessa, io decisi di smettere di evitarti, in fondo anche tu eri un membro della ciurma. Inizi a trattarti come tale, tentando di sopprimere i miei sentimenti, ma stavo sbagliando perché in questo modo tu ti avvicinavi sempre di più a me.

Tu ricordi il giorno del nostro primo bacio?
Eravamo arrivati in un'isola disabitata, come al solito ci siamo divisi per perlustrare la zona, coso vuole che nel gruppo andai a finire con te. Camminavamo uno affianco all’altro senza parlare, mi domandavo perché da quando eravamo da soli, tu eri così silenziosa.. Iniziò a piovere, ci siamo riparati, avevamo i vestiti bagnati e tu tremavi per il freddo, ma non volevi che io me ne accorgersi. Ecco perché ti vidi alzare e sederti lontano da me. << Nami che stai facendo? >>, << niente, sto cercando di non bagnarmi per non rovinarmi i capelli >>, << i tuoi capelli sono già bagnati, poi stai tramando di freddo >>, << non è assolutamente vero >>. Il tuo vizio di dire sempre bugie e di mentire mi infastidiva, ma sapevi che con me quelle frasi non funzionavano, così ti tirai per un braccio avvicinandoti a me. Quella vicinanza non mi bastava così ti ho abbracciato, ma per la tua testardaggine, stavi per rovinare quel momento, dove io ti stavo mostrando il mio affetto nei tuoi confronti.
<< Che cosa stai facendo tu Zoro? >>, << ti sto riscaldando >>, << perché? >>, << sei una mia compagna non permetterò che ti succede qualcosa >>, << quindi se eri con Sanji e lui aveva freddo tu l’avresti abbracciato? >>, << ma cosa dici, non è la stessa cosa >>, << non è un tuo compagno? >>, << Si ma lui è un uomo, mentre tu sei una donna >>.Che discorsi stupidi, di certo il tuo ragionamento era molto logico, sapevo dove volevi arrivare, difatti con il tuo modo di fare mi avevi messo in imbarazzo. Non contenta del modo in cui ti avevo risposto, per dimostrarmi che avevo sbagliato risposta e che desideravi qualcosa di più, mi spinsi per allontanarti dalle mie braccia. << Sei un maschilista, io non ho bisogno di aiuto >>. Ti allontanasti da me dicendomi questa frase e di scatto ti misi a correre scomparendo tra gli alberi. Non mi diedi il tempo di alzarmi che ti persi di vista, iniziai a cercarti inutilmente, mi ero perso tra quelle strade che sembravano tutte uguali. Ti dovevo trovare, i nostri compagni si sarebbero arrabbiati se ti avessi lasciato sola, ma pure io non me lo sarei mai perdonato.
Dopo aver girato per non so quanto tempo, finalmente ti trovai, eri seduta rannicchiata su te stessa, coprivi la testa con le mani, nascondendo il tuo volto. << Stupida mi hai fatto preoccupare, sei fradicia, ti vuoi ammalare? >> .Non mi risposi, mi sedetti davanti a te, ad aspettare una tua qualsiasi reazione, non capivo del perché avevi deciso di non rivolgermi la parola e di evitare il mio sguardo. Poco dopo persi la pazienza e avvicinai la mia mano sul tuo viso per sollevarti la testa, adesso non potevi più evitare il mio sguardo.
<< Nami ti riprendi che cosa stai facendo? >>, << di cosa stai parlando? >>, << mi stai facendo soffrire >>, << io a te? >>, << si >>, << perché? Datti una risposta da solo e adesso vattene, lasciami stare >>, << stai facendo la bambina, Nami alzati, se stai qua ti ammalerai >>, << non mi importa, anche tu potresti ammalarti >>, << Nami io prima volevo solo che non prendessi freddo>>. Tu sapevi benissimo come ferirmi, anche quando ti comporta da bambina riuscivi a farmi battere il cuore. Era da molto tempo che cercavo di evitare quel sentimento, in quella situazione non riuscivo a trattenermi, a controllarmi i miei sentimenti. Ti alzasti per allontanarti di nuovo da me, ma questa volta non ti diedi il tempo di scappare, ti afferrai immediatamente per il braccio fermandoti. Per la prima volta osservai i suoi occhi colmi di lacrime per causa mia, potevi farmi tutto quello che volevi, ma non sopportavo di vederti soffrire per me. << Come l’hai capito? >>, << cosa? >>, << che sono pazzo di te >>;. Ti lasciai il braccio, con una mano ti accarezzai i capelli bagnati, con l’altra ti afferrai alla vita, ti avvinai a me, finché le nostre labbra non si unirono.

Era evidente che nessuno poteva fare a meno dell'altro, ma era anche chiaro quanta sofferenza provavi nel non poter stare con me, mi odiavi perché sapevo che ti avevo e ti avrei fatto soffrire. Stavo diventando il centro delle tue fantasie, ma era anche la causa della tua tristezza.

Quello è stato il primo bacio, che io oggi maledico, perché non ha fatto altro che essere l’inizio di mille sofferenze. Quella notte il buio nascose il nostro peccato, la pioggia mi aiutò a nascondere i miei pensieri e i miei sentimenti che avrei voluto urlare al mondo intero.

Da quel giorno il bacio sembrava essere rimasto solo un sogno, così mente tu cominciavi a essere infastidita dei mie comportamenti e diventati sempre più acida nei miei confronti, io cercavo di evitare quei sentimenti che ormai mi tormentavano. I giorni passavano, ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano, le nostre litigate iniziavano a finire con dei sorrisi, i nostri gesti erano sempre più affettuosi, era inutile evitarci, perché più tempo passava, più ti desideravo e tu aumentatavi il tuo odio nei miei confronti.
Intanto alla nostra ciurma si unirono, Robin, Franky e infine Brook.
Quando eravamo nell’isola di Thriller Bark, io decisi di salvare il mio capitano, prendendo la decisione di entrare in quella sfera che inglobava il dolore e le fatiche di Rufy, il mio ultimo pensiero eri stata proprio tu, ero convinto di non farcela, invece vittoriosamente sono sopravvissuto. Ero convinto che solo Sanji aveva capito quello che era effettivamente successo, invece anche tu lo avevi compreso tutto, ma non sapevo se mi avevi visto o te lo avevano detto, ma non mi importava. Al mio risveglio il mio corpo era coperto di fasciature, la ciurma festeggiava la vittoria e tu dormivi affianco a me. Io mi alzai allontanandomi. Volevo rimanere un po’ da solo, al tuo risveglio preoccupata hai iniziato a cercarmi, finché non mi avevi trovato, difatti poco dopo ti senti raggiungere, non mi voltai ma sentivo che eri poco distante da me, quando mi vidi da lontano corsi verso di me abbracciandomi, e per la seconda volta ti osservai piangere. Rimasi impietrito e indifferente dal tuo pianto, cercai di assumere quel comportamento per non mostrarmi debole, non volevo commettere lo stesso errore. L’unica cosa che sono riuscito a dirti era stata << non soffrire per me >>, poi me ne andai lasciandoti mentre versavi lacrime per me. Avevi saputo ho intuito quello che mi era successo, ma non dovevi preoccuparti di me, perché io avrei fatto di tutto per salvare la vita ai nostri compagni e sopratutto la tua.

All’Arcipelago Sabaody avevamo commesso un peccato, un grosso errore imperdonabile, entrambi eravamo colpevoli, ma la persona che tra noi due aveva sofferto di più eri proprio tu. Qualche giorno dopo la nostra ciurma era stata divisa, ognuno di noi si trovava in un posto sperduto tra i mari, tutti eravamo soli e scioccati per ciò che era accaduto. Tra tutti i membri della ciurma, tu avevo sofferto di più di tutti. Quando io venni a conoscenza della causa, ormai era troppo tardi, erano passati due lunghi anni.

 

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Capitolo 4
*** DUE ANNI DOPO ***


Passarono due lunghi anni da quell’orrendo giorno, Nami, Zoro e tutta la ciurma, si erano allenati duramente per affrontare il nuovo mondo. In questi anni la navigatrice dovette affrontare una situazione molto difficile, non soltanto la notizia per la morte di Ace, il quale si sentiva amaramente in colpa, per non essere stata vicino al suo capitano che soffriva per la perdita del fratello, ma anche perché perse la creatura che stava crescendo in lei. La causa era stata terrore, paura, ansia che aveva provato nell’arcipelago Sabaudy quando venne separata dai propri compagni. La navigatrice fece fatica a riprendersi, tuttavia s’impegno duramente per studiare e sviluppare le sue doti di navigatrice. Nei suoi pensieri stava scomparendo l’immagine di Zoro, ormai arresa, si sforzò il più possibile per eliminare ogni pensiero e ricordo che riguardava lui, fino ad arrivare ad autoconvincersi che quel sentimento d’amore non esisteva più.

 
Passarono due lunghi anni.
 
La ciurma si riunì, in Nami sembrava essere tornato il sorriso di sempre contenta di rivedere i propri compagni. All’apparenza i membri della ciurma erano molto cambiati, ma interiormente erano rimasti gli stessi.
Brook inizio a cantare una canzone, Usop e Chopper soccorrevano Sanji che sputava sangue dal naso, Zoro sorrideva in silenzio, Franky che saltava dalla gioia aspettando l’ordine di Rufy per partire per il nuovo mondo.
Il Capitano urlò << spiegate le vele, si parte >>, con quella frase, iniziò una nuova avvenuta tra le profondità dell’oceano.

 
Il periodo trascorso sull’isola degli uomini pesce, portò a svelare le straordinarie abilità della ciurma.
Durante il viaggio Zoro e Nami 
non si parlarono più di tanto, anche se molte volte i loro sguardi si erano incrociati nel corso del combattimento contro gli uomini-pesce. Lei mostrò completa indifferente verso lo spadaccino, che si comportavano come se tra di loro non fosse mai successo niente.
Il cuoco aveva intuito che qualcosa non andava nella navigatrice, avrebbe voluto aiutarla, ma non sapeva come comportasi, cosa dirle, avevo mille domande da porgli, come del resto anche Chopper, poiché loro erano stati gli unici a sapere il segreto che Nami si teneva per se, ma non sapevano cosa effettivamente era successo in quei due anni.

Nell’isola Punk Hazzard, la Gatta Ladra incontrò Law. Nessuno dei due si sarebbe aspettato d'incontrarsi su quell’isola, quando i loro sguardi si incrociarono, la navigatrice notò il sorriso malizioso del chirurgo, lui invece notò quanto era cambiata quella ragazza in quei due anni. Durante lo scontro con la donna della nave, Nami dovette scontrarsi con problematiche che aveva già dovuto affrontare in passato. 
 
Nami doveva scappare con Robin e Chopper per raggiungere e salvare i bambini, mentre correva, vide che lo spadaccino già con le armi in mano iniziò a correre verso di lei a grande velocità, e in mezzo secondo se lo trovò davanti, che fermò gli spilli pungenti nel nemico diretti su di lei. In quel momento il cacciatore che voleva puntare l’attenzione del nemico su di lui << perché te la prendi con i più deboli?>
 
La navigatrice si sentì ferita da quella frase, non voleva essere trattata come una debole proprio per questo prese il Clima Tak, riuscendo a colpire l’ala del nemico. Era stato un attacco inutile e in più si ritrovò gli occhi dello spadaccino puntati su di lei, che con aria severa la fissava.
Quello sguardo poteva significare molte parole ma Nami sapeva che Zoro desiderava solo che loro se ne andassero, in modo da poter sconfiggere la donna della neve. Alla fine sempre con l’aiuto del cacciatore di taglie, i compagni riuscirono a uscire dalla stanza per raggiungere i bambini. Nami si sentiva d'intralcio, sapeva che non era molto forte, ma non sopportava essere definita debole, ascoltare quella frase l’aveva fatta sentire una nullità.

 
NAMI
 
Nel vederli insieme provai molta gelosia e rabbia. Sapevo che Zoro era affascinato dalla spadaccina Tashigi, anche se il suo comportamento era freddo e rigido, lo si poteva notare benissimo. Era da tanto tempo che non la vedeva, oltre ad aver migliorato la sua abilità con la spada, era diventata molto una donna bella, forte, coraggiosa, ma allo stesso sensibile e insicura. Tashigi rimase ferita durante il combattimento contro quella donna di neve, che in seguito fu sconfitta da Zoro. Li vidi correre verso di noi, lo Spadaccino se l’era caricata sulle spalle e correva per seminare il gas velenoso. Come al solito aveva sbagliato strada, difatti correndo nel senso opposto, ci avevano raggiunto.
Ero gelosa avrai voluto essere io trattata da lui in quel modo, ma la situazione era abbastanza grave quindi non potevo far prevalere quei sentimenti. Urlai a Zoro di tornare indietro, lui mi ascolto, senza lasciare l'amica imbarazzata di stare tra le sue braccia.

 
Giunti finalmente al settore R, per nostra gioia lì c’era il nostro capitano. I bambini erano stanchi, molti feriti non avrebbero retto ancora per molto, in più il tetto incominciava a crollare. Tashigi intanto mostrò il suo entusiasmo nel rivedere Smoker che poco dopo ci raggiunse insieme a Law, infine arrivarono Chopper e gli altri. Tutti insiemi, pirati, marina, nemici, mezzi animali, bambini siamo saliti su quel grande carro che ci avrebbe condotto all’uscita, verso il mare. Law << è probabile che ci sia del gas anche nei pressi dell’uscita, qualcuno di voi è in grado di generare vento? >>.
Sentendo quelle parole alzai la mano dicendo che io ero in grado di generare del vento. Così presi il Clima Tak e creai del vento che spazzò via il gas che si trovava all'esterno. Raggiunsimo velocemente l'uscita e grazie al mio vento spinse lontano il gas velenoso. Ero molto contenta di ciò che avevo fatto, mi sentivo importante e utile almeno per qualcuno, in questo modo alleviai la mia sofferenza. Law sorrise nel vedere quello che avevo fatto, mi faceva piacere vedere che lui mi ossesservava anche se non sapevo come comportami di fronte ai suoi sguardi. 

 
Ci siamo aiutati a vicenda, tutti insieme, pirati e  marina, adesso era il momento di festeggiare la vittoria. Law si preoccupò di parlare con il nostro capitano per partire immediatamente, ma Capello di Palia non poteva resistere a tutte quelle delizie, anche per un po’ d'ingenuità e per la sua spensieratezza, invitò a tutti d'iniziare prima i festeggiamenti, cosi potevano partire il prima possibile. Dovevate vedere la faccia del Chirurgo che aveva scelto un alleato molto spensierato, invece lui era una mente geniale, non agiva mai d'istinto, ma elaborava piani perfetti, pianificando fino all’ultima virgola. Forse era troppo pignolo, ma il suo modo di fare era completamente diverso dal nostro capitano, che era più istintivo di qualsiasi altra persona sulla terra.
 
Durante i festeggiamenti notai che Zoro e Tashigi si allontanano dal gruppo, per molto tempo non li vidi, proprio per questo nei miei pensieri iniziarono tutte le supposizioni più possibili e immaginabili. Adoravo le feste soprattutto dopo un combattimento, era la nostra ricompensa basata semplicemente sulla felicità, ma all’idea che lo spadaccino fosse con Tashigi, mi deprimeva, cosi mi allontani dai festeggiamenti.
Law si avvicino a me << Hey rossa! Il tuo sorriso è sparito così all’improvviso >>, << ma che dici? Sono solamente stanca >>.
Mi sembrava molto strano che quell’uomo si interessate a me, come faceva a essere l’unico ad aver notato il mio sbalzo d’umore, forse era da prima che mi guardava.
Avrei voluto continuare a parlare, ma rividi i due spadaccini tornare assieme, il loro comportamento era troppo ovvio: si guardavano intorno nella speranza che nessuno si fosse accorto che si erano allontanati dalla festa. Purtroppo passarono vicino a me e Law, che era seduto poco distante da me, la spadaccina che evitò il mio sguardo corse allegramente verso Smoker.
Lo spadaccino passo proprio davanti a me, i nostri sguardi si incrociarono, io avevo capito lui e lui aveva capito me, certe volte odiavo incrociare il suo sguardo che valeva mille parole, avevo compreso cosa era successo solo guardandolo negli occhi. Lo osservai mentre con passo deciso raggiunse i suoi compagni, intanto sentivo che il chirurgo mi fissava, sapevo che pure lui ci era arrivato o qualcosa aveva intuito, sentivo il mio cuore battere l’impazzita e prima che scoppiassi in un mare di lacrime davanti a tutti, mi allontani correndo.
Il Chirurgo rimase lì seduto, non disse una parola, non mi fermò, non mi guardo, sapeva che avevo bisogno di stare sola, sapeva che non avevo voglia di parlare, ma in fondo sapeva che non erano problemi suoi.


 
Pensieri di Law
 
Cappello di paglia non ascoltava molto quello che gli dicevo, mi misi in disparte, odiavo tutto quel baccano e quell’odore di alcool che ti portava a ridere e dire cose insensate, la mia solitudine non durò molto, di peso mi trascinarono in mezzo alla confusione.
Rimasi colpito del comportamento di Nami, che per tutto il tempo aveva avuto un solo obiettivo, aiutare quei bambini imprigionati nel laboratorio, era molto altruista, disposta a fare qualsiasi cosa pur di mantenere la sua promessa. La sua determinazione, il suo entusiasmo, la sua felicità, scomparvero quando vide lo spadaccino, com’era possibile che avesse dei cambiamenti di umore così improvvisi?
Dopo ore ore di casino e di attesa finalmente eravamo partiti, con l’intento di raggiungere Doflamingo. Quella ciurma era la più stramba, impulsiva, disorganizzata, che avevo mai visto, sembravano tutti bambini che correvano da una parte all’altra. Sarei scoppiato a ridere, ma mi trattenni a forza, nel vedere il piccolo Momonosuke che era coccolato dalle due ragazze, che se lo strapazzavano tutto per bene, mentre i compagni erano gelosi che quel bambino attirava l’attenzione delle due compagne.
La scena più bella è stata quando la bellissima Robin ha fatto il bagno con il bambino, provocando la reazione di Sanji, Brook e il Samurai che per la rabbia e per gelosia corsero su per le scale per raggiungere il bagno, per poi insultare e terrorizzare quel nanerottolo. Non si erano accorti che la loro compagna li aveva seguiti, per poi riempirli di pugni in testa. Com'era possibile che fragile com’era, quella ragazza riusciva a stendere i suoi compagni che erano mille volte più forti di lei, non riuscivo a spiegarlo, faceva tanto l’indifesa, ma quando si arrabbiava, faceva
spaventare anche me.
Quella ragazza non era solo bella, ma le sue qualità erano stupefacenti, cosi tanto che Rufy lasciava dirigere la nave completamente a lei, mentre lui giocava a rincorrersi con i suoi compagni. Durante il viaggio cercai di comprendere meglio il modo di fare di tutta la ciurma, ma la rossa mi diede un altro indizio, adorava perdutamente i mandarmi, tutti quegli alberi erano suoi e come un leone curava il suo territorio difendendo i suoi frutti.
Solo la sua amica Robin poteva prendersi quei mandarini, mentre a tutti gli altri era severamente vietato. Tutti soprattutto il capitano a sua insaputa rubava qualche mandarino, ma ogni volta si assicurava che non ci fosse la rossa nei paraggi per evitare di essere presi a pugni. A pensarci bene lei sembrava un mandarino, sia per il colore dei capelli e anche il suo profumo era di mandarino.
 
Dovevo assolutamente scoprire se anche la famosa Navigatrice aveva la  stessa dolcezza di quei mandarini.

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Capitolo 5
*** NON SO IL MOTIVO MA SONO INTERESSATO A TE ***


Dovevano raggiungere Dressrosa il prima possibile, ma le provviste di mangiare erano quasi finite, non potevano rischiare di rimanere senza cibo per molti giorni, visto che lo avevano finito durante la festa. Nami parlò con Rufy, in privato, suggerendogli di allungare il viaggio passando sull’isola dei Tulipani Arancioni. La gatta ladra era riuscita a rubare una mappa delle isole che si trovavano vicino all'isola di Punk Hazarda. L'isola che si trovava a metà strada del loro percorso era quella indicata dalla ragazza. Quando la ciurma si riunì sul ponte per affrontare il problema, tutti erano d’accordo tranne il chirurgo.
<< Non sono per niente d’accordo abbiamo un piano da rispettare >>. Nami rispose << come facciamo affrontare un viaggio senza ne cibo né acqua? >>, << io sarei in grado di resistere, mica sono debole come te >>.
Rufy intervenne << Law allunghiamo la strada solo di due o tre giorni in più, tranquillo Nami è una perfetta navigatrice, io preferisco impiegarci più giorni che fare morire di fame la mia ciurma >>, la risposta dell’alleato << vedremo >>. 
Nami rimase indifferente alla presa di posizione di Law, anzi contenta che la ciurma aveva appoggiato la sua idea di andare nell’isola dei Tulipani Arancioni.
Il capitano chiese << tra quanto si mangia? >>, la risposta di Sanji non era positiva << cosa cucino se non c’è niente da mangiare al posto di stare qua a perdere tempo perché non tentate di pescare qualcosa? >>. Così tutti anche se lamentandosi si misero sul bordo della nave, ognuno con la propria canna da pesca nell’attesa di pescare un pesce. Le ore passavano e la fame si faceva sentire sempre di più, di conseguenza aumentavano le lamentele tra la ciurma quasi morenti di fame. Invece Nami si distese a prendere il sole, insieme a Robin in attesa che i compagni pescassero qualcosa.
Il chirurgo guardava con attenzione il corpo delle due bellissime ragazze, avrebbe voluto avvicinarsi di più a loro, ora riusciva a capire il motivo del perché Sanji impazziva nel vedere quei due bellissimi corpi femminili. 
Law che senza saperne il motivo, sembrava più attratto dalla navigatrice, difatti passava il tempo a osservarla, senza farsi vedere, si accorse di molte cose che non si sarebbe mai aspettato. 
Nami sapeva mantenere testa a tutti gli altri compagni, essendo la navigatrice doveva prendere molte decisioni anche difficili, comandava tutti a bacchetta, ma quando ne aveva voglia, li aiutava, li coccolava per bene, mostrava il suo lato “più femminile”. Anche se negava che un comportamento del genere su di lui non avrebbe mai funzionato, ma si sbagliava.
La gatta ladra si avvicinò << hei, vuoi favorire? >> mentre teneva in mano un bicchiere di acqua fresca, lui rispose con un no. Lei che si era avvicinata per offrirgli da bere, ricevette risposta cosi fredda e scontrosa, ma la sua furbizia era la sua qualità peggiore. << Cosa no? bhe tieni lo stesso se vuoi bere, bevi, se non hai sete lascialo lì >>, finendo quella frase, appoggiò il bicchiere affianco al chirurgo, che in completo silenzio osservava ogni singolo lineamento di quel corpo bellissimo. Nami dopo essersi sistemata i capelli mossi dal leggero vento, si allontanò per ritornare dall’amica che leggeva un libro sotto il  sole.

Finalmente dopo tante ore Brook aveva pescato un enorme pesce, ma non riusciva a tirarlo, così tutti i suoi amici si misero dietro di lui, tirando tutti insieme riuscirono ad afferrare quel pesce così grande che non passava dalla porta della cucina. Il capitano accecato dalla fame prese la rincorsa scanglinadosi a grande velocità contro il pesce incastrato nella porta, ma usò troppa forza. Sanji che stava sistemando la cucina vide quell’enorme pesce andare verso di lui, ritrovandosi schiacciato al muro, come una sardina. Dopo qualche schiamazzo il cuoco si mise all’opera, mentre tutti sbavavano per la fame.
 
<< È pronto >>, urlò Sanji affacciandosi dalla porta, ritrovandosi poco dopo schiacciato dai compagni che non ci vedevano più dalla fame. Nami che si era messa a ridere per la scena si alzò avvicinandosi alla porta della cucina, guardò il chirurgo che non aveva bevuto solo il bicchiere d’acqua, ma lo trovò a scolarsi a canna la bottiglia che lei teneva vicino allo sdraio. I loro sguardi s’incrociarono, lui smise di bere vendendo che la ragazza dai capelli arancioni sorrideva per quello che stava facendo. Dopo la risata gli diede le spalle dirigendosi anche lei verso la cucina, mentre il chirurgo osservava la donna camminare con tanta grazie e delicatezza facendo esaltare le sue curve che non smetteva di osservare da tutto il giorno.

Giunti quasi alla fine del pranzo, la nave fu urtata da qualcosa, che non solo fece cadere tutti i piatti e posate che erano sul tavolo, ma tutti furono smossi dalla scossa, cadendo dalle sedie. La ragazza dai capelli arancioni, come del resto i compagni, stava per cadere a terra ma fu presa al volo da Law. La afferrò per un braccio per poi tirarsela verso di se, sotto gli occhi di Zoro che scoppiò di gelosia. Tutti corsero fuori dalla cucina, il tempo era cambiato improvvisamente, una forte bufera e alte onde colpivano la nave.
La navigatrice mentre si accusava di non essersi accorta del cambiamento climatico, ordinò a tutti di mettersi al proprio posto per affrontare la bufera.
Momonosuke non riuscì ad aggrapparsi bene al padre, a causa di una forte onda che colpì la nave facendola traballare, il piccolo stava per cadere in mare, scivolando dalle braccia di Kin'emon che tentò di afferrarlo. La navigatrice era la persona più vicina a lui e con un salto lo raggiunse. Momonosuke fu lanciato verso Robin che lo afferrò usando il suo potere, ma le sue mani non fecero in tempo a raggiungere l’amica che cadde in acqua.<

Zoro si accorse che lei era caduta in acqua sentendo le urla dell’archeologa che la chiamava, senza pensarci due volte scese dall’albero maestro. Mentre correva, affianco a lui si ritrovò Law che aveva le sue medesime intenzioni, ma nel momento che si stava per buttare in mare, l’alleato fu fermato dal potere di Robin << ti ricordo che tu non sai nuotare? >>, << ma ma... >>, << se ti butti, dovremmo andare a recuperare anche a te >>.
Zoro nuotò con grande velocità per raggiungere Nami che tentava in tutti i modi a rimanere galla, ma fisicamente non ce la faceva più, il mare era troppo mosso, tra un’onda a l’altra intravide lo spadaccino che urlava << Nami non ti fermare, resisti sto arrivando >>, ma le forze abbandonarono la giovane che sprofondo nella acqua. Zoro prese un grosso respiro per sommergersi.
Riuscì ad afferrargli il braccio, con tutta la sua forza nuotò verso la superficie.
Riprese fiato, strinse a se la sua amata, guardandosi attorno cercando la nave che era troppo lontana per raggiungerla.
<< Rufy aiutaci >>, urlo disperato lo spadaccino che comincio a perdere le forze, non era il suo fisico che non reggeva, ma le onde erano troppo alte faceva fatica a restare a galla, rischiava di annegare. Il capitano che cercava di capire dove fossero, sentendo le urla riuscì a trovarli, allungo il suo braccio di gomma afferrando Zoro per la maglietta, tirandoselo verso di se. Lo spadaccino stringeva con le sue braccia possenti la Gatta Ladra che aveva perso i sensi, senza nemmeno accorgersi che non erano più in acqua. 
Chopper  << presto spostasti, cosi la schiacci e non respira >>. Zoro si riprese, si sposto dal corpo dell'amica lasciando che il medico si occupasse di lei. In quel momento Law si assicuro soltanto che fosse viva. Nami si riprese velocemente, aprendo gli occhi, sputando tutta l’acqua che aveva bevuto. La prima cosa che riuscì a dire << dov’è Zoro? >>, << aspetta Nami sta calma ti porto in infermeria >>.
Guardandosi attorno, lo vide che era impegnato con le funi della nave, poi velocemente comprese che la situazione era ancora critica.   << No aspetta Chopper dobbiamo prima raggiungere quel punto, dove finiscono le nuvole, li saremo in salvo >>, << non hai le forze potresti svenire di nuovo >>, << non importa, prima usciamo da qua poi mi curi >>, nonostante l’insistenza di Chopper lei con quel poco di energia che aveva chiese ai suoi compagni di ascoltarla cosi sarebbero usciti da quella tempesta. La sua testardaggine riuscì a imporsi, ma poco dopo perse sforzandosi troppo svenne, prima di chiudere gli occhi si accorse che il capitano stava correndo verso di lei a soccorrerla.

Il mattino seguente la ragazza si svegliò nel lettino dell'infermeria, notando che affianco a lei il piccolo dottore dormiva su una poltroncina. Si alzò dal letto, dovette aggrapparsi alla parete per il forte giramento di testa, in più le gambe tramavano per la fatica. Lentamente e con fatica riuscì a uscire dall'infermeria. Il capitano che era sdraiato nel prato sentendo il rumore di una porta aprirsi si volto e la vide, gridando il suo nome di gioia, corse verso di lei abbracciandola.
Notando che la compagna faceva fatica a reggersi in piedi così offri il suo aiuto, invitandola ad appoggiarsi a lui, intanto chiamò la ciurma che li raggiunse. Il samurai si avvicino << grazie, ti devo la vita, tu hai salvato mio figlio te ne sarò per sempre grato >>, << ma va figurati, chiunque l’avrebbe fatto se era al mio posto >>, il piccolo bimbo corse verso Nami piangendo << grazie, finalmente ti sei ripresa mi ero tanto preoccupato >>, << Momonusuke, non piangere, dopo giochiamo assieme >>.


Chopper si svegliò sentendo tutto quel trambusto, vedendo la sua paziente non era a letto, uscì dall’infermeria gridando e obbligandola a tornare a riposare. Il risveglio della navigatrice aveva portato allegria a tutta la ciurma, tranne a Zoro che si era chiuso nella palestra cercando di cancellare la paura provata all'idea di perdere la compagna.
Intanto Law entrò nella stanza di Nami << vedo che ti sei ripresa >>, << si sto meglio >>, << sai è raro vedere che un pirata s’interessa della vita degli altri >>, << io non ci vedo niente di strano, la ciurma aiuta chi ha bisogno >>, << lo so benissimo, visto che è per questo motivo che vi mettete sempre nei guai, ma facendo così, a differenza degli altri pirati voi vi fate amare dalle persone, portate un ideale diverso di pirateria >>. << Noi abbiamo queste idee, ma non lo facciamo per essere ricambiati. Possiamo solo ringraziare il nostro capitano che è diverso dagli altri. Mi dici cosa e successo mentre dormivo? >>, << grazie alle tue indicazioni i tuoi compagni sono riusciti ad allontanare la nave dalla tempesta, sai non sei solo bella esteriormente ma sei anche un’ottima navigatrice >>, << grazie, sei molte gentile >>.
La ragazza arrossi per il complemento abbassando lo sguardo, Law appoggio le sue dita sotto il suo mento, per sollevargli la testa in modo che i loro sguardi si incrociassero di nuovo << se facessi parte della mia ciurma saresti la mia donna >>, << non sono mica un oggetto >>. Rispose diretta la ragazza che era molto infastidita, da un complimento si era passati a dire che era un oggetto che sarebbe stata posseduta da lui, ma stava scherzando o diceva sul serio, sperava che le abilità di corteggiare una ragazza andassero ben oltre a frasi del genere.
Non aveva compreso che il chirurgo cercava solo di essere gentile e fargli capire quanto lui fosse interessato a lei, ma si senti respinto in maniera troppo esagerata, lui voleva solo fargli un complimento e incercare di comunicargli che era interessato, non aveva intenzioni di considerarla come un oggetto.
 << Ma non intendeva mica dire… bha lasciamo perdere, ora si spiega perché con la tua bellezza non sei circondata da uomini, sei cosi acida, non hai femminilità >>, << ma come ti permetti chi sei tu per dirmi cosi, esci immediatamente da questa stanza, io non ho femminilità? Pensa te, basta solo guardarti per spaventarsi >>, << ma io sono il chirurgo della morte >>, << VATTENE FUORDI DA QUA >>. Con quella frase all’alleato corse fuori per evitare altre urla.
 
Intanto anche lo spadaccino e il cuoco  stavano parlando di Nami, qualche secondo prima il cuoco era andato a trovare il compagno preoccupato poiché era da un intero giorno che non si faceva vedere. Zoro << Sanji ti ricordi quando mi hai detto che Nami era in attesa? >> chiese subito senza dare il tempo al cuoco di entrare nella palestra.  
<< Sì, certo >>, << ma ne sei sicuro? Perché io non ho visto marmocchi qui in giro >>, << perché non vai da lei e ci parli? Solo lei ti può dire la verità >>, << lo so, ma più sto lontano da lei meglio è >>.
Sospirando cerco di trovar il miglior modo per fargli capire che grande errore stava commetendo << caro Zoro ricordati potranno passare giorni, anni, secoli, ma non la dimenticherai, io lo so di quella notte e anche di quello che tu gli hai detto il giorno dopo, Nami nasconde qualcosa che si porta dentro dolorosamente. Non so come hai fatto a non accorgerti della sua sofferenza. Non so per quanto tempo riuscirai a resistere e stai attento prima che te la portino via definitivamente >>. << Ma finiscila io non ho nessun interesse per lei, poi abbiamo entrambi colpa per quella notte, ma parlando di te, vede non solo Nami ti evita ma anche Robin >>. << Mie Dee non mi evitano credo soltanto che forse gli sono mancato cosi tanto che non hanno realizzato che sono tornato per loro >>, << finiscila sto parlando di cose serie >>, << si hai ragione, non ci ho fatto caso al comportamento di Robin anche perché non abbiamo ancora trovato il momento di stare un po’ da soli >>.  
La discussione fu interrotta da Rufy che urlava << ho fameeeee >>, << la vuoi finire, non abbiamo niente da mangiare >>, ma il capitano con il suo sorriso abbagliante strascino i due compagni sulla stive per mostrargli l’enorme pesce che avevano pescato.

Chopper comunicò la buona notizia che la navigatrice si era ripresa del tutto, poi si riunirono tutti per cenare. Durante la cena Nami si era alzata per prendere l’acqua che era finita, ma venne anticipata da Law, che si era seduto affianco a lei, << siediti, la prendo io l’acqua >>, << va bene, grazie >> .
A fine cena Law, Usop, Rufy, Chopper, Brook, Franky si guardarono tra di loro con aria di sfida per prendere l’ultimo pezzo di torta, ma il chirurgo, aveva notando che anche Nami volevo quel pezzo di torta, che a confronto ai suoi compagni che si erano abbuffati, lei non ne era riuscita ancora ad assaggiarla, questa poteva essere  l’occasione buona per farsi perdonare e acquistare un po’ di fiducia dalla ragazza dai capelli arancioni.
Decise si distrarre tutta la ciurma urlando << guardateeee c’è una mucca >>, indicando con il dito verso una parte della stanza e tutti si girarono. La ciurma si occorse solo qualche istante dopo, che Law aveva trovato il modo per distrarli, infatti quando guardarono il piatto della torta, l’ultimo pezzo non c’era più.
Il chirurgo prese l’ultima fetta e la diede a Nami, che ovviamente lei accettò sorridendo in silenzio senza dire una parola. Intanto Zoro che si trovava dalla parte opposta del tavolo osservava tutta la scena fra i due, non si era fatto distrarre da quella stupida frase. Capello di Paglia non contento allungo le braccia prese il piatto con sopra il dolce, nel tentativo di tirarselo verso di se.
Nami si occorse del gesto di Rufy, afferrò il piatto, ma non aveva abbastanza forza e venne tirata insieme al piatto. Si ritrovo completamente piegata, con il petto attaccato al tavolo, e le mani distese che tirava verso di se il piatto. Poi stufa gli tirò un pugno, riuscendo a rispendersi la torta.

Il Cacciatore di taglie dentro di se incomincio a innervosirsi, notò subito il volto serio di Law che ammirava tutto il di dietro del compagna, coperto solamente da una minigonna, difatti la preoccupazione dello spadaccino non erano del tutto infondate, proprio perché Law si mostrava molto interessato alla rossa, cosi tanto da abbassarsi a livello della stupidità di Rufy. Tutta la ciurma di si mise a ridere di fronte quella scena, certe volte anche la navigatrice tirava fuori il suo lato di bambina sopratutto quando si parlava di dolci e di torte. Alla fine della serata comunque Nami riuscì a mangiarsi il pezzo di torta.



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Capitolo 6
*** MI PIACE OSSERVARTI ***


Il giorno seguente giunsero a destinazione. Brook urlando << vedo un’isola >>, attirando l’attenzione di tutti i suoi compagni che lo raggiungessero per ammirare l’isola dei Tulipani arancioni. Chopper chiese << siamo sicuri che in quest'isola non ci siano nemici e non si siamo mostri? >>, Brook << non credo che ci siano mostri o altri essere spaventosi. È molto bella come isola, ma perché è completamente ricoperta di colore arancione? >>, Robin << la particolarità dell’isola è che è interamente coperta da una vasta distesa di tulipani arancioni, ciò la rende unica al mondo, e vederla da lontana ci spiega il perché la chiamano in quel modo >>, Franky << sarà un’isola bellissima, risalta un sacco quel colore in mezzo all'azzurro del cielo e del mare >>, Robin << dicono che questi fiori hanno un particolare profumo che risvegli la passione tra le persone >>, << davvero?? >>, << non lo so Chopper, io dico solo quello che leggo nei libri >>.

Arrivati al porto dell'isola si poteva osservare in maniera più dettagliata la distesa di fiori, anche se all'interno del villaggio il terreno era ricoperto di strade e case, l'arancione era il colore predominante tra le abitazioni. Poco dopo la ciurma si divise per fare acquisti e svagarsi un po’.
Nami che uscì per ultima dalla nave, teneva in mano una lista con tutte le cose da comprare, voleva assegnare a ciascuno dei compagni un compito da svolgere, ma quando uscì dalla cabina si accorse di essere rimasta da sola sulla Sunny. Così decise di cercare prima di tutto il suo compagno Sanji per assicurarsi che acquistasse tutte le provviste, visto che avevano allungato il viaggio proprio per quel motivo. Camminava tranquillamente tra una via e l'altra, da lontano vide che c'erano degli uomini della marina che stavano passando in quella strada. Per non farsi vedere velocemente si trovò un nascondiglio, attese che i nemici si allontanarono, per poi andare a cercare i compagni per avvertirli che c'era anche la marina.
Come al solito lei si preoccupava sempre che nessuno si mettesse nei guai per evitare di attirare l’attenzione della marina, ma l’unica persona che incontrò fu Law << che succede mocciosa perché corri? >>, << devo avvertire tutti che in questa isola c’è anche la marina >>, << che c’è da preoccuparsi? I tuoi compagni se la sanno cavare >>, << ma per evitare i guai sarebbe meglio evitarli giusto? >>, << fai come vuoi, io vado a cercare qualcuno che sappia cucire >>, << cucire cosa? >>, << il mio cappello si è rovinato >>,  << fa vedere a me >>.
Gli tolse il cappello dalla testa per osservare meglio il punto in cui si era strappato, poi alzo lo sguardo su di Law notando i suoi capelli neri arruffati che cercava di sistemarseli con le mani. << è solo un graffio te la posso sistemare io >>, << tu con la tua finezza sei in grado di cucire? Provaci se riesce, comunque guarda che stasera dormiremo in quella locanda che è un po’ particolare>>, <>, << dicono che sia frequentata da molti giovani, è stata scelta da Sanji >>, << va bene, io continuo a cercare gli altri per avvertirli >>. Non fece in tempo a finire la frase, che Law se la tirò addosso a se, nascondendosi dietro una porta per non farsi vedere dalla marina che stava passando in quella strada. Nami urlando <>, costringendo al chirurgo ti tappargli la bocca con la mano, prima che venissero scoperti. Quando la marina si allontano, lui mollò la presa << ma che cavolo fai sei impazzito? >>, << tu ti preoccupi tanto degli altri, ma sei la prima che non ti sei accorta che la marina stava per passare di qua, dai andiamo alla locanda e aspettiamo li i tuoi compagni >>, << va bene cosi intanto chiedo se hanno ago e filo e ti aggiusto il cappello >>.
 
Arrivati nella locanda i due parlarono per molto tempo in attesa dei compagni, il primo ad arrivare fu Zoro e Brook. Lo spadaccino provò subito rabbia nel vedere Nami che si beveva un drink con Law seduti sul bancone, sentendo di nuovo quel sentimento di gelosia che lo perseguitava. Zoro << che ci fate qui? >>, << niente, vi stavamo aspettando, perché la vostra navigatrice era in pensiero per voi >>, Brook << eri preoccupata per me tesoro? >>, Nami << non di te, ma di tutti c’è in giro la marina su quest’isola >>. Arrivo Sanji che interruppe il discordo << siete pronti a divertirvi? >>, << sopracciglio storto cosa vuoi dire? >>, << stasera mi ringrazierete, questo locale è pieno di ragazze cosi ci potremmo divertirci >>, << io non ho bisogno di… >>, << se non ti va bene, vai in un’altra locanda >>, Nami <>, << ma cosa c’è che ti da fastidio non possiamo divertici? >>,<< Stupida alga le donne non sono un oggetto, se tu pensi questo delle donne, mi fai proprio pena, e tutti voi anche >> Brook << cosa avrà capito? >> chiese ai compagni guardando l’amica che si allontanava per sbollire la rabbia.
 
                                                   
Pensieri di Nami
 
Non potevo crederci che Sanji aveva scelto una locanda solo per sfogare i suoi ormoni, poi tutti gli altri erano pure d’accordo o non si erano interessati minimamente nella scelta del locanda accettando la decisione presa dal cuoco. Sinceramente quando mi calmai mi domandai perché me l’ero presa in maniera tanto esagerata, ma la risposta era alquanto ovvia, mi dava fastidio il fato che anche Zoro potesse divertirsi. Non era il genere di persona che si lamentava, si adeguava alle scelte dei compagni, in genere non andava mai d’accordo con le scelte prese dal cuoco, difatti i suoi silenzi mi preoccupavano, quando concordava con Sanji, ma non lo esprimeva mai verbalmente, il suo silenzio faceva capire che appoggiava la scelta.
Avevo sentito parlare sulla nave che il cuoco ha passato due anni su un’isola con uomini travestiti da donna, ma anche gli altri membri della ciurma non erano messi meglio di lui, ognuno aveva trascorso quegli anni ad allenarsi e a studiare, privi di ogni divertimento, soffrendo una dura solitudine e tristezza.
Questo non giustifica il loro comportamento, perché pure io in quei due lunghi anni mi sono impegnata a studiare per essere migliore di quella che ero e per diventare più forte, in modo che non avrei mai deluso il capitano. Oltre a impegnarmi duramente non pensavo mai a me stessa e non mi concedevo mai del riposo o degli svaghi, soprattutto avevo dimenticato cosa significata essere felice.
 
Incontrai Robin che se la rideva sotto i baffi << Hey Robin che ridi? >>, << Sanji, Zoro e Brook mi hanno detto che prima ti sei arrabbiata >>, << lo sai come la penso >>, << ma Nami cosa hai capito? In quella locanda fanno sempre feste di sera non solo per i viaggiatori, ma partecipano anche tutti i giovani del villaggio per questo Sanji era così entusiasto >>, << ha detto che ci sono della ragazza per divertirsi >>, <>, << quindi non siamo in un Bordello? >>,  << no figurati, non credo che Rufy avrebbe consentito, comunque per quello che sappiamo Sanji è davvero disperato dopo aver passato due lunghi anni in un’isola abitata da soli uomini>>, << ma perché continui a parlare di lui, abbiamo anche altri compagni? >>, << perché era preoccupato della tua reazione >>.
Ultimamente per Robin esisteva solo il cuoco, difatti sembrava che più di farmi ragionare che avevo sbagliato, volesse difendere il comportamento del compagno. Dopo aver passato qualche oretta insieme, Robin si comprò un vestito molto carino, un semplice tubino di color verde, con disegnati dei fiori. Quando era nel camerino mi chiese come gli stava, poi la seconda domanda mi fece rimanere un po’ perplessa << Credi che questo gli piacerà a Sanji? >>. Non sapevo cosa rispondergli, da quanto comprava i vestiti per farsi piacere dal cuoco? Sapevo che tra di loro c'era sempre stato qualcosa, ma era la prima volta che mi parlava di lui in quel modo, facendomi capire che aveva intenzione di fare colpo su di lui. Sorrideva talmente tanto che per me sognava a occhi aperti. Dopo essersi comprata il vestito, io rimasi ancora un po’ in giro, mentre lei tornò alla locanda dicendomi che si doveva sistemare per la festa.
 
Entrai un bar, ordinai un succo di frutto per rinfrescarmi per l’atroce caldo, quando chiesi il conto il proprietario mi rispose che non dovevo dargli nulla, poiché un’altra persona aveva pagato al posto mio. Per indicarmi il ragazzo che mi aveva offerto da bere, mi disse di girarmi, e mi trovai Law che era appoggiato al muro, mi fissava e sorrideva. Mi avvicinai << grazie, come mai mi hai pagato da bere? >>, << non mi sarei mai aspettato che ti avrei semplicemente offerto un succo di frutta >>, << cosa vuoi dire? >>, << mi aspettavo che ti saresti scolata una bottiglia intera di Sakè >>, << guarda che io non sono ubriacona>>, << be guarda che ti ho visto bere di peggio >>, << senti che vuoi? >>, << niente, dove stai andando? >>, << vado a vedere se la marina è ancora nei paraggi >>, << vuoi compagnia? >>, << fai come vuoi >>. P
asseggiavamo lungo la via principale, ma altro che vedere dov'era la marina, io mi fermavo in ogni bancarella e negozio per guardare tutte le cose particolari che attiravano la mia attenzione. Sembrava di camminare da sola, il chirurgo non faceva altro che osservarmi, senza avvicinarsi alle bancarelle. Alla fine era stato lui a voler venire con me, ma si vedeva che non mi conosceva bene, difatti non solo era annoiato, ma più volte lo vidi camminare avanti e indietro perché non sapeva cosa fare mentre mi aspettava.

 
Pensieri di Law
 
Ma cosa faceva quella ragazza? Si sarà vista trenta bancarelle e venti negozi, in due ore abbiamo percorso solo cinquanta metri a piedi. Poi guarda anche le cose più stupide e più inutili, faceva domande per qualsiasi cosa, e parlava con tutti quasi come se era assetata di curiosità per ogni oggetto  che attirava la sua attenzione. Dopo due lunghe ore, la vidi correre verso un bambino che era appena caduto a terra e piangeva perché si era sbucciato il ginocchio.
Lo aiutò facendogli diverse domande, se lo prese in braccio coccolandolo, per poi entrare nel negozio più vicino e chiedere se avevano un cerotto per la ferita del bambino che continuava a frignare e urlare. Cosi oltre a fare smettere i piangere il marmocchio, che aveva circa due anni, gli disinfettò la ferita. Io rimasi fermo a osservarla la scena, non so il motivo ma mi piaceva passare il tempo a osservarla. Finalmente si stava ricordando che io ero ancora lì con lei, con passo veloce mi raggiunse << questo bambino si è perso, dobbiamo trovare la madre >>, << io devo occuparmi dei marmocchi? Io alla sua età già sapevo… >>, << senti non m’interessa cosa facevi alla sua età, io cerco la madre se vuoi venire con me bene, se no lasciami stare >>.
Il suo sguardo verso di me cambiò nel giro di mezzo secondo, smise di sorridermi, gli occhi diventarono gelidi per la mia indifferenza e smise di parlare, credo che questi erano segnali non positivi, iniziavo a preoccuparmi per averla fatta arrabbiare in quel modo. Il bambino sembrava quasi spaventato dallo sguardo acido della ragazza, che quando posò di nuovo l’attenzione verso il moccioso, si addolcì cambiando atteggiamento in meno di mezzo secondo.
Decisi di seguirla mantenendo la giusta distanza per evitare di nuovo quel tremendo sguardo. Presto riuscì a trovare i genitori che lavoravano in una bancarella, che si erano talmente concentrati sul lavoro che dimenticarono di occuparsi del figlio che involontariamente si allontanò. Nami ci impiegò poco a capire chi erano i genitori, perché preoccupati si erano messi a cercare il figlio che avevano perso di vista, appena riuscirono a trovarlo grazia alla navigatrice la ringraziarono, ma lei riuscì solo a dire a bassa voce queste parole << non perdetelo mai più di vista >>, i genitori annuirono comprendendo lo sbaglio che avevano fatto.
 
Rimanendo a giusta distanza godendomi la scena, ma poi quando lei si allontanò corse dirigendosi in una via meno affollata. La raggiunse velocemente, non capendo perché si era messa a correre in quel modo sena aspettarmi, quando la vidi, rimansi nascosto dietro al muro per evitare che mi vedesse, visto che singhiozzava e piangeva. Non capivo perché piangeva, non riuscivo a darmi una spiegazione e riflettendo mi resi conto che lei poneva molte attenzione ai bambini, molto spesso li fissava sorridendo per loro dolcezza, ma dall’altra parte i suoi occhi esprimevano sofferenza.
Adesso che involontariamente aveva avuto un contatto diretto con un marmocchio il suo comportamento ambivalente era più accentuato, ma non riuscì a trattenere la sua tristezza e scoppio a piangere. Sicuramente se si era nascosta era per non farsi vedere soprattutto da me che ero con lei, così aspettai che si sfogasse in solitudine, attendendo che fosse lei stessa a raggiungermi ed io non avrei fatto altro che far finta di non essermi accorti di nulla. Ma in realtà vederla piangere mi aveva bloccato, non avevo mai notato come il pianto di una donna potesse paralizzarmi il cuore, facendomi provare compassione e tenerezza nei suoi confronti. Quando la vidi raggiungermi sorridendo come se niente fosse successo, io gli sorrisi fingendo di essere interessato alle bancarelle, così non si sarebbe sentita sola.
  
Arrivati alla locanda, la ciurma avevo subito notato non era da solo, ma che ero stato in giro con la loro navigatrice. Passavamo molto tempo con lei forse iniziavano a sospettare qualcosa o si ponevano diverse domane. Sanji mi fulminò, per fortuna prima che iniziasse parlare lui fu distratto da Robin che finse di avere bisogno di aiuto. Lo sguardo più agghiacciante era quello di Zoro che fissava Nami, e lei faceva altrattanto. Poi lei puntò lo sguardo su di me, mostrandomi il suo volto intristito che tentava di nasconderlo con un sorriso sfronzato. Ci fissammo per mezzo secondo, poi guardai il cacciatrore di taglie che mi fissava con aria di sfida, la ricambia del gesto per poi allontanarmi dal gruppo.
Non mi interessa sinceramente di quello che pensava lo spadaccino, lo sapevo benissimo che Nami era stata innamorata di lui o forse lo era ancora, ma lui pur ricambiandola non fa niente, si comporta male nei suoi confronti rifiutandola di continuo. Non solo si comportava male, ma la faceva soffrire molto, è bastato vedere la reazione di Nami quando aveva capito che Zoro e Tashigi si erano appartati dal gruppo per fare chissà cosa. Nonostante ciò sembrava geloso che io stessi vicino a lei, ma si doveva decidere, se era la sua donna non mi sarei mai permesso di avvicinarmi, ma visto che non era così deve lasciarci in pace, sopratutto non deve dare fastidio alla rossa.

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Capitolo 7
*** TI AIUTO A DIMENTICARLO ***


Pensieri di Nami

La festa organizzata dalla locanda iniziò molto presto, subito dopo la cena, era piena di giovani che ballavano e si divertivano scatenandosi in mezzo alla pista. Osservavo divertita i miei compagni, era da tanto tempo che desideravo trascorrere questi bei momenti con loro, proprio come i vecchi tempi in cui ci divertivamo sempre insieme, uniti e felici.
Franky corse al bancone a chiedere della Cola, il capitano seguì il compagno ma ordino tanto cibo, non sazio della cena. Brook si mise a cantare insieme ad altre persone che suonavano diversi strumenti, Sanji ballava in pista, Usop e Chopper si misero a giocare a soldi con l’intento di vincere una fortuna, Zoro venne attratto da dei ragazzi che facevano a gara a chi reggeva di più l’alcool aggregandosi a loro. Anch’io andai al bancone con Robin per prendere qualcosa da bere, ma alla fine passavamo tutto il tempo a osservare Sanji e Zoro per vedere cosa facevano. Ma poco dopo delle ragazze ci trascinarono in mezzo alla pista da ballo, era l’occasione per divertirmi con la mia amica, così forse in quel modo avrei evitato di pensare a lui.

Intanto le ore passavano, alcuni riuscirono a fare colpo su qualche ragazza, ma quando si diffuse la notizia che loro erano dei pirati, molte ragazze si scaraventarono verso ogni membro della ciurma per conoscerli, ma mentre per alcuni si mostrarono indifferenti di fronte quelle ragazze, altri ne approfittarono per andare oltre a una semplice chiacchierata. Sanji perse la testa, Rufy sembrava felice nel essere circondato da donne, Brook cercava di fare colpo cantando, Franky mostrava i suoi muscoli, Chopper si faceva coccolare come se fosse un piccolo e morbido peluche, Usop iniziò a raccontare le grandi avventure del capitano di nome Usop, mentre Zoro si mostrava indifferente, quasi scocciato della presenza di molte giovani. Quando capì che io non smettevo di fissarlo preoccupata che facesse qualcosa, scatenai in lui qualcosa per cambiare il comportamento.
Lo osservavo di continuo, era qualcosa più forte di me, mi morsi il labbro quando vidi che una ragazza, come se niente fosse, si sedette sopra le sue gambe e lo spadaccino sorridendogli con un braccio l’afferrò per la vita. Intanto incominciò a bere un bicchiere dopo l’altro, quasi come se aveva intenzione si superare il suo limite. La scena che mi stava facendo impazzire andava avanti, quella ragazza cercava in tutti i modi di baciarlo, mentre lui evitava quel contatto visto che era impegnato a fare solo una cosa, non smettere di bere. 
Robin si avvicino a me, vedendo che ormai mi ero persa nell’osservare quella scena raccapricciante che mi rendeva gelosa, intervenne avvicinandosi a me perché non voleva che io continuassi a soffrire per lui. << Guarda che Law è da prima che non ti toglie gli occhi di dosso >>. Mi voltai seguendo lo sguardo di Robin, mi accorsi che aveva ragione che il chirurgo mi fissava e anche quando i nostri sguardi si incrociarono, non esitò a togliere lo sguardo, anzi sembrava essere contento che finalmente mi ero accorta di lui, che si trovava come al solito appoggiato a un muro con le braccia incrociate, mentre mi sorrideva con malizia.
Arrossai all’idea che per tutto quel tempo quell’uomo mi aveva osservato interrottamente, non ci voleva un genio per capire che da quanto si era alleato con il capitano, non faceva altro che provarci con me, anche se io cercavo di mantenere le distanze, non avevo mai respinto anzi ero felice di ricevere molte attenzioni. << Mi mette in imbarazzo, non sto facendo niente di male >>, << Nami, è pazzo di te Law, l’ho capito dal primo giorno che ti ha incontrato, se ci pensi, è talmente impegnato ad osservarti, che non si interessa come i nostri compagni a stare con stupide ragazze solo per divertirsi. Guarda Sanji sembra che è la prima volta che veda una donna, in tutta la serata non mi ha degnato di uno sguardo >>, << tu trovi interesse per Sanji? >>. La mia amica arrossi << no, mi da fastidio che solo in questi momenti si mostra per quello che veramente è, il suo comportamento pieno di attenzione e di affetto verso di noi lo mostra a qualsiasi ragazza che incontra, io spero che non sia andato a … >>. << cosa vuoi dire? >>, << niente >>, con quella parola Robin fece capire molte cose, in più seguendo il suo sguardo notai che Sanji si era allontanato dal gruppo in buona compagnia.

Dimenticandomi che Robin era in crisi nel aver visto Sanji perdere la testa per delle ragazze, la mia attenzione ricadde ancora su Zoro, non lo feci apposta, mi veniva spontaneo osservarlo mentre allegramente si lasciava accarezzare e abbracciare da quella ragazza. Nel momento che i nostri sguardi si incrociarono, la baciò di scatto, sembrava proprio che aspettava l'occasione giusta per farsi vedere da me che stava con un’altra. Difatti non riuscivo a capire perché si comportava in quel modo, forse l'aveva solo fatto per farmi ingelosire o voleva che mi rendessi conto che dovevo smetterla di continuare a osservarlo.
Purtroppo l’unica cosa che riuscì a fare con quel gesto era aumentare la mia gelosia, rendendomi conto che la lontananza non aveva cancellato i sentimenti che provavo per lui. Il cuore mi batteva all’impazzata nel vedere qual bacio appassionato, ero immobile in mezzo a quella pista guardando a lui, come se tutti gli altri fossero scomparsi, ignorando anche la voce dell'archeologa che era intenta a distrarmi. Credo che per colpa di Robin, che preoccupata del mio comportamento, usò il suo potere per farmi perdere l’equilibrio e stavo per cadere. Il chirurgo velocemente corse verso di me afferrandomi al volo per evitare che cadessi, approfittando dell’occasione per stringermi a se, trovandomi completamente appiccicata al suo corpo. Intanto dentro di me, mentre mi perdevo negli occhi neri del chirurgo che non aveva fatto altro che fissarmi tutta la sera, morivo perché sapevo che dietro di me, l’uomo che non ho mai dimenticato si baciava con un'altra.
L'archeologa sorrise, l’aveva fatto apposta, voleva che io non soffrissi più per Zoro, aveva ragione perché anche se non ero corrisposta dello stesso sentimento, mi aveva mancato di rispetto perché era lui che non faceva altro che causarmi sofferenza.

Ero tra le sue braccia, vidi la mia amica allontanarsi lasciandoci da soli, stavo per scoppiare in lacrime ma grazie la presenza protettiva di Law mi fece sentire leggermente meglio e riuscì a trattenere il mio pianto. Mi sussurrò all’orecchio << stai bene? >>, << portami via da qui >>, Law senza farselo ripetere due volte mi prese in braccio portandomi fuori della locanda. Il suo gesto non era solo romantico, ma percepii un senso di serenità e di sicurezza, mi sentivo protetta.
Ci allontanammo dalla locanda, poi delicatamente mi posò per terra, mentre cercai di ricambiarlo di un sorriso sforzato per nascondere il su stato d’umore, lui mi pose una domanda. << Provi qualcosa per Zoro vero? >>, << no >>, << ma se quando baciava quella ragazza, sei sbiancata, non puoi negare l’evidenza tra voi c’è sempre stato qualcosa, anche due anni fa >>, << si è vero, ma io è da troppo tempo che sto cercando di dimenticarlo >>, << come fa lui a non ricambiarti? >>, << Law lasciamo stare quest’argomento per favore >>, << io ti posso aiutare a dimenticare >>, << magari… >>, << io non ti tradirei mai, perché tu vali molto di più di quelle ragazze >>.
Il silenzio ci avvolse, arrossii per quella frase, mi persi nei suoi occhi così profondi e decisi, che dicevano tutto e niente. Mi strinse a se, sentivo le sua abbraccia avvolgermi, lo ricambiai dello stesso gesto, e un istante dopo le nostre labbra si unirono. Fu lui a fare il primo passo ed io lo conclusi, ci lasciammo andare, mentre i nostri cuori palpitavano all’impazzata. Ultimamente pensavo spesso a lui, trovavo piacevole stare in sua compagnia, ma soprattutto provavo piacere quando lui in qualsiasi modo ci provava con me e anche quando passava molto tempo a osservarmi in silenzio.
Era anche lui un pirata, potevo non fidarmi o forse si, cosa avrebbero pensato gli altri? Che cosa avrebbero pensato di me che andavo con l'alleato del nostro capitano? Avremmo potuto rovinare tutto, ma pensando di nuovo a Zoro, decisi di fare quello che mi sentivo, in fondo nessuno ci avrebbe visti, sarebbe rimasto un innocente bacio. Non so quanto sia durato quel bacio, ma quando ripresi lucidità rendendomi conto di cosa stavo facendo lo spinsi lontano da me.

Distolse lo sguardo da me, mentre mi sussurro << scusa ho sbagliato >>. Che dolcezza, sembrava un bambino che aveva compreso di aver commesso un errore, ero molto emozionata così mi misi a correre non sopportato più quell’imbarazzo. Velocemente mi raggiunse  << perché scappi? >>, << io non posso >>, << mi dispiace Nami, ho sbagliato >>, << Non hai sbagliato, è che io.. >>, << io non ti farò soffrire come lui, non pretendo niente da te, se tu non vuoi, basta dirlo >>, << non ho detto questo >>, << lo so che non è il momento adatto, lo so quanto vuoi a bene ai tuoi compagni, ma Nami io da quanto ti visto per la prima volta, non riesco a fare a meno di te, non chiedermi il motivo, ma volevo solo che tu sapessi >>, << Law io … >>.
Che emozione che provai mentre mi diceva quelle dolci parole che mi fece battere forte il cuore, gli sorrisi e poi mi buttai tra le sue braccia, finché lui non mi baciò per la seconda volta. Quando le nostre labbra si staccarono, cadde il silenzio, entrambi abbassammo lo sguardo non sapendo cosa fare e cosa dirci.
<< Forse sarebbe meglio che io tornassi a dormire >>, << si hai ragione, si è fatto abbastanza tardi. Questo sarà il nostro segreto, ma io ci sarò sempre per te quando avrai voglia di dimenticare >>, << ti sbagli che io ti userò per dimenticare, se io faccio una cosa è perché lo desidero veramente >>.

Iniziai pensare che se in un futuro avrei avuto una relazione seria con Law avrei dimenticando lo spadaccino, ma stavo andando troppo oltre con la fantasia, ma volevo fargli capire che quello che avevo fatto era perché di certo lo ricambiavo, con quella frase lui mi guardò stupido quasi come se non si sarebbe aspettato un tale comportamento. Sorridendogli mi allontani, decisa a tornare dalla mia stanza. Camminavo nel lungo corridoio passai davanti alla sua camera e non so per quale assurda coincidenza lo vidi uscire, ignorandolo tirai dritto per evitarlo, ma lui con aria fredda mi disse << la prossima volta non ti comportare così, non sopporto essere fissato soprattutto da te >>. Lo ignorai e continuai a camminare, ed ecco che la mia felicità spari, nonostante ero quasi giunta alla mia camera girai a destra del corridoio per allontanarmi il più possibile, in più non volevo farmi vedere da Robin di nuovo disperata.

Decisi di prendere una boccata d’aria per riprendermi poi se sarebbe andato tutto bene, finalmente me ne sarei andata a dormire, ma mentre camminavo, mi accorsi che anche Law ancora non era tornato nella sua stanza. << Sei ancora in giro? >>, << la vita sembra essere contro di me >>, << cosa è successo? >>, << Ho incontrato Zoro >>, << ancora? >>, << mi ha detto che gli ha dato fastidio essere fissato tutta la sera, ma io non gli ho risposto e ho continuato a camminare per conto mio >>, << hai fatto bene Nami >>, << mi rovina la vita, anche Robin ultimamente si sta accorgendo  del mio stato d’animo e non voglio che mi veda così >>, << ascolta se ti è così difficile perché non dormi nella mia stanza >>, << cosa? >>, << Non ho nessuna intenzione di fare quello che pensi, in camera mia oltre al letto c’è un divano, tu dormirai nel letto ed io nel divano>>, << va bene >>,   << sicura? >>, << si, perché hai cambiato idea? >>, << Non ho cambiato idea, sto pensando solo che è  meglio che la ciurma non veda che tu entri in camera con me, potrebbero pensare male >>,  << hai ragione, meglio lasciar perdere oppure troviamo un'altra soluzione >>, << credo di averla già trovata >. Mi prese per mano trascinandomi  fino a sotto la sua finestra << come faccio ha raggiungere la finestra >>, << ti fidi di me? >>. Con un cenno della testa risposi di si, lasciandomi prendere in braccio e con un salto mi ritrovai dentro la sua stanza.


Intanto ....

Robin, poco prima, quando era ancora con la sua amica, si allontano per lasciarla da sola con il chirurgo, lei più di tutti gli altri aveva capito le sofferenze della navigatrice, che era cambiata, che non era più la ragazza di un tempo, ma si sentiva in colpa perché non riusciva a capirla era diventata un mistero. Di certo aveva compreso che Nami sembrava essere davvero se stessa quando stava con il chirurgo, aveva un effetto su di lei straordinario, già che riusciva a farla ridere era già qualcosa. Così ha pensato che il modo migliore era fare in modo che uno dei due facesse un passo in avanti, lei era troppo fra le nuvole per accorgersi che Law passava il tempo a osservarla, senza sapere come attirare la sua attenzione.
 Robin, invece, era rimasta sempre la stessa, sembrava avere un forte debole per il proprio compagno, ma per colpa dell’orgoglio evitava di pensarsi o manteneva un forte autocontrollo che gli permetteva di trattenere i suoi sentimenti verso il cuoco. Quel giorno si era convinta che forse avrebbe potuto avere un incontro ravvicinato con Sanji, visto che erano da due anni che non si vedevano, in più da quando la ciurma si era riunita non avevano avuto molto tempo per stare da soli e nelle poche volte in cui rimanevano da soli si evitano per l’imbarazzo.
Decise di andare nella propria stanza, ma osservando il tavolo dove prima si erano seduti i compagni, tutti se ne erano andati nelle proprie stanze, tranne la piccola renna che si era addormentata tra le braccia di una ragazza che lo aveva coccolato troppo e lo spadaccino che sembrava ancora indeciso se andare con la donna oppure no.
L'Archeologa prese la piccola renna, strappandolo dalle mani di quella ragazza che lo trattava come un peluche, tirò un'occhiata severa a Zoro per fargli capire che si stava comportando in maniera infantile. Lo spadaccino manteneva sempre un comportamento serio con tutti, anche se la ragazza seduta sopra di lui sembrava un'oca, che non aveva mai visto un uomo nella sua vita. Robin mentre si allontanò comprese che il compagno osservava la navigatrice e nel vederla allontanarsi con Law prese la sua decisione, che venne ascoltata dalla compagna mentre si allontanava << Perché non vai aiutare la tua compagna? Stava cadendo forse non si sente bene? >>, << ma non mi importa di lei, vuoi salire su con me? >>. Meno male che Nami non aveva sentito tali frasi che gli avrebbero spezzato il cuore.
Lo spadaccino voleva divertirsi al punto che negava l’interesse per la navigatrice, ma non era il tipo di persona che non aiutava i suoi compagni, voleva solo dimenticare pensando che il suo problema sarebbe stato risolto andando con una donna di cui non sapeva nemmeno il nome.

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Capitolo 8
*** LUNGA NOTTE ***


Robin

Portai il piccolo dottore nella sua camera, che si trovava vicino a quella di Sanji, avrei preferito non passare per quella parte del corridoio, ma non avevo altra scelta. Posai Chopper nel letto che beatamente dormiva, mi sedetti affianco a lui per riflettere un attimo su quello che mi stava succedendo. Pensavo a Sanji, mi ero resa conto del bene che gli volevo, non so se ero innamorata di lui, ma mi piaceva, quel sentimento che avevo sempre negato era più evidente di prima.
Mi ero fatta bella per lui, visto che ultimamente cercavo di farmi notare e allo stesso tempo volevo fargli capire che mi piaceva ricevere le sue attenzioni. Ma questa dannata sera non mi aveva considerato e non capisco il perché, già oggi pomeriggio avevo intuito che si voleva divertire, ma non è il genere di persona che si comporta così, cosa gli è successo in questi due anni? è solo peggiorato?
Decisi di ritornare in camera, ma passando davanti alla sua porta, sentivo il cuore soffocarmi, non sapendo nemmeno il perché decisi di bussare alla porta, anche se sapevo che probabilmente era con quella ragazza. Senti diversi rumori, attesi per qualche secondo finché lui non mi aprì la porta.
Sorridendomi mi chiese perché ero li, mentre cercava di sistemarti i capelli arruffati e si teneva i pantaloni che aveva dimenticato di allacciarsi. << Robin >>, << Sanji io.. >>, <<è successo qualcosa? >>, << non esattamente >>, << stai male? >>, << un po’ >>, << chiamo Chopper? >>, << No, sono venuta qua per dirti che … >>. Mi fermai non riuscendo a finire la frase, non avevo il coraggio di andare avanti, intanto mi stavo perdendo nel suo sguardo. La ragazza di prima, si avvicino mettendosi dietro al cuoco, che curiosa voleva capire costa stava succedendo durante la notte, visto che li avevo interrotti.
Lui la guardò dicendogli << Lucia non vedi che sto parlando? >>. Non negavo che sapevo che cosa stava veramente facendo Sanji, ma vederla spuntare dietro di lui mi spezzò il cuore, feci qualche passo indietro allontanandomi dalla porta. << Robin tutto bene? >>. Sentivo il cuore battermi all’impazzata, mentre cercavo di trattenere le lacrime, afferrandomi per un braccio mi ritrovai vicino a lui. << Robin cosa ti succede? >>. Non risposi, ma quella vicinanza mi fece male, lo osservai finché le lacrime mi iniziarono a bagnare il viso, e prima che lui potesse fare un altro gesto o dire qual cosa lo spinsi per poi scappare in lacrime.


 
 Zoro
 
Quella notte non riuscivo a prendere sonno, guardavo la ragazza affianco a me che dormiva, ma incominciavo a essere infastidito dalla sua presenza, intanto i miei pensieri vennero distratti da voci e rumori proveniente dalla stanza accanto dove si trovava Sanji. Decisi di andare a vedere quello che succedeva, ma nel momento in cui apri la porta vidi Sanji che perplesso osservava Robin che correva via in lacrime, non capivo cosa stava succedendo così gli posi una domanda << Sanji cosa è successo? >>, << Non lo capito nemmeno io >>, << Perché Robin piangeva? >>, << Non lo so, credo che sia colpa mia >>, << non ti conviene andare a vedere come sta? >>, << Forse si >>, << Perché non vai? >>, << Non lo so, forse vorrà rimanere da sola, domani gli parlerò >>, << Sanji ma ti senti quando parli? >>, << si, andiamo a dormire che è la cosa migliore >>. Rimasi nel corridoio mentre lui velocemente rientrò nella propria senza, avrei voluto insistere ma lo vidi abbastanza sconvolto quindi decisi si non intervenire, rientrando nella mia stanza.

Quella notte non feci altro che sfogare le mie voglie. Di quella notte non mi sarebbe rimasto niente come ricordo visto che non era amore, ma semplicemente sesso privo qualsiasi emozione, quella ragazza dormiva affianco a me, ma quanto avrei desiderato che al suo posto ci fossi stata tu. Nami sei l’unica donna che sa come rendermi felice, l’amore con te è qualcosa di meraviglioso e talmente bello che non trovo le parole giuste per descrivere i nostri momenti di unione.
Ogni notte prima di dormire penso a te, mi immagino di averti qua affianco, che tra le mie braccia ti addormenti, mentre io mi diverto ad accarezzarti i tuoi morbidi capelli. Per colpa mia, in parte, sento che ti stai sempre di più allontanando da me, ma almeno sei solo mia nei miei sogni e nelle mie fantasie più strane. Hai il diritto di fare quello che vuoi, ma perché proprio con Law? Cosa ci trovavi in quell’uomo? Cosa ha di tanto speciale?  Incomincio a essere stufo a vedervi insieme, a pensare che si è alleato con Rufy vuol dire che dovrò farci l’abitudine nel vederlo ogni santo giorno, ma non posso accettare che stia con te.    
Fissò il vuoto di questa stanza, falciò fatica a dormire, ho una persona affianco a me, ma mi sento molto solo, perché l’unica persona che può completarmi sei tu. Sto male a pensare che ti ho spezzato il cuore, che ho baciato questa donna davanti ai tuoi occhi, ma sai benissimo, che non sopporto quando mi fissi come se volessi controllarmi, ma io non sono tuo, non voglio essere al centro dei tuoi pensieri. Ho pensato che facendomi vedere con un'altra donna tu mi avresti talmente odiato da smettere di pensarmi, ma quando guardo i tuoi occhi non vedo odio e non vado rabbia ma solo sofferenza e fragilità. Due anni non sono bastati a dimenticarti, ma adesso ti desidero di più, sei diventata una donna bellissima, so che basterebbe un cenno per averti, ma la mia stupidità mi porta ad allontanarti da me.
 
La distanza non ci ha diviso, non so quando smetterai di pensarmi, pure adesso che sei li con lui, non smetti di pensare a me, lo so e ne sono convinto per questo ti odio. Odio il grande amore che nutri per me e che ti uccide, odio quando mi fissi, odio che soffri per me, odio che non hai più quella luce che animava la ciurma, lo sento che sei cambiata e che stai soffrendo, ma non sei l’unica. Ti vorrei urlare che in questi due anni ho sofferto tantissimo nel vivere senza di te e quando ti ho rivisto sarei scoppiato a piangere dalla felicità, ma sapevo che dentro di tè qualcosa era cambiato ed io da stupido non ti ho mai chiesto cosa hai fatto in tutti questi anni e non ti ho mai chiesto se stai bene. Così mentre il mio cuore sanguina per te, fisso questa stanza vuota, con una donna affianco di cui non so nemmeno il nome, sono convinto ti amo ancora di più.
 
Nami

Mi svegliai all’improvviso, mi guardai intorno sollevata di non essere da sola, poco distanze da me c’era Law che dormiva sul divano. Sentivo un brutto presentimento pensando all’archeologa, sentendomi in colpa nell’averla lasciata da sola per tutto quella lunga notte proprio nel momento in cui lei era abbastanza triste e nervosa per colpa del cuoco. Decisi di andare a vedere se stava bene, così poi potevo dormire tranquilla. Osservai Law che si rigirava tra le lenzuola, che coprivano il suo corpo tatuato, arrossi all’idea che qualche ora prima le nostre labbra si erano unite in un caldo bacio.

Mi alzai dal letto velocemente mi allacciai i sandali, guardandomi allo specchio notai che indossavano ancora il vestito della sera precedente, per evitare di prendere un malanno, presi in prestito la felpa blu di Law. Arrivai nella mi stanza, Robin non c’era, così pensai di cercarla all’interno della locanda, ma non trovandola incominciai ad agitarmi, dopo aver fatto un giro anche all’esterno della locanda mi feci prendere dall’ansia, mentre mi aumentava il senso di colpa per averla lasciata da sola.

Andai a svegliare il capitano << Nami cosa succede? Calmati >>, << Rufy aiutami sono preoccupata per Robin l’ho cercata sia in camera e sia nella locanda ma non l’ho trovata >>. Il capitano che non riusciva mai a dire di no all’amica, anche se non capiva cosa era esattamente era successo, decise di tenersi le domande per dopo, perché per il momento era meglio trovare la compagna. Erano le sette del mattino, il capitano senza farsi perdere dal panico, decise di andarla a cercarla da solo, intanto io sarei andata a svegliare la ciurma. Andai a bussare nella stanza di ogni mio compagno spiegandogli quello che era successo e che dovevamo cercarla, lasciai come ultime due stanze quella di Sanji e Zoro.

Andai prima dal cuoco, bussai più volte, ma non ricevetti risposta. Iniziai a chiamarlo a voce alta, visto che non potevo nemmeno entrare nella stanza che era chiusa a chiave. La mia voce venne sentita dallo spadaccino che assonnato uscì dalla propria stanza << Cosa vuoi mocciosa? >>, << abbiamo un problema, il capitano vi sta aspettando >>, << perché urli? >>, << devo parlare con Sanji dov’è? >>, << in camera sua >>, << perché allora non apre? >>. Ripresi a bussare ignorando lo spadaccino, che sembrò infastidito dal mio comportamento e mi afferrò il braccio dicendomi << si può sapere cosa vi prende, perché non puoi spiegarmi in maniera civile perché sei così agitata >>. Volevo evitare di parlare con lui, ma sembrava così ostinato.
Finalmente il cuoco aprì la porta << sono qui mia dea >>, << finalmente, Robin è scomparsa non riusciamo a trovarla >>, << sarà nella sua stanza a dormire >>, << no Zoro ti sbagli, non è nella sua stanza, nemmeno nella locanda, la stiamo tutti cercando, sono molto preoccupata >>, << sarà in buona compagnia allora >>.
Intanto dalla stanza dello spadaccino una ragazza affacciandosi alla porta << Ma perché urlate a quest’ora del mattino? >>. Mi stavo alterando, come poteva essere così indifferente dopo che gli avevo detto, poi vedere quella ragazza mi faceva imbestialire avrei voluto riempirla di pugni, ma mi trattenni ignorandola. << Finiscila di dire stupidate, non sto scherzando >>, << Basta vedere la felpa che indossi tu, spiega tutto >>.
Mi ricordai che indossavo la felpa del chirurgo, ecco perché lo spadaccino si accaniva contro di me, ma per fortuna Sanji si intromise      << smettetela di litigare, Nami hai detto che non riuscite a trovare Robin giusto? Credo che la colpa sia mia, ma non se sono sicuro >>,
<< perché? >>, << stanotte è venuta in camera mia, ha bussato la porta e voleva dirmi qualcosa, ma appena ha visto Lucia è scappata via >>, << non l’hai seguita? >>, << no >>, << che domanda stupida, è ovvio che non sei andato eri  troppo impegnato, da te questo comportamento non me lo sarei mai aspettato >>.
Zoro << mi spieghi perché stai incolpando a lui non ha fatto niente di male >>, << TU STAI ZITTO, non ti devi intromettere, potrai avere ragione, ma io se vedo un mio compagno stare male non lo lascio solo, Sanji sai quel’è il tuo problema che tu non sai fare la differenza tra le persone che ti vogliono bene e quelle che usi per il tuo divertimento. VUOI UOMINI SIETE TUTTI UGUALI >>.

Smisi di parlare, lo spadaccino smise di parlare visto che aveva intuito del perché me la stavo prendendo così esageratamente. Anche gamba nera non parlò più, forse almeno con quella sgridata sarebbe servita a qualcosa, non avendogli più niente da dire gli rivolsi l’ultima frase prima di andarmene << fate quello che volete, anzi credo che non abbiamo bisogno del vostro aiuto >>.

Nella locanda non era più rimasto nessuno della ciurma tutti erano usciti a cercare Robin, non sapendo dove andare iniziai a camminare a caso uscendo fuori dal paese e mi ritrovai in mezzo alla distesa dei petali arancioni. Brook che da lontano mi intravide, iniziò a chiamarmi invitandomi a raggiungerlo. Mi avvicinai a lui, che era seduto per terra, poco distante da Robin, tirai un sospiro di sollievo nel vederla ma quando mi avvinai a lei per svegliarla venni fermata. << Nami non toccarla, non dobbiamo muoverla >>, << ma cosa dici? Chissà da quanto tempo è qui >>, << non ti preoccupare Law sta per arrivare >>, << Law? >>, << è stato lui a trovarla, mi ha detto di rimanere con lei in attesa che torni >>, << dove è andato? >>, << a prendere una barella, ha detto che sarebbe imprudente trasportarla fino alla locanda in braccio>>, << io intanto vado ad avvertire gli altri >, << ok digli di aspettarci alla locanda >>.

Tutto andò per il meglio per fortuna, andai a cercare la ciurma che ancora assonnata cercava l’amica, gli avvertii che l’avevamo trovato e che dovevamo tornare alla locanda. Al nostro arrivo, Law e Brook avevano portato la compagna della sua stanza per visitarla. Mentre la ciurma attendeva notizie decisero, di fare colazione, ovviamente tranne Chopper che corse ad aiutare Law.
Poco dopo sia Law e Brook si unirono alla ciurma sedendosi al tavolo. Il capitano << Come sta Robin? >>, Brook << non si è ancora svegliata, ma sta bene >>, << grazie per aver aiutato un mio compagno Law >>, << Anche voi avreste fatto lo stesso >>, << cosa gli è successo? >>, <<, da come l’ho trovata può darsi che è caduta mentre camminava, sbattendo forte la testa abbia perso i sensi, aveva anche la gamba destra ferita >>, << ha ferite gravi? >>, << no, la ferita della gamba no, la botta in testa sembra non essere grave, ma tranquilli per un paio di giorni non la perderemo di vista per sicurezza >>.
Usop << però non capisco cosa ci faceva da sola così lontana dalla locanda? >>, Brook << hai ragione,  poi per essere caduta stava correndo no? >>.
Il capitano << Nami tu sai il motivo? >>, << No, forse voleva solo fare una passeggiata ma si è allontanata un po’ troppo >>. La mia risposta non era una valida spiegazione, così sparai la prima cosa che mi venne in mente, ma non convinsi molto i miei compagni.
Dopo aver fatto colazione raggiunsi Chopper, entrai nella stanza e vidi che l’archeologa si era svegliata e parlava con la renna. << Ciao Robin finalmente ti sei svegliata mi sono preoccupata per te.
Chopper non credi che sia il caso di avvertire gli altri compagni >>, << si, solo che volevo prima approfittarmi della tranquillità per finirla di visitare, ma ora che ci sei tu vado ad avvertili >>. Usci dalla stanza lasciandoci sole, mi avvicinai all’archeologa << ma che ti è saltato in mente? >>
<< Nami io ho visto … >>, << so già tutto non ti devi preoccupare, io ho sbagliato non ti dovevo lasciare da sola >>, << non so cosa mi sia successo nel vedere quella scena, non potevo credere che Sanji fosse una persona così, non volevo che nessuno mi vedesse in quello stato, cosi sono uscita fuori dalla locanda correndo, ma tra una lacrima e l’altra e mille pensieri sono caduta >>, << ti capisco >>.
La nostra conversazione come previsto durò poco, quando la notizia positiva giunse alle orecchie della ciurma tutti corsero nella nostra stanza entrando con gioia per sapere che la compagna si era ripresa. Ero più serena adesso, contenta che per tutto quello che era successo avevo evitato di parlare con Zoro che anche se si era unito alla ciurma per ultimo, mi ignorò per tutto il tempo. Sanji era più silenzioso del solito, non parlò con nessuno, ma credo che aspettava il momento migliore per raggiungere Robin.
Decisi di uscire dalla stanza, sapendo che adesso lei era in buone mani. Volevo restare un po’ da sola per rilassarmi, così andai a fare una lunga passeggiata in mezzo alla distesa dei fiori arancioni.

Camminavo tranquillamente immersa nei miei pensieri su quello che era accaduto quella notte, pensando a come aveva fatto il chirurgo a trovare Robin e soprattutto come aveva fatto a sapere che tutti la stavamo cercando. Venni interrotta da due ragazzi che si avvicinarono a me << ciao ti ricordi di noi? >>, << no mi dispiace chi siete? >>, << ieri sera eravamo anche noi alla festa, sai eri molto brava a ballare >>, << grazie, scusate ma devo andare >>, << no, aspetta volevo chiederti tu sei la navigatrice di cappello di paglia? >>, << si perché? >>,  << vorresti venire con noi a prendere qualcosa da bere? >>, << no grazie >>.
Si comportavano in maniera strana, quasi sospetta, così rispondendogli in maniera seccata, mi allontani continuando per la mia strada.  


Law
 
È possibile che quella donna dovunque vada attiri l’attenzione di qualsiasi ragazzo, sapevo che quegli uomini non smettevano di seguirla, anche se lei aveva rifiutato, per il momento decisi di non intervenire ma non smisi mai di osservarla. Anche quando era da sola osservava qualsiasi negozio, notai come venne attratta da uno strano gioiello esposto in una vetrina, passo molte tempo a osservarlo, finché si ritrovò, i due ragazzi di prima che la infastidirono << Che scocciatura cosa volete? >>, << tu vali tanto, hai una taglia molto alta >>. La vidi prima sorridere, un secondo dopo sbuffando stava per prendere la sua arma del tempo, ma decisi di intervenire anticipando la sua mossa. Mi misi davanti a lei, afferrai quei due ragazzi per il collo e sollevandoli da terra << perché la state seguendo? >>, << che ti interessa lasciaci andare >>, << non avvicinatevi più alla mia donna >>.
Appena li lasciai a terra, li osservai scappare a grande velocità dalla paura, ma mentre li fissavo mi voltai quando senti che la navigatrice batte la sua mano sulla mia spalla. << Io sono di chi sono? >>. Mi chiese con tono seccato, mentre si metteva le mani conserte in attesa di una mia risposta. << È possibile che ti cacci sempre nei guai? >>, << potevo difendermi da sola >>, << ti seguivano e non te ne sei accorta >>, << tu come fai a saperlo? Mi stavi seguendo per caso? >>, << si, ma solo perché mi sono accorto di quei due>>, << come ti ho detto io non sono un oggetto >>, << chi ti ha mai definito tale? >>, << mi stavi controllando allora? >>, << Non è possibile, ma tu pensi questo di me? >>, << No >>. Rispose mettendo il broncio, distogliendo lo sguardo da me, non volendo più continuare quella conversazione gli chiesi << Dove stavi andando? >>, << Lo vedrai >>. Sorrise con uno sguardo furbetto, per poi prendere la mia mano invitandomi a seguirla.

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Capitolo 9
*** SEI IL FIORE ARANCIONE PIÙ BELLO ***


 


Mi teneva per mano, in silenzio la seguivo mentre camminavamo uno affianco all’altra. Portandomi davanti alla distesa dei tulipani arancioni che coprivano la maggior parte dell’isola, Nami mi lasciò la mano iniziando a camminare in mezzo a quei fiori, guardando da una parte all’altra la loro bellezza, mentre io restai a pochi metri da lei a osservarla. Ero felice nel vederla entusiasta e meravigliata di trovarsi in mezzo a un'immensa distesa di fiori che avevano lo stesso colore dei suoi capelli. Poco dopo si sdraio in mezzo ai fiori, assaporando il loro dolce profumo, con un cenno della mano m’invitò a raggiungerla. Mi sedetti affianco a lei, la mia attenzione si focalizzò verso la navigatrice distesa in mezzo a quei fiori.
<< Dove l’hai lasciata la mia felpa? >>, << Lo riportata in camera tua >>, << stamattina te la sei presa senza dirmi niente >>, << sentivo freddo >>, << sei freddolosa? I tuoi amici non ti hanno detto niente per la felpa? >> << No, ma ti volevo chiedere come hai saputo di Robin? >>, << mi hai svegliato tu>>, << ma se quando sono uscita dalla stanza, mi muovevo in silenzio>>, << sentivo le tue urla questa mattina quando la chiamavi >>, << ero molto preoccupata perché non la trovavo. Grazie per quello che hai fatto per lei >>, << lo avrei fatto per chiunque, comunque vedo che ti piacciono molto i fiori >>, << questo posto è meraviglioso, non ho mai visto così tanti fiori in vita mia >>, << tu sei il fiore arancione più bello>>.
La vidi arrossire, distolse lo guardo smettendo di parlare, pensavo che forse avessi detto o fatto qualcosa di sbagliato, non riuscivo a capire che errore avevo commesso perché gli avevo fatto un complemento. Lei dal nulla, ignorando quello gli avevo detto, mi disse questa frase << ci ho pensato molto, io non vorrei che gli altri venissero a sapere di … >>, << mocciosa quanti problemi ti fai? Ne abbiamo già parlato, per quale motivo dovrebbero saperlo? >>. Cercai di mettergliela sul ridere, senza ottenere risultato, perché si faceva tutti questi complessi?  Sapevo che aveva dei segreti e diverse problematiche, ma forse cercava solo una conferma per farla sentire più sicura.  << Hai ragione, era solo per… lasciamo stare, ti devo chiedere un secondo favore >>, << le tue non sono richieste Nami, sono paure >>, << Lo so, però potresti evitarmi di chiamarmi mocciosa >>. Altra domanda cui non sapevo, dare una risposta, che fastidio gli dava se usavo un altro termine oppure un altro, anche se non riuscivo a capirla, questo suo comportamento mi incuriosiva sempre più.  << Va bene, preferisci rossa? >>, << io non ho i capelli rossi >>, << ti chiamo arancione allora >>.

Indosso il mio capello e mi guardo sorridendomi, per poi iniziare a girarmi attorno divertita e impegnata ad attirare la mia attenzione. 
<< Non riesco a capire perché hai sempre il cappello in testa >>, << hai intenzione di continuare a girarmi attorno? >>, << La mattina ti pettini i capelli? Se vuoi riavere il tuo cappello, dovrai riprendertelo >>. Sorrideva di continuo anche quando correndo, si allontanò da me. Davvero voleva giocare a rincorrersi? Mi aveva scambiato per un bambino? Non sapevo se ridere per il suo comportamento o provare a stare al suo gioco, rimandando indeciso mi limitai a guardala, ma la mia indifferenza incominciava a darle fastidio. 
<< Perché rimani li? >>, << cosa dovrei fare? >>, << che noia che sei >>, << non pensavo che fossi così immatura>>, << io sarei immatura? Caro mio ti sei fatto un’idea sbagliata di me. Facciamo così se vorrai baciarmi, dovrai prima prendere il tuo capello >>,  << posso farne anche a meno >>. Gli risposi con tono scherzoso, ma la vidi che iniziò a fissarmi con uno sguardo diverso, da una parte incuriosita e dalla’altra seccata della mia risposta, ero preoccupato di quale sarebbe stata la sua reazione. << Puoi farne anche a meno? Bene, allora il capello diventerà mio e così tutti vedranno i tuoi orribili e spettinati capelli >>. Si mise a correre, voltandosi ogni volta per guardarmi, mi aspettavo che si sarebbe arrabbiata, invece continuava a fare la bambina.
Così decisi di alzarmi, stanco di essere preso in giro, in mezzo secondo la raggiunsi mettendomi davanti a lei, mi sorrise nel vedermi dicendomi << non giochi ad armi pari? >>, << sarebbe facile usare la tua forza >>. Iniziò di nuovo a correre, ma dovunque andava la raggiungevo, sapeva che se volevo avrei potuto prendermi il capello con facilità ma volevo stare al suo gioco, divertendomi a osservarla. Smise di correre, arresa all’idea che non poteva fuggirmi e che ormai la situazione si era capovolta, ero io che la prendevo in giro, con il suo sguardo da furbetta, iniziò a correre di nuovo, ma questa volta andò verso la spiaggia. Lasciandomi sbalordito la vidi tuffarsi dentro l’acqua per poi riemergere << Adesso voglio vedere se riesci ancora a raggiungermi >>,<< rossa, mi stai sfidando? >>, << l’acqua è il tuo punto debole >>, << ma non c’era bisogno di fare un bagno >>. Mi misi davanti a lei a pochi passi dal mare, osservando come i suoi capelli risaltavano in mezzo all’azzurro del cielo e il blu del mare, mi sedetti sulla sabbia dicendogli << non potrai restare tutta la vita lì dentro >>.
Passarono diversi minuti lei cominciava a essere stufa di stare in acqua ma decisa a non volermela dare vinta. Io ero stufo di aspettare, sapevo che lei era troppo testarda, dovevo farmi venire qualche idea in mente per farla uscire fuori dall’acqua oppure rischiavamo di passare tutta la giornata lì per la sua determinazione. Decisi che potevo fare finta di riposarmi, mi sdrai sulla sabbia, chiudendo gli occhi in attesa della sua mossa. La pazienza era il mio forte, dopo un po’ di attesa, sentivo i suoi movimenti e la sua risata, era uscita fuori dall’acqua correndo, di scatto mi alzai, con un salto mi buttai su di lei afferrandola e facendola cadere a terra. Soddisfatto, urlai a pieni polmoni << ti ho preso >>, << va bene, ma non c’era bisogno di scaraventarmi per terra>>, << non c’era bisogno che ti facessi il bagno >>, << guarda che lo sapevo che facevi finta di dormire >>, << perché allora ti sei fatta prendere?>>, << ero stufa di aspettare >>.
Ero sopra di lei, eravamo troppo vicini al punto che alcune parti dei miei vestiti diventarono umidi perché anche quelli suoi erano bagnati d'acqua. Sorridendo mi posò il cappello in testa bagnandomi i capelli, ridendomi ancora di più nel vedere le gocce d’acqua cadere verso di lei dai miei capelli ormai bagnati.
Ero felice di aver “giocato” con lei, non ero il genere di persone che faceva queste cose, ma ero disposto a tutto pur di stare con la navigatrice e vederla sorridere, anche se molte volte si mostrava seria e non sopportava quando i suoi compagni giocavano tra di loro distruggendo la nave, in verità per era giocherellona quanto loro. I nostri corpi erano molti vicini, lei si perse nel mio sguardo ed io nel suo. Calò il silenzio, emergendo un imbarazzo che suscitò una strana sensazione in me, molto più forte rispetto ai giorni precedenti. Quello che riuscì a dire per mettere fine a quel silenzio era stato pronunciare il suo nome << Nami >>.
Lei fece lo stesso usando un tono che era un mix tra dolcezza e sensualità << Law >>. Ormai ero perso per lei, non avrei mai avuto il coraggio di allontanarmi da lei, non avrei mai avuto il coraggio di interrompere quel momento, avevo solo il coraggio di osare per avere le sue morbide labbra. << Tu sei il fiore arancione più bello >>. La vidi arrossire per la seconda volta, mi accarezzò con delicatezza la guancia dicendomi << grazie >>. La baciai.

Nami si donò a me, lasciandomi fare del suo corpo quello che volevo, si limitava a seguire i miei movimenti, permettendomi di toccare la sua morbida pelle. Io il chirurgo della morte, per la prima volta, incontravo una donna come lei, era diversa dalla altre, non ne capivo il motivo ma la desideravo, la sognavo, era diventata parte di miei pensieri. Mi emozionavo quando mi guardava o quando mi parlava, anche se non lo mostravo apertamente, mi piaceva provare quella strana emozione che mi faceva mancare il respiro, mi piaceva studiarla e capirla, osservarla era diventato un'abitudine.
Diventammo un'unica cosa, lei era mia, io ero suo, ero il suo uomo, mi piaceva pensare che fosse così almeno in quel momento, volevo fargli capire che non ero lì solo per averla, ma che desideravo essere sempre presente in ogni suo istante della giornata. Avrei voluto che quel momento non finisse mai, volevo che rimasse tra le mie braccia, desiderato assaporare di nuovo il suo corpo, volevo accarezzare i suoi morbidi capelli, speravo di provare una seconda volta quella splendida emozione, sognavo che diventasse la mia donna. Non mi stavo rendendo conto che lei stava diventato un tassello importante della mia vita.



Durante il pomeriggio anche la ciurma aveva deciso di andare nella distesa dei petali arancioni, Franky e Usop si allentarono dal gruppo decisi di fare una passeggiata, ma nel camminare da lontano videro l’unione della navigatrice con il chirurgo della morte.
I due compagni senza parlare si guardarono in faccia e decisero di ritornare indietro per non farsi vedere, ma durante il tragitto incominciarono a sorgere diversi dubbi << Franky avevo sospettato che ci fosse qualcosa tra loro, ma non pensavo fino a questo punto >>, << forse si stanno innamorando troppo velocemente, ho notato però che Nami è molto felice da quando è con Law >>, << è cambiata vero? >>, << credo che soffra ancora per Zoro >>, << meglio non dire niente di quello che abbiamo visto? >>, << non sono affari nostri, poi non sappiamo come reagirebbe Zoro, ma anche Rufy non so cosa ne penserebbe >>, << hai ragione, però credo che primo o poi la situazione esploderà >>.
Il capitano che quella mattina aveva aiutato Nami, che sembrava molto preoccupata per la sua compagna, una volta che l’aveva ritrovata, lei era scomparsa una seconda volta. Ultimamente si allontanava molto spesso dalla ciurma, passava poco tempo con loro e questo preoccupava molto il capitano ancora ignaro della relazione amorosa tra lei e l’alleato.

Arrivò la sera tutti si riunirono per mangiare, tranne Robin e Nami che mangiarono nella loro stanza insieme a Chopper. Quel pomeriggio il capitano era riuscito a convincere Chopper di andare a vedere la distesa dei fiori arancioni e visto che l’archeologa non poteva camminare e doveva riposare, Rufy se la portò con sé in spalla per tutto il pomeriggio, ma per non esagerare il dottore aveva preferito che almeno la sera si riposasse nella propria stanza.
Nami dopo aver mangiato con l’amica, venne raggiunga dal dottore che sarebbe rimasto tutta la notte con l’archeologa, invitando a Nami di raggiungere la ciurma che attendeva nella sala da pranzo. Nami li raggiunse, ma per tutto il tempo aveva la testa fra le nuvole, non faceva altro che pensare al chirurgo, anche se i compagni gli parlavano, lei non li ascoltava, difatti lo spadaccino subito si preoccupò per il suo strano comportamento.
Mentre la ciurma andò a dormire, Nami pensò di andare a trovare Law. Appena l’amico lo aprì lei velocemente entrò per non farsi vedere << Nami >>, << non stavi dormendo? >>, << No >>, << Domani ripartiremo >>, << sei venuta qui per dirmi questo? >>, << No sciocco, pensavo che mi saresti venuta a cercare >>, << pensavo che tu volessi stare con Robin >>, << era così, ma Chopper dormirà con lei >>, << avete un dottore molto premuroso >>, << Non solo non rimarrà da sola, ma si è addormentata subito perché era molto stanca >>, << anche tu dovresti riposare >>, << mi stai cacciando? >>. << No, sono contento che sei venuta a trovarmi >>.
Il chirurgo velocemente l’abbraccio, per soffocare la solitudine che aveva provato in quelle ore, questo strano sentimento che provava non faceva altro che spingerlo a condividere tutto il suo tempo con lei. Sentirono bussare alla porta, entrambi si staccarono facendosi prendere dalla paura di essere scoperti, ma la porta non era stata chiusa a chiave così fu aperta, ma per fortuna Nami riuscì a nascondersi nel piccolo bagno della camera tirando un sospiro di sollievo.
<< Trafallino >> << Capello di Paglia >>, << sono venuto ad avvertirti che alle nove partiamo >>, << va bene >>, << stai bene? >>, << si >>, << sembri agitato >>, << no, no, ci vediamo domani >>. Il capitano uscì chiudendo la porta, Law raggiunse Nami in bagno per avvertila che il capitano se ne era andato, lei scoppiò a ridere nel vederlo così scomposto e imbarazzato prendendolo in giro, poi il chirurgo stufo gli propose se voleva passare tutta la notte fuori con lui.
Quella richiesta fu accolta con grande entusiasmo e positività della navigatrice. Per non farsi vedere scesero dalla finestra, lui la prese in braccio e con un salto arrivarono a terra, poi velocemente si allontanarono dalla locanda.

 

Intanto i membri della ciurma si domandavano non tanto che fine avesse fatto Law, ma si ponevano domande riguardanti lo strano comportamento di Nami, visto che lei per tutta la giornata non si era fatta vedere. Non era da lei stare così isolata, di solito era la prima a voler stare con i compagni, non si separava mai da loro per tanto tempo.
 I dubbi aumentavano perché ogni volta che mancava lei anche l'alleato, non c'era, non che i membri della ciurma volessero tirare subito conclusioni Affrettante, ma ovviamente iniziavano ad avere qualche sospetto, perché stavano molto spesso assieme. Il vero problema non era tanto questo strano Isolamento della navigatrice, ma era che tutti avevano notato il suo strano comportamento, pensavano che questa sua assenza ne fosse una conseguenza. Gli unici che erano riusciti a darsi una risposta, ma che avevano preferito non dire niente erano Franky e Usop.

Lo spadaccino quella sera era molto pensieroso, mentre guardava alla finestra, si accorse che la sua donna si stava allontanando con il chirurgo. Mentre si faceva prendere dalla rabbia, il suo fedele amico gli posò la mano sulla spalla .
<< Calmati, non perdere il controllo >>, << lo sta facendo apposta, vuole ricambiarmi con la stessa moneta >>, << Non credo che siano queste le sue intenzioni>>, << allora perché di nascosto… >>, << Zoro per me tra di loro c’è qualcosa di più, credo che Law si stia innamorando si lei >>, << la vorrà usare e basta >>, << sta nascendo qualcosa tra di loro, e tu te ne stai qua a guardare? Così la perderai >>. Con quella frase il cuoco si allontanò lasciando l’amico da solo che era preso da una crisi interiore tra nostalgia, rabbia e gelosia.

Intanto la Gatta Ladra e Law passarono tutta la notte ansime, facendo l’amore in spiaggia sotto il cielo stellato, addormentandosi uno affianco all’altro.

Era l’ora di partire, Robin si era ripreso abbastanza in fretta, riusciva a camminare, ma per non faticare si reggeva a Usop che l’aiuto nel raccogliere la sua roba e portarla sulla nave. La ciurma stava caricando e preparando la Sunny per partire domandandosi che fine avevano fatto sia il chirurgo e la navigatrice.
Finalmente li videro arrivare, quando iniziarono le domande, entrambi non sapevano cosa rispondere. La navigatrice tentò d'inventarsi una scusa. << dove sei stata fino adesso? >>, << ma niente ragazzi, sto bene, ero molto stanca quindi ho dormito più del dovuto e Law mi ha aspettato >>. Sembrava convincente come scusa, ma il capitano osservava in silenzio entrambi cercando di capire che cosa era successo, elaborando diverse ipotesi, preferì non pensarci e sorridendo riprese ad aiutare i compagni. << come sta Robin? >> , << hey sto molto meglio grazie, la caviglia mi fa meno male, almeno riesco a camminare >>. 
Sanji intervene << Mia dea mi stavo preoccupando, mie dee siete bellissime, Robin ti donano quelle fasce che ti coprono la testa, anche a te Nami ti dona il corpo ricoperto di sabbia, no, aspetta perché sei sporca di sabbia? >> Rufy << anche Law è sporco di sabbia, siete andati a giocare con la spiaggia e non ci avete detto niente? >>, << Quante domande ve lo detto, allora vogliamo partire? >>, << si>> risposero tutti insieme.
Zoro stranamente si avvicino alla navigatrice che era riuscita a distrarre i compagni << hai dormito, bene allora spiegami perché non hai risposto alla domanda si Sanji >>, << quale? >>, << del perchè siete ricoperti di sabbia? >>. Nami non sapevo cosa rispondere era imbarazzata, cosa poteva dire, che aveva passato un intero pomeriggio a fare l’amore con Law, per poi addormentarsi insieme a lui sulla spiaggia per tutta la notte. Il chirurgo non sopportava l’arroganza di Zoro, << se hai qualche problema che riguarda a me non coinvolgere altre persone? >>, << che cazzo vuoi tu? Io non sto parlando con te >>. Nami sbuffando si mise in mezzo << per favore smettetela, tutti vi stanno osservando dobbiamo partire, poi tu Law non t’intromettere, mentre tu Zoro io non credo che ti debba dare spiegazione, anzi fatti i cavoli tuoi >>. Law ubbidì e salì sulla barca seguendo Nami. 

 

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Capitolo 10
*** L'ULTIMO GIORNO ***


Zoro stava perdendo il controllo, non sopportando più quella situazione sulla nave. Nami e Law vivevano la loro storia d’amore, segreta, come due adolescenti.

Stavano arrivando a Dressrosa e per lo spadaccino era un sollievo finalmente sarebbe sceso da quella nave che stava diventando una gabbia da cui non poteva scappare.
La ciurma come al solito non era preoccupata della minaccia che dovevano affrontare, anzi erano contenti di iniziare una nuova “avventura”. Solo Law non condivideva il loro buon umore.

Il chirurgo della morte aveva solo un intenzione porre fine al suo incubo che lo perseguitava da quando era piccolo. Inoltre doveva vendicare la morte del suo secondo padre, del suo salvatore.
Odiava dannatamente Doflamingo e sapeva che il suo odio lo avrebbe portato alla morte. Era da molti anni che viveva con lo scopo di vendicare una persona a lui cara. Non aveva scelta era arrivato il momento decisivo.

Law osservava come la navigatrice della ciurma controllasse la rotta, ma i suoi pensieri lo perseguitavano. Aveva paura di perderla. Per la prima volta provava paura per una persona che non fosse lui.

Non l’avrebbe più vista?

Stavano arrivando a destinazione e forse quelli erano i suoi ultimi attimi di vita. Provava paura di morire? Adesso che la sua vita sembrava avere un senso non voleva morire. Le ombre del passato che lo tormentano da un’intera vita sembravano non avere più importanza adesso che aveva sperimentato la felicità conoscendo una ragazza straordinaria.
Ma quella felicità era solo qualcosa di momentaneo.

Nami che lo vide perso nei suoi pensieri curiosa lo raggiunse.  Avvicinando il suo visto al compagno gli chiese << Che cosa stai pensando? Non mi piace il tuo sguardo! >>. 

Eccola il raggio di luce che si preoccupa per me. << Niente sto solo pensando a domani >>. << Pure io sono preoccupata non mi piace l’idea di doverci dividerci in due gruppi >>. Law rimase stupito pensando che la sua unica preoccupazione era che la ciurma che si sarebbe divisa in due gruppi. Lui così sorrise e cerco di sdrammatizzare la situazione << ti mancherò? >>.

Nami arrossì alla domanda, non sapeva cosa rispondere. L’idea di separarsi da lui non gli andava tanto a genio, inoltre questo era il terzo combattimento per la ciurma da quando si era riunita non gli andava di combattere separatamente sarebbe stato un rischio per tutti dal suo punto di vista.

<< Non credo. Inoltre appena sconfiggerete, Doflamingo ci raggiungerete non credo che ci vorrà molto >>. Law non voleva più continuare quella discussione non sapendo cosa rispondere si avvicino alla donna e l’abbraccio. << Nami non so se potrò raggiungerti con tanta facilità. Devi giurarmi che qualsiasi cosa succederà, tu devi continuare a vivere >>.

Nami si morse il labbro. Sapeva che il nemico era un assassino spietato potentissimo, ma per tutto quel tempo aveva negato la possibilità di una sconfitta della ciurma, ma senza capire il perché sentiva dentro di sé che qualcosa di negativo sarebbe successo al suo amante.

Lei non rispose a quella frase, non capiva, non sapeva la verità, non sapeva che come lei anche Law aveva alle spalle un terrificante passato. I due amanti si volevano pur non conoscendosi.

<< Perché non mi rispondi? >>, << Tu tornerai vincitore insieme ai tuoi nuovi amici >>. Law si distacco dal suo corpo, non sapeva cosa gli aspettava, ma voleva vivere quel giorno come se fosse il primo di tutta la sua vita e non come l’ultimo giorno della sua vita. Abbassando lo sguardo cercava di cacciare via i suoi ultimi pensieri, poi con sguardo malizioso si guardò in giro assicurandosi che nessuno della ciurma fosse sul ponte. Così la prese per mano raggiungendo la stanza più vicina. Entrano nella cucina e lui chiuse la porta a chiave. Guardò la donna che senza attendere oltre spostò le battellini del suo vestito.

Lasciò cadere il suo vestito a terra, rimanendo in intimo.

Il compagno dall’emozione sentì un brivido percorrergli per tutto il corpo, incredulo osservava il corpo semi nudo come se fosse la prima volta. Restò qualche secondo a godersi quella meravigliosa nudità, per poi avvicinarsi a lei.

Si baciarono e si abbracciarono stringendosi l’un l’altro. Sembrava che il loro unico desiderio era diventare un’unica cosa per rimanere uniti per sempre.
Diventarono un tutt’uno uniti da una forte attrazione impauriti che fosse l’ultima volta.

Passione, desiderio, sofferenza, nostalgia, amore diventarono un’unica cosa, trasformando quel momento in qualcosa di travolgente e di unico. Law visse quel momento come se fosse l’ultimo ogni cosa sembrava avere un sapore diverso, ogni gesto acquistava un valore immenso.

Quel pomeriggio fu l’unico in cui Rufy non riuscì ad entrare in cucina a rubare le scorte di cibo. Chissà perché. 

 

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