La Corte dei Miracoli: New Edit

di robiii
(/viewuser.php?uid=143866)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Shadow ***
Capitolo 2: *** Side Effect ***
Capitolo 3: *** Demons ***



Capitolo 1
*** Shadow ***


Era il suo compleanno. Era il suo compleanno e nessuno le aveva fatto gli auguri né un regalo. Non che la cosa la stupisse, era così da parecchio tempo ormai che quasi non ci faceva più caso. Talmente abituata all'anonimato come era, Chloé pensava che se fosse sparita nemmeno una persona avrebbe notato la differenza - anche a casa. Prima o poi lo avrebbe fatto veramente, magari sarebbe salita su un pullman a caso visto che poco le importava della destinazione. Ovunque ma non lì -non in quella zona a confine con l'inesistenza- e sarebbe risorta dalle sue ceneri come l'araba fenice.



Era appena tornata a casa dopo una giornata devastante per ritrovarsi di nuovo sola. Come sempre i suoi genitori, o meglio quelli affidatari, se ne erano andati senza lasciare uno straccio di biglietto. Si perché quella non era la sua famiglia, era solo la coppia a cui Lui l'aveva affidata. I suoi genitori naturali erano morti che era ancora piccola - per sua fortuna troppo per ricordare i dettagli della loro tragica fine.

Dopo aver buttato la borsa in un angolo si recò al piano superiore per cambiarsi come ogni giorno. La seconda porta a destra: quella era la sua camera, un piccolo ambiente in cui a malapena ci stavano un letto e un armadio. E proprio lì, sul letto, trovò un grazioso pacchettino ben confezionato. Si legò i lunghi capelli ramati prima di leggere il biglietto.



"Buon compleanno. E "



Aprì il pacchetto e quello che vi trovò all'interno la stupì parecchio. Un fiore di orchidea in una sfera di vetro, un biglietto di sola andata per New Orleans e una cartolina.

Aveva aspettato così tanto ed ora - ora che lei aveva smesso di sperare - Lui si faceva di nuovo vivo. No, non lo avrebbe raggiunto. No, era in ritardo di dieci anni...no era fuori discussione.

Sistemò per bene il pacchetto e cercò qualcosa di comodo mettersi: una maglietta, una felpa e un paio di pantaloni elasticizzati.

Finito di cambiarsi si girò di scatto e uscì dalla stanza, come qualcosa in quel buco la infastidisse, recuperò la borsa e da ripostiglio prese una vecchia sacca da ginnastica tutta impolverata; lì le sue cose ci sarebbero state benissimo, non occupavano molto spazio. Tornò di corsa in camera e svuotò l'armadio, infine prese il pacchetto e lo infilò nella sua borsa.

Sarebbe partita per New Orleans, ma non lo avrebbe cercato...nemmeno per sogno.














Angolo della scrittrice
Ciao a tutti!
Mi dispiaceva lasciare questa storia lì senza un seguito al secondo capito, é stato un anno complicato per me e non ho scritto per diverso tempo. Non qui, ma siccome il mondo è fatto di seconde possibilità ho deciso di darne una anche a La corte dei miracoli. Le ho cambiato fandom considerando che era ispirata a TO e nel frattempo il telefilm è progredito. Perciò per chi è fan della serie - o chi mi leggeva - e volesse provare a dare una sbirciatina a ciò che ho scritto e lasciare un commento ne sarei felicissima. 
Buona lettura
XOXO 
Ro

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Side Effect ***


Dal suo arrivo a New Orleans erano trascorse due settimane durante le quali Chloé aveva visitato la città. Chiunque poteva tranquillamente scambiarla per una dei tanti turisti che affollavano le strade dei quartieri bene, come le chiamavano lì. Si perché c'erano certi aspetti della vera New Orleans che ai turisti non era dato vedere. Era il lato più cupo e spaventoso che si manifestava dopo il tramonto...quando il sole era calato e ogni creatura si risvegliava.

Quella sera, come tutte le altre sere verso le cinque di pomeriggio, era andata a correre. Seguiva sempre il solito percorso che prevedeva strade non molto affollate per poi tagliare attraversando il parco durante il ritorno in hotel. E proprio lì, nel piccolo parco, ai piedi di un possente albero frondoso vide qualcosa di incredibile. Due uomini, un biondino e un moro, stavano discutendo animatamente quando, improvvisamente, il moro di scatto gli piantò qualcosa -da lì non riusciva a definire esattamente cosa- nel petto per sparire nel nulla subito dopo. Senza neanche pensarci corse da quel uomo, che agonizzante era caduto a terra, per cercare di aiutarlo. Solo quando fu al suo fianco si accorse che si trattava di un paletto di legno, a prima vista un paletto di quercia bianca. Con un ginocchio bloccò la spalla del malcapitato ed afferrò il paletto con entrambe le mani.
-Chi sei? Che vuoi fare?- chiese quasi ringhiando il biondino.
-Ti voglio solo aiutare quindi stai zitto e lasciami fare- disse fissandolo negli occhi. Erano di un blu quasi innaturale, un blu che attirava l'attenzione. Subito distolse lo sguardo.
Quello però non voleva stare fermo, si dimenava tanto da renderle difficile persino tenere in mano la causa di tutte le sue sofferenze.
-Rossa non hai idea di chi ti stai mettendo contro!- a quella frase seguì un ringhio cupo, profondo che avrebbe spaventato chiunque...anche un essere non umano.
Altamente infastidita Chloé levò di scatto le mani dal legno e tornò a fissarlo. -Pensi di farmi paura? Beh ti sbagli, non sei il primo ibrido con cui ho a che fare. Puzzate tutti di sangue e pelo di cane bagnato-
Quella presa di posizione da parte della ragazza lo aveva colpito parecchio così si calmò e come segno di buona volontà cercò di rimanere il più fermo possibile mentre lei, dopo aver afferrato con una mano il paletto, lo liberava dall'atroce tortura che l'altro ibrido gli aveva inferto. Si sarebbe vendicato, lo avrebbe fatto eccome: Timothy Marx aveva appena firmato la sua condanna.
-Certo che sei stato fortunato, pochi centimetri a sinistra e adesso saresti morto-
Le parole della ragazza lo avevano distratto dai suoi piani di vendetta. -Io non posso essere ucciso-
Si era sbrigato a chiudere quel discorso, non sapeva nemmeno chi era lei e il semplice fatto di averlo aiutato di certo non la qualificava a sapere che quella che teneva in mano era l'unica arma in grado di uccidere lui...Nikyros, l'ibrido originale.
-Non ti preoccupare non c'è bisogno di ringraziarmi- borbottò Chloé alzandosi per poi pulirsi le ginocchia.
-Non mi hai ancora detto il tuo nome- la fissò seria, lui non rientrava certamente in quella tipologia di persone abituate a chiedere cortesemente.
-Chloé - la sua risposta fu secca, senza fronzoli proprio come lei.
Nikyros la squadrò dalla testa ai piedi. Aveva dei capelli rossi ordinatamente raccolti in una coda alta e portava una tenuta da corsa scura...non era sicuramente una turista – sapeva troppe cose sugli ibridi, paletti e vampiri per esserlo - anche se non l'aveva vista prima in città.
-Beh grazie Chloé -
Lei non rispose, si limitò semplicemente a fissarlo con i suoi grandi occhi marroni. Aveva un gran brutto presentimento, sapeva che stava per succedere qualcosa che non le avrebbe fatto affatto piacere ed era sicuramente troppo tardi per impedirlo.
Percepì appena il fruscio alle sue spalle e un brivido la scosse, istintivamente scattò girandosi brandendo il paletto come un pugnale senza spingere però il colpo fino infondo. Si fermò sulla sua giugulare cercando di nascondere il misto di rabbia e stupore. Era partita per New Orleans convinta di poterlo evitare – e per due settimane aveva funzionato – ma ora, per via del suo altruismo, il piano era sfumato. Ora non poteva scappare né poteva ignorarlo, gli puntava un paletto alla gola.


















Angolo dell'autrice
Salve a tutti!
Vi ripropongo il secondo capitolo de La corte dei miracoli. Se qualcuno vuole commentare si faccia avanti, sono aperta alle critiche.
XOXO
Ro

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Demons ***


 

Gli stava puntando un paletto alla gola e non aveva nessuna intenzione di spostarlo da quel punto. Lo aveva aspettato per così tanto tempo e lui non era mai tornato a prenderla, non aveva mantenuto la sua promessa. Lui, che non ne aveva mai infranta una, si era dimenticato di quella più importante, si era dimenticato di lei.
A quel pensiero si ritrovò a stringere con più forza quel pezzetto di quercia bianca; non sapeva che quella che aveva tra le mani era l'unica arma in grado di uccidere un originale.

- Quello è meglio se lo dai a me - disse lui con il suo solito tono pacato e gentile; questo Chloé se lo ricordava benissimo.

Ma Chloè non ritirò il paletto, anzi strinse maggiormente la presa. Come osava dirle quello che doveva fare dopo tutto quel tempo?
Non lo sopportava era così in collera con lui che stava considerando seriamente l'idea di pugnalarlo. Non lo avrebbe ucciso, ma sicuramente gli avrebbe dato fastidio. Parecchio fastidio.

- Chloé da brava - incalzò lui con il suo tono di miele.

- Vedo che il mio nome te lo ricordi Elikonis - Sentenziò a denti stretti e con rabbia gettando quel legno insulso - almeno per lei - ai suoi piedi.

Indietreggiò di qualche passo giusto per aumentare la distanza tra di loro, come se quello bastasse per negare la sua presenza. Proprio come Elikonis aveva fatto con lei in tutti quegli anni.

- Comunque se i signori mi vogliono scusare io tornerei al mio albergo. Con permesso - sussurrò osservando entrambi.

Diede le spalle ai due uomini e riprese a correre, correre il più veloce possibile verso Le Méridien. Un albergo tutto lusso che non avrebbe potuto permettersi ancora per molto; ma non avrebbe chiesto aiuto ad Elikonis. No, proprio no.

- Chloé - udí pronunciare il suo nome come fosse un sussurro portato dal vento, ma non si fermò.

Nemmeno lui si era fermato la sera in cui l'aveva lasciata in quella casa. A nulla erano valse le sue lacrime e le sue suppliche.
Aumentò l'andatura e non poté osservare la scena che stava avvenendo alle sue spalle. Elikonis si era mosso, non per raccogliere quella preziosa arma che - nelle mani della persona sbagliata - avrebbe firmato la sua condanna, ma per raggiungerla. L'aveva invitata a New Orleans e doveva parlarle. Lui doveva.

- Lasciala andare fratello, sono sicuro che la incontreremo ancora -

Con una mano sul suo braccio Nikyros lo aveva trattenuto. Era la seconda volta che le impediva di andare da lei. Di tornare da Chloé, la sua Chloé.

























Angolo dell'autrice

Eccomi qua con un nuovo capitolo di questa storia. Pensavo di inserirlo prima, ma per varie questioni mi è stato impossibile. Comunque per non dilungarmi troppo passo subito alle dediche ed i ringraziamenti.
Questo terzo capitolo è per tutti coloro che seguono, recensiscono e leggono La corte dei miracoli. Spero mi scusiate se troverete degli errori nel leggerla. Non ho chiesto a nessuno di betarla...quindi ogni singolo errore è colpa mia 😅
A chiunque se la senta od abbia voglia chiedo di lasciare un piccolo commento, così saprò cosa pensate di questa mia storia ingenua.
XOXO
Ro

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3382608