Sedici candele

di MaryFangirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


Titolo originale: Sixteen candles
Nota dell'autrice: Il titolo è della canzone dei The Crests, ma non c'entra con la storia, (evidentemente piaceva all'autrice xD Nota della Traduttrice).

 
Kaori si stava trascinando lungo la strada verso la stazione di Shinjuku. Era una mattinata davvero calda di luglio e il sole cascava senza pietà sulla folla che camminava per la città.
"Perché devo sempre essere io a venire a controllare i messaggi? Per una volta mi piacerebbe vederlo alzarsi presto e camminare fin qui solo per scoprire che sulla lavagna non c'è nulla. È frustrante!"
Borbottava, ma sapeva perché lo faceva lei e non lui: perché era il suo lavoro, e il suo senso di responsabilità non le avrebbe concesso di non andare, era una donna che lavorava sodo.
Arrivò alla stazione. Erano le 10.07 del mattino. Ma centinaia di persone stavano ancora correndo da un treno all'altro, o entravano o uscivano dalla stazione. Forse avrebbe fatto meglio ad aspettare di recarsi lì quando ci fossero stati meno passeggeri, ma quando poteva capitare una cosa del genere in una città come Tokyo? La metropolitana era sempre piena. Comunque, ci si era abituata col tempo.
Improvvisamente, quando stava per scendere le scale, qualcuno la urtò.
"Ehi!"
"Oh, scusi signora"
"Cosa?!"
Kaori si voltò e vide una giovane ragazza che la guardava. La ragazza si era alzata ed era pronta a proseguire per la propria strada, ma Kaori la fermò.
"Ehi, tu, aspetta. Che dovrebbe significare?"
"Cosa?"
"Pensi che sia questo il modo di parlarmi? Cosa intendi con 'signora'?"
La ragazza la guardò disorientata. Quella donna era davvero strana, di che stava parlando?
"Mi sono già scusata e mi sono comportata gentilmente, che altro vuole?"
"Come osi chiamarmi 'signora'? Quanti anni pensi che io abbia?"
"Eh?"
Un'enorme libellula passò sopra la testa della ragazza.
"Beh, mi scusi..." disse, e se ne andò.
Kaori iniziò a camminare ma notò che il laccetto di una scarpa si era allentato.
"Dannazione! Deve essersi rotto quando sono caduta!"
Si diresse ai servizi dove tentò di aggiustarlo. Finalmente, riuscì a ripararlo temporaneamente ma non sarebbe durato a lungo. Quella ragazza era stata una furia. Era colpa sua. Non si poteva correre a quel modo quando c'erano così tante persone. Kaori prese la sua borsa e cercò un fazzolettino di carta. Era molto strano, non riusciva a trovare il portafogli. Ma era sicura di averlo preso prima di uscire di casa, lo faceva di riflesso, controllava sempre il portafogli e le chiavi prima di uscire. Beh, dove poteva essere...oh, no, non poteva essere, quella ragazza? Doveva essere stata lei, quando si erano scontrate.
Uscì dalla toilette e lentamente camminò verso la lavagna sperando che la scarpa non si rompesse di nuovo così presto facendola cadere in mezzo alla folla. Per fortuna, sembrava stabile. Quindi, si avvicinò alla lavagna. Si avvicinò sempre di più. C'erano delle persone accalcate. Forse c'era un nuovo cliente. Vide qualcuno scrivere sopra la lavagna. Una persona bassa, perlomeno più bassa di lei (beh, in Giappone non era difficile trovare qualcuno che fosse più basso di Kaori). Oh, no, era una donna? Kaori non riuscì comunque a vedere il suo viso. Poi l'uomo che stava in mezzo a loro se ne andò. Kaori la riconobbe shockata.
"Tu!"
L'altra guardò nella sua direzione.
"Signora!"
Un'altra libellula.
"Ti ho detto di non chiamarmi così!"
"Come vuoi che ti chiami, nonnina?"
"Sta' zitta, mocciosetta!"
"Cosa? Come mi hai appena chiamato? Non sono una mocciosetta!"
"Sei una mocciosetta e anche una ladra"
"Cosa?!!"
Poi Kaori voltò il capo e vide quello che la ragazza aveva appena scritto. Era una frase non conclusa.
"'XYZ Ti prego ho bisogno del tuo aiuto. Posso pagare.' Ah? Stai cercando City Hunter?"
"Sì! Come lo sai?"
"Come fai tu a conoscere il codice. I bambini non dovrebbero sapere questo genere di cose"
"Non sono una bambina! E tu cosa sai di City Hunter?"
Kaori meditò per un secondo se dovesse svelarglielo o no. Era una possibile cliente, ma era una ragazza. D'altra parte, era decisamente troppo giovane per Ryo, quanti anni poteva avere, 14, 15 forse? Sembrava troppo giovane per rivelarsi un vero caso, ma almeno era una cliente.
"Io sono City Hunter"
La ragazza rimase sbalordita. Alla fine recuperò fiat.
"Sta scherzando"
"Sono seria, sono City Hunter!" dovette esclamarlo a mo' di sussurro. Non poteva fare in modo che il mondo sapesse chi era City Hunter.
"Lei? Ma sapevo che era un uomo"
"E' il mio partner. Entrambi siamo City Hunter" dichiarò orgogliosamente, le guance arrossirono leggermente al pensiero, ricordandosi di quando Ryo finalmente lo aveva ammesso.
La ragazza sembrava aver capito, ma risultò leggermente delusa. - Ehi! - pensò Kaori tra sé.
"Oh, capisco"
Kaori sospirò.
"Ok, vieni a casa mia. Puoi dirci di che cosa si tratta" Kaori guidò la ragazza fino all'uscita della stazione. Sembrava stanca.
"Comunque, io mi chiamo Kaori"
"Ah, piacere, io mi chiamo Nozomi, Nozomi Fuji".
 
 
 
"Ryo, sono tornata!" esclamò Kaori dalla porta d'ingresso, ma non ci fu risposta. "Scommetto che quel lavativo non si è ancora svegliato"
Fece entrare Nozomi in salotto e le chiese di rimanere lì mentre andava a cercare Ryo.
"Per favore, accomodati, torno tra un minuto"
La giovane obbedì. - Che strane persone. Che razza di uomo sta ancora a letto a quest'ora del giorno? Probabilmente si è ubriacato e ora ha i postumi della sbornia. Non so se ho commesso un errore a venire. Mi domando se possa fidarmi di lui -.
Kaori aveva lasciato il salotto e si era diretta verso le scale e la stanza di Ryo. Stava imprecando contro di lui per essere sempre così pigro quando udì un suono provenire dal bagno. Non ebbe tempo di fare un passo in avanti quando la tendina del bagno si aprì, rivelando una scena travolgente. Ryo era lì, bagnato, e nudo, dalla testa ai piedi, proprio come sua madre l'aveva partorito in quell'insano mondo. I suoi occhi risultarono innocenti e sorpresi, per un momento del tutto inconsapevole di cosa stesse accadendo nel resto della casa. Non avvertiva senso di pericolo, quindi si era concesso un po' di relax nella doccia.
Kaori deglutì, fece un respiro, e gridò arrossendo come un pomodoro.
"Copriti, pervertito!"
La sua voce riuscì a sentirsi fino in salotto, dove Nozomi balzò sul divano, pensando seriamente di lasciare immediatamente quella casa.
"Ryo, vestiti e vieni in salotto. Abbiamo un'ospite" parlò dall'altra parte della tendina, ancora rossa.
"Cosa? Un'ospite? Chi è? Miki-chan? O Kazue-chan? Saeko? Reika-chan? Kasumi-chan, Kimiko-chan, Lisa-chan, Yukari-chan...?"
"Smettila! Non è nessuna di loro! È la nostra nuova cliente!"
"Cosa?! Cliente?! Una ragazza?!!"
"Sì"
"Wahoo! Arrivo, tesoro!!"
Ryo corse dritto fino al salotto nel suo migliore stile mokkori, aprì la porta e saltò sul divano, solo realizzando a mezz'aria che la ragazza era seduta lì. Troppo tardi, le sarebbe caduto addosso, il che era stato il suo primo proposito, ma non più. Il disastro era in arrivo, sempre più vicino. Finalmente Ryo atterrò, con il piede della ragazza dritto in faccia.
"Chi sei?" chiese lei attonita guardando sia Ryo che Kaori.
"Chi sei tu? Non è un bel modo di trattare qualcuno in casa sua!"
"Wah! In casa sua?! Allora tu sei...?"
"Sì, lui è Ryo Saeba e noi siamo City Hunter. Come possiamo aiutarti?"
"Eh? Aspetta un minuto. Chi ha detto che accetto il caso?"
"Almeno lasciale spiegare di che cosa si tratta"
"Mmh..."
"Grazie. Vi prego, ho bisogno del vostro aiuto. Credo che qualcuno mi stia seguendo. Ho sempre la percezione di essere osservata quando cammino per la strada, anche quando sto a casa, ho la forte sensazione che qualcuno stia osservando ogni mia mossa fuori dalla mia finestra. Alcune notti ho così paura che non riesco a dormire e faccio degli incubi in cui vengo uccisa. Ho tanta paura" quando smise di parlare stava tremando.
"Oh, no, poverina"
"E da quanto tempo sta succedendo?"
"Eh? Beh...due, due settimane, più o meno"
"Due settimane...e non hanno fatto niente di più che seguirti? Non si sono avvicinati? Perché non sei andata dalla polizia?"
"So molto bene che senza prove la polizia non mi ascolterebbe"
"Beh, triste ma vero" Kaori iniziava a comprendere la ragazza.
"Ryo, posso pagarti, ho abbastanza soldi"
"Sei troppo impudente, e troppo giovane per avere quello che voglio come compenso. Non posso aspettare dieci anni perché mi paghi"
"Ryo!"
"Ah, sì, ho sentito questa storia. Ma non sono così giovane, e posso pagarti"
"Nozomi-chan!"
"Non chiamarmi così, non sono più una bambina! Ho 16 anni!! E posso pagarti col denaro, naturalmente!"
"Ah? 16? Pensavo fossi più giovane"
"Lo so...nonnina"
"Cosa?!!"
"E' uno scherzo, è uno scherzo, Kaori-san"
"Non giocare col fuoco"
"16 anni non sono sufficienti. Kaori, accetta l'incarico tu se vuoi, non sono interessato" disse Ryo uscendo dalla stanza.
"Beh, Nozomi, penso che sia meglio se rimani qui per qualche giorno. Chiama a casa e chiedi se puoi"
"Ok, ma non mi serve alcun permesso"
"Dormirai in camera mia. Te la mostro e poi possiamo pranzare".
Quel pomeriggio Kaori decise di uscire con Nozomi, così da poter controllare i suoi perseguitori. Ryo non fece alcun commento. Disse solo di non rientrare troppo tardi per preparare la cena.
"Prenderò qualcosa per preparare una bella cena alla nostra cliente" disse Kaori, tentando di risultare indifferente. Ryo non sembrò minimamente preoccupato.
Le due uscirono per una passeggiata. Visitarono un paio di negozi. Nozomi davvero non era una bambina, Kaori se ne rese conto. Al contrario, aveva un punto di vista adulto riguardo a molte cose. Nel profondo, era una persona solitaria. Kaori pensò che magari aveva dovuto attraversare diverse sofferenze durante la sua breve vita. Non parlarono molto. Kaori era sempre all'erta e pronta a proteggere la cliente se avessero subito un qualsiasi tipo di attacco. Ma non aveva notato alcunché di strano. Era tutto in ordine, solo un normale pomeriggio in quella grande città.
Giunsero di fronte a un supermercato e Kaori disse qualcosa a proposito di comprare gli ingredienti per il piatto preferito di Nozomi. La ragazza la guardò con occhi colpevoli e, dopo una piccola esitazione, prese qualcosa dalla tasca posteriore.
"Ah...Kaori..."
"Sì?" rispose, anche se riuscì a immaginare di cosa si trattasse.
"Scusa. Non volevo rubartelo. Te l'avrei restituito"
Kaori osservò il portafogli nelle mani della ragazza.
"Grazie. Sapevo di potermi fidare di te"
"Kaori..." gli occhi di Nozomi iniziarono a inumidirsi. Guardò altrove, non volendo che Kaori fosse testimone della sua emozione. Le aveva rubato il portafogli e ora Kaori la ringraziava. Le persone normali l'avrebbero immediatamente portata alla polizia.
"Penso che prenderò del sushi, poi del pesce e delle verdure per preparare il tempura. Che ne pensi?"
"Mh..." Nozomi annuì mentre le spuntava un sorriso.
Quando tornarono a casa, trovarono Ryo al telefono.
"Ah? Davvero? Non vedo l'ora..."
La sua faccia era quella di un maniaco che faceva stupidamente i versi a una ragazza (era certo che fosse una ragazza) dall'altra parte della cornetta.
"Ryo!!"
Lui le guardò sorpreso e immediatamente salutò, mettendo giù.
"Spero che non stessi chiamando uno dei tuoi numeri osé. Sono troppo costosi e grazie alla nostra enorme quantità di lavoro" fece una pausa "non possiamo pagarli!!"
"Ti sbagli, ti sbagli, Kaori-chan. Era solo una mia amica" poi, la sua faccia diventò seria, "Non mi serve fare quel tipo di chiamate, posso avere tutte le belle donne della città pronte a dire cose meravigliose al loro piccolo Ryo ogni volta che voglio"
"Certo. Controllerò meglio la nostra prossima bolletta del telefono. Ora, prenditi cura di Nozomi mentre preparo la cena"
"Non sono una bambina" protestò lei, ma Kaori era già diretta verso la cucina.
"Non mi ascolta".
Ryo e Nozomi si sedettero sul divano. Lei fu la prima a parlare.
"Allora, Ryo. Convivete, no?"
Se Ryo in quel momento avesse bevuto qualcosa, avrebbe sputato tutto.
"Siamo partner di lavoro, ecco perché vive in casa mia"
"Oh, quindi si è trasferita qui. Quindi, convivete"
"Sembra che tu stia parlando di qualcosa che non esiste"
"Ma io penso che voi due proviate qualcosa l'uno per l'altra. Siete una strana coppia, lo sai"
"E tu non dovresti ficcare il naso nelle relazioni degli adulti"
"Allora, ammetti che avete una relazione"
"Non è quello che ho detto"
"Ma non puoi nasconderlo. Il modo in cui vi guardate. Il modo in cui tu fingi di essere irritato...ah, è tutto così romantico"
"Smettila di dire cose senza senso. Hai davvero una grande immaginazione"
"Selvaggia, anche"
"Mocciosa"
"Non sei tanto giovane, Ryo. Dovresti pensare al tuo futuro e all'ipotesi di trascorrerlo con lei al tuo fianco"
"Com'è che ci conosci così bene, tutto d'un tratto?"
"Ho passato tutto il pomeriggio a parlare con lei"
"Eh? Che cosa ti ha detto?" Ryo non sapeva perché ma iniziava a sentirsi a disagio.
"Di te e lei? Niente. Ma sono una persona molto empatica"
Ryo seppe in quell'istante che i suoi nervi non si sarebbero calmati finché quella ragazze non fosse uscita dalla loro casa.
 
 
 
 
"Kaori, non devi prestarmi il tuo letto, posso dormire sull'altro materasso"
"Non se ne parla, sei nostra ospite"
Alla fine, Nozomi prese il letto di Kaori, e Kaori sistemò un altro materasso per sé. Kaori le prestò una della proprie magliette e lei se ne mise un'altra bianca, leggera, con spalline sottili. I giorni erano caldi, ma anche le notti. Lasciarono aperta la finestra per far entrare un po' di brezza.
"Ehi, Kaori"
"Sì?"
"Posso farti una domanda?"
"Spara"
"Che...che tipo di relazione c'è tra te e Ryo?"
"Cosa?!" le guance di Kaori diventarono rosse. "Re-relazione? Siamo partner, partner di lavoro"
"Capisco. Da quanto lavorate insieme?"
"Sette anni e quattro mesi" disse Kaori con occhi sognanti.
Nozomi la fissò, e per un minuto rimasero in silenzio.
"Quanto devi amarlo..."
"Cosa?!!" Kaori uscì dalla propria fantasticheria, e con guance ancora più rosse tentò di negarla. Ma alla fine non riuscì a convincere Nozomi, continuava a ripetere ce tra loro c'era qualcosa di più rispetto a quello che volevano mostrare.
Ryo era uscito dopo cena. Ciò, ovviamente, aveva provocato un'altra discussione. Aveva detto, guardando deliberatamente Nozomi, che aveva un appuntamento.
Non molto dopo che le ragazze si furono addormentate, rientrò in casa. Mezz'ora più tardi, dormiva anche lui.
Era una notte tranquilla. Il silenzio riempiva tutta la casa. Quindi, quando udì un soffice suono alla porta, Ryo si svegliò all'istante e si voltò verso chiunque fosse giunto in camera sua.
Si sedette in shock.
Kaori era lì. Era sensualmente appoggiata allo stipite della porta.
"Kaori...?" gli uscì soltanto.
Lei iniziò a camminare verso di lui fino a raggiungere il letto. Si sedette, e Ryo si spostò più in su.
"Kaori..." ripeté. I suoi occhi erano calmi e teneri.
Ryo non poté trattenersi dal guardare le sue gambe nude. Il cuore gli aumentò di velocità. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. La sua innocenza era più esasperante di dieci ballerine-conigliette di PlayBoy tutte insieme. Lentamente, lei sollevò una mano sul suo petto liscio. Con un unico movimento malizioso, guidò la mano fino al suo collo e al viso. Lui notò che lei iniziava a respirare pesantemente. Era allarmante perché il proprio respiro si stava unendo al suo. La luce della luna quasi piena giocava con la sua pelle levigata. La sua gola si rifiutava di emettere suono. Lei disegnò la linea della sua mascella con le dita amorevoli, dalle orecchie alle labbra.
Ryo le prese la mano. Con riluttanza la allontanò da sé e posò un dolce bacio sul suo palmo.
"Cos'è successo?"
Kaori lo guardò come se non capisse.
"Ryo..."
Chiuse gli occhi e si portò l'altra mano alla testa. Ryo appoggiò la mano libera sulla sua spalla.
"Kaori, stai bene? Kaori."
Lei non rispose. Cominciò ad emettere delle piccole urla.
"La mia testa"
"Che succede? Kaori!"
Ryo la strinse. Era preoccupato. Kaori gemette ancora un po', poi svenì. Ryo la guardò per qualche minuto per verificare che stesse bene. Sembrava che si fosse addormentata. Lui rimase lì, con Kaori fra le braccia. Più tardi, si alzò, e la portò nella sua stanza.
Non fece rumore, non voleva svegliare Nozomi. Appoggiò Kaori sul materasso e le depositò un bacio delicato sulla fronte prima di andarsene. Chiuse la porta silenziosamente, ma la riaprì. Se qualcosa di strano fosse capitato, voleva sentirlo. Pensò un istante se fosse meglio lasciarla o rimanere lì. No, aveva solo camminato da sonnambula, ecco tutto.
La mattina successiva, quando Ryo si svegliò, si sentì sollevato dai rumori provenienti dalla cucina, anche se non si rilassò completamente. Un'ora più tardi sentì Kaori alla sua porta. Di solito fingeva di dormire e assaporava deliziato la sensazione di lei che lo osservava. Non quel giorno. Ebbe un deja-vu quando si voltò a guardarla. Come la notte precedente, lei si fermò alla porta, poi lentamente, si avvicinò al letto. Ryo le consentì un po' di spazio quando si sedette. Non aveva notato che aveva iniziato a parlargli.
"Ryo, sei sveglio? Stai bene?" si avvicinò a lui, e con espressione preoccupata posò una mano sulla sua fronte. Il contatto provocò a Ryo un brivido lungo tutto il corpo. Perché era così sensibile a lei adesso? La sua naturale reazione fu di scostarsi dalla sua mano. Kaori lo notò, ma fraintese. Ritrattò la mano, guardando verso il pavimento e alzandosi. Ryo fu più veloce e le afferrò il polso.
"Scusa"
Cosa? Ryo che si scusava? Kaori si sentì imbarazzata, non era da lui.
"Kaori, stai bene?"
Ah?! Era preoccupato per lei! Era lui quello che non stava bene!
"Sì...ehm...la colazione è pronta"
Stava per chiedergli se si sentisse bene, ma la situazione era già abbastanza strana. Ryo non disse altro.
 
 
 
 
Era quasi ora di pranzo. Mangiarono in silenzio. Né Ryo né Nozomi erano dell'umore per sostenere una reale conversazione, quindi anche Kaori rimase zitta. Quando finirono, Ryo chiese a Kaori un caffè e andò in salotto.
"Perché ti tratta come se fosse tuo marito? Non ti dà fastidio?" le chiese la ragazza, curiosa.
"Beh...non è così"
"Ma tu cucini e pulisci per lui, vero? Come ti ricambia?"
"Non faccio le cose per ottenere qualcosa in cambio. Non puoi comportarti così se vuoi essere felice nella vita"
"Le persone si aspettano sempre qualcosa in cambio"
"Crescerai come una brontolona se la pensi così. C'è ancora gente di buon cuore, che aiuta gli altri per il semplice piacere di renderli felici, che rischia perfino la vita per il bene di qualcun altro"
Nozomi non riuscì a trovare una risposta a quello. Quei due erano più interessanti a ogni minuto che passava.
Presto raggiunsero Ryo in salotto. Bevve il suo caffè con aria assente. Poi guardò la giovane ospite e disse, "Beh, se starai qui per qualche giorno, immagino che vorrai andare a casa a prendere un po' delle tue cose. Vestiti e spazzolino almeno"
"Stavo per proportelo anch'io. Saresti più comoda" concordò Kaori.
"Ah...sì, avete ragione. Questo pomeriggio andrò a casa a prendere qualcosa"
"Molto bene. Verrò con te ad aiutarti. Mi piacerebbe parlare con i tuoi genitori e assicurarli che sei a posto con noi"
Ryo guardò Nozomi per vedere la sua reazione.
"I miei genitori, no. Non penso sia una buona idea. Loro...mia madre, se parla di questa faccenda si preoccuperà ulteriormente ed è malata di cuore. Non può agitarsi"
"Ma se io le parlo si sentirà più sollevata"
"No, per favore, cerca di capirmi"
"Posso parlare con tuo padre allora"
"No, mia madre lo sospetterà, è molto sveglia. È meglio se vado da sola"
Ryo rimase in silenzio, osservandola e basta. Kaori non avrebbe permesso che Nozomi continuasse a mentire. Ryo si sentì orgoglioso di lei per quello.
"Qual è il problema, Nozomi? Perché non vuoi che incontriamo i tuoi genitori, sul serio?"
La ragazza rimase seduta sull'ampio divano accanto a Kaori. Non disse nulla, fissava il pavimento con persistenza. Era evidente che avesse seri problemi a parlarne.
"Non ho i genitori. Non esistono più...sono diventata orfana quattro anni fa. Da allora, vivo con una zia di mio padre. È una donna anziana, mezza sorda e malata. Ci sono due donne che ci aiutano in casa, ma tutto qui. Nessun altro si prende cura di me. Nessuno...sono sola" fece una pausa, asciugandosi una lacrima prima di proseguire. "Non le ho detto del mio stalker, le ho detto che sarei andata a casa di un'amica per qualche giorno. Dubito che gliene importi. Ecco perché non voglio che diciate nulla"
"Ma...lei deve sapere, quello che provi..."
"Non serve, Kaori"
"Ok" sospirò. "Rispetterò la tua volontà, faremo così. Ti accompagnerò vicino a casa tua, prenderai i tuoi bagagli e ci rivedremo dopo un'ora, d'accordo?"
"Non mi serve che mi stai a guardare come se fossi una bambina. Posso andare da sola"
"No. E se il malintenzionato cerca di attaccarti mentre sei da sola? Adesso tocca a me tenerti al sicuro, e non perché ti considero una bambina, ma perché sei una mia cliente"
Così, fecero come Kaori aveva detto. Con la macchina giunsero vicino alla casa di Nozomi. Era un appartamento in una via chiassosa della città. Ma l'edificio sembrava dispendioso. Ora che ci pensava, le buone maniere di Nozomi indicavano che proveniva da una famiglia benestante. Probabilmente aveva sempre studiato in buone scuole e aveva ricevuto una buona educazione, che non poteva essere nascosta dalle sue improvvise insolenze, a prescindere da quanto ci tentasse.
Kaori la lasciò a un paio di isolati di distanza. Concordarono di rincontrarsi lì un'ora più tardi. Poi Kaori si avviò alla spiaggia lì vicino. Il loro appartamento era troppo lontano per tornare indietro e poi dirigersi di nuovo lì. Avrebbe speso tutto il tempo in macchina. No, decise di andare a fare una passeggiata.
La sabbia era ancora calda per via del sole. Si tolse le scarpe e iniziò a camminare lungo la parte di spiaggia meno affollata, godendosi l'acqua che giocava con le sue dita sulla riva. La spiaggia le portava un sacco di ricordi. Dell'infanzia, quando veniva lì con il fratello. Erano tempi felici. Quando le mancavano. Della sua adolescente, quando veniva lì con gli amici e giocavano e ridevano tutto il giorno, completamente ignari dei problemi del resto del mondo. E poi gli ultimi anni. C'erano tantissimi ricordi di Ryo. Ricordava specialmente quella notte, in cui era stata Cenerentola e lui il suo principe azzurro. Ryo le aveva dimostrato di poter essere incredibilmente gentile e tenero. Come desiderava di poter uscire di nuovo insieme come quella sera. Si erano divertiti magnificamente. Stavano bene e felici insieme. Perché Ryo non riusciva a vederlo? A volte, desiderava potersi fermare di fronte a lui e mostrarglielo. - Non essere stupida, Kaori. Lo sai che sei spaventata e titubante quanto lui.- Ma spaventata di cosa?
Il tempo trascorse. Kaori tornò al punto dell'incontro. Nozomi apparve presto con una valigia blu scura.
"Tutto a posto?"
"Sì" disse soltanto.
Kaori non volle fare ulteriori domande. Aveva lasciato la macchina in un parcheggio perché non c'era posto in quella via. Andarono lì. Era buio, silenzioso e deserto. Nozomi camminava accanto a Kaori. Kaori non parlò ad alta voce quando disse, "Nozomi, cammina più velocemente, qualcuno ci sta seguendo"
La ragazza si irrigidì e resistette all'urgenza di guardarsi intorno, correndo verso la macchina. Kaori riusciva a sentire la presenza dietro di loro, era una strana sensazione. Non era un rumore, non era un odore, riusciva ad avvertire qualcosa di diabolico, nascosto da qualche parte tra le automobili e i pilastri. Non era sicura di quanti fossero. Aumentò il passo, ma prima di poter raggiungere la macchina, fu aggredita da dietro. Uno di loro stringeva Nozomi e l'altro tenne ferme le braccia di Kaori, coprendole la bocca. Si divincolarono per un momento. Ma lei era pronta e in all'erta. In qualche modo, liberò un braccio e colpì il suo aggressore con il gomito. Quello si mosse all'indietro e imprecò, colpendola alle spalle. Lei cadde. Si toccò il viso ferito sentendolo bruciare dove lui l'aveva fatta urtare. Il codardo le aveva rotto il labbro inferiore. L'uomo si stava riavvicinando. Questa volta lei reagì per prima e tirò fuori la pistola. Gliela puntò addosso. L'uomo si fermò, sorpreso.
"Non muoverti!"
Nel frattempo, Nozomi stava lottando con l'altro. Kaori gridò.
"Lasciala andare!"
L'uomo si distrasse e Nozomi ne approfittò per tirargli un calcio in mezzo alle gambe. Lui s'inginocchiò gemendo. La ragazza corse verso Kaori, e lei se la posizionò dietro la schiena, in maniera protettiva.
"Che cosa volete da lei?"
Nessuno dei due rispose. Sollevarono le mani e rapidamente corsero via usando le auto come scudo.
"Ehi, aspettate!" Kaori corse loro incontro ma erano troppo lontani. "Non avvicinatevi più a lei!"
Nozomi era impressionata. I suoi occhi erano quelli di un coniglietto spaventato. Kaori aprì la portiera e la lasciò riprendersi un attimo. Era successo tutto all'improvviso.
"Ti senti bene?"
La ragazza non rispose immediatamente. Ci volle qualche respiro profondo e un paio di minuti per calmarsi un po'. Sembrava davvero molto turbata dall'aggressione.
Kaori guidò verso casa in silenzio. Non vi andò direttamente, fece una deviazione, assicurandosi che non fossero seguite.
Quando arrivarono, Kaori diede a Nozomi un infuso con un sedativo, e la ragazza andò a riposarsi a letto, senza proferire parola.
"Che è successo?" chiese Ryo.
"Gli stalker si sono fatti vivi"
"...Il tuo labbro sta sanguinando"
"Lo so, non è niente"
Andò in bagno per sgonfiare e medicare il labbro. Si spruzzò dell'acqua in faccia e sciacquò meglio il taglio. Ryo preparò un'altra camomilla per lei e un caffè per sé.
"Dov'è successo, a casa sua?"
"No, ci hanno seguito fino al parcheggio. Hanno tentato di prenderci ma quando hanno visto la mia pistola sono scappati. Non avevano alcuna arma, penso"
"Mmh, strano"
"Forse sono solo dilettanti, o una specie di pervertiti delle lolite"
"No, c'è qualcosa di più. Perché seguirla per due settimane, limitandosi a osservarla, per poi decidere di attaccarla quando era con te e non da sola?"
"Comunque, sono sicura che non ci abbiano seguito. Non sanno dov'è. Penso che la stessero aspettando in casa sua. Per ora è al sicuro qui, ma domani terrò gli occhi bene aperti. Dovremmo tornare a casa sua e vedere che fanno"
"Lo decideremo domani. Nozomi sembra molto in ansia"
"Sì, era la prima volta che agivano, lei non li aveva visti prima. Erano due uomini, entrambi alti. Vestiti di nero. Ora che ricordo, penso di aver percepito un lieve odore di cloroformio. Suppongo che volessero drogarci ma non ne hanno avuto al tempo"
Kaori si alzò e preparò una cena veloce. Ryo rimase in cucina, osservandola per tutto il tempo. Lei non se n'era accorta, ma quel pomeriggio si era comportata da vera professionista. Aveva dimostrato di avere istinto, e l'aveva seguito. Sì, finalmente stava diventando una brava sweeper. Era vero, era la migliore partner che avrebbe mai potuto desiderare. Coraggiosa e tenera, energica e dolce. Poteva fidarsi di lei nel lavoro e anche come amica.
Nozomi disse di non avere fame e Ryo e Kaori non parlarono molto, quindi la cena proseguì con calma, non ebbero molto per cui litigare. Più tardi, quando Kaori andò a letto, portò alla giovane cliente un panino e un bicchiere di latte.
Nozomi ringraziò e mangiò in fretta. Erano sedute sui rispettivi letti. Kaori aveva già notato che Nozomi aveva qualcosa da dirle.
"Ehi, Kaori. Perché sei così gentile con me?"
"Perché mi piaci. Sei una brava ragazza" Kaori le rivolse un sorriso luminoso. Diceva sul serio.
"Ma, non ti ho trattato molto bene all'inizio. Ti ho anche rubato il portafogli. E tu ti occupi per me nonostante ciò...quello che voglio dirti è...grazie, a entrambi, grazie infinite...e scusami"
"Per cosa?"
"Per avervi mentito"
"Non preoccuparti. Inoltre, alla fine hai detto la verità"
"Sì..."
"Ehi, perché quella faccia? Su con il morale e non ripensare a quello che è successo oggi, ti proteggeremo" Kaori addolcì la sua espressione. "Nessuno ti farà del male"
"Grazie...sorellona"
Kaori la guardò sorpresa.
"Visto che non ho una madre, tu sei la più vicina a essere una sorella per me"
"Nozomi..."
"E ora, parliamo un po' come fanno le sorelle. Di shopping e ragazzi. Parlami di Ryo"
"Uh?! Ryo?! Non vale la pena parlare di lui. Che mi dici di te, c'è qualcuno?"
"Beh...potrebbe esserci..." il viso della ragazza cominciò ad arrossire. "Non sono sicura, lui mi piace molto, non è come gli altri ragazzi che ho conosciuto, è intelligente, divertente, di buon cuore...mi piace stare con lui, e penso che piaccia anche a lui. Ma...in qualche modo, penso che la nostra amicizia sarà in pericolo se proviamo a renderla qualcosa di più"
"Capisco"
"Dimmi, è così anche per te e Ryo?"
"Eh?...Beh...più o meno. Qualche mese fa pensavo che mi amasse tanto quanto lo amo io. Ma ora...penso che non sappiamo nemmeno di che cosa abbiamo paura"
"Oh..." gli occhi interessati di Nozomi la studiarono, persa nel suo mondo privato. Quegli occhi avevano una luce diversa.
 
 
 
Ryo era andato a letto, ma non riusciva a dormire bene quella notte. Si girò di continuo nel letto e le sue gambe non facevano che intrecciarsi con il lenzuolo. Faceva caldo. Si svegliò e si tolse pantaloni e maglietta. Molto meglio. Potevano essere l'1 o le 2 di notte. Fuori dalla finesrra, era visibile un'incredibile luna piena. In Giappone la luna era più bella che in qualsiasi altra parte del mondo. La stanza era piena di una luce magica. Forse avevano ragione quando dicevano che la luna si beffava degli esseri viventi, sia animali che umani. E Ryo poteva facilmente essere definito come un animale selvaggio. Forse era vero che la luna ravvivava i più basici istinti di un uomo. Il punto era che Ryo non riusciva a dormire quella notte.
Improvvisamente, una sagoma apparve alla porta. Il cuore di Ryo gli martellò con forza in petto anche prima di poterla vedere completamente. Era di nuovo in quella strana modalità. Ogni suo movimento lo rivelava. Era felina e delicatamente si avvicinava al letto. I suoi occhi non si separarono da quelli di lui durante tutto il tragitto. Poi, si inginocchiò sul materasso, ai suoi piedi. Ryo si mise a sedere e la guardò severamente. Non si fidava affatto di quella situazione. Quei modi sensuali non erano da Kaori. Che stava succedendo? Lei indossava la stessa maglietta del giorno prima, leggera e bianca come le sue mutandine. Ryo riusciva a vedere le punte dei suoi seni mentre si posizionava a gattoni. Il sangue gli stava già ribollendo quando Kaori giunse al suo fianco e si abbassò sul suo collo. Posò un bacio sulla sua pelle bruciante. Ryo l'afferrò per le spalle per fermarla. Lei lo guardò e inclinò la testa.
"Qual è il problema?...Non ti piace?"
La sua voce era così seducente che lui, perplesso, allentò la pressione. Kaori si riavvicinò, e questa volta tracciò una scia di baci fino al petto. Ryo chiuse gli occhi per un momento, avvertendo tutto il suo corpo tremare e reagire al suo tocco. Le sue labbra sulla pelle gli inviarono dei brividi lungo la spina dorsale. Era insopportabile, riusciva a sentire il suo desiderio, stava per perdere il controllo in qualsiasi momento.
"No, aspetta! Kaori, non possiamo..."
"Perché?" chiese lei spiazzata. "Perché no?"
Quella non era Kaori. Non poteva essere. Era troppo strano che lei all'improvviso volesse dimostrare i suoi sentimenti in quel modo. Non che lui ritenesse che non ne fosse in grado, ma Kaori era una donna che amava fare le cose in maniera appropriata, e tutto ciò non era assolutamente nel suo stile.
"Chi sei? Che hai fatto alla mia Kaori?"
"Cosa? Sono io, Kaori...la tua compagna...per la vita" aveva spostato il viso ponendolo di fronte al suo. Si umettò le labbra con la punta della lingua. Quel movimento catturò l'attenzione di Ryo. I suoi occhi si posarono sulla ferita al labbro. Inaspettatamente, si ritrovò a bramare di leccarlo violentemente, di imprigionarla fra le sue braccia per non farla più andare via.
Le sue mani scorsero lungo la pelle liscia delle sue spalle e del collo per avvolgerle il viso. Si fissarono a lungo. Alla fine, Kaori interruppe il silenzio.
"Non mi vuoi...? Non mi ami?...Io sì...io ti..."
"Smettila! Non dirlo!" la interruppe Ryo.
Si odiava. Lei stava soffrendo di nuovo. Il suo volto terribilmente triste lo comunicava totalmente. Kaori seppellì il viso tra le proprie mani, e pianse silenziosamente, ignorando Ryo. Dopo un po', si alzò lentamente e si diresse verso la porta. Ryo rimase sul letto a guardarla.
Aveva compiuto solo due passi quando si fermò e barcollò. Ryo, più veloce del vento, l'afferrò prima che collassasse. La riportò sul letto e la fece stendere. Tentò di svegliarla, ma se si trattava di sonnambulismo, si diceva che fosse meglio lasciare dormire il sonnambulo in pace. Quindi fece così. Si sdraiò sul letto a sua volta, accanto a lei, e protettivamente la strinse fra le braccia, determinato a sorvegliarla tutta la notte se fosse stato necessario. Stavolta, non l'avrebbe lasciata andare. In ogni caso, non riuscì proprio a dormire anche se desiderava farlo.
 

 

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


Il mattino dopo, quando Kaori si svegliò, non riuscì a credere a quanto si sentisse rilassata, nonostante lo strano sogno fatto. Finalmente, quando il suo corpo cominciò a recuperare i sensi, notò che il letto era un po' insolito e decise di aprire gli occhi. Per ritrovarsi mentre abbracciava ed era abbracciata a sua volta dal corpo solido e forte di Ryo.
Il suo grido avrebbe potuto facilmente risvegliare i morti.
Nozomi corse al piano di sopra. Che era successo? Quel grido era di Kaori. Che fossero gli assalitori?
"Kaori! Stai bene?!...Uh?!!"
Quello che Nozomi vide quando giunse nella stanza fu un Ryo fracassato sotto la più grande mazza chiodata che avesse mai visto. Kaori era in piedi nel centro della stanza, visibilmente agitata e rossa in volto. Notò la ragazza, ma non disse nulla. Kaori le passò di fianco, imbarazzata, e uscì dalla stanza. Nozomi si voltò verso Ryo. Si stava liberando, ripulendosi dai pezzi di parete e di pavimento. Non dissero una parola, si limitarono a fissarsi. Lei aveva uno sguardo che era a metà tra la confusione e la frase che comunicava 'Sei senza speranze'. Ryo la guardò, palesemente diffidente.
Al piano di sotto, la mente di Kaori stava disperatamente cercando di ricordare, di rammentare qualcosa di più di quel sogno che aveva avuto, ed era sicura che in qualche modo fosse connesso al fatto di aver dormito nel letto di Ryo. Ma non ne uscì nulla, solo un mal di testa. Andò a farsi una doccia. L'acqua calda presto riempì la stanza di umidità. Tentò di rischiararsi la mente da tutte le emozioni confuse che provava. Qualsiasi cosa fosse successa, doveva calmarsi prima di affrontarla. Inoltre, aveva un incarico, ed era la cosa più importante al momento. Sì, funzionò, se si fosse concentrata sul lavoro, tutto sarebbe andato perfettamente. Finì di sciacquare via il sapone dal proprio corpo sodo, girò la manopola, si avvolse in un asciugamano, e una seconda immagine le attraversò la mente: Ryo che usciva dal bagno due giorni prima. Merda.
"Ryo, Nozomi e io torniamo a casa sua e controlliamo se quegli uomini la stanno ancora aspettando"
"Non fare la stupida" disse Ryo semplicemente. "Pensi davvero che quei due commetteranno lo stesso errore di ieri? Se si fanno vivi oggi, sicuramente avranno delle armi. E se davvero vogliono rapire Nozomi, non saranno solo in due. Se pensi di poter sistemare una gang da sola, fai pure. Ma è più intelligente aspettare e rimanere a casa oggi, li renderà nervosi, e un nemico che non pensa lucidamente è più facile da battere. Dovresti saperlo"
"Sì...forse hai ragione" si sentiva di nuovo insicura. Ciò che Ryo aveva detto era perfettamente sensato.
"Sorellona..." la voce di Nozomi li sorprese entrambi, si erano quasi dimenticati che fosse lì. "Anch'io preferisco restare a casa...ho ancora un po' paura"
"Beh...in tal caso...suppongo che potremo aspettare finché non succederà qualcosa"
"Ok, mi sento molto meglio. Oh, Kaori, volevo chiederti una cosa. Mi sono svegliata nel cuore della notte e non eri nel tuo letto. Ti senti bene? Mi sono preoccupata"
"Cosa!!" Kaori diventò rossa e Ryo ebbe un improvviso attacco di tosse. "No...sto bene...ma..."
"Oh, d'accordo"
"Beh, ragazze, ci vediamo a pranzo"
"Cosa? Dove stai andando?"
"Ehi, il fatto che voi dobbiate rimanere a casa non significa che ci debba restare anch'io. Ho delle cose da fare, ragazze da incontrare"
"Casanova da strapazzo! Non è giusto!"
Ryo si affrettò ad uscire di casa, agitando la mano con un ghigno.
"Scommetto che l'ha fatto apposta"
Nozomi si limitò a replicare con un sorriso.
Ryo entrò nell'ampio e bellissimo parco di fronte alla stazione di polizia. Gli alberi conferivano ombra ai pedoni, che ringraziavano l'aria fresca da essi proveniente in una giornata così calda come quella. Ryo seguì il sentiero sotto gli alberi fino all'entrata della stazione. Salutò rapidamente uno o due agenti che conosceva per via delle sue più o meno frequenti visite a Saeko. Non andava lì da molto tempo. Trovò l'ufficio dell'affascinante poliziotta senza alcun problema. Oh, naturalmente, tentò uno dei suoi attacchi mokkori durante il tragitto nei confronti di alcune giovani agenti e di altre ragazze che non sembravano affatto delle poliziotte.
Saeko lo ricevette con un'espressione accigliata.
"Devi sempre fare questo casino?"
"Oh, sì"
Come sempre, si era lasciato dietro una scia di donne irritate che si lamentavano del pervertito. Ma quella era la sua natura, non riusciva a trattenersi e lo faceva sentire vivo. Tutte quelle donne urlanti erano davvero stimolanti. E la parte migliore doveva ancora arrivare, quando avrebbe fatto arrabbiare Saeko. Era sempre divertente. I suoi istinti da animale privitivo erano più che felici in quei momenti.
"Che cosa vuoi? Suppongo che tu non sia venuto qui solo per disturbare le mie agenti e causarmi problemi con mio padre, vero?"
"Hai ragione, mia gattina selvatica. Sai, mi sento in piena forza oggi e sono venuto per riscuotere due o tre 'favori' che mi devi. Eh? Che ne dici?"
"Ryo, non posso lasciare l'ufficio ora, siamo pieni di lavoro" Saeko tentò di scrollarselo di dosso, ma quel giorno era davvero difficile.
"Non dobbiamo uscire. C'è una toilette meravigliosa qui che può esserci utile"
"Ryo!!" Wow, sicuramente era energico quel giorno.
"Andiamo, non essere così sgradevole. Collabora con me. Concedi un paio di botte al tuo piccolo Ryo"
"No!"
"Una botta?"
"Non ora"
"Stasera?"
"Beh...fammi pensare"
"Hai avuto tempo a sufficienza per pensarci"
"Ryo, che ti succede? Tu e Kaori avete litigato?"
"Cosa c'entra lei con questo? Non menzionarla in un momento così romantico, mi viene il mal di stomaco"
"Quale momento romantico? Le tue mani mi stavano molestando"
"Ho un'idea" si inclinò verso di lei un'altra volta e posò le mani sul suo sedere, ma questa volta lei non glielo consentì. Alla fine, gli chiese realmente perché era venuto lì. Parlarono per un po'. Curiosamente, Ryo non ci provò più con lei. Poi Saeko tirò fuori una cartella di documenti da uno schedario e glieli mostrò. Ryo esaminò attentamente i fogli, poi, li restituì a Saeko e ringraziò l'amica. Con questo una delle 'botte' era annullata, ma fu interessante. Se le cose fossero continuate così, si sarebbe ritrovato a corto di 'favori' (anche se la lista era molto lunga!).
"Ehi, bella signorina, vuoi uscire con me? Andiamo in quell'hotel!"
"Pervertito! Non toccarmi! Aiuto!"
Nel frattempo, Kaori e Nozomi avevano riordinato casa per un po', vedendo che non c'era molto da fare. Kaori si sentiva come un animale in gabbia. Così impotente. Ad aspettare. Grandioso. Naturalmente, la conversazione con Nozomi non era mai noiosa. Ma c'era qualcosa, nei suoi occhi, per quanto riguardava tutta quella faccenda, che la faceva sentire sul filo del rasoio. I suoi occhi, sì. Erano scuri ovviamente, ma se fosse stato possibile, Kaori avrebbe detto che erano più scuri e tristi di notte. Come se ci fosse stata una parte della sua anima della quale ancora non aveva parlato. Kaori voleva fare delle domande, ma ogni volta che apriva bocca, rimaneva senza parole. Che diavolo avrebbe dovuto dire? Come dirle che doveva sapere tutto per poterla aiutare nel modo giusto? D'altra parte, la loro ospite sembrava sempre riuscita a premere i tasti giusti di Kaori per sapere tutto ciò che voleva. Era una mocciosetta fortunata.
Kaori vagò per la casa e finì con l'accendere la tv. Nozomi la raggiunse, ma presto si stufarono, i programmi peggioravano di giorno in giorno.
"Nozomi, ti senti meglio?"
"Sì. Ieri avevo un po' paura, ma ora sto bene"
"Ottimo"
"E tu? Non ti hanno spaventata? Non sembravi impaurita nemmeno un po'"
"Ah no?" sorrise gentilmente. "Beh, lo ero"
"Davvero? Ma ti sei occupata di loro come una vera professionista. Hai visto come sono scappati?"
"Grazie. Ma la visione di una pistola può fare miracoli"
"Non essere così modesta, sei stata coraggiosa"
"Ero davvero spaventata, comunque. Avevo paura di non fare bene il mio lavoro. Di farti del male"
"...Per te è molto importante essere una buona partner per Ryo, vero?" Lo stava rifacendo. Come riusciva riconoscere l'esatto punto di ogni questione? Kaori sospirò.
"Sì. È la cosa più importante per me"
"Ma io penso che tu lo sia. E penso che lo sappia anche lui"
"E' molto gentile da parte sua..."
"Oh, vorrei avere qualcuno che mi ami tanto quanto Ryo ama la sorellona Kaori!"
"Nozomi!"
Scoppiarono a ridere come bambine.
In quel momento Ryo arrivò a casa. La scena fu strana ma meravigliosa. Nel tipo di vita che conducevano, risate di quel genere non erano molto comuni. Erano concesse solo ai bambini felici e innocenti che stavano per strada e alle case delle altre persone, non nella loro. Ma Kaori sapeva come mantenere risate così. Era la musica più bella alle orecchie di Ryo. Entrò nella stanza dove le due ragazze erano sedute sul divano.
"E' una battuta segreta o posso unirmi?"
Le due lo guardarono.
"Oh, sei arrivato?" chiese Kaori ancora sorridendo. "Ok! Mangiamo qualcosa!"
Kaori e Nozomi andavano visibilmente d'accordo, notò Ryo. Erano davvero come sorella maggiore e minore. O come madre e figlia. Ryo avvertì un brivido. - Non pensarci neanche-.
Nozomi continuava a chiamare Kaori 'sorellona', era divertente. E lui si sentiva molto bene in quell'atmosfera, era a sua volta divertente.
Aspettò un altro po', poi parlò. Era ora.
"Kaori, hai già fatto un punto della situazione sul caso? Qualche idea?" Ora sembrava un insegnante che parlava alla studentessa.
"Eh? No. Non ho idea di che cosa vogliano. Sicuramente vogliono rapirti" guardò Nozomi. "Ma perché, per i soldi? Mi hai detto che solo tu hai accesso al denaro che i tuoi genitori ti hanno lasciato. Forse progettano di obbligarti a prelevarli dalla banca. Ma hanno bisogno della firma del tuo custode legale, tua zia. Quindi perché non hanno tentato di fare nulla contro di lei in queste due settimane? Ryo ha ragione, possiamo solo aspettare"
"Sì..."
"Non penso che vogliano i soldi dei tuoi genitori" fece Ryo.
"Che altro?"
"Non lo so. Tu che pensi?"
"Nemmeno io lo so"
"Che cosa vogliono da te che è meglio del denaro?"
"Cosa...io...io non lo so..." la ragazza si stava innervosendo.
"Ma in effetti sei una ragazza ricca, no?"
"Ah...beh, non così tanto..."
"Ryo..."
"No?"
"Te lo sto dicendo! Lasciami in pace, sono io quella in pericolo e mi parli come se fossi la criminale!"
"Oh, scusa, signorina Inaba, non volevo infastidirti"
"Cosa?"
Nozomi rimase senza parole. Kaori li guardò entrambi. Non si mossero né dissero nulla per un istante. Aveva sentito bene? Ryo l'aveva chiamata Nozomi Inaba.
"Che sta succedendo qui? Ryo, vorresti spiegarci?"
"Io? Credo che dovrebbe farlo Nozomi" Ryo era calmo. La ragazza non disse una parla. "Il suo vero nome è Nozomi Inaba, figlio di un uomo d'affari milionario"
La ragazza continuò a rimanere zitta. "Manca da casa da due giorni, da quando è venuta da noi. Quattro anni fa i suoi genitori hanno divorziato, non sono morti...ora vive con il padre in una grande villa nei sobborghi di Tokyo. Ieri, gli assalitori ovviamente non la stavano aspettando ma la stavano cercando, e probabilmente l'hanno trovata mentre andava nei suoi negozi preferiti per comprare tutte le cose che ha infilato in quella bellissima e troppo nuova valigia che stava trasportando, e l'hanno seguita fino al parcheggio, deserto e scuro. Pensavano fosse perfetto, c'erano solo due ragazze, che problemi avrebbero potuto avere? Ecco perché non avevano armi. Ma quell'attacco è stato troppo per Nozomi, vero? Perché davvero non se l'aspettava affatto" Ryo aveva fatto qualche pausa per consentire alla ragazza di parlare, ma lei non lo fece. "Si è inventata tutta la storia, ma improvvisamente è divenuta reale. È davvero spaventoso. La tua stessa favola dell'orrore diventa realtà, dove puoi nasconderti per fuggirle? Ma ora è al sicuro con noi. Ha anche trovato un'amica che si preoccupa per lei e che la può comprendere"
Nozomi guardò Ryo con aria di sfida. Sì, era tutto vero. Aveva mentito a loro, aveva mentito a tutti.
"Nozomi, perché?"
"...Se lo merita. È tutta colpa sua" disse con una vocina.
"Chi?"
"Mio padre. Scommetto che non si è accorto della mia assenza fino a ieri sera, o forse fino a stamattina"
"Ha sporto denuncia alla polizia il pomeriggio in cui ci siamo incontrati. Ha dei contatti nella polizia e questo è un caso prioritario. Se fossi uscita oggi, probabilmente ti avrebbero trovato"
"...Sì. È un uomo potente, ha contatti in tutto il mondo. Può comprare qualsiasi regalo esotico per sua figlia. Può portare a termine qualsiasi complicato affare. Ma non può regalare a sua figlia un minuto del suo tempo, perché altrimenti sarebbe la fine del mondo. Deve avere il controllo su tutto. Ecco perché mia madre l'ha lasciato. Deve sempre tenere tutto sotto controllo. Ma la mia vita è mia, e posso farne ciò che voglio"
Le lacrime scorrevano liberamente lungo le sue guance. "Ho dovuto mostrargli che non può tenere il controllo sulla mia vita. Non sono più una bambina, non può decidere della mia vita, dei miei amici, dei miei abiti, dei miei...capelli...lo odio! Proclama di essere mio padre ma non si comporta mai come tale. Vorrei non averlo mai conosciuto! Preferirei non avere alcun genitore che questi!"
"Sta' zitta!" Kaori non riuscì più a tollerare. L'aveva schiaffeggiata in viso. La più giovane la guardò esterrefatta.
"Come puoi dire certe cose? È orribile! Tuo padre si preoccupa per te, ne sono certa, ti ama. Se non ti senti bene, almeno hai l'opportunità di dirglielo. È davvero un uomo cattivo? Ti picchia? Pensi che nemmeno tua madre di ami? Non dire di non volere i tuoi genitori. Sei fortunata ad averli. Più fortunata di noi"
"Cosa?"
"Io e Ryo non abbiamo mai conosciuto i nostri veri genitori. Ryo non sa neanche quale sia la sua vera data di nascita. Dimmi, hai mai passato da sola uno dei tuoi compleanni?"
"...No"
"Hai sempre avuto i tuoi amici e i tuoi genitori con te, vero?"
"Sì..."
"Allora, forse dovresti cominciare ad affrontare i tuoi problemi, invece di incolpare gli altri e fuggire"
Nozomi aveva smesso di piangere. Si asciugò le lacrime e si alzò.
"Mi dispiace" disse, e andò in camera sua.
Kaori l'osservò andarsene. Fece un respiro. Alla fine spostò gli occhi su Ryo. Lui la stava guardando.
"Ottimo lavoro...partner"
"Penso...che gli Inaba...debbano sapere dove si trova la figlia"
"Andremo a parlare con il padre quando Nozomi si sarà calmata"
 
 
 
La casa impressionò molto Ryo e Kaori. Quell'uomo aveva abbastanza soldi da farci il bagno. Erano giunti lì attraverso una strada che, a un certo punto, svoltava staccandosi da quella principale e, dopo aver oltrepassato un bosco, portava direttamente alla villa.
Le porte esterne erano chiuse da lucchetti. C'era un pannello con due pulsanti e quella che doveva essere una telecamera. Con aria decisa, Nozomi quasi balzò giù dalla macchina e si diresse immediatamente al pannello. Premette il pulsante di sinistra e aspettò pazientemente. Solo qualche secondo dopo, una voce rispose. I due non sentirono molto bene dalla macchina, ma si avvicinarono per dire la replica della ragazza.
"Sono io, Nana, Nozomi"
La voce femminile dall'altra parte sussultò e gridò qualcosa tipo, "Oh, mio Dio!! Nozomi-chan!!"
Come attivate da quell'esclamazione, le porte iniziarono immediatamente ad aprirsi.
Invece di tornare in macchina, Nozomi attraversò le porte e mostrò a Ryo dove poteva parcheggiare. In seguito, si avvicinò di fronte alla porta principale, e si fermò, improvvisamente paralizzata. Ryo e Kaori la raggiunsero, e le rivolsero sguardi pieni di conforto e incoraggiamento. Nozomi compì gli ultimi tre scalini e appoggiò il dito sul campanello.
La porta si aprì prima che potesse suonare. Una donna di mezz'età che indossava un grembiule comparve di fronte al loro. Corse direttamente verso la ragazza, stringendola con forza tra le braccia robuste. Le sue guance erano di una tonalità di rosa che esprimeva pura gioia.
"Oh, ragazza mia, piccola mia! Stai bene! Grazie a Dio, grazie a Dio! Stavamo morendo dalla preoccupazione! Come ti senti? Che è successo? Sei ferita?"
"No, Nana, sto bene, sto bene. Sono venuta qui con degli amici, si sono presi cura di me"
"Oh, grazie infinite. Grazie...vi prego, entrate, non posso lasciarvi fuori"
I tre eseguirono, Nozomi e la donna stettero davanti, visto che ancora la ragazza non era stata liberata e Nana ancora la stringeva. L'interno della casa non era molto diverso da quello che avevano visto all'esterno. Una grande sala si aprì alla loro vista. C'era un tavolo con degli splendidi fiori al entro della stanza. Tutti i mobili erano realizzati in legno eccellente. Le pareti erano decorate di uno squisito specchio e di alcuni dipinti. Ryo non sembrò molto impressionato, come al solito, ma Kaori non riuscì a nascondere le proprie emozioni, e si guardò intorno ammirata, si sentì perfino a disagio.
"Oh, tesoro, tuo padre sarà così sollevato"
"E' in casa?" chiese Nozomi sorpresa.
"Certo che sì. Non è uscito se non per cercare te. È stato molto preoccupato. Sono abbastanza sicura che non abbia dormito un'ora di fila da quando sei scomparsa"
"Ma..."
"E' in biblioteca ora. Va' da lui"
"No...digli di venire qui, ti prego"
"Ok"
La donna si diresse verso le lussuose scale poste alla sinistra dell'enorem sala, ma prima di salire, si voltò verso Ryo e Kaori e parlò loro, "Molto lieta di conoscervi, grazie di nuovo per esservi presi cura della signorina Nozomi"
Un minuto più tardi, una voce intensa precedette l'altrettanta seria figura di un uomo. Nozomi s'irrigidì, ma rimase coraggiosamente al suo posto. Era ovvio che stesse aspettando e si stesse preparando a ricevere un rimprovero. E l'uomo sembrava uno di quelli in grado di fornire i peggiori rimproveri. La sua faccia era una di quelle che faceva paura. Ma anche i suoi movimenti sembravano quelli di un leone che stava nel suo cobo, pronto a combattere contro chiunque osasse irrompere nel suo territorio.
"Chi è?"
Nozomi compì un altro atto di coraggio e camminò fino alla fine delle scale. Quando suo padre la vide, il suo volto fu testimone di un incredibile cambio. S'illuminò miracolosamente, e brillò come se avesse ricevuto il migliore dono del mondo. Le corse incontro, afferrandola in uno stretto abbraccio.
"Figlia mia..."
Nozomi alla fine ricambiò l'abbraccio, e si lasciò alle spalle ogni segno di timore.
"Papà". Poi si separò e iniziò a spiegare. "Mi dispiace. Papà, questi sono il signor Saeba e la signorina Makimura, si sono presi cura di me in questi ultimi giorni"
L'uomo li notò solo in quel momento, e all'improvviso cambiò di nuovo, guardandoli con la stessa faccia seria di poco prima. Lasciò andare la figlia, si alzò rigidamente e aridamente disse: "Grazie infinite. Se vi ha causato dei problemi, naturalmente vi pagherò per il vostro aiuto, ma ora, per favore, vi sarei molto grato se mi lasciaste parlare da solo con mia figlia"
"No, papà, preferirei che rimanessero"
"Nozomi, ho detto che dovrebbero andarsene, non contraddirmi in pubblico"
"Ma, papà, sono miei amici e hanno qualcosa da dirti"
"Parleremo domani allora, ma ora devi dirmi cos'è successo"
"No! Lo stai facendo di nuovo! Quando comincerai ad ascoltarmi?"
"Nozomi, come puoi parlarmi così? Sono tuo padre!"
"Pensi di poter risolvere tutto con il denaro e i tuoi ordini, vero? Se sei mio padre, allora ascolta ciò che desidero almeno per una volta, e magari ti sorprenderai capendo che quello che desidero non è così sbagliato"
"Non continuerai a parlarmi con questo tono, signorina"
"Certo che no. Non ti parlerò mai più!"
Detto ciò, corse di sopra e sparì in un mare di lacrime.
"Scusatela. Ora, vi prego, potremo parlare domani"
"Mi scusi, signor Inaba, ma penso che dovremmo parlare adesso" Kaori non poteva più contenersi. Ma Ryo la fermò prendendola per un braccio.
"Ci scusi, signor Inaba, non volevamo disturbarla. Ora ce ne andremo, ma la prego, le chiedo solo una cosa: si assicuri che Nozomi non esca di casa per oggi. La chiamerò domani mattina"
"Sì. Parleremo domani"
E così, tornarono alla loro macchina.
"Dannazione! Ora quasi capisco Nozomi, con quel padre, anche io tenterei di fuggire! Perché mi hai fermata? Quell'uomo merita un paio di lezioncine!"
"Calmati. Non potremmo fare nulla adesso. Hanno davvero bisogno di parlare"
Come al solito, i pensieri di Ryo erano un mistero. Ma sicuramente aveva le sue ragioni per comportarsi così. Comunque, lei non riusciva a concordare con lui al momento. Era arrabbiata per via di quell'uomo insensibile. Tuttavia sapeva, in fondo al cuore, che il comportamento di Nozomi non era completamente giusto; dopotutto, suo padre l'amava e aveva sofferto molto per la sua assenza. Un figlio o una figlia sono la cosa più preziosa per i genitori, e non è facile controllarli se non si dimostra di amarli nel modo giusto. Ryo e lei stessa sapevano qualcosa in materia di problemi a dimostrare i sentimenti.
Kaori non aveva ancora voglia di tornare a casa, quindi chiese a Ryo di lasciarla vicino ad un parco non molto distante dal loro appartamento. Dal canto suo, Ryo annunciò che, visto che avevano una pausa, sarebbe andato a fare visita ad alcune amiche del cabaret. Ciò ovviamente significò una martellata, da cui lui riuscì a scappare solo grazie all'automobile.
Il locale iniziava a riempirsi di clienti, tutti maschi. Le uniche donne presenti erano le ragazze abbigliate in vestitini sexy, che camminavano tra i tavoli offrendo le loro attenzioni a chiunque volesse accettarle. Una delle ragazze riconobbe immediatamente Ryo. Si avvicinò a lui con un sorriso. Parlarono per un po'. La ragazza rise quando Ryo tentò di tirarle via il reggiseno.
Trascorsero altro tempo a bere, e altre ragazze si aggiunsero alla compagnia di Ryo. Alla fine, si alzò.
"Te ne vai così presto oggi?"
"Sì, tesoro, ho del lavoro da fare. Grazie per la meravigliosa serata, chiamami se vuoi imparare qualcosa di più"
"Lo farò. Arrivederci" gli mandò un bacio.
"Ah, donne, non possono vivere senza di me"
Fuori, iniziava a fare più fresco. Sospirò. Non era lo stesso rispetto a quando usciva con Makimura. Lui c'era sempre per aiutarlo a tornare a casa quando aveva bevuto troppo.
Non c'era nessuno in casa, c'era talmente silenzio. Il salotto era vuoto. Nessun suono dalla cucina. La stanza di lei era vuota. La stanza di lui era vuota. Era davvero un grande appartamento quando era occupato da una sola persona. Era meglio quando stavano in due.
La sentì quando aprì la porta ed entrò. Lei sapeva che lui era già arrivato, notando le sue scarpe all'entrata. Ryo la sentì raggiungere la sua stanza. Per un momento non ci furono rumori. Poi i passi si avvicinarono, finché lei non si fermò alla sua porta, che non era chiusa, ma bussò un paio di volte.
"Posso?"
Lui si limitò a guardarla. Era già buio, ma non avevano acceso alcuna luce. Comunque, la luce proveniente dalla luna piena era più che sufficiente.
Lui era mezzo sdraiato e mezzo seduto sul letto, e sistemò le mani dietro la testa. Kaori si sedette sul letto, proprio dove si era inginocchiata la notte precedente. Il cuore di Ryo iniziò la sua corsa.
"Lo sai, stavo pensando. Ora credo che tu abbia ragione. Quella ragazza e suo padre devono parlare. E non solo degli ultimi giorni, ma delle loro vite. Si amano e tengono l'uno all'altro davvero molto. È solo che entrambi hanno un carattere molto forte"
Ryo si rese conto che quella era la solita Kaori, e in qualche modo, si sentì meno teso.
"Mi intristisce molto quando vedo che non riesce a godersi quello che ha. Ha un padre, e una madre. Ha dei veri genitori, ed è un peccato che non possano vivere come una vera famiglia"
Ryo si piegò in avanti.
"La invidi?"
"No. Voglio che sia felice. Sembra avere tutto ciò che serve per esserlo, ma non lo è...a volte, lui mi manca così tanto"
"Anche a me"
"La vita è ingiusta. Non meritava di essere ucciso. Ci ha lasciato soli. Ho perso il mio amato fratello e tu hai perso il tuo migliore amico...mi dispiace, Ryp. All'inizio pensavo stupidamente di poterlo rimpiazzare al tuo fianco. Ma dopo sette anni, è ovvio che non ci riesco"
"Per entrambi è impossibile rimpiazzarlo. Pensavo di poter essere un buon fratello...sette anni e quattro mesi...ma sembra ieri"
"Ma sei un buon fratello. Sei sempre venuto a salvarmi, no? Sei il mio protettore, con te so di essere al sicuro"
Lui la fissò, in silenzio. Lei vide qualcosa nei suoi occhi che le era stato nascosto fino ad ora. Pura e semplice tenerezza. Non era esattamente come lo sguardo di suo fratello, ma le andava bene. Uno sguardo del genere da Ryo era come un sogno.
"Tutto ciò che ho al mondo adesso sei tu..."
"E Sayuri?"
"...E' vero...ma lei non è qui, ha la sua vita a New York. Prometto che farò del mio meglio per essere una buona famiglia per te"
"Te la stai cavando bene"
"So di non poter essere come mio fratello per te, ma sono stata felice di provarci"
"Tu sei la mia migliore amica. Non voglio un altro Hideyuki Makimura...sono felice con te...sono felice che tu abbia scelto di rimanere al mio fianco quando te l'ho chiesto. Mi hai dato tutto ciò di cui avevo bisogno, e di più...l'hai fatto gratis" Le accarezzò il viso con il pollice, e con un sorriso proseguì, "Non sono più da solo..."
"Oh, Ryo..." era più di quanto potesse sopportare. Il cuore di Kaori si stava sciogliendo. Gli gettò le braccia al collo, tentando di frenare le lacrime.
Ryo esitò perun minuto, non era abituato a certe cose. Una donna che piangeva fra le sue braccia, e una donna come Kaori, che risvegliava in lui certi sentimenti. Poteva confortarla, così come lei confortava lui? Posò le mani sulla sua schiena, e lentamente, sentendo che era la cosa giusta, si sdraiò sul letto tenendola stretta.
Rimasero lì a lungo, assaporandosi quel momento, le sensazioni, pensando a ciò che avevano appena detto. Il paradiso doveva essere qualcosa di simile a quello. Quand'è che Ryo si era sentito così in pace? Cos'aveva fatto per meritarsi una come lei? Lui non era più che uno sporco ratto, ma lei voleva stare con lui, voleva essere la sua famiglia.
"Stai dormendo?" disse la voce dolce di lei.
"Mmh..." negò. "Cosa c'è?"
"Che facciamo adesso?"
"Cosa?"
"Qual è il prossimo passo?"
Il cuore di Ryo ripartì, di che stava parlando? Lottò per non sembrare troppo spaventato.
"Con il caso. Qual è la prossima mossa? Ora che lei è a casa sua. Sarò difficile parlare con il padre e tentare di convincerlo a lasciarci proteggere la figlia"
Oh, il caso, naturalmente. Ryo esalò il respiro che stava trattenendo.
"Parleremo con il signor Inaba, penso che possa insegnarci delle cose interessanti su quella ragazza. Comunque, ho fatto delle ricerche e sono abbastanza sicuro di chi siano i suoi stalker"
"Davvero? Così presto"
"Sembrano essere nuovi nel mondo degli affari. E con chi pensi di parlare? Non sono il numero uno per niente"
Lei sorrise, lui le carezzò i capelli.
"Ryo..."
"Mh?"
"Posso stare qui stanotte?"
"...Stavo per chiederti la stessa cosa...prometti di non far comparire una delle tue mazze chiodate?"
"Lo prometto, non questa volta"
Allora, Ryo prese le lenzuola e le usò per coprire Kaori e se stesso. La strinse fra le braccia e si rannicchiò contro di lei, sentendo le sue mani sul petto, finché non si addormentarono.
Il sole non era molto alto nel cielo quando Ryo si svegliò. Aprì gli occhi, e allungò un braccio verso quel calore assente al suo fianco. Kaori non c'era. Non era molto tardi, ma lei era abituata ad alzarsi molto presto al mattino. Non poteva sperare che rimanesse a letto tanto quanto lui, ma doveva ammettere che gli sarebbe piaciuto trovarla lì quando avesse aperto gli occhi. Chiamiamolo pure mascolino senso di proprietà. Tutto ciò che lei aveva lasciato era una lieve traccia del calore del suo corpo, e il suo profumo che lo circondava totalmente.
Finalmente, si alzò dal letto. C'erano delle cose da fare.
Kaori era in cucina, a finire la colazione.
"Oh, stavo proprio per chiamarti. Non possiamo fare tardi stamattina. Come hai dormito?" I suoi capelli erano bagnati.
"Beh, in modo strano. È la prima volta che dormo con una donna senza farci l'amore"
"Scusami, pervertito! Stavo cercando di essere gentile! Scusa se non sono una di quelle ragazze dei tuoi cabaret!"
Un grande martellone da 1000 tonnellate lo spedirono contro la parete opposta. "E non è la prima volta che dormiamo insieme!"
"Se mi lasci parlare. Non ho detto che non mi è piaciuto"
Ma Kaori era già fuori dalla stanza.
Uno squillo provenì dal salotto. Kaori andò a rispondere.
"Pronto?"
"Sono Saeko, ciao, Kaori. Ryo è sveglio? Devo parlare con lui"
"Sì, è sveglio, ma è impegnato adesso"
"Cosa? Beh, suppongo che la questione importi anche te"
Un minuto più tardi, Kaori corse in cucina.
"Ryo, sbrigati, è successo qualcosa a Nozomi!!"
"Che è successo?"
"Ti spiegherò mentre andiamo a casa sua"
Lui si diresse rapidamente in camera sua, si cambiò i vestiti e presto i due furono all'interno della Mini rossa. "Era Saeko al telefono. Il signor Inaba l'ha chiamata"
"Nozomi è scomparsa, vero?"
"Sì"
"Hanno fatto in fretta questa volta"
Qiando arrivarono, la tensione poteva essere tagliata con un coltello.
Nana aprì la porta e li lasciò entrare. "Grazie a Dio siete arrivati" i suoi occhi erano rossi di pianto. C'era qualcun altro oltre al signor Inaba. Era la madre di Nozomi. Forse Nozobi aveva ereditato il carattere del padre, ma i suoi graziosi lineamenti erano da parte della madre.
"Cos'è successo?" Ryo andò dritto al punto.
"Sono arrivati stamattina. Due uomini hanno rapito mia figlia"
"Li ha visti?"
"Sì"
"Descriva ogni dettaglio"
"Dovremmo andare in salotto. Possiamo sederci e parlare lì" disse la madre di Nozomi.
"Grazie" replicò Ryo.
Entrarono in un ampio ma rassicurante salotto, deliziosamente decorato. Ryo stava esaminando con occhi da professionista le grandi finestre dalle quali si poteva vedere un giardino sul lato della casa. Dalle finestre, lunghe tende cascavano fino a terra. In un angolo della stanza era posizionato un pianoforte nero. Diverse mensole piene di libri riempivano le pareti. Un grande lampadario di cristallo ornava il soffitto. In un altro lato della stanza c'era il caminetto, e accanto ad esso un paio di divani, uno di fronte all'altro, divisi da un piccolo tavolo. Si accomodarono e Ryo continuò la conversazione.
"Per favore, cominci dal principio"
"Questa mattina, dopo la colazione, mia figlia è uscita in giardino. Ho tentato di dirle di non uscire di casa, come mi ha detto lei ieri. Ma forse, sarebbe stato meglio dirle di farlo, fa sempre il contrario di ciò che le viene detto. Quindi, senza dire una parola è uscita e non mi ha ascoltato. Io sono salito nel mio ufficio, ma non riuscivo a lavorare, ero preoccupato sapendo che era fuori da sola. Quindi sono sceso di nuovo. Non ho avuto il tempo di arrivare alla fine delle scale quando pensavo di aver sentito qualcosa simile a un grido. Sono corso alla porta più veloce che ho potuto, ma sono solo riuscito a vedere due uomini che trascinavano Nozomi in una macchina, una macchina nera. Mi dispiace di non aver preso il numero di targa. Anche loro erano vestiti di nero"
"Ha visto la macchina. È entrata nella proprietà?"
"Sì, era accanto alla parte del giardino che termina di fronte alla casa"
"Allora, come sono entrati? C'è un portone, ed è pesante"
"Le porte erano aperte e, come può vedere, ora non possono essere chiuse. Devono avere distrutto il circuito elettrico"
Il signor Inaba sembrava stanco, così come la sua ex moglie. Avevano perso la loro bambina una seconda volta. Tutto ciò avrebbe davvero potuto distruggere i nervi di qualcuno.
"Ho...ho tentato di inseguire la macchina, ma avevano un buon vantaggio e io non sono riuscito a seguirli per molto tempo"
Stava lottando per rimanere calmo, ma le sue mani erano serrate. Per un uomo come lui, che di solito controllava tutto, era difficile ammettere di non essere riuscito a salvare la sua stessa figlia.
"Ok. Un'altra domanda. Avevano delle armi?"
La madre di Nozomi artigliò un bracciolo del divano.
"Mi dispiace, signora, ma devo saperlo"
"Non ho visto alcuna arma. In effetti ho visto solo l'uomo che ha preso Nozomi, l'altro era già in macchina. Ma non ho visto armi"
"Prima scappa, poi viene rapita, e ora parlate di armi? Che sta succedendo in questa casa? Lo giuro, se verrà ferita la prenderò con me" esplose la madre di Nozomi.
"Cosa ti fa pensare che starà meglio con te? Viaggi tutto il tempo, non stai mai una settimana intera nello stesso posto. Che razza di vita è per una ragazza?"
"Almeno starebbe con me, non sarebbe sola!"
"Cosa intendi dire?!"
"Vi prego! Non abbiamo tempo per i drammi familiari, dobbiamo trovare vostra figlia, ricordate?"
I due tacquero. La donna si alzò e si diresse al bar presente dietro a dove era seduta. Si servì un drink e lo trangugiò rapidamente.
"Suppongo che vogliate sapere come abbiamo conosciuto Nozomi" era il turno di Kaori. "Noi siamo amici della signorina Nogami, della polizia. Nozomi è stata in casa nostra negli ultimi giorni. Ci ha detto che pensava di essere seguita, e la stavamo proteggendo. Naturalmente volevamo che sapeste dov'era vostra figlia e cosa stesse succedendo. È per questo che siamo venuti qui ieri"
"Capisco..." disse il signor Inaba.
"Non è difficile immaginare cosa possano volere con il rapimento di vostra figlia"
"Quei bastardi vogliono i miei soldi, ovviamente"
"Tuttavia, io penso che ci sia qualcosa di più a proposito di Nozomi rispetto a quello che possiamo vedere. Non è vero?"
"Cosa intende, signor Saeba?"
"Che cos'ha che potrebbe essere tanto interessante quanto i suoi soldi per una banda di ladri dilettanti?"
"Ryo..."
"...Quindi, lei lo sa"
"Oh, ho ragione, c'è qualcosa di più. No, devo confessare che non so di cosa si tratti"
"Sono i suoi poteri ipnotici"
"Takashi!"
"No, hanno ragione, devono sapere...sì...Nozomi ha il potere di ipnotizzare le persone e di controllare le loro volontà. Non deve fare altro che guardare qualcuno negli occhi, e ottiene rapidamente accesso alla sua mente. Quando si è resa conto di avere un tale potere, diversi anni fa, abbiamo tentato di fermarla dall'esercitarlo, avevamo paura che un giorno le si sarebbe ritorto contro...ma la conoscete, non ascolta mai. All'inizio riusciva solo a indurre le persone in una sorta di trance. Ma ha continuato a fare pratica e ora riesce persino a fare eseguire ordini alla gente. Può giocare con la mente e i ricordi degli altri, può far ricordare o dimenticare qualcosa. È una brava ragazza, e sono sicuro che non userà mai i suoi poteri per causare danni"
"Ma nelle mani sbagliate, i poteri di Nozomi possono essere un'arma enorme"
I quattro rimasero in silenzio. Ora era ovvio. Se i ladri sapevano di quel potere, allora tutto il denaro che il signor Inaba avesse potuto offrire non sarebbe stato sufficiente per riavere Nozomi. La madre di Nozomi svenne sul divano. Ryo e Kaori decisero di lasciarli riposare. Concordarono di chiamarli non appena avessero ricevuto notizia dai rapitori. I due sweeper tornarono in macchina e a casa. Fu un viaggio silenzioso. Nessuno dei due espresse ad alta voce ciò a cui stavano pensando. Ma erano entrambi profondamente immersi nelle proprie riflessioni.
Quando giunsero a casa, Ryo fermò la macchina davanti all'edificio, ma non uscì.
"Ascolta, Kaori. Vado a parlare con qualcuno che può fornirci informazioni utili. Tu aspetta qui"
"Ma, Ryo, non posso venire con te?"
"No. Rimani qui. Non ci metterò molto"
Era serio. Kaori decise di non insistere, non era il momento. Quindi, lo lasciò andare.
Si sentiva dispiaciuta per Nozomi. Per quello che le stava accadendo in quel momento, ma anche per quello che aveva dovuto soffrire in passato. Con attorno amici e una famiglia, ma comunque sola. Almeno, lei aveva Ryo adesso. Lui era tutto ciò che le occorreva per essere felice. Nonostante la loro strana relazione, sapeva che lui ci sarebbe sempre stato per lei. Lo sapeva. Così come lui sapeva che lei sarebbe stata sua per sempre.
Il poligono era così silenzioso e buio da essere quasi spaventoso. Kaori accese le luci e tutto ricomparve dal nulla come se non ci fosse mai stato prima. L'odore della polvere da sparo era pungente nelle sue narici. Prese la sua pistola. La fissò per un istante. Poi, attivò un dispositivo accanto al muro e un nuovo bersaglio apparì dall'altra parte della stanza. Kaori sapeva di non essere brava tanto quanto avrebbe voluto esserlo. Aveva trascorso così tanti anni al fianco di un tiratore professionista, ma non era ancora capace di fare un ottimo lavoro con le pistole. Beh, se voleva aiutare Nozomi, si sarebbe dovuta preparare a usare la sua arma. Quindi, si avvicinò alla linea, si mise un paio di cuffie e iniziò a sparare.
Nel frattempo, dall'altro lato della metropoli, da sola e in mezzo al buio, legata e spaventata, una ragazza stava tentando l'impossibile per evitare che le lacrime cadessero dai suoi bellissimi occhi. Avrebbe dovuto stare più attenta. Come aveva potuto essere così stupida! Era avvenuto tutto molto in fretta. Suo padre non aveva avuto il tempo di fermarli, l'aveva notato. Aveva dovuto correre dietro alla macchina ma era stato troppo tardi. Ma almeno ci aveva provato. Era davvero preoccupato per lei. Non riusciva a ricordare l'ultima volta in cui aveva visto quello sguardo premuroso negli occhi del padre. I ricordi che aveva di lui erano sempre di rabbia e freddezza. Oh, come desiderava essere con lui in quel momento. Era impossibile che Ryo e Kaori la trovassero lì.
Si riuscivano a sentire dei rumori che si avvicinavano a una porta più o meno vicina che univa la stanza in cui lei si trovava con un'altra più piccola. Sembrava che qualcuno stesse litigando.
 
 
 
Basta. Kaori non sapeva quanto fosse rimasta lì sotto. Che ore potevano essere? Tutto ciò che sapeva era che le sue braccia erano indolenzite, così come la sua mente. - Smettila di mentire a te stessa. Lo sai che tutto questo non ti aiuterà. Se non hai talento, non ce l'hai, punto e basta. Inoltre, Ryo non cambierebbe idea vedendoti come la partner che merita solo perché spari meglio. Devo fare bene questa volta. Non posso perdere l'opportunità di aiutarlo, di mostrare che tutto questo è importante anche per me.-
Non che avesse dubbi sul fatto che Ryo si fidasse di lei. Non più. Ma aveva ancora bisogno, per se stessa, di dimostrare il proprio valore, come se in quel modo potesse garantirsi il diritto di stare al suo fianco. Era ancora spaventata da morire dall'idea di perderlo.
E ancora di più, avvertiva il bisogno di farlo. Doveva sentire che lui le stava accanto nel loro lavoro. Aveva bisogno che lui percepisse che lei c'era, con lui. Per aiutarlo, o semplicemente per stare insieme a lui.
Kaori uscì dal sotterraneo e raggiunse il primo piano della loro casa. Si diresse verso la propria stanza e iniziò a togliersi i vestiti quando il rumore della porta d'ingresso che si chiudeva le annunciò che Ryo era appena arrivato. Bene, ciò la fece sentire sollevata, come sempre quando rientrava a casa. Ma non fece niente per rivelargli la propria presenza. Nemmeno lui disse nulla. Rimase in biancheria di fronte all'armadio. Frugò tra alcuni vestiti e finalmente trovò quello che cercava. Le calzamaglie che amava indossare visto che erano comodissime. Si mise una maglietta e l'annodò sopra la pancia. Beh, era pronta.
Le luci del salotto erano spente, ma non fu sorpresa di trovarvi Ryo, la sua sagoma era vicino alle porte in vetro del balcone. Per un istante, a Kaori mancò il respiro. Oh, Dio, che visione. La bellissima forma del suo corpo muscoloso appoggiato allo stipite la colpì dritto al cuore. E lui, voltandosi con grazia per vederla avvicinarsi, provocò sulle sue guance la formazione di due chiazze di un adorabile rosa chiaro. In silenzio la fissò mentre rivolgeva lo sguardo ai propri piedi, nel timido tentativo di nascondere il suo improvviso imbarazzo. Le sue pupille si allargarono quando la guardò meglio. Sollevò il bicchiere di whiskey alle labbra e quasi lo bevve tutto d'un fiato. - Buona idea -, pensò lei, - Ne serve un po' anche a me -. E prendendo il bicchiere di Ryo, lo svuotò e lo appoggiò sul tavolo lì vicino. L'uomo la guardò con una punta di stupore, ma Kaori non lo notò, perché si sentì coraggiosa abbastanza da guardarlo solo dopo alcuni secondi. Poi, fu la prima a parlare.
"Hai scoperto qualcosa?"
"Sì" rispose Ryo monosillabico, ancora senza guardarla.
"Beh? Che cosa?" Cavoli, non poteva essere più esplicito?
"Presto ne saprò di più, per ora penso che sia un gruppo di ladri, sono nuovi in città"
"Ma essere in grado di rapire qualcuno in casa sua è sicuramente un segno del fatto che siano un gruppo più o meno organizzato, non penso che siano così inoffensivi"
"Hai ragione, partner" disse con un sorriso, e inspiegabilmente Kaori arrossì di nuovo. "Sono quasi sicuro che i tizi che vi hanno attaccato, e che alla fine sono riusciti a rapire Nozomi, siano dilettanti. Ma lavorano per qualcuno che conosce bene questa città e che conosce i poteri di Nozomi. Pensaci, non è una grande arma poter utilizzare l'ipnosi sulle persone quando sei un ladro?"
"Sì, ma...non lo so. Penso che ci sia qualcosa che non quadra nel complesso. È troppo rischioso. Anche se la minacciano, per esempio facendo del male ai genitori o altro, Nozomi non è una bambina, probabilmente è più intelligente di loro. E se provasse a ipnotizzarli, sono sicura che possa riuscirci"
"Giusto. Hai ragione di nuovo"
"E' molto brava"
"Così sembra"
"Per lei è facile manipolare le persone"
"Sì"
Poi, rimasero zitti. Entrambi realizzarono improvvisamente che la cosa si stava facendo in un certo senso...personale.
Kaori non seppe come riuscì a dire ad alta voce: "Allora, non erano sogni..."
"...No..."
La sua risposta echeggiò nelle orecchie di lei per un lungo minuto. Lo aveva detto. Quindi, lei si ricordava tutto delle ultime due notti. Ciò rendeva il tutto ancora più reale. I ricordi dei loro incontri e del modo in cui lui si era goduto il suo tocco. Ora lui era smarrito. Rimasero fianco a fianco, Ryo a guardare l'oscuro orizzonte al di là delle luci della città, Kaori a prestare nuovamente attenzione ai propri piedi. Finché non interruppe il denso silenzio che si era instaurato fra loro.
"Mi dispiace. Se ti ha infastidito, mi dispiace"
Si voltò per andarsene, non sapendo come doversi sentire, se imbarazzata, piena di vergogna, arrabbiata o altro. Ma fu fermata da Ryo, che la trattenne per un braccio. Ora erano molto vicini. Ryo inclinò la testa leggermente in avanti. Ora non potevano evitare di guardarsi negli occhi, di guardarsi le labbra reciprocamente, il che costituiva un territorio molto pericoloso.
"Sciocca..." disse.
Lei spalancò gli occhi. Poi si accigliò lievemente, tentando di capire il suo tono di voce così dolce. I battiti del suo cuore si fecero ancora più veloci quando notò le sue pupille abbassarsi sul proprio viso, e si spaventò quando realizzò che anche i propri occhi stavano eseguendo invano lo stesso percorso su di lui. Vide le sue labbra avvicinarsi finché non poté fare altro che chiudere gli occhi. E poi, avvertì la morbidezza della sua bocca sulla propria. Tutte le sensazioni più belle ed eccitanti al mondo invasero il suo corpo e la sua anima. Il suo cuore era incantato in una calorosa sensazione, il tempo smise di scorrere. Ryo pressò un po' di più, il bacio divenne più profondo, più appassionato. Era come se niente potesse tenerlo separato da lei adesso. Per qualche istante non ci fu nulla tra di loro. Finalmente si stavano affrontando. C'erano solo loro e i reciproci sentimenti.
La strinse con più forza. Le sue mani la toccavano dietro mentre le labbra e i denti giocavano con la sua bocca e il suo mento. Tormentandola con piccolo morsi. Oh, dèi, era deliziosa. Forte eppure delicata, e talmente bella. Erano incatenati l'una all'altro. Le loro bocche giocarono insieme per qualche minuto. Nessuno dei due si sentiva abbastanza forte da smettere. Al contrario. Gli anni di desiderio represso alla fine esplosero senza controllo. Ryo se la premette addosso, inconsciamente incrementando quelle sensazioni. Kaori si sentiva piccola fra le sue braccia, lui dovette allentare la sua presa, timoroso di poterla ferire.
Lei era così innocente. Quel pensiero gli attraversò la mente solo per un istante. Oh, dèi, si sarebbe divertito a insegnarle qualche cosa. Ma il fatto che il suo sapore potesse essere così dolce...era semplicemente magnifico. Averla fra le braccia, mentre rispondeva al suo bacio in maniera tanto disarmante. Ryo le guidò le braccia affinché gli circolassero il collo. Il suo desiderio lo portò a immaginare di portarla sul divano, di stendersi accanto a lei, di annaffiare la sua pelle di carezze e baci.
Involontariamente, quelle immagini resero i suoi movimenti un po' più arditi, strappando a Kaori un lieve suono gutturale. Quel mormorio risultò uno di quelli a cui nessun uomo avrebbe resistito, nemmeno Ryo. Con delicatezza, sebbene fosse certamente eccitato, cambiò le posizioni così che la schiena di Kaori si ritrovasse vicino alla parete. Gentilmente e lentamente la spinse fino ad appoggiarsi al muro. La ragazza arrossì ulteriormente, vedendosi senza via di fuga tra il muro e Ryo. Presto iniziarono ad avvertire l'assenza d'aria nei polmoni. Con riluttanza si separarono, ma solo per quei centimetri sufficienti a respirare. Le loro labbra non si allontanarono mai troppo da perdere il contatto che proseguì di tanto in tanto, in una serie di baci leggeri che si tramutarono in qualcosa di estremamente più stimolante di quanto avessero voluto inizialmente. Kaori strinse la presa attorno al suo collo. In risposta, un suo braccio scivolò lungo la sua schiena fino ai fianchi dove iniziò a sciogliere il nodo della maglietta. Mentre Kaori avvertiva la sua mano muoversi sul suo stomaco, riuscì anche a sentire un calore, umido e soffice che le sfiorava le labbra e andava oltre i denti.
Fu colta così di sorpresa che spalancò gli occhi e si bloccò completamente. Lui notò il suo turbamento e si fermò a sua volta. La guardò, lei ricambiò timidamente, avvampando, mordendosi il labbro inferiore. Lui fece un mezzo passo indietro.
"Scusa" disse, seppur con voce ansimante.
-Cosa?!- pensò lei "No, Ryo, è solo che..." voleva parlargli. Ma uno squillo improvviso spaventò entrambi.
Ryo si voltò e guardò il telefono. Con aria professionale andò a rispondere. Pronunciò solo un paio di 'Sì' e un 'Grazie, Tetsu'. Quando tornò a guardare Kaori, annunciò: "La ragazza è stata localizzata. Andiamo"
E con ciò, tornarono nuovamente alla realtà.
Kaori si allacciò la maglietta per la seconda volta quella sera, e Ryo si mise la giacca. Entrambi si assicurarono di avere le armi senza proferire parola e si prepararono a uscire, lo sguardo da professionisti negli occhi.
Ryo spiegò a Kaori la situazione durante il tragitto in macchina. Aveva ricevuto delle informazioni sui nuovi criminali della città, dal vecchio Tetsu e una ragazza che lavorava in uno dei locali che era solito frequentare. Così aveva appreso di certi strani tizi che odoravano di semplici dilettanti da un chilometri, erano arrivati una settimana prima e avevano proclamato al mondo quanto fossero svegli e come avessero trovato una 'piacevole' fonte di denaro. Che stupidata! Non era stato molto difficile notare il legame tra quelli e lo strano caso della loro cliente.
"E' questo che stavi facendo stasera? Sei andato in quel bar e hai parlato con quella ragazza?" chiese Kaori, con una piccola speranza nel cuore.
"Tra le altre cose" fu la sua speranza elusiva. Tuttavia, non poteva ingannarla, e lo sapeva.
Seduti fianco a fianco, Kaori sentì, mentre il silenzio ricadeva nuovamente su di loro, che la loro vicinanza era più limitata che mai. Si stava inconsciamente muovendo più vicino a lui? No, e i sedili erano posizionati alla stessa distanza di sempre. Allora, perché sentiva di non dover fare altro che allungare le dita per toccargli la mano? E perché era più che tentata che mai dall'idea di farlo? Il loro ultimo momento insieme era stato incredibile, era un peccato che fossero stati interrotti così presto e in maniera tanto brusca. Non era nemmeno riuscita a chiarire che le stava piacendo moltissimo, nonostante la sua reazione confusa.
Arrivarono accanto alla spiaggia, dove una lunga fila di magazzini erano disposti uno accanto all'altro, disegnando vicoli stretti e pericolosamente bui. Ryo nascose la macchina così che nessuno potesse notarla. Probabilmente, i rapitori avevano fatto lo stesso, perché Ryo avvertiva l'odore di carburante (e non proveniva solo dalla sua macchina) mescolato all'aria di mare.
Disse a Kaori di stare all'erta e attenta a non fare alcun rumore.
"Rimani dietro di me e cerca di non cadere per non far sapere a tutti che siamo qui"
"Con chi pensi di parlare? Almeno ho imparato come comportarmi, in tutti questi anni"
"Va bene" sussurrò lui. "Allora, perché non chiudi la bocca?"
Tutto ciò che ottenne come risposta fu un assoluto silenzio da parte della sua bocca e dei suoi movimenti, dopo avergli colpito la testa con un martello piccolo e carino di una sola tonnellata. Lui sorrise tra sé.
Entrarono nell'edificio tramite un buco nella parete sinistra. C'erano cassette di legno rotte da tutte le parti. Il pavimento era ricoperto da un lenzuolo di polvere, ed era facile distinguere numerosi tipi diversi di impronte. Con la pistola in mano Ryo avanzò per primo, guidando Kaori. Avevano una piccola torcia ma quel posto era davvero oscuro. Era anche piuttosto silenzioso. Per un paio di minuti cercarono un qualsiasi segno di una porta o qualcosa del genere. Quando Kaori passò accanto a una delle cassette rotte, si ferì alla coscia destra.
"Ah!"
"Shhhh..."
"Scusa, mi sono fatta male"
"Cosa? Cos'è stato?"
"Non preoccuparti, non è niente"
Fortunatamente, Ryo le credette e non prestò molta attenzione alla sua ferita. Raggiunsero un angolo e presto il suono di alcune voci raggiunse le loro orecchie da una stanza lì vicina. Sembravano voci maschili. Si avvicinarono di più per poter ascoltare.
"No, idiota! Il capo ha detto di non guardarla negli occhi! Ma non ascolti mai?!"
"Ma, perché? Non ha senso, che male può fare con gli occhi. Guardala, è una stupida bambina spaventata"
"Se il capo ha detto così, non l'ha fatto per niente. Sei tu lo stupido"
L'altro disse qualcos'altro, ma abbassando la voce, Kaori e Ryo non riuscirono a sentirlo. Tuttavia, non aveva importanza perché Ryo aveva già preso nota delle armi presenti nella stanza ed era pronto ad entrare in azione.
Aprì la porta con una mano, con l'altra teneva la pistola, puntandola contro i due. Questi furono colti di sospresa e non ebbero il tempo di afferrare le proprie pistole. Ryo li mise k.o a mani nude. Nel frattempo, Kaori era entrata nella stanza e stava liberando Nozomi dalla corda che le legava le mani e la schiena tenendola ferma sulla sedia.
La ragazza era molto felice di vederli. Kaori la strinse forte per un po' finché non iniziò a sentirsi meglio. Ryo recuperò le pistole dei due uomini. Aveva anche scoperto un cellulare in una delle tasche della giacca del tizio più alto.
"Interessante..."
Ryo tirò fuori il proprio cellulare ed effettuò una chiamata.
Venti minuti dopo, giunse una splendida automobile rossa. Ne uscirono una giovane donna e tre uomini. Le scene seguenti videro il tenero incontro tra un padre e la figlia e un arresto piuttosto comico. Il signor Inaba ringraziò Ryo, Kaori e la polizia per il loro lavoro. Ryo era pronto ad andare a casa, erano tutti stanchi, ma c'era ancora una cosa da sbrigare.
Quando i due uomini vestiti di nero si svegliarono, Ryo li aveva legati. Erano confusi. Ryo offrì loro la faccia più spaventosa di sempre e i due parlarono. Il loro capo si sarebbe dovuto presentare e avrebbe dovuto incontrarli per portare la ragazza in un posto più sicuro. Dovevano aspettare soltanto fino a mezzanotte.
E la mezzanotte arrivò presto. Fuori dall'edificio, si potevano sentire dei rumori soffocati. All'interno, il variegato gruppo formato dai due sweeper, quattro poliziotti, il padre, la figlia e i due uomini, ascoltò in completo silenzio i passi che echeggiavano in maniera sempre più udibile.
Infine, un'ombra apparì alla porta semi-aperta, si mise a protestare con i suoi complici riguardo al luogo disastroso che avevano scelto. Le parole gli morirono in bocca quando i due uomini che aspettava gli comparirono davanti, legati alle sedie. Il grasso uomo rimase perplesso per alcuni istanti. Poi apparve la figura di Ryo dietro i due uomini. La mascella del capo si spalancò e si voltò per andarsi, ma fu quasi colpito dalle armi dei tre poliziotti che accompagnavano Saeko.
Aveva perso e si arrese, sollevando le mani. Probabilmente, si stava ancora domandando cosa diamine fosse successo quando Saeko e gli agenti lo arrestarono conducendolo alla macchina, insieme ai suoi due stupidi complici. Come aveva potuto fallire? Il piano stava andando molto bene, era sul punto di diventare ricco e famoso nel mondo della malavita. Com'è che era successo tutto all'improvviso? Perché a lui?
 
 
 
Nozomi abbracciò Kaori, la paura era completamente sparita.
"Grazie, Kaori. Grazie, Ryo"
"Tesoro, chiamo un taxi. Signor Saeba, signorina Makimura, grazie per aver protetto mia figlia. So che non ci sono soldi abbastanza per poter pagare la sicurezza di mia figlia, ma parleremo domani del vostro compenso"
"Ok, signor Inaba" disse Ryo con un lieve sorriso – ne parleremo. - Poi i due uomini si strinsero la mano, mentre con aria felice Nozomi li osservava. Il signor Inaba si congedò per chiamare e aspettare il taxi, mentre Nozomi rimase un po' di più per salutare le sue guardie.
"Uhm, Kaori, suppongo che ora tu sappia del mio piccolo potere"
"Sì" il viso di Kaori iniziò ad arrossire.
"Oh, spero di non aver causato troppi problemi"
"Beh, ehm...n-non molti...ma, la prossima volta, assicurati di chiedere prima"
"Scusa, stavo cercando di aiutare, in qualche modo"
"Lo so. Ma il tuo è un grande potere, quello di controllare la mente degli altri, dovrai stare attenta"
"Beh, non si tratta esattamente di 'controllare', è più un 'dare una spintarella'" disse sorridendo innocentemente.
"La chiami 'spintarella'?!" Ryo non riuscì a rimanere zitto. Aveva sofferto di quella 'spintarella' in prima persona. "Allora, che le avresti detto se la spinta fosse stata grande?!"
Ora, Kaori era certamente rossa in volto e si sentiva accaldata.
"Cosa?! Non è che io abbia deciso per lei tutto il corso della sua vita. Le ho solo detto che dovrebbe lasciarsi andare più spesso e dovrebbe fare ciò che il suo cuore desidera veramente. Non penso che sia così sbagliato"
Ryo e Kaori rimasero senza parole.
"Cosa. Che hai fatto, Kaori?...Spero solo che finalmente abbiate ammesso i sentimenti che provate reciprocamente..."
"Cosa-di che cosa stai parlando, mocciosetta?" disse Ryo.
Nozomi si limitò a sorridere. Poi suo padre la chiamò, e lei salutò i due sweeper leggermente imbarazzati.
Durante il tragitto verso casa, Kaori non riuscì a sopportare il silenzio, si sentiva scomodamente intimidita.
"Almeno, il signor Inaba non era un padre insensibile"
"Ho conosciuto uomini come lui. Hanno fortune enormi, hanno addosso una forte responsabilità, e alla fine si dimenticano di aver cominciato a far soldi per il bene della famiglia. È un bene che il signor Inaba capisca che la cosa veramente importante è la vita di quelli che si amano...sai, posso capirlo"
Lei non replicò, si limitò a un piccolo sorriso e rimase zitta per il resto della strada, ascoltando il proprio cuore che sormontava i rumori emessi dal motore della macchina.
Kaori era ancora assorta nei pensieri su quello che Nozomi le aveva detto quando giunsero a casa. Era sorpresa, a dire poco, dal fatto di essere in grado di sfoggiare un tale atteggiamento. Conosceva l'espressione che vide sul volto di Ryo. Le diceva che stava meditando profondamente su qualcosa, e lei sapeva di cosa si trattava. Arrossì. Solo qualche ora prima erano in quel salotto, giusto a qualche passo di distanza, incollati l'una tra le braccia dell'altro come due amanti appassionati. Come due amanti che avevano appena scoperto cosa fosse l'amore.
La giovane raggiunse la cucina con passi leggeri. Lui la seguì lentamente. Un po' di caffè avrebbe compiuto meraviglie. Kaori stava iniziando ad avvertire la stanchezza della sera e la mancanza di sonno e tutto il resto. Tuttavia, il suo corpo era rilassato, come quella sensazione di morbidezza dopo aver fatto un po' di intenso esercizio.
Erano seduti al tavolo della cucina, l'uno di fronte all'altra. Non parlavano, fissavano il tavolo, il pavimento, le tazze, le mani.
"Penso che dovremmo dormire un po'" disse Ryo.
"Uh..." annuì lei.
"...Dormi bene" si alzò dalla sedia.
"Aspetta" si alzò anche lei. "Per favore, rimani un po' di più..."
Ryo si fermò, un po' sospreso dal suo tono, e si voltò. La fissò. Lei si era appena resa conto di ciò che aveva fatto e un delizioso strato di rosa acceso ricomparì sulle sue guance.
"Io...uhm..."
La sua indecisione la rendeva anche più bella. Niente a che fare con la Kaori appassionata che aveva conosciuto, ma erano la stessa persona, la sua Kaori. Un tenero sorriso comparve sulle labbra di Ryo. Si abbassò lievemente, preferendo mettersi a sedere sul tavolo. E con uno sguardo irresistibile e fiducioso, i suoi occhi la invitarono ad avvicinarsi. Quando fu abbastanza vicina da raggiungerla con il braccio, la prese per mano e la guidò di fronte a sé.
"Ehi, qual è il problema? Lo sai che puoi dirmelo"
"Scemo, lo sai qual è il problema..."
"Ah sì? Ma non posso saperlo se non me lo dici. Ci sono molte cose che possono venirmi in mente, ma non voglio dire quella sbagliata"
Kaori finalmente raccolse la forza di guardarlo. Trovò i suoi occhi, gli occhi che amava così tanto. Prese consapevolezza delle sue mani sulle proprie, dei suoi pollici che le carezzavano le nocche. Sentì il proprio corpo reagire a quei semplici tocchi e ai suoi sguardi, il suo cuore si sciolse soltanto di fronte alla sua presenza, sapeva che lui era l'uomo per lei.
"Nemmeno io voglio fraintendere. Io..."
"...penso che siamo stati interrotti prima. Dove eravamo?"
Lui avvicinò adorabilmente le labbra alle sue, sfiorandogliele e poi separandosi.
"Eravamo qui?...O qui?" si fece ancora più vicino e la baciò dolcemente e profondamente, mentre le sue braccia si sistemavano dietro la sua schiena, come a rivendicarla in quanto sua.
Kaori pensò che avrebbe perso i sensi, era ancora meglio rispetto al bacio precedente. Oh, Dio, come riusciva ad essere ancora meglio? E c'era qualcosa di meglio di questo? Impossibile. Era il paradiso. Le sue mani si appoggiarono al petto di lui. Si separarono di nuovo.
"Oppure eravamo...qui?" la sua voce risultò roca e terribilmente sensuale. Il cuore le batteva fortissimo per l'attesa. La sua bocca si aprì sulla propria, indagatore e tentante. La risposta di lei fu delicata e dolce. Lui poté assaggiare la sua innocenza e la sua passione. Lo desiderava almeno quanto lui desiderava lei. L'abbraccio si strinse. I piccoli gemiti si intrecciavano ai respiri e al rumore dei vestiti che venivano tolti. Le mani di lei corsero lungo la sua schiena. Le mani di lui correvano, beh, su tutto il corpo di lei.
Alla fine, fecero una breve pausa per respirare. Ma presto Ryo la stava di nuovo baciando. E ancora.
Mormorò il suo nome sulle sue labbra, poi la lingua abbandonò la sua bocca per dedicarsi al collo e all'orecchio. Dovette farsi forza per scostarsi da lei e parlare.
"Sarà meglio che ce ne andiamo dalla cucina, o finirò col fare l'amore con te sul tavolo"
Kaori rispose con un lieve sorriso attonito e appoggiò il capo sul suo petto per un po'. Lui l'avvolse fra le braccia e chiuse gli occhi. Quando lei riuscì a parlare, disse: "Allora dovremmo trovare un posto più comodo"
Lui sollevò la testa per guardarla meglio.
"Non pensare che me lo farò ripetere" la prese fra le braccia e abbandonò velocemente la cucina dirigendosi su per le scale. Non la lasciò finché non entrarono nella sua stanza. Allora la fece scendere e le regalò lo sguardo più sexy e sensuale che lei gli avesse mai visto. Era lo sguardo di un predatore, profondo, ardente, intenso. Il suo cuore quasi stette male per l'emozione. Immagini delle notti precedenti si mescolarono alle fantasie che aveva in mente. Lo vide avvicinarsi, posò le mani sulla sua vita. La baciò sulle labbra, sul collo, sulla spalla. Un'altra parte dei loro vestiti cadde sul pavimento mentre loro affondarono nel letto.
Un mondo di sensazioni si apriva davanti a loro. Le mani e i corpi si esplorarono, rimossero qualsiasi indumento, lasciandolo scivolare a terra.
Fuori, la luna aveva cominciato a calare, li osservava mentre la sua luce si rifletteva sulle loro pelli calde, umide di sudore. L'alba era ancora lontana. Avevano tutta la notte. Ben presto, le grida di lei si unirono ai gemiti bassi di lui. Fecero l'amore per molto, molto tempo, lentamente e gentilmente e appassionatamente, per rimediare agli struggenti e lunghi anni di attesa. 

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