BRINDIAMO ALLE NUOVE POSSIBILITA'?

di indesiderata
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'amicizia è come l'amore, se la coltivi rimane viva, altrimenti muore. ***
Capitolo 3: *** Tempo di scelte ***
Capitolo 4: *** All i want for Christmas... ***
Capitolo 5: *** Lo sguardo è un contatto che va oltre ogni superficie ***
Capitolo 6: *** Voglio sapere chi sei ***
Capitolo 7: *** Adventure Of a Lifetime ***
Capitolo 8: *** Sorpresa ***
Capitolo 9: *** Sadness ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



 

Era una notte come tante altre Cassidy era seduta su una vecchia poltrona logora e ammuffita, in mano aveva il libro che aveva acquistato recentemente nel piccolo negozio di paese.

Gli occhiali neri e grandi, i capelli raccolti in una crocchia disordinata e le labbra che si muovevano mentre ad alta voce leggeva: <<Le nostre anime sono una cosa sola se vuoi saperlo mai si separeranno.>>.

Fu un miagolio e lo strusciarsi di una piccola palla di pelo contro i suoi piedi a risvegliare Cassidy dal suo mondo d' amore creato dalle "Pagine della nostra vita" di Nicholas Sparks.

"Ehy Benny" disse arruffando il pelo color cappuccino del suo nuovo gattino.

Era un piccolo gatto persiano di appena quattro mesi regalatole da sua nonna in occasione del suo compleanno.

"Andiamo a mangiare, sicuramente la mamma ci avrà preparato un pranzetto fantastico" disse prendendo in braccio Benny che accoccolato tra le braccia della sua padroncina iniziò a fare le fusa.

Passando per il corridoio inciampò nelle macchinine abbandonate nel corridoio da suo fratello minore Mike.

"Ahia! Il mio povero piede" urlò dolorante saltellando e imprecando nella mente contro il suo piccolo fratellino .

Raggiunse l' ampio salotto dove ad aspettarla c' era una tavola imbandita e tutta la sua famiglia riunita.

"Finalmente! aspettavamo solo te per iniziare" la rimproverò la madre mentre versava nei piatti un delizioso risotto ai funghi.

Cassidy trascinò la sedia scusandosi per l' attesa.

"Il mio preferito" esclamò Mike divertito mentre prendeva una cucchiaiata di risotto fumante.

"Bene, ragazzi come sapete oggi è un giorno speciale!" disse la mamma sorridente.

"Oh, si è il compleanno della mia dolce e piccola sorellina" affermò scherzoso Jhonny il fratello maggiore.

"Si, ecco Cassy abbiamo una sorpresa per te" sorrise e rivolgendosi al marito "Su va a prenderla".

Il marito sorseggiò un bicchiere d' acqua e si alzò dalla sedia per tornare poco dopo con un grosso pacco regalo.

Cassidy sorrise compiaciuta oggi compiva vent' anni ed era la vigilia di Natale.

Cosa poteva volere di più?

"Forza aprilo!"

Cassidy con mani svelte ruppe l' incarto con decorazioni Natalizie ma nel pacco trovò solo carta.

"E' uno scherzo?" esclamò delusa inarcando un sopracciglio e sbuffando sonoramente.

"Amore forse abbiamo sbagliato..." disse Jack il padre guardando la moglie e poi la figlia dispiaciuto.

"Siete dei genitori perfidi, forza tirate fuori il mio regalo!" affermò Cassidy avvicinandosi al padre e tirandogli scherzosamente una pacca sulla spalla.

"Guarda bene nel pacco le disse il fratello rovistando tra le cartacce e tirando fuori un bigliettino di carta..."

Cassidy si avvicino non nascondendo la sua delusione "Un pezzo di carta?" "sono troppo grande per i giochini!" si disse mentalmente mentre strappava dalle mani di Jhonny quel foglietto.

Lo aprì lentamente e un sorriso spontaneo si aprì sulle sue labbra. Posò gli occhi su quella calligrafia disordinata e dopo aver annusato il foglio di carta corse velocemente nel suo rifugio segreto.

"Non mangio!" annunciò salendo al piano superiore.

Si chiuse alle spalle la portai in legno della biblioteca di casa e ritornò a sedersi su quella vecchia e logora poltrona. Non voleva essere distratta da niente e da nessuno, così per sicurezza chiuse la porta a chiave e con ancora un magnifico sorriso dipinto sulle labbra si immerse nella lettura .







Ciao, è un pò che volevo scrivere e sono stata ispirata.
Spero vi piaccia la storia. 
(
 Non sono una scrittrice per tanto non vi garantisco un capolavoro)

Leggete, seguite e lasciate una recensione ne sarei felice!
Con Affetto.

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Capitolo 2
*** L'amicizia è come l'amore, se la coltivi rimane viva, altrimenti muore. ***






"Sono passati 2 lunghi anni. Sono stato lontano, forse per troppo tempo ma il 24 Dicembre è una data che non scorderò mai, anche se fossi nello spazio oppure su qualche pianeta sconosciuto. Ecco è la prima lettera che scrivo in vent' anni della mia vita, anzi la seconda, non so se ricordi ma la prima letterina la dedicai a Santa Claus poi diedi il compito a te di scriverle per me.  Comunque, non vorrei dilungarmi troppo e dunque vengo al sodo.  Quante cose abbiamo fatto insieme! Un elenco? Non si può, sarebbe troppo lungo e potrebbero invidiarcelo! Forse non sono la persona più importante della tua vita ma sono certo di averti trasmesso l'importanza che tu hai nella mia. Il destino ha voluto che le nostre anime si incontrassero e creassero l'amicizia che ha reso la mia esistenza piena di significato. Ti voglio un mondo di bene piccola Cassy.
Ti Auguro il più bel compleanno del mondo.

Con affetto Zayn.

P.S Domani è Natale aspetto un tuo regalo."

Cassidy rimase chiusa ore in quella piccola e impolverata biblioteca sola e felice a fissare il foglio scritto dalla persona più importante della sua vita.

Il bussare incessante della porta la fece sobbalzare e di mala voglia si alzò dalla sua comoda poltroncina.

"Un attimo e ti apro!"

Girò con fatica la chiave nella vecchia serratura.

"Pensavo fossi morta!"

"Che pensiero carino Jhonny!"

"Allora? Zayn che ti ha scritto?"

"Tu che ne sai che Zayn mi ha scritto qualcosa?"

"Si da il caso che il mio miglior amico mi abbia telefonato ieri sera chiedendomi se la sua lettera per te era giunta a destinazione!"

Cassidy arrossì. Non voleva condividere con nessuno il pensiero dolce di Zayn.

"Beh, nulla di particolare, le solite cose!"

Jhonny sghignazzò sotto i baffi vedendo la sorella intimidita.

"Se non avessi visto con i miei occhi Zayn accompagnarti in bagno a fare la cacca dai 3 ai 6 anni potrei dire che tra di voi sarebbe potuta nascere una bella storia d' amore!"

Cassidy spintonò il fratello scherzosamente e lo sorpassò tornando a passo spedito nella sua cameretta.

Cassidy, Jhonny e Zayn avevano sempre vissuto in simbiosi.

Erano vicini di casa da quando erano in fasce; Jack e il padre di Zayn erano migliori amici dall' asilo.

Avevano condiviso qualsiasi momento assieme e a volte come Jhonny ricordò a Cassidy, anche il bagno.

Erano come tre fratelli: inseparabili.

Due anni fa Zayn venne mandato a studiare in una scuola di Arti Sceniche a New York e così Cassidy e Jhonny dovettero abituarsi a non avere più nessuno con cui scappare la sera per andare a vedere il tramonto, nessuno con cui andare in giro per la città a fingersi dei grandi divi di Hollywood, nessuno con cui andare a suonare la chitarra nel giardino pubblico a due isolati da casa.

Ma tra le due quella che sentì di più la mancanza di Zayn fu Cassidy.

 

Il giorno in cui gli venne annunciata la partenza del suo migliore amico passò due intere settimane a ingozzarsi di muffin, biscotti al cioccolato e vaschette di gelato per compensare il vuoto che Zayn aveva lasciato.

Leggere la sua lettera proprio il giorno del suo compleanno alla vigilia di Natale fu per Cassidy il miglior regalo che potesse ricevere.

"Tesoro sei contenta?" chiese la madre facendo capolino nella stanza.

"Molto mamma, grazie" si alzò abbracciandola forte.

"Non penserai che noi ci siamo dimenticati di te? Anche noi abbiamo un regalino..." le disse felice "Vieni giù, Mike è impaziente di dartelo!"

Saltellando giù per le scale raggiunse il fratellino che teneva nelle mani un pacchettino ormai rovinato dal tentativo di rompere l' incarto.

"Mike! " lo rimproverò sua madre. "Era il regalo di Cassidy"

"Si ,monello era il mio regalo!" disse scompigliandogli i capelli e rubandogli il pacchettino dalle mani.

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Capitolo 3
*** Tempo di scelte ***




 

“Cassy è da mezz’ora che il telefono squilla” Jhonny stanco di sentire l’ insulsa canzoncina che partiva dal telefono di sua sorella aveva deciso di irrompere nella sua stanza.

Il suo sguardo si posò su una massa informe avvolta dal piumone bianco.

Si avvicinò spazientito e si lanciò a capofitto sul letto, schiacciando con il suo corpo massiccio Cassidy.

Dei versi di dolore soffocati e attutiti dalle coperte iniziarono a sollevarsi, fino a quando Jhonny decise di aver sufficientemente svegliato sua sorella.

Cassidy si tolse velocemente le coperte di dosso e con i capelli arruffati e il viso paonazzo iniziò a urlare dalla rabbia.

Jhonny osservava ridendo a crepapelle la scena accanto alla porta. Aveva bisogno di una via di fuga nel caso la sorella avesse voluto trinciarlo e buttare i suoi resti nel bidone della spazzatura.

“Quale incidente ha subito il tuo cervello?” sbraitò Cassidy avvicinandosi a Jhonny e con aria minacciosa.

Jhonny continuava a ridere, imperterrito, osservando lo stato d’ isteria in cui si trovava la sorella.

“Ti conviene smetterla subito!”

“Ora conto fino a 3 Jhonny poi ti conviene cambiare residenza”

Sollevò la piccola mano verso l’ alto e iniziò “1..2…”

Jhonny trattenne le risate mentre sollevava le braccia verso l’ alto.

“Ok, vedi Cassy non rido più” disse per poi scoppiare nuovamente a ridere. Aveva il destino segnato.

Jhonny scivolò lungo il corrimano mentre Cassidy come una furia lo inseguiva giù per le scale.

“Ti resta poco da vivere” e mentre pronunciava quelle parole, scendendo l’ ultimo gradino scivolò su un ‘ altra stupidissima macchinino di Mike.

Suo fratello Jhonny vedendola a terra non poté fare altro che guardarla scoppiando nuovamente a ridere.

Cassidy era in pessime condizioni rossa dalla rabbia, con un pigiamino di paile con gli orsetti,i capelli arruffati e per di più con un livido sulle chiappe.

Fece appello a tutta la sua sanità mentale e si limitò a imprecare rimanendo seduta sul pavimento.

Sua madre innervosita dai continui schiamazzi accorse a vedere la situazione.

“Se non la smettete di fare casino, giuro che vi costringo ad andare a fare la spesa al centro commerciale: la Vigilia di Natale.”

Entrare in un centro commerciale la Vigilia di Natale significava avere pazienza, sopportare code infinite e riuscire a sopravvivere in mezzo alla folla di gente indaffarata con gli acquisti dell’ ultimo minuto. E la pazienza non era il forte di Cassidy.

“Ecco ora va meglio!” disse la madre fiera di aver zittito i figli.

“Tu stammi lontano” disse Cassidy minacciosa.

“E tu rispondi al telefono ogni tanto.” rispose di rimando Jhonny.

Cassidy massaggiandosi la chiappa ritornò nella sua camera notando un decina di chiamate da Niall, suo cugino.

 

Richiamò e una voce metallica rispose dall’ altro capo del telefono

“Era ora che rispondessi.”

“Stavo dormendo”

“già il tuo riposino pomeridiano” ridacchiò Niall

Si! Durante le vacanze tutto è concesso…Bhè perché mi hai chiamato? non ci saremmo dovuti vedere domani?”

“Si, ma ho un grosso problema Cassy”

E quando Niall la chiamava con quel nomignolo significava solo una cosa LA STAVA PER COSTRINGERE A FARE QUALCOSA CHE LEI ODIAVA.

“No Niall!”

“Per favore Cassy, devo scegliere il regalo per Amber”

“Non ti accompagno in nessun stupidissimo centro commerciale, lo sai quanto odio lo shopping sotto le feste!”

“Cassy domani giuro che ti farò un regalo enorme” 

“Non potevi chiedere a quel maledetto di mio fratello?”

“Jhonny non potrebbe mai scegliere un anello di fidanzamento”

Cassidy rimase col fiato sospeso, in silenzio.

“Cassy… Cassy sei viva? lo so avrei voluto dirvelo in altro modo…”

“Tu ti fidanzerai Niall?”

“Si, avrei fatto tutto con molta più calma se Amber non mi avesse detto che aspetta un bambino.”

“Cosa? Diventerò Zia! Cuginetto ma è una notizia fantastica!” 

 

Due ore dopo si ritrovò davanti all’ enorme entrata di Harrods.

Guardava impaziente il telefonino in attesa di suo cugino.

“Eccomi Cassy” disse scoccandole un bacio sulla guancia.

“Sei in ritardo e di solito sono le donne ad essere in ritardo!”

“Scusa, ma c’è traffico in città!”

“Dai entriamo, che prima finiamo, prima finisco di soffrire”.

Il biondino carinamente le aprì la porta “Prima le signore”.

Iniziarono a spintonare un po' di gente accalcata intorno a tutte le vetrine tentando di farsi strada verso una delle tante gioiellerie.

“Bhè che tipo di anello cerchi Niall?”

“Non so, non ho con me molto e sinceramente è stato tutto così inaspettato che non so neanche se sto facendo la cosa giusta.”

Cassidy si guardò in torno, per poi  soffermarsi  a osservare il volto di suo cugino.

Spaesato, spaventato ed emozionato.

Cassidy era sempre stata molto brava a leggere i sentimenti delle persone. Non era superficiale: amava osservare, soffermarsi sui dettagli, provare a sintonizzarsi con le cose e le persone che la circondavano.

In quel momento osservando i muscoli tesi del volto, gli occhi azzurri spenti e persi percepì che Niall più che un anello aveva bisogno di qualcuno con cui parlare.

“Ehy, cosa ne pensi se invece di cercare subito quell’ anello andassimo a prenderci qualcosa di caldo?”

Niall annuì sorridente.

Si sedettero in un tavolino appartato lontano dalla confusione dopo aver ordinato due cioccolate calde.

“Sei sempre stata speciale Cassy”

“Lo so!” disse sorridendo.

“L’ hai capito, no? Intendo, che sono confuso.”

Cassidy annui invitando Niall a continuare.
 

“Ho paura. Il fatto è che io sono giovane, lavoro in un fast food, non ho ancora certezze. Lei, invece, è più matura, con la testa sulle spalle.”

“Non devi andare di corsa Niall. Il fatto che lei sia più grande di te e pronta ad affrontare la maternità e un matrimonio, non significa per forza che tu lo sia.”

“A vent’ un anni che futuro posso dare a quel bambino Cassidy? Forse merita qualcuno che possa garantirgli una vita migliore, qualcuno di più adulto.”

Cassidy ridacchiò “Niall tu sei adulto! E sei spaventato. So che Amber ti ama moltissimo e tu l’ ami moltissimo e imparerete assieme ad essere dei bravi genitori. Non importa se tu hai vent’ anni e lei è più grande di te. Non affrettare i tempi, se non te la senti. Avere un bambino non implica che tu debba sposartela subito o sancire con il sangue il suo legame con lei. Dai tempo alle cose di fare il proprio corso Niall.”

Mentre parlava aveva iniziato a sfregare le mani l’ una con l’ altra e aveva abbassato lo sguardo. “Aveva confuso di più Niall?” “Il suo discorso aveva un senso?” intimidita e perplessa attese che il cugino rompesse il silenzio che improvvisamente li aveva colti, nonostante attorno a loro ci fossero molte  persone che chiacchieravano allegramente.

“Cassy sono il cugino più fortunato del pianeta ad avere te.” 

Cassy sorrise rincuorata. 

Camminarono in lungo e in largo avvolti dall’ atmosfera natalizia che i grandi magazzini gli offrivano.

“Quell’ albero è proprio bello, Niall” disse soffermandosi accanto a una vetrina di profumi.

Paragonato al maestoso albero che vi era all’ ingresso, questo era piccolo, con tanti pupazzini di pezza appesi e a Cassidy ricordava tanto quello che suo nonno era solito preparare nella casetta in montagna dove si riunivano tutti per Natale. Qualche anno fa venne a mancare e sua nonna chiuse l’ alberello e le sue decorazioni in uno scatolone. Da allora il Natale per Cassidy diventò una festa qualunque.

“A cosa stai pensando Cassidy?” disse Niall sorridendole.

“Stavo pensando a quello che nostro nonno diceva sempre”

“Non importa cosa trovi sotto l’albero..."
" ma chi trovi intorno” dissero all’ unisono trasportati dai ricordi.

Si guardarono e si sorrisero.

“Forza Cassy andiamo, si sarà fatto tardi”

E uscirono da quel centro commerciale senza anello, ma con la certezza che in un minuto c’è il tempo per decisioni e scelte che il minuto successivo rovescerà.

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Capitolo 4
*** All i want for Christmas... ***


Questa mattina Cassidy venne svegliata da un odore forte di frittelle e miele, provenienti dalla cucina dove sua madre con tutta probabilità era indaffarata nella preparazione delle leccornie per il pranzo di Natale.

Fece un ampio sorriso e si stiracchiò le braccia.

Scostò con decisione le coperte che l’ avevano avvolta durante la notte e si affacciò alla finestra.

Il cielo rosa lasciava presagire l’ arrivo della neve.

D’ altronde che Natale poteva essere senza la neve scintillante cadere dal cielo?

Dopo essersi sciacquata la faccia ed aver indossato un maglione Natalizio corse giù.

Mike era accanto all’albero e stava giocando con un aeroplanino, probabilmente solo uno dei tanti regali ricevuti.

Lo guardò emozionata osservando i suoi goffi movimenti.

Il vociare proveniente dalla cucina li accanto la incuriosì, così dopo aver salutato suo fratello minore si diresse verso quelle voci.

“Buon natale famiglia” disse entrando entusiasta

Sua madre si girò sorridente scoprendo un giovane ragazzo dietro di sé che attratto dalla voce di Cassidy si voltò.

Bastò il suo sorriso per far si che Cassidy gli saltasse addosso.

Era veramente troppo tempo che non poteva stringerlo o vederlo.

“Zayn!” urlò mentre soffocava tra le sue braccia.

“Cassy, piaciuta la sorpresa?” disse staccandosi leggermente da lei per guardarla negli occhi.

“Me lo chiedi anche?”

Zayn in due anni non era cambiato di una virgola era rimasto il solito ragazzo mingherlino e un pò nerd del liceo.

“Ora si che è Natale” sospirò Cassidy per rituffarsi tra le braccia del suo migliore amico.


 

“Forza ragazzi aiutatemi ad apparecchiare” proclamò la madre di Cassidy.

“Lana come funziona? le forchette a destra o sinistra?” domandò Zayn mentre rigirava tra le mani coltelli e forchette.

“Lascia fare a me” disse Cassidy divertita. “Sei rimasto il solito buono a nulla!” pronunciò.

“Davvero Cassy? sei proprio sicura di quello che hai detto?” disse Zayn avvicinandosi a lei piano piano.

Cassidy sorrideva sotto i baffi.

Zayn si avvicinò pericolosamente e la sollevò da terra la lanciò sul divano e iniziò a solleticarle la pancia.

Cassidy amava questi momenti di ordinaria felicità.

Quando Zayn smise la guardò a lungo. Gli occhi scuri  e vispi di Cassidy si riflettevano in quelli languidi e sensuali di Zayn.

“Mi eri mancato!” pronunciò attirandolo nuovamente a sè per un abbraccio.

“Ehy Zayn se hai finito di provarci con mia sorella andiamo a farci un giro?”

Zayn si stacco ridacchiando da Cassidy.

“Ok, però mi accompagni a prendere un amico in stazione”.




ANGOLO AUTRICE.
Scusate, lo so che sono in ritardo con gli aggiornamenti ma ho gli esami e sono sommersa letteralmente dai libri.
Questo capitolo è molto breve ma volevo crearvi un pò di suspance!
Grazie a chi segue la storia.
Se vi va lasciate un commento!

 

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Capitolo 5
*** Lo sguardo è un contatto che va oltre ogni superficie ***



 

Cassidy passò tutta la mattina di Natale ad aiutare sua madre in cucina.

Era quasi l'ora di pranzo e presto sarebbero arrivati tutti i parenti.

“Zayn si ferma a pranzo non è vero?” chiese Cassidy speranzosa.

“No cara, Zayn passerà il Natale con la sua famiglia ma ci raggiungerà per il dolce e porterà anche un suo amico”

Cassidy annuì.

“Ora mamma se non ti dispiace fatti aiutare da papà, io vado a farmi bella”.

Cassidy  dalla morte del nonno aveva sentito di aver perso lo spirito Natalizio ma questa volta qualcosa sarebbe cambiato.

 

La tavola era imbandita ed i parenti stavano arrivando piano, piano.

“Nonna!” disse stringendola in un abbraccio.

“Ciao cara, come stai?”

“Mai stata meglio” disse volteggiando nel suo abitino.

“E quella palla pelosa?” disse arricciando il naso e girandosi verso il gattino che le aveva fatto avere per il suo compleanno.

“Sta meglio di tutti: mangia e dorme tutto il giorno” Cassidy e sua nonna ridacchiarono.

“Ti ho portato un regalino ma vorrei lo aprissi quando sarai sola.”  La nonna le porse un piccolo dono impacchettato perfettamente. Cassidy incuriosita cercò di esaminare il pacchettino per poi abbandonarlo sotto l’ albero addobbato.

Tra zii, nonni, cugini e cugine la casa fu presto riempita da mille rumori, chiacchiere e canzoni.

“Niall smettila di rubarmi le patate al forno!”

“Cassy ne ho avute poche, il tuo piatto era pieno!” disse rubando nuovamente una patata dal piatto della cugina.

“Sei un pozzo senza fondo!” disse per poi ritornare a parlare con sua cugina Molly.
 


“Con tutto questo cibo potrei rotolare” disse Jhonny sedendosi accanto alla sorella.

Cassidy, Niall, Jhonny e il piccolo Mike avevano deciso di allontanarsi dai numerosi parenti e sedersi sul divano per riprendere fiato.

“Ah! Cassidy ti ho portato il regalo che ti avevo promesso!” disse Niall alzandosi di mala voglia e raggiungendo la tasca del suo giubbotto appeso all’ appendi abiti accanto alla porta.

“Ecco tieni..” disse porgendo due biglietti alla cugina.

“Cosa? Mi hai regalato due biglietti per il concerto del mio gruppo preferito?!” gli occhi sbarrati, la bocca spalancata. Cassidy era pervasa dalla gioia.

“Grazie Niall, sei il mio cugino perfetto!” disse stringendolo in un caldo abbraccio.

“Beh, anche io ho una cosa per te. Rovista sotto l’ albero. Lo troverai subito il tuo regalo è quello impacchettato peggio, visto che Jhonny si è offerto volontario per incartarlo.”

“Ti ho sentito” urlò Jhonny, che si era da poco allontanato per andare in cucina “E non mi ero affatto offerto volontario!”.

 

“Forza giovani a tavola! Il dolce è servito” annunciò Lana.

Due colpi alla porta, poi il suono incessante del campanello.

“Non sforzatevi vado io” disse Cassidy sarcastica.

Si avvicinò alla porta e davanti a lei c’era Zayn in splendida forma.

Accanto a lui un ragazzo alto e magro con il visto coperto da un' enorme sciarpa di lana.

Gli occhi di Cassidy si incrociarono per una frazione di secondo con quelli verdi dello sconosciuto.

“Possiamo entrare Cassy?”  domandò Zayn riportandola alla realtà.

“Oh si certo, entrate!”.

Zayn si diresse all’ appendi abiti, tolse cappotto, guanti e invitò l’amico a seguirlo.

“Oh, dai pure a me…” si offrì gentilmente Cassidy

“Harry, piacere sono Harry” disse allungando la mano “Io sono io, cioè, scusa, io sono Cassidy”.

Harry ridacchiò per l’ espressione intimidita e imbarazzata di Cassidy.

Quando Zayn si voltò notò Cassidy rossa in viso.

“Piccola stai bene?” 

“Si Zayn ho solo molto caldo! La mamma deve aver acceso il camino”

Sentiva lo sguardo profondo di Harry osservarla, scrutarla.

“Ok, allora amico andiamo a sederci!” disse Zayn picchiettando sulla spalla di Harry.

“Si prego fate come se foste a casa vostra! Tu Zayn il salotto sai dov’è! Io appoggio le sue cose e vi raggiungo.”

E mentre Harry e Zayn si allontanavano Cassidy pensò che poche parole sussurrate con gli occhi a volte valgono più di altrettante, dette con le labbra. E Harry cosa avrebbe voluto dirle?



Ciao, ho postato un nuovo capitolo!
Spero vi piaccia.
Per stimolarmi un pò mi piacerebbe che lasciaste una recensione e che seguiste la mia storia. Non ve ne pentirete!

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Capitolo 6
*** Voglio sapere chi sei ***



 

Il pranzo di Natale si concluse nel migliore dei modi.

Zayn le aveva regalato un maglione con le renne, sua nonna un vecchio cimelio di famiglia ma il regalo più bello gli fu riservato dal piccolo Mike, il quale le regalò un disegno raffigurante lei e Jhonny mentre litigavano.

 

“Cara, possiamo fare due chiacchiere?” chiese gentilmente l’anziana signora a Cassidy intenta a riporre le stoviglie nell’ armadietto.

“Certo nonna”

Cassidy e sua nonna si allontanarono dalla confusione e si diressero verso la veranda.

A Londra quel giorno aveva iniziato a nevicare e Cassidy si soffermò ad osservare quei piccoli fiocchi di neve cadere sul prato davanti a casa sua.

Sua nonna, seduta sul dondolo la scrutava emozionata.

“Nipote cara, sei proprio cresciuta”

Cassidy si voltò verso sua nonna e le sorrise, poi prese posto affianco a lei.

“Cosa volevi dirmi?”

“Devo dirti una cosa importante”

“Devo preoccuparmi?”

“Oh no cara” disse ridacchiando la nonna “E’ una cosa che non ho detto ancora a nessuno, nemmeno a tua madre”

“Su, allora, racconta” disse Cassidy incuriosita

“Mi sono fidanzata” rivelò la nonna sorridendo alla nipote

“Cosa?” Cassy era imbarazzata e incredula.

“Che c’è? una donna di 70 anni non può fidanzarsi?”

“No, affatto. Solo che …” Cassidy era senza parole

“Cassidy ascolta, io amo tuo nonno. Lo amerò per sempre ma ho avuto il piacere e la fortuna di incontrare quest’uomo nel centro diurno dove mi trovo a giocare a carte con altre persone anziane, come me …” Cassy sorrise. 

“Lo so forse è una cosa strana, ma divertente. Balliamo molto assieme, ama la musica jazz come me e mi fa sentire, diciamo, meno sola”

“Sono felice per te nonna” disse abbracciandola.

“Bene, per ora non dire nulla a tua madre”. Cassidy annui felice per la nonna.

“Scusate…” una voce maschile alle spalle le fece voltare.

“interrompo?”

“No caro, anzi unisciti a noi” 

“No, a dire la verità volevo portare Cassidy a fare un giro” 

“Certo Zayn, scusa nonna”

“Divertitevi” pronunciò la donna ai due ragazzi che sorridenti si allontanavano da lei.

 

Niall, Cassidy, Jhonny e Harry stavano passeggiando per le vie di Londra.

“Ho bisogno di un caffè” disse Niall sbadigliando

“Con tutto quello che ti sei mangiato, forse avresti bisogno di un caffetteria intera” 

“Simpatica Cassy” disse Niall dondolandosi e colpendo poco delicatamente la spalla della cugina.

I quattro ragazzi camminarono fino a raggiungere un piccolo bar dove si accomodarono e fecero le ordinazioni.

“Allora Harry di cosa ti occupi?” chiese Jhonny.

“Oh, io studio” 

“che cosa studi?” si intromise Cassidy

“Studio arti sceniche alla Julliard, come Zayn, ma sono di un anno più piccolo.” rispose gentilmente il riccio. 

“Voi che fate?”

“Io lavoro in un impresa edile qui in zona” rispose Jhonny

“Io lavoro in un fast food” si vergognò un pò Niall

“Ci prepara i panini migliori” intervenne Cassidy.

“Tu cosa fai Cassidy” chiese Harry incuriosito

“Io? Io beh studio”

“Sei emblematica Cassidy” disse Harry sorridendole

“Le piace fare la misteriosa” scherzò Zayn guardando l’ amico e poi rivolgendo un dolce sorriso a Cassidy.

“Scusate! studio psicologia, va bene?” disse Cassidy sollevando gli occhi al cielo.

I ragazzi ridacchiarono del suo atteggiamento.

Cassidy era sempre stata una persona timida, odiava parlare di sè e ancora di più odiava essere al centro di una discussione.

“Harry ora è meglio ritornare a casa, mia madre ci aspetta per sistemare la tua stanza”

“Per quanto vi fermerete?” chiese Cassidy incuriosita.

“Fino alla fine delle vacanze Natalizie” rispose a sua volta Zayn

Cassidy sorrise felice e usci dal locale assieme ai suoi amici.

 

Cassidy era pigra e la sua camera da letto era un vero disastro.

Avete presente la famosa sedia che tutti hanno sotto la scrivania con la funzione di sedersi? Quella di Cassidy conteneva un montagna di vestiti che sua madre aveva stirato e che lei non aveva mai avuto voglia di riordinare.

Si dice anche, che ognuno ha degli scheletri nell’armadio e dei sogni nel cassetto, Cassidy no, nel suo grosso armadio aveva centinaia di borse, abiti, maglioni e scarpe alla rinfusa e nei suoi cassetti si potevano trovare le cose più disparate:succhi di frutta, briciole, mollette, libri e qualunque oggetto un cassetto possa contenere.

 Il letto era con tutta probabilità il luogo più pulito della sua camera, era il suo piccolo angolo nel quale poteva finalmente chiudere gli occhi ed abbandonarsi ai sogni più segreti.
Il suono incensante del suo cellulare la svegliò proprionel momento in cui stava finalmente per baciare Jhonny Depp.

“Pronto! Jennifer che hai?” chiese Cassidy rispondendo al telefono

“Ehi ciao anche a te!” rispose l’ amica al telefono

“Sono le due di notte”

“ Lo so, scusami.”

“Ora sono sveglia, cos’ hai?”

“Oggi ero al campus”

“Che ci facevi al campus il giorno di Natale?” disse mentre sbadigliava poco delicatamente.

“Lo sai che i miei genitori sono morti e di andarmene in Florida dai miei zii non era nei miei piani. Odio il Natale!”

“Lo so. Beh che cosa è successo al Campus?”

“Ho visto Liam” pronuncio Jennifer con un’ ottava di troppo

“Liam Payn?  L’ assistente del professore Hastings?”

“Si, stava caricando delle valige sulla sua macchina”

“Ok…”

“ Sono rimasta delle ore a fissarlo dalla finestra… era così bello” urlò Jennifer al telefono costringendo Cassidy ad allontanarlo da sé.

“Jennifer sei un caso perso, Liam è off-limits. Uno è più grande di te, due è l’ assistente di un tuo professore, tre è fidanzato con una modella da pagine patinate.” sentenziò Cassidy mentre affondava nuovamente la testa sul cuscino.

“Non è un caso perso Cass. Uno è più grande di me di un solo anno, è un laureando e poi potrei cambiare facoltà volendo e infine lo hai sentito anche tu litigare con la sua fidanzata al telefono”

“Come vuoi Jen,continua a sognare, se non ti dispiace, ritorno a dormire. Buona notte”

“Ti odio Cass. Notte”

 

L’ indomani mattina Cassidy venne svegliata da un rumore proveniente accanto al suo letto.

Stropicciò gli occhi e vide Zayn appoggiare un vassoio pieno di leccornie.

“Zayn, che ci fai qui?”

“Ti ho portato la colazione dormigliona” disse sedendosi sul letto accanto a lei.

“Mi vizi sempre” disse Cassidy stampando un bacio sulla guancia del suo migliore amico

“Cassy stasera volevo portare Harry in un locale, ti va di venire con noi?”

“Lo sai che odio ballare!”

“Per favore Cass!”

“Non posso resistere quando mi guardi così” disse ridacchiando.

“Allora è un si?” chiese speranzoso

“Si” disse dando l’ ultimo morso al muffin ai mirtilli

“Ok, prometto che ti divertirai stasera. Grazie!” disse stampandole un bacio sulla fronte.

“Già te ne vai Zayn?”

“Si, ho promesso a Harry che saremmo andati a correre!”

“Ok, posso invitare Niall? E magari Jennifer?”

“Certo, ciao piccola”

Cassidy salutò Zayn senza muoversi dal letto e quando il ragazzo chiuse la porta Cassidy si rituffò sotto le coperte.



Ciao. Ringrazio chi sta seguendo questa storia.
Non preoccupatevi, non siamo ancora nel vivo  e piano piano arriveranno nuovi personaggi.
Mi farebbe piacere una vostra recensione, solo per sapere come sto andando!
Se riesco aggiornerò la FF ancora, prima di stasera.



 

 

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Capitolo 7
*** Adventure Of a Lifetime ***




 

“Odio il mio armadio e odio tutti i miei vestiti!”

“Cassy sei veramente noiosa!” esclamò Jennifer alzandosi dal letto e avvicinandosi all’amica.

“Davvero? Tu davvero non vorresti dire, che questo vestitino a pois non mi fa sembrare appena uscita da un musical?” disse una Cassidy alquanto innervosita mentre cercava invano di sistemarsi quel vestitino a sua detta “orrido”.

“Si, ok? Sembri uscita da Greas. Ma ehy, guarda cosa ho trovato?” disse una Jennifer fin troppo entusiasta.

“Jen, quel vestito l’ ho usato lo scorso Halloween per interpretare un diavoletto!”

“Beh, che ti importa? E’ un vestito, rosso ed elegante!” Jennifer invitò l’ amica a indossare l’ abitino.

“Un filo di trucco e sei pronta!” urlò Jennifer entusiasta osservando l’ amica che sfilava davanti a lei.

“Ok, ma sbrighiamoci”

 

 

Il locale era molto affollato. Cassidy e Jennifer erano arrivate all’ appuntamento con ben mezz’ ora di ritardo e tutto questo perché Jennifer aveva incastrato un tacco nel tombino davanti a casa di Cassidy.

“E ora dove saranno?” chiese Jennifer perplessa osservando la confusione nella quale erano state risucchiate.

“Provo a chiamare Zayn!” disse Cassidy urlando all’ orecchio di Jen “Non ti muovere e aspettami qui, esco un secondo”

Jennifer annuì e Cassidy a passo svelto si fece largo tra quella massa sudicia che ballava a ritmo di stupidissime canzoni commerciali.

“Zay, dove siete?”

“Dove siete voi? E’ da tanto tempo che vi cerchiamo!”

“Siamo arrivate ora al locale che mi avevi detto”

“Ok, ci troviamo vicino alla fontana all’ ingresso”

 

Cassidy rientrò e dopo aver recuperato Jenn si diresse verso l’ entrata.

“Qua non c’è nessuna fontana!” disse Jennifer con ovvietà

“Zay, mi ha detto che sarebbero venuti qua… E la fontana deve esserci per forza!”

“E invece, come vedi non c’è!” disse Jenn sollevando le mani al cielo.

“Ok, magari c’è un’ altra entrata!” Cassidy prese per mano l’ amica e assieme navigarono letteralmente in mezzo a quell’ammasso di gente.

“Guarda dove metti le mani, brutto cafone” disse Jennifer rivolgendosi verso un tipo poco carino che le aveva palpato il culo poco gentilmente.

Il tipo alzò le mani in segno di resa, per riabbassarle nuovamente verso il suo sedere.

“Ma di che segno sei, dello scarabocchio ? Brutto anonimo imbecille… Ti..”

“Ok Jenn andiamocene”

“Ma hai visto cosa ha fatto quel gran figlio di quella putroccola di sua madre?” disse Jenn urlando a Cassidy nell’orecchio mentre tentavano di raggiungere la parte opposta del locale.

Cassidy si limito a lanciargli un’occhiataccia e a scrollare le spalle.

“Qua non vedo nessuna fontana…” Ripetè Jennifer.

“Ok hai ragione ma,…”

“Come si chiama il locale che ti ha detto Zayn?” chiese Jennifer

“Zeven, così mi ha detto” disse Cassidy osservandosi intorno.

“Dio, che incubo” Sospirò Jennifer osservando un nano palpare il seno a una che aveva l’ aria di essere una squillo.

Fortunatamente il cellulare di Cassidy iniziò a vibrare.

“E’ Zayn” disse rivolta all’amica.

 

“Dove diamine sei Cass?”

“Zayn, nel locale che mi hai detto non c’è nessuna fontana” disse urlando

“Cass è enorme e piena d’ acqua”

“Ti dico che non c’è”

“Si può sapere in quale locale sei?

“Zeven”

“Seven, Cass era Seven, con la S”

“Ma sei stato tu a darmi questo nome”

“Stavo per starnutire”

Cass alzò lo sguardo dal telefono.

“Che devi dirmi Cassy”

“Cè un piccolo problema…”

“Quale?” disse una Jennifer inquisitoria

“Ho sbagliato locale.” pronunciò a bassa voce Cassidy.

“Cosa? Non ho capito.”

“Ho sbagliato locale” urlò nell’esatto momento in cui il DJ cambiava musica.

“Io ti ammazzo Cassidy” disse Jennifer strattonando l’ amica per le spalle.

“Ascolta, Zayn mi ha detto Zeven ma stava starnutendo e in realtà voleva dire Seven”.

Jenn sbuffò e prendendo nuovamente per mano l’ amica uscirono dal locale, stavolta definitivamente.

“Chiamo un taxi” disse Jennifer

Cassidy si sedette sul marciapiede. Si stava togliendo le scarpe per massaggiare i suoi piedi doloranti, quando un piccolo cane corse verso di lei scodinzolando e iniziò a leccarle la gamba scoperta dal vestito.

“Scusami.” disse la voce maschile che si rivolse a Cassidy

“Figurati, nessun problema” disse la ragazza gentilmente mentre accarezzava quella palla di pelo.

“Forza, metti le scarpe il taxi è arrivato” urlò l’ amica poco distante.

“Scusami, devo andare”

“Oh, ok! “ disse la voce recuperando al guinzaglio il suo cane.

“Il nome?” chiese Cassidy mentre si allontanava verso il taxi

“Louis!” affermò deciso il ragazzo

Intendevo il nome del cane!” scherzò Cassidy “Comunque, ciao Louis” disse salendo definitivamente sul taxi.

“Penny, si chiama Penny…” disse sotto voce il giovane mentre osservava il taxi sorpassarlo.



“E’ questo il locale?” 

“Si, Jenn stavolta sono sicura sia questo.”

Le ragazze scesero dal Taxi e si avvicinarono all’ entrata.

La coda per entrate al locale era immensa e aspettarono mezz’ ora al freddo prima di poter entrare.

Fortunatamente dentro Zayn e Harry le stavano aspettando.

“Sei un disastro Cass” disse Zayn abbracciandola.

“Scusa, comunque sei tu che ti spieghi male!” disse afferrando la mano dell’ amico e dirigendosi verso un divanetto.

“Niall?” chiese Jennifer incuriosita.

“E’ appena andato a casa, la sua fidanzata iniziava ad aver voglia di cavolo al vapore e Niall è scappato”

“Dio, che schifo!” sghignazzo Jennifer 

“”Allora, tu sei… Harry…giusto?”

“Sono proprio io!”

“Sei carino” disse Jennifer senza peli sulla lingua.

Cassidy accanto a lei diventò rossa come un pomodoro.

Harry era davvero bello e questo suo aspetto la metteva decisamente in soggezione.

“Ho bisogno di bere!” pronunciò fiera di se Jennifer

“Vengo con te” pronunciò Zayn alzandosi dal divanetto “Harry posso affidarti questa signorina affinché non si perda per il locale?”  disse uno Zayn scherzoso al suo amico.

“Puoi contare su di me” disse Harry sorridendo.

Cassidy aveva un sorriso da ebete sulla faccia.

“Perchè sorridi?” chiese Harry divertito

“Oh, niente stavo solo pensano “

“A che pensavi, se posso chiedere”

“Al cavolo bollito di Niall” improvvisò Cassidy, coinvolgendo anche Harry nella sua risata.

I due si fissarono imbarazzati per qualche minuto fino a che Harry non decise di prendere in mano la situazione.

“Allora, Cassidy, da quanto tempo sei amica di Zayn?”

“Da sempre. Siamo nati assieme.”  Cassidy ogni volta che parlava di Zayn si illuminava.

Zayn attraverso il suo essere, non le aveva mai negato il suo tempo, le aveva sempre riservato un pensiero affettuoso ogni volta che la vedeva triste. La loro amicizia era un continuo cercarsi e 

consolarsi. Insieme si sono spaventati e sono diventati invisibili e quando Zayn è partito non c’era bisogno che Cassidy lo vedesse, intuiva la sua compagnia.

“E’ bello il vostro rapporto, Zayn non faceva altro che parlarmi di te. Ero diventato curioso di vederti.” ammise Harry fissandola negli occhi e vedendola arrossire impercettibilmente mentre faceva spuntare un sorriso tra le labbra.

“Sono davvero esausta.” ammise poi, appoggiando pesantemente la testa sulla testiera del divanetto.

“Vuoi andartene?” le chiese Harry avvicinandosi e sedendosi accanto a lei.

“Se devo essere sincera, non mi piacciono affatto questi locali, stasera ci sono venuta per Zayn ma lui ora non è qui”

“Ti accompagno a casa se vuoi” le disse dolcemente Harry.

“E con Zayn e Jennifer?”

“Guido io stasera, come vedi sono sobrio. Verrò a recuperarli non appena ti avrò lasciato davanti a casa.”

Cassidy annui rincuorata.

 

Il viaggio in macchina fu silenzioso.

Harry guidava attento stringendo prepotentemente le sue mani al volante.

Dalla radio usciva Elastic Heart di Sia ma Cassidy era davvero troppo stanca per ascoltarla.

Chiuse gli occhi pensando che in fondo avrebbe potuto riposarsi per qualche istante.

 

Harry era giunto a destinazione.

Ricordava bene la strada per arrivare a casa di Cassidy.

Non scherzava quando le aveva rivelato la sua curiosità nel conoscerla.

Zayn parlava di lei costantemente al campus e Harry l’aveva immaginata e sognata tante di quelle notti che aveva perso il conto.

Ed ora era fermo immobile a fissarla mentre dormiva con la bocca schiusa e i capelli scompigliati davanti al viso. Non aveva il coraggio di svegliarla.

Fu Cassidy che dopo poco, nel tentativo di cambiare posizione, si senti strattonare dalla cintura di sicurezza.

Aprì gli occhi e quando riuscì ad inquadrare la situazione, si guardò attorno vergognandosi mentalmente per quello che aveva appena fatto.

“Scusami, davvero perdonami.” disse con la bocca impastata dal sonno

“Scherzi? Nessun problema, ma ti conviene filare a letto, ora che sei sveglia!” la incoraggiò Harry dolcemente.

Scese dalla portiera e con passo svelto, favorito dalle sue lunghe gambe, si trovò in attimo davanti alla portiera della ragazza, l’ apri e la osservo mentre dolcemente lo salutava con un gesto della mano, poi risalì dalla parte del guidatore.

Si assicurò che Cassidy entrasse in casa, poi riavviò il motore e prese di nuovo la direzione verso il locale.



 

Sorpresa!

Oggi vi ho pubblicato due capitoli, avete visto?
Davvero, mi farebbero piacere le vostre recensioni, quindi digitate qualche parola per me!!
Mi piacerebbe sapere anche se avete qualche idea in merito alla storia o richieste particolari!
Buona notte a tutti!

 

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Capitolo 8
*** Sorpresa ***





 

“Ti piacerebbe un pic-nic in riva al lago?”

“No, forse è meglio un ristorante raffinato”

“Scherzi vero? Lo deve fare nel primo posto in cui l’ ha vista!”

“Ragazzi, cosa c’è di più bello di una serenata al chiaro di luna?”

“No, non approverebbe e se stonasse?”

“Ok, la volete smettere tutti quanti? Non vi sopporto più” urlò Niall

“Non sopporto più voi e l’ idea che dobbiate decidere voi a tutti i costi dove farò la mia e ripeto mia proposta di matrimonio!” 

Erano tutti riuniti a casa di Niall, inizialmente doveva essere una serata semplice pizza e giochi in scatola ma quando Niall lanciò la bomba <> è stato solo un alternarsi di schiamazzi, urli dove ognuno aveva deciso di proclamarsi il suo wedding planner.

“Scusa Niall” ripeté Zayn picchiando una mano sulla spalla dell’amico.
 

“Ok, mi dispiace avervi urlato così. E’ che sono stressato. E’ un periodo difficile. Sarah è sempre indaffarata, ogni minuto ha una voglia diversa da soddisfare e per di più al lavoro mi hanno dato un turno extra.” si lamentò il povero Niall.

Era sempre stato un ragazzo con la testa sulle spalle: serio, laborioso e mai e poi mai avrebbe pensato di ritrovarsi a 22 anni con una famiglia sulle spalle.

Il suo sogno era quello di aprire una catena di ristoranti a Dubhai e vivere in riva al mare.

“Che ne dite se giocassimo a carte?” chiese Cassidy nella speranza di smorzare un pò la tensione.

“Ok, ma non a strip poker! L’ ultima volta sono rimasto in mutande” ridacchiò Niall.
 

Era passata una settimana da quella serata. Cassidy era letteralmente sommersa dallo studio. Era il suo terzo anno e si sarebbe laureata.

Non vedeva la luce del sole da giorni e il suo aspetto era moto simile a quello di un uomo di Neandertal: capelli raccolti in una crocchia confusa, tuta, calzini e matita sempre in bocca. Ripeteva senza sosta, tanto che Jhonny e Mike per non sentirla si erano trasferiti nella casetta in piscina a dormire.

Bussarono alla porta ma Cassidy era troppo presa a ripetere come si sviluppava il pensiero nell’ uomo con deficit e la porta era l’ ultimo dei suoi pensieri.

Una voce però, la fece fermare.

“Devo chiamare i pompieri?”

Cassidy sorrise avvicinandosi alla porta.

“Dipende, sei venuto per appiccare un incendio?”

“Non lo so, dipende tutto da te. Mi fai entrare oppure no?”

Cassidy aprì la porta e davanti a lei si presentò Zayn. Aveva cambiato colore ai capelli, il nero corvino era stato sostituito da un rosa shocking.

“Bei capelli, hai sbagliato tinta?” sorrise Cassidy

“Ah Ah Ah! Divertente!” sorrise di rimando Zayn

“ Questo è mio?” chiese la ragazza speranzosa osservando un bicchiere di caffè in mano all’amico.

“Te lo do solo se esci a fare un giro con me.” disse allungando la mano con il cartone di caffè a Cassidy.

“No, Zay, Mi dispiace ma lo sai che sono davvero presa.”

“Dai Cass. Tra due giorni è Capodanno e poi me ne ritornerò a New York.”

Cassidy guardò Zayn dispiaciuta.

“Va bene. Facciamo così, se tu non mi chiami e non mi disturbi per il resto della mattinata, oggi pomeriggio vengo da te e facciamo qualunque cosa tu abbia voglia di fare!”

“Promesso piccola. “ disse baciandole la fronte

“Ah, Zayn sicuro che Harry non si offenda se ti rubo per un pomeriggio?”

“No, Harry esce con una ragazza. Non ti preoccupare”

Cassidy si pietrificò. Davvero Harry usciva con una ragazza? Lei si rinchiudeva a studiare per una settimana e Harry trovava già la donna della sua vita?

“Cass, stai bene? ho detto qualcosa…”

“Oh, no Zayn, ci vediamo dopo” Zayn annuì.

“Chiudi la porta.” urlò ritornando sui libri.

La mente di Cassidy però era troppo impegnata a immaginarsi la ragazza con cui usciva Harry. La pagina piena di scritte che aveva davanti a sè era diventata davvero poco interessante.

<> si ripeteva mentalmente, ma l’ immagine di Harry in giro a organizzare un appuntamento romantico le faceva ribollire il sangue.

Le sensazioni che stava provando in quel momento la travolsero letteralmente. Era la prima volta che provava tutte quelle emozioni assieme.

Fu il rumore di una notifica che la fece sobbalzare.

Cassidy aprì la mail che gli era appena arrivata:

“Vista la richiesta pervenuta via posta elettronica ordinaria in data 4 Novembre 2015 dalla Signorina Parker Cassidy, considerata la sua media e la sua lettera motivazionale, sono lieto di dichiarare l’ accettazione della richiesta di Master all’ Università alla Columbia University.

Verranno inviati i dati relativi all’organizzazione via mail.
Il rettore”

Cassidy iniziò a saltare dalla gioia, aprì la porta e scese le scale di corsa.

“Mamma, Mamma non puoi capire cosa sta succedendo?”

Sua madre la guardò senza capire, con gli occhi spalancati.

“Andrò a New York!” disse entusiasta.

Lana si portò la mano alla bocca sorpresa e abbracciò entusiasta la figlia che ormai era caduta in un pianto incontrollabile.

Cassidy si staccò immediatamente dalla madre, infilò gli stivali all’ ingresso e il cappotto. Senza badare all’aspetto corse due isolati più in la e bussò incessantemente alla porta di Zayn.

Harry aprì la porta e quando si trovo davanti Cassidy spettinata con le lacrime agli occhi e il mascara colato, si preoccupò subito.

Cassidy ignorò che fosse uno sconosciuto e si fiondò tra le sue braccia, piangendo e ridendo contemporaneamente.

Zayn sentendo il gran trambusto si avvicinò all’ingresso, guardò Harry abbracciato a qualcuno decisamente di piccola statura.

“Cass sei tu?”

“Andrò a New York! Zay..” disse per poi fondassi tra le braccia dell’amico.

 

 

“Cassidy avevo preso un mezzo infarto.” Harry era felice ora che sapeva le reali motivazioni per cui Cassidy si era presentata in quello stato a casa di Zayn

“Scusate, ma ero davvero troppo felice.” annunciò Cassidy sorseggiando il thè che Zayn aveva preparato.

“Questo vuol dire che staremo assieme Cass, ti rendi conto?” Zayn era entusiasta.

“Già. Prima devo laurearmi ma sarà questione di mesi.” 

“Sono contento che avremo altre occasioni per vederci.” si intromise Harry.

“Anche io” sorrise Cassidy

“Ok, ragazzi. Non vorrei intromettermi ma tu” disse indicando l’ amica “devi filare a studiare, e tu” disse indicando Harry “devi prepararti per il tuo appuntamento.”

Harry diede una rapida occhiata a Cassidy, poi si alzò dalla sedia trascinandola pesantemente sul pavimento.

“E’ meglio che vada.”

“Anche io” 

I due presero due strade opposte.

Cassidy dirigendosi a casa non pensava più a Harry e quella ragazza con cui sarebbe uscito.

Sul suo viso aveva uno splendido sorriso e il profumo di Harry ancora nelle narici.

Ora si, sarebbe stata decisamente pronta per finire di studiare.


 

SCUSATE IL RITARDO!

SONO TORNATA. 
RECENSITE E FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE DELLA STORIA! 

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Capitolo 9
*** Sadness ***




 

La vita riserva sempre momenti straordinari ma guarda caso, dopo devi sempre fare i conti con la triste realtà della vita.

Era la vigilia di Capodanno, Cassidy era al parco con il fratellino Mike.

“Dai Mike ancora un giro su quello scivolo, poi è ora di andarcene!”

Mike annui correndo verso lo scivolo, goffo nei movimenti a causa di quel suo giubbotto troppo grande. 

Quante volte Lana, sua madre, aveva provato a farglielo cambiare, ma non c’ era mai stato verso.

Cassidy stava per accomodarsi sulla panchina, quando un grosso cane sfuggi al guinzaglio del proprio padrone e la fece cadere.

Il ragazzo spaventato le corse incontro incespicando nei suoi piedi.

Cassidy era stesa, dolorante per terra; anche il fratellino Mike alla scena si era precipitato verso la sorella.

“Cass” gridò allarmato.

“O mio dio, non sai quanto mi dispiace…” gridò il ragazzo “Tu cagnaccio, ringrazia il cielo che non sei mio.” disse mentre legava il cane con il guinzaglio alla panchina li di fianco.

“Cass, ci sei?” provò a scuoterla Mike

 

Cassidy mugolò dolorante.

“E’ l’ inferno questo, vero?” pronunciò mentre si massaggiava una chiappa.

“Ce la fai?” chiese il ragazzo allungano una mano verso Cassidy

“Si,credo di essermi procurata un bel livido!”

Il ragazzo di fronte a lei era rosso dalla vergogna.

Cassidy lo mise a fuoco un pò alla volta.

“Ci siamo già visti?” chiese poi titubante

“Oh, si…” disse il ragazzo “Sono Louis, ricordi…”

“Ah, si! Ora ricordo. Ci siamo visti fuori dalla discoteca.” Cassidy rivolse uno sguardo furtivo al cane “ma il tuo cane non era di certo questo.”

“Già.In realtà faccio il dog-sitter di giorno. Questo cane è quello dei miei vicini. Non so cosa gli sia preso. Mi dispiace davvero…” 

Louis era davvero mortificato, non aveva ancora finito di torturarsi i suoi capelli castani.

“Scusa, il mio telefono” pronunciò Cassidy.

Quello che successe dopo fu una corsa verso l’ospedale: l’odore acre di medicinali e disinfettante, la corsa disperata alla ricerca del reparto di Rianimazione.

“Mamma…” gridò correndo tra le braccia della madre.

Sua madre era visibilmente scossa e preoccupata.

“Che diamine è successo?” urlò verso suo padre mentre stringeva la madre a sé.

“Tua nonna ha avuto un infarto.”

Dagli occhi di Cassidy scese una lacrima.

Si sedette sfinita dalla corsa su una seggiola in sala d’ attesa.

Poco dopo, anche Mike accompagnato da Louis la raggiunse.

“Scusate, ci ho messo tanto a trovare un parcheggio” disse Louis flebilmente sedendosi accanto a Cassidy con in braccio Mike.

“E tu saresti?” chiese il padre

“Sono un’ amico: Louis, mi trovavo nei paraggi del parco quando Cassidy ha ricevuto la chiamata. Abito a pochi isolati da li e ho preso la macchina, mi dispiace per…” disse intimidito rivolgendo il suo viso aguzzo e magro al pavimento.

Louis era rosso in volto, intimidito dallo sguardo prepotente del padre di Cassidy.

“Grazie.” disse semplicemente l’uomo prima di affiancarsi nuovamente alla moglie per consolarla.

I medici passeggiavano avanti e indietro per la corsia: alcuni correvano frenetici, altri sembravano passeggiare mentre leggevano e cartelle piene di scarabocchi che avevano in mano.

La situazione era tesa: solo Mike, nella sua ingenuità chiese a Louis di giocare con lui.

Louis era bravo con i bambini, lo si vedeva dal modo con cui lo teneva e lo faceva sorridere.

“Ho bisogno di un pò di aria” esclamò Cassidy

“Ti accompagno.” disse Louis appoggiando Mike sulla sedia e ricevendo un’ occhiataccia dal padre di Cassidy. “Aspettami qua ometto!”

I due camminarono in religioso silenzio e raggiunsero assieme la hall.

Si spostarono in una zona più appartata. Faceva freddo e la neve aveva ripreso a scendere imbiancando il piccolo cortile dell’ospedale. Il cielo bianco e gli alberi spogli lo rendevano un cimitero.

Fu Louis a parlare per primo.

“So come ti senti.” disse guardando fisso davanti a se con le mani in tasca nei suo skinny jeans neri.

“Ho perso da poco mio nonno. E all’ inizio non me ne volevo fare una ragione. Mi sono chiesto tante di quelle  volte perché tutto deve finire.” sospirò e una nuvoletta di fumo uscì dalla sua bocca.

Cassidy affianco a lui iniziò a piangere soffocando i singhiozzi.

Louis si girò verso di lei “Cassidy. Lo so che detto da uno sconosciuto forse non è di conforto ma tua nonna ne uscirà vincitrice. E se così non fosse sappi che lei ha lottato con tutte le sue forze, per te, Mike, i tuoi genitori” si affianco a lei stringendola in un caldo abbraccio.

“Purtroppo è la vita Cassidy. “ 

Cassidy si lasciò andare a un pianto disperato.

 

Erano passate delle ore da quel momento. La nonna di Cassidy aveva superato l’ infarto ma era entrata in coma.

La sua situazione era stabile ma i medici non sapevano rispondere se si sarebbe risvegliata oppure no.

Louis aveva gentilmente riaccompagnato a casa Cassidy e il piccolo Mike, aveva cucinato e dopo essersi assicurato che Cassidy stesse bene ritornò alla sua attività di dog-sitter.

Il cellulare di Cassidy squillò. Il suo cuore tamburellava. Non poteva sopportare di ricevere una brutta notizia mentre si trovava sola con Mike.

Ma era Zayn, felice di sentire una voce amica rispose immediatamente all’apparecchio telefonico.

<>

<>

<>

 

Così fu. Dopo dieci minuti Zayn suonò al campanello.

Quando Cassidy aprì la porta con il viso gonfio e arrossato dalle lacrime, Zayn non poté fare a meno che tuffarsi tra le sue braccia.

“Posso aiutarti se ti va”

“A fare che?”

“A curare Mike” disse Zayn mentre si allontanava da lei e toglieva il suo pesante cappotto nero.

“Ok, grazie”

“Sei visibilmente stanca. Vai a farti una doccia e poi vai a riposarti. Ci penso io a Mike e chiamo rinforzi.” disse schiacciando l’ occhiolino e inviando un messaggio a chissà chi.

Cassidy pensò solo di essere una ragazza fortunata. Diede un delicato bacio sulla guancia al suo miglior amico e sorridendogli flebilmente corse al piano di sopra.

“Zay giochiamo alla play?”

“A noi due piccolo Mike, ti straccerò” disse caricandoselo sulle spalle, provocando una risata cristallina. 




Ciao, scusate l' enorme ritardo ma sono presissima con l' università.
Prometto che se la storia inizia a ricevere più recensioni sarò anche più regolare.
Quindi fatemi sapere. Datemi consigli e tante idee.
Recensite, seguite e preferite! 

 

 

 

 

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