II
I'm for you - and I'm dying for your
love
I'm for you - and my heaven is wherever you
are
I'm here for you - I am here for you
[ For You – HIM <3]
Quando il giorno successivo,
molto presto, Branden e Jeph tornarono in ospedale come avevano promesso, Quinn
e Bert erano addormentati.
Il chitarrista aveva passato
quasi l’intera notte sveglio, concedendosi solo qualche oretta di sonno con la
testa appoggiata sulle braccia e con una mano che stringeva ancora quella del
suo ragazzo, che era rimasto perfettamente immobile e non emetteva un solo suono
dalla bocca, al contrario di come faceva Quinn, lamentandosi nel sonno della
posizione scomoda.
Jeph si avvicinò e si chinò su
di lui.
- Quinn, piccolo, svegliati…-
gli sussurrò all’orecchio delicatamente per non farlo
spaventare.
Il ragazzo aprì piano gli
occhi stanchi e li fissò su di lui.
- Ehi…buongiorno…- fece il
moro guardandolo dolcemente.
Lui si tirò su ma si lamentò
quando sentì un dolore alla schiena e al collo. Cazzo, che posizione orribile
per dormire.
Si massaggiò la nuca con una
smorfia di dolore – Buongiorno. – rispose, con voce impastata dal
sonno.
- Come sta? – chiese invece
Bran, sedendosi su una sedia che si trovava al lato opposto del
letto.
- Non si è svegliato da ieri.
Devono averlo imbottito di sonniferi. – disse sbadigliando, riprendendo la presa
della sua mano.
- Sembra sereno però…- osservo
Jeph passandosi una mano sul viso stanco e segnato da due profonde occhiaie,
così come il batterista. Nessuno dei due doveva aver dormito quella
notte.
Si, lui è sereno. Io invece
sono qui che muoio di paura.
Bert, svegliati amore. Fammi
vedere i tuoi occhi.
- Prima abbiamo incontrato il
medico. Più tardi, quando si sarà svegliato dovranno fargli gli ultimi esami per
essere sicuri della diagnosi. Per poter poi iniziare la terapia.- aggiunse poi,
appoggiando una mano sulla spalla di Quinn, che annuì, senza distogliere lo
sguardo da Bert.
- Perché non vai a mangiare
qualcosa Quinn? E da ieri prima del concerto che non tocchi cibo. Ti accompagno
se vuoi. – propose Branden, preoccupato per
l’amico.
Lui scosse la testa – Voglio
essere qui quando si sveglierà. – disse, con un filo di
voce.
- Se si sveglierà mentre tu
sei fuori ti farò chiamare immediatamente. Ora vai a mettere qualcosa sotto i
denti. Altrimenti dovranno ricoverare anche te e non è il caso. Solo con Bert
credo di essere invecchiato di dieci anni per lo spavento che mi ha fatto
prendere ieri. Quindi non infierire. – concluse Jeph, tirandolo poi su a forza
dal divanetto.
Quinn sbuffò ma poi annuì,
accontentandolo e subito Bran fu al suo fianco.
- Okay, però tu resta okay?
Non voglio che stia solo. – disse, poi lasciò la mano del suo ragazzo, posandola
delicatamente sulla coperta per poi accarezzargliela
leggermente.
- Non ti preoccupare. Resto
qui. – annuì Jeph.
- Torno subito. – disse poi,
chinandosi e baciandogli la fronte.
Quando Jeph rimase solo nella
stanza si sedette sul posto precedentemente occupato da Quinn e sospirò,
puntando i gomiti sulle ginocchia, con gli occhi fissi sul
Bert.
- Sei un idiota, amico. Appena
ti svegli e ti rimetti te la faccio pagare per tutto quello che ci stai facendo
passare e giuro che, se ti avvicini di nuovo ad una bottiglia, anche ad un birra
da due gradi, te le taglio quelle manacce. – annuì.
– Seriamente, sei un idiota. –
ripetè.
Uno sbuffo improvviso arrivò
da Bert. Quella che voleva essere una risata.
- G-grazie amico. – disse, con
voce roca ed appena udibile, con gli occhi ancora
chiusi.
Jeph si alzò di scatto – Bert!
– esclamò, guardandolo sorpreso.
Cos’è? Dovevi insultarlo per
ricevere un po’ di attenzione da parte sua?
- Come stai Bert? – gli chiese
e il cantante rispose con una smorfia di dolore.
- Mi fa male lo stomaco…-
rispose, respirando affannosamente per il dolore acuto che
provava.
- Chiamo qualcuno! – disse e
fece per premere il pulsante accanto a letto quando l’amico lo
fermò.
- Quinn, dov’è Quinn? – gli
chiese, guardandolo con occhi lucidi.
- E andato a mangiare
qualcosa. È stato accanto a te tutta la notte. – gli
disse.
- Voglio vederlo…- disse,
mentre si contraeva per un nuovo crampo allo
stomaco.
- Lo vado a prendere subito.
Ora però fammi chiamare un infermiera, così ti potranno dare qualche
antidolorifico! – disse, nel panico, Bert annuì e si lasciò ricadere sul
cuscino, circondandosi l’addome con le braccia e lasciandosi scappare solo
qualche lamento.
Quando l’infermiera arrivò gli
somministrò immediatamente dell’antidolorifico e gli si mise accanto cercando di
tenerlo calmo aspettando che il medicinale facesse effetto. Invece Jeph andò a
chiamare Quinn come aveva promesso, che arrivò correndo solo qualche minuto
dopo.
- Bert! – esordì, entrando
nella stanza con il fiato corto.
Fece il giro del letto, data
la presenza dell’infermiera su un lato, e gli prese subito la mano tra le sue,
guardandolo preoccupato.
- Amore, che hai? – chiese,
mentre il cuore gli batteva velocissimo.
Bert gli strinse forte la mano
e guardò il viso del suo ragazzo, solitamente delicato a dolce, contratto in un
espressione di paura e con gli occhi lucidi di
lacrime.
Boccheggiò. Avrebbe voluto
dirgli di non preoccuparsi. Che stava bene. Che se la sarebbe cavata anche
quella volta, anche se non sapeva ancora cos’avesse il suo corpo che non andava,
ma non riuscì a dire nulla a causa del dolore che gli contraeva le
viscere.
- Che ha? Che succede? –
chiese allora spaventato alla donna di mezza età davanti a
lui.
- Questa malattia causa dolori
forti. Gli ho somministrato un antidolorifico. Dobbiamo solo aspettare che
faccia effetto. – disse, guardandolo con espressione materna, cercando di
tranquillizzarlo.
- Amore, sono qui. Sono qui
con te! -
Quinn annuì e si chinò su di
lui – Hai sentito amore? Starai meglio. Dobbiamo solo aspettare che fa effetto.
– disse con tono dolce, accarezzandogli i capelli.
- Q-Quinn…- solo quello riuscì
a dire Bert.
- Sono qui amore. Ora passa. –
disse ancora, annuendo, fissando i suoi occhi in quelli di un blu liquido del
cantante che si contorceva ancora dal dolore.
Quinn stava cercando di
convincere Bert che tutto sarebbe andato bene quando neanche lui ne era
convinto.
Comunque continuò ad
accarezzarlo fino a quando i suoi spasmi non divennero più radi e
controllati.
Quando Bert riuscì a rendersi
conto del fatto che il suo corpo stava iniziando a sopirsi fece un profondo
respiro, riempiendo i polmoni di ossigeno.
- Quinn…- ripetè quindi.
- Stai meglio? – chiese con un
leggero sorriso il ragazzo.
Lui annuì – Si…sta passando. –
disse annuendo ma respirando ancora un po’ affannosamente.
L’infermiera sembrò rilassarsi
– Molto bene. – respirò profondamente – Ora le mando il primario Signor
McCracken. Si rilassi. Dobbiamo approfittare di questo momento per gli ultimi
esami. – disse la donna, facendo un piccolo
sorriso.
Bert la guardò per un secondo
ed annuì, prima di spostare nuovamente la sua attenzione sul
biondino.
Quando ebbe lasciato la stanza
anche Jeph e Bran si avvicinarono.
Jeph si sedette sul divanetto
e Bran infondo al letto, accanto ai piedi di Bert.
- Ragazzi, che sono quelle
facce da funerale? Non sono ancora morto, eh. – disse, con evidente sforzo,
facendo di tutto per sorridere ai suoi compagni.
- Ci hai fatto spaventare di
brutto. – rispose il batterista, abbassando un po’ la
testa.
Lui annuì – Cosa è successo? –
chiese, guardandoli tutti a turno.
- Hai avuto un collasso mentre
eravamo sul palco ieri sera…- rispose Jeph, con tono
funebre.
- A cosa è stato dovuto? –
chiese ancora, guardandolo.
- Hanno fatto degli esami ma
non è ancora niente di sicuro. Cioè, ci hanno detto una cosa…ma non è sicuro
ecco. – disse, muovendo nervosamente le mani una
nell’altra.
Bert sbuffò – Cristo Santo
ragazzi. Vi devo togliere le parole di bocca con le pinze? Abbiate pietà di un
povero malato e non fatemi faticare…- disse con tono
ironico.
Quinn al suo fianco sospirò e
senza preavviso si chinò su di lui, nascondo il viso nell’incavo del suo collo,
mentre sentiva gli occhi pungergli.
Bert ne rimase sorpreso, ma
gli mise una mano, piena di tubicini, sui capelli biondi,
accarezzandoglieli.
- Che ti succede, piccolo? –
gli chiese con tono dolce.
Bren e Jeph vedendo la
situazione, decisero di lasciarli soli e si alzarono senza fare rumore, uscendo
poi dalla stanza.
Quinn tirò su col naso e si
sollevò un po’, passandosi una mano sul volto segnato dalla notte quasi del
tutto insonne.
- Ti hanno diagnosticato una
malattia Bert. Pancreatite qualcosa. Non ricordo. – singhiozzò, scuotendo la
testa, mentre le lacrime rotolavano lungo le
guance.
Bert lo guardò fisso per
qualche secondo, con la bocca socchiusa.
- Oh…- sillabò soltanto. Poi
tossì leggermente.
- E-ed è grave? Per questo
piangi? Morirò? – chiese, con tono
neutro. Quasi non si stesse parlando della sua vita.
Quinn sobbalzò – No! No, non
dirlo neanche per scherzo! No che non morirai. Piango perché mi sono spaventato!
Perché ho avuto così tanta paura di perderti. Dio…– si mise una mano sul petto
respirando faticosamente.
Bert non riuscì a rispondere
in quanto in quel momento il medico entrò nella stanza, dopo aver bussato
velocemente.
- Signor McCracken, si è
svegliato. Come si sente? – chiese il dottore, sistemandosi gli occhiali sul
naso e avvicinandosi al letto.
- Ora che mi hanno riempito di
antidolorifici…molto meglio. – rispose Bert, mentre Quinn si allontanava da
lui.
- I dolori sono molto forti. –
annuì l’uomo – Quando ricominceranno gliene somministreremo ancora. – disse
poi.
- In cosa consiste questa
malattia? – chiese poi Bert.
- Oh, è una malattia del
pancreas. È dovuta perlopiù all’abuso prolungato di sostanza alcoliche e può
essere seriamente pericolosa per la vita se non presa in tempo. Anche se fa
strano dirlo…- fece un leggero sorriso – è stato un bene che lo stress del tour
abbia fatto abbassare le sue difese immunitarie. Abbiamo avuto la possibilità di
diagnosticarla in tempo. –
- Quindi è curabile? – chiese
ancora.
Il dottore annuì – Si e ci
sono varie terapie che possiamo intraprendere, per questo abbiamo bisogno di un
ultimo test per decidere quale sia meglio utilizzare. –
Quinn fece un lungo sospiro di
sollievo mentre sentì Bert stringergli la mano.
- Bene. Allora facciamo questo
test. –
°°°
Bert fu riportato in camera
circa due ore dopo e Quinn, Jeph e Bran erano ancora li ad
aspettarlo.
- Allora? Come è andata? –
chiese il bassista all’infermiere che aveva riportato in camera il cantante,
mentre Quinn guardava astioso il ragazzo che, per spostarlo dalla barella al
letto fisso, lo aveva preso quasi in braccio.
- Il dottor Moore ha deciso la
terapia adatta per il paziente. – rispose quello, guardandoli con un sorriso
cordiale.
- E tu Bert, vedi di stare
calmo. Non devi agitarti. Il medico ti ha avvertito dei rischi, no? – disse poi,
verso il cantante.
Quinn incrociò le braccia al
petto.
Ora anche “Bert” e non più
“paziente”?
Lui sbuffò – Si, David, mi ha
detto tutto, non preoccuparti. – disse, annuendo.
- Bene, allora vi lascio. Più
tardi ti porto qualcosa da mangiare. –
- Bye bye. – salutò poi, prima
che David uscisse dalla stanza.
Bran si avvicinò al letto – Di
quale rischi parlava? –
Bert sollevò le spalle e fece
segno a Quinn di sedersi accanto a lui sul letto.
- Hanno detto che ci sono
rischi di tachicardia, nausea e altre robe con nomi brutti ed impronunciabili. –
disse, posando una mano sulla gamba del biondo.
Jeph si accorse di questo,
prese Bran per un braccio e fece per uscire dalla
stanza.
- Allora vedi di non farlo
agitare troppo Quinn, okay? – fece, divertito.
Quinn gli mostrò il dito
medio.
Quando furono usciti Bert
riportò la sua attenzione su di se, stringendogli una mano che gli giaceva in
grembo e sorridendo leggermente.
- Sono circa…- fece due
calcoli mentali – 36 ore che non mi dai un bacio. Non è ora di provvedere? –
chiese, con sguardo malizioso.
Il chitarrista rise e si chinò
su di lui, unendo le loro labbra in un bacio dolce e casto. Ma la mano di Bert
andò a posarsi dietro la sua schiena e si infilò sotto la
maglietta.
Quinn si fermò e si allontanò
guardandolo con rimprovero – Oh, ma allora non hai capito quello che ha detto David? – fece, calcando sull’ultima
parola.
Il cantante sbuffò – uffa ma
sono circa…- ci pensò su – 48 ore che non lo facciamo. – disse infine,
imbronciato.
L’altro ragazzo rise –
Immagino quanto sia difficile per te mettere a tacere gli ormoni, anche in una
situazione del genere. Ma io sono il razionale della coppia, quindi dammi retta
e rilassati. – gli accarezzò una guancia sempre con un sorriso dolce sulle
labbra.
- Non voglio che ti accada
niente. – disse con voce più bassa.
- Sta tranquillo. Ormai il
peggio è passato. Ora mi curerò e tutto andrà bene. – rispose il moro, poi
allungò un braccio verso di lui e gli posò una mano sul collo per tirarselo
ancora vicino.
Gli diede un altro bacio e
Quinn, comunque, non ebbe nulla da ridire.
Quando si allontanarono
sorrise – Come mai tu e l’infermiere siete diventati così amici? – disse,
guardandolo fintamente sospettoso.
Bert ridacchiò – Sono rimasto
circa un ora chiuso sotto una specie di sarcofago elettronico e l’unica cosa che
sentivo era la sua voce. Alla fine abbiamo fatto conoscenza mentre lui e il
dottore guardavano i miei organi. – fece un sorriso malizioso e si avvicinò a
lui, parlando sottovoce.
- Mi ha anche fatto i
complimenti per le mie dimensioni di uno di questi. E non sto parlando del
fegato! – disse, facendogli l’occhiolino.
Quinn scoppiò a ridere – Non
dire cazzate! Che scemo che sei! – fece, dandogli un pugno giocoso sulla
spalla.
In quel momento, mentre ancora
ridacchiavano e si stuzzicavano, la porta della camera si
aprì.
Un Gerard Way, completamente
vestito di nero come al suo solito e con i capelli ancora più disastrati del solito, entrò nella
stanza.
- Bert…- lo chiamò, avanzando
insicuro e chiudendo la porta.
Quinn potè sentire Bert
irrigidirsi e lo fece anche lui, irrimediabilmente, come tutte le volte che Way
era nei paraggi.
…Jealousy is cruel as the grave…
Ed eccomi tornata con il nuovo capitolo.
Come avevo immaginato alla fine i capitoli sono diventati cinque. Che ci posso
fare, non ho il dono della sintesi e non mi piace fare le cose velocemente ù_ù
Comunque...giuro che mi ha fatto male il
cuore a scrivere queste cose. Povero il mio dolce piccolo Bertie! Meno male che
ci sono Quinn, Bran e Jeph con lui! *_* mi piace tantissimo focalizzarmi
sull'amicizia tra loro, li adoro e vorrei anche infilarci dentro Dan, xke io lo
adoro, ma purtroppo non centra un emerita m***a! xD
Ora passiamo alle anime buone che hanno
commentato questa mia fanfiction emo! xD
- AintAfraidToDie: oh, dear, neanche io voglio che a Bertie
succeda qualcosa di male. Infatti quando ho letto quello che gli era successo
tra un pò mi mettevo a piangere! >.<
Comunque Quinn sta passando un periodo
per niente facile. é spaventato a morte dall'idea di perdere Bert e quindi si
sente in colpa per non essere stato in grado di evitare tutto questo. Purtroppo
il nostro piccolo Quinnifer non ha la palla di vetro, quindi non ha colpa e c'è
Bran a farglielo capire.
=) dimmi cosa ne pensi di questo
capitolo, okay?
baci e grazie mille!
<3
- Dominil: oh
honey, ti ringrazio molto! *_* In effetti sono tutti molto preoccupati e
vorrebbero tutti poter fare qualcosa per lui. Qui abbiamo potuto vedere la
reazione di Jeph a tutto questo, nello scorso quello di Quinn e nel prossimo,
naturalmente, non mancherà Branden! e poi, a fine pagina, c'è il
mio! Sto soffrendo solo a scriverle queste cose, immagina a viverle
realmente con una persona cara! =(
Grazie ancora e spero che continui a
piacerti! *_*
bacioni! <3
- Friem:
già...meno male che c'è Quinn accanto a lui! *_* E il suo amore gli darà la
forza di cui ha bisogno! [come sono poetica, ve? xDxD] grazie!
<3
- Lost In Camden
Town: aww...l'adorazione è reciprocaaa! xD
Quinn si sente molto in colpa per non
essere riuscito a evitare tutto questo, ma purtroppo queste cose
non si possono prevedere! E si vede anche in questo
capitolo come sia spaventato dall'intera situazione e dall'idea di tutte le
possibili pieghe che potrebbe prendere!
[Don't worry, triste si, ma fino ad un
certo punto. Io amo Bert! e questo spero ti faccia tranquillizzare un pò! xD
<3] grazie mille e tanti tanti baci! <3
- sweetcurry10: Honey! Mi fa tanto piacere che ti piacciaa!
*_*
Si, appena ho letto la notizia non ho
potuto fare a meno di immaginarmi come l'avesse presa Quinn[perchè nel
magico mondo di Valeria, loro stanno insieme e si amano ù_ù] quindi mi è
venuto spontaneo scrivere la mia versione dei fatti! xD
Si, lo avevo sentito anche io. Cioè, io
non reggo neanche un quarto di bicchiere di Jack. Dio santo, è una botta al
fegato! Immagina berne una bottiglia al giorno! >.< Io ho conosciuto i The
Used dopo quel periodo e il solo leggerlo mi ha messo una ansia addosso
pazzesca. Non sai quanto sono contenta che ora abbia smesso di bere e vorrei
anche che fumasse un pò di meno, ma purtroppo, avendo mio padre che fuma, so
quanto è difficile smettere dopo tanti anni! =(
L'importante è che ora sta bene! =D
<3
dimmi cosa ne pensi
okay?
bacioni honey!
E grazie anche alle persone che hanno
messo la mia storia nei preferiti!
Adoro tutti voi!
Vale