La stella viola

di Ester96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di un'avventura ***
Capitolo 2: *** Eventi inaspettati ***
Capitolo 3: *** Stabil-Point ***
Capitolo 4: *** Diavolo bianco e sfiga nera ***



Capitolo 1
*** L'inizio di un'avventura ***


Drake scostò la spessa tenda ed entrò. Un caldo insopportabile lo accolse e quasi non soffocò nella sua armatura, cercando di riprendere fiato provò a inspirare profondamente, purtroppo per lui l'aria era viziata e un forte olezzo lo investì facendolo tossire rumorosamente, avrebbe preferito essere in qualunque altro luogo in quel momento, ma non lì. Si guardò intorno, vista dall'interno la capanna sembrava più piccola, forse perché era stipata di roba; appoggiati alle pareti vi erano molti scaffali di un legno color blu turchino su cui si trovavano libri di varia misura e alcuni barattoli con all'interno cose che Drake non aveva mai visto, aguzzò lo sguardo e lesse alcune etichette: "denti di Venere carnivora", "lingua di Canterina", "lacrime di cocondino".
Fece un passo avanti e il suo piede sprofondò in un orribile tappeto rosso e verde, pieno di polvere e chissà cos'altro, si sentì un po' a disagio, non gli piaceva per niente quel luogo, né chi lo abitava; davanti a lui una figura seduta dietro una scrivania lo stava osservando attentamente, quando lo vide abbastanza vicino gli parlò: << Ti stavo aspettando, ho predetto che saresti arrivato e forse è stata l'unica volta in cui ho sperato di essermi sbagliata, ma purtroppo eccoti qui, in casa mia, a darmi fastidio come tuo solito, e quindi la mia domanda sorge spontanea, cosa vuoi da me? >>
In effetti Drake e la strega Chiarastella si incontravano abbastanza spesso nella foresta, lui ci andava per cacciare, era il suo lavoro, più mostri uccideva, più guadagnava, più il suo villaggio era al sicuro, e a lui stava bene così; mentre la strega ci raccoglieva vari materiali per le sue pozioni, tra cui componenti di mostri, quindi ogni tanto lo scontro era inevitabile, nonostante ultimamente facessero dietrofront ogni volta che si scorgevano.
<< Visto che sei così brava a predire gli avvenimenti, perché non mi dici tu cosa pensi che io voglia da te? >> le rispose malamente Drake, un po' infastidito dalla scortesia di Chiarastella, anche se in effetti non poteva darle torto. << Io riesco a vedere solo le azioni di una persona, non le sue intenzioni, intesi? Quindi mi dispiace se dovrai affaticare la lingua per dirmi quale buon vento ti porta qui. >> disse stizzita la strega, giocherellando nervosamente con un occhio che teneva in mano, come se fosse stato una pallina. Drake spostò il peso da un piede all'altro, aveva cominciato male, quel giorno non poteva permettersi di litigare con Chiarastella, nonostante fosse nella sua indole, doveva trattenersi, infondo era lì per chiederle un favore.
<< Scusami, non volevo essere maleducato, la verità è che sono venuto a casa tua perché... >>
<< Mm >> fece la strega, facendogli segno con la mano di andare avanti.
<< ...ho bisogno del tuo aiuto. >> lo disse tutto d'un fiato, come se fosse stato difficilissimo da pronunciare.
<< Ok, la storia è questa: c'è un mostro marino, un mostro di cui finora si era sentito parlare solo nelle leggende, potentissimo, enorme e praticamente impossibile da battere, alcuni pescatori dichiarano di averlo avvistato nel mare vicino al nostro villaggio e questo spiegherebbe i recenti terremoti e l'assenza di pesci, fonte di guadagno per i cittadini; il punto è che le leggende dicono che la sua corazza è impossibile da scalfire con qualsiasi arma a noi conosciuta, ed é qui che dovresti entrare in gioco tu, mi sono informato e ho scoperto che potresti fare una specie di incantesimo per far si che il mio spadone riesca a penetrare la sua corazza, ovviamente ti pagherò. >> 
Drake sapeva che alla strega non interessava il denaro, ma qualcosa doveva pur offrirle.
<< Fammi capire bene, tu, dopo tutto quello che mi hai fatto, hai la faccia tosta di venire qui e chiedermi un favore, offrendomi solo del vile denaro? Pensi che tu sia il primo a chiedermi di potenziare la sua arma? Molti cacciatori prima di te l'hanno fatto, ma io non li ho mai aiutati e sai perché? Perché non mi interessa dare una mano a degli imbecilli che si divertono ad ammazzare ogni essere vivente che gli capita a tiro nella mia foresta! >> Ora Chiarastella stava praticamente urlando, si alzò in piedi puntando un dito accusatore verso Drake che cercò di difendersi: << Ma è per una giusta causa, lo faccio unicamente per la gente del mio villaggio >>
<< Ora basta! >> sbraitò la strega, infuriata << mi hai veramente scocciata, non mi interessa di quella gente, che muoiano pure, ma la cosa positiva è che mi hai dato un'ottima scusa per usare un incantesimo che ho appena appreso. >> Un sorriso maligno apparve sul volto della donna, cominciò a farfugliare qualcosa e una sfera verdognola apparve sulla punta delle sue dita, Drake non ebbe neanche il tempo di capire quello che stava accadendo, quando la strega lo colpì in pieno petto e lui fu sbalzato fuori dalla capanna. Si rialzò da terra frastornato, gli girava la testa e riusciva malapena a stare in piedi, guardò prima le sue mani e poi il torace, si sentiva strano, cosa gli stava succedendo?


Jenny guardava fuori dalla sua finestra, appoggiata con i gomiti sul davanzale, era preoccupata per il suo amico Drake, l'unica speranza per il villaggio era che fosse riuscito a ottenere il favore della strega; ancora non capiva perché lui non avesse voluto che lo accompagnasse, forse lo riteneva troppo pericoloso, ma doveva smetterla di farle da fratello maggiore, lei non aveva bisogno di qualcuno che cercasse di proteggerla, era un'ottima cacciatrice, almeno quanto lui, per questo le bruciava un po' che il capo villaggio avesse scelto Drake per uccidere il mostro leggendario; i suoi pensieri furono interrotti da un urlo : << Un drago! Nella foresta! Un drago! >>
Orin, un cacciatore di poco talento, stava correndo verso il capo villaggio in preda al panico; si fermò ansimando, una piccola folla si riunì attorno a lui per ascoltarlo. << Calma ragazzo >> lo ammonì il capo villaggio << adesso riordina le idee e dimmi ciò che hai visto. >>
Orin fece cenno con la testa, prese un respirò e disse: << Fino a un attimo fa stavo cacciando nella foresta, quando all'improvviso ho sentito un forte ruggito provenire da nord, lì per lì non mi sono preoccupato, di solito i mostri grandi si tengono a debita distanza da questa parte della foresta, ma poi... >> rabbrividì al solo pensiero di quello che stava per raccontare << ho alzato gli occhi e ho visto un drago, ma non un drago qualunque, non sembrava appartenere a nessuna razza catalogata fino ad ora, era tutto nero, con delle venature rosse e i suoi occhi...orribili! Sono scappato a gambe levate, cosa avrei potuto fare? >>
Il capo villaggio ragionò su quelle parole, era molto preoccupato, ci mancava solo un drago, già avevano abbastanza gatte da pelare con quel mostro marino, e poi il suo miglior cacciatore era fuori da ore, chissà dov'era, e lui doveva prendere una decisione in fretta, gli abitanti erano già abbastanza disperati senza dover pensare a quest'altro mostro.
<< Jenny! >> chiamò << ora che Drake non c'è sei tu la migliore cacciatrice, ti affido questa missione, trova questo drago misterioso e abbattilo. >>
<< Per me sarà un onore. >> rispose Jenny, era uscita di casa e si era avvicinata per ascoltare meglio quello che stava succedendo; finalmente era arrivato il suo momento, voleva dimostrare di essere all'altezza di qualunque missione. Dal canto suo il capo villaggio non si sentiva molto sicuro della sua decisione, ma ormai il danno era fatto e non poteva far altro che sperare per il meglio.
Jenny andò a prepararsi, prese tutto il necessario, pozioni, coti e varie altre cose, e uscì dal villaggio, si sentiva carica e pronta ad affrontare ogni cosa. 


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Capitolo 2
*** Eventi inaspettati ***


Jenny si chinò, prese una cote dalla sua borsa e cominciò ad affilare le lame delle sue doppie spade, se doveva affrontare quel drago, voleva farlo nella sua forma migliore.
Si rialzò e volse gli occhi al cielo, il sole splendeva alto, scaldando con il suo tepore il viso della cacciatrice, non avrebbe deluso le aspettative del capo villaggio, voleva dimostrare a lui, e forse anche un po'a sé stessa, che sarebbe stata capace di portare a termine una missione di difficoltà così elevata; continuò a camminare, cercando di fare più silenzio possibile, non doveva essere molto lontana, infatti poco più avanti, nel cuore della foresta, si trovava un ampio prato erboso con al centro un lago d'acqua limpida, Jenny era quasi certa che il drago fosse andato lì a riposarsi, tipico dei grossi carnivori stanziarsi in un luogo che soddisfa i loro bisogni, e lì c 'era acqua e carne a sufficienza per un mostro di quella stazza.
La cacciatrice scostò un ramo di un albero davanti a lei, ecco lo spiazzo, e proprio vicino al lago, come aveva predetto, il drago; stava dormendo appallottolato, simile ad un'enorme pietra vulcanica, il suo ampio ventre si alzava e abbassava, al ritmo costante del suo respiro, e una nuvoletta di fumo grigio usciva dalle sue narici; Jenny lo osservò attentamente, in effetti non aveva mai visto un drago di quella razza, neppure nel suo libro " Guida ai mostri d'oggi, come riconoscerli e cacciarli efficacemente ", dove erano catalogati tutti i mostri conosciuti, ma non si perse d'animo, decise che avrebbe puntato il tutto e per tutto sull'effetto sorpresa, quindi cominciò ad avvicinarsi cauta, stando attenta a non farsi sentire; del sudore freddo le corse lungo la schiena, facendola rabbrividire, ma non doveva distrarsi, estrasse le sue doppie lame e rotolò su un fianco, ormai era a meno di dieci metri, continuò ad avanzare, quando, per sbaglio, calpestò con il piede un rametto nascosto tra dei ciuffi d'erba, che scricchiolò rumorosamente, Jenny si bloccò, pregando che il drago non si svegliasse, il respiro del mostro, però, si destabilizzò, velocizzandosi, la cacciatrice era completamene immobile; il drago scosse pigramente le potenti ali, provocando del vento che le mosse i capelli castani, per poi richiuderle e tornare a sonnecchiare, Jenny tirò un sospiro di sollievo, a quel suono il drago aprì gli occhi e la fissò con le pupille che si dilatavano.
 << Oh cacchio >> furono le uniche parole che la ragazza riuscì a pronunciare, prima che il mostro si alzasse in tutta la sua maestosità e ruggisse, Jenny si coprì le orecchie, le sembrava che i timpani stessero per scoppiare, il drago spalancò le fauci e vomitò una lingua di fuoco, l'avrebbe incenerita se la cacciatrice non fosse balzata di lato giusto in tempo, scattò lanciandosi sul fianco del mostro con le spade sguainate e lo colpì ripetutamente, ma il più delle volte le lame rimbalzarono sulla pelle dura, scalfendola di poco; il drago, più infastidito che arrabbiato, cercò di colpirla con una zampa artigliata, come fa un gatto quando gioca sadicamente con un topo, ma Jenny evitò prontamente il colpo, tornando a mirare al suo fianco, questa volta riuscì a ferirlo più in profondità, il mostro ruggì dolorante e spalancò le grandi ali nere membranose, con delle venature rosse acceso, per alzarsi in volo, sollevando un forte vento che la costrinse a inginocchiassi e ad affondare le doppie lame nel terreno per non essere spazzata via, con una velocità che non si addiceva a un essere così grosso, il drago le piombò addosso e Jenny non fece in tempo a spostarsi che le sue zampe la bloccarono al suolo, la ragazza si dimenò, cercando di liberarsi, mente un artiglio nero le lacerava la carne della spalla destra, facendo sgorgare del sangue che andò a impregnare il terreno; con fatica la cacciatrice riuscì a ferirgli una zampa, riuscendo così a scappare dalla sua stretta ferrea, fece un salto all'indietro allontanandosi un poco e cercando di riprendere fiato, la spalla le doleva terribilmente, ma non doveva pensarci, in quel momento aveva preoccupazioni peggiori, il drago stava tornando all'attacco, la ragazza evitò il corpo del mostro che aveva tentato di schiacciarla atterrando su di lei, e si voltò per affrontarlo, caricò un colpo con le spade e fece per affondare le lame nel suo muso quando si bloccò, le era sembrato di scorgere una luce nei suoi occhi, un luccichio che aveva visto prima negli occhi di una sola persona...Drake; esitò per una frazione di secondo, ma quel tempo bastò a far contrattaccare il drago, la sua coda la colpì in pieno petto scaraventandola lontana, volò, per un tempo che a Jenny parve un'eternità, entrò di schiena nella foresta e finalmente cadde distesa per terra; ansimava, il torace le bruciava a ogni respiro, probabilmente il colpo subito le aveva incrinato qualche costola e la spalla era letteralmente in fiamme, con fatica aprì gli occhi e vide sopra di sé un figura sfocata, cercò di sollevare il busto, nonostante la testa le girasse, e aprì la sua borsa per prendere una super pozione, trovatala la bevve tutta d'un fiato e si sentì subito meglio, le energie le tornarono, la ferita alla spalla si rimarginò e le costole si rimisero apposto, si voltò per vedere chi la stesse osservando e incontrò lo sguardo glaciale di Chiarastella, che le disse, con un sorriso malizioso sul volto: << Vedo che hai conosciuto la mia creatura, bella vero? Non avrei mai detto che sarebbe diventata così, non con la materia di base da cui è nata. >>
Jenny si trovò molto confusa, mia creatura? materia di base? era lei o la strega dava i numeri?
<< Scusa, ma credo di non aver capito bene. >>
La cacciatrice si rialzò per guardare meglio la donna vicino a lei, non le era mai stata molto simpatica, anzi, spesso cercava di evitarla, ma sembrava che la strega avesse una particolare simpatia per lei, diciamo che non la odiava, probabilmente perché era l'unica cacciatrice donna di quella zona, ma non ne era certa, era impossibile capire cosa le passasse per la testa, quindi Jenny aveva rinunciato a comprenderla da un po' di tempo.
<< Ma certo, cara, è ovvio che non puoi capire. Vedi, quel mostro l'ho creato io. >>  disse la strega pavoneggiandosi << Però la vita non può essere creata dal nulla, dovevo per forza prendere un essere già vivente e plasmarlo, modellarlo, in modo tale da farlo divenire ciò che tu hai appena visto, un capolavoro, non è vero? >>
Chiarastella rise sguaiatamente, mentre Jenny la fissava allibita, continuava a non capire ciò che le volesse dire; la strega si ricompose, per poi dirle, con una nota di ilarità nella voce: << Quando hai visto il drago, non hai notato niente di...strano? >>
In verità la donna sapeva che non avrebbe dovuto rivelarglielo, ma non ci riuscì, era troppo divertita dagli avvenimenti per pensare alle conseguenze.
Jenny rifletté, in effetti aveva visto qualcosa negli occhi di quel mostro, una specie di luccichio, un qualcosa che le aveva ricordato Drake << Sì, ma è importante? >>
<< È fondamentale, tesoro, è la chiave, quella stranezza, o irregolarità, è la materia di base che ancora lotta e cerca di emergere da quello che è diventato. >>
Ormai era chiaro, l'antipatia della strega verso il suo amico, il fatto che lui fosse andato da poco a chiederle un favore, e adesso lei che dichiarava di aver creato qualcosa di nuovo partendo da un essere già vivente.
<< Mi stai dicendo che quel mostro...è Drake ?! >> Jenny sapeva che c'era dell'astio tra i due, ma non avrebbe mai pensato che la strega sarebbe stata capace di fare qualcosa di così orribile.
<< Esatto! Ci sei arrivata finalmente. >> la canzonò Chiarastella, si girò per andarsene quando Jenny le si parò davanti.
<< Aspetta! Non puoi mica lasciarlo in queste condizioni, devi farlo tornare come era prima! >> 
<< E perché mai? Bisogna ammettere che in questa sua nuova forma è solo che migliorato. >> la strega ridacchiò, rendendo più arrabbiata Jenny, quella donna aveva sempre trattato come spazzatura chiunque non le andasse a genio, e nessuno le andava a genio, ma questa volta aveva veramente passato il limite, giocare in quel modo con la vita di qualcuno era un gesto orrendo, ma Jenny sapeva bene che se avesse urlato o insultato la strega non avrebbe ottenuto niente, se non forse una maledizione, quindi tentò un approccio diverso.
<< Ci sarà qualcosa che posso fare per te, per farti cambiare idea. >>
Chiarastella assunse un'aria pensierosa, sembrava in dubbio se andarsene e mollarla lì, oppure proporle un compromesso, ma Jenny era decisa a farle scegliere la seconda opzione, non avrebbe lasciato Drake in quello stato, infondo era il suo migliore amico, si conoscevano da quando avevano sei anni ed erano cresciuti assieme con la stessa passione di voler diventare grandi cacciatori, e ora che lui si trovava in difficoltà certamente non gli avrebbe voltato le spalle, anzi avrebbe dato se stessa per aiutarlo, come lui aveva fatto più volte con lei.
<< Intendo qualsiasi cosa. >>  le disse decisa Jenny.
<< Beh, in effetti ci sarebbe una cosa...ma no, l'impresa è troppo difficile, non ne saresti in grado. >>
<< Fammi almeno tentare, non avresti nulla da perdere. >>
La determinazione che si leggeva negli occhi della cacciatrice spinse la strega a rivelare ciò che stava pensando con una serietà che non le apparteneva: << Va bene allora, se proprio ci tieni, ti darò la possibilità di aiutare quello screanzato, ma il prezzo da pagare sarà alto, ciò che dovrai fare sarà recuperare un oggetto, ma non un oggetto qualunque, viene considerato l'ingrediente alchemico più raro ed efficace al mondo, infatti è citato spesso nei miei tomi di magia arcana, purtroppo nessuno sa se esista realmente, molti dicono sia solo una leggenda, ma mio nonno, un mago che al suo tempo fu molto potente, prima di morire mi regalò una strana bussola dicendomi che mi avrebbe guidato a Selundana, la città in cui si dice sia conservato questo oggetto leggendario, avvertendomi, però, che avrei trovato mille pericoli sul mio cammino; ciò mi scoraggiò molto, se anche avessi superato tutti gli ostacoli, non era detto che avrei veramente trovato la città, in fondo negli ultimi momenti della sua vita, mio nonno non era molto lucido, forse era troppo confuso quando mi disse queste cose. Io non ho mai avuto il coraggio di rischiare, ma tu, tu lo faresti per il tuo amico? >>
Jenny deglutii, in effetti non si aspettava una richiesta del genere, si era immaginata che le avrebbe chiesto di cacciare un mostro o al massimo di andare al villaggio vicino a comprarle qualcosa, ma decise di prendere il coraggio a due mani e con più decisione di quanta ne avesse realmente, esclamò: << Benissimo, lo farò, ma non mi hai ancora precisamente detto cosa sia questo fantomatico oggetto. >>
<< Si chiama stella viola, si racconta sia un fiore a quattro petali di colore, ovviamente, viola; nasce una volta ogni cinque secoli al centro di Selundana, la città sacra, in cui si crede sia la reincarnazione terrena di un loro dio. >>  la strega frugò nella sua sacca << Ecco, tieni, questa è la bussola che mi regalò mio nonno, ci tengo molto, quindi cerca di non rovinarla. >> 
Jenny prese l'oggetto e gli diede una breve occhiata, aveva una forma leggermente ellittica, il colore era argenteo e sul retro c'era inciso uno strano animale con accanto delle scritte in una lingua incomprensibile, la lancetta era dorata e un piccolissimo diamante ne adornava la punta.
<< Ma questa bussola non indica il nord. >> esclamò Jenny, un po' frastornata.
<< Sturati le orecchie quando ti parlo >> le disse la strega, tornando ad assumere la sua solita aria da sbruffona << ti ho appena detto che indica la direzione da prendere per arrivare a Selundana, non è una normale bussola, se no cosa te l'avrei data a fare? >>



Jenny aprì la porta di casa sua, almeno mille domande le frullavano per la testa, tutto ciò aveva assunto un'aria molto misteriosa e lei fino al giorno prima non si sarebbe mai aspettata di finire in una situazione del genere, ma l'unico suo obbiettivo era salvare Drake e solo quello le importava, il resto non le interessava; appena fu dentro si ritrovò davanti due enormi occhi verde acqua scintillanti.
<< Salve padroncina, com'è andata la caccia oggi? >>
 il suo felyne domestico la stava fissando entusiasta, amava farsi raccontare nel dettaglio le sue battute di caccia e infatti spesso la sera si sedevano davanti al fuoco, con una buona tisana in mano, dove Jenny si divertiva a esagerare le sue imprese per vedere l'espressione stupita mista ad ammirazione del suo piccolo amico.
<< Ciao Mais, ti avrò detto almeno mille volte di non chiamarmi in quel modo. >> disse stancamente Jenny, abbandonandosi sul suo morbido letto, pensando che forse sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe visto casa sua.
<< Certo, mi scusi padroncina, ma allora come è andata oggi? >> 
La cacciatrice piegò le labbra in un piccolo sorriso, probabilmente non avrebbe mai perso quel vizio.
<< È andata veramente male, non mi sarei mai aspettata niente di ciò che è accaduto. >>
Cominciò a raccontare tutto quello che era successo in quella lunga giornata, mentre gli occhi di Mais si sgranavano sempre di più.
<< Ma il viaggio durerà almeno tre settimane, come farà il villaggio senza di lei? >> le chiese il felyne preoccupato.
<< Ho parlato poco fa con il capo villaggio, mi ha detto che le scorte di cibo sono ancora molte e visto che i terremoti si sono verificati più di rado in questo periodo la situazione non è così grave per il momento, mi ha dato un mese di tempo per portare a termine la missione. >> 
Jenny alzò la testa per vedere meglio l'espressione di Mais, non era angosciata o terrorizzata, come si sarebbe aspettata, anzi, era decisa e ferma : << Io vengo con lei, padroncina. >>

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Capitolo 3
*** Stabil-Point ***


Ormai era da tre giorni che marciavano, Jenny si era lasciata alle spalle la foresta, dove di solito andava a caccia, con malinconia, chissà se l'avrebbe rivista; non sapeva neanche come aveva fatto a lasciarsi convincere da Mais a portarlo con sé, il viaggio che doveva intraprendere era davvero pericoloso e il felyne non era capace di usare un coltello neppure per tagliare una mela, ma forse aveva accettato perché voleva un amico accanto che la sostenesse mentre compiva quell'impresa folle, e tutto per colpa di quell'avventato di Drake, era certa che non avrebbe dovuto lasciarlo andare da solo da quella strega, chissà come mai, ma lui riusciva sempre a combinare qualche guaio, e questa volta aveva veramente superato sé stesso, così a lei ora toccava risolverlo, e lo avrebbe fatto a ogni costo. 
Da qualche tempo stavano camminando in una zona collinare brulla, lì intorno non cresceva nulla, se non un erba gialla che dava l'idea di malsano, la ragazza tirò fuori la bussola d'argento, la direzione era quella giusta.
Dietro di lei Mais si lamentò, non era abituato a intere giornate di cammino.
<< Non ti preoccupare Mais, tra non molto arriveremo a un villaggio che è proprio sul nostro cammino, là ci riposeremo, sono sicura che potremmo anche comprare qualcosa di buono da mangiare. >>
Al felyne si illuminarono gli occhi : << Ci sarà anche del pesce? >>
<< Non credo, non è vicino al mare questo villaggio, e se c'è non è sicuramente buono come quello pescato di fresco dai nostri pescatori. >>
A questa notizia Mais si abbatté, reclinò la schiena e fece ciondolare in avanti le braccia.
<< E dai, non fare così, avranno sicuramente altre specialità. >>
Mente parlavano Jenny non aveva dato peso al fatto che si erano infilati in un passo fra due piccole colline, in effetti non era il luogo più sicuro dove passare, per sicurezza la cacciatrice acuì i sensi, ed ebbe la netta sensazione che qualcuno li stesse guardando.
<< Che peccato però, mi sarebbe piaciuto... >>
<< Silenzio, per favore. >>
Lo zittì Jenny, era preoccupata,  aveva sentito qualcosa muoversi e questo la inquietava, in quel luogo potevano essere facili prede, afferrò una zampa di Mais e affrettò il passo, il rumore dei suoi stivali risuonò tra le due colline; a metà del percorso un ciottolo rotolò giù dalla collina di sinistra e finì proprio davanti ai piedi di Jenny, che si bloccò e sollevò lo sguardo, proprio lì sopra un Jaggi la stava fissando con i suoi piccoli occhietti vacui, il felyne, che aveva cominciato a essere preoccupato, si allietò.
<< Per lei sarà un giochetto uccidere quel mostro, mi ricordo che fu la sua prima missione. >>
Il sorriso di Mais però si incrinò, vedendo che Jenny non era affatto tranquilla.
<< Va tutto bene? >>
Chiese alla ragazza, che aveva cominciato ad estrarre lentamente le armi.
<< I Jaggi si muovono sempre in branco >> sussurrò la cacciatrice << e questo vuol dire che se ce n'è uno lì... >>
<< Ce ne saranno sicuramente molti altri nelle vicinanze. >> finì la frase Mais, deglutendo.
Il mostro alzò la testa verso il cielo e un lungo verso gutturale uscì dalla sua gola, il suono rimbombò nelle orecchie dei due avventurieri, per poi essere seguito dal silenzio, tutto era immobile, poi altri rumori, le due collinette cominciarono a essere invase da Jaggi e Jaggia che li fissavano famelici.
<< Corri! >> 
Urlò Jenny, quei mostri non erano temibili, ma affrontarli in un luogo così stretto era una follia, doveva portarli in un posto più ampio; i due si precipitarono verso l'uscita della strettoia mentre i mostri si avvicinavano sempre più dall'alto, nella foga qualche d'uno inciampò e rotolò sul fianco delle colline, spezzandosi l'osso del collo.
Ormai erano quasi fuori, ma i primi Jaggi li avevano già raggiunti, la cacciatrice, senza pietà, cominciò a mirare alla gola dei predatori, mietendo tutti quelli che gli si paravano davanti; uscirono, con una trentina di quegli esseri alle calcagna, ma adesso erano in una posizione molto più favorevole, Jenny smise di correre, si fermò, si voltò indietro e sorrise.
<< Adesso siete miei. >>
Le creature si gettarono verso di loro, facendo scattare le mandibole, senza esitazione la cacciatrice si lanciò tra loro facendo volteggiare le doppie lame, a ogni colpo atterrava almeno tre mostri, il terreno cominciava a macchiarsi di sangue denso e scuro. Mentre Jenny era concentra a finire il branco, un forte miagolio la riscosse, guardò nella direzione di Mais e lo vide scappare a quattro zampe, con dietro un enorme Gran Jaggi, forse il più grosso che la ragazza avesse mai visto, abbandonò le poche Jaggia rimaste, che avevano cominciato a fuggire, per dare una mano al suo amico.
<< Ehi tu, vieni da me! Da bravo! >>
Cominciò a muovere le braccia in aria, cercando di attrarre il mostro verso di sé, il capo branco alzò la testa violacea e la fissò sbuffando, aveva cominciato a cambiare direzione, ora si stava avventando su di lei, Jenny rimase immobile guardandolo fisso, come a sfidare la sua autorità da superiore, ciò fece arrabbiare maggiormente il mostro, che accelerò, lasciando profondi solchi sul terreno con i suoi lunghi artigli, era sempre più vicino, a neanche mezzo metro di distanza Jenny schivò, lanciandosi di lato, il Gran Jaggi cercò di colpirla con la coda mentre si girava, colpo che andò a vuoto, ormai il mostro aveva finito la sua corsa e si era fermato, davanti a lui di nuovo la cacciatrice, per la frustrazione il mostro ruggì, poi balzò avanti con la bocca spalancata, Jenny non perse un secondo, corse contro il mostro urlando, caricò il colpo con il braccio destro e affondò la spada nella sua gola fino al manico, sentì l'alito caldo della bestia sulla fronte, poi sangue copioso scorse fuori dalla bocca dell'essere, riversandosi sul suo braccio destro, con uno scossone estrasse la spada, il gran Jaggi rantolò un poco, per poi cadere a terra morto.
Jenny prese il suo coltello dalla borsa e scalcò più mostri possibile, le loro pelli sarebbero potute tornare utili, poi si avvicinò alla tana in cui si era nascosto Mais.
<< È tutto finito, puoi uscire ora. >>
Dal buco spuntarono due orecchie, seguite poi dal felyne tremante, che le disse, con voce incerta: << Per fortuna lei è una cacciatrice esperta, ormai i Gran Jaggi le fanno un baffo, non è vero? >>
Jenny abbozzò un sorriso, saper cacciare i Gran Jaggi era davvero il minimo per un buon cacciatore, se non fosse riuscita ad abbatterlo in poco tempo non avrebbe potuto sperare di resistere cinque secondi nel luogo dove stavano andando, ma per qualche ragione preferì non rivelarlo al suo amico.
Non molto lontano da loro scorsero il piccolo villaggio e rinvigoriti dalla voglia di raggiungerlo aumentarono la velocità del passo, avvicinandosi notarono che tutte le case erano state costruite utilizzando solo la pietra grezza, i tetti erano molto alti e a punta, probabilmente per far si che non ci si accumulasse sopra troppa neve durante l'inverno, nonostante la tarda ora poche abitazioni avevano il camino acceso, dai quali usciva un rivolo di fumo grigio che si disperdeva nella fresca aria notturna, arrivati al villaggio ciò che regnava era la quiete e il silenzio, quasi intimiditi dalla paura di violare quell'atmosfera, percorsero un'ampia via senza proferire parola, la strada era illuminata da fiaccole e circondata da abitazioni da cui non proveniva alcun suono, evidentemente non esisteva vita notturna in quel luogo, eppure non poteva non esserci proprio nessuno, pensò Jenny, a questo punto l'unica soluzione era trovare una locanda dove passare il resto della notte, si diressero verso il cento del paese e si trovarono in una piccola piazzetta di acciottolato, con al cento un pozzo, lì vicino, a loro sorpresa, una vecchietta stava seduta su uno sgabello di legno, senza fare alcunché, ma appena li vide si agitò tutta, si alzò ed andò loro incontro.
<< Oh, dei viandanti, era da tanto che non ne vedevo, venite, su, non siate timidi. >> fece loro un sorriso sdentato e li invito ad avvicinarsi con un gesto delle mani raggrinzite.
<< Vi accompagnerò io dal capo villaggio, seguitemi. >>
Mais e Jenny si guardarono allibiti, ma, non avendo molta scelta, decisero di fare ciò che era stato loro detto.
<< Benvenuti, benvenuti a Stabil-Point, l'ultimo luogo sicuro prima delle Thonarin, le grandi montagne innevate. >>
Erano entrati in una casa poco più grande delle altre, anch'essa in pietra, ma adornata anche con qualche altro materiale un po' più prezioso, sul pavimento era stesa una pelliccia di Arzuros, la cui testa era stata lasciata intatta, dalle mandibole semiaperte sporgeva leggermente la lingua di fuori, e i veri occhi erano stati rimpiazzati da due biglie nere, che sembravano tenere tutto nella stanza sotto controllo; alle pareti, invece, erano state appese teste di Baggi, che, illuminate dalle fiamme del camino, sembravano animarsi, Mais si nascose dietro il suo stivale sinistro, mentre il capo villaggio li guardava sorridendo. 
<< È stato davvero un bel gesto volerci ospitare, ma non ci intratterremo molto, infatti domani mattina all'alba ripartiremo in direzione delle montagne. >>
Jenny era un po' intimorita davanti all'enorme capo villaggio, era un uomo alto e nerboruto, con una folta barba nera molto curata, ma l'espressione del viso era buona, quasi dolce.
<< Allora dovremo cercare di essere più gentili possibile nel poco tempo in cui ci farete compagnia. Stavamo giusto per metterci a tavola, fateci l'onore di partecipare al nostro banchetto. >>
Li accompagnarono in un salone adiacente in cui era presente un lungo tavolo di legno scuro su cui erano posizionati vari piatti tipici del luogo, un altro camino scoppiettava in un angolo, donando una luce soffusa alla stanza, era un ambiente davvero piacevole, infatti Mais si tranquillizzò molto, mentre Jenny riuscì a rilassarsi dopo giorni di stress e fatiche. 
<< E quindi mi stavi dicendo che tenterete di oltrepassare le Thonarin, beh, non sarà un impresa facile, vedi, io le conosco come le mie tasche, infatti non molto tempo fa il mio villaggio organizzava varie spedizioni su quelle montagne, perché hanno una zona davvero ricca di minerali, una volta ottenuti li vendevamo ad altri paesi e così la nostra fortuna andava aumentando, purtroppo però recentemente un mostro ha preso dimora vicino alle nostre miniere, divorando tutti i miei uomini, abbiamo chiesto aiuto a vari cacciatori della zona, ma nessuno è più tornato indietro, così ci siamo impoveriti e adesso molte perone hanno addirittura abbandonato le loro case per trasferirsi altrove, a questo punto posso solo sconsigliarvi di passare da questa parte delle montagne, rischierete di incontrarlo. >>
Jenny rifletté su quelle parole.
<< È stato molto gentile ad avvisarci, ma non possiamo tardare a cercare un'altra via, la nostra missione deve essere portata a termine il prima possibile; in ogni caso lei sa di quale mostro si tratta? >>
L'uomo prese una grossa boccata di birra dal suo calice, poi la scrutò con i suoi occhi neri, nascosti in parte sotto le folte sopracciglia dello stesso colore.
<< Vedo che sei molto decisa, bene, questa tua determinazione ti rende onore. No, non sono mai riuscito a vederlo, e l'unico uomo sopravvissuto alle sue grinfie ormai ha abbandonato il villaggio, l'unica cosa che mi ha voluto dire prima di andarsene è stato che non potrà mai dimenticarsi gli occhi rossi della creatura, mi scuso se non posso essere d'aiuto. >> 
<< Lei è stato più d'aiuto di quanto pensa. >> ribadì Jenny.


Davanti a loro si stagliavano alte le Thonarin, enormi e ghiacciate, solo i secoli potevano aver creato quei molossi, testimoni di tutti gli avvenimenti del mondo, il vento tagliente che le circondava perennemente soffiò la sua furia sui due avventurieri che avevano imboccato uno dei tanti sentieri e avevano cominciato a salire; già dopo poco tempo incontrarono la neve, Jenny prese dalla sua borsa una bevanda calda e la buttò giù d'un fiato, un piacevole tepore la invase, le dita, fino a poco prima rattrappite, si distesero e il corpo smise di tremare, purtroppo su Mais le bevande non funzionavano, così la cacciatrice gli creò una piccola mantella con una pelle di Jaggi, era sicuramente meglio di niente.
Arrivati a un bivio trovarono un cartello di legno, era rovinato dalle costanti intemperie, ma ancora leggibile, indicava a destra la direzione per le miniere, Jenny guardò la bussola, la lancetta indicava sinistra.
<< Senti Mais, so che è una cattiva idea, ma io vorrei incontrare quel mostro e aiutare gli abitanti di Stabil-Point. >>
<< Che cosa?! Già non siamo in un ambiente favorevole, poi il nostro tempo è limitato, abbiamo solo un mese per compiere la missione, e lei vorrebbe andare a caccia di un mostro di cui non sappiamo nulla? Questa non è una cattiva idea, è la peggiore che le potesse venire in mente, forse al pari delle idee che solevano venire in mente a Drake. >> disse Mais, quasi disperato, odiava il freddo ed era evidente che stare lì lo rendesse nervoso.
Jenny storse la bocca, sapeva che il felyne aveva ragione, ma non voleva neanche lasciare al loro destino quelle persone senza neppure provare a dar loro una mano.
<< Ok, ok, sei stato sufficientemente chiaro, non sei d'accordo sulla mia scelta, perfetto, vai pure avanti senza di me, io ti raggiungerò dopo aver trovato il mostro dagli occhi rossi. >>
Il felyne rimase interdetto, mentre Jenny svoltava a destra.
<< A-aspetti! >>
Non era facile vedere con la tormenta che in quel posto era sempre presente, ma l'ingresso alle miniere era inconfondibile, infatti un'enorme voragine nera si delineava sul fianco della montagna, vicino ad essa pochi popo scorrazzavano liberi per la tundra, brucando qualche sparuto ciuffo d'erba congelato.
Jenny raccolse una torcia, abbandonata anni fa al fianco della cava, e l'accese con l'acciarino che teneva in borsa, il fuoco illuminò la zona intorno a loro, mostrando poco più avanti vari picconi spezzati che sembravano essere stati gettati di fretta a terra; entrarono, il suono della bufera alle loro spalle diminuì, davanti a loro c'era quello che appariva vuoto e silenzio. Tutt'attorno le pareti erano state scavate con picconate grezze, lasciando le superfici colme di irregolarità, più si inoltravano nell'oscurità, più minerali comparivano, più il battito del cuore di Mais aumentava; sopra di loro stalattiti lasciavano cadere gocce d'acqua, Jenny alzò lo sguardo e una goccia le finì sul naso, se lo sfregò infastidita. 
<< NYAAA!! >> 
Mais urlò indicando un punto più avanti, la ragazza si avvicinò in fretta, per terra erano sparse varie ossa umane, sentì una fitta al cuore, nonostante non fosse la prima volta che assisteva ad uno spettacolo del genere sapeva che non ci si sarebbe mai abituata.
<< Qui ormai non c'è più niente, se non gli avanzi. Andiamocene. >>
Tornarono indietro per le lunghe gallerie, ma una volta usciti in mezzo alla tormenta si resero conto che ormai era notte fonda, decisero così di fermarsi a dormire in una grotta vicina, accesero un fuoco e mangiarono in due una bistecca cotta, dovevano razionare il cibo il più possibile se volevano farlo durare.
Prima di addormentarsi Jenny prese in mano la bussola per osservarla meglio, la girò ed esaminò il retro, delle scritte in una lingua a lei sconosciuta ne adornavano l'estremità, ma al centro c'era qualcosa che lei non aveva ancora notato, ci passò un dito sopra, sembrava un incisione, aguzzò la vista portando l'oggetto vicino al fuoco, probabilmente era un animale, ma aveva qualcosa di strano, assomigliava ad un quadrupede, aveva delle grandi corna ramificate e anche quelle che sembravano delle possenti ali, le zampe anteriori possedevano degli artigli, mentre quelle posteriori erano zoccoli; Jenny si sfregò gli occhi, forse ci vedeva male per la stanchezza, o forse quell'animale era frutto del folklore di qualche popolazione, probabilmente quello di Selundana, ci avrebbe pensato in un altro momento, fece per riporre la bussola nella borsa quando sentì un ringhio sommesso, si girò, nel buio della grotta due occhi rossi la stavano fissando.

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Capitolo 4
*** Diavolo bianco e sfiga nera ***


Jenny fece appena in tempo ad afferrare le sue doppie lame che il mostro la colpì con forza, scaraventandola fuori dalla grotta; atterrò sulla neve fredda, sprofondando di un metro buono, la ragazza ringraziò che l'effetto della bevanda calda non si fosse ancora esaurito, poi si rialzò ad affrontare a viso aperto il suo rivale che stava uscendo possente dalla caverna, il suo manto bianco risplendeva alla luce della luna, le enormi ali rendevano la creatura ancora più maestosa e le zanne arancioni frementi mostravano tutta la sua collera, impossibile non riconoscere il Barioth, anche noto come Diavolo bianco. Il mostro caricò, avventandosi sulla cacciatrice, Jenny balzò di lato evitando le saette arancioni che le erano sfrecciate affianco; non era la prima volta che la ragazza affrontava un Barioth, sapeva come agire, bisognava aspettare che si stancasse per colpire, se no si veniva travolti dalla furia della bestia. Il Barioth si voltò frustando l'aria con la coda e la caricò nuovamente sfoderando gli artigli, la cacciatrice però si slanciò in tempo di lato, atterrando agilmente; il mostro si fermò qualche secondo, ma furono sufficienti, Jenny attaccò la sua ala sinistra, le lame delle doppie spade sfrecciarono fulminee scintillando nella notte, poco dopo le punte sull'ala del Diavolo bianco si ruppero facendo scivolare in avanti la bestia, che ruggì la sua ira; la fiera eseguì un imperfetto schianto a rotazione che però bastò per colpire la cacciatrice ad una gamba, che si congelò, facendola cadere pesantemente. Supina osservò per un secondo il cielo sopra di lei e i fiocchi di neve cadere placidi, poi si rialzò col busto vedendo davanti a sé il Barioth che si avvicinava lentamente, sembrava quasi avere un ghigno beffardo sul muso. La creatura la prese in pieno, scagliandola vicino alla grotta, il suo corpo sbatté sulla roccia nuda, ma per fortuna l'elmo attutì un forte colpo alla testa, che altrimenti sarebbe stato fatale; la cacciatrice si accasciò vicino alla parete di pietra, la vista le si era annebbiata, la schiena e la testa le dolevano da morire, ma riuscì lo stesso ad avvertire una presenza davanti a lei, era piccola e tremolante, era Mais che la fissava preoccupato.
Il felyne le toccò il volto con una zampa e lei sentì il freddo dei polpastrelli sulla sua guancia, Jenny riprese controllo di sé velocemente e ringraziò con lo sguardo il felyne che le aveva portato la sua borsa con gli oggetti, afferrò subito una pozione bevendola d'un fiato, poi prese un pulitore e lo versò sul ghiaccio che si frantumò lasciandola finalmente libera; la caccia riprese e mostro e cacciatrice continuarono a danzare a lungo sotto il cielo terso di quella notte, ormai Jenny era implacabile e mandava a segno ogni colpo studiato con attenzione, anche le punte dell'altra ala si ruppero e la bestia divenne sempre più sgraziata e imprecisa, poco dopo la ragazza recise nettamente la coda del mostro che bagnò di sangue scarlatto e ribollente la candida neve. Il Diavolo bianco, ormai messo alle strette, era diventato sempre più aggressivo e disperato, così Jenny riuscì a prenderlo di petto e conficcò una lama nella spalla del Barioth, recidendone un nervo fece cadere di lato l'animale, che ruggì straziato, con l'elsa dell'altra spada Jenny colpì ripetutamente le sue zanne ambrate che si spezzarono in grosse schegge arancioni. Il mosto era giunto allo stremo, aveva ormai rinunciato a combattere quando ricevette il colpo di grazia che pose fine alla sua sofferenza. Jenny scalcò la sua carcassa, lo faceva sempre una volta abbattuto un grosso mostro, anche se i materiali non le servivano, per lei significava avere rispetto verso il suo avversario; negli ultimi momenti del combattimento si era slogata una spalla e sentiva del sangue colarle lungo un polpaccio, ma con l'adrenalina in corpo non aveva avvertito nessun dolore, ora però ne risentiva, bevve un lungo sorso di super pozione e si sentì rinata. Stava albeggiando quando Jenny tornò alla grotta con Mais, dormirono qualche ora e poi ripartirono.
 
 
« Non dovremmo avvisare il villaggio della sua impresa? Ora tutti potranno tornare alle miniere. »  
Mais teneva il passo dietro a Jenny che camminava spedita seguendo la lancetta della sua bussola. 
« Non ti preoccupare, ho detto al capo villaggio di salire alle miniere tra due giorni, se avessi abbattuto la bestia avrebbe trovato il suo cadavere lì da qualche parte, se no... avrebbe trovato il mio. »
Mais deglutì, rimanendo in silenzio.
I due compagni continuarono a viaggiare attraverso le Thonarin, osservando paesaggi che non avrebbero mai pensato di vedere, passarono al fianco di grandi pilastri di ghiaccio, che riflettevano la luce solare frammentandola in mille colori, fecero il bagno in fonti termali da cui si innalzavano fumi candidi e caldi, varcarono strette gole di montagna, finché finalmente cominciarono la discesa dalle alture andando ad avvicinarsi sempre più a un clima tiepido, la neve lasciava il posto alla vegetazione, e i venti smisero di soffiare. Quando furono neanche a 100 metri d'altezza il panorama che si mostrò loro fu d'incredibile bellezza, Jenny accarezzò Mais ed indicò davanti a sé.
« Quella che si stende immensa davanti a noi è la foresta Diarasis, ne ho sentito parlare spesso dai cacciatori più navigati, tutto il lato ovest è sotto il controllo della Gilda, sentieri battuti e punti di ristoro sicuri; mentre il lato est è lasciato a se stesso e completamente selvaggio. Vediamo se siamo fortunati. »
La ragazza prese in mano la bussola e la guardò.
« Mi sa che qualcuno lassù ce l'ha con noi. Incrociamo le dita per il futuro e avanziamo, ci metteremo qualche giorno ad attraversarla. »
Nonostante la pessima notizia al felyne si illuminarono gli occhi, sicuramente il clima della foresta era il più adatto a lui di qualunque altro e non poteva che essere felice di avventurarcisi.
Si tuffarono tra gli altissimi alberi del luogo senza pensarci due volte, quelle piante crescevano di molto in altezza poiché facevano a gara per raggiungere e catturare quanti più possibili raggi del sole, e ciò conferiva una fresca penombra al sottobosco che stavano attraversando Jenny e Mais.
L'umidità presente faceva crescere molti funghi qua e là, di solito di un colore arancione chiaro con delle macchie azzurrine che si illuminavano al buio, i rampicanti si arrotolavano sinuosamente attorno ai grossi tronchi, formando forme geometriche stravaganti, e spesso si potevano incontrare cespugli pieni di bacche che davano l'idea di essere succose e gustose.
Jenny raccolse un frutto di bosco è proprio mentre era distratta ad assaggiarlo sentì una lama appoggiarsi alla sua gola e una mano bloccarle le braccia; sentì il panico crescerle dentro e cercò di divincolarsi dalla stretta ferrea, ma più si muoveva più la lama le affondava nella carne.
« Ma guarda, sei proprio una tipetta combattiva. »
Era un uomo a tenerla stretta.
« Se non ti dai una calmata la mia lama finirà per tagliarti la gola. »
Jenny percepì delle gocce di sangue colarle lungo il collo e si bloccò di colpo, respirò affannosamente e si guardò intorno cercando di individuare Mais, ma era completamente sparito.
La ragazza fissò davanti a sé e vide apparire un altro uomo con un gran sorriso sul volto, era alto e ben piazzato, con i capelli mori che scendevano morbidi fino alle spalle, la carnagione era olivastra ed era vestito con una casacca di tessuto, segno che non poteva essere un cacciatore.
« Salve signorina » l'uomo fece un breve inchino « mi chiamo Dominik e il mio amico affianco a te è Ignis. 
Benvenuta nella parte del mondo più selvaggia e cattiva! »
Dominik si avvicinò alla ragazza e le prese il volto tra il pollice e l'indice, ispezionandola.
« Sei proprio carina sai? »
Guardò il suo compagno mentre Jenny quasi ringhiava dalla rabbia.
« Con questa ci fruttiamo un bel po' di denaro. Cerca di non rovinarla troppo. »
Ignis rise con la bocca attaccata all'orecchio della ragazza e sussurrò : « Cercherò di trattenermi. »
Dominik si allontanò di nuovo e la guardò allargando le braccia.
« Anche noi siamo cacciatori, sai? Ma non di mostri, no no no. Ci piace chiamarci cacciatori di teste, viviamo grazie al traffico di schiavi. Quando senti che un cacciatore scompare non è sempre colpa dei grossi mostri. » 
Un sorriso obliquo comparve sul volto del moro, mente su quello di Jenny appariva sempre più il terrore; la ragazza deglutì, purtroppo in questa situazione le sue doppie spade non servivano proprio a niente, tutte le armi per combattere i mostri ferivano solo questi, gli esseri umani non ne venivano neanche scalfiti, forse se venivano colpiti dalle armi più grosse, tipo lo spadone, l'urto poteva fargli fare un volo di qualche metro, ma non era questo il suo caso.
« Pensavo che il commercio degli schiavi fosse morto almeno un secolo fa. » cercò di difendersi Jenny.
« Nella parte del mondo civilizzato, forse, ma qui » Dominik indicò il terreno con l'indice « siamo delle terre selvagge, nella parte del mondo dimenticata dall'umanità, qua può accadere qualsiasi cosa. All'estremo di queste terre c'è una bellissima città fondata da vari criminali, mai segnata sulle mappe, lì la schiavitù è ancora di moda, e ti dirò di più, anche ben retribuita. »
Con un movimento rapido e preciso, di chi l'ha fatto già mille volte, Ignis mise delle manette ai polsi di Jenny e la spinse in avanti.
« Poco più avanti c'è il nostro accampamento, ci fermeremo lì per questa notte, continueremo la nostra caccia domani, mentre marciamo per la nostra città. » 
A quel punto Jenny si era rassegnata a credere che davvero qualcuno lassù li odiasse, come il dio del mare può odiare un naufrago, e cominciò a camminare dietro a Dominik, mentre Ignis le si affiancò tenendole fermamente il braccio destro, la ragazza lo scrutò di sottecchi, anche lui era alto e ben piazzato, ma a differenza del compagno la carnagione era chiara, i capelli erano corti, biondi e spettinati, tra i quali spuntavano degli occhiali da aviatore. 
Mentre le tre figure si allontanavano, un felyne nascosto tra i cespugli tremolava e ripeteva tra sé quasi ossessivamente : « Ora che faccio? Ora che faccio? Ora... »
 
 
 
Si muoveva con passi sempre più decisi e veloci nella steppa, la sua sciarpa nera, che gli si avvolgeva fino al naso, era catturata dal vento e si muoveva elegantemente dietro di lui; legò sempre più stretta la spada lunga che portava sulla schiena, per paura che si staccasse.
Aveva ancora molta strada da percorrere, ma il suo obbiettivo era fin troppo importante, era venuto a sapere che un tipo di mostro mai visto prima era apparso misteriosamente, si diceva fosse una bestia nera e alata e lui era fermamente convinto che sarebbe stato il primo cacciatore ad abbatterla. Nel suo villaggio era già una leggenda, ma dopo questa caccia chiunque avrebbe conosciuto il suo nome, o per meglio dire, il suo soprannome, perché tutti lo chiamavano Spettro. 

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