I Saints Della Leggenda

di Phobos_Quake 3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio I: Una Scoperta Eccezionale ***
Capitolo 2: *** Episodio II: La Sacerdotessa Guerriera ***
Capitolo 3: *** Episodio III: La Figlia Delle Stelle ***
Capitolo 4: *** Episodio IV: Swan Song ***
Capitolo 5: *** Episodio V: Il Galoppo Dell'Unicorno ***
Capitolo 6: *** Episodio VI: Jamina, L'ultima Guerriera ***
Capitolo 7: *** Episodio VII: Il Risveglio Di Atena ***
Capitolo 8: *** Episodio VIII: Emerald Knights ***
Capitolo 9: *** Episodio IX: La Morte Di Smeraldo ***
Capitolo 10: *** Episodio X: The Emerald Tower ***
Capitolo 11: *** Episodio XI: Caccia Alla Volpe ***
Capitolo 12: *** Episodio XII: Esecuzione Capitale ***
Capitolo 13: *** Episodio XIII: Fulmini, Saette E Stelle ***
Capitolo 14: *** Episodio XIV: Frusta Vs Mazzafrusto ***
Capitolo 15: *** Episodio XV: L’Arma D’Oro Finale ***
Capitolo 16: *** Episodio XVI: Believe In The Shield ***
Capitolo 17: *** Episodio XVII: L'Ascia Di Smeraldo E La Spada D'Oro ***
Capitolo 18: *** Episodio XVIII: La Maledizione Del Faraone ***
Capitolo 19: *** Episodio XIX: Tridenti A Confronto ***
Capitolo 20: *** Episodio XX: Battaglia Con La Morte ***
Capitolo 21: *** Episodio XXI: Finale ***



Capitolo 1
*** Episodio I: Una Scoperta Eccezionale ***


Episodio I:
 
Una Scoperta Eccezionale
 
 
 
La radiosveglia aveva appena iniziato a suonare le note della canzone "Jump" dei Van Halen. La piccola mano di un bambino di dieci anni si posò delicatamente sull'apparecchio e la spense. Shun Kurumada, questo era il suo nome, alzò la testa con i suoi capelli verdi scompigliati, scese dal letto come al solito con malavoglia, prese i vestiti sulla sedia e si diresse verso la porta della camera e andò in bagno. Una volta finito era bello vestito, con i capelli ben pettinati e si diresse in cucina.
-Buongiorno papà!- disse.
In realtà, la cucina era vuota. Suo padre lavorava come carpentiere, quindi si alzava molto presto e il piccolo era costretto ogni volta a fare colazione da solo. Da quando sua madre era morta tre anni fa, aveva perso l'allegria che lo caratterizzava, diventò molto malinconico e non sopportava il fatto che suo padre fosse sempre fuori casa. Bevve il suo solito latte accompagnato dai biscotti e quando finì afferrò lo zaino e uscì di casa. Chiuse bene la porta e si avviò verso la fermata dell'autobus che l'avrebbe portato, come al solito, davanti scuola.
"Un'altra giornata noiosa ha inizio!" pensò.
Nel frattempo, il signor Masami Kurumada, un giovane di trentatre anni, stava manovrando una ruspa scavatrice. Non appena sollevò l'ennesima montagna di terra, qualcosa di luccicante sotto il terreno attirò la sua attenzione. Fermò la macchina e scese a vedere di cosa si trattava. Iniziò a scavare con le mani e si ritrovò davanti quella che sembrava una piastra quadrata di bronzo decorata dall'immagine di una donna di profilo, i capelli mossi dal vento e con una catena attorno al busto come ad indicare che era una prigioniera. Sotto la figura, infine, campeggiava quella che sembrava una leva.
"Ma che diavolo...?"
Il giovane continuò a scavare con l'aiuto dei suoi colleghi e scoprirono che il misterioso oggetto era una scatola di bronzo completa di fasce di cuoio che la faceva apparire come uno zaino.
-A guardarlo sembra uno zaino. Uno zaino bello pesante visto che è di bronzo!- disse uno dei colleghi di Kurumada facendo ridere tutti.
Uno di loro, poi, afferrò la leva e cominciò a tirare, ma sembrava incollata e non si mosse di un millimetro.
-Sei un pappamolle, Minamoto! Lascia fare a me!-
Ci provò, ma ottenne lo stesso risultato.
-Sarei io il pappamolle, vero Maeda?-
-Chiudi il becco!-
Tentarono tutti di muoverla, ma non ci fu verso.
-Secondo voi cos'è?- chiese poi il giovane Kurumada ai colleghi.
-Mah... non ne ho idea. Non ho mai visto una cosa del genere prima d'ora! Potrebbe trattarsi di qualcosa di antico. Sicuramente europeo tipo greco o romano, ma, ripeto, non ho mai visto niente di simile. A noi non interessa. Se vuoi, visto che dopotutto l'hai trovato tu, puoi prenderlo e informarti!- disse il capo cantiere.
-Grazie, lo farò!-
Con l'aiuto dei colleghi, Kurumada caricò la misteriosa scatola nel bagagliaio della sua macchina, dopodiché, tornò a lavoro. La giornata passò. Shun, una volta tornato a casa, si mise subito a fare i compiti, nonostante la sua solita malavoglia, poi si mise a guardare la televisione. Suo padre invece, a lavoro terminato, si diresse subito da una persona che conosceva e che s'intendeva di oggetti antichi. Non appena lo vide, l'amico, che aveva dieci anni in più di Masami, lo salutò cordialmente.
-Ciao, Masami! Che bella sorpresa! Qual buon vento ti porta da queste parti?-
-Ciao Shingo. Sono qui perché voglio farti vedere una cosa che ho trovato sottoterra mentre lavoravo! Volevo sapere una tua opinione, visto che t'intendi di cose antiche!-
-Vediamo un po'...-
I due andarono alla macchina, e Masami aprì il bagagliaio mostrando il contenuto.
-Ecco qua!-
Shingo esaminò l'oggetto con molto interesse e curiosità. Tentò anche di tirare la leva, ma come al solito non si mosse di un millimetro. Alla fine, scosse la testa.
-Mi spiace amico mio. Non ho la minima idea di cosa sia. Non ho mai visto niente di simile in tutta la mia vita. Forse è antico, ma sono incerto anche su questo! Mi dispiace...-
-Capisco...- disse Masami con un lieve velo di dispiacere.
-Ma quell'immagine di donna? Secondo te cosa rappresenta? Io ho subito pensato alla regina Andromeda, ma forse è colpa di quel film che ho visto tempo fa... "Scontro Di Titani" mi pare si chiamasse!-
-Sinceramente ho pensato anch'io la stessa cosa, però non capisco cosa c'entri. Cioè, sembra che vada sulle spalle come uno zaino, a giudicare dalla presenza di quelle fasce, ma il perché decorarlo con l'effige di Andromeda e soprattutto che cosa contenga... è un mistero.-
-D'accordo, grazie lo stesso!-
-Ma di nulla, figurati!-
Masami chiuse il bagagliaio, entrò in macchina e se ne andò. Tornato a casa, trascinò la misteriosa scatola tirandola per le fasce. Pensò che si sarebbero staccate e invece non accadde e così riuscì a portarlo in casa. Dopodiché, lo mise dentro una piccola stanza che usava come ripostiglio.
-Eccoti qua, ritardatario!- disse Shun vedendolo.
-Non si saluta più?-
-Scusa...-
Il bambino corse verso il padre e lo abbracciò.
-Così va meglio!-
-Cosa combinavi?-
-Niente, stavo sistemando una cosa strana che ho trovato sottoterra mentre ero a lavoro!-
-Una cosa strana? E cosa? Un coprolite a forma di cane?-
Il padre rise di gusto.
-Fortunatamente non è un coprolite perché è fatta di bronzo!-
-Bronzo eh? La medaglia di un eterno terzo, magari!-
-Lo vedrai domani. Adesso vai a dormire, piccolo! È tardi!-
-Non sono più piccolo, papà. Non più!- disse con un tono così serio da lasciare impietrito chiunque.
Masami non gli disse nulla e si limitò a dargli un bacio sulla fronte. I giorni passarono, tutti uguali. Ma poi, accadde qualcosa di terribile che avrebbe cambiato la vita del piccolo Shun per sempre. Suo padre morì, schiacciato da una grossa trave d'acciaio che era stata agganciata male e quindi precipitò proprio su di lui uccidendolo all'istante. Se la perdita della madre lo aveva devastato, quella del padre fu addirittura peggio. Dopo il funerale, era stato avvicinato da suo zio Mitsumasa Kido, il fratello della madre, che gli disse:
-Sarò io a prendermi cura di te adesso! Domani mattina prepara le tue cose che vengo a prenderti!-
Il bambino sorrise, ma in realtà fingeva. Non aveva alcuna intenzione di andare a vivere con lui. Tornato a casa sua, a funerale finito, aprì il ripostiglio e vi entrò dentro. Proprio come aveva fatto con la morte di sua madre, lo usò di nuovo come nascondiglio così da poter dare libero sfogo alla sua disperazione urlando e piangendo. D'istinto si mise anche a colpire con i piedi tutte le cianfrusaglie che il padre aveva accumulato. Tra queste, trovò anche la misteriosa scatola di bronzo.
-E questa? Sarà mica la "cosa strana" di cui mi parlava papà?-
La guardò attentamente.
"So che è impossibile, eppure più la guardo... più sembra proprio lei!" pensò.
Istintivamente, senza neanche pensarci, afferrò la leva e la tirò a sé. A un tratto, l'occhio dell'effige di Andromeda s'illuminò, la scatola si aprì e fuoriuscì una luce bianca così intensa che costrinse Shun a coprirsi gli occhi con un braccio.
-Ma che diavolo succede?- si chiese il ragazzino.
Pochi secondi dopo, si tolse il braccio dagli occhi e si trovò davanti una specie di manichino di bronzo con dei pezzi simili a quelli di un'armatura rosa scuro e due catene le cui estremità terminavano una con un triangolo e l'altra con un cerchio.
"Sembra un modellino..." pensò.
Era tanto preso a guardare quello strano oggetto che non si rese conto di non essere più nel suo nascondiglio, ma in tutt'altro luogo. Quando finalmente realizzò, rimase a bocca aperta.
-E adesso? Dove diavolo sono finito? Come ci sono arrivato qui?-
Poco lontano da dove si trovava, vide tredici templi antichi di architettura greca, mentre attorno a sé non c'era nessuno. Appena si alzò sentì una voce che lo fece sussultare.
-E tu chi sei? Non muovere un muscolo!-
-I... io...-
Ci fu un attimo di silenzio e poi tornò.
-Allora? Chi sei?-
-Mi... mi chiamo Shun. Non so come son finito qui! Vorrei...-
Il ragazzino smise di parlare e rimase a bocca aperta. Dal nulla, sbucò un giovane dai lunghi capelli lillà raccolti in una coda, occhi viola e indossava un'armatura dorata completa di elmo a coprirgli la testa. La cosa più curiosa del giovane era che aveva due sopracciglia tonde che lo faceva somigliare a un dipinto dell'epoca Heian.
-Ch... chi...?-
-Questo dovrei chiedertelo io, ragazzino! Nessuno può venire in questo luogo sacro. A meno che tu non sia...-
S'interruppe e si guardò attorno. Quando gli occhi caddero sul manichino fece un sorriso tanto accennato da essere praticamente impercettibile.
-Interessante! Molto interessante!-
Detto questo, il giovane scomparve come se fosse stato un fantasma. Shun cominciò a indietreggiare per la paura.
-Rilassati piccolino. Non aver paura!- disse un'altra voce.
Questa volta, non apparve dal nulla ma si avvicinò lentamente a lui. Si trattava di un vecchietto più o meno alto come lui, con un cappello di paglia in testa, indossava un indumento tipico della Cina e aveva un bastone da passeggio.
-Le... lei ha... ha visto quel... quel fantasma? Mi dica che non sono pazzo!-
Il vecchietto sorrise.
-L'ho visto, sì, perché era un'illusione creata da me!-
-L'ha creata lei? Mi sta prendendo in giro? Cos'è, una specie di mago? In effetti l'aspetto ce l'ha, però...-
-No, non sono un mago, ma quasi! Mi chiamo Doko. Sono il gold saint della costellazione della bilancia!-
Shun, nel sentirlo, iniziò a ridere.
-Un gold saint? Quindi mi troverei nel Santuario, il luogo riservato solo ai saints e alla dea Atena?-
-Esattamente! Vedo che te ne intendi!-
Shun tornò a ridere.
-Adoro la mitologia, e ho letto tutto su di loro sul mio libro di miti e leggende preferito. Quando ho trovato quel contenitore di bronzo sospettavo fosse la famosa Pandora's Box, ma è assurdo e completamente impossibile. I saints e il Santuario sono solo un mito. Proprio come certe creature come Pegaso, la Medusa o altri. Non esistono uomini in grado di spaccare il terreno con un calcio o fendere il cielo con un pugno! Sono solo favole e leggende. Nient'altro! Quindi perdonami, matusa, ma potevi usare una scusa migliore!-
Doko scosse la testa poi guardò un piccolo masso poco lontano da loro.
-Forse questo ti convincerà!- gli disse.
-Cosa?-
Doko si avvicinò al piccolo masso, il suo corpo iniziò a brillare di una luce dorata, lo colpì con un pugno e lo disintegrò. Shun rimase sbalordito.
-Ora che mi dici?-
-Che... che è un trucco. Qualcuno ha piazzato un esplosivo e l'ha fatto esplodere! Non sono più un bambino di cinque anni. Queste cose non m'ingannano!-
Doko scosse di nuovo la testa. Il suo corpo tornò a brillare e lanciò un pugno in cielo fendendolo. Shun rimase di nuovo a bocca aperta.
-Questo ti ha convinto?-
-È... è inutile. È un trucco. Ben fatto, ma sempre un trucco. Sono... sono finito sul set di un film cinematografico oppure sto sognando. È così. Sto sognando! Devo svegliarmi e forse anche la morte di papà sarà stata solo un brutto sogno!-
-Hai perso tuo padre? Mi spiace!-
-Non sono affari suoi! Ora voglio uscire da questo ridicolo set!-
-Non è un set e lo sai!-
-Basta! Non voglio più sentire fesserie. Voglio andare a casa. Si tenga quell'affare da femminucce. Glielo regalo!-
-Mi spiace, ma ho già un cloth. Quello è tuo!-
Shun fece orecchie da mercante e si allontanò. Doko sorrise e lo seguì con gli occhi. Dopodiché si sedette in terra con le gambe incrociate e chiuse gli occhi. Shun camminò per un po' voltandosi ogni tanto per essere sicuro di essersi allontanato a sufficienza. Poi, anche lui si sedette in terra chiudendosi nei suoi pensieri. Passarono alcuni minuti, quando la voce del bambino fece riaprire gli occhi dell'anziano.
-Ho delle domande da fare!-
Doko sorrise.
-Sono qui per questo!-
-Ammesso e non concesso che lei sia davvero un saint, non eravate in ottantotto? Dodici gold, ventiquattro silver e cinquantadue bronze. Beh, dove sono tutti? E la dea Atena?-
-Dici bene, eravamo. Purtroppo, sono morti tutti durante l'ultima guerra sacra contro Hades combattuta duecentocinquanta anni fa!-
-Hades... il dio dei morti?-
-Sì, esatto. Combattemmo la battaglia nei Campi Elisi, e annientammo finalmente Hades insieme al suo corpo originale. I saints morirono tutti e anche i loro cloth andarono tutti distrutti. Ne rimasero intatti solo sei di tipo bronze e quello lì è proprio uno di loro! Il bronze cloth della costellazione di Andromeda!- disse indicando il cloth di Shun.
Lui annuì.
-Purtroppo, se Sion, il gold saint dell'ariete, fosse sopravvissuto come me, avrebbe ricreato da zero tutti i cloth perduti, dato che lui ne aveva la capacità, e invece...-
Una lacrima rigò il viso dell'anziano maestro. Shun, nel frattempo, era rimasto soprappensiero.
-Quindi è stato un caso se mio padre lo ha trovato!-
-Un po' è un caso, un po' è il destino. Tu sei il nuovo bronze saint della costellazione di Andromeda di quest'epoca. Il cloth ti ha riconosciuto perché altrimenti non avresti mai aperto la Pandora's Box che lo conteneva e non saresti mai stato teletrasportato qui! Solo colui che è destinato ad essere un saint può aprire la Pandora's Box ed essere teletrasportato al Santuario! Nessun altro!-
-I... impossibile! Io sono solo un bambino. E poi, i saint non sapevano padroneggiare il cosmo? Io non ne sono capace!-
-Vedo che sei davvero molto informato, mi fa molto piacere, ma sappi che nessuno lo è all'inizio. Anch'io non lo ero. Ci son voluti anni di addestramento per dimostrare che ero degno di difendere Atena!-
-Capisco...-
Shun rimase di nuovo avvolto nei suoi pensieri.
-Cos'è che ti turba?-
-Niente... è solo che... pensavo alla dea Atena. So che lei e i saints si reincarnavano ogni volta che c'era una minaccia sulla terra. Questo significa che c'è un nuovo nemico alle porte?-
-Purtroppo sì!-
-E dov'è adesso la dea Atena?-
-Non lo so!-
-Come sarebbe a dire?-
-Di solito, quando Atena tornava sulla terra in un nuovo corpo mortale, compariva magicamente ai piedi dell'enorme statua della dea che si trova all'esterno del tredicesimo palazzo!- disse indicandola dato che si riusciva a intravedere.
-Invece, stavolta non è accaduto! Il che significa che si è reincarnata in un corpo all'infuori dal Santuario. Potrebbe essere qualunque bambina, ma si scoprirà solo quando il suo spirito si sveglierà completamente e questo richiederà un'attesa di almeno quindici o sedici anni! Fortunatamente, so bene che è rinata perché il Santuario è di nuovo avvolto dalla barriera creata dal suo cosmo. Purtroppo, è stata una cosa così rapida che non son riuscito a individuare da dove venisse!- aggiunse.
-Perfetto...-
-Bene, ora che sai tutto questo, cosa mi dici? Vuoi diventare un saint a tutti gli effetti o rinunci? Naturalmente non sei costretto se non vuoi!-
Shun ci pensò su per qualche minuto, poi sorrise e tese la mano a Doko.
-Non ho nulla da perdere e di andare a vivere con mio zio non ne ho la minima intenzione! Sono con lei e mi scusi per averla chiamata matusa e di aver dubitato di lei... maestro!-
Doko sorrise e strinse la mano del bambino.
-Come ti ho già detto, tu sei uno dei sei saints destinati a indossare i cloth rimasti, quindi a breve arriveranno anche gli altri cinque che li troveranno proprio come è successo a te!-
-Sì!-
-Ma non sarò io ad allenarvi!-
-Eh? Perché?-
-Perché non possiedo certe abilità come ad esempio manovrare le catene!-
-E allora come...?-
Doko sorrise. I suoi occhi diventarono completamente bianchi, allargò le braccia e dal nulla comparve un saint con i capelli neri, indossava un silver cloth e aveva due lunghe catene attorno alle braccia.
-Lui è Dedalus, silver saint della costellazione di Cefeo. Anche se è un'illusione creata da me, è come se fosse ancora fisicamente qui e sarà lui a farti da maestro!-
-Ho capito!- disse il bambino sorridendo.
Fu così che Shun iniziò il suo allenamento sotto la guida di Dedalus per diventare il nuovo bronze saint della costellazione di Andromeda del ventesimo secolo.
 

Nota: La storia è ambientata negli anni '80 (1986 per la precisione). Quindi, il film citato da Masami è l'originale del 1981 e non il remake.

Data Di Creazione: 7/01/2016

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Capitolo 2
*** Episodio II: La Sacerdotessa Guerriera ***


Episodio II:
 
La Sacerdotessa Guerriera
 
 


June Ishitani era una bella bambina di dieci anni con lunghi capelli biondi e occhi azzurri come il cielo. Eppure, era sempre triste e odiava la sua vita. Fu abbandonata ancora in fasce davanti al portone di un orfanotrofio. A tre anni fu adottata da una coppia, ma avrebbe preferito mille volte restare orfana perché i suoi genitori adottivi non l'amavano affatto. Sua "madre" soffriva di problemi psichici, mentre suo "padre" era un ubriacone. Spesso e volentieri, i due la picchiavano senza motivo e la cosa era ormai diventata una routine. Ad otto anni, e più di una volta, June  cercò di scappare, ma fu sempre recuperata dalla polizia. Lei tentò di spiegare che era scappata di casa perché i suoi "genitori" erano violenti e cattivi, ma non le crederono. Anzi, i due avevano l'incredibile capacità di essere degli attori incredibili che riuscivano a far credere a tutti di essere dei genitori amorevoli ed esemplari, facendo quindi apparire la bambina come una fantasiosa bugiarda, cosa che in realtà non era affatto così, ma purtroppo, nessuno le credeva. Le uniche cose che le davano un minimo di conforto e le facevano dimenticare le cose brutte della sua vita, erano la musica e i libri. Spesso s'infilava nella biblioteca della scuola e s'immergeva nella lettura oppure prendeva il suo fidato walkman e ascoltava le sue musicassette preferite ad occhi chiusi e la mente completamente sgombra da brutti pensieri. Tra quelle musicassette c'erano, oltre ai gruppi che andavano in quel periodo come ad esempio gli U2, gli Europe, gli Ultravox, i The Cure, i Marillion e gli IQ, c'erano anche gruppi già popolari negli anni settanta come i Rush, i Genesis, i Jethro Tull e gli Yes. A proposito della scuola, come se le violenze dei suoi genitori adottivi non fossero abbastanza, anche lì la povera June non era al sicuro perché era stata presa di mira da un bullo, un ragazzo ripetente di quattro anni più grande di lei, chiamato Kenji. Per questo detestava la sua vita, era spesso triste e malinconica e s'isolava da tutto e tutti. Fortunatamente, da un po' di tempo, Kenji aveva smesso di darle il tormento, ma ciò non significava che a casa sua la situazione fosse, purtroppo, cambiata. Mentre tornava a casa a piedi come sempre, perché in fondo non c'era molta distanza tra le due strutture, passò come sempre accanto a una chiesa abbandonata. June non era mai stata una persona credente, ma quel giorno ebbe l'istinto di entrare in quel luogo e di pregare. Evidentemente ne aveva un disperato bisogno. Era l'ultimo appiglio che gli era rimasto. Pregare per una vita migliore o anche per un semplice miracolo. Il cancello arrugginito era semi aperto, segno che forse c'era entrato qualche barbone, ma a June non le importò molto.
"Se c'è qualche malintenzionato, non m'importa affatto. Magari riuscirà a uccidermi e così questo schifo di vita avrà fine." pensò.
Anche il portone di legno della chiesa era semi aperto, quindi non le restò che varcarne la soglia. Si avvicinò all'altare, dietro al quale campeggiava un grande crocifisso, s'inginocchiò e cominciò a pregare.
-Da quando in qua preghi? Non ti facevo una credente!- disse una voce.
-K... Kenji? Mi hai seguita?- disse voltandosi e cominciando a tremare di terrore.
-Come vedi...-
Kenji, come detto, era un ragazzo di quattordici anni. Aveva un piercing ad anello sul naso, e uno sul sopracciglio destro. I capelli neri erano a cresta di gallo, con le punte viola, indossava un gilè rosso coperto di finti aculei, aveva una maglietta nera con su scritto Sex Pistols, pantaloni jeans sgarrati e scarpe da ginnastica nere.  
-Non... non ti è bastata la lezione dell'ultima volta?-
-Non ti preoccupare per quello. A tutto c'è rimedio!- disse avvicinandosi lentamente con aria minacciosa.
-M... ma perché mi dai il tormento? Si può sapere cosa ti ho fatto?-
-Perché? Non c'è una ragione, è solo divertimento. Il mio divertimento!-
June scattò nel tentativo di fuggire, ma Kenji le afferrò il braccio e la scaraventò a terra.
-L'ultima volta ti sei salvata, ma stavolta non sarai così fortunata!-
-Uccidimi e falla finita una buona volta, allora!-
-Ucciderti? Così poi mi perdo il divertimento? Non ci contare troppo!-
Kenji continuò ad avvicinarsi, mentre June si alzò e restò ferma a tremare.
-Hai qualcosa da dire, prima che iniziamo a giocare?-
June deglutì e poi fece un sospiro.
-Sì, una cosa c'è!-
-Spara!-
June, senza dire nulla, gli diede un calcio ben assestato nelle parti basse. Kenji gemette appena, mentre mise le mani nella parte lesa e s'inginocchiò.
-S... sei una piccola tr...-
Non finì la frase perché June lo afferrò per il retro del gilè e, con una forza che non sospettava minimamente di avere, lo scaraventò contro un piccolo mobile poco distante dall'altare e coperto da un telo bianco. Kenji sbatté violentemente la testa e, prima di svenire completamente, con una mano afferrò il telo scoprendo leggermente il mobile. June rimase senza parole e si avvicinò per accertarsi delle sue condizioni. Respirava ancora, questo significava che era ancora vivo. Da una parte era sollevata da questo, ma dall'altra era anche molto dispiaciuta che non fosse morto.
-Meglio che me ne vada prima che si riprenda...- disse tra sé.
Stava per voltarsi, quando l'occhio le cadde sul misterioso mobile leggermente scoperto. Sembrava fatto di bronzo. Come se qualche forza misteriosa guidasse il suo corpo, June si avvicinò e tolse completamente il telo. Sembrava una grossa scatola, ma la cosa strana era che non era decorata da nessuna immagine sacra, bensì, aveva l'effige di un camaleonte di profilo sotto al quale c'era una leva.
"Che diavolo ci azzecca un camaleonte in un posto del genere? Forse è per questo che era coperto dal telo." pensò.
I suoi occhi, oltre a guardare di continuo quel camaleonte, erano attratti molto da quella leva. Certo, il primo istinto era quello di andarsene e lasciare tutto, eppure c'era una strana voglia di tirare quella leva. Quando sentì i gemiti di Kenji, segno che si stava riprendendo, senza pensarci, e puramente d'istinto, tirò la leva a sé, l'occhio del camaleonte iniziò a brillare, la misteriosa scatola si aprì e fuoriuscì una luce bianca così intensa che costrinse June a coprirsi gli occhi. Quando li riaprì, notò che non era più in quella chiesa abbandonata, ma in tutt'altro luogo, all'aperto, e in lontananza vide tredici templi di architettura greca antica.
-Dove diavolo sono finita? Nell'antica Grecia? Ho scoperto una macchina del tempo e ho viaggiato nel passato?- si chiese.
I suoi occhi, poi, caddero sul misterioso oggetto che aveva davanti. La scatola di bronzo si era aperta e all'interno conteneva una specie di statua bronzea di un camaleonte.
"No... non è una statua! Sembra un... un modellino!"
Continuò ad osservare quel misterioso oggetto per un tempo indefinito, poi si alzò e cominciò a guardarsi intorno.
-Non devo perdere tempo. Devo andarmene di qui prima che sia troppo tardi!-
Se la sua teoria della "macchina del tempo" era esatta, bastava richiudere la scatola, pensare al giorno, mese e anno che si desiderava visitare, e tirare la leva. Quindi iniziò a richiuderla, ma quando stava quasi per finire, una voce la interrupe facendola sussultare.
-Cosa stai facendo?-
Quando June si voltò e la vide rimase stranita. Era una ragazza dai capelli arancioni che indossava un candido peplo dell'antica Grecia, ma la cosa che l'aveva lasciata stranita era il fatto che indossasse una strana maschera senza alcuna fessura negli occhi.
-P... parli la mia lingua?- fu la prima cosa che a June venne in mente di chiedere.
-Sì, esatto, ma non hai risposto alla mia domanda!-
-Ehm... io... io... io ho...-
La ragazza misteriosa guardò la scatola e sorrise, anche se a causa della maschera non si poteva vedere.
-Ben arrivata. Ti stavo aspettando!- disse.
-C... come? Aspettando? Ma cosa stai dicendo?-
La ragazza prese da sotto il peplo un'altra maschera identica alla sua, con una piccola differenza: aveva due lunghi segni viola che scendevano da sotto gli occhi.
-Tieni! Indossa questa maschera. Da queste parti, le ragazze devono portare una maschera sul volto!-
-E da quando? Credevo di essere finita in Grecia, non in Afghanistan!-
-Sì, sei in Grecia, ma in questo luogo le ragazze devono fare così!-
-E questo... "luogo" cos'è? Posso sapere dove diavolo sono finita? E soprattutto, come ti chiami?-
-Marin! E tu?-
-June Ishi...! No, solo June. Il mio cognome non ha importanza!-
Marin sorrise.
-Qui i cognomi non hanno mai avuto molta importanza!-
-Buono a sapersi!-
-Ora, indossa la maschera, poi le tue domande avranno tutte le risposte che cerchi!-
June prese la maschera e la guardò.
-E se mi rifiutassi?-
-Non puoi! È la legge!-
-Legge del cavolo, lasciamelo dire!-
-Mettila e ti spiegherò anche questo!-
-D'accordo, se proprio ci tieni, però continuo a non capire!-
Mise la maschera con un po' di riluttanza. Si aspettò di non vedere assolutamente nulla e invece, quando guardò Marin, notò che la vedeva normalmente come se sul suo volto non ci fosse alcuna traccia di una maschera.
-Questa sì che è davvero curiosa come cosa!- disse divertita.   
A un tratto, la misteriosa ragazza scomparve e June rimase di nuovo senza parole.
-M... Marin? D... dove sei finita?-
Ebbe l'istinto di fuggire. Di correre a più non posso lontano da quel luogo misterioso e molto probabilmente infestato da spettri, ma un'altra voce non glielo permise.
-Rilassati piccolina. Va tutto bene!- le disse un vecchietto sbucato anche lui dal nulla con un abito cinese, che stonava molto con l'ambiente, un cappello di paglia in testa e un bastone da passeggio in mano.
-Oh, no. Un altro fantasma! Devo andarmene di qui e togliermi questa dannata maschera del cavolo!-
-Ferma! Non lo fare!-
-Perché? Perché non dovrei? Sei solo uno stupido fantasma!-
-Non sono un fantasma. Al contrario della povera Marin, io sono sopravvissuto!-
-P... Povera Marin? È proprio il nome di quella ragazza. Allora mi conferma che ho visto un fantasma?-
-Non era un fantasma, ma un'illusione creata da me!-
-L'ha creata lei? Per quale motivo? Maledizione! Ho troppe domande in testa ed è tempo che qualcuno mi dia delle risposte!-
-Calmati e le avrai. Fidati di me!-
June avrebbe voluto colpirlo sui gioielli come aveva fatto con Kenji e fuggire via, ma quando i loro sguardi s'incrociarono, la ragazzina fece un sospiro e si sedette in terra con le gambe incrociate.
-Inizia a parlare, vecchio! Ti ascolto!-
-Innanzitutto lascia che mi presenti: Sono Doko, il gold saint della costellazione della bilancia!-
June rimase in silenzio per qualche secondo, poi parlò.
-Perché mi racconta frottole? Se non sa dirmi dove mi trovo e perché, faceva prima a dirmelo senza tirare in ballo cavolate mitologiche!-
-Ma è vero! Ti trovi al Santuario, il sacro luogo dominato da Atena e i suoi saints. Tu ed io, appunto, siamo saints!-
-La smetta, lei è anziano, quindi non ha più il cervello sano come una volta! Il Santuario, i saints e Atena che si reincarna solo soltanto un mito!-
-Ti posso assicurare che ti sto dicendo il vero. Quello lì, dopotutto, è un cloth. Più precisamente, è il bronze cloth della costellazione del camaleonte. Il fatto che tu ti trovi qui significa che hai aperto la Pandora's Box che lo conteneva. Solo i saints possono aprirla ed essere teletrasportati qui al Santuario. Nessun altro può riuscirci!-
-Mi sta dicendo che non è semplicemente un caso il fatto che l'abbia trovato, ma che c'entra tipo il destino? Assurdo! Non... non ci credo!-
-Il tuo cuore dice diversamente. Lui sa che è vero!-
-Quindi io... io sarei la bronze saint del camaleonte?-
-Sì, ma solo quando imparerai a controllare il cosmo e ci vorrà molto tempo e un duro allenamento per farlo. Ovviamente...-
-B... basta!- lo interruppe bruscamente.
-Non voglio sentire più un'altra parola!-
-Questo sarebbe un no?-
-Ha capito bene!-
-Maestro!- gridò la voce di un bambino.
-Chi...?-
June guardò il bambino avvicinarsi e indietreggiò leggermente.
-Sh... Shun...- sussurrò.
-Che succede Shun?- chiese Doko.
-Nulla, ma siccome Dedalus, prima di svanire, ha detto che era arrivato un altro saint, son venuto a vedere. Ho fatto male?-
-No, affatto. Ti presento la futura bronze saint della costellazione del camaleonte. Si chiama...-
-H... Hey, ferma! Cosa fai? Non toglierti la mas...- disse Shun senza finire la frase perché, ormai, era troppo tardi.
June se l'era già tolta e Shun, nel vederla, rimase a bocca aperta.
-I... Ishitani... cioè... June? Sei... sei proprio tu?-
-No, sono un'illusione creata da questo vecchio! Certo che sono io. Non mi riconosci? Eppure son passati solo pochi giorni! Sono così cambiata?-
-Voi due... vi conoscete?- chiese Doko.
-Sì, maestro! Lei viene dalla mia stessa scuola. Il nostro incontro avvenne alcuni giorni prima che mio padre morisse. June era la vittima preferita di un bullo chiamato Kenji. Questa cosa accedeva di frequente e siccome ero stanco di vedere che nessuno la difendeva...-
-Scusami... Come sarebbe a dire che nessuno la difendeva? Neanche le maestre o i maestri intervenivano? Per quale motivo?- chiese Doko sbalordito.
-Perché è figlio di un riccone. Nessuno ha il coraggio di mettersi contro di lui e di avere quindi il padre come nemico. Solo un docente ha avuto le palle nel bocciarlo più di una volta, peccato che alla quarta bocciatura, fu licenziato per aver avuto il torto di essere stato coraggioso!- intervenne June.
Doko rimase senza parole, poi fece cenno a Shun di continuare.
-Dicevo: siccome ero stanco di vedere che nessuno faceva nulla e si voltavano dall'altra parte, anche se non ero un tipo coraggioso, quel giorno decisi di prendere le sue difese, mi scontrai con Kenji e dopo una dura lotta, riuscii a metterlo fuori combattimento. Certo, ci guadagnai un bell'occhio nero e qualche graffio, ma mi creda... ne valse la pena. In infermeria, June venne a farmi visita per ringraziarmi ed è da lì che ci siamo conosciuti!-
Detto questo, guardò June e le sorrise. Anche lei ricambiò il sorriso, poi le lacrime iniziarono a scendere dai suoi occhi.
-Nessuno... nessuno era mai stato così gentile con me. Ho sempre odiato la mia vita a causa di orrendi genitori adottivi che non mi amano affatto e di quel maledetto figlio di papà di Kenji. Shun è stato... è stato l'unico raggio di sole che ha illuminato le tenebre nel mio cuore!-
Doko le sorrise e le accarezzò il viso. Dopodiché, June abbracciò il piccolo saint di Andromeda e anche lui la abbracciò timidamente.
-Ora... ti spiace rimetterti la maschera?- le chiese.
-Mpf! D'accordo come vuoi!- disse sbuffando scherzosamente.
-Avrei altre domande!- aggiunse.
-Dicci!-
-Conosco il mito dei saints grazie al libro preferito di Shun, ma... non eravate ottantotto?-
-Lo eravamo. Sono morti tutti durante l'ultima guerra sacra di duecentocinquanta anni fa e i loro cloth sono andati completamente distrutti. Solo sei bronze cloth sono rimasti intatti!-
-Quindi io e Shun siamo due di quei sei!-
-Esatto!-
-E la dea Atena? Non dovrebbe essere già rinata?-
-Di solito, quando Atena rinasce, il suo neonato corpo umano compare sotto i piedi della grande statua della dea che si trova all'esterno del tredicesimo palazzo, ma questa volta non è accaduto. È sicuramente rinata al di fuori del Santuario perché il suo cosmo ha ricreato la barriera che ha sempre avvolto e protetto il Santuario. Purtroppo l'azione è stata così rapida che mi ha impedito di avvertire bene da dove provenisse!-
-Ho capito. Ora dimmi, Shun, che costellazione hai tu?-
-La costellazione di Andromeda!-
-Andromeda? Ma scusa, non sei un maschio?-
Doko rise.
-Quel cloth è stato creato appositamente per un maschio!-
-Beh, chi l'ha progettato, secondo me, era ubriaco!- disse June ridendo.
-Non hai tutti i torti!- dissero Shun e Doko ridendo.
Una volta finito di ridere, Doko e June si fecero seri.
-Dunque, ora che conosci la storia, dimmi... vuoi diventare la nuova bronze saint della costellazione del camaleonte? Naturalmente non sei costretta ad accettare se non vuoi. Io non voglio forzarti!-
June sorrise.
-Ha sentito la mia storia no? Ho due genitori schifosi che non fanno altro che picchiarmi, quindi preferisco mille volte fare un allenamento duro e diventare la saint del camaleonte piuttosto che tornare da loro! Sono con lei, maestro!-
Doko tornò a sorridere.
-Molto bene. Come ho detto a Shun, non sarò io ad allenarvi perché mi mancano certe abilità.-
Dal nulla ricomparve l'illusione di Dedalus di Cefeo.
-Però, come è sempre stato dai tempi del mito, anche tu, come Shun, sarai allenata da Dedalus, il silver saint della costellazione di Cefeo!-
-Ho capito! Ah, giusto! Ho un'ultima cosa da chiedere!-
-Dimmi!-
-Come mai devo indossare questa maschera?-
-Il mondo dei saints, fatta eccezione per la dea Atena, è sempre stato prevalentemente maschile, quindi la legge impone a tutte le ragazze che vogliono diventare saints di rinunciare totalmente alla propria femminilità e di conseguenza devono indossare quella maschera come una sorta di... chiamiamolo "marchio" che dimostra la loro rinuncia. Chiunque veda il volto di una saint, la guerriera ha due opzioni: ucciderlo o amarlo!-
June rimase ammutolita.
-Questo... questo non c'era scritto nel tuo libro, Shun!-
-Non è colpa mia...- disse lui mortificato.
-Comunque... non ti avrei mai ucciso. Non avrei mai potuto. Mi hai salvato la vita e messo pace nel mio cuore, dopotutto!-
Lui sorrise e sospirò col pensiero. In fondo, temeva che un giorno l'avrebbe sfidato a duello e non avrebbe mai avuto il coraggio di affrontarla. Neanche sotto tortura. June si ritolse  a sorpresa la maschera, gli diede un bacio sulla guancia, gli fece l'occhiolino e la rindossò.
-Bene, Possiamo anche cominciare, maestro Dedalus!- disse poi.
Dedalus, e contemporaneamente anche Doko, sorrise.

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Capitolo 3
*** Episodio III: La Figlia Delle Stelle ***


Episodio III:
 
La Figlia Delle Stelle
 
 
 
"Il Collegio Delle Stelle" era uno dei più famosi orfanotrofi di Tokyo. È proprio qui che faremo la conoscenza della terza saint di questa storia. Fu chiamata Yuuri dal direttore dell'istituto, il signor Naoto Date. Era una bambina dai lunghi capelli d'argento e occhi di colore azzurro cristallo. Nonostante la sua condizione di orfana, aveva perso i genitori a due anni, morti in un incidente stradale, era sempre allegra, amante dello studio e piena di molti interessi. Primo su tutti, l'astronomia. Proprio grazie a questo suo interesse, il giorno di natale ricevette come regalo da parte del signor Date un telescopio e questo la rese felicissima. Non c'era sera in cui non perdeva occasione di osservare le stelle. Era la cosa che più amava al mondo ed era fortunata che l'orfanotrofio sorgesse in una zona poco illuminata, in questo modo non c'era niente che le impedisse di osservare il cielo. Per questa sua fissazione, gli amici, ma anche il signor Date,  la soprannominarono "La Figlia Delle Stelle" e la sua vita trascorse felice e tranquilla. Passarono gli anni. Due settimane dopo il suo decimo compleanno, Yuuri andò a dormire dopo la sua ennesima osservazione celeste. Si addormentò praticamente subito e dopo poco iniziò a sognare. Si trovò in un luogo imprecisato, pieno di fiori e c'erano anche costruzioni antiche sparse qua e là. Mentre camminava in quel ritaglio di paradiso, a un tratto avvertì un rombo e la terra tremò.
-Ma che diavolo...?-
Senza sapere come e perché, si ritrovò a correre e si arrestò quando vide in lontananza quello che sembrava un campo di battaglia a tutti gli effetti. C'erano corpi di gente morta ovunque, ma la cosa più curiosa era che tutti indossavano un'armatura. Molte erano d'oro, altre d'argento, altre ancora di bronzo ed infine molte erano di color viola scuro. Camminò senza timore, in mezzo a quei corpi ormai senza vita, e si ritrovò davanti nove figure in piedi. La prima era una bella ragazza dai capelli ocra dorati e gli occhi verdi, sulla mano destra portava uno scettro, sulla sinistra un enorme scudo ed indossava un'armatura dorata. Inginocchiati al suo fianco aveva sette giovani. Il primo, dagli occhi verdi e i capelli castani, indossava un'armatura d'oro con uno scudo sul braccio e un altro sopra il coprispalla destro posizionato in diagonale come se fosse un parasole. Poi c'erano sei giovani che indossavano tutti corazze di bronzo, tre di loro erano maschi e tre erano femmine. Di fronte agli otto guerrieri c'era solo un uomo, anche lui con addosso una corazza nera e con decori argentati, con capelli neri come la pece e stupendi occhi dal colore blu che sembravano due laghi profondi. Sulla mano destra impugnava una lunga spada molto affilata.
-È finita per te, Hades!- gridò la ragazza.
-Non è finita per me, Atena. Lo è per te!-
Yuuri osservava il tutto con perplessità e la sua mente iniziò a riempirsi di domande.
"Atena? Hades? Ma cosa...?"
Non capiva, ma non poté fare a meno di guardare. Era come se una forza misteriosa la costrinse a osservare a tutti i costi.
-Anche se ormai sono solo, la battaglia è vinta!-
-Continua a sognare!-
I sette giovani cercarono di contrastare il nemico lanciandogli onde di energia, ma senza procurargli alcun danno.
-Luridi vermi! Sparite!-
Il guerriero nero alzò la spada al cielo, ci fu un grosso bagliore e i sette giovani si ritrovarono a terra. Atena, invece, si era riparata con lo scudo, quindi era ancora in piedi.
-Dannato quel tuo scudo, ma non ti salverà per sempre!-
-Ora basta. È tempo di finirla!-
I due si diedero battaglia. La spada sembrava avere la meglio contro lo scettro della ragazza, tanto che Yuuri si chiedeva:
"Come può pretendere di vincere con quel patetico scettro? È spacciata!"
Invece, con sua somma sorpresa, la ragazza riuscì a conficcare l'arma nel petto del suo nemico che, sofferente, disse qualcosa, ma Yuuri non riuscì ad afferrare bene. Il corpo del guerriero svanì nel nulla e i sette guerrieri si alzarono e raggiunsero la ragazza. A un tratto, la scena davanti agli occhi di Yuuri cambiò. Si ritrovò in una soffitta che le sembrava decisamente famigliare. In mezzo a innumerevoli cianfrusaglie impolverate, vi era una strana scatola di bronzo con l'effige di un sestante e sotto di esso campeggiava una leva. Yuuri si avvicinò e rimase ferma a guardarla. A un tratto sentì una voce sussurrare:
-Tira quella leva!- le disse.
Si voltò, ma non c'era nessuno. Nonostante ciò, la voce continuò a ripeterlo e, senza rendersene conto, la sua mano destra si allungò verso la leva, ma prima che potesse toccarla, qualcuno gli mise una mano sulla spalla costringendola a voltarsi. Appena lo vide lo riconobbe. Era il guerriero con l'armatura d'oro.
-Chi... chi sei?- gli chiese.
Il misterioso guerriero dorato non le rispose, si limitò a sorriderle e a dirle qualcosa sempre sussurrando:
-La soffitta. Devi andare in soffitta e la troverai lì!-
A quel punto, Yuuri riaprì gli occhi. Sentiva che il cuore le batteva all'impazzata. Di sogni strani ne aveva fatti molti, ma quello li batteva decisamente tutti. La mattina dopo, il pensiero di quel sogno continuava a restare impresso nella sua testa. In particolare erano le parole del guerriero dorato quelle che più la tartassavano. Sapeva che si stava riferendo alla soffitta dell'orfanotrofio, perché in fondo era proprio quella che aveva visto in sogno. Ecco perché le sembrava di conoscerla. Le venne anche in mente di andare a vedere se la scatola c'era davvero o se era solo il frutto di un sogno, ma prima, decise di fare delle ricerche. Come avevamo detto, lei era una ragazzina molto studiosa e andava sempre in biblioteca per non essere disturbata da nessuno. Una volta lì, poté cercare il libro che le serviva, cercò "Atena", dopodiché iniziò a leggere il suo mito. Arrivata alla fine, si sentì un po' delusa.
"Sei proprio una bambina, Yuuri. Deciditi a crescere una buona volta!" si disse tra sé.        
Stava per chiudere il libro, quando un lieve colpo di vento voltò pagina e notò che c'erano ancora scritte poche righe. Parlava di come Atena continuasse a difendere la pace e la giustizia con il passare dei secoli, grazie al fatto che si poteva reincarnare in un corpo umano ogni volta che il male incombeva sul mondo, e vivesse in un luogo segreto chiamato Santuario. Inoltre, al suo fianco aveva ottantotto giovani, chiamati saints, che indossavano corazze chiamate cloth ed erano di tre tipi: oro, argento e bronzo.
-Quindi quei sei che ho visto erano bronze saints e quell'altro con lo scudo sulla spalla era un gold saint!- disse sussurrando.
Il libro riportava anche il fatto che i cloth, quando non venivano usati in battaglia, erano conservati in speciali scrigni a forma di scatola, chiamati Pandora's Box, e solo i saints erano in grado di aprirle.
"Ecco, era proprio questo che volevo sapere!" 
Chiuso il libro, tornò all'orfanotrofio. Continuò ad essere pensierosa. Rimase a pensare anche tutta la notte, finché, non si decise. Si alzò e si diresse silenziosamente nella camera del direttore. Sapeva che lì avrebbe trovato la chiave della soffitta e cominciò a cercare sempre senza far rumore. Certo, non era facile vedere al buio, ma fortunatamente quella sera la luce della luna era dalla sua parte. Dopo una breve ricerca, finalmente la trovò nel cassetto di una scrivania e uscì silenziosamente così come era entrata. Salì la scala a chiocciola che portava di sopra e aprì la porta con un leggero timore. Aveva come la sensazione di violare qualcosa di importante. Si sentiva come la moglie di Barbablù. Una volta dentro, la prima cosa che avvertì, oltre all'odoraccio di chiuso, era anche un profumo di colla bianca. Poi, si guardò attorno, come sempre i raggi della luna filtravano da una finestra semichiusa, quindi le permise di vedere bene e trovò appunto le stesse cianfrusaglie che aveva visto in sogno: giocattoli, libri e quaderni vecchi.  
"Ora, non mi resta che cercare la Pandora's Box... ammesso che ci sia davvero!"
I dubbi cominciarono ad affiorare, ma ormai era arrivata alla meta. Non era il caso di lasciare tutto in sospeso. Cominciò a cercare e poi la trovò in un angolo, proprio come nel suo sogno. Quando si avvicinò, la guardò attentamente e non c'erano più dubbi: era proprio lei, la Pandora's Box contenente il bronze cloth della costellazione del sestante. Come nel sogno, rimase ferma a fissarla per non si sa quanto tempo. Stava anche per allungare la mano senza accorgersene, ma quando realizzò si fermò e istintivamente si voltò. Pensava di ritrovarsi davanti il gold saint della bilancia, ma invece non c'era nessuno. Allora tornò con gli occhi sullo scrigno e dopo pochi secondi, afferrò la leva e la tirò a sé. Un bagliore intenso e bianco la costrinse a coprirsi gli occhi e quando li riaprì, anche lei si ritrovò al Santuario.
-E adesso, dove diavolo sono finita?- si chiese osservando i tredici templi che scorgeva in lontananza.
Poi guardò il contenuto della Pandora's Box. Era una sorta di grande modellino di un sestante costituito da pezzi di armatura di bronzo dal colore rosso.
-Quindi questo sarebbe il cloth?-
-Ben arrivata, nuova saint del sestante!- disse una voce femminile.
Yuuri si voltò e si ritrovò davanti una ragazza con i capelli verdi e indossava un candido peplo. La cosa curiosa, era che il suo volto era coperta da una maschera.
-Ehm... chi sei? Dove sono? Non sarà mica il Santuario?-
-Proprio così, mia piccola amica! Sei proprio nel luogo dove vivono i saints e la dea Atena! Il mio nome è Shaina!- rispose la ragazza.
Yuuri volle subito chiederle come mai indossasse quella maschera, ma Shaina la sorprese sfilando dal peplo un'altra maschera, completamente bianca e decorata solo da un piccolo rombo giallo oro sulla fronte.
-Indossa questa!- le disse porgendogliela.
La ragazzina la prese e si chiese il perché mentalmente. Una volta fatto si sorprese di come riuscisse a vedere bene nonostante non ci fossero fessure negli occhi.
-Ecco fatto. E adesso?-
La ragazza non disse niente e svanì nel nulla. Yuuri rimase spiazzata.
-Sh... Shaina? Dove...?-
-Ti chiedo scusa per questo spettacolo di bassa lega, ma June era impegnata quindi non poteva accoglierti!- disse una voce.
Yuuri abbassò lo sguardo e si ritrovò davanti Doko.
-S... spettacolo di bassa lega? Cosa intende dire?-
-Che l'ho creata io!-
A quel punto, Yuuri realizzò.
-Quindi lei è un saint, immagino!-
-Proprio così! Sono Doko, il gold saint della bilancia!-
-Il gold saint della bilancia...- disse Yuuri a bassa voce.
-Che cosa c'è?-
-Ehm... no è che... io... io l'ho vista in sogno. O almeno credo fosse lei. Certo, era più giovane!-
-Mi hai visto in sogno? Puoi raccontarmelo per piacere? Se te lo ricordi, naturalmente!-
-Sì, me lo ricordo perfettamente!-
Prima che potesse parlare, giunsero Shun e June. Doko presentò loro Yuuri, dopodiché i due si presentarono a loro volta.
-Bene, ora raccontami!-
Yuuri raccontò per filo e per segno ciò che aveva sognato e come poi venne a sapere dell'esistenza dei saints. Alla fine Doko rimase senza parole.
-Un sogno premonitore davvero incredibile! Sei davvero la reincarnazione di Ayame, la bronze saint del sestante di duecentocinquanta anni fa! Sicuramente è stata lei a guidarti attraverso il sogno e ti ha condotta al Pandora's Box!- disse.
-Ah, quindi quello che ha visto nel sogno non era lei? Credevo che fosse riuscito ad entrare nel suo sogno con qualche potere speciale!- disse Shun ingenuamente.
-Non sono così potente da poterlo fare. Sono un gold saint, non un dio!- disse Doko con un sorriso.
-Chiedo scusa, maestro!-
L'anziano sorrise ancora.
-Non preoccuparti!-
A quel punto, toccò a Doko raccontarle i fatti, di cosa rappresentasse esattamente quel sogno e tutte le altre cose che aveva già detto a Shun prima e a June poi. Quando l'anziano finì di parlare, toccò a Yuuri.
-Posso chiederle una cosa, o meglio, due cose signor Doko?-
-Tutto quello che vuoi!-
-Se non sono indiscreta, posso chiederle quanti anni ha? Nel sogno lei era giovane, credo sui diciotto anni, quindi ora dovrebbe avere...-
-Duecentosessantotto anni!-
Yuuri rimase a bocca aperta e non solo lei, ma anche Shun e June. Non gliel'avevano mai chiesto per timidezza.
-I... i miei più sinceri complimenti! Davvero!-
Doko sorrise.
-La seconda domanda qual'è?-
-Vorrei chiederle... come mai io e June dobbiamo portare una maschera sul viso?-
-Posso risponderle io, maestro?- intervenne June.
Lui le fece cenno di sì con il capo e sorrise. Quando June finì di parlare, Yuuri scosse la testa.
-Che legge assurda!- disse.
-È quello che ho detto anch'io!-
-Sono d'accordo con voi, ma purtroppo è così che deve essere. Mi spiace!- disse Doko.
-Le leggi sono fatte per essere modificate, lo sa?- disse Yuuri.
-È vero, ma dovrai rivolgerti ad Atena per questo!-
-Una volta trovata, non è detto che non lo faremo!- disse June.
-Quindi, in definitiva io sarei la nuova bronze saint del sestante? Colei che succede a quella che ho visto nel mio sogno?- chiese Yuuri.
-Sì, ma questo solo se lo vorrai. Come ho detto anche a June e Shun, dipende solo da te. Se accetti il tuo destino di saint, dovrai sostenere un allenamento durissimo. Io non forzo nessuno! La scelta spetta solo a te! Ovviamente, anche per te vale lo stesso discorso di Shun e June: non sarò io ad allenarti, ma lui...-
Con i suoi poteri fece comparire un silver saint.
-Lui è Nikol, il silver saint della costellazione dell'altare! Era il maestro di Ayame, quindi ti allenerai sotto la sua guida!-
-Capisco, ma vorrei pensarci su!-
-Ma certo! Nessun problema! Voi due, accompagnatela agli alloggi e poi riprendete l'allenamento!-
-Sì, maestro!- dissero entrambi.
June la prese sottobraccio e insieme a Shun la condussero agli alloggi, piccole case di pietra destinate ai saints.
-Eccoci qua. Per qualunque cosa, non esitare a chiamarci!-
-V... vi ringrazio. Siete molto gentili!-
-Molto bene, noi andiamo!- disse June.
-Un momento...-
-Sì?-
-Io adoro leggere. C'è per caso una biblioteca da queste parti?-
-Ma certo!-
I tre raggiunsero in pochi minuti la biblioteca.
-Eccoci qua!-
-Grazie infinite! Scusate ancora per il disturbo!-
-Disturbo di cosa? Non preoccuparti!-
I due bronze saint la salutarono e la lasciarono sola. La biblioteca, in realtà, era solo un pretesto. Yuuri aveva bisogno di un luogo tranquillo in cui restare a pensare e nulla al mondo la metteva più a suo agio di una biblioteca. Rimase a pensarci su a lungo, ma non riuscì a prendere subito una decisione definitiva. Ci vollero un paio di giorni, ma alla fine prese la sua decisione e andò davanti a Doko:
-Sono con lei, maestro!-
Il vecchio sorrise.
-Sono davvero contento che tu abbia deciso!-
-Sì, ammetto che è stata molto dura per me, ma dopotutto, forse questa vita sarà decisamente più interessante di quella che avevo!-
Doko continuò a sorridere, dopodiché ricreò l'illusione di Nikol.
-Iniziamo l'allenamento, Yuuri!- disse il silver saint dai lunghi capelli castani e gli occhi color verde acqua.
-Sono pronta, maestro Nikol!-

 
Nota 2: Yuuri del sestante e Nikol dell'altare compaiono nel romanzo Gigantomachia.
 
Nota 3: Yuuri l'ho già sfruttata in altre mie fanfiction: Il Cavallino E La Volpe, in un piccolo cameo, Il Ritorno Del Sacro Imperatore e Saint Seiya Chapter 0.
 
Nota 4: Il titolo del capitolo è una citazione al racconto di Oscar Wilde "Il Figlio Delle Stelle".
 
Nota 5: Il Collegio Delle Stelle è proprio quello che si vede nel manga e nell'anime dove c'è anche Miho, la ragazza di Seiya.
 
Nota 6: Il nome e il cognome del direttore del collegio sono gli stessi del protagonista del manga e anime L'Uomo Tigre.
 
Nota 7: Il Profumo Di Colla Bianca è un riferimento alla canzone omonima della band Locanda Delle Fate.  

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Capitolo 4
*** Episodio IV: Swan Song ***


Episodio IV:
 
Swan Song
 
 
 

Il transatlantico russo кристалл снега, Kristall Snega ovverosia "Cristallo Di Neve", era appena salpato e stava da poco navigando sul mare di Ochotsk, l'unico mare che fungeva da confine marittimo tra la Russia e il Giappone. Ed era proprio lì che la nave si stava dirigendo. Il viaggio era tranquillo, ma all'improvviso qualcosa andò storto. Nella sala macchine scoppiò un incendio e scattò subito l'allarme di abbandonare la nave. Un bambino biondo di nome Hyoga e sua madre, una bella donna chiamata Natassia, bionda e dagli occhi color verde brillante, si diressero come molti passeggeri alle scialuppe di salvataggio. Al contrario del famoso Titanic, il transatlantico Kristall Snega possedeva numerose scialuppe, ma nonostante ciò, furono tutte occupate.
-Mi spiace, signora, ma c'è posto solo per un altro passeggero!- disse un membro dell'equipaggio.
-M... mamma!- disse il bambino spaventato.
La donna gli sorrise, gli accarezzò il viso, gli diede un bacio sulla fronte e gli diede una collana con una croce d'oro.
-Tieni questa! Ti salverà la vita!- gli disse con dolcezza.
Dopodiché lo fece salire sulla scialuppa. Molti uomini si offrirono di restare sulla nave pur di farla salire e salvare anche lei, ma nonostante ciò, Natassia decise di restare sulla nave.
-La vita di mio figlio è più importante della mia!- disse.
Hyoga le gridò di restare con lui, ma la donna non si fece impietosire dal suo pianto disperato. Quando la scialuppa fu calata in mare, la scena fu straziante. Hyoga si sporgeva dalla barca, col rischio di cadere in mare, gridando con tutto il fiato che aveva e piangendo. Natassia lo guardò allontanarsi con le lacrime agli occhi e si diresse nella sua cabina.
-Addio, Hyoga!- disse dopo aver chiuso la porta dietro di sé.
La nave affondò con rapidità, e Hyoga non poté far altro che assistere all'orrendo spettacolo che aveva davanti agli occhi. Raggiunta l'isola Sakhalin, grazie anche alla guardia costiera, alcuni passeggeri furono interrogati.
-Insomma, le uniche perdite sono stati alcuni membri dell'equipaggio, soprattutto molti addetti alla sala macchine, il capitano e la madre di questo bambino, giusto?-
-Sì, esatto!-
Un altro uomo si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla.
-Sappi una cosa, piccolino, il corpo della tua mamma resterà sempre bello com'era grazie alla temperatura gelida di questo mare!-
Hyoga, che era rimasto zitto a fissare l'orizzonte, aprì finalmente bocca.
-Io... riporterò il corpo della mia mamma in superficie!-
A quel punto tutti cominciarono a ridere.
-Non essere sciocco ragazzino. Nessuno può resistere al gelo di quelle acque. A meno che tu non sia un saint! Ma sono solo un mito, quindi abbandona ogni speranza!-
"Un saint..." pensò.
Più tardi, Hyoga spiegò a quell'uomo della guardia costiera la ragione del suo viaggio: lui e sua madre si stavano dirigendo in Giappone per andare a trovare suo padre che lavorava in un'azienda di legname.
-Come si chiama tuo padre? Adesso lo chiamiamo e lo informiamo!-
-Yoshihito Hattori!-
-Sarà parente del famoso Hanzo?- disse sorridendo.
Hyoga non capì il riferimento al noto samurai e lo guardò senza la minima emozione. L'uomo abbassò il capo e dopo essersi fatto dare il numero fece la telefonata. Quando Yoshihito sentì dire che la moglie era morta gridò come una furia per il dolore.
-Però suo figlio si è salvato!-
-Non m'interessa! Non mi è mai interessato! Lui non è mio figlio!-
L'uomo della guardia costiera si sentì raggelare il sangue.
-S... si rende conto di quello che dice? O la disperazione per la morte di sua moglie gli ha annebbiato la mente?-
-Mi rendo conto perfettamente! Doveva morire quel piccolo mostriciattolo. Non mia moglie!-
-Signore... lei non sa cosa dice!-
-So bene quello che dico! Mia moglie è morta. Punto e basta!-
Detto questo, riattaccò. L'uomo guardò con pietà il povero Hyoga.
-Mi... mi spiace, figliolo!- gli disse.
-Non mi sorprende. Non mi ha mai voluto bene!- disse lui freddamente.
Il giorno dopo, Hyoga fu purtroppo spedito ad un orfanotrofio, ma non appena ne varcò il cancello, diede un pugno ben assestato alle parti intime all'uomo che era con lui e corse via a perdifiato. Voleva tornare dov'era affondata la nave con la sua mamma, anche se non aveva la minima idea di come fare. Comunque continuò a scappare e riuscì, dopo un bel po', a lasciare il centro abitato ed entrare in un fitto bosco. A un tratto, si alzò un fortissimo vento gelido e iniziò a nevicare fortemente. Per sua fortuna, il cappotto di lana che aveva addosso dal giorno del naufragio lo aiutò. Con molta fatica, cercò un riparo e finalmente lo trovò in una caverna. Nonostante fosse buia, si addentrò ancora più in profondità quando, a un tratto, il terreno sotto i suoi piedi cedette e si ritrovò a precipitare. Gli sembrò una caduta interminabile. Una volta a terra, fortunatamente non si fece nulla, si ritrovò in un sotterraneo completamente ghiacciato. Ghiaccio che, tra l'altro, riusciva a rendere visibile il circondario. Hyoga si guardò attorno affascinato. Gli sembrava di essere finito nel regno della regina dei ghiacci. Poi, i suoi occhi furono attratti da qualcosa incastrato nella parete ghiacciata. Si avvicinò per guardarla meglio e non ebbe più alcun dubbio: si trattava di una leva di bronzo che fuoriusciva dalla parete. Inoltre, al suo interno c'era qualcosa, ma non era molto chiaro. Sembrava una scatola di bronzo. Rimase immobile a fissare la leva per un tempo infinito, finché, senza accorgersene, la sua mano destra la afferrò e la tirò a sé. La parete di ghiaccio,a  quel punto, andò in pezzi come fosse fatta di vetro e un bagliore bianco lo investì costringendolo a coprirsi gli occhi. Una volta finito, riaprì gli occhi e si ritrovò in tutt'altro luogo. Un luogo anche caldo che lo costrinse a togliersi in tutta fretta il cappotto di lana.
-Dove sono finito?- si chiese osservando i tredici templi che scorgeva in lontananza.
Guardò anche la scatola di bronzo, ora aperta, che aveva davanti a sé. All'interno c'era una sorta di modellino di bronzo a forma di cigno.
-E questo cosa...?-
-Ben arrivato!- disse una voce alle sue spalle.
Era la voce di un bambino. Hyoga si voltò e Shun gli sorrise.
-Chi sei? Dove sono?-
-Mi chiamo Shun, sono il bronze saint della costellazione di Andromeda, e ti trovi al Santuario!-
-S... saint? Mi avevano detto... mi avevano detto che erano solo un mito!-
Mentre diceva quelle parole, il cuore di Hyoga cominciò a battere all'impazzata per la gioia.
-Anch'io sapevo che erano solo un mito, ma a quanto pare non dobbiamo sempre credere a quello che ci dicono, non pensi?-
-In effetti!-
-Abbiamo un nuovo ospite, Shun?- chiese Doko mentre si avvicinava ai due seguito da June e Yuuri.
-Sì, maestro. Il futuro bronze saint della costellazione del cigno. Ehm...-
-Hyoga! Mi chiamo Hyoga!-
-Molto piacere, mio piccolo amico. Immagino tu abbia molte domande in testa, vero?- gli chiese.
-In un certo senso sì!-
Doko sorrise.
-Mettiti comodo, allora!-
Dopo che June e Yuuri fecero la loro presentazione, Doko iniziò a parlare. Hyoga seguì attentamente tutto il discorso, anche se ogni tanto nella sua mente appariva l'immagine di sua madre accompagnata da un pensiero costante:
"Ti riporterò finalmente in superficie, mamma!"
Una volta finito di parlare, Doko concluse come al solito:
-Questo è quanto. Come al solito, se non vuoi allenarti per diventare un saint io non ti costringo. La scelta è solo tua!-
Hyoga rimase zitto per qualche secondo, poi disse:
-Non m'interessa la dea Atena! Io voglio diventare saint per resistere al mare ghiacciato e poter riportare in superficie il corpo della mia mamma!-
Doko, ma anche June, Yuuri e Shun, rimase impietrito da queste parole. Dopodiché, alzò il bastone al cielo, gli occhi diventarono bianchi e Hyoga fu scaraventato poco lontano da lui come da una folata di vento.
-Ma cosa...?-
-Non ho mai sentito niente di più futile e imbarazzante! I saints sono guerrieri di giustizia e usano la loro forza per proteggerla dalle forze del male che la minacciano. In un lontano passato, chiunque usasse i propri poteri per realizzare i propri desideri, i loro cloth si coloravano magicamente di nero e venivano banditi su una piccola isola vulcanica chiamata Death Queen Island. Oggi, invece, le cose sono molto cambiate: chi usa i propri poteri non per la giustizia viene ucciso senza pietà!-
-Drastico!- sussurrò Yuuri.
-Severo, ma giusto, amica mia!- disse Doko.
Yuuri rimase impressionata. Aveva sussurrato così piano che nessun'altro l'aveva sentita. Tutti, tranne Doko che, nonostante l'età, dimostrò di avere ancora un udito finissimo.
Hyoga si alzò e si pulì i pantaloni.
-In parole povere non sono ben accetto qui!-
-È solo colpa tua e del tuo sciocco e futile desiderio. Cosa credi di ottenere una volta riportata in superficie tua madre? Credi che così facendo ritorni in vita?-
Hyoga non rispose e rimase zitto.
-Prendi la mia mano. Ti riporto dov'eri! Voi, invece, tornate ad allenarvi!- disse Doko con tono molto serio.
Shun e le altre due non dissero nulla ed obbedirono.
Doko tese la mano e Hyoga, dopo essersi rimesso il cappotto, l'afferrò. In un lampo si ritrovò di nuovo nella grotta di ghiaccio in cui si trovava.
-Mi dispiace molto che sia finita così. Ci saresti stato molto utile. Evidentemente non sei il degno successore di Isaac della costellazione del cigno!- disse Doko.
Era sinceramente dispiaciuto, ma a Hyoga non gli importò molto.
-Ti auguro ogni bene!-
Stava per andarsene quando comparve un leggero bagliore. La Pandora's Box era tornata, sempre aperta, nella grotta. Doko la guardò.
-A quanto pare, il cloth non vuole lasciarti. Ti ha riconosciuto come suo padrone, peccato che non conosca le tue reali intenzioni!-
-Perché... perché non prova a mettersi nei miei panni? Scommetto che lei avrebbe avuto il mio stesso desiderio!-
Doko si volto e si guardarono a lungo negli occhi.
-Credi di essere l'unico orfano al mondo? Anche Shun, Yuuri e June lo sono. E anch'io!-
Una lacrima rigò il suo rugoso viso. Hyoga abbassò leggermente il capo.
-Mi... mi perdoni!-
-Mio padre non l'ho mai conosciuto, lasciò mia madre a crescermi da sola. Un giorno, avevo sette anni, mi stava preparando il pranzo, quando sentì un dolore al petto e si accasciò morta davanti ai miei occhi! Dopodichè, vissi per un anno di furti fino a quando non scoprii, per puro caso proprio come te, il gold cloth della bilancia. Col tempo imparai che non si può impedire alla gente di morire, ma di certo si può impedire al male di far diventare orfani come noi altri bambini. Questo è il senso della giustizia!-
Hyoga comprese il senso di quelle parole, ma non disse nulla.
-Comunque, come ho detto, ti auguro buona fortuna. Addio, Hyoga!-
Gli diede le spalle e stava per andarsene.
-U... un momento!- disse Hyoga.
Doko, senza voltarsi, sorrise.
-Che cosa c'è? Vuoi che ti aiuti ad uscire di qui?-
-Io... le chiedo ancora scusa per il mio comportamento immaturo!-
Doko sorrise di nuovo, si girò e gli accarezzò la testa.
-Sono contento che tu abbia capito! Isaac, il tuo predecessore, sarà davvero orgoglioso di te!-
-G... grazie... maestro!-
-Torniamo al Santuario!-
Hyoga lo riprese per mano e si ritrovarono di nuovo al Santuario. Poco dopo, anche il cloth li raggiunse.
-Dunque, come ti ho detto, io non so manovrare le energie fredde, ma conosco qualcuno che lo sa fare e quindi sarà lui ad allenarti!-
-Ma... non mi aveva detto che i saints son tutti morti? Qualcosa non mi torna!-
Doko sorrise e creò il fantasma di un giovane gold saint dai lunghi capelli blu.
-Ah! Ma chi...?-
-Sarà questa illusione creata da me ad allenarti. Si tratta di Camus, il gold saint dell'acquario!-
-Un'illusione... incredibile, sembra quasi vivo!-
Camus tese la mano al piccolo Hyoga.
-Piacere di conoscerti, Hyoga!-
-P... piacere mio!- disse timidamente.
Shun, June e Yuuri tornarono.
-Ah, quindi ha deciso di unirsi a noi?- chiese Shun.
-Sì, esatto! Sarà allenato da Camus dell'acquario!-
-Wow!- esclamarono tutti e tre.
-Bene! Ora basta battere la fiacca. Tornate ad allenarvi!-
-Ancora? Ma vogliamo riposare!- dissero.
-D'accordo, d'accordo! Allora sarà solo Hyoga ad allenarsi!-
-Me tapino!-
Tutti risero. Yuuri, poi, si avvicinò a Hyoga.
-Mi fa davvero piacere che ti sia unito a noi!-
-Grazie... ehm... Yuki, giusto?-
Yuuri sorrise e gli fece lo sgambetto buttandolo a terra.
-Ma che fai?-
Gli tese la mano per aiutarlo ad alzarsi.
-Mi chiamo Yuuri!-
E tornarono a ridere. Così, un altro bronze saint si aggiunse al gruppo. Ormai ne mancavano solo due all'appello.
 


Nota 8: Il titolo del capitolo è lo stesso di una canzone degli Ayreon.

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Capitolo 5
*** Episodio V: Il Galoppo Dell'Unicorno ***


Episodio V:
 
Il Galoppo Dell'Unicorno
 
 
 


"Finalmente siamo quasi arrivati!" pensò un bambino di dieci anni, biondo e con gli occhi verdi, tutto eccitato.
Il suo nome era Jabu Saegusa e andare a visitare il monte Fuji con la sua classe lo emozionava moltissimo. Anche lui, come Shun e gli altri, era orfano. Aveva perso i genitori due settimane prima della gita. Erano andati a cena lasciandolo a casa da solo, era abbastanza grande ormai, e mentre erano sulla via del ritorno, un tir perse il controllo e si schiantò sulla loro macchina uccidendoli. Successivamente, Jabu fu affidato a suo zio, ma nessuno sapeva che era un nullafacente e, soprattutto, un alcolizzato. La gita, quindi, per Jabu rappresentava un'occasione per evadere. Dimenticare sia l'orribile lutto che la sua situazione attuale. L'autobus arrivò a destinazione, un bosco dalla quale si poteva benissimo vedere da lontano la famosa montagna.
"Che spettacolo!" pensò Jabu guardandolo con occhi sognanti.
-Saegusa, ti sei incantato? Ascolta attentamente quello che dice la guida invece di dormire!- lo rimproverò la professoressa facendo ridere i suoi compagni.
-S... scusi professoressa!-
Nonostante ciò, la sua mente continuava ad essere assillata da un unico pensiero: raggiungere la montagna ed entrare all'interno delle famose grotte di cui narrano molte leggende, una delle quali, diceva che una volta entrati nel monte Fuji non è più possibile uscirne. Le numerose grotte che vi sono all’interno sono un vero e proprio labirinto. Sempre quella leggenda, vuole che solo una persona riuscì a uscirne, ma l’esperienza l’aveva fatto impazzire. La giornata proseguì, ma quando fu il momento del pranzo, Jabu riuscì a staccarsi dal gruppo senza essere visto da nessuno. Cominciò a correre quando a un tratto avvertì un rumore alle sue spalle, come se qualcuno gli stesse correndo dietro. Si fermò di colpo e si voltò.
-Akira!-
Akira Rukawa era il suo migliore amico, un ragazzino con gli occhiali, che gli davano un'aria da secchione, i lunghi capelli corvini e gli occhi viola.
-Si può sapere dove corri?-
-Credevo che nessuno mi avesse visto! Sei proprio un occhio di lince!- esclamò.
-Mh, sì, non posso lamentarmi, ma non hai risposto alla mia domanda!-
-Ehm... mi spiace dirtelo, ma non sono affari tuoi! Scusami!-
-Appena lo dirò alla professoressa Daidoji sarai in guai seri!-
-Non oseresti mai. Lo so benissimo. Siamo amici per la pelle!-
Akira rimase zitto per qualche secondo poi sorrise.
-Infatti! Sei il mio migliore amico! Ora, però, dimmelo: perché ti sei allontanato? Che intenzioni hai?-
Jabu non rispose subito e volse lo sguardo verso il monte Fuji.
-Allora?-
-Io... voglio entrare dentro il monte Fuji!-
-Che cosa? E per quale motivo?-
-Considerala una sfida: la natura contro l'uomo!-
-"Uomo" è una parola grossa, ma lasciami dire che è una pessima idea! Ho sentito dire che una volta entrati nel monte Fuji non è più possibile uscirne. Le numerose grotte che ci sono all’interno sono un vero e proprio labirinto! La leggenda vuole che solo una persona riuscì a uscirne, ma l’esperienza l’aveva fatto impazzire!-
-Conosco bene quella storia. È proprio per questo che voglio farlo. Dimostrare che riuscirò ad uscirne senza impazzire!-
Akira rimase zitto poi riaprì bocca.
-Sei già impazzito senza neanche esserci entrato. Come speri di poter sopravvivere lì dentro senza abbastanza viveri e acqua? Hai solo il pranzo di oggi!-
Le parole dell'amico furono completamente ignorate. Ormai Jabu era tornato a camminare a passo spedito verso la sua meta. Akira cercò di fermarlo, ma lui lo guardò con occhi supplicanti.
-Ma... ma perché lo fai?-
-Perché lo voglio io!-
-Jabu...-
Rimasero fermi a guardarsi negli occhi per un tempo che sembrava infinito, dopodiché Akira mollò la presa sul braccio dell'amico. Lui, gli sorrise.
-Addio Akira! O arrivederci, se tutto va bene!-
Akira si sentì impotente e non poté far altro che osservare, con le lacrime agli occhi, Jabu allontanarsi. Dopo alcune ore, finalmente raggiunse i piedi della montagna e dopo aver individuato una grotta vi entrò. La prima cosa che avvertì una volta entrato, fu il notevole cambio di temperatura. Se all'esterno era una gradevole primavera, dentro alla grotta sembrava inverno pieno. Jabu non si fece certo scoraggiare da un po' di freddo, inoltre aveva pensato a tutto. Mise lo zaino in terra e ne svilò un maglione di lana. Una volta fatto questo e rimesso lo zaino in spalla, senza rendersene conto, andò spedito come se sapesse da subito dove dover andare o come se seguisse una mappa invisibile. Il suo cammino durò un bel po' finché non raggiunse una... grande "stanza" sotterranea piena di stalattiti e stalagmiti. All'inizio non lo notò, ma guardandosi una seconda volta attorno, notò una roccia, dalla forma molto strana, su una parete. Aveva l'aspetto della testa di un unicorno.
"Beh, non dovrei sorprendermi. Ho visto in un libro rocce dalla forma ancora più strana, come per esempio una che ricordava la testa di un elefante!" pensò.
Dal corno di pietra dell'animale, colava l'acqua e ogni goccia cadeva su una strana scatola di bronzo che Jabu non aveva notato per quanto fosse distratto dalla testa di unicorno.
"Cosa diavolo...?"
Si avvicinò per guardarla meglio, notò l'effige del muso di un unicorno e che stringeva nella bocca una leva. Come era successo a Shun e agli altri, anche la mano di Jabu si mosse indipendentemente dalla sua volontà, afferrò la leva, la tirò a sé e una luce bianca lo investì. Come al solito, anche Jabu si ritrovò in tutt'altro luogo e per giunta molto caldo, se si paragonava al freddo che c'era nella grotta del monte Fuji, tanto che dovette togliersi in fetta e furia il maglione. Rimase con lo sguardo fisso su i tredici templi per un tempo indefinito, finché lo sguardo non gli cadde sulla scatola di bronzo, completamente aperta e che svelava il suo contenuto, una specie di modellino di un unicorno dal colore viola e gli occhi gialli.
-Ben arrivato, quinto saint!- disse una voce alle sue spalle.
Jabu si voltò di scatto e vide un vecchietto, alto più o meno quanto lui, accompagnato da altri bambini, due maschi e due femmine, più o meno della sua stessa età.
-Chi... chi siete?-
Il primo a presentarsi fu il vecchietto.
-Il mio nome è Doko, sono il gold saint della bilancia!-
Poi si presentarono i bambini.
-Piacere, mio. Io sono Jabu Saegusa. Però, c'è una cosa che non mi è chiara. Avete detto saints? Mi state prendendo in giro? I saints sono un mito! Nient'altro!-
-Ti sbagli, mio piccolo amico. Il fatto che ti trovi qui ne è la prova. Solo i saints possono aprire la Pandora's Box!-
Jabu rimase senza parole. Doko sorrise, e continuò ad informare meglio il giovane esattamente come aveva fatto precedentemente con Shun e gli altri.
-Ecco. Questo è quanto!- concluse.
-I... incredibile!-
-Ora, spetta a te decidere se unirti a noi o no! Se non te la senti io non ti biasimo!-
Jabu ci pensò su un attimo.
-Se ho capito bene, ragazzi, anche voi siete orfani come me?- chiese a Yuuri e gli altri.
Loro annuirono. Jabu tornò a pensarci su. Doko sorrise.
-Shun e Hyoga ti porteranno al tuo alloggio, così potrai riflettere meglio sul da farsi!-
-Grazie signor Doko, ma... ho già preso la mia decisione!-
Doko rimase zitto un secondo.
-Sono tutto orecchie, figliolo!-
-Non ho la minima intenzione di tornare da quell'ubriacone nullafacente di mio zio, per cui resterò con voi! E non m'importa quanto duro sarà l'allenamento. Sarà sempre meglio della brutta vita che mi aspetta!-
Doko e gli altri sorrisero e gli diedero calorosamente il benvenuto.
-Bene, come ti ho già detto non sarò io ad allenarti, ma sarà lui...-
Doko fece apparire un'altra delle sue solite illusioni e comparve un giovane dai lunghi capelli blu, gli occhi di colore verde mare e indossava una gold cloth.
-Un... un gold saint!-
-Esatto! Come avrai capito dal suo elmo, è il gold saint della costellazione dello scorpione. il suo nome è Milo!-
-Ho capito!-
A questo punto, mancava un solo saint all'appello. Un'altra ragazzina che si sarebbe unita a Yuuri e June.
 


Nota 9: Il cloth di Jabu riprende lo stesso aspetto di quello dell'anime semplicemente perché... lo trovo migliore rispetto a quello del manga.

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Capitolo 6
*** Episodio VI: Jamina, L'ultima Guerriera ***


Episodio VI:
 
Jamina, L'ultima Guerriera
 
 
 
L'ultima sacerdotessa guerriera di questa storia si chiamava Jamina. Era una bambina proveniente dall'Africa. Dall'Uganda, per essere precisi. Sua madre giunse clandestinamente in America con la piccola ancora in fasce. Una volta scesa dalla nave, però, cominciò a sentirsi male. Il viaggio l'aveva indebolita terribilmente, ma nonostante ciò, continuò a camminare a lungo, finché decise di riposarsi su una panchina. Poco distante da lì, c'era un circo ambulante e un trapezista, sentendo la bambina piangere disperata, le si avvicinò.
-Signora, non sente che sua figlia sta piangendo?-
La donna non gli rispose. Il giovane capì, quindi, che era morta di stenti e si rattristò. Guardò la piccola Jamina che continuava a piangere, la prese tra le braccia e le sorrise.
-Non preoccuparti. Mi prenderò io cura di te!-
Detto questo, andò a parlarne con il direttore.
-Povera piccola e povera donna!- disse.
-Già... Non dica nulla alle autorità quando porteranno via il corpo di sua madre, la prego!-
-Come vuoi. Forse, quando sarà più grande, la potremo far lavorare con noi. Che ne dici?-
-Perché no? Sarà una bravissima trapezista. Ne sono certo! Jamina, la piccola trapezista!-
-Davvero un bel nome!-
-Grazie!-
Così, Jamina crebbe e a dodici anni diventò la più brava, nonché la più giovane, acrobata del circo. Aveva capelli neri raccolti in una treccia e occhi bellissimi di colore nocciola dorato. Purtroppo, anche lei, ben presto vide morire colui che l'aveva cresciuta. Durante uno spettacolo, suo padre fu colto da un infarto costringendo il direttore a fermare tutto e restituire i soldi al pubblico. Jamina si ritrovò quindi di nuovo sola. Da allora non riuscì più a fare bene gli spettacoli. Sbagliava di continuo e aveva perso per sempre il suo caratteristico sorriso.
-Reagisci, piccola. Non vorrai restare in lutto per sempre? Tuo padre cosa direbbe?-
-Mio padre... non c'è più! Non può più dire nulla!-
Il direttore si sentì raggelare il sangue da quelle parole.
-Jamina...-
-Non si sforzi a cercare parole confortevoli. Non servono a nulla. Solo a rattristarmi di più!-
Detto questo si alzò dalla sedia e si diresse verso l'uscita.
-È stato bello lavorare qui, ma è giusto che me ne vada!-
-E dove vorresti andare? Da sola tra l'altro! Resta qui. Ci occuperemo noi di te! Tuo padre sarebbe d'accordo con le mie parole!-
-Peccato che non ci sia... quindi è come se non lo fosse! Addio, signor Harrison!-
Fortunatamente, gli altri addetti del circo riuscirono in qualche modo a convincerla a restare, ma decise di non esibirsi più perché per lei non aveva più senso. Fu quindi affiancata alla signora delle pulizie. Un giorno, il circo si sistemò in una zona di aperta campagna. Poco lontano dal tendone c'era un campo di grano e Jamina, dopo aver fatto pulizie, decise di andarci e ci si stese supina guardando il cielo. Purtroppo, il pensiero del suo padre adottivo non la lasciava mai e si ritrovò a piangere. A un tratto, uno strano rumore attirò la sua attenzione. Era come un fischio, ma strano, più simile al suono che fa un diapason quando viene percosso. Si guardò attorno cercando di capire da dove provenisse, dopodiché, senza accorgersene, si ritrovò a camminare. Dopo cinque minuti di cammino, trovò una piccola caverna. S'inginocchiò e procedendo carponi sentì che il suono era sempre più vicino, segno che stava raggiungendo la fonte. Pian piano la caverna si allargò e poté finalmente alzarsi. Continuò a seguire il suono finché non si ritrovò davanti a una scatola di bronzo con l'effige di una volpe, seduta e di profilo, e sotto di essa c'era una leva. A provocare quello strano rumore che sentiva, erano le gocce d'acqua che cadevano da una stalattite.
-What can this strange device be? What can this thing be that I found?- si chiese citando la canzone 2112 dei Rush.
Ovviamente, non trattandosi di una chitarra come diceva la canzone, aveva saltato qualsiasi riferimento alla musica. Dopo aver guardato per qualche secondo la misteriosa scatola, anche lei, come Shun e gli altri, tirò la leva senza pensarci. Come se il suo corpo si muovesse indipendentemente contro la propria volontà. Il resto, come si dice, è storia: il bagliore bianco la investì e si ritrovò al Santuario.
-Dove diavolo sono finita?- si chiese dopo aver riaperto gli occhi.
Davanti a sé, la scatola era aperta e c'era una sorta di modellino a forma di volpe rossa.
-Che diavolo è questa?-
-Ciao!- disse una voce femminile alle sue spalle.
Si voltò e capì perché era stranamente ovattata: la misteriosa ragazza bionda che aveva davanti indossava una maschera con segni viola sotto gli occhi. Accanto a lei, c'era un'altra ragazza con i capelli d'argento e la sua maschera era bianca e decorata solo da un piccolo rombo giallo oro sulla fronte. Guardandole, Jamina si chiese perché portassero quelle maschere, ma soprattutto, come diavolo facessero a vedere.
"Portano quelle maschere perché avranno il volto deturpato?" si chiese.
-Ehm... salve...- aggiunse.
-Benvenuta al Santuario! Il mio nome è June!- si presentò la prima.
-E io sono Yuuri! Piacere!- disse l'altra.
-P... Piacere... io... mi chiamo Jamina!- disse timidamente.
-È davvero un bel nome!- disse Yuuri.
-Grazie! Me lo ha dato il mio povero defunto padre adottivo!-
-Sei orfana anche tu? Anche noi lo siamo!- disse June.
-Sì... mio padre è morto qualche mese fa!-
-Ci spiace...- dissero entrambe.
-Ora... posso sapere dove sono? E perché portate quelle maschere? Avete per caso il volto deturpato?-
-Niente affatto!- disse June.
-E allora perché...?-
-Una cosa alla volta. Prima, vorremmo che anche tu la indossassi!- disse porgendogliela.
Questa era completamente bianca, assolutamente priva di decorazioni.
-Devo proprio?-
Le due ragazze annuirono, Jamina la prese, la guardò e la indossò. Anche lei rimase stupita di vedere chiaramente, nonostante non ci fosse traccia di fessure negli occhi.
-Perfetto!-
-E adesso?-
-E adesso posso darti tutte le risposte che vuoi!- disse una voce anziana.
-Chi...?-
Dal nulla, in mezzo alle due ragazze, comparve l'anziano Doko.
-Piacere, il mio nome è Doko, Gold Saint della costellazione della bilancia!- disse presentandosi.
-Gold Saint? Ho capito bene?-
-Sì, hai capito benissimo!-
-Che assurdità... i saints sono un mito!-
Doko sorrise e anche a lei dimostrò che la leggenda era vera fendendo il cielo con un pugno e spaccando il terreno con un calcio.
-A... allora è tutto vero! Non... non mi sta prendendo in giro!-
-E perché mai dovrei, mia piccola amica? A proposito, non ho capito bene il tuo nome...-
-Non gliel'ho detto. Mi chiamo Jamina!-
Doko sorrise.
-Molto bene!-
Poco dopo, arrivarono anche i tre saints maschi e salutarono calorosamente la nuova arrivata e si presentarono.
-Avrei altre domande...-
-Risponderò volentieri. Come ho sempre detto agli altri, son qui per questo!-
Jamina fece le stesse identiche domande che avevano fatto Shun e gli altri prima di lei e Doko le rispondeva sempre con disinvoltura.
-Ho capito... grazie mille! Ora mi è tutto chiaro!-
-Ora sarò io a farti una sola e semplice domanda!-
-Mi dica pure!-
-Ora che lo sai, vuoi unirti a noi? Sappi però che l'allenamento sarà molto duro e io non voglio affatto costringerti se non vuoi!-
Jamina sorrise e scosse la testa.
-Non si deve preoccupare signor... volevo dire maestro Doko. Mi unirò volentieri a voi!-
-Mi fa davvero piacere sentirlo. Benvenuta, Jamina della costellazione della volpe!-
-La ringrazio, maestro Doko!-
-Sono io che ringrazio te. I sei eredi dei saints sopravvissuti sono finalmente riuniti!-
Jamina sorrise.
-Ora, anche tu sarai allenata come gli altri da una parvenza illusoria creata da me!-
-Una... parvenza illusoria?-
Gli occhi di Doko diventarono bianchi, brillarono appena e comparvero dal nulla Milo Dello Scorpione, Camus Dell'Acquario, Dedalus Di Cefeo, Nikol Dell'Altare e un altro silver saint che né Shun né gli altri avevano mai visto.
-Lui è Shiva, silver saint della costellazione del pavone. Sarà lui ad allenarti!-
-Shiva del pavone...-
Shiva era un ragazzo indiano con i capelli color verde scuro e gli occhi neri come la pece. Guardò Jamina, le sorrise e le tese la mano. Jamina, con un po' di titubanza, gliela strinse e rimase molto sorpresa da come sembrasse reale. Jabu e gli altri risero.
-Anche noi abbiamo avuto la tua stessa reazione!- disse il saint dell'unicorno.
-Lo credo bene... sembra davvero che lui sia qui in carne ed ossa!- disse lei.
Doko guardò i sei saints sorridendo soddisfatto. Oramai mancava solo trovare Atena. Alzò lo sguardo al cielo chiedendosi dove si trovasse e quanto tempo sarebbe passato, dopo che avesse compiuto i sedici anni, prima che il suo cosmo divino si risvegliasse, ma scacciò subito il pensiero. Per il momento, doveva occuparsi dell'allenamento dei bronze saints.

 
Nota 10: Jamina è una mia creazione già apparsa nella mia prima fanfiction su Saint Seiya (Il Cavallino E la Volpe). Anche il fatto che è allenata dal silver saint del pavone è sempre preso dalla mia fanfiction.
 
Nota 11: Il suo nome è lo stesso di una canzone di Fabrizio De André, mentre il fatto che lavori in un circo, è ispirato a quello di Nadia de Il Mistero Della Pietra Azzurra.
 
Nota 12: Shiva/Pavone è ovviamente il silver saint, allievo di Shaka, apparso nell'anime.

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Capitolo 7
*** Episodio VII: Il Risveglio Di Atena ***


Episodio VII:
 
Il Risveglio Di Atena
 
 


Erano passati sei anni da quando i piccoli Shun, Hyoga, Jabu, June, Yuuri e Jamina scoprirono di essere i successori di sei bronze saints e furono allenati da Doko, gold saint della costellazione della bilancia. Tutti e sei superarono le prove finali dell'allenamento, e una volta finito, i cloth si smontarono magicamente e si unirono ai loro corpi. Doko li guardò e sorrise.
-I miei complimenti, amici miei! Sono orgoglioso di voi e sono sicuro che anche i vostri predecessori, che vi guardano dal paradiso dei saints, lo saranno!-
-Grazie, maestro!- risposero all'unisono.
Shun guardò June, le sorrise e le disse:
-Il cloth del camaleonte ti dona moltissimo!-
-Grazie! Anche il tuo!- disse sorridendo.
Anche Jabu e Hyoga non persero occasione di fare i complimenti a Jamina e Yuuri. Entrambe le due ragazze avevano un cloth di colore rosso. La prima aveva lo stesso identico pettorale di June. L’unica cosa che lo differenziava da quest’ultimo era che il seno non era protetto da due coppe metalliche, bensì somigliava più al “reggiseno” del silver cloth dell'aquila. I bracciali erano cilindrici, aveva una curiosa cintura a V che assomigliava a un bikini, sempre come il cloth del camaleonte, le ginocchiere erano a vaso e gli schinieri coprivano per intero la gamba. L’elmo era a diadema, ma disposto come un cerchietto per capelli, dotato di due "attenne" corte, che ricordavano le orecchie della volpe, ed infine i coprispalla erano ovali, bombati, inclinati di poco, rossi e con bordi bianchi. Anche il pettorale del cloth di Yuuri era un semplice reggiseno metallico, i coprispalla, rossi con bordi lillà, erano concavi, orizzontali e appena bombati. L’elmo era un semplice diadema a cerchietto con due lunghi pezzi ai lati simili ad antenne. I bracciali erano di forma ovale e allungati, si estendevano fino a poco oltre il gomito da un lato e fino a metà delle dita. La parte che copriva la mano era rigida sul dorso e flessibile sul palmo e in corrispondenza delle varie articolazioni delle dita, in modo da permettere di serrare a pugno. Le nocche erano ulteriormente rinforzate, ma mani a parte, coprivano solo la parte superiore del braccio, lasciando del tutto scoperta quella inferiore, eccezion fatta per una sottile fascia di metallo che teneva il pezzo sul posto. Infine, le gambe erano protette da ben tre pezzi. Il primo, molto simile a un coprispalla, copriva una piccola parte della gamba, il secondo pezzo era ovale e copriva solo la rotula e infine, l’ultimo, somigliava più a una sorta di stivaletto metallico.
-Bene, ora dobbiamo aspettare solo che il cosmo di Atena si risvegli e così potremo portarla qui al Santuario!- disse Doko.
-E... quanto tempo pensa che ci vorrà?- chiese Shun.
-Non molto. Potrebbe trattarsi di qualche settimana o forse anche due o tre giorni. Bisogna solo avere pazienza, mio giovane amico. Per adesso, potete rilassarvi e fare quel che volete!-
-La ringraziamo, maestro!- dissero all'unisono.
Dopodiché, ognuno si allontanò. Shun e June decisero di fare una passeggiata. Yuuri, come al solito, andò nel suo luogo preferito: la biblioteca del Santuario. Hyoga e Jabu andarono a pescare al lago, ed infine, con la sua agilità da acrobata circense, Jamina raggiunse il ramo più alto di un albero e si sedette, usando il tronco come schienale, a contemplare l'orizzonte. Doko, invece, tornò alla settima casa, si sedette sul pavimento con le gambe incrociate e chiuse gli occhi. Passarono quattro giorni. In Irlanda, una ragazza incappucciata, di circa sedici anni, camminava su una collina. Non appena arrivò in cima, si fermò, sussurrò qualcosa in gaelico, una costruzione in pietra, più precisamente un piccolo tempio, comparve magicamente davanti a lei e vi entrò. Su un piccolo altarino di pietra, c’era una statuetta di smeraldo. Rappresentava un guerriero in armatura che impugnava una spada e la teneva alzata al cielo. Sulla statuetta c’era una pergamena ingiallita dal tempo con su scritto “Éire”.
-Il sigillo di Atena sta perdendo lentamente il suo potere! Devo fare presto!- disse la ragazza.
La sua mano stava per toccare il sigillo, quando la voce di un ragazzo della sua stessa età la interruppe.
-Evangeline, cosa stai facendo?-
-Ah! Derek! Vattene via subito!- disse senza voltarsi.
-Ma… credevo che dovevamo andare alla festa…-
-Ho detto vattene!- disse guardandolo.
Quell’attimo di distrazione le fu fatale. Il sigillo si staccò e la terra cominciò a tremare.
-Oh no! Non può essere vero!-
La statuetta s’illuminò di bianco, una spada sbucò dal nulla e perforò l’addome della ragazza da parte a parte.
-Evangeline!-
-S… scappa Derek… sca… ppa…!- disse con il sangue che le usciva dalla bocca prima di accasciarsi a terra.
Derek eseguì l’ordine, ma non appena riuscì a mettere i piedi fuori dal tempio, la lama insanguinata gli fece volare via la testa dal collo. Dopodiché, la lama brillò intensamente di luce di colore smeraldo.
-Finalmente! Libertà!- disse il misterioso guerriero.
-No! Maledizione! Non adesso! Non adesso che il cosmo di Atena sta per risvegliarsi!- gridò Doko dopo aver spalancato gli occhi.
Anche June e gli altri, avvertendo il cosmo nemico, si radunarono tutti velocemente davanti alla casa del montone bianco.
-Avete sentito anche voi?- chiese Jabu.
-Naturalmente! Era impossibile non sentirlo!- dissero gli altri.
Corsero a perdifiato fino a raggiungere la settima casa. Trovarono l'anziano gold saint che ripeteva a denti stretti:
-Non adesso! Non adesso, dannazione!-
-Ma... maestro!-
La voce di Shun lo fece tornare in sé.
-Scusate la mia reazione, ragazzi! Ora che sono fuggiti dalla loro prigione, dovremmo essere rapidi a raggiungere Atena, difenderla e riuscire a portarla al Santuario prima che la trovino loro!-
-Loro chi, maestro? Che sta succedendo? Di chi sono quei cosmi che abbiamo sentito? E quello misteriosamente scomparso?- chiese Jamina a nome di tutti.
-Il cosmo misteriosamente scomparso era di Ériu!-
I ragazzi si guardarono.
-Chi è Ériu?- chiesero tutti tranne Yuuri perché fu lei a dare loro la risposta.
-È la dea patrona dell'Irlanda!-
-Esatto. Era lei che si occupava di riattivare il sigillo di Atena quando cominciava a perdere efficacia. Evidentemente, però, qualcosa è andato storto e loro son finalmente riusciti a fuggire dopo secoli di prigionia!-
-E chi sarebbero loro?- chiese Hyoga.
-Vi spiegherò!-
Doko iniziò a raccontare.
-I... incredibile!- dissero i sei ragazzi una volta finito il racconto.
-Dici bene. Non mi sarei mai aspettato un loro ritorno! Come ho già detto, dovremmo essere rapidi a raggiungere Atena non appena avvertiremo il suo cosmo! Molto più rapidi di loro!-
Pochi minuti dopo il fatto in Irlanda, in Giappone, una ragazza di sedici anni dai lunghi capelli viola era appena uscita da un prestigioso collegio, frequentato da ragazzi e ragazze di famiglie ricche, e si stava dirigendo alla sua limousine. Non fece in tempo a mettere un piede fuori dal cancello che una voce la chiamò:
-Saori!-
Lei si voltò e cercò di nascondere l'espressione di fastidio con un sorriso.
-Ciao Julian!-
Julian Solo era un ragazzo della sua stessa età, figlio di ricchi commercianti marittimi. Aveva lunghi capelli azzurri e i suoi occhi avevano lo stesso colore del mare.
-Ciao, Saori!-
-Cosa c'è? Sii veloce, perché sono stanca e vorrei andare a casa!-
-Sarò velocissimo: sto aspettando ancora una risposta all'invito alla mia festa! Sarei molto felice se tu partecipassi!-
Saori chiuse gli occhi e scosse la testa.
-Mi piacerebbe moltissimo, ma quel giorno ho un impegno importante a cui non posso rinunciare!-
Julian all'inizio sembrò adirarsi, ma riuscì incredibilmente a trattenersi.
-Andiamo, è solo una festa! Cosa ti costa?-
-Non insistere! Ti ho già detto che non posso!-
Stava per voltarsi e riprendere a camminare, quando Julian la afferrò per un polso.
-A...aspetta!-
-Che cosa vuoi ancora?-
-Io... io...-
-Allora?-
-Io...-
-Sì, ho capito. Poi c'è tu, poi egli, noi, voi ed essi. Quindi?-
-Ecco... Il motivo... il motivo dell'invito è solo una scusa!-
-Ma davvero?-
-Io vorrei... vorrei che diventassi la mia ragazza e, quando saremo maggiorenni, la mia sposa!-
Saori rimase senza parole.
-Non lasciarmi a mani vuote. Dimmi qualcosa!-
-Io... sono molto lusingata. Dico davvero!-
-Allora vuoi...?-
-Non ho finito! Ho detto che sono lusingata, ma non mi sento pronta a legarmi con qualcuno, anche solo per fidanzamento!-
-Mi stai rifiutando, ho capito bene?-
-È così!-
-Sin da quando sono nato ho sempre avuto tutto ciò che desideravo. E anche adesso non farò eccezione! Tu sarai mia! Hai capito?- disse stringendole con forza il polso.
-L... lasciami andare! Mi stai facendo male!-
-No, non ti lascio!-
-Ti ho detto di lasciarmi! Tieni giù quelle manacce!-
Il corpo di Saori iniziò a brillare di luce dorata. Julian tolse d'istinto la mano come se avesse toccato qualcosa di rovente e una piccola onda d'urto lo spintonò facendolo cadere con il sedere per terra. I due si guardarono, poi gli occhi di Saori caddero su una chiazza che macchiava i candidi pantaloni di Julian proprio nel mezzo e rise sotto i baffi.
-Arrivederci... anzi no, addio, Julian!- gli disse.
Il ragazzo si alzò e la seguì con lo sguardo.
-Un giorno ti farò pentire di avermi rifiutato e, soprattutto, di avermi umiliato!-
I due non sapevano che in quel fatidico giorno si sarebbero rincontrati in veste di dei reincarnati. Lei come dea Atena e lui come Poseidon il dio dei mari. Ma questa è un'altra storia. I suoi nemici, in questa storia, sono ben altri. Saori raggiunse la macchina e il suo maggiordomo tuttofare Tatsumi le aprì la portiera.
-Buon pomeriggio, signorina!-
-Buon pomeriggio a te Tatsumi!-
Durante il viaggio, la ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto. Ripensò a quello che era successo con Julian e cercò di dare a se stessa una spiegazione, ma senza trovarla. Si addormentò e a darle la risposta che cercava ci pensò un sogno. Esattamente come in quello di Yuuri, anche lei si ritrovò nello stesso campo di battaglia e assistette alla lotta tra Atena e Hades. Poi, dopo che Atena conficcò il suo scettro nel petto del dio dei morti, ci fu un bagliore così intenso che la costrinse a coprirsi gli occhi. A un tratto, sentì una voce.
-Apri gli occhi, piccola mia!-
Lei, senza pensarci, eseguì e la ragazza con i capelli ocra, ovverosia la dea Atena, le sorrise.
-Chi... chi sei?- le chiese la giovane studentessa.
-Io sono te! Sono Atena!-
-Eh? Come sarebbe a dire che sei me? Cosa stai dicendo?-
-È proprio così. Io sono te! Tu sei la mia reincarnazione. Sono rinata, stavolta nel tuo corpo, come ho sempre fatto ogni volta che il male minaccia la Terra!-
-"Stavolta"? Intendi dire che altre volte sei rinata in altri corpi?-
-Esattamente!-
-Perfetto! E perché diavolo hai scelto me?-
-Perché hai un cuore puro ed è scritto nel tuo destino!-
-Mah! È assurdo! Tutto ciò che mi hai detto sono solo delle grandissime stupidaggini!-
-Non sono stupidaggini. Il mio spirito che è in te si è risvegliato e l'hai visto tu stessa. Ripensa a quello che è successo a Julian Solo!-
Saori sussultò leggermente.
-Allora... allora quello che dici è tutto vero!-
Atena sorrise.
-Il male è tornato! Ora dovrai combattere, ma non sarai sola. Ci saranno i saints al tuo fianco!-
-I saints? Credevo... credevo fossero un mito!-
-Non lo sono forse anch'io per voi umani?-
-Ehm... è vero... ma aspetta! Chi sono questi nemici?-
-Non hai avvertito il loro cosmo?-
-Il cosmo...-
-Sveglia, signorina. Siamo arrivati!- disse Tastumi.
La sua voce cavernosa riuscì a destarla in fretta.
-Ti ringrazio, Tastumi!- disse scendendo.
Il sogno l'aveva turbata e il calvo maggiordomo lo notò.
-Qualcosa non va? La vedo turbata!-
-No, nulla, non preoccuparti. Ho solo fatto uno strano sogno!-
-Capisco!-
Erano quasi arrivati davanti al portone della megavilla, quando Saori e Tatsumi si arrestarono.
-E voi chi diavolo siete? Come siete riusciti a entrare in questa proprietà?- gridò Tatsumi.
-Calmati Tatsumi!- disse Saori con una calma incredibile e molto fredda.
-Come sarebbe che devo calmarmi? Ora chiamo la sicurezza e li sbatto fuori!-
-Ti ho detto di calmarti! Va tutto bene!- ripeté la ragazza sempre con freddezza.
-Ma signorina...-
Saori si avvicinò ai suoi misteriosi visitatori, mentre Tatsumi assistette con apprensione.
-Salve Doko! Ne è passato di tempo!- disse la ragazza.
-Duecentosettantaquattro anni per l'esattezza, cara Atena!- disse l'anziano sorridendole.
Anche Saori sorrise.
-Ma... ma allora lo conosce? Perché non ne sapevo nulla?- disse Tatsumi.
-Sì, lo conosco, Tatsumi. Stai tranquillo!-
-Come vuole signorina. Allora io torno alle mie mansioni!-
-Bravo!-
Il maggiordomo fece un inchino ed entrò nella villa, lasciando Saori e i sette visitatori fuori. Saori, poi, osservò i sei saints che indossavano i loro cloth, si avvicinò a Shun e gli sorrise.
-Ciao, cugino!- disse.
Anche lui ricambiò il sorriso.
-Ciao, cuginetta!-
 


Nota 13: La descrizione del cloth di Yuuri si basa sempre sulla fanart di Cerberus Rack.
 

 
 
Nota 14: L’aspetto di Ériu è ispirato, compreso il suo nome umano, a quello di Evangeline McDowell dal manga e anime Mahou Sensei Negima.

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Capitolo 8
*** Episodio VIII: Emerald Knights ***


Episodio VIII:
 
Emerald Knights

 
 
 


-Cugina? Lei è tua cugina?- chiesero June e gli altri.
-Beh, è figlia di mio zio Mistumasa Kido, quindi direi che non ci sono dubbi!-
-Incredibile. Non era mai successo che una dea fosse parente di un saint o viceversa!- disse Doko stupito.
-È vero. Non era mai successo. E mai avrei pensato che io e Shun ci saremmo rincontrati in queste circostanze!- disse Saori.
Doko sorrise.
-Vedo che hai già preso consapevolezza del tuo ruolo, dea Atena! Capita raramente!-
-Sì, è stata lei stessa ad apparirmi in sogno e a farmi capire!-
-Quindi hai anche avvertito il cosmo degli Emerald Knights!-
-Sì!- 
Per capire meglio chi sono, bisogna fare un piccolo salto indietro a quando Doko lo spiegò a Shun e gli altri.
-Gli Emerald Knights erano i fedeli guerrieri al servizio della dea patrona dell'Irlanda Ériu! All'inizio, lei aveva sempre combattuto le sue battaglie da sola, ma quando dovette affrontare un nemico molto potente, fu costretta a chiedere aiuto ad Atena e i suoi saints. Questo le fece capire che anche lei avrebbe avuto bisogno di guerrieri per aiutarla nelle battaglie. Così, chiese ad Atena se i fabbri di Mu potessero creare delle armature per coloro che sarebbero diventati i suoi guerrieri. Atena acconsentì, i fabbri si misero a lavoro e le loro armature furono create di smeraldo proprio per onorare il soprannome dell'isola. Fu così che nacquero gli Emerald Knights. Erano guerrieri molto forti, paragonabili a noi saints, infatti erano anche loro in grado di spaccare la terra con un calcio o fendere il cielo con un pugno. L'unica differenza che hanno con noi è che fanno anche uso di armi: le famose Emerald Weapons!-
-U... usano le armi? Incredibile!- dissero i sei saints.
-Già!-
-E poi? Cos'è successo?- chiese Yuuri.
-Un giorno, comparve uno spirito maligno chiamato Samhain insieme ai suoi servi. Ériu e gli Emerald Knights non restarono certo con le mani in mano e li affrontarono. La battaglia fu molto dura, ma alla fine, Ériu sconfisse Samhain annientandolo per sempre. Dato che la sconfitta dello spirito maligno cadde nella notte tra il trentuno ottobre e il primo novembre, fu da lì che nacque la festa di Halloween!-
A Shun e gli altri scappò spontaneo un "wow".
-Tuttavia, Samhain aveva colpito il capo degli Emerald Knights con un sortilegio rendendolo malvagio e colpì a tradimento Ériu alle spalle con la sua Emerald Sword. I suoi amici cercarono di fermarlo, ma anche loro furono colpiti dallo stesso incantesimo, lanciato dal loro compagno, e resi malvagi! Ériu, nonostante la ferita, tentò di fermarli e cercò anche di liberarli dalla malvagità grazie al potere curativo del suo cosmo, ma incredibilmente il sortilegio si rivelò molto più potente. Atena, avvertendo il debole cosmo della dea, si precipitò da sola in suo soccorso. Così, insieme li spedirono tutti e quattordici in un'altra dimensione all'interno di una statuetta di pietra. Ériu suggerì  questa scelta ad Atena per amore. Pare s'innamorò del capo degli Emerald Knights e pur di non ucciderlo, scelse il sigillo. Ora, però, in qualche modo son riusciti a fuggire dopo secoli di prigionia. Non me lo sarei mai aspettato, sinceramente! Come ho detto prima, sicuramente è successo qualcosa!-
Questa era la storia degli Emerald Knights.
-Allora, dobbiamo portarla subito al Santuario, prima che sia troppo tardi!- disse Hyoga.
-D'accordo, ma non me ne vado senza Tatsumi!-
-A che ti serve? E poi che fine ha fatto Keiji? Non era lui il maggiordomo?- chiese Shun.
-Non ricordi che era anziano? È andato in pensione dopo... beh, poco tempo dopo quella brutta storia che è successa a te!-
Shun annuì senza dire una parola.
-Faccia come vuole, ma è meglio che si sbrighi! Gli Emerald Knights potrebbero arrivare da un momento all'altro!- disse Doko.
La ragazza entrò nella villa e chiamò il maggiordomo che, in un batter d'occhio, si parò davanti a lei.
-Mi dica, signorina!-
-Preparati, dobbiamo partire!-
-Per dove?-
-Al Santuario in Grecia!-
-Santuario? Quale Santuario?-
-A dopo le spiegazioni. Fate alla svelta!- disse Doko.
-Ma che...?-
-Fa come ti dice!-
-Ok, ma...-
La ragazza gli afferrò il polso, Doko e gli altri si avvicinarono e, in un lampo, sfrecciarono come stelle comete nella notte ritrovandosi al Santuario. Come volevasi dimostrare, Tatsumi rimase a bocca aperta.
-Do... dove diavolo siamo?-
Saori sorrise e gli spiegò la situazione. Naturalmente, quando finì, si aspettò che il maggiordomo iniziasse a riderle in faccia, ma invece reagì in un modo completamente inaspettato.
-La dea Atena e i suoi saints... lo sapevo! Sono anni che non faccio altro che ripetere che non sono un mito. Che storia, ho davvero i leggendari saints e la loro dea proprio qui davanti a me! È... è davvero un onore!-
Era sinceramente commosso ed emozionato, come un bambino che vede Babbo Natale per la prima volta. Saori sorrise contenta.
-Bene, ora però è meglio che corra al tredicesimo palazzo! Sarà più al sicuro! L'accompagnerà Shun!-
-Hey, vado anch'io con lei, vecchio!- protestò Tatsumi.
-Vado anch'io con loro, maestro!- disse June.
-Va bene, va bene!-
Non fecero in tempo a fare un passo, che una voce li interruppe.
-Volete già andare via? Che peccato...-
"Oh, no!" pensò Doko.
-Non fermatevi, dea Atena, prosegua!- aggiunse.
-Non c'è fretta!-
Il misterioso guerriero lanciò un raggio energetico di colore smeraldo, ma Doko lo deviò con il suo bastone che si spezzò.
-Non intrometterti, vecchio!-
-M'intrometto eccome, invece!-
Jamina, Yuuri, Jabu e Hyoga si affiancarono al saint della bilancia, mentre Saori e gli altri corsero verso la prima casa.
-Interessante!- disse il nemico.
Il guerriero cominciò a bruciare il suo cosmo color smeraldo, proprio come la corazza che indossava. I suoi coprispalla erano uguali a quelli di Shura del capricorno, il blocco centrale era, anteriormente, una piastra scolpita in modo da riprodurre alla perfezione le forme dei muscoli pettorali ed addominali, fino all'inguine, mentre l'elmo era un semplice casco, che a ben guardarlo ricordava quello di Shaka della vergine, ma completamente privo delle piastre o gli altri decori di sorta di quest'ultimo. Gli occhi del guerriero erano color nocciola.
-La dea Atena, verrà con me e senza fare storie! Il mio signore la desidera!-
-Dovrai passare sui nostri cadaveri!- disse Jabu.
-Tsk! Non ne ho bisogno!-
L'Emerald Knight bruciò il suo cosmo, ma notò qualcosa di strano.
-Perché non riesco a fare il mio supersalto? Che diavolo succede?-
Doko iniziò a ridere.
-Cosa ridi, stupido vecchio?-
-Pensavi di poter raggiungere la dea Atena in un lampo? Beh, mi spiace per te. Il Santuario è avvolto dal suo sacro cosmo il quale crea una barriera che impedisce ai nemici di poter usare tecniche di supervelocità o di teletrasporto. L'unico modo che hai per raggiungerla è a piedi!-
-Capisco, quindi devo prima uccidere voi, che siete il primo ostacolo! Io, Uldis, non ci metterò nulla a battere un vecchio decrepito e quattro stupidi bronze saints! La casta più bassa!-
I quattro saints si sparpagliarono e accerchiarono il nemico che li guardò con un sorriso beffardo.
-Adesso ti toglieremo quel sorrisetto dalla faccia!- disse Yuuri.
-Fatevi sotto, invece di perdere tempo con parole vuote ed inutili!-
Il primo ad attaccare fu Hyoga con la sua Diamond Dust, seguito poi dai Red Claws, piccole onde energetiche rosse lanciate dalle dita, di Jamina, e infine dalla Starry Aura, un globo di energia contornato di stelle, lanciata da Yuuri. I tre colpi, però, furono annullati all'istante da dei raggi di energia di colore smeraldo.
-Ma che...?-
I quattro notarono subito che Uldis impugnava un'arma: uno stiletto di smeraldo.
-Flashing Emerald Stiletto!-
L'Emerald Knight lanciò dei sottili raggi di smeraldo che colpirono i quattro e provocando loro numerosi graffi.
-Dannazione! Unicorn Gallop!-
Jabu saltò e tentò di colpire Uldis con un calcio, ma fu colpito da un proiettile di energia di smeraldo e scaraventato lontano.
-Patetico!-
Yuuri e gli altri tentarono di reagire, ma anche loro furono colpiti dai proiettili e quindi scaraventati lontano da lui. 
-Adesso basta!- disse Doko.
-Vuoi combattere con me, vecchio? Non è meglio se lasci perdere?-
Gli occhi di Doko s'illuminarono e Uldis fu scaraventato poco lontano da un'onda d'urto. Il guerriero rimase sorpreso non solo dall'attacco, ma anche dal potente cosmo che il suo avversario emanava.
-Tu... tu sei un...-
-L'hai capito, finalmente! Sono il gold saint della bilancia!-
-Beh, ora sì che potrò divertirmi, anche se purtroppo siete vecchio e decrepito!-
Doko scattò  egli diede un pugno che lo fece barcollare.
-Ok, ritiro quello che ho detto!-
-Ecco, bravo!-
-Adesso ti farò chiudere quella bocca una buona volta! Flashing Emerald Stiletto!-
Lanciò di nuovo i sottili raggi di smeraldo, ma Doko li evitò semplicemente con un salto e atterrando alle spalle del nemico.
-Ma come diavolo...?-
-Ho già visto il tuo colpo, amico mio!-
Bruciò il suo cosmo, la figura di un drago comparve alle sue spalle e gridò:
-Rozan Shoryuha!-
Il colpo andò a segno, ma tuttavia, Uldis roteò su se stesso e riatterrò in piedi. Dopodiché, si pulì il sangue che gli colava dalla bocca.
-Bel colpo, ma non è granché!-
A un tratto, la lama del suo stiletto si spezzò come se fosse uno stuzzicadenti.
-Co... come hai osato?-
-Non farla tanto tragica per aver perso la tua stupida arma!-
-Stai zitto! Ti farò pentire per quello che hai fatto!-
Uldis tornò a bruciare il suo cosmo e unì le braccia in modo tale da formare una croce. La posizione era la stessa usata dal silver saint  della costellazione della croce del sud quando lanciava il suo colpo Southern Cross Thunder Volt.
-Emerald Cross!-
Come diceva il nome, lanciò una grande onda energetica di smeraldo a forma di croce. Fu talmente veloce che Doko non poté evitarla e lo prese in pieno.
-Maestro Doko!- gridarono disperati i suoi allievi.
-È finita per te, vecchio!-
Quando il polverone svanì, però, grande fu lo stupore di Uldis nel vedere che l'anziano era stato protetto dal gold cloth della bilancia.
-Che razza di fortuna! E avresti intenzione d'indossarlo? Non farmi ridere! È impossibile!-
A un tratto, Uldis sbarrò gli occhi dalla sorpresa e si voltò.
-Tu! Sei ancora viva? Credevo che il signor Heri ti avesse uccisa... anche se vedo che comunque non è che stai proprio bene!-
-Non... non posso morire! Non... adesso... almeno!-
Una ragazza bionda, gli occhi verdi e con indosso una lunga tunica marrone era in piedi, ma si vedeva chiaramente che faceva fatica. In mano aveva uno scettro d'oro sulla cui sommità c'era una piccola pietra di smeraldo.
-Ma... ma lei è...-
-Esatto, vecchio, è proprio Ériu! Beh, la ucciderò subito senza perdere...-
-Hey, sono io il tuo avversario, ricordi?-
-Sta buono, vecchio. È questione di un attimo!-
Il cosmo di Doko cominciò ad aumentare notevolmente. Uldis non poté far a meno di voltarsi con aria stupita.
"Questo... non è il cosmo di un vecchio bacucco, ma di un giovane guerriero! Come può essere possibile una cosa simile?"
La pelle di Doko iniziò a sgretolarsi come se fosse argilla e al suo posto spuntò un giovane a petto nudo, sulla cui schiena apparve la testa di una tigre, dai capelli castani e gli occhi color verde acqua. Una volta fatto questo, il gold cloth si unì al suo corpo. Uldis era rimasto senza parole. Anche Jabu e gli altri rimasero stupefatti.
-Che prodigio è mai questo?-
-È tutto grazie ad Atena e alla sua tecnica Misopethamenos!-
Uldis rimase zitto, poi scosse la testa e rivolse di nuovo lo sguardo verso Ériu.
-Torno subito, cerca di resistere perché vorrei darti il colpo di grazia!-
Non appena si girò verso Doko, lui lo colpì con il Rozan Shoryuha scaraventandolo in aria. Sul petto della corazza comparvero numerose crepe.
-Ma... è completamente diverso dal colpo lanciato quando era anziano!- disse mentre era in aria.
Ricadde a terra violentemente e si rialzò a fatica.
-Sei... sei molto più forte ora che sei tornato al tuo vero aspetto!-
-Avevi dubbi?-
-Maledetto... Emerald Cross!-
Lanciò di nuovo il colpo, ma Doko lo parò con lo scudo sul braccio sinistro e senza riportare alcun danno.
-Dannazione!-
-Basta così, qui c'è un ferito da curare!-
-Sta zitto, maledetto!- gridò Uldis.
All'improvviso, il guerriero dovette girarsi di scatto.
-Che diavolo...?-
Lo smeraldo dello scettro di Ériu si era illuminato, sparò un globo energetico dello stesso colore e colpì Uldis in pieno. L'armatura andò in frantumi e cadde a terra morto. Privato dell'elmo, si scoprì che era completamente calvo. Una volta sconfitto, Doko corse verso Ériu, che nel frattempo era svenuta, la prese fra le braccia e, dopo aver fatto cenno ai bronze saints di seguirlo, iniziarono a correre verso le dodici case per raggiungere Atena.
-Saremo abbastanza veloci, maestro?- chiese Yuuri preoccupata.
-Non dubitare!- disse lui.
Appena misero piede nella casa del montone bianco, il gold saint ebbe un sussulto e si voltò appena, poi i suoi occhi diventarono bianchi per un rapido istante.
"Se pensate che vi lascio superare con tranquillità le dodici case, vi sbagliate di grosso!"  
 


Nota 15: Il nome Emerald Knights è preso dal titolo di un lungometraggio animato di Lanterna Verde, ovvero, Green Lantern: Emerald Knights (Lanterna Verde - I Cavalieri Di Smeraldo).

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Capitolo 9
*** Episodio IX: La Morte Di Smeraldo ***


Episodio IX:
 
La Morte Di Smeraldo
 
 


Doko e gli altri proseguirono la loro corsa e in poco tempo raggiunsero l'uscita della prima casa. Nel frattempo, due Emerald Knights tentarono di usare il teletrasporto o la supervelocità, ma dato che non potevano, entrarono nel palazzo del montone bianco. La corazza del primo guerriero aveva i coprispalla abbastanza grossi, tondeggianti ed adunchi, concavi, formavano una sfera parziale che incapsulava la cima dell’omero e piegandosi verso il basso dove terminavano a punta più o meno in corrispondenza della cima del bicipite. L'elmo era identico a quello normanno, ma privo di nasale. Il pettorale era un pezzo abbastanza massiccio che copriva interamente il torace, parte dell'addome e la schiena. Infine, i suoi occhi erano neri. Il suo collega, invece, indossava una lunga tunica di smeraldo e il cappuccio sulla testa gli copriva completamente il volto. Non appena i due misero piede nella prima casa, si ritrovarono davanti il suo custode.  
-Io sono Mu, il gold saint della costellazione dell'ariete! Se volete uscire da qui, dovrete prima sconfiggermi!-
-Non ci vorrà molto!- disse il primo Emerald Knight impugnando la sua arma: una daga di smeraldo.
Il guerriero con la tunica, che era rimasto in silenzio, disse:
-Non perdere tempo con un'illusione!-
-Illusione? Che stai dicendo?-
Non finì la frase, che Mu lanciò il suo colpo, lo Stardust Revolution, prendendolo in pieno. Il guerriero cadde a terra, ma si rialzò tranquillamente.
-Cosa avevi detto Dimitrijus? Che è un'illusione? Strano! Ho sentito chiaramente il colpo e mi ha fatto anche un po' male!-
Dimitrijus, senza dire nulla si avvicinò a Mu.
-Sembri un tipo molto pericoloso!- gli disse il gold saint.
-Non sembro! Lo sono!-
Mu lanciò lo Stardust Revolution, ma il guerriero non subì alcun danno né si mosse di un millimetro.
-Sì, avevi ragione!-
Il guerriero sorrise malignamente. Dal nulla comparve sulla sua mano una lunga falce di smeraldo e, con una rapidità sorprendente, tagliò la testa del gold saint. Rotolò per qualche secondo, dopodiché scomparve insieme al corpo.
-Ah! Ma allora era vero!-
-Non restare lì impalato, Sébastien! Andiamo!-
-Arrivo, arrivo!-
Giunti alla casa del toro, l'illusione di Aldebaran li affrontò. Sébastien si prese in pieno il Great Horn, ma si rialzò di nuovo senza alcun graffio. O almeno così credeva. Sul pettorale comparvero numerose crepe.
-Maledizione!- esclamò.
Dimitrijus compì un salto, atterrò alle spalle di Aldebaran e lo decapitò. Nel frattempo, Jabu e gli altri raggiunsero la settima casa.
-Voi andate avanti! Io resto qui!- disse consegnando Ériu a Hyoga.
-Perché maestro? Anche se lei è il custode di questo palazzo non...- disse Jabu senza però finire la frase perché Doko lo interruppe.
-Proprio perché ne sono il custode la devo difendere! E c'è anche un altro motivo, ma ora non perdete tempo. Proseguite!-
Detto questo, si sedette in terra incrociando le gambe e chiuse gli occhi. Yuuri e gli altri lo guardarono per qualche secondo.
-Andiamo!- disse Jamina e proseguirono.
I due Emerald Knights, una volta dentro alla terza casa, si ritrovarono a correre per delle ore che sembravano infinite.
-Ma che succede? Sono ore che corriamo, ma non se ne vede la fine! Quanto diavolo è lunga questa casa?- si chiese Sébastien.
Anche Dimitrijus cominciò ad avere dei dubbi. Gli tornarono in mente, poi, alcune voci riguardanti la casa dei gemelli.
-Ho capito finalmente!- disse fermandosi di colpo.
-Cosa?-
-Siamo finiti nel famoso labirinto dei gemelli!-
-Labirinto dei gemelli?-
-Esatto! Chiunque entra nella casa dei gemelli si ritrova a correre all'infinito senza trovare l'uscita!-
-Vorresti dire che... siamo condannati a restare qui per sempre?-
-Non fare l'idiota! Sei un Emerald Knight, non un poppante!-
Sébastien smise di parlare. Dimitrijus, invece, iniziò a bruciare il suo cosmo di smeraldo. La falce s'illuminò, iniziò a rotearla come un'elica sulla sua testa e lanciò una grande sfera di energia color smeraldo. La sfera volò sopra tre case per poi atterrare violentemente sulla settima provocando all'interno una grande esplosione. Yuuri, Jabu, Hyoga, Jamina e perfino Shun, June e Saori, avvertendolo, ebbero un sussulto. Il lavoro compiuto da Dimitrijus fece sparire il labirinto e così poterono proseguire la loro corsa. Giunti alla casa del cancro, la superarono tranquillamente perché non ci fu nessuna illusione ad attenderli. Questo fece sorridere il guerriero con la tunica di smeraldo. Anche la casa del leone e della vergine erano vuote, ma quando arrivarono alla settima, Dimitrijus perse il suo sorriso.
-Credevo di averti fatto fuori!-
-È quello che ho voluto farti credere non facendo più apparire le illusioni!- disse Doko.
Era riuscito a salvarsi dall'attacco di Dimitrijus rannicchiandosi su se stesso e usando i due scudi, anche l'altro l'aveva messo sul braccio libero, del suo cloth.
-Peccato! Speravo che anche questo palazzo fosse vuoto!-
-Sei un idiota!-
-E piantala d'insultarmi! Non ti permetto!-
-Ehm... avete finito di fare i bambini?-
-Mpf! Lascialo a me. Tu vai avanti!-
Dimitrijus fece spallucce e, senza farselo ripetere, iniziò a correre.
-Dove vai? Non vuoi fare amicizia?- gli chiese Doko parandosi davanti.
-Hey, sono io il tuo avversario! Emerald Dagger!-
Dimitrijus fece un gran salto, mentre Sébastien piantò la daga di smeraldo nel terreno, e una violenta onda d'urto scaraventò Doko a terra. L'Emerald Knight atterrò dietro di lui e corse via. Doko si rialzò.
-Hai usato un bel diversivo! Mi congratulo con te!-
-Grazie!-
Sébastien riprese la sua arma in mano ed entrambi iniziarono a bruciare i loro cosmi. Doko stava quasi per lanciare il Rozan Shoryuha, quando Sébastien fu più rapido di lui e lo colpì con un calcio volante seguito poi da un montante che lo scaraventò a terra.
-Questo era solo il riscaldamento. La parte migliore arriva adesso!-
Doko si rialzò e, anche lui con grande rapidità, lo colpì con un pugno sul viso.
-Rozan Shoryuha!-
Sébastien fu scaraventato in aria e cadde pesantemente a terra. Tuttavia si rialzò senza problemi.
-Un colpo da bambini!-
Doko sorrise.
-Ne sei proprio sicuro?-
Altre crepe si aggiunsero alle altre sul pettorale del guerriero di smeraldo, mentre il coprispalla sinistro andò completamente in frantumi.
-Ma... maledetto!-
-Rozan Ryuhisho!-
Sébastien fu colpito da una violenta ginocchiata allo stomaco che lo fece indietreggiare. A quel punto, tornò a bruciare il cosmo, alzò la daga al cielo, questa s'illuminò, e gridò:
-Emerald Fire Blast!- 
Piantò la lama, di nuovo, nel pavimento e Doko fu colto di sorpresa da una colonna di fuoco di colore smeraldo sbucata da sotto il terreno. L'attacco funzionò, tanto che il gold saint s'inginocchiò.
-Se pensi che sia finita qui, ti sbagli!-
Scie di fuoco smeraldo lo colpirono in pieno, ma non cadde.
-Resistente!-
Utilizzò un'altra volta l'Emerald Fire Blast e Doko cadde pesantemente a terra.
-Mi stai deludendo. Credevo fossi più in gamba! Eppure sei un gold saint...-
Sébastien tolse la daga dal pavimento e tornò a bruciare il suo cosmo. Doko, a quel punto, con un piccolo salto si rimise in piedi.
-Rozan Shoryuha!-
Il suo avversario fu scaraventato in aria, ma riatterrò con tranquillità.
-Non era affatto potente come quello di prima. Possibile che ti sia già indebolito così tanto?-
-Non era a te che miravo!-
-Cosa?-
La daga andò in pezzi.
-La... la mia Emerald Dagger!-
-Ora combatteremo ad armi pari!-
Sébastien non disse nulla, si abbassò, posò la mano sul pavimento e gridò:
-Emerald Fire Blast!-
Un'altra colonna infuocata, ma stavolta Doko la evitò scansandosi di lato. Sébastien tentò di colpirlo di nuovo, ma si scansò di nuovo. Questo lo fece per almeno cinque volte, finché l'Emerald Knight non perse la pazienza, tornò a bruciare il suo cosmo e compì un salto.
-Emerald Flame Globes!-
Globi di fiamma color smeraldo piovvero sul gold saint, ma Doko si difese con i suoi scudi d'oro.
-Ora basta! Abbiamo giocato abbastanza!- disse.
Tornò a bruciare il suo cosmo e la figura di una tigre comparve alle sue spalle. Sébastien rimase impressionato dalla forza che emanava.
-Rozan Shoryuha!-
Lo prese in pieno, la corazza del nemico andò in frantumi e cadde a terra morto. Senza più l'elmo, si poterono vedere i suoi capelli corti e neri.
-Devo sbrigarmi! Atena e gli altri sono in pericolo!-
E iniziò a correre. Quando Atena, Shun, Tatsumi e June uscirono dal palazzo dei pesci e stavano quasi per raggiungere l'ultimo palazzo, i due saints e il maggiordomo rimasero sorpresi nel vedere che la scalinata era completamente ricoperta da un immenso tappeto di rose rosse.
-Che senso hanno queste rose?- si chiese Tatsumi.
Fece un passo, ma Saori gli afferrò il braccio.
-Fermo! Quelle non sono rose normali. Le loro spine e il profumo sono mortali!-
Tatsumi deglutì.
-E adesso come facciamo a raggiungere l'ultima casa?- chiese Shun.
Saori gli sorrise. Si girò verso le rose, chiuse gli occhi e il suo cosmo iniziò a brillare intensamente di una luce dorata. Shun ebbe una sensazione di benessere. Come se fosse cullato e protetto dall'abbraccio materno. A quel punto, il tappeto di rose si divise in due, proprio come fece Mosè quando divise le acque, così da lasciare libera la scalinata e poter quindi proseguire. Una volta dentro, raggiunsero la sala del grande sacerdote.
-Non appena Jamina e gli altri arriveranno, rimetterò le rose al loro posto!- disse Saori.
-Perfetto!- dissero June e Shun.
Mentre aspettavano, Saori si avvicinò al cugino.
-Posso farti una domanda?-
-Certo!-
-Perché non sei voluto venire da noi dopo la morte di tuo padre? Lo sai che ti avremmo accolto a braccia aperte!-
Shun non rispose subito. Rimase zitto per alcuni secondi.
-Il lusso non fa per me! Non mi sarei mai sentito a mio agio! E poi... zio non mi ha mai voluto bene!-
-Perché dici questo?-
-Ogni volta che lo abbracciavo, lui non ricambiava mai. Era sempre freddo e distaccato!-
Saori s'incupì.
-Ammetto che non era molto affettuoso, ma sappi che dopo la tua scomparsa aveva smosso mari e monti, grazie alla sua fondazione di cui ora io ne sono il capo, per ritrovarti! Fu così grande il dispiacere della tua scomparsa che lo ha fatto morire due anni fa!-
A queste parole, Sun si sentì male.
-M... mi dispiace...- disse dopo un bel po'.
I due si abbracciarono, dopodiché, Saori si alzò e il suo corpo iniziò a brillare. Significava che Jabu e gli altri erano arrivati e che quindi le rose erano tornate al loro posto. Non appena arrivarono, Saori ordinò a Hyoga di seguirlo. I due corsero all'interno di una stanza, la cui porta era nascosta in una parete, e Ériu fu adagiata su un letto.
-Adesso me ne occupo io! Non preoccuparti!- gli disse.
Poggiò le sue mani sulla ferita e il suo corpo tornò a brillare di luce d'oro. Hyoga uscì e si unì ai compagni. Sentiva che il cosmo dell'Emerald Knight era sempre più vicino. Le illusioni di Doko avevano ovviamente cercato di ostacolarlo, ma invano. Quando arrivò davanti al tappeto di rose, sorrise, bruciò il suo cosmo e provocò una violenta folata di vento che spazzò via tutte le rose lasciando completamente libera la scalinata. Sorrise e proseguì il cammino.
-Prepariamoci!- disse Shun.
Gli altri annuirono all'unisono. Dimitrijus entrò pochi minuti dopo nella stanza.
-Immaginavo che avrei trovato il comitato d'accoglienza!-
I sei saints si misero in posizione di combattimento. Il guerriero incappucciato sorrise e riutilizzò la folata di vento contro i nostri eroi. Yuuri, June, Hyoga, Jabu e Jamina, furono scaraventati contro il trono dove sedeva il grande sacerdote, mentre Shun era l'unico rimasto in piedi perché si era protetto con la Rolling Defence.
-La tua difesa è davvero notevole. È pur vero, però, che non ho usato tutta la mia forza!-
Shun deglutì.
-A... anche se creerai un tornado, resisterò!-
-Non ne sarei così sicuro!-
Dimitrijus tornò a bruciare il suo cosmo quando, a un tratto, afferrò al volo con la mano sinistra una frusta. Si trattava di June.
-Come ti permetti di intrometterti nel nostro combattimento, donna?-
-Mi permetto eccome!-
-Stupida!-
Tirò a sé con forza la saint del camaleonte, mollò la presa alla frusta e le sferrò un pugno sul volto. Curiosamente, però, la guerriera passò attraverso al suo avversario, giungendo dietro di lui, come se fosse un fantasma.
-Ma che diavolo?-
-Si tratta del Chameleon Camouflage!- gli rispose lei.
-Interessante!-
-Thunder Wave!-
La catena con il triangolo colpì il braccio destro di Dimitrijus e questo fece capire a Shun che la sua non era una semplice tunica, ma si trattava in realtà di una corazza.
-Lo sospettavo!- disse il saint.
Dimitrijus gli sorrise.
-Se non volete fare una brutta fine, vi consiglio di levarvi di torno! Devo prendere Atena!-
-Scordatelo! Dovrai passare sui nostri corpi!- disse Jabu che si era ripreso insieme agli altri e si affiancarono a Shun.
Anche June si unì a loro passando di nuovo attraverso al suo nemico. L'Emerald Knight scosse la testa, sulle sue mani ricomparve la falce, la roteò come un'elica sulla sua testa dopodiché piantò la lama nel terreno. Innumerevoli fasci di luce bianca spuntarono dal terreno.
-Scansatevi!- gridò Shun.
Gli altri non se lo fecero ripetere, anche se June fu l'unica a restare, e si scansarono. Shun utilizzò di nuovo il Rolling Defence, ma i fasci di luce riuscirono a penetrare la difesa distruggendo la catena e buttandolo a terra. Il cloth, per fortuna, non subì danni.
-Sh... Shun!-
-Rilassati, ragazzina. Si deve ritenere fortunato che non ho usato tutta la mia forza. Altrimenti saresti finito in mille pezzi insieme alla tua catena e al cloth!-
-Maledetto! Adesso ti...-
Dimitrijus, senza dire nulla, riutilizzò quell'attacco, ma i fasci di luce passarono attraverso il corpo della sacerdotessa.
-Che sciocco! Me ne ero dimenticato...-
June bruciò il suo cosmo e la figura del camaleonte comparve alle sue spalle.
-Chameleon Sting!-
L’artiglio sul dorso della mano destra s’illuminò di verde, lanciò una piccola sfera dello stesso colore, che si trasformò in tre raggi a forma di aculeo, e colpì Dimitrijus in pieno petto. Stranamente, non subì alcun danno.
-Che colpo ridicolo!-
June cominciò a sudare. Aveva messo tutta se stessa in quel colpo e non gli aveva fatto neanche un graffio.
-Ora basta! Unicorn Gallop!- gridò Jabu e lo colpì sulla testa con un calcio.
Anche Jamina, Hyoga e Yuuri lanciarono i loro rispettivi colpi contro il guerriero di smeraldo colpendolo in pieno, ma non servì a nulla.
-Dei patetici bronze saints non possono sperare di sconfiggermi! Io, il braccio destro del signor Heri!-
A un tratto, piccole crepe si formarono sul suo petto.
-Qualcosa, anche se piccola, l'abbiamo ottenuta!- sussurrò Yuuri.
Dimitrijus rimase immobile a guardare quelle crepe in un tempo che sembrava infinito. Era come se si fosse pietrificato. A un tratto, il suo corpo s'illuminò di smeraldo e Shun e gli altri sentirono un brivido di terrore percorrere le loro schiene.
-Vi ammazzerò tutti! Di voi non resterà neanche un capello!-
-Datti una calmata! Rozan Shoryuha!-
Il colpo di Doko andò a segno, ma Dimitrijus ricadde dritto in piedi.
-Ben arrivato, gold saint! Ti stavo aspettando con ansia! Lasciami fare giusto una piccola cosa!-
Sollevò la falce e ripiantò la lama nel terreno, ma stavolta, Doko si mise in mezzo e parò il colpo con i suoi fedeli scudi.
-Andate da Atena. Penso io a lui!-
-Ma...- disse Shun senza finire la frase!
-Non preoccupatevi per me. Preoccupatevi di Atena!-
-D'accordo maestro!- dissero all'unisono e raggiunsero, non visti dal nemico, la stanza segreta.
-Che ammirevole coraggio! Mi dà la nausea!-
Doko fece spallucce e tornò a bruciare il suo cosmo e anche il suo avversario fece altrettanto. Alle spalle del gold saint comparve la figura di una  tigre, mentre la terrificante figura della morte apparve dietro Dimitrijus.
-Ora conoscerai la potenza delle zanne dei cento dragoni!-
-I cento dragoni?-
-Esatto! Rozan Hyakuryuha!-
I cento dragoni andarono a segno e Dimitrijus cadde a terra. Quando si rialzò, la sua fedele falce si distrusse. Inoltre, altre crepe si aggiunsero sulla sua corazza di smeraldo.
-Maledizione! Credevo di essere riuscito a sconfiggerti! Ora capisco il significato del tuo grado!-
Dimitrijus sorrise. A un tratto, tossì sputando sangue e s'inginocchiò. Tre piccoli fori, provocati come da tre aculei, comparvero sul suo petto. Questo era l'effetto del Chameleon Sting di June.
-Questo... dev'essere il colpo di quella ragazzina con la frusta! M... maledetta!-
Doko sorrise soddisfatto.
-Brava ragazza!- disse.
-Ora basta! Ho perso fin troppo tempo!-
-E ne perderai ancora finché io sarò qui!-
-Non per molto ancora!-
Dimitrijus tornò a bruciare il suo cosmo. Ed era perfino più potente di quanto già non fosse.
-Rozan Hyakuryuha!-
-Emerald Death Aura!-
Lanciò un globo di energia di smeraldo che distrusse i cento dragoni e colpì Doko in pieno. Nonostante i gold cloth fossero famosi per la loro resistenza, quello di Doko subì molti danni. Lo scudo destro, l'elmo e il coprispalla sinistro andarono completamente in frantumi, mentre il resto delle protezioni si ricoprirono di crepe. Miracolosamente, le altre armi della bilancia non subirono danni. Il gold saint cadde a terra prono e Dimitrijus poté finalmente andare da Atena. Trovò rapidamente la porta segreta, guidato dal cosmo della dea, ed entrò nella stanza. Atena aveva appena finito di curare Ériu. Shun, June, Jabu, Yuuri, Hyoga e Jamina le fecero da scudo.
-Ho già ammazzato il vostro amato maestro. Non ci metterò nulla a fare altrettanto con voi!-
-Hai... hai ucciso il maestro?- dissero all'unisono.
-Non avete sentito il suo cosmo sparire? Poveri bambini...-
Shun, con le lacrime agli occhi, stava per attaccarlo quando Saori lo interruppe.
-Fermati Shun!-
-Sa... Saori... Atena... cosa...?-
La ragazza si avvicinò a Dimitrijus.
-Sei venuto per me, giusto? Beh, eccomi qua!-
Dimitrijus rimase immobile a fissarla. Era rimasto come soggiogato. Shun le afferrò il braccio.
-Che... che cosa fai... cugina?-
Lei gli sorrise, il suo corpo s'illuminò d'oro e Shun fu scaraventato a terra da una folata di vento.
-Ma cosa fa?- chiesero June e gli altri.
Saori non rispose e tese la mano al nemico.
-Andiamo!- disse.
-S... sì! Venga!- disse Dimitrijus prendendole la mano.
-N... No, fermi!- disse Shun correndo verso di loro.
Ci fu un bagliore misto di verde smeraldo e dorato e i due sparirono nel nulla.
-Non... non è possibile!-
 
Nota 16: L'Emerald Flame Blast è la versione di smeraldo dell'attacco di Flame Man del videogioco Mega Man V, mentre gli Emerald Flame Globes è la versione smeraldo del colpo usato da Bebel Del Centauro nell'anime.

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Capitolo 10
*** Episodio X: The Emerald Tower ***


Episodio X:
 
The Emerald Tower

 
 


Saori e Dimitrijus giunsero all'ultimo piano di una torre di smeraldo davanti ad un portone sempre dello stesso tipo. Dimitrijus, prima di bussare, disse:
-Il signor Heri è in questa stanza!-
Saori gli sorrise. Quel semplice sorriso, lo fece sentire molto strano. Non era di certo paura, perché in fondo non c'era aggressività in lei, bensì si sentiva come rilassato.
-Ti ringrazio!- disse lei e gli fece una carezza.
Il guerriero ebbe un sussulto, che cercò di nascondere.
-Come osa toccarmi? Tenga le mani a posto ed entri! Il signor Heri è impaziente di vederla!- gridò.
-D'accordo d'accordo. Non agitarti!-
Saori aprì il portone ed entrò nella stanza seguita da Dimitrijus che sudò leggermente. Il capo degli Emerald Knight era seduto su un trono, ovviamente, di smeraldo. Aveva lunghissimi capelli, esattamente come quelli di Milo, biondi e gli occhi di un bel azzurro ghiaccio. Aveva il tipico aspetto di un giovane vichingo. La sua corazza era identica a quella del Blue Warrior Alexer, ma verde smeraldo anziché blu, mentre l'elmo era identico a quello di Shura, come appare nell'anime, ma privo di corna. 
-Ben arrivata, Atena! Ti stavo aspettando!-
-Ciao Heri! Ne è passato di tempo!-
-Secoli, per la precisione! Tutto a causa tua!-
-Cosa vuoi farci? Se non fossi stato reso malvagio dal sortilegio di Samhain, tu e i tuoi uomini vi sareste risparmiati questi secoli di prigionia!-
Dimitrijus ascoltava senza parlare, ma continuava ad essere impressionato dal coraggio della dea nel rispondere con estrema pacatezza al suo signore.
-Dimitrijus!-
-Sì, signore?-
-Lasciaci soli!-
Dimitrijus fece un inchino. Guardò un’ultima volta Saori, e anche lei guardò lui e gli sorrise, e se ne andò chiudendosi il portone alle spalle. Una volta solo, fece un sospiro di sollievo e continuò a sudare, mentre il cuore gli batteva forte.
-Ora basta parlare! Veniamo al motivo del perché sei qui!- disse Heri alzandosi dal trono e dirigendosi verso Atena.
-Giusto! Spiegami a cosa devo questo invito un po’ forzato!- disse quando se lo trovò davanti.
-Devi morire!-
-Sai cosa mi credevo! E dove sarebbe la novità?-
-Che con la tua morte riporterò in vita il sommo Samhain!-
-Oh!-
Al Santuario, intanto, Shun era inginocchiato a terra che batteva i pugni sul pavimento e piangeva ripetendo il nome della cugina. June cercava invano di consolarlo. Anche Hyoga e gli altri non sapevano cosa fare e tenevano il capo chino.
-Dovremmo pure far qualcosa!- disse Yuuri.
-E che cosa dovremmo fare? Non sappiamo neanche dove sono finiti. È come cercare un ago in un pagliaio!- disse Jabu.
Né Hyoga, né le due ragazze ribatterono. Jabu aveva perfettamente ragione. A un tratto, tutti alzarono la testa all'unisono e si voltarono. Doko era davanti a loro che barcollava.
-M... maestro!- gridarono e gli corsero incontro.
Il gold saint fu sorretto dagli allievi.
-M... mi dispiace... non son riuscito... a fermarlo!-
-Ha fatto del suo meglio. Non si preoccupi!- dissero loro.
-Voi... voi siete l'unica speranza! Dovete salvare Atena!-
-S... sì, ma...-
-Non sapete... dove si trovi, ma c'è qualcuno... che lo sa...- disse indicando con il dito.
I bronze saints si voltarono e videro Ériu in piedi e perfettamente guarita.
-Sì, solo io posso condurvi là!-
Doko sorrise.
-Non lasciate... che le tenebre e la paura... piombino di nuovo sulla terra!-
Dopodiché, abbassò la testa.
-Maestro?-
Il gold saint era morto tra le loro braccia e non poterono far altro che piangere. Anche Ériu pianse per lui. Dopo un po’, Shun si asciugò le lacrime e si avvicinò alla dea.
-Portaci da mia cugina!-
La ragazza annuì.
-Avvicinatevi tutti a me!-
I ragazzi si avvicinarono, lei chiuse gli occhi, abbassò un po' il capo e sussurrò qualcosa in gaelico. Ci fu un bagliore di smeraldo e si ritrovarono in Irlanda.
-Dove siamo?- chiesero.
-Nella mia terra. Siamo in Irlanda! E laggiù è dove si trovano Atena, Heri e i suoi Emerald Knights!-
-Cosa diavolo è? Un faro?- chiese June.
-No! È l'Emerald Tower! Andiamo!-
Volarono verso l'isolotto e atterrarono proprio davanti al portone della torre.
-Su ogni piano c'è un Emerald Knight ad attenderci!-
-Sapevo che non sarebbe stata una passeggiata!- disse Hyoga.
-Non perdiamo tempo! Devo salvare mia cugina!- disse Shun impaziente.
I sei saints si guardarono, con decisione aprirono il portone e salirono la scalinata a chiocciola di smeraldo. Una volta arrivati, trovarono ad aspettarli un Emerald Knight.
-Sapevamo che sareste arrivati!- disse il guerriero.
Shun si fece avanti per affrontarlo, quando Hyoga gli mise una mano sulla spalla.
-Ci penso io. Tu vai avanti!-
-Sei sicuro?-
-Al 100%-
-Tsk! Con me o con qualcun altro, troverai sempre la morte, ragazzina!-
-Sono un maschio!-
-Davvero? Scusa, ma il colore del tuo cloth, e anche quel tuo visino così delicato, mi ha ingannato!-
Shun si sentì invadere dalla collera, ma poi capì che aveva altre priorità e quindi si calmò.
-Sconfiggilo anche per me!- disse a Hyoga.
-Non dubitare!- disse lui facendogli l'occhiolino.
Così, proseguirono lasciando Hyoga e il suo avversario ad affrontarsi.
-Io sono Hyoga del Cigno!-
-Cigno? Credevo fosse una papera! Comunque, il mio nome è Miroslav!-
Hyoga fece un lieve inchino, cominciò a bruciare il suo cosmo e anche il suo avversario fece altrettanto. Inoltre, sulla sua mano comparve magicamente una mazza ferrata di smeraldo conosciuta con il nome di Stella Del Mattino.
-La tua arma non durerà molto!-
-Staremo a vedere!-
Miroslav era grosso e la sua corazza aveva il pettorale molto simile, come appariva nell’anime, a quello del silver cloth di Ercole. Anche i coprispalle erano identici, mentre l’elmo era a casco.
-Fatti sotto, anatra. Così ti faccio arrosto!-
-Mangia di meno! Non vedi come sei grasso?-
Effettivamente, Miroslav era davvero grasso. Ciò nonostante, non se la prese e sorrise. Dopodiché, la sua arma iniziò a brillare. Hyoga, però, fu il primo ad attaccare.
-Diamond Dust!-
L’Emerald Knight si congelò completamente.
-È stato facile!-
Iniziò a correre, superò la “statua”, quando sentì la voce del suo avversario:
-Grazie, ero accaldato! Mi andava a genio un po’ di fresco!-
In un attimo, Miroslav si liberò dalla prigione di ghiaccio.
-Tipico!- disse Hyoga.
-Ora è il mio turno! Emerald Morning Star!-
Il guerriero scattò e colpì violentemente con la sua arma il saint del cigno sul petto, l’impatto provocò perfino un lampo di smeraldo, scaraventandolo contro una parete. Quando Hyoga si rialzò, sia lui che Miroslav pensavano di ritrovare il pettorale coperto di crepe. Invece, sorprendentemente, non aveva riportato danni.
-Co… come diavolo è possibile?-
-Non lo so, ma non ci tengo a saperlo! Diamond Dust!-
-Ancora?-
Miroslav evitò l’attacco scansandosi a destra, la sua arma tornò a brillare e lanciò un proiettile di energia di smeraldo che colpì Hyoga in pieno. O almeno, così credeva. In realtà, il saint aveva compiuto un salto ed era atterrato alle spalle del guerriero di smeraldo. Quando se ne accorse, Hyoga lo colse di sorpresa con un altro attacco.
-Kholodny Smerch!-
Miroslav  girò su se stesso e cadde pesantemente a terra. Tuttavia, si rialzò.
-Dannazione!-
L’Emerald Knight rise di gusto, ma all’improvviso, la sua arma si ghiacciò ed andò in frantumi.
-Oh! Questo si che è stato inaspettato!-
Hyoga sorrise soddisfatto.
-Ho ottenuto il mio scopo!-
-Senza dubbio! Mi hai fatto arrabbiare!-
Con uno scatto, Miroslav colpì Hyoga allo stomaco con un pugno che gli fece uscire il sangue dalla bocca e si ritrovò inginocchiato a terra. Il guerriero, però, non fu soddisfatto e lo afferrò per i capelli così da rimetterlo in piedi. Una volta fatto, lo afferrò per la gola, lo sollevò e lo scaraventò con violenza in terra. Per concludere, iniziò prima a prenderlo a calci e poi compì un salto atterrando di pancia sul corpo del suo avversario. In parole povere, aveva eseguito quella che in gergo wrestling viene chiamata Splash. Hyoga soffriva terribilmente, mentre Miroslav iniziò a bruciare il suo cosmo e sulla sua mano comparve una sfera di energia di smeraldo ricoperta di piccole spine.
-Preparati a conoscere il creatore! Emerald Iron Doom!-
Lanciò la sfera e Hyoga la prese in pieno provocando una grande esplosione.
-Addio per sempre, saint di Atena! È stato un piacere combattere con te!-
-Potrei dire anch’io la stessa cosa!- disse Hyoga.
-Cosa? Non è possibile!-
Dopo che il fumo e la polvere scomparvero, Hyoga era in piedi davanti al suo nemico.
-Come sei riuscito a sopravvivere al mio colpo? È assurdo!-
Hyoga sorrise.
-Mi sono creato una grossa parete di ghiaccio che mi ha fatto da scudo!-
-Sorprendente! Ti ho giudicato male! Non sei solo un insignificante bronze saint!-
-Mai sottovalutare l’avversario! Non te l’hanno mai insegnato?-
Miroslav non rispose e colpì Hyoga con un braccio teso. Gli afferrò poi il collo con entrambe le mani, lo sollevò da terra e lo buttò sul pavimento con violenza. Hyoga si rialzò a fatica e attaccò di nuovo con il Diamond Dust.
-Il tuo colpo non è affatto efficace. Smettila di usarlo!- disse Miroslav parandolo con una mano.
-Ne sei proprio sicuro?-
-Mh?-
Il braccio del guerriero di smeraldo si ghiacciò.
-Sorprendente!- si limitò a dire senza la minima sorpresa o emozione.
Dopodiché lo liberò con il minimo sforzo. Hyoga, allora, tentò di colpirlo di nuovo, ma Miroslav lo colpì prima con un pugno sulla faccia, poi con un calcio allo stomaco che lo scaraventò poco lontano.
-Questa volta non fallirò! Emerald Iron Doom!-
In effetti, disse la verità. L’attacco fu così rapido che Hyoga non poté creare un altro muro di ghiaccio e lo prese in pieno. Ciò nonostante, il saint del cigno era ancora vivo. A terra, ma vivo.
-Impossibile! Ho usato tutta la mia forza! Cosa ti ha salvato?-
A un tratto, vide accanto al suo avversario qualcosa che luccicava d’oro, quindi si avvicinò per vedere meglio.
-Ma che diavolo…?-
Si trattava di un tonfa d’oro. Hyoga aprì lentamente gli occhi e, vedendolo, sorrise.
-Ma… maestro Doko… grazie!- sussurrò.
Si rialzò, ma lo lasciò in terra.
-Non lo userò adesso. Mi servirà successivamente!-
-Sei proprio uno stupido! Se ero al tuo posto lo avrei usato subito!-
-Eh, ma io non sono te!-
-Basta chiacchiere! Muori! Emerald Iron…-
-Kholodny Smerch!-
Di nuovo, il colpo non ebbe alcun effetto.
-Rinuncia! Ogni tentativo è inutile!-
-Ho un’ultima carta da giocare!-
-Sarà inutile come tutto il resto!-
Hyoga bruciò il suo cosmo e la figura del cigno comparve alle sue spalle. Miroslav, per la prima volta, rabbrividì. Hyoga sollevò le braccia con le mani unite e sopra la sua testa comparve un vaso d’oro.
-Cosa…?-
Il vaso si abbassò mostrando l’interno che brillava di una luce dorata.
-Aurora Execution!-
Miroslav tentò di evitarlo, ma qualcosa bloccava i suoi movimenti. Erano tre anelli di ghiaccio attorno al suo corpo.
-Maledizione!- gridò.
Il colpo andò a segno e la sua corazza andò completamente in frantumi. I suoi capelli erano corti e neri proprio come i suoi occhi. Hyoga fece un inchino di rispetto al nemico, prese il tonfa, il quale aveva il potere di diventare abbastanza piccolo per essere messo in una tasca, e iniziò a correre.
 

Nota 17: L’Iron Doom è lo stesso nome di un incantesimo del videogioco Heretic 2.

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Capitolo 11
*** Episodio XI: Caccia Alla Volpe ***


Episodio XI:
 
Caccia Alla Volpe
 
 

Quando Shun e gli altri si erano lasciati Hyoga alle spalle, ed erano saliti al piano successivo, trovarono ad accoglierli un giovane guerriero dalla pelle olivastra e i tratti chiaramente mediorientali.
-Benvenuti! Il mio nome è Farzad!-
Il pettorale e i coprispalle erano identici a quelli di Camus. L’elmo, invece, aveva l’aspetto di un turbante.
-Salve, ma ora scusaci ma abbiamo fretta!- disse Shun.
-Non vi lascerò passare così facilmente!-
Compiendo un salto acrobatico, Jamina gli avvinghiò le gambe attorno al collo e lo scaraventò a terra.
-Proseguite! Veloci!- disse.
Ériu, Shun e gli altri la ringraziarono e salirono al piano di sopra. Fatto questo, Jamina allentò la presa e si allontanò appena dal suo avversario con un paio di capriole.
-Maledetta mocciosa! Sei molto agile devo dire!- disse Farzad rialzandosi.
-Lo so!- disse sorridendo.
-Qual è il tuo nome?-
-Mi chiamo Jamina! Sono della costellazione della volpe!-
-Volpe? Ma bene. La caccia è aperta!- disse sorridendo biecamente.
-Perché dici questo?-
L’Emerald Knight non le rispose. Si limitò a sorridere. La colpì, poi con un calcio allo stomaco cogliendola di sorpresa e cadde a terra.
-Questo serviva solo come biglietto da visita!-
La saint della volpe non disse nulla. Dopodiché, il suo avversario impugnò la sua arma: un arco di smeraldo. Bruciò il suo cosmo, tese l'arco e scoccò una freccia di energia di smeraldo. Jamina, però, la evitò grazie e soprattutto alla sua agilità acrobatica.
Quando, però, la freccia raggiunse terra provocò una leggera esplosione scaraventando Jamina contro una parete della stanza.
-Sei stata brava ad aver evitato la mia Emerald Arrow, ma vediamo come te la caverai adesso!-
Lanciò una freccia che, magicamente, diventarono una decina. Jamina si alzò, bruciò il suo cosmo e lanciò il suo colpo.
-Red Claws!-
L’attacco colpì le frecce che esplosero tutte. La ragazza sorrise e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Visto che dieci non sono sufficienti...-
Farzad si piegò all'indietro e scoccò la freccia in alto. Jamina lo guardò inarcando un sopracciglio. La freccia, non appena raggiunse il soffitto, scomparve nel nulla.
-Che... significa?-
Farzad, di nuovo, non le rispose, ma si limitò a sorriderle. All'improvviso, un numero impressionante di frecce energetiche cominciarono a piovere su Jamina che, purtroppo, non poté far altro che prenderle in pieno. Sembrava di assistere a uno spettacolo di fuochi d'artificio. Una volta finito, Jamina era terra prona, ma nonostante tutto, respirava ancora e il cloth era intatto.
-Come hai fatto a sopravvivere? È assurdo!-
-Non... ci arrivi?- chiese la sacerdotessa rialzandosi lentamente.
Farzad fece scena muta.
-Grazie al mio colpo Red Claws! Le tue frecce non mi hanno mai sfiorata, anche se le esplosioni mi hanno comunque coinvolta!-
L’Emerald Knight rimase senza parole e scosse la testa.
-Mi hai davvero stancato!-
-La cosa è reciproca! Red Claws!-
Farzad evitò il colpo con un salto ed atterrò alle spalle della sua avversaria. Lei, però, compì delle capriole allontanandosi da lui.
-Il tuo colpo è insignificante! Morirai qui per mano mia!-
-Staremo a vedere! Red Claws!-
Di nuovo, Farzad lo evitò con un salto.
-Sei solo una mocciosa!-
A quel punto, Jamina tornò a compiere capriole e quando fu vicina al suo avversario, iniziò a colpirlo con calci e pugni. Erano solo un diversivo perché poi attaccò di nuovo con il suo colpo che, stavolta, andò a segno e provocò numerose crepe sul pettorale di smeraldo.
-Hai.. hai osato colpirmi? Tu… tu…-
-Sei occupato? Se vuoi ti chiamo più tardi!-
-Muori, dannata!-
Si preparò a scoccare un’altra freccia, ma stavolta, Jamina diresse i Red Claws su di essa e così esplose in mano a Farzad che cadde a terra.
-B… brutta… put…-
-Piano con certi termini! Comunque, ora sei disarmato!-
Farzad guardò la sua arma distrutta, poi rivolse lo sguardo sulla sua avversaria.
-Non esaltarti troppo. L'unica cosa differente è che ora combatteremo ad armi pari!-
-È proprio quello che volevo! Red Claws!-
Farzad lo evitò scansandosi di lato.
-Hai distrutto il mio Emerald Bow. Ora te ne pentirai perché avresti preferito mille volte essere uccisa da quello piuttosto che dal mio colpo più potente!-
-Le minacce non mi fanno paura!-
-Cambierai presto idea, stanne certa!-
Farzad iniziò a bruciare il suo cosmo.
“Che… che potenza spaventosa!” pensò Jamina.
-Leggo sconcerto nei tuoi occhi. Ti stai già pentendo!-
-Non sottovalutarmi! Sono una saint di Atena. Non uno stupido Emerald Knight come te!-
-Ti farò pentire di essere venuta al mondo!-
Detto questo, lanciò il suo colpo segreto.
-Emerald Whirl!-
Jamina fu colpita in pieno da un vortice di pura energia di colore smeraldo e cadde a terra.
-Sei rimasta sorpresa, volpina?-
Jamina si rialzò.
-Vuoi la verità? Non molto! Anzi, per nulla! Pensavo di meglio!-
-Che cosa? Come osi?-
-È la verità! Se fosse stato davvero potente, io non starei ancora qui a parlare!-
Farzad iniziò a tremare di rabbia.
-Come osi prendermi in giro, lurida saint che non sei altro? Io ti…-
-Red Claws!-
Farzad evitò di nuovo l’attacco scansandosi. Una volta fatto questo, colpì Jamina con un pugno violentissimo allo stomaco che la fece barcollare. Le afferrò la nuca e la colpì con una ginocchiata sempre allo stesso punto. La ragazza si inginocchiò per il dolore e il suo nemico ne approfittò per darle un calcio sul mento scaraventandola a terra.
-Quanta rabbia… ho detto qualcosa che non va?- 
-E tu hai ancora il coraggio di dare fiato alla bocca? Dovrei strapparti la lingua con le mie mani!-
-Se la vuoi, vieni a prenderla! Red…-
S’interruppe, perché Farzad tornò a bruciare il cosmo.
-Emerald Whirl!-
Di nuovo, Jamina si schiantò contro la parete. Farzad continuò a bruciare il suo cosmo.
-È tempo di chiudere i giochi!-
-Ecco una cosa su cui siamo perfettamente d’accordo!- disse Jamina dopo essersi rialzata.
Iniziò a bruciare il suo cosmo e la figura della volpe comparve alle sue spalle.
-Red Claws!- disse.
Dopodiché iniziò a correre. Fu così veloce che Farzad non la vide. Anzi, riuscì a vedere solo che gli era passata accanto. All’improvviso, da sotto il terreno, comparvero colonne di luce rossa che investirono l’Emerald Knight sollevandolo da terra e facendolo urlare. Quando cadde pesantemente, ci mise un po’ a rialzarsi.
-Hai usato una variante del tuo colpo. Mi congratulo, ma… non è abbastanza!-
-Ne sei proprio sicuro?-
-Co… come?-
Del sangue colò dalla sua fronte costringendolo ad asciugarselo, dopodiché, altre crepe si aggiunsero alle precedenti sulla sua corazza e alla fine andò completamente in frantumi.
-S… sconfitto da una mocciosa… può esserci niente di più umiliante?-
Il guerriero chiuse gli occhi e cadde a terra prono. Jamina s’inginocchiò sorridendo. A un tratto, qualcuno gli mise una mano sulla spalla facendola sussultare.
-Hey, calma! Sono io!- disse Hyoga.
-Non farlo mai più! È un consiglio!-
-Messaggio ricevuto!-
-Bene, allora proseguiamo la corsa!-
La ragazza tentò di rialzarsi, ma fece fatica, quindi Hyoga l’aiutò.
-Ti ringrazio, amico mio!-
-Dovere!-
Stavano per iniziare a correre, quando un bagliore dorato li costrinse a coprirsi gli occhi. Quando li riaprirono, rimasero sorpresi.
-Ma… ma quella è…-
La lancia a tridente di Doko era davanti a loro. Hyoga sorrise e mostrò il tonfa d’oro a Jamina.
-Il maestro ci sta aiutando dal paradiso dei saints. Probabilmente ci sta dando le sue armi perché i prossimi Emerald Knights sono molto più forti di questi!-
-Probabile!-
Jamina prese la lancia, che anche lei diventò piccola per poter essere messa in tasca, e ripresero la corsa.   

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Capitolo 12
*** Episodio XII: Esecuzione Capitale ***


Episodio XII:
 
Esecuzione Capitale
 
 


Questa volta, fu Jabu ad essere lasciato ad occuparsi dell’Emerald Knight. Anche questo guerriero, come Farzad nel capitolo precedente, veniva dal medio-oriente. Ma se il primo veniva dall’Iran, quest’altro guerriero veniva dall’Iraq.
-Benarrivato saint di Atena, sono onorato di averti qui! Il mio nome è Uday!-
-Io sono Jabu, della costellazione dell’unicorno!-
L’elmo di Uday aveva l’aspetto di una kefiah, i coprispalla avevano la stessa forma di quelli del gold cloth del sagittario “fasullo”, ossia, quello che appare all’inizio della serie prima di mostrarsi successivamente nella sua forma originale.
-Molto bene, saint, preparati ed essere giustiziato!-
-Fatti avanti!-
L’Emerald Knight sguainò la sua scimitarra di smeraldo e iniziò a bruciare il suo cosmo. Anche Jabu fece altrettanto e compì un salto.
-Unicorn Gallop!-
Uday fu colpito al petto, cadde a terra e dopo essersi rialzato iniziò a ridere.
-Cosa diavolo hai da ridere?-
-Niente… pensavo a quanto sarà breve questo scontro!-
-Mi stai sottovalutando?-
-No, affatto. Se sto ridendo di te, significa che ti sto sopravvalutando!-
Jabu s’infuriò.
-Ora basta!-
Compì un altro salto, ma fu colpito da una folata di vento che lo scaraventò a terra.
-Ma cosa…?-
Uday gli sorrise, mentre il suo cosmo continuava a bruciare. A quel punto, cominciò a roteare la scimitarra come fosse un’elica.
-Spinning Emerald Scimitar!-
Il movimento rotatorio dell’arma provocava forti folate di vento, alcune delle quali così forti che provocarono graffi alle parti poco protette dal cloth di Jabu.
-Ma… maledetto!- disse indietreggiando.
Uday invece sorrideva e avanzava.
-Presto il tuo collo non dovrà più sorreggere quella tua brutta testa!-
Jabu fece un altro passo indietro quando si fermò, il corno sul suo elmo s’illuminò e lanciò una serie di sfere di energia contro il guerriero di smeraldo che, purtroppo, venivano annullate dalla scimitarra rotante.
-Patetico!-
Jabu indietreggiò ancora, quando a un tratto sorrise.
Compì un grande salto atterrando alle spalle del suo nemico e lo colpì alla schiena con una sfera energetica. Senza provocargli alcun danno però.
-Ah! Maledetto moccioso!-
Uday si girò continuando a far roteare la sua arma e a quel punto, il corno di Jabu s’illuminò.
-Unicorn Shock!-
L’Emerald Knight fu colpito da una scarica elettrica e iniziò a soffrire, ma poi rise.
-Ogni tentativo è inutile!-
-Ma… maledizione!-
Il guerriero di Atena non aveva speranze. O meglio, aveva un’ultima carta da giocare, ma temeva di fallire di nuovo.
“Devo tentare! È l’unica cosa che posso fare!”
-Ora stai fermo, così potrò effettuare la mia esecuzione!-
-Sei tu che devi stare fermo!-
Il corno di Jabu s’illuminò di nuovo.
-Che cosa stai facendo?-
A quel punto, la scimitarra smise di roteare.
-Che cosa? Le mie mani… non riesco più a muoverle. Sono paralizzate!-
Jabu compì un salto.
-Unicorn Gallop!-
E colpì Uday buttandolo a terra. Inoltre, con un calcio fece volare via la scimitarra.
-Ora non hai più armi!-
-Questo è vero, ma…-
Non finì la frase, si alzò di scatto e colpì Jabu con una ginocchiata seguita poi da una gomitata alla faccia che lo fece barcollare.
-Mi hai solo paralizzato le mani, ma il resto del corpo è ancora in funzione!-
-Non avresti dovuto dirlo!-
Jabu riutilizzò il potere paralizzante e stavolta, Uday rimase paralizzato completamente.
-M… maledetto!- disse a denti stretti dato che non poteva neanche muovere la bocca.
Jabu lo guardò per qualche secondo.
-Non ha senso ucciderti! Dopotutto, non puoi più nuocere!-
Gli diede le spalle e si mise a correre, ma non appena raggiunse la scalinata sentì il cosmo del suo avversario bruciare intensamente.
-Oh, no…-
Uday emise un urlo, ci fu un bagliore di smeraldo e riacquistò la mobilità.
-Ma perché?-
Il guerriero scattò, afferrò il collo di Jabu con un braccio e lo scaraventò contro una parete. Dopodiché, iniziò a prenderlo a calci e pugni. Jabu, però, reagì e anche lui colpì il suo avversario allo stesso modo. Sembrava di assistere più a una rissa che a uno scontro tra sacri guerrieri. Uday, a quel punto, lanciò una sfera di smeraldo, annullata dall’attacco energetico di Jabu conosciuto come Unicorn Horn. L’attacco di Uday, però, era solo un diversivo perché tornò ad impugnare la sua fedele scimitarra.
-Di… di nuovo?- chiese Jabu preoccupato.
L’Emerald Knight sorrise.
-No, sto per mostrarti il mio colpo più potente! Sarà quello che ti condurrà all’inferno!-
Jabu ebbe un brivido, mentre Uday bruciò il suo cosmo e la scimitarra iniziò a brillare in maniera molto intensa.
-Emerald Quietus!-
Dalla sua arma lanciò una fila verticale di tre sfere energetiche di smeraldo che colpirono in pieno il bronze saint. Quando il fumo e la polvere svanirono, Jabu era a terra, ma il suo cloth era integro.
-Non può essere vero. Hai preso in pieno il mio colpo. Come puoi…?-
-Non… non lo so! Forse è Atena che ci sta aiutando!- disse interrompendolo.
-È impossibile. A quest’ora dev’essere già morta!-
-Non conosci la dea Atena. Non si farà uccidere così facilmente!-
-Taci e muori! Emerald Quietus!-
Jabu saltò.
-Unicorn Gallop!-
E colpì Uday al petto buttandolo a terra.
-Ho già visto questo colpo!-
-E allora? Che significa?-
-Usare lo stesso colpo su un saint non funziona!-
-Ma che baggianate!-
Uday riusò L’Emerald Quietus e Jabu lo prese in pieno.
-Questa volta non puoi essere sopravvissuto!-
-Ne sei proprio sicuro?-
Era alle sue spalle. Quando il guerriero si voltò, Jabu esclamò:
-Unicorn Horn!-
Lanciò le sfere di energia che, però, furono annullate dalla scimitarra rotante.
-Di nuovo questo attacco…-
-Questa volta ti taglierò la testa e la terrò come trofeo!-
Uday corse verso di lui, quando dal nulla comparve lo scudo dorato della bilancia che si posò sul braccio destro del bronze saint e così parò il colpo.
-Cosa? Da… da dove arriva quello scudo?-
-Maestro Doko…-
Jabu colpì con esso il suo avversario, che indietreggiò barcollando, dopodiché bruciò il suo cosmo e la figura dell’unicorno comparve alle sue spalle.
-Unicorn Horn!-
Lanciò una sfera più grande del solito e colpì Uday in pieno. Quando il fumo e il polverone scomparvero, però, lui era ancora in piedi.
-Lo ammetto: mi hai spaventato!-
-Maledizione…- sussurrò.
A un tratto, l’Emerald Scimitar si riempì di crepe per poi andare completamente in pezzi.
-Non… non è possibile! Un infedele come te ha distrutto la mia arma!-
-Sono davvero mortificato!- disse con tono sarcastico.
Uday corse verso di lui.
-Unicorn Shock!-
Lo colpì con una scarica elettrica, ma ciò nonostante non arrestò la sua corsa, perciò saltò e lo colpì con l’Unicorn Gallop stendendolo.
-Ormai hai perso. Non renderti ridicolo!-
-Ho perso? Non esserne tanto sicuro!-
Tornò a bruciare il suo cosmo di smeraldo e le braccia s’illuminarono.
“Ma che… non vorrà fare come Shura Del Capricorno?”
-Emerald Quietus!-
Proprio come aveva intuito, lanciò con le braccia, proprio come faceva Shura quando usava excalibur, due file verticali di sfere di energia. Jabu le evitò saltando e atterrando alle spalle del suo nemico, aspettò che si voltò e lanciò un altro globo energetico dal suo corno. Quando andò a segno, pensò di aver fallito di nuovo, dato che Uday era di nuovo in piedi. Tuttavia, il guerriero iniziò a perdere sangue dalla bocca.
-Non sono… non sono stato abbastanza tempestivo! Maledetto… bronze saint! Mi hai… battuto!-
L’elmo a forma di kefiah andò in pezzi e a seguire anche la corazza andò completamente in frantumi e cadde a terra prono.
-Se… se quel dannato scudo non fosse arrivato a salvarti… probabilmente avrei conquistato io la vittoria! Che amarezza…- disse prima di morire.
Jabu, anche se si trattava di un nemico, anche lui s’inchinò con rispetto e gli rese onore. Proprio in quel momento arrivarono Hyoga e Jamina.
-Jabu!- esclamarono entrambi.
-Ciao ragazzi! Ben arrivati!-
I due videro lo scudo dorato sul suo braccio, gli sorrisero e gli mostrarono le loro armi.
-Il maestro Doko ci sta aiutando da lassù!- disse Jabu commosso.
-Già!- dissero i due anche loro commossi.
-Bene, ora andiamo! Atena ci sta aspettando!-
E ripresero a correre.
 


Nota 18: L’Emerald Quietus s’ispira all’arma Quietus del videogioco Hexen, mentre la Spinning Emerald Scimitar è ispirata al colpo di Zaruka visto in Ken il Guerriero.  

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Capitolo 13
*** Episodio XIII: Fulmini, Saette E Stelle ***


Episodio XIII:
 
Fulmini, Saette E Stelle
 
 


Al piano di sopra, mentre infuriava lo scontro tra Jabu e Uday, Yuuri era rimasta a sfidare l’Emerald Knight che aveva di fronte. Impugnava un grosso martello da guerra che aveva tutta l’aria di essere molto pesante, ma lui lo teneva tra le mani con estrema facilità.
-Il mio nome è Nicolae!- si presentò.
-Io sono Yuuri, bronze saint della costellazione del sestante!-
-È davvero un peccato che debba combattere con te! Non sarà affatto divertente!-
Yuuri scosse la testa.
-Ti farò cambiare idea molto presto!-
I due guerrieri iniziarono subito a bruciare i rispettivi cosmi. L’aura di Yuuri era particolare perché era contornata di stelle. Nicolae aveva un elmo identico a quello di Jagger di Orione, mentre i coprispalle erano identici a quello sinistro di Doko. I suoi occhi erano blu, mentre i lunghi capelli, che uscivano fuori dall’elmo, erano rossi.
-Il tuo cosmo non mi sorprende affatto!-
La sacerdotessa fece spallucce.
-Se è per questo, neanche il tuo!-
L’Emerald Knight sollevò il suo martello al cielo e iniziò ad emettere scariche elettriche di colore verde smeraldo.
-Spark Emerald War Hammer!-
Sbatté il martello in terra e lanciò come una sorta di freccia di energia elettrica di colore verde smeraldo. Yuuri la evitò scansandosi.
-Non sai fare di meglio?- gli chiese con tono di scherno.
-Non mi provocare, ragazzina! Potresti pentirtene amaramente!-
Il guerriero colpì di nuovo il pavimento con la sua arma altre tre volte, ma Yuuri evitò di nuovo semplicemente scansandosi. Dopodiché, corse verso di lui e quando gli fu abbastanza vicino, lo colpì con un calcio rotante. Quando il colpo andò a segno, però, fu colpita da una scarica elettrica così forte che la fece urlare e cadde a terra.
-Ma… ma come…?-
Capì che il corpo del suo avversario era completamente avvolto da elettricità verde smeraldo.
-Hai provato sulla tua pelle il potere della mia terrificante Emerald Electrical Aura!-
-M… maledetto!-
-Uh! Uh! Uh! Uh!-
Yuuri si rialzò e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Falla finita e lasciati ammazzare senza opporti!-
Colpì di nuovo il terreno e di nuovo la ragazza lo evitò.
-Quanto durerà ancora questo gioco?-
-Va bene, ho capito!-
Nicolae scattò e colpì Yuuri con una violenta spallata scaraventandola contro una parete. Mentre tentò di rialzarsi, il suo nemico ne approfittò e, stavolta, il colpo Spark Emerald War Hammer andò a segno. Yuuri urlò con tutto il fiato che aveva e ricadde a terra.
-Questo scontro durerà poco! Sarò io a uccidervi tutti e vendicherò così i miei compagni!-
La sacerdotessa, a fatica, si rialzò. Pensò di correre verso di lui e colpirlo con un calcio volante, ma ricordandosi che il suo corpo era avvolto dall’elettricità, lasciò perdere. Nicolae si accorse che aveva avuto l’idea e le sorrise.
-Hai avuto un’idea? Coraggio, non essere timida. Mostramela!-
-Eh… non è possibile! Poi se ti colpisco mi farò solo del male!-
Il guerriero di smeraldo rise.
-Volevi colpirmi con un calcio o un pugno eh? Mi spiace molto!-
Detto questo, riutilizzò il martello e Yuuri evitò di nuovo la freccia elettrica scansandosi. Dopodiché, iniziò a bruciare il suo cosmo.
-Non sforzarti! Non serve!-
Yuuri non l’ascoltò e lanciò il suo colpo segreto.
-Starry Aura!-
Lanciò un globo di energia, contornato di stelle esattamente come il suo cosmo, ma Nicolae rimase impassibile. Quando gli arrivò vicino gli diede una martellata come se fosse un giocatore di baseball e la rispedì al mittente. Yuuri, per la sorpresa, la evitò per un soffio.
-M… maledetto!-
L’Emerald Knight sorrise e sollevò il martello al cielo.
-Emerald Thunder!-
Un fulmine cadde addosso a Yuuri che urlò con tutto il fiato che aveva. Una volta finito, s’inginocchiò a terra. Dopo qualche secondo, si rialzò a fatica e senza dire una parola, dopodiché tornò a bruciare il suo cosmo.
-Complimenti per la resistenza. Dico davvero! Altri miei avversari sono morti subito. Tu invece…-
-Starry Aura!-
-Ancora…-
Per la seconda volta, il battitore colpì la palla, ma stavolta andò a finire sul soffitto che non subì alcun danno. Evidentemente la torre era avvolta da una barriera.
-Ogni tentativo è inutile! Rassegnati alla sconfitta!-
Yuuri tornò a bruciare il cosmo molto più intensamente rispetto alle prime volte e lanciò di nuovo il suo colpo. Nicolae scosse la testa, si mise in posizione, colpì un’altra volta e Yuuri la evitò buttandosi a destra.
“Come… come posso sconfiggerlo?” pensò.
A un tratto si avvertì un rumore e Nicolae, d’istinto, guardò il martello.
-Non… non è possibile! Il mio Emerald War Hammer è pieno di crepe! Non posso… crederci!-
Yuuri sorrise soddisfatta, ma grazie alla maschera il suo avversario non poté vederla.
-Se adesso proverò ad usarlo, potrebbe esplodermi in mano. Devo farti i miei più sinceri complimenti!- le disse per poi gettarlo via.
-Tuttavia, non credere di poter continuare a gioire! Non sono certo incapace di difendermi senza armi!-
Il corpo dell’Emerald Knight tornò ad emettere scariche elettriche. Yuuri si mise sulle difensive dopo essere stata scossa da un brivido.
-Emerald Electrical Storm!-
Come diceva il nome, una tempesta di fulmini di smeraldo la colpì facendola soffrire e cadde a terra prona.
-Respiri ancora? Assurdo! Non ci posso credere!-
Il guerriero di smeraldo si avvicinò lentamente a lei, quando all’improvviso, un bagliore dorato lo costrinse a coprirsi gli occhi. Una volta finito, si ritrovò davanti la spada d’oro del cloth della bilancia.
-E quella spada da dove diavolo sbuca?-
Yuuri alzò la testa e la vide.
-Maestro Doko…- sussurrò.
Lentamente si rialzò e la prese.
-Sei finito, Nicolae!-
-Io sono finito? Non penso proprio! Preparati ad assaggiare il mio colpo finale!-
Strinse la mano destra a pugno e cominciò ad emettere scariche elettriche.
-Emerald Thunder Punch!-
Sparò un globo elettrico di smeraldo, mentre Yuuri lanciò verso di lui la spada. Una volta fatto questo, evitò il globo elettrico scansandosi. Quando la lama raggiunse il petto, l’Emerald Knight fece in tempo a dire:
-Mer…-
L’elettricità dell’Emerald Electrical Aura che avvolgeva il suo corpo, a causa della spada d’oro, lo uccise folgorandolo all’instante e cadde a terra supino. Yuuri sorrise e s’inginocchiò.
-Maestro… grazie!- disse.
La spada si sfilò dal corpo del nemico, iniziò a fluttuare e raggiunse Yuuri. Lei la prese e subito diventò piccola così da essere messa in tasca. Yuuri sorrise di nuovo. A quel punto, giunsero Jabu e gli altri.
-Yuuri! Stai bene?- le chiesero.
-Sì, sto bene! Grazie al maestro Doko!- disse mostrando loro la spada.
I bronze saints le sorrisero e le mostrarono le loro armi.
-Immagino che i prossimi avversari saranno perfino più tosti di questi qua!-
Gli altri annuirono.
-Beh, ora basta parlare e andiamo!-
E proseguirono la corsa.

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Capitolo 14
*** Episodio XIV: Frusta Vs Mazzafrusto ***


Episodio XIV:
 
Frusta Vs Mazzafrusto
 
 


L’avversario di June impugnava un mazzafrusto di smeraldo, ovvero, una catena con una sfera chiodata attaccata ad un bastone. I suoi coprispalla avevano la stessa forma di quelli di Aphrodite, mentre l'elmo era a casco integrale ed era munito solo di due fori per gli occhi. Occhi di colore verde. Prima di lasciarla sola, e proseguire la sua corsa, Shun l’abbracciò.
-Buona fortuna!-
Lei gli sorrise, anche se non poté vederla, e gli disse di non preoccuparsi.
-Evitate queste scene disgustose in mia presenza, grazie!- disse il guerriero.
-Stai tranquillo, adesso penserò io a te!-
-Una femmina eh? Allora questo scontro è già finito ancor prima di cominciare!-
Shun si arrabbiò e si stava per avvicinare a lui con intenti bellicosi, ma June lo fermò.
-Ci penso io! Tu vai avanti!-
-D’accordo!-
L’abbracciò un’ultima volta e proseguì.
-Permettimi di presentarmi: mi chiamo Bostjan!-
-Io sono June, della costellazione del camaleonte!-
-Un animale davvero disgustoso. Immagino che anche tu lo sia, altrimenti non ti copriresti il volto con quella maschera!-
-Divertente, ma non è come pensi. Non ho però il tempo di spiegarti i dettagli. Vado di fretta! Possiamo iniziare a lottare?-
Bostjan fece spallucce.
-Come vuoi!-
I due iniziarono a bruciare il cosmo. Il guerriero sollevò la sua arma e iniziò a far roteare la catena con la sfera chiodata sopra la sua testa. Il movimento rotatorio creò un cerchio di energia di smeraldo.
-Emerald Ring!- gridò.
Lo lanciò contro la sua avversaria che non si mosse di un millimetro. Il cerchio le passò attraverso, come se fosse un fantasma, e colpì la parete esplodendo.
-Ma che…?-
June sorrise.
-Il tuo collega Dimitrijus ha già conosciuto questo mio potere: è il Chameleon Camouflage!-
Bostjan rimase senza parole.
-In pratica non potrò mai colpirti! Sei furba, eh?-
-Molto più di quanto pensi!-
L’Emerald Knight tornò a creare anelli sulla sua testa. Ne creò in tutto sei.
-È tutto inutile! Perché sprechi preziose energie inutilmente?-
-Non è uno spreco e poi c’è un motivo ben preciso!-
-E cioè?-
Non le rispose subito. Rimase per qualche secondo zitto, poi sorrise e li lanciò contro di lei. June, capì e dovette evitarli con un agile salto all’indietro.
-Maledetto! Sapevi che l’effetto non era duraturo!-
-Eh già! E so anche che per poterlo riutilizzare sei costretta ad aspettare venti minuti!-
-Complimenti… hai studiato!-
Bostjan rise di cuore.
-Ora basta! Prendi il mio Emerald Flail!-
Tentò di colpirla con la sua arma, ma June avvolse la catena con la palla chiodata con la sua frusta.
-Stupida!- le disse Bostjan sorridendo.
L’arma s’illuminò e la frusta prese fuoco. La ragazza dovette buttarla via.
-Il povero camaleonte ha perso la coda!-
-Tutto per colpa tua!-
-Che ci puoi fare?-
Detto questo, tentò di colpirla con la sua arma, ma la sacerdotessa guerriera evitò l’attacco con delle semplici capriole. Non era agile quanto Jamina, ma sapeva comunque il fatto suo. Una volta lontana dal nemico, iniziò a bruciare il suo cosmo e la figura del camaleonte apparve alle sue spalle.
-Chameleon Sting!-
Lanciò tre aghi di energia dall’artiglio del suo cloth, ma Bostjan lo annullò roteando l’ Emerald Flail.
-Questo è il tuo colpo migliore? Dire che è deludente è poco!-
La ragazza rimase senza parole.
-Ora è il mio turno!-
-No, hai già dato! Chameleon Sting!-
-Tsk!-
Lo annullò di nuovo con facilità. Una volta fatto questo le sorrise, tornò a bruciare il cosmo, sollevò il mazzafrusto e all’improvviso la catena con la palla chiodata s’illuminò e dal nulla ne spuntarono ben sei che si allungarono, si diressero verso June e la colpirono contemporaneamente sul petto e sulle braccia e cadde a terra. Fortunatamente, la sua maschera non fu toccata.
-Sei rimasta sorpresa? Adesso ti ucciderò!-
Stava per colpirla un’altra volta, ma June riusò il Chameleon Sting riuscendo ad annullare le sei catene. Un ultimo ago, poi, colpì il mazzafrusto spezzandone per sempre la catena.
-Il… il mio Emerald Flail!-
June si rialzò di scatto, lo colpì con una violenta ginocchiata con la gamba destra, mentre con la sinistra lo colpì con un calcio rotante buttandolo a terra.
-Sei finito, ormai! Non hai più la tua fedele arma!-
-Quanto sei sciocca! Sappiamo combattere benissimo anche senza l’aiuto delle nostre armi!-
Detto questo, Bostjan tornò a bruciare il suo cosmo.
-Adesso ti farò vedere una tecnica che ho imparato da un mio collega! Consideralo un regalo da parte mia che ti spedirà all’inferno!-
-Io non andrò all’inferno, sono troppo buona!-
-Non ne sarei così sicuro! Emerald Iron Doom!-
Usò proprio la stessa tecnica di Miroslav. Purtroppo, June non fece in tempo a schivare la sfera energetica con le punte e la prese in pieno. Ciò nonostante, la ragazza si rialzò. Bostjan, ovviamente, ci rimase molto male. A un tratto, sulla maschera della ragazza si formarono piccole crepe.
“Dannazione!” pensò.
-Non ho idea di come tu abbia fatto a sopravvivere! Non hai neanche usato il Chameleon Camouflage!-
-Eh! Non sono ancora passati i venti minuti! Sono comunque desolata!-
-Avevo messo tutto me stesso in quel colpo in memoria del mio collega Miroslav sperando, così, di rendergli onore e invece… è davvero un gran peccato! Pazienza! Ho ancora un altro colpo da usare! E questa volta stai sicura che ti ucciderà!-
-Aspetta e spera!-
-Perché aspettare?-
Bostjan tornò a bruciare il suo cosmo. June si mise in posizione e a un tratto sorrise. Si sentì fortunata di avere la maschera addosso, in questo modo non poteva essere vista.
-Preparati, donna! Emerald Meteor!-
L’Emerald Knight sollevò le braccia al cielo e una grossa meteora di energia verde smeraldo si diresse velocemente verso la sacerdotessa che la prese in pieno.
-È tutto finito!-
Ci fu qualche secondo di silenzio, la polvere e il fumo svanirono e June era di nuovo in piedi. Il suo corpo, ovviamente, era trasparente.
-N… no… sono passati i venti minuti!-
-Già!-
Bostjan iniziò all’improvviso a ridere.
-Lo hai comunque riutilizzato subito. Appena l’effetto finirà dovrai aspettare di nuovo venti minuti! Quindi sarai alla mia mercé!-
June strinse i denti. Il suo avversario aveva ragione.
-Vorrà dire che devo sconfiggerti prima che finisca l’effetto!-
-E come pensi di fare?-
June non rispose e lo colpì con un calcio volante buttandolo a terra.
-Ma come… riesci a colpirmi?-
-Io posso! Siete voi che non potete!-
-Brutta…-
Gli diede un pugno in faccia, un altro e un altro ancora. Sembrava un pugile.
-Maledetta!-
La colpì con un calcio, ma le passò attraverso, perciò si allontanò da lei con un salto. In quel preciso momento, la ragazza tornò a bruciare il cosmo e lanciò il Chameleon Sting colpendolo in pieno. Bostjan emise un lamento soffocato, mentre il petto venne perforato dai tre aculei di energia, e cadde a terra. Si rialzò a fatica sanguinando dalla bocca.
-È finita ormai. Smettila di opporre resistenza! Ho vinto io!-
-Tu… non hai… vinto!-
Tornò a bruciare il suo cosmo e June rimase senza parole di quanto fosse ancora ardente nonostante tutto.
“Come… come fa?” pensò con una certa ansia.
La sfera con le punte comparve sulla mano del suo avversario.
-Emerald Iron… co… cosa…?-
Bostjan sbarrò gli occhi ed ebbe un brivido. Il cosmo di June bruciava in maniera molto più intensa rispetto a prima.
-Nebula Crash!-
Lanciò il suo colpo, Bostjan lo prese in pieno e la sua corazza andò completamente in frantumi. Una volta perso il casco integrale, si scoprì che i suoi capelli erano corti e biondi. 
-June!- dissero delle voci famigliari.
La ragazza si voltò verso gli amici e sorrise.
-Salve ragazzi!-
-Stai bene?- le chiesero.
-Alla grande! Possiamo proseguire!-
A un tratto, un bagliore dorato li costrinse a coprirsi gli occhi, ma al tempo stesso, gli altri sorrisero.
-Che succede?-
-È un regalo per te!- disse Yuuri.
-Un regalo per me? Che significa?-
-Guarda tu stessa!- dissero gli altri.
Si scoprì gli occhi e vide davanti a sé il Triple Rod.
-Ma questo è…-
Jabu e gli altri le mostrarono le loro armi.
-Capisco! È tutto chiaro ora!-
Prese l’arma dorata, sorrise e ringraziò il maestro.
A un tratto, sentì il cosmo del suo amato diventare sempre più debole e iniziò a correre a perdifiato seguita dagli amici.
-Sto arrivando, Shun! Non morire!- disse.
 


Nota 19: L’elmo integrale di Bostjan è simile, per non dire identico, a quello di Crystal Man del videogioco Mega Man 5

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Capitolo 15
*** Episodio XV: L’Arma D’Oro Finale ***


Episodio XV:
 
L’Arma D’Oro Finale
 
 


Non appena l’Emerald Knight vide Ériu le sorrise.
-Salve dea Ériu! Si ricorda di me?-
-Certo che mi ricordo di te, Taimur! Non vi ho mai dimenticato e soprattutto… non ho mai dimenticato quello che mi avete fatto!-
Dal suo tono di voce si capiva che era sia arrabbiata, sia che stava per piangere. Shun la guardò con aria triste. Taimur  aveva i coprispalla identici a quello sinistro di Argor di Perseo, mentre l’elmo era identico a quello di Geist vista nell’anime, meglio conosciuta come Morgana, però privo di quelle specie di “orecchie”. La sua arma, infine, era un’alabarda di smeraldo.
-Coraggio, dea Ériu! Si faccia pure avanti! Non abbia paura! Se volete attaccarmi tutti e due insieme, poi, è ancora meglio!- la sfidò.
La divinità fece un passo in avanti, ma Shun le mise una mano sulla spalla.
-Ci penso io a lui! Tu prosegui!-
La ragazza dai capelli biondi gli sorrise e scosse la testa.
-Non me ne vado senza di te! Dobbiamo proseguire insieme anche ai tuoi amici!-
-D’accordo, come vuoi!-
-Allora? Cosa state aspettando? Mi prudono le mani!-
-Calmati, sarò io il tuo avversario!-
Taimur lo guardò e rise.
-Che avversario imbarazzante. Non riesco a capire se sei una femmina oppure no!-
Shun gli sorrise sarcasticamente, dopodiché bruciò il cosmo.
-Thunder Wave!-
Taimur fu colpito e cadde a terra.
-Mi hai sorpreso. Un punto per te!- disse dopo essersi rialzato.
Dopodiché, iniziò a bruciare il suo cosmo.
-Flashing Emerald Halberd!-
-Ah! Rolling Defence!-
Il colpo era identico a quello di Krishna di Crisaore e infatti, nonostante Shun avesse disposto la catena in difesa, fu fatta completamente a pezzi e si ritrovò con il corpo pieno di graffi.
-Maledizione…-
-Uh, uh, uh, uh! La tua inutile difesa è stata annientata! Ora cosa pensi di fare?-
Shun non gli rispose.
-D’accordo, ci penso io!-
Tornò a bruciare il suo cosmo e lo colpì di nuovo allo stesso modo. Shun si ritrovò di nuovo coperto di graffi e s’inginocchiò. A quel punto, Ériu si mise davanti a lui.
-Ora basta!-
-Ah, bene! Ha deciso di scendere in campo? Non aspettavo altro! Flashing Emerald Halberd!-
-R… Rolling Defence!-
-Cosa?-
Le catene, rigenerate, formarono la difesa, ma furono di nuovo fatte a pezzi. I due, quindi furono ovviamente colpiti e caddero a terra.
-Dovevo immaginare che quelle stupide catene si rigenerassero!-
Shun si rialzò a fatica.
-Complimenti per la tenacia!- disse Taimur.   
Detto questo, tornò a bruciare il cosmo e lanciò un’onda affilata di energia di smeraldo direttamente dalla lama di scure.
-Emerald Halberd Blade!-
Non potendo difendersi, Shun si scansò di lato.
-Non riuscirai ad evitarla all’infinito!-
Taimur ne lanciò un’altra che Shun evitò abbassando la testa. Nel fare questo, la lama riuscì a tagliare giusto qualche ciuffo dei suoi capelli.
-Vuoi stare fermo, razza di…-
Le catene si rigenerarono e il saint sorrise.
-Greatest Capture!-
Queste si avvolsero attorno all’Emerald Knight legandolo come un salame.
-Che fortuna sfacciata che hai, moccioso!-
-Ti ringrazio!-
-Cosa pensi di fare adesso? Mi stritolerai finché non morirò?-
-Oh no. Non ho intenzione di ucciderti! Ti lascerò qui legato alle mie catene e proseguirò la corsa senza di loro!-
Taimur iniziò prima a tremare, poi a ridere istericamente.
-Che gentile! Sei davvero vomitevole!-
-Dì quello che vuoi! Non m’importa!-
A un tratto, il giovane saint sentì una voce.
“Shun!”
Il fatto che l’avesse sentita solo lui significava che gli stavano parlando telepaticamente.
“Ériu? Sei tu? Perché mi stai…?”
La dea lo interruppe.
“Sì, sono io! Ascoltami! Capisco che non vuoi uccidere perché è sbagliato, ma devi farlo. Non c’è altra soluzione!”
“C’è sempre una soluzione!”
“Non in questo caso! Gli Emerald Knight hanno ormai perso la loro umanità. Sono ormai stati soggiogati da un maleficio che li ha trasformati per sempre in burattini senza anima e non si fermeranno mai nel portare a termine i loro propositi malvagi! È triste, lo so, ma ormai non c’è più nulla da fare. Niente può riportarli alla ragione. Neanche io o Atena che siamo dee!”
Shun rimase senza parole.
“Non… non posso… non posso…” disse dopo un po’.
“Devi! Non c’è altra scelta! Se vuoi salvare tua cugina, devi sconfiggere i nemici! Ho capito che sei un bravo ragazzo, ma purtroppo devi uccidere per non essere ucciso!”
-Sai una cosa, moccioso?-
La voce di Taimur lo riportò alla realtà.
-C… cosa?-
-Hai fatto solo una fatica inutile!-
Senza il minimo sforzo, il guerriero di smeraldo si liberò dalla catena distruggendola. Fatto questo, con uno scatto fulmineo, afferrò il collo di Shun con un braccio e lo scaraventò a terra per poi prenderlo a pedate sul petto. Shun riuscì ad allontanarsi da lui semplicemente rotolando di lato.
-Sei di nuovo senza la tua fedele catenina, ma stavolta ti ucciderò subito così eviteremo che si rigeneri un’altra volta!-
Tornò a bruciare di nuovo il suo cosmo, dopodiché lanciò innumerevoli Emerald Blade. Shun, fortunatamente, riuscì ad evitarle tutte.
-Non riuscirai ad evitarla all’infinito!-
-Lo hai già detto!-
-Zitto!-
Tentò di lanciarne un’altra, ma avvertì qualcosa di strano. Sembrava come se ci fosse qualcosa che gli impediva di muoversi.
-Che… che diavolo succede?-
Si guardò attorno e notò come una specie di nebbia che lo avvolgeva. Era quella ad impedirgli qualsiasi movimento.
-Questo è il mio colpo, si chiama Nebula Stream. Ora sei completamente bloccato, ma se proverai a muoverti, lo stream si trasformerà in tempesta e tu… morirai! Io, come ti ho detto, non voglio ucciderti quindi…-
“Shun…”
Questa volta, Ériu lo pensò senza entrare nella sua testa.  
-Quindi nulla! Il tuo atteggiamento vomitevole deve finire!-
Taimur tentò di fare un passo.
-N… no! Perché lo hai fatto? Nebula Storm!-
Il guerriero fu investito dalla tempesta, la sua arma e la sua corazza andarono in pezzi e cadde a terra supino.
-Maledetto… moccioso… credo… credo davvero di averti sottovalutato!- disse prima di morire.
Shun aveva la testa abbassata e tremava. Ériu si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla.
-Mi spiace, ma… non avevi altra scelta! Te l’ho detto…-
Jabu e gli altri arrivarono proprio in quel momento.
-Shun!- esclamò June abbracciandolo.
-Come stai?- gli chiese poi.
-Un po’ scosso perché ho dovuto uccidere il mio avversario, anche se non volevo, ma comunque sto bene! Perché?-
-Perché mi sono molto preoccupata! Avevo sentito il tuo cosmo affievolirsi incredibilmente! Io… credevo di averti perso!- disse con il tono di chi stava per piangere.
Shun le sorrise e l’abbracciò.
-Ti ringrazio!-
A un tratto, anche a Shun gli apparve davanti l’ultima arma dorata della bilancia. Più precisamente il Twin Rod.
-Anche noi abbiamo ricevuto un’arma in dono!- gli dissero gli altri.
Shun sorrise, afferrò l’arma e iniziò a brandirlo. Ad ogni movimento, l’arma formava una scia di stelle. Una volta fatto questo, e rimpicciolito, i sei saints si voltarono verso la scalinata.
-Andiamo!- dissero.
-Aspettate!-
Ériu li interruppe.
-Cosa c’è, Ériu ?-
Il corpo della dea iniziò a brillare intensamente di verde smeraldo. Anche la pietra sul suo scettro fece lo stesso e lanciò un raggio, che si divise in sei, e colpì i saints di Atena.
-Ma cosa…? I… incredibile! Mi sento forte come un leone!- disse Shun.
-Anch’io!- dissero gli altri.
Ériu sorrise.
-I prossimi avversari saranno ancora più difficili da sconfiggere rispetto a questi che avete battuto! Per questo dovevate essere in forze!-
-Grazie mille, Ériu!-
La dea sorrise e annuì.
-Bene, come detto prima, andiamo!-
E salirono al piano di sopra, dove ad attenderli c’era il loro prossimo avversario.

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Capitolo 16
*** Episodio XVI: Believe In The Shield ***


Episodio XVI:
 
Believe In The Shield
 


L’Emerald Knight che avevano di fronte impugnava una balestra di smeraldo. Indossava un elmo simile a quello usato dai militari, dal quale uscivano lunghissimi capelli neri, mentre il volto era coperto da una maschera identica a quella indossata da Vega nel videogioco Street Fighter II. I coprispalla, invece, erano bombati.  
-Lui è Bahri!- disse Ériu.
-Per quale motivo indossa una maschera?- si domandò Shun.
-Perché così nessuno può deturpare il mio bel viso!- rispose il guerriero.
I saints rimasero senza parole.
-Il maestro Doko ci aveva detto che anche tra i saints di Atena ce n’erano due che erano narcisisti, ma non fino a questo punto!- disse Hyoga.
-Anche voi indossate delle maschere per lo stesso motivo, vero ragazzine?-
Le tre sacerdotesse si guardarono e risero. Inevitabilmente, anche i maschi si unirono a loro.
-Cosa diavolo avete da ridere?-
-C’è tutt’altro motivo del perché indossiamo una maschera, ma non puoi capire e non siamo qui per spiegartelo! Abbiamo una certa fretta!- disse Jamina.
-D’accordo. Non importa! Attaccatemi pure. Non ho paura ad affrontarvi tutti insieme!-
-Coraggioso, ma no. Non c’è bisogno. Sarò io a combattere con te! Maschera contro maschera!-
Jamina fece un passo avanti ed iniziò a bruciare il suo cosmo, quando Jabu gli mise una mano sulla spalla.
-Scusa se m’intrometto, ma vorrei affrontarlo io. Ti spiace?-
-Veramente sì!-
-A me invece no, perché era proprio con lui che voglio lottare. Io non combatto con esseri inferiori come le donne!-
Jamina si sentì molto offesa e avrebbe voluto tirargli un pugno, ma si limitò a sussurrare al compagno:
-Fallo a pezzi anche per me!-
-Puoi contarci!-
Ériu e gli altri, quindi, proseguirono la corsa.
-Bene, caro unicorno, preparati a restare un mito!-
-E tu prepara bene il tuo viso ad essere preso a schiaffi!-
-Non riuscirai! Emerald Arrows!-
Bahri bruciò il suo cosmo e lanciò dall’Emerald Crossbow tre frecce di smeraldo che colpirono in pieno Jabu esplodendo e buttandolo a terra.
-Questo scontro è già finito!-
-Non cantare vittoria troppo presto!-
Jabu compì un salto.
-Unicorn Gallop!-
Colpì il suo avversario in pieno buttandolo a terra.
-Unicorn Horn!-
Lanciò dal corno la solita onda energetica che colpì la balestra e cadde a terra.
-Ora sei senza la tua fedele arma!-
Bahri gli sorrise, con uno scatto fulmineo lo colpì con una violenta ginocchiata allo stomaco e subito recuperò la sua arma.
-Stavi dicendo?-
-M… maledetto! Unicorn H…-
Bahri lanciò un altro trio di frecce e Jabu ricadde a terra.
-Sei duro a quanto vedo e anche la tua corazza è resistente. Ed è strano. Dovrebbero sbriciolarsi come biscotti al burro! Siete bronze saint, no? La casta più bassa!-
-Non devi basarti solo sul tipo di casta! È un grave errore!-
Detto questo, si rimise in piedi e lo colpì con un calcio rotante buttandolo a terra. Dopodiché lo colpì di nuovo con un Unicorn Gallop.
-Unicorn Horn!-
Tentò di colpirlo di nuovo con un’onda energetica, ma l’Emerald Knight l’annullò con una sola freccia. Ne sparò, poi, altre due che raggiunsero il giovane saint colpendolo in pieno buttandolo a terra.
-Hai resistito di nuovo? Ma come è possibile? Non posso credere che si tratti di semplice fortuna! C’è qualcos’altro dietro…-
Jabu sorrise.
-Se credi che io sappia qualcosa, hai sbagliato persona!-
-Va bene, non importa! Dovrai morire prima o poi!-
L’Emerald Knight tornò a bruciare il suo cosmo, ma anche Jabu fece altrettanto e la figura dell’unicorno comparve alle sue spalle.
-Unicorn Shock!-
Il guerriero di smeraldo fu colpito dalla scossa elettrica e iniziò a soffrire. Un po’, non troppo, e lanciò altre frecce, ma Jabu le evitò con un salto. Così facendo, però, l’effetto dell’Unicorn Shock si annullò.
-E va bene, ora basta!- disse Bahri tornando a bruciare il cosmo.
-Mi hai letto nel pensiero! Unicorn Horn!-
L’onda colpì la balestra e volò lontana dal suo proprietario. Il guerriero, tuttavia, sorrise e, veloce come un lampo, riprese l’arma, la sollevò in aria e sempre con un sorriso bieco disse:
-Emerald Arrows Storm!-
Lanciò un'unica freccia che raggiunse il soffitto e sparì nel nulla.
-Cosa diavolo hai fatto? E dov’è finita quella freccia?-
Bahri tornò a sorridere.
-Oh, aspetta e vedrai!-
A un tratto, dal nulla iniziò a piovere una pioggia di frecce di smeraldo. Sembrava di assistere alla scena delle frecce persiane nel film 300. Se l’incontro si fosse svolto all’aperto, con molta probabilità avrebbero oscurato il sole proprio come viene detto, ed effettivamente succede, nel film. Una volta raggiunto l’obbiettivo ci fu una grande esplosione.
-Addio per sempre, stupido cavallo cornuto!-
E iniziò a ridere. A un tratto, s’interruppe di colpo quando sentì la voce di Jabu.
-Devo ammetterlo, mi hai colto di sorpresa e spaventato parecchio! A quest’ora sarei bello morto se non avessi avuto con me lo scudo della bilancia!-
-Co… cosa? Lo… lo scudo della bilancia?-
Una volta passato il polverone, Jabu era protetto dal grande scudo dorato.
-M… maledetto, mi hai tenuto nascosto quel dannato scudo!-
-Scioccante, vero?-
A quel punto, Jabu compì uno scatto e colpì con una violenta scudata, il volto del suo avversario. Bahri, a causa della violenta botta, perse l’elmo che volò via e iniziò a barcollare. A un tratto, sulla maschera iniziarono a comparire numerose crepe finché non si sbriciolò rivelandone il volto, ovvero, quello di un giovane mediorientale.
-La… la mia maschera! La mia preziosa maschera. Come hai osato? Adesso deturperai il mio bel viso e non posso assolutamente permettere che ciò accada!-
Il bronze saint sbuffò, colpì prima la balestra con un calcio facendola volare via, poi lo colpì con un Unicorn Gallop buttandolo a terra.
-Non ho toccato il tuo bel faccino! Sei contento?-
-Sei un maledetto! Adesso ti faccio a pezzi!-
Si rialzò, iniziò a bruciare il suo cosmo, ma s’interruppe.
-Ah! Ma che…? È assurdo! Non è possibile! Non può accadere una cosa simile!- disse con sguardo attonito.
-Che ti prende?-
L’Emerald Knight si strofinò gli occhi e riguardò il giovane saint.
-S… sì. Ho avuto un’allucinazione sicuramente provocata dalla botta. Non era affatto successo davvero. Non c’è altra spiegazione!-
-Si può sapere di cosa blateri? Mi sa che hai ragione, la botta ti ha dato alla testa!-
Bahri scosse la testa.
-Ho avuto l’impressione che il tuo bronze cloth, per una frazione di secondo, fosse diventato gold!-
-Mh? Dici davvero?-
-Proprio così, ma come ho detto, sicuramente è stato un abbaglio!-
-Io invece credo che tu abbia ragione!-
-Ah sì? E come diavolo si spiega una cosa del genere?-
-Il maestro Doko ci disse che durante l’ultima battaglia contro Hades, sei gold saints, prima di morire, donarono il loro sangue ai bronze cloth rimasti intatti. Questo fece anche modificare il loro aspetto, per questo il mio cloth e quelli dei miei compagni sono diversi da come erano originariamente! Solo quello del sestante e del camaleonte hanno subìto modifiche molto lievi -
-Questo spiega anche perché nessuno di noi è riuscito a farli a pezzi! Hanno acquistato una maggiore resistenza! Ora tutto ha un senso!- disse Bahri con rabbia.
-Proprio così!-
-Tuttavia, anche se è stato bagnato dal sangue dei gold saints, resta un inutile bronze cloth semplicemente placcato d’oro. Niente di più. Prima o poi andrà in frantumi e so anche come fare!-
L’Emerald Knight tornò a bruciare il suo cosmo, mentre Jabu si mise con lo scudo in difesa.
-Crepa, maledetto! Emerald Beam!-
Lanciò un enorme raggio di smeraldo e colpì Jabu, ben protetto dallo scudo, che però fu scaraventato contro una parete. Una volta finito, il ragazzo rimase sconvolto nel vedere che si erano formate alcune piccole crepe.
-I… Incredibile! I gold cloth sono i più resistenti eppure… eppure sei riuscito a scalfire questo scudo!-
-Speravo di averlo fatto a pezzi, ma è buon risultato. Basterà un altro attacco e…-
-N… No!-
Il corno di Jabu s’illuminò e Bahri si ritrovò con il corpo paralizzato.
-Ah, maledetto! Hai visto le brutte e così…- disse a denti stretti, dato che non riusciva a muovere neanche la bocca.
Jabu tornò a bruciare il suo cosmo.
-Unicorn Horn!-
Il proiettile energetico colpì Bahri in pieno.
-Ah! È completamente diverso da quelli precedenti!-
Il guerriero fu scaraventato poco lontano, mentre la sua corazza andava completamente in frantumi. Una volta a terra disse:
-Sei solo un maledetto dalla fortuna sfacciata! Se non avessi avuto quel dannato scudo a salvarti la pelle, ora quello steso a terra saresti tu. Non certo io!-
Detto questo, morì. Jabu contemplò le piccole crepe sullo scudo.
“Ora capisco perché il maestro Doko ci ha donato le sue armi! Questi Emerald Knights sono davvero più pericolosi degli altri! Li ho un po’ troppo sottovalutati!”
Una volta finito, rimpicciolì lo scudo e proseguì.



Nota 20: Il titolo del capitolo è una frase del trio di wrestlers chiamati The Shield

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Capitolo 17
*** Episodio XVII: L'Ascia Di Smeraldo E La Spada D'Oro ***


Episodio XVII:
 
L’Ascia Di Smeraldo E La Spada D’Oro
 
 


Ad accogliere i nostri eroi fu un altro giovane guerriero del medio oriente. I coprispalla erano identici a quelli di Jango, mentre l'elmo era a casco con una placca a forma di rombo sulla fronte. La sua arma era un’ enorme ascia bipenne di smeraldo.
-Me ne occupo io! Voi andate pure avanti!- disse Yuuri.
Gli altri annuirono ed eseguirono. Una volta soli, il guerriero chinò appena il capo e disse:
-Il mio nome è Rami!-
-Io sono Yuuri!-
La ragazza sorrise e iniziò a bruciare il suo cosmo stellato. Rami, invece, non fece una piega.
-Che ti prende? Perché non bruci il cosmo e ti difendi?-
Stavolta fu lui a sorridere. Rapido, come un battito di ciglia, scomparve da davanti alla guerriera di Atena per ritrovarsi alle sue spalle.
-Ma cosa…?-
La maschera sul suo volto si spaccò in due parti, mentre sulle braccia e sulle gambe si formarono due profondi tagli che iniziarono a spruzzare sangue, a farla inginocchiare e gridare dal dolore.
“Non… non è possibile! È stato così rapido che non sono riuscita a vedere nulla! Assolutamente nulla! Ho solo… avvertito una lieve brezza!” pensò la ragazza completamente sconvolta.
Rami la guardò e sorrise.
-E considera che questo era solo un assaggio!-
Yuuri si rialzò a fatica e a denti stretti.
-Hai… hai spaccato in due la… la mia maschera! Maledetto!-
-Cosa c’è? Perché ti sconvolge tanto questa cosa? Non dirmi che sei come Bahri?-
-Non è per questo!-
-Ah sì, ho capito! Ho sentito parlare della vostra stupida regola, ma non preoccuparti. Non m’innamorerò mai di te! Specialmente perché per me sei già morta! C’è da dire, comunque, che hai due occhi bellissimi!-
Gli occhi di Yuuri erano di colore arancione e si sposavano molto bene con i suoi capelli argentati.
-P… piantala di prendermi in giro!-
-Dico seriamente! Non sono mai stato così serio in vita mia!-
La ragazza digrignò i denti e tornò a bruciare il cosmo, ma Rami non si scompose affatto.
-Emerald Spinning Axe!-
Dall’ascia lanciò un’onda energetica, che riprendeva la forma dell’arma roteante, e Yuuri la prese in pieno perché non fece in tempo a scansarla.
-Dannazione!-
La sacerdotessa si rialzò, mentre il suo avversario la scherniva sorridendole beffardamente, tornò a bruciare il suo cosmo e lanciò il suo colpo.
-Starry Aura!-
Lanciò l’onda, ma Rami la tagliò con la sua arma.
-Credo che ormai sia ben chiaro come finirà questa storia! Rimani ferma e lasciati decapitare dalla mia fedele ascia!-
Yuuri rimase in silenzio per qualche secondo, poi aprì bocca.
-Permesso accordato!-
Il guerriero di smeraldo rise come un matto e si gettò verso la sua avversaria pronto a decapitarla. A un tratto, però, l’arma si scontro contro la spada d’oro.
-Cosa? Una spada d’oro? Dove diavolo la tenevi nascosta?-
-In tasca! Ha la capacità di rimpicciolirsi e ritornare alle dimensioni normali semplicemente con la forza del pensiero!-
-Affascinante, ma non ti salverà! La mia arma è superiore!-
-Non ne sono convinta!-
-Cambierai presto idea!-
Yuuri si preparò ad attaccare, ma il dolore causato dalla ferita al braccio si fece sentire e s’inginocchiò soffrendo. Rami rise divertito da tutto ciò.
-Le ferite causate dal mio attacco ti fanno male? Non sai quanto mi dispiace! Ora ti taglierò per sempre la testa così finirai di soffrire!-
Tornò a bruciare il suo cosmo, segno che era pronto a riutilizzare quell’attacco veloce, ma Yuuri si rialzò e si mise in posizione d’attacco.
-Oh! Cosa hai intenzione di fare?-
Senza dire nulla, compì uno scatto fulmineo. Rapido esattamente come quello di Rami. Sul suo braccio destro e sulla gamba sinistra comparvero due profondi tagli e iniziò a spruzzare sangue e a urlare.
-Non… non può essere vero! Mi hai… imitato! Maledetta saint!-
-Ti ringrazio. Ne sono fiera!-
-Emerald Spinning Axe!-
Stavolta, grazie alla spada, Yuuri l’annullò e gli sorrise.
-Ora non puoi più usare il tuo colpo perché lo annullerò sempre!-
A quel punto, le due armi iniziarono a cozzare tra loro. Durante lo scontro, Rami rimase molto colpito e sorrise alla sua avversaria che lo notò.
-Che diavolo hai da sorridere?-
-Niente, sono semplicemente e sinceramente colpito!-
-Da cosa? Dai miei occhi? Lo hai già detto, mi sembra!-
-Sì, quello l’ho già detto! Parlo di un’altra cosa!-
-Ovvero?-
-Del fatto che tu sia così in gamba nel maneggiare un’arma. Secondo le mie informazioni, solo i Gold Saints possono avere il diritto di maneggiare le armi della bilancia, e solo dopo un’attenta valutazione dello stesso saint, quindi gli altri guerrieri silver e bronze non sono affatto contemplati!-
-È vero! È così, ma grazie al maestro Doko siamo stati allenati anche nell’uso delle armi perché sapeva che ne avremmo avuto bisogno proprio come in questo momento!-
-Che maestro previdente…-
I due guerrieri tornarono a far cozzare le loro armi e ogni tanto si colpivano con pugni, calci, ginocchiate e gomitate. All’improvviso, Rami spalancò gli occhi. Il cloth di Yuuri, da rosso, diventò d’oro e questo lo lasciò stupefatto.
-Che diavolo succede? Il tuo cloth…-
-Cos’ha che non va?-
L’occhio gli cadde sul bracciale e anche lei rimase sorpresa all’inizio, dopodiché sorrise.
-Dev’essere l’effetto del sangue d’oro di cui ci aveva parlato il maestro!- disse.
Rami inarcò un sopracciglio.
-Sangue d’oro? Io ho sempre sentito parlare di sangue blu, ma…-
-Spiritoso!-
La ragazza gli spiegò e Rami iniziò ad annuire.
-Ora è tutto chiaro! Adesso capisco perché la mia Emerald Spinning Axe, quando colpì il tuo cloth, non gli provocò alcun danno! È di bronzo, ma ha acquistato la stessa identica resistenza di uno d’oro! Questo sì che è impressionante!-
Yuuri sorrise e poi continuò ad attaccare. Alla fine, con la sua fedele spada, riuscì finalmente a tagliare l’ascia di smeraldo che cadde a terra. Rami rimase fermo a contemplarla senza parlare per alcuni lunghissimi secondi.
-Hai distrutto… la mia fedele arma!-
Tuttavia, la sua avversaria rimise al suo posto la spada.
-Non ha senso che io usi la spada contro qualcuno disarmato!-
-Questo te lo potevi risparmiare!-
Con la sua solita velocità, Rami colpì Yuuri con una ginocchiata allo stomaco. Mentre la guerriera barcollò, il suo avversario tornò a bruciare il cosmo e una sfera di pura energia di smeraldo comparve sulla sua mano destra.
-Emerald Purifier Sphere!-
Yuuri lo prese in pieno e ci fu una grande esplosione. Quando però il fumo e il polverone svanirono, il corpo della ragazza era ancora intero. Prono, ma intero.
-Dannazione e maledizione!- gridò infuriato il suo avversario.
Rami si avvicinò a lei e notò che impugnava la spada.
-Ecco perché ti sei salvata, maledetta! Hai tagliato l’ Emerald Purifier Sphere con la tua spada!-
Infuriato, iniziò a prenderla a calci sui fianchi. La colpì cinque volte e quando stava per dargliene una sesta, Yuuri tornò a bruciare il suo cosmo e il suo corpo si ricoprì di stelle.
-D… Dannazione, muori! Emerald…-
-Starry Aura!-
Lanciò il suo colpo e l’Emerald Knight fu preso. La sua corazza andò completamente in frantumi e cadde a terra supino. La ragazza si rialzò, rimpicciolì la spada e si avvicinò al nemico caduto.
-I… i miei rispetti. È stato… davvero un bel combattimento. Sono… sono felice di averti affrontato!- disse il guerriero prima di morire.
Yuuri sorrise e ringraziò con un movimento del capo. A un tratto, sentì una voce famigliare alle sue spalle.
-Yuuri! Stai bene?-
-Jabu! Non muoverti! Non fare alcun passo!- disse senza voltarsi.
-Perché? Eppure il nemico è a terra. Non mi vorrai dire che ci sono delle trappole?-
-No, no. Non è per questo è che… sono senza la maschera!-
-Ah…-
Ci fu un lungo minuto di silenzio.
-Beh, non vedo dove sia il problema!- disse il ragazzo.
-Stai… scherzando, vero? Conosci la regola. O l’hai dimenticata?-
-Non l’ho dimenticata! Non sono ancora così vecchio!-
-E allora perché dici fandonie? Vuoi che ti uccida?-
-Non hai motivo di uccidermi! Io… io ti amo!-
Nel sentire queste parole, Yuuri sussultò. Rimase zitta per un attimo poi disse:
-Non prendermi in giro!-
-Non l’ho mai fatto e dubito che inizierò ora!-
-Mi stai prendendo in giro, invece! Ti ho sempre visto in compagnia di Jamina. Quindi deduco che è lei che ami. Non puoi certo amarci tutti e due!-
-Jamina è solo una grande amica per me. Lei ha già qualcuno nel suo cuore!-
Yuuri rimase di nuovo zitta. Jabu, invece, si avvicinò a lei.
-Yuuri…- disse non appena la raggiunse.
La ragazza si voltò lentamente verso di lui con le lacrime agli occhi per la felicità. Il saint dell’unicorno le sorrise e le accarezzò il viso con dolcezza. A un tratto, lei lo colse di sorpresa abbracciandolo e quindi lui ricambiò. Rimasero fermi in quella posizione per non si sa bene quanto tempo, quando Yuuri riaprì gli occhi, si staccò da lui ed esclamò:
-Ma cosa diavolo stiamo facendo? Non c’è tempo da perdere, abbiamo una missione da compiere!-
Jabu sospirò con il pensiero.
-Hai ragione, Atena e gli altri ci stanno aspettando!-
E corsero insieme verso la scalinata a chiocciola. 

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Capitolo 18
*** Episodio XVIII: La Maledizione Del Faraone ***


Episodio XVIII:
 
La Maledizione Del Faraone
 
 


L’Emerald Knight che si trovarono davanti, lasciò Shun e gli altri di stucco. Il suo elmo era una riproduzione in smeraldo della maschera funerea di Tutankhamon. Le uniche differenze, oltre il materiale, erano l’assenza del cobra e della testa dell’avvoltoio sulla fronte e le orbite vuote. Indossava una cintura a forma di gonna, proprio come quella di Saga dei Gemelli, e i coprispalla, invece, erano identici a quelli di Aiolos. La sua arma, invece, era una lancia.
-Un faraone al servizio degli Emerald Knights? Non dovrebbe essere il contrario?- disse ridendo Jamina.
Anche gli altri risero. Il guerriero, invece, scosse la testa e disse:
-Il mio nome è Jamil! Dato che sono egiziano, chiesi alla dea Atena di far modificare l’aspetto della mia corazza e così acconsentì!-
La sua voce era profonda e possente. Come uno spirito proveniente dall’oltretomba.
-A… Accidenti che voce impressionante! Se una mummia potesse parlare, avrebbe senz’altro questa voce!- disse Shun.
Il guerriero di smeraldo sorrise, ma a causa della maschera non si poté vedere.
-Comunque, vi consiglio di non sottovalutarlo!- disse Ériu.
-Non preoccuparti, sconfiggerò anche lui come ho fatto con Miroslav!- disse Hyoga.
-Non hai sentito quello che ha detto Ériu? Non sottovalutarmi, moccioso!-
-Mi chiamo Hyoga! Ora lasciatemi da solo con lui e andate avanti!-
Gli altri annuirono e proseguirono. Una volta soli, Hyoga si mise in posizione, mentre l’Emerald Knight rimase fermo dov’era.
-Che ti succede? Ti sei mummificato? La cosa non mi sorprenderebbe…-
Jamil, senza dire nulla, iniziò a far roteare, come fosse un’elica, davanti a sé la sua lancia. A un tratto, Hyoga avvertì come una folata di vento e si ritrovò con un profondo graffio sul fianco sinistro e sulla guancia.
-Ma… ma cosa diavolo…?-
-Uh, uh, uh, uh! Sono forse stato troppo veloce per te?-
“Non… non è possibile! Tutto ciò è assurdo!”
-Avevo mirato anche al cloth, ma stranamente non è andato in pezzi. Eppure è della casta più bassa, dovrebbe andare a pezzi semplicemente soffiandoci sopra! Beh, non ha importanza! Archiviamo subito questa pratica!-
-Sì, hai ragione! Diamond Dust!-
L’Emerald Knight roteò di nuovo la lancia e annullò l’attacco del bronze saint.
-Non puoi sconfiggermi con un colpo così debole!-
-È così? Allora che mi dici di questo? Kholodny Smerch!-
Jamil roteò su se stesso, ma riatterrò perfettamente e senza alcun danno. Hyoga rimase senza parole.
-Come ha fatto Miroslav a cadere per mano tua? I casi sono due, anzi tre: o sono più forte di lui, o semplicemente hai avuto una grandissima fortuna. Oppure un aiuto da qualcuno!-
-Non… non mi ha aiutato nessuno!-
-Le bugie hanno le gambe corte!-
-Zitto! Diamond Dust!-
Di nuovo, Jamil lo annullò semplicemente roteando la lancia. Dopodiché, colpì di nuovo rapidamente Hyoga che si ritrovò scaraventato contro una parete e di nuovo coperto di graffi.
“D… di nuovo! Non ho visto assolutamente niente! Solo dei veloci lampi di luce di smeraldo!”
Hyoga digrignò i denti, bruciò il suo cosmo e la figura del cigno in volo apparve alle sue spalle.
-Kholodny… ah, ma dove…?-
-Sono qui, moccioso!- disse alle sua spalle.
Il giovane saint non fece in tempo a girarsi che il faraone di smeraldo lo colpì con calcio allo stomaco. Dopo aver fatto questo, il guerriero colpì di nuovo Hyoga con l’attacco dei lampi di smeraldo e si ritrovò di nuovo a terra, ma si rialzò in fretta.
-Ora basta giocare! Chiudiamola qui!- disse Jamil.
Compì un salto, mentre faceva roteava la lancia sulla sua testa.
-Emerald Spear Destroyer!-
Il colpo, una lama di energia di smeraldo, andò a segno buttando ancora a terra Hyoga, ma né lui né il suo cloth subirono alcun danno.
-Da dove viene questa resistenza? Dovresti essere già morto da un pezzo e con il cloth completamente in frantumi. Forse sono stato troppo morbido?-
Hyoga rimase a terra zitto e immobile. Jamil saltò tornando a roteare la lancia.
-Ci riprovo! Emerald Spear Destroyer!-
Stavolta, la lama si scontrò contro qualcos’altro: il tonfa d’oro.
-Un tonfa d’oro? Cosa speri di ottenere con quello?-
-Qualcosa ho ottenuto, intanto. Non ho preso di nuovo in pieno il tuo colpo!-
-Tsk!-
Hyoga scattò e colpì con l’arma d’oro la mano destra del suo avversario facendogli perdere la presa sulla lancia. Non appena emise un verso soffocato di sofferenza, il bronze saint lo colpì poi violentemente sulla testa buttandolo a terra. Provò poi, dopo aver rimpicciolito il tonfa e rimesso in tasca, a usare di nuovo il Kholodny Smerch. Senza alcun risultato ovviamente.
-Dimmi un po’… ti piacciono gli indovinelli?-
Hyoga rimase spiazzato e molto incuriosito da quella domanda e ci mise un po’ a rispondere.
-Non particolarmente! Perché?-
Il faraone sorrise.
-Così, tanto per sapere!-
Iniziò a bruciare il suo cosmo e alle sue spalle comparve la figura famosa di Edipo davanti alla Sfinge che appare in una coppa attica del V secolo a.C.
-Emerald Sphinx Enigma!-
Gli occhi della maschera del faraone emisero una luce e Hyoga si ritrovò completamente paralizzato. L’unica cosa che ancora riusciva a muovere era la bocca.
-Ma cosa… cosa mi succede?-
-Conosci il mito di Edipo, il quale, una volta giunto a Tebe, rispose agli enigmi della Sfinge così da sconfiggerla e diventare il sovrano della città, vero?-
-Sì, certo! È forse uno dei miei miti preferiti!-
-Ebbene, io sono la Sfinge ora e dovrai rispondere ai miei tre indovinelli. Se indovinerai, riacquisterai la mobilità, altrimenti sarai ucciso!-
-M… maledetto…-
Jamil rise e poi iniziò a domandare:
-Vanno. Vengono. Ogni tanto si fermano!
E quando si fermano sono nere come il corvo.
Sembra che ti guardano con malocchio.
Certe volte sono bianche e corrono e prendono la forma dell'airone o della pecora o di qualche altra bestia.
Ma questo lo vedono meglio i bambini che giocano a corrergli dietro per tanti metri!
Cosa sono?-
Hyoga ci rimase male perché si aspettò subito il famoso enigma, il più famoso di tutti, e invece no. Tuttavia, sorrise e rispose sicuro.
-Le nuvole!-
-Hai risposto bene! Secondo indovinello:
Porta le corna, ma non è un bue.
Porta sulla schiena un carico, ma non è un asino.
Dovunque va lascia dietro di sé dell'argento, ma non è un benefattore!
Cos’è?-
Hyoga rimase di nuovo deluso. Evidentemente il suo avversario non era così stupido da usare il famoso enigma dell’animale che cammina a quattro zampe la mattina, due il pomeriggio e tre la sera, comunque sorrise di nuovo e rispose con estrema sicurezza:
-La lumaca!-
Jamil annuì, ma iniziò ad essere colto dalla rabbia.
-Ora ecco l’ultimo. Se saprai rispondere, sarai salvo, altrimenti…-
-Sì sì, l’hai già detto. Avanti, procedi!-
-D’accordo! Terzo indovinello:
Esistono due sorelle, delle quali l'una genera l'altra, e delle quali la seconda, a sua volta, genera la prima! Chi sono?-
Hyoga rimase molto spiazzato. Non ne aveva alcuna idea. Il suo avversario, invece, cominciò a ridere.
-Ti dò ancora due minuti di tempo, dopodiché ti ucciderò con il mio Emerald Pharaoh Wave!-
Hyoga ci pensò su, ma nulla da fare. Aveva la mente completamente vuota. Tanto che iniziò a sudare.
-Il tempo scorre!-
A un tratto, Hyoga ebbe l’illuminazione e disse:
-Il giorno e la notte!-
L’Emerald Knight rimase senza parole, mentre il suo avversario controllò se la mobilità era davvero tornata o no.
-Mi spiace per te! Anche se devo ammettere che mi hai fatto sudare!-
Jamil, senza dire nulla, incrociò le braccia nella stessa identica posizione del sarcofago di Tutankhamon, ma senza impugnare il bastone del pastore e il flagello.
-Emerald Pharaoh Wave!-
Lanciò un’onda energetica e Hyoga la prese in pieno. Era troppo vicino per evitarla. Ciò nonostante, si rialzò. Jamil, allora, tornò a bruciare il suo cosmo e davanti a sé comparve il famoso occhio di Horus di pura energia di smeraldo.
-Horus Emerald Eye!-
Hyoga evitò l’onda energetica e provò a riusare il Diamond Dust, ma Jamil lo parò semplicemente con una mano.
-Emerald Scarab!-
Da quella stessa mano, ovvero la destra, sparò uno scarabeo energetico di smeraldo che volò verso Hyoga. Il saint cercò di evitarlo, ma l’onda lo inseguiva ovunque andasse e alla fine lo prese in pieno. L’Emerald Knight s’infuriò non appena vide che non era servito a nulla.
-Maledizione, ma perché diavolo non muori? Cosa…?-
Smise di parlare quando vide il cloth del cigno diventare d’oro. Anche Hyoga, ovviamente, rimase stupito e dopo aver spiegato al suo sbigottito avversario le stesse cose dette da Jabu e Yuuri, il faraone tornò a bruciare il cosmo per la rabbia. Sulla sua testa si formò una grossa sfera di smeraldo e la lanciò alla stessa maniera di Atlas, visto nel terzo film, quando usa il Burning Corona.
-Emerald Pharaoh Shot!-
Hyoga, in un gesto forse disperato, riprese rapidamente il tonfa e con esso colpì la sfera respingendola e andò a colpire il soffitto.
-Wow… hai compiuto un miracolo!-
-Hai finito con le tecniche segrete? O ne hai ancora?- disse il saint ansimando.
Decise di rimpicciolire l’arma e a riporla di nuovo in tasca. Ormai sentiva che non ne aveva più bisogno. Jamil, intanto, sorrise.
-Certo che ce l’ho. È la mia carta vincente. Se non posso farti a pezzi, allora prenderò la tua anima direttamente per mano!-
-Come… come sarebbe a dire per mano?-
Il faraone tornò a bruciare il cosmo e alle sue spalle comparve la figura di Anubi che teneva per mano un defunto.
-Addio, saint di Atena! È stato un onore per me affrontarti. Tu sei stato il primo che mi ha costretto ad usare questo colpo e ora la tua anima sarà mia! Anubi’s Hand!-
Un’onda energetica a forma di mano bianca, quasi spettrale, con lunghe ed affusolate dita, si diresse a tutta velocità verso Hyoga. Per la prima volta, il ragazzo fu assalito da una grande paura. Non appena la mano raggiunse l’obbiettivo, però, sbatté contro qualcosa e tornò indietro.
-Ma che diavolo…?-
Jamil l’annullò subito. Essendone il creatore poteva anche annullarla senza problema.
-Ma come diavolo hai fatto a… ah!-
Hyoga si trovava dietro a una spessa parete di ghiaccio.
-Sorpreso eh? Questa è una variante del Freezing Coffin, la tecnica segreta del gold saint Camus dell’aquario. Credo che lo chiamerò Freezing Wall, che ne pensi?-
-Penso che non mi sarei mai aspettato di vedere l’Anubi’s Hand tornare al mittente. Devo farti i miei più sinceri complimenti, sei davvero in gamba!-
Ricreò la sfera dell’Emerald Pharaoh Shot e colpì la parete di ghiaccio distruggendola. Hyoga, a quel punto, tornò a bruciare il suo cosmo, si mise in posizione e il suo cloth tornò d’oro.
-Maledizione! Anubi’s…-
-Aurora Execution!-
La sfera dorata colpì in pieno l’Emerald Knight. La sua corazza andò completamente a pezzi e anche il suo elmo rivelando il volto di un giovane egiziano di diciotto anni dai capelli corti neri e gli occhi truccati proprio come andavano nell’antico Egitto. Il saint barcollò e s’inginocchiò. A quel punto, giunsero Jabu e Yuuri.
-Hyoga! Tutto bene?- chiesero.
-S… salve ragazzi! Sì, sto bene, non vi preoccupate!-
-Quindi ce la fai a proseguire con noi?-
-Sì, certo! Andiamo!-
 


Nota 21: All’inizio la corazza di Jamil doveva essere una versione di smeraldo di quella di Thor della serie di Asgard.
 
Nota 22: La tecnica Emerald Spear Destroyer è ispirata all’Haken Destroyer (o Distall) di Larhalt del manga Dai, La Grande Avventura. L’Emerald Pharaoh Shot invece è ispirata al Pharaoh Shot di Pharaoh Man del videogioco Mega Man 5. Infine, l’Emerald Scarab è ispirato ai proiettili magici lanciati dalla Scarab Staff, arma del videogioco Hexen II.
 
Nota 23: Il primo indovinello di Jamil è una citazione della canzone/poesia Le Nuvole di Fabrizio De André.
 
Nota 24: “Se una mummia potesse parlare, avrebbe senz’altro quella voce”. Questa dovrebbe essere una citazione, ma purtroppo non riesco a ricordare affatto dove l’ho sentita e soprattutto non ricordo se è un film o un cartone/anime.
 
Nota 25: L’aspetto del volto di Jamil riprende un po’ quello di Ra, visto nel film Stargate.

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Capitolo 19
*** Episodio XIX: Tridenti A Confronto ***


Episodio XIX:
 
Tridenti A Confronto
 
 


Jamina, una volta rimasta sola a combattere il suo avversario, rimase stupita e sorrise nel vedere che impugnava il brandistocco, una particolare lancia a tre lame. Dopotutto, anche lei aveva una lancia a tridente come arma.
-Io sono Karel!- si presentò l’Emerald Knight.
La sua corazza  aveva il blocco centrale identico a quello di Agora, visto nell'anime e meglio conosciuto come Loto, mentre l'elmo era identico a quello del cloth fasullo del Sagittario. Quindi l’unica cosa che si vedeva erano i suoi occhi, grigi come la strada.
-Io sono Jamina!-
Karel fece un inchino e iniziò subito a bruciare il suo cosmo, mise l’arma in avanti e gridò:
-Emerald Ranseur Trident!-
Da esso sparò un proiettile energetico di smeraldo a forma di lama a tridente, ma Jamina lo scansò con uno dei suoi acrobatici salti.
-Tutto qui il tuo repertorio?- lo schernì la ragazza.
-Attenta a giocare con il fuoco. Lo sai che poi ti scotti?-
Jamina sorrise di nuovo, bruciò il suo cosmo e la figura della volpe comparve alle sue spalle.
-Red Claws!-
Karel non si scompose e li annullò semplicemente usando la sua arma.
-Non amo affatto ripetere quello che dicono i miei avversari, ma… tutto qui il tuo repertorio?-
“A dir la verità… sì!” pensò senza dirlo.
Il guerriero di smeraldo tornò a bruciare il cosmo e lanciò altri proiettili di energia, ma Jamina li evitò di nuovo tutti grazie alla sua abilità acrobatica. Dopodiché, con un salto raggiunse Karel e lo colpì con un calcio rovesciato alla Guile di Street Fighter II. Il guerriero, però, si rialzò rapidamente, le afferrò la gola, la sollevò e la schiantò a terra con violenza.
-Prendi questo!-
Con un rapido movimento, tentò di conficcarle la lama centrale, più lunga e comunemente detta “lingua di bue”, nella gamba sinistra, ma non ci riuscì a penetrarla neanch un po’.
-Ma cosa…? Com’è possibile? Eppure indossi un bronze cloth…-
Jamina sorrise e gridò:
-R… Red Claws!-
Lo colpì scaraventandolo poco lontano così da potersi rialzare.
-Non ho idea di come mai non sono riuscito a scalfirti, ma ciò significa che mirerò a un punto meno protetto!-
-Non te lo permetterò così facilmente! Red Claws!-
Lanciò altri fasci di energia rossi, che andarono a segno, ma il suo nemico non subì alcun danno.
-Mi spiace per te!-
-Dannazione!-
Altri colpi energetici di tridente e stavolta la ragazza li prese in pieno e si ritrovò a terra.
-Colpita e affondata!-
-Solo colpita, mi spiace!- disse rialzandosi.
Karel scosse la testa e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Emerald Lightning!-
Come Poseidon, dalla sua arma lanciò un fulmine, solo che il suo era di smeraldo, contro la sua avversaria la quale urlò con tutto il fiato che aveva e, una volta finito, cadde a terra prona. Si sentì sollevata nell’aver gettato, con una rapidità incredibile, la lancia d’oro, altrimenti sarebbe senz’altro morta avendo un conduttore di elettricità, anche se piccolo, in tasca.  
-Urla di sofferenza. Il mio nutrimento!- disse sadicamente il guerriero di smeraldo.
La sacerdotessa guerriera, a fatica, si rialzò.
-Impressionante! Hai ancora la forza di alzarti!-
-Sono una saint di Atena. Non certo un guerriero di bassa lega come te!-
-Ti ho già detto di non scherzare con il fuoco, ragazzina!-
Tornò a bruciare il cosmo.
-Emerald Energy Vortex!-
Il Brandistocco s’illuminò e lanciò appunto un vortice di energia di smeraldo. La povera Jamina lo prese in pieno e fu scaraventata contro una parete.
-Quante volte dovrò colpirti per fare a pezzi quel tuo banale cloth e ucciderti?-
-Non… non lo so!-
Appena si rialzò, Karel rimase senza parole nel vedere che il cloth da rosso diventò magicamente d’oro.
-Cos’è questa? Un’illusione? Come fa un insignificante bronze cloth a diventare gold?-
Jamina lo guardò e iniziò a ridere, mentre Karel continuava ad avere uno sguardo confuso e bisognoso di una risposta. Jamina non tardò a spiegarglielo e una volta finito, il guerriero annuì.
-Ora è tutto chiaro. Insomma, se non fossero stati bagnati dal sangue d’oro, adesso non sareste neanche arrivati qui, ma anzi sareste stati uccisi subito da Nicolae, Bostjan e gli altri! Per dirla tutta, siete stati semplicemente fortunati!-
-Mi spiace per te!-
Karel tornò a bruciare il cosmo per la rabbia, ma anche Jamina fece lo stesso.
-Red Claws!-
Il colpo andò a segno, ma di nuovo senza successo.
-Quante volte devo dirti che il tuo colpo è completamente inutile? Emerald Ranseur Trident!-
Ne lanciò un grande numero, colpirono di nuovo la sacerdotessa e ricadde a terra.
-Co… come mi avevi detto? Non mi piace ripetere le cose die miei nemici, ma… Quante volte devo dirti che il tuo colpo è completamente inutile?-
-Brutta…-
Corse verso di lei, pronto a infilzarla, ma Jamina si buttò sulla destra e afferrò la lancia d’oro.
-Uh? Una lancia a tridente d’oro? Ma da dove sbuca?-
-Dalle mie tasche, ma l’ho tolta per non essere uccisa dal tuo colpo!-
-…-
I due iniziarono a darsi battaglia con le rispettive armi, cercando di colpirsi, ma senza mai riuscirci. A un tratto, Jamina iniziò a rotearlo davanti a sé e con grande rapidità, mai quanto il faraone di smeraldo del capitolo precedente, ma comunque non era male, colpì l’arma del suo nemico facendogliela volare via.
-Ora sei disarmato, amico!-
Il ragazzo fece spallucce e tornò a bruciare il cosmo, mentre la sua nemica rimpicciolì l’arma e la gettò lontano.
-Perché la metti via?-
-Perché io non sono come te. Non combatto contro chi è disarmato!-
Karel, con uno scatto fulmineo, la colpì con un calcio rotante buttandola a terra.
-Quanta foga… ti ho punto sul vivo?-
-Sta zitta!-
E iniziò a prenderla a calci sulla schiena e sui fianchi.
-R… Red Claw!-
Karel fu colpito, ma scosse la testa.
-Sei insistente, eh?-
La afferrò per i capelli e la lanciò contro una parete. La ragazza tentò di alzarsi, ma Karel disse:
-No, non ti alzare! Resta dove sei! Emerald Lightning!-
Lo prese in pieno e urlò per la sofferenza.
-Oh sì! Altro delizioso nutrimento per le mie orecchie!-
Jamina, nonostante tutto, con un po’ di fatica si rialzò e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Qualunque cosa proverai a fare sarà tutto inutile! Ti conviene restare ferma ad aspettare la morte!-
-Red Claws!-
L’Emerald Knight li evitò compiendo un salto e colpì Jamina con un braccio teso volante. Fatto questo, aspettò che si rialzasse e iniziò a prenderla a calci e pugni. Terminò il tutto con un violento montante che la sollevò in aria e cadde pesantemente a terra supina.
-Ormai è finita, volpetta! Un ultimo Emerald Lightning  e finirai dal creatore!-
Jamina si rialzò e tornò a bruciare il suo cosmo.
-Ammiro molto la tua tenacia, ma ormai è tutto inutile. Non puoi sperare di battermi! Non sei assolutamente in grado! Rimane un vero mistero come tu sia riuscita a sconfiggere Farzad!-
Quel nome la fece sorridere, e si sentì fortunata di avere la maschera sul volto così che Karel non potesse vederla, perché aveva deciso di usare proprio lo stesso attacco che aveva usato contro di lui.
-Arrenditi e lasciati ammazzare!-
Senza dire nulla, Jamina stava per compiere lo scatto fulmineo, ma il suo avversario la anticipò attaccandola per primo allo stesso modo e buttandola a terra. Non era chiaro come la colpì, ma forse con un calcio volante oppure rotante. Dopodiché, la colpì di nuovo con un altro Emerald Lightning e, questa volta, Jamina rimase stesa a terra prona.
-È finita ragazzina! Sei morta!-
Invece, la ragazza si rialzò.
-N… no! Non è possibile! Emerald Energy Vortex!-
Jamina lo prese in pieno, finì contro una parete e cadde a terra di nuovo prona. Nonostante ciò, lentamente si rialzò. Sulla sua maschera si erano formate piccole crepe, ma rispetto a quella di Yuuri, non andò a pezzi.
-Tu… tu non sei umana!-
-Può darsi!- disse sorridendogli.
La sacerdotessa tornò a bruciare il cosmo e Karel sbuffò. A un tratto, i suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa. Il bagliore che avvolgeva la sacerdotessa passò dal rosso al bianco e, con esso, anche il cloth divenne candido come la neve.
-E adesso che succede? Non bastava che diventasse d’oro. Ora è diventato bianco. Per quale motivo?-
Jamina sorrise di nuovo.
-Credevo fosse solo una leggenda. Del resto anche il maestro Doko non era sicuro fosse vero!-
-Emerald Knight confuso richiede a volpina una spiegazione!-
Jamina rise.
-Ci sono alcuni cloth che hanno dei poteri particolari. Ad esempio il cloth della fenice si rigenera ogni volta che viene distrutto. Beh, il cloth della volpe ha il potere di diventare candido come la neve, esattamente come la volpe polare, e donare, a chi lo indossa, il potere di padroneggiare potenti energie fredde pari a quelle del Gold Saint dell’Acquario o i God Warriors di Asgard!-
Karel rimase senza parole.
-Sei rimasto molto colpito vedo!-
Jamina tornò a bruciare il cosmo e si avvertì chiaramente dell’aria gelida proveniente da lei.
-Frozen Claws!-    
Compì un movimento velocissimo. Così rapido che l’Emerald Knight se la ritrovò accanto senza che se ne accorgesse.
-Ma come diavolo hai…?-
All’improvviso, da sotto il terreno, comparvero colonne di luce bianca che lo investirono sollevandolo da terra e facendolo urlare. Quando cadde pesantemente, ci mise un po’ a rialzarsi.
-Hai usato una variante del tuo colpo. Mi congratulo, ma… non è abbastanza!-
-Anche Farzad ha detto la stessa identica cosa… prima di morire!-
-Co… come?-
Del sangue colò dalla sua fronte costringendolo ad asciugarselo, dopodiché, altre crepe si aggiunsero alle precedenti sulla sua corazza e alla fine andò completamente in frantumi. Inoltre il suo petto, e anche un po’ le braccia, erano coperti da ghiaccio.
-Sei… diventata più potente! Ti sei… evoluta! Maledetta mocciosa!-
-Hai ragione! Mi sono evoluta. E questo grazie a te!-
-Tsk! Brutta pu…-
Morì prima di finire la frase. Pochi secondi dopo, giunsero Hyoga e gli altri.
-Ciao, amici!-
I tre rimasero sorpresi nel vedere il cloth bianco. Lei, ovviamente, sorrise.
-Vi ricordate che il maestro lo aveva accennato, no?-
-Sì, mi ricordo bene, ma mi pare che aveva detto che era solo una leggenda!- disse Yuuri.
-Ma a quanto pare non è così. Questa ne è la prova!-
Hyoga si avvicinò a lei e le sorrise.
-Quindi ora sai usare le energie fredde come me?-
-Proprio così! Se vai a vedere il mio avversario ha del ghiaccio su alcune parti del corpo!-
-Meraviglioso! Questo è sicuramente un segno del destino!-
-Segno del destino? Perché?-
-Beh…-
Hyoga smise di parlare e arrossì. Poi riprese.
-Io… lo so che non è il momento adatto per certe cose, ma non so se avrò altre occasioni quindi o adesso o mai più! Io…-
Deglutì e fece un lungo sospiro.
-Io ti amo! Ti ho sempre amata, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo!-
Jamina rimase come pietrificata da queste parole. Quando si riprese, dopo qualche minuto, guardò istintivamente Jabu e Yuuri. I due le sorrisero e si presero per mano. La saint della volpe allora tornò a guardare il saint cigno. Dopodiché si tolse la maschera. Hyoga rimase folgorato dai suoi occhi che erano di un bellissimo color nocciola dorato.
-Lo sai, quando ti ho conosciuto non mi stavi molto simpatico. Con il passare del tempo però, ho imparato a conoscerti e piano piano mi sono innamorata di te, ma siccome ti ho sempre visto in compagnia di Yuuri, pensavo fossi innamorato di lei!-
Hyoga le sorrise
-Lei è solo un’amica e aveva già qualcuno che le aveva rubato il cuore!-
-Lo vedo adesso, ma io non lo sapevo! Poteva anche dirmelo. Non siamo tutti amici?- concluse sorridendo e tirando fuori la lingua.
I quattro risero e i due saint dal candido cloth si abbracciarono. Una volta finito guardarono la scalinata.
-È rimasto solo un piano e due nemici!- dissero.
Dopodiché, iniziarono a correre. Shun, June ed Ériu, una volta al piano superiore, si ritrovarono davanti Dimitrijus e alle sue spalle un grosso portone di smeraldo.
-Complimenti per essere giunti fin qui! Evidentemente la morte voleva prendervi l’anima di persona!-
 


Nota 26: Il colpo Emerald Ranseur Trident è ispirato al Tridente Siderale visto nell’anime Starzinger, ma anche all’attacco Laser Trident di Splash Woman del videogioco Mega Man 9.

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Capitolo 20
*** Episodio XX: Battaglia Con La Morte ***


Episodio XX:
 
Battaglia Con La Morte
 

-June, Ériu, voi andate avanti. Me la vedo io con lui!-
-No, scordatelo. Combattiamolo insieme!- disse June.
-Vi aiuterò anch’io!-
-Lei stia al suo posto, dea Ériu!- le disse Dimitrijus.
-Non osare parlarmi con quel tono!-
Dimitrijus rise.
-Ora basta!- disse Shun e bruciò il suo cosmo.
-Non ti è bastata la lezione che hai avuto al Santuario, moccioso?-
Shun non gli rispose, o meglio, la sua risposta fu:
-Thunder Wave!-
In un lampo, Dimitrijus spezzò la catena con la sua fedele falce.
-Ho la stranissima impressione che sarà una cosa già vista!-
-Chameleon Sting!-
Purtroppo, anche il colpo di June fu annullato.
-Dannazione!-
Ériu stava per attaccare, quando ebbe un brivido nel vedere che il guerriero lanciò in aria la sua arma e sentì il suo cosmo bruciare intensamente.
-A… attenti! Sta per usare la…-
-Emerald Death Aura!-
I due non riuscirono ad evitarla in tempo e la presero in pieno. Una volta finito, il guerriero riprese la sua arma semplicemente alzando la mano. A un tratto, June spuntò dal nulla davanti a Dimitrijus e lo colpì con un pugno così forte che lo fece barcollare. Dopodiché, qualcosa si avvolse attorno al suo corpo. Era il Great Capture di Shun.
-D’accordo, posso capire lei, ha usato il Chameleon Camouflage, ma tu… come puoi rialzarti?-
Shun gli sorrise.
-Lo capirai!-
-…-
-Sei rimasto senza parole, eh?- disse June.
-Niente affatto!-
Si liberò delle catene distruggendole, poi guardò i due avversari.
-La morte vi ha messo in lista!-
Bruciò di nuovo il cosmo. June saltò e lo colpì con un calcio volante buttandolo a terra.
-E ora… Chameleon Sting!-
Dimitrijus si rialzò, scosse la testa e lo annullò con la sua fedele arma. Dopodiché, iniziò a rotearla davanti a sé. Shun e June all’inizio non capirono subito, ma solo quando sentirono i loro corpi irrigidirsi.
-M… maledetto! Ha usato un colpo simile al Restrinction di Milo Dello Scorpione!- disse Shun.
-D… dannazione!-
L’Emerald Knight sorrise e si avvicinò a loro.
-La morte verrà all'improvviso, avrà le tue labbra e i tuoi occhi, ti coprirà d’un velo bianco addormentandosi al tuo fianco!-
Per un attimo, i due rimasero zitti.
-Che diavolo stai dicendo?- chiese Shun.
Sollevò la falce, ma  a un tratto dovette annullare con essa un raggio verde smeraldo che si stava dirigendo verso di lui.
-Dea Ériu! Le ho già detto di stare ferma dov’è. Vuole essere paralizzata come loro, così non mi darà più noie?-
-Chiudi quella bocca, una buona volta!-
La dea bruciò il suo cosmo, ma Dimitrijus le apparve davanti e le diede una forte sberla buttandola a terra.
-Se proprio desidera morire, l’accontento subito! Nell'ozio, nel sonno, in battaglia verrà senza darti avvisaglia. La morte va a colpo sicuro non suona il corno né il tamburo!-
Alzò la falce, pronto a ucciderla, quando la ragazza sorrise e lanciò dallo scettro un raggio smeraldo su Shun e June che riacquistarono la mobilità. Questo, lasciò Dimitrijus senza parole.
-Ha ingannato la morte! I miei complimenti…-
-Tu non sei la morte! Mettitelo bene in testa!- disse una voce.
-Mh?-
-Unicorn Gallop!-
Jabu lo colpì cogliendolo di sorpresa ed indietreggiò barcollando leggermente.
-Frozen Claws!-
-Diamond Dust!-
I due colpi di ghiaccio andarono a segno, ma l’Emerald Knight sembrò non curarsene affatto.
-Starry Aura!-
Anche il colpo di Yuuri andò a segno, ma di nuovo non subì alcun danno.
-Tutta l’allegra combriccola riunita!- disse il guerriero.
-Attacchiamolo tutti insieme!- disse Shun.
Dimitrijus iniziò a tremare e poi a ridere come un pazzo.    
-Di fronte all'estrema nemica non vale coraggio o fatica, non serve colpirla nel cuore perché la morte mai non muore!-
-Questo qui è fuori come un balcone!- disse Hyoga.
Gli altri annuirono. Dimitrijus tornò a sorridere e iniziò a far roteare la falce.
-Oh, no! Attenzione!- gridarono Shun e June.
-Che… che succede?- chiesero gli altri.
A un tratto, L’Emerald Knight smise di rotearla e la guardò attentamente. Notò che la lama era coperta di crepe. Questo significava che il potere paralizzante aveva perso per sempre la sua efficacia.
“Dannata Ériu!” pensò.
-Starry Aura!-
Yuuri lanciò il suo colpo e Dimitrijus ne approfittò per lanciarci contro la sua arma così che andò completamente a pezzi.
-Ormai era inservibile! Non valeva neanche la pena di sporcarla con il vostro sangue impuro!-
I cloth dei sei saints diventarono d’oro lasciando Dimitrijus sbalordito.
-Oh! Ora capisco tutto! Era a questo che ti riferivi, moccioso…-
I guerrieri di Atena accerchiarono il guerriero che li guardò e tornò a sorridere e a bruciare il suo cosmo.
-Ah! A… Allontanatevi subito!- gridò Ériu.
-È troppo tardi! Emerald Sentence Of Death!-
Allargò le braccia e provocò una grande esplosione. I saints, grazie ai loro cloth, sopravvissero, ma rimasero a terra privi di sensi. Solo Ériu  era rimasta in piedi, protetta da una barriera sferica di smeraldo. Dimitrijus fu molto deluso dal risultato. L’ Emerald Death Sentence aveva lo stesso potere distruttivo del Galaxian Explosion di Saga e Kanon dei Gemelli, ma grazie ai loro cloth bagnati dal sangue d’oro si erano salvati.
-Quante volte dovrò colpirvi prima di uccidervi? La morte odia quando un’anima che ha preso di mira le sfugge o si ostina a non farsi prendere!-
-Come abbiamo già detto, tu non sei la morte! Sei solo un idiota!- disse Shun rialzandosi.
Dimitrijus sorrise, scattò, gli afferrò la gola con una mano, lo sollevò e lo schiantò con violenza a terra.
-Allora tu sarai il primo a morire!-
-Non contarci troppo! Devo salvare mia cugina!-
L’Emerald Knight ebbe un impercettibile sussulto.
-Quale cugina? Intendi dire la dea Atena?-
-Esatto! Problemi?-
Non rispose subito, prima rimase zitto per qualche secondo poi scosse leggermente la testa.
-No. Nessun problema, anche se…-
Rimase di nuovo zitto. Shun non sapeva se attaccarlo approfittando dell’occasione oppure no. Era combattuto.
-La dea Atena…- disse il guerriero quasi sussurrando.
-Cioè… tua cugina… è riuscita, semplicemente toccandomi una mano, a consegnare alla morte una goccia di splendore! Di umanità!-
-Dimitrijus…- disse Ériu avvicinandosi a lui e mettendogli una mano sulla spalla.
-Dea Ériu…- disse voltandosi verso di lei.
La dea gli sorrise. A un tratto, l’espressione di Dimitrijus mutò di colpo e diede un pugno così forte allo stomaco della dea che sputò sangue dalla bocca.
-Vi ammazzo! Vi ammazzo tutti! Questo è il volere della morte!-
Tornò a bruciare il suo cosmo, ma il Nebula Stream gli bloccò i movimenti.
-Cosa diavolo è questo?-
-È il Nebula Stream e…-
-Tsk!-
Non si sa come, ma con una semplice folata di vento, riuscì ad annullare il colpo. Shun rimase sconvolto. Non se lo sarebbe mai aspettato.
-E adesso…-
Non finì la frase, perché qualcuno lo colpì alla spalle con un calcio volante e lo buttò a terra.
-Tu! Dannato camaleonte!-
Tentò di colpirla, ma era sotto l’effetto del Chameleon Camouflage, quindi la sacerdotessa iniziò a colpirlo con una lunga serie di calci rotanti e qualche pugno occasionale.
-Chameleon Sting!-
Anche senza la sua fedele falce, Dimitrijus evitò l’attacco semplicemente scansandosi.
-Il tuo colpo è completamente inutile, ragazzina!-
-Allora non mi resta che usare l’altro!-
-Un altro? Non ci riuscirai mai!-
All’improvviso, si ritrovò di nuovo con il corpo completamente immobilizzato. Shun si era messo alla sua sinistra.
-Di nuovo questa stupida “nebbia”? Perché volete farmi arrabbiare, ragazzini? Lo sapete che se la morte si arrabbia compie delle veri stragi, vero?-
Smise di parlare appena avvertì il cosmo intenso della sua avversaria e la figura del camaleonte apparve alle sue spalle.
-Nebula Crash!-
Dimitrijus riuscì ad annullare il Nebula Stream e ad evitare il colpo di June per un soffio semplicemente saltando.
-Mi hai fatto sudare. Dico davvero!-
June sorrise.
-La morte ha avuto paura di morire! Allora quello che hai detto è una menzogna. La morte può essere uccisa!-
-Chiudi il becco! Death Aura!-
Lanciò il suo colpo, ma fu distrutto da una sfera di smeraldo.
-Ancora lei, dea Ériu? Vuole davvero farmi arrabbiare anche lei?-
La dea non disse nulla. Dal suo scettro lanciò un raggio che, come una corda, si avvolse attorno all’Emerald Knight legandolo come un salame.
-Che diavolo…?-
-Potrai anche annullare il Nebula Stream di Shun, ma questa Emerald Rope non è altrettanto facile!-
Dimitrijus rise come un folle.
-Mi sta davvero sottovalutando. Non sono diventato il braccio destro del signor Heri per nulla, in fondo!-
Senza il minimo sforzo, si liberò dalla corda di smeraldo e le sorrise diabolicamente.
-Tutto secondo i piani!- disse la ragazza bionda.
-Cosa?-
-Nebula Crash!-
Il colpo di June andò a segno perché non fece in tempo ad evitarlo. La corazza a forma di tunica andò completamente a pezzi rivelando il volto del guerriero. Aveva capelli lunghi viola e occhi color acqua marina.
-Non… serve… colpirla… nel cuore… perché… la morte… mai… non muore!-
June e Shun si avvicinarono ad Ériu ringraziandola.
-Non c’è di che, ragazzi!-
Hyoga e gli altri si rialzarono, tutti insieme si avvicinarono al portone di smeraldo e lo spalancarono.
-Siamo giunti allo scontro finale!- dissero.
Una volta nella stanza, trovarono Heri, l’ultimo Emerald Knight, seduto su un trono di smeraldo. Alla sua sinistra, appesa al muro con le braccia allargate come se fosse in croce, la dea Atena, il cui corpo era avvolto da energia oscura.
-S… Saori! Atena!- gridò Shun.
-Ma… ma quella è…- disse Ériu senza finire la frase.
-Cosa? Cos’è?- chiese Shun preoccupato.
-È la Dark Cloud!-

Nota 27: Dimitrijus cita le canzoni La Morte e Smisurata Preghiera di Fabrizio De André. 

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Capitolo 21
*** Episodio XXI: Finale ***


Episodio XXI:
 
Finale



 
-Dark Cloud?- dissero i saints all’unisono.
-Sì, un sortilegio che trasforma gli uomini in esseri senza volontà che vengono schiavizzati facilmente da quel maledetto! Usandolo sulla dea Atena, invece, lo aiuta ad assorbire l’energia divina del suo cosmo e la sua anima! In questo modo… potrà diventare una divinità esattamente come me o Atena!-
-M… maledetto…-
-Devo sinceramente congratularmi con voi! Non avrei mai creduto che i miei fedeli Emerald Knights venissero tutti sconfitti da delle mezze cartucce come voi bronze saints! A quanto pare, i miracoli esistono davvero!-
-Bando alle ciance, vichingo mal riuscito! Libera mia cugina se hai a cuore la vita!-
-La dea Atena è tua cugina? Interessante!-
E iniziò a ridere.
-M… maledetto!-
Shun si armò del Twin Rod e corse verso Heri che, però, senza fare una piega, lo scaraventò lontano semplicemente guardandolo. Proprio alla stessa maniera di  Poseidon o Hades.
-Avete fatto tutta questa strada solo per essere fermati da me! Mi chiedo se il gioco vale davvero la candela!-
-Certo che vale!- disse Hyoga.
Impugnando il tonfa d’oro, corse verso l’Emerald Knight, ma anche lui fu scaraventato lontano semplicemente con lo sguardo.
-Avanti il prossimo!-
June corse verso di lui che utilizzò di nuovo quel potere, ma grazie al suo Chameleon Camouflage lo raggiunse e lo attaccò con il Chameleon Sting.
-Tsk! Devi saper fare meglio di così!-
Con lo sguardo respinse i tre aculei energetici e le passarono attraverso.
-Vuoi qualcosa di meglio? Ti accontento subito! Nebula Crash!-
Il colpo andò a segno, ma senza successo.
-I… impossibile!-
-Se questo era il tuo meglio… hai fallito miseramente! Mh?-
Yuuri, Jamina, e Jabu attaccarono con i loro colpi migliori, ma anche loro senza risultato.
-Ora basta!-
Heri bruciò il suo cosmo, allargò le braccia e provocò un’onda d’urto che li scagliò
lontano. Dopodiché, sguainò la sua spada di smeraldo.
-Preparatevi ad andare all’inferno!-
-No, grazie! Unicorn Horn!-
Lanciò l’onda energetica, ma Heri l’annullò tagliandola con la sua spada.
-Patetico!-
L’Emerald Sword s’illuminò, comparvero una serie di fasci di luce, sembrava il Lightning Plasma di Aiolia ma di smeraldo, Jabu fu colpito e cadde a terra.
-Tu sei quello che ha battuto Uday e Bahri! Riconosco il tuo cosmo!-
-Sì e con ciò?-
Heri sorrise, la sua spada s’illuminò e disse:
-Emerald Quietus!-
Jabu lo evitò per un soffio con un salto.
-Mi hai sorpreso. Devo ammetterlo!-
-Non ho finito! Emerald Beam!-
-Cosa?-
Jabu si riparò con lo scudo d’oro esattamente come aveva fatto proprio contro Bahri.
Dato che fu già colpito duramente da quel colpo, alla fine lo scudo si distrusse.
-Lo… lo scudo della bilancia…- disse Jabu sconvolto.
Heri rise divertito, lanciò un altro raggio e scaraventò Jabu lontano.
-Maledetto! Starry Aura!- gridò Yuuri.
Lanciò il suo colpo, ma fu annullato con l’Emerald Sword.
-Donna… i tuoi avversari sono stati Nicolae e Rami, per cui…-
Yuuri ebbe un sussulto, mentre Heri si concentrò e una volta finito gridò:
-Emerald Thunder!-
Yuuri lo evitò per un soffio, ma l’Emerald Knight lanciò una sfera di pura energia di smeraldo dalla mano sinistra e stavolta la colpì in pieno buttandola a terra. Si trattava ovviamente dell’Emerald Purifier Sphere di Rami.  
-Il bastardo sa riprodurre i colpi dei suoi compagni…- disse Shun dopo essersi rialzato.
-Sei perspicace, femminuccia! Emerald Halberd Blade!-
Aveva riprodotto l’attacco di Taimur, ma Shun creò degli anelli di stelle con i twin rod attorno al suo corpo che funsero da barriera e infatti non subì alcun danno.
-Complimenti!-
-Stai praticamente riproponendo le tecniche segrete dei tuoi compagni morti. Significa
che non vali niente!- disse Jamina.
-Che cosa? Come osi dire una cosa del genere?-
-È così, perché se avessi delle tecniche tue non ti abbasseresti a fare semplici riproduzioni di quelle dei tuoi amici!-
Heri iniziò a tremare e tornò a bruciare il cosmo.
-Avresti dovuto stare zitta e non provocarlo!- le sussurrò Hyoga.
-È stato più forte di me! Scusa!- disse lei sempre sussurrando.
Sul volto del guerriero si formò un ghigno malefico.
-Allora ti mostrerò le mie tecniche segrete! Così forse imparerai a tenere la bocca chiusa quando serve! Emerald Impulse!-
I due furono scaraventati violentemente addosso una parete da una tempesta di cristalli di ghiaccio di neve color smeraldo.
-Se… sembrava una versione più potente del Diamond Dust!- disse Hyoga.
-Non ho finito certo qui! Emerald Northen Lights!-
Lanciò il colpo e andò a segno provocando un’esplosione. Nonostante tutto, però, i due saints del ghiaccio erano ancora in piedi. Heri rimase perplesso, poi notò dei grossi pezzi di ghiaccio in terra.
-Avete creato una sorta di muro o barriera di ghiaccio per difendervi!-
I due sorrisero e tornarono a bruciare i loro cosmi.
-E va bene… adesso basta!-
Heri tornò a bruciare intensamente il suo cosmo e gridò:
-Emerald Glare!-
Proprio come diceva il nome, ci fu un grande bagliore di smeraldo, ma quando tutto finì, i nostri eroi erano completamente illesi.
-Come… come diavolo avete fatto a resistere al mio colpo? Sei stata forse tu a salvarli, Ériu?-
Ériu sorrise.
-E chi altri se no?-
L’Emerald Knight scattò e stava quasi per colpirla con la sua spada, ma Ériu parò
rapidamente il colpo con il suo scettro.
-Questa volta non commetterò l’errore di ferirti mortalmente e basta, ma ti ucciderò davvero!-
-Stammi… stammi lontano!-
Un’onda d’urto di smeraldo scaraventò Heri lontano da lei.
-Sei una maledetta pu…-
-Modera il linguaggio, vichingo! Unicorn Shock!-
Heri fu colpito dalla scarica elettrica, ma sembrò non fargli alcun effetto. Non soffriva neanche.
-Questo colpo non mi fa neanche il solletico!-
Si girò verso di lui e con l’intenzione di fare un passo, ma qualcosa gli bloccò i movimenti. Guardò attentamente e notò dei cerchi di ghiaccio attorno a lui.
-Ma cosa…?-
Capì che si trattava di Hyoga perché si era alzato.
-Cosa credi di fare con un colpo simile? Mi state deludendo, sapete?-
A un tratto, anche una strana nebbia si aggiunse al Koltso di Hyoga. Era il Nebula Stream di Shun. A quel punto, anche Jabu e Yuuri utilizzarono i loro poteri paralizzanti. Lui usò la variante dell’Unicorn Shock, che aveva usato contro Uday, mentre Yuuri usò un colpo simile al Koltso di Hyoga, ma anziché essere un anello di ghiaccio era di stelle. Grazie al loro contributo, Heri non riuscì a muovere un muscolo nonostante ci provasse con tutte le sue forze.
-Attacchiamolo tutti insieme ragazzi!- disse Shun.
Heri iniziò a ridere.
-Sarà tutto inutile!-
I sei bruciarono i loro cosmi e lanciarono i loro colpi contemporaneamente.
-Nebula Crash!- gridarono insieme Shun e June.
-Aurora Execution!-
-Frozen Claws!-
Jamina lanciò il colpo con entrambe le mani, così da formare una X di energia fredda.
-Unicorn Horn!-
-Starry Aura!-
I sei colpi andarono a segno prendendo Heri in pieno. La sua fedele spada andò in pezzi
e, insieme a lei, anche tutto il pettorale e i coprispalla. L’Emerald Knight fu scaraventato poco lontano e cadde violentemente a terra supino.
-È… è finita?- chiese June.
-Pare di sì!- risposero gli altri.
Shun, poco dopo, andò a liberare la cugina.
-S… Saori!-
Nel frattempo, Ériu si avvicinò ad Heri con le lacrime agli occhi.
-Heri…-
Lui spalancò gli occhi e, a fatica, le disse:
-É… Ériu… non… restare… qui… sca… scappa!-
A un tratto emise un urlo agghiacciante, della strana energia nera uscì dal suo corpo e iniziò a formarsi una figura.
-N… no! Non può essere vero!- disse Ériu sconvolta.
La figura si rivelò essere nient’altro che Samhain in persona. La creatura demoniaca indossava una corazza a forma di lunga tunica marrone e l’elmo rappresentava una zucca completa di occhi malvagi e bocca piena di denti aguzzi.
-È da molto che non ci vediamo, cara Ériu!-
-Tu… ti sei impossessato del corpo di Heri per tutto questo tempo! Tutti i nodi vengono al pettine. Heri, anche se posseduto da te,  non poteva di certo usare la Dark Cloud!-
-Tutto esatto! Sapevo che non avresti mai ucciso il tuo amato, per questo sono entrato nel suo corpo e ti ho fatto credere di avermi abbattuto per sempre facendoti distruggere una mia copia fantoccio!-
Ériu s’inginocchiò disperata. Samhain bruciò il suo oscuro cosmo.
-Spectre’s Punch!-
Lanciò dal pugno un globo di energia nero verso Ériu.
-Nebula Crash!- gridò June annullandolo.
-Sparisci impicciona!-
Lanciò un’onda dal dito indice, la colpì in pieno e il suo cloth e la sua arma andarono a pezzi.
-No… non è possibile!-
Yuuri e gli altri tentarono d’intervenire, anche Shun si unì a loro cercando di colpire Samhain con le twin rod. Il demone li guardò, sorrise, il suo corpo fu avvolto da energia oscura con contorni violacei e gridò:
-Spectre’s Curse!-
I saints furono investiti da un’esplosione di energia demoniaca e i loro cloth bagnati dal sangue d’oro, e le loro armi, andarono in frantumi.
-Ormai, opporre resistenza è inutile!-
Una sfera di energia di smeraldo lo colpì alle spalle facendolo barcollare.
-Hai smesso di disperarti finalmente?-
-Vendicherò Heri e ti farò a pezzi sul serio stavolta!-
-Mpf! Mi salverò di nuovo trasferendomi su uno di quegli stupidi saints! Non ci hai pensato?-
Ériu rimase per un attimo zitta. Poi disse:
-Non… non te lo permetterò!-
Samhain scattò e colpì Ériu con un violento pugno allo stomaco.
-Questa volta ti ammazzo sul serio!-
La dea sollevò lo scettro, lanciò un raggio di smeraldo, ma il demone lo evitò scansandosi, spalancò gli occhi e lo smeraldo sull’estremità andò in pezzi.
-Il mio… scettro…-
-Desolato!-
Lanciò del fuoco nero dalla bocca, ma Ériu lo evitò con un salto all’indietro.
-Scappare è totalmente inutile!-
A un tratto, Samhain iniziò a soffrire e s’inginocchiò.
-A… Atena… maledetta! Come… come hai fatto a liberarti?-
-Tutto grazie ad Ériu!-
-Ah, quel maledetto raggio che ho evitato poco fa! Maledette tutt’e due. Tuttavia, ogni sforzo è inutile!-
-Piantala di dire che tutto è inutile! Ormai sei finito, Samhain. Questa volta morirai sul serio!- disse Ériu.
-Io finito?-
All’improvviso, Atena s’inginocchiò e Samhain scoppiò a ridere.
-Eh! Molta della tua energia è stata assorbita, quindi non sei in condizione di potermi fare qualcosa!-
Dopodiché iniziò a bruciare il suo cosmo, ma notò che il suo corpo era paralizzato. Shun, Jabu, Yuuri e Hyoga avevano usato di nuovo i loro colpi per bloccarlo.
-Di nuovo? Siete davvero patetici!-
Si liberò con estrema facilità, bruciò il suo cosmo e il suo pugno si caricò di energia oscura. Lanciò lo Spectres’ Punch, ma sbatté contro qualcosa e si annullò.
-Che cosa? Che diavolo…?-
-Non te ne sei accorto? Eppure non hai problemi di vista!- disse Saori sorridendo e rialzandosi.
-Che?-
Si guardò attorno e alla fine capì. I frammenti dello smeraldo di Ériu erano stati disposti sul pavimento in modo tale da formare un quadrifoglio che creava una piccola barriera di smeraldo attorno a Samhain.
-Tu… maledetta Ériu!-
-Sarai anche in grado di distruggere i gold cloth o anche solo quelli bagnati dal sangue d’oro, ma anche se hai assorbito il cosmo di Atena non lo hai fatto completamente, quindi non sei ancora un dio. Non potrai mai abbattere quella barriera! Di conseguenza, non potrai più usare il tuo potere di trasferirti nei corpi altrui!-
Il demone iniziò a ridere.
-E una volta fatto questo… cos’hai concluso? Non potrai uccidermi!-
La patrona d’Irlanda scosse la testa.
-Non hai sentito quello che ho appena detto? Tu non sei un dio! Non puoi distruggere la barriera!-
Samhain finalmente capì.
-Ah… non vorrete mica…?-
Ériu e Saori bruciarono contemporaneamente i loro cosmi e, sempre contemporaneamente, lanciarono due globi di pura energia. La prima era dorata e l’aveva lanciata dal suo scettro, l’altra era di smeraldo e dato che lo scettro era andato distrutto, usò entrambe le mani. Inoltre, il colpo di Ériu aveva anche un nome. Si chiamava Ireland’s Emerald. Samhain urlò con tutto il fiato che aveva, prima che le due
sfere lo colpirono in pieno distruggendo sia la barriera che lui. Una volta svanito il
polverone, di lui rimase solo una zucca spaccata.
-È tutto finito…- disse Ériu.
I saints si avvicinarono alla loro dea e ad Ériu. Il suo scettro si riparò magicamente e una volta fatto, sorrise.
-Vi ringrazio di cuore per l’aiuto!- disse sollevando lo scettro al cielo.
Questi s’illuminò e i cloth tornarono magicamente addosso ai nostri eroi.
-Incredibile, i nostri cloth sono tornati!- esclamarono i ragazzi meravigliati.
La dea d’Irlanda sorrise. Una volta fuori dalla torre di smeraldo, Saori ed Ériu la distrussero con gli stessi attacchi che avevano ucciso Samhain. Così, si concluse la prima battaglia dei nuovi saints leggendari. Ne seguirono ovviamente altre, ma come si dice in gergo, queste sono altre storie.
 


Nota 28: L’Emerald Impulse è, ovviamente, la versione di smeraldo del Blue Impulse di Alexer visto nel manga.
 

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