Il Laird del vento

di michi_993
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aprile 1745: Highlander ***
Capitolo 2: *** Maggio 1745: Nuovi graffi ***
Capitolo 3: *** Giugno 1745: Giacobiti ***
Capitolo 4: *** Luglio 1745: Tha gradh agam ort ***



Capitolo 1
*** Aprile 1745: Highlander ***


Aprile 1745: Highlander 


- James Alexander Malcom Mackenzie Fraser! –
Sapeva benissimo che quando pronunciavo il suo nome completo doveva rivolgermi tutta la sua attenzione.
Mi prese in spalla caricando il mio peso e mi trascinò pochi passi più in la, non appena toccai il terreno delle Highlands con entrambe i piedi mi  regalò un profondo bacio  appassionato, cercando di evitare la ragione che mi aveva portato a ricordare il suo nome completo.
- Jamie! – ripresi. – Stavamo vincendo! –
- Oh, Aye ma non potevo aspettare! –
Ero una donna abbastanza muscolosa e alta rispetto alla norma ma non raggiungevo l’altezza di Jamie neanche alzandomi sulle punte come facevo spesso per sfidarlo. Il kilt con i colori del clan Mackenzie, volteggiava schioccando, contro le mie gambe, nell’aria pungente che anticipava una tempesta.  
Lo guardai con aria interrogativa, inarcando  un sopracciglio.
- Ho cavalcato Donas! -  disse tutto pieno di se.
Inarcai anche l’altro sopracciglio e spalancai le braccia portando il collo in avanti.
- Oh! Aye non ci credevo nemmeno io –
Sgranai gli occhi. – un cavallo… – sussurrai.
- Aye, non conosco altri Donas e… -
- Jamie… hai appena interrotto la partita per dirmi che hai cavalcato un cavallo? –
- Non UN cavallo, IL cavallo – si toccò il mento e mi osservò con quegli occhi azzurri che sapevo miei in tutto.
Raccolsi la mazza di legno da terra e scostai Jamie. –Bravo bambino – dissi tirandogli la guancia.
- Alla tua età pensavo cavalcassi altro, James Fraser – dissi in tono malizioso mentre mi allontanavo lasciando il cavaliere offeso alle mie spalle.
Mi raggiunse a passi veloci e mi tirò a se con una mano poggiata sul mio sedere, girai su me stessa in un turbinio di pieghe del kilt e capelli neri appesantiti dal sudore, non dovevo essere poi così affascinante mentre giocavo sul prato con gli altri highlander.
- Alcune cavalcature, mistress hanno bisogno di metodi e luoghi diversi, come stanotte ala sud del castello –
Portai una mano sotto al suo mento trascinandolo verso il mio viso in modo da regalargli un leggero bacio che lasciò appena umide le sue labbra desiderose di attenzione.
- Aye, avete proprio ragione – sorrisi, ravvivandogli i folti capelli rossi.
- Dougal! Non mi avrete mica sostituito?! Sono stata…distratta – sorrisi a Jamie girandomi indietro mentre raggiungevo il campo da gioco.
- Jamie manca un uomo nell’altra squadra – ordinò Dougal, lanciando ai piedi del ragazzo una mazza.
Aspettavo la formazione di tutti gli uomini poggiata alla mazza da gioco, in modo da poter riprendere la partita che fin dall’inizio era sembrata più una lotta che un gioco.
- FORMAZIONE! – Ordinò. -  Ishbel a voi l’onore di battere –
Ringraziai con un cenno del capo l’uomo che più ammiravo dell’intero clan Mackenzie.
Mi portai davanti alla piccola palla di cuoio e puntai i piedi a terra, pronta all’attacco che la squadra avversaria avrebbe lanciato su di me. Ero stata eletta highlander, mi ero guadagnata il kilt, una spada e una pistola, ma considerata tale, ora potevo mettermi alla pari con tutti gli uomini dei clan.
Non appena un uomo fischiò partì la carica accompagnata da un forte odore di sudore, ah le Highlands!
Prima di alzare la mazza da terra diedi un piccolo colpo alla palla che rotolò sotto i numerosi kilt avversari, infine tirai al petto la mazza e la usai principalmente per menare colpi e ripararmi.
Con un rapido movimento riuscii a spostarmi sulla destra e ad alzare la testa mentre una mazza ricadeva sulla mia spalla, una forte scossa di dolore mi percorse il braccio fino alle dita, ricambiai il colpo che finì sulle costole dell’aggressore, la mazza di legno rimbalzò indietro e lasciò a terra l’avversario. Con il fiatone corsi verso il campo avversario usando la mazza per colpire gli stinchi nudi nei numerosi giocatori, intravidi una folta chioma rossa in difesa ma Rupert mi sbarrò la strada con la sua mole da mangiatore di dolci preparati da Mrs Fitz.
Feci una finta a destra ma mi intercettò, una forte folata di vento carica di elettricità mi fece alzare leggermente il kilt e questo distrasse Rupert che cercò di sbirciarci sotto. Una leggera pioggia cominciò a bagnare il terreno. Con quella folata il mio kilt non era l’unico ad essersi alzato e dei piccoli urli imbarazzati si levarono dalla folla radunata intorno al campo, abituata com’ero, nel vivere circondata da uomini, non potei trovare la cosa altro che divertente. Approfittai di quell’attimo in cui gli occhi di Rupert cercarono di guardare sotto il mio kilt per sferrargli un calcio in mezzo alle gambe. Cadde a terra come un budino lasciando cadere la mazza ma continuando a fissarmi insistentemente.  Scavalcai il mio povero Rupert, pochi passi più in la alzai il kilt, più lungo sul retro, mostrando una natica coperta da corti pantaloncini di stoffa nera.
- La cintura di castità ordinata da Colum! – risi, accompagnata da altre mille risate della folla.  Ma non appena rivolsi il volto davanti a me, scostando i capelli appesantititi dalla pioggia, mi trovai a pochi centimetri dal petto di Jamie. Alzai la mazza per infierire un colpo ma lo intercettò provocando un sonoro rumore di legno. Mi fissava da sotto i ciuffi di capelli  bagnati, con quell’aria che mi aveva conquistato fin dall’inizio, un sorriso malizioso e un sopracciglio inarcato. Jamie riuscii ad incastrare la punta curva della mazza alla mia e in un unico gesto mi ancorò a terra, era decisamente più forte di me, ma ero sicura di avergli fatto scendere almeno una goccia di sudore. Alzò di scatto la mazza che mi colpì sotto il mento facendomi indietreggiare di un passo, ancora stordita dal colpo mi sentii sollevare da terra, Jamie mi aveva caricato in spalla, alzò la parte dietro del mio kilt e mi diede una sonora pacca sul sedere.
- E’ per proteggere il vostro delicato sedere, mistress – rise sonoramente così come fecero tutti i presenti, ma mentre lui si pavoneggiava mostrando il mio sedere al popolo scozzese, intravidi sul terreno appena sotto il kilt di Jamie, a testa in giù com’ero la visuale era ottima, un oggetto tondo di cuoio, ero nella parte avversaria del campo questo era certo, Jamie era in difesa e la linea che ci avrebbe portato alla vittoria era a pochi passi.  Allungai un braccio e infilai una mano sotto il kilt di Jamie afferrando saldamente i suoi beni più preziosi, lasciò la presa, colto alla sprovvista e mi fece cadere a terra. Raccolsi tutte le forze e colpì con la mazza la pallina di cuoio che fini appena oltre la riga. Mi girai sul tacchi degli stivali, in un turbinio di colori Mackenzie, verso la mia squadra esultante, alzando verso il cielo la mazza. Avevamo vinto.
Jamie si stava ancora rotolando a terra.
- Devo dire a Colum di procurarvene un paio anche per voi, Fraser – dissi accovacciandomi vicino a Jamie.
Mi tirò per un braccio violentemente e finii sdraiata sulla schiena nel fango mentre Jamie mi stava sopra, sentivo il freddo del fango inumidirmi i vestiti e inondarmi i capelli corvini.
Gli accarezzai i capelli rossi sporcandoli inevitabilmente di fango, mi baciò sulla bocca, un bacio innocente, per come lo intendevamo noi.
- Och! Forza alzati ragazza, prima che tu rimanga incinta! Stasera c’è il banchetto e guarda come sei ridotta cara! – la voce di Mrs Fitz riecheggiò nelle nostre orecchie come la voce di un capoclan, Jamie mi porse una mano per aiutarmi ad alzarmi trascinando con me un enorme quantità di fango.
- Och! Guardatevi ragazza! Forza! –
- Aye, Mrs Fitz –
Jamie mi prese sotto braccio, chinandosi per baciarmi il livido sul mento, affondai il viso sul suo petto, Dio quanto ero felice.




MadNote: Nuovo progetto a cui mi sto dedicando! E' solo l'inizio ma ho già in mente tutta la trama, non sarà lunghissima ma ci voglio lavorare molto, voglio cercare di creare un contesto storico credibile e ricercare le tradizioni scozzesi al fine di rispettarle anche se in queste poche righe ne ho già stravolta una xD. C'è una grande differenza con i libri e la serie tv di "Outlander" non sarà fantasy  e i personaggi saranno molto diversi, ho utilizzato i nomi aggiungendo la mia "super-donna" Ishbel.  Vi anticipo solo una cosuccia...Culloden. 

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Capitolo 2
*** Maggio 1745: Nuovi graffi ***


 Maggio 1745: Nuovi graffi


Richiusa la porta alle spalle mi sedetti sul tappeto davanti al fuoco ravvivando le braci, sperando che mi concedessero ancora qualche momento del loro calore. Dovevo prepararmi per il banchetto che si sarebbe tenuto nella sala grande tra poche ore, stringermi in un corsetto e agghindarmi come il peggior albero di natale secondo Mrs Fitz, che tra poco avrebbe varcato la soglia della porta e inondato la stanza con la sua travolgente presenza.
Mi accovacciai accanto al camino, stringendomi nel mio kilt trovando la pace, il silenzio e…
- Och! Mistress pensavo di trovarvi già in vestaglia e pronta per il bagno! –
Mrs Fitz apparì come il diavolo tra i fumi dell’inferno, il vapore saliva dai secchi di acqua calda che portava in mano, facendola apparire sovrumana.
Nemmeno il tempo di sbuffare che mi ritrovai nuda e investita da secchiate di acqua fin troppo calda che mi arrossarono la pelle, marchiata a fuoco tanto per stare in tema.
Mrs Fitz scelse un vestito tartan sui toni del grigio, un abito lungo sino ai piedi e relativamente semplice mi consolai, le strette calze di lana mi proteggevano le gambe dall’umidità del castello e i miei lunghi capelli neri racconti in uno chinion risaltavano il mio collo pallido e insolitamente lungo.
- Grazie Mrs Fitz –
- Och! Aye, siete già splendida così, permettetemi di prepararvi anche alle vostre nozze con il dolce Jamie e vedrete quale meraviglia uscirà da questa stanza -  si avvicinò al mio orecchio. – sto già cucendo il vostro abito, ho preso della vecchia stoffa dei tartan Mackenzie per farvi delle passamanerie, ne rimarrete estasiata, mia cara! –
- Grazie Mrs, i miei colori resteranno sempre quelli dei Mackenzie ma dopo il matrimonio saranno mescolati ai colori Fraser, per la gioia di Dougal –
- Oh! Aye – ridemmo. – e di vostro fratello miss –
- Aye, e di mio fratello… -
Mi poggiò una mano sulla guancia fissandomi con quegli occhi dolci come panini al miele.
- Och! Forza siamo in ritardo! – annunciò dandomi una pacca sul sedere coperto da metri di lana tartan.
 
Non appena udii la musica provenire dalla Sala Grande, tolsi le mani dalle tasche del vestito, lisciai le gonne e cacciai un ciuffo ribelle al suo posto, per quanto odiassi indossare abiti che mi impedivano i movimenti era bello per una volta sentirsi femminili, cercai aria da cacciare a forza nel polmoni stretti nel corsetto e camminai verso l’entrata della sala con le mani in tasca.
La tavola era imbandita e la maggior parte degli ospiti del castello di Leoch avevano già approfittato della nostra buona annata di vino rosso riempiendosi i calici di vetro più belli che Mrs Fitz conservasse. Scesi i tre scalini che portavano alla sala e cercai di intravedere Jamie tra la folla, presi un bicchiere di vino dal tavolo e cominciai a vagare tra la gente tra un sorso e l’altro.
Fu Jamie a trovare me.
Dopo una buona mezzora a cercarlo mi stavo consolando con un bicchiere dopo l’altro, finché passai accanto alle pesanti tende verde scuro che ornavano le alte vetrate del castello impedendo ai freddi spifferi notturni di entrare. Mi sentii afferrare per la vita e trascinare nel buio delle pieghe del tendaggio. Il sapore del vino si mescolò al sapore di whiskey della bocca di Jamie, a fatica trattenni il bicchiere tra le mani, Mrs Fitz non me l’avrebbe perdonato se avessi rotto il suo servizio migliore!
- Jam… ja.. – riuscii a liberarmi a malavoglia dalla lingua di Jamie. – Jamie! – tirai il fiato e continuai.
- Punto uno, il più importante, dove diavolo hai trovato il whiskey?! Punto due  indosso un corsetto le mie scorte di aria scarseggiano! punto tre… - infilai una mano tra i ricci rossi e lo attirai a me per godere ancora del sapore di alcol e passione.
- Non fatelo mai più, Ishbel… non potrei rispondere di me… - disse non appena respirammo.
Sorseggiai il mio vino fino all’ultima goccia e porsi il bicchiere a Jamie, che sbuffando tirò fuori una fiaschetta e riempi il calice con il liquido trasparente.
- Il punto uno è stato soddisfatto mistress, ora passiamo al punto due… - disse cercando di slacciarmi il corsetto.
 - Jamie, no.. ci sono luoghi e momenti più adatti -  lo fermai per i polsi.
- Dopo il matrimonio?! –
- No! – sogghignammo. – ci apparteniamo già, James Fraser – conclusi baciandolo delicatamente sulle labbra.
- Lo so, Ishbel Mairi Mackenzie Fraser –
Uscii dal nascondiglio bevendo tutto il whiskey del bicchiere, mentre Jamie faceva la sua entrata in sala.
Colum Mackenzie gli porse il saluto, mentre Jamie si avvicinava a me tenendomi stretta a lui.
- Miei ospiti e amici di Leoch, in questi giorni festeggiamo l’abbondanza che questa terra ci regala, per la cacciagione e i prodotti che con pazienza il terreno ci regala, e come tempo fa ho annunciato festeggiamo anche un matrimonio imminente tra le nostre mura, quello tra Jamie MacKenzie e Isbel Mackinnon–
Partì un applauso spontaneo.
- ma, i tempi cambiano, le alleanze mutano, e i Mackinnon fanno delle scelte… -
Sentii il cuore battere a mille, le mani sudate e la stretta di Jamie aumentare mentre il suo sguardo era fisso sul capoclan.
- Jamie è un membro della mia famiglia e come tale deve assolvere ai suoi doveri, il che comprende anche il matrimonio pertanto… -
- Vi ho offeso in qualche modo, mio Laird? – avanzai di un passo verso la figura di Colum, lasciando Jamie e stringere l’aria e sussurrare il mio nome ad essa.
- Lo state facendo ora mistress, interrompendomi! –  tuonò.
Jamie mi prese per un polso e mi tirò indietro.
- Dicevo, pertanto ho combinato un nuovo matrimonio per il giovane Jamie, ho l’onore di presentarvi, Claire Grant –
Mi si fermò il cuore.
Rimasi immobile mentre Jamie correva verso Colum e la nuova promessa sposa varcava l’entrata della sala tra gli applausi. Rimasi aggrappata all’aria, sospesa, mentre nuovi graffi facevano sanguinare l’anima.
Intrappolata in quella dimensione, mi ponevo mille domande mentre Colum faceva avanzare verso Jamie una Grant.
- Venite mia cara, sono fiero di annunciare una nuova alleanza tra Mackenzie e Grant! –
Nonostante le evidenti proteste di Jamie, baciò la mano della sua nuova promessa sposa e fu costretto a sedere accanto a lei al tavolo rialzato di Colum.
Dougal come un ombra si avvicinò a me, la sua voce mi risvegliò dallo stato in cui la mia mente era caduta.
- Vostro fratello, si è rifiutato di unirsi alla causa, Ishbel, congratulatevi con la coppia e camminate a testa alta, siete un membro dell’esercito Mackenzie, non vi sarà fatto del male –
- Mi ha già ammazzato, Dougal -  a stento trattenni le lacrime.
- Siete un membro dell’esercito Ishbel! –
- Non dovete ricordarmelo ancora! – sbottai.
Mi diressi verso il tavolo principale e chinai il capo davanti al Liard.
- Mio Liard, mi scuso per il comportamento avventato di prima, accetto ogni vostra decisione come umile protettrice della Scozia e vostra arma contro gli inglesi. A voi James Mackenzie e alla vostra…promessa sposa, auguro il meglio e un matrimonio duraturo, poiché il destino ha deciso altro per me. Alle nuove alleanze! –
- AYE! – urlò la folla.
Ingoiai la rabbia come si fa con uno preparato amaro, e lasciai che la bile invadesse la mia bocca mentre Jamie mi ringraziava alzando il bicchiere.
 
La maggior parte della serata la passai a bere con Dougal e Rupert, ingoiando piccoli pezzi di pane ogni tanto, fino a notte fonda quando decisi di tornare nella mia stanza.
Barcollai sui tacchi e tastai le pareti umide del castello fino alla porta della mia stanza che si aprì sbattendo.
- Mo chridhe, ti giuro che non ne sapevo nulla –
- Vattene Jamie, lo so – lo scansai e mi sedetti pesantemente sul letto, mentre Jamie rischiudeva la porta.
- Se sanno che sono qui, ti disonorerò e… -
-Mi pare di essermi già disonorata da sola non credi? –
- Ishbel, io non posso restituirti ciò che mi chiedi…- disse toccandomi il ventre. - …io non ti ho disonorato mi sono donato a te in ogni modo, lo sai –
- Aye.. –
- Guardami Ishbel… - non lo ascoltai e lui si prese di nuovo ciò che voleva.
Mi prese di peso e mi trascinò sul letto, sdraiandosi dietro di me avvolgendomi tra le sue braccia mentre lasciavo finalmente scorrere il dolore attraverso le lacrime, singhiozzando come una bambina, mentre le sue lacrime salate e silenziose, lasciavano piccole gocce bagnate sulla manica del mio vestito.
- Se non vuoi guardarmi più lascia che ti guardi io, mo chridhe, lascia che consoli la tua anima mentre la mia lascia il mio corpo per unirsi alla tua, è sempre stata tua. –




MadNote: Eeee si comincia Sassenachs!

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Capitolo 3
*** Giugno 1745: Giacobiti ***


Giugno 1745: Giacobiti  


Annunciarono la prima campagna verso l’inizio di Giugno, il cielo scozzese ci regalava rare giornate di sole tiepide e limpide spesso accompagnate da un vento gelido che faceva venire la pelle d’oca sulle gambe coperte solo in parte  dal kilt.
Evitai Jamie, un po’ per orgoglio personale e un po’ perché la preparazione alla campagna ci portava via intere giornate, e ovviamente la sera a cena, Jamie doveva conoscere Claire. Mi piaceva quella ragazza, a quanto avevo sentito era una guaritrice, e Jamie avrebbe sicuramente approfittato delle sue cure. Tanto che a volte lo trovavo seduto su un secchio rovesciato dolorante mentre la sua futura sposa gli spalmava un unguento sulla schiena, circondati da risatine maliziose e battute in gaelico. Eppure una piccola, piccolissima, parte di me, era contenta qualcuno si sarebbe preso cura di lui, io potevo solo portarlo ad avere altri lividi.
Stavo spazzolando il mio adorato Moray, quando si avvicinò a me fingendo di cercare qualcosa nelle stalle. Trassi un profondo sospiro, la tensione era palpabile, tanto che anche Moray si innervosì.
- Shsh, aye, va tutto bene –
- L’ho infastidito? –
- Non solo il cavallo –
Si guardò intorno furtivamente, prima di avvicinarsi a me, trascinarmi per la vita fino a lui e baciarmi appassionatamente.
- Cristo Jamie puzzi! –
- Lass, sei in una stalla! È il tuo cavallo! –
- No, Moray non puzza di uovo marcio – lo minacciai con la spazzola in mano. – è più un… - gli annusai la schiena.
– Sei TU! Dio ma che ti ha spalmato addosso? –
- Claire! Och, mi ha fatto un massaggio per il mal di schiena e… -
Non partecipavo più alla sua conversazione da “Claire”, stava facendo un monologo.
- Mo chridhe, ti prego… Ishbel.. –
- Jamie va tutto bene… -  continuai a spazzolare la porzione di pelo già lucido di Moray, doveva odiarmi povera bestia.
- Vattene con quella puzza mi farai morire il cavallo! – lo schernii.
- Ci vediamo domani all’alba allora per la partenza – disse ridendo.
- A domani Jamie –
 
La pioggia mi cullò tutta notte fino all’alba, la partenza per la prima campagna estiva era all’alba ma ero sveglia da molto prima e girovagavo inqueta con la coperta sulle spalle già vestita e con la spada sul fianco. Raccolsi i capelli in una treccia e indossai il cappuccio del mantello, pioveva ancora, una pioggia fine e fastidiosa. La prima campagna prevedeva di diffondere la notizia dell’arrivo di Bonnie Prince Charlie in Scozia e di radunare più combattenti possibili, oltre che ricavare le rendite e controllare il territorio MacKenzie.
- Un fantastico giorno per viaggiare, mistress! – Dougal mi corse in contro, eccitato quanto me dalla partenza.
- Finalmente, lasciamo questo posto mio capoclan! –
- Aye! – mi abbracciò stretta e mi diede un sonoro bacio sulla guancia per poi allontanarsi e dare ordini alla lunga fila di uomini che ci accompagnavano.
Claire non c’era a salutare Jamie, seduto in sella a Donas, imbacuccato nel suo kilt.
- Non viene a darvi il bacio d’addio la vostra bella? – ironizzai ad alta voce mettendolo in imbarazzo.
- Purtroppo sa che il ragazzo tornerà di certo! – rispose Dougal.
- Aye! Ma almeno avrò qualcuno che scalderà il mio letto al mio ritorno! – intervenne Jamie.
- Och, aye, spero valga la candela, laddie! – ironizzai, ferita nell’orgoglio.
Direi che come inizio non c’era male.
La campagna non fu priva di inconvenienti e disagi per tutti noi, la pioggia e un’insolita aria gelida ci accompagnarono per tutte e due le settimane di viaggio tra le lande scozzesi.
- Ci accampiamo qui! – ordinò Dougal. – Voi due: sentinelle, il resto riposo, si da il cambio ogni tre ore –
Non ero nel primo turno questo era un bene, potevo riposare su un terreno stabile che non fosse la schiena di Moray. Era buio pesto e la mia tenda era in un punto abbastanza appartato per permettermi di cambiarmi d’abito senza essere vista da troppi occhi, Moray al mio fianco mi avrebbe avvertita. Era un cavallo molto pauroso e questo era un punto a mio favore, se era irrequieto qualcosa non andava, proprio come ora.
Batteva gli zoccoli e tentava di allontanarsi, presi tra le mani il coltello e rimasi in attesa. Una mano mi tappò la bocca e mi fece sdraiare appena fuori dalla tenda.
- JAM.. –
- Shshshs, Ishbel –
Lasciò la presa.
- Che ci fai qui? –
- Secondo te?-
Prese ad alzarmi il kilt e a baciarmi il collo.
- Levati! –
- No! –
- Sei sposato! –
- Non ancora –
- Och, dovrei essere la tua prostituta quindi? –
- Dio! No! – si fermò all’istante. - Se ti ho dato quest’impressione no, mo chridhe – Era mortificato.
- Come faccio a lasciarti andare? –
Mi baciò il palmo della mano.
- Non chiederlo a me, mo chridhe –
- Smettila, sono Ishbel adesso –
- No, mo chridhe, sei mia –
Mi baciò con forza e profanò la mia bocca con la lingua fino a che non si trovò completamente sopra di me. Mi alzò il kilt fino alla vita e lasciai che mi tappasse la bocca con la mano mentre lui affondava il volto nel mio petto per fare meno rumore possibile. Mi aggrappai all’erba umida sotto di noi, mentre affondava gli ultimi colpi e lasciava il mio corpo appena in tempo. Mi baciò il ventre vuoto, quanto avrei voluto un piccolo Jamie.
 
Avrei usufruito delle sue attenzioni ancora per pochi giorni, poiché la campagna era agli sgoccioli e luglio era alle porte. La bella stagione entrò prepotentemente nel giro di una settimana, il sole scaldava i nostri plaid pesanti sulle spalle e la nebbia mattutina era sparita. Inspirai a fondo l’aria calda che ci circondava, l’odore dolciastro di un cespuglio di lavanda inondò le mie narici mentre un ape solitaria ronzava accanto al mio orecchio.
- Un fiore per la milady – disse Dougal accostando la sua cavalcatura alla mia.
Raccolsi dalle sue dita una piccola margherita regalandogli un sorriso. – Vi ringrazio milord –
- a volte ho il dubbio che ci stiate provando ZIO –  Jamie sottolineò la parola zio nel pronunciarlo.
- Och! Non ci vedrei nulla di male nipote, visto che la signora non è più promessa sposa – sogghignò. – eppure sono sposato… ho dei doveri, ma perché non dare innocenti attenzioni ad una splendida e unica highlander –
- Desiderate da sempre ciò che è raro e volete sempre sperimentare ma… -
- Hey ragazzo, moderate il linguaggio io sperimento ciò che mi pare e non ti deve riguardare e… -
- Nessuno sperimenterà un bel niente! – soggiunsi nella discussione che cominciava a prendere una brutta piega per il mio piccolo onore.
Dougal che aveva arrestato la sua cavalcature davanti a quella di Jamie, cambiò direzione tenendo gli occhi fissi su Jamie e bisbigliando qualcosa in gaelico.
- Non avete fatto in tempo a “sperimentare”, nipote –
Mi sorrise mentre Dougal riprendeva il passo.
- Aye! – rispose. – un vero peccato! –
 
Moray era esausto l’ultimo giorno di ritorno a Leoch, le belle giornate che anticipavano luglio erano inesorabilmente state sostituite da una pioggia fredda che aveva fatto ripiombare la Scozia in un acquitrino fangoso in pieno autunno.
Ero esausta tanto quanto il mio povero cavallo quando entrammo nel cortile, tanto che mi appoggiai per cercare calore e conforto al collo della mia cavalcatura. – Grazie, Moray – gli schioccai un bacio sul collo lucido di pioggia e sudore e non mi accorsi nemmeno di essere in bilico tra l’oblio del sonno e la veglia. Sentii un abbraccio cingermi la vita.
- Vieni qui, mo chridhe. Sei esausta – sussurrò Jamie e quasi a ringraziarlo anche Moray gli rivolse uno sguardo, era il mio unico confidente per quanto riguardasse Jamie. Lui sapeva, sapeva tutto.
Mentre mi trasportava tra le sue braccia, approfittai per cullarmi al suo petto, sentire il suo odore e ricordare il battito del cuore accanto al mio orecchio, avrei ricordato tutto, persino l’odore del suo sudore, mischiato all’odore di Donas.
Mi addormentai tra quelle braccia mentre attraversavamo il castello, finchè il calore del suo corpo non fu sostituito dalle fredde coperte di cotone del mio letto. Ancora nel dormiveglia lo sentii mormorare qualcosa.
- Tha mi duilich, mo chridhe – mi toccò il ventre ed io poggiai una mano sopra la sua, come per consolarlo, troppo esausta per parlare.  




MadNote: Mark me! è solo l'inizio.

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Capitolo 4
*** Luglio 1745: Tha gradh agam ort ***


Luglio 1745: Tha gradh agam ort 


Il matrimonio con Claire era previsto per fine mese, e Leoch pareva essere in fermento solo per l’evento che tra poco più di tre settimane avrebbe sancito la fine dei miei rapporti con i Mackenzie, e in particolare con Fraser. Rupert era accanto a me mentre pulivo le armi sotto la piccola tettoia dell’armeria.
- Credo che quella pistola sparerà mille colpi al secondo talmente è pulita mistress –
Buttai con impazienza l’arma sul tavolo fissando Rupert di traverso.
- Potrei provarla su di voi. Che dite? –
Mi guardò con aria interrogativa come a chiedersi se stessi scherzando oppure no, mantenni lo sguardo per poi arricciare il naso per trattenere la risata che scoppiò fragorosa per tutto il cortile. La risata di Rupert inondò il cortile, provocando altre risate tra i presenti e sicuramente non per la mia ironia.
- Mistress a Jamie dispiace molto, lo sapete-. Pareva leggermi il pensiero, era appena sbucata in cortile Mrs Fitz mentre dal carro veniva scaricato un grosso baule con il sigillo del sarto di Edimburgo.
- Credi che Colum avrebbe mai fatto arrivare un abito da sposa da Edimburgo per me? –
- Non sono un fottuto Laird, non so come pensano sicuramente quei soldi voi li avreste spesi nel cibo vero Ishbel? –
- Aye, ci avrei pensato, solo per renderti felice Rupert –
La nostra risata si spense in fretta, non ci sarebbe stato nessun matrimonio per me e niente ottimo cibo per Rupert.
- Mi dispiace, mistress –
- Non fa niente, come si dice, il mare è pieno di pesci! –
- e squali mistress.. –
Lo guardai con aria interrogativa, bastò per chiedere una spiegazione.
- Jamie è un brav’uomo, ma non tutti lo sono. Potreste maritarvi con un uomo violento –
- Rupert so difendermi io… -
- Promettetemi che se mai dovesse capitare questa sventura, mistress, troverete il modo di trovarmi e giuro su Dio, che vi darò la sua testa su un vassoio –
Estrasse il pugnale e baciò il manico inginocchiandosi davanti a me.
- In piedi soldato – sussurrai.
 
  La seconda campagna d’estate fu annunciata verso metà Luglio, una campagna breve, servivano reclute e avevamo bisogno di denaro per riempire l’armeria e comprare cavalli. Eravamo in ballo di nuovo, la consapevolezza che avrei perso Jamie al ritorno di quelle due settimane e la voglia di scappare dalle sue braccia per iniziare la mia purificazione.
Alla partenza stavolta Claire c’era a salutare il suo promesso sposo, lo baciò sulla guancia mentre si apprestava a salire a cavallo. Si erano avvicinati molto nonostante io avessi scambiato con lei qualche parola, mi sembrava una donna per bene, e Jamie sarebbe stato felice. Che misera consolazione.
Mi issai sulla mia fedele cavalcatura, e partimmo alla volta di Inverness. 
Io e Jamie non parlammo quasi per niente, io immersa nei miei pensieri e lui nei suoi, il cielo era sorprendentemente limpido e il sole faceva capolino dalla collina colpendo con i suoi raggi la figura lontana del villaggio di Inverness. Ci sarebbe voluta almeno un'altra ora di cavalcata. Avevo i capelli sciolti sulle spalle che formavano una macchia nera e aggrovigliata dal vento sulla camicia bianca stretta in un morbido corpino di cotone verde scuro che riprendeva i colori del kilt. Le calze di lana fino al ginocchio cominciavano a darmi fastidio, faceva caldo e avevo paura che i piedi prendessero fuoco da un momento all’altro.
Non appena arrivammo alle porte di Inverness scesi da Moray, essendo un cavallo estremamente pauroso si spaventava con ogni rumore nel villaggio, dalle urla del commerciante al battere del martello del fabbro ma scesi anche per sgranchirmi le gambe intorpidite dalle lunghe ore a cavallo.
_ Dougal! Vi raggiungo da Thomson più tardi devo far controllare un ferro di Moray al fabbro! –
- Va bene mistress –
Effettivamente Moray aveva un andatura zoppicante da un bel po’, avevo abbastanza soldi per chiedere al fabbro di fissare meglio il ferro nonostante Moray fosse terrorizzato dai rumori di un officina.
Come da prognostico il ferro di cavallo si era allentato e aveva procurato a Moray dei piccoli tagli sul bordo dello zoccolo ci sarebbe voluto più tempo del previsto, presi così a vagare per le vie di Inverness. La vita in un villaggio era estremamente diversa da quella di un castello, qui i soldi servivano pressoché per tutto, una moneta per il pane, una per la carne, una per ferrare il cavallo e persino una per farsi portare secchi d’acqua a casa senza dover recarsi personalmente al pozzo. A Leoch tutto questo era quasi interamente organizzato da Mrs Fitz, le mancava solo essere capace a ferrare i cavalli!
Attirai non poche attenzioni per il mio gonnellino succinto, delle gambe non si vedeva nulla tranne una piccola porzione di ginocchio tra le alte calze e il kilt ma gli sguardi erano molto curiosi e insistenti verso quell’unica porzione di pelle. Un intenso profumo di cannella mi invase le narici mentre passavo accanto al fornaio, e non potei resistere alla tentazione di comprare un piccolo pane dolce alla cannella appena sfornato. Mi avventai affamata com’ero sul mio premio a grandi morsi assaporandone ogni briciola.
- Oh eccoti Ishbel! –
Solo Jamie poteva oscurare il sole davanti a me con la sua mole da orso, lo fissai in volto mentre masticavo un boccone del mio dolce.
C’era un po’ di imbarazzo tra di noi e… un panino dolce.
- Dov’eri finita? Sono venuto a cercarti dal fabbro ma non c’eri, e ora ti ritrovo a spasso per le vie di Inverness a mangiare dolci? –
- Il ca..va…allo si è feri…to e ….- spiegai a Jamie mentre avevo ancora la bocca piena.
- Cosa? – rise. – non fa niente! Ma la cosa più grave è che non me ne hai offerto nemmeno un morso! – disse indicando il mio dolce.
- Condividerlo con te? – deglutii e sgranai gli occhi. – Giammai! –
- Giammai?! Oh no mistress non funziona così! –
Cercò di prendere con la forza ciò che reclamava dalle mie mani mentre io cominciai a spostare il panino da una mano all’altra, tutto fu vano, in men che non si dica avevo il morso di Jamie Fraser disegnato nella mollica del mio dolce panino alla cannella.
- Jamie! Maledetto bastardo! – pestai i piedi. – Te ne sei mangiato metà! –
- Ma quale metà? – rubò un altro morso. – Ora è metà! – affermò a bocca piena.
- Jamie! –
- Moray sarà ormai pronto, ti aspetto giù alla taverna insieme agli altri, aye? –
- Aye – risposi guardando tristemente i resti del mio pasto.
 
Moray era più che pronto… a scappare via! C’erano voluti tre garzoni del fabbro per cercare di tenere fermo il cavallo mentre sistemava il ferro sullo zoccolo.
- Shshsh Moray va tutto bene! –
- E’ il cavallo del Diavolo! Per l’amor di Dio! Saldi il debito e lo porti all’inferno da dove proviene! –
Saldai il mio debito e m’incamminai a passi svelti alla locanda di Thomson mentre il cielo diventava scuro annunciando il tramonto.
 
 Dougal dopo aver rifocillato i suoi seguaci aveva preso delle stanze alla locanda, dopo aver consumato il nostro umile ma gustoso pasto ero abbastanza speranzosa che le camere fossero decenti come lo era stato il cibo. Spiluccavo alcuni pezzi di pane seduta accanto a Rupert che scambiava battute maliziose in gaelico con Dougal e Angus, quando due ragazze in abiti succinti fecero il loro ingresso nella locanda affollata.
Affondai la faccia nel bicchiere e bevvi l’ultimo sorso prima di dare una gomitata a Rupert.
- Dimmi tu! sei una sorta di stregone?! Dalle tue battute alla porta della locanda! Hai fatto comparire le ragazze come due fate della collina! –
Rupert scoppiò a ridere già rosso in viso per l’eccitazione della scoperta. Mi diede una forte stretta con il braccio attorno al corpo colpito dalla mia ironia e si apprestò, come tutti i presenti tranne me e le cameriere, ad ascoltare attenti le ragazze che li invitavano a recarsi al bordello giù all’angolo.
Jamie, due tavoli più il là, si stava dirigendo a grandi passi alla panca di fronte al mio tavolo.
- Non ti godi lo spettacolo? –
- Quale spettacolo? – chiese sedendosi.
Indicai con gli occhi le ragazze.
- Och! sono molto allettanti  ma no grazie – Jamie versò nel mio bicchiere altro whisky.
- Sei sposato! Bravo fedele marito –  Gli sfilai il calice dalle dita e bevvi un breve sorso.
- Non ancora –
- Abituarti all’idea già da ora sarebbe cosa buona e giusta – abbassai lo sguardo sul fondo del bicchiere.
- Perché? – mi tolse il bicchiere dalle mani e lo portò alla sua bocca assaporando il whisky.
- Essere fedele, mantenere una moglie, avere dei figli, comprare una casa… tutte quelle cose –
- Non credo ne avremo bisogno –
- Och! Credo che almeno della fedeltà tu ne abbia bisogno! –
- Quella sempre, se è l’unica cosa che mi stai chiedendo e io la chiedo a te –
- cosa…? Jamie.. –
- Sposami, Ishbel – rimasi a bocca aperta ma recuperai in fretta il contatto con la realtà dato che la mia mente stava già costruendo castelli in aria.
Gli tolsi il bicchiere di mano e lo annusai. – Il whisky ti ha dato alla testa Jamie Fraser e io non credo… -
Mi prese le mani e le strinse con forza. - Mo chridhe, sposami. Accettami come tuo marito, non ho molto da offrirti tranne me stesso e la taglia sulla mia testa, la mia piccola tenuta in territorio Fraser e la mia lealtà –
- Tranne te stesso?... Jamie… te stesso è tutto quello che mi basta –
- E allora sposiamoci, mo chridhe. –
- Ma Colum, l’accordo con i Grant, Claire… -
- Non m’importa, una volta sposati non potranno fare altro che accettarlo –
- Colum ti farebbe rimanere vedovo nel giro di una settimana, metterai il mio culo a rischio –
- Difenderò il tuo culo, mi hai dato te stessa, lascia che ripaghi il mio debito –
Non risposi immediatamente mi limitai ad abbassare lo sguardo.
- Sei in debito anche di un panino dolce alla cannella, o almeno metà – sorrisi.
- Te ne comprerò mille se vorrai, una volta sposati –
- Come posso rifiutare un’offerta simile –
- Non puoi… - sussurrò.
Il fracasso di urla e risate nella locanda cadde in secondo piano mentre Jamie si donava a me con nient’altro che la sua anima, gli strinsi le mani e feci la mia promessa.
- Sono tua James Fraser –
 
Le stanze della locanda erano al di sotto delle mie aspettative, letto di paglia e un dito di polvere sull’unico mobile che arredava la stanza, non che prendessi il lusso ma almeno un vaso da notte in stanza! Sprofondai nel materasso e venni avvolta dai fili di paglia che uscivano di tanto in tanto dagli strappi di cotone che la tratteneva.
- Ishbel Mairi Mackenzie Mackinnon Fraser – sospirai – togliamo pure il Mackenzie dato che Colum mi caverà le budella non appena varcherò il portone a Leoch! – constatai.
Immersa nei miei vaneggiamenti dovettero bussare più volte alla porta per distogliermi dalla nuvola in cui ero piombata. Ero in camicia, afferrai il pugnale e lo nascosi dietro la schiena, eravamo in una locanda, la prudenza non è mai troppa ed ero sicura che Rupert, il mio prodigo guerriero, non poteva difendermi dal letto di un bordello.
Aprii la porta.
- Ish, scusa l’ora volevo solo… - si guardò intorno furtivamente prima di baciarmi delicatamente sulle labbra.
– augurarti la buonanotte, mo chridhe –
Gli presi le mani e gli baciai il dorso. – Grazie Jamie –
- Al Diavolo! – mi attirò a se e scomparsi tra le sue braccia coperte da un lembo del suo kilt a modi scialle. – Presto, mo chridhe, potremo stare nella stessa stanza per tutta la vita te lo prometto e Dio mi fulmini se ti lascerò uscire! –
- Jamie! –
Mi trasse più vicina al suo petto nascondendomi il volto, ero in camicia e mi si vedevano solo le gambe nude.
- Dougal! –
- Ti ho beccato ragazzo! Pensavo non ti piacesse andare con le sgualdrine? –
- Zio! Sto per sposarmi potrebbero insegnarmi qualcosa non credete? –
Sentivo i passi di Dougal sulle assi di legno, e il rumore si stava pericolosamente avvicinando. Non vedevo nient’altro che la manica della camicia di Jamie, nelle narici avevo l’odore del suo sudore, evidentemente era agitato quanto me.
- Och! E’ nelle vostre mani mistress! Fate di lui un uomo! –
-Aye, aye – rispose Jamie.
- Cos’è?  è muta la sgualdrina? – si avvicinò ancora di più sbirciando oltre le braccia di Jamie, mentre io cercavo di rannicchiarmi il più possibile.
- Mi piacciono silenziose! –
E dopo questa uscita di Jamie dovetti fare ricorso a tutta la mia buona volontà per evitare di ridere, affondai il volto nella sua camicia, Jamie sobbalzò per l’improvviso calore del mio respiro attraverso la stoffa.
Non vedevo la faccia di Dougal ma doveva essere sconvolta, tanto che non proferì parola.
- Ehm… Zio se non ti spiace.. io.. ecco… -
Era la situazione perfetta per avere una piccola rivincita per il furto della metà del mio panino dolce, scostai la camicia e gli morsi il petto provocando uno spasmo involontario al corpo di Jamie, per evitare di essere scoperta gli cinsi la vita con le braccia, fortunatamente, non appena avevo capito che era Jamie, avevo lasciato il pugnale sullo stipite della porta all’interno della stanza.
- Certo ragazzo, ma non stancarti troppo domani abbiamo tante cose da fare! –
- Aye Zio – disse mentre mi spingeva con il suo corpo dentro la stanza e la richiudeva veloce dietro le spalle.
- Oddio! C’è mancato poco! –
Finalmente potevo liberare le risate che avevo cercato di soffocare un attimo prima.
- “ Mi piacciono silenziose” – lo imitai.
- Aye, aye, deridimi –
- E’ destino Jamie Fraser, dormiremo insieme –
- Dormire? Secondo Dougal sei una sgualdrina, non ti pago per dormire! –
Non risposi per rispettare la sua richiesta di “donne silenziose”.
- Smettila Ish! Non prendermi in giro! – si tolse il lembo del kilt che portava sulle spalle e si sedette accanto a me sul letto.
Gli presi il volto tra le mani. – Siete mio James Fraser, mio e di nessun’altra sgualdrina –
Lo baciai delicatamente sulle labbra.
- Andiamo a letto, mo chridhe –
Lo accolsi nel mio letto e fui cullata dalle sue braccia tutta la notte per poi addormentarci profondamente nell’intimità di quella locanda.
 
- Ma non c’è il vaso da notte nella tua stanza! – sbottò Jamie tutto nudo accovacciato sotto il letto in cerca del vaso di pandora.
- Sorpresaa! –
Dopodiché partirono una serie di parolacce in gaelico, tra cui imprecazioni a Dio, a Sua Madre, al Figlio e al Diavolo in persona.
- Andrò nella mia stanza a pisciare, almeno Dougal l’avrà pagata per qualcosa –
- Aye – mi tirai a sedere coprendomi con il lenzuolo ingiallito dal tempo.
- Ci vediamo dopo, mo chridhe, entro domani saremo ad Aberdeen, se cavalcheremo tutta la notte, la troverò un prete e finalmente diventerai mia –
- Aye, mio Laird –
 
Finii di vestirmi e raccolti i miei pochi averi uscii dalla stanza richiudendo la porta alle mie spalle.
- Ishbel?! –
Scattai sul posto nel sentire il mio nome pronunciato in quel modo così famigliare.
- Dougal! Mi accompagnereste giù per la colazione? –
- Non è la stanza di Jamie? –
- Eeehm, nay dato che ci ho dormito io stessa –
- Ma Jamie…ieri sera…lui e… Lass io spero solo ti abbiano cambiato le lenzuola perché chissà dentro quel letto ieri chi c’è entrato, venite… - mi porse il braccetto e lo accettai volentieri. – Ieri sera Jamie e una donna sono entrati in quella stanza –
- Dite davvero?! –
- Oh aye, io l’ho sempre detto che Jamie è un ragazzo strano ma ha ordinato alla sgualdrina di fare voto del silenzio se voleva andare a letto con lui –
- Aye? Beh avete ragione è un tipo molto strano, e spero abbiano cambiato le lenzuola al mio arrivo nella stanza perché la paglia del letto effettivamente era compressa non vorrei mai rimanere incinta! –
Scoppiammo in una risata da comare pettegole, mentre io mi crogiolavo nei ricordi lasciati su quel letto.




MadNote: Aggiorno dopo tanto tempo, nella speranza che arrivi presto settembre per la terza stagione di outlander :D

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