Il perdono del destino

di AkaneT87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1: Aiuto ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: Di nuovo a casa ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: Resta con me ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: Il braccio della morte ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: Rivelazioni ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6: Come vuoi... Mio piccolo Sugar boy ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7: Il cuore di un padre ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8: Il mezzo di contrasto ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9: Il lusso della morte ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10: E' l'amore ad essere scemo ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1: Aiuto ***


CAPITOLO 1

CAPITOLO 1

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Salve a tutti ragazzi! ^^

Questa è la nuova ff su City Hunter che avevo annunciato un po’ di tempo fa…  Non vi anticipo nulla, quindi non mi resta che augurarvi buona lettura ^^

 

Ryo, Kaori, due anime, un solo destino. Lo stesso.

 

Il perdono del destino

 

 

CAPITOLO 1: Aiuto

 

Il sole era alto nel cielo già da un po’, e Shinjuko era nel pieno della sua vita cittadina… Auto ferme nel traffico con clacson assordante, gente che andava e veniva dal lavoro, uomini che entravano ed uscivano dai bar o dai fast food, la solita routine.

Non tutti però, avevano la possibilità di godersi la solita giornata.

Per esempio, nei pressi di un quartiere malfamato, una donna correva a perdifiato tirando a sé un bambino, cercando di sfuggire a dei brutti ceffi.

- Nascondiamoci in questa stradina… Non dovrebbero trovarci! – sperò la donna.

- Mamma ma perché ci inseguono? – chiese il bambino spaventato.

- Non lo so tesoro, non lo so… - La donna strinse a sé il bambino, poi aspettando più di una mezz’ora, decise di uscire.

- Guarda lì! C’è una cabina telefonica! Io devo fare una telefonata molto importante!

- Chi devi chiamare?

- Una mia amica! Ti ricordi? Ti ho parlato di lei, è l’unica che può aiutarci… Si chiama Miki, ed è la mia migliore amica, ma non la sento da un po’… Sicuramente avrà cambiato numero e con quello che ci è successo è naturale che lei non abbia trovato il nostro…

- E’ per vedere lei che siamo in Giappone? – domandò il bimbo ingenuamente.

- Sì, fosse per me non avrei più messo piede qua, ma tu sei molto più importante del mio orgoglio tesoro! – sorrise la donna. Poi tenendo per mano il bambino, si avvicinò quatta alla cabina.

- Stammi sempre vicino amore, non ti allontanare mai da me, ok? – si raccomandò la donna, ma nel frattempo qualcun altro aveva già occupato la cabina. Purtroppo lei non poteva restare tanto allo scoperto, se l’avessero trovata sarebbe stata spacciata… Però il problema non era solo questo, doveva proteggere suo figlio, non avrebbe permesso a nessuno di fargli del male. Il suo Jeff aveva solo e quasi cinque anni e, non era ancora in grado di badare a sé stesso.

- Maledizione! Entriamo in questo bar! – pensò trascinando con sé il bambino. Prendendo una cioccolata per il piccolo, la donna si avvicinò al telefono, ma prima di comporre il numero si raccomandò nuovamente: “Jeff, io faccio questa chiamata. Ti prometto che farò più veloce che posso, però tu devi starmi accanto tesoro, va bene? Prometti che non ti allontani?”

- Promesso! – sorrise il bambino porgendo il suo dito mignolo come se volesse stipulare un patto.

La donna compose il numero, ma il telefono squillò a vuoto… Decise di ritentare, ma al terzo squillo si accorse che qualcosa non andava. Ebbe un brutto presentimento, si guardò intorno e notò che il suo piccolo non c’era più. Si mise una mano tra i capelli, e non badando a chi aveva risposto alla sua chiamata, riagganciò velocemente per cercare il bambino.

- Jeff! Jeff! Jeff dove sei? Mi scusi signore, ha mica visto un bambino? Ha quasi cinque anni, i capelli del mio stesso colore, occhi azzurri… E’ un amore di bambino e non passa inosservato! Mi sono voltata un attimo e non l’ho più trovato! Per favore! E’ mio figlio! – si disperò la donna che chiedeva a tutti i presenti nel bar.

- Mi dispiace signora… - rispondevano tutti.

- Oh mio Dio! Deve stare da qualche parte! – mentre si disperava, gettò uno sguardo dalla finestra e lo riconobbe sull’altro lato della strada. Senza pensarci si precipitò da lui urlando e abbracciandolo.

- Jeff! Jeff! Stai bene tesoro? – chiese la donna inginocchiata davanti al bambino.

- Sì mamma, sto bene! – rispose tranquillamente il bambino.

- Ma cosa ti è saltato in mente? Mi ascolti quando parlo? Ti avevo raccomandato di non allontanarti da me!! – lo rimproverò la donna.

- Ma io volevo restare accanto a te, però quel signore ha detto che mi avrebbe fatto vedere di nuovo papà! – rispose ingenuamente il piccolo.

- Cosa? Quale signore? – chiese la donna spaventata.

- E’ da un po’ che non ci vediamo, mia cara signora! – le rispose una voce alle spalle. La donna sbarrò gli occhi terrorizzata, ma non fece in tempo a girarsi che l’uomo dietro di lei l’atterrò con uno schiaffo.

- Mamma!!! – urlò il bambino che venne fermato da altri uomini vestiti in nero.

- Maledetti… - borbottò la donna cercando di alzarsi e toccandosi il labbro appena rotto.

- Lasciate andare mio figlio! – ordinò la donna.

- Sai cosa vogliamo in cambio! Ti abbiamo seguita dall’America per quei flaconi! Dicci dove sono! O ammazzeremo il tuo adorato pargoletto! – minacciò l’uomo con una voce maligna. La donna non demorse ed estraendo con velocità una pistola dalla sua borsa, gliela puntò contro dicendo: “Allontanatevi dal mio bambino! O giuro che vi ammazzo!”

- Andiamo tesoro, stiamo dando spettacolo non vedi? Perché non la piantiamo con questa pagliacciata e non mi dai quello che cerco?!

- Visto che stiamo dando spettacolo, fra un po’ la polizia sarà qui!

- E credi che possa fare qualcosa con un’organizzazione mafiosa americana, potente quanto la nostra! Nemmeno le forze dell’ordine potranno salvarti!

- Maledetto!!! – Stanca la donna iniziò a sparare, ma non avendo una grande mira, sbagliò e finì col scaricare la pistola.

- E’ questo ciò che sai fare? – domandò il brutto ceffo, seguito da una risata. Poi stanco, si avvicinò velocemente alla donna e sferrandole un pugno alla pancia, le fece perdere i sensi.

- Mamma! Mamma no! Che le avete fatto!? Lasciatemi andare! Mamma! – il bambino tentava di liberarsi dalla presa per soccorrere la madre, ma senza successo, così decise di tirare un morso al braccio del tipo che lo teneva a sé, e dirigendosi verso la madre disse: “Mamma! Mamma, apri gli occhi ti prego!”

- Piccolo moccioso! Adesso la pagherai!

- Non ti avvicinare! – improvvisamente il bambino cercò di prendere con entrambe le mani, la pistola caduta alla madre, riuscì a fatica a puntarla contro quegl’uomini solo per qualche secondo. Poi inginocchiandosi, le scivolò dalle mani lamentandosi: “Ahi! Quanto pesa!”

- Cosa c’è piccolino, non riesci a proteggere la tua mamma? Adesso tu e lei venite con noi e senza fare altre storie! – ordinò l’uomo sempre con la pistola puntata su entrambi. Per la donna e il bambino ormai sembrava tutto perduto, ma all’improvviso degli spari fecero volare le pistole dei criminali, costringendoli poi ad inginocchiarsi.

- Chi ha osato?! – urlò il capo furioso.

- Sono stato io! Non vi vergognate? Picchiare una donna e un bambino! Forse nessuno vi ha insegnato le buone maniere! Beh vorrà dire che ci penserò io! – annunciò un uomo sbucato dal nulla mentre si dirigeva verso il luogo interessato, con passo lento, ma deciso… Un portamento perfetto, mentre sicuro di sé impugnava la sua 357 magnum.

- Ti chiuderò la bocca!! – disse il capo dei criminali lanciandosi all’attacco e seguito dai suoi scagnozzi. Il paladino da poco intervenuto, non ci impiegò molto a sbarazzarsi di loro… Con destrezza, nel giro di pochi secondi furono tutti al tappeto. A sforzo si alzarono per fuggire, avendo capito che magari per il momento sarebbe stato meglio per loro scappare.

Il bambino avendo notato la forza dell’uomo si avvicinò disperato dicendo: “La mia mamma!! Ho provato a chiamarla ma non mi risponde!”

- Tu stai bene piccolo? – domandò l’uomo.

- Sì, ma la mia mamma… - balbettò il bambino piangendo.

- Adesso ci penso io alla tua mamma…Signora! – L’uomo si inginocchiò per scostare la donna e verificare se fosse viva. Respirava, stava bene, era solo svenuta.

- Signora, mi sente? - La donna giaceva con il volto verso l’asfalto, così l’uomo si chinò per voltarla, ma quando ebbe guardato il viso della donna, ebbe quasi un colpo. Lui conosceva quel volto, non aveva fatto altro che sognarlo per tutto quel tempo in cui di lei, non aveva saputo più nulla… A stento, balbettò il suo nome sfiorandole la guancia.

- K…K…Kaori… - le accarezzò i capelli, le diede qualche colpetto sulla guancia per farla rinvenire.

Con fatica, finalmente, riuscì ad aprire gli occhi. Stava sognando! Sì,  doveva trattarsi sicuramente di un sogno… Oppure, dopo il colpo ricevuto, aveva perso la vita e quello era il paradiso…Sfocato aveva visto il suo viso, da lontano aveva sentito la sua voce… Sì, era ritornata nella sua città natale, ma non poteva essere lui… Però ingenuamente volle provare, dopo tanto tempo a pronunciare il suo nome, anche se a fatica…

-… Ryo…

 

Eccoci qua! Bene… Cosa accadrà adesso? Perchè Kaori è perseguitata da un gruppo di criminali che vogliono farla fuori? Che cos’è la provetta di cui parlano? E Jeff? E’ davvero il suo bambino?

Beh spero di avervi incuriosito almeno un po’… Arrivederci al prossimo capitolo! ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: Di nuovo a casa ***


CAPITOLO 2

CAPITOLO 2

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Salve! Eccovi il secondo capitolo di questa storia… Spero vi piaccia e che continuiate a seguirla ^^ Buona lettura ^^

 

 

CAPITOLO 2: Di nuovo a casa

 

- Non puoi pretendere da noi delle scuse o delle spiegazioni sul perché non ti abbiamo detto che Kaori aspettava un bambino da George! – spiegò Miki infuriata.

- E poi tu hai sempre detto di non voler sapere più nulla di lei! Solo se stava bene o meno… Anche se non avevi più diritto neanche su questo! – intervenne Falcon.

- Sono affari miei su cosa avevo o non avevo diritto di sapere! – rispose secco Ryo.

- Ascolta Ryo, da quando lei ha lasciato il paese, tu non ti sei degnato di farle una telefonata, non ti sei degnato di chiedere a noi quello che sapevamo su di lei! Non lo so, se il suo matrimonio funzionava o meno! Noi non abbiamo fatto altro che rispettare le tue volontà, non ti abbiamo detto niente di lei… Ci siamo limitati a dirti: “Sta bene!” Poi dall’oggi al domani è sparita senza lasciare traccia! E ora che sai che è in pericolo e che ha un bambino ti scaldi tanto perché tu non ne sapevi niente?!! Beh sappi che neanche noi sapevamo che Kaori fosse in pericolo, altrimenti credi che non avremmo mosso un dito per aiutarla!? – intervenne Mick.

- Va bene, avete ragione…Scusate… - sospirò Ryo cercando di calmarsi.

- Ora però dobbiamo capire cosa diavolo le è successo e perché è sparita così per tutti questi anni, senza dire nulla a nessuno… - proferì Mick.

- L’ultima volta che l’abbiamo vista è stata l’estate di tre anni fa, dopodiché quando siamo andati per trovarla a Natale, la sua casa era già vuota… Da allora non abbiamo saputo più nulla di lei… - ricordò Miki.

- E di George? – chiese Ryo.

- Nulla, sparito nel nulla anche lui…Abbiamo contattato i nostri migliori informatori, ma nessuno di loro ha mai saputo dirci niente. – rispose Falcon.

- Beh non ci resta che parlare con lei! – propose Mick.

- Lasciamola dormire. Sicuramente non ha passato un bel periodo…

- E il bambino? – domandò Miki.

- L’ho lasciato in camera con Kaori, si era addormentato anche lui… A proposito, Miki, Falcon… Forse è meglio se stanno da voi… Non credo che lei vorrà stare qui. – disse Ryo.

- Beh se è davvero in pericolo, capirà lei stessa che questo è il posto più sicuro…- commentò Mick.

- Finché non si sarà ripresa completamente, è meglio lasciarla qua… Deciderà lei se e quando andarsene! – intervenne Miki, poi alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta,continuò: “Vado a vedere se si è svegliata.”

 

 

Il sole picchiava leggero, mentre delicatamente lasciava trapelare i suoi raggi che dolcemente si posavano sul viso di Kaori, che ancora stordita, cercava di svegliarsi. 

Lentamente aprì gli occhi, ma prima di prendere coscienza, sentì degli odori familiari… Era strano, era sicura che l’odore di quell’ambiente fosse uguale a quello della sua vecchia casa… Quando ancora abitava rassegnata, ma felice insieme al suo Ryo. Era impossibile però, trovarsi là…

Forse inconsciamente aveva talmente desiderato tornare a casa, uccidere il suo orgoglio, e supplicare Ryo di riprenderla a lavorare con lui, che ora immaginava anche il suo appartamento…Certo, ora ci sarebbero state delle complicazioni, perché da ormai cinque anni aveva il suo Jeff con sé… E senza volerlo si era trovata in un mare di guai e ora la sua priorità assoluta era proteggere il suo bambino. A proposito, dov’era il suo bambino? Allungo la mano, e si scontrò con dei capelli ribelli… Vi avvicinò il naso e l’orecchio, non c’era dubbio… Quello era il profumo e il respiro del suo bambino… Lui stava bene, lo sentiva… Però non riusciva a smettere di pensare. L’ambiente in cui si trovava le era familiare. Costrinse i suoi occhi ad aprirsi e con un misto di gioia e tristezza notò che il suo sesto senso non l’aveva tradita… Quella stanza, l’avrebbe riconosciuta tra mille… Non era la sua vecchia stanza, ma quella del suo ex collega… Era la stanza che conteneva i ricordi più importanti, più felici e più dolorosi… Era la stanza in cui lei gli aveva detto addio.

Non ebbe tempo di ricordare altro che sentì qualcuno bussare alla porta. Perse il controllo del suo respiro, perse il controllo dei battiti del suo cuore… Contò fino a dieci, poi sospirando e facendosi coraggio rispose: “Avanti…”

Osservò attentamente l’aprirsi della porta, ma fortunatamente non vide entrare la persona che sperava o non voleva vedere. Rimase però ugualmente sorpresa nel vedere entrare Miki, la sua migliore amica che ormai non vedeva da anni.

- Miki!! – Balzò dal letto per correre ad abbracciarla, ma un capogiro la bloccò appena mise i piedi per terra. Miki corse per afferrarla e, adagiandola sul letto, disse: “Possibile che non cambi mai? Hai preso un brutto colpo, devi stare a letto!”

- Miki, ma sei proprio tu? – chiese Kaori con gli occhi lucidi.

- Certo che sono io, sciocchina! – rispose Miki sorridendole. Kaori le si buttò tra le braccia confessandole quanto l’avesse cercata e quanto le fosse mancata.

- Anche tu mi sei mancata, ma si può sapere cosa è successo? Perché sei sparita per tutti questi anni? – le domandò l’amica. Improvvisamente Kaori gettò un’occhiata sul suo bambino che beatamente, ancora dormiva.

- Non… Non saprei da dove iniziare… - Miki guardò il viso ancora sconvolto della sua amica e capì che forse, aveva bisogno di ancora un po’ di tempo per riprendersi…

- Non sei costretta a parlarne ora se non vuoi… Quando sarai pronta, ti ascolterò… - Kaori si limitò ad annuire, poi quasi avendo paura di porre la domanda, chiese: “ Dimmi una cosa Miki… E’ è stato lui a trovarmi,vero? Mi ha salvata lui da quei tipi, vero? Prima di perdere i sensi, mi è sembrato di vedere il suo volto… Credevo di essermelo immaginato, ma vedendo dove mi trovo, non è stata un’allucinazione, vero?”

- No Kaori… Non te lo sei immaginato… E’ stato Ryo a trovarti e a salvarti… - rispose Miki timidamente. Improvvisamente calò un silenzio che parlava da solo.

- Lui è… E’ di sotto… Credo che abbia lasciato venire me, perché temeva che l’avresti cacciato fuori…

- Beh fa bene a temere questo…

- E’ cresciuto molto dall’ultima volta che l’ho visto… E’ proprio un bel bambino… - osservò Miki accarezzando il piccolo.

- Già… A questo proposito devo chiederti un favore Miki…

- Lo so, lo so, non vuoi stare in questa casa… Ryo l’aveva immaginato e così avete avuto la stessa idea! Beh non ti preoccupare se non vuoi stare qui, potete venire da noi, anche se tu non ti sei stabilita – precisò Miki.

- A dire la verità… Visto che io ho bisogno di tempo per poter tornare in forma, potrei anche cercare di stare in questa casa, ma io volevo chiederti se potevi portare Jeff con te…

- Se resti tu perché non può stare anche lui?

- Perché i rapporti tra me e Ryo non sono buoni e non mi va che Jeff assista ad un nostro sicuro e possibile litigio… Se sta da voi, sarà maggiormente protetto e al sicuro... Ti prego Miki, non mi negare questo favore… - chiese Kaori.

- Beh… D’accordo… appena Jeff sarà pronto lo porteremo a casa… - acconsentì Miki anche se non capiva il perché Kaori volesse allontanare Jeff.

- Grazie… Perdonami Miki, appena sarò pronta vi racconterò tutto, te lo prometto.

- Tranquilla… Io ora vado di sotto a comunicare agl’altri la tua scelta… Passerò in serata, per prendere Jeff ok?

- Perfetto… Grazie Miki.

- Ma ti pare?

Miki la salutò baciandole la fronte, e promettendole che sarebbe tornata presto da lei, uscì dalla stanza.

- Mamma… - Disturbato dal vocio, Jeff aprì gli occhi cercando sua madre.

- Tesoro sono qui! Come stai?

- Io bene… Tu invece? Ti fa tanto male la testa?

- Passerà in fretta vedrai…

- Mamma dov’è quell’uomo?

- Quale uomo?

- Quello che ci ha salvati… Dovevi vederlo! E’ stato davvero forte! Proprio come superman! – Kaori ridacchiò.

All’improvviso, però udì nuovamente bussare alla porta. Credendo fosse Miki, rispose con un “Avanti” Ma non vedendo entrare nessuno, continuò: “Miki dai entra! Che aspetti?”

- Sono io! – rispose una voce che le fece balzare il cuore dal petto.

Kaori restò prima immobile, poi facendo cenno al suo bambino di tacere, si avvicinò, gattonando lentamente, alla porta.

Si appoggiò, ma non disse una parola, non voleva dire una parola.

- So che non dovremmo parlare, stando al nostro accordo… Ma se è vero che tu resterai qui per qualche giorno, in qualche modo dovrai farmi sapere quello che è successo… Altrimenti non riuscirò a proteggerti. – Kaori ancora non parlava, così Ryo continuò: “So che hai chiamato tuo figlio Jeff… Tuo fratello sarebbe stato davvero contento… Sai è un bel bambino...” Qualche lacrima iniziò ad affiorare sulle guance di Kaori, ma ancora era decisa a non voler parlare.

- Sappi che indipendentemente da quello che è successo, indipendentemente dal passato, indipendentemente da tutto e tutti, io sono qui e se me lo permetterai, proteggerò te e il tuo bambino! Hai la mia parola! – Vi fu un minuto di silenzio, poi Kaori sentì i passi di Ryo farsi sempre più lontani… Si asciugò velocemente le lacrime, poi si voltò verso Jeff e sorridendogli disse: “Devo parlarti Jeff, ascolta bene quello che sto per dirti!” Kaori gli fece capire che sarebbe andato dalla sua amica per un paio di giorni, ma che potevano vedersi quando voleva, perché questo era il sistema più giusto per proteggere entrambi.

- Hai capito tesoro? – domandò infine Kaori.

- Ho capito mamma… Vado a dormire per un po’ da zia Miki e da zio Falcon, però il pomeriggio posso venire a trovarti! – rispose il piccolo allegramente.

- Bene!

- Però mamma, io non mi ricordo di loro… Tu dici che li ho incontrati, però io davvero non ricordo niente…

- Ma perché eri piccolo tesoro! – sorrise Kaori.

- Mamma ma i cattivi non ci sono più ora? – chiese Jeff improvvisamente spaventato.

- Per il momento no, ma stai tranquillo… Non corriamo alcun pericolo!

- Ma dove ci troviamo ora? – Anche se non avrebbe più voluto rivedere quel posto, Kaori sapeva benissimo che in una occasione come la sua, non sarebbe potuta capitare in un posto migliore… Sapeva che da sola non ce l’avrebbe mai fatta… Così sicura di quello che affermava rispose: “Al sicuro!”

 

^^ Come avrete potuto notare, non vi ho svelato ancora il mistero… Quello che è successo tra Ryo e Kaori, e soprattutto cosa vogliano quei banditi da Kaori e da suo figlio… Spero di non avervi annoiati con questo capitolo, vedrete che nel prossimo conto di smascherare almeno la prima incognita… Comunque grazie a chi ha iniziato a leggere la storia e un grazie particolare va a chi ha commentato:

 

giova71: Come avrai potuto notare il bimbo non è certamente di Mick, Kaori si è fatta un’altra vita lontana da Ryo, ma come hai ben previsto ti assicuro che non mancheranno colpi di scena! Non ti ho delusa vero? Grazie per aver aggiunto la mia storia tra i preferiti e per aver commentato! Continua a farlo perché vedrò di non deludervi.. Baci Nami ^^

 

jaj984: Non preoccuparti non credo sia da Ryo lasciare una donna e un bambino nelle mani di brutti ceffi senza muovere un dito… Se poi la donna in questione è Kaori, beh… ^^ Visto? Tranquilla il bimbo come hai notato anche tu non è di Mick e su cosa sia successo a quei due…beh io ti consiglierei di leggere il prossimo capitolo! Grazie anche a te per aver  iniziato a leggere e commentare la mia storia, spero continui a farlo, baci Nami ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: Resta con me ***


CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

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CAPITOLO 3:  Resta con me

 

Erano trascorsi due giorni da quando Miki aveva preso con sé il piccolo Jeff che puntualmente, ogni giorno per un’oretta passava a trovare la sua mamma, assieme alle visite dei suoi amici. Falcon e Mick dopo aver salutato e dato il bentornata  a Kaori, non avevano trascorso molto tempo in sua compagnia… Insieme a Ryo attendevano con ansia il momento in cui Kaori si fosse finalmente decisa a raccontare loro cosa le era capitato.

Decisero di darle tempo, visto che era palese il fatto che la ragazza fosse abbastanza provata. Non aveva raccontato nulla neanche alla sua amica.

Dopo che le visite erano andate via, nonostante la presenza di Ryo e Kaori la casa sembrava disabitata. Non avevano ancora parlato, neanche una parola Kaori gli aveva rivolto. Nulla. Ryo dal canto suo si limitava a portarle colazione, pranzo, merenda e cena e a posare il vassoio dietro la porta, sapendo che mai sarebbe potuto entrare in quella stanza se non fosse stata Kaori stessa a volerlo.

Le aveva appena portato la merenda, e sdraiandosi sul divano iniziò a sfogliare qualche rivista per passare il tempo.

Intanto Kaori dopo aver finito di sorseggiare il suo succo all’arancia, si accucciò sul letto. Entrambi involontariamente ricordarono quello che tempo fa era stato motivo della loro separazione.

 

FLASH BACK

 

Stavano festeggiando il suo addio al nubilato… Era sola in casa con Miki, Reica, Selena, e altre amiche che non vedeva da un po’ di tempo a causa del suo lavoro. Non riusciva a crederci, lei si sarebbe sposata il giorno dopo! Fantastico, Kaori aveva sempre sognato di sposarsi un giorno, ma grazie ai complimenti che fino a qualche tempo prima le faceva il suo collega, si era anche lei convinta di essere una specie di ragazzo mancato non adatto a sposarsi. E invece qualcuno l’aveva notata e aveva apprezzato proprio le sue qualità mascoline… Certo forse non avrebbe dovuto mischiare la sua vita privata con il lavoro, ma dopo aver aiutato George in una missione, quest’ultimo aveva mostrato un certo interesse per lei che inizialmente lo rifiutava. Ma George era diverso da quel cialtrone del suo collega, lui riusciva a farla sentire bella, amata, protetta… Aveva giurato che avrebbe passato la sua vita con Ryo, pur rimanendo nell’ombra e continuando a subire umiliazioni e colpi al cuore… Avrebbe fatto di tutto per l’uomo che amava, pur se quest’ultimo non si mostrava altrettanto interessato a lei… Anzi, ogni occasione era buona per sminuirla davanti a tutti e Kaori oramai aveva esaurito pazienza e martellate… George le aprì gli occhi e le fece capire che lei era una donna che meritava tanta felicità, una felicità che il suo collega non era in grado di darle. I

Il giovane aveva capito benissimo che un sentimento profondo univa da sempre Ryo e Kaori, ma notando come lui la facesse star male, decise di intervenire e di permettere alla ragazza di vivere una vita normale… Non trovò alcun segno di disapprovazione nel volto e nell’atteggiamento di Ryo che da allora aveva smesso di sminuirla. George si innamorò immediatamente della semplicità e della spontaneità di Kaori…

- Avanti ragazze facciamo baldoria fino all’alba! – propose Reica alzando un calice di birra.

- Non credo che fino all’alba sia una buona idea… Non possiamo mica far sposare Kaori mezza ubriaca! – aggiunse Selena. Una risata accompagnò la sua riflessione.

Dopo circa una mezz’oretta Kaori notò che tutte le sue amiche erano ormai avvolte dall’ebbrezza dell’alcool, così osservando come ballavano divertite sul divano e sul tavolo, dopo aver riso a crepapelle, decise di salire in terrazza per respirare un po’ d’aria fresca.

Era una fresca serata d’estate, pensò che le stelle dovevano essere fantastiche con un cielo così perfetto… Pensò anche che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe guardato le stelle da single… Dal giorno dopo le cose sarebbero radicalmente cambiate… Lei avrebbe lasciato il suo lavoro e il suo collega… Doveva ammetterlo, il pensiero di non poter più rivedere Ryo tutti i giorni, cucinare per lui, riempirlo di martellate, riusciva a farla soffrire e non poco… Sì, sicuramente qualche volta sarebbe passata da lui a fargli qualche visita, anche se sapeva che avrebbe sicuramente discusso con il suo futuro marito per questo… Odiava il modo in cui Ryo trattava Kaori, e anche lei… Però… Però lei sapeva anche dei suoi sentimenti verso quell’uomo così incredibilmente stupido, arrogante, casanova che non era altro… Insensibile, disordinato, ma così tremendamente bello e affascinante da averle fatto perdere la testa e la ragione per tanti anni… Lei sapeva di sbagliare, sapeva che non era giusto perché il giorno dopo si sarebbe sposata, ma non poteva proprio farci niente… Era da sempre innamorata di lui, ma sperava, anzi era certa, che il matrimonio l’avrebbe aiutata a cancellarlo almeno dalla testa, perché ormai nel suo cuore il nome di Ryo era stato già scritto con un inchiostro indelebile.

Basta! Stava pensando troppo! Doveva rientrare… Ma nel momento in cui si voltò per rientrare in casa, vide Ryo appoggiato al muro con le braccia incrociate, mentre sorridendole la osservava.

- Ryo! Ma che ci fai qui? – chiese Kaori sorpresa nel vederlo.

- Veramente sono io che dovrei chiederlo a te… Sbaglio o dovevi festeggiare il tuo addio al nubilato? – le chiese con il suo solito sorriso beffardo.

- E lo stavo festeggiando, ma credo che le ragazze abbiano bevuto un bicchiere di troppo!

- Fantastico allora sono tutte ubriache!! – concluse Ryo con la sua solita faccia da maniaco.

- Ryo possibile che tu non ti smentisca mai! – tuonò Kaori scaraventandogli in testa un martello da 100t. Poi osservando Ryo al suolo scoppiò in un’allegra risata dicendo: “Ecco questa sarà la mia ultima martellata, quindi non prendertela troppo!”

Ryo si rialzò in men che non si dica e immedesimandosi in un’espressione da attore disse: “Non preoccuparti, questa volta sei perdonata!” Poi si guardarono in faccia e immediatamente ricominciarono a ridere.

- Ma scusami tu non dovevi essere all’addio al celibato di George? – chiese improvvisamente Kaori mantenendo sempre un certo buon umore.

- Beh… Ho detto loro che avevo un caso da risolvere. – rispose Ryo d’un tratto diventato serio.

- E perché hai detto una bugia?

- Perché non mi andava di andarci.

- … E perché? – chiese Kaori quasi avendo paura della risposta.

- Perché io non ho niente per cui festeggiare. – Cadde improvvisamente un silenzio imbarazzante. Poi fu Ryo a parlare.

- Mi dispiace, ma non ho fatto in tempo a comprarti nessun regalo per il matrimonio, anche perché non sapevo cosa ti serviva… Avrei voluto regalarti almeno per una volta qualcosa di speciale ma non sapendo cosa comprare ci ho rinunciato…Appena capisci cosa ti serve dimmelo che te lo regalo,ok?

- Non preoccuparti… Non mi serve niente… - rispose Kaori abbassando lo sguardo… Improvvisamente l’aria era diventata leggermente pesante. Kaori sentiva gli occhi di Ryo che la fissavano, ma non riusciva a capirne il motivo… Aveva la sensazione che la risposta si trovava nella frase precedentemente detta da lui… “Non ho niente per cui festeggiare” Cosa voleva dire? Doveva però scappare da quella situazione, non poteva prendersi il lusso di pensare a lui anche la notte prima del suo matrimonio… Sarebbe stato intollerabile.

- Inizio a sentire freddo… Io rientro in casa e poi sarà meglio che vada a dormire… Buona notte Ryo.

- Buona notte…

Non le aveva comprato nessun regalo…Ma che diavolo le importava a lei di avere in casa uno stupidissimo oggetto che sempre e comunque le avrebbe ricordato lui! La sciarpa che le aveva regalato a Natale, poi tagliata e ricucita da lui… Beh quella sciarpa era già abbastanza. E poi non c’era bisogno di nessun regalo materiale! Lei non aveva mai preteso niente da lui, e anche in un momento così, non voleva che una cosa…

Si precipitò nella sua stanza per imbrattare nuovamente il cuscino di lacrime. Si maledisse, perché George non meritava di sposare una che il giorno prima delle nozze piangesse come una bambina per un amore da anni non corrisposto.

Dopo qualche minuto venne attirata dall’abito bianco che era appeso alla sua porta… L’avrebbe indossato il giorno dopo, ma non ricordava più come le stesse quel vestito che la settimana prima aveva provato. Stupidamente decise di indossarlo per fare un’ultima prova costume. Sì guardo allo specchio, l’abito bianco che le scendeva delicato lungo i fianchi, non era troppo principesco, ma semplice… Come lei.

Improvvisamente sentì bussare la porta, credendo fosse Miki, si asciugò le lacrime e respirando profondamente, andò ad aprire, ma con sua grande sorpresa, vide che non era la sua amica, ma il suo ormai ex collega…

- Ryo… - Ryo restò di sasso nel vederla con addosso l’abito da sposa. Era bellissima! Questo però rendeva il tutto molto più difficile. Era andato da lei per chiederle scusa per tutte le volte in cui si era comportato male, era andato da lei per augurarle il meglio della felicità, ma vedendola così irresistibilmente bella con quell’abito da sposa, aveva reso il tutto decisamente più difficile.

- Posso entrare? – chiese serio. Kaori lo lasciò entrare chiudendosi la porta alle spalle… Era confusa… Cosa voleva Ryo dalla sua camera?

- Ultima prova prima del grande giorno? – domandò per rompere il ghiaccio.

- Già… Sono un po’ agitata… Improvvisamente mi sono venuti dei dubbi sul vestito… - rispose Kaori di colpo imbarazzata.

- Beh cancella i tuoi dubbi perché il vestito ti sta d’incanto. – le confessò lanciandole uno sguardo, che la ragazza non ebbe il coraggio di reggere, così abbassando la testa e sorridendo tentò di scherzare: “Ehi tu che mi fai un complimento?! Mamma mia se mi dovevo sposare per ricevere un tuo complimento mi sarei sposata anche prima!”

- Non scherzare… Comunque sono qui per consegnarti un anticipo del mio regalo… - le comunicò continuando a guardarla.

- Ma dai! Non dirmi che hai di colpo svaligiato un negozio in piena notte per non presentarti a mani vuote domani!! – Kaori continuava a scherzare con lo stupido scopo di non prendere troppo sul serio le parole di Ryo, che continuava a lanciarle sguardi che solo lui sapeva fare.

- Oh Signore, se continua a guardarmi così andrà a finire che ci ricasco e io non posso ricascarci! Perché mi guarda… Sento i suoi occhi sul collo, sul viso, su tutto il mio corpo! Ryo ti prego non guardarmi così! – pensò Kaori mentre cercava di mascherare le sue emozioni.

- Il mio regalo non consiste in niente di materiale…

- Oh ma allora mi vuoi dare una benedizione! E dove hai messo il parroco?

- Kaori, piantala per favore! Il mio regalo consiste nelle scuse che ti devo da sempre per averti fatto soffrire… Tu non meritavi di stare accanto ad un don Giovanni come me, non meritavi tutte le umiliazioni che ti ho fatto subire… Non meritavi neanche una delle parole  sgradevoli che ti ho detto… Non meritavi niente di tutto quello che ti ho fatto passare… Mi dispiace per come ti ho trattata in questi anni, ma credevo che trattandoti male prima o poi saresti scappata da me e da questa vita che non ti garantisce una vita… E alla fine è andato tutto come previsto, ora sei libera di vivere la vita che meriti insieme all’uomo che meriti… Sii felice con George e cerca di stare lontano dai guai… - le confessò sorridendole dolcemente. Si accorse subito delle calde lacrime che bagnavano il viso di Kaori, ma decise di non fare nulla perché se solo ci avesse provato ad abbracciarla per non farla piangere, sapeva che non l’avrebbe più lasciata andare e quella era senz’altro la scelta peggiore. La guardò per un istante, poi si voltò in direzione della porta e aprendola disse: “Ti prometto che questa è l’ultima volta che ti faccio piangere… Buona fortuna Kaori…” Stava per chiudersi la porta alle spalle, con la convinzione che mai più avrebbe fatto soffrire la fanciulla di cui avrebbe dovuto prendersi cura per sempre, ma all’improvviso si sentì tirare nuovamente nella stanza senza aver tempo di capire. Era stata Kaori che piangendo aveva bloccato la porta riportandolo in camera, chiudendo velocemente la stanza a chiave e gettandosi tra le braccia di Ryo stringendolo più che poteva.

- Kaori ma che fai? – domandò Ryo sorpreso dal gesto fugace della ragazza.

- Sei uno stupido! Non dovevi dirmi quello che hai detto! Non ora che sto per sposarmi! Hai rovinato tutto!! – proferì Kaori piangendo.

- Io non ho rovinato niente… Tu sposerai George. Volevo solo che non ti sposassi con la convinzione che io non abbia mantenuto la promessa fatta a tuo fratello… - mentì Ryo cercando di restare inflessibile al tocco della ragazza.

- Io lo so che non è così… - Ma Ryo allontanandosi da Kaori e dandole nuovamente le spalle, pronto per andarsene, rispose: “Sogni d’oro Kaori”

Ormai Kaori aveva perso il senso della ragione, aver visto Ryo così sincero e nello stesso tempo così freddo, senza rendersi conto proferì: “Ryo resta con me stanotte!”

Ryo si bloccò all’istante, ma senza voltarsi.

Che diavolo le era saltato in testa? Chiedere a Ryo di passare la notte con lei il giorno prima del matrimonio! Ma era diventata matta?! Però anche se la testa le diceva altro, imperterrita, quasi senza controllare le parole continuò: “Hai detto che quello che mi hai detto prima era l’anticipo del mio regalo… Beh io non voglio nient’altro che questo…”

- Tradire il tuo futuro marito prima delle nozze? Ti facevo più pudica. – rispose Ryo continuando a darle le spalle.

- Il modo in cui mi hai parlato mi spinge a pensare solo una cosa, ma se mi sbaglio allora ti prego di uscire dalla mia vita per sempre… Perché questa è l’ultima volta che spero in un tuo gesto…

- Ma quale sbaglio?? Se solo tu sapessi… Ti prego non piangere… - Ryo cercava di combattere contro la sua voglia, ma invano… Non poteva sopportare che Kaori pensasse ancora una volta che lui non la desiderasse o non volesse trascorrere una notte con lei.

Kaori pensando che forse si era sbagliata, si voltò verso il letto e abbassando lo sguardo disse: “Chiudi bene la porta quan…”

Ma non ebbe neanche il tempo di terminare la frase, che Ryo l’avvolse tra le sue braccia in un bacio appassionato.

- Non dirlo più! Non pensare mai più che per me sia sto così tanto semplice trattenermi fino ad ora! – continuò Ryo baciandole le labbra.

- Questa è la prima e l’ultima volta, te lo prometto… - rispose Kaori piangendo mentre sempre più voglioso accettava e pretendeva altri baci.

- Non pensare che io stia facendo un sacrificio… E’ stato un sacrificio non averci mai potuto provare per tutto questo tempo!

- Però domani…

- Domani penseremo al domani… Questa notte è solo nostra! – enunciò Ryo adagiando Kaori sul letto. Fu un sacrificio per lui perché avrebbe voluto strapparlo con forza quel vestito, ma con attenzione glielo sfilo facendolo scivolare per terra. Kaori le tolse la giacca e quella sua maglietta rossa che lo aderiva perfettamente e che per tanto tempo non aveva desiderato che strapparla. Ryo continuò a baciarla dappertutto senza tregua, tanto forte era la passione che nutriva per lei. Kaori d’altro canto, non impediva ad un sola cellula di provare piacere al minimo tocco di lui.

Successivamente, gli sbottonò i pantaloni, mentre lui le liberava i seni perfetti, pronti per essere baciati e toccati. Senza che Kaori dicesse nulla, Ryo capì che quella per lei doveva essere la prima volta, e cercò di essere quanto più delicato possibile anche se era inarrestabile la passione che lo ardeva.

- Ryo… Non preoccuparti... Questa sarà la nostra prima e ultima volta… Non mi importa se mi fai male, ma voglio viverla… E poi io non ho mai detto a George di non essere mai stata con te, quindi io non avrò problemi di nessun genere… Ma tu concedimi tutta la passione di cui disponi, io cercherò di fare altrettanto… - sollecitato dalle parole di Kaori, Ryo non riuscì più a trattenersi e iniziò a possederla con passione. Kaori non si mostrò da meno e improvvisamente vennero avvolti da un fuoco che non facilmente sarebbero riusciti a spegnere. Entrambi sapevano della sciocchezza che stavano facendo, ma Kaori aveva desiderato così tanto quel momento… Come poteva respingerlo.

Al mattino, Kaori sentì Miki bussare alla sua porta ed entrare in camera aprendo le finestre e dicendo: “Avanti pelandrona svegliati! Oggi è il gran giorno! Si può sapere che fine hai fatto ieri? La festa era in tuo onore!”

Miki lanciò un’occhiata al letto di Kaori e trattenendo un urlo esclamò: “Oh mio Dio!”

Kaori schiuse gli occhi svegliata dal baccano che Miki aveva fatto. Si ricordò immediatamente della notte favolosa trascorsa con Ryo, ma ancor prima di svegliarsi, era a conoscenza del fatto che non l’avrebbe ritrovato accanto a sé.

- Miki si può sapere che cos’hai da urlare?! – domandò Kaori sollevandosi dal letto. Poi si rese conto di essere completamente nuda, notando inoltre l’abito da sposa gettato sul pavimento. Si coprì velocemente con un lenzuolo e imbarazzata balbettò: “Ecco io…”

- Tu hai trascorso una notte di passione, vero? Ma se George era all’addio al celibato con Falcon Mick e gli altri, allora tu sei stata con… - Miki arrivò a quel ragionamento cercando di non svenire.

- Miki ti posso spiegare…

- Cavolo! Certo che mi devi spiegare! Ma come diavolo hai fatto ad andare a letto con Ryo il giorno prima del tuo matrimonio!? Santo cielo Kaori sei grande!! – enunciò Miki gettandosi sul letto ridendo.

- Ma che diavolo hai da ridere?! – arrossì Kaori.

- Allora racconta! Come è stato?

- Meglio di come immaginassi! – rispose timidamente sorridendo.

- Allora annullerai il matrimonio con George? – domandò Miki.

- Cosa? Il matrimonio con George? … No, è stato una specie di regalo di addio per entrambi credo… - rispose Kaori con un velo di tristezza.

- Ma regalo di addio un corno?! Se è Ryo l’uomo che ami e se lui ama te allora perché devi sposarti un altro?! – tuonò Miki.

- Se lui ama me dici… Ma io non so se…

- Kaori non hai un minuto da perdere! C’è in ballo la tua felicità! La tua vita! – la incoraggiò Miki.

- Hai ragione!  Io devo avere delle risposte! – esclamò Kaori saltando dal letto e indossando la prima cosa che trovò, si precipitò fuori la porta.

- Kaori ma dove vai?

- L’hai detto tu, io devo avere delle risposte! – così dicendo si precipitò nella camera di Ryo, il quale vedendo entrare Kaori così velocemente chiese: “Kaori! Ma che…”

- Shhhhhhh! Ti prego ascoltami! – lo supplico tappandogli dolcemente la bocca. – Mi sono svegliata pochi secondi fa e fino a ieri ero convinta che sposare George fosse la soluzione migliore per poterti dimenticare… Ma mi sbagliavo! Perché dopo quello che è successo stanotte, io… Io ho avuto la certezza che ovunque io vada non potrei mai cancellarti dal mio cuore! Pensaci bene Ryo, il matrimonio con George non ha senso se noi due ci amiamo! Io ti amo e voglio stare con te! Solo ed esclusivamente con te! Voglio che il mio cuore, la mia anima, il mio corpo ti appartengono… Non voglio dividerli con nessun’altro! – dichiarò Kaori sicura si sé e guardandolo negl’occhi.

- Neanch’io voglio dividerti con nessun’altro! – avrebbe voluto dirle, ma come sempre mascherando i suoi sentimenti rispose: “Credevo di aver capito che la notte scorsa doveva essere unica e sola…”

- E lo credevo anch’io ma poi ho sentito…

- Cosa? Io volevo regalarti solo le mie scuse per come ti ho trattata, ma poi tu hai preteso altro e ti assicuro che io l’ho fatto con molto piacere, ma non era negli accordi continuare la relazione… - rispose Ryo freddamente.

- Ma… Ma non capisci? Io per te manderei all’aria il mio matrimonio! Un solo tuo gesto potrebbe restituirmi la vita!

- Invece è stato proprio un mio gesto a farti perdere la ragione! – rispose dandole le spalle.

- Ryo io ti amo! – gli dichiarò Kaori piangendo.

- Questo lo so, ma io non sono pronto a trascorrere la mia vita vicino a te… Lo sai anche tu che sono un’anima libera e molto volubile…

- Sì… Questo l’ho notato… - affermò Kaori quasi gelida.

- Finirei per renderti nuovamente infelice e come ti ho detto non lo meriti… Finalmente hai trovato la tua via di fuga e vuoi rinunciare a tutto solo per una notte trascorsa a letto con me?! Credevo fosse abbastanza saggia e matura da capire… Se avessi saputo la tua reazione, non ci sarei mai stato!

- Ryo…

- Hai un matrimonio che non può iniziare se la sposa non si presenta… Va!- disse Ryo continuando a non voltarsi.

- Capisco… Beh scusa se ti ho fatto perdere tempo, però ricordati che fino all’ultimo io sono pronta a rinunciare a tutto per te… Se tu non dovessi fare niente, allora è finita… Io non voglio più vederti…

- Visto che l’hai capito… - Kaori rimase senza parole e sbattendo la porta corse in camera sua piangendo. Miki la vide entrare come una furia e gettarsi di piombo sul letto mentre singhiozzando si disperava cercando di picchiare il cuscino. Capì da sé, che le cose erano andate male e abbracciandola le offrì il suo appoggio.

Ryo nel frattempo rimase immobile nella sua stanza per circa tre ore, pensando e ripensando alle parole di Kaori, certo che sapeva che per lei sarebbe stata una sofferenza quella mattina… Eppure non era riuscito a tirarsi indietro… Però ora aveva fatto la sua scelta e sapeva che era giusto così. Improvvisamente si accorse di quanto fosse tardi, e tirando un sospiro si diresse in chiesa. Prese il suo posto accanto a Falcon, mentre notava le occhiate assassine di Miki che si trovava vicino all’altare pronta per testimoniare le nozze. Sicuramente sapeva tutto.

Tutti i presenti notarono il ritardo di Kaori che si presentò in chiesa accompagnata da Mick. I conoscenti sapevano che in realtà chi avrebbe dovuto accompagnare Kaori all’altare doveva essere Ryo, ma notando il cambiamento, capirono subito che qualcosa era andato storto.

 Kaori prese il braccio di George e insieme andarono avanti fino all’altare. Ebbe inizio la cerimonia, e nel momento in cui il prete chiese se Kaori era disposta a prendere come marito la persona che aveva accanto, lanciò uno sguardo verso Ryo che abbassando il suo, ostentò indifferenza. Le scese una lacrima e a malincuore pronunciò il suo sì. Tutti pensarono che la commozione doveva essere davvero troppa per lei, ma non sapevano quanto dolore si celasse dietro a quella goccia salata, che ormai si ripercuoteva sulle sue guance da ore. Successivamente il sacerdote arrivò al punto: “Se qualcuno ha qualcosa da dire parli ora o taccia per sempre”

Nuovamente, fu spontaneo il gesto di Kaori quello di voltarsi per guardare i presenti, ma soprattutto per guardare Ryo che per tutta risposta si mise a fare il cascamorto con una bella ragazzo che gli sedeva accanto. La ragazza era niente male davvero, ma quello era il suo matrimonio! Come poteva lui nonostante dopo tutto quello che era successo, non solo rifiutarla ma fare il casanova davanti a lei, e per di più mentre si trovava sull’altare? Era davvero insensibile… Le aveva ufficialmente spezzato il cuore. Sapeva che quando George l’avrebbe portata in America per vivere lì, avrebbe rifiutato ogni possibilità di ritorno in patria. Mai, non avrebbe mai più rivisto quell’essere… L’avrebbe dimenticato, l’amore di George sarebbe stato sufficiente per questo compito apparentemente impossibile.

 

FINE FLASH BACK

 

Avevano entrambi ricordato tutto… Beh in effetti non passava giorno che non ricordassero il loro ultimo incontro. Kaori aveva odiato molto Ryo per come aveva distrutto le cose, ma col tempo la vicinanza di suo marito l’aveva aiutata a dimenticarlo, almeno questo era quello che le piaceva pensare. Il suo George era stato così buono con lei, non meritava tanta sofferenza. Ora però si trovava di nuovo in Giappone, nella sua vecchia casa e sapeva che solo Ryo avrebbe potuta toglierla dai guai. Era stanca di lottare da sola, non avrebbe retto ancora per molto… Aveva capito l’importanza di avere il sostegno del suo ex collega… Nonostante il suo cuore le avesse ricordato che il nome della persona che da sempre amava era ancora scritto lì e ci sarebbe rimasto per sempre.

Ryo dal canto suo, nonostante sapesse l’odio che aveva suscitato in Kaori, non poteva fare almeno di pensare e ripensare a quel giorno, ai vari se… Ma nel momento in cui ricordava le volte in cui Kaori aveva rischiato la vita per colpa sua , si diceva di aver fatto la scelta giusta.

Gettò un’occhiata all’orologio. Caspita era già ora di cena! Preparò il vassoio e come al solito dopo aver bussato alla camera di Kaori lo appoggiò per terra. Era in procinto di andarsene quando pensò che la situazione non poteva continuare così… Dovevano almeno riprendere un dialogo se voleva aiutarla.

Così sapendo che Kaori non gli avrebbe mai risposto, entrò ugualmente in camera e la trovò accucciata nel suo letto mentre gli dava le spalle. Sì avvicinò lentamente e si sedette sul letto accanto a lei.

- So che sei sveglia… - ma non ricevette risposta.

- Ho capito, c’è l’hai ancora con me… Sappi che neanche a me è piaciuto vedere come sono andate a finire le cose, ma sapevamo sin dall’inizio a cosa ci avrebbe portati quella notte… Però ora è diverso, è passato del tempo e tu hai il tuo George, no? Io direi che dovremmo iniziare almeno a scambiarci qualche parola se vuoi che ti aiuti… Perché io non so proprio da dove cominciare… Beh… Pensaci su… - Aveva capito che sarebbe rimasto lì a parlare da solo, così si preparò per alzarsi quando all’improvviso Kaori tirandogli la manica della giacca non si sollevò… Lo guardò con occhi lucidi poi supplicandolo disse: “Aiutami Ryo ti prego… Non te ne andare… Resta con me.”

 

 

Bene bene bene… Spero sul serio che questo capitolo non vi abbia deluso… Certo è un po’ lunghetto ma non mi andava di dividerlo in due parti… Chiedo di nuovo scusa per l’enorme ritardo, cercherò di non tardare per il prossimo capitolo… Spero di cuore di aver soddisfatto parte della vostra curiosità… Mi raccomando recensite e fatemi sapere…

 

 

jaj984: Ciao, mi spiace ma in questo capitolo ho spiegato solo della separazione tra Ryo e Kaori… So di non aver parlato molto di George, ma ho le mie ragione… Per scoprire cosa è successo a Kaori, non ti resta che leggere il prossimo! Spero tu continui a seguirmi! Un bacione a presto! ^^

 

 

 

giova71: Ciao, e purtroppo come avrai notato anche tu non ho parlato di George ma come ho già detto ho le mie ragione… Spero di non averti delusa sul motivo della loro separazione… Fammi sapere cosa ne pensi, un bacione a presto! ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4: Il braccio della morte ***


CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

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Salve! Eccomi con il quarto capitolo… Avrete un’altra risposta, ma forse chissà… vi sorgerà un dubbio? Non lo so… Leggete e fatemi sapere… Buona lettura ^^

 

CAPITOLO 4: Il braccio della morte

 

- Non te ne andare… Resta con me… - Ryo la fissò negl’occhi lucidi e gonfi… Doveva aver pianto molto… Chissà cosa le era capitato! Quella non era la sua Kaori… La Kaori che ricordava lui era una Kaori piena di vita pronta a non arrendersi mai, invece la donna che aveva di fronte a sé era una donna spenta, stanca di combattere, pronta a chiedere aiuto anche al diavolo pur di scappare da una situazione che la vita le aveva imposto. Vedendo Kaori ridotta così giurò che chiunque fosse il responsabile, avrebbe pagato con la vita il suo gesto.

Ryo si sedette nuovamente accanto a lei, poi stringendole la mano e guardandola negl’occhi chiese: “Kaori, cosa ti hanno fatto?”

Una lacrima a rigarle il viso fu l’unica risposta che ebbe, poi un gemito accompagnò le gocce d’acqua salata che violentemente uscivano dai suoi occhi ormai da tempo. Ryo non ce la fece più, doveva sapere, doveva aiutarla, voleva… aiutarla… Con un gesto istintivo l’attirò a sé.

Kaori provò subito un infinito senso di nostalgia. Ryo l’aveva stretta tra le sue braccia… E se l’avesse fatto per pena? In fondo adesso non le importava più di tanto… Aveva un enorme bisogno di sfogarsi con qualcuno, anche se mai e poi mai avrebbe immaginato che quel qualcuno potesse essere Ryo. Ormai completamente inerme decise di accettare l’abbraccio di Ryo e sfogando il suo pianto, si strinse a lui. Già proprio come capitava qualche anno prima, quando lei stava male trovava conforto solo ed esclusivamente tra le sue braccia… E accidenti se le erano mancate quelle braccia! Erano il luogo più sicuro che conoscesse…

Dopo aver pianto per qualche minuto, si allontanò leggermente da lui e guardandolo negli occhi, annuì dicendo: “Voglio raccontarti tutto”

Ryo le sorrise dolcemente, poi si sedettero sul letto e con lo sguardo basso, lo sguardo velato di tristezza e malinconia, Kaori iniziò il suo racconto…

 

- E’ iniziato tutto due anni fa… Quando George ha iniziato a lavorare presso un distretto vicino al Central Park… Mi diceva che avrebbe presto cambiato lavoro, perché con gli orari che faceva erano rari i momenti in cui tornava a casa… Voleva essere più presente, ma io lo capivo… In fondo sono stata per quattro anni la tua assistente e so cosa vuol dire avere a che fare con casi di assassini misteriosi o traffici di droga… L’unica cosa che mi importava era la sua incolumità… Da quando aveva iniziato a lavorare in quel distretto però le cose erano cambiate… Lui iniziava a rientrare sempre più tardi e a stare meno anche con Jeff che tanto adorava.

Un giorno mi disse che era vicino a risolvere un caso particolare e che presto le nostre vite sarebbero cambiate… Non avrei mai immaginato in questo modo però…

Col tempo notando la sua costante assenza da casa, decisi di andarlo a trovare qualche volta al distretto ma quando entrai lì dentro…

- Mi spiace signora, qui non lavora nessun agente che risponde al nome di suo marito… - mi disse l’agente di guardia. La cosa mi sembrò subito strana e sospetta, ma decisi di non dire nulla a George… Avevo capito che mi stava mentendo, ma volevo vedere fino a che punto sarebbe arrivato.

Le sue bugie andarono avanti per un paio di settimane ancora, finché un giorno rientrando dalla spesa insieme a Jeff non trovai tutta la casa a soqquadro… Qualcuno era entrato… Ma non era sparito nulla di valore… Non poteva trattarsi di un ladro, così decisi di aspettare che George rientrasse a casa per chiedergli finalmente delle spiegazioni. Lui però non rientrò e verso mezzanotte un paio di malviventi sfondarono la porta di casa…

- Chi siete?Come vi permettete di piombare così in casa mia?! – Poi Jeff spaventato incominciò a piangere… Lo presi in braccio per cercare di zittirlo, ma lui continuava…

- Dove si trova Jack Bartolle? Non ho alcun motivo per avercela con lei quindi se mi dice dove si trova, non torcerò un capello né a lei né al suo bambino! – esordì un uomo di circa cinquant’anni, con i capelli pelato, con i baffi grigi all’insù...

- Di chi state parlando? Io non conosco nessun Jack Bartolle!

- La smetta di prendermi in giro signora? Per chi mi ha preso?! Per uno scemo?! So che Jack è suo marito e tra l’altro l’ho visto rientrare e uscire spesso da questa casa! – tuonò adirato l’uomo.

- Ma voi siete impazziti! Mio marito si chiama George Mc Feen! – Appena detto il suo nome, l’uomo scoppiò in una risata divertita poi quando ebbe finito proferì: “E’ così quel vecchio imbroglione ha preso in giro anche sua moglie! Non cambierà mai…  Vede signora il vero nome di suo marito è Jack Bartolle.”

- La smetta di dire così! Perché continua a dire queste assurdità!?

- Non sono assurdità ed io non potrei mai sbagliarmi perché vede signora… Ho cresciuto io Jack Bartolle… L’ho adottato quando aveva solo 10 anni e mi creda anche all’orfanotrofio si chiamava Jack… L’unica cosa che ha ereditato è stato il mio cognome.

- Ma cosa sta dicendo? George  ha detto di aver perso la famiglia prima di venire in Giappone…

- In un certo senso è così… Dopo tutte le cavolate che ha combinato, ormai non lo considerò più da tempo un membro della famiglia!

Non potevo crederci… George mi aveva mentito sul suo passato… Sulla sua identità… Improvvisamente mi resi conto che non conoscevo più niente di lui, anzi che non avevo mai conosciuto nulla dell’uomo che avevo sposato. Ebbi sempre più certezze dopo che quell’uomo continuò: “Ora signora dimmi dove si trova il nostro piccolo scienziato?!”

- George lavora nella polizia… Doveva rientrare già un paio di ore fa… Sarà stato trattenuto in centrale. – conclusi.

- Cosa? George nella polizia?! Ma non farmi ridere!! George odia gli sbirri… - Non poteva essere vero… Poi quell’uomo vedendomi incredula continuò: “Vedo che allora per mentirti ha fatto davvero un lavoro con i fiocchi… Beh in fondo in teoria, saresti mia nuora e quel bambino mio nipote, quindi ti spiegherò tutto… Io sono il capo della società mafiosa più rispettabile che ci sia in tutto il perimetro americano… Lavoriamo solo con chi ci garantisce frutti ed eliminiamo chi non ci serve o chi ci ha traditi… Indipendentemente da quanto importanti possano essere per noi… Chi tradisce paga… Jack ha sempre studiato biologia, chimica e fisica e spesso si divertiva in esperimenti che solo lui riusciva a mettere in atto… La sua esperienza chimica è stata importante per noi, visto che grazie a lui abbiamo delle bombe con maggiore contenuto esplosivo… Un contenuto che se dovesse spargersi causerebbe non solo le vittime per l’esplosione ma anche le regioni circostanti… E’ un’arma fantastica, degna della nostra organizzazione… Ma quel pazzo si è rifiutato di costruirne un’altra e poi ha reso praticamente inutilizzabile la bomba stessa. Ha estratto il liquido esplosivo e ora lo tiene nascosto in una provetta a prova d’urto… Jack ha fatto perdere le tracce di sé per due anni… Credevo fosse morto ed invece mi sbagliavo… Voglio quella provetta! Conoscendolo non l’avrà gettata via, proprio perché aveva intenzione di creare anche un liquido capace di neutralizzarla…”

Non potevo credere a ciò che avevo sentito… George non era George e non lo era mai stato… Non solo mi aveva mentito sulla sua identità, ma era anche un pericoloso membro della mafia americana… Stringendo a  me il piccolo Jeff, iniziai a piangere e quell’uomo vedendomi così capì che ero davvero all’oscuro dei loschi imbrogli di George…

- Come ti ho già detto, non considero più il tuo George come mio figlio, anche perché sin da bambino non gli ho mai dato affetto…Mi serviva solo un erede per la mia organizzazione, ma è chiaro che Jack ormai è fuori… Magari potrà diventarlo il mio nipotino? - domandò avvicinandosi e accarezzando Jeff. Lo scostai di scatto tuonando: “Non si permetta mai più di toccare mio figlio! E si tolga dalla testa l’idea di crescerlo come criminale!”

- Stavo solo scherzando… E poi io ho già che mi sostituirà… Si chiama Paul ed è il fratellastro di Jack… Ha le idee abbastanza chiare in proposito ed è pronto per succedermi… Ora io vado, ma se tu dovessi vedere George prima di me ricordargli che ha vita breve, ma che potrebbe allungarla se solo mi consegnasse le provette… Anche se dubito che con te si farà vedere donna, in fondo ti ha mentito praticamente su tutto… Beh ovviamente ora che sai dei nostri piani non avrai più vita facile… Ma se ci tieni al tuo bambino vedi di non spifferare ciò che hai sentito a nessuno o raggiungerai tuo marito… - Dopodiché uscirono da casa lasciando me e il piccolo Jeff nel panico più totale… Dopo aver calmato il bambino, misi in ordine la casa e aspettai il rientro di Gorge o Jack o come cavolo si chiamava… Ma invano… Lui non rientrò… Né un messaggio, né una chiamata né niente… Solo la sera di un mese dopo qualcuno entrò nella mia camera da letto sanguinante… Era buio e non riuscivo a vedere, quando poi mi fu chiara solo l’ombra… Conoscevo quella sagoma… Era di George… Mi avvicinai a lui con ansia e morente mi cadde tra le braccia…

- George!

- K…Kaori… Dove si trova Jeff? – ero confusa, non capivo… Avevo solo una gran voglia di spaccargli la faccia, ma vederlo ridotto in quello stato mi addolorò al punto di scoppiare a piangere dicendo: “Ma che sta succedendo”

- Dov’è Jeff?

- E’ in camera sua…Sta dormendo, ma perchè? Dimmi cosa accade!

- Devi prendere il bambino e andare via di qua… Scappa il più lontano possibile…

- Ma George…

- So che quell’uomo è stato qui… Ti ha raccontato tutto vero? Mi dispiace, mi dispiace per averti mentito… Volevo davvero rifarmi una vita con te, per questo sono andato in Giappone… Lì ho falsificato i miei documenti e cancellato il mio passato…In fondo sono un imbroglione dok e per me è stato un gioco… Poi ho incontrato te e – dei colpi di tosse insanguinata gli impedirono di parlare ancora.

- Non affaticarti ora…

- Credevo di essermi sbarazzato di loro ed invece… Non avrei mai voluto metterti nei guai… Perdonami…

- George perché non mi hai detto niente? – domandai piangendo.

- Perché tu hai già sofferto tanto per Ryo e meritavi di essere amata senza avere dubbi sul tuo uomo… Io credevo di poterti rendere felice…

- Chiamo un medico…

- No, no ascolta… Prendi queste… Sono le provette a prova d’urto che quei pazzi cercando… Prendile e ti prego trova un modo per distruggerle… Se dovessi trovarti in pericolo gettale nelle profondità dell’oceano… Lì non dovrebbero trovarle… Loro stanno ritornando qui e vi uccideranno se vi trovano…

- Tu devi venire con noi!

- No, sento il mio cuore che lentamente diminuisce i battiti… Ascoltami bene… Devi stare in guardia Kaori soprattutto da Paul… Lui è il più stronzo di tutti… E’ cattivo… Vuole impadronirsi delle provette per dominare il mondo… Ha una mente psicopatica e se vi trovasse sarebbe finita… Io vi amo… Tu e Jeff siete la cosa più bella che mi sia capitata…

- George…

- Torna in Giappone…

- Cosa? Non posso…

- Quella è gente che non scherza e solo Ryo potrà aiutarti… In fondo ti voleva bene… Chiama i tuoi amici… Mick, Falcon… Loro vi proteggeranno… E ricorda… Nonostante tutto ho sempre amato Jeff. – poi espirò  e chiuse gli occhi per sempre. Controllai il mio dolore e dandogli un bacio sulla fronte, preparai velocemente un borsone, svegliai Jeff e senza alcuna spiegazione lo portai via da quella casa… Da allora non ho fatto altro che fuggire… Sono trascorsi due anni e ho custodito le provette… Non ho mai pensato di buttarle perché anche agendo così, loro ci ucciderebbero lo stesso… Poi potrebbero essere dannose per l’oceano… Così sto cercando un modo per unire i due liquidi e sbarazzarmi sia delle provette che di quei pazzi… - Kaori terminò il suo racconto con gli occhi ancora velati di lacrime.

Ryo ascoltò attentamente ogni parola e maledisse Geroge o come diavolo si chiamava per aver messo Kaori in un simile pericolo… Eppure prima che lei lo sposasse, lui e i suoi amici avevano fatto delle ricerche su di lui, ma senza scoprire niente di losco. Aveva studiato e previsto tutto quel George… Forse era davvero innamorato di Kaori e disposto a cambiare vita, ma non poteva perdonarlo per aver messo in pericolo la sua sugar boy.

- Kaori… - Kaori alzò lo sguardo per incrociare i suoi occhi.

- Io ti salverò… Saresti dovuta venire da me due anni fa! – la rimproverò dolcemente.

- Ma come facevo? Non solo avevo il mio orgoglio già troppe volte calpestato ma non volevo neanche mettervi in pericolo… Ryo quella gente è pazza! George aveva ragione. Paul è il pazzo di tutti! Sarebbe disposto a far fuori degli innocenti per arrivare alla bomba!

- Non glielo permetterò… Ora ci sono io con te… Racconterò l’avvenuto agl’altri e ci daremo da fare per trovare qualcuno che possa unire i due liquidi e renderli innocui e ci occuperemo di quei pazzi.

- Ti rendi conto che sono finita nel braccio della morte e che se decidi di aiutarmi ci finirai dentro anche tu?

- Beh io sono più di trent’anni che vivo nel braccio della morte…

Kaori dovette ammettere che ora che aveva raccontato tutto, si sentiva leggermente più leggere e decisamente più protetta anche perché si trovava ancora tra le braccia di Ryo che improvvisamente allentarono la presa. Kaori lo guardò, sapeva che Ryo stava per chiederle qualcosa.

- Posso chiederti una cosa?

- Sì, dimmi…

- A cosa si riferiva George a quel nonostante tutto?  - Che cretina! Ma doveva raccontargli proprio tutto del dialogo avuto con suo marito prima che lui morisse?! Venne invasa da un po’ di turbamento e indecisione, ma alzandosi dal letto, scattò verso la porta dicendo: “Beh… Senza che ci giro troppo intorno… George sapeva che io ero innamorata di te quando l’ho sposato e quando ho avuto Jeff, però continuava a dire che nonostante tutto lui ci amava entrambi…” Non gli mentì, ma non gli disse neanche tutta la verità… Un problema per volta… E poi lei dopo aver risolto quel caso sarebbe tornata in America da sua sorella, quindi… Quindi forse non c’era neanche bisogno di essere completamente sinceri.

 

Ecco questo è il quarto capitolo… Che ne pensate? Spero di aver chiarito un altro punto interrogativo… Per il resto si svolgerà tutto nei prossimi capitoli che vedranno protagonisti le situazioni tra Ryo e Kaori, l’estenuante lotta per liberare Kaori dal braccio della morte in cui è finita, e altre cose… Come sempre spero di non deludervi, un bacione a presto! ^^

 

giova71: Già, come hai visto George non era un pezzo di Santo ed è riuscito ad ingannare tutti Ryo compreso… Ovviamente per il momento non credo proprio che Kaori sia in condizioni di perdonare Ryo, ma è anche vero che con tutti i casini in cui si trova, nessuno più di lui può aiutarla, non credi?

 

jaj984: Hai ragione, Ryo è il solito stronzo! Ma questa volta dubito che Kaori ceda tanto facilmente… Come hai potuto notare, Geroge le ha mentito e l’unico regalo che le ha fatto è stato quella di metterla nei guai… Ma nonostante tutto lui le voleva bene..

 

peppolina: Ciao, grazie dei complimenti e spero che continuerai a seguirmi ^^ Purtroppo per le tue curiosità non posso risponderti… Dovrai aspettare ancora un po’, ma continua a seguire la storia,ok?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: Rivelazioni ***


CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

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CAPITOLO 5: Rivelazioni

 

- Non ci credo! Quel bastardo! E pensare che sembrava apposto! – commentò Mick adirato dopo aver ascoltato la spiegazione di Ryo.

Kaori aveva deciso di far sapere la sua storia ai suoi più cari amici tramite Ryo… Lei non sapeva se avrebbe trovato di nuovo la forza per raccontarla, così mentre la giovane mamma giocava in camera con il suo bambino, Ryo era sceso giù dagl’altri per raccontare tutto.

- Non dirlo a me! Purtroppo è riuscito a fregarci per benino! – rispose Ryo cercando di trattenere la rabbia verso l’uomo che aveva messo Kaori nei guai… Dopo qualche secondo però facendo mente locale, arrivò alla conclusione che se Kaori era finita nei guai la colpa era unicamente sua… Se solo lui l’avesse accettata quella mattina, se le avesse aperto il suo cuore! Lei non avrebbe sposato George e non avrebbe mai conosciuto quei pazzi furiosi che ora avevano come obiettivo quello di strapparle la vita.

- Beh ora non ci resta che scoprire dove si nascondono qui in città… Una banda mafiosa come questa non può certo passare inosservata, sono certo che molti dei nostri informatori avranno qualcosa da dirci! – intervenne Falcon.

- Dobbiamo sbrigarci, quella non è gente che scherza. Se dovessero trovare Kaori e il bambino prima che noi troviamo loro, allora sì che saremo nei guai. – commentò Mick.

- Povera Kaori… Chissà quanto deve aver sofferto… - bisbigliò Miki

- Beh una cosa è certa! Adesso qui è al sicuro! – affermò Ryo.

Così dopo una decina di minuti Ryo e Mick decisero di andare a dare un’occhiata in giro e indagare un po’ per scoprire dove potesse trovarsi un’associazione mafiosa tanto importante, intanto Kaori e Jeff andarono insieme a Miki e Falcon al cat’s eyes.

Mentre Falcon si occupava della poca clientela, Miki e Kaori decisero di stare nella cameretta che avevano riservato al piccolo Jeff per chiacchierare un po’.

- Sono contenta che le cose tra te e Ryo si siano aggiustate almeno un po’!- esordì Miki.

- Ti stai sbagliando… Se gli ho raccontato tutto è solo perché ho dovuto pensare anche alla vita di mio figlio…

- Ed è per questo che hai deciso di farlo vivere da noi mentre tu resti sola con il nostro stallone? – domandò ironicamente l’amica.

- Miki ma cosa dici?! In questi giorni tra noi non è successo proprio niente… E poi questo sarebbe l’ultimo motivo che mi spingerebbe ad allontanare di qualche metro Jeff… - rispose Kaori tentando di nascondere il suo disagio nel parlare di questo argomento.

- Allora perché hai chiesto a me e a Falcon di tenerlo con noi?

- Ho capito! – sbuffò Kaori alzandosi e dirigendosi verso il piccolo Jeff, che intanto giocava con qualche macchinina, disse: “Se non potevi tenerlo, bastava dirlo! Ma non ti preoccupare, tolgo subito il disturbo!”

- No aspetta, ma dove vai?! – la bloccò l’amica trattenendola per un braccio… Poi calmandola la fece accomodare sul letto e chiedendole solo un minuto, portò il bambino da Falcon.

- Che ci devo fare io con il bambino? – chiese Falcon imbarazzato.

- Dagli un’occhiata per favore… Io e Kaori dobbiamo parlare! – Quella di Miki era più un ordine che una richiesta, così Falcon obbedì senza fare storie.

Tornata in camera, Miki trovò Kaori esattamente dove l’aveva lasciata e avvicinandosi a lei, le prese le mani, e senza dare importanza allo sguardo smarrito della ragazza continuò: “Lo sai che io potrei tenere con me il tuo bambino anche per sempre, qui c’è un’altra cosa che tu non hai detto… O sbaglio?”

- No Miki non c’è niente… - rispose Kaori anche se non molto convinta.

- Se Jeff fosse rimasto con voi non avresti avuti molti problemi, anzi… Quando tu ti sentivi stanca, ci sarebbe stato Ryo con lui… Te lo avrebbe tenuto d’occhio volentieri… Ma… Se tu non l’hai voluto lasciare con lui un motivo c’è… - indagò Miki.

- Ti prego Miki… - supplicò Kaori mettendosi le mani tra i capelli e abbassando la testa, dando così conferma dei dubbi che l’amica nutriva.

- Non voglio dire sciocchezze, però ho notato una cosa in questi giorni che ho avuto Jeff con me… I suoi occhi… - Kaori sgranò di colpo i suoi.

- Somigliano tanto a quelli di Ryo… - commentò Miki con un velo di tristezza, poi assestando il colpo di grazia proferì: “Kaori dimmi la verità… Jeff… Jeff è figlio di Ryo?”

A quella domanda Kaori balzò, ma si limitò a rispondere abbassando la testa e nascondendo il volto tra le mani per l’imbarazzo.

- Oh Kaori… Ma perché... Perché non mi hai detto niente? Come hai potuto affrontare tutto questo da sola? Ti sarei stata accanto!

- Cerca di capirmi Miki. Non è stato facile per me nascondere la verità su Jeff. Dopo quello che Ryo mi aveva detto, avevo deciso di rifarmi una vita, sposare George mi sembrava l’unica soluzione al mio cuore in frantumi… Poi dopo un paio di mesi ho scoperto di essere incinta e la cosa mi ha sconvolta non poco! Avevo capito subito che il bambino che portavo in grembo non era figlio di George perché vedi… Io con lui ci sono stata solo due settimane dopo il matrimonio. George è stato così carino e gentile con me, ha aspettato che io mi sentissi pronta. Non me la sentivo di mentirgli, così quando gli dissi che ero incinta di otto settimane, capì che il bambino non era il suo. Lui non era uno sciocco, sapeva cosa provavo per Ryo e non ci impiegò molto a collegare tutto. Mi sentivo male per quello che avevo fatto, non meritava tutto questo. Credevo che mi cacciasse, che mi ripudiasse come moglie o qualcosa del genere e invece… Si sedette accanto a me e toccandomi il ventre mi rassicurò dicendo che capiva e che se io ero d’accordo, lui avrebbe cresciuto quel bambino. Senza che io pretendessi niente, George si è mostrato un padre perfetto, beh a parte nell’ultimo periodo quando è successo quello che è successo. Capisci Miki? George ha cresciuto come fosse suo figlio, la prova del mio adulterio e nel frattempo la cosa più bella che la vita mi avesse donato!

Jeff è un bambino straordinario e ogni volta che lo vedevo ridere e scherzare con George mi ripromettevo più volte che mai avrei detto a Ryo di lui… Lui mi aveva spezzato il cuore, non volevo che tornasse da me solo per Jeff, anzi non so neanche se l’avrebbe fatto… Vedi… Il mio quadretto familiare era perfetto e non avevo dubbi riguardo le mie decisioni, ma poi… Poi George è stato ucciso, il mio ritorno in Giappone, il fatto che adesso sia ritornata a vivere da Ryo, anche se momentaneamente. Gli occhi di Jeff somigliano incredibilmente a quello di Ryo e se ci fai caso, a parte il colore dei capelli, il mio piccolino è la copia sputata di suo padre! Ryo non ci impiegherà molto prima di scoprire la verità, per questo voglio che Jeff resti per un po’ da te, giusto il tempo che si sistemi questa brutta cosa, o magari giusto il tempo che io mi decida se parlare a Ryo del bambino o meno. Non lo so Miki, prima mi sembrava tutto così chiaro, adesso sono solo confusa. Non so che fare… - confessò Kaori con uno spessissimo velo di tristezza.

- Beh avresti potuto iniziare col parlarmene cinque anni fa! Tu che dici?! – improvvisamente la voce tuonante e rabbiosa di Ryo si fece spazio nella camera, lasciando le due donne allibite.

- Si può sapere tu cosa ci fai qui?! – domandò Miki quasi come volesse uscire da quella situazione rimproverandolo.

- Qui la domanda giusta sarebbe un’altra, anzi… Sarebbero altre! – osservò Ryo cercando di controllare parte della sua rabbia.

Kaori non rispose, come ormai faceva da un’ora con la sua amica, continuò a tenere bassa la testa, così non ottenendo nulla, cambiando discorso Ryo disse: “Ti farà piacere sapere che forse non solo abbiamo un indizio su quelli che ti vogliono fare fuori, ma ho esposto la situazione anche a Selena e probabilmente c’è una possibilità di distruggere quel flacone che ti porti dietro, senza nuocere ad altre persone. Abbiamo l’appuntamento con lei e Mick tra un’ora a casa. Ti aspetto in macchina.”

Dopodiché con tutta la calma che riuscì a catturare scese le scale e si ritrovò al piano bar.

- Qualcosa non va? – domandò Falcon notando che Ryo si era improvvisamente fermato ad osservare il piccolo Jeff mentre giocava sul divanetto con delle macchinine.

- No, tutto apposto. Ci vediamo. – concluse deciso, uscendo dal locale.

Nel frattempo Kaori era ancora sotto shock per ciò che era accaduto pochi secondi prima. Accidenti, Ryo aveva ascoltato tutta la sua conversazione con Micky e aveva inevitabilmente scoperto che in realtà, Jeff era suo figlio! Come aveva potuto distrarsi fino a questo punto? Questa era l’ultima cosa che voleva! E ora? Come si sarebbe comportata con Ryo? E Ryo come si sarebbe comportato con Jeff? E come si sarebbe comportato con lei? Troppe domande frullavano nella sua testa, ora andata completamente in panne.

- Ehi Kaori? – la chiamò Miki cercando di farla riprendere.

- Ehi tranquilla, va tutto bene ok? Tanto prima o poi sarebbe successo comunque e come si dice… Meglio prima che poi? – disse Kaori con un pizzico di ironia tentando di convincere prima di tutto se stessa.

Poi salutando la sua amica e Falcon, andò da Jeff.

- Ehi mamma! Guarda come sono bravo! – esultò il bambino facendo fare alle due macchinine delle piccole acrobazie.

- Ma che bravo! E già! Il mio bambino è davvero il migliore! – rispose Kaori stringendo a sé il piccolo che non capendo chiese: “Mamma ma cos’hai? Se mi stringi così mi soffochi!”

- Scusami amore… Ora io vado, tu intanto fa il bravo bambino e vedi di non far arrabbiare zio Falcon e zia Miki.

- Va bene mamma! – rispose sorridendo.

Concedendosi un altro piccolo abbraccio, salutò gli amici e uscì dal locale. Notò immediatamente la macchina di Ryo parcheggiata di fronte, mentre l’attendeva e il conducente non aveva per niente uno sguardo amichevole. Ryo aveva quasi uno sguardo omicida mentre fissava il vuoto. Quella visione le fece accapponare la pelle. Aveva visto altre volte quello sguardo omicida, ma quello che la faceva tremare era il fatto che questa volta, quello sguardo fosse sicuramente per lei. Forse ora la odiava. Gli aveva tenuto nascosto l’esistenza di un figlio, chiunque si sarebbe arrabbiato. Ma lei credeva che se un domani fosse stata costretta a raccontargli di Jeff, lui avrebbe capito. In fondo pensandoci bene, come si permetteva di odiarla? Tutto questo era accaduto solo ed esclusivamente per colpa sua! Se lui non l’avesse mandata via, se lui avesse accettato il suo amore, forse ora vivrebbero come una famiglia normale. E invece lui l’aveva ripudiata, invece di preoccuparsi del suo futuro o invece di mostrare un minimo di dispiacere per quello che era successo, durante la cerimonia lui cosa aveva fatto? Il cretino con un’altra donna! Ma come si era permesso di spezzarle il cuore? E stupida lei che gliel’aveva lasciato fare… Ma ora le cose erano diverse, erano cambiate. D’accordo, ora lui sapeva di Jeff e allora? Se voleva delle risposte perché non le chiedeva alla sua coscienza?

Tirando un respiro di coraggio, con sguardo deciso si avvicinò alla macchina e vi salì.

Ryo non disse una parola. Anzi con forza, mise in moto la macchina e premendo il piede sull’acceleratore parti a tutto gas. Kaori si sentì invecchiare di trent’anni. Quando riprese fiato, con voce tremante urlò: “Ma sei diventato completamente pazzo?!”

- Non completamente – rispose continuando ad accelerare.

- Si può sapere cosa diavolo ti prende?! Se non sbaglio il tuo compito è quello di proteggermi non ti attentare alla mia vita!! – Improvvisamente Ryo tirando il freno a mano, fece girare la macchina per un quattro volte, prima che l’aggeggio si fermasse. Kaori si era coperta la nuca con le mani tanto era lo spavento, poi alzando la testa, notò che si erano fermati sul molo del porto. Notò Ryo uscire dalla macchina e lo seguì.

- Perché?! Perché?! Dimmi perché diavolo non mi hai detto nulla di Jeff!!- urlò Ryo sbattendo la porta della macchina.

- E me lo chiedi?! – anche Kaori urtò la porta.

- Certo che te lo chiedo! Perché non dovrei farlo?

- Beh fatti due conti tesoro e vedrai che, almeno che non ti abbiano bruciato gli ultimi neuroni che ti sono rimasti, potrai benissimo arrivarci da solo!!

- Perdonami! Forse mi hanno tolto anche quest’altra facoltà!

- Non ci provare capito?! Non provare a fare il martire perché giuro che ti ammazzo! Se tu quel maledetto giorno non mi avessi respinta forse ora il tuo quadro familiare sarebbe felice! Oh scusa! Ma che diavolo sto dicendo! Non sarebbe mai stato perfetto questo quadro familiare perché tu pretendi un altro tipo di donne accanto a te! Accanto al grande stallone di Shinjuko è richiesta l’obbligatoria presenza di una donna che non sia inferiore al metro e ottanta e possibilmente bionda con tette e culo da mozzare il fiato anche ad un cieco! No?! Io non ero abbastanza per te! Ero troppo maschiaccio per poter anche solo pensare di avere una remota possibilità di starti accanto come donna! Eppure per chissà quale ragione, sei venuto a letto con me! Cos’era un regalo d’addio oppure un’opera di carità perché io ti facevo tanta pena?! Per qualsiasi motivo sia avvenuto questo “miracolo” sappi che l’unico motivo per il quale non lo maledico è perché grazie a quella notte è nato Jeff! Io ero pronta a starti accanto, ma tu mi hai cacciata! Ti chiedi perché non ti ho parlato di Jeff? Se per te quella notte era stata solo un gioco, un tuo capriccio o non so cosa, come credi che avresti reagito se ti avessi detto che da quel gioco sarebbe nato nostro figlio!! O anche se tu l’avessi accettato come credi che si sarebbe sentito il bambino in mezzo a due fuochi!? Tu con i tuoi soliti impegni serali e notturni e le tue donne senza dignità che ti portavi a letto! Tu non avresti trovato tempo per un errore! Correggimi se sbaglio!! – Kaori era fuori di sé, gli stava urlando puntandogli contro un dito, tutto il rancore che nutriva nei suoi confronti. Anche Ryo però non sembrava essere da meno e gridando disse: “Lo vedi che non hai capito niente?! Sei una stupida Kaori Machimura!! Una stupida!! Certo il mio obiettivo era quello di cancellarmi dalla tua vita ma che diavolo ne sapevo io che avevamo concepito un bambino!!”

- Oh oh! Scommetto che se ti avessi detto che ero incinta saresti rimasto!!

- E’ probabile!!

- E lo ammetti anche! Tu non mi volevi al tuo fianco! Tu sei sempre stato bravo solo ed esclusivamente a ricordarmi giorno dopo giorno, quanto io fossi poco femminile o quanto ti facessi schifo! Se così era, potevi risparmiarti il fastidio di venire a letto con me! Ma l’hai fatto! L’hai fatto nonostante sapevi cosa provavo per te! Perché tu lo sapevi, vero Ryo?!

- Certo che lo sapevo! L’avevo capito da molto tempo, non sono uno stupido!

- Eppure non hai tenuto conto dei miei sentimenti!!

- Il patto era per una notte!

- Scusa se non mi andava di sposarmi mentre la notte prima avevo tradito il mio sposo con l’uomo che amavo veramente!! Ti avevo offerto il mio cuore su un piatto d’argento e tu ci hai vomitato sopra!!

- Davvero non capisci? Ammetto di averti riempita di insulti, ammetto di essermi sempre comportato male con te e ammetto di essere stato abbastanza stronzo quella volta, ma davvero non capisci?! Non capisci del perché io sia venuto a letto con te e poi il giorno dopo ti abbia cacciata?!

- Ma certo che ho capito! L’hai detto anche tu no? Sei uno stronzo!! – tuonò Kaori dandogli le spalle nel tentativo di raggiungere l’auto. Ryo però voltandola violentemente verso di sé per un braccio, continuò: “Se ti avessi tenuta con me, tu saresti stata infelice a vita e non solo! Sempre in pericolo, sempre presa di mira dai miei nemici, che lo sai benissimo non sono pochi! E io sempre con il cuore in gola per paura che ti accadesse qualcosa!”

- Oh ti prego Ryo non iniziare con questa storia perché oltre a conoscerla benissimo, è vecchia quanto il mondo!

- Sarà anche vecchia quanto il mondo, ma questa è la verità che tu ci creda o no! Credevo che consegnarti nelle mani di George fosse la soluzione migliore!

- Ma cosa ero, cosa sono per te?! Un oggetto?! Tu non dovevi consegnarmi nelle mani di nessuno perché non avevi alcun diritto nella mia vita! Ero io che dovevo scegliere e nonostante tutto quello che tu combinavi, io avevo scelto te! E se ho sposato George non l’ho fatto perché me l’avevi suggerito tu dicendo: “Perché non te lo sposi Kaori, è un bravo ragazzo!” No! Io l’ho sposato perché era l’unico raggio di luce in quelle tenebre nelle quali Tu mi hai costretta a vivere!”

- Davvero non vuoi sforzarti di capire? Io avevo paura di perderti, ma se mi avessi detto di Jeff forse mi sarei fatto forza e noi…

- Noi cosa?! Sai? In fondo la storiella della paura, forse è una cosa che anch’io ho sempre saputo, e probabilmente questa è la cosa che mi fa imbestialire ancora di più! Tu mi hai uccisa per un motivo tanto banale!!

- La paura di perderti ti sembra un motivo banale?!

- Sì! Tu hai permesso alla tua vigliaccheria non solo di distruggere la tua vita, ma anche l mia felicità e la tua occasione di diventare padre! Sei tu che ti sei tolto questa opportunità!

- Cosa?! Io mi sono tolto questa opportunità! Tu hai preferito fosse uno sconosciuto a crescere nostro figlio piuttosto che il suo vero padre!!

- Lo sconosciuto in questione era mio marito rd è stato un padre perfetto per Jeff! E non ha pensato neanche per un momento di tirarsi indietro! Nonostante sapesse che non fosse suo figlio!

- Un padre e un marito perfetto dici?! Un padre ed un marito perfetto non condanna la propria famiglia! E’ per colpa del suo brillante passato che ti trovi in questa situazione!

- Oh ma ti prego! Non parliamo di passato perché altrimenti non avrei dovuto neanche pensare di innamorarmi di te! George può aver fatto degli errori, è vero. Ma sono sicura che non l’ha fatto intenzionalmente e per lo meno, per quanto può valere, George aveva molta più dignità di te! Lui non ha permesso alle sue paure di rinunciare ai sentimenti che provava! Lui ha lottato! Certo, ha perso, ma ha lottato! Tu invece cosa hai fatto Ryo? – Poi Kaori abbassando la testa e con gli occhi velati di lacrime continuò: “Pensare che non mi hai voluta al tuo fianco solo per paura! Insieme avremmo potuto vivere una vita felice… Certo forse complicata, ma felice… Ed invece? Sei un vigliacco Ryo Saeba ed io ti odio per questo!”

A quelle parole calò un silenzio agghiacciante. Restarono fermi immobili, uno di fronte all’altra. Entrambi con la testa bassa. Forse si erano sfogati a sufficienza per quel giorno, poteva bastare. Eppure Ryo sapeva quanto Kaori avesse ragione. Se lui si fosse dimostrato leggermente più coraggioso e ottimista verso la loro storia forse ora… Se lui avesse lasciato fare al destino forse ora… Se lui non avesse supplicato il destino di cambiare il progetto che aveva in serbo per loro, forse ora… Ma era completamente inutile ora pensare ai “forse” e ai “se”. Il punto era che Kaori adesso lo odiava.

Ryo stava cercando di recuperare quel po’ coraggio che gli era rimasto, quando avvertendo delle presenze, si tuffò su Kaori gettandola per terra prima che una scarica di mitragliate li colpisse.

- Ma che succede?! – domandò Kaori coprendosi la testa.

- Maledizione ci hanno trovati! – borbottò Ryo cercando riparo dietro un magazzino. Dopo qualche secondo, iniziò la sparatoria.

- Visto? Questo è il regalo del tuo adorato maritino! – commentò Ryo continuando a sparare.

- Vuoi piantarla con questa storia! Invece di girare il dito nella piaga perché non provi a salvarci la pelle!!

- Una cosetta da niente, no? – ironizzò Ryo notando che questa volta gli uomini con i quali aveva a che fare erano senza dubbio molto più forti dei primi. Certo indubbiamente non arrivavano a lui, ma era ugualmente rischioso.

- In quanti sono? – domandò Kaori.

- Non sono molti, credo non più di cinque. Il punto è che sono abbastanza abili i tuoi amici!

- Ti ho già ripetuto che…

- che tra te e loro non c’è alcun legame, che George l’ha fatto solo per te e bla bla bla… Senti Kaori, io se resto così coperto posso fare ben poco, quindi devo uscire fuori! – disse Ryo caricando la sua pistola.

- Ma non hai appena detto che sono abili?

- E allora?

- Se sono in cinque allora è pericoloso! – commentò Kaori mostrando un velo di preoccupazione.

- Preoccupata?!

- Non per te, ma per la mia vita! Se fanno fuori te, come posso io avere qualche speranza?

- Ma che simpatica! Ti ricordi come si usa una pistola? – domandò porgendole la sua vecchia amica arma. Era proprio lei, la stessa che usava quando lavorava con Ryo come City Hunter! Sicuramente Ryo gliel’aveva tenuta con cura, si vedeva…

- Certo che mi ricordo! E grazie all’aiuto di George sono anche migliorata!

- Buono a sapersi, allora ascoltami. Se qualcosa dovesse andare storto usala! Hai cinque proiettili e vedi di non sbagliare! – Improvvisamente Kaori raggelò.

- Come se qualcosa dovesse andare storto?

- Beh il nostro mestiere non è mai facile. Ah! Dimenticavo… Un altro motivo che non mi ha permesso di stare con te? Sai com’è il nostro lavoro, no? Se mi fosse successo qualcosa, la mia anima non avrebbe mai potuto sopportare la vista delle tue lacrime piene di dolore… Il vederti e il saperti preoccupata per me a vita, mi spaventava tanto. Io non volevo che tu soffrissi per sempre con me e quindi ho preferito lasciarti andare… Se per vigliacco intendi la paura di perdere te, la paura di perdere il tuo sorriso, fonte della mia energia, paura di vederti piangere, allora sì. Hai ragione. Sono un vigliacco Kaori. – confessò Ryo continuando a sparare. Kaori restò immobile, di sasso, senza parole. Credeva di sapere ogni cosa, credeva che le sue certezze sul rapporto di Ryo non avrebbero più avuto dubbi, ma ora… Forse dopo tanto tempo, aveva congelato il suo cuore e si era convinta a credere solo a quello che voleva credere… Magari si era sbagliata e forse anche Ryo meritava un briciolo di quella comprensione, che mai si sarebbe sognata di donargli.

- Stai soffrendo al pensiero che ora possa succedermi qualcosa vero? – domandò Ryo. Lui glielo leggeva in faccia… Aveva capito dagl’occhi tristi e spaventati di lei, che non era ancora pronta a perderlo definitivamente. Kaori lo guardò esterrefatta, senza avere la forza di rispondere.

- Dopo quello che ti ho fatto, sicuramente il tuo interesse nei miei confronti e scemato notevolmente… Immagina che la sofferenza che provi adesso al pensiero di perdermi, non è neanche un quarto rispetto alla sofferenza che avresti provato se avessi continuato a starti vicino. E per quel che vale… Io non ti ho mai né rimpiazzata e né dimenticata Kaori… Per quel che vale, io ti amo. – dichiarò Ryo senza dare tempo alla ragazza di poter rispondere, in quanto si gettò fuori dal luogo di copertura per continuare apertamente la sparatoria ed avere qualche speranza di farcela.

Kaori sembrava essere diventata di roccia, ogni suo senso era sparito. Aveva dimenticato tutto quanto, riusciva a ricordare solo l’ultima frase che Ryo le aveva detto. “Io non ti ho mai né rimpiazzata e né dimenticata Kaori… Per quel che vale, io ti amo” Poi i forti rumori degli spari la fecero balzare e immediatamente capì che quel deficiente di Ryo le aveva fatto la sua dichiarazione e senza darle il tempo di rispondere, si era precipitato nel bel messo di una sparatoria. I colpi dei proiettili erano terribilmente vicini a lei e coprendosi la testa pregò affinché il suo ex collega tornasse sano e salvo.

- Ryo se ti azzardi a morire, giuro che concluderò il lavoro uccidendo per sino la tua anima!!

Colpi violenti le urtavano l’udito, poi improvvisamente tutto tacque.

 

 

Bene, bene, bene… Che ne dite, Kaori avrà finalmente capito il gesto di Ryo? E Ryo sarà uscito dalla sparatoria indenne, ma soprattutto… Ora che sa che il padre di Jeff è lui, come si comporterà con il bambino? E se Kaori non cambiasse nulla tra loro, come si comporterebbe con il rapporto tra Ryo e Jeff? E Mick e Selena, avranno davvero trovato questa tanto attesa soluzione alla provetta? Beh scopritelo, leggendo il prossimo capitolo, che vi prometto non tarderà! ^^

Ah! Perdonatemi, ma non ho fatto in tempo a ringraziarvi per le recensioni, ma la prossima volta non mancherò! Per favore intanto commentate questo e fatemi sapere cosa ne pensate! Bacioni a tutti, e grazie sempre e comunque per aver continuato a seguire la mia storia! A presto! ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6: Come vuoi... Mio piccolo Sugar boy ***


CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

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Ciao ragazzi rieccomi! Lo so, lo so che probabilmente vorreste uccidermi perché vi ho fatto aspettare un’altra vita… Neanche a me piace l’idea di pubblicare un capitolo ogni due mesi, anzi la odio! Però non è colpa mia se internet mi ha dato buca T_T Ma adesso per fortuna è ritornato e posso di nuovo scrivere e pubblicare tranquillamente… Non vi farò più aspettare tanto, promesso ^^ ‘ Ora però vi auguro una buona lettura e spero seriamente di non avervi deluso… Buon proseguimento!! ^^

 

CAPITOLO 6: Come vuoi… Mio piccolo Sugar boy

 

Poi improvvisamente tutto tacque.

Un silenzio tombale avvolse la pesante atmosfera che si era creata.

Kaori era terrorizzata al solo pensiero di dover guardare fuori per vedere chi aveva avuto la meglio. Era terrorizzata al solo pensiero di scoprire che la buona sorte non avesse scelto Ryo.

Poi improvvisamente sentì dei passi avvicinarsi, li avrebbe riconosciuti tra mille e pregò di aver udito bene. Sapeva che una figura le si era fermata davanti e ancora spaventa sollevò la testa. Incrociò lo sguardo di Ryo che dolcemente, si abbassò dicendo: “Visto? Ryo Saeba non sbaglia un colpo?”

- Ma se ti hanno colpito e hai i vestiti tutti strappati! – commentò Kaori guardando il pietoso stato dei pantaloni e della giacca e notando anche qualche piccola traccia di sangue sulle maniche.

- Questi sono solo dei graffi che domani già non avrò più, mentre per i vestiti… Beh a casa ho il cambio! E poi cosa ti costa complimentarti con me, in fondo erano cinque contro uno! – le ricordò Ryo come se volesse scherzare.

- Beh in passato hai fatto di meglio! – rispose Kaori incrociando le braccia.

In realtà sapeva benissimo che Ryo era uscito vivo da quello scontro, probabilmente solo grazie ad un miracolo, però voleva cercare di non dare a vedere la colossale paura che aveva avuto per lui. Capì anche che quei tipi purtroppo non erano niente in confronto a ciò che il fratello di George avrebbe potuto fare e questo non la tranquillizzò.

Calò il silenzio per un paio di secondi, poi lei ancora con lo sguardo basso e gli occhi lucidi chiese: “Questa volta è stato pericoloso sul serio, vero?”

- Ah… E’ andata bene, di che ti lamenti?

- Io non mi lamento proprio di niente! – rispose Kaori che recuperando la sua grinta continuò: “L’unica cosa è che potevi lasciarci la pelle e sfortunatamente questo non è accaduto!”

- Ah sfortunatamente? – domandò Ryo abbozzando un sorriso ironico.

- Già! Poteva essere la mia occasione di liberarmi finalmente di te! – dichiarò Kaori in procinto di muoversi, ma Ryo bloccandola contro un muro le chiese: “E poi come avresti fatto con la protezione?”

- Mi sarei trovata un sostituto! – rispose Kaori continuando a reggere il gioco degli sguardi che Ryo aveva iniziato.

- Non so se sarebbe stato in grado di sostituirmi in tutto… - commentò Ryo con tono malizioso, mentre molto lentamente si avvicinò al suo orecchio, ma senza neanche sfiorarla.

- Non preoccuparti. Avrei fatto in modo che sostituisse in tutto e poi… - stava per cedere lo sentiva. – E poi al mondo ci sono milioni di persone migliori di te quindi… - continuò cercando di controllare la sua respirazione, che ormai appariva vivace, ma faticosa.

- E’ questo il punto… Ci sono persone migliori di te, ma per quanto il mondo possa essere pieno di queste persone, il punto è che tu ti ritrovi ad avere bisogno sempre e solo di una persona… Può anche essere la peggiore specie umana che si sia mai vista, ma sai che non potrai amare e desiderare nessun altro se non lei… - Ryo continuava a parlarle con voce suadente mentre le sfiorava l’orecchio, il collo e il mento. Kaori non aveva la forza di ribellarsi, anche perché se doveva essere sincera, non sapeva proprio dove andarla a recuperare questa forza.

- Quindi Kaori… Io posso averti fatto tutto il male che vuoi, posso renderti la vita sempre più impossibile e difficile, posso starti antipatico quanto vuoi, ma… Ma tu non potrai mai desiderare nessun altro come desideri me. Non solo lo capisco dai battiti del tuo cuore, non solo te lo leggo negl’occhi, ma lo sento a pelle… Noi siamo il classico esempio vivente degl’opposti che si attraggono e per quanto tu possa lottare, sappi che non riuscirai mai a sfuggirmi! – continuò Ryo a un centimetro dalle sue labbra.

- Adesso… Non voglio… Sfuggirti… Ma solo per adesso. – riuscì a dichiarare lei prima che le labbra di lui la invadessero senza darle tregua. Con impeto, le loro lingue si cercarono fino al trovarsi e scontrarsi sempre più con furore. Ryo la allontanò da sé solo per qualche secondo, per rispondere a ciò che qualche secondo prima lei gli aveva detto.

- Non essere troppo sicura di te, riuscirò a farti cambiare idea. – poi la spinse nuovamente contro il muro e continuò a baciarla sempre con più passione.

 

Nel frattempo…

- Falcon sei un idiota!!! – tuonò Miki più in collera che mai.

- Miki si può sapere perché ti arrabbi tanto? Tu mi avevi detto di tenere d’occhio il bambino e non di fare in modo che Ryo non salisse da voi! Tra l’altro era anche per parlare del caso e…

- Ma quanto sei scemo da uno a dieci!?! Era scontato che Ryo non dovesse salire! Ma lascia perdere, colpa mia che mi sono fidata! Come ho potuto dimenticare che tu sei un uomo! E quindi un superficiale!! – sbottò Miki uscendo dalla stanza.

- Ehi non confondermi con quell’animale!! E si può sapere adesso dove vai?

- Da quei due prima che si ammazzino!

 

A casa Saeba…

 

- Mick e Saeko dovrebbero essere qui a momenti… - disse Ryo aprendo la porta di casa e cercando di essere il meno impacciabile possibile.

Si sentiva un deficiente alla prima cotta… Quando si va a letto con la ragazza che ami nel momento sbagliato ed entrambi sapete che è sbagliato, ma ormai è fatta e quindi?

Sentiva i turbamenti di Kaori, li percepiva e per quanto sciocco potesse sembrare aveva tutte le ragioni per esserlo.

Kaori si sedette sul divano sempre con aria taciturna e Ryo la seguì, ma nel momento stesso in cui si avvicinò a lei, la donna scattò in piedi urlando: “Non ti avvicinare capito?!”

- E adesso si può sapere che ti prende? – domandò Ryo dopo aver buttato fuori un lungo sospiro.

- Niente, per favore lasciami in pace!

- Guarda che quello che dovrebbe essere arrabbiato sono io… - reclamò Ryo puntandole il dito contro.

- Cosa?! Chi dovrebbe essere arrabbiato?!!

- Chi mi ha nascosto dell’esistenza di un figlio?!

- Certo rinfacciamelo a vita!! E tu razza di mascalzone che non sei altro! Tu davvero non hai capito per colpa di chi non hai potuto vedere Jeff per tutto questo tempo?!!

- Se me l’avessi detto…

- Oh ti prego basta! Non ricominciamo a litigare! – concluse Kaori sedendosi sul divano e incrociando gambe e braccia.

- Ma se sei tu che hai messo il muso! – le ricordò Ryo cercando di capire.

- Basta non ne voglio parlare. – lo freddò imbronciando il viso.

- Vedi? Poi non dire che la colpa è mia… Mi dici cosa ti prende? – Ma dove diavolo erano finiti Mick e Saeko?

- Ryo finiremmo solo con il litigare di nuovo, quindi lasciami perdere!

- Ti ho lasciato perdere per troppo tempo! – dichiarò improvvisamente Ryo voltando di scatto la ragazza verso lui. La guardò intensamente e capì che quella frase non l’aveva lasciata indifferente, così accarezzandole il volto continuò: “O per lo meno ci ho provato… Ma ora che sei ritornata qui, dopo quello che stai passando, dopo tutto quello che è successo poco fa, io non posso… Proprio non posso lasciarti perdere.”

Una lacrima tradì Kaori che intensificando il suo sguardo gli parlò con una implorazione che avrebbe scaldato il cuore di chiunque.

- Dopo tutto quello che mi hai fatto, dopo tutto quello che ho dovuto passare in questi anni e dopo tutto quello che è successo… Io non posso, proprio non posso starti accanto… Su una cosa avevi ragione… Io sono ancora maledettamente attratta da te e mi basta odorare il tuo profumo anche da lontano per immaginarmi tra le tue braccia. Ed è per questo motivo che appena il caso sarà risolto io uscirò dalla tua vita per sempre… Perché ricadere tra le tue braccia è stato bellissimo ma completamente irresponsabile per me che ho un figlio a cui badare… Cerca di capire… Jeff ha bisogno di un padre non di un uomo che abbandoni la famiglia per paura di farla soffrire. Io ho bisogno di trovare qualcuno affidabile ed è chiaro che quel qualcuno non sei tu! Tu non sei pronto a legarti perciò te lo chiedo per favore… Non ti avvicinare, non mi sfiorare neanche col pensiero… Ti prego…

- Kaori…

- Io ti perdono… Per tutto quello che hai fatto io ti perdono, ma non riuscirei mai a perdonarti se facessi soffrire il nostro bambino! E sarà così perché tu fai così, quindi ti prego… Ti prego cerca di essere solo professionale ed io ti giuro che starò meglio! – Kaori aveva liberato altre lacrime.

- Kaori…

- Ti prego! – La guardò… Il viso rigato di lacrime, gli occhi gonfi e dolenti per tutte le sofferenze che aveva dovuto patire… Se stare lontana da lui, l’avrebbe fatta star meglio allora anche se a malincuore, non l’avrebbe più toccata. Aveva creduto di essere pronto a calpestare le sue paure ed era sicuro che se le avesse fatto capire che ormai lui non temeva più niente se non la fine completa della loro storia, forse lei gli avrebbe permesso di far di nuovo parte della sua vita, ma da vigliacco qual’era non potette fare altro che annuire e spostando la sua mano dal viso, si alzò in piedi per darle le spalle. Restò in silenzio per qualche secondo, poi chiudendo gli occhi acconsentì: “Come vuoi tu mio piccolo Sugar Boy”

Kaori rabbrividì a quelle parole sgranando gli occhi. Sugar Boy… Già lei era sempre stata il suo piccolo Sugar boy… I ricordi si affollarono e pianse silenziosamente ancora per qualche altro minuto, nonostante sapesse che Ryo anche se voltato, sapeva.

A interrompere quel momento, fu il suono del campanello.

Finalmente Mick e Saeko fecero il loro ingresso e immediatamente capirono che qualcosa non andava. L’atmosfera era incredibilmente cupa e triste… Doveva essere accaduto per forza qualcosa… Ma non indagarono. Mick notò “solo” Kaori asciugarsi gli occhi in fretta e furia e Ryo abbassare lo sguardo come sempre… Si limitò a lanciargli uno di quei sguardi “Più tardi ti ammazzo!”

- Abbiamo delle notizie interessanti! – esordì Saeko cercando di cambiare un po’ l’atmosfera.

- Tipo? – domandò Ryo sedendosi.

- La famiglia di cui faceva parte George è una delle organizzazioni mafiose più pericolose che ci sia al mondo. Direi che è impossibile distruggerla. Neanche con la tua pyton Ryo…

- E io che pensavo mi portassi belle notizie.

- Infatti non ho finito… Sarebbe impossibile distruggerla, ma darle filo da torcere tanto quanto basta per tenerla ferma per un bel po’ direi che è più che fattibile…

- E come facciamo? – domandò Kaori speranzosa.

- Intanto dobbiamo distruggere quelle provette… Senza armi di questo tipo non potranno rafforzarsi più di tanto, poi penseremo a neutralizzare l’organizzazione! – rispose Mick.

- Ma se avete appena de..

- Puntiamo subito al capo dell’organizzazione… E’ inutile perdere tempo con i soldatini buoni a nulla, solo a vincere per il loro numero. Se facciamo fuori il capo, quelli se ne staranno buoni per un bel po’…

- Fare fuori il capo, ok potrei pensarci io, ma la bomba chimica in questione? – domandò Ryo.

- E qui viene il bello… Quando George ha creato quel contenuto esplosivo non era per niente solo… Lo ha fatto in compagnia di un uomo: Pedro Konares, uno spagnolo poco più grande di lui. Era abile come scienziato, ma l’uomo era anche un poco di buono…Certo è stato più furbo ed è riuscito a scappare, ma secondo le mie ricerche è stato arrestato durante una rapina a Dublino.

- Quindi basterà andare a prendere questo Pedro! Lui ci darà l’antidoto e potrò sbarazzarmi delle provette senza fare danni! – esultò Kaori.

- Purtroppo non credo che noi siamo gli unici a saperlo. Anche quel Paul sarà a conoscenza di questo. Dobbiamo precederlo! – disse Mick.

- Ho già mandato un telegramma e fatto varie telefonate affinché entro un paio di giorni Pedro Konares possa essere trasferito in Giappone solo per il tempo che ci serve. – rispose Saeko.

- Un paio di giorni?! E’ troppo tardi! – batté Ryo.

- E’ l’unica pista che abbiamo! Prima di dichiarare guerra all’organizzazione dobbiamo eliminare quell’esplosivo! – cercò di calmarlo Mick.

- Per quanto mi riguarda io ho dichiarato guerra a quei tipi da quando l’idea di far del male a Kaori ha anche lontanamente sfiorato il loro cervello! – sbottò Ryo.

Improvvisamente cadde il silenzio. Kaori arrossì mentre cercava di non piangere di nuovo, così Saeko appoggiando una mano sulla spalla di Ryo disse: “Ascoltami Ryo… Non esiste altro modo adesso! Noi dobbiamo solo stare in guardia perché anche se non arriveranno a Pedro Konares prima di noi, questo non vuol dire che non proveranno più ad attaccare Kaori o il bambino!”

- Questo lo so perfettamente!

- Quindi adesso dobbiamo solo proteggerli da un eventuale attacco. – concluse Mick.

- A questo proposito Kaori… - intervenne Ryo facendo leggermente balzare la donna. – Preferirei che Jeff venisse da noi… Mi sentirei più tranquillo saperlo vicino. Ti sentiresti più tranquilla anche tu o mi sbaglio? In fondo ora so la verità e non c’è più alcun motivo per allontanare Jeff dai miei occhi… Almeno per il momento.

Kaori lo guardò.

Saeko e Mick non capivano.

- Scusate se mi intrometto, ma di quale verità stai parlando? – domandò Mick curioso. Ryo non ci pensò neanche un secondo.

- Jeff è mio figlio.

 

Bene Bene! Cosa ne pensate? Vi prego di non avercela con me per aver concesso a Kaori e Ryo un attimo fuggente, ma io penso che se due persone sono attratte fisicamente e si amano, se si trovano nella situazione… Addio alle circostanze e al resto… Tra l’altro spero anche di avervi incuriosito con l’esistenza di questo Pedro…

Beh mi raccomando fatemi sapere! Ci vediamo al prossimo cappy che seriamente non tarderà! Grazie a tutti e un bacione ^^

 

 

Giova71: Sai credo che tu abbia ragione sul fatto che Ryo sia un uomo                                                                  senza palle… Al posto di Kaori io gli avrei dato un calcio nel sedere e lo avrei impiccato… Ma purtroppo… Sappiamo che la nostra Kaori non è così e sappiamo anche che in fondo Ryo le vuole molto bene… Spero ti sia piaciuto questo cappy! Un bacione a presto ^^

 

Dada88: Ciao, spero ti sia piaciuto il seguito… E sinceramente non ti saprei dire se il piccolo Saeba ha ereditato proprio tutto… In fondo non ci sarebbe niente di cui stupirsi, non trovi? ^^ Un bacione a presto ^^

 

Peppolina: Ti ringrazio per i complimenti, ma come vedi quei due non ricavano un ragno dal buco… Vogliono essere sbattuti testa e testa! ^^ ^^ ^^ Cosa ne pensi di questo cappy? Fammi sapere, baci a presto ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7: Il cuore di un padre ***


CAPITOLO 7

CAPITOLO 7

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Rieccomi ^^’’ So che state pensando che sono solo una bugiarda, perché vi avevo promesso quanto prima un nuovo capitolo e invece vi ho fatto aspettare tanto… Perdonatemi, ma la colpa non è la mia se la ruota della sfortuna è rimasta inchiodata su di me… Questo capitolo poteva essere pronto da una settimana, se qualcuno non fosse entrato nella mia cartella e non l’avesse cancellato. Se scopro chi tra quelle pesti mi fa questi dispetti, lo friggo! Bene, cmq questo è settimo capitolo e spero vivamente che continui a piacervi! Buona lettura!

 

CAPITOLO 7: Il cuore di un padre

 

- Jeff è mio figlio.

Sia Mick che Saeko persero un battito tanto fu la sorpresa. Li guardarono attoniti senza che nessuno dei due commentasse o si apprestasse a chiedere spiegazioni.

- Perfetto! Ti pare questo il momento è il modo di comunicare che Jeff è tuo figlio?! – sbottò Kaori.

- E come glielo dicevo?! Sapete ragazzi? Prima che io cacciassi questa donna ci sono andato a letto e lei è rimasta incinta?!!

- Certo questa frase sapeva di più della tua delicatezza, ma per lo meno è molto più veritiera del modo in cui hai detto che Jeff è tuo figlio!!

- Ragazzi basta per favore, dateci un taglio! – intervenne Mick stanco dei continui battibecchi.

- Visto come stanno le cose credo che abbia ragione Ryo… Anche Jeff dovrebbe stare qui. Sareste più al sicuro. – continuò Saeko cercando di non dare molta importanza alla notizia, anche se aveva lasciato sia lei che Mick di sasso. Kaori restò in silenzio per qualche minuto, poi convenendo che quella era purtroppo la scelta giusta, sbuffando rispose: “E va bene… Sì avete ragione… Come so anch’io, questo è il posto più sicuro. Chiamerò Miki e le dirò di riportare a casa Jeff.”

Nessuno però fece in tempo a dire nulla che qualcuno bussò alla porta.

Kaori si precipitò per andare ad aprire grata di quell’interruzione, anche se Ryo aveva capito perfettamente chi fossero venuti a trovarlo.

- Miki, Falcon! – esclamò Kaori sorpresa di vederli.

- Kaori! Oh santo cielo stai bene! – proferì l’amica abbracciandola.

- E secondo te perché non dovrei stare bene? – chiese la ragazza non capendo.

- Come perché?! – poi guardò alle spalle di Kaori e notò un Ryo che sedeva a braccia conserte deciso a non proferire parola, mentre Saeko e Mick osservavano la scena un po’ confusi.

- Ecco… Io credevo che…  - ma poi capendo che magari quello non era il momento più adatto per parlarne, si avvicinò all’orecchio dell’amica e disse: “Credevo che Ryo avesse tentato di ucciderti o il contrario, ma se questo non è successo, iniziano a girarmi delle strane idee in testa! Dopo mi racconti tutto!”

Kaori avvampò.

- Mamma! Mamma! – Improvvisamente il piccolo Jeff, sbucato dalle spalle di Falcon, saltò in braccio alla propria madre contento di stare con lei.

- Ehi piccolo! – Kaori lo strinse a sé, notando lo strano sguardo che Ryo le aveva lanciato. Recuperando un certo autocontrollo, allontanò il bambino da sé e guardandolo dolcemente disse: “Vuoi sapere una bella notizia amore mio? Da ora in poi, non dovrai più stare lontano dalla tua mamma, perché ho capito che lo zio Ryo è una persona davvero forte! Tanto forte da proteggere il mio piccolino!”

- Davvero mamma? – chiese Jeff esplodendo dalla gioia.

- Certo!

- Allora posso di nuovo dormire con te?

- Ma certo piccolo mio!

- Però ad una condizione!

- Eh?!

- Non mi devi più chiamare piccolo! Io ho già cinque anni e sono un uomo! – informò il bambino con tono molto fiero e deciso.

Kaori cercando di trattenere un sorriso, si mise sull’attenti e facendo un occhiolino rispose con tono di comando: “Sì signore!”

E tutti scoppiarono in un’allegra risata. Certo tutti tranne Ryo che continuava a guardare, o meglio fissare, il piccolo Jeff che dopo qualche secondo gli si avvicinò e tentò di scrutare nei suoi occhi.

- Cosa c’è? – domandò lo swepeer  leggermente a disagio.

Jeff lo prese per mano e lo trascinò in cucina. Sì assicurò che nessuno li sentisse e voltandosi di scatto verso Ryo lo guardò deciso per poi chiedergli: “E’ vero che sei forte e coraggioso?

- Ceto!

- Allora insegna anche a me!

- E cosa dovrei insegnarti?

- A proteggere la mamma. – Ryo si abbasso e posando una mano sulla spalla del bambino, lo rassicurò dicendo: “Per quello ci sono, puoi stare tranquillo… Vi proteggerò entrambi.”

- Promettimelo. – Jeff lo fissò con uno sguardo fermo e deciso, uno sguardo che tentava di nascondere la paura e il tormento. Ryo conosceva bene quello sguardo e per un momento gli sembrò essere tornato indietro nel tempo quando si specchiava per capire cosa aveva di fronte a sé.

Quello sguardo era identico al suo, ora anche senza la conferma di Kaori, avrebbe sicuramente capito la sua familiarità. Quel bambino era proprio come lui. Però si disse che non era giusto che un bambino iniziasse già da quell’età a reprimere emozioni come paura o affetti vari. Aveva cinque anni e aveva tutti i diritti di esternare ciò che provava. Così sorridendogli dolcemente, lo prese tra le sue braccia.

- Ehi lasciami andare! – Jeff tentò di divincolarsi, ma Ryo lo tenne fermo stretto a sé.

- Mmmma che fai?

- Ascoltami piccolo, qui non ci ascolta nessuno… Ora puoi piangere se vuoi.

Jeff appoggiò la testa sul petto dell’uomo e improvvisamente, sentendosi finalmente al sicuro, decise di dare libero sfogo a tutte le sue paure in un tanto atteso pianto. Mentre singhiozzava silenziosamente, si strinse sempre di più a Ryo che con una strana dolcezza gli accarezzò i capelli.

Ryo aveva improvvisamente sentito uno strano calore nel cuore nel momento in cui il bambino si era stretto a lui… Aveva capito che il suo piccolino aveva avuto tanta di quella paura da bastargli per la vita, ma era contento che avesse scelto di sfogarsi con lui. Erano queste le sensazione che provava un padre? La voglia matta di proteggere il proprio piccolo da ogni dolore e sofferenza, cercare di evitargli per quanto possibile di soffrire ancora…

 

Nel frattempo, Mick e Saeko tolsero il disturbo dicendo che sarebbero passati dall’ufficio della poliziotta per affrettare le pratiche che riguardavano il colloquio che avrebbero dovuto avere con Pedro Konares. Dovevano muoversi non solo velocemente, ma anche con molta discrezione per cercare di arrivare all’uomo prima dell’organizzazione.

Falcon, decise invece di continuare le ricerche attraverso qualche informatore e scoprire quindi il luogo dove quei delinquenti soggiornavano. Non sarebbe stata un’impresa facile, ma lui avrebbe fatto del suo meglio.

In pochi secondi l’appartamento Saeba si svuotò, facendo restare sole le due amiche.

- Bene, adesso tu mi racconti che diavolo è successo quando ve ne siete andati nel pomeriggio. – proferì Miki.

- Guarda che non è successo proprio niente! – rispose Kaori cercando di fare la finta tonda.

- Hai mezzo secondo per parlare, dopodiché ti tirerò fuori tutto anche con una pinza se fosse necessario!

- Ok! – Kaori si sedette sul divano e prendendo un respiro di coraggio iniziò a parlare. – Quando siamo andati via da casa tua, lui sembrava essere uscito di senno… Ci siamo fermati vicino al molo e abbiamo iniziato ad urlare come matti per un po’… Lui era furioso e continuava a dirmi che avrei dovuto dirglielo e io, beh sai come la penso… Insomma tra un urlo e l’altro, all’improvviso ci hanno attaccati cogliendoci di sorpresa. No, cogliendomi di sorpresa. Ryo come sempre ha percepito il pericolo e mi ha protetta… Poi è uscito allo scoperto per affrontarli da solo e io ho avuto così tanta paura che potesse succedergli qualcosa per colpa mia che quando l’ho visto tornare da me vivo, non ho ragionato più…

- Cosa vuoi dire?

- Lui si è avvicinato a me, sempre più vicino! Insomma era talmente bello e attraente, soprattutto mentre provocava con quelle sue frasi idiote… Poi tu lo sai l’effetto maledetto che quell’uomo ha su di me e sui miei ormoni! In fondo io l’ho sempre amato e … E poi…

- Aspetta! Ti stai giustificando! Quindi questo può voler dire solo una cosa! E cioè che sei andata a letto con lui?!! – Miki tentò di non gridare nell’esporre l’ultima domanda.

- Beh non era proprio un letto quello… - rispose Kaori con quel po’ di umorismo che le era rimasto.

- Kaori!

- No Miki seriamente… So che non avrei dovuto, ma è accaduto che posso farci?

- Ti capisco, ma ora…

- No ora niente… Ne ho già parlato con Ryo. Sì, indubbiamente io sono ancora molto attratta da lui, ma farò in modo che questo non ricapiti.

- E credi sia fattibile? Ora vivete di nuovo sotto lo stesso tetto e non provare ad usare Jeff come scappatoia, perché quando lui si sarà addormentato potrebbe tranquillamente capitare un’occasione!

- Non capiterà nessuna occasione invece! E se dovesse capitare, allora vorrà dire che farò un discorso con i miei ormoni quanto prima per dire loro di non lasciarsi soggiogare dallo sguardo magnetico che quell’uomo possiede!

- E sei sicura di resistere? – domandò Miki poco convinta.

- Il pervertito in questa casa è lui non io!

- Appunto… Se lui non ha intenzione di lasciarti andare ne penserà di tutti i colori…

- Ah ma io sono forte, resisterò! Ora non mi resta che sperare nel colloquio che dovremmo avere con quel Pedro e sperare di ricavare un ragno dal buco!

- Vedrai, andrà tutto bene! – sorrise Miki dandole una piccola pacca sulla spalla. Poi guardando l’orario, si rese conto di quanto fosse tardi, doveva correre a casa per preparare la cena e così salutò Kaori chiedendole di dare un bacio a Jeff da parte sua e di salutare per lei quel nulla facente del suo ex socio.

Rimase a riflettere per qualche secondo, quando si rese conto dei passi che stavano raggiungendo il salotto.

- Finalmente! Ma cosa diavolo avranno avuto da parlare fino ad ora? – Si domandò mentre vedeva rientrare Ryo che accompagnava mano nella mano Jeff.

- Ehi mamma! Ma lo sai che avevo ragione io! Questo signore è proprio forte! – esultò il piccolo saltando in braccio alla madre.

- Ma davvero? E cosa ti ha detto?

- E’ un segreto. – rispose Jeff sorridendo e battendo cinque sulla mano di Ryo.

- Caspita la casa si è svuotata all’improvviso! – notò lo swepeer.

- Già stanno lavorando tutti per me… Mi spiace per i casini che sto causando…

- Non dirlo.

- Ryo…

- Kaori dopo avrei bisogno di parlarti. Da solo però. – Inizialmente Kaori si spaventò temendo che il giovanotto tutto volesse fare meno che parlare, ma poi si ricordò che lui aveva accettato la sua decisone e nel suo sguardo c’era tanta serietà e fermezza. Evidentemente doveva essere qualcosa che riguardava il caso se il piccolo Jeff non poteva assistere alla conversazione.

Annuendo, Kaori posò il piccolo per terra e si diresse in cucina per preparare la cena.

- Caspita che profumino! – commentò Ryo mentre giocava con il bambino.

- Ma tu lo sai che la mamma è la cuoca migliore del mondo? – Chiese Jeff con orgoglio.

- Certo che lo so, non avevo dubbi!

Dopo qualche minuto Kaori chiamò dicendo che era pronto in tavola e con grande sorpresa trascorsero una serata molto piacevole. Jeff non era un tipo che facesse capricci sul cibo, mangiava qualsiasi cosa gli capitasse a tiro ed in questo era proprio come suo padre, ma quella sera forse per il troppo nervoso si impuntò sul non volere nulla.

Kaori era troppo stressata per cercare di convincerlo, ma decise di provarci comunque, quando venne preceduta da un Ryo strano, diverso, che non aveva mai visto. Attraverso qualche giochetto l’uomo riuscì a convincere il piccolo a mangiare almeno l’essenziale e divertendosi come un bambino lo sfidò dicendo che chi avrebbe finito prima di mangiare, avrebbe riempito la mamma di baci. Kaori arrossendo, si arrabbiò dicendo se erano scommesse da fare, ma quando vide Jeff accettare con entusiasmo si arrese.

- Jeff non mangiare così veloce o ti strozzerai! – raccomandò la donna.

- Ma io non mangio veloce mamma, anche se volessi non ci sarebbe gusto perché Ryo quando mangia è più lento di una lumaca! – rispose il piccolo con la bocca piena.

- Non si parla con la bocca piena! – raccomandò Ryo che non stava comunicando in modo diverso. Kaori notò però che in realtà Ryo non stava affatto mangiando come il suo solito, anzi se la stava prendendo comoda per dare a Jeff l’opportunità di mangiare e di vincere.

Quando Jeff finì di mangiare, guardò Ryo sorridendogli e facendogli una boccaccia si lanciò tra le braccia della mamma dicendo: “Ho vinto! Ho vinto io! E adesso i baci della mamma sono tutti i miei!!”

Kaori tentò di restare aggrappata alla tavola dato il forte slancio che il suo bambino aveva preso.

- La tua è stata solo fortuna! – borbottò Ryo fingendosi arrabbiato.

- Si ma intanto la mamma la bacio io! – rispose Jeff riempiendo di forti baci il viso della mamma.

- Jeff! Dai basta ora! – Kaori stava sorridendo, finalmente chiaramente serena e tranquilla, poi volendo aiutare il suo piccolo ad umiliare l’uomo seduto di fronte, rispose ai baci dicendo: “Eh già tu mio caro Ryo avresti perso comunque! Però tesoro la prossima volta non battere Ryo in un modo tanto cattivo da fargli capire quanto sia lumaca!”

- Chi sarebbe la lumaca?! – Ryo scattò in piedi con il suo solito sorriso malizioso, pronto ad attaccare.

- Forza Jeff scappiamo! Ryo si sta arrabbiando!! – E con l’eleganza di una gazzella, Kaori balzò dalla sedia con Jeff in braccio. Stava ridendo con gusto mentre diceva: “Ryo lumaca! Ryo lumaca!”

- Ryo lumaca! Ryo lumaca! – ripeté il piccolo divertendosi.

- Ah venite qui voi due! Se vi prendo! – Si rincorsero per tutto l’appartamento ridendo e scherzando finché Ryo con un balzo li gettò sul morbido tappeto del salotto.

- Credevate davvero di potermi sfuggire? – scherzò Ryo mentre tentava di sollevarsi leggermente da terra. Solo dopo qualche secondo si rese conto di essere finito sopra Kaori e il bambino.

- Beh per lo meno ci abbiamo provato – commentò Kaori prima di aprire gli occhi e ritrovarsi il volto di Ryo a pochi centimetri dal suo. Ci fu qualche momento di imbarazzante silenzio, mentre Jeff li guardava confuso… Perché non parlavano?

- Togliti! Così ci mi schiacci!! – si lamentò improvvisamente Kaori spingendo Ryo più in là per poi alzarsi e allontanarsi da lui velocemente.

- Beh non volevo schiacciarvi di proposito… - tentò di giustificarsi l’uomo.

- Ehi mamma, Ryo vediamo una cassetta cartone animato? – domandò poi Jeff salvando Ryo.

I due lo guardarono e sorridendo annuirono. C’era solo un problema. Ryo non possedeva cassette di cartoni animati, le uniche cassette che aveva erano proibite ai minori.

- Mamma allora? Cosa vediamo? – chiese Jeff aspettando impazientemente sul divano.

- Un attimo tesoro, è che Ryo non ha molte cassette, le stiamo cercando…- Kaori tentò di prendere tempo, poi lanciando uno sguardo assassino all’uomo che aveva accanto disse: “Mi spieghi adesso che cassetta gli faccio vedere?! L’ultimo porno registrato da una rete privata?!!”

- Guarda che dovrei avere qualcosa che possa andare!

- Ti ricordo che Jeff ha solo cinque anni ed è un bambino, non è pervertito come qualcuno che conosco!

- Certo che hai proprio una pessima idea di me! Avrò anche le mie idee perverse, ma al contrario di quanto tu possa pensare, ho un po’ di sentimento anche io… E poi durante i miei lavori, mi sono ritrovato più volte a proteggere dei bambini, quindi qualche cosa ci dovrebbe stare, devo solo trovarla!

- Però i tuoi porno superano di gran lunga le videocassette per bambini, o sbaglio?!

- Perché secondo te dovrei guardarmi Pollicino, Tarzan o cenerentola ogni giorno?

- Non esistono solo categorie bimbi o porno! Ci sono anche film normali che vengono trasmessi al cinema e che un bambino potrebbe tranquillamente vedere!

- Vuoi chiudere il becco! Mi stai facendo un processo per dei film porno! – Ryo tentò di non urlare. Stavano cercando di litigare a voce bassa per non far sentire nulla al bambino che ancora impaziente, aspettava di vedere una cassetta.

- Eccola! – esultò Ryo mostrando finalmente la tanto attesa cassetta casta.

Kaori rimase felicemente sorpresa nel constatare che effettivamente era una videocassetta completamente pura. Si trattava Bianca e Bernie nella terra dei canguri, un film della Walt Disney… Certo dopo qualche anno avrebbe sicuramente scoperto che anche quei film non erano del tutto casti, ma sempre meglio dei porno di Ryo… E poi a Kaori piaceva tanto rivedersi i film Disney che tanto amava.

Si sedettero tutti e tre sul divano e iniziarono a guardare il film, Jeff sembrava essere catturato dalla trama e con entusiasmo commentava le avventure dei due simpatici topolini. Evidentemente però, la giornata per il piccolo doveva essere stata piuttosto dura, perché a qualche minuto dalla metà del film, il bambino cadde in un sonno profondo. Accortasi di questo, Kaori si alzò piano sollevando il piccolo con sé, facendo attenzione a non svegliarlo, mentre Ryo spegneva la tv.

Silenziosamente lo condussero in camera di Kaori dove venne riposto sotto le coperte con molta cura. Ryo lo guardò e accarezzò per qualche secondo, poi augurandogli una dolce notte, lo baciò sulla fronte.

Kaori non nascose a sé stessa la tenerezza che quel gesto le aveva fatto, ma decise comunque di non lasciarsi coinvolgere. Stava per augurare anche lei una buona notte, quando Ryo avvicinandosi le chiese se potevano parlare.

Uscirono dalla camera senza fare rumore e si diressero in salotto.

- Allora, cosa c’è? – domandò Kaori.

- Voglio parlarti di Jeff.

- Riguarda ciò che vi siete detti quando ti ha parlato prima in disparte?

- No, quella resta solo tra me e lui. – rispose Ryo con fermezza.

- Allora cosa vuoi? – domandò Kaori non capendo.

- So che quando tutta questa storia sarà finita, te ne andrai portandoti insieme anche lui. Per questo ti chiedo di farmi trascorrere un po’ di tempo con lui.

- Scordatelo! E’ già abbastanza il tempo che trascorri con lui qui in casa! – rispose Kaori cercando di non ascoltare oltre.

- Cosa diavolo stai dicendo?! Non è la stessa cosa! Permettimi di portarlo al luna park e di giocare un po’ con lui! – Ryo glielo stava chiedendo con il cuore in mano.

- Cosa c’è? Improvvisamente sei diventato di animo dolce e sensibile?!

- So che sei arrabbiata e so anche che ne abbiamo già parlato, ma lui è mio figlio e tu me l’hai tenuto nascosto. Certo per colpa mia, ma l’hai tenuto nascosto! Lo sai che non voglio che tu te ne vada di nuovo, ma se è quello che vuoi io non ti fermerò. Solo che vorrei avere qualche bel momento con il mio bambino prima di dirgli addio!

- Ma non capisci?! Lui si affezionerebbe a te e quando ce ne andremo, separarsi sarà ancora più difficile! – proferì Kaori con gli occhi lucidi.

- Ma non pensi a me o a quello che provo io?!

- Sta zitto! Sta zitto! Sta zitto!! – Kaori si coprì le orecchie con le mani mentre piangeva, supplicando Ryo di tacere.

- Kaori ti prego, tu devi ascoltarmi! – Ryo tentò di toglierle le mani dalle orecchie, ma lei continuava a vincolarsi. Poi improvvisamente lanciandogli un ceffone, Kaori si buttò tra le sue braccia con forza.

Ryo si massaggiò prima la guancia per qualche secondo, poi posò le sue mani sulle spalle della ragazza che piangeva disperata.

- Kaori io…

- Io ti odio Ryo! Ti odio con tutto il cuore! Perché per quanti sforzi io abbia fatto, non sono riuscita a dimenticarti! Ti odio perché sento di avere ancora bisogno della tua presenza al mio fianco! E Jeff, tu sei importante anche per lui! Ti odio!! Perché devi essere così costantemente presente nella mia vita?! Se mi stai sempre attorno, io non ce la faccio! Aiutami ti prego! – lo supplicò Kaori aggrappandosi alla sua giacca mentre piangeva.

Ryo la guardò ascoltando ogni sua parola esterrefatto, quanto male le aveva fatto…

- Perdonami Kaori… Perdonami, ma io non so come aiutarti… Perché l’unico modo che mi viene in mente è quello di prendere te e Jeff con me e iniziare una nuova vita tutti insieme, ma tu non ti fidi ancora di me e forse neanche io mi fido molto di me stesso… So solo che continuerò ad amarvi qualsiasi cosa tu decida. – dichiarò Ryo molto pacato

- Allora cerca di non spezzare il cuore almeno a Jeff, finché resteremo qui… Perché il mio è già a pezzi e non riuscirei a sopportare il mio bambino mentre soffre per la perdita di un’altra figura paterna. Trascorri tutto il tempo che vuoi con lui, ma non rendere doloroso il distacco poi. – Kaori si asciugò le lacrime, per poi allontanarsi da lui.

- E così hai veramente deciso. Te ne andrai. Non preoccuparti trascorrerò del tempo con nostro figlio, ma senza rendere doloroso il distacco di poi. – concluse Ryo. Forse stava per aggiungere dell’altro, ma lo squillo del telefono lo distrasse. Andò a rispondere quasi ringraziando il cielo per quell’interruzione.

- Pronto? … Dimmi… Cosa? Sul serio? … Domani mattina va benissimo, prima lo incontriamo, meglio è per tutti… Alle nove, perfetto… A domani Mick e grazie di tutto. Siete stati grandi. Buona notte. – Quando Ryo ebbe riagganciato il telefono guardò Kaori e sorridendole, le comunicò sereno: “Sono riusciti ad avere un incontro con Pedro Konares. L’appuntamento è fissato per domani mattina alle nove e tra l’altro sembra che Paul e i suoi scagnozzi non siano ancora arrivati a lui!”

- Cosa? Questa sì che è una bella notizia! – concluse Kaori lasciandosi cadere in ginocchio per terra.

- Kaori? – Ryo la soccorse all’istante prendendola in braccio.

- E’ che sono stanca, tanto stanca. – sibilò la donna tentata ad appoggiarsi al petto dell’uomo.

- Sarà meglio andare a dormire, domani sarà una giornata molto faticosa. – suggerì Ryo senza mollare la presa.

- Hai ragione… Io ho sonno, tanto sonno e sono davvero stanza. – con queste ultime parole, Kaori si addormentò involontariamente tra le braccia di Ryo, che tentando di tenere a freno i suoi istinti da amante e uomo innamorato, l’accompagnò in camera, posandola accanto a Jeff. Sussurrando ad entrambi la buona notte, uscì dalla camera per buttarsi sul letto… Non voleva ammetterlo, ma anche lui era piuttosto stremato.

Quante cose erano successe in quel giorno… Aveva scoperto di avere un figlio da Kaori, un bambino fantastico. Il suo cuore si apriva ogni volta che pensava a lui… Poi la tanto accesa discussione con la sua ex socia, finita in un favoloso momento di passione che mai avrebbe rimpianto. Poi l’aspettata ma dolorosa decisione di Kaori, ovvero quella di andarsene appena chiuso il caso facendo finta che non sia successo niente. Poi la pazza voglia di essere presente nella vita di Jeff, ma la presa coscienza che a distanza di poco avrebbe dovuto separarsi dalle persone che più amava al mondo proprio per il loro bene… Se solo non fosse tanto vigliacco, forse ora starebbe cercando un modo per far capire a Kaori che non la farebbe soffrire mai più e che lui sarebbe finalmente il padre perfetto. Quando aveva visto Kaori piangere e disperarsi in quel modo per colpa sua, aveva provato una morsa al cuore, avrebbe davvero voluto aiutarla, ma se lei non si fosse convinta della sincerità di Ryo nei suoi confronti, allora lui non avrebbe potuto fare nulla… Certo, poteva radere al suolo per sempre la sua vigliaccheria, ma chissà se con tutto quello che stava passando Kaori era il momento giusto. In fondo lui aveva promesso di lasciarla in pace… Però capiva bene che vivere in compagnia di rimpianti non era davvero piacevole, decise così che avrebbe combattuto fino a stendere la sua vigliaccheria per poi riprendersi la sua famiglia.

Infine pensò anche alla giornata che presto sarebbe nata e alla fatica che ci sarebbe voluta per affrontala… Avrebbero incontrato quel tipo… Pedro… Gli avrebbe fatto sputare anche il sangue a costo di farlo parlare… Dovevano risolvere il caso di Kaori… E con questi pensieri si lasciò catturare completamente dalle braccia di Morfeo, nella speranza che l’indomani sarebbe stato deciso come lo era stato quella notte.

 

Ecco qua la fine di questo capitolo… Che ve ne pare? Ho voluto mostrare un po’ dei sentimenti di Ryo nei confronti del bambino, in fondo lo sappiano tutti che dietro quel suo sguardo da impavido guerriero si nasconde un cuore d’oro, no? Spero di non avervi deluso e se è così, vi chiedo scusa… Nel prossimo capitolo però i nostri amici incontreranno il tanto atteso Pedro Konares e chissà… Magari darà delle dritte per aiutare Kaori… Un bacione al prossimo capitolo! ^^

 

 

Dada88: Come vedi quei due pazzi continuano a farsi del male a vicenda, ma non creid anche tu che Ryo abbia preso coscienza del fatto che ora che Kaori è tornata non può lasciarla andare via di nuovo? Si deciderà una volta per tutte? Boh staremo a vedere… Spero che anche questo cappy ti sia piaciuto un bacione a presto ^^

 

Kia_85: Ciao! Grazie per aver recensito il capitolo, e ti ringrazio per i complimenti ^//^ A volte rendo Ryo così, perché quando guardavo l’anime avrei pagato affinché quello zuccone si dichiarasse senza rimangiarsi tutto! Spero vivamente che continuerai a seguire la storia, nella speranza di non deludere nessuno di voi… Grazie ancora! ^^

 

Giova71: Grazie per come hai esordito la tua recensione, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto… Certo roa che sanno che Jeff è figlio di Ryo sarà un po’ tutto complicato… Hai visto anche come ha reagito Kaori alla richiesta di Ryo di trascorrere del tempo con suo figlio… Beh spero di non aver deluso neanche te! Un bacione! ^^

 

Dea Nemesis: Ciao! Ti ringrazio tanto per i complimenti che mi hai fatto! Sono contenta che la mia storia continui ad interessarti e spero che questo interesse non svanisca anche dopo aver letto questo cappy. Purtroppo come ho già detto, parlerò di Pedro nel prossimo capitolo perché in questo ho voluto cogliere di più i sentimenti di Ryo nei confronti di Jeff… Grazie ancora per i complimenti e per la recensione, baci ^^

 

Peppolina: Ciao, come hai potuto vedere Ryo lo ha accettato eccome il bambino! Tanto da chiedere a Kaori il permesso di trascorrere maggiore tempo con lui… Purtroppo i problemi tra quei due sono tanti, ma quello numero 1 secondo me è la loro testardaggine… Spero continuerai a seguirmi, un bacione a presto! ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8: Il mezzo di contrasto ***


CAPITOLO 8

CAPITOLO 8

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Salve ragazzi, sono tornata! Scusate ancora per il ritardo, comunque eccovi l’ottavo capitolo! Spero vi piaccia, buona lettura!! Ah! Vi ringrazio sempre per le recensioni, siete troppo gentili! ^^

 

CAPITOLO 8: Il mezzo di contrasto

 

Il mattino era giunto troppo rapidamente per permettere ai due giovani di affrontare la giornata con il giusto riposo… In tutta la notte erano riusciti a sonnecchiare giusto un po’. Erano troppi i pensieri che navigavano nella mente di entrambi…

- Buongiorno… - esordì Ryo facendo il suo ingresso in cucina, consapevole di trovarci anche Kaori.

- Buongiorno… - rispose Kaori mentre ultimava i preparativi per la colazione.

- Jeff dorme ancora? – domandò l’uomo pur sapendo la risposta.

- Sì, non me la sento di svegliarlo adesso. E poi tra meno di mezz’ora dobbiamo vederci con Mick e Saeko per l’incontro con quel Pedro Konares ed è meglio non svegliare il piccolo ora… Prima di andare all’appuntamento lo lasciamo da Miki e Falcon. Se lo svegliassi adesso farebbe sicuramente storie… - spiegò Kaori sedendosi a tavola e iniziando a giocherellare con la forchetta. Aveva preparato le solite uova con la pancetta, qualche fettina di pane e del buon caffè.

Cadde un silenzio quasi tombale per più di dieci minuti, si sentiva solo il sottile rumore della forchetta di Kaori mentre giocava nel piatto.

Nessuno dei due tentò di parlare, finché Ryo vedendo che la sua ex socia non aveva toccato nulla commentò: “Lo sai che se aspetti un altro po’ rischi di trovarle in decomposizione?”

Kaori sollevò lo sguardo per incrociare quello dell’uomo, ma fulminandolo si limitò a rispondere: “Sono affari miei del tempo che ci impiego a mangiare.”

- Ho capito. E’ evidente che oggi non è giornata per te…

- E come potrebbe esserlo? Oggi dobbiamo parlare con quel Pedro Konares e se lui non sapesse nulla?! Per me sarebbe finita!

- Non sarebbe finita affatto! Prima di tutto piantala di essere così negativa e poi se davvero questo signore non dovesse rivelarsi utile, allora contatteremo il miglior ingegnere del mondo per disattivare la bomba che ti porti dietro! Per il resto io, Falcon e Mick siamo in grado di fare piazza pulita di tutto!! – Ryo si accorse della poca fiducia che regnava negl’occhi della donna e non potendone più, balzò dalla sedia dicendo: “Non so se non ti fidi dei nostri amici, di me o se semplicemente non vuoi avere fiducia in niente, ma una cosa la so! Se tu dovessi abbatterti o arrenderti, Jeff lo percepirà e allora chi spiegherà al piccolo tutto questo macello?! Ah! Un’ultima cosa… La donna di cui mi sono innamorato non ti somiglia neanche da lontano in questo momento! La mia Kaori è forte, decisa e incredibilmente ottimista. Quando il suo muro crolla, io lo innalzo e lei mi aiuta ad aiutarla. Quando la vedi, delle di avere un più fiducia nel sui ex socio e soprattutto in sé stessa! E soprattutto ricordale che noi siamo City Hunter!”

Ryo si chiuse la porta alle spalle, lasciando Kaori sola a pensare su quanto le aveva appena detto. Accidenti! Odiava ammetterlo, ma quell’uomo aveva dannatamente ragione! Dove diavolo era andata a finire la vera Kaori?! Non era da lei abbattersi così ed essere fiduciosa su tutto! L’unica sfiducia che aveva mai avuto risaliva a qualche anno prima, quando era sicura di non essere una gran donna e di non piacere neanche un po’ allo stallone di Shinjuko, all’uomo che amava. Beh ora una questione del tutto discutibile. Certo però non aveva mai temuto niente e anche se con una buona dose di paura, aveva affrontato ogni caso alla grande. Doveva recuperare il suo coraggio e la sua determinazione.

Fu così schiaffeggiandosi un paio di volte, decise che non era ancora giunto il momento per arrendersi. Si precipitò da Ryo per comunicargli la sua scelta. Sapeva che la situazione non era delle migliori, ma se Kaori avesse abbandonato fiducia e coraggio, sarebbe stato anche peggio.

Dopo qualche minuto, prestando attenzione a non svegliare Jeff, accompagnarono il bambino da Miki e Falcon, il quale gli disse che probabilmente in mattinata, sarebbero riusciti a sapere il nascondiglio esatto dell’organizzazione.

Erano in perfetto orario quando si incontrarono con Mick e Saeko, anche loro impazienti per l’incontro con il signor Konares.

- Allora? Dove si terrà l’incontro? – domandò Kaori.

- Ovviamente non alla centrale di polizia – rispose secca Saeko.

- Conosco un posto particolare, adatto ad incontri di questo tipo. Lo uso durante i miei lavori… - informò Mick con un sorriso che non prometteva nulla di buono per il poveretto di turno.

Ryo sembrò averlo capito al volo. Evidentemente anche lui contribuiva a rendere più interessante qualsiasi interrogatorio.

Salirono nell’auto di Mick che velocemente li condusse in un casolare fuori città.

- Toglietemi una curiosità… Ma questo signor Konares non è un prigioniero inglese che se trasferito per un po’ in Giappone, dovrebbe essere controllato a vista da dei poliziotti? – chiese Kaori.

- Quando mio padre ha saputo che quel tipo sa di alcune informazioni che riguardano una bomba ed una organizzazione che potrebbe mettere in serio pericolo la città, non ci ha pensato due volte ad affidarlo a Ryo e  Mick. Ovviamente con la massima discrezione. – rispose Saeko.

Arrivati sul posto, si fermarono davanti la porta, notando l’inquietudine di Kaori.

- Ehi tranquilla… Andrà tutto bene. – le disse Ryo prendendole la mano. Kaori gliela strinse e annuendo si fece coraggio.

Odiava ammettere anche un’altra cosa… La vicinanza di Ryo in un momento come quello era per lei vitale.

Entrarono nel locale, c’erano un paio di poliziotti che non appena ci videro saltarono sull’attenti.

- Il prigioniero? – domandò Mick.

- E’ nella stanza signore, come lei ha ordinato. – rispose un poliziotto aprendo la porta e facendo strada. Kaori si avvicinò sempre accompagnata da Ryo che non allentò per un secondo la presa con la sua mano. Entrati, notarono altri due poliziotti che lasciarono immediatamente la loro postazione, chiudendosi la porta alle spalle.

Rimasero soli con un uomo voltato verso il muro.

- Allora Konares. Eccoci qua! Facciamo in modo che sia un colloquio breve e conciso, d’accordo? – propose Mick facendo girare il prigioniero.

Quando l’uomo si girò diede un’occhiata veloce ai presenti, poi soffermandosi sul viso di Koari concluse: “Mi sorge un dubbio… Credo di aver capito perché mi trovo qui.”

- Bene questo semplifica le cose, allora parla! – ordinò Mick.

- Tu sei Kaori vero? La moglie di George. Certo che sei ancora più bella che in foto. – commentò l’uomo lanciandole uno sguardo di desiderio.

- Ritorna sulla terra amico – rispose Ryo schioccando le dita.

- Tu conoscevi George vero? Avete costruito la bomba insieme, o? Quindi sai quanto quel liquido esplosiva possa essere dannoso! – proferì Koari in procinto di una preghiera.

- George mi disse che se casomai un giorno ti avessi incontrata e tu mi avessi parlato delle provette, voleva dire che lui era morto. E’ così vero? L’hanno ammazzato…

- Io ho bisogno di sapere come posso neutralizzare il liquido esplosivo senza nuocere a niente e nessuno! Ti prego Pedro! – lo supplicò Kaori.

- George è sempre stato diverso da me e dalla sua famiglia. Imbrogliava certo, ma non era un assassino. Era però un mio grande amico visto che per due anni abbiamo lavorato insieme per la costruzione della bomba. Solo alla fine si è reso conto della cazzata che stava facendo. Decise di realizzare una specie di mezzo di contrasto, ma non fece in tempo. Lasciò a me il compito di farlo. Mi disse che avrebbe portato le provette con il liquido lontano dalla sua famiglia e lasciandomi l’ultimo disegno con i calcoli per il progetto se ne andò… Da allora non l’ho più rivisto, ora capisco il perché.

- E tu sei riuscito ad esaudire il suo ultimo desiderio non è così? – incalzò Mick.

- Non sono tenuto a darvi una risposta senza garanzie. – rispose Pedro.

- Che genere di garanzie vuoi? – domandò Ryo.

- Patteggiamo.

- Spiegati meglio. – aggiunse Saeko.

- Io vi do le informazioni che volete, ma voi in cambio mi fate uscire di prigione subito. Ah e un’altra cosa… - lanciò uno sguardo a Kaori e poi continuò: “E’ più di un anno che non sto con una donna e sono un po’ a secco… In fondo eri la moglie del mio migliore amico, perché non prendermi cura di te?”

Si può dire che con questa sua frase Pedro Konares firmò la sua condanna.

- Saeko, Kaori, fuori! – ordinò Ryo lasciando subito la mano della donna.

- Ma Ryo… - Kaori cercò di protestare, ma senza risultato, così dopo l’ultimo tuono che uscì dalla bocca di Ryo decise di ubbidirgli e di aspettare fuori da quella stanza.

Non appena le due donne furono fuori, Ryo con una velocità quasi spaventosa prese per capelli Pedro e lo urtò violentemente sul tavolo.

- Ho cercato di esser piuttosto comprensivo con te, ma è inutile. Lascia che ti dica un paio di cosette! Numero uno, Kaori ora è la mia donna, anzi lo è sempre stata! Prova a sfiorarla anche solo col pensiero un’altra volta e ti assicuro che non ci sarà un posto sicuro per te in questo mondo! Numero due, hai detto che vuoi una condizione, delle garanzie? La tua garanzia è la tua vita! Perché se non parli quei tipi ti verranno a cercare e non saranno così clementi, ti ammazzeranno subito, anche se può essere che se tu non parlassi subito semplificherei loro il lavoro cancellando la tua brutta faccia da questa terra! Che ne dici?! – Lo sguardo di Ryo avrebbe fatto venire i brividi a chiunque, ma il signor Konares rispose: “Voi non potete trattarmi così, altrimenti io non vi dirò niente!”

- Tu sei solo il mezzo più veloce che abbiamo e ti assicuro che non ci impiegherò più di un secondo per spedirti all’inferno se tu non collaborassi!

- Ti assicuro che non scherza. – commentò Mick a braccia conserte e con un sorriso divertito. Sapeva anche lui che con un Ryo arrabbiato non c’era molto da fare.

- Vacci tu all’inferno!! – urlò Pedrò scagliandosi contro Ryo.

- Pessima idea amico. – borbottò mentre con un calcio lo spediva addosso a Mick che mantenendolo per le spalle continuò: “Mi secca un po’ sporcarmi i vestito con il tuo sangue, quindi per favore parla… Farai un piacere ad entrambi!”

- Vaffanculo! – Pedrò anche spaventato sembrava irremovibile, così Ryo stanco gli infilò un destro dicendo: “Per colpa tua e del tuo amichetto la mia Kaori e mio figlio si trovano nei guai! Avete reso gli ultimi anni infernali! A quanto pare sembra che George abbia espiato le sue colpe chiedendo perdono e progettando quel cazzo di antidoto che tu adesso mi darai! Ma se non sei pentito neanche un po’ e non collabori farò in modo che sia io l’ultima persona che vedrai prima di andartene all’altro mondo!!” Ryo continuò a colpirlo.

 

- Ma che sta succedendo di là?! Si stanno ammazzando? – domandò Kaori preoccupata.

- Tranquilla è tutto sottocontrollo! – le sorrise Saeko. La poliziotta immaginava come stesse andando il colloquio, aveva visto altre volte i risultati quando di mezzo c’erano Ryo o Mick.

 

- Allora?! – lo minacciò Ryo sferrandogli un calcio.

- Ok, d’accordo parlo! Parlo!! – farfugliò Pedro ormai completamente ammaccato. A stento riuscì a mettersi in piedi, poi una volta seduto spiegò: “L’ho creato il mezzo di contrasto che voi cercate e prima che mi arrestassero l’avevo nascosta in un posto sicuro. Anzi è più vicina di quanto voi possiate immaginare… Vedete… Non è la prima volta che vedo Kaori…”

- Cosa vorresti dire?! – i due sweeper non capivano.

- Un anno e mezzo fa, ho ultimato la creazione del mezzo di contrasto e l’ho inserito in una di quelle provette a prova d’urto. L’avevo con me e stavo fuggendo per non rischiare di incontrare quei pazzi dell’organizzazione, quando poi ho all’aeroporto di Los Angeles non vidi Kaori e il bambino… Li avevo riconosciuti subito, Geroge non faceva altro che parlarmi di loro. Avevo la polizia alle calcagna e decisi tutto in fretta. Notai che il bambino indossava uno zainetto a peluche. Approfittai mentre Kaori stava facendo i biglietti e attirai il piccolo da me. Gli dissi che aveva lo zainetto storto e con una scusa me lo feci dare. Notai che il peluche aveva una tasca a chiusura lampo e così lì dentro decisi di metterci la mia ultima invenzione. – concluse Pedro fiero della sua impresa.

- L’hai nascosta nello zainetto del bambino?!! – Ryo stava perdendo seriamente il controllo.

- Nessuno si sarebbe accorto di quella provetta, perché è grande quanto un indice, solo George avrebbe capito, ma non sapevo fosse già morto!

Improvvisamente Ryo fece mente locale, uno zainetto con un peluche… Sì, gliel’aveva visto al piccolo Jeff più volte, non se ne separava mai e quando gli chiese il motivo, lui rispose che era l’ultimo regalo del suo papà. Di George naturalmente.

- Figlio di puttana – commentò Ryo prima di stenderlo con un altro destro.

- Non ti pare di aver esagerato? – domandò Mick.

- Meriterebbe di morire in questo momento! Quel pazzo ha nascosto il tutto nello zainetto di Jeff!! – Diedero un’ultima occhiata a Pedro Konares che intanto giaceva a terra privo di sensi, dopodiché uscirono dalla stanza richiamando i poliziotti per riportare il prigioniero dove l’avevano preso.

- Ryo ho sentito delle urla ma cosa è successo? – domandò Kaori nuovamente preoccupata.

- Tranquilla andiamo.

- Ma hai le mani sporche di sangue, vuoi spiegarmi?

- Ti ho detto di stare tranquilla, il sangue non è il mio. – Ryo stava cercando un modo per dirle che la provetta con l’antidoto era sempre stata con lei, ma come poteva dirle che quel pazzo l’aveva nascosta nello zainetto di Jeff?! Cercando di trattenere la rabbia, decise di raccontarle tutto e come si aspettava la sua reazione non fu delle migliori.

- Cosa?!! Ha nascosto la provetta nello zainetto di Jeff?! Oh mio Dio allora è in serio pericolo! – si allarmò Kaori.

- Tranquilla finché quelli non sapranno dove si trova Konares, il segreto è al sicuro… Abbiamo un punto a nostro favore! – disse Ryo aprendo la porta per uscire da quel casolare che, doveva ammettere, non gli era mai piaciuto. Nessuno di loro però sapevano che fuori dal casolare c’era qualcun altro ad attenderli.

- Oh buongiorno ragazzi! C’è ne avete messo di tempo per sucire, vi aspettavamo con ansia! – proferì qualcuno nell’ombra. Quando la luce della luna contribuì nel rendere più nitido il suo volto, a Kaori mancò un colpo.

- Paul! Oh Dio è il fratellastro di George!

- Kaori! Che piacere vedere che tu stia bene! – finse Paul che in un tutta la sua forma smagliante, estrasse la pistola dicendo: “Purtroppo non sono qui per giocare.”

- Cosa dicevi del punto a nostro favore? – domandò Saeko preparandosi allo scontro.

- Bene, mi hai risparmiato la fatica di venirti a cercare. – Rispose Ryo più deciso che mai nel voler sistemare questa faccenda una volta per tutte.

 

Fine dell’ottavo capitolo che spero come sempre non vi abbia deluso! Non voglio fare promesse al vento però voglio voi sappiate che cercherò di pubblicare il prossimo capitolo prima di Natale. Inoltre se qualcuno non mi rompe le uova nel paniere vorrei cercare di concludere questa ff entro l’epifania massimo… Ma non voglio promettere niente, solo che mi impegnerò al massimo!!

 

Giova71: Come vedi Pedro ha dato le informazioni che cercavano ma considerando il pasticcio che ha combinato non ha ottenuto alcuna clemenza. Spero continuerai a seguire la mia storia, un bacione e grazie dei commenti! ^^

 

Kia_85: Ti ringrazio per i tuoi commenti.. ^//^ Come hai visto in questo capitolo ho dato solo degli accenni ai sentimenti di entrambi perché ho voluto dare peso al caso. Aspetto una tua recensione e grazie ancora, baci! ^^

 

Peppolina: Ti ringrazio tantissimo per quello che hai detto, mi fa piacere! ^^ Come ho già detto in questo cap. ho dato solo qualche accenno ai sentimenti che legano i due, ma spero di essere stata chiara e di avervi creao un po’ di suspance… Baci a presto! ^^

Miyabi: Ehi cuginetta! Grazie per la recensione, sono contenta che ti piaccia! Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!! A proposito di telefonte chilometriche, spero di sentirti presto! ^^

 

Dadda88: Ma cosa dici? Non scusatevi mai per il ritardo, perché poi io cosa dovrei dire che stranamente sto pubblicando un capitolo ogni morte di papa?! Spero di velocizzare i tempi in questo mese ^^’ Cmq ti ringrazio tanto per la recensione e per i complimenti! Spero ti sia piaciuto anche questo cap. Bacia presto! ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9: Il lusso della morte ***


CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

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Sì, lo so… Lo so. Avevo promesso di pubblicare entro Natale e invece tra un po’ arriva carnevale dell’anno nuovo! o_O Pardon! ^_^’’ Io di solito le promesse le mantengo ed è per questo che vi prometto che non prometterò più  niente… Permettetemi però anche se con enorme e scandaloso ritardo di farvi gli auguri per un buon 2010… Buon anno! ^^ Non so come il 2009 sia andato a voi, ma il mio spero di resettarlo dal mio cervello quanto prima ^^’’ Cmq bando alle ciance… Eccovi il nono capitolo, spero sul serio che vi piaccia e di non essermi lasciata prendere un tantino la mano! In anticipo vi dico( per fortuna penserete voi…) che per questa ff prevedo altri due o tre cap al max. Buona lettura! ^^

 

 

CAPITOLO 9: Il lusso della morte

 

Lo sguardo di Ryo era fermo, deciso e soprattutto riusciva a nascondere perfettamente una preoccupazione più che normale.

- Sentite, sono stanco di rincorrervi in giro per il mondo… Perché non ci diamo un taglio e non mi consegnate la provetta? – propose Paul estraendo la pistola e puntandola contro Kaori, che era l’ pronta per dire la sua, quando Ryo la fermò per farla indietreggiare. Il suo sguardo era fermo, gelido, deciso. Soprattutto puntava dritto gli occhi minacciosi di Paul.

- Ti dirò, la tua offerta è alquanto allettante, ma sai com’è! La mia pyton muore dalla voglia di farti assaggiare una sua pallottola, e non vorrei deluderla.

- Ryo ma sei impazzito?! – Kaori non riusciva a capire cosa Ryo avesse in mente, sapeva o non sapeva che quello era il criminale più pericoloso con il quale aveva mai avuto a che fare?!

- Se sapessi contro chi ti sei messo faresti meno il galletto e mi consegneresti la donna, il bambino e ovviamente le provette. – ghignò Paul.

- Se TU sapessi contro chi ti sei messo adesso gireresti i tacchi e te ne torneresti in America! O meglio… Ti inginocchieresti e supplicheresti il mio perdono! – lo sguardo di Ryo era senza precedenti.

- Il tuo perdono per cosa?

- Per aver reso impossibile la vita alla mia donna e a nostro figlio. – Ryo sentiva che più perdeva tempo nel parlare con quell’uomo e più cresceva la voglia e la determinazione di chiudergli la bocca una volta per sempre. Gli avrebbe fatto pentire di tutte le sue malefatte, gli avrebbe fatto pentire di aver tentato di uccidere Kaori e il piccolo Jeff, gli avrebbe fatto impedire di aver incontrato City Hunter.

- Ma sbaglio o il bambino era di George? Oh, ora capisco… Il mio fratellino è sempre stato un po’ ingenuo sotto questo punto di vista… Che idiota, sposarsi una puttana e prendersi il figlio di un bastardo! Sì, era proprio da lui! – Paul fece quest’ultima osserva con un cinismo forse unico… La freddezza in ciò che diceva, faceva perdere il controllo interiore a Ryo, come aveva osato dare a Kaori della puttana? Pensare a Jeff come a un povero orfanello? Il suo bambino non era come lui, non sarebbe vissuto nel mondo che aveva conosciuto lui, il suo bambino aveva una mamma e un papà e per Dio! Li avrebbe avuti per tutto il tempo che il Signore concedeva loro l’esistenza sulla terra.

La sua rabbia stava arrivando al limite e questo Paul sembrò averlo notato solo un lieve movimento del sopraciglio di Ryo, che nel giro di qualche secondo tentò di parlare con la calma supplicandole di impadronirsi nuovamente di lui. La pregò pensando che mai come in un’occasione come questa, il proverbio “La calma è la virtù dei forti” mai come in questo caso, sarebbe stato più azzeccato. Sapeva perfettamente che se la ragione lo avesse abbandonato, sarebbe stato spacciato e non solo lui. In uno scontro ciò che serve prima di tutto è calma e concentrazione. Chi meglio di lui lo sapeva.

Ritrovare la calma divenne più facile quando Mick posandogli una mano sulla spalla sussurrò: “Di cosa ti preoccupi Ryo? Quel bastardo ha le ore contate, lasciagli dire pure ciò che vuole.” Già… Menomale che c’era il suo migliore amico, come sweeper e come amico non gli sarebbe potuta andare meglio.

Nel giro di qualche secondo Ryo ritrovò la sua calma, ma sfortunatamente Kaori perse completamente la ragione.

- Tu! Tu non sei degno neanche di nominarlo tuo fratello!!  Come osi parlare di lui in quel modo?! Lui a differenza tua e del resto della famiglia, ha dimostrato di avere un cuore, di avere una coscienza! Ha dimostrato di essere un essere umano e voi lo avete ammazzato come un cane!!! Sei un assassino!! – Ryo era troppo occupato a controllare la sua calma per accorgersi in tempo che Kaori si era avventata contro Paul prendendolo a pugni, o per lo meno tentando di prenderlo a pugni.

Paul restò immobile, quasi divertito dalla scena, non mosse un muscolo per allontanare la donna che tentava di picchiarlo. Sembrava quasi soddisfatto nell’essere riuscito a provocare tanto dolore e rabbia nel cuore di una persona.

- Kaori!! Allontanati da lui immediatamente! – l’avvertì Ryo tentando di nascondere la preoccupazione.

- Il tuo amichetto ha ragione… Sai ti dirò che mi stai facendo divertire, ma non ho tempo per continuare a scherzare. Dammi l’antidoto! – ordinò Paul trattenendole un polso, come un cobra trattiene la sua preda prima di avventarsi completamente su di essa.

- Mai! Puoi anche andare all’inferno!! – Kaori fu schietta e decisa. I suoi occhi soprattutto lo erano.

La reazione di Paul non tardò ad arrivare.

Fermandole completamente il polso estrasse la pistola, che però non fece in tempo ad utilizzare, in quanto Ryo accortosi della sua intenzione, lo precedette, sparando un colpo con la sua pyton. Non riuscì a colpire nessuno, in quanto Paul dovette abbassarsi di colpo per non essere colpito. Riuscì però a dare a Kaori l’opportunità di fuggire e lanciarsi per terra in modo da ripararsi. Da lì la guerra ebbe inizio.

Gli uomini di Paul, lui compreso, iniziarono a sparare contro Mick, Ryo e Saeko che risposero al fuoco con estrema abilità. Si ripararono dietro un auto, ma mentre sparavano Ryo si rese conto che Kaori era ancora per terra e non poteva alzarsi se voleva evitare di essere colpita.

- Le serve uno scudo! – esclamò Saeko difendendosi dai vari spari.

- Tu va pure, io e Saeko di copriamo le spalle! – Mick diede il via a Ryo che, tra uno sparo e l’altro, si precipitò da Kaori.

- Forza Kaori dobbiamo allontanarci da qui! – Ryo la sollevò di peso, tornando a ripararsi dietro l’auto.

- Si può sapere cosa diavolo ti dice il cervello in certe situazioni!? – mentre lo sweeper rispondeva al fuoco, tentava anche di capire come mai Kaori fosse stata così stupida da avventarsi contro Paul senza neanche un piano o un’arma per difendersi.

- Lui ha detto delle cose orribili sul conto di George! – Ryo non ebbe il tempo di rispondere in quanto Mick, incoraggiandolo ad alzarsi propose: “Dobbiamo entrare nel capanno!”

- Lì saremo in trappola! – obiettò Saeko.

- Non direi proprio, forza andiamo! – continuando a sparare, entrarono nel capanno e si diressero in una stanza con delle armi, ordinando agli agenti che tenevano sotto controllo Pedro Konares di seguirli con lui.

Purtroppo la cosa non fu fattibile, in quanto i proiettili raggiunsero gli agenti che ancora si trovavano davanti alla porta d’ingresso.

- Resta Pedro Konares! Se lo trovano gli diranno che Jeff…

- Non possiamo andare in quella stanza è vicina all’entrata! – Mick li condusse in una stanza che era sicuramente, piena di armi, ma aveva anche una porta in acciaio. E quella non l’avrebbero colpita tanto facilmente.

- Dopo questo, il mio deposito segreto è andato a farsi sfottere!! – imprecò Mick mentre caricava una granata.

- Non abbiamo davvero altra scelta? – domandò Kaori notando che Ryo e Mick stavano caricando granate e bombe, pronti per fare una strage.

- L’avremmo avuta una scelta se tu non ti fossi gettata tra le braccia del nemico! – Gli occhi di Ryo non nascondevano una certa rabbia.

- Non l’hai sentito?! Ha parlato di George in un modo orribile!

- Ti sei lanciata contro di lui per difendere chi? Cosa?! Il tuo defunto maritino?!

- George era diverso da lui!!

- George ti ci ha buttato in questo casino! E di sua spontanea volontà!

- Ragazzi per favore… Non vi pare che potreste discuterne con calma quando avremo salva la pelle? – Mick tentò di calmare le acque, ma come si dice? Tra moglie e marito non mettere il dito, certo Ryo e Kaori non erano sposati, ma sembrava essere praticamente la stessa e identica cosa.

- Sta zitto Mick!! – risposero all’unisono.

- Il problema è che prima d’agire devi riflettere! In questo lavoro pensare e poi agire è vitale! L’hai scordato o non l’hai mai capito?!

- Vuoi farmi un processo solo perché ho sbagliato a farmi prendere dagli impulsi?

- Quando ha dato a te della puttana e a Jeff del bastardo avrei voluto gettarmi su di lui e ammazzarlo, ma non l’ho fatto perché altrimenti adesso sarei morto!!

- Perdonami se non sono come te, in fondo è per questo che mi hai buttato fuori dalla tua vita!!

- Ma sei scema?! Adesso mi dici cosa centra?

- Sai cos’è… A te da fastidio perché io mi sono lanciata per difendere la memoria di un uomo che non sei tu!

- Ma piantala! Ti sei lanciata per difendere la memoria di un morto che da vivo ti ha creato solo guai!

- Non parlare di lui in quel tono!! – Ryo era arrivato al limite di tutta la pazienza che il Signore gli avesse donato. Non avrebbe mai creduto che sarebbe arrivato a fare una cosa del genere, ma le parole di Kaori lo stavano martellando come un martello su incudine. Quasi inconsciamente le mollò un leggero schiaffo con l’obiettivo di calmare gli istinti di entrambi, ma soprattutto con l’obiettivo di far ragionare Kaori. E’ vero, lo aveva infastidito enormemente il fatto che la sua donna avesse dimenticato l’importanza della sua vita per difendere George. Un uomo che non aveva fatto altro che imbrogliarla. Ma la cosa che più lo mandava in bestia riguardava il fatto che Kaori avesse agito così d’impulso senza pensare mettendo a serio rischio la sua vita. S elui non fosse stato quell’abile sweeper di si tanto si parla, probabilmente non avrebbe fatto in tempo a salvarla e ora lei sarebbe… No, non riusciva neanche ad immaginarla una cosa del genere.

Kaori si accarezzò tremante la guancia dolente, era improvvisamente catapultata in un silenzio quasi mortale. Erano rimasti tutti di stucco dalla reazione di Ryo, nessuno se lo sarebbe mai aspettato.

- Io voglio che tu capisca che non ho la minima intenzione di rinunciare alla tua esistenza! Devi riflettere prima di agire, devi farlo per Jeff, per te stessa e… Per me! Non puoi permetterti il lusso di morire. – Ryo tentò di avvicinarla mettendo una mano sulla sua spalla, ma Kaori scostandosi all’istante esclamò. “Non mi toccare! Non toccarmi mai più hai capito?!”

Non si rese conto di niente, accadde tutto troppo velocemente.

Involontariamente Kaori per allontanarsi da Ryo, si diresse contro la finestra e questo qualcuno lo notò immediatamente. Ryo sbarrò gli occhi percependo la partenza di un proiettile che senza troppi complimenti trapasso il vetro della finestra pronto per colpire. Non ci pensò neanche mezzo secondo, con un avviso di attenzione lo sweeper si precipitò sulla donna lanciandola per terra e facendole da scudo.

Fu solo un colpo, ma sufficiente a rendere quella situazione ancora più drammatica.

- Cosa diavolo…? – si chiese Kaori aprendo lentamente gli occhi. Si rese conto di essere sdraiata e di non riuscire a rimettersi in piedi. Qualcosa, o meglio qualcuno la stava pressando. Riconobbe l’odore di Ryo.

- Ryo ma che diavolo fai? Non respiro, alzati! … Ryo! … Ryo? … Ryo!!! – Immediatamente una terribile sensazione le invase il cuore. Mick si precipitò a sollevare Ryo dal suo corpo e sdraiarlo adagio sul pavimento.

- Ryo?! – L’americano stava perdendo la calma, la situazione non faceva altro che peggiorare.

- Mick… Proteggi Kaori e il bambino… - sussurrò Ryo a fatica.

- Ma cosa diavolo ti salta in mente? Non fare l’idiota, adesso c’è ne andiamo di qui! Non spaventarti se senti qualche fuoco d’artificio. – Mick si alzò immediatamente e anche se preoccupato, cercò di nascondere il tutto velocizzando le sue mosse. Doveva finire di caricare l’ultima granata e poi se ne sarebbero andati. Ryo era stato ferito al fianco, non era grave, ma necessitava di cure immediate. Dovevano togliere quel maledetto proiettile che aveva deciso di dimorare nel suo corpo.

- Ryo… - la voce di Kaori fu quasi un sussurro.

- Cosa sono quelle Sugar boy? Lacrime di coccodrillo? – domandò Ryo silenziosamente accennando un sorrisetto ironico.

- Scemo! – Una lacrima scivolò sulla guancia dell’uomo che pian piano si addormentò.

- Ryo!!!

- Ho finito, siamo pronti! Ascolta Saeko. Dovremo uscire dalla finestra. Lancia questi fumogeni, ci daranno il tempo sufficiente per far uscire anche Ryo. Poi sparerò un paio di granate e tenteremo la fuga. L’esplosivo è abbastanza da permettere la riuscita dell’operazione, se falliamo per noi è finita! – Mick sembrava essere piuttosto serio e deciso. Quello ero il Mick Angel, sweeper professionista, anche lui altrettanto famoso per le sue capacità combattive.

Nel giro di qualche secondo attuarono il piano. Saeko lanciò i fumogeni e Mick riuscì a portare Ryo fuori dal capanno, uscendo dalla finestra. Per le due donne invece, fu uno scherzo superare l’ostacolo.

Mentre Kaori e Saeko tenevano Ryo, Mick lanciò un paio di granate che servirono per distrarre alcuni uomini e allontanarli dalla zona che a loro interessava.

- Non lasciateli scappare! Non lasciateli scappare!!! – Paul era chiaramente infastidito dalla reale possibilità di aver momentaneamente fallito. Furono inutili i tentativi dei suoi uomini per riprendere i “prigionieri”. Continuavano a sparare, ma anche loro ignoravano l’obiettivo. Tra gli effetti di fumogeni, bombe e granate, riuscivano a vedere ben poco. Certo non fu semplice, ma fortunatamente, tra uno sparo e l’altro riuscirono a raggiungere l’auto che gli avrebbe condotto in salvo. Caricarono Ryo sul sedile posteriore, Kaori accanto a lui. Saeko avanti, mentre Mick si precipitò alla guida. Diede gas al motore, e in un batter d’occhio fuggirono fuori da quell’inferno.

- Mick, Ryo inizia a sudare! – si allarmò Kaori accarezzando la fronte del suo compagno.

- Dobbiamo fare presto, la ferita non è profonda ma quel proiettile nel suo corpo non mi piace! Saeko chiama Falcon avvertili della situazione, e di loro di fare in modo di farci trovare Doc al nostro arrivo. Non abbiamo un minuto da perdere! Non credo sappiano il nostro rifugio, ma non penso ci metteranno molto prima di scoprirci. Forse avremo un giorno di vantaggio, ma la situazione è ugualmente drammatica! – Saeko non perse tempo, telefonò immediatamente agl’amici per avvertirli di tutto. Si sarebbero rifugiati al bunker segreto che Falcon aveva costruito sotto il café.

- Kkkaori… - Ryo sibilava qualcosa nel sonno. Il sudore cominciava a diventare sempre più imponente sulla sua fronte. Più Kaori lo guardava e più si malediva. Come diavolo le era venuto in mente di mettersi davanti ad una finestra? Come sempre chi ci aveva rimesso era stato Ryo che per farle da scudo si era beccato una pallottola al suo posto. E se… No! Non voleva neanche pensarla una cosa tanto mostruosa. Ryo sarebbe sopravissuto. Quel maniaco pervertito non poteva assolutamente pensare di lasciarla così!

- Non ci provare! Non ci provare nemmeno ad andartene così! – le lacrime scendevano copiose lungo le guance della donna. Poi appoggiando la sua fronte su quella di lui gli ordinò: “Non puoi permetterti il lusso di morire!”

 

^//^’’  Allora? Cosa ne penste? Spero vivamente di non aver fatto un buco nell’acqua in questo cappy… Ma stiamo per giungere al termine di questa odissea, come ho già detto prevedo altri due o tre cap al massimo.

Ps: Non condannatemi per aver quasi ammazzato (credo poi chissà ^^) Ryo. ^^’’

 

Giova71: Eh sì Pedro ha combinato un bel guaio. Tra l’altro chissà che fine ha fatto ora che i nostri amici l’hanno lasciato al capanno… Sono contenta che continui a seguirmi, spero di non deluderti, un bacione grandissimo! ^^

 

Dada88: /// Ah!!!!!!!!! C’è da dire che io sono una tua grande fan, quindi sono contentissima che leggi le mie storie. ^^ Spero quindi di aver fatto in modo di rendere speciale anche questo cappy… A Pedro lo avrei ucciso anche io, ma il motivo per cui non l’ho fatto? Ih ih ih…

Lo scopriremo presto! Baci ^^

 

Sakuratvb: Mi dispiace! Ti ho fatto aspettare più di un mese, ma spero di aver rimediato con questo cappy. Se così  non è, ti chiedo scusa.. Sono contenta che ti sia unita anche tu e che la mia storia ti piaccia, spero tu continui a seguirla! Baci ^^

 

Peppolina: Ti ringrazio tantissimo per il complimento e spero di non averlo fatto decadere… Purtroppo conosci anche tu Ryo… Quando si incavola… O_o Si salvi chi può!! Ora però guarda che gli è successo… Riuscirà a rimettersi? Grazie ancora per la recensione! Baci ^^

 

Kia_85: ^//^ Ti ringrazio davvero tanto… Come scrittrice cerco di fare il mio dovere e sono davvero contenta quando il lettore se ne rende conto… Mille grazie! Ora però… Beh… Non ammazzarmi per aver messo Ryo K.O. ok? Spero continui a seguire questa odissea! Baci ^^

 

Miyabi: E cuginetta, allora? Non preoccuparti più per l’esame tanto ormai l’hai passato e la prof ti ha messo il tuo tanto atteso e agognato voto,no? Cmq sono davvero contenta che la storia ti piaccia, ma adesso? Cosa accadrà? Baci ^^

 

Dea Nemesis: Ma figurati, allora io? Hai visto ogni quanto pubblico? ^^’’ Cmq hai ragione, quei due insieme fanno paura, ma ora? Mick è rimasto momentaneamente solo e anche se ora Jeff è al sicuro cosa accadrà? Ryo si riprenderà? Chissà… Spero continui a seguire la vicenda! Baci ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10: E' l'amore ad essere scemo ***


CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

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Ciao a tutti! ^^ Rieccomi col decimo capitolo! Visto questa volta non ho tardato proprio tanto, forse non promettere niente porta fortuna ^^’’

Non sarà un capitolo particolarmente ricco d’azione, ma spero comunque che non vi deluda ^^

 

CAPITOLO 10:  E’ l’amore ad essere scemo.

 

Come era stato detto, Falcon e Miki chiamarono immediatamente Doc per farlo precipitare da loro, liberarono la camera da letto e cercarono di renderla il più sterile possibile.

- Da quel che mi hanno detto, lo hanno colpito al fianco. – spiegò Falcon senza tradire emozioni.

- Ok, se dicono che la pallottola non ha colpito nessun organo vitale, dobbiamo solo preoccuparci di fermargli l’emorragia! Presto ragazzi procuratemi tanti stracci e dell’acqua bollente! – Doc si stava preparando per accogliere e salvare Ryo. Con il lavoro che facevano non potevano proprio permettersi il lusso dell’ospedale, ma in fondo a loro bastava Doc. Era un bravo uomo, un ottimo medico e inoltre aveva salvato Ryo e Mick da morte certa, quando erano stati costretti a fare uso della polvere degli angeli.

- Sono arrivati! – annunciò Falcon sentendo la frenata brusca dell’auto di Mick.

In un batter d’occhio scesero per aiutare l’amico a portare Ryo in camera, lo sistemarono e il Doc decise di intervenire immediatamente. Aveva bisogno di un po’ di aiuto così chiese ai due sweeper restanti di rimanere in camera con lui.

Kaori insieme a Miki e Saeko, non aveva altra scelta che aspettare nel corridoio.

- Calmati, andrà tutto bene! – Miki cercava di incoraggiarla, vedendo che dagl’occhi dell’amica cascavano tranquille gocce salate.

- Non posso stare calma Miki. Saeko era presente, può dirti anche lei come ha fatto Ryo a finire in questo modo! – rispose la donna mantenendosi la fronte con una mano.

- Sì è vero. Ryo si è ferito per salvarti, ma l’avrebbe fatto per chiunque. Ora non serve a niente darsi colpe, dobbiamo solo pregare che tutto vada bene! – Saeko le appoggiò una mano su una spalla come segno di sostegno e questo Kaori lo apprezzò, così annuendo congiunse le mani e continuò a pregare per la vita del suo ex socio.

Dopo circa un’ora il Doc, Mick e Falcon uscirono dalla camera sorridendo e guardando Kaori, l’americano commentò: “Mi stupisco, a volte quell’uomo sembra immortale!”

- Aaaallora… Allora è andato tutto bene? E’ vivo? . domandò Kaori con gli occhi colmi di lacrime per la gioia.

- Tu dovresti conoscerlo, in passato ha riportato ferite peggiori. Questa non era niente al confronto. Certo ha perso un po’ di sangue, ma non abbastanza da stordirlo. Evidentemente era molto stanco e al momento dello sparo, il suo corpo non ha sopportato oltre e ha perso i sensi. Ho tolto la pallottola e fermato l’emorragia. Domani mattina starà sicuramente meglio! – spiegò Doc pulendosi le mani.

- Visto il tuo uomo è più duro di una roccia! – commentò Miki dando una pacca sulla spalla di Kaori che prontamente col broncio rispose: “Ehi lui non è il mio uomo! Ero solo preoccupata perché si è ferito per colpa mia!”

Tutti scoppiarono in un’allegra risata.

- Cosa fate? Mi prendete in giro? – poi incrociando le braccia e arrossendo maggiormente, Kaori chiese: “Pppposso vederlo?”

- Cara per me puoi anche vegliarlo tutta la notte, l’importante è che non faccia sforzi! – rispose il Doc con un pizzico di malizia.

- Ma che sforzi vuole che faccia? – chiese Kaori ingenuamente. Miki e Saeko risero allegramente prima di rispondere un lascia stare.

- A parte gli scherzi, non preoccuparti. Resta con lui, noi dobbiamo escogitare una tattica per sconfiggere Paul e i suoi scagnozzi. – enunciò Mick.

- Non preoccuparti neanche per Jeff. Dorme tranquillo nella camera accanto al poligono… Quella stanza è praticamente indistruttibile. C’è Reika con lui, non è solo tranquilla. E noi staremo nella stanza accanto.

- Ok, ma dovesse succedere qualsiasi cosa…

- Ti chiamiamo! – risposero all’unisono.

Kaori così prendendo un po’ di coraggio, entrò nella camera dove Ryo riposava. Il lenzuolo bianco lo copriva fino a metà busto. Si avvicinò lentamente e notò la perfetta fasciatura che gli era stata praticata. Senza accorgersene si sedette al suo fianco ai bordi del letto. Era così bello mentre dormiva! Certo anche sveglio era tutto un programma, ma quando dormiva sembrava essere un uomo docile e tranquillo, un angelo. Un angelo?? Si sentì subito sciocca ad averlo definito tale, visto quello che le aveva fatto gli aveva dato la definizione di diavolo, demone sceso sulla terra per sfasciarle la vita e il cuore. Poi lo guardò nuovamente e dopo qualche secondo si corresse di nuovo pensando alla realtà dei fatti… Ma quale essere demoniaco? L’unica cosa di peccaminoso che aveva era la sua passione spudorata verso il sesso e le donne… Che poi con il fisico che si trovava, avrebbe sfidato qualsiasi donna capace di non cadere ai suoi piedi. Certo aveva uno strano modo di conquistare le fanciulle, ma il risultato era assicurato. Anche con lei per esempio, non ci era voluto molto per farla innamorare. Certo che quando ci ripensava le veniva voglia di schiaffeggiarsi da sola! Ma con tutti gli uomini che esistono sulla faccia della terra, proprio di quel don Giovanni si doveva innamorare?! Che destino crudele…

Continuava ad osservarlo e involontariamente, quasi come se le sue mani si muovessero da sole, prese ad accarezzargli i capelli. Gli scosto un ciuffo ribelle dalla fronte, poi si abbassò su di lui e con delicatezza appoggiò la sua fronte su quella di lui.

- Avevi ragione tu quando dicevi che vivevo ogni giorno con il cuore in gola, nella paura che tu non tornassi… Ma io sapevo che alla fine saresti tornato a casa. Mi fidavo di te scemo! L’unico dolore che avevo era causato dal fatto che non sapevo mai con certezza cosa tu provassi nei miei confronti… E quando quella notte hai deciso di restare con me io… Avrei voluto gridarlo ai quattro venti quanto fossi felice… Credevo che la storia del patto per una notte, fosse solo una farsa per convincerti… E invece il giorno dopo… Sei uno scemo! E dopo tutti questi anni vieni a dirmi che vuoi stare con me perché io e Jeff siamo la tua famiglia, sei uno scemo! Cerchi di confondere di nuovo la mia mente e il mio cuore, mentre il mio corpo già ti appartiene, e pensi che ormai è fatta. Lei è di nuovo mia, sei uno scemo Ryo! Uno scemo se pensi che io sia disposta a tornare con te… Ma forse la scema sono io che ti amo ancora! – Una lacrima concluse il discorso di Kaori che continuava a restare con la fronte poggiata su quella di Ryo.

- Hai ragione sono uno scemo… - La calda voce di Ryo la fece sobbalzare e colorare di porpora il suo volto.

- Ssssei sssveglio? – domandò Kaori balbettando.

- Sì.

- E … Da quando?

- Abbastanza.

- Bene… - Kaori si sentì completamente imbarazzata, avrebbe voluto sparire. Quell’idiota di Ryo gliel’aveva fatta un’altra volta. Ogni volta che credeva dormisse, alla fine la sorprendeva facendole credere esattamente il contrario. Non sopportando oltre quel momento scattò in piedi con l’intenzione di andarsene, ma qualcosa la trattenne e la fece ricadere sul letto, in modo da trovarsi spiaccicata sul suo torace. Era stata la mano di Ryo che ovviamente era molto più forte da non permetterle di lasciare la stanza.

- Non penserai che io ti lasci andare! – Ryo appoggiò la testa su quella di lei odorandone i capelli.

- Ti fa male la ferita? – chiese improvvisamente Kaori senza accennare ad alzare la testa.

- Quale ferita? - Kaori fece finta di non aver colto il doppio senso.

- Quella causata per colpa mia… - rispose arrossendo per l’imbarazzo.

- Allora devo proprio chiedertelo, quale ferita? – Questa volta la donna senza pensarci, alzò lo sguardo e incrociando gli occhi di lui continuò: “Ma allora è vero che sei scemo?! Non puoi assolutamente ritenermi responsabile per la tua ferita al cuore! Quella on è per niente colpa mia! Ti sei fatto male da solo, mi spiace!”

- Finalmente hai alzato lo sguardo su di me! – commentò Ryo bloccandole dolcemente il mento.

Kaori rimase immobile senza dire una sola parola. Era completamente avvolta dall’onda che quell’uomo emanava ogni volta che le stava accanto.

- Hai ragione sulla mia ferita al cuore… Quella me la sono procurata da solo…

- Io intendevo la ferita al fianco. Quella te la sei procurata per colpa mia, mi dispiace tanto. – rispose secca lei, tentando di cambiare argomento.

- Sono sicuro che Doc mi ha curato per benino! – la tranquillizzò Ryo sfoggiando uno dei suoi più bei sorrisi.

Così rischio di restarci secca prima che arrivi Paul ad ammazzarmi! Questo suo sorrisetto se lo poteva benissimo risparmiare! Razza di scemo, lo so perché l’ha fatto! Sa benissimo che così non so resistergli ed io odio dargliene conferma! Andiamo Kaori, resisti!!

- Sì, ti ha tolto la pallottola e fermato l’emorragia. Ha detto che dovresti riposarti. – riferì Kaori cercando di tenere segregati nell’angolo più remoto della sua testa, tutti i pensieri che tentavano incessantemente di uscire.

- Staranno pensando ad un modo per annientare Paul…

- Già, a questo proposito Ryo sul serio… Mi dispiace. So di aver sbagliato. Non avrei mai dovuto perdere la calma in un momento tanto importante e non avrei neanche dovuto mettermi davanti a quella maledetta finestra… E’ solo colpa mia se hai rischiato di morire… - Involontariamente, Kaori permise ad una sua lacrima di passeggiare sulla sua guancia.

Ryo l’attiro a sé, ignorando il dolore della ferita, lieve e privo di importanza in confronto a quello che provava quando vedeva la donna che amava versare lacrime, soprattutto per lui.

- Io avrei dovuto capirti senza darti addosso, ma sai com’è… Il raptus della gelosia ha accecato pure me!

- Ti rendi conto che sei geloso di una persona che ora non esiste più? – Kaori continuava a restare poggiata sul suo petto, non aveva neanche tentato di divincolarsi. In fondo quelle braccia, quel petto è tutto quello che aveva sempre sognato.

- Ma quella persona da viva ti ha avuta…

- Anche tu potevi avermi…

- Mi dispiace… Quando in passato ti dicevo che tu eri la mia famiglia, non scherzavo… Lo pensavo e lo penso ancora. Poi ora c’è anche Jeff quindi… Tu lo sai che non sono bravo con le parole, ma io non so come latro chiederti e supplicarti di restare al mio fianco. – Ryo la teneva ancora stretta a sé.

- Sei un’egoista… Pensi solo a colmare la tua ferita.

- Lo so.

- E la mia? La mia ferita fa ancora male…

- Lo so.

- E’ per colpa tua che mi fa male!

- Lo so.

- E non riesco neanche a mandarti via perché ho bisogno di te!

- Lo so.

- Ti odio maledizione! Tu sei uno scemo ed io non dovrei perdere tempo con uno scemo che mi farà di nuovo male!

- Lo scemo ha capito che è stato fin troppo scemo a lasciarti andare. Se tu gli dai una possibilità non ti lascerà più!

- Forse non siamo noi ad essere scemi, ma è l’amore che è impazzito del tutto!

- Forse… L’unica cosa che non so con precisione e che voglio sentire adesso è che tu mi ami. – Ryo le sollevò il mento pretendendo uno sguardo fisso su di sé.

- Anche io voglio essere la tua famiglia, ma ti prego per favore… Non provare più a lasciarmi, perché un altro colpo non le reggo!

- Promesso.

- E non farti neanche ammazzare, altrimenti chiederò di farti tornare in vita solo per poterti uccidere io stessa con le mie mani!

- Promesso.

Ryo continuava a guardarla con uno degli occhi fermi ma dolci. Il suo sguardo era sempre stato così penetrante e irresistibile. Ricordò che era lo sguardo di quando le confessò di voler essere la sua famiglia, lo sguardo di quando la baciò attraverso il vetro sulla nave di Kaibara, lo sguardo di quando le aveva fatto quella dichiarazione alla radura. Era lo sguardo di Ryo Saeba, quello che nessuno conosceva. Quello che solo lei aveva avuto l’onore di vedere. Quello sguardo sapeva mandarla al paradiso, ma se solo fosse cambiato, non ci avrebbe impiegato più di due secondi prima di precipitare all’inferno. Quello sguardo la faceva impazzire… Era vicina al crollo e lo sapeva…

Ma perché devi essere così maledettamente convincente?! Fino a questa mattina ero ferma sulle mie decisioni, ma dopo quello che è successo, il solo saperti tra la vita e la morte, mi ha fatto capire che non posso più continuare così… In fondo se hai deciso tu di rischiare, perché non lo posso fare anche io? Già, io ho Jeff… Ma capisco da come lo guardi che proteggerai anche lui a costo della tua vita… E va bene, io non resisto più lontano da te… Te lo dico ok, però se provi a farmi soffrire di nuovo o a lasciarci la penne……… Ryo accidenti a te, io… io… io…

- Io ti amo… - Sentite le tre parole che con ansia aspettava, Ryo non perse neanche un momento prima di asciugarle le lacrime e donarle un casto bacio sulle labbra. Quando si staccò, badò bene a non allontanarsi più di un centimetro, giusto lo spazio per guardarla e finalmente dichiararle semplicemente: “Io ti amo.” Kaori colta dalla gioia gli buttò le braccia al collo facendo cascare entrambi sul letto.

- Ahi!! – Ryo esclamò per il dolore alla ferita.

- Scusami! – Kaori stava per allontanarsi, quando lui bloccandola su di sé disse: “Tu resti con me!” Chiuse poi ogni sua protesta con un bacio che pian piano iniziò a diventare sempre più avido fino ad accendere il desiderio in entrambi.

- Fermati! Non possiamo! – esclamò Kaori allontanando l’uomo.

- E perché? – chiese Ryo non capendo.

- Perché il dottore ha detto che non devi fare sfo… Sforzi. – Lkaori improvvisamente capì a quale sforzo alludevano i suoi amici e un color porpora la invase in pieno volto.

- Che ti prende?

- Ora capisco perché Miki e Saeko hanno riso quando Doc mi ha detto di non farti fare sforzi… - commentò lei sempre più rossa. Ryo intanto esplose con la sua risata e girandosi fino a trovarsi sopra la donna rispose: “Ti assicuro che l’unico sforzo che mi fai fare è resisterti.” Poi riprese a baciarla, ma dovette bloccarsi, quando la fitta al fianco lo colse nuovamente.

- Basta! Tu devi stare a riposo!

- Ma la colpa non è mia! Io è dormirei… E’ il mio amico che…

- Se non la pianti e non ti riposi, tu e il tuo amico farete una brutta fine perché prendo entrambi a martellate!! – Kaori sembrava non voler accettare proteste. Così Ryo dovette arrendersi, constatando che effettivamente era un po’ deboluccio per certe attività fisiche, così abbracciando la sua ormai compagna, la strinse a sé dicendole: “Io mi riposo, ma tu dormi con me?”

- Io cosa?! Guarda che se…

- Ti prometto che dormiamo solamente! Ti tengo solo stretta! – Ryo le cinse in vita e posò la sua testa sul collo di lei.

Ti prometto che un giorno imparerò a dirti di no!

- Uffa credo proprio che alla fine l’unico scemo, è l’amore. – bofonchiò Kaori che, lo assecondò e accoccolandosi a lui, chiuse gli occhi in cerca di un po’ di riposo.

 

Visto? Ryo non è per niente morto anzi! Credo che ora possa riprendersi alla grande! Non avrei mai potuto ucciderlo, perché nonostante i suoi mille difetti io sono praticamente innamorata di lui, quindi come potevo farlo fuori? Certo spesso mi viene una voglia matta di picchiarlo per come tratta Kaori, ma da lì ad ammazzarlo completamente passa un abisso! A parte i raptus maniaci per il resto è un uomo perfetto, come si può pensare di ucciderlo! T_T Come avrete notato, Ryo e Kaori si sono ritrovati, e nonostante li spettino mille difficoltà tra cui lo scontro con Paul, per lo meno ora sono insieme… Spero di non aver fatto questo capitolo troppo smielato… Nel prossimo ovviamente ci saranno dei chiari risvolti con Paul, quindi prevedo un capitolo piuttosto movimentato… Spero voi continuiate a seguire la ff. Un bacione al prossimo cappy! ^^

 

Dada88: Ti ringrazio per le tue recensioni, come vedi Ryo è più o meno in ottima forma! Se estesse realmente un tipo come lui, gli farei togliere con la forza il vizio delle donne e me lo sposerei, quindi non potevo ucciderlo ^^ Spero comunque ti sia piaciuto come i due testoni si siano decisi… So che forse è stato smielato, ma io sono un po’ così che ci vuoi fare? ^^ Grazie ancora e alla prossima, un bacione!^^

 

Kia_85: ^//^ Ti ringrazio! Come vedi non c’è motivo che ti arrabbi visto che Ryo e vivo e più o meno vegeto… Dagli tempo di ristabilirsi completamente, credo che l’indomani mattina sarà diciamo nuovo di zecca! ^_- i do un’anticipazione sulle mie future ff o capitoli… Non credo che mi vedrai mai uccidere il protagonista di cui sono innamorata! Ti ringrazio comunque per il sostegno, un bacione alla prossima! ^^

 

Giova71: Spero di non averti delusa con questo capitolo… Ho detto, è stato poco movimentato, ma ti prometto che dal prossimo mi rifarò… Purtroppo quei due scemi avevano bisogno di dirsi un po’ di cose prima di chiarirsi… Ti ringrazio comunque tanto per le recensioni, un bacione alla prossima! ^^

 

Miyabi: E sì cuginetta, tu mi conosci bene da sapere che mai e poi mai oserei ammazzare Ryo… Torturarlo sicuramente, ma ammazzarlo no! Non ci riesco! T_T  Ma se lui d’ora in poi si comporterà bene con Kaori, vedrai che non ci sarà alcun motivo per picchiarlo ancora! Bacioni alla prossima! ^_-

 

Pfepfer: ^//^ Ti ringrazio tantissimo per aver letto questa ff tutta in una notte! (non ti sei sentita male vero?? ^^) Sono lusingata anche dal fatto che la frase ti piaccia ^^ Ora con questo capitolo smielato spero di non aver distrutto tutta la bella idea che ti eri fatta! Se è così scusami! Cmq spero che continuerai a seguire la ff, bacioni alla prossima! ^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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