Lord Perfect

di Mei91
(/viewuser.php?uid=65844)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** CHIODO SCHIACCIA CHIODO ***
Capitolo 3: *** AFFANNO DI SERA ***
Capitolo 4: *** Incontro ***
Capitolo 5: *** salvavita ***
Capitolo 6: *** INGANNI, SOTTERFUGI, COMMISSIONI ***
Capitolo 7: *** COME CINDERELLA.... ***
Capitolo 8: *** Sharingan da guerra e Sharingan ***
Capitolo 9: *** QUANDO IN GIOCO C'è AMICIZIA E SACRIFICO ***
Capitolo 10: *** IL VILLAGGIO DELLA PIOGGIA ***
Capitolo 11: *** UN GUAIO DOPO L'ALTRO ***
Capitolo 12: *** TRASFERIMENTO ***
Capitolo 13: *** RICORDI ***
Capitolo 14: *** SCOPERTE INCERTE ***
Capitolo 15: *** SOLO UN BACIO ***
Capitolo 16: *** SCOPERTE ***
Capitolo 17: *** FIDARSI è BENE... ***
Capitolo 18: *** NON FIDARSI è MEGLIO ***
Capitolo 19: *** PARTENZA ***
Capitolo 20: *** SALVATAGGIO ***
Capitolo 21: *** RIVELAZIONE ***
Capitolo 22: *** IN VIAGGIO... ***
Capitolo 23: *** KONOHA IN FESTA ***
Capitolo 24: *** IL BALLO ***
Capitolo 25: *** EPILOGO ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Buon salve ragazzi, eccomi qua con una nuova storia. Si, so che avevo detto che non avrei scritto altre storie se prima non finivo quelle già attive ma non ho resistito. Pardon. Chiedo anticipatamente venia ma questa storia l’aggiorno lentamente. Chiedo di nuovo venia perché per lo stile e la trama che sto per creare in questo racconto è la prima volta che mi ci cimento e spero di non fare propriamente pena, ma leggendo libri come dire un po’ troppo storici per questi tempi, m’è venuta questa pazza ispirazione. Spero di non deludervi e buona lettura

P.S.: In questa storia i protagonisti hanno tutte le loro abilità ninja anche se di ninja questa storia ha ben poco. Spero vi piaccia lo stesso.

La vostra Mei.

 

 

 

 

 

 

Prologo

“Sakura, potrei parlati, per favore?” chiese una voce gentile alle spalle della giovane

Sakura Haruno, guaritrice del regno di Konoha, era intenta a prepararsi una fumante tazza di the quando una ragazza dai lunghi capelli biondi entrò nella stanza con passo veloce.

“Cos’è successo, Ino?”  Sussurrò la giovane guaritrice.

“Stanno partendo per la guerra!” esclamò la bionda.

La giovane distolse lo sguardo dal pentolino in cui stava bollendo le foglie di the nero e puntò i suo grandi occhi verdi in quelli blu dell’amica.

“Chi?” chiese piano la giovane dai capelli rosa. La sua espressione era serena e calma come sempre, mentre la giovane ed esuberante Ino non stava più nella pelle.

“Ma come chi Sakura! Il principe Sasuke e tuo cugino Naruto!” esclamò la bionda.

Sakura accennò un sorriso triste. Tempo addietro il cugino aveva dimostrato un grande coraggio e un valore che per un ragazzo della sua età era più unico che raro salvando la vita dell’erede al trono di Konoha, Itachi Uchiha, dall’attacco di alcuni briganti.  Non che quest’ ultimo avesse bisogno di protezione ma purtroppo in quel momento era distratto e l’intervento di Naruto era stato determinate così il padre di Itachi, Fugaku Uchiha, aveva proclamato il cugino cavaliere del re. A ventiquattro anni Naruto era già un eroe, non solo per aver salvato la vita al principe ereditario, ma dopo che il re lo aveva proclamato cavaliere, lui si era fatto grande onore in battaglia insieme a principe minore Sasuke Uchiha, venendo considerati da tutto il regno: gli eroi di Konoha

. All’inizio Naruto l’andava a trovare spesso ma con il passare del tempo i ruoli si erano ribaltati e adesso era lei ad andare a trovare lui e molto spesso, troppo spesso il motivo delle sue visite al castello del cugino era dovuta alla sua abilità di medico guaritore e quindi le toccava guarirlo dalle ferite di guerra. Ferite che a volte la facevano rabbrividire. Non se ne rendeva conto ma Naruto andava spesso vicino la morte e lei ogni volta era sempre più spaventata di restare sola.

“Ah, bene buona fortuna...” sussurrò lei, ormai stufa di vivere con l’acqua alla gola. Era spaventata a morte all’ idea che un giorno o l’altro le avrebbero riportato il corpo senza vita del cugino. Per Sakura Nasuto era tutta la sua vita, ma lui non era la sua unica preoccupazione, era anche in apprensione per il compagno di battaglia dell’Uzumaki ovvero il principe minore Sasuke Uchiha.  Naruto era disposto a morire per Sasuke e lei sotto sotto sapeva che anche il principe era disposto a morire per suo cugino. Se ne era innamorata a prima vista quando a dodici anni il piccolo principe era stato presentato alla popolazione.

Lei, bambina per com’era non ci aveva fatto caso, anche perché in quel giorno era impegnata a non farsi strattonare di qua e di là da alcuni bambini del villaggio che adoravano prenderla in giro per il suoi capelli rosa.

 

***

 

Una bambina di dodici anni se ne stava rannicchiata su se stessa mangiucchiandosi le unghia per trattenere il pianto.

“Che brutti capelli che hai!” ridacchiò un bambino.

“Ma la mamma che cosa ha fatto? Ti ha immerso nello zucchero!” rise l’altro bambino spintonandola.

“Confetto…confetto...confetto…” canticchiavano in coro i bambini. La bimba tratteneva le lacrime.

“Vi pare il modo!” esclamò poi una voce da bimbo ma al contempo autorevole. La bimba sussultò e voltò il viso di lato per vedere chi era e quando il bimbo dai capelli scuri come la pece e gli occhi del medesimo colore la guardò per poi metterle una mano sulla testa, la bambina si sentì confortata e al sicuro.

“Tu chi sei!” chiese un bimbo che poco prima l’aveva prese in giro.

“Sasuke ! Le bambine vanno rispettate!” esclamò autorevole il giovane bimbo.

“Non i confetti!” rise un altro bimbo e fu un attimo. Sasuke si era mosso talmente veloce che con una semplice mossa aveva dato un pugno allo stomaco ai due bambini facendoli accasciare a terra e per poi scappare in lacrime chiamando la loro mamma. Sasuke si voltò verso la piccola Sakura e l’aiutò ad alzarsi, per poi sollevarle il viso e asciugarle la lacrime ribelle.

“Non farti mettere i piedi in testa, i tuoi capelli sono particolari. Non permettere che ti dicano il contrario!” sussurrò il piccolo Sasuke autoritario. Sakura in quel momento sentì il cuore in gola e le guance si tinsero di rosso.

“Ciao.” concluse infine Sasuke lasciando la piccola a guardare il vuoto. Solo poche ore dopo vi fu l’annuncio del maggiordomo  della famiglia reale di Konoha che lasciò la piccola Sakura a bocca aperta.  Il bimbo che l’aveva salvata era Sasuke Uchiha, il principe minore della famiglia reale di Konoha.

***

Sakura accennò un sorriso al ricordo e di come si era innamorata del principe in un baleno. A volte invidiava profondamente il cugino che aveva la possibilità di passare gran parte del suo tempo proprio con il principe Sasuke.

“Non importa!” sussurrò Sakura all’ amica guardando fuori dalla finestra con un sorriso amaro stampato sul volto.

“Come non importa Sakura, Naruto è la sola famiglia che hai!” esclamò Ino e Sakura sorrise.

“Non è vero, ho te!” dichiarò la guaritrice togliendo dal fuoco il pentolino con l’infuso di the.

“Che c’entro io, dicevo con legami di sangue hai solo lui Sakura!” esclamò ancora la bionda.

“Uhm. Ino…” sussurrò Sakura. La ragazza si morse leggermente le labbra mettendole in tensione e rivelando il suo nervosismo.

“Dimmi.”

“Ho paura di perderlo. Non voglio soffrire… Non più” esclamò la rosa. Non voleva perdere altri membri della sua famiglia a causa della guerra, ma di certo non poteva impedire a Naruto di svolgere il suo lavoro o di rendersi utile. Quanto desiderava che la guerra finisse…ma sembrava quasi una speranza vana.

“Soffriresti di più se non lo salutassi, amica mia!” concluse saggiamente Ino. Sakura sospirò mentre il cuore le andava in gola, ma se andava da Naruto avrebbe visto per la prima volta Sasuke a una distanza di dieci metri e non di chilometri.

Decisa annuì a se stessa e corse verso il palazzo seguita da una Ino raggiante. Arrivò circa dieci minuti dopo e vide il maggiordomo della famiglia reale che stava rientrando.

“Signore…Signore.” esclamò la giovane.

“Salve signorina, mi chiami Kakashi!” sorrise cordialmente il maggiordomo. Sakura si fermò davanti a lui per riprendere fiato.

“N…Na…Naruto.” riuscì a dire la giovane tra un respiro e l’altro mentre dentro di se avrebbe voluto chiedere pure di Sasuke. L’espressione del viso del maggiordomo cambiò.  Il suo sorriso gentile scompare lasciando il posto a un’espressione di rammarico.

“Mi spiace signorina, siete arrivata tardi, sua maestà e lord Uzumaki sono partiti dieci minuti fa.” rispose il maggiordomo Kakashi. Sakura sospirò afflitta.

“Oh, grazie lo stesso.”

Voltò le spalle al maggiordomo e cominciò a camminare verso casa con Ino che le metteva una mano sulla spalla per consolarla.

 

Dalla finestra del palazzo una figura osservava la giovane dal capelli rosa e la giovane dai capelli biondi e sospirò.

“Potevano attendere altri dieci minuti. Sasuke sei proprio impaziente!” borbottò la figura. Alle spalle un uomo ridacchiò.

“Itachi sai come è fatto tuo fratello, la sua filosofia di vita è prima ci sbrighiamo meglio è! Mi chiedo come faccia a sopportarlo il giovane Naruto!” rise. Itachi rise.

“Non so padre, non so. Forse prima o poi dovremmo proclamare il giovane Naruto –santo” rise il principe ereditario seguito dal padre.

 

To be continued

Che ve ne pare come inizio è patetico vero? Bo fatemi sapere alla prossima Mei

Ps. In questa storia Kakashi non ha la maschera.:) grazie a chiunque legga e recensisca alla prossima

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** CHIODO SCHIACCIA CHIODO ***



Buona sera ragazze e ragazzi eccomi qua con un nuovo capitolo di Lord Perfect oggi festa, sono tanto ispirata, spero che il capitolo e la storia vi possa piacere. Ringrazio chiunque abbia messo questa storia tra le seguite e le ricordate e le preferite e in particolar modo a chi la recensisce, scusate se il cappy fa pena, ma non so se riesco a scrivere bene su questo stile intrapreso, fatemi sapere e alla prossima Mei

 

 

 

 

CHIODO SCHIACCIA CHIODO

 

 

Erano passati all’incirca tre mesi dalla partenza del principe Sasuke e del cugino e Sakura si era tenuta abbastanza impegnata con il suo lavoro. Veniva spesso chiamata per delle cure specifiche anche dai membri della corte come il nobile Shikamaru o dalla nobile Tsunade sama con cui aveva legato parecchio. La signora Tsunade era sposata da poco con il nobile Orochimaru e spesso lei si trovava a farle da confidente. Sakura era molto riservata, ascoltava le confidenze di Tsunade con ligia attenzione ma più passava il tempo più lei desiderava avere una confidente che magari conoscesse le gioie della carne. Non che la sua amica Ino non le fosse d’aiuto ma come lei anche Ino non era esperta di certi dettagli.

Nonostante le sue nobili origini, anche Tsunade era appassionata di medicina mentre il neo marito Orochimaru era uno scienziato provetto. Spesso Tsunade la chiamava non perché aveva bisogno di visite mediche, ma per consulti sulla medicina e le varie tecniche da poter usare.

Quella volta però c’era qualcosa di diverso in Tsunade, non avanzava ipotesi sugli studi che stavano facendo ma si contorceva le mani con fare nervoso.

“Vostra grazia, che vi succede?” sussurrò la giovane Haruno con fare cortese.  Sakura vide la giovane nobildonna arrossire leggermente mentre sollevava il viso per guardarla negli occhi.

“Sakura, avrei bisogno di un parere medico!” sussurrò sua signoria.

Sakura inarcò curiosa un sopracciglio per poi sussurrare professionalmente.

“State male vostra grazia?” chiese Sakura. La sua espressione era abbastanza serena e professionale mentre sembrava che Tsunade covasse qualche dubbio allucinante dentro.

“Oh, per favore Sakura quante volte ti devo dire che devi chiamarmi semplicemente Tsunade, questi appellativi nobiliari mi fanno salire certi nervi!” esclamò piccata.

“Mi scusi, Tsunade. Cosa posso fare per voi?” chiese Sakura togliendo l’appellativo vostra grazia ma non di certo il lei. Per Sakura era importante mantenere una certa distanza con chi le era superiore a casata nobiliare. Non che lei fosse povera anche perché aveva un lavoro ben pagato e l’eredità lasciatale in dono dai suoi familiari era considerevole. Alla morte dei suoi genitori, i suoi tutori erano diventati i genitori del cugino Naruto, ma non li vedeva quasi mai impegnati per come erano nelle missioni anche al di fuori dello stato di Konoha. Ricordava perfettamente l’euforia e l’orgoglio provato dai genitori di Naruto, Minato e Kushina, quando quest’ultimo aveva detto loro che re Fugaku l’aveva proclamato cavaliere del re. Quello era un titolo nobiliare di grande prestigio sotto solo ai titoli della famiglia reale.

“Sakura e il tu?” chiese Tsunade pignola. Sakura si irrigidì.

“Vostra grazia vi prego...” iniziò rigida Sakura ma con un gesto della mano eloquente Tsunade la bloccò.

“No, va bene scusami tu Sakura credo che darmi del tu ti metta a disagio, ma almeno non vostra grazia…” comprese gentilmente Tusnade e la giovane guaritrice annuì grata.

“Cosa posso fare per lei?” ripeté Sakura riportando l’attenzione di Tsunade sul problema che le aveva posto poco prima.

“Bè, non ne sono sicura, ma ogni mattina quando mi alzo da un po’ di tempo a questa parte sento delle forti nausee, giramenti di testa improvvisi, stanchezza allucinante…anche fare una semplice passeggiata ultimamente mi stanca. Non so forse avrò preso una strana influenza.

Sakura si portò una mano al mento e rifletté per qualche minuto osservando il colorito pallido della gentildonna.

“Ha sbalzi d’umore improvvisi?” chiese cauta Sakura.

Tsunade parve rifletterci qualche minuto.

“Non mi sembra.”  Esclamò Tsunade

“Io direi di sì!” esclamò un uomo entrando nella stanza con un tomo gigantesco in mano.

“Che vorresti dire!” esclamò indignata Tsunade verso l’uomo.

“Nulla mia cara, solo che da un paio di mesi a questa parte qualsiasi scusa è buona per prendertela con me. Penso che il tuo medico debba saperlo!” esclamò l’uomo dai lunghi capelli neri e gli occhi gialli e un sorriso sul volto mentre guardava la moglie.

La giovane Tsunade prese dal comò Una spazzola e la lanciò contro l’uomo che prontamente la scansò.

“Maledetto Orochimaru, fuori di qua questi sono discorsi da donna, fuori dalla stanza!” urlò fuori di sé Tsunade.

“Mia cara, dovevo solo prendere la divisa per andare a caccia! “Sospirò Orochimaru mentre Sakura guardava la scena.

“Caccia? Ma amore mio è pericoloso? “Esclamò la giovane nobildonna

“Tesoro mi serve il leprotto di montagna per il mio esperimento!” esclamò Orochimaru.

“Manda Kabuto, tu non vai!” urlò furiosa Tsunade.

“Tsunade…” iniziò Orochimaru.

Sakura si schiarì la voce e prese un taccuino per appuntare i vari sintomi.

“Si, credo che questi siano sbalzi d’umore improvvisi!” constato la giovane guaritrice dai capelli rosa.

“Ha voglie improvvise?” chiese Sakura.

“Non mi pare ..” rispose Tsunade.

“Direi di sì, ieri mi ha chiesto lamponi, dove li trovo i lamponi in questa stagione!” sbuffò Orochimaru.

“Orochimaru!” urlò Tsunade tirandogli addosso il pettine, ma sta volta il malcapitato marito non riuscì ad evitarlo e si ritrovò con un pettine stampato in fronte e aggrovigliato tra i capelli. Orochimaru sospirò rassegnato.

Sakura da professionista quale era non si scopose continuando a scrivere nel suo taccuino.

“Mancamenti improvvisi, sbalzi d’umore improvvisi, nausee, stanchezza...uhmm...” elencò Sakura, poi alzò il viso verso la giovane e lanciò uno sguardo significativo a l’uomo che inarcò un sopracciglio.

“Si stenda un attimo Tsunade sama!” sussurrò Sakura e Tsunade obbedì senza obiettare e ciò parve quasi un miracolo al marito.

Sakura passò la mano sullo stomaco della donna attivando il suo Chakra per esaminarla dall’ intendo. Dopo cinque minuti si sollevò.

“Tsunade sama lei è in stato interessante, il mio consiglio per il momento è di riposarsi un po’, appena sentirà che le nausee e i mancamenti diminuiscono esca a fare delle passeggiate. “Decretò Sakura professionalmente per poi voltarsi verso l’uomo che era diventato cadaverico.

“Lei per favore non la faccia preoccupare se necessario per il momento l’assecondi” concluse Sakura rivolta ad Orochimaru.

“I…I…Incinta?” balbettò l’uomo e Sakura annuì tornando a osservare Tusnade che era stesa sul letto con le mani sulla pancia ad occhi sgranati.

“D…devo andare …” esclamò Orochimaru incredulo.

“Non a caccia!” urlò Tsunade.”

“Non a caccia, mia cara. Manderò Kabuto!” esclamò l’uomo prima di uscire con passo spedito. Sakura accennò un sorriso comprendendo lo stato d’animo del giovane nobiluomo Orochimaru.

“Forse sono stata troppo schietta?” chiese Sakura a Tsunade, ma sua grazia scosse la testa in segno di negazione.

“No, abbiamo solo bisogno di qualche giorno. Siamo sposati da poco come ben sai e questa notizia ci ha un po’ scossi!” sussurrò Tsunade.

“Comprendo.” Concluse Sakura. “Allora io vado”

“No, Sakura chan, credo che voi siate venuta qua non semplicemente per una visita di cortesia, volevate parlarmi?” chiese Tsunade. Sakura sospirò e si mordicchiò il labbro. Sakura non era il tipo da iniziare una conversazione e spesso le si dovevano tirare fuori gli argomenti con le pinze e in quel ruolo Tsunade era la numero uno. Tsunade comprese che c’era una certa tensione nelle labbra tirate di Sakura e sottili linee le increspavano la fronte. Possibile che fosse preoccupata? O che avesse l’intenzione di dirle che non intendeva più andare a trovarla così spesso. Tsunade era un po’ inquieta, non sapere cosa turbava il suo medico la metteva un po’ a disagio.

Sakura si morse nuovamente le labbra tradendo il proprio nervosismo.

“Avrei bisogno del suo consiglio Tsunade Sama. Riguarda una questione di cuore..” iniziò Sakura incerta. Tsunade spalancò gli occhi. Possibile che  Sakura avesse anche il tempo per crearsi una vita privata? Si chiese dove quella fenomenale ragazza trovasse il tempo.

“Non proprio di cuore, ma riguardante alla possibilità di avere un innamorato.” aggiunse la ragazza.

“Posso chiederti se una ragione particolare ti ha portato a questa decisione o…se hai già una persona in mente?” chiese Tsunade

Sakura abbassò lo sguardo imbarazzata e cominciò a torturarsi le mani nervosa.

“Si a entrambe le domande!” rispose Sakura leggermente ansiosa.

“Sapete nell’ultimo anno ho iniziato a nutrire aspettative diverse per il mio futuro ma è come se mi sentissi bloccata, legata a una persona irraggiungibile, vorrei sapere se rinunciare a lui e andare avanti, oppure rassegnarmi all’idea di vivere un amore non corrisposto e morire vergine, non sapendo le cosa si prova a stare a contatto con il sesso opposto!” sussurrò imbarazza la giovane guaritrice tremando. Tsunade sorrise appena.

“Niente è irraggiungibile Sakura!” esclamò la nobildonna.

“Mi rendo conto che è stato inopportuno approcciare a questo argomento con voi Tsunade sama, viste anche le condizioni in cui siete…” iniziò ma venne interrotta da Tsunade stessa.

“Amica mia, sai che nel corso degli anni il mio comportamento non è stato, come dire…consono.. Però se posso fare qualcosa per te, lo faccio più che volentieri. Ma dimmi chi è l’uomo che non ricambia l’affetto di una fanciulla come voi? Non si rende conto di ciò che sta perdendo.” iniziò Tsunade ma Sakura sollevò una mano e la scosse davanti a se.

“No, Tsunade sama, lui non sa nemmeno che esisto e sinceramente è davvero irraggiabile.” Concluse Sakura

“Quindi mi stai chiedendo come fare a trovare un innamorato per dimenticare questa persona che non ricambia i tuoi sentimenti?” chiese riflessiva Tsunade e Sakura annuì.

“Così non concluderesti nulla Sakura. Non serve fare chiodo schiaccia chiodo!” sussurrò Tsunade.

Sakura sospirò rassegnata.

“Comunque conosco qualcuno, potrei presentarvi al giovane Sai!” sussurrò Tsunade e Sakura sorrise amara annuendo.

“Va bene, presto organizzerò un incontro, ma toglietemi una curiosità, chi è l’uomo che vi ha costretta ad utilizzare il chiodo schiaccia chiodo per dimenticarlo?” chiese Tsunade.

Sakura si alzò in piedi e sorrise. Sapeva che di Tsunade si poteva fidare.

“Il principe Sasuke Uchiha!” esclamò Sakura e Tsunade di soffocò con il The che stava bevendo mentre vedeva la giovane guaritrice lasciare la stanza e di conseguenza il palazzo.

 

Orochimaru che aveva sentito tutto entrò nella stanza di Tsunade.

“Il principe eh?” chiese Orochimaru alla moglie.

“Povera bimba…” sussurrò la donna mentre il marito la prendeva tra le braccia.

“Non lo conosce di presenza Tsunade, forse è un bene che voglia fare chiodo schiaccia chiodo, per quanto valoroso, Sasuke è un tipo d’uomo molto freddo, calcolatore e spietato, non è adatto a un cuore puro come quello della giovane Sakura. Forse non avresti dovuto proporgli nemmeno Sai.” Esclamò Orochimaru carezzando i capelli della moglie.

“Lo so Orochi, ma vorrei tanto fare qualcosa per lei. Sakura merita di essere felice

“Lo so, ma sappiamo bene che se vorrebbe avere un approccio diretto con Sasuke, potrebbe benissimo chiedere a sua grazia Naruto Uzumaki, di cui ne è cugina.E’ lui ad avere un rapporto diretto ed stretto con il principe.” Esclamò Orochimaru.

“Anche tu”

“Io sono lo scienziato di corte, Naruto è il migliore amico del principe! Ha più possibilità lui!” esclamò Orochimaru e Tsunade sospirò accoccolandosi a lui.

“Povera Sakura.” sussurrò prima di scivolare nel sonno.

 

To be continued

Allora come vi sembra come secondo capitolo? Fatemi sapere se vi è piaciuto, alla prossima. La vostra mei.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** AFFANNO DI SERA ***


BUONA SERA.

Eccomi qua, sono tornata da voi con il terzo capitolo di Lord Perfect, spero che questa storia vi stia piacendo e che invece non vi stia deludendo. Purtroppo mi sono lesionata il ginocchio quindi per me e periodo di fermo riposo. So che avevo detto che questa storia l’avrei aggiornato molto lentamente, ma stando costretta a letto mi annoio a non fare nulla e quindi eccomi qua a torturarvi con le mie storie strampalate. Ma che spero vi possano piacere comunque. Ringrazio di cuore a chiunque segua, commenta, mette tra i preferite, tra le seguite e tra le ricordate le mie storie, il mio grazie per voi viene dal profondo del cuore, mi fate sentire orgogliosa di me stessa e delle storie che creo. Chiedo venia se nelle altre storie ci sono ancora errori di battitura, sintassi etc. Ma vi assicuro sto correggendo e ora che il tempo non mi manca, mi darò da fare.

Bene adesso vi lascio alla lettura del capitolo e non vi rompo più.

A presto Mei.

 

AFFANNO DI SERA

.

 

 

 

“Tesoro, hai visto la mia lente di ingrandimento?”

Orochimaru entrò con passo lento nella stanza della moglie con gli occhi fissi sul libro che teneva in mano e per poco non andò a finire a terra inciampando su una delle sedie dorate messe in disordine dentro la stanza.

“Ahi!” protestò il nobiluomo chinandosi me massaggiarsi lo stinco dolorante, sollevò gli occhi e notò il delirio in quella stanza. C’erano mille vestiti per terra e la moglie che si guardava allo specchio e sbuffava sonoramente.

“Temo di no caro! Ha controllato nei cassetti del tuo studio?” chiese Tsunade per poi non lasciare al marito il tempo di rispondere che gli pose un’altra domanda. Domanda che per Tsunade era di fondamentale importanza.

“Tu hai invece qualche vestito decente da consigliarmi?” chiese Tsunade non togliendo gli occhi dallo specchio e mentre teneva appoggiato al petto un vestito lilla.

“…Umm… Li ho svuotati tutti. Tsuna, che succede? Perché la stanza è nel caos più totale? Le cameriere non sono passate oggi?” chiese con fare spiritoso il marito.

“Divertente caro, ma no, sono passate sono io ad aver messo di nuovo tutto a soqquadro?” esclamò la donna. Il marito la guardò dubbioso.

“Perché mai?”

“Daremo una festa!” esclamò Tsunade.

“E per cosa se posso chiedere?” chiese il nobiluomo accomodandosi sulla sedia che poco prima gli aveva martoriato lo stinco.

“In onore di Sakura e Sai!” esclamò la donna euforica.

“Tsuna, io eviterei. Sakura e Sai si conoscono sì, ma i rapporti sono molto freddi…semplicemente di cortesia oserei dire, non forzare la mano alla tua guaritrice!”

“Ma escono assieme da un anno!” esclamò indignata Tsunade.

“È passato più di un anno da quando Sakura è venuta qui per farti quella stramba proposta…” esclamò Orochimaru mentre la moglie prendeva un altro vestito e si guardava nuovamente allo specchio.

“E tu hai ben pensato di mettermi di nuovo incinta, come se già un marmocchio di sette mesi non ti bastava!” esclamò la donna togliendo il vestito per osservarsi la pancia ancora piatta. “Spero solo che Sakura si è sbagliata, ricordo ancora i dolori del parto!” rabbrividì Tsunade.

Orochimaru ridacchiò.

“Sakura difficilmente sbaglia come ben sai! Ha anche indovinato il sesso del nostro primo bimbo!” esclamò Orochimaru. Tsunade lo fulminò.

“Ma come si fa! Già mi immagino te e Keichi tra qualche anno a confabulare contro di me. Voglio una femmina ora!” esclamò Tsunade e Orochimaru rise di cuore.

“Cara ti contraddici! Prima lo vuoi, poi non lo vuoi! Sicuramente credo che Sakura non si sia sbagliata, i tuoi sbalzi d’umore continui e le tue voglie assurde mi confermano che sei incinta!” rise Orochimaru. Tsunade sbuffò.

“Va bene, va bene.” Esclamò la donna rassegnata. “Ma Sai e Sakura devono fare un passo avanti!” esclamò la donna.

“Non la forzare, dimenticare il primo amore non è facile!” disse serio.

“Parli per esperienza Orochi?” chiese titubante Tsuna e appena il marito annuì si irrigidì.

“Ma a me è finita bene, alla fine sono riuscito a sposarti!” sorrise.

“Io?” chiese Tsunade indicandosi incredula. Non sapeva che lei era il primo amore del marito. Quest’ultimo annuì un po’ imbarazzato.

“Perché non me lo hai detto prima?”

“Tsunade, eri e sei la donna più bella che abbia mai conosciuto. Non credevo di riuscire a competere contro Jiraya. Tutt’ora non so se avresti scelto me se Jiraya non fosse morto!” disse serio Orochimaru. Tsunade di irrigidì. Non sapeva che il marito provasse un sentimento del genere.

“Credo che invece ti avrei scelto se solo ti fossi fatto avanti al posto di Jiraya. Orochimaru te stavi sempre in disparte, non mi ero accorata che provassi quello stesso sentimento che provavo io e ho accettato la corte di Jiraya per paura di restare sola perché tu non ti facevi avanti e io sono…”

“Dannatamente orgogliosa!” concluse per lei il marito. Tsunade annuì e lui si alzò per andare a stringere la moglie in un abbraccio.

“Vuoi dare una festa, diamo una festa, ma Tsunade non forzare Sakura!” esclamò Orochimaru e la moglie annuì.

“Va bene, e allora che metto come vestito?” chiese Tsunade.

“Quello verde cara! Fa risaltare i tuoi occhi e i tuoi magnifici capelli!” esclamò Orochimaru e lei sorrise sollevandosi sulle punte dei piedi per baciare il marito. Poi lei si staccò da lui e lo guardò.

“Mia cara, mi fai quasi paura quando hai quello sguardo! Di solito significa che hai qualcosa in mente …oppure che vuoi legarmi e farmi cose incredibili!” rise Orochimaru.

“Come mi conosci tu non mi conosce nessuno!” rise Tsunade prima di afferrare il marito e buttarlo sul letto, poi lei si buttò su di lui.

“Tsunade attenta al bambino!” dichiarò Orochimaru sgranando gli occhi e lei rise maliziosa.

“Stiamo bene, ci serve solo il contatto con il nostro maritino/paparino!” rise Tsunade e Orochimaru accennò un sorriso.

“Ti amo.” disse lei.

“Ti amo” disse lui baciandola con passione.

 

La distesa di corpi che si parava davanti gli occhi esausti di lord Uzumaki era raccapricciante. I suoi occhi avevano visto troppo odio e troppo sangue e l’unica cosa che adesso desiderava era tornare a casa e riabbracciare la sua amata cugina. Era passato più di un anno da quando Naruto e il suo migliore amico, il principe Sasuke Uchiha, erano partiti. La guerra contro Madara, il capo dell’organizzazione Akatsuki, con l’idea di conquistare Konoah e i regni vicini per stabilire un regime dittatoriale e non monarchico, era stata estenuante costringendo  il giovane Naruto a fare ricorso alle sue tecniche segrete e a Kurama, il demone  volpe dentro di sé che gli faceva da amico, confidente e consigliere,  ma di cui nessuno ne sapeva l’esistenza a parte Sakura e di conseguenza rivelare la presenza di Kurama  anche a Sasuke  fu difficile da mandare giù per Naruto che aveva paura del rifiuto dell’amico per avergli nascosto tale segreto. Sasuke, dal canto suo lo aveva guardato incredulo e sorpreso nel constatare che il suo amico era una persona più unica che rara. Infatti, nel regno di Konoah i Jurinchirichi, cosi chiamavano le persone come Naruto, li veneravano quasi fossero dei. Ovviamente c’era sempre chi invece li odiava, ma la maggior parte delle genti venerava, quasi, i Jurinchirichi Di conseguenza però anche Sasuke fu costretto a rivelare le sue abilità segrete dei suoi occhi all’amico utilizzando così il Rinnegan e lo Sharingan.

Quelle abilità i membri della famiglia reale le utilizzava raramente e solo quando era strettamente necessario perché sia il Rinnegan che lo Sharingan avevano conseguenze abbastanza gravi e Naruto ne fu testimone.

Il principe infatti, qualche attimo prima che loro fossero dichiarati i vincitori indiscussi della guerra, era scattato prontamente alle spalle di Naruto, per difenderlo dall’attaccato di un soldato avversario venendo così colpito al posto dell’Uzumaki sulla testa e sulle tempie.  Il colpo fu talmente violento che lo fece svenire costringendo Naruto, riscossosi dalla sorpresa iniziale per il gesto fatto dal principe, a mettere fine alla vita del soldato che aveva colpito alle spalle Sasuke.

Nella tenda dell’accampamento di guerra utilizzata dal principe e dal biondo, il medico uscì a capo chino afflitto.

“Mi dispiace infinitamente lord Uzumaki, ma il principe Sasuke è in gravissime condizioni, sembra che oltre alle ferite gravi e difficili da curare, egli abbia anche perso la vista.” esclamò il medico e il giovane Uzumaki sussultò. Ringhiando si rivolse a un loro soldato.

“Inuzuka, fai preparare i cavalli e la carrozza; riporto a casa il principe. Non ho alcuna intenzione di lasciare il principe in mano di medici ciarlatani! Mi occuperò personalmente a casa di trovargli un medico come si deve!” ringhiò Naruto a Kiba mentre le sue parole lanciavano una mal celata frecciatina al medico che aveva visitato Sasuke.

“Agli ordini!” esordì Inuzuka.

Qualche ora dopo Naruto e il principe che se ne stava dentro la carrozza addormentato erano di ritorno per Konoha.

Due giorni dopo il principe Sasuke era nella sua stanza di palazzo finalmente sveglio e con Naruto accanto.

“Maledizione!” ringhiò freddo come il ghiaccio Sasuke cercando di togliersi la benda dagli occhi. Naruto corse da lui.

“Sta un po’ fermo idiota! Sta calmo!” decretò serio il biondo.

“Calmo! Calmo! Naruto non ci vedo! Maledizione!” ringhiò Sasuke.

“Sto facendo il possibile Sasuke!” esordì Naruto ma il principe si infuriò e buttò il vassoio che aveva sulle ginocchia per aria.

“Vorrei vedere te in questa situazione! Ah, no fammi pensare, IO NON CI VEDO!” urlò Sasuke. “E ora Fuori di qua! Voglio stare solo!” concluse il principe con tono raggelante.

Naruto uscì dalla stanza del principe e si poggiò con le spalle alla porta.

“Dannazione!” ringhiò Naruto.

“Naruto?” si sentì chiamare il biondo e alzò il viso di scatto per trovarsi davanti due occhi neri come la pece e quasi tormentati.

“Si riprenderà?” chiese ancora la voce.

“Non lo so vostra altezz…” iniziò.

“Naruto!” lo richiamò

“Scusa, non lo so Itachi. Sta mattina sono passato da chi credo possa aiutarlo ma non c’era.” Sussurrò Naruto. Itachi sgranò gli occhi.

“Conosci qualcuno che può aiutare mio fratello? Ne sei sicuro?” chiese Itachi e Naruto annuì.

“Ma quando serve scompare sempre!” borbottò Naruto.

“Di chi parli?” chiese una voce arrivando alle spalle del figlio maggiore. Naruto si morse il labbro, non poteva assicurare la sua presenza se prima non le parlava.

“Mi spiace sire, ma al momento non posso dirle nulla almeno ch...” iniziò Naruto ma fu interrotto del re.

“Dimmelo Naruto!” esclamò il re serio. Naruto sospirò.

“Domani. Domani vi dirò tutto, ora devo andare…” esclamò il biondo prima di superare principe ereditario e re e uscire di corsa per andare a cercare l’unica persona che avrebbe potuto aiutare il suo migliore amico che sembrava una furia personificata.

 

Sakura era appena rincasata esausta e senza che nel suo corpo restasse un briciolo di energia anche solo per mangiare qualcosa. Era stata tutto il giorno in giro per i castelli nobiliari a prestare le sue cure mediche.

Prima era stata dagli Hyuuga, dove Neji le aveva chiesto di visitare la moglie Ten ten che da giorni era costretta a letto. La poveretta si era beccata un febbrone da cavallo, ma fortunatamente con le sue cure a poco a poco si stava riprendendo. Poi era passata al castello Nara, dove Shikamaru Nara le aveva chiesto di visitare suo padre. Il vecchio era molto stanco e bisognava di una cura lenta e graduale. Sakura gli aveva vietato di andare a cavallo e il vecchio si era lamentato tutto il tempo uscendosene con frasi tipo -che seccatura-. Ma lei faceva solo il suo lavoro e quello che diceva andava ascoltato. Infine come se non bastasse era dovuta andare a Suna, perché il principe Gaara non stava bene. Fortunatamente nulla di grave, lo aveva guarito subito e prescritto di non affaticarsi.

Adesso era finalmente a casa e si poteva rilassare. Tsunade l’aveva invitata ad una festa con Sai e lei aveva giusto due ore per sistemarsi, pulirsi e rilassarsi. Nonostante fosse più di un anno che frequentava Sai, la sua mente spessa vagava col pensiero al principe Sasuke e al cugino Naruto desiderosa di sapere se stesso bene.

Si fece un bagno caldo e ristoratore e appena uscì si sentì rinata. Stava per andarsi a vestire quando un violento bussare la fece irrigidire. Sospirando prese una lunga vestaglia rosa, tanto lunga che il dietro di essa strisciava a terra, se la mise in fretta, poi lentamente aprì la porta della sua umile dimora trovandosi a sgravare gli occhi incredula.

“N…Naruto…” balbettò nel vedere alla porta il cugino che aveva il respiro affannato.

“S..Sakura…” esclamò per poi prendere fiato. “Mi serve il tuo aiuto!” concluse e lei sgranò gli occhi incredula.

 

Tsunade se ne stava stesa tra le braccia del marito dopo aver fatto l’amore, quando una cameriera entrò nella stanza bussando.

“Perdonate padrone, è giunta una missiva dal palazzo!” disse la cameriera. Orochimaru annuì e la donna gli porse la lettera, poi scappò fuori dalla stanza in imbarazzo.

Orochimaru lesse la lettera e sussultò.

“Caro che succede?” chiese Tsunade.

“Il principe e lord Uzumaki sono ritornati dalla guerra.” Esclamò Orochimaru.

“Oh che bello!”

“No, Tsuna, il principe è cieco! Il re mi chiede se per caso conoscevo la persona che Naruto dice può aiutare il principe Sasuke.” Concluse Orochimaru.

“Oh Cavolo…”

“Esatto Tsuna, l’unica persona di tutti i regni vicini che può aiutare il principe Sasuke è…” iniziò Orochimau

“Sakura!” urlò Tsunade mettendosi seduta sul letto.

“Te lo avevo detto Tsunade, non avresti dovuto proporre Sai a Sakura. La bimba faticherà parecchio a stare a contatto con sua altezza, non solo per il carattere che Sasuke si ritrova, ma perché il cuore della nostra fanciulla è ancora innamorato!” esordì Orochimaru

“Oddio Orochimaru, che cosa ho fatto!” esclamò Tsunade mettendosi una mano sul cuore terrorizzata mentre cominciava a sudare. Il marito lasciò la lettera sul letto e strinse la moglie in un abbraccio di consolazione. L’amica della moglie stava per entrare nella tana del leone  e lo faceva con un orso del calibro di Sai che cercava di sedurla. Sakura era in un mare di guai.

 

To be continued.

 Eccomi qua! Tadan che ve ne è parso come capitolo? So che troverete Sasuke alquanto strano con i suoi scatti d’ira, ma è dovuto semplicemente alla sorpresa di essersi risvegliato cieco.

Be’, spero che il capitolo non vi abbia deluso, alla prossima Mei.

PS: Per favore fatemi sapere, le vostre recensioni per me sono importantissime mi spingono ad andare avanti con le storie.

A presto

MEi

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incontro ***


Buona sera ragazzi, per ora aggiorno a rilento tutte le storie perché ho il pc ad aggiustare e siccome sta sera dormo da un amica, lei mi ha prestato il suo pc e io ho deciso di aggiornare lord perfect, spero che questo capitolo non vi abbia deluso, come sapete è la prima storia ambientata un po’ nel tempo storico e con principi etc.…io non credo alla favola del principe azzurro…ma bè c’è sempre una prima volta per provare, fatemi sapere che ve ne pare di questo capitolo e alla prossima. La vostra Mei.

 

Capitolo 4

 

 

La giovane guaritrice dai capelli rosa confetto era rimasta letteralmente paralizzata nel trovarsi davanti il cugino dopo più di un anno che non lo vedeva e lui si presentava alla sua porta esordendo con frasi – Sakura, mi serve il tuo aiuto-.

Non si era azzardato né a salutarla, né a porgerle un sorriso, nulla di nulla.  La sua vita si racchiudeva in quella frase: Naruto chiedeva, lei accorreva.

“Naruto, ciao anche a te, si sto bene e tu?” chiese ironicamente Sakura al cugino che prontamente si portò una mano dietro la nuca grattandosela nervosamente, mentre ridacchiava e entrava nella piccola abitazione della cugina.

“Scusa Sakura e che è successo un casino!” esclamò Naruto accomodandosi sul piccolo divanetto poco distante dall’ entrata per poi osservare Sakura che avvolgeva il suo corpo in quella vestaglia che lasciava molto spazio all’immaginazione. Naruto arrossì e voltò la testa di lato quasi in imbarazzo.

“Naruto, che diavolo ti prende?” chiese la cugina osservando gli atteggiamenti e le movenze del biondo.  Naruto sembrava decisamente nervoso e non riusciva a stare fermo. A conferma della sua teoria, il giovane lord si alzò in piedi e iniziò a camminare avanti e indietro per tutta la lunghezza del salotto di Sakura.

La rosa inarcò un sopracciglio facendo qualche passo verso di lui. Naruto si fermò e guardò la cugina per poi arrossire nuovamente. Nell’arco di tempo che l’Uzumaki era mancato e non l’aveva vista, Sakura si era fatta più che bella.  Era bella e raffinata, gli occhi verdi sembravano occhi di praterie inviolate anche se Naruto notò una luce diversa in quegli stessi occhi che da piccoli sorridevano sempre; dentro gli occhi della cugina c’era come una strana scintilla di tristezza e rassegnazione.  Negli occhi di Sakura c’era un filo di angoscia e di sogni accantonati oltre che alla consueta voglia di lottare e realizzarsi.  Naruto non riusciva a capire perché proprio quel miscuglio di emozioni contrastanti si trovava dentro la cugina.  Sakura aveva ogni curva al posto giusto, il corpo snello e sinuoso. Il seno fasciato dalla sottile vestaglia era piccolo e sodo, una casa discreta, un lavoro che amava, mancava solo un uomo che l’amasse, ma Naruto non si sentiva pronto all’ idea che la cugina avesse un uomo e che lui dovesse dare la sua approvazione, quindi finché le cose stavano così, ovvero senza uomini tra i piedi, le cose andavano più che bene, anche se la curiosità di sapere cosa affliggeva Sakura era come una spina nel fianco. Naruto si ritrovò in difficoltà, non perché era attratto dalla cugina, ma la giovane si era fatta davvero bella e non sapeva quanto conveniva mandarla in un castello dove per lo più erano tutti maschi con sì e no tre femmine in tutto il castello e soprattutto da Sasuke, cieco, ferito, frustrato, con un caratteraccio e soprattutto molto solo da più di un anno. Ovvio in quell’ anno c’era stato lui con Sasuke, ma Naruto sapeva bene che il principe custodiva dentro di sé la maggior parte delle sue emozioni e che spesso si sfogava tramite il sesso. Naruto in quel momento si rese conto che era davvero un pericolo mandare sua cugina da un uomo come Sasuke. Deglutì a fatica.

Il giovane lord temeva di aver fatto un errore nel pensare a Sakura, ma non poteva nemmeno lasciare che il principe e suo migliore amico restasse senza cure e soprattutto non se lui conosceva la persona giusta che avrebbe potuto curarlo.  Naruto si sentiva emotivamente frustato e confuso.

“Sakura…non so se faccio bene a chiederti ciò!” sospirò l’Uzumaki lasciandosi cadere nuovamente sul divano con le spalle ricurve come se su esso portasse un macigno.

“Tu dimmi, poi valuteremo!” gli sorrise la guaritrice per poi andarsi a sedere al suo fianco sul divanetto accanto a lui. Naruto la guardò serio e calmo. Sakura si stupì di ciò e chiese timidamente.

 “Milord si può sapere che avete? Perché mi guardate così?” chiese Sakura confusa prima di tapparsi la bocca con una mano e con l’altra stringendosi maggiormente al corpo la vestaglia. Lei non si era mai rivolta al cugino utilizzando termini come vostra signoria, o milord, semplicemente perché non c’era abituata e nonostante ormai da un paio di anni Naruto era lord, lei non riusciva a chiamarlo con i giusti termini nobiliari, ma a lui sembrava non dare fastidio, allora perché il quel momento aveva usato con lui l’appellativo di milord? Sakura lo guardò sorpresa e così anche Naruto. La guardò con quello sguardo di chi era appena stato ferito.

“Sakura…” iniziò incredulo Naruto allontanandosi da lei.

“Oddio. Io… perché l’ho chiamato con l’appellativo nobiliari?” si chiese più a se stessa che a lui. Naruto si era quasi spiaccicato al muro.

“Perché non mi conosci più! Perché non mi senti più vicino a te. Sakura, un anno fa questo effetto!” chiese Naruto ferito. Sakura chinò il viso e si mise ad osservare i suoi piedi nudi.

“Non è un anno Naruto, è da quando sei entrato al servizio della famiglia reale che ti sei allontanato da me…e....” iniziò Sakura titubante e con le guance rosso peperone.

Naruto drizzò le spalle e si avvicinò a lei prendendola per le spalle e la costrinse a guardarlo negli occhi.

“Guarda, non è mica solo colpa mia eh! Anche tu Sakura ti sei allontanata da me! “Esclamò l’Uzumaki e Sakura arrossì ancora di più.

“Naruto io non sono nobile!” esclamò Sakura e per Naruto quello fu un pugno. “Potrei esserlo però con Sai, se lo sposassi… ma non so, non lo amo…ma tanto chi amo non lo avrò mai.” continuò la rosa parlando con se stessa e non con Naruto. Infatti Sakura aveva chiuso gli occhi con fare riflessivo.

“Cosa? Aspetta un secondo! Tu mi stai dicendo che ti sei allontanata da me perché credi che non essendo nobile il mio rango nobiliare ne risentirebbe?” chiese incredulo e indignato Naruto. Sakura lentamente annuì.

“Spero vivamente che tu non ti sei davvero allontanata da me per questa grandissima cavolata colossale? Il mio rango io me lo sono guadagnato se ti ricordi bene, non ci sono nato!” urlò Naruto

“Potrei sposare Sai allora?” sospirò affranta la rosa.

“Cosa? Ma mi vuoi davvero far incazzare e uscire dai gangheri? Tu credi che non saresti la benvenuta a casa mia se non hai titolo? Tu credi che io guardi a queste futilità?  Tu sposare qualcuno che non ami? Sakura tu non sei questa persona, ti conosco bene non sposeresti mai qualcuno per un titolo nobiliare men che meno quel Sai. No, Sakura non ci credo… dimmi la verità.” Esclamò Naruto furioso prendendo per le spalle la cugina e scuotendola con vigore. Sakura sollevò il viso inondato di lacrime e urlò.

“Non voglio restare sola Naruto! Non voglio che anche tu mi lasci. Non voglio perderti! Non posso avere l’amore della mia vita, e questo l’ho accettato, ho accettano di non avere l’amore, ma non posso accettare di perdere anche la famiglia. Ti prego …Naruto…” urlò Sakura piangendo per poi buttarsi sulla sua spalla e piangere tutte quelle lacrime che mai in vita sua aveva versato. Lacrime di paura, lacrime di rassegnazione, lacrime d’amore, lacrime di speranze perdute…lacrime…lacrime…lacrime…

“Sakura…non so se faccio bene a chiederti ciò!” sospirò l’Uzumaki lasciandosi cadere nuovamente sul divano trascinandosi Sakura con se e mettendosela in braccio per stringerla e coccolarla.

“Intanto ti devo milioni di scuse e ti prometto…ti prometto Sakura che non ti lascerò più sola, anzi verrai a vivere al mio palazzo ti va?” chiese Naruto stringendosi la cugina che non la smetteva di piangere e di singhiozzare.

Naruto non poteva chiederle in quel momento nulla. Mai al mondo si sarebbe immaginato che la sua piccola stellina Sakura soffrisse la sua mancanza. Si era comportato da perfetto menefreghista, ma da quel giorno le cose sarebbero cambiate. Naruto aveva il suo palazzo e si era sentito un idiota a permettere a Sakura di vivere in quella casa, si discreta, ma era una casa dove ci si sentiva soli, quando lui aveva a disposizione un castello enorme in cui ci viveva solo lui, i suoi genitori, anche se spesso in viaggio, e la servitù, mentre li Sakura  era sempre sola e di tanto in tanto l’andava a trovare Ino se non era impegnata con il lavoro. Le cose dovevano cambiare.

“D…davvero??” balbettò Sakura e lo guardò con occhi lucidi e speranzosi. Naruto sentì una fitta allo stomaco per non aver pensato prima a quella soluzione. Lentamente annui e Sakura si strinse a lui sorridendo.

“Grazie…Grazie Naruto!” sussurrò la rosa piangendo sul collo del cugino. Naruto la strinse forte.

“Scusa se ti ho fatto soffrire, prometto che non ti abbandono. Ma Sakura un anno fa perché non sei venuta a salutarmi…potevo non esserci oggi qua…” sussurrò con un filo di voce Naruto facendo irrigidire e quasi smettere di respirare Sakura. Si diede dell’idiota per aver ricordato alla cugina i pericoli della guerra.

“Scusa…non volevo insinuare nulla” sussurrò ancora Naruto. Sakura scosse la testa in segno di negazione

“Sono venuta, tu eri già partito da dieci minuti…” sussurrò Sakura. Naruto ringhiò.

“Oh! Cavolo! Maledetto Sasuke!” esclamò l’Uzumaki a quel nome Sakura si irrigidì e smise di respirare per un attimo, quel tanto che bastò a Naruto per scostarla da se.

“Che succede?” chiese Naruto ma Sakura scosse la testa e si avvicinò a lui per dargli un bacio sulla guancia e Naruto arrossì come un peperoncino e sorrise imbarazzato.

“Ora che sei qui, va tutto bene!” sussurrò leggermente rossa in viso Sakura. Naruto sorrise ma sospettava che la cugina gli nascondesse qualcosa.

“Cos’è questa storia di Sai?” chiese Naruto e Sakura chiuse gli occhi sospirando.

“Mi ha chiesta in moglie” sussurrò. “Ora che sei tornato vorrebbe chiederti se può avere la mia man..”

“Non se ne parla!” esclamò Naruto e Sakura sussultò

“Perché?” chiese Sakura

“Perché non lo ami!” concluse Naruto.

“Naruto per me l’amore è off limits “sussurrò Sakura.

“NO!”

“Naruto è un buon partito e non peserei più sulle tue spalle e quelle degli zii. Dai!”

“NO, Sakura e non transigo!”

“Aspetta di conoscerlo almeno!” esclamò Sakura e Naruto sbottò

“NO!” esordi Naruto staccandosi da lei e sbuffando. Sakura sospirò. Gliene avrebbe riparlato più in la a mente lucida e senza pianti precedenti e magari la prossima volta facendo attenzione a non rivelare al cugino che non amava Sai se non sarebbe rimasta zitella a vita e sempre gravosa sulle spalle di zio e cugino e questo non le andava più. Anche se aveva un lavoro e un buon guadagno i soldi non le davano tutto quello che serviva per non essere un peso.

“A proposito Saku!” la richiamò Naruto mentre con una mano le carezzava i capelli.

“Poco fa ai detto che hai rinunciato all’amore, ma perché?” chiese Naruto e Sakura sussultò.

“Non ho detto questo. Solo che anzìchè vivere di illusioni voglio sposare un partito sicuro, tanto quello che si fa tra le lenzuola lo si fa anche se sei innamorata o meno!” disse Sakura con rassegnazione e Naruto si irrigidì.

“Sakura qualcuno ha abb…”

“No, no, ma che vai a pensare e poi lo sai che so difendermi, tu e lo zio mi avete insegnato molto! Esclamò Sakura stringendo la mano del cugino sulla sua pancia che aveva stretto le sue vesti nel pugno, poi gli sorrise, alzandosi dalle sue gambe e guardandolo negli occhi sorridendo. Sakura non sapeva perché ma la visita di suo cugino, il fatto di sapere che le aveva proposto di trasferirsi da lui, il fatto di poter stare di nuovo con la sua famiglia la rendeva felice ed euforica.

“Ti preparo da mangiare, cosa vuoi?” chiese Sakura e Naruto stava per aprire bocca quando lei sollevò una mano.

“Non me lo dire: Ramen!” esclamò Sakura prima di scoppiare a ridere con Naruto mentre lui annuiva e li si metteva ai fornelli. Naruto la seguì in cucina.

“Ma dimmi Naruto, per cosa ti serve il mio aiuto?” chiese Sakura voltandosi verso i fornelli.

“Ahhh vero, me lo ero scordato!” esclamò Naruto mentre Sakura finiva di preparare il ramen e lo versava nel piatto e glielo porgeva. Naruto iniziò a mangiare all’ istante senza nemmeno aspettare che lei si servisse la sua porzione.  Gli sorrise riconoscendo la solita sbadataggine e i soliti modi di fare del cugino e sorrise voltandosi verso di lui con il suo piatto pieno di ramen in mano.

“Il principe Sasuke è stato gravemente ferito in guerra ed è rimasto cieco…Sakura a me e alla famiglia reale serve il tuo aiuto per guarire Sasuke! Per favore Sakura solo tu lo puoi guarire e ridargli la vista” esclamò Naruto serio. A Sakura cadde il piatto di mano e iniziò a tremare. Il suo peggiore incubo si stava avverando. Sasuke gravemente ferito.

“S…Sua maestà sta bene? È in pericolo di vita?” chiese Sakura e Naruto scosse la testa.

“Non lo sappiamo Sakura. Ha la febbre di continuo, non ci vede e le ferite non si cicatrizzano e non coagulano. Il medico di frontiera l’ha dato per cieco e per spacciato!” esclamò Naruto ringhiante. Sakura raccolse il piatto da per terra e lo buttò nel lavabo.

“Nessuno si azzardi a dare del spacciato a Sasuke se prima non passa per le mie mani!” esclamò risentita Sakura e Naruto inarcò un sopracciglio confuso.

“Sakura??” la guardò incredulo e Sakura arrossì.

“No, cioè è sempre il principe e merita le cure migliori e io sono la migliore!” esclamò Sakura salvandosi in contropiede. Se Naruto avesse scoperto i sentimenti che nutriva per il principe l’avrebbe presa di certo per folle.

“Allora sei disposta a prestargli le tue cure?” le chiese Naruto e lei annuì

“Sakura sei fantastica. Finiamo di mangiare e andiamo al castello!” esclamò Naruto.

Sakura sussultò e annuì poi un forte bussare alla porta fece sussultare i due all’ interno della stanza. Sakura inarcò un sopracciglio sperando vivamente che non fosse Sai.

Sakura si domandò come avrebbe fatto a sganciarsi da quel ballo.

“Nar...Naruto ecco sta sera io avrei un impegno…sono stata invitat...” iniziò Sakura ma un altro violento bussare la fece sussultare.

“Sakura?” iniziò Naruto guardandola dubbioso

“Naruto sono stata invitata al ballo di lady Tsunade e suo marito ...ecco…”

“Nonna Tsunade ha indetto un ballo??” esclamò Naruto incredulo.

“Sono cambiate tante cose Naruto, adesso Tsunade è sposata e a un figlio e un altro in arrivo!” esclamò Sakura sorridendo

“Come? prego? Scusa? Sposata e chi cavolo se l’è presa la nonnina e per di più con figli??” esclamò incredulo Nasuto.

“Ehm, Orochimaru …suo marito è un uomo così a mod…”

“Cosa? Frena! Orochimaru, lo scienziato di corte è…è il marito di nonna Tsunade? Cavolo ma in quest’ anno me ne sono perso di cose!”

“No, Naruto, sono sposati da due anni ma eri troppo impegnato con i preparativi della guerra per accorgertene e…” iniziò Sakura ma fu interrotta da un altro colpo alla porta.

“Ah…cavolo Naruto devo dirti anche un'altra cosa…io…no…Fermo non andare ad aprire Naru…asp...” urlò Sakura ma fu troppo tardi. Lord Uzumaki apri la porta e quello che si trovò davanti lo fece irrigidire e poi infuriare e infine voltarsi verso Sakura.

“Sakura, dannazione!” esclamò Naruto e lei abbassò gli occhi. Naruto si voltò verso l’uomo alla porta.

“Kizawa!” esclamò con stizza Naruto

“Uzumaki!” esordi con un ghigno l’uomo sulla porta “Speravo crepassi in guerra!”

Sakura sgranò gli occhi sentendo quelle parole e si irrigidì. Con passo spedito si diresse alla porta.

“Spiacente di deluderti Kizawa, ma sono vivo e vegeto e ti assicuro molto pericoloso!” disse Naruto freddo e spietato come il ghiaccio e un ghigno malefico sul volto, ghigno che Sakura non gli aveva mai visto faceva addirittura paura, ma suo cugino aveva un controllo di se stesso e una freddezza e spietatezza che metteva paura infatti Sai indietreggiò di qualche passo.

“S…Sakura sei pronta ad andare?” chiese Sai rivolto a Sakura. Naruto afferrò la vita di Sakura e ringhiò

“Stai lontano da mia cugina Kizawa o te ne pentirai!” esclamò

“È finita Sai!” esclamò Sakura

“Cosa? Perché?” chiese Sai incredulo mentre Naruto la osservava incredulo.

“Tu stavi con lui Sakura?” esclamò Indignato Naruto ma Sakura lo ignorò e rispose.

“Hai augurato la morte a mio cugino e l’unica cosa che proprio non mi devi toccare è proprio Naruto e la mia famiglia o per me sei morto e tu sei appena morto per me semplicemente per quello che hai augurato a Naruto ora sparisci!” esclamò Sakura indignata.

Sai ringhiò.

“Te ne pentirai Sakura è una promessa!” esclamò Sai prima di voltarsi e andarsene. Non appena Sai se ne fu andato Naruto la guardò con un’espressione tra il deluso e l’orgoglioso.

“Solo perché è un conte ti volevi vendere a una persona del genere…perché Sakura?” esclamò Naruto

“Perché chi amo sul serio non lo potrò mai avere!” sussurrò Sakura e Naruto sgranò gli occhi.

“Chi ami? Sakura chi ami?” chiese Naruto con gli occhi fuori dalle orbite. Sakura sbiancò.

“N…nessuno...nessuno.”

“Sakura! Lo conosco ?” Chiese Naruto come a richiamarla.

“Non posso dirtelo Naruto… non posso!” esclamò Sakura. “Ora andiamo da sua maestà!” esclamò Sakura correndo a vestirsi.

 

Naruto si sedette sul divano a tormentarsi di domande mentre attendeva che la cugina fosse pronta. Doveva assolutamente capire chi era l’uomo di cui si era innamorata la cugina e che si era azzardato a rifiutarla facendole perdere la fiducia nell’amore e la speranza di poter avere nella propria vita l’uomo che si ama. Niente per Naruto era impossibile e avrebbe fatto di tutto per scoprire chi era l’uomo che sua cugina amava, e capire cosa di conseguenza lui non amava di lei. Per Naruto Sakura era perfetta in tutto, era letteralmente quasi impossibile non innamorarsi di lei.

Certo Sakura non aveva un carattere facile e bisognava capire come prenderla, ma dubitava che per quel piccolo particolare qualcuno potesse ferirla tanto da farle rinunciare all’ amore. Naruto si auto fece una promesse, avrebbe scoperto l’uomo di cui era innamorata sua cugina e avrebbe fatto di tutto affinché Sakura fosse finalmente felice.

 

Nella sua camera da letto Sakura non poteva minimamente immaginare i pensieri di suo cugino Naruto, né quello che aveva in mente il giovane lord per la cugina.  Sakura se l’era vista brutta, per poco Naruto non scopriva che l’uomo che amava era il suo migliore amico nonché principe minore di Konoha.

Sakura se ne stava lì davanti il suo armadio indecisa su che abito mettere per effettuare il suo primo incontro con il principe. Il solo pensiero che Sasuke stesse male, che era gravemente ferito, cieco e emotivamente scosso minavano quella specie di tranquillità interiore che Sakura si era creata nei confronti di Sasuke. A lei bastava sapere che Sasuke stava bene per essere felice e invece quel giorno Naruto si era presentato a casa sua con la peggiore notizia che le poteva dare, a parte la morte sua o del principe.

Venire a sapere che proprio Sasuke era in pericolo e che era rimasto cieco, e lei sapeva, tutti sapevano quanto erano importanti gli occhi per la famiglia reale di Konoha.

Erano anni e anni che ormai studiava e creava cure per le malattie degli occhi degli Uchiha ed era arrivata a buon punto, sapeva più cose lei sul conto cure per gli Uchiha che gli Uchiha stessi. Nessuno a Konoha sapeva di questi suoi studi e ricerche e mentre si cambiava si chiese come mai Naruto fosse venuto proprio a cercare lei per curare gli Uchiha. Si chiese se per caso lui avesse scoperto il suo innaturale interesse per le cure Uchiha. E se così fosse avrebbe dovuto dargli parecchie spiegazioni sia a lui che in un eventuale futuro a tutti i membri della famiglia reale, ma lei non sopportava l’idea che anche un solo membro Uchiha, e in particolare Sasuke, stesse male e ci fosse il rischio che cure non ne esistessero, così si era ripromessa di creare cure specifiche per gli Uchiha e non ma spesso ciò comportava  un utilizzo eccessivo del suo chakra e di fare esperimenti su di se significativamente dolorosi per testare l’efficacia di quelle cure e adesso le si presentava anche l’occasione  di stare a stretto contatto con Sasuke, il suo amore e che era pure un Uchiha e quindi a contatto con il suo chakra così da poter capire cosa mancava alle sue cure e medicine.

“Sakuraaa sei pronta!” urlò Naruto

“Arrivo Naruto!” urlò lei di rimando.

Velocemente indossò un vestito lungo e blu. Molto semplice e comune con le spalline in voilà poi sopra la vita una cinta di stoffa che si drappeggiava su un fianco. Infilò un paio di sandali con un leggero tacchetto, prese la sua borsa che era quasi più grossa di lei, con tutto il materiale che le serviva per la visita e si diresse di nuovo dal cugino.

“Ah. Sakura sembra che ti stai portando dietro un ospedale, oggi è solo una visita. Ti ricordo che ti devi trasferire da me e io abito proprio affianco al palazzo, non credo che portarti tutte queste cose possa esserti di un qualche aiuto.” esclamò Naruto specchiando i suoi grandi occhi blu in quelli verdi e luminosi di lei. Sakura si rassegnò e lasciò cadere a terra la grande borsa e Naruto sgranò gli occhi.

“Oh, Wow. Meno male che Sasuke non ci vede se no gli avresti fatto prendere un infarto. Sakura sei stupenda!” esclamò serio Naruto e Sakura sorrise leggermente. Si era messa la prima cosa a caso che aveva trovato e Naruto era sempre pronto a fare i complimenti anche se addosso si metteva uno straccio e una pezza vecchia.

“Non ci casco più Naruto, ogni volta che mi cambio mi fai questo genere di complimenti e ormai capisco che sono vestita troppo ordinaria, ma non mi importa, come hai detto tu il principe non ci vede!” esclamò Sakura seria e Naruto sgranò gli occhi. Avrebbe dovuto fare l’abitudine a vedere negli occhi della cugina quella rassegnazione? Lei davvero si sentiva così brutta. La vide mettere in testa un foulard per coprire i suoi capelli rosa, di cui si vergognava parecchio, Naruto ormai aveva imparato a capire il perché di certi capi d’abbigliamento di Sakura.

“Sakura, togli quel foulard, hai dei capelli stupendi e...”

“No Naruto non lo tolgo e finiscila di dirmelo ogni volta, il foulard resta li dove sta!” esclamò Sakura dopo aver accuratamente legato il suoi lunghissimi capelli e nascosto i fili ribelli sotto quella sottile stoffa.

“Sakura…” sospirò Naruto rassegnato, poi la prese a braccetto e insieme si diressero verso la carrozza di Naruto e poi al palazzo del re.

 

Durante il viaggio Sakura era dannatamente nervosa, tanto da cominciare a torturarsi le mani e a mangiucchiarsi le unghia. Naruto sospirò.

“Sakura, il re è una brava persona, anche Itachi lo è…Sasuke…bè…Sasuke...” sussurrò Naruto facendo una piccola smorfia come di sofferenza al solo pronunciare il nome di Sasuke. Sperava solo di aver fatto la scelta giusta a mandare Sakura davanti a Sasuke. Lui sapeva quanto il suo migliore amico sapeva essere…insopportabile.

“Non ti preoccupare Naruto, andrà tutto bene sono brava nel mio lavoro no e poi il principe non può vedermi!” esclamò Sakura.

“Si, lo so, Sakura, ma sono proprio i suoi occhi che principalmente devi curare…per lui…per me è importante. Sasuke senza vedere si sente vuoto e io non sopporto di vederlo così…ti prego Sakura so che sarà difficilissimo sopportarlo, ma salvalo!”

Difficilissimo sopportalo? Ma dalla volta che l’aveva salvata Sasuke era cambiato tanto? Che gli era successo? Se quello che diceva Naruto era vero lei avrebbe dovuto prepararsi al peggio, non solo nell’ avere a che fare con lui, ma anche con l’avere a che fare con il suo cuore perdutamente innamorato.

Arrivarono al palazzo e la cosa che soprese Sakura fu che ad aprire non fu certo il maggiordomo ma il re e il principe ereditario, Itachi, in persona.

“Naruto…Sasuke è…è...., oddio ragazzo dimmi che hai trovato quel medico. Dimmi che hai trovato il medico che può curare mio figlio!” esclamò sua altezza reale il re Fugaku Uchiha. Sakura sgranò non appena vide il re decisamente provato.

“Vostra maestà, vi presento mia cugina Sakura Haruno e…”

“Sakura Haruno?” esclamò Itachi incredulo

“Oh per tutti i Kami siete proprio voi! Mi è giunta notizia giusto sta mattina del vostro successo nelle terre di Suna per il principe Gaara!” esordì Itachi e Sakura arrossì. Naruto sorrise mettendo una mano sulla schiena della cugina. Fugaku la osservò e notò il foulard che portava in testa la giovane guaritrice.

“Perché il foulard mia cara?” chiese il re mentre Naruto si sbatteva una mano in faccia.

“Lasciate stare vostra altezza, su questo punto mia cugina è di coccio. Odia i suoi capelli!” esordì Naruto e Sakura lo fulminò con lo sguardò prima di dargli un gran pugno in testa

“Sta zitto cretino!”

“Ahi ahi ahi…sempre manesca Sakura!”

“Sempre idiota Naruto!” sbuffò Sakura e Itachi sorrise.

“Padre non so perché ma ho proprio la sensazione che Sakura possa davvero aiutare Sasuke. In tutti i sensi!” esordì Itachi all’orecchio del padre e quest’ ultimo annuì.

“Se volete seguirmi vi porto da Sasuke!” esclamò Fugaku e a Sakura quasi mancò l’aria. Il momento di avvicinava, presto avrebbe visto Sasuke.

Con passo lento e controllato seguì il sovrano e dietro di lei il principe ereditario e suo cugino.

 

Sasuke se ne stava seduto sul suo letto, gli occhi chiusi, i pugni serrati, un angoscia dentro terribile. Da quando era diventato cieco tutto attorno a lui era più amplificato, odori, suoni , gusto, tatto…tutti i sensi si stavano sviluppando in maniera incredibile, tutti tranne uno, la vista, il senso che a lui serviva maggiormente. Sasuke si lasciò cadere pigramente sul letto ricordando l’unica donna che l’aveva colpito, l’unica donna con particolarissimi capelli rosa, e che era riuscito a salvare da alcuni marmocchi, ma da quel giorno anche in giro per Konoha non l’aveva più vista, non aveva più visto quei splendidi capelli rosa e quegli occhi verde smeraldo. Dopo che era stato presentato sembrava che la piccola bambina fosse sparito nel nulla e Sasuke era ormai rassegnato a vivere la sua vita a metà. Vivere in quel fuggevole ricordo senza riuscire a trovare via d’uscita. Ed ora ritrovare quella fanciulla dai capelli rosa gli era praticamente impossibile essendo diventato cieco.

Sasuke diede un pugno al muro fracassandosi la mano ma non fece caso al dolore perché era nulla al confronto al dolore che provava dentro. Si sentiva vuoto, senza un obiettivo…aveva appena perso tutto.

Strinse i denti e ispirò profondamente per non urlare la sua rabbia la sua frustrazione il suo dolore profondo.

Sentì bussare alla porta e sussultò.

“Chi è?” esclamò freddo, tagliente e pungente. Ormai la servitù vi si era abituata a i suoi modi e a lui non andava più di mostrare il pizzico di gentilezza che mostrava loro prima di perdere la vista. Lui non aveva più nulla, perché essere gentili con il prossimo e soprattutto con chi poteva realizzare i suoi sogni.

La porta si aprì.

“Quanta gentilezza Sasuke!” esclamò il padre serio e Sasuke sbuffò indignato. Non vedeva una mazza, non distingueva nulla, nemmeno luci e ombre, ciò era dannatamente frustante.

“Ehi amico!” esclamò Naruto allegro.

“Vattene tu!”  Disse freddo e calcolatore al suo amico. Per ora non riusciva ad avere nulla a che fare con Naruto, provava un invidia nei confronti di Naruto che quasi lo faceva stare male. Non perché era diverso da prima ma solo per il fatto che lui era in grado di vedere, che lui poteva correre dietro ai suoi sogni, che lui poteva trovare l’amore. Non che trovare l’amore per lui fosse al primo posto, ma voleva disperatamente essere amico di quella bambina, adesso divenuta ragazza dai capelli rosa. Aveva visto in lei una forza, uno spirito di sacrificio, un coraggio che mai aveva visto in nessun altra bambina e voleva capire se con il tempo aveva mantenuto quel carattere.  Provava una profonda stima e un profondo rispetto per quella bambina conosciuta per caso ma che aveva mostrato una forza interiore fuori dal normale.

“Avanti Sasuke, ho trovato il medico che può curarti!”

Sasuke non rispose e Sakura faceva a mala pena fatica a respirare si trovava a meno di dieci metri da lui ed era diventato molto più bello di quanto ricordasse. Aggiustò meglio il foulard nero sopra la testa, e deglutì osservandolo. I suoi lineamenti erano leggermente marcati, sul mento cresceva un iniziò leggero di barba. Il corpo possente e muscoloso, tonico e dannatamente sexy, i capelli neri e scomposti, il petto fasciato così come anche le braccia, il collo e le gambe, sull’addome la fasciatura era sporca di sangue così come anche quella alla testa. Sakura aveva l’acquolina in bocca, ma resistette alla tentazione di saltargli addosso.

Deglutendo si fece forza e fece qualche passo avanti affiancando Naruto accanto al letto di Sasuke che voltò la testa di scatto appena sentì l’avvicinarsi di passi che a quanto pare non aveva mai udito e che non conosceva. Prese un profondo respiro e sussurrò.

“Buona sera vostra altezza, mi chiamo Sakura Haruno e sono qui per provare a curarla!” esclamò Sakura sperando che il suo tono di voce sembrasse sicuro quando in realtà si sentiva più un pulcino spaurito davanti un terribile e bellissimo e maestoso leone.

Sakura aveva trattenuto il respiro, non solo per i suoi lineamenti virili e per la sua vicinanza a lei, ma per la sua espressione. Nonostante avesse gli occhi fasciati il suo viso. Le linee che gli solcavano la fronte e le labbra serrate era segno di dolore e sofferenza. Lui aveva chinato leggermente la testa di lato, incurvato le spalle, e le aveva percepito la sua infelicità come fosse la propria ed era soffocante. Il senso di solitudine che lui emanava era tangibile. Poi il suo sussurro la gelò.

“Sparisci!” esclamò Sasuke tra un misto di freddezza e dolore. Sakura provò una stretta al cuore ma si fece forza e si voltò verso gli altri dentro la stanza.

“Lasciateci soli!”

“Sakura!” esordì Naruto.

“Avanti Naruto… non preoccuparti!” esclamò

“Bah Sakura chi ti capisce è bravo!” esclamò Naruto prima di uscire seguito da Itachi e Fugaku. Sakura si voltò verso Sasuke ed esclamò.

“Perché sento che il tuo cuore è tormentato?” chiese Sakura. Sasuke non rispose , rimase lì fermo sul letto talmente immobile che Sakura temette avesse smesso di respirare. Deglutendo fece qualche passo verso di lui e appena giunse vicino al sul letto vi ci sedette sopra. Lui la percepì ma nemmeno si voltò verso di lei.

“Ti ho detto forse che potevi avvicinarti? Che potevi sederti sul mio letto?” esclamò l’Uchiha ma lei lo ignorò e appena lei cercò di togliergli le fasciature agli occhi lui le afferrò di scatto il polso e si voltò verso di lei anche se non poteva vederla.

“O che potevi toccarmi!” esclamò freddo come il ghiaccio e quasi spaventato Sasuke e Sakura tirò di nuovo a se la sua mano e lo guardò intimorita. Che diavolo era successo a Sasuke per quei modi di fare, per quella sofferenza e per quella paura di essere toccato? Sakura se ne stava lì immobile seduta sul suo letto e che lo guardava in viso anche se lui non poteva vederlo. Lo percepiva, qualcosa dentro Sasuke era rotto. Si, ma cosa? Non era proprio sicura che il suo problema principale fossero gli occhi

 

To be continued

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** salvavita ***


 

 

BUONA SERA SIGNORI E SIGNORE, ECCOMI QUA CON UN ALTRO CAPITOLO DI LORD PERFECT E SPERO CHE VI PIACCIA. dA OGGI POSSO DARVI LA DATA DI AGGIORNAMENTO DI QUESTA STORIA.  OVVERO OGNI DOMENCA CI SARà UNA NUOVA PUNTATA DI LORD PERFECT. SPERO CHE QUESTA STORIA VI STIA PIACENDO E CHE MI FACCIATE SAPERE.

RECENSITE RECENSITE...LE VOSTRE RECENSIONI PER ME SONO IMPORTANTISSIMEEE

ALLA PROSSIMA LA VOSTRA MEI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sakura aveva trattenuto il respiro per tutto il tempo in cui il principe l’aveva afferrata per il polso e gli aveva rivolto quelle parole cruenti e fredde, poi lentamente lo vide lasciarla con una lentezza e una rassegnazione che colpirono nel profondo il cuore della giovane. Sembrava quasi che il principe si fosse rassegnato a vivere con quella tristezza nel cuore che lo stava a poco a poco uccidendo. 

Sakura non riusciva a smettere di osservare i lineamenti virili del giovane principe e la leggera luce che entrava nella stanza dalla finestra gli davano un area eterea.  Sembrava quasi un angelo. La pelle pallida entrava in contrasto con i capelli più scuri della pece, il corpo scolpito, la labbra leggermente carnose e umide, il volto segnato dal dolore ma anche di un misto di saggezza e spietatezza, lo facevano apparire quasi un dio. Il dio della guerra precisamente.

Sakura sentì le guancie diventarle rosse e il cuore perdere più battiti di quanti ne avesse mai persi in vita sua. Il desiderio di appropriarsi delle labbra del principe la stava torturando, così come la voglia di toccarlo, di sentire sotto le sue mani la consistenza di quei muscoli e sentire al tatto quanto liscia e sublime fosse la sua pelle. Le gote le si imporporarono maggiormente rendendosi conto dei pensieri poco casti che la sua mente aveva preso a fare osservando la bellezza di Sasuke e si ritenne dannatamente fortunata che lui non potesse vederla.

Il moro si era mosso e chinato leggermente su se stesso mormorando qualcosa di incomprensibile, poi Sakura lo notò.  Si era messo una mano sul fianco sinistro e l’espressione del suo viso era mutata in una smorfia di dolore. Abbassando gli occhi sul fianco dell’uomo steso sul letto, Sakura emise una piccola esclamazione di terrore. La benda era piena di sangue e probabilmente con il movimento brusco che aveva fatto per bloccarle il polso, la ferita gli si era riaperta.

Sakura gli scostò con forza la mano dal fianco beccandosi un ringhio da parte del principe, ma lei non era una di quelle sciacquette che si facevano intimorire tanto facilmente. Mise da parte le sue emozioni per tornare ad essere la guaritrice professionale di sempre.

“Ti avevo detto di non toccarmi!” la rimproverò glaciale il principe e le mise una mano sulla spalla per spintonarla via. Sakura però sta volta riuscì a bloccarlo.

“Vostra altezza, il medico sono io  e voi avete urgente bisogno di cure, quindi gradirei che mi lasciaste fare il mio lavoro e che ve ne stiate buono e calmo almeno fin quando non avrò terminato! “ esclamò Sakura risoluta togliendogli la mano dalla spalla per poi spingere verso il letto un Sasuke senza fiato .

“Toglimi le mani di dosso donna! Non ho bisogno del tuo aiuto! Dimmi un po’ chi ti ha chiamato ? E’ stato mio padre? Mio fratello? O quell’idiota del mio migliore amico!” decretò gelido Sasuke utilizzando le mani per evitare che Sakura lo toccasse.

Sakura stava cominciando a innervosirsi e non poco. Il principe sembrava persino più capriccioso e cocciuto del cugino quando era ferito. Ormai però lei era abituata a quelle reazione e a quell’ orgoglio smisurato. Maschi come Naruto e Sasuke mettevano al primo posto l’orgoglio e farsi vedere doloranti e bisognosi di cure non rientrava nel loro codice genetico.

La rosa sospirò ma non si arrese giungendo a mettere le mani sulla fasciatura all’ addome del principe. Purtroppo lui si mosse in malo modo e Sakura premette  troppo sulla ferita e il guaito di dolore del principe seguito dal suo urlo la fecero infuriare.

“Maledizione donna non mi toccare!” urlò spietato rimettendosi seduto di scatto.

Sakura però ormai era furiosa. Lo spintonò sul letto facendolo gemere di dolore e tossire vistosamente.

“Senti qua marmocchio, non fare l’infantile! Hai bisogno di cure e io sono qua! Ti stai comportando come un bambino capriccioso cui la mamma deve obbligare a fare qualcosa…continua così e morirai. “ urlò Sakura.

“Chi se ne frega! ” esclamò rassegnato e dolorante il principe. Sakura sgranò gli occhi incredula. Il principe era ferito gravemente e non solo nel corpo ma anche nell’anima se desiderava la morte. Le ferite del corpo non gli facevano poi così male, ma c’era qualcosa dentro di lui che lo stava uccidendo. Lentamente.

“Vuoi morire?” chiese lei iniziando a infondere il suo chakra in lui curandolo e risanandogli tutte le ferite profonde che il suo corpo aveva e che a quanto pareva il medico di frontiera aveva ben pensato di lasciarlo dissanguare. Finì di curarlo e attese che lui rispondesse alla sua domanda,  ma lui non le rispose e Sakura perse completamente la pazienza.

“Hai tutto quello che un uomo possa desiderare. Tutto! Una famiglia che ti ama, amici che darebbero la vita per te,  sei il principe e i soldi non ti mancano, sei valoroso e un ottimo combattente. Hai il piccolo problema agli occhi, ma io posso curarti, solo che come con Naruto, il tuo maledetto orgoglio ti impedisce di chiedere soccorso. Se veramente vuoi sapere cos’è la sofferenza ti invito a vivere un giorno la mia vita, poi giudicherai! Ora statti zitto e lasciati curare. Se vuoi morire fa pure, ma non azzardarti a farlo davanti a me e a lamentarti che la tua vita fa schifo. Se deciderai invece di auto salvarti e chiedere soccorso, chiedi a Naruto lui saprà dove trovarmi…fino ad allora Uchiha… fatti un esame di coscienza!” concluse Sakura fredda spietata e tagliente più di una lama. Gli avvolse le braccia intorno al petto, e lo strinse al suo petto per poi infondergli il chakra all’altezza dei polmoni per liberare e decomprimere le vie respiratorie, ma Sakura utilizzò anche quella scusa per abbracciarlo, perché lo percepiva…Sasuke si sentiva solo.

 

Sasuke rimase letteralmente senza fiato, senza più il coraggio di proferire una parola. Quella ragazza era stata così schietta e così sincera che il suo cuore ebbe un sussulto, e poi quell’abbraccio non abbraccio… gli aveva riempito in uno strano modo l’anima e sembrava quasi che lei lo capisse. Capisse la sua sofferenza. Capisse cosa provasse solo che non riusciva ad accettare quella sua aria di vittimismo. Non che lo facesse spesso, anzi quella era la prima volta che lo faceva perchè la sua anima e  il suo corpo  non reggevano più quella situazione . Tutto l’odio che aveva visto nella guerra, la solitudine provata, le persone che aveva dovuto uccidere, la paura costante di perdere il suo migliore amico in guerra e non. Non lo avrebbe mai ammesso ma si era affezionato a Naruto e più lui si affezionava più la paura di perdere le persone amate  gli attanagliava l’anima, proprio come era successo anni prima con la ragazzina dai capelli rosa. L’aveva cercata a lungo per chiederle se voleva diventare la sua prima vera amica, ma lei era sparita nel nulla. Ancora oggi Sasuke non riusciva a farsene una ragione e continuava a domandarsi perché quel giorno non le aveva chiesto di seguirlo e attendere che finisse la presentazione per poi diventare amici.

 Era stato un idiota.

Nemmeno la sua famiglia era riuscita a capire perché dopo la presentazione, Sasuke fosse cambiato tanto e perché sembrava che si fosse chiuso in se stesso, come se  la società, le persone, lo avessero ferito profondamente.

Durante quell’ abbraccio Sasuke chiuse gli occhi e si godette quella sensazione di conforto che percepiva da lei e il calore del suo chakra era sublime. Tanto sublime che involontariamente poggiò la testa alla spalla della donna rilassandosi, e infine addormentarsi.

Sakura rimase ferma e soddisfatta del suo lavoro. Dal comportamento del principe aveva capito quanto Sasuke agonizzasse quell’abbraccio.  La giovane guaritrice sapeva che probabilmente quel comportamento da parte del principe era dovuto al suo chakra, che mentre lo curava aveva stimolato la sua ipofisi per farlo rilassare.  Percepiva che il giovane non dormiva da un bel po’ di un sonno tranquillo e lei glielo aveva indotto.

Tenendolo stretto tra le braccia, Sakura gli fece poggiare la testa al suo petto, togliendo prima le bende agli occhi. Mise una mano sui suoi occhi e sondò l’apparato visivo di Sasuke. Sussultò nel notare che il problema c’era ed era pure grave, ma era curabile, ma sembrava anche che il problema della sua vista in minima parte era anche un blocco emotivo e psicologico. Lentamente iniziò a infondergli il suo chakra per alleviare il dolore e la pulsazione agli occhi, ma sapeva che prima o poi Sasuke andava operato. Lentamente gli carezzò il viso. Sembrava un angelo e il semplice fatto che lui dormisse profondamente la indusse a fare qualcosa per sé, dopo una vita che lo desiderava. Si chinò piano su di lui e gli depositò un tenero bacio sulla fronte.

“Dormi piccolo eroe…” sussurrò con un sorriso per poi stenderlo dolcemente sul letto, ma non prima di avergli depositato un altro bacio sulla fronte.

Il cuore di Sakura batteva a mille.

 Era terribilmente innamorata di lui, ma come poteva una semplice guaritrice sperare di avere il principe. Una lacrime le sfuggì dal viso involontariamente.

“Perché Sasuke…perché mi hai fatto questo..” sussurrò al vento la rosa stringendo la mano del suo amore addormentato.

“Dovrò sposare Sai…ho bisogno di dimenticarti Sasuke..” sussurrò ancora la guaritrice poggiando la testa sul petto dell’amato e piangendo tutte quelle lacrime che in vita sua non aveva mai versato.

Dopo essersi sfogata, la giovane si asciugò il viso, depositò un altro bacio, sta volta sulla guancia a sfiorare quasi l’angolo delle labbra, poi si sistemò e corse fuori.

 

Fuori dalla porta, Naruto Uzumaki, Fugaku Uchiha e Itachi Uchiha erano in trepidante attesa del responso della giovane.  Itachi se ne stava poggiato alla porta con negli occhi attivo lo sharingan e controllava tutto quello che era successo all’interno della stanza del fratello.

Sospirò afflitto e comprensivo ma non disse nulla.

Naruto non faceva altro che andare avanti e indietro incessantemente. L’Uzumaki era a dir poco preoccupato mentre il re cercava di calmare Naruto. La porta molto lentamente si aprì e ne uscì Sakura. Il re si precipitò subito da lei.

La rosa chiuse gli occhi e prese un bel respiro.

“Vostra maestà, le consiglio vivamente di licenziare il vostro medico di corte!” esordì Sakura sicura di se e con fare professionale.

“Perché signorina Haruno? Kabuto è uno dei medici migliori che conosca.” Esclamò risoluto il re.

“Non direi vostra altezza. Se è questo il medico migliore che avete da qui ad altre quarantotto ore avreste dovuto seppellire vostro figlio!” disse la rosa risoluta mentre Naruto correva da lei e con un braccio le circondava la vita. Sakura gli sorrise e poggiò la testa sulla spalla del cugino.

Sakura vide il principe ereditario e il re strabuzzare gli occhi.

“Cosa?”

“Sakura…vi prego ci spieghi!” sussurrò diplomaticamente Itachi. Il re era emotivamente scosso per dire qualcosa ad di fuori di quel “ cosa” urlato. Sakura sospirò e dolcemente spiegò.

“Il principe aveva una doppia emorragia interna. Una al fegato, l’altra agli occhi…” iniziò dolcemente Sakura e quando vide Itachi e il re sgranare gli occhi alzò le mani.

“Non preoccupatevi, le ho bloccate entrambe, solo che il problema agli occhi è più grave di quanto pensassi  e inoltre il principe ha un blocco em..” spiegò ma si bloccò immediatamente, quello del blocco psicologico non era affare che doveva sapere la sua famiglia. Quello o il principe lo risolveva da solo o con l’aiuto di un medico.

“Blocco?” chiese Fugaku e lei scosse la testa.

“Segreto professionale mi dispiace” concluse per poi fare un inchino al principe e al re .

“Scusate se permettete mi congedo.” Esclamò infine la rosa avviandosi alla porta.

“NO!” urlò Itachi e Sakura si irrigidì.

“Aspettate signorina Haruno. Vi prego…potete diventare il medico di corte …vi prego!” esclamò Itachi lanciando alternativamente delle occhiate alla porta del fratello con fare preoccupato e a lei.

“Mi spiace vostra altezza, non posso. Vostro fratello è stato ben chiaro. Non vuole aiuto. Ho bloccato l’emorragia perché non avevo parlato con lui e non mi aveva commissionata lui, ma mio cugino. L’ho salvato per Naruto, ma se lui non mi permette di curarlo oltre, non posso fare molto vostra altezza…” sussurrò afflitta Sakura. Desiderava disperatamente poter salvare il principe ma lui non le aveva dato il permesso e lei da medico non poteva imporsi su pazienti che non volevano essere curati.

“Sakura..”

“Vostra altezza non posso me lo impediscono le regole dei guaritori. Non posso agire senza consenso del paziente o se esso è privo di conoscenza di chi ne fa le veci..” esclamò Sakura sicura e professionale e appena vide Itachi aprire bocca per parlare lo zittì alzando una mano.

“Non potete. Anche se lei e suo padre siete genitore e fratello, il principe è sveglio e capacissimo di intendere e di volere. Se non me lo chiede lui, non posso far altro… Però sul serio licenziate il medico di corte, vi stava mandando il fratello alla tomba!” esclamò risoluta Sakura prima di uscire dal palazzo.

 

Itachi fremeva. Era dannatamente furioso con il medico di corte. Se non fosse stato per Naruto a quest’ ora il fratello sarebbe morto.

“Naruto, un'altra volta ti devo la vita di un membro della famiglia reale!”  esclamò Fugaku Uchiha attirando l’attenzione del figlio e di Naruto che arrossì vistosamente.

“Non ho fatto molto sire, solo che il responso che in guerra mi aveva dato il medico di frontiera non mi aveva convinto e altrettanto il responso che aveva dato qui il vostro medico di corte, così ho pensato che mia cugina…” spiegò Naruto e il re gli sorrise.

“Come al solito le tue intuizioni sono più che corrette. Grazie Naruto, ma adesso abbiamo bisogno di Sakura come medico di corte, perché andrò personalmente a licenziare quel ciarlatano di Kabuto e farò di tutto per convic…”

“Non lo faccia sire!” esclamò Naruto alterato.

“Come?”

“Sakura non verrà mai meno ai suoi principi e alle sue regole sire, e se lei la obbliga non potrà agire appieno delle sue potenzialità” esclamò Naruto risoluto e il re sospirò.

“Allora cosa possiamo fare? Sasuke ha bisogno di urgenti cure mediche e a quanto pare la fama di guaritrice provetta che ha tua cugina è più che meritata. Naruto non voglio perdere mio figlio!” esclamò il re preoccupato e nervoso.

“E io non voglio perdere il mio migliore amico, ma non posso obbligare Sakura sire, mi dispiace!” esclamò Naruto sospirando afflitto.

“Solo Sasuke allora può cambiare le sue sorti!” esclamò Itachi abbassando gli occhi turbato.

“Già.”

 

Kabuto se ne stava nel suo laboratorio a provare e riprovare esperimenti su esperimenti. Il medico di corte ghignava nella speranza che la sostanza che aveva iniettato nel corpo del principe, ben presto avrebbe formato dei grumi nel suo cuore, uccidendolo, così la colpa sarebbe caduta su quell’Haruno che gli aveva rubato il prestigio di medico per eccellenza di Konoha e Così che lui avrebbe guadagnato prestigio agli occhi del re, riacquistato il suo titolo di medico, e  premiato per la sua dedizione a cercare di salvare il figlio moribondo.

 

Sakura si svegliò la notte urlando. Ino la sua migliore amica e assistente  che quel giorno era andata a dormire da lei si svegliò di scatto vedendo l’amica preparare la sacca con tutto l’occorrente medico necessario per un intervento a cuore aperto.

“Sakura che succede?” urlò Ino.

“Devo andare…devo andare al palazzo Ino. S…Sasuke…Sasuke è in pericolo!” balbettò la rosa terrorizzata

“Come fai a dirlo?” chiese la rosa.

“oggi, quando l’ho visitato, il suo sangue mi sembrava strano, ma non l’ho attenzionato  bene . Ho ripassato tutto il giorno cosa potesse essere e ho capito. Gli esperimenti di  Kabuto , Ino!” urlò Sakura

“Non capisco Sakura spiegati!”

“Ino ti ricordi che quando il professor Urameshi aveva dichiarato di essere riuscito a creare una sostanza/arma che avrebbe ucciso una persona in quarantotto ore e che noi equipe medica l’abbiamo esaminata per scoprirne la vera efficacia?” chiese Sakura all’amica che rabbrividì.

“Si, mi ricordo!” esordì la bionda

“Ho riscontrato quella sostanza nel  sangue  di Sasuke e se gli arriva al cuore è morto. Lo devo salvare Ino…lo devo salvare o morirò con lui!” urlò

“Corri!! Vai da lui…anzì ..vengo con te e ti faccio da assistente!” urlò la bionda e Sakura annuì, ma Sakura non avrebbe permesso ad Ino di toccare Sasuke, quella per lei era una missione che doveva svolgere da sola.

 

Dieci minuti dopo Sakura era appesa al portone del castello urlante.  Kakashi, il maggiordomo, Itachi, Fugaku e Mikoto corsero anche loro alla porta per poi osservare la giovane sudata ammollo seguita da una bionda, anche lei sudata e con gli occhi fuori dalle orbite.

“I..tachi tuo fratello?” urlò Sakura non badando nemmeno più ai convenevoli, come sire..altezza..vostra maestà…

“In camera sua? Che succede?” chiese Itachi mentre lei prese a correre verso la stanza ma prima urlò.

“Ino, spiega tu loro, io lo devo salvare!” urlò Sakura e vide Ino annuire.

 

Sakura spalancò la porta della camera del principe e lo trovò steso su un fianco, che dormiva. Si precipitò sul letto e lo girò di scatto. Sasuke si svegliò.

“Ehi..”

“Zitto… Sasuke… infonderò in te il mio chakra sentirai ben poco, ma devo operarti al cuore e alla svelta. Ti prego ,resisti ok?” gli spiegò brevemente

“Ma cosa??”

“Kabuto, Sasuke… ti ha ..come dire tentato di avvelenarti… Kami…ti fidi di me?” chiese la giovane guaritrice spaventata a morte

“Nemmeno ti conosco, non  so il tuo nome…e nemmeno ti vedo…” sussurrò Sasuke con il respiro affannoso leggermente spaventato.

“Sakura…Sakura Haruno…lo so che è difficile, ma ti prego fidati!” urlò lei prima di prenderlo e stringerlo in un abbraccio.

 

Sasuke si irrigidì ma appena sentì le lacrime di quella ragazza sul collo sussultò. Era davvero in pericolo e per colpa di quel Kabuto. Sakura, così si chiamava la giovane piangeva a dirotto sul suo collo e aspettava il suo consenso. Non sapeva perché, ma percepiva che per quella ragazza lui era importante e che non voleva perderlo. Non le importava se era cieco, non le importava se si era rivolto a lei in modo sgarbato, quello che le importava era solo salvarlo. Per la prima volta in vita sua Sasuke sentì di potersi fidare di qualcuno e molto lentamente sollevò le braccia e la strinse a se sentendo la consistenza dei suoi capelli.

“M..mi fido di te…..” sussurrò piano lui mentre le carezzava teneramente il viso e  sentiva dei passi che arrivavano davanti la porta.

“Ti salverò…dovesse costarmi la vita. Sasuke ti salverò!” gli sussurrò in un orecchio lei e lui sorrise stendendosi sulla schiena.

“Vai..” sussurrò lui fidandosi ciecamente di lei.

“Aspetta…” sussurrò lei facendosi forza.

“Mi serve il tuo coraggio!” esclamò la rosa, rossa in viso. Sasuke sussultò.

“Cosa? In che senso?” chiese il moro voltandosi verso di lei con il viso.  Desiderava tanto poterla vedere, ma la sua cecità glielo impediva.

“L…lasci…lasciami fare e …e… Oddio…” esclamò la rosa mettendosi le mani in viso rossa bordò.

“Sakura?” la chiamò Sasuke dubbioso.

“Eh..No no..lascia perd..per..perd…dere…lavo..lavorare…io..” balbettò rossissima Sakura mettendogli le mani sul petto.

Sasuke allora in quel momento comprese e sorrise dolcemente. Non sapeva il perché ma come lei riusciva a capire cosa provasse lui, lui riusciva a capire cosa provasse e volesse lei.

“Zitta baka e vieni qua!” esclamò l’Uchiha mettendogli una mano dietro la testa per chinarla verso di sè e baciarla teneramente sulle labbra. Sasuke sentì il calore delle guancie rosse di Sakura propagarsi al suo viso e sorrise beffardo prima di staccarsi.

“Hai il mio coraggio bimba….buon lavoro!” le sorrise prima di baciarle una guancia per poi stanco lasciarsi andare sul letto svenendo. La sostanza di Kabuto aveva cominciato a fare effetto.

“NOOOO Sasukeeee!” urlò la rosa spaventata, poi iniziò a infondere con una mano il chakra eliminando e debellando la sostanza e con l’altra, utilizzando il chakra a forma di bisturi gli tagliò il petto per iniziare a pulire e curare il cuore mezzo ostruito e in sofferenza dalla sostanza di Kabuto.

Sasuke si svegliò durante l’operazione e senti un dolore misto a fastidio al petto, poi senti il respiro affannato della giovane che stava lavorando su di lui. Il viso gli si imporporò di rosso perché il quell’ attimo davvero e realmente una donna aveva il suo cuore tra le mani e lo avrebbe potuto salvare come ucciderlo. Ma lui si lasciò andare, si affidò completamente alle mani di quella donna che sin da quando l’aveva conosciuta gli aveva dimostrato conforto e comprensione. Che lo aveva abbracciato, anche se per curargli semplicemente i polmoni. Che aveva notato che qualcos’altro in lui non andava e che era corsa li al castello e lui ci avrebbe scommesso tutto quello che aveva, che era li davanti la sua famiglia in vestaglia da notte, che gli aveva chiesto il suo coraggio con un bacio e anche se lei non lo sapeva, quando lo aveva fatto addormentare, lui sentiva tutto. Sentiva le sue carezze, i leggeri baci depositati sulla fronte e sulla guancia, il suo sussurro - dormi piccolo eroe-  e infine lei che riconoscesse il suo valore di persona e il suo coraggio e gliene aveva chiesto un po’ in prestito,per effettuargli  quella operazione –salvavita-. Kabuto gliela avrebbe pagata cara.

 

Sakura lavorava ininterrottamente  e senza interruzioni..

“Sakura hai bisogno di un po’ d’acqua…devi bere..” sussurrò il principe ereditario.

“Sakura fammi fare qualcosa, sono qua come tua assistente!” borbottò la giovane dai capelli biondi

“NO! Devo salvarlo! Devo salvarlo! Non ho bisogno di te Ino, mi spiace, ma Sasuke lo salvo io!” borbottava la rosa e il principe ereditario dietro di lei era senza parole. Itachi si sorprese quando vide la mano  di Sasuke afferrare la vestaglia di Sakura e stringerla forte nel pugno mentre l’espressione del fratello era di puro dolore, mentre la giovane guaritrice nemmeno si accorse della stretta di Sasuke alla sua vestaglia, aumentò l’afflusso di chakra per anestetizzargli il dolore e con l’altra mano continuava a pulire e debellare  la sostanza dal cuore di suo fratello.

Avrebbe ucciso Kabuto e niente e nessuno lo avrebbe fermato. Nessuno gli toccava la famiglia e poteva pensare di passarla liscia. Sakura era sudata ammollo e non aveva quasi più energie, ma per fortuna dopo ore stava finendo.

Sakura ripulì dall’ ultimo residuo di sostanza il cuore e infine involontariamente fece una carezza al cuore di Sasuke, che lui sentì e le guancie dell’ Uchiha si imporporarono.

Sakura era esausta e senza forze, quindi cominciò a suturare il taglio e dopo che suturarava la cicatrice con il chakra la faceva sparire, lasciando la pelle liscia e immacolata di Sasuke. 

A Sasuke rimase una piccola cicatrice di circa due centimetri vicino lo sterno. La rosa gli cadde sul petto esausta e senza forze, respirando affannosamente.

“Sakura…un po’ d’acqua!” esclamò Itachi.

Ino si avvicinò al principe ereditario e scosse la testa.

“Lasci stare vostra altezza. Sakura è fatta così, prima vengono gli altri poi lei. Ha bisogno di sapere che il principe sta bene.” Sussurrò Ino e Itachi la guardò e poi guardò la rosa.

“è …è…” iniziò l’Uchiha.

“Fantastica? Lo so, non c’è cosa che Sakura lasci intentato se se ne accorge. Non si arrende mai. Ammiro la mia migliore amica!” sussurrò Ino e Itachi sorrise annuendo.

Sasuke si riprese e sollevò una mano per stringere le spalle della rosa.

“Grazie…Sakura” sussurrò il principe minore. Sakura si irrigidì e scattò sull’attenti in piedi e si inchinò.

“é stato un dovere vostra altezza. Perdoni se sono stata indiscreta. Addio sire.” Esclamò Sakura con la voce tremante. Si girò verso Ino e si inchinò verso Itachi.

“Vostra altezza…Kabuto…” iniziò le tremante e emotivamente scossa.

“Provvederò immediatamente mia cara e grazie di cuore …ma volete qualcosa da mangiare?” chiese Itachi.

“No! Ino andiamo!” urlò Sakura scappando via imbarazzata.

“Sakuraa!” urlò Sasuke che aveva udito i passi della rosa correre via ed  era rimasto spiazzato dai modi in cui si era rivolto a lui dopo l’intervento, ma la comprese. Lui era un principe, lei una semplice cittadina e non gli aveva prestato il rispetto che si deve a un sovrano.

Quel modo di fare però aveva dato la possibilità a Sasuke di sentirsi vivo, di non sentirsi sempre chiamare vostra altezza e con fare dannatamente  freddo, in quell’ attimo in cui Sakura aveva mostrato la vera se stessa lui si era sentito amato da qualcuno al di fuori della sua famiglia e del suo migliore amico. Voleva Sakura. Doveva essere lei il medico di corte.

 

 

 

 

Le guardie con prepotenza spalancarono la porta della camera del medico di corte Kabuto Urameshi e due guardie lo afferrarono con violenza mentre lui si dimenava e si dibatteva urlando.

Fu scosso  quando lo portarono al cospetto dell’ intera famiglia reale, tranne Sasuke ancora convalescente. Fugaku, Itachi e Mikoto osservavano il medico con una freddezza e una spietatezza che metteva i brivdi.

“Kabuto Urameshi, ti condanno a morte per il tentato omicidio del principe Sasuke Uchiha!” decretò freddo il re ma Kabuto rise malefico e lasciò cadere a terra una boccetta causando del fumo e quando esso si diramò, del professor Urameshi non c’era più traccia.

“Trovatelo !” urlò Fugaku appena si accorse che di Kabuto non c’era traccia.

 

To be continued

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** INGANNI, SOTTERFUGI, COMMISSIONI ***


ECCOMI TORNATA IN QUESTA STORIA RAGAZZI E RAGAZZE, perdonate la settimana scorsa se non sono riuscita ad aggiornare ma l’intervento che dovevo fare al ginocchio, le visite mediche, gli impegni e via dicendo non me lo hanno permesso. Scusate anche se questo capitolo è un po’ Cortino, ma diciamo che è un capitolo di passaggio, ma mi serve parecchio.

Be’ ringrazio tutte le persone che hanno messo questa storia tra le preferite/ricordate/seguite e soprattutto ringrazio di cuore tutte quelle persone che la hanno commentata e che mi danno consigli per rendere questa storia sempre migliore. Adesso vi lascio al capitolo, e spero che mi facciate sapere che ne pensate. Un grande bacio e abbraccio a tutti e alla prossima.

Mei91

 

 

 

 


 

INGANNI, SOTTERFUGI, COMMISSIONI

 

Kabuto Yakushi era stato scoperto. Era entrato a corte Uchiha in mentite spoglie, nella speranza o meglio nella sicurezza che se i sovrani si fossero fidati di lui, avrebbe potuto riprendere il suo posto come medico famoso di corte e che finalmente il suo valore come medico fosse riconosciuto all’ interno di Konoha e anche fuori da essa.  

Era entrato anche al servizio di quell’ idiota di Orochimaru, in quanto sapeva che la sua acerrima rivale, colei che aveva osato attirare l’attenzione su di sé e considerata la migliore guaritrice del regno : Sakura Haruno, era un ottima amica della consorte dello scienziato e lui era più che sicuro che stando a stretto contatto con la rosa e la giovane coppia, sarebbe riuscita a scoprire gli inganni e i segreti dell’Haruno denigrandola difronte a tutti, ma il suo piano aveva mostrato  qualche intoppo, in quanto la giovane donna non aveva fatto nulla che potesse attirare uno scandalo su di sé, al contrario si comportava in maniera impeccabile e ciò causava la sua furia e una voglia scatenata di sperimentare sostanze ed elementi che avrebbero potuto causare la sua morte,  e quella dei principi, senza che essa fosse imputata a lui, ma la rosa era riuscita dove nessuno era mai riuscito. Aveva scoperto per tempo l’intruglio che lui aveva iniettato nel corpo del principe minore e lo aveva salvato. Ciò aveva causato la furia del suo capo.

Il suo capo, Madara Uchiha, fratello maggiore dell’attuale regnante di Konoha ed esiliato tempo addietro per aver cercato di organizzare un colpo di stato ed aver ucciso suo padre, ex re di Konoah, aveva ordinato a lui, Kabuto, di trovare un metodo per liberarsi dei regnanti.

 Purtroppo per Madara il padre prima di morire aveva nominato suo fratello, Fugaku Uchiha, re del regno esiliando lui con un accusa di condanna a morte.

Madara da tutto il reno e anche i regni vicini fu considerato un traditore, un Nukenin e un assassino.

L’odio di Madara per il fratello era palpabile ed esso si era accentuato quando il fratello aveva dato a Konoha un erede: Itachi, e si era accresciuto maggiormente quando sei anni dopo aveva dato sempre a Konoha anche un secondo erede: Sasuke.

Kabuto doveva assolutamente trovare un modo per liberarsi di Sasuke Uchiha, Itachi Uchiha, e Sakura Haruno senza destare sospetti, ma nella sua strada c’erano non pochi problemi.

Durante la guerra aveva ordinato a un suo sottoposto di attaccare il principe Sasuke Uchiha con una spada intrisa di una sostanza che lo avrebbe reso cieco. Quello era il primo passo per l’eliminazione dell’Uchiha e sembrava aver funzionato, anche se non come voleva, dato l’intervento di quell’ idiota di Naruto Uzumaki. Nonostante ciò il principe Sasuke adesso era cieco, quindi l’Uzumaki non era riuscito a sventare il suo attacco agli occhi e allo Sharingan dell’Uchiha rendendolo impotente, al contrario dell’Haruno invece che se ne era accorta in tempo ed era riuscita a salvare il cuore e la vita di Sasuke Uchiha.

Ringhiando Kabuto dette un pugno sul muro del suo covo. Doveva trovare una soluzione affinchè i suoi sogni si realizzassero e ciò comportava l’omicidio dei principi, di Sakura Haruno e se avesse continuato a intromettersi nei suoi affari, l’omicidio anche del neo lord Naruto Uzumaki.

 

 

Sakura quella notte non aveva dormito. La giovane continuava a tremare. La paura di perdere Sasuke era stata più reale che mai. Era riuscita a salvarlo per un pelo, qualche minuto in più e per l’Uchiha non ci sarebbe stata più speranza e quella mattina sarebbe stato lutto cittadino. Temeva ancora per la sua vita e temeva anche che quel Kabuto non si sarebbe arreso così facilmente. Doveva trovare una soluzione per rendere invulnerabile il corpo di Sasuke e si anche dei regnati agli intrugli di Kabuto. Sakura sospettava che sotto c’era qualcosa di molto più grande che un semplice omicidio del secondo genito dei reali, ma non ne aveva la certezza.

Alzandosi dal letto dopo la notte insonne, si diresse nel piccolo cucinino di casa sua. Vide sul tavolo una lettera, sicura che a poggiarla li fosse stata la sua migliore amica Ino, la prese e sospirò leggermente preoccupata. La missiva che aveva ricevuto da Orochimaru, annunciava che la sua consorte, Tsunade, accusava forti dolori allo stomaco e che lui le voleva parlare. Rassegnata all’ idea che quel giorno non si sarebbe potuta rilassare, si diresse al bagno.

Mezz’ora dopo Sakura era pronta. La giovane si era fatta un veloce bagno caldo, aveva legato i lunghissimi capelli rosa in uno chignon e poi su di essi aveva messo un foulard nero. Indossò un semplice vestito da ogni giorno di colore borgogna, con l’orlo rifinito alla bene in meglio. Era grata alla madre di Ino che spesso le cuciva gratuitamente qualche abito. Non che lei non potesse permetterselo, ma non amava sperperare i propri guadagni in abiti e gioielli. Le bastavano due o tre vestiti, non un guardaroba intero. Dello stesso parere non era la madre della sua migliore amica che un volta a mese, o ogni due mesi, le confezionava un vestito gratuitamente e quello che quel giorno Sakura indossava era il suo preferito. Il tessuto era morbido e le cadeva perfettamente addosso, lungo fino ai piedi. Il corpetto era leggermente ricamato, con rifiniture dorate e nere. Lo scollo a barca le dava un aria casta ma al contempo sensuale. Sakura aveva deciso di indossare quel vestito in quanto stava andando a fare una visita medica e non al palazzo di un conte e non si poteva certo presentare come una stracciona.

Sospirando prese il mantello appeso sull’attacca panni e lo indossò per poi uscire di casa e con passo lento e controllato, dirigersi alla stalla per prendere il suo cavallo.

“Sakura” la chiamò una voce alle sue spalle e appena lei si voltò, si specchiò nei profondi occhi azzurri del cugino.

“Naruto, ciao.” Sussurrò lei carezzando la criniera del suo cavallo, che appena sentì le coccole della sua padrona, nitrì contento. Sakura sollevò un sopracciglio perplessa. Gli occhi di Naruto non mostravano l’allegria di sempre.

“Naruto che hai?” chiese titubante lei.

“Sakura, davvero Kabuto ieri ha cercato di uccidere Sasuke!”  Sussurrò il biondo e Sakura sospirò. Capiva perfettamente lo stato d’animo del cugino. Naruto non considerava Sasuke il suo principe, ma il suo migliore amico, suo fratello, e l’idea che qualcuno aveva sul serio cercato di ucciderlo in un momento di fragilità del principe, fece infuriare non poco il giovane lord.

Sakura non fiatò, ma lentamente annuì. Poi nella stalla entrò un uomo alto e Sakura lo riconobbe subito.

Itachi Uchiha.

“Buon giorno miss Haruno” sussurrò il principe ereditario.

Sakura si prostrò in un inchino.

“Vostra altezza” sussurrò. Naruto le mise una mano sulla spalla per esortala ad alzarsi, ma lei continuava imperterrita nel suo inchino.

“Miss Haruno la prego si alzi. Le devo la vita di mio fratello, e sono venuto a pagarle i suoi servigi.” Sussurrò Itachi. Sakura sgranò gli occhi. Lei non voleva nessun pagamento dal fratello dell’uomo per cui aveva una cotta da quando aveva dodici anni, anche se adesso nella sua vita c’era Sai.

“No, vostra altezza, non mi era stata commissionata la visita, ho fatto di testa mia. Vi prego maestà non mi dovete niente” sussurrò imbarazzata la rosa e vide suo cugino darsi una manata in faccia e poi sospirare.

Il principe ereditario osservò Naruto confuso, come a chiedergli spiegazioni.

“Ti conviene rassegnarti Itachi, quando mia cugina si impunta su una cosa, nessuno riesce a farle cambiare idea” borbottò il cugino e senza riflettere Sakura gli dette un pugno in testa.

“Ahi ahi ahi. Sakura, che modi!” sbottò il cugino.

“TE vedi di non fare l’omino so tutto io” si indignò la giovane guaritrice e Itachi ridacchiò.

“Bè, allora se non volete questo pagamento, Miss Haruno, posso commissionarvi come medico personale di mio Fratello?” chiese Itachi.

“Vostra altezze, ci sono molti medici più bravi di me a Konoah!” sussurrò Sakura mentre Naruto si sbatteva nuovamente una mano in fronte.

“Ma tutta questa modestia quand’è che l’hai tirata fuori Sakura?” ridacchiò Naruto e Sakura si infuriò e lo prese a calci facendolo cadere a terra.

“Baka!” sbottò l’Haruno e Naruto ridacchiò, Itachi sorrise.

“Sapete che non è vero Miss Haruno, siete la migliore nel regno di Konoah e di Suna e poi non sono io a commissionarvi, vi sto commissionando per conto di Sasuke. Me lo ha chiesto lui” sussurrò Itachi mentendo.

“Davvero?” chiese Sakura.

“Itachi, non mentirle!” disse serio Naruto ma Itachi lo ignorò.

“Certo Miss Haruno” esclamò l’Uchiha e Naruto si sedette a terra.

“Prevedo guai “borbottò tra sé e sé, ma nessuno degli altri due lo sentì.

“Allora d’accordo. Se a commissionarmi è Il principe Sasuke, posso accettare. Ricordate vostra altezza, non posso andare contro il mio codice medico. Se il paziente è in grado di intendere e di volere, deve essere egli stesso a commissionarmi, se il paziente non è in grado di intendere e di volere, i suoi familiari o tutori, possono farne le veci. Ma dato che il principe è cosciente e mi ha commissionata lui, posso accettare l’incarico” spiegò Sakura e Itachi arrossì e deglutì colpevole.

“Miss...” iniziò Itachi.

“Passerò sta sera per una visita di controllo, adesso devo andare a visitare un'altra paziente. Con permesso …vostra altezza!” esclamò Sakura facendo un inchino davanti a Itachi per poi salire sul suo cavallo e spronandolo per superare il principe e il cugino. Appena fu sicura che il suo Arabo fosse abbastanza lontano dai suoi precedenti interlocutori, partì al galoppo diretta al palazzo del conte Orochimaru.

 

Itachi osservò la rosa spronare l’animale e correre via, poi si voltò verso Naruto.

“Ho sbagliato per te?” chiese il principe.

“Si” esordì Naruto senza giri di parole e Itachi incassò il colpo.

“Sakura non viene mai meno al suo codice medico, e non sopporta le menzogne. Ora, conoscendo tuo fratello, secondo te come la tratterà? Itachi…perché le hai mentito?” chiese Naruto.

“Sasuke è un tipo orgoglio Naruto, dovresti conoscerlo, non si abbasserà mai a chiedere aiuto. Anzi, sono rimasto palesemente sorpreso che ieri Sasuke si sia fidato di Sakura facendosi fare un intervento a cuore aperto, ma immagino che ciò era dovuto al fatto che lui stava male e che probabilmente quella sostanza lo aveva indebolito anche psicologicamente. Naruto, sono sicuro che Sakura riuscirà a guarire Sasuke dalla sua cecità, ma conosco mio fratello e lui è talmente testardo che preferirebbe restare cieco a vita che invece sperimentare la possibilità di fidarsi di un'altra persona e quindi essere curato!” spiegò il principe ereditario al giovane lord.

Naruto comprese le motivazioni di Itachi ma lo stesso scosse la testa in segno di negazione.

“Ti capisco Itachi, ma io con Sakura non avrei agito così. Credo che tu ti debba preparare al peggio Itachi…” esclamò Naruto deglutendo “a volte Sakura fa paura...” concluse passandosi una mano sulla fronte.

Itachi deglutì.

“Non penso Naruto, è una donna così dolce.” Esclamò Itachi e Naruto ridacchiò nervosamente.

“Conoscila prima di sputare sentenze, vostra altezza!” ridacchiò Naruto prendendolo un giro. Itachi sospirò.

 

To be continued

 

Allora che ve ne pare di questo capitolo? Fatemi sapere alla prossima Mei.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** COME CINDERELLA.... ***


Signori e signore eccomi qua con un altro capitolo di lord perfect. Mi scuso se ieri non ho pubblicato, mi sono addormentata con il pc in mano, troppo esausta, poi sta mattina medico e vari impegni e mi sono liberata solo adesso.  In compenso questo cappi è molto lungo e molto intenso, spero vi possa piace e spero che mi facciate sapere, le vostre recensioni mi sono di ispirazione. Fatemi sapere se vi va, un bacione e un abbraccio la vostra MEI

 

 

 

 

Sakura galoppava velocemente per le vie di Konoha diretta al palazzo del conte Orochimaru. Tra le righe della missiva che Orochimaru le aveva fatto recapitare, la giovane guaritrice aveva letto un urgenza di bisogno non indifferente. Il conte sembrava ansioso e preoccupato e lo dedusse dalla calligrafia sconnessa e non lineare di quelle poche righe frettolose lasciate sul dapprima immacolato foglio bianco, ma che al suo interno nascondevano una tale ansia, angoscia, paura e timori che lei ne poté dedurre che la mano del conte tremava mentre la scriveva.

Arrivata a palazzo, uno dei servitori del conte le apri la porta con fare frenetico. Gli occhi febbricitanti dell’uomo le chiedevano soccorso.

“Che succede? Sembrate stare male!” chiese timorosa la rosa.

“Un disastro. Una catastrofe Miss Haruno. La prego aiuti la contessa…ci aiuti!” esclamò il giovane prima che la tosse lo scuotesse.

“Izumo! Ti avevo detto di non uscire da casa tua!” tuonò una voce e Sakura spostò l’attenzione sull’uomo che correva verso di loro e che si rivelò essere il conte Orochimaru.

“Vostra grazia, la prego è mio dovere aprire il portone!” protestò tremante il servo.

“Izumo sei malato, nessuno ti fa colpa se per un giorno non svogli il tuo lavoro, andate a casa!” esclamò il conte e Sakura notò quanto il viso di porcellana del conte, quel giorno fosse sciupato.

“Conte Orochimaru che succede? Sembrate distrutto.” chiese Sakura guardandosi attorno allarmata.

Sospirano il conte si voltò verso di lei e chiuse gli occhi.

“Lo sono Miss Sakura. Mi sono fidato della persona sbagliata.” sospirò

“Che intendete dire vostra grazia?” chiese dubbiosa Sakura inarcando un sottile sopracciglio.

“Venite entrate, vi spiego. Volete togliervi mantello e foulard?” chiese Orochimaru entrando dentro il palazzo seguito da lei e Izumo. Sakura si tolse il mantello e Orochimaru lo prese, porgendolo a una delle cameriere che era subito corsa all’entrata per aiutare gli ospiti del suo padrone e quando la donna osservandola vide il foulard che portava in testa, lei scosse la testa in segno di negazione e la giovane cameriera guardò il conte che le fece segno di andare via.  Il foulard nero attaccato ai capelli la facevano apparire una donna timorata di Dio, ma solo lei sapeva bene qual’ era la ragione di quel foulard.

“Kabuto ha avvelenato tutta la servitù. Con uno dei miei intrugli sono riuscito ad evitare che il veleno portasse le persone alla morte, ma non li ha guariti del tutto. Sakura…scusa se ti do del tu, ma nelle stesse condizioni di Izumo c’è anche mia moglie e sono preoccupato. Inoltre mio figlio…mio figlio Juugo ha la febbre alta e non so più che inventarmi per…per..” spiegò il conte tremante.

Sakura ringhiò mestamente. Quel Kabuto era stato in grado di creare più problemi di quanto immaginasse. Osservando Izumo che si era accucciato ai piedi del suo padrone non intenzionato a lasciare al conte l’ingrato compito di chiudere il portone del castello o di aiutarlo nel qual caso egli avesse bisogno; la rosa sospirò chinandosi sull’ uomo.

“Izumo, mi scusi, mi può porgere una mano?” sussurrò dolcemente Sakura. L’uomo spostò lo sguardo prima sul suo padrone che annuì mestamente, poi le sorrise a lei dolorante e le porse entrambe le mani.

Sakura lentamente, dopo aver preso la mano dell’uomo, chiuse gli occhi e si concentrò sul suo organismo cercando di individuare la causa che creava quel malore. Passarono all’incirca cinque minuti, Kabuto era un esperto di veleni di prima categoria e riuscire a decifrare l’antidoto per quell’ intruglio per Sakura non fu facile, ma alla fine riuscì nel suo intento.

Lentamente si rimise in piedi e aprì la propria borsa e tirò fuori una boccetta e la porse a Orochimaru.

“Dite alla vostra servitù di andare tutti in cucina e di bere ognuno di loro un bicchiere d’acqua con qualche goccia di questo antidoto, vedrete vostra grazia che tra qualche ora staranno nuovamente tutti bene. Faremo lo stesso con vostra moglie e vostro figlio, solo che con loro preferisco accertarmene di presenza. Sapete Kabuto ha tentato di uccidere il principe Sasuke, quindi è meglio che me ne accerti.” Esclamò lei superando di qualche passo il conte ma poi fu costretta a fermarsi perché Orochimaru l’aveva bloccata.

“Il principe Sasuke? Uccidere? Kabuto è il colpevole anche di questo?” chiese Orochimaru incredulo e indignato.

“Si vostra grazia.”

“Maledetto Kabuto. Il principe…il principe adesso come sta?”

“Sta bene conte, o almeno lo spero.  Gli ho salvato la vita, ma la vista…” iniziò lei e appena vide il conte sorridere e scuotere la testa in segno di negazione si bloccò dal protestare.

“Prima le priorità giovane Sakura, e la priorità era salvargli la vita, per la vista potrete lavorarci in seguito e sono sicuro che tutto andrà per il meglio.” Esordì Orochimaru e Sakura si trovò a sorridere. Il conte era davvero una persona a modo. Poi un dubbio le sorse.

“Vostra grazia voi non state male?  Kabuto non…”

“No, ha cercato di avvelenare anche me, ma io sono uno scienziato giovane Sakura e stando tutti i giorni in laboratorio, sembra che il mio sangue abbia sviluppato un immunità ai veleni. Mi sono esaminato prima di mandarvi a chiamare.” Concluse lui stancamente. Sakura annuì ma sorprese il conte afferrandogli una mano.

“Per sicurezza vi farò un controllo” esordì Sakura per poi prendere una mano del conte tra le sue, attivare il proprio chakra e sondare il corpo di Orochimaru, scoprendo che lo scienziato aveva detto il vero.

“Avevate ragione vostra grazia, adesso perdonate devo correre da Tsunade, voi andate nelle cucine e fate ciò che vi ho detto.” Esordi mentre il conte annuiva con vigore, prese Izumo e mise un suo braccio attorno al collo per accompagnarlo alle cucine, poi Sakura li vide sparire dietro una porta.

La rosa non perse tempo, girò i tacchi e Sali al piano di sopra, correndo ad aiutare Tsunade, una delle sue più care amiche, era quasi una madre per lei.

Aprì la porta della stanza e la vide stesa sul letto ad occhi chiusi, pallida più di un lenzuolo e molto sudata. Il suo corpo cercava di espellere il veleno di Kabuto tramite il sudore ma sapeva che inutile. Prese un profondo respiro e si avvicinò al letto di Tsunade. Le prese cautamente una mano gelata e sussultò.

Di solito Tsunade anche se malata al suo tocco non era mai così fredda ma soprattutto apriva gli occhi e le faceva un sorriso, anche forzato, ma un sorriso glielo faceva, quella volta invece nulla. Tsunade rimase stesa sul quel letto priva di conoscenza.  Non si diede per vinta, si sedette sul letto e iniziò ad infondere nel corpo della donna il suo chakra curando e debellando il veleno. Con cautela e precisione passò ad esaminare anche il piccolo bimbo che stava ancora dentro di lei e curò anche lui.

Sentì la porta della stanza aprirsi ma lei non si distrasse dedita a salvare la vita a quelle due creature.

Dopo circa un’ora sospirò di sollievo e si voltò verso l’uomo che era entrato e attendeva con trepidazione la sua diagnosi. Non si accorse che il proprio sguardo era tetro e lei vide Orochimaru sussultare. Per alleviare il terrore negli occhi del conte, Sakura sorrise.

“Abbiamo rischiato conte. Che voi sappiate Kabuto aveva dissapori con vostra moglie?” chiese Sakura, e appena il conte scosse la testa in segno di negazione Sakura si fece pensierosa.

“Avrebbe guadagnato qualcosa dalla morte di vostra moglie??”

“Kabuto è suo cugino!” spiegò il conte e Sakura si irrigidì.

“Si spiega tutto adesso” esclamò la rosa

“Cosa?”

“Se non vi avesse sposato Tsunade era duchessa e di conseguenza …”

“Erede della sua casata, si lo so Sakura, quel casato appartiene a noi…è la nostra casa al mare.  Perché mi dite tutto questo. Non capisco?”

“Se Tsunade muore, l’unico discendente diretto della casata è Kabuto.

 Kabuto voleva uccidere Tsunade per il casato. Ecco perché nel corpo di vostra moglie c’era una dose elevata di veleno e…oddio vostro figlio!” esclamò Sakura alzandosi di scatto e correndo nella stanza accanto mentre sentiva l’urlo di terrore e dolore del conte.

Lo scenario che si presentò fu raccapricciante. Un minuscolo bimbo era rannicchiato su se stesso e respirava a fatica, tremava e sudava.

 Sakura corse da lui, gli prese una mano e cominciò a infondere chakra nel corpo del piccolo, curandolo e debellando il veleno che per fortuna era in quantità minori.

Il bimbo mano a mano che Sakura lo curava cominciò a rilassarsi e a riprendere colorito. La sua pelle da gelata quale era e quasi grigiastra, cominciò a riprendere il suo naturale colorito roseo e l’espressione di sofferenza del piccolo scomparve.

Un’altra ora dopo sia Tsunade che il piccolo Juugo erano salvi.

“Conte, mi raccomando teneteli al caldo, nessuna passeggiata, assoluto riposo per vostra moglie almeno fino al parto e per favore anche dopo. Possiamo considerare un miracolo il fatto che Tsunade non abbia perso il bimbo. Tenete d’occhio il ducato di vostra moglie e state attento anche voi a Kabuto. Con permesso adesso devo andare.” esordì esausta la rosa prima di avviare qualche passo verso l’uscita.

“S…Sakura.” gracchiò una vocina e lei si irrigidì

“Tsunade Sama”

“Grazie Sakura chan” disse roca Tsunade prima di addormentarsi. Lei sorrise e annuì e appena vide Orochimaru salire sul letto per stringere in un abbracciò la moglie, Sakura provò un piccolo moto d’ invidia. Involontariamente rimase li ferma sulla porta a osservare la scena. Si portò una mano sul petto e chiuse gli occhi.

Il conte spostò lo sguardo sulla porta mentre coccolava la moglie e notò la giovane donna che gli aveva salvato Tsunade e il figlio ferma li con gli occhi tra i malinconici e i rassegnati. Il conte comprese al volo quello che la giovane provava.

“Capiterà anche a voi mi dolce Sakura. Anche voi troverete l’amore” sussurrò.

“L’ho già trovato conte. Sai è un buon partito.” Sussurrò Sakura

“Vostro cugino odia Sai”

“Non è Naruto che lo deve sposare, quindi non gli interessa!”

“Sakura…ora come ora Sasuke non è così irraggiungibile…” sussurrò il conte

“La smetta. Sua moglie parla troppo con voi. Sasuke è e sarà sempre irraggiungibile. Con permesso vostra grazia mi congedo!” esclamò alterata la rosa prima di girare i tacchi e andare via.

Orochimaru sospirò.

“A…amore…non crede più nelle favole la m…mia Sakura…” sussurrò Tsunade.

“Vedrò di escogitare un lieto fine per la rosa!” esclamò risoluto il conte. Tsunade ridacchiò.

“Orochimaru...-” sussurrò le scuotendo la testa in segno di negazione.

“Che c’è? Ci riuscirò Tsunade, dovessi mettere io il sale in testa a Sasuke. Ora più che mai. Lei ti ha salvato la vita e io la ripagherò con la giusta moneta.”

“E la moneta sarebbe?” domandò la moglie divertita.

“Sasuke!”

“Orochimaru è un principe!” protestò la bionda.

“Tesoro non eri tu che dicevi che nulla è impossibile?” la canzonò il conte

“Questo è impossibile conoscendo Sasuke…”

“Ahm gli sbalzi d’umore e di idee delle donne io non li comprendo proprio!” esclamò assonnato Orochimaru. Tsunade ridacchiò, poi la moglie sussurrò.

“Lei non lo sa vero? Non glielo hai detto?” chiese Tsunade.

“Che Cosa?”

“Le proprietà che ha il suo sangue!” sospirò leggermente Tsunade. Orochimaru scosse la testa in segno di negazione.

“No e non lo farò fino a che non sarà necessario. Tsunade se si viene a sapere che il sangue di Sakura, guarisce e può riportare in vita…possiamo dire addio alla nostra piccola Sakura. La userebbero come…”

“Cavia da laboratorio. Ecco perché voglio che sia tu a…a proteggerla Orochimaru. Come meglio puoi, se è necessario dillo a Naruto e…”

“No Tsunade, questa storia non deve venire fuori, a maggior ragione in questo periodo e con Kab…ehm nulla.”

 Tsunade inarcò un sopracciglio ed osservò a lungo il marito. Orochimaru si mise seduto e buttò i piedi giù dal letto osservando da sopra la spalla la moglie.

“Dimmelo…” esordì infine lei.

Orochimaru sospirò affranto e si stese di nuovo sul letto abbracciando la moglie. Lui non le nascondeva mai nulla. Sapeva che sua moglie era forte.

“Kabuto ha attento alla vita di tutti noi... Della servitù, della tua vita, di nostro figlio, della mia…e tutto questo per il ducato che possiedi e infine ha anche attentato a quanto pare alla vita di Sasuke.”

“Che cosa?” esclamò la donna mettendosi seduta di scatto ma un possente capogiro le fece appannare la vista e ripiombare esausta sul letto.

“Calmati donna!” si preoccupò Orochimaru.

“Kabuto tu sia maledetto. Dammi tempo mi riprendo e te la farò pagare.” Urlò Tsunade.

“No, tu non farai nulla. Vediamo come si evolve la situazione, Tsunade.”

“Maledizione…maledizione!”

“Tsunade calmati. Adesso è tardi…ne parleremo più in là” si alterò Orochimaru

“Promesso?” chiese dolcemente la moglie

“Si” sospirò Orochimaru portandosi una mano sugli occhi. Tsunade sorrise e piano piano si lasciò andare a un sonno profondo.

 La situazione giorno dopo giorno diventava sempre più grave e lui, Orochimaru, si sentiva come fosse in bilico. Non bastavano i problemi del palazzo, della tenuta, del suo lavoro; ora doveva anche proteggere moglie, figli, Sakura, Sasuke, anche se ne dubitava che lui avesse bisogno della sua protezione, e se alla fine c’era tempo, proteggere anche se stesso.

Orochimaru era emotivamente e psicologicamente, per non parlare fisicamente distrutto.

Con questi pensieri crollò esausto in un sonno profondo accanto la moglie.

 

Sakura era esausta.  Non aveva fatto altro che curare persone da tutta la mattina e tra poco meno di un’ora era invitata a pranzo dei suoi zii appena tornati da una missione.

Con una lentezza che non le si addiceva affatto, Sakura scese dal suo cavallo e lo mise nel suo box non preoccupandosi affatto di dissellare l’animale.

“Scusa Byron, non ho le forze per dissellarti…Scusami “parlò al cavallo come se davvero lui potesse comprenderla, ma il cavallo la guardò di sfuggita per poi tornare a mangiare.

“Ehi stavo parlando con te!” borbottò Sakura.

Scuotendo le spalle e stiracchiandosi leggermente, Sakura si avviò all’ entrata di casa sua. Desiderava solo togliersi quei vestiti sporchi di polvere, sangue, vomito, batteri e farsi un bel bagno caldo e non pensare a nulla per l’ora che le rimaneva. Sperava solo che i Kami non le presentassero un urgenza e che quindi lei non avrebbe potuto riposarsi.

Stava per togliersi il foulard, quando una presenza alle sue spalle la fece sussultare. Temendo che fosse Kabuto si mi se in posizione di difesa che però poi abbandonò subito quando si accorse che alle sue spalle c’era solo Sai.

“Oh Sai…”

“Mia signora sono lieto di rivedervi quest’oggi!” esclamò l’uomo prendendo dolcemente la mano di Sakura e depositando su di essa un tenero bacio. Sakura arrossi dalla punta dei piedi alla punta dei capelli. Lei non era per niente abituata a sentirsi trattare come una principessa, e in un modo ora cavalleresco ora rozzo. Sakura non sapeva decifrare le sensazione che Sai le procurava. Lei si sentiva solo un involucro vuoto. Priva di emozioni e sentimenti, un po’ come lo era lui.

“Vi amo mia signora e sarei lieto di trascorrere un po’ di tempo in vostra compagnia.” Sussurrò lui.

Nonostante Sai le avesse detto che l’amava e che voleva trascorrere del tempo con lei, il suo viso rimaneva imperturbabile, privo di qualsiasi forma d’espressione. Era strano perché Sai essendo un pittore ben affermato, il suo viso avrebbe dovuto esprimere una moltitudine di emozioni e invece nulla. Il viso di Sai rimaneva sempre lo stesso, sia che provasse gioia, sia che provasse dolore e Sakura spesso non sapeva se ciò che diceva era vero oppure una bugia detta talmente bene da sembrare verità.

“Vogliamo passeggiare assieme mia cara?” la esortò

“Veramente…” Iniziò Sakura titubante

“Veramente non direi proprio faccia di bronzo! Levai dai piedi!” esclamò una voce fin troppo familiare alle spalle di Sakura. Infatti un uomo biondo e dagli occhi blu che in quel momento erano diventati arancioni e uno strano alone rossastro lo circondava, aveva aperto la porta di casa sua e ringhiava contro Sai.

“Naruto per tutti i Kami che ci fai qua!” esclamò Sakura, ma Naruto la fulminò con lo sguardo e tanto lei si spaventò che il rimprovero che desiderava fargli, le si bloccarono in gola.

“Oh…chi si rivede, Naruto/volpino” esordì beffardo Sai e Sakura tremò. Era meglio non far incazzare Naruto, lei lo sapeva bene.

“Oh chi si rivede faccia da pugni!” ringhiò il cugino e Sakura sul serio cominciò a temere per l’incolumità di Sai. Facendosi forza su se stessa e costringendosi a pronunciare quelle parole, fece qualche passo verso Sai ed esordì.

“Mio adorato è giunto il momento di salutarci. Me ne dispiaccio, ma purtroppo oggi ho già preso un impegno con mio cugino. Ci potremmo vedere domani mio caro?” chiese lei dolcemente. Sai le prese una mano e la baciò nuovamente, e come al solito il suo viso non esprimeva un fico secco.

“Conterò i minuti che mi separando da te mia adorata.” Esclamò lui prima di dileguarsi. Naruto tremava.

Appena Sai se ne fu andato, per Sakura fu come ricevere una pugnalata. Voltandosi verso il cugino in un primo momento si spaventò a morte tanto la rabbia era presente nei suoi occhi, poi negli occhi di Naruto balenò la delusione e infine il dolore.

Furono tre pugnalate che mai al mondo lei si sarebbe immaginata facessero così male.

“Andiamo…i miei genitori ci aspettano!” esordì Naruto tagliente e freddo come il ghiaccio. Quel tono gelido non era parte integrante del carattere espansivo del ragazzo e ciò preoccupò la giovane guaritrice.

“Naruto…” lo chiamò ma il cugino la ignorò apertamente.

“Naruto aspetta ti prego…” lo implorò

“Che vuoi Sakura?”

“Io…mi dispiace.”

“No, non è vero che ti dispiace!” decretò crudelmente Naruto.

“Io...”

“Ti avevo chiesto espressamente di non aver nulla a che fare con Sai. Ti avevo detto che non lo avresti sposato, che meriti di meglio che quel pallone gonfiato, ma da quello che ho visto e capito né tu né lui avete intensione di evitare queste nozze maledette. Mio adorato Sai…eh…Sakura” ringhiò Naruto e Sakura rabbrividì.

“Non lo vorrei sposare, ma maggiormente non voglio restare più da sola Naruto!”

“Non sei sola! Hai me!” decretò l’Uzumaki furioso.

“Lo sai cosa intendo. Un uomo da amare…e…” balbettò

“Sai cosa c’è dopo il matrimonio Sakura? Sai cosa pretenderà Sai?”

“Ehm bè no, ma che c’entra? Sai non pretenderà nulla!” chiese Sakura e Naruto cercò di calmarsi per spiegarle.

“Oh sì che Sai pretenderà mia ingenua ragazza. Dopo il matrimonio, l’uomo esige di fare l’amore con la propria moglie. Sakura a letto assieme e non per fare quello che di solito fai con me, ovvero dormire! Sai pretenderà la tua verginità, ma Sakura Sai è già stato sposato e sua moglie non si sa che fine abbia fatto. Si dice che la sua carrozza sia stata attaccata dai briganti il giorno dopo le nozze con Sai ed è stata uccisa e cosi tutti gli averi della marchesa sono passati al suo legittimo consorte, Sai. NON MI FIDO DI QUELLO STRONZO E NON VOGLIO LASCIARGLI MIA CUGINA! A maggior ragione se non ne sei innamorata!” urlò Naruto

Sakura faceva fatica a respirare mentre ascoltava le parole del cugino e indietreggiò. No, non era possibile! Se quello che aveva detto Naruto era vero…allora c’era l’alto rischio che Sai avesse ucciso la moglie per i suoi soldi. I conti però non tornavano, cosa voleva Sai da lei visto che non era ricca? Si morse piano le labbra e corse da lui agganciando il suo braccio a quello del cugino che le mise la mani libera sulla testa.

“Rompi con lui Sakura…”

“Io…io non sono ricca.” balbettò Sakura mentre passeggiava con il cugino per la strada per giungere al palazzo.

“Sakura vali molto di più che dei soldi…” esclamò Naruto. Sakura lo guardò dubbiosa chiedendosi che intendeva il cugino con quella frase.

Un quarto d’ora dopo erano davanti le porte del sontuoso palazzo Uzumaki e quando esse si aprirono un uomo e una donna corsero loro incontro.

“Sakuraaa!” urlò la donna che indossava un semplice abito lungo di seta morbida e di un tenue color cipria e uno strascico lungo.  I lunghi capelli rossi erano attaccati in una treccia e l’abito lasciava la schiena mezza scoperta.

“Zia Kushina…ehm vostra grazia” esclamò Sakura inchinandosi.

“No, no. Sakura, noi non siamo lord e lady, qui l’unico lord è tuo cugino Naruto, e non credo tu lo chiami “Lord Naruto o Lord Uzumaki” esordi la zia

“Effettivamente…”

“Forse dovresti cominciare a farlo Sakura, visto che non mi ascolti mai!” esclamò Naruto camminando a passo spedito verso l’ingresso ma si bloccò appena sulla porta d’ingresso vide una donna.

“Lady Hinata!” esclamò Naruto sorridendo e arrossendo leggermente.

“Perdonate l’invasione milord, ma i vostri genitori… Non volevo disturbare.” Sussurrò pianissimo e timidamente la mora.

“Non disturbi affatto cara Hinata, ansi avrei piacere di invitarvi a pranzo “esclamò Naruto ignorando Sakura.

Sakura afflitta e triste annuì a se stessa. Aveva proprio deluso il cugino.

“Zii, non ho molta fame. Torno a casa a riposarmi che sta sera ho una visita da effettuare.”

“Ma Sakura…” iniziò Kushina.

“Ora non cominciare Sakura. Zitta ed entra!” esordì Naruto

“Ma nemmeno morta se tu continui ad essere così freddo come me. Preferisco mangiare a casa. Ci vediamo Naruto!” esclamò la giovane facendo uscire il suo caratterino da sempre nascosto. Naruto sorrise mite a Hinata in segno di scuse e prese a correre dietro la cugina.

“Sakura…Sakura per tutti i Kami vuoi aspettare!” urlò il Jurinchirichi prima di afferrare il braccio della rosa e farla voltare verso di sé. Alla vista delle lacrime della cugina il giovane lord sussultò.

“Oh Sakura, ma perché proprio Sai con tutti i gentiluomini che ci sono in città!” sussurrò comprensivo Naruto.

Sakura non aveva la minima intenzione di dire al cugino che la scelta era caduta su Sai solo ed esclusivamente perché nei caratteri fisionomici assomigliava terribilmente a Sasuke. Capelli neri e occhi neri. Caratterialmente invece Sai era un altro paio di maniche. Non le infondeva la stessa sicurezza che Sasuke era stato in grado di infonderle da quando Sakura era una bimba e lui l’aveva salvata. Era grazie a lui se Sakura non si era mai arresa e aveva reso la sua vita degna di essere vissuta e non facendosi mai mettere i piedi in testa. Proprio come le aveva detto lui. Ogni volta che lo vedeva il cuore di Sakura perdeva svariati battiti e inoltre il principe era talmente diligente, talmente consapevole del suo popolo, che quando era in città, anche se con i suoi modi non propriamente gentili, era sempre pronto a difendere la sua gente e la loro terra e a dare una mano. Inoltre tali caratteristiche non le aveva notate solo lei, ma molti giovani rampolle nobiliari che miravano ad accasarsi con lui, ma nessuna di esse era al suo capezzale ora che il giovane principe era vulnerabile. Al contrario aveva saputo da alcune contadine, che molti popolani chiedevano svariate volte dello stato di salute del principe al maggiordomo reale di corte seriamente preoccupati per lui, ma che nonostante i svariati tentativi di ricevere notizie del principe, il palazzo reale si era chiuso in un assoluto mutismo e gli unici a sapere il perché erano lei, Naruto e Ino oltre alla famiglia reale, Tsunade e ora anche Orochimaru.

“Sakura, tu lo sai che con me puoi parlare di tutto. Lo sai che ci sono sempre per te. Dimmi perché? Sakura cosa è successo? Non posso dire che non hai corteggiatori perché ne hai e li hai elegantemente rifiutati tutti, cos’ha Sai che gli altri non hanno” chiese Naruto gentilmente. Sakura moriva dalla voglia di confidarsi con il cugino.

Sakura girò piano il braccio e lasciò che le sue dita si intrecciassero con quelle del biondo. Prese la mano del cugino stringendola forte in cerca di conforto. Naruto chinò lo sguardo sulle loro mani unite e sentì il tremito della cugina. Sollevò il viso per puntare gli occhi azzurri su quelli verdi della cugina che trovò sommersi di lacrime. Le spalle della rosa scosse da un pianto disperato e la sua mano libera poggiata sul petto.

“Sakura…” sussurrò Naruto tirandola a se e stringendola in una abbraccio.

“Piccola, ma qualcuno ti ha rifiutata ed hai ripiegato su Sai?” chiese Naruto ancora e la giovane donna sussultò. Mai Sakura si sarebbe potuta immaginare un intuizione simile da parte di Naruto, perché tutti sapevano che per quanto Sasuke non fosse casanova e libertino, le donne non gli interessavano più di tanto e inoltre era un principe, volente o nolente, non destinati a stare insieme. Sakura non poté far altro che annuire alle parole del cugino. Non voleva parlagli della sua situazione sentimentale complicata da quando era poco più di una bambina, altrimenti conoscendo Naruto le avrebbe date di santa ragione a Sasuke, principe o non principe, migliore amico o non migliore amico e comprendendo anche Sasuke,  che di certo lui non se ne  sarebbe stato con le mani in mano a lasciarsi insultare e attaccare e picchiare come una femminuccia, ma avrebbe reagito e lei conosceva bene la forza stratosferica di quei due e i danni che potevano causare all’ intere Konoha. Sakura ne era certa. Era meglio non rivelare al cugino i suoi drammi amorosi.

“Chi è? Sakura, chi ha osato farti soffrire così!” urlò Naruto stringendola.

“Non ne voglio parlare Naruto, non ha importanza orami è il passato e tutto passerà. Ne sono sicura!” sussurrò lei tentando di sollevare il viso dal petto del neo lord per guardarlo negli occhi.

“Sakura…”

“Non insistere ti prego.” Sussurrò Sakura e Naruto sospirò.

“Ok, l’hai voluto tu Sakura. Scoprirò chi ha osato farti del male e appena saprò chi è lo costringerò a venire qua a chiederti scusa baciandoti i piedi. Lo costringerò a farti da sguattero!” esclamò risoluto Naruto. Sakura non aveva mai visto una tale determinazione negli occhi di Naruto e ciò la spaventò facendole temere per l’incolumità di Sasuke.

Sakura strabuzzò gli occhi e si soffocò con la sua stessa saliva immaginando nello scenario descritto dal cugino, il principe Sasuke.  La giovane donna impallidì. Naruto era ben noto per le sue grandi qualità di segugio, investigatore, combattente, e molto altro e lei temette per la dignità e l’orgoglio dell’Uchiha schiacciate a quel modo.

“Naruto no!”

“Si, e su questo ambito non transigo.  Ti vendicherò Sakura. Nessuno e ripeto nessuno fa soffrire mia cugina” urlò Naruto prima di girare i tacchi e tornare a casa sua, dove ad attenderlo c’era la dolce lady Hinata.

Sakura sospirò afflitta, aveva appena messo suo cugino Naruto, contro il suo migliore amico.

“Dico, ma non potevo stare zitta!” borbottò tra sé e sé prima di incamminarsi verso l’entrata del palazzo di Naruto.

“Perdonami Sasuke.” sospirò infine la rosa.

 

Il pranzo a casa di Naruto passò tranquillo e Sakura in un primo momento credette di essere tornata ai tempi dell’infanzia, quando lei e suo cugino si divertivano a giocare a scacchi o a passeggiare in giardino a parlare del più e del meno. Proprio come in quel momento che entrambi erano seduti sul verde prato, con una scacchiera tra di loro e Naruto le raccontava con fare teatrale le sue prodezze fatte in battaglia.

“Poi Sasuke è stato colpito alle spalle e…”

Naruto si bloccò notando lo sguardo della cugina.

“Riuscirai a salvarlo Sakura non temere. Quello che temo è l’incolumità di Itachi!” borbottò Naruto.

“Itachi? Perché che c’entra lui? È stato attaccato? Qualcuno mira alla sua vita?” lo sommerse di domande Sakura. Naruto scosse la testa in segno di negazione, ma non poteva certo dire alla cugina che temeva che chi avrebbe attentato alla vita di Itachi, fosse proprio lei.

“Allora perché ti preoccupi?” chiese Sakura. Naruto fece per parlare ma Sakura scattò in piedi e Naruto temette che la giovane cugina avesse già intuito la menzogna del principe ereditario.

“Oddio Naruto! Itachi uguale palazzo, palazzo uguale visita medica al principe. Oddio sono in ritardo. Devo correre al palazzo reale. Oddio Naru…oh cavolo ho dimenticato Byron a casa. Nooo sono in ritardo. Prima commissione a palazzo reale e arrivo pure tardi. Che idiota che sono!” borbottò la giovane donna camminando avanti e indietro per tutto il giardino.

Naruto la guardò con un sopracciglio inarcato, poi scoppiò a ride.

“Sakura Chan, non fare così! Dai ti accompagno io in carrozza!”

A Sakura le si illuminarono gli occhi e unì sue mani davanti il petto e con voce quasi da bimba sussurrò.

“Oh come le principesse…” disse con fare sognante.

Naruto non resistette e scoppiò a ridere di cuore.

“Dei Sakura Chan che faccia buffa… - oh come le principesse...” le fece il verso il cugino beccandosi una gran pedata da parte della rosa.

“Ahia” protestò il biondo.

“Baka!” si indignò la rosa dando le spalle al cugino. Naruto ridacchiò e si mise in piedi, poi lentamente raggiunse la cugina e le mise entrambe le mani sulle spalle, poi chinò il viso per sussurrarle in un orecchio.

“Si, piccola. Proprio come le principesse…” sussurrò Naruto per poi carezzarle la linea del collo e mentre Sakura si rilassava sul suo petto, lui tentò di toglierle il foulard dai capelli. Ma la giovane Haruno, quando si trattava dei propri capelli e del foulard diventava terribilmente recettiva e con una velocità inaudita si scostò dal cugino

“Resto col foulard grazie!”

“Sakura hai capelli stupendi perché li nascondi?” chiese Naruto.

“Fatti miei. Permetterò solo a una persona al di fuori della mia famiglia di vedere i miei capelli, quell’ unica persona che li ha sempre accettati sin da quando ero piccola!” esclamò risoluta la rosa.

“Ma si può sapere chi diavolo è questa persona che merita di vedere i tuoi capelli, a parte noi?” chiese divertito Naruto.

“No, so fatti miei!” esclamò la rosa incrociando le braccia al petto e mettendo un adorabile broncio. Naruto rise di cuore, si avvicinò alla cugina e le baciò una guancia.

“Su preparati, io chiamo il cocchiere.” Esclamò Naruto prima di sparire e Sakura corse a cambiarsi. Lei teneva un cambia sempre a casa di Naruto.

Dieci minuti dopo Sakura era pronta, ma rimase pietrificata davanti la magnifica carrozza davanti i cancelli di palazzo Uzumaki.

“Oh, come Cinderella…” sussurrò lei tra se e se.

Molte notti lei si era immaginata nei panni della bella Cinderella e che Sasuke fosse il principe. Bè, Sasuke era realmente il principe…ma lei Cinderella non proprio.

“Bimba dai, è solo una carrozza!” esclamò Naruto.

“Forse per te baka…io non son mai salita su una di queste” borbottò la piccola donna dai capelli rosa.

Naruto sorrise e gentilmente la sospinse dentro la carrozza e appena lei fu dentro, salì anche lui e le mise un braccio intorno le spalle e la strinse a se baciandole la fronte.

“Vorrà dire che verrai più spesso a trovarmi e che ci faremo dei lunghi giri in carrozza.”

“Come Cinderella…” si lasciò sfuggire Sakura per poi sgranare gli occhi. Naruto rise di cuore

“Si piccola, come Cinderella” accordò il biondo. Sakura sorrise. Con Naruto lei poteva essere se stessa, non importava se si comportava da bambina o da medico saccente, la persona che lei desiderava essere in quel momento, con Naruto al suo fianco poteva liberamente uscire, lui non l’avrebbe mai giudicata. Rassicurata dal calore del cugino, poggiò la testa alla sua spalla e lentamente si appisolò sognando nuovamente di lei e il principe Sasuke.

Sakura si svegliò di soprassalto appena sentì una mano calda e leggera sfiorarle il viso. Spalancò gli occhi incontrando quelli di Naruto.

“Siamo arrivati piccola!” sussurrò il biondo.

“Cosa? Oh no. No …no…mi sono appisolata. Il mio giro in carrozza.” mise il broncio lei.

“Ne faremo altri Sakura, non preoccuparti, ora andiamo su!” la esortò l’Uzumaki e appena mise piede a terra trovandosi difronte Itachi, nervoso e agito deglutì.

Il principe ereditario corse da Naruto.

“Siamo nei guai Naruto. Sas’ke oggi è decisamente nervoso!” sussurrò il principe.

“Siamo? Non vostra altezza, siete nei guai, io me ne lavo le mani. E vi auguro buona fortuna, perché oggi ho invitato mia cugina a pranzo e devo dire che anche lei è molto nervosa, ma non mi ha voluto spiegare il perché. Quindi vostra altezza principe ereditario, buona fortuna!” rise Naruto prima di girarsi per salire sulla carrozza. Itachi l’afferrò al volo per il colletto.

“Dove pensi di andare para colpi. Hai il preciso dovere di difendere l’erede a trono!” esclamò l’Uchiha.

“Dammi un mostro, un brigante, un’intera armata, qualsiasi cosa e ti difendo con il cuore e a spada tratta, contro Sakura, no grazie me la do a gambe!” esclamò il biondo.

“Fa così paura?”

“Oh, penso che non manchi molto e lo scoprirai anche tu.” Esclamò il biondo indicando la cugina entrare dentro il palazzo reale e quindi diretta alle stanze del principe Sasuke.

“Ciao ciao! “Lo salutò il biondo mettendo piede in carrozza.

“Guardie!” urlò Itachi e una schiera di guardie gli si presentò davanti. Naruto strabuzzò gli occhi.

“Tenete fermo lord Uzumaki, per tutto il tempo che Miss Haruno è qua lui mi deve stare appiccicato!”

“No…no…no…oddio vi prego. Aiuto! Sakuraaa Sakura…cugina! Sak…buuu” urlò Naruto mentre veniva afferrato dalle guardie e Itachi gli tappava la bocca.

Sakura si voltò dubbiosa verso il cugino e il principe. Naruto era comodamente poggiato alle spalle di Itachi e il principe le sorrideva. Sakura scosse le spalle e prese a salire le scale. Itachi la seguì, così come anche un Naruto costretto.

Sakura arrivò davanti la porta che conduceva alle stanze di Sasuke e prese un lungo respiro. Il solo pensiero che dietro quella porta c’era l’amore della sua vita le mandava il cuore in subbuglio. Voltò la testa per guardare dietro le sue spalle e vide il cugino con le braccia imprigionate da due guardie, Itachi al suo fianco sembrava nervoso. Spostò nuovamente lo sguardo al cugino e lo vide con il capo chino e lei sue labbra si muovevano come in una sorta di preghiera/mantra silenzioso. Affinò l’orecchio per sentire cosa stesse dicendo il cugino.

“Oh Kami che state lassù se questo è il mio ultimo giorno qua giù concedetemi prima la grazia di uccidere sto stronzo vicino a me!” borbottava Naruto.

Sakura sollevò un sopracciglio e spostò lo sguardo su Itachi e anche lui impercettibilmente borbottava qualcosa, ma Sakura ormai aveva affinato l’orecchio a causa di tutte le volte che il cugino borbottava quindi sentì anche il principe.

“Oh Kami, fa che sia calmo. Fa che accetti…fa che non si comporti come suo solito” borbottava il principe.

“Voi due!” esclamò la rosa e al principe e al cugino drizzarono i peli in tutto il corpo.

“Si Miss Haruno?” sussurrò Itachi

“Mi nascondete qualcosa!”

“Sakura …Itachi lui…ahuuuuu” iniziò Naruto ma non poté finire la frase che un calcio di Itachi ai suoi gioiellini gli mozzarono le parole.

“No, nulla Miss Haruno, procedete pure.” Esclamò Itachi

“Maestà perché avete…” iniziò Sakura indicando il cugino.

“Non ha svoltò una missione che gli avevo affidato e l’ho punito!” esclamò risoluto il principe

“Ahi...” piagnucolò Naruto.

“Siete stato crudele vostra altezza. Potevate colpirlo in altra parte, negli uomini quella parte…credo sia delicata?” sussurrò la rosa imbarazzata non sapendo bene di che stava parlando.

“Non poi così delicata, non si preoccupi Miss Haruno, Naruto starà benissimo!!”

“Parla per te stronzo!” ringhiò il biondo.

“Naruto è il principe!” urlò la rosa indignata.

“Principe o non principe rimane uno stronzo di portata colossale…ahia” si lamentò il cugino.

Sakura scosse la testa in segno di negazione e sollevò le spalle. A volte i maschi non riusciva a comprenderli bene. Lei da donna non capiva certi loro atteggiamenti.

Lentamente bussò alla porta e abbassò la maniglia.

“Itachi…sparisci!” dichiarò freddo e spietato l’uomo al suo interno. Sakura rimase senza fiato.

Sasuke se ne stava in piedi poggiato al muro, vicino la finestra, a petto nudo. Aveva gli occhi chiusi come ad assaporare il soave venticello che entrava dalla finestra. Abbassando lo sguardo, a Sakura per poco non venne un infarto. L’Uchiha minore indossava solo una piccola striminzita tovaglietta legata ai fianchi. Osservandolo meglio Sakura si rese conto che la sua pelle era ancora umidiccia, i capelli bagnati, quasi gocciolanti. Il suo profilo, dalle spalle larghe e muscolose ai i suoi addominali scolpiti, alle gambe lunghe e Toniche. Muscolose al punto giusto le fecero venire l’acquolina in bocca.  Sasuke si voltò verso di lei, ignaro che fosse lei e per poco alla giovane Haruno non venne un infarto. I pettorali erano ben delineati, la cicatrice rossa del suo intervento a cuore aperto, ancora troppo recente per essere diventata sottile e bianca, risaltava sulla pelle d’avorio dell’Uchiha. La sua tartaruga addominale ben chiara e distinta e la “V” che i suoi fianchi formavano la esortavano a correre da lui, strappargli quell’asciugamano e ammirare il suo membro. Sakura arrossi dalla testa ai piedi e si voltò verso il cugino che si divincolò dalla presa, corse da lei e le tappò gli occhi.

“Maledizione!”

“Dobe?” sussurrò Naruto. Il tono era del tutto cambiato. “Dobe parlaci tu con mio fratello, digli che non ho assolutamente bisogno di quella maledetta donna che mi venga a curare. Maledizione è tutto il giorno che mi tortura!” sbottò L’Uchiha e Sakura in primo luogo torse la mano di Naruto dai suoi occhi per continuare ad ammirare il corpo perfetto dell’Uchiha. Dietro di loro Itachi era sbiancato e di conseguenza anche Naruto. Il biondo abbassò lo sguardò e inarcò un sopracciglio. Vide la cugina mangiare con gli occhi il suo migliore amico. Lentamente indietreggiò verso Itachi

“Forse siamo salvi. Pare che mia cugina abbia trovato qualcosa che gli gusta di più che prestare attenzione alle parole di Sas’ke o a noi due” ridacchiò sommesso Naruto. Itachi sussultò.

“Dove? Dove? Dimmi che arma è stata in grado di frenare tua cugina?” chiese Itachi

“Il corpo mezzo nudo di tuo fratello!” ridacchiò Naruto e Itachi guardò avanti a se incredulo e leggermente rosso. “La cosa mi fa incazzare parecchio, ma per ora non le dico nulla solo per salvarmi il culo!” concluse il neo lord.

Mentre parlavano, però, né il Jurinchirichi né il principe ereditario si accorsero che la giovane guaritrice si era avvicinata parecchio al principe minore e che come ipnotizzata, aveva poggiato una mano sul petto del moro. Quest’ ultimo sussultò sorpreso e alterato.

“Ma cosa…diavolo! Dobe che cazzo fai!” urlò Sasuke impossibilitato a muoversi. La mano di Sakura scese verso il basso a toccare i suoi addominali.

“Uno…due…tre…qua…no no…è un V…ohhh” sussurrò la rosa mentre Sasuke le aveva bloccato la mano, prima che la rosa arrivasse in luoghi poco consoni. Sakura rendendosi conto di quello che aveva fatto fece un balzo indietro liberando la mano dalla presa del principe e di conseguenza ricordò le parole di Sasuke.

“Tu…chi sei?” esclamò l’Uchiha minore, redendosi conto che quella che aveva avuto fra le mani fino all’ attimo prima non era la mano del suo migliore amico ma di una donna.

“Sakura Haruno, mi avevate commissionata per curarvi” sussurrò la rosa.

“Tu sei la donna che mi ha salvato la vita?” chiese freddo e gelido l’Uchiha.

Sakura annuì ma poi ricordandosi che l’Uchiha non poteva vedere e rispose schietta.

“Si”

“Bene allora…Sakura Grazie, ma i suoi servigi non mi servono “la liquidò voltandole le spalle e offrendo a Sakura la visuale perfetta della sua schiena e del suo fondoschiena anche se coperto “Siete pregata di non toccare le persone se esse non lo richiedono mi sono spiegato bene!” decretò Sasuke

Sakura deglutì e indietreggiò.

“Suo fratello mi ha detto che voi mi avevate commissionata per curarvi gli occhi”

“Non ho commissionato nulla Sakura, Itachi ha fatto tutto a mia insaputa. Ora gentilmente sei pregata di sparire!” esordì l’Uchiha.

Sakura strinse i denti e perse la sua compostezza.

“Itachi Uchiha. Dannato stronzo i ti uccido! Ti castro! Ti Cambio i connotati!” urlò indignata Sakura.

“A…Aiuto! Sasuke ti prego! “Borbottò Itachi. Sasuke alzò le spalle e cercò di capire cosa stava succedendo. Si sentiva frustrato, desiderava tanto poter vedere e non poteva.

“Grandissimo pezzo di merda. Stronzo bugiardo, mi hai fatto venir meno al mio codice medico che è la cosa più importante della mia vita per una tua maledettissima bugia. Non mi interessa se sei il principe ereditario, ti ucciderò e ti ucciderò talmente lentamente e talmente dolorosamente che mi implorerai di ucciderti in fretta e tu dannato di un cugino stoccafisso. Naruto farai la sua stessa identica fine. Vi ucciderò, finirò in prigione ma ci andrò soddisfatta.  Preparatevi a soccombere tutti e due, dannati rintronati! Shannoroooooooooooooooo! “Esclamò una Sakura furiosa lanciandosi contro Itachi e Naruto che presero a correre per tutta la stanza. Sasuke ammirò la forza e il coraggio che aveva quella donna nel rivolgersi così al principe ereditario. Stimò ognuna delle sue parole e concordò perfettamente con lei, anche se non disse una parola per non far capire loro i suoi pensieri.

“Scusa…scusa. Sakura. Ti prego è che quel rintronato di mio fratello è così cocciuto!” esclamò Itachi correndo.

“Non mi interessa.  E rintronato Il principe Sasuke non è. Lui sa cosa vuole e non ricorre a spregevoli sotterfugi come hai fatto tu! Fatti picchiare stronzo! Ti avevo detto che doveva essere il diretto interessato a chiedermi aiuto, non il suo stoccafisso di fratello e che per altro l’ha pure ingannato. Non sopporto le bugie” urlò Sakura

“Idem” sussurrò Sasuke e si ritrovò nuovamente nella stessa scia di pensiero di Sakura, concordava con lei su tutta la linea. Sia Sakura che Itachi e Naruto, al sussurro di Sasuke, si fermarono di botto e lo osservarono. Sentendosi osservato Sasuke sospirò.

“Non ho mai dato il mio consenso per curarmi, e le bugie lo sai Itachi, non le sopporto. Sakura…prego continua pure a ucciderlo!” esclamò serio Sasuke “Fai altrettanto per il dobe, perché fa tanto il saccente ma quando si tratta di imporsi è un fesso”

“Concordo!” esordì Sakura.

“Ehi cugina!”

“E’ vero, se no non te ne staresti rintanato li sotto il tavolo con la coda tra le gambe e tutto tremante perché sai d’avermi fatta infuriare ben benino. Fuori da quel tavolo Naruto lo spacco addosso a te!” urlò Sakura.

“È davvero nascosto sotto il tavolo?” sussurrò pianissimo Sasuke. Voleva vederlo ma la sua vista non glielo permetteva. Una mano di donna si posò sul suo braccio e gli sussurrò in un orecchio.

“Si, è messo sotto il tavolo di acero, attaccato come una sanguisuga al piede del tavolo, si sta mangiando le unghia ed è sudato ammollo, tuo fratello invece gioca a girotondo attorno allo stesso tavolo e non si fa prendere!” gli spiegò Sakura sbuffando e in uno strano modo Sasuke gliene fu grato. Sakura gli aveva offerto la possibilità di immaginarsi la scena. Quando la donna staccò la mano dal suo braccio fu come se le sue ossa si fossero congelate. Sasuke rabbrividì impercettibilmente.

“No…no…no pietà Sakura Chan” esclamò Naruto

“Miss Haruno vi prego!” iniziò Itachi.

“Patetici!” sussurrò Sasuke immaginando la scena.

“Decisamente principe. “Esclamò Sakura rivolata a Sasuke. Il principe minore sussultò. L’udito di quella donna era fenomenale.

“Preparatevi a morire vostra altezza!” urlò Sakura rivolta a Itachi preparandosi all’attacco ma una mano sulla sua spalla la bloccò.

“Credo possa bastare, non distruggetemi la stanza” dichiarò freddo Sasuke e Sakura arrossi dalla testa ai piedi e si rilassò. Sasuke fece scivolare una mano attorno la vita di Sakura e la fece voltare verso di se in modo da portela vedere in viso, anche se così non era, ma sperava di poter vedere almeno le ombre, ma nulla, il buoi assoluto ma la tenne lo stesso premuta contro di se.

 Sakura lasciò cadere le mani lungo i fianchi e rimase ipnotizzata a guadare quelle pozze nere e profonde che al momento non la vedevano. Anche cieco Sasuke era dannatamente bello.

“Sa…Sa…Sasuke ha frenato la furia di Sakura??” balbettò incredulo Naruto.

“P…Par…pare di sì” balbettò Itachi di rimando, ma ne Sasuke né Sakura prestarono loro più alcuna attenzione.

“Che ne dici Sakura salvo la faccia a mio fratello e a quel dobe?” chiese gelido Sasuke, ma il suo braccio strinse maggiormente Sakura a sé.

“Umm non saprei ho voglia di picchiarli!” esordì la rosa e Itachi e Naruto sbiancarono maggiormente. Sasuke percepì il gemito strozzato del fratello e ghignò malefico.

“Si, capisco, anche io ho questo desiderio…”

“Li picchiamo assieme?” azzardò la rosa e per la prima volta in vita sua Sasuke rise e rise di cuore.

“Non male come idea Doc!” esclamò Sasuke un po’ meno freddo.

Sakura accennò un sorriso, e Sasuke la lasciò andare e lei indietreggiò allontanandosi da lui.

Il silenzio assoluto calò nella stanza.

“Sakura?” la chiamò Sasuke.

“Si vostra altezza?” sussurrò lei. Sasuke storse le labbra. Non gli piacevano più di tanto essere chiamato così.

“Niente nomignoli nobiliari donna!” si Alterò Sasuke.

Sakura strabuzzò gli occhi e si domandò come mai il principe non sopportava gli epiteti nobiliari

“Come dovrei chiamarvi allora? Maestà? Principe?” sussurrò rossa Sakura. Sasuke storse di nuovo il labbro.

“Sasuke va più che bene, e da oggi siete il mio medico. Salviamo la faccia a quel stoccafisso dell’erede al trono!” sbottò gelido Sasuke. Itachi incassò il colpo.

“E se vi dicessi che adesso io non sono più tanto sicura di volervi fare da medico.” iniziò Sakura.

“Sakura, i mortacci tua, accetta!” urlò Naruto.

“Per fare contento te testa quadra? No, né ora né mai! Scemo! A casa ti riempio di pugni Naruto.” Esclamò Sakura furiosa

“Vorrei proprio vedere…” sospirò tra sé e sé Sasuke Sakura si irrigidì. La giovane donna chiuse gli occhi e sospirò.

“Va bene Sasuke, proverò a guarire i tuoi occhi, ma non cominceremo sta sera, sono stanca e devo riempire di botte Naruto.  A domani!” esclamò risoluta Sakura, poi si diresse da Naruto che deglutì tanto rumorosamente che lo sentì anche Sasuke, poi lei lo prese per un orecchio trascinandolo via.

“Andiamo testa quadra.”

“Ahi ahi ahi…Sakura, l’orecchio. Ahi ahi ahi” urlò Naruto prima di sparire con Sakura.

Sasuke si voltò verso l’unica presenza che era rimasta all’ interno della stanza. Lentamente si appoggiò al muro e giunse al letto e vi si stese sopra.

“Itachi sparisci prima che cambio idea!” sbottò gelido Sasuke e Itachi non osò controbattere e uscì dalla stanza.

Appena Itachi fu sparito, Sasuke sospirò e sussurrò.

“Che donna!”

 

To be continued

 

 

Addominali Sasuke

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Sharingan da guerra e Sharingan ***


Signori e signore eccomi qua con un nuovo cappy di lord perfect. Purtroppo questo cappy è corto ma mi è servito parecchio per spiegare alcune cose., spero che possa piacervi comunque, un kiss Mei.

Capitolo 8


 

 

Sakura quella mattina si svegliò con un mal di testa allucinante e tutte le articolazioni del corpo bloccate. La giovane guaritrice non aveva chiuso occhio per tutta la notte, agitata per com’era all’ idea di essere diventata il medico personale del suo unico grande amore. Aveva passato tutta la notte a studiare il caso Uchiha. Si era informata sull’abilità oculare degli Uchiha, scoprendo, grazie anche all’aiuto del principe ereditario Itachi che le aveva permesso di frugare tra gli archivi del regno e nella loro biblioteca personale con qualche restrizione che lei aveva infranto.

***

Sakura, frugando nella sezione che Itachi le aveva proibito di visitare, apprese cosa comportava possedere lo Sharingan.

Era un abilità davvero incredibile persino migliore del Byakugan di lady Hinata, lord Neji Hyuuga e tutta la casata dei possessori del Byakugan.

Procedendo passo passo, la rosa aveva scoperto che non solo lo Sharingan era un arma di tutto rispetto e pericolosissima, letale, e che in battaglia non lasciava scampo a nessuno, ma aveva anche scoperto che lo stesso Sharingan poteva essere usato anche in ambito di vita normale.

Leggendo Sakura aveva scoperto l’incredibile.

Abilità di guerra dello Sharingan

Punto primo: lo Sharingan era in grado di annientare contemporaneamente una legione di soldati. Percepire i piani d’attacco e i movimenti del nemico in anticipo. Copiare, memorizzare e far proprie abilità, e tecniche dell'avversario che siano Taijutsu, Ninjutsu o Genjutsu. Ha inoltre il potere di soggiogare lentamente la mente del nemico che incrocia lo sguardo, inducendolo a compiere azioni volute dall'Uchiha.

Punto secondo: lo Sharingan possedeva vari stadi e varie fonti di evoluzioni con svariati attacchi.

Punto  terzo: Sharingan Ipnotico

Punto quarto: Mangekyou  Sharingan

Punto Quinto: Amaterasu

Punto Sesto: Tsukyomi

Punto settimo: Tsukyomi infinito

Sakura si soffermò abbastanza a lungo sulle abilità degli Uchiha, non per scoprire punti deboli, anche se in quella sezione c’erano libri che narravano i punti deboli degli Uchiha, ma al contrario, scoprire qualcosa che avrebbe potuto rinforzare le difese immunitarie di quegli occhi.

Silenziosamente Sakura si appuntò tutte le tecniche e poteri dello Sharingan intenzionata in un futuro a trovare una protezione a quegli occhi così particolari, sia da un attacco del nemico, come era capitato a Sasuke dai racconti del cugino, sia da un utilizzo eccessivo di quella abilità e che di conseguenza avrebbe comportato la cecità.

Continuando a leggere Sakura era rimasta senza parole nello scoprire le abilità dello Sharingan non di guerra. Sakura si ritrovò ad arrossire e ad avere più paura di quelle abilità “comuni” anziché delle abilità di “guerra”.

Infatti…

Lo Sharingan era in grado di stimolare la libido delle partner, renderle predisposte a procreare senza ribellioni. Era in grado di spingere le amanti di un Uchiha a ricevere più orgasmi prolunganti nel tempo.  Lo Sharingan, se il suo portatore lo voleva, era inoltre in grado di creare un legame definitivo e duraturo e automaticamente rendere la partner un Uchiha non purosangue con tanto di abilità oculare lieve. Ovviamente però il o la partner che riceveva lo Sharingan non era agli stessi livelli di un Uchiha nato tale e quindi purosangue.

In passato questa facoltà del Clan Uchiha, molto tempo prima che fossero dichiarati la famiglia reale di Konoha, era utilizzata per procreare e rendere le donne più remissive e nonostante ciò, gli Uchiha spesso avevano rischiato l’estensione.

Leggendo Sakura, sempre più incuriosita, scossa, frastornata, non aveva idea di come digerire tali notizie. Itachi le aveva concesso, sì, di utilizzare i tomi di medicina presenti nella loro biblioteca, ma le aveva certo dato il permesso di leggere i libri sugli Uchiha. Le aveva infatti proibito di entrare nella sezione privata/proibita degli Uchiha, ma lei da curiosa qual era sempre stata, non aveva ubbidito scoprendo cose che probabilmente non avrebbe dovuto sapere e che se fosse stata scoperta sicuramente la sua pena sarebbe stata la morte.

Spaventata, infatti Sakura aveva richiuso quei tomi proibiti ed era scappata dal castello salutando frettolosamente Itachi e catapultandosi sulla carrozza di Naruto che partì subito. Appena era arrivata a casa si era messa a sperimentare delle varie cure, finendo con l’addormentarsi con la testa su un tomo di medicina oculare e un unico pensiero in testa.

 – Non avrebbe mai tradito gli Uchiha. Anche se avesse voluto il suo cuore non glielo avrebbe permesso Invece, avrebbe salvato la vista a Sasuke e poi sarebbe fuggita lontano chilometri e chilometri da Sasuke e Itachi-

***  

Uscendo dalla vasca da bagno, Sakura si asciugò e si mise addosso una semplice vestaglia color lavanda, poi si diresse nel piccolo cucinino di casa sua e mise sul fuoco un pentolino con dell’acqua dentro mettendo a sterilizzare delle pezzuole e poi si diresse a preparare la borsa con tutto l’occorrente che serviva per fare la prima visita a Sasuke. La giovane guaritrice era ampiamente titubante all’idea di curare quegli occhi al principe, ma lo aveva visto la sera prima. Aveva visto la tristezza, l’agonia, l’angoscia, la paura in quegli occhi splendidi e al momento vitrei. Aveva percepito in lui il solo desiderio di poter ritornare a vedere e anche dopo aver letto tutto quello che riguardava gli Uchiha e il timore le attanagliava la bocca dello stomaco, Sakura non se la sentiva di lasciare Sasuke cieco sapendo che lei poteva aiutarlo.

Un leggero bussare alla porta riscosse la giovane dai suoi pensieri. Sakura si voltò e si trovò davanti il principe Itachi e le si gelò il sangue.

“Miss Haruno” sussurrò il principe ereditario con uno sguardo che non gli aveva mai visto.

“V…Vostra altezza!” sussurrò lei prostrandosi in un inchino e tenendo gli occhi puntati ai suoi piedi.

“Sakura, che hai fatto?” sospirò il principe.

Sakura sollevò il viso e deglutì a fatica. Gli occhi di Itachi erano rossi e lei ricordando cosa la sera prima aveva letto, ovvero che era difficilissimo ingannare un Uchiha con lo Sharingan attivo, si decise a dirgli la verità.

“Ho frugato nella sezione proibita vostra altezza, me ne dispiaccio” sussurrò piano e rassegnata. Itachi sospirò nuovamente e fece qualche passo verso di lei. Istintivamente però la rosa indietreggiò continuando a guardare lo Sharingan e deglutendo.

Itachi si bloccò e disattivò lo Sharingan e Sakura si rilassò.

“Ecco perché vi avevo proibito di leggere i segreti Uchiha!” sospirò il principe mettendosi una mano sugli occhi.

“Sakura, non avere paura. Non ti attaccherò.”

“Grazie vostra altezza.” balbettò indietreggiando nuovamente quando lui rifece un passo avanti. Itachi si bloccò nuovamente guardando la rossa con occhi comprensivi. Sakura si rese conto che la famiglia reale teneva nascosto le abilità della loro dopo oculare proprio per questo. Per evitare la reazione che stava avendo Sakura in quel momento.

“Perché piccola? Non userò lo Sharingan su di te, te lo ripeto. Sakura sono qui per parlare.” sussurrò lui e lei osservandolo comprese che lui sapeva.

Sakura borbottò tra se e se.

“Cavolo non è lo Sharingan da guerra che mi spaventa” sussurrò flebilmente, ma Itachi la sentì e si irrigidì.

“Allora cosa piccola?” chiese per poi indicare con il viso la sedia li vicino come a chiederle il permesso di sedersi. Sakura annuì.

“Io…”

“Cosa ti spaventa dello Sharingan?”  Chiese Itachi accomodandosi elegantemente sulla sedia poco prima indicata e Sakura rimase senza parola. Il principe era andato lì non per punirla ma per aiutarla a comprendere lo Sharingan a confortarla. Sakura di giorno in giorno apprezzava sempre di più i reali del suo paese.

A Sakura divennero gli occhi lucidi

“Vo…vostra altezza…io…io.”

Itachi sospirò. “Chiamami Itachi. Non sono qui perché sono arrabbiato per quello che hai fatto, a dire il vero un po’ ci speravo che leggessi i segreti degli Uchiha, anche se non sembra siamo così soli Sakura, ma ti ho osservata mentre leggevi e in un primo momento sembrava che accettassi tutto con professionalità e curiosità, ma poi…a un certo punto che è successo?” chiese Itachi e Sakura barcollò. La rosa divenne di tutte le colorazioni di rosso fino al bordeaux.

“Tranquilla non useremo mai lo Sharingan da guerra su di te, ci stai dando un aiuto immenso, ma vorrei capire cos’è che fa paura nell’abilità tanto da terrorizzare una donna forte come te.” Chiese il principe seriamente preoccupato e curioso

Sakura osservò a lungo gli occhi dell’Uchiha e li vide di una sincerità disarmante, tanto che Sakura si vergogno di se stessa all’ idea che appena l’aveva visto, si era spaventa. Sentì crescere dentro di sé una stima e una fiducia nei confronti di Itachi che non aveva mai provato con nessuno. Deglutì e fece qualche passo avanti, tanto che gli occhi di Itachi si sorpresero. Sorrise e andò alle spalle dell’Uchiha, per sussurrargli il problema all’ orecchio. La giovane si vergognava a dirlo ad alta voce.

“I....Itachi, il problema non è lo Sharingan di guerra per me, anzi da quello ne sono affascinata, ho il terrore dell’altro Sharingan” sussurrò al orecchio del principe e l’espressione dubbiosa di Itachi la confusero.

“Quale altro Sharingan piccola?”

“Oddei…cioè…si…bè…insommaaa!” urlò lei imbarazzata mettendosi le mani sul viso e correndo in camera sua per prendere gli appunti presi.

Tornò da Itachi che aveva lo sguardò più confuso che mai e gli porse i fogli. Il principe li prese e li osservò.

“Sono una frana, non riesco nemmeno a dirlo, comunque è quello il problema!” indicò i fogli la rosa, e Itachi curioso li lesse. Itachi cinque secondi dopo diventò bordeaux.

“I…Itachi…ma cosa? Perché sei rosso?”

“Cioè …si insomma è …è questo che ti ha spaventata? “Balbettò incredulo.

“Si!”

“Oh per tutti i Kami, Sakura, non è una cosa brutta, lo possiamo chiamare lo Sharingan buono. Hai capito male. Forse in passato veniva usato per rendere le donne remissive e farsi ingravidare…ora…ora lo usiamo diversamente…” balbettò in imbarazzò Itachi.

“E …come lo usate?”

“Oddio…ma che mi tocca dire. P.. Per sedurre piccola. Usiamo quel dono per far vedere il paradiso alle nostre partner, ma mai…mai senza il loro consenso. Sakura, se hai un compagno Uchiha, di quello Sharingan ti assicuro che non ne vorrai far più a meno” sussurrò sempre più rosso Itachi e Sakura era sull’orlo del collasso tanto era imbarazzata.

“E si potrebbe non usarlo?” chiese titubante.

“Sakura, senza attivare quello Sharingan non potremmo avere figli. Mi capisci piccola?” spiegò imbarazzato il principe ereditario e Sakura arrossì di botto.

“Altrimenti ci sarebbero in giro tanti piccoli Uchiha bastardi?” sussurrò lei e Itachi accusò il colpo.

“Bè, sì ma per fortuna non miei” rispose in imbarazzo.

“Vuoi dire che…non lo hai mai usato?” chiese Sakura perplessa e Itachi scosse la testa in segno di negazione.

“Non ho trovato la donna giusta a cui voglio donare il mio seme e quindi di conseguenza attivare quello Sharingan. Ecco tutto.”

Sakura osservò incredula Itachi che se è possibile era diventato ancora più rosso.

“I…Itachi…perché sono riuscita a fidarmi così da subito di te?” chiese la rosa per poi puntualizzare “Anche dopo la tua stupidissima bugia a spese del principe Sasuke?” sbottò la rosa battendo per terra il piedino.

Itachi scoppiò a ridere.

“Non lo so, forse perché dopo Naruto sei la nostra prima vera amica che dopo aver scoperto cos’è lo Sharingan è ancora qui a parlare con me!” ridacchiò.

“Mi hai obbligata a parlare con te” ridacchiò lei.

“Te però non è che hai posto tutta questa resistenza!” rise libero Itachi.

Sakura si rese conto che mano a mano parlava con Itachi, la loro conversazione era passata da formale e informale e adesso si comportavano come se fossero amici di vecchia data e tutto ciò, Sakura non poté negare, era dovuto a quella piccola bugia detta da Itachi e ridacchiò massaggiando le spalle di Itachi. Itachi mise una mano sulla propria spalla, su quella di Sakura e smise di ridere.

“Parlando di cose serie adesso piccola. Come sta il tuo cuore?” chiese L’ Uchiha e Sakura sussultò non capendo.

“Sano come un pesce!” ridacchiò lei.

“No, Sakura. Sembro stupido non lo sono. Ho visto cosa hai fatto ieri quando hai visto Sasuke. Da quanto tempo sei innamorata di mio fratello, Sakura?” chiese serio il principe e Sakura sussultò cercando di sfilare la mano dalla presa di Itachi. Si rese contò che l’Uchiha aveva riattivato Sharingan e che Itachi aveva sul serio scoperto il suo grande segreto. Sakura tremò.

“E’ così lampante?” chiese lei e l’Uchiha scosse la testa in segno di negazione

“No, è solo che io sono un attento osservatore” spiegò lui stringendole la mano. Sakura sospirò.

“Sakura sono qui per te. Piccola mia, sei hai bisogno di un amico ci sono! Forse non avrei dovuto …cercarti come suo medico… Dirò a Sasuke che non puoi aiutarlo.” Sussurrò Itachi lasciando la mano della rosa. Sakura spaventata sussurrò e afferrò Itachi per le spalle.

“No…no vostra grazia vi prego no! “Sì angosciò. Itachi la guardò a occhi sgranati e Sakura si riscosse.

“Ti prego Itachi, è da quando ho dodici anni che desidero stare un pochino vicino a lui…Itachi…ti prego. Ora posso anche aiutarlo, posso fare qualcosa per lui, non negarmelo.” Sussurrò Sakura a occhi lucidi.

“Sakura, ma così a rimetterci è il tuo cuore, e porca paletta da quando avevi dodici anni? Che assiduità, ma lo sai Sakura…Sas’ke non può…”

“Si, si lo so Itachi io sono fidanzata, ma voglio stare vicino a Sasuke almeno finché posso!” esclamò la rosa e Itachi sospirò alzandosi.

“Va bene piccola, ma se vedo che le cose peggiorano non esiterò ad allontanarti da Sasuke, perché Sakura, Sasuke può sembrare di ghiaccio e quindi automaticamente difficilmente una donna si innamora di lui…ma… se lo si conosce bene, e lui inizia a fidarsi…Sasuke ha un cuore…

“D’oro…nobile e generoso. Lo so Itachi…” sussurrò Sakura sistemandosi meglio il foulard in testa.

“Attenta piccola mia…proteggiti…Un reale non può innamorarsi di una cittadina lo sai…sono le leggi!” esclamò Itachi prima di Uscire da casa dell’Haruno e lei si lasciò andare contro la parete di camera sua in un mare di lacrime.

“Sasuke…”

Sakura pianse e pianse a lungo.

 

To be continued.

Mi spiace ragazzi il capitolo è corto ma è stato un impresa scriverlo, prometto che al prossimo capitolo mi farò perdonare, ma questa chiacchierata Itachi/Sakura mi serviva per evitare problemi quando la piccola Sakura andrà da Sasuke, ma il bell’ Uchiha non ha fatto altro che confermare quello che già Sakura Sapeva…be…che succederà.. Alla prossima domenica/lunedi se la domenica non posso un Kiss

Mei.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** QUANDO IN GIOCO C'è AMICIZIA E SACRIFICO ***


Buon giorno signori e signore eccomi qua con un nuovo capitolo di lord perfect. Chiedo venia se purtroppo la settimana scorsa non sono riuscita ad aggiornare questa storia, ma gli impegni me lo hanno impedito, spero che con questo capitolo mi sono fatta perdonare che la storia vi piaccia. Ringrazio tutte quelle persone che la seguono, che l’hanno messa tra le preferite/seguite/ricordate e soprattutto chi costantemente e puntualmente mi fa sapere la propria opinione. Grazie davvero infinitamente di cuore e alla prossima domenica/lunedì (ovviamente senza intoppi) un bacione grande un Kiss Mei.

 

 

 

 

QUANDO IN GIOCO C'è AMICIZIA E SACRIFICIO

 

Sakura cavalcava per le vie di Konoah.

Non faceva altro che pensare e ripensare alle parole del principe ereditario Itachi. Mano a mano che si avvicinava al palazzo reale, la paura, i dubbi, e le incertezze le attanagliavano la bocca dello stomaco.

 In sella al suo fedele destriero arabo, Byron, Sakura si stava scervellando per trovare un modo per non mostrare alla famiglia reale, e soprattutto a Sasuke il suo stato di perenne agitazione.

Si osservò attorno notando gli sguardi dolci e caldi degli abitanti di Konoah.  Sembrava quasi che fossero lieti di averla lì al villaggio. Infatti spesso capitava che la signora Komura, la donna che aveva il panificio del villaggio le regalava i suoi prodotti da forno: pane, biscotti, farinacei senza che lei avesse chiesto nulla. Non che la cosa le dispiacesse, ma non sapeva se tale gentilezza era  a buon rendere oppure che la signora Komura l’avesse presa a simpatia. Notò poco più avanti un gruppo di bambini che giocava a copiare le gesta in guerra di Naruto e Sasuke.  La rosa ridacchiò sommessa nel notare che uno dei due bambini aveva messo il broncio tipico di Naruto. Forse imitare le gesta di due eroi del calibro del cugino e del principe spronavano quei bambini a impegnarsi e dare il meglio di sè nelle loro vite.

Quel pensiero l’allarmò. Era meglio non abbassare la guardia perché chissà dove, disperso per il mondo c’era ancora Kabuto che meditava vendetta. Lei odiava dal profondo quel viscido serpente, perché fino a quando si trattava di sabotare lei e il suo lavoro, cosa che spesso aveva fatto Kabuto e lei aveva perso il conto di quante volte l’ex medico aveva cercato di metterle i bastoni tra le ruote e  aveva dovuto in un modo o nel altro riparare i danni che Kabuto le aveva causato, ma quel viscido essere aveva osato attentare alla vita del principe Sasuke attaccando direttamente gli occhi e il cuore dell’ Uchiha e questo lei non poteva perdonarglielo.

Le parole di Itachi le tornarono alla mente come una mazzata. Doveva togliersi dalla testa la malsana idea che il principe Sasuke si potesse innamorare di lei e anche se ciò, per miracolo divino fosse successo, le leggi reali non avrebbero mai permesso la loro unione. La sola cosa che le restava da fare per non vivere una vita in solitudine, era sposare Sai. Certo, c’era Naruto, ma Sakura aveva notato come il cugino guardasse lady Hinata e come lady Hinata arrossisse ogni qual volta il biondo le rivolgeva uno sguardo o addirittura di come sveniva quando le rivolgeva la parola. Aveva capito che lady Hinata era innamorata di Naruto e per un attimo Sakura provò un moto di gelosia, ma poi comprese, prima o poi il cugino si sarebbe sposato ed era meglio che lo faceva con una donna del calibro di Hinata.

Bella, contessa, ricca, benestante, dolce, saggia, di buona famiglia e molto altro, Naruto non poteva chiedere di meglio. Solo che l’idea di perdere l’Uzumaki la rattristava parecchio.

“Sakura!” urlò una donna da capelli biondi che si stava sbracciando per attirare la sua attenzione.

Ino Yamanaka era la sua migliore amica dai tempi dell’infanzia. Sin da piccola era stata l’unica ad accettarla per quella che era e non aveva fatto alcuna protesta sul perché lei indossasse sempre e comunque quel foulard nero che le copriva i capelli.  Certo le dispiaceva non rivelare il colore dei suoi capelli a Ino, ma da quando Sasuke da piccola le aveva detto di andare fiera dei suoi capelli, lei aveva cominciato a curarli, pettinarli, sistemarli, arrivando ad avere capelli rosa lunghissimi che le arrivano al sedere, ma che copriva e legava rigorosamente ogni giorno. Nella sua testa lei stava preservando la sua persona e i suoi capelli per la persona che l’avrebbe amata e apprezzata incondizionatamente e lei purtroppo sapeva bene chi volesse che fosse quella persona e il fatto che tale desiderio fosse irrealizzabile la spingevano a non mostrare ad anima viva i suoi capelli, vergognandosene e sentendosi a disagio e di conseguenza coprendoli meglio.

“Ino.” sussurrò lei.

Ino aveva l’espressione contrariata, le braccia incrociate sotto il prosperoso seno, le labbra strette e un sopracciglio inarcato. Sakura osservò il seno dell’amica e la invidiò per un attimo. Ino aveva un seno su cui gli uomini sbavano sopra le al posto del seno aveva sì e no due arance.  Sakura sopirò rassegnata.

“Ehi! Parlo con te! Sakura ma dove hai la testa? è mezz’ora che mi sbraccio per poter parlare con te, ma tu hai la testa per aria, non fai altro che guardarmi il seno. Sakuraaaaaaa!” urlò la bionda.

“Eh eh eh…scusa Ino ma stavo pensando ..”

“A Sasuke…” sbottò lei.

“Eh? Ma che dici Ino, non è che ogni mio pensiero vada a lui, stavo pensando a Naruto e a quanto cavolo sei fortunata a avere il seno che ti ritrovo. Cavolo tutte a te le fortune in bellezza!” sbottò infastidita Sakura, ma sapeva che l’amica non aveva tutti i torti. Passava gran parte della sua giornata a fare pensieri su Sasuke, a volte anche sconci pensieri su di lui, ma quella volta che pensava a Naruto era una rarità.

“Sarà… ma smettila di sminuire la tua bellezza Sakura” esclamò la bionda

“Perché che tu sappia sono bella io?” sospirò.

“Oh Sakura! Ma certo che sei bella, se solo la smettessi di paragonare me a te. Ogni persona è bella e unica nel suo genere. Ognuno possiede una bellezza propria, sia interiore che esteriore. Si, è vero hai un seno piccolo e con questo? Solo il seno non fa la bellezza di una donna. Fronte spaziosa quante cavolo di volte devo ripetertelo eh! Ti assicuro che avere un seno prosperoso non ti fa avere ciò che desideri. Mettitelo in testa Sakura” sbottò infastidita dalla solita solfa Ino, ma quella volta era più nervosa del solito.

Sakura scese da cavallo e lo legò all’ albero lì vicino, poi si avvicinò all’amica e la strinse in un abbraccio. Ino ricambiò flebilmente e Sakura inarcò un sopracciglio.

“Che ti prende?” chiese la rosa sentendo il singhiozzo mal celato della sua migliore amica.

“Niente!” esordì Ino cominciando a torturarsi le mani e arrossendo.

“No, non è vero. Ti conosco Ino e sei un tipo esuberante, cos’è questa ritrovata timidezza e queste lacrime mal nascoste?” esordì la rosa e Ino comprese che alla sua migliore amica non poteva nascondere un fico secco.

Ino sospirò e si guardò attorno con fare furtivo, poi la trascinò dentro il negozio di fiori di sua madre per non far sentire a nessuno quello che aveva da dirle. Sakura era sempre più perplessa, Ino in tutti gli anni che la conosceva non si era mai comportata in quel modo.

Appena entrambe furono dentro il negozio e Ino chiuse la porta, un silenzio di tomba regnò sovrano.

“Ino, che succede?”

Ino sospirò e strinse i pugni.

“Odio sentirmi in questo modo…ora so cosa provi a desiderare qualcosa che non puoi avere!” ringhiò Ino e Sakura si irrigidì e stette in attesa che l’amica continuasse a parlare. Di nuovo il silenzio tornò e Sakura temette che Ino non proferisse più parola e a breve lei doveva andare al castello per la prima visita a Sasuke Ah, se solo Ino si sbrigasse a parlare lei avrebbe potuto darle il consiglio, che ormai conoscendola da anni, Ino agonizzava più del pane. Poi Ino riprese a parlare.

“Avevi ragione Sakura, Sasuke è di una bellezza assurda…e che fisico…” iniziò Ino e Sakura si irrigidì dalla testa ai piedi. Non era possibile, anche la sua migliore amica si era appena innamorata del ragazzo a cui lei andava dietro da una vita.

Che ingiustizia, la vita è ingiusta,

“È fiero, valoroso, bello da far paura, addominali scolpiti…”

“Lo so.” rispose afflitta Sakura.

“Bello e Impossibile, ma Sakura…mi spiace per me l’altro principe, il principe ereditario Itachi lo batte. Lui è così bello, enigmatico, misterioso…” sospirò Ino estasiata e Sakura strabuzzò gli occhi incredula. Ino non era innamorata di Sasuke ma si era appena presa una cotta bestiale per Itachi?

“Ho passato la notte sui libri nell’ archivio del regno e sulle leggi di Konoha e c’è quella maledetta legge che cita che un principe non può innamorarsi di una cittadina popolana ma deve scegliere una nobildonna da sposare. Che nervi… Anche se mi sono appena innamorata non posso nemmeno avvicinarmi a lui…ma ...perché…perché mi dovevo innamorare proprio di lui! Perché! Ci sono tanti bei uomini in giro perché mi devo sempre innamorare dell’uomo impossibile!”  Pianse Ino, mentre Sakura la strinse in un abbraccio.

“Ma chi? Itachi misterioso??” borbottò Sakura “Ma se a me pare lindo e chiaro come l’acqua al contrario Sasuke è un enigma!” esclamò pensosa Sakura.

“Ti dico che il principe Itachi lo è di più. Cavolo è così bello…che fortuna che hai a vederlo ogni giorno tu il tuo Sasuke!” sbottò Ino

“Fortuna? Ino, io corro un rischio decisamente più grande del tuo. Io dovendo stare a contatto con lui, rischio di legarmi definitivamente a Sasuke e come sai i reali non possono amare le cittadine.” Esclamò Sakura

“E questo chi lo dice?” sbottò Ino.

“La legge!”

“Ah, la legge. Lo so, e io ti dico che le regole sono fatte per essere infrante.  Sakura voglio Itachi...!” sussurrò Ino abbassando gli occhi sui piedi.

“E io voglio Sasuke, ma non posso averlo è qualcosa che non posso desiderare e lo stesso tu con Itachi. Che credi che per me sia facile stare si e no a distanza di cinque centimetri da lui? Secondo te per me è facile toccarlo, curalo, senza coccolarlo o accarezzarlo dolcemente. So io e solo io cosa ha fatto per me Sasuke…anche se non lo dimostra so che ha un cuore d’oro. Secondo te io a passare ogni giorno con lui mi finisce meglio di te che potresti vedere Itachi, che tra parentesi è l’uomo più serio, fraterno e dolce che conosca, solo una volta ogni millennio!” sbottò infastidiata Sakura dai piagnistei di Ino.

“Sakura, ma allora sei sicura di volerlo fare? Insomma curarlo…e rischiare…”

“Devo farlo Ino…lui in passato mi ha salvato la vita.” sospirò Sakura ricordando.

“Quando?” chiese Ino non capendo di che stesse parlando l’amica.

“Niente…niente…lascia perdere.” sospirò la rosa.

“Sakura…quando Sasuke ti ha salvato la vita?”

“Quando ero piccola da un gruppo di bulletti.” sospirò la rosa poggiando le spalle alla pancia del suo cavallo. Quest’ultimo si voltò verso di lei e fu quasi come se Byron la strinse in un abbraccio di conforto.

Sakura sorrise e carezzo la criniera di Byron con fare affettuoso.

“Sakura…” Iniziò Ino e lei sollevò il viso dal collo del cavallo per prestarle attenzione.

“So che sono una semplice fioraia/aspirante guaritrice, ma posso venire ad aiutarti con Sasuke? Prometto che non penserò a Itachi, ma sarò lì per te per darti conforto e aiuto.” Sussurrò Ino.

Sakura la guardò con un sopracciglio sollevato.

“Ino, anche se vieni resteresti fuori. I sovrani non vogliono altri dentro la stanza di Sasuke, anche perché Sasuke non accetterebbe altri, lo hai intravisto anche tu no?” sussurrò Sakura.

“Si, Sakura lo so. Ma non voglio entrare nella stanza di Sasuke, ti aspetterei fuori, ti preparerei gli infusi e le medicine di cui hai bisogno…e…”

“Staresti meno distanza di Itachi” sospirò

“Lo sai che non sono così superficiale.” Si risentì Ino.

Sakura sussultò guardando l’espressione dell’amica. Aveva ragione lei e poi un’assistente poteva pure farle comodo.

“Scusa Ino, non volevo insinuare nulla!”

Ino annuì e si passò una mano sul viso.

“Dove stavi andando?” chiese la bionda attirando nuovamente l’attenzione di Sakura.

“Al palazzo, sono passata perché mi servono delle foglie alloro e gli infusi” spiegò dolcemente Sakura sistemandosi meglio il foulard sulla testa ed evitando che una ciocca di capelli uscisse da esso.

Ino annuì e corse dentro il negozio non prima però di aver preso il cesto che Sakura le aveva dato.

 

Ino sparì dentro e Sakura si attardò un attimo chiudendo gli occhi e ispirando l’odore di foglie che emanava Konoha, poi una mano le si posò sulla spalla.

“Lady Sakura.”

Sakura si voltò di scatto e sussultò.

“Sai!” esclamò lei sorpresa. Sakura deglutì nervosa.

“Come state mia dolce amata?” chiese Sai, ma il luccichio malsano negli occhi del marchese mise la giovane guaritrice in allerta.

“Bene marchese, voi?” chiese Sakura non desiderando ricevere la sua risposta. Il suo cuore agonizzava Sasuke e Sai gli somigliava così tanto, ma non era lui.

“Bene, grazie. Allora mia dolce lady, quando posso avere la risposta alla mia proposta di matrimonio?” chiese Sai con fare impaziente afferrandola per la vita. Sakura sussultò spaventata.

“Presto mio lord. Presto.”

“D’accordo piccola Sakura, sono disposto ad attendervi un altro po’, ma ricordate, so essere un uomo paziente, ma se non mi sposerete la vostra amica Ino non se la passerà bene. Ora esigo un bacio mia lady!” esclamò il marchese prima di impadronirsi violentemente delle sue labbra e sbatterla alla corteccia dell’albero.  Byron nitrì arrabbiato, mentre Sakura si lamentava e cerva di spingere via da se Sai che con violenza le infilò la lingua in gola. Sakura prontamente gliela morse.

“Ah…piccola bastarda, ma comunque per oggi ho avuto quello che volevo, ma presto o tardi sarai mia Sakura se vuoi che Ino continui a vivere! E quando sarai mia ti useremo fino a che non chiederai pietà e allora li penserò se fermarmi e useremo ogni goccia del tuo sangue per realizzare i nostri progetti, piccola sgualdrina.” rise malefico il marchese mettendosi una mano sul lingua sanguinante, poi Sai se ne andò ridendo.

Sakura aveva gli occhi lucidi e fuori dalle orbite, Sai le aveva fatto sbattere la testa all’ albero e nel impatto del bacio le aveva spaccato il labbro con i denti. Sakura desiderava solo piangere. Sapeva che prima o poi Sai si sarebbe preso il bacio che tanto voleva ed ecco perché lei aveva voluto dare il suo primo e vero bacio a Sasuke, per non permettere a Sai di rubarglielo e almeno in questo c’era riuscita.

Sakura si piegò in due su se stessa respirando per non permettere alle lacrime di uscire dai suoi occhi. Se era riuscita nella battaglia di non farsi rubare il primo bacio da Sai, aveva perso la guerra, perché Sai si sarebbe preso la sua verginità. Sakura si chiese il perché Sai desiderasse così disperatamente il suo sangue. Era incredula e stupita, fino a quel momento Sai non si era mai comportato in quel modo, credeva fosse un uomo degno di fiducia, ma adesso questa sua sicurezza nei confronti di Sai cominciava a vacillare. Perché il marchese l’ aveva aggredita? Perché si era preso si era scagliato su di lei con tale violenza? Perché aveva usato Ino per minacciarla? Che lei ricordasse non gli aveva mai parlato della sua migliore amica. Probabilmente aveva visto spesso Ino in giro con lei e aveva usato lei per minacciarla. Ma perché? Lei non gli aveva mai dato modo di credere che non lo avrebbe sposato ed ora questo atteggiamento la confondeva. Poi che diavolo aveva il suo sangue per attirare tanto l’attenzione di Sai? Che lei sapesse ogni essere umano possedeva il sangue e allora perché il marchese voleva il suo? Sakura era molto confusa e impaurita. L’atteggiamento di Sai lei aveva fatto comprendere quanto in realtà fosse pericoloso quell’ uomo e che probabilmente suo cugino Naruto aveva ragione a non fidarsi di lui credendo a ciò che si diceva in giro, ovvero che il marchese aveva ucciso la sua precedente moglie.

 Non c’era problema comunque lei non avrebbe lasciato Sai sicura di potergli tenere testa e non avrebbe mai permesso né a Sai né a nessun altro di prendere il suo sangue, anche se non sapeva a cosa potesse servigli quel liquido rosso dentro di lei, piuttosto si sarebbe uccisa in un modo tale che il suo sangue risultasse inutilizzabile.

In quel momento desiderava solo Naruto. Voleva Naruto.  Desiderava l’abbraccio, le coccole, il conforto di suo cugino. Nessun altro. Voleva solo la sua famiglia. Voleva suo fratello. Voleva Naruto. Le lacrime scesero dai suoi occhi e le mancò il respiro.

Vide Ino avvicinarsi correndo lasciando cadere il cesto con gli infusi. La sua vista stava sparendo, vedeva tutto appannato.

“Sakura…Sakura…tesoro…cos’hai? che è successo? Sakura!” urlò Ino carezzandole i capelli.

“Sakura …forza Sakura respira…respira…” urlò Ino

“N…N…Nar…Naruto…In…Ino…ch…chiama Naruto?” bisbigliò balbettando Sakura. Ino si spaventò a morte. Sakura stava diventando viola. La bionda prese un sacchetto di carte e glielo porse.

“Respira qua dentro, resisti Sakura. Vado a chiamare tuo cugino!” urlò la bionda e appena Sakura annuì, Ino corse via.

 

Ino correva per le strade di Konoha con le lacrime agli occhi. Sapeva dove Naruto si allenava di solito e con chi lo faceva in passato, ovvero con Sasuke, ma dato che adesso il principe era impossibilitato probabilmente si stava allenando da solo. La giovane bionda vedeva tutto appannato a causa delle lacrime, la paura di perdere la sua migliore amica le stava attanagliando la gola e per poco non smetteva anche lei di respirare.

La sua mente la stava facendo impazzire con tutte le domande senza risposta che c’erano al suo interno. Chi aveva conciato Sakura in quel modo?  Perché Sakura aveva il labbro sanguinante? Cosa aveva spaventato a morte una donna del calibro di Sakura? Perché Sakura non riusciva a respirare? Perché la sua amica stava diventando viola e aveva chiesto in soccorso suo cugino anziché un medico? Ah, sì a questa domanda c’era risposta, il medico era solo lei stessa.

Arrivata al campo, Ino si bloccò per riprendere fiato. Naruto era lì davanti a lei che la osservava con un sopracciglio inarcato, ma il giovane lord non era solo. Insieme a lui c’era il principe ereditario Itachi, che a quanto pare si stava allenando con lui. Entrambi gli uomini era a torso nudo e per un attimo Ino arrossì nel vedere il fisico tonico e statuario di Itachi.

“Ino che succede?” chiese Naruto.

Ino si riprese e si compose voltandosi verso Naruto che sussultò appena vide gli occhi dell’amica di sua cugina lucidi e fuori dalle orbite.

“Ino…Parla! “Urlò Naruto correndo dal lei e afferrandola per le spalle.

“S…Sakura…non respira. Sta diventando viola!” balbettò la bionda.

“Cosa!! Che è successo?” urlò Naruto scuotendo Ino. Itachi lo fermò prima che potesse far male a Ino.

“Non lo so…Non lo so. Mi ha chiesto di venirti a chiamare e io …io sono qua” singhiozzò Ino con il viso inondato di lacrime. Naruto si calmò.

“Ah…scusa piccola…ma quando si tratta di mia cugina divento iperprotettivo. Dov’è Ino?” sussurrò Naruto carezzandole il viso.

“Al…al mio negozio. Ma io vengo con te!” urlò la bionda e Naruto annuì.

“Vengo anche io. Naruto qua c’è qualcosa che non mi quadra!” esclamò Itachi serio affiancandosi a Naruto, e prendendo in braccio un’affaticata Ino che arrossì fino alla punta dei piedi. “Andiamo!” concluse il principe iniziando a correre affiancato da Naruto.

Ino tra le braccia di Itachi respirava a malapena, ma in quel momento non le interessava altro che correre dalla sua amica e salvarla.

 

Kabuto camminava avanti e indietro davanti l’ingresso del suo covo aspettando il suo migliore amico : Sai.

Era in ritardo colossale e il tempo iniziava a scarseggiare. Kabuto aveva bisogno del sangue di Sakura e della verginità della ragazza per attuare il suo piano, ma sembrava che Sai ci stesse mettendo un po’ troppo tempo. Creare quella tossina che avrebbe ucciso i reali di Konoah richiedeva tempo e costanza e sembrava invece che nessuno capisse quanto delicata e intricata fosse quella operazione. Né Madara né Sai capivano che per attuare il piano che lui aveva in mente era necessario agire con la massima cautela.

“Il tuo amico è in ritardo!” esclamò una voce alle sue spalle, ma ormai Kabuto sapeva perfettamente di chi si trattasse.

“Madara, per fare le cose come si deve, devi lasciare il tempo al tempo. Lasciare che i reali e Konoha abbassino la guardia, poi sarà il momento di attaccare. Stanne certo amico mio, con il mio piano ognuno di noi avrà ciò che vuole e a farne le spese saranno solo gli Uchiha regnanti e Sakura Haruno!” esclamò Kabuto sprezzante e il suo viso divenne una smorfia di disgusto al nome della guaritrice.

“Sei sicuro di riuscire a far soccombere anche l’Haruno, sai che è la cugina di quell’Uzumaki!” esclamò Madara freddo.

“Oh, non preoccuparti amico mio, se Uzumaki mi mette i bastoni fra le ruote è morto anche lui!” esclamò Kabuto ridendo.

“Kabuto!”

“Sai!” esclamò l’ex medico sentendosi chiamare da una voce.

Sai, davanti a lui ghignava.

“Hai raggiunto l’obiettivo?”

“Oh sì, ho minacciato la piccola guaritrice che se non accetta la mia proposta, e non mi darà ciò che voglio, ovvero il suo sangue,bè la sua amica morirà!” rise Sai

“Bravo amico mio, ora dimmi, Sakura è…”

“Più vicina ai reali di quanto pensassi! Kabuto, l’Haruno è diventata il medico personale di corte e di Sasuke!” esclamò Sai inespressivo.

“Cazzo…questa non ci voleva!” imprecò Kabuto.

“Cosa cazzo hai detto all’ Haruno? Sai, le hai detto del sangue?” chiese Madara ringhiando.

Il moro inarcò un sopracciglio con fare stupido e annuì orgoglioso di se stesso.

“Si, ho fatto bene vero?” esultò Sai. Madara lanciò un pugno contro il muro.

“Razza di idiota, stupido nobile! Prega che i miei piani non vadano in fumo Sai, o non esiterò a scuoiarti vivo!” ringhiò tetro e furioso Madara prima di andare via con passo veloce.

“Eh? Cosa ?Ma che ho fatto’” chiese Sai a Kabuto. “Ho creato problemi gravi?”

“Più di quanto pensi idiota, ma li risolverò! Idiota che non sei altro non manderai in fumo i piani miei e di Madara solo perché ambisci alla verginità della mocciosa.” esordì Kabuto infuriato, prima di sparire dentro il covo dove sulla porta lo aspettava Madara.

 “Ora sparisci, marchese!” esordì spietato Madara , poi voltò le spalle a Sai e entrò nel covo chiudendo la porta.

Sai ghignò malefico, di quello che i due gli avevano detto lui non aveva capito un tubo. Sai era fermamente convinto di aver fatto un ottimo lavoro.

“Mia piccola principessina…appena ti sposerò sarò il re del regno della pioggia, ma tu non vedrai l’alba del giorno dopo.” rise malefico Sai, poi si infilò il cappuccio e si avviò nuovamente verso Konoha.

 

Itachi, Naruto, ed Ino arrivarono davanti il negozio di Ino, e trovarono Sakura stesa a terra priva di sensi, tra le braccia di un uomo.

“Ehi…tu!” urlò Naruto, ma appena l’uomo di voltò Naruto si zittì.

“Orochimaru!” esclamò Itachi con un sorriso. Orochimaru chinò il capo in segno di saluto, poi si voltò verso Naruto.

“Si è ripresa, ma non riprende conoscenza.” Spiegò lo scienziato.

“Respira?” chiese Naruto.

“Si, ma sembra che abbia subito uno shock.” Spiegò ancora il conte mentre Naruto si inginocchiava.

“Le ho somministrato un mio rilassante per permettere ai muscoli di tornare a svolgere la loro nomale funzione e pare stia funzionando. Naruto che è successo?” chiese Orochimaru e il biondo scosse la testa in segno di negazione per poi voltarsi verso Ino che intanto era scesa dalle braccia di Itachi.

“Non lo so Lord Orochimaru. Ero dentro il negozio e non ho visto che è successo!” esclamò la bionda.

Orochimaru si fece pensieroso osservando le ferite sul corpo di Sakura, che intanto si era stretta al cugino e aveva iniziato a piangere a occhi chiusi.

“Dalle ferite presenti sul corpo sembra sia stata aggredita. Dalle contusioni sul collo e sulla schiena, pare sia stata sbattuta al muro, la ferita al labbro…”

“Le hanno dato un pugno in viso!” urlò Naruto e Orochimaru sospirò e scosse la testa in segno di negazione.

“No, dalla forma del taglio e dall’ ampiezza dalle ferita, sembra causata da un dente.”  Dedusse Orochimaru.

“Dente? Scherzi?” esordì incredulo Itachi.

“No. Da come la vedo io Sakura è stata aggredita da un uomo, sbattuta all’ albero con una forza disumana, ne è la prova le cinque dita segnate sul collo, poi quest’ultimo si è impadronito delle labbra di Sakura, ma in uno strano modo Sakura si è saputa difendere, ma ciò le ha causato panico e l’ha privata del respiro.” Esaminò serio Orochimaru, poi ringhiò.

“Cazzo tenete d’occhi Sai. Non mi fido di quello!” urlò Orochimaru.

“Glielo detto! Cazzo, lei non lo vuole lasciare!” urlò Naruto.  “Sta con lui perché è stata rifiutata da un altro!” esordì Naruto “Se becco lo stronzo che l’ha rifiutata lo castro e se becco Sai lo uccido!” urlò Naruto e Itachi si soffocò con la sua stessa saliva mentre Orochimaru fulminava con gli occhi Itachi.

“Maestà state bene?” chiese Ino preoccupata.

“Ehm…ah sì sì…nulla di grave. Grazie Ino.” Sussurrò Itachi sorridendole e per poco la bionda non cadde a terra priva di sensi.

Lentamente Sakura riprese conoscenza mentre Naruto le carezzava ritmicamente i capelli.

“Sakura!” esclamò Naruto. “Tesoro, piccola che è successo?” chiese Naruto.

Sakura si guardò intorno spaesata notando Ino rossissima accanto Itachi, Orochimaru inginocchiato alla sua sinistra e Naruto che la teneva stretta dalla sua destra. In un balenò Sakura ricordò tutto quello che era successo poi parlò.

“Oh nulla di grave, Byron si è imbizzarrito e mi fa fatto sbattere contro l’albero, poi sono caduta per terra e mi sono spaccata il labbro. Nulla di grave. Perché siete tutti qua?” chiese la rosa un po’ frastornata ma il suo stesso cavallo non le diede man forte, infatti Byron nitrì indignato, dette una spinta con la testa alla spalla di Sakura, poi si girò di spalle con fare offeso. Sakura incredula sgranò gli occhi mentre Naruto e il resto del gruppo osserva attentamente il cavallo.

“Perché diavolo menti Sakura!” urlò Naruto.

“Non sto mentendo testa quadra!” mentì Sakura.

“Sak…”

“Davvero Naruto non sto mentendo. E’ stato un incidente!” esclamò Sakura, ma Naruto non le credette anche se non disse nient’altro.

“Sakura mi hai fatta preoccupare!” urlò Ino correndo da lei.

“Sto bene, ora però…” iniziò Sakura alzandosi e Naruto la lasciò fare. “Devo andare a svolgere il mio lavoro.

Orochimaru e Naruto strinsero le labbra e di rimando anche Itachi.

“Va bene…qua ci sono gli infusi, ma appena finisci vieni da…m…”

“No!” esordì Naruto e tutti si voltarono verso l’Uzumaki.

“Naruto.” iniziò titubante Sakura, ma il biondo alzò una mano per farla stare zitta.

“Appena finisci ti mando una carrozza e tu ti trasferisci da me. Senza storie Sakura, sono già abbastanza furioso!” decretò Naruto gelido, e tagliente tanto che Sakura ebbe paura.

Naruto non si arrabbiava quasi mai, ma quando si arrabbiava era capace di far indietreggiare di un bel po’ di passi anche il più potente dei guerrieri. Sakura non osò obiettare e annuì.

“Mentre tu sei a lavoro, mando Asuma a casa tua a prendere tutte le tue cose.” Poi si voltò. “E tu, proteggimi la cugina mentre non ci sono o ti giuro Itachi, non mi interessa se sei il principe ereditario o meno, morirai!” esclamò Naruto furioso prima di andarsene.

Orochimaru, Sakura, Ino e Itachi erano rimasti senza parole. Naruto metteva davvero paura e Sakura era più che certa. Naruto sapeva chi era stato a farle quelle ferite. La giovane guaritrice temette nel dopo il lavoro, temette nel dover tornare a casa e dare spiegazioni a Naruto.

Anche Itachi si comportava più freddo del previsto, infatti le mise una mano sulla spalla per esortarla a camminare.

“Andiamo!”

“Itachi…” iniziò Sakura.

“Zitta Sakura…e cammina.” Decretò e Sakura si zitti di botto, salutò velocemente Ino con una mano e lo stesso fece di rimando Ino, poi la rosa fece un piccolo inchino davanti Orochimaru e prese a seguire Itachi.

Per tutto il viaggio Itachi non aprì bocca e lo stesso fece lei. Quel silenzio indicava che anche il principe non si era bevuto quella flebile scusa.

Un quarto d’ora dopo arrivarono al palazzo e Itachi le fece strada nella stanza di Sasuke e aprì di scattò la porta, tanto che il fratello all’ interno sussultò.

“Entra!” esordì l’Uchiha freddo.

“Ehi!” esordì freddo Sasuke non capendo cosa stava succedendo.

“Itachi…ti prego…” sussurrò Sakura

“Quando la finirai di mentire.” Esordì.

“Ma non ho mentito!” urlò Sakura.

Itachi si girò di scatto verso di lei, visto che le aveva dato le spalle per uscire.

“Mi prendi per stupido Sakura. Quella bugia non ha ingannato ne me ne Naruto. Siamo guerrieri Sakura, e le ferite che porti addosso non sono ferite da caduta di cavallo ma di aggressione. Per favore donna non insultare la mia intelligenza!” decretò Itachi freddo e tagliente.

“Ma...”

“Devi tante di quelle scuse a Naruto. Non ti rendi nemmeno conto di quanto una persona sia preoccupata per te. Non ti rendi nemmeno conto che Naruto per le persone ha più fiuto di te. Sakura molla quel Sai perché se non lo fai tu, io sono il principe e posso ordinartelo.”

“Porco cavolo non lo mollo è chiaro. Ficcatevi in testa…tu, Naruto e chiunque sia che la vita e mia e ne faccio quello che voglio. Chiaro!” urlò la rosa.

“No! Agisci di conseguenza Sakura e non costringermi a ordinartelo. E cosa diavolo è la storia che stai con lui perché un altro, e noi sappiamo chi, ti ha rifiutata, quando non è così!”

“Invece è così! Itachi ora zitto!

“Chi lo dice!” urlò Itachi

“La legge!” urlò di rimando Sakura e Itachi incassò il colpo.

“Di grazia, di che parlate. Se dovete litigare in camera mia rendetemi partecipe!” decretò Sasuke gelido. Sakura si irrigidì e Itachi uscì dalla stanza sbattendo la porta.

“Dannazione!” sussurrò Sakura. Lei non poteva lasciare Sai, ne valeva della vita di Ino. Strinse i pugni.

“Sakura.” la chiamò piano Sasuke che se ne stava seduto sul letto e non la vedeva. Sakura invece se ne stava di spalle scossa da singhiozzi. Si girò di scatto e corse da Sasuke. Si buttò addosso a lui piangendo sul suo collo.

“Eh? Come? Ahi…Sakura!” esclamò lui mentre a causa del peso di Sakura cadeva sdraiato sul letto. “Levati donna!” disse freddo Sasuke ma appena sentì le calde lacrime di Sakura sul l’incavo del suo collo si zittì e la lasciò sfogare, mettendole una mano sulla testa togliendole il foulard e carezzandole i capelli, lisci e setosi, ma non prima di averli sciolti dalla forcina che li teneva legati.

Sakura si irrigidì alla senza ione della carezza di Sasuke sui capelli, ma non le importava che le aveva tolto il foulard, perché sin da piccola quei capelli appartenevano a lui. Si strinse maggiormente a lui e pianse a dirotto.

“Su, Sakura che è successo?” chiese Sasuke per la prima volta da quando lo conosceva con un tono leggermente più dolce, ma ciò non fece altro che causare in Sakura altre lacrime. Perché…perché diavolo non poteva averlo.

Ed eccoci giunti alla fine del capitolo , allora che ve ne pare fatemi sapere che ve ne pare, un kiss enorme la vostra affezionata Mei

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** IL VILLAGGIO DELLA PIOGGIA ***


Allora signore e signori, Buon giorno o buon pomeriggio, volevo avvisare che la nuova puntata di lord perfect va in onda sta sera in quanto per problemi tecnici (ovvero la cugina della scrittrice di questa storia, si sposa e lei è la damigella d’onore) né domenica né Lunedi potrà andare in onda la puntata di lord perfect, così si anticipa di qualche giorno e il prossimo aggiornamento poi avverrà direttamente tra domenica 16 o Lunedi 17.  Mi scuso per il disguido e spero che questo nuove cappy anche se di passaggio e spiega un po’ di punti in sospeso ma spero che possa piacervi lo stesso, come vedete non vi abbandonano, anche se piccolini i cappy ci sono: p

Ringrazio vivamente tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le preferite, tra le ricordate, tra le seguite e ringrazio vivamente tutte quelle persone che prontamente e costantemente recensiscono la storia facendomi sapere che cosa ne pensate. Vi assicuro che le vostre recensioni sono graditissime mi fanno sentire soddisfatta del capitolo pubblicato. Nonostante questo sia un capitolo di passaggio vi assicuro che è stato un parto vero e proprio e spero di non avervi deluso. Un kissone enorme e a giorno 16/17 la vostra Mei.

 

 

 


IL VILLAGGIO DELLA PIOGGIA.

Kizashi Haruno, re del piccolo villaggio della pioggia, alleato secolare del regno di Konoha, era più che sicuro che all’ inferno ci fosse un posto davvero speciale per lui, una nicchia nel punto più vicino alle fiamme eterne, posto dove meritava di stare, tra l’odore pungente dello zolfo e lava incandescente. Da ormai lunghi vent’anni, il re non riusciva a darsi pace nel non essere riuscito a proteggere la sua unica figlia. La sua piccola pioggia notturna, la sua Amaya. L’aveva perduta vent’anni prima durante quel maledetto attacco da parte del suo ex consigliere e al quel tempo migliore amico.

 Madara.

Kizashi aveva commesso il madornale errore di fidarsi di lui, di confidarsi con lui, mettendolo al corrente delle potenti doti del sangue di sua figlia.

Come sovrano era profondamente grato a Konoah e al suo regnante Fugaku, Minato e sua cognata Kushina, sorella di sua moglie Mebuki, per averli aiutati a rispondere all’ attacco di Madara, ma come padre si sentiva un fallito, un buono a nulla. Da quel giorno in cui la principessa Amaya era andata perduta per sempre, sua moglie non era più riuscita a riprendersi finendo per diventare cagionevole di salute e il villaggio della pioggia, luogo in cui pioveva per la maggior parte dell’anno, non era certo il luogo ideale per la regina. Vani furono i suoi tentativi di convincere la moglie ad andare a trovare per qualche giorno la sorella a Konoha, Mebuki non si smuoveva dall’ idea che doveva stare nel’ unico luogo in cui la figlia, semmai fosse ancora viva, potesse fare ritorno, ovvero a casa. Ma Kizashi dubitava fortemente che dopo vent’anni sua figlia fosse ancora viva.

Kizashi osservò il cielo nuvoloso fuori dalla finestra del suo castello, da li a poco quelle nuvole avrebbero pianto per lui.

I ricordi facevano male ed era un vero e proprio miracolo la nascita di Amaya. I kami li avevano benedetti donando loro una figlia con il potere delle ninfe guaritrici. Era un vero e proprio miracolo, quando nasceva una persona del genere perché il sangue di queste ninfe, così Amaya poteva essere definita, aveva il potere di decidere a chi restituire la vita e a chi toglierla, chi guarire e chi far ammalare, ma se per disgrazia una ninfa veniva dissanguata, chi avrebbe rubato quel sangue, avrebbe ottenuto l’immortalità e gli stessi poteri della ninfa uccisa.

Ecco perché Kizashi era fermamente convinto che ormai la figlia non facesse più parte di questo mondo conoscendo Madara, la sua sete di potere e di vendetta. Inoltre Madara era quel tipo di persona che non esitava nel sacrificare un innocente per raggiungere i suoi scopi e i suoi loschi obiettivi.

Kizashi ormai si dannava da vent’anni per il semplice fatto che in passato non aveva fatto le dovute ricerche, non aveva indagato a dovere su Madara prima di prenderlo come consigliere personale e scoprendo solo in seguito, quando ormai era troppo tardi, che lui era il crudele Uchiha traditore ed del regno di Konoha. Scoprendo che era stato anche esiliato per aver tentato di sterminare la famiglia reale ovvero il fratello Fugaku Uchiha, la moglie di quest’ultimo e i due nipoti Itachi e Sasuke. Inoltre era convinto che la figlia fosse morta perché l’Uchiha traditore aveva come alleato Kabuto, uno scienziato pazzo che di sicuro sapeva come estrarre il sangue e il potere da Amaya.

Sospirando afflitto Kizashi chiuse la finestra da cui poco prima si era affacciato osservando il cielo grigiastro.

Quello era un giorno funesto e tetro per tutto il regno della pioggia, infatti ricorreva il ventesimo anniversario della morte /scomparsa di sua figlia e Kizashi aveva alcuna voglia di partecipare alla veglia e ai canti che il suo popolo aveva iniziato a intonare per rendere giusta memoria alla principessa perduta.

Come infatti faceva da vent’anni il re si era chiuso nel suo studio privato e in un rigoroso silenzio ricordando nel suo intimo sua figlia Amaya e intonando per lei una leggera preghiera ai Kami nella speranza che almeno l’Anima della piccola Amaya potesse riposare in pace e come ogni anno giurare vendetta a chi lo aveva privato della sua unica ragione di vita e a chiunque fosse tanto pazzo nell’ aiutare Madara nei suoi folli piani.

Il primo tuono del giorno squarciò il cielo del regno e un tenue pioggia bagnò i tetti delle abitazioni, poi il leggero bussare alla porta costrinse il re a destarsi dai suoi tristi pensieri e sussurrare un “avanti” stretto tra i denti.

Il leggero scricchiolio della porta che si apriva, rivelò l’esile e aggraziata figura di sua moglie, una donna dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi come le lunghe praterie che vi erano a Konoha.

Il viso pallido e sciupato della consorte rivelò al re l’amara verità.  Anche quell’anno, in quel triste giorno sua moglie aveva pianto la perdita della loro bambina.

Kizashi si passò una mano tra i capelli rosa legati in un codino basso.

“Mebuki, Tesoro.” Esclamò il re accennando verso la moglie un sorriso tirato. La giovane donna gli rispose con lo stesso identico gesto, cerando di sorridere ma con scarsi risultati, poi con passo malfermo e tremante si avvicinò al marito.

Mebuki era talmente fragile, talmente cagionevole di salute che ogni passo che faceva lo facevano temere che da un momento all’ altro le gambe della regina avessero ceduto facendo cadere sua moglie a terra. Poteva sembra che il re si preoccupasse troppo per la moglie e senza una ragione se non fosse per il semplice fatto che molto spesso Mebuki cedeva, molto spesso si ammalava e molto spesso non riusciva a recuperare le forze per giorni e giorni. Il fatto che lo stato di salute di sua moglie peggiorasse di anno in anno da quando avevano perso Amaya, faceva nascere dentro il re di armarsi di tutto punto e partire alla ricerca di Madara per ucciderlo con le sue stesse mani. Quel giorno di vent’anni prima Madara non lo aveva privato solo della figlia ma anche di sua moglie, perché Mebuki si era spenta, Mebuki minuto dopo minuto si stava lasciando andare e lui sapeva, sapeva che aspettava con ansia il momento della sua morte per raggiungere la sua piccola bambina, ma lui questo non poteva accettarlo, non poteva perdere anche sua moglie e durante i giorni di malattia della regina, lui si dava da fare per cercare i medici e i guaritori migliori di tutti i regni per salvare sua moglie non ascoltando le supplice e le preghiere di Mebuki di lasciarla morire e raggiungere Amaya.

Mebuki si fermò vicino la poltrona dove era seduto il marito e poggiò flebilmente una mano sulla testata della poltrona per sorreggersi.

“Che succede mia cara?” sussurrò il re prendendo teneramente la mano della consorte.

“O…oggi…oggi è…” iniziò la bionda con la voce rotta dal pianto e dal malcelato tentativo di nascondere le lacrime che adesso avevano iniziato a fuoriuscire dagli occhi verdi della regina.

“È quel giorno? Lo so mia cara…” sussurrò afflitto il re stringendole maggiormente la mano.

“Mi fa male qua!” sussurrò la sovrana portandosi la mano libera sul petto. “Oggi più degli altri giorni” concluse chiudendo gli occhi. Il re annuì tetro portandosi anche lui una mano sul cuore.

“Anche io ho lo stesso dolore Mebuki” sussurrò a denti stretti.

“Non voglio stare sola Ki, e al castello non c’è nessuno sono tutti in paese e io non voglio andare in paese. Fa troppo male!  Sussurrò la regina tirando leggermente su con il naso. Kizashi annuì mesto comprendendo perfettamente lo stato d’animo della moglie. Non dubitava che forse lei soffriva persino più di lui. Avevano faticato tanto per poter avere Amaya e quando finalmente sembrava che il loro sogno di diventare genitori si era avverato, l’anno dopo era successa la tragedia. Lui e sua moglie avevano potuto godere della compagnia di Amaya solo per un misero anno.

Chiudendo gli occhi e scuotendo la testa per non farsi sommergere da quei ricordi, Kizashi batté debolmente una mano sul suo ginocchio destro invitando la moglie a sedervisi sopra. Mebuki osservò il marito che teneva la testa poggiata allo schienale, sul viso un’espressione di dolore evidente, e la mano che batteva sul suo ginocchio, segno che ormai Mebuki conosceva molto bene. Suo marito aveva bisogno di essere abbracciato, di sentire il calore che ormai da tempo gli mancava.

Kizashi infatti sentiva freddo dentro, aveva ogni minimo osso del corpo come attanagliato da un gelo persistente, ma non si sentiva pronto ad affrontare il fatto che anche lui era un uomo come tutti gli altri e che in quel giorno, volente o nolente, i ricordi gli avrebbero torturato la mente, proprio come facevano con Mebuki.

Lentamente Mebuki si sedette sulle ginocchia del marito e avvolse le sue esili spalle lungo quelle possenti del re e lo attirò verso il suo petto, carezzandogli ritmicamente i capelli rosa. Per il popolo della pioggia i capelli rosa erano segno di regalità.

Un leggero singhiozzo da parte di Kizashi costrinse Mebuki a staccarlo da se per guardarlo in viso. Suo marito tratteneva a stento le lacrime e a quella vista anche i suoi occhi si fecero luminosi e lucidi di lacrime, ma quello non era il momento per piangere lei, lo stato d’animo del marito era messo peggio del suo.

“Ki, non è colpa tua!” sussurrò Mebuki con voce rotta, ma si costrinse a non piangere ancora. La donna sentì il marito irrigidirsi da capo a piedi diventando un pezzo di ghiaccio mentre i denti stridevano tra di loro.

“Quell’ essere viscido di Madara anni orsono ci ha ingannati tutti, compresa me e tu sai che sulle persone io non sbaglio mai, che diciamo ho fiuto su chi fidarsi e su chi no, ma Madara è riuscito ad ingannare anche me e poi era il tuo consigliere di fiducia da molti anni, da prima che nascesse Amaya. Non puoi fartene una colpa per non aver indagato a sufficienza, non puoi sentirti responsabile solo perché ha deciso di confidare il segreto del sangue di Amaya a quello che consideravi il tuo migliore amico. Sbagliare è umano Ki, e noi abbiamo commesso un errore che c’è costato tantissimo, ma non si può vivere sempre con l’ansia del non sapere se di una determinata persona ti puoi fidare. Il potere che aveva Amaya era grande e il nostro sbaglio è stato non essere stati in grado di proteggerla come dei genitori devono fare. Amaya manca terribilmente anche a me, lei era la mia speranza di sentirmi realizzata, ma la nostra bambina non avrebbe mai voluto che noi ci lasciassimo morire…”

“Parli proprio tu Meb, quante volte al giorno mi implori di non cercarti più medici. Mebuki se muori anche tu io che ragione ho di vivere!” esclamò il re stringendo la vita della moglie. “E per Amaya è solo tutta colpa mia, non metterti i prosciutti sugli occhi Meb, se non avessi detto a Madara che il sangue di nostra figlia era in grado di guarire da qualsiasi malattia oppure innescare nel paziente una malattia terminale, e soprattutto se non gli avessi detto che quello stesso sangue poteva donare la vita o la morte e se preso in grandi quantità anche l’immortalità, a quest’ ora Madara non avrebbe rapito e ucciso nostra figlia e noi avremmo ancora Amaya.” Urlò il re.

“Gli hai detto questo? Kizashi…” Esclamò la donna non trattenendo più le lacrime.

“Gli hai offerto nostra figlia su un piatto d’argento. Credevo che avessi detto a Madara che il sangue di Amaya poteva solo guarire…invece gli hai spifferato tutto!” esclamò la donna.

Kizashi chinò il viso e trattenne a stento le lacrime, poi una carezza gentile sul suo viso gli fece sollevare la testa di scatto. La moglie lo guardava con amore e gli occhi verdi lucidi erano bellissimi

“Ormai non ha più importanza Ki! Tu ti sei tenuto questo segreto dentro per vent’anni? Perché non me ne hai parlato?” chiese la donna.

L’uomo la guardò incredulo.

“Credevo mi avresti odiato” sussurrò

“Non potrei mai odiarti, sei l’uomo che ha dato un senso alla mia vita, non scordarlo mai”

“Ma sono anche l’uomo che ti ha privato di quel senso. Mebuki, ti ho privato di Amaya!”

“Non è solo Amaya che dava senso alla mia vita Ki, oltre a lei il mio senso sei tu!” esclamò la donna prima di baciare il marito con passione e stringerlo forte a se, ma il marito era rigido e non partecipò al bacio.

“Ki, non fare come ogni anno ora che so! Non chiuderti qui dentro a soffrire da solo. Non lasciarmi sola. Amami. Ho bisogno di te.” Esclamò Mebuki stringendo il re tra le sue braccia e poi cominciare a scendere lentamente sul suo panciotto per sbottonarglielo.  Kizashi bloccò immediatamente la moglie. Anche se erano passati vent’anni, lui non si sentiva ancora pronto ad amare di nuovo la moglie, in senso carnale.

“Mebuki, no!” esclamò il re allontanandola da se.

La regina lo guardò con gli occhi lucidi. Erano più di vent’anni che il marito non la toccava, che non faceva l’amore con lei. Certo gli dimostrava che l’amava, si prendeva cura di lei, ma come rapporto carnale era tutto finito da quando loro figlia era morta. Mebuki spesso si chiedeva se per Kizashi lei più che essere moglie era una dama di compagnia, una sorella per cui provava un affetto incondizionato. Spesso si domandava se il marito non provasse più alcun desiderio nei suoi confronti.

A capo chino, delusa, sola e afflitta Mebuki si avviò verso la porta, ma il marito la bloccò per il polso guardandola negli occhi.

“Mebuki…” iniziò, ma la donna liberò il polso dalla presa del marito e si diresse alla porta, ma prima di uscire si fermò e lo guardò da sopra la sua spalla destra.

“Mi domando se mi ami ancora Kizashi. Come moglie e amante intendo, perché sembra che tu provi l’affetto che un fratello proverebbe per la sorella per me. Oggi più che mai avevo bisogno di sentire che c’eri, di sentirmi amata. Sono vent’anni che non ti azzardi più a sfiorarmi con intenzioni erotiche e io mi domando se tu sia più attratto da me. Ho cosi freddo anche io. Ho l’anima congelato, ho bisogno di sentire amore, ma tu non vuoi darmelo e io lentamente mi sto spegnendo, lo sento Kizashi, ogni giorno che passa la mia vita diventa più flebile, volevo che i miei ultimi giorni li potessi passare tra le tue braccia, a fare l’amore con te, ma ti ostini sempre a respingermi…ora…sinceramente e mi dispiace dirtelo…desidero solo la morte Ki. Mi ami ancora Ki? Mi desideri ancora? Riesci a riaccendermi? Io non lo so più…” esclamò la donna prima di sparire dietro la porta non lasciando il tempo all’ uomo di alzarsi dalla sedia e risponderle a tono a quelle parole.

Non che Kizashi non desiderasse la moglie, anzi tutt’ altro, solo che reputava di non meritare di godere dopo quello che era successo a sua moglie e a sua figlia. Non riusciva ad eccitarsi senza sentirsi in colpa e di conseguenza la voglia calare. Ma mai, mai al mondo avrebbe pensato che la moglie si sentisse in quello stato per la mancanza di contatto fisico. Lui era fermante convinto di farle un favore avvicinandosi a lei senza intenzioni sessuali, e invece si era sbagliato di grosso, ferendo ripetutamente sua moglie per vent’anni. Che idiota era stato.

Kizashi si lasciò andare con la schiena allo schienale della poltrona su cui era seduto, sospirando e imprecando sommessamente.

“Dannazione!” esclamò per poi portasi una mano sugli occhi nuovamente lucidi. Prima la figlia, ora la moglie, era davvero un uomo pessimo.

 

 

Quello era il giorno in cui l’ira di Madara toccava livelli esorbitanti ed era meglio correre ai ripari.

Kabuto Yakushi ormai aveva ben capito che in quel giorno era meglio non importunare Madara se non si voleva correre il rischio di finire allo spiedo.

Quello infatti era il giorno in cui L’Uchiha traditore era riuscito a catturare la bella principessa della pioggia ma al contempo perderla in un modo così stupido, dato che l’aveva nascosta dietro un cespuglio non considerando il fatto che i bambini a un anno cominciano ad esplorare e quindi la piccola principessa era gattonava nelle schiere nemiche e quindi dal fratello Fugaku e dal suo scagnozzo Minato.  Kabuto era al corrente di tutto, in quanto Madara tempo addietro si era confidato con lui e Sai, e se ne stava saggiamente in disparte, al contrario di Sai, che non aveva la stessa intelligenza che aveva lui e importunava spesso Madara e di conseguenza finendo con i vestiti bruciacchiati e ferite profonde sparse qua e là per poi finire ricoverato d’urgenza nella sua sala di sperimentazione.

Flash back

L’attacco al villaggio della pioggia da parte di Madara era stato sventato con successo dall’arrivo dei rinforzi da parte di Konoha e dell’odiato fratello di Madara e re della stessa Konoah, Fugaku Uchiha, costringendo così l’Uchiha traditore battere in ritirata e con la coda tra le gambe.

Il valore in guerra del re Fugaku, di Minato e dei suoi guerrieri non aveva eguali.

Le capacità ninja e le tecniche semplici e speciali che li caratterizzavano riuscivano a mettere in difficoltà perfino lo stesso Madara Uchiha.

“Ottimo lavoro ragazzi! Ottimo attacco combinato! Esclamò il re Fugaku con un accenno di sorriso vittorioso ma sempre con l’indiscussa aria crucciata che lo caratterizzava. Minato annuì fiero di se stesso e Kushina, moglie del guerriero biondo, si attaccò al suo braccio annuendo felice, poi il gemito e un pianto a squarcia gola attirò l’attenzione dei presenti, poi un piccolo bimba dal ciuffetto rosa arpionò la gamba della donna.

“Ma…ma…Mama.” Piagnucolò la bimba.

Kushina incuriosita si staccò dal marito per chinarsi sulla bimba e prenderla tra le braccia e coccolarla con fare materno, poi osservò dubbiosa il marito e il re.

“Quella bambina l’aveva Madara!” esclamò Fugaku poggiandosi una mano sul mento e osservare Minato che annuì con vigore.

“Che ne doveva fare mio fratello con questa bambina? “Chiese il re a Minato che scrollò le spalle

“Non so. Non so davvero vostra altezza” sussurrò Minato esausto guardando la bambina tra le braccia della moglie.

“Capisco” sussurrò il re, poi un silenziò piombò sovrano sulla vallata, silenzio rotto solo dai piccoli risolini della bambina che giocava con le dita e i capelli rossi di Kushina.

“Minato non possiamo lasciare questa bambina in orfanotrofio, se Madara la voleva di sicuro c’è un motivo importante. Conosco mio fratello e non si farebbe mai carico di una bambina solo perché nutre affetto per lei.” Decretò severo il re.

“Lo capisco vostra altezza, cercherò una famiglia affidataria che adotti questa bambina” esclamò sicuro di se Minato.

“No, non mi fido di nessun altro se non di te, devi prenderla tu Minato!” ordinò il re.

“Ma maestà anche se la volessi prendere non posso farlo, non posso dire al popolo che è mia figlia quando mia moglie ha avuto Naruto un anno e mezzo fa, tale cosa non rientra nei giusti termini previsti di una gravidanza, e poi questa bambina ha anche lei super giù un anno, Non posso dire che ho un’altra figlia non saprei come spiegare questa situazione!” esclamò Minato più confuso che mai.

Il re si fece nuovamente silenzioso.

“Giusto, non ci avevo pensato, però Minato puoi sempre dire che è una tua parente e che i suoi genitori sono morti, non so come inventati qualcosa, e che lei è l’unica sopravvissuta e gli unici parenti siete voi!” esordì il re soddisfatto di se stesso.

“Si, come no. Fugaku non ho parenti io! Né fratelli, né sorelle, da dove cavolo spunterebbe questa bambina se dicessi quello che mi hai appena detto?” si alterò leggermente Minato e Fugaku sbuffò.

“Accidenti, come si fa!” esordi il re mettendosi nuovamente una mano sul mento, poi si voltò verso Kushina intenta a giocare e coccolare la bambina che ridacchiava di rimando.

“Ci sono! Lady Kushina avete familiari fuori da Konoha?” chiese il re speranzoso. La donna distolse l’attenzione dalla bambina per puntare lo sguardo sul viso del suo sovrano. La donna osservò prima il re, poi il marito che annuì impercettibilmente.

“Si vostra altezza, ho una sorella al villaggio della pioggia che non vedo da più di tre anni, perché me lo chiede maestà?” chiese la donna con un sopracciglio sollevato.

“È sposata sua sorella?” chiese il re

“Non lo so vostra altezza, non vedo mia sorella da troppo tempo e non glielo so dire. Mebuki è una persona molto riservata, certo ci vogliamo bene, ma abitiamo troppo distanti l’una dall’altra per poterci vedere spesso, ma che mi ricordi si stava frequentando ai tempi con un certo signor Haruno” spiegò la rossa cheta. Fugaku si fece nuovamente pensieroso e prese a camminare avanti e indietro, per poi fermarsi di scatto.

“Che strano, Haruno? Lo stesso cognome del sovrano della pioggia, uhmm sarà una coincidenza, ma comunque non importa. Haruno, quello sarà il cognome della bambina, figlia di questa vostra sorella, lady Kushina, che non vedete da tempo e che morta insieme al marito in guerra. Sarà la cugina del vostro piccolo Naruto. Ora sceglietele un nome!” ordinò il re con fare risoluto e Kushina e Minato non osarono obiettare.

Minato e Kushina annuirono brevemente ed entrambi osservarono la piccola bambina che si era addormentata tra le braccia della donna e un ciuffetto rosa faceva capolino dalla sua testolina pelata, poi entrambi i coniugi esclamarono.

“Sakura. Sakura Haruno, benvenuta nella nostra famiglia.”

Fine flash back.

 

 

 

 

Sakura continuava a piangere ininterrottamente sul collo e sul petto di Sasuke, che cieco e confuso e leggermente imbarazzato non sapeva da che parte cominciare per consolarla. Inoltre Sasuke si sentiva fortemente a disagio in quanto il corpo di Sakura era steso sul suo e i singhiozzi che la scuotevano la costringevano a muoversi leggermente.

Sakura, da quel poco che la conosceva era un donna forte e determinata e non riusciva a capire cosa aveva turbato così profondamente la donna.

 Sasuke odiava le persone che piangevano non perché la reputava una debolezza in una donna, ma perché lui non sapeva come fare per consolare quel pianto irrefrenabile. Non era certo il tipo di persona che consolava, ma capiva perfettamente che Sakura in quel momento aveva bisogno di piangere, di una spalla amica su cui riversare le proprie sofferenze e lui non sapeva il perché, ma si sentiva onorato del fatto che Sakura avesse scelto proprio lui per sfogarsi. Forse ciò era dovuto alla sua cecità, al fatto che non potesse vederla e la donna si sentiva confortata da questa situazione. Stranamente in quel momento la sua invalidità non gli pesava, anzi in quel momento la considerava una fortuna dato il fatto che lui non sopportava vedere le lacrime in quanto difronte ad esse si sentiva impotente e forse anche grazie alla sua cecità che Sakura aveva trovato il coraggio di lasciarsi andare a un pianto liberatorio. Quella situazione forse faceva comodo a entrambi.

Lui non sopportava minimante non sapere le cose, ma sospettava fortemente che quello non era il pianto di una donna che era appena stata costretta a lasciare l’uomo che ama, ma era il pianto disperato di una donna che sapeva di dover rinunciare alla sua vita, ai suoi sogni, ma lui non riusciva a percepirne il perché. Per lui non esisteva la possibilità di scendere a compromessi su qualcosa che avrebbe per sempre cambiato la sua vita e non in modo positivo, tipo il suo stato di cecità, ecco perché aveva accettato di farsi curare da lei, ma dalle parole di Itachi, aveva capito perfettamente che il fidanzato della guaritrice non era un tipo raccomandabile ma aveva ancora molti dubbi in proposito, anche se sapere che Sakura aveva un fidanzato lo infastidiva.

Quello era il pianto di una donna rassegnata e disperata.  Sakura era proprio ridotta uno straccio e nonostante non poteva vederla percepiva che il suo medico era lacerata dal dolore. Non capiva il perché Itachi le avesse minacciato di ordinargli di lasciare il fidanzato se non lo faceva lei.

Non conoscendo la situazione Sasuke sospettava che Itachi fosse innamorato del suo medico, ma se anche così fosse lui non poteva amarla, la legge lo vietava. Sasuke si domandò allora perché il fratello voleva abusare del suo potere regale per impedire al suo medico di essere felice.

Era sicuro che dopo che Sakura se ne fosse andata, lui avrebbe dovuto scambiare due paroline con il fratello.

Lentamente Sasuke sollevo una mano per carezzare la testa della rosa, scoprendo di poggiare il palmo della mano su pura seta liscia e profumata. Carezzò i capelli del suo medico scoprendo la loro incredibile lunghezza. I capelli di Sakura le arrivavano al fondoschiena. Erano talmente lunghi che Sasuke si dovette fermare per tempo per non poggiare la mano sul sedere della ragazza. Alla sua carezza Sakura sussultò.

Sasuke scostò la mano dai suoi capelli e lei parve rilassarsi, poi la poggiò sulla sua guancia per poi scendere lungo il suo lungo collo. Sasuke desiderava disperatamente poter vedere il viso della ragazza che aveva catturato l’attenzione di suo fratello. Sakura sollevò il viso dal suo collo e si bloccò quando lui spostò la mano sulle sue labbra e tastandole con le dita, scoprendole morbide, lisce e carnose. Quelle erano labbra fatte per essere baciate e lui aveva avuto la fortuna di saggiarle. Continuando imperterrito spostò la mano sulla linea della sua mascella, per poi passare all’ orecchio scoprendo che erano piccole e delicate, passò la mano sulla linea del suo naso, piccolo, delicato, leggermente a patatina, salendo verso l’alto le sue dita percepirono ciglia lunghissime e sottili e occhi dalla forma delicata e a mandola. Avrebbe tanto voluto sapere il colore dei suoi occhi.

“Sakura…di che colore sono i tuoi occhi?” chiese quasi timidamente Sasuke. Sakura sussultò, poi sussurrò.

“Ve…verdi”

Sasuke annuì brevemente, continuando il suo viaggio di esplorazione e scoprendo la fronte spaziosa del suo medico, poi staccò la mano dal suo viso, tornando a poggiarla sul suo fianco. In grandi linee si era fatto un idea del viso del suo medico che aveva lo stesso colore di occhi della bambina che aveva salvato in passato.

“E i capelli…” chiese, ma Sakura si irrigidì e le si mozzò il fiato, non rispondendogli. Sasuke lasciò perdere.

“Che è successo?” chiese ancora l’Uchiha.

Percepì Sakura scuotere la testa in segno di negazione.

“Nulla di grave vostra altezza, anzi la ringrazio per la pazienza accordatami! “Sussurrò lei. Sasuke sbuffò.

“Qualunque sia il problema, non lasciare mai che la gente ti impedisca di realizzare i tuoi sogni. Non lasciare che i tuoi sogni finiscano nel dimenticatoio perché rinunciare ai proprio sogni e da stupidi e da vigliacchi e io non sopporto gli stupidi e i vigliacchi!” esclamò l’Uchiha con il suo solito tono freddo e spietato.

 Sakura sussultò accusando il colpo. Il suo sogno era lui, e vi aveva appena rinunciato e ora lui se ne usciva con quella frase che la gettò in una tristezza infinita.

“Vi ringrazio vostra altezza. Possiamo iniziare la cura?” chiese Sakura afflitta.

Sasuke sollevò un sopracciglio con fare dubbioso nel sentire il tono della sua voce, ma annuì.

“Si, ma non chiamarmi vostra altezza ti ripeto, donna!” sbuffò l’Uchiha.

“Mi scusi”

“Tsk”

“Sa…Sasuke…la cura non sarà facile, farà male e…”

“Non mi interessa Sakura, so sopportare il dolore…procedi!” esclamò freddo e controllato L’Uchiha e Sakura annuì. Fece stendere Sasuke sul letto, facendogli poggiare la testa alla sua coscia, poi posizionò le mani sugli occhi dell’Uchiha ricordando quello che lui le aveva detto e costatando quanto avesse ragione l’uomo di cui era innamorata.

Il suo amore per lui cresceva di giorno in giorno. Itachi l’aveva avvisata, Sasuke in fondo aveva il cuore d’oro, ed ora era guai per lei.

Appena Sakura attivò il chakra per iniziare la cura, cinque secondo dopo Sasuke sussultò, strinse le labbra e con la mano sinistra arpionò il materasso con la destra la coscia di lei, passando il braccio sul proprio petto e facendola sussultare. A quanto pare inconsciamente Sasuke aveva bisogno di un contatto con lei per affrontare quel dolore. Sakura osservandolo si commosse. La forza di quell’uomo, di quel principe, del suo unico amore era davvero incredibile.

 

To be continued

Ed eccomi qua signori e signore, piaciuto regalino anticipato?

Fatemi sapere un bacione Mei.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** UN GUAIO DOPO L'ALTRO ***


Signori e signore eccoci qua a un'altra puntata di lord perfect. Come promesso eccomi qua spero che questo capitolo vi paccia.

Ringrazio tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le preferite/seguite e ricordate e grazie di cuore a chi la commenta.

 

 

 

UN GUAIO DOPO L’ALTRO

 

 

Sakura lavorava ininterrottamente su Sasuke da oltre un’ora.  Aveva scoperto, grazie al suo potere che gli occhi di Sasuke erano perfettamente sani, tranne per il fatto che sui nervi ottici che permettevano la vista c’erano degli strani organismi viventi, tipo virus, ma non erano virus, che si cibavano di questi nervi e che ne era certa a lungo andare li avrebbe distrutti. Sakura temeva che se non debellava quella sostanza, quella specie di virus oltre ad attaccare la vista del principe avrebbe potuto attaccare un altro organo e sta volta, un organo vitale.  La giovane donna era terrorizzata all’ idea di perdere Sasuke, quindi concentrò ogni sua forza nel curarlo anche se ciò significava che se un giorno Sasuke fosse guarito del tutto, lei non lo avrebbe più visto e sarebbe dovuta tornare ad amarlo di nascosto e a guardarlo a debita distanza.

Osservava attentamente ogni movimento, ogni respiro di Sasuke. Il corpo del principe era rigido e dolorante, il viso madido di sudore. Si era morso il labbro e da esso ne usciva un rivolo di sangue. Sakura sapeva perfettamente il dolore che il principe stava provando, perché con il suo chakra lavorava sui nervi ottici di quest’ultimo usando il proprio potere come bisturi per liberare i suoi occhi da quella sostanza strana e assurda.

Sasuke nel frattempo stringeva convulsamente le mani sul lenzuolo cercando di resistere a quella tortura, ma stranamente si fidava ciecamente del suo medico, e le lasciava fare il suo lavoro.

Sakura non aveva aperto bocca tutto il tempo e Sasuke desiderava disperatamente poter vedere il viso concentrato della giovane e sperava ardentemente che grazie a lei un giorno avrebbe potuto farlo.

Sasuke né era sicuro, un giorno la vista gli sarebbe tornata e allora non avrebbe dato più nulla per scontato e avrebbe scoperto che fine aveva fatto quella bambina dai capelli rosa e l’avrebbe trovata, anche solo per parlarle e vedere che donna era diventata, se si era sposata, se era felice, e che faceva nella vita. Insomma Sasuke avrebbe ritrovato quella bambina dai capelli rosa per istaurare con lei il rapporto d’amicizia che sin da piccolo aveva sempre desiderato. Perché sì, sin dalla prima volta che l’aveva vista, aveva sentito che quella bambina poteva spingerlo a migliorarsi sempre di più. Sapeva che avere il colore dei capelli che aveva quella bimba le avrebbe causato non pochi problemi con la società, ma era anche sicuro che anche grazie alle sue parole “di non farsi mettere i piedi in testa e di andare orgogliosa di ciò che era “lei non si era arresa continuando a vivere e Sasuke voleva sapere come aveva vissuto.

Sakura controllò i parametri vitali di Sasuke e si bloccò di scatto. Il cuore del principe batteva troppo velocemente per continuare le cure quel giorno.

Sasuke infatti sospirò di sollievo appena sentì che l’afflusso del chakra del suo medico si interruppe. Lentamente aprì gli occhi e la cecità lo invase di nuovo

“Perché hai interrotto donna!” dichiarò gelido e spietato Sasuke.

Sakura sussultò.

“Perché non posso continuare più vostra altezza. Il…”

“Puoi e continua!” ordinò l’Uchiha.

“Non posso”

“Sakura, maledizione continua, non voglio più essere cieco!” urlò l’Uchiha e Sakura perse la pazienza.

“Allora volete essere morto, vostra altezza? Perché se continuo il vostro cuore non reggerà! Il vostro apparato visivo ha subito traumi potenti a causa delle cure ed ha bisogno di riposarsi, inoltre il vostro cuore ha aumentato i battiti del doppio permesso e rischiavate un collasso cardiaco, ora come la vogliamo mettere!” esordì seria Sakura, tanto che Sasuke incassò il colpo e si zittì, ma non tolse la testa dalle gambe di Sakura.

Il silenziò regnò sovrano, poi Sasuke sospirò e sollevando una mano carezzò debolmente la coscia di Sakura che si irrigidì.

“Perdonami Sakura…” sussurrò rassegnato.

Sakura facendosi coraggio sollevò una mano e debolmente carezzò il viso di Sasuke.

“Ti capisco Sasuke. So che vuoi tornare a vedere il prima possibile, ma per queste cose ci vuole tempo, però ti posso dare una bella notizia, i tuoi nervi ottici sono sani, quindi il problema non sono i tuoi occhi ma quella specie di virus che ci ho trovato dentro e che è difficile da debellare, ma abbiamo cominciato a fare dei passi avanti. Presto vi prometto che tornerete a vedere” sussurrò Sakura. Sasuke si rilassò nel sentire le carezze di Sakura e sospirò di piacere, poi lentamente si alzò dalla sua coscia e si girò verso di lei come a poterla vedere.

Una folata di vento entrata dalla finestra aperta della stanza mosse lentamente i lunghi capelli rosa di Sakura andando a sfiorare il viso di Sasuke, e lui ne poté sentire l’odore che andava tra il muschio bianco, pioggia e i fiori di ciliegio e si inebriò di quell’ odore sublime.

Istintivamente Sasuke afferrò una ciocca di capelli di Sakura e se la portò alle labbra e quindi vicino al naso per poterne sentire meglio l’odore.

Dal canto suo Sakura si irrigidì rendendosi conto che nell’ impeto delle cure e del precedente abbraccio con Sasuke, aveva perso il suo tanto amato foulard e che i capelli le si erano sciolti del tutto durante le cure.

Sasuke l’attirò a sé stringendola per la vita e facendosi dare le spalle, poi lui immerse in viso nell’ incavo del suo collo e quindi tra i suoi capelli ispirando il suo odore. Sakura era rigida e una lacrime silenziosa uscì dai suoi occhi.

Cosi non andava bene. Cominciava ad essere troppo bello essere toccata da Sasuke, abbracciata da Sasuke, coccolata da Sasuke, il suo cuore cominciava a non reggere tutte quelle emozioni e temeva di finire lei in collasso cardiaco.

“Sakura…Grazie” sussurrò l’Uchiha voltandola verso di sé e quindi dare la schiena al materasso, poi lui la fece stendere su di esso. Sakura divenne di ghiaccio aspettando che Sasuke si impadronisse delle sue labbra, ma il principe invece le si stese al fianco, le mise una mano attorno la vita e con l’altra le cominciò ad accarezzare i capelli, quasi fosse un cucciolo.

“Come stai? Perché piangevi prima Sakura?” chiese Sasuke dolcemente.

Sakura sussultò e voltò la testa verso l’incavo del collo di Sasuke, nascondendo in esso il viso e gli occhi che minacciavano nuovamente di riempirsi di lacrime.

Sasuke si era dimostrato completamente diverso. Completamente diverso da ciò che pensava Sakura. Infatti anziché approfittare di lei, l’aveva stesa sul suo letto sdraiandosi al suo fianco su un fianco e con le mani la carezzava come a coccolarla e inoltre si stava interessando di come stava e del perché piangeva. Ma poteva esserci al mondo un uomo migliore di lui? Sakura sentiva terribilmente il suo cuore in pericolo.

Sakura si liberò dalla presa di Sasuke ed andò ad accendere le luci della stanza.

“Itachi ti ha fatto qualcosa? Perché non vuole che stai con il tuo ragazzo?” chiese ancora il principe e Sakura singhiozzò.

Sasuke l’attirò maggiormente a sé permettendole di piangere e di sfogare tutte quelle lacrime che ne era certo, da troppo tempo teneva dentro di sé.

Sakura aveva lasciato da parte ogni convenevole, si era aggrappata alla vita di Sasuke stringendolo a sé come fosse l’aria che respirava, nascondendo il viso nell’ incavo del collo e inondandolo di lacrime. Le spalle erano scosse da violenti singhiozzi e la giovane guaritrice si domandava perché i Kami erano così crudeli con lei. Non potevano almeno farle il regalo di un Sasuke completamente menefreghista? No, i Kami avevano fatto Sasuke, bello, intelligente, forte, sì a volte freddo, scorbutico, ma anche comprensivo e consolatore e chissà ancora quanti altri pregi e difetti aveva.

“Ma quanto piangi!” sbottò l’Uchiha dopo un po’ tra il divertito e il suo solito tono freddo.

Sakura si riscosse e cercò di smetterla di piangere.

“Mi spiace, vostra altezza…io…io.”

“Stavo scherzando Sakura. Mi dici che è successo?” la interruppe e Sakura strinse i denti. Aveva anche cercato di distrarla dai suoi pensieri con quella frase. Non era possibile, Sakura ne era certa, da quel palazzo a fine di tutto né sarebbe uscita morta.

“Il mio ragazzo, se così posso definirlo, non è proprio il tipo per me e Naruto ha dato di matto appena lo ha saputo” sussurrò Sakura

“E direi anche Itachi. Ma perché?” esclamò Sasuke passando una mano sul collo di Sakura, sul lato contuso.

“Ahi!” urlò Sakura scostando immediatamente la mano di Sasuke dal suo collo e scattando seduta. Non si era resa conto che Sai era stato in grado di farle sul lato destro del collo una contusione tale da non poterla nemmeno toccare.

Lo sguardo cieco del principe cambiò di scatto. Da rilassato a serio, preoccupato e concentrato.

Sasuke scattò seduto, a tentoni riafferrò Sakura per le spalle e la stese sul letto.  Sempre a tentoni le arrivò al collo e lo tastò. L’ urlo di Sakura fu disumano. Il dolore le aveva annebbiato la vista.

“Bè, non c’è bisogno che parli, ora capisco la furia di Itachi e Naruto…”

“Ho solo sbattuto…”

“Cazzate, dai segni gonfi che sento sul tuo collo è la presa violenta di un uomo di circa 75/80 kg, l’impeto e la velocità con cui il livido è gonfiato, mi fa intendere che sei stata sbattuta violentemente contro qualcosa…” iniziò a spiegare Sasuke gelido e spietato, e così dicendo le passò una mano sulla colonna vertebrale e lei urlò

“Un albero per la precisione, in quanto la contusione è lunga quanto tutta la schiena e circolare” dichiarò ancora l’Uchiha e il tono della sua voce faceva venire i brividi.

“Ora, o molli il tuo ragazzo e farò in modo che marcisca nelle prigioni peggiori di Konoha! A te la scelta Sakura!” Esclamò Sasuke

“Ma Io…”

“Perché le persone migliori devo sempre finire in mani a persone che non le rispettano! Sakura o lo molli o se la vedrà direttamente con me! Non accetto obiezioni, sono il principe di Konoha e come tale te lo ordino, io non ti lascio mezze misure come Itachi, Sakura. Vedi che questa persona giunga alle mie mani e io dovrò sapere che lo hai lasciato, in caso contrario, saranno guai. Mi sono spiegato!” esclamò gelido, letale, tanto che Sakura si trovò a deglutire spaventata.

“Vostra altezza non posso lasciarlo, o Ino morirà!” urlò Sakura per poi tapparsi la bocca e sgranare gli occhi.

“Che cosa! Ha osato anche minacciarti usando questa Ino? Se non sbaglio era qua quando…”

“Vi…vi…ho operato al cuore, si. E’ la mia migliore amica e la mia assistente!” sussurrò Sakura.

“Bene, stessa cosa di prima. Voglio questi uomo fuori dalla tua vita, se verrò a sapere che così non è, ti farò stabilire in pianta stabile al palazzo reale, e poi voglio vedere come arriverà a te quest’uomo. Scegli!” esclamò Sasuke gelido tenendola ferma per le spalle e stesa ancora sul letto.

Sakura si divincolò dalla sua presa, scese dal letto, prese il suo foulard e accese la luce, poi con furia urlò.

“Ripeto la vita e mia e decido io quello che farne. Non tu, non Itachi, non Naruto, io e io non lo lascerò!” urlò Sakura mettendosi il foulard in testa, finendo di legarsi i capelli sotto di esso e scappare fuori dalla stanza.

 

Sasuke era rimasto senza parole e respirava a fatica. Quando Sakura aveva acceso la luce, lui si era coperto di scatto gli occhi, poi aveva tolto la mano da essi ed era rimasto senza parole.  Finalmente cominciava a vedere le ombre e non ombre del tutto nere ma grigiastre e sembrava che Sakura fosse circondata oltre che dal grigio anche da un aurea rosa. Bè, più che aura Sakura sembrava una chiazza rosa per poi subito dopo diventare di nuovo tutto grigio e prima che potesse dirle che significava quella situazione per la sua vista, il suo medico era sparita.

 

Sakura correva a perdifiato per le vie di Konoah, gli occhi pieni di lacrime. Tutti le dicevano di lasciare Sai, compreso il suo unico grande amore, che non sapeva come stavano le cose e aveva ben pensato di aggredirla. Certo, le sue parole erano vere e giuste, ma per ogni cosa c’è modo e modo di dirle.

Non guardando dove metteva i piedi, Sakura andò a sbattere contro qualcuno e la rosa si trovò con il sedere per terra.

“Lady Haruno, mi dispiace. State bene!” esclamò una voce e appena sollevò il viso nel vedere chi le stava prestando soccorso, rimase sorpresa. Li, davanti a lei c’era il principe Gaara di Suna.

“Vostra altezza, scusate voi. Perdonate la mia goffaggine!” esclamò la giovane donna mettendosi subito in piedi accettando l’aiuto del principe

“Sembrate provata, cosa vi è successo?” chiese Gaara.

Sakura sospirò rendendosi conto che in quel giorno tutta la sua aria composta e la sua aria professionale erano andate a farsi benedire.

“Nulla vostra altezza, è solo un giornata difficile!” esclamò Sakura accennando un sorriso mesto.

Gaara le sorrise comprensivo prendendole il braccio e incatenandolo al proprio, per poi iniziare a passeggiare con lei.

“Vi capisco mia lady. “Esclamò Gaara. “Sentite mia lady, non ho avuto modo di ringraziarvi per avermi salvato la vita qualche tempo fa. Vi devo molto” esclamò il sovrano di Suna e Sakura arrossì vistosamente.

Nel poco tempo che aveva conosciuto il re di Suna, lo aveva etichettato come un re di buon cuore.

Gentile, potente e sofisticato. Sakura a quel tempo ne era rimasta profondamente colpita e se non fosse per il fatto che era perdutamente innamorata di Sasuke si sarebbe potuta innamorare di lui.

“Oh, ma sire è stato un onore e un piacere per me. Perché siete qua sire?” chiese Sakura.

“Oh…si ecco dovrei parlare con due cari amici e poi volevo rivedere voi.” Sussurrò lui con un sorriso.

“Oh…oh…grazie sire, cosa posso fare per voi?” chiese la donna

“No, Sakura non avete capito, io mi sono innamorato di voi, del vostro modo di fare, della vostra persona e…”

“Oh. Sire …io…io…”

“Chiamatemi Gaara, Sakura e per favore non datemi risposta ora, rifletteteci, io posso attendere” esclamò Gaara.

Sakura era senza parole, osservò Gaara mentre un rossore le imporporava le guance. Gaara era innamorato di lei? Ancora non riusciva a crederci. Quante altre sorprese quel giorno le doveva rivelare. Sakura si chiese come era possibile che Gaara, era un reale e lei una popolana.

“Sire, non potete innamorarvi di me, le leggi lo impediscono” esclamò la donna

Gaara la guardò dubbioso.

“Che leggi?” chiese il sovrano confuso fermando il passo e tenendo la propria mano su quella della rosa.

“Quelle che dicono che un reale non può innamorarsi di una popolana” sussurrò la rosa.

“Eh?” sussurrò Gaara dubbioso.

“Un reale non si può innamorare di una popolana!” ripeté Sakura la legge di Konoha.

“Uhm, forse qui a Konoha Sakura, a Suna non è così. Vi prego mia lady, non datemi risposta ora, rifletteteci.” Sussurrò Gaara, poi si bloccò.

“Ora devo andare Lady, devo incontrare Itachi e Naruto, mi voglio parlare di una persona, ci vediamo presto mia cara.” Esclamò Gaara allontanandosi da lei, fare una breve riverenza, poi avviarsi verso quei suoi amici che a quanto pare erano suo cugino e il principe ereditario.

Sakura si chiese che diavolo stava succedendo alle persone attorno a lei. Come aveva fatto a incasinarsi in quel modo. Prima Sai che la ricattava uccidendo Ino se non lo sposava, poi Sasuke che aveva dato di matto percependo e deducendo bene bene quello che le era successo e ordinandogli di lasciare Sai proprio come aveva fatto Itachi, ed ora il re Gaara si era appena dichiarato innamorato di lei. Bè, Sakura si trovò a pensare che il sovrano aveva un gran coraggio a dichiararsi a lei con una tale sicurezza. Era come se Gaara non temesse un rifiuto e come dargliene torto, era bello, gentile, premuroso…Sakura si sentiva onorata da quella dichiarazione se non fosse per Sai e per Sasuke. Inoltre Gaara doveva parlare con Itachi e Naruto e Sakura si chiese se non fosse in proposito di Sai.

La giovane guaritrice aveva una confusione assurda in testa, tanto che la testa prese a farle male. Scrollando le spalle si diresse verso casa camminando lentamente a capo chino.

Arrivata davanti casa le parve che quel giorno i Kami ce l’avessero con lei. Il re di Konoah, Fugaku Uchiha, era proprio lì davanti la sua porta e vicino la sua carrozza, talmente bella imponente e maestosa che sembrava un castello ambulante.

“Mi dispiace infinitamente Lady Haruno, ma i miei figli mi hanno costretto a prelevarti da casa per farti stabilire a palazzo. Non so bene per cosa, non me lo hanno detto, ma Sasuke e Itachi mi hanno detto che è una questione della massima urgenza” esclamò il e per poco lei non svenne.

 

To be continued

 

ECCOCI  che ve ne è parso? Fatemi sapere un Kiss mei

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** TRASFERIMENTO ***


Signori e signori eccomi qua con un capitoletto che anche se di passaggio è stato un vero e proprio parto. Volevo avvisare che il prossimo aggiornamento di questa storia, se tutto va bene avverrà il  13 settembre, purtroppo le mie vacanze sono giunte a termine e ora mi sto preparando per riprendere a lavorare quindi l’aggiornamento è un po’ ritardato perché preferisco dedicarmici bene alla storia anziché renderla superficiale, questo cappi sono riuscita a pubblicarlo solo perché è di passaggio ma dal prossimo capitolo le cose diventano un po’ più complicate e ho bisogno di dedicarmici a mente serena. Spero che continuerete lo stesso a seguirmi, alla prossima Mei

 

 

 

TRASFERIMENTO

Sakura Haruno non riusciva a credere ai propri occhi. Il re di Konoha, Fugaku Uchiha se ne stava davanti la porta di casa sua in attesa di una sua parola.

“Lady Haruno, non so bene cosa sia successo tra lei, i miei figli e Lord Uzumaki affinché mi chiedessero di venirla a prendere di persona, ma la prego di non fare storie e di preparare le sue cose e per favore seguirmi!” la esortò il re.

“Vostra altezza, mi perdoni, ma non credo sia necessario tutto questo, mio cugino Naruto e leggermente iperprotettivo, ma rassicuratelo dicendogli che sto bene. Per favore io…”

“Non costringetemi ad ordinarvelo con la forza. Per favore Lady Haruno, probabilmente è la miglior cosa e inoltre siete diventata il medico personale di mio figlio, così facendo, abitando a palazzo non sarà necessario che ogni giorno fate il viaggio per giungere a palazzo.” Esclamò che to il re.

Molti passanti rallentarono il passo per cercare di capire cosa ci facesse il re nell’ umile dimore di una guaritrice di quartiere bisbigliando tra di loro.

Le guance di Sakura si imporporarono di rosso e si affrettò ad aprire la porta di casa e far accomodare il re che appena entrò si guardò intorno quasi meravigliato.

“Perdonate il disordine vostra altezza” sussurrò la donna in imbarazzo.

“No, al contrario Lady Haruno, siete molto ordinata. La vostra dimora è piccola e accogliente.” Sussurrò il re facendola arrossire nuovamente.

“Vorrei chiedervi, se è possibile, perché mio cugino ha chiesto il vostro intervento?” chiese Sakura.

“Non posso proferir parola a tal proposito, ma le prometto che a palazzo non vi mancherà nulla. Sarete trattata con il massimo rispetto e avrete vitto e alloggio gratuito per tutto il tempo che rimarrete a palazzo come medico personale di mio figlio. Altro, le altre motivazioni per cui siete obbligata a trasferirvi a palazzo non posso dirvele.” Concluse perentorio il re.

Sakura si guardò attorno nervosa sistemandosi meglio il foulard sulla testa. Sakura sapeva di non poter rifiutare quell’ ordine, ma ciò significava autoflagellarsi dovendo vedere ogni giorno il principe di cui era perdutamente innamorata. Aveva un disperato bisogno di un supporto amico.

“Potrei avanzare una richiesta se mi devo trasferire a palazzo come medico?” chiese Sakura.

“Chiedete pure” la esortò il regnante.

“Da medico avrei bisogno della mia assistente e ovviamente mi dispiacerebbe farle fare ogni giorno il viaggio come dite voi dal paese al palazzo. Vorrei che anche Ino venisse con me” sussurrò imbarazzata e a disagio la giovane guaritrice.

Il re si fece un attimo pensieroso.

“È la giovane donna che vi ha accompagnato quando avete salvato la vita a mio figlio?” chiese il re.

“Si vostra altezza”

Il re annuì mesto.

“D’accordo, verrà anche la vostra assistente anche se non mi avevano chiesto questo, ma posso assecondarvi” asserì il re annuendo. Sakura sorrise mesta.

“Grazie vostra altezza” sussurrò Sakura.

Annuendo il re sorrise “Andate a dirle di prepararsi mia giovane lady, vi attendo qua!”

“Vado e torno. Ah, e grazie!” sussurrò Sakura correndo alla porta e dirigendosi alla porta accanto dove Ino si stava preparando una tazza di the.

“Ino…Ino…sbrigati prepara i bagagli. Devi venire con me!” esordì Sakura aprendo la porta.

“Eh? Ah sì buongiorno anche a te Sakura. Come stai? Io sto bene grazie!” la riproverò Ino facendo tutti i convenevoli di un saluto mattutino e che ovviamente Sakura si era scordata di fare.

“Non c’è tempo per queste cosa Ino! Il re! Il re Fugaku Uchiha è a casa mia…”

“Cosa? Perché? Che hai fatto?” esclamò la bionda.

“Fammi finire! Mi sa che ho un cugino troppo iperprotettivo. Naruto mi ha mandato il re a casa per dirmi che devo trasferirmi a palazzo reale…”

“Ma è fantastico, potrai stare con Sasuke!”

“No, che non è fantastico e tu lo sai, una popolana con un regale…quando mai. Comunque gli ho detto che se gli servivano i miei servigi per il figlio, avevo bisogno che con me ci fosse anche la mia assistente, ovvero tu! Preparati Ino devi venire con me!” esordì la donna.

Ino ridacchiò e sospirò.

“Fosse vero che ti serve il mio aiuto. Tu mi vuoi a palazzo per sfogare la frustrazione che Sasuke ti creerà!” rise divertita Ino.

Sakura arrossì dalla testa ai piedi e cominciò a torturarsi le mani.

“Bè…in effetti! “Borbottò Sakura. “Allora non vieni? Ino ti prego mi serve il tuoi aiuto. Ho bisogno di un amica!” sussurrò lei. Ino la guardò a lungo poi sospirò.

“E va bene, ma solo perché sei tu!” esordì la bionda e Sakura prese a saltare insieme a lei euforica.

“Grazie, Grazie, Grazie Ino!”

“Si, si... ok ora vai a preparati a tra un po’!”

Sakura annuì e corse a casa. Appena aperta la porta trovò il re, fece un piccolo inchino e corse di sopra a preparare lo stretto necessario per trasferirsi.

Dieci minuti dopo sia lei che Ino erano pronte di tutto punto e per la prima volta nella loro vita salirono sulla carrozza regale insieme al re in persona e partirono alla volta del palazzo reale sotto gli occhi increduli e bocche chiacchierone degli abitanti di Konoha.

 

 

 

Il conte Orochimaru giunse a casa nel tardo pomeriggio e trovò la moglie Tsunade intenta a impartire ordini ai servi mentre il figlioletto se ne stava seduto per terra a giocare con i suoi giocattoli nuovi.

“Tsunade!”  Chiamò la moglie il conte. La contessa si girò di scatto verso di lui e gli corse incontro abbracciandolo.

“Bentornato caro!” esordi Tsunade.

“Come stai cara?” le chiese Orochimaru e lei sorrise.

“Benone caro! Come è andata la giornata?” chiese

Orochimaru sospirò.

“Le acque non sono chete. Quel maledetto Sai, uomo che per l’appunto hai consigliato tu a Sakura, le ha…come dire messo le mani addosso e ciò ha mobilitato la furia di Naruto che si è appellato al suo migliore amico e il suo migliore amico è niente di meno che Sasuke che si è appellato al fratello che è il principe ereditario e così facendo hanno interpellato il re di Suna, Gaara, che proprio qualche ora fa è arrivato a Konoha. Tsunade hai combinato un bel papocchio un anno fa!” sbottò Orochimaru.

“Oh cavolo. Orochimaru io a quel tempo non sapevo tutte le vicende che hanno visto Sai come protagonista, non potevo immaginare! Io…io…”

“Tsunade non te ne sto facendo una colpa, solo che adesso dobbiamo semplicemente tenere gli occhi ben aperti e proteggere Sakura se non vogliamo che faccia la fine della marchesa.” Esordì tetro Orochimaru.

“Per non parlare di quel Kabuto. Amore è pericoloso quel medico se è riuscito a rendere cieco e mezzo morto il principe.” Esordì Tsunade.

“Adesso, grazie a Sakura il principe sta bene e sempre grazie a lei cieco non lo è più” esordì divertito Orochimaru.

“Che vuol dire?”  Balbettò Tsunade.

“Che probabilmente grazie alle cure di Sakura e allo Sharingan la guarigione del principe può avvenire prima del previsto. Sas’ke non vede più tutto nero ma nero e grigio e inizia a intravedere le ombre…qualche altra cura da parte di Sakura e probabilmente…”

“Ritornerà a vedere?” chiese euforica Tsunade

“Si cara!”

“Evviva, cosi poi posso organizzare il mio ballo.”

“Puoi farlo anche ora! Sasuke esce dalla sua stanza. Se gli si dà un supporto, e io già so a chi stai pensando donna maliziosa, può partecipare al nostro ballo!” esordì divertito Orochimaru

“Hehe! Ma almeno Sasuke lo conosciamo e sappiamo che di lui ci possiamo fidare e che se anche scopre il segreto del sangue di Sakura la proteggerà” esordì Tsunade.

“Già, se solo Sakura scoprisse il potere del suo sangue e come usarlo, probabilmente la guarigione di Sasuke sarebbe ancora più immediata” costatò Orochimaru.

“Già…ma Orochimaru non potresti farle trovare le tue ricerca, insomma i documenti che attestano il potere del suo sangue …così per caso in modo che qualcosa dentro di lei si smuova?” chiese Tsunade.

“Si potrei, ma ci devo riflettere” concluse Orochimaru

“Va bene. Mi tieni compagnia per la cena caro?” chiese Tsunade.

“Si, però ceneremo prima oggi, perché devo approfondire le mie ricerche su Sakura prima di gettarle alla mente mille dubbi!” concluse Orochimaru.

“Certo!” sorrise Tsunade.

 

Sasuke Uchiha, principe minore del regno di Konoha se ne stava seduto nel salotto del palazzo a intavolare una conversazione con il suo migliore amico Naruto Uzumaki e suo fratello maggiore Itachi. Il giovane principe non riusciva a smettere di pensare alle parole afflitte e dolorose del suo medico e con un gesto istintivo si mise una mano sugli occhi coperti da una benda bianca. Il ricordo del dolore patito mentre Sakura lo curava ancora fresco, ma la sensazione di euforia provata quando la donna aveva acceso la luce e lui aveva cominciato a vedere qualche sprazzo di ombra mise in secondo piano il dolore.

“Sas’ke, quando avresti la seconda visita?” chiese Naruto.

“Oggi” sussurrò semplicemente il principe.

“Penso che oggi salterai le cure!” sospirò l’Uzumaki.  L’ Uchiha minore sollevò un sopracciglio anche se a causa della benda i suoi interlocutori non lo avrebbero visto.

“Perché mai?”

Naruto sospirò.

“Hai mandato tuo padre a prelevare Sakura da casa, aspetta non che non te ne sia grato, al contrario, ma mia cugina non è il tipo di donna che si lascia imporre le cose e non è il tipo di donna a cui piace fare le cose costretta e…”

“Non me ne frega niente Naruto, mio padre è il re, e lei sarà obbligata ad obbedire all’ordine se non vuole essere accusata di alto tradimento!” esclamò senza enfasi, quasi annoiato Sasuke. Itachi ghignò. Il principe ereditario per un certo verso era felice. Erano secoli che non vedeva il fratello interessato a qualcosa di diverso che la guerra.

“Non conosci Sakura. Anche se sei il principe te la farà pagare cara. Tremo al solo pensiero!” esclamò Naruto.

Sasuke voltò leggermente la testa verso la voce del su migliore amico.

“Tsk”

“Perché dici così Naruto?” chiese Itachi.

Il giovane Lord sospirò.

“Quando eravamo piccoli io e Sakura giocavamo spesso assieme. A quel tempo io ero un bambino fifone…non avevo scoperto di possedere una forza incredibile dentro di me… né avevo scoperto Kurama. Comunque, venivo spesso preso in giro e di conseguenza anche Sakura.  Comunque mia cugina è riuscita ad umiliare i bambini che ci prendevano in giro, ovviamente non usando la stessa moneta ma l’intelligenza e bè…la sua forza sovraumana, tanto che spesso la chiamavano Vulcano Sakura. Alla fine quegli stessi bambini però sono riusciti a scoprire il punto debole di mia cugina, e nonostante temessero Sakura, cominciarono a prenderla in giro su quel punto e li lei non riuscì più a reagire. Fino a quel giorno…” concluse Naruto.

“Che giorno?” chiese Itachi.

“Bè lei mi raccontò che un bambino la difese dalle ingiurie degli altri marmocchi, le disse che non si doveva fare mettere i piedi in testa e che doveva essere orgogliosa di se stessa o qualcosa di simile, da lì Sakura cambiò e divenne spietata. Il suo motto era…la vendetta è un piatto che va consumato freddo e sempre con raffinatezza, riuscì a far smettere quei bambini di prenderci in giro cominciando invece a farsi apprezzare. Con il passare del tempo ognuno di quei bambini si innamorò di lei, ma lei non aveva dimenticato, e li umiliò rifiutandoli in pubblico. Fai incazzare Sakura e bè…trema” rise Naruto

Itachi ascoltò incredulo, Sasuke a occhi sgranati. Possibile che… No…no…non era possibile, poteva essere una semplice coincidenza.

La porta del soggiorno si spalancò e una furia entrò.

“Io T’ammazzo Naruto Uzumaki!” urlò Sakura mentre alle sue spalle il re sospirò.

“Ehm Sakura Chan…non ho fatto nulla io. Io…”

“Mi hai costretta a venirmi a trasferire qua! Mi hai mandato il re in persona! T’ammazzo baka di una volpe! T’ammazzo!” urlò Sakura stringendo le mani al collo di Naruto.

“N…Non sono stato io…”

“E io ti dovrei credere! Sei un doppiogiochista! Sai che qua non ci posso stare…sai…che...” urlò la guaritrice.

“L’ordine è partito da me Sakura!” esclamò Sasuke e Sakura si gelò.

“C…co…come?” sussurrò incredula e senza parole Sakura. La giovane guaritrice non riusciva a credere che era stato proprio l’amore della sua vita ad obbligarla a vivere in un posto dove sarebbe stata costretta a vederlo più dello stretto necessario. Spostò lo sguardo su Itachi come a chiedere aiuto ma sembrava che il giovane principe ereditario fosse d’accordo con il fratello ignorando i suoi sentimenti. Itachi con il labiale e in modo che potesse capirlo solo lei.

“Prima di tutto la tua incolumità” mimò Itachi e Sakura sospirò.

“Sono stato io e mio fratello a dire a mio padre di farti trasferire qua, quindi calmati!” dichiarò gelido Sasuke.

Sakura osservò prima Sasuke, poi Naruto e infine Itachi. Intanto nel soggiorno era entrata anche Ino insieme al re.

“Tu che ci fai qui!” esordì Itachi voltando la testa verso l’ingresso e accorgendosi della presenza di Ino

“Sono stata invitata testa di baccalà! Vivrò anche io qui!  E tu dovresti essere il principe ereditario? A me sembri più il principe dei miei stivali!” si indignò Ino

“INOOO! Ma che dici!” urlò Sakura strabuzzando gli occhi fuori dalle orbite.

Itachi dal canto suo prese a ridere divertito. Adorava stuzzicare la biondina e vederla scattare subito ignorando chi avesse davanti se il mozzo di quartiere o il principe in persona.

“Sempre raffinata donna!”

“Sempre zoticone Omo!” urlò Ino. Itachi era proprio divertito. Ino lo intrigava.

“Ino ma si può Sapere che ti prende?” chiese Sakura incredula.

“Niente!” urlò Ino prima di uscire dal soggiorno.

 

Sakura osservò Itachi che aveva un sorriso beffardo sul volto.

“Ti piace stuzzicare Ino Itachi? Ti do un consiglio su di lei, non nuocere il cane che dorme! “Esordì seria lei, poi si voltò verso Naruto.

“Se osi parlare dei fatti miei con i principi Naruto, ti trancio le palle!” esordì Sakura e Naruto sbiancò

“Io …Io…”

Itachi scoppiò a ridere, poi Sakura si voltò verso Sasuke.

“Eh tu…” esclamò rivolta a Sasuke e lo vide che aveva un sorriso rilassato e tranquillo sul volto. Sakura arrossì dalla testa ai piedi.

“Io?” la esortò Sasuke divertito.

“Niente!” esclamò la rosa scappando fuori e gridando il nome di Ino.

Per la prima volta da mesi Sasuke scoppiò a ridere.

“Bè, dobe la tua cara cuginetta ti ha appena proibito di parlare se no ti taglia le palle…” esordì Sasuke

“Già” dichiarò afflitto Naruto e Sasuke Ghignò malefico.

“Ma io sono il principe, quindi ti ordino di parlare. Parlami di Sakura!” ridacchiò Sasuke e Itachi stentò a credere di riuscire finalmente a vedere di nuovo il sorriso del fratello. Quella donna, Sakura non era solo un ottimo medico per gli occhi del fratello, ma anche un balsamo per la sua anima tormentata.

“Sas’ke…no…ti prego non farmi parlare…io…”

“Parla!” esordì Sasuke.

 

To be continued.

So che è leggermente più corto questo capitolo, ma è un capitolo di passaggio e non potevo unire le due parti. Spero che comunque possa piacervi alla prossima Mei.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** RICORDI ***


Signori e signore eccomi qua con un nuovo aggiornamento di lord perfect. Non mi dilungo molto ma spero che questo capitolo possa piacervi. Prossimo aggiornamento salvo imprevisti per domenica o 20 settembre. Un bacio alla prossima mei!

 

 

 

 

 

 

RICORDI

 

Naruto Uzumaki neo lord di Konoah e forza portante della volpe a nove code: Kurama.

Naruto guardava il proprio principe con gli occhi fuori dalle orbite. Non riusciva a credere che il proprio migliore amico gli stesse ordinando di rivelargli i segreti della cugina. Non che Naruto temesse sul serio Sakura, anche se i suoi pugni facevano davvero male, ma Sasuke gli stava chiedendo di venir meno alle promesse fatte a Sakura.

“Non posso! Sas’ke, preferisco avere le palle tranciate che tradirla!” esclamò serio Naruto.

Sasuke inarcò un sopracciglio incredulo comprendendo che il migliore amico non avrebbe aperto bocca. Davvero il suo migliore amico si stava opponendo a un suo ordine?  Tale comportamento stuzzicò la curiosità del principe e lo spinsero a far ricorso al punto debole di Naruto.

“Allora, vediamo di aumentare la posta in gioco Naruto. Mio fratello ti ha reso lord, questo vuol dire che sei al pari di un conte di Konoah, ma so per certo che tu hai una cotta bella e buona per la figlia del Granduca Hiashi Hyuuga, ma come ben sai, il granduca non accetterà mai che sua figlia sposi un uomo di classe inferiore alla sua…” iniziò Sasuke con un ghigno malefico.

“Sasuke…” lo chiamò Itachi, ma il principe minore sollevò una mano per zittire il fratello.

“Se mi rivelerai ciò che voglio sapere sul conto di Sakura, ti darò il titolo nobiliare di granduca cosicché potrai sposare la piccola Hinata Hyuuga. Dici che ti conviene come trattativa?” ridacchiò malefico.

“Sasuke, papà…” iniziò Itachi.

“Non si opporrà Itachi, Naruto ti ha salvato la vita, credo che se fosse per nostro padre lo tratterebbe al pari nostro!” esclamò Sasuke portandosi una mano agli occhi. La testa gli stava scoppiando e anche solo parlare gli costava una fatica enorme.

Itachi si zittì.

“Mi domando perché Hiashi non vuole dare sua figlia in sposa a Naruto...” inizio Itachi.

“Il motivo l’ho appena spiegato a Naruto, Itachi presta attenzione!” sbottò gelido l’Uchiha maggiore, poi spostò di nuovo lo sguardo alla porta dove poco prima era sparita Ino.

“Perché mi fai questo Sasuke, mi ero rassegnato all’ idea di non poter sposare Hinata e ora tu ti presenti con questa offerta ma il prezzo è tradire mia cugina!” esclamò Naruto afflitto.

“Esatto!”

“Sei crudele!” sospirò Naruto abbassando il viso.

“No, sono previdente. Voglio sapere con chi ho a che fare e se sul serio posso fidarmi completamente di lei. Ti ricordo che già un medico ha cercato di farmi fuori!” spiegò tetro Sasuke e Naruto si irrigidì.

“Non ti porterei mai al tuo cospetto qualcuno di cui non mi fidi cecamente Sasuke. Sakura è mia cugina!” esclamò indignato Naruto.

“Non mi interessa Naruto. Sono il principe e molti, anche uomini fidati attentano alla mia vita, voglio essere previgente e inoltre la bravure nelle cure di tua cugina è allucinate. Una sola seduta e già pare che la mia vista stia migliorando, ma così tanto potere porta ad aumentare i sospetti!” concluse Sasuke.

“Io…”

“A te la scelta Naruto!” dichiarò Sasuke.

Il silenziò regnò sovrano per un tempo che parve interminabile, tanto che Sasuke si domandò se il suo migliore amico se ne fosse andato lasciandolo solo in quella stanza con il fratello.

“Naruto…” lo chiamò

“Sta zitto! Mi stai chiedendo di tradire l’unica persona, a parte i miei genitori, che non ha mai avuto atteggiamenti derisori nei miei confronti e mi stai offrendo la possibilità di sposare l’unica persona che farebbe di tutto per me, perché si me ne sono accorto anche io, Hinata mi ama, ma è una donna e non può opporsi al volere del padre. Quindi zitto e lasciami riflettere!” dichiarò freddo e spietato Naruto, tanto che Sasuke sentì un brivido percorrergli la colonna vertebrale. Sasuke si morse il labbro chiedendosi se per caso non avesse esagerato nei confronti del suo migliore amico. I ricordi presero possesso di Naruto catapultandolo indietro nel tempo a quel giorno in cui non si sentì più completamente solo.

 

FLASH BACK

“Cattivi! Cattivi! Lasciatelo! Lasciate stare mio cugino!” urlò una bambina di quattro anni correndo per la prateria in direzione del gruppo di bambini che stavano picchiando suo cugino.

“Oh guardate chi c’è batufolo rosa!” la prese in giro un bambino, ma Sakura lo ignorò chinanandosi sul cugino e notano che era privo di sensi con una ferita all’ addome.

“Batuffolo rosa e il mostro si amano, batuffolo rosa e il mostro della volpe si amano!” li presero ancora in giro i bimbi.

“Silenzio! Naru Naru non è mostro e si quando sarò grande lo sposerò. Vero Naru Kun!” esclamò Sakura mentre Naruto apriva gli occhi.

“S-si e io diventerò un guerriero al servi…servizio del re e pro…proteggerò Sakura chan!” urlò un Naruto dolorante.

“E io …curerò le ferite del mio eroe!” ridacchiò Sakura.

“Muahah…che idioti…siete troppo stupidi per queste cose.” Rise un bambino.

“Mosto!”

“Confetto!

“Mostro!”

“Batuffolo rosa!” esclamò un bambino tirando i capelli di Sakura

“Ora basta! Lasciatela…lasciatela!” Urlò Naruto mentre il chakra di Kurama prendeva possesso di lui e gli bruciava la pelle.

“AHhh il mostro! Mamma! Mamma! Il mostro!” urlarono i bambini scappando via

“Naruu …Naru…” urlò Sakura e Naruto tornò normale, esausto e tutto bruciato tra le braccia di Sakura,

Una bambina che se ne stava nascosta dietro un albero uscì dal suo nascondiglio era corsa a casa a prendere qualcosa e subito dopo era ritornata da loro. Naruto gli ringhiò contro ma la bambina non si spaventò e corse ancora da lui inginocchiandosi.

“Ci…ciao. Qu…questa aiuta.” Balbettò la bimba.

“C..cos’è?” chiese Sakura.

“Mamma dice che serve quando…quando ci si brucia con il fuoco!” balbettò.

Naruto gemette e le due bimbe, una mora l’altra rosa, presero a spalmargli la crema sul corpo.

“S..stai bene, Naruto Kun?” balbettò la bimba ben vestita.

“S-si. Tu chi sei?” balbettò Naruto.

“M…mi chiamo Hinata”

“B...bel nome Hinata. Tu non sembri come quei bambini?” balbettò Naruto.

“Quelli sono stupidi! Poi...i capelli di Sakura Chan sono bellissimi.  Mi piacciono. A me sembrano…nu…nu…quelle cose la!” dichiarò la bimba indicando le nuvole e Naruto e Sakura risero.

“Quanti anni hai?” chiese Naruto

“Cosi!” esordì Hinata sollevando tre dita della sua mano destra.

“Così piccola! Ma non hai paura di me?” chiese Naruto sapendo che lei aveva visto la volpe.

Hinata scosse la testa con vigore.

“La volpe è grande! …grande! “Esclamò Hinata allargando le braccia “Ma a me piace! Mi piacerebbe giocare con lei!” si imbarazzò la bimba. Naruto si commesse la abbracciò la bimba e la cugina.

“P…posso giocare con voi qualche volta?” chiese Hinata e Naruto e Sakura annuirono con vigore.

“Hinataaa!” esclamò una voce.

La bimba si staccò dall’ abbraccio di Naruto.

“Devo andare, mamma mi ...mi chiama. A d....domani!” balbettò imbarazzata e Naruto e Sakura la salutarono con la mano, felici di avere una nuova amica che non li prendesse in giro.

Fine flash back.

 

“Naruto…” iniziò Sasuke con l’intenzione di dirgli di lasciar perdere, ma il biondo lo irruppe.

“Cosa volete sapere, vostra altezza!” esclamò Naruto a tono inespressivo. A Sasuke gli si accapponò la pelle. Mai, mai Naruto gli aveva parlato in quel modo, mai Naruto lo aveva chiamato “vostra altezza, o principe” senza che dietro ci fosse un atteggiamento scherzoso. La cosa preoccupò non poco il principe, ma era deciso a sapere di più su Sakura.

“Cosa ha spinto Sakura a diventare un medico?” chiese Sasuke.

“Sono stato io!” sussurrò Naruto.

“Tu? Perché?” chiese Sasuke

“Sasuke non sempre nella mia vita sono stato in grado di controllare Kurama come faccio ora” sospirò il biondo e il principe annuì. Sakura era diventata un medico per suo cugino.

“Ma non solo io…anche quel bambino l’ha spronata” continuò Naruto.

“Quale bambino? “Chiese Sasuke sta volta in allerta.

“Quello che le ha detto di essere fiera di ciò che è! Di non nascondersi!” esclamò Naruto. “ Quello stesso bambino che tutt’ora continua ad alimentarle l’anima. È grazie a lui se Sakura non si è mai lasciata sopraffare! Sakura è profondamente innamorata di quel bambino da quando aveva dieci anni.” esclamò Naruto a capo chino.

Sasuke ringhiò e strinse i pugni. Non riusciva a capire il perché quel bambino di cui parlava sempre Naruto cominciava a dargli sui nervi. L’ immagine di una bambina dai capelli rosa prese possesso della sua mente riportandolo indietro nei ricordi, a quando lui undici anni e ancora poteva sgattaiolare via dal palazzo senza che nessuno lo riconoscesse.

Flash back.

Sasuke era sgattaiolato via dal palazzo. Il ballo a palazzo per presentare suo fratello come legittimo erede al trono annoiava a morte il piccolo principe. Il ballo che il padre aveva organizzato era la noia fatta a persona. Non era come i balli che organizzava la madre che in un modo o nell’ altro metteva dentro ad esso anche eventi che potevano divertire bambini come lui. In quel ballo c’erano solo signori adulti che stringevano la mano al fratello e al padre congratulandosi. In quei giorni la madre del piccolo Sasuke, la regina Mikoto, si era presa una brutta influenza ed era impossibilitata a muoversi dalla sua stanza.

Sasuke si sedette sul prato e prese a lanciare dei sassi nel fiume.

Un rumore lo destò dai suoi pensieri e dal vedere le increspature che i sassi lanciati creavano nel fiume. Si voltò di scatto e notò una bambina dai lunghi capelli rosa.

“Ciao…”  sussurrò la bimba.

“Tsk”

La bimba gli sorrise e poi gli si affiancò.

“Che fai?” chiese la bambina con i capelli rosa.

“Niente!” esclamò Sasuke tornando a guardare il fiume. Il silenzio regnò per un po’, poi la bimba si sedette al suo fianco.

“Perché sei triste bambino?” chiese

“Non sono fatti tuoi!” esclamò Sasuke poggiando il mento sul dorso della sua mano.

“Non essere triste bambino. Tutto si risolverà no?”

“Che ne sai tu?”

“Nulla visto che tu non me lo dici!” lo canzonò la bambina ridendo. Sasuke sospirò.

“La mia mamma sta male, e papà è di una noia mortale!” sussurrò infine Sasuke.

“Ahh ma non ce problema! La tua mamma si rimetterà presto e il tuo papà…bè vai a casa e glielo dici. Papà io m’annoio e voglio parlare con te! Sono grande io!” esordì la bimba divertita e un ghigno prese possesso del suo viso.

“E così che parli con tuo padre tu?” chiese Sasuke. Il sorriso divertito della bimba divenne triste.

“Io non ho il papà e la mamma” sussurrò la bimba

“Oh”

“Però con lo zio gliene combino di tutti i colori e lui si diverte. Siamo noi a dover insegnare agli adulti a ridere! Tu sai ridere vero?” chiese la bimba e Sasuke scoppiò a ridere.

“Ehii che bello ti ho fatto ridere!” rise la bimba e Sasuke annuì.

“Si, grazie.”

“Che ha la tua mammina?” chiese ancora.

“La febbre” sussurrò Sasuke.

La bambina annuì e prese la sua borsetta di stoffa e vi scovò dentro.

“Lo zio mi aveva mandato a raccogliere delle erbe per aiutare la zia. Anche la zia ha la febbre sai. Io sono brava e so riconoscere le erbe giuste. Tieni. Fai bere alla tua mamma queste erbe. Prima le metti a bollire, ci fa il come si chiama di infuso e poi glielo dai, poi gli metti alla tua mamma una coperta calda calda e domani sarà come nuova. Tieni! Dai bambino prendile!” esclamò la bimba porgendogli delle erbe. Sasuke le prese e le odorò, poi annuì.

“Ehm grazie”

“Tu però devi togliere quel musone. La tua mamma oltre le erbe ha bisogno del sorriso del suo bambino e poi per il musone del tuo papà…” iniziò la bimba scovando ancora dentro la borsa e ne tirò fuori un trottola con la corda.

“Dagli questa e si divertirà!” esclamò la bimba alzandosi.

“Adesso devo andare. Ciao ciao bambi…”

“Oh guarda batuffolo rosa…” iniziò un bambino prendendola in giro.

“Smettila Kentarooo!” urlò la bambina iniziando a corrergli dietro con un ramo in mano.

“Ehm Tsk!” sbottò Sasuke alzandosi in piedi con gli oggetti che gli aveva dato la bambina, poi tornò a casa e fece come gli aveva detto. Chiese a una domestica di fargli quell’ infuso e la domestica riconobbe le erbe e preparò l’infuso, poi Sasuke portò l’infuso alla madre e il suo miglior sorriso. La regina bevve di cuore e sorrise al figlio, poi Sasuke la coprì meglio, infine scese nella sala da ballo e chiamò il padre sfidandolo a una sfida con la trottola e ogni volta vinse lui, ma ciò creò euforia e il padre prese a divertirsi con il figlio a cui dopo si unì anche Itachi, ignorando gli invitati. L’indomani mattina Sasuke venne svegliato da sua madre, guarita e sana come un pesce. Il piccolo principe si affacciò alla finestra e sorrise.

“Grazie piccola bambina dagli splendidi capelli rosa!” sussurrò al vento. Poi un pensiero corse nella sua mente.

Voglio rivederla.

 

Fine flash back

 

Sasuke si riscosse dai suoi pensieri, chiedendosi il perché proprio in quel momento, quel pensiero su quella bambina con i capelli rosa avesse preso possesso della sua mente, poi si rivolse a Naruto.

“Tu sai chi è questo famoso bambino per cui Sakura fa tutto?” chiese Sasuke

“So tutto quello che Sakura mi racconta di lui, ma non mi ha mai voluto dire il nome di questo bambino di cui è perdutamente innamorata ma che non può avere.” Sospirò Naruto.

“Ecco il perché di Sai!” esclamò Sasuke. Itachi si soffocò con la sua stessa saliva.

“Cazzo! Diamine! Naruto, perché Sakura tiene sempre quel foulard in testa?” chiese Itachi. Itachi comprese chi era quel bambino di cui tutti parlavano e che Sakura non poteva avere e per poco non gli venne un infarto. Era Sasuke e le sue solite fughe che faceva prima della nomina a principe di Konoah. Itachi una cosa la sapeva per certo, prima o poi avrebbe dovuto scambiare due chiacchiere con Sakura.

“Non rispondo!” si oppose Naruto.

“Rispondi!” esordì Sasuke anche lui curioso del perché del foulard.

“Diamine Sasuke!”

“Rispondi alla domanda Naruto”

“Diavolo! Perché i suoi capelli li protegge per quel bambino che li ha sempre ammirati e difesi. Mi disse una volta che i suoi capelli permetterà di toccarli e vederli solo a quel bambino, nemmeno al suo futuro marito, solo a quel bambino che è stata l’ancora di salvezza di Sakura. A volte mi trovo a invidiarlo e nemmeno lo conosco per il modo in cui è stato in grado di salvare Sakura con delle semplici parole” esclamò Naruto e Sasuke di nuovo venne catapultato nel passato a qualche giorno prima della sua presentazione come principe al popolo di Konoah.

 

Flash back.

Una ragazzina dai capelli rosa era stata prese a calci e pugni e se ne stava rannicchiata dietro un albero. Sasuke si stava dirigendo alla piazza di Konoah, quando dei singhiozzi lo bloccarono notando la bambina che un anno fa gli aveva dato la trottola e le erbe.

“Ma tu sei la bambina della trottola?” sussurrò Sasuke. La bambina sollevò il viso e si asciugò le lacrime.

“Tu…tu sei il bimbo dal papà noioso?” chiese la bimba.

“Grazie a te non più” sussurrò lui con un sorriso.

“Perché piangi?” chiese Sasuke notando che la bambina cercava di strapparsi i capelli.

“Che fai!?" esclamò ancora lui bloccandole le mani e lisciandole amorevolmente i capelli.

“Odio…odio i miei capelli.”

“Perché mai?” chiese lui.

“I bambini non fanno altro che prendermi in giro. Mi chiamano confetto, batuffolo rosa, zucchero filato…” si lamentò la bambina.

“E tu ignorali. Sii fiera della persona che sei. Sii fiera di non essere uguale alla massa di idioti che c’è in giro. Fai in modo che ti riconoscano per il tuo valore e per la tua bravura, non per il colore dei tuoi capelli. Non nasconderti da ciò che sei e da come sei, ma sii fiera della persona che nonostante le avversità puoi diventare. Se ciò comporta soffrire bene,  ma prima o poi riconosceranno il tuo valore e allora e solo allora ti vendicherai ma con gentilezza ed eleganza, tanto che molti si dovranno mangiare le mani per quello che ti hanno fatto!” esclamò Sasuke mettendosi una mano sul collo. “Rispetta te stessa e gli altri di rimando rispetteranno te.

“Ehm…grazie bambino. Grazie per le tue parole!” sussurrò la rosa. Sasuke notò il rossore sulle guance della bimba e la mano sul petto.

Lentamente annuì e le sorrise.

“Ora devo andare, mi aspettano.  Ci vediamo delicato fiore di ciliegio. Anzi no, ciliegina!” ridacchiò Sasuke e anche la bambina scoppiò a ridere.

“Si, ciliegina mi piace!” rise la bimba.

“Ecco, questo sarà il tuo vero nomignolo. Permetterai solo a chi dici tu di chiamarti con questo nomignolo, chi ti chiama diversamente, fagli rimangiare i suoi insulti, ma ricorda sempre con eleganza e gentilezza! A presto Ciliegina!” esclamò Sasuke prima di sparire.

Fine flash back.

“Lei un volta mi disse che aveva trovato il nomignolo perfetto per lei, quel bambino, ma non mi ha mai voluto dire qual’ era. Ci rimasi male per la verità all’epoca, ma alla fine Sakura mi fece comprendere che quel nomignolo doveva essere usato da chi non faceva parte della sua famiglia, perché io per lei ero suo fratello” concluse Naruto.

“Nomignolo?” balbettò Sasuke “Che nomignolo?”

“E che ne so! Lei non me lo ha mai detto e mai nessuno l’ha chiamata con il nomignolo che le ha dato quel bambino. Lei dice perché nessuno ne è mai stato degno!” concluse Naruto.

Sasuke sul serio si trovò ad odiare profondamente quel bambino, ma non ne riusciva a capire il motivo.

“Va bene, puoi andare. Andrò a riposare e appena potete mandatemi Sakura per la cura!” esclamò Sasuke. Il cervello gli stava scoppiando. Perché la vita di Sakura sembrava complementare alla sua.

 

Orochimaru era finalmente più che sicuro che il potere del sangue di Sakura avrebbe portato grandi risvolti nelle cure di Sasuke e nella vita della giovane guaritrice. Aveva salutato di corsa la moglie, chiamato il suo cocchiere ed era partito alla volta del castello regale, per parlare delle sue ingenti scoperte con la diretta interessata. Orochimaru si chiese se non stesse affrettando un po’ troppo i tempi, ma era necessario fare così per guarire la vista di Sasuke e salvare Sakura dalle fauci di Sai quindi accantonò quel pensiero.

 

Kabuto e Sai se ne stavano nascosti dietro un cespuglio nell’attesa di tendere un imboscata al conto Orochimaru. Kabuto non si sarebbe mai immaginato che Orochimaru potesse essere un tipo pericoloso per l’attuazione del suo piano.

Sai e Kabuto seguirono il conte con fare Furtivo e appena lo videro fermarsi davanti il castello e davanti una donna dai lunghi capelli biondi, Sai prese la sua pistola fatta di chakra e sparò ad Orochimaru colpendo anche la giovane donna che si rivelò essere Ino.

“Complimenti Sai! Due piccioni con una fava. Ora speriamo che Orochimaru abbia compreso l’avvertimento e che si decida a tenera la bocca chiusa, o la prossima volta non ci limiteremo solo a uno sparo con proiettili di chakra!” rise malefico Kabuto seguito a ruota da Sai.

“E con Ino?” chiese Sai

“Sakura capirà di aver fatto male a trasferirsi a palazzo e che nemmeno li è al sicuro da noi! “Esclamò Kabuto divertito.

“Hai ragione amico mio, hai ragione! Sakura sarà mia!” esclamò Sai.

“Frena. Prima le cose importanti, poi con l’involucro della donna che rimarrà, dopo che Madara e io l’avremmo usata, puoi farne quello che vorrai!” esclamò Kabuto

“D’accordo. Il casato e il regno della pioggia saranno miei!” rise Sai.

Ridendo i due si ritirarono al loro covo.

 

Sakura era accorsa immediatamente fuori il palazzo e aveva visto Orochimaru e Ino stesi a terra, agonizzanti e quasi senza vita. Si mise immediatamente all’opera cercando di salvarli, notando che un solo proiettile di chakra era riuscito a ferire due persone. Con a destra Ino e con a sinistra il conte Orochimaru, mise tutta se stessa salvarli. Intanto Itachi era uscito dal palazzo e appena vide Ino riversa a terra urlò e chiamò le proprie guardie.

“Setacciate tutto il perimetro del castello, tutta Konoah se è necessario, ma trovate i colpevoli di…” urlò Itachi.

“N….non è ne…necessario princi…pe. … stato…Sai e Kabuto!” balbettò Orochimaru.

“Cosa?” urlò Itachi.

“Trovateli! Trovateli e portateli a palazzo, li ucciderò personalmente!” urlò Itachi chinandosi su Ino.

“Si riprenderà? Si riprenderanno?” esclamò L' Uchiha maggiore prendendo una mano di Ino e stringendosela al petto e carezzandole i capelli con fare preoccupato.

“Orochimaru si…Ino non so...” balbettò tra le lacrime Sakura continuando imperterrita a lavorare su Ino cercando di bloccare l’emorragia.

“Na…Naruto…” balbettò Sakura

“Sono qui cuginetta. Vedrai ce la farai a salvarla!” esclamò Naruto chinandosi su di lei abbracciandola da dietro. Un ora dopo Ino era Salva e Sakura si appoggiò al petto di Naruto.

“Cavolo…c’è l'ho fatta!” esclamò la rosa.

“Visto cuginetta?” sussurrò al suo orecchio e Sakura sorrise.

“Ok, ora mi serve una garza per fasciare la ferita!” esclamò Sakura rivolta a Itachi.

“N…nella mia valigetta...” balbettò Orochimaru prima di svenire di nuovo.

Sakura annuì e apri la valigetta di Orochimaru, ma proprio in quel momento dei fascicoli caddero a terra, davanti propri occhi, e su di essi vi era scritto il suo nome.

Sakura Haruno.

 

To be continued

 

Allora come vi pare questo cappy? Vi piace ? fatemi sapere un kiss mei

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** SCOPERTE INCERTE ***


Ed eccomi signori con un nuovo capitolo di lord perfect, scusate immensamente per il ritardo ma l’ispirazione mi aveva abbandonata. Prossimo aggiornamento per questa storia tra domenica 11 Ottobre o Lunedì 12 ottobre. Scusate se metto due settimane di stacco però la prossima domenica prossima sono di matrimonio e quella dopo devo partire e ritorno per l’appunto l’11 ottobre. Spero che questo capitolo non vi deluda fatemi sapere un bacio Mei

 

 

 


 

SCOPERTE INCERTE

 

 

Sakura si chinò molto lentamente a raccogliere il fascicolo con su scritto il proprio nome, poi guardò il principe ereditario Itachi come a chiedere spiegazioni. Itachi intanto si era chinato a prendere in braccio il corpo della giovane Ino privo di sensi, poi si girò verso Kakashi che era accorso immediatamente sentendo gli schiamazzi davanti la porta del castello.

“Porta il conte in una delle stanze padronali e fa in modo che la servitù si prenda cura di lui e lo curi. In seguito manda due valletti a casa del conte per informare la contessa che suo marito per questa notte non rientrerà. Sakura tu seguimi, andiamo in soggiorno. Naruto aiuta tua cugina è pallida quanto un cadavere!” ordinò freddo controllato e calcolatore Itachi stringendo al petto Ino.

Sakura strinse al petto i fascicoli che aveva tra le mani. Una strana sensazione le tartassava. La mente non faceva altro che porsi domande. Come mai il conte Orochimaru possedeva dei fascicoli con su scritto il proprio nome? Perché aveva così paura ad aprire quella cartellina? Era colpa sua se Orochimaru e Ino erano stati gravemente feriti?.

Sakura sentì le mani di Naruto circondarle la vita per poi prenderla delicatamente in braccio e depositarle un tenero bacio sulla guancia.

“Cuginetta?” sussurrò l’Uzumaki. Sakura tremava come una foglia e non rispose al cugino e subito nascose il viso nell’ incavo del suo collo respirando piano cercando di non piangere. Sakura sentì il grande portone del palazzo chiudersi alle loro spalle ma lei non aveva alcuna intenzione di sollevare il viso dalla spalla del cugino o di mollare la presa al suo collo. Aveva bisogno di Naruto, in quel momento come non mai.

Naruto sussultò quando sentì le braccia della cugina stritolarlo e di conseguenza anche lui strinse maggiormente la presa .

“Sakura…” iniziò.

“Sto bene Naruto, ho solo bisogno di stare abbracciata a te. Permettimelo per favore!” sussurrò la rosa con voce ovattata.

“Ma certo!” esordi Naruto.

Intanto anche Itachi teneva stretta a se Ino mentre camminavano verso il soggiorno dove avevano lasciato Sasuke. Ino si agitò leggermente tra le braccia del principe e aprì gli occhi con fare tremante.

“Ciao principessa, ben svegliata!” sussurrò dolce Itachi. Ino non gli rispose e perse nuovamente i sensi. Itachi sbuffò, ma poi le carezzò teneramente i capelli.

Itachi entrò in soggiorno e si andò a sedere sul divano con Ino tra le braccia non smettendo di carezzarla e cercando di infonderle coraggio a superare lo shock della ferita. Ino inconsciamente arpionò la maglia di Itachi e lo strinse a sé gemendo quando il movimento brusco le causò dolore alla ferita che Sakura non era riuscita a far sparire. Itachi ne era sicuro, da quel giorno il ventre di Ino avrebbe presentato una sottile cicatrice e ciò lo mandava in bestia. Nessuno. Nessuno doveva toccare Ino. Sai e Kabuto non l’avrebbero passata liscia.

Naruto invece aveva seguito fino al soggiorno Itachi e invece di andarsi a sedere sul divano vicino al principe ereditario si andò a sedere sulla poltrona vicino Sasuke, poi sfilò dolcemente dalle mani di Sakura il fascicolo poggiandolo sul tavolino di vetro sulla sua destra. Naruto sapeva perfettamente che quell’ attacco a Ino e Orochimaru era stata l’ultima goccia che aveva fatto traboccare il vaso della sopportazione di Sakura e che quest’ultima aveva bisogno di lui per poter piangere tutte quelle lacrime di dolore, di frustrazione e di paura che provava. Naruto non poteva far altro che lasciare che lei si sfogasse, ma ripromise a se stesso che avrebbe fatto fuori chiunque osasse fare ancora del male a Sakura indipendentemente da chi fosse.

“Che diavolo succede?” esclamò gelido Sasuke percependo la presenza del fratello e del migliore amico dentro la stanza, ma visto che nessuno dei due osava proferire parola, o metterlo a corrente di quali avvenimenti erano avvenuti fuori dal palazzo, non tenendo minimante in considerazione il fatto che lui non poteva vedere una mazza e che dai semplici rumori e odori gli era dannatamente difficile trarre le sue conclusioni.

  Il minore degli Uchiha però non era stupido e percepiva che in quella stanza non c’erano solo lui, Naruto e il fratello, ma dal profumo di ciliegie e quello di limoni, comprese che dentro vi erano anche Sakura e la sua assistente Ino.

La cecità gli aveva di gran lunga sviluppato gli altri sensi e riusciva a capire dal semplice odore chi gli era davanti o nei dintorni.

Però Sasuke percepiva anche una certa tensione nell’aria e dal fatto che l’esuberante Ino non prendesse a parole il fratello o che la giovane guaritrice non minacciasse nuovamente di morte Naruto, fecero sospettare a Sasuke che davvero fuori era successo qualcosa di grave.

“Ino e Orochimaru sono stati gravemente feriti da Sai e Kabuto e se non fosse stato per Sakura a quest’ ora sarebbero morti!” spiegò controllato Itachi.

“Sakura invece è rimasta profondamente provata da tutto quello che le è successo in questi giorni e in più Orochimaru aveva una cartella nella sua valigetta con il suo nome scritto sopra” concluse per Itachi.

“Dov’èlei ora??” chiese Sasuke.

“C’è l’ho in braccio io! “Esordì Naruto.

Sasuke percependo la direzione della voce di Naruto e allungò una mano e tastò il ginocchio di Sakura che sollevò immediatamente il viso dal collo del cugino guardando incredula Sasuke e il movimento impercettibile della sua mano sul ginocchio. Sasuke a modo suo stava tentando di darle forza? Consolarla?

Il cuore di Sakura prese a battere come un tamburo tanto che temette che il cugino o addirittura lo stesso Sasuke potessero sentirla.

“Dorme?” sussurrò Sasuke a tono mesto a Naruto. Sakura guardò il cugino come a dire di dirgli di si, poi spostò lo sguardo su Itachi e fece la stessa supplica. Itachi sospirò rassegnato. Doveva parlare con Sakura prima o poi, ma in quel momento annuì alla rosa.

“Si dorme Sasuke!” esclamò Naruto assecondando Sakura.

“Ok, allora passala a me, tu prendi il fascicolo e leggiamo quel coso. Voglio preservare il mio medico da possibili brutte notizie.” Esclamò serio Sasuke.

Itachi, Naruto e Sakura sgranarono gli occhi increduli.

“Sasuke non è una buona idea. La tengo io Sakura, tu prendi il fascicolo!” esclamò Naruto.

Sakura fu tentata di dare uno scappellotto a Naruto, ma uno di quelli forti.

“Ok baka di un dobe, mettiamo il caso prenda io il fascicolo, come lo leggo visto che non ci vedo?” dichiarò gelido Sasuke e Naruto arrossì.

“Scemo!” mimò Sakura.

“Lo so” mimò Naruto a Sakura. “Non ci pensavo che Sasuke non ci vede più!” mimò ancora Naruto.

“Ancora per poco Naru, lo guarirò!” mimò Sakura a Naruto

“Grazie Sakura! Lui è la persona più buona del mondo anche se non lo dà a vedere!” mimò ancora Naruto indicando Sasuke, ma Sakura sorrise perché lei sapeva perfettamente che Sasuke era una persona speciale se no non se ne sarebbe innamorata perdutamente.

“Allora? Aspetto la tua risposta!” lo esortò il principe minore.

“Mi ero dimentico che…” balbettò Naruto non trovando le parole. Era stato uno stupido. Sasuke sospirò.

“Sono cieco Naruto, ma mi fa piacere che hai pensato che ci vedessi ancora. Vuol dire che almeno tu non ci hai perso le speranze!” sussurrò Sasuke e Sakura e Naruto sussultarono. Sakura avrebbe voluto tanto prenderlo a pugni per questa sua uscita da stoccafisso.  Aveva lei come medico e lei non mollava mai finché non riusciva. Sakura tamburellò la spalla di Naruto per fargli intendere che doveva rispondergli e dirgli la frase che aveva stampata in faccia, ma Naruto la ignorò e rispose a Sasuke.

“Sei scemo o cosa?” esordì Naruto

“Come?” sussultò Sasuke

“Hai il miglior medico del mondo che farebbe i salti mortali per guarirti e tu ti abbatti così? Sasuke stanne certo, se conosco bene mia cugina, e ti assicuro la conosco bene, Sakura non mollerà le cure su di te finchè non ti avrà guarito. E quando Sakura si mette in testa un obiettivo specialmente se è il suo campo, ovvero medico, stanne certo che lo raggiungerà. Fattelo dire da chi lo sa! Tante volte mi hanno dato per spacciato Sasuke anche prima di diventare un lord e prontamente Sakura mi curava ogni santa volta vincendo l’impossibile, quindi se ti dico che tornerai a vedere tu tornerai a vedere e la certezza c’è l’ho solo perché hai Sakura Haruno come medico personale punto e basta!” esordì serio Naruto tanto che sia Itachi che Sasuke rimasero a bocca aperta. Sakura guardava incredula il cugino, non credeva che suo cugino la conoscesse così bene. Piano e senza fare rumore stampò un bacio sulla guancia del cugino che arrossì come un peperone.

Sasuke sorrise.

“Grazie Naruto. Su dammi quel tesoro prezioso che tieni tra le braccia e leggiamo il fascicolo!” esordì Sasuke. A quelle parole Sakura e Naruto arrossirono di brutto. Sasuke non sapeva che Sakura era sveglia e si era lasciato andare alle chiacchiere con il suo migliore amico, definendo lei un tesoro. Naruto si imbarazzò per Sakura e perché se Sasuke scoprisse che Sakura era sveglia e che lui gli aveva mentito, poteva considerarsi un uomo morto. Itachi dal canto suo non sapeva che fare la situazione stava degenerando perché se Sasuke chiamava qualcuno tesoro voleva dire che si stava affezionando e lui non sapeva che fare. Doveva evitare che Sasuke e Sakura si innamorassero, o erano guai. .

Nella mente di Itachi continuava a riecheggiare la frase: Un regale non può innamorarsi di una popolana.

Abbassò il viso su Ino e sussultò.

“Oh cazzo…” balbettò Itachi portandosi una mano al cuore che prese a battere come un ossesso alla vista di Ino addormentata sulle sue gambe.

“Oh cazzo…non può essere! Non deve essere!” ripeté a occhi fuori dalle orbite. Già ne guai c'era lui se solo nell' osservare Ino il cuore gli batteva come una furia, non poteva permettere che ciò accadesse anche al fratello e a Sakura

“Itachi che ti prende?” esordì Sasuke.

“Credo di avere un grosso problema, uno bello grosso e devo trovare una soluzione. E anche alla svelta! Scusate devo andare porto Ino in una delle camere padronali.” Esclamò Itachi alzandosi in piedi.

“Che problema Itachi?”

“Una cosa personale non preoccuparti Sasuke!” esclamò L’Uchiha avviandosi alla porta.

“Tsk”

“Noi dobbiamo parlare!” mimò Itachi rivoltò a Sakura che arrossì.

 

Naruto e Sakura osservarono Itachi darsela letteralmente a gambe, poi Naruto si alzò in piedi sollevando Sakura e intimandole con lo sguardo di far finta di dormire e lei annuì, poi delicatamente posò Sakura sulle gambe di Sasuke. Quest’ ultimo le avvolse le braccia intorno al corpo, poi dolcemente le carezzò il viso con una mano e quando Naruto si allontanò, lui si chinò su di lei strusciando la propria guancia contro quella della rosa che era diventata un pezzo di ghiaccio, per poi raggiungere il suo orecchio e sussurrarle.

“Grazie per la tua pazienza Sakura!”

Sakura non riusciva a credere alle proprie orecchie, avevano battibeccato poche volte ma Sakura ricordò anche che Sasuke non era stato propriamente gentile con lei e la stava quindi ringraziando per non averlo mandato al diavolo.

Naruto aveva ragione, sotto quella corazza da duro impenetrabile Sasuke nascondeva un cuore d’oro. Cuore a cui Kabuto aveva attentato. Sakura provò[U1]  un profondo odio per quel medico pazzo e ricordò vivamente il bacio che lei e Sasuke si erano scambiati, anche se non proprio intenzionale.

Sakura lo desiderava disperatamente. Sakura desiderava Sasuke nella sua vita ora più che mai. La giovane guaritrice sentì le braccia di Sasuke stringerla forte e a lei parve di svenire per l’emozione, poi la voce di Naruto le riempì le orecchie.

“Giovane Sakura, se stai leggendo questa lettera vuol dire che nel mio piano c’è stato un intoppo. Mi dispiace piccola Sakura non essere qui davanti a te a spiegarti le mie ricerche e gli esami effettuati sul tuo sangue.  Mia giovane donna, sei una creatura più unica che rara, ma in vita mia ho trovato un sangue come il tuo. Ho fatto degli esperimenti su cavie animali iniettando ad essi una piccola dose del tuo sangue. Gli animali che prendevo in esperimenti erano animali senza speranza di sopravvivenza, troppo malati, o troppo vecchi per vivere ancora a lungo, ma iniettando ad essi il tuo sangue ho notato che gli animali malati guarivano, quelli vecchi vivevano anni in più del previsto. Ovviamente ancora non ho scoperto molto del tuo sangue per via del fatto che ne possedevo in piccola dose. Vi ricordate la volta che chiesi a voi e a mia moglie se potevo farvi un prelievo per mettere in confronto i diversi tipi di gruppo sanguigno, quel giorno feci questa scoperta. Il vostro sangue molto similare a quello umano, ma esso anche molto diverso. Esso ha un processo di auto rigenerazione, ho fatto altri vari esperimenti sul vostro sangue, ed essi potavano tutti alla stessa soluzione o a similari. Il vostro sangue cura, il vostro sangue si rigenera da solo, non muore. È assurda come cosa me ne rendo come, ma è la scoperta più unica che abbia mai fatto. Mi piacerebbe poter lavorare con voi, collaborare, e magari trovare cure a malattie impossibili. Preferirei spiegarvi altri dettagli di presenza, perché so che così vi ho più confusa che altro. Temo che mia moglie abbia sbagliato a presentarvi quel Sai e temo che lui abbia scoperto qualcosa su queste mie ricerche e su di voi. Vi prego Lady Haruno state attenta e non fidatevi di nessuno se non delle persone strettamente fidate. Posso farvi qualche nome…fidatevi di vostro cugino Naruto, dei principi, dei sovrani, di me e Tsunade se ancora dopo questa lettera volete avere a che fare con noi, i vostri zii, il re Gaara, la vostra amica Ino. Ho fatto ricerche su di loro e vi potete fidare, ma non fidatevi di estranei, allontanate ve ne supplico quel Sai dalla vostra vita e se necessiterete di maggiori chiarimenti, di un amico sapete che sono a vostra disposizione.  Ho altre informazioni riguardati voi, ma preferire parlare di presenza.

Cordialmente vostro.

Conte Orochimaru Sennin.”  Concluse Naruto incredulo da ciò che aveva appena letto.

Sasuke respirava appena e Sakura si guardava le mani immobili sulla pancia, il fiato corto. Sasuke le tastò il viso percependo che il suo medico era sveglia.

Naruto corse da Sakura e la prese in braccio togliendola a Sasuke sapendo che la notizia era stata fin troppo dura per lei da continuare ad essere impassibile tra le braccia del principe.

“Miei Kami…” balbettò Sakura.

Sasuke sollevò un sopracciglio incredulo. Era sveglia davvero?

“Sakura…io non so se possiamo fidarci di queste parole…e…” iniziò Naruto, ma Sakura sollevò una mano per zittirlo, prese il fascicolo e dette un’occhiata velocemente all’ interno, poi esordì.

“Posso fidarmi…ma voglio parlare con Orochimaru. Ora!” esordì Sakura facendo dietrofront correndo nella stanza dove vi era Orochimaru.

“Sakuraaaa!” urlò Naruto ma lei era ormai sparita.

Sakura spalancò la porta della camera di Orochimaru e quest’ ultimo sussultò steso nel letto e immobile voltandosi verso di lei.

“Ah, lady Haruno…grazie per…” esclamò il conte ma le parole gli morirono in gola quando vide che la giovane donna teneva tra le mani il fascicolo con la sua lettera e i dati degli esperimenti fatti sugli animale.

“Oh Sakura…” sospirò il conte osservando gli occhi lucidi della rosa.

“È tutto vero?” chiese Sakura senza giri di parole e sollevando la cartellina. Orochimaru annuì.

“È tutto scritto li, nero su bianco e so per certo che essendo un medico tu li capisci alla perfezioni questi dati!” sussurrò.

Sakura annuì, poi sospirò e prese una sedia trascinandola vicino il letto del conte per poi sedersi con fare tremante.

“Quindi cosa sono io?”

“Da quello che ho scoperto e analizzando il tuo sangue, sei una leggenda del regno della pioggia” sussurrò Orochimaru.

“Che leggenda? E cosa sarei?” chiese Sakura timidamente.

“Una ninfa! O meglio per gli esami fatti, il tuo sangue cura le persone e le malattie, si rigenera da solo, in piccole dosi prolunga la vita e se qualcuno ti prosciuga ottiene l’immortalità.”

“Sono immortale?” esclamò Sakura incredula.

“No, non immortale, puoi morire Sakura, ma se ti si estrae il sangue…con quel sangue si può ottenere molto. Di preciso non so cosa. Dovresti andare nel regno della pioggia per capire.” Sussurrò Orochimaru.

“Non posso andarmene. Non se non curo Sasuke!”

“Il re ti concederebbe qualche sett…” iniziò il conte.

“Non voglio andarmene senza Sasuke curato!”

“Ah, ora capisco!” sorrise Orochimaru annuendo.

“Io posso aspettare. Sono sempre io no?” chiese Sakura

“Ma certo!” esclamò il conte drizzandosi a sedere incredulo dal fatto che Sakura dubitasse di se.

“Ahi!” si lamentò il conte mettendosi una mano sulla pancia. Sakura si alzò di scatto e gli mise le mani sulle spalle per stenderlo di nuovo nel letto.

“Stia calmo!” esordì Sakura.

“Sakura per favore non dubitare mai di te stessa, della persona speciale e fantastica che sei! Non permettere a dubbi inutili di minare la tua mente, tu devi prendere questa cosa come un dono speciale. Sei fatta per aiutare il prossimo, per curare il prossimo Sakura, sei una specie di dono celeste. Non dubitarne. È stata proprio Tsunade a convincermi a venirtene a parlare perché sapeva e speravamo che questo dono ti avrebbe resa felice. Forse ho sbagliato…forse non avrei do...”

“No, avete fatto bene! E avete ragione sono contenta, ma molto sorpresa” lo interruppe Sakura. Orochimaru sospirò sollevato.

“Se anche in seguito avrai domande da farmi…”

“Non esiterò a farvele!” sussurrò con un sorriso Sakura.

“Senti, ma potrei usare il mio sangue su Sasuke?” chiese Sakura

Orochimaru sussultò

“Prima prova a curarlo con il chakra e…”

“Già fatto! C’è un punto che non riesco a curare nella sua vista, e come un continuo rigenerarsi di cecità e…”

“Il veleno di Kabuto” sospirò Orochimaru.

“Non lo curerai facilmente con il chakra allora se è come dici.”

“Già, ecco perché volevo chiederti se potevo usare il sangue e…” iniziò Sakura

“Probabilmente lo curerà immediatamente Sakura, sei disposta a dire addio a Sasuke?” sussurrò Orochimaru.

“No”

“Come pensavo. Ecco perché ho voluto che dell’esistenza di quel fascicolo lo sapessero anche Itachi e Naruto, per preservarti dall’omettere questa verità e in futuro avere problemi” sussurrò Orochimaru.

“Grazie conte, ma il problema è uno, Naruto lo ha saputo sì, ma non Itachi lo ha saputo Sasuke.”

“Oh, capperi!” balbettò Orochimaru.

“Eh, già!”

“Allora aspetta che sia lui a chiedertelo e appena lo farà, fallo!!” concluse Orochimaru.

Sakura ridacchio ma la sua risata non era allegra.

“Allora domani posso già fare i bagagli e lasciare il palazzo. Sasuke domani mi chiederà di curarlo! “Esordì afflitta Sakura e alzandosi dalla sedia avviandosi alla porta. Orochimaru sorrise. Sakura uscì dalla porta e Orochimaru sussurrò al vento.

“Non ne sarei tanto sicuro Sakura, Sasuke più di tutti sa, che se lo guarirai dovrà dirti addio…” sorrise ancora Orochimaru prima di addormentarsi.

 

To be continued

Ed eccomi qua con un nuovo capitolo di lord perfect. Com’è venuto? Ho molti dubbi su questo capitoletto. Vi sembra troppo affrettato? Brutto? Scusate ma mi era venuto il blocco dello scrittore su questa storia quindi non so se adesso mi sono sbloccata, fatemi sapere un Kiss Mei.


 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** SOLO UN BACIO ***


Signore e signori eccomi qua con l’aggiornamento di lord perfect. Perdonate il ritardo. Ringrazio dal profondo del mio cuore tutte quelle persone che seguono questa storia, che l’hanno messa tra le preferite, ricordate e seguite e soprattutto tutte le persone che hanno un minutino di tempo per lasciarmi il loro parere e la loro recensione. Grazie di cuore e Buona lettura un Kiss Mei.

 

 

 


 

 

 

 

camicia da notte Sakura

 

 

 

 

SOLO UN BACIO

 

 

 

Sakura sbuffò.

La giovane donna se ne stava ormai da ore stesa sull’enorme letto della camera del palazzo Uchiha che la vedeva sua ospite. Da ormai tre ore Sakura si girava e rigirava nel letto con fare inquieto e ormai erano le tre di notte passate e il mal di testa che l’aveva colpita non accennava a placarsi.

La povera mente di Sakura era tartassata da mille dubbi e mille preoccupazioni.

 Le parole del conte Orochimaru non le lasciavano un minuto di tregua e il suo cervello ogni due minuti continuava a ripensarci e ripensarci.

Sei disposta a rischiare di perdere Sasuke?

Aveva risposto d’istinto con un categorico “No” ma lei non era mai stata così maledettamente egoista e quella volta non faceva alcuna eccezione anche se ciò comportava perdere Sasuke per sempre.

Inoltre così facendo prima si liberava dell’impegno di essere il medico personale di Sasuke prima poteva partire alla scoperta di cosa comportava avere quel potere e da dove provenisse.

Inoltre terminare presto e in anticipo il suo lavoro a corte portava con se molti vantaggi primo fra tutti non avrebbe più nè rivisto, nè toccato, nè respirato Sasuke Uchiha. Non lo avrebbe più avuto a così stretto contatto, non avrebbe più sentito la sua voce, nè si sarebbe più inebriata del suo profumo né si sarebbe più riempita gli occhi della sua bellezza e della sua prestanza fisica, nè avrebbe più percepito il suo calore, nè nulla che riguardasse il principe.  Sasuke Uchiha sarebbe uscito dalla sua vita. Quella sera Sakura voleva celebrare dentro di sé il lutto di aver perso il suo grande amore e solo dopo rintanarsi in un luogo qualunque ma sperduto e isolato affinché lei potesse a leccarsi le ferite di ragazza con un cuore perdutamente innamorato di chi non poteva avere e aspettare che il tempo la guarisse o che un miracolo divino le togliesse quella colossale cotta per Sasuke Uchiha, ma prima di fare ciò esigeva il proprio pagamento.

Un singhiozzo le sfuggì involontario mentre si alzava dal letto con lei idee ben chiare e precise prese la lettera che aveva poggiato sul suo comò poi uscì dalla sua stanza per immettersi nel corridoio del palazzo che in quel momento era buio e deserto.

Facendo attenzione si girò lentamente verso il settimanile vicino la porta e prese tra le mani flebili e tremanti la candela.

La leggera e lunga camicia da notte verde pallido si mosse da sola come se una folata di vento l’avesse circondata per darle coraggio mentre lei nascondeva la lettera tra una piccola piega della camicia da notte.

Sakura mise piede fuori dalla sua stanza e rabbrividì leggermente, poi facendosi coraggio prese a camminare lungo il corridoio. Con la mano sinistra teneva il porta candele che illuminava i suoi passi, sulla spalla destra aveva poggiato i suoi lunghissimi capelli rosa privi di foulard e con la mano destra teneva leggermente su la camicia da notte. Sakura tremava dalla testa ai piedi ma nulla le avrebbe impedito di realizzare il suo ultimo desiderio d’amore.

Si fermò davanti la porta dove dormiva Ino e l’apri lentamente notando che ai piedi del letto dove la sua migliore amica riposava, appisolato c’era il principe ereditario: Itachi. Non aveva alcuna voglia di parlare con lui, tanto già sapeva quello che Itachi le voleva dire, ma anche se il principe maggiore fosse stato sveglio, quella notte non sarebbe riuscito a fermarla. Richiuse piano la porta e stando attenta a non fare rumore, poi riprese il cammino verso la sua meta. Si fermò davanti la porta dove il cugino riposava. Quella sera anche lui era ospite della famiglia reale. Aprì la porta e entrò notando che Naruto dormiva a sonno pieno. Sembrava rilassato e teneva arpionato a sè il cuscino mimando il gesto di baciarlo. Sakura sorrise, sapeva perfettamente chi stava sognando Naruto: lady Hinata. Intenerita dalle movenze del cugino si chinò su di lui e gli baciò teneramente una guancia.

“Kami Naruto, ti voglio un mondo di bene” sussurrò pianissimo Sakura intimorita dal fatto che Naruto potesse sentirla. Si stese un attimo al suo fianco, ma non prima di aver poggiato il porta candele sul comodino, poi circondò la vita di Naruto e lo strinse forte a sé. Naruto si lamentò nel sonno e lei prontamente lo mollò tornando a mettersi in posizione seduta. Lo baciò nuovamente sulla guancia, poi riprese il porta candele e lentamente e senza fare rumore uscì dalla stanza richiudendo accuratamente la porta.

Infine Sakura si fermò nella stanza del re e della regina e piano entrò lasciando sul comò dal lato del re una lettera che tirò fuori dalle pieghe della sua camicia da notte e che citava.

“Ho fatto il possibile per Sasuke, spero abbia funzionato, ma al vostro risveglio io non sono sarò più a corte. Vi prego vostra maestà di perdonarmi, ma sono successi degli eventi nella mia vita che richiedono chiarimenti, forse un giorno tornerò e se avrete ancora bisogno dei miei servigi ci sarò, ma fino ad allora, fino a quando non tornerò, Addio vostra altezza. È stato un vero onore lavorare per lei e suo figlio. Inoltre vi chiedo di cuore semmai un giorno avreste di nuovo bisogno di me di non chiamarmi mai più per Sasuke. Non riuscirei a sopportare un altro colpo al cuore come questo. Come quello che sto per fare e come l’addio che gli dovrò dare. Per favore perdonatemi. Cordiali saluti.

Vostra Sakura Haruno.

Ps. Evitate a mio cugino Naruto di venirmi a cercare. Ve ne prego.”

 

Sakura fece un piccolo inchino ai sovrani addormentati, poi richiuse la porta e uscì e si ritrovò di nuovo nel corridoio buio e isolato. Riprese a camminare e sta volta si fermò davanti la sua ultima destinazione, prese un profondo respiro e aprì la porta per poi entrare.

Sul letto Sasuke si svegliò di scatto e si mise immediatamente a sedere percependo la presenza di qualcuno nella sua stanza.

“Chi c’è?” esordì freddo gelido e spietato, poi udì un sospiro e come se la persona dentro la sua stanza avesse poggiato qualcosa su un mobile vicino a lui.

“Ho det…”

“Sono Sakura, vostra altezza” sussurrò piano la rosa chiudendo gli occhi lucidi. Sasuke era bellissimo. Illuminato dalla soffice luce della candela, il petto nudo e che si alzava ed abbassava al ritmo del suo respiro, le lenzuola che gli coprivano le parti intime, i capelli leggermente spettinati, gli occhi di un nero intenso profondo ma del tutto assenti a causa della sua cecità. Le cure che lei gli aveva effettuato funzionavano per qualche ora permettendogli di vedere le ombre, poi però tornava tutto punto e da capo e tutto questo per colpa di quel veleno particolare che aveva creato Kabuto e che in continuazione continuava ad attaccare i nervi ottici di Sasuke.

“Sakura?  Che ci fai qui?” chiese piano Sasuke e Sakura sussultò. Il tono della sua voce era del tutto diverso da un attimo prima, ora era più calda, amichevole.

“Non riuscivo a dormire” balbettò la rosa e il sorriso tenero che vide spuntare sulle labbra di Sasuke fu quasi come ricevere una pugnalata al cuore. Sakura si chiese come diavolo avrebbe fatto a lasciarlo andare, a sposare un altro, a non poterlo più sentire così vicino. La rosa sentiva un grosso magone alla base della gola e una voglia terribile di piangere.

“Ci credo. Non sono notizie facili da digerire eh?” chiese piano Sasuke.

“Affatto” sussurrò lei mordendosi un labbro.

“Vieni qui!” sussurrò Sasuke battendo una mano sul letto. Sakura sussultò. Aveva voglia di gridare, piangere, strapparsi ogni filo di capelli che aveva in testa. Sasuke non poteva comportarsi in quel modo proprio ora che lei aveva deciso di andarsene.

Guidata dall’ istinto, Sakura si avvicinò al letto e mise un ginocchio sul materasso, vide Sasuke contrarre l’espressione del viso e prestare il massimo ascolto a tutto quello che lei faceva.  Appena infatti sentì il suo peso tutto sul letto l’afferrò per un braccio e la strinse forte a se carezzandole i capelli.

“Sei senza foulard?” chiese Sasuke.

“Si.” Sussurrò lei rossa in viso.

“Perché tieni i tuoi capelli nascosti dal foulard?” chiese piano Sasuke scendendo una mano sulla sua vita per stringerla maggiormente a se.

“Sasuke non chiedermelo ti prego…” sussurrò Sakura in un singhiozzo. Sasuke sussultò.

“Ehi, che c’è? Che succede?” chiese Sasuke Staccandola leggermente da sè e puntando i suoi occhi scuri su di lei e corrucciando la fronte come per sforzarsi di poterla guardare.

“Posso guarirti lo hai capito anche tu no?”

“Si, ma non voglio!” esclamò infine Sasuke rabbrividendo al pensiero e Sakura sussultò.

“Perché?” chiese Sakura.

“Per nessuna ragione apparente, solo non voglio!” Esclamò leggermente alterato Sasuke.

Sakura invece capì. Sasuke non voleva avere nulla a che fare con il suo sangue. Anche il solo pensarlo gli faceva ribrezzo facendolo rabbrividire. Preferiva rinunciare alla sua vista anziché venir contaminato dal suo sangue. Sakura sentì il disperato bisogno di piangere e lentamente si staccò da lui e scese dal letto.

Sakura vide che vicino al letto di Sasuke vi era la spada che lui usava in guerra, lentamente la prese tra le mani e la soppesò mentre un singhiozzo le sfuggiva dalla gola.

Sasuke sussultò quando Sakura gli fece notare la possibilità di curarlo istantaneamente, ma lui non voleva, non aveva alcuna intenzione di perdere l’unica donna che non gli dasse fastidio, che non gli alitasse sul collo per sposarlo e diventare principessa, inoltre non voleva perdere l’unica donna che si era mostrata in grado di dare un freno a Naruto e a Itachi e l’unica donna con cui parlare era un piacere. Sakura era intelligente, la sua compagnia in uno strano modo lo tranquillizzava, gli atteggiamenti che aveva nei suoi confronti erano quelli di una vera amica e non di un arrampicatrice sociale. Quando stava con lui Sakura non aveva parvenze di ochetta. Non flirtava con lui. Quando c’era qualcosa che con gli altri sensi lui non poteva comprendere, lei gli spiegava le cose nel dettaglio, come quando Naruto e Itachi si erano spaventati di lei e si erano nascosti sotto il tavolo. In quell’ occasione Sasuke fu veramente grato a Sakura di averlo reso partecipe di quello che stava succedendo. O quando lo aveva curato per la prima volta, non aveva goduto della sua sofferenza ma aveva sofferto con lui, o quella stessa volta che ancora nemmeno lo conosceva e aveva fatto di tutto per operarlo a cuore e salvargli la vita dal veleno di quel coglione di Kabuto… e poi quel bacio…quell’ unico bacio che si erano scambiati. Sasuke aveva percepito tutta la paura, tutta la disperazione di Sakura e infine il sollievo di averlo salvato. Da quel girono erano passati mesi e lui si era avvicinato parecchio a Sakura e l’idea di vederla sparire nel nulla non appena riacquistata la vista lo terrorizzava più di mille battaglie e guerre.  Sasuke aveva bisogno di Sakura non solo come medico fisico, ma come medico dell’anima. In uno strano modo Sakura riusciva a scardarlo dentro facendo uscire da se la parte più dolce del suo carattere, parte che da quando era stato proclamato principe aveva soppresso perché un principe non si deve mai mostrare debole, ma Sakura lo aveva visto nella sua peggiore forma e debolezza, ovvero quasi morto, quindi lui non riusciva ad esternare con lei la sua parte spietata, e dopo quella bambina che lo aveva aiutato a riconciliare il rapporto con suo padre, Sakura era la seconda persona di cui si fidava di più. Le persone a cui Sasuke era disposto ad affidare la propria vita si potevano contare sulle dita della sua mano destra ovvero Itachi, Naruto, i suoi genitori, la bambina dai capelli rosa anche se erano secoli che non sapeva che fine aveva fatto e dove fosse sparita e …Sakura. Tutto per lui passava in secondo piano se vicino aveva Sakura e il doverla perdere gli faceva male al cuore, ma essendo lui Sasuke Uchiha, non era in grado di far capire al padre il bisogno che aveva di lei. In più Sakura era la cugina di Naruto e la famiglia di Naruto era così fedele alla famiglia reale che Sasuke dubitava che qualcuno di loro potesse tradirli in qualche modo, infatti nessuno a parte i più fidati frequentanti del palazzo, sapeva il rischio che lui aveva corso. Sasuke non dubitava che il sangue di Sakura lo avrebbe guarito, solo non voleva rischiare che tale opportunità lo privasse della sua presenza. In più Sasuke era fermamente convinto che se Sakura avesse lasciato lui e il palazzo reale, la fuori avrebbe corso dei rischi troppo grandi, in primis quel dannato Sai e lui non era minimamente disposto a rischiare la vita della sua neo giovane amica.

“Sakura posso fare qualcosa per te?” chiese Sasuke muovendosi lentamente verso di lei.

Sakura sussultò alle parole dell’Uchiha e si morse il labbro poi si fece coraggio. Quel coraggio non le apparteneva ma Sakura non seppe come ma riuscì a porgli la domanda che la tormenta e che corrispondeva al suo pagamento di parcella.

“Baciami…” sussurrò Sakura e vide gli occhi di Sasuke dilatarsi.

“Come?”

“Ho…ho bisogno di sentire il tuo calore. Mi sento così sola, così diversa? E se a causa di questo mio potere prima o poi non sarei più me stessa? Ho bisogno di un ancoraggio, e voglio che quel mio ancoraggio semmai un giorno dovessi perdermi, quel mio ancoraggio sia tu. Non ti sto chiedendo nulla se non solo una notte immersa tra i tuoi baci. Ti prego Sasuke…” sussurrò la rosa che stava diventando dello stesso colore di un pomodoro.

“Sakura ma che stai dicendo? Mi …mi stai chiedendo di baciarti, ma perchè?” balbettò Sasuke.

“So che per te non significherà nulla, ma per me è diverso.  Dovrò sposarmi prima o poi e dovrò farlo con Sai se non voglio che qualcuno altro ne paghi le conseguenze, questo lo sai, ma non mi fido di lui e voglio che i miei primi baci appartengano a te, voglio che tu mi ricordi e ricordi i miei baci. So che con questa mia richiesta mi considererai una donna di poco conto, ma Sasuke…sono sola. Sento così freddo dentro.  Un freddo che mi sta consumando l’anima. Quel bacio…te lo ricordi il primo bacio che ti ho dato quando ti ho guarito?” chiese Sakura e appena vide Sasuke arrossire leggermente sulle gote le scappò un sorriso tenero. Appena lo vide annuire lei deglutì e poi continuò a parlare. Ad ogni parola che diceva si sentiva sempre più in grado di confessargli i suoi sentimenti, dato anche l’atteggiamento di remissivo ascolto che Sasuke aveva nei suoi confronti.

“È stata l’esperienza più bella della mia vita. Mi ha toccato il cuore anche se ero stata io a prendere l’iniziativa. È stata la prima cosa che ho fatto in vita mia senza riflettere e non me ne sono pentita perché ha scaldato una parte di me che credevo perduta da tempo. Mi ha ricordato che vale la pena lottare per chi ami se esso è raggiungibile.  Sono così sola da tanto tempo, ho bisogno di un ricordo di calore. Un ricordo vero, uno che appartenga solo ed esclusivamente a me. Ti amo da così tanto tempo Sasuke…da secoli, ma non posso averti. Non posso. Sono una semplice popolana e tu un principe, anche volendo la legge impedisce…oddio. Considerala la mia parcella medica al momento…insomma…io…io…  Voglio solo baciarti e dormire al tuo fianco. Solo per sta note io…io...” balbettò Sakura.

Infine Sakura sospirò e indietreggiò di qualche passo.

“Ehm lascia perdere…fai finta che non ti ho detto nulla e…”

Sasuke era incredulo. Il cuore gli batteva a mille. Sakura lo amava, ma la legge impediva loro una qualsiasi relazione e inoltre anche lui cominciava a provare qualcosa per lei. Gli dispiaceva per la bambina che aveva conosciuto in passato, ma per lei provava un profondo affetto fraterno.

 Sasuke si chiese cosa in realtà provasse per Sakura e da quanto invece lei lo amasse.

“Sakura…Grazie.” Sussurrò Sasuke e Sakura sussultò.

“Ho una domanda. Da quanto tempo mi ami?” chiese Sasuke.

“Principe…lasciate perdere.” Sussurrò affranta Sakura,

“Sakura, da quanto?” chiese ancora Sasuke ma sta volta il suo tono non ammetteva repliche.

“Da tanto” concluse lei.

“Ed hai accettato di curarmi in questo stato?” chiese Sasuke incredulo.  Come aveva fatto ad essere così stupido da non accorgersene. Come poteva non capire che gli atteggiamenti di Sakura non erano dettati dal semplice obbligo professionale. Nessun medico avrebbe mai versato lacrime per un uomo in fin di vita, nessun medico si infuriava come si era infuriata lei nell’apprendere che era stato avvelenato al cuore oltre che agli occhi se non provasse per lui qualcosa di molto più forte del rapporto paziente/medico.

“È della tua vita che si trattava, ovvio che si! Non avrei sopportato di lasciarti morire.  Non avrei mai sopportato di vivere in un mondo dove tu non esisti. IO SAREI MORTA CON TE SASUKE! “Urlò Sakura disperata. Sasuke era letteralmente senza parole.

“Ho solo bisogno di stare un notte con te, stretta tra le tue braccia, coccolata dai tuoi baci, poi ti dimenticherò. Non desidero altro.” Sussurrò piano Sakura e afflitta.

Sasuke sussultò. Davvero lui voleva che lei si dimenticasse dei suoi sentimenti per lui.

“Perché?” chiese ma poi si diede mentalmente dello stupido. Era giusto che Sakura lo dimenticasse. Non potevano stare insieme, ma dentro di sé sentì un aberrante odio per quella stupida legge.

Un reale non può amare una popolana.

“Perché devo Sasuke! Perché devo sposarmi e perché tu sei il principe!” urlò lei in lacrime.

“Non urlare!” la richiamò

Sakura sussultò.

“Scusami…” sussurrò Sakura abbassando il tono della voce.

Sasuke sentì in fiato di Sakura interrotto da leggeri singhiozzi e da un respiro affannoso.

“Odio tutto questo…odio…mi odio!” sussurrò a se stessa Sakura

“Finiscila e non odiarti! I sentimenti non si possono controllare Sakura. È inutile che ci lotti contro prima o poi ti si ripresentano davanti più forti di prima. Ora dimmi da quanto soffri per me!” esclamò serio Sasuke. Il suo tono fece rabbrividire Sakura. Sakura si morse il labbro

“Sakura!” la esortò Sasuke a risponderle. Sakura sospirò.

“Otto anni.” Sussurrò pianissimo.  Sasuke sgranò gli occhi ciechi.

“Come prego?” chiese Sasuke allibito.

“Otto anni” ripeté Sakura sta volta con un tono di voce un po’ più chiaro.

“Sakura porco cazzo!” esclamò Sasuke incredulo togliendosi le coperte di dosso e alzandosi dal letto. Indossava solo un paio di pantaloni leggeri. Raggiunse Sakura appoggiandosi alla ringhiera del letto, poi le mise le mani sulle spalle.

“Sakura…io…” iniziò Sasuke

“Non compatirmi e non mentirmi!” sbottò la rosa togliendosi le mani di Sasuke dalle spalle. Sasuke barcollò data la violenza dello scatto di Sakura ma non cadde. Con l’udito seguì ogni movimento della donna che si era rintanata in un angolino della stanza e aveva preso a tremare.

“Sakura…ti prego non scappare. Sai che non posso raggiungerti senza farmi male.” Sussurrò Sasuke

“Vorrei solo che dimenticassi tutto quello che ho detto” esclamò Sakura. Sasuke seguendo il suono della sua voce lentamente la raggiunse e la prese per mani trascinandola con sé di nuovo verso il letto.

“No che non lo dimentico.” Sussurrò per poi fermarsi quando le sue gambe toccarono il letto, poi con mani tenere le circondò il viso scostando i capelli della ragazza, poi si chinò lentamente su di lei, spostò leggermente la sua mano per sostituirla con un tenero bacio, poi scese lungo la linea del collo di Sakura tempestandola di baci per poi fermare le labbra su una vena che batteva frenetica e che gli fece capire che il cuore di Sakura in quel momento batteva a mille proprio come il suo.

Sakura chiuse gli occhi estasiata e qualche lacrima di commozione andò a bagnare la mano di Sasuke poggiata sulla sua guancia sinistra, lato di guancia non offerto ai baci di Sasuke.

“Piccola grande donna.Coraggiosa donna.” Sussurrò al suo orecchio Sasuke.

“Fa male piccola?” chiese ancora Sasuke.

“Cosa?” balbettò Sakura.

“Avermi vicino?” chiese Sasuke titubante.

“Fa più male non averti affatto” sussurrò la rosa.

“Sakura, perché proprio io?”

“E che ne so è successo e basta!” sbottò la rosa. Sasuke la tirò a sé stringendola forte.

“Mi…mi hai sempre accettata per quello che ero…mi hai difesa…mi…mi…” sussurrò pianissimo Sakura e Sasuke inarcò un sopracciglio stringendola maggiormente tanto che Sakura temette di soffocare, ma non aveva alcuna intenzione di protestare a quell’abbraccio.

Sasuke la spinse piano sul letto, poi lui le si stese delicatamente sopra.  Si sollevò un attimo come a sperare di poterla guardare e le carezzò teneramente i capelli, poi dolcemente e lentamente Sasuke si chinò su di lei unendo le sue labbra a quelle di Sakura. La baciò prima delicatamente, poi ci mise più passione. Non staccò le labbra da lei nemmeno un secondo, nemmeno quando la trascinò sotto le coperte con lui. Sasuke insinuò una gamba tra quelle di Sakura, con la mano sinistra scese lungo la sua schiena per circondarle la vita, mentre la mano destra dalla guancia di Sakura, corse ad afferrare la mano sinistra di Sakura, per poi portarsela al petto facendole percepire che anche il suo cuore batteva come un ossesso.

Sakura staccò le labbra da quelle di Sasuke.

“Oh mio Dio…” singhiozzò nascondendo il viso nel petto di Sasuke.  Sasuke rimise la mano sinistra sulla testa di Sakura cercando di consolarla.

“Non voglio…non voglio… non voglio…”

“Cosa piccola?” chiese Sasuke.

“Dimenticarti.”

“E allora non farlo.” Sussurrò Sasuke

“Ma fa male! Fa tanto male Sasuke…” pianse la ragazza e Sasuke sussultò liberando la mano da quella di Sakura e mettendogliela sul suo cuore.

“Mi dispiace Sakura, mi dispiace così tanto.” Sussurrò Sasuke mordendosi le labbra, poi si rimpadronì delle labbra della rosa che sollevò le braccia e gli circondò il collo e prese a stringerlo a se.

Passarono ore in quel letto, stretti l’uno a l’altra semplicemente ad abbracciarsi e baciarsi, fino a quando Sasuke non si addormentò esausto sul petto di Sakura e le braccia strette alla vita della ragazza. Sakura sorrise, carezzò i capelli di Sasuke poi anche lei piombò in un sonno profondo e per la prima volta in vita sua senza incubi.

Sakura si sveglio dieci minuti prima dell’alba. L’unica sera che lei avrebbe desiderato non finisse mai era finita. L’unica sera in cui il suo sogno era diventato realtà era appena terminata, solo una cosa le restava da fare. Si divincolò dall’abbraccio di Sasuke ma non prima di avergli dato un fuggevole bacio sulle labbra, poi prese la spada di Sasuke e con un movimento netto si tagliò il palmo della mano, con il chakra costrinse Sasuke ad aprire la bocca nel sonno e lei fece colare il proprio sangue in essa e poi sempre con l’aiuto del chakra lo costrinse a deglutire.  Dopo aver fatto questo rubò dall’armadio di Sasuke un cravattino e una tovaglietta con la quale si fasciò la ferita alla mano. Sasuke dormiva ancora profondamente, si avvicinò a lui e depositò un tenero bacio sulla sua fronte e poi sulle labbra, poi corse fuori facendo attenzione a non farsi vedere dai domestici raggiunse le stalle e prese il suo cavallo Byron, poi partì ancora in camicia da notte, alla ricerca di se stessa, della sua vera identità e alla scoperta di ciò che comportava avere quei poteri.

Sasuke si svegliò mezz’ora dopo sentendo freddo e la mancanza di Sakura stretta a lui. Aprì gli occhi e il sole albino gli ferì gli occhi e lo costrinse a richiuderli.

“Cosa? Ma che diavolo…” esclamò Sasuke allibito e riaprendo lentamente gli occhi. Sussultò. Ci vedeva.

“Sakura! Ci vedo!” esclamò voltandosi verso di lei ma ciò che vide lo ferì a morte. La sua spada e lasciata sul letto, la punta insanguinata, il letto macchiato di alcune gocce di sangue. Portò una mano alla bocca sentendo un sapore metallico, poi osservò la propria mano sporca di Sangue.

“Che diamine hai fatto Sakura!” esclamò spaventato, il cuore gli faceva male. Scese dal letto e corse nella stanza di Sakura. La spalancò e non vi trovò nessuno. Sasuke imprecò, poi uscì in corridoio e urlò.

“Mamma! Papà! Itachi! Naruto!” urlò Sasuke.

Passi veloci e affrettati lo raggiunsero.

“Kami! Sasuke ci vedi?” chiese allibito Itachi.

“Si!”

“Evviva! Sakura c’è l’ha fatta!” urlò euforico Naruto.

“Usando il suo sangue!” concluse tetro Sasuke.

“E con questo? Ora ci vedi no?” esordì euforico Naruto, ma appena vide l’amico abbassare il capo la risata di Naruto morì.

“Dov’è Sakura?” chiese serio Naruto.

“Io…non lo so.” Sussurrò affranto Sasuke.

 

To be continued

Ed eccomi qua? Capitolo orribile vero? Mi scuso se è risultato troppo affrettato ma spero che vi sia piaciuto lo stesso. Un Kiss enorme e il prossimo aggiornamento a Domenica 18 o a lunedì 19  un kissone mei.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** SCOPERTE ***


Signori e signore eccomi qua con un nuovo capitolo regalo di Lord Perfect. Pubblico oggi per scusarmi della mancata pubblicazione della settimana scorsa e se ce la faccio non ne sono sicura, spero di si, pubblicherò anche questa domenica, se no lunedi avrete il prossimo capitolo. Intanto spero che questo capitolo possa piacervi er ingrazio tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le ricordate/seguite e preferite e soprattutto tutte quelle persone che hanno trovato un minutino del loro tempo per recensirla. Spero che questo capitolo non si a risultato brutto e che non vi abbia delusi un Kiss e alla prossima Mei.

 

 

 

 

SCOPERTE

 

Sakura galoppava in groppa a Byron da più di due ore ed era esausta. Non credeva ancora  di essere riuscita a lasciare Konoha senza essere vista nè dalle guardie del palazzo né dalle guardie a confine del regno.

Sakura sospirò afflitta.

Lentamente frenò Byron facendo andare il cavallo al passo, poi con un singhiozzo poggiò il petto al collo dell’animale e nascose il viso nella sua criniera piangendo a dirotto.

Pianse tutto il dolore, o almeno in parte, che la separazione da Sasuke le era costata.

 Da quando aveva lasciato il palazzo, e il letto in cui aveva passato la notte stretta a Sasuke, sentiva come un vuoto nel cuore e  un pesante peso le comprimeva i polmoni rendendole difficile persino respirare.

 Le mancava, le mancava Sasuke infinitamente e non erano passate nemmeno tre ore dalla loro separazione. Inoltre le mancava anche il cugino Naruto, la sua allegria, la sua spensieratezza. Naruto aveva per lei sempre una parola di conforto e in quel momento lei desiderava ardentemente essere confortata da suo amato cugino.

Aveva commesso un errore.

Si era sbagliata di grosso.

Aveva creduto che solo un bacio dato da Sasuke e di sua spontanea volontà le sarebbe bastato, ma così non era.  Lei lo desiderava disperatamente nella sua vita. Voleva stargli vicino. Vedere ogni sfumatura del suo viso. 

Voleva vederlo in vesti reali, da principe, in vesti da guerriero, in vesti da ragazzo normale, in pigiama, rilassato, in “ desabilie”, divertito, concentrato.

Voleva vederlo allegro, arrabbiato, freddo, caldo, dolce, gentile, spietato, giocoso, serio.  Voleva vederlo scherzare, prenderla in giro, consolarla, proteggerla, proprio come facevano da piccoli nei loro rari incontri.

Voleva i suoi baci, le sue carezze, le sue coccole.

Sakura voleva tutto quello che era Sasuke Uchiha e infine voleva capire se il suo sangue realmente gli aveva guarito gli occhi, ma non poteva tornare a Konoha, non poteva tornare da lui.

Lei non era una principessa.

Lei non era che una semplice suddita, una popolana e come le aveva ricordato Itachi e la legge citava

_ Una popolana non può sposare un reale__

 Non poteva tornare a Konoha almeno fino a quando non avesse scoperto chi era lei in realtà, da dove le venivano quei poteri, perché erano stati donati proprio a lei? A cosa doveva usarli? Perché si sentiva inadeguata a tutto.

Lei sapeva che le scoperte fatte da Orochimaru avevano un fondo di verità.

 Lei stessa spesso non si era sentita a suo agio. Sentiva dentro di sé una strana forza, una strana energia. Sentiva che dentro di lei c’era qualcosa di diverso e spesso ne aveva la conferma quando parlava con Naruto e lui le diceva le varie sensazioni provate ad avere dentro di se un demone del calibro del suo Kurama.

Sakura si strinse a Byron lasciando andare le redini e singhiozzò disperatamente.

Byron nitrì e fu come se il cavallo percepisse lo stato d’animo della sua padrona e virò a destra portando Sakura su per una ripida collina e in seguito in una piccola grotta riparata.

Sakura sollevò il viso arrossato dal collo del cavallo e si guardò intorno con fare curioso poi scese e carezzò dolcemente il muso di Byron.

“Grazie amico mio”

“ Prego” nitrì il cavallo.

Sakura sussultò e sgranò gli occhi incredula.

“Tu parli?” balbettò la rosa. Il cavallo nitrì ancora e fece su e giù con la testa.

“Si padroncina!” nitrì ancora

“ Ma come è possibile?” balbettò ancora incredula Sakura.

Il cavallo sbuffò, poi nitrì di nuovo.

Siete una ninfa. Tutte le ninfe parlano con noi animali!” sbuffò il cavallo per poi muovere gli zoccoli nervosamente.

“Ninfa? Io? Ma sei sempre stato con me, sin da puledro, perché non parlarmi prima?” sospirò Sakura lasciandosi cadere a terra.

La rosa si chiese se per caso non stesse diventando pazza. Lentamente Sakura si sfregò le mani sulle braccia, avvolgendosi in essere. Stava cominciando a fare freddo e lei indossava solamente una camicia da notte.

Niii, non eravate pronta padroncina, Kurama mi ha chiesto di non causarvi uno shock emotivo parlando con voi delle vostre origini e discendenze da ninfa. Niii… ” Sbuffò Byron avvicinandosi lentamente a Sakura e inginocchiandosi al suo fianco per scardarla con il proprio calore.

“Kurama? Il demone di Naruto? Naruto sa cosa sono!” esclamò incredula Sakura e a occhi sgranati. Il cavallo scosse la testa in segno di negazione.

No! Kurama non glielo ha detto?” nitrì Byron.

“Perché?” sussurrò la rosa.

Per proteggere Naruto-san! Niii” spiegò il cavallo.

Sakura sgranò gli occhi.

“Naruto è in pericolo con me vicino?” chiese Sakura terrorizzata. Il nitrito del cavallo sembrò una piccola risata e Sakura istintivamente si avvicinò ancora di più a lui.

Nessuno può fare la bua a Naruto San se con lui c’è Kurama-san” nitrì Byron con fare bambinesco.

Sakura sorrise divertita. Il suo cavallo aveva una vera e propria venerazione per il demone di Naruto.

“Ti piace Kurama eh, Byron!” chiese Sakura divertita coccolando il muso del cavallo. Byron spinse lentamente il suo musone verso di lei.

“ Fa il papà a Byron!” esclamò il cavallo parlando si sé in terza persona e Sakura si scoprì divertita.

Nonostante le nuove scoperte. L’ incredulità nel venire a conoscenza di essere una ninfa a detta del suo cavallo, Byron era riuscito a distrarla dalle terribili sensazioni di dolore che la separazione da Naruto e Sasuke le era costata.

“Niii Byron non sopporta vedervi triste padroncina. Perché soffrite tanto?” nitrì ancora il cavallo.

“Non posso avere ciò che desidero disperatamente Byron.” Sussurrò Sakura.

Sasuke Nii-san? Naruto  Nii-san?” chiese il cavallo e Sakura sgranò gli occhi. Il suo cavallo considerava Sasuke e Naruto fratelli. Provò a immaginarsi Sasuke e Naruto come fratelli di Byron e se li immaginò con il viso in sembianze umane e il corpo da cavallo. Sakura si era immaginata i due in forma di centauri e scoppiò a ridere.

“Penso che Sasuke e Naruto non siano adatti a farti da fratelloni B-chan”  esclamò Sakura scoppiando a ridere. Byron nitrì indignato.

“Si invece!”

Byron si alzò si diresse fuori dalla grotta . Sakura lo seguì con lo sguardo e lo vide iniziare a brucare dell’ erba. Sakura si chiese se sul serio il suo cavallo se l’ era presa perché gli aveva detto che non poteva considerare Naruto e Sasuke fratelli. Per Naruto poteva anche comprenderlo visto che considerava Kurama come il suo papà, ma Sasuke che c’entrava?

“B-chan, Naruto posso comprendere che vuoi considerarlo un fratello, ma Sasuke?”

“Sasuke San fa stare bene Sakura chan!” nitrì il cavallo per poi tornare a brucare l’ erba Sakura sussultò e gli occhi le si inumidirono. Si alzò di scatto in piedi e corse dal suo cavallo abbracciandolo stretto e piangendo come una bambina.

“Nii..Sakura chan…” sbuffò il cavallo ma Sakura scosse la testa con vigore e si sfogò su di lui.

 

Sasuke Uchiha camminava avanti e indietro per la sala del trono in attesa che il padre gli portasse  le notizie che i guerrieri, spediti poche ore prima a Nord di Konoha alla ricerca di Sakura, avevano scoperto.

Itachi Uchiha si sentiva dannatamente in colpa. Se solo non avesse mimato quelle parole a Sakura, forse la ragazza quella mattina non sarebbe fuggita come una ladra. Itachi però sapeva o meglio immaginava perfettamente perché Sakura era scappata da palazzo. I suoi sentimenti per Sasuke erano lampanti, almeno per lui e il suo grado di intelligenza avanzato, ma non si sarebbe mai immaginato che Sakura sarebbe fuggita a gambe levate dopo una sola sera passata abbracciata a Sasuke.

Suo fratello aveva raccontato al padre semplicemente che Sakura aveva passato tutta la notte a curarlo, ma lui aveva percepito che Sasuke nascondesse bene altro. Facendo leva sul profondo rapporto istaurato tra di loro, Itachi era riuscito a tirar fuori di bocca la verità a Sasuke su quello che era successo in quella stanza quella stessa notte.

Itachi imprecò.

Già dalla prima volta che era andato a trovare la giovane guaritrice nella sua umile abitazione aveva percepito che Sakura non aveva ben che il minimo interesse per i tesori reali, ma il suo interesse era rivolto a salvare la vita e la vista a Sasuke. Itachi si era immediatamente preoccupato per lei e per i sentimenti che la giovane provava ma che non poteva provare per il fratello ma mai al mondo avrebbe potuto immaginare che Sakura amasse tanto Sasuke da fare di tutto per salvarlo, persino offrirgli il proprio sangue magico e chiedere in cambio solo una notte abbracciata a lui e qualche bacio per poi sparire per sempre dalle loro vite. Itachi si sentiva colpevole specialmente adesso che aveva scoperto quel barlume del sentimento che provava Sakura per Sasuke, ora lui lo provava per Ino.

Itachi strinse i denti e seduto per terra nel giardino del palazzo strappò con violenza una margherita che spuntava poco distante da un cespuglio di rose piantate.

Il tocco leggero di una mano sulla sua spalla lo fecero sussultare e voltare di scatto incrociando così un paio di occhi azzurri e limpidissimi.

“Ino!” esclamò Itachi.

“Che ti avrà mai fatto di male quella margherita?” chiese piano la bionda. Itachi abbassò lo sguardo sulla sua mano e sui resti della margherita. Itachi sospirò lasciando cadere a terra i petali di quel fiore.

“Nulla…”

“Ita…ehm vostra maestà che sta succedendo? Che sta succedendo alla mia migliore amica? Perché è scappata dal palazzo?” sussurrò Ino.

Itachi la osservò e negli occhi di Ino lesse una profonda preoccupazione. Itachi si trovò a pensare che faceva bene ad essere preoccupata Ino, perché Sakura con il sangue che si ritrovava era una preda succulenta ed ora capiva perché Kabuto aveva attentato alla vita del conte Orochimaru e di Ino, stavano cercando di uccidere e spezzare tutti i legami che Sakura aveva per renderla vulnerabile.

A tale pensiero Itachi sussultò, ecco anche il perché dell’ attacco a Sasuke oltre al fatto che era uno dei principi di Konoha qualcuno doveva sapere dei sentimenti che provava Sakura per Sasuke, ecco del perché l’attacco a Orochimaru e alla sua corte attentando anche alla vita della moglie e dei figli del conte oltre che dei suoi servitori e infine Ino, in quanto la migliore amica di Sakura. Itachi era fermamente convinto che adesso Kabuto era anche venuto a conoscenza che Sakura era fuggita da Konoha e che quindi per il momento il regno e gli amici di Sakura erano al sicuro, ma la stessa cosa non poteva dire per Sakura stessa.

“Oh mio Dio!” esclamò alzandosi di scatto.

“Maestà…”Iniziò Ino.

“Ino, qualunque cosa accada, qualunque cosa succeda non lasciare mai le mura del palazzo. Se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, chiedi direttamente a me. Non fidarti di nessuno fuori dal palazzo, non so se abbiamo spie tra il popolo devo capire…devo…Ino…io..” iniziò Itachi.

“Itachi! Ehi…calmo! Guardami! Respira insieme a me. Ecco così bravo! Respira. Ispira ed espira. Bravo. Ora dimmi che succede!” esclamò Ino prendendo la situazione in mano notando l’agitazione di Itachi.

“Vieni come me! Non mi va di parlare due volte!” esclamò Itachi prendendo Ino per mano e correndo dentro il palazzo. Itachi si fermò di scatto e Ino gli andò a sbattere contro.

“Ehi!” protestò la bionda massaggiandosi il naso. Itachi si girò lentamente verso di lei. Sollevò una mano per carezzare il viso di Ino, ma la bionda indietreggiò e chiuse gli occhi stretti.

“Ino…” sussurrò incredulo, poggiando volutamente la mano sulla guancia di Ino.

“Perché questa reazione?” chiese Itachi volendo capire perché al suo gesto Ino era indietreggiata impaurita e aveva stretto gli occhi come se attendesse di provare dolore.

“Ehm mi scusi maestà. Riflesso incondizionato” sussurrò Ino.

“Qualcuno ti ha picchiato Ino?” esclamò serio. Ino si morse le labbra intenzionata a non rispondere.

“Ino è un ordine! Qualcuno ti ha picchiata in passato?” chiese ancora Itachi.

Ino ringhiò ma non poteva opporsi era un ordine del principe, ma infondo Ino voleva davvero nascondergli il suo passato. Ino desiderava che Itachi conoscesse tutto di lei.

“ Padre violento” sussurro pianissimo.

“Come? Tuo padre ti picchia?” chiese furioso Itachi. Più andava avanti più scopriva cose anche tra la sua gente che non gli piacevano per niente.

“Picchiava. È morto. Solo che certi riflessi sono rimasti!” sussurrò piano e imbarazzata Ino. Itachi ringhiò poi la tirò a se stringendola tra le braccia.

“Se ti succedesse qualcosa…” iniziò Itachi ma poi rendendosi conto di quello che stava per dire si zittì di botto per poi staccarsi da lei.

“Andiamo!” concluse afferrando nuovamente la mano di Ino e trascinandola con sé nella sala del trono.

 

Sasuke, insieme a Naruto fremeva ed era preoccupato a morte. I guerrieri mandati a nord non avevano portato buone notizie, sembrava che nessuno avesse visto Sakura. Il principe minore non riusciva a credere come era possibile passare la notte più bella della sua vita stretto tra le braccia di qualcuno che gli vuole bene e avere un risveglio da vero e proprio incubo.  Traumatico.

“Voglio tutti i migliori guerrieri di Konoha alla ricerca di Sakura, padre ti prego!” esclamò Sasuke

Fugaku e Mikoto osservarono il figli con occhi comprensivi.

“Sasuke, so che sei grato a Sakura per averti ridato la vista, ma se è fuggita non pensi non voglia essere trovata.”Iniziò Fugaku cercando di comprendere.

“Padre…”iniziò Sasuke più agitato che mai.

“Padre!” esclamò Itachi entrano nella sala del trono trascinandosi dietro Ino.

“Sakura va protetta. Dietro tutto questo c’è Madara padre!” esclamò Itachi portando al padre la lettera di Orochimaru.

“Sakura ha curato Sasuke con il proprio sangue…”

“Itachi!” esclamò incredulo Sasuke del fatto che per la prima volta in vita sua Itachi stesse tradendo un loro segreto.

“è necessario Sasuke, qui si rischia la vita di Sakura. So che volevi tenerti questo segreto fratellino, ma non possiamo. “Iniziò Itachi rivolto a Sasuke poi si voltò verso il padre.

“Qualcuno la fuori padre, oltre a noi e a Orochimaru sa delle proprietà curative del sangue di Sakura e fuori è una preda facile, inoltre dai miei ragionamenti posso dedurre che Kabuto lavora per Madara e che di conseguenza vuole lei, se no perché attaccare tutti gli amici di quest’ultima. Prima la moglie e i figli del conte Orochimaru, che sono amici di Sakura, poi Ino e Orochimaru di nuovo…” iniziò Itachi e il re sgranò gli occhi, poi Itachi si avvicinò a Sasuke.

“Ora che ci penso anche io circa un mese fa sono stato attaccato da guerrieri sconosciuti ma mi sembravano troppo deboli  fare rapporto” sussurrò Naruto e Sasuke e Itachi sgranarono gli occhi.

“Ecco vedi padre, Naruto è cugino di Sakura.” Continuò Itachi poi sospirò.

“E infine padre…Sasuke.” Concluse Itachi chiudendo gli occhi e attirando l’attenzione di Naruto e Sasuke

“Che intendi dire figlio?” chiese Fugaku.

“Padre, Sasuke non è stato attaccato da Kabuto solo perché è un Uchiha, non è stato attaccato solo perché è uno dei legittimi eredi al trono di Konoha…” iniziò Itachi.

“Se non solo per questo allora per cos’altro? Per cos’altro mio figlio è stato quasi ucciso? Lo sai Itachi?” chiese cheto il re.

“Si padre. Perché Sakura è innamorata di Sasuke!” concluse Itachi. Sasuke sussultò e Naruto sgranò gli occhi.

“Oh porco…ecco perché Sakura ha accettato di sposare Sai! Quella volta me lo disse.  Mi disse che era innamorata di qualcuno che non ricambiava i suoi sentimenti! Sasuke ti ammazzo!” Urlò Naruto pronto ad attaccare Sasuke

“Frena Uzumaki. Sasuke non ha colpa perché al contrario tuo a quanto pare, tua cugina conosce la legge. Un reale non può amare una popolana!” esclamò serio Itachi e Naruto si soffocò con la sua stessa saliva.

“Che? Oh mio Dio!” esclamò Naruto voltandosi di scatto verso il re che sorpreso e afflitto annuì.

“Oh mio Dio! È disposta a sacrificare la sua vita per onorare una cazzo di legge e tu Sasuke…cosa…” iniziò Naruto ma Sasuke era già corso fuori dalla stanza nella direzione della stanza di Sakura per trovare qualche indizio che gli avrebbe dato idea di dove cercare la sua guaritrice. Il cuore gli batteva a mille. Sakura era innamorata di lui e per non metterlo oltre in pericolo ora era lei in pericolo.

Spalancò la porta e cominciò a mettere la stanza a soqquadro. Sul’ uscio della porta ad osservarlo c’erano Naruto, Itachi, Ino , Fugaku e Mikoto.

“Sasuke che ti prende?” esclamò Naruto, poi Sasuke si bloccò di scatto osservando un libro sul comodino di Sakura.  Timoroso e incredulo si avvicinò e lo prese tra le mani.

“Non aprirlo Sasuke quello è il diario segreto di Sakura.” Urlò Naruto.

“N…Non…Oh mio Dio. È forse lei? Questo diario Naruto l’ho regalato io a una bambina che conoscevo da piccolo. Ora ti farò una domanda e voglio che tu sia assolutamente sincero con me.” Esclamò serio e tremante Sasuke.

Naruto vedendolo così agitato annuì.

“Di che colore sono i capelli di Sakura?” chiese Sasuke osservando il suo migliore amico negli occhi.

Naruto deglutì e infine chiuse gli occhi e sospirò.

“Rosa. I capelli di Sakura sono rosa Sasuke.” Esordì serio Naruto. Il diario cadde a terra dalle mani di Sasuke e il principe sgranò gli occhi.

“Oh mio Dio!” esordirono increduli Itachi, Fugaku e Mikoto.

To be continued

Allora eccovi a voi il nuovo capitolo che ve ne pare?  Fatemi sapere un Kiss mei

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** FIDARSI è BENE... ***


Buona sera signori e signore, eccomi qua con un nuovo capitolo di lord perfect. Mi scuso profondamente per il mancato aggiornamento della settimana scorsa ma gli impegni mi hanno impedito di scrivere il cap e quindi ho dovuto rimandare. Chiedo venia se questo cappy è leggermente più corto e soprattutto di passaggio ma mi serviva per creare determina scene, non faccio spoiler. Spero che lo stesso come capitolo possa piacervi e che mi facciate sapere. Spero che non sia risultato brutto e se c’è qualche errore per favore fatemelo notare. Grazie a tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le seguite/ricordate/e preferite e soprattutto a chi commenta. Grazie di vero cuore alla prossima. Mei

 

 

 


FIDARSI è BENE…

 

 

Sasuke Uchiha non riusciva a credere alle proprie orecchie.

 La ragazza che da piccolo lo aveva salvato da un rapporto di odio/amore con i propri familiari e che gli aveva proibito un infanzia in solitudine riuscendo sempre a trovarlo nei momenti in cui aveva più bisogno di un amico e a consolarlo quando i doveri di un piccolo principe gli impedivano di essere spensierato e libero come un bambino della sua età doveva essere, era stata a palazzo con lui per più di due mesi e non se ne era accorto.

Lui non l’aveva riconosciuta.

Non solo non l’aveva riconosciuta, ma aveva creato in Sakura un sentimento diverso dall’amicizia. L’ aveva fatta innamorare di lui, e non sapeva nemmeno come ci era riuscito, e per la legge lui non poteva ricambiare questo nuovo sentimento.

Ma Sasuke aveva ben imparato a sue stesse spese che al cuore non si comanda.

Non solo Sakura gli aveva salvato il cuore e la vista dall’attacco di Kabuto, ma era, sin da piccola, riuscita nell’ impresa più ardua di tutte.

Sakura Haruno era riuscita a istaurare dentro di lui il desiderio di lei.

Si, perché Sasuke la desiderava, ma non desiderava solo il suo corpo, desiderava lei come persona, il suo modo di fare, la sua semplicità, la sua riservatezza, la sua comprensione, la sua amicizia, la sua presenza, il suo amore.

Era riuscita a farlo sentire forte anche quando era debole.

Era riuscita, sin da bambina, a farlo aprire, a farlo essere e sentire vero. Non si faceva ingannare dai suoi modi rudi, sapeva che quando si comportava in quel modo, sotto Sasuke nascondeva un dolore e la cosa con il tempo non era cambiata. Anche se non lo aveva dato a vedere, Sakura aveva compreso che in quel momento il suo stato di infermità visiva lo ferivano profondamente.

La sua guaritrice aveva capito che si era sentito debole perché si era fatto ingannare con estrema facilità da Kabuto permettendogli di attentare alla sua vita

Aveva capito che si era sentito un idiota a lasciarsi colpire in guerra da un sottoposto di Kabuto che lo aveva avvelenato e che di conseguenza era stato costretto ad accettare l’aiuto del suo migliore amico, nonché cugino di Sakura.

Era stata sempre lei, da bambina, a dargli consigli su come migliorarsi, su come essere un vero guerriero, su come essere un eroe, a come essere un buon sovrano.

Sakura era riuscita nell’impresa più ardua di tutte. Era entrata nel suo cuore dall’ età di dodici anni e non era più uscita.

 Lei semplicemente era riuscita a farlo innamorare.

Era riuscita a fargli sentire dentro il cuore, specialmente la sera precedente, una scintilla tenera e calda dentro di sé

In quel preciso istante Sasuke si rese conto di essere innamorato di Sakura da anni e che l’unica donna adatta a lui e degna di stare al proprio fianco era proprio lei, ma adesso lei era sparita.

Era scappata dal palazzo perché non credeva che lui ricambiasse i suoi sentimenti, perché la stupida legge l’aveva frenata dal confessarsi a lui tempo prima e ora chi vantava i diritti di dire di averla come fidanzata era quell’essere pericoloso di Sai.

 

Sasuke fremeva di terrore, di rabbia e di paura.

Paura per l’unica persona che era stata in grado di farlo sentire vivo fin da piccolo.

“Devo trovarla!” balbettò Sasuke ad occhi chiusi, a detti stretti e con la fronte imbrattata di sudore.

Sudore freddo.

“Che diavolo sta succedendo? Sasuke perché reagisci così? Perché questa reazione al colore di capelli di Sakura?” chiese Naruto più confuso che mai.

Itachi tremava da capo a piedi.

“Non ci credo. Non è possibile. Sasuke lei è…” iniziò Itachi

“La mia ciliegina!” sussurrò tremante Sasuke

“Oddio! Cazzo Sasuke non è possibile! Abbiamo fatto di tutto per dissuaderti dal continuare a incontrare la tua ciliegina perché si sarebbe potuta innamorare di te ed essendo tu un principe non potevi amarla, ed ora si viene a scoprire che la stessa Sakura è la tua ciliegina. Oddio Sasuke non puoi amarla!” esclamò Itachi andando da Sasuke.

“Troppo tardi…” balbettò l’Uchiha minore.

“Sasuke è una popolana. Gli sono infinitamente grato per averti salvato ma…è una pop…” iniziò Itachi

“Non è esattamente così” sussurrò Fugaku con un sorriso e una mano sul cuore.

Il sovrano era felice. Felice della scelta del figlio. Naruto non ci stava capendo molto ma spostava lo sguardo con fare frenetico tra tutti i presenti.

“Padre?” esclamò Itachi e Sasuke sollevò il viso per prestare attenzione al padre.

Fugaku sorrise e chiuse gli occhi per poi riaprirli un attimo dopo con lo Sharingan attivo e due dita messe davanti. Il re Fugaku aveva utilizzato la tecnica del richiamo e un attimo dopo davanti a loro apparvero Minato e Kushina Uzumaki.

“Mamma, papà!” esclamò Naruto.

“Papà?” esordirono i due principi dubbiosi.

“Ciao Figliolo!”

“Ma non eravate in missione?” chiese Naruto.

“Si, Naruto ma quando sua maestà chiama dobbiamo accorrere!” esclamò divertito Minato.

“Finiscila baka! Lo sai che se ti chiamo è per una cosa importante!” esclamò serio Fugaku.

“Lo so Fugaku, era solo una battuta.” Esordì Minato tornando serio.

“Che succede?” chiese ancora Minato.

“Sakura!” dichiarò Fugaku come se quella semplice parola spiegasse tutto. “Ah” sussurrarono Minato e Kushina abbassando gli occhi.

.

Mikoto si avvicinò a Kushina per stringerla in un abbraccio stritolante. Kushina sorrise e ricambiò l’abbraccio dell’amica nascondendo il viso nell’incavo del suo collo. “E’ arrivato il momento di dire la verità amici miei!” sussurrò il sovrano di Konoha.

Mikoto allontanò da sé Kushina per guardarla negli occhi.

“Non significa mica che la perderete, è sempre vostra nipote.” Sorrise Mikoto e Kushina accennò un sorriso.

“Conosciamo Sakura, Mikoto, c’è l’avrà a morte con noi per non averle mai detto la verità.” Sussurrò Kushina mentre il marito le metteva una mano sulla spalla.

 

Sasuke sussultò, poi lentamente si avvicinò a Naruto.

“Sono i tuoi genitori?” chiese piano il principe al migliore amico.

Il biondo annuì non riuscendo a staccare gli occhi dai genitori.

Itachi ridacchiò mentre Sasuke si batté una mano in fronte.

“Non è possibile.” Balbettò l’Uchiha minore. Itachi mise un braccio attorno alle spalle del fratello.

“Te li scegli bene gli amici otouto. Come migliore amico ti sei scelto il figlio dei migliori amici dei nostri genitori.” Rise Itachi.

Naruto accennò un debole sorriso e lo stesso fece Sasuke.

“Non me ne pento Itachi. Naruto è il migliore amico che possa desiderare!”

Naruto chiuse gli occhi lucidi.

“Ehi?” esclamò Sasuke richiamandolo per cercare di capire il perché di quella reazione.

Naruto sospirò.

“Io e Sakura sin da piccoli non abbiamo avuto amici. Eravamo solo io lei e Hinata…

“Lady Hinata? La ragazza di cui sei innamorato?” chiese Itachi e Naruto sussultò. Sasuke abbassò gli occhi.

“Anche tu…”

“Come?” chiese Naruto.

“Anche tu venivi preso in giro come Sakura.” Sussurrò Sasuke

“No, io venivo considerato un mostro, un appestato, ma Sakura preferiva beccarsi gli insulti anziché lasciarmi solo e in seguito la stessa sorte toccò a Hinata. Chi si avvicina a me soffre…” chiuse gli occhi Naruto.

Sasuke si irrigidì

“Che significa? Perché…”

“Perché ho un demone dentro Sasuke. Perché ho Kurama.”

“Ma che diavolo! Sei un eroe Na…”

“Ora, Sasuke. Ora sono un eroe ma da piccolo ero il mostro con lo spirito del Kiuuby dentro. Ecco perché mi sono voluto arruolare nell’ esercito di Konoha, per dimostrare qualcosa a me stesso e a gli altri. Insomma che io ero sempre io e che Kurama era un amico dentro di me e che non doveva interessarmi quello che pensava la gente. Nella mia lotta Sakura e Hinata non mi hanno mai abbandonato” esordì serio Naruto.

Sasuke sentì una fitta al cuore.

Il suo migliore amico, Sakura e Hinata avevano sofferto l’inferno a causa di quello che erano e che quello che doveva essere il suo popolo non li aveva certo aiutati.

Il popolo non aveva mai compreso Naruto almeno fino a quando lui non rischiò la propria vita per salvare quella di Itachi. Da allora Naruto era considerato un eroe.

Il popolo non aveva mai compreso Sakura, la sua passione per le piante, per la medicina, per gli animali, e la sua forza sovraumana e ora invece era considerata la guaritrice più in gamba dei cinque regni.

Di Hinata non sapeva molto, ma era convinto che era una donna di grande valore per essere riuscita a conquistare il cuore di Naruto.

 Sasuke si chiese se per essere accettati da Konoha una persona doveva rischiare la propria vita o la propria sanità mentale.

“Ho bisogno di Sakura, Naruto. Ho bisogno di saperla qui accanto a me e al sicuro. Riesci a percepirla?” chiese Sasuke al migliore amico.

Naruto sorrise.

“Se mi sorreggi la cerco. Per favore fa in modo che i miei genitori non si accorgano che sto utilizzando questa tecnica.” Esordì Naruto e Ino e Itachi fecero un passo avanti per coprire Sasuke e Naruto. Loro due avevano già capito le intenzioni di Naruto.

“Perché?”” chiese Sasuke

“Perché darebbero di matto. Questa tecnica azzera le mie forze Sasuke. Nel senso che in quel momento non sono cosciente e mio padre mi ha sempre insegnato a tenere alta la guardia.”

“Perché saresti senza forze?”

“Perché il mio spirito andrà con Kurama a cercare Sakura. In quei momenti Sasuke terresti fra le braccia un corpo morto. Te la senti?” sussurrò Naruto.

“Poi tornerai nel tuo corpo?”

“Se è ancora sano e salvo sì. Ecco perché mio padre non vuole che uso questa tecnica, perché se il mio spirito va con Kurama e il mio corpo viene distrutto, il mio spirito si perderà nel nulla e Kurama sarà libero.” Esordì Naruto

“Allora non farlo, troveremo un altro modo.” Esordì Sasuke serio ma sempre più agitato per le sorti di Sakura.

“Ehi. Di Kurama mi fido Sasuke, voglio solo che reggi il mio corpo e lo proteggi se necessario.” Esordì Naruto.

Sasuke osservò il suo migliore amico a lungo, poi spostò lo sguardo sul fratello che annuì, poi su Ino che mimò loro un – Trovate Sakura---, poi guardò avanti a se e vide i propri genitori e quelli di Naruto parlare tra di loro, poi tornò a guardare il suo migliore amico.

“Ti proteggo, ma torna! E ti prego…ti prego…Trova Sakura.”

“Sasuke ma tu…” iniziò Naruto incredulo.

“La amo. Mi ha salvato e…

“È il suo lavoro, non puoi innamorarti di chi ti ha salvato e…

“Naruto taci…non si è innamorato ora di lei. Sasuke è sempre stato innamorato di quella bambina di cui parlavamo, ed ora che sappiamo che è Sakura, a maggior ragione si è legato a lei, ma non può amarla perché lui è un principe. Quindi trovala e mettiamo al sicuro Sakura così lui può mettersi il cuore in pace.” Esordì Itachi.

Sasuke abbassò il viso afflitto

“Quindi a questo punto che faresti?”

“Trova Sakura. Poi la costringerò a lasciare Sai e magari potrebbe sposare Gaara. Il re di Suna. Li la legge non è come qua.

“Oh bene cosi ammazzi il tuo di cuore. Sasuke…” iniziò Naruto.

“Taci. Fa come ho detto!”

Naruto sospirò e si concentrò, poi il corpo dell’Uzumaki cadde a peso morto su corpo di Sasuke che lo sorresse immediatamente.

“Sas’ke?” lo chiamò Itachi, Sasuke alzò lo sguardo prestando attenzione.

“So cosa vuoi fare e verrò con te!” esclamò Itachi. Sasuke inarcò un sopracciglio.

“Devi restare a Konoha per…”

“Scordatelo maestà, è della mia migliore amica che si parla e io verrò con voi!” esclamò Ino.

Itachi inarcò un sopracciglio.

“Che?” esclamò incredulo Itachi.

“Volevate lasciarmi qua? No, scordatevelo. Sakura avrà bisogno di me!” esordì Ino.

Sasuke sbuffò.

“Fa un po’ come volete!” dichiarò freddo e spietato l’Uchiha.

“Sasuke…

“Poi non prendertela con me se papà ti riempirà di lavoro al nostro ritorno!” concluse Sasuke.

Naruto in quel momento riprese conoscenza.

“Trovata!” esordì

“Bene. Andiamo!” esclamò Sasuke e Naruto annuì. Itachi si preparò afferrando Ino per la vita,

“Che? Ma vengono con noi?” chiese Naruto a Sasuke.

“Si. Non mi va di litigare con mio fratello proprio ora. Ho l’esigenza di trovare Sakura.”

“Ok, posso portavi da lei.” Esordì Naruto.

“Lo farò Io con il rinnegan. Dimmi dove è?” chiese Sasuke

“Alle colline “esordì Naruto.

“Bene!”

Sasuke attivò il rinnegan e teletrasporto se stesso, Naruto, Itachi e Ino ai piedi della collina.

“In cima. Perché diavolo ci hai teletrasportati qua Sasuke!”

“Permetti che sono ancora debole con la vista, e cavolo!” sbottò Sasuke. “Quattro passi ti faranno solo bene” ringhiò l’Uchiha minore.

Ino e Itachi sbuffarono.

Intanto al palazzo di Konoha.

“Bene, ok. Allora Sasuke devi sapere che Sakura è…” iniziò il re voltandosi verso Sasuke ma dei figli, Ino e Naruto non c’era più nessuna traccia.

“Oh Cazzo, Sasuke!” sbottò il re alzando gli occhi al cielo.

“Impaziente di un ragazzo! Come diavolo avrà fatto a sparire non sapendo dove andare a cercare Sakura?” esordì Fugaku

“Credo che qua c’è lo zampino di mio figlio!” ringhiò Minato.

 

In cima alla collina Sakura tremava come una foglia infreddolita, mente Byron cercava di scardarla con il suo corpo.

“Kami che freddo!” balbettò Sakura.

“Vi prenderete un malanno signorina!” esordì una voce.

Sakura si girò di scatto verso l’entrata della grotta e un uomo ben vestito con gli occhi neri e i lunghi capelli neri gli sorrise. L’uomo se ne stava davanti l’entrata in sella al suo cavallo nero.

Sakura invidiò il pesante mantello che l’uomo indossava e per scaldarsi si sfregò le mani sulle braccia.

“Oh, salve. Chi siete?” chiese Sakura titubante.

“Mi chiamo Makari.  Passavo da queste parti e ho sentito il vostro cavallo nitrire. Ho pensato che fosse ferito e volevo soccorrerlo così mi sono avviato verso questa grotta, non immaginavo di trovare una fanciulla” sorrise Makari.

Sakura sorrise poi rabbrividì.

“Vedo che siete infreddolita. Posso chiedervi che fa una fanciulla come voi da queste parti?” chiese Makari.

“Ho appena intrapreso un viaggio alla scoperta di me stessa” esordì Sakura.

“Con la semplice camicia da notte?” chiese Makari inarcando un sopracciglio Sakura si nascose dietro Byron.

 “Oh, non temete. Potrei offrirvi riparo per questa notte al mio palazzo? È qui vicino. Potrete riprendere domani il vostro viaggio.” Sorrise dolce Makari.

“Ecco io non saprei…”

“Insisto”

“Oh ve ne sarei infinitamente grata, milord” sorrise piano Sakura.

Makari ghignò.

“Prego, seguitemi.” Esordi beffardo Makari.

“Si” sussurrò Sakura alzandosi in piedi e tirando le redini di Byron che non si mosse.

Padroncina…non fidatevi” la implorò Byron

“Byron…muoviti. Ho freddo.”

“Padroncina...” nitrì il cavallo facendo salire in groppa Sakura che lo spronò e prese a seguire Makari.

 

To be continued

 

Allora che ve ne pare. So che è corto e capitolo di passaggio, ma mi serviva. Fatemi sapere un kiss Mei.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** NON FIDARSI è MEGLIO ***


Buona sera signori e signore, eccomi qua con un nuovo capitolo di Lord Perfect. Mi scuso infinitamente per il ritardo ma ho degli impegni di lavoro e studio non indifferenti, ma spero che questo capitolo vi possa piacere lo stesso. Non so se è risultato brutto, corto, affrettato, non lo so. So solo che in questa storia siamo al centro e ai punti clou. Spero di non avervi deluso e ringrazio di cuore tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra le seguite/ricordate/preferite e grazie davvero di cuore a chi la commenta.

Un grossissimo bacione e alla prossima Mei.

 

 

 

 

 

 NON FIDARSI è MEGLIO.

 

Sakura Haruno cavalcava lentamente ed esausta al fianco di Makari. 

Gli era infinitamente grata per la sua ospitalità in quanto più la notte avanzava più il gelo le penetrava le ossa.

La giovane guaritrice si guardò attorno con fare smarrito.

Gli alberi, più si avvicinavano al castello, più diventavano secchi, aridi, spogli, compresi i pini sembravano degli strani mostri.

 La vegetazione sembrava tetra e cupa, e non vi era esistenza di animali.

 Byron si agitò non poco sotto di lei tirando e spesso fermandosi per tornare indietro.

 Sembrava quasi che il cavallo temesse quei luoghi e che stesse facendo di tutto per impedirle un riparo per la notte, un bagno e un pasto caldo.

Sakura fu costretta a scendere da cavallo per tirarlo per le redini mentre Makari la guardava silenzioso e le sembrava che di tanto in tanto fulminasse con lo sguardo Byron.

I nitriti che Byron emetteva sembravano quasi un richiamo, un lamento.  Un grido disperato d’aiuto e spesso con il muso colpiva la spalla di Sakura come a metterla in guardia.

Tale reazione costrinse la giovane rosa a inarcare un sopracciglio e voltarsi ripetutamente indietro per capire se qualcuno o qualcosa li stesse seguendo.

Il sentiero che avevano intrapreso sembrava aprirsi davanti a loro per poi richiudersi alle loro spalle.

Il vento soffiava ed emetteva ululati da brivido

Guardandosi alle spalle Sakura rabbrividì e si strinse maggiormente nel mantello che poco prima Makari le offrì per ripararsi dal freddo durante il viaggio e poi carezzò teneramente il collo di Byron cercando di calmarlo.

 

Osservò di sotto occhio Makari e in quel momento lo vide ghignare e Sakura rabbrividì nuovamente provando la tentazione di fuggire, ma sarebbe stato decisamente scortese scappare da chi aveva cercato di essere galante offrendole un riparo per la notte.

 

“Siamo quasi giunti a destinazione milady” esclamò Makari

Sakura gli sorrise mesta.

“Vi ringrazio ancora per la vostra ospitalità, solo non capisco cosa prenda a Byron di solito è un cavallo così obbediente! Forse farei bene a proseguire da sola non arrecandovi altro disturbo dato la ribellione di Byron.” Esclamò Sakura portandosi una mano alle guance rosse e cercando di crearsi una via di fuga perché più si avvicinavano a palazzo, più una terribile sensazione le attanagliava la bocca dello stomaco non dandole tregua.

Sakura si trovò a pensare che forse avrebbe dovuto prestare più attenzione al suo cavallo e alle sue reazioni e a maggior ragione adesso, che Byron non le rivolgeva più la parola, Sakura desiderava disperatamente fuggire da Makari o meglio dal suo castello.

Makari le sorrise o meglio ghignò.

 Sakura sussultò.

Un brivido le corse lungo la schiena.

Il sorriso di Makari le sembrava così falso tanto da metterle addosso una paura e un ansia disarmante.

“Non temete Milady, il castello è proprio davanti a voi e per quanto il vostro cavallo abbia fatto i capricci, voi avete saputo tenergli testa. Me ne compiaccio, ho davanti una lady con carattere!” esordì Makari.

Sakura si sentì profondamente a disagio nel osservare gli occhi neri e profondi del suo accompagnatore, quando egli scese dal suo cavallo nero e raggiungerla per offrirle un braccio.

Sakura titubò, ma alla fine e con non poca diffidenza accetto il braccio del suo cavaliere che la esortò a camminare verso l’entrata del castello.

Sakura sussultò.

Il castello davanti a lei le metteva i brividi, era scuro e tetro e le dava la sensazione di una prigione più che di un castello.

La giovane guaritrice provò un moto di terrore nel trovarsi lì davanti dove l’illuminazione era più che scarsi, i giardini poco curati, e l’aria intorno sembrava essere impregnata di malvagità e tenebre.

 Sakura s i diede mentalmente della stupida. Come poteva un luogo metterle addosso tutta quella paura e tutto quel disagio e come poteva sempre un luogo darle parvenza di malvagità.

Sakura ricordò la sensazione provata davanti il castello dei regnanti di Konoha, a l’accoglienza che le era stata riservata, con tanto di carrozza a stile Cenerentola, e la pace, la serenità, la tranquillità, l’amore che quel luogo, quelle mura riuscivano a trasmetterle.

Non c’era assolutamente paragone, e Sakura provò il disperato bisogno di correre a Konoha per tuffarsi nelle braccia del re e urlargli contro quanto lui, la sua consorte e i suoi figli rendevano quel posto unico, magico, al sapore di casa, ma poi si ricordò che lei era una semplice popolana, che prima di arrivare alle braccia del re, le guardie l’avrebbero fermata, prima di poter anche solo sfiorare di nuovo Sasuke o Itachi o la regina Mikoto per poter stare in loro compagnia, avrebbe dovuto passare decine e decine di controlli, visto il modo in cui era fuggita quella mattina.

Sakura si maledì.

Le interessava chi era in realtà, ma non avrebbe mai voluto perdere la possibilità di avere a che fare con i regnanti di Konoha.

Inoltre le mancava già da morire Naruto, le sue coccole, il suo caloroso saluto, la sua protezione.

Voleva di nuovo un bacio da Sasuke e una carezza affettuosa da Itachi.

Sakura sospirò dandosi della frignona e della piagnucolona. Quella di scappare/partire era stata una sua scelta e come tale doveva portare a termine i propri obiettivi.

Non si era mai detto che Sakura Haruno rinunciasse a scoprire se stessa.

“Lasciate pure il vostro cavallo al mio valletto milady, lo ritroverete domattina nelle stalle.” Esclamò Makari, mentre un uomo vestito di nero, con uno strano cappellino in testa si avvicinava a loro per prendere Byron e il cavallo di Makari.

Byron nitrì e le sussurrò alla mente.

“Lasciami libero padroncina, domani mattina mi farò trovare qua ma non voglio andare nelle stalle.” Si lamentò Byron nitrendo e Sakura annuì. Almeno questo glielo doveva concedere dopo che lo aveva costretto a portarla in un luogo che, Sakura ne era più che sicura, lo spaventava a morte.

“Perdonatemi Milord, ma Byron non è abituato a stare nelle stalle, preferisco lasciarlo libero.

“Ma domattina…”

“Saprò cavarmela. Byron è un cavallo fedele…” sorrise mesta Sakura.

Sakura vide Makari Ghignare e annuire.

“Lasciatelo libero” esordì al valletto Makari. Egli annuì e lasciò andare il cavallo che fuggì.

 

Sakura osservò il proprio cavallo partire al galoppo, poi sospirò.

 

Makari ghignò soddisfatto. Adesso era più che sicuro che Sakura non avrebbe mai più lasciato il suo castello visto che anche il suo cavallo era fuggito.

 

Le porte del castello si aprirono e Makari offri nuovamente il braccio a Sakura per accompagnarla nella grande sala dei banchetti.

 Appena le porte della stanza si aprirono, Sakura guardò al interno rivelando davanti a se una grande sala, leggermente più illuminata e con il tavolo apparecchiato per due persone.

Sakura inarcò un sopracciglio chiedendosi se Makari non aspettasse ospiti.

Makari accorgendosi dello sguardo dubbioso della giovane guaritrice esordì.

“Faccio sempre apparecchiare per due persone, nel caso qualcuno abbia bisogno di soccorso e se così non è, io mangio per due!” rise Makari facendo ridacchiare anche Sakura.

“Oh Bè…” iniziò Sakura squadrando da capo a piedi Makari. “Non si direbbe Milord”

Makari rise di cuore.

“Faccio tanto movimento…”

“Si, ma nemmeno un filo di pancia? Ah, la natura come è ingiusta…” fece Sakura mettendo il broncio.

Makari sgranò gli occhi e poi prese a ridere.

“Milady, siete proprio divertente” esclamò Makari.

“Ma non voleva essere una battuta.” Borbottò Sakura tra se e sé, osservandosi la pancia piattissima.

Makari sussultò.

“Ma se siete uno stecchino!”

Sakura sorrise e prese a guardarsi intorno.

Makari non riusciva a credere alle proprie orecchie. Si era accorto che la giovane donna nutriva dei sospetti sulla sua onesta ed era per questo che aveva fatto preparare la cena, per trarla maggiormente in inganno e darle parvenza di normalità, ma di certo non si era aspettato quel comportamento da parte di Sakura. Aveva paura sì, ma ciò non le aveva impedito di scherzare con lui e rispondergli a battuta per battuta.

Quella donna era decisamente particolare. Non solo per il suo sangue. Ma Sakura non immaginava cosa la aspettava. La giovane donna si fidava un po’ troppo del prossimo e questo andava decisamente a suo favore.

 Makari ghignò sotto i baffi, malefico. Presto avrebbe ottenuto la sua immortalità.

 

 

Nei sotterranei del palazzo Kabuto stava preparando tutto l’occorrente medico per il prelievo di sangue, mentre Sai preparai il letto dove da lì a breve avrebbe posseduto la giovane guaritrice e dove Kabuto stesso avrebbe studiato i cambiamenti del sangue di Sakura dopo tale atto.

Infatti la leggenda sulle ninfe citata: che se si voleva ottenere l’immortalità, bisognava prosciugare il sangue di una ninfa non più vergine, mentre per la semplice guarigione da malattie, infermità, e ferite bastavano qualche goccia del medesimo sangue anche se la ninfa era vergine e per un eterna protezione dai nemici, bastava sposare una ninfa.

Sai continuava a fare avanti e indietro per la stanza indignato.

“E’ Mia!” ringhiò Sai.

“Smettila buono a nulla! Gli accordi non erano questi!” esordì Kabuto mentre disinfettava una provetta.

“Sakura è mia! La sua verginità è mia!” urlò Sai.

“Tu sposerai la ninfa, io avrò campioni del suo sangue per le mie ricerche e Madara avrà la verginità della ninfa e l’immortalità. Tutti otterremo quello che desideriamo. Tu la protezione dai tuoi nemici, io gli elementi curativi per diventare il miglior medico che il mondo abbia mai conosciuto e Madara la sua agognata immortalità. Smettila di lamentarti in continuazione Sai!” Ringhiò Kabuto.

“Avevamo detto che la sua verginità era mia…” iniziò Sai.

“Vuoi metterti contro Madara? Accomodati!” esordì spietato Kabuto. Sai sussultò e si zittì abbassando il viso.

“Come immaginavo. Ora datti una mossa ad andare a prendere le cinghie e le catene prima che Madara arrivi!” esordì Kabuto prendendo delle siringe con della morfina dentro.

Sai sbuffò e uscì sbattendo la porta.

 

 

Makari e Sakura finirono di cenare, poi lei lentamente si alzò.

“Milord mi potreste indicare la mia stanza per la notte? Deciderei ritirarmi!” esordì Sakura.

“Ma certo, prego seguitemi!” esclamò Makari afferrando prendendo Sakura in braccio e avviandosi.

“Milord, vi prego posso camminare…posso… Makari” urlò Sakura.

“Non credo proprio mia Lady e il mio nome non è Makari, ma Madara e tu mia cara ninfa sei il mio lascia passare per l’immortalità!” rise malefico Madara.

Sakura sgranò gli occhi poi urlò con tutta l’aria che aveva nei polmoni.

“Aiutoooo” urlò Sakura.

Madara rise, poi apri la porta e la richiuse alle spalle e buttò Sakura nel letto legandola con nodi stretti. Sakura urlò e si divincolò.

“Ferma piccola bastarda!” dichiarò Madara.

Sakura lo colpì violentemente tra le gambe e Madara gemette di dolore, poi infuriato l’afferrò per il collo e la buttò sul letto ma sta volta utilizzando lo sharingan e ciò rese inerme Sakura che desiderava solo urlare, piangere e scappare, ma a causa dello sharingan ne era impossibilitata.

“S…se…sei L’Uchiha esiliato” balbettò la rosa

“Esattamente, ma grazie a te riavrò ciò che mi spetta. L’immortalità e Konoha stessa. Ucciderò Fugaku e i suoi eredi!” rise.

“N…No”

“Oh sì!”

“Fa di me ciò che vuoi ma non toccare Sasuke.” Urlò Sakura mentre gli occhi le si inondarono di lacrime.

“Oh ma cosa odono le mi orecchie, una piccola ninfa innamorata di un Uchiha. Sai, ma non doveva diventare tua moglie questa bambolina?” rise malefico Madara.

“S…Sai?” balbettò Sakura.

“Oh, ma lo sarà. Presto, non è vero Madara?” chiese Sai.

“Dopo che avrò elargito da lei ciò che mi serve!” esclamò Madara portando una mano all’ intimità di Sakura che urlò terrorizzata.

“Sasuke…Naruto…aiutatemi…”  Pensò la rosa che non riusciva a muoversi dal letto, mentre Sai le spalancava le gambe.

 

Sasuke Uchiha, Naruto Uzumaki, Itachi Uchiha e Ino Yamanaka arrivarono alla grotta dove poche ore prima Sakura aveva incontrato Makari.

Sasuke si guardò attorno e ringhiò.

“Naruto avevi detto che era qua, ma di Sakura, o di qualsiasi altra forma di vita che non siano viscidi insetti io non ne vedo!” ringhiò Sasuke indignato e minuto dopo minuto sempre più preoccupato per le sorti della sua Sakura.

Itachi invece dal canto suo ispezionò tutta la grotta alla ricerca di qualche indizio o informazioni che gli potesse rivelare che Sakura era stata li.

Scrutò ogni dove, ogni angolo della grotta per poi accucciarsi a terra e poggiando due dita su delle sagome di piedi e zoccoli.

“È stata qua Sasuke, Naruto non si è sbagliato e a giudicare delle orme presenti era qui circa due ore fa. Il tempo che noi ci abbiamo messo a scalare la collina a piedi!” esordì Itachi tetro.

Sasuke incassò il colpo. Se solo la sua vista non fosse stata così debole a quest’ora avrebbero già raggiunto Sakura.  Forse avrebbe dovuto fare a Naruto e non erigersi a mister muscolo e a quest’ ora Sakura sarebbe stata al sicuro tra le sue braccia.

Una mano si poggiò delicatamente sulla sua spalla destra e lui si voltò incontrando gli occhi azzurrissimi e rassicurativi di Naruto, ma Sasuke conosceva bene il suo migliore amico e sapeva perfettamente che in fondo anche Naruto era dannatamente preoccupato per Sakura ma che non aveva intenzione di mostrare quella preoccupazione, al contrario suo.

“Non è colpa tua Sasuke. La troveremo! Ricordati che mia cugina non è una donna che si lascia dominare dalla paura, non è una donna debole.” esordì Naruto con un sorriso.

Una seconda mano si andò a poggiare sulla sua spalla sinistra costringendolo a voltarsi e incontrare un altro paio di occhi azzurri, ma più chiari di quelli di Naruto.

“Sakura è forte maestà, ha qualcosa che le dà la forza!” dichiarò Ino attirando anche l’attenzione di Itachi che non aveva smesso di raccogliere informazioni.

“Cosa?” chiese piano il principe minore.

“Te.” Sussurrò ancora Ino porgendo a Sasuke il suo cravattino. Il cravattino che utilizzava per parlare al popolo o nelle occasioni speciali.

“Penso che questo sia tuo.” Concluse Ino

Sasuke sgranò gli occhi e osservò Ino come a chiedere spiegazioni prendendo fra le mani l’oggetto incriminato.

“Non l’ho preso io maestà, penso lo abbia preso lei per tenersi un ricordo di te e della notte in cui per la prima volta in vita sua si è sentita donna, si è sentita amata, si è sentita tua.” Sussurrò Ino con le lacrime agli occhi.

Sasuke lentamente strinse al petto il cravattino.

“Come posso darle tutta questa forza, quando l’ho lasciata andare via, quando non mi sono mai accorto di tutto il male che ho fatto a Sakura!” sussurrò Sasuke

“Male? Scherzi Sasuke vero?” esordì serio Naruto attirando l’attenzione del principe minore che aveva abbassato lo sguardo sul cravattino.

“Che vuoi dire?”

“Ti ricordi quando ti ho parlato di quel bambino che aveva salvato la vita a Sakura? Bè, ora mi è tutto chiaro. Quel bambino Sasuke eri tu, e la forza che hai dato a Sakura non ha pari. Lei da quando ti ha incontrato non si è più fatta mettere i piedi in testa, ma si vendicava con raffinatezza ed eleganza senza poter dar modo ad alcuno di darle colpa di qualche misfatto. Ignorava chiunque la prendesse in giro perché l’unico parere che le interessava era il parere di quel bambino che la chiamava “ciliegina”. Sbaglio o qualche ora fa hai annunciato che Sakura era la tua ciliegina? Non solo, la forza che hai dato a Sakura, Sakura l’ha trasmessa a me impedendomi di uscire di senno per tutti gli appellativi che il popolo mi affibbiava, dall’ assassino al mostro e trovare in me stesso la forza di reagire. Mi ha dato la forza di considerare Kurama un amico, un alleato nelle guerre e nella vita e ti e le sono immensamente grato perché in Kurama ho trovato un vero amico, oltre a te. Mettiamo anche in conto che Sakura non faceva nulla e ripeto nulla che non reputasse giusto o consono al rispetto reciproco e questo glielo hai insegnato tu. È diventata il miglior medico del mondo si può dire, perché tu l’hai spronata a dare il meglio di sé. Hai apprezzato i suoi capelli e lei li ha sempre tenuti nascosti perché come le hai detto tu, chi non ti apprezza non ti merita, e lei ha coperto i suoi capelli perché solo tu meriti di vedere quei particolari fili di seta. Persino io li ho visti raramente, Ino non li ha mai visti, Hinata li ha visti solo una volta. Sasuke sei il solo, anche se da bambino ad aver visto maggiormente i capelli di Sakura e sei il solo a cui permetterà di toccarli. Non solo, la forza che hai dato a Sakura si è trasmessa anche a Hinata, che da timida e balbettina com’era è stata capace di dire al padre: decido io chi frequentare, non tu. E parliamo di una donna e di lady Hinata della casata degli Hyuuga. Hai fatto scoprire a Hinata che anche lei ha coraggio da vendere per decidere di frequentare me, un mostro.  Capisci che intendo. Con la tua sola esistenza, con la tua sola presenza, hai salvato la vita a tre persone non solo a Sakura!” esclamò risoluto Naruto.

“Naruto…non sei un mo…” iniziò Sasuke.

“Zitto, possono anche chiamarmi mostro, ma solo io ho Kurama dentro, solo io so quanto gli sono grato. Se chiamarmi mostro è il prezzo da pagare per continuare ad avere Kurama dentro di me, anche perché se me lo tolgono sono morto, sono ben disposto a pagarlo.” Esordì Naruto.

“Non ti permetto di sminuirti Sasuke, perché per noi sei un eroe. Non ti permetto di sentirti in colpa perché non sei riuscito a portaci qui. Per te, anzi è tanto che sei riuscito a portarci ai piedi della collina considerato il fatto che sei appena guarito dalla cecità e ti ricordo da un violento attacco al cuore da parte di Kabuto che appena lo trovo lo spello e me lo mangio. Non ti permetto di arrenderti e soprattutto Sasuke leggo nei tuoi occhi quanto tieni a Sakura e quanto in realtà la vorresti nella tua vita, quindi non permetterò nemmeno a una stupida legge di separarvi.  Capito? E quanto e vero che mi chiamo Naruto Uzumaki, troveremo Sakura, la porteremo al cospetto di tuo padre e gli farò una ramanzina coi fiocchi affinché annulli quella maledetta legge e anche questi due…” esclamò Naruto serio indicando Itachi e Ino.

“…Possano dichiararsi.” Concluse Naruto facendo sgranare gli occhi a Sasuke e soffocare con le loro stesse salive Itachi e Ino.

Itachi e Ino si guardarono negli occhi per poi arrossire da testa a piedi e voltare la testa di lato rossi come peperoni.

Itachi si domandò come diavolo aveva fatto un dobe del calibro di Naruto Uzumaki a fare una ramanzina con i fiocchi a Sasuke e a scoprire il suo piccolo, piccolissimo segretuccio di cotta per Ino, ma dalla reazione di Ino …

“Che ne sai tu testa quadra!” urlò Ino.

“Pronto Ino, Sakura e mia cugina e con me ci parla o te lo sei scordata?  E poi quella volta, tre mesi fa prima dell’attacco a Sasuke, sei andata a casa di Sakura e hai parlato con lei. Itachi di qua…Itachi di là…peccato che non ti sei accorta che io dormivo al piano di sopra e che le tue grida mi hanno svegliato. Per non parlare di tutto il tempo che dicevi a Sakura di dimenticarsi il suo amore impossibile per il principe bel tenebroso. Ai tempi non ci ero arrivato che parlaste davvero del principe Sasuke, pensavo fosse Sai, ma ora mi è tutto più chiaro!” esordì beffardo Naruto.

“Grrr Maledetto spione!”

“Spione io Ino? Ma ti rendi conto che le tue grida si sarebbero sentite anche da qui a Suna quella sera?” rise Naruto

“Maledetto tappati la fogna!” esordì Ino mentre Itachi aveva gli occhi fuori dalle orbite.

“Uhm vediamo un po’ cosa dicevi... Ah, sì! Perché cazzo Itachi è un principe? Perché è così sex… ufmm” la prese in giro Naruto.

Ino si tuffò addosso a Naruto facendolo cadere a terra e tappandogli con la mano la bocca rossa come un peperone. Ino in quel momento avrebbe tanto voluto sparire nel nulla o essere inghiottita dal terreno.

“Zitto stoccafisso di volpe acciaccata” ringhiò Ino mentre Naruto ridacchiava con la bocca tappata dalla mano di Ino.

“Scemo! Tu non sai dove sta di casa la galanteria!” urlò Ino.

Naruto si tolse la mano di Ino dalla bocca e rispose serio.

“No, è che sono stanco di vedere due donne del calibro tuo e di Sakura soffrire le pene dell’inferno per una legge del cavolo.” Esclamò Naruto e Ino accusò il colpo tanto che gli occhi le si inumidirono e seppellì il viso nell’incavo del collo di Naruto sussurrandogli un mimato “grazie” all’ orecchio.

“Sasuke prima o poi tuo padre mi dovrà spiegare il perché l’ha creata eh!” concluse Naruto.

Sasuke si riscosse e alzò le spalle come a dire che nemmeno lui lo sapeva.

Un tonfo attirò l’attenzione di Naruto, Sasuke e Ino. Itachi era caduto con il didietro per terra, gli occhi fuori dalle orbite e il respiro affannoso. Ino seppellì nuovamente il viso nel collo di Naruto in imbarazzo. Quest’ultimo le carezzò i capelli con fare comprensivo.

“Suvvia baccalà di un principe, non dirmi che non ti eri accorto che Ino era cotta di te?” chiese Naruto beccandosi un pugno allo stomaco da parte di Ino.

Itachi scosse la testa in segno di negazione

“Oh, ma essere tardi è prerogativa degli Uchiha?” sbuffò Naruto beccandosi un pugno da parte di Ino e Sasuke.

“Ahi!” si lamentò Naruto.

 Un rumore di zoccoli mise sull’ attenti i presenti nella grotta, poi due minuti dopo un cavallo spuntò all’ entrata della grotta.

Agitato, scalciava, si muoveva in circolo, poi trotterellò da Sasuke e con il muso lo afferrò per il mantello tirandolo con forza.

“Ehi…cavallo! Mollami!” urlò Sasuke

“Byron!” urlano Ino e Naruto alzandosi di scatto in piedi e raggiungendo il cavallo per cercare di calmarlo.

 

To be continue

 

Ed eccomi qua con un nuovo capitolo. Allora che ve ne pare? Scusate mi sa che ho fatto Naruto un po’ troppo OCC, ma pensavo a lui non come il solito burlone, anche se poi lo ha fatto comunque ma come un burlone a cui non sfugge nulla, compresa la cotta di Itachi e Ino.

Fatemi sapere che ve ne pare un Kiss e alla prossima Mei,

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** PARTENZA ***


Signori e signori eccomi qua con un nuovo aggiornamento per lord perfect. Questo capitolo è un po’ corto, ma è un capitolo di passaggio ma mi serviva per spiegare un po’ la situazione. Dal prossimo capitole le cose si complicheranno un po’. Spero di riuscire ad aggiornare questa storia per 29 Novembre e prometto che farò di tutto per essere puntuale. Spero comunque che questo capito non sia risultato orrendo, illeggibile e brutto e che soprattutto non vi abbia deluso.  Ringrazio tutti coloro che hanno messo questa storia tra le preferite, le ricordate e le seguite e soprattutto chi recensisce e commenta ogni cappi. Grazie davvero infinite dal profondo del cuore un Kissone e A domenica prossima

Mei

 

 

PARTENZA

 

Byron si calmò leggermente non appena vide Naruto. Poggiò la testa sul petto del neo lord, poi l’alzò per poggiare il suo testone sulla spalla di Naruto e spingerlo verso di sé in quello che sembrava un abbraccio.

 Byron in uno strano modo cercava il conforto del cugino della sua padrona, che non tardò ad arrivare. Infatti Naruto sollevò una mano per carezzare il collo del cavallo e metterlo in contatto con Kurama.

 La volpe, dentro Naruto immediatamente cercò di calmare Byron e il respiro del cavallo da violento e irregolare passò ad essere più tranquillo e calmo anche se sempre agitato.

“Byron…” iniziò Naruto ma il cavallo si allontanò da Naruto per trotterellare da Sasuke.

Il cavallo girò un paio di volte attorno al principe minore per poi fermarsi alle spalle di Sasuke e con il testone spingere Sasuke verso l’entrata della grotta.

Byron, a causa dell’agitazione non dosò la forza e fece per un attimo perdere l’equilibro al minore dei due principi Uchiha, che però utilizzando la propria abilità da guerriero, in un attimo riprese stabilità e fronteggiò il cavallo con aria stizzita e con uno sguardo che mise i brividi a tutti i presenti.

Byron però non si lasciò intimidire da quello sguardo, la priorità del cavallo era salvare la sua padrone e sapeva perfettamente che l’unico in grado di farlo e alleviare le pene di Sakura era solo ed esclusivamente Sasuke. Spinse il testone sulla fronte del principe e lo guardò negli occhi con risolutezza e determinazione.

“Che strano” sussurrò Naruto incredulo

“Cosa?” chiese Itachi.

“Byron. Il suo atteggiamento è strano. A detta di Kurama, ma nemmeno lui è riuscito a capire bene cosa volesse Byron tanto è agitato, Sakura è in grave pericolo e credo che l’unico che possa aiutarlo in questo preciso momento è solo Sasuke, ma non capisco il perché.” Spiegò Naruto, ma anche lui era decisamente confuso.

“Uhm” sospirò Itachi, portandosi una mano al mento con fare riflessivo e osservando ogni movenza del cavallo.

Sasuke sussultò non appena la fronte del cavallo toccò la sua. Gli occhi marroni di Byron si specchiarono in quelli nero pece di Sasuke che si agitò non capendo cosa volesse il cavallo da lui.

Sasuke cercò di allontanarsi da lui per capire cosa stesse succedendo, ma il cavallo nitrì spingendo nuovamente il testone contro la sua fronte.

“Dannazione…ma che vuoi!” sbottò Sasuke.

Naruto chiuse gli occhi per mettersi in contatto con Kurama.

Kurama?” chiamò il proprio demone Naruto. “Che succede?”

La possente volpe si mosse leggermente dentro Naruto per poi spostare i suoi occhi rossi su Naruto e con uno sbuffo esordì.

L’Uchiha è tonto. Byron vuole che Sasuke usi lo Sharingan per trovare Sakura, perché nemmeno il cavallo riesce a ricordare la strada dettagliatamente. Era troppo agitato.” Spiegò la volpe prima di tornarsene a dormicchiare.

Accidenti a te, ma come fai a dormire in un momento del genere.” Protestò alterato Naruto.

Non sto dormendo. Sto proteggendo Sakura!” ringhiò la volpe.

“Cosa? Come?” esclamò incredulo Naruto.

“Se quel buono a nulla dell’Uchiha non si decide ad utilizzare lo Sharingan su Byron, allora tutto quello che sto facendo sarà inutile, perché prima o poi chi ha rapito Sakura, riuscirà a perforare la mia barriera di Chakra protettivo che ho attivato proprio un secondo fa su Sakura. Ecco!” brontolò la volpe.

“Kurama, tu sei un genio!” esultò Naruto.

“Avevi dubbi in proposito, baka. Sakura Chan ha fatto molto per noi, ora tocca a noi ricambiare il favore.  Naruto di a quel principe idiota di sbrigarsi, percepisco un pericolo veramente enorme per Sakura. Ora zitto e fammi lavorare.” Ringhiò la volpe tornando ad accucciarsi dentro Naruto.

Naruto spalancò gli occhi e si portò immediatamente una mano allo stomaco e la mosse a mo’ di una semplice carezza. Gli parve, per un attimo, che Kurama avesse fatto le fusa. Poi scosse con violenza la testa e puntò lo sguardo su Sasuke che era caduto per terra e Byron gli si era sdraiato per metà sopra e sempre con il testone poggiato alla sua fronte.

Sasuke non voleva fare del male al cavallo e gli mancava anche l’aria, ma quel maledetto lo stava schiacciando ed era tentato di utilizzare il proprio chakra per toglierselo di dosso.

“Maledetto …togliti!” ringhiò Sasuke, ma il cavallo nitri nuovamente e schiacciò di nuovo la testa sì contro la testa la fronte di Sasuke.

“Ahi…dannazione!” urlò Sasuke spingendo il cavallo.

“Teme, Byron vuole che usi lo Sharingan su di lui per capire dove si trova Sakura. Ho parlato con Kurama e da quello che percepisce, Sakura è davvero in pericolo ma sta usufruendo del mio spirito, e di tutti i contatti che sia io che lui abbiamo avuto con Sakura per proteggerla con il chakra protettivo, ma mi ha detto anche che non reggerà a lungo e ci dobbiamo muovere. Usa quel maledetto Sharingan su Byron Sasuke e scopri dov’è Sakura!” ringhiò Naruto.

Sasuke sussultò alle parole di Naruto poi sollevò lo sguardo sugli occhi di Byron.

“Vuoi portarmi da Sakura Byron?” chiese Sasuke e il cavallo nitrì.

“Ha bisogno di te perché per l’agitazione di trovarci non è riuscito a memorizzare bene il percorso.” Esclamò Naruto avvicinandosi di qualche passo a Byron e Sasuke.

Sasuke annuì e carezzò il collo del cavallo poi attivò lo Sharingan. Il cavallo si agitò un attimo, ma Sasuke prontamente gli carezzò nuovamente il collo per calmarlo, poi prese ad esplorare la mente del cavallo. Vide un sentiero poco distante da lì, degli alberi che formavano una specie di arco, la vegetazione secca spoglia, tetra. Certo, era inverno, ma era strano il modo in cui la vegetazione era appassita. Vide un bivio, ma la mente di Byron lo portò a intraprendere il sentiero sulla destra e lì la vegetazione diventava sempre più raccapricciante, gli alberi sembravano mostruosi guardiani, di animali non c’era alcuna traccia, e ogni volta che un ramo colpiva il cavallo che galoppava alla loro ricerca, lo feriva. Poi davanti a se si presentò un castello, tetro, oscuro, buoi. L’aria che si respirava era fin troppo rarefatta, e l’atmosfera metteva i brividi e aveva un che di maligno. Vide nella mente di Byron l’immagine di un uomo incappucciato, vestito di nero, che metteva una mano sulla schiena di Sakura e l’accompagnava all’ interno del palazzo, poi prima che il portone si chiudesse l’uomo si voltò verso dove era fuggito Byron ghignando e Sasuke lo riconobbe.

Il principe minore urlò e si staccò immediatamente da Byron che si alzò di scatto da lui. Sasuke aveva gli occhi fuori dalle orbite.

Terrorizzati. Angosciati.

Tremava dalla rabbia e dalla paura per Sakura.

“Sasuke? Allora hai scoperto niente!” chiese Naruto.

“Non c’è tempo da perdere!” urlò Sasuke Salendo in groppa a Byron.

“Sasuke!” lo chiamò Itachi

“Userò il Rinnegan e trasporterò con me Byron.  Voi…

“Maestà!”

“Voi tornate a palazzo Uchiha!” esclamò risoluto, autoritario.  Naruto e Itachi sussultarono, quando Sasuke reagiva così erano guai fino al collo, ma non per lui, ma per i suoi nemici. Sasuke aveva appena perso la sua umanità (per modo di dire), ed era appena diventato il guerriero che tutti temevano in guerra.

Freddo, spietato, calcolatore.

Era tornato ad essere colui che le leggende popolane chiamavano la Furia Buia.

“Sasuke, si può sapere cosa diamine hai scoperto!” urlò Itachi.

“E scordatelo che io me ne torno a Konoha senza di te o di Sakura mi sono spiegato! “Urlò Naruto.

“Questa cosa non è affare tuo Naruto, riguarda la famiglia Uchiha!”

Gli occhi di Naruto divennero rossi dalla rabbia. Con uno scatto repentino afferrò Sasuke per il collo facendolo cadere da Byron che nitrì e atterrare di schiena con una forza senza pari tanto che per un secondo a Sasuke mancò l’aria.

“La cosa è più affare mio che tuo Uchiha. Qui si tratta di mia cugina, della mia ancora, di mia sorella! L’Unica persona che non mi ha lasciato mai solo, dimmi un'altra volta che Sakura non è affare mio e io ti uccido, non mi interessa se sei il principe, mi sono spiegato bene?” urlò Naruto, ma il suo tono non era acuto, ma cupo, torvo freddo, tanto che Sasuke si trovò a deglutire. In quel momento Naruto Uzumaki metteva i brividi.

Sasuke si staccò la mano del suo migliore amico dal collo e sospirò.

“Sasuke che diamine hai scoperto?” chiese Itachi

Sasuke sospirò e osservò prima il fratello poi il migliore amico che ancora aveva gli occhi rossi e una furia, che Sasuke ormai aveva imparato a conoscere, che a stento l’Uzumaki riusciva a trattenere.

Sasuke si pentì immediatamente delle parole dette poco prima.

In quella situazione Naruto era il più provato di tutti, perché se a lui avevano rapito la migliore amica, a Naruto avevano rapito la sorella, l’amica, la confidente.

Sasuke annuì a Naruto e lo vide rilassarsi di scatto e gli occhi tornare blu oceano.

“Sakura è stata rapita dall’Uchiha esiliato. Madara Uchiha.” Esclamò cupo Sasuke.

“Cosa? Oh cazzo!” urlò Itachi mentre il fratello si alzava in piedi e saliva nuovamente su Byron.

“Vuoi venire con me o usi la dislocazione?” chiese Sasuke a Naruto porgendogli il braccio.

“Vengo con te!” esclamò Naruto afferrando il braccio del migliore amico e salendo su Byron.

“No! No! Sasuke, non puoi andare. Fermo! Se è davvero di Madara Uchiha che si tratta appena ti vede ti ucciderà! Sasuke, chiamiamo papà! Sasuke!” urlò Itachi.

“Zitto! Tu fai quello che cavolo ti pare Itachi, la vita è mia e ne faccio quello che voglio e io andrò a Salvare Sakura. Se Madara vuole uccidermi che ci provi pure, non vedo l’ora di spezzargli l’osso del collo.”

“Sasuke è un Uchiha ed è dannatamente forte. Persino papà ha avuto difficoltà contro di lui…aspettiamo i rinforzi e…”

“Non intendo Sacrificare Sakura aspettando rinforzi inutili e io non sono papà Itachi! Ora basta! Torna a casa e di a papà e raggiungici dopo.” Esclamò Sasuke afferrando la mano del fratello e attivando lo Sharingan per mostrargli quello che Byron aveva fatto vedere a lui, e quindi il luogo in cui erano diretti.

“Sasuke…” iniziò Itachi

“Lo proteggo io in caso Itachi!” esclamò Naruto.

“Porco cavolo No! Naruto non dovresti andare nemmeno tu…non sappiamo se Madara sa che tu sei un demone e…” protestò il maggiore dei principi Uchiha afferrando il polso di Naruto, ma che subito lo divincolò dalla sua presa.

“Sakura è tutto quello che ho Itachi…non posso e non voglio evitare di salvarla per parare il culo a me. “Decretò risoluto Naruto mentre Sasuke annuiva con vigore.

“La stessa cosa vale per me Itachi. Non voglio perdere Sakura. Potrò anche non poterla sposare, ma la voglio sapere viva e vegeta e soprattutto al sicuro” esclamò il minore dei principi.

“Cosa? Tu la vorresti sposare? Oh Sasuke…”

“Lo so, non posso.  Ma almeno la voglio salvare. Questo glielo devo dopo che lei ha salvato me. Itachi, va a casa e prepara u guerrieri. Io con il Rinnegan mi teletrasporterò direttamente nella stanza di Sakura e…

“E come saprai dov’è Sakura?” chiese Itachi

“Lo saprò Io. Kurama tiene un collegamento con lei e io sono suo cugino. I nostri cuori si percepiranno…credo. Itachi non ti opporre!” esclamò Naruto e Itachi sospirò.

Era inutile continuare a parlare e Itachi se ne accorse dalla determinazione che gli occhi di Sasuke e Naruto emettevano.

“Verremo al più presto in soccorso, ma Sasuke, Naruto state maledettamente attenti!” esclamò tetro Itachi e il principe e il biondo annuirono con vigore.

“Naruto…” esclamò Ino

Naruto le sorrise e per un attimo scese da cavallo e la raggiunse per stringerla in un abbraccio.

“Guarda che torneremo, non siamo mica deboli Ino Chan. Poi tu hai del lavoro da fare!” esclamò Naruto.

“Io? Lavoro?” chiese Ino stretta tra le braccia di Naruto.

“Si. Devi preparare l’occorrente per il ballo di Natale a corte. Di a Itachi che te lo ha commissionato Sasuke!” esclamò Naruto per poi guardare con la coda dell’occhio Sasuke che annuì.

“Ecco …io…”

“Inoltre devi preparare degli infusi energizzanti per Sakura. Da quello che mi ha detto Kurama è molto debole. Ha bisogno di te. Sia per gli infusi che per il ballo. Dopo un esperienza del genere Sakura ha bisogno di un qualcosa che le tiri su il morale e un qualcosa che le faccia recuperare le energie perse e poi…mi devi fare un favore. Devi trovare informazioni sulle ninfe e il villaggio della pioggia.” Concluse piano Naruto.

“Perché mai? Che ti serve? Le ninfe sono solo leggende. E che nesso ci sarebbe tra il villaggio della pioggia e le ninfe?” chiese dubbiosa Ino.

“Come lo sono i demoni? Dai Ino …lo so che sei brava nelle ricerche. Tu fai quelle ricerche. Non chiedermi altro.

“Tu promettimi di tornare e di tornare con Sakura e io lo farò.”

“E tu promettimi che chiarirai con Itachi?” esordì Naruto.

Ino arrossì dalla testa ai piedi.

“Ok, prometto che organizzerò il ballo, farò gli infusi e le ricerche!” esordì Ino abbracciando stretto Naruto.

“E?” la esortò Naruto.

“E cosa?”

“Dai Ino!” sbuffò Naruto.

“E chiarirò con Itachi…ok ok!” sbuffò Ino alzando gli occhi al cielo.

Naruto sorrise di un sorriso a trecentosessanta gradi, poi le scoccò un bacio sulla guancia, poi torno da Sasuke e salì su Byron.

“Ecco. Brava Ino pig!”

“Baka!” urlò Ino e Naruto scoppiò a ridere.

“Mi raccomando Ino. Andiamo Sasuke!” esclamò serio Naruto e Sasuke annuì

“Attenti!” urlò Itachi. Poi Sasuke attivò il Rinnegan e scomparirono nel nulla insieme a Byron.

Itachi sospirò.

 

To be continued

Eccomi qua. Allora che ve ne pare di questo cappi? Davvero orribile? Stupido? Idiota? Non necessario? Fatemi sapere , il vostro parere per me è importantissimo e grazie ancora di cuore a tutti. Alla prossima

Un Kiss Mei.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** SALVATAGGIO ***


.

Ragazzi, signore e signori, chiedo infinitamente venia per il ritardo con cui aggiorno Lord perfect, ma non so dove dividermi prima e per di più adesso gli impegni non vogliono lasciarmi tregua. Cerco di aggiornare con costanza tutte le storie che ho all’ attivo, ma ammetto che non è semplice. Spero che nonostante il mio ritardo ancestrale questo capitolo vi piaccia e che non vi deluda. I vostri pareri e consigli mi sono estremamente fondamentali per spingermi a migliorarmi e ad aggiornare quindi davvero no so come ringraziare tutti voi che commentate regolarmente. Ringrazio dal profondo anche tutte quelle persone che silenziose seguono la mia storia e che le hanno messa tra le seguite/ricordate e preferite, siete davvero tanti e non so davvero come ringraziarvi della vostra presenza. Questo è un capitolo su cui nutro parecchi dubbi, quindi spero vivamente di non rovinare tutta la storia con questo cappy. Be’, adesso bando alle ciance e vi lascio al capitolo e noi ci sentiamo a fine di questo delirio. Un Kiss e grazie di cuore a tutti.

Mei

 

 

 

 

SALVATAGGIO

 

A Konoha Fugaku Uchiha camminava avanti e indietro nervoso mentre Minato e Kushina cercavano di organizzare un piano per recuperare i figli.

 Sasuke e Naruto non avevano lasciato loro il tempo di metterli al corrente sulle vere origini di Sakura, ed erano scomparsi nel nulla.

Fugaku aveva sperato invano nella sanità mentale del figlio maggiore, Itachi, nella speranza che esso qualsiasi piano il figlio minore e il Jurinchirichi avessero architettato per il recupero di Sakura, lui li avrebbe fermati, invece Itachi era stato abbindolato, convinto, plagiato da quei pazzi ragazzi ed era scappato insieme al fratello diretti chissà dove e a fare gli eroi agli occhi di Sakura.

In quel momento Fugaku si sentì dannatamente in colpa nei confronti di Sasuke e Sakura. Era convinto che se avesse rivelato per tempo la vera identità di Sakura, la ragazza non sarebbe stata costretta a vivere come una guaritrice, anche se era affidata alle cure di Minato. Ma Fugaku lo aveva fatto per proteggere Sakura delle grinfie di suo fratello Madara, che non aveva mai smesso di cercarla per ottenere l’immortalità.  Facendo persino credere agli stessi genitori di Sakura, che la figlia fosse morta e aveva proibito al migliore amico Minato e a sua moglie di rivelare quella bugia.

 “Caro?” lo chiamò Mikoto Uchiha, regina di Konoha.

“Che hai Fugaku?” chiese in un sussurro la regina al marito.

Fugaku sospirò.

“Credo sia arrivato il tempo di mandare un nostro emissario al villaggio della pioggia e convocare qui a Konoha il re e la regina Kizashi e Mebuki Haruno.” Sussurrò triste per poi sollevare il viso e puntare gli occhi su Minato e Kushina notando che anche loro avevano gli occhi bassi.

“Temo sia arrivato il tempo di rivelare ai regnanti della pioggia che loro figlia, la principessa Amaya è ancora viva.” Sussurrò Fugaku.

Kushina sospirò non riuscendo più a trattenere le lacrime e i singhiozzi e piangendo a dirotto sulla spalla del marito che prese ad accarezzarle ritmicamente i capelli.

“Mia sorella non mi perdonerà mai” sussurrò la rossa. Minato strinse maggiormente a è la moglie facendole seppellire il viso nel proprio petto prima di iniziare il proprio monologo cercando di spiegare alla mogli per l’ennesima volta il perché erano stati costretti a mentire.

“Kushina, lo abbiamo fatto per proteggere la piccola Amaya dalle grinfie di Madara. Sai che il nostro sovrano, Fugaku, non avrebbe mai fatto qualcosa del genere, ovvero far credere a tua sorella e suo marito che la loro bambina fosse morta, se non conoscesse bene Madara Uchiha e i suoi folli piani.  Se avessimo lasciato al villaggio della pioggia Sakura, se non avessimo agito come abbiamo agito, stanne più che certa, Sakura non avrebbe vissuto a lungo. Inoltre qui non è cresciuta male, aveva Naruto e noi. Non è cresciuta sola. Il villaggio della pioggia non è un villaggio armato per la guerra come ben sai.  E’ un Villagio del tutto particolare e pacifico. Nascono lì le ninfe e i demoni e quando tu hai sposato me Kushina, che provengo dal villaggio della pioggia e tua sorella ha sposato il mio re e amico Kizashi, sapevate entrambe che i nostri figli sarebbero nati con delle particolarità. Naruto è nato demone, è nato con Kurama dentro, mentre Sakura è nata come ninfa, ed è una cosa rara che nasca una ninfa con la potenza di Sakura. Sai che il dieci per cento della popolazione della pioggia è nata diversa, è nata i maschi come demoni, e le femmine come ninfe e le femmine nate nella famiglia reale, solo le ninfe più potenti, le uniche ninfe che se le prosciughi ti donano l’immortalità. La sfortuna o fortuna di Sakura e Naruto è stata proprio questa, nascere come ninfa o come demone. Certo, il villaggio della pioggia ha anche i suo forti guerrieri, darebbero la vita ma il villaggio della pioggia non è come Konoha. Non è armato per una guerra. È armato per resistere a qualche attacco, non una guerra e se avessimo lasciato Sakura lì con i suoi genitori presto l’avremmo perduta e Konoha è alleata alla pioggia e…

“Konoha difende sempre i suoi alleati!” concluse per Minato Fugaku.

 “Kushina, non avrei mai voluto costringerti a mentire a tua sorella, ma finché Madara non sarà morto e sepolto, non voglio rischiare ne Sakura né Naruto. Ecco perché vi ho voluto far trasferire qua a Konoha. Kushina, se Madara scopre che Naruto è un demone, anche tuo figlio sarà in pericolo. Capisci?” concluse Fugaku.

Kushina sussultò. Minato sospirò.

“Qui i problemi sembrano spuntare come funghi. Non mi ero reso conto che la ciliegina di mio figlio Sasuke fosse proprio Sakura e non mi ero reso conto che da bambino Sasuke se ne era innamorato e se io non gli avessi proibito di intrattenere rapporti con i popolani dopo la sua incoronazione, forse a quest’ora Sakura sarebbe maggiormente protetta e la loro unione non proibita in quanto lei è una principessa.  Per tutti i Kami…perché sono stato così sciocco. E Naruto poi…se avessi saputo la sua vera identità sin dall’ inizio, scemo di un Minato, lo avrei protetto da false ingiurie.” Esclamò adirato Fugaku. Minato scosse la testa in segno di negazione.

“NON AVREI MAI RISCHIATO LA VITA DI MIO FIGLIO SE LUI NON FOSSE Così COCCIUTO TANTO DA BUTTARSI SU ITACHI PER PROTEGGERLO!” Urlò Minato a Fugaku.

“Non sono pentito che lo abbia fatto, anzi al contrario, solo che quel buono a nulla di mio figlio per proteggere Itachi ha rivelato Kurama, mi spiego? Poteva benissimamente proteggerlo senza rivelare l’esistenza del demone in tutta la sua forma e quindi dare conferma a chi lo considerava un mostro. Devo dire che però da lì le cose sono migliorate ma… Kushina…” sospirò infine Minato rivolto alla moglie, poi riprese a parlare con tono più sommesso.

“Capisci il perché avevo proibito a Naruto di usare la dislocazione oltre al fatto che per lui è pericoloso. Capisci perché avevo proibito a Naruto di fare l’eroe, e invece lui che fa si butta a capofitto su chi aveva attentato alla vita di Itachi. Capisci perché speravo che Naruto non usasse mai Kurama, e invece lui che fa si arruola per andare in guerra. Capisci perché speravo che non mostrasse mai Kurama a Konoha e lui che fa, mostra Kurama e finisce per essere considerato un mostro. Se non fosse stato per Sakura…”

“Ma ora è un eroe…” balbettò Kushina.

“Ma a quale prezzo? Ha dovuto usare Kurama, fare l’eroe, rischiare di essere scoperto da Madara, andare in guerra, vincere le guerre e solo dopo tutto questo è stato considerato un eroe, per considerarlo un eroe non è bastato salvare Itachi, per essere un eroe doveva adempiere a tutto il pacchetto ovvero: salvataggi, guerre, trattati di pace, alleanza, ma prima di tutto questo nostro figlio ha sofferto l’inferno, così come Sakura e il colore dei suoi capelli che hanno subito fatto capire a Madara che Sakura era una ninfa. Sono ampiamente stufo. Sono stufo di vedere chi amo soffrire come un cane. Stufo!” Esclamò Minato infervorato e indignato. Kushina chinò il capo.

Fugaku sospirò.

“Perdonami Minato, avrei dovuto proibire a tuo figlio…”

“Non è colpa tua Fugaku, ma di Naruto. Ha voluto dimostrare il suo valore, non sono arrabbiato, anzi sono orgoglioso di lui, ma sono anche terribilmente terrorizzato all’ idea di perderlo. Naruto, Sakura e Kushina sono tutta la mia vita.” Concluse serio Minato.

“Ti ringrazio. Cercherò di affibbiare qualcuno allora che in futuro protegga anche Naruto si da attacchi che da malelingue” esclamò Fugaku e Minato e Kushina annuirono.

Itachi e Ino che avevano sentito tutta la conversazione dei sovrani con Minato e Kushina si guardarono negli occhi increduli e spaventati se non terrorizzati all’ idea di quello che poteva capitare a Sakura e Naruto. La questione adesso era ben diversa. Itachi sperava solamente che Madara non costringesse Naruto ad usare Kurama e che quindi finisse anche lui nelle sue grinfie oltre alla rosa. E il particolare color rosa confetto dei capelli di Sakura significava che ella era una ninfa.  Itachi era più che terrorizzato adesso, non solo per Sasuke in quanto Madara non avrebbe esitato ad ucciderlo ma anche per Naruto e per Sakura. Arpionò la vita di Ino e subito dopo si impadronì delle sue labbra, nella speranza che il bacio della donna di cui era invaghito riuscisse a calmarlo e così fu. Si staccò da Ino che lo guardò rossa in viso e incapace di dire una parola. Cogliendo quell’ attimo di silenzio da parte di Ino, Itachi sospinse la bionda fuori dal loro nascondiglio mostrandosi agli occhi dei genitori e di Minato e Kushina.

 “Vi conviene sbrigarvi allora se non volete restare orfani di un figlio a testa!” Esclamò gelido e ringhiante il principe maggiore.

“Itachi!” esclamò il re felice ma alla vista degli occhi seri del figlio deglutì “Che è successo Itachi?”

“Madara Uchiha ha rapito Sakura. Sasuke e Naruto sono andati dritti al suo covo a salvarla!” dichiarò gelido l’Uchiha.

“Che cosaaa!” urlarono Minato, Fugaku, Kushina e Mikoto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sasuke insieme a Naruto si materializzò nella stanza dove Sakura era tenuta prigioniera, facendo ben attenzione però a dividere loro due da Byron, che lo fece materializzare davanti il sentiero per permettere al fratello e in caso al padre di poterli raggiungere.

Ciò che il principe e il Jurinchirichi videro fece loro ribollire il Sangue. Kabuto e Sai se ne stavano nella stanza intenti a fare un gioco da tavolo, probabilmente dama o scacchi, questo ne Sasuke ne Naruto furono in grado di decifrarlo, in quanto Madara Uchiha se ne stava su un letto sopra una Sakura che si dimenava e piangeva a diritto e tentava di svestirla, ma ogni volta che la mano dell’Uchiha esiliato toccava il corpo della rosa, essa prendeva fuoco. Sasuke capì all’ istante che quello era il potere di Naruto e del suo demone e della barriera di Chakra protettivo che le aveva inviato.

Sasuke e Naruto ringhiarono attirando così l’attenzione de tre membri all’ interno della stanza mentre Sakura si lasciava andare sul letto.

Kabuto e Sai scattarono in piedi ma Sasuke agì di istinto attivando il suo Sharingan e imprigionando in un attimo di due malcapitati in un illusione eterna mentre Naruto scattò sul letto e con un Rasengan scaraventare lontano da Sakura Madara.

“N…Naruto” sussurrò Sakura.

“Sono qui sorellina!” ringhiò il biondo non distogliendo però lo sguardo da Madara. Sasuke lo raggiunse ringhiando.

“Maestà…” balbettò incredula Sakura.

“Solo Sasuke Sakura, e ti vendicherò lo prometto!” ringhiò Sasuke

Madara rise di cuore alzandosi in piedi e lanciando un occhiata ai suoi servitori trovandoli stesi per terra.

“Chi si rivede, il mio nipotino!” esclamò Madara.

Sasuke ringhiò e lo stesso fece Naruto.

“Più guardia del corpo! Ti fai proteggere da un biondino senza cervello Sas’ke!” esclamò Madara mettendosi in posizione e scagliando su Naruto un potente attacco che lo fece volare all’ altro capo della stanza distruggendo la parete.

“Preparati a morire!” ringhiò Sasuke.

“Più che altro penso che dovresti tu fare più attenzione nipotino!” ringhiò Madara mentre gli occhi gli diventarono rossi e un attacco impedì a Sasuke di muovere un muscolo.

“Sta buono li. Ho del lavoro da fare!” esclamò Madara ridendo nel vedere Sasuke dimenarsi per liberarsi dall’ attacco invisibile del presunto zio.

Non appena Madara si voltò verso il letto rimase di sasso. Sakura non era più lì. Ringhiando si voltò verso Sasuke, ma la figura del nipote scomparve in una nuvola di fumo. Spostò lo sguardo e notò Sasuke all’altro capo della stanza con un ghigno sul volto e Sakura tra le braccia e Naruto dietro di loro e una mano sulla testa di Sakura come a consolarla. Sasuke ghignò.

“Credo zietto, che tu ci abbia sottovalutati!” sputò Sasuke e Madara urlò mentre i suoi occhi cambiarono forma. Il terzo sharingan da guerra. Lo sharingan con tre tomoe.

Sasuke ringhiò e non attese attivando invece il quarto Sharingan da guerra: Il Mangekyu Sharingan.

“Non offendermi zio! Hai osato toccare chi non dovevi toccare, mostrami il rispetto che devo e vedi di utilizzare tutti i tuoi poteri perché non ho mai desiderato come adesso romperti l’osso del collo!” ringhiò Sasuke.

Madara Sorrise maligno.

“Come desidera mio principe!” esordì Madara per poi attivare il quarto Sharingan: Il Madara Mangekyu Sharingan.

Sasuke poggiò Sakura a terra e Naruto lo affiancò mentre gli occhi gli diventavano rossi. Madara inarcò un sopracciglio, poi lo scontro ebbe inizio.

Sasuke e Naruto si alternavano negli attacchi e ma Madara riuscì a prevedere gran parte dei loro attacchi rendendo loro difficile colpirlo.

Naruto Utilizzò il Rasengan infinito, ma Madara riuscì a prevederlo e si scansò all’ ultimo momento, ma l’attacco di Naruto andò in parte a segno amputando il braccio dell’Uchiha esiliato che urlò. Sasuke utilizzò l’Amaterasu che lo zio non riuscì ad evitare dato la ferita che prima gli aveva inferto Naruto, ma nonostante ciò si riprese e contrattaccò ferendo Naruto al petto e Sasuke alla spalla. I due urlarono ma non si arresero.

La battaglia andò avanti per circa tre o quattro ore e sembrava essere giunta a un punto in cui sia Sasuke e Naruto erano in netto svantaggio, affaticati, feriti, esausti. Un attacco di Madara ferì profondamente Naruto e Sasuke e Sakura non ci vide più dalla rabbia. Gli occhi gli diventarono bianchi ed evocò a se la forza della natura, per la precisione il fulmini. Le mani erano inondate di elettricità poi lanciò l’attacco su Madara che prese la scossa e ne rimase profondamente provato, poi Sakura priva di energie perse i sensi.

 Naruto vedendo la cugina svenire davanti i suoi occhi si infuriò e richiamò Kurama che si impossessò del suo corpo formando attorno a lui un alone dorato a forme di volpe. Kurama prese a curare le ferite di Naruto e con una coda prese a rigenerare anche il corpo di Sakura poi si preparò a un nuovo attaccò contro Madara.

Madara ancora provato dall’ attacco di Sakura cercò a malapena di alzarsi in piedi e sgranò gli occhi incredulo.

“Un demone! No, che dico tu sei Kurama, il demone più potente di tutte le legioni! Quale bottino di fortuna mi è capitato quest’oggi. Una ninfa e un demone!” rise Madara malconcio ed eccitato

“Ninfa?” balbetto Sasuke. Naruto scosse la testa come a dirgli che non sapeva di che parlava.

Sasuke ringhiò anche lui infuriato.

“Smettila di blaterale zio, mi hai stufato!” ringhiò Sasuke ed evocò Susano.

Madara sgranò gli occhi incredulo e sta volta prese a tremare come una foglia.

“N…Non è possibile! N…Non è possibile, Susanoo è solo una leggenda. Non…”

“Se non sei cieco, come quel coglione del tuo sottoposto ha tentato di farmi diventare, questo è Susanoo e sarò ben lieto di utilizzarlo contro di te.”

“Io gli darò supporto!” rise Naruto

“No…no…no!” esclamò Madara terrorizzato mentre Susanoo si scomponeva per andare a formare un’armatura su Kurama.

Naruto e Sasuke annuirono mentre lo zio cercava di scappare e con un attacco combinato di tutti i loro poteri distrussero Madara per poi cadere a terra esausti e privi di sensi.

 

 

Sakura si svegliò e notando il cugino e il principe a terra in una pozza di Sangue e poco distante il corpo esamine di Madara fatto a brandelli, corse da loro e utilizzando il proprio chakra prese a curarli piangendo.

“Baka…Baka…BaKa…siete due Baka!” urlò Sakura.

Sasuke e Naruto aprirono lentamente gli occhi ridacchiando.

“Grazie eh!” protesto Sasuke.

“Noi ti salviamo il culo Sakura Chan e tu ci dai del Baka. Cugina ingrata!” protestò Naruto.

Sakura li guardò per poi tuffarsi sui loro petti e stringerli in un abbraccio piangendo.

“Ahi!” protestarono i due eroi.

 

 

Intanto a Konoha, Ino aveva schiavizzato tutta la servitù di corte per cominciare a preparare il ballo che Naruto gli aveva chiesto e dopotutto Natale era alle porte. Aveva trovato parecchie informazioni sul villaggio della foglie a sulle ninfe, informazione date da Minato e dal re, e una parte della promessa fatta a Naruto era mantenuta, ma per quanto riguardava la parte di chiarire con Itachi, quella soluzione era ancora lontana mille miglia e lei non aveva la minima intenzione di parlare con Itachi. Non le andava punto e basta. Ancor non riusciva a crederci che la sua migliore amica era una principessa e che con Naruto rischiava la vita.

Una voce nella sua testa le disse che era necessario chiarire con Itachi, ma non voleva e poi lui era partito con suo padre e Minato per recuperare Sasuke, Naruto e Sakura.

“Ino san…il fioraio ha portato fiori appassiti!” esclamò un domestico.

“Eh! Ahhh cosa? Ma è mai possibile che debba sempre pensare a tutto io!” urlò la bionda prima di correre a strigliare il fioraio

 

To be continued

Signori eccoci alla fine e come vedete I nostri eroi hanno ucciso Madara, salvato Sakura per tempo ora si spera riescano a camminare tanto sono esausti…ahahha

Allora ragazzi che ve ne pare? Secondo voi come capitolo è troppo affrettato? Però non volevo fare che la battaglia durasse a lungo perché in se per sé questa non è una storia di battaglie ma di amore ostacolato.

Ho rovinato tutta la storia con questo cap?

Vi prego fatemi sapere. Alla prossima un Kiss Mei (piena di dubbi)

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** RIVELAZIONE ***


E buona sera signori e signore e Auguri di Buona Epifania. Vi sono mancata? Eccomi tornata con un nuovo aggiornamento di Lord Perfect. Spero che questo capitolo non vi abbia deluse e anche se è corto e forse di passaggio mi serviva creare un piccolo stacco. Ringrazio tutte quelle persone che costantemente mi seguono e hanno messo questa storia tra le ricordate, preferite, seguite e soprattutto a chi commenta.

Non mi dilungo più di tanto e vi lascio alla lettura del capitolo un grosso bacio alla prossima Mei.

 

RIVELAZIONE

 

 

Sakura si svegliò di scatto un oretta dopo. La rosa aveva speso quasi tutte le proprie energie per risanare i corpi grondanti di sangue e martoriati del principe e del cugino per poi svenire insieme ai due sul pavimento della stanza che era stata testimone della morte di Madara Uchiha e del rimbambimento di Kabuto e Sai. Era crollata esausta e priva di forze sul petto di Sasuke e arpionato la mano di Naruto che intanto erano svenuti per il dolore e di certo il suo essersi catapultata addosso a loro dopo il loro combattimento feroce avvenuto per salvare lei, non aveva certo alleviato le loro sofferenze, anzi li aveva fatti svenire subito dopo esclamando un semplice “Ahi”

Sakura sollevò il viso notando che, nonostante Sasuke fosse privo di sensi la teneva arpionata a lui e con le braccia le faceva da scudo mentre Naruto si era mosso sollevandosi su un braccio per poi poggiare la testa sulla schiena di Sakura come a donarle un ulteriore protezione, ma in quel momento anche Naruto era provi di sensi, immerso come Sasuke nel suo sonno ristoratore.

Sakura sorrise e attivò al massimo il proprio chakra ricoprendo di quella meravigliosa e calda luce verde i corpi di Naruto e Sasuke che si rilassarono all’ istante e la smorfia di dolore presente sui loro visi mutò all’ istante in un sorriso spronandoli ad aprire gli occhi per vedere a cosa era dovuto quel piacevole torpore.

“Ciliegina…” balbettò Sasuke facendo sgranare gli occhi a Sakura, sollevarsi di scatto dal petto del principe e portarsi le mani ai capelli inorridita. Il suo movimento brusco però aveva colto di sorpresa sia Naruto che Sasuke e quando il mento del biondo colpì il petto ancora dolorante dalla ferita che gli era stata inferta prima che Sakura lo curasse, il moro si ritrovò a gemere di dolore mentre Naruto protestò il suo dolore massaggiandosi il mento.

Sasuke dal canto suo non riusciva ancora a credere di essere riuscito a uccidere lo zio e spostò lo sguardo sul su Sakura per vedere se la sua ciliegina presentasse qualche ferita a cui non avevano prestato attenzione ma ciò che lo soprese furono le gesta di Sakura e l’accanirsi contro di lui per sfilargli la giacca. Sasuke inarcò un sopracciglio poi l’assecondò aiutandola a sfilargli l’indumento per poi vederla mettersi la sua giacca in testa e coprire i suoi lunghissimi meravigliosi capelli rosa.

Osservò Naruto come a chiedergli spiegazioni e lui si indicò i capelli.

“Sono anni che non li mostra a nessuno…diceva sempre che li doveva vedere solo quel bambino” sussurrò Naruto per poi ridacchiare e indicarlo.

“Ovvero tu!”

Sasuke inarcò un sopracciglio per poi aprirsi in un piccolo sorriso.

“Sakura per tutti i Kami non credi che sia del tutto inutile coprirsi i capelli proprio ora? Tanto ormai so chi sei e poi grazie a te ci vedo di nuovo. Gli occhi so usarli…non insultarmi donna!” ridacchiò Sasuke utilizzando un tono tra il gelido e il divertito. In quella situazione era davvero troppo mantenere la freddezza e non scoppiare a ridere.

Infatti lui se ne stava steso a terra con i vestiti fatti a brandelli, il petto nudo e le gambe coperte pressoché da due centimetri di pantaloni rimasti, mentre Sakura se ne stava stesa nuda su di lui, indossava solo un reggiseno e un paio di slip striminziti e la sua giacca sulla testa come a formare un velo decisamente poco elegante.

Sakura si coprì il viso con la giacca di Sasuke mentre le gote le diventarono rosse più di un peperoncino.

“Accidenti…” balbettò Sakura e Sasuke non resistette più ridendo di cuore seguito da Naruto.

“Ciliegina praticamente sei nuda sdraiata sopra di me e quello che pensi a coprire sono i capelli e non le tue forme? Ah le donne di questi tempi…davvero spudorata!” la prese in giro Sasuke facendo sganasciare dalle risate Naruto seduto al loro fianco.

“Piantatela!” urlò Sakura e Sasuke rise e prese a fare il solletico a Sakura che iniziò a strusciarsi ridendo su di lui. Sasuke deglutì. Sakura si sentiva a casa. Al sicuro tra le braccia di Sasuke e in più era in grado di divertirsi con lui nonostante la situazione non fosse delle migliori.

“Oh cazzo…mi sa che ho sbagliato a farle il solletico!” borbottò Sasuke.

“Perché mai Sasuke!” chiese Naruto, poi notò lo stato in cui versava l’amico.

“Toglimela di dosso Naruto…se continua a strusciarsi…” iniziò Sasuke ma fu interrotto dall’ esclamazione di Naruto.

“Sakura Chan se ti becca mio padre in questo stato…su Sasuke mezza nuda e lui medesimo e con la sua giacca sulla testa e che ti strusci su di lui...è meglio che…”

“Comincia a correre Naruto Uzumaki!” ringhiò una voce che fece accapponare la pelle sia a Naruto che a Sakura il quale il biondo smise di ridere per deglutire sonoramente mentre Sakura si irrigidì su Sasuke nascondendo la testa coperta dalla giacca di Sasuke nell’ incavo del collo del principe.

“P…Papà!” balbettò Naruto per poi notare che il genitore non era solo, con lui c’erano la madre che era svenuta, Mikoto, la madre di Sasuke che cercava di far riprendere Kushina, Fugaku che non sapeva se essere divertito o infuriato e Itachi e Ino con la mascella che toccava il pavimento.

“Papà non è come pensi…” iniziò Naruto.

“Al momento non mi interessa Naruto, la sola cosa che voglio è riportarti a Konoha e rinchiuderti” ringhiò Minato.

Fugaku fece un passo avanti mettendo una mano sulla spalla di Minato come a intimargli di calmarsi e cercare di fargli intendere che la colpa non era solo di Naruto ma anche loro in quanto per troppo tempo avevano tenuto nascosta la verità ai figli mettendoli cosi i pericolo.

Minato sospirò e annuì.

Fugaku fece un altro passo portandosi al fianco del figlio ancora steso a terra e con Sakura su di lui. Si chinò per prendere la ragazza tra le braccia e fulminare il figlio con lo sguardo.

“Con quale diritto Sasuke, hai osato sfidare Madara dopo tutto quello che sapevi di lui” ringhiò il padre mentre Sasuke gemeva di disappunto al distacco con Sakura e la rosa arrossiva da capo a piedi mentre si toglieva dalla testa la giacca di Sasuke fatta a brandelli.

Sasuke sospirò.

“Papà, mi sono allenato per anni con Itachi e Naruto proprio per questa battaglia!” esclamò serio Sasuke mettendosi seduto.

Fugaku voltò la testa incredulo verso Itachi che abbassò lo sguardo colpevole.

“Non me lo dire! Itachi gli hai insegnato il Susano!” urlò il re e Itachi si strinse nelle spalle in imbarazzo.

“Io...” iniziò Itachi poi sospirò. “Si padre”

“Per gli Dei! Sai che significa questo?” urlò Fugaku mentre Sasuke spostava freneticamente lo sguardo dal padre al fratello.

Itachi annuì.

“Sai bene che significa essere presentati a Tsukuyomi e tu insegni a tuo fratello minore il Susano! Per gli Dei! Ora non solo dobbiamo avere a che fare con Amaterasu per spiegarle che la sua ninfa Sakura è ancora viva, ma anche con Tsukuyomi, ma mi volete morto figli ingrati!” ringhiò Fugaku.

“Sasuke...Sasuke figlio mio, dimmi che non hai usato Susano per combattere contro Madara. Dimmelo!” continuò Fugaku.

Sasuke e Naruto sollevarono di scatto il viso e lo puntarono sul re ad occhi sgranati.

“Ho usato Susano. Ora, e vedi di spiegarmi bene ciò che hai appena detto. Sakura? Ninfa? Ninfa! Poco fa anche Madara ha dato della ninfa a Sakura. Che diavolo significa!” esclamò Sasuke alzandosi in piedi mentre il padre metteva tra le braccia di Minato la giovane Sakura.

Fugaku e Minato sussultarono mordendosi le labbra. Fugaku aveva parlato troppo.

“Non è il momento di discutere di questo!” esclamò Fugaku.

“Oh no, caro padre, questo è esattamente il momento di discutere di questo!” esclamò Sasuke serio.

“M…maestà. Io...io riesco a parlare con gli animali, e anche Byron dice che sono una ninfa, ho creduto che stessi sentendo voci nella mia mente per il freddo, ma…ma…ora maestà…zio sono così confusa. Che mi sta succedendo, mi sento così diversa, soprattutto in presenza di…ehm…io…”

“Di Sasuke?” chiese il re e Sakura annuì.

“Cavolo, la situazione è più tragica del previsto” balbettò Minato.

“Non c’è un modo semplice per spiegarlo…ehm…Sakura…Tu sei una ninfa dei boschi.  Comprendi e tieni a cuore ogni essere vivente, che sia animale o umano. Il tuo vero io sente sempre il bisogno di aiutare, curare, consolare.  Il tuo sangue può donare può guarire, purificare, ecco come la cecità di Sasuke è stata curata. Sbaglio o mentre dormiva lo hai costretto a bere qualche goccia del tuo sangue? “Spiegò Fugaku mentre Sasuke e Naruto sgranarono gli occhi increduli e Sakura arrossiva, poi il re continuò a spiegare.

“Se prosciugata, il tuo sangue, può donare l’immortalità. Sei una delle figlie della dea del sole Amaterasu e il tuo vero nome è Amaya, e il tuo nome significa pioggia notturna. I tuoi genitori non sono morti, vivono al villaggio della pioggia e sono il re e la regina Kizashi e Mebuki Haruno. Mebuki è sorella di tua zia Kushina. Naruto invece è uno dei figli di Izanagi è quindi un demone, ovvero Kurama. Sasuke e Itachi invece sono figli di Tsukuyomi…” continuò a spiegare Fugaku mentre Sasuke Naruto e Sakura, che si era fatta mettere per terra dallo zio per avvicinarsi al re e sentire la sua spiegazione, caddero con il sedere per terra, sudati ammollo, gli occhi fuori dalle orbite, il corpo tremante e una rabbia furente.

“Che cosa!” urlarono Naruto Sasuke e Sakura.

“Non sono tuo figlio!” esclamò Sasuke. Fugaku sgranò gli occhi

“No, aspetta, mi spiego meglio. No, ogni duemila anni le divinità sopra citate scelgono dei neonati tra il villaggio della foglia e quello della pioggia a cui dare loro dei poteri divini e la loro scelta è caduta su di voi. Alle scelte degli dei nessuno si può opporre. Tu e Itachi, Sasuke siete legittimamente figli miei, ma avete i poteri dei vostri dei protettori. Amaterasu per Sakura, Tsukuyomi per te e Itachi, Izanagi per Naruto.

“Il legame che si è istaurato tra te e Sakura sin da piccoli, figlio mio, è dovuto al fatto che siete destinati a stare insieme sin dall’inizio dei tempi e se solo avessi saputo che la tua ciliegina era Sakura, mai al mondo mi sarei sognato di separarvi. Il fatto sta che a causa di Madara abbiamo fatto credere ai regnanti della pioggia che Sakura fosse morta e ora non sappiamo come far presente loro che la minaccia di Madara è passata e che be, loro figlia è viva. Mi sono infuriato Sasuke perché presentarti a Tsukuyomi significherebbe che il Dio ti chiederà di fare una scelta, così come Amaterasu farà con Sakura, l’unico che si salva è Naruto in quanto è l’unico ad avere il controllo totale dei propri poteri e di Kurama. Hai usato su Madara una tecnica divina Sasuke e Tsukuyomi ti chiederà se vuoi essere un Dio e quindi abbandonare la terra per vivere come un Dio e avere pieno possesso dei tuoi poteri, o vivere qui sulla terra, con molti dei tuoi poteri ma limitati. Quando toccò a Itachi lui scelse di vivere qui sulla terra con me e tua madre, ma tu sei diverso da Itachi, ho paura, non voglio perdere mio figlio. Ecco perché ti ho tenuto nascosto tutto questo.” Concluse Fugaku cercando di abbracciare il figlio, ma Sasuke si scansò.

“Avevo il diritto di sapere tutto questo prima. Avevo il diritto di sapere chi ero, così come Sakura aveva il diritto di sapere chi era lei.”

“Ma…”

“E’ una ninfa? Dea... quello che sia…non lo so e non mi importa, non cambia nulla proprio come non è cambiato nulla quando ho scoperto che Naruto era Kurama e quindi un demone, per me lui è e resta sempre il mio migliore amico, la persona con cui posso essere me stesso e vengo accettato e la stessa cosa stava succedendo in passato con Sakura, la sola cosa che volevo era poter vedere la mia ciliegina e tu me lo hai proibito. Sono sorpreso che sia una ninfa questo sì, ma non cambia il fatto che Sakura resta sempre Sakura e le devo la vita, l’anima e la vista. Non mi interessa altro da lei che poterla vedere.” Esclamò Sasuke guardando Sakura che si raggomitolò su se stessa iniziando a piangere mente Naruto si coprì con una mano gli occhi lucidi.

“Volevamo solo proteggerla ed evitare a te di innamorarti di una popolana vista la legge e riservarti sofferenze.”

“Grazie tante! Avete ottenuto l’effetto contrario!” ringhiò Sasuke dirigendosi all’ingresso del palazzo di Madara.

“Io…io ancora non so che dire. Devo riflettere.  Sasuke aspetta!” esclamò Sakura per poi prendere a correre in direzione da dove era scomparso Sasuke.

Naruto serio si avvicinò ai genitori e al re.

“Credo che voi abbiate sottovalutato la nostra forza interiore. Dovevate capirlo che Sasuke non era una persona comune e che era in grado di sopportare pesi anche più grandi di lui, a partire da Madara e la sua sete di vendetta verso di voi sire, il suo desiderio di avere Sakura e quello che era per ottenere l’immortalità. È qui che Sasuke si è infuriato, perché se avesse saputo prima la vera identità di Sakura l’avrebbe…no, l’avremmo protetta senza essere costretti a vederla nello stato in cui l’abbiamo trovata tra le grinfie di Madara. A Sasuke non importa se una persona è diversa, perché è lui stesso diverso, lui osserva, apprende, razionalizza, ma non giudica e sottovaluta. È figlio di un Dio, come anche io e Sakura, per noi non cambia nulla perché io sono e sarò sempre Naruto Uzumaki, come Sasuke è e sarà sempre Sasuke Uchiha, e Sakura è e sarà sempre Sakura Haruno, la scoperta di ciò che siamo non cambia chi siamo diventati con le esperienze di vita che abbiamo. Credo, papà, maestà, che da questo punto di vista siamo più maturi noi che voi. Ora con permesso, raggiungo il mio migliore amico. Itachi, vieni con noi?”  Esclamò Naruto e Itachi annuì.

“Itachi sei d’accordo con loro?” chiese tremante Fugaku.

“Da sempre padre, ma quando tentavo di farti ragionare mi zittivi e tu sei il re, io un semplice principe.” esclamò serio Itachi prendendo la mano di Ino, che però lo bloccò.

“Una parola sire. Un buon re è un buon re quando è in grado di ascoltare il prossimo.” Concluse Ino, poi Naruto, Itachi e Ino sparirono dietro la porta.

Fugaku, Minato, Kushina e Mikoto restarono immobili per un lungo tempo.

“Siamo stati degli idioti” esclamò Minato.

“Già. Minato, vai al villaggio della pioggia. Utilizza la tua tecnica, lampo giallo. Per sta sera voglio Kizashi e Mebuki Haruno a palazzo al gran ballo”. Esclamò gelido Fugaku e Minato annuì sparendo nel nulla.

 

To be continue.

Signori ecco a voi un mezzo capitolo di passaggio. Allora che ve ne pare? Fatemi sapere un Kiss Mei.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** IN VIAGGIO... ***


 

 

 

 

 

 

 

IN VIAGGIO...

 

 

Le ore passarono lente e inesorabili quel giorno e durante il viaggio di ritorno dal palazzo di Madara a Konoha nessuno fiatò.  Fugaku Uchiha osservava avanti a sé suo figlio Sasuke che era salito su Byron per poi issare Sakura su di esso e metterla avanti a se e infine spronare il cavallo al passo che di colpo, dopo la morte di Madara si era fatto più tranquillo e affabile. Al fianco destro di Sasuke, Naruto era seduto in sella a un cavallo che era appartenuto al padre prima che esso sparisse per andare a compiere la missione che lo stesso Fugaku Uchiha gli aveva impartito, e se ne stava a capo chino e pensieroso mentre osservava con occhi cupi il collo del proprio cavallo, mentre al fianco sinistro di Sasuke vi era Itachi e Ino nella stessa identica posizione del principe minore e di Sakura più imbarazzati che mai. Più che altro era Ino quella in imbarazzo perché Itachi aveva lo sguardo come perso nel vuoto e guardava davanti a sé senza realmente vedere nulla. Il fatto che il padre non avesse compreso le sue motivazioni sul perché aveva insegnato il Susanoo a Sasuke lo feriva.  Tsukuyomi aveva proclamato anche lui suo discendente il quanto Sasuke non aveva la sua stessa forza e la capacità di essere lungimirante come lo era lui. Tsukuyomi gli aveva spiegato che erano secoli che non affidava i poteri a dei discenti e che era necessario suddividere i poteri e la sua scelta era caduta su di lui e suo fratello Sasuke. Itachi aveva provato un immenso sollievo nell’ apprendere che anche Sasuke era discendente di Tsukuyomi e che per lo meno non avrebbe dovuto sopportare completamente da solo il peso di essere il figlio di un Dio e ne era stato ancora più entusiasta quando aveva scoperto che ne lui ne Sasuke erano solo perché diversi come loro c’erano anche Naruto e Sakura. Adesso spettava solo a loro scegliere se divenire Dei completi o restare umani e mortali con i poteri limitati.  Itachi era dannatamente preoccupato per se stesso e per Sasuke. Non voleva lasciare il padre perché per un certo verso lo capiva. Fugaku Uchiha voleva immensamente bene a lui e a Sasuke e l’idea che da un giorno a l’altro Tsukuyomi l’avrebbe potuto privare dei due figli lo faceva entrare in uno stato di agitazione e ansia perenne. Ma Itachi lo sapeva bene. Sia lui che Sasuke erano molto legati ai genitori e molto meno legati al potere, quindi Fugaku poteva evitare di preoccuparsi, ma il fatto che lo stesso sovrano avesse mentito per anni al figlio, adesso il dubbio di una possibile separazione era più concreto che mai. Dal canto suo Ino osservava Itachi di sott’occhi e come presa da una forza irrefrenabile, si mosse sul cavallo per voltarsi verso di lui.

“Vieni qui, Baka!” sussurrò Ino cogliendo Itachi di sorpresa quando lei lo afferrò per le spalle e lo strinse in un forte abbraccio e gli carezzò i capelli per poi depositargli un tenero bacio alla base del collo.

“Ino…” balbettò Itachi

“Andrà tutto bene Itachi, me lo sento nella pancia!” esclamò risoluta Ino e Itachi non resistette e scoppiò a ridere.

“Nella pancia Ino? Questa mi è nuova!” esclamò il principe ereditario sorridendole e scompigliandole i capelli come se fosse una bambina. Ino arrossì da capo a piedi e nascose il viso nel petto di Itachi. Itachi sorrise e poggiò le mani sulle spalle di Ino Per poi costringerla a guardarlo negli occhi.

“Sei adorabile donna!” esclamò Itachi per poi molto lentamente chinarsi su di lei e depositare le proprie labbra secche su quelle morbide e profumate di Ino.

Durante il viaggio Sakura aveva poggiato la testa al petto di Sasuke mentre osservava divertita la scena tra Itachi e Ino e ridacchiare a ogni balbettino imbarazzato di Ino.

“Perché ridacchi?” sussurrò Sasuke carezzando la schiena di Sakura che sussultò per poi indicare con la testa Itachi ed Ino.

Sasuke inarcò un sopracciglio.

“Che c’è di divertente?” chiese ancora Sasuke. Naruto si diede una manata in faccia attirando l’attenzione di Sakura che annuì al suo gesto divertita.

“Certo che Sasuke sei proprio ottuso!” rise Naruto.

“Concordo con il mio adorabile cugino!” esclamò Sakura.

Sasuke sbuffò.

“Tsk. Allora illuminate questo stolto ottuso!” ringhiò.

“Eddai Sas’ke non te la prendere ma è lampante. Quei due sono innamorati l’uno dell’altra, ma Ino è frenata.” Esclamò Naruto.

“Da che?” chiese Sasuke spostando lo sguardo sul fratello che rideva felice mentre prendeva in giro Ino e la stuzzicava facendola diventare sempre più Viola. Sasuke si rese conto che Itachi non perdeva occasione per cercare un contatto con Ino e se non la toccava da troppo tempo si inventava una scusa anche banale per provocarla e spingerla ad Infuriarsi e di tanto in tanto a picchiarlo proprio come in quel momento.

“Da quella stupida legge che tuo padre ha inventato. Principe e popolani non possono stare insieme.” Esordì Naruto mentre Sakura chinava il viso.

“Oh cavolo, non mi ero reso conto di avere un fratello masochista!” esordì Sasuke.

Naruto rise di cuore. Sakura sospirò.

“We, cugina! Che sospiri a fare, a te è finita di lusso, sei una principessa e la legge non ti intacca. Puoi sposare Sasuke!” esordì sbruffone Naruto facendo arrossire da capo a piedi sia Sakura che Sasuke.

“Baka!” urlò Sakura rossa in viso

“Dobe idiota!” ringhiò Sasuke.

“Però Naruto ha ragione!” sussurrò piano Sakura rossa in viso e sollevando appena lo sguardo per puntarlo in quello di Sasuke dubbiosa. “Sono innamorata di te da quando ero una bambina Sasuke, e il fatto di essere una principessa mi può rendere una tua pretendente. Insomma…posso concorrere con le altre donne per poter diventare tua moglie…” sospirò Sakura.

“Quali donne?” chiese Sasuke allibito.

“Ma come non lo sai? Ne parla tutto il villaggio temeee. Sei entrato in età da matrimonio e le donne del villaggio fantasticano su chi diventerà la prossima principessa di Konoha. Ormai con Itachi ci hanno perso mano perché quello è sempre dedito al lavoro e alle strategie e quindi aspettavano la tua età da matrimonio e il fatto che abbia fatto preparare a Ino il ballo a Konoha, non ti agevola Teme. Le donne si immaginano che a questo ballo è organizzato per te affinché tu scelga moglie.” Rise Naruto divertito.

“Naruto io ti uccido!” ringhiò furioso Sasuke sporgendosi da Byron e afferrando il collo di Naruto che con fare teatrale fece finta di soffocare.   Poi Naruto divenne serio di colpo puntando gli occhi su Itachi e Ino che avevano preso ad abbracciarsi e baciarsi.

“Ino, non avrà questa fortuna! Se tuo padre non cambia quella maledetta legge, Ino soffrirà l’inferno quando dovrà separarsi da Itachi! O peggio ancora quando Itachi, sempre se deciderete di restare sulla ter...

“Decideremo! Qualunque cosa scegliamo tu e Sakura resterete con noi Naruto!” esclamò perentorio, freddo e deciso Sasuke. Naruto deglutì.

“Ne parleremo dopo di questo. Comunque stavo dicendo, quando Itachi sarà costretto a sposarsi per dare un erede a Konoha e non potrà più vedere Ino, Ino…” iniziò Naruto.

“Né morirà!” concluse Sakura piano per il cugino che annuì.

Sasuke sussultò per poi spostare lo sguardo su Itachi e Ino e vedere che Ino era in groppa al cavallo con la schiena poggiata al collo dell’animale e le gambe divaricate su quelle di Itachi mentre Itachi le aveva arpionato i fianchi e si era chinato su di lei facendo entrare in contatto il suo petto con il petto di lei, le labbra unite, gli occhi chiusi e mentre Itachi baciava Ino, Ino partecipava al quel bacio mentre giocava con i capelli di suo fratello. Sasuke si accorse che dagli occhi chiusi di Ino cadeva qualche goccia silenziosa di lacrime.

“Mio Dio…” balbettò Sasuke

“Già… Itachi è il suo sogno Sasuke come tu sei il mio” sussurrò piano Sakura e appena sentì il braccio di Sasuke attirarla a te per costringerla ad appoggiare la schiena al suo petto. Sakura sussultò emozionata e Sasuke poté sentire il battito accelerato del cuore di Sakura aumentare ancora di più i battiti ma sapeva per certo che quella, quei battiti e quel respiro affannoso, non era paura bensì amore, eccitazione. Sasuke sorrise e sussurrò all’orecchio di Sakura.

“Ti amo anche io principessina!” dichiarò Sasuke con tono seducente ma al contempo provocatorio. Sasuke sentì il cuore di Sakura perdere diversi battiti e il respiro bloccarsi in gola.

“Ehi…Sakura. Calma respira!” esclamò Sasuke sta volta preoccupato alzandola di peso e voltandola verso di sé.

“Sakura respira!” esclamò Sasuke serio. Ma Sakura era andata in apnea. Sasuke sorrise e sopirò prese una grande boccata d’aria, poi unì le sue labbra a quelle della rosa passandole il suo stesso respiro. Il bacio divenne passionale tanto che Sakura si appropriò con maggiore voga della labbra di Sasuke, gustandolo, assaporandolo, sentendolo. Arpionò le spalle di Sasuke e lo strinse a sé. L’Uchiha minore sorrise sulle labbra di Sakura e portò una mano alla guancia della rosa trovandola inondata di lacrime. Sasuke si staccò di scatto.

“Sakura…che succede?”

Sakura scosse la testa in segno di negazione non essendo ancora in grado di parlare, poi sollevò una mano portandola dietro il collo di Sasuke e lo attirò a sé riunendo le loro labbra.

“Uhm” gemette Sasuke.

Naruto scoppiò a ridere e Sasuke aprì un occhio per osservare il suo migliore amico scoprendo che anche il viso di Naruto era inondato di lacrime. Sasuke si staccò di nuovo da Sakura e la strinse al suo petto.

“Ehi dobe! Che ti prende?” chiese comprensivo Sasuke. Naruto scosse la testa in segno di negazione e voltò la testa di lato per non fargli vedere le lacrime. Sakura tra un singhiozzo e un altro e un sorriso a trecentosessanta gradi stampato in viso richiamò l’attenzione di Sasuke.

“È…è…solo emozionato e felice per me. Naruto ha sofferto con me il mio amore non corrisposto!”

“A detta tua non corrisposto baka!” esordì Sasuke e Sakura scoppiò di nuovo a piangere emozionata.

“Saku…” balbettò Ino tirando su con il naso.

“Ino…” piagnucolò la rosa prima di fare segno a Byron di fermarsi e scendere da cavallo. Lo stesso fece Ino che appena ebbe messo piede a terra si tuffò su Sakura piangendo.

“Sono così felice per te Saku!” esclamò Ino. Sakura annuì e la strinse a sé.

“Io…Ino…o Ino…” balbettò Sakura guardando Itachi.

Ino la comprese al volo.

“Non fa niente Sakura, prima o poi sarò felice anche io. Sii spera…Troverò qualcuno della mia classe sociale che mi amerà” sussurrò all’ orecchio di Sakura Ino.

“Ino…non rinunciare. Ino!” urlò Sakura ma Ino scosse la testa con un sorriso triste mentre Itachi inarcò un sopracciglio e Sasuke aggrottò la fronte deciso a parlare con il padre per quella legge idiota.

“È inutile, ma va bene così. Mi godrò quel poco che mi resta e sarà stato come la favola più bella della mia vita. Mi basta questo Sakura…i ricordi” sussurrò Ino sempre al suo orecchio ignara del fatto che però l’udito dell’Uchiha minore era fenomenale.

“Sasuke…” lo chiamò piano Naruto.

Sasuke si voltò verso Naruto. Entrambi erano rimasti sopra il cavallo mentre Itachi era sceso per controllare cosa ci fosse nelle sacche da trasporto appese alla sella del cavallo.

Sasuke con il pollice indicò prima Itachi e poi Ino.

“Me la prendo come missione personale. Ti giurò Naruto. Itachi e Ino staranno assieme e al ballo annuncerò io stesso il loro matrimonio. “Esclamò piano e risoluto Sasuke.

“Cosa? e tuo padre?” chiese Naruto.

Sasuke Ghignò malefico.

“Mi gioco la carta del ricatto.” Esordì Sasuke

“Che significa?” chiese Naruto mezzo divertito intuendo già il piano di Sasuke.

“Che se vuole che io e Itachi restiamo sulla terra deve acconsentire ad abolire quella stupida legge e far sposare Itachi e Ino, perché se non te ne sei accorto, non credo che dentro quella sacca appese alla sella del cavallo di Itachi ci sia il tesoro delle sette terre, e poi osserva le spalle di Itachi…” esordì Sasuke

“Sembrano muoversi. Come scosse.”

Sasuke annuì.

“Itachi ha sentito le parole di Ino. Mio fratello sta piangendo Naruto e io non lo sopporto. Non sopporto vederlo soffrire e vedere soffrire la mia donna perché la sua migliore amica è infelice”. Naruto rise.

“Sasuke tu sei un genio!”

“Ne dubitavi!” ghignò l’Uchiha minore ridacchiando sommamente. “E poi ho un'altra piccola missione da compiere” esordì Sasuke

“Ovvero?” chiese Naruto.

“Non te lo dico manco ammazzato!” esclamò Sasuke prima di offrire la mano a Sakura e issarla di nuovo suo Byron.

“Dimmelo temeee!” si lamentò Naruto mettendo il broncio

“Tsk. No”

Sakura aveva sentito l’ultima parte del discorso di Sasuke e si accoccolò a lui prima di sussurrargli in un orecchio.

“Che hai in mente?” chiese Sakura.

“La missione ha nome e cognome ciliegina!” sussurrò Sasuke attento a non farsi sentire né da Itachi né da Naruto.

“Ovvero?” chiese Sakura divertita.

Sasuke Ghignò osservando di sott’occhi un Naruto imbronciato.

“Lady Hinata Hyuuga!” esordì risoluto Sasuke. Sakura scoppiò a ridere attirando l’attenzione di Naruto, Ino e Itachi

“Tu sei pazzo Sasuke!” esordì e Sasuke ghignò di nuovo.

“Staremo a vedere donna!”

Sakura sollevò una mano e lo costrinse ad abbassarsi per parlargli all’orecchio.

“Grazie Sasuke. Naruto è sempre stato innamorato di lei e…”

“Lo so Sakura, non sono cieco…ehm cioè non più, me ne sono accorto da tempo ma il dobe è sempre a un punto morto e mi sa che devo intervenire io.”

“Oh certo perché tu sei un grande maestro delle arti amatorie vero! Baka ti amo da quando ho dieci anni e tu non te ne sei mai accorto” esordì Sakura.

“È diverso questo!”

“Come dici tu!” rise Sakura,

“Tsk! Me la pagherai donna!” sbottò L’Uchiha minore spronando il cavallo al galoppo e facendo urlare Sakura che fu costretta ad aggrapparsi a lui.

Itachi e Naruto presero a seguirlo mentre nelle loro teste un'unica frase riecheggiava.

Chissà cosa succederà al ballo

 

To be continue

 

 

 

Signori eccomi qua. Sono tornata con un nuovo aggiornamento di Lord perfect. Non mi dilungo molto solo volevo ringraziare tutte quelle persone che leggono e recensiscono e hanno messo questa storia tra le seguite/ ricordate/preferite e grazie di cuore a chi la commenta. Le vostre recensioni per me sono uno stimolo.

Ps. Chiunque fosse interessato sono presente anche su fb con nome Mei Meilyn Nakamura

Alla prossima un Kiss mei

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** KONOHA IN FESTA ***


KONOHA IN FESTE

 

Sasuke, Naruto, Itachi, Ino e Sakura arrivarono a Konoha dopo ore e ore di viaggio. Il regno della foglia era letteralmente in subbuglio per l’imminente ballo che si sarebbe tenuto quella stessa sera a palazzo reale.

Quel ballo era l’evento del secolo perché da quando Madara aveva attentato alla vita di Itachi tramite uno dei suo scagnozzi che era stato salvato per un pelo da Naruto Uzumaki e dato il fatto che sia Sasuke e Itachi erano abbastanza grandi da partecipare alle guerre, il sovrano Fugaku non aveva trovato motivo valente per indurre balli di corte. Quella però era un’occasione speciale e andava festeggiate. Perché per miracolo Sasuke e Naruto erano riusciti a salvare la principessa della pioggia Amaya detta anche Sakura, ad uccidere Madara Uchiha, la stessa Sakura era riuscita a guarire gli occhi di Sasuke, Itachi era riuscito a mantenere il sangue freddo nonostante i pericoli ed Ino non aveva mai negato il suo sostegno né a Itachi né alla famiglia reale.

Sakura e Sasuke, in groppa a Byron, Itachi e Ino in groppa a uno stallone lasciato loro dal re, e Naruto in groppa ad un altro cavallo lasciatogli dal padre prima che questi partisse per la missione, passeggiavano per le strade di Konoha osservandosi attorno con occhi curiosi. I negozi erano pieni di dame e nobildonne intente a rimirare e scegliere abiti da ballo. Gli uomini o erano seduti alle taverne a festeggiare, allegri e divertiti, la sconfitta di Madara o in giro con le proprie donne e facce da funerale per le troppe spese da sostenere per il ballo di quella sera.

Sakura e Ino abbassarono gli occhi imbarazzate quando alcuni sguardi di donne invidiose le colpirono data la posizione in cui si trovavano e in compagnia di chi erano, ovvero dei due principi di Konoha: Itachi e Sasuke Uchiha. Sakura lanciò uno sguardo ad Ino che lentamente annuì decidendo di ignorare quelle donne e proseguire la loro strada. Sakura però notò che una donna dai lunghi capelli rossi che rispondeva al nome di Karin, la stava ampiamente criticando e insultando parlando con un’altra donna dai capelli blu dicendole che il suo atteggiamento era a dir poco sconveniente.

 Konan, la donna dai capelli blu annuì vistosamente concordando appieno con Karin e criticando l’atteggiamento di Ino che se ne stava arpionata a Itachi e la testa poggiata sulla spalla del principe ereditario. Sakura ghignò con fare mezzo vendicativo.

 Konan e Karin erano state da sempre le loro rivali in amore in quanto anche loro avevano una cotta per i due principi di Konoha e in quel momento la gelosia le stava mangiando vive facendo ghignare soddisfatte invece la Yamanaka e l’Haruno.  Ino si accucciò meglio a Itachi e intrecciò la propria mano con quella del principe ereditario che chinò lo sguardo sulle loro mai unite e le sorrise mestamente per poi inarcare un sopracciglio come a chiederle spiegazioni. Ino scosse leggermente la testa in segno di negazione.

  Sakura sorrise beffarda puntando volutamente gli occhi su Karin che quasi le ringhiò contro e spinse le spalle contro il petto di Sasuke accucciandosi meglio a lui che notata la piccola vendetta di Sakura contro le pettegole di Konoha le scompigliò i capelli con una mano e con fare divertito.

“Sentiamo principessina e questo atteggiamento provocatorio a che è dovuto?” chiese Sasuke divertito attirando l’attenzione di Itachi, Ino e Naruto. Sakura mise il broncio poi ridacchiò indicando, senza farse accorgere Karin.

“Piccola vendetta!”

Sasuke osservò di sfuggita la rossa per poi puntare lo sguardo su Sakura come a chiederle di che dovesse vendicarsi.

“Vergognati Sakura! Non sta bene per una signora strusciarsi così a un uomo!” urlò Karin

“Ha ragione Karin Ino!” urlò di rimando Konan.

Sakura e Ino ringhiarono e scattarono sull’attenti facendo sussultare sia Itachi che Sasuke e Naruto ridacchiare.

“Fuoco e fiamme in arrivo. Karin ti sei messa nei guai!” rise Naruto.

“Senti un po’ puttanella da quattro soldi, i mi struscio a un uomo questo sì, ma al solo uomo che ho sempre e solo desiderato, mentre tu decanti tanto di amare Sasuke ma alla prima occasione ti scopi Suigetsu!” urlò Sakura furiosa raggelando Karin e sorprendendo Sasuke che spalancò gli occhi. I passanti presero a confabulare tra di loro.

“E tu piattola blu. Decanti tanto la magnificenza di Itachi ma poi gli sparli alle spalle e insultando la sua forza dato il fatto che quell’ unica volta che ha rischiato la vita si era distratto per sorridere a te, troia, e se non fosse stato per Naruto…lasciamo perdere, per poi dare man forte a Kisame nel dirgli che il principe ereditario e troppo buono per diventare il prossimo re e che andava diseredato." urlò Ino mentre Itachi strabuzzò gli occhi fuori dalle orbite.

“Se questo è il vostro amore per i principi allora il mio augurio di cuore è: CREPATE VACCHE!” urlano Ino e Sakura.

“Ecco lo avevo detto io. Quando quelle due si infuriano con le parole sono lapidarie!” esordi Naruto con un sospiro e infatti Karin e Konan scapparono via con la coda tra le gambe e le lacrime agli occhi.

“Tu guarda che…grrr” ringhiò Sakura stringendo i pugni

“Se me la becco di nuovo davanti, Sakura, ti giuro che quella volta scuoierò viva Konan e non potrai fermarmi!” esordì Ino

“E chi ti vuole fermare, io fare i lo stesso con Karin!” sbottò Sakura.

Naruto corse da Sakura ridendo.

“Frena bambolina! Ma quindi ogni volta che litigavi con Karin, ci litigavi per Sasuke. Cavolo non me ne sono mai accorto!”

“Questo perché tu caro cugino sei più tardo di Sasuke stesso!” sputò tagliente Sakura.

“Ehi!” mise il broncio Naruto e incrociò le braccia al petto offeso.

“Eh? Oh Naru chan…scusa …scusa non volevo offenderti è che quella strega…grr”

“Si lo so cugina, quando ti infuri sei incontenibile e c’è da dire che ci si assomiglia si piglia. Ecco perché tu ed Ino siete migliori amiche, avete lo stesso identico carattere!” esordì Naruto divertito.

“Io non sono come Ino pig!” urlò Sakura

“Pig a me? Ma ti sei vista fronte spaziosa!” urlò Ino.

“Oh no ecco che ricominciano!” sospirò esausto Naruto ma poi una risata di cuore frenò la litigata di Sakura e Ino e aprire un occhi divertito a Naruto che lo puntò verso dove proveniva la risata notando Itachi e Sasuke piegati in due dal ridere.

“Na…Naruto” balbettò appena Sasuke

“È così che passavi le tue giornate a casa di tua cugina?” chiese Itachi ridacchiando.

“Hehe Si! Ma Sasuke, Itachi vi assicuro che alla lunga Sakura e Ino e le loro litigate diventano estenuanti!” rise Naruto facendo una linguaccia.

“Ha parlato l’uomo ramen dipendete” esordì Ino

“Disordinato cronico!” sbottò Sakura

“Ehi non rivelate i miei segreti in piazza …ho una reputazione da difendere io!” urlò Naruto.

“Quale reputazione? Quella da grandissima Testa quadra!” sbottò Sakura facendo sussultare Sasuke.

“Maledetto io e quando ti ho detto che il principe Sasuke aveva trovato per me un insulto odioso!” sbottò Naruto indignato.

“Testa quadra. Testa quadra. Testa quadra!” lo presero in giro Sakura e Ino divertite.

“Eh Basta però!” sbottò Naruto offeso.

“Dei non ci credo! Sono un vero e proprio spasso questi tre!” sussurrò Sasuke al fratello divertito quasi fino alle lacrime agli occhi.

“Adoro stare in loro compagnia Sas’ke!” sussurrò Itachi

“Io pure!” ridacchiò Sasuke.

Sasuke si avvicinò a Naruto che in quel momento era sceso da cavallo e si era avvicinato a Byron e aveva afferrato la vita di Sakura e farle il solletico mentre lei cercava rifugio nel petto di Sasuke.

“Smettila di prendermi in giro o continuo all’ infinito!” esordì Naruto mentre Sakura rideva a crepapelle. Appena però Naruto sentì la mano di Sasuke poggiarsi sulla sua spalla, le risa cessarono.

“Andiamo a palazzo, qui stiamo dando spettacolo!” esordì con il suo solito tono Sasuke e Naruto annuì, poi si diresse al proprio cavallo, vi salì sopra, e lo spronò al passo.

In lontananza però altre urla attirarono l’attenzione dei sovrani e di Naruto.

 Nascosta dietro un albero vi era lady Hinata Hyuuga intenta a litigare con il padre. Sakura si accorse dell’irrigidimento di Naruto ed esortò Sasuke a prestare attenzione ai dialoghi di lady Hinata e di suo padre e agli atteggiamenti di Naruto.

“Non se ne parla Hinata. Smettila di osservare quel demone perché mai al mondo ti permetterò di sposare Naruto Uzumaki anche se per sfortuna lui chiedesse la tua mano. Quindi Hinata sta lontana da lui. Ho già sopportato a sufficienza la sua presenza nella mia casa e l’ho fatto solo perché è amico e consigliere del nostro principe Sasuke ma tu devi dimenticarti del demone!”

“Ma padre…provate a conoscerlo. Padre Naruto è…”

“Non mi interessa Hinata, tu sposerai tuo cugino Neji e terremo nobile la casata degli Hyuuga.

“Padre…non potete farmi questo. Padre…io voglio Naruto!”

“Mai! Inoltre quel demone non ha nemmeno titolo nobiliare per cui potrei acconsentire a fartelo sposare nonostante sia un demone. Non ha modo e fondi per mantenerti. Capisci Hinata, voglio solo il tuo bene!”

“Naruto è un eroe anche se demone!”

“Non lo metto in dubbio figlia mia, ma non può mantenerti e non ha titolo ti ripeto. Se lo sposassi di cosa vivreste…”

“La mia dote…”

“Basterebbe a mantenervi si e no per un paio di anni. Hinata…sii ragionevole!” sbottò il padre e Hinata cadde a terra in ginocchio.

“Ma io voglio Naruto. Voglio solo Naruto, perché gli altri possono essere felici e io no. Narutooo” urlò in lacrime Hinata mentre vide il padre allontanarsi.

Sasuke era più rigido di un palo poi spostò lo sguardo su Naruto che aveva abbassato gli occhi e la frangia bionda glieli copriva, ma sia Sasuke che Sakura così come Itachi e Ino sapevano perfettamente che Naruto stava piangendo. Sasuke non ebbe tempo di aprire bocca che Naruto spronò il cavallo e parti al galoppo lontano da loro.

Sasuke ringhiò e si voltò di scatto verso Hinata che ancora piangeva ai piedi dell’albero poi si girò verso Sakura.

“Sakura, ma Lady Hinata e Naruto si amano…”

“Da quando entrambi avevano dieci anni!” sospirò afflitta.

Sasuke si irrigidì. Naruto c’era sempre stato per lui e per i suoi problemi e lui non si era mai accorto che il suo migliore amico soffriva per amore da più di dieci anni.

 

To be continue

Allora signori e signore eccomi qua e vi do un grosso spoiler…il prossimo capitolo è il capitolo dell ballo. Non mi dilungo molto anche perché non ho molto tempo, sta sera si esce, ma vi ringrazio tutti per chi legge e commenta questa storia e chi l’ha messa tra le preferite, ricordate e seguite. Al prossimo capitolo forse lo scrivo domenica un kiss mei

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** IL BALLO ***


 

 

 

 

 

 

IL BALLO.

 

 

Da quando, Naruto Uzumaki, circa due ore prima aveva assistito all'ennesima animata discussione su di lui tra il duca Hiashi Hyuuga e sua figlia Hinata per terminare con l'ennesimo rifiuto del duca al disperato tentativo di Hinata di convincere il padre che in realtà Naruto fosse un bravo ragazzo e che anche se non possedeva alcun titolo nobiliare fuorché quello di cavaliere del re, ed era il possessore del demone più potente che il mondo avesse mai conosciuto, ovvero Kurama. Hinata aveva tentato disperatamente di convincere il padre del fatto che Naruto fosse l uomo adatto a lei arrivando persino a dire al padre che ciò che voleva lei era appunto lui. Hinata davanti al padre non aveva mai osato dichiarare un proprio desiderio ma quella volta lo aveva fatto esordendo con il desiderio di volere Naruto e nessun altro e ricevendo comunque un categorico “no” da parte del duca distruggendo cosi il cuore di Hinata e dello stesso Naruto che aveva preferito darsela a gambe anziché assistere al pianto agonizzante di Hinata.

Naruto si era fermato alla radura, dove anni prima aveva conosciuto Hinata insieme a sua cugina Sakura. L'Uzumaki era sceso da cavallo e si era portato una mano allo stomaco, dove c'era il sigillo di Kurama e lo sbloccò facendo uscire da se la volpe gigante e rossa che si sedette davanti a lui. Naruto la imitò e per un tempo che parve lungo secolo nessuno dei due fiatò, infine Naruto sospirò ed esordì.

“grazie per avermi aiutato a salvare Sakura Kurama.” sussurrò prima di lasciarsi cadere di schiena sull'erba fresca. Kurama sgranò gli occhi poi anche lui si accucciò sulle proprie zampe.

“scusa se ti ho rovinato la vita, Naruto” esclamò Kurama con fare mite.

Naruto  sgranò gli occhi poi si alzò su un gomito e lo guardò scuotendo la testa in segno di negazione.

“Non mi hai proprio rovinato nulla.” esclamò risoluto Naruto

“ Ma se non fosse per me tu e lady Hinata…” iniziò con un mezzo guaito Kurama, ma  Naruto si alzò in piedi e si avvicinò a Kurama carezzandogli l’ enorme testone, poi sospirò chiudendo gli occhi.

“ Sarebbe stato lo stesso Kurama. Non possiedo il becco di un quattrino e non ho titolo nobiliare. Lo stesso Hiashi Hyuuga non mi avrebbe mai permesso di sposare Hinata e a questo punto voglio rinunciare a lei. “ esclamò Naruto. Kurama ringhiò, ma Naruto gli mise una mano sulla bocca per farlo stare zitto poi continuò a parlare.

“Sono stanco di vederla soffrire per me Kurama. Sono diedi anni che continuiamo a vederci di nascosto,ad amarci di nascosto, ad avere una relazione di nascosto, a ridere scherzare e divertirci insieme ma tutto di nascosto. Dieci lunghi anni in cui con lei mi sono sentito me stesso, apprezzato, amato, consolato, coccolato, per la persona che ero. Accettato nonostante avessi te dentro di me.

“Voglio bene a Hinata io…non…” tentò ancora Kurama di parlare ma di nuovo Naruto lo frenò.

“Lo so. Sento quello che senti tu o te lo sei scordato. So che anche tu per la prima volta ti sei sentito accettato senza che qualcuno avesse paura di te amico mio, ma io non ce la faccio più. Kurama,  sono stanco di fare tutto di nascosto. Sono stanco di vedere Hinata costretta a passare del tempo con quei nobili bacucchi che ambiscono solo ad aumentare la propria classe sociale. A me non interessa diventare duca semmai fosse stato possibile sposare Hinata, io volevo sposare Hinata per la persona che lei è, per come mi fa sentire, poi però è arrivato Neji. Neji è un brav’uomo Kurama e forse è meglio che sta sera al ballo la lasci andare via per sempre. Almeno lei potrà essere felice e dimenticarsi di me sposando Neji.” Concluse Naruto afflitto.

“Ma Lady Hinata non ama Neji sama Naruto. Lei sarà per sempre infelice se rinunci a lei. Lo percepisco. Sei un eroe Naruto…sei l’unico che può amarla e rispettarla come lei merita e…”

“Non è sufficiente Kurama. Per Hiashi non è sufficiente e io non mi sento di mettere Hinata contro suo padre perché so per certo che se le chiedessi di sposarmi e fuggire con me lei non esiterebbe un secondo e accetterebbe ma ciò significherebbe allontanarla dalla sua famiglia e vivere da sola e io so cosa significa vivere da soli anche se ho un padre e una madre che mi amano più delle loro vite, io ho vissuto da solo per molto molto tempo …solo in seguito è arrivato Sasuke con cui potevo parlare di qualsiasi cosa…cose che magari a Sakura non potevo dire e…

“Ah si? E come mai non hai mai detto a Sasuke di amare lady Hinata da più di dieci anni. Io te lo avevo detto di parlagliene magari lui può aiutarti e…”

“No. Sasuke ha i suoi problemi è inutile che carichi sulle sue spalle anche i miei di problemi. Sono suo amico non la sua spina nel fianco…” iniziò Naruto ma Kurama inizò ad incavolarsi. Il suo amico non voleva capire che doveva smetterla di auto infliggersi dolore.

“Gli amici però si aiutano nel momento del bisogno e mi spieghi perché hai fatto sempre tutto a senso unico, ovvero tu hai sempre aiutato Sasuke, perché non hai mai permesso che una volta tanto fosse lui ad aiutare te.” Ringhiò Kurama.

Naruto sbuffò.

“Non voglio dipendere da nessuno Kurama. Una cosa che voglio la voglio ottenere con le mie sole forze.”

“E quando le tue forze da solo non ci arrivano ti massacri il cuore. Certo questa è proprio la soluzione ideale !” sbuffò Kurama infastidito.

“Voglio solo la felicità di Hinata!”

“E alla tua felicità razza di idiota non ci pensi!” ringhiò Kurama e Naruto incassò il colpo.

Nascosto dietro un albero Hiashi Hyuuga osservava Naruto Uzumaki e il suo demone in quell’animata discussione. Hiashi non riusciva a credere alle proprie orecchie. Naruto Uzumaki era disposto a vivere nella completa infelicità purchè Hinata fosse felice e il suo demone non era della stessa opinione dato come stavano litigando.

Hiashi si trovò a chiedersi se la sua scelta di far sposare sua figlia a suo nipote Neji non fosse sbagliata tanto da costringere non una sola persona ma ben due, sua figlia e Naruto, a vivere nella completa agonia del dolore della perdita.

Hiashi si domando quanto per lui era importante la figlia.

All’ altro capo della radura altre quattro figure ascoltavano quella conversazione allibiti.

Sasuke, Sakura, Itachi e Ino non avrebbero mai creduto possibile che Naruto Uzumaki fosse in grado di tenere dentro di sé un dolore di quella portata e non darlo mai a vedere e di esserci sempre per gli altri fuorchè che per lui.

“Devo…voglio fare qualcosa per lui!” esclamò piano Sasuke stringendo i pugni.

Sakura sospirò.

“Una cosa ci sarebbe Sasuke…”

Sasuke spostò lo sguardo su Sakura e ghignò.

“Oh si che lo farò! Sono pur sempre il principe” ridacchiò Sasuke seguito da Sakura.

“Ti ho capito a te io!” rise Sakura.

Sasuke le fece l’occhiolino poi con il fratello e Ino spronarono i loro cavalli per tornare al palazzo.

Naruto, sarai felice come tu hai reso possibile la mia felicità portando Sakura da me. Parola di Sasuke!

Pensò Sasuke  stringendo Sakura baciandole teneramente la testa, poi si volto verso Itachi e Ino che se ne stavano uno accucciato a l’altra sul cavallo e con in viso un espressione mista tra la felicità di stare insieme e la paura del tempo visto che a breve si sarebbero dovuti separare per sempre.

Anche voi due. Itachi, Ino…anche voi due sarete felici. Pensò ancora Sasuke per poi  sparire nel folto della foresta.

 

La sera era finalmente giunta e il palazzo stava cominciando a riempirsi di nobili e popolani di tutte le età.

Sasuke aveva passato le restanti ore del pomeriggio ad escogitare un piano per permettere la felicità dei suoi amici e alla fine era giunto alla conclusione ideale per rendere possibile il tutto.

Impupato di tutto punto, il principe minore si diresse nelle stanze del re, Fugaku Uchiha, suo padre con un ghignò sul volto.

Davanti la camera dei suoi genitori, Sasuke si bloccò sentendo madre e padre chiacchierare.

“Pensi mi perdonerà Sasuke?” chiese Fugaku alla moglie. Mikoto sospirò.

“Non lo so Fugaku. Sai com’è fatto tuo figlio odia le menzogne. Te lo dissi dieci anni fa quando fu proclamato principe. Ti dissi di dirgli la verità e tu te ne sei uscito con la frase infelice che Sasuke era piccolo. Bè, adesso ti sembra ancora piccolo?” Chiese Mikoto. “ Ora che Sasuke è in grado di farcela anche da solo lo reputi ancora piccolo?”

“No. Adesso il rischio di perderlo è più grande che mai. Ho sbagliato tutto con lui Mikoto” sospirò il re lasciandosi cadere sul grande letto matrimoniale.

“Ti giuro Fugaku che se perdo i miei figli a causa della tua negligenza …”

“se vi dicessi che c’è qualcosa che potete fare per me!” esordì Sasuke entrando nella stanza con un’espressione che mise paura sia al re sia alla regina.

“Sasuke…” iniziò Fugaku ma Sasuke sollevò una mano per zittirlo.

“Posso ancora decidere di restare con voi perché siete gli unici genitori che riconosco, ma vorrei che mi faceste un favore, in caso contrario non esiterò ad andarmene. Mi sono spiegato!” esordì Sasuke serio. Fugaku e Mikoto deglutirono per poi annuire.

“Punto primo papà, abolisci quella cazzo di legge che vieta a una popolana di sposare un reale perché Itachi è fottutamente innamorato di Ino e se non vuoi rischiare di perdere anche lui, abolisci quella legge.

“Ma quella legge è fatta per proteggervi Sasuke!”

“Da cosa pà? Dal vero amore? Grazie ma non vogliamo essere protetti!” esclamò ancora Sasuke e Fugaku si trovò a sospirare .

Sasuke sospirò.

“Oh papà, ho capito che hai fatto quello che hai fatto per proteggerci, ma adesso basta. Siamo in grado di badare a noi stessi, sia io che Itachi,davvero non c’è bisogno di tenerci in una gabbia dorata!” esclamò Sasuke  leggermente esasperato e con fare più comprensivo dato lo stato d’ansia e preoccupazione in cui vertava il padre in quel momento.

“Sasuke…non voglio perdervi!”

“Cavolo papà, ma se Itachi sposa Ino chi cavolo ti dice che lo perdi. O se la finisci di dirmi menzogne chi cavolo ti dice che perdi me! Avanti papà sei il re usa un po’ d’intelligenza!” sbuffò Sasuke.

Fugaku sospirò sperò nel fatto che fidandosi delle parole del figlio, ciò non avrebbe davvero compromesso  la loro vita o peggio la loro presenza nella sua vita. Fugaku annuì.

“Ba bene figlio mio, sta sera al ballo annullerò quella legge così Itac…”

“No.” Ridacchiò Sasuke. “ Sta sera tu al ballo dovrai fare da cerimoniere.” Esclamò Sasuke con un ghigno.

Fugaku sollevò un sopracciglio.

“Non ho capito!”

Sasuke ghignò malefico.

“ Se vuoi che sia io e Itachi restiamo i tuoi figli e restiamo qua con te e farti da balia, Sta sera papà tu sposerai Itachi e Ino e Hinata e Naruto e me e Sakura.” Esordì Sasuke incrociando le braccia al petto con fare tetro e misterioso.

“Che? Ma sei pazzo! Figlio, posso anche accettare per Itachi e Ino ma per Hinata e Naruto è un tantinello più complicato. Naruto non è nobile e anche se ciò non fosse un problema Hiashi non permetterà mai a un demone di sposare sua figlia anche se a quel demone io devo la vita dei miei figli!” esordì Fugaku.

“Appunto papà! È grazie a Naruto che sia io che Itachi siamo vivi, è sempre grazie a Naruto che mi ha portato Sakura se io ci vedo di nuovo e sempre grazie a Naruto se sono diventato la persona che sono oggi. Lui mi ha sempre spinto a migliorarmi!” esordì freddo e spietato Sasuke.

“Ok figlio su questo hai ragione, ma non è nobile e Hiashi…”

“E tu rendilo nobile. Rendi Naruto Granduca papà e dagli in moglie Hinata. Hiashi non potrà opporsi perché questo è  l’ordine del suo re e noi sappiamo che gli Hyuuga ci venerano come dei.” Esordì Sasuke.

“Voi dei lo siete di certo!” esclamò afflitto Fugaku mettendosi le mani sul viso. Sasuke sospirò e si avvicinò al padre mettendogli una mano sulla spalla e inginocchiandosi davanti a lui per poi sorridergli timidamente.

“Degli dei che resteranno con te se solo ci permetterai di essere felici pà!” esordì piano Sasuke.

“Voglio rendervi felici Sasuke!” urlò Fugaku e Sasuke sorrise. Voleva un bene dell’anima a suo padre e lui ne voleva a loro, la cosa era lampante.

Fugaku guardò gli occhi del figlio e una lacrima solitaria rigò il suo viso mentre un sorriso adornava il volto del re.

“Va bene, sposerò Itachi e Ino, e renderò Naruto Granduca e lo sposerò a Hinata!” esordi il re. Adorava guardare gli occhi del figlio per la prima volta sereni da quando lo aveva costretto a separarsi da Sakura anni e anni prima.

“E me e Sakura!” esclamò Sasuke.

“Ahi…figliolo questo non dipende da me. Il padre di Sakura è il re della pioggia…dovresti chiedere a lui”

“Come! Ma…io…”iniziò Sasuke ma alla fine comprese. Era giusto così. Non era Fugaku Uchiha il padre di Sakura.

“Quando?” chiese Sasuke a capo chino e Fugaku gli mise una mano sulla spalla.

“Tra un po’ glielo potrai chiedere. Minato mi ha mandato un messaggio. Il re e la regina della pioggia erano al settimo cielo quando lo hanno saputo e non vedono l’ora di arrivare qui a Konoha per riabbracciare la loro bambina. Praticamente non mi sarei mai aspettato un ringraziamento da parte di Kizashi per aver trovato un modo per proteggere la loro bambina dalle grinfie di Madara. Mi aspettavo più una dichiarazione di guerra!” ridacchiò Fugaku portandosi una mano dietro la nuca.

Sasuke rise

“perché mai papà! Quando le cose sono fatte per amore, una guerra è l’ultima cosa da aspettarsi. Predi me ad esempio, ho capito che mi hai mentito per proteggermi e tenermi al sicuro e come vedi ho deciso di restare con te” dichiarò risoluto Sasuke.

“Sotto ricatto Sasuke!” rise il padre

“Si va bè dettagli!” lo sbeffeggiò Sasuke divertito.

“Tu piccola peste!” rise ancora il re seguito da Mikoto per poi stringere Sasuke in un abbraccio.

“Sasuke, grazie di esistere” esordì la regina.

Sasuke diventò bordò e si staccò dal padre e dalla madre.

“Si va bene, ci vediamo dopo!” esclamò il principe scappando imbarazzato a gambe levate mentre re e regina ridevano di cuore sollevati.

 

Finalmente l’ora dell’inizio del ballo era giunta e Fugaku e Mikoto si presentarono alla sala da ballo. Il vestito della regina era stupendo.

Mikoto indossava un abito fatto su misura di colore rosso. Sulla schiena aveva una lunga scollatura a V mentre sul davanti lo scollo era a barca. Un leggero strascico adornava il vestito che era impreziosito da cristalli neri e rossi.  Il vestito risaltava  sul corpo della regina data la sua pelle diafana e i lunghissimi capelli neri, infatti sul capo portava un diadema con incastonati  dei rubini.

Insomma la regina era stupenda ma il marito non era da meno, infatti il re indossava una giacca blu scuro con le cuciture in oro e un paio di pantaloni bianchi sempre con le cuciture in oro. Al petto faceva sfoggio di tutte le medaglie vinte e la camicia bianca creava uno splendido contrasto con la giacca.

Mikoto si guardò attorno finchè il suo sguardo non cadde su uomo e una donna accompagnati da Minato e Kushina ai lati della grande sala.

Kizashi e Mebuki Haruno, il re e la regina del villagio della pioggia. Mikoto si mise entrabe la mani sulla bocca mentre gli occhi luccicavano per l’emozione. Fugaku se ne accorse e fece un sorriso alla moglie per poi fare segno a Minato e Kushina di avvicinarsi a lui con i regnati della pioggia che avevano posto d’onore al suo fianco.

Fugaku sorrise nel vedere Minato avvicinarsi. Non aveva fatto parola con il suo migliore amico del fatto che aveva intenzione di proclamare Naruto Uzumaki granduca di Konoha e duca e duchessa di Konoha Minato e Kushina stessi.

“Maestà!””esclamarono con un sorriso emozionato Kizashi e Mebuki davanti Fugaku.

“Sono lieta di sapere che mia figlia ha vissuto tranquilla qui a Konoha, vi ringrazio per averla protetta sire!” esclamò Mebuki anche se di sottobanco pestò il piede a Kushina che gemette

“Ahiii!”

“Kushina?” esordì Fugaku inarcando un sopracciglio.

“nulla sir…ahiii! “ esclamò di nuovo Kushina

“Mebuki!” la richiamò Kizashi. Mebuki sbuffò.

“facciola di una sorella, danti al re fai tanto la santarellina ma mi stai prendendo a pugni da tutto il giorno!” sbottò indignata Kushina mentre Minato cercava di tenerla ferma

“Vorrei vedere te  come avresti reagito se tua sorella avesse rapito tuo figlio!” ringhiò Mebuki mentre Kizashi tentò di tenerla ferma.

“Mebuki cavolo loro hanno protetto Amaya da Madara.” Esordì Kizashi che tra i due sembrava il più controllato.

“Si, ok va bene ma poteva dirmelo prima.” Sbuffò Mebuki

“Non potevo!” urlò Kushina

“Perché!”

“Perché mi è stato ordinato!” ringhiò Kushina

“da chi?” urlò Mebuki.

Minato e Kushina osservarono il re.

“Bè, Mebuki…l’ho ordinato io!” esordì piano Fugaku. “Vedete conoscevo bene Madara e sapevo che avrebbe raso al suo il villaggio della pioggia se non avessi nascosto vostra figlia. Vi chiedo di perdonarmi!” esclamò il re inchinandosi davanti a loro.

Mebuki e Kizashi si osservarono a lungo poi Mebuki si inchinò davanti al re e sospirò.

“Vi chiedo scusa sire. Voi avete protetto mia figlia e io mi sto comportando come una bambina incavolata prendendomela con mia sorella. Non c’è l’ho con voi ma litigare con mia sorella è l’unico modo per riavvicinarmi a lei. A causa di Madara ci siamo allontanate e io non le ho ancora chiesto come sta il suo di figlio. Kushina…Naruto?”

“Possiamo evitare questo argomento Meb? Naruto non sta bene. “ sospirò Kushina.

“Perché?”

“Non fate domande, credo che sta sera Naruto uscirà da questa sala toccando il cielo con un dito, ma shhh è un segreto tra sovrani ok!” ridacchiò la regina Mikoto per poi  guardare di sottecchi il marito che  ridacchiò annuendo e facen o ben attenzione a non farsi vedere da Minato e Kushina che avevano preso ad ispezionare la sala alla ricerca di Naruto. In un primo momento Mebuki non capì la battuta di Mikoto ma si fidò e anche lei ridacchiò.

“Dimmi…mia figlia? Ha trovato qualcuno ? cioè qualcuno da amare e che è in grado di sopportare ciò che in realtà è Amaya!” sussurrò piano Kizashi al re.

“Qui tutti chiamiamo tua figlia Amaya Sakura e bè lei risponde al nome Sakura ma bè, credo di si. Credo che tua figlia abbia trovato qualcuno da amare.” Sussurrò Fugaku con un sorriso  felice.

“Pensi sia in grado di sopportare la verità su  Am…ehm Sakura?” chiese ancora Kizashi. Fugaku ridacchiò.

“Oh penso proprio di si!”

“Maestà…” iniziò Kizashi.

“Fugaku Kizashi, chiamami Fugaku!” esordì il re guardando il regnante della pioggia negli occhi. Kizashi annuì.

“Fugaku, sapete chi è costui e se è presente al ballo di sta sera?”

“Attendete!”

“Sue altezze reali i principi di Konoha. Sasuke e Itachi Uchiha!” urlò Kakashi annunciandoli e per poi sorridere ai suoi sovrani.

“Ma…” iniziò ancora Kizashi ma il grido del maggiordomo Kakashi che annunciava l’ingresso in sala del principe Sasuke e del principe Itachi, frenò il regnante della pioggia dal porre altre domante al regnante della foglia.

“Cavolo quei due sono proprio belli!” ridacchiò Mebuki.

Fugaku sentendola ridacchiò

“Bè grazie mille!” la ringraziò Fugaku mentre Mikoto e Kushina ridacchiavano.

“Non ho detto che siete bello voi maestà, ma quei due ragazzi appena entrati. Magari uno di loro potrebbe interessare alla mia bambina.  Perché mi ringraziate sire?” esordì Mebuki a cui era sfuggito il fatto che Kakashi li avesse presentati come i principi di Konoha, ma tale argomento non era sfuggito solo alla regina della pioggia ma anche al re Kizashi che distratto dalla chiacchiera con Fugaku non aveva attenzionato le parole del maggiordomo Kakashi.

“Penso che mia moglie abbia ragione, uno di quei ragazzi sarebbe perfetto per mia figlia, peccato però Mebuki che Fugaku mi ha detto che Amaya ha già un ragazzo e che esso ha già accettato la sua natura da ninfa.” Esordì Kizashi

Fugaku, Mikoto, Kushina e Minato inarcarono un sopracciglio.

“Sorella, cognato ma voi ascoltate mai i maggiordomi quando parlano!” ridacchiò Kushina.

“No, perché dovremmo?” esordì Mebuki incrociando le braccia al petto.

Mebuki però fu attirata dagli atteggiamenti e dalle movenze di Itachi e Sasuke che adempiendo ai loro doveri di principi avevano preso ,il più giovane a ballare con la contessa Tsunade e il più grande la principessa della sabbia e sorella di Gaara Temari.

“Oh Kami, c’è da dire che quei due hanno davvero fascino, portamento, eleganza…non come qualcuno che conosco io!” sbottò affascinata Mebuki. “Decisamente belli!” conluse Mebuki mentre Kizashi sbuffava e incrociava le braccia al petto infastidito dagli apprezzamenti della moglie su quei due ragazzi

“Grazie!” esordirono Mikoto e Fugaku ridacchiando. Kushina e Minato stentavano a trattenere le risate.

“Di nuovo, non sto facendo complimenti a voi Fugaku!Ma a quei due che sono davvero affascinanti.  Vorrei poter ballare con uno di loro. Il più basso magari!” esordì Mebuki.

“Ah. Oddio ha messo gli  occhi su Sasuke. Se la sente Sakura…” iniziò Kushina rivolta al marito.

“Se la sbrana viva!” ridacchiò Minato

Fugaku rise di cuore attirando l’attenzione dei due figli che presero ad avvicinarsi al trono.

“Ah…oddio si avvicinano. Kizashi prendi insegnamento e diventa affascinante!” esordì Mebuki

“uhmf”  borbottò Kizashi.

Sasuke e Itachi si avvicinarono al padre e senza tanti preamboli si sedettero sulle loro sedie al fianco a madre e padre sbuffando.

Mebuki li guardò dubbiosa. Poi Sasuke sbuffò.

“Pà, ma quanto deve durare ancora sta messa in scena? Dove cavolo è finita Sakura!” sbottò Sasuke

“E Ino !” concluse Itachi

“Calmatevi tutti e due. Si stanno preparando!”

“Tsk!”

“Sasuke comportati bene!” lo rimproverò la madre e Sasuke sbuffò.

“No! Cioè aspetta, sono figli tuoi!” esordì incredula Mebuki indicando Itachi e Sasuke che si voltarono di scatto verso di lei.

“Ehm si! Ecco perché ti ho ringraziata!” ridacchiò Fugaku.

“No cioè un cesso come te come fa ad avere due figli cosi attraenti ?!” esordì Mebuki

Itachi e Sasuke si soffocarono con la loro stessa saliva. Fugaku sgranò gli occhi incredulo. Mikoto, Kushina e Minato presero a ridere a crepapelle.

“Mebukiiiiii! Oh miei Kami donna tieni a freno la lingua!” esordì Kizashi.

“Naaa. Cognato è letteralmente impossibile che mia sorella Mebuki riesca a tenere la bocca chiusa. Lei dice sempre quello che pensa!” rise Kushina.

Mebuki mise il broncio mentre Fugaku scoppiò a ridere.

“Bè, se sono un cesso io loro avranno preso da loro madre!”

Mikoto le sorrise dolcemente.

“Ah bè, decisamente hanno preso da lei!”

“Mebuki zitta!” urlò Kizashi mettendosi una mano sul volto

“lascia stare Kizashi, erano secoli che non ridevo così!” esordì il re mentre Mebuki mise il broncio.

“Scusate ma voi chi siete?” chiese Itachi.

Kizashi si alzò in piedi e si avvicinò a Itachi e Sasuke

“Kizashi Haruno, regnante del villaggio della pioggia. Molto lieto!”esclamò Kizashi mentre Sasuke e Itachi sgranarono gli occhi.

“Sei il padre di Sakura e lo zio di Naruto?” esclamarono increduli i due principi e Kizashi annuì.

“quella invece è mia moglie e mi scuso per…”

Sasuke rise di cuore.

“No no…non si preoccupi. Sono lieto di conoscervi e lieto di aver fatto colpo su vostra moglie” sussurrò composto Sasuke.

Se quelli dovevano essere i suoi suoceri, già gli stavano simpatici.

“Vi chiedo scusa se ho parlato a sproposito io…” iniziò Mebuki rivoltà a Fugaku che scosse la testa in segno di negazione.

“Non siamo sovrani rigidi, anche noi amiamo la sincerità e divertirci e poi non c’è che dire, mia moglie è decisamente più affascinante di me e i miei figli hanno avuto la fortuna di ereditare la sua bellezza!” esordì Fugaku con un sorrise mentre Itachi e Sasuke ridacchiarono.

“Effettivamente” sussurrarono i due principi

 Mebuki sorrise

“In compenso siete simpatico sire!” concluse Mebuki

“Ah bè, grazie!” sorrise il re

Kakashi prese ad urlare di nuovo.

“Lady Ino Yamanaka e la principessa Amaya Sakura Haruno del villaggio della pioggia!” urlò Kakashi.

Un brusio prese ad elevarsi nella grande sala da ballo, persino i sovrani si erano zittiti quando  Ino  e Sakura fecero il loro ingresso dalla cima delle scale.

Sasuke e Itachi strabuzzarono gli occhi fuori dalle orbite tanto che si alzarono e si avvicinarono alla scalinata in attesa che Ino e Sakura li raggiungessero.

Infatti sakura indossava uno splendido vestiti turchese con le rifiniture cristallizzate, la gonna lunga e morbida e un piccolo strascico. La scollatura ampia a vi sul davanti e la schiena lasciata del tutto nuda. Il vestito non sembrava essere impreziosito da gioielli fuorchè il brillantio che lo stesso vestito aveva e che davano a Sakura l’aria di essere una stella.

Ino invece indossava un lungo vestito color avorio impreziosito da qualche brillantino, il vestito le lasciava le spalle nude per poi correre a fasciarle il fisico perfetto e terminare sino ai piedi, ma senza strascico.

Entrambe erano stupende e quando con un sorriso raggiunsero i loro accompagnatori, si voltarono verso le scale attendendo che Kakashi annunciasse la loro amica e così fu. Kakashi urlò

“Lady Hinata Hyuuga, duchessa di Konoha!”

Sulla cima delle scale apparve Hinata nel suo splendido e ampio abito in pizzo d’oro e bianco le spalle coperte da una leggera stola, il bustino le fasciava il fisico perfetto ed era impreziosito da diamanti e cristalli mentre la gonna le cadeva morbida sulle gambe e terminava in un lungo strascico.

Mentre scendeva le scale sia Sasuke che Itachi notarono lo sguardo della giovane donna correre a un uomo, appoggiato al muro, biondo con gli occhi sgranati.

Naruto Uzumaki aveva ricevuto un profondo shock emotivo appena l’aveva vista e appena i loro occhi si incrociarono, l’Uzumaki distolse immediatamente lo sguardo da quello di Hinata e le diede le spalle.

In quel momento il cuore di Hinata andò in pezzi e se non fosse stato per Sasuke che prontamente la sorresse, Hinata sarebbe caduta a terra priva di forze se non svenuta. Sasuke lanciò velocemente lo sguardo a Naruto che continuava a dar loro le spalle e aveva poggiato una mano stretta a pugno al muro.

“Sakura perdonami, sorreggi un attimo Hinata!” esclamò Sasuke per poi correre da Naruto.

Appena Sasuke arrivò da Naruto gli mise una mano sulla spalla ma la ritrasse immediatamente non appena sentì le spalle dell’amico scosse da singhiozzi.

“Naruto…” lo chiamò Sasuke

“Lasciami solo Sasuke . Solo un momento e sono da te!” esclamò Naruto cercando di immetere nella sua voce la sua solita allegria.

“Naruto ti prego dimmi che c’è.” Esclamò Sasuke facendo finta di non sapere cosa attanagliava il cuore dell’amico.

“Sasuke…per favore!” esclamò Naruto e Sasuke fu costretto a lasciare Naruto da solo. L’Uchiha non aveva mai senti Naruto implorarlo in quel modo e lui ne era più che certo, la vista di Hinata splendida per com’era quella sera gli avevano fatto ricordare che quella sera lui avrebbe dovuto rinunciare a lei.

A passo di carica tornò da Sakura e la prese in braccio al volo che urlò sorpresa, poi lanciò un occhiata a Hinata che era stretta al padre che non toglieva gli occhi di dosso a Naruto. Sasuke sussultò. Gli occhi di Hiashi non erano occhi colmi di odio o di vendetta, erano occhi pentiti, occhi che si sentivano maledettamente in colpa. Sasuke si irrigidì non appena vide Hiashi allontanarsi dalla figlia ed avvicinarsi a Naruto.  L’idea di Hiashi su Naruto era repentinamente cambiata da quando lo aveva sentito parlare con il suo demone e aveva visto la sofferenza negli occhi dell’Uzumaki nel dire al suo demone che quella sera avrebbe rinunciato a l’unica persone che lo aveva fatto sentire vivo, apprezzato. Poi aveva notato come la figlia aveva persol’uso della parola in quel giorno, come i suoi occhi si erano spenti, come se Hinata percepisse la decisione che quel giorno Naruto aveva preso e che gli sarebbe costato la sua felicità. Hiashi non sopportava l’idea di sua figlia infelice e a quanto pare Hinata aveva ragione, Naruto era l’unico in grado di renderla felice, l’unico in grado di proteggerla e poi aveva visto il demone di Naruto e nell’osservare quell’enorme volpe non aveva provato altro che una sensazione di protezione e pace interiore. Naruto e Kurama insieme a Sasuke e Itachi proteggevano tutta Konoha e di conseguenza anche lui e la sua famiglia.

“Naruto…” lo chiamò Hiashi.

Naruto sussultò.

“Mi scusi, me ne vado starò a debita distanza da sua figlia non si preoccupi. Con permesso io me ne torno a casa!” esordì Naruto non voltandosi nemmeno a guardare Hiashi e accelerando il passo uscì dal palazzo. Hiashi sussultò

 

“Merda…Maestà! maestà! ” esclamò lo Hyuuga correndo dal re che in quel momento ballava con sua moglie. Itachi stringeva a se Ino mentre ballavano e Sasuke si era stretto a Sakura al centro della sala. Il grido di Hiashi aveva attirato l’attenzione di Fugaku, Mikoto, Sakura, Sasuke, Itachi e Ino.

“N…Na…Naruto….sta andando via! Ho sbagliato tutto io…”

Sasuke, Itachi, Ino, Sakura,Fugaku,Mikoto, Minato e Kushina, che accortisi  dell’ esclamazione di Hiashi avevano prestato attenzione ai loro dialogo e poi infine anche Mebuki e Kizashi corsero fuori dal palazzo ma si bloccarono ai giardini quando videro Hinata in lacrime che gridava contro un Naruto che continuava a darle le spalle.

“Perché NARUTO!  Perché mi stai lasciando!” urlò Hinata disperata.

“N…non sono l’uomo per te Hinata. Dimenticami!” sussurrò Naruto stringendo i pugni. Hinata corse da lui e si aggrappò alle sue spalle.

“Io Ti Amo Naruto! Ti amo da morire. Se tu mi lasci io sono morta. Perché mi stai facendo questo! Perché!” urlò Hinata.

“Non posso stare con te.”

“preferisci vedermi morta Naruto!” urlò Hinata.

“No!” urlò Naruto girandosi di scatto e afferrando Hinata per le spalle. Hinata sussultò. Naruto stava piangendo.

“No. No. No. Non preferisco vederti morta! Ma non posso stare con te. Tuo padre ha ragione. Non posso mantenerti, non ho il becco di un quattrino, sono un demone, e non posseggo titolo nobiliare…ti getterei solo nel disonore!” esclamò Naruto.

“Questo non è vero!” esclamò Fugaku Uchiha attirando l’attenzione di Naruto, Hinata e tutti i presenti al gran ballo.

“Naruto Uzumaki, da questa sera ti conferisco il titolo di Granduca di Konoha sotto raccomandazione, anche se non necessaria, dello stesso principe Sasuke Uchiha. Le terre e il castello ad est di Konoha appartengono a te così come i suoi tesori e le sue miniere d’oro. “ proclamò il re mentre Naruto sgranava gli occhi incredulo e si lasciava cadere a terra ansante trascinandosi dietro Hinata. Sasuke e Sakura, Itachi e Ino si strinsero in un abbraccio emozionato e a Fugaku non sfuggirono le lacrime di commozione e felicità per Naruto di Sakura e Ino.  Così come al re non sfuggì il fugace e fuggevole bacio di Itachi e Ino. I due si erano baciati credendo il popolo distratto dal proclama del re.

 Poi Fugaku sorrise e continuò a parlare.

“Naruto sei ricco sfondato e nobili al di sopra del tuo titolo, a parte la famiglia reale non esistono. Ma per avere ciò dovrai eseguire un mio ordine senza alcuna obiezione, ne da parte tua ne di qualsiasi altro a Konoha e fuori Konoha…” iniziò risoluto Fugaku Uchiha mentre un brusio incredulo si alzava a gran voce. Un brusio d’esaltazione. La folla attendeva che Fugaku terminasse per esultare a Naruto.

“Non importa se sei un demone Naruto, sei il nostro demone protettore e le genti di Konoha ti devono il dovuto rispetto e chiunque osi indagare il tuo nome o recarti torto e esiliato da Konoha, ma tu Naruto Uzumaki per avere tutto ciò, tu oggi prenderai moglie e la donna che scelgo per te affinché nessuno possa sposarti solo per avere un tornaconto personale , quest’ oggi la donna che io scelgo e obbligo Naruto Uzumaki a sposare è lady Hinata Hyuuga. Cosi ho ordinato, così sarà eseguito!” urlò Fugaku.

“Oh Kami…” balbettò Naruto.

“a te la parola Naruto Uzumaki.Accetti l’ordine?” chiese Fugaku

“Hiashi…”

“Se accetti Naruto non può opporsi perché l’ordine è mio, il suo re!” esordì freddo spietato e risoluto Fugaku osservando Hiashi che abbassò gli occhi e annuì sorridendo prima al re, poi a Hinata e appena vide che il padre aveva accettato le si inumidirono gli occhi e infine a Naruto. Hiashi osservò Naruto con occhi colmi di scuse e il biondo non resistette più, scoppiò a piangere seppellendo il viso nell’incavo del collo di Hinata.

Hiashi sorrise, il re aveva salvato sua figlia dall’infelicità e lui dal vedere Hinata infelice a causa sua.

“Naruto…” lo chiamò ancora il re

“Accetto! Accetto!” esclamò Naruto con la voce scossa dai singhiozzi. Anche Hinata era un fiume di lacrime stretta a Naruto ma con un sorriso sul volto.

“Bene , siete tutti testimoni! Vi presento il Granduca di Konoha e la sua futura consorte Hinata Hyuuga.” Esclamò Fugaku e le urla di esaltazione in quel momento esplosero e ularono il nome di Naruto e Hinata.

“Al proclamo. Dichiaro che Kushina e Minato  Namikaze da oggi in avanti sono duca e duchessa di Konoha e le loro terre sono a Sud a confine con le terre del Granduca Naruto!” esordì ancora Fugaku

“Cosa!” esclamarono increduli Minato e Kushina

“Accettate?” chiese Fugaku

“noi…”Iniziò Minato.

“Si? Bene non fatemi perdere tempo che ho ancora un altro proclamo da fare e poi voglio tornare a danzare con mia moglie!” tagliò corto Fugaku.

“Infine Abbolisco la legge che una popolana non può sposare un reale ed esigo che Ino Yamanaka sposi mio figlio Itachi Uchiha e non accetto obiezioni!” urlò Fugaku.

Ino e Itachi sussultarono.

“Cosa….ma come? Noi? Sasukeeee! Sakuraaa!” urlano Itachi e Ino. Sasuke e Sakura fecero l’occhiolino a Itachi e Ino.

“acqua in bocca baccalà. Alla fine ti sto facendo sposare con Itachi. Non era il tuo sogno lui Ino!” esordì Sakura

“Io Ti uccido!” urlò Ino

“Chi Uccidi tu futura moglie. Vieni qua!” esclamò Itachi ridendo prima di impadronirsi delle labbra della neo fidanzata. Fugaku rise.

“A quanto pare ‘abolizione della legge è ben accetta da quei due!” rise Fugaku.

“A quanto pare!” esordì Sasuke concordando con il padre mentre un brusio tra il felice e il deluso riempì l’aria. Molte donne che fino a quel momento avevano sperato che uno dei fratelli Uchiha scegliesse una popolana di loro come sposa andò distrutto quando  Itachi si impadronì delle labbra di Ino.

“Ed ora torniamo a divertirci!” esordì Fugaku con un sorriso osservando alla sua destra suo figlio Itachi baciare Ino e a terra davanti  a se Naruto ancora in lacrime intento a baciare Hinata.

“Solo un attimo!” esordì Sasuke spingendo Sakura verso i propri genitori.

Kizashi e Mebuki trovandosi davanti la propria bambina si portarono le mani sul viso emozionato.

“Sakura…loro sono i tuoi veri genitori. Kizashi e Mebuki Haruno” sussurrò Sasuke.  Sakura sgranò gli occhi incredula per poi voltasi verso Minato e Kushina in cerca di conferma e i due zii annuirono, poi Sasuke continuò.

“E io voglio chiedere loro il permesso di renderti mia moglie, Sakura!” concluse Sasuke facendo sussultare i due sovrani della pioggia e sgranare gli occhi a Sakura all’inverosimile. Un altro brusio, sta volta sorpreso riempì nuovamente l’aria.

 

To be continued

 

Allora signori e signore eccomi qua con un nuovo aggiornamento di lord perfect. Avviso questo è il penultimo capitolo di questa storia ( forse) spero che la storia e il cappy vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso. Ringrazio tutte quelle persone che costantemente e assiduamente hanno seguito questa storia con curiosità passione e coraggio e ringrazio chi l’ha recensita dal profondo del cuore e ringrazio anche tutti quelli che l’hanno messa tra le preferite e tra le ricordate. Spero di non avervi delusi un kiss e al prossimo capitolo.  Mei

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** EPILOGO ***


 

 

EPILOGO

 

 

 

 

Alla dichiarazione del principe Sasuke Uchiha al cospetto dei regnanti della pioggia, del padre, del fratello e migliore amico, e  davanti a tutta l’alta società di Konoha  e a un’allibita Sakura Haruno, il silenzio regnò sovrano sovraccaricato da un’ elettricità e una tensione palpabile.  Il re Kizashi Haruno continuava a squadra da capo a piedi e con occhi vigili, l’uomo che aveva osato chiedere in moglie la sua bambina nello stesso giorno in cui lui l’aveva appena ritrovata. Mikoto Uchiha, la regina di Konoha e madre di Sasuke si portò immediatamente le mani sul viso rossa come un peperone ed emozionata seguita a ruota da Mebuki Haruno, regina della pioggia e da sua sorella Kushina Uzumaki, duchessa di Konoha e madre del l’unico Granduca del paese Naruto Uzumaki. Poi il re Kizashi sorrise e annuì.

“Si, Sasuke ti concedo mia figlia. Non c’è uomo migliore di te per lei! Benvenuto in famiglia principe Sasuke!” esclamò Kizashi porgendo la mano a Sasuke che gli sorrise cordiale prima di stringergli la mano.

“Cheee? Ma è tutto vero?” esordì Sakura.

Sasuke emozionato e divertito si voltò lentamente verso Sakura, le prese una mano tra le sue e si inginocchiò davanti a lei, poi esordi.

“Principessa Sakura Amaya Haruno, vuoi farmi l’onore di diventare mia moglie?” esordì Sasuke dolce e serio al contempo.

Sakura sgranò gli occhi incredula cominciando a tremare e annaspare. La neo principessa del villaggio della pioggia si portò la mano libera dalla presa di Sasuke al petto e la strinse convulsamente pregando ogni santo, Kami, Dio, che le dessero la forza di far uscire la voce che le era rimasta bloccata in gola proprio nel momento in cui desiderava disperatamente urlare quel “Si lo voglio”

Una risata riempì l’aria attirando l’attenzione dei presenti.

“OH, Kami e poi dici a me Sakura chan! Anche te ti stai per accalappiare l’uomo che desideri da una vita. Ti basta dire Si…avanti di Si!” urlò Ino ridendo.

Sakura si voltò lentamente verso Ino staccando gli occhi lucidi da quelli altrettanto lucidi di Sasuke  e sgranati e con la mano libera dalla presa di Sasuke che ne lei ne lui avevano alcuna intezione di separare, iniziò a balbettare e a gesticolare verso Ino che inarcò un sopracciglio cercando di decriptare le parole dell’ amica che a quanto pare era rimasta senza fiato in gola.

“Eh? Ah.. eheheh…No…è un sogno ver…vero Ino? D…dammi …pizzicotto!” balbetto Sakura attirando anche l’attenzione di un divertito Sasuke che lentamente si alzò in piedi e poggiò la mano sul fianco di Sakura come a sorreggerla aspettando che si riprendesse dalla proposta che le aveva appena fatto e che gli desse una risposta. Anche Sasuke cominciava ad essere leggermente nervoso.

Ino si avvicinò  a Sakura a passo di carica con un sorriso a 360° e le diede un pizzicotto sulla guancia.

“Ahii!” si lamentò Sakura.

“Direi, Sakura chan  che non è un sogno!” esclamò una voce maschile avvicinandosi a lei fiancheggiato da una donna con lunghi capelli neri e occhi grigio perla : Lady Hinata Hyuuga, la futura consorte di Naruto.

“Na…Na…Na…Naru…Narutoo… ti ti…spo…spo…mo …mogl…cheeee?” urlò Sakura scatenando l’ilarità dell’intero popolo prima di perdere i sensi.

“Sakuraaa chan!” urlò Naruto  correndo da lei ma non giungendo in tempo per prendere la cugina prima che cadesse a terra; al contrario fu Sasuke a sorreggere Sakura.

“Sakura!” urlò Sasuke passando dolcemente una mano tra i lunghi capelli rosa di Sakura e utilizzando movenze e atteggiamenti in grado di svegliarla.

Anche Itachi, Fugaku, Mikoto, Kushina e Minato erano accorsi da loro e avevano formato un semicerchio attorno a Sasuke e Sakura.

Lentamente Sakura riaprì gli occhi per specchiarsi negli occhi terribilmente preoccupati di Sasuke.

“Sakura…perdonami…ecco io…” iniziò Sasuke ma l’urlo di Sakura lo blocco.

“Lo voglio!  Dio è una vita che desidero sposarti Sasuke e adesso il mio sogno….oddio…il mio sogno!” esclamò Sakura tra un singhiozzò e l’altro e il viso inondato di lacrime.

Sasuke sorrise e sollevò una mano per carezzare il viso umido della sua futura sposa.

“Sta per realizzarsi?” sussurrò Sasuke avvicinandosi lentamente a lei e quando Sakura annuì, il principe minore unì le proprie labbra a quelle della rosa che sollevò le braccia e lo strinse a se continuando a baciarlo ignorando i presenti. Sasuke sentì ogni singhiozzo e sussulto di Sakura mentre la baciava e non potè evitare di iniziare a dondolarla tra le braccia come una bimba per cercare di calmare il suo pianto emozionato.

“Capperi!” esordì Itachi. “ Ma questo pianto angosciato…”iniziò

“Non è angosciato amore, è estasiato e liberatorio. Sakura desidera disperatamente Sasuke da quando aveva dieci anni e a causa di quella legge e del rango sociale, non aveva mai sperato che il suo sogno potesse diventare realtà e…” inizò Ino

“E invece ora non riesce a credere di essere la futura moglie del principe Sasuke Uchiha, ovvero il suo più grande sogno.  Il suo adorato bambino che le ha insegnato che lei andava bene così come era. Che non le doveva interessare del parere della gente perché il parere più importante era il suo. Quello stesso bambino che l’ha spinta a vivere e non ad annientarsi. Chi se lo sarebbe mai immaginato che quel bambino era Sasuke neh Itachi!” rise Naruto divertito.

“Già chi!” rise Itachi.

“Ah ah…guardata che anche io ho la mia dose di Saggezza!” Sbottò Sasuke mentre stringeva Sakura a se.

“Ma chi? Tu? Ma quando mai!” rise Naruto

“Se ti prendo dobe!” ringhiò Sasuke cercando di alzarsi.

“No!” urlò Sakura stringendo Sasuke e Sasuke si bloccò di scatto osservando il viso luminoso della sua compagna poggiato sul suo petto. Si, quello era un viso inondato di lacrime ma il sorriso sulle labbra di Sakura fece capire a Sasuke che quelle erano lacrime di felicità e che in quel momento non desiderava altro che stare abbracciata a lui.

Sorridendo Sasuke prese Sakura tra le braccia e si diresse all’ entrata del castello.

“Bè? E allora c’è un ballo da finire. Vogliamo rientrare?” esordì Sasuke e Fugaku annuì.

Dal giorno del ballo passarono due settimane e il gran via vai di gente al castello dava il lampante segno che a breve ci sarebbero state le grandi e sfarzose nozze dei principi di Konoha.

 Sia Sasuke, che Itachi che Naruto avevano infatti deciso, senza tanti preamboli e con una fretta incredibile  quasi i loro fossero matrimoni riparatori, che era cosa buona e giusta sposarsi lo stesso giorno, alla stessa ora, a palazzo reale e insieme. Ma oramai tutta Konoha sapeva che tanta fretta era dovuta semplicemente al fatto che i principi e il granduca desiderassero ardentemente consolidare , nero su bianco, quanto era avvenuto due settimane prima al gran ballo reale e finalmente dopo tre lunghe settimane d’attesa, il giorno del matrimonio era finalmente giunto.

 

Ino quella mattina si svegliò di scatto e senza alcuna esitazione e ignorando Itachi che dormiva al suo fianco si diresse alla stanza accanto dove Sakura era ancora immersa nel mondo dei sogni stretta a Sasuke.

Spalancò la porta e urlò.

“Svegliaaaa! Mi servi Sakura ora è subitooo!” urlò Ino tuffandosi sul letto e facendo cadere a terra il povero Sasuke Uchiha.

“Ahi” esclamò il principe massaggiandosi la testa.

“Ino ma che diavolo vuoi!” borbottò Sakura sporgendosi dal letto per porgere la propria mano al futuro marito che l’afferrò con delicatezza. Sakura utilizzando le proprie forze ritirò sul letto Sasuke per poi riaccucciarsi a lui e sbadigliare per poi chiudere gli occhi.

“Oggi mi sposooo!” urlò Ino

“Oca la pianti di urlare!  Se te lo sei scordato anche noi oggi ci sposiamo!” sbottò Sasuke riaccucciandosi nell’ incavo del collo della sua amata che subito gli fece le fusa.

“Ma…ma…” balbettò Ino poi la porta della camera da letto del principe minore si spalancò un'altra volta e una ragazza dai lunghi capelli blu notte apparve sulla soglia affannata.

“Di chi è stata la genialata di sposarsi cosi presto e tutti lo stesso giorno!” urlò lady Hinata Hyuuga con le gote rosso peperone, i capelli scompigliati, la camicia da notte e un espressione di puro terrore sul viso.

Sakura e Ino puntarono lo sguardo su Sasuke. Intanto sulla soglia della stanza Naruto e Itachi se ne stavano ad osservare la scena divertiti.

“Ehi ehi…ora non date la colpa solo a me, anche Itachi e Naruto hanno contribuito!”

“Tu razza di deficiente principino da strapazzo, ti rendi conto di quanto tempo serve a una sposa per prepararsi. Si deve auto convincere che sposarsi è la cosa giusta e non lasciarti in tredici sull’altare!” urlò Ino.

Hinata e Sakura urlarono.

“Parla per te Ino, io sono convintissima di voler sposare Sasuke.” Urlò Sakura

“Parla per te Ino, io sono convintissima di voler sposare Naruto” urlò Hinata

“E io Itachi…tre a zero e palla al centro, allora perché tutte e tre siamo bianco latte in viso?” domandò Ino.

Sasuke Itachi e Naruto inarcarono un sopracciglio.

“Perché con tutto quello che abbiamo avuto da fare…io mi sono scordata a farmi cucire il… ves…ves…vest..vestito da sposa!” balbettò Hinata

“Idem!” sospirò Sakura

“Con patate!” piagnucolò Ino.

“E adesso come facciamo il matrimonio è tra poche ore!” esclamò esasperata SaKura portandosi una mano tra i capelli.

“Uhmm”

“Kami…”

Sasuke, Itachi e Naruto si guardarono negli occhi e poi scoppiarono a ridere.

“certo che mi sono scelto una regina negligente!” esclamò Sasuke.

“Negligente a chi pomposo arrogante, sei te che mi fai correre di qua e di la. Sakura oggi dobbiamo presenziare dal re Gaara, che tra virgolette si era pure dichiarato tempo fa e che gentilmente quella sera mi ha risollevato il morale dicendo che era giusto che sposassi te, data la mia imbarazzante performance quando mi hai chiesto in moglie al ballo. Cioè se c’era una persona che a Konoha non sapeva della mia cotta secolare per te, quel giorno l’avrà capito di certo.” Ringhiò Sakura.

“Gaara cosa?” ringhiò Sasuke

“Ohh, suvvia ora non fare il geloso, quando me lo ha detto tu nemmeno mi consider…ehm no…cioè…non me lo ricordo, ma che importanza ha!” esordì Sakura

“Nessuna visto che ti sto facendo mia, ora , qui e seduta stante.” Esclamò gelido Sasuke

Sakura si catapultò giù dal letto.

“Oh, frena i bollori principino, mi avrai dopo l’anello al dito!” esclamò divertita Sakura. Sasuke ghignò.

“Ovvero sta sera!” le ricordò.

Sakura arrossì e prese a tossire.

“Ehm…coff..cof…come…cioè…già sta sera? Io? Tu?” balbettò Sakura

“Si!” ghignò ancora Sasuke guardando l’ imbarazzo di Sakura crescere a livelli paranormali.

Itachi e Naruto ridacchiarono.

“Cioè Itachi ma secondo te tuo fratello ci gode a metterla in imbarazzo?” chiese Naruto a Itachi prendendo in braccio Hinata che per il freddo aveva preso a tremare e coprendola con la sua vestaglia.

Itachi rise, afferrando Ino per la vita e stringendosela al fianco.

“Si, decisamente si!” ridacchiò l’Uchiha maggiore.

Intanto Sakura si era allontanata da Sasuke.

“Ma …ma non possiamo attendere qualche mese?” chiese Sakura mentre Sasuke si bloccava di scatto incredulo e Ino sgranò gli occhi allibita.

“Coooosaa? Sakura Haruno sei pazza o cosa? Attendere mesi? Ma lo desideri il tuo principe o no?” urlò Ino.

“certo!”

“Allora che?”

“Ho paura!” urlò Sakura.

“Di…di cosa?” chiese Ino allibita.

“Sakura…” sussurrò Incredulo Sasuke.

Sakura strinse gli occhi a fessura diventando quasi colore bordò, poi urlò.

“E se poi quel coso che ha tra le gambe non ci entra dentro di me?” urlò Sakura imbarazzata.

“Quel coso…” balbettò Itachi.

“Tra le gambe…”  ridacchiò Naruto.

“Sarebbe il mio membro?” chiese allibito Sasuke e Sakura annuì.

Hinata intanto svenne tra le braccia di Naruto e Ino si lasciò scivolare a terra incredula.

“Per il fulmini…Sakura sei un medico! Dovresti sapere che…” iniziò Ino

“Zitta oca! Sakura… ascoltami… a quello penseremo dopo e ci penserò io e soprattutto ti prometto che ci entrerà e che ti piacerà da morire. Ora…andate da mia madre ha lei i vostri vestiti, li abbiamo fatti cucire noi per voi!” esordì Sasuke serio prima di prendere Sakura tra le braccia e baciarla con passione. Le donne annuirono e appena riuscirono a far riprendere Hinata, si diressero nella stanza della regina Mikoto per chiedere aiuto.

Le ore passarono inesorabili e tutta Konoha si era presentata al palazzo per assistere ai matrimoni del secolo. La cerimonia fu incredibile e piena di emozioni contrastanti. Infatti appena Fugaku Uchiha, re di Konoha, proclamò Itachi e Ino, Sasuke e Sakura e Hinata e Naruto marito e moglie, Mebuki, Mikoto e Kushina scoppiarono in un pianto commosso, Fugaku non riusciva a mandare giù un groppo che aveva in gola mentre Kizashi era un fiume di lacrime e Minato sorrideva e si congratulava con il figlio per essere finalmente riuscito a farsi accettare e a coronare il suo sogno d’amore mentre invece tutte le donne di Konoha erano riverse in un pianto disperato in quanto i due principi di Konoha non erano più disponibili e gli uomini si mangiavano i gomiti nel vedere le bellezze che Itachi e Sasuke e anche Naruto erano riusciti a sposare.

“Principessa Sakura!” esclamò una voce che fece girare di scatto la neo principessa di Konoha.

“Lady Tsunade, Lord Orochimaru.” Esclamò Sakura sorridendo.

“Siete splendida maestà!” esclamò Orochimaru.

“Oh, vi prego milord, ci conosciamo da una vita, evitiamo gli appellativi regali.” Sussurrò Sakura.

Orochimaru annuì.

“Mi dispiaccio di non avervi messa al corrente prima delle mie scoperte”

Sakura sollevò una mano e la poggiò sulla spalla di Orochimaru.

“Non pensiamoci più, nonostante tutto sono riuscita a coronare il mio sogno anche grazie a voi e…”

“Lord Orochimaru!” esclamò Sasuke raggiungendo la moglie. “ Vi devo molto”

“ma che dite principe!”

“Vi devo mia moglie Milord . Non c’è nulla che posso fare per voi per ringraziarvi?” chiese Sasuke e Orochimaru scosse la testa in segno di negazione per poi voltarla appena verso la moglie e i figli.

“Vostra moglie ha salvato mia moglie e i miei figli, questo è il miglior regalo che la famiglia regale potesse farmi!” esordì Orochimaru e Sasuke sorrise.

“Bè, mia moglie in poco tempo ha salvato molte vite. Bene, milord, siccome Sakura avrà molto da fare per i primi tempi…be con me, vi affido il campo medico scientifico di Konoha!” esclamò Sasuke e Sakura gli sorrise grata.

“Milord…io…” Orochimaru sospirò. “ Me ne dispiaccio principe ma non posso accettare.” Esclamò Orochimaru facendo sgranare gli occhi sia a Sakura che a Sasuke, poi il conte continuò.

“Vedete, io e mia moglie abbiamo deciso di trasferirci per qualche tempo a Suna. Vedete la c’è molto da studiare, curare, scoprire per uno come me e…”

“Comprendo conte. Allora andate pure, sarete sempre il benvenuto a Konoha.”

“Vi ringrazio!” esclamò Orochimaru per poi voltarsi verso Sakura.

“Siete una donna dalle mille risorse, ma se posso permettermi di darvi un consiglio, se potete evitarlo non usate il vostro sangue, in giro ci sono creature ancor più spietate di Madara, Kabuto e Sai per una creatura come voi .” esclamò Orochimaru.

Sakura sorrise e annuì.

“Non temete conte, starò attenta.”

“E se così non fosse lord Orchimaru, dalla sua parte Sakura ha un marito, un cognato e un cugino sempre pronti a difenderla!” esordì Sasuke.

Orochimaru sorrise

“Allora me ne compiaccio. Con permesso torno da mia moglie. Ah, Sakura Tsunade mi ha chiesto se potevate attardarvi in due chiacchiere con lei?” chiese Orochimaru.

“Ma certo. Vado subito!” esclamò Sakura voltandosi verso il marito baciandolo al volo e correndo da Tsunade.

Sasuke osservò Sakura con un sorriso.

“Principe…”

“Si?”

“Non esitate mai a proteggerla…se amate con tutto voi stesso diventerete imbattibile!” concluse Orochimaru prima di dileguarsi.

Naruto Raggiunse Sasuke e gli mise una mano sulla spalla.

“Ehi cugino!” esordì Naruto.

“Fratello!” lo corresse Sasuke e Naruto quasi si commosse per poi annuire.

“Fratello…come ti senti da sposato?” chiese Naruto

“Esattamente come ti senti tu!”

“Divinamente?” chiese ancora Naruto.

“Esattamente ma anche spaventato all’ idea di non riuscire a proteggere ciò che amo!”

“Non sarà così, e sai perché?” chiese Naruto e Sasuke scosse la testa in segno di negazione.

“Perché non sei solo, hai noi, e Sakura non permetterà mai più a niente e nessuno di dare preoccupazione a te, che sei il suo sogno personificato!” concluse Naruto e Sasuke sorrise annuendo.

La notte arrivò presto e Sakura e Sasuke, se ne stavano sul loro letto intenti a coccolarsi a giocare e a ridere. Sasuke prese a farle il solletico e lei si dimenò peggio di una bimba, fino a quando Sasuke non le finì sopra.

“Sakura…” la chiamò piano e dolcemente suo marito. Sakura lo guardò negli occhi e arrossì da capo a piedi. Era giunto il momento tanto atteso. Facendosi forza la giovane sposa sollevò le braccia per agganciarle dietro il collo del marito.

“Mi fido ciecamente di te Sasuke.” Sussurrò Sakura. Sasuke le sorrise e lentamente si chinò su di lei a baciarla, poi sempre dolcemente scese a baciarle il collo con una passione e una delicatezza che portarono Sakura dritta in paradiso.

La neo sposa si trovò ad avvinghiare le gambe alla vita del suo sposo e lentamente scese con una mano ad accarezzare le possenti spalle nude di Sasuke.

Sasuke si bloccò di scatto.

“Ehi…domani mattina sarai di nuovo qua vero? Non sparirai come la prima volta?” chiese quasi preoccupato Sasuke.

Sakura sorrise.

“Non ho più motivo di fuggire Sasuke, io ti amo più della mia stessa vita”

“Tsk…noiosa!”

“Ehi!”

“Shh. Zitta e baciami!” esclamò Sasuke riappropriandosi delle labbra di Sakura e cominciando a spogliarla molto lentamente dalla sua sottile camicia da notte.

Sasuke le tolse la camicia e prese a leccarle e baciarle i seni mentre i gemiti di Sakura riempivano l’aria della stanza, poi senza tanti complimenti la girò a pancia sotto e prese a baciarla dal collo lungo tutta la lunghezza della sua colonna vertebrale. Sakura gemette forte e serrò la mano a pugno sul cuscino. La rosa cominciava a sentirsi decisamente bagnata, troppo umida per essere normale

“Sasuke…”

“Shh”

Era pronta a chiedere a Sasuke cosa stesse succedendo, ma quando la mano dell’ Uchiha la toccò nel suo punto più intimo, Sakura urlò e Sasuke fu costretto a tapparle la bocca con un bacio.

Sasuke sorrise sulle labbra di Sakura e prese a prepararla a dovere con le dita, poi la fece rivoltare nuovamente a pancia in su. Sakura allungò una mano per toccarlo, ma Sasuke la bloccò.

“Avremo tempo per me. Tutta  la vita, questa notte amore mio è solo per te. Sei pronta?” chiese Sasuke strusciando la propria intimità con quella di Sakura che gemette nuovamente.

Sakura annuì e si lasciò andare sul letto per poi guardarlo negli occhi sorridendo.

“Fa di me quel che vuoi Uchiha!”

“Amarti per l’eternità ti basta?” chiese Sasuke divertito iniziando a penetrarla molto lentamente.

Sakura gemette e serrò gli occhi . Sentire Sasuke dentro di sé era una delle esperinze più belle che avesse mai vissuto anche quando senti la fitta di dolore che la trapassò da parte a parte segno che Sasuke aveva rotto il suo imene, segno della sua verginità. Una lacrima sfuggì al suo controllo.

“Fa così male?” chiese Sasuke ansante e con un occhio serrato.

Sakura scosse la testa in segno di negazione e Sasuke sospirò spingendola verso di sé in modo da entrarle dentro maggiormente e stendersi su di lei. Sakura gemette di dolore, ma come era successo al ballo, Sasuke prese ad accarezzarla e a cullarla restando immobile dentro di lei per darle il tempo di abituarsi e appena Sakura gli fece capire che poteva andare avanti, ebbe iniziò il gran connubio di esclamazioni e gemiti di piacere che per quella notte, tennero il castello in vigile veglia.

Tre mesi dopo, Sakura euforica, seguita da Hinata e Ino, spalancarono la porta della biblioteca dove i rispettivi mariti erano in riunione.

“Sakura!” esclamò Sasuke scattando in piedi. Sakura osservò il marito, bello come il sole, in piedi davanti a lui e con il respiro ansante.

“Sakura che succede!” esclamò Sasuke prendendo Sakura tra le braccia e baciandole la fronte.

“Uchiha Sasuke!” esclamò Ino vedendo che Sakura non riusciva a spiccicare parla

“…preparati a pappe e biberon…aspettate un marmocchio!” urlò euforica Ino.

“Inoo!” urlò Itachi dandosi una manata in fronte. Sasuke sussultò e si voltò verso Sakura stretta tra le braccia.

“E’ vero?”

Sakura lentamente annuì. Sasuke sorrise e la baciò con passione per poi metterle una mano sulla pancia.

“Tu sei…anzi no…voi siete il dono più bello che la vita potesse farmi. Ti amo mia principessa!” esclamò Sasuke per poi sorridere vedendo il fiume di lacrime che era diventata Sakura e gli occhi verdi brillare. Lentamente Sakura si sollevò sulle punte dei piedi e prima di baciarlo a fior di labbra gli sussurrò

“E tu, mio principe, se l’aria che respiro.   Se la perfezione fatta a persone. Sasuke tu sei il mio “Lord Perfect” Ti amo Sasuke Uchiha!” sussurrò piano prima di unire le sue labbra a quelle del marito.

 

The End

 

Signoriiiiiiii …oh cappero è finita. Lord Perfect ha visto la sua fine. Ringrazio di cuore tutte quelle persone che assiduamente l’hanno seguita, messa tra le preferite tra le ricordate e tra le preferite. Non mi dilungo molto che sono ancora con mezza febbre, ma probabilmente per le altre mie storie dovete attendere fino al 24 marzo perché fino ad allora sono un po’ impegnata. Spero che lord perfect non vi abbia deluso e che le’epilogo non vi ha deluso. Un Kiss e ancora grazie di cuore e alla prossima Mei

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3128179