La Morte e alcune storie su di essa

di sfiorisci
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione – La morte ***
Capitolo 2: *** La donna che non riusciva a morire ***
Capitolo 3: *** Anche alla Morte qualcosa sfugge ***
Capitolo 4: *** Interrompiamo la tragedia – Un indovinello ***
Capitolo 5: *** Ad alcuni morti batte ancora il cuore ***
Capitolo 6: *** All’amore! (Che è un po’ come dire “Alla morte!” e “Alla vita!” allo stesso momento) ***
Capitolo 7: *** Oltretomba ***
Capitolo 8: *** 8. Epilogo − Perché tutto prima o poi finisce ***



Capitolo 1
*** Introduzione – La morte ***


1. Introduzione – La morte

 
 
Tutti nella vita nascono con una certezza. Oltre a quello che si può presumere di imparare, conoscere o sapere, c’è solo una verità, un’unica vera consapevolezza al di sopra di tutte le altre: quella che, un giorno, l’insieme di dolori e frustrazioni che chiamiamo vita finirà. Semplice, chiaro, lineare.
Tutto in questo mondo va pagato e il prezzo della vita è la morte.
E questa certezza, in un modo o nell’altro, ci stabilizza, è la nostra boa in mezzo alle onde in cui naufraghiamo. Stranamente, ci rassicura. Come sarebbe strano darsi tanto affanno se poi fossimo condannati a rimanere qui per sempre, bloccati in questo limbo transitorio, con il nostro corpo in decomposizione e la nostra mente sveglia, nonostante tutto.
La morte ci dà la forza di vivere, di sperare, di cambiare noi stessi e il posto in cui viviamo, ci dà un tempo limitato che cerchiamo di riempire come meglio possiamo. Siamo come le piccole formiche che si affannano per riempire il formicaio con tutte le molliche che trovano in giro, fino a quando una scarpa non decide di spiaccicarle. Anche noi esseri umani da morti saremo solo quello, del nero sotto la suola.

 

Dopo molto tempo torno qui su EFP a rompere le scatole a tutti voi! ♥
Vi auguro innanzitutto buon anno e, credo che non ci sia modo migliore di augurarlo, se non con una nuova storia, che in realtà è una raccolta di brevi storie. Mi farebbe molto piacere ricevere un parere, ho messo tutto il mio impegno in questo progetto e, scrivere qualcosa di diverso da ciò che scrivo di solito, è stato davvero stimolante.
Spero che queste storie vi piacciano, ci vediamo la prossima settimana con la seconda!

 
Francesca.

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Capitolo 2
*** La donna che non riusciva a morire ***


2. La donna che non riusciva a morire 

 
Ci fu una volta una donna che pregava per se stessa, per la sua famiglia e per i suoi cari. Una delle tante guerre imperversava a quel tempo e la donna aveva paura, temeva che tutto ciò che amava finisse  prima che lei potesse anche solo pensare di goderselo. Aveva gli occhi pieni di lacrime quando osservava il cielo e domandava al suo Dio perché si dovesse morire, perché doveva esserci così tanta sofferenza. E Dio, o chi per lui, decise di essere il più crudele possibile, mostrandole la tanto desiderata risposta: iniziò in maniera quasi casuale, quando coloro per cui pregava morirono. Una bomba, si dice, li colse nella notte e Dio se li portò via con la tranquillità del sonno ancora impressa sui loro volti.
Lentamente anche gli altri uomini morirono: i buoni, i cattivi, gli indifferenti, gli innocenti, quelli colpevoli a metà, i dotti, gli ignoranti. Nel giro di poco tempo l’umanità venne spazzata via e la donna rimase sola sulla Terra, senza riuscire a morire. Si trovava a vagare in solitudine in mezzo a quel panorama spettrale, con il volto rigato dalle lacrime. Anche la natura era triste e, dal momento che non aveva nessuno da cui farsi ammirare, iniziò a perire lentamente, stanca dei suoi vani sacrifici.
Fu allora che la donna capì che la morte non era tanto male come pensava e, a quel Dio che era solita pregare tanto, rivolse un’altra domanda: «Quale certezza mi rimane senza la morte?».
Il vento frusciava fra i rami ormai secchi, i cadaveri erano quasi tutti putrefatti e il suo viso continuava ad essere bagnato.
Non ottenne mai una risposta.

 

Eccomi qui, con un'altra storia di questa raccolta. Avevo detto che avrei aggiornato ogni domenica, ma purtroppo sono in pieno periodo d'esami e ho ritardato la pubblicazione di un giorno.
Spero che questa prima storia vi sia piaciuta e, come l'altra, vi abbia fatto riflettere. Ci vediamo la settimana prossima!

 
Francesca.

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Capitolo 3
*** Anche alla Morte qualcosa sfugge ***


3. Anche alla Morte qualcosa sfugge  

 
I tasti emettono un rumore metallico ogni volta che lo scrittore li preme con forza con le proprie dita.  Dita macchiate di inchiostro, ricoperte da piccoli tagli, dita ruvide, dita che lavorano. Dita che non sono dita vere e proprie, ma semplicemente un’estensione del cuore che detta, con dedizione, la storia, che si trova lì, nella testa dello scrittore. Questa viene scritta lentamente, parola per parola, con impegno, dedizione, sudore, gioia, dolore, lacrime sorrisi. Non è facile essere uno scrittore, spostare le proprie emozioni dal proprio cuore ad un foglio di carta. Non tutti coloro che hanno una storia da raccontare scrivono, ma solo quegli animi sensibili, dotati di una capacità di percepire i sentimenti tale che riescono ad immedesimarsi in ogni situazione. Lo scrittore vive, così, non solo la sua vita, ma quella dei personaggi scaturiti dalla sua penna, che siano essi uomini, animali o strani esseri. Vive di ciò che scrive e allo stesso tempo scrive per vivere e, quando muore è lì, il miracolo: ha messo così tanta anima nelle sue parole che, in realtà, non muore mai, ma si trasforma e il suo cuore non è più il suo cuore, ma quello del lettore, che batte, batte, batte, emozionato dalle parole del libro che sta leggendo.

 
Io ci provo ad aggiornare ogni domenica (giuro!) ma con gli esami di mezzo non riesco ad essere puntuale come vorrei. Spero che questa seconda storia vi piaccia, se avete suggerimenti, consigli o critiche, è tutto ben accetto!
 
Francesca.

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Capitolo 4
*** Interrompiamo la tragedia – Un indovinello ***


4. Interrompiamo la tragedia – Un indovinello 


 
Ci sono due eserciti di soldati, schierati l’uno contro l’altro e a dividerli vi è solo un lembo di terra. Si trovano uno ad est e l’altro a ovest e la luna, alta nel cielo, illumina i loro visi e la loro imminente battaglia.
Chi vincerà?
Entrambi gli eserciti sono composti da soldati, che prima di essere soldati sono uomini. Hanno tutti un cuore che batte veloce sotto le loro uniformi militari, il ricordo di una persona amata custodito in esso e un obiettivo preciso nella mente: annientare il nemico.
Chi vincerà?
I due eserciti danno il via alla guerra, si sparano proiettili in tutte le direzioni e le bombe piovono dal cielo. Il sangue scorre sotto i loro piedi, i soldati annaspano e inciampano nei corpi morti degli amici e dei nemici, i loro volti sono coperti da sangue e sporcizia. La loro guerra ha sollevato una nube di polvere così alta che oscura tutto il cielo: la luna non vedrà più i figli della Terra massacrarsi fra loro.
Chi vincerà?
Sono passate ore, giorni e addirittura mesi. Colui che ha vinto non sorride, anzi, osserva con uno sguardo triste le vittime mietute. Il loro cuore non batte più e coloro che amavano hanno un buon motivo per vestirsi di nero. È stata una guerra molto cruenta e, il vincitore, non sa con precisione quale sia stato lo scopo e quale la ricorrenza.
D’altronde si sa, la Morte la guerra non l’ha mai capita. 

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Capitolo 5
*** Ad alcuni morti batte ancora il cuore ***


5. Ad alcuni morti batte ancora il cuore

 

Sono rinchiusa in me stessa, avvinghiata nelle mie quattro ossa, tenuta in vita grazie al sangue che scorre nelle mie vene. La pelle cucita addosso così stretta che soffoco ad ogni respiro. Che i polmoni li riempio con aria, veleno e amore e spesso non so dove finisca uno e inizi l’altro. La bocca corrosa da baci che non mi hai mai dato, il naso pieno del tuo odore acre, lo stomaco putrefatto da farfalle appassite per il veleno che mi hai fatto ingerire.
Ti osservo con i miei occhi grandi, che hai voluto privare della loro innocenza, osservo il piedistallo sul quale ti ho messo per innalzarti dalle tenebre del mondo. Tu sei luce, perché di luce è fatta la tua anima. Smetto di osservarti passivamente e mi avvicino – forse troppo – provando a toccarti. Sussulti al mio contatto e ti spegni, così tutto torna di nuovo buio. Tornano le tenebre e torna anche la mia paura, fedele, a farmi compagnia, svegliata dall’urlo che ho lanciato dallo spavento. Approfitti dell’oscurità, della mia confusione e, svelto, ti nascondi tra la folla, sparisci mescolandoti tra gli altri: sei tornato ad essere un nessuno qualunque.
Era così difficile amarmi?

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Capitolo 6
*** All’amore! (Che è un po’ come dire “Alla morte!” e “Alla vita!” allo stesso momento) ***


6. All’amore! (Che è un po’ come dire “Alla morte!” e “Alla vita!” allo stesso momento) 


 
Un brindisi a chi ci ha provato e gli è andata male, ma anche a chi ci ha provato e gli è andata bene, perché ormai queste povere persone non se le fila più nessuno.
Un brindisi a chi è se stesso, a chi finge, a chi si piace, a chi si fa schifo.
Un brindisi a tutti, stronzi e buoni come il pane, che mi hanno fatto inciampare o mi hanno teso la mano prima che cadessi.
Un brindisi agli altri che mi hanno reso quello che sono e un grazie, anche se non tutti se lo meritano.
Un brindisi all’amore, che è la forza più potente di questo mondo e ancora non l’abbiamo capito.
Un brindisi a chi ama silenziosamente, a chi lo urla ai quattro venti, a chi pensa che l’amore non sia per lui, a chi ha giurato “mai più” (che poi non è mai vero…), a chi lo cerca, a chi lo trova, a chi lo evita, a chi ancora non sa cos’è.
Un brindisi a tutti voi, che possiate trovare non la felicità – che ormai è scontata e banale – ma l’amore, perché così non morirete mai.

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Capitolo 7
*** Oltretomba ***


7. Oltretomba 


 
È proprio quando uno pensa di essere sfuggito alla morte che si accorge che, quella bastarda, il modo di fregarti lo trova sempre. Non importa se i medici gridano al miracolo, se pensano di averti salvato e credano che tu sia stato benedetto da qualche divinità: la morte vince sempre su di te. Ora vi racconto una storia – che poi, tra l’altro, è la mia storia. Uno pensa di essere fortunato perché ha degli amorevoli genitori, una buona media scolastica, una ragazza che lo ama e magari va anche a fare volontariato, o aiuta i poveri. Poi arriva un giorno – la sera del ballo, quando pensi “Cos’è che potrebbe andare storto?”  - e arriva quel conducente ubriaco che ti viene a sbattere contro e la tua ragazza muore.
Non capisci, un attimo lei era proprio lì che ti sorrideva amorevolmente mentre parlava dell’acconciatura di Stacey o di qualche altra cazzata simile e poi vedi che la chiudono in un sacco nero, con il vestito macchiato di sangue. E allora esprimi quel desiderio, a chi non lo sai mai lo esprimi, e vuoi stare sempre con lei. Non ti importa di morire, perché lei non sarà più al tuo fianco. E quando pensi che peggio di così non possa andare la morte esaudisce il tuo desiderio e manda il suo spirito da te, in modo che solo tu possa vederla.
E tu non puoi toccarla, o amarla, o parlarle, puoi solo fissarla, bella com’era in vita, con uno sguardo triste in faccia. In qualche modo continua a sussurrarmi di raggiungerla e credo proprio che uno di questi giorni lo farò.
Diteglielo voi a chi si chiederà, allibito, il perché del mio gesto che alla morte non si sfugge mai.

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Capitolo 8
*** 8. Epilogo − Perché tutto prima o poi finisce ***


8. Epilogo  − Perché tutto prima o poi finisce  


 
La morte, non sempre ci comprende, eppure è sempre lì, pronta ad accoglierci quando siamo pronti (o quando è pronta lei?). Crediamo che la morte sia strana, sia brutta, sia cattiva. Piangiamo quando ci porta via qualcuno, ma non sappiamo cosa si prova ad essere trascinati via da lei. Ci chiediamo spesso cosa resterà di noi e io me la immagino la Morte, che già sa tutto, a ridere sotto i baffi della nostra ignoranza. Cara Morte, perdonaci, ma noi esseri umani siamo spaventati da ciò che non conosciamo. Forse un giorno deciderai di aprirci gli occhi su quello che accade e forse non avremmo più paura, o ne avremmo ancora di più.
Ma soprattutto, Morte, devi perdonarci quando ti diciamo che se strana: in realtà tu sei semplicissima e siamo noi ad essere complicati. Noi, piccoli esseri umani con un cuore e un’anima sensibile, siamo noi in realtà ad essere strani.
Così strani da morire un po’ ogni giorno e chiamare questo processo vita.

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