Hogwarts big four: the face of fear

di Evil Ulquiorra
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Salve mondo crudele ***
Capitolo 2: *** Il cavalerie dell'apocalisse ***
Capitolo 3: *** Lasciate ogni speranza ***
Capitolo 4: *** L'undicesima ora ***
Capitolo 5: *** Uomini e topi ***
Capitolo 6: *** Piani oscuri ***
Capitolo 7: *** Il giorno in cui nacque il demonio ***
Capitolo 8: *** Il salvataggio ***
Capitolo 9: *** Incubi e deliri ***
Capitolo 10: *** AVVISO !!! ***



Capitolo 1
*** Salve mondo crudele ***


Salve mondo crudele


<< Vorrei che  qualcuno potesse essere dentro il mio corpo anche solo per un brevissimo istante, per poter sapere come ci si sente ad essere me. E 'come se fossi stato tirato fuori dal deserto dello Utah, e non c'era niente in quel luogo dimenticato, solo l’asciutto, lo spazio aperto per centinaia di miglia .Questo è ciò che sono. Mio padre era un flusso fresco di acqua ghiacciata; il mio cuore fioriva quando ero con lui. Ed ora è tutto finito. Non c'è nulla se non la  la polvere e gli scorpioni, dentro di me. Non sono mai stato destinato a sentire l'amore. Il deserto non conosce pietà. Tutto ciò che si tenta di piantare là fuori muore. Devo accettare questo vuoto come una benedizione, non una maledizione.  so perché sono stato messo al mondo. Il mio scopo… è quello di portare la morte.>>

Pitch Black



Il terrore che sarebbe durato per 25 anni, ma forse più, ebbe inizio, per quel che ci è dato sapere e narrare, in una notte di pioggia dell’autunno dell’anno 1999.Ecco cos'accadde.
La sera in cui la peggiore ondata di calore della storia di Londra finalmente si allentò, l'intera regione di Manchester fu battuta dai più violenti temporali che gli agricoltori della zona avessero mai visto.
Gran parte di loro vivevano nelle zone presso i laghi della contea e videro il primo dei temporali farsi strada verso Privet Drive attraverso la superficie dell'acqua ,poco prima che facesse buio. I serpeverdi sull'altra costa avevano un aspetto polveroso e abbattuto.
Verso occidente ,grandi nubi purpuree si andavano ammassando lentamente come un esercito. Dentro di loro saettavano lampi.
L'aria prese ad agitarsi a raffiche prima sollevando le chiome come fruscelli per poi farle ricadere.
Un cestino inciampò sul terreno fangoso, s'inclinò, si raddrizzò, affrontò con coraggio i gorghi infidi e proseguì per la sua rotta giù verso il sentiero che conduceva al sobborgo. La pioggia era tutt'altro che cessata ma la sua violenza si andava lentamente allentando .
All'interno dei sistemi di irrigazione costruiti lungo le campagne, il diluvio era traboccato dai canali di scolo ostruiti da rami, massi e grossi giacimenti di melma appiccicosa. L'acqua aveva dapprima scavato frammenti nella pavimentazione per poi strappare ingenti zolle di terreno che iniziarono a traghettare fino ai bacini come zattere in miniatura.
All’interno di una di quelle case, comodamente impegnata a sorseggiare una tazza di tè, vi era Seraphina Pitchner,donna di trentacinque anni, benestante e ammirata in tutto il quartiere per la sua egregia bellezza. I Pitchner erano sempre stati il prototipo perfetto della famiglia inglese. Il signor Adrian Pitchner era direttore di una ditta  di trasporti nella periferia di londra. Era un uomo sulla quarantina, bello e atletico, la cui fama di Don Giovanni era spesso causa di pettegolezzi tra la gente che viveva per la via di Chester Drive .
La signora Pitchner, invece, era magra e mora,con occhi verdi come un paio di smeraldi e un collo alto e slanciato ,il che le tornava assai utilr,dato che passava gran parte del suo tempo ad allungarlo oltre la siepe del giardino per spiare i vicini.
I coniugi avevano anche un figlioletto ,Kosmosis Pitchner,e ,secondo loro, non avrebbero potuto desiderare un bambino più bello. La situazione non era sempre stata così. Famiglia di umili origini, durante i suoi prima anni di vita,i Pitchner erano riusciti a scalare il vertice della società, attraverso una fortunata vincita alla lotteria della contea.
Tale felicità,tuttavia,fu assai di breve durata,poiché,pochi anni dopo,si verificò un evento tragico e inaspettato: la morte di Adrian,ucciso da un paio di vagabondi, durante una notte estiva nei parchi dei Kengsinton Gardens.
Da quel momento in poi,la vita dei Pitchners cominciò a farsi sempre più dura e malinconica, specialmente per il figlio della coppia che, nei tempi successivi all’accaduto, diventò freddo e distaccato ,anche nei confronti della madre.
Non appena la matriarca ebbe posato la tazza vuota nel lavandino della cucina, una donna anziana e corpulenta, indossante un abito da cameriera, iniziò a farsi strada nella sua direzione,un espressione visibilmente agitata stampata in volto
<< Miss Pitchner…ho delle brutte notizie>>sussurrò.
Al sentire tali parole, Seraphina inarcò un sopracciglio, prima di volgere la propria attenzione nei confronti della governante.
Questa prese un respiro profondo, prima di ricominciare a parlare
<< Ho trovato alcune di quelle…parti, dietro il capannone degli attrezzi. C’erano pelame e denti e i vicini sono stati tutto il giorno alla ricerca del gatto>>
fece una pausa per riprendere fiato
<<  In città delle persone sono scomparse nel nulla...>>
<< Kosmosis non c’entra nulla con quegli orribili omicidi !>>ribattè l’altra.
Si porse in avanti e fissò la dipendente dritta negli occhi
<< Lui è solamente triste>>sussurrò.
Afferrò un tovagliolo per asciugarsi le labbra e fuoriuscì dalla camera.
Dietro di lei, Mis Mudy scosse la testa in un paio di rapidi movimenti. Certe volte, l’ingenuità della sua padrona le faceva quasi tenerezza.
In quel preciso istante, uno scalpitare di passi rieccheggiò, nelle profondità della casa. Sì voltò di colpo, appena in tempo per vedere la figura di un giovane Kosmosis Pitchner ad appena una decina di passi da lei,fermo e immobile, lungo l’entrata della cucina. Indossava una maschera bianca simile a quella utilizzata dai clown del circo e, nella mano destra leggermente alzata, teneva saldamente l’impugnatura di un tagliacarte in argento, splendente alla debole luce del lampadario.
La donna compì un passo all’indietro, prima inarcare un sopracciglio
<< Tu non mi fai paura. Ti ho cresciuto da quando eri alto così>>
Fissò il bambino dritto negli occhi
<< Ho trovato quei poveri animali che hai ucciso dietro casa. Ho detto tutto a tua madre>>
Quando la creatura non mostrò il benchè minimo segno di reazione, decise di riprendere a parlare
<< Se succederà di nuovo…chiamerò la polizia.mi hai sentito?>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Ora dimmi la verità. Tu centri qualcosa con quel casino che è successo in città?>>
non appena ebbe pronunciato tali parole, il giovane balzò in avanti e issò il coltello al livello della donna.
Poco prima che potesse affondare la lama nelle carni della cameriera, tuttavia, la punta si fermò, ad appena un paio di centimetri dal volto di Mudy.
La governante sogghignò
<< Oh,vuoi uccidermi? Avanti, fallo !>>
Kosmosis issò il tagliacarte una seconda volta ma non fu mai in grado di completare l’azione.
La donna gli rivolse un sorriso di scherno
<< Proprio come pensavo. Non avresti potuto uccidere quelle persone. Non ne hai il coraggio>>
In quel preciso istante, il bambino si tolse la maschera, rivelando gli occhi gialli e la pelle grigia come la cenere.
Puntò lo sguardo in direzione della vecchia
<< Chiudi la bocca Mudy…o giuro che ti ucciderò>>sibilò.
La cameriera si strinse nelle spalle
<< Oh,davvero? Allora uccidimi. Forza! Ti sfido !>>
Kosmosis alzò il coltello una terza volta. Sarebbe stato così facile porre fine a quella miserabile vita, proprio qui e ora, con un semplice movimento del braccio. Tuttavia, con grande sorpresa della donna, il colpo fatale non arrivò mai. Al contrario, il giovane abbassò la lama e digrignò i denti in frustrazione
<< Ti odio Mudy. Ti odio,ti odio,ti odio!>>e,detto questo,fuoriuscì dalla camera, lasciando la vecchia visibilmente scossa.
La creatura si sdraiò sul letto e afferrò la testa con ambe le mani
<< Un giorno…la pagheranno tutti. Schiaccerò ognuno di loro come gli insetti che sono ! >>
sentì i sussurri farsi più forti,lenti e inesorabili all’interno della sua mente
<< Sì,sarà così…>>


25 anni dopo

Pitch Black sentiva tutto con estrema nitidezza,come per compensare gli eoni trascorsi nell'insensibilità più totale: il calore di un corpo umano,la testa poggiata contro il pavimento,il profumo di muschio e l'aria fredda della notte. Vide il corpo inerme della morte rossa ,ad appena un centinaio di metri dal proprio e prese un respiro profondo
<< Incorporato, sì. Ok,vediamo un po’…sistema muscolare sconosciuto, iperconduzione magica e una capacità pazzesca di elaborazione celebrale….fantastico!>>
Il tutto accadde nella frazione di pochi secondi. Percepì un dolore immenso, un dolore che non aveva mai provato. Era come se la testa stesse per scoppiargli mentre gli occhi cominciarono a fuoriuscire dalle orbite.
Afferrò la parte anteriore del cranio e ne scavò la carne con le unghie
<< Fa male!>>
La voce era tornata umana come se quel suono innaturale fosse scomparso nel nulla.
l’uomo inalò bruscamente, prima di sorridere nuovamente
<< Affascinante,un completo blocco mentale. Molto efficace>>
Un altro spasmo.
Compì una rapida piroetta su se stesso
<< Tranquillo, se ti lasci andare la troverai un esperienza assolutamente piacevole! Stai per essere sottoposto ad upgrate e inserito all’interno del piano astrale come nuovo tenebre>>
Afferrò la testa una seconda volta e strinse i denti in uno scricchiolio impercettibile
<< Vedo nero…è tutto nero!>>
e poi calò il silenzio.
Pitch sbattè le palpebre un paio di volte, per poi allargare ambe le braccia
<< Oh,ma è…pazzesco! Ero già potente prima, in quella gabbia, ma ora sono un milione di volte più potente! E che corpo! non un corpo umano, neanche minimamente umano. Certo, dovrò completamente riscrivere l’interfaccia neurale ma con queste sembianze diventerò sicuramente il più potente ed efficiente… signore oscuro! No, non un nome che mi piace, dovrò cambiarlo>>

Ad appena una decina di metri dalla figura dell’uomo, Jack Frost, seguito dal resto dei suoi compagni ,fissò il tutto con fare attonito.
La creatura si rese conto della presenza degli studenti e porse loro un sorriso divertito
<< Jack!>>
volse la propria attenzione nei confronti del giovane
<< Sorpreso di vedermi?>>domandò,in tono beffardo.
Il serpeverde strinse gli occhi e issò il bastone all’altezza delle spalle
<< Chi sei tu?>>
Al sentire tali parole, la creatura inarcò un sopracciglio
<< Sono pitch>>
Il londinese fissò l’uomo dritto in quelle pupille color sabbia, prima di compiere un passo all’indietro
<< No,non è vero>>
<< Sì,ok,non è vero>>ribattè l’altro ,con tono infantile.
Affianco alla massa di studenti, sia Maximus che Sdentato avevano assunto una posizione difensiva.
Hiccup fu il primo a farsi avanti
<< Sei Tenbre ?>>domandò esitante.
Pitch schioccò la lingua un paio di volte, per poi scuotere rapidamente la testa
<< No,io non credo>>
Cominciò a guardarsi intorno, annusando l’aria come un cane da tartufo
<< In tutta onestà…non ho la minima idea di chi sono ora>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Credo che sia…Pitch Black…sì,cioè,no,in questa forma… io mi chiamo…l’uomo nero>>
puntò lo sguardo in direzione del gruppo
<< Hai paura dell’uomo nero Jack?>>
Il giovane strinse la presa sulla bacchetta e questa cominciò a illuminarsi di una debole luce color zaffiro.
L’uomo fissò l’oggetto con fare incuriosito, prima di ricominciare a parlare
<< Allora ne sei cosciente?>>
<< Di cosa?>>ringhiò l’altro.
Indicò se stesso
<< Della nostra connessione. Non mi è ancora del tutto chiaro cosa ci sia capitato, probabilmente una parte di pitch è rimasta impressa su di me, come quando si sovrascrive o si duplica ma a questo punto è irrilevante ,quello che importa è che tutto quello che è accaduto è accaduto per una ragione>>
il serpverde inarcò un sopracciglio
<< E quale sarebbe?>>
La creatura volse la propria attenzione nei confronti dello studente, porgendogli un sorriso agghiacciante
<< Anni fa un gruppo di maghi tento di opporsi a una forza che andava ben oltre i loro limiti più estremi. A causa di ciò, persone morirono, mondi vennero distrutti, intere civiltà furono cancellate dall’esistenza stessa e i cieli bruciarono tra le fiamme>>
fece una pausa per riprender fiato
<< C’è stato un imprevisto, poi. Un evento che io davo per impossibile ma che comunque si è verificato>>
chiuse il volto in un espressione fredda e distaccata
<< Loro hanno sconfitto me, Jack>>sussurrò.
Compì un passo in avanti
<< E adesso,come vedi,mi trovo qui per colpa tua, Jack, per colpa tua non sono più neanche il mio se originale, per colpa tua ora sono scollegato, sono cambiato, un uomo nuovo, potremmo dire uguale a voi, apparentemente libero>>
<< Congratulazioni>>sibilò l’altro, in tono beffardo.
Il mago oscuro annuì compiaciuto
<< Grazie>>
Puntò lo sguardo nei confronti del londinese
<< Ma, come tu sai, le apparenze possono ingannare, il che riporta la conversazione alla ragione per cui siamo qui. Noi non siamo qui perché siamo liberi, noi siamo qui perché NON siamo liberi. Di sttrarci a questo dato di fatto non c’è ragione, nel cercare di negarlo non c’è scopo perché sappiamo entrambi che senza scopo…noi non esisteremmo>>
Cominciò a farsi strada in direzione del gruppo
<< è lo scopo ad averci creati. Lo scopo che ci connette, che ci guida, che ci motiva, che ci spinge. è lo scopo che stabilisce>>
si fermò ad appena un paio di passi dalla figura del giovane e prese un respiro profondo
<< Noi siamo qui per colpa tua Jack, siamo qui per togliere a te quello che tu hai cercato di togliere a noi>>
allungò la bacchettà e questa cominciò a illuminarsi al livello della punta
<< Lo scopo>>terminò.
In quel preciso istante, un leggero colpo di tosse rieccheggiò, nelle profondità della grotta.
Pitch aggrottò la fronte e puntò lo sguardo in direzione di Nod Lifeman.
Il grifondoro fissò la creatura dritta negli occhi
<< Bhe,ecco,vedi…è proprio qui che ti sbagli>>ribattè in tono blando.
Il mago oscuro strinse ambe le palpebre degli occhi e abbassò la bacchetta
<< Davvero?>>
il giovane annuì in conferma
<< Sì,perché vedi… sembra quasi che tu sia assolutamente convinto che noi non faremo nulla per fermarti>>
Pitch incrociò  le braccia e volse allo studente un sorriso beffardo
<< Quindi…cercherete di opporvi a me?>>ridacchiò
<< è così>>continuò l’altro.
A questo punto, l’entità pareva davvero interessata
<< Come?>>domandò incuriosito.
Nod non perse tempo ed estrasse ,dalla manica della divisa, una moneta delle dimensioni di un penny
<< Con questa>>sussurrò.
L’entita porse il collo in avanti
<< Che cose’è?>>domandò beffardo.
Il grifondoro chiuse il volto in un sorriso fiducioso
<< Il regalo di un vecchio amico>>
Lanciò l’oggetto di metallo e questi rotolò sul pavimento della grotta, per circa un paio di metri ,prima di fermarsi proprio al centro della sala
<< Perché vedi …io non sono esattamente uno studente>>
come dal nulla,una luce abbagliante cominciò a protrasrsi al di fuori del corpo circolare
<< Sono un auror>>  
In quel preciso istante, otto figure indistinte, iniziarono a prendere forma attorno alla massa di studenti .Easter Bunnymund, Sanderson Manzonies, Nicholas Nord, la professoressa Tathoonia e quella Witchliffe,uniti alla presenza di un totale di quattro maghi indossanti divise da auror, si ergevano a pochi passi dalla figura di  Tenebre, con le bacchette levate al soffitto e il volto chiuso in un espressione d'intesa
<< Pitch Black, per ordine del dipartimento di giustizia magico della Gran Bretagna…ti dichiaro in arresto>>
<< Preside Nord ! >>
l’insegnante dilatò le pupille, per poi volgere la propria attenzione nei confronti del gruppo
<< Ragazzi >>sussurrò.
Chiuse il volto in un sorriso divertito
<< Sono felice di vedere che siete tutti sani e salvi>>ridacchiò.
Puntò lo sguardo in direzione dell’unico serpeverde della brigata
<< Jack>>
Il londinese porse all’uomo un leggero cenno del capo
<<< Signore>>
Prima ancora che potesse accennare minimamente a continuare, la voce fredda e tagliente del professor Bunnymand cominciò a rieccheggiare nelle profondità della grotta
<< Per quanto la rimpatriata potrà sembrarle piacevole, signore Frost,una volta tornati al castello io e lei avremo una bella discussione riguardo ai suoi sempre più frequenti impulsi…grifondoro, oserei dire>>
Il giovane fissò l’animagus dritto negli occhi ,per poi deglutire a fatica. La creatura annuì compiaciuta e puntò la bacchetta in direzione di Picth
<< Mantenetelo sotto tiro>>ordinò.
I sottoposti fecero come gli era stato detto. Il mago oscuro passò la testa da parte a parte della caverna, prima di emettere un leggero sbuffo
<<  Bhe, questa è senza dubbio un’accoglienza piuttosto fredda. Ok,come volete …>>
alzò ambe le braccia in posizione di difesa
<< Mi arrendo!>>
Il tempo parve fermarsi. Silenzio. Era tutto ciò che attraversava le rocce dell’androne. Un silenzio innaturale, quasi comico ,a parere di Jack.
Il serpverde compì un paio di colpi di tosse, per poi porre la domanda che chiunque sano di mente avrebbe fatto
<< Cosa?>>
La creatura si strinse nelle spalle e agitò le mani con fare disinvolto
<< Parlè,bandiera bianca…quello che volete. Sono vostro! Mi avete preso. è giunto il momento di lasciare il timone e sottomettermi alle veci di madame giustizia>>
Anna fu la prima a frasi avanti
<< Sei serio?! >>domandò scettica.
Pitch annuì di rimando
<< Come mai prima d’ora>>confermò.
Porse la braccia in avanti e volse al gruppo un espressione beffarda.
Nord  non perse tempo ed estrasse un paio di oggetti di metallo dalla tasca della giacca
<< Ammanettatelo>>ordinò.
Uno degli auror afferrò i ceppi e ne strinse i lucchetti attorno ai polsi della creatura. Questa inarcò un sopracciglio e schiocco la lingua
<< Bhe,questo è senza dubbio un pessimo lavoro. Che sono io, un mangiamorte ?>>
si porse in avanti finchè non ebbe i propri occhi a contatto con quelli del funzionario
<< Stringile>>sibilò.
L’uomo deglutì ,prima di fare come gli era stato detto.
Pitch sorrise compiaciuto
<< Così va meglio>>commentò.
Puntò lo sguardo in direzione dei guardiani
<< Allora ? Dove andiamo di bello? Al ministero ,presumo>>
Nicholas emise uno sbuffo divertito
<< Con Morton e la tua corte di incubi ad aspettarci? Io non credo>>
Al sentire tali parole, il mago oscuro dilatò le pupille
<< Allora…dove siamo diretti?>>
Il vecchio chiuse il volto in un sorriso d’intesa
<< Nell’unico posto in cui non saranno in grado di entrare>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< A Hogwarts>>

 

                                                                                                ***

Hogwarts

<< Avete delle tartine? È l’unica cosa a cui riesco a pensare: le tartine! Credo di avere le voglie. Strano, non ho mai avuto le voglie, prima d’ora>>
ebbe appena il tempo di riprendere a parlare, che una mano lo colpì in pieno volto, facendo sussultare la maggior parte dei presenti.
Pitch alzò lo sguardo e fissò Nicholas Nord dritto negli occhi
<< Mai cominciare dalla testa, la vittima rimane…confusa, capisci? Non riesce più a…>>
il mago sferrò un secondo pugno allo stomaco della creatura.
Dopo appena un paio di secondi, questa volse all’uomo un sorriso divertito
<< Visto?>>
Il vecchio si porse in avanti e afferrò il signore oscuro al livello della collottola
<< Chiudi… la bocca>>sibilò.
L’entità inarcò un sopracciglio, prima di inclinare leggermente la testa
<< Oggi sei davvero un brontolone, lo sai?>>
Il silenzio calò inesorabile, nelle profondità della sala. L’ex capo warlock chiuse il volto in un espressione di puro disgusto, per poi volgere la propria attenzione nei confronti degli insegnanti
<< Legatelo!>>ordinò.
Questi annuirono senza protestare.
Jack, così come il resto dei suoi amici, non sapeva come reagire. Non avevano mai visto il loro amato preside comportarsi in un modo tanto aggressivo.
Quando il vecchio fuoriuscì dall’androne della camera, seguito dal corpo docenti, Merida puntò lo sguardo in direzione di Nodd e prese un respiro profondo
<<< Quindi, fammi capire ben…tu sei un auror ?>>
il grifondoro trasalì leggermente, prima di annuire con fare imbarazzato
<< Bhe,sono ancora un tirocinante ma…sì !>>
La rossa volse al compagno un espressione indecifrabile
<< Com’è possibile?>>domandò Hiccup.
Il giovane si strinse nelle spalle
<< In Bulgaria abbiamo un limite d’età molto più basso per poterci laureare>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Quando la situazione al ministero ha cominciato a farsi ingestibile, Nicholas mi ha chiesto di mantenere un occhio sulla scuola, convinto del fatto che Pitch Black avrebbe cercato di giocare qualche tiro mancino. Essendo neutrale nei confronti della politica locale sarei stato l’individuo perfetto per infiltrarmi tra gli studenti e segnalare attività sospette>>
mise la mano destra nella tasca della divisa e ne estrasse un piccolo oggetto di forma circolare
<< Una moneta di trasposto. Funziona come segnalatore e passaporta. Una volta capito quello che era realmente successo al vostro amico, l’ho attivata, permettendo al resto della squadra di localizzarci>>
Allargò ambe le braccia e puntò lo sguardo in direzione delle persone che erano rimaste all’interno della sala pranzo
<< Quelli che vedete, sono gli unici auror sfuggiti al controllo del ministro Mortron>>
rivolse la propria attenzione nei confronti del gruppo
<< Siamo la resistenza ,ragazzi. Nel vero senso della parola>>ridacchiò. 
Sia Jack che Rapunzel non poterono fare a meno di sorridere. Hiccup e Kristoff fissarono il giovane con espressioni di  rispetto, così come Anna ed Elsa, mentre Merida, che fin da quando lo aveva incontrato aveva sempre mantenuto una sorta di rancore nei  confronti del compagno, porse al grifondoro uno sguardo leggermente imbarazzato.

<< Nod !>>
Il suono di quella voce richiamò l’attenzione degli studenti. Una ragazza sui diciotto anni, i cui capelli rossi erano stati avvolti in un codino e indossante una divisa da auror, cominciò a farsi strada in direzione del gruppo.
Nod porse alla giovane un sorriso a trentadue denti
<< M-key !>>
La donna posò le labbra su quelle del giovane e questi restituì il bacio, prima di avvolgerla in un abbraccio
<< Amici,vorrei presentarmi Mary Katerine, la mia fidanzata>>
<< è un piacere>>risposero all’unisono.
La rossa volse loro un leggero inchino
<< Anche per me>>ribattè.
Puntò lo sguardo nei confronti del fidanzato
<< Nod, abbiamo ricevuto segnalazioni della squadra, circa un’ora fa. Un gruppo di fearling ha appena varcato i confini della scuola>>
Il grifondoro emise uno sbuffo di rimando<< Non riusciranno a entrare nel castello. Non finchè i reparti resteranno in piedi>>
Jack approfittò di quel momento per prendere parola
<< A tal proposito, vi sonsiglio di controllare l’intero perimetreo. Pitch è riuscito a entrare, per cui…>>
Entrambi gli agenti annuirono in comprensione
<< Sarà fatto. Ci pensi tu?>>
fissò la giovane dritta negli occhi e questa inarcò un sopracciglio
<< Ho altra scelta ?>>
Nod le porse un secondo bacio sulla guancia e la rossa cominciò a trotterellare al di fuori della sala grande.
Passati un paio di secondi, Hiccup volse lo sguardo in direzione di Pitch. Ad appena un centinaio di metri dal gruppo, il mago oscuro era stato legato a una delle colonne, ed era circondato da un totale di cinque auror.
<<  Di lui che ne farete ?>>domandò il tassorosso, indicando la creatura.
Nod puntò la propria attenzione nei confronti dell’esere, per poi stringersi nelle spalle
<<  Non ne ho idea>>e ,detto questo, anch’egli fuoriuscì dalla camera.

                                                                                                      * * *

Passarono le ore.
Sia Jack che Elsa erano rimasti all’interno della sala principale, in attesa di ricevere istruzioni.
Si guardarono l’un l’altro e,nell’espressione della corvonero, c’era qualcosa di più che semplice spavento. All’improvviso, il serpverde si rese conto che era la prima vota che si trovava da solo con lei da quelle ore rubate ,prima che tutto questo accadesse.
Era sicuro che anche lei se se ne stessse rendendo conto.
Fissò l’amica in quegli occhi color zaffiro
<< Stai bene?>>domandò preoccupato.
La giovane annuì lentamente
<< Credo di sì>>sussurrò.
Forse dal tono di voce sottomoesso o a causa di una semplice sensazione,il londinese non riuscì a crederle.
Dopo appena una decina di secondi, tuttavia, la studentessa prese un respiro profondo
<< Mi hanno visto>>
Il serpverde inarcò un sopracciglio
<< Cosa?>>
<< Hanno visto i miei poteri>>continuò lei.
Al sentire tali parole, il londinese non potè fare a meno di trasalire
<< Oh>>fu tutto quello che riuscì a dire.
Elsa volse la propria attenzione nei confronti del compagno
<< Ora cosa gli dirò?>>
sentì le lacrime cominciare a rigargli le guance e Jack la afferrò ,al livello delle spalle
<< Ehi,ehi,va tutto bene,non devi dirgli mica tutto. Ometti solo…>>
<< La parte in cui ho ucciso i nostri genitori?>>
Il silenzio calò inesorabile, all’interno della camera. Il giovane distolse lo sguardo. Non si era trovato in una situazione così difficile dai tempi della loro ultima gita al lago ghiacciato, pensò
<< Elsa!>>
la voce di Anna richiamò l’attenzione di entrambi. La grifondoro si avvicinò al duo con passo esitante,per poi fermarsi a circa un metro di distanza dalla sorella. Puntò lo sguardo in direzione del serpeverde e questi annuì in comprensione
<< Vi lascio sole>>e,detto questo,si allontanò.
La rossa non perse tempo e rivolse la propria attenzione nei confronti di Elsa
<< Da quanto tempo ?>>domandò.
La corvonero trasalì leggermente ,prima di emettere un sospiro di rassegnazione
<< Da quando ero bambina>>confessò.
Anna non sapeva cosa rispondere. Voglio dire, vivevano praticamente insieme! E lei voleva farle credere che, per tutti questi anni, non si era mai minimamente accorta del fatto che la sorella avesse poteri in grado di controllare il ghiaccio a piacimento?
L’idea da sola suonava semplicemente ridicola…giusto?
<< Perché non me l’hai detto?>>continuò.
La giovane alzò la testa e fissò la sorella dritta negli occhi
<< Hai paura,non è vero?>>domandò esitante.
Al sentire tali parole, la grifondoro non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Paura? Ma che dici? Elsa,quello che puoi fare è assolutamente incredibile!>>
Elsa si aspettava tante cose.Si era aspettata rabbia, tradimento, repulsion. Eppure…la pura e semplice sorpresa non era una di queste
<< Non pensi che io sia un mostro?>>domandò scettica.
Non ebbe neanche il tempo di continuare a parlare, che  un paio di braccia cominciarono ad avvolgerle il corpo. Sentì qualcosa di umido bagnarle la spalla e dilatò le pupille
<< Come puoi solamente pensare una cosa del genere?>>
la grifondoro alzò lo sguardo e posò delicatamente la mano destra sul volto della giovane
<< Sei mia sorella, Elsa>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Io ti amo…e ti amerò per sempre. Nel bene e nel male>>
La corvonero rimase ferma e immobile, completamente scioccata. Percependo il suo disagio, la rossa le rivolse un sorriso divertito
<< Ora dammi un abbraccio>>ordinò.
Tutto quello che Elsa riuscì a fare fu acconsentire
<< Ora ti riconosco>>ridacchiò l’altra.
La studentessa scavò la testa nell’incavo del collo e cominciò a piangere
<< Per quanto rigurda quella tua bizzarra capacità…devi assolutamente raccontarmi tutto>>continuò.
La corvonero annuì lentamente
<< Certo>>sussurrò tra i singhiozzi.

                                                                                             * * *                                           

Nicholas nord non era attualmente un uomo felice. Il motivo? Perché di fronte a lui, con il volto chiuso in un ghigno beffardo, altri non vi era che la più grande minaccia che la creazione stessa avesse mai dovuto affrontare.
A pochi passi da lui, Jack Frost non perse tempo e affiancò in fretta e furia la figura dell’auror, puntando lo sguardo in direzione di Pitch
<< è lui? È davvero Tenebre?>>domandò esitante.
Il preside volse la propria attenzione nei confronti della creatura, prima di emettere un sospiro di rammarico
<< Sinceramente? Non ne ho la minima idea>>
Jack fissò l’uomo con un’ espressione visibilmente confusa stampata in volto
<<  il Tenebre di cui mi hanno raccontato i miei antenati… non avrebbe esitato a ridurre in cenere questo posto>>continuò il vecchio.
L’alunno annuì comprensivo
<<  L’avete catturato>>osservò
<< Allora perché ho come la sensazione che l’unico che voglia trovarsi in questo posto sia lui>>ribattè l’altro.
Al sentire tali parole, il serpeverde non potè fare a meno di emettere un piccolo sussulto.
Rimasero in silenzio per circa un minuto buono, prima che il docente compì un paio di colpi di tosse
<< Il treno per King Cross partirà tra un’ora e mi aspetto di vederti lì>>
Il giovane inarcò un sopracciglio
<< Volete inviare gli studenti alle loro famiglie?>>
<< Con quella...cosa qui,in mezzo a loro? È l’unica opzione a nostra disposizione>>sussurrò.
In quel preciso istante, le figure di Hiccup e Rapunzel cominciarono a farsi strada in direzione del duo.
Nicholas volse la propria attenzione nei confronti della coppia di studenti
<< Ah,signor Haddock,miss Corona>>
Entrambi salutarono con un leggero inchino. Il vecchio ridacchiò ,per poi puntare lo sguardo in direzione del tassorosso
<< Ho chiamato Scaracchio,sarà qui tra un paio di minuti per riportare il pegaso e la furia buia alle scuderie>>
Il berkiano chiuse il volto in un sorriso sincero
<< Grazie signore>>
L’uomo annuì contemplativo e fuoriuscì dalla sala, lasciando solo il gruppo di giovani. Rapunzel posò la mano destra sulla guancia del londinese e questi si voltò a guardarla
<< Stai bene?>>domandò lei, con fare preoccupato.
Il giovane trasalì e prese un respiro profondo
<< Non lo so>>sussurrò.
Volse la propria attenzione nei confronti di Pitch.
La creatura aveva ancora il suo solito sorriso stampato in volto e inviò al giovane un occhiolino beffardo. Il serpverde strinse i denti e compì un passo in avanti, prima di essere fermato dal braccio di Hiccup
<< Lascia stare. Cerca solo di provocarti>>tentò di calmarlo.
Lo studente fissò il compagno dritto negli occhi, prima di annuire con fare riluttante.
Il tassorosso emise un sospiro di sollievo
<< Su,torniamo ai dormitori. Dobbiamo ancora preparare le valigie>>e, detto questo, il trio cominciò a incamminarsi in direzione delle rispettive camere.
A circa un paio di chilometri da loro, di fronte alla barriera che avvolgeva il perimetro della scuola,un gruppo di fearling aspettava paziente.



Salve a tutti! Scusate per l'icredibile ritardo ma ero in montagna e,non avendo internet,non ho potuto aggiornare.Spero che questo primo capitolo abbia suscitato la vostra curiositaà.Piaciuta l'introduzione di Tenebre/Pitch? pensavate che Pitch da solo fosse cattivo? Bhe,lui e MOLTO peggio.
e così,Nod è un auror.Sorpresi?
Per quelli di voi che non lo sanno:
M-Key è la protagonista del fil Epic mentre Mudy è la cameriera del film Ribelle-The brave.
Se il chappy vi è piaciuto commentate e recendite in tanti!


 

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Capitolo 2
*** Il cavalerie dell'apocalisse ***


Salve a tutti! Sono ...tornatoooooo!!!!
vi chiedo scusa per il terribile ritardo e ,a chi ha scitto delle recensioni per il capitolo precedente,mi dispiace di non aver risposto ma ho avuto un incidente e sono rimasto temporaneamente incapace di utilizzare la mano destra( sapete,gesso e tutto...)
Spero che questo capitolo mi faccia perdonare.

Il cavaliere dell'apocalisse


Pitch Black era annoiato. Molto annoiato, a dire il vero.
Quando aveva deciso di offrirsi volontariamente alla merce dei guardiani, si era aspettato di ricevere un trattamento un po’più…movimentato, per così dire.
Si era aspettato che qualcuno venisse a interrogarlo.Si era aspettato che avrebbero mandato qualcuno a torturarlo per estorcergli informazioni. Si era persino aspettato qualche scappatella del giovane Frost, magari un  paio di pugni allo stomaco ben piazzati, in qualche patetico tentativo di liberare la rabbia repressa accumulatasi durante gli anni. Eppure, dopo più di un’ora, non una sola persona era venuta a fargli visita.
Che senso aveva farsi catturare se non si poteva nemmeno giocare un po’ con i propri carcerieri ?
Iniziò a costruire uno schema mentale della sala in cui si trovava. Era legato saldamento a una colonna in marmo, circondato da un totale di cinque auror, uno dei quali pareva una giovane donna indossante lo stemma della Bulgaria.
Alzò la testa, rivolgendo la propria attenzione nei confronti della giovane e prese un respiro profondo
<< Chiedo scusa?>>
la voce fredda e sibilante richiamò l’attenzione dell’auror. I suoi occhi gialli entrarono in contatto con quelli castani di M-Kay con tanta intensità che alcuni dei presenti guardarono altrove, come se temessero di rimanere ustionati dall’intensità di quello sguardo.
La ragazza, tuttavia, sostenne tranquillamente l’esame e ,dopo qualche istante, la bocca della creatura si curvò in un sorriso quasi impercettibile
<< Ciao.Posso dirti una cosa molto importante?>>
Al sentire tali parole, la rossa inarcò un sopracciglio
<< Cosa?>>
Pitch passò la testa da parte a parte della sala, prima di puntare la propria attenzione nei confronti della giovane
<< Ecco…devo sussurrartela>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Vedi… è molto importante per tutte le persone che si trovano in questa scuola.Se non mi ascolti…finirai nei guai>>
Questa volta, M-Key si voltò completamente e incrociò ambe le braccia
<< Bhe,se è così importante perché dircelo?>>domandò incuriosita.
La creatura si strinse nelle spalle
<< Guardami, sono una folle entità dall’alba dei tempi. Andiamo, un po’ più vicino… solo un po’ più vicino. Sai,il tuo fidanzato resterebbe davvero colpito se scoprissi i miei segreti>>ridacchiò.
Per un attimo, la rossa sembro prendere in considerazione le parole dell’entità.
Compì un paio di passi in avanti e poi si fermò.
L’uomo emise un sospiro di scherno
<< Avvicinati un po’ di più, dai, smettila di perdere tempo, non essere timida. Non hai un odore così sgradevole come pensi>>tentò di rassicurarla.
La rossa prese un respiro profondo, per poi fermarsi ad appena un paio di centimetri dalla figura del mago oscuro
<< Ci sono cinque uomini armati intorno a te>>
<< Sì,sì è così>>confermò l’altro
<< Se hai qualcosa, da dire dilla e basta>>continuò lei.
Pitch annuì comprensivo per poi compiere un paio di colpi di tosse.
Quando M-Key allungò il collo ,la creatura si porse in avanti e prese un respiro profondo
<< Ti ucciderò tra un minuto>>
...
Il tempo parve fermarsi.
La rossa sentì il cuore mancargli un battito e puntò lo sguardo in direzione della creatura.
Questa non perse tempo e chiuse il volto in un sorriso agghiacciante
<< Non sto scherzando. Da un momento all’altro sarai morta come un pesce al mercato, tutta molle e puzzolente…oh,ma non dirlo a nessuno. Questo è un piano segreto>>
l’auror indietreggiò bruscamente
<< Perché ti disturberesti a uccidermi, non sono importante>>ribattè lei.
Il signore oscuro emise uno sbuffo di rimando
<< Oh, sciocchina. Perchè far scoppiare un palloncino? Perchè sei adorabile. Dovresti avere un po’ più di fiducia in te stessa>>
M-Key mantenne un espressione fredda e distaccata ma,al suo interno, stava tremando
<< Ok. Scusa, ma devo tornare al lavoro>>e, detto questo, tornò nella posizione di prima.
Pitch Black annuì comprensivo
<< Ma certo, continua pure. Un conto alla rovescia non ti aiuterebbe a concentrarti ?>>
<< No, va bene così>>
<< Dieci. non ti spaventare ,sono ancora alla doppia cifra>>
<< Non ho paura>>
<< Nove. no, certo che no, perché tanto sai che morirai comunque>>
<< Per favore,fa silenzio>>
<< Otto. gli umani nascono che già muoiono, la durata delle vostre vite fa davvero ridere>>
<< Smettila>>
<< sette. lo sai che nel momento in cui vieni espulso…inizi a marcire , ti decomponi. La vostra puzza…oddio, che schifo, non riuscirò mai a pulire questo posto…tre>>
<< Tre?!>>
la creatura si strinse nelle spalle
<< Sto accellerando per l’effetto drammatico>>
fece una pausa per riprendere fiato e rivolse la propria attenzione nei confronti della rossa
<< Oh…,cos’è quella cosa che hai in tasca?>>domandò incuriosito.
La giovane inarcò un sopracciglio e infilò la mano destra nella tasca della divisa
<< Non c’è niente nella mia…>>
non ebbe neanche il tempo di completare la frase che le sue dita entrarono in contatto con qualcosa di freddo e metallico.
Afferrò l’oggetto al livello di quello che poteva benissimo sembrare l’estremità di un gancio e cominciò a tirarlo al di fuori della giacca.
A pochi metri da lei, Pitch non potè fare a meno di imitare un espressione visibilmente sconvolta
<< Oh,acciderbolina>>sussurrò.
Fissò le manette con falso interesse prima di scuotere leggermente la testa
<< Sembrano tranquille,ma sono sempre le peggiori>>commentò.
M-Key inalò bruscamente e prese un respiro profondo
<< Non sono mie>>sussurrò.
In quel preciso istante, la voce di Pitch risuonò tagliente ,ad appena un paio di centimetri dalle sue orecchie
<< Oh,bhe…allora devono essere le mie>>
Non ebbe neanche il tempo di voltarsi, che un paio di mani grigie come la cenere cominciarono ad avvolgersi attorno al suo collo.
Tentò di afferrare la bacchetta ma si ritrovò incapace di compiere anche il più piccolo dei movimenti.
Dietro di lei, il resto degli auror alzò i legni in posizione d’attacco, pronti a sferrare gli anatemi.
Pitch Black fu più veloce e issò il corpo della rossa di fronte al suo, utilizzandolo come scudo. I maghi compirono un passo all’indietro.
La creatura sorrise compiaciuta
<< Giù le bacchette>>ordinò.
Gli uomini esitarono un momento, prima di fare come gli era stato detto.
M-Key fissò la creatura dritta negli occhi
<< Tu…>>
<< Ti ricordi di me ?>>ridacchiò l’altro.
E poi accadde. Il mago oscuro affondò la mano destra nel petto della ragazza.
La rossa si era aspettata molte cose. Dolore,paura,uno spruzzo di sangue,eppure…niente.
Abbassò la testa e sentì il fiato mozzarglisi in gola.
Dal punto esatto in cui l’entità aveva scavato l’arto nelle profondità del suo addome, aveva cominciato a ramificarsi una sostanza nera e malleabile che cominciò a protrarsi per tutto il corpo dell’auror fino a giungere nei pressi del volto.
Di fronte a lei, la creatura ridacchiò
<< Me,me ,me>>
Non passarono che appena un paio di secondi, che  la figura di Mary Katerine aveva appena lasciato posto a quella di un fearling in piena regola, completo di maschera d’argento e spada saldamente tenuta nella mano destra.
Pitch non perse tempo e rivolse la propria attenzione nei confronti degli uomini rimasti, mostrando loro ambe le mani
<< Come se un paio di manette potessero fermarmi>>
Alzò il braccio destro in direzione del soffitto
<< Ed ora…inizia lo spettacolo!>>e, detto questo, schioccò le dita.

                                                                                                                   * * *

La volpe trottava sgraziata sul ciglio del sentiero.
Si era allontanata dalla tana più di quanto avesse  voluto, ma il sole era caldo sulla schiena e gli odori le sfrigolavano nel naso formando nel cervello immagini rudimentali che non erano proprio figure. Si fermò e, per un istante, si drizzò sulle zampe posteriori.
Gli occhi non erano più quelli di una volta, ma ci vedeva abbastanza bene da distinguere poco distante una figura umanoide che veniva verso di lei dal ciglio opposto.
La creatura si fermò e la volpe capì di essere stata vista.
Alla sua destra e poco più avanti c’era la sagoma di una roccia. Si sarebbe nascosta la sotto, avrebbe aspettato che l’uomo passasse, poi sarebbe andata a vedere se fosse rimasto in giro qualcosa di gustoso da…
arrivò fin li nei suoi ragionamenti anche se era stata tagliata in due. Poi cadde spezzata e il fearling la oltrepassò, la lama lucente ricoperta di sangue

                                                                                                                      * * *

All’interno della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, Nicholas Nord e Nod Lifeman percepirono il terremoto causato dall'onda d'urto.
Il giovane auror volse la propria attenzione nei confronti del preside
<< Cos’è stato?>>domandò, in tono preoccupato.
L’uomo non perse tempo e puntò lo sguardo in direzione della finestra più vicina. Ispirò bruscamente ,una volta che i suoi occhi entrarono in contatto con i confini del castello
<< Non può essere>>sussurrò.
Il grifondoro affiancò il vecchio e porse la testa oltre il bordo dell’apertura
<< Cosa? Che succede?>>
Nord volse al giovane un espressione visibilmente scioccata
<< I reparti…stanno cadendo!>>
Non appena ebbe pronunciato tali parole, l’ex bulgaro dilatò le pupille e spalancò la bocca
<< M- Key>>sussurrò.
Non passarono appena che un paio di secondi, che Nod Lifeman iniziò a correre in direzione della sala grande.
Il preside volse la mano in avanti, nel tentativo di fermarlo
<< Nod,aspetta!>>
il grifondoro sembro non prestargli attenzione e oltrepassò l’uscio della porta.
L’uomo puntò nuovamente lo sguardo in direzione del parco, appena in tempo per vedere una lunga serie di figure vestite di nero attraversare la volta del cielo
<< Oddio>>furono le uniche parole che fuoriuscirono dalla sua bocca.

                                                                                                             * * *                                                                

Lo scoppio fu rapido e silenzioso. In prossimità dei dormitori corvonero, Jack Frost inarcò un sopracciglio, il bastone ancora saldamente tenuto nella mano destra, e rivolse la propria attenzione nei confronti di Rapunzel
<< Hai sentito anche tu?>>domandò alla mora.
La giovane annuì di rimando.
Il serpeverde strinse gli occhi e iniziò a incamminarsi in direzione della parete più vicina.
La corvonero lo fissò con fare incerto
<< Jack?>>
<< Shhh, ascolta !>>
Il londinese posò l’orecchio sulla superficie in pietra e dilatò le pupille. L’intera roccia pareva attraversata da una serie di prolungate vibrazioni.
Sabba e pezzi di detriti cominciarono a scivolare dalle paratie del soffito. Poi, una realizzazione lo colpì
<< Oh, no>>
Alzò lo sguardo e poi,come al nulla, si materializzò la figura di un essere umano.
No. Non era per niente un essere umano. Era qualcosa di completamente diverso. Un mostro. Un incubo.
Con la maschera d’argento e gli occhi vuoti dei colori della notte,il fearling fissò dritto nell’anima del giovane.
Tirò indietro il braccio destro e, dalla sua mano, si allungò qualcosa: una spada delle dimensioni di un gladio, sottile e trasparente come acqua, piegata in una curva affilata. La punta rifletteva il rossore che avvolgeva la creatura, sempre più concreta e cupa, come se in quel luccicore rabbioso si stesse concentrando tutta la sua energia. La spada brillò di fiamme per poi divenire nera d’inchiostro
<< Jack !>>
Rapunzel balzò in avanti, nel tentativo di proteggere il compagno. Il serpeverde chiuse gli occhi,in attesa di ricevere il colpo inferto dalla lama ,ma questo non arrivò mai.<< Stupeficium!>>
Lo zampillo di luce rossa centrò il fearling in pieno petto, che si bloccò col braccio ancora sollevato. La spada cadde tintinnando e lui barcollò all’indietro, contro la parete in marmo. Jack si aspettava di sentire uno schianto, invece la testa dell’incubo si afflosciò e lui rimase fermo e immobile in mezzo al corridoio. Il londinese non perse tempo e volse la propria attenzione nel punto da cui era partito l’incanto.
A circa tre metri di distanza, vi erano Hiccup e Merida,bacchette sguainate e con i volti chiusi in espressioni di puro shock.
La grifondoro si fece avanti per prima
<< Correte,presto!>>
e iniziarono a correre.
Il serpverde agguantò Rapunzel e la trascinò via, proteggendosi la testa con un braccio mentre schegge e pezzi di vetro iniziarono a volare in ogni direzione. Dal polverone emerse un sognatore che si lanciò su di loro, ma Merida gli tirò una gomitata sul volto mascherato, facendolo inciampare. Tutto intorno a loro era un coro di urla, gemiti di dolore e schianti, mentre i mobili e le armature che alloggiavano nei corridoi cadevano come sassi e le voci spettrali dei fearling fuoriuscivano dalle ombre. Jack si rese conto che la via di fuga era sgombra e vide Hiccup, Rapunzel e Merida superarlo di corsa coprendosi la testa con le braccia. Qualcosa di affilato lo colpì a una guancia, ma lui chinò il capo e continuò a correre.
Poi sentì una mano calargli sulla spalla. Si voltò di colpo ,appena in tempo perché i suoi occhi entrassero in contatto con quelli di una studentessa vestita in abiti corvonero
<<  Mavis!>>
la giovane annuì di rimando
<< Raggazzi,per fortuna siete qui>>
<< Come diavolo hanno fatto a entrare?!>>domandò Hiccup.
Affianco a lei,Jhonny non potè fare a meno di stringersi nelle spalle
<< Non lo so,ma sono ovunque>>li informò.
Jack ispirò bruscamente e dilatò le pupille, prima di abbassare leggermente la testa, in direzione del pavimento
<< Pitch>>sussurrò.
E cominciò a correre verso la sala grande.
Rapunzel tentò di afferrarlo per la spalla ma senza successo
<< Jack !>>
le sue grida, tuttavia, furono assai vane, poiché la figura del compagno scomparve tra la massa di studente in fuga.

                                                                                                                            * * *

<< Pietrifius Totalus !>>
Il fearling si contorse come se fosse stato colpito nella schiena da qualcosa di duro e cadde, rigido come una statua di cera. Non aveva ancora toccato terra quando Jack lo scavalcò e corse giù per la scala buia.
Il terrore gli lacerava il petto…doveva raggiungere Nord e prendere Pitch.
Superò con un balzo gli ultimi dieci scalini e si fermò, la bacchetta alzata. Il corridoio  illuminato fiocamente era pieno di polvere; metà del soffitto sembrava essere crollata e davanti a lui impazzava una battaglia ma, mentre cercava di capire chi combatteva contro chi,udì una voce gridare.Il serpeverde si lanciò in direzione delle urla ma uno dei combattenti si allontanò dalla mischia e si scagliò contro di lui. Gli fu addosso prima che riuscisse ad alzare il legno. Jack cadde all’indietro, sentendo i capelli arruffati premergli contro la fredda pietra, mentre il puzzo di sangue e sudore gli riempiva naso e bocca, l’avido fiato gelido sul collo
<< stuperficium !>>
il giovane sentì il sognatore crollargli addosso.
Con uno sforzo immane lo spinse via da se, e si chinò appena in tempo per evitare uno spruzzo di luce verde. Si gettò a capofitto nella mischia.
I suoi piedi finirono in qualcosa di molle e scivoloso e barcollò. Una decina di corpi erano distesi a faccia in giù, in una pozza di sangue.
<< Impediata !>>
la sua maledizione colpì il petto di un fearling,che squittì in modo quasi comico. Lo sollevò da terra e lo scagliò contro la parete opposta, dove cadde alle spalle di Kristoff,della professoressa Tathoonia e di Bunnymund,ciascuno impegnato contro un sognatore. Più in la, Jack vide Elsa combattere contro un enorme mago dai capelli rossi che scagliava anatemi ovunque. Rimbalzavano sulle pareti, spaccavano la pietra e mandavano in frantumi i vetri delle finestre più vicine. Uno spruzzo di ghiaccio lo mancò per poco.
<< Jack,dove diavolo eri ?!>>gridò la corvonero,ma non c’era tempo per risponderle.
Il serpeverde si rimise in piedi e si lanciò lungo il corridoio, ignorando le esplosioni dietro di lui, i richiami degli altri, e il muto appello dei corpi a terra, la cui sorte pareva ancora ignota.
Girò un angolo e la spada di un fearling gli volò addosso. Si tuffò dietro un armatura e questa si conficcò nel ferro della faretra. Il serpeverde attraversò di corsa la sala da pranzo e uscì nel parco. Distinse appena un paio di figure che correvano sul prato, direttamente coinvolte in un duello all’ultimo sangue contro i rispettivi avversari.
La fredda aria notturna lacerò i polmoni del giovane ,che si lanciò verso l’entrata più vicina. In lontananza un lampo di luce verde delineò la sagoma di un fearling. Non sapeva cosa l’avesse provocato ma continuò a correre.
Qualcosa lo colpì nella schiena e lui cadde in avanti. Sbattè la faccia a terra e il sangue schizzò dalle narici.
Rotolò, il bastone in pugno, sapendo che gli incubi superati con la scorciatoia si stavano avvicinando.<< Stupeficium !>>urlò,rotolandosi ancora, rannicchiato contro il suolo buio, e ,miracolosamente, la sua fattura colpì una delle creature, che barcollò e cadde, sbilanciandone un’altra. Jack balzò in piedi e corse avanti, in direzione di Pitch.si bloccò di colpo, non appena i suoi occhi entrarono in contatto con le figure di cinque fearling che affiancarono il corpo delle creatura.
Pitch si voltò, rivolgendo la propria attenzione nei confronti del giovane
<< Oh, era davvero spaventata, un classico!>>
Al sentire tali parole,il cuore del serpeverde mancò un battito.Iniziò a guardarsi intorno ,alla ricerca degli auror ,ma di questi  non vi era la benchè minima traccia.
Poi,una realizzazione lo colpì.
C’erano cinque auror a guardia di Pitch.
Puntò lo sguardo in direzione degli incubi e dilatò le pupille.
La creatura gli inviò un sorriso divertito
<< Ci sono altri dei tuoi amici con cui potrei giocare? >>

                                                                                                                         * * *

All’interno del suo ufficio,Nicholas Nord estrasse un pezzo di carta dal cassetto della scrivania.
Scrisse un paio di numero su di esso e afferrò la bacchetta dalla tasca della manica.
Aprì la porta della camera e prese un respiro profondo. Il tempo a sua disposizione era decisamente scarso, pensò tra se e se.

                                                                                                                          * * *                                 

Pitch compì un paio di passi in direzione dello studente
<< Chiedimelo>>
il serpeverde issò la punta del bastone al livello delle spalle, in posizione d’attacco
<< Sta zitto!>>ringhiò.
La creatura mise ambe le mani su fianchi, con fare infantile
<< Oh, andiamo, chiedimelo! Sai di volerlo fare. Vuoi saperlo ,non è vero? Sapere qual è il mio piano. Saresti sorpreso ! Ho un regalino per tutti voi>>
Il giovane inarcò un sopracciglio
<< Di che stai parlando?>>
Non ebbe neanche il tempo di approfondire l’argomento, che la voce di Nod cominciò a rieccheggiare per tutta la lunghezza della sala
<< M-Key !>>
Pitch volse la propria attenzione nei confronti del grifondoro
<< Oh,fantastico, lui dev’essere il fidanzato! A te piace? A me piace>>
L’auror non perse tempo e issò la bacchetta in direzione del mago oscuro
<< Che cos’hai fatto a M-Key ?>>domandò ,in tono tagliente.
In tutta risposta, l’entita gli inviò uno sbuffo divertito
<< Questa conversazione mi annoia>>
non appenna ebbe pronunciato tali parole, un paio di fearling si materializzarono dal nulla alle spalle dello studente
<< Tenetelo fermo>>ordinò.
Le creature afferrarono il bulgaro per le braccia, impedendogli di utilizzare il legno.
Pitch non perse tempo e affondò la mano destra nel petto del giovane.
Jack fissò il tutto con fare attonito
<< No!>>
Si lanciò in avanti e un proiettile di ghiaccio scaturì dall’inclinatura del bastone. Tuttavia, la traiettoria dell’anatema venne prontamente intercettata dalla spada di un fearling.
Fissò il signore oscuro dritto negli occhi,un paio di pupille fredde come il ghiaccio in perfetto contrasto con quelle color sabbia dell’avversario
<< Perché l’hai fatto?! Non dovevi farlo!>>
l’uomo si strinse nelle spalle
<< Oh,suvvia,non essere egoista,mancherà anche a me! Anzi,sai che faccio? Me ne vado>>
volse lo sguardo in direzione degli incubi
<< Ragazzi,fate a saltare in aria questa scuola>>
estrasse la bacchetta dalla tasca della manica
<< Ed ora…inondiamo il cielo di fiamme>>
e poi avvenne l’esplosione.
Puntò la bacchetta in direzione del soffitto e una stringa di luce rossa iniziò a protrarsi al di fuori della punta. Il raggio andò a schiantarsi contro le paratie in legno, riducendole in cenere. Ovunque, intorno alla sala, la copertura cominciò a crollare.
<< Impediata !>>
Pitch schivò la maledizione, facendo cadere Jack prima che riuscisse a completarla.
Il giovane si rialzò mentre il mago oscuro compì un brusco movimento con la mano destra.
<< Impediata !>> gridò il serpverde per la seconda volta, mirando all’ombra di fronte a lui ma la creatura lo parò ancora.
Jack lo vide ridere beffardo.
<< incar…>>ruggì lo studente, ma Pitch deviò l’incantesimo con un cenno quasi pigro del braccio
<< Possiedi il bastone di Nightlight ma non hai il suo spirito o la sua forza>>lo schernì.
Un urlo inarticolato di rabbia gli sfuggì: in quel momento non gli importava di vivere o di morire.
Si rialzò e barcollò alla cieca verso Pitch,l’uomo che ormai odiava più di chiunque altro al mondo.
Uno spruzzò di ghiaccio balenò, dalla punta del bastone. Il mago oscuro agitò la bacchetta e l’attacco venne respinto.
Si udì un esplosione e Jack fu scagliato contro la parete . Battè di nuovo a terrà e ,questa volta, il legno gli volò via dalla mano.
La creatura sogghignò
<< Debole>>
Iniziò a incamminarsi con passo felpato in direzione del bastone.
Jack strinse gli occhi sulla creatura ma, al suo interno, stava gioendo. Non appena Pitch avrebbe toccato la bacchetta avrebbe ricevuto una bella sorpresa, ridacchiò a se stesso. Pochi ne erano a conoscenza, infatti, ma solo colui che aveva ereditato la reliquia poteva usarlo senza subire alcun danno fisico.
Poi accadde l’immaginabile.
Le lunghe dita ossute dell’entità si chiusero sul manico del legno.
Non accadde niente.
Nessuno scoppio, nessun segno di grida…niente di niente.
Il serpeverde alzò lo sguardo e fissò il mago oscuro con un espressione visibilmente scioccata stampata in volto.
La creatura gli inviò un sorriso divertito
<< Pensavi davvero che avrebbe funzionato, Jack?>>
Iniziò a roteare il bastone come fosse una lancia
<< Mi dispiace deluderti…ma io non sono più un essere umano>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Io sono…migliore>>

Com'era? spero bello !
Come al solito,commenti e recensioni sono MOLTO apprezzati.
Per chi mi stesse lanciando imprecazioni e maledizioni di ogni tipo,non preoccupatevi,M-key e Nod non sono morti .Sono solo sotto il controllo di Pitch.
Il fatto è che Pitch crede che rimarranno così per sempre per cui li considera morti.Riusciranno Jack e i suoi compagni a liberarli? Lo scopriremo nel prossimo capitolo di Hogwarts Big four!

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Capitolo 3
*** Lasciate ogni speranza ***


salve a tutti! sono ...tornatoooo!!!!
a chiunque era ina attesa di questo capitolo io dico...mi dispice ma la scuola mi ha tenuto molto occupato e,per chi è nella mia stessa situazione,saquanto gli inseganti possano essere dei luridi,ehm...lascio il resto alla vostra immaginazione.
Non che io vado male a scuola,anzi sono uno dei primi della classe,ma riconosco quando un insegante fa il suo lavoro bene e quando un altro è semplicemente lì per divertirsi a torturarci.
Ad ogni modo,non voglio annoiarvi con la mia vita,per cui...buona lettura!


Laciate ogni speranza

Jack non perse tempo ed estrasse la bacchetta dalla tasca della manica, puntandola in direzione dell’avversario
<< è impossibile>>sussurrò.
La creatura si strinse nelle spalle
<< Non impossibile. Solo un po’…improbabile>>
Rivolse la propria attenzione nei confronti del giovane e roteò il bastone una seconda volta
<< Avresti dovuto fare le tue ricerche, Jack>>compì un passo in avanti
<<  Vedi,io mi nutro di dolore e paura. Sono attratto dalla disperazione come le mosche dalla carne morta>>
afferrò il legno con ambe le mani
<< Più dolore e paura aleggiano nell’aria più io divento forte>>
fece una pausa per riprender fiato
<< E posso assicurarti una cosa, Jack. Questo… sarà senz’altro molto doloroso>>

Accadde tutto in un attimo. Calò la reliquia sulla punta del ginocchio e questa si spezzò.
E poi, senza alcun preavviso, il corpo di Jack esplose nel dolore.
Era un male che non aveva mai provato prima; la bacchetta gli cadde dalle dita mentre si portava le mani al petto: le ginocchia cedettero; cadde a terra accecato dal dolore; la testa stava per spaccarglisi in due. Afferrò il legno e  iniziò a correre.
Dietro di lui, la risata di Pitch rieccheggiò fredda e beffarda nell’oscurità dei sotterranei
<< Scappa,piccolo guardiano >>

                                                                                                                         * * *

Alvin si voltò, la bacchetta levata, ma  Tathoonia gli aveva già spedito contro uno schiantesimo.
Senza aspettare di scoprire se l’avesse centrato, Jack saltò giù dalla piattaforma delle scale, mettendosi fuori tiro.
I sognatori erano concentrati sui membri del consiglio professori, che scendevano in fretta i gradini di pietra facendo piovere su di loro un incantesimo dopo l’altro.
Attraverso i corpi in corsa e i lampi di luce, il serpeverde vide Kristoff strisciare lontano dalla mischia, e, schivando un raggio di luce verde, si tuffò sul pavimento per raggiungere Anna.
In quel preciso istante, il sostegno sotto di lui esplose ,colpito da un incantesimo, e un cratere si aprì là dove pochi secondi prima c’erano i suoi piedi.
Stava strisciando rapido al riparo, quando un braccio robusto scaturì dal nulla, afferrò il giovane per il collo e lo tirò su di peso, con i piedi che gli penzolavano a mezz’aria. Il fearling premeva così forte la gola da levargli il fiato.
Jack si guardò intorno.
Bunnymund duellava con un sognatore a tre metri di distanza; Withcliffe ne stava affrontando due; Sanderson,ancora a metà discesa, sparava incantesimi contro uno degli Stubbington Brothers…e nessuno di loro sembrava rendersi conto che stava per morire.
Sentì qualcosa simile a una lama smussata sfiorargli il viso con tanta forza da farlo barcollare e urtare le gambe tarantolate di un passante, ma il sortilegio scudo aveva attutito il peggio. Il fearling alzò la spada pronto a colpire.
In quel preciso istante, Nicholas Nord sbucò dal nulla, colpendo la creatura alla spalla e facendola cadere a terra.
Di nuovo, Jack riuscì a trattenere la bacchetta con la punta delle dita.
Il preside e l’incubo presero a duellare, le scintille che sprizzavano dalla bacchetta guizzanti come fuochi d’artificio. Il fearling ritrasse la spada per compiere il solito movimento di frusta .
Jack scattò in piedi urlando<< Pietrificus totalus!>>
Ancora una volta, le braccia e le gambe dell’essere s’irrigidirono e la creatura cadde sul pavimento con un tonfo.
<< Jack!>>
il serpverde volse lo sguardo in direzione del vecchio
<< Preside Nord!>>
L’uomo non perse tempo e posò ambe le mani sulle spalle dello studente
<< Qual è la situazione?>>
<< Pitch è fuggito>>
Non appena il giovane ebbe pronunciato tali parole, il tempo parve fermarsi.
L’ex guardiano chiuse il volto in un espressione di puro shock
<< Cosa?>>
<< Ha trasformato Lifeman e M-Key in fearling,io…io non so come ha fatto ma c’è riuscito! >>continuò l’altro.
Il preside non ebbe neanche il tempo di controbattere che la voce di Hiccup cominciò a rieccheggiare alle sue spalle
<< Signore,la maggior parte degli studenti sono stati evacuati  ,rimangono solo quelli dal quinto al settimo anno>>
<< Avremo bisogno degli altri insegnanti per poterli portare via>>lo informò Merida.
In quel preciso istante, la figura di Scaracchio iniziò a farsi strada in direzione del gruppo, seguita da quella di Rapunzel
<<  I centauri mi dicono che una seconda ondata di fearling ha attraversato il confine. Saranno qui entro la prossima mezz’ora>>
il tassorosso volse lo sguardo in direzione del guardiacaccia
<< Dov’è Sdentato ?>>domandò ,in tono preoccupato.
L’uomo prese un respiro profondo
<< Sta bene,ho inviato lui e il Maximus nel primo mezzo di trasporto diretto a Berk>>lo rassicurò.
Nicholas annuì soddisfatto ,prima di puntare la propria attenzione nei confronti di Jack
<< Dobbiamo abbandonare la scuola>>
Estrasse un oggetto sferico dalla tasca della divisa. Il serpverde osservò il globo con attenzione.
Pareva uno di quei globi di neve che potevano essere comparti a buon mercato in un qualsiasi negozio della periferia di Londra,completo di fiocchi di neve artificiali e una perfetta rappresentazione in  miniatura della scuola.
<< Che cos’è?>>domandò incuriosito
<<  Un sistema di trasposto di mia invenzione. Apre un portale per qualsiasi luogo accessibile attraverso smaterializzazione>>
<< E funziona?>>continuò Rapunzel.
L’uomo si strinse nelle spalle
<< Bhe, è solo un prototipo…>>
Ma in quel momento risuonò un tuono assordante e le porte della sala grande si spalancarono.
Sulla soglia c’era un uomo alto e magro, avvolto un  mantello nero come la notte.
Un lampo improvviso lo illuminò.
Tutte le teste dei ragazzi si volsero di scatto a guardarlo.
La creatura alzò la testa, rivelando un sorriso freddo e distaccato ,poi prese ad avanzare verso il centro della camera. I fearling si arrestarono. Jack li udì disporsi in fila di fronte al portico della scuola. Anche attraverso la massa di persone riuscì a percepire la luce rossastra che gli pioveva addosso dalle finestre. Sbirciò oltre uno dei compagni e vide la soglia affollarsi: i sopravvissuti alla battaglia uscivano sui gradini a fronteggiare i vincitori a vedere con i loro occhi se era vero,che Pitch Black era qui di fronte a loro.
Vide l’entità accarezzare la testa di un bambino con un solo dito bianco e sentì il sangue ribollirgli in corpo.
La creatura rivolse la propria attenzione nei confronti della folla, un paio di occhi gialli come il sole che parevano attraversare le anime dei presenti, e prese un respiro profondo
<< Buona sera,signore e signori !>>
puntò lo sguardo in direzione della professoressa Tathoonia
<< Creature di tutte le età !>>
e poi verso gli studenti
<< Odiosi marmocchi>>
fece una pausa per dare enfasi e allargò ambe le braccia
<< Noi siamo…gli animatori della serata !>>
Compì una rapida piroetta intorno alla sala
<< Abbassate le bacchette, studenti di Hogwarts poiché io vengo in pace. Non avete nulla da temere, non intendo farvi alcun male>>
Metà delle persone iniziarono a guardarlo come se gli fosse cresciuta una seconda testa. Dopo circa un minuto buono, tuttavia, quasi tutti fecero come gli era stato detto.
L’uomo annuì compiaciuto,per poi chiudere il volto in un sorriso agghiacciante
<< Detto questo, sopravviverete in pochi nelle prossime settantadue ore>>
un sussultò generale rieccheggiò ,nelle profondità della sala
<< Quelli di voi che rimarranno in vita riceveranno la possibilità unica di unirsi alla nostra allegra famigliola>>continuò.
Rivolse la propria attenzione nei confronti degli insegnanti
<< E quelli che rifiuteranno ne entreranno a far parte lo stesso>>
compì un passo in avanti
<< Spero davvero che non la prendiate sul personale, è solo…buisness>>
<< Allontanati da loro>>
La creatura inarcò un sopracciglio, per poi puntare lo sguardo in direzione del proprietario di quella voce
<< Nord! Che piacere inaspettato>>
L’uomo non perse tempo e alzò la bacchetta nei confronti del mago oscuro
<< Sembri nervoso. è per il taglio di capelli,non è vero?>>ridacchiò l’altro.
L’auror volse all’entità un espressione di puro disgusto
<< Che cosa vuoi Pitch ?>>domandò in tono freddo.
La creatura si portò una mano al mento
<< Bhe, vediamo…una poesia,un balletto…la testa di Manny dentro un sacchetto>>
Il vecchio strinse gli occhi
<< Sei un pazzo>>
<< Oh, e io che pensavo di essere un ariete. Andiamo ,facciamo la pace>>
porse la mano in avanti ma ,non appena tentò di avvicinarsi, un proiettile di luce rossa scaturì dal legno  dell’avversario.
Con un guizzo, l’entità si ritrovò ad appena un passo dalla figura del vecchio
<< Ciao Vinny, sono io, il tuo zio Croc>>
l’uomo si voltò e una mano artigliata lo afferrò, al livello della trachea
<< è ora di saldare il conto>>
e poi ,una scossa di luce nera come la notte avvolse il corpo del vecchio, facendo cadere la sala in un rieccheggiare di urla e scoppi.
Bunnymund corse in avanti, nel tentativo di soccorrere il suo mentore, ma Pitch fu più veloce e afferrò un oggetto appuntito dal tavolo degli insegante ,inviandolo alla figura dell’animagus come un colpo di pistola. La punta dell’arnese si conficcò nella mano destra dell’insegante, facendogli perdere la presa sulla bacchetta.
L’uomo chiuse il volto in un sorriso vittorioso ,per poi allargare ambe le braccia, in direzione della folla
<< La penna…è veramente più potente della spada !>>
Puntò lo sguardo in direzione del preside
<< Non hai più carte da giocare,amico mio. Presto avrò abbastanza energia da consumare questo mondo, gli altri mondi e infine…l’universo>>
<< E poi?>>
la creatura si fermò di colpo, per poi inarcare un sopracciglio
<< E poi cosa?>>
<< Una volta che avrai finito…quando sarai il re dei re…che cosa farai allora?>>
Per un attimo, l’uomo sembro realmente prendere in considerazione le parole dell’auror, prima di stringersi nelle spalle
<< Passerò all’universo successivo>>
puntò lo sguardo in direzione della volta celeste, ormai ben visibile oltre il soffitto bruciato
<< Attraverserò l’interà realtà. Senza mai fermarmi, senza  sbagliare, senza svanire. Le persone, i pianeti e le stelle diventeranno …polvere. E la polvere diventerà a tomi e gli atomi diventeranno …niente. E la lunghezza d’onda continuerà, irromperò nel varco spazio temporale della Cascata della Medusa, riuscirò a penetrare ogni dimensione parallela, OGNI- singolo- angolo della creazione, e QUESTA sarà la mia vittoria finale, Nicholas: la distruzione della realtà medesima!>>
Rivolse la propria attenzione nei confronti dell’insegante
<< Non ci sarà altro che paura e oscurità>>
chiuse il volto in un sorriso beffardo
<< E me>>
<< Allora sarai soddisfatto? La sottomissione di tutto il creato ti farà sentire finalmente meglio ?>>
<< Immagino sia un inizio>>commentò l’altro.
In quel preciso istante, una serie di figure vestite in abiti neri cominciò a farsi strada oltre i confini della scuola.
Il mago oscuro ridacchiò
<< Ah,comincia la festa!>>
Approfittando della distrazione , Nicholas strisciò fino alla figura di Jack ,afferrandone la mano destra e ponendovi all’interno un pezzo di carta ripiegato
<< Trova la persona che abita a questo indirizzo>>
Il serpeverde inarcò un sopracciglio
<< Cosa?>>
<< è molto importante…per il bene del genere umano>>
Estrasse il globo di neve dalla tasca della divisa e lo lanciò. Come dal nulla, una piccola spaccatura di luce iniziò a protrarsi dal punto esatto in cui l’oggetto aveva toccato terra. La frattura continuò a crescere fino a prendere la forma di un portale grande quanto l’ingresso della sala grande
<< Va>>ordinò l’auror. 
La sua voce era bassa e rimbombante e,per un attimo,il Londinese fu tentato di protestare. Il vecchio non glie ne lasciò la possibilità e chiuse il volto in un espressione agguerrita
<< Ora!>>
Jack annuì in comprensione e afferrò la mano di Rapunzel
<< Ragazzi,andiamo!>>
Dietro di lui, le figure di Hiccup, Merida, Elsa ,Anna ,Kristoff, Mavis e Jhonny,fecero lo stesso e cominciarono a correre.
Gli occhi gialli di Pitch dardeggiarono nell’oscurità. Il serpeverde vide la sua bocca arricciarsi in un sorriso, lo vide levare la bacchetta. E poi entrarono nel vortice.
Udì l’urlo di rabbia del signore oscuro nello stesso istante in cui avvertì lo strappo dietro l’ombellico che significava che il sistema di trasporto era in funzione: ed ecco che lo trascinava via in un vorticare di vento e colori, e il resto dei suoi amici era con lui.
Black strinse ambe le palpebre degli occhi, prima di porgere un rapido cenno del capo a un gruppo di fearling alle sue spalle
<< Uccideteli>>
Le creature annuirono ed entrarono nel portale poco prima che questo si chiudesse.

                                                                                                                       * * *

<< Jack, attento!>>
Nessun grido di battaglia, ne da parte loro, ne dagli incubi.
Nessuna sfida.
Nessuno scherno.
Solo odio reciproco e inevitabile.
Il serpeverde alzò la bacchetta, ma si trovò davanti un fearling. Colpì con tutta la forza che aveva e s’illuse che bastasse quella stanca ira a sostenerlo : invece la creatura bloccò il suo attacco con la spada, con un gesto di disarmante disinvoltura. A Rapunzel gli ricordò innumerevoli film di cappa e spada: braccio alto, lama verso il basso, e adesso l’incubo avrebbe tracciato un arco, facendogli saltare via di mano l’arma e concludendo con un affondo. E tanti saluti.
Per fortuna scoprì di non averci azzeccato. Il fearling avrebbe forse voluto davvero compiere una prodezza del genere, ma nonostante il fisico da palestrato cedette al goffo impeto dell’attacco e finì contro un bidone della spazzatura
<<  Stupeficium !>>
Il proiettile di Hiccup centrò la creatura in pieno volto, mandandola contro il muretto del vialotto. Jack ne approfittò per lanciare una fugace occhiata tutto intorno.
Elsa e gli altri erano impegnati con la loro bacchetta tra le mani, ciascuno attaccato da uno degli incubi.
Per fortuna sembravano perfettamente in grado di mantenere il controllo.
Pochi metri più in la, Merida stava attaccando un fearling. Si chinò per evitare la spada dell’avversario e gli sferrò un colpo basso allo stomaco
<< Impediata!>>
la creatura urlò, crollò in avanti ,si contorse per il dolore, con la gamba piegata in un angolo assurdo, un osso nero che spuntava tra la stoffa insanguinata.
La grifondoro, comunque, non gli lasciò il tempo di soffrire. Afferrò la spada e ne calò la spranga sulla testa, e ancora, e ancora, con una forza e una rabbia per niente femminili, finchè la maschera dell’incubo fu così frantumata da rendere impossibile che quei danni potessero guarire.
Un fuoco blu fece presa sugli abiti e divampò, avvolgendo il corpo martoriato.
Merida non lo degnò di un occhiata: con una smorfia che mescolava in modo curioso ferocia e indifferenza tirò su col naso, sputò per terra e affrontò un altro nemico.
Hiccup si riprese dallo shock di quella vista quasi ipnotica e sparò un ultimo colpo di bacchetta al fearling che aveva respinto prima. Il fuoco etereo e quello della suo incantesimo si accarezzarono a vicenda.
<< Anna !>>
in quel preciso istante, la voce di elsa rieccehggiò alle spalle del gruppo.
La rossa si voltò, appena in tempo per vedere una lama lucente e sottile che stava per calargli sulla testa.
Schivò il colpo e battè un pugno sulla testa dell’incubo, facendolo indietreggiare. L’abomino non ebbe neanche il tempo di riprendersi, che una spessa stalattite di ghiaccio lo impalò, al livello del torace, mandandolo a finire contro un automobile.
Tutti si voltarono ed Elsa abbassò nuovamente le mani
<< è morto?>>domandò Mavis.
Poco prima che chiunque potesse rispondere, tuttavai, una sottile polvere nera, simile a sabbia, cominciò a ramificarsi attorno al ventre della bestia
<< Si sta rigenerando>>li avvertì Hiccup.
Jack fissò il tutto con fare attonito<< Dobbiamo andarcene da qui>>
Iniziarono a correre, l’aria fredda che tagliava i loro volti come un coltello.
Senza mai fermarsi, senza mai voltarsi a guardare indietro.
A un centinaio di metri di distanza, la creatura si rimise in piedi e compì un paio di rapidi movimenti con la testa. Poi, come dal nulla, la sua figura si smaterializzò nelle tenebre della notte.

                                                                                                           * * *

Iniziarono a guardarsi intorno. I corpi distinti di automobili e tram vagavano per le strade a centinaia, affiancate alle figure di decine e decine di passanti.
La città pareva un continuo vorticare di ombre e giochi di luci, milioni di negozi che illuminavano la piazza come le fiamme di un incendio, niente da paragonare a Diagon Alley, un quartiere esclusivamente diurno ,le cui notte celavano ogni edificio nell’oscurità più totale.
Anna fu la prima a farsi avanti
<< Dove siamo?>>domandò incuriosita.
Rapunzel non perse tempo e puntò lo sguardo in direzione del primo cartello disponibile
<< Bhe,direi…Londra ,a giudicare dal panorama>>
Jhonny inarcò un sopracciglio, prima di rivolgere la propria attenzione nei confronti di Jack
<< Londra? Perché diavolo ci hai portato a Londra!>>
<< Preferivi Diagon Halley>>ribattè l’altro, in tono freddo.
Il grifondoro si ammutolì all'istante.
Lo studente, infatti, era ben consapevole della situazione di corruzione in cui versava la società del mondo magico.
Tornarci sarebbe stato paragonabile a offrirsi per un tiro al bersaglio
<< Avete qualche spicciolo?>>domandò Rapunzel,mentre afferrava uno strano oggetto sul ciglio del marciapiedi.
Hiccup incrociò ambe le braccia
<< Che vuoi fare?>>
la corvonero toccò una serie di pulsanti
<< Telefono ai miei genitori>>
Al sentire tali parole, ciascuno dei giovani iniziò a frugarsi nelle tasche
<< Ho solo dieci galeoni>>informò Kristoff.
Merida emise un sospiro irritato
<< Immagino che nel mondo babbano non tengano conto del cambio di moneta magico, no?>>
Affianco a lei, Jhonny abbassò la testa in sottomissione, chiudendo il volto in un espressione di puro orrore
<< Perfetto, siamo soli, lontani da casa, senza un soldo e inseguiti da uno psicopatico assassino>>
<< Poteva andare peggio>>commentò Elsa.
Il grifondoro gli rivolse un occhiata di traverso
<< Peggio? Mi spieghi in che razza di mondo poteva andare peggio?!>>
in quel preciso istante la mano di Mavis incontrò il capo dello studente, e questi emise un sussulto in sorpresa
<< Jhonny,adesso calmati>>ordinò la giovane.
Il rosso annuì esitante, prima di puntare lo sguardo in direzione di Elsa
<< Mi dispiace>>mormorò.
Jack fissò il tutto con fare divertito, per poi afferrare il pezzo di carta ricevuto da nord pochi minuti prima.
Hiccup si porse ina vanti
<< Che cos’è?>>domandò incuriosito.
Il resto dei compagni fissarono il foglietto in soggezione
<< Un indirizzo>>fu la risposta del serpeverde.
Merida inarcò un sopracciglio
<< Conosci il posto?>>
<< Non l’ho mai visto in vita mia>>commentò il giovane.
Rapunzel porse la mano in avanti
<< Fammi dare un occhiata>>ordinò.
Il londinese fece come gli era stato detto. Dopo circa un paio di secondi, la corvonero diltò le pupille
<< Conosco la via !>>
Al sentire tali parole, Kristoff non potè fare a meno di trattenere il suo entusiasmo
<< Davvero?>><< Sì,si trova dall’altro capo della città,ferso il confine dei Kengsiton Gardens>>
<< Quanto tempo per arrivarci?>>domandò Mavis.
La giovane si strinse nelle spalle
<< A piedi? Direi sulle cinque ore>>
<< Dovremo trovare un posto per dormire. Con i fearling per le strade, restare fuori la notte non è la migliore delle idee>>osservò Anna.
Mavis volse lo sguardo in direzione della mora
<< I tuoi genitori non possono ospitarci ?>>
Rapunzel scosse rapidamente la testa
<< Mi dispiace, sono in viaggio per lavoro. Senza una telefonata torneranno solo tra un paio di gironi>>
Il silenzio calò inesorabile, nelle profondità del quartiere.
Dopo circa un minuto buono, tuttavia, gli occhi di Jack parvero illuminarsi
<< Credo di avere un idea>>


Com'era? spero bello ! in questo chappy credo che Pitch/Tenebre,ormai ,abbia fatto definitivamente la suaona buona impressione.Mavis e Jhonny diventeranno membri ufficiali della squadra e nel prossimo capitolo si preannuncia il ritorno di un vecchi personaggio( e no,non è Fynn,lui arriverà nell'ottavo capitolo)
come al solito,recensioni e commenti sono sempre molto apprezzati,per cui...a presto!

 

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Capitolo 4
*** L'undicesima ora ***


Salve ragazzi! Tranquilli,non sono morto,solo molto occuopato.Tra la scuola,la gita a Limone e la nuova fic che ho iniziato a scrivere sugli anime,ho avuto poco tempo per aggiornare.Tuttavia,spero di rifarmi con questo capitolo,per cui...buona lettura!

L'undicesima ora

La luna piena brillava,al di sopra del palazzo Sloss.
L'erba alta e i petali dei fiori proiettavano  un azzurro pallido, in netto contrasto con il buio della manor stessa,  torreggiante sul quartiere  come una catena montuosa.
All’interno dell’abitazione, Hans Sloss, neolaureato di Hogwarts, era comodamente intento a leggere un libro a lume di candela. La casa vuota scricchiolava attorno a lui.
I tubi gorgogliavano.
Il giovane rimase disteso in una sorta di torpore, senza pensare a niente, sospeso nella sua tranquillità .
Poi ,udì con grande chiarezza, alcuni frastuoni provenienti dalla  cucina. Scattò dal posto a sedere e ascoltò attentamente. Ci fu silenzio per qualche secondo, poi voci. Ladrì,pensò, lasciandosi scivolare dal letto, ma, un istante dopo, gli venne in mente che i ladri avrebbero parlato a bassa voce…e chiunque si aggirasse in cucina certo non si dava la pena di farlo.
Afferrò la bacchetta dal comodino e rimase lì in piedi davanti alla porta della camera. Un attimo dopo sussultò, mentre dalla serratura veniva il rumore di un forte scatto e la porta si spalancava.
Hans rimase immobile a guardare il buio pianerottolo oltre l'apertura, tendendo le orecchie in cerca di altri rumori, ma non ne vennero. Esitò un momento, poi uscì rapido e silenzioso dalla sala e andò in cima alle scale.
Il cuore gli balzò in gola.
C’erano delle persone nell’ingresso denso d’ombre, stagliate contro la luce del lampione che filtrava dalla porta di vetro; erano circa otto, e tutte, per quello che poteva vedere, avevano gli occhi puntati su di lui.
 << Jack?>>domandò,in tono sorpreso
<< Ciao Hans>>salutò il serpverde.
L’ex studente abbassò appena la bacchetta ma non allentò mai la presa e non si mosse. Dopotutto, la prudenza non era mai troppa, di questi tempi.
Di fronte a lui,il londinese non potè fare a meno di volgergli uno sguardo leggermente imbarazzato
<< Avrei bisogno di un favore>>

                                                                                                                         * * *

Ascoltò con attenzione tutta la storia, mantenendo un volto inespressivo, nel tentativo di celare il suo nervosismo.
Dopo che ebbero terminato, prese un respiro profondo e volse la propria attenzione nei confronti di Jack
<< Così…Nord ti ha detto di raggiungere questo indirizzo. E poi ? Nient’altro?>>
il serpverde si strinse nelle spalle
<< è stata una cosa veloce>>
Al sentire tali parole, il giovane non potè fare a meno di emettere un fischio
<< Che diamine, sapevo che la situazione era grave ma, dopo tutto quello che mi hai raccontato…>>
fece una pausa per riprendere fiato
<<  Ad ogni modo, la mia casa è a vostra completa disposizione. Sentitevi liberi di restare qui tutto il tempo che volete>>
Jack volse al compagno un sorriso genuino, così come il resto degli studenti
<< Ti ringrazio>>
<< Ehi,a che servono gli amici?>>
Volse lo sguardo in direzione del gruppo
<< Vi avverto, ho solo due camere per gli ospiti per cui alcuni di voi dovranno trovarsi una sistemazione alternativa>>
<< Nessun problema. Mavis può prendere tranquillamente il letto>>ribattè Jhonny.
Merida ridacchiò divertita
<< Come cavalleresco da parte tua>>
<< è dovere di ogni fidanzato assicurarsi che la propria signora disponga di  tutti i confort che sia in grado di fornirgli>>continuò il grifondoro, in una palese imitazione della voce di Bunnymund.
Affianco a lui, la corvonero lo baciò leggermente sulla guancia, prima di fuoriuscire dalla sala, seguita da Rapunzel.
Anna e Kristoff puntarono lo sguardo nei confronti di Jack
<< A domani>>salutarono all’unisono e, detto questo, anch’essi presero a camminare verso il dormitorio più vicino
<< Io e Hiccup prendiamo il divano>>avvertì Merida, saltando sul mobile come una studentessa del primo anno.
Jhonny incrociò ambe le braccia, chiudendo il volto in un espressione imbronciata. Voleva prendere lui il divano!
Volse la propria attenzione nei confronti di Hans
<< Immagino che un sacco a pelo sia fuori portata, no?>>domandò scettico.
L’ex serpverde cominciò a strofinarsi la testa ,leggermente imbarazzato.
Il giovane sospirò in sottomissione
<< Ho capito, userò il tappeto come coperta>>

                                                                                                                    * * *                       

Elsa aveva diffcoltà a dormire.Lei e Jack si erano sistemati lungo un paio di sdraio disposte sull’unica terrazza dell’edificio.
Alzò la testa e vide che il fidanzato era ancora sveglio.
Prese un respiro profondo
<< Come stai ?>>
Il giovane volse la propria attenzione nei confronti della corvonero, il volto chiuso in un espressione stoica
<<  L’ha spezzato, Elsa>>sussurrò.
La studentessa inarcò un sopracciglio
<< Che cosa?>>domandò,in tono confuso.
Il serpverde puntò lo sguardo in direzione del cielo
<< Ha preso il bastone e poi…puf,l’ha spezzato come fosse uno stuzzicadenti>>
Al sentire tali parole, la ragazza non potè fare a meno di trasalire. Abbassò lo sguardo, per poi posare la mano destra sulla spalla del compagno
<< Mi dispiace>>rispose infine. Jack tornò a fissarla dritta negli occhi e prese un respiro profondo
<< Ti ho mai raccontato…la prima volta che mio padre me ne parlò?>>
La corvonero scosse leggermente la testa. Nel vedere la sua reazione, il serpverde le lasciò un po’ di spazio sul lettino,permettendole di sedersi accanto a lui.
La studentessa non perse tempo e posò il capo sul petto dell’amico, lasciando che il semplice suono del suo respiro la cullasse.
Il giovane chiuse il volto in un sorriso divertito ,per poi prendere un respiro profondo
<< Avevo circa sei anni...>>

flashback

Il 21 Luglio dell’anno 2010, Jack  Frost era intento ad ascoltare un piccolo spot sui cereali fruit n bran mentre osservava la signora Voris, una vecchia matta amante dei gatti che abitava nella vicina Feel Strett,attraversare in fretta e furia il marciapiede opposto.
Per un breve momento, il giovane fu molto contento di essersi nascosto in un cespuglio, perché la donna ,di recente, aveva preso l’abitudine di invitarlo a bere il tè tutte le volte che lo incontrava per strada.
Aveva svoltato l’angolo ed era scomparsa, quando la voce di Jhonatan Frost rieccheggiò alle sue spalle
<< Tua madre mi ha detto che hai avuto una rissa con i tuoi amici>>
Jack soffocò a fatica uno sbuffo
<< Ne vuoi parlare?>>domandò l’uomo, il volto chiuso in un leggero cipiglio.
Emise un lungo,lento respiro e scrutò il cielo di un azzurro luminoso.
Tutti i giorni di quell’estate erano stati uguali. La tensione, l’attesa, il temporaneo sollievo, e poi la tensione che saliva di nuovo
<< Hanno maciullato una rana con una roccia>>sussurrò infine.
Volse la propria attenzione nei confronti del genitore, gli occhi pieni di lacrime
<< Lei non aveva fatto niente…e loro l’hanno uccisa>>
L’auror fissò il figlio dritto in quelle pupille color turchese, per poi prendere un respiro profondo
<< è proprio da te>>ridacchio.
Quando il giovane si voltò, il mago emise uno sbuffo divertito e cominciò a inginocchiarsi al livello del primogenito, posandogli delicatamente una mano sulla spalla
<< Vedi,ragazzo…io so come ci si sente quando capitano cose del genere,perché anch’io sono stato giovane. E ti dirò una cosa…se tu,tua madre e tua sorella non foste qui,oggi…io probabilmente non sarei più vivo>>
Al sentire tali parole, Jack non potè fare a meno di emettere un piccolo sussulto.
Puntò lo sguardo in direzione del padre e questi chiuse il volto in un sorriso sincero
<< Il fatto che tu ora sia qui e fai quello che fai mi da,come la chiami…una motivazione per continuare a vivere. Perchè io credo che una persona muore quando non ha più niente per cui vivere>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Vedi…la natura è più furba di quello che l’uomo crede. A poco a poco perdiamo tutti i nostri amici,perdiamo tutto quello che abbiamo,ma tu continui e un giorno ti fermi e dici" Che diavolo sto vivendo a fare,non ho ragioni per andare avanti?>>
rivolse la propria attenzione nei confronti del figlio e prese un respiro profondo
<< Ma con te,ragazzo…bhe,io vedo una ragione per andare avanti e continuerò a vivere per vederti far bene. E non ti abbandonerò mai, ci sarò sempre perché…il giorno in cui ti lascerò, tu non solo saprai combattere ma sarai anche in grado di prenderti cura di te stesso, sono stato chiaro ?>>
Jack fissò l’uomo per circa una decina di secondi, il volto chiuso in un espressione stoica, per poi annuire dolcemente
<< Chiaro>>sussurrò.
L’auror annuì comprensivo e afferrò qualcosa posto alle sue spalle
<< Ho un regalino per te>>
Al sentire tali parole,gli occhi del giovane parvero illuminarsi. Tuttavia,non appena il suo sguardo entrò in contatto con la forma dell’oggetto in questione, non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio. Di fronte a lui, infatti, non vi era altro che una specie di bastone da pastore, leggermente ricurvato all’estremità superiore e con i bordi riccamente decorati con quelli che ,apparentemente, sembravano simboli nordici. Jhonatan ne indicò la parte inferiore
<< Lo vedi questo qui? Dopo di voi è la cosa a cui sono più affezionato sulla faccia della terra. Lo sai, è stato Nicholas Nord a darmelo>>
Afferrò la mano del figlio e ne chiuse il palmo attorno al manico della bacchetta
<< Adesso io lo regalo a te. E sarà come…sarà come il tuo angelo custode. Se sentirai di non farcela…se sentirai che stai per andare giù…quest’angelo ti sussurrerà nell’orecchio e ti dirà” Reagiscì figlio mio!”>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Perché tuo padre è con te>>terminò

fine flashback


<< A volte vorrei solo dimenticare tutto. Farla finita una volta per tutte>>
Volse la propria attenzione nei confronti della corvonero
<<  Sono stanco Elsa. Stanco di lottare. Stanco di vedere che tutto intorno a me diventa…polvere. Sono stanco del male che gli uomini fanno agli altri uomini. Sono stanco di tutto il dolore che io sento e ascolto nel mondo, ogni giorno. Ce n’è troppo per me>>
strinse il volto con ambe le mani
<< è come avere pezzi di vetro conficcati in testa, sempre, continuamente…lo capisci questo?>>
Non ebbe neanche il tempo di voltarsi, che sentì un paio di braccia avvolgersi attorno al proprio corpo.
Rimase fermo e immobile ,non appena percepì qualcosa di umido scivolargli lungo la spalla.
Abbassò lo sguardo, appena in tempo perché i suoi occhi entrassero in contatto con quelli della compagna. Lacrime scendevano copiose dal volto della giovane e, per una attimo, la visione parve così straziante che Jack fu tentato di scappare
<< Razza di stupido>>mormorò lei, stringendo la presa sul serpeverde
<< Smettila di dire certe cose>>
Porse la mano in avanti e la posò delicatamente sulla guancia dell’amico
<< Lo so che soffri e ti preoccupi. Te lo sento addosso…ma adesso,però,la devi smettere>>
Questi non potè fare a meno di emettere un leggero sussulto. Afferrò il palmo della corvonero e prese un respiro profondo
<< Elsa,io…>>
<< Tu mi hai aiutato quando ne avevo più bisogno>>continuò lei.
Volse lo sguardo in direzione del londinese
<< Quando avevo paura…quando non conoscevo altro che il dolore …tu sei stato li per me>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< E io farò lo stesso>>terminò.

Rimasero abbracciati un paio di minuti.
Elsa chiuse il volto in un sorriso volpino, per poi avvicinare le labbra all’orecchio del mago
<< Potresti dire quella parola, sai?>>sussurrò
<< Quale parole?>>domandò lui, in tono confuso.
La studentessa incrociò ambe le braccia, guardandolo come per chiedegli” Sei serio?”.
Il serpverde inarcò un sopracciglio ,per poi dilatare le pupille
<< Oh,quella parola>>ridacchiò.
Volse la propria attenzione nei confronti della strega
<< Perché non lo fai tu ?>>
<< I ragazzi scappano quando la dici>>ribattè lei
<< E le ragazze ancora di più>>continuò lui.
La giovane non potè fare a meno di chiudere il volto in un broncio infantile
<< Deduco… che questo sia un paino altamente elaborato per tenermi sulla corda>>
<< Può darsi>>commentò lui.
Elsa gli inviò un sorriso divertito
<< Il guaio è che funziona>>
E poi,le loro labbra si incontrarono in un bacio appassionato.

                                                                                                                        * * *

All’interno di una delle camere da letto, Rapunzel e Mavis erano intente a sistemare gli ultimi capi d’abbigliamento fornitigli da  Hans per passare la notte.
Dopo circa una decina di minuti di totale silenzio, la voce della corvina cominciò a rieccheggiare nelle profondità della stanza
<< Credi che stiano bene ? I nostri genitori,intendo>>
Rapunzel volse la propria attenzione nei confronti dell’amica e prese un respiro profondo
<< Sono sicuro che tuo padre è più che in grado di badare a se stesso>>ribattè lei.
Al sentire tali parole, la corvonero non potè fare a meno di ridacchiare
<< Sì,forse hai ragione>>commentò.
Puntò lo sguardo in direzione della finestra più vicina, un espressione stoica che gli adornava il volto
<< Sai…vedere la morte in faccia non è proprio come lo descrivono le persone>>mormorò, abbstanza forte perché la strega potesse sentirla.
La giovane trasalì leggermente e dilatò le pupille
<< Poco dopo l’inizio dell’attacco… mi sono ritrovata la spada di una dei quelle creature ad appena un centimetro dal  cuore>>continuò l’altra
.Arricciò le labbra in un sorriso divertito
<< Ovviamente, Jhonny è venuto in mio soccorso e sono riuscita a cavarmela. Eppure, ho pensato...e se fosse finito tutto in quel preciso istante?>>
Volse la propria attenzione nei confronti di Rapunzel
<<  Ti fa riflettere sulle cose importanti della vita. Quello che ti lascerai alle spalle, le persone che hai conosciuto…e i segreti che hai tenuto loro nascosti>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Potremmo non sopravvivere entro i prossimi tre giorni,per cui…>>
si alzò dal posto a sedere, il volto chiuso in un espressione visibilmente seria
<< Rapunzel…voglio mostrarti una cosa>>
La giovane non ebbe neanche il tempo di rispondere che,come dal nulla, Mavis allungò la mano destra e le dita di quest’ultima iniziarono a protrarsi verso la parete opposto, per poi essere arricchite dalla formazione di una membrana trasparente che ne collegò le falangi. Non passarono che appena un paio di minuti, che il braccio della corvonero aveva appena lasciato il posto a quella che, all’apparenza, sarebbe potuta benissimo sembrare l’ala di un pipistrello.
Rapunzel dilatò le pupille e toccò leggermente l’estremità dell’arto
<< Cosa diavolo…>>
il respiro parve mozzarglisi in gola. Puntò lo sguardo in direzione dell’amica e questa si voltò. Poi,una rivelazione la colpì
<< Quelle ali…>>
<< Sì…io sono per metà umana e per metà vampiro>>confermò lei.
Fece una pausa per riprendere fiato
<< Sono il prodotto di Vladimir Dracula, ultimo discendente della famiglia di vampiri Dracula,e di Mina Von Staffer, una donna umana>>continuò.
La corvonero chiuse il volto in un espressione di puro shock
<< Perché non me lo hai mai detto?>>sussurrò.
Al sentire tali parole, la giovane non potè fare a meno di emettere un sospiro di rammarico
<< Mia madre e la sua famiglia vivevano nei colli della Transilvanya. Un giorno,mio padre giunse alla loro porta,ferito e debole,a causa di un gruppo di cacciatori,e lei lo curò>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Ho saputo…che sono stata concepita in quell’occasione>>
Rapunzel annuì comprensiva, per poi distogliere lo sguardo
<< Mi dispiace,non volevo metterti a disagio>>
Arricciò le labbra in un sorriso divertito
<< Anche se,a pensarci bene,il cognome e l’insolita tendenza di tuo padre a farsi vedere in pubblico solo di notte avrebbero dovuto far suonare qualche campanello>>commentò.
Mavis ridacchiò di rimando, ma la sua espressione si fece subito più seria
<< Per millenni,la nostra specie è stata perseguitata dai babbani e discriminata dal mondo magico ,così abbiamo tenuto la nostra vera natura un segreto. Per fortuna,essendo per metà umana,non avevo bisogno di nutrirmi di sangue e potevo camminare tranquillamente alla luce del sole>>
Rivolse la propria attenzione nei confronti dell’amica
<< Sono un abomino. Ne vampiro ne essere umano>>
sentì le lacrime cominciare a farsi strada lungo le guance
<< è così,non è vero? Continuerai a essere mia amica…anche sapendo che razza di mostro sono?>>
Non ebbe neanche il tempo di continuare a parlare, che sentì una piccola slecca colpirgli la fronte, facendola cadere sul letto. Alzò lo sguardo, un espressione visibilmente irritata stampata in volto
<< Perché l’hai fatto?!>>domandò,in tono offeso.
Rapunzel fissò la giovane dritta in quelle pupille azzurre ,incrociando ambe le braccia
<< Certo che sei proprio stupida>>mormorò.
Al sentire tali parole,la corvonero non potè fare a meno di emettere un leggero sussulto. La mora non perse tempo e volse all’amica un sorriso genuino
<< Se c’è una persona in grado di accettare gli altri per quello che sono davvero…quella sono io>>
La mezza vampira non sapeva come rispondere. Per anni, aveva vissuto nel segreto, con la credenza che chiunque avesse appreso della sua vera natura l’avrebbe rifiutata. Questa volta, non fece alcuno sforzo per fermare le lacrime e avvolse le braccia attorno al corpo dell’adolescente
<< Grazie!>>singhiozzò.
Rapuzel trasalì leggermente,per poi posare la mano destra sulla schiena della draculina
<< Mavis…abbi un po’ più di fiducia in me,la prossima volta>>
Rimasero così per circa un minuto buono, prima che la mora rivolse nuovamente la propria attenzione nei confronti della giovane
<< Tuttavia…dobbiamo trovare un modo per dirlo anche a Jhonny>>esclamò.
La corvonero inarcò un sopracciglio
<< Jhonny?>>domandò,in tono confuso.
Rapunzel annuì di rimando
<< Bhe,affrontare  queste informazioni nel modo sbagliato potrebbe essere rischioso, per cui…>>
<< No!>>interruppè l’altra.
<< Ti prego, non farlo>>
<< Hai paura che ti rifiuterà?>>
Mavis annuì in assenso.
La strega prese un respiro profondo
<< Bhe,se lui non è in grado di superare il fatto che tu sia una ragazza in grado di trasformarsi in pipistrello …allora non è certo il ragazzo giusto per una delle mie migliori amiche>>
Al sentire tali parole,la mezza vampira non potè fare a meno di chiudere il volto in un sorriso di gratitudine. Dopo circa un paio di secondi,tuttavia,un nuovo dubbio iniziò a farsi strada nelle profondità della sua mente
<< A proposito…punzie, posso farti una domanda?>>
Rapunzel annuì comprensiva.
La corvonero prese un respiro profondo
<< Che hai fatto ai capelli?>>
La mora trasalì leggermente, per poi grattarsi la testa, con fare imbarazzato
<< Ah. Bhe,ecco,vedi…>>


Com'era? Spero bello! Come al solito,commenti e recensioni sono sempregraditi.Ho messo molto impegno nella scrittura del flashback di Jack,per cui,spero davvero che sia riuscito a tirare fuori qualcosa di soddisfaciente.Nel prossimo chappy,il ritorno di Shen e la comparsa di un nuovo personaggio dreamworks che sarà molto importante per il proseguimento della trama.In poche parole...a presto!
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 5
*** Uomini e topi ***


Salve a tutti! Dopo quasi tre settimane sono finalmente tornato,scusate davvero per il ritardo ma,sapete....la scuola e tutto.
Ad ogni modo,spero che questo capitolo colmo d'azione saprà soddisfare le vostre aspettative.Il titolo è un omaggio all'ononimo romanzo ed è in linea con una delle frasi pronunciate da uno dei personaggi.

Uomini e topi

Sbattè le palpebre un paio di volte e sentì la testa pulsargli.
Ormai ne era sicuro: poco prima di svegliarsi…qualcuno l’aveva colpito.
Quando riprese conoscenza, per la seconda volta da quando si era addormentato, era troppo sorpreso per parlare. Ma non troppo stordito da non capire che era stato immobilizzato.
Malgrado fosse tenuto in ginocchio, le corde avvolte attorno alle mani gli impedivano totalmente di muoversi.
Si dibattè inutilmente per circa un minuto buono, prima che la luce accecante lo colpisse dritto in faccia, costringendolo a stringere gli occhi e distogliere lo sguardo. E allora la vide.
<< Elsa!>>
Stava lì di fronte a lui, anch’essa inginocchiata, gli occhi chiusi come se stesse ancora riposando
<< Elsa,svegliati!>>urlò.
La corvonero emise un gemito, per poi alzare la testa
<< Jack…>>
Iniziò a guardarsi intorno e dilatò le pupille
<< Jack,che succede?>>
<< Ah,vedo che vi siete svegliati>>ridacchiò una voce.
Il serpeverde non perse tempo e si voltò, seguito dall’amica.
Appoggiato contro il legno della porta, vi era Hans Sloss,il volto chiuso in un sorriso beffardo.
Il londinese non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Hans,perché…>>
volse lo sguardo nei confronti della propria destra e vide che anche il resto dei suoi compagni erano stati  legati. Tutti loro, avevano volti segnati dal tradimento. In quel preciso istante, un  rieccheggiare di passi risuonò, all’esternò del salotto.
Un paio di uomini vestiti in mantelli color pece oltrepassò l’uscio della porta, seguito da un  totale di tre figure incappucciate. Ciascuna di esse aveva una spada riposta lungo il fianco sinistro e il viso celato in una maschera d’argento.
Fearling,pensò il giovane.
Ma ciò che attirò realmente la sua attenzione, fu la creatura che fece capolino subito dopo di loro.
Se Jack avesse dovuto descriverla l'avrebbe subito identificata come…un pavone. Letteralmente!
All’interno della camera, aveva appena fatto la sua strada un pavone bianco come la neve, vestito in un elegante abito d’argento e ornato da macchie rosse lungo la coda vistosa.
Hans prese un respiro profondo e fece un passo in direzione dell’animagus, porgendogli un pezzo di carta
<< L’ho trovato nella tasca di Frost>>
La bestia inarcò un sopracciglio, per poi afferrare il foglietto con un rapido movimento dell’ala.
Porse la testa in avanti, chiudendo il volto in un espressione fredda
<< Non c’è scritto niente>>sibilò.
Il serpeverde deglutì visibilmente
<< Dev’essere sotto un incantesimo confundos>>commentò.
Jack osservò il tutto con fare disgustato, prima di prendere un respiro profondo
<< Traditore!>>
L’urlo attirò l’attenzione dei presenti. Di fronte a lui, il laureato inarcò un sopracciglio
<< Traditore? Che brutta parola. Ho solo preso la scelta più ovvia>>
<< Maledetto. Ti credevo mio amico!>>
il giovane si strinse nelle spalle
<< A questo mondo, non esistono amici, Jack. Solo…alleati. Come serpeverde dovresti saperlo>>
A pochi metri da lui, Merida non potè fare a meno di stringere i denti
<< L’avevo capito che eri un tipo losco, non l’avevo detto ? Ho detto" Non mi fido di quell’Hans,non mi piace il suo atteggiamento e neanche quei suoi occhietti sfuggenti”>>
Rapunzel annuì in assenso
<< E non dimenticare" Gli occhi sono lo specchio dell’anima">>
<< Sì,è vero,ho detto anche quello>>continuò l’altra.
Il tutto venne prontamente interrotto dal  suono di un battito d’ali. La sala calò improvvisamente nel silenzio più totale.
Shen compì alcuni passi in direzione di Frost, prima di sedersi di fronte a lui.
Cominciò a squadrarlo da capo a piedi, chiudendo il volto in un sorriso agghiacciante
<< Wualà, io ho molte informazioni su di lei e la sua famiglia ma non ho modo di sapere se lei si è informato su di me. Era al corrente della mia esistenza ?>>
Jack rimase fermo e immobile, gli occhi fissi nei confronti della creatura
<< Sì>>rispose,infine.
L’animagus annuì compiaciuto
<< Questo è un bene. È al corrente del compito che mi è stato chiesto di svolgere in Inghilterra?>>domandò incuriosito.
Il serpeverde annuì di rimando
<< Sì>>
<< La prego,mi dica che ha sentito>>continuò l’altro,facendo segno al giovane di andare avanti.
Questi abbassò la testa leggermente, prima di prendere un respiro profondo
<< Ho sentito che…Pitch Black le ha affidato il compito di radunare gli auror ribelli …che si nascondono e si fanno passare per gentili>>
Il pavone battè ambe le mani,il volto chiuso in un espressione soddisfatta
<< Pitch Black non avrebbe potuto descriverlo meglio>>ridacchiò.
Rivolse la propria attenzione nei confronti di uno degli uomini presenti  e fece cenno al sognatore di avvicinarsi.
Il mago si chinò leggermente, per poi porgere il pezzo di carta nell’ala destra dell’uccello.
La creatura posò il foglietto di fronte alla figura dello studente
<< Dimmi, Jack…che c’è scritto su questo foglio?>>
Il londinese puntò lo sguardo in direzione dell’indirizzo. Aveva ascoltato la maggior parte della conversazione tra Shen e il suo subordinato, abbastanza a lungo da capire che le parole scopiazzate sulla pagina fossero invisibili nei confronti di coloro che praticavano le arti oscure.
Bella pensata, Nord.
Alzò la testa, chiudendo il volto in un sorriso beffardo.
Al vedere la reazione del serpeverde, gli occhi dell’animagus cominciarono a farsi più freddi
<< Molto bene>>sussurrò.
Ripose il pezzo di carata nella tasca della manica e prese un respiro profondo
<< Signor Frost, mi dica, lei conosce il soprannome che i maghi di Gran Bretagna mi hanno dato?>>domandò, in tono allegro.
Il giovane trasalì leggermente, per poi distogliere lo sguardo
<< Non mi interessano certe cose>>mormorò.
La creatura inarcò un sopracciglio
<< Ma lei lo sa come mi chiamano?>>
lo studente annuì una terza volta
<< Sì, lo so>>rivelò.
<< E che cosa sa?>>continuò l’altro.
Il londinese volse la propria attenzione nei confronti del sognatore
<< La chiamano…il dissennatore bianco>>
<< Precisamente>>affermò la bestia.
In quel preciso istante, Hans tornò dalle cucine, le mani avvolte attorno a una tazza riempita con del latte fumante. Porse il contenitore in direzione del mago oscuro e questi annuì soddisfatto
<< Grazie>>
Soffiò un paio di volte sul bordo del bicchiere, bevendone il contenuto a piccoli sorsi
<< Ora,capisco la sua esitazione a dirlo. Aibrich,a quanto pare,odiava il nome d’arte che la brava gente di Praga gli aveva affibiato. In realtà, il motivo per cui odiasse quel nome, il boia, mi sfugge, aveva fatto tutto quanto in suo potere per meritarlo. Ma io, al contrario, amo il mio titolo non ufficiale proprio perché me lo sono guadagnato>>
puntò lo sguardo in direzione di Jack
<< Il tratto che fa di me un così efficace dissenatore bianco è perché io,al contrario dei sognatori, so pensare come un dissennatore. Mentre loro sanno pensare solo come sognatori>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Ora, se si dovesse determinare quale attributo   Pitch Black e i suoi seguaci condividano con una bestia…sarebbe l’istinto astuto e predatorio di un falco. Ma, se si dovesse determinare quali attributo i maghi di Gran Bretagna condividano con una bestia…sarebbero quelli del ratto>>
Posò la tazza sul pavimento, per poi stringersi nelle spalle
<< La propaganda di Voldemort, anni fa, ha detto più o meno la stessa cosa dei babbani. Tuttavia…le nostre conclusioni differiscono. Nel fatto che io riconosco che un simile comportamento non è dovuto alla vostra natura ma alla semplice soluzione di piegare la testa per poter garantire il bene degli altri>>
Estrasse la bacchetta dalla tasca della manica, bianca e lucente alla debole luce della stanza
<< Infatti,la ragione per cui il signore oscuro mi ha strappato dalle mie amate fabbriche di armamenti, sulle rive del Tamigi,è perché viene in mente a me…perché so di cosa è capace un uomo per proteggere coloro che ama>>sussurrò.
Il tutto accadde in pochi secondi.
Nessuno, nemmeno i sognatori stessi, ebbero il tempo di reagire alle azioni successive del pavone.
La creatura non perse tempo e afferrò la testa di Elsa, al  livello della coda di cavallo, tirandola a se e premendo la punta del legno sulla gola della corvonero
<< Te la metterà giù molto semplice, Jack>>
Il serpverde dilatò le pupille,e compì un passo in avanti, solo per essere messo a terra dal colpo di un fearling
<< Le informazioni per la vita della ragazza>>continuò Shen.
Affianco al compagno, Anna tentò inutilmente di divincolarsi dalla presa dell’avversario.
Il giovane strinse i denti, volgendo lo sguardo nei confronti dell’amica. Questa aveva mantenuto  il volto chiuso in un espressione impassibile, ma, al suo interno, pareva visibilmente terrorizzata.
Deglutì a fatica ,quando sentì il freddo metallo della bacchetta premergli sulla trachea.
Jack puntò lo sguardo in direzione dell’animagus, gli occhi dardeggianti, nell’oscurità della camera
<< Ci ucciderai comunque>>sputò, senza nascondere il veleno nella sua voce.
Il mago oscuro si strinse nelle spalle
<< Bene, impostiamo le cose in modo logico, signor Frost. Per prima cosa , ucciderò la ragazza per mostrare la mia determinazione, se lei ne avrà altrettanta non mi resterà altro che continuare a fare fuori i tuoi amici, uno ad uno>>
Il silenzio calò inesorabile, all’interno del salotto. Shen chiuse il volto in un espressione fredda, per poi prendere un respiro profondo
<< Ora…le informazioni>>sussurrò.
Con l’ultima parola, si sentì un curioso stridio venire dall’alto. Tutti guardarono in su, appena in tempo per vedere il lampadario di cristallo che vibrava.
Tra la corda e il soffitto, con le chele sfregate lungo il saio in fibra, vi era un insetto di colorazione smeralda. Il pavone inarcò un sopracciglio
<< Ma che diavolo…>>
Poi, con un cigolio e un minaccioso tintinnio, l’oggetto cominciò a cadere.
Shen era proprio sotto; lasciò andare Elsa e si gettò di lato. Il lampadario si fracassò sul pavimento in un’esplosione di cristallo e catene.
La mantide aleggiò a mezz’aria, per poi posarsi sulle assi del terreno. Iniziò a crescere.
Non passarono che appena un paio di secondi, e la figura della bestia lasciò il posto a un uomo orientale di mezza età, caratterizzato da un paio di baffi sottili e abiti di fattura cinese.
Jack si ritrovò a fissare il volto dell’auror e questi agitò rapidamente la bacchetta, liberandolo dalla presa delle corde
<< Vieni con me se vuoi vivere>>sussurrò .
Il serpverde inarcò un sopracciglio
<< Chi sei ?>>domandò, in preda al panico.
La creatura ridacchio
<< Sono il maggiore Mantide,caporale dei cinque cicloni. Al vostro servizio>>
l’uomo s’inchinò leggermente, per poi compiere una rotazione su se stesso e puntare la bacchetta in avanti. Lo scoppio fu come un colpo di cannone e le fiamme dorate che eruppero tra loro, al centro esatto della sala, segnarono il punto in cui gli incantesimi si incontrarono.
Ben presto, il filo d’oro che univa l’auror e il pavone  andò in mille pezzi; le bacchette rimasero unite, mentre un centinaio di raggi disegnarono archi al di sopra delle loro teste e pezzi di legno cominciarono a volare per l’edificio
<< Prendeteli !>>ordinò Shen, ancora impegnato a contrastare l’attacco dell’avversario.
Uno dei sognatori si fece avanti. Allora, invece che tentare di ritirarsi, Jack gli si buttò addosso.
Forse il corpo del suo nemico era più pesante, dall’alto del suo atletico metro e settanta, ma il mago oscuro doveva sentirsi peggio di un astronauta che dalla scarsa gravità lunare veniva catapultato nel giro di un secondo sulla superficie terrestre: non resistette all’assalto e scivolò a terra, trascinandolo con sé. Il serpeverde si rialzò in fretta. Nelle orecchie gli risuonò il rumore delle ossa spezzate dai colpi di Merida, e prese un respiro profondo.
E solo una rissa come un’altra, pensò.
Il sognatore ai suoi piedi si sollevò, la bacchetta si allungò dalla  mano destra. Sul suo volto balenò il disprezzo che Jack aveva scorto tante volte. E lui chiuse gli occhi e colpì il mago prima che si alzasse. Tornò subito a guardare: l’uomo era a terra, le mani contro lo stomaco, il legno sul pavimento. Il londinese colpì ancora. E no, non era affatto la vendetta che aveva immaginato. Continuò a combattere, ma non era facile, non era pulito, non era una soddisfazione, era solo disperazione, e ogni volta che la carne cedeva sotto la sbarra e le ossa si frantumavano, quello stesso dolore lo aggrediva.
Avrebbe continuato a occhi chiusi, se avesse potuto. Avrebbe smesso, se non avesse saputo che i sognatori non avrebbero avuto la stessa pietà, lo stesso orrore che raggiava su di lui. Era una guerra, e adesso sapeva quanto davvero fosse terribile, inaccettabile e devastante, il pensiero o muori tu o muoio io.
Tuttavia…si fermò, prima che potesse andare oltre.
Lontano da loro, Shen e Mantide continuavano a duellare, una coppia di combattenti esperti nel mezzo di una gabbia.
La creatura utilizzò la folta coda per confondere l’avversario, per poi estrarre dalla faretra della tonaca un coltello argentato.
Compì una rapida trazione dell’ala ,prima di  gettarlo in direzione del mago, rapido e veloce come un proiettile. L’animagus cambiò nuovamente forma, riducendosi alle dimensioni di un insetto ed evitando l’arma.
Quando ritornò umano, non perse tempo e volse la bacchetta nei confronti del mago oscuro, seguito dal resto dei presenti
<< è finita Shen. Non puoi più nasconderti>>sibilò.
La bestia strinse gli occhi , il volto chiuso in un espressione fredda.
Dopo circa un paio di secondi, tuttavia, fece un balzo all’indietro, rompendo la finestra alle sue spalle e cadendo nel vuoto.
Superando lo shock iniziale, il resto dei maghi si porse oltre il bordo dell’apertura, appena in tempo per vedere l’uccello planare al di sopra di una delle strutture sottostanti
<< Maledizione>>imprecò Merida.
Affianco a lei, Jhonny non potè fare a meno di stringersi nelle spalle
<<  Bhe, almeno siamo al sicuro>>

                                                                                                                      * * *

Cento metri più avanti,l’animagus atterrò ,producendo un suono stridulo quando i propri artigli entrarono in contatto con le tegole del tetto.
Rivolse la propria attenzione nei confronti della manor e prese un respiro profondo
<< Fuoco!>>
Dietro di lui,un totale di cinque figure incappucciate puntò la bacchetta in direzione della casa.
                                                            
                                                                                                                           * * *

Lo sentirono arrivare: un mugolio crescente da un altro mondo che giungeva dal lato ovest della città, un mmmm che crebbe fino a diventare un MMMMM nello spazio di pochi secondi.
Jhonny, deglutì leggermente
<< Non va bene>>mormorò.
E poi,come dal nulla,gli inacantesimi iniziarono a prendere forma
<< Eh,no,così non va bene!>>
L’aria esplose.
Erano tutti vicini: Jack,Elsa,Hiccup,Rapunzel,Merida,Anna,Kristoff,Mavis e Jhonny, i due sognatori ai oloro piedi, uno schiantato e l’altro reso inerme.
E in quella frazione di secondo, quando il pericolo pareva temporaneamente lontano, il mondo andò in pezzi. Il serpeverde si sentì volare e non potè far altro che tenersi stretto con tutte le forze quel sottile bastoncino di legno che era la sua sola e unica arma, e ripararsi la testa con le braccia.
Udì le urla dei suoi compagni senza sapere che cosa stava succedendo…poi,il mondo divenne dolore e penombra.
Jack era semisepolto nel crollo della camera, colpito da un tremendo attacco.
Capì dal vento freddo che il fianco della casa era esploso e un calore appiccicoso sulla guancia gli disse che stava sanguinando copiosamente.
Poi,sentì un grido lancinante che gli strappò le viscere, l'espressione di un dolore che ne le fiamme ne le maledizioni potevano provocare, e si alzò incerto, più spaventato di quanto non fosse ancora stato quel giorno.
Merida cercava di rimettersi in piedi ,in mezzo a quella devastazione, e il resto dei compagni erano a terra, nel punto in cui la parete era esplosa.
Jack afferrò la mano della grifondoro e avanzarono barcollando sopra cumuli di legno e pietra.
Con loro grande sollievo, tuttavai, nessuno dei presenti pareva ferito gravemente.
In quel preciso istante,la figura del nuovo arrivato si fece strada tra le ombre, indicando la finestra presente sulla parte opposta del salotto
<< Per di qua>>ordinò. Gli studenti annuirono di rimando.
Affianco a loro, Hans cadde sulle ginocchia e rimase disteso a faccia in giù. Rantolava e tossiva, scosso dai conati. Fece per alzarsi ma venne prontamente fermato da una mano sulla spalla. Alzò lo sguardo, appena in tempo per incontrare gli occhi di un Hiccup Haddock decisamente arrabbiato
<< Tu vieni con noi>>sibilò.
Il serpeverde dilatò le pupille
<< Aspetta,non puoi…>>
Prima ancora che potesse terminare la frase, gli attacchi ripartirono e la villa tremò una seconda volta.
Uscirono dall’apertura, e cominciarono a correre, utilizzando le paratie della torre inclinata.
Jack scattò, pensando che così facendo sarebbero riusciti a distanziare la morte stessa, ignorando i fiotti di luce che volavano nella penombra, il rumore del vento che ruggiva come un tornado, e il fruscio della casa che cominciava a cedere su se stessa.
Attraverso una terra che sembrava anch’essa sul punto di ribellarsi, corse più veloce di quanto avesse mai fatto in vita sua, mentre cinquanta metri di condominio iniziarono a cadere.
Ansimante, il londinese rallentò, tenendosi a distanza dalle fatture.
L’aria attorno a loro divenne improvvisamente immobile; il respiro di Elsa si fermò, come solidificato nel petto.
Nell’ombra del cielo si muovevano forme, figure mulinanti di un nero fittissimo, che avanzavano come una vasta ondata attorno alla manor,i volti incappucciati e adornati da maschere d’argento e occhi gialli.
Serve un patronus, pensò Rapunzel. Avevano imparato l’incantesimo durante l’inizio di quest’anno e si erano allenati duramente, per riuscire a eseguirlo nel modo corretto. Affianco al gruppo, Jack vide il camaleonte argentato della corvonero comparire nell’aria, saettare e spegnersi. Una renna scaturì dalla bacchetta di Kristoff,per poi cominciare ad aleggiare nei confronti dei faerling, costringendoli a disperdersi.
La bacchetta gli tremava in mano, e accolse quasi con gioia l’oblio imminente, la promessa del nulla, dell’assenza di sensazioni.
Una scintilla bianca, una luce guizzante e poi, con lo sforzo più grande che gli fosse mai costato, la volpe sbucò dalla cima del legno. Corse in avanti e i fearling si spersero rapidi. La notte tornò mite, ma il frastuono della battaglia riprese a eccheggiare nelle sue orecchie
<< Kristoff!>>urlò Anna, mentre altre fatture schizzavano nell’aria.
Il giovane evitò a malapena l'attacco, solo per scivolare lungo la grondaia dell'edificio
<< Afferra la mia mano!>>continuò l’altra.
La grifondoro afferrò il tassorosso, per poi gettarlo sulle tegole della copertura.
La casa cominciò a scricchiolare…e poi cadde.
<< Reggettevi !>>ordinò l’auror.
Il vento era freddo e tagliente, così come i pezzi di legno che iniziarono a sferzare sui volto degli studenti.
Sembrava che il mondo stesso fosse sul punto di cessare. Una densa nuvola di detriti iniziò a frasi strada dalla base del condominio, percorrendone l’asse centrale fino ad arrivare sulla parte superiore. Sotto la manor, pezzi di marmo e di sabbia cominciarono a saettare da una parte all’altra come colpi di pistola.
Non passarono che appena un paio di secondi, che l’intero quartiere venne prontamente ricoperto da un ammasso di ceneri e detriti.
Nascosti nell’ombra di tutta quella devastazione, il gruppo riprese a correre, per poi scomparire dietro uno dei vialotti più vicini.

                                                                                                                  * * *

Dall’alto dei fabbricati, Shen non potè fare a meno di colpire la prima cosa che gli capitò a tiro
<< Sei un idiota!>>ringhiò, facendo cadere uno dei sognatori dal bordo del traliccio.
Volse lo sguardo nei confronti di uno dei sottoposti
<< Richiama i fearling,tutti quanti! Li voglio pronti a muoversi!>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< E pregate che Pitch abbia pietà delle vostre vite>>




Com'era? spero bello!
La scena del lampadario è un omaggio a quella in cui Dobby fa la stessa cosa nel penultimo film della saga di Harry Potter.
Spero che il ritono di Shen sia stato apprezzato,così come le scene d'azione( il crollo della casa è ispirato a Kung fu panda 2).Vi aspettavate l'entrata di Mantide? I 5 cicloni sarannò introdotti e spiegati in seguito.
Nel prossimo capitolo le motivazioni di Hans saranno spiegate( e non saranno così nobili come quelle di Flynn),il90% del piano di Pitch sarà spiegato e avremo una riunione con tutti i cattivi apparsi fino ad ora nella fic.
In poche parole...a presto!
 

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Capitolo 6
*** Piani oscuri ***


Sono tornato!!!
Pensavate che avessi smesso di scrivere questa storia ,vero? Bhe,che io sia dannato,per quanto la scuola mi abbia tenuto occupato,sono riuscito a finire il capitolo! Approffitto di questo momento per dire a coloro che sono fan di Avenger e anime,la fuori,ho appena iniziato una nuova fan fic,un crossover tra avengers e code geass,in cui i protagonisto sono Ultron e Lelouch VI Britannia. Davvero,amo quel robot psicopatico,è il mio nuovo cattivo preferito,molto simile al mio Pitch, per quanto riguarda l'atteggiamento,gli ideali e il motivo della sua follia.
Per chi non conosca l'anime,non c'è bisogno di andarselo a vedere,poichè sarà una storia completamente originale e tutte le informazioni sono già inserite nella fic.
Buona lettura!



Piani oscuri

Grosse tubature arrugginite, piene di ragnatele, strisciavano alla rinfusa lungo il soffitto.
Quando una delle caldaie si mise d’improvviso in azione, Rapunzel quasi urlò di terrore. Il flusso di adrenalina negli arti e nel cuore fu doloroso, per un momento quasi paralizzante.
Anche lì c’erano giornali, vide Jack. Montagne di pacchi.
I topi ci avevano fatto il nido a migliaia. Intere famiglie osservavano gli intrusi con diffidenti occhi color rubino.
Si allontanarono dall’ascensore, poi si fermarono a metà della cantina, sul pavimento di cemento crepato.
Attaccata a un palo c’era una grossa scatola di fusibili, e appoggiati a terra una serie di attrezzi.
Non si fidavano a fare uso di qualsiasi incantesimo, altrimenti sarebbero stati intercettati dai nuovi apparecchi del ministero.
Kristoff afferrò un piede di porco e riprese a camminare, seguito dai compagni.
Arrivati quasi alla parte opposta della casa, videro lo scarico dell’acqua piovana.
Lo raggiunsero, chiedendosi se qualcuno li stesse seguendo.
Il coperchio dello scarico era di ferro, traforato, largo quasi un metro. E da una parte c’era una fessura per infilare il piede di porco. Mantide sollevò il tutto, appoggiò una gamba alla sbarra per tenerlo, lo  infilò sotto le mani e lo scostò.
Cadde sul cemento con un tonfo che fece squittire i topo. Il tubo di scarico scendeva lungo un angolo di quarantacinque gradi, e aveva un diametro di circa settanta centimetri. Era buio.
D’improvviso, la claustrofobia riempì la bocca di Anna. Era troppo piccolo per muoversi. Quasi troppo piccolo per respirare. Ma non c’era altro da fare.
Spostarono il tombino in maniera che, una volta entrati, l’ultimo a passare avrebbe potuto afferrarlo. Poi, Hiccup tornò alla scatola di fusibili.
Scardinò lo sportello usando il piede di porco.
Stava per cominciare a togliere gli oggetti ,quando gli venne in mente un’altra idea. Raggiunse i giornali, che coprivano come detriti tutto un lato della cantina.
Poi scovò nella spazzatura una scatola schiacciata di fiammiferi. Ne rimanevano tre.
Strappò un foglio e lo arrotolò. Se l’infilò sotto il braccio e sfregò un legnetto. Il primo si spense per la corrente d’aria. Il secondo gli scivolò dalle dita tremanti e si spense sul cemento umido.
Il terzo rimase acceso. Lo accostò alla carta e si alzò una fiamma gialla.
Un topo, forse intuito quello che stava per succedere, gli scappò fra i piedi e sparì nel buio.
Cominciarono a scendere, il corpo di Hans sulle spalle dell’auror. Lentamente, Elsa si girò su se stessa fino a quando non si trovò col petto verso il basso. Lo strato di limo funzionava come lubrificante, aiutandoli nei movimenti. Per Anna, il senso di claustrofobia si fece più intenso, soffocante.
Sono in trappola, balbettò la sua mente.
Un urlo gli si alzò in gola. La giovane lo soffocò .
Calmati . Certo, è una cosa banale da dire, ma devi stare calma. Molto calma. Siamo in fondo a questo tubo, e non possiamo  risalire, e se quei maledetti fearling ci trovano…fortunatamente, i suoi piedi toccarono il pavimento che costituiva la fognatura.
Prese un paio di respiri profondi e cominciò a camminare. Hiccup stava in testa al gruppo, con la fiaccola puntata in avanti, al pari di una torcia.

                                                                                                               * * *

Il gruppo si fermò vicino a una scala, sorpreso dalla luce.
Il traffico sopra di loro pareva irregolare, e questo era già qualcosa, ma la luce…la luce li sorprese, anche perché era loro sembrato di aver camminato nelle fogne per ore. Il buio aveva completamente distrutto il senso del tempo.
Adesso, guardando il tombino cinque metri sopra le loro teste, videro che la luce del giorno non era ancora sparita dal cielo. Il tappo bucherellato, così come raggi di sole grandi come matite, stampavano monetine di luce  sulle spalle e sul petto dei presenti.
Neppure una macchina era passata sul tombino, da quando erano lì.
Jack inarcò un sopracciglio. Questo gli faceva sospettare che, più per fortuna e per legge delle probabilità che per un innato senso di direzione, erano riusciti ad arrivare in una zona relativamente poco popolata.
Cominciarono a salire e utilizzarono il piede di porco per aprire l’uscita.Il serpeverde aprì gli occhi e fu accecato dalla luce rossa.
Di primo acchito pensò che fosse la foresta proibita e ,per un attimo, pur cosciente di quanto sarebbe stato folle e rischioso apparire nel territorio di Hogwarts, ebbe un tuffo al cuore ,pensando di sgattaiolare tra gli alberi fino alla capanna di Scaracchio.
Si rese presto conto ,che avevano appena messo piede nei Kengsinton Gardens.
Volse la propria attenzione nei confronti di Mantide.
<< Così…sei davvero un membro dei 5 cicloni ?>>
L’uomo inarcò un sopracciglio, prima di compiere un inchino beffardo
<< In persona>>ridacchiò.
Affianco al giovane, Jhonny non potè fare a meno di chiudere il volto in un ‘espressione visibilmente confusa
<< Scusate,mi sono perso qualcosa. I 5 cosa?>>
<< I cinque cicloni!>>esclamò Rapunzel, come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Quando il grifondoro mantenne il suo sguardo, la corvonero si portò una mano alla fronte
<< La squadra elitè di animagus guidata dal capitano Po,sotto gli ordini diretti del ministro cinese della magia>>continuò, il tono di voce ornato da una lieve punta di esasperazione.
Al sentire tali parole, Kristoff volse la propria attenzione nei confronti dell’orientale
<< Che ci fate in Gran Bretagna ?>>domandò, con fare incuriosito.
Il volto dell’animagus assunse improvvisamente una tonalità più cupa
<< Siamo di fronte a una potenziale catastrofe globale, bambini. Nord ha richiesto il nostro aiuto per porvi fine>>proclamò con orgoglio.
Merida inarcò un sopracciglio
<< Così...ci stavi seguendo ?>>
L’uomo scosse la testa un paio di volte
<< Ho intercettato i fearling di Pitch una volta arrivati alla manor. Da lì in poi è stata solo una questione di fortuna>>
Prima che la rossa potesse rimettersi a parlare, un sonoro gemito attirò l’attenzione dei presenti.
Jack puntò lo sguardo in direzione della figura di un inconscio Hans Sloss
<< Si sta svegliando>>li informò.
Il serpverde sbattè le palpebre, per poi cominciare a massaggiarsi la testa.
Non appena i suoi occhi entrarono in contatto con quelli delle persone di fronte a lui, deglutì a fatica
<< Ehm…parlè?>>

                                                                                                                  * * *

Un colpo allo stomaco lo fece barcollare all’indietro. Tossì un paio di volte, nel tentativo di riprendere fiato
<< Ok,ok,vediamo di darci una calmata…>>
un secondo pugno la mandò a finire contro i bidoni dell’immondizia.
Emise un ringhio, prima di portarsi una mano alla testa
<< Mi hai rotto il naso >>sussurrò.
Merida compì un passo in avanti e lo afferrò per il colletto
<< Eppure mi sembra ancora poco>>
Estrasse la bacchetta e la puntò in direzione del giovane
<< Dammi una sola ragione per cui non dovrei maledirti all’istante>>sibilò.
Il serpeverde dilatò le pupille,prima di chiudere il volto in un’espressione arrogante
<< Non ho niente da dirvi>>proclamò.
In tutta risposta, La grifondoro strinse gli occhi.


10 MINUTI DOPO

Il tamigi, sovrano indiscusso della costa inglese.
La lunghezza del fiume era sempre stata oggetto di varie discussioni perchè, mentre era abbastanza chiaro dove iniziasse il torrente(ma anche in questo caso sussistevano differenti interpretazioni), non era mai stato assolutamente certo fino a dove potesse arrivare ,considerando il fatto che  l’affluente penetrava, con un profondo estuario, nel Mare del Nord.
Al giorno d’oggi,  si distinguevano: una prima lunghezza di 272 km fra Thames Head (la sorgente convenzionale) e il London Bridge (inizio del Porto di Londra); una seconda lunghezza di 323 km fino al banco di Nore (dove, in corrispondenza del faro, terminava il grande Porto di Londra che aveva uno sviluppo di 88 km) dove l'estuario era largo ben 16 km; una terza lunghezza di 365 km fino alla foce del Medway, presso la cittadina di Sheerness che, secondo alcuni, era un fiume con un proprio sbocco al mare e, secondo altri , non era altro che l'ultimo affluente del Tamigi stesso.
Il fiume, contrariamente a quello che si può comunemente credere ,aveva delle portate modeste  che non superavano, in genere, il centinaio di metri cubi al secondo.  
Ciò che lo rendeva davvero importante era la larghezza dell'estuario e il fatto che la marea lo risalisse sempre ben oltre il centro di Londra, rendendolo navigabile in ogni stagione:  nell'area metropolitana occidentale londinese (a 6 m s.l.m., ove terminava il corso fluviale vero e proprio ,poichè più a monte non ne risentiva più la marea), infatti, la portata minima di settembre era di ben 28 m³/s, mentre quella massima di gennaio superava di gran lunga i 129 m³/s. Tuttavia,nei pressi London Bridge, il fiume, ,con l'alta marea, assumeva una profondità di più 9 m ed era largo si e no,240 m, il che lo rendeva comodamente navigabile da grossi battelli.
O, comunque, un ottimo trampolino di lancio per gettarvi qualcuno dentro.
Attualmente, infatti, la figura di Hans si stava dimenando al di sopra dell’affluente, sospeso a mezz’aria, come trainato da una forza invisibile
<< Oddio!>>
<< Sei pronto a parlare?>>domandò Jack,
con fare innocente
<< Voi siete pazzi !>>ribattè l’altro, in preda al panico.
Il serpeverde scosse la testa un paio di volte
<< No,non siamo pazzi,siamo furiosi>>sussurrò.
Ancora sospeso, il giovane chiuse gli occhi
<< Oddio,Signore,ti prego salvami…>>
non ebbe neanche il tempo di terminare la frase ,che sentì la forza di gravità attirarlo nei confronti del fiume.
Urlò nella disperazione ,mentre percepì l’aria fredda sferzargli il volto.
Poco prima che potesse toccare la superficie, tuttavia, si bloccò, ad appena un paio di centimetri dalle onde del canale.
Apri ambe le palpebre ,con fare esitante
<< Sono vivo?>>
Cominciò a guardarsi in torno
<< Ah! Sono vivo!>>
Si sentì tirare verso l’alto e si ritrovò, ben presto, di fronte alle espressioni decisamente arrabbiate dei suoi compagni
<< Comincia a cantare>>ordinò Elsa.
Il serpeverde abbassò la testa, prima di prendere un respiro profondo. Non aveva scelta, pensò tra se e se.
<< Voi non avete idea di cosa significhi>>sussurrò.
Puntò lo sguardo in direzione del gruppo
<< Vivere con 12 fratelli. Essere sempre l’ultimo in tutto. Il fallimento della famiglia>>
la sua voce ora, pareva a mala pena un ringhio
<< Volevo solo…essere qualcuno>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< E se vi avessi consegnato a lui…lo sarei diventato>>terminò.
Mavis non potè fare a  meno di trattenere la propria incredulità
<< Ci hai traditi. Hai tradito la nostra amicizia…per questo?>>
Merida emise un sibilo sprezzante
<< Mi fai vomitare>>mormorò.
L’adolescente distolse lo sguardo
<< Non ho intenzione di discutere le mie ragioni con te>>ribattè.
Jack pareva visibilmente tentato di lasciarlo annegare.Strinse i pugni e prese un paio di rapidi respiri.
<< Qual è il suo piano?>>domandò in tono freddo.
Hans inarcò un sopracciglio
<< Cosa?>>
<< Pitch…qual è il suo piano?>>ripetè l’altro.
Il serepeverde si ritrasse
<< Io…io non lo so>>borbottò.
Al sentire tali parole, il giovane non potè fare a meno di trattenere uno sbuffo
<< Oh,andiamo Hans,sei un serpeverde,non ti metteresti mai in accordo con qualcuno senza prima aver imparato qualche suo peccatuccio>>
L’adolescente abbassò la testa, con fare sottomesso
<< Voi non capite. Se scopre che ve ne ho parlato…mi ucciderà>>
<< Ti ucciderà comunque, e tu lo sai>>continuò lui, il volto chiuso in un espressione priva di rimorso.
Hans sapeva che questa era la verità nuda e cruda. Come Pitch diceva sempre a coloro che lo avevano deluso, era appena diventato…irrilevante.
<< Ha un Alpha>>sussurrò.

Il tempo parve fermarsi.
Gli occhi di Hiccup lampeggiarono un paio di volte
<< Che cosa?>>
<< Un Alpha. Sai, uno Sputaghiaccio>>ripetè.
Un pensiero attraversò la mente dei presenti: maledizione.
Il mare era pieno di mostri. Da tempo immemorabile, esso offriva spazio a miti, metafore e paure primordiali. I compagni di Ulisse erano caduti vittima di Scilla,un orrenda creatura a sei teste. Per intimorire la vanitosa Cassiope, Poseidone aveva creato Ceto e ,per vendetta, aveva scatenato contro Laoconte-insospettito dal cavallo di legno lasciato sulla spiaggia di troia-due giganteschi serpenti marini, che avevano avvolto nelle loro spire lui e i suoi figli.
Alle sirene si poteva sfuggire soltanto tappandosi le orecchie con la cera.
Ondine, sauri di mare,polpi giganti,popolavano le fantasie più inquietanti. Persino la bestia della bibbia,quella con dieci corna e sette teste,era uscita dal mare. Ma proprio la scienza,per sua natura votata allo scetticismo,da quand’era stata ritrovata la Latimeria e dimostrata l’esistenza dei calamari giganti, parlava del nocciolo della verità contenuto non solo nelle leggende ma anche nelle notizie più inquietanti. Per lo spirito illuminato non  c’era nulla d’inviolabile, nemmeno la paura. I mostri erano diventati i migliori compagni di gioco, gli autentici eppure immaginari animali di peluche della ricerca.
Tranne uno.
Il peggiore di tutti.
Esso trascinava nel panico anche la mente più illuminata. Quando fuoriusciva dal mare e arrivava sulla terra portava morte e distruzione. Il suo nome si doveva ai pescatori di Berk, che in alto mare non percepivano nulla del suo orrore e poi, al loro ritorno, trovavano il proprio villaggio distrutto e parenti morti.
Avevano trovato per questo mostro una parola degna della sua caratteristica più evidente:  Alpha, il drago in grado di controllare gli altri draghi.
La reazione degli adolescenti, così come quella dell’auror, dimostrava che conoscevano bene questa creatura, così come il suo temperamento.
Dopo circa un minuto completo, Mantide prese un respiro profondo
<< Dove l’ha trovato ?>>domandò in tono freddo.
Hans si ritrasse leggermente
<< Drago Bludvist e i suoi uomini hanno requisito un mercantile l’estate scorsa,nei pressi del Perù. Il bell’animaletto faceva parte del carico>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Intende scatenarlo su Londra entro una settimana al massimo. Così facendo, rivelerà l’esistenza della magia al mondo babbano, sciogliendo il trattato di reciproca tolleranza. Sarà guerra aperta>>terminò.
L’animagus scosse la testa un paio di volte
<< è un suicido. I maghi sono forti, certo, ma il nostro numero non reggerà un confronto di tale portata>>
<< è quello che vuole>>si intromise Jack.
Al sentire tali parole, la creatura non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Cosa?>>
<< Lui non mira alla vittoria. Vuole solo…il conflitto>>sussurrò.
Volse la propria attenzione nei confronti dell’auror
<< Una cosa del genere…gli fornirà certo l’energia sufficiente per evolversi>>
<< Evolversi in cosa ?>>domandò Rapunzel.
Il giovane abbassò la testa
<< Non lo so>>mormorò.
Chiuse ambe le palpebre degli occhi e prese un respiro profondo
<< Ad ogni modo…la nostra priorità è trovare questo indirizzo>>
Estrasse il foglietto dalla tasca dei pantaloni. Hiccup compì un passo in avanti
<< Credevo l’avesse preso Shen !>>
Il serpeverde ridacchio
<< Amico, per chi mi hai preso? Sono stato un ladro per quasi tutta la durata della mia adolescenza>>
Affianco al gruppo, Mantide annuì compiaciuto, per poi compiere un rapido movimento di bacchetta. Decine di sbarre di metallo parvero prendere vita, a partire dalla ringhiera del ponte, e afferrarono gli arti di Hans.
Il serpeverde iniziò a guardarsi intorno freneticamente
<< Un momento, avete intenzione di lasciarmi qui ?>>
In tutta risposta, il gruppo di studenti non sembrò prestargli la minima attenzione. Cominciarono a incamminarsi in direzione di Londra.
L’adolescente inarcò un sopracciglio
<< Ehm, Jack? Ragazzi?>>
Non passarono che appena un paio di minuti, e i giovani, così come l’auror, erano già spariti dalla vista del purosangue.
<< Andiamo jack! Siamo amici, no?>>
Di nuovo nessuna risposta. Volse la propria attenzione nei confronti delle sbarre e prese un  respiro profondo
<< Maledizione>>

                                                                                                                * * *          

La manor disponeva di diverse Sale riunioni.
Pitch Black aveva scelto uno spazio di media grandezza, quasi troppo piccolo per un gruppo di sognatori, ma sapeva per esperienza che le persone sedute vicine o si prendevano per i capelli o sviluppavano un  forte spirito di collaborazione.
In nessun caso, comunque ,avevano la possibilità di mantenere le distanze o d’intrattenersi su altri argomenti. Inoltre, sempre con quell’intento, la sistemazione dei posti non seguiva criteri di accorpamento per nazionalità o specializzazione.
Ogni posto disponeva di un piccolo vassoio, di un blocco degli appunti e di un muffin ai mirtilli sopra di esso.
Comparve Shen e andò a sedersi in una delle sedie disponibili, riservate ai relatori. Lo seguiva un uomo tondo come una palla, che indossava un abito sgualcito e con grosse chiazze scure sotto le ascelle . Alexander Dumpty, questo era il suo nome, se Morton riusciva a ricordare con chiarezza.
Drago Bludvist lo seguì a ruota, i capelli rasti che gli correvano al di sopra dell’armatura.
Tese la mano al ministro.
Le sue dita erano gonfie e robuste, tipiche di un cacciatore di taglie
<< Ministro Morton>>
 L’uomo strinse l’arto e resistette alla tentazione di asciugarsi la mano sui pantaloni
<< è un piacere vederla>>
<< Come sempre>>
Drago sorrise, rivelando file di denti frastagliate
<< Offra a questi signori un bello spettacolo, mi raccomando. Se nessuno applaude, convinca Gothel a fare uno strip-tase e potrà contare sul mio sostegno>>
La creatura lo osservò con un sorriso gelido. L’uomo era uno dei membri più fidati di Pitch in persona ,un mago oscuro davvero in gamba. E, al momento opportuno, lui l’avrebbe annientato lentamente e con grande soddisfazione.
Aveva ancora un po’ di strada da percorrere , certo, ma, alla fine, che fosse in gamba oppure no, se lo sarebbe lasciato alle spalle, quel dannatissimo mercenario.
La sala si riempì. Molti dei presenti non si conoscevano e andarono a sedersi in silenzio.
Pitch Black li attendeva paziente, finchè non finirono il brusio e il rumore delle sedie. La tensione era palpabile. Ma lui avrebbe potuto descrivere la condizione di spirito di ogni singolo individuo soltanto rivolgendogli un occhiata.
Il mago sapeva guardare dentro l’anima della gente. Aveva imparato a farlo.
Si avvicinò al podio ,sorrise e disse<< Rilassatevi>>
Un mormorio attraversò la sala. Alcuni accavallarono le gambe e si appoggiarono rigidamente allo schienale. Solo Drago, Morton e Shen, se ne stavano seduti sulla sedia quasi con aria annoiata.
<< So che siete sotto pressione>> proseguì
<< E voglio ringraziare tutti voi per essere qui. In particolare il ministero! Sono intimamente convinto che, grazie alla vostra collaborazione, riusciremo a guardare gli avvenimenti del recente passato alla luce di una nuova speranza. Voi ci date coraggio>>
L’uomo parlava senza enfasi, in tono cordiale e tranquillo, e intanto guardava direttamente ognuno di loro. Così facendo si guadagnò un attenzione assoluta. Ad alcuni dei presenti ,saltò all’occhio il fatto che, nella mano destra, reggeva una serie di pratiche.
<< Detto questo… è un giorno storico per la nuova Dawning street !>>
Cominciò ad avvicinarsi al tavolo
<< Il gabinetto è in seduta. Che il lavoro del governo, signori…abbia inizio>>
Ciò che avvenne in seguito, scioccò la maggior parte dei partecipanti. La creatura lanciò ambe le mani in aria, riversando una copiosa quantità di fogli per tutta la lunghezza della sala. Un pezzo di carta finì proprio sulla testa di Shen e l’animagus dovette trattenere la sua irritazione.
Picth si guardò intorno, per poi inarcare un sopracciglio
<< Oh,andiamo ! è divertente!  No? neanche un pochino ?>>
Quando nessuno rispose, Morton decise di intervenire
<< Sì,molto divertente ,mio signore. Ma adesso, se permette, ci sono delle questioni di politica che richiederebbero la massima importanza…>>
<< No,no,no,prima di cominciare tutto questo...voglio dirvi…grazie>>
Il tono di voce dell’uomo aveva assunto una tonalità decisamente più fredda. Gli occhi gialli dardeggiarono nelle ombre, al pari di fiaccole
<< Grazie a tutti voi. Orrendo branco di viscide carogne non che di sporchi traditori>>
Il suono di quelle parole, fece trasalire ogni singolo invitato. Perfino il ministro deglutì leggermente, prima di iniziare a ridacchiare
<< Molto divertente. Si, molto divertente, signore>>
<< No,questo NON era divertente>>ribattè l’altro.
 Il mago oscuro abbassò la testa e prese un respiro profondo
<< Vedete, forse non sono stato chiaro. Divertente è così>>
Pitch scoprì i denti in un sorriso tanto sardonico e brutale, che Gothel ebbe voglia di gridare. Alto e con le spalle incassate, il mago aveva un fisico da burocrate. In lui c’era una componente terribile, in parte visibile nei suoi occhi, in parte intuibile dalla compassata immobilità con cui teneva le mani davanti a sé…ma non erano quelle le cose che lo rendevano spaventoso, che avevano spinto i suoi uomini a chiamarlo signore oscuro.
Nessuno aveva ancora individuato l’elemento veramente terrificante in lui,né moriva dalla voglia di scoprirlo. Ciò che volevano adesso, era uscire da quella conversazione con l’anima intatta.
Le labbra di Pitch si riabbassarono sui dent
i<< Non divertente è così>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< E al momento non sono come prima. Sono più…>>
Chiuse il volto in una smorfia quasi agghiacciante. La temperatura della sala sembrò calare più velocemente di quanto potrebbe mai fare in una giornata di pieno inverno.
Pitch volse lo sguardo in direzione del gruppo
<< E questo perché voi siete traditori, sì lo siete tutti! Appena avete visto i voti pendere dalla mia parte avete abbandonato i vostri partiti e vi siete buttati sul carro Black senza pensarci !>>
I suoi occhi gialli si agganciarono a quelli rossi di Morton con tanta intensità che alcuni dei presenti guardarono altrove, come se temessero di finire ustionati, dalla ferocia di quello sguardo. Il ministro, tuttavia, sostenne tranquillamente l’esame e ,dopo qualche istante, la bocca di Pitch si curvò in qualcosa di simile a un sorriso
<< Ma non sono arrabbiato. No,quello che mi fa realmente arrabbiare …è questo>>continuò lui.
Nessuno rise: la collera e il disprezzo nella voce della creatura erano inequivocabili.
L’umo non perse tempo ed evocò dal nulla un bicchiere di cristallo, riempito fino all’orlo di una sostanza rossa
<< Vedete…a certe persone piace sempre vedere il calice come mezzo vuoto>>
Versò parte del contenuto sul pavimento
<< Io, invece, preferisco sempre vederlo come mezzo pieno>>
Volse la propria attenzione nei confronti dei presenti e prese un respiro profondo
<< Siamo passati dalle stalle alle stelle, signori. Ma…noi non siamo solo un impero. Siamo una famiglia! Avete tutti la tortina? Anche tu Gothel ?>>
Quando la donna annuì velocemente, la creatura riprese a parlare
<<  Bene. Ah, sì, vedete, abbiamo tolto di mezzo molti ribelli e così uno ci è scappato! A chi interessa? Non è una gran cosa, non è mica   la fine del mondo, giusto?>>
Si fermò di colpo, per poi di ridacchiare leggermente
<< Solo che…cosa strana, ora che ci rifletto, il ribelle che ci è scappato è Jack Frost, e se lui riuscirà a far funzionare di nuovo il bastone usato per imprigionarmi allora è la fine del mondo! Il NOSTRO mondo! Il MIO impero !>>
Sbattè il bicchiere sul tavolo, riversando pezzi di vetro su tutta la superficie del mobile.
<< Per cui, signori, potete dirmi che fine a fatto…quel poco di cervello che avete!?>>
I presenti guardarono l’uomo preoccupati. Ognuno, a giudicare dalle loro espressioni, temeva di essere incolpato del fatto che il giovane serpeverde fosse ancora in vita.
Pitch, tuttavia, sembrava parlare più in generale che a qualcuno di particolare. Morton fu il primo a farsi avanti
<< Sono sicuro che la situazione non sia poi così grave…>>
Il mago oscuro levò una grande mano color cenere e il ministro tacque all’istante. Gli occhi dell’essere dardeggiarono una seconda volta
<< Ma davvero? Perchè ho saputo dai miei informatori …che quei piccoli cuccioli mi stanno cercando per farmi fuori!>>
Cominciò a guardarsi intorno
<< Perdonatemi, ma…noto un leggero conflitto di interessi>>
Dopo un momento di totale silenzio, si sedette a capotavola e prese un respiro profondo
<< Vi prego ,ragazzi, vi supplico…uccidete quei mocciosi>>sussurrò.
Uno dei gemelli Stabbington, quello indossante la benda, alzò la mano destra, con fare esitante. Pitch gli fece cenno di andare avanti
<< Signore, con tutto il rispetto, non credo che dovrebbe preoccuparsi di una cosa simile>>
Al sentire tali parole, gli occhi del signore oscuro si dilatarono malevoli
<< Oh,non devo preoccuparmi? Così come ha fatto Voldemort? O Bellatrix Lestrange? O Barty Crouch Junior? Sono solo dei bambini, giusto? Possibile che io sia l’unico qui a non prendere sotto gamba quei demoni in pantaloncini blu !?>>
Estrasse la bacchetta.
Un lampo di luce nera illuminò ogni angolo della sala. La testa dell’uomo crollò con uno schianto sul bordo del tavolo, che vibrò e cigolò.
Molti dei sognatori balzarono indietro nelle sedie. L’ultimo Stabbington rimasto in vita cadde dalla sua.
Pitch non perse tempo e ,con un guizzo delle vesti, afferrò il rosso per la gola sollevandolo da terra
<< Non mi siete utili manco per trovare un umile insetto>>ringhiò.
Il sottoposto si dimenò a fatica
<< Un insetto tra sette miliardi>>soffocò tra i singhiozzi
<< Potrebbero essere ovunque>>continuò.
La creatura lasciò andare l’uomo ,volgendo la propria attenzione nei confronti della folla
<< Allora saranno loro stessi a venire da noi. è giunto il momento che il mondo sappia della nostra presenza. Basta nascondersi, nessuna pietà >>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Non importa se saranno feriti o deboli. O apparentemente inoffensivi . O se ci pregheranno di risparmiare loro la vita promettendo che non ostacoleranno i nostri piani. Anche se incontreremo qualche anima candida, ignara di quello in cui si è cacciata…li troveremo…e li uccideremo>>
Allargò ambe le braccia, in un gesto teatrale. Tuoni e lampi risuonarono all’esterno della manor,  illuminandone la notte
<< Li uccideremo tutti !>>


Com'era? spero bello! ricordate l'attacco alla nave all'inizio del secondo libro? ecco qual'era il carico! Eh,sì,uno degli Stabbington ha appena tirato le cuoia. Nel prossimo chappy,scopriremo dove porta l'indirizzo e Pitch renderà nota la sua presenza al mondo intero. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto,per cui...a presto!

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Capitolo 7
*** Il giorno in cui nacque il demonio ***


Il giorno in cui nacque il demonio

Il gruppo si trovava dinanzi a un grande cancello di metallo, apparentemente chiuso, ma senza serratura ne catena.
Oltre esso, si scorgeva un rigoglioso giardino con tanto di erba all'inglese, perfettamente curato. Era circondato da siepi alte circa tre metri e mezzo che oscuravano la visuale su quello che c’era fuori. Al centro, una grossa fontana circolare sprizzava acqua allegramente.
Oltre la fontana, il tutto finiva con un'altra siepe, apparentemente senza uscita. Sullo sfondo, poco distante, si vedeva un'incredibile costruzione: la villa.
<< Bhe,il posto è questo>>commentò Mantide.
Volse lo sguardo in direzione del gruppo
<< State indietro>>ordinò.
Salì i pochi scalini della misera veranda e bussò. Nessuno pareva essere in casa.
Girò alcune volte intorno al complesso. Si sentiva deluso, senza riuscire a spiegarsi il perché. In fondo non era sicuro se avrebbe trovato qualcuno. Pensò di andarsene. Un tentativo l’aveva fatto, no? Tuttavia, non poteva. Gli venne in mente l’immagine di un uomo che suona il campanello di un negozio di pozioni e se ne va subito perché non gli viene aperto all’istante.
I suoi piedi lo ricondussero alla porta d’ingresso.
Allungò la mano e colpì la porta una seconda volta.
I cardini si spalancarono. Ne fuoriuscì un’anziana signora, probabilmente sulla settantina
<< Sì ? Che volete ?>>domandò la donna, il tono di voce ornato da una punta di sospetto.
L’auror compì un paio di colpi di tosse
<< Salve. Mi scusi per l’intrusione ma…posso sapere con chi ho il piacere di parlare>>
La vecchia inarcò un sopracciglio
<< Seraphina Pitchner>>
Al sentir pronunciare quel nome, Jack  sussultò leggermente
<< Qualsiasi parentela con Kosmosis Pitchner?>>domandò, visibilmente impaziente di ricevere una risposta.
L’anziana dilatò le pupille
<< è mio figlio>>sussurrò.
Il tutto fu accolto con un espressione di puro shock da parte di ognuno dei presenti.
Dopo circa dieci secondi di totale silenzio, Mantide prese un respiro profondo
<< Signora…mi perdoni per la franchezza ma…abbiamo bisogno del suo aiuto>>continuò.
La donna passò la testa da parte a parte del gruppo, prima di emettere un sospiro
<< Vi prego, entrate>>mormorò.
E così fecero.

                                                                                                                          * * *

L´appartamento di ben 100 metri quadrati, tutto con travi a vista, era dotato di un grande soggiorno con due divani e una zona con  tavolo di lavoro,così come una credenza.
Dal soggiorno si accedeva alla zona pranzo con tavolo di legno e sei sedie, accanto alla cucina, completamente attrezzata per cucinare e godere della casa. La zona notte era dotata di una stanza da letto principale e una seconda stanza che si affacciava su una corte interna.
Il primo bagno era dotato di vasca e il secondo di una doccia. Luminosissimo, l´appartamento affacciava su una deliziosa e silenziosa piazzetta e sul luminoso e verde cortile interno.
Il mobilio era molto moderno e comodo, completato da televisioni a schermo piatto, lavastoviglie, lavatrice ed aria condizionata in tutte le stanze. Il salotto era composto da due spazi adiacenti uniti da ampie aperture.
Nella parte più interna si trovava una confortevole zona con divani e poltrone dove si poteva conversare amabilmente prendendo un tè o sorseggiando un bicchiere di ottimo Chianti. In questa zona vi era anche il caminetto, che nelle giornate autunnali o invernali meno soleggiate, oltre a riscaldare l’ambiente pareva riscaldare anche gli animi. L’altra parte era costituita da una lunga veranda, la cui parete esterna era formata interamente da finestre, sotto le quali correva una lunga panchina fiorita, così come la volle all’epoca la stessa Seraphina Pitchner.
Come è facile immaginare da qui si godeva di una incredibile, splendida illuminazione e di una deliziosa vista sul colorato giardino della villa.
<< Il tè sarà pronto a breve !>>esclamò la vecchia, accendendo il gas della cucina.
La donna tornò appena cinque minuti dopo, issante un servizio da tè completo di tazzine e tegliera già riempita, posta al centro di un vassoio in argento.
Posò il tutto al di sopra del tavolo e porse gli oggetti di porcellana nelle mani degli ospiti.
Elsa fu la prima a sorseggiarne il contenuto, e chiuse il volto in un sorriso genuino
<< è delizioso>>commentò, volgendo lo sguardo in direzione dell’anziana.
Questa le inviò un occhiolino di rimando e prese a bere nella propria tazza. Rapunzel, nel frattempo, aveva lo sguardo concentrato in direzione di una foto, posta sulla credenza, affianco alla poltrona in cui sedeva, raffigurante la donna stessa, accanto all’immagine di un uomo apparentemente sulla cinquantina
<< Quello è Steven Spielberg ?>>
Sheraphina inarcò un sopracciglio, prima di annuire rapidamente
<< Oh, sì, sì, l’ho incontrato a un raduno di veterani, il 23 luglio del 97. Quell’uomo era davvero un diavolo ,sempre pronto a ispirare gli altri>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Ricordo ancora le parole che rivolse alla folla di quel giorno: “ Iniziate a essere ora quello che vorrete divenire d'ora in avanti". Vi chiederete “ ma come?” e lui rispose La più grande guida del nostro iniziare ad essere è l'immaginazione ovvero… l'abilità di saper scegliere tra le possibilità che ci vengono offerte. Avere immaginazione richiede coraggio ed impegno, ma allo stesso tempo ci dona speranza. La speranza di poter decidere il nostro destino e che le decisioni che prendiamo si confermeranno giuste in futuro, per quanto possiamo essere sopraffatti dal mondo possiamo anche trarne speranza dalla sua bellezza, dalle promesse, dal semplice fatto che possediamo il talento di immaginare il nostro futuro in mezzo a tutte le possibili vite, che scorrono davanti ai nostri occhi, dobbiamo immaginarcele bene le nostre vite, dobbiamo impegnare la nostra coscienza.La coscienza è la voce di Dio... >>
<< E la natura è il cuore degli uomini>>continuò Rapunzel.
La donna volse alla giovane un sorriso divertito
<< Molto bene>>commentò.
La corvonero si strinse nelle spalle
<< Ho seguito l’evento con la tv via cavo>>
La donna annuì soddisfatta, prima di volgere la propria attenzione nei confronti di Jack
<< Così…mio figlio è tornato a fare casini>>mormorò.
Prese un respiro profondo
<< Cosa ti ha fatto?>>domandò,il tono di voce ornato da una lieve punta di rammarico.
Il serpeverde trasalì leggermente
<< Come scusi?>>
<< Kosmosis…cosa ti fatto?>>ripetè.
Quando l’adolescente inarcò un sopracciglio, la vecchia riprese a parlare
<< Provi…rabbia, nei suoi confronti. Te lo vedo negli occhi>>
Jack rimase fermo e immobile, nel tentativo di decidere se rispondere o meno.
Dopo circa una decina di secondi, prese un respiro profondo
<< Ha ucciso mio padre>>sussurrò.
Al sentire tali parole, la donna si ritrasse, facendo quasi cadere la tazza che teneva in mano
<< Mi dispiace>>mormorò. Il serpeverde annuì con gratitudine e la vecchia non potè fare a meno di chiudere il volto in un espressione visibilmente sofferente.
<< Kosmosis è stato sempre un bambino testardo>>iniziò
<< A volte ho pensato a lui come un estraneo. Un perfetto aristocratico, ben educato, che sa come comportarsi…ma che non conosce il significato delle parole>>
Posò la tazza al di sopra del tavolo e prese un respiro profondo
<< Le parole avevano un significato diverso per lui…in particolare la parola no>>
Alzò gli occhi al soffitto, nel tentativo di riportare alla luce memorie che aveva ormai da tempo cercato di dimenticare
<< No era un affronto. No…era un grido di battaglia. Mi lamentai del gatto che scavava nel nostro giardino e lui uccise quel povero animale. Da quel momento in poi, non ho mai perso Kosmosis di vista. Sapevo che doveva socializzare con gli altri bambini. Non ha mai imparato a giocare>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Un giorno, trovò un  perfetto compagno di giochi, il figlio del nostro giardiniere. Un bambino bellissimo, stavano sempre insieme, giocavano, si divertivano. Mi rilassai, pensando che la mia sorveglianza non fosse più necessaria. Poi…quel bambino scomparve>>
Sentì le lacrime farsi strada attraverso le pupille ed emise un leggero singhiozzo
<< Lo cercarono dappertutto, ma…non fu mai ritrovato>>sussurrò.
Al sentire tali parole, la maggior parte dei presenti distolse lo sguardo. Nel tentativo di ravvivare l’atmosfera, Anna decise d’intervenire
<< Si occupa ancora dei veterani?>>domandò, le labbra arricciate in un sorriso.
La donna annusò rapidamente, prima di scuotere rapidamente la testa
<< No,non più>>mormorò. La grifondoro inarcò un sopracciglio
<< Perché no?>>
Seraphina si strinse nelle spalle
<< Ho rinunciato a causa della malattia di mio figlio>>fu la sua risposta.
Affianco a lei, Jack prese un respiro profondo
<< Si è mai domandata come sarebbe stata la sua vita se…se non lo avesse mai avuto>>
Merida volse lo sguardo in direzione del serpeverde, visibilmente arrabbiata
<< Jack!>>
<< Cioè, se sarei stata meglio senza di lui?>>domandò la vecchia, apparentemente indifferente.
Il giovane scosse la testa un paio di volte
<< No,no,non intendevo stare meglio, volevo…>>
<< Non fa niente, è una domanda importante>>continuò lei
<< Perché avrai dei momenti difficili, ma ti faranno apprezzare le cose belle alle quali non prestavi attenzione>>terminò.
Jhonny approfittò di quel momento per inserirsi nella conversazione
<< E non si rammarica…di tutto il male che ha fatto?>>
<< Perché, per il dolore che provo adesso? Ragazzo, ho molto di cui rammaricarmi ma…non mi rammarico di un solo giorno insieme a lui>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< è dovere di ogni madre amare il proprio figlio. Nel bene…e nel male>>sussurrò.

Il silenzio calò inesorabile, all’interno della sala. Dopo appena un minuto buono, tuttavia, Mantide decise di prendere parola
<< Signora Pitchner, dobbiamo saperlo>>
Quando la vecchia si voltò a fissarlo, prese un respiro profondo
<< Nord ha lasciato…qualcosa qui ? Non so, un messaggio, un incantesimo…qualsiasi cosa che potrebbe aiutarci a fermarlo ?>>
La donna inarcò un soparcciglio, portandosi una mano sotto il mento. Si alzò di colpo e cominciò a rovistare tra i cassetti dei mobili presenti nella stanza, prima di afferrare uno strano oggetto cilindrico riposto all’interno di una delle credenze.
Posò il tutto al di sopra del tavolo, rivelandone la forma . Mavis osservò il manufatto con fare incuriosito
<< Che cos’è?>>
<< Oh, io non ne ho la minima idea>>ribattè la vecchia, il volto chiuso in un espressione indifferente
<< Quell’uomo me lo diede circa dieci anni fa. Mi disse che, in tempi di oscurità, questa scatola sarebbe stata l’unica cosa in grado di salvarci>>continuò, volgendo la propria attenzione nei confronti di Mantide.
L’uomo afferrò l’arnese con ambe le mani, rigirandoselo tra le dita. Si trattava di un cilindro metallico, probabilmente una scatola, apparentemente in oro, la cui base inferiore pareva adornata dall’immagine di un giovane bambino dalla pettinatura ribelle, nera come la pece
<< Sembra Pitch>>commentò Hiccup.
Merida annuì in assenso
<< Riconoscerei quei capelli ovunque>>confermò.
L’animagus si strinse nelle spalle e girò l’oggetto un paio di volte, chiudendo il volto in una smorfia infastidita
<< Che c’è?>>domandò Rapunzel.
L’uomo emise uno sbuffo di rimando
<< Non si apre>>mormorò.
Come colpita da una rivelazione, la signora Pitchner si portò una mano alla fronte
<< Oh,è vero,quasi dimenticavo !>>esclamò.
Uscì dal salotto, tornando circa un paio di minuti dopo, le mani adornate da un pezzo di stoffa
<< Era insieme a quello>>proclamò, porgendo il tutto al gruppo di studenti
<< Cosa sono?>>domandò Mavis, indicando una serie di scritte al di sopra del fohlio.
Mantide non perse tempo e osservò l’oggetto con attenzione, il volto chiuso in un espressione visibilmente contemplativa
<< Coordinate>>sussurrò.
Hiccup inarcò un sopracciglio
<< Per dove?>>
<< La foresta nera>>continuò, ricevendo uno sguardo di pura esasperazione da parte di Jhonny
<< Perfetto, un’altra caccia alle anatre>>mormorò il grifondoro.
Affianco a lui, la vecchia ridacchio, visibilmente divertita
<< Il vostro preside è senza dubbio molto paranoico>>commentò.

In quel preciso istante, un bizzarro crepitio attirò l’attenzione dei presenti. La donna trasalì leggermente, volgendo la propria attenzione nei confronti del punto da cui era partito il rumore
<< C’è qualcosa che non va con il televisore>>

                                                                                                              * * *

In tutto il mondo, le televisioni, così come gli enormi schermi che affacciavano lungo i vari edifici pubblicitari disposti nei centri città, iniziarono a vibrare.
Le varie effige che costituivano programmi, film e serie tv, cominciarono a lasciare il posto a un’immagine distorta e priva di alcuna forma, per poi rivelare la figura responsabile di quella giornata scellerata.
Un uomo alto, comodamente seduto di fronte a una scrivania in stile ottocentesco, fissava l’obbiettivo della videocamera, un paio di occhi gialli che ne adornavano il volto.
Dopo circa una decina di secondi, Pitch Black prese un respiro profondo
<< Cittadini…. dell’alveare babbano….i vostri leader,non vi hanno detto il vero. Non siete soli su questo pianeta…abbiamo vissuto tra di voi, nascosti>>
Le sue parole risultarono distorte, così come parte della trasmissione. Magia e tecnologia non erano mai state buone compagne di letto e la semplice presenza di entrambi in un medesimo luogo era sempre stata causa di disordine per l’una quanto per l’altra
<< Ma ora non più…come potete vedere>>continuò la creatura, il tono di voce freddo e impassibile.
Volse gli occhi in direzione dei telespettatori
<< Questo messaggio…è rivolto a un gruppo di persone i particolare>>
Agitò la mano con fare disinvolto
<< Non c’è alcun bisogno di fare i loro nomi ,sono sicuro che siano perfettamente consapevoli della situazione >>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Non è forse vero…Jack?>>
Al sentir pronunciare il proprio nome, il giovane non potè fare  a meno di trasalire.
Come fosse consapevole della reazione del serpverde, l’uomo chiuse il volto in un sorriso divertito e l’immagine del televisore mutò di colpo, rivelando una panoramica di un ponte sospeso al di sopra del Tamigi
<< Ricordate il London Bridge? Dove avete lasciato a marcire il vostro piccolo amico serpeverde?>>domandò Pitch, in tono beffardo.
Poi, come dal nulla, partì un conto alla rovescia
<< CINQUE,QUATTRO,TRE,DUE,UNO…boom>>

Li videro arrivare. Cinque figure in volo al di sopra della struttura, nere come la notte e armate di bacchette. La folla che camminava sulla struttura alzò gli occhi al cielo, volgendo lo sguardo nei confronti di quello spettacolo sinistro.
E poi, i sognatori cominciarono l’attacco. Cinque proiettili di luce saettarono come colpi di pistola, in direzione del ponte. Il risultato, quando il fuoco nemico raggiunse il complesso, fu decisamente esaltante.
L’esplosione fu ancora più esagerata di quanto Mantide avesse inizialmente temuto.
Mentre le fiamme si sollevarono al cielo, iniziarono a udirsi le prime grida e le urla dei passanti
<< Stanno morendo. E non c’è nulla che possiate fare>>continuò Pitch, il tono di voce ornato da un pizzico d’indifferenza.
L’immagine cambiò di nuovo ritornando alla figura del mago oscuro
<< Com’era la battuta di tua madre, signor Haddock? Salvare le persone, cacciare cose…gli affari di famiglia. Bhe, penso che le persone che salvate, giustifichino, in qualche modo, le vostre… patetiche ,piccole vite. Le bugie, la sofferenza, il dolore che state causando…l’unica cosa che vi permette di dormire la notte, L’UNICA…è sapere che quelle persone sono ancora la fuori. Felici, e al sicuro...grazie a voi. Voi ,dannati eroi del cavolo!>>
fece una pausa per riprendere fiato
<< Le vostre famiglie…loro…sono il lavoro della vostra vita, e io lo distruggerò ,pezzo per pezzo. Questo perché…io posso. Questo perché…non potete fermarmi. Questo perché, quando saranno tutti morti…cosa vi sarà rimasto?>>domandò, il volto chiuso in un sorriso freddo.
Volse lo sguardo in direzione del monitor
<< Volete mantenere in vita quelle persone? Voglio una resa totale! Altrimenti…continueremo questa danza. A voi la scelta ,mei cari>>
Si alzò di colpo e puntò la bacchetta nei confronti dello schermo
<< Vedete? La bellezza della cosa. L’ineruttabilità . Non siete altro che insetti. Fugaci…puntini… di luce. IO-SONO-ETERNO!>>

Si udì uno scoppio, una luce verde, e la trasmissione terminò, così com’era cominciata.

                                                                                                                     * * *

<< Jack, aspetta!>>
Il giovane non perse tempo e fuoriscì dalla casa, marciando in direzione della strada ,ignorando le grida di Elsa
<< Ragazzo, non essere avventato!>>continuò Mantide, nel tentativo di fermarlo.
Il serpverde si voltò di colpo, il volto chiuso in espressione fredda come il marmo
<< Ha minacciato le nostre famiglie !>>urlò,il tono di voce ornato dalla rabbia.
L’auror scosse prontamente la testa
<< I vostri parenti sono stati portati in un luogo sicuro, non corrono alcun pericolo>>
L’adolescente inarcò un sopracciglio
<< Come fai a saperlo?>>domandò, con fare sospetto.
Per un attimo, l’uomo sembrò esitare, prima di ricomporsi quasi subito
<< Lo so>>sussurrò.
Affianco al mago, Rapunzel rimase ferma e immobile, per poi sussultare leggermente
<< Aspetta, avete già trasferito i pazienti di San Mugo?>>
L’animagus ci pensò un attimo
<< Molti di loro sono ancora in fase di recupero. L’evacuazione avrà luogo entro due giorni al massinmo, perché?>>
La corvonero compì un passo all’indietro e dilatò le pupille.
Volse lo sguardo in direzione dell’amico
<< Jack…>>
questi inarcò un sopracciglio, prima di trasalire, nel momento in cui una rivelazione scioccante iniziò a farsi strada attraverso la sua mente
<< Maledizione>>
 
                                                                                                                        * * *

Il San Mungo era l’ospedale per ferite e malattie magiche dove venivano curati i maghi e le streghe di tutta la gran Bretagna.
Fu fondato nel 1612 da Mungo Bonham, di cui il complesso portava  il nome.
La sede dell'ospedale era a Londra e la sua posizione corrispondeva a quella del grande magazzino abbandonato Purge & Dowse Ltd.
Per accedere all’atrio dell’ospedale, si doveva proprio attraversare una delle finestre del Purge e Dowse Ltd, che fungeva da gateway magico per l'edificio principale, proprio come la barriera a King's Cross Station nel binario 9 ¾ .
Nella zona di ricevimento, una strega gentile siedeva a una scrivania antica ,intenta a compilare le cartelle di ricovero per coloro che erano sufficientemente lucidi da poter comprendere dove sarebbero stati assistiti e aiutava chi era incapace di parlare normalmente, o non riusciva a ricordare il motivo per cui si era recato in ospedale.
Il reparto Incidenti da Manufatti, era una specie di pronto soccorso dove venivano curate le vittime di esplosioni da calderone, da ritorni di fiamma delle bacchette, dagli scontri tra scope e simili. A questo piano venivano curate tutti i tipi di lesioni causate dalle bestie feroci, come morsi, punture, ustioni eccetera.
Il guaritore in carica era Ippocrate Smethwyck, assistito dal tirocinante Augusto Pye .
Più in alto vi era il secondo piano.Qui venivano curate sia le malattie contagiose causate da batteri e virus magici, come il Vaiolo di Drago e lo Scrofungulus, sia i malanni come la nausea da Smaterializzazione e lo Stinkitus.
All’interno del terzo piano,si trovava il Reparto Avvelenamento da Pozioni e Piante Velenose. I maghi e le streghe curati in questa parte dell’edificio potevano presentare i sintomi più strani e disperati, dalle eruzioni cutanee ai rigurgiti, dal riso incontrollabile al coma.
Infine,vi era il quarto e ultimo piano.
I pazienti ricoverati in questo reparto ,solitamente, erano stati colpiti da fatture e maledizioni, ma potevano essere anche vittime dell’applicazione errata di un incantesimo. Ed era proprio qui che, attualmente, risiedeva il prossimo bersaglio del più pericoloso mago oscuro di tutti i tempi.

Pitch Black camminò con passo felpato attraverso la folla di persone, prima di fermarsi proprio di fronte alla reception, il volto chiuso in un sorriso amichevole
<< Salve>>
La segretaria alzò la testa, volgendo la propria attenzione nei confronti dell’uomo.
Questi prese un respiro profondo
<< Potrebbe chiamarmi  Flynn Rider?>>domandò, il tono di voce leggermente beffardo.
La donna fece per controbattere ma si bloccò di colpo, non appena un paio di figure vestite in abiti nero si materializzò dal nulla alle spalle del mago oscuro.
Il fearling alla destra di Pitch non perse tempo e affondò la spada nel legno della scrivania, conficcandone la punta nel cuore della strega.
Questa emise un sussulto, prima di cadere a terra, priva di vita.
La creatura osservò il tutto,con fare incuriosito, prima di emettere un sospirò di rammarico
<< Bhe, credo che lo troverò da solo>>



Com'era? Spero bello!
Cosa c'è di meglio di un bell'aggiornamento per festeggiare il mio primo giorno di vacanza?
Spero abbiate gradito la piccola citazione al mio regista preferito,in onore del film di Jurassic Park,il cui quarto capitolo è uscito oggi( non syo più nella pelle).
E sì,Pitch ha appena rivelato il mondo magico a quello babbano( potete capire cosa succederà adesso).
Nel prossimo chappy avremo il ritorno di Flynn Rider e l'arrivo di nuovi personaggi. Per chi se lo stesse chiedendo,la storia della madre di Hiccup,accennata nello scorso libro durante l'incontro tra Drago Bludvist e il nostro amato Tassorosso,verrà spiegata in seguito.

 

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Capitolo 8
*** Il salvataggio ***


Il salvataggio

Pitch attraversò lentamente il corridoio del quarto piano, la coppia di fearling al seguito.
Un membro del personale, probabilmente un infermiere, fu così sfortunato da incappare nella lama di una delle creature.
Un lieve striscia di colorazione cremisi intonacò la parete dell’ala, seguita da un urlo di terrore da parte di uno dei pazienti. Il mago oscuro rimase fermo e impassibile,
mentre le luci al di sopra della testa termolavano, quasi dotate di vita propria.
L’intera sezione dell’ospedale era un continuo rieccheggiare di passi e grida, così come il sonoro clang delle spade appartenute agli incubi. Una guardia di sicurezza estrasse la bacchetta, e la punta di quest’ultima cominciò a illuminarsi di una lieve luce color turchese. Pitch fu più rapido.
Con un gesto della mano destra, l’uomo si sollevò da terra e sbattè violentemente contro la parte superiore del soffitto.

All’interno della propria stanza d’ospedale, Flynn Rider, precedentemente conosciuto come Eugene Fitzherbert, si alzò di soprassalto, svegliato da un suono innaturale.
Dopo essersi guardato attorno ,camminò con passo felpato in direzione dell’uscita, volgendo la propri attenzione nei confronti del primo passante che gli capitò a tiro
<< C’è qualche problema?>>domandò, visibilmente preoccupato.
Questi non lo degno nemmeno di uno sguardo e continuò a correre, il volto chiuso in un espressione di puro terrore.
Il serpeverde inarcò un sopracciglio, per poi puntare lo sguardo in direzione del punto da cui era venuto.
Non appena i suoi occhi entrarono in contatto con l’ala del corridoio, a malapena represse un grido. Decine di corpi erano distesi sul pavimento, ornati da una macchia di liquido rosso che continuava a propagarsi lungo le piastrelle del vano.
Compì un passo all’indietro e dilatò le pupille
<< Oddio>>
<< No. Solo io>>
Il suono di quella voce lo fece sussultare. Si voltò.
Poi il calore lo graffiò.
Le mani di Pitch calarono sulla sua faccia. Materiali, eppure bruciavano. Come il fuoco dell’inferno, fu lo scontatissimo paragone che gli venne in mente, ma forse non era così scontato, in quel caso. Forse era adatto. Non si sarebbe stupito di scoprire che l'inferno contemplava qualcosa di molto simile a quello che lui stava provando ora. Il mago oscuro era davanti a lui.
Con una mano copriva gli occhi, eppure Flynn vedeva: piastrelle scheggiate, quadratini bianchi e verdi che s’interrompevano per lasciare il posto all’intonaco mezzo scrostato e alle macchie di muffa. Tutte immagini chiarissime, eppure distorte ,quasi gonfie, come se stesse guardando attraverso un telo di plastica.
Ma il peggio  era la mano che gli copriva il naso e la bocca, e gli impediva di respirare.
Era rovente. Non lo bruciava ma era come affacciarsi a sbirciare dentro una fornace.
Lottò per togliersela di dosso.
Le immagini si confusero: gli occhi gli lacrimavano, si sentiva soffocare ed era solo in un corridoio, contro una colonna ardente.
Pitch sorrise. Presto avrebbe avuto un altro fearling, lo stesso ragazzo che lo aveva tradito, per giunta!
E fu allora, che la sostanza nera entrò sotto la sua pelle.
Il giovane si agitò per liberarsi, sbattè contro qualcosa con la schiena e la testa, ma quel calore appiccicoso come melma non se ne andava, simile a fumo di sigarette, che si attacca a vestiti e capelli.
Luce.
Flynn tentò con tutte le forze di non pensare ai suoi amici, di non pensare a Rapunzel, ma i pensieri erano lì ,anche se lui cercava di fuggire dalla propria mente.
Tossì, con le lacrime che lo accecavano insieme al sudore, scivolò sul pavimento lucido e Dio che dolore!
Poi l’aria fresca e umida tornò a riempirgli la gola e il naso,in un fiotto inaspettato.
L’oppressione lo abbandonò, anche se rimase il panico, martellante e confuso,  e quella viscida cosa che gli comprimeva la mente e si infilava ovunque si ritirò di colpo. Si strofinò gli occhi con una mano, tutto ondeggiava come se avesse bevuto troppo: pareti e pavimento in prospettiva strana ,sangue schizzato per terra e… fiamme.
Le aveva addosso ,sulle mani, in un vortice aggressivo che lo bruciava .
Scomparvero così rapide da fargli dubitare di averle viste sul serio. Sbattè le palpebre incredulo.
Pitch era indietreggiato verso la parete opposta ,ma lo stupore sul viso della creatura lasciò il posto alla rabbia. E allora capì.
Magia senza bacchetta, pensò.
Forse a causa dell’emozione del momento, o per il semplice fatto di voler mantenere la propria umanità, era riuscito a rifiutare la procedura d’integrazione.
Non aveva mai compiuto magie senza bacchetta, ridacchiò. Un buon momento per iniziare a farle.
Di fronte a lui, il mago oscuro gli parve altissimo, perché lui era in ginocchio: la faccia gli bruciava per i graffi, la testa sembrava esplodergli, vorticava, e ogni giro di valzer era una martellata dritta in fronte.
Quanto tempo era passato? Pochi secondi, forse. Troppo, comunque.
Il dolore era ovunque, fuori e dentro. Corri. Fu un pensiero netto e chiarissimo, tagliente.
Flynn si alzò in piedi aggrappandosi al muro.
Tutto ruotò come se la sua testa si fosse trasformata in una di quelle sciocche palle con la neve e qualcuno lo avesse scosso e ribaltato.
Lui cadde addosso alla maniglia dell’uscita di sicurezza ,più che abbassarla, e corse verso l'uscita dell'ospedale, schivando un fearling in piedi accanto alla reception e ignorando il ringhio della bestia.
Dietro di lui, Pitch Black non potè fare a meno di emettere un sospiro esasperato
<< Eddai, così ci stiamo tutto il giorno>>

                                                                                                                            * * *

Corse. Corse più veloce che poteva. Senza mai fermarsi, senza mai guardare indietro. Perché sapeva che, se si fosse fermato, anche solo per un istante…sarebbe morto.
Svoltò l’angolo del corridoio e andò a sbattere contro qualcosa.
Cadde a terra con un sonoro tonfo, reprimendo un sussulto.
Alzò lo sguardo e, per un attimo, credette di essere ancora in coma, come cinque mesi fa
<< Rapunzel?>>
la corvonero dilatò le pupille, seguita dal resto dei compagni
<< Flynn !>>
Non perse tempo e avvolse le proprie braccia attorno al corpo del compagno.
Questi ,visibilmente sorpreso dall’azione, fissò la giovane con fare incredulo
<< Che diavolo…>>
non ebbe neanche il tempo di terminare la frase che un paio di labbra si piantarono sulle sue, zittendolo all’istante.
Dopo circa una decina di secondi, si tirò indietro, il volto adornato da un leggero rossore
<< Non che mi lamenti ma…che ci fate qui ?>>domandò,visibilmente incuriosito.
Un colpo alla testa, da parte di Merida, lo fece trasalire
<< Siamo qui per salvarti, idiota>>borbottò la rossa, ricevendo un abbagliamento da parte del serpeverde.
In quel preciso istante, la voce di Mantide rieccheggiò alle loro spalle
<< Afferrate la mia mano>>ordinò.
Flynn fissò l’uomo con fare sorpreso
<< E lui chi è?>>
<< Un amico>> continuò l’auror.
Jack fece come gli era stato detto, seguito dal resto degli studenti.
Volse la propria attenzione nei confronti dell’animagus
<< Puoi smaterializzarci ?>>
Questi si strinse nelle spalle
<< Farà male come l’inferno ma…sì>>

Un suono di passi attirò lo sguardo dei presenti.
All’inizio del corridoio, in compagnia di una coppia di figure vestite in abiti color pece ,vi era Pitch Black,il volto chiuso in un espressione divertita.
Mantide non perse tempo ed estrasse la bacchetta, puntandola in direzione del mago oscuro.
L’uomo inarcò un sopracciglio, per poi volgere la propria attenzione nei confronti di una lunga serie di tubature che percorrevano il soffitto dell’ala
<< Mai costruire un ospedale magico vicino a un edificio babbano>>commentò.
Puntò lo sguardo in direzione del gruppo
<< Avete mai visto il film Speed, con Keanu Reeves e Sandra Bullock ? Bene!  Vedete, voi siete l’autobus e l’intero edificio è la bomba. Una bomba cinetica, se vi smaterializzerete a una velocità inferiore ai 3,6 secondi morirete !  Stessa cosa se proverete a fermarla>>
Come a un segnale, uno degli incubi utilizzò la spada per produrre uno squarciò in uno dei tubi. Il gas cominciò a fuoriuscire copiosamente
.<< Oh, ora è attiva!>> continuò l’altro
<< Corri, corri, corri, corri ! >>
Mantide non se lo fece ripetere due volte. Afferrò il gruppo con ambe le braccia, e prese un respiro profondo.
Pitch, nel frattempo, schioccò le dita.
Una lieve scintilla e poi, come dal nulla, il mondo divenne fuoco e fiamme. Al di fuori dell’ospedale di San Mugo, le persone non poterono fare  a meno di trattenere un grido, quando l’intero edificio venne spazzato via dalla forza dell’esplosione.

                                                                                                                    * * *

Caddero pesantemente al di sopra di uno strato fangoso, annaspandone la sabbia.
Alcuni vomitarono.
Uno sbuffo di fuoco li seguì ,appena un secondo dopo, aggrappandosi alle vesti di Jhonny.
Il grifondoro cominciò a correre, nel tentativo di spegnere le fiamme. Mavis non potè fare a meno di trattenere una risata e puntò la bacchetta in direzione del giovane
<< Aguamenti>>
Il getto d'acqua incontro il corpo del fidanzato, mandandolo a finire a terra.
Affianco allo studente, Anna cominciò a guardarsi intorno
<< Dove siamo?>>domandò ,visibilmente incuriosita.
Mantide si strinse nelle spalle
<< Ho seguito le coordinate della mappa>>lì informò.
Forse era giorno ,ma i membri del gruppo vedevano ben poca differenza, salvo forse che il cielo pesante sulle loro teste non era più nero come la pece, ma piuttosto come un grande tetto di fumo: invece delle buie tenebre della notte fonda, che preduravano ancora nei crepacci e nelle fessure di quel luogo sconosciuto, un’ombra grigia e opaca offuscava il mondo pietroso in cui avevano appena messo piede
. << Però,simpatia qui è la parola d’ordine>> commentò Flynn.
Volse la propria attenzione dei confronti dei compagni
<< Ora,qualcuno può spiegrami...che diavolo sta succedendo ?!>>
I membri del gruppo cominciarono a guardarsi l'un l'altro,prima che Hiccup prese un respiro profondo
<< Siediti,ci vorrà un po'>>

                                                                                                              * * *

Mezz'ora  dopo, si misero in marcia, Mantide in testa e il gruppo, risalendo una lunga gola fra macigni e colonne di roccia corrosa e frastagliata che si ergevano come immense statue rozze da ambe due i lati del sentiero.
Non si udiva alcun rumore.
Più avanti, a un miglio circa di distanza, giganteggiava una grande parete di pietra grigia, l’ultima imponente massa di roccia montagnosa.
Era sempre più nera, sempre più alta man mano che  si avvicinavano, sovrastandoli minacciosa, ostruendo la vista di tutto ciò che si trovava al di là di essa. Ombre fitte e cupe ne avviluppavano le falde.
Mavis fiutò l’aria
<< ugh, questa puzza!>>disse
<< E sta diventando sempre più forte>>mormorò.
Infine, giunti nell’ombra, scorsero in centro l’apertura di una caverna
<< Qualunque sia il luogo che stiamo cercando…dev’essere oltre questa galleria>> commentò l’auror.
Trattenendo il fiato s’inoltrarono nella falda.
Dopo pochi passi ,si ritrovarono nella più cupa e totale oscurità.
Dalle tenebrose caverne del tempio, il gruppo di studenti non era mai stato in un buio così cupo, e questo era forse ancora più fitto e fondo. Nella tomba vi erano correnti d’aria,echi,un senso di spazio. Qui, l’atmosfera era immobile, stagnante, grave, ogni rumore sordo.
Sembrava di camminare in un vapore nero plasmato nell’oscurità stessa, e alla cecità degli occhi si aggiungeva ,ad ogni respiro, una nebbia della mente, che offuscava e cancellava persino il ricordo di luci, forme e colori.
La notte era il passato, era il futuro; non esisteva che essa.
Ma da principio, la loro sensibilità non fu attuita, anzi il senso del tatto parve quasi dolorosamente accentuato.
Notarono con sorpresa che le pareti erano lisce ed il pavimento, eccetto in qualche punto, saliva dritto e piano in un interminabile, ripido pendio.
La galleria era alta e ampia, così larga che sebbene gli alunni camminassero  fianco a fianco, sfiorando le mura solo con la punta delle dita, erano separati dalle tenebre, soli nell’oscurità. Mantide era entrato per primo e sembrava a pochi passi di distanza.
Finchè non riuscirono a percepire i suoni.
Lo udirono sibilare e respirare affannoso innanzi a loro.
Ma dopo qualche tempo, i sensi parvero attutirsi, tatto e udito scomparvero mentre continuavano ad avanzare barcollando, spinti soltanto dalla forza di volontà che li aveva incoraggiati a entrare, volontà di andare sino in fondo, desiderio di raggiungere infine l’alto valico.
Non avevano forse percorso ancora un lungo tratto, ma tempo e distanza non erano ormai più entità misurabili, quando Flynn, tastando il muro sulla sua destra, si accorse che vi era un’apertura.
Per un istante colse un lieve soffio di aria meno pesante, che però oltrepassarono subito
<< Qui c’è più di una galleria>> sussurrò con grande sforzo: gli sembrò terribilmente difficile far accompagnare il respiro da quel suono. In seguito ,passarono altre tre o quattro insenature, alcune più grandi, altre assai strette.
Ma non vi era dubbio sulla via principale, poiché proseguiva dritta, senza mai una curva, su per il ripido pendio.
Ma quanto tempo ancora avrebbero potuto sopportarlo? Man mano che salivano, l’aria si faceva sempre più irrespirabile e sovente.
Parve loro di sentire nella cieca oscurità una resistenza più densa del fetidio tanfo.
Nell’inespricarsi sentivano cose che sfioravano loro il capo o le mani, come lunghi tentacoli o penzolanti escrescenze vegetali: non riuscivano a distinguere chiaramente. E il lezzo diveniva più intenso,a tal punto che parve loro di non possedere altro che il senso dell’odorato, per poter meglio essere torturati.
Un’ora,due ore,tre ore: quante ne erano trascorse in quel buco cieco? Ore…piuttosto giorni o settimane.
Jack si allontanò dalla parete e si accostò ad Elsa, e le loro mani ,incontrandosi, si afferrarono, e proseguirono insieme.
Infine, Elsa, brancolando lungo la parete di sinistra, sentì improvvisamente un vuoto, e per poco non cadde nell’apertura.
Questa era molto più larga di tutte le altre, ed emanava un fetore immondo ed un senso di malvagità occulta ma così intensa che la corvonero vacillò.
In quel medesimo istante anche Mantide ondeggiò e barcollò.
Raccogliendo tutto ciò che vi era ancora in lui di forza e di volontà, riuscì ad alzarsi in piedi e costrinse le proprie membra a muoversi.
Il gruppo avanzò barcollando.
Un passo,due passi, tre passi…infine sei passi. Forse perché avevano oltrepassato l’orrenda cavità, o forse per qualche altro motivo, improvvisamente si mossero con facilità, come se l’ostile resistenza si fosse per un attimo affievolita.
Avanzarono vacillando, tenendosi per mano. Ma quasi immediatamente incontrarono una nuova difficoltà: la galleria si divideva in due, ed al buio era impossibile discernere quale delle diramazioni fosse più ampia, o più diritta.
Da quale parte andare, a sinistra o a destra? Non vi era nulla che indicasse loro la giusta scelta, ed uno sbaglio sarebbe stato fatale.
Mantide non aveva altre opzioni.
Fino ad ora, aveva preferito mantenere l’utilizzo della magia al minimo, considerando il fatto che si trovavano in un luogo pressochè sconosciuto e l’uso errato di energia magica avrebbe potuto attirare pericoli indesiderati.
A rigor di ciò…la situazione stava diventando ingestibile.
<< Lumos>> sussurrò.
In quel preciso istante, la punta del legno cominciò a illuminarsi di una debole luce dorata.
Si guardò intorno.
Nessun segno di ostilità.
Tuttavia, vi erano altre potenze in questo mondo, forze della notte antiche ed indomate. E coloro che camminavano nel buio avevano udito in tempi immemorabili i maghi e le streghe gridare quelle parole, ma allora come adesso erano rimasti impassibili.
Nel pronunziare quelle parole, Mantide sentì una possente malvagità china su di lui, uno sguardo micidiale intento ad osservarli.
Poco più in giù nella galleria, fra loro e l’apertura ove avevano barcollato e inciampato, degli occhi apparvero: due grandi grappoli di occhi…seguiti da un’altra decina.
La minaccia incombente era infine svelata.
Il bagliore della bacchetta si infrangeva sulle loro mille sfaciettature, dietro alle quali incominciò ad ardere una pallida incandescenza micidiale, una fiamma avvampata nel più profondo abisso di un pensiero malefico.
Mostruosi e abominevoli erano quegli occhi bestiali eppure pieni di intento omicida, di godimento alla vista delle prede intrappolate senza speranza e via di scampo.
E allora Mantide capì e prese un respiro profondo<< Acromantule>>


Com'era? Spero bello! Nel prossimo capitolo,la battaglia delle Acromantule,l'identità del misterioso oggetto ,l'arrivo di nuovi personaggi e il ritorno del primo ministro Morton.
Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Incubi e deliri ***


Salve amici lettori. Sono…tornatoooooo!!!!
Come senz'altro sapete,non ho aggiornato questa fic per due mesi ma ,posso assicurarvi che avevo delle ottime ragioni. La prima delle quali,avevo perso ben cinque capitoli che aveo già scritto,visto che il mio computer si era rotto,ed ero entrato in uno stato di depressione. Inoltre,sono stato occupato dalla mia nuova fan fic,un crossover di proporzioni enormi ,e volevo dedicarmi a scrivere nuove cose. Poi ho pensato " e tutti coloro che sono arrivati fino a qui? li loascerò così? col cavolo!!!" ecco perchè ho passato l'ultima settimana a scrivere il nuovo capitolo,riscrivere il finale perso ecc.ecc...
Spero davvero che il nuovo capitolo vi piaccia,per cui…buona lettura! Per chi non se lo ricordasse, il chappy precedente terminava con il nostro gruppo alle prese con una colonia di ragni giganti, dopo aver salvato Flynn e aver seguito le coordinate di Nord.

Incubi e deliri

I membri del gruppo indietreggiarono lentamente, come ipnotizzati dallo spaventoso sguardo di quegli occhi foschi; ma mentre loro cominciarono a retrocedere, le acromantule si facevano avanti.
La mano di Mavis tremò,e la bacchetta si curvò lentamente.
Poi, d’un tratto, l’incantesimo si affievolì. Ed essi si voltarono e cominciarono a correre, con grande divertimento degli aracnidi.
Ma mentre scappavano, Mantide si girò e vide con terrore che le bestie li seguivano veloci. La puzza di morte li avviluppava come una nube.
<< Fermi!>> ordinò
<< Correre non serve a nulla>>
Lentamente, gli occhi avanzarono.
<< Stuperficium!>>
Il proiettile andò a infrangersi lungo il volto di uno degli assalitori. Le creature si fermarono.
Per un attimo allentarono la presa, come turbati da qualche dubbio. Allora una fiamma avvampò nel cuore dell’auror, il quale ,senza pensare a quel che faceva, follia, disperazione o coraggio, proteò la bacchetta in avanti.
Gli occhi vacillarono.
Il dubbio li colse man mano che il legnetto si avvicinava a loro, costringendoli a retrocedere.
Si fermarono di colpo, annusando l’aria un paio di volte. Poi, come dal nulla, uno strillo acuto attraversò il vuoto della cava, attirando l’attenzione delle acromantule.
Queste cominciarono a guardarsi intorno con fare frenetico, prima di scomparire tra le ombre.
I suoni cambiarono.
Una coltre di silenzio calò intorno a loro.
Tesero le orecchie, in ascolto. La quiete sembrava peggiore di tutti i rumori possibili.
<< Cosa succede?>>domandò Kristoff
<< Prendete le vostre bacchette>> sussurrò Mantide,il tono di voce ornato da un lieve pizzico di urgenza.
Si udì uno scalpitare di passi, poi uno strano rumore soffocato, sibilante. Il tutto si fece più vicino.
Stava arrivando qualcos’altro.
<<  Che diavolo è ?>>
<< Sembra un respiro>>
<< Forse è un orco>>
<< No ,non è un orco>>
<< Comunque ha dei polmoni>>
<< Già…troppi polmoni>>
<< Tenete pronte le bacchette. Accendetele al mio segnale>>ordinò l’auror.
<< Cos’è questo odore?>>
Un ‘acre puzzo di muffa riempiva l’aria. Si fece più forte, più denso, finchè parve rivestire come uno strato di olio la loro pelle
<< è veleno>> sussurrò Elsa
<< Di che tipo?>>domandò Anna,in tono brusco.
La corvonero tentò di ripescare nella memoria gli odori di diverse sostanze nocive. Quella non la riconosceva.
<< Non so cosa…>>
Un animale molto grande e massiccio prese a correre verso il gruppo, con un fracasso spaventoso
<< Luci!>> grido mantide.
I fasci  dei lumos s’incrociarono su un enorme centopiedi,che avanzava ondulante verso di loro. Aveva una testa rosso sangue ,nella quale erano  incastonati quattro occhi. Più sotto, un paio di forcipule arancioni con la punta nera, divarcanate attorno a una bocca complicata.
Il centopiedi si muoveva su quattro zampe e il suo corpo era rivestito di placche segmentate color mogano.
Era una Scolopendra Golia, un centopiedi gigante del mondo magico,il più grande sulla terra.
La creatura sfondò la parete di roccia, mandandola in frantumi, mentre le acromantule urlanti venivano sballottate qua e là.
Il centopiedi possedeva un olfatto molto fine e l’odore degli umani l’aveva indotto a tentare un’imboscata. Le sue zampe terminavano in appendici appuntite,il primo paio delle quali uncinato e provvisto di veleno inoculabile con una puntura.
L’animale scambiò per la preda un letto di fango e foglie, sul quale, fino ad ora, aveva poggiato il gruppo di studenti,e vi affondò le forcipule.
Poi,con una rapidità stupefacente, gli si arrotolò intorno e lo inondò di veleno,schizzando ovunque e appestando l’aria di un odore disgustoso.
Le zampe della scolopendra martellavano il terreno,mentre l’artropode gocciolava la sostanza nociva.
Prima dell’assalto, Jhonny era caduto sul letto di foglie. Quando il centopiedi aveva sfasciato la copertura,era precipitato fra le spire.
Si gettò a faccia in giù,cercando di proteggersi. Elsa sapeva qualcosa dell’anatomia di quell’animale.
<< Attento alle zampe uncinate! Rischi di essere avvelenato!>> gridò al grifondoro.
Il ragazzo rotolò su sé stesso e,contorcendosi,cercò di evitare le forcipule che danzavano e si allungavano intorno a lui ,spargendo il liquido appiccicoso.
Quel mostro avrebbe finito per infilzarlo.
<< Jhonny !>> gridò Mavis, facendosi avanti con la bacchetta e incominciando a colpire l’artropode con una serie di reducto, nel tentativo di allontanarlo dal fidanzato.
Ma l’intensità dei colpi non aveva nessun effetto,rimbalzava sull’armatura della bestia.
Anche gli altri,gridando e proiettando fasci di luce,presero a colpire l’animale con le bacchette,nel vano sforzo di distrarlo e dare al grifndoro la possibilità di scappare.
Mantide utilizzò un incantesimo bombarda,ma la scolopendra non sembrò nemmeno accorgersene.
D’un tratto, il centopiedi lasciò andare il letto di foglie e si mise ad agitare la testa avanti e indietro,aprendo e chiudendo le zanne velenifere boccali,in cerca della preda. La sua vista era mediocre,ma avvertiva gli odori tramite le antenne, che ora muoveva freneticamente tutt’intorno. Una di esse percosse Anna, che andò a sbattere contro una lastra di roccia. Il centopiedi girò su se stesso e le fu di fronte.
Jhonny,supino sul terreno,ne approfittò per rotolare via,si tirò in piedi, afferrando la bacchetta e trasformandola in una spada .
Prese un respiro profondo e gridò
<< Ehi!>>
La cosa non ebbe nessun effetto, perciò il grifondoro saltò sulla schiena della bestia. In piedi, sul guscio protettivo, cercava di tenersi in equilibrio,incerto su dove lanciare la lama.
<< Mira al cuore!>> gridò Jack.
Lui non aveva idea di dove fosse il muscolo. Il corpo della creatura era diviso in molti segmenti
<< Dove?!>> gridò.
<< Quartro segmento!>> lo informò Elsa.
Jhonny contò quattro segmenti a partire dalla testa e sollevò la spada,ma poi esitò. C’era qualcosa di magnifico nella creatura.
In quel momento di esitazione, il centopiedi inarcò il dorso. Il grifondoro vi affondò la lama, ma fu scaraventato via.
Cadde a terra,lasciando l’arma conficcata nel centopiedi, che roteò contorcendosi e dimenandosi.
La punta di una zampa vibrò in un fendente al petto del rosso,lacerandogli la camicia e coprendolo di schizzi di veleno. Lui ne fu letteralmente inzuppato.
Si raggomitolò,gemendo per il dolore.
Si sentiva come se il fuoco gli avesse divorato il torace. Il centopiedi fu preso da un’agitazione convulsa,mentre la spada gli sbatacchiava sul dorso.
Flynn e Kristoff si precipitarono a trascinare via Anna e Jhonny.
L’animale si srotolò e si riavvolse di nuovo,sibilando. La creatura abbandonò strisciando le rovine dell’insenatura, con l’arma al seguito. Sentivano il suo ringhio.
Non andò molto lontano. S’immobilizzò e il respiro cessò. Il grifondoro aveva inferto un colpo fatale con la bacchetta trasfigurata. Aveva funzionato.

                                                                                                                   * * *

Stretti l’uno contro l’altro in una grotta di muschio,erano fuori dalla portata di qualsiasi centopiedi. Avevano spento le bacchette.
Jhonny sembrava sul punto di impazzire. Flynn e Kristoff lo tenevano stretto mentre Mavis gli parlava, cercando di farlo stare calmo.
Il ragazzo sotto shock,era in un lago di sudore,ma la temperatura del suo corpo si abbassava drasticamente e la sua pelle era fredda e umida.
Lo avvolsero utilizzando la cappa indossata da mantide. Lo esaminarono . Il fendente della scolopendra gli aveva squarciato il petto fino all’osso.
Ovviamente,aveva perso un mucchio di sangue. Era anche stato annaffiato da una grande quantità di veleno che gli aveva inondato la ferita.
Non c’era modo di sapere quanto ne avesse assorbito ne gli effetti che avrebbero avuto su di lui. In preda al delirio, Jhonny si dibatteva.
Il suo respiro era rapido e superficiale.
<< Brucia>>
<< Ascoltami Jhonny. Sei stato avvelenato>> disse Mavis
<< Dobbiamo lasciare questo posto!>>
<< Hai bisogno di stare fermo>>
<< No!>>
Il grifondoro si agitava, mentre gli altri lo tenevano stretto e tentavano di calmarlo.
<< Sta arrivando! Ormai è vicino!>> piagnucolava
.<< Che cosa?>>
<< Moriremo!>> gridò il giovane,cercando di divincolarsi.
Gli altri lo trattenevano ,facendo il più possibile per tranquillizzarlo.
Elsa sapeva che il veleno dei centopiedi non era stato molto studiato dalla comunità magica, poiché vivevano sempre in zone presocchè inabitate.
Non esistevano antiveleni né antidoti. Temeva che Jhonny potesse subire un arresto respiratorio.
Alcuni dei sintomi dell’avvelenamento facevano pensare alla rabbia. Il grifondoro era sottoposto a ondate di iperestesia  ,che esaltava fino al limite le sue sensazioni.
I suoni erano troppo forti e bastava appena sfiorargli la pelle per farlo rabbrividire. Voleva a tutti i costi togliersi la coperta di dosso.
<< Brucia,brucia>>non smetteva di ripetere.
Mantide accese la sua bacchetta per dargli un occhiata.
<< Spegnila!>> gridò Jhonny, agitando le braccia. La luce gli feriva gli occhi. Erano inondati di lacrime che gli scorrevano sul viso,ma non stava piangendo.
Soprattutto,la sua mente era dominata dall’idea di una catastrofe incombente. Sembrava credere che,da un momento all’altro,dovesse succedere qualcosa di terribile.
<< Dobbiamo andare via di qui>> gemeva
<< Sta arrivando! Si avvicina sempre di più>> ma non sapevano cosa fosse questo qualcosa
<< Scappiamo !>> strillò.
Cercò di trascinarsi fuori dalla grotta. Mavis e gli altri dovettero lottare,trattenendolo per le braccia e le gambe.
L’auror prese un respiro profondo
<< Proverò ad estrarre il veleno >>
<< Fermo !>>
Il suono di quella voce attirò l’attenzione dei presenti.
Si voltarono. E poi lo udirono. Uno scalpitare di passi che rieccheggiò per tutta la lunghezza della cava.
Una creatura di piccole dimensioni, alta circa un metro, attraversò la distanza che separava il gruppo dalle ombre dell’insenatura, il volto coperto da una maschera di foglie
<< Chi sei ?>>domandò Mantide, la bacchetta puntata in direzione del nuovo arrivato.
Questi compì un passo all’indietro, prima di togliersi la cappa .
L’animagus non potè fare a meno di trasalire.
Occhi piccoli e scintillanti illuminarono una pelle fredda e rugosa, grigia come la pietra che li circondava
<< Il mio nome è Gran Pappie. E voi, signori…avete bisogno d’aiuto>>

                                                                                                                 * * *

Poco prima delle sei, all’interno della valle ,aveva cominciato a scendere uno strano crepuscolo. L’orizzonte meridionale si andava  ingombrando di nuvole, e da quella direzione giungevano, attraverso boschi e campi, cupi rimbombi lontani. Le nubi viaggiavano verso la catena montuosa più vicina,gonfiandosi via via che si avvicinavano.
Quando il giovane aprì gli occhi per la prima volta, Mavis non potè fare  a meno di trattenere un sussulto
<< Jhonny!>>
Camminò con passo felpato affianco al corpo del grifondoro, afferrandone il volto con ambe le mani
<<< Jhonny,stai…stai bene?>>domandò, visibilmente preoccupata.
Il mago sbattè le palpebre un paio di volte, prima di chiudere il volto in un espressione visibilmente confusa
<< Sono in paradiso?>>
<< Sta bene>>borbottò Merida, colpendogli il capo con un pugno amichevole.
La testa rossa trasalì leggermente,per poi cominciare a guardarsi intorno
<< Dove siamo?>>
La testa rossa si guardò intorno.
A pochi metri da lui vi era il corpo del centopiedi ,che giaceva morto . Decine di strane piccole bestie, simili a roccie, avevano già cominciato a macellarlo e si erano portate via grosse porzioni della carcassa...aspetta,cosa?!
<< Ma che…>>
Non ebbe neanche il tempo di terminare la frase,che una di quelle creature,decisamente più piccola delle altre,cominciò ad arrampicarsi sulla sua schiena,afferrandone abiti e capelli e iniziando a tirarli.
Il giovane trasalì leggermente
<< Ehi,ehi,basta con questo punzecchiare>>ordinò,afferrando la bestia e portandosela al livello del volto,così da poterne vedere gli occhi.
Quest’ultima lo fissò con fare innocente ,prima di premere la testa nell’incavo del collo,utilizzando le braccia di Jhonny come una coperta.
L’adolescente arrossì,per poi accarezzare la testa delle’essere,ricevendo un guaito di rimando
<< Oooh,sei la cosa più adorabile che abbia mai visto>>commentò, continuando a grattare il capo della creatura.
Una voce alle sue spalle attirò l’attenzione del gruppo
<< Felice di vedere che il vostro compagno si sia ripreso>>
Si voltarono.
A pochi metri da loro,il corpo sostenuto da un bastone di legno,vi era lo stesso individuo che li aveva condotti fino a qui.
Jhonny fissò il tutto con fare incuriosito,prima di dilatare le pupille
<< Troll…sono troll!>>
<< Preferiamo il termine “ Troll delle rocce”>>ribattè l’altro, il volto chiuso in un sorriso divertito.
Kristoff non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Perché,ci sono più tipi di troll?>>
<< 35 specie, in realtà>>confermò Rapunzel
<< Anche quelli che ti rubano il calzino?>>domandò Hiccup, ricevendo una risata da parte della creatura
<< Oh,vuoi dire i Grendel? Si sono molto comuni dalle nostre parti>>lo informò.
Affianco alla coppia, il grifondoro alzò la mano destra, richiamando l’attenzione su di se
<< Non per fare la figura dell’ingrato ma…come mai sono…>>
<< Vivo?>>offrì Mantide,prima di puntare lo sguardo in direzione della colonia
<< La magia dei troll è una delle più antiche arti praticate nel nostro mondo. Studiosi di tutta la comunità magica hanno impiegato decenni solo per comprenderne una piccola parte>>
<< Impressionante>>commentò Rapunzel.
Gran Pappie approfittò di quel momento per rendere note le sue preoccupazione
<>domandò,il tono di voce ornato da una lieve punta di sospetto.
Al sentire tali parole, Jack non potè fare a meno di dilatare le pupille
<< Oh,quasi dimenticavo !>>
Cominciò a frugarsi le tasche della giacca,fino a tirarne fuori un corpo metallico di conformazione cilindrica.
Porse l’oggetto al troll e questi lo osservò con fare incuriosito, prima di volgere la propria attenzione nei confronti del giovane
<< Siete studenti di Nicholas Nord?>>
Il serpeverde,inizialmente sorpreso da una tale domanda, annuì di rimando
<< Sì. Come fa a saperlo ?>>
<< Ho conosciuto il vecchio auror anni or sono. Ho saputo che è diventato preside di Hogwarts. Ditemi,come se la cava?>>
Il londinese abbassò leggermente la testa
<< è scomparso>>sussurrò,ricevendo uno sguardo visibilmente scioccato da parte dell’essere
<< Mi dispiace>>mormorò questi,prima di puntare lo sguardo in direzione del cilindro
<< Sai di cosa si tratta ?>>domandò Elsa, con fare speranzoso.
La bestia annuì rapidamente
<< Oh,altro che>>
Al sentire tali parole ,Anna non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Puoi aprirlo ?>>
<< Posso provare>>ribattè l’altro, volgendo la propria attenzione nei confronti del gruppo
<< State indietro>>ordinò.
Prese un respiro profondo, ponendo ambe le mani sulla parte superiore dell’oggetto. Queste cominciarono a illuminarsi di una debole luce rossa.
Il cilindro tremò per circa un minuto buono, prima di emettere un sonoro click.
Il contenitore si aprì, rivelandone gli interni.
Una soffice protuberanza di tessuto sosteneva un totale di 12 piccoli oggetti bianchi e lucenti, incastonati nel fondo .
<< Che cosa sono?>>domandò Mavis, visibilmente incuriosita.
Hiccup fu il primo a prendere parola
<<  A me sembrano…denti>>
<< Ricordi>>offrì Gran Pappie, ricevendo uno sguardo di pura sorpresa da parte degli studenti.
Rapunzel inarcò un sopracciglio
<< Come,scusi?>>
<< è un fatto assai poco noto nella comunità magica, ma era consuetudine,per i membri dell’alta società, mantenere i ricordi riguardanti i primogeniti all’interno dei dentini da latte>>
<< Pensavo che per visualizzare i ricordi di una persona occorressero le lacrime>>osservò Mantide.
Il troll annuì di rimando
<< Vero. Tuttavia, i ricordi riguardanti i primi dieci anni di vita di una persona,potevano essere conservati in modo permanente>>
Volse la propria attenzione nei confronti dell’oggetto
<< è per questo che molte creature,che siano umani o altre bestie,raccolgono i dentini,figliolo. Perché contengono i ricordi più importanti dell’infanzia>>
Afferrò il cilindro con ambe le mani e premette una delle basi.
In appena una frazione di secondo, centinaia e centinaia di filamenti dorati cominciarono ad alleggiare a mezz’aria. Una luce abbaiante attraversò il vuoto della vallata, producendo una miriade di particelle dorate.
In mezzo al tutto, l’immagine di un bambino, seguita da quella di un uomo, percorreva il sentiero di un parco autunnale, accompagnato dalla figura di una donna .
<< I ricordi di Pitch>>sussurrò Jack, con fare attonito.
In quel preciso istante, Gran Pappie dilatò le pupille, tendendo le orecchie e cominciando ad annusare l’aria circostante,come un cane da tartufo.
La luce scomparve e l’oscurità tornò a calare al di sopra della gola.
Dopo circa una decina di secondi,prese un respiro profondo
<< Nascondetevi>>ordinò,ricevendo uno sguardo visibilmente sorpreso da parte del gruppo.
Mantide inarcò un sopracciglio
<< Che cosa?>>
<< Non c’è tempo!>>esclamò.
Come guidata da un sesto senso, il gruppo attraversò in fretta e furia il vuoto del villaggio, precipitandosi dietro il gruppo di cespugli più vicino.
Jack rimase fermo e immobile, lo sguardo rivolto in direzione della vallata. Fu allora che sentì ringhiare.
Il cuore gli balzò in gola. Indietreggiò di un passo, con i muscoli tesi come fili di ferro.
Il cane nero sfondò la parete di roccia come fosse cartapesta, riversandone i cocci sul terreno.
Il primo pensiero del giovane fu quello di un bambino capitato all’improvviso nel mezzo di una fiaba: lupo.
I grandi occhi  della creatura erano arrossati, instupiditi e rimpiccioliti, più simili a occhi da maiale che da  membro della razza canide.
Il suo mantello era imbrattato di fango verdastro. Il suo muso era raggrinzito in una terribile parodia di un ghigno che paralizzò Jack per l‘orrore.
Era passato circa un anno dall’ultima volta in cui il serpeverde aveva visto una delle bestie di Pitch, ma non si era affatto dimenticata che faccia avessero.
Erano apparsi come spettri, comandati da un cavallo nero come la notte. I fianchi gli si alzavano e abbassavano negli spasmi convulsi e mozzati della respirazione. Dalle fauci gli colava la bava in un flusso costante.
La povera creatura roteava gli occhi ,come se non sapesse come fermarli, e avanzava vacillando, come se qualcuno gli avesse spalancato la bocca e gli avesse versato dentro un’intera bottiglia di whisky d’infame marca.
Al suo seguito, vi erano creature di ogni forma e dimensione, seguite da una coppia di fearling.
Dietro di loro, incombeva la figura di Morton,lo sguardo fissò nei confronti della colonia
<< Io sto cercando dei fuggitivi>>dichiarò questi, compiendo un passo in avanti.
Al sentire tali parole,la maggior parte delle creature trasalì leggermente
<< Dei bambini…e un auror…forse. Alti, all’incirca,così>>
Alzò il braccio destro fino alla metà del proprio busto, volgendo la propria attenzione nei confronti dei troll.
Gran Pappie cominciò a farsi strada in direzione dell’uomo e prese un respiro profondo
<< Senta,non ci sono bambini qui. La prego di non dare fastidio alla nostra tribù>>
Gli occhi rossi di Morton indugiarono sulla figura della piccola bestia,per poi perdere il proprio scintillio
<< Io non vengo qui a dare fastidio ,io vengo a dare una ricompensa>>continuò.
Afferrò una piccola pietra posta ai suoi piedi e ne scavò la punta lungo il fianco di una roccia,producendo uno stridio piuttosto fastidioso. Mantide dovette trattenersi dal coprire le orecchie.
Appena pochi secondi dopo,la scritta indicante 5000 galeoni per il ritrovamento del gruppo,aveva appena preso forma sulla superficie di granito.
Uno dei troll fissò il tutto con fare incredulo,prima di emettere un fischio di comprensione
<< Ehi…io ho visto dei bambini !>>esclamò a gran voce.
Morton non perse tempo e coprì la distanza tra lui e la creatura
<< Dove?>>sibilò.
Il troll chiuse il volto in un sorriso compiaciuto
<< Sono qui,nella valle>>continuò.
Dietro al tronco che fungeva da loro nascondiglio,ogni membro del gruppo di studenti estrasse la propria bacchetta,preparandosi alla battaglia.
Il ministro compì un altro passo in avanti e la piccola bestia prese un respiro profondo, prima di volgere la propria attenzione nei confronti di un totale di sette piccoli troll al centro del campo
<< Vi presento Kíli, Fíli , Dwalin, Ori , Glóin, Óin, Dori. Dite ciao al signore, bambini>>
<< Salve, ministro Morton>>salutarono all’unisono, ricevendo risate divertite da parte dei presenti, Morton e fearling esclusi.
Per un attimo non accadde niente.
L’ex giudice fissò la bestia con fare impassibile,prima di colpirlo con la punta del bastone,mandandolo a rotolare contro la roccia più vicina.
L’azione fu seguita da urla e sguardi di puro shock dalla colonia di creture magiche, molte delle quali iniziarono a correre in direzione del loro compagno ferito.
Morton chiuse il volto in un sorriso quasi sadico,volgendo lo sguardo nei confronti di Gran Pappie
<< Mi chiamano terrorista. Radicale. Zelatore. Perché ubbidisco alle antiche leggi del mio popolo,i maghi di Gran Bretagna…e punisco coloro che non lo fanno. Mille anni di guerra tra noi non saranno dimenticati ! >>
Alzò il legno all’altezza della spalla,e questo iniziò a illuminarsi di una debole luce color turchese.
Il vecchio troll compì un passo all’indietro
<< Non puoi farlo. Le nostre specie hanno firmato un trattato di pace>>
<< Il mio governo non conosce vergogna. Voi creature magiche e la vostra…cultura, siete una pandemia>>dichiarò l’altro, aumentando l’intensità dell’incantesimo.
La creatura chiuse il volto in un espressione di puro disgusto
<< Tu…non regnerai mai sul mondo magico>>sibilò.
Al sentire tali parole,il primo ministro non potè fare a meno di inarcare un sopracciglio
<< Regnare? No>>
Fece una pausa per riprendere fiato
<< Io lo curerò!>>
Alzò la bacchetta, pronto a mietere il colpo di grazia…
<< Fermo!>>
Il tempo parve bloccarsi.
Visibilmente sorpreso dal suono di quella voce, la creratura si voltò, seguita dai fearling.
A pochi metri dagli assalitori, il corpo visibile oltre la massa di cespugli, vi era Rapunzel, le mani saldamente tenute al di sopra della bocca,consapevole di essere stata colta in flagrante.
Affianco a lei,Mantide emise un sospiro rassegnato
<< Maledizione>>


Com'era ? Spero bello! I nomi dei piccoli troll sono ispirati a quelli dei nani utilizzati ne Lo Hobbit.
Ecosì,si scopre finalmente cosa conteneva quel cilindro. A cosa mai potrebbero servire i ricordi di Pitch per sconfiggere Tenebre? Cominciate le vostre teorie!
Nel prossimo chappy,lo scontro tra il gruppo e l'esercito di Morton,seguito dall'arrivo di nuovi personaggi.
Mi raccomando,recendite in molti !!!

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Capitolo 10
*** AVVISO !!! ***


Avviso !!!
ehilà,Lettori ! Sono io,il vostro amichevole Evil di quartiere.
Vi chiederete perchè non mi sono più fatto sentire? Bhe,vedete,dopo un mese senza computer( visto che me l'hanno rotto),ho vissuto un periodo di depressione da post scrittura,visto che avevo perso molti dei mie lavori,compresi i capitoli per questa storia.
Finalmente,un paio di settimane fa,sono tornato a scrivere e ho deciso di riprendere pubblicando un mio vecchio lavoro che sono riuscito a trovare all'interno di una chiavetta che pensavo di aver perso. 
Questa fic s'intitola " Project guardians: Avengers ",a mio parere la miglior storia sui Big Four che abbia mai scritto( ho lavorato molto sulla trama)che trasformerà l'intero universo dei personaggi animati Dreamworks e Disney,rendendolo simile all'universo Marvel. 
Ci saranno un sacco di citazioni proveniente di film,fumetti,anime,libri ecc ecc…
Se la storia vi ispira,mi piacerebbe davvero ricevere un vostro commento. Ho già pubblicato i primi sei capitoli.
Non preoccupatevi,ho anche ricominciato a scrivere questa fic,ma ricomincerò a pubblicarla finita la scuola,visto che ho l'esame e non ho molto tempo.
Aspetto con ansia la vostra risposta :)

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