Sogni e...Destino

di bad93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1:

Yusei era appena partito per Nuova Domino, voleva riprendersi ciò che gli era stato rubato. Nel frattempo Miyu, amica d'infanzia del ragazzo, stava cercando di mettersi in contatto con lui; senza successo purtroppo. Lei si era trasferita dal Satellite in città a seguito di una borsa di studio per entrare all'università, ancora non era sicura di ottenerla, il test lo aveva passato, ma i giudici la stavano valutando, forse a causa della sua origine.

Lei e Yusei non si sentivano quasi mai, ma alcune sue amiche, conosciute all'esame, avevano visto la foto ritraente lei e il ragazzo sullo sfondo del suo cellulare, intuendo che fosse il suo ragazzo. Iniziarono così a tempestarla di domande e lei rispondeva tranquillamente, ignara del granchio che avevano preso le due. Tutto il discorso le aveva fatto venire voglia di sentire la voce dell'amico, le due ragazze volevano ascoltare la conversazione e si avvicinarono a lei.

-Non risponde.- disse amaramente lei, ritirando il telefonino.

-Che peccato.- disse una delle due.

-Magari non vuole rispondere.- fece l'altra.

-Ma cosa dici Mayu-chan! Perché mai non dovrebbe rispondere a una sua chiamata?!-

-Non lo so, insomma sono lontani da un po' di tempo, lui non la chiama mai, non risponde al telefono. Uno cosa deve pensare? É ovvio, non vuole più avere a che fare con lei, ti ha piantata in asso dolcezza. Mi dispiace per te, andiamo in qualche bar e beviamovi su, ti faremo compagnia, siamo amiche.-

-Tu vuoi solo bere, vero?-

-Io non salterei a conclusioni affrettate, magari sta lavorando.- prese la parola Miyu.

-Lavora? E cosa fa?- chiese Kotoko.

-Non é proprio un lavoro, si diletta come meccanico. É anche molto bravo, però sa fare un sacco di altri lavori, é come un tuttofare.-

-Capisco. Deve piacergli molto per lavorare a quest'ora della notte.-

-Già.-

-Allora andiamo a bere?-

-Va bene, Mayu, andiamo. Vieni anche tu vero Miyu?-

-Beh, io...-

-Andiamo, te l'ho detto poco fa, quello ti ha già dimenticata. Mentre tu sei qui a preoccuparti per lui, il belloccio se ne starà già facendo qualcuna, divertendosi bellamente alla faccia tua.-

-Yusei non è quel tipo di persona! Lui ci tiene agli amici e non li tradirebbe mai!-

-Gli amici, appunto. Ma non sei un suo amico, sei una ragazza.-

-E allora?! Lui è gentile, intelligente, serio e affidabile. Non è uno scansafatiche o uno scapestrato. -

-Va bene, non ti scaldare, comunque vieni? -

-Faccio un salto a casa per cambiarmi e vi raggiungo.-

-Ok a dopo.-

Lei si allontanò, e le due amiche iniziarono a confabulare tra di loro.

-Senti Kotoko, secondo te quel ragazzo esiste?-

-Certo, non hai visto la foto? Erano abbracciati, ovvio che l'abbiano scattata assieme.-

-Mah, uno bello come lui, per una come lei è sprecato. Andiamo Miyu arriva dal Satellite, non ti sembra inverosimile?-

-Perché scusa? Lei è bellissima e ha ottenuto una borsa di studio per studiare qui. Trovo che sia molto coraggiosa e poi ognuno merita un po' di felicità.-

-Ti correggo, lei non ha ancora ottenuto il permesso per entrare in università. I giudici la stanno ancora tenendo d'occhio.-

-Non è che tu sei invidiosa di lei?-

-Di quella? Ma scherzi?! Chiediamole di presentarcelo. Vediamo se é cosi fedele e gentile come ce lo ha descritto.-

-Cos'hai intenzione di fare?-

-Io nulla, per ora.-

-Mayu non fare sciocchezze, vuoi fare la fine del tuo ragazzo?-

-Io non sono come quell'idiota. A proposito domani mi accompagni a trovarlo?-

-Va bene, ma ora andiamo al bar.-

-Ok.-

Nel frattempo Miyu era rincasata e si stava facendo una doccia.

"Forse dovrei sentire i ragazzi, loro sapranno dirmi qualcosa. " uscì dal bagno ed entrò in camera per vestirsi, prese il cellulare e fece il numero, nessuno rispose, fece un altro numero e di nuovo nessuna risposta. Ora stava iniziando a preoccuparsi sul serio, ripensò al discorso di Mayu, e se avesse ragione? Lui avrebbe potuto essere ad un appuntamento con un'altra ragazza, infondo il suo era un amore a senso unico, loro non stavano insieme e lei non aveva il diritto di intromettersi nella sua vita privata. Ma il solo pensiero le provocava un gran dolore, ma lui aveva diritto di essere felice e lei avrebbe fatto tutto il possibile perché ciò accadesse. Si vestì ed uscì dall'appartamento, diretta verso il luogo dell'incontro; quella sera lei si sarebbe divertita moltissimo, ignara di quello che sarebbe successo all'oggetto dei suoi pensieri, non immaginava che il ragazzo fosse più vicino di quanto si aspettava.

Quella notte Yusei duellò con Jack ma improvvisamente il duello fu interrotto, e il ragazzo fu arrestato.

Il giorno seguente Mayu e Kotoko andarono alla Struttura, Mayu come al solito aveva iniziato a parlare male di Miyu, non accorgendosi che Yusei stava ascoltando tutto, i corridoi tra le celle permettevano un'ottima udibilità.

"Ma guarda che stronza quella, quanto vorrei chiuderle quella bocca. Però forse sa dove abita Miyu, mi aveva dato l'indirizzo, ma quasi quasi faccio finta di non saperlo. Così forse potrò dare un bello smacco a quella."

Mentre pensava, Kotoko, che non ne poteva più delle chiacchiere dell'amica, si allontanò con la scusa di lasciare a lei e al suo ragazzo un po' di privacy, e si era fermata davanti a lui.

-Scusa non é che tu per caso sei Yusei?- gli aveva chiesto.

-Si, ma tu come sai il mio nome?-

-Un'amica mi ha parlato di te dopo che ho visto una foto. Mi chiamo Kotoko.-

-Quindi sei amica di Miyu, mi fa piacere sapere che non è sola. Ti ringrazio per esserti occupata di lei.-

-Tranquillo non devi ringraziarmi, é quello che si fa tra amici. Come mai sei qui dentro? Se non sono troppo indiscreta.-

- Ho infranto qualche norma inutile e sono stato beccato subito, dovrei stare qui per due mesi. Posso chiederti un favore?-

- Certo. Dimmi pure.-

-Potresti non dire nulla a Miyu del fatto che sono nella Struttura?-

-Certamente, spero che non ti veda Mayu.-

-La stronzetta che era con te? Scusa il termine.-

- Non preoccupare, in effetti un po' lo é, ma non é cattiva. Solo non si accorge quando esagera, non riesce a fidarsi delle persone. Purtroppo non posso garantire per lei se dovesse vederti.-

-Ho capito. Comunque ti ringrazio.-

-Di niente. Oh, sarà meglio che vada, Mayu mi sta cercando. Spero ci vedremo ancora, e quando esci passa da lei, ieri ti ha chiamato diverse volte.-

-Ci proverò.-

Non appena la ragazza si allontanò, lui si sdraiò sul letto.

-Hai incontrato qualcuno che conosci? -

-Sei tu Yanagi, no non proprio. Diciamo una conoscente di un'amica.-

-Della tua... ragazza?- gli chiese mostrandogli il mignolo sinistro.

Yusei arrossì, -Ma che vai a pensare, ho detto un'amica!-

-Non serve che arrossisci sai, ti credo. Quando avrai deciso fammelo sapere, voglio conoscerla.-

-Avrò deciso cosa?-

-Di riordinare la tua mente e di provare ad ascoltare il tuo cuore.-

-Sembri una ragazzina, la mia mente è a posto cosi. Mi spiace interrompere la conversazione ma io dovrei andare al bagno.- e si alzò, non si accorse però, che qualcuno lo stava osservando.

"Ma guarda che piacevole sorpresa, qualcuno sarà molto contento di sapere che sei qui Yusei."

Nel pomeriggio Miyu ebbe una chiamata.

-Pronto?-

-Ciao Mi-cchan, ho una bellissima notizia per te.-

-Ciao, Mayu. Il tuo ragazzo é uscito dalla Struttura?-

-No, ho visto Yusei, certo che é proprio carino, dal vivo é molto meglio che in fotografia.-

-Cosa? Yusei? É uno scherzo?-

-No, lo hanno detenuto nella struttura. Cella 408.-

-Grazie per avermelo detto. Vado subito a trovarlo. Sei un'amica.-

-Figurati. Bye.-

-Ciao.-

Felice della notizia, Miyu iniziò a prepararsi canticchiando. Non vedeva l'ora di incontrare il ragazzo.

Uscì di casa e si diresse verso la Struttura, riuscì ad ottenere il colloquio e fu accompagnata alla cella da una guardia. Entrò e trovó il ragazzo addormentato, disteso sul letto. Pensò che era strano, lui non era un gran dormiglione, probabilmente non era riuscito a riposare bene, oppure si annoiava e aveva deciso di fare un pisolino. Non volle svegliarlo, in fondo non le avevano un limite di tempo, e si sedette infondo al letto.

Sentì una porta aprirsi e vide un anziano signore, che si sedette sul letto opposto. Lei lo salutò e lui contraccambiò.

-Miyu...-

Si voltò di scatto sentendosi chiamare, e si avvicinò a Yusei.

-... vieni qui...-

"Sta parlando nel sonno, chissà cosa starà sognando, ha una voce così sensuale. Non si é nemmeno accorto di stare parlando, dato che russa sta dormendo della grossa. "

-Prova a rispondere, vediamo che succede.- disse Yanagi con fare scherzoso.

-Proviamo.-

-Miyu...-

-Dimmi.- sussurrò lei dolcemente all'orecchio del ragazzo.

-Avvicinati.-

Lei fece come le era stato detto.

-Che strano...mi é sembrato di sentire la tua voce...ma questo è un sogno.-

"Si sta svegliando."

Lui si voltò di scatto, e accidentalmente la baciò attirandola a se con un braccio. O meglio nella realtà accidentalmente, perché nel suo sogno non lo era.

-Ma cosa...- disse lui ancora sotto l'influenza del sonno. Non era del tutto sveglio, ma lo era quel tanto da capire che qualcosa non quadrava. Ancora con gli occhi chiusi, poiché riteneva il tutto frutto della sua immaginazione, si avvicinò di nuovo e ricongiunse le sue labbra a quelle della ragazza. Decisamente c'era qualcosa di strano, da quando i sogni erano così reali? Continuò a baciarla ripetutamente, finché non si convinse ad aprire gli occhi, probabilmente era uno scherzo di Yanagi. Ma con suo sgomento, davanti a se trovò due occhi azzurri che conosceva fin troppo bene, di scatto si allontanò andando a sbattere la testa contro il muro per la foga.

- Ahia. Che ci fai tu qui?- le chiese tenendosi una mano davanti alla bocca e un'altra alla testa, rosso in viso.

-Sono passata a trovarti.- disse lei imbarazzata e con lo sguardo fisso sul pavimento.

Dal canto suo Yanagi se la rideva sotto i baffi.

Quando la vergogna generale fu passata, lei iniziò a parlare.

-Una mia amica mi ha detto che eri qui. Così sono passata.-

-Devi andartene.- disse freddamente lui.

-Cosa? Perché?-

-Perché devi tornare a casa.-

-Sei arrabbiato? E poi perché sei qui? Cos'è successo?-

-Nulla di grave. Ora vai a casa.-

-Ma..-

-Vai, ho detto!- si avvicinò alla ragazza e spinse delicatamente verso l'uscita. -Ehi guardia, la signorina vuole uscire.-

-Eh, ma no io.-

La guardia aprì la cella e lui spinse fuori la ragazza. Per poi tornare a sdraiarsi sul letto. Miyu non ebbe altra scelta che andarsene, non capiva il comportamento del ragazzo.

-Non ti sei comportato bene. Sai? Perché l'hai trattata cosi?-

-Vedi, Yanagi, lei ha lottato molto per essere qui in città. Potrebbe ottenere una borsa di studio per l'università, sai cosa succederebbe se la vedessero con uno del Satellite per di più detenuto? Dovrebbe dire addio al suo sogno, e io non voglio che questo accada.-

-Capisco, però potevi trovare un modo migliore. Non credi?-

- Forse, ma non sapevo cosa fare, sicuramente ora starà piangendo. Ed è colpa mia.-

-Non ti abbattere così.- disse comprensivo il vecchio, mettendogli una mano sulla spalla. -Se le chiedi scusa sono sicuro che tutto si aggiusterà.-

-Questo non posso farlo.-

-Hai promesso che saresti passato da lei una volta uscito. -

-L'ho fatto solo per accontentare la sua amica. Ti ho già spiegato perché non posso vederla.-

-Quindi invece che rischiare, preferisci continuare a ferirla.-

-No. Ora se non ti dispiace vado a dormire. Visto che é notte, e dovresti farlo anche tu.-

-Ma se hai dormito tutto il pomeriggio.- in risposta il ragazzo si voltò. -Ok ho capito. Buona notte.- anche lui imitò il compagno di cella e si mise a letto.

Quella notte Yusei non dormì, ripensando alle parole di Yanagi e a Miyu.

Continua...
 


 


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2:

Quella notte Yusei non riuscì a dormire, ripensando alle parole di Yanagi e a Miyu. Nemmeno la ragazza dormì, pianse per tutta la notte, finché la sveglia non le ricordò che il nuovo giorno era iniziato. Si alzò controvoglia, ma aveva promesso a Kotoko che l'avrebbe accompagnata a fare compere. Andò in bagno e si guardò allo specchio, aveva una faccia terribile: gli occhi rossi, le occhiaie, il colorito spento. Non poteva uscire in quelle condizioni, per fortuna Yusei non l'avrebbe vista, già era proprio quel ragazzo la causa di quel malessere. Ripensò al giorno appena trascorso, lui non era il tipo da reagire a quel modo per una visita di una persona, probabilmente era nervoso per qualcosa. Decise che l'avrebbe lasciato tranquillo per un po', poi sarebbe ripassata, inoltre voleva capire lo strano comportamento del ragazzo. Era confusa, lui era solito utilizzare frasi come: Sei una vera amica, sono fortunato ad averti conosciuto, se hai bisogno chiama siamo amici; quando si riferiva a lei. Eppure, per effetto di un sogno, l'aveva baciata; si toccò le labbra con le dita, ripensando a quel contatto. Doveva capire e in fretta, non poteva rovinare la loro amicizia per un equivoco. Fece una doccia, si vestì e si truccò cercando di far sparire i postumi della nottata in bianco. Poi andò in cucina per fare colazione, ma non ne aveva molta voglia, aprì il frigorifero e notò che era vuoto; non sapeva se era il caso di fare la spesa o meno, infondo qualcosa da offrire c'era in caso di qualche visita, e dato che lei non era in vena di mangiare, optò per rimandare la faccenda.

Guardò l'ora e notò che doveva andare, si diede un'occhiata allo specchio per controllare che tutto fosse a posto e uscì. Trovò Kotoko seduta al tavolo del loro solito bar, si avvicinò e la salutò.

-Cosa prendi?- le chiese l'amica, dopo averla salutata.

-Un caffè.- "Meglio comportarsi come al solito, non voglio farla preoccupare."

-Ok, ci porti due caffè per favore.- si rivolse al cameriere.

-Cosa devi comprare?- chiese Miyu.

-Vestiti. Piuttosto, tu cosa hai da dirmi.-

-Io nulla di nuovo.- rispose bevendo un po' di caffè.

-Sai il trucco non nasconde tutto. Pensavi di fregarmi? Dai sputa il rospo.-

-Ok. Ti racconto tutto.-

Miyu iniziò a parlare e Kotoko la ascoltava attentamente, quando finì prese la parola.

-Ora capisco il tuo aspetto, non è stato molto carino. Però credo che in un certo senso, era convinto di agire per il tuo bene. Sai quando ho accompagnato Mayu a trovare il suo ragazzo, l'ho visto e abbiamo parlato, mi ha chiesto di non informarti del fatto che si trova alla Struttura.-

-Ma perché avrebbe fatto una cosa del genere? Noi ci vogliamo bene, non ha senso.-

-Invece ha senso. Proprio perché ti vuole bene, non vuole coinvolgerti. Capisco che tu ci sia rimasta male, però pensa a come si sente lui adesso. Di sicuro non sta facendo i salti di gioia, é consapevole di averti ferito. Sono certa che se gli parli capirai e sistemerete tutto. Mi ha promesso che sarebbe passato da te una volta uscito, devi solo aspettare un paio di mesi.-

-Va bene, aspetterò. Avrei preferito parlarci prima visto quanto successo.-

-Ti riferisci al fatto del bacio?-

Lei annuì.

-In effetti è strano, insomma se siete amici, non lo trovo un comportamento corretto. Avrà fatto qualche sogno sconcio, tipico dei ragazzi.-

-Tu dici? Beh quando lo vedo glielo chiedo.-

-Non ti risponderà.-

La ragazza la guardò con fare interrogativo e lei continuò.

-Tu pensi che con tutta tranquillità lui ti dica, sai stavo sognando di fare sesso con te, per questo ti ho baciato. -

-In effetti, hai ragione. Ma io non credo che abbia fatto un sogno del genere.-

-Lo credi tu, sarà anche gentile, intelligente e affidabile, ma è pur sempre un ragazzo. Certi pensieri li ha anche lui; che poi, magari, non li metta in pratica è un altro discorso.-

-Forse è vero, non ho mai pensato a lui sotto questo aspetto. Che dici andiamo a fare shopping?-

-Si andiamo, o non combineremo nulla.-

Si alzarono e si diressero verso il centro, guardando le vetrine finché non arrivarono al negozio che voleva vedere Kotoko. Passarono due ore a provare vestiti, l'amica non riusciva a scegliere e a volte le faceva provare i vestiti per vederli sotto un'altra prospettiva. Quando riuscì a decidere uscirono, decise ad andare a fare pranzo.

-Sei soddisfatta?-

-Puoi scommetterci, spero che piacciano a che a Naoki.-

-Sono sicura di si.-

-Oh, ehi mi sa che ti suona il cellulare. Non lo senti?-

-Cosa?- prese il telefonino e guardò il display,- Hai ragione, ma è un numero sconosciuto. Che faccio?-

-Rispondi, se ti hanno chiamato sul cellulare, vuol dire che hanno il tuo numero. Sarà qualcuno che conosci.-

-Ok. Pronto.- rispose con voce titubante.

-Ehi, non sono mica un maniaco. Non essere così spaventata.-

-Yu! Ma come hai fatto a chiamare?-

-Ho duellato con il direttore e lui mi ha liberato in caso di una mia vittoria.-

-Capisco, sono contenta. -

-Ascolta, ti crea problemi se per stasera io e un amico ci fermiamo da te?-

-No, affatto, mi fa piacere. Cosa vuoi mangiare?-

-Fai tu, per me è indifferente, e poi i miei gusti li conosci.-

- Va bene. Ci vediamo stasera allora.-

-Aspetta, non riattaccare.-

-Dimmi.-

-Scusa per ieri, non volevo ferirti in quel modo. Però ho avuto i miei motivi per rimandarti a casa, ho solo usato un metodo sbagliato.-

-Lo so. Ero certa che non l'avevi fatto apposta. Però non credere che ti abbia perdonato, le tue scuse sono solo l'inizio.-

-Si lo so, ti conosco. Troverò il modo di farmi perdonare. Arrivo per le otto, prima ho alcune cose da fare.-

-Ok. A più tardi.-

-Ciao.-

-Chi era?- le chiese Kotoko, quando la chiamata fu terminata.

-Era Yusei, mi ha detto che lo hanno liberato, mi ha chiesto di restare da me per questa sera e poi si è scusato.-

-Bene, allora subito dopo pranzo andiamo a fare shopping.- disse iniziando a mangiare.

-Di nuovo?-

-Questa volta é per te. Dovrai pur fargliela pagare.-

-Se lo dici tu. Però non ho molto tempo. Devo ancora fare la spesa e poi devo fare cena.-

-Tranquilla, basterà prendere uno dei vestiti che ti eri provata al posto mio. E poi andiamo alla Spa dei miei, mentre i miei fratelli ti fanno la spesa.-

-Poverini, sono alle medie giusto?-

-Uno é in prima liceo. E poi devono fare qualcosa. Quindi é deciso, andiamo.- asserì prendendo l'ultimo boccone.

-Ok.-

Pagarono il conto e andarono nel negozio, presero l'abito e si diressero alla Spa. Dove Kotoko aveva subito dato gli ordini ai due fratelli più piccoli, i quali erano scattati solo per fare un favore a Miyu.

-Vieni, rilassiamoci. Ovviamente è tutto offerto da me.-

-Ti ringrazio. Ma non è necessario.-

-Ma certo che é necessario, non vorrai mica presentarti come uno zombie. Devi mostrarti al meglio delle tue potenzialità, stendilo! Prenditi la tua rivincita, fatti desiderare.-

-Non credi di esagerare?-

-No affatto. E ora andiamo dall'estetista, poi dal parrucchiere e infine dalla truccatrice.-

-Ok, mi fido.-


 

Nel frattempo Yusei stava cercando il modo per farsi perdonare, e lo avrebbe dovuto fare in grande stile. Così Yanagi, che a detta propria, gli voleva restituire il favore di averlo liberato, decise di aiutarlo prendendo le redini del piano: chiedere perdono e restare vivi.

Entrarono in un negozio e l'anziano acquistò un mazzo di rose rosse, poi andarono in una pasticceria e prese una scatola di cioccolatini, successivamente volle entrare in una gioielleria, ma il ragazzo lo fermò.

-Questi sono sufficienti.-

-Ok, allora basta con i regali. Passiamo alla fase due.-

-Cosa? Non è finita ancora? Che hai in mente?-

-Ora capirai, l'hai trattata malissimo e ti meriti una punizione.-

-Dovrebbe essere lei a darmela, non tu.-

-Lo so, ma tu vuoi farti perdonare giusto?-

-Certamente.-

-Bene, allora seguimi.-

Miyu aveva finito di rilassarsi e ora stava preparando la cena, prima di andare a vestirsi.

Mancava mezz'ora alle otto, controllò che tutto fosse in ordine e poi andò a vestirsi.

Era quasi ora e Yusei, accompagnato da Yanagi, era fuori dalla porta; imbarazzato come non mai, con in una mano i fiori e nell'altra i cioccolatini.

-Devo proprio?-

-Si.- rispose l'anziano suonando il campanello.

Miyu aprì e rimasero tutti a bocca aperta, i due maschi per la bellezza della ragazza, e lei per la sorpresa.

-Su, non stare li impalato. Inizia.- sussurrò Yanagi al più giovane.

-Scusa, sono un idiota, nulla sarà mai sufficiente a chiudere la ferita che ti ho creato.- il ragazzo aveva detto il tutto cantando, e non vedendo alcuna reazione da parte della ragazza continuava, inventandosi strofe a caso, pregando che lo interrompesse presto.

Lei invece cercò di trattenere le risate, infondo si era impegnato, non era carino. Solo che le risultava difficile, dato che lui, oltre a essere stonato, probabilmente per via dell'imbarazzo e le sue discutibili doti canore, era vestito da orsacchiotto gigante; cosa che rendeva il tutto molto ironico.

-Ok, direi che sei perdonato, per questa volta.- disse scoppiando a ridere, -Scusa, ma non ce la faccio più, dai entrate.- riprese spostandosi dalla soglia.

-Per favore smettila di ridere, non hai idea di come mi senta adesso.- replicò il ragazzo rosso in volto per la vergogna.

-Si scusa, Kuma-chan. La smetto.- rispose lei asciugandosi una lacrima.

-A proposito prendi sti cosi, così posso togliere sto costume.- le disse porgendole quello che aveva in mano.

-No, aspetta voglio farti una foto.- disse andando a prendere la macchina fotografica.

-Mi rifiuto! Sono già abbastanza imbarazzato così non occorre infierire. E ti sento che ridi, finiscila!-

-Eccomi, fai un bel sorriso, Yu.- puntando la macchina.

-No, vai via.-

-Dai voglio un ricordo, é una cosa che non capita tutti i giorni. Non credo che mi capiterà mai più un'occasione simile.-

-Infatti, non farò mai più da peluche.-

-Dai per favore, una foto soltanto.- gli chiese con occhi dolci.

Lui sbuffò rassegnato.

-Ok, ma una soltanto.-

-Grazie. Sorridi, non fare quella faccia imbarazzata.-

-Senti, non fare caso a me e muoviti a scattare.-

-Ok, fatto.-

-Bene, ora prendi i tuoi regali, io mi levo sta tortura e poi andiamo a mangiare.-

-Va bene. Intanto metto i fiori in un vaso.- disse lei allontanandosi in cucina.

-Sei stato bravo, hai visto che è contenta.-

-Tu taci, Yanagi, é colpa tua se si è messa a ridere. Non darò mai più retta alle tue idee. Andiamo a mangiare.-

-Come cucina?-

-Benissimo, non credo avrai di che lamentarti.-

-Bene mi fa piacere.-

Entrambi entrarono in cucina e si trovarono davanti un cenone di natale, cosa che lasciò i due allibiti.

-Non vi piace?-

-No, é solo che...- Yusei stava cercando le parole più adatte, per non combinare un altro disastro. -Hai un pochino esagerato, va bene che siamo una buona forchetta. Però siamo due uomini, non un reggimento.-

-Ma siete appena usciti di prigione, inoltre dubito che a casa tu mangiassi bene, le uniche cose che sai preparare sono cibi precotti e frutta o verdura crudi.-

-Ognuno ha i propri compiti. -

-Vero. Allora mangiamo?-

Tutti si sedettero a tavola e iniziarono a mangiare, dopo un'ora, nessuno riusciva più a mangiare nulla, o meglio Yusei, dato che toccava a lui fare la fogna. Poiché Yanagi aveva dalla sua l'anzianità e Miyu il fatto di essere una ragazza e doveva mantenere la linea. Mentre Miyu sistemava la cucina, Yusei preparava il divano letto in sala.

-Sembri di casa.- commentò l'anziano.

-Ti sbagli, é la prima volta che vengo. Una volta mi aveva descritto l'appartamento, per questo so che c'è un divano letto. Comunque tu dormi in camera di Miyu, ha insistito affinché andassi lì. -

-Dormo con lei?-

-No, nella sua camera. Figurati se la lascio nelle mani di un vecchio. So che sei una brava persona, ma non fido.-

-Guarda che sei più pericoloso tu di me, giovanotto.-

-Vero, ma so trattenermi.-

-Certo, chi è che l'ha baciata?-

-Touché. Comunque non rifiutare, non ti conviene e poi tu sei l'ospite.-

-Ok, allora vado a dormire.-

-Buona notte.-

-Notte e buon lavoro. -

-Ma che dici?-

-Divertiti.- rispose l'anziano entrando nella stanza e chiudendo la porta.

-Oh, hai già sistemato il letto.- esclamò Miyu entrando nel salotto.

-Dovrò pur far qualcosa. Yanagi é andato a letto, sarà meglio farlo anche noi.- asserì lui mettendosi sotto le coperte.

-Va bene. Voltati per favore, devo mettere il pigiama.- spostò le coperte, e iniziò a cambiarsi, nel frattempo ripensò al discorso fatto con Kotoko quella mattina. -Aspetta! Che intendi?- chiese di impulso, sedendosi sul letto.

-Nulla di perverso, giuro. Era un modo come un altro per dire di andare a dormire.-

-Capisco. Sono stata una stupida a pensare che tu volessi fare certe cose. Scusa.-

-No, non devi scusarti. La tua reazione é comprensibile. Ora però dormiamo. -

Si distesero entrambi, a causa dell' imbarazzo nessuno dei due riusciva a prendere a sonno, eppure avevano dormito assieme tante volte, si conoscevano fin da bambini, non dovrebbe essere cambiato nulla.

A un certo punto lei si voltò e si avvicinò a lui.

-Non riesci a dormire nemmeno tu?- gli chiese.

-Già, mi sa che é troppo presto per noi giovani.- rispose lui.

Lei di rimando si accoccolò contro il suo petto, come era abituata a fare. Per lei era una sorta di protezione e lui non gliela rifiutava.

-Sei un po' scomodo.-

-Facciamo cambio?-

-No. -

-Prendi il cuscino.-

-Ma se dovesse spostarsi durante il sonno, rischieresti di soffocare.-

-Dove vuoi andare a parare?-

-Ti metti...-

-No.-

-Ma...-

-No.-

-Fai finire le persone.-

-Ok. Parla.-

-Dicevo, ti metti un po' più in basso?-

-Ah quello. Va bene.-

-Cosa avevi capito?-

-Pensavo volessi farmi indossare il costume da orsacchiotto.- rispose sistemandosi meglio.

-É vero. Così saresti più morbido. Dai te lo rimetti?-

-No.-

-Per favore.-

-Fare gli occhi dolci non ti servirà questa volta.-

-Solo finché non mi addormento.-

-Ok. Poi me lo tolgo però.-

Si rimise il costume e poi tornò a letto.

-Cerca di addormentarti in fretta.- le disse, sistemandosi come prima e pregustandosi il momento in cui avrebbe tolto la trappola. Peccato che il suo piano fu sventato dal suo corpo, evidentemente più affaticato di quello della ragazza, poiché fu lui il primo ad addormentarsi.


 


 

Continua..

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3:
L'indomani, Miyu fu la prima a svegliarsi, vide che Yusei indossava ancora il costume.
"Ma come ha fatto a dormire con quel coso? Deve essere stato molto stanco. Glielo tolgo, però prima gli faccio un'altra foto, é cosi tenero addormentato." prese il cellulare e scattò.
Iniziò allentando la cerniera, poi delicatamente gli tolse il cappuccio, ma lui si svegliò subito.
- Poi il pervertito sono io.- commentò facendola arrossire.
-Io...volevo solo...toglierti il costume. Ho pensato avresti dormito meglio senza. Non volevo svegliarti.-
-Lo so, ti stavo solo prendendo un po' in giro.-
-Cattivo.-
-Tu ieri sera mi hai deriso in continuazione, cosa vuoi che sia una piccola rivincita.-
-Hai ragione.-
-Se ti alzi posso togliere il costume. -
-Ah, si scusa.- si alzò e andò dalla parte opposta del letto a vestirsi.
-Non mi dispiace averti a cavalcioni, ma preferisco senza questo coso infernale.-
-Non hai caldo?-
-Parecchio, dopo la tua uscita. Per fortuna che Yanagi dorme ancora. -
-Per te sicuro. Caffè?-
-Si, grazie. Ho bisogno di una bella sveglia. Vado a fare una doccia.-
Lei andò in cucina a preparare la colazione, nel frattempo si era svegliato anche Yanagi che la raggiunse.
-Ciao.- la salutò.
-Buon giorno. Sto facendo del caffè, ne vuoi un po'?-
-No, grazie. Esco con un vecchio amico oggi, ci troviamo per fare colazione e poi credo che sarò via tutto il giorno. Non lo vedo da anni.-
-Capisco. Buona giornata.-
-Grazie anche a te.-  uscì subito di casa.
Lei continuò a preparare, mentre Yusei era immerso nei suoi pensieri, sotto lo scrosciare della doccia.
"Accidenti é un bel casino, la moto ha subìto un danno non da poco, sono riuscito ad arrivare qui per miracolo. Oggi devo assolutamente ripararla, spero non sia più grave del previsto, ma finché non la guardo ne avrò solo l'idea. Inoltre non posso restare qui oltre, devo andarmene al più presto. Non posso dirle che vado da un amico, sa benissimo che oltre a lei non ho nessuno qui in città; insisterebbe per farmi restare. E se ciò accadesse lei prima o poi finirebbe nei guai, troverò una soluzione."
Improvvisamente sentì bussare alla porta, era lei che lo chiamava per la colazione, quell'intervento lo fece ridestare, chiuse l'acqua e le rispose uno sbrigativo: due minuti e arrivo.
Si asciugò velocemente, quel che bastava per indossare almeno i pantaloni, poi si diresse in cucina con in mano la maglietta,  asciugandosi.
-Mi ero distratto, scusa.- disse entrando in cucina, mettendosi la maglietta.
-Tranquillo, ne hai passate ultimamente, é normale che abbia i tuoi pensieri.- gli rispose sistemando la colazione sul tavolo.
Lui si sedette e appoggiò l'asciugamano sulla sedia, lei fece lo stesso e iniziarono a mangiare.
-Yanagi?- chiese lui, vedendo che non c'era.
-É uscito dicendo che si sarebbe visto con un amico e che avrebbe passato fuori la giornata.-
-Oggi hai da fare?-
-La spesa e forse devo andare in università, ma se vuoi resto a casa.-
-No, no. Vai, io ne approfitto per sistemare la moto.-
-Va bene, torno per l'ora di pranzo, poi il pomeriggio sono libera.-
-Ok, io non so quanto ci metto. Se finisco in tempo ti accompagno a fare la spesa.-
-Tranquillo non è un problema.-
-Tutto dipende dalla moto.-
-Sai già cosa può essere?-
-Più o meno, spero di non dover cambiare pezzi o ne avrò per parecchio.-
-Se così fosse ti fermeresti di più. Ma non voglio gufartela, solo per uno sfizio personale.-
Lui sorrise, si trovava ad un bivio, non voleva crearle guai e nemmeno farla soffrire, ma qualsiasi scelta lo avrebbe portato ad un finale tragico. Ma per ora era meglio non allarmarla, si limitò a finire di mangiare in silenzio e poi sparecchiò. Lei lo osservava, sapeva che qualcosa non andava, ma data la sua situazione non gli diede troppo peso. Sistemò la cucina e poi uscì di casa, lui invece andò a guardare la moto, notò che il danno non era grave come pensava, ma alcuni pezzi andavano cambiati e non era facile trovarli, avrebbe dovuto aspettare un po'.
Miyu era in università e  stava facendo una pausa con Kotoko.
-Come é andata ieri?-
-Bene, dovevi esserci, Yusei mi ha fatto una sorpresa indimenticabile. Non credevo che avrebbe mai fatto una  cosa del genere, pur di farsi perdonare. Ti faccio vedere una foto.- disse mostrandole il display del cellulare.
-Che tenero, deve amarti molto per fare questo.-
-Io non credo, siamo amici da molto, ci vogliamo bene e nessuno dei due vuole rovinare la nostra amicizia.-
-Ma tu vorresti di più, ammettilo. Però non sono sicura che il tuo sia un amore a senso unico. Insomma ti ha pur sempre baciato no?-
-Non l'ha fatto volutamente, stava sognando. -
-Il primo bacio forse, ma quelli dopo non erano certo accidentali. Aveva capito che qualcosa non andava, e invece che svegliarsi, ha continuato a baciarti. Non mi sembra un comportamento normale per un amico.-
-Non lo so, non so più cosa pensare. Io mi comporto come sempre. Non posso farmi illudere da un equivoco.-
-Questo è vero, però ti ha chiamato prima di baciarti, quindi ti stava sognando. Poi si è vestito da orsacchiotto per farsi perdonare, in più sotto tua richiesta si è rimesso il costume. Non mi sembra che siano tutti equivoci, lui cosa fa mentre sei via?-
-So che oggi voleva dare un'occhiata alla sua moto, poi ha detto che se finiva in tempo mi accompagnava a fare la spesa. Ieri alla fine ho comprato solo le cose per fare la cena e basta.-
-Gentile da parte sua, approfitta. -
-Ha detto se riusciva. E poi lui lo fa per sdebitarsi dell'ospitalità, ne sono sicura.-
-Possibile, ma resta il fatto che si è offerto lui di accompagnarti, quindi vuole passare del tempo con te.-
-L'ultima volta che ha fatto un'offerta simile, era il giorno della mia partenza. Quindi ha in mente qualcosa, e sta cercando di indorarmi la pillola.-
-La vuoi smettere di essere negativa! Le cose belle possono accadere anche a te. Ora sarà meglio andare all'assemblea.-
-Si andiamo. Ma Mayu?-
-Oggi è andata via prima, non so il motivo.-
-Probabilmente avrà voluto incontrare il suo ragazzo.-
-Già.-
Rientrarono in aula, mentre Yusei era intento a smontare i pezzi che avrebbe dovuto cambiare.
-Mi conviene andare a vedere stamattina se oggi pomeriggio esco con Miyu. Spero non mi veda nessuno uscire di qui.-
Si alzò in piedi e uscì.
-Allora, dove sarà mai un ricambista.- disse a se stesso, guardandosi intorno. Quando si sentì prendere alle spalle. -Non dovevi essere in università fino a pranzo? Hai finito prima?-
-Sono uscita prima oggi.-
Lui, sentendo che non si trattava di Miyu, la scansò e si voltò di scatto.
-Tu chi sei? Non lo sai che non ci si appiccica ad uno sconosciuto?- "É la stronza dell'altro giorno, cosa vuole da me?-
-Mi avevi scambiato per la tua ragazza? Sei messo male tesoro.-
-Ehi, non prenderti tutta questa confidenza. Io ho da fare.- disse stizzito andandosene.
Ma lei lo prese per un braccio e lo fermò. -Non sei molto gentile sai. Tratti così tutte le ragazze?-
-No, solo quelle che non mi piacciono. E ora staccati.-
-Sei arrabbiato? Se vuoi posso calmarti.- gli disse seducente, passandogli lentamente una mano sul cavallo dei jeans.
Lui le afferrò subito la mano e la spostò bruscamente, -Per chi mi hai preso?! Fai attenzione a certe provocazioni potresti finire male.- , sempre bruscamente si liberò della presa e si allontanò verso il centro.
Lei si morse un'unghia, "Ti farò crollare, fai poco il prezioso. Altro che gentile, é un maleducato. Come fa a non essere attratto da me, non può preferire Miyu a me."
Yusei aveva girato in lungo e in largo, senza successo. Vista l'ora, decise di tornare a casa, magari nel pomeriggio Miyu avrebbe potuto dargli qualche dritta. Entrò e si diresse in cucina, sapeva che lei sarebbe rientrata a breve, e visto che a casa c'era lui, preparò il pranzo. Ma date le sue doti culinarie, si è limitato a scaldare la cena precedente.
Lei arrivò a mezzogiorno, e subito sentì il profumo, dirigendosi in cucina.
-Hai addirittura fatto il pranzo? Che hai combinato?-
-Nulla,  ho solo pensato di preparare.- "Meglio non dirle che la sua pseudo amica ci ha provato con me. "
-Davvero? Beh, ti ringrazio. Allora mangiamo.-
Si sedettero e pranzarono, successivamente lei sistemò la cucina e lui rimise a posto il divano, lasciato com'era dalla mattina.
-Sei pronta?-
-Si, sei riuscito a sistemare la moto?-
-Devo vedere di alcuni pezzi, stamattina ho girato ma non c'era nulla.-
-Forse conosco qualcuno che può aiutarti.- gli disse chiudendo la porta a chiave. -É un po' nascosto, ma credo che abbia ciò che cerchi.-
-Va bene, allora mentre facciamo un giro ci passiamo.-
-Ok. Possiamo passare anche subito.-
-Nah, é una bella  giornata. Facciamo una passeggiata, fa troppo caldo ora per lavorare.-
-Va bene. Dove andiamo?-
-Fai tu, basta che siano isolati e lontani dal centro.-
-Ok.-
Iniziarono a camminare, prendendo tutti i vicoli più nascosti, per poi andare in periferia. Non era fornita di negozi come il centro, ma il necessario c'era. Passarono così alcune ore, poi lei lo accompagnò davanti a un garage.
-Qui puoi trovare la persona di cui ti parlavo, si chiama Bruno. Fai pure con calma, io intanto vado a fare un po' di spesa, ci ritroviamo qui quando ho finito?-
-Va bene, se hai bisogno chiama.-
-Ok.-
Lei si allontanò e lui entrò nell'officina.
-Permesso, c'è nessuno?-
-Ciao, amico! Come posso aiutarti?-
-Sto cercando dei ricambi per la mia moto.- gli disse mostrandogli i pezzi, -Li hai?-
-Mmm, dunque un po' difficile reperirli, ma credo di poterteli trovare. Dammi due settimane.-
-Va bene, quanto è il prezzo?-
-Ne parliamo quando li avrò trovati, preferisco farteli visionare prima.-
-Ok. Allora grazie.-
-Di niente amico. Ci si vede.-
Uscì e trovò Miyu ad aspettarlo.
-Fatto?-
-Si, avevi ragione é molto competente. Dammi le borse.-
-Non sono pesanti.-
-Fa niente.-
-Allora facciamo a metà.-
-Neanche per idea, lasciami fare l'uomo.-
-Ok.-
Gli diede le borse, e tornarono a casa. Rientrarono e mentre lei ritirava la spesa, lui parlava con Yanagi, che nel frattempo era tornato. Successivamente Miyu preparò la cena e poi mangiarono tutti assieme.
-Senti, ti ringrazio per tutto, ma ora io e Yanagi, dobbiamo andare.-
-E dove andate?-
-Ci ospita il suo amico.-
-Ma Yusei che dici? Sai benissimo che tu non puoi entrare nello spizio a differenza mia.- gli sussurrò il più anziano.
-Lo so, non ti preoccupare mi arrangio. L'ho detto solo per rassicurare lei.- gli rispose a bassa voce.
-Che state confabulando? Non mi stai mentendo, vero?-
-No, assolutamente. Tranquilla, partiamo subito. Tieni tu l'orsacchiotto. Ci vediamo.-
Uscirono entrambi di casa.
"Io lo sapevo, era strana tutta quell'improvvisa gentilezza. Spero solo che sappia quello che fa."

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4:
Era passata una settimana da quando Yusei aveva lasciato l'appartamento di Miyu, e ancora non si era fatto sentire. Lei sapeva che lui era in grado di cavarsela, ma era preoccupata lo stesso; non capiva perché il ragazzo la stesse evitando, anche se a volte si avvicinava.
-Uffa di nuovo la pioggia. É tutta la settimana che piove e c'è vento.- si lamentò Mayu.
-Le previsioni l'avevano detto.- commentò Kotoko.
-Senti Miyu.-
-Dimmi.-
-Sei poi riuscita a chiamare il tuo ragazzo?- le chiese Mayu.
-Si, so che è in città da un amico.-
-Davvero? Io l'altra sera l'ho visto.-
-E dove?-
-Nella zona disabitata in periferia, stava entrando in un edificio abbandonato. Ma se ti ha detto che è da un amico, non poteva essere lui.-
-Magari é andato a fare un giro, stasera passo a controllare.-
-Come vuoi, però non credo sia lui.-
-Non passa inosservato in periferia.-
Nel frattempo da un'altra parte.
-Etchu.-
-Salute. Preso il raffreddore?-
-No é solo uno starnuto isolato.-
-Sicuro Yusei? Non hai una bella c'era, mi sembri febbricitante.-
-Sto bene, sono solo un po' stanco.-
-Io te l'avevo detto che dormire alla ghiaccio non era una buona idea. Tutto per due occhioni blu, torna da lei, almeno quello che basta per riprenderti.-
-Piantala, Yanagi, sto bene. Non è il caso di farne un dramma per un solo starnuto.- fece per alzarsi dalla sedia, ma svenne cadendo al suolo.
Yanagi chiamò subito uno dei dottori che erano li.
-Suo nipote si è preso un'influenza coi fiocchi.-
-Non è mio nipote, é un amico. Che si può fare dottore?-
-Deve riposare e stare al caldo per almeno una settimana. E curarsi come si deve, l'avrà protratta per parecchio. La febbre è quasi a quaranta. Sa dove abita?-
-Non è di qui, però so che c'è una persona che lo conosce e può occuparsi di lui. Le do l'indirizzo in attimo che prendo carta e penna.- scrisse l'indirizzo su un foglietto e lo diede al medico.
-Bene, lo accompagno.-
-Mi scusi, posso venire con voi? Credo che adesso non ci sia nessuno a casa. Giusto per non lasciarlo da solo.-
-Va bene. Allora andiamo.-
Salirono tutti sulla macchina del medico e portarono Yusei a casa. Yanagi lo mise a letto e poi lo osservò nel caso si fosse svegliato.
Dopo quattro ore lui si svegliò.
-Dove sono? Cosa é successo?-
-Sei svenuto e hai una febbre da cavallo, il dottore ha detto che devi stare a riposo per una settimana. -
-Che palle.-
-Visto che sei sveglio prendi qualche medicina, ma prima é meglio se mangi. Vado a prepararti qualcosa.-
Poco dopo tornò con un piatto non proprio adatto a un malato, il brodo c'era, ma era arricchito di carne, uova, funghi e verdura. Yusei non era al settimo cielo vedendo il piatto, ma lo mangiò lo stesso, in parte perché aveva un po' di fame e in parte perché non voleva offendere l'amico. Purtroppo la sua fu una pessima idea, perché subito dopo aver finito di mangiare dovette andare a rimettere tutto, cosa che lo debilitò ulteriormente.
-Accidenti stai peggiorando a vista d'occhio, riposati che é meglio.- gli disse Yanagi, aiutandolo a mettersi sotto le coperte.
-Mi dispiace.-
-Non ti preoccupare, sei malato, non è colpa tua. Non ci pensare.-
-Grazie.- rispose il ragazzo per poi addormentarsi nuovamente.
Verso sera Miyu rientrò e trovò Yanagi ad accoglierla in salotto.
-Ciao, é successo qualcosa?-
-Yusei sta male.-
-Cosa?! Che cos'ha e come é successo?-
-Un colpo di freddo. Non sapevo dove portarlo e così te l'ho riportato. Di sicuro qui guarirà prima che altrove. Il dottore ha detto che deve stare a riposo per almeno una settimana. Gli ho dato qualcosa da mangiare ma ha vomitato tutto, ora sta dormendo.-
-Capisco, grazie. Mi occuperò io di lui.-
-Figurati, beh io torno dal mio amico. Lo lascio in buone mani.-
-Ciao e grazie ancora.- lo salutò mentre usciva. Poi corse subito in camera per vedere come stava Yusei.
Lo trovò addormentato che respirava a fatica, gli toccò la fronte e sentì che scottava. Andò a prendere del ghiaccio e glielo mise sulla fronte, lui a quel contatto si svegliò.
-Ciao, mi sembrava famigliare come luogo. Quel bastardo.- disse lui alzandosi a sedere.
-Devi riposare, stai giu.- lo spinse verso il materasso. -Hai mangiato?-
-Si e no. -
-Almeno hai preso qualcosa?-
Lui fece cenno di no con la testa.
-Devi curarti o te la trascinerai. Vado a preparare qualcosa, tu non muoverti.-
-Come se potessi. Cough cough.-
Lei si allontanò e poi tornò con un vassoio.
-Ce la fai a mangiare?-
Lui non rispose, arrossì solamente, avrebbe dovuto mettere da parte il suo orgoglio per questa volta.
-Ci penso io. Fai ahhh.- porgendogli un cucchiaio per imboccarlo.
Ma ottenne uno sguardo truce e omicida da parte sua.
-Ok, ok. Non vuoi.-
Lentamente riuscì a farlo mangiare, ma ancora una volta il ragazzo dovette andare a vomitare.
-Mi sento uno schifo. Sembro uno zombie, non digerisco nemmeno il porridge.- commentò lui abbattuto, rannicchiandosi sotto le coperte.
-Dai non dire così, é normale quando si è malati.- cercò di rassicurarlo accarezzandogli dolcemente la testa.
-Però ti ho fatto sprecare un sacco di cibo.-
-Non importa, ora pensa a guarire.-
Continuò ad accarezzarlo e tranquillizzarlo, come se fosse un bambino, finché lui non si addormentò.
Passarono un paio di giorni, che Yusei passava dal dormire al vomitare, con l'aggiunta di starnuti continui e tosse. Quella mattina si svegliò e vide che anche lei lo era.
-Buongiorno.-la salutò.
-Buongiorno, come ti senti?-
-Peggio di ieri. Ma me la cavo. - rispose tossendo e starnutendo.
-Vuoi mangiare qualcosa?-
Lui negò, -Non voglio farti buttare via altra roba. Dato che non me la sento, preferisco evitare.-
-Va bene. Allora riposati.-
-Mi sono appena svegliato, non ho sonno ora. Tu vai in università?-
-No, finché non guarisci resto a casa.-
-Non ti preoccupare, non sono messo così male. Posso cavarmela.-
-Non fare l'eroe, l'altra volta hai detto che io dovevo lasciarti fare l'uomo, beh, ora tu lasciami fare la donna.-
Lui mise il broncio contrariato, non sopportava darle problemi. Ma dovette ammettere che lei aveva ragione, stava malissimo, forse per una volta avrebbe potuto cedere.
-Dai é poi solo una settimana, se tutto va bene. Non è una tragedia.-
-Speriamo, mi sembra di essere all'inferno.-
-Posso immaginare, ma come hai fatto ad ammalarti? Sei sempre stato una roccia, se stavi male era per al massimo un giorno.-
-Ho preso un colpo di freddo, hai visto il tempo che ha fatto.-
-Già, meno male che oggi è migliorato. Sicuro di non volere niente, neanche un po' di té ?-
-Avrei più bisogno di un caffè, almeno mi ricarico. -
-Scordatelo.-
-Va bene, mamma, ho solo usato il condizionale. Non era un'affermazione.-
-Almeno il sarcasmo ti é rimasto, vado a fare il té.-
-Sono duro a morire.-
Lei si allontanò e lui si sistemò meglio sotto le coperte, congelava, sicuramente a causa della febbre, ma forse anche per via dei vestiti che erano ancora umidi; odiava stare male, si annoiava sempre. Lei tornò quasi subito e gli porse una tazza, questa volta riuscì a bere da solo, almeno era un po' migliorato, ma chissà per quanto.
-Va un po' meglio?- gli chiese quando finirono di bere.
-Insomma, al momento non mi viene da vomitare. -
- Bene, cerca di riposare ancora un po'.- gli disse rimboccando le coperte.
-Ci provo.-
Si riaddormentò subito, lei decise di pulire un po' la casa fino all'ora di pranzo. Poi tornò in camera, lui dormiva ancora, gli toccò la fronte, aveva ancora la febbre, ma per fortuna era un scesa. Non volle svegliarlo e andò a preparare il pranzo,  stava per mettersi a mangiare, quando sentì bussare alla porta, aprì e vide Yanagi.
-Ciao non ho suonato per non disturbare.-
-Tranquillo, dorme di sasso. Per il momento.-
-Come sta?- le chiese entrando in cucina.
-Sembra migliorato, ma non più di tanto. Vuoi pranzare?-
-Grazie, accetto volentieri.-
Mangiarono e poi Miyu sistemò la cucina.
-Posso chiederti una cortesia?-
-Certamente.-
-Potresti tenere d'occhio Yusei per una mezzoretta. Volevo fare  una commissione veloce al negozio qui all'angolo.-
-Non c'è problema. -
-Grazie, se si dovesse svegliare, in frigo c'è del brodo. Quello dovrebbe riuscire a digerirlo.-
-Ok. Non riesce ancora a mangiare nulla?-
-Non se la sente e io non voglio forzarlo.-
-Capisco.-
-Allora io vado.-
-Buona giornata.- la salutò per poi dirigersi in camera. -Guarda come ti sei ridotto per amore, spero che guarisci presto, comunque sei in ottime mani.- gli disse accarezzandogli la fronte.
-Miyu?-
-Ti sei svegliato, é uscita un attimo, ma torna subito.-
-Yanagi che ci fai qui?-
-Sono passato a trovarti. Vuoi mangiare qualcosa?-
-No, aspetto Miyu.- rispose rimettendosi a dormire.
"Sembra un bambino, mi fa specie vederlo così indifeso, può approfittarne.  Almeno un po' di lucidità gli é rimasta."
Dopo mezz'ora Miyu rientrò.
-Novità?-
-Si è svegliato per un momento, ma poi si è rimesso a dormire.-
-Non ha mangiato niente?-
-Ha voluto aspettarti. Stando così male, vorrà farsi coccolare un po'.-
-Poverino, sta così male? Sembrava migliorato stamattina. Mi daresti una mano a cambiarlo? Gli ho preso un pigiama, non può stare con quei vestiti umidi.-
-Sai la sua taglia?- le chiese mentre iniziava a spogliava il ragazzo.
-Sono andata a occhio con l'altezza.- rispose preparando il pigiama. -Meglio mettergli questo più pesante per il momento.-
-Va bene, dammi qua.-
Lo vestirono e poi lo spostarono delicatamente sul divano, mentre Miyu cambiava le lenzuola, poi lo rimisero a letto.
-Accidenti se pesa.- disse il più anziano, massaggiandosi la schiena.
-Sarà anche magro, ma la massa muscolare per un metro e ottanta fa il suo peso.-
-Già, sarà meglio che rientri o si preoccupano.-
-Grazie di tutto.- gli disse accompagnandolo alla porta.
-Figurati.-
Si salutarono  e lei tornò dal ragazzo che nel si era svegliato.
-Vuoi mangiare?-
-Che fine hanno fatto i miei vestiti?- chiese lui  guardandosi il pigiama.
-In lavatrice, non puoi pensare di guarire con quelli addosso.-
-Non era necessario.-
-Si invece, ora vado a scaldare il brodo. - asserì uscendo per rientrare poco dopo. -Ce la fai?-
Lui negò, dovette mandare il suo orgoglio a farsi fottere, per colpa di quell'influenza. Lei iniziò ad imboccarlo, e ad ogni cucchiaio lui arrossiva sempre di più, non si sarebbe mai abituato a quella situazione. Finì di mangiare e poi si rimise a dormire, sperando di non dover correre al bagno.
Verso le tre Miyu sentì suonare il campanello e vide che era Mayu, avendo letto il suo messaggio era passata a vedere se serviva una mano. Lei la fece accomodare e mezz'ora dopo, dietro insistenza della ragazza data la necessità, decise di uscire un attimo per fare un po' di spesa. Mayu nel frattempo era entrata in camera dove riposava il ragazzo e lo trovò svegliò.
-Tu che che cosa vuoi?- le chiese stizzito, ma la voce risultò più di uno morente che disturbato.
-Sono passata a trovarti dopo aver ricevuto un messaggio di Miyu.-
-Non dovevi disturbarti, torna pure a casa.-
-Non posso, ho promesso a Miyu che mi sarei occupata di te fino al suo ritorno.-
-Non serve vattene!-
-Oh sei arrabbiato, ora ti calmo io.- disse lei suadente, sdraiandosi accanto a lui. -Rilassati.- gli sussurrò percorrendo tutto il torace con una mano fino ad arrivare al basso ventre.
Lui sentì dei brividi, ma causati dalla febbre, perché quella ragazza non gli faceva alcun effetto, anzi lo disgustava. Lei si mise a cavalcioni e lui ripensò alla scena in cui era Miyu  al suo posto, senza accorgersi arrossì.
-Allora non sei così insensibile a me.- gli disse iniziando a passare le mani sul torace, ma questa volta sotto il pigiama, e muovendo il bacino.
Lui in quel momento si ridestò e riconobbe che quella ragazza non era Miyu, anche se debole, raccolse tutta la forza che gli rimaneva e ribaltò la posizione bloccandola.
-Ti sei svegliato.-
-Proprio così e ora vattene, non sono interessato. Mi sembrava di avertelo già detto!-
In tutta risposta lei ritornò alla posizione precedente, conscia del fatto che il ragazzo, in quelle condizioni, non poteva ribellarsi molto. Lo baciò e stava per continuare, ma fu interrotta da Miyu che entrò nella stanza.
-Che succede?-
-Ah, Micchan. La febbre si è alzata.-
-Accidenti, vado a prendere le medicine.- disse uscendo.
-Levati.-
-Non vedo che problema ci sia, così resti fermo.-
Ma lui arrabbiato, ribaltò la posizione, ma questa volta gli fu fatale e dovette andare a vomitare. Nel frattempo Miyu era tornata e Mayu si era fatta trovare seduta sul lato del letto.
-Yusei?-
-É andato a vomitare. -
-Ah.-
-Io vado, fammi sapere quando torni.-
-Va bene, ciao e grazie.-
-Figurati, l'ho fatto con piacere. Conosco la strada non scomodarti.-
Più tardi Yusei era tornato in camera con la flemma di un bradipo zombie, stava davvero male,  ora l'inferno gli sembrava il paradiso. Vide Miyu e si avvicinò a lei per poi abbandonarsi su di lei, il corpo non riusciva più a sorreggerlo, lei lo sostenne e lo accompagnò al letto. Lo fece sdraiare e lo coprì con le coperte, fece per allontanarsi ma lui la trattenne.
-Riposati anche tu, so che in giorni non hai praticamente dormito.-
-Sto bene.-
Ma lui non accennava a voler lasciarla andare, così dovette accettare e si mise sotto le coperte anche lei.
-Sto malissimo, mi sento a pezzi.- si lamentò lui accoccolandosi al petto di lei come un bambino in voglia di coccole.
Lei lo abbracciò e gli accarezzò la testa, -Guarirai, mi sembravi migliorato, credevo che ora riuscissi a mangiare.-
-É solo una ricaduta. Senti, quella tua amica che é venuta oggi.-
-Mayu?-
-Si, non voglio che tu la veda ancora. Devi rompere ogni rapporto con lei, non averci più a che fare, salvo occasioni particolari.-
-Cosa?! Perché?! Cos'ha lei che non va? Dopo aver saputo che stavi male e io ero a casa, é passata per dare una mano e se non fosse stato per lei, oggi non avrei potuto fare la spesa. La febbre ti ha dato alla testa?-
-Ho le mie buone ragioni per dire così, e quella ragazza non mi piace. Lasciala perdere. -
-Allora mettimi al corrente.-
-Ora non ne ho voglia, sono stanco, dormiamo.-

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5:

Quando Miyu si svegliò era notte fonda, si ritrovò abbracciata a Yusei e ripensò al discorso fatto. Non capiva se la sua fosse una richiesta o un ordine.
Si fidava di Mayu, lei era convinta che Yusei non fosse il suo ragazzo, ma era sicura che non le avrebbe mai fatto un torto simile. Quando era entrata in camera, le era sembrato di scorgere un bacio, ma dato che lei si era allontanata così velocemente, e gli stava solo misurando la febbre, la sua mente poteva essere stata ingannata.
Ultimamente si poneva troppe domande che attendevano una risposta, voleva delle spiegazioni. Si alzò, cercando di non svegliare il ragazzo, ma non fu necessario, poiché lui la stava già fissando con aria interrogativa.
-Qualcosa non va?- le aveva chiesto.
-No, nulla. Ero solo sovrappensiero.-
-Sputa il rospo, avanti. Quando la tua mente é altrove, vuol dire che c'è qualcosa che ti turba. Sarò anche malato, e ridotto a uno straccio, ma sono ancora in grado di sostenere un discorso.-
-Non mi sembra il caso, in questo momento.-
-Sappi che non ti lascerò andare finché non parlerai.- le disse circondandole la vita con un braccio.
-Ora tu devi solo pensare a guarire.-
-Lo so, ma potrò preoccuparmi per te, se qualcosa non va.-
-Non devi invece, altrimenti peggiorerai. Io sto bene.-
-Allora tu parla.-
-Non demordi.-
-No.-
-Allora ti spiacerebbe spiegarmi il tuo comportamento?-
-Che intendi? Non ti seguo.-
-Sto parlando del modo in cui mi tratti. A volte mi eviti, altre ti avvicini. Poi mi dici di non frequentare Mayu, senza una spiegazione, e inoltre mi hai baciato.-
-Ok, andiamo con ordine. L'allontanamento l'ho attuato perché non volevo crearti problemi. So quanto é importante per te quella borsa di studio e non voglio che te la neghino.-
-Questa come scusa é davvero patetica, potevi trovarne una migliore.-
-Tu mi hai chiesto spiegazioni e io te le sto dando. Credermi o no, spetta solo a te.-
-Continua.-
-Riguardo a Mayu. Non so se sia il caso di dirtelo.-
-Parla, perché non ti piace?-
-Non mi sembra una vera amica. -
-Non credo, è vero che lei è particolare, ma non mi farebbe mai del male.-
-Se lo dici tu. Comunque a me non piace. Le ho detto più volte di lasciarmi in pace, ma lei non molla.-
-Che ti avrebbe fatto?-
-Ci prova con me.-
-Sicuro? Guarda che lei fa così con tutti i ragazzi, non conosce altro modo per avvicinarsi ai maschi, per quello che so. Io non la conosco bene; magari ti è sembrato che ci provasse e in realtà provava solo a esserti amica.-
-Magari hai ragione, io non la conosco affatto.- "Aspetta e spera,sei ingenua in certe cose, come sempre. Quella non vuole essermi amica nel senso che intendi tu; ma questo non posso dirtelo"
-Visto, prima conoscila e poi mi dici.-
-Ok, lo farò-
-Bene. Ora il bacio, spiega-
-Beh...è difficile da dire. Io stavo solo sognando, non mi sono accorto che eri lì. E' successo e basta. Tutto qui.-
-Chi sognavi di baciare?-
-Nessuno, nulla di che...davvero- disse rosso in volto
-Non me la conti giusta. Non è che stavi facendo uno di quei sogni e ti sei fatto prendere la mano?.-
-Ma che dici! Nella maniera più assoluta, per chi mi hai preso?!- chiese imbarazzato
-Spesso si sogna ciò che si desidera. E poi non c'è niente di male a fare certi sogni, è normale.-
-Non sempre, insomma stavo dormendo tranquillo, mi sono girato e ti ho baciato per errore. Nulla di che, non sognavo niente di sconcio.-
-Però ci davi dentro-
-Da quando usi certi termini? Ti ho detto che non è ciò che credi tu e ora cambiamo discorso-
-Cosa sognavi? Mi chiamavi, quindi c'ero io nel sogno-
-Moto e duelli.-
-E io che centro?-
-Tu facevi il tifo come sempre-
-E chi baciavi?-
-Nessuno.-
-Non ci credo-.
-Non voglio parlarne, quella è la parte peggiore del sogno- mentì
-Racconta, sono curiosa-
-No, è imbarazzante.-
-Dai, dai, dai-
-Sembri una bambina. Ok, in pratica...un tizio travestito...mi ha...baciato e non mi mollava e io...ti chiamavo- disse arrossendo sempre di più a igni parola per l'imbarazzo e con aria schifata "Spero se la bevi, non voglio parlare di certe cose molto private, ok che le racconto tutto, ma questo no"
-Volevo esserci, sai che risate-
-Non ridere, non puoi immaginare il mio orrore.-
-Se era un incubo, perchè non ti agitavi nel sonno?-
-Non tutti si agitano.-
-Vero. La febbre sembra scesa.- constatò toccandogli la fronte -Anche se é un po' tardi vuoi mangiare?-
-Non ne ho molta voglia.-
-Nemmeno io.-
-Ci spaparanziamo sul divano e guardiamo un film?-
-Se te la senti.-
-Certo, almeno faccio qualcosa di diverso. Mi annoio a dormire e basta.-
-Ok, prendo una coperta. Non voglio mica che peggiori ora che stai migliorando.- disse prendendo l'oggetto da un armadio.
Andarono in salotto e scelsero un DVD, lo misero nel lettore e si avvicinarono al divano.
-Sdraiati, così posso coprirti meglio.- asserì lei.
-Ok.- disse lui obbedendo, -Io sotto e tu sopra? Oppure tu davanti e io dietro.-
Lei arrossì, -Non dire stupidaggini.-
-Ehi, non pensare male. Non sono quel tipo di ragazzo-
-Lo so, ma certe proposte spiazzano a volte-
-E quindi cosa fai? Resti in piedi?-
-Va bene, ma se ti pesco fare qualcosa di indecente, non resterai a letto solo per una settimana.- puntualizzò sdraiandosi accanto a lui, che subito la coprì con la coperta.
-Tranquilla, non faccio nulla.-
-Ok. Lo so che non fai nulla, sei gentile. Però se una ragazza ci avesse provato avresti ceduto? -
-Ti ho gia detto che non ne voglio parlare.-
-Abbiamo sempre parlato di tutto, ora cosa c'è di diverso?-
-Sono un ragazzo, non posso fare certi discorsi con una ragazza. E inceramente non li farei con nessuno.-
-Se lo dici tu. comunque con qualcuno dovresti parlare di queste cose. non c'è nulla di male a chiedere dei consigli.-
-No, non mi servono.-
-Non credevo fossi così esperto.-
-Non sono esperto in nulla, se non moto e duelli- esclamò rosso in volto. - Non tirare più fuori l'argomento chiaro? Ora guardiamo il film- disse facendo partire il lettore
-Ok, faccio i pop corn?-
-No. Stai tranquilla e guarda.-
-Ok.-
Guardarono il film e poi si addormentarono sul divano con la televione e il lettore dvd ancora accesi.

Continua...

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6:

Quella mattina Yusei fu il primo a svegliarsi, si sentiva indolenzito per via della posizione in cui aveva dormito. Vide che Miyu era ancora addormentata, e per un attimo la osservò, iniziò a porsi delle domande. Non sapeva nemmeno lui perché quel giorno l'aveva baciata, però avrebbe continuato volentieri, fortuna che si era accorto di essersi confuso e si era fermato in tempo. Aveva rischiato di compromettere la loro amicizia, avevano un legame forte, e lui non voleva romperlo. Però non si capacitava nemmeno come mai, l'altra ragazza, che lo seduceva ogni volta, non gli facesse alcun effetto. Insomma era un ragazzo, certe attenzioni avrebbero dovuto provocare qualcosa in lui, era una reazione biologica. Invece nulla, non gli risultava di avere problemi di nessun tipo, quindi perché nessuna reazione? Quella ragazza era di certo attraente e ci sapeva fare, é vero lui non era interessato a lei, ma il suo corpo avrebbe dovuto esserlo. Stava iniziando a preoccuparsi, avrebbe dovuto andare a fondo di quella questione, non era gay, ne era sicuro, quei sogni su Miyu ne erano la prova. Però non avrebbe potuto chiedere alla ragazza in questione di esaudire qualche piccola richiesta come nel sogno, sarebbe stato un disastro, per non parlare dell'imbarazzo, no era fuori discussione, avrebbe dovuto trovare un'altra soluzione.
Perso nei suoi pensieri, fu ridestato da Miyu, che muovendosi, aveva attirato la sua attenzione; si stava girando dalla parte sbagliata, rischiando di cadere, lui la prese giusto in tempo e nella foga del momento, l'aveva attirata troppo a se, con il risultato di essere a completo contatto. In quella situazione, il suo cervello iniziò uno di quei famosi sogni che non doveva fare, lei per il movimento mosse il viso, si stava svegliando, ma non del tutto, lo spostò quel poco che bastava a congiungere le loro labbra, lui a quel punto cedette e iniziò a baciarla dolcemente, ma allo stesso tempo sensualmente, in quel momento lei si svegliò completamente.
Provò ad allontanare il ragazzo, ma dato il luogo ristretto, risultò impossibile. Sentendo una leggera pressione sul petto, lui interruppe quello che stava facendo.
-Che ti é preso?!-
-Hai iniziato tu.-
-Cosa?! Non è vero! Dormivo.-
-Ti sei mossa e mi hai baciato.-
-Ma involontariamente e tu ne hai approfittato!-
-Scusa, non so cosa mi sia preso, non sono riuscito a controllarmi. -
-Come é possibile? Non è mai successo prima, cosa é cambiato ora?-
-Siamo entrambi cresciuti, non siamo più i bambini di una volta, nonostante il nostro rapporto non sia cambiato.-
-Già, va bene, mettiamoci una pietra sopra, infondo é stata colpa mia. Anche se non ne sono sicura.-
-Siamo pari, che si fa? -
-Non lo so. Aspetta un attimo che sposto una cosa.-
-Che cosa?-
-Credo il telecomando. Si vede che ci siamo dimenticati di metterlo sul tavolo.-
Quando sentì dove stava toccando, lui avvampò, ora ne aveva la prova, non era ne gay ne aveva problemi. Solo doveva fermare la ragazza, che continuava a toccare, cercando di spostare l'oggetto, borbottando continuamente frasi tipo: Ma che cavolo, vieni qui, perché non si sposta, non riesco a prenderlo, dammi una mano invece di stare li impalato.
-Mi... Miyu...sme...smettila.-
-Perché parli sconnesso?-
-Beh... Tu...inizia...a spostare la mano.- "Non posso dirle dove ha la mano."
-Tolgo il telecomando, aspetta un attimo.-
-No! Per favore, fer...ma...ti.-
-Che c'è? Ti senti male?-
-Eh...dovrei andare al bagno.-
-Ok.-
Lei si alzò e lui potè andare, velocemente chiuse la porta dietro di sé e sospirò.
"C'è mancato poco, se avesse continuato, so come sarebbe andata a finire. Non l'ha fatto apposta, non sapeva nemmeno dove avesse la mano. Meno male che avevo ancora un po' di lucidità. Ora devo sistemare la situazione, dannata biologia mattutina, se non l'avesse toccato sarebbe stato più semplice. "
Continuò il lavoro iniziato dalla ragazza. Ma lei, dopo diversi minuti, non vedendolo tornare si era preoccupata e ora lo chiamava da dietro la porta.
-Yu, tutto bene?-
"No, non ora. " -Si...tranquilla.- rispose con il fiato corto.
-Stai male? Hai il respiro affannato.-
-Si...st...sto...bene.-
-A me non sembra, ora entro.-
-No! Non...serve.- "Ti prego non entrare. Solo qualche secondo."
-Non dire sciocchezze! -
Lei abbassò la maniglia e lui di scatto si sedette con la schiena contro la porta, per impedirle di aprirla, continuando quello che stava facendo.
-Fammi entrare!-
-Sto...bene...non...t...ti preoccupare.-
-Invece mi preoccupo, hai il respiro sempre più affannato. Cosa stai facendo?!-
-Nulla...ora...esco.-
-Apri questa porta! Subito!-
"Non posso. Resisti ancora un po'. Dannazione in questa situazione non riesco a fare in fretta. Saperla qui fuori non mi aiuta."
-Allora vieni fuori tu!-
-Ok...aspetta...solo un...attimo. -
-Smettila, esci!-
-Vai...di...la-
-Ok, ma sbrigati-
Lei si allontanò e dopo un po' il ragazzo uscì dal bagno.
-Che diamine! Non fare mai più una cosa del genere! Quando stai male non devi chiuderti in bagno! Hai capito?!-
-Si. -
-Non ti rendi conto della gravità della cosa?! Ora fila a letto! Mi sa che ti é tornata la febbre.-
-No, io sto bene.-
-Sei tutto rosso, non dire bugie! Avanti!- gli disse, spingendolo verso la camera.
"Non lo sono per quello. Ma tu non puoi capire." -Ok, ok. Ci vado da solo. Non serve che spingi.-
-Va bene, io vado a fare il té, vedi di farti trovare sotto le coperte.- disse prima di andare in cucina.
-Si.-
Dopo pochi minuti lei entrò nella stanza con due tazze in mano, porgendogliene una.
-Allora mi vuoi dire cosa stavi facendo?-
-Nulla, te l'ho detto.- rispose sorseggiando la bevanda.
-Sei strano oggi, sembra che la febbre sia scesa. Non sei più rosso come prima.- disse toccandogli la fronte.
-Te l'avevo detto. Sono guarito.-
-Meglio non rischiare, termina lo stesso la settimana di riposo. Sei anche tutto sudato, meglio se ti cambi.- asserì porgendogli un altro pigiama.
-Ok.- lui lo appoggiò sul letto.
Lei lo fissò.
-Adesso?-
-E quando sennò? Dai alzati, ti dò una mano. Sia mai che ti senti di nuovo male.- gli disse, iniziando a sbottonare la parte superiore.
Lui, sentendo a volte il contatto delle mani di lei sul proprio petto nudo, capì che era meglio convincerla a lasciarlo fare da solo, o sarebbe dovuto correre in bagno un'altra volta. E non era il caso, visto i precedenti. Controvoglia, la bloccò, ormai i bottoni erano usciti tutti, lei non si accorgeva di nulla, era solo interessata ad aiutare il ragazzo malato; in una situazione normale si sarebbe imbarazzata, visti i continui oggetti, che in passato dovette schivare, ogni volta che si presentava davanti a lei senza maglietta.
-Senti, faccio da solo. Ci riesco, tranquilla. Potresti voltarti per favore?-
-Va bene.- lei obbedì e lui si cambiò,  constatando che si era eccitato di nuovo, per così poco. Quella ragazza, ultimamente, gli faceva uno strano effetto e non capiva il perché. Non poteva parlane con nessuno, di solito era lei a dargli consigli; e quell'opzione ora era vivamente scartata.
-Hai fatto?-
-Si.-
-Qualcosa non va? Sai che con me puoi parlare di qualsiasi cosa.- gli disse tornando a guardarlo in faccia.
-Non di tutto, ci sono cose che non posso dirti.-
-Esempio? -
-Cose da uomini. -
-Cioè? Andiamo abbiamo sempre parlato di tutto. Non vedo alcuna differenza tra di noi ora.-
-E non devi vederla.-
-Eh?-
-No, niente. Lascia stare. Oggi cosa fai? Non possiamo fare un giro? Non credo che per qualche ora possa peggiorare.-
-Non sottovalutare l'influenza. Sei appena guarito, aspetta almeno domani. Se ti annoi, puoi sempre parlarmi del tuo problemino.-
-Non lo definirei problemino. E poi non è  mio.- provò a dissuaderla.
-Quindi é di qualcuno che ti ha chiesto in consiglio, e chi?-
-Beh, non posso dirtelo. É imbarazzante e lui si vergogna di certe cose.- continuò, fiero che l'avesse bevuta.
-É Crow? No, non può essere,  è un tipo senza peli sulla lingua. Degli altri chi potrebbe essere? Sono ancora un po' troppo giovani, non capisco di cosa dovrebbero vergognarsi. Però, aspetta...non è che riguarda te? Stai usando il vecchio trucco dell'amico.-
Lui sudò freddo, non era durato molto l'inganno. -No, si tratta di...di...di Jack.- disse sbrigativo.
-Jack?! Ma se non vi parlate da anni!-
-Appunto. Proprio per questo, non sapendo bene la sua situazione. Non posso spifferare nulla,  ne intuire più di tanto. Quindi posso dare un consiglio oggettivo.-
-In effetti, a parte te, lui è l'unico che rientra nella descrizione. Perché non l'hai detto subito?!-
-Sai come è fatto.-
-Già. Allora inizia a raccontare.-

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: ***


Capitolo 7:

-Da dove posso iniziare...ah si mi ha detto che ultimamente fa dei sogni strani su una ragazza.-
-Tipo?-
-Tipo non lo so,non mi ha detto i dettagli, sai come è fatto. Ha solo detto che riguarda lui, lei e alcune cose poco carine e imbarazzanti da dire.-
-Ok. E poi?-
-Poi dice che un suo semplice contatto lo fa sentire strano, ma solo con lei.-
-Capisco, però tieni conto che il mio è un punto di vista da ragazza, ma spero di esserti utile. Tu cosa faresti se fossi nella sua situazione?-
-Non saprei, per questo chiedo a te, però se non sono interessato non cedo. Anche se   a volte è difficile resistere.-
-In effetti non hai tutti i torti, però è anche vero che è la persona che sceglie di cedere o resistere, quindi no vi sono giustificazioni.-
-Cosa devo dire a Jack in definitiva?-
-Prima di tutto, secondo me, deve capire che tipo di attrazione prova per questa ragazza. E poi si comporta di conseguenza. Non sarebbe carino prendersi gioco di lei, anche se lui ne sarebbe capace.-
-Cioè? Non si è semplicemente attratti da una persona? Ora c'è anche il tipo? -
-Beh si. Dove vivi? Una cosa é l'attrazione sessuale, un'altra é attrazione per la persona. Che poi magari venga prima una dell'altra, é un altro discorso.-
-Un po' difficile da capire, voi donne siete davvero contorte. E come si fa a capire se è una o l'altra ?-
-Potrebbe provare a uscirci insieme un paio di volte. Per qualsiasi cosa, non deve essere visto come un appuntamento o rischia di creare un equivoco se poi dovesse capire che la ragazza non gli interessa per quello che é.-
-Tipo come dei semplici amici, come noi?-
-Beh é un po' diverso, noi ci conosciamo da tempo. Non è come uscire con una persona appena conosciuta. -
-In che senso? Se sei attratto dalla tua amica, la vedi in modo diverso. La situazione cambia, magari non il rapporto all'inizio, ma di sicuro non è tanto diverso.-
-Tu dici? Io penso che anche se si trattasse di un amico, finché non si dichiara io non m'illudo di nulla. Onde evitare equivoci.-
-Non credi che questo dubbio possa avercelo anche il ragazzo? Non è facile preparare una dichiarazione e sperare di non essere rifiutato.-
-Si, ma degli indizi arrivano. Insomma lo puoi capire se vale la pena o meno rischiare.-
-Però come fai a capire che sei attratto dalla persona ?-
-Credo che quando sei lontano da quella persona la pensi spesso, se la vedi sei felice e a volte basta un suo gesto o una sua parola per cambiarti la giornata. In più ti batte il cuore fortissimo e a volte hai le farfalle nello stomaco.-
-Capisco.-
- Sicuro che riguardi Jack e non te?-
-Sicurissimo. Perché me lo chiedi?-
-Ti vedo parecchio interessato.-
-Meglio essere avvertito che fare poi cazzate di cui potrei pentirmi.-
-Ti piace una ragazza?-
-La mia é solo curiosità, non ho nessun secondo fine.- disse distogliendo lo sguardo.
-Ti conosco. hai subito cercato una giustificazione, il che significa che ci ho preso.-
-Beh...forse c'è qualcuno. -
-Come forse?! Andiamo sii più positivo, tu provaci. Se non dovesse andare bene sai da chi andare a piangere.-
-Già, comunque visto che sono guarito, e hai detto che devo aspettare domani per uscire, non prendere impegni.-
-Non è meglio se esci con quella ragazza? Io posso aspettare. -
-No. Con te l'impegno l'ho preso prima, e io mantengo sempre le promesse. -
-Va bene. Cosa vuoi fare?-
-Non conosco bene la città, ma c'è sempre il problema che non devono vederci troppo assieme. Quindi un posto isolato, ma adatto a un picnic. Non voglio che ci disturbino.- le disse facendole l'occhiolino.
-Ok. Ma sei sicuro di poter mangiare come prima?-
-Oggi facciamo la prova del nove. É quasi ora di pranzo. E poi sono stufo di té e brodini. Preferisco la tua solita cucina.-
-Allora vado a preparare qualcosa di diverso, ma pur sempre leggero.-
-Va bene, chiama quando é pronto.-
-Ok.- uscì dalla stanza.
"Chissà come andrà a finire? Non voglio rovinare questo rapporto. Però è stata lei a dire che devo mettermi in gioco e provare. I suoi consigli sono sempre stati ottimi e non mi hanno mai hai deluso, vale la pena di tentare.-
Dopo circa mezz'ora lei lo chiamò e lui andò in cucina. Mangiarono e si misero sul divano a guardare la tv. Improvvisamente il cellulare di Miyu squillò e lei rispose, era Kotoko che disperata le chiedeva se poteva passare da lei per parlarle. Miyu guardò Yusei che le fece intendere di accettare, quando lei aveva risposto, Kotoko aveva talmente urlato e parlato velocemente che persino lui aveva sentito, senza però capire nulla. Lei disse a Kotoko che l'avrebbe aspettata a casa e di passare quando voleva.
-Scusa, non potrai riposare bene oggi.-
-Tranquilla, sono stufo di dormire. Posso riavere i miei vestiti? Non vorrei farmi trovare in pigiama.-
-Si, dammi un minuto, te li sistemo e te li porto.-
-Non stare a diventare scema, vanno bene così.-
-Ma sono tutti stropicciati,  gli dò solo un colpo.-
-Non...serve.- disse l'ultima parola a se stesso, perché la ragazza era già sparita.
Tornò poco dopo con i vestiti piegati.-Tieni.- gli disse porgendoglieli.
-Non era necessario, andavano bene anche spiegazzati.-
-Va bene che sei abituato a vivere al Satellite, ma non per questo devi spaventare i passeri, un po' d'ordine.-
Lui sospirò rassegnato, non l'avrebbe mai vinta con lei, in più studiava legge, per cui sapeva come mettere nel sacco la gente. Ma gli andava bene così, finché era lei perdeva volentieri.
-Posso cambiarmi?-
-Si certo.-
Lui la guardò.
-Ah, si scusa. Vuoi che mi volti.-
Lui iniziò a cambiarsi.
-Senti, sei proprio sicura di voler fare l'avvocato?-
-Perché?-
-Così, me lo chiedevo. Potresti fare la casalinga.-
-Certo se sposassi uno come Jack o Kaiba, sarebbe fattibile. Ma mi conosci e sai che cosa succederebbe. -
-Si, me lo immagino. Litighereste di continuo.-
-Appunto, e poi voglio la mia indipendenza. Almeno per un certo periodo.-
-Ti capisco.-
Sentirono suonare il campanello e lei andò ad aprire. Fece accomodare Kotoko, mentre Yusei era andato a sistemare il pigiama in camera, godendo il viaggio fece anche il letto. Poi raggiunse le ragazze, salutò Kotoko e disse a Miyu che avrebbe preso un libro dalla sua libreria e sarebbe stato in camera a leggere.
-Allora cosa é successo?- le chiese Miyu, porgendole una tazza di caffè.
-Un disastro. Sai che a breve é il mio compleanno no? Ho chiesto a Naoki di uscire e lui mi ha detto che quel giorno ha un incontro accademico e rientrerà il giorno successivo.-
-Non potete festeggiarlo quel giorno?-
-Ma lui si è dimenticato che é il mio compleanno! Non ha nemmeno guardato le altre date, ha accettato la prima senza problemi.-
-Magari vuole farti una sorpresa e ha fatto apposta a dimenticarselo.-
-Non avrebbe inventato un incontro accademico come scusa.-
-Quello credo sia vero.-
- A te come va col belloccio? Vedo che si è ripreso.-
-Per ora. Domani usciamo per un picnic. Mi ha detto che non devo più avere nulla a che fare con Mayu.-
-Perché? Te l'ha ordinato?-
-Non proprio, ma praticamente si. Però ha detto che la faccenda la vuole sistemare lui e di stare tranquilla.-
-Che ha combinato?-
-Ha detto che lei ci ha provato, nonostante lui le avesse detto che non è interessato e di lasciarlo in pace, ma lei non demorde.-
-Beh é carino, questo devi ammetterlo. É normale che abbia la fila.-
-Già. E poi conosciamo Mayu, sappiamo il suo modo di fare.-
-Vero, e lui cosa ha fatto?-
-Non lo so. Non credo che abbia ceduto, mi ha riferito che se non è interessato, non cede. -
-Ah. Però non capisco. Voi non state insieme, quindi perché venirti a dire una cosa del genere? Avrebbe potuto benissimo tenersela per se  o approfittarne per un piacere personale. Insomma non è tenuto a farti rapporto sulla sua vita privata.-
-É quello che mi sono chiesta anch'io.-
-Chiediglielo.-
-Cosa?!-
-Domani uscite no?-
Lei annuì.
-Allora chiedigli il motivo.-
-Ci proverò.-
-Bene, io nel frattempo indago. E gli chiedo consiglio per la mia situazione, infondo é un uomo. Il modo di ragionare é uguale in certi momenti.-
-Provaci, penso possa essere più d'aiuto lui di me. Te lo chiamo.-
Miyu si allontanò ed entrò in camera bussando.
-Ti disturbo?-
-No, affatto. Non serve che bussi é casa tua.- rispose distogliendo lo sguardo dal libro.
-Cosa leggi?-
-Diritto internazionale. Manuale.-
-Guarda che ho anche libri di narrativa molto più semplici.-
-Non sono uno scemo completo. É un po' contorto ma non impossibile.  Io non sapevo nemmeno che esistessero due convenzioni di Ginevra. L'ultima é del '65.-
-Si lo so. Come mai quest'interesse per il diritto?-
-Non vorrei che in futuro non riuscissi più a capire cosa dici. E poi ero curioso di sapere cosa studiavi.-
-Capisco. Avrei un favore da chiederti.-
-Spara. Sai che per te farei di tutto.-
-Si lo so, Kuma-chan.- disse ridacchiando.
-Lascia stare l'orsacchiotto, non voglio ricordare.-
-Intanto lo potranno ricordare i posteri, voglio vedere la faccia che farebbero i tuoi figli.-
-Non ti azzardare! Quella é la classica foto che deve restare nascosta.-
-Si in effetti forse è il caso, potrebbero chiedere informazioni alla mamma che poi cadrebbe dal pero.-
-Non é detto. Cosa volevi chiedermi?-
-Puoi parlare con Kotoko? Ha problemi con il suo ragazzo.-
-Non saresti meglio tu? Io non li conosco nemmeno.-
-Ma sei un ragazzo e per certe cose ragionate tutti allo stesso modo.  Ti aspetta in cucina.-
-Ok.-

Continua...





 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: ***


Capitolo 8

Yusei entrò in cucina e vide Kotoko seduta al tavolo.
-Allora, Miyu mi ha detto che avevi bisogno di me.- disse sedendosi.
-Il fatto è che non capisco una cosa. Se tu sei innamorato di una persona, e sai quando é il suo compleanno. Se hai possibilità di scegliere, accetteresti di essere impegnato proprio quel giorno? Insomma tralasceresti la tua ragazza per qualcos'altro?-
-Beh non saprei. Insomma con la mia ragazza potrei recuperare qualunque cosa in qualsiasi momento, ed essendo innamorata di me, anche se soffre per la mia scelta, poi capirebbe. Invece altre occasioni vengono una volta sola e spesso non si può decidere. Cioè io preferirei mille volte far soffrire la mia donna e poi farmi perdonare da lei in qualsiasi modo e a qualsiasi costo, piuttosto che rinunciare a un'occasione e magari pentirmi di avervi rinunciato-
-Si ti seguo. Ma non mi capacito lo stesso. Insomma a lungo andare ci si stufa di soffrire per uno che sembra non amarti. -
-Noi uomini non guardiamo tanto le date. Insomma perché dovrei essere carino e gentile, in più sbattermi a dimostrare il mio amore per la mia donna, facendole regali e sorprese per una dannata ricorrenza? Non posso semplicemente farle una sorpresa o organizzare qualcosa solo per il gusto di farlo?-
-Quindi tu ritieni che le ricorrenze siano inutili, e che si debba dimostrare il proprio amore ogni volta che si voglia senza vincoli giusto?-
-Esatto. Se amo una persona, il mio amore vale ogni singolo momento e istante della nostra relazione, non  solo per delle ricorrenze.-
-Non pensavo che voi uomini ragionaste così, alla fine é anche meglio del nostro.-
-Ora esageri. É solo un modo per vedere la cosa. Dagli tempo, vedrai che si farà perdonare.-
-Ti ringrazio. Mi é stato utile parlare con te.-
-Figurati. Alla fine sei un'amica di Miyu. Ti occupi di lei, questo è il minimo.-
-Ho saputo di quello che ha combinato Mayu. Mi dispiace, puoi anche essere sincero con me. Non dirò nulla a Miyu. -
-Non dirai nulla di cosa? Non é successo niente a parte un bacio rubato. Non mentirei mai su queste cose, preferisco farla piangere ed essere sincero. Piuttosto che essere uno stronzo, vigliacco ed egoista, nonché doppiogiochista.-
-Quindi non hai ceduto alle sue avances?-
-Nel modo più assoluto. Odio le donne come lei. -
-Capisco, é raro trovare un ragazzo come te. Di solito un uomo cede a certe provocazioni.-
-Io non sono quel tipo d'uomo. Inoltre ho già una donna, non mi serve una puttana.- disse freddo.
-Fortunata. -
-Chi?-
-La donna che ti ha rubato il cuore.-
-Piuttosto sono io quello fortunato. Non intendo lasciarla sulla piazza ancora per molto. Se non ti spiace vado a continuare il libro.- disse alzandosi.
-Grazie ancora e scusa per il disturbo.-
-Tranquilla non farti problemi, chiama quando vuoi.- le rispose uscendo.
"Povera Miyu, il suo é un amore non corrisposto. Aspetta...ha detto sulla piazza?" pensò ricordando le parole di Yusei. "Quindi non è fidanzato, chissà chi sarà la ragazza a cui è interessato?"
-Come é andata con Yusei?- chiese Miyu entrando.
-Bene, é davvero un bravo ragazzo, non ne esistono più di come lui. Si vede che ha vissuto nel Satellite. In quel posto si imparano ad apprezzare le vere cose della vita.-
-Non credere che i ragazzi del satellite siano tanto diversi da quelli di qui. Yusei é solo l'eccezione.-
-Parlandoci assieme, ho capito molte cose. Anche se a volte non lo seguivo.-
-Ah si? Riguardo a cosa?-
-Ha detto che ha già una donna e che non l'avrebbe lasciata sulla piazza ancora per molto. Gli ho chiesto se avesse ceduto o meno alle avances di Mayu.-
-Chissà cosa avrà voluto dire. A volte é strano non farci caso. Probabilmente avrà una ragazza.-
-Non credo, ha detto sulla piazza, vuol dire che non si è fatto ancora avanti. Puoi ancora fargli cambiare idea.-
-Lo conosco, se ha un obiettivo lo raggiunge. Ti ha garantito che avrebbe fatto la sua mossa, e a breve lo farà puoi starne certa.-
-Io non sarei così negativa. Ora vado, grazie di tutto.-
-Figurati.-
Si salutarono e poi Miyu andò a piegare i panni stesi. Poi non vide più nulla, sentì la voce di Yusei che le ordinava di seguirlo e lei obbedì. Andarono in camera e lui la fece sedere sul letto.
 -Resta con gli occhi chiusi e non muoverti.- poco dopo tornò da lei e le mise delle riviste di cucina in mano. -Puoi fare queste ricette per domani?-
-Non sono tutte da picnic, ma va bene. Devo prendere alcuni ingredienti, non ho tutto.-
-Bene, allora andiamo.-
Uscirono di casa e andarono al solito negozietto.
-Finalmente esco di casa. Un po' d'aria, non ne potevo più.- commentò Yusei stiracchiandosi.
-Sei ancora convalescente, non strafare. Dove vai? - gli chiese, vedendo che stava prendendo una strada diversa.
-Allunghiamo per il mare. Per una volta che si può uscire godiamocela. Qui é tranquilla come zona, nessuno ci darà problemi.-
Passeggiarono un po', ma poi lui si accorse di qualcosa e volle tornare indietro.
-Che ti prende?! Che hai visto?-
-Andiamo. Non mi va di avere rotture.-
-Ma guarda chi si vede. Mi-chan !-
-Ciao Mayu. -
-Passeggiata romantica?-
-Se anche fosse? Non sono affari tuoi. - rispose freddamente lui.
Lei si avvicinò a lui, -Non mi pare che l'altra volta fossi tanto in disaccordo. Potremmo sempre continuare.-  gli sussurrò maliziosa.
-Perché no? Così sistemiamo la questione.- rispose lui.
-Di che questione parlate?- chiese Miyu.
-Nulla di importante, vai pure a casa.- disse sbrigativo lui.
-Ok. Ci vediamo dopo.- confermò lei andandosene.
-Ma che bravo l'hai mandata via.- disse Mayu avvinghiandosi a lui.
-Staccati. Non hai il coraggio di provarci chiaramente davanti a lei. O mi sbaglio?-
-Miyu é una ragazza così dolce e gentile, non mi farebbe mai del male. E io non la faccio soffrire.-
-Sai che sono già stato in prigione, posso anche tornarci per te.-
-Davvero?! Come sei romantico, nessun ragazzo me lo ha mai detto.-
-Perché tutti loro volevano una cosa diversa dalla mia.-
-Come scusa?-
-Se tu provi a far piangere quella ragazza, io ti posso garantire che finirò in prigione, perché ti avrò spedito all'inferno. Sono stato chiaro?- chiese divincolandosi da lei. -Stai col tuo ragazzo. Sono stanco di ripetere sempre le stesse cose. Stammi alla larga, ho già una donna, tu non mi servi.- continuò andandosene.
"É cocciuto. Fa tanto il duro, ma é solo una facciata. Cederai e vedrai che diventerai il mio fidanzato. Riuscirò a separarti da lei, l'amore che provi per quell'ingenua é la tua forza, ma anche la tua debolezza."

Continua...

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: ***


Capitolo 9

Yusei rientrò in casa e trovò Miyu in cucina, che stava preparando alcune cose per il picnic.
-Già al lavoro?- chiese.
-Beh mi porto avanti.- rispose lei -Cosa vuoi per cena?-
-Al momento non saprei, e se ordinassimo  una pizza?- propose sedendosi al tavolo.
-Perché no. Ci sta per cambiare.-
-Ok, vado a ordinare. I tuoi gusti non sono cambiati vero?- disse entrando in salotto.
-No perché?-
-Potresti seguire una dieta. So che  le ragazze sono perennemente a dieta.-
-Dovrei farne una?-
-Sinceramente si. Ti strafoghi di cibo.-
"Oh no! Se ne accorto, non pensavo notasse un paio di chili in più. Mi trova grassa, forse mi preferirebbe come Mayu. Lei ha un bel corpo ed é magrissima."
-Le pizze arriveranno per le otto.- riferì tornando in cucina.
-Ok.- rispose lei assente.
-Che hai? Ti sei offesa per il fatto della dieta? Stavo scherzando. - spiegò sedendosi e iniziando a pelare le patate.
-Come te ne sei accorto? - chiese, non l'aveva minimamente ascoltato.
-Di cosa?-
-Beh...del fatto che sono ingrassata.-
-Eh? Sei fuori di testa? Il grasso ce l'hai nel cervello tu. Io ti trovo perfetta come sempre.-
-Non é vero sono ingrassata. Mi sono pesata ieri.-
-Fammi vedere la pesa.-
Miyu uscì e tornò con l'oggetto. Yusei lo prese in mano e lo appoggiò a terra.
-Voglio fare una prova.- andò a prendere dieci pacchi di farina e poi li mise sulla pesa. Successivamente tolse i pacchi e trafisse l'oggetto con un coltello.
-Ma che fai?!-
-Non funziona, segnava cinque chili in eccesso. Ti sei fatta fregare, perché voi donne date sempre retta a questi cosi.-
-Non era necessario romperla.-
-Si che lo era. E ora torniamo al lavoro o il picnic di domani ce lo scordiamo.-
Continuarono a cucinare e poi il campanello suonò. Miyu andò ad aprire  e prese le pizze. Nel frattempo Yusei aveva ritirato tutto in frigo e stava sistemando la cucina.
-Sono arrivate le pizze.- disse lei entrando.
-Bene allora mangiamo.-
Si sedettero a tavola e mangiarono, poi finirono di sistemare la cucina e andarono sul divano a vedere un film. Verso mezzanotte andarono a dormire e il mattino seguente si alzarono presto per preparare le ultime cose. Alle dieci uscirono e si diressero in un bosco.
-Qui é abbastanza isolato e tranquillo per i tuoi gusti?- chiese lei camminando accanto a lui su un sentiero.
-Si. Direi che va bene. Se non altro nessuno può vederci e disturbarci.-
-É vero. Posso farti una domanda?-
-Certo. -
-Posso sapere chi è la ragazza di cui ti sei innamorato? Kotoko mi ha detto che le hai garantito che non avresti lasciato la tua donna sulla piazza ancora per molto.-
Lui arrossì vistosamente a quella domanda.
-Beh...ecco...io....io...come posso...spiegare...cioè...insomma...-
-Non sei costretto a dirmelo. Se non vuoi non fa  niente. Scusa non dovevo impicciarmi.-
-No...non è questo. É che...non mi aspettavo...questa domanda. Sai non sono cose che posso dirti così su due piedi.-
-Non ti seguo. Devi solo dire un nome o mostrare una foto.-
-Beh...vedi...in realtà...-
-Ho capito ti piace Mayu. Di la verità, non volevi dirmelo per non ferirmi. E allora hai inventato quella storia.-
-Nella maniera più assoluta. Te l'ho detto non mi piace, quella ragazza. Non mi innamorerei mai di una come lei.-
-Ok ok, non ti scaldare. Almeno puoi dirmi se la conosco?-
-Si, e anche molto bene. Praticamente non potresti non conoscerla nemmeno se lo volessi.-
-Davvero? Ci sono, Miki.-
-Chi? No non è lei.-
-Allora é Sara.-
-No nemmeno. Come fai a ricordarti di loro? Me le sono scordate io che ci sono stato assieme.-
-Allora dammi qualche indizio.-
-Fammici pensare... É una ragazza testarda, gentile...-
-Rina.-
-No. Poi é dolce...-
-Yuki.-
-Fammi finire. A volte é ingenua, molto premurosa e cucina benissimo. Inoltre studia all'università.-
-Mmm...Rebecca.-
-No. La vuoi smettere di tirare fuori le mie ex?!-
-Ma scusa non conosco persone così in città. Hai detto che la conosco bene.-
-Appunto. Ti dico che studia giurisprudenza.-
-Allora é...no. Non ci credo! É impossibile... Non vorrai dire che....-
-E invece si. É proprio così, sei senza parole vero?-
-É Jenny!- a questo nome lui cadde a terra (Stile manga)-Ma proprio lei. Insomma hai abbassato di molto le tue ambizioni. -
-No. Non é lei. E io non conosco nessuna Jenny.- disse rialzandosi.
-Allora chi è? Non conosco più nessuno. Sei cattivo non mi hai aiutato per niente.- disse offesa.
"Ho descritto te stessa. Come fai a non essertene accorta? Sei davvero così convinta che io abbia un'altra donna?" -Ok. Ti do un altro indizio. La conosco da anni. Praticamente siamo cresciuti assieme.-
-Sandra.-
-Sei tu! Come fai a non esserci ancora arrivata? Dannazione!-
Lei rimase sorpresa e non seppe cosa rispondere. Mentre lui si tappò la bocca imbarazzato. Ora tra i due regnava il silenzio.

Continua...

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: ***


Capitolo 10:
 
-Che hai detto? Puoi ripetere?- chiese lei incredula.
-Lo sai cosa ho detto. - rispose imbarazzato. -Facciamo così. Ora tieni questa, ti prometto che per il tuo compleanno te ne dirò una migliore ok?-
-Va bene. Però come data tengo questa. Infondo la confessione l'hai fatta oggi.-
-Data di cosa? -
-Del nostro anniversario no? Anzi per il momento teniamo mesiversario. Poi si vedrà -
-No. Io odio ste robe. Non me lo ricorderò mai. - disse frustrato sottovoce.
-Che hai detto?-
-Niente, niente. Dovrò farmi un appunto. Che si fa?-
-Chiacchieriamo?-
-Ok. Di cosa?-
-Da quando fai sogni erotici su di me? Da prima o dopo che ti piacessi? Infondo ora stiamo assieme certe cose devo saperle-
-Ma ti sembrano domande da fare?! Non lo so, da un po' credo.- rispose imbarazzato e con l'acqua alla gola.
-Che sogni di solito?-
-Boh, non ci faccio caso. I sogni sono un mistero.-
-Ma non quello. -
-E cosa?- chiese, subito dopo però realizzò. -No! Non ti dico cose del genere.-
-Perché no? Mayu mi ha detto che invece una ragazza deve sapere le fantasie del prorpio ragazzo, così può accontentarlo.-
-Non dar retta a quella là. Sono sogni normali. Ok? Cambiamo discorso. -
-Ok. Ok. Non sei molto esaustivo, vuol dire che stai nascondendo qualcosa. Allora quando hai capito che ti piacevo?-
-Ancora! Ti ho detto di cambiare discorso.-
-L'ho fatto. Rispondi. E non mentire! -
-Non sono sotto giuramento. Comunque direi...quattro anni fa.-
-Quando stavi con Julia? É per questo che hai rotto con tutte le tue fidanzate? Non eri soddisfatto perché non ero io?-
-Che centra Julia. Lascia stare le mie ex. -
-Non è che fai il furbetto anche con me, come hai fatto con Maggie e Nina. Vero?-
-Con chi? E chi se le ricorda, le rimuovo le ex fidanzate.-
-Si certo come no. Ce ne é qualcuna che non conosco?-
-Mi stai facendo il terzo grado? Cambiamo discorso sul serio. Che ne dici di mangiare?-
-Va bene. Ci mettiamo sotto quell'albero? Così siamo all'ombra.-
-Ok.-
Si sedettero e pranzarono, poi fecero una passeggiata.
"Ma perché non fa nulla? Insomma si è appena dichiarato e nemmeno ci prova? Allora faccio io." Allungò una mano per prendere la sua, ma lui la spostò e la mise in tasca. Lei delusa volse lo sguardo altrove, dopo qualche minuto sentì qualcosa cingerle le spalle.
-Devi lasciare a me certe iniziative.- le sussurrò.
-Credevo non volessi fare niente. -
-Non è vero. Semplicemente aspettavo il momento adatto. Poi ho visto che  hai preso l'iniziativa, così mi sono mosso.-
-Che facciamo?- chiese lei.
-Continuiamo a passeggiare?- propose.
-Ok.-
Dopo mezz'ora che passeggiavano iniziò a piovere. I due corsero in una grotta per ripararsi. Yusei accese il fuoco, poi passò a Miyu un asciugamano.
-Cambiati o ti ammalerai.- disse serio.
-Ok. Ma voltati.-
Lui arrossì e si voltò, entrambi si tolsero i vestiti e rimasero di spalle. Nessuno aveva il coraggio di girarsi.
-Non vuole smettere. Che peccato proprio oggi. - disse lui.
-Già, ma almeno rinfresca un po' -
-Che mangiamo per cena?-
-Abbiamo alcuni avanzi del pranzo. E poi non sappiamo quando smetterà.- rispose lei.
-Vero.-
-Mi annoio che facciamo?-
-Che dici di un duello?-
-Sai che non so giocare.- si lamentò lei.
-Ti insegno io, invece che duellare ti insegno le basi.- disse estraendo il suo deck.
-Ok.- risose lei girandosi e sedendosi accanto a lui per osservare le carte.
-Allora nel deck ci sono tre tipi di carte, i mostri, le magie e le trappole.- spiegò mostrando un esempio per ogni categoria. -I mostrui possono essere messi sia in posizione di attacco che di difesa, vedi?- continuò facendo gli esempi. -Ogni giocatore ha a disposizio 4000 life points, se arriva a zero ha perso la partita. Fin qui tutto chiaro?-
-Si, continua pure.- disse interessata
Lui tornò a spiegare e poi fecero dei duelli di prova per far capire meglio a lei come funzionava il gioco, dopo due ore la pioggia era cessata. I due si rivestirono e tornarono a casa.
 
 
Continua...

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: ***


Capitolo 11:

 

 

I due erano appena rientrati, Miyu andò a farsi una doccia e Yusei andò in cucina a preparare del caffè. Dopo mezz'ora lei lo raggiunse.

-Ho fatto del caffè, ne vuoi?-

-Sì grazie.- disse prendendo la tazza portagli dal ragazzo. -Senti un po'...- iniziò lei dopo aver sorseggiato un po' della bevanda.

-Dimmi.-

-Come riuscivi?-

-A fare cosa?-

-Ad andare con altre ragazze se eri innamorato di me. Insomma come facevi?-

-Ancora? Non demordi proprio, eh?-

-Sono curiosa, io non sono mai riuscita ad arrivare fino a quel punto. Non ce la facevo, appena mi toccavano rabbrividivo. Anche se era un solo tenersi per mano.-

-Non è difficile, è il modo più rapido per cercare di dimenticarsi qualcuno. Davvero non hai fatto nulla? -

-Mai, non ce la facevo. Uscivamo e basta, a parte che alcuni avevano paura di te e gli altri. Cosa gli facevi?-

-Io? Nulla. A quei tempi ero fidanzato.-

-Lo so, ma cosa gli hai fatto? Uno era così spaventato che come mi vedeva cambiava strada.-

-Gli ho solo detto che se provavano a farti del male o anche solo a farti piangere, se la sarebbero vista con me.-

-Non ti sembra di esagerare? Eri già così geloso? Tu andavi a letto con le ragazze con cui uscivi e io non potevo?-

-Era diversa la situazione, nella vita di una ragazza certe tappe sono importanti. Mica puoi concederti al primo che ti fa due moine. Per un ragazzo è diverso.-

-E quindi? Non avrei ceduto comunque, e se eri così geloso perché non l'hai detto? Perché sei stato zitto senza fare nulla?-

-Vuoi già litigare il primo giorno?-

-Non voglio litigare, voglio solo la verità-

-Non potevo dichiararmi allora. Ragiona, entrambi eravamo impegnati; sarebbe successo un casino. Inoltre non ero sicuro dei miei sentimenti, insomma non capivo cosa mi succedeva, non potevo rischiare così tanto. Avrei perso tutto, ho già rischiato una volta di perderti per un mio errore, non lascerò che accada di nuovo.-

-Capito, ma non ti sei comportato bene minacciando i miei ex.-

-Sì lo so, mi farò perdonare. Puoi scegliere la punizione che vuoi.-

-Ne sei sicuro?-

-Certo.-

-OK, allora...voglio che mi racconti cosa hai sognato il giorno che sono venuta alla struttura.-

-Te l'ho già raccontato mi pare.-

-E credi che io mi beva una cosa del genere?-

-Pensavo, te ne eri accorta quindi.-

-Sì, su ora racconta per filo e per segno.-

-No.-

-Come scusa? Hai che potevo scegliere ciò che volevo.-

-Hai capito bene, mi rifiuto. Non ti racconterò a parole un sogno di quel genere. -

-Bene allora andiamo.- disse alzandosi.

-Dove vai? Siediti.-

-Lo hai detto tu che non mi avresti raccontato a parole, quindi andiamo, mostramelo.-

-Ne sei davvero sicura? - chiese lui alzandosi e avvicinandosi a lei.

-Certo che ne sono sicura.-

-Io non credo.- asserì avvicinandosi ancora di più.

-Invece lo sono.-

-Bene, non me lo faccio ripetere due volte.- disse baciandola con passione trattenendola a sé.

Lei rimase ferma, quando lui la lasciò lei crollò a terra.

-Lo vedi? Non sei pronta, stai tremando. Tu non sei quel tipo di ragazza, la conquista di una vetta la si assapora meglio se non è precipitosa. - le spiegò aiutandola ad alzarsi. -Prima abituati alle emozioni, poi verrà il resto. In certe situazioni, pur non volendolo, l'uomo diventa un animale e non si controlla più come vorrebbe. Quindi è meglio se prima ti abitui a me, non avere fretta.-

-Come te ne eri accorto?-

-Tremavi già quando ti sei alzata, ne ho avuto conferma quando ti ho baciato. -

-Capisco, mi dispiace.-

-Per cosa? Andiamo è normale, non devi preoccuparti. Facciamo le cose con calma, è meglio. Certi treni non ritornano più.-

-Vero, cosa facciamo? Film e poi andiamo a dormire?-

-Ok, faccio i pop corn.-

-Io vado a fare una doccia.- disse andando al bagno.

 

Dopo un quarto d'ora i due erano sul divano a guardare il film, appena finì andarono a letto.

-Non riesci a dormire?- le chiese lui notando che era sveglia.

-No, credo di avere ancora i postumi del bacio di prima.-disse un po' imbarazzata.

Lui si mise a ridere -Scusa, la prossima volta vedrò di metterci meno foga, mi sono lasciato trasportare.-

-Meglio così.-

-Non direi.-

-Invece si, se ti lasci andare significa che mi ami davvero. A proposito di questo...-

-Cosa?-

-Non te l'ho ancora sentito dire.-

Lui avvampò, -Adesso? Insomma ti ho già confessato cosa provo per te nel bosco, non puoi aspettare domani?-

-Andiamo, alle altre lo dicevi.-

-Veramente non l'ho mai detto nessuna.-

-Cosa?-chiese sorpresa.

-E' la verità. Non mai detto quella frase a nessuna delle mie ragazze. Riuscivo in tutto meno che in questo, le parole non volevano uscirmi di bocca. Tu non riuscivi a superare determinati limiti coi tuoi ragazzi e io non riuscivo a dire due semplici parole. Evidentemente non ne ero innamorato come credevo, forse in realtà sono sempre stato innamorato di te fin dall'inizio.-

-OK, vada per domani. Ti sei salvato in corner mio caro, ma domani niente scuse voglio sentirtelo dire. Hai ancora una punizione da scontare.-

-Ok, ti ringrazio di avermi concesso più tempo.- disse attirandola a sé.

Lei arrossì senza accorgersene. -Non mi dirai che ora ti vergogni?-

-Ma no, è solo che...ora...ora è diverso. Tutto qui.-

-Già è diverso, hai ragione. Dobbiamo stare attenti, ora il rapporto è ancora più fragile di prima.-

-Ehi!- esclamò tirandogli un pugno contro il petto. -Non iniziare, mi ami o no?-

-Ma certo che ti amo, che domande. Solo non voglio rovinare tutto.-

Lei per tutta risposta sorrideva beata e accoccolò contro di lui.

-Che ti prende ora?- chiese lui confuso.

-Ti ho fregato.- disse lei baciandolo dolcemente.

-Eh?-

-Ripensa a ciò che hai detto poco fa.-

Lui rimase in silenzio per un po' -Porca..-iniziò per poi fermarsi prima di dire qualcosa di troppo che avrebbe rovinato tutto. -Mi hai proprio fregato.-

-Non l'ho fatto giuro, mi è uscito spontaneo.- si giustificò lei.

-Lo so, come a me del resto. Se ero conscio di ciò che dicevo, probabilmente non sarebbero mai uscite quelle parole dalla mia bocca. Almeno non così facilmente.-

-Quindi non pensavi ciò che dicevi?-

-No, no, non fraintendermi. Intendevo dire che ho detto le cose di getto, senza pensare. Ti ho risposto la prima cosa che mi è venuta in mente. -

-Allora la cosa è positiva, eri sincero.-

-Certo che lo ero. Ora cerca di dormire.- disse abbracciandola ancora di più.

Lei sistemò meglio e dopo poco i due si addormentarono.

 

 

Continua...

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: ***


Capitolo 12:
La mattina seguente lui di il primo a svegliarsi e andò in cucina a preparare la colazione, poi rientrò in camera con un vassoio e lo appoggiò sul comodino. Miyu dormiva ancora e lui rimase a fissarla come se stesse contemplando un’opera d’arte. Appena vide l’orario sui malgrado dovette svegliarla .
-Miyu svegliati È ora. –
Lei si girò dall’altra parte.
“poverina ne ha risentito parecchio in questi ultimi giorni. Beh infondo che male che ci sarà se salta anche oggi? Lasciamola dormire. “penso coprendola meglio e andò in cucina col vassoio per fare colazione senza svegliarla. Dopo un’ora lei si svegliò e corse in cucina.
-Ma insomma! Perché non mi hai svegliato ?!-
-Dormivi così bene che non volevo svegliarti.-
-Potevi farlo, io scappo in università rientro per cena ciao. -disse frettolosamente dirigendosi verso l’uscita quando si sentì bloccare..
-Ehi ehi non scappare. -la richiamo lui triandola a sé per poi baciarla con passione  -Almeno dammi il buongiorno. – disse per poi lasciarla andare.  
-Hai ragione mi spiace – si scuso lei baciandolo. -ora però devo andare. Ti allenati intanto. –
-per cosa ?-
-Non ricordi più l’accordo ?-
-Ma…non eravamo a posto così ? Dopo il discorso di ieri. –
-No voglio sentirti dire quelle parole dal vero. Ieri hai solo confermato. Non vale. –
-Ok ok. Vedrò di accontentarti ai ti crea problemi se invito Yanagi  a pranzo ?-
-No figurati almeno non stai da solo. Ci vediamo dopo –
-Ok ciao. –
Lei uscì e lui andò a sistemare la cucina per poi prepararsi e uscire.
Miyu entro in università e siccome la lezione era già a metà decise di restare nella hall. Mandò un messaggio a Kotoko che si precipitò subito fuori.
-Allora come è andata ? Come sta ?-
-Meglio. Ieri siamo andati a fare un picnic e ho una novità da dirti. –
-Spara. –
-Yusei si è dichiarato. O meglio uno pseudo, non si è proprio dichiarato ha solo detto un “sei tu” e basta. –
-Allora eri tu la donna che non voleva mollare sulla Piazza. Ora capisco tutto, dai racconta cosa ha fatto poi ?-
-Niente ci siamo presi in bell’acquazzone e poi siamo rientrati. –
-Tutto qui ? Non ha fatto nulla ?-
-Beh mi ha baciato.-
-Allora lo vedi che qualcosa ha fatto. E poi ?-
-E poi niente siamo andati a dormire. –
-Cavolo il ragazzo ha bisogno di una sveglia. Vieni con me.- disse prendendola per mano e trascinandola fuori.
-Ehi e le lezioni? Dove andiamo? –
-Andiamo a preparare la sveglia per il ragazzo. -disse camminando
-Ma io cosa centro? –
-Sei tu la sveglia. Insomma se quando eravate amici faceva certi sogni su di te. Ora che state assieme farà di peggio. Quindi bisogna metterlo nella condizione di agire. –
-Aspetta. Il problema non è lui, sono io. –
-Cosa? Andiamo non mi dirai che hai paura?—
-Io non lo so. –
-Tranquilla andrà tutto bene. Sei fortunata Yusei non farà mai nulla che possa crearti problemi o dolore. Non mi sembra il tipo, credo che piuttosto rinuncerà lui per favorire te.-
-Lo hai visto solo due volte eppure sembra che lo conosci da anni. –
-Mi ha fatto questa impressione. E poi se non ci provi non supererai mai la paura, prendi il tiro per le corna .-
-Hai ragione. Bene andiamo. Deve restare senza parole. –
-Bravissima amica mia. –
Le due entrarono in un negozio di intimo, nel frattempo Yanagi aveva raggiunto Yusei.
-Allora ti sei ripreso ?- gli chiese il più anziano.
-Lo vedi di tuo no  ?-
-Già, senti un po’, alla fine avevo ragione eh?-
-Su cosa ?-
-Sulla ragazza. –
-Tu come lo sai?-
-L’ho sentita parlare con la sua amica entravano in un negozio di intimo. –
-Non dovresti ascoltare le conversazioni altrui. –
-Erano in Piazza, se vuoi vado a vedere cosa compra –
-Non ci provare. O ti stacco le palle a morsi. –
-Ma io sbircio mentre paga  -
-Non mi interessa, non voglio che fai una cosa del genere  -
-Non è che sei geloso vero ?-
-Non lo sono affatto. Semplicemente non voglio che guardi. Tutto qui. –
-Ok come vuoi. Di un po’ , perché non hai combinato nulla ieri sera ?-
-Non sono affari tuoi. –
-Avevi paura ?-
-No.. Era lei a esserlo. Per cui ho preferito aspettare. –
-Capisco. Allora da un modo che lei non abbia paura. –
-Lo so come fare. Solo che ha tremato e si è irrigidita dopo solo un bacio. –
-E tu sii più gentile. Maledizione! –
-Non è facile trattenersi. Ma ci proverò, non voglio farla soffrire. –
-Bene, ma se stasera lei dovesse farti una sorpresa tu che farai ?-
-Non lo so, lo deciderò sul momento. –
-Ok. Però usciamo. –
-E dove vorresti andare ?-
-A fare compere. Devi dimostrare i tuoi sentimenti. –
-In effetti ho un accordo da mantenere. Bene andiamo. -disse avviandosi all’uscita, il più anziano lo seguì.

Intanto delle ragazze.
-Ma sei sicura Kotoko ? A me sembra un po’ troppo. –
-Tranquilla, devi osare certe volte. E poi cosa vuoi che gli importi di cosa indosso. Tanto l’unica cosa a cui penserà sarà di toglierlo il prima possibile. Quindi fidati prendi questo è vedi come va. –
-Ok. Mi fido, anche se mi sembra esagerato. -disse uscendo dal camerino.
Le due andarono alla cassa e poi cambiarono negozio.
-ora prendiamo il vestito. Ne serve uno accattivante ma semplice. –
-Sono due caratteristiche che sono difficili da trovare in un vestito. –
-Lo troveremo, infondo deve essere semplice per lui non per te. –
-Ho capito. Ok vediamo di comprare il vestito e poi andiamo a casa  -
Verso sera Yusei era a casa, aveva preparato tutto seguendo i consigli di Yanagi, la ragazza non si fece attendere oltre.
-Ciao sono tornata. -disse entrando
-Ben…tor…nata-disse lui mentre la raggiungeva rimanendo però sorpreso.
-Che c’e? Sta male forse ?-
C..Cosa? -chiese lui come ridestato. -No non ti sta male, anzi malissimo. Decisamente malissimo. Bisogna toglierlo immediatamente. -disse lui sbrigativo prendendola in braccio.
-Che ti prende? !-
-Nulla è solo che questo vestito è orribile addosso a te. -continuo portandola nella Camera da letto. Lei rimase in silenzio quando entrò di il suo turno a restare a bocca aperta.


Continua…

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: ***


Capitolo 13:
 
In camera vi erano petali di  rose rosse e cioccolatini sparsi sul letto, al cui centro vi era  un mazzo di rose bianche. Lungo il perimetro della stanza erano posizionate delle candele profumate alla lavanda.
-Ti piace ?- chiese lui tenendola sempre in braccio.
-Certo. Sono senza parole, è bellissimo. –
-Proprio senza parole non direi. -disse lui baciandola mentre si avvicinava al letto.
Quando lo  raggiunse sistemo delicatamente la ragazza sopra di esso e lui si appoggiò solo con un ginocchio, continuando a baciarla con una mano spostò il mazzo di fiori, mentre con l’altra inizia a slacciare la cerniera del vestito di lei. La ragazza per tutta risposta gli sbottonava la camicia con mani tremolanti, lui se ne accorse e quando la camicia di lui finì per terra si staccò.
-Ne sei sicura ?-chiese guardandola serio negli occhi.
-Si. Ho solo un po’ di paura. –
-Tranquilla, mi fermerò quando vuoi. Solo…cerca di fermarti in un momento comodo. –
-Non voglio fermarmi. Finora hai fatto tutto tu tra di noi, solo tu ti sei messo in gioco. Non è giusto. Non è corretto che tu mi serva così senza avere nulla in cambio. Bisogna avere dei riscontri-
Lui sospirò pesantemente -Quindi lo fai per questo ?-
-Che intendi ? Lo faccio per te, per dimostrarti ciò che provo. –
-Di un po’ oggi ti sei vista con quella Mayu ?-chiese con una leggera punta di rabbia.
-Ci siamo incrociate in un bar mentre ero fuori con Kotoko. –
-Lo sapevo. -asserì alzandosi e sedendosi accanto a lei.
-Guarda che lei non c’entra nulla con la mia decisione. Ha solo detto che è giusto darti certe attenzioni, tutto qui. E che se ti amavo veramente dovevo farlo. –
-Sbaglio o ti avevo detto di non darle retta ?-
-Si…però…siamo pur sempre amiche.-
-Lei non è veramente tua amica, svegliati!-
-Possibile, però è una ragazza molto sola. –
-Non mi interessa. –
-Perché ti impunti così?  Si può sapere cosa ti ha fatto ? –
-Te l’ho detto ha provato a sedurmi, e se non sbaglio lei era convinta che io e te stessimo insieme da tempo. Quindi lo ha fatto apposta, non le importa se tu sei sua amica o meno. Per lei non sei nulla, è solo invidiosa di te. –
-Quel giorno…quel giorno che…sei rientrato dopo,…eri con lei non è vero ?-
-Si ero con lei. Ho fatto fatica a staccarmela di dosso. Ma non pensarci, nessuno si metterà mai tra di noi. Ammetto che è una ragazza attraente, sa come provocare un uomo per farlo cedere. Però ragiona ragazze così nessun uomo le vedrebbe in nessun altro modo se non come un divertimento, non la sceglierebbe mai per costruirsi una vita. –
-Sarà anche così, ma sempre più uomini tradiscono. Quindi il tuo ragionamento non regge.-
-Vero, ma li dipende dalla persona. –
-Forse. -disse abbracciandolo e dandogli piccoli baci sul collo.
Il suo respiro si fece più pesante, -Te lo richiedo, ne sei sicura ?-
-Si. Se è con te, non ho nulla di cui aver timore. Anche se è più facile a dirsi che a farsi. –
Lui sorrise e inizio a baciarla togliendole il vestito e buttandolo per terra.
-Ehi, e questo ? Non sapevo avessi questi gusti. -le sussurrò voce sensuale notando il completino intimo.
-Beh… me lo ha scelto Kotoko. -rispose imbarazzata.
-Ottima scelta, ma è sprecato. –
-Già è vero. Su di me lo è decisamente. –
-Non serve a nulla, tanto finisce subito sul pavimento. -spiegò cercando di slacciare il reggiseno, senza però riuscirci. -Beh? Che succede? -si chiese confuso. Continuando a lottare con l’oggetto. -Ti avverto o ti slacci o ti taglio. -affermò all’oggetto.
 
-Calmati. Si apre davanti. –
-Ah ok. Scusa, non volevo spaventarti. –disse fermandosi.
-Tranquillo. Non lo hai fatto. Però sei diverso. –
-È normale. Da quando lo fanno così? Insomma non si aprono tutti da dietro ?-
-No non tutti. -spiego mentre lui tentava di capire come slacciarlo, questa volta andò tutto liscio e l’oggetto raggiunse gli altri vestiti integro.
Lui tornò a baciarla e delicatamente la fece stendere  sovrastandola con la sua figura. Lei gli slacciò la cintura per poi passare ai pantaloni facendoli scivolare. Lui se li tolse e li buttò a terra, continuando a baciarla. Lei gli cinse il collo con le braccia e approfondì il bacio, lui dopo un po’ si staccò per riprendere fiato e la osservò.
-Sei bellissima. – asserì. Poi tornò a baciarla e iniziò a lasciare piccoli segni lungo il suo corpo.
Lei aveva il respiro sempre più corto,  come lui del resto.
Quando arrivo agli slip lui la guardò come per chiederle il permesso, lei per tutta risposta divincolò dalla posizione e si mise in ginocchio sul letto.
-Ora che ti prende ? Sto andando troppo veloce ?-chiese preoccupato.
Lei gli fece segno di avvicinarsi, lui obbedì arrivandole di fronte. Lei lo attirò a se, quando fu sicura dell’equilibrio precario del ragazzo,  ribaltò le posizioni facendolo sdraiare e mettendosi sopra di lui. Il ragazzo rimase sorpreso ma rimase fermo, lei non sapendo cosa fare si limitò a copiare ciò che aveva fatto prima lui.
-Impari in fretta. – disse con respiro pesante e corto.
Lei continuava ma quando arrivò ai boxer lui la fermò e ribaltò le posizioni.
-Ora sono al limite, mi spiace ma non ce la faccio più.- le disse privandola dell’ultimo indumento, facendo poi lo stesso con sé. Lei chiuse gli occhi e lui iniziò a darle piccoli baci sul viso dopo essersi posizionato meglio.
-Sta tranquilla farò piano, rilassati. Se ti irrigidisci è peggio e sentirai più dolore.- le disse per rassicurarla accarezzandola.
Lei dopo un po’ si tranquillizzò e lo guardò fisso negli occhi come per dargli consenso. Lui lentamente la penetrò e attese qualche istante che lei si abituasse. Quando la sentì rilassarsi nuovamente iniziò con delle piccole spinte, col passare del tempo aumentava la forza e la velocità ma sempre senza esagerare, arrivati al culmine del piacere lui si distese accanto a lei e l’abbracciò per poi darle un bacio.
-Fatto male?- chiese tranquillo.
-No non tanto. Pensavo fosse peggio.-
-Ci sono andato leggero, ma a volte anche se si pensa di mettere poca forza in realtà poi non è così. Ho cercato di essere il più delicato possibile.-
-E ci sei riuscito, non mi hai fatto male. Sul serio.-
-Ok, allora la prossima volta aumento. –
-Eh? Di già? Non possiamo continuare così per un po’?-chiese timorosa.
-Posso provarci, ma non resisterò a lungo ti avverto.-
-Ok, però tu cerca di trattenerti.-
-Ci proverò, promesso.- disse baciandola.
Lei si accoccolò contro il suo petto e si addormentò, lui coprì entrambi e dopo averle dato un altro bacio le sussurrò un “Ti amo” per poi addormentarsi.
 
 
Continua…
 
 

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