Il cielo ha una porta sola di Sognatrice85 (/viewuser.php?uid=68773)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il mio riflesso... ***
Capitolo 3: *** Londra ***
Capitolo 4: *** Incontro e scontro con la realtà... ***
Capitolo 5: *** Musica e Rob: i sogni di Marghe... ***
Capitolo 6: *** Inferno e Paradiso... ***
Capitolo 7: *** L'Atena del Nord... ***
Capitolo 8: *** La Bella e la Bestia... ***
Capitolo 9: *** Il sogno diventa realtà... ***
Capitolo 10: *** Viaggio in Italia ***
Capitolo 11: *** Lui, gli amici e tutto il resto... ***
Capitolo 12: *** Compleanni con sorpresa... ***
Capitolo 13: *** L'incidente ***
Capitolo 14: *** Se hai amato era amore, non è mai un errore... ***
Capitolo 15: *** La mia vita senza di te ***
Capitolo 16: *** Los Angeles ***
Capitolo 17: *** Io ci sarò... ***
Capitolo 18: *** Addio Rob... ***
Capitolo 19: *** Qualcosa di nuovo... ***
Capitolo 20: *** Il musical... ***
Capitolo 21: *** Ritorno a Londra... ***
Capitolo 22: *** Kirsten... ***
Capitolo 23: *** Robert e Eric... ***
Capitolo 24: *** L'incontro... ***
Capitolo 25: *** La verità... ***
Capitolo 26: *** Debutto ***
Capitolo 27: *** Voglia di lei ***
Capitolo 28: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 29: *** Anime in pena ***
Capitolo 30: *** In volo verso il cuore ***
Capitolo 31: *** Il regalo più grande ***
Capitolo 32: *** Il regalo più grande 2 ***
Capitolo 33: *** Testimone di nozze ***
Capitolo 34: *** Edward e Bella ***
Capitolo 35: *** Ti sposerò perchè... ***
Capitolo 36: *** Io che amo solo te ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
“Dove sarai, anima mia non lo vedi che io vivo di te, dove sarai. . . “
Me lo chiedo da una vita…dove sarai stella gemella??? Dove sarà quella parte destinata a completare il mio essere? In quale parte del mondo ti nascondi? Mi guardo intorno e vedo solo persone superficiali, inette, non adatta a me…tutto, fuorché te!!!
Mi manca non averti accanto, mi sento vuota senza di te…dove sei? Ti prego fa che ti possa trovare…oramai sono anni che mi perdo nel cercarti senza giungere mai alla meta…sto rinunciando…ancora una volta, sto perdendo le speranze…evidentemente non esisti…non per me…
Poi mi ritrovo al cinema e vedo apparire il tuo viso sullo schermo…è un ATTIMO…solo un attimo…e mi sento travolgere da qualcosa che non riesco a spiegare, a capire…sento il cuore che batte forte, fortissimo “Bum, bum, bum…”…aumenta ad ogni tuo passaggio su quella schermata bianca…un secondo ancora e capisco…un senso di serenità mi pervade l’anima…chiudo gli occhi e quando li riapro ti rivedo…SEI TU…la mia anima…ciò che mi completa…
”Sai che ti vedo ancora nei miei occhi se mi specchio, eri tutto ciò che io stavo cercando
e intanto tu resti la musa che ispira i miei testi o i miei discorsi tradotti in versi,
poli opposti attratti da uno sguardo che brilla, in te vedevo sai l'unica conferma,
ora e per sempre sei la mia storia importante tra tante, ora una stella cadente contiene un desiderio
cielo aperto e il tuo ricordo viaggia in me come un brutto sogno che si porta via con se
la tua immagine si perde in quella foto tra le fiamme di un camino che adesso brucia solitudine
e non è facile dimenticare tutto adesso, sei la mia piccola ti penso
anche se ho perso la ragione per cui tutto questo aveva un senso, mi chiedo. . . “
Ti ho trovato e mi sembra incredibile, piango…piango di gioia…giorno dopo giorno, scopro come sei…e quello che vedo mi piace…oh si, mi piace…ogni tuoi movimento, ogni tua parola, ogni tuo sorriso, ogni tuo sguardo mi fa perdere la testa…
Mi sento impotente di fronte a ciò che mi sta succedendo, non riesco a smettere di pensarti, di cercarti tra la gente…ma non sei qui…sei lontano…
Forse mi sbaglio ancora…ma nel mio profondo so che siamo destinati ad incontrarci…forse non ora, non in questa vita…ma sei tu l’anima mia…
”Dove sarai anima mia, senza di te mi butto via
dove sarai (ti cerco e capirai)
anima bella (anima bella),
stella gemella (brilla per me)
dove sarai“
Tu sei tutta la mia vita…adesso…il centro del mio mondo…vivo per te…ti troverò e ti porterò con me…in qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo…purchè insieme…
”E' strano come stuzzichi la mia memoria guardare le stelle,
dona luce nuova ad ogni mio fotogramma ribelle
penso ad una scelta sciocca, un filo d'erba in bocca
abbandonato in un prato questa ferita aperta ancora scotta
un'altra volta una cotta spenta in fretta, non riesco a fare il fidanzato cerco un'amante perfetta
che sia la musica che ha il battito giusto per me
so bene che sarebbe l'unica quando so che lei c'è
altrimenti questo qui chi se lo prende, mai abbastanza presente sempre cocciuto se sceglie
con la mia stravagante vita da cantante volente o nolente una mente eternamente adolescente
ciò che mi aspetta sarà vero sarà un altro miraggio scomparso a contatto con questa realtà
non mi spiego dove sarà l'altra metà di questo ego, mi guardo dentro e chiedo…”
Cammino per questa strada affollata…non mi interessa ciò che mi circonda…non mi interessa ciò che pensano gli altri, il loro giudizio è vano…io ormai ho deciso…VOGLIO TE!!! Solo te…
”Dove sarai (io ti cerco sai)
anima mia (anima mia)
senza di te (ora e per sempre)
mi butto via (sei la mia piccola)
Dove sarai (cercami dai)
anima bella (anima bella)
stella gemella (brilla per me)
dove sarai (dove sarai).
Magari dietro la luna sarai
come il sogno più nascosto che c'è
non lo vedi che io vivo di te
dove sarai
dove sarai”
Hai preso quell’aereo…ma in quale parte del mondo sei diretto? Guardami io sono qui e ti imploro…non lo vedi che io vivo di te? Non andare via da me…ti giuro: ti scoverò…sarò nel tuo stesso posto e lascerò che il destino faccia il suo corso…ci basterà un solo sguardo e ci fonderemo in una sola anima…un solo corpo…una sola vita…: LA NOSTRA…
“Dove sarai (io ti cerco sai)
anima mia (anima mia)
senza di te (ora e per sempre)
mi butto via (sei la mia piccola)
Dove sarai (cercami dai)
anima bella (anima bella)
stella gemella (brilla per me)
dove sarai (dove sarai)”
Io ci credo…forse mi sbaglio, forse sono stupida, forse è giusto stare lontana da te…farò come dice la protagonista di un ormai famosissimo libro: lascerò che Giulietta si accontenti di Paride, rinunciando al suo Romeo…all’uomo che davvero ama…la sua stella gemella…
Sono una fallita…ma…TI AMO…nella maniera più assurda in cui si può amare un uomo…amo te…perché è così…sei quello che ho sempre voluto…ma non ti posso avere, non ti posso toccare, non ti posso parlare…
Starò male…ma che importa…il destino ha giocato sporco con me, ancora una volta, allontanandoti da me…Londra…la mia Londra…la tua città…Massa Lubrense…il mio paese…due mondi opposti…due luoghi troppo lontani per incontrarsi…ma tu sei arrivato fino a me, hai toccato il mio cuore, hai stuzzicato le sue corde ed io ti ho lasciato fare, non rendendomi conto del pericolo…e ora mi ritrovo con un pugno di mosche…mi sono innamorata di te…
Ora sono in questo aeroporto e sto per venire da te…nella tua Londra…sto andando incontro al mio destino…no, IO NON RINUNCIO…io ti amo e non so immaginare la mia vita senza te…amore, eccomi…aspettami, sto arrivando |
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Capitolo 2 *** Il mio riflesso... ***
Eccomi qui a postarvi il primo capitolo di questa storia...volevo ringraziate tutti coloro che l'hanno aggiunta tra i preferiti, spero che commentino perchè mi piacerebbe sapere che ne pensate, anche in negativo, mi aiuta a crescere...e ora ringrazio infinitamente chi ha recensito
Fairwriter: sei stata la prima a leggerla e non sai che gioia ho provato quando ho visto il tuo commento!!!Grazie, grazie...non ti sbagli sul titolo, è stata proprio quella canzone ad ispirarmi, è nato tutto per caso, ho cominciato a scrivere senza rendermene conto ed è uscito fuori questa fan fiction. Grazie per i complimenti, sono rossa come un peperone...
Giulls: Ah Giulls...lo sai che per me è un onore ricevere una tua recensione!!!Adoro come scrivi e quindi un tuo commento positivo, non può che rendermi orgogliosa...grazie...
Daydre4mer: Aaaaaaaaaaaaaah...la mia Stef!!! E' stato bellissimo, leggere anche la tua recensione, grazie per essere presente anche qui...grazie di cuore...!!!
Reneesme:Grazieeeeeeeeeeeeeee...sono davevro contenta che le mie emozioni ti siano arrivate...ho cercato di rendere ben evidente su carta, ciò che ho provato...grazie per aver letto...
Spero che continuerete a seguirmi...come sempre voglio suggerirvi una canzone che mi ha guidato nella stesura di questo pezzo...http://www.youtube.com/watch?v=FI4izdA8Il0&feature=related...se potete ascoltatela, mi rappresenta parecchio...
È strana la sensazione che si prova quando ti senti di voler essere al posto di qualcun altro…
Io avvertivo quella sensazione e mi sentivo stupida, ma soprattutto tanto triste e non capivo perché ogni mio pensiero fosse rivolto a quelle emozioni che quel libro mi provocava, non capivo perché dovevo sentirmi così legata a una persona che non esiste se non nella fantasia di una scrittrice…
Camminavo per Piano di Sorrento, piccolo paesino vicino Sorrento, immersa nei miei pensieri e non mi accorsi che le lacrime calde e amare avevano cominciato a rigarmi il volto…scossi la testa incredula…come potevo piangere per qualcosa di così stupido? Non capivo…
Tutto era cominciato qualche giorno prima, dopo aver visto quel film…mi sentii attratta dalla storia d’amore fra i due protagonisti e decisi di comprare il libro che aveva ispirato il film…lo lessi con una foga che non riconoscevo mia…avvertivo dentro di me il desiderio di sapere come andasse a finire la storia e ogni volta che accadeva qualcosa di doloroso mi sentivo colpire al cuore, manco fossi io la protagonista del racconto. Forse era proprio quello il problema: volevo essere “lei”…lo volevo ardentemente…quel libro senza volerlo aveva risvegliato in me un vecchio desiderio, la vecchia “me”…colei che amava sognare ad occhi aperti l’arrivo del grande amore della sua vita, un amore che si struggesse per lei e che fosse così forte da superare qualsiasi ostacolo e confine…un amore che nella nostra realtà non esiste…e questa certezza mi faceva stare peggio…
I miei passi erano lenti, quasi strisciavo i piedi per terra, mi resi conto che ero proprio stanca, la giornata era stata lunga e decisi che dovevo sedermi e mi gettai sulla prima panchina che incontrai per strada…avevo gli occhi fissi nel vuoto, guardavo il cielo e mai come in quel momento speravo che piovesse…presi dalla borsa il libro…lo rigirai tremila volte tra le mani e cominciai a parlare con me stessa: “Sono proprio pazza!!!Come posso sentire questi sentimenti per lui…lui non c’è, non è reale…”…cercavo di convincermene, ma senza risultato…pensavo alla descrizione del suo sguardo, del suo sorriso e mi sentivo il cuore battere forte…mi poggiai la mano sul petto e cercai di respirare lentamente…ad interrompere questo folle momento ci pensò il mio cellulare…squillò improvvisamente e sobbalzai incredula…”Pronto?”…”Marghe ma dove sei? Ti sei dimenticata che dovevamo vederci oggi?”. Controllai l’orologio e mi resi conto che erano le 18:00 e fu allora che ricordai che mezz’ora prima dovevo vedermi con Daniela…la mia migliore amica, la persona più dolce e tenera che si potesse incontrare nella vita. “Uh hai ragione Dany! Scusa, ho avuto un contrattempo. Ora ti raggiungo subito”. Corsi a prendere l’auto, mi guardai allo specchio e sembravo un mostro, anzi lo ero…cercai di nascondere quanto potevo il mio stato d’animo, infondo ero abituata a fingere di stare bene…fino ad allora avevo saputo tenere nascosto anche a me stessa quello che ero realmente e quello che volevo…
Arrivai sul luogo dell’appuntamento e vidi Daniela corrermi incontro preoccupata “Ma che fine hai fatto? Potevi almeno mandarmi un messaggio o telefonarmi, mi hai fatto fare i vermi”. Risi “Scusa, scusa”. Salì in auto e mi guardò torva…”Cos’hai Marghe? In questi giorni sei così strana…parli e mangi poco, sei sempre pensierosa…” “Nulla, stai tranquilla…mi conosci e sai che a volte mi lascio andare…è solo stanchezza, passerà…”. A quelle parole vidi la faccia di Daniela rilassarsi “Dovresti riposare un po’ la notte, invece di leggere” e indicò il libro nella mia borsa. Risi di nuovo in modo nervoso e le dissi “Non posso farci niente se sono così passionale, quel libro mi travolge totalmente e non mi rendo conto del tempo che passa” “Ma se lo hai letto già trentamila volte!!!Comunque che contrattempo hai avuto?” “Beh…sono andata in edicola a comprare i restanti libri della saga…ehm…” mi sentivo una sciocca “…ho perso tempo c’era gente…” “Tu sei proprio matta” disse voltando lo sguardo fuori dal finestrino. Cercai allora di cambiare argomento “Allora stasera che si fa?” dissi “Ti prego però niente di stressante, sono stanca”. “Non ti preoccupare Marghe, ho organizzato una pizza a casa mia col resto del gruppo. Qualcosa di rilassante e che ti piace” rise “…ovviamente mi riferisco alla pizza, eheheheh”. La guardai e sorrisi.
Arrivati a casa sua, trovai già tutti là ad aspettarci, tutti ridevano, scherzavano ed io in quell’esatto momento mi sentii fuori posto…non ero dell’umore per ridere, ma cavoli non riuscivo a capirne il motivo, stavo bene fisicamente, non avevo altri problemi, ma ero…vuota…o perlomeno era quella sensazione che dominava…
Qualcosa mi scosse…era Alessandro che parlava “Marghe vuoi ancora una fetta di pizza?” “Ah Ale, no grazie non ho più fame mi sento piena” “Ma se hai mangiato pochissimo” mi guardò con gli occhi sbarrati “No davvero non ho più fame” e sorrisi cercando di convincerlo che stavo bene…
“Ragazzi che ne dite di vederci un film” disse qualcuno. Alla parola film sobbalzai e il mio pensiero ancora una volta andò lì…scrollai la testa come per fare a pezzi i pensieri costruiti ma servì a poco visto che durante tutta la durata del film non feci altro che rivedere nella mia testa quelle scene, questa volta era diverso, perché ero io la protagonista…solo allora mi accorsi che ad attirare la mia attenzione non era solo il personaggio, ma il suo interprete: Robert...lui aveva qualcosa che suscitava in me sensazioni indescrivibili, forse stavo impazzendo, ma da quel momento cominciai a cercare notizie su di lui, scoprendo ogni giorno di più quanto mi sentissi legata a lui, il suo modo di fare, di parlare così maledettamente attraente, dolce...ero come in trans...
Passarono altre settimane, ma la mia apatia, se così la vogliamo chiamare, non andava via. Mi ero imposta di non leggere più né tanto meno di avvicinarmi al cinema…preferivo immergermi nello studio, a breve avevo gli esami, stavo cominciando un nuovo percorso, lontana dal mio paese e all’inizio ne ero entusiasta, invece ora provavo solo tanta paura e nostalgia. Sentivo che stavo crescendo e che presto le responsabilità sarebbero aumentate e mi chiedevo se ero in grado di far fronte a tutto, ero davvero così forte come avevo sempre fatto credere a tutti?
Beh la risposta era proprio davanti ai miei occhi…mi guardavo allo specchio e capivo che per come mi ero ridotta non ero forte per nulla.
Nella mia vita avevo sempre messo al primo posto gli altri, lo studio, ma non avevo mai preso in considerazione me stessa e quello che sentivo e volevo. Avevo rinchiuso nell’angolo più nascosto di me l’amore per la musica, il canto, il desiderio di comunicare agli altri emozioni forti, indelebili e cosa più grave avevo smesso di credere nell’amore…quel sentimento che fino ai 16 anni aveva illuminato le mie giornate, mi aveva fatto sognare ad occhi aperti, piangere davanti ad un film romantico…quell’amore che mi avrebbe dovuto far sospirare, felicità e dolore allo stesso tempo, purchè fosse amore, amore vero, come quello che ero pronta a donare a tutti senza condizioni, salvo poi sentirmi stupida perché nessuno capiva come realmente ero e perché a volte fossi così entusiasta di stare con gli amici o di parlare semplicemente con qualcuno. La vita mi aveva cambiata, mi aveva spinta ad adottare un atteggiamento che ben si conformasse con quello che gli altri volevano o meglio a quello che gli altri vedevano in me…niente di più sbagliato…per fare questo avevo rinnegato me stessa. "Guardami quella che tu vedi non sono io, tu non mi conosci, è così la mia parte è questa qua...eccomi, ciò che mostro è solo esteriorità, certo non il cuore mio...dimmi, dimmi chi è l'ombra che riflette me, non è come sono io e il perchè non so...sono qui obbligata sempre a nascondere quello in cui più credo, essere fuori e dentro uguale un'identità, in un mondo in libertà..." cantava Syria qualche anno fa…
Dentro di me ribolliva la verità e sempre più prepotentemente voleva emergere, ma avevo troppa paura, perché quello che provavo non era quello che mi ero imposta.
Sono sempre stata la classica ragazza tranquilla, monotona, ma negli ultimi tempo vivevo con la speranza che qualcosa cambiasse, lo volevo fortemente. Dentro di me cominciavano ad avanzare la voglia di evasione. Volevo andare via, lontana da tutto e da tutti per poter vivere alla giornata almeno una volta nella mia vita, senza programmare nulla, senza sperare nulla…volevo solo VIVERE!!!
Forse è questa mia voglia di vivere che mi spinse a prendere una scelta che avrebbe cambiato del tutto la mia vita: partire per Londra. Posto che non avevo mai amato, avendo io una forte avversione verso la lingua inglese. A spingermi verso quella direzione fu l’attrazione che provavo ogni giorno sempre più forte per quell’attore, sapevo benissimo di essere matta, non sarei mai riuscita ad incontrarlo ne tantomeno a chiacchierarci, ma volevo e dovevo provare. Era l’occasione giusta per poter imparare finalmente l’inglese.
La mia fu una decisione che sorprese tutti, me per prima, non credevo di essere così forte da decidere di andare da sola in un posto così grande e così diverso da quello in cui vivevo. Sapevo bene che avrei avuto mille difficoltà, ma lottai con tutta me stessa per convincere i miei genitori. Sapevo anche che avrei fatto preoccupare mia madre, ma la mia vita in quel momento era più importante; c’era ovviamente anche la possibilità che non mi sarei trovata bene, in quel caso avrei fatto le valigie e sarei tornata a casa, ma almeno sapevo che ci avevo provato.
Decisi di partire a gennaio…erano venuti tutti all’aeroporto a salutarmi, fu una cosa davvero strana, vivevo quel momento come fosse un addio, dentro di me sapevo che qualcosa stava davvero cambiando, ma ammetterlo era davvero troppo difficile.
Mi pianse il cuore nel lasciare la mia migliore amica, sapevo che qualsiasi cosa sarebbe successa lei sarebbe restata sempre la migliore amica del mondo, ci saremmo sentite sempre e le avevo promesso che sarei tornata e ovviamente volevo e pretendevo che anche lei potesse venire a trovare me. I miei amici e la mia famiglia erano fortemente convinti che dopo poco sarei tornata, davano tutti per scontato che avrei sentito nostalgia di casa. |
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Capitolo 3 *** Londra ***
Londra
Eccomi qui a postare
il secondo capitolo...volevo ringraziare chi ha commentato...so che la
storia può sembrare stupida e banale, ma rappresenta per me
qualcosa di veramente importante...grazie a tutti e mi scuso se l'altra
volta la mia introduzione è venuta attaccata al capitolo...^^
Giulls: ringraziarti
è
poco!!! E comunque c’è spazio per te
sull’aereo che mi sta portando a Londra,
dal mio adoratissimo Rob…vieni pure…
Daydre4mer: sai bene che io
questa pazzia non la posso fare…purtroppo…anche
se mi aiuterebbe davvero tanto…stef…grazie
di cuore per tutto…per i commenti, per il
supporto…
Fairwrite:
ti
ringrazio per
aver recensito di nuovo la mia storia…beh
“Riflesso” è una canzone che mi
rappresenta tantissimo…l’ho sempre sentita
mia…e mi sembrava idonea per
descrivere bene cosa provasse la protagonista…per quanto
riguarda l’espressione
“…con una foga che non era
mia…” non so come mi sia uscita, so solo che
quando
ho scritto questa storia mi sono lasciata alle spalle tutta la
razionalità di
cui sono dotata e ho fatto parlare il cuore…guidato dai
sentimenti profondi che
nutro verso Robert…
Ma ora basta…vi lascio al prossimo
capitolo…grazie a Giulls per le
indicazioni sull’html
Arrivata ad Heathrow
mi sentii subito pervarsa da brividi di emozione: ero pronta per la mia
avventura ed era un primo segno del mio cambiamento: non sono mai stata
istintiva ne tantomeno amante delle cose poco chiare, ora invece mi
dirigevo
verso un futuro che non avevo programmato o immaginato. Le prime
difficoltà non
mancarono, parlare inglese mi costava una vera e propria faticaccia.
Dizionario
alla mano mi avviai presso la pensione: per qualche tempo avrei
arrangiato lì,
mi ero iscritta ad un corso di inglese, volevo impararlo davvero e in
fretta.
Primo giorno di
lezione: la cosa più impressionante fu l’istituto,
era completamente diverso da
quelli che ero abituata a vedere dalle mie parti, le aule erano enormi,
ogni alunno
aveva un proprio armadietto…mi sembrava di essere nei
film…
“Wow!!!Ma
qui è
tutto fantastico…” “Beh diciamo che dopo
un po’ ci si fa l’abitudine” rispose
una voce femminile dietro di me. Mi voltai e vidi una ragazza bionda,
esile,
occhi verdi che mi sorrideva, mi porse la mano “Piacere mi
chiamo Simona, sono
italiana come te, sono qui da qualche mese” e mi strinse la
mano. Non potevo
crederci: c’era qualche italiana
come me, che fortuna. “Piacere io sono Margherita, ma
chiamami Marghe. È bello
sapere che c’è qualcuno che parla la mia lingua.
Oramai io e il dizionario di
inglese siamo diventati un’unica cosa” ridemmo
“Anche io all’inizio facevo come
te, poi con il corso ho acquisito le prime basi e ho deciso che il
dizionario
dovevo lasciarlo a casa. Devo abituarmi a parlare altrimenti non lo
imparerò
mai bene” “Hai ragione. Mi sa che dovrò
fare anche io così, mi costerà
parecchio, mi conosco e so che se qualcuno mi chiede qualcosa non
capirò nulla”
sbuffai e Simona rise. Ci avviamo insieme a lezione,
l’insegnante Mr Majer era
molto bravo, preciso e soprattutto paziente ed era proprio quella la
qualità
che più doveva avere il mio professore perché con
me ce ne voleva molta.
Finite le lezioni,
io e Simona ci dirigemmo verso la mensa…avete presente
quelle sale enormi con
tutte quelle persone e quei banconi pieni di roba da mangiare???Bene
era
proprio come nei film, io ero sempre più allibita. Simona mi
portò con sé dal
suo gruppo di amici “Ciao. Lei è
Margherita” “Ciao Margherita. Io sono
Stephanie”
“Io sono Edward” a
quel nome sentii, la
terra tremare sotto i piedi…il protagonista del libro mi
perseguitava, inoltre mi
sentii male, perchè parlavano tutto velocissimo e fui
costretta a rispondere
con poche parole “Piacere di conoscervi!”.
È stato il pranzo più lungo della
mia vita, loro parlavano, ridevano ed io non riuscivo a seguirli, che
amarezza,
ma non persi le speranze, io volevo e potevo imparare e sorrisi a quel
mio
pensiero stranamente ottimista.
D’improvviso
Simona
si rivolse a me “Marghe, ma tu dove alloggi?”
“In una pensione a qualche
kilometro da qui” “Beh direi che è ora
che trovi un alloggio diverso, io ho una
stanza libera se vuoi puoi trasferirti. Sono in affitto, magari ti
trovi un
lavoretto e dividiamo le spese.” “Davvero? Non
disturbo?” “Ma dai! Mi fa
piacere. Anzi dai andiamo a prendere le valigie e se vuoi ti porto dal
mio
datore di lavoro magari ha un posticino anche per te”
“Simona grazie mille, ma per
quanto riguarda il lavoro, come faccio a cavarmela se non parlo bene
l’inglese?” “Tranquilla…me la
vedo io”. A quelle parole uscimmo fuori
dall’istituto e andammo alla sua auto. Qualche ora dopo
eravamo a casa sua,
sistemammo le valigie mentre ci facevamo l’interrogatorio.
Ero contenta, Simona
viveva a pochi minuti dalla scuola in una via denominata “Men
street”, la casa
non era grandissima ma c’era tutto l’occorrente:
cucina, bagno, due camere da
letto e un piccolo ripostiglio.
Il tempo scorreva
abbastanza tranquillamente, avevo anche cominciato a lavorare come
cameriera in
un piccolo ristorante lungo la “Men street”. Altra
cosa assurda, non avevo mai
fatto quel mestiere e non mi ci sentivo adatta, essendo una grande
imbranata,
eppure me la cavavo bene. Mia madre l’ha sempre detto:
“Devi credere di più in
te stessa, sei capace in tutto, basta solo volerlo.”
Sorridevo al ricordo di
mia madre, ne sentivo la mancanza, lei è sempre stata una
presenza costante
nella mia vita, non mi ha mai abbandonata, forse troppo ossessiva a
volte, ma
so che tutto quello che ha fatto e che farà è
perché mi vuole bene.
Non avevo
dimenticato il motivo che mi aveva spinta in quella grande
città, ma stavo
aspettando il momento giusto per agire. Avevo scoperto il quartiere
dove
viveva: Barnes, ci ero stata una volta, avevo fatto un giro di
perlustrazione.
Gli inglesi erano molto schivi, riservati, chiedere di lui sarebbe
stato
impossibile.
Andai via in modo
rapido, così come ero arrivata in quel posto, sapevo che lui
in quel periodo
sarebbe tornato a casa prima di ripartire per il prossimo film, ma non
ero
ancora pronta per incontrarlo…non dovevo necessariamente
parlargli, mi bastava
anche solo poter guardare da lontano l’oggetto del mio
assurdo desiderio.
Camminavo per quelle strade e pensavo a tutte le volte che
c’era passato lui,
mi sentivo come se stessi percorrendo la sua strada, sentivo la sua
presenza
dentro di me. Era tutto così assurdo, ma piacevole, sentivo
di stare bene…stavo
bene con chi non conoscevo, ma con chi il mio cuore aveva deciso di
star bene.
Discorso complicato, lo so, ma era quello che provavo.
Non
avevo ancora parlato
con Simona di questi miei stranissimi sentimenti, non volevo che mi
prendesse
per pazza, ma sentivo che dovevo chiedere consiglio a qualcuno, stavo
scoppiando. Simona mi ascoltò in silenzio, io di mio, dosai
ogni parola, non
volevo lasciarmi travolgere dalla passione che provavo ogni volta che
pensavo a
lui, ma non era cosa facile. La cosa che più mi sorprese
è che Simona fu la
prima a non giudicarmi male, anzi, diceva che le mie parole
l’avevano colpita
molto e che traspariva perfettamente ciò che provavo, non
era finzione. “Non è
facile Marghe, il tuo inconscio desidera qualcuno che sia come lui.
Forse
vederlo può farti bene o forse no, perché
potrebbe aumentare il desiderio di
lui. Ci vuole tempo sono convinta che nel momento in cui incontrerai
qualcuno
più vicino a te che ti prenderà così
forte, lo dimenticherai”, ma io sapevo
benissimo che non avrei mai potuto né voluto dimenticarlo,
aveva rappresentato
il mio “risveglio”, la mia svolta e aveva quindi un
ruolo importante nella mia
vita. Infondo era come se lo conoscessi da sempre, non sentivo un
divario tra
di noi, conoscevo di lui tutto o quasi, avevo visto ogni video, ogni
intervista
e avevo imparato a scoprire giorno dopo giorno i suoi gusti, le sue
passioni,
il suo modo di fare. Tutto di lui mi piaceva. Ero contenta e questo mio
stato
d’animo mi aiutava con lo studio della lingua, tutto mi
sembrava più semplice e
finalmente riuscivo a sentirmi in grado di parlare e capire quello che
dicevano. Mi divertivo un sacco alle serate organizzate dagli amici di
Simona,
ballavamo, cantavamo, ridevamo, scherzavamo, era tanto che non mi
sentivo così
viva, libera. Proprio in occasione di un’uscita tra amici,
accade ciò che mai
avrei pensato...
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Capitolo 4 *** Incontro e scontro con la realtà... ***
Incontro e scontro con la realtà...
Ed eccomi di nuovo
qui, pronta a postare un nuovo capitolo…scusate l’assenza, ma ho tremila cose
da fare e trovare il tempo per farle mi risulta complicato!!!
Giulls: aaaaaaaaaaaa ogni volta che leggo i tuoi commenti, mi sento
contenta! Simona è il mio mito, l’adoro e sarà fondamentale nella vita della
nostra cara Marghe…grazie di tutto Giulls…e spero che anche questo capitolo ti
piaccia…
Daydre4mer: my friend…grazie!!! Sei la persona che più
mi sta aiutando in questo periodo particolare…e ci sei sempre…anche qui…!!! Ti
adoro…e spero davvero che riusciremo ad andare insieme a Londra…
Fairwriter: il tuo commento mi ha commossa
moltissimo!!! Non pensavo che potesse piacere così tanto la mia storia…ti
ringrazio per i complimenti, ne sono onorata!!!
Si, mi chiamo
Margherita ;) e il mio personaggio mi somiglia moltissimo, l’unica differenza è
che lei ha avuto il coraggio di prendere quell’aereo e affrontare di petto il
suo destino…mi spiace, ma in questo capitolo non ci sarà musica, me nel corso
della storia ne troverai molta…;)
Ora vi lascio al
nuovo capitoletto, mi auguro che piaccia…grazie anche a chi legge soltanto, a
chi recensisce e a chi ha messo la mia fan fiction tra le preferite!!!
Andammo in un
locale alla periferia di Londra “Premier”, un po’ troppo vistoso a mio parere,
ma non aveva importanza. Era pieno di gente e la musica era a tutto volume; ci
sedemmo ad un tavolo e ordinammo qualcosa da mangiare. Quella sera mi sentivo
particolarmente agitata, ma non ne capivo il senso, fin quando all’improvviso
Simona si voltò verso di me e mi gridò: “ Marghe, c’è Rob!!!” io sobbalzai
dalla sedia, sentii il cuore salire in gola e le gambe tremare “Rob?!?”
domandai incredula “Sei sicura?” mi fece cenno di si con la testa e col dito mi
indicò una zona del locale. Ebbi paura di voltarmi, ma il desiderio di vederlo
era fortissimo: era infondo al locale, seduto a bere qualcosa con gli amici;
era bello… bello come il sole, era come se fosse circondato da un’aura dorata,
aveva i soliti capelli scombinati e quell’aria sbarazzina che tanto amavo.
Eppure nessuno lo calcolava, stava tranquillamente per i fatti suoi, sarà che
nel locale non potevano entrare le ragazzine al di sotto dei 18 anni, che pazze
com’erano gli sarebbero saltate al collo, beh non che io non ne avessi voglia,
ma sapevo controllare i miei istinti. “E che fai? Lui è qui e non vai a
conoscerlo?” guardai Simona sbalordita “Non ho il coraggio di andare lì…che gli
dico, mi prenderà per la solita fan pazza…”. Simona sbuffò “Se non vai tu, ti ci
porto io a calci”, minacciò, feci cenno di no con la testa e abbassi lo
sguardo. Stavo male, mi sentivo troppo strana, eppure lui era là, nello stesso
mio posto ed io ero così codarda da non andare a conoscerlo? Ero arrivata ad
andare via di casa per lui e ora mi facevo fermare dalla mia timidezza? Ero
proprio matta. Neanche il tempo di pensarci su troppo, che Simo mi prese la
mano e mi portò con sé “Dove mi porti?Simo aspetta, ti prego!!!” “Ma non
esiste, sei venuta qui per lui, provi per lui qualcosa o mi sono sbagliata?” a
quelle parole dette con tono di sfida rinsavii, sentii nuovamente il battere
del mio cuore accelerare e guardai verso Rob, aveva lo sguardo perso nel suo
bicchiere, poi d’improvviso si voltò e guardò verso di noi. Sorrise e mi sentii
come un ghiacciolo al sole e capii che dovevo provarci. Mi sciolsi dalla presa
di Simona e le feci cenno di aspettare, andai verso di lui che continuava a
guardarmi: dal vivo era ancora più che bello, indossava un pantalone verde, una
camicia nera leggermente sbottonata e ai piedi portava le dottor martines. Rob
capì che stavo andando da lui e si alzò come ad aspettarmi, giuntagli dinanzi,
i suoi amici mi guardarono e risero. “Ciao” e lui “Ciao”…che voce calda che
aveva, lo guardai per qualche istante e gli porsi la mano “Mi chiamo Margherita
e vengo dall’ Italia” e sorrisi involontariamente, lui ricambiò “Oh Italia!
Bella…piacere di conoscerti, io sono Robert”. Mi disse il suo nome, come se io
non lo sapessi…poi mi voltai verso i suoi amici e li salutai con un mega
sorriso “Buonasera!!!”, erano sorpresi ma alzarono la mano in segno di saluto.
Ritornai a Rob e cercai di dirgli che ero al locale con degli amici e che mi
ero trasferita a Londra da un mesetto per motivi di studio. Ascoltava
attentamente e rispondeva alle mie domande, sembravamo due vecchi amici che si
rincontravano dopo tanto tempo, tanto che passammo quasi mezz’ora a
chiacchierare e a ridere. Finiti gli argomenti, regnò l’imbarazzo “Ehm,
Scusami, non volevo disturbarti.” “No, non preoccuparti, non mi hai disturbato” e mi
sorrise di nuovo. A quel punto
dovevo salutarlo, non potevo trattenerlo a lungo, anche se avrei voluto rapirlo
e portarlo con me. Fu gentilissimo e mi sentivo contenta, lo salutai e non mi
aspettavo che mi baciasse sulla guancia, rimasi allibita e ricambiai
inconsciamente. L’incrociarsi dei nostri occhi dopo quel bacio, scatenò in me
il delirio, il battito del cuore accelerò improvvisamente e il mio viso
infuocava per il rossore. Con una faccia da ebete mi diressi verso il mio tavolo.
Simona mi vide e rise “E allora che vi siete detti per tutto questo tempo?”
“Beh ho cercato di spiegargli che ero qui per studio e gli ho fatto qualche
domandina” risi come una scema, mi sentivo emozionata, sentivo lo stomaco
stranissimo, non avevo per nulla fame, infatti mangiai giusto due patatine e
diedi il resto ad Edward. Persa nei miei mille pensieri, non mi resi conto che
Edward si stava bevendo anche la mia pepsi, non ascoltavo i loro discorsi, ero
in un mondo tutto mio circondata da un gran numero di farfalle che mi volavano
accanto e che mi portavano con loro verso un meraviglioso prato fiorito, dove
d’improvviso appariva Robert sorridente. Fu Simona a riportarmi coi piedi sulla
Terra “Terra chiama Marghe. Ohi ci sei?!?” la guardai “Credo di si, scusa sono
un po’ fusa.” “Fusa? Solo? Sei completamente sulle nuvole!” e mi sollevò il
braccio e lo spinse via per scherzare, ridemmo come delle sceme, Edward e
Stephanie non capivano e ci guardavano in modo strano. Mentre ridevo,
involontariamente mi girai verso Rob e in quello stesso istante anche lui
rideva come un pazzo con i suoi amici. Mi si riempì il cuore di gioia.
Lasciammo il
locale dopo poco, Rob era ancora là, quando ci alzammo per andarcene speravo
che si voltasse così potevo salutarlo, ma niente. Il rientro fu un po’ triste,
fin quando ero nello stesso suo posto mi sentivo benissimo, ma quando fui
consapevole che eravamo lontani e chissà se mai l’avrei rivisto mi sentii
pervasa da un brivido di tristezza e pensai che forse sarebbe stato meglio non
incontrarlo. Edward si accorse del mio improvviso malessere e mi chiese cosa
avessi “Che cos’hai?”, non risposi, non sapevo cosa dirgli, potevo mai dire “Mi
sento triste, perché sono lontana da Robert Pattinson”…no, certo che non
potevo, preferii guardarlo e fargli un sorriso come a comunicargli che non
avevo nulla di grave, ma non lo convinsi molto, visto che mi fece una smorfia e
si mise a parlare con Simona sperando di capirci qualcosa. Simona mi fissò e
capì subito cosa stessi pensando, ma non tradì il mio “segreto” “Marghe è solo stanca. Ha bisogno di una
bella dormita” e mi fece l’occhiolino, guardai Edward e annuii, infondo era
vero, avevo proprio bisogno di dormire. Arrivata a casa,
mi misi subito nel letto con l’ipod nelle orecchie, avevo voglia di ascoltare
musica e mi misi ad ascoltare quella canzone del film che amavo tanto: la ninna
nanna che lui aveva scritto per la sua lei e ripensai a quella serata, a quanto
mi facesse stare bene l’idea di aver potuto avere la sua attenzione su di me per
un po’, mi bastava sapere che lui sapesse che io esistessi. Mi rendeva triste
solo l’idea di non sapere quando avrei potuto rivederlo prima di poterlo
ammirare di nuovo sugli schermi di un cinema. Volevo lui, solo lui. E mi
addormentai con il suo viso tra i miei pensieri.
L’intervistatore
si affiancò a me e Robert “Cosa pensi del film Twilight?” mi chiese “E’ un film
emozionante, avvincente” “E dell’attore Robert Pattinson?” sentii una fitta al
cuore e lo sguardo di Rob addosso…ci eravamo conosciuti da 5 minuti e già un
giornalista rompeva le scatole “Beh Rob…” troppo confidenziale, pensai e mi
corressi “…Robert è un attore bravissimo, ha saputo interpretare a perfezione
il ruolo di Edward, gli ha dato vita con maestria, ha reso tutto più vero. Io
credo che lui possa essere in grado di interpretare qualsiasi ruolo, sa
studiare il personaggio e sa adattare se stesso a lui.” Sott’occhio vidi la
bocca di Rob aprirsi in un sorriso…l’intervistatore andò via dopo aver fatto
qualche altra domanda e ci lasciò soli…io e Rob ci guardammo, deglutimmo
entrambi, ci avvicinammo di più per parlare e non so come ci ritrovammo
abbracciati…cominciai a respirare il suo profumo, mi inebriava, gli morsi piano
l’orecchio, lui continuava a parlare, lentamente poi si voltò verso di me, io
dissi qualcosa che venne interrotto dal baciò che mi diede, un bacio a
stampo…staccò le labbra dalle mia, mi guardò per un istante, mi sorrise, gli
sorrisi e ci baciammo di nuovo, un bacio per nulla prudente, sentii il cuore
battere a mille, quasi mi usciva dal petto…
Il risveglio fu
duro, non volevo alzarmi dal letto, per fortuna era sabato e non dovevamo
andare al corso, altrimenti penso che sarei stata una zombie. Simona si alzò
comunque presto, mi preparò la colazione e me la portò a letto. “Pigrona fa
colazione, altrimenti non arrivi all’ora di pranzo”, sbuffai e nascosi la testa
sotto il cuscino, avevo gli occhi indolenziti, me li strofinati e sentii
dell’umido sulle mie mani, le guardai e mi resi conto che erano bagnate, mi
alzai di scatto, guardai Simona e capii tutto. Avevo pianto nel sonno, mi
sentivo così stupida e mi rimisi a piangere come una bambina, inconsapevole del
motivo. “Ho sognato Rob stanotte” singhiozzai “…un sogno bellissimo, ho sentito
il cuore battere fortissimo come se tutto fosse reale…ma perché, perché mi sta
succedendo questo? Perché lo amo così prepotentemente?”, Simona posò la
colazione sul comodino e corse ad abbracciarmi, senza dire una parola, ascoltò
in silenzio lo scendere delle mie lacrime. Restammo così per dieci minuti, poi
parlò “Hai pianto molto stanotte, ti lamentavi, eri agitatissima. Ho cercato di
chiamarti, ma non mi sentivi, eri persa nei tuoi sogni.” “Mi spiace di averti
svegliata coi miei lamenti, non volevo.” “Tranquilla Marghe. Ora va meglio?” ,
feci cenno di si e mi alzai per fare colazione. “Stasera ti voglio portare in
un locale italiano. Credo che oramai avrai nostalgia di casa, no?”, alzai la
testa dalla mia tazza di latte sorrisi a più che posso, avevo proprio voglia di
sentire attorno a me l’aria del mio paese, cominciava a mancarmi. Subito dopo
la colazione, telefonai a mamma e poi a Daniela.
“Dany!!!Come stai?” “Marghe, che
gioia sentirti! A me tutto bene e a te?” “Bene, bene. Mi
sto divertendo
moltissimo, è tutto molto bello qui. Simona mi sta facendo
sentire come a
casa.” “Mi fa piacere. Manchi a tutti,
Marghe…” fece una pausa “…quando
torni?”
a quella domanda sentii un nodo alla gola. Non avevo mai pensato in
tutto quel
tempo al mio ritorno a casa, semplicemente perché non mi andava
ancora di
tornare. “Non lo so Dany. Il corso finirà verso giugno,
poi sto anche
lavorando. Comunque se riesco per il mese di marzo faccio un salto a
casa. Mi
mancate moltissimo anche voi.” “Bene, ti aspettiamo!!!Ma
allora dimmi, come va
con l’inglese?” e si mise a ridacchiare “Non ci
crederai, ma comincia a
piacermi. Sai…” mi fermai “Si?”
“…beh ieri in un locale, ho incontrato una
persona…” balbettavo, non sapevo come dirle di Rob senza
cadere nel ridicolo
“…non una persona normale, oddio è normale, solo
che non è comune, ecco questa
è la parola più esatta” “Ok e che aspetti a
dirmi chi è? Mi vuoi far morire di
curiosità?” “No, no, sto trovando le parole giuste
per spiegarti. Ho incontrato
Rob…Robert…” “Robert?”, pensò un
attimo poi riparlò “L’attore???” gridò
“Si…lui…”
“Wa, hai visto alla fine lo hai incontrato. E com’è
dimmi tutto!!!” ero felice
che non mi rimproverasse per quella mia follia assoluta e di getto le
raccontai
della serata.
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Capitolo 5 *** Musica e Rob: i sogni di Marghe... ***
Musica e Rob: i sogni di Marghe...
Salve a tutti,
sono di nuovo qui
a postare un nuovo capitolo di questa mia folle fan
fiction…^^
Che dirvi? Sono felice
che ci sia qualcuno che la segua assiduamente, mi dà motivo
di continuare a
postare…ammetto che spesso penso di aver fatto una
sciocchezza, qui ci sono
delle storie davvero sensazionali e la mia fa schifo…uff
pazienza, non si può
avere tutto dalla vita…
Bando alle ciance,
passo ai ringraziamenti :D
Fairwriter: non so davvero
come ringraziarti…ti chiederai perché? Beh stai
continuando a leggere
assiduamente la mia storia e ne sono felice, quando l’ho
pubblicata sul sito,
ho pensato che nessuno l’avrebbe fatto…troppo
banale e scontata…e il mio stile
del tutto inappropriato…
Tornando al tuo commento, devo dirti che l’aggettivo
“scombinato” mi è
venuto del tutto naturale, quando vedo i capelli di Rob li definisco
sempre
tali…eheh…è un aggettivo che
attribuisco anche a lui :P. “Sai,
mi appassiona un sacco questo amore assoluto che Marghe nutre nei suoi
confronti, lei si rende conto di starci male, ma continua a voler
donarsi a
lui! Sei geniale, cara! Per come scrivi, per come incornici il tutto,
per come
inventi ed elabori!” qui
sono arrossita e ho pianto come una stupida…si, Marghe
è follemente innamorata
di lui…sa che è un amore che la farà
soffrire parecchio, ma non può fare a meno
di pensare a lui, ogni cosa di Rob le piace e le dona una sensazione di
benessere e piacere che mai nessuno le ha fatto provare…a
cosa la porterà tutto
questo??? Si vedrà ;)
Giulls:
“bravissima tesoro,
è sempre
un piacere leggere questa storia!”
sono felice che ti piaccia sempre…sai che per me il tuo
giudizio è
fondamentale!!! Spero che continuerai a seguirmi…
Ilachan89yamapi:
wow
una nuova fan…sono stata contenta di
leggere la tua recensione…ti accontento subito e pubblico un
nuovo capitolo ;)
continua a seguirmi se ti fa piacere…
Daydre4mer:
ed
ecco la mia friend!!! “questa ff
è stupenda non smetterò mai di
ripeterlo..brava..ricordati ci sono sempre x te” ti
adoro, lo sai, vero?!? Grazie
per i tuoi commenti e per la tua presenza…Tvb…
Basta con le
chiacchiere, vi lascio al capitolo…alla
prossima…ciaooooooooooooooo…ps: se potete
ascoltate questa canzone
http://www.youtube.com/watch?v=3h-S1pLrjdk...ben esprime lo stato
d'animo della protagonista
Erano le 20:00, io
ero chiusa in camera a scegliere i vestiti, ero indecisa su cosa
mettere, avevo
fatto shopping qualche giorno prima, perché molti dei
vestiti che avevo mi
andavano un po’ larghi, ero dimagrita per via del cibo che
non amavo in modo
particolare in quel periodo. Scelsi un jeans nero, maglia viola con
scollo a V,
sotto una camicia bianca e un paio di stivali neri. Arrivammo al locale
un’ora
e mezza dopo, non eravamo ancora entrati e già stavamo
ballando come i pazzi.
Come mi mancava la musica che ascoltavo a casa, mentre pensavo questo
vidi che
il locale includeva anche un privè con piano bar e mi
illuminai. Cantare, da
quanto tempo non lo facevo e chiesi agli altri se a loro andava di
andare nel
privèè, ma mi dissero di no, allora andai da
sola.
Il cantante era un
signore sulla trentina, bravo non c’era che dire e il
pubblico era entusiasta.
Mi sedetti al primo tavolo libero, quasi davanti al cantante; ad un
certo punto
lui chiese chi volesse andare a cantare qualche pezzo italiano e senza
che lo
volessi alzai la mano e lui mi chiamò sul palco.
“Ciao. Piacere mi chiamo
Francesco”, “Il piacere è tutto mio, io
sono Margherita.” “Allora che pezzo ti
va di fare?” decisa dissi “Qualcosa che non
c’è di Elisa” “Mmm ottimo, mi
piace. Aspetta che trovo la base. Fatto, pronta?”
“Si”. Io ero su un palco, col
microfono tra le mani pronta per cantare, assurdo pensai, la vecchia me
non
l’avrebbe mai fatto e cominciai a provare paura, stavo
realizzando quello che
avevo fatto e non ci potevo credere, ero stata posseduta, non potevo
essere io
quella che stava per cantare. Partì la musica ed io
cominciai a cantare
trasportata dall’emozione che quella canzone suscitava dentro
di me “Tutto questo
tempo a chiedermi cos'è che non mi lascia in pace, tutti
questi anni a
chiedermi se vado veramente bene così come
sono…” e mi lasciai andare alla
verità
di quelle parole “Ho
aspettato a lungo qualcosa che non c'è, invece di guardare
il sole sorgere…”. La canzone poteva
ben adattarsi al mio risveglio, alla mia
nuova voglia di vivere. Quando aprii gli occhi davanti a me vidi i miei
amici
entusiasti, lessi nei loro occhi l’emozione che provavano,
anche se Stephanie e
Edward non capivano le parole della canzone.
Scesi dal palco e corsero ad abbracciarmi quasi commossi
“Meravigliosa,
meravigliosa!” gridavano. Anche Francesco mi fece i
complimenti, fui lieta di
vedere la gente che applaudiva, salii nuovamente sul palco per
ringraziare e mi
inchinai. Dopo anni finalmente avevo ricantato, ero contenta, amavo
davvero
cantare, mi piaceva emozionarmi con la musica e far emozionare e
leggere sulla
faccia delle persone la felicità per avermi ascoltata mi
riempiva il cuore di
gioia e mi commuoveva.
Francesco mi diede il suo bigliettino, aveva una scuola di canto e
voleva che andassi, la retta non era alta, si pagava a lezione e con il
lavoro
e i soldi che mia madre ogni tanto mi inviava potevo permettermi anche
il
canto.
La successiva canzone mi colpì al cuore “Come
musica” di Jovanotti, non
amavo molto questo cantante, ma quella canzone la sentivo vibrare nelle
mie
corde, nel mio sangue e mi faceva pensare a lui…a quel
ragazzo che stava
scombussolando la mia vita e sperai di poterlo rivedere presto. Ed ecco
che
Marghe ricominciava a vivere di sogni e illusioni, infondo anche se un
po’ più
istintiva, restavo sempre la solita sognatrice. Sentivo dentro di me
che quella
canzone avrebbe rappresentato qualcosa di più col
tempo…e questa lieve speranza
mi ridava vita…
Decisi che non potevo aspettare di incontrarlo per caso, per questo
organizzai un pomeriggio con Simona, Edward e Stephanie nel quartiere
di Rob.
Non rivelai il motivo di quella passeggiata, mi ero giustificata
dicendo che
volevo conoscere le varie zone di Londra. Edward e Stephanie erano
intenti a
spiegarci la storia di quella zona e sembravano entusiasti di rendersi
utili,
io li ascoltavo, ma non capivo ciò che dicevano, non
perché non comprendessi le
loro parole, semplicemente perché ero con la testa ad
un’altra parte. Un
aspetto del racconto mi colpì, Edward disse di essere
originario di quel
quartiere e di essersene andato da qualche anno per trasferirsi in un
altro
posto. Senza pensarci due volte, gli chiesi:”Conosci la
famiglia Pattinson?”,
Simona mi fece un’occhiataccia perché
capì il motivo per cui eravamo in quel
posto, mentre Edward si fermò, mi guardò e con
tutta tranquillità mi rispose:
“Oh si! Sono delle brave persone. Io ho fatto le scuole con
loro figlio Robert.”
“Oh!” , esclamai spalancando gli occhi
“Ora lui è un attore. Lo sai?”
“Si,Robert è sempre stato un ragazzo calmo e
timido, sono contento per lui,
anche perchè non si è montato la testa”
e mi raccontò di quando andavano a
scuola, di quanto Rob fosse imbranato con le ragazze, della sua
passione per la
musica e della paura del padre che fosse gay e quindi la decisione di
iscriverlo ad un corso di recitazione. Mi immersi totalmente nel
racconto di
Edward, immaginando ogni scena nella mia testa e quasi mi commossi a
sentire
parlare bene di lui, ero contenta che qualcuno non lo definisse un
classico
ragazzo stupido e vuoto. L’avevo sempre saputo che Rob era
una persona
profonda…il mio Rob…a qual pensiero sobbalzai e
mi sentii rossa in volta. Ogni
volta che Edward lo nominava arrossivo, come se stesse parlando di
qualcosa che
mi riguardasse in modo molto intimo. Camminando, camminando arrivammo
proprio
dinanzi casa sua: una casa semplicissima, comune a tutte le altre, ma
che
ospitava da sempre, l’uomo della mia vita. Quanto avrei
voluto entrare e
chiedere di lui, interrogare i genitori, vedere tutte le sue foto, ma
non
potevo, infondo per lui non ero altro che una semplicissima fan, mentre
lui
rappresentava il mio mondo e non lo sapeva…non sapeva che
esisteva una ragazza
talmente pazza da amarlo così tanto da vivere di sole
speranza, io lo aspettavo
e l’avrei fatto…per sempre…se esiste
un’anima gemella per ognuno di noi, io ero
sicura di averla trovata in Robert, non avevo mai provato emozioni
simili per
qualcuno, mai mi ero fatta prendere in modo così irrazionale
da un sentimento,
anche se ero il tipo di persona che cercava di vivere in modo totale i
sentimenti, ma questa volta era diverso e lo avevo capito fin dal primo
momento…nulla sarebbe stato più come
prima…
Guardavo quella casa e speravo che la porta si aprisse e apparisse
lui…ma non accadde e non potevo far vedere ai miei amici che
restavo
imbambolata là, quindi proseguimmo…”Oh,
sono stanca!” sospirò Stephanie e fu
così che tornammo a casa.
Quella fu l’ultima volta che andai in quel quartiere, Simona
e gli altri
me lo impedivano, avevo rivelato anche ad Edward e Stephanie il mio
“segreto”,
in quanto si erano insospettiti molto quando avevo fatto tutte quelle
domande
su Rob. So che lo facevano per il mio bene, ma io stavo peggio e
cercavo in
tutti i modi di sfuggire al loro controllo. Non era facile e
l’unico modo che
mi rimaneva per “evadere” era la mia fantasia, i
miei pensieri…era l’unico posto
a cui nessuno poteva accedere se non io, nessuno poteva impedirmi di
sognare,
nessuno poteva porre un blocco al fluire dei miei pensieri.
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Capitolo 6 *** Inferno e Paradiso... ***
Inferno e paradiso
Salve
a tutti, eccomi di nuovo qui per postarvi un nuovo capitolo...non sono proprio
dello spirito giusto, la tragedia che ha colpito il nostro paese mi ha scosso
moltissimo…
Voglio
esprimere tutta la mia solidarietà e vicinanze agli abruzzesi…in questi casi le
parole servono davvero a poco, spero vivamente che tutto possa tornare alla
normalità, anche se so per certo che ciò che è successo non deve assolutamente
essere dimenticato!!! Perché dagli errori si possa imparare…
Tornando
alla fan fiction, sono molto contenta che qualcuno continui a seguirmi…
E
ora passiamo ai ringraziamenti:
Daydre4mer: davvero rileggeresti la storia mille e più
volte?!? Sono commossa…grazie friend…ti adoro…
Giulls: si, il tuo giudizio è fondamentale!!! Ma davvero mi ritieni
così brava???*__* grazie, anche se tu sai perfettamente che di credere in me
non se ne parla ehehehe
Continua a
seguirmi comunque…ps: volevi di più??? Ed eccotelo!!!
Doddola93: leggere che anche tu hai recensito la mia
storia mi ha fatta rimanere di sasso…il mio racconto in confronto al tuo è
niente!!! In che senso sono una di voi??? Non ho capito! Eheheh “*.* sei bravissima. mi è arrivata ogni
singola emozione. sono davvero contenta d'aver scoperto questa storia, perchè
merita. ancora una volta i miei più sentiti complimenti.” Grazie!!! Il mio obiettivo è proprio quello
di farvi provare le emozioni descritte…e leggere che in parte ci riesco, mi
soddisfa…spero che continuerai a seguirmi ^^
Fairwriter: ormai le tue recensioni per me sono
vitali!!! Aspetto sempre che tu legga, mi hai abituata male eheheh. Io come te
adoro cantare, trovo che sia una delle migliori forme d’espressione che
esistano sulla terra, senza la musica non potrei vivere, mi aiuta in tutto
quello che faccio…e spesso questo aspetto trasparirà anche nella storia!!!
“Mi
ha sconvolta quello che hai scritto all'inizio! Non pensare nemmeno per un
secondo che questa fic faccia schifo...E' un affronto =D!! Appena ho letto le
tue parole ho urlato dentro di me "Eh no!!!"...Continua a scrivere, a
sfogare le tue fantasie, i tuoi castelli in aria...così non emozionerai solo
con il canto!” un affronto
addirittura??? Giu voi scrivete così bene che io mi sento stupida, credimi ^^…in
ogni caso grazie vivamente, perché il vostro supporto in questo periodo è
importante…la fase che attraverso è piuttosto delicata e mi sento molto
demoralizzata…
Ora vi lascio al
capitolo nuovo…grazie ancora a tutti…anche a MakyCullan che ha recensito il prologo…non avevo letto scusa…ps: se
potete al momento richiesto ascoltate questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=idd_92ajjwY
La vita scorreva tranquilla, forse troppo, tutto era rallentato, o
meglio ero io che la vivevo così, l’apatia stava tornando a farmi visita ed io
non facevo nulla per evitare che questo potesse accadere. Mi conoscevo, ero
masochista, pur di provare un minimo delle emozioni che solo Rob sapeva
suscitarmi, ero capace di mettermi ore ed ore ad ascoltare la musica che più fosse
capace di evocare la sua immagine, oppure vagavo sul suo forum in cerca di
notizie o peggio rivedevo mille volte i suoi film. Finivo puntualmente per
piangere, abbracciata al mio cuscino, potevo andare avanti così? Potevo
torturarmi in quel modo? La parte di me ancora cosciente si chiedeva quanto
avrei retto a quel ritmo massacrante e quando avrei smesso di comportarmi come
una stupida. Si, perché era quello che ero: di giorno vivevo una vita dove
fingevo di stare bene e di notte diventavo un’altra, il tormento del mio
essere, non dormivo e se lo facevo mi svegliavo di continuo.
Un giorno mettendo in ordine l’armadio della camera di Simona,
scorsi la
copertina di un libro riposto con cura in un cassetto…era
familiare,
incuriosita, aprii il cassetto e sobbalzai…davanti ai miei occhi
stanchi di
versare lacrime, c’era il primo libro della Meyer:
Twilight…”Libro…film…Edward…Robert…”
pronuncia questa parola con l’ultimo fiato rimasto in
gola…era diventata una
persecuzione…innervosita chiusi con forza il cassetto e mi
diressi verso la mia
camera. Ecco: ora ero fuori di me, stavo uscendo di senno, doveva
accadere
prima o poi. Cominciai a buttare tutto per l’aria, ad urlare e
piangere “Basta,
basta!!! Non ce la faccio più…voglio tornarmene a
casa…”. Mi ritrovai tra le
mani, il suo poster, lo strinsi con vigore “Robert Pattinson hai
reso inferno e
paradiso la mia vita!!! Ti odio…” strabuzzai gli
occhi…avevo detto che lo
odiavo…sapevo benissimo che non era così, ma forse
convincermi di quello mi avrebbe
aiutata ad amarlo meno di quanto amassi me stessa…”forse”…sussurrò una vocina dentro di me…
Andai avanti così per qualche settimana, stavo lentamente riprendendo in
mano la mia vita, allontanavo da me ogni cosa potesse ricordarmi Robert,
sembrava funzionare, “…ma reprimere i sentimenti non equivale ad annullarli…”
diceva Simona e probabilmente non aveva tutti i torti, ma in quel periodo ero
troppo presa dal mio folle tentativo di comandare alla mia testa e al mio cuore
quello che volevo pensassero o provassero.
Una sera eravamo
nel locale dove suonava Francesco (ci andavamo spesso perché il mio maestro
voleva che andassi a cantare ogni tanto) e stavamo tranquillamente seduti al
tavolino. Ero stranamente tranquilla, rilassata e non accadeva da troppo tempo.
Ricordo solo che udii queste parole “…hai smesso di far male ai
tuoi fragili pensieri, hai cominciato a fare pace con te stessa tu e vivi tutto
sempre in ombra…”e mi ritrovai
impietrita, incapace di muovere un passo, sembrava quasi che Francesco stesse
riferendosi a me…no che non avevo smesso di farmi male, anzi il mio
atteggiamento stava soltanto peggiorando la situazione. Fingere di essere un’altra
persona, non era stata una grande idea, perché nel momento in cui non ero
attenta ad incanalare le emozioni, il cuore prendeva il sopravvento e reclamava
il proprio ruolo e dovere: far pulsare il sangue nelle vene ed esprimere stati
d’animo. D’improvviso tutto il dolore e l’amore che per giorni avevo tenuto
racchiuso in un’ampolla ben sigillata vennero fuori, sentii stati d’animo
diversi, contrastanti, crescere dentro di me: prima risi istericamente poi
sentii gli occhi gonfiarsi piano e il volto bagnarsi subito dopo…non provocai
alcuna reazione nei miei amici intenti ad ascoltare la musica troppo
alta…lasciai che le lacrime sgorgassero, a cosa sarebbe servito fermarle? Avevo
resistito anche troppo, il fiume era straripato. “Marghe che succede?” chiese
Simona quando si voltò per reclamare la mia attenzione, seguita poi da Edward e
Stephanie “Oh nulla ragazzi…tranquilli…ridere e scherzare non sempre significa
essere felici, a volte si ride e si scherza solo per dimenticare…” frase
banale, da diario scolastico, ma azzeccata al momento “…ho lasciato che la mia
mente contorta elaborasse questo stupidissimo piano di evasione dalla realtà,
ma non si può fuggire dalla verità dei propri sentimenti. Io amo fino alla
follia quel ragazzo e continuerò a farlo, finché questo cuore pazzo (e lo
indicai) me lo permetterà…” sorrisi, lasciando tutti di stucco. “Ora vado a
cantare qualcosa, ho bisogno di esprimermi e quale modo migliore se non il
canto?”, strizzai l’occhio ai miei amici ancora impietriti e mi avviai verso
Francesco.
Fu sulle note di “My immortal” degli Evanescence che lo vidi; ero
particolarmente affezionata a quella canzone, le parole, la melodia avevano uno
strano effetto su di me e mi veniva naturale interpretarla in un certo
modo…”I’m so tired of being here. Suppressed
by all my childish fears and if you have to leave, I wish that you would just
leave 'cause your presence still lingers here and it won't leave me alone…” (“Sono così stanca di stare qui. Soppressa da
tutte le mie paure infantili e se devi andartene vorrei che tu te ne andassi e
basta, perchè la tua presenta indugia qui e non mi lascerà da sola…”), dopo aver cantato queste
parole, aprii gli occhi e vidi Robert che mi guardava appoggiato sulla porta
del privé…sgranai gli occhi perché non capivo se quell’immagine fosse frutto
della mia immaginazione o se era reale. Aprii e chiusi gli occhi due o tre
volte, ma lui era sempre lì immobile, mi fissava con sguardo attento ad ogni
mio movimento, ad ogni mio intercalare della voce. Non poteva essere vero,
questa volta la mia immaginazione era davvero andata oltre e quindi decisi di
distogliere lo sguardo e continuai a cantare cercando di non pensare più a lui.
Finita la canzone, mi voltai nuovamente verso la porta del privé, Rob era
ancora là e questa volta mi sorrideva…decisi che non mi importava se era vero o
no e gli sorrisi anche io. Mi resi conto che era realmente lui, quando Simona
venne sotto al palco per dirmi:” Marghe, Rob è qui. È stato fermo sulla porta
per tutta la tua esibizione.” Ma allora era tutto reale, non stavo sognando,
lui era là davanti a me, mi aveva ascoltata cantare e ora mi guardava…senza
neanche rendermene conto, le lacrime cominciarono ad uscire di nuovo, guardai
Simona e le sorrisi, lei mi guardò attonita, ma capii che le mie erano lacrime
di gioia e mi fece cenno con la testa di andare da lui. Non arrivai neanche a
pensare di muovermi che lui si era avvicinato al palco, ad un passo da Simona
che lo guardava sbalordito, non si poteva non restare colpiti dalla sua
bellezza. Salutò la mia amica e poi si girò verso di me “Sei stata eccezionale!!!”
ero talmente imbarazzata che non riuscivo a parlare e balbettai “Gr-gr-grazie…”,
mi porse la sua mano per farmi scendere dal palco, io goffamente gli porsi la
mia. Scesa mi ritrovai davanti al suo fisico statuario e il suo volto divino.
Si accorse che piangevo e mi disse “Oh no. Non piangere” e mi asciugò una lacrima,
non potevo credere che lui si ricordasse di me. Ci guardammo per qualche
istante, mentre il suo dito mi accarezzava dolcemente il volto per asciugare la
lacrima, poi mi disse: “Canti molto bene, ma studi?” “Sei troppo gentile…io
studio canto da qualche settimana, ma è la mia passione da sempre” ed
evidentemente a quelle parole mi si illuminò il volto perchè mi guardò
sbalordito e mi sorrise “La musica è qualcosa di eccezionale, riempie la vita.
Io suono il pianoforte, la chitarra e mi cimento anche nel canto.” “Oh bene” risposi
fingendomi sorpresa, come se non conoscessi le sue passioni “Io penso che
cantare permetta di esprimere meglio le proprie emozioni” dissi e lui annuì.
Quella sera Rob ed i suoi amici si unirono a noi, eravamo un bel gruppo e l’idea
che potessimo considerarci un “gruppo”, mi faceva stare più che bene. Ero
serena, sorridevo, mi sentivo a mio agio, come mai prima di quel momento.
Sentivo che la mia vita stava prendendo una piega diversa e vivevo momento per
momento quello che mi offriva, soprattutto se questo dono aveva il nome di
Robert. Ad un certo punto mi lasciai prendere dai pensieri e mi misi ad
osservare tutti noi “dal di fuori”, come se fossi estranea alla situazione, mi
piaceva analizzare gli atteggiamenti: Rob era seduto di fronte a me e
chiacchierava con Edward e ricordavano i tempi della scuola, Stephanie parlava
con Tom, il migliore amico di Rob, e c’era un bel feeling tra i due, Simona era
seduta accanto a me e chiacchierava con Eric. Sembravano tutti in confidenza, per
nulla intimoriti dal successo di Rob e questo mi fece sorridere, poggiai il
mento tra le mani e continuai ad osservare quella scena, contenta che fosse
tutto così naturale, proprio come avrei voluto io. Come avevo potuto pensare di
vivere senza il suo sorriso, sciocca che non ero altro, io provavo per lui un
sentimento purissimo che dava senso a quello che ero, ma non avrei mai potuto
dirglielo…ecco la nota negativa…
A fine serata, mi feci nuovamente assalire dalla tristezza, ma bastò
guardare Rob davanti a me per eliminare ogni cattivo pensiero. “Sarebbe bello
incontrarsi ancora” disse all’improvviso Simona al momento dei saluti “Oh si mi piacerebbe. Beh siccome Margherita
è la new entry inglese che ne dite di organizzare una gita per domani: un bel
tour dell’Inghilterra? Sono giorni che progetto di andare ad Edimburgo e in
compagnia sarà ancora meglio” rispose
Robert, Simona, Edward e Stephanie
risposero in coro “Ok”, io restai muta, sarei dovuta essere la prima a
rispondere, ma mi ammutolii, non potevo crederci. Rob mi rivolse lo sguardo
come a voler sapere cosa ne pensavo e lo seguirono tutti gli altri. Io
imbarazzatissima li guardai e feci cenno di si con la testa e poi rivolsi i
miei occhi verso Rob che tutto contento rideva. Mi persi nel suo sorriso e non
capii più nulla. Quella fu l’immagine che portai nella testa per tutto il resto
del tragitto verso casa, non spiccicai parola, ero troppo impegnata a pensare
se fosse vero o no quello che era successo, avevo la testa leggera, sentivo gli
occhi strani e avevo le farfalle allo stomaco. I miei tre amici mi guardavano e
ridevano sotto i baffi e d’improvviso nel silenzio più assoluto gridarono “Ah
l’amore!!!”, io saltai e loro risero, li guardai allibita. Simona si stava
sbellicando dalle risate “Marghe, Marghe, sei proprio partita. Hai gli occhi
che ti brillano. Comunque sono simpatici gli amici di Rob e anche lui…beh a
dirla tutta, lui oltre che simpatico è pure bo…”non la feci neanche finire la
frase e la fulminai con lo sguardo “ehm scusa…ma la sua bellezza è oggettiva”
“Oh lo so, ma lui…” e guardai avanti”…lui…è MIO!!!” e arrossii. “Oh
tranquilla…chi te lo tocca eheh.” “Scusa Simo, ma quando si parla di lui perdo
il controllo. Lui è mio nei miei sogni, ma nella realtà non lo sarà mai, ma non
fa nulla, mi va bene anche solo essere una sua conoscente, uscire con lui in
gruppo. Mi basta guardarlo, parlargli…l’importante è che ho con lui dei
rapporti…” “Marghe il pessimismo non aiuta. Non è così irraggiungibile come
credevo, è un ragazzo molto alla mano e poi credo che abbia una certa simpatia
per te, altrimenti non si sarebbe ricordato di te, sai quante fan incontra ogni
giorno? Non voglio farti illudere, ma ti dico di non arrenderti, sii te stessa,
scopritevi giorno dopo giorno, lascia fare al destino, se il tuo è quello di
stare con Robert, niente potrà ostacolarvi” ascoltavo Simona sconvolta, ero in
catalessi, non potevo credere a quelle parole…davvero gli ero simpatica? Mi
aveva notata? Me? Io che non sono così appariscente e bella, né tantomeno
perfetta fisicamente? Mi sembrava così strano, eppure una parte di me lo
credevo, o forse si illudeva che le parole della mia amica potessero
rispecchiare la realtà, infondo era quello che volevo.
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Capitolo 7 *** L'Atena del Nord... ***
Gita ad Edimburgo: l'Atena del Nord
Salve a tutti,
sono di nuovo qui
a postare un altro capitolo di questa mia piccola e folle storia ^^
Ancora non ci
credo che ci sia qualcuno che la legge, è
un’emozione ogni volta che trovo un
commento, le lacrime mi fanno compagnia nella lettura delle vostre
splendide
parole…spero davvero di meritarmele tutte…
Ringraziamenti:
Giulls:
tesoro
conserva gli stimoli omicidi verso Rob per dopo e non
mi svelare nulla!!! Eheh… “Questa
storia è spettacolare, io adoro
Marghe perché in certi versi mi
rispecchia..bravissimaaa!!!” wa allora sei un
po’ pazzerella come me…dai
scherzo…sono onorata che ti piaccia la mia piccola e
innocente storia…baci
dolce Giulls
Daydre4mer:
eccola
qui la mia friend, fedele compagna d’avventure
“letterarie” sempre e costantemente presente!!! Non
finirò mai di ringraziarti
abbastanza per questo… “ormai
è diventata parte di me..oddio qui
ricordo che è caduta la prima lacrima..my
immortal..” mi spiace averti fatto
piangere, mi ripaga
solo il fatto che questa tua lacrima testimonia che ti sono arrivate le
mie
emozioni!!! Eccoti il capitolo che ti piace…ti
adoro…
Fairwriter:
mi
credi se ti dico che ogni volta che
leggo la tua recensione, mi commuovo??? Mi riempi di
complimenti…e te ne
ringrazio…è una soddisfazione per me leggere che
la mia ff ti piaccia sul
serio!!! “Ma io ti adoro! La
canzone è spettacolare, ma sta cmq un
gradino sotto alla tuo capitolo, che è...WOW!!! Margherita
ha un cambio di
emozioni fulmineo, ma come fai a descriverlo così bene??
Come fai a descrivere
così bene una cosa...così reale! Sei bravissima
ecco perchè! (risposta
banale...ok °_°)” mi
adori??? Sono rossa per l’imbarazzo!!! Grazie…ti
chiedi come faccio a descrivere il cambio di emozioni di Marghe? Beh
semplicemente perché li ho vissuti in prima persona, quindi
so perfettamente
cosa significa…io bravissima?!? Risposta banale??? No, no,
è una risposta che
non mi aspettavo…grazie di cuore Giu, non sai quanto il mio
cuore si colmi di
gioia ogni volta che riceve un complimento…spero che questo
capitolo sia di tuo
gradimento…baci…
Doddola93:
“sai cos'è
che rende questa
storia un capolavoro? la veridicità dei sentimenti.
perchè, a parer mio, hai
reso perfettamente quello che provi tu - o almeno penso, non voglio dir
cavolate xD - ma anche quello che molte altre persone sentono.
e non dire che la tua storia in confronto alla mia non vale niente.
semmai è il
contrario. tu sei stata così forte da mettere tutti i tuoi
sentimenti in questa
perla, io ho scritto tutto attraverso una persona che, sicuramente, non
mi
rispecchia.
non ti conosco, ma penso che dietro tutto questo ci sia molto di te. o
almeno,
è solo una teoria. e spero veramente di non averti offesa xD
al massimo puoi
venire da me e torturarmi tu stessa ;) quindi, dopo questo capitolo
che, devo
dirlo, mi ha stretto il cuore (perchè la contraddizione
odio-amore è propria di
un sentimento devastante), attendo il prossimo. sei davvero brava,
mettitelo in
testa.” La mia faccia dopo
aver letto la tua recensione, era non solo rigata di lacrime, ma si
è piegata
in una smorfia di gioia assoluta!!! Dimmi la verità, sei una
maga per caso??? Una
strega??? Innanzitutto voglio dirti che non mi sono offesa
anzi…hai azzeccato
tutto: i sentimenti di questa storia sono i miei!
Come hai fatto a capirlo??? Ho dovuto per forza
scriverli, era da troppo che li tenevo racchiusi in me…non a
caso, la song
fiction che ho scritto (“Amore immortale”),
rispecchia un po’ questo non
riuscire più a tener chiuso dentro di me queste
sensazioni…; quindi stai
tranquilla, non devo venire lì a picchiarti, anzi mi
piacerebbe conoscerti ^^. Sono
felice che il capitolo ti sia piaciuto, spero che anche il prossimo
possa
permetterti di provare quello che ho sentito io,
scrivendolo…baci…ps: grazie
infinite!!!
Ora vi lascio al
capitolo, ascoltate questa canzone, quando richiesto dal testo
http://www.youtube.com/watch?v=X6HCyTphfQM
Appuntamento ore
08:00 col mio nuovo gruppo, partenza con due macchine, io ero in
macchina coi
miei amici, arrivati al luogo di incontro, mi sentii mancare: una
bellezza
mozzafiato scese dalla macchina di Tom, fisico statuario, 1.85 di
bellezza
pura, inumana, jeans stracciati alle ginocchia, scarpe di ginnastica e
t-shirt…Robert
sapeva incantare anche vestito nel modo più semplice
possibile…il mio povero
cuore non reggeva più quei colpi “Marghe
calmati” mi dicevo “se
continuo così
non arrivi a fine giornata”, tirai un sospiro e
scesi dall’auto, ci
avvicinammo a loro “Buongiorno ragazzi”
esordì Simona, sempre entusiasta la mia
amichetta, sapeva intervenire sempre nei momenti giusti, se non ci
fosse stata
lei non so come avrei fatto, ero troppo tesa per proferire parola e
lei, come
sempre, l’aveva capito. Oramai eravamo in sintonia, era la
mia Dany versione
inglese…sorrisi al pensiero del mio
paragone…scossi la testa e tornai coi piedi
per terra, loro erano tutti intenti a guardare la cartina, litigavano
su che
strada prendere, io come sempre mi ero isolata, ero poggiata al
paraurti della
macchina di Simona e li guardavo. Robert come me si era allontanato da
loro,
vide che ero da sola e si avvicinò “Ma sono sempre
così i tuoi amici?” si era
rivolto a me??? Oddio…”Ehm direi di
no…hanno solo trovato qualcuno più testardo
di loro con cui discutere” e risi “Mi sa che vale
anche per i miei amici” rise
anche lui. Si affiancò a me, la sua vicinanza mi creava
qualche problema, mi
sentivo piccola, piccola, lui era
così…così…meravigliosamente
stupendo…lo
guardavo e sentivo i miei occhi brillare, la sua bellezza mi accecava.
Se avessi
continuato a restare in silenzio gli sarei sembrata un’ebete,
quindi provai ad
iniziare un discorso “A scuola una volta la professoressa di
Inglese mi assegnò
un tour di Edimburgo, ricordo che mi affascinò molto quel
posto.“ “Benissimo,
allora ho fatto bene a proporre una gita lì. Visto che hai
fatto un tour,
potresti illustrare tu le sue bellezze” ecco brava Marghe, ti
sei cacciata nei
casini e ora? “Io???” “Si, si proprio
tu!” rise, mi sentii sprofondare, ero
diventata di sicuro tutta rossa, fummo interrotti da Edward che ci
invitò ad
andare, finalmente si erano messi d’accordo. Non so esattamente
quanto tempo trascorse, non mi accorsi di niente, ero troppo intenta ad
ordinare i miei pensieri, fu la voce di Stephanie ad annunciarmi che
eravamo
arrivati. Parcheggiammo le auto e rimasi d’incanto quando
vidi quel posto,
ricordai che come titolo del mio tour avevo scritto “Edimburgo una delle più belle
città d’ Europa, definita
l’”Atene del
Nord” per la sua ricca e tradizionale cultura”
e non mi ero assolutamente
sbagliata: era stupenda. Insistetti con loro per visitare il Castello,
era da
sempre che volevo andare lì, ai tempi del tour era la cosa
che più mi aveva
affascinato, insieme al verdeggiante paesaggio di quel posto.
Fortunatamente mi
accontentarono, Edward si offrì volontario come guida
turistica, mi sollevò che
Rob non propose me, forse aveva dimenticato quello che gli avevo detto.
“Il
Castello di Edimburgo è un'antica fortezza,
che dalla sua posizione in cima alla rocca del
Castello, domina il panorama
della città di Edimburgo.
Il sito è abitato sin dal IX
secolo
a.C.. La struttura delle costruzioni attuali
risale al XVI
secolo,
ad eccezione della St.
Margaret's Chapel che risale ai
primi anni del XII
secolo. Essa è l'edificio
più antico della
città di Edimburgo,
giunto integro fino ai nostri giorni.
Come
tutti i castelli, la fortezza di Edimburgo è stata sempre un
centro di attività
militari…” a Edward piaceva fare queste cose, a
volte pensavo che sarebbe
potuto essere il suo futuro lavoro, ci sapeva fare, riusciva a
travolgerti
nelle sue descrizioni, ti incantava, non potevi fare a meno di
ascoltarlo.
Sorrisi all’idea di una cappella dedicata ad una Regina col
mio stesso nome e
su quello cominciai a fantasticare “Magari
ci viveva una giovane principessa intrappolata dalla propria famiglia,
costretta a non vedere il suo
amore…Roberto…Margherita e Roberto si amavano da
sempre, dal primo momento che i loro sguardi si erano incrociati.
Sarebbero
rimasti sempre insieme se non fosse per il fatto che lei era
già promessa ad un
altro e il suo amore per Roberto era stato vissuto come un tradimento
dalla famiglia
del suo promesso che l’aveva così rinnegata. I due
amanti sperarono che quello
potesse essere la loro salvezza, potevano finalmente amarsi senza
ostacoli, ma
la famiglia di lei, colpita dalla vergogna per il gesto della figlia,
la relegò
nella cappella del castello. Era dannata a restare lì per
l’eternità, nessuno
l’avrebbe mai cercata là, era un posto
abbandonato, nessuno si recava lì.
Chiusa fra le mura di quella cappella era lontana dal mondo e dal suo
amore…un
amore che la credeva morta…la famiglia di lei aveva
provveduto a far diffondere
la voce che la fanciulla si era suicidata…Roberto saputa la
notizia, decise di
partire e di andare lontano per poterla dimenticare…
Anni
dopo, la sorella di Margherita,
Anna, aveva
ereditato il castello e
conoscendo la storia, si recò alla cappella. La sorella era
ancora là,
dimagrita, irriconoscibile, ogni giorno un servo fidato dei genitori le
portava
del cibo, ma lei lo rifiutava puntualmente. Era molto malata, il medico
non
sapeva cosa avesse, le cure non funzionavano e Anna disperata non
sapeva che
fare. Proprio in quel periodo tornò ad Edimburgo, Roberto;
saputo del suo
ritorno Anna lo fece cercare, sperava che la sua presenza potesse
servire alla
sorella. Roberto era incredulo, titubante di fronte al racconto di Anna
e volle
immediatamente vedere la sua amata. I miracoli accadono sul serio, la
vicinanza
di Roberto, fece si che le cure cominciassero a fare effetto; piano,
piano
Margherita si riprese, l’allontanamento dal suo amato,
l’aveva fatta cadere in
depressione, la sua vita non aveva alcun senso senza di lui e ora che
lui era
tornato, la sua vita aveva ripreso vigore. Mesi dopo, finalmente
Margherita e
Roberto poterono coronare il loro sogno d’amore e si
sposarono proprio nella
cappella che poi fu dedicata a lei…e vissero felici e
contenti” la mia
mente aveva elaborato tutto
questo, ovviamente sobbalzai quando mi resi conto che per circa
mezz’ora ero
stata totalmente assente. Risi tra me e me, ero davvero folle, non
potevo anche
inventare storie su presunte regine, ovviamente non potevo far a meno
di
includerci Robert…il mio principe
azzurro…sospirai.
Ora
di pranzo, per non dare troppo nell’occhio e per evitare
spiacevoli
inconvenienti alla nostra star di Hollywood (Rob era stato
soprannominato così da
Edward), mangiammo un panino in un piccolo parco vicino al castello.
Per uno
strano scherzo del destino, proprio da lì si vedeva la Cappella
“Ti piace quella
cappella” disse Edward “Si…prima mi sono
chiesta come mai si chiamasse in quel
modo” “Se vuoi ti racconto la
storia…” fece per iniziare il racconto, ma lo
interruppi “No, no Edward…me ne sono
già inventata una io di storia e mi piace
credere che sia quella la verità” risi con gusto
attirando l’attenzione di
tutti “Ah mi va di cantare!!!” urlai “E
canta” disse Simona “Eh ma vorrei
cantare un duetto” “ Quale?”
“Mi piacerebbe cantare la canzone di Eros
Ramazzotti e Anastacia…ma come si fa, lui canta italiano
uff” “Posso darti una
mano io” disse una voce maschile perfettamente italiana, era
Eric “Ma parli la
nostra lingua?” domandò sorpresa Simona
“Si, ragazze. Sono stato a lungo nel
vostro paese, suonavo in una band e conosco a perfezione la canzone che
vuoi
cantare e se ti va posso fare Eros.” Prese il cellulare e
mise la canzone,
“Come vedi ce l’ho anche sul cellulare,
è una delle mie canzoni preferite. “
“Ma ci capiranno??? Cioè voglio dire la parte in
inglese sarà comprensibile per
loro, ma quella italiana?” “Tranquilla. Robert
porta sempre con se il
traduttore automatico che usa per le interviste, ha doppio spinotto
dove si
possono mettere più cuffie, nessuno si perderà
nulla”, ero sorpresa, il mio
volto passò dallo stupore, alla meraviglia fino a culminare
nella gioia totale.
“Adesso no,
non voglio più difendermi, supererò dentro di me
gli ostacoli… i miei momenti
più difficili, per te.
There
is no reason, there’s no rhyme: it’s crystal clear.
I hear your
voice and all the darkness disappears. Every time I look into your eyes
you
make me love you
Questo inverno finirà
And I do truly love you
Fuori e dentro me
How you maybe love you
con le sue difficoltà
And I do truly love you
INSIEME – I belong to you, you belong to me forever
Want you, baby I want you and I thought that you should know that I
believe.
You’re the wind that’s underneath my wings, I
belong to you, you belong to me.
Ho camminato su
pensieri ripidi
You are my fantasy
per solitudini e deserti aridi
You are my gentle breeze
al ritmo della tua passione ora io vivrò
and I’ll never let you go
l’amore attraverserò
you’are the piece that makes me whole
le onde dei suoi attimi
I can feel you in my soul
profondi come oceani
Vincerò per te le paure che io sento, quanto bruciano dentro
le parole che non
ho più detto, sai…
Want
you, baby I want you and I thought that you should know that I
believe.
Lampi nel silenzio siamo noi
I belong to you, you belong to me, you’re the wind
that’s underneath my wings,
I belong to you, you belong to me.
Adesso io ti sento
I will belong forever
To
you…”
Amore,
brividi, passione, provai questo nel cantare
questa canzone…era interamente per
Robert…” Non
c'è ragione,
non c'è poesia, è cristallino. Sento la tua voce
e tutto il buio scompare ogni
volta che guardo nei tuoi occhi, tu mi spingi ad
amarti…”, queste parole
(“There is no reason,
there’s no rhyme:
it’s crystal clear. I hear your voice and all the darkness
disappears. Every
time I look into your eyes you make me love you”)
le pronunciai piano,
scandendo ogni singola lettera e sperai che gli arrivassero al
cuore…”Io ti amo
veramente…come fai a spingermi ad
amarti? Io appartengo a te, tu appartiene a me per
sempre…” (“And I do truly
love you. How you maybe love you? And
I do truly love you. I belong to you, you belong to me
forever…”)…mentre le
cantavo, per istinto mi voltai verso Robert…era seduto
sull’erba, vicino agli
altri, una mano poggiata per terra, con l’altra teneva
stretto l’auricolare
nell’orecchio, mi guardava, lo guardavo e ci perdemmo
entrambi…io nei suoi
occhi, lui nei miei…
Eric fu davvero molto
bravo, mi piacque molto
cantare con lui, c’era sintonia e questo rendeva sicuramente
migliore
l’interpretazione. Applausi, fu questo che udii, dopo la
performance…erano
suoni lontani, io ero ancora persa nei suoi occhi…non avevo
smesso un attimo di
guardarlo, solo per qualche secondo ero riuscita a distogliere
l’attenzione
durante la canzone, ma dopo poco i miei occhi roteavano verso di
lui…attrazione
fatale!!!
Che giornata, tornai a
casa distrutta, non per la stanchezza, ma per le
mille sensazioni provate, ero stordita e se qualcuno aveva ancora
qualche
dubbio sui miei reali sentimenti verso Rob, ora poteva scioglierli: ero
innamorata persa, e per rubare una frase alla Meyer, ero totalmente,
incondizionatamente innamorata di lui…
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Capitolo 8 *** La Bella e la Bestia... ***
La Bella e la Bestia...
Salve
a tutti,
posto
il capitolo stasera, perché domani la mia giornata sarà talmente incasinata che
non avrò tempo neanche di guardarmi allo specchio…sono esauritaaaaaaaaa…ma
giustamente a voi cosa interessa??? E avete ragione, perdonatemi se a volte mi
perdo in chiacchiere…ma ho bisogno di sfogarmi…
Bene
passo subito ai ringraziamenti…
Daydre4mer: hai ragione: io non scrivo tanto per…tu sai
perfettamente qual è il reale significato di questa storia, per me…sai quanto
sia legata ad essa, pur ritenendola una banalità enorme…ma sono fatta così! Amo
sognare e scrivere mi aiuta a farlo, mi spiace solo che dobbiate sopportarmi…^^
E’
bello sapere che ti sei fatta un film tutto tuo in testa :D, lo faccio sempre
anche io ehehhe…e con questa storia mi sono fatta davvero un gran film eheheh…
Ps:
il traduttore di Rob è mitico, ancora non so come mi sia venuto in mente eheheh
Doddola: mi farebbe davvero piacere conoscerti…mandami
l’email quando vuoi!!! Come stai con l’influenza??? Spero meglio…grazie mille
per il commento, sono sempre felice di leggerti…addirittura tremavi??? Wow :D…beh
guarda io ogni volta che penso che potrei perdermi negli occhi di Rob sento il
cuore che batte sempre più forte fino a farmi male…la sola idea mi fa
letteralmente girare la testa…ma questa è un’altra storia :D
Fairwriter: aaaaaah ma che bello vedere che continui a
recensirmi!!! Si, ho msn, quando vuoi ci scambiamo il contatto, sarei lieta di
fare due chiacchiere con te :D. mi sa che abbiamo molto in comune, sono molto
romantica anche io e l’accostamento castello e canzone mi è piaciuto tanto,
sarà che mentre scrivevo avevo davanti agli occhi la scena e passo dopo passo
la riportavo per iscritto sul computer…Marghe mi somiglia tanto…anzi direi che
sono proprio io…più di quanto voglia ammettere…^^
Giulls: eh non hai idea di cosa abbia provato
Marghe, quando Rob si è avvicinato a lei…il cuore lo aveva praticamente in gola
e lo stomaco era costellato di farfalle che allegre ballavano al ritmo del suo
cuore…grazie Giù…
Voglio
dire e sottolineare che se non ci fosse voi, io non continuerei a postare…vi
adoro…grazie per tutto…davvero…
Ps:
al momento opportuno ascoltate questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=j5Cvq416zuQ
Sabato mattina
“Marghe, Marghe sveglia!!!” “Mmm…che c’è Simo…non abbiamo il corso oggi,
lasciami dormire un po’…” “Ah ma possibile che devo sempre rimproverarti. Cos’è
oggi?” “Sabato e non abbiamo il corso…” “Sabato appunto…non ti ricorda nulla”
sobbalzai “Oddio” dissi “Ecco, vedo che ti sei ripresa. Dove dobbiamo andare
stasera?” “Oh mammina mia, Simo che ore sono?” ero nel panico più totale “Calma
Marghe, è presto…”
<<Tre giorni prima al
ritorno dalla gita
“Ohi raga” disse Eric, “ora quando ci rivedremo?” avrei tanto voluto
saperlo anche io “Spero presto, mi va di cantare ancora con te” aggiunse, gli
sorrisi “Potremmo vederci sabato sera, vi va?” “Se dovete andare al Karaoke, io
non potrò essere dei vostri” disse Robert, cambiai espressione in tre secondi
“…ho la presentazione del film…ma se vi va di rimandare la serata di karaoke,
potete venire con me”, mi ripresi, sorrisi e senza pensarci troppo risposi
“Wow, sarebbe fantastico!!!” “ Che entusiasmo Marghe” disse Tom, arrossii,
forse avevo risposto con troppa enfasi e se n’erano accorti tutti, che
figuraccia. “Perfetto, allora rimaniamo che sabato sera venite tutti alla
presentazione del film. Ci divertiremo, vedrete” e fece l’occhiolino>>
In un flash back avevo ricordato tutto e improvvisamente ero un fascio
di nervi, quella sera sarebbe stata particolare, ci sarebbe stato tutto il cast
del film e anche lei…la co-protagonista, Kirsten Stewart, bellissima e
soprattutto amica molto intima di Rob…lui si era talmente immedesimato nella
parte che più volte sul set le aveva chiesto di sposarlo, nelle interviste
diceva che era colpa del film se aveva un debole per lei. Ero infastidita da
questa cosa, ma non potevo avere pretese ne tantomeno potevo competere con lei…
Per quella sera, Simona volle che andassimo a comprare qualche vestito
elegante, infondo era una serata di gala e noi non avevamo abiti adatti per
quelle occasioni. Mi portò in un negozio di una sua amica, Rose, e dopo aver
visto tantissimi vestiti scelsi quello che più mi colpì: vestito lungo per il
ginocchio nero con qualche sfumatura violacea, con scollo a barca che lasciava
scoperte le spalle, maniche larghe, a zampa d’elefante. Simona, invece, optò
per un bellissimo vestito bianco, con tutti fiori in pizzo. Ci dirigemmo poi
verso un negozio di scarpe, io acquistai un paio di decoltè nere e Simona
bianche. “Ora manca solo l’acconciatura” “Pure dal parrucchiere dobbiamo
andare?” dissi sbalordita “Ah ma che ti lamenti, stasera vuoi essere perfetta
per il tuo Rob e allora abbi pazienza. Chi bella vuole apparir un poco deve
soffrir”, sbuffai. Ammetto che il parrucchiere fece un bel lavoro, evidenziò i miei ricci,
raccolse poi alcuni capelli in una retina e i restanti li lasciò cadere sulle
spalle. Li guardai, li toccai e ricordai l’apprezzamento che Rob aveva fatto
sui miei capelli…
<
Dopo aver cantato mi ero diretta verso Simo che si sbracciava tutta
contenta, le era piaciuta la canzone. Rob era seduta vicino a lei, mi
inginocchiai per abbracciare la mia amica e come una calamita i miei occhi
furono catturati dal volto enigmatico di Rob, sembrava stesse pensando a
qualcosa di serio. Mi preoccupai, avvertii che i suoi pensieri mi riguardavano “Si, ora ci manca solo che sono sensitiva e
che gli so leggere nel pensiero, così il quadro della follia pura è completo.
Se esistessero i manicomi, sono convinta che mi ci rinchiuderebbero e
getterebbero via la chiave. Sono un caso perso…” pensai, il suo sguardo si
diresse verso di me e mi immobilizzò “Marghe, Marghe ora basta, mi stritoli”
“Oddio Simo scusa…” “So che mi vuoi bene, ma vacci piano con gli abbracci”, imbarazzatissima
chinai la testa in segno di scusa. Ci alzammo per avviarci al centro della
città e Rob si affiancò a me, avevo di nuovo i brividi. “Tu ed Eric avete
interpretato molto bene la canzone. Molto belle le parole…” “Molto belle le parole? Le aveva notate? Ah
mamma mia bella…” tremavo, non riuscivo a rispondere, lo guardai e gli
sorrisi semplicemente. “Così gli
sembrerai scorbutica, poco interessata. Marghe riprenditi e di qualcosa!!!”,
ma mentre elaboravo un pensiero logico, lui si avviò
avanti.”Stupida,
stupida, stupida che non sei altro” mi ripetevo battendomi i
pugni sulla testa
“Marghe che c’è?” domandò Edward
“Sono stupida ecco cosa c’è. Lui si avvicina,
mi parla ed io non riesco a rispondergli. Cosa sono se non una
stupida?Uff” lo
feci ridere “Ah Edward che ti ridi? La
situazione è drammatica. Io non voglio fargli capire che sono pazza di lui, ma
neanche voglio che pensi che mi è indifferente.” “Tranquilla, sei timida e lo è
anche lui, quindi penso che può capirti. Non credo che pensi che tu sia
antipatica o altro, sei così tenera e indifesa, non si può pensare male di te”
mi sorrise, che dolce che era stato “Sei
così tenera e indifesa, non si può pensare male di te” così aveva detto.
Arrivati alle macchine dovemmo salutarci, ma i miei amici si persero in chiacchiere
con Tom e Eric. Sbuffavo, ero impaziente, non volevo andarmene, ma siccome
avevo fatto una figuraccia con Robert, mi sentivo a disagio e volevo sparire.
Sbuffai di nuovo e mentre lo facevo, i miei occhi incrociarono il volto di Rob,
anche lui in attesa, “Va da lui, va da
lui!!!”
sussurrava una vocina dentro di me. Non padrona dei miei movimenti,
mi diressi verso di lui, lo affiancai e con voce bassa gli dissi
“Scusa per
prima, ma quando mi fanno un complimento mi imbarazzo e mi
ammutolisco”
sorrisi, Rob mi guardò e sorrise di rimando “Non ti
preoccupare. Sono molto
timido anche io, la recitazione mi ha aiutato molto, ma ho ancora
qualche
difficoltà, soprattutto con le ragazze”, lui aveva
difficoltà con le ragazze?
Ma non si rendeva conto che per quanto era bello, gli bastava
schioccare le
mani per averle? Bah…”Se per questo quelle
difficoltà io le conosco bene “
dissi senza rendermene conto “Bene, almeno mi capisci. Io mi
esprimo con la
recitazione e tu col canto, bella coppia no?” coppia?!? Oddio,
questo essere
divino al mio fianco voleva vedermi morta, si divertiva proprio nel
mettermi a
disagio. Rise notando il mio imbarazzo “Che
c’è?” “Nulla…” mentii
“pensavo…”
“Sai, mentre cantavi, ho notato i tuoi capelli. Sono molto belli,
mi piacciono
i capelli mossi”. Calò il silenzio, un imbarazzante
silenzio “Andiamo” disse
Tom rompendo l’irrealtà che si era creata intorno a noi “No, di già? E ora?” divenni triste. Simona si avvicinò notando il
mio disagio e mi accarezzò “Quando lo
rivedrò? Mi sento mancare…”>>
Tornate a casa nel pomeriggio inoltrato, cucinammo in fretta qualcosina
e ci dedicammo al trucco. L’appuntamento con Edward, Stephanie, Eric e Tom era
alle 19:00 e noi avevamo un bel lavoro da fare. Non ero proprio molto
entusiasta di tutti quei particolari, non mi piaceva dover essere al centro
dell’attenzione, ma allo stesso tempo non volevo sfigurare.
Eravamo davanti al palazzo megagalattico nel quale si sarebbe tenuta la
serata di gala…c’erano milioni di persone e tantissime fan impazzite in attesa
di Rob. Noi cercammo di metterci in bella vista, in modo che vedendoci ci
portasse con lui, altrimenti nessuno ci avrebbe mai fatto entrare. Arrivò prima
la regista del film Catherine, poi Kirsten e lì ebbi un colpo: aveva un
vestitino nero corto e mostrava un fisico mozzafiato, come potevo mai colpire
Rob se c’era lei? “Tutto tempo sprecato:
prepararmi non è servito a molto…” pensai, mi rabbiuai e mi strinsi nelle
spalle, ma dopo qualche minuto, arrivò lui, scese dall’aiuto e le ragazzine
impazzite cominciarono ad urlare. Beh non potevo darle torto, era davvero
splendido in quel vestito elegante: giacca nera, camicia bianca, cravatta e
pantalone nero. Una visione ai miei occhi, ero imbambolata a guardarlo mentre
firmava autografi, sorrideva a tutti e rispondeva alle interviste dei
giornalisti. Arrivato dinanzi alla scala del palazzo, Simona lo chiamò, lui si
voltò, ci salutò e le sue labbra si aprirono in un sorriso magnetico e ancora
una volta mi sciolsi. Si diresse verso di noi e dietro di lui comparve Kirsten.
“Buonasera, sono contento di vedervi tutti qua. Vi presento la mia amica Kirsten”
“Piacere di conoscerti, mi chiamo Margherita” e così tutti gli altri. Insieme
ci dirigemmo verso l’entrata; dentro era tutto addobbato con i manifesti del
film, locandine, c’era davvero di tutto. Ben presto Rob e Kirsten dovettero abbandonarci
per andare alla presentazione del film…passò una mezz’ora interminabile, nella
quale noi girovagammo per la sala guardandoci attorno sbalorditi per l’eccesso
degli addobbi, quando d’improvviso mi sentii chiamare “Margherita,
Margherita!!!” la voce era inconfondibile e anche se non l’avessi riconosciuta
io consciamente, l’avrebbe fatto il mio cuore che cominciò a battere
fortissimo, mi voltai e ritrovai Robert ad un centimetro da me “Vieni con me!”
furono le uniche parole che sentii, mi prese per mano e mi trascinò con sé. Mi
portò in una sala in cui si ballava e si cantava, dietro di noi comparvero i
nostri amici e anche Kirsten. Rob pretendeva che cantassi qualcosa, ma mi
rifiutai, c’era davvero troppa gente e mi vergognavo, cercò di insistere, ma io
ero ben salda sulla mia decisione. Sembrò arrendersi e proprio quando mi
tranquillizzai non lo vidi più vicino a me, mi voltai ed era salito sul palco,
aveva detto qualcosa al presentatore che gli aveva immediatamente passato il
microfono. Cominciò a parlare “Buonasera a tutti. Innanzitutto ringrazio tutti
voi per essere qui stasera. Non è di me che voglio parlare, vorrei avere
l’onore di presentarvi una ragazza che ha una voce straordinaria: Margherita” e
fece cenno verso di me, tutti si voltarono, io feci una faccia indescrivibile,
un misto tra vergogna e rabbia…ma come si permetteva di farmi questo? Ero
furiosa e con altrettanta furia mi diressi verso il palco, salii e gli feci
un’occhiataccia, dalla faccia che fece sembrava che ci fosse rimasto un po’
male, ma d’altronde cosa s’aspettava, l’applauso??? Mi fecero qualche domandina
su chi ero, cosa facevo a Londra e perché cantavo. Poi il presentatore mi
chiese di cantare qualcosa, incoraggiato da Rob “Ti va di cantarci “My
immortal” degli Evanescence?” disse e senza accorgermene mi lasciò il
microfono. Provavo un imbarazzo indescrivibile, ma non potevo certamente fare
una figuraccia, anche se desideravo fortemente farla pagare a Rob. La rabbia
svanì alle prime note della canzone, l’amavo troppo per non lasciarmi
trascinare dai sentimenti; intanto i miei amici e Kirsten erano giunti sotto al
palco, i loro sguardi fissi su di me…inevitabilmente, guardai Rob, il suo
sguardo mi rapì per tutta la canzone, non staccammo gli occhi l’uno dall’altro.
Nella mia vita non ero mai riuscita a guardare qualcuno così a lungo, ma con
lui…era tutto diverso, più semplice. Restammo così anche quando la canzone finì
e ricevetti l’applauso dal pubblico. Dopo la mia esibizione, se così la
vogliamo definire, il gruppo musicale cominciò a suonare dei lenti e la gente
cominciò a ballare, Kirsten e Robert, inviati dal presentatore, ballarono
insieme, io mi misi in un angolo ad osservare…volteggiavano leggeri per la
sala, ma era lei che guidava lui…non avevo mai visto Rob così a disagio e
imbarazzato, faceva quasi ridere. “Sono proprio belli insieme” sospirai e
Simona che era vicina a me, mi guardò “Perché non balli anche tu, magari chiedi
ad Edward di farti da ballerino” “Io? No, grazie, non ho mai ballato un lento
in tutta la mia vita e non ho intenzione di cominciare oggi”, allora Simo disse
qualcosa ad Edward nell’orecchio e in un istante me lo ritrovai davanti che mi
sorrideva e mi tendeva la mano “Mi concederesti questo ballo?” guardai Simo di
traverso “Eh se proprio devo” dissi e gli diedi la mano. Ero sicuramente più a
disagio di Rob, non sapevo come muovermi, ma Edward era davvero bravo, mi guidò
con eleganza e mi lasciai andare…
Finita la musica ci fermammo “Sei un bravo ballerino” “Grazie. La danza
è la mia passione.” a quelle parole tornammo al nostro angolo ed io, ancora una
volta, incrociai lo sguardo di Rob “Perché non lo inviti a ballare?” disse Stephanie intercettando il
nostro sguardo “Invitare Rob a ballare…” balbettai “Oh mamma no…non ce la
faccio…mi vergogno e poi perché dovrebbe ballare con me se ha Kirsten” come se
avesse capito quello che dicevo, visto che avevo parlato in italiano, mi
rispose “Provare non costa nulla” e mi fece l’occhiolino. Effettivamente non
avevo nulla da perdere e mentre pensavo a questo mi voltai per cercarlo e lui
era tutto intento a sorridere e a chiacchierare con dei signori, accanto a lui
Kirsten, provai un sentimento di amarezza immenso, ma quando la musica partì
riconobbi una canzone che aveva un legame fortissimo con la mia adolescenza “Beauty and the
Beast” di Celine Dion e Peabo
Bryson, colonna sonora dell’omonimo film Disney. Non ci pensai su due volte e
andai verso Rob, lui si girò e mi vide procedere verso di lui, mi sorrise e mi
venne incontro…non avemmo bisogno di parole, ci prendemmo per mano e
cominciammo a ballare. Non c’era nessun altro attorno a noi, soltanto noi due e
la musica; non dicemmo una sola parola, bastavano i nostri sguardi, o meglio
bastavano a me…” Tale as old as time
true as it can be barely even friends than somebody bends…Unexpectedly” (“Una storia vecchia come il tempo che più vera non si può. A
malapena amici, poi qualcuno si piega…Inaspettatamente”)..terminato il tutto, restammo al centro
della sala, immobili, mano nella mano a fissarci, un momento perfetto se non
fosse stato per Kirsten che si avvicinò per farci i complimenti, a parer suo
avevamo ballato bene, io non mi ero accorta di nulla, ero stata totalmente
assente. Rob la ringraziò e fu solo in quel momento che guardai Kirsten e le
sorrisi dolcemente. Tutto di me in quel momento esprimeva dolcezza e
felicità…ero un libro aperto, infatti lei capì quello che mi stava succedendo,
prima mi guardò sorpresa, poi abbassò lo sguardo, schiarì la voce e si congedò.
Quando ritornai con lo sguardo verso Rob, lui era lì a fissarmi, ero immersa
nei suoi splendidi occhi color grigio-blu e avrei voluto seguire il mio istinto
che mi spingeva a baciarlo, ma la mia razionalità mi bloccò, abbassai la
testa…Robert si accorse che avevo cambiato espressione e posò la sua mano sul
mio mento, mi alzò la testa per guardarmi “Che cos’hai?” mi chiese “Io vorrei
seguire il mio istinto, ma non posso”, risposi di getto senza pensarci “Perché
non puoi?” “Perché ho paura…”, a quel
punto mi accarezzò la guancia rossa di imbarazzo e mi disse “Se io fossi in te
lo seguirei…”, sobbalzai a quelle parole e ritrovai il suo volto ad un
centimetro dal mio, guardai le sue labbra e socchiusi gli occhi sospirando…li
riaprii e lui era lì sorridente come non mai, sarebbe bastato un solo movimento
e le nostre labbra si sarebbero inevitabilmente toccate. Rob percepì la mia
incertezza e si allontanò, guardandomi in modo indecifrabile, io mi sentii
morire,avevo gli occhi lucidi, pronti a traboccare lacrime, ma qualcosa dentro
di me soppresse la razionalità: i miei sentimenti erano più forti e volevano
vincere, almeno questa volta. Allora guardai decisa Rob, richiusi gli occhi ed
ebbi solo il tempo di dirgli “Hai ragione…” che ritrovai le sue labbra sulle
mie, delicate e tenere. Mi lasciai andare al più dolce dei baci, cinsi le mie
mani al suo collo e non mi importò più di nulla. “Just a little ch’ange small, to say the
least both a little scared neither one prepared…”(“ Solo un piccolo cambiamento, piccolo se non
vogliamo dire di più. Entrambi un po' spaventati, nessuno era preparato…”). Ad un certo punto
entrambi sentimmo delle esclamazioni attorno a noi “Oh oh oh!!!” e cominciammo
a ridere, senza sciogliere il nostro abbraccio e ci guardammo intorno: tutti ci
guardavano stupiti, tranne i miei amici che fischiavano e facevano segno di
vittoria. “Hai visto? Hai fatto bene a seguire il tuo istinto” disse ed io
annuii felice, mi prese per mano e ci dirigemmo dai miei, anzi nostri amici.
Simona mi corse incontro e mi abbracciò “Marghe, Marghe!!!” gridò “Simo,
grazie…non credevo fosse possibile…non a me…”. Io e Robert passammo tutta la
serata mano nella mano, dovunque andavo io veniva lui e viceversa. Alla fine
del gala, non sapevo cosa sarebbe successo, eravamo fuori dal palazzo e ci
guardavamo tutto imbarazzati “Ehm…” dissi io “e ora che succede? Penso di
doverlo salutare, giusto?”, Simona mi fece cenno di si con la testa, allora mi
voltai verso Rob “Grazie per la magnifica serata” e poi timidamente gli chiesi
“Ci vedremo ancora?” “Certo che ci vedremo! Domani a che ora finisci il corso
di inglese?” “Alle due” e mi baciò di nuovo con la stessa dolcezza e tenerezza
di prima. Andai via, tenendo fissa lo sguardo sul suo volto, mentre lui mi
salutava con la mano.
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Capitolo 9 *** Il sogno diventa realtà... ***
Il sogno diventa realtà...
Salve
miei cari lettori…
Eccomi
di prima mattina a rompervi le scatole con un nuovo capitolo…sarà forse il
momento più piacevole della giornata per me, visto che dopo dovrò fiondarmi in
ore e ore di studio, gli esami si avvicinano ed io devo far presto a prepararmi…è
dura la vita dello studente-lavoratore…ma giustamente a voi non interessa eheh…
Ringraziamenti:
daydre4mer: mi spiace che piangi, però…sono contenta
che questo capitolo ti piaccia e anche la canzone, sai bene quanto per me sia
importante quella musica…
Si,
mi hai già detto che mi adori…ed io ti ho risposto che adoro te!!!
ilachan89yamapi: grazie per aver recensito, è sempre bello
ricevere dei consensi sul proprio lavoro…spero di leggere presto un tuo
commento…
doddola93: Dod, tu non hai la più pallida idea di
quanto significhi per me questo capitolo!!! Quando lo scrivevo, la canzone di
Celine Dion mi faceva da sottofondo e con occhi sognanti e commossi immaginavo
tutta la scena e mi sentivo rabbrividire…è stata un’emozione unica…anche se poi
la realtà reclama la sua attenzione…ma va bene così…
"il bacio, ah...cosa non era, santo cielo.
ogni volta che leggo uno dei tuoi capitoli tremo. sempre. il punto è che c'è
così tanta verità dietro le tue parole, che i sentimenti che hai il coraggio di
mostrarci mi lasciano senza fiato. ogni volta che trovo un tuo aggiornamento so
che devo prepararmi a veder riflessi pure i miei. e quindi mi riempio i polmoni
d'ossigeno, che non si sa mai.” Non
posso che dirti grazie per le tue parole…mi riempi il cuore di gioia e di
soddisfazione...
Fairwriter: io un capolavoro? Sono rossa per l’imbarazzo
e commossa per la felicità delle tue parole…grazie…le mie emozioni vi arrivano
e non posso che essere contenta…
Giulls: dimmi tu quante emozioni ti ho regalato!!! Forse
quante ne ha regalate a me mentre lo scrivevo…me lo auguro…” adoro il tuo modo di scrivere, adoro la tua storia...insomma, ti
adoro e basta!! e poi il bacio... *_* oh mamma!! mi fai sognare tesoro,
sappilo!” io adoro te Giù, sul serio!!! Spero che anche con prossimi capitoli tu possa continuare a
sognare…
Ora
vi lascio al capitolo…ciaoooooooooooo…
Sobbalzai dal
letto incredula, la mattina mi sembrava tutto un sogno, poi vidi l’abito della
sera prima sulla sedia e mi resi conto che non avevo affatto sognato, mi
strinsi nelle ginocchia e poggiai la testa sulle mie braccia…era tutto reale,
io e Robert…non sapevo ancora di preciso cosa eravamo, non sapevo per lui cosa
significasse tutto quello che era successo, ma conoscevo i miei sentimenti e
sapevo cosa tutto quello rappresentava per me…
<
Ero stupita, incredula,
imbambolata, non poteva essere vero: ci eravamo baciati…non riuscivo a pensare
ad altro, seguivo Robert come un robot, il mio corpo si muoveva in sintonia col
suo, senza sforzi, incosciamente, sempre mano nella mano…Ci trovammo per un
attimo da soli, forse fu una cosa voluta dai nostri amici che notarono
l’imbarazzo e capirono che forse volevamo restare ancora per un attimo appartati…nessuno
dei due si muoveva, ci ritrovammo uno a fianco all’altro, appoggiati al muro
della sala, assordati dal rumore della musica. “Dì qualcosa Marghe…parla!!!”…niente…vuoto totale, il mio cervello
sconnesso non elaborava frasi sensate, tutto mi sembrava scontato o
sbagliato…fu lui a prendere la forza e a proferire parola “Allora, ti sta
piacendo la serata?”, Che domande che mi
fa…ovvio che si…”…”Si…” non aggiunsi altro, avevo la gola secca, la lingua
impastata, il suo profumo mi intorpidiva i sensi, mi girava la testa. “Mi fa
piacere” rispose, io sospirai, lo sentii voltarsi verso di me, si mosse
lentamente, la sua mano accarezzò la mia guancia rossa per l’imbarazzo, la mia
testa era rivolta verso il basso incapace di compiere movimenti “Tum, tum, tum, tum…” il cuore batteva
all’impazzata, temevo mi uscisse dal petto. Ad un certo punto si fermò, mi
lasciò la mano…terrore…quella
fu la sensazione che mi provocò…”Non
lasciarmi…” pensai…e per vedere dov’era, fui costretta ad alzare la testa e
me lo ritrovai davanti: sguardo profondo, movimenti incerti, le sue mani erano
leggermente chiuse a pugno…era a disagio, non sapeva che fare. Probabilmente il
mio guardarlo lo convinse a prendere una decisione, si avvicinò e mi baciò
delicatamente…il nostro secondo bacio…>>
Mi vestii in
fretta e insieme a Simona corsi al corso; quel giorno avevamo una verifica
importante, avevo la testa tra le nuvole, ma seppi concentrarmi a sufficienza
per rispondere a tutte le domande. La mattinata sembrava non passare mai, le
ore successive furono più noiose del solito, ma mi bastava pensare a chi mia
avrebbe aspettato a fine lezione e mi ritornava il sorriso. A mensa ascoltavo
distrattamente i discorsi di Stephanie sul suo compagno di banco, volevo solo
andarmene in fretta, avevo bisogno di vedere Rob, volevo capire cosa sarebbe
successo. Vivere alla giornata a volte mi risultava essere molto difficile, non
volevo illudermi, ma combattevo con la mia voglia di vivere a pieno quello che
ricevevo.
Suonata la
campanella, raccolsi frettolosamente le mie cose, salutai i miei amici e corsi
fuori, mi guardai intorno, ma non vidi nessuno, la delusione stava per
assalirmi quando all’improvviso da dietro l’angolo spuntò una BMW del 1989 che
attirò la mia attenzione. Si fermò proprio dinanzi a me, il finestrino si
abbassò e una voce calda mi disse “Ciao”, il mio viso esplose in un mega
sorriso: Robert era davvero venuto a prendermi. Tutti i dubbi e le incertezze
sparirono…salii in auto e lo salutai, imbarazzati tutti e due non sapevamo che
fare e che dire “Mmm” dissi io e lui rise, imitò la mia faccia e il mio
lamento, alchè gli diedi un piccolo schiaffo sul braccio e mi imbronciai,
fingendo di essere offesa, ma lui continuava a ridere come un pazzo. A quel
punto non potevo non ridere anche io. Infine ci voltammo l’uno verso l’altra, ci
guardammo, ricordai le sue parole della sera precedente e decisi di seguire i miei
istinti…probabilmente fece anche lui lo stesso: ci baciammo…
“Andiamo?” mi
chiese “Si…dove mi porti?” “Dove vuoi tu”
“Mmm…non saprei…lascio a te la scelta” “L’importante è che sono con te…il resto non conta…” pensai tra me,
mentre mi immergevo nel mare dei suoi occhi, lui accese la macchina e partì.
Per tutto il tragitto non aprimmo bocca, ascoltavamo silenziosi la radio. Ci
fermammo dinanzi ad un enorme collina “Oggi proseguiamo il tour
dell’Inghilterra…” sorrise, poi aggiunse “Questa è Primrose hill”, scendemmo
dalla macchina e proseguimmo a piedi; con mio stupore da quella collina si
godeva una vista meravigliosa di tutta Londra “Oh mio Dio!!!” esclamai “E’
bellissimo!!!”, sentivo il suo sguardo su di me “Si, da questo posto si ha
vista eccezionale”, mi prese per mano, giocherellò con le mie dita, mentre io
fingevo di continuare a guardare il panorama. Resistere era difficile e lo
divenne ancora di più quando mi cinse timidamente la mano intorno alla vita e
mi abbracciò, avevo il cuore a mille. Poggiai la testa sotto la sua spalla e
restai in ascolto del suo respiro. Interrompemmo quel momento e continuammo a
camminare, c’era gente e qualcuno lo riconobbe, si avvicinò per chiedere
autografo e foto, quella situazione era nuova per me, ma lo era anche per lui,
non era ancora abituato a tutto quel successo.
Ci sedemmo
all’ombra di un albero, immersi a giocare con le nostre dita,
parlammo del più
e del meno, mi spiegò come si sentiva ad essere famoso, di come
non si rendesse
conto di tutto quello che gli era successo, di quanto non era ancora
abituato
alle urla delle ragazzine e a quel punto le imitò. Risi a
crepapelle e pensai a
quante volte avrei voluto urlare anche io quando lo vedevo sui giornali
o in
tv. Alchè lui mi guardò e mi chiese “Anche tu sei
una mia fan?”, dovevo
aspettarmi una domanda del genere “Si…ti ho apprezzato e
conosciuto con
Twilight e da allora ho iniziato a cercare tue notizie su Internet e ho
scoperto un forum italiano tutto dedicato a te. Mi sei piaciuto
immediatamente,
indipendentemente dal tuo ruolo nel film. Ho ascoltato e letto tutte le
tue
interviste e…” mi fermai, non potevo dirgli che ero
innamorata di lui, sarebbe
scappato via o mi avrebbe presa per matta. “E?”
domandò lui “Beh…ho deciso di
partire per Londra…” e lo guardai per leggere la reazione
sul suo volto, ma lui
restò impassibile a quella mia affermazione ricca di
significato, mi ascoltava
attento così continuai “Ho cominciato a frequentare un
corso di inglese, ho
fatto amicizia, mai avrei pensato nella mia vita di vivere a
Londra…e di
conoscere te…”, mentre parlavo, giocherellavo con
l’erba, colsi un filo e con
un soffio lo feci volare, seguii il suo cadere lento sul prato e
sorrisi, mi
voltai e Robert era ancora là, non era ancora scappato da me.
“Ti ho sconvolto?”
dissi incertamente, “No, sono solo sorpreso e onorato.” Non
lo lasciai finire
di parlare, dovevo spiegargli, doveva capire che per me non era un
attore, ma
lo vedevo in modo diverso…volevo e pretendevo che
capisse…“Io volevo avere la
possibilità di conoscerti, non mi interessa che sei un attore,
non mi importa
che sei famoso, mi interessa come sei realmente, cosa pensi, cosa fai,
i tuoi
interessi…tutto…e per quello che ho potuto vedere sia
attraverso le interviste
sia standoti vicino, sei come ti avevo immaginato…un ragazzo
semplicemente
dolce e timido…” le parole mi uscivano senza che volessi,
erano intrise di
passione, sentivo i brividi mentre ammettevo quello che sentivo, non
volevo
spaventarlo, ma non volevo neanche mentire. Io ero così e se gli
andava bene,
sarei stata contenta di stare con lui…rimasi zitta, in attesa di
una risposta,
di un urlo o di un lamento, qualsiasi cosa pur che lui parlasse. Il suo
silenzio mi spaventò, non capivo, avevo paura, allora cercai i
suoi occhi, li
aveva chiusi e aveva inclinato verso dietro la testa poggiandola sul
tronco dell’albero,
mi misi in ginocchio davanti a lui e lo guardavo perplessa, gli
accarezzai il
volto con un dito, lui aprì gli occhi serio, allora tirai
indietro la mano,
abbassai lo sguardo e mi rabbuiai. Ero pronta per alzarmi e andarmene
via,
volevo solo scappare...”Scusami, avrei dovuto restare zitta e non
dirti niente…”
piagnucolai, alzai la testa, lui mi prese il volto tra le mani e mi
baciò al contrario
di ogni mia previsione…”Io amo le persone folli!” e
mi mostrò il suo sorriso
migliore, quello che amavo tanto e mi sciolsi. D’improvviso mi
disse “Mi
insegnerai l’italiano?”, io risi e annuii “Abbiamo
tanto tempo a disposizione”
disse…tanto tempo? Questo poteva significare solo una cosa: ci
saremmo visti ancora
per tante e tante volte…
Mi riaccompagnò a
casa, lo invitai a salire, ma disse di no, perché voleva andarsi
a cambiare,
voleva portarmi a cena fuori quella sera e quindi doveva essere
presentabile,
come se poi non lo fosse anche con un semplice jeans addosso. Entrai
nell’appartamento e Simona era lì ad aspettarmi e mi bombardò di domande, mi
aiutò a scegliere i vestiti da mettere. All’ora prefissata, il campanello
suonò, Simona corse ad aprire e fece accomodare Robert, io mi affacciai dalla
porta della mia stanza e lo vidi, era elegantissimo, sembrava un principe…mi
sentii venire meno, ma mi feci forza e scesi dalle scale mantenendomi alla
ringhiera per evitare di cadere per via dei tacchi e per l’agitazione che
sentivo crescere sempre più, mentre con l’altra mano alzavo il lembo della gonna,
troppo lunga…Simona mi aveva conciata proprio per bene. Mentre scendevo nella
mia testa risuonava la canzone del nostro primo ballo insieme, sembrava proprio
la scena del cartone animato “La
Bella e La
Bestia”. Giunta dinanzi a lui, mi inchinai per prenderlo in
giro e Simona si mise a ridere. Robert alzò gli occhi al cielo e mi invitò ad
andare, salutammo Simona e ci chiudemmo la porta alle spalle pronti per vivere
intensamente quella serata. Non ci potevo credere quando me lo disse: aveva
intenzione di farmi fare il giro sul battello del Tamigi e cenare lì. Ebbi i
brividi, mi sentivo una principessa, era una cosa romanticissima e solo nelle
fiabe avevo visto cose del genere. Ma non era il posto, era il gesto, a me non
interessava la scatola, ma quello che c’era dentro, mi bastava stare con lui,
anche in una catapecchia starei stata così bene. Lo guardai con gli occhi
strepitanti di felicità e lo abbracciai “Grazie, grazie…ma non esagerare, io
non ho bisogno di tutte queste cose materiali, mi basta stare insieme a te…”,
mi zittì con un dito “Io sentivo di voler fare questo insieme a te, quindi non
protestare”, sentii il cuore pieno di gioia salirmi in gola. La mia vita stava
davvero cambiando, l’apatia delle settimane passate era solo un lontano
ricordo, lasciava il posto alla felicità.
Era tutto
bellissimo, il Tamigi di sera era qualcosa di indescrivibile, le luci
della
città riflettevano su di esso creando strane forme e colori, mi
misi a prua ad
ammirare sbalordita lo spettacolo che mi si presentava davanti, Robert
mi
raggiunse dopo poco, mi cinse le mani in vita e appoggiò la sua
testa sulla mia
e rimanemmo lì in silenzio a guardare quella meraviglia,
contorno perfetto per la
nostra prima uscita insieme. “E’ perfetto…ogni cosa
è perfetta…spero solo che
non sia un sogno...” sospirai senza rendermi conto che avevo
pensato ad alta
voce, Robert mi strinse più forte, poi mi girò verso di
lui, mi accarezzò i
capelli “Non è un sogno...” “Tu ed io...se non
è un sogno questo...” risposi
sorridendo, mi alzai sulle punte e gli sfiorai le labbra con le mie,
poi
poggiai la mia testa sul suo petto e mi misi in ascolto del suo cuore.
Robert
poggiò il suo mento sulla mia testa “Si, noi siamo qui
INSIEME…“ ”Insieme…”
replicai io, attraversata dal brivido di piacere che quella parola mi
procurava
“…tu sei il mio sogno, il mio tutto, ti può
sembrare sciocco, frettoloso, ma è
quello che sento. Ho desiderato questo momento dal primo momento che ti
ho
visto ed ora che è vero, mi sembra impossibile che stia
accadendo a me. IO
TI AMO E…NON NE POSSO FARE A MENO...non avere paura delle mie parole, non
mi aspetto nulla da te, voglio solo avere la possibilità di starti vicino fino
a quando tu vorrai...”. Dissi quelle parole tutte di un fiato, doveva sapere la
verità, ero troppo coinvolta e la sua reazione avrebbe dato una risposta ai
miei dubbi. “Ecco: gliel’ho detto…gli ho
detto che lo amo…sono folle…si…sono folle…perché…perché lo amo follemente, con
tutta me stessa…” “Margherita…” disse interrompendo il fluire dei pensieri “…io
non ho paura dei tuoi sentimenti, come devo fartelo capire? Quello che tu senti
ci accomuna più di quanto immagini: mi sei piaciuta subito per la tua
spontaneità, la tua timidezza, nessuno mi ha mai colpito come hai fatto tu…” mi
strinse di più a se poi continuò “…TI AMO…” alzai la testa di scatto e
lo fissai “...E NON NE POSSO FARE A MENO...”, sorrisi istintivamente,
gli saltai al collo e lo baciai più forte che potevo.
Ero incredula,
quello che stava accadendo lo avevo solo immaginato e invece ora faceva
parte
della mia vita reale; Robert stava rendendo meravigliosa la mia vita,
la
riempiva come mai nessuno era riuscito prima, bastava un solo sguardo
per
accenderci, avremmo potuto passare ore ed ore a guardarci senza
parlare. Mi
sembrava di essere una diciassettenne innamorata follemente ed infondo
era
proprio quello che volevo e che più mi mancava: poter vivere
sempre un amore
adolescenziale, quello che ti prende e non ti lascia respirare, ogni
gesto o
parola è un’emozione…
|
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Capitolo 10 *** Viaggio in Italia ***
Viaggio in Italia
Salve
a tutti,
sto
per postare un nuovo capitolo…non ho molto da dire, se non grazie alle persone
che continuano a seguirmi…
doddola93: grazie Dod!!! Sono contenta che le mie
parole ti arrivino e ti sembrino vere…lo ripeto per l’ennesima volta: c’è tutta
me stessa in questa storia…Eh si, io e Rob…:D…
Giulls: tranquilla tesoro, non sei in ritardo…grazie
per il sostegno…sto pensando a ciò che mi hai detto, ma continuo a credere che
per me sia tutto inutile…ma lasciamo stare la tristezza…
Scusate
la brevità dei ringraziamenti, ma non è proprio periodo…
Ps:
al momento richiesto, ascoltate questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=un3xDuaHOpE
Durante uno dei
nostri pomeriggi insieme, Robert ricevette la telefonata del suo manager che
gli comunicava che agli inizi di marzo, lui sarebbe dovuto partire per girare
il sequel del film, sarebbe andato prima in Italia e poi in Canada. A quella
notizia, il cuore mi si fermò: non l’avrei visto per mesi, avrei saputo reggere
un rapporto a distanza? Dovevo sapere cosa mi aspettava, ma fino a quel momento
non avevo avuto modo di pensarci, presa com’ero dalla sua costante presenza
nelle mie giornate. “Devi partire?” chiesi rattristata “Si, tra una settimana.
Andiamo in Italia, a Volterra,
per
girare alcune scene del film.” “Ok…”
calò il silenzio. Nessuno dei due aveva
programmato tutto questo e la situazione ci coglieva di sorpresa
“E così vai
nel mio paese…eh…” “Già…”
sospirò “…vieni con me!!!” esclamò
improvvisamente.
Inizialmente ero incredula, non credevo che me lo avrebbe mai
chiesto… “Mi
piacerebbe, ma non voglio crearti problemi, non voglio esserti di
intralcio.
Anche se sarebbe quasi ora di andare dalla mia famiglia e dai miei
amici, avevo
promesso che sarei tornata per un po’…”
“Esatto!” si alzò di scatto e mi prese
le mani “Vieni con me a Volterra per qualche giorno e poi vai
dalla tua
famiglia” quasi mi pregò con lo sguardo. Ci pensai un po’ su e mi resi conto che l’idea
non era poi così malvagia, avrei passato una settimana con lui sul set e una
settimana a casa e poi sarei tornata a Londra per i corsi; accettai la proposta
di Rob e avvertii subito la mia famiglia, non avevo ancora detto nulla di Rob a
casa, certo i giornalisti inglesi qualche volta ci avevano beccato insieme, ma
quelle notizie sarebbero rimaste in Inghilterra, ma dovevo pur dire loro che
ero fidanzata con un attore ed era anche giusto dirlo ai miei amici e
soprattutto alla mia migliore amica. Se non lo avevo fatto era per paura…temevo
che non potessero capire…
Fu una settimana
molto intensa quella precedente alla partenza, tra preparativi, prenotazioni,
permessi per la scuola sia di canto che di inglese. Fortunatamente tutti mi diedero
una mano, nella frenesia dei preparativi non avevo avuto modo di pensare al
dopo, al mio rientro a Londra senza di lui…mi ero imposta di non farlo, non
volevo rovinarmi un bel momento, ne tantomeno mi andava di rattristare gli
altri. Me la sarei cavata…in un modo o nell’altro…”forse…”
Partimmo per
Firenze di pomeriggio, arrivati all’aeroporto, i giornalisti ci assalirono,
fortunatamente ero mescolata insieme a tutti il resto del cast e nessuno notò
la mia presenza. Un bus ci portò a Volterra, un piccolo paesino racchiuso tra
le meravigliose colline toscane, adoravo quei posti, mi sentivo a casa. Erano
tutti stanchi e quindi ci dirigemmo verso l’albergo; io avevo voglia di uscire
a fare un giro, posai le cose nella stanza che condividevo con Robert e gli
dissi che sarei andata a fare una passeggiata. Dal borsone estrassi il secondo
libro della saga, “New Moon” e lo portai con me…presi a leggere la parte in cui
si parlava di Volterra e giunsi nella piazza con fontana descritta dal libro,
mi sedetti su una panchina e cominciai ad immaginare tutta la scena. Come
sempre, quei libri suscitavano in me strane sensazioni e mi sentii travolta
dalla storia dei due protagonisti. Tutt’ ad un tratto, ricordai che l’inizio
dei libro era triste: Edward lasciava la sua Bella, per proteggerla dal
pericolo che lui stesso rappresentava per lei e mi sentii soffocare dal dolore,
quasi per gioco, il mio ipod suonò “Never Think”, la canzone di Robert, una
canone perfetta per l’addio: lui invita la sua lei a salvarsi, a salvare la sua
anima e a dimenticare il loro amore.
Tornai in albergo
col cuore colmo di tristezza, sentivo come se ben presto quell’addio avrebbe
riguardato anche me. Arrivata in stanza, Rob dormiva già…infilai di corsa il
pigiama e mi misi a letto. I miei movimenti probabilmente svegliarono Robert
che si avvicinò piano e si scorse per vedere se ero sveglia. Lo vidi e abbassai
gli occhi, avevo pianto tanto e temevo se ne accorgesse. Lui mi accarezzò il
volto e mi baciò la guancia, poi mi chiese come fosse andata la passeggiata “Bene,
ho visto la piazza descritta dal libro e mi sono seduta sulla fontana ad
ascoltare un po’ di musica…” “Brava. Cos’ hai ascoltato?” tentennai, non sapevo
cosa dirgli esattamente “Beh, ho ascoltato varie cose, tra cui la tua canzone...”gli
si illuminò il viso “Ti piace?” che domanda sciocca, certo che mi piaceva,
tutto quello che lo riguardava era per me fonte di piacere, d’amore, di
passione e anche di dolore… “Si, molto. Mi trasmette delle emozioni
indescrivibili…”, Rob si alzò di scatto dal letto, corse verso l’armadio e
scavò tra le sue cose, poi tornò a letto con la chitarra. Tutto sorridente e
soddisfatto si sedette vicino a me e cominciò a suonare qualcosa. Di primo
acchitto non capii, poi le parole della canzone mi risvegliarono: stava
cantando “Never Think”…dal vivo era ancora più sconvolgente ed era eccezionale
vedere Rob cantare con tanta intensità, sentiva molto quella canzone. Non potei
resistere e mi commossi. Terminato di suonare, Rob riaprì gli occhi e vide le
mie lacrime, sobbalzò, posò la chitarra sul letto e mi si avvicinò “Perché
piangi? Ho fatto qualcosa di sbagliato?” “No, no!!!” dissi subito “Non sei tu,
è la canzone che mi fa questo effetto. È veramente bellissima, ma mi fa
piangere, perché parla di un addio sofferto, non voluto, ma necessario. Solo
chi ama senza condizioni può scrivere delle parole così profonde…" lui mi
guardava inizialmente attonito, poi capì, mi sorrise e continuai a parlare “…anche
prima in piazza ho pianto come una stupida. Oh Rob…” e lo guardai, lui ricambiò
il mio sguardo… nessuno dei due parlò, presi la sua mano e la posai sulla mia
guancia, chiusi gli occhi, Rob si avvicinò, prese il mio volto tra le mani, mi
fissò diritto negli occhi per un momento interminabile e poi mi baciò.
Passai la mattinata
ad osservare la troupe che organizzava il lavoro, quando poi lo vidi arrivare
nei panni di Edward trasalii…era come tornare indietro di qualche mese, quando
al cinema lo vidi apparire sullo schermo la prima volta…un colpo al cuore
micidiale che ne fermò la circolazione di botto per poi riprendere a battere
più forte di prima, pompando il sangue nelle vene con un’irruenza estremamente
preoccupante. Avevo la tachicardia, tremavo…proprio come allora…rivedevo
l’origine di tutto davanti ai miei occhi…Rob si avvicinò con passo lento e
goffo, come suo solito…”Come ti sembro? Sono simile all’Edward del primo film?”
“Sei perfetto…” come sempre…perfetto per me…il mio amore incondizionato per lui
annullava qualsiasi difetto, ammesso che ne avesse…
Lui sorrise e si
diresse verso Kirsten…fu una giornata lunga, le riprese continuavano senza
sosta, vederlo abbracciare Kirsten era fastidioso, ma sapevo che stava facendo
il suo lavoro e lo faceva benissimo. Era un attore straordinario, seppe
interpretare benissimo il dolore di Edward e la sua gioia nel rivedere la donna
della sua vita, Bella, sembrava davvero che provasse quei sentimenti. Lo
ammiravo da ogni punto di vista, era così umile, vero, spontaneo che non si
poteva fare a meno di amarlo…
Dopo la cena col
cast, Robert ed io filammo diritti in stanza, entrambi non eravamo amanti della
vita mondana, due perfetti pantofolai, ci vedemmo un dvd. Io mi addormentai
poggiata con la testa sulle sue gambe; mi risvegliai alla fine del film, Robert
era lì che mi guardava e mi accarezzava piano la testa, mi voltai verso di lui e
mi stiracchiai “Hai dormito per tutto il film, era noioso?” “No, sono solo un
po’ stanca. Certi ritmi frenetici non fanno proprio per me” e sbadigliai. Mi
alzai piano e mi sedetti accanto a lui con le gambe incrociate “Ora però il
sonno è sparito…” sorrisi “Dai facciamo qualcosa…o ora sei tu che vuoi
dormire?” “No, non sono stanco, tranquilla” e fu lui a sorridermi, mi persi nei
suoi splendidi occhi e mi sentii come in trance. Senza accorgermene gli stavo toccando
i capelli, piano, piano il mio dito scese lungo il suo volto, gli sfiorai leggermente
le labbra e lui sospirò chiudendo gli occhi. Fino ad allora non avevo mai dato
tanto importanza al contatto fisico con le persone, lo consideravo secondario,
qualcosa che minava la purità di un rapporto, ma con Rob anche questo era
diverso. Lui era in grado di suscitare in me sensazioni e desideri mai provati,
proibiti, la sua vicinanza mi mandava in ipervenitilazione, proprio come
succedeva a Bella con Edward: smettevo di respirare e non me ne accorgevo…cosa
avrei pagato per sentirlo ancora più vicino e quasi come se avesse letto nel
mio pensiero, si avvicinò, poggiò la sua fronte sulla mia, naso e naso, occhi
dentro occhi, inspirammo nello stesso momento e poi con una delicatezza inumana
mi baciò. Il bacio era diverso: si fece pian, piano sempre più ardente, in men
che non si dica mi ritrovai avvinghiata a lui, con le mani strette ai suoi
capelli e le sue mani mi stringevano fortissimo a lui. Ci fermammo un attimo
per riprendere fiato, ci guardammo, avevamo l’affanno, ma questo non gli impedì
di sorridermi come solo lui sapeva fare e mi fece mancare ancora una volta il
fiato. “Tu non sai quanto ho desiderato questo momento” mi disse, ero
sconvolta, sentii di perdermi in quel fiume di parole “Tu non sai quanto io ho
desiderato provare delle emozioni così forti” ci accarezzammo il volto con
forza, ma allo stesso tempo con tenerezza travolti dalla passione che ci
avvolgeva.
Non proseguimmo…ci
fermammo ad un passo dal fare l’amore…capimmo entrambi che era presto, anche se
lo volevamo fortemente, mi chiese scusa per averci provato, era la tenerezza
fatta persona…gli spiegai come la pensavo a riguardo e fui lieta quando mi
disse che mi apprezzava; mi accarezzò il viso e mi disse “Non sai quanto ti
desideri…ma ti rispetto e voglio farlo quando sarai pronta…mi fa star bene il
solo averti accanto…” quelle parole mi fecero tremare per l’emozione, il cuore
si fermò…io non è che non lo desiderassi, non volevo che pensasse questo, non
ero vergine, ma con lui era tutt’un’altra storia… “Oh Rob grazie, sei davvero
un tesoro…credimi se ti dico che anche io ti desidero ardentemente e non mi era
mai successo, se potessi non mi staccherei da te nemmeno un attimo…non hai idea
del tormento che mi provochi dentro…come posso farti capire quanto ti amo?” lo
vidi arrossire, era impacciato e ancora non capisco come mi siano uscite quelle
parole, quando stavo con lui perdevo totalmente il controllo di me
stessa…”Marghe, non hai bisogno di farmi capire nulla…mi basta guardarti negli
occhi per capire ciò che senti. Sono io che dovrei imparare ad esprimere meglio
i miei sentimenti. Io so solo che ti amo e ti ringrazio perché per la prima
volta posso amare senza paura di essere abbandonato o usato” aveva queste
paure? Come poteva? Lui era tutta la mia vita, senza di lui non conoscevo
storia.
Passammo tutta la
notte distesi sul letto abbracciati a giocherellare con le mani, i capelli…al
contatto la nostra pelle vibrava, emetteva una melodia meravigliosa: la melodia
del nostro amore…mai avrei pensato di poter essere così felice come in quel
momento.
“Piccola mia…dormivi e
non ho voluto svegliarti...scusami…sono andato sul set, fai con calma e
raggiungimi appena puoi. Anzi cerca di fare quanto prima, non posso stare
lontano da te…stanotte è stato bellissimo…è successo tutto e niente…averti
accanto è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Ti amo. Tuo Rob”
Piangevo, piangevo
come una bambina che aveva appena ricevuto una sorpresa…”Oh Rob, non ti rendi
conto di quanto la mia vita sia legata inesorabilmente alla tua…non potrò mai
vivere senza di te…” mi strinsi nelle lenzuola…poi mi alzai di scatto e mi
preparai per andare da lui…
Giunsi sul set una
mezz’ora dopo, stavano ripetendo le ultime battute prima di riprendere a
girare. Lo vidi in lontananza, era poggiato al muro e leggeva il suo copione,
era concentratissimo, adoravo la serietà che metteva nel suo lavoro, si vedeva
quanto lo amava…non mi avvicinai, non volevo interromperlo…ma Kirsten mi corse
incontro chiamandomi “Marghe, Marghe!!!” agitava la mano in segno di saluto…eh
già, Kirsten mi cercava, diceva che le ero simpatica e che mi vedeva bene con
Robert…
Il set era in
subbuglio, la pausa era sempre momento di caos, Kirsten si avvicinò a me
imbarazzata, fino ad allora non avevamo avuto modo di parlare a lungo “Ciao
Marghe” “Ciao Kirsten” silenzio…”Allora come ti sono sembrate le prime riprese?”
“Perfette, mi siete piaciuti tantissimo” si sciolse in un sorriso. Era una ragazza
tanto timida e dolce “Beh non sono affari miei lo so, però…beh tu e Rob, eh?”
“Già…io e Rob…” e arrossii “Lui è un ragazzo dolcissimo e tu sei come lui,
siete perfetti insieme…” disse, non pensavo che potesse dirmi certe cose,
credevo di non esserle molto simpatica, infondo le avevo rubato lo spasimante.
Giorno dopo giorno scoprii quanto Kris fosse una ragazza in gamba, simpatica,
parlavamo tantissimo, organizzavamo le uscite. Stavamo diventando buone amiche…>>
“Ehi Kirsten,
tutto ok? “Si, si. Mi sono preoccupata quando non ti ho vista sul set stamane,
credevo fossi partita senza salutarmi” “Non potrei mai farlo. Ho dormito un po’
in più stamane…” arrossii al pensiero della sera prima…“Rob è lì “ e me lo
indicò “Si, si l’ho visto” lui mi guardava, aveva gli occhi che gli brillavano,
mi sorrideva: era contento di vedermi…ed io di vedere lui…Avvertivo un certo
imbarazzo, infondo la sera prima eravamo stati vicini più del solito…”Oddio mi tremano le gambe…”. Nel
frattempo si era avvicinato, mi accarezzò il viso “Ciao…” disse “Ciao” risposi
abbassando gli occhi “Ahhhh non riesco a
reggere il suo sguardo…” “Ben svegliata dormigliona!!!” mi scompiglio i
capelli mentre rideva di gusto, risi anche io e così facendo alzai lo sguardo e
mi ritrovai ad incrociare il suo, mi bloccai, imbarazzo puro…si fermò anche
lui, si avvicinò e mi abbracciò, non disse nulla…bastava quello…
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Capitolo 11 *** Lui, gli amici e tutto il resto... ***
Lui, gli amici e tutto il resto...
Salve
a tutti,
sono
di nuovo qui a rompervi con un nuovo capitolo di questa fan fiction…ci tengo
molto a ringraziare chi la sta seguendo assiduamente e chi l’ha inserita tra
quelle preferito, mi spiace solo che qualcuno l’abbia eliminato, sono
mortificata se vi ho delusi…
Ringraziamenti:
Giulls: grazie!!! È la sola parola che mi viene in
mente ora…non voglio farti arrabbiare, né tantomeno voglio che tu smetta di
sognare, ma c’è di meglio e tu lo sai!
Beh
la frase “è successo tutto e niente” mi è venuta fuori spontaneamente, quando
ho scritto questa storia ero un tutt’uno con i personaggi e certe espressioni
quando le rileggo, mi sembrano così strane eheh, non ricordavo neanche di
averle scritte…è bello sapere che nonostante tutto, la storia ti piaccia…
“Adoro questa storia, adoro Marghe e Rob e
adoro te...tu dici che non è vero, ma sei brava e non lo dico solo perché sei
mia amica, lo dico perché lo penso davvero :) ti voglio bene Marghe e quindi
voglio ripeterti una cosa: non smettere di scrivere, hai un dono tu..sai
esprimere le tue emozioni al meglio. certo, forse non sarai una stephenie meyer
(come credo nessuno qui) ma sei comunque una ragazza di GRANDE talento! non mi
stancherò mai di dirtelo... e se ti sentirò ancora dire che non hai talento o
che vuoi smettere di scrivere...vengo a tirarti le orecchie!” grazie per l’incoraggiamento Giù, sei un
tesoro…probabilmente non smetterò mai di scrivere, però terrò per me le mie “fantasie”,
qui ho letto delle ff (tra cui la tua) che sono scritte in modo divino,
accurato e perfetto, ho molto da imparare o semplicemente non è cosa per me…un
giorno lo capirò…ma comunque, in ogni caso, so che ci sono persone come te, che
almeno un po’ credono in me e questo mi lusinga…Tvb…
Fairwriter: mi ero preoccupata quando ho notato l’assenza
della tua recensione nel capitolo precedente, pensavo non ti fosse piaciuto (e
se così fosse chiedo scusa). Sono contenta che questo chappy sia di tuo
gradimento e sono lieta che il personaggio di Marghe ti piaccia…infondo sono io…
Mi
auguro che il prossimo capitolo, non ti deluda…
Daydre4mer: ammetto che mi è dispiaciuto non leggere la
tua recensione, ma so cosa pensi della storia, quindi capisco che se non l’hai
commentato è perché non hai potuto…infondo dove sai tu, sono piena di tuoi
commenti bellissimi e commoventi e ammetto che spesso li leggo…
Stef
come devo dirtelo che sono io che adoro te?!? Sei la persona che più di ogni
altra mi ha capita perfettamente, senza aver bisogno di sguardi o di parole…sei
arrivata nel profondo e hai tirato fuori quello che sono ed è assurdo,
soprattutto se penso che non ci conosciamo…nella vita ho avuto una grande
amica, ma lei non è mai andata così a fondo come hai fatto tu…grazie Stef…Tvb…
E
ora passiamo al capitolo…un po’ triste se vogliamo, ma tratto un argomento a
cui tengo in modo particolare, anche se ne sono delusa…
Ps:
la Daniela
della ff esiste sul serio e la storia dell’esame di Psicopatologia è vera…buona
lettura…
Tre giorni più tardi
Il momento delle
separazioni giunse troppo in fretta…”Beh ci vediamo tra qualche mese?” chiesi
con amarezza “Se tutto va come deve andare, direi che nel mese di giugno avremo
una pausa e tornerò a casa…”…giugno…mentalmente cominciai a fare già il conto
alla rovescia e pregai che tutto andasse come doveva…”Saranno i mesi più lunghi
di tutta la mia vita…” “Odio provocarti questa sofferenza…se solo tu potessi
restare qui con me…” “No, Rob, è giusto così…ognuno deve inseguire il proprio
il destino ed io vado incontro al mio…ho gli esami del corso tra breve e se
riesco vorrei dare anche qualche esame della specialistica, da quando sono a
Londra non ci sono ancora riuscita e non voglio restare troppo indietro
rispetto alle mie amiche. Ho voglia di studiare, di finire questo percorso per
cominciare a lavorare, dopo tanti sacrifici dovrò pur realizzarmi, no?”, annuì
in segno di approvazione…Fu tutto
tristissimo, Kirsten mi salutò prima che Rob mi accompagnasse all’aeroporto “Mi
prometti che ci rivediamo presto?” mi disse “Si, promesso. Ma tu promettimi che
verrai a trovarmi, sei sempre la benvenuta.” Ci abbracciammo…in quel momento avvertii
una fitta al cuore, temevo che non l’avrei mai più rivista e l’idea mi rendeva
triste.
Durante il
tragitto per l’aeroporto, io e Rob non dicemmo una parola, ci tenevamo stretti
per mano, una stretta diversa dal solito, avvertivamo entrambi le stesse
sensazioni: tristezza, ansia, paura…non volevamo separarci…oramai lo sapevo…lui
mi amava e soffriva come me all’idea di dover stare lontani così a lungo…
“Stai attenta,
chiamami quando arrivi…” “Stai tranquillo…Robert…” lasciai cadere il discorso,
mi sentii pervarsa dalla malinconia, alzai la testa e avevo già le lacrime agli
occhi. Dopo tre secondi stavano già solcando il mio viso “Mi mancherai…”
singhiozzai “…mi mancherai tanto…” “Mi mancherai da morire…” disse lui…e mi
abbracciò forte, fortissimo come fosse l’ultima volta…
Per tutto il
viaggio non feci altro che pensare al nostro saluto…troppo
triste…piangevo…andai per prendere un fazzoletto dalla borsa e mi ritrovai tra
le mani un bigliettino…aveva il suo profumo, lo aprii e lessi…le lacrime
ricominciarono a sgorgare dai miei occhi…
“Marghe,
mia piccola tenera Marghe…hai reso la mia vita migliore e ora che sei partita,
ti sei portata via una parte di me…non perderla…fa parte di me…di te…di NOI…non
vedo l’ora di rivederti, mi manchi già da morire…Ti amo, cerca di non
dimenticarlo…Tuo per sempre. Rob”
Era l’amore della
mia vita e non avrei permesso a nessuno di portarmelo via “Rob, non ti
dimenticherò mai…come potrei…mi manchi…cavolo quanto mi manchi…!!!” strinsi a
me il biglietto…se avessi potuto avrei fatto fare all’aereo retro front…ma non
potevo, non era giusto…
Arrivo a casa
Mi stavano
aspettando tutti all’aeroporto di Napoli, me li trovai in un batter d’occhio
tutti addosso, contenti di rivedermi…io vivevo sentimenti contrastanti, ero
felice di rivederli, ma mi sentivo a pezzi senza Rob…”Ma come a mamma, il tuo
boy non è con te?” “Mamma ha le riprese del film quante volte te lo devo
dire!!!” dissi controvoglia. Già…avevo detto a mia madre di Robert durante una
delle nostre telefonate…
<
“Marghe ma non mi
hai detto ancora perché sei a Volterra” “Ma mamma quante volte devo parlare?
Dei miei amici attori mi hanno invitato sul set. Stanno girando il sequel di
Twilight, ricordi il film e i libri?” “Ah si, si.” “In più ho da dirti una
cosa, ma stai tranquilla…” “Come posso stare tranquilla??? Quando fai così è
sempre perché è successo qualcosa di brutto.” “No, mamma…stavolta è una cosa
bella “ “Anzi stupenda” pensai “E
allora che aspetti a dirmela” “Beh uno degli attori…è il mio…fidanzato” “Stai
con un attore? Una comparsa?” “Ehm no mamma…è l’attore protagonista…Robert
Pattinson…ricordi tutti i miei poster, le foto di quel bellissimo ragazzo?” “Oh
a mamma, sei fidanzata con lui?Sei sicura di quello che fai?” “Non sono mai
stata tanto sicura in tutta la mia vita.” “Ok, tesoro, mi fido di te lo sai.
Spero che ti tratti bene…” “Tranquilla, lui è dolcissimo, tenerissimo e ci
tiene a me…”>>
“Margheeeeeeeee”
una voce si distinse dalle altre, la riconobbi subito, era la mia Dany
“Danyyyyy” ci abbracciammo piangendo…”Quanto mi sei mancata!!!” le dissi, era
vero…mi mancava la sua compagnia, la sua voglia di vivere, il suo volermi bene,
la sua costante presenza nella mia vita…l’università ci aveva permesso di
conoscerci e ci eravamo giurate che mai niente ci avrebbe divise…mai…le volevo
un gran bene, era come una sorella, anzi di più…
Rivedere tutti
quei posti, così familiari, mi fece bene, per un po’ mi
rilassai, non pensai a
nulla…sobbalzai solo nel momento in cui mi ricordai di accendere
il cellulare per
telefonare Rob “Pronto?” “Rob, sono arrivata, sono in
viaggio verso casa” “Ah
finalmente, mi stavo preoccupando” “Scusa, scusa, ma qui mi
sono tutti saltati
addosso e non ho capito nulla…ah approposito…”
“Dimmi…” “Grazie per il
biglietto…” “Non devi ringraziarmi, lo sai che mi
piace scrivere, riesco ad esprimermi
meglio” “Si, lo so…” “Ora devo andare,
mi chiamano dal set. Ci sentiamo in
serata, ok?” “Ok…buone riprese…”
“Grazie…Marghe?” “Dimmi…”
“Rileggi spesso quel
biglietto…” “Lo farò…è quello
che mi resta di te ora…fino a giugno lo consumerò
a furia di leggerlo” ridemmo entrambi “Ora vado.
Ciao…” “Ciao…”.
Daniela mi
guardava sconvolta “Dany che c’è?” “Marghe hai acquisito una buona padronanza
della lingua inglese” “Il corso funziona, poi a furia di sentire tutti parlare
inglese ti devi abituare a comprenderli e parlarlo, altrimenti non sopravvivi…”
“Ah si, diciamo poi che hai anche un maestro personale…” accentuò la parola
“personale” facendomi arrossire “Dany…finiscila…” “Ma dai scherzo! Approposito
del tuo maestro…ehm di Robert…ho qui un giornale di qualche mese fa con una sua
intervista, ho pensato di conservartelo…” “Oh grazie Dany”.
"Mi
piacciono le ragazze che hanno carattere. Ho bisogno che la ragazza che mi sta
accanto emani energia e forza e che sia sicura di se stessa. Quando un giorno
la troverò le scriverò centinaia di lettere d'amore. Adoro scrivere ciò che
sento. E' il modo in cui esprimo i miei sentimenti.” Mi sentii un
groppo in gola…era vero…lui preferiva scrivere, lo aveva detto anche a me…: e a
me aveva scritto due bigliettini…potevano equivalere ad una lettera d’amore? Se
si, voleva dire che aveva trovato la ragazza giusta? Ricordai che in un’altra
intervista lui aveva detto che se si fosse innamorato sul serio, sarebbe stato
un ragazzo romanticissimo…non ricordo un solo istante che non lo sia stato con
me…il pensiero che io potessi corrispondere al suo ideale, mi riempiva di
orgoglio e di gioia…
Arrivata a casa, corsi a fare una doccia e mi gettai sul letto, ero
stanchissima e mi addormentai.
La settimana trascorsa a casa, la passai ad organizzare gli esami con
Daniela, cercando di far conciliare le date con i voli dell’aereo; la sera
uscivamo oppure optavamo per la pizza a casa di qualche amico o amica e visione
di un film. Non era cambiato nulla da quando me n’ero andata, era come rivivere
nel passato, quella che era cambiata ero proprio io. Quei giorni mi servirono
anche per riscoprire la mia amicizia con Daniela…mi era mancata davvero tanto,
ero stata troppo presa dalla mia apatia e dalla mia ossessione per Rob per
rendermene conto…il mio egoismo mi aveva portato ad allontanarmi da tutti e
soprattutto da lei, non mi rendevo conto del male che le facevo…mi giurai che
non l’avrei più fatto “Marghe basta scusarti, non hai fatto niente di male. Mi
dispiaceva che partissi, temevo che non riuscissi a superare la tua crisi…ma
ora guardati” e mi indicò “…stai benissimo, sei…bellissima!!! Hai una luce
negli occhi che non ho mai visto, quel ragazzo ti fa bene ed io che ti voglio
un bene dell’anima non posso che esserne contenta!”, la strinsi fortissima a
me…non avrei più permesso che un mio capriccio mi dividesse da lei…
< 12 settembre 2006: esame di Psicopatologia dello sviluppo.
“Madò che ansia. Quest’esame mi sta stressando da un mese, non ricordo
più nulla. Uff, ma chi me lo ha fatto fare di venire qui oggi?!?”
Arrivata in aula, c’erano già alcune ragazze, eravamo in poche rispetto
ai prenotati. Dietro di me era seduto un gruppetto di amiche, inevitabile
mettersi a parlare dell’esame, eravamo tutte accomunate dalla paura. Tra di
loro c’era una ragazza, Daniela, piccolina, castana, timida. Mi ispirò subito fiducia…
Qualche mese dopo
Oramai passavo le mie giornate sul forum dell’università, nonostante ci
fosse un computer a dividerci, sentivo un legame speciale con quelle ragazze,
non le conoscevo di persona ma passavamo ore ed ore a chiacchierare, in
particolare con una ragazza, ItaliDelfi (Nickname). Un giorno parlando in chat,
guardando la mia foto mi disse “Marghe ma noi ci conosciamo!” “Ah si? E chi
sei?”, mi mostrò la sua foto e wow mai avrei pensato che fosse la Daniela dell’esame di
Psicopatologia.
Forti del legame che tra di noi era nato, ci incontrammo più volte
all’università e tutte insieme ci divertivamo come matte a trascorrere le
giornate sul terrazzo a parlare del più e del meno o semplicemente a ridere e
scherzare. Era da tanto che non mi sentivo così spensierata e soprattutto ero
felice di aver conosciuto Daniela, le volevo troppo bene e speravo che lei se
ne potesse rendere conto quanto prima. È stata sempre presente nei momenti
belli e brutti, mi ha sopportata, supportata nonostante i suoi mille problemi.
Siamo diventate amiche, grandi amiche e insieme abbiamo scelto la stessa
specialistica e questo ci ha unite ancora di più.
È arrivata nella mia vita in un periodo difficile, non credevo più
nell’amicizia, ne ero delusa…quel settembre 2006 aveva rappresentato la fine
dell’amicizia con Ilaria…un’amicizia nata tra i banchi di scuola e durata sette
anni…avevo perso il perno principale della mia vita…tutto ruotava intorno a
quel sentimento e quando è venuto meno, mi sentii sprofondare nel baratro della
solitudine. Col tempo imparai che nonostante gli errori stessero da entrambe le
parti, era giusto così…quando un vaso si rompe, rimettere insieme i cocci è
difficile e anche se si riesce a farlo, quel vaso non sarà mai più come
prima…MAI…>>
“Parti per Pisa?” chiesi sbalordita “Si, il mese prossimo…Anto ha trovato
lavoro là e lo raggiungo, lì ci sono più possibilità di trovare aziende che
accettino di farmi lavorare. Lo sai qua da noi, il sociale anche se dovrebbe
essere un settore molto sviluppato, viene sottostimato.” “Certo…lo so…” un
colpo al cuore…questa volta sarei stata io a perdere lei…ma infondo anche io
ero andata via e non era giusto fermarla…ci volevamo davvero bene e nulla
avrebbe scalfito la nostra solida amicizia. Lei era felice, entusiasta di
partire ed io non avevo intenzione di fermarla…aveva diritto di vivere la sua
vita…sapevo che la lontananza avrebbe rafforzato il nostro rapporto.
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Capitolo 12 *** Compleanni con sorpresa... ***
Compleanni con sorpresa
Salve
a tutti,
la
rompiscatole è di nuovo qui per scocciarvi con un altro dei suoi capitoli…sarò
velocissima, come al solito, perché sono piena di cose da fare…non riesco a
trovare un momento per me uff…ma questo a voi non interessa…:D
Ringraziamenti:
doddola93: capolavoro??? No, mi sa che non me ne rendo
conto eheheh, ma dici sul serio? Sono commossa e imbarazzata…grazie dod!!! Mi spiace
per la dipendenza che ti ho procurato eheheh, ma dall’altro lato, sono felice
che la storia ti piaccia…
daydre4mer: ed eccola la mia adorata Stef…tesoro mio,
sono io che adoro te!!! E basta!!! Probabilmente non smetterò mai di scrivere,
il però c’è sempre, ormai mi conosci bene!!! Tu però non smettere mai di
leggere e di dirmi che ne pensi, anche se fa schifo!!! Baci…Tvb…
fairwriter: no, non le comando a bacchetta le emozioni…qui
trovi tutto ciò che ho provato immaginandomi in questa situazione, sono
emozioni vere, non c’è dubbio su questo! Il fatto che vi arrivino è importante
per me…Beh la parte su Daniela è importante per me…voglio molto bene a questa
persona e spero che il tempo ci aiuti a rafforzare di più il nostro rapporto…lei
è davvero una persona stupenda!
Prometto
che non insinuerò più che non ti piacciono i miei capitoli, tu però la prossima
volta recensisci eheheh…
Ps:
appena ti connetti ti ricorderò che mi devi dire una cosa…
Ed
ora vi lascio al capitolo…se potete al momento opportuno,
riascoltate questa canzone, anche in questo capitolo, mi ha guidata con
amore...: http://www.youtube.com/watch?v=j5Cvq416zuQ
La settimana volò, arrivò il momento di ritornare a Londra…il ritorno che
tanto avevo temuto…
Arrivai a Londra di sera, scesa dall’aereo mi guardai intorno e risi nel
ricordare come mi sentivo spaesata la prima volta che ero stata lì, ora invece
mi sentivo a casa…
“Adesso ti siedi e mi racconti tutto quello che avete fatto!” esordì
Simona appena entrai nell’appartamento “Ma tu non cambi mai, eh? Sempre
impicciona sei” le feci una pernacchia “E tu sei la solita riservata” disse facendomi
la linguaccia…poi ridemmo e ci abbracciammo. Ero tornata alla mia vita di sempre, a volte mi sentivo come agli inizi
del mio soggiorno a Londra, avvertivo ogni giorno di più la sua mancanza… Contavo i giorni che mi separavano dal rivederlo…fortuna volle che le
riprese procedessero bene e quindi a giugno sarebbe tornato da me…
Nel frattempo sostenni l’esame del corso di Inglese, ottenendo il massimo
dei voti…e chi l’avrebbe mai detto che avrei imparato così bene una lingua che
prima detestavo e che ora mi permetteva di dialogare con l’uomo della mia vita?
Maggio 05/05: il mio
compleanno
Mi svegliai presto quella mattina, nonostante il corso di inglese fosse
finito da qualche giorno, non avevo perso l’abitudine di essere mattiniera. Mi
alzai, feci colazione, mi vestii e mi misi a sistemare la camera. Simona era
uscita, doveva fare delle commissioni, almeno questo mi aveva detto la sera
prima dopo aver ricevuto una telefonata strana <<”Domani probabilmente al tuo risveglio non sarò in casa. Ho da
fare delle commissioni urgenti.”>>
Quel giorno compivo gli anni, ma non avevo tanta voglia di festeggiare,
avevo paura di crescere...24 anni erano troppi…dopo i 18, inevitabilmente gli
anni erano volati e temevo di diventare troppo grande per vivere certe emozioni
o esperienze…temevo di non essere pronta ad affrontare le mille difficoltà che
la vita mi riservava…non ci fu verso però di convincere i miei amici a non fare
feste “Ma non esiste che non
festeggi...ci pensiamo noi a te” avevano detto…sospirai, mi aspettava una
lunga giornata.
Ad un certo punto, i miei pensieri vennero interrotti dal suono del
campanello “Chi è?” “Il fioraio, ho dei fiori per la signorina De Gregorio” dei
fiori per me? Aprii con ansia la porta e mi ritrovai davanti un mazzo enorme di
rose rosse, bianche e gialle. Le poggiai sul tavolo, guardavo incredula quello
spettacolo eccezionale di colori e profumi…analizzando bene notai un
bigliettino...
“Auguri di buon compleanno Piccola
Mia…sono lontano, ma non potevo dimenticarmi del tuo compleanno. Ti penso
sempre, trascorri questo giorno nel miglior modo possibile, io sarò accanto a
te…in un modo o nell’altro…Ti Amo…Tuo Robert…”
Mi si fermò il fiato…mi diedi uno strattone e corsi in camera a prendere
il cellulare, digitai in fretta e furia il numero “Rob…” “Ehi Piccola…” non gli
diedi il tempo di proseguire “Ho ricevuto i tuoi fiori, sono meravigliosi,
grazie” “Non mi devi ringraziare, è il minimo che possa fare da qui” “Non è il
minimo…è tutto…per me è tutto, grazie, grazie davvero…”
Misi i fiori in un vaso pieno d’acqua, ammirarli era un piacere…Simona
non fu sorpresa nel vederli, sorrise e farfugliò qualcosa che la mia piccola
mente imbambolata non riuscì a percepire “Hai detto qualcosa?” “No, no…” rise
sotto i baffi. Mah non capivo cose le stesse passando per la testa. Cominciò a
farmi la testa piena come una mongolfiera parlando di come aveva organizzato la
serata, di come ci dovevamo vestire, di chi sarebbe venuto. Sbuffavo, ero
sofferente, l’unico che avrei voluto vedere in quel momento era Rob…
“Avete affittato il locale? Ma siete matti!!! Chissà quanto vi è
costato!” urlai a Simona, Edward, Stephanie, Tom e Eric quando arrivammo
davanti al locale dove si sarebbe tenuta la festa “Marghe, ma quanti problemi
ti fai? Ho conoscenze io che ti credi” ammiccò Tom, ero furiosa non mi piaceva
che si spendessero soldi per me, mi imbronciai “E dai…” disse Edward “facci
contenti…” “ eravamo tutti entusiasti di festeggiarti!” aggiunse Stephanie…mi
guardavano imploranti…in questo ero simile a Bella, non amavo essere al centro
dell’attenzione, ma di fronte a quegli sguardi invocanti perdono, non potevo
che cedere “Eh va bene. Ma è l’ultima volta che fate di testa vostra!” non mi
ascoltarono proprio, erano troppo intenti a saltellare per la gioia.
Entrammo nel locale, il proprietario ci accolse calorosamente e ci invitò
ad andare nella sala prenotata: stupore
questa fu la sensazione dominante. La sala non era grandissima, ma era tutta di
legno, qualche quadro appeso alla parete, sedie e tavole di legno, alla sinistra
un apparecchio musicale, luci soffuse e candele sparse per la sala. Entrai
piano, mi voltai sulla sinistra e su un lungo tavolo vidi due enormi mazzi di
rose, simili, ma che dico identici a quelli che mi aveva inviato Robert quella
mattina. “Simo, ma quei…quei fiori…” rise di gusto…continuavo a non capirci
niente…non avevo molti amici lì a Londra, quindi saremmo stati noi cinque e mi
chiedevo a cosa servisse una sala intera solo per noi.
Il proprietario mise un po’ di musica, preparò dei cocktail e qualche
stuzzichino.
Bevevo con gusto il mio cocktail, quando avvertii una forte fitta al
cuore, mi tremavano le gambe, mi girava tutto…quella musica stava appannando i
miei sensi…ancora una volta quella canzone…la canzone del ballo…rividi tutta la
scena davanti ai miei occhi e mai come in quel momento sentii la mancanza del
mio amore…
“Che ne dici di ballare?” chiese Eric “Proprio
su questa canzone devo ballare? È mia e di Rob…che faccio?” . “E dai non
farti pregare, non te ne pentirai, vedrai” mi fece l’occhiolino “Ok…ma solo un
po’…”. Cominciammo a volteggiare lentamente, tra gli sguardi ridenti dei nostri
amici. Ero in soggezione…ad un certo punto, sentii una mano sulla mia spalle, non
so perché ma non mi voltai, poi una voce calda parlò “Eric direi che ora basta
ballare con la mia donna. Non ne approfittare troppo, ora tocca a me!”
Panico,
tachicardia, sudore freddo…”Non può
essere…”,
con gli occhi sbarrati mi girai: giuro che mi sembrò di vedere
una luce forte circondare quella che sembrava una visione…Rob
era davanti a me
e mi stava tendendo la mano…sorrideva…”Mi
concederesti questo ballo?”, poi si
rivolse a qualcuno, non so chi, ero troppo impegnata a guardarlo
“Può rimettere
questa canzone, per favore?”. Gli concessi le mie mani, senza
accorgermene, il
mio corpo si era proteso verso di lui in modo naturale, un richiamo
magnetico.
Continuavo a guardarlo stupida, incredula “Perché mi
guardi così?” “Sto
cercando di capire se sei vero o no?” rise di gusto
“Perché ora esiste anche
Robert Pattinson finto? Marghe sono io in carne ed ossa. Non potevo
mancare in
un giorno così importante. Il regista mi ha concesso di tornare
a Londra per un
giorno. Sono partito tardi, temevo di non farcela in tempo per questo
ho
telefonato a Simona ieri sera e le ho chiesto di fare qualche
commissione per
me” ammiccò…ecco spiegati tutti quei
misteri…”…ed ora eccomi qui, vicino a
te…non vedevo l’ora di poterti stringere a me…mi
sei mancata tantissimo…”, il
mio cervello non voleva proprio decidere a connettersi,
d’altronde avrei dovuto
esserci abituata, lui mi faceva sempre quest’effetto. “Io
non ho parole…come
posso ringraziarti per tutto questo? Sai sempre come fare a
sorprendermi…io,
io…non so che dire…” “E non dire
niente…” mi strinse forte a sé “Ti amo”
dissi
“Non avevo bisogno di sentire altro…” e mi
baciò.
A fine serata, temevo di dovermi separare di nuovo da lui “Non vado da
nessuna parte, questa sera è nostra. Parto domani nel pomeriggio…ora sono tutto
tuo…” non potei non sorridere e gli saltai al collo felice di poterlo avere
tutto per me.
Andammo nel mio appartamento, Simona quella sera sarebbe andata a
dormire
da Stephanie. Mi prese in braccio e mi portò in camera;
baciandomi mi stese sul
letto, ad un tratto si fermò, vidi il panico nei suoi
occhi…non
capivo…”Cos’hai?” “Forse sto correndo
troppo, non voglio costring…” lo fermai,
prima che potesse dire altre sciocchezze “No, qua nessuno sta
correndo. Sono
consapevole di quello che faccio, quindi smettila di vedere problemi
dove non
esistono”. Il suo sguardo si accese di passione…fu la
notte più bella di tutta
la mia vita, i nostri corpi aderivano bene l’uno all’altro,
si attraevano come
due calamite incapaci poi di dividersi. Le sue mani si muovevano lente
sul mio
corpo, tremavo, ero tutto un fremito. Io gli accarezzavo i capelli, il
viso, le
labbra, le braccia…lo guardavo e non credevo che una simile
visione potesse
essere mio…solo mio…eravamo affannati, ma non
stanchi…”Sono pazzo di te…” mi
baciò “Sono pazzo di te…” ripetè, io,
ancora una volta, ero senza
parole…incredula che Rob, così bello, potesse amare una
come me…”Tu sei tutta
la mia vita…” gli sussurrai all’orecchio
“…non lasciarmi…mai…!” lo implorai, mi
strinse di più, fissò i suoi occhi nei miei, erano ancora
accesi di passione
“Non lo farò mai…ora che ti ho trovata non
permetterò a nessuno di dividerci…a
nessuno…tu sei mia…solo mia…”, stavolta fui
io a baciarlo con tutta la foga che
avevo in corpo. Basta freni inibitori, basta paure, basta
tutto…mi stavo
lasciando andare completamente alla verità dei miei sentimenti e
nulla mi
sarebbe importato dei miei sensi di colpa…lo amavo e lo
volevo…
Mi svegliai a causa della luce che filtrava dalla finestra della mia
stanza, mi coprii col braccio e mi rigirai nel letto…sobbalzai al ricordo di
quella notte e quando vidi il posto accanto a me vuoto, credetti di aver
sognato…stavo per rigettarmi sotto le coperte, quando sentii un rumore
provenire dalla cucina. Mi alzai in fretta e scesi a controllare. Con mia
sorpresa era Robert che stava litigando con la mia tazza da latte, si era cotto
“Accidenti, che dolore!” risi, lui mi sentì si girò e un sorriso delizioso gli
illuminò il viso “Buongiorno tesoro mio…ti stavo preparando la colazione,
volevo portartela a letto…ma vedo che sei in piedi…” nel frattempo mi ero
avvicinata per controllare il suo dito “Fammi vedere…mmm, mettilo sotto l’acqua
fredda così non si forma la bolla” lo trascinai al lavandino. Mi scrutava,
pensava a qualcosa…”Ok, fatto…ora dovrebbe andare meglio, se ti dà ancora
fastidio, mettiamo la pomata…” “No, no va bene così, grazie. Non sono più
abituato a tutte queste cure. Ma ora accomodati, ti porto la colazione”.
Mi guardò per tutto il tempo, mi sentivo in soggezione, ancor di più se
ripensavo alla notte trascorsa con lui…avvampai di rossore e piano, piano mi
nascosi dietro la mia tazza da latte…finito di bere il latte non avevo più
scuse per nascondermi e dovetti nuovamente affrontare il suo sguardo. Sarei
voluta sprofondare dalla vergogna…mi guardava in quel modo così ammaliante,
indagatore…come resistere?
“Hai detto che parti oggi pomeriggio?” dissi io per sdrammatizzare, lui
annuì…nessuna parola…”Che altro posso
dirgli? Se continua guardarmi in quel modo assurdo, finirò per scappare in
camera…”. Si alzò dalla sedia per venire da me “Sei caldissima. Non è che
hai la febbre?” mi baciò la fronte “Aè di
male in peggio…se misurasse la mia temperatura ora, penso che il termometro
scoppierebbe…” “Mmm…” disse “Che buon profumo…”, poggiò la sua fronte sulla
mia, sorrideva, io tremavo…ancora…”Perché tremi?” “Chi io? No, ti sbagli, non
sto tremando…” “Sono solo sul punto di
cadere dalla sedia…” pensai…mi prese in braccio e mi portò in stanza, mi
adagiò sul letto, mi coprì e si sedette vicino a me “Non mi far preoccupare.
Cos’hai?” “Non ho nulla, stai tranquillo…sono solo stanca…” “Scusami, è colpa
mia…” “Aaaah ma la finisce di prendersi
colpe che non ha!” “Rob basta!” urlai, lo feci spaventare “Scusa non volevo
urlare, ma non sopporto che ti scusi. Cos’hai fatto? Sono stanca, niente di
che…e poi…” abbassai gli occhi “…dopo la serata di ieri, non hai proprio nulla
da farti rimproverare…” mi sentii nuovamente accaldata…sott’occhi lo vidi
arrossire…”E’ stato tutto bellissimo…se tremo è perché sono imbarazzata…non
puoi sapere come mi sento…” “Sai, ho temuto che non fosse stato così…ti ho
vista in questo stato e pensavo di aver fatto una grande cavolata…sentirti
parlare così mi riempie di gioia…dirti che sono stato bene è poco…è stato tutto
perfetto, fantastico…” lo abbracciai, ero non felice di più...si avvicinò
ancora di più a me e restammo stretti per un po’ a cullarci in silenzio…si
udiva solo il battito dei nostri cuori…
“Devi proprio partire?” chiesi quasi in lacrime, Rob mi accarezzò piano
il viso “Devo…purtroppo…” era triste. Non avrei mai voluto separarmi da lui, mi
costava troppa fatica, mi sentivo a metà…
Rimasi nell’aeroporto, fin quando il cielo non risucchiò nelle sue nuvole
bianchissime, l’aereo che portava la mia vita lontano da me…
Tornai all’appartamento distrutta, non mi piacevano le partenze, mi rendevano
malinconica. Persa nei miei pensieri mi addormentai…
“Non andartene, ti prego…ROB!!!!!” gridavo tra le lacrime, immobilizzata
dal dolore “Non puoi lasciarmi così, hai detto che mi amavi…” “Ho creduto di
amarti, ma mi sbagliavo, ora lo so. Addio Marghe…” si voltò e sparì nella
nebbia. Sentii il terreno aprirsi sotto i miei piedi e sprofondai…sprofondavo
poco a poco sempre di più…mi lasciavo andare in quel tunnel buio…volevo solo
farla finita…morire era l’unica soluzione che conoscevo…”Mio inferno sto arrivando…” chiusi gli occhi e sorrisi serena,
solo lì avrei saputo porre fine al male che mi stava lacerando l’anima…
Mi svegliai tutta sudata e affannata, il cuore scalpitava…avevo l’ansia,
temevo che il mio incubo potesse avverarsi e senza che volessi mi ritrovai
nella stanza di Simona che mi guardò con gli occhi spalancati, spaventata dalla
mia espressione. Mi gettai tra le sue braccia e piansi a lungo prima di
raccontarle del sogno. “Tranquilla Marghe, era solo un sogno, non accadrà, Rob
ti ama sul serio” mi cullava come fossi una bambina piccola “Lo so Simo, ma ho
paura. E se tutto d’improvviso dovesse sfuggirmi dalle mani e finire, come
farò…cosa farò? Non sopporto di stargli lontana così a lungo…il 13 è il suo
compleanno e vorrei passarlo con lui…maledetto film…!!!” mi pentii subito di
aver detto quelle cose…”…so quanto ama il suo lavoro…e non lo metterò mai di
fronte ad una scelta, non è da me…ma…lo vorrei tutto per me…” “Una cosa alla
volta Marghe, possiamo cominciare con l’organizzare qualcosa per il 13…” “Simo
ma lui non è qui…” “Ah Marghe, ma tu fantasia zero, eh? Sei talmente accecata
dai tuoi sentimenti, da non ragionare” mi prese le mani “Lui è venuto qui per
il tuo compleanno e ora sarai tu ad andare da lui…infondo la data del suo
compleanno non dista molto dai tuoi esami, ci sono solo due settimane di
differenza, quindi...” “Ma…” “ Niente ma Marghe, tu vuoi vederlo? Vuoi stare
con lui?” “Si, più di ogni altra cosa a questo mondo!” risposi sicura di me
“Bene e allora prendi la cornetta, telefona all’agenzia e prenota un volto di
sola andata per l’Italia” ero sbalordita “Ohi che ci fai ancora qua…vai…vai” e
mi spinse fuori camera sua.
Il sole batteva forte quel giorno, mi accecava, non vedevo un granché…ad
un tratto sentii delle braccia stringermi forte e una voce che gridava il mio
nome “Kirsten! Che gioia vederti! Grazie per essermi venuta a prendere, Rob
sospetta qualcosa?” “No, tranquilla. Sono o no un’attrice” ammiccò “…dai vieni
l’auto ci aspetta”.
Amavo guardare fuori dal finestrino, quando ero in auto mi aiutava a
rilassarmi. “Siamo arrivate Marghe”. Portammo le valigie in camera e ci
mettemmo a chiacchierare, organizzando a puntino la serata. “Mmm…noi del cast
volevamo andare a cena fuori per festeggiare Rob, tu potresti essere anzi sei la
sorpresa, il regalo” sorrise. Kirsten si mise a girare in tondo per tutta la
stanza, mi stava facendo venire il mal di mare…”Mmm come possiamo fare…mmm”
“Kirsten fermati un attimo te ne prego. Siediti, si pensa lo stesso da seduti,
lo sai?” dissi sarcastica. Dopo ore ed ore, finalmente giungemmo ad una
soluzione, io lo avrei telefonato normalmente facendogli gli auguri, per non
insospettirlo, loro sarebbero andati a cena in un ristorante di Firenze, io
avrei avuto a disposizione una delle auto del set e li avrei raggiunti.
“Rob siediti a capotavola, sei il festeggiato” disse Kris, Rob obbedì.
Ordinarono, io era da poco arrivata al ristorante e dalla cucina tenevo la
situazione sotto controllo. Sarei entrata in scena tra poco. Il proprietario
andò al tavolo per salutarli “Signor Pattinson, siccome sappiamo che è il suo
compleanno, abbiamo pensato che avrebbe gradito una cameriera personale…”
spuntai io alle spalle: capelli raccolti nella coda di cavallo, pantalone nero,
camicia bianca, capellino con visiera che nascondeva il mio viso rivolto verso
il basso per evitare che mi riconoscesse. Rob guardò distrattamente “La
ringrazio, ma non ce n’era bisogno” disse, Kirs cominciò a ridere e anche io.
Lui si voltò incredulo “E ora perché ridi?” disse rivolgendosi a me “Perché sei
poco fisionomista, caro mio…” strabuzzò gli occhi sentendo la mia voce
“…possibile che vestita da cameriera non mi hai riconosciuta? Che delusione”
“Marghe…” si alzò di scatto dalla sedia e si avvicinò, alzai la testa, ridevo
“Oh ma bravo, vedo che ci sei arrivato” “Marghe!” gridò felice e mi strinse a
sé. “Signor Pattinson, ora si lascia servire?” dissi divertita “Ma neanche per
scherzo, tu ti siedi al tavolo con noi…” ridemmo.
Fu una bella serata, Rob spense le sue 23 candeline…fu allora che me ne
resi conto: io ero più grande di lui…non avevo mai badato a questo perché lui
non dimostrava la sua età…cominciai a crearmi mille problemi…”E se dovesse accorgersi che vuole una
ragazza più piccola? Morirei sul serio…” , interruppi quel pensiero perché
rapita dal suo sorriso…mi stava sorridendo…lo adoravo…”Come ho potuto pensare una cosa del genere? Guardalo come mi
sorride…il mio cucciolo…cucciolo?!? Oddio…va beh sono proprio andata…” gli
strinsi la mano più forte che potevo…se era un sogno, volevo che durasse il più
possibile.
“Questa volta sei tu che hai fatto la sorpresa a me” disse appena
arrivammo in albergo “Eh già, piaciuta?” “Scherzi? È stata la sorpresa più
bella che io abbia mai ricevuto” “E non finisce qui” dissi. Gli coprii gli
occhi con un foulard nero in modo che non vedesse, lo guidai fino alla sua
stanza, accesi la luce “Sei pronto?” “Prontissimo!” “Ecco…” vidi i suoi occhi
aprirsi sempre di più, passò dall’incredulità alla gioia pura: sul suo letto
era adagiata una chitarra classica nuova di zecca…lo avevo sentito lamentarsi
che la sua era vecchia e doveva cambiarla…”Ho preso uno degli ultimi
modelli…sarà di qualche mese…avrei voluto prendertene una ancora più recente,
ma…” mi tappò la bocca “Shh….Marghe questa è perfetta…anzi tu non dovevi
sprecare soldi…” questa volta fui io ad interromperlo “No…Rob…è un regalo fatto
col cuore…desideravo farti qualcosa che ti rendesse felice” “Non è una chitarra
a rendermi felice…ma tu…tu sei la mia felicità, la mia gioia, il mio sole, la
mia luna…riempi la mia vita, le dai un senso, la rendi migliore, sono completo
solo se tu sei con me…” e ancora una volta mi accarezzò ed io annegai nel mare
delle mie emozioni…lasciandomi trasportare dalla corrente…libera di essere
totalmente me stessa…
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Capitolo 13 *** L'incidente ***
L'incidente...
Salve
a tutti,
la
rompiscatole è tornata…ormai abbiamo l’appuntamento fisso il mercoledì e il
sabato e sono sempre tutta pimpante in quei giorni…diciamo che mi prende l’ansia,
in realtà, perché temo di deludervi…
daydre4mer: ehehe dolce Stef, hai visto è comparso in
scena il tuo personaggio preferito, infondo lo so che lo ami, non è vero??? Eccoti
il capitolo nuovo…non svelare nulla però…Tvb…
Doddola: come faccio??? Oddio, ma possibile che con
le tue recensioni io devo sempre commuovermi??? Possibile mai che la mia storia
ti piaccia così tanto? Lo so, sono una pessimista nata, ma non mi capacito…e
sarà sempre così…
Hai
pianto per l’incubo? Wa no mi dispiace…immagina la povera Marghe come si è
sentita dopo aver sognato che il suo unico grande amore la lasciava…e immagina
me mentre lo scrivevo con la consapevolezza di avere in testa già tutta la
storia…perché io l’ho tessuta in testa dall’inizio, col passare del tempo ho
solo affinato le sfumature e arricchito qualche particolare…solo la parte
finale è venuta dopo…spero che questo capitolo ti piaccia…baci…
Shinalia: so che non hai recensito questo capitolo,
ma ho letto i commenti sul prologo e sul primo capitolo…ti ringrazio di cuore
di aver speso un po’ del tuo tempo, per leggere la mia storia, ne sono onorata
e felice…scrivi divinamente??? Dici sul serio??? Grazie, grazie, grazie di
cuore…spero che recupererai in fretta anche gli altri capitoli…baci…
Vi
lascio al capitolo che da ora in poi conterrà anche dei punti di vista di Rob…buona
lettura…
Nonostante fosse primavera, a Macerata faceva freddino. Ero lì con
Daniela e le altre ragazze per gli esami della specialistica. Ero rimasta
indietro, ma col programma fissato insieme a Daniela prevedevo di recuperare
nel giro di qualche mese. Ero partita da Volterra il giorno prima, avevo
trascorso due settimane fantastiche, Rob si divideva tra me e il set, non mi
faceva mancare nulla, era sempre premuroso, affettuoso…mi viziava…I miei
pensieri vennero interrotti da Dany “Marghe questa è l’università” “Wow, è
enorme…”. Passammo lì qualche giorno, il tempo di dare due esami, stavo da mesi
a prepararli, fatti quelli potevo tornarmene a casa. Avrei trascorso l’estate
nel mio paesino, avevo invitato Simona e gli altri a raggiungermi, ci saremmo
divertiti insieme, si prevedeva una bella estate…forse…
“Piccola, abbiamo interrotto le riprese…faremo tre settimane di stop.”
“Che bello…e dove trascorrerai queste ferie?” chiesi maliziosa “Beh da te che
domande!” “Ma io sono a casa, lo sai no?” “Si certo che lo so. Non posso venire
a trovarti?” “Ahhhhh certo che si!!! Ci divertiremo, vedrai, ti farò conoscere
tutti i miei amici e poi tra qualche giorno mi raggiungeranno anche i nostri
amici di Londra” ero entusiasta, era il periodo più bello di tutta la mia vita,
non stavo nella pelle, ogni cosa mi rendeva allegra, affrontavo tutto con
ottimismo, con vigore, mi sentivo forte…il mio amore mi dava forza, coraggio
per andare avanti, per affrontare gli eventi più insoliti…tutto merito di
Rob…era il mio salvatore…
Non ero un amante dell’estate, solitamente quella stagione rappresentava
per me noia, odiavo il caos, odiavo il mare, eppure quell’anno non vedevo l’ora
che arrivasse, sapevo che tutto sarebbe stato diverso, almeno per una volta
avrei potuto ricordare con piacere quella parte dell’anno…ma non sempre le cose
vanno come noi vorremmo…la vita non è una favola…le favole di solito hanno un
lieto fine, ma alla mia cosa sarebbe successo???
Rob era da me da qualche giorno, si presentò ai miei genitori che
praticamente lo adoravano, aveva abbagliato anche loro…
Una sera come un’altra andammo in un locale di Sorrento e dire che quel
giorno non volevo uscire, ma Simona mi aveva trascinata fuori di casa con la
forza. Mentre eravamo tranquillamente intenti a sorseggiare una bevanda, la
porta del locale si aprì e apparve lui…non me l’aspettavo, era da tanto che non
lo vedevo in giro…era con i suoi amici…i suoi stupidi amici…io feci finta di
nulla, tanto poco mi importava di lui, mi dava solo fastidio che potesse fare
apprezzamenti su me e Rob. Ovviamente lui mi vide, sorrise e si avvicinò…erano
anni che non parlavamo, se ci incontravamo per strada ci ignoravamo “Hei
Marghe, come va?” “Ciao Francesco, tutto bene, grazie” si girò a guardare Rob
che ovviamente non capiva un tubo di quello che dicevamo “Ho sentito dire che
frequenti la star di Twilight…” disse in tono altezzoso “Wow le notizie
volano…” risposi sarcastica “E’ lui?” e lo indicò, io annuii. “Beh potevi
scegliere meglio, com’è i ragazzi di qua non ti soddisfavano?” quanto lo
odiavo, era tutto il contrario di come si era mostrato quando ci eravamo conosciuti.
Feci una smorfia e lo invitai gentilmente a lasciarmi stare; mi innervosii alquanto
e Rob se ne accorse “Piccola, che c’è? Che voleva quel tipo?” accentuò le
ultime parole con tono alquanto irritato “Un essere ignobile. È stato il mio
ragazzo, se così lo vogliamo definire, qualche anno fa. Sono stata dietro a lui
per un anno fino a quando ho capito che lui non mi meritava e non era realmente
come si dimostrava…” sdegno, ecco
quello che trasparì dalla mia voce. “Eri molto innamorata?” chiese “Al tempo
credevo di si, poi ho capito che era solo una mia illusione. Lui si era
presentato a me come l’uomo ideale, mi ha fatto perdere la testa e poi…puff un
giorno per una stupidaggine è finito tutto…è durata poco, il tempo necessario
però per rubarmi il cuore. Nei mesi successivi si è comportato malissimo ed io
ogni volta incassavo il colpo in silenzio. Dopo un anno, in cui ho creduto che
non sarei stata più in grado di uscire da quel tunnel infinito che mi legava a lui,
ho capito cos’era giusto per me. Mi sono fatta tanto coraggio e giorno dopo
giorno ho cominciato a lavorare su me stessa e ho capito che per lui non
provavo altro che un’ossessione, lo avevo eletto a uomo ideale, mi ero
innamorata dell’idea che lui fosse quello giusto. Ma ora è passato…” sorrisi,
vidi Rob molto pensieroso, gli accarezzai la mano “Scusa…ho creduto che fosse
giusto raccontarti tutto…” “No, hai fatto bene. Posso farti una domanda?” “
Certo” “Pensi che io sia l’uomo ideale?” ero stupita di quella domanda, ma
conoscevo la risposta…”Io non penso che tu lo sia…” mi fermai e vidi i suoi
occhi strabuzzare “…io ne sono certa…il
cielo ha una sola porta, Rob, e tu sei quella porta…l’ho aperta perché tu sei
la mia unica certezza…”, sorridemmo, io mi avvicinai e lo baciai…non
pensavo che da quella sera tutto sarebbe inevitabilmente cambiato…non di nuovo…
Usciti dal locale, trovammo dei giornalisti appostati, per evitarli
cominciammo a correre, fu in quel momento che attraversando la strada, vidi
solo una luce, udii un tonfo e poi il buio, il silenzio…
“Marghe, Marghe…mi senti?” anche se lontana potevo sentire la sua candida
voce…poi ad essa si aggiunse una che non conoscevo “La barella presto!!!”
“Amore andrà tutto bene…scusami, scusami…” avrei voluto dirgli che non doveva
scusarsi, non aveva colpe…
“Dove mi trovo?” era tutto bianco
attorno a me, ero sola…ebbi paura…in un flash ricordai una forte luce bianca e
un gran rumore come un botto ”No” urlai “…non posso essere morta, non ora! Fatemi
tornare in vita, dal mio Rob, dalla mia famiglia, dai miei amici…Dio non puoi
farmi questo, ero felice…perché devi portarmi via quello che con fatica ho
conquistato, perché…?!?” ero disperata…mentre inginocchiata piangevo,
sentii di nuovo la sua voce “Marghe, Piccola Mia…sono furioso con me stesso…se
non fosse che sono famoso, non avremmo avuto motivo di scappare. E ora ti sto
perdendo…non avevo il diritto di rovinarti la vita…” balzai in piedi, vedevo il
suo volto lacrimante e mi sentii una morsa al cuore “Amore, non piangere…io sono qui…non ti lascio, non lo farò mai…amore
m-mio” singhiozzavo…poi il vuoto…di nuovo…
“Signori De Gregorio perdonatemi è colpa mia!” “No, Robert non è colpa
tua. Ora non ci resta che pregare e sperare che si riprenda. Ora va a
riposarti, sei distrutto…”
“Dottore, dottore, ci dica qualcosa in più, la prego!” “Signora, non
posso ancora sbilanciarmi…sto aspettando i risultati della tac. Stiate
tranquilli, appena ho notizie in più vi avvertirò”…
Robert
Uscii fuori dalla camera dove giaceva in coma il mio amore, non volevo
andare a casa, non me la sentivo, i nostri amici erano tutti lì, in pena per
lei…
Mi gettai sulle sedie del corridoio, mi presi la testa tra le mani e
piansi…
Come avevo potuto farle questo, com’era successo? Il suo splendido sorriso
non doveva spegnersi così per colpa mia. Aveva sconvolto la mia vita, era
arrivata nel momento in cui meno me l’aspettavo donando luce e colore ad ogni
singolo aspetto delle mie giornate. Non ho mai amato così tanto, non credevo
che l’amore potesse farmi quest’effetto, non pensavo di poter vivere così
appeso al filo delle emozioni, ma non credevo neanche che potesse portarmi a
stare così male, ora che la potrei perdere…rabbrividii al pensiero…
Che stupido sono stato…forse se non fossi mai esistito, lei sarebbe
ancora viva, riderebbe e giocherebbe con i suoi amici, felice e spensierata…
Rapito dai miei pensieri, mi accasciai sulle sedie e dormii…
La vidi arrivare,
avevo capito che stava proseguendo verso di me “Ecco un’altra fan…” pensai incredulo “Ciao” disse con voce
vellutata “Ciao” le risposi con gentilezza, lei mi guardò per qualche istante e
inaspettatamente mi porse la mano “Mi chiamo Margherita e vengo dall’ Italia” sorrise
ed io involontariamente ricambiai “Oh Italia! Bella…piacere di conoscerti, io
sono Robert”. Mentre la guardavo attonito lei si voltò verso i miei amici e li
salutò con voce entusiasta “Buonasera!!!”. Con lo sguardo poi tornò a me, mi
raccontò che era al locale con degli amici e che si era trasferita a Londra da
un mesetto per motivi di studio. Ascoltavo attento e rispondevo alle sue
domande, ero incuriosito, non so perché, non mi capitava mai, eppure quella
ragazza aveva un modo di fare diverso da quello delle altre, aveva qualcosa…di
speciale…”Speciale? Ho bevuto troppo
stasera” pensai, poi guardai il mio
bicchiere di pepsi sul tavolo…non potevo essermi ubriacato con quella…
“Ehm, Scusami, non
volevo disturbarti” disse rossa di vergogna “No, non preoccuparti, non mi hai
disturbato” e le sorrisi di nuovo. Evidentemente credeva di avermi creato
problemi e si affrettò a salutarmi “Di
già” pensai un pò dispiaciuto “Ma
infondo a me che importa…non la conosco affatto” avvertii come una fitta al
cuore, sapevo che da lì a poco qualcosa sarebbe cambiato…ne ebbi la certezza
quando con un gesto del tutto involontario mi chinai per baciarle la guancia,
rimasi interdetto e probabilmente anche lei, incrociammo i nostri sguardi e
capii che non avrei mai più dimenticato quel viso angelico, rosso per
l’imbarazzo.
Mi svegliai di
colpo…l’avevo sognata…avevo sognato il nostro primo incontro…andai in bagno per
sciacquarmi il viso…alzai lo sguardo verso lo specchio e vidi i miei occhi
vuoti, bui, riflessi in essi il suo volto…Dio quanto l’amavo…e mai come ora me
ne rendevo conto…non volevo perderla, non dovevo perderla…dovevo salvarle la
vita…mi sentii un po’ come Edward: dannatamente colpevole…cos’avrei fatto?
Ancora non lo sapevo…
Mi avviai verso la
sua camera d’ospedale, mi venne incontro Simona in lacrime “Oh Rob!!!” “Simona
che è successo?” la strattonai “Dannazione parla!!!” “Marghe si…si è
svegliata!” la lasciai lì e mi fiondai nella stanza…lei era stesa, apriva e
chiudeva gli occhi, non riusciva a muoversi e a parlare…aveva un braccio
ingessato…lei mi vide, spalancò gli occhi lacrimanti e mi sorrise, morii
dentro…nonostante il dolore che le avevo provocato lei mi amava ancora…mi
avvicinai, i suoi genitori ci lasciarono soli.
Non sapevo cosa
dirle, l’accarezzavo piano, temevo di farle
male…”Ro…Rob” “Shh non sforzarti
amore…sono qui…” “Io…i-o ti ho
sentito…” “ Mi hai sentito?” annuii “Mi
chiedevi
scusa…non farlo…non è colpa tua…”
“Oh Marghe…” la mia voce era intorpidita
dalle lacrime “No, non piangere” sussurrò “Io
sono qui…non ti lascerò mai…”, mi
accarezzò con delicatezza. Soffriva ed io non volevo…non
volevo che accadesse
di nuovo…
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Capitolo 14 *** Se hai amato era amore, non è mai un errore... ***
Se hai amato era amore, non è mai un errore...
Salve
miei cari fedelissimi lettori,
è
mercoledì e puntuale sono qui a postare un nuovo capitolo…spero vi piaccia,
nonostante, vi avverto, sia molto, ma molto triste…la nostra cara protagonista
soffrirà e non poco…mi auguro che questo non significherà perdervi…un bacio…
Doddola: non mi avresti mai fatto del male, innanzitutto
perché mi vuoi bene e secondo perché siamo lontane eheheh!!! Sono estremamente
contenta che il punto di vista di Rob ti sia piaciuto, non è facile mettersi
nei panni di un maschio, se poi il maschio in questione è Robert Pattinson!
Daydre4mer: sono felice che tu sia sempre presente e
che continui a leggere, nonostante tu sappia già quello che succederà…grazie
friend…Tvb…
Giulls: se non ti rimetti in pari, mi offendo!!! Dai
scherzo, so che sei incasinatissima con la scuola ;). Grazie per il costante
sostegno, sapere che tu credi in me, mi aiuta moltissimo, sai? E non
ringraziarmi, lo sai che ti aiuto volentieri…Tvb…
Ed
ora vi lascio al nuovo capitolo, vi consiglio di ascoltare questa canzone
appena il testo lo richiede http://www.youtube.com/watch?v=CUTCX3YQuSs
e poi quest’altra sempre quando richiesto dal racconto http://www.youtube.com/watch?v=3EloEMyAWXA
Marghe
Dopo una
settimana, il medico mi permise di tornare a casa. Finalmente, non ce la facevo
più a stare in quel posto, mi metteva l’angoscia. Rob non mi aveva mollato un
secondo, stava attento ad ogni mio movimento, sembrava mia madre. Il medico si
era raccomandato il massimo riposo; tutta la giornata a letto era noiosa,
fortunatamente Rob e i miei amici mi erano sempre accanto e non potevo certo
soffrire di solitudine, leggevo la paura, lo spavento nei loro occhi, li avevo
fatti preoccupare parecchio e mi dispiaceva, ma quello che più mi faceva male
era leggere negli occhi di Rob un’espressione di tristezza e di frustrazione
che non mi piaceva affatto.
Un pomeriggio i
miei genitori uscirono, Rob rimase con me per farmi compagnia. Io cominciavo a
sentirmi un po’ meglio, mi sedetti nel letto e mi misi a fissare Rob che sulla
sedia era intento a leggere un giornale “Cosa leggi?” “Le notizie del giorno”
“Ok…Rob…vieni vicino a me” era da tanto che non restavamo soli. Lui si sedette
sul letto, mi sorrideva ed io rinascevo dal mio torpore post ospedale. “Amore…”
lo accarezzai prima il viso, poi piano scesi al collo, avvertimmo entrambi un
fremito, mi gettai su di lui, risi…mi baciò, gli presi la testa tra le mani e
lo strinsi quanto più potevo a me. Era un bacio diverso dal solito…”Rob…” “Si?”
“Ti amo…” “Anche io…” e lo ribaciai, lui sembrava incerto, ma si sciolse e si
lasciò andare completamente a me. Facemmo l’amore…ma fu diverso, bello, ma
disperato, dolorante…sensazioni che non mi piacevano affatto…lo vedevo e lo
sentivo troppo distante…
“Cos’hai?”
“Nulla…” sbadigliai “Riposa…”
“Si, ma tu non andare via ti prego…” “Non ti
preoccupare sto qua”.
Quando mi
svegliai, Rob era seduto dall’altro capo del letto e dormiva, sorrisi, mi alzai
e mi avviai verso la cucina per prendere un bicchiere d’acqua, quando d’un
tratto qualcosa sulla mia scrivania attirò la mia attenzione: un giornale. Lo
sfogliai e quando lessi quel titolo, sobbalzai prima per lo stupore poi per la
rabbia “Il giovane interprete di Twilight
scappa e mette in pericolo la sua fidanzata”. Ma come si permettevano
questi giornalisti da strapazzo? Cosa ne sapevano di quello che realmente era
successo? Provai un odio profondo, strinsi i pugni e stropicciai il giornale,
ringhiavo, ero accecata dalla rabbia. Rob si era svegliato nel frattempo e
senza muoversi dal letto, mi guardava “Non mi dire che tu sei così triste e
distante per via di quello che dicono i giornali?” chiesi ringhiando “Anche…non
capisci che è per colpa mia se hai rischiato di morire?!?” “Zitto, sta
zitto!!!” gridai “Sono io che sono stata imprudente a gettarmi per strada, che
cosa cavolo centri tu me lo vuoi spiegare?” “Se non ci fossi stato io, non ci
sarebbero stati neanche i giornalisti!” urlò, a quel punto mi voltai, lessi la
rabbia e la frustrazione sul suo viso “No Rob, non è così. Io non voglio che tu
te ne vada da me per colpa di questo maledettissimo incidente. La prossima
volta staremo attenti” ora ero in lacrime, lui non rispose, abbassò lo sguardo,
significava che avevo colto nel segno. Mi avvicinai, lo presi per il colletto
della maglia e mentre parlavo lo strattonavo “ Non dirmi che stai davvero
pensando di lasciarmi per questo? Dimmi che mi sto sbagliando, ti prego.
Dimmeloooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”. Rob continuava a non
rispondere, io sfinita crollai in ginocchio, avvertivo un dolore non fisico, ma
psichico, un dolore che stava cominciando pian piano a lacerarmi dentro “No…non
lasciarmi…” sussurrai con un filo di voce, Rob si alzò “Marghe è l’unica
soluzione. Noi non siamo fatti per stare insieme, siamo stati bene, ma ora
basta. Io sono un attore, sono sempre in giro, non mi fermo mai, ho i
giornalisti alle calcagna e non posso preoccuparmi di tutto. Ci siamo
sbagliati, credevamo di essere giusti l’uno per l’altra…hai aperto la porta
sbagliata…” sbarrai gli occhi “Ti giuro che non mi vedrai più…” non potevo
credere a quelle parole, non credevo che stesse dicendo sul serio, non poteva
pensarle davvero. Prima di andarsene per sempre, si abbassò, si avvicinò al mio
viso, ancora una volta occhi dentro occhi, non parlammo, a che sarebbe servito?
Si alzò e andò via chiudendosi la porta di camera mia alle spalle. Io restai
impietrita, poi avvertii una fitta al cuore, il sangue lentamente stava
ricominciando a circolare nel mio corpo, ma il suo pulsare era troppo violento,
a causa della veemenza del dolore che mi cresceva dentro…il battito accelerato
del mio cuore mi scosse, mi raggomitolai in posizione fetale e cominciai a
piangere. L’avevo perso…avevo perso per sempre la mia unica ragione di vita…
“Ti guardo per l’
ultima volta mentre vado via
Ti ascolto respirare non scatto la fotografia
Non porterò nessuna traccia dentro me
niente che dovrò rimuovere.
Se hai giocato è uguale anche se adesso fa male
Se hai amato era amore, non è mai un errore
Era bello sentirti e tenerti vicino
Anche solo per lo spazio di un mattino.
Ti guardo per l’ ultima volta mentre vai via
Ti vedo camminare, è come per magia
non sarai pensieri, non sarai realtà
Sai che bello, sai che felicità..
Se hai sbagliato è uguale anche se adesso fa male
Se hai amato era amore e non è mai un errore
Era bello guardarti e tenerti per mano
O anche solo immaginarti da lontano
E se hai mentito è uguale ora lasciami andare
Ma se hai amato era amore e non è mai un errore
Era bello sentirti, rimanerti vicino
Anche solo per lo spazio di un mattino
Entrerò nei tuoi pensieri di una notte che non dormi
e sentirai freddo dentro
Entrerò dentro ad un sogno, quando è già mattino
e per quel giorno tu mi porterai con te
Se hai giocato è uguale anche se ancora fa male
Ma se hai amato era amore e non è mai un errore
Era bello sentirti e tenerti vicino
Anche solo nella luce del mattino
E se hai mentito è uguale ma ora lasciami andare
Se hai amato l’ amore non sarà mai l’ errore
E’ stato bello seguirti, rimanerti vicino
anche solo per lo spazio di un mattino.”
“Marghe, Marghe”
gridava mia madre…ero rimasta ferma in quella posizione per ore, ma che ragione
avevo per alzarmi? Nessuna…
Ero morta…mi sentivo così…inerme di fronte al destino che mi stava
coinvolgendo, incapace di reagire, di voler andare avanti…non conoscevo vita
senza di lui…andandosene me l’aveva prepotentemente strappata…
L’amore ci fa male…ci fa soffrire…ci fa piangere…ma sa anche renderci le
persone più felici del mondo…ci rende migliori…l’amore non conosce confini, sa
entrati dentro senza che tu voglia e allora sei fregata, perché ti farà vivere
solo di emozioni, ti toglierà il fiato, ti farà girare la testa…ma è la cosa
migliore di questo mondo, nonostante tutto…
Non riuscivo ad odiarlo, farlo mi avrebbe sicuramente aiutata a mettere
una pietra sopra quella storia…e invece, testarda com’ero, continuavo ad amarlo
in modo assoluto.
Quella che doveva essere l’estate più bella, si rivelò un gran disastro.
Ero fortunata perché avevo accanto degli amici meravigliosi e i miei genitori
che in tutti i modi cercavano di farmi distrarre, mi erano vicini senza
chiedermi nulla, senza sforzarmi, senza mai mostrare segni di cedimento. Io
però non volevo reagire, giorno dopo giorno mi lasciavo andare alla sofferenza…era
meglio l’apatia che il vuoto totale…
”Marghe basta!!!” gridarono in coro Simona e Daniela che era tornata di
corsa da Pisa “Tu devi riprenderti la tua vita! Hai lo studio, hai sempre amato
studiare, avevi il sogno di occuparti dei bambini più sfortunati, devi vivere e
continuare a lottare per quello che è sempre stato il tuo obiettivo, non puoi
mollare ora” “Daniela ha ragione…e poi spiegami: vorresti mollare tutto per
cosa, per un ragazzo? Sei stupida se lo fai, la vita va avanti, le cose
cambiano, si evolvono e tu devi prendere quest’esperienza e farne tesoro. Ti
aiuterà a crescere, a diventare migliore di quello che sei. Marghe noi ti
vogliamo bene e vogliamo che tu ritorni la Marghe di sempre, dolce, allegra e disponibile
con tutte. Quella depressa, abbattuta, non sei tu…”, le guardavo, vedevo che
soffrivano e non volevo…”Non dovete stare male per colpa mia” finalmente dopo
giorni parlavo, mi ero chiusa totalmente in me stessa da quel maledetto giorno
in cui Rob mi aveva lasciata. “…non vale la pena stare male per me…non me lo
merito…” “Ma che dici!” disse Edward che si inginocchiò ai piedi del mio letto,
mi prese le mani e le strinse alle sue “Marghe tu meriti di meglio. Sei una
persona eccezionale, hai tanto amore da donare…continua a farlo…” “Noi tutti
abbiamo bisogno di te” aggiunse Stephanie. Come potevo dire loro di no, infondo
avevano ragione…e così ancora una volta mi imposi di non pensare più a lui,
cercai di fare in modo di non ricordare che l’avevo conosciuto, dovevo
lentamente riemergere dall’oblio e per aiutarmi nascosi tutte le foto, gli
articoli che lo riguardavano, ma cosa più difficile cercai di chiudere nell’angolo
più remoto della mia memoria i ricordi. Indossavo la mia “maschera” di ragazza
tranquilla e serena e uscivo cercando di distrarmi, anche se spesso, troppo
spesso, la mente ritornava là…i ricordi riemergevano quando meno me
l’aspettavo, anche una sciocchezza poteva stimolare la mia memoria, ma non
mostravo agli altri il mio dolore, lo tenevo per me, non volevo che stessero in
pena per me. Fingere:
era quello il mio obiettivo, dovevo convincere tutti che stavo bene.
Tornata a casa, però, mi sfogavo piangendo tutta la notte, potevo
ingannare tutti, ma non me stessa…non mi potevano imporre di dimenticarlo così
come se nulla fosse successo…stavo provando a reagire, a diventare nuovamente
padrona della mia vita, ma non avevo giurato né che ci sarei riuscita né che
avrei cancellato Rob, solo che non ci avrei pensato…
Ed ecco ricomparire in me, la critica Marghe…ora la rabbia faceva
capolino dentro di me…Al suo ricordo, il dolore mi lacerava dentro, sentivo
bruciarmi come se fossi costantemente sul fuoco…le fiamme divampavano nel mio
cuore che veniva annullato dalla troppa sofferenza…”Come ho potuto permettere a me stessa di innamorarmi così perdutamente
di qualcuno, come la mia razionalità sempre all’erta ha abbassato la guardia? È
solo colpa mia se ora sto così…i sogni non esistono!!! Raf ha torto: amare
è un errore!!! Ed ora sono costretta a patire l’ergastolo del mio dolore…”
In una delle nostre uscite, Simona e Daniela pensarono di portarmi al
karaoke per farmi cantare, era da tanto che non lo facevo e mi mancava, anche
se inevitabilmente legavo quella passione a lui…era a Londra che avevo
ricominciato a cantare, quel posto rappresentava l’inizio di tutto…
Ci volle un po’ per convincermi, infondo non sapevo cosa cantare…vista la
mia indecisione, la cantante del locale mi propose un testo dei Within
Temptation “Forgiven”, accettai tranquillamente visto che oramai con l’inglese
me la cavavo bene, poi amavo provare canzoni e generi nuovi…ma non sapevo
quello che mi aspettava…nessuno si sarebbe aspettata la mia reazione…
“…You
gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You'll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven
I've been so lost since you've gone
Why not me before you?
Why did fate deceive me?
Everything turned out so wrong
Why did you leave me in silence?
You gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You'll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven”
“Ti
sei arreso alla lotta, mi
hai lasciato indietro. Tutto quello che è stato fatto è
perdonato, sarai sempre
mio. Lo so nel profondo. Tutto quello che è stato fatto è
perdonato. Sono così
persa da quando te ne sei andato. Perché non io prima di te?
Perché il destino mi ha ingannata? Tutto si è
rivelato così sbagliato. Perché mi
hai lasciata nel silenzio?
Ti sei arreso alla lotta, mi hai lasciato indietro. Tutto quello che è stato
fatto perdonato, sarai sempre mio. Lo so nel profondo.Tutto quello che è stato
fatto è perdonato”
Cantai quella canzone come se l’avessi scritta io, rapita parola dopo
parola dalla verità di ciò che diceva…cantavo e piangevo e prendevo sempre più
coscienza del fatto che non avevo fatto neanche un passo avanti nel dimenticare
Rob, anzi ero sempre più presa da lui: tutto il mio corpo, la mia anima aveva
voglia di lui…non potevo e non volevo rassegnarmi all’idea di essermi sbagliata
sul nostro conto…noi ci amavamo sul serio, non poteva essere stato tutto
finto…per questo decisi che a fine estate sarei partita nuovamente per Londra,
non l’avrei cercato, perché ero troppo codarda, temevo che mi ignorasse aprendo
maggiormente una ferita sanguinante…sentivo che ora era quello il mio posto…mi
faceva in qualche modo sentire più vicina a lui…
Nessuno mi appoggiò, potevo capire la loro posizione, ma mi conoscevano e
sapevano che non avrei mai rinunciato a partire.
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Capitolo 15 *** La mia vita senza di te ***
La mia vita senza di te...
Salve a tutti,
scusate se sabato non ho postato, ma ho
avuto tantissime cose da studiare e sono stata impegnatissima, chiedo venia!!!
Corro subito ai ripari postandovi il nuovo
capitolo…
Daydre4mer:
la parte stranziante prima
o poi doveva arrivare, purtroppo…fa male anche a me e tu sai perché…Tvb e
grazie non smetterò mai di dirti questa parole…
Doddola:
tesoro mi spiace averti
intristita, non volevo assolutamente!!! Ma purtroppo Rob ha la testa dura e ha
deciso di lasciare la nostra cara Marghe…ne vedrai delle belle, ma spero che
comunque mi seguirai…
Basta chiacchiere, vi lascio al capitolo…baci…
Settembre arrivò in fretta e questa volta il viaggio per Londra fu più
lungo del solito: il cuore mi batteva a mille, tremavo, ma sapevo che stavo
facendo la cosa giusta.
Avevo pensato tante volte a come sarebbe stata la mia vita…ma mai avrei
pensato che sarebbe stata così vuota senza di lui…mi mancava come l’aria, frase
scontata lo so, ma mai più espressione fu così vera per me…”…save your soul” (“…salva la tua anima…”), dice nella sua
canzone…ma io non avevo un’anima se lui non era con me…lui era tutto: il sole,
l’aria, la mia gioia, il mio dolore, era la PARTE DI ME CHE COMPLETAVA IL MIO
ESSERE…ora che l’avevo perso, ero solo metà di ciò che dovevo essere…avevo
perso l’equilibrio e sprofondavo nel mio dolore…Simona diceva che dovevo
tornare a casa, ma io non volevo…avevo trascorso lì l’estate più lunga di tutta
la mia vita e tornare sarebbe significato rivivere quei terribili istanti ed io
non volevo…certo stare a Londra non mi aiutava, ma sapevo che lui era lontano
quindi non correvo il rischio di incontrarlo…anche se quello era il rischio a
cui mi sarei sottoposta molto volentieri…il masochismo faceva parte di me,
forse vederlo non mi avrebbe aiutato, ma avevo voglia di lui…partire per Londra
era stata la cosa più giusta di tutta la mia vita e anche se ora stavo male più
di prima, non mi pentivo di nulla, non rinnegavo niente, amava lui più di ogni
altra cosa a questo mondo e avrei portato dentro di me quel sentimento per
sempre, come fosse stato mio figlio…era figlio di quello che ero…forse aveva
ragione Simona: ero pazza…
Arrivò l’autunno e con esso l’uscita del suo film…i miei amici non
riuscirono a distogliermi dall’idea di andare al cinema…io dovevo vedere quel
film…a malincuore mi accompagnarono e mai ho pianto così tanto…
“Bella stiamo per andarcene”.
“Perché proprio adesso? Ancora un
anno…”
”Bella, è il momento giusto. Per quanto tempo credi che potremmo restare ancora
a Forks? Carlisle dimostra a malapena trent’anni e già ne deve dichiarare
trentatrè. Comunque vada, non passerà molto tempo prima che ci tocchi ricominciare
da capo”.
“Hai detto stiamo…”
“Intendo la mia famiglia e me”.
“Okay. Verrò con te”.
“Non puoi, Bella. Dove stiamo
andando…non è il posto adatto a te”.
“Il mio posto è dove sei tu”.
“Non sono la persona giusta
per te, Bella”
“Non essere ridicolo. Sei la cosa
migliore che mi sia capitata, davvero”.
“Il mio mondo non è fatto per
te”.
“Ma ciò che è successo con
Jasper…non conta niente, Edward…niente!”.
“Hai ragione. Era semplicemente
un gesto prevedibile”.
“L’hai promesso! A Phoenix hai
promesso di rimanere…”
“Fino a quando fosse stata la
cosa migliore per te”
“NO! Non dirmi che il problema è
la mia anima! Carlisle mi ha detto tutto, ma non m’interessa, Edward. Non
m’interessa! Prenditi pure la mia anima. Senza di te non mi serve: è già
tua!”.
“Bella, non voglio che tu venga
con me”:
“Tu…non…mi vuoi?”
“No”.
…
“Prometto che è l’ultima volta
che mi vedi. Non tornerò…
Sarà come se non fossi mai
esistito…
Addio Bella”…
Quelle parole mi bruciavano dentro, mi toccavano il cuore stuzzicando il
suo dolore…traboccava sangue…era troppo anche per me…volevo alzarmi e
andarmene…ma ero immobilizzata…vederlo su quello schermo mi faceva male, il suo
viso, i suoi occhi, le sue labbra, le sue mani…lui…il mio Rob…era…mio…
A fine film, non mi mossi dalla poltrona, il mio
corpo era intorpidito, incapace di compiere dei movimenti che seguissero una
logica “Marghe andiamo…” disse Simona, ma la sua imprecazione venne interrotta
dal proprietario del cinema che era salito sul palco davanti al grande schermo per
fare un annuncio: “Signori e Signore vi prego di restare ai vostri posti.
Scusate, non eravamo preparati a questo, ma abbiamo una sorpresa per tutti gli
appassionati della saga” tremai…”Ho il piacere di avere qui stasera, i
protagonisti: Robert Pattinson, Kirsten Stewart e il regista Chris
Weitz!” lo
vidi comparire e immediatamente le lacrime ricominciarono a sgorgare
dai miei
occhi “Marghe ora più che mai dobbiamo
andare…” “No…” feci per asciugarmi gli
occhi, ma inutilmente perché uscivano di nuovo le lacrime
“Simo…io de-devo
restare…” “No, mi rifiuto di vederti ancora in
questo stato, ma non lo vedi che
stai male, per lui per giunta che non se lo merita, se tu leggessi i
giornali
sapresti…” e si tappò la bocca, pentita di quello
che aveva detto…sobbalzai,
cosa sapeva? La guardai con gli occhi spalancati…e si convinse a
parlare
“Marghe…” prese fiato “…si vocifera che
Rob e Kris…” si fermò “Rob e Kris
cosa?” “Beh si dice che si frequentino…”
“Lo si diceva anche dopo Twilight…ma
non era vero…” “No, questa volta sembra che anche
loro abbiano confermato…mi
dispiace Marghe” non ci potevo credere, mi voltai a guardare sul
palco…che
affinità che avevano, tra loro non mancava mai…strinsi i
pugni, mi morsi il
labbro inferiore e continuai a piangere…
“Robert Pattinson si vociferà che tra
lei e la Stewart
ci sia del tenero…e questa volta non sembra che siano solo ipotesi…” Rob guardò
Kris che sorrise imbarazzata, avrebbe risposto sinceramente? Avrei finalmente
saputo la verità? “Posso rispondere io…” disse Kris e focalizzai il mio sguardo
su di lei, come per ben memorizzare le sue parole “Io e Robert siamo più che
amici, non c’è dubbio…ci frequentiamo” “Lo ammettete, allora?” “Basta
nascondersi” rispose Rob.
A quel punto mi alzai frettolosamente,
lo guardai un’ultima volta, era troppo lontano per vedermi ed era troppo
impegnato a sorridere a Kirsten, “Ti odio!!!” gridai, facendo girare mezza sala
e corsi via, seguita a ruota dai miei amici.Non so se si fosse voltato o meno e in
quel momento non mi interessava, pensavo solo a correre più velocemente
possibile, volevo lasciarmi alle spalle quel maledettissimo cinema. “Come può avermi fatto questo? Come ha potuto
cancellare tutto in modo così rapido? Sono stata per lui solo un soffio di
vento…finito nel momento esatto in cui il sole con i suoi raggi caldi mi ha
scacciato via…e quel sole, Kirsten, ha preso il mio posto nel suo cuore…ed io
che credevo che fosse mia amica…la solita stupida illusa che crede nella buona
fede delle persone…”. Correvo, correvo, ma mi sentivo pesante come un macigno,
non vedevo neanche dove andavo, quante scale aveva quell’edificio, sentivo il
vuoto diventare nuovamente padrone di me stessa…giunti fuori incontrammo Eric e
Tom, sapevo che aspettavano lui…“Ehilà” li guardai malissimo e continuai a
camminare “Marghe” gridò Eric avvicinandosi “Che hai? Non ci riconosci?” “Certo
che vi riconosco, non sono mica scimunita” risposi stizzita, ero fuori di me
“Ma cos’hai?” “Cos’ho? E me lo domandi pure. Chiedilo al tuo amichetto Rob
cos’ho…mi ha lasciato dopo l’incidente dicendo che lo faceva per me, non
eravamo fatti per stare insieme diceva, ma a quanto pare gli è bastato poco per
consolarsi!” e sprezzante indicai Kris sulla locandina del film “Ah…vedo che lo
hai saputo…” “Già, le notizie volano…” risposi ironica “Beh Marghe, non
prendertela. Era così che doveva andare, ti passerà…” “Mi passerà,
certo…certo…facile parlare per voi” e li indicai tutti “…voi non avete provato
e non provate quello che sento io…non sapete cosa significa per me Rob…non
avete la più pallida idea di quanto sia follemente innamorata di lui…e di
quanto ora lo detesti con tutta me stessa…ma nonostante ciò continua a essere
la cosa più bella di tutta la mia vita!!!” piangevo, non riuscivo a fermarmi,
un fiume in piena, mi dimenavo, sbattevo i piedi per terra. Tom mi afferrò per
le spalle e mi bloccò “Marghe basta! Shhh calmati, calmati…passerà, vedrai…” e
mi abbracciò, io mi lasciai andare piano, mi fermai, continuavo però a piangere
“Non doveva andare così, perché a me? Perché?” sospirai disperata con un filo
di voce, mi si strinsero tutti intorno, dopo poco persi i sensi…
Da quella sera, Tom e Eric rientrarono
nella mia vita, erano miei amici e il fatto che lo fossero anche di Rob, non mi
doveva impedire di frequentarli. Venivano spesso nell’appartamento mio e di
Simona e passavamo serate intere a chiacchierare, a vedere film o semplicemente
a farci compagnia; cercavano di farmi distrarre e ci riuscivano, con loro stavo
bene, dimenticavo per un po’ tutto quello che era successo, non potevo che
ringraziare il cielo di avermi mandato degli amici speciali come loro. Eric, in
particolare, divenne per me un prezioso punto di riferimento, non mi lasciava sola
un attimo, era la mia ombra, ci bastava uno sguardo e ci capivamo, potevo
parlare ore ed ore, non si stancava mai di ascoltarmi, mi aiutava anche con
l’inglese, il secondo livello era abbastanza complesso e ciò si aggiungeva al
fatto che avevo troppo spesso la testa altrove. A rafforzare maggiormente la
nostra amicizia contribuì il fatto che cantavamo spesso insieme nei locali,
Eric mi aveva consigliato di farmi vedere in giro, di farmi ascoltare perché
avevo talento e secondo lui qualcuno un giorno mi avrebbe notata, io non ci
credevo molto, ma pur di cantare facevo di tutto.Eric non aveva tutti i torti, infatti
proprio durante una delle nostre serate canore si avvicinò a noi un signore
“Ragazzi complimenti. Siete stati bravissimi, mi avete emozionato” effettivamente
il nostro frequentarci così spesso aveva alimentato la nostra intesa canora,
riuscivamo bene ad interpretare le emozioni delle canzoni. “Grazie” rispondemmo
all’unisono “Ah scusate non mi sono presentato. Mi chiamo Alex Jordan e sono un
produttore musicale” guardai strabuzzante Eric che fece altrettanto con me “Non
vi spaventate. Vi mostro il mio biglietto da visita. Lavoro in America, a Los
Angeles e giro il mondo in cerca di talenti. Il mio staff sta pensando ad un
musical da portare a Brodway ed io volevo persone nuove, fresche, giovani per
interpretarlo e voi siete esattamente ciò che sto cercando! Vi lascio il mio
biglietto, pensateci e telefonatemi. Io conto su di voi, sentirvi cantare mi ha
fatto pensare a come strutturare questo musical, è fatto apposta per voi” ci
fece l’occhiolino e andò via. Noi rimanemmo fermi lì, incantati a guardare il
biglietto da visita del produttore, poi mi voltai, guardai Eric e sorrisi,
cominciai a saltare per la gioia “Oddio Eric, non posso crederci, ma ci pensi
Los Angeles, un musical oh mamma mi gira la testa” “Eheheeh, che ti avevo
detto. Prima o poi qualcuno ti avrebbe notato” “ Vorrei farti presente che il
Signor Alex ha notato anche te” sorrisi, lui mi prese le mani e le strinse alle
sue portandole all’altezza del suo viso “Merito tuo, sei tu che mi dai la forza
per cantare così bene, non ho mai avuto una partner canora migliore…” sorrise,
io arrossi…in men che non si dica Simona e gli altri ci raggiunsero e
comunicammo loro la notizia. Erano contenti, ma allo stesso tempo titubanti, Tom
ci consigliò di pensarci bene, era una grande occasione, ma prima di tutto
dovevamo raccogliere informazioni circa questo Alex Jordan, dovevamo evitare
fregature.
Grazie all’aiuto di Tom che fece
qualche telefonata qua e là, riuscimmo a scoprire che questo signore era
realmente chi diceva di essere ed era padrone della Jordan Corporation,
famosissima in America.
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Capitolo 16 *** Los Angeles ***
Los Angeles
Salve a tutti,
la sottoscritta è di nuovo qui ad annoiarvi
coi suoi soliti discorsi stupidi, ma siccome questa volta voglio evitare di
annoiarvi passo subito ai ringraziamenti
Doddola:
innanzitutto grazie per
aver letto, sai che sono sempre contenta quando vedo che mi recensisci, ci
tengo sul serio a quello che pensi (l’avrò detto molte volta, ma è la
verità!!!). Mi fa piacere che tu ti sia emozionata, significa molto per me…spero
che anche questo capitolo sia di tuo gradimento…baci…
Daydre4mer:
ecco perché non rispondevi
più su msn, eri qui!!! Non preoccuparti per il ritardo, l’importante è che hai
recuperato. Ti sei fatta il film??? Eheh bene, come me allora…spero solo di
aver seguito l’idea che ti eri fatta, ma tu tanto già sai…Tvb…
Giulls:
sei un tesoro, mi hai
fatto commuovere, accipicchiolina!!! Sono onorata delle tue parole, grazie di
cuore…I piede non migliorano, uff, speriamo di sapere presto l’esito! Grazie per
il pensiero….Ti voglio bene…
Per scrivere questo capitolo mi sono
avvalsa delle sensazioni che mi ha procurato questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=bjvcCnattrQ
e ho preso delle espressioni da un
cartone animato che ho sempre adorato (non prendetemi per matta, anche se lo
sono!!!), ossia “Rossana”…buona lettura…
Ps: voglio essere buona e darvi una piccola anticipazione: il prossimo
capitolo sarà dal punto di vista di Rob e comincerete a capire
qualcosa in più....
Io ero assalita dai dubbi…avevo paura,
andare in America non era esattamente il mio sogno, non volevo lasciare
Londra…e ripensai inevitabilmente a Rob…e a Kris…un flashback…
<<Qualche settimana prima
“Pronto?” “Marghe?” “Si…” conoscevo
quella voce, come si permetteva di telefonarmi? “Sono Kirsten…ho saputo che sei
tornata a Londra…non ci siamo più sentite…” che presunzione, dopo tutto quello
che mi aveva fatto voleva anche che mi facessi sentire! “Beh Kirsten non mi sembrava
il caso…sentire te mi ricordava l’amico tuo, poi alla Premier del film ho
scoperto anche che vi frequentate, quindi non so cosa avrei dovuto telefonarti
a fare…” “Eri alla Premier?” “Già…infondo sono fan della saga della Meyer. E se
può rinfrescarti la memoria posso dirti che ero quella ragazza che ha gridato
Ti odio facendo voltare tutti in sala, ma forse tu e l’amico tuo eravate troppo
impegnati a sorridervi per accorgervi di quello che succedeva attorno a voi!”
dissi acida, meravigliandomi di me stessa, non ero mai stata così
cattiva…”Marghe, no ma che dici. Rob aveva sentito quel grido disperato, ma non
potevamo credere che fossi tu, non sapevamo che eri tornata a Londra…” “Ah
bene, vedo che lui si ricorda ancora di me. Certamente non sono a Londra per
lui, che non si montasse troppo la testa il ragazzo!” “Marghe finiscila, te ne
prego!” “Finiscila? Ma se ho appena cominciato e poi sei stata tu a telefonare
me” “Eravamo diventate amiche, avevo voglia di sentirti…mi mancano le serate
passate insieme e…” “No, basta, stai zitta!!! Non ti permetto di aggiungere
altro, tu e Robert siete fuori dalla mia vita e non sono mai stata così bene…senza
di voi è tutto perfetto, mi sono ripresa. Che si crede il tuo ragazzo che solo
lui poteva riprendersi in fretta? La mia vita va avanti anche senza di lui”
mentii, ero diventata una brava attrice “..e poi ora mi aspetta l’America…” “Vai
in America?” “Può essere…ma non sono fatti che ti riguardano…” “Beh posso solo
essere contenta del fatto che tu stia bene…mi dispiace per tutto quello che è
successo e credimi dispiace anche a Rob…” sembrava sincera “Non mi interessa il
vostro dispiacere…” risposi stizzita, rabbiosa, come poteva dirmi quelle cose.
Attaccammo e come sempre esplosi in una crisi di pianto…>>
Mi risvegliai da quel ricordo e mi resi
conto che la mia vita non era più a Londra, lui non era più con me ed io dovevo
inseguire i miei sogni…avevo l’opportunità di fare qualcosa per cui valeva
davvero la pena lottare e non potevo farmi sfuggire quell’occasione.
Lo squillare del mio cellulare,
interruppe i miei pensieri “Pronto?”
“Marghe…” “Eric…” “Come
stai?” “Sono stata
meglio…” “Marghe…”
“Che c’è?” “Andiamo a Los Angeles? Quel
posto è bellissimo, io
ci sono stato e ti assicuro che ti dà la carica per fare tutto.
Forza,
affrontiamo questa nuova avventura insieme, sono sicuro che ce la
faremo” “Oh
Eric…sei un sognatore…” “ Si, Marghe e nei
miei sogni ci sei tu…” “Oh” “Mi hai
colpita profondamente e non mi piace vederti così triste e
depressa…perché non
scappiamo?” “Eh?” “Perché non
scappiamo…io
e te” “Come scappare?” “Ce ne andiamo via noi due insieme…”. Quelle parole mi fecero riflettere tantissimo…io
meritavo un’altra opportunità…
“Marghee, Margheeeeeee” gridarono i miei amici “Marghe perché te ne vai
senza aver detto niente a nessuno di noi…” “Oh Simona…i miei amici” risposi intristita
“Ti aspettavamo, avevi detto che ci saremmo rivisti al corso…ti aspettavamo
tutti…” disse Edward, avevo fatto le valigie ed ero andata via, non volevo un addio,
li odiavo troppo e così avevo chiesto a Eric di organizzare tutto senza dire
niente a nessuno; avevo lasciato un biglietto sul comodino di Simona
avvertendola che stavo per partire “Mi
dispiace amici…mi spiace…” “ E quando, quando pensi di ritornare?” chiese
Stephanie “Non lo so ancora...No questa volta proprio non lo so” risposi
voltandomi verso Eric “Ti prego torna presto da noi, capito?” “Ti aspetteremo
Marghe” a fianco a loro vidi comparire come per magia Kirsten e Robert, erano
affannati per la corsa, sobbalzai incredula, incrociai lo sguardo di Rob e mi
sentii morire. Chi li aveva avvertiti?!?
”Andare a Los Angeles mi aiuterà a
scordarti Rob, solo standoti lontana dimenticherò il tuo viso…solo così tu non
avrai più influenza su di me…“
Kirsten e Rob si presero per mano ed io allibita da lontano osservavo
quella scena
“E’ tutto vero
allora…stanno davvero insieme…stupida, stupida che non sono altro, ho sperato
fino alla fine che non fosse vero…”
Eric lesse la sofferenza sul mio volto e mi strinse la mano, insieme ci
voltammo verso i nostri amici “…meno male
che la tenerezza di Eric mi aiuterà a scordare più in fretta questo momento. Ti
dimenticherò Rob, perché oramai hai già scelto Kirsten…”
Ci voltammo e ci lasciammo Londra alle spalle…io ci lasciavo il cuore e
l’anima…
“Sei l’unica voglia che non vorrei,
ti ho vista piangere su di me, ma sono il tuo passato ormai…”
In aereo
Fu un viaggio piuttosto
lungo e stancante, io non riuscii a dormire a
differenza di Eric, avevo pensato tutto il tempo a quella scena
dell’aeroporto…rivedevo
i suoi occhi, la sua strana espressione, il suo corpo protendere verso
di me…perché
era venuto a salutarmi? A che scopo? Che senso aveva? No, non
capivo…scossi la
testa per svuotarla da tutti quei brutti pensieri e vidi Eric che mi
guardava
“Ehi ben svegliato dormiglione!” sorrisi, sorrise
“Grazie…tu hai dormito?” “Per
nulla…i pensieri mi hanno tenuta sveglia…”
“Tu pensi troppo, dovresti lasciarti
andare di più…” “Già...sono fatta
così…” feci spallucce “Ti sei chiesta come
facessero a sapere della partenza Robert e Kirsten, vero?” annuii
“E’ colpa
mia…ho parlato con Rob prima di partire. Infondo siamo amici e
gli ho
raccontato tutto. Scusami, avrei dovuto dirtelo o chiederti il
permesso, ma
doveva sapere…doveva sapere che stai rinascendo anche senza di
lui e che la tua
vita non gira più intorno a lui! E sono sempre io che ho detto a
Kirsten che
eri a Londra, per questo ti ha telefonato…non essere
arrabbiata…” “Eric…”
sospirai cercando di calmare il battere accelerato del mio cuore
“…non fa
nulla…almeno l’ho visto un’ultima volta…prima
di lasciarmi definitivamente alle
spalle questa storia…”, Eric mi guardava malinconico,
sapeva che soffrivo
ancora tanto…”Mi dispiace Marghe, ma ce la farai. Rob non
è l’unico ragazzo in circolazione…”
“Già…ma io non mi lascerò andare mai
più…non voglio stare ancora male…e
poi…”
lasciai cadere il discorso e Eric non insistette “e poi io lo amo ancora…”
“Guarda Eric, le luci della città. Siamo arrivati!”
che meraviglia quel
posto…un taxi ci portò in albergo, tutto pagato dallo
studio del Signor Jordan,
mi fiondai in camera, ero stanchissima, volevo solo dormire
“Buonanotte Marghe”
mi disse Eric baciandomi la guancia “Buonanotte Eric. A
domani” e mentre aprivo
la porta della stanza, Eric mi fermò
“Marghe…” “Si?” “Ti voglio
bene…” gli
sorrisi ed entrai in camera.
Il sole del primo mattino filtrava dalla finestra della mia camera e
creava dei particolari giochi di luce con i cristalli del lampadario…mi
incantai a guardare quello spettacolo stesa sul letto…ero sveglia ormai da
parecchio, mi ero addormentata immediatamente, ma di sobbalzo alle 6 mi ero
svegliata. Non avevo ancora razionalizzato: ero in America!!! Guardavo
incredula la stanza, sapevo che dall’altra parte c’era Eric, fautore di quel viaggio,
di quel nuovo cambiamento, Simona diceva che lui aveva un debole per me, ma io
non ne ero sicura, o perlomeno non volevo crederci. Non avevo la testa per
pensare a quello, gli volevo bene, ma da qui ad amarlo ne passava di acqua
sotto i ponti.
“Toc, toc”
“Arrivo!” gridai “Buongiorno Marghe” “Buongiorno Eric” “Ti ho disturbata?
Ti stavi preparando?” “No, sono pronta già da un pezzo” mi squadrò dalla testa
ai piedi con sguardo indagatore, mi ero sistemata per benino, volevo fare buona
figura col produttore. Non mi amavo in modo particolare, quindi prepararmi per
bene mi aiutava a pensare che forse potessi essere più decente. “Sto male?”
vedevo che continuava a fissarmi “No, no, anzi sei…sei…bellissima” oddio mi sa
che Simona aveva ragione “Gra-grazie, ma non prendermi in giro!” cercai di
sdrammatizzare, ma complicai la situazione, vidi il suo volto farsi serio “Io
non scherzo quando ti faccio complimenti, possibile che non lo capisci!” “Eric
non mi sembra il caso ora di discutere su questo. Andiamo o faremo tardi”
riuscii nel mio intento e andammo via.
Per tutto il tragitto non aprii bocca, sapevo che prima o poi avremmo
dovuto riaffrontare quell’argomento…
<< Nel
locale di Francesco a Londra prima di partire per Los Angeles
“La prossima canzone voglio dedicarla ad una persona speciale per
dimostrarle quanto ci tengo a lei e per incoraggiarla a farsi forza” Eric
pronunciò quelle parole e poi si rivolse a me “Marghe è per te!” io ero sul
palco con lui…
“Meraviglioso, ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia
meraviglioso. Meraviglioso
perfino il tuo dolore potrà guarire poi meraviglioso.
Ma guarda intorno a te che doni
ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare eh! Tu dici non ho niente. Ti sembra
niente il sole! La vita, l’amore. Meraviglioso, il bene di un uomo che ama
solo te, meraviglioso.
La luce di un mattino,
l’abbraccio di un amico, il viso di un bambino, meraviglioso, meraviglioso…”
Ero
sorpresa…perché quel gesto, cosa voleva dirmi? Poi perché aveva cambiato la
frase “il bene di una donna che ama solo te” con “Il bene di uomo che ama solo
te”?>>
|
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Capitolo 17 *** Io ci sarò... ***
Io ci sarò...
Salve a tutti,
vi chiedo scusa se il capitolo è piccolo,
ma se posto tutto insieme addio sorprese!!!
Come vi avevo già anticipato, è dal punto
di vista di Rob e finalmente, saprete qualcosa in più di ciò che gira nella sua
folle testolina ^^!!!
Doddola:
credo che col passare del
tempo, odierai Kirs e Eric ancora di più, ma non ti dico altro. Grazie mille
per i complimenti…
Daydre4mer:
non ricordavi il
particolare della canzone, perché sul forum non l’avevo messo in evidenza, mi
ero dimenticata!!! Che sbadata eheh!!! Bella domanda, cosa accadrà a Los Angeles??? Chissaà…
Giulls:
grazie tesoro, sempre
gentilissima!!! Brava non fare spoiler, altrimenti niente sorpresa per nessuno eheh…
Fairwriter:
non ti scusare, appena
potrai recupererai, l’importante è che non ti sto deludendo e che la storia
continua a piacerti. Adoro la canzone “Meraviglioso”!!! Amo i Negramaro!!! Spero
di leggere preso altre tue recensioni…
Ed eccoci alla storia, vi lascio a questo
breve punto di vista di Rob, sabato avrete il resto, poi però per una settimana
non mi sentirete, perchè partirò per andare a fare gli esami.
Ps: anche questa volta vi lascio una
canzone http://www.youtube.com/watch?v=ADY6KX-63bM
Robert
“Marghe
sta partendo per l’America?” gridò Kirsten, mentre mi guardava esterrefatta…io
avevo l’affanno per la corsa…
<
“Ciao
Eric cosa ci fai qui?” “Rob sono qui per salutarti, io sto partendo per
l’America”
“America?
E cosa vai a fare lì?” “In realtà non sto
partendo da solo…” “Non capisco…”
“Beh Rob, nell’ultimo periodo ho cantate in alcuni locali
con M…M…Marghe e un
produttore ci ha notati e ci ha scritturati per un musical da fare a
Los
Angeles…” “Tu e Marghe?” strabuzzai gli occhi
incredulo “Aspetta Rob, non
capire male, noi non stiamo insieme, condividiamo la passione per la
musica…non
ti nascondo però che…Marghe mi piace molto…”
stette zitto, abbassò la testa come
stesse pensando a qualcosa poi parlò nuovamente “Anzi Rob,
io amo Marghe e
vorrei renderla felice…” non sapevo cosa rispondere,
provavo un misto di
rabbia, dolore e piacere…soffrivo all’idea di Marghe con
Eric, ma allo stesso
tempo volevo vederla felice e Eric poteva aiutarla, quindi cercai di
modulare
la mia risposta, non doveva trapelare nessuna emozione, ero o no un
attore?
“Eric non ti devi giustificare con me, io e Marghe non stiamo
più insieme e
quindi puoi fare quello che vuoi. Vi vedo bene insieme” che gran
bugiardo,
avvertii una stretta al cuore “Ma Rob…”
“Niente ma Eric, dico sul serio…va e
divertiti in America, in bocca al lupo…anche a
Marghe…” involontariamente con
un filo di voce più marcato pronunciai il suo nome…mi
bruciava dentro come se fosse
veleno...ora potevo capire ciò che sentiva
Edward…”Lei non sa che sono qui…non
parliamo mai di te…o meglio, cerchiamo di evitare
l’argomento…mi piacerebbe
comunque che tu venissi a salutarci insieme a Kristen…”
non parlavano mai di
me? Beh dovevo aspettarmelo e poi meglio così, lontano dagli
occhi, lontano dal
cuore…forse…”Eric certo che
vengo, sei uno dei miei più grandi amici e devo esserci in un momento così
importante…”>>
“S-si
Kris” non riuscivo a parlare, mi mancava il fiato non so se più per la corsa o
se per la partenza di Marghe “Calmati Rob, perché sta partendo?” presi un bel
respiro “Ti spiego durante il tragitto per l’aeroporto, ora andiamo, ti prego!”
implorandola la trascinai via con me.
Lei,
la mia lei, l’unica che mi aveva rubato il cuore stava per andarsene con un mio
amico…infondo era quello che volevo: allontanarla da me…in realtà nel profondo
speravo che non mi dimenticasse, come non l’avevo fatto io, ma era giusto farla
andare avanti, doveva vivere anche senza di me…
Corremmo
come dei pazzi, con l’affanno arrivammo all’aeroporto, c’erano tutti i
suoi/nostri amici increduli per quella partenza improvvisa, non capivo perché
Eric avesse avvertito solo me e non gli altri…
Marghe
mi vide, spalancò gli occhi, sembrava aver visto un fantasma, per un attimo
infinito incrociammo i nostri sguardi e fu lì che capii che non sarebbe mai
finita per me…l’amavo troppo…
“Non potrai
scordarmi, non potrai dimenticare quello che c’è stato tra noi…come non potrò
dimenticarlo io. Sono andato via da te, ma non ho mai smesso un solo istante di
amarti…”
Kirsten mi prese per mano, percepì il mio dolore e come da copione fece il
suo dovere, la guardai e poi rivolsi nuovamente i miei occhi a lei…aveva
abbassato la testa e Eric le aveva stretto la mano e insieme diressero i loro
sguardi verso di noi…
“Per il bene che
ti voglio ti auguro tutta la felicità del mondo, anche se so che la tua
lontananza mi sarà ancora più insopportabile, farò di tutto per non pensarti.
Fai buon viaggio Marghe. Spero che Eric possa renderti felice…“
Nel silenzio più assoluto, io e Kirsten lasciammo l’aeroporto con una
certezza in più: era giusto che andasse così…certezza che lentamente sfumava in
me a causa di quella maledetta tristezza che mi stava avvolgendo…
Pensai per tutto il tragitto verso casa, rividi mille volte davanti ai
miei occhi la scena del mio addio, il suo volto straziato dal dolore,
incredulo, come avevo potuto farle questo?
“E così sei
partita per l’America…è davvero la cosa giusta? Forse si, potrai realizzare il
tuo sogno a fianco di qualcuno che potrà prendersi cura di te…Marghe, mia
piccola tenera Marghe, meriti il meglio dalla vita, pensavo di riuscire a
cancellarti, ma mi sono illuso…questa relazione con Kirsten è solo una
facciata, una farsa per far dimenticare ai giornalisti la tua esistenza, non
avrai più nessun fastidio…Ti amo con tutto me stesso da sempre e per
sempre…lasciarti prendere quell’aereo è stato più difficile di quanto pensassi,
avrei voluto correrti incontro per fermarti…meglio una dolorosa guarigione che
una lenta eutanasia…starò sempre qui per te, non ti abbandonerò mai anche se tu
questo non lo saprai mai…il cielo ha una porta sola…aprila Piccola
Marghe…aprila!!!”
“Rob…come ti senti?” chiese Kirsten preoccupata “Beh Kirs…se ti dico che
sono uno straccio ti renderei meglio l’idea di come mi sento?” “Forse abbiamo
sbagliato…non dovevamo fare tutto questo, forse…” “No, Kirs” la interruppi “Va
bene così, anzi grazie e scusami per la tremillesima volta se ti ho coinvolto
nei miei casini, ma non sapevo come fare, dovevo fare in modo che i giornalisti
si allontanassero da lei, le avevo promesso che non sarei più tornato, anche se
oggi ho tradito la promessa…ma dovevo esserci…” “Per
dirle addio…per sempre…” Kirs mi strinse la mano sulla spalla “Non
scusarti, Marghe è anche amica mia e l’idea che stia stata male, mi rende
triste e mi spiace che ora mi odi…sai come la penso…ero d’accordo con te, ma
ora…non so se abbiamo fatto bene…ti vedo così perso e ho letto nei suoi occhi
un’espressione di tristezza infinita, non potevo fare a meno di guardarla…”
avvertii una fitta al cuore…Marghe stava ancora male per colpa mia? Motivo in
più per lasciarla andare…”Le passerà…come passerà a me…”…forse…
“Non
sai quanto fa male farti male
ma sembra questa l'unica via
meglio una dolorosa guarigione che un'incosciente eutanasia
prima che l'odio ed il suo vento spazzino via l'amore dentro te
io vado ma vorrei capissi che..
Io ci sarò, sarò lì a guardarti
Ad ascoltare tutto ciò che non dirai
Io ci sarò anche quando non vorrai
Ti seguirò ombra in mezzo a tanti
Ti accompagnerò qualunque strada sia
Io ci sarò anche se ora vado via....da te
Del resto sai ti ho amata e tanto
E questo rende amaro il pianto che
Che bagna l'arido che ho dentro
Non resterà solo il rimpianto
Non resterà dolore e livido
Non mi vedrai mai lì in un angolo....
Io ci sarò, sarò lì a guardarti
Ad ascoltare tutto ciò che non dirai
Io ci sarò anche quando non vorrai
Ti seguirò ombra in mezzo a tanti
Ti accompagnerò qualunque strada sia
Io ci sarò anche se ora vado via...da te
Da te che sei l'unica che abbia acceso in me
Ciò che era spento ed io non so, non so, perché…
Ti seguirò ombra in mezzo a tanti
Ti accompagnerò qualunque strada sia
Io ci sarò anche se ora vado via da te...”
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Capitolo 18 *** Addio Rob... ***
Addio Rob...
Salve a tutti,
sabato è arrivato veloce e a dirvi il vero
questa settimana mi annoia parecchio, visto che domani dovrò partire per
Macerata, alla volta dell’Università; sarò via fino a venerdì, quindi il
prossimo capitolo lo avrete sabato, sempre che vi importi qualcosa ^^.
Volevo fare un ringraziamento speciale a
tutti coloro che mi leggono e che hanno inserito la loro storia tra i preferiti
e tra le fan fiction seguite, mi piacerebbe che mi lasciaste un commentino,
giusto per sapere che pensate.
Fairwriter:
che bello hai recensito!!!
Sono troppo contenta quando mi dici che la storia ti piace…
Daydre4mer:
la mia amichetta…sempre
qui per me…ma sai quanto ti adoro??? Mi mancherai tanto questa settimana, l’idea
di essere lì…aaaaah meglio non pensarci…ti lascio questo capitolo. Tvb…
Come sempre la musica la fa da padrone e
quindi vi lascio questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=iqXK43hG8uo ,
ascoltatela quando richiesto. Alla prossima…
Marghe
Il taxi ci portò dinanzi alla Jordan Corporation: incredibile, un palazzo
intero per questo studio!!! Entrammo nell’atrio e ci venne incontro una
graziosa signorina, sapeva già chi eravamo e ci disse che il Signor Jordan ci
stava aspettando nel suo ufficio al quinto piano. Un signore ci accompagnò
all’ascensore, arrivati al quinto piano ci guidò presso l’ufficio del
produttore: lui era comodamente seduto sulla sua sedia e ci accolse con un
caloroso “Benvenuti a Los Angeles!” “Grazie”
rispondemmo in coro io ed Eric “Mi fa piacere che abbiate accettato la mia
proposta, non ve ne pentirete”. Passammo un’ora a discutere sui dettagli del
musical, prove, date di esibizione e compenso. Rimasi di sasso quando sentii a cosa si
ispirava il musical…impietrita non dissi una parola “Un musical su Twilight?”
domandò sbalordito Eric…era una persecuzione ”Si ragazzi, dopo il successo del
film, abbiamo pensato, in accordo con la Meyer, di realizzare anche un piccolo musical.
Infondo la Meyer
ama la musica che è musa ispiratrice dei suoi libri, quindi è stata entusiasta
dell’idea. Ovviamente presiederà alle prove, darà una mano con la scelta dei
pezzi, dei costumi.” Avrei voluto scappare via, tutto mi aspettavo fuorché
questo: noi eravamo i protagonisti, Bella ed Edward…Marghe e Eric…
“Marghe, Twilight mi ha cambiato la vita in
tutti i sensi: mi ha dato ancora più notorietà, ma soprattutto mi ha regalato
te. Marghe, tu sei la mia Bella…”
quel ricordo mi folgorò, arrivò inaspettato…mi disse quelle parole prima di
partire per Volterra, come potevo dimenticarle? E ora io avrei dovuto
interpretare la lei che avrei voluto sempre essere, o meglio io sarei voluta
essere al posto di Kirsten, baciarlo, toccarlo, stargli accanto al suo posto…se
prima era un desiderio, ora era una dannazione…volevo dimenticarlo, ma il
destino sembrava opporsi…
A questo si
aggiungeva il fatto che fisicamente non assomigliavo minimamente a Bella, ero
dimagrita, ma ero comunque più robusta del personaggio descritto dalla
Meyer…”Caratterialmente io sono simile a Bella, ma fisicamente per niente!”
dissi stizzita “Non importa, inizialmente l’ho pensato anche io, ma sentirvi e
vedervi cantare ha rivoluzionato completamente il mio giudizio: voi avete
l’intensità che cerco per i miei due personaggi, siete amanti, complici…e poi
in questi mesi seguirete anche rigide regole alimentari e farete tanto
esercizio. Signorina Margherita, non si preoccupi, sarà perfetta!” perfetta io?
Un’utopismo…potevano chiamare Rob e Kirsten per questo ruolo…loro erano
perfetti!
Inoltre, dopo tutto
quello che era successo e che temevo
provasse Eric, interpretare la ragazza che lo amava follemente mi veniva
difficile. Lo fissai, era pensieroso, sapevo che pesava anche a lui
interpretare il ruolo che è stato di Robert, sapeva che inevitabilmente avrei
pensato a lui…ma era lavoro e mi feci coraggio…infondo sarebbe stato solo un
semplice musical, niente di più.
Tornati all’albergo, ci preparammo per fare una visita della città, quel
giorno lo avevamo libero, le prove e la conoscenza del resto del cast sarebbe
avvenuta il giorno dopo. Mi feci una rapida doccia e in un batter d’occhio fui
pronta, bussai alla porta di Eric che di corsa venne ad aprirmi, indossava solo
un jeans, stava asciugandosi i capelli, per me fu un colpo vederlo in quello
stato: corpo ben scolpito…perfetto per interpretare Edward…risi e lui si
imbronciò “Che ridi a fare? Uff “ “Niente, niente, sei buffo eheh” mi guardava
in modo indecifrabile, io smisi di ridere e lo fissai, mi sentii tremendamente
in imbarazzo “Scusa, ti aspetto fuori…” stavo per uscire dalla stanza, ma lui
mi afferrò per un braccio “No ti prego, non andare…” passò un attimo infinito
prima che riaprisse bocca “…ci metto un attimo a prepararmi, ok?” annuii.
Nel tragitto in ascensore, non aprimmo bocca, lui continuava a fissarmi,
mentre io tenevo la testa bassa, quella situazione non mi piaceva “Vorrei che non mi guardasse in quel modo,
non capisce che mi mette in imbarazzo? Uff, devo sempre mettermi in situazioni
più grandi di me!” “Marghe…” la sua
voce interruppe i miei pensieri, alzai la testa e lo guardai “Perché ci stiamo
comportando così? Eravamo affiatati, parlavamo tanto prima di questo viaggio.
Cos’è cambiato?” “Vorrei saperlo anche io, Eric. Sei tu che sei strano…” mi
guardò torvo “Io strano? No, Marghe…sono sempre di più me stesso con te e non
te ne accorgi…” “Ma possibile che per te io non mi accorgo mai di nulla?” mi
innervosii “Si, a volte penso che fai la finta tonta, ma non ne sono convinto.
Davvero in tutto questo tempo non ti sei mai accorta di quello che provo per
te?” spalancai gli occhi, mi stava dichiarando il suo amore, cavolo!!! Abbassai
di nuovo lo sguardo, lui si avvicinò, con la mano alzò il mio viso “E guardami
quando ti parlo!” disse “Io ti amo Marghe, ogni giorno che passa mi rendo conto
di quanto tu per me sia importante, il tuo modo di fare, di parlare, di
ridere…tutto mi piace di te!” non parlavo, non potevo parlare, ero bloccata,
non mi aspettavo che lui provasse tutto questo per me…la descrizione del suo
amore per me era così familiare…sobbalzai: era quello che amavo di Rob…mi si
strinse il cuore, volevo piangere…ma come potevo pensare a Rob in un momento
come quello? Ma come potevo non pensarlo? Ora dovevo anche confrontarmi con il
mito del suo film! Eric si accorse del mio improvviso cambio di espressione, mi
lasciò andare il viso e tornò al suo posto. In quell’istante l’ascensore
annunciò il nostro arrivo al piano terra, uscimmo come se nulla fosse, di nuovo
muti.
Girammo la città come fossimo due sconosciuti, era tutto così strano, ci
stavo male, perché volevo bene ad Eric, in lui avevo trovato non solo una
persona con cui condividere la mia passione per la musica, ma un amico con cui
parlare liberamente di ogni cosa e ora invece tutto era rovinato, saremmo stati
in grado di portare avanti il lavoro assegnatoci dal Signor Jordan?
Nonostante non fossi contenta quel giorno, ammirai con stupore la
grandezza di quella città, la freneticità della gente, tutto diverso dal mio
luogo d’origine e anche da Londra. Non era di sicuro il posto per me che amavo
la calma, ma mi ci sarei abituata…
“Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? Il mio stomaco brontola”
disse Eric con una certa freddezza “Ok…”. Scegliemmo un ristorante non molto
affollato, entrambi in quel momento non volevamo caos attorno a noi, anche se
il troppo silenzio era offuscato dal brusio dei nostri rumorosi pensieri.
“Eric…” presi coraggio “…scusami…” alzai la testa per guardarlo, lui era
davanti a me e come sempre, mi fissava “Di cosa ti scusi? Sono io che dovrei
farlo, non dovevo assalirti in quel modo…sto rovinando tutto…” “No, Eric non
importa. Sospettavo che tu provassi per me qualcosa di più, ma non volevo
prenderne coscienza. Io ti voglio bene, davvero tanto, ma…” “Ma non mi ami…” concluse
lui la mia frase…lo fissai imbronciata “Lo sapevo…so che nel tuo cuore c’è
ancora Rob…però sono convinto di una cosa: lavorando insieme riuscirò a fartelo
dimenticare. Io so che infondo siamo legati, ci somigliamo tanto…ti giuro che
ti farò innamorare di me!” era sicuro di quello che diceva, volevo tanto
esserlo anche io, ma sapevo che quello che provavo per Rob era qualcosa che non
poteva essere annullato, cancellato, era insito in me, scorreva nel mio sangue,
era un tutt’uno con la mia persona, lui sarebbe appartenuto a me per sempre…
Un nuovo giorno si affacciò sul cielo di Los Angeles, era arrivato il
momento della conoscenza del cast. “Marghe e Eric questi sono Amanda, Jason,
Nikol, Peter e Electra. È lei è la fautrice di tanto successo!” esclamò Ruth
“Piacere di conoscervi. Sono Stephenie Mayer” fu un colpo, adoravo quella
donna, con i suoi libri mi aveva fatto sognare, avevo sempre sperato di poterla
incontrare un giorno, ma in quel momento non ero predisposta, sarei voluta
essere in un altro posto, lontano da lì. La prima giornata di prove trascorse
tra preparativi dei brani, dei balli e prove costumi. Mi divertii molto,
l’ambiente non era ostile, erano tutti simpatici e amichevoli. Eric sembrava
tranquillo, rideva e scherzava con tutti, anche con me, solo io mi sentivo
fuori posto quando dovevo avere a che fare con lui.
Provammo più volte la canzone che segnava l’incontro di Edward e Bella,
ma ogni volta che ci avvicinavamo sentivo i brividi, avevo paura, il contatto
con lui mi provocava nervosismo, Eric l’aveva capito e cercava in tutti i modo
di aiutarmi. “No, ragazzi lasciamo stare questa parte. La proviamo tra qualche
giorno, oggi proprio non ti riesce Marghe di essere più confidenziale e
profonda con Eric” “Scusate, è che sono stanca, devo ancora abituarmi al fuso
orario” mentii spudoratamente…
Tornata in albergo, corsi a docciarmi, volevo scrollarmi di dosso tutti i
pensieri negativi, non riuscivo a capire perché mi sentivo così vicino a Eric,
il fatto che lui mi amasse mi metteva a disagio, ma non era giustificato il mio
tremore di fronte a lui, lo conoscevo e sapevo che non avrebbe fatto nulla se
io non volevo.
Non avevo sonno, avevo bisogno di camminare, pensare, stare da sola con
me stessa, così mi vestii, presi il mio ipod e uscii.
Passeggiavo per le affollate strade di Los Angeles, tanta gente mi
passava di fianco, alcuni mi vennero persino addosso, ma io non accusavo
minimamente la loro presenza…l’unica cosa che vedevo era la strada, dritta e
vuota davanti a me…camminavo, camminavo e non mi accorsi di quanto mi ero
allontanata…guardai la strada alle mie spalle, ma non me ne importò, quella
sera era la mia sera, avevo voglia di stare in pace con me stessa…
“Certe sere
spengo la luce e rimango per
ore da solo con me
resto lì con la radio accesa a guardare nel
buio perchè
faccio i conti con la mia vita e poi dico a me
stesso adesso o mai più
cerco le intenzioni migliori piango tutti gli
errori perchè
ho bisogno d'amore e di aprire il mio cuore
in un mondo che corre più veloce di me
di cercare un mio senso delle cose a cui
penso
ho bisogno di te
dimmi dove sei…”
Strani scherzi del destino, nel mio ipod risuonava la canzone che
canticchiavo sempre quando ero nella mia stanza triste perché mi sentivo sola,
bisognosa di donare affetto a qualcuno e di riceverne…avevo bisogno d’amore, si
ne avevo davvero tanto bisogno…mi sentivo una cretina, la gente viveva
tranquillamente anche priva di affetti, mentre io ero incapace di andare avanti
e di affrontare le cose belle che la vita mi offriva…come Eric…poteva essere la
mia nuova possibilità…ma sprecavo il mio tempo a piangermi addosso…
Ora i miei passi erano lenti, pesanti e i miei occhi bagnati dalle
lacrime, immaginavano me bambina che correvo felice dietro i miei
genitori…essere bambini è bellissimo, si è liberi, innocenti, inconsapevoli
della crudeltà del mondo, si sogna una vita fantastica fatta di principi
azzurri e cavalli bianchi, principesse e maghi…peccato che crescendo quella
irrazionale capacità di sognare svanisca con la scoperta che il nostro è un
mondo totalmente illusorio fatto di gente frenetica che corre più veloce dello
scorrere del tempo, che persegue un obiettivo e che pur di raggiungerlo è
disposto a calpestare gli altri…nessuno si preoccupa di nessuno…egoismo allo
stato puro…un mondo che non faceva per me, così piccola e innocente…non sono
mai stata in grado di difendermi dalla cose più grandi di me…e ora ero in
America…io!!! Ma sapevo davvero quello che stavo facendo??? Lo volevo davvero?
O stavo solo scappando? Di colpo mi fermai…dinanzi a me vidi un riflesso dorato,
alzai lo sguardo e la vidi: la luna piena stupenda risplendeva in un
meraviglioso e perfetto cielo stellato…che spettacolo! Sorrisi, amavo le cose
semplici, amavo quello che la natura ci offriva e nonostante odiassi le grandi
città per tutti quegli enormi palazzi che avevano intaccato la purità della
natura, da lì riuscivo comunque ad ammirare le bellezze che Dio ci aveva
donato…
Stanca, tornai indietro, nonostante fosse tardi, la città era ancora
piena di gente…li guardavo correre con le macchine, a piedi, le coppiette
passeggiavano tenendosi romanticamente per mano, stringendosi con occhi
sognanti…già…l’amore…e ripensai a lui…Robert…il solo pensarlo mi rendeva
infinitamente triste…ma l’amore non rendeva felici? Non volevo più sentirmi
così…non volevo più sentirmi in bilico sul filo invisibile della mia vita a
metà strada tra la felicità e la dannazione eterna…io volevo solo essere
felice…anzi serena, tranquilla, in equilibrio con me stessa…quindi dovevo
imparare a voltare pagina, la vita è una e va vissuta a pieno…ed io ero stanca
di rovinarmela…da ora in poi le cose sarebbero cambiate…
Prima di entrare nella hall dell’albergo, mi voltai, alzai gli occhi
alla luna “Da ora in poi sarai solo un ricordo, un bel ricordo…ti ho amato più
di me stessa, ma devo accettare la realtà: le nostre strade si sono divise ed
io ho intenzione di prendere le redini della mia misera vita e di guidarla
verso porti più sicuri…Addio Rob…” e metaforicamente chiusi a chiave quella
“porta” che mi aveva portato a lui…non mi sarei più voltata indietro, ero più
decisa che mai!
Dinanzi alla porta della mia stanza trovai Eric, poggiato al muro, mi
vide e strabuzzò gli occhi “Ma dove cavolo sei andata?” quasi urlò “Sono andata
a fare un giro…” non mi lasciò finire di parlare “A quest’ora, da sola, ma sei
matta!!! Sei in una metropoli ti rendi conto che è pericoloso?!?” che tenero,
si era preoccupato…”Scusami…” ci guardammo e lessi nei suoi occhi lo spavento…
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Capitolo 19 *** Qualcosa di nuovo... ***
Qualcosa di nuovo...
Salve a tutti,
sono tornata…dopo una settimana infernale,
finalmente sono nuovamente a casa mia, immersa nel mio mondo fantastico e puro,
dove nulla può scalfirmi, o almeno credo…
Ma non mi va di perdermi in chiacchiere,
passo subito ai ringraziamenti, non dimenticandomi di chi ha inserito la mia
storia tra le preferite e tra le fan seguite, grazie di cuore!!!
Giulls:
crepiii!!! Anche se ormai
è andata, poi ci siamo sentite via sms, quindi ho attutito la lontananza…so che
la scuola ti ruba molto tempo, quindi non ti preoccupare, non devi
giustificarti con me…Tvb…
Daydre4mer:
crepiii!!! Cara friend, so
che ci sei sempre, questa settimana mi hai fatto tanta compagnia e non lo sai…mi
sono sentita meno sola…Tvb
Ilachan89yamapi: mi fa piacere che
tu abbia commentato, fallo ogni tanto, mi piace leggere e capire cosa pensate
delle stupidate che scrivo!!! Sono contenta che la storia sia di tuo
gradimento, grazie perché la segui…
Vi lascio al
capitolo, so che probabilmente mi odierete e vi chiedo scusa in anticipo…sono
due punti di vista, Marghe e Rob…per il primo al momento richiesto ascoltate
questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=3nblUousfEM
, mentre per il secondo questa http://www.youtube.com/watch?v=h2cnRJL6aTc...
Alla prossima…
I giorni successivi trascorsero tranquillamente, senza problemi, stavo
cercando di ritrovarmi…e lavorare mi aiutava moltissimo, impegnarmi in qualcosa
mi impediva di mettere in moto i pensieri e mi faceva scoprire, giorno dopo
giorno, lati del mio carattere che non conoscevo, lati che mi piacevano ed era
da lì che dovevo partire per imparare ad amarmi di più…
“Marghe in questi giorni ti vedo più serena, mi fa piacere, stai
lavorando molto bene. Sono convinta che verrà fuori un buon musical!” disse
entusiasta Ruth, una donna estremamente comprensiva, aveva intuito che qualcosa
non andava nelle settimane precedenti e mi aveva dato tutto il tempo per
riflettere e per riprendermi, ora invece mi sentivo euforica. Tutta sorridente
corsi da Eric e d’istinto lo abbracciai “Ehi, ehi cos’è tutto questo affetto
improvviso?” rise “Nulla Eric, sono felice ed è merito tuo che mi hai convinta
a venire qui! Grazie!” alzai la testa, incrociai i suoi occhi, avvertii il
battere del mio cuore fermarsi e la pelle accapponarsi per i brividi. Che
sensazione piacevole…lui mi accarezzò il viso e mi sorrise “Grazie a te per
aver accettato di venirci con me. Te l’avevo detto che sarebbe stata
un’esperienza favolosa” adoravo il suo modo di parlarmi, così soave, musicale,
mi incantava…
Una volta arrivata in stanza, mi fiondai in bagno; dopo una mezz’ora
uscii con i capelli ancora umidi, mi avviai verso l’armadio in cerca del
pigiama, lo indossai e mentre stavo andando nuovamente in bagno, sentii
squillare il cellulare “Simooooooo che gioia sentirti!” “Margheeee come stai?”
“Beh posso finalmente dire che sto bene” “Mai notizia fu così lieta per le mie
orecchie” le raccontai tutto, parlare con lei mi faceva bene, peccato che
Simona ebbe la brillante idea di mettermi in testa strane idee “Marghe io credo
che infondo tu tenga molto a Eric” “Ma certo Simo, gli voglio un casino di
bene…” “Non intendevo questo Marghe…non ti rendi conto che tutto quello che
provi sono sintomi di una bella cotta???” Io cotta di Eric? Asciugavo i capelli
e pensavo alle parole di Simona “Che i
brividi che sento derivino da un sentimento particolare che provo per Eric? No,
no, non è proprio possibile…”
Il volto di Eric mi apparve d’improvviso davanti agli occhi, non avevo
mai badato a quanto fossero profondi i suoi occhi, era sempre così dolce e
premuroso con me, mi era stato sempre vicino senza chiedere mai nulla in cambio
e…mi amava…come volevo essere amata…avevo bisogno di vederlo, infilai la
vestaglia e mi recai dinanzi alla sua porta “Toc, toc” “Chi è?” “Eric sono io”
si precipitò ad aprirmi “Che succede Marghe?” disse preoccupato “Nulla Eric,
avevo bisogno di compagnia…scusa l’abbigliamento…” “Dai entra…”. Ci sedemmo sul
letto, lui stava ascoltando della musica “Cosa ascolti?” “Musica italiana” “Wow
bello. Dai fammi sentire” mi passò una sua cuffia…udii solo alcune parole e mi
sentii girare la testa…:
“Tu dimmi che non sai oppure che fai finta
perché non sei convinta
ma siamo qui da un’ora
io e te a parlare
come non abbiamo fatto ancora
e… caso strano
non mi sento strano
vuoi vedere che ti amo
meglio rischiare sai
che non concedersi mai…”
Guardai
Eric, ero sbiancata…quelle parole mi riportarono all’idea di Simona…che avesse
totalmente ragione? Sentii il cuore balzarmi in petto…io meritavo di amare
ancora, meritavo qualcuno che mi volesse bene…infondo Rob mi aveva lasciato da
8 mesi ormai e si era rifatto una vita con Kirs, perché io non dovevo rifarmene
una mia? Amavo Eric? O avrei potuto amarlo?
Eric
mi prese le mani e le strinse “…ma se
se ti va puoi stare qua, spegni il telefono e fai il miracolo…”, le
baciò piano, mi guardò e lentamente si avvicinò a me, io ero imbambolata,
osservatrice passiva di ciò stava per succedere…la canzone continuò a suonare
fino a giungere alla conclusione “…perché
io e te per cercare di capire chi siamo, siamo andati avanti e alla fine vuoi
vedere che ti amo…” su quelle parole Eric mi baciò, avvertii ancora
quei brividi, chiusi gli occhi e mi resi conto che quel bacio lo avevo sempre
desiderato…provai un’emozione straordinaria che rimise in moto il mio corpo, il
mio cuore, avvolsi Eric con le mie braccia e lo baciai…le mie labbra erano
avide di lui, lo cercavano…lui sorpreso si staccò da me, mi fissò incredulo,
gli sorrisi, mi sorrise e senza dire nulla mi baciò di nuovo prima incerto, poi
vide che le mie labbra rispondevano al richiamo proibito e continuò con sempre
maggior ardore…era l’inizio di qualcosa di nuovo…
Mi
risvegliai nella stanza di Eric…avevo dormito là…mi voltai e al mio fianco lo
vidi…dormiva ancora, aveva il volto disteso e sorridente…ed io come mi
sentivo??? Mi misi una mano sul cuore, lo sentii pulsare di nuovo come un
tempo, i miei nervi erano rilassati, mi sentivo allegra, la testa tra le nuvole
come se avessi bevuto del vino, desideravo davvero da tanto tempo di riprovare
quelle sensazioni così piacevoli e delicate…mi sentivo leggera come una farfalla,
forte e possente come un leone, avrei potuto scalare una montagna se avessi
voluto, senza provare alcuna fatica…
<<La sera precedente:
“Marghe
perché stai ricambiando il mio bacio? Credevo non mi
amassi?” domandò perplesso
Eric “Non lo so Eric…so solo che per me sei qualcosa di
più di un semplice
amico…ho trascorso questi ultimi mesi sempre e solo con te, ma
non mi sono mai
resa conto dell’effetto che mi fai…quando sto con te, sono
serena, tranquilla,
sto in pace col mondo, sento di nuovo il battere del mio
cuore…ti sembrerà
assurdo ma mi sento viva e non mi succedeva da mesi…”
“E con questo che vuoi
dire?” “Voglio dire che voglio darmi un’altra
possibilità…voglio provare a
stare con te…perché infondo a modo
mio…io…ti amo…” sbarrò gli occhi a
quelle parole
ed io mi sentii il cuore andare a mille…era vero, amavo Eric,
non in modo
profondo come era successo con Rob, ma lo amavo…i suoi occhi
brillavano
“Speravo che un giorno tu potessi dirmi certe cose…sapevo
che era così…non sai
che gioia mi dai Marghe…Ti amo, ti amo, ti amo…” e
mi baciò con passione, era
bello sentirmi di nuovo scorrere il sangue nelle vene e pulsare per le
emozioni
provate. Non avrei mai cancellato Rob, ma sentivo che piano, piano il
volto di
Eric stava sovrapponendo il suo nel mio cuore…ci sarebbe
riuscito?>>
Mi
girai verso Eric, gli accarezzai il viso e lo vidi ridere “Ah ma allora sei
sveglio?”
“Mi
sono svegliato da poco” mi guardò, lessi un’espressione nuova nei suoi occhi,
un’espressione che mi piacque molto e che vidi riflessa anche nei miei.
“Com’è
andata la nottata?” mi chiese “Tranquilla…” silenzio…poi timidamente abbassando
lo sguardo mi disse “E’ stato bello averti accanto…spero che tu non sia
pentita” lo fissai “Eric, è stato bello anche per me…e poi quando prendo una
decisione ci penso bene, quindi non sono affatto pentita, anzi è la cosa più
sensata che abbia fatto i questi ultimi mesi!” scattai all’in piedi, misi la
vestaglia “Vado in camera a cambiarmi…torno tra poco”, lui mi seguì fino alla
porta “Non hai dimenticato una cosa?” “Mmm non credo” risposi, Eric si avvicinò
e mi baciò “Questo…” “Ah intendevi questo…” risi e lo ribaciai, mi sentii
salire il sangue agli occhi, il mio istinto stava per prevalere sulla ragione,
ma seppi fermarmi “Lasciamo uscire di qui, altrimenti potrei perdere il
controllo di me stessa…” dissi con l’affanno “Mi piacerebbe che lo perdessi”
disse Eric ridendo, chiusi la porta e andai via. Ma che mi stava succedendo,
non ero mai stata così esplicita! Eric mi faceva davvero uno strano effetto…
Robert
Ero
steso sul letto, non potevo ancora crederci, nonostante ormai fossero passate
diverse settimane: Marghe era davvero andata via…con Eric per giunta!!! Sarebbe
nato qualcosa tra di loro? Questo dubbio mi torturava l’anima, non volevo che
ciò accadesse, anche se era la cosa giusta…non volevo che fosse di un altro…lei
era mia! Ma che diritto avevo di
dire che era mia? Io l’avevo lasciata, io l’avevo fatta soffrire, io l’avevo
spinta tra le braccia di un altro…
Voltai
lo sguardo verso la cornice sul comò…la foto che ci eravamo fatto a Volterra
quando eravamo felici…io seduto e lei tutta sorridente alle mie spalle che mi
abbracciava forte…quanto adoro il suo sorriso, le brillavano gli occhi…
Non
potevo piangere, dovevo essere forte, accarezzai piano quella foto, avrei
voluto prendermi a pungi per la rabbia, ma come avevo potuto far precipitare le
cose in quel modo vile? Mi odiavo…fortunatamente non ero dannato a vivere in
eterno come Edward, altrimenti che senso avrebbe avuto la mia vita senza di
lei?
Non
avevo mai amato tanto, non avevo mai provato un sentimento simile per qualcuno,
non potevo capire un anno e mezzo fa quello che provava Edward nei confronti di
Bella…ma ora lo sapevo…conoscevo quel sentimento perché lo stavo provando e mi
stava lacerando dentro…
“Divertiti fai
ciò che vuoi
È giusto allontanarci poi vedremo
Che sarà di noi
Io proverò a combattere tristezza e
Solitudine
Uscendo un po’ più spesso con gli amici di
Sempre
Ma adesso resta ancora un po’ ascolta
Quello che dirò
Regalami un secondo di silenzio
Ssssshhhhh
Ricordati che quando ti cercherai in una
Canzone che parla di noi
E si impiglierà tra le tue ciglia una lacrima
Ricordati che quando tu piangerai con le
Gambe strette seduta sul letto
Io sarò lì accanto a te ti rispecchierai
Negli occhi miei…”
Mi sento inutile, spento, non ha senso alzarsi
tutte le mattine, non ha significato recitare, rapportarsi con gli altri,
mangiare, uscire…se lei non è con me…avevo inevitabilmente fatto ruotare la mia
vita intorno alla sua e sciogliere quella presa era un’ardua impresa…tenersi
tutto dentro era ancora più complicato, potevo parlarne solo con Kirsten, era
l’unica che sapeva la verità. Mi aveva aiutato tanto, gli ero debitore ed era
giunto il momento di tirarla fuori da quel pasticcio: dovevo diffondere la voce
che ci eravamo lasciati, ormai il teatrino era finito….Marghe era partita e non
avrebbe avuto più problemi, la stampa si sarebbe interessata ad altro,
dimenticando quello spiacevole episodio dell’incidente…
Avrei voluto che la mente umana potesse essere una
gomma e i ricordi un foglio bianco da riempire con il passare degli anni, così
avrei potuto, con la sola forza di volontà, cancellare tutti i ricordi e il suo
nome dal mio cuore, ma il processo è molto più complesso…come in un lutto,
dovevo avere il tempo necessario per elaborare la perdita e tutto poi sarebbe
tornato alla normalità…ma dicevo quello cose più per convincere me stesso, perché
sapevo perfettamente che non avrei dimenticato neanche un minimo dettaglio di
tutti quei mesi trascorsi con lei…
Non riuscivo a non pensarci “Chissà che fa…come staranno andando le prove…e con Eric? Mi penserà
almeno un po’? Vorrei che sapesse che io non faccio altro che pensare a
lei…Marghe…”
“…Ricordati che
quando camminerai distratta
Nel traffico e ti volterai
Perché una parola un ombra un gesto
Ti emozionerà
Ricordati che quando ti spoglierai nel buio
Vestita dei nostri ricordi
Io sarò li accanto a te ti rispecchierai
Solo il tempo per noi sa la verità se domani
Io e te ritorneremo qua
Incapaci di vivere lontani anche
Un giorno di più
Solo il tempo dirà se era una bugia o era giusto
Per noi cercare un’altra via
Ora vai devo mordermi le labbra per non
Piangere più.
Ricordati che quando ti cercherai in una
Canzone che parla di noi
E si impiglierà tra le tue ciglia una lacrima
Ricordati che quando tu piangerai con le
Gambe strette seduta sul letto
Io sarò lì accanto a te ti rispecchierai
Negli occhi miei
Ssssshhhhh…”
Rapito
dai miei mille pensieri, mi appisolai. D’un tratto, un rumore fortissimo mi
svegliò, sobbalzai…silenzio…forse avevo solo immaginato, richiusi gli occhi e
di nuovo sentii quel fracasso…corsi giù per le scale, aprii la porta e vidi
Kristen tutta bagnata, con l’impermeabile fradicio che mi guardava sconvolta…piangeva…la
feci accomodare sul divano davanti al camino, in modo che potesse scaldarsi.
Tremava come una foglia “Kris che è successo?” non rispondeva, continuava a
tremare e a singhiozzare…le alzai la testa e la guardai negli occhi “Oh Rob…Thomas…Thomas…mi
ha lasciata” “Cosa?” “Si, oggi…dice che era stanco di questa finta storia con
te. Gli ho detto che tu avevi intenzione di diffondere la notizia che ci
eravamo lasciati, ma non ha voluto sapere ragioni…mi ha lasciata…dopo 4 anni…io
ora mi sento…morire dentro…Rob!” mi si lanciò addosso. Possibile che io combinavo
solo guai? La feci sfogare, la strinsi forte e la cullai tra le mie braccia.
“Mi dispiace Kris, è colpa mia, non avrei dovuto chiederti di aiutarmi nel mio
folle piano. Ci parlo io con Thomas…” “No, a che servirebbe? E poi io ho
accettato di aiutarti, non mi hai certamente costretta! Credo di capire come si
sia sentita Marghe quando tu le hai detto addio…alle sue parole il mio cuore ha
fatto crack…si è spezzato in mille pezzi…ora non ho più nulla, niente che mi
dia la spinta per vivere…sono…spenta…”
l’ascoltavo sconvolto, capivo perfettamente quello che voleva dire, perché mi
sentivo anche io così, anche se in quel caso ero stato io stesso la causa del
mio malessere. La strinsi ancora più forte e mi sentii mancare le forze, la
tristezza stava prendendo il possesso di me stesso…piansi a lungo insieme a lei…
La
guardavo dormire sul divano e mi rendevo conto degli errori che avevo fatto,
non dovevo rovinare anche la sua vita per il mio assurdo egoismo. Era così
piccola e fragile, non doveva soffrire così…quando ho accettato di fare il
provino per il ruolo di Edward, lo avevo fatto soprattutto perché c’era lei…mi
piaceva davvero tanto e ho creduto di essere cotto di lei, mentre in realtà,
provavo semplicemente un gran affetto, la vedevo piccolina, sentivo il bisogno
di proteggerla, una sorta di sorellina minore…
“Rob!”
disse svegliandosi di soprassalto “Kirsten, tutto ok?”
risposi avvicinandomi
“Più o meno. Scusami se ti sono piombata così
all’improvviso in casa, sono
stata una maleducata, ma avevo…bisogno di te…”, le
accarezzai i capelli e lei
ricominciò a piangere “Rob, Rob…perché?
Perché fa così male?” si alzò, viso nel
viso, mi afferrò per i capelli e mi spinse verso di lei
“Perché?” singhiozzando
posò le sue labbra salate dalle lacrime, sulle mie e lentamente
si staccò, mi
guardò e mi baciò di nuovo…con delicatezza le sue
labbra cominciarono a
muoversi sulle mie…ero pronto per lasciarmi andare, ma
un’immagine si
materializzò nella mia mente: il volto disperato di Marghe che
mi guardava
afflitta e mi bloccai…Kris allora si fermò, mi
fissò “Non ti fermare Rob…te ne
prego”e mi ribaciò…ero un uomo ed ero debole e
così mi lasciai trasportare da
quel baciò così poco casto e mi ritrovai poco dopo su di
lei…le nostre mani
cercavano ardentemente il contatto con i nostri corpi…ci
togliemmo con foga i
vestiti senza mai staccare le nostre labbra…ci alzammo in piedi,
lei cinse le
sue gambe alla mia vita e la portai di sopra, nella mia camera, chiusi
la porta
e cercai di non pensare a quello che stavo per fare…
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Capitolo 20 *** Il musical... ***
Il musical
Salve a tutti,
siamo nuovamente a sabato. Un’altra
settimana è passata per fortuna…
Oggi non sarò di molte parole, anche perché
onestamente non so cosa scrivervi, se non dei semplicissimi ringraziamenti a
chi legge, a chi recensisce e a chi ha inserito la storia tra i preferiti e le
fan fiction seguite.
Scusatemi se questa volta non vi ringrazio
singolarmente, ma non sono dell’umore giusto…ho troppe cose che mi girano per
la testa…perdono…
Spero che il capitolo possa essere di
vostro gradimento, come l’ultima volta, si tratta dei punti di vista di Marghe
e Rob…
Alla prossima…
Marghe
Mentre
felice passeggiavo con Eric per le strade di Los Angeles in cerca di un negozio
di souvenir, avvertii un forte dolore al petto…avevo l’impressione di aver
ricevuto una pugnalata diritta al cuore…mi bloccai, mi toccai nel punto esatto
in cui il dolore era stato più acuto e mi sentii venire meno…”Marghe,
Marghe…tutto ok?” ero tra le braccia di Eric “S-s-si...almeno credo” “Che è
successo?” “Non lo so…una fitta…” strinsi i pugni “…niente di grave, non ti
preoccupare…” cercai di sorridere, nonostante provassi una sensazione
spiacevole che mi rese improvvisamente triste…era successo qualcosa…qualcosa
che non mi sarebbe piaciuto affatto…
Eric
continuava ad insistere che dovevo farmi visitare, che con il cuore non si
scherzava, ma io sapevo che quella fitta non aveva nulla a che vedere con la
mia salute, ed ero certo che presto avrei scoperto la ragione…
“Ragazzi,
ecco le date e i luoghi degli spettacoli!” disse eccitata Ruth “Ma saremo nella
maggior parte dei teatri americani!” rispose sorpreso Eric “Oh si, tutti sono
entusiasti di vedervi, siete diventati popolari tu e Marghe, lo sapete? Il
signor Jordan ha fatto una buona pubblicità al musical, ha parlato benissimo di
voi <> vi ha definito ed io non posso che
appoggiarlo, siete bravissimi, oltre al talento innato, ci mettete la voglia e
la passione, si vede che amate la musica, le emozioni che provate riuscite a
farle arrivare a chi vi ascolta ed è questo ciò che conta!” quelle parole
suonarono come campane in festa alle mie orecchie, ero al settimo cielo, perché
era sempre quello che avrei voluto far capire alle persone, amavo davvero cantare
e volevo che la gente lo sentisse attraverso la mia voce. Guardai Eric
commossa, ancora una volta era merito suo, se lui non mi avesse spinta a
cantare in pubblico, se non mi avesse trascinata con sé negli USA io ora starei
ancora in un letto a piangermi addosso. E invece ora, ero pronta per
conquistare con la mia forza di volontà, il mio amore per la musica, i teatri
statunitensi, era un’ardua impresa, lo sapevo, ma volevo crederci, ne avevo la
forza e soprattutto avevo Eric vicino e con lui sarei potuta andare anche in
capo al mondo…
Prima
tappa della torunèè: Brodway…teatro importantissimo, hanno calcato le sue scene
personaggi illustri, musical celebratissimi e amatissimi in America, noi
avremmo saputo rispondere alle aspettative del pubblico?
Ero
nel mio camerino, mi stavo preparando per entrare in scena, cercavo di non
pensare a quello che mi aspettava…mi vedevo riflessa nello specchio: mi avevano
truccata proprio bene…avevo il cerchietto tra i capelli lisci, leggermente
mossi alle punti, occhi color cioccolato, abbigliamento semplice: jeans, maglia
scura e impermeabile giallo ocra…con tocco leggero mi accarezzavo il volto,
come se non credessi di essere io…mi sentivo completamente Bella…ero entrata
nella parte…ma la verità è che io mi sentivo come lei…totalmente e incondizionatamente…
D’un
tratto, il bussare alla mia porta, interruppe le mie riflessioni…aprii e lo
vidi…una visione: capelli bronzei, pelle chiarissima, occhi color miele,
giubbino grigio, maglia e jeans scuri…Edward…il mio Edward…il
cuore iniziò a battere all’impazzata,
sembrava un cavallo impazzito…ebbi come l’impressione di
avere dinanzi Rob…fu
bruttissimo…mi sembrò che tutti gli sforzi fatti, i passi
avanti compiuti, si
fossero annullati semplicemente vedendo Eric vestito come
Robert…chiusi gli
occhi e li riaprii lentamente, focalizzai meglio la persona davanti a
me e mi
resi conto che era davvero Eric “Allora che ne pensi?”
sorrideva…sorriso
sghembo…ah no anche quello no…volevo
morire…”Beh…beh…sei…uguale…all’
Edward…del
film…” mi uscì, mi pentii, ma Eric sembrò
non rimanerci male, sapeva che nel
mio cuore un posticino per Rob ci sarebbe sempre stato, ma lui voleva
continuare a lottare per conquistarmi del tutto e in parte ci era
riuscito,
perché erano mesi che non pensavo al mio passato e che stavo
bene; per tale motivo
mi sentii morire dentro quando la mia mente contorta mi aveva riportato
all’immagine di Robert…
Scossi
la testa e chiusi gli occhi “Sei bellissima…” disse in un soffio Eric prima di
avvicinarsi a me e baciarmi delicatamente per non rovinare il trucco.
“Si
va in scena!!!” sentimmo gridare, ci staccammo di colpo…”Andiamo” disse, mi prese
per mano e mi trascinò con sé. Praticai tutte le tecniche di respirazione
imparate in quei mesi, cercando di rilassarmi…”Marghe su, calma, tranquilla. Devi solo recitare la parte di Bella col
tuo Eric…al primo impatto hai avuto paura, è normale, infondo questo musical è
collegato al film, ai libri, all’inizio del tutto, della tua avventura
londinese, del tuo nuovo futuro…quindi la reazione è giustificabile. La
prossima volta non succederà…” cercavo di convincermi e ci riuscii…mi tranquillizzai…entrai
in scena sentendomi Bella…ero Bella…
Calò
il sipario, ci avvicinammo tutti, ci prendemmo per mano e quando il pubblico
riapparve davanti a noi, ci inchinammo e fummo “investiti” dai loro applausi,
tutti erano in piedi. Ero sbalordita, non mi sarei mai aspettata tutto questo.
“Signori
e Signori, ecco il promotore di questo nuovo grande successo: il Signor
Jordan!” partì un altro applauso “Complimenti Signor Jordan. Avevate creato
un’aura di mistero attorno a questo musical che ha suscitato la curiosità di
tutti e direi che ha pienamente soddisfatto le aspettative createsi!” “Sono
onorato di poter assistere a questo successo. Ho creduto fin dall’inizio in
questo progetto e quando a Londra ho incontrato Eric e Margherita si è
materializzato davanti ai miei occhi. Sono stati tutti bravissimi, c’è stato
subito feeling, ognuno di loro ha donato qualcosa di se stesso al proprio
personaggio.”
Subito
dopo lo spettacolo, i giornalisti ci raggiunsero dietro le quinte e ci
intervistarono…che cosa buffa…ci chiesero di tutto e come mi dovevo aspettare
mi chiesero di Robert e dell’incidente, ero pronta a questo, Eric mi aveva
messa in guardia…risposi con tranquillità, non trasparì nulla, fortunatamente
non si soffermarono molto, erano troppo interessati al musical e al mio
rapporto con Eric.
L’estate
trascorse tra un teatro e un altro dove raccogliemmo ulteriori consensi, non ci
fermavamo mai, non avevamo tempo per nulla, soprattutto per pensare…
L’iniziale
paura per la somiglianza tra Eric e Rob era passata, ero nuovamente tranquilla
e felice…ma si avvicinava la fine di tutto…presto saremmo dovuti tornare a
Londra…
“Ragazzi,
siamo giunti all’ultima esibizione. C’è amarezza, quando le cose finiscono si è
sempre un po’ tristi, ma vi invito a non esserlo sia perché è stato un
successone, al di là di ogni aspettativa, sia perché il Signor Jordan mi ha
comunicato che quest’inverno ci saranno altre date in giro per le città
Europee: Londra, Parigi, Berlino, Roma…non sono ancora confermate, ma c’è una
buona probabilità che la cosa si concretizzi!” eravamo tutti sorpresi e
entusiasti, volevamo davvero vivere ancora quell’esperienza e confrontarci
anche con palchi teatrali non americani, ci avrebbe permesso di crescere ancora
di più artisticamente.
Robert
Guardai
il calendario: 15 giugno…quel giorno era arrivato…fui
interrotto improvvisamente
dallo squillare del cellulare “Pronto?”
“Rob…” “Kirs…” “Oggi
è il gran
giorno…come stai?” “Sto bene…almeno per
ora…”
Io
e Kirs ci vedevamo sempre, eravamo inseparabili, da quando quella volta eravamo
stati a letto insieme, non riuscivamo a fare meno l’uno dell’altra…no, non era
amore, ma semplicemente l’esigenza di aggrapparsi a qualcuno per non sentirsi
soli…non stavamo insieme, eravamo solo amici, buono amici…ci consolavamo a vicenda
e nei momenti di debolezza poteva capitare che ripetessimo l’errore di
ritrovarci in quel letto freddo…
“Te
la senti davvero di vedere il musical?” “Si, Kris. E poi voglio proprio vedere
se reggono il confronto con noi” risposi ironico, lei rise “Sei il solito. A
dirti il vero mi fa strano vedere un musical sul nostro film.” “Già…”.
Avevo
parlato col mio manager dell’intenzione di andare in America a vedere la prima
del musical, ma mi aveva vivamente sconsigliato di farlo, i giornalisti
sarebbero stati lì e chissà quale altro articolo si sarebbero inventati pur di
vendere i loro stupidissimi giornali di gossip. Per questo motivo, decidemmo di
vederlo comodamente da casa mia su un canale digitale americano, certo non
sarebbe stato come essere a teatro, ma andava bene così.
Fu
sconcerto quando la vidi apparire sul
palco, sguardo basso, andatura lenta…fu stupore
quando alzò lo sguardo e il cameraman la inquadrò in primo piano: occhi
profondi, bianca di viso, fisicamente perfetta…era a dir poco bellissima…la mia Bella…
Kirsten
esclamò “Oh…wow…sembra…sembra proprio di rivedere la Bella descritta da Stepanie”
io non proferii parola, ero rapito dai suoi occhi…
La
musica partì e quando Edward fece la sua prima comparsa in scena, i brividi
pervasero il mio corpo: mi somigliava davvero tantissimo! I loro sguardi, il
loro avvicinarsi e allontanarsi, emanavano elettricità pura, trapelava persino
dallo schermo della televisione…era davvero nato qualcosa di più di una
semplice amicizia tra loro? O semplicemente erano bravi attori?
Per
tutto lo spettacolo non scrollai gli occhi dal televisore, ero un tutt’uno con
lo schermo, cercavo di cogliere ogni singolo gesto, movimento, espressione che
potesse dare una risposta ai miei dubbi…tutto sembrava confermare quello che
mai avrei voluto sapere…in ogni caso, ero stato io a volerlo e dovevo
accettarlo…
“Rob,
Rob?!?” disse Kirsten vedendomi incantato “Ohi, ma che
hai?” “Nulla Kirs…tu che
pensi?” “Dello spettacolo o…” tentennò
“O?” “O dell’affinità che
c’è tra Marghe
e Eric?” ecco, l’aveva notata anche lei, abbassai la testa
e me la strinsi tra
le mani “Mi spiace Robert, ma era una probabilità che
dovevi prendere in
considerazione.” Ma io l’avevo considerata, anzi
l’avevo voluta…stupido che non
ero altro…
Dopo
un tempo imprecisato, Kirs gridò “E’ finito…molto bello, sono stati davvero
tutti molto bravi e poi le musiche erano fantastiche, vero Rob?” “Già…”
cos’altro potevo dire, proprio in quel momento inquadrarono Eric e Marghe che
si inchinavano per ringraziare, stretti mano nella mano, si guardavano felici,
i loro occhi erano vivi, impressa in essi un’emozione nuova; il giorno della
partenza Marghe non aveva quell’espressione di…gioia mista a serenità e
completezza. Probabilmente, questa volta aveva aperto la porta giusta…
Mi
alzai per andare in cucina, dovevo rinfrescarmi, ne avevo bisogno, ma mentre
bevevo la mia adorata Pepsi, Kirsten mi reclamò in salotto “Rob corri! Stanno
intervistando Marghe e Eric!” mi fiondai sul divano dimenticandomi del resto.
“Marghe e Eric, vi aspettavate tutto questo
successo?” “No, per nulla. Eravamo terrorizzati all’idea di calcare questo
palco, soprattutto con un musical ispirato ad un libro e ad un film che hanno
avuto molto successo” rispose Marghe…da
quanto non sentivo la sua voce, il suo suono delicato fece sussultare il mio
cuore “Come avete preso il fatto che tra
tanti siate stati scelti proprio voi, senza un provino per giunta?” “Beh direi
che eravamo sorpresi e onorati, non ci saremmo mai aspettati di essere scelti
per un musical, non era in programma” rispose Eric…la sua voce, invece, mi
irritava…
Ed
ecco che arrivò la domanda che tanto temevo “Sul palco traspariva un feeling eccezionale tra di voi e a dirvi la
verità, anche standovi vicino si nota l’affiatamento che c’è. Potete dirci
qualcosa di più a riguardo?” risero e si fissarono “Voi giornalisti siete
sempre molto curiosi, eh?” disse Marghe ridendo “E’ il nostro mestiere!” rispose
il giornalista “Posso solo dirvi che ci vogliamo davvero un gran bene e come ci
ha detto il Signor Jordan quando siamo arrivati a Los Angeles: siamo amanti,
complici, oltre che amici…” le parole di Marghe risuonarono nella mia testa
come un tuono, creando scompiglio dentro di me “Interessante, quindi voi siete amanti?” “Ora volete sapere troppo.
Possiamo tornare al musical?” disse Eric “Si, ma prima volevo rivolgere
un’altra domanda a Marghe”…tremavo…”Lei
è stata per un periodo di tempo la ragazza di Robert Pattinson, il celebre
vampiro di Twilight, in che rapporti è con lui ora dopo l’incidente? Cosa pensa
di questo suo ruolo?” “Premetto che una volta per tutte voglio smentire che
l’incidente è stato causato da Robert, è stato un mio errore, lui non ha colpe!
Non sento Robert da molto ormai, quindi non so cosa pensi del musical e del mio
ruolo!” risposta netta, precisa, non trasparì il minimo dubbio, la minima
emozione…era stata…glaciale…mi
fece male…Kirs mi strinse la mano, non mi voltai, continuavo a fissare lo
schermo della tv…
“Inevitabile fare un paragone con il film?”
“Io direi che sono due cose diverse, cioè la storia è quella, ma il musical è
incentrato a far trasparire le emozioni dei personaggi attraverso
l’interpretazione musicale, i balli, le musiche in generale, oltre che il modo
di muoversi sul palco, mentre il film si sofferma molto di più sulla recitazione,
sul tono della voce e sugli sguardi” disse Eric “Lei pensa di esser stato più
bravo di Robert Pattinson?” rise “No, no assolutamente. Robert è un grande
attore, io mi cimento nel canto, non c’è paragone. Poi lui ha dato un’intensità
diversa a Edward, io ho cercato di rendere la frustrazione del vampiro con la
voce” “E lei, Margherita, cosa pensa del suo ruolo?” “Eh, inizialmente non mi
sentivo molto adatta nell’interpretare questo ruolo, semplicemente perché
fisicamente sono molto diversa dalla Bella descritta dal libro e dalla Stewart
che l’ha interpretata nel film, però caratterialmente sono molto simile a Bella,
quindi per me è stato, come dire, mmm…naturale cimentarmi in questo ruolo, ma
assolutamente non mi paragono alla Signorina Steweart.”
Quanta
freddezza nel nominare i nostri nomi, addirittura Kirs, la chiamava “Signorina
Stewart”…assurdo…tra un iceberg e lei non c’era differenza. Fu davvero
tremendo, mi pentii amaramente di aver insistito tanto per vedere lo
spettacolo…ma il mio ego voleva soddisfare la sua maledetta voglia di lei…
Kirs
spense la tv e si venne a sedere accanto a me, mi strinse le mani
“Rob…stai
bene?” “L’hai sentita?”
“Si…è normale Rob, dopo tutto quello che le abbiamo
fatto, come può parlare di noi in modo confidenziale?”
“Si, è vero, però…”
“Però nulla Robert! È giusto
così…” mi accarezzò i capelli, si
avvicinò “Mi
manca…” le dissi “Lo so…”
abbassò lo sguardo, facemmo fronte contro fronte…”A
me manca Thomas…” e mi baciò…le nostre
mancanze provavamo a soddisfarle nella
maniera più ridicola…e finimmo di nuovo a letto
insieme…l’ennesimo sbaglio…l’ennesimo tentativo di dimenticarla…l’ennesimo
fallimento…
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Capitolo 21 *** Ritorno a Londra... ***
Ritorno a Londra...
Salve a tutti,
anche questa
settimana è volata. Per molti di voi la scuola è finita, ora vi potrete
dedicare al riposo ^^. Io invece lavorerò e tra un po’ riprenderò a studiare…
Dai non voglio
perdermi in inutili chiacchiere, passo subito ai ringraziamenti…
Doddola: quella che è scioccata, sono io, sai? Coi le tue
recensioni mi fai sempre piangere…Sono emozionata dalle tue parole! Hai ragione
quando dici “Semplicemente te”, sai perché vero? Si che lo sai: c’è molto, ma
molto di me in questa storia e tu lo hai capito senza che ti dicessi nulla. Grazie
per esserci, Dod…di cuore…
Daydre4mer: ecco il mio gioiello, la mia
friend, il mio sostegno…ci separa uno schermo del pc e la distanza, ma ciò non
implica che tu hai saputo andare oltre, imparando a capirmi, a conoscermi…cosa
fare se non ti avessi conosciuta?
Eric come lo
zucchero? Ma si dai, è così dolce! Roberto è uno stupido, ha voluto lui tutto
questo ed ora ne paga le conseguenze…
Vi lascio al
capitolo…grazie a tutti coloro che leggono…aspetto le vostre recensioni…
Marghe
Mentre
ci recavamo all’albergo, venni colpita nuovamente da quel fortissimo dolore al
petto…ancora una pugnalata…era insopportabile…Eric dovette prendermi in braccio
per portarmi in camera, mi agitai per qualche ora, il medico mi visitò disse
che era semplicemente stanchezza, probabilmente un dolore intercostale a causa
del molto freddo che avevo in quel periodo, dovevo solo riposare…ma c’erano le
valigie da preparare…”Ma non ti permettere proprio di alzarti!” “E la valigia
per la partenza chi la prepara?” “Ah ma allora lo fai apposta, ti dimentichi
che ci sono io, faccio tutto da me, tu pensa a startene sul letto tranquilla!”…
Stavo
per rientrare a Londra, dopo l’enorme successo del musical; il produttore ci
aveva assicurato che ci sarebbe stata qualche altra data nei teatri europei…
Tornare
a Londra mi faceva paura…temevo di dover fare i conti col mio passato recente e
se non avessi saputo affrontare quello che mi aspettava? Era più forte di me,
avevo uno strano presentimento e solitamente il mio sesto senso non si
sbagliava mai…
Ero
stata lontana sei mesi, la torunèè estiva del musical, ci aveva tenuto
impegnati moltissimo, avevamo girato quasi tutti i teatri americani, acclamati
da tutti, lo spettacolo piaceva e soprattutto piaceva l’affiatamento mio e di
Eric, eravamo diventati due celebrità. Lo guardavo seduto accanto a me nel taxi
che ci conduceva all’aeroporto e ancora non mi capacitavo dell’amore totale che
provava per me…mi coccolava, mi viziava, mi sentivo come Bella: amata in modo
assoluto…quei mesi mi erano serviti per capire cosa volevo fare della mia vita:
volevo terminare i miei studi, aprire quel centro per bambini in difficoltà con
i soldi guadagnati col musical, continuare a studiare canto e…sarei stata con
Eric…
Mi
aveva resa felice, serena, aveva ridato senso alla mia esistenza, mi dava la
forza per continuare a sognare, a sperare…e non avrei perso tutto questo solo
per uno stupidissimo e spiacevole presentimento…i miei pensieri folli
rovinavano sempre tutto…
“Amore,
che c’è? Qualcosa non va?” chiese Eric vedendomi soprapensiero “No, no…sto
pensando al ritorno a Londra…non vedo l’ora di rivedere i nostri amici, mi sono
mancati da impazzire” mi strinse la mano “Non mi nascondere le cose, lo sai che
per me sei come un libro aperto…” mi ammonì…era unico, aveva capito il mio
disagio, il mio terrore di rivederlo…si…di rivedere Robert…con
Kirsten…”Scusa…non voglio affliggerti con le mie paura…né tantomeno
rattristarti” “Non avere paura Marghe…non succederà nulla…Robert è stato e sarà
sempre importante per te, non devi cancellarlo…ha comunque fatto parte della
tua vita e prima di essere il tuo ragazzo, era tuo amico…sono sicuro che col
tempo riuscirete a riallacciare i rapporti…anche con Kirsten, è un peccato, vi
volevate così bene…” aveva perfettamente ragione, avrei dovuto lasciar fare al
tempo…il mio amore saggio…mi avvicinai, gli schioccai un bacio sulla guancia e
gli sussurrai “Grazie…”.
L’aereo
atterrò con delicatezza, nonostante la tempesta, il pilota aveva fatto una
manovra perfetta…Londra era avvolta dalla nebbia, pioveva a dirotto, non avevo
mai visto un temporale del genere in quel posto…che accoglienza!!!
“Margheeeeeeeeeeeeeeeeee!”
“Amici miei!!!” corsi loro incontro e li abbracciai piangendo…”Quanto mi siete
mancati, sono così felice di vedervi…”…c’erano tutti…tranne Robert e Kirsten…mi
erano mancati anche loro…e tanto…
“Marghe
ti vedo bene, sono felice!” mi disse Edward stringendomi a sé “Ed ti adoro!!!”
lo abbracciai forte “Non avete idea di quanto mi sia sentita persa senza di
voi, potrete mai perdonare la mia improvvisa partenza?” “Non hai nulla di cui
scusarti, capiamo perfettamente le tue scelte…e se è servito ad aiutarti, non
possiamo che essere felici” la mia saggia Simona…annuii alle sue parole
“Perfetto, questa è la cosa importante” e guardò me e Eric prenderci per mano
“Che cosa strana vedervi così…” disse Stephanie “Ma dai!” rispose Simo “Sono
sempre stati più che amici, hanno solo concretizzato qualcosa che c’era già” ammiccò
e ci mettemmo a ridemmo tutti.
Volevo
chiedere a Simona qualche notizia di Rob e Kirs, ma non ne avevo il
coraggio,
temevo che mi avrebbe fatto una ramanzina…ancora una volta mi
salvò Eric
“Ragazzi, ma avete notizie di Robert e Kirsten? Stanno
bene?” sobbalzai udendo
quei nomi, mi guardarono tutti preoccupati “Raga, sto bene,
tranquilli…”
sorrisi “Beh Eric, in questi mesi siamo usciti spesso insieme e
stanno
abbastanza bene, ma…” disse Simona rivolgendosi a Eric
“Ma?” chiese lui, Simo
mi guardò “…non stanno più insieme
già da qualche mese…sono rimasti buoni
amici…continuano
a vedersi, ma non c’è nulla di più tra di
loro…” spalancai gli occhi
stupefatta…dopo tutto il male che mi avevano fatto, ora non
stavano neanche più
insieme? Sentii il cuore accelerare, il sangue mi salì al
cervello, avrei
voluto gridare, ma non potevo…Eric mi strinse la mano e mi
guardò…”Tranquilla…”
mi sussurrò dolce all’orecchio, il suono della sua voce
era come una camomilla,
cullò i miei pensieri e mi calmò…
Entrai
cauta nell’appartamento mio e di Simona…accesi la luce e rimasi ferma sulla
porta: era rimasto tutto uguale…salii in camera mia e anche lì il tempo
sembrava non essere mai passato…un’aura di nostalgia avvolgeva quella stanza e
non mi piaceva affatto, spalancai la finestra, doveva prendere aria…pioveva, ma
non mi importava, la pioggia avrebbe portato via con sé quella malinconia…
“Ho
spolverato e lavato tutti i giorni, ma non ho mai cambiato la posizione
degli
oggetti, ho cercato di mantenerla uguale, mi sembrava che tu fossi
sempre qui”
disse Simona comparendomi alle spalle, la fissai “Grazie
Simo…sei un
tesoro…perdonami, perdonami se sono andata via senza dirti
nulla…mi siete
davvero mancati…” “Basta Marghe, ti ho già
detto quello che penso. Certo al
momento avrei voluto picchiarti, ma ho capito perché l’hai
fatto…come ti senti
ora?” sapevo benissimo a cosa si riferisse “Sto bene, mi
sento un po’
stordita…mi fa strano essere di nuovo qui…da questo posto
è cominciato tutto…e
ora guardami…” le dissi sorridendo e facendo un giro su me
stessa, cercavo di
sdrammatizzare “…sono una star
americana…eheheheh” “Ah Marghe!” mi
abbracciò
fortissimo “Hai sentito Daniela?” “Si, l’ho
telefonata spesso…vorrei tanto
vederla…devo andare in Italia…dalla mia famiglia, dai
miei amici…” “Beh e se i
tuoi amici e i tuoi familiari venissero qua cosa penseresti?”
“Penso sia
impossibile…” “Per me mai nulla è
impossibile!” strizzò l’occhio “Vuoi dire che
hai convinto tutti a venire qui?” “Tutti no, però i
tuoi genitori e Daniela con
Antonio arriveranno qua nel fine settimana” le saltai al collo
piangendo “Grazie,
grazie, grazie…”.
“E
così Rob e Kirsten…si sono lasciati…” dissi mentre mi sedevo sul letto, Simona
mi guardò, temevo la sua reazione, ma sembrò capire “Si, non so dirti di più
perché Rob è sempre stato molto misterioso, non ha mai voluto parlare di questo
con me, tutte le volte che mi veniva a trovare…” “Un attimo! È stato qui?” “Si,
è venuto spesso qui…mi ha dato una mano, è stato gentile. Ho provato anche a
parlargli, ma aveva la bocca cucita” tremavo, balbettavo “Ti-ti-ti ha mai
ch-ch-chiesto di me?” chiesi timidamente “Si…spesso…voleva sapere se ti sentivo
e come stavi, ma non ho detto nulla di te e Eric, era giusto che lo facessi
tu.” “Io? E perché dovrei farlo? Lui mica mi ha detto di Kirsten?” ero dura
“Hai ragione…però ho pensato che comunque non fosse corretto dirglielo…ecco…”
“Scusami, non volevo aggredirti, ma…capiscimi, dopo tutto quello che mi ha
fatto, si meriterebbe di peggio! Ma mi conosci e non potrei mai desiderare il
male di qualcuno…” “Soprattutto se questo qualcuno è Rob…” concluse Simona
“Cos’hai intenzione di fare ora?” “In che senso?” “Beh, cercherai contatti con
loro…sapevano che oggi tornavate…” “Non lo so, Simona…mi aspettavo di vederli
all’aeroporto…come alla partenza…” “Kirsten mi disse che probabilmente non
sarebbero venuti per paura di rovinarti il ritorno…” “Rovinarmi il ritorno?
Eheh…questa è bella…eh!” “Eric cosa dice a riguardo?” “Eric? Beh, dice che
dovrei lasciar fare al tempo, secondo lui riuscirò a ricucire un rapporto con
entrambi…e a dirtela tutta…vorrei che avesse ragione…mi sono mancati molto
anche loro…” “E allora cosa aspetti? Telefona a Kristen parlale, chiarite!”
forse Simona aveva ragione. Ora che ero tornata potevo finalmente sapere la
verità e sistemare le cose, riportando tutto in perfetto equilibrio…ci sarei
riuscita?
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Capitolo 22 *** Kirsten... ***
Kirsten...
Salve a tutti,
e sto qui di
nuovo…pronti per un nuovo capitolo??? Mi auguro di si…
lithium80: grazie per aver recensito, mi fa
sempre piacere leggere che ci sono nuove persone che apprezzano…spero che
continuerai a seguirmi…
daydre4mer: stai smettendo di soffrire??? Sei
sicura, sicura??? Non correre troppo tesoro…Tvb…
Dark Angel 1935: mi credi se ti dico che ho pianto
di fronte alla tua recensione? Mi hai reso la mattinata di domenica scorsa,
piacevole. I complimenti fanno sempre bene e in quel momento ne avevo
particolarmente bisogno…l’hai letta tutta in un giorno??? Sono onoratissima!!! Vuol
dire che ti ha appassionato molto…che gioia!!! Beh che dirti di questo Robert…io
lo vedo così…potrei sbagliarmi, ma mi piace immaginarmelo in queste vesti:
dolce, romantico…amabile…come si fa a resistergli?!? Spero che continuerai a
recensirmi…baci…
Giulls: ti perdono…so che non hai potuto, lo sai: l’importante
è che leggi e mi dici che ne pensi, ci tengo al tuo parere…Tvb
Dod: la mia adorata Dod…sai quanto ti voglio bene,
vero?!? Si, hai ragione: c’è tutta me stessa qui dentro, forse ho giocato
troppo, forse è stato uno sbaglio investire tanto in questa storia, ma quando l’ho
fatto sentivo l’esigenza di narrare ciò che dentro di me, si stava verificando…un
uragano!!! Tvb e grazie…grazie per tutto…
Ora vi lascio al
capitolo…
Tremante
afferrai il cellulare: “Pronto, Eric?” “Ehi my love,
tutto ok?” “Si, si e a
te?” “Bene, anche se mi manchi già tanto. Non vedo
l’ora di rivederti domani…”
“Anche io…vorrei dirti una cosa…”
“Dimmi tutto…” “Io vorrei…sentire
Kirsten…ho
bisogno di chiarirmi con lei…” “Finalmente ti sei
decisa a fare un passo verso
di lei! Mi fa piacere…vai Marghe,
vai…tranquilla…sei avevi paura di ferirmi,
sappi che non l’hai fatto anzi…io invece vorrei sentire
Robert, è da troppo che
non ho sue notizie. Prima ci vedevamo sempre e ora…”
“Grazie Eric…di cuore e
tranquillo, non aver paura per me…Rob è tuo amico!”
Detto
questo, scorsi la rubrica del mio cellulare e cliccai il tastino verde
sul nome
“Kris”…bussò due, tre volte e
poi…”Pronto?” “Kirsten…sono
Marghe” silenzio “Lo
so, ti sembrerà strano sentirmi…ma…mi
dispiace…che le cose siano andate
così…vorrei parlarti…ti prego dì
qualcosa…” “Non sai da quanto tempo aspettavo
questa telefonata, sono così felice di sentirti” la sentii
singhiozzare…”Vediamoci”
mi disse “Io ho preso casa qui a Londra…”
“Perfetto” “Vengo a prenderti io…”
“Ok, io sono in via Men stress n°…” “No,
Marghe non c’è bisogno. Sono stata lì
qualche volta con Robert”.
Appuntamento
ore 19:00 fuori al mio appartamento…preferii aspettare fuori al portone, ero
tesa e stare in casa mi rendeva ancora più nervosa.
Quando
la vidi scendere dall’auto, mi irrigidii: cosa mia avrebbe detto di Rob, avrei
saputo la verità? Avevo davvero tanta paura…
Giunse
davanti a me, mi fissò, non le dissi nulla…ci guardammo per qualche minuto
“Grazie per avermi telefonata” “Grazie per essere venuta.” “Marghe…” prese
fiato “ho tante cose da dirti...andiamo da me, ti va?” annuii.
Arrivate
a casa sua, mi fece accomodare sul divano in salotto, mi offrì una tazza di the
appena fatta e si sedette su una sedia di fronte a me…il tanto atteso confronto
stava per avere inizio…
“Marghe,
io ho da farti delle scuse…” non la feci neanche finire di parlare che la
interruppi mollandole un ceffone in pieno volto, lei mi guardò senza dire
niente “Kirs…ti ho odiata…” fui sincera “Lo so e me ne dispiace, non avrei
dovuto.” “Hai detto bene: non avresti dovuto!!! Sapevi quanto amavo Rob, cosa
avevo fatto per lui…però…non hai colpe…” alzò la testa di scatto e mi guardò in
modo strano “Si…è lui che ha lasciato me…” volsi lo sguardo altrove, chiusi gli
occhi come a ricordare tutto quello che era successo e continuai a parlare “Nei
mesi successivi, ho provato a darmi mille spiegazioni, mi sono attribuita
tantissime colpe, ma alla fine sono giunta ad un’unica conclusione…” riaprii
gli occhi e la guardai “Lui non mi ha mai amato davvero, Rob è sempre stato
attratto da te, io lo sapevo ed era ovvio che alla fine sarebbe tornato da
te…quello che non mi spiego è il tuo rapidissimo cambiamento di idee: dicevi
che era solo un amico e che amavi Thomas. Ho pensato che mi mentissi, ma mi sei
sempre sembrata sincera.” “Io ti ho sempre detto la verità…” si fermò,
probabilmente per pensare a come continuare “…quando Rob è venuto da me, io ero
in crisi con Thomas e…beh, abbiamo cominciato a frequentarci più del lecito,
fino a quando poi ci siamo messi insieme” rimasi di sasso, mi sentivo tradita
da entrambi “E non hai pensato a me, a quello che provavo?” gridai “Si,
Marghe…e mi sono sentita una stronza, non avevo il coraggio di telefonarti per
spiegarti tutto, io ero davvero convinta di essere innamorata di Rob…” “In che
senso, eri convinta? Avevi dei dubbi?” “Inizialmente no…credo che ti avranno
detto che ora non stiamo più insieme, giusto?” annuii e lei proseguì con il suo
racconto “Bene. Ci siamo lasciati perché io mi sono accorta di amare ancora Thomas
e Rob si sentiva più come un fratello maggiore per me e non come un fidanzato.
Siamo rimasti buoni amici, c’è comunque un forte legame tra noi…” ero
sbalordita, incredula “Non avete idea del male che mi avete fatto…mi sono
sentita tradita, credevo che di me, almeno un minimo, vi importasse e invece
non avete esitato un attimo ad approfittarvi della situazione, ho voltato le
spalle ed ecco che mi ritrovo un pugnale ficcato esattamente nel cuore!” mi ero
infuriata “No, Marghe, non è come pensi! A te ci teniamo…e lo sai anche tu…”
“Si, forse…onestamente non lo so…ma ora non ha più importanza, volevo sapere la
verità e chiarirmi con te. Le cose sono cambiate, io sto con Eric e sono
felice. Ho ritrovato finalmente me stessa!” il viso di Kirs passò dal rosa al
bianco pallido “Ah allora è vero” “Perché chi te l’aveva detto?” “No, no
nessuno, i giornali parlavano di voi due come una coppia affiatata…”.
Parlammo
ancora un po’, poi mentre lei era a telefono con sua madre, io salii nella sua
stanza: era piena di fotografie, quadretti vari…tra tutte spiccavano le foto
con Robert e quelle con Thomas, il suo ragazzo prima di Robert. Presi la
cornice con la foto di Kirs e Rob e la fissai, sorridevano felici, la posai e
notai che sul suo comodino aveva un’altra foto, mi avvicinai per vederla e
sentii i brividi: era la foto di noi tre a Volterra. Ricordavo perfettamente
quel periodo, fu uno dei più belli, stavo bene, mi divertivo, ero totalmente me
stessa…strinsi forte la cornice e in un movimento involontario delle mie dita,
accarezzai il volto di Rob…senza neanche rendermene conto, avevo iniziato a
piangere…”Marghe!” esclamò Kirsten entrando nella stanza, non mi voltai, posai
la foto e col braccio mi asciugai le lacrime “Stavo guardano le foto” cercai di
apparire normale, ma la mia voce tremava, Kirs si avvicinò, mi afferrò per le
braccia e mi guardò dritta negli occhi “Perché piangi?” “Io non piango…” “Non
mentirmi, hai gli occhi lucidi e arrossati!” abbassai lo sguardo, mi vergognavo
troppo…”Le foto mi hanno fatto ricordare il periodo trascorso a Volterra e…la
nostalgia mi ha presa senza che lo volessi” ricominciai a piangere, presi a
pugni leggeri il petto di Kirsten e poi mi gettai tra le sue braccia.
Dopo
quel breve momento di debolezza, ritornammo in salotto “Dovresti chiarire anche
con Robert” sobbalzai, non risposi “Gli farebbe piacere, credimi…” “E cosa
dovrei dirgli Kirs? Non ho il coraggio…sembra sciocco, ma…non lo so neanche io,
mi fa strano doverlo rivedere, riparlargli…” “Credo sia normale, ma sarebbe
bello se uscissimo tutti insieme senza problemi, come un tempo!” “Come un tempo? All’ora però io stavo con
lui…” ma che cavolo pensavo!!!
Tornai
nel mio appartamento, con la promessa fatta a Kirsten di pensare realmente a
ciò che mi aveva detto, ossia parlare con Rob. Mi
gettai sul letto, volevo solo dormire e non pensare a nulla…
Il
mattino seguente, quando mi svegliai, notai che ero andata a dormire con i
panni della sera prima addosso, che svampita! Mi alzai, mi docciai e scesi in
cucina a fare colazione. Simona era lì che mi aspettava “Allora, com’è andata
ieri con Kirsten?” “Tutto ok…abbiamo parlato a lungo e alla fine abbiamo
risolto. Le ho detto tutto quello che pensavo e sentivo, ora mi sento più
leggera” sorrisi “Notizie di Rob?” il mio sorriso scomparve per lasciar spazio
al vuoto “No…Kirs dice che dovrei chiarirmi anche con lui” “Non sarebbe una
cattiva idea” guardai torva Simona, possibile che tutti prima volevano che mi
allontanassi da lui e ora insistevano per farmici riavvicinare? Di scatto mi
alzai dalla sedia e salii in stanza, accesi la radio, volevo rilassarmi…ma non
ci riuscii…udii solo le prime note della canzone e chiusi…”Ci mancavano solo
gli Evanescence con My immortal a completare il quadro!”.
Presi
il telefono e chiamai Eric, l'unica persona che in quei momenti di
sbandamento, sapeva ridare un senso al mio esistere “Ehi love,
tutto ok?” “Abbastanza e tu?” “Come mai
abbastanza? È successo qualcosa? Io sto benone, sto venendo da
te!” “Niente di
particolare. Ti aspetto così ti racconto del mio incontro con
Kirs!”
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Capitolo 23 *** Robert e Eric... ***
Robert e Eric...
Salve a tutti,
sabato è giunto
e con esso il mio aggiornamento…lo aspettavate??? Mmm…chissà…
Quando leggo i
vostri commenti, provo una gioia immensa, è bello sentirsi soddisfatti per ciò
che si fa…un po’ di gratificazione mi ci vuole proprio in questo periodo…
Dark Angel 1935: si, mi hai fatta piangere, ma per
l’emozione…ero contentissima, credimi! Beh la storia mi rispecchia molto ed è
normale scorgerci me in essa…io una bella persona? Grazie di cuore…mi spiace
che sei giù, spero che questo capitolo possa aiutarti…baci…ps: continua a
seguirmi e saprai cosa succederà…
Daydre4mer: brava cara, non parlare in modo
esplicito…altrimenti…bello lo schiaffo, eh? Sono una gran Signora, altrimenti
avrei fatto di peggio, credimi eheh
Piccola Ketty: wow una nuova recensione…che bello…grazie!!!
Passionale, dici? Beh si…io direi vissuta…è come se fosse realmente accaduto
per me…
Doddola93: tesoro, sai bene che la penso come
te su Kirs…ma purtroppo deve esserci…il fatto che comunque ti sia piaciuto, mi
soddisfa, vuol dire che ti ho coinvolta nonostante ci fosse lei…grandiosa??? Ma
tu mi riempi troppo di complimenti…
Ora
vi lascio al
capitolo che è dal punto di vista di Rob, so che è breve,
ma mi farò perdonare; se potete ascoltate questa canzone
http://www.youtube.com/watch?v=CsiayUQsdBg
Robert
“Ti
ha telefonato Marghe?” chiesi stupito a Kirs “Si, ha detto che vuole parlarmi.
Le dico la verità?” “Assolutamente no, non deve sapere nulla. Non voglio
rovinarle ancora la vita, quello che sento preferisco tenermelo per me.” “Ok,
inventerò qualcosa al momento. Però Rob, io fossi in te le direi tutto…se l’ami
ancora deve saperlo!” “A pro di che dirle quello che provo, se lei
probabilmente sta con Eric? Dirò la verità solo a Eric…sta venendo da me…”
“Perché a lui si?” “Voglio che sappia che io amo Marghe e che non deve farla
soffrire, altrimenti gli spacco la faccia!”
Qualche minuto più tardi:
“Dlin dlon” corsi ad aprire la porta, sapevo
perfettamente chi mi sarei trovato davanti: il mio miglior nemico Eric. “Ehilà
Robert, come stai?” “Ciao Eric. Sto bene, ma entra, non restare sulla porta”
gliel’avrei sbattuta volentieri in faccia quella porta!
Si
sedette sulla sedia davanti al camino e feci anche io altrettanto “Allora,
com’è andata in America?” chiesi con finta curiosità “Una favola. Il musical ha
avuto un successo incredibile, nessuno se l’aspettava. La notorietà è una cosa
strana, ci devo ancora fare l’abitudine. Va beh poi ne parlo con te che ancora
devi renderti conto di tutto quello che è successo!” rise, che cavolo si
rideva?!? Mi irritava, mi dovevo dare una calmata, di quel passo lo avrei
insospettito “Eh si, hai ragione” risposi.
“E
tu che mi dici? Ho saputo di te e Kirs, mi spiace!” “Doveva andare
così…pazienza…” “Se hai bisogno di parlare, io ora sono qui, come ai vecchi
tempi” i vecchi tempi in cui tu eri mio amico e covavi dentro di te l’idea di
fregarti la donna della mia vita!
“Rob basta! Respira e digli tutta la
verità”
“Sono
contento che tu sia venuto qui, volevo giusto parlarti…” “Spara!” “Si tratta di
Marghe…” vidi il suo volto cambiare immediatamente espressione “Come sta?” si
rilassò “Rob…lei sta bene…e approposito di lei, devo confessarti una cosa” mi
guardò inizialmente preoccupato “Non credo che potrà darti fastidio, infondo
sei stato proprio tu a sollecitarmi a non farmi problemi. Io e Marghe stiamo
insieme!” mi guardò dritto negli occhi, sperai che non notasse le fiamme di ira
che d’un tratto mi avevano accecato “Lei è felice?” chiesi, stringendo i pugni
“Oh Rob dovresti vederla! Sprizza gioia da tutti i pori, è serena, rilassata,
tranquilla…è ancora più bella di prima…” un pugno nello stomaco avrebbe fatto
meno male “E’ quello che volevo sentirmi dire” alzai la testa “Rob…cos’hai?”
“Debbo raccontarti la verità, ma tu devi lasciarmi finire. Lo faccio perché sei
mio amico e voglio essere sincero, ma Marghe non dovrà sapere nulla di tutto quello
che sto per dirti!” mi fece segno di si con la testa.
“Io…non
ho mai smesso di amare Marghe” lo vidi sobbalzare e gli feci cenno con la mano
di stare seduto e tranquillo “Quando sono andato via da casa sua, mi sono
recato di corsa in agenzia a prenotare un volo per gli USA, ho telefonato a
Kirsten dicendole che dovevo parlare urgentemente. È stata lei a venirmi a
prendere all’aeroporto e nel tragitto in macchina abbiamo architettato un
piano, un folle piano: fingere di stare insieme! Ti chiederai perché, beh
volevo che i giornalisti lasciassero stare Marghe, volevo che lei si
dimenticasse di me definitivamente, sapevo perfettamente che stava soffrendo e
non potevo sopportarlo, per questo ho fatto in modo che tutti i giornali
parlassero di me e Kirs e alla prima di <> abbiamo detto
che stavamo insieme. Ero convinto che lei sarebbe venuta e ciò mi è stato
confermato dall’urlo di rabbia che si è udito in sala, subito dopo la
confessione fasulla di me e Kirs. Sono andato contro ogni logica, contro i miei
sentimenti e contro il mio manager, ma dovevo lasciarla andare…sapere che ora
sta bene, mi fa sentire più sereno. Quando sei venuto da me per dirmi che
partivi per l’America con Marghe, ho trovato la soluzione a tutto: affidarla a
te. Non ti nascondo che la cosa mi irrita e non poco, ma voglio che lei sia
felice, se lo merita. Per questo trattala bene, altrimenti te la vedrai con
me!” mi fissò sconvolto “Rob tu sei pazzo! Io non avrei mai fatto una cosa del
genere…io non l’avrei mai lasciata, hai fatto un grande errore! Per cosa poi?
Per quello che dicevano i giornali? Te ne sei sempre fregato!” “Tu non conosci
i giornalisti, le avrebbero reso la vita impossibile e in un modo o nell’altro
ci avrebbero allontanati, rovinando tutto. Ho preferito agire io, prima che fosse
tutto irrecuperabile!” si era innervosito “Tu non hai proprio idea di quanto
lei sia stata male per colpa tua! Dovrei odiarti, l’ho vista cadere lentamente
nell’oblio della solitudine, si stava lasciando andare. Dopo la vostra finta
confessione, Marghe era a pezzi, urlava e si dimenava fuori al cinema. Io, Tom
e i suoi amici ci abbiamo messo secoli per calmarla, da quel giorno non
l’abbiamo mai lasciata sola ed è stato in quel periodo che io mi sono
innamorato di lei. Ho fatto di tutto per conquistarla e ci sono riuscito. So
bene che nel suo cuore ci sarà sempre un posticino riservato a te, ma ora non
ti pensa più come prima. Ama me, Rob!” urlò “Lo so Eric…non ho intenzione di
mettermi in mezzo, se è questo che hai voluto insinuare. Volevo solo che sapessi
la verità” mi guardò, si era tranquillizzato “Ok. Amici come prima?” mi porse
la mano “Amici come prima” gliela strinsi, ma immediatamente con una mossa di
karate mi catapultò per terra; mi rialzai, mi avvicinai e provai a colpirlo, ma
lui si spostò. Era un campione di karate, non dovevo dimenticarlo, mentre io
ero molto imbranato…lottammo per un po’, sfogammo la nostra rabbia. Poi ci
rialzammo e ci stringemmo nuovamente la mano “Non farò nulla per portarti via
Marghe” “Lo so, ma so anche che tu occuperai sempre un posto speciale nel suo
cuore”
“Usciremo
mai di nuovo tutti insieme” mi chiese prima di andare via “Forse un giorno…”
“Vorrei che le cose tornassero come prima…vorrei che tu e Marghe tornaste
amici. Tanto mi fido di te, so che non farai nulla e so che lei ci terrebbe ad
avere un rapporto d’amicizia con te” e se ne andò.
Chiusi
la porta, mi poggiai ad essa e piano mi lasciai cadere sul pavimento, poggiai
la testa sulle ginocchia e piansi per la rabbia, per il dolore, per la
maledetta voglia che avevo di lei…ora più di prima…
“Questa maledetta voglia di te
si nasconde ancora dentro di me
per confondermi per convincermi
che non posso fare a meno di te
più ti perdo e più sei dentro di me
più ti lascio e più la vita non c'è
provo a ridere provo a fingere
ma è più forte questa voglia di te
Camminerò dove non so
per rivedere gli occhi tuoi
ancora per un pò
mi arrabbierò mi calmerò
e mi ritroverò di nuovo
in questa maledetta voglia di te
Questa maledetta voglia di te
porta il sole dove il sole non c'è
brucia l'anima strana compagnia
questa maledetta voglia di te
Camminerò dove non so
per rivedere gli occhi tuoi
ancora per un pò
mi arrabbierò mi calmerò
e mi ritroverò di nuovo
in questa maledetta voglia di te”
Sarei riuscito a trovare la forza di resistere
all’impulso di cercarla, di vederla, di…volerla?
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Capitolo 24 *** L'incontro... ***
L'incontro...
Salve a tutti,
un nuovo fine
settimana è giunto…non vedevo l’ora, detto in tutta sincerità…è stata una
settimana infernale e mi sento distrutta, soprattutto psicologicamente. Ma sono
stati anche giorni in cui, finalmente, sono riuscita a scrivere qualcosa e ad
aggiornare le mie storie in corso…ovviamente non questa che è già finita…
Ora passo ai
ringraziamenti, faccio riferimento anche a chi solo letto, a chi ha inserito la
storia tra i preferiti e tra le fan fiction seguite…grazie di cuore…
Dark Angel: sai che sono felice di aver potuto
parlare con te? Ho avuto la possibilità di conoscere un’altra meravigliosa
persona, una persona che mi somiglia tanto…soprattutto nei sentimenti! Sono grandiosa?
Ma no…ora arrossisco! Faccio il possibile per scrivere ciò che sento dentro…grazie
cara, grazie tante…
Daydre4mer: tanti auguri a te, tanti auguri a
te, tanti auguri alla mia adorata amica, tanti auguri a te!!! Tesorooooo oggi è
un giorno speciale e voglio dedicarti un piccolo spazio anche qui…non a caso ti
dedico il capitolo…Ti voglio un gran bene, non te lo dimenticare mai! E grazie
sempre per tutto!!!
Piccola Ketty: sono contenta di ritrovare ancora
una tua recensione…mi fa piacere che la storia ti piaccia…Rob purtroppo, non
vuole seguire alcuna logica se non quella della sua stupida testolina! Il suo
dolore lo hai sentito? Anche io, credimi…è stato difficile, ma allo stesso
tempo bello mettere giù queste sensazioni, sarà che provandole mi è venuto
naturale scriverle…non saprei…Spero continuerai a seguirmi…baci…
Giulls: mi sa che al nostro Rob gli ha fatto male
interpretare Edward, eh? Tu che dici? Vuole fare l’eroe…che dici resisterà??? Mah…Tvb
E ora vi lascio
al capitolo…con la raccomandazione di ascoltare queste canzoni quando
richiesto, ve le metto in ordine: http://www.youtube.com/watch?v=JQkMSj2gfc8
, http://www.youtube.com/watch?v=3EloEMyAWXA
, http://www.youtube.com/watch?v=j5Cvq416zuQ&feature=fvst
.
Marghe
“Eric!”
gli corsi incontro “Che bello essere accolti con tanto calore!” disse lui
ironico “Spritosone. Dai entra, ti preparo un caffé?” “Si, dai. Grazie.”
“Allora,
com’è andata con Kirsten?” domandò sedendosi sul sofà in cucina “Bene. Abbiamo
risolto, mi ha spiegato tutto” “Tutto?” chiese Eric preoccupato “Si, mi ha
detto che quando Rob è andato da lei, lei era in crisi con Thomas, hanno
cominciato a frequentarsi fino a quando non si sono fidanzati” vidi il volto di
Eric rilassarsi, non capivo “Ah ok. E tu come hai reagito?” “Come dovevo
reagire? Le ho detto tutto quello che ho provato, le ho detto la verità. E le
ho anche parlato di noi” sorrisi “Ok” ricambiò il mio sorriso. “E tu…hai visto
Rob?” chiesi mentre ero girata di spalle, temevo che il mio viso potesse far
trapelare emozioni sbagliate “Si, sono andato a casa sua e mi ha raccontato le
stesse cose che Kirs ha detto a te. Ho proposto di vederci tutti insieme qualche
volta” mi voltai di scatto, lo guardai con gli occhi spalancati “Marghe non
fare così. È pur sempre un mio amico ed era anche il tuo una volta…” “Hai detto
bene: una volta!” risposi innervosita “Perché tutti mi avete spinta ad
allontanarmi da lui, se ora volete che instauri di nuovo un rapporto con lui?
Non vi capisco!” “Perché per il bene che vi siete voluti, è ingiusto
ignorarvi!” non mi aspettavo questa risposta, mi cadde la caffettiera di mano
“Non dovresti incoraggiarmi in questo, Eric.” “Mi fido di te! E lo so che anche
tu vuoi che tutto ritorni come prima, o quasi…quindi prima affronti questa
situazione, prima starai meglio”, probabilmente aveva ragione.
Dopo
un po’ salimmo in camera, Eric cominciò a baciarmi, sentivo che mi voleva ed io
volevo lui; per un po’ avrei dimenticato le emozioni contrastanti che mi
stavano nascendo dentro…mentre eravamo sotto le coperte abbracciati, arrivò un
sms sul mio cellulare: “Ciao Marghe. Sono
tornata a casa, ma non salgo in camera tua, perché so che sei in dolce compagnia
:D. Volevo solo dirti che per stasera noi abbiamo organizzato una serata
Karaoke, voi ci state? Vengono anche Kirsten e Robert…La tua amichetta Simona J”
“Uh
che bello!” esclamò Eric, io ero incerta…rivedere o no Robert? Ma infondo di
cosa avevo paura? “Amore, te la senti?” guardai Eric per qualche secondo,
abbassai la testa, chiusi gli occhi e lo abbracciai forte “Se ci sei tu con me,
posso affrontare qualsiasi cosa…anche Robert Pattinson!”
Mezz’ora
più tardi, Eric dormiva, io mi alzai dal letto, corsi all’armadio e scelsi i
vestiti
“Gonna o pantalone? No questa è troppo
corta, per questo pantalone non ho le scarpe…Mmm…sembro un’adolescente al primo
appuntamento, ma che mi sto applicando a fare?!? È una
semplice uscita tra amici e non deve notarmi nessuno, poi io odio essere al
centro dell’attenzione…mah…” e così
optai per una gonna nera di lana media misura, maglia rossa con collo alto,
sopra un’incrociatina nera e stivali neri. Corsi in bagno a lavarmi. Mi sentivo
strana, ero contenta, eccitata, ma allo stesso tempo preoccupata…
Quando
tornai in stanza, Eric era seduto sul letto, rimase di sasso quando mi vide
“Cos’hai? Ho qualcosa che non va?” “No, no, anzi…sei stupenda…anche troppo…”
arrossii, lui mi venne incontro, mi prese il volto tra le mani e mi fissò
dritto negli occhi “Sei una tentazione…non dovresti uscire, ma stare qui con
me…” e mi baciò con passione, io lo fermai “Dai Eric, ora sei tu che devi
prepararti e mi raccomando cerca di essere all’altezza di una star di Brodway”
risi “Ehi signorina, le ricordo che sono anche io una star di Brodway” e mentre
si atteggiava, gli tirai un cuscino in faccia “Eheheheehehheh che faccia che
hai ehehehehh” dopo tre secondi, mi piombò addosso ridendo, mi fece il
solletico ed io non riuscivo più a muovermi. Ridevo ancora, quando lui
d’improvviso si fermò, mi fissò di nuovo e questa volta fui io a baciare lui.
Un’ora più tardi:
“Toc
toc”
“Avanti!”
“Marghe, sei pronta?” “Simo, si, si siamo pronti, possiamo andare!” “Wow, sei
bellissima” disse Edward che fu folgorato da Eric “Ehi, ehi ragazzi calma.
Eric, Ed mi ha solo fatto un complimenti, mica mi è saltato addosso!” risero
tutti, eravamo tutti troppo amici per arrabbiarci.
In
macchina, tutti programmavano la serata, le canzoni da cantare o da ballare,
mentre io ero imbambolata a guardare fuori dal finestrino “Londra di sera è sempre spettacolare, non è cambiato nulla in tutto
questo tempo. Quanto mi è mancato questo posto, le sue luci, i suoi colori, i
suoi odori…e ora rivedrò anche Rob. Sono pronta? Non ne ho idea…con lui non so
mai se sono pronta o no…mi fa sempre uno strano effetto pensarlo. Per troppo
tempo, la mia vita ha ruotato attorno alla sua e ora che non è più il centro
del mio mondo, non so dare un senso al vederlo, al parlargli…”
“Eccoci
arrivati” sussurrò Eric al mio orecchio, interrompendo i miei pensieri; mi
voltai e la prima cosa che vidi fu una BMW…la
sua BMW…scendemmo tutti dall’auto, io per ultima e mi girai senza
alcuna convinzione verso la sua macchina: Rob era appoggiato alla portiera e
fumava una sigaretta, accanto a lui Kirsten. Lei gli fece un cenno e lui si
voltò di scatto verso di noi…panico…mi
folgorò con lo sguardo e mi cominciarono a tremare le gambe…io guardai lui, lui
guardò me…Eric ci lasciò fare, s’incamminò con gli altri e dopo poco Kirs venne
verso di me “Ciao Marghe” “Ciao Kirs…siamo di nuovo tutti insieme” dissi ancora
tremando “Si e ne sono felice” mi sorrise, percepì il mio imbarazzo, allora mi
prese per mano e mi portò da lui; giuntagli dinanzi, non ebbi il coraggio di alzare
lo sguardo “Ciao…” dissi “Ciao...” fu la sua risposta, alché alzai la testa, mi
stava sorridendo…il suo sorriso…”Bentornata
a Londra!” e mi porse la mano, gliela strinsi. Sapeva ancora di sigaretta,
odiavo il fumo, ma il suo profumo annullava tutto e mi lasciai inebriare.
Entrammo nel locale e appena misi piedi nella sala, incrociai lo sguardo
preoccupato di Eric, mi fece male, cercai di sorridergli e mi avvicinai
prendendolo per mano per rassicurarlo, poi mi voltai verso Rob che guardava
dispiaciuto Kirs.
Vennero
tutti nella sala Karaoke, insistevano perché io e Eric cantassimo qualcosa.
Francesco da sopra il palco ci reclamava “Marghe e Eric, forza, fate vedere a
tutti che siete davvero così bravi come dicono gli americani” e ci fece
l’occhiolino “E che canzone ci proponi?” gridai io rispondendo alla
provocazione “Ho giusto un duetto per voi. Che ne dite di <> di Miguel Bosé e Shakira?” “Perfetto” disse Eric, guardandomi.
Ci prendemmo per mano e procedemmo verso il palco, incoraggiati dai nostri
amici che ridevano, fischiavano e urlavano.
Aggiustai
l’asta, posizionai il microfono e mi schiarii la voce, aprii gli occhi e mi
ritrovai proprio dinanzi a Rob che mi fissava e feci anche io altrettanto, solo
l’inizio della musica mi distolse dal guardarlo, un ultimo respiro e mi calai
nella mia parte di interprete…
“Si tu no vuelves, se secarán todos los
mares
y esperaré sin ti
tapiado al fondo de algun recuerdo
Si tu no vuelves, mi voluntad se hará pequeña
me quedaré aquí
junto a mi perro espiando horizontes…
(Se
non torni si seccheranno tutti i mari
e aspetterò senza di te,
chiudendo dentro di me tutti i ricordi
se non torni, la mia volontà diventerà poca
e resterò qui assieme al mio cane spiando l'orizzonte...)
Si tu no vuelves, no quedarán más que
desiertos
y escucharé por si
algun latido le queda a esta tierra
que era tan serena cuando me querrias
habia un perfume fresco que yo respiraba
era tan bonita, era asì de grande, y no tenia fin……
(se
non torni, non ci sarà altro che deserto
e ascolterò nel caso sia restato qualcosa
a questa terra, che era così serena quando mi amavi
c'era un profumo fresco che respiravo
era così bella, così grande, infinita....)
Y cada noche vendrá una estrella a hacerme compañia
que te cuente como estoy y sepas lo que hay
dime amor, amor, amor….estoy aquí, ¿no ves?
Si no vuelves no habrá vida no sé lo que
haré… no sé lo que haré… no
sé lo que
haré…
(e
ogni notte verrà una stella a farmi compagnia
e ti racconterà come sto affinché tu sappia cosa accade
dimmi amore, amore, amore, sono qui, non vedi?
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò...)
Si tu no vuelves, no habrá esperanza ni
habrá nada
caminaré sin ti, con mi tristeza bebiendo lluvia…
(se
non torni, non ci sarà speranza ne ci sarà nient'altro
camminerò senza di te, con la mia tristezza bevendo pioggia)
que era tan serena cuando me querrias
habia un perfume fresco que yo respiraba
era tan bonita, era así de grande, y no tenia fin……
(che
era così serena quando mi amavi
c'era un profumo fresco che respiravo
era così bella, così grande, infinita....)
Y
cada noche vendrá una estrella a hacerme compañía
que te cuente como estoy y sepas lo que hay
dime amor, amor, amor….estoy aquí, ¿no ves?
Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré…
Y
cada noche vendrá una estrella a hacerme compañia
que te cuente como estoy y sepas lo que hay
dime amor, amor, amor….estoy aquí, ¿no ves?
Si no vuelves no habrá vida no sé lo que
haré…no sé lo que haré… no sé
lo que
haré…
Si
no vuelves no habrá vida no sé lo que haré
….no sé lo que haré…no no no no…
Si
no vuelves no habrá vida no sé lo que haré
…no sé lo que haré… no sé lo que
haré…
Si
no vuelves no habrá vida no sé lo que haré…
(ogni notte verrà una stella a farmi compagnia
e ti racconterà come sto affinché tu sappia cosa accade
dimmi amore, amore, amore, sono qui, non vedi?
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
e ogni notte verrà una stella a farmi compagnia
e ti racconterà come sto affinché tu sappia cosa accade
dimmi amore, amore, amore, sono qui, non vedi?
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò...
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò... no no no no
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò...
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò...)”
Mi
meravigliai della mia intensità, quando Francesco aveva proposto la canzone non
avevo pensato al suo significato e non capii perché la mia mente folle la
ricollegò a Rob che aveva continuato a fissarmi per tutto il tempo…ricevemmo i
complimenti e Francesco mi invitò a cantare qualche altra cosa “Dai, sei
migliorata tanto, delizia ancora il nostro pubblico” “Non dirmi così, mi fai arrossire.
E poi non saprei cosa cantare…” “Marghe potresti cantarmi una canzone dei
Within Temptation?” chiese dal suo posto Kirsten, mi voltai di scatto “Io ne
conosco una sola. <>” “Si, va benissimo quella. È una
delle mie preferite” ma il destino ce l’aveva a morte con me! Quella canzone
l’avevo cantata per la prima volta in Italia, dopo la partenza di Rob…ricordavo
perfettamente quel giorno: fu allora che capii che era inutile combattere
contro i miei sentimenti e decisi di ritornare a Londra, mettendomi contro
tutti…Ancora una volta Rob mi tenne gli occhi addosso per tutto il tempo, mi
rendeva nervosa, impacciata, più mi
guardava, più cantavo con intensità, più cantavo con intensità, più legavo alla
sua figura le canzoni, più facevo così, più sentivo battermi il cuore…
Scesi
dal palco sfinita, mi sedetti e chiesi una Coca Cola; quella sera il destino
s’era messo proprio d’impegno: un ragazzo e una ragazza avevano chiesto a
Francesco di poter ascoltare la canzone di Celine Dion, colonna sonora della
Disney. Ricordo che udii le prime note e sobbalzai, mi irrigidii, strinsi il
bicchiere e mi voltai vero Rob: aveva il mio stesso sguardo, che si fosse
ricordato di quella canzone? Dopo poco si voltò anche lui verso di me, ci
guardammo in modo disperato…probabilmente faceva male ad entrambi…allo stesso
modo?!? Mi passarono davanti tutte le immagini di quella sera…com’ero
emozionata, felice e…innamorata…si, follemente innamorata di Rob…
<<“Che cos’hai?” mi chiese “Io vorrei seguire
il mio istinto, ma non posso”, risposi di getto senza pensarci “Perché non
puoi?” “Perché ho paura…”, “Se io fossi
in te lo seguirei…”…>>
Cercai
di riprendermi sorseggiando la mia bibita ghiacciata, ma servì a poco, mi
sentivo avvampare dal calore, fortunatamente Eric non si accorse di nulla, le
più attente furono Simona e Kirs che guardarono addolorate sia me che Rob.
Fu
una tortura tenere a bada i ricordi, alla fine non resistetti, mi alzai e corsi
in bagno, mi lavai più volte il viso e provai le tecniche di respirazione
imparate negli USA, ma niente, questa volta sembravano non voler funzionare.
Kirs e Simona mi raggiunsero “Marghe, è tutto ok?” “Si, perché?” cercai di fare
l’indifferente “Non devi recitare con noi…” le guardai, avevano ragione “Non
voglio farvi preoccupare, sto bene, davvero. Stasera il caso si è messo un po’
a giocare, intrecciando i fili del mio passato con quelli del mio presente,
come fosse una marionetta…” risi del mio assurdo paragone “…ma fa nulla…” “Non
sopporto questa situazione” disse Kirs, tappandosi poi la bocca, io e Simona la
guardammo torve. Quella situazione si era creata anche a causa sua! “Marghe…”
disse sospirando “…tu sei sicura di quello che stai facendo?” “In che senso?”
rispose Simona, anticipandomi “Voglio dire, tu sei convinta di amare Eric?”
bene, ora metteva anche in dubbio i miei sentimenti “Ma che domande sono?”
esclamò Simona “Tranquilla Simo. Kirs…si, sono sicura…è la scelta migliore…per
tutti…” “E per Rob, davvero non provi più nulla?” sembrò implorarmi…non le
seppi rispondere subito, chiusi gli occhi “Io…non posso amare Rob…è stata la
cosa più straordinaria di tutta la mia vita…ma è…finita! “ “Marghe
andiamo!” Simona mi trascinò fuori dal bagno.
Arrivate
al tavolo, Rob non c’era più “Dov’è
Rob?” chiese Kirsten a Eric “E’ andato via,
ha detto che ti aspettava fuori, era stanco voleva andare a
casa…Amore” disse
rivolgendosi a me “Tutto ok?” annuii. Se n’era andato
e non mi aveva neanche
salutata…che fosse colpa mia? Ma no, cosa centravo io con
lui…
Dopo
poco, ritornammo anche noi a casa...quella notte, dopo mesi, sognai Rob…
“Perché
sei qui?” gli chiesi, non mi rispondeva “Rispondimi!”…niente…mi avvicinai “Sei
diventato sordo per caso?”, mi sorrise “No, Marghe…davvero non capisci perché
sono qui dinanzi a te?” “Se lo avessi capito, non te l’avrei chiesto, non
credi?” “Stai calma, Marghe…mia piccola tenera Marghe…” rispose accarezzandomi
il viso…mia piccola tenera Marghe? Era impazzito! “Continuo a non capire…” mi
prese le mani, le strinse forte e mi guardò “Io ti amo…ti ho sempre amato e non
smetterò mai di farlo…ho commesso l’errore più grande di tutta la mia vita, ma
se l’ho fatto c’è una ragione e un giorno la capirai. Ora volevo soltanto che
sapessi che nonostante il tempo sia passato, non ha scalfito l’amore che provo
per te…sarò sempre vicino a te, non lo dimenticare mai…” e scomparve dalla mia
vista “Rob? Rob? Dove sei andato? Ma perché mi lasci sempre sola! Rooooooooooooooob!!!”
mi svegliai di soprassalto, tutta sudata e agitata.
“Oddio!”
mi misi una mano sul cuore, batteva all’impazzata, scesi in un cucina a
prepararmi una camomilla e il mio cervello non potè fare a meno di elaborare
pensieri apparentemente sconnessi: “Rob
ha invaso di nuovo i miei sogni…eh…è tutto dovuto al fatto che ieri sera l’ho
rivisto, non c’è nessun altra spiegazione. Vorrei solo capire perché ho sognato
che mi diceva quelle cose, se pure fossero vere, quale sarebbe la misteriosa
ragione che lo ha spinto a lasciarmi?!? Bha…”
Mi
raggomitolai sul sofà, bevvi la mia fumante camomilla e continuai a tormentarmi
con mille domande. Se chiudevo gli occhi anche solo per un momento, rivedevo il
volto di Robert sorridermi, i suoi occhi fissarmi e la sua bocca pronunciare
quelle fatidiche parole “Ti amo!”. Ma lui non mi amava ed io non amavo lui…ma
perché mi faceva così male? Decisi di spegnere il mio cervello tornando a
letto, la camomilla sembrò funzionare, infatti riuscii a dormire.
Da
quel giorno, ogni notte facevo lo stesso identico sogno, ma preferii non
raccontarlo a nessuno, perché lo consideravo poco importante...
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Capitolo 25 *** La verità... ***
La verità...
Buongiorno a
tutti,
stamane mia
sorella mi ha fatto svegliare a causa dei mille rumori che ha fatto!!! Ha l’esame
orale per la maturità e mi ha svegliata affinchè le spiegassi “La coscienza di
Zeno”. Ma vi pare cosa farlo il giorno stesso dell’esame??? Si riduce sempre
all’ultimo!!! Ma lasciamo stare mia sorella…so che voi mi attendete il sabato
(che presunzione eheh) e mi scuso se posto solo una volta a settimana, ma
preferisco andare piano, non voglio che la storia termini subito!
Poi adoro il
sabato e quindi mi piace postare in un giorno che per me è di parziale relax…ma
ora passo subito a voi…
Giulls: grazie tesoro, piace tantissimo anche a me quella
canzone…appena l’ho sentita ho pensato di inserirla nel capitolo…ormai sento le
canzoni e penso alle mie storie, sto uscendo fuori di testa!!! Secondo te
ritornano insieme??? Mmm mah chissà…
Daydre4amer: il destino è molto crudele!!! Quando
ci si mette sa essere un gran monello…ne so qualcosa…ma è un discorso a parte. Grazie
friend, di tutto…
Dark Angel: con me non ti devi giustificare,
tranquilla. Mi sono preoccupata quando su msn, all’improvviso sei sparita! Ma mi
avevi accennato al problema della connessione, quindi tutto ok. Io sono unica? Sono
commossa e onorata dalle tue parole…qui chi è unico siete voi!!! Mi state
riempiendo la vita e non ve ne accorgete…io non so come faccio a tirare fuori
emozioni del genere, ma sono reali, vissute, sentite…son tutte racchiuse nel
mio cuore e tu lo sai…Tvb…
Piccola Ketty: un nuovo bacio? Dici che ci sarà? Chi
lo sa…grazie per la recensione, forse presto le cose cambieranno e forse sarete
accontentate…ma dico forse…
E ora vi lascio
al nuovo capitolo…buona lettura…
Una
mattina mi svegliai tutta scombussolata, sentivo Simona che gridava di alzarmi
“Ti muovi Marghe?!? Dobbiamo andare a prendere i tuoi genitori e Daniela
all’aeroporto!” l’avevo dimenticato, balzai dal letto e corsi a prepararmi.
Riuscimmo
fortunatamente ad arrivare in tempo per l’arrivo dell’aereo dall’Italia. “Dany,
sono felice di averti qui” “Io lo sono di più” mi abbracciò “Mi sei mancata…”
“Anche tu”.
“Che
ne dite di una bella visita di Londra?” propose Edward “Edward, caro, vorrei
portare prima le valigie in albergo e poi possiamo andare dove volete” rispose
mia madre.
La
giornata trascorse tra una visita ai vari parchi londinesi, Londra Reale e
Londra Storica. Come ad ogni gita, Ed si divertì a farci da guida, narrando le
leggende, le storie che caratterizzavano quei luoghi. Stanchi morti, invitai
tutti al mio appartamento per una cena. A fine serata, Antonio e Dany non erano
ancora pronti per andare a nanna, anzi si erano gasati e volevano uscire “Dai
Marghe, portami in qualche bel pub!” “Ma che ti devi ubriacare?” “No, voglio
solo svagarmi un po’. Quando mi capiterà più l’occasione di girare Londra con
una guida personale?” e strizzò l’occhio “E va bene.” “Andiamo da Francesco”
propose Stephanie “Al karaoke?” “Non hai voglia?” “Non tanto” “Beh allora
potremmo andare al Premier!” il locale dove avevo incontrato per la prima volta
Rob, l’idea non mi entusiasmava, ma leggevo negli occhi di Daniela la voglia di
divertirsi e non potevo non accontentarla.
Quella
sera, complice la birra, Simona mi confessò di essersi innamorata di Edward “Oh
e quando avevi intenzione di dirmelo?” “Non sapevo come dirlo. Mi conosci e non
sono così aperta come sembro. Sono molto riservata sulle mie cose.” “E lui?”
“Lui non sa niente, ovviamente” “E che aspetti a dirglielo?” “Semplice: perché
tanto io non gli interesso” “Ma che ne sai?” “Lo sento…” “Da quando sei
diventata una sensitiva?” ridemmo. Alla fine, trascorremmo una bella serata,
era da tanto che non stavo così bene in compagnia dei miei amici. Ogni tanto mi
capitava di guardarmi intorno e di fissare quel tavolo infondo a locale; mi
venne in mente il sogno e ad esso si aggiunsero anche tutte le immagini di
quella sera.
<<“Marghe, c’è Rob!!!” io sobbalzai
dalla sedia, sentii il cuore salire in gola e le gambe tremare “Rob?!?”
domandai incredula “Sei sicura?” mi fece cenno di si con la testa e col dito mi
indicò una zona del locale. Ebbi paura di voltarmi, ma il desiderio di vederlo
era fortissimo: era infondo al locale, seduto a bere qualcosa con gli amici;
era bello… bello come il sole, era come se fosse circondato da un’aura dorata,
aveva i soliti capelli scombinati e quell’aria sbarazzina che tanto amavo…
“E che fai? Lui è qui e non vai a
conoscerlo?” guardai Simona sbalordita “Non ho il coraggio di andare lì…che gli
dico, mi prenderà per la solita fan pazza…”. Simona sbuffò “Se non vai tu, ti
ci porto io a calci”, minacciò, feci cenno di no con la testa e abbassi lo
sguardo.
“Dove mi porti?Simo aspetta, ti prego!!!”
“Ma non esiste, sei venuta qui per lui, provi per lui qualcosa o mi sono
sbagliata?” a quelle parole dette con tono di sfida rinsavii, sentii nuovamente
il battere del mio cuore accelerare e guardai verso Rob, aveva lo sguardo perso
nel suo bicchiere, poi d’improvviso si voltò e guardò verso di noi. Sorrise e mi
sentii come un ghiacciolo al sole e capii che dovevo provarci. Mi sciolsi dalla
presa di Simona e le feci cenno di aspettare, andai verso di lui che continuava
a guardarmi: dal vivo era ancora più che bello, indossava un pantalone verde,
una camicia nera leggermente sbottonata e ai piedi portava le dottor martines…>>
Quell’incontro
rappresentò la svolta, da allora in poi le cose sarebbero cambiate, non ci
credevo molto all’epoca, ma ben presto, avrei cambiato idea. Era piacevole
perdersi nei ricordi, ma era altrettanto doloroso scoprire che pensavo a Rob
quando ero insieme ad un’altra persona. Scossi la testa e tornai ad ascoltare i
discorsi dei miei amici, continuando ad avvertire nella mia testa in
lontananza, le voci mie e di Rob che si parlavano per la prima volta, infondo
al locale…
La
mattina successiva, uscii con Daniela e Simona per fare qualche acquisto,
volevo organizzare qualcosa di speciale per fare in modo che Simona e Ed si
parlassero, ce li vedevo bene insieme. Mentre Simona cercava delle scarpe, io e
Dany ci fermammo fuori a chiacchierare, non lo facevamo da parecchio “Allora
come va?” “Direi bene, da quando sono tornata a Londra, non mi sono fermata un
attimo.” “Intendevo, come va con Eric” “Ah, scusa eheh. Tutto ok, stiamo bene
insieme.” “Mi fa piacere. E Rob lo hai rivisto?” la guardai sorpresa, lei prima
che partissi per Londra, mi aveva sempre detto che dovevo smetterla di
inseguire un’ideale, non aveva mai visto di buon occhio il mio amore per Rob,
salvo pentirsene quando lo conobbe e vide quanto io stavo bene con lui…ma aveva
visto anche quanto c’ero rimasta male, quando lui se n’era andato. “L’ho visto
l’altra sera…” “E?” “E niente, Dany. Ci siamo semplicemente salutati…”
“Capisco. Non mi nascondi nulla?” “Perché dovrei?” “Cos’è che ti turba? Quando
l’ho nominato, hai cambiato completamente colore!” “Non ti posso nascondere
nulla, eh? Ma niente di che…solo che dopo il nostro incontro, l’ho sognato più
volte e mi diceva cose strane” “Del tipo?” “Che mi aveva sempre amata e che se
mi aveva lasciata c’era una spiegazione che un giorno avrei compreso. Ma
soprattutto insisteva sul fatto che mi amava e che non dovevo dimenticarlo.
Boh, tu ci capisci qualcosa? Credo sia semplicemente frutto della mia testolina
buffa!” risi “O frutto del tuo inconscio che sta facendo tornare a galla i tuoi
sentimenti per lui” mi guardò sottecchi, mi fermai, avevo il cuore a tremila
“Ho colto nel segno…” “Ma che dici? Io amo Eric. Rob è stato importante, ma ora
non rappresenta che un ricordo. È il mio passato!” “Il tuo presente e il tuo
futuro!” ma Daniela era venuta per rompere il mio già precario equilibrio
psichico o semplicemente era venuta a trovare un’amica?
“Non capire male, Marghe.
Quando mi hai telefonato dall’America per dirmi che stavi con Eric e che eri di
nuovo felice, io ne sono stata contenta. Sai perfettamente che non sono mai
stata una grande fan della tua robertmania, ma ho avuto l’impressione che tu
cercassi un modo per scacciarlo dal tuo cuore e che Eric ti sembrasse la
soluzione più azzeccata. Ma posso anche sbagliarmi…” rimasi di sasso, non
sapevo che risponderle… “Scusami Marghe, parlo troppo, ma lo sai io sono
sincera. Ora non pensarci, andiamo in quel negozio, ho visto delle maglie
carine” come potevo non pensarci? Continuavo a sentire il battito del mio
cuore, non accennava a fermarsi…alchè cominciai a correre tra la folla, non so
esattamente dove stavo andavo, quello che importava è che corressi via, stavo
cercando di scappare via dai miei pensieri e da quelli di Daniela....
Giunsi
davanti ad uno dei mille parchi inglesi e mi immersi nella natura…”Se non mi calmo, non posso tornare
indietro. Ma perché sono scappata via così? Non ha senso…”. Quando
voleva
il destino sapeva prendersi gioco di me: davanti a me, su una panchina,
riconobbi, anche se ben mascherata per evitare i fan, Kirsten. Mi
avvicinai e
mi sedetti accanto a lei “Marghe?”
“Già…” “Che ci fai qua?”
“Quando mi va di
pensare, vengo sempre in un posto verdeggiante, mi rilassa e mi aiuta a
riflettere…e tu?” “Idem…avevo voglia di
pensare…” “E’ successo qualcosa?”
scoppiò a piangere “Oddio Kirs, che ho detto?”
“No tu nulla. Marghe…io amo
Thomas e mi manca, mi manca da impazzire. Perché, perché
mi ha lasciata così?”
“Lasciata? Ma non sei stata tu a lasciarlo perché eravate
in crisi?” sobbalzò “Cavolo…”
“Kirs c’è qualcosa che non mi hai detto?” non
mi rispondeva “Kirs, ti prego
parla!” la strattonai “Marghe…su cosa devi
riflettere?” “Non cambiare
discorso…io…” mi interruppe
“Dimmelo…” “Beh, Daniela, la mia amica
italiana è
qui e mentre chiacchieravamo tranquillamente, mi ha chiesto di Rob e ha
cominciato a fare mille discorsi strani, mettendo in dubbio i miei
sentimenti
verso Eric e supponendo che lui sia una sorta di chiodo scaccia chiodo
e che il
sogno che ho fatto l’altra notte sia frutto del mio amore per
Rob…” “Hai
sognato Rob?” “Si, diceva che mi amava e che presto avrei
capito la ragione per
cui era andato via da me” “E perché devi riflettere?
Se sei sicura di quello
che provi per Eric, non hai bisogno di stare qui a
pensare…” ecco di nuovo il
mio cuore battere forte, ma che mi stava succedendo “…non
credi?” “In
effetti…hai ragione…non so neanche io perché sono
corsa qui…” “Forse la tua
amica non ha tutti i torti…” “No, Kirs, no! E ora
dimmi tu cosa mi nascondi!”
“Non dovrei dirtelo…Rob non vuole…”
“Come Rob non vuole? Basta segreti, avevi
detto che eri sincera con me, perché vi comportate come due
bambini? Ditemi la
verità una volta e per tutte!!!” “E va
bene…promettimi solo che mi lascerai
finire di parlare, ok?” annuii “Quando Rob ti ha lasciato,
è partito
direttamente per gli Usa, mi ha telefonato dicendomi che doveva
parlarmi.
Quando ci siamo visti, mi ha proposto una cosa…mi disse che ti
aveva lasciato,
mi raccontò dell’incidente e di quanto si sentiva in colpa
per quello che ti
era successo. Non poteva darsi pace, non voleva causarti altri problemi
e
quindi aveva deciso di lasciarti, solo così tu avresti potuto
riprenderti e
andare avanti. Sapeva perfettamente che non sarebbe stato facile,
sapeva quello
che provavi per lui e quello che avevi fatto per poterlo conoscere e mi
propose
di…” sospirò “di fingere di stare
insieme!” alzò gli occhi verso il mio viso
sconvolto. Ad un tratto mi sentii di ghiaccio, fredda, immobile e
incapace di
sentire il battito del mio cuore “Fi-fi-fingere?”
“Si, Marghe. Rob voleva che
tu sapessi che si era rifatto una vita, dovevi pensare che non ti
avesse mai
amato, dovevi imparare ad odiarlo, solo così avresti potuto dare
un taglio
netto al tuo passato e ricominciare. Quando sei partita per
l’America con Eric,
lui era frustrato, ma contento, sperava che ti innamorassi del suo
amico e così
è stato. Quando ha raggiunto lo scopo di allontanarti, ha deciso
di diffondere
la notizia che ci eravamo lasciati, proprio allora Thomas che era a
conoscenza
di tutto, stanco di quella situazione, ha deciso di
lasciarmi…” non potevo
crederci, per tutto quel tempo avevo creduto che Rob mi avesse preso in
giro “Io ti amo…ti ho sempre amato e non smetterò
mai di farlo…ho commesso l’errore più grande di tutta la mia vita, ma se l’ho fatto
c’è una ragione e un giorno la capirai…”.
Ora il mio sogno avevo un
significato…ma la confessione non era ancora finita. Kirs
girò il mio volto
verso il suo e mi fissò dritto negli occhi “Ho
un’altra cosa da dirti…e questa
mi pesa più di tutte…” sospirò, tremava
“Io e Rob siamo…stati a letto insieme!”
mi irrigidii ulteriormente e una fitta dritta al cuore mi travolse, ora
ne
capivo l’origine “Questo è stato l’errore
più stupido che potessimo commettere.
Non è amore, Marghe, ma sesso…sesso per soddisfare le
nostre mancanze. È
sbagliato, è ingiusto, ma è accaduto…”
“Qua- qua-quante…” “Quante volte?
Due…”
mi crollò il mondo addosso “Marghe, dì
qualcosa” non riuscivo più ad aprire la
bocca, le parole mi si bloccavano in gola, perdendo qualsiasi logica,
guardai
Kirsten, vedevo che era spaventata. Avrei voluto rassicurarla,
dicendole che
stavo bene, ma io non stavo affatto bene.
“Io-io-io…io…”
ed ecco di nuovo le lacrime scendere e rigarmi il volto, la barriera protettiva
che mi ero costruita per difendermi stava lentamente crollando, un fiume in
piena l’aveva travolta e spazzata via “Non piangere, ora sai tutta la verità e
puoi rimediare…” “Rimediare?” urlai, il fiume era straripato e ora si gettava
con violenza sulla terra intorno a sé “Io non ho nulla da rimediare! Mi avete
rovinato la vita, Rob col suo stupido tentativo ha solo provocato altro dolore,
altro che permettermi di andare avanti. Non voglio più avere nulla a che fare
con voi! Vi odio” mi alzai e corsi via, Kirsten mi seguì, mi raggiunse e mi
tirò per un braccio “No, Marghe aspetta. Ti prego parliamone” mi girai “Non
abbiamo più nulla da dirci. Io ora sto con Eric ed è con lui che voglio
trascorrere il resto della mia vita. Sono stanca di sentire parlare di Robert
Pattinson, lui è fuori dalla mia vita. E anche tu, cara Kirsten Stewart, ti
avevo dato la possibilità di chiarire e di essere completamente sincera con me,
ma l’hai sprecata per dirmi un’altra bugia. Ci credo che Thomas non ti vuole
più, ha fatto bene a lasciarti!” mollò la presa e iniziò a piangere “E ora
scusami, ma ho ben altro cose da fare che perdere tempo qui con te. Addio!”
Lasciai
il parco e mi diressi verso il centro commerciale, sapevo che lì avrei trovato
Dany e Simona a cui dovevo le mie scuse. “Ma dove cavolo sei stata? Ci hai fatto
stare in pena!” “Perdonatemi, avevo bisogno di stare un po’ da sola, ma ora va
tutto bene. Forza continuiamo il nostro giro per negozi”
Dentro
di me cresceva la rabbia, sentivo un sentimento di odio profondo pervadermi:
Rob aveva ottenuto quello che voleva, ora lo odiavo con tutta me stessa. Ma
come si era permesso di decidere della mia vita? Come poteva avermi preso in
giro così?
Addirittura voleva
affidarmi a Eric, come si fa con i bambini, non è certo perché lo ha deciso lui
che sto con Eric, sono maggiorenne e vaccinata e so scegliere da me le persone
con cui stare. Ma tu guarda, che presuntuoso, come ho fatto a non capirlo
prima? Stupida che non sono altro ed io che l’ho amato con tutta l’anima…tutto
tempo sprecato…sono contenta di averlo finalmente capito. Questa volta Daniela
si sbaglia, io non amo Robert Pattinson!
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Capitolo 26 *** Debutto ***
Debutto
Eccomi qui,
buon sabato a
tutti!!! Come procedono le vacanze? A me benino, potrebbe sicuramente andare
meglio, ma non ci lamentiamo. Fa caldissimo ed io non sopporto l’afa, mi sento
soffocare, uff!
Spero mi
perdonerete se il capitolo è piccolo, ma il prossimo sarà il punto di vista di
Rob, quindi devo per forza separare…mi spiace…
Giulls: già Daniela…meno male che è arrivata lei,
altrimenti secondo me Marghe continuava a vivere nel mondo dei sogni eheh…e ora
che succederà?
Daydre4mer: chissà perché ma Kirsten sta
antipatica ad un po’ di persone, mmm…mi sai dire il motivo??? Eheh Grazie
friend…
Piccola Ketty: beh dura per forza, si è sentita
presa in giro. C’è chi mi dice che avrei dovuto scrivere di peggio, ma ho messo
per iscritto quella che sarebbe potuta essere la mia reazione…
Dark Angel: si è vero, si sono comportati tutti
male con Marghe, alcuni li capisco, altri no, ad esempio Kirsten…però…Eric è
troppo innamorato, tesoro, egoisticamente vuole Marghe tutta per sé ed è
normale (anche se sbagliato) che tenga a tacere la verità. Ora vediamo un po’ come
si comporterà la nostra protagonista.
Grazie tesoro,
le tue parole mi sono davvero di conforto…sai che non smetterò mai, posso
dirlo, ma infondo so perfettamente che è parte del mio essere…Ti voglio un
sacco di bene anche io…
E ora vi lascio
al famigerato mini capitolo…baci…
”Eric,
che succede?” “Mi ha telefonato Ruth, ha detto che domani sarà a Londra con
tutto il cast del musical, dobbiamo cominciare le prove, la settimana prossima
debuttiamo nel teatro qua a Londra!” “Di già, ma non dovevano avere la
conferma?” “E l’hanno avuta. Dice che il proprietario del teatro ha insistito
per averci ora” “Va benissimo, tanto mi sento pronta e carica. Verrà benissimo,
vedrai” “Non ho dubbi”
Il
lavoro era proprio quello che ci voleva, avrei potuto sfogare tutta il mio
nervoso, non dissi a Eric che sapevo tutto, preferii omettere questa parte come
del resto avevo fatto con tutti i nostri amici. Dissi loro che avevo litigato
con Kirsten perché continuava ad insinuare che amavo Rob e che dovevo tornare
con lui e tutti mi sembrarono credere.
La
settimana passò abbastanza velocemente e si avvicinò la partenza dei miei
genitori e della mia amichetta Dany. Provai a convincerli a rimanere per vedere
lo spettacolo, ma non ci fu verso di far cambiare loro idea “Marghe, tesoro, ti
vedremo quando verrai in Italia, tanto comunque non capiremo niente visto che è
inglese. Non fare così” “Va bene mamma.” Poi mi rivolsi a Daniela “Grazie per
essere venuta…volevo condividere con te questo pezzo della mia vita. Londra è
la mia seconda casa e volevo che tu la conoscessi e conoscessi anche tutti i
miei amici” “Sono stata contenta di condividere anche questo con te, lo sai che
far parte della tua vita mi rende felice. Sei o no la mia migliore amica? Però
ora sei tu che devi venire a Pisa a trovare me” “Verrò. Non appena le acque si
calmeranno un po’, prometto che ti raggiungerò” “Marghe, mi raccomando: stai
tranquilla, non mi far preoccupare e prima di fare qualsiasi cosa pensa.” “
Perché mi dici questo?” “Essendo la tua migliore amica, sono quella che ti
conosce meglio e so che hai dentro tanta rabbia verso chi sappiamo noi. Pensa
bene a ciò che dici e che fai, non agire d’istinto, valuta bene, perché poi sei
tu a starci male” “Lo so, hai ragione, ma credimi è la cosa migliore. Rob e
Kirs si sono comportati molto male con me ed io non riesco a perdonarli.” “Tu
sai…ma fa comunque attenzione” “Non ti preoccupare…” “Fate buon viaggio”.
Dall’aeroporto,
io e Eric ci dirigemmo direttamente verso il teatro, Ruth era lì che ci
aspettava. Passammo l’intera giornata a provare, ormai l’avevamo fatto talmente
tante di quelle volte che eravamo preparatissimi e non capivamo perché la
regista insisteva tanto “Scusa Ruth, ma sappiamo bene tutte le canzoni, i balli,
non capisco perché stiamo provando tutte queste volte!” “Electra, perché deve
essere perfetto, ancor più di come lo è stato quest’estate. Non dovrei dirvelo,
perché altrimenti vi condiziono, ma avremo degli ospiti d’eccezione” “Ospiti
d’eccezione?” “Si. Va beh ve lo dico, ma non sia mai vedo che cominciate a
sbagliare, giuro che vi sostituisco! In sala ci saranno i due protagonisti del
film <>: Robert Pattinson e Kirsten Stewart!” “Wow! Oddio
Ruth, io li adoro” esclamò Electra, io di mio non esultavo anzi, sentivo
ribollirmi il sangue nelle vene, non avrei mai voluto vederli in teatro; Eric
mi prese la mano e mi guardò “Dimostreremo loro che siamo bravi e che non ci
scalfisce la loro popolarità!” e mi fece l’occhiolino. Aveva ragione, la loro presenza
doveva essere per me un’ulteriore spinta a lavorare bene per dimostrare che
stavo bene e che ero brava quanto loro!
18 dicembre:
Il
nostro debutto a Londra stava per avere inizio; la tensione era palese,
nonostante fingessi indifferenza, temevo di calcare quel palco, perché sapevo
che ci sarebbero stati tutti i miei amici a vedermi e a giudicarmi e
soprattutto quei due…mi domandavo
perché non si fossero realmente fidanzati, facevano una bella coppia di
vermi!!! “Ah Marghe concentrati,
fregatene di quei due, ora pensa a te. Hai uno spettacolo da fare e devi essere
perfetta, impeccabile”
ancora una volta rimasi incantata allo specchio a
guardarmi vestita da Bella; poco dopo arrivò il mio Edward e
insieme ci
dirigemmo dietro le quinte. Lo vedevo nervoso “Eric
cos’hai?” “Nulla…”
“Eric…”
lo ammonii “Ok, ok…sono nervoso, anzi nervosissimo. Rob in
platea mi
innervosisce!” risi “E che devo dire io che
c’è Kirsten Stewart!” pronunciai
quasi schifata il suo nome “Direi che siamo entrambi nella stessa
situazione”
“Esatto, ma noi abbiamo un vantaggio” “E
sarebbe?” gli sorrisi “Beh…noi ci
amiamo sul serio e rendiamo più veri i nostri personaggi”
vidi che questa cosa
lo fece tranquillizzare “…quindi rilassa questi nervi e
metticela tutta…”
proprio in quel momento mi chiamarono in scena “…ti
aspetto sul palco…mio caro
Edward…” e gli feci l’occhiolino.
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Capitolo 27 *** Voglia di lei ***
Voglia di lei...
Eccoci qui,
buongiorno a tutti e buon weekend!
Cosa mi dite? Ma
anche da voi fa questo caldo assolutamente insopportabile?
Uff io lo
detesto! Voglio il mio adoratissimo inverno…
Oggi vi posterò
un capitolo dal punto di vista di Robert. Vedremo i suoi pensieri nel
reincontrare Marghe dopo tanto tempo e in più ci sarà la parte sul musical…cosa
succederà?
Piccola Ketty: grazie per la recensione. Si è
vero, ma Marghe c’è rimasta male nell’insieme e vedrai poi che il fatto che
quei due siano stati a letto insieme non è una cosa che lascia Marghe tanto
indifferente…
NeverThink: quando ho visto il tuo nome sono
saltata dalla sedia, credimi! Non mi aspettavo che leggessi la mia storia, non
sai che onore, accidenti! Mi sento non sai come…wow! Ti piace il mio modo di
scrivere? Wow…sono senza parole…e con te mi succede spesso…grazie, grazie,
grazie…
Dod: tesoro mio, leggere la tua recensione mi ha fatto
bene all’anima, non sai quanto mi manchi e quanto mi manca il parlare con te!!!
Ma sono orgogliosa io di conoscere te e lo sai, quante volte dovrò dirtelo? Mi sa
all’infinito perché sei testarda!!! Non ti fustigo, sei impegnata e lo so,
leggi quando puoi, lo sai che quello che pensi mi interessa!!! Ti voglio bene…ma
davvero tanto…
La smetto con i
miei sproloqui e vi lascio al capitolo…buona lettura…
Robert
“Simona
ci ha invitate al karaoke stasera e…ci saranno anche Marghe e Eric…” mi bloccai
“Ah!” il momento tanto atteso e temuto stava per arrivare, ma io ero pronto? “Te
la senti di andare?” ci pensai qualche minuto “Si, dai! Tanto prima o poi la
dovrò incontrare…meglio prima che poi…”.
Mi
sentivo tutto scombussolato, tremavo alla sola idea di rivederla, il cuore mi
batteva forte e sentivo crescere in me la voglia di riabbracciarla. Non so
perché, ma cercai, per la prima volta, di scegliere con cura gli abiti da
indossare, aiutato dal buon gusto di Kirsten, che aveva capito che volevo in
qualche modo far colpo su Marghe, anche se non l’avrei mai ammesso, neanche a
me stesso.
Arrivammo
al locale mezz’ora prima, cosicché potessi prepararmi psicologicamente
all’incontro, scendemmo dall’auto, Kirs non disse una parola, sapeva quanto
fossi nervoso e pensò bene di stare zitta. Per cercare di rilassare i nervi,
accesi una sigaretta, fumai lentamente, aspirando a fondo la nicotina, quella
sera aveva un sapore diverso, più amaro. Niente, neanche il fumo mi aiutava,
non ebbi neanche il tempo di pensarlo che vidi arrivare una macchina scusa,
un’Audi nera…la macchina di Simona…scesero tutti, vidi Eric, ma non lei…abbassai
lo sguardo e di sottecchi, dopo qualche secondo, eccola comparire dietro il mio
“caro” amichetto. Kirsten mi diede una gomitata per farmi segno che erano
arrivati. Alzai nuovamente la testa e incrociai il suo sguardo, lei si fermò
quando mi vide e fui avvolto dalla magia di quel momento: ancora una volta
occhi dentro occhi, nonostante lo sapessi, mi meravigliai dell’emozione
piacevole che provai nell’incrociare ancora il suo sguardo...quanto mi era
mancata… Lessi il suo disagio e probabilmente anche Kirsten visto che le sei
avvicinò per salutarla e la portò da me…camminava con passo felpato, dosando
ogni movimento, probabilmente aveva paura…di me?
“Ciao…”
disse “Ciao...” fu la mia risposta e mi venne spontaneo sorriderle, era così
buffa quando era in imbarazzo e per cercare di tranquillizzare farfugliai
qualcosa ”Bentornata a Londra!” , ero agitato quanto lei. Le porsi la mano, lei
spaesata come me dal mio gesto insolito, me la strinse. Entrati nel locale,
Marghe corse da Eric e gli prese la mano, fu un colpo durissimo da digerire, la
prova che loro stavano insieme…come se ce ne fosse ancora bisogno…che stupido!
Ci
accomodammo ad un tavolo, io non avevo voglia, avrei voluto andare via, deluso
per tutta quella situazione che io stesso avevo creato con i miei stupidissimi
piani. Francesco invitò Eric e Marghe a cantare, lei si posizionò proprio
dinanzi a me e mi sembrò di rivederla quel giorno, quando la sentii cantare per
la prima volta…e dire che non volevo neanche venirci in questo locale, furono
Eric e Tom a trascinarmici.
<<”Che voce intensa” pensai “Di chi
sarà” “Ragazzi, scusate, voglio andare nella sala karaoke, aspettatemi al
tavolo, torno tra poco” “Eddai Rob, che vai a fare di là? Di qua si balla, di
là si canta…che noia!!!” “Un attimo, torno subito” e lasciai Eric e Tom di
sasso, ma qualcosa mi diceva che dovevo andare. Amavo la musica e quella voce
mi attirava a lei…entrai e vidi una giovane ragazza, cantare con tutta l’anima
“My immortal”, ciò che mi colpì fu costatare quanto la sentisse sua. La guardai
meglio…”Eppure mi sembra di conoscerla…” un ricordo mi balenò in testa “Al
Premier…si, è la ragazza del Premier...” mi impalai davanti alla porta,
incantato dalla magia di quella voce. La guardavo e mi sentivo strano…non so
spiegare cosa provassi, ma era piacevole, qualcosa che mai avevo provato
prima…ad un certo punto anche lei mi guardò, poi distolse lo sguardo e finito
di cantare tornò a fissarmi, ci sorridemmo e avvertii una strana fitta allo
stomaco…quel sorriso, quel viso…erano qualcosa di indescrivibilmente
affascinante e tenero. Avrei voluto abbracciare quella ragazza e portarla via
con me…”Ma che mi succede? Le mie gambe si muovono da sole e stanno andando da
lei…i miei amici mi aspettano…ma io…voglio lei…”>>
La
voce melodiosa di Marghe interruppe i miei ricordi, non potevo fare a meno di
guardarla, avrei voluto resistere all’impulso, ma niente, era più forte di me,
era come una calamita, proprio come quella volta. Le parole della canzone
poi…potevano avere un significato per lei? Le cantava così intensamente…ma
no…era solo molto brava. Scesa dal palco, venne a sedersi, ordinò la mia stessa
bibita e la sorseggiò con gusto; ad un tratto, le prime note di una canzone
attirarono la mia attenzione, strinsi i pugni e cominciai a tremare “Oh no…perché proprio questa canzone…il
nostro primo ballo insieme…” sentii il suo sguardo su di me e mi voltai:
fui colpito da un’ondata di dolore che mi devastò e capii che quella canzone
faceva male ad entrambi. Non potevo sopportare la frustrazione sul suo viso,
era colpa mia se ora lei provava tutto ciò, d’improvviso si alzò e corse via,
Kirsten e Simona la seguirono. Io di mio, non potevo fare altro che ammonirmi
di nuovo, ero l’artefice di tutto quel dolore, non potevo più sopportare e
decisi di andare via “Eric, io sono molto stanco e vorrei andare a casa. Dì a
Kirsten che mi raggiunge fuori. Buon proseguimento” “No dai Rob, resta! Il
bello deve ancora venire, dopo se vuoi andiamo nell’altra sala a ballare!” “No,
Eric, credimi non sono di compagnia stasera, mi dispiace” “Ok, ok non insisto,
allora alla prossima!Ah Rob…” “Si?” “Grazie per essere venuto…ha fatto piacere
ad entrambi” annuii e sperai che una prossima volta non ci sarebbe stata, era
una situazione che non potevo reggere.
“Ma
perché sei andato via?” “Sono stanco e voglio andare a casa…” “Le bugie valle a
raccontare a qualcun altro. Nel bagno ho provato a parlare con Marghe,
lanciandole qualche provocazione” non risposi, allora lei continuò “Ho messo in
dubbio i suoi sentimenti per Eric” “Ma sei scema, per caso?” “No, Rob. Io in
questa situazione non ci vedo chiaro, sto cercando di aiutarti, per me lei ti
ama ancora” “E sentiamo cosa ti avrebbe detto?” “Testuali parole:<< Io…non posso amare Rob…è stata la
cosa più straordinaria di tutta la mia vita…ma è…finita!>>” “Kirs è
stata chiarissima: è finita, ama Eric! Qual è il passaggio che non hai capito,
magari te lo spiego…!!!” quelle parole mi trafissero in pieno il petto “No,
Rob…non ha detto io non amo più Rob, ma io non posso amare…è diverso!” Kirs non
si rendeva conto che così mi illudeva e mi faceva più male “E’ uguale. E ora
basta Kirs, non ne voglio più sapere…per favore” la mie urla la intimorirono, la
vidi farsi ancora più piccola di quello che era, era incavolata e conoscendola
non si sarebbe tenuta niente, infatti: “Una cosa fattela dire: tu non ami
davvero Marghe!” frenai di botto “Che hai detto? Ripeti!” “Tu non ami davvero
Marghe!” ripetè con tono di sfida “Ti sbagli” “No, perché se fosse così, faresti
di tutto per riprendertela!!!” “Ma non capisci?!? Io non posso…se ho preso
quella decisione è perché volevo che stesse lontano dai guai che come
personaggio pubblico, mi porto dietro. Le ho fatto del male e non posso
pretendere che lei mi rivoglia nella sua vita, così come niente fosse successo.
Ora è felice con Eric e mi sta bene così” “Io davvero non ti capisco. Fa come
vuoi…ma prima o poi la verità la verrà a sapere e vedrai che ti odierà, anzi ci
odierà e allora non potrai fare nulla per sistemare le cose!” forse se mi
avesse odiato, sarebbe stato meglio…forse…
Monotoni
passavano i giorni, saperla qui a Londra, mi rendeva felice e triste,
guardavamo lo stesso cielo, ma da due prospettive diverse: io non avevo rosee
prospettive, vivevo alla giornata, preferivo non fare previsioni. Mi chiusi in
casa e proprio in una di quelle giornate che non passavano mai, accadde
l’irreparabile.
“Toc, toc” “Chi è?” “Rob, apri sono Kirs. Ti devo
parlare” “Ciao…entra. Cos’è tutta questa fretta? Qualcuno ti inseguiva?” il volto
di Kirsten era serissimo, capii che le cose non stavano bene “Rob…ho incontrato
Marghe oggi e le ho detto tutto!” il cuore si fermò, fui preso dalla rabbia “Le
hai detto tutto? Ma come hai potuto Kirs? Ti avevo chiesto di non farlo,
cavolo!” “Rob dovevo. Non ce la facevo più a mentirle e poi l’ho vista in
quello stato e ho creduto di fare un piacere ad entrambi e…” “E invece hai
finito di rovinare le cose…” ero fuori di me “Ma che cavolo vuoi? Non volevi
che ti odiasse? Bene ora ti odia, questo è certo…!” aveva ragione “Scusa, non
volevo dirti queste cose. Mi spiace che se la sia presa anche con te. Spero
solo che ora stia bene”. D’improvviso squillò il mio cellulare “Carl?” rimasi
di sasso mentre ascoltavo quello che diceva. Attaccai, guardai Kirsten “Che
voleva il tuo manager? Un nuovo lavoro?” “No…” tre secondi dopo suonò anche il
cellulare di Kirs “E’ il mio manager, che coincidenza…Pronto?” e poco dopo
anche il suo volto diventò di pietra.
Ci
guardammo “Dobbiamo presenziare alla prima europea del musical Twilight di
Marghe e Eric!” pronunciammo all’unisono “Oh no…con che coraggio ci presentiamo
lì?” “Non lo so Kirs, non lo so proprio…”.
Tutto
avrei voluto fare, tranne che andare a fare questa stupidissima comparsata.
Avrei retto la tensione? Avrei retto lo sguardo d’odio di Marghe? Infondo me lo
meritavo…chi è causa del suo mal, pianga se stesso…ed io avrei solo dovuto
prendermi a calci…“Kirs tu te la senti?” “Non penso che abbiamo possibilità di
scelta…ce la faremo, si tratta soltanto di stare lì e rispondere a qualche
domanda.”
I
giorni volarono e quel maledettissimo 18 dicembre arrivò senza che fossi
psicologicamente pronto…in perfetto orario, Carl mi venne a prendere, giunto al
teatro fui assalito da una massa di fan impazziti, non ero dell’umore giusto,
ma non potevo deludere chi mi ammirava e firmai autografi e scattai qualche
foto. Entrato nel teatro, trovai lì Kirsten che mi aspettava “Ciao Rob” “Ciao
Kirsten” non parlammo, la tensione bloccava entrambi. Qualche minuto più tardi
le guardie del teatro ci scortarono nei nostri posti in platea e lì attendemmo
l’inizio del musical…l’inizio della mia tortura…
La
vidi entrare sul palco e la squadrai da capo a piedi, la sua bellezza mi
sorprendeva sempre, come fosse la prima volta che la vedessi…non mi degnò di
uno sguardo, ma d’altronde come poteva…
Ancora
una volta fui rapito dai suoi movimenti, dalla sua voce e dalla complicità che
aveva con Eric. A fine spettacolo, la regista chiamò me e Kirsten sul palco.
“Cosa
pensate del musical?” “Davvero molto bello. Perfette le musiche, le voci e gli
attori scelti” rispose Kirs, io non riuscivo a parlare, ero a un passo da
Marghe, intento a fissarla, mentre lei continuava a guardare dritto dinanzi a
lei.
“E
lei signor Pattinson cosa ne pensa?” ora mi toccava parlare “Concordo con
quello detto dalla mia collega” fui breve, non mi andava di aprir bocca, mi
sentivo stupido.
La
regista poi si rivolse ai due protagonisti del musical “Che effetto vi fa aver
ottenuto successo anche qui a Londra ed essere approvati anche da due grandi
star come loro?” e indicò me e Kirs “Sicuramente siamo soddisfatti e
orgogliosi. Abbiamo lavorato tanto e vedere così tanta gente in questo teatro
ci riempie di gioia. Direi che siamo onorati anche dal fatto di ricevere
complimenti e riconoscimenti dal signor Pattinson e dalla signorina Stewart”
Eric parlò guardandomi fisso negli occhi, la sua espressione era chiara,
decisa: era arrabbiato con me…anche lui…ma non mi ferì molto…era mio amico,
quello che più mi uccideva era l’indifferenza di Marghe. La regista formulò
qualche altra domanda, ma io pensavo ad altro: dovevo parlare con Marghe,
dovevo chiarirmi con lei, non potevo permettere che tutto finisse così.
Appena
fummo nel retro del palco, mi avvicinai a lei “Marghe, dovrei parlarti…” si voltò,
mi inchiodò col suo sguardo furente e con tono acido mi disse:”Parlare, eh?
L’ho già detto alla tua amichetta e compagna di giochi erotici, con voi ho
chiuso e quindi non ho nulla di cui parlare con te” e se ne andò. Non mi
arresi, la seguii e la fermai prendendola per la spalla “Ascoltami anche solo
due minuti, per favore!” la implorai, immediatamente accanto a lei comparve
Eric che tolse la mia mano dalla spalla di Marghe “Rob, lascia stare, è meglio
se te ne vai!” “Eric, no. Io devo spiegarle, lei deve sapere…” “Cosa Rob, cosa?
Non ti basta averla ferita in passato, vuoi continuare? Deciditi una buona
volta: o sei nella sua vita o sei fuori!!!” mi lasciarono lì e si chiusero in
camerino. Le parole di Eric cominciarono a girarmi nella testa…alle mie spalle,
Kirs aveva assistito a tutta la scena, si avvicinò, mi guardò, mi prese per
mano e mi portò via di lì. Come un essere privo di coscienza mi lasciai
trascinare, ora era davvero la fine di tutto e non potevo fare nulla per
cambiare quello che io stesso avevo creato…
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Capitolo 28 *** Corsa contro il tempo ***
Corsa contro il tempo
Salve gente,
puntuale come
ogni sabato, aggiorno la mia storia. Questa piccola e folle parte di me che mi
pulsa nelle vene. Più la rileggo e più mi chiedo come la mia mente bacata possa
aver partorito una cosa del genere. Spero di non deludervi, altrimenti potrei
solo fare una cosa: non pubblicare più ed evitarvi questo strazio! Ma ora
basta, passo ai ringraziamenti.
Piccola Ketty: hai percepito il loro dolore? Sono
contenta che sia così. Il mio scopo è quello di farvi arrivare chiaramente, o
quasi, quali sono le sensazioni e emozioni dei personaggi, quelle che ho
provato io nel metterlo per iscritto. Ti assicuro che non è stato semplice…una
vera tortura, stavo malissimo. Mi sono immedesimata troppo, accidentaccio a me…
Dark Angel: la mia amica, beta, consigliera…sei
un angelo, lo sai? Mi stai dando tantissimo e tra un po’ leggerò quello che mi
hai mandato. Sono così contenta, non ne hai idea. So che ti fa bene al cuore,
leggere quello che scrivo, e sai che fa bene a me scriverle…ma prima o poi
finirà, eh…Ti voglio bene, mia cara…
Xx_scritrice88_xX: wow! Il tuo commento
mi è piaciuto da morire!!! Ho riso, ho pianto e poi mi sono sentita una
stupida! Eheh no, non odio il nome di Kristen, ma è semplicemente che fino ad
ora non avevo mai visto che si scriveva così, ogni cosa che riguarda lei, la
vedo con superficialità, senza soffermarmi troppo ehehe. Mi sa che il mio
inconscio (perché Kris non mi piace molto) è venuto fuori pur senza volerlo e
le ha storpiato il nome. Grazie per avermelo fatto notare. E grazie per il
commento…spero me ne lascerai ancora…baci…
Giulls: beata che sei in Sicilia in questo momento!!! Goditi
le vacanze tanto meritate…grazie per esserci…Tvb…
Ed eccoci qui…vi
lascio al capitolo. Spero vi piaccia…ci sarà un cambiamento e spero che vi sia
lieto….alla prossima…
Marghe
La
tortura non era finita…la cara Ruth ebbe la brillante idea di chiamare sul
palco quei due essere ignobili…sentivo lo sguardo di Rob addosso e feci molta
fatica a non girarmi, mi trattenni dal prenderlo a schiaffi…poi Ruth fece una
domanda a cui avrei risposto io volentieri, ma arrabbiata com’ero avrei
sbagliato a parlare: “Che effetto vi fa aver ottenuto successo anche qui a
Londra ed essere approvati anche da due grandi star come loro?” e indicò Rob e
Kirs “Sicuramente siamo soddisfatti e orgogliosi. Abbiamo lavorato tanto e
vedere così tanta gente in questo teatro ci riempie di gioia. Direi che siamo
onorati anche dal fatto di ricevere complimenti e riconoscimenti dal signor
Pattinson e dalla signorina Stewart” il mio Eric sapeva sempre dosare le
emozioni e le parole…
Finita
quella tortura, ne iniziò un’altra dietro le quinte: Rob mi si avvicinò e osò
anche rivolgermi la parola “Marghe, dovrei parlarti…” e che voleva dirmi? Non
capiva che volevo essere lasciata in pace, possibile che Kirs non gli aveva
portato il mio messaggio di addio? Rapita dalla sua voce, che comunque contro
ogni logica continuava a farmi uno strano effetto, mi voltai, ma il solo
guardarlo mi ricordava immediatamente tutto quello che aveva fatto, il dolore
che mi aveva procurato e tutto l’affetto che potevo nutrire per lui spariva,
tanto che con tono insolente gli risposi ”Parlare, eh? L’ho già detto alla tua
amichetta e compagna di giochi erotici, con voi ho chiuso e quindi non ho nulla
di cui parlare con te” ma dove mi era uscito quel coraggio? Compagna di giochi
erotici, oh mammina mia…la rabbia si era totalmente impadronita di me, non
sapendo che fare me ne andai, non avrei retto molto…Rob non contento, mi seguì,
mi prese per la spalla e mi fermò, un brivido mi attraversò la schiena,
rendendomi immobile, spalancai gli occhi per il dolore che avvertii all’altezza
del petto, mi toccai esattamente in quel punto, strinsi la maglia in segno di
resistenza e chiusi gli occhi “Ascoltami anche solo due minuti, per favore!” la
sua voce calda mi pervase, ma non mi feci imbambolare, lui mi aveva ingannata
ed io non potevo lasciarmi travolgere dai sentimenti che ancora un po’ mi
legavano a lui, per fortuna e come sempre Eric mi fu accanto e intervenne nel
momento giusto “Rob, lascia stare, è meglio se te ne vai!” “Eric, no. Io devo
spiegarle, lei deve sapere…” “Cosa Rob, cosa? Non ti basta, averla ferita in
passato, vuoi continuare? Deciditi una buona volta: o sei nella sua vita o sei
fuori!!!”.
Eric
mi trascinò nel camerino, sentivo il mio corpo ancora intorpidito “Qui sei al
sicuro. Come ti senti?” “Non lo so…” mi accarezzò e mi abbracciò, avrei voluto
sprofondare in quelle braccia pur di annullare tutto il dolore che stavo
provando. Quanto ancora avrei resistito?
Giunta
a casa, mi misi sul letto, mi sentivo particolarmente accaldata. “Marghe tutto
ok?” “Ah Simo sei tu! Non lo so, non mi sento molto bene” provai ad alzarmi dal
letto, ma tutto intorno a me cominciò a girare e crollai di nuovo con la testa
sul cuscino “Ehi, ehi piano Marghe. Oddio ma tu scotti! Dobbiamo misurare la
febbre!”. Il risultato di tanto stress? 39 di febbre! Ero bloccata a letto, ma
quello che più mi dava fastidio era la testa, mi girava, pesava come un macigno
e da quello che diceva Simona, la notte farneticavo. Di mio posso dire che non
ricordavo assolutamente nulla dei sogni che facevo…tranne uno…
Eric quando poteva rimaneva da me a dormire
e proprio in una di queste occasioni accadde l’irreparabile. “Rob, Rob, ti
prego aspettami” correvo, correvo, ma non riuscivo a raggiungerlo “Rob, perché
fai così? Fermati!!!” ad un certo punto sparì dalla mia vista, lasciando il
vuoto attorno a me “Dove sei andato?” scoppiai a piangere “Non andartene,
Rob…io…TI AMO!”
Aprii
gli occhi e capii che era stato solo
un sogno, avevo gli occhi gonfi di lacrime e quando mi voltai e vidi
Eric, mi
sentii trafiggere il petto da una lama incandescente. Era lì che
mi guardava
con gli occhi spalancati “E-E-Eric…io…”
“Non è possibile…sto sognando vero?” si
diede un pizzico “E’ tutto reale…hai realmente
pronunciato quelle parole…”
“Eric era un sogno…” dissi con un filo di voce,
sentivo che la febbre stava
salendo ancora “E tu sogni Rob, ti sembra normale? A me no! Lo
sapevo, sono
stato un illuso! Ma la colpa è la mia, ho creduto davvero che tu
lo avessi dimenticato”
prese le sue cose, stava per andarsene “No, Eric dove vai?”
“Vado via, Marghe.
Il mio posto non è accanto a te.” “NOOOOOO!!! Ti
prego non andartene, non
farlo, per favore…” mi guardò, si avvicinò,
mi prese il viso tra le mani e mi
baciò…quando le sue labbra si staccarono dalle mie,
incrociammo ancora una
volta i nostri sguardi “Marghe…non ce l’ho con te,
ti amo troppo…ma non posso
negare l’evidenza, tu non provi i miei stessi
sentimenti…” mi sentii nuovamente
trafiggere il petto, ripensai alle parole di Daniela “Rob è il tuo passato, il tuo presente e il tuo futuro…” e il cuore
iniziò a battere forte. Abbassai lo sguardo…”Eric…io…non lo so…non capisco più
quello che provo. Perché…” alzai la testa e lo fissai “Perché non siamo rimasti
in America? Lì saremmo stati felici…” “Almeno lì ti avrei avuta tutta per me e
non avrei dovuto dividerti con Robert” cominciai a piangere “Mi dispiace…non avrei
dovuto lasciarmi andare con te, ho creduto di amarti, ho creduto che fosse la
cosa giusta…” mi coprii il volto con le mani, mi vergognavo per quello che
avevo fatto…”Sono imperdonabile, scusami Eric” “Non importa Marghe…” piangeva
anche lui “Ora pensa a dormire” mi mise giù e tra le lacrime mi addormentai.
Il mattino seguente quando mi svegliai, sul
mio comodino trovai un biglietto
“Marghe, amore della mia vita, ho preferito andare
via. È giusto così, spero che questo tempo mi serva per guarire le mie ferite,
così da non avere troppo problemi nel rivederti per i prossimi spettacoli. Ti amo…addio…Eric”
Come
avevo potuto ferire i sentimenti di
Eric? Io che ero stata a mia volta ferita da Rob? Che insensibile!
“Perché,
perché ho fatto tutto
questo…perchèèèèèè?????”
Simona corse in camera
richiamata dal mio urlo “Marghe che succede?” “Oh
Simo…io-io-io sono una brutta
persona” “Ma che dici?” “Ma che ho fatto? Che
ho fatto?” la mia amica si
sedette sul letto accanto a me e ascoltò in silenzio il mio
racconto
continuamente interrotto dalle mie lacrime “Sapevo che prima o
poi sarebbe
successo, accidenti!” “In che senso lo sapevi?”
“Marghe, nessuno è cieco. Tutti
abbiamo visto come guardi Rob, come reagisci alla sua presenza.
Inizialmente ho
pensato fosse normale, visto quello che avete condiviso, ma quando hai
cominciato a nominarlo nei sogni, ho capito che lo amavi ancora”
“Oddio, l’ho
nominato spesso” “Praticamente sempre” “Oh no.
Simo ma come posso amarlo ancora
dopo tutto quello che mi ha fatto. Tu non sai tutto…non ti ho
raccontato la
verità…” “Marghe…io so
tutto…” la guardai stupita “So del piano di
Rob…me lo ha
detto Kirsten. Durante la tua assenza, come ti ho già detto, ho
visto spesso
sia lei che Rob e siccome lui non mi diceva nulla, ho parlato con lei.
Non ho
avuto problemi a farla parlare, era stanca di tenersi tutto dentro, ma
le avevo
giurato che non avrei proferito parola e poi non volevo condizionarti.
Dovevi
capire quello che sentivi da sola…”
“Simo…dovevi dirmelo…” “No, Marghe,
no…” mi
accarezzò “Ti avrei confuso le idee…come hai
reagito quando hai saputo la
verità?” “Ero furiosa, accecata dalla
rabbia…” “Ecco! Proprio questo volevo
evitare…ed ora sei ridotta così!” “Secondo te
devo parlare con…Rob?” “Non posso
saperlo io…tu cosa vuoi fare?”
“Onestamente…non lo so…”
Non sapevo cosa fosse giusto, andare da Rob
e confessargli che lo amavo ancora o starmene per conto mio ed evitare
ulteriori sofferenze a Eric. Sentivo la testa gonfia come un pallone,
fortunatamente la febbre da qualche giorno era passata, ma aveva lasciato
spazio ad un pesantore che mi schiacciava il cervello. Per questo decisi di
uscire, non sapevo dove andare, così presi la macchina di Simona e cominciai a
gironzolare per Londra, non so come e non so perché mi ritrovai a Primorse
hill, mi guardai attorno meravigliata, non sapevo come ci fossi arrivata in
quel posto. Scesi dall’auto e cominciai a camminare a piedi e la mia mente vagò
tra i ricordi…
“Oggi proseguiamo il tour
dell’Inghilterra…” sorrise “Questa è Primrose hill”, “Oh
mio Dio!!!” esclamai “E’ bellissimo!!!”, sentivo il suo sguardo su di me “Si,
da questo posto si ha una vista eccezionale”, mi prese per mano, giocherellò
con le mie dita, mentre io fingevo di continuare a guardare il panorama.
Resistere era difficile e lo divenne ancora di più quando mi cinse timidamente
la mano intorno alla vita e mi abbracciò, avevo il cuore a mille. Poggiai la
testa sotto la sua spalla e restai in ascolto del suo respiro. Ci sedemmo all’ombra di un albero, immersi a
giocare con le nostre dita, parlammo del più e del meno, mi spiegò come si
sentiva ad essere famoso, di come non si rendesse conto di tutto quello che gli
era successo, di quanto non era ancora abituato alle urla delle ragazzine e a
quel punto le imitò. Risi a crepapelle e pensai a quante volte avrei voluto
urlare anche io quando lo vedevo sui giornali o in tv. Alchè lui mi guardò e mi
chiese “Anche tu sei una mia fan?”, dovevo aspettarmi una domanda del genere
“Si…ti ho apprezzato e conosciuto con Twilight e da allora ho iniziato a
cercare tue notizie su Internet e ho scoperto un forum italiano tutto dedicato
a te. Mi sei piaciuto immediatamente, indipendentemente dal tuo ruolo nel film.
Ho ascoltato e letto tutte le tue interviste e” “E?”
“Beh…ho deciso di partire per Londra…Ho cominciato a frequentare un corso di
inglese, ho fatto amicizia, mai avrei pensato nella mia vita di vivere a
Londra…e di conoscere te…Ti ho sconvolto?” dissi incertamente, “No, sono
solo sorpreso e onorato.” “Io volevo
avere la possibilità di conoscerti, non mi interessa che sei un attore, non mi
importa che sei famoso, mi interessa come sei realmente, cosa pensi, cosa fai,
i tuoi interessi…tutto…e per quello che ho potuto vedere sia attraverso le
interviste sia standoti vicino, sei come ti avevo immaginato…un ragazzo
semplicemente dolce e timido…” rimasi zitta, in attesa di una risposta, di un
urlo o di un lamento, qualsiasi cosa pur che lui parlasse. Il suo silenzio mi
spaventò, non capivo, avevo paura, allora cercai i suoi occhi, li aveva chiusi
e aveva inclinato verso dietro la testa poggiandola sul tronco dell’albero, mi
misi in ginocchio davanti a lui e lo guardavo perplessa, gli accarezzai il
volto con un dito, lui aprì gli occhi serio, allora tirai indietro la mano,
abbassai lo sguardo e mi rabbuiai. Ero pronta per alzarmi e andarmene via,
volevo solo scappare...”Scusami, avrei dovuto restare zitta e non dirti
niente…” piagnucolai, alzai la testa, lui mi prese il volto tra le mani e mi
baciò al contrario di ogni mia previsione…”Io amo le persone folli!” e mi
mostrò il suo sorriso migliore, quello che amavo tanto e mi sciolsi…
Mi sedetti sotto
quello stesso albero, poggiai la testa su quel tronco e mi lasciai andare ad un
pianto disperato e liberatorio; dopo poco mi alzai e mi diressi senza forze
verso la macchina, la misi in moto e partii a tutta velocità, ora sapevo dove
dovevo andare…arrivai dopo una mezz’ora di fronte casa sua, scesi come una
furia dalla macchina e bussai al campanello, ma nessuno mi apriva “Rob, sono
Marghe. Devo parlarti, ti prego aprimi”, bussai di nuovo…niente…”Forse è da Kirsten…” pensai
“Signorina cerca
il signor Pattinson?” mi voltai e vidi la vicina di Rob
“Si, Signora, lei sa
quando rientrerà?” “Non rientrerà!”
“Come non rientrerà?” mi allarmai “Si, ha
lasciato la casa in fretta e furia, mi ha ridato le chiavi e mi ha
detto che
posso venderla. Sta partendo per l’America e rimarrà
là” mi sentii morire “E da
quando è andato via?” “Da una mezz’ora,
più o meno” corsi nuovamente verso
l’auto, pronta per una corsa contro il tempo, dovevo
raggiungerlo, non potevo
permettermi di farlo partire così…
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Capitolo 29 *** Anime in pena ***
Anime in pena
Salve cari amici
di Efp,
vi chiederete
come mai posto oggi? Beh nel pomeriggio parto, vado da una mia amica a Bergamo
e quindi nei prossimi giorni non ci sarò.
Comincio con l’augurarvi
buone vacanze e divertitevi ^^. Io farò lo stesso, ne ho necessariamente
bisogno. Scusatemi se questa volta non vi ringrazio uno per uno, ma ho tremila
cosa ancora da sistemare, uff! Grazie a chi ha letto, a chi ha recensito…per me
significa tantissimo!!!
Bacio a tutti…
Ps:
vi posto due
punti di vista, un capitolo più lungo, contenti? Spero vi
piacciano…queste sono le canzoni da ascoltare, la prima nel
punto di vista di Robert e la seconda nel Pov di Marghe e nel
successivo pov di Robert: http://www.youtube.com/watch?v=EoMs5DMvD_0
http://www.youtube.com/watch?v=IIFbRoYkmwE
Robert
“Rob, basta, hai
sentito cos’ ha detto Eric? O dentro o fuori! Cosa hai intenzione di fare?” la
guardai, ero assente e non risposi “Ah Rob, no, non posso vederti così. Devi
reagire, lei è andata avanti e tu? Guardati! Sei un gran pezzo di ragazzo e non
puoi buttarti giù così!” “Ma dai Kirs…” fu in quel momento che mi balenò
l’idea. O dentro o fuori? Siccome avevo già fatto un danno, avrei continuato
per quella strada e decisi che sarei rimasto fuori dalla sua vita…questa volta
per sempre. Mi alzai di scatto dalla sedia, presi il cellulare e composi il
numero del mio manager “Carl? Senti tu hai qualche lavoro per me in America,
anche stupidaggini, per me va bene tutto…mmm…perfetto. Ok allora conferma pure
il mio appartamento a Los Angeles, rimarrò lì a lungo” e attaccai…l’avevo fatto
davvero, fissai a lungo il mio cellulare incredulo del mio gesto… “Rob, ma che
cosa stai combinando?” “Kirs, parto per l’America…per sempre!” “Come per
sempre?” “Tornerò qui solo quando sarà strettamente necessario. Lascio questa
casa, lascio Londra…lascio lei…” “Ancora una
volta” “E quando hai intenzione di
partire o meglio di scappare? Perché è questo che stai facendo per la millesima
volta…” “Non ti ci mettere anche tu ora. Comunque partirò tra qualche giorno,
giusto il tempo di organizzarmi. Posso chiederti di aiutarmi con le valigie e
di non dire nulla di questa mia decisione?” annuì “Ma una cosa te la devo dire:
sei un gran fifone! Te lo ripeto: se la ami dovresti riprendertela, costi quel
che costi!” “Io la amo…ma lei non ama me e dopo tutto me lo merito. L’ho
trattata uno schifo, sono stato infantile e stupido, non avrei mai dovuto
lasciarmi influenzare dai giornali, ma è andata così e non possiamo farci
niente. Io spero solo che lei possa essere felice…”
Mentre ero nella
mia stanza per sistemare le ultime cose, udii Kirsten urlare un fragoroso
“Cosaaaaaa?!?”, di corsa scesi le scale e corsi da lei “Che cavolo ti succede,
Kirs?!?” mi porse il giornale senza fiatare “Giovani star del musical <>, travolti dal
successo, interrompono la loro relazione amorosa. Cosa accadrà ora al tour
europeo del musical?” rimasi basito. Si erano lasciati? “Sarà un’invenzione
della stampa!” dissi riconsegnandole il giornale “No, non credo Rob. Questo
giornale è molto attendibile, credimi. Sei davvero sicuro di voler partire? Ora
hai campo libero, potresti…” “No! Ormai è deciso e poi scusa, con che faccia mi
presento da lei e le dico che l’amo. Sai come sta soffrendo per la rottura con
Eric, se ama lui, non si metterebbe mai con me, ragiona, cavoli!” “Ma tu sei
proprio convinto che lei lo ami? Tu non l’hai vista quando le ho detto la
verità, quanto era strana quando la sua amica le ha detto quelle cose su di te.
Per me lei è combattuta…non sa che fare, io sono convinta che ti ami e che non
ha mai smesso di provare qualcosa per te. Voi siete fatti per stare insieme,
siete perfetti l’uno per l’altra e quando te ne renderai conto, sarà troppo
tardi e non potrai tornare più indietro. So di essere ripetitiva, ma sto
cercando di farti cambiare idea, ripensaci finché sei in tempo!” mi sentii
travolgere dalla verità di quelle parole. Non sapendo che dire, voltai le
spalle a Kirs e tornai nella mia stanza, lontano dalle sue parole e dai miei
dubbi…
“È difficile
tenerti ancora qui
Sei un fardello troppo grande da portare
E io giuro che non posso farne a meno
Il mio cuore ora no, non ce la fa
E non dico che hai sbagliato in qualche cosa
Perché tu mi hai dato tutto quel che hai
E già so che piangerai, che piangerò
Ma che poi ti cercherò ovunque andrai
E non stringermi così
Chiudi gli occhi e pensaci
Io non voglio farlo per poi perderti.
Sparirò, contaci
Non saprai più dove sono
E capirai che con me
Non potevi andar lontano
E saprai dar di più
Trova un uomo che sia buono
E che ti ami più di me
Anche se io credo sia impossibile.
È difficile tenerti ancora qui
Sei un tesoro che non posso governare
E sai di donna, sai d’amore, sai di mare
Tutto quello a cui non posso rinunciare
Ora devi andare via
Dì che è tutta colpa mia
Ma dì al mondo che ti ho amata alla follia.
Sparirò, contaci
Non saprai più dove sono
E capirai che con me
Non potevi andar lontano
E saprai dar di più,
Trova un uomo che sia buono
E che ti ami più di me
Anche se io credo sia
Anche se io credo sia
Anche se io credo sia impossibile.
Perché è impossibile.”
Marghe
Corsi
come una forsennata su quella maledettissima strada che mi divideva dall’amore
della mia vita, il traffico era insistente e mi bloccò per qualche minuto.
Presi qualche scorciatoia, infransi norme del codice stradale, ma in quel
momento non me ne importava, dovevo correre da lui, impedirgli di compiere quel
folle gesto.
Giunta
a destinazione, parcheggiai l’auto in seconda fila, la chiave non voleva
entrare nella serratura, la mano mi tremava…anche quella stupidissima chiave ci
si metteva, ma la macchina non era mia e non potevo rischiare di farmela
rubare. Chiusi e mi precipitai nell’aeroporto; non so per quanto tempo corsi,
quante persone evitai, sentivo solo il rumore dei miei passi e i battiti
accelerati del mio cuore “Rob, amore mio,
sto arrivando…aspettami…”
In
lontananza vidi un aereo decollare, qualcosa dentro di me, mi diceva che era il
suo, ma continuai a correre fino quando non sentii l’annuncio dell’hostess “L’aereo K5138 per Los Angeles è appena decollato.
Si pregano i signori viaggiatori del volo L4567 di prepararsi per il check in…”
il silenzio…il vuoto…dentro di me…
Arrivai
troppo tardi all’aeroporto, lui era già partito, sentii il mio cuore spezzarsi
in mille pezzi. Non ero riuscita a dirgli che l’amavo ancora e che volevo stare
con lui per sempre. Avevo l’affanno, ma ebbi la forza per gridare:” Rob
noooooo, non te ne andareeeeeeeeeeeee…io ti amooooooooooo!!!!!!!!!” crollai
sulle mie ginocchia e mi ritrovai per terra; questa volta lo avevo perso per
sempre, non sarebbe più tornato…aveva deciso per entrambi, senza chiedersi
quello che io provavo…non era giusto…
“Marghe…”
ero in lacrime “Kirs…sono arrivata tardi…troppo
tardi…perché? Perché è partito
senza aspettarmi? Perché mi ha tenuto nascosto tutto?
Perché lo ha fatto?
Io-io-io…lo amo, cavolo, lo amo…” “Mi
dispiace…scusami, avrei dovuto dirti
tutta la verità appena sei tornata a Londra, ma lui non
voleva…sono stata una
stupida e spero che potrai perdonarmi” “Non importa
Kirs…ormai…è tardi…”
l’abbracciai
fortissimo e piansi con tutte le forze che avevo in corpo.
L’avrei più rivisto?
Trascorsero
i giorni, le settimane, i mesi, ma non riuscivo a farmene una ragione…io e Eric
ormai avevamo interrotto ogni tipo di rapporto, sapevo che stava soffrendo per
colpa mia e ci stavo male, ma infondo io ci avevo creduto davvero in noi, avevo
sperato che potesse essere la scelta migliore e invece mi ero
sbagliata…nonostante lui mi amasse davvero, non era riuscito a farmi
dimenticare Rob…noi eravamo una sola cosa e né il tempo né la lontananza ci
avrebbe separato…lo sapevo, lo sentivo, lo
speravo…
“Marghe…”
disse Simona entrando nella mia stanza, io ero seduta per terra e
guardavo
l’album di foto “Non continuare a torturati…”
si sedette accanto a me, senza
rivolgerle lo sguardo le dissi “Guarda! Qui eravamo a Edimburgo,
ricordi quella
gita?” “Si, ci divertimmo proprio tanto. Quando tu
e…ehm Eric cantaste fu un
momento emozionante e poi tutto quel verde…” si
fermò “Scusa…” No, Simo, non
devi scusarti di nulla…sono i miei stessi ricordi…quelli
sono i momenti che
ricordo con maggior piacere…eravamo tutti un gruppo, ci
divertivamo ed io…”
alzai gli occhi e fissai la mia amica “beh io coltivavo dentro di
me un
fiore...un fiore a cui mancava la sostanza principale per sbocciare:
l’aria! La
mia aria…quella che ho iniziato a respirare quel sabato sera di
due anni fa…io
e il mio fiore abbiamo preso vita nell’attimo esatto in cui, Rob
mi ha baciata,
stravolgendo per sempre la mia esistenza! Io tutto questo non lo posso
dimenticare…non
voglio…spero che mi capiate…e mi
perdoniate…” “Marghe…”mi
abbracciò “…io ti
capisco…e forse sono folle a dirti una cosa del genere, ma se
è vero, come dice
Kirs, che lui ama te, va da lui!” la guardai “Si, va da lui
in America e digli
quello che senti…se non ci provi, non saprai mai lui come
potrebbe reagire. Se
non lo fai, potresti pentirtene per sempre!” “Non lo
so…e se non mi volesse
più? Io ne morirei…” “Ma non puoi continuare
a stare così, appesa al filo delle
speranze e delle probabilità…pensaci Marghe!”
Le
parole di Simona risuonarono come tuoni nella mia testa, mi opprimevano, aveva
ragione, ma io non volevo rimanerci ancora male…non volevo partire, non mi
sentivo pronta…uscii, dovevo prendere una boccata d’aria, mi sentivo soffocare.
Camminai
a lungo quel giorno, senza rendermene conto giunsi sulle rive del
Tamigi…passeggiai lungo quelle rive, fino a che non fece buio, la mia
attenzione fu attirata dal battello che tutte le sere percorreva quel
fiume…quello stesso battello, dove Rob mi portò a cena…mi incantai a guardarlo,
le sue luci sembravano più brillanti di allora, mi abbagliarono…
<<“E’ perfetto…ogni cosa è
perfetta…spero solo che non sia un sogno...” sospirai senza rendermi conto che
avevo pensato ad alta voce, Robert mi strinse più forte, poi mi girò verso di
lui, mi accarezzò i capelli “Non è un sogno...” “Tu ed io...se non è un sogno
questo...” risposi sorridendo, mi alzai sulle punte e gli sfiorai le labbra con
le mie, poi poggiai la mia testa sul suo petto e mi misi in ascolto del suo
cuore. Robert poggiò il suo mento sulla mia testa “Si, noi siamo qui INSIEME…“
”Insieme…” replicai io, attraversata dal brivido di piacere che quella parola
mi procurava “…tu sei il mio sogno, il mio tutto, ti può sembrare sciocco,
frettoloso, ma è quello che sento. Ho desiderato questo momento dal primo
momento che ti ho visto ed ora che è vero, mi sembra impossibile che stia
accadendo a me. IO TI AMO E…NON NE POSSO FARE A MENO...non
avere paura
delle mie parole, non mi aspetto nulla da te, voglio solo avere la
possibilità
di starti vicino fino a quando tu vorrai...”. Dissi quelle parole
tutte di un
fiato, doveva sapere la verità, ero troppo coinvolta e la sua
reazione avrebbe
dato una risposta ai miei dubbi. “Ecco: gliel’ho
detto…gli ho detto che lo amo…sono
folle…si…sono
folle…perché…perché lo amo follemente, con
tutta me stessa…”
“Margherita…” disse interrompendo il fluire dei
pensieri “…io non ho paura dei
tuoi sentimenti, come devo fartelo capire? Quello che tu senti ci
accomuna più
di quanto immagini: mi sei piaciuta subito per la tua
spontaneità, la tua
timidezza, nessuno mi ha mai colpito come hai fatto tu…”
mi strinse di più a se
poi continuò “…TI AMO…” alzai la testa di scatto e lo fissai “...E
NON NE POSSO FARE A MENO...”, sorrisi istintivamente, gli saltai al collo e
lo baciai più forte che potevo.>>
Piansi a quel
ricordo…mi sembrava ancora di sentirlo pronunciare quel “Ti Amo”, sembrava ieri
e invece erano passati due anni…i due anni più lunghi e sofferti di tutta la
mia vita. Ne era passata di acqua sotto i ponti, ma per me le cose non erano
cambiate, mi sentivo esattamente come allora, provavo le stesse cose…il tutto
con un pizzico di sofferenza in più e la consapevolezza che Rob non sarebbe più
stato mio…l’America lo aveva chiamato a sé chissà per quanto tempo…e lui
probabilmente in quel tempo avrebbe cancellato tutto, dimenticandosi
definitivamente di me…un taglio netto…
Mi sedetti sulla
riva e iniziai a scrivere sul mio diario…
“Scrivo
sul quaderno è
Tutto tempo perso e tu
Che sei aldilà del mare ed
Io non ho che te qui dentro l'anima
Disfo le valigie e
Chiamo le mie amiche e poi
Ho ancora da studiare ed
Io che cerco te in quelle pagine…”
“E mi ritrovo
ancora qui, bloccata dai miei ricordi…ricordi che mi portano a te…mio unico
grande amore…ora sei lontano, immerso nel tuo lavoro, fisicamente e mentalmente
distante da me. Riuscirò mai a far abituare il mio cuore all’idea che te ne sei
andato? È stato facile convincere gli altri che ti avevo dimenticato, ma il mio
cuore no, non ne ha voluto proprio sapere e ora eccomi qui, a scriverti questa
lettera…l’ennesima. Scusami se non ho capito prima quello che avevi fatto,
scusami se non sono riuscita a fermarti, scusami se ho avuto paura dei miei
sentimenti…scusami per questo amore pazzo che provo…ci ho provato, ma non
riesco a farne a meno: sei l’unica ragione che mi ha spinta a diventare quella
che sono…”…io senza te, che vita è?!?”
Non ti dimenticare mai di me, qualsiasi
cosa succeda, io ti porterò dentro di me per tutta la vita, perché ti amerò per
sempre…for ever…”
Lessi la lettera,
poi strappai la pagina, la feci in mille pezzi e lasciai che il vento la
portasse via con sé avvolgendo anche me in quella brezza leggera…
“…da
domani tutto
Come sempre tornerà
La gente il traffico in città
Non voglio amare più così
Come vorrei odiarti…
Farti anche del mare ma
Vorrei soltanto averti qui con me
Non voglio amare più così
Io senza te che vita è”
Robert
Se le avessi detto
che partivo, sarebbe venuta a salutarmi?
Fu la domanda che
mi tormentò per tutto il viaggio in aereo; avrei voluto vederla ancora una
volta per portare con me l’immagine del suo volto...
Forse avrei dovuto
dirle che l’amavo, sarei dovuto andare da lei a raccontarle la verità, sono
stato uno sciocco…probabilmente mi avrebbe sbattuto la porta in faccia, ma ci
dovevo provare, cavoli! Il fatto che Marghe e Eric si siano lasciati non
significa che lei mi ami…forse non andavano più d’accordo e magari lei ci sta
anche male…ma a chi voglio ingannare? Io sono felice che non stiano più
insieme, ma soffro all’idea che Marghe possa stare male, vorrei solo vederla
felice…io la dovrei rendere felice e invece sono qui su questo maledetto aereo
che ancora una volta mi sta portando lontano da lei…”stai scappando per l’ennesima volta!!! ”…ma perché sono così
fifone? “Perché hai paura dei tuoi
sentimenti” Perché non ho il coraggio di tornare indietro? “Ma che razza di uomo sei!!!” Maledetto
super-io, ma ti vuoi stare zitto? È già difficile così, poi ti ci metti anche
tu a rendere la situazione ancor più complicata…
“Robert
bentornato!” il mio manager mi stava aspettando “Ciao Carl” risposi senza la
minima emozione “Che entusiasmo! Ma che hai, sembra che tu abbia visto un
fantasma?” “Probabile…” e mi trascinò via. In auto mi parlò di tutti i progetti
che aveva in mente, ma io non gli diedi la benché minima attenzione, ero con la
testa altrove…lavorare però era l’unico modo che avevo per provare ad andare
avanti, senza pensare a lei…
I giorni
trascorrevano veloci tra un set e un altro, contratti, amici, uscite varie,
ubriacate in compagnia…eh già…almeno non pensavo…fondevo il mio cervello con la
birra, impedendogli di formulare pensieri logici…
Una sera ero solo,
nessuno era disposto ad uscire, allora decisi di andare a fare un giro per la
città. Mi infilai nel primo pub che trovai sul mio cammino, acquistai una birra
ed uscii da lì, non mi andava di starmene seduto, quella sera volevo camminare…
Los Angeles di
sera, era più caotica che mai…gente che andava, gente che veniva…meglio così,
la confusione mi aiutava a distrarmi…
Ma sembrava
proprio che quella sera non ci fosse verso di dirigere i pensieri
altrove…inevitabilmente sbattevo sempre là…Marghe…avrei voluto telefonarle, ma
cosa avrebbe pensato? Non potevo entrare ed uscire in continuazione dalla sua
vita, condividevo a pieno le parole che Eric mi disse quel giorno a teatro…
Ad un certo punto
mi fermai, alzai gli occhi al cielo e fissai le stelle: erano stupende…con la
fantasia megagalattica di cui ero dotato disegnai il suo volto e ne rimasi incantato…Dio
quanto l’amavo! Quanto desideravo averla qui con me e smetterla di ubriacarmi e
trovarmi delle donne per passare il tempo…donne che non mi interessano
minimamente e che mi tormentano…volevo lei…solo lei…
“Ogni
sera esco e
Tu sei li che guardi me
Da quella foto al mare ed
Io ti chiuderei in una scatola
Mi ha telefonato
Quella che non molla mai
Ma se l'amassi forse
Io potrei con lei dimenticare te
Poi delle vacanze
Quanto se ne parlerà
Storie leggere dell'età
Non voglio amare più così
Voglio anche scherzare
Non drammatizzare ma
Più parlo e più ti vedo qui con me
Non voglio amare più così
Io senza te che vita è
Non voglio amare più così”
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Capitolo 30 *** In volo verso il cuore ***
In volo verso il cuore
Salve a tutti,
eccomi tornata.
Scusate se la
settimana scorso non ho postato, ma ho avuto molte cose da fare e ho pensato
che voi eravate in vacanza e ho preferito non andare avanti con la storia.
Dod: ritrovare il tuo commento è stata la cosa più bella
dell’esser tornata da Gardaland! Sai che per me, la tua opinione conta molto…spero
non mi abbandonerai di nuovo e che leggerai i prossimi capitolo…ormai tra breve
la fan fiction finirà…Tvb
Giulls: che gioia! Anche tu hai lasciato il segno del tuo
passaggio…! E come da te richiesto, posto…anche se ora sei lontana e non potrai
leggere…Tvb
Come sempre vi
lascio una canzone da ascoltare quando richiesto: http://www.youtube.com/watch?v=Bc_TEvDLBp0
Marghe
Fissavo il cielo,
incantata dalla magia di quella sera, non riuscivo a muovermi, non volevo
andarmene via da lì, quel cielo mi faceva sentire più vicina a Rob, infondo era
lo stesso in tutto il mondo e sperai che anche lui lo stesse ammirando. Affidai
ad una stella cadente il mio desiderio e mi diressi verso casa.
Il risveglio,
ancora una volta, fu duro, stavo rivivendo la fase di apatia, questa volta,
però, era più acuta del solito. A rovinare quella giornata fu anche la visita
inaspettata di Eric. Bussò al campanello e Simo gli aprii, io non capii nulla,
ero ancora mezza assonnata, udii solo le urla di Simona provenire dalla cucina
“Eric lascia stare! A che serve, va via!” e poi dei passi correre su per le
scale, la porta della mia stanca spalancarsi e Eric col fiatone che mi guardava
“E-Eric, che ci fai qua?” “Sono venuto a riprendermi ciò che è mio!” “Tuo?”
“Tu!” non ebbi il tempo di razionalizzare che mi aveva già preso in braccio e
mi portò via. Mi dimenavo, ma non riuscii a mollare la presa, mi lasciò stare
solo quando arrivammo in macchina.
“Eric, ma che
cavolo stai facendo?” “Ti porto con me!” “Ma dove?” “Mi manchi Marghe, ho
voglia di te, sempre…” arrivati a casa sua, con la forza mi costrinse a salire
le scale e mi getto sul suo letto “Smettila, smettila ti prego” piangevo “No,
noooo” sembrava un pazzo, non lo riconoscevo più, era accecato dalla rabbia e
puzzava d’alcool “Mi spiace Eric, mi spiace…è tutta colpa mia” “Sta zitta!!!”
le sue mani si muovevano come saette su di me, mi tolse la maglia i pantaloni e
mi lasciò in intimo…si fermò, mi osservò, rise e mi guardò dritto negli occhi
“Tu sei mia!!!” e si gettò addosso a me.
Mi fece provare un
gran dolore, tanto che svenni…mi risvegliai solo quando udii la voce di Simona
chiamarmi disperatamente “Marghe, Marghe, svegliati!!! Che ti ha fatto, madò
che ti ha fatto?” “Simo…” “Oh mamma, sei viva. Ho avuto paura, per fortuna io e
Edward siamo arrivati in tempo!” voltai lo sguardo dall’altra parte e vidi
Edward che medicava Eric “Ma che è successo?” “Eric era sopra di te…pronto
a-a-a…violentarti e noi siamo entrati in stanza, Edward si è fiondato su di lui
e hanno iniziato a lottare, fino a quando Ed gli ha suonato un pugno in pieno
viso”. Mi sentivo in colpa, ero stata io con il mio infantile comportamento a
creare quella situazione. Mi alzai piano, Simona mi aiutò a vestirmi, poi mi
avvicinai a Eric, lui mi guardò “Scusa Marghe…io-io-io non volevo, non so cosa
mi sia preso…” mi inginocchiai ai suoi piedi, lui si chinò e lo abbracciai “No,
devi scusarmi tu. Non avevo alcun diritto di ferirti così” “Io ho sbagliato,
sapevo perfettamente che tu amavi Rob, ma ho avuto la presunzione di credere
che io fossi migliore di lui. Dovevo raccontarti la verità appena l’ho saputa”
“Quale verità?”
“Ricordi quando siamo tornati a Londra e io mi sono visto con Rob?” “Si…” “Beh,
lui quel giorno mi raccontò tutta la verità. Quando vi siete lasciati, lui ha
elaborato un piano per allontanarti e…” “Eric…io so tutto…” “Come sai tutto? E
quando…?” “Kirsten…me lo ha detto quando ci siamo incontrate al parco…è stata
quella confessione ad innescare tutto…la mia rabbia altro non era che il mio
amore disperato che tornava a galla e voleva vendicarsi per il torto subito…non
ho mai voluto ammetterlo, ho lasciato che la mia razionalità opprimesse i miei
sentimenti e li nascondesse. Sono stata folle, ma ormai è tardi…” Eric mi
afferrò per le spalle e mi scosse, Ed preoccupato stava per intervenire, ma si
fermò quando capì le buone intenzioni di Eric “Marghe! Sveglia! Vuoi davvero
che lui rimanga in America per sempre?” alzai la testa e lo guardai basita “Ma
tu come sai…?” “Io so quello che devo sapere. Che aspetti ad andare da lui?”
“Ma tu…?” “Si, sono stato il tuo ragazzo, ma prima di questo ero tuo amico e ti
ho sempre detto quello che pensavo e lo sto facendo anche adesso…Marghe, fa la
valigia e corri da lui!” lo fissai, lui mi sorrise, alchè mi alzai, guardai
Simo, non ci fu bisogno di parlare “Ti aiuto a preparare la valigia!” e andammo
via di corsa.
“Fai buon viaggio
e stai attenta, mi raccomando. Marghe…ti voglio bene “ “Simo…io…non so come
ringraziarti…” “ Non devi…ora vai o perderai l’aereo” corsi via, lasciandomi,
ancora una volta, Londra alle spalle pronta ad abbracciare il mio
futuro…qualunque esso fosse stato…
“Io
guiderò per questa notte ed altre notti ancora, mentre intorno si scolora il
cielo e tutto porta in su, e disferò le mie valigie e non avrò paura delle
frasi che non ho finito e che non dirò mai più, perchè sto cercandoti, perchè
voglio spingermi dove non riesci a immaginare neanche tu…
Io lo vivrò con te, questo perduto amore, io lo racconterò, tu lo racconterai.
Io la vivrò con te, questa perduta vita e ricomincerei solo se fossi tu a non
lasciarmi andare via.
Ho fatto del mio meglio per non essere mai solo, anche quando tra le luci non
vedevo la realtà e quante volte anch'io sono precipitato in volo e non è mai
stata facile la quotidianità: ma io sto cercandoti per venire a prenderti, per
trascinarti dove non sei stata mai …Io lo vivrò con te…Io lo vivrò con te...”
Giunsi a Los
Angeles e con un taxi arrivai al mio albergo; andai in camera, giusto il tempo
di posare la valigia, cambiarmi e uscire, non potevo perdere tempo, dovevo
cercare Rob. Per prima cosa andai all’agenzia che lo rappresentava e chiesi di
Carl, il suo manager.
“Signorina, mi
scusi, dovrei parlare con il Signor Carl Rogers” “Ha un appuntamento?” “No, ma
è piuttosto urgente” “Non so se il Signor Rogers può riceverla” “La prego…sono
Margherita De Gregorio, protagonista del musical <>,
vedrà che se gli dirà così, non avrà problemi nell’incontrarmi”
“Aspetti...Signor Rogers? C’è una certa Signorina De Gregorio che La
desidera…ok…Signorina, il Signor Rogers sta scendendo, può aspettare qui.” Mi
accomodai su uno dei divanetti dell’atrio e dopo qualche minuto vidi Carl, mi
alzai e gli andai incontro “Signorina Margherita, che ci fa qua?” “Signor
Carl…ho urgente bisogno di parlare con Robert, mi dica dov’è la prego!” mi
guardò perplesso “Io non so se posso…” “La prego, è davvero importante, io…devo
vederlo!” incrociai le mani in segno di preghiera, lui ci pensò un po’ su “E va
bene, ma io non so nulla e non voglio sapere nulla di quello che combinate.
Alloggia in un appartamento a mezz’ora da qui. Esca di qui, proceda a destra
lungo la Mouse Avenue,
al primo incrocio giri a sinistra e percorra per qualche metro la Prisma Avenue,
appena noterà una palazzo blu elettrico si fermi, entri e salga al terzo piano,
bussi al portone che porta il mio nome, lo troverà là” sorrisi “Grazie, grazie,
grazie” “Si, figuri. Vada ora, prima che me ne penta!” corsi fuori e seguii la
strada che mi aveva indicato, sentivo l’ansia che montava piano dentro di me.
Mezz’ora esatta di cammino e giunsi di fronte a quel palazzo blu elettrico e il
cuore si fermò, attraversai e salii le scale a due a due ed eccomi in un batter
d’occhio davanti alla sua porta. Presi fiato e suonai il campanello, avevo le
gambe che tremavano, lo stomaco in subbuglio e la bocca secca…sarei riuscita a
parlare? Dopo qualche secondo, la porta si aprì, ma con mia amara sorpresa,
dinanzi a me apparve una donna sulla sessantina, probabilmente la donna delle
pulizie “Chi è lei?” “Buongiorno Signora, mi chiamo Margherita. Mi manda il
Signor Rogers, dovrei parlare con Robert…Robert Pattinson”, la Signora mi guardò con
sospetto, poi probabilmente colpita dal mio volto disperato, si rilassò e il
viso le si illuminò come avesse ricordato qualcosa “Bella Signorina, il Signor
Pattinson non è in casa. È uscito una mezz’ora fa, ma non so dirle dov’è
andato, mi spiace” la delusione si impossessò di me, ero sul punto di piangere
“Signorina aspetti!” la donna delle pulizie scomparve dalla mia vista per
tornare poi tre secondi dopo con in mano una cornice “E’ lei la ragazza della
foto?” mi porse il quadretto, io guardai la foto e il mio viso triste d’un
tratto s’illuminò di un sorriso stratosferico “Oh si, sono io. È la foto fatta
a Volterra. Dove la teneva, Signora?” “Sul comodino accanto al letto. A volte
mi capita che la trovo abbassata, come se in un momento di disperazione il
Signor Pattinson volesse dimenticarla e nasconderla alla sua vista, ma è sempre
lì. Non l’ha mai tolta, l’ha messa da quando è arrivato qui” commossa riguardai
la foto “Questo vuol dire che non mi ha dimenticata…” sospirai “Oh Signorina,
credo proprio di no, ma ora si sbrighi, non perda tempo, corra a cercarlo!” “Ha
ragione” le ridiedi la cornice “Grazie Signora. È stata gentilissima” “Per due
ragazzi innamorati, sono disposta a fare questo ed altro. Magari avessi io
l’età per amare come voi, siete due bei giovani e siete perfetti insieme. Corra
Signorina, corra da lui. Spero di poterla rivedere presto”.
Corsi giù per le
scale come una forsennata, forte della speranza, ormai certezza, che lui mi
amasse ancora, giunta in strada mi bloccai: da che parte dovevo andare? Come lo
avrei trovato in una città così grande? Mi guardai attorno smarrita…
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Capitolo 31 *** Il regalo più grande ***
Il regalo più grande
Salve a tutti,
buon sabato e
buon fine settimana cari amici di efp.
Sono stra felice
che sia giunto questo giorno, avevo proprio voglia di dormire un po’, è stata
una settimana stressante e in cui ho perso parecchio sonno.
E anche l’estate
sta volgendo al termine. Molti di voi saranno dispiaciuti, anche perché dovranno
tornare tra i banchi di scuola. Io, invece, sono contenta. Lo so, ora mi
lincerete…abbiate pietà di me :).
Ora passo ai
ringraziamenti. So che qualcuno non vedeva l’ora di leggere questo capitolo…
Xx_scrittrice88_xX: mi spiace che la
tua scorsa recensione non sia stata pubblicata, mi sarebbe piaciuto sapere cosa
ne pensavi di quel capitolo. Passando al precedente, beh ovviamente farlo
trovare a casa, sarebbe stato troppo semplice, ma io amo complicarmi la vita. Mi
auguro che questo chappy possa essere di tuo gradimento. Baci
Lithium80: eccoti il capitolo. Fammi sapere se
ti piace, son sempre felice di ricevere delle opinioni sincere.
Giulls: siamo giunti ai capitoli che non hai letto sul
forum. Ti invito a dirmi cosa pensi, ci tengo molto a questi ultimi passi della
storia. Tvb
Come sempre vi
lascio una canzone e devo ringraziare l’autore, perché da quando l’ho sentita
la prima volta che mi ha ispirato questo capitolo. Ce l’avevo in testa da mesi.
Alla prossima
settimana…baci.
Decisi di
proseguire a sinistra, il lato del cuore, corsi a lungo, guardandomi
attentamente attorno, ma dove cavolo poteva essere andato? Per la fretta avevo
dimenticato il cellulare in valigia, accidenti a me!!! Girovagai per ore, senza
trovarlo, non sapevo più dove andare; ormai si era fatto buio, avevo pensato di
tornare al suo appartamento e aspettarlo lì, ma non sapevo più orientarmi. Ero
distrutta, fui attirata dall’odore della salsedine, dovevo trovarmi vicino al
mare, alzai gli occhi e vidi un enorme cartello “Baia di Santa Monica”. Volevo
camminare sulla sabbia, presi il mio ipod dalla tasca, non mancava mai il mio
fedele compagno e mi misi ad ascoltare la musica, mentre passeggiavo sulla
stradina che dava sulla spiaggia. A farmi compagnia la canzone di Tiziano
Ferro, di qualche anno prima, “Il regalo più grande”, quanto l’adoravo “Voglio
farti un regalo, qualcosa di dolce, qualcosa di raro. Non un comune regalo di
quelli che hai perso o mai aperto, o lasciato in treno, o mai accettato. Di
quelli che apri e poi piangi, che sei contenta e non fingi. In questo giorno di
metà settembre ti dedicherò il regalo mio più grande…” il mio regalo
più grande? L’amore che avrei voluto donare senza condizioni a Rob, lo
desideravo molto più di quanto desiderassi l’aria, il cibo e l’acqua per
nutrirmi “Vorrei donare il tuo sorriso
alla luna perché di notte chi la guarda possa pensare a te, per ricordarti
che il mio amore è importante, che non importa ciò che dice la gente perché. Tu
mi hai protetto con la tua gelosia che anche molto stanco il tuo sorriso non
andava via. Devo partire però se ho nel cuore la tua presenza è sempre arrivo e
mai partenza…” camminavo sulla sabbia a piedi nudi e pensavo a come
fare per tornare al suo appartamento, potevo prendermi un taxi e farmi portare
alla Prisma Avenue, non ci avrei messo molto a trovare quel palazzo dal colore
sgargiante. D’un tratto alzai gli occhi e vidi una figura umana maschile
camminare qualche metro dinanzi a me, sembrava che lo conoscessi, quei capelli,
quel buffo portamento…misi meglio a fuoco e…”Cavoli!!! È…è…”, la musica mi era complice, in un modo che non so
spiegare, iniziai a cantare “…e se
arrivasse ora la fine che sia in un burrone, non per volermi odiare, solo per
voler volare. E se ti nega tutto quest’estrema agonia, e se ti nega anche la
vita respira la mia. E stavo attento a non amare prima di incontrarti e
confondevo la mia vita con quella degli altri. Non voglio farmi più del male
adesso, Amore…Amore…” cantai
così forte che lui si girò e mi confermò la sua identità: Rob…spalancò gli
occhi, io lasciai le scarpe e corsi da lui che era rimasto fermo, mi avvicinai
e gli cantai un altro pezzo “…vorrei
donare il tuo sorriso alla luna perché di notte chi la guarda possa pensare a
te, per ricordarti che il mio amore è importante, che non importa ciò che
dice la gente e poi…” ci guardammo, ci avvicinammo ancora, io mi alzai
sulle punte e in men che non si dica ci ritrovammo occhi dentro occhi, fronte
contro fronte, come se il tempo per noi non fosse mai passato…continuai a
cantare “…Amore dato, amore preso, amore mai reso. Amore grande come il tempo
che non si è arreso. Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte. Sei tu,
sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu…Il regalo mio più
grande…” parole più vere non ce n’erano in quel
momento…finito di cantare, Rob mi avvolse con le sue mani e mi strinse, io
strinsi lui e ci baciammo...il bacio più dolce che avessi mai ricevuto…Non ci
eravamo mossi da lì, non dicemmo una parola…lasciammo che a parlare fossero i
nostri corpi avvinghiati l’uno alla altra avvolti dall’amore che provavamo
l’uno per l’altra e che nessuno avrebbe più potuto ostacolare…
Restammo stesi
sulla sabbia per un po’, ero stretta a lui, poggiata con la testa sul suo petto
caldo, ci accompagnava solo il rumore dei nostri cuori e del mare che faceva
l’amore con la battigia…io ripensavo a tutto quello che era successo, a come
fosse strana la vita…mi aveva regalato una persona splendida come Rob, poi me
l’aveva portata via e ora? Era di nuovo vicino a me a rendermi la persona più
felice del mondo. Gli avevo detto che era il mio regalo più grande, che non me
ne importava del giudizio della gente, volevo solo ed esclusivamente lui…
“Ho desiderato
tanto vivere questo momento” le sue parole interruppero il
silenzio “Anche io…”
“Marghe…” “Si?” “Tu devi
perdonarmi, io…” alzai la testa di scatto e gli tappai
la bocca con la mano “No, Rob, no! Niente scuse, so che se hai
agito in
determinati modi era per aiutare me e te ne sarò sempre grata,
ma ora siamo
qui, io e te, di nuovo insieme e non voglio che i sensi di colpa e le
scuse
rovinino l’atmosfera che si è creata!” mi
guardò, sorrise, mi accarezzò il
volto “La tua saggezza mi è mancata, sai?”
“Solo quella?” chiesi ironica e
maliziosa, lui alzò lentamente la testa e si avvicinò al
mio volto “No,
sciocchina. Mi sei mancata come l’aria, senza di te, ho vissuto
le pene
dell’inferno…” “Oh Rob. Direi che abbiamo
aspettato anche troppo per
ritrovarci, non credi?” “Si, ma ora abbiamo tutto il tempo
per recuperare.
Comincio col portarti al mio appartamento, cena e…”
“E dormiamo, perché sono
distrutta” risi “Vedremo…” “Prima di
andare da te, dovrei passare in albergo a
disdire la stanza e a prendere i bagagli” “Ok, su
andiamo!” mi porse la mano e
mi aiutò ad alzarmi.
Ci prendemmo per
mano e passeggiamo ancora sulla spiaggia “Rob, posso farti una domanda?”
“Certo…” “Ti aspettavi che venissi qui?” “Diciamo che lo speravo. Non ero
sicuro che tu mi amassi ancora…ero convinto che tu amassi Eric…” “Eric…”
sospirai “l’ho fatto soffrire e non me lo perdonerò mai, ma non ci crederai, è
stato proprio lui a spingermi a partire, io non volevo, avevo paura…” “Eric è
sempre stato un ragazzo molto posato e saggio…un po’ come te, per questo vi
vedevo bene insieme” mi fermai, lo guardai torva “Aspetta! C’è un ma…” “E
sentiamo questo <>…” si girò verso di me, mi strinse per i
fianchi e sussurrò quasi vicino alle mie labbra “Ma tu sei mia!” il suo profumo
mi inebriò e la sua bocca si poggio delicatamente sulla mia…sentii il cuore
accelerare e le mani sudare.
Dopo esser
andati all’albergo e aver recuperato i miei bagagli, ci dirigemmo verso il suo
appartamento in taxi. Durante il tragitto, Simona mi telefonò, non ebbi neanche
il tempo di dire “Pronto?” che fui aggredita dalle urla della mia amica “Ma che
cavolo di fine hai fatto? Sono ore che provo a telefonarti e il tuo cellulare
risulta sempre spento.” “Ehm, Simona scusa. Appena arrivata in albergo, mi sono
cambiata e sono uscita, dimenticando il cellulare in stanza” “Immagino che tu
sia corsa a cercare Rob” “Si, sono andata da Carl e poi al suo appartamento”
“Ah…e mi spieghi fino a quest’ora dove sei stata?” “A cercare Rob!” e lo
guardai “Scusa, ma non sei stata a casa sua?” “Si, ma non c’era” ora anche lui
guardava me “E ora dove sei? In albergo?” “No, sono in taxi e sto andando
all’appartamento di Rob!” ci sorridemmo “Non capisco, non ci sei stata oggi?”
“Si…ma ora ci sto andando con…lui!!!” ci fu un momento di silenzio, poi un urlo
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa…sei con Rob!!! L’hai trovato? Che vi siete detti? Mi
devi raccontare tutto!!!” risi “Ah la solita impicciona, curiosona…eheh…come ti
ho detto, sono stata da lui, ma non c’era, alchè sono andata a cercarlo, quando
stavo per rassegnarmi l’ho incontrato e…ora siamo insieme” fissai i suoi
meravigliosi occhi e mi persi “Benissimo…ma avete parlato?” “Ehm, direi che
hanno parlato meglio le nostre labbra appiccicate le une alle altre” ridendo
Rob mi strinse più a sé “Oddio! Sono troppo felice per te” la sentii
singhiozzare “Simo, che hai?” “No, niente sono contenta e poi debbo dirti una
cosa…” “Parla, però, non mi far preoccupare” “Beh, ho confessato ad Edward i
miei sentimenti” “Wow…e lui?” non mi rispondeva, mi allarmai “Simo, parla per
favore!” “Marghe…lui…ricambia!!!” “Evviva!!! Lo sapevo, lo sapevo, ne ero
certa. Questo è un giorno memorabile e appena torno dobbiamo festeggiare.” “Puoi
giurarci…ti aspetto…anzi vi aspettiamo…salutaci Rob…e mi raccomando, fa la
brava nel suo appartamento…” “Cosa vorresti insinuare?!? Non capisco” “Se, se…ci
sentiamo appena puoi, ok?” “Ok…”
Arrivati
all’appartamento, rimasi sbalordita per la bellezza di quelle stanza, tutte
arredate con semplicità e con un gusto squisito per i piccoli particolari;
c’erano una cucina con sala da pranzo, due stanza da letto e un bagno. Rob mi
accompagnò nella sua stanza, trascinando la mia pesante valigia; entrai cauta,
come temessi qualcosa, la prima cosa che vidi fu la nostra foto sul comodino,
proprio come mi aveva detto la signora delle pulizie e risi al ricordo, Rob mi
guardò in modo strano ed io continuai a ridere, fino a quando non giunsi al
letto e mi ci sedetti sopra, presi la foto e gliela mostrai “Questa!” “E’ la
nostra foto…e ti fa ridere?” “No, no. Non ti ho detto che quando sono venuta
qui a cercarti, la signora delle pulizie mi ha mostrato la foto” “La Signora Patricia?
E perché mai?” “Mi aveva riconosciuta; mi ha detto che l’hai messa su questo
comodino da quando sei arrivato qui e che a volte la trova abbattuta. Mi ha
incoraggiato a cercarti e ha detto che insieme siamo perfetti” risi ancora e
vidi Rob arrossire “Timidone” gli dissi avvicinandomi e baciandolo sulla
guancia rossa d’imbarazzo, lui si passò la mano tra i capelli, quel gesto mi
uccideva, lo adoravo. Ad un tratto, girandomi verso la scrivania, vidi poggiato
a terra un cartellone arrotolato, mi avvicinai, lo presi e sentii lo sguardo di
Rob su di me, lo aprii e…era il manifesto del musical “Twilight”…rimasi qualche
secondo a guardarlo…”Non mi dire che l’hai strappato dal muro” non giunse
alcuna risposta, alchè mi girai e lo vidi grattarsi la testa e avvampare nuovamente
per l’imbarazzo “No, dai. Peggio di me con il tuo film” risi e guardai ancora
quel cartellone e pensai a Eric…stavamo proprio bene in quel manifesto…restavo
sempre incantata e sbalordita per la mia espressione…e rivivevo le emozioni di
Bella…
Robert si
avvicinò e mi cinse i fianchi “A cosa pensi?” “Penso a quanto io mi senta
spesso come Bella…rimango sempre sorpresa quando mi vedo nei suoi panni. Non
sembro io…non sembra l’immagine di me che ogni giorno osservo allo specchio,
non so se mi spiego…” “Si, capisco, effettivamente sono rimasto molto colpito
anche io quando ti ho visto…eri…stupenda…perfetta…” arrossii “Sei stata
eccezionale…non ho avuto modo di dirtelo…la mia Bella…” mi girai e lo
abbracciai forte, lasciando cadere il manifesto “Abbiamo tante cose da
raccontarci” dissi “E se parlassimo mentre ceniamo?” propose lui. Trascorremmo
le ore successive a raccontarci tutto, ogni cosa provata, vista, sentita,
parlammo a cuore aperto e fu strano, piacevole e allo stesso tempo doloroso
ascoltare la sua versione, la sua spiegazione…percepii tutto il suo malessere,
la sua frustrazione e capii quanto ci era stato male anche lui, aveva provato
il mio stesso, identico dolore. Senza che me ne accorgessi, avevo iniziato a
piangere, Rob si fermò, mi asciugò le lacrime e si avvicinò “Ti prego non
piangere” “Scusa, è venuto naturale. Certe cose mi fanno ancora male, non posso
farci nulla. Rob, io ho sofferto tanto, troppo e mi sembra così strano essere
qui con te e sentirti dire che anche tu hai sofferto come me…non so spiegarti
quello che sento in questo momento, so solo che non voglio più vivere lontana
da te…io ti amo…” Rob mi strinse forte “Ti amo anche io Piccola Mia…e sta
tranquilla che non soffrirai mai più, ho intenzione di starti sempre accanto.
Non ti lascio Marghe, te lo giuro!” a quelle parole il pianto accelerò la sua
corsa, il cuore mi balzò in gola e le mie mani strinsero il suo collo e
spinsero la sua bocca verso le mie labbra.
A differenza di
ciò che si possa pensare, mi addormentai tra le sue braccia come una bambina,
ero davvero distrutta e mi lasciai coccolare dall’onda del nostro amore.
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Capitolo 32 *** Il regalo più grande 2 ***
Il regalo più grande 2
Salve a tutti,
settembre è
giunto, ma il caldo e l’afa non accennano a mollare la presa e questa cosa mi
debilita parecchio. Se ci aggiungiamo anche che per me è periodo d’esame, vi
renderete conto che il mio nervosismo giunge alle stelle.
Spero che a voi
vada meglio…
Oggi vi propongo
un capitolo dal punto di vista di Robert che rivede con i propri occhi l’incontro
con Marghe. D’ora in poi sarà così: ci saranno punti di vista di entrambi, così
riusciremo a capire cosa pensano di ciò che accade. Mi auguro possa piacervi…
Giulls: Non sai quanto sono contenta che io che siano
tornati insieme quei due capoccioni! Ma soprattutto sono felice che tu mi dica
che t’è piaciuto da matti, è importante sentirselo dire! Grazie…
Xx_scrittrice_xX: mi spiace se ti
ho fatta piangere, ma mi credi se ti dico che quando l’ho scritto ho pianto per
ore? Nella mia testa vorticavano le immagini di loro due insieme e le parole mi
sono uscite come se fosse la cosa più vera e naturale del mondo. Grazie per
aver letto…
Dod: quanto mi sono mancate le tue recensioni. Le tue
parole hanno sempre il potere di farmi piangere, ovviamente di gioia. Il senso
di familiarità dici? È vero, ma m’è venuto naturale tessere questo rapporto tra
loro, sono così simili, così innamorati che non si rendono conto che infondo,
anche se sono stati lontani, non hanno mai smesso di essere l’uno accanto all’altro…
Vorrei poi
ringraziare tutti coloro che hanno inserito la mia fan fiction tra i preferiti:
1 - bella95 [Contatta]
2 - Dark Angel 1935 [Contatta]
3 - daydre4mer [Contatta]
4 - erika1975 [Contatta]
5 - Fairwriter [Contatta]
6 - fede72 [Contatta]
7 - ffdipendente [Contatta]
8 - Giulls [Contatta]
9 - ilachan89yamapi [Contatta]
10 - Ila_patty [Contatta]
11 - Katy Twilighter [Contatta]
12 - liletta [Contatta]
13 - masychan [Contatta]
14 - micino [Contatta]
15 - miki18 [Contatta]
16 - Myrhiam [Contatta]
17 - Piccola Ketty [Contatta]
18 - ryry [Contatta]
19 - sandycullen [Contatta]
20 - violae [Contatta]
21 - winnie poohina [Contatta]
22 - Xx_scritrice88_xX [Contatta]
23 - _MissCullen_ [Contatta]
24 - _VampirE_CulleN_ [Contatta]
E coloro che
invece, l’hanno messa tra le storie seguite:
1 - Badu [Contatta]
2 - Giulls [Contatta]
3 - Katy Twilighter [Contatta]
4 - LaBabi [Contatta]
5 - Mary___02 [Contatta]
6 - miky 483 [Contatta]
7 - NeverThink [Contatta]
8 - Reneesme [Contatta]
9 - simo87 [Contatta]
10 - Stella Del Sud [Contatta]
11 - SweetCherry [Contatta]
12 - Twilly [Contatta]
13 - valeriuccia [Contatta]
14 - winnie poohina [Contatta]
Grazie di cuore.
Ora vi lascio alla lettura del capitolo e vi invito a riascoltare la canzone
del precedente chap. Bacio.
Robert
Ero stanco di
stare chiuso nell’appartamento, avevo bisogno di andare in giro, così mi vestii
rapidamente “Signor Pattinson, le preparo qualcosa da mangiare?” la Signora Patricia
era sempre così dolce con me “No, grazie Signora Patricia, sto uscendo e non so
a che ora rientrerò” mi guardò triste “So che non sono affari miei, ma dovrebbe
trovare rimedio a ciò che la fa stare così male” la fissai incredulo, lei pensò
che mi fossi arrabbiato “Mi scusi, mi scusi, io parlo sempre troppo, ma è da
quando è qui che la vedo sempre pensieroso e non è da lei” le sorrisi “Grazie
Signora Patricia” mi voltai, me ne andai
“Non c’è rimedio al mio dolore…” e mi
strinsi nelle spalle.
Camminavo e
pensavo, pensavo e camminavo…mi odiavo, mi stavo davvero trascurando e non era
da me, ero grande e maturo abbastanza per esser responsabile delle mie azioni,
se ora mi trovavo in quella situazione era dovuto alle mie decisioni. Tuttavia,
avrei voluto sapere cosa pensasse Marghe, come stava, se si era ripresa dopo la
rottura con Eric e soprattutto…se per me c’era ancora spazio nel suo cuore.
Scossi la testa, ma a che pensavo? Io non potevo e non dovevo rientrare nella
sua vita, basta!
Camminando,
camminando mi ritrovai sulla spiaggia di Santa Monica, restai lì per tutto il
resto della giornata; mi sedetti a riva a guardare lo scrosciare del mare, la
brezza marina mi rinfrescava il viso e trascinava via con sé i miei pensieri,
purificandomi la mente.
Nonostante la
stanchezza, non mi andava di tornare a casa, troppe cose mi avrebbero riportato
alla realtà e non volevo, avevo bisogno di restare lì, disteso sulla sabbia e
non pensare a niente…
Riaprii gli
occhi e mi accorsi che era buio ormai “Chissà
che ore sono”, mi alzai all’in piedi e passeggiai ancora lungo la battigia,
come in attesa di qualcosa…
D’improvviso,
una scossa mi pervase la schiena, sentii dei passi e una voce cantare
soavemente…mi bloccai “Oddio…è la voce di
Marghe…”mi fermai “No, non può
essere, sto sognando. Lei è a Londra, accidenti a me che la vedo e la sento
dappertutto!” ripresi a camminare, ma quella voce continuava a cantare “Basta. Basta!!!” non la stavo solo
immaginando, dovevo voltarmi e verificare…lo feci e quello che mi trovai
davanti ebbe la capacità di farmi sussultare e di rimettere in moto il mio
cuore intorpidito: Marghe! Ci guardammo, eravamo entrambi sorpresi, io più di
tutti, sbarrai gli occhi, perchè non mi aspettavo di vederla lì, non riuscivo a
muovere un passo, fu lei a farlo, lasciò cadere le sue scarpe e mi corse
incontro, continuando a cantare “…vorrei donare il tuo sorriso
alla luna perché di notte chi la guarda possa pensare a te, per ricordarti che
il mio amore è importante, che non importa ciò che dice la gente e poi…”
ci guardammo, ci avvicinammo ancora, lei si alzò sulle punte e in men che
non si dica ci ritrovammo occhi dentro occhi, fronte contro fronte, un fremito
mi scosse, mentre lei continuò a cantare “…Amore dato, amore preso, amore mai reso.
Amore grande come il tempo che non si è arreso. Amore che mi parla coi tuoi
occhi qui di fronte. Sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu,
sei tu…Il regalo mio più grande…” fui
colpito dalla verità di quelle parole: il tempo non aveva minimamente scalfito
il nostro amore…forte di quella verità, avvolsi Marghe e la strinsi a me più
forte che potevo e la baciai con tutto me stesso…Non parlammo, preferimmo
restare legati l’uno all’altro, coccolati dall’amore che ci legava e che niente
e nessuno ci avrebbe mai portato via…
Restammo stesi
sulla sabbia per un po’, lei era stretta a me, poggiata con la testa sul mio
petto, potevo sentire il suo respiro e il battito accelerato del suo cuore, due
suoni che mi inebriarono la mente e i sensi, quanto avevo sperato di poterla
riabbracciare? Quanto tempo avevo perso a pensare a delle scuse per
allontanarmi da lei? Sono stato uno stupido a credere di poterla dimenticare,
non ho mai amato qualcuno come amo lei e non permetterò che qualcosa rovini di
nuovo il mio rapporto con lei. Volevo capire se per lei era lo stesso…“Ho
desiderato tanto vivere questo momento” le sussurrai piano, quasi un soffio “Anche
io…” che bello sentirglielo dire, ma poi fui avvolto dalla tristezza, quanto
l’avevo fatta star male? Dovevo chiederle scusa “Marghe…” “Si?” “Tu devi
perdonarmi, io…” alzò la testa di scatto e mi tappò la bocca con la mano “No,
Rob, no! Niente scuse, so che se hai agito in determinati modi era per aiutare
me e te ne sarò sempre grata, ma ora siamo qui, io e te, di nuovo insieme e non
voglio che i sensi di colpa e le scuse rovinino l’atmosfera che si è creata!”
non potevo credere alle mie orecchie, fu inevitabile sorriderle e accarezzarle
il volto “La tua saggezza mi è mancata, sai?” “Solo quella?” chiese ironica e
maliziosa, alchè alzai lentamente la testa e mi avvicinai al suo volto “No,
sciocchina. Mi sei mancata come l’aria, senza di te, ho vissuto le pene
dell’inferno…” pronunciai quelle parole tutte di un fiato “Oh Rob. Direi che
abbiamo aspettato anche troppo per ritrovarci, non credi?” “Si, ma ora abbiamo
tutto il tempo per recuperare. Comincio col portarti al mio appartamento, cena
e…” avevo una voglia matta di lei “E dormiamo, perché sono distrutta” rise
“Vedremo…” le risposi in tono di sfida “Prima di andare da te, dovrei passare
in albergo a disdire la stanza e a prendere i bagagli” “Ok, su andiamo!” le
porsi la mano e l’ aiutai ad alzarsi.
Ci
prendemmo per
mano e passeggiamo ancora sulla spiaggia “Rob, posso farti una
domanda?”
“Certo…” cosa voleva dirmi? E si ci stesse
ripensando, fui scosso da un brivido
di paura…non volevo perderla “Ti aspettavi che venissi
qui?” fui sollevato nel
sentirla fare quella domanda “Diciamo che lo speravo. Non ero
sicuro che tu mi
amassi ancora…ero convinto che tu amassi Eric…”
“Eric…” sospirò, quel nome le
faceva male e fece male anche a me “l’ho fatto soffrire e
non me lo perdonerò
mai, ma non ci crederai, è stato proprio lui a spingermi a
partire, io non
volevo, avevo paura…” le tremava la voce, non volevo
vederla triste “Eric è
sempre stato un ragazzo molto posato e saggio…un po’ come
te, per questo vi
vedevo bene insieme” oddio che avevo detto, Marghe si
fermò, mi guardò torva
“Aspetta! C’è un ma…”
ovviamente… “E sentiamo questo
<>…” mi
voltai verso di lei, la strinsi per i fianchi e le sussurrai quasi
vicino alle
sue labbra che come una calamita mi attiravano a sè “Ma tu
sei mia!” la sentii
inspirare profondamente e attratto dalle sue labbra, la
baciai…di nuovo…
Andammo in
albergo a prendere i suoi bagagli e poi in taxi ci dirigemmo verso il mio
appartamento; d’improvviso, il cellulare di Marghe iniziò a suonare, non so
perché ma pensai subito a Eric, lei non riuscì a dire pronto che la vidi
chiudere gli occhi in segno di paura, tesi l’orecchio per sentire chi era…era
una voce femminile “Ehm, Simona scusa. Appena arrivata in albergo, mi sono
cambiata e sono uscita, dimenticando il cellulare in stanza” era Simona…per
fortuna, si era preoccupata per lei “Si, sono andata da Carl e poi al suo
appartamento” la lasciai parlare, cercando di essere indifferente volgendo la
mia attenzione fuori al finestrino, ma ero in realtà molto attento alla
conversazione “A cercare Rob!” sentii il suo sguardo su di me “Si, ma non
c’era” ora non potevo non guardarla, era andata al mio appartamento…“No, sono
in taxi e sto andando all’appartamento di Rob!” ci sorridemmo “Si…ma ora ci sto
andando con…lui!!!” ci fu un momento di silenzio, poi sentii un urlo provenire
dal telefono di Marghe, lei rise…probabilmente Simona aveva capito tutto “Ah la
solita impicciona, curiosona…eheh…come ti ho detto, sono stata da lui, ma non
c’era, alchè sono andata a cercarlo, quando stavo per rassegnarmi l’ho
incontrato e…ora siamo insieme” mi fissò dritto negli occhi e feci altrettanto,
vedevo i suoi brillare e immaginavo che anche i miei fossero diversi, perché la
vidi perdersi totalmente in quello sguardo “Ehm, direi che hanno parlato meglio
le nostre labbra appiccicate le une alle altre” non potei non ridere e la
strinsi a me. D’improvviso la sua voce si fece preoccupata “Simo, che hai?” che
stava succedendo? “Parla, però, non mi far preoccupare” avvicinai l’orecchio
per sentire cosa dicesse Simona “Beh, ho confessato ad Edward i miei sentimenti”
bene a Simona piaceva Edward…“Wow…e lui?” non rispose subito e Marghe si
allarmò “Simo, parla per favore!” “Marghe…lui…ricambia!!!” “Evviva!!! Lo
sapevo, lo sapevo, ne ero certa. Questo è un giorno memorabile e appena torno
dobbiamo festeggiare.”era felice “Puoi giurarci…ti aspetto…anzi vi
aspettiamo…salutaci Rob…e mi raccomando, fa la brava nel suo appartamento…”
“Cosa vorresti insinuare?!? Non capisco” “Se, se…ci sentiamo appena puoi, ok?”
“Ok…” risi tra me e me per l’insinuazione di Simona, che non mi dispiaceva
affatto…
Arrivati
all’appartamento, vidi Marghe guardare ogni angolo di esso e rimanerne
incantata, probabilmente le piaceva; portai le sue valigie in camera, ma lei
non entrò subito, sembrava avesse paura di qualcosa, poi la vidi ridere, ma non
ne capii il motivo, si diresse sul letto, si sedette, prese la foto e me la
mostrò “Questa!” “E’ la nostra foto…e ti fa ridere?” “No, no. Non ti ho detto
che quando sono venuta qui a cercarti, la signora delle pulizie mi ha mostrato
la foto” eh? “La
Signora Patricia?
E perché mai?” “Mi aveva riconosciuta; mi
ha detto che l’hai messa su questo comodino da quando sei
arrivato qui e che a
volte la trova abbattuta. Mi ha incoraggiato a cercarti e ha detto che
insieme
siamo perfetti” rise ancora ed io improvvisamente mi sentii
imbarazzatissimo,
che figuraccia “Timidone” mi disse avvicinandosi e
baciandomi sulla guancia
rossa d’imbarazzo. Ad un tratto, si girò verso la
scrivania, notò un cartellone
arrotolato, cavoli, avevo dimenticato di metterlo a posto…ma che
dicevo? Mica
sapevo che sarebbe venuta Marghe…si avvicinò, lo prese,
lo aprì e si stupì di
vedere che si trattava del manifesto del musical
“Twilight”…rimase qualche
secondo a guardarlo…”Non mi dire che l’hai strappato
dal muro” mi aveva
beccato, alchè si girò e mi guardò incuriosita
“No, dai. Peggio di me con il
tuo film” rise e rivolse ancora il suo sguardo a quel cartellone,
mi dava
fastidio che lo guardasse così, che fosse per la presenza di
Eric? Mi avvicinai
e le cinsi i fianchi “A cosa pensi?” “Penso a quanto
io mi senta spesso come
Bella…rimango sempre sorpresa quando mi vedo nei suoi panni. Non
sembro io…non
sembra l’immagine di me che ogni giorno osservo allo specchio,
non so se mi
spiego…” “Si, capisco, effettivamente sono rimasto
molto colpito anche io
quando ti ho
visto…eri…stupenda…perfetta…”
tremò “Sei stata eccezionale…non ho
avuto modo di dirtelo…la mia Bella…” si girò
e mi abbracciò forte, lasciando
cadere il manifesto “Abbiamo tante cose da raccontarci”
disse “E se parlassimo
mentre ceniamo?” le proposi.
Nelle ore
successive, parlammo a cuore aperto di tutto quello che in quei due anni era
successo, le raccontai tutta la verità, le motivazioni che mi avevano spinto ad
agire così, quanto ci stavo male e quanto ho combattuto con me stesso per non
tornare a rovinarle la vita. La vidi scurirsi in volto sempre di più, fino a
quando non iniziò a piangere, mi bloccai, non volevo vederla in quello stato,
il mio senso di colpa tornava a galla, così le asciugai le lacrime e mi
avvicinai “Ti prego non piangere” le dissi con voce roca “Scusa, è venuto
naturale. Certe cose mi fanno ancora male, non posso farci nulla. Rob, io ho
sofferto tanto, troppo e mi sembra così strano essere qui con te e sentirti
dire che anche tu hai sofferto come me…non so spiegarti quello che sento in
questo momento, so solo che non voglio più vivere lontana da te…io ti amo…”
sussultai a quella parole, non me l’aveva ancora detto e sentirle pronunciare
mi trasmise un’energia incredibile e il mio cuore viaggiò più forte della luce;
la strinse forte “Ti amo anche io Piccola Mia…e sta tranquilla che non
soffrirai mai più, ho intenzione di starti sempre accanto. Non ti lascio
Marghe, te lo giuro!” a quelle parole, Marghe pianse ancora più forte, mi
spaventai, ma quando poggiò le sue labbra sulle mie capii che erano lacrime di
gioia…ci eravamo ritrovati….
Si accoccolò tra
le mie braccia, la cullai e dopo poco si addormentò; la guardai a lungo, i suoi
occhi, le sue labbra, i suoi capelli, il suo corpo caldo…quanto mi era mancata,
cavolo! L’accarezzai piano con tenerezza, si strinse di più a me e mi stesi,
addormentandomi, inebriato dall’amore che provavo per lei…
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Capitolo 33 *** Testimone di nozze ***
Testimone di nozze
Salve a tutti,
ed eccoci ad un
altro sabato…se penso a quello che mi aspetta la settimana
prossima, vorrei che
il tempo si fermasse qui. So che qualcuno di voi non vedeva
l’ora che
aggiornassi, sarà vero?
Beh spero di
incuriosirvi ancora con gli ultimi capitoli…eh si, siamo
quasi giunti alla
fine, ma non temete: sto già scrivendo il prosieguo. Non vi
libererete
facilmente di me! Poveri voi eheh…
Xx_scrittrice_xX:
grazie
per le
tue bellissime parole, non devi ringraziarmi, sono io che devo farlo
sia perché
mi segui assiduamente, sia perché mi recensisci. Sono troppo
contenta, grazie,
grazie!
Giulls:
tesoro
non te la sei sognata la cover e se riesco a
capire come fare la carico in questo capitolo, contenta???
Doddola:
la
mia cucciola adorata! Sempre pronta a dirmi
parole bellissime, sei troppo buona con me, sei sicura che mi merito
tutto
questo? Vorrei davvero essere una narratrice di emozioni, come mi
definisci tu…sei
troppo un tesoro…Ti voglio bene…
Ora vi lascio al
capitolo e alla cover…spero di averla caricata
correttamente. Un grande
ringraziamento a Valle, senza di lei questa meraviglia di lavoro
grafico, non
sarebbe
riuscito…
Marghe
Durante la notte
mi svegliai di soprassalto impaurita “Che
bel sogno che ho fatto! Io e Rob di nuovo insieme”
mi guardai intorno, ero
in una stanza che non conoscevo, avvertii un movimento provenire dal
letto, mi
girai e vidi una figura maschile stesa vicino a me, mi spaventai, poi
capii:
ero tutto vero! Ero da Rob…mi misi ad ammirarlo e mi persi
nella sua
straordinaria bellezza. Il suo modo di fare, di sorridere, la sua voce
il suo
viso, i suoi occhi, le sue labbra, i suoi capelli, le sue
mani…tutto di lui mi
era mancato…e ancora una volta non potevo capacitarmi di
come una bellezza
mozzafiato come lui potesse essere accanto a me…ero davvero
fortunata…gli
accarezzai piano il viso cercando di non svegliarlo, volevo accertarmi
che
fosse tutto vero, ancora mi sembrava impossibile…lui si
mosse…alchè mi stesi e
mi posizionai ancor più vicina a lui in modo da essere
inondata dal suo respiro
“Sei la cosa più straordinaria di tutta la mia
vita” e mi addormentai…
Il sole era
alto, illuminava tutta la stanza, fu proprio la sua luce a svegliarmi,
mi
stiracchiai “Buongiorno amore” una voce soave mi
chiamò a sé, mi voltai e lo
vidi, sorrisi, sorrise…”Buongiorno…mio
dolcissimo sogno…” “Sogno?”
risi “Si,
sei il mio sogno. Da quanto sei sveglio?” “Da un
po’…” “Che ore
sono?” “Le
10:00” “Wow quanto ho dormito!”
“Eri proprio stanca”
“Già…” avvertii un rumore
provenire dalla cucina “Chi è?”
“E’ la Signora
Patricia”
“Ah…vorrei salutarla” “Ok,
così magari fai colazione” “E tu non mi
fai
compagnia?” “Certo, ma non nel mangiare”
“Perché?” “Ho già
fatto…te l’ho detto
sono sveglio da un po’” “E potevi anche
svegliarmi” “No…come potevo, dormivi
così bene…” “Ti sei messo a
fissarmi?” arrossii “Si. Sei
bellissima…non potevo
non guardarti…” mi nascosi sotto al cuscino
“Dai, forza, vieni principessa…” e
mi trascinò in cucina.
“Buongiorno
Signora Patricia”, la donna si voltò, mi
guardò e si illuminò “Oh che piacere
rivederla Signorina” “Il piacere è
mio” “Dormito bene?” guardò
Rob “Si, molto”
“Mi fa piacere. Le preparo la colazione?”
“Oh non si preoccupi, faccio io”
“No,no ma che dice. Mi dica che vuole”
“Latte con caffè e cereali” rispose Rob,
lo guardai stupita…ricordava ancora i miei gusti, sorrise
“Le va bene Signorina?”
“Si, è…perfetto” e
enfatizzai quella parola guardando Rob negli
occhi…ovviamente era riferita a lui…
“Allora che
vuoi
fare oggi?” “Mmm…voglio stare con
te” dissi “Ma ovvio che starai con me, non ti
lascio certo andare da sola. C’è qualche posto che
vorresti vedere?” “No e poi
Los Angeles l’ho vista un po’ nei mesi in cui sono
stata qua per il musical.”
“Si, ma…non l’hai vista con
me” si rabbuiò, io lo accarezzai
“Recupereremo
amore, tranquillo” e gli sfiorai le labbra con le mie
“Oggi mi va di stare qua
con te…non desidero altro” mi sorrise.
Giunta in camera
sua, lo vidi steso sul letto “Non ti senti bene?”
“No, no tutto bene. Ti
aspettavo” e aprì le braccia per accogliermi. Ci
guardammo e cominciammo a
baciarci con passione, tutto avvenne in modo naturale, come se non ci
fossimo
mai lasciati. Rob iniziò a mordicchiarmi le labbra e
lentamente scese sul mio
collo, le sue mani mi accarezzavano delicatamente la schiena,
provocandomi
brividi di piacere; io giocavo con il lobo del suo orecchio e piano gli
accarezzavo il collo. Presi dalla foga del momento ci togliemmo con
veemenza le
maglie, lui mi stese sul letto e mi fu sopra, con tenerezza mi
accarezzò le
braccia, facendo su e giù mentre mi baciava. Ad interrompere
il tutto fu un mio
grido di dolore “Ahi!”, Rob si fermò di
botto e mi guardò come a chiedersi “Che
ho fatto?” “Scusa…e
che le braccia in quel punto mi fanno male…” lui
le guardò
e rimase esterrefatto: dei lividi enormi macchiavano la mia pelle,
alzò la
testa e mi fissò sconcertato…non
capiva…”Beh…ti ho detto che Eric mi ha
incoraggiato a venire qui, no?” “Si, ma che centra
con i lividi?” “Eh…prima di
dirmi queste cose, mi ha trascinato di peso a casa sua e
ha…cercato di
violentarmi…” mi rabbuiai e al ricordo rabbrividii
“Che cosa ha fatto?” urlò di
rabbia “No, non è come pensi. Era ubriaco,
disperato…non lo ha fatto apposta!”
“Non lo difendere! E meno male che gli avevo detto che doveva
trattarti
bene…giuro che lo ammazzo!!!” “Non dire
questo. È colpa mia, l’ho illuso e ha
reagito male. Non fargliene una colpa, Rob. Ora è tutto ok,
ti prego torna
vicino a me” iniziai a singhiozzare, lui fece come gli avevo
detto e mi
abbracciò, cullandomi “Ma che ti ha fatto? Ma non
ti sei fatta controllare?”
“No, non c’è stato bisogno. Simona e
Edward sono arrivati in tempo. Sto bene,
non ti preoccupare, stringimi, però…”
“Sono qui…”
“L’ultima volta che abbiamo
fatto l’amore, tu sei andato via” lo sentii
sobbalzare e mi strinse più forte
senza parlare “Rob…”
“Si?” “Ti amo, lo sai?”
“Si, lo so. Ti amo anche io…ti amo
da impazzire, da restare senza fiato quando ti vedo…Tu sei
tutta la mia vita e
non permetterò più a nessuno di farti del
male” gli presi la testa tra le mani
e lo baciai…lo desideravo…e lui desiderava
me…fu tutto perfetto, la sua estrema
dolcezza era per me, sempre fonte di meraviglia. Restammo a lungo
abbracciati,
avevamo entrambi bisogno di sentire che ci appartenevamo
ancora…io ero sua…e
lui era mio…questo nessuno lo avrebbe mai
cambiato…neanche il tempo…
Lo squillare del
mio cellulare, interruppe quel magico momento
“Pronto?” “Marghe…”
“Dany che
succede” era in lacrime “Sei in America?”
“Si, sono con Rob” “Bene, vedo che
allora hai ammesso i tuoi reali sentimenti e sei corsa a cercarlo,
brava” anche
se stava male era capace di pensare agli altri, non sarebbe mai
cambiata “Ma
ora lascia stare me. Che ti succede?” “Non
è nulla di brutto, anzi. Come tu ben
sai io e Anto viviamo a Pisa e siccome abbiamo entrambi trovato un
lavoro
stabile, abbiamo…deciso di sposarci!”
“Oooooh ma questa è una notizia
fantastica, stratosferica. Che bello Dany, finalmente! E dimmi quando,
quando?”
“Il 4 settembre…” “Perfetto,
quindi tra un mese. Ah non sai come sono felice, è
la ciliegina sulla torta, tutto inizia finalmente a girare
bene” “Ovviamente tu
sarai la mia testimone” “I-i-io?”
“Certo e chi sennò” scoppiai in lacrime
“Oh
Dany, sono onorata, grazie!” “Appena puoi quindi
parti per l’Italia col tuo
amore, ci sono molte cose da sistemare e ho bisogno di te.”
“Puoi contarci!”.
Abbracciai tutta
contenta Rob “Che succede?” “La mia amica
Dany si sposa ed io sarò la sua
testimone” “Wow, quindi devi partire?”
“Caro, dobbiamo partire, tu vieni con
me” “Sono invitato?” lo guardai torva
“Stupido. Dove vado io vieni tu e viceversa…noi
siamo una cosa sola…non te lo dimenticare!”
“Hai ragione…piccola mia…” e
mi baciò
spingendomi di nuovo sul letto, avvolti dalla verità delle
mie parole…
Trascorremmo la
giornata sotto le lenzuola a coccolarci, a volte ci guardavamo e ci
toccavamo
come se non credessimo realmente di essere di nuovo insieme.
Robert
Ero sveglio da
qualche ora, ma non mi alzai dal letto, volevo ammirare la bellezza che
mi
dormiva di fianco…era così tenera e
innocente…la guardai a lungo, poi i primi
raggi di sole iniziarono a filtrare nella stanza e Marghe si
svegliò
“Buongiorno amore” lei si voltò verso di
me, sorrise, sorrisi…”Buongiorno…mio
dolcissimo sogno…” “Sogno?”
chiesi sbalordito e lei rise “Si, sei il mio sogno.
Da quanto sei sveglio?” “Da un
po’…” “Che ore
sono?” “Le 10:00” “Wow quanto
ho
dormito!” “Eri proprio stanca”
“Già…” spalancò
gli occhi quando udì un rumore
provenire dalla cucina “Chi è?”
“E’ la Signora
Patricia”
“Ah…vorrei salutarla” “Ok,
così magari fai colazione” “E tu non mi
fai
compagnia?” “Certo, ma non nel mangiare”
“Perché?” “Ho già
fatto…te l’ho detto
sono sveglio da un po’” “E potevi anche
svegliarmi” “No…come potevo, dormivi
così bene…” “Ti sei messo a
fissarmi?” la vidi arrossire, sempre più tenera
“Si. Sei bellissima…non potevo non
guardarti…” si nascose sotto al cuscino
“Dai, forza, vieni principessa…” e la
trascinai in cucina.
“Buongiorno
Signora Patricia”, la donna si voltò, la
guardò e le si illuminò il viso “Oh
che piacere rivederla Signorina” non avevo dubbi che Marghe
piacesse anche alla
domestica, come si faceva a non amarla? “Il piacere
è mio” “Dormito bene?”
guardò me, io sorrisi imbarazzato, perché poi?
“Si, molto” “Mi fa piacere. Le
preparo la colazione?” “Oh non si preoccupi, faccio
io” “No,no ma che dice. Mi
dica che vuole” “Latte con caffè e
cereali” risposi senza pensarci, Marghe mi
guardò stupita…ricordavo perfettamente i suoi
gusti, non avevo cancellato nulla
di ciò che le riguardava “Le va bene
Signorina?” “Si, è…perfetto”
e enfatizzò
quella parola guardandomi negli occhi…che fosse diretta a
me? Io ero tutt’altro
che perfetto…
“Allora che
vuoi
fare oggi?” “Mmm…voglio stare con
te” disse “Ma ovvio che starai con me, non ti
lascio certo andare da sola. C’è qualche posto che
vorresti vedere?” sei matta,
non ti mollo più!!! “No e poi Los Angeles
l’ho vista un po’ nei mesi in cui
sono stata qua per il musical” con Eric…
“Si, ma…non l’hai vista con
me”
percepì il mio malessere e mi accarezzò
“Recupereremo amore, tranquillo” e mi
sfiorò le labbra con le sue “Oggi mi va di stare
qua con te…non desidero altro”
ero felice di questo...tanto felice…mi avviai in camera e
aspettai che finisse
di fare colazione, quando mi raggiunse, mi guardò in modo
strano “Non ti senti
bene?” piccola, pensava che stessi male “No, no
tutto bene. Ti aspettavo” e
aprii le braccia per accoglierla. Ci guardammo e cominciammo a baciarci
con
passione, mi stupii di come le cose vennero in modo naturale, sembrava
che il
tempo non fosse mai passato...le mordicchiai le labbra e lentamente
scesi sul
suo collo, mentre le mie mani reclamavano il suo corpo, accarezzandole
delicatamente
la schiena e provocandole brividi di piacere; lei, invece, giocava con
il lobo
del mio orecchio e piano mi accarezzavo il collo. Mi sentii tutto un
fremito e
probabilmente anche lei, visto che con prepotenza ci togliemmo le
maglie, la
stesi sul letto e piano le fui sopra, con tenerezza le accarezzai le
braccia,
facendo su e giù mentre la baciavo...quanto la
desideravo…ad un certo punto,
Marghe gridò di dolore “Ahi!”, mi fermai
di botto spaventato e la guardai,
chiedendole con lo sguardo “Che ho
fatto?” “Scusa…e
che le braccia in
quel punto mi fanno male…” senza capirci niente le
guardai e rimasi
esterrefatto quando vidi che proprio in quel punto c’erano
degli enormi lividi
violacei che minavano il biancore della sua pelle, alzai la testa e la
fissai
sconcertato in cerca di spiegazioni ”Beh…ti ho
detto che Eric mi ha
incoraggiato a venire qui, no?” non capivo quello che volesse
dire, cosa
centrava Eric ora, forse… “Si, ma che centra con i
lividi?” “Eh…prima di dirmi
queste cose, mi ha trascinato di peso a casa sua e
ha…cercato di violentarmi…”
mi sentii pervaso da un brivido di rabbia, poi la vidi intristirsi e
rabbrividire, la mia piccola, come ha potuto quell’essere
ignobile metterle le
mani addosso?!? “Che cosa ha fatto?” urlai senza
accorgermene “No, non è come
pensi. Era ubriaco, disperato…non lo ha fatto
apposta!” no, non potevo
accettarlo “Non lo difendere! E meno male che gli avevo detto
che doveva
trattarti bene…giuro che lo ammazzo!!!”
“Non dire questo. È colpa mia, l’ho
illuso e ha reagito male. Non fargliene una colpa, Rob. Ora
è tutto ok, ti prego
torna vicino a me” iniziò a singhiozzare, rinsavii
e tornai accanto a lei,
cullandola tra le mie braccia “Ma che ti ha fatto? Ma non ti
sei fatta
controllare?” “No, non c’è
stato bisogno. Simona e Edward sono arrivati in
tempo. Sto bene, non ti preoccupare, stringimi,
però…” ero grato a Edward e
Simona per averla salvata “Sono qui…”
“L’ultima volta che abbiamo fatto
l’amore, tu sei andato via” sobbalzai alle sue
parole e la strinsi più forte
senza parlare per farle capire che ora era diverso e che mai
l’avrei lasciata
sola “Rob…” “Si?”
“Ti amo, lo sai?” “Si, lo so. Ti amo
anche io…ti amo da
impazzire, da restare senza fiato quando ti vedo…Tu sei
tutta la mia vita e non
permetterò più a nessuno di farti del
male” mi prese la testa tra le mani e mi
baciò…ci desideravamo…lo
sentivo…ci lasciammo travolgere da quel momento di
folle passione. Tutto fu meraviglioso, non ci sono parole per
descrivere quello
che provai, quello che lei mi fece provare…noi ci
appartenevamo ancora…lei era
mia…e io era suo… sempre…per
sempre…
Lo squillare del
suo cellulare, interruppe quel magico momento, ascoltai in silenzio la
conversazione…era la sua amica Dany…parlarono per
una decina di minuti, Marghe
sembrava preoccupata, ma in un baleno il suo sguardo passò
dalla paura alla
gioia assoluta e saltò dal letto “Oooooh ma questa
è una notizia fantastica,
stratosferica. Che bello Dany, finalmente! E dimmi quando,
quando?”. A
telefonata conclusa, piangendo mi abbracciò tutta contenta
“Che succede?” “La
mia amica Dany si sposa ed io sarò la sua
testimone” “Wow, quindi devi
partire?” mi intristii “Caro, dobbiamo partire, tu
vieni con me” “Sono
invitato?” mi guardò torva “Stupido.
Dove vado io vieni tu e viceversa…noi
siamo una cosa sola…non te lo dimenticare!”
“Hai ragione…piccola mia…” e
la
baciai spingendola nuovamente sul letto, la desideravo ancora, non ero
mai
sazio…
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Capitolo 34 *** Edward e Bella ***
Edward e Bella...
Salve a tutti
gli amici di Efp,
come procede? La
scuola è ripresa, immagino lo stordimento iniziale, anzi probabilmente non vi
siete ancora riprese.
Volevo dirvi che
ancora due capitolo e la storia finirà…”Finalmente” direte voi e avete ragione,
mi auguro che possa piacervi il finale che ho scelto…curiose???
Giulls: ti è piaciuta quella frase? Come mai? Dai, dai
dimmi che sono curiosissima *__*
Dispiace anche a
me che la storia finisca, ma ci sarà il seguito e lì soffrirete parecchio, vi
avverto…
Xx_Scrittrice88_xX: grazie per la
recensione, per le bellissime parole, sono davvero contenta che ti piaccia. So di
essere troppo sdolcinata, me ne rendo conto, ma io son davvero così, accidenti…è
una pecca in certi sensi…
Vi lascio a
questo capitolo un po’ “rosso”, ma pochino, pochino, perché io certe scene non
le so descrivere…mi spiace ^^
Marghe
Il giorno
successivo, Rob volle portarmi in giro; “Dove andiamo di bello?” “Facciamo una
passeggiata, ti va?” “Va bene”. Camminammo a lungo, fino a quando non giungemmo
nel teatro dove io e Eric avevamo fatto le prove del musical, mi fermai a
guardare l’ingresso e mi si formò un groppo in gola. Non ero una persona
cattiva, ora ero felice, ma la mia felicità aveva causato del male ad un’altra
persona ed era una cosa che non potevo perdonarmi, se avessi potuto avrei
alleggerito il dolore di Eric. “Non sentirti in colpa” mi volti verso Rob, come
faceva sempre a capire quello che provavo? “Eric si riprenderà…” “Lo spero
davvero…io…non volevo ferirlo…” “Lo so e sono convinto che lo sappia anche lui.
Stai tranquilla…ti va di entrare?” annuii
Non
c’era
nessuno, la vista di quel palco, mandò la mia mente indietro di
qualche mese,
provocando emozioni contrastanti: quante volte avevo provato le
canzoni, i
balletti, inizialmente non ero dell’umore adatto, troppo dolore
c’era in me per
poter interpretare nel modo giusto Bella. Rob mi fissava, fino a quando
improvvisamente mi prese per mano e mi trascinò dietro le quinte
“Questo è il
tuo camerino…” non capivo “Vatti a cambiare”
“Cambiarmi?” lui rise, io
continuavo a non capirci niente “Marghe, nel camerino ci sono i
vestiti che hai
usato per il musical, voglio che li indossi e che ti prepari per fare
Bella” “E
perché mai?” “Perché…”
abbassò lo sguardo per un attimo, poi lo rialzò e serio
mi fissò dritto negli occhi ”Perché voglio essere
io il tuo Edward…ho
interpretato io il vampiro nel film, ci ho lavorato tante cercando di
calarmi a
pieno nella parte. Sono arrivato ad immedesimarmi completamente con
lui, ma…non
ho mai compreso a fondo il suo amore totale e infinito per Bella”
mi strinse
ulteriormente le mani, facendomi male…possesso…
“Ora è diverso…percepisco meglio i suoi sentimenti…sono gli stessi che provo
per te…e voglio provare a recitare con te…se ti va…” lo guardai basita, non
potevo credere alle sue parole “Ok Rob…ma a te chi ti aiuterà a prepararti?”
rise e si passò la mano tra i capelli, maledetto quel gesto che mi faceva
mancare il respiro, lo guardai incantata “Ah Marghe…io ho organizzato tutto”
ammiccò “Preparati e ripassa le canzoni…” possibile che in un giorno avesse
organizzato tutto questo? Dopo un’oretta circa, uscii dal camerino, non vedendo
Rob mi avviai sul palco, in platea non c’era nessuno, le luci erano accese…poco
dopo avvertii una presenza alle mie spalle, deglutii, mi voltai piano “Oh…”,
Rob era dinanzi a me, vestito da Edward. Quanto ero stata ossessionata da
quella figura, vederlo mi faceva sempre così strano…mi avvicinai, gli
accarezzai piano il volto “Amore…” mi sorrise “Sei pronta?” “Penso di si…ma
esattamente cosa dobbiamo fare?” “Mettere in scena il musical” “Da soli?” “In
realtà siamo in tre…” “In tre?” arricciai il naso “Io, te…e il nostro amore”
rise “Bene” sorrisi “Direi che possiamo anche iniziare…che parte ti va di
provare?” “Quella della radura” “Mmm…andiamo subito al sodo, eh?” rise
Non ci sono
parole per descrivere cosa provai in quegli attimi, eravamo una sola cosa anche
nel canto e nella recitazione, i nostri corpi si muovevano all’unisono, richiamati
l’uno accanto a loro dall’attrazione che provavano l’uno per l’altra…
Senza rendercene
conto, iniziammo a baciarci, privi di ogni controllo ci ritrovammo per terra,
ci rotolammo sulle pale di legno, in pochi violenti gesti, ci spogliammo. Le
sue mani su di me bruciavano di passione e mi eccitavano; piano si insinuò in
me, facendomi ribollire il sangue nelle vene, mi mossi e fui, in poco tempo, io
sopra di lui, mi guardò soddisfatto, io arrossii, non mi ero resa conto di
quello che avevo fatto, si alzò piano, eravamo seduti, ancora uno dentro
l’altro, mi sfiorò delicatamente il volto, le labbra…ci perdemmo nei nostri
occhi ardenti, le nostre voci rotte dall’affanno, non smisero di invocarsi e le
nostre labbra non erano ancora sazie le une delle altre…”Marghe…Ti Amo…” lo
strinsi più forte e giunsi al punto massimo di piacere.
Era stato
tutto…diverso…fuori da ogni schema, ci eravamo voluti con più prepotenza del
solito…ci stendemmo sfiniti sul palco e ci guardammo, ancora affannati, Rob mi
sorrise, io incredula gli presi la mano e la poggiai sul mio cuore, il suo
battito non voleva decelerare, lui rise “Che ti ridi? Sono distrutta…e poi
questa parte non c’era nel musical!” sospirai “Eheh…un po’ di movimento fa
sempre bene” strizzò l’occhio “ Ma brutto approfittatore…” mi lanciai su di lui
e feci finta di schiaffeggiarlo, lui fermò la mia mano, eravamo a pochi
centimetri l’uno dall’altro “Ma cosa mi hai fatto?” mi chiese esterrefatto “Io non
ho fatto niente” “Non ora. Che magia hai fatto per farmi perdere in questo modo
assurdo la testa per te?” era serio “Non conosco magie…sono stata semplicemente
me stessa…” “E allora sei proprio tu la pozione magica che porta alla follia,
assaggiare anche solo il tuo profumo, mi manda in estasi e non mi è mai
capitato prima. Non ho amato tanto nella mia vita, ma con te…tutto ha un sapore
nuovo, più vero…” “Posso dire lo stesso di te. Da quando ti ho visto la prima
volta ho capito che niente sarebbe stato più come prima. Caro mio, siamo
proprio fusi” e scoppiammo a ridere entrambi.
Ci rivestimmo
con tutta calma, interrotti continuamente dai baci che ci davamo…c’era una luce
nuova nei suoi occhi, una luce che mi rendeva serena, che ne fossi io la causa?
Non lo so…mi strinse di nuovo a se, fissandomi dritto negli occhi, si avvicinò
e mi baciò la fronte, il naso fino a scendere sulle mie labbra dove si fermò,
sentivo il suo respiro agitato, il suo cuore impazzito e le mie gambe
tremare…avremmo mai smesso di volerci in quel modo?
Fu un bacio
delicato, tenero, ma allo stesso tempo ardente e desideroso…non potevo
resistere, gli misi le mani intorno al collo, aggrappandomi ai suoi capelli e
spingendolo verso di me, lui si staccò mi guardò e rise “Ci stai prendendo gusto,
eh?” sorrisi “Beh…chi tra i due ci sta prendendo gusto, sei proprio tu, poi se
proprio non vuoi…” mi staccai da lui e me ne andai, Rob rimase di sasso,
scrollò il capo e mi seguì, fermandomi per un braccio, io risi “Dove credi di
andare?”, mi voltai “Signorino, ma per chi mi hai presa? Io mi faccio
desiderare!” e scandii bene, sillaba per sillaba, l’ultima parola. Lo vidi
spalancare gli occhi per lo stupore, poi fece il suo solito gesto: passarsi la
mano tra i capelli e rise. Uscimmo dal teatro mano nella mano e ci dirigemmo
verso un ristornate, si era fatta ora di pranzo; per strada le ragazzine
guardavano basite il mio amore, non riuscivano ad avvicinarsi, qualcuno
salutava anche me, infondo ero diventata un po’ famosa anche io per via del
musical. All’angolo della Sunshade Avenue, trovammo un giornalista che cominciò
a scattarci tremila foto, io sbuffai, poi nella mente mi balenò un ricordo:
giornalisti…incidente…addio di Rob e sobbalzai, Rob probabilmente capì e mi
strinse più forte la mano, sussurrandomi all’orecchio “Tranquilla…non accadrà
nulla, comincia a farci l’abitudine, perché ce li ritroveremo spesso tra i
piedi” annuii, le sue parole mi calmarono.
Mentre
mangiavamo, fui assalita da un dubbio provocato dal ricordo di Kirsten quel
giorno nel parco londinese <<“Ho
un’altra cosa da dirti…e questa mi pesa
più di tutte…” sospirò, tremava “Io e
Rob siamo…stati a letto insieme!” mi
irrigidii ulteriormente e una fitta dritta al cuore mi travolse, ora ne
capivo
l’origine “Questo è stato l’errore più
stupido che potessimo commettere. Non è
amore, Marghe, ma sesso…sesso per soddisfare le nostre mancanze.
È sbagliato, è
ingiusto, ma è accaduto…” “Qua-
qua-quante…” “Quante volte?
Due…”>> Rob
e Kirs erano andati a letto insieme e se con lei aveva provato qualcosa
di più?
Mi bloccai, lo fissai, mi sorrideva…dovevo parlargli di questa
cosa, era
l’unico argomento che non avevamo ancora affrontato
“Cos’hai?” scrollai la
testa “Pensavo…” “A cosa? Se è lecito
saperlo” “In realtà è una cosa
“illecita”
che hai fatto…anzi…” abbassai lo sguardo sul tavolo
“…avete fatto…” forse aveva
capito a cosa mi riferivo, perché non rispose. Alzai la testa,
Rob mi guardava
addolorato “Co-co-cosa hai provato realmente?”
strabuzzò gli occhi, io tremavo,
avevo gli occhi gonfi di lacrime “Piacere…ma
nient’altro e lo sai. Quello che
provo per te e con te è qualcosa di ineguagliabile,
irripetibile. Ho sbagliato,
ma io e te non stavamo più insieme…”
“Certo…però io almeno certe cose le ho
fatte perché ero fidanzata con Eric…”
sobbalzò “Quindi siete andati oltre il
bacio…” non era una domanda “Si, ma noi stavamo
insieme…voi no…” “Non cambia le
cose…ero single e potevo fare quello che volevo” era
arrabbiato e infondo aveva
ragione, poteva fare ciò che desiderava, ma nonostante questo io
non riuscivo a
digerirlo, come lui non avrebbe mai mandato giù la mia storia
con Eric.
Continuammo a mangiare in silenzio, presi entrambi dai nostri pensieri,
usciti
dal ristorante, camminammo uno accanto all’altro, lui con le mani
nelle tasche
dei pantaloni ed io penzoloni lungo i fianchi, guardavo a terra e non
riuscivo
a capacitarmi di come avessimo potuto litigare dopo tutto quello che ci
eravamo
detti, come potevo mettere in dubbio i suoi sentimenti, la solita
stupida! Non
riuscii a trattenere le lacrime che silenziose cominciarono a rigarmi
il volto,
mi fermai e con un braccio le asciugai, non dovevo farmi vedere, Rob si
fermò
un po’ più avanti e si voltò indietro, ci
guardammo, nei suoi occhi c’era
ancora quella luce, niente era ancora andato perduto; provai a
sorridergli, ma
ne uscì una smorfia di dolore, ancora il petto, ancora quella
fitta…crollai a
terra accovacciata su me stessa…Rob corse da me, si
abbassò “Amore, amore che
succede? Sono qui, non me ne vado. Scusami, scusami” “Rob,
tranquillo…è una fitta…ne
soffro…sarà la solita stanchezza” mi aiutò
ad alzarmi, sostenendomi per la vita
“E comunque non scusarti. Sono io che rovino sempre
tutto…non volevo mettere in
dubbio i tuoi sentimenti, volevo solo capire perché hai fatto
sesso con Kirs”
“Sesso, appunto! Niente di più…ero debole…ho
sempre voluto te…ma non potevo
averti e…mi sono abbandonato ai piaceri della carne. E
tu…con Eric?” lo guardai
intristita “E’ successo…io voglio bene ad Eric
e…ho creduto fosse
amore…ma…quello che provo con te, è
diverso…è magico…è amore puro, vero…senza condizioni né limiti…Rob ti amo più di me
stessa…” piangevo di nuovo “Non piangere, Marghe…Ti amo da morire…” e ci
abbracciammo, avvolti da una nuova consapevolezza: niente poteva scalfire il
nostro rapporto, qualsiasi cosa sarebbe accaduta, noi saremmo stati insieme…sempre…
Trascorremmo i giorni successivi,
dividendoci tra lo stare chiusi in casa e le passeggiate in giro per la città;
prenotammo l’aereo per rientrare in Italia e ci cominciammo a pensare che abiti
indossare per il matrimonio, io ero la più agitata, la testimone…
Robert
Ero intenzionato
a farle una sorpresa, ma non avevo ancora idea di cosa esattamente; mentre ero
steso sul letto a guardarla dormire, i miei occhi rotearono verso il manifesto
del musical e fu lì che scattò l’idea: presi il cellulare e telefonai a Carl
chiedendogli se poteva parlare con il proprietario del piccolo teatro dove avevano
fatto le prove del musical chiedendogli se poteva lasciarmelo libero per il
giorno dopo “Ma ti sembra l’ora per telefonarmi e chiedermi queste cose?”
“Eddai Carl, sono solo le 8 del mattino e poi che ti costa? È un piacere che ti
chiedo!” insistetti “Ah Robert! Ma a che ti serve?” “Beh…vorrei fare una
sorpresa a Marghe e…” non mi lasciò finire “Ok, ok ho capito, non voglio sapere
altro. Domani il teatro sarà tutto per te” “Grazie Carl, sei il miglior manager
del mondo” “Si, si come no”.
Appena sveglia,
facemmo colazione e l’ha intimai a muoversi nel vestirsi “Dove andiamo di
bello?” “Facciamo una passeggiata, ti va?” “Va bene”. Cercai di camminare
quanto più possibile per non arrivare subito al teatro, per non farle capire la
destinazione esatta, quando poi fummo dinanzi al luogo destinato, vidi che
Marghe cambiò espressione, si fece improvvisamente cupa, ebbi un colpo al
cuore, forse avevo sbagliato a portarla lì. Probabilmente stava ripensando a
Eric e a quello che era successo con lui “Non sentirti in colpa” si voltò verso
di me sorpresa dalle mie parole sincere “Eric si riprenderà…” “Lo spero
davvero…io…non volevo ferirlo…” “Lo so e sono convinto che lo sappia anche lui.
Stai tranquilla…ti va di entrare?” annuì
La fissai a
lungo, vedevo i suoi occhi perdersi tra i ricordi che quel palco le
risvegliava, certo un po’ mi infastidiva, ma sapevo che comunque era parte della
sua vita, quella a cui l’avevo indirizzata, nel momento in cui l’avevo
lasciata…quanto avrei dato per sapere esattamente cosa sentiva, pensava o
rivedeva nella sua testa, i poteri di Edward in quel momento mi sarebbero stati
utilissimi; sempre in silenzio la portai dietro le quinte “Questo è il tuo
camerino…” mi guardò strana “Vatti a cambiare” “Cambiarmi?” risi, lei
continuava a guardarmi interdetta, alchè cercai di spiegarle le mie intenzioni
“Marghe, nel camerino ci sono i vestiti che hai usato per il musical, voglio
che li indossi e che ti prepari per fare Bella” “E perché mai?” “Perché…”
cavoli, perché tu sei mia e solo con me devi interpretare il rapporto profondo
che c’è tra Bella ed Edward…dovevo calmarmi, alzai lo sguardo e serio la fissai
dritto negli occhi ”Perché voglio essere io il tuo Edward…ho interpretato io il
vampiro nel film, ci ho lavorato tante cercando di calarmi a pieno nella parte.
Sono arrivato ad immedesimarmi completamente con lui, ma…non ho mai compreso a
fondo il suo amore totale e infinito per Bella” le strinsi ancora più forte le
mani “Ora è diverso…percepisco meglio i suoi sentimenti…sono gli stessi che
provo per te…e voglio provare a recitare con te…se ti va…” mi guardò meravigliata
“Ok Rob…ma a te chi ti aiuterà a prepararti?” risi, si preoccupava sempre dei
particolari “Ah Marghe…io ho organizzato tutto” ammiccai “Preparati e ripassa
le canzoni…” entrò ancora turbata nel camerino, mentre io mi diressi nel mio.
Dopo
un’oretta
circa, uscii dal camerino, mi recai da Marghe, bussai ma non mi
rispose, aprii
la porta e vidi che non c’era, fu allora che sentii dei rumori
provenire dal
palco e capii che era lì; salii piano e quando la vidi un
turbinio di emozioni
mi pervase, quant’era bella…Marghe avvertì la mia
presenza e si voltò piano
“Oh…” i suoi occhi sognanti analizzarono ogni
singola parte del mio corpo…si
avvicinò, mi accarezzò piano il volto
“Amore…” le sorrisi “Sei pronta?”
“Penso
di si…ma esattamente cosa dobbiamo fare?” “Mettere
in scena il musical” “Da
soli?” “In realtà siamo in tre…”
“In tre?” arricciò il naso “Io, te…e il
nostro
amore” risi “Bene” sorrise “Direi che possiamo
anche iniziare…che parte ti va
di provare?” “Quella della radura”
“Mmm…andiamo subito al sodo, eh?” risi.
La magia di quei
momenti è indescrivibile, pensavo che con Kirsten avessi raggiunto il massimo
della complicità e invece mi sbagliavo, con Marghe fu diverso, mi sentivo un
tutt’uno con lei, il mio corpo pulsava ogni volta che si avvicinava,
intorpidendomi il cervello, quando poi si allontanava, protestava e correva da
lei senza che io ne fossi cosciente…sentii crescere in me il desiderio di
averla, di farla mia e senza rendercene conto, iniziammo a baciarci, presi dal
nostro desiderio rotolammo sulle pale di legno e in pochi violenti gesti, ci
spogliammo. Le mie mani erano avare del suo corpo, lo cercavano e lo volevano,
ogni tocco mi faceva ribollire il sangue nelle vene e sentivo crescere il
desiderio; con delicatezza le feci mia e lei presa da un impeto improvviso di
piacere, si mosse e mi fu sopra, la guardai soddisfatto ed eccitato, notai il
suo imbarazzo, mi alzai piano, eravamo seduti, ancora uno dentro l’altro, le
sfiorai con dolcezza il volto, le labbra…nonostante l’affanno, non smettemmo di
chiamarci, di guardarci negli occhi e le nostre labbra avide, si muovevano le
une sulle altre…forte del desiderio che provavo per lei, le sussurrai ciò che
realmente sentivo ”Marghe…Ti Amo…” lei
in tutta risposta mi strinse più forte e insieme giungemmo in paradiso…il nostro paradiso…
Era scattato
qualcosa tra di noi, qualcosa di incontrollabile e che non riuscivo a
spiegarmi; non avevamo ancora preso coscienza di noi stessi, ci stendemmo sul
palco e ci guardammo, le sorrisi, lei incredula quanto me, mi prese la mano e
la poggiò sul suo cuore che batteva all’impazzata, ancora in preda alla
passione che poco prima ci aveva travolti; non potei fare a meno di ridere “Che
ti ridi? Sono distrutta…e poi questa parte non c’era nel musical!” sospirò
“Eheh…un po’ di movimento fa sempre bene” ammiccai “ Ma brutto approfittatore…”
si lanciò su di me cercando di schiaffeggiarmi, ma prontamente le fermai la
mano…eravamo a pochi centimetri l’uno dall’altro, la guardavo interdetto,
sbalordito per quanto fosse bella e perfetta “Ma cosa mi hai fatto?” le chiesi
ancora con lo sguardo inchiodato su di lei “Io non ho fatto niente” era confusa
“Non ora. Che magia hai fatto per farmi perdere in questo modo assurdo la testa
per te?” “Non conosco magie…sono stata semplicemente me stessa…” “E allora sei
proprio tu la pozione magica che porta alla follia, assaggiare anche solo il
tuo profumo, mi manda in estasi e non mi è mai capitato prima. Non ho amato
tanto nella mia vita, ma con te…tutto ha un sapore nuovo, più vero…” “Posso
dire lo stesso di te. Da quando ti ho visto la prima volta ho capito che niente
sarebbe stato più come prima. Caro mio, siamo proprio fusi” e scoppiammo a
ridere entrambi.
Con tutta calma,
ci rivestimmo, ma continuamente ancora attratti l’uno dall’altro ci baciavamo…eravamo
ancora vogliosi, così la strinsi di nuovo a me, fissandola dritto negli occhi,
mi avvicinai e la baciai partendo dalla fronte, proseguendo per il naso fino a giungere
sulle sue labbra dove mi fermai; il respiro mi si mozzava in gola, mi sentivo
agitato, il mio cuore era impazzito…impazzito per lei…
Fu un bacio dolce,
delicato, ma allo stesso tempo esprimeva passione, desiderio, avvertii una
scossa e probabilmente anche lei perché mi mise le mani intorno al collo,
aggrappandosi ai miei capelli e spingendomi verso di lei, io mi staccai, la guardai
e risi “Ci stai prendendo gusto, eh?” sorrise “Beh…chi tra i due ci sta
prendendo gusto, sei proprio tu, poi se proprio non vuoi…” si staccò da me e se
ne andò, lasciandomi immobile come un imbecille, scrollai il capo e la seguii,
fermandola per un braccio, lei rise “Dove credi di andare?”, si voltò
“Signorino, ma per chi mi hai presa? Io mi faccio desiderare!” e scandì bene
l’ultima parola. Spalancai gli occhi per lo stupore, mi passai in automatico la
mano tra i capelli e risi. Uscimmo dal teatro ad ora di pranzo e decidemmo di
recarci in un ristorante; durante il tragitto incontrammo delle fan, Marghe
sembrava un po’ infastidita, ma in realtà chi lo era di più ero io, perché
molti ragazzi si fermarono a salutarla, guardandola con occhi spalancati, guai
se si avvicinavano, li fulminavo con gli occhi, Marghe era solo mia! All’angolo
della Sunshade Avenue, trovammo un giornalista che cominciò a scattarci delle
foto, ciò infastidì moltissimo Marghe che inizialmente sbuffò e poi tremò: che
avesse ricordato l’incidente? Sobbalzai a quell’orribile ricordo e le strinsi
più forte la mano “Tranquilla…non accadrà nulla, comincia a farci l’abitudine,
perché ce li ritroveremo spesso tra i piedi” le sussurrai delicatamente…
Entrammo nel
ristornate e ci accomodammo in un angolino, cercando di non attirare
l’attenzione su di noi; mentre mangiavamo, notai il suo sguardo perdersi
improvvisamente, sembrò quasi smettere di respirare “Cos’hai?”
scrollò la testa “Pensavo…” “A
cosa? Se è lecito saperlo” non è qualcosa di
positivo, la sua faccia era
improvvisamente sbiancata “In realtà è una cosa
“illecita” che hai fatto…anzi…”
abbassò lo sguardo sul tavolo “…avete
fatto…” mi sentii colpito dritto al
cuore, sapevo benissimo cosa volesse dire…si riferiva a me e a
Kirsten, al fatto
che avessimo fatto sesso, preferii tacere, più che scusarmi cosa
potevo fare? Alzò
la testa e mi guardò timorosa, cosa voleva dirmi?
“Co-co-cosa hai provato
realmente?” spalancai gli occhi, i suoi si riempirono di lacrime
“Piacere…ma
nient’altro e lo sai. Quello che provo per te e con te è
qualcosa di
ineguagliabile, irripetibile. Ho sbagliato, ma io e te non stavamo
più
insieme…” “Certo…però io almeno certe
cose le ho fatte perché ero fidanzata con
Eric…” eh? Che aveva fatto? Era stata a letto con Eric?
Sentii ribollirmi il
sangue nelle vene, mi salì al cervello e mi annebbiò la
vista “Quindi siete
andati oltre il bacio…” la guardai attentamente “Si,
ma noi stavamo insieme…voi
no…” “Non cambia le cose…ero single e potevo
fare quello che volevo” risposi duramente,
non ero arrabbiato con lei…anzi ce l’avevo a morte con
lei, come poteva essersi
concessa a Eric? Il resto del pranzo proseguì nel più
completo silenzio; dopo
un’ora uscimmo dal ristorante, due ghiaccioli al confronto si
sarebbero
sciolti…ognuno stava per fatti suoi, sott’occhio la
guardavo, cercando di
decifrare i suoi pensieri attraverso le espressioni del suo
volto…la vidi
piangere, ma che cretino! Infondo io ero stato con Kirsten e lei da
fidanzata
con Eric, mica doveva restare fedele a me, poi sono io che l’ho
spinta nelle
braccia di Eric. Non posso negarlo, mi dà tremendamente
fastidio, spero che non
abbia provato piacere, io la voglio solo per me, io solo posso amarla.
Preso
dai miei pensieri, non mi accorsi che Marghe si era fermata, mi bloccai
e mi
voltai verso di lei, ci guardammo, mi sorrise, ma immediatamente, prima
che
potessi rispondere al suo sorriso, cadde a terra accovacciata su se
stessa…corsi
da lei, mi abbassai “Amore, amore che succede? Sono qui, non me
ne vado.
Scusami, scusami” “Rob, tranquillo…è una
fitta…ne soffro…sarà la solita
stanchezza” l’ aiutai ad alzarsi, sostenendola per la vita
“E comunque non
scusarti. Sono io che rovino sempre tutto…non volevo mettere in
dubbio i tuoi
sentimenti, volevo solo capire perché hai fatto sesso con
Kirs” “Sesso,
appunto! Niente di più…ero debole…ho sempre voluto
te…ma non potevo averti e…mi
sono abbandonato ai piaceri della carne. E tu…con Eric?”
mi guardò intristita
“E’ successo…io voglio bene ad Eric e…ho
creduto fosse amore…ma…quello che
provo con te, è diverso…è magico…è amore
puro, vero…senza condizioni né limiti…Rob ti amo più di me stessa…”
piangeva “Non piangere, Marghe…Ti amo da morire…” ci abbracciammo, cercai di
stringerla quanto più potevo, non amavo litigare con lei, avevo sempre la
sensazione che potesse cambiare idea e scappare via…
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Capitolo 35 *** Ti sposerò perchè... ***
Ti sposerò perchè
Salve a tutti,
sapete cosa vi
posto oggi? Il penultimo capitolo della fan fiction…mi sento un po’ triste a
dirvi il vero…sembra di aver cominciato ieri a scrivere questa follia e anche
se non è perfetta, io ci sono
legatissima…c’è tutto di me qui dentro, parole, gesti, emozioni…Questi ultimi
capitoli mi hanno emozionata parecchio, ho scritto tra le lacrime, tra i
sorrisi, guidata solo dalla musica e dai sentimenti provati.
Ma non mi voglio
perdere in chiacchiere e passo subito ai ringraziamenti:
Xx_scrittrice_xX: ma davvero ti
piace così tanto questa storia??? Ne sono onorata, credimi!!! Appena riesco
leggerò la tua, sono un po’ incasinata in questo periodo.
Le fitte di
Marghe? Si sono legate alla stanchezza, ma anche a quello che è successo tra
Robert e Kristen, il solo ricordo, incosciamente, le genera quel malore…
Giulls: tranquilla per la fitta, niente di preoccupante. Eh
si tesoro, preparati perché ci sarà da penare nella prossima storia…ma non ti
svelo altro…la dovrai seguire u.u
Bene, vi lascio
alla lettura del chappy…ovviamente, come sempre, due link di canzoni: http://www.youtube.com/watch?v=yKSn2DBxeQ0
, http://www.youtube.com/watch?v=rQfZXh5FD6M. Fatemi sapere che ne pensate, ho bisogno di conoscere i vostri pensieri ^^
Marghe
“Marghe che dici
il vestito va bene così lungo?” “Dany è perfetto, ma come te lo devo dire?”
“Mmm e se fosse necessario accorciarlo di qua e allungarlo da quest’altra
parte?” “Danyyyy!!!! Basta!!! Va benissimo così, respira, altrimenti è peggio!”
“Scusami, ma sono nervosissima, dopo domani mi sposo e ancora non ci credo!”
“Non me lo ricordare, sono agitata anche io, sarò in grado di firmare al
momento giusto, senza fare guai?” “Ma dai, andrà tutto bene, sei la migliore
testimone del mondo!” l’abbracciai.
Quella mattina
fu tutto così strano, io e Rob ci alzammo di buon ora, quasi non mi accorsi che
tremavo “Amore, che hai?” “Non lo so, sono preoccupata, felice…un misto di
emozioni che non so gestire” lo guardai spaesata, mi strinse a sé e mi cullò
per qualche minuto. Giungemmo in chiesa, con mezz’ora di anticipo, il tempo
sembrava non passare mai; seduta nella mia panca, attendevo l’arrivo di
Daniela, era nervosa quasi come se mi stessi sposando io, poi d’improvviso la
vidi arrivare e rimasi sbalordita, era dir poco stupenda in quell’abito bianco
e mi commossi. L’omelia fu perfetta e i due sposi impeccabili, ma il momento
che attendevo con ansia era quello delle firme, tremavo, avevo paura di sbagliare
e in quell’istante mi voltai verso Rob che era seduto tra le prime panche, lui
ricambiò il mio sguardo e mi sciolsi, mi trasmise un’energia che con
convinzione mi fece mettere la firma sul registro. Guardai Daniela soddisfatta
e lei commossa mosse le labbra per dirmi “Grazie”…
Fuori alla
chiesa, sommergemmo i due sposi di confetti e riso, Rob rise di quella nostra
strana usanza, la trovava divertente. Giungemmo al ristorante in contemporanea
agli altri invitati; aspettammo con ansia l’arrivo degli sposi e per ammazzare
il tempo, entrammo nella sala e mi si illuminò il volto: c’era il piano bar.
Guardai Rob e lui capì e mi accompagnò dal cantante “Scusi, quando gli sposi
arrivano è possibile fare loro una dedica?” “Certamente mi dica cosa vuole che
canti!” “No…veramente vorrei cantarla io se non le dispiace. Sono la migliore
amica della sposa e vorrei fare questa piccola sorpresa” “Oh, va bene…”
Quando li vidi
arrivare, feci segno al cantante, appena mi furono davanti, iniziai a cantare,
il viso di Dany cambiò colore ed espressione…si commosse…si fermarono dinanzi a
me, mi ascoltarono abbracciandosi e poi iniziarono a danzare
“Dimmi cosa stai
pensando, non rispondermi se vuoi, solo adesso capiremo sai, questa voglia che
e dentro di noi, tra le cose che ho davanti, vedo un angolo di te, sarà un
viaggio molto lungo sai, forse è il posto più bello che c'é
Gli amori veri nascono di sera tra un sorriso e una parole com’è stato scritto
su di noi, cercheremo il sole a primavera e non resterai mai sola fallo presto
finché puoi
Ora stammi più
vicino dai, che ho più forza dentro me, sto imparando a camminare ma, voglio
farlo soltanto con te
Gli amori veri
nascono di sera tra un sorriso e una parole com’è stato scritto su di noi,
cercheremo il sole a primavera e non resterai mai sola fallo presto finché puoi
Questa notte
porterà, libertà negli occhi tuoi, tutto ci sorriderà, anche il mare parlerà,
sarà chiaro come noi nella vita che verrà, amore mio ti prego questa sera, fa
che non sia un'avventura, e che può finire prima o poi, cercheremo il sole a
primavera, così la più bella storia, appartiene solo a noi, questa notte
porterà, libertà negli occhi tuoi, nella vita che verrà...
Gli amori veri
nascono di sera tra un sorriso e una parole com’è stato scritto su di noi,
cercheremo il sole a primavera e non resterai mai sola fallo presto finché
puoi”
A fine canzone,
Dany corse ad abbracciarmi “Grazie. La nostra canzone, mi hai fatto un regalo
meraviglioso e poi cantata da te…è da brivido…grazie amica mia, come farei senza
di te?” “Non ringraziarmi. È solo una piccola dimostrazione di quanto ti voglia
bene e di quanto sia felice per voi” ci stringemmo e piangemmo come due
bambine.
Dopo
il secondo
piatto, il cantante invitò tutti a ballare, io mi poggia ad un
pilastro della
stanza e osservavo le coppie danzare, Rob era rimasto seduto al tavolo.
Guardavo Daniela e Antonio e piangevo, ero davvero felice per loro,
coronavano
il loro sogno d’amore e non c’era cosa più bella. Il
sogno di ogni ragazza…e
anche il mio…qualche minuto dopo, Rob si alzò e mi venne
vicino “Noi non
danziamo?” “Se ti va, non sei obbligato e poi lo sai a me
piace osservare gli
altri” e diressi il miei occhi arrossiti verso i due sposi
“Son proprio belli
insieme” disse Rob, io annuii “Sono
splendidi…” “E allora perché piangi?”
“Il
mio è un pianto di gioia Rob. I matrimoni mi fanno
quest’effetto, è stato tutto
perfetto, bellissimo, romantico, entusiasmante ed io…di fronte a
queste cose
non reggo. Che posso farci se sono così sensibile?”
“Piacerebbe anche a te una
cerimonia così?” “E’ il mio sogno…stare
per tutta la vita con la mia anima
gemella…con l’uomo che renderà migliore la mia
esistenza…” mi ero lasciata
andare troppo, per vergogna e paura mi tappai la bocca e guardai Rob
“Scusa…non
sconvolgerti per quello che dico” “Ma che sconvolto!
Perché ti fai tutti questi
problemi con me? Non scappo, Marghe io senza di te non vado più
da nessuna
parte, lo vuoi capire?” e mi strinse le mani “E’ che
ho paura Rob, io…non
voglio perderti, sono disposta a tutto pur di tenerti qui con
me…” mi asciugò
le lacrime “Non mi perderai…mai…Ti
amo…” e si chinò ai miei piedi “Ma che
fai?”
“Ascoltami!” disse in italiano “M-m-ma…”
“Si, conosco un po’ della tua lingua,
le tue lezioni mi sono servite e poi…in tua assenza ho seguito
qualche lezione
privata…Ma bando a queste superficialità, ascolta quello
che sto per dirti!”
annuii e vidi tutta la sala girarsi verso di noi, arrossii ancora di
più
“Questi due anni sono stati i più strani di tutta la mia
vita, sei arrivata tu
e hai cambiato tutto. Hai dato colore e significato al mio esistere, ci
somigliamo in tante cose e nelle cose in cui differiamo ci completiamo.
Ne
abbiamo passate tante, ma questo non ci ha cambiati, anzi ha rafforzato
il
nostro legame e oggi siamo qui insieme e presenziare al matrimonio
della tua
migliore amica. Proprio in quest’occasione, voglio giurarti,
dinanzi a tutti e
sai quanto mi costa, visto che sono timido, che non ti lascerò
mai e per
dimostrartelo ti dono questo…” dalla tasca della sua
giacca, estrasse un cofanetto,
lo aprì e fui illuminata dai piccoli diamanti che contornavano
un piccolo
anello “Un piccolo segno del mio immenso amore per
te…” “Rob…” “No
aspetta…” lo
mise al mio dito anulare “La misura è
giusta…” non riuscivo a parlare, bloccata
dall’emozione, allora cominciai a piangere di nuovo “Spero
che anche queste
lacrime siano di gioia…” annuii “Bene…procedo
allora…dicevo che questo è solo
un piccolo segno del mio amore per te…questo anello è
anche segno di una
promessa…starò con te per sempre…e per rendere
tutto ancora più perfetto…ti
chiedo di…sposarmi…” tremai a quella parola
“Sposami Marghe…e rendimi l’uomo
più felice di questa terra…Ti amo…” le
lacrime sgorgavano incontrollate dai
miei occhi, un vocio di stupore ci circondò, ma io non ci badai,
troppo presa
da quel magico istante, presi coraggio, deglutii e parlai
“Rob…non so che
dire…io…io…” presi fiato e lo guardai
“Sei tu che hai rivoluzionato la mia
vita…non ha idea del caos che hai generato in me. Per te ho
abbandonato tutto e
son partita per Londra…ti ho conosciuto, ti ho amato e ti ho
perso…e quando mi
sono resa conto che senza di te la mia vita non aveva senso sono corsa
in
America per riprendermi ciò che era mio: te!
E ora qui,
davanti a tutti, hai fatto una cosa che non mi sarei mai aspettata…credo che
infondo tu sappia già la mia risposta…quindi bando alle ciance…Robert Pattinson
alzati!” si alzò, gli presi le mani e le strinsi forte “Io…ti sposo…”
Dal fondo della
sala, partirono le note di una nota canzone di Eros Ramazzotti…una canzone che
avevo sempre canticchiato da adolescente, quando sognavo a occhi aperti
l’incontro col mio principe azzurro…
“Ti sposerò
perché
mi sai comprendere
e nessuno lo sa fare come te
ti sposerò perché
hai del carattere
quando parli della vita insieme a me
e poi mi attiri sai da far paura
fra il bianco e il nero dell'abbronzatura
ti sposerò perché
ti piace ridere
e sei mezza matta proprio come me
c'è in comune fra di noi c'è più di una cosa
ti sposerò perché
per esempio so che del pallone sei tifosa
ti sposerò perché
non mi chiedi mai il giorno che sarai mia sposa
e poi
e poi perché io so già che
se litighiamo io e te
non stiamo mai più di un minuto
col cuore arrabbiato
ti sposerò perché
ami viaggiare e poi
stare in mezzo alla gente quando vuoi
e sei di compagnia
si vede subito, tant'è vero
che il mio cane ti ha già preso in simpatia
sono straconvinto che sarà una cosa giusta
ti sposerò perché
sei un po' testarda si, ma quel che conta onesta
ti sposerò perché
per un tipo come tu sembri fatta apposta
e poi
e poi perché se chiedo a te
fiducia e un po' di libertà
non dici no anche per questo
vorrei sposarti presto
ti sposerò perciò
ci puoi scommettere
quando un giorno quando io ti troverò”
.
Robert
I preparativi per andare in Italia furono
più rapidi del previsto, Dany reclamava la presenza della sua amica Marghe e lei
a sua volta non resisteva più, voleva vederla per aiutarla e per esserle vicina
in un momento così importante…sembrava più in ansia lei che Daniela.
Durante il viaggio in aereo, Marghe passò
tutto il tempo a dormire, non era abituata al fuso orario a differenza di me
che ormai riuscivo a reggere certi ritmi; proprio in quelle ore, ebbi tutto il
tempo per mettere ordine ai miei pensieri. Marghe era così entusiasta di questo
matrimonio, io forse non la capivo, perché non mi era capitato di avere amici
intimi che raggiungessero questo traguardo e forse anche perché con la vita che
facevo non avevo mai avuto tempo di pensare a queste cose…ma lei aveva fatto
scattare in me uno strano meccanismo…a furia di parlarne, stavo cominciando a
pensare al mio futuro più intensamente di prima. Io mi sposerò mai? Anzi forse
la domanda giusta è: io riuscirò a portare Marghe all’altare? Lei lo vorrebbe?
Fino a qualche anno fa, non mi sarei assolutamente posto il problema,
semplicemente perché non ci avrei mai pensato ad una cosa del genere, non ero
neanche molto amante dei bambini.
Per un secondo guardai Marghe dormire e non
potei fare a meno di sorridere, era dolcissima, l’innocenza fatta persona, le
accarezzai la guancia calda e lei si mosse, poggiandosi, ancora dormendo, sulla
mia spalle. Sorrisi ancora e le baciai la testa “La mia piccola testolina
buffa…hai tirato fuori il meglio di me…non vedo l’ora di poter vivere tutta la
mia vita con te…” m’interruppi…”Che ho
detto?” era sbalordito, la riguardai, Marghe continuava a dormire beata. Fu
così che capii: io ero pronto…pronto per fare il grande passo. Sentivo dentro
di me una sicurezza e una forza nuove che mi spingevano verso quella direzione;
con lei mi sentivo completo, perché aspettare? Siamo giovani, ma non troppo, io
l’amo e lei mi ama…cosa manca? Direi nulla…sarà la cosa giusta?
Giunti
in Italia, ricevemmo la calorosa
accoglienza di Daniela e il suo futuro marito, inizialmente Daniela fu
fredda e
infondo dovevo aspettarmelo, aveva visto Marghe soffrire per colpa mia,
però
poi, grazie soprattutto alla simpatia di Antonio che mi coinvolgeva nei
loro
discorsi, riuscimmo a sciogliere il ghiaccio. In una di queste
occasioni potei
restare per qualche minuto solo con Daniela, avevo bisogno di parlarle
“Daniela…” si voltò sconvolta “Ma
tu…parli la nostra lingua?” “Si…Marghe mi ha
insegnato qualcosina, poi nel periodo di distacco ho seguito delle
lezioni, ma
è un segreto” le feci l’occhiolino e lei rise
“Dovrei chiederti una cosa, se
posso…” “Si, dimmi pure” ero imbarazzatissimo,
ma dovevo far presto, prima che
Marghe tornasse “Beh Marghe non fa che parlare del tuo matrimonio
e
probabilmente questo ha contribuito alla mia decisione…”
abbassai lo sguardo,
mi schiarii la voce e poi guardai l’amica del mio amore dritto
negli occhi “Io
voglio sposare Marghe!” Daniela saltò dalla sedia,
sbarrò gli occhi e spalancò
la bocca “Cosa?” “Voglio sposare Marghe!”
pronunciai quelle parole sicuro di me
e con sguardo fiero, Dany si sedette, stette zitta qualche secondo
fissandomi
“La ami sul serio? Te lo chiedo perché lei darebbe la vita
per te, tu questo lo
sai, vero?” “Si, lo so e…si…la amo sul
serio…per la prima volta nella mia vita,
mi sento totalmente coinvolto sentimentalmente, Daniela, Marghe ha
risvegliato
in me qualcosa che nessuna ragazza prima di lei è riuscita a
fare. Ha toccato
le giuste corde…la amo e voglio stare con lei per sempre!”
sorrise, quasi si
commosse “Sono felice, Marghe si merita il meglio e so che tu
puoi darle ciò
che le spetta” ancora più imbarazzato le chiesi
“Se-se-secondo te accetterà?”
“E me lo chiedi pure? Ovvio che si, sarà pazza di gioia!
Lei ti ha sempre
amato, pur non conoscendoti. Io inizialmente non ero d’accordo,
mi sembrava una
follia prendersi una cotta per uno che neanche si conosce, ma come
avrai avuto
modo di capire, Marghe è testarda e ha fatto quello che voleva
e…beh ammetto
che non aveva torto, eri tu la sua anima gemella” la mia bocca si
aprì in un
sorriso “Il cielo ha una porta sola e lei l’ha
aperta” “Direi che l’espressione
è giusta…sembra una frase di Marghe” “E
infatti lo è…ma tra i due sono io che
ho aperto la porta giusta e dietro ho trovato l’angelo più
bello in assoluto.
Marghe ha dentro qualcosa di speciale e non se ne rende conto”
“Concordo con
te, è una persona meravigliosa” annuii
“Un’ultima cosa: dove posso trovare una
gioielleria?” “Oh vedo che facciamo le cose alla maniera
classica” rise “Guarda
all’angolo di questa strada c’è una gioielleria ben
assortita: Pino Gioielli. È
la migliore della zona” “Grazie” le feci
l’occhiolino “Di nulla, figurati. Rob,
mi raccomando. Ah, quanto hai intenzione di farle la proposta?”
risi “E’ una
sorpresa” ridemmo entrambi.
La mattina del
matrimonio, Marghe di buon onora si alzò e si preparò, la osservavo camminare
per casa tutta agitata, tremava, parlava da sola “Se ora che si sposa la sua amica sta in questo stato, quando le dirò
che la voglio sposare cosa fa? Mi sviene?” risi tra me e lei neanche se ne
accorse “Amore, che hai?” “Non lo so, sono preoccupata, felice…un misto di
emozioni che non so gestire” mi guardò, i suoi occhi erano carichi di terrore,
la strinsi a me e la cullai tra le mie braccia. Giunti in chiesa, con un po’ di
anticipo, ero timoroso nel lasciare Marghe da sola, ma lei mi guardò con gli
occhi colmi di gioia, mi baciò la guancia e si diresse avanti all’altare
prendendo posto nel banco dei testimoni. Poco dopo, l’inizio della musica
annunziò l’arrivo della sposa: Daniela era raggiante, tremante…felice…mi
incantai e d’improvviso in quell’abito bianco non c’era più Daniela, ma la mia
Marghe, era splendida, sorrideva a tutti, di scatto mi volti verso l’altare e
vidi me con uno smoking nero che attendevo gioioso il mio amore per potermi
unire a lei per sempre. Chiusi gli occhi per un secondo, quando li riaprii mi
resi conto che avevo solo sognato, io ero seduto tra i banchi della chiesa e
Marghe era avanti tra i testimoni. Al momento della firma, mi voltai a guardare
Marghe, sapevo quanto avesse paura di sbagliare, anche lei si voltò verso di
me, le sorrisi cercando di comunicarle il coraggio che le serviva;
probabilmente ci riuscii, perché con decisione mise il suo nome su quel
registro…
Dopo la
cerimonia religiosa, Marghe volle correre subito al ristorante, aveva qualcosa
in mente, io nel frattempo pensavo a quello che dovevo fare, cercavo di
calmarmi, ero agitato, ma da bravo attore non avevo fatto trapelare nulla.
Entrati nella
sala del ristorante, Marghe mi tirava per una mano, si guardò attorno e d’improvviso
sorrise soddisfatta, io non capivo, poi voltai lo sguardo nella direzione verso
cui erano puntati i suoi occhi e capii: c’era il piano bar. “Scusi, quando gli
sposi arrivano è possibile fare loro una dedica?” “Certamente mi dica cosa
vuole che canti!” “No…veramente vorrei cantarla io se non le dispiace. Sono la
migliore amica della sposa e vorrei fare questa piccola sorpresa” “Oh, va
bene…” non poteva che regalare emozioni in musica, il mio amore…
Quando li
vedemmo arrivare, io mi feci da parte e la musica partì; mi emozionai in quel
momento, Marghe sapeva arrivare dritto al cuore delle persone e non era da
tutti.
Mentre
eravamo a
tavola, Marghe si alzò d’improvviso, proprio nel momento
in cui il cantante
invitò tutti a ballare; la vidi poggiarsi ad un pilastro della
stanza,
osservare le coppie danzare e strofinarsi continuamente gli
occhi…piangeva…non
potevo lasciarla sola, alchè mi alzai e mi diressi verso di lei
“Noi non
danziamo?” “Se ti va, non sei obbligato e poi lo sai a me
piace osservare gli
altri” e diresse i suoi occhi ancora lacrimanti verso di neosposi
“Son proprio belli
insieme” dissi, lei annuì “Sono
splendidi…” “E allora perché piangi?”
“Il mio è
un pianto di gioia Rob. I matrimoni mi fanno quest’effetto,
è stato tutto
perfetto, bellissimo, romantico, entusiasmante ed io…di fronte a
queste cose
non reggo. Che posso farci se sono così sensibile?” tutto
il suo corpo
esprimeva emozione, avvertii che quella era l’occasione giusta
“Piacerebbe
anche a te una cerimonia così?” “E’ il mio
sogno…stare per tutta la vita con la
mia anima gemella…con l’uomo che renderà migliore
la mia esistenza…” arrossì e
si tappò la bocca guardandomi…si: quello era il momento
giusto, ora sapevo cosa
fare “Scusa…non sconvolgerti per quello che dico”
“Ma che sconvolto! Perché ti
fai tutti questi problemi con me? Non scappo, Marghe io senza di te non
vado
più da nessuna parte, lo vuoi capire?” e le strinsi le
mani “E’ che ho paura
Rob, io…non voglio perderti, sono disposta a tutto pur di
tenerti qui con me…”
lei asciugai le lacrime, ma che pensava, io non avrei mai voluto che
reprimesse
quello che sentiva “Non mi perderai…mai…Ti
amo…” e in un gesto automatico mi
chinai ai suoi piedi “Ma che fai?” la sentii sussultare
“Ascoltami!” dissi in
italiano “M-m-ma…” “Si, conosco un po’
della tua lingua, le tue lezioni mi sono
servite e poi…in tua assenza ho seguito qualche lezione
privata…Ma bando a
queste superficialità, ascolta quello che sto per dirti!”
annuì e quando tutti
in sala si girarono verso di noi, Marghe arrossì ulteriormente
“Questi due anni
sono stati i più strani di tutta la mia vita, sei arrivata tu e
hai cambiato
tutto. Hai dato colore e significato al mio esistere, ci somigliamo in
tante
cose e nelle cose in cui differiamo ci completiamo. Ne abbiamo passate
tante,
ma questo non ci ha cambiati, anzi ha rafforzato il nostro legame e
oggi siamo
qui insieme e presenziare al matrimonio della tua migliore amica.
Proprio in
quest’occasione, voglio giurarti, dinanzi a tutti e sai quanto mi
costa, visto
che sono timido, che non ti lascerò mai e per dimostrartelo ti
dono questo…” estrassi
dalla giacca, il cofanetto con l’anello e lo porsi a lei che lo
aprì…il suo
sguardo si illuminò “Un piccolo segno del mio immenso
amore per te…” “Rob…” “No
aspetta…” presi l’anello e glielo misi, le stava
d’incanto “La misura è
giusta…” la guardai, non parlava, cosa pensava?
D’improvviso iniziò a piangere
di nuovo, forse avevo detto o fatto qualcosa di sbagliato? “Spero
che anche
queste lacrime siano di gioia…” lei annuì ed io mi
risollevai “Bene…procedo
allora…dicevo che questo è solo un piccolo segno del mio
amore per te…questo
anello è anche segno di una promessa…starò con te
per sempre…e per rendere
tutto ancora più perfetto…ti chiedo
di…sposarmi…” tremò “Sposami
Marghe…e
rendimi l’uomo più felice di questa terra…Ti
amo…” le lacrime uscirono ancor
più veloce dai suoi occhi, mentre d’improvviso un vocio di
stupore ci circondò;
Marghe deglutì rumorosamente, poi parlò
“Rob…non so che dire…io…io…”
prese
fiato e mi guardò “Sei tu che hai rivoluzionato la mia
vita…non ha idea del
caos che hai generato in me. Per te ho abbandonato tutto e son partita
per
Londra…ti ho conosciuto, ti ho amato e ti ho perso…e
quando mi sono resa conto
che senza di te la mia vita non aveva senso sono corsa in America per
riprendermi ciò che era mio: te!
E ora qui,
davanti a tutti, hai fatto una cosa che non mi sarei mai aspettata…credo che
infondo tu sappia già la mia risposta…quindi bando alle ciance…Robert Pattinson
alzati!” mi alzai, mi presi le mani e le strinse forte “Io…ti sposo…” una
sensazione di leggerezza mista alla felicità mi invase…aveva detto di si…aveva
accettato la mia proposta…io, Robert Pattinson, avrei sposato la mia amata
Marghe…le presi la mano e iniziammo a danzare sulle note di una musica che io
non conoscevo, ma che già amavo, perché le sue parole si abbinavano
perfettamente con quel momento “Ti
sposerò, perché mi sai comprendere e nessuno lo sa fare come te. Ti sposerò
perché hai del carattere, quando parli
della vita insieme a me e poi mi attiri sai da far paura…
Ti sposerò perché ti piace ridere e sei mezza matta proprio come me, c'è in
comune fra di noi c'è più di una cosa…sono straconvinto che sarà una cosa
giusta…ti sposerò perché sei un po' testarda si, ma quel che conta onesta. Ti
sposerò perché per un tipo come tu sembri fatta apposta…”
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Capitolo 36 *** Io che amo solo te ***
Io che amo solo te
Salve a tutti,
vi chiederete
come mai sto postando ora…beh domani non ci sono e non voglio lasciarvi in
sospeso. Mi fa male sapete? È l’ultimo capitolo di questa mia “figlioccia”…è
strano dover dire che la storia è finita…però non voglio farvi abbattere preso
tornerò col seguito e con nuove storie su Robert…
Ho messo tutta
me stessa in questa fan fiction e non smetterò mai di ringraziare chi l’ha
ispirata: Robert…
Hai saputo
guidare le mie mani, la mia testa, il mio cuore e le mie parole, tutto è frutto
dell’ammirazione e dell’”amore” che provo per te…sei un ragazzo eccezionale,
non lo dico tanto per dire, lo penso sul serio, tramite le tue interviste, i
tuoi video ho potuto conoscere lati di te che mi hanno fatto capire quanto tu
sia speciale…ti auguro di poter essere sempre soddisfatto del tuo lavoro, so
quanto lo ami…e spero che un giorno io possa dirti queste cose di persona…un
sogno, una follia…del resto, per come sono fatta, non smetterò mai di pensare e
di immaginare il nostro incontro.
E
poi voi, care
lettrici…che dirvi…leggere tutti i vostri commenti,
è stato emozionante e non
sapete quanto…ho apprezzato tutto, avete amato la mia storia e
ve ne sono grata,
sapere che la gioia, il dolore, la felicità, la tristezza di
questo racconto vi
sia arrivato è qualcosa che non può essere spiegato a
parole…sarò ripetitiva,
lo so, ma vi ringrazio TUTTE dalla prima all’ultima…vi
adoro, sul serio...Non dimenticherò nulla di ciò che mi
avete detto, ringrazio questo sito perchè mi ha permesso di
conoscere delle persone davvero meravigliose. grazie a chi mi ha
seguita, a chi a solo letto, a chi ha inserito la storia tra i seguiti
o preferiti...grazie, grazie e ancora grazie
Vi voglio bene…
Marghe
ps: come sempre vi lascio il link della canzone che mi ha ispirato
http://www.youtube.com/watch?v=IfgBVQxirUM
Marghe
Passò un anno da quel giorno e tante cose
attorno a me cambiarono…trovai un lavoro come educatrice in una struttura per
bambini con difficoltà di linguaggio a Londra, Rob era rientrato in patria e
insieme avevamo comprato casa in previsione del nostro matrimonio…eh si…presto
ci saremmo sposati e chi l’avrebbe mai creduto…
Avevo l’aria sognante quel pomeriggio, il
gran giorno si avvicinava…avevo appuntamento con Simona e Daniela per la prova
del vestito…l’avevo fatto fare su misura da una sarta inglese, bravissima.
“Allora come ti senti?” le mie amiche
fremevano “Tremo tutta…” “Tutto normale” rispose Dany…eh si, d’altronde lei
aveva provato quelle sensazioni un anno prima di me…io e Rob optammo per sposarci
in dicembre, adoravo l’inverno…è vero avrei rischiato la pioggia, ma a me non
importava…se avesse piovuto, voleva dire che anche il cielo era commosso per
quel che stava per accaderci…
Siccome ero cattolica, Rob accettò di
sposarsi in chiesa in Italia “Tutto per te!” mi aveva detto, arrossii a quel
ricordo e il cuore iniziò a battermi troppo forte “Calma Marghe, altrimenti la
sarta non riesce ad aiutarti ad infilare il vestito!” mi ammonì Simona, quando
mi voltai verso l’enorme specchio, rimasi basita…ero davvero io in quel vestito
bianco? Scollo a barca, che lasciava un po’ scoperte le spalle, merletti che
circondavano il bordo, le maniche a tre quarti e poi guanti bianco color perla.
Il vestito arrivato in vita si allargava e scendeva a balze larghe, quasi a
campana e terminava con un lungo strascico…mi commossi, non ne potei fare a
meno e con me piansero sia Dany che Simo “Oddio Marghe…sei stupenda…non ci sono
parole!” era l’abito dei miei sogni…quanto lo avevo desiderato…mi strinsi nelle
spalle, mi voltai verso le mie amiche e le abbracciai fortissimo…
Quando
rientrai a casa, Rob era già lì,
nervoso girovagava per tutta la cucina, feci finta di nulla “Sono
tornata” mi
venne incontro “Amore…allora com’è
andata?” sapevo benissimo a cosa si
riferisse “Bene è
poco…tutto…splendido…non vedo
l’ora…che lo veda anche tu…”
gli si illuminarono gli occhi e mi baciò “A te tutto
ok?” “Oh si, sono stato
nelle mani del sarto per ore” risi e fece anche lui altrettanto.
Passarono i giorni e il fatidico 16
dicembre arrivò…non dormii affatto quella notte, ero a casa mia in Italia, come
da tradizione lo sposo non doveva vedere la sposa e si ci sposava nella chiesa
della donna…non riuscivo a dormire, ero agitatissima, il cuore scalpitava, le
mani sudavano, l’unico modo per calmarmi era ascoltare musica e cantare. Senza
rendermene conto mi ritrovai a scrivere:
“Amore
della mia vita, siamo giunti al giorno tanto atteso. Mai avrei creduto che
sarebbe potuto succedere a me!!! Io, una ragazza qualunque, innamoratasi di un
attore…io che corro a Londra per conoscerlo e senza volerlo mi lascio
travolgere dai sentimenti e mi ritrovo a sposarmi con lui…oh Rob, dimmi che non
sto sognando, dimmi che è tutto reale…io domani mi sposo con te? Cavoli sto
bagnando il foglio con le mie lacrime, ma che posso farci se tu mi rendi così
felice? Nessuno mai ha saputo darmi i brividi, le emozioni che mi provochi tu,
nessuno ho mai amato come amo te…Amami Rob, io sono qui…Ti Amo, Ti Amo, Ti
Amo…all’infinito e oltre…per sempre…sto delirando, sarà l’ora, sarà che sono
follemente pazza di te e non vedo l’ora di averti tutto per me, tutta la vita
Rob…tutta la vita…Ti Amo…Tua Marghe…”
Il mattino seguente, mi alzai prestissimo,
poco dopo giunse l’estetista e le mie due meravigliose testimoni: Daniela e Simona.
Due ore di trucco, non volevo niente di
pesante e troppo evidente, volevo essere il più naturale possibile…volevo
essere come lui mi aveva conosciuto…
Mia madre e mio padre erano
emozionantissimi, aspettarono con me l’auto e poi si avviarono, ovviamente mio
padre era in macchina con me…percorrendo la strada per la chiesa, ripensai a
tutto quello che in quei tre anni era successo e mi sembrava tutto un sogno,
quell’ultimo anno aveva sconvolto totalmente la mia vita, dopo la proposta di
Rob, tutto era risultato essere in discesa, i miei e i suoi genitori furono
entusiasti della nostra scelta e ci appoggiarono in tutto e per tutto.
“Tesoro siamo arrivati” papà mi scosse dai
miei pensieri, guardai fuori…quanta gente, cavolo…cominciai a tremare, il cuore
mi arrivò in gola e le gambe erano molle…papà mi aiutò a scendere…salii piano i
gradini, sentivo il vociare attorno a me, meraviglia, stupore…già…sensazioni
che provavo io per prima…
Solcai con terrore la porta della
chiesa…temevo che Rob avesse cambiato idea…con lo sguardo lo cercai, non lo
vedevo, d’improvviso mi bloccai, mio padre mi guardò spaventato, rivolsi a lui
lo sguardo, mi fece l’occhiolino e sorrise, mi voltai avanti e vidi Rob sbucare
davanti all’altare, era stato nascosto dalla folla…mi guardava sbalordito e
sorridente…sentii le lacrime gonfiarmi gli occhi e senza accorgermene iniziai a
camminare, guidata dalle note della nostra canzone…quella della Disney…eh già,
avevamo scelto proprio quella canzone, infondo con essa era iniziata la nostra
storia e quindi era la migliore colonna sonora per il nostro matrimonio.
Arrivata dinanzi al fautore di tanto amore,
mio padre mi lasciò la mano e la porse a lui, Rob la prese e la strinse
delicatamente, per un attimo interminabile ci guardammo negli occhi.
Durante tutta la cerimonia, non riuscivamo
a distogliere i nostri sguardi l’uno dall’altro…sembravamo posseduti: c’era
ammirazione, commozione, stupore, ma soprattutto amore, l’elemento
fondamentale che ci aveva condotti per mano verso quell’altare, rendendo ogni
singolo istante speciale, anche la cosa più semplice diventava magica con
Robert, non era la cosa in sé ad avere tutta questa particolarità, ma il
poterla condividere con colui a cui ti lega un sentimento vero, raro, puro…
Al momento del si, fu tutto così
strano…emozionante…”Vuoi tu Robert Pattinson prendere come tua sposa la qui
presente Margherita De Gregorio, amarla e onorarla tutti i giorni della tua
vita, finchè morte non vi separi?” “Si lo voglio” sentii il cuore sobbalzare e
lacrimare sangue “Vuoi tu Margherita De Gregorio prendere come tuo sposo il qui
presente Robert Pattinson, amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita,
finchè morte non vi separi?” “Si…lo voglio!” certo che lo voglio e iniziai a
piangere “Vi dichiaro marito e moglie…lo sposo può baciare la sposa…” accecata
dalle lacrime mi avvicinai piano a lui, Rob prese il mio volto tra le mani e mi
baciò delicatamente, poi con sempre più ardore…ero sua…io gli gettai le braccia al collo e lo spinsi verso di me…era mio…
Dopo questo partirono gli applausi, usciti
dalla chiesa venimmo investiti dai confetti…con l’auto affittata, ci dirigemmo
a fare le foto…non ci accorgemmo della presenza del fotografo…ogni posa, ogni
bacio, ogni gesto venne del tutto naturale…arrivati al ristorante, varcammo la
porta e partì la canzone che avevo registrato qualche mese prima grazie al mio
maestro Francesco…”Io che amo solo te” ricantata dalla Mannoia, qualche tempo
prima…il mio regalo di nozze…
Lo vidi sobbalzare quando udì la mia voce,
ci fermammo al centro della sala, mi guardò emozionato e commosso, mi strinse
le mani ed io iniziai a cantare…avvolta dalle lacrime…e immersa nei suoi occhi…
“C'è gente
che ha avuto mille cose,
tutto il bene, tutto il male del mondo.
Io ho avuto solo te
e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove avventure.
C'è gente che ama mille cose
e si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
io mi fermerò
e ti regalerò
quel che resta
della mia gioventù.
Io ho avuto solo te
e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove illusioni.
C'e' gente che ama mille cose
e si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
io mi fermerò
e ti regalerò
quel che resta
della mia gioventù”
Robert
La mia vita era
davvero cambiata…se Twilight mi aveva dato la notorietà scombussolando i miei
ritmi, Marghe rappresentava la svolta decisiva, un uragano che mi aveva avvolto
nella sua onda, trascinandomi e coinvolgendomi passo dopo passo in un vortice
dal quale non sarei più potuto uscire. Ormai era passato un anno dal fatidico
giorno in cui avevo proposto a Marghe di sposarmi; io ero rientrato
definitivamente a Londra e insieme al mio amore avevamo acquistato una casa
tutta nostra, dove saremmo andati a vivere dopo il matrimonio, nel frattempo
Marghe era riuscita a realizzare un sogno: lavorare con i bambini in un centro
di recupero, vederla stare insieme a loro era un’emozione unica, l’amore che
provava per il suo lavoro traspariva chiaramente e non potevi non restarne
colpito.
Il fatidico
giorno si stava avvicinando e con esso la prova del vestito, la scelta
dell’abito non era stata semplice, fortunatamente Edward e Tom si offrirono di
accompagnarmi. Optati per uno smoking nero gessato, lo sentivo perfetto addosso
e speravo piacesse a Marghe, non volevo deluderla.
Quando
rientrai a casa, Marghe non era
ancora tornata, aspettai qualche ora, mi stavo preoccupando, possibile
che una
prova vestiti durasse così a lungo? D’improvviso udii il
rumore delle chiavi
nella serratura e la sua voce melodiosa rimbombò per tutta la
casa “Sono
tornata” come un’automa mi diressi verso di lei
“Amore…allora com’è andata?”
che ansia “Bene è
poco…tutto…splendido…non vedo
l’ora…che lo veda anche tu…” in
quegli occhi luccicanti di gioia, vedevo riflesso me stesso…un
me felice,
sereno e questo mi piacque; afferrai Marghe e la baciai “A te
tutto ok?” “Oh
si, sono stato nelle mani del sarto per ore” ridemmo
insieme…anche le nostre
voci si fondevano a perfezione.
La notte prima delle nozze, io e Marghe ci
separammo senza voglia, e lei tornò a
casa sua, mentre io rimasi in albergo. Fu una serata davvero strana, intrisa di
strane sensazioni: mi sedevo sul letto, mi alzavo, camminavo; per calmarmi, mi
sedetti fuori al balcone a fumare una sigaretta, poi presi carta e penna…
“Marghe, lo sai che scrivere mi riesce
meglio del parlare ed è per questo che sono qui a buttar giù due righe…è la
sera che precede il nostro matrimonio, io sono nella camera d’albergo che ci
vedrà insieme domani notte, ma non nel senso malizioso a cui tu sicuramente
stai pensando…immagino già la tua faccia :D…mi riferisco al fatto che da domani
la nostra vita cambierà totalmente, sarà un crescendo di emozioni…sono così
felice da sentirmi quasi stupido…sono passate le 23, chissà che stai facendo,
che pensi, come stai…stasera di dormire non mi riesce proprio…sono nervoso e
ammetto di avere un po’ paura, non sono pentito della scelta che ho fatto, anzi
non sono mai stato così sicuro nella mia vita…temo solo che le cose col tempo possano cambiare…è proprio vero che la
vita ti sorprende sempre quando meno te l’aspetti, fino a qualche anno fa non
mi passava neanche per l’anticamera del cervello l’idea di sposarmi e
invece…vorrei averti qui per stringerti, non mi trovo se non ci sei…non vedo
l’ora che passi questa notte…poi saremo per sempre uno la parte dell’altro…Ti
Amo…Tuo Robert”
16
dicembre
Erano le sei del mattino, fuori era ancora
buio, ma il sole era sorto nel mio cuore quel giorno, col sorriso sulle labbra
mi alzai dal letto e andai in bagno. Un’ora più tardi, Tom e Edward insieme ai
miei genitori erano nella mia camera a darmi una mano coi preparativi. Fu tutto
così strano, avevo la testa tra le nuvole, il corpo leggero mi sembrava volesse
spiccare il volo, rispondevo solo se necessario, ora il mio unico obiettivo era
rivedere Marghe, stringerla nelle mie braccia e scappare via con lei.
Alle 10 ero già in chiesa, fuori tutti gli
invitati mi guardavano incuriositi, ma a me non importava, il mio sguardo era
fisso sulla strada, aspettavo che un auto mi portasse la mia Marghe…Tom e
Edward mi spinsero in chiesa, non so quanto tempo passò, ma udii un vociare
provenire da fuori, il cuore mi balzò in gola…cavoli…era arrivata…guardai i
miei due amici che sembrarono capire la mia muta domanda e annuirono…
Cercavo di vederla, ma la folla di invitati
si era spostata in avanti per ammirare la mia sposa…poi eccola…bellissima…una
favola in quell’abito bianco, mi sembrava un sogno, il suo sguardo perso
incrociò il mio e vidi crescere in lei la giusta sicurezza…non staccammo gli
occhi gli uni dagli altri e quando partì la musica nuziale fu tutto un
crescendo di emozioni e ricordi. Si, perché avevamo scelto la canzone della
Disney come colonna sonora, quella che ci aveva visti insieme la prima
volta…quella che ci aveva unito in un solo corpo e una sola anima…
Durante tutta la cerimonia, i nostri occhi
non smisero un attimo di cercarsi, quanto avevamo desiderato quel momento?
Tanto e mi resi conto che io lo volevo da sempre, da quando lei era entrata a
far parte del mio mondo. Il momento dello scambio delle promesse, rappresentò
l’attimo di maggior commozione…”Vuoi tu Robert Pattinson prendere come tua
sposa la qui presente Margherita De Gregorio, amarla e onorarla tutti i giorni
della tua vita, finchè morte non vi separi?” “Si lo voglio” Marghe sobbalzò,
sembrava incredula “Vuoi tu Margherita De Gregorio prendere come tuo sposo il
qui presente Robert Pattinson, amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita,
finchè morte non vi separi?” “Si…lo voglio!” sentirle pronunciare quelle due
semplici lettere “Si” mi riempì il
cuore di gioia, anzi traboccava felicità, ormai ne era colmo, tutto merito suo
“Vi dichiaro marito e moglie…lo sposo può baciare la sposa…” Marghe era in
preda alle lacrime e anche i miei occhi iniziarono a bagnarsi di una piacevole
pioggerellina, ma mi avvicinai ugualmente a lei, le presi il volto tra le mani
e la baciai delicatamente, poi con sempre più ardore…ora eravamo ufficialmente uno parte dell’altro…del resto non mi
importava niente…
Usciti dalla chiesa, una pioggia di riso ci
colpì, vederla sorridente e serena, ripagava il mio animo, una nuova luce si
era accesa nei suoi occhi e ne ero io l’artefice. Il fotografo ci portò in giro
per il servizio fotografico, ma a nessuno dei due importava, quello che contava
era stare insieme, i nostri corpi, le nostre mani si cercavano, non riuscivano
a stare lontani gli uni dagli altri…
Al ristorante, Marghe mi fece una
sorpresa…al nostro ingresso partì una canzone e quando udii la sua voce rimasi
sbalordito…sobbalzai incredulo, ci fermammo al centro della sala, la guardai
con le lacrime agli occhi, le strinsi le mani e lei iniziò a cantare commossa…” C'è gente che ha avuto mille cose, tutto il bene,
tutto il male del mondo. Io ho avuto solo te e non ti perderò, non ti lascerò per cercare nuove
avventure. C'è gente che ama mille cose e si perde per le strade del mondo. Io che amo
solo te, io mi fermerò e ti regalerò quel che resta della mia gioventù…” mi regalava
tutta se stessa…ed io ero pronto ad accoglierla…per sempre…
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