Il cielo ha una porta sola

di Sognatrice85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Il mio riflesso... ***
Capitolo 3: *** Londra ***
Capitolo 4: *** Incontro e scontro con la realtà... ***
Capitolo 5: *** Musica e Rob: i sogni di Marghe... ***
Capitolo 6: *** Inferno e Paradiso... ***
Capitolo 7: *** L'Atena del Nord... ***
Capitolo 8: *** La Bella e la Bestia... ***
Capitolo 9: *** Il sogno diventa realtà... ***
Capitolo 10: *** Viaggio in Italia ***
Capitolo 11: *** Lui, gli amici e tutto il resto... ***
Capitolo 12: *** Compleanni con sorpresa... ***
Capitolo 13: *** L'incidente ***
Capitolo 14: *** Se hai amato era amore, non è mai un errore... ***
Capitolo 15: *** La mia vita senza di te ***
Capitolo 16: *** Los Angeles ***
Capitolo 17: *** Io ci sarò... ***
Capitolo 18: *** Addio Rob... ***
Capitolo 19: *** Qualcosa di nuovo... ***
Capitolo 20: *** Il musical... ***
Capitolo 21: *** Ritorno a Londra... ***
Capitolo 22: *** Kirsten... ***
Capitolo 23: *** Robert e Eric... ***
Capitolo 24: *** L'incontro... ***
Capitolo 25: *** La verità... ***
Capitolo 26: *** Debutto ***
Capitolo 27: *** Voglia di lei ***
Capitolo 28: *** Corsa contro il tempo ***
Capitolo 29: *** Anime in pena ***
Capitolo 30: *** In volo verso il cuore ***
Capitolo 31: *** Il regalo più grande ***
Capitolo 32: *** Il regalo più grande 2 ***
Capitolo 33: *** Testimone di nozze ***
Capitolo 34: *** Edward e Bella ***
Capitolo 35: *** Ti sposerò perchè... ***
Capitolo 36: *** Io che amo solo te ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


“Dove sarai, anima mia non lo vedi che io vivo di te, dove sarai. . . “

Me lo chiedo da una vita…dove sarai stella gemella??? Dove sarà quella parte destinata a completare il mio essere? In quale parte del mondo ti nascondi? Mi guardo intorno e vedo solo persone superficiali, inette, non adatta a me…tutto, fuorché te!!! Mi manca non averti accanto, mi sento vuota senza di te…dove sei? Ti prego fa che ti possa trovare…oramai sono anni che mi perdo nel cercarti senza giungere mai alla meta…sto rinunciando…ancora una volta, sto perdendo le speranze…evidentemente non esisti…non per me… Poi mi ritrovo al cinema e vedo apparire il tuo viso sullo schermo…è un ATTIMO…solo un attimo…e mi sento travolgere da qualcosa che non riesco a spiegare, a capire…sento il cuore che batte forte, fortissimo “Bum, bum, bum…”…aumenta ad ogni tuo passaggio su quella schermata bianca…un secondo ancora e capisco…un senso di serenità mi pervade l’anima…chiudo gli occhi e quando li riapro ti rivedo…SEI TU…la mia anima…ciò che mi completa…

”Sai che ti vedo ancora nei miei occhi se mi specchio, eri tutto ciò che io stavo cercando e intanto tu resti la musa che ispira i miei testi o i miei discorsi tradotti in versi, poli opposti attratti da uno sguardo che brilla, in te vedevo sai l'unica conferma, ora e per sempre sei la mia storia importante tra tante, ora una stella cadente contiene un desiderio cielo aperto e il tuo ricordo viaggia in me come un brutto sogno che si porta via con se la tua immagine si perde in quella foto tra le fiamme di un camino che adesso brucia solitudine e non è facile dimenticare tutto adesso, sei la mia piccola ti penso anche se ho perso la ragione per cui tutto questo aveva un senso, mi chiedo. . . “

Ti ho trovato e mi sembra incredibile, piango…piango di gioia…giorno dopo giorno, scopro come sei…e quello che vedo mi piace…oh si, mi piace…ogni tuoi movimento, ogni tua parola, ogni tuo sorriso, ogni tuo sguardo mi fa perdere la testa… Mi sento impotente di fronte a ciò che mi sta succedendo, non riesco a smettere di pensarti, di cercarti tra la gente…ma non sei qui…sei lontano… Forse mi sbaglio ancora…ma nel mio profondo so che siamo destinati ad incontrarci…forse non ora, non in questa vita…ma sei tu l’anima mia…

”Dove sarai anima mia, senza di te mi butto via dove sarai (ti cerco e capirai) anima bella (anima bella), stella gemella (brilla per me) dove sarai“

Tu sei tutta la mia vita…adesso…il centro del mio mondo…vivo per te…ti troverò e ti porterò con me…in qualsiasi luogo, in qualsiasi tempo…purchè insieme

”E' strano come stuzzichi la mia memoria guardare le stelle, dona luce nuova ad ogni mio fotogramma ribelle penso ad una scelta sciocca, un filo d'erba in bocca abbandonato in un prato questa ferita aperta ancora scotta un'altra volta una cotta spenta in fretta, non riesco a fare il fidanzato cerco un'amante perfetta che sia la musica che ha il battito giusto per me so bene che sarebbe l'unica quando so che lei c'è altrimenti questo qui chi se lo prende, mai abbastanza presente sempre cocciuto se sceglie con la mia stravagante vita da cantante volente o nolente una mente eternamente adolescente ciò che mi aspetta sarà vero sarà un altro miraggio scomparso a contatto con questa realtà non mi spiego dove sarà l'altra metà di questo ego, mi guardo dentro e chiedo…”

Cammino per questa strada affollata…non mi interessa ciò che mi circonda…non mi interessa ciò che pensano gli altri, il loro giudizio è vano…io ormai ho deciso…VOGLIO TE!!! Solo te…

”Dove sarai (io ti cerco sai) anima mia (anima mia) senza di te (ora e per sempre) mi butto via (sei la mia piccola) Dove sarai (cercami dai) anima bella (anima bella) stella gemella (brilla per me) dove sarai (dove sarai). Magari dietro la luna sarai come il sogno più nascosto che c'è non lo vedi che io vivo di te dove sarai dove sarai”

Hai preso quell’aereo…ma in quale parte del mondo sei diretto? Guardami io sono qui e ti imploro…non lo vedi che io vivo di te? Non andare via da me…ti giuro: ti scoverò…sarò nel tuo stesso posto e lascerò che il destino faccia il suo corso…ci basterà un solo sguardo e ci fonderemo in una sola anima…un solo corpo…una sola vita…: LA NOSTRA

“Dove sarai (io ti cerco sai) anima mia (anima mia) senza di te (ora e per sempre) mi butto via (sei la mia piccola) Dove sarai (cercami dai) anima bella (anima bella) stella gemella (brilla per me) dove sarai (dove sarai)”

Io ci credo…forse mi sbaglio, forse sono stupida, forse è giusto stare lontana da te…farò come dice la protagonista di un ormai famosissimo libro: lascerò che Giulietta si accontenti di Paride, rinunciando al suo Romeo…all’uomo che davvero ama…la sua stella gemella… Sono una fallita…ma…TI AMO…nella maniera più assurda in cui si può amare un uomo…amo te…perché è così…sei quello che ho sempre voluto…ma non ti posso avere, non ti posso toccare, non ti posso parlare… Starò male…ma che importa…il destino ha giocato sporco con me, ancora una volta, allontanandoti da me…Londra…la mia Londra…la tua città…Massa Lubrense…il mio paese…due mondi opposti…due luoghi troppo lontani per incontrarsi…ma tu sei arrivato fino a me, hai toccato il mio cuore, hai stuzzicato le sue corde ed io ti ho lasciato fare, non rendendomi conto del pericolo…e ora mi ritrovo con un pugno di mosche…mi sono innamorata di te… Ora sono in questo aeroporto e sto per venire da te…nella tua Londra…sto andando incontro al mio destino…no, IO NON RINUNCIO…io ti amo e non so immaginare la mia vita senza te…amore, eccomi…aspettami, sto arrivando

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Capitolo 2
*** Il mio riflesso... ***


Eccomi qui a postarvi il primo capitolo di questa storia...volevo ringraziate tutti coloro che l'hanno aggiunta tra i preferiti, spero che commentino perchè mi piacerebbe sapere che ne pensate, anche in negativo, mi aiuta a crescere...e ora ringrazio infinitamente chi ha recensito Fairwriter: sei stata la prima a leggerla e non sai che gioia ho provato quando ho visto il tuo commento!!!Grazie, grazie...non ti sbagli sul titolo, è stata proprio quella canzone ad ispirarmi, è nato tutto per caso, ho cominciato a scrivere senza rendermene conto ed è uscito fuori questa fan fiction. Grazie per i complimenti, sono rossa come un peperone... Giulls: Ah Giulls...lo sai che per me è un onore ricevere una tua recensione!!!Adoro come scrivi e quindi un tuo commento positivo, non può che rendermi orgogliosa...grazie... Daydre4mer: Aaaaaaaaaaaaaah...la mia Stef!!! E' stato bellissimo, leggere anche la tua recensione, grazie per essere presente anche qui...grazie di cuore...!!! Reneesme:Grazieeeeeeeeeeeeeee...sono davevro contenta che le mie emozioni ti siano arrivate...ho cercato di rendere ben evidente su carta, ciò che ho provato...grazie per aver letto... Spero che continuerete a seguirmi...come sempre voglio suggerirvi una canzone che mi ha guidato nella stesura di questo pezzo...http://www.youtube.com/watch?v=FI4izdA8Il0&feature=related...se potete ascoltatela, mi rappresenta parecchio... È strana la sensazione che si prova quando ti senti di voler essere al posto di qualcun altro… Io avvertivo quella sensazione e mi sentivo stupida, ma soprattutto tanto triste e non capivo perché ogni mio pensiero fosse rivolto a quelle emozioni che quel libro mi provocava, non capivo perché dovevo sentirmi così legata a una persona che non esiste se non nella fantasia di una scrittrice… Camminavo per Piano di Sorrento, piccolo paesino vicino Sorrento, immersa nei miei pensieri e non mi accorsi che le lacrime calde e amare avevano cominciato a rigarmi il volto…scossi la testa incredula…come potevo piangere per qualcosa di così stupido? Non capivo… Tutto era cominciato qualche giorno prima, dopo aver visto quel film…mi sentii attratta dalla storia d’amore fra i due protagonisti e decisi di comprare il libro che aveva ispirato il film…lo lessi con una foga che non riconoscevo mia…avvertivo dentro di me il desiderio di sapere come andasse a finire la storia e ogni volta che accadeva qualcosa di doloroso mi sentivo colpire al cuore, manco fossi io la protagonista del racconto. Forse era proprio quello il problema: volevo essere “lei”…lo volevo ardentemente…quel libro senza volerlo aveva risvegliato in me un vecchio desiderio, la vecchia “me”…colei che amava sognare ad occhi aperti l’arrivo del grande amore della sua vita, un amore che si struggesse per lei e che fosse così forte da superare qualsiasi ostacolo e confine…un amore che nella nostra realtà non esiste…e questa certezza mi faceva stare peggio… I miei passi erano lenti, quasi strisciavo i piedi per terra, mi resi conto che ero proprio stanca, la giornata era stata lunga e decisi che dovevo sedermi e mi gettai sulla prima panchina che incontrai per strada…avevo gli occhi fissi nel vuoto, guardavo il cielo e mai come in quel momento speravo che piovesse…presi dalla borsa il libro…lo rigirai tremila volte tra le mani e cominciai a parlare con me stessa: “Sono proprio pazza!!!Come posso sentire questi sentimenti per lui…lui non c’è, non è reale…”…cercavo di convincermene, ma senza risultato…pensavo alla descrizione del suo sguardo, del suo sorriso e mi sentivo il cuore battere forte…mi poggiai la mano sul petto e cercai di respirare lentamente…ad interrompere questo folle momento ci pensò il mio cellulare…squillò improvvisamente e sobbalzai incredula…”Pronto?”…”Marghe ma dove sei? Ti sei dimenticata che dovevamo vederci oggi?”. Controllai l’orologio e mi resi conto che erano le 18:00 e fu allora che ricordai che mezz’ora prima dovevo vedermi con Daniela…la mia migliore amica, la persona più dolce e tenera che si potesse incontrare nella vita. “Uh hai ragione Dany! Scusa, ho avuto un contrattempo. Ora ti raggiungo subito”. Corsi a prendere l’auto, mi guardai allo specchio e sembravo un mostro, anzi lo ero…cercai di nascondere quanto potevo il mio stato d’animo, infondo ero abituata a fingere di stare bene…fino ad allora avevo saputo tenere nascosto anche a me stessa quello che ero realmente e quello che volevo… Arrivai sul luogo dell’appuntamento e vidi Daniela corrermi incontro preoccupata “Ma che fine hai fatto? Potevi almeno mandarmi un messaggio o telefonarmi, mi hai fatto fare i vermi”. Risi “Scusa, scusa”. Salì in auto e mi guardò torva…”Cos’hai Marghe? In questi giorni sei così strana…parli e mangi poco, sei sempre pensierosa…” “Nulla, stai tranquilla…mi conosci e sai che a volte mi lascio andare…è solo stanchezza, passerà…”. A quelle parole vidi la faccia di Daniela rilassarsi “Dovresti riposare un po’ la notte, invece di leggere” e indicò il libro nella mia borsa. Risi di nuovo in modo nervoso e le dissi “Non posso farci niente se sono così passionale, quel libro mi travolge totalmente e non mi rendo conto del tempo che passa” “Ma se lo hai letto già trentamila volte!!!Comunque che contrattempo hai avuto?” “Beh…sono andata in edicola a comprare i restanti libri della saga…ehm…” mi sentivo una sciocca “…ho perso tempo c’era gente…” “Tu sei proprio matta” disse voltando lo sguardo fuori dal finestrino. Cercai allora di cambiare argomento “Allora stasera che si fa?” dissi “Ti prego però niente di stressante, sono stanca”. “Non ti preoccupare Marghe, ho organizzato una pizza a casa mia col resto del gruppo. Qualcosa di rilassante e che ti piace” rise “…ovviamente mi riferisco alla pizza, eheheheh”. La guardai e sorrisi. Arrivati a casa sua, trovai già tutti là ad aspettarci, tutti ridevano, scherzavano ed io in quell’esatto momento mi sentii fuori posto…non ero dell’umore per ridere, ma cavoli non riuscivo a capirne il motivo, stavo bene fisicamente, non avevo altri problemi, ma ero…vuota…o perlomeno era quella sensazione che dominava… Qualcosa mi scosse…era Alessandro che parlava “Marghe vuoi ancora una fetta di pizza?” “Ah Ale, no grazie non ho più fame mi sento piena” “Ma se hai mangiato pochissimo” mi guardò con gli occhi sbarrati “No davvero non ho più fame” e sorrisi cercando di convincerlo che stavo bene… “Ragazzi che ne dite di vederci un film” disse qualcuno. Alla parola film sobbalzai e il mio pensiero ancora una volta andò lì…scrollai la testa come per fare a pezzi i pensieri costruiti ma servì a poco visto che durante tutta la durata del film non feci altro che rivedere nella mia testa quelle scene, questa volta era diverso, perché ero io la protagonista…solo allora mi accorsi che ad attirare la mia attenzione non era solo il personaggio, ma il suo interprete: Robert...lui aveva qualcosa che suscitava in me sensazioni indescrivibili, forse stavo impazzendo, ma da quel momento cominciai a cercare notizie su di lui, scoprendo ogni giorno di più quanto mi sentissi legata a lui, il suo modo di fare, di parlare così maledettamente attraente, dolce...ero come in trans... Passarono altre settimane, ma la mia apatia, se così la vogliamo chiamare, non andava via. Mi ero imposta di non leggere più né tanto meno di avvicinarmi al cinema…preferivo immergermi nello studio, a breve avevo gli esami, stavo cominciando un nuovo percorso, lontana dal mio paese e all’inizio ne ero entusiasta, invece ora provavo solo tanta paura e nostalgia. Sentivo che stavo crescendo e che presto le responsabilità sarebbero aumentate e mi chiedevo se ero in grado di far fronte a tutto, ero davvero così forte come avevo sempre fatto credere a tutti? Beh la risposta era proprio davanti ai miei occhi…mi guardavo allo specchio e capivo che per come mi ero ridotta non ero forte per nulla. Nella mia vita avevo sempre messo al primo posto gli altri, lo studio, ma non avevo mai preso in considerazione me stessa e quello che sentivo e volevo. Avevo rinchiuso nell’angolo più nascosto di me l’amore per la musica, il canto, il desiderio di comunicare agli altri emozioni forti, indelebili e cosa più grave avevo smesso di credere nell’amore…quel sentimento che fino ai 16 anni aveva illuminato le mie giornate, mi aveva fatto sognare ad occhi aperti, piangere davanti ad un film romantico…quell’amore che mi avrebbe dovuto far sospirare, felicità e dolore allo stesso tempo, purchè fosse amore, amore vero, come quello che ero pronta a donare a tutti senza condizioni, salvo poi sentirmi stupida perché nessuno capiva come realmente ero e perché a volte fossi così entusiasta di stare con gli amici o di parlare semplicemente con qualcuno. La vita mi aveva cambiata, mi aveva spinta ad adottare un atteggiamento che ben si conformasse con quello che gli altri volevano o meglio a quello che gli altri vedevano in me…niente di più sbagliato…per fare questo avevo rinnegato me stessa. "Guardami quella che tu vedi non sono io, tu non mi conosci, è così la mia parte è questa qua...eccomi, ciò che mostro è solo esteriorità, certo non il cuore mio...dimmi, dimmi chi è l'ombra che riflette me, non è come sono io e il perchè non so...sono qui obbligata sempre a nascondere quello in cui più credo, essere fuori e dentro uguale un'identità, in un mondo in libertà..." cantava Syria qualche anno fa… Dentro di me ribolliva la verità e sempre più prepotentemente voleva emergere, ma avevo troppa paura, perché quello che provavo non era quello che mi ero imposta. Sono sempre stata la classica ragazza tranquilla, monotona, ma negli ultimi tempo vivevo con la speranza che qualcosa cambiasse, lo volevo fortemente. Dentro di me cominciavano ad avanzare la voglia di evasione. Volevo andare via, lontana da tutto e da tutti per poter vivere alla giornata almeno una volta nella mia vita, senza programmare nulla, senza sperare nulla…volevo solo VIVERE!!! Forse è questa mia voglia di vivere che mi spinse a prendere una scelta che avrebbe cambiato del tutto la mia vita: partire per Londra. Posto che non avevo mai amato, avendo io una forte avversione verso la lingua inglese. A spingermi verso quella direzione fu l’attrazione che provavo ogni giorno sempre più forte per quell’attore, sapevo benissimo di essere matta, non sarei mai riuscita ad incontrarlo ne tantomeno a chiacchierarci, ma volevo e dovevo provare. Era l’occasione giusta per poter imparare finalmente l’inglese. La mia fu una decisione che sorprese tutti, me per prima, non credevo di essere così forte da decidere di andare da sola in un posto così grande e così diverso da quello in cui vivevo. Sapevo bene che avrei avuto mille difficoltà, ma lottai con tutta me stessa per convincere i miei genitori. Sapevo anche che avrei fatto preoccupare mia madre, ma la mia vita in quel momento era più importante; c’era ovviamente anche la possibilità che non mi sarei trovata bene, in quel caso avrei fatto le valigie e sarei tornata a casa, ma almeno sapevo che ci avevo provato. Decisi di partire a gennaio…erano venuti tutti all’aeroporto a salutarmi, fu una cosa davvero strana, vivevo quel momento come fosse un addio, dentro di me sapevo che qualcosa stava davvero cambiando, ma ammetterlo era davvero troppo difficile. Mi pianse il cuore nel lasciare la mia migliore amica, sapevo che qualsiasi cosa sarebbe successa lei sarebbe restata sempre la migliore amica del mondo, ci saremmo sentite sempre e le avevo promesso che sarei tornata e ovviamente volevo e pretendevo che anche lei potesse venire a trovare me. I miei amici e la mia famiglia erano fortemente convinti che dopo poco sarei tornata, davano tutti per scontato che avrei sentito nostalgia di casa.

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Capitolo 3
*** Londra ***


Londra

Eccomi qui a postare il secondo capitolo...volevo ringraziare chi ha commentato...so che la storia può sembrare stupida e banale, ma rappresenta per me qualcosa di veramente importante...grazie a tutti e mi scuso se l'altra volta la mia introduzione è venuta attaccata al capitolo...^^

Giulls: ringraziarti è poco!!! E comunque c’è spazio per te sull’aereo che mi sta portando a Londra, dal mio adoratissimo Rob…vieni pure…

 
Daydre4mer: sai bene che io questa pazzia non la posso fare…purtroppo…anche se mi aiuterebbe davvero tanto…stef…grazie di cuore per tutto…per i commenti, per il supporto…

 
Fairwrite: ti ringrazio per aver recensito di nuovo la mia storia…beh “Riflesso” è una canzone che mi rappresenta tantissimo…l’ho sempre sentita mia…e mi sembrava idonea per descrivere bene cosa provasse la protagonista…per quanto riguarda l’espressione “…con una foga che non era mia…” non so come mi sia uscita, so solo che quando ho scritto questa storia mi sono lasciata alle spalle tutta la razionalità di cui sono dotata e ho fatto parlare il cuore…guidato dai sentimenti profondi che nutro verso Robert…

 Ma ora basta…vi lascio al prossimo capitolo…grazie a Giulls per le indicazioni sull’html

Arrivata ad Heathrow mi sentii subito pervarsa da brividi di emozione: ero pronta per la mia avventura ed era un primo segno del mio cambiamento: non sono mai stata istintiva ne tantomeno amante delle cose poco chiare, ora invece mi dirigevo verso un futuro che non avevo programmato o immaginato. Le prime difficoltà non mancarono, parlare inglese mi costava una vera e propria faticaccia. Dizionario alla mano mi avviai presso la pensione: per qualche tempo avrei arrangiato lì, mi ero iscritta ad un corso di inglese, volevo impararlo davvero e in fretta.

Primo giorno di lezione: la cosa più impressionante fu l’istituto, era completamente diverso da quelli che ero abituata a vedere dalle mie parti, le aule erano enormi, ogni alunno aveva un proprio armadietto…mi sembrava di essere nei film…

“Wow!!!Ma qui è tutto fantastico…” “Beh diciamo che dopo un po’ ci si fa l’abitudine” rispose una voce femminile dietro di me. Mi voltai e vidi una ragazza bionda, esile, occhi verdi che mi sorrideva, mi porse la mano “Piacere mi chiamo Simona, sono italiana come te, sono qui da qualche mese” e mi strinse la mano.  Non potevo crederci: c’era qualche italiana come me, che fortuna. “Piacere io sono Margherita, ma chiamami Marghe. È bello sapere che c’è qualcuno che parla la mia lingua. Oramai io e il dizionario di inglese siamo diventati un’unica cosa” ridemmo “Anche io all’inizio facevo come te, poi con il corso ho acquisito le prime basi e ho deciso che il dizionario dovevo lasciarlo a casa. Devo abituarmi a parlare altrimenti non lo imparerò mai bene” “Hai ragione. Mi sa che dovrò fare anche io così, mi costerà parecchio, mi conosco e so che se qualcuno mi chiede qualcosa non capirò nulla” sbuffai e Simona rise. Ci avviamo insieme a lezione, l’insegnante Mr Majer era molto bravo, preciso e soprattutto paziente ed era proprio quella la qualità che più doveva avere il mio professore perché con me ce ne voleva molta.

Finite le lezioni, io e Simona ci dirigemmo verso la mensa…avete presente quelle sale enormi con tutte quelle persone e quei banconi pieni di roba da mangiare???Bene era proprio come nei film, io ero sempre più allibita. Simona mi portò con sé dal suo gruppo di amici “Ciao. Lei è Margherita” “Ciao Margherita. Io sono Stephanie” “Io sono Edward”  a quel nome sentii, la terra tremare sotto i piedi…il protagonista del libro mi perseguitava, inoltre mi sentii male, perchè parlavano tutto velocissimo e fui costretta a rispondere con poche parole “Piacere di conoscervi!”. È stato il pranzo più lungo della mia vita, loro parlavano, ridevano ed io non riuscivo a seguirli, che amarezza, ma non persi le speranze, io volevo e potevo imparare e sorrisi a quel mio pensiero stranamente ottimista.

D’improvviso Simona si rivolse a me “Marghe, ma tu dove alloggi?” “In una pensione a qualche kilometro da qui” “Beh direi che è ora che trovi un alloggio diverso, io ho una stanza libera se vuoi puoi trasferirti. Sono in affitto, magari ti trovi un lavoretto e dividiamo le spese.” “Davvero? Non disturbo?” “Ma dai! Mi fa piacere. Anzi dai andiamo a prendere le valigie e se vuoi ti porto dal mio datore di lavoro magari ha un posticino anche per te” “Simona grazie mille, ma per quanto riguarda il lavoro, come faccio a cavarmela se non parlo bene l’inglese?” “Tranquilla…me la vedo io”. A quelle parole uscimmo fuori dall’istituto e andammo alla sua auto. Qualche ora dopo eravamo a casa sua, sistemammo le valigie mentre ci facevamo l’interrogatorio. Ero contenta, Simona viveva a pochi minuti dalla scuola in una via denominata “Men street”, la casa non era grandissima ma c’era tutto l’occorrente: cucina, bagno, due camere da letto e un piccolo ripostiglio.

Il tempo scorreva abbastanza tranquillamente, avevo anche cominciato a lavorare come cameriera in un piccolo ristorante lungo la “Men street”. Altra cosa assurda, non avevo mai fatto quel mestiere e non mi ci sentivo adatta, essendo una grande imbranata, eppure me la cavavo bene. Mia madre l’ha sempre detto: “Devi credere di più in te stessa, sei capace in tutto, basta solo volerlo.” Sorridevo al ricordo di mia madre, ne sentivo la mancanza, lei è sempre stata una presenza costante nella mia vita, non mi ha mai abbandonata, forse troppo ossessiva a volte, ma so che tutto quello che ha fatto e che farà è perché mi vuole bene.

Non avevo dimenticato il motivo che mi aveva spinta in quella grande città, ma stavo aspettando il momento giusto per agire. Avevo scoperto il quartiere dove viveva: Barnes, ci ero stata una volta, avevo fatto un giro di perlustrazione. Gli inglesi erano molto schivi, riservati, chiedere di lui sarebbe stato impossibile.

Andai via in modo rapido, così come ero arrivata in quel posto, sapevo che lui in quel periodo sarebbe tornato a casa prima di ripartire per il prossimo film, ma non ero ancora pronta per incontrarlo…non dovevo necessariamente parlargli, mi bastava anche solo poter guardare da lontano l’oggetto del mio assurdo desiderio. Camminavo per quelle strade e pensavo a tutte le volte che c’era passato lui, mi sentivo come se stessi percorrendo la sua strada, sentivo la sua presenza dentro di me. Era tutto così assurdo, ma piacevole, sentivo di stare bene…stavo bene con chi non conoscevo, ma con chi il mio cuore aveva deciso di star bene. Discorso complicato, lo so, ma era quello che provavo.

Non avevo ancora parlato con Simona di questi miei stranissimi sentimenti, non volevo che mi prendesse per pazza, ma sentivo che dovevo chiedere consiglio a qualcuno, stavo scoppiando. Simona mi ascoltò in silenzio, io di mio, dosai ogni parola, non volevo lasciarmi travolgere dalla passione che provavo ogni volta che pensavo a lui, ma non era cosa facile. La cosa che più mi sorprese è che Simona fu la prima a non giudicarmi male, anzi, diceva che le mie parole l’avevano colpita molto e che traspariva perfettamente ciò che provavo, non era finzione. “Non è facile Marghe, il tuo inconscio desidera qualcuno che sia come lui. Forse vederlo può farti bene o forse no, perché potrebbe aumentare il desiderio di lui. Ci vuole tempo sono convinta che nel momento in cui incontrerai qualcuno più vicino a te che ti prenderà così forte, lo dimenticherai”, ma io sapevo benissimo che non avrei mai potuto né voluto dimenticarlo, aveva rappresentato il mio “risveglio”, la mia svolta e aveva quindi un ruolo importante nella mia vita. Infondo era come se lo conoscessi da sempre, non sentivo un divario tra di noi, conoscevo di lui tutto o quasi, avevo visto ogni video, ogni intervista e avevo imparato a scoprire giorno dopo giorno i suoi gusti, le sue passioni, il suo modo di fare. Tutto di lui mi piaceva. Ero contenta e questo mio stato d’animo mi aiutava con lo studio della lingua, tutto mi sembrava più semplice e finalmente riuscivo a sentirmi in grado di parlare e capire quello che dicevano. Mi divertivo un sacco alle serate organizzate dagli amici di Simona, ballavamo, cantavamo, ridevamo, scherzavamo, era tanto che non mi sentivo così viva, libera. Proprio in occasione di un’uscita tra amici, accade ciò che mai avrei pensato...

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Capitolo 4
*** Incontro e scontro con la realtà... ***


Incontro e scontro con la realtà...

Ed eccomi di nuovo qui, pronta a postare un nuovo capitolo…scusate l’assenza, ma ho tremila cose da fare e trovare il tempo per farle mi risulta complicato!!!

Giulls: aaaaaaaaaaaa ogni volta che leggo i tuoi commenti, mi sento contenta! Simona è il mio mito, l’adoro e sarà fondamentale nella vita della nostra cara Marghe…grazie di tutto Giulls…e spero che anche questo capitolo ti piaccia…

Daydre4mer: my friend…grazie!!! Sei la persona che più mi sta aiutando in questo periodo particolare…e ci sei sempre…anche qui…!!! Ti adoro…e spero davvero che riusciremo ad andare insieme a Londra…

Fairwriter: il tuo commento mi ha commossa moltissimo!!! Non pensavo che potesse piacere così tanto la mia storia…ti ringrazio per i complimenti, ne sono onorata!!!
Si, mi chiamo Margherita ;) e il mio personaggio mi somiglia moltissimo, l’unica differenza è che lei ha avuto il coraggio di prendere quell’aereo e affrontare di petto il suo destino…mi spiace, ma in questo capitolo non ci sarà musica, me nel corso della storia ne troverai molta…;)

Ora vi lascio al nuovo capitoletto, mi auguro che piaccia…grazie anche a chi legge soltanto, a chi recensisce e a chi ha messo la mia fan fiction tra le preferite!!!

Andammo in un locale alla periferia di Londra “Premier”, un po’ troppo vistoso a mio parere, ma non aveva importanza. Era pieno di gente e la musica era a tutto volume; ci sedemmo ad un tavolo e ordinammo qualcosa da mangiare. Quella sera mi sentivo particolarmente agitata, ma non ne capivo il senso, fin quando all’improvviso Simona si voltò verso di me e mi gridò: “ Marghe, c’è Rob!!!” io sobbalzai dalla sedia, sentii il cuore salire in gola e le gambe tremare “Rob?!?” domandai incredula “Sei sicura?” mi fece cenno di si con la testa e col dito mi indicò una zona del locale. Ebbi paura di voltarmi, ma il desiderio di vederlo era fortissimo: era infondo al locale, seduto a bere qualcosa con gli amici; era bello… bello come il sole, era come se fosse circondato da un’aura dorata, aveva i soliti capelli scombinati e quell’aria sbarazzina che tanto amavo. Eppure nessuno lo calcolava, stava tranquillamente per i fatti suoi, sarà che nel locale non potevano entrare le ragazzine al di sotto dei 18 anni, che pazze com’erano gli sarebbero saltate al collo, beh non che io non ne avessi voglia, ma sapevo controllare i miei istinti. “E che fai? Lui è qui e non vai a conoscerlo?” guardai Simona sbalordita “Non ho il coraggio di andare lì…che gli dico, mi prenderà per la solita fan pazza…”. Simona sbuffò “Se non vai tu, ti ci porto io a calci”, minacciò, feci cenno di no con la testa e abbassi lo sguardo. Stavo male, mi sentivo troppo strana, eppure lui era là, nello stesso mio posto ed io ero così codarda da non andare a conoscerlo? Ero arrivata ad andare via di casa per lui e ora mi facevo fermare dalla mia timidezza? Ero proprio matta. Neanche il tempo di pensarci su troppo, che Simo mi prese la mano e mi portò con sé “Dove mi porti?Simo aspetta, ti prego!!!” “Ma non esiste, sei venuta qui per lui, provi per lui qualcosa o mi sono sbagliata?” a quelle parole dette con tono di sfida rinsavii, sentii nuovamente il battere del mio cuore accelerare e guardai verso Rob, aveva lo sguardo perso nel suo bicchiere, poi d’improvviso si voltò e guardò verso di noi. Sorrise e mi sentii come un ghiacciolo al sole e capii che dovevo provarci. Mi sciolsi dalla presa di Simona e le feci cenno di aspettare, andai verso di lui che continuava a guardarmi: dal vivo era ancora più che bello, indossava un pantalone verde, una camicia nera leggermente sbottonata e ai piedi portava le dottor martines. Rob capì che stavo andando da lui e si alzò come ad aspettarmi, giuntagli dinanzi, i suoi amici mi guardarono e risero. “Ciao” e lui “Ciao”…che voce calda che aveva, lo guardai per qualche istante e gli porsi la mano “Mi chiamo Margherita e vengo dall’ Italia” e sorrisi involontariamente, lui ricambiò “Oh Italia! Bella…piacere di conoscerti, io sono Robert”. Mi disse il suo nome, come se io non lo sapessi…poi mi voltai verso i suoi amici e li salutai con un mega sorriso “Buonasera!!!”, erano sorpresi ma alzarono la mano in segno di saluto. Ritornai a Rob e cercai di dirgli che ero al locale con degli amici e che mi ero trasferita a Londra da un mesetto per motivi di studio. Ascoltava attentamente e rispondeva alle mie domande, sembravamo due vecchi amici che si rincontravano dopo tanto tempo, tanto che passammo quasi mezz’ora a chiacchierare e a ridere. Finiti gli argomenti, regnò l’imbarazzo “Ehm, Scusami, non volevo disturbarti.” “No, non preoccuparti, non mi hai disturbato” e mi sorrise di nuovo. A quel punto dovevo salutarlo, non potevo trattenerlo a lungo, anche se avrei voluto rapirlo e portarlo con me. Fu gentilissimo e mi sentivo contenta, lo salutai e non mi aspettavo che mi baciasse sulla guancia, rimasi allibita e ricambiai inconsciamente. L’incrociarsi dei nostri occhi dopo quel bacio, scatenò in me il delirio, il battito del cuore accelerò improvvisamente e il mio viso infuocava per il rossore. Con una faccia da ebete mi diressi verso il mio tavolo. Simona mi vide e rise “E allora che vi siete detti per tutto questo tempo?” “Beh ho cercato di spiegargli che ero qui per studio e gli ho fatto qualche domandina” risi come una scema, mi sentivo emozionata, sentivo lo stomaco stranissimo, non avevo per nulla fame, infatti mangiai giusto due patatine e diedi il resto ad Edward. Persa nei miei mille pensieri, non mi resi conto che Edward si stava bevendo anche la mia pepsi, non ascoltavo i loro discorsi, ero in un mondo tutto mio circondata da un gran numero di farfalle che mi volavano accanto e che mi portavano con loro verso un meraviglioso prato fiorito, dove d’improvviso appariva Robert sorridente. Fu Simona a riportarmi coi piedi sulla Terra “Terra chiama Marghe. Ohi ci sei?!?” la guardai “Credo di si, scusa sono un po’ fusa.” “Fusa? Solo? Sei completamente sulle nuvole!” e mi sollevò il braccio e lo spinse via per scherzare, ridemmo come delle sceme, Edward e Stephanie non capivano e ci guardavano in modo strano. Mentre ridevo, involontariamente mi girai verso Rob e in quello stesso istante anche lui rideva come un pazzo con i suoi amici. Mi si riempì il cuore di gioia.

Lasciammo il locale dopo poco, Rob era ancora là, quando ci alzammo per andarcene speravo che si voltasse così potevo salutarlo, ma niente. Il rientro fu un po’ triste, fin quando ero nello stesso suo posto mi sentivo benissimo, ma quando fui consapevole che eravamo lontani e chissà se mai l’avrei rivisto mi sentii pervasa da un brivido di tristezza e pensai che forse sarebbe stato meglio non incontrarlo. Edward si accorse del mio improvviso malessere e mi chiese cosa avessi “Che cos’hai?”, non risposi, non sapevo cosa dirgli, potevo mai dire “Mi sento triste, perché sono lontana da Robert Pattinson”…no, certo che non potevo, preferii guardarlo e fargli un sorriso come a comunicargli che non avevo nulla di grave, ma non lo convinsi molto, visto che mi fece una smorfia e si mise a parlare con Simona sperando di capirci qualcosa. Simona mi fissò e capì subito cosa stessi pensando, ma non tradì il mio “segreto”  “Marghe è solo stanca. Ha bisogno di una bella dormita” e mi fece l’occhiolino, guardai Edward e annuii, infondo era vero, avevo proprio bisogno di dormire. Arrivata a casa, mi misi subito nel letto con l’ipod nelle orecchie, avevo voglia di ascoltare musica e mi misi ad ascoltare quella canzone del film che amavo tanto: la ninna nanna che lui aveva scritto per la sua lei e ripensai a quella serata, a quanto mi facesse stare bene l’idea di aver potuto avere la sua attenzione su di me per un po’, mi bastava sapere che lui sapesse che io esistessi. Mi rendeva triste solo l’idea di non sapere quando avrei potuto rivederlo prima di poterlo ammirare di nuovo sugli schermi di un cinema. Volevo lui, solo lui. E mi addormentai con il suo viso tra i miei pensieri.

L’intervistatore si affiancò a me e Robert “Cosa pensi del film Twilight?” mi chiese “E’ un film emozionante, avvincente” “E dell’attore Robert Pattinson?” sentii una fitta al cuore e lo sguardo di Rob addosso…ci eravamo conosciuti da 5 minuti e già un giornalista rompeva le scatole “Beh Rob…” troppo confidenziale, pensai e mi corressi “…Robert è un attore bravissimo, ha saputo interpretare a perfezione il ruolo di Edward, gli ha dato vita con maestria, ha reso tutto più vero. Io credo che lui possa essere in grado di interpretare qualsiasi ruolo, sa studiare il personaggio e sa adattare se stesso a lui.” Sott’occhio vidi la bocca di Rob aprirsi in un sorriso…l’intervistatore andò via dopo aver fatto qualche altra domanda e ci lasciò soli…io e Rob ci guardammo, deglutimmo entrambi, ci avvicinammo di più per parlare e non so come ci ritrovammo abbracciati…cominciai a respirare il suo profumo, mi inebriava, gli morsi piano l’orecchio, lui continuava a parlare, lentamente poi si voltò verso di me, io dissi qualcosa che venne interrotto dal baciò che mi diede, un bacio a stampo…staccò le labbra dalle mia, mi guardò per un istante, mi sorrise, gli sorrisi e ci baciammo di nuovo, un bacio per nulla prudente, sentii il cuore battere a mille, quasi mi usciva dal petto…

Il risveglio fu duro, non volevo alzarmi dal letto, per fortuna era sabato e non dovevamo andare al corso, altrimenti penso che sarei stata una zombie. Simona si alzò comunque presto, mi preparò la colazione e me la portò a letto. “Pigrona fa colazione, altrimenti non arrivi all’ora di pranzo”, sbuffai e nascosi la testa sotto il cuscino, avevo gli occhi indolenziti, me li strofinati e sentii dell’umido sulle mie mani, le guardai e mi resi conto che erano bagnate, mi alzai di scatto, guardai Simona e capii tutto. Avevo pianto nel sonno, mi sentivo così stupida e mi rimisi a piangere come una bambina, inconsapevole del motivo. “Ho sognato Rob stanotte” singhiozzai “…un sogno bellissimo, ho sentito il cuore battere fortissimo come se tutto fosse reale…ma perché, perché mi sta succedendo questo? Perché lo amo così prepotentemente?”, Simona posò la colazione sul comodino e corse ad abbracciarmi, senza dire una parola, ascoltò in silenzio lo scendere delle mie lacrime. Restammo così per dieci minuti, poi parlò “Hai pianto molto stanotte, ti lamentavi, eri agitatissima. Ho cercato di chiamarti, ma non mi sentivi, eri persa nei tuoi sogni.” “Mi spiace di averti svegliata coi miei lamenti, non volevo.” “Tranquilla Marghe. Ora va meglio?” , feci cenno di si e mi alzai per fare colazione. “Stasera ti voglio portare in un locale italiano. Credo che oramai avrai nostalgia di casa, no?”, alzai la testa dalla mia tazza di latte sorrisi a più che posso, avevo proprio voglia di sentire attorno a me l’aria del mio paese, cominciava a mancarmi. Subito dopo la colazione, telefonai a mamma e poi a  Daniela. “Dany!!!Come stai?” “Marghe, che gioia sentirti! A me tutto bene e a te?” “Bene, bene. Mi sto divertendo moltissimo, è tutto molto bello qui. Simona mi sta facendo sentire come a casa.” “Mi fa piacere. Manchi a tutti, Marghe…” fece una pausa “…quando torni?” a quella domanda sentii un nodo alla gola. Non avevo mai pensato in tutto quel tempo al mio ritorno a casa, semplicemente perché non mi andava ancora di tornare. “Non lo so Dany. Il corso finirà verso giugno, poi sto anche lavorando. Comunque se riesco per il mese di marzo faccio un salto a casa. Mi mancate moltissimo anche voi.” “Bene, ti aspettiamo!!!Ma allora dimmi, come va con l’inglese?” e si mise a ridacchiare “Non ci crederai, ma comincia a piacermi. Sai…” mi fermai “Si?” “…beh ieri in un locale, ho incontrato una persona…” balbettavo, non sapevo come dirle di Rob senza cadere nel ridicolo “…non una persona normale, oddio è normale, solo che non è comune, ecco questa è la parola più esatta” “Ok e che aspetti a dirmi chi è? Mi vuoi far morire di curiosità?” “No, no, sto trovando le parole giuste per spiegarti. Ho incontrato Rob…Robert…” “Robert?”, pensò un attimo poi riparlò “L’attore???” gridò “Si…lui…” “Wa, hai visto alla fine lo hai incontrato. E com’è dimmi tutto!!!” ero felice che non mi rimproverasse per quella mia follia assoluta e di getto le raccontai della serata.

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Capitolo 5
*** Musica e Rob: i sogni di Marghe... ***


Musica e Rob: i sogni di Marghe...

Salve a tutti,
sono di nuovo qui a postare un nuovo capitolo di questa mia folle fan fiction…^^
Che dirvi? Sono felice che ci sia qualcuno che la segua assiduamente, mi dà motivo di continuare a postare…ammetto che spesso penso di aver fatto una sciocchezza, qui ci sono delle storie davvero sensazionali e la mia fa schifo…uff pazienza, non si può avere tutto dalla vita…
Bando alle ciance, passo ai ringraziamenti :D

Fairwriter: non so davvero come ringraziarti…ti chiederai perché? Beh stai continuando a leggere assiduamente la mia storia e ne sono felice, quando l’ho pubblicata sul sito, ho pensato che nessuno l’avrebbe fatto…troppo banale e scontata…e il mio stile del tutto inappropriato…
Tornando al tuo commento, devo dirti che l’aggettivo “scombinato” mi è venuto del tutto naturale, quando vedo i capelli di Rob li definisco sempre tali…eheh…è un aggettivo che attribuisco anche a lui :P. “
Sai, mi appassiona un sacco questo amore assoluto che Marghe nutre nei suoi confronti, lei si rende conto di starci male, ma continua a voler donarsi a lui! Sei geniale, cara! Per come scrivi, per come incornici il tutto, per come inventi ed elabori!” qui sono arrossita e ho pianto come una stupida…si, Marghe è follemente innamorata di lui…sa che è un amore che la farà soffrire parecchio, ma non può fare a meno di pensare a lui, ogni cosa di Rob le piace e le dona una sensazione di benessere e piacere che mai nessuno le ha fatto provare…a cosa la porterà tutto questo??? Si vedrà ;)

Giulls: “bravissima tesoro, è sempre un piacere leggere questa storia!” sono felice che ti piaccia sempre…sai che per me il tuo giudizio è fondamentale!!! Spero che continuerai a seguirmi…

Ilachan89yamapi: wow una nuova fan…sono stata contenta di leggere la tua recensione…ti accontento subito e pubblico un nuovo capitolo ;) continua a seguirmi se ti fa piacere…

Daydre4mer: ed ecco la mia friend!!! “questa ff è stupenda non smetterò mai di ripeterlo..brava..ricordati ci sono sempre x te” ti adoro, lo sai, vero?!? Grazie per i tuoi commenti e per la tua presenza…Tvb…

Basta con le chiacchiere, vi lascio al capitolo…alla prossima…ciaooooooooooooooo…ps: se potete ascoltate questa canzone  
http://www.youtube.com/watch?v=3h-S1pLrjdk...ben esprime lo stato d'animo della protagonista

Erano le 20:00, io ero chiusa in camera a scegliere i vestiti, ero indecisa su cosa mettere, avevo fatto shopping qualche giorno prima, perché molti dei vestiti che avevo mi andavano un po’ larghi, ero dimagrita per via del cibo che non amavo in modo particolare in quel periodo. Scelsi un jeans nero, maglia viola con scollo a V, sotto una camicia bianca e un paio di stivali neri. Arrivammo al locale un’ora e mezza dopo, non eravamo ancora entrati e già stavamo ballando come i pazzi. Come mi mancava la musica che ascoltavo a casa, mentre pensavo questo vidi che il locale includeva anche un privè con piano bar e mi illuminai. Cantare, da quanto tempo non lo facevo e chiesi agli altri se a loro andava di andare nel privèè, ma mi dissero di no, allora andai da sola.
Il cantante era un signore sulla trentina, bravo non c’era che dire e il pubblico era entusiasta. Mi sedetti al primo tavolo libero, quasi davanti al cantante; ad un certo punto lui chiese chi volesse andare a cantare qualche pezzo italiano e senza che lo volessi alzai la mano e lui mi chiamò sul palco. “Ciao. Piacere mi chiamo Francesco”, “Il piacere è tutto mio, io sono Margherita.” “Allora che pezzo ti va di fare?” decisa dissi “Qualcosa che non c’è di Elisa” “Mmm ottimo, mi piace. Aspetta che trovo la base. Fatto, pronta?” “Si”. Io ero su un palco, col microfono tra le mani pronta per cantare, assurdo pensai, la vecchia me non l’avrebbe mai fatto e cominciai a provare paura, stavo realizzando quello che avevo fatto e non ci potevo credere, ero stata posseduta, non potevo essere io quella che stava per cantare. Partì la musica ed io cominciai a cantare trasportata dall’emozione che quella canzone suscitava dentro di me “
Tutto questo tempo a chiedermi cos'è che non mi lascia in pace, tutti questi anni a chiedermi se vado veramente bene così come sono…” e mi lasciai andare alla verità di quelle parole “Ho aspettato a lungo qualcosa che non c'è, invece di guardare il sole sorgere…”. La canzone poteva ben adattarsi al mio risveglio, alla mia nuova voglia di vivere. Quando aprii gli occhi davanti a me vidi i miei amici entusiasti, lessi nei loro occhi l’emozione che provavano, anche se Stephanie e Edward non capivano le parole della canzone.
Scesi dal palco e corsero ad abbracciarmi quasi commossi “Meravigliosa, meravigliosa!” gridavano. Anche Francesco mi fece i complimenti, fui lieta di vedere la gente che applaudiva, salii nuovamente sul palco per ringraziare e mi inchinai. Dopo anni finalmente avevo ricantato, ero contenta, amavo davvero cantare, mi piaceva emozionarmi con la musica e far emozionare e leggere sulla faccia delle persone la felicità per avermi ascoltata mi riempiva il cuore di gioia e mi commuoveva.
Francesco mi diede il suo bigliettino, aveva una scuola di canto e voleva che andassi, la retta non era alta, si pagava a lezione e con il lavoro e i soldi che mia madre ogni tanto mi inviava potevo permettermi anche il canto.
La successiva canzone mi colpì al cuore “Come musica” di Jovanotti, non amavo molto questo cantante, ma quella canzone la sentivo vibrare nelle mie corde, nel mio sangue e mi faceva pensare a lui…a quel ragazzo che stava scombussolando la mia vita e sperai di poterlo rivedere presto. Ed ecco che Marghe ricominciava a vivere di sogni e illusioni, infondo anche se un po’ più istintiva, restavo sempre la solita sognatrice. Sentivo dentro di me che quella canzone avrebbe rappresentato qualcosa di più col tempo…e questa lieve speranza mi ridava vita…
Decisi che non potevo aspettare di incontrarlo per caso, per questo organizzai un pomeriggio con Simona, Edward e Stephanie nel quartiere di Rob. Non rivelai il motivo di quella passeggiata, mi ero giustificata dicendo che volevo conoscere le varie zone di Londra. Edward e Stephanie erano intenti a spiegarci la storia di quella zona e sembravano entusiasti di rendersi utili, io li ascoltavo, ma non capivo ciò che dicevano, non perché non comprendessi le loro parole, semplicemente perché ero con la testa ad un’altra parte. Un aspetto del racconto mi colpì, Edward disse di essere originario di quel quartiere e di essersene andato da qualche anno per trasferirsi in un altro posto. Senza pensarci due volte, gli chiesi:”Conosci la famiglia Pattinson?”, Simona mi fece un’occhiataccia perché capì il motivo per cui eravamo in quel posto, mentre Edward si fermò, mi guardò e con tutta tranquillità mi rispose: “Oh si! Sono delle brave persone. Io ho fatto le scuole con loro figlio Robert.” “Oh!” , esclamai spalancando gli occhi “Ora lui è un attore. Lo sai?” “Si,Robert è sempre stato un ragazzo calmo e timido, sono contento per lui, anche perchè non si è montato la testa” e mi raccontò di quando andavano a scuola, di quanto Rob fosse imbranato con le ragazze, della sua passione per la musica e della paura del padre che fosse gay e quindi la decisione di iscriverlo ad un corso di recitazione. Mi immersi totalmente nel racconto di Edward, immaginando ogni scena nella mia testa e quasi mi commossi a sentire parlare bene di lui, ero contenta che qualcuno non lo definisse un classico ragazzo stupido e vuoto. L’avevo sempre saputo che Rob era una persona profonda…il mio Rob…a qual pensiero sobbalzai e mi sentii rossa in volta. Ogni volta che Edward lo nominava arrossivo, come se stesse parlando di qualcosa che mi riguardasse in modo molto intimo. Camminando, camminando arrivammo proprio dinanzi casa sua: una casa semplicissima, comune a tutte le altre, ma che ospitava da sempre, l’uomo della mia vita. Quanto avrei voluto entrare e chiedere di lui, interrogare i genitori, vedere tutte le sue foto, ma non potevo, infondo per lui non ero altro che una semplicissima fan, mentre lui rappresentava il mio mondo e non lo sapeva…non sapeva che esisteva una ragazza talmente pazza da amarlo così tanto da vivere di sole speranza, io lo aspettavo e l’avrei fatto…per sempre…se esiste un’anima gemella per ognuno di noi, io ero sicura di averla trovata in Robert, non avevo mai provato emozioni simili per qualcuno, mai mi ero fatta prendere in modo così irrazionale da un sentimento, anche se ero il tipo di persona che cercava di vivere in modo totale i sentimenti, ma questa volta era diverso e lo avevo capito fin dal primo momento…nulla sarebbe stato più come prima…
Guardavo quella casa e speravo che la porta si aprisse e apparisse lui…ma non accadde e non potevo far vedere ai miei amici che restavo imbambolata là, quindi proseguimmo…”Oh, sono stanca!” sospirò Stephanie e fu così che tornammo a casa.
Quella fu l’ultima volta che andai in quel quartiere, Simona e gli altri me lo impedivano, avevo rivelato anche ad Edward e Stephanie il mio “segreto”, in quanto si erano insospettiti molto quando avevo fatto tutte quelle domande su Rob. So che lo facevano per il mio bene, ma io stavo peggio e cercavo in tutti i modi di sfuggire al loro controllo. Non era facile e l’unico modo che mi rimaneva per “evadere” era la mia fantasia, i miei pensieri…era l’unico posto a cui nessuno poteva accedere se non io, nessuno poteva impedirmi di sognare, nessuno poteva porre un blocco al fluire dei miei pensieri.

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Capitolo 6
*** Inferno e Paradiso... ***


Inferno e paradiso

Salve a tutti, eccomi di nuovo qui per postarvi un nuovo capitolo...non sono proprio dello spirito giusto, la tragedia che ha colpito il nostro paese mi ha scosso moltissimo…

Voglio esprimere tutta la mia solidarietà e vicinanze agli abruzzesi…in questi casi le parole servono davvero a poco, spero vivamente che tutto possa tornare alla normalità, anche se so per certo che ciò che è successo non deve assolutamente essere dimenticato!!! Perché dagli errori si possa imparare…

Tornando alla fan fiction, sono molto contenta che qualcuno continui a seguirmi…

E ora passiamo ai ringraziamenti:

Daydre4mer: davvero rileggeresti la storia mille e più volte?!? Sono commossa…grazie friend…ti adoro…

Giulls: si, il tuo giudizio è fondamentale!!! Ma davvero mi ritieni così brava???*__* grazie, anche se tu sai perfettamente che di credere in me non se ne parla ehehehe
Continua a seguirmi comunque…ps: volevi di più??? Ed eccotelo!!!

 Doddola93: leggere che anche tu hai recensito la mia storia mi ha fatta rimanere di sasso…il mio racconto in confronto al tuo è niente!!! In che senso sono una di voi??? Non ho capito! Eheheh “*.* sei bravissima. mi è arrivata ogni singola emozione. sono davvero contenta d'aver scoperto questa storia, perchè merita. ancora una volta i miei più sentiti complimenti.” Grazie!!! Il mio obiettivo è proprio quello di farvi provare le emozioni descritte…e leggere che in parte ci riesco, mi soddisfa…spero che continuerai a seguirmi ^^

Fairwriter: ormai le tue recensioni per me sono vitali!!! Aspetto sempre che tu legga, mi hai abituata male eheheh. Io come te adoro cantare, trovo che sia una delle migliori forme d’espressione che esistano sulla terra, senza la musica non potrei vivere, mi aiuta in tutto quello che faccio…e spesso questo aspetto trasparirà anche nella storia!!!Mi ha sconvolta quello che hai scritto all'inizio! Non pensare nemmeno per un secondo che questa fic faccia schifo...E' un affronto =D!! Appena ho letto le tue parole ho urlato dentro di me "Eh no!!!"...Continua a scrivere, a sfogare le tue fantasie, i tuoi castelli in aria...così non emozionerai solo con il canto!” un affronto addirittura??? Giu voi scrivete così bene che io mi sento stupida, credimi ^^…in ogni caso grazie vivamente, perché il vostro supporto in questo periodo è importante…la fase che attraverso è piuttosto delicata e mi sento molto demoralizzata…

Ora vi lascio al capitolo nuovo…grazie ancora a tutti…anche a MakyCullan che ha recensito il prologo…non avevo letto scusa…ps: se potete al momento richiesto ascoltate questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=idd_92ajjwY

La vita scorreva tranquilla, forse troppo, tutto era rallentato, o meglio ero io che la vivevo così, l’apatia stava tornando a farmi visita ed io non facevo nulla per evitare che questo potesse accadere. Mi conoscevo, ero masochista, pur di provare un minimo delle emozioni che solo Rob sapeva suscitarmi, ero capace di mettermi ore ed ore ad ascoltare la musica che più fosse capace di evocare la sua immagine, oppure vagavo sul suo forum in cerca di notizie o peggio rivedevo mille volte i suoi film. Finivo puntualmente per piangere, abbracciata al mio cuscino, potevo andare avanti così? Potevo torturarmi in quel modo? La parte di me ancora cosciente si chiedeva quanto avrei retto a quel ritmo massacrante e quando avrei smesso di comportarmi come una stupida. Si, perché era quello che ero: di giorno vivevo una vita dove fingevo di stare bene e di notte diventavo un’altra, il tormento del mio essere, non dormivo e se lo facevo mi svegliavo di continuo.
Un giorno mettendo in ordine l’armadio della camera di Simona, scorsi la copertina di un libro riposto con cura in un cassetto…era familiare, incuriosita, aprii il cassetto e sobbalzai…davanti ai miei occhi stanchi di versare lacrime, c’era il primo libro della Meyer: Twilight…”Libro…film…Edward…Robert…” pronuncia questa parola con l’ultimo fiato rimasto in gola…era diventata una persecuzione…innervosita chiusi con forza il cassetto e mi diressi verso la mia camera. Ecco: ora ero fuori di me, stavo uscendo di senno, doveva accadere prima o poi. Cominciai a buttare tutto per l’aria, ad urlare e piangere “Basta, basta!!! Non ce la faccio più…voglio tornarmene a casa…”. Mi ritrovai tra le mani, il suo poster, lo strinsi con vigore “Robert Pattinson hai reso inferno e paradiso la mia vita!!! Ti odio…” strabuzzai gli occhi…avevo detto che lo odiavo…sapevo benissimo che non era così, ma forse convincermi di quello mi avrebbe aiutata ad amarlo meno di quanto amassi me stessa…”forse”…sussurrò una vocina dentro di me…
Andai avanti così per qualche settimana, stavo lentamente riprendendo in mano la mia vita, allontanavo da me ogni cosa potesse ricordarmi Robert, sembrava funzionare, “…ma reprimere i sentimenti non equivale ad annullarli…” diceva Simona e probabilmente non aveva tutti i torti, ma in quel periodo ero troppo presa dal mio folle tentativo di comandare alla mia testa e al mio cuore quello che volevo pensassero o provassero.
Una sera eravamo nel locale dove suonava Francesco (ci andavamo spesso perché il mio maestro voleva che andassi a cantare ogni tanto) e stavamo tranquillamente seduti al tavolino. Ero stranamente tranquilla, rilassata e non accadeva da troppo tempo. Ricordo solo che udii queste parole “…
hai smesso di far male ai tuoi fragili pensieri, hai cominciato a fare pace con te stessa tu e vivi tutto sempre in ombra…e mi ritrovai impietrita, incapace di muovere un passo, sembrava quasi che Francesco stesse riferendosi a me…no che non avevo smesso di farmi male, anzi il mio atteggiamento stava soltanto peggiorando la situazione. Fingere di essere un’altra persona, non era stata una grande idea, perché nel momento in cui non ero attenta ad incanalare le emozioni, il cuore prendeva il sopravvento e reclamava il proprio ruolo e dovere: far pulsare il sangue nelle vene ed esprimere stati d’animo. D’improvviso tutto il dolore e l’amore che per giorni avevo tenuto racchiuso in un’ampolla ben sigillata vennero fuori, sentii stati d’animo diversi, contrastanti, crescere dentro di me: prima risi istericamente poi sentii gli occhi gonfiarsi piano e il volto bagnarsi subito dopo…non provocai alcuna reazione nei miei amici intenti ad ascoltare la musica troppo alta…lasciai che le lacrime sgorgassero, a cosa sarebbe servito fermarle? Avevo resistito anche troppo, il fiume era straripato. “Marghe che succede?” chiese Simona quando si voltò per reclamare la mia attenzione, seguita poi da Edward e Stephanie “Oh nulla ragazzi…tranquilli…ridere e scherzare non sempre significa essere felici, a volte si ride e si scherza solo per dimenticare…” frase banale, da diario scolastico, ma azzeccata al momento “…ho lasciato che la mia mente contorta elaborasse questo stupidissimo piano di evasione dalla realtà, ma non si può fuggire dalla verità dei propri sentimenti. Io amo fino alla follia quel ragazzo e continuerò a farlo, finché questo cuore pazzo (e lo indicai) me lo permetterà…” sorrisi, lasciando tutti di stucco. “Ora vado a cantare qualcosa, ho bisogno di esprimermi e quale modo migliore se non il canto?”, strizzai l’occhio ai miei amici ancora impietriti e mi avviai verso Francesco.
Fu sulle note di “My immortal” degli Evanescence che lo vidi; ero particolarmente affezionata a quella canzone, le parole, la melodia avevano uno strano effetto su di me e mi veniva naturale interpretarla in un certo modo…”I’m so tired of being here.
Suppressed by all my childish fears and if you have to leave, I wish that you would just leave 'cause your presence still lingers here and it won't leave me alone…” (“Sono così stanca di stare qui. Soppressa da tutte le mie paure infantili e se devi andartene vorrei che tu te ne andassi e basta, perchè la tua presenta indugia qui e non mi lascerà da sola…”), dopo aver cantato queste parole, aprii gli occhi e vidi Robert che mi guardava appoggiato sulla porta del privé…sgranai gli occhi perché non capivo se quell’immagine fosse frutto della mia immaginazione o se era reale. Aprii e chiusi gli occhi due o tre volte, ma lui era sempre lì immobile, mi fissava con sguardo attento ad ogni mio movimento, ad ogni mio intercalare della voce. Non poteva essere vero, questa volta la mia immaginazione era davvero andata oltre e quindi decisi di distogliere lo sguardo e continuai a cantare cercando di non pensare più a lui. Finita la canzone, mi voltai nuovamente verso la porta del privé, Rob era ancora là e questa volta mi sorrideva…decisi che non mi importava se era vero o no e gli sorrisi anche io. Mi resi conto che era realmente lui, quando Simona venne sotto al palco per dirmi:” Marghe, Rob è qui. È stato fermo sulla porta per tutta la tua esibizione.” Ma allora era tutto reale, non stavo sognando, lui era là davanti a me, mi aveva ascoltata cantare e ora mi guardava…senza neanche rendermene conto, le lacrime cominciarono ad uscire di nuovo, guardai Simona e le sorrisi, lei mi guardò attonita, ma capii che le mie erano lacrime di gioia e mi fece cenno con la testa di andare da lui. Non arrivai neanche a pensare di muovermi che lui si era avvicinato al palco, ad un passo da Simona che lo guardava sbalordito, non si poteva non restare colpiti dalla sua bellezza. Salutò la mia amica e poi si girò verso di me “Sei stata eccezionale!!!” ero talmente imbarazzata che non riuscivo a parlare e balbettai “Gr-gr-grazie…”, mi porse la sua mano per farmi scendere dal palco, io goffamente gli porsi la mia. Scesa mi ritrovai davanti al suo fisico statuario e il suo volto divino. Si accorse che piangevo e mi disse “Oh no. Non piangere” e mi asciugò una lacrima, non potevo credere che lui si ricordasse di me. Ci guardammo per qualche istante, mentre il suo dito mi accarezzava dolcemente il volto per asciugare la lacrima, poi mi disse: “Canti molto bene, ma studi?” “Sei troppo gentile…io studio canto da qualche settimana, ma è la mia passione da sempre” ed evidentemente a quelle parole mi si illuminò il volto perchè mi guardò sbalordito e mi sorrise “La musica è qualcosa di eccezionale, riempie la vita. Io suono il pianoforte, la chitarra e mi cimento anche nel canto.” “Oh bene” risposi fingendomi sorpresa, come se non conoscessi le sue passioni “Io penso che cantare permetta di esprimere meglio le proprie emozioni” dissi e lui annuì. Quella sera Rob ed i suoi amici si unirono a noi, eravamo un bel gruppo e l’idea che potessimo considerarci un “gruppo”, mi faceva stare più che bene. Ero serena, sorridevo, mi sentivo a mio agio, come mai prima di quel momento. Sentivo che la mia vita stava prendendo una piega diversa e vivevo momento per momento quello che mi offriva, soprattutto se questo dono aveva il nome di Robert. Ad un certo punto mi lasciai prendere dai pensieri e mi misi ad osservare tutti noi “dal di fuori”, come se fossi estranea alla situazione, mi piaceva analizzare gli atteggiamenti: Rob era seduto di fronte a me e chiacchierava con Edward e ricordavano i tempi della scuola, Stephanie parlava con Tom, il migliore amico di Rob, e c’era un bel feeling tra i due, Simona era seduta accanto a me e chiacchierava con Eric. Sembravano tutti in confidenza, per nulla intimoriti dal successo di Rob e questo mi fece sorridere, poggiai il mento tra le mani e continuai ad osservare quella scena, contenta che fosse tutto così naturale, proprio come avrei voluto io. Come avevo potuto pensare di vivere senza il suo sorriso, sciocca che non ero altro, io provavo per lui un sentimento purissimo che dava senso a quello che ero, ma non avrei mai potuto dirglielo…ecco la nota negativa…
A fine serata, mi feci nuovamente assalire dalla tristezza, ma bastò guardare Rob davanti a me per eliminare ogni cattivo pensiero. “Sarebbe bello incontrarsi ancora” disse all’improvviso Simona al momento dei saluti “
Oh si mi piacerebbe. Beh siccome Margherita è la new entry inglese che ne dite di organizzare una gita per domani: un bel tour dell’Inghilterra? Sono giorni che progetto di andare ad Edimburgo e in compagnia sarà ancora meglio”  rispose Robert,  Simona, Edward e Stephanie risposero in coro “Ok”, io restai muta, sarei dovuta essere la prima a rispondere, ma mi ammutolii, non potevo crederci. Rob mi rivolse lo sguardo come a voler sapere cosa ne pensavo e lo seguirono tutti gli altri. Io imbarazzatissima li guardai e feci cenno di si con la testa e poi rivolsi i miei occhi verso Rob che tutto contento rideva. Mi persi nel suo sorriso e non capii più nulla. Quella fu l’immagine che portai nella testa per tutto il resto del tragitto verso casa, non spiccicai parola, ero troppo impegnata a pensare se fosse vero o no quello che era successo, avevo la testa leggera, sentivo gli occhi strani e avevo le farfalle allo stomaco. I miei tre amici mi guardavano e ridevano sotto i baffi e d’improvviso nel silenzio più assoluto gridarono “Ah l’amore!!!”, io saltai e loro risero, li guardai allibita. Simona si stava sbellicando dalle risate “Marghe, Marghe, sei proprio partita. Hai gli occhi che ti brillano. Comunque sono simpatici gli amici di Rob e anche lui…beh a dirla tutta, lui oltre che simpatico è pure bo…”non la feci neanche finire la frase e la fulminai con lo sguardo “ehm scusa…ma la sua bellezza è oggettiva” “Oh lo so, ma lui…” e guardai avanti”…lui…è MIO!!!” e arrossii. “Oh tranquilla…chi te lo tocca eheh.” “Scusa Simo, ma quando si parla di lui perdo il controllo. Lui è mio nei miei sogni, ma nella realtà non lo sarà mai, ma non fa nulla, mi va bene anche solo essere una sua conoscente, uscire con lui in gruppo. Mi basta guardarlo, parlargli…l’importante è che ho con lui dei rapporti…” “Marghe il pessimismo non aiuta. Non è così irraggiungibile come credevo, è un ragazzo molto alla mano e poi credo che abbia una certa simpatia per te, altrimenti non si sarebbe ricordato di te, sai quante fan incontra ogni giorno? Non voglio farti illudere, ma ti dico di non arrenderti, sii te stessa, scopritevi giorno dopo giorno, lascia fare al destino, se il tuo è quello di stare con Robert, niente potrà ostacolarvi” ascoltavo Simona sconvolta, ero in catalessi, non potevo credere a quelle parole…davvero gli ero simpatica? Mi aveva notata? Me? Io che non sono così appariscente e bella, né tantomeno perfetta fisicamente? Mi sembrava così strano, eppure una parte di me lo credevo, o forse si illudeva che le parole della mia amica potessero rispecchiare la realtà, infondo era quello che volevo.

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Capitolo 7
*** L'Atena del Nord... ***


Gita ad Edimburgo: l'Atena del Nord

Salve a tutti,
sono di nuovo qui a postare un altro capitolo di questa mia piccola e folle storia ^^

Ancora non ci credo che ci sia qualcuno che la legge, è un’emozione ogni volta che trovo un commento, le lacrime mi fanno compagnia nella lettura delle vostre splendide parole…spero davvero di meritarmele tutte…

Ringraziamenti:

Giulls: tesoro conserva gli stimoli omicidi verso Rob per dopo e non mi svelare nulla!!! Eheh… “Questa storia è spettacolare, io adoro Marghe perché in certi versi mi rispecchia..bravissimaaa!!!” wa allora sei un po’ pazzerella come me…dai scherzo…sono onorata che ti piaccia la mia piccola e innocente storia…baci dolce Giulls 

Daydre4mer: eccola qui la mia friend, fedele compagna d’avventure “letterarie” sempre e costantemente presente!!! Non finirò mai di ringraziarti abbastanza per questo… “ormai è diventata parte di me..oddio qui ricordo che è caduta la prima lacrima..my immortal..” mi spiace averti fatto piangere, mi ripaga solo il fatto che questa tua lacrima testimonia che ti sono arrivate le mie emozioni!!! Eccoti il capitolo che ti piace…ti adoro…
Fairwriter: mi credi se ti dico che ogni volta che leggo la tua recensione, mi commuovo??? Mi riempi di complimenti…e te ne ringrazio…è una soddisfazione per me leggere che la mia ff ti piaccia sul serio!!!Ma io ti adoro! La canzone è spettacolare, ma sta cmq un gradino sotto alla tuo capitolo, che è...WOW!!! Margherita ha un cambio di emozioni fulmineo, ma come fai a descriverlo così bene?? Come fai a descrivere così bene una cosa...così reale! Sei bravissima ecco perchè! (risposta banale...ok °_°)”  mi adori??? Sono rossa per l’imbarazzo!!! Grazie…ti chiedi come faccio a descrivere il cambio di emozioni di Marghe? Beh semplicemente perché li ho vissuti in prima persona, quindi so perfettamente cosa significa…io bravissima?!? Risposta banale??? No, no, è una risposta che non mi aspettavo…grazie di cuore Giu, non sai quanto il mio cuore si colmi di gioia ogni volta che riceve un complimento…spero che questo capitolo sia di tuo gradimento…baci…

Doddola93: “sai cos'è che rende questa storia un capolavoro? la veridicità dei sentimenti. perchè, a parer mio, hai reso perfettamente quello che provi tu - o almeno penso, non voglio dir cavolate xD - ma anche quello che molte altre persone sentono.
e non dire che la tua storia in confronto alla mia non vale niente. semmai è il contrario. tu sei stata così forte da mettere tutti i tuoi sentimenti in questa perla, io ho scritto tutto attraverso una persona che, sicuramente, non mi rispecchia.
non ti conosco, ma penso che dietro tutto questo ci sia molto di te. o almeno, è solo una teoria. e spero veramente di non averti offesa xD al massimo puoi venire da me e torturarmi tu stessa ;) quindi, dopo questo capitolo che, devo dirlo, mi ha stretto il cuore (perchè la contraddizione odio-amore è propria di un sentimento devastante), attendo il prossimo. sei davvero brava, mettitelo in testa.”
La mia faccia dopo aver letto la tua recensione, era non solo rigata di lacrime, ma si è piegata in una smorfia di gioia assoluta!!! Dimmi la verità, sei una maga per caso??? Una strega??? Innanzitutto voglio dirti che non mi sono offesa anzi…hai azzeccato tutto: i sentimenti di questa storia sono i miei! Come hai fatto a capirlo??? Ho dovuto per forza scriverli, era da troppo che li tenevo racchiusi in me…non a caso, la song fiction che ho scritto (“Amore immortale”), rispecchia un po’ questo non riuscire più a tener chiuso dentro di me queste sensazioni…; quindi stai tranquilla, non devo venire lì a picchiarti, anzi mi piacerebbe conoscerti ^^. Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto, spero che anche il prossimo possa permetterti di provare quello che ho sentito io, scrivendolo…baci…ps: grazie infinite!!!

Ora vi lascio al capitolo, ascoltate questa canzone, quando richiesto dal testo http://www.youtube.com/watch?v=X6HCyTphfQM

Appuntamento ore 08:00 col mio nuovo gruppo, partenza con due macchine, io ero in macchina coi miei amici, arrivati al luogo di incontro, mi sentii mancare: una bellezza mozzafiato scese dalla macchina di Tom, fisico statuario, 1.85 di bellezza pura, inumana, jeans stracciati alle ginocchia, scarpe di ginnastica e t-shirt…Robert sapeva incantare anche vestito nel modo più semplice possibile…il mio povero cuore non reggeva più quei colpi “Marghe calmati” mi dicevo “se continuo così non arrivi a fine giornata”, tirai un sospiro e scesi dall’auto, ci avvicinammo a loro “Buongiorno ragazzi” esordì Simona, sempre entusiasta la mia amichetta, sapeva intervenire sempre nei momenti giusti, se non ci fosse stata lei non so come avrei fatto, ero troppo tesa per proferire parola e lei, come sempre, l’aveva capito. Oramai eravamo in sintonia, era la mia Dany versione inglese…sorrisi al pensiero del mio paragone…scossi la testa e tornai coi piedi per terra, loro erano tutti intenti a guardare la cartina, litigavano su che strada prendere, io come sempre mi ero isolata, ero poggiata al paraurti della macchina di Simona e li guardavo. Robert come me si era allontanato da loro, vide che ero da sola e si avvicinò “Ma sono sempre così i tuoi amici?” si era rivolto a me??? Oddio…”Ehm direi di no…hanno solo trovato qualcuno più testardo di loro con cui discutere” e risi “Mi sa che vale anche per i miei amici” rise anche lui. Si affiancò a me, la sua vicinanza mi creava qualche problema, mi sentivo piccola, piccola, lui era così…così…meravigliosamente stupendo…lo guardavo e sentivo i miei occhi brillare, la sua bellezza mi accecava. Se avessi continuato a restare in silenzio gli sarei sembrata un’ebete, quindi provai ad iniziare un discorso “A scuola una volta la professoressa di Inglese mi assegnò un tour di Edimburgo, ricordo che mi affascinò molto quel posto.“ “Benissimo, allora ho fatto bene a proporre una gita lì. Visto che hai fatto un tour, potresti illustrare tu le sue bellezze” ecco brava Marghe, ti sei cacciata nei casini e ora? “Io???” “Si, si proprio tu!” rise, mi sentii sprofondare, ero diventata di sicuro tutta rossa, fummo interrotti da Edward che ci invitò ad andare, finalmente si erano messi d’accordo. Non so esattamente quanto tempo trascorse, non mi accorsi di niente, ero troppo intenta ad ordinare i miei pensieri, fu la voce di Stephanie ad annunciarmi che eravamo arrivati. Parcheggiammo le auto e rimasi d’incanto quando vidi quel posto, ricordai che come titolo del mio tour avevo scritto “Edimburgo una delle più belle città d’ Europa, definita l’”Atene del Nord” per la sua ricca e tradizionale cultura” e non mi ero assolutamente sbagliata: era stupenda. Insistetti con loro per visitare il Castello, era da sempre che volevo andare lì, ai tempi del tour era la cosa che più mi aveva affascinato, insieme al verdeggiante paesaggio di quel posto. Fortunatamente mi accontentarono, Edward si offrì volontario come guida turistica, mi sollevò che Rob non propose me, forse aveva dimenticato quello che gli avevo detto.
“Il Castello di Edimburgo è un'antica fortezza, che dalla sua posizione in cima alla rocca del Castello, domina il panorama della città di Edimburgo. Il sito è abitato sin dal IX secolo a.C.. La struttura delle costruzioni attuali risale al XVI secolo, ad eccezione della St. Margaret's Chapel che risale ai primi anni del XII secolo. Essa è l'edificio più antico della città di Edimburgo, giunto integro fino ai nostri giorni.

Come tutti i castelli, la fortezza di Edimburgo è stata sempre un centro di attività militari…” a Edward piaceva fare queste cose, a volte pensavo che sarebbe potuto essere il suo futuro lavoro, ci sapeva fare, riusciva a travolgerti nelle sue descrizioni, ti incantava, non potevi fare a meno di ascoltarlo. Sorrisi all’idea di una cappella dedicata ad una Regina col mio stesso nome e su quello cominciai a fantasticare “Magari ci viveva una giovane principessa intrappolata dalla propria famiglia, costretta a non vedere il suo amore…Roberto…Margherita e Roberto si amavano da sempre, dal primo momento che i loro sguardi si erano incrociati. Sarebbero rimasti sempre insieme se non fosse per il fatto che lei era già promessa ad un altro e il suo amore per Roberto era stato vissuto come un tradimento dalla famiglia del suo promesso che l’aveva così rinnegata. I due amanti sperarono che quello potesse essere la loro salvezza, potevano finalmente amarsi senza ostacoli, ma la famiglia di lei, colpita dalla vergogna per il gesto della figlia, la relegò nella cappella del castello. Era dannata a restare lì per l’eternità, nessuno l’avrebbe mai cercata là, era un posto abbandonato, nessuno si recava lì. Chiusa fra le mura di quella cappella era lontana dal mondo e dal suo amore…un amore che la credeva morta…la famiglia di lei aveva provveduto a far diffondere la voce che la fanciulla si era suicidata…Roberto saputa la notizia, decise di partire e di andare lontano per poterla dimenticare…
Anni dopo, la sorella di Margherita, Anna,  aveva ereditato il castello e conoscendo la storia, si recò alla cappella. La sorella era ancora là, dimagrita, irriconoscibile, ogni giorno un servo fidato dei genitori le portava del cibo, ma lei lo rifiutava puntualmente. Era molto malata, il medico non sapeva cosa avesse, le cure non funzionavano e Anna disperata non sapeva che fare. Proprio in quel periodo tornò ad Edimburgo, Roberto; saputo del suo ritorno Anna lo fece cercare, sperava che la sua presenza potesse servire alla sorella. Roberto era incredulo, titubante di fronte al racconto di Anna e volle immediatamente vedere la sua amata. I miracoli accadono sul serio, la vicinanza di Roberto, fece si che le cure cominciassero a fare effetto; piano, piano Margherita si riprese, l’allontanamento dal suo amato, l’aveva fatta cadere in depressione, la sua vita non aveva alcun senso senza di lui e ora che lui era tornato, la sua vita aveva ripreso vigore. Mesi dopo, finalmente Margherita e Roberto poterono coronare il loro sogno d’amore e si sposarono proprio nella cappella che poi fu dedicata a lei…e vissero felici e contenti” la mia mente aveva elaborato tutto questo, ovviamente sobbalzai quando mi resi conto che per circa mezz’ora ero stata totalmente assente. Risi tra me e me, ero davvero folle, non potevo anche inventare storie su presunte regine, ovviamente non potevo far a meno di includerci Robert…il mio principe azzurro…sospirai.
Ora di pranzo, per non dare troppo nell’occhio e per evitare spiacevoli inconvenienti alla nostra star di Hollywood (Rob era stato soprannominato così da Edward), mangiammo un panino in un piccolo parco vicino al castello. Per uno strano scherzo del destino, proprio da lì si vedeva la Cappella “Ti piace quella cappella” disse Edward “Si…prima mi sono chiesta come mai si chiamasse in quel modo” “Se vuoi ti racconto la storia…” fece per iniziare il racconto, ma lo interruppi “No, no Edward…me ne sono già inventata una io di storia e mi piace credere che sia quella la verità” risi con gusto attirando l’attenzione di tutti “Ah mi va di cantare!!!” urlai “E canta” disse Simona “Eh ma vorrei cantare un duetto” “ Quale?” “Mi piacerebbe cantare la canzone di Eros Ramazzotti e Anastacia…ma come si fa, lui canta italiano uff” “Posso darti una mano io” disse una voce maschile perfettamente italiana, era Eric “Ma parli la nostra lingua?” domandò sorpresa Simona “Si, ragazze. Sono stato a lungo nel vostro paese, suonavo in una band e conosco a perfezione la canzone che vuoi cantare e se ti va posso fare Eros.” Prese il cellulare e mise la canzone, “Come vedi ce l’ho anche sul cellulare, è una delle mie canzoni preferite. “ “Ma ci capiranno??? Cioè voglio dire la parte in inglese sarà comprensibile per loro, ma quella italiana?” “Tranquilla. Robert porta sempre con se il traduttore automatico che usa per le interviste, ha doppio spinotto dove si possono mettere più cuffie, nessuno si perderà nulla”, ero sorpresa, il mio volto passò dallo stupore, alla meraviglia fino a culminare nella gioia totale.

Adesso no, non voglio più difendermi, supererò dentro di me gli ostacoli… i miei momenti più difficili, per te.
There is no reason, there’s no rhyme: it’s crystal clear. I hear your voice and all the darkness disappears. Every time I look into your eyes you make me love you
Questo inverno finirà
And I do truly love you
Fuori e dentro me
How you maybe love you
con le sue difficoltà
And I do truly love you
INSIEME – I belong to you, you belong to me forever
Want you, baby I want you and I thought that you should know that I believe. You’re the wind that’s underneath my wings, I belong to you, you belong to me.
Ho camminato su pensieri ripidi
You are my fantasy
per solitudini e deserti aridi
You are my gentle breeze
al ritmo della tua passione ora io vivrò
and I’ll never let you go
l’amore attraverserò
you’are the piece that makes me whole
le onde dei suoi attimi
I can feel you in my soul
profondi come oceani
Vincerò per te le paure che io sento, quanto bruciano dentro le parole che non ho più detto, sai…
Want you, baby I want you and I thought that you should know that I believe.
Lampi nel silenzio siamo noi
I belong to you, you belong to me, you’re the wind that’s underneath my wings, I belong to you, you belong to me.
Adesso io ti sento
I will belong forever
To
you…


Amore, brividi, passione, provai questo nel cantare questa canzone…era interamente per Robert…” Non c'è ragione, non c'è poesia, è cristallino. Sento la tua voce e tutto il buio scompare ogni volta che guardo nei tuoi occhi, tu mi spingi ad amarti…”, queste parole (“There is no reason, there’s no rhyme: it’s crystal clear. I hear your voice and all the darkness disappears. Every time I look into your eyes you make me love you”) le pronunciai piano, scandendo ogni singola lettera e sperai che gli arrivassero al cuore…”Io ti amo veramente…come fai a spingermi ad amarti? Io appartengo a te, tu appartiene a me per sempre…” (“And I do truly love you. How you maybe love you? And I do truly love you. I belong to you, you belong to me forever…”)…mentre le cantavo, per istinto mi voltai verso Robert…era seduto sull’erba, vicino agli altri, una mano poggiata per terra, con l’altra teneva stretto l’auricolare nell’orecchio, mi guardava, lo guardavo e ci perdemmo entrambi…io nei suoi occhi, lui nei miei…

Eric fu davvero molto bravo, mi piacque molto cantare con lui, c’era sintonia e questo rendeva sicuramente migliore l’interpretazione. Applausi, fu questo che udii, dopo la performance…erano suoni lontani, io ero ancora persa nei suoi occhi…non avevo smesso un attimo di guardarlo, solo per qualche secondo ero riuscita a distogliere l’attenzione durante la canzone, ma dopo poco i miei occhi roteavano verso di lui…attrazione fatale!!!
Che giornata, tornai a casa distrutta, non per la stanchezza, ma per le mille sensazioni provate, ero stordita e se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sui miei reali sentimenti verso Rob, ora poteva scioglierli: ero innamorata persa, e per rubare una frase alla Meyer, ero totalmente, incondizionatamente innamorata di lui…

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Capitolo 8
*** La Bella e la Bestia... ***


La Bella e la Bestia...

Salve a tutti,

posto il capitolo stasera, perché domani la mia giornata sarà talmente incasinata che non avrò tempo neanche di guardarmi allo specchio…sono esauritaaaaaaaaa…ma giustamente a voi cosa interessa??? E avete ragione, perdonatemi se a volte mi perdo in chiacchiere…ma ho bisogno di sfogarmi…

Bene passo subito ai ringraziamenti…

Daydre4mer: hai ragione: io non scrivo tanto per…tu sai perfettamente qual è il reale significato di questa storia, per me…sai quanto sia legata ad essa, pur ritenendola una banalità enorme…ma sono fatta così! Amo sognare e scrivere mi aiuta a farlo, mi spiace solo che dobbiate sopportarmi…^^

E’ bello sapere che ti sei fatta un film tutto tuo in testa :D, lo faccio sempre anche io ehehhe…e con questa storia mi sono fatta davvero un gran film eheheh…

Ps: il traduttore di Rob è mitico, ancora non so come mi sia venuto in mente eheheh

Doddola: mi farebbe davvero piacere conoscerti…mandami l’email quando vuoi!!! Come stai con l’influenza??? Spero meglio…grazie mille per il commento, sono sempre felice di leggerti…addirittura tremavi??? Wow :D…beh guarda io ogni volta che penso che potrei perdermi negli occhi di Rob sento il cuore che batte sempre più forte fino a farmi male…la sola idea mi fa letteralmente girare la testa…ma questa è un’altra storia :D

Fairwriter: aaaaaah ma che bello vedere che continui a recensirmi!!! Si, ho msn, quando vuoi ci scambiamo il contatto, sarei lieta di fare due chiacchiere con te :D. mi sa che abbiamo molto in comune, sono molto romantica anche io e l’accostamento castello e canzone mi è piaciuto tanto, sarà che mentre scrivevo avevo davanti agli occhi la scena e passo dopo passo la riportavo per iscritto sul computer…Marghe mi somiglia tanto…anzi direi che sono proprio io…più di quanto voglia ammettere…^^

Giulls: eh non hai idea di cosa abbia provato Marghe, quando Rob si è avvicinato a lei…il cuore lo aveva praticamente in gola e lo stomaco era costellato di farfalle che allegre ballavano al ritmo del suo cuore…grazie Giù…

Voglio dire e sottolineare che se non ci fosse voi, io non continuerei a postare…vi adoro…grazie per tutto…davvero…

Ps: al momento opportuno ascoltate questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=j5Cvq416zuQ

Sabato mattina
“Marghe, Marghe sveglia!!!” “Mmm…che c’è Simo…non abbiamo il corso oggi, lasciami dormire un po’…” “Ah ma possibile che devo sempre rimproverarti. Cos’è oggi?” “Sabato e non abbiamo il corso…” “Sabato appunto…non ti ricorda nulla” sobbalzai “Oddio” dissi “Ecco, vedo che ti sei ripresa. Dove dobbiamo andare stasera?” “Oh mammina mia, Simo che ore sono?” ero nel panico più totale “Calma Marghe, è presto…”
<<Tre giorni prima al ritorno dalla gita
“Ohi raga” disse Eric, “ora quando ci rivedremo?” avrei tanto voluto saperlo anche io “Spero presto, mi va di cantare ancora con te” aggiunse, gli sorrisi “Potremmo vederci sabato sera, vi va?” “Se dovete andare al Karaoke, io non potrò essere dei vostri” disse Robert, cambiai espressione in tre secondi “…ho la presentazione del film…ma se vi va di rimandare la serata di karaoke, potete venire con me”, mi ripresi, sorrisi e senza pensarci troppo risposi “Wow, sarebbe fantastico!!!” “ Che entusiasmo Marghe” disse Tom, arrossii, forse avevo risposto con troppa enfasi e se n’erano accorti tutti, che figuraccia. “Perfetto, allora rimaniamo che sabato sera venite tutti alla presentazione del film. Ci divertiremo, vedrete” e fece l’occhiolino>>

In un flash back avevo ricordato tutto e improvvisamente ero un fascio di nervi, quella sera sarebbe stata particolare, ci sarebbe stato tutto il cast del film e anche lei…la co-protagonista, Kirsten Stewart, bellissima e soprattutto amica molto intima di Rob…lui si era talmente immedesimato nella parte che più volte sul set le aveva chiesto di sposarlo, nelle interviste diceva che era colpa del film se aveva un debole per lei. Ero infastidita da questa cosa, ma non potevo avere pretese ne tantomeno potevo competere con lei…
Per quella sera, Simona volle che andassimo a comprare qualche vestito elegante, infondo era una serata di gala e noi non avevamo abiti adatti per quelle occasioni. Mi portò in un negozio di una sua amica, Rose, e dopo aver visto tantissimi vestiti scelsi quello che più mi colpì: vestito lungo per il ginocchio nero con qualche sfumatura violacea, con scollo a barca che lasciava scoperte le spalle, maniche larghe, a zampa d’elefante. Simona, invece, optò per un bellissimo vestito bianco, con tutti fiori in pizzo. Ci dirigemmo poi verso un negozio di scarpe, io acquistai un paio di decoltè nere e Simona bianche. “Ora manca solo l’acconciatura” “Pure dal parrucchiere dobbiamo andare?” dissi sbalordita “Ah ma che ti lamenti, stasera vuoi essere perfetta per il tuo Rob e allora abbi pazienza. Chi bella vuole apparir un poco deve soffrir”, sbuffai.
Ammetto che il parrucchiere fece un bel lavoro, evidenziò i miei ricci, raccolse poi alcuni capelli in una retina e i restanti li lasciò cadere sulle spalle. Li guardai, li toccai e ricordai l’apprezzamento che Rob aveva fatto sui miei capelli…
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Dopo aver cantato mi ero diretta verso Simo che si sbracciava tutta contenta, le era piaciuta la canzone. Rob era seduta vicino a lei, mi inginocchiai per abbracciare la mia amica e come una calamita i miei occhi furono catturati dal volto enigmatico di Rob, sembrava stesse pensando a qualcosa di serio. Mi preoccupai, avvertii che i suoi pensieri mi riguardavano “Si, ora ci manca solo che sono sensitiva e che gli so leggere nel pensiero, così il quadro della follia pura è completo. Se esistessero i manicomi, sono convinta che mi ci rinchiuderebbero e getterebbero via la chiave. Sono un caso perso…” pensai, il suo sguardo si diresse verso di me e mi immobilizzò “Marghe, Marghe ora basta, mi stritoli” “Oddio Simo scusa…” “So che mi vuoi bene, ma vacci piano con gli abbracci”, imbarazzatissima chinai la testa in segno di scusa. Ci alzammo per avviarci al centro della città e Rob si affiancò a me, avevo di nuovo i brividi. “Tu ed Eric avete interpretato molto bene la canzone. Molto belle le parole…” “Molto belle le parole? Le aveva notate? Ah mamma mia bella…” tremavo, non riuscivo a rispondere, lo guardai e gli sorrisi semplicemente. “Così gli sembrerai scorbutica, poco interessata. Marghe riprenditi e di qualcosa!!!”, ma mentre elaboravo un pensiero logico, lui si avviò avanti.”Stupida, stupida, stupida che non sei altro” mi ripetevo battendomi i pugni sulla testa “Marghe che c’è?” domandò Edward “Sono stupida ecco cosa c’è. Lui si avvicina, mi parla ed io non riesco a rispondergli. Cosa sono se non una stupida?Uff” lo feci ridere “Ah Edward che ti ridi?  La situazione è drammatica. Io non voglio fargli capire che sono pazza di lui, ma neanche voglio che pensi che mi è indifferente.” “Tranquilla, sei timida e lo è anche lui, quindi penso che può capirti. Non credo che pensi che tu sia antipatica o altro, sei così tenera e indifesa, non si può pensare male di te” mi sorrise, che dolce che era stato “Sei così tenera e indifesa, non si può pensare male di te” così aveva detto. Arrivati alle macchine dovemmo salutarci, ma i miei amici si persero in chiacchiere con Tom e Eric. Sbuffavo, ero impaziente, non volevo andarmene, ma siccome avevo fatto una figuraccia con Robert, mi sentivo a disagio e volevo sparire. Sbuffai di nuovo e mentre lo facevo, i miei occhi incrociarono il volto di Rob, anche lui in attesa, “Va da lui, va da lui!!!” sussurrava una vocina dentro di me. Non padrona dei miei movimenti, mi diressi verso di lui, lo affiancai e con voce bassa gli dissi “Scusa per prima, ma quando mi fanno un complimento mi imbarazzo e mi ammutolisco” sorrisi, Rob mi guardò e sorrise di rimando “Non ti preoccupare. Sono molto timido anche io, la recitazione mi ha aiutato molto, ma ho ancora qualche difficoltà, soprattutto con le ragazze”, lui aveva difficoltà con le ragazze? Ma non si rendeva conto che per quanto era bello, gli bastava schioccare le mani per averle? Bah…”Se per questo quelle difficoltà io le conosco bene “ dissi senza rendermene conto “Bene, almeno mi capisci. Io mi esprimo con la recitazione e tu col canto, bella coppia no?” coppia?!? Oddio, questo essere divino al mio fianco voleva vedermi morta, si divertiva proprio nel mettermi a disagio. Rise notando il mio imbarazzo “Che c’è?” “Nulla…” mentii “pensavo…” “Sai, mentre cantavi, ho notato i tuoi capelli. Sono molto belli, mi piacciono i capelli mossi”. Calò il silenzio, un imbarazzante silenzio “Andiamo” disse Tom rompendo l’irrealtà che si era creata intorno a noi “No, di già? E ora?” divenni triste. Simona si avvicinò notando il mio disagio e mi accarezzò “Quando lo rivedrò? Mi sento mancare…”>>
Tornate a casa nel pomeriggio inoltrato, cucinammo in fretta qualcosina e ci dedicammo al trucco. L’appuntamento con Edward, Stephanie, Eric e Tom era alle 19:00 e noi avevamo un bel lavoro da fare. Non ero proprio molto entusiasta di tutti quei particolari, non mi piaceva dover essere al centro dell’attenzione, ma allo stesso tempo non volevo sfigurare.
Eravamo davanti al palazzo megagalattico nel quale si sarebbe tenuta la serata di gala…c’erano milioni di persone e tantissime fan impazzite in attesa di Rob. Noi cercammo di metterci in bella vista, in modo che vedendoci ci portasse con lui, altrimenti nessuno ci avrebbe mai fatto entrare. Arrivò prima la regista del film Catherine, poi Kirsten e lì ebbi un colpo: aveva un vestitino nero corto e mostrava un fisico mozzafiato, come potevo mai colpire Rob se c’era lei? “Tutto tempo sprecato: prepararmi non è servito a molto…” pensai, mi rabbiuai e mi strinsi nelle spalle, ma dopo qualche minuto, arrivò lui, scese dall’aiuto e le ragazzine impazzite cominciarono ad urlare. Beh non potevo darle torto, era davvero splendido in quel vestito elegante: giacca nera, camicia bianca, cravatta e pantalone nero. Una visione ai miei occhi, ero imbambolata a guardarlo mentre firmava autografi, sorrideva a tutti e rispondeva alle interviste dei giornalisti. Arrivato dinanzi alla scala del palazzo, Simona lo chiamò, lui si voltò, ci salutò e le sue labbra si aprirono in un sorriso magnetico e ancora una volta mi sciolsi. Si diresse verso di noi e dietro di lui comparve Kirsten. “Buonasera, sono contento di vedervi tutti qua. Vi presento la mia amica Kirsten” “Piacere di conoscerti, mi chiamo Margherita” e così tutti gli altri. Insieme ci dirigemmo verso l’entrata; dentro era tutto addobbato con i manifesti del film, locandine, c’era davvero di tutto. Ben presto Rob e Kirsten dovettero abbandonarci per andare alla presentazione del film…passò una mezz’ora interminabile, nella quale noi girovagammo per la sala guardandoci attorno sbalorditi per l’eccesso degli addobbi, quando d’improvviso mi sentii chiamare “Margherita, Margherita!!!” la voce era inconfondibile e anche se non l’avessi riconosciuta io consciamente, l’avrebbe fatto il mio cuore che cominciò a battere fortissimo, mi voltai e ritrovai Robert ad un centimetro da me “Vieni con me!” furono le uniche parole che sentii, mi prese per mano e mi trascinò con sé. Mi portò in una sala in cui si ballava e si cantava, dietro di noi comparvero i nostri amici e anche Kirsten. Rob pretendeva che cantassi qualcosa, ma mi rifiutai, c’era davvero troppa gente e mi vergognavo, cercò di insistere, ma io ero ben salda sulla mia decisione. Sembrò arrendersi e proprio quando mi tranquillizzai non lo vidi più vicino a me, mi voltai ed era salito sul palco, aveva detto qualcosa al presentatore che gli aveva immediatamente passato il microfono. Cominciò a parlare “Buonasera a tutti. Innanzitutto ringrazio tutti voi per essere qui stasera. Non è di me che voglio parlare, vorrei avere l’onore di presentarvi una ragazza che ha una voce straordinaria: Margherita” e fece cenno verso di me, tutti si voltarono, io feci una faccia indescrivibile, un misto tra vergogna e rabbia…ma come si permetteva di farmi questo? Ero furiosa e con altrettanta furia mi diressi verso il palco, salii e gli feci un’occhiataccia, dalla faccia che fece sembrava che ci fosse rimasto un po’ male, ma d’altronde cosa s’aspettava, l’applauso??? Mi fecero qualche domandina su chi ero, cosa facevo a Londra e perché cantavo. Poi il presentatore mi chiese di cantare qualcosa, incoraggiato da Rob “Ti va di cantarci “My immortal” degli Evanescence?” disse e senza accorgermene mi lasciò il microfono. Provavo un imbarazzo indescrivibile, ma non potevo certamente fare una figuraccia, anche se desideravo fortemente farla pagare a Rob. La rabbia svanì alle prime note della canzone, l’amavo troppo per non lasciarmi trascinare dai sentimenti; intanto i miei amici e Kirsten erano giunti sotto al palco, i loro sguardi fissi su di me…inevitabilmente, guardai Rob, il suo sguardo mi rapì per tutta la canzone, non staccammo gli occhi l’uno dall’altro. Nella mia vita non ero mai riuscita a guardare qualcuno così a lungo, ma con lui…era tutto diverso, più semplice. Restammo così anche quando la canzone finì e ricevetti l’applauso dal pubblico. Dopo la mia esibizione, se così la vogliamo definire, il gruppo musicale cominciò a suonare dei lenti e la gente cominciò a ballare, Kirsten e Robert, inviati dal presentatore, ballarono insieme, io mi misi in un angolo ad osservare…volteggiavano leggeri per la sala, ma era lei che guidava lui…non avevo mai visto Rob così a disagio e imbarazzato, faceva quasi ridere. “Sono proprio belli insieme” sospirai e Simona che era vicina a me, mi guardò “Perché non balli anche tu, magari chiedi ad Edward di farti da ballerino” “Io? No, grazie, non ho mai ballato un lento in tutta la mia vita e non ho intenzione di cominciare oggi”, allora Simo disse qualcosa ad Edward nell’orecchio e in un istante me lo ritrovai davanti che mi sorrideva e mi tendeva la mano “Mi concederesti questo ballo?” guardai Simo di traverso “Eh se proprio devo” dissi e gli diedi la mano. Ero sicuramente più a disagio di Rob, non sapevo come muovermi, ma Edward era davvero bravo, mi guidò con eleganza e mi lasciai andare…

Finita la musica ci fermammo “Sei un bravo ballerino” “Grazie. La danza è la mia passione.” a quelle parole tornammo al nostro angolo ed io, ancora una volta, incrociai lo sguardo di Rob “Perché non lo inviti a  ballare?” disse Stephanie intercettando il nostro sguardo “Invitare Rob a ballare…” balbettai “Oh mamma no…non ce la faccio…mi vergogno e poi perché dovrebbe ballare con me se ha Kirsten” come se avesse capito quello che dicevo, visto che avevo parlato in italiano, mi rispose “Provare non costa nulla” e mi fece l’occhiolino. Effettivamente non avevo nulla da perdere e mentre pensavo a questo mi voltai per cercarlo e lui era tutto intento a sorridere e a chiacchierare con dei signori, accanto a lui Kirsten, provai un sentimento di amarezza immenso, ma quando la musica partì riconobbi una canzone che aveva un legame fortissimo con la mia adolescenza “Beauty and the Beast” di Celine Dion e Peabo Bryson, colonna sonora dell’omonimo film Disney. Non ci pensai su due volte e andai verso Rob, lui si girò e mi vide procedere verso di lui, mi sorrise e mi venne incontro…non avemmo bisogno di parole, ci prendemmo per mano e cominciammo a ballare. Non c’era nessun altro attorno a noi, soltanto noi due e la musica; non dicemmo una sola parola, bastavano i nostri sguardi, o meglio bastavano a me…” Tale as old as time true as it can be barely even friends than somebody bends…Unexpectedly(“Una storia vecchia come il tempo che più vera non si può. A malapena amici, poi qualcuno si piega…Inaspettatamente”)..terminato il tutto, restammo al centro della sala, immobili, mano nella mano a fissarci, un momento perfetto se non fosse stato per Kirsten che si avvicinò per farci i complimenti, a parer suo avevamo ballato bene, io non mi ero accorta di nulla, ero stata totalmente assente. Rob la ringraziò e fu solo in quel momento che guardai Kirsten e le sorrisi dolcemente. Tutto di me in quel momento esprimeva dolcezza e felicità…ero un libro aperto, infatti lei capì quello che mi stava succedendo, prima mi guardò sorpresa, poi abbassò lo sguardo, schiarì la voce e si congedò. Quando ritornai con lo sguardo verso Rob, lui era lì a fissarmi, ero immersa nei suoi splendidi occhi color grigio-blu e avrei voluto seguire il mio istinto che mi spingeva a baciarlo, ma la mia razionalità mi bloccò, abbassai la testa…Robert si accorse che avevo cambiato espressione e posò la sua mano sul mio mento, mi alzò la testa per guardarmi “Che cos’hai?” mi chiese “Io vorrei seguire il mio istinto, ma non posso”, risposi di getto senza pensarci “Perché non puoi?” “Perché ho paura…”,  a quel punto mi accarezzò la guancia rossa di imbarazzo e mi disse “Se io fossi in te lo seguirei…”, sobbalzai a quelle parole e ritrovai il suo volto ad un centimetro dal mio, guardai le sue labbra e socchiusi gli occhi sospirando…li riaprii e lui era lì sorridente come non mai, sarebbe bastato un solo movimento e le nostre labbra si sarebbero inevitabilmente toccate. Rob percepì la mia incertezza e si allontanò, guardandomi in modo indecifrabile, io mi sentii morire,avevo gli occhi lucidi, pronti a traboccare lacrime, ma qualcosa dentro di me soppresse la razionalità: i miei sentimenti erano più forti e volevano vincere, almeno questa volta. Allora guardai decisa Rob, richiusi gli occhi ed ebbi solo il tempo di dirgli “Hai ragione…” che ritrovai le sue labbra sulle mie, delicate e tenere. Mi lasciai andare al più dolce dei baci, cinsi le mie mani al suo collo e non mi importò più di nulla. Just a little ch’ange small, to say the least both a little scared neither one prepared…”(“ Solo un piccolo cambiamento, piccolo se non vogliamo dire di più. Entrambi un po' spaventati, nessuno era preparato…”). Ad un certo punto entrambi sentimmo delle esclamazioni attorno a noi “Oh oh oh!!!” e cominciammo a ridere, senza sciogliere il nostro abbraccio e ci guardammo intorno: tutti ci guardavano stupiti, tranne i miei amici che fischiavano e facevano segno di vittoria. “Hai visto? Hai fatto bene a seguire il tuo istinto” disse ed io annuii felice, mi prese per mano e ci dirigemmo dai miei, anzi nostri amici. Simona mi corse incontro e mi abbracciò “Marghe, Marghe!!!” gridò “Simo, grazie…non credevo fosse possibile…non a me…”. Io e Robert passammo tutta la serata mano nella mano, dovunque andavo io veniva lui e viceversa. Alla fine del gala, non sapevo cosa sarebbe successo, eravamo fuori dal palazzo e ci guardavamo tutto imbarazzati “Ehm…” dissi io “e ora che succede? Penso di doverlo salutare, giusto?”, Simona mi fece cenno di si con la testa, allora mi voltai verso Rob “Grazie per la magnifica serata” e poi timidamente gli chiesi “Ci vedremo ancora?” “Certo che ci vedremo! Domani a che ora finisci il corso di inglese?” “Alle due” e mi baciò di nuovo con la stessa dolcezza e tenerezza di prima. Andai via, tenendo fissa lo sguardo sul suo volto, mentre lui mi salutava con la mano.

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Capitolo 9
*** Il sogno diventa realtà... ***


Il sogno diventa realtà...

Salve miei cari lettori…

Eccomi di prima mattina a rompervi le scatole con un nuovo capitolo…sarà forse il momento più piacevole della giornata per me, visto che dopo dovrò fiondarmi in ore e ore di studio, gli esami si avvicinano ed io devo far presto a prepararmi…è dura la vita dello studente-lavoratore…ma giustamente a voi non interessa eheh…
Ringraziamenti:

daydre4mer: mi spiace che piangi, però…sono contenta che questo capitolo ti piaccia e anche la canzone, sai bene quanto per me sia importante quella musica…

Si, mi hai già detto che mi adori…ed io ti ho risposto che adoro te!!!

 

ilachan89yamapi: grazie per aver recensito, è sempre bello ricevere dei consensi sul proprio lavoro…spero di leggere presto un tuo commento…

 doddola93: Dod, tu non hai la più pallida idea di quanto significhi per me questo capitolo!!! Quando lo scrivevo, la canzone di Celine Dion mi faceva da sottofondo e con occhi sognanti e commossi immaginavo tutta la scena e mi sentivo rabbrividire…è stata un’emozione unica…anche se poi la realtà reclama la sua attenzione…ma va bene così…

"il bacio, ah...cosa non era, santo cielo. ogni volta che leggo uno dei tuoi capitoli tremo. sempre. il punto è che c'è così tanta verità dietro le tue parole, che i sentimenti che hai il coraggio di mostrarci mi lasciano senza fiato. ogni volta che trovo un tuo aggiornamento so che devo prepararmi a veder riflessi pure i miei. e quindi mi riempio i polmoni d'ossigeno, che non si sa mai.” Non posso che dirti grazie per le tue parole…mi riempi il cuore di gioia e di soddisfazione...

 

Fairwriter: io un capolavoro? Sono rossa per l’imbarazzo e commossa per la felicità delle tue parole…grazie…le mie emozioni vi arrivano e non posso che essere contenta…

 Giulls: dimmi tu quante emozioni ti ho regalato!!! Forse quante ne ha regalate a me mentre lo scrivevo…me lo auguro…” adoro il tuo modo di scrivere, adoro la tua storia...insomma, ti adoro e basta!! e poi il bacio... *_* oh mamma!! mi fai sognare tesoro, sappilo!” io adoro te Giù, sul serio!!! Spero che anche con  prossimi capitoli tu possa continuare a sognare…

Ora vi lascio al capitolo…ciaoooooooooooo…

Sobbalzai dal letto incredula, la mattina mi sembrava tutto un sogno, poi vidi l’abito della sera prima sulla sedia e mi resi conto che non avevo affatto sognato, mi strinsi nelle ginocchia e poggiai la testa sulle mie braccia…era tutto reale, io e Robert…non sapevo ancora di preciso cosa eravamo, non sapevo per lui cosa significasse tutto quello che era successo, ma conoscevo i miei sentimenti e sapevo cosa tutto quello rappresentava per me…

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Ero stupita, incredula, imbambolata, non poteva essere vero: ci eravamo baciati…non riuscivo a pensare ad altro, seguivo Robert come un robot, il mio corpo si muoveva in sintonia col suo, senza sforzi, incosciamente, sempre mano nella mano…Ci trovammo per un attimo da soli, forse fu una cosa voluta dai nostri amici che notarono l’imbarazzo e capirono che forse volevamo restare ancora per un attimo appartati…nessuno dei due si muoveva, ci ritrovammo uno a fianco all’altro, appoggiati al muro della sala, assordati dal rumore della musica. “Dì qualcosa Marghe…parla!!!”…niente…vuoto totale, il mio cervello sconnesso non elaborava frasi sensate, tutto mi sembrava scontato o sbagliato…fu lui a prendere la forza e a proferire parola “Allora, ti sta piacendo la serata?”, Che domande che mi fa…ovvio che si…”…”Si…” non aggiunsi altro, avevo la gola secca, la lingua impastata, il suo profumo mi intorpidiva i sensi, mi girava la testa. “Mi fa piacere” rispose, io sospirai, lo sentii voltarsi verso di me, si mosse lentamente, la sua mano accarezzò la mia guancia rossa per l’imbarazzo, la mia testa era rivolta verso il basso incapace di compiere movimenti “Tum, tum, tum, tum…” il cuore batteva all’impazzata, temevo mi uscisse dal petto. Ad un certo punto si fermò, mi lasciò la mano…terrore…quella fu la sensazione che mi provocò…”Non lasciarmi…” pensai…e per vedere dov’era, fui costretta ad alzare la testa e me lo ritrovai davanti: sguardo profondo, movimenti incerti, le sue mani erano leggermente chiuse a pugno…era a disagio, non sapeva che fare. Probabilmente il mio guardarlo lo convinse a prendere una decisione, si avvicinò e mi baciò delicatamente…il nostro secondo bacio…>>

Mi vestii in fretta e insieme a Simona corsi al corso; quel giorno avevamo una verifica importante, avevo la testa tra le nuvole, ma seppi concentrarmi a sufficienza per rispondere a tutte le domande. La mattinata sembrava non passare mai, le ore successive furono più noiose del solito, ma mi bastava pensare a chi mia avrebbe aspettato a fine lezione e mi ritornava il sorriso. A mensa ascoltavo distrattamente i discorsi di Stephanie sul suo compagno di banco, volevo solo andarmene in fretta, avevo bisogno di vedere Rob, volevo capire cosa sarebbe successo. Vivere alla giornata a volte mi risultava essere molto difficile, non volevo illudermi, ma combattevo con la mia voglia di vivere a pieno quello che ricevevo. 

Suonata la campanella, raccolsi frettolosamente le mie cose, salutai i miei amici e corsi fuori, mi guardai intorno, ma non vidi nessuno, la delusione stava per assalirmi quando all’improvviso da dietro l’angolo spuntò una BMW del 1989 che attirò la mia attenzione. Si fermò proprio dinanzi a me, il finestrino si abbassò e una voce calda mi disse “Ciao”, il mio viso esplose in un mega sorriso: Robert era davvero venuto a prendermi. Tutti i dubbi e le incertezze sparirono…salii in auto e lo salutai, imbarazzati tutti e due non sapevamo che fare e che dire “Mmm” dissi io e lui rise, imitò la mia faccia e il mio lamento, alchè gli diedi un piccolo schiaffo sul braccio e mi imbronciai, fingendo di essere offesa, ma lui continuava a ridere come un pazzo. A quel punto non potevo non ridere anche io. Infine ci voltammo l’uno verso l’altra, ci guardammo, ricordai le sue parole della sera precedente e decisi di seguire i miei istinti…probabilmente fece anche lui lo stesso: ci baciammo…

“Andiamo?” mi chiese “Si…dove mi porti?” “Dove vuoi tu”  “Mmm…non saprei…lascio a te la scelta” “L’importante è che sono con te…il resto non conta…” pensai tra me, mentre mi immergevo nel mare dei suoi occhi, lui accese la macchina e partì. Per tutto il tragitto non aprimmo bocca, ascoltavamo silenziosi la radio. Ci fermammo dinanzi ad un enorme collina “Oggi proseguiamo il tour dell’Inghilterra…” sorrise, poi aggiunse “Questa è Primrose hill”, scendemmo dalla macchina e proseguimmo a piedi; con mio stupore da quella collina si godeva una vista meravigliosa di tutta Londra “Oh mio Dio!!!” esclamai “E’ bellissimo!!!”, sentivo il suo sguardo su di me “Si, da questo posto si ha vista eccezionale”, mi prese per mano, giocherellò con le mie dita, mentre io fingevo di continuare a guardare il panorama. Resistere era difficile e lo divenne ancora di più quando mi cinse timidamente la mano intorno alla vita e mi abbracciò, avevo il cuore a mille. Poggiai la testa sotto la sua spalla e restai in ascolto del suo respiro. Interrompemmo quel momento e continuammo a camminare, c’era gente e qualcuno lo riconobbe, si avvicinò per chiedere autografo e foto, quella situazione era nuova per me, ma lo era anche per lui, non era ancora abituato a tutto quel successo.                                                                   Ci sedemmo all’ombra di un albero, immersi a giocare con le nostre dita, parlammo del più e del meno, mi spiegò come si sentiva ad essere famoso, di come non si rendesse conto di tutto quello che gli era successo, di quanto non era ancora abituato alle urla delle ragazzine e a quel punto le imitò. Risi a crepapelle e pensai a quante volte avrei voluto urlare anche io quando lo vedevo sui giornali o in tv. Alchè lui mi guardò e mi chiese “Anche tu sei una mia fan?”, dovevo aspettarmi una domanda del genere “Si…ti ho apprezzato e conosciuto con Twilight e da allora ho iniziato a cercare tue notizie su Internet e ho scoperto un forum italiano tutto dedicato a te. Mi sei piaciuto immediatamente, indipendentemente dal tuo ruolo nel film. Ho ascoltato e letto tutte le tue interviste e…” mi fermai, non potevo dirgli che ero innamorata di lui, sarebbe scappato via o mi avrebbe presa per matta. “E?” domandò lui “Beh…ho deciso di partire per Londra…” e lo guardai per leggere la reazione sul suo volto, ma lui restò impassibile a quella mia affermazione ricca di significato, mi ascoltava attento così continuai “Ho cominciato a frequentare un corso di inglese, ho fatto amicizia, mai avrei pensato nella mia vita di vivere a Londra…e di conoscere te…”, mentre parlavo, giocherellavo con l’erba, colsi un filo e con un soffio lo feci volare, seguii il suo cadere lento sul prato e sorrisi, mi voltai e Robert era ancora là, non era ancora scappato da me. “Ti ho sconvolto?” dissi incertamente, “No, sono solo sorpreso e onorato.” Non lo lasciai finire di parlare, dovevo spiegargli, doveva capire che per me non era un attore, ma lo vedevo in modo diverso…volevo e pretendevo che capisse…“Io volevo avere la possibilità di conoscerti, non mi interessa che sei un attore, non mi importa che sei famoso, mi interessa come sei realmente, cosa pensi, cosa fai, i tuoi interessi…tutto…e per quello che ho potuto vedere sia attraverso le interviste sia standoti vicino, sei come ti avevo immaginato…un ragazzo semplicemente dolce e timido…” le parole mi uscivano senza che volessi, erano intrise di passione, sentivo i brividi mentre ammettevo quello che sentivo, non volevo spaventarlo, ma non volevo neanche mentire. Io ero così e se gli andava bene, sarei stata contenta di stare con lui…rimasi zitta, in attesa di una risposta, di un urlo o di un lamento, qualsiasi cosa pur che lui parlasse. Il suo silenzio mi spaventò, non capivo, avevo paura, allora cercai i suoi occhi, li aveva chiusi e aveva inclinato verso dietro la testa poggiandola sul tronco dell’albero, mi misi in ginocchio davanti a lui e lo guardavo perplessa, gli accarezzai il volto con un dito, lui aprì gli occhi serio, allora tirai indietro la mano, abbassai lo sguardo e mi rabbuiai. Ero pronta per alzarmi e andarmene via, volevo solo scappare...”Scusami, avrei dovuto restare zitta e non dirti niente…” piagnucolai, alzai la testa, lui mi prese il volto tra le mani e mi baciò al contrario di ogni mia previsione…”Io amo le persone folli!” e mi mostrò il suo sorriso migliore, quello che amavo tanto e mi sciolsi. D’improvviso mi disse “Mi insegnerai l’italiano?”, io risi e annuii “Abbiamo tanto tempo a disposizione” disse…tanto tempo? Questo poteva significare solo una cosa: ci saremmo visti ancora per tante e tante volte…                                                                                                                                                                                       Mi riaccompagnò a casa, lo invitai a salire, ma disse di no, perché voleva andarsi a cambiare, voleva portarmi a cena fuori quella sera e quindi doveva essere presentabile, come se poi non lo fosse anche con un semplice jeans addosso. Entrai nell’appartamento e Simona era lì ad aspettarmi e mi bombardò di domande, mi aiutò a scegliere i vestiti da mettere. All’ora prefissata, il campanello suonò, Simona corse ad aprire e fece accomodare Robert, io mi affacciai dalla porta della mia stanza e lo vidi, era elegantissimo, sembrava un principe…mi sentii venire meno, ma mi feci forza e scesi dalle scale mantenendomi alla ringhiera per evitare di cadere per via dei tacchi e per l’agitazione che sentivo crescere sempre più, mentre con l’altra mano alzavo il lembo della gonna, troppo lunga…Simona mi aveva conciata proprio per bene. Mentre scendevo nella mia testa risuonava la canzone del nostro primo ballo insieme, sembrava proprio la scena del cartone animato “La Bella e La Bestia”. Giunta dinanzi a lui, mi inchinai per prenderlo in giro e Simona si mise a ridere. Robert alzò gli occhi al cielo e mi invitò ad andare, salutammo Simona e ci chiudemmo la porta alle spalle pronti per vivere intensamente quella serata. Non ci potevo credere quando me lo disse: aveva intenzione di farmi fare il giro sul battello del Tamigi e cenare lì. Ebbi i brividi, mi sentivo una principessa, era una cosa romanticissima e solo nelle fiabe avevo visto cose del genere. Ma non era il posto, era il gesto, a me non interessava la scatola, ma quello che c’era dentro, mi bastava stare con lui, anche in una catapecchia starei stata così bene. Lo guardai con gli occhi strepitanti di felicità e lo abbracciai “Grazie, grazie…ma non esagerare, io non ho bisogno di tutte queste cose materiali, mi basta stare insieme a te…”, mi zittì con un dito “Io sentivo di voler fare questo insieme a te, quindi non protestare”, sentii il cuore pieno di gioia salirmi in gola. La mia vita stava davvero cambiando, l’apatia delle settimane passate era solo un lontano ricordo, lasciava il posto alla felicità.                                                                         Era tutto bellissimo, il Tamigi di sera era qualcosa di indescrivibile, le luci della città riflettevano su di esso creando strane forme e colori, mi misi a prua ad ammirare sbalordita lo spettacolo che mi si presentava davanti, Robert mi raggiunse dopo poco, mi cinse le mani in vita e appoggiò la sua testa sulla mia e rimanemmo lì in silenzio a guardare quella meraviglia, contorno perfetto per la nostra prima uscita insieme. “E’ perfetto…ogni cosa è perfetta…spero solo che non sia un sogno...” sospirai senza rendermi conto che avevo pensato ad alta voce, Robert mi strinse più forte, poi mi girò verso di lui, mi accarezzò i capelli “Non è un sogno...” “Tu ed io...se non è un sogno questo...” risposi sorridendo, mi alzai sulle punte e gli sfiorai le labbra con le mie, poi poggiai la mia testa sul suo petto e mi misi in ascolto del suo cuore. Robert poggiò il suo mento sulla mia testa “Si, noi siamo qui INSIEME…“ ”Insieme…” replicai io, attraversata dal brivido di piacere che quella parola mi procurava “…tu sei il mio sogno, il mio tutto, ti può sembrare sciocco, frettoloso, ma è quello che sento. Ho desiderato questo momento dal primo momento che ti ho visto ed ora che è vero, mi sembra impossibile che stia accadendo a me. IO TI AMO E…NON NE POSSO FARE A MENO...non avere paura delle mie parole, non mi aspetto nulla da te, voglio solo avere la possibilità di starti vicino fino a quando tu vorrai...”. Dissi quelle parole tutte di un fiato, doveva sapere la verità, ero troppo coinvolta e la sua reazione avrebbe dato una risposta ai miei dubbi. “Ecco: gliel’ho detto…gli ho detto che lo amo…sono folle…si…sono folle…perché…perché lo amo follemente, con tutta me stessa…” “Margherita…” disse interrompendo il fluire dei pensieri “…io non ho paura dei tuoi sentimenti, come devo fartelo capire? Quello che tu senti ci accomuna più di quanto immagini: mi sei piaciuta subito per la tua spontaneità, la tua timidezza, nessuno mi ha mai colpito come hai fatto tu…” mi strinse di più a se poi continuò “…TI AMO…” alzai la testa di scatto e lo fissai “...E NON NE POSSO FARE A MENO...”, sorrisi istintivamente, gli saltai al collo e lo baciai più forte che potevo.                                                                                                                                       Ero incredula, quello che stava accadendo lo avevo solo immaginato e invece ora faceva parte della mia vita reale; Robert stava rendendo meravigliosa la mia vita, la riempiva come mai nessuno era riuscito prima, bastava un solo sguardo per accenderci, avremmo potuto passare ore ed ore a guardarci senza parlare. Mi sembrava di essere una diciassettenne innamorata follemente ed infondo era proprio quello che volevo e che più mi mancava: poter vivere sempre un amore adolescenziale, quello che ti prende e non ti lascia respirare, ogni gesto o parola è un’emozione…

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Capitolo 10
*** Viaggio in Italia ***


Viaggio in Italia

Salve a tutti,

sto per postare un nuovo capitolo…non ho molto da dire, se non grazie alle persone che continuano a seguirmi…

doddola93: grazie Dod!!! Sono contenta che le mie parole ti arrivino e ti sembrino vere…lo ripeto per l’ennesima volta: c’è tutta me stessa in questa storia…Eh si, io e Rob…:D…

Giulls: tranquilla tesoro, non sei in ritardo…grazie per il sostegno…sto pensando a ciò che mi hai detto, ma continuo a credere che per me sia tutto inutile…ma lasciamo stare la tristezza…

Scusate la brevità dei ringraziamenti, ma non è proprio periodo…

Ps: al momento richiesto, ascoltate questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=un3xDuaHOpE

Durante uno dei nostri pomeriggi insieme, Robert ricevette la telefonata del suo manager che gli comunicava che agli inizi di marzo, lui sarebbe dovuto partire per girare il sequel del film, sarebbe andato prima in Italia e poi in Canada. A quella notizia, il cuore mi si fermò: non l’avrei visto per mesi, avrei saputo reggere un rapporto a distanza? Dovevo sapere cosa mi aspettava, ma fino a quel momento non avevo avuto modo di pensarci, presa com’ero dalla sua costante presenza nelle mie giornate. “Devi partire?” chiesi rattristata “Si, tra una settimana. Andiamo in Italia, a  Volterra, per girare alcune scene del film.” “Ok…” calò il silenzio. Nessuno dei due aveva programmato tutto questo e la situazione ci coglieva di sorpresa “E così vai nel mio paese…eh…” “Già…” sospirò “…vieni con me!!!” esclamò improvvisamente. Inizialmente ero incredula, non credevo che me lo avrebbe mai chiesto… “Mi piacerebbe, ma non voglio crearti problemi, non voglio esserti di intralcio. Anche se sarebbe quasi ora di andare dalla mia famiglia e dai miei amici, avevo promesso che sarei tornata per un po’…” “Esatto!” si alzò di scatto e mi prese le mani “Vieni con me a Volterra per qualche giorno e poi vai dalla tua famiglia” quasi mi pregò con lo sguardo.  Ci pensai un po’ su e mi resi conto che l’idea non era poi così malvagia, avrei passato una settimana con lui sul set e una settimana a casa e poi sarei tornata a Londra per i corsi; accettai la proposta di Rob e avvertii subito la mia famiglia, non avevo ancora detto nulla di Rob a casa, certo i giornalisti inglesi qualche volta ci avevano beccato insieme, ma quelle notizie sarebbero rimaste in Inghilterra, ma dovevo pur dire loro che ero fidanzata con un attore ed era anche giusto dirlo ai miei amici e soprattutto alla mia migliore amica. Se non lo avevo fatto era per paura…temevo che non potessero capire…

Fu una settimana molto intensa quella precedente alla partenza, tra preparativi, prenotazioni, permessi per la scuola sia di canto che di inglese. Fortunatamente tutti mi diedero una mano, nella frenesia dei preparativi non avevo avuto modo di pensare al dopo, al mio rientro a Londra senza di lui…mi ero imposta di non farlo, non volevo rovinarmi un bel momento, ne tantomeno mi andava di rattristare gli altri. Me la sarei cavata…in un modo o nell’altro…”forse…”

Partimmo per Firenze di pomeriggio, arrivati all’aeroporto, i giornalisti ci assalirono, fortunatamente ero mescolata insieme a tutti il resto del cast e nessuno notò la mia presenza. Un bus ci portò a Volterra, un piccolo paesino racchiuso tra le meravigliose colline toscane, adoravo quei posti, mi sentivo a casa. Erano tutti stanchi e quindi ci dirigemmo verso l’albergo; io avevo voglia di uscire a fare un giro, posai le cose nella stanza che condividevo con Robert e gli dissi che sarei andata a fare una passeggiata. Dal borsone estrassi il secondo libro della saga, “New Moon” e lo portai con me…presi a leggere la parte in cui si parlava di Volterra e giunsi nella piazza con fontana descritta dal libro, mi sedetti su una panchina e cominciai ad immaginare tutta la scena. Come sempre, quei libri suscitavano in me strane sensazioni e mi sentii travolta dalla storia dei due protagonisti. Tutt’ ad un tratto, ricordai che l’inizio dei libro era triste: Edward lasciava la sua Bella, per proteggerla dal pericolo che lui stesso rappresentava per lei e mi sentii soffocare dal dolore, quasi per gioco, il mio ipod suonò “Never Think”, la canzone di Robert, una canone perfetta per l’addio: lui invita la sua lei a salvarsi, a salvare la sua anima e a dimenticare il loro amore.

Tornai in albergo col cuore colmo di tristezza, sentivo come se ben presto quell’addio avrebbe riguardato anche me. Arrivata in stanza, Rob dormiva già…infilai di corsa il pigiama e mi misi a letto. I miei movimenti probabilmente svegliarono Robert che si avvicinò piano e si scorse per vedere se ero sveglia. Lo vidi e abbassai gli occhi, avevo pianto tanto e temevo se ne accorgesse. Lui mi accarezzò il volto e mi baciò la guancia, poi mi chiese come fosse andata la passeggiata “Bene, ho visto la piazza descritta dal libro e mi sono seduta sulla fontana ad ascoltare un po’ di musica…” “Brava. Cos’ hai ascoltato?” tentennai, non sapevo cosa dirgli esattamente “Beh, ho ascoltato varie cose, tra cui la tua canzone...”gli si illuminò il viso “Ti piace?” che domanda sciocca, certo che mi piaceva, tutto quello che lo riguardava era per me fonte di piacere, d’amore, di passione e anche di dolore… “Si, molto. Mi trasmette delle emozioni indescrivibili…”, Rob si alzò di scatto dal letto, corse verso l’armadio e scavò tra le sue cose, poi tornò a letto con la chitarra. Tutto sorridente e soddisfatto si sedette vicino a me e cominciò a suonare qualcosa. Di primo acchitto non capii, poi le parole della canzone mi risvegliarono: stava cantando “Never Think”…dal vivo era ancora più sconvolgente ed era eccezionale vedere Rob cantare con tanta intensità, sentiva molto quella canzone. Non potei resistere e mi commossi. Terminato di suonare, Rob riaprì gli occhi e vide le mie lacrime, sobbalzò, posò la chitarra sul letto e mi si avvicinò “Perché piangi? Ho fatto qualcosa di sbagliato?” “No, no!!!” dissi subito “Non sei tu, è la canzone che mi fa questo effetto. È veramente bellissima, ma mi fa piangere, perché parla di un addio sofferto, non voluto, ma necessario. Solo chi ama senza condizioni può scrivere delle parole così profonde…" lui mi guardava inizialmente attonito, poi capì, mi sorrise e continuai a parlare “…anche prima in piazza ho pianto come una stupida. Oh Rob…” e lo guardai, lui ricambiò il mio sguardo… nessuno dei due parlò, presi la sua mano e la posai sulla mia guancia, chiusi gli occhi, Rob si avvicinò, prese il mio volto tra le mani, mi fissò diritto negli occhi per un momento interminabile e poi mi baciò.
Passai la mattinata ad osservare la troupe che organizzava il lavoro, quando poi lo vidi arrivare nei panni di Edward trasalii…era come tornare indietro di qualche mese, quando al cinema lo vidi apparire sullo schermo la prima volta…un colpo al cuore micidiale che ne fermò la circolazione di botto per poi riprendere a battere più forte di prima, pompando il sangue nelle vene con un’irruenza estremamente preoccupante. Avevo la tachicardia, tremavo…proprio come allora…rivedevo l’origine di tutto davanti ai miei occhi…Rob si avvicinò con passo lento e goffo, come suo solito…”Come ti sembro? Sono simile all’Edward del primo film?” “Sei perfetto…” come sempre…perfetto per me…il mio amore incondizionato per lui annullava qualsiasi difetto, ammesso che ne avesse…
Lui sorrise e si diresse verso Kirsten…fu una giornata lunga, le riprese continuavano senza sosta, vederlo abbracciare Kirsten era fastidioso, ma sapevo che stava facendo il suo lavoro e lo faceva benissimo. Era un attore straordinario, seppe interpretare benissimo il dolore di Edward e la sua gioia nel rivedere la donna della sua vita, Bella, sembrava davvero che provasse quei sentimenti. Lo ammiravo da ogni punto di vista, era così umile, vero, spontaneo che non si poteva fare a meno di amarlo…
Dopo la cena col cast, Robert ed io filammo diritti in stanza, entrambi non eravamo amanti della vita mondana, due perfetti pantofolai, ci vedemmo un dvd. Io mi addormentai poggiata con la testa sulle sue gambe; mi risvegliai alla fine del film, Robert era lì che mi guardava e mi accarezzava piano la testa, mi voltai verso di lui e mi stiracchiai “Hai dormito per tutto il film, era noioso?” “No, sono solo un po’ stanca. Certi ritmi frenetici non fanno proprio per me” e sbadigliai. Mi alzai piano e mi sedetti accanto a lui con le gambe incrociate “Ora però il sonno è sparito…” sorrisi “Dai facciamo qualcosa…o ora sei tu che vuoi dormire?” “No, non sono stanco, tranquilla” e fu lui a sorridermi, mi persi nei suoi splendidi occhi e mi sentii come in trance. Senza accorgermene gli stavo toccando i capelli, piano, piano il mio dito scese lungo il suo volto, gli sfiorai leggermente le labbra e lui sospirò chiudendo gli occhi. Fino ad allora non avevo mai dato tanto importanza al contatto fisico con le persone, lo consideravo secondario, qualcosa che minava la purità di un rapporto, ma con Rob anche questo era diverso. Lui era in grado di suscitare in me sensazioni e desideri mai provati, proibiti, la sua vicinanza mi mandava in ipervenitilazione, proprio come succedeva a Bella con Edward: smettevo di respirare e non me ne accorgevo…cosa avrei pagato per sentirlo ancora più vicino e quasi come se avesse letto nel mio pensiero, si avvicinò, poggiò la sua fronte sulla mia, naso e naso, occhi dentro occhi, inspirammo nello stesso momento e poi con una delicatezza inumana mi baciò. Il bacio era diverso: si fece pian, piano sempre più ardente, in men che non si dica mi ritrovai avvinghiata a lui, con le mani strette ai suoi capelli e le sue mani mi stringevano fortissimo a lui. Ci fermammo un attimo per riprendere fiato, ci guardammo, avevamo l’affanno, ma questo non gli impedì di sorridermi come solo lui sapeva fare e mi fece mancare ancora una volta il fiato. “Tu non sai quanto ho desiderato questo momento” mi disse, ero sconvolta, sentii di perdermi in quel fiume di parole “Tu non sai quanto io ho desiderato provare delle emozioni così forti” ci accarezzammo il volto con forza, ma allo stesso tempo con tenerezza travolti dalla passione che ci avvolgeva.
Non proseguimmo…ci fermammo ad un passo dal fare l’amore…capimmo entrambi che era presto, anche se lo volevamo fortemente, mi chiese scusa per averci provato, era la tenerezza fatta persona…gli spiegai come la pensavo a riguardo e fui lieta quando mi disse che mi apprezzava; mi accarezzò il viso e mi disse “Non sai quanto ti desideri…ma ti rispetto e voglio farlo quando sarai pronta…mi fa star bene il solo averti accanto…” quelle parole mi fecero tremare per l’emozione, il cuore si fermò…io non è che non lo desiderassi, non volevo che pensasse questo, non ero vergine, ma con lui era tutt’un’altra storia… “Oh Rob grazie, sei davvero un tesoro…credimi se ti dico che anche io ti desidero ardentemente e non mi era mai successo, se potessi non mi staccherei da te nemmeno un attimo…non hai idea del tormento che mi provochi dentro…come posso farti capire quanto ti amo?” lo vidi arrossire, era impacciato e ancora non capisco come mi siano uscite quelle parole, quando stavo con lui perdevo totalmente il controllo di me stessa…”Marghe, non hai bisogno di farmi capire nulla…mi basta guardarti negli occhi per capire ciò che senti. Sono io che dovrei imparare ad esprimere meglio i miei sentimenti. Io so solo che ti amo e ti ringrazio perché per la prima volta posso amare senza paura di essere abbandonato o usato” aveva queste paure? Come poteva? Lui era tutta la mia vita, senza di lui non conoscevo storia.
Passammo tutta la notte distesi sul letto abbracciati a giocherellare con le mani, i capelli…al contatto la nostra pelle vibrava, emetteva una melodia meravigliosa: la melodia del nostro amore…mai avrei pensato di poter essere così felice come in quel momento.
“Piccola mia…dormivi e non ho voluto svegliarti...scusami…sono andato sul set, fai con calma e raggiungimi appena puoi. Anzi cerca di fare quanto prima, non posso stare lontano da te…stanotte è stato bellissimo…è successo tutto e niente…averti accanto è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Ti amo. Tuo Rob”
Piangevo, piangevo come una bambina che aveva appena ricevuto una sorpresa…”Oh Rob, non ti rendi conto di quanto la mia vita sia legata inesorabilmente alla tua…non potrò mai vivere senza di te…” mi strinsi nelle lenzuola…poi mi alzai di scatto e mi preparai per andare da lui…
Giunsi sul set una mezz’ora dopo, stavano ripetendo le ultime battute prima di riprendere a girare. Lo vidi in lontananza, era poggiato al muro e leggeva il suo copione, era concentratissimo, adoravo la serietà che metteva nel suo lavoro, si vedeva quanto lo amava…non mi avvicinai, non volevo interromperlo…ma Kirsten mi corse incontro chiamandomi “Marghe, Marghe!!!” agitava la mano in segno di saluto…eh già, Kirsten mi cercava, diceva che le ero simpatica e che mi vedeva bene con Robert…
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Il set era in subbuglio, la pausa era sempre momento di caos, Kirsten si avvicinò a me imbarazzata, fino ad allora non avevamo avuto modo di parlare a lungo “Ciao Marghe” “Ciao Kirsten” silenzio…”Allora come ti sono sembrate le prime riprese?” “Perfette, mi siete piaciuti tantissimo” si sciolse in un sorriso. Era una ragazza tanto timida e dolce “Beh non sono affari miei lo so, però…beh tu e Rob, eh?” “Già…io e Rob…” e arrossii “Lui è un ragazzo dolcissimo e tu sei come lui, siete perfetti insieme…” disse, non pensavo che potesse dirmi certe cose, credevo di non esserle molto simpatica, infondo le avevo rubato lo spasimante. Giorno dopo giorno scoprii quanto Kris fosse una ragazza in gamba, simpatica, parlavamo tantissimo, organizzavamo le uscite. Stavamo diventando buone amiche…>>
“Ehi Kirsten, tutto ok? “Si, si. Mi sono preoccupata quando non ti ho vista sul set stamane, credevo fossi partita senza salutarmi” “Non potrei mai farlo. Ho dormito un po’ in più stamane…” arrossii al pensiero della sera prima…“Rob è lì “ e me lo indicò “Si, si l’ho visto” lui mi guardava, aveva gli occhi che gli brillavano, mi sorrideva: era contento di vedermi…ed io di vedere lui…Avvertivo un certo imbarazzo, infondo la sera prima eravamo stati vicini più del solito…”Oddio mi tremano le gambe…”. Nel frattempo si era avvicinato, mi accarezzò il viso “Ciao…” disse “Ciao” risposi abbassando gli occhi “Ahhhh non riesco a reggere il suo sguardo…” “Ben svegliata dormigliona!!!” mi scompiglio i capelli mentre rideva di gusto, risi anche io e così facendo alzai lo sguardo e mi ritrovai ad incrociare il suo, mi bloccai, imbarazzo puro…si fermò anche lui, si avvicinò e mi abbracciò, non disse nulla…bastava quello…

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Capitolo 11
*** Lui, gli amici e tutto il resto... ***


Lui, gli amici e tutto il resto...

Salve a tutti,

sono di nuovo qui a rompervi con un nuovo capitolo di questa fan fiction…ci tengo molto a ringraziare chi la sta seguendo assiduamente e chi l’ha inserita tra quelle preferito, mi spiace solo che qualcuno l’abbia eliminato, sono mortificata se vi ho delusi…
Ringraziamenti:

Giulls: grazie!!! È la sola parola che mi viene in mente ora…non voglio farti arrabbiare, né tantomeno voglio che tu smetta di sognare, ma c’è di meglio e tu lo sai!

Beh la frase “è successo tutto e niente” mi è venuta fuori spontaneamente, quando ho scritto questa storia ero un tutt’uno con i personaggi e certe espressioni quando le rileggo, mi sembrano così strane eheh, non ricordavo neanche di averle scritte…è bello sapere che nonostante tutto, la storia ti piaccia…
“Adoro questa storia, adoro Marghe e Rob e adoro te...tu dici che non è vero, ma sei brava e non lo dico solo perché sei mia amica, lo dico perché lo penso davvero :) ti voglio bene Marghe e quindi voglio ripeterti una cosa: non smettere di scrivere, hai un dono tu..sai esprimere le tue emozioni al meglio. certo, forse non sarai una stephenie meyer (come credo nessuno qui) ma sei comunque una ragazza di GRANDE talento! non mi stancherò mai di dirtelo... e se ti sentirò ancora dire che non hai talento o che vuoi smettere di scrivere...vengo a tirarti le orecchie!” grazie per l’incoraggiamento Giù, sei un tesoro…probabilmente non smetterò mai di scrivere, però terrò per me le mie “fantasie”, qui ho letto delle ff (tra cui la tua) che sono scritte in modo divino, accurato e perfetto, ho molto da imparare o semplicemente non è cosa per me…un giorno lo capirò…ma comunque, in ogni caso, so che ci sono persone come te, che almeno un po’ credono in me e questo mi lusinga…Tvb…

 

Fairwriter: mi ero preoccupata quando ho notato l’assenza della tua recensione nel capitolo precedente, pensavo non ti fosse piaciuto (e se così fosse chiedo scusa). Sono contenta che questo chappy sia di tuo gradimento e sono lieta che il personaggio di Marghe ti piaccia…infondo sono io…
Mi auguro che il prossimo capitolo, non ti deluda…

Daydre4mer: ammetto che mi è dispiaciuto non leggere la tua recensione, ma so cosa pensi della storia, quindi capisco che se non l’hai commentato è perché non hai potuto…infondo dove sai tu, sono piena di tuoi commenti bellissimi e commoventi e ammetto che spesso li leggo…

Stef come devo dirtelo che sono io che adoro te?!? Sei la persona che più di ogni altra mi ha capita perfettamente, senza aver bisogno di sguardi o di parole…sei arrivata nel profondo e hai tirato fuori quello che sono ed è assurdo, soprattutto se penso che non ci conosciamo…nella vita ho avuto una grande amica, ma lei non è mai andata così a fondo come hai fatto tu…grazie Stef…Tvb…

E ora passiamo al capitolo…un po’ triste se vogliamo, ma tratto un argomento a cui tengo in modo particolare, anche se ne sono delusa…

Ps: la Daniela della ff esiste sul serio e la storia dell’esame di Psicopatologia è vera…buona lettura…

Tre giorni più tardi

Il momento delle separazioni giunse troppo in fretta…”Beh ci vediamo tra qualche mese?” chiesi con amarezza “Se tutto va come deve andare, direi che nel mese di giugno avremo una pausa e tornerò a casa…”…giugno…mentalmente cominciai a fare già il conto alla rovescia e pregai che tutto andasse come doveva…”Saranno i mesi più lunghi di tutta la mia vita…” “Odio provocarti questa sofferenza…se solo tu potessi restare qui con me…” “No, Rob, è giusto così…ognuno deve inseguire il proprio il destino ed io vado incontro al mio…ho gli esami del corso tra breve e se riesco vorrei dare anche qualche esame della specialistica, da quando sono a Londra non ci sono ancora riuscita e non voglio restare troppo indietro rispetto alle mie amiche. Ho voglia di studiare, di finire questo percorso per cominciare a lavorare, dopo tanti sacrifici dovrò pur realizzarmi, no?”, annuì in segno di approvazione…Fu tutto tristissimo, Kirsten mi salutò prima che Rob mi accompagnasse all’aeroporto “Mi prometti che ci rivediamo presto?” mi disse “Si, promesso. Ma tu promettimi che verrai a trovarmi, sei sempre la benvenuta.” Ci abbracciammo…in quel momento avvertii una fitta al cuore, temevo che non l’avrei mai più rivista e l’idea mi rendeva triste.

Durante il tragitto per l’aeroporto, io e Rob non dicemmo una parola, ci tenevamo stretti per mano, una stretta diversa dal solito, avvertivamo entrambi le stesse sensazioni: tristezza, ansia, paura…non volevamo separarci…oramai lo sapevo…lui mi amava e soffriva come me all’idea di dover stare lontani così a lungo…

“Stai attenta, chiamami quando arrivi…” “Stai tranquillo…Robert…” lasciai cadere il discorso, mi sentii pervarsa dalla malinconia, alzai la testa e avevo già le lacrime agli occhi. Dopo tre secondi stavano già solcando il mio viso “Mi mancherai…” singhiozzai “…mi mancherai tanto…” “Mi mancherai da morire…” disse lui…e mi abbracciò forte, fortissimo come fosse l’ultima volta…

Per tutto il viaggio non feci altro che pensare al nostro saluto…troppo triste…piangevo…andai per prendere un fazzoletto dalla borsa e mi ritrovai tra le mani un bigliettino…aveva il suo profumo, lo aprii e lessi…le lacrime ricominciarono a sgorgare dai miei occhi…

Marghe, mia piccola tenera Marghe…hai reso la mia vita migliore e ora che sei partita, ti sei portata via una parte di me…non perderla…fa parte di me…di te…di NOI…non vedo l’ora di rivederti, mi manchi già da morire…Ti amo, cerca di non dimenticarlo…Tuo per sempre. Rob”

Era l’amore della mia vita e non avrei permesso a nessuno di portarmelo via “Rob, non ti dimenticherò mai…come potrei…mi manchi…cavolo quanto mi manchi…!!!” strinsi a me il biglietto…se avessi potuto avrei fatto fare all’aereo retro front…ma non potevo, non era giusto…

Arrivo a casa
Mi stavano aspettando tutti all’aeroporto di Napoli, me li trovai in un batter d’occhio tutti addosso, contenti di rivedermi…io vivevo sentimenti contrastanti, ero felice di rivederli, ma mi sentivo a pezzi senza Rob…”Ma come a mamma, il tuo boy non è con te?” “Mamma ha le riprese del film quante volte te lo devo dire!!!” dissi controvoglia. Già…avevo detto a mia madre di Robert durante una delle nostre telefonate…
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“Marghe ma non mi hai detto ancora perché sei a Volterra” “Ma mamma quante volte devo parlare? Dei miei amici attori mi hanno invitato sul set. Stanno girando il sequel di Twilight, ricordi il film e i libri?” “Ah si, si.” “In più ho da dirti una cosa, ma stai tranquilla…” “Come posso stare tranquilla??? Quando fai così è sempre perché è successo qualcosa di brutto.” “No, mamma…stavolta è una cosa bella “ “Anzi stupenda” pensai “E allora che aspetti a dirmela” “Beh uno degli attori…è il mio…fidanzato” “Stai con un attore? Una comparsa?” “Ehm no mamma…è l’attore protagonista…Robert Pattinson…ricordi tutti i miei poster, le foto di quel bellissimo ragazzo?” “Oh a mamma, sei fidanzata con lui?Sei sicura di quello che fai?” “Non sono mai stata tanto sicura in tutta la mia vita.” “Ok, tesoro, mi fido di te lo sai. Spero che ti tratti bene…” “Tranquilla, lui è dolcissimo, tenerissimo e ci tiene a me…”>>

“Margheeeeeeeee” una voce si distinse dalle altre, la riconobbi subito, era la mia Dany “Danyyyyy” ci abbracciammo piangendo…”Quanto mi sei mancata!!!” le dissi, era vero…mi mancava la sua compagnia, la sua voglia di vivere, il suo volermi bene, la sua costante presenza nella mia vita…l’università ci aveva permesso di conoscerci e ci eravamo giurate che mai niente ci avrebbe divise…mai…le volevo un gran bene, era come una sorella, anzi di più…
Rivedere tutti quei posti, così familiari, mi fece bene, per un po’ mi rilassai, non pensai a nulla…sobbalzai solo nel momento in cui mi ricordai di accendere il cellulare per telefonare Rob “Pronto?” “Rob, sono arrivata, sono in viaggio verso casa” “Ah finalmente, mi stavo preoccupando” “Scusa, scusa, ma qui mi sono tutti saltati addosso e non ho capito nulla…ah approposito…” “Dimmi…” “Grazie per il biglietto…” “Non devi ringraziarmi, lo sai che mi piace scrivere, riesco ad esprimermi meglio” “Si, lo so…” “Ora devo andare, mi chiamano dal set. Ci sentiamo in serata, ok?” “Ok…buone riprese…” “Grazie…Marghe?” “Dimmi…” “Rileggi spesso quel biglietto…” “Lo farò…è quello che mi resta di te ora…fino a giugno lo consumerò a furia di leggerlo” ridemmo entrambi “Ora vado. Ciao…” “Ciao…”.
Daniela mi guardava sconvolta “Dany che c’è?” “Marghe hai acquisito una buona padronanza della lingua inglese” “Il corso funziona, poi a furia di sentire tutti parlare inglese ti devi abituare a comprenderli e parlarlo, altrimenti non sopravvivi…” “Ah si, diciamo poi che hai anche un maestro personale…” accentuò la parola “personale” facendomi arrossire “Dany…finiscila…” “Ma dai scherzo! Approposito del tuo maestro…ehm di Robert…ho qui un giornale di qualche mese fa con una sua intervista, ho pensato di conservartelo…” “Oh grazie Dany”.

"Mi piacciono le ragazze che hanno carattere. Ho bisogno che la ragazza che mi sta accanto emani energia e forza e che sia sicura di se stessa. Quando un giorno la troverò le scriverò centinaia di lettere d'amore. Adoro scrivere ciò che sento. E' il modo in cui esprimo i miei sentimenti.” Mi sentii un groppo in gola…era vero…lui preferiva scrivere, lo aveva detto anche a me…: e a me aveva scritto due bigliettini…potevano equivalere ad una lettera d’amore? Se si, voleva dire che aveva trovato la ragazza giusta? Ricordai che in un’altra intervista lui aveva detto che se si fosse innamorato sul serio, sarebbe stato un ragazzo romanticissimo…non ricordo un solo istante che non lo sia stato con me…il pensiero che io potessi corrispondere al suo ideale, mi riempiva di orgoglio e di gioia…
Arrivata a casa, corsi a fare una doccia e mi gettai sul letto, ero stanchissima e mi addormentai.
La settimana trascorsa a casa, la passai ad organizzare gli esami con Daniela, cercando di far conciliare le date con i voli dell’aereo; la sera uscivamo oppure optavamo per la pizza a casa di qualche amico o amica e visione di un film. Non era cambiato nulla da quando me n’ero andata, era come rivivere nel passato, quella che era cambiata ero proprio io. Quei giorni mi servirono anche per riscoprire la mia amicizia con Daniela…mi era mancata davvero tanto, ero stata troppo presa dalla mia apatia e dalla mia ossessione per Rob per rendermene conto…il mio egoismo mi aveva portato ad allontanarmi da tutti e soprattutto da lei, non mi rendevo conto del male che le facevo…mi giurai che non l’avrei più fatto “Marghe basta scusarti, non hai fatto niente di male. Mi dispiaceva che partissi, temevo che non riuscissi a superare la tua crisi…ma ora guardati” e mi indicò “…stai benissimo, sei…bellissima!!! Hai una luce negli occhi che non ho mai visto, quel ragazzo ti fa bene ed io che ti voglio un bene dell’anima non posso che esserne contenta!”, la strinsi fortissima a me…non avrei più permesso che un mio capriccio mi dividesse da lei…

< 12 settembre 2006: esame di Psicopatologia dello sviluppo.
“Madò che ansia. Quest’esame mi sta stressando da un mese, non ricordo più nulla. Uff, ma chi me lo ha fatto fare di venire qui oggi?!?”
Arrivata in aula, c’erano già alcune ragazze, eravamo in poche rispetto ai prenotati. Dietro di me era seduto un gruppetto di amiche, inevitabile mettersi a parlare dell’esame, eravamo tutte accomunate dalla paura. Tra di loro c’era una ragazza, Daniela, piccolina, castana, timida. Mi ispirò subito fiducia…

Qualche mese dopo
Oramai passavo le mie giornate sul forum dell’università, nonostante ci fosse un computer a dividerci, sentivo un legame speciale con quelle ragazze, non le conoscevo di persona ma passavamo ore ed ore a chiacchierare, in particolare con una ragazza, ItaliDelfi (Nickname). Un giorno parlando in chat, guardando la mia foto mi disse “Marghe ma noi ci conosciamo!” “Ah si? E chi sei?”, mi mostrò la sua foto e wow mai avrei pensato che fosse la Daniela dell’esame di Psicopatologia.
Forti del legame che tra di noi era nato, ci incontrammo più volte all’università e tutte insieme ci divertivamo come matte a trascorrere le giornate sul terrazzo a parlare del più e del meno o semplicemente a ridere e scherzare. Era da tanto che non mi sentivo così spensierata e soprattutto ero felice di aver conosciuto Daniela, le volevo troppo bene e speravo che lei se ne potesse rendere conto quanto prima. È stata sempre presente nei momenti belli e brutti, mi ha sopportata, supportata nonostante i suoi mille problemi. Siamo diventate amiche, grandi amiche e insieme abbiamo scelto la stessa specialistica e questo ci ha unite ancora di più.
È arrivata nella mia vita in un periodo difficile, non credevo più nell’amicizia, ne ero delusa…quel settembre 2006 aveva rappresentato la fine dell’amicizia con Ilaria…un’amicizia nata tra i banchi di scuola e durata sette anni…avevo perso il perno principale della mia vita…tutto ruotava intorno a quel sentimento e quando è venuto meno, mi sentii sprofondare nel baratro della solitudine. Col tempo imparai che nonostante gli errori stessero da entrambe le parti, era giusto così…quando un vaso si rompe, rimettere insieme i cocci è difficile e anche se si riesce a farlo, quel vaso non sarà mai più come prima…MAI…>>
“Parti per Pisa?” chiesi sbalordita “Si, il mese prossimo…Anto ha trovato lavoro là e lo raggiungo, lì ci sono più possibilità di trovare aziende che accettino di farmi lavorare. Lo sai qua da noi, il sociale anche se dovrebbe essere un settore molto sviluppato, viene sottostimato.” “Certo…lo so…” un colpo al cuore…questa volta sarei stata io a perdere lei…ma infondo anche io ero andata via e non era giusto fermarla…ci volevamo davvero bene e nulla avrebbe scalfito la nostra solida amicizia. Lei era felice, entusiasta di partire ed io non avevo intenzione di fermarla…aveva diritto di vivere la sua vita…sapevo che la lontananza avrebbe rafforzato il nostro rapporto.

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Capitolo 12
*** Compleanni con sorpresa... ***


Compleanni con sorpresa

Salve a tutti,

la rompiscatole è di nuovo qui per scocciarvi con un altro dei suoi capitoli…sarò velocissima, come al solito, perché sono piena di cose da fare…non riesco a trovare un momento per me uff…ma questo a voi non interessa…:D
Ringraziamenti:

doddola93: capolavoro??? No, mi sa che non me ne rendo conto eheheh, ma dici sul serio? Sono commossa e imbarazzata…grazie dod!!! Mi spiace per la dipendenza che ti ho procurato eheheh, ma dall’altro lato, sono felice che la storia ti piaccia…

daydre4mer: ed eccola la mia adorata Stef…tesoro mio, sono io che adoro te!!! E basta!!! Probabilmente non smetterò mai di scrivere, il però c’è sempre, ormai mi conosci bene!!! Tu però non smettere mai di leggere e di dirmi che ne pensi, anche se fa schifo!!! Baci…Tvb… 

fairwriter: no, non le comando a bacchetta le emozioni…qui trovi tutto ciò che ho provato immaginandomi in questa situazione, sono emozioni vere, non c’è dubbio su questo! Il fatto che vi arrivino è importante per me…Beh la parte su Daniela è importante per me…voglio molto bene a questa persona e spero che il tempo ci aiuti a rafforzare di più il nostro rapporto…lei è davvero una persona stupenda!

Prometto che non insinuerò più che non ti piacciono i miei capitoli, tu però la prossima volta recensisci eheheh…
Ps: appena ti connetti ti ricorderò che mi devi dire una cosa…

Ed ora vi lascio al capitolo…se potete al momento opportuno, riascoltate questa canzone, anche in questo capitolo, mi ha guidata con amore...: http://www.youtube.com/watch?v=j5Cvq416zuQ

La settimana volò, arrivò il momento di ritornare a Londra…il ritorno che tanto avevo temuto…
Arrivai a Londra di sera, scesa dall’aereo mi guardai intorno e risi nel ricordare come mi sentivo spaesata la prima volta che ero stata lì, ora invece mi sentivo a casa…

“Adesso ti siedi e mi racconti tutto quello che avete fatto!” esordì Simona appena entrai nell’appartamento “Ma tu non cambi mai, eh? Sempre impicciona sei” le feci una pernacchia “E tu sei la solita riservata” disse facendomi la linguaccia…poi ridemmo e ci abbracciammo.
Ero tornata alla mia vita di sempre, a volte mi sentivo come agli inizi del mio soggiorno a Londra, avvertivo ogni giorno di più la sua mancanza… Contavo i giorni che mi separavano dal rivederlo…fortuna volle che le riprese procedessero bene e quindi a giugno sarebbe tornato da me…
Nel frattempo sostenni l’esame del corso di Inglese, ottenendo il massimo dei voti…e chi l’avrebbe mai detto che avrei imparato così bene una lingua che prima detestavo e che ora mi permetteva di dialogare con l’uomo della mia vita?

Maggio 05/05: il mio compleanno

Mi svegliai presto quella mattina, nonostante il corso di inglese fosse finito da qualche giorno, non avevo perso l’abitudine di essere mattiniera. Mi alzai, feci colazione, mi vestii e mi misi a sistemare la camera. Simona era uscita, doveva fare delle commissioni, almeno questo mi aveva detto la sera prima dopo aver ricevuto una telefonata strana <<”Domani probabilmente al tuo risveglio non sarò in casa. Ho da fare delle commissioni urgenti.”>>

Quel giorno compivo gli anni, ma non avevo tanta voglia di festeggiare, avevo paura di crescere...24 anni erano troppi…dopo i 18, inevitabilmente gli anni erano volati e temevo di diventare troppo grande per vivere certe emozioni o esperienze…temevo di non essere pronta ad affrontare le mille difficoltà che la vita mi riservava…non ci fu verso però di convincere i miei amici a non fare feste “Ma non esiste che non festeggi...ci pensiamo noi a te” avevano detto…sospirai, mi aspettava una lunga giornata.

Ad un certo punto, i miei pensieri vennero interrotti dal suono del campanello “Chi è?” “Il fioraio, ho dei fiori per la signorina De Gregorio” dei fiori per me? Aprii con ansia la porta e mi ritrovai davanti un mazzo enorme di rose rosse, bianche e gialle. Le poggiai sul tavolo, guardavo incredula quello spettacolo eccezionale di colori e profumi…analizzando bene notai un bigliettino...

“Auguri di buon compleanno Piccola Mia…sono lontano, ma non potevo dimenticarmi del tuo compleanno. Ti penso sempre, trascorri questo giorno nel miglior modo possibile, io sarò accanto a te…in un modo o nell’altro…Ti Amo…Tuo Robert…”
Mi si fermò il fiato…mi diedi uno strattone e corsi in camera a prendere il cellulare, digitai in fretta e furia il numero “Rob…” “Ehi Piccola…” non gli diedi il tempo di proseguire “Ho ricevuto i tuoi fiori, sono meravigliosi, grazie” “Non mi devi ringraziare, è il minimo che possa fare da qui” “Non è il minimo…è tutto…per me è tutto, grazie, grazie davvero…”
Misi i fiori in un vaso pieno d’acqua, ammirarli era un piacere…Simona non fu sorpresa nel vederli, sorrise e farfugliò qualcosa che la mia piccola mente imbambolata non riuscì a percepire “Hai detto qualcosa?” “No, no…” rise sotto i baffi. Mah non capivo cose le stesse passando per la testa. Cominciò a farmi la testa piena come una mongolfiera parlando di come aveva organizzato la serata, di come ci dovevamo vestire, di chi sarebbe venuto. Sbuffavo, ero sofferente, l’unico che avrei voluto vedere in quel momento era Rob…
“Avete affittato il locale? Ma siete matti!!! Chissà quanto vi è costato!” urlai a Simona, Edward, Stephanie, Tom e Eric quando arrivammo davanti al locale dove si sarebbe tenuta la festa “Marghe, ma quanti problemi ti fai? Ho conoscenze io che ti credi” ammiccò Tom, ero furiosa non mi piaceva che si spendessero soldi per me, mi imbronciai “E dai…” disse Edward “facci contenti…” “ eravamo tutti entusiasti di festeggiarti!” aggiunse Stephanie…mi guardavano imploranti…in questo ero simile a Bella, non amavo essere al centro dell’attenzione, ma di fronte a quegli sguardi invocanti perdono, non potevo che cedere “Eh va bene. Ma è l’ultima volta che fate di testa vostra!” non mi ascoltarono proprio, erano troppo intenti a saltellare per la gioia.
Entrammo nel locale, il proprietario ci accolse calorosamente e ci invitò ad andare nella sala prenotata: stupore questa fu la sensazione dominante. La sala non era grandissima, ma era tutta di legno, qualche quadro appeso alla parete, sedie e tavole di legno, alla sinistra un apparecchio musicale, luci soffuse e candele sparse per la sala. Entrai piano, mi voltai sulla sinistra e su un lungo tavolo vidi due enormi mazzi di rose, simili, ma che dico identici a quelli che mi aveva inviato Robert quella mattina. “Simo, ma quei…quei fiori…” rise di gusto…continuavo a non capirci niente…non avevo molti amici lì a Londra, quindi saremmo stati noi cinque e mi chiedevo a cosa servisse una sala intera solo per noi.
Il proprietario mise un po’ di musica, preparò dei cocktail e qualche stuzzichino.
Bevevo con gusto il mio cocktail, quando avvertii una forte fitta al cuore, mi tremavano le gambe, mi girava tutto…quella musica stava appannando i miei sensi…ancora una volta quella canzone…la canzone del ballo…rividi tutta la scena davanti ai miei occhi e mai come in quel momento sentii la mancanza del mio amore…
“Che ne dici di ballare?” chiese Eric “Proprio su questa canzone devo ballare? È mia e di Rob…che faccio?” . “E dai non farti pregare, non te ne pentirai, vedrai” mi fece l’occhiolino “Ok…ma solo un po’…”. Cominciammo a volteggiare lentamente, tra gli sguardi ridenti dei nostri amici. Ero in soggezione…ad un certo punto, sentii una mano sulla mia spalle, non so perché ma non mi voltai, poi una voce calda parlò “Eric direi che ora basta ballare con la mia donna. Non ne approfittare troppo, ora tocca a me!”

Panico, tachicardia, sudore freddo…”Non può essere…”, con gli occhi sbarrati mi girai: giuro che mi sembrò di vedere una luce forte circondare quella che sembrava una visione…Rob era davanti a me e mi stava tendendo la mano…sorrideva…”Mi concederesti questo ballo?”, poi si rivolse a qualcuno, non so chi, ero troppo impegnata a guardarlo “Può rimettere questa canzone, per favore?”. Gli concessi le mie mani, senza accorgermene, il mio corpo si era proteso verso di lui in modo naturale, un richiamo magnetico. Continuavo a guardarlo stupida, incredula “Perché mi guardi così?” “Sto cercando di capire se sei vero o no?” rise di gusto “Perché ora esiste anche Robert Pattinson finto? Marghe sono io in carne ed ossa. Non potevo mancare in un giorno così importante. Il regista mi ha concesso di tornare a Londra per un giorno. Sono partito tardi, temevo di non farcela in tempo per questo ho telefonato a Simona ieri sera e le ho chiesto di fare qualche commissione per me” ammiccò…ecco spiegati tutti quei misteri…”…ed ora eccomi qui, vicino a te…non vedevo l’ora di poterti stringere a me…mi sei mancata tantissimo…”, il mio cervello non voleva proprio decidere a connettersi, d’altronde avrei dovuto esserci abituata, lui mi faceva sempre quest’effetto. “Io non ho parole…come posso ringraziarti per tutto questo? Sai sempre come fare a sorprendermi…io, io…non so che dire…” “E non dire niente…” mi strinse forte a sé “Ti amo” dissi “Non avevo bisogno di sentire altro…” e mi baciò.
A fine serata, temevo di dovermi separare di nuovo da lui “Non vado da nessuna parte, questa sera è nostra. Parto domani nel pomeriggio…ora sono tutto tuo…” non potei non sorridere e gli saltai al collo felice di poterlo avere tutto per me.
Andammo nel mio appartamento, Simona quella sera sarebbe andata a dormire da Stephanie. Mi prese in braccio e mi portò in camera; baciandomi mi stese sul letto, ad un tratto si fermò, vidi il panico nei suoi occhi…non capivo…”Cos’hai?” “Forse sto correndo troppo, non voglio costring…” lo fermai, prima che potesse dire altre sciocchezze “No, qua nessuno sta correndo. Sono consapevole di quello che faccio, quindi smettila di vedere problemi dove non esistono”. Il suo sguardo si accese di passione…fu la notte più bella di tutta la mia vita, i nostri corpi aderivano bene l’uno all’altro, si attraevano come due calamite incapaci poi di dividersi. Le sue mani si muovevano lente sul mio corpo, tremavo, ero tutto un fremito. Io gli accarezzavo i capelli, il viso, le labbra, le braccia…lo guardavo e non credevo che una simile visione potesse essere mio…solo mio…eravamo affannati, ma non stanchi…”Sono pazzo di te…” mi baciò “Sono pazzo di te…” ripetè, io, ancora una volta, ero senza parole…incredula che Rob, così bello, potesse amare una come me…”Tu sei tutta la mia vita…” gli sussurrai all’orecchio “…non lasciarmi…mai…!” lo implorai, mi strinse di più, fissò i suoi occhi nei miei, erano ancora accesi di passione “Non lo farò mai…ora che ti ho trovata non permetterò a nessuno di dividerci…a nessuno…tu sei mia…solo mia…”, stavolta fui io a baciarlo con tutta la foga che avevo in corpo. Basta freni inibitori, basta paure, basta tutto…mi stavo lasciando andare completamente alla verità dei miei sentimenti e nulla mi sarebbe importato dei miei sensi di colpa…lo amavo e lo volevo…
Mi svegliai a causa della luce che filtrava dalla finestra della mia stanza, mi coprii col braccio e mi rigirai nel letto…sobbalzai al ricordo di quella notte e quando vidi il posto accanto a me vuoto, credetti di aver sognato…stavo per rigettarmi sotto le coperte, quando sentii un rumore provenire dalla cucina. Mi alzai in fretta e scesi a controllare. Con mia sorpresa era Robert che stava litigando con la mia tazza da latte, si era cotto “Accidenti, che dolore!” risi, lui mi sentì si girò e un sorriso delizioso gli illuminò il viso “Buongiorno tesoro mio…ti stavo preparando la colazione, volevo portartela a letto…ma vedo che sei in piedi…” nel frattempo mi ero avvicinata per controllare il suo dito “Fammi vedere…mmm, mettilo sotto l’acqua fredda così non si forma la bolla” lo trascinai al lavandino. Mi scrutava, pensava a qualcosa…”Ok, fatto…ora dovrebbe andare meglio, se ti dà ancora fastidio, mettiamo la pomata…” “No, no va bene così, grazie. Non sono più abituato a tutte queste cure. Ma ora accomodati, ti porto la colazione”.
Mi guardò per tutto il tempo, mi sentivo in soggezione, ancor di più se ripensavo alla notte trascorsa con lui…avvampai di rossore e piano, piano mi nascosi dietro la mia tazza da latte…finito di bere il latte non avevo più scuse per nascondermi e dovetti nuovamente affrontare il suo sguardo. Sarei voluta sprofondare dalla vergogna…mi guardava in quel modo così ammaliante, indagatore…come resistere?
“Hai detto che parti oggi pomeriggio?” dissi io per sdrammatizzare, lui annuì…nessuna parola…”Che altro posso dirgli? Se continua guardarmi in quel modo assurdo, finirò per scappare in camera…”. Si alzò dalla sedia per venire da me “Sei caldissima. Non è che hai la febbre?” mi baciò la fronte “Aè di male in peggio…se misurasse la mia temperatura ora, penso che il termometro scoppierebbe…” “Mmm…” disse “Che buon profumo…”, poggiò la sua fronte sulla mia, sorrideva, io tremavo…ancora…”Perché tremi?” “Chi io? No, ti sbagli, non sto tremando…” “Sono solo sul punto di cadere dalla sedia…” pensai…mi prese in braccio e mi portò in stanza, mi adagiò sul letto, mi coprì e si sedette vicino a me “Non mi far preoccupare. Cos’hai?” “Non ho nulla, stai tranquillo…sono solo stanca…” “Scusami, è colpa mia…” “Aaaah ma la finisce di prendersi colpe che non ha!” “Rob basta!” urlai, lo feci spaventare “Scusa non volevo urlare, ma non sopporto che ti scusi. Cos’hai fatto? Sono stanca, niente di che…e poi…” abbassai gli occhi “…dopo la serata di ieri, non hai proprio nulla da farti rimproverare…” mi sentii nuovamente accaldata…sott’occhi lo vidi arrossire…”E’ stato tutto bellissimo…se tremo è perché sono imbarazzata…non puoi sapere come mi sento…” “Sai, ho temuto che non fosse stato così…ti ho vista in questo stato e pensavo di aver fatto una grande cavolata…sentirti parlare così mi riempie di gioia…dirti che sono stato bene è poco…è stato tutto perfetto, fantastico…” lo abbracciai, ero non felice di più...si avvicinò ancora di più a me e restammo stretti per un po’ a cullarci in silenzio…si udiva solo il battito dei nostri cuori…
“Devi proprio partire?” chiesi quasi in lacrime, Rob mi accarezzò piano il viso “Devo…purtroppo…” era triste. Non avrei mai voluto separarmi da lui, mi costava troppa fatica, mi sentivo a metà…
Rimasi nell’aeroporto, fin quando il cielo non risucchiò nelle sue nuvole bianchissime, l’aereo che portava la mia vita lontano da me…
Tornai all’appartamento distrutta, non mi piacevano le partenze, mi rendevano malinconica. Persa nei miei pensieri mi addormentai…
“Non andartene, ti prego…ROB!!!!!” gridavo tra le lacrime, immobilizzata dal dolore “Non puoi lasciarmi così, hai detto che mi amavi…” “Ho creduto di amarti, ma mi sbagliavo, ora lo so. Addio Marghe…” si voltò e sparì nella nebbia. Sentii il terreno aprirsi sotto i miei piedi e sprofondai…sprofondavo poco a poco sempre di più…mi lasciavo andare in quel tunnel buio…volevo solo farla finita…morire era l’unica soluzione che conoscevo…”Mio inferno sto arrivando…” chiusi gli occhi e sorrisi serena, solo lì avrei saputo porre fine al male che mi stava lacerando l’anima…
Mi svegliai tutta sudata e affannata, il cuore scalpitava…avevo l’ansia, temevo che il mio incubo potesse avverarsi e senza che volessi mi ritrovai nella stanza di Simona che mi guardò con gli occhi spalancati, spaventata dalla mia espressione. Mi gettai tra le sue braccia e piansi a lungo prima di raccontarle del sogno. “Tranquilla Marghe, era solo un sogno, non accadrà, Rob ti ama sul serio” mi cullava come fossi una bambina piccola “Lo so Simo, ma ho paura. E se tutto d’improvviso dovesse sfuggirmi dalle mani e finire, come farò…cosa farò? Non sopporto di stargli lontana così a lungo…il 13 è il suo compleanno e vorrei passarlo con lui…maledetto film…!!!” mi pentii subito di aver detto quelle cose…”…so quanto ama il suo lavoro…e non lo metterò mai di fronte ad una scelta, non è da me…ma…lo vorrei tutto per me…” “Una cosa alla volta Marghe, possiamo cominciare con l’organizzare qualcosa per il 13…” “Simo ma lui non è qui…” “Ah Marghe, ma tu fantasia zero, eh? Sei talmente accecata dai tuoi sentimenti, da non ragionare” mi prese le mani “Lui è venuto qui per il tuo compleanno e ora sarai tu ad andare da lui…infondo la data del suo compleanno non dista molto dai tuoi esami, ci sono solo due settimane di differenza, quindi...” “Ma…” “ Niente ma Marghe, tu vuoi vederlo? Vuoi stare con lui?” “Si, più di ogni altra cosa a questo mondo!” risposi sicura di me “Bene e allora prendi la cornetta, telefona all’agenzia e prenota un volto di sola andata per l’Italia” ero sbalordita “Ohi che ci fai ancora qua…vai…vai” e mi spinse fuori camera sua.
Il sole batteva forte quel giorno, mi accecava, non vedevo un granché…ad un tratto sentii delle braccia stringermi forte e una voce che gridava il mio nome “Kirsten! Che gioia vederti! Grazie per essermi venuta a prendere, Rob sospetta qualcosa?” “No, tranquilla. Sono o no un’attrice” ammiccò “…dai vieni l’auto ci aspetta”.
Amavo guardare fuori dal finestrino, quando ero in auto mi aiutava a rilassarmi. “Siamo arrivate Marghe”. Portammo le valigie in camera e ci mettemmo a chiacchierare, organizzando a puntino la serata. “Mmm…noi del cast volevamo andare a cena fuori per festeggiare Rob, tu potresti essere anzi sei la sorpresa, il regalo” sorrise. Kirsten si mise a girare in tondo per tutta la stanza, mi stava facendo venire il mal di mare…”Mmm come possiamo fare…mmm” “Kirsten fermati un attimo te ne prego. Siediti, si pensa lo stesso da seduti, lo sai?” dissi sarcastica. Dopo ore ed ore, finalmente giungemmo ad una soluzione, io lo avrei telefonato normalmente facendogli gli auguri, per non insospettirlo, loro sarebbero andati a cena in un ristorante di Firenze, io avrei avuto a disposizione una delle auto del set e li avrei raggiunti.
“Rob siediti a capotavola, sei il festeggiato” disse Kris, Rob obbedì. Ordinarono, io era da poco arrivata al ristorante e dalla cucina tenevo la situazione sotto controllo. Sarei entrata in scena tra poco. Il proprietario andò al tavolo per salutarli “Signor Pattinson, siccome sappiamo che è il suo compleanno, abbiamo pensato che avrebbe gradito una cameriera personale…” spuntai io alle spalle: capelli raccolti nella coda di cavallo, pantalone nero, camicia bianca, capellino con visiera che nascondeva il mio viso rivolto verso il basso per evitare che mi riconoscesse. Rob guardò distrattamente “La ringrazio, ma non ce n’era bisogno” disse, Kirs cominciò a ridere e anche io. Lui si voltò incredulo “E ora perché ridi?” disse rivolgendosi a me “Perché sei poco fisionomista, caro mio…” strabuzzò gli occhi sentendo la mia voce “…possibile che vestita da cameriera non mi hai riconosciuta? Che delusione” “Marghe…” si alzò di scatto dalla sedia e si avvicinò, alzai la testa, ridevo “Oh ma bravo, vedo che ci sei arrivato” “Marghe!” gridò felice e mi strinse a sé. “Signor Pattinson, ora si lascia servire?” dissi divertita “Ma neanche per scherzo, tu ti siedi al tavolo con noi…” ridemmo.
Fu una bella serata, Rob spense le sue 23 candeline…fu allora che me ne resi conto: io ero più grande di lui…non avevo mai badato a questo perché lui non dimostrava la sua età…cominciai a crearmi mille problemi…”E se dovesse accorgersi che vuole una ragazza più piccola? Morirei sul serio…” , interruppi quel pensiero perché rapita dal suo sorriso…mi stava sorridendo…lo adoravo…”Come ho potuto pensare una cosa del genere? Guardalo come mi sorride…il mio cucciolo…cucciolo?!? Oddio…va beh sono proprio andata…” gli strinsi la mano più forte che potevo…se era un sogno, volevo che durasse il più possibile.
“Questa volta sei tu che hai fatto la sorpresa a me” disse appena arrivammo in albergo “Eh già, piaciuta?” “Scherzi? È stata la sorpresa più bella che io abbia mai ricevuto” “E non finisce qui” dissi. Gli coprii gli occhi con un foulard nero in modo che non vedesse, lo guidai fino alla sua stanza, accesi la luce “Sei pronto?” “Prontissimo!” “Ecco…” vidi i suoi occhi aprirsi sempre di più, passò dall’incredulità alla gioia pura: sul suo letto era adagiata una chitarra classica nuova di zecca…lo avevo sentito lamentarsi che la sua era vecchia e doveva cambiarla…”Ho preso uno degli ultimi modelli…sarà di qualche mese…avrei voluto prendertene una ancora più recente, ma…” mi tappò la bocca “Shh….Marghe questa è perfetta…anzi tu non dovevi sprecare soldi…” questa volta fui io ad interromperlo “No…Rob…è un regalo fatto col cuore…desideravo farti qualcosa che ti rendesse felice” “Non è una chitarra a rendermi felice…ma tu…tu sei la mia felicità, la mia gioia, il mio sole, la mia luna…riempi la mia vita, le dai un senso, la rendi migliore, sono completo solo se tu sei con me…” e ancora una volta mi accarezzò ed io annegai nel mare delle mie emozioni…lasciandomi trasportare dalla corrente…libera di essere totalmente me stessa…

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Capitolo 13
*** L'incidente ***


L'incidente...

Salve a tutti,

la rompiscatole è tornata…ormai abbiamo l’appuntamento fisso il mercoledì e il sabato e sono sempre tutta pimpante in quei giorni…diciamo che mi prende l’ansia, in realtà, perché temo di deludervi…

daydre4mer: ehehe dolce Stef, hai visto è comparso in scena il tuo personaggio preferito, infondo lo so che lo ami, non è vero??? Eccoti il capitolo nuovo…non svelare nulla però…Tvb…

 

Doddola: come faccio??? Oddio, ma possibile che con le tue recensioni io devo sempre commuovermi??? Possibile mai che la mia storia ti piaccia così tanto? Lo so, sono una pessimista nata, ma non mi capacito…e sarà sempre così…

Hai pianto per l’incubo? Wa no mi dispiace…immagina la povera Marghe come si è sentita dopo aver sognato che il suo unico grande amore la lasciava…e immagina me mentre lo scrivevo con la consapevolezza di avere in testa già tutta la storia…perché io l’ho tessuta in testa dall’inizio, col passare del tempo ho solo affinato le sfumature e arricchito qualche particolare…solo la parte finale è venuta dopo…spero che questo capitolo ti piaccia…baci…

Shinalia: so che non hai recensito questo capitolo, ma ho letto i commenti sul prologo e sul primo capitolo…ti ringrazio di cuore di aver speso un po’ del tuo tempo, per leggere la mia storia, ne sono onorata e felice…scrivi divinamente??? Dici sul serio??? Grazie, grazie, grazie di cuore…spero che recupererai in fretta anche gli altri capitoli…baci…

Vi lascio al capitolo che da ora in poi conterrà anche dei punti di vista di Rob…buona lettura…

Nonostante fosse primavera, a Macerata faceva freddino. Ero lì con Daniela e le altre ragazze per gli esami della specialistica. Ero rimasta indietro, ma col programma fissato insieme a Daniela prevedevo di recuperare nel giro di qualche mese. Ero partita da Volterra il giorno prima, avevo trascorso due settimane fantastiche, Rob si divideva tra me e il set, non mi faceva mancare nulla, era sempre premuroso, affettuoso…mi viziava…I miei pensieri vennero interrotti da Dany “Marghe questa è l’università” “Wow, è enorme…”. Passammo lì qualche giorno, il tempo di dare due esami, stavo da mesi a prepararli, fatti quelli potevo tornarmene a casa. Avrei trascorso l’estate nel mio paesino, avevo invitato Simona e gli altri a raggiungermi, ci saremmo divertiti insieme, si prevedeva una bella estate…forse
“Piccola, abbiamo interrotto le riprese…faremo tre settimane di stop.” “Che bello…e dove trascorrerai queste ferie?” chiesi maliziosa “Beh da te che domande!” “Ma io sono a casa, lo sai no?” “Si certo che lo so. Non posso venire a trovarti?” “Ahhhhh certo che si!!! Ci divertiremo, vedrai, ti farò conoscere tutti i miei amici e poi tra qualche giorno mi raggiungeranno anche i nostri amici di Londra” ero entusiasta, era il periodo più bello di tutta la mia vita, non stavo nella pelle, ogni cosa mi rendeva allegra, affrontavo tutto con ottimismo, con vigore, mi sentivo forte…il mio amore mi dava forza, coraggio per andare avanti, per affrontare gli eventi più insoliti…tutto merito di Rob…era il mio salvatore…
Non ero un amante dell’estate, solitamente quella stagione rappresentava per me noia, odiavo il caos, odiavo il mare, eppure quell’anno non vedevo l’ora che arrivasse, sapevo che tutto sarebbe stato diverso, almeno per una volta avrei potuto ricordare con piacere quella parte dell’anno…ma non sempre le cose vanno come noi vorremmo…la vita non è una favola…le favole di solito hanno un lieto fine, ma alla mia cosa sarebbe successo???
Rob era da me da qualche giorno, si presentò ai miei genitori che praticamente lo adoravano, aveva abbagliato anche loro…
Una sera come un’altra andammo in un locale di Sorrento e dire che quel giorno non volevo uscire, ma Simona mi aveva trascinata fuori di casa con la forza. Mentre eravamo tranquillamente intenti a sorseggiare una bevanda, la porta del locale si aprì e apparve lui…non me l’aspettavo, era da tanto che non lo vedevo in giro…era con i suoi amici…i suoi stupidi amici…io feci finta di nulla, tanto poco mi importava di lui, mi dava solo fastidio che potesse fare apprezzamenti su me e Rob. Ovviamente lui mi vide, sorrise e si avvicinò…erano anni che non parlavamo, se ci incontravamo per strada ci ignoravamo “Hei Marghe, come va?” “Ciao Francesco, tutto bene, grazie” si girò a guardare Rob che ovviamente non capiva un tubo di quello che dicevamo “Ho sentito dire che frequenti la star di Twilight…” disse in tono altezzoso “Wow le notizie volano…” risposi sarcastica “E’ lui?” e lo indicò, io annuii. “Beh potevi scegliere meglio, com’è i ragazzi di qua non ti soddisfavano?” quanto lo odiavo, era tutto il contrario di come si era mostrato quando ci eravamo conosciuti. Feci una smorfia e lo invitai gentilmente a lasciarmi stare; mi innervosii alquanto e Rob se ne accorse “Piccola, che c’è? Che voleva quel tipo?” accentuò le ultime parole con tono alquanto irritato “Un essere ignobile. È stato il mio ragazzo, se così lo vogliamo definire, qualche anno fa. Sono stata dietro a lui per un anno fino a quando ho capito che lui non mi meritava e non era realmente come si dimostrava…” sdegno, ecco quello che trasparì dalla mia voce. “Eri molto innamorata?” chiese “Al tempo credevo di si, poi ho capito che era solo una mia illusione. Lui si era presentato a me come l’uomo ideale, mi ha fatto perdere la testa e poi…puff un giorno per una stupidaggine è finito tutto…è durata poco, il tempo necessario però per rubarmi il cuore. Nei mesi successivi si è comportato malissimo ed io ogni volta incassavo il colpo in silenzio. Dopo un anno, in cui ho creduto che non sarei stata più in grado di uscire da quel tunnel infinito che mi legava a lui, ho capito cos’era giusto per me. Mi sono fatta tanto coraggio e giorno dopo giorno ho cominciato a lavorare su me stessa e ho capito che per lui non provavo altro che un’ossessione, lo avevo eletto a uomo ideale, mi ero innamorata dell’idea che lui fosse quello giusto. Ma ora è passato…” sorrisi, vidi Rob molto pensieroso, gli accarezzai la mano “Scusa…ho creduto che fosse giusto raccontarti tutto…” “No, hai fatto bene. Posso farti una domanda?” “ Certo” “Pensi che io sia l’uomo ideale?” ero stupita di quella domanda, ma conoscevo la risposta…”Io non penso che tu lo sia…” mi fermai e vidi i suoi occhi strabuzzare “…io ne sono certa…il cielo ha una sola porta, Rob, e tu sei quella porta…l’ho aperta perché tu sei la mia unica certezza…”, sorridemmo, io mi avvicinai e lo baciai…non pensavo che da quella sera tutto sarebbe inevitabilmente cambiato…non di nuovo…
Usciti dal locale, trovammo dei giornalisti appostati, per evitarli cominciammo a correre, fu in quel momento che attraversando la strada, vidi solo una luce, udii un tonfo e poi il buio, il silenzio…
“Marghe, Marghe…mi senti?” anche se lontana potevo sentire la sua candida voce…poi ad essa si aggiunse una che non conoscevo “La barella presto!!!” “Amore andrà tutto bene…scusami, scusami…” avrei voluto dirgli che non doveva scusarsi, non aveva colpe…

“Dove mi trovo?” era tutto bianco attorno a me, ero sola…ebbi paura…in un flash ricordai una forte luce bianca e un gran rumore come un botto ”No” urlai “…non posso essere morta, non ora! Fatemi tornare in vita, dal mio Rob, dalla mia famiglia, dai miei amici…Dio non puoi farmi questo, ero felice…perché devi portarmi via quello che con fatica ho conquistato, perché…?!?” ero disperata…mentre inginocchiata piangevo, sentii di nuovo la sua voce “Marghe, Piccola Mia…sono furioso con me stesso…se non fosse che sono famoso, non avremmo avuto motivo di scappare. E ora ti sto perdendo…non avevo il diritto di rovinarti la vita…” balzai in piedi, vedevo il suo volto lacrimante e mi sentii una morsa al cuore “Amore, non piangere…io sono qui…non ti lascio, non lo farò mai…amore m-mio” singhiozzavo…poi il vuoto…di nuovo…
“Signori De Gregorio perdonatemi è colpa mia!” “No, Robert non è colpa tua. Ora non ci resta che pregare e sperare che si riprenda. Ora va a riposarti, sei distrutto…”
“Dottore, dottore, ci dica qualcosa in più, la prego!” “Signora, non posso ancora sbilanciarmi…sto aspettando i risultati della tac. Stiate tranquilli, appena ho notizie in più vi avvertirò”…

Robert
Uscii fuori dalla camera dove giaceva in coma il mio amore, non volevo andare a casa, non me la sentivo, i nostri amici erano tutti lì, in pena per lei…
Mi gettai sulle sedie del corridoio, mi presi la testa tra le mani e piansi…
Come avevo potuto farle questo, com’era successo? Il suo splendido sorriso non doveva spegnersi così per colpa mia. Aveva sconvolto la mia vita, era arrivata nel momento in cui meno me l’aspettavo donando luce e colore ad ogni singolo aspetto delle mie giornate. Non ho mai amato così tanto, non credevo che l’amore potesse farmi quest’effetto, non pensavo di poter vivere così appeso al filo delle emozioni, ma non credevo neanche che potesse portarmi a stare così male, ora che la potrei perdere…rabbrividii al pensiero…
Che stupido sono stato…forse se non fossi mai esistito, lei sarebbe ancora viva, riderebbe e giocherebbe con i suoi amici, felice e spensierata…
Rapito dai miei pensieri, mi accasciai sulle sedie e dormii…
La vidi arrivare, avevo capito che stava proseguendo verso di me “Ecco un’altra fan…” pensai incredulo “Ciao” disse con voce vellutata “Ciao” le risposi con gentilezza, lei mi guardò per qualche istante e inaspettatamente mi porse la mano “Mi chiamo Margherita e vengo dall’ Italia” sorrise ed io involontariamente ricambiai “Oh Italia! Bella…piacere di conoscerti, io sono Robert”. Mentre la guardavo attonito lei si voltò verso i miei amici e li salutò con voce entusiasta “Buonasera!!!”. Con lo sguardo poi tornò a me, mi raccontò che era al locale con degli amici e che si era trasferita a Londra da un mesetto per motivi di studio. Ascoltavo attento e rispondevo alle sue domande, ero incuriosito, non so perché, non mi capitava mai, eppure quella ragazza aveva un modo di fare diverso da quello delle altre, aveva qualcosa…di speciale…”Speciale? Ho bevuto troppo stasera”  pensai, poi guardai il mio bicchiere di pepsi sul tavolo…non potevo essermi ubriacato con quella…
“Ehm, Scusami, non volevo disturbarti” disse rossa di vergogna “No, non preoccuparti, non mi hai disturbato” e le sorrisi di nuovo. Evidentemente credeva di avermi creato problemi e si affrettò a salutarmi “Di già” pensai un pò dispiaciuto “Ma infondo a me che importa…non la conosco affatto” avvertii come una fitta al cuore, sapevo che da lì a poco qualcosa sarebbe cambiato…ne ebbi la certezza quando con un gesto del tutto involontario mi chinai per baciarle la guancia, rimasi interdetto e probabilmente anche lei, incrociammo i nostri sguardi e capii che non avrei mai più dimenticato quel viso angelico, rosso per l’imbarazzo.
Mi svegliai di colpo…l’avevo sognata…avevo sognato il nostro primo incontro…andai in bagno per sciacquarmi il viso…alzai lo sguardo verso lo specchio e vidi i miei occhi vuoti, bui, riflessi in essi il suo volto…Dio quanto l’amavo…e mai come ora me ne rendevo conto…non volevo perderla, non dovevo perderla…dovevo salvarle la vita…mi sentii un po’ come Edward: dannatamente colpevole…cos’avrei fatto? Ancora non lo sapevo…
Mi avviai verso la sua camera d’ospedale, mi venne incontro Simona in lacrime “Oh Rob!!!” “Simona che è successo?” la strattonai “Dannazione parla!!!” “Marghe si…si è svegliata!” la lasciai lì e mi fiondai nella stanza…lei era stesa, apriva e chiudeva gli occhi, non riusciva a muoversi e a parlare…aveva un braccio ingessato…lei mi vide, spalancò gli occhi lacrimanti e mi sorrise, morii dentro…nonostante il dolore che le avevo provocato lei mi amava ancora…mi avvicinai, i suoi genitori ci lasciarono soli.
Non sapevo cosa dirle, l’accarezzavo piano, temevo di farle male…”Ro…Rob” “Shh non sforzarti amore…sono qui…” “Io…i-o ti ho sentito…” “ Mi hai sentito?” annuii “Mi chiedevi scusa…non farlo…non è colpa tua…” “Oh Marghe…” la mia voce era intorpidita dalle lacrime “No, non piangere” sussurrò “Io sono qui…non ti lascerò mai…”, mi accarezzò con delicatezza. Soffriva ed io non volevo…non volevo che accadesse di nuovo…

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Capitolo 14
*** Se hai amato era amore, non è mai un errore... ***


Se hai amato era amore, non è mai un errore...

Salve miei cari fedelissimi lettori,

è mercoledì e puntuale sono qui a postare un nuovo capitolo…spero vi piaccia, nonostante, vi avverto, sia molto, ma molto triste…la nostra cara protagonista soffrirà e non poco…mi auguro che questo non significherà perdervi…un bacio…

Doddola: non mi avresti mai fatto del male, innanzitutto perché mi vuoi bene e secondo perché siamo lontane eheheh!!! Sono estremamente contenta che il punto di vista di Rob ti sia piaciuto, non è facile mettersi nei panni di un maschio, se poi il maschio in questione è Robert Pattinson!

 

Daydre4mer: sono felice che tu sia sempre presente e che continui a leggere, nonostante tu sappia già quello che succederà…grazie friend…Tvb…

 

Giulls: se non ti rimetti in pari, mi offendo!!! Dai scherzo, so che sei incasinatissima con la scuola ;). Grazie per il costante sostegno, sapere che tu credi in me, mi aiuta moltissimo, sai? E non ringraziarmi, lo sai che ti aiuto volentieri…Tvb…

Ed ora vi lascio al nuovo capitolo, vi consiglio di ascoltare questa canzone appena il testo lo richiede http://www.youtube.com/watch?v=CUTCX3YQuSs e poi quest’altra sempre quando richiesto dal racconto http://www.youtube.com/watch?v=3EloEMyAWXA

Marghe
Dopo una settimana, il medico mi permise di tornare a casa. Finalmente, non ce la facevo più a stare in quel posto, mi metteva l’angoscia. Rob non mi aveva mollato un secondo, stava attento ad ogni mio movimento, sembrava mia madre. Il medico si era raccomandato il massimo riposo; tutta la giornata a letto era noiosa, fortunatamente Rob e i miei amici mi erano sempre accanto e non potevo certo soffrire di solitudine, leggevo la paura, lo spavento nei loro occhi, li avevo fatti preoccupare parecchio e mi dispiaceva, ma quello che più mi faceva male era leggere negli occhi di Rob un’espressione di tristezza e di frustrazione che non mi piaceva affatto.
Un pomeriggio i miei genitori uscirono, Rob rimase con me per farmi compagnia. Io cominciavo a sentirmi un po’ meglio, mi sedetti nel letto e mi misi a fissare Rob che sulla sedia era intento a leggere un giornale “Cosa leggi?” “Le notizie del giorno” “Ok…Rob…vieni vicino a me” era da tanto che non restavamo soli. Lui si sedette sul letto, mi sorrideva ed io rinascevo dal mio torpore post ospedale. “Amore…” lo accarezzai prima il viso, poi piano scesi al collo, avvertimmo entrambi un fremito, mi gettai su di lui, risi…mi baciò, gli presi la testa tra le mani e lo strinsi quanto più potevo a me. Era un bacio diverso dal solito…”Rob…” “Si?” “Ti amo…” “Anche io…” e lo ribaciai, lui sembrava incerto, ma si sciolse e si lasciò andare completamente a me. Facemmo l’amore…ma fu diverso, bello, ma disperato, dolorante…sensazioni che non mi piacevano affatto…lo vedevo e lo sentivo troppo distante…
“Cos’hai?” “Nulla…” sbadigliai “Riposa…” “Si, ma tu non andare via ti prego…” “Non ti preoccupare sto qua”.
Quando mi svegliai, Rob era seduto dall’altro capo del letto e dormiva, sorrisi, mi alzai e mi avviai verso la cucina per prendere un bicchiere d’acqua, quando d’un tratto qualcosa sulla mia scrivania attirò la mia attenzione: un giornale. Lo sfogliai e quando lessi quel titolo, sobbalzai prima per lo stupore poi per la rabbia “Il giovane interprete di Twilight scappa e mette in pericolo la sua fidanzata”. Ma come si permettevano questi giornalisti da strapazzo? Cosa ne sapevano di quello che realmente era successo? Provai un odio profondo, strinsi i pugni e stropicciai il giornale, ringhiavo, ero accecata dalla rabbia. Rob si era svegliato nel frattempo e senza muoversi dal letto, mi guardava “Non mi dire che tu sei così triste e distante per via di quello che dicono i giornali?” chiesi ringhiando “Anche…non capisci che è per colpa mia se hai rischiato di morire?!?” “Zitto, sta zitto!!!” gridai “Sono io che sono stata imprudente a gettarmi per strada, che cosa cavolo centri tu me lo vuoi spiegare?” “Se non ci fossi stato io, non ci sarebbero stati neanche i giornalisti!” urlò, a quel punto mi voltai, lessi la rabbia e la frustrazione sul suo viso “No Rob, non è così. Io non voglio che tu te ne vada da me per colpa di questo maledettissimo incidente. La prossima volta staremo attenti” ora ero in lacrime, lui non rispose, abbassò lo sguardo, significava che avevo colto nel segno. Mi avvicinai, lo presi per il colletto della maglia e mentre parlavo lo strattonavo “ Non dirmi che stai davvero pensando di lasciarmi per questo? Dimmi che mi sto sbagliando, ti prego. Dimmeloooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”. Rob continuava a non rispondere, io sfinita crollai in ginocchio, avvertivo un dolore non fisico, ma psichico, un dolore che stava cominciando pian piano a lacerarmi dentro “No…non lasciarmi…” sussurrai con un filo di voce, Rob si alzò “Marghe è l’unica soluzione. Noi non siamo fatti per stare insieme, siamo stati bene, ma ora basta. Io sono un attore, sono sempre in giro, non mi fermo mai, ho i giornalisti alle calcagna e non posso preoccuparmi di tutto. Ci siamo sbagliati, credevamo di essere giusti l’uno per l’altra…hai aperto la porta sbagliata…” sbarrai gli occhi “Ti giuro che non mi vedrai più…” non potevo credere a quelle parole, non credevo che stesse dicendo sul serio, non poteva pensarle davvero. Prima di andarsene per sempre, si abbassò, si avvicinò al mio viso, ancora una volta occhi dentro occhi, non parlammo, a che sarebbe servito? Si alzò e andò via chiudendosi la porta di camera mia alle spalle. Io restai impietrita, poi avvertii una fitta al cuore, il sangue lentamente stava ricominciando a circolare nel mio corpo, ma il suo pulsare era troppo violento, a causa della veemenza del dolore che mi cresceva dentro…il battito accelerato del mio cuore mi scosse, mi raggomitolai in posizione fetale e cominciai a piangere. L’avevo perso…avevo perso per sempre la mia unica ragione di vita…

“Ti guardo per l’ ultima volta mentre vado via
Ti ascolto respirare non scatto la fotografia
Non porterò nessuna traccia dentro me
niente che dovrò rimuovere.
Se hai giocato è uguale anche se adesso fa male
Se hai amato era amore, non è mai un errore

Era bello sentirti e tenerti vicino
Anche solo per lo spazio di un mattino.
Ti guardo per l’ ultima volta mentre vai via
Ti vedo camminare, è come per magia
non sarai pensieri, non sarai realtà
Sai che bello, sai che felicità..
Se hai sbagliato è uguale anche se adesso fa male
Se hai amato era amore e non è mai un errore
Era bello guardarti e tenerti per mano
O anche solo immaginarti da lontano
E se hai mentito è uguale ora lasciami andare
Ma se hai amato era amore e non è mai un errore
Era bello sentirti, rimanerti vicino
Anche solo per lo spazio di un mattino
Entrerò nei tuoi pensieri di una notte che non dormi
e sentirai freddo dentro
Entrerò dentro ad un sogno, quando è già mattino
e per quel giorno tu mi porterai con te
Se hai giocato è uguale anche se ancora fa male
Ma se hai amato era amore e non è mai un errore

Era bello sentirti e tenerti vicino
Anche solo nella luce del mattino
E se hai mentito è uguale ma ora lasciami andare
Se hai amato l’ amore non sarà mai l’ errore
E’ stato bello seguirti, rimanerti vicino

anche solo per lo spazio di un mattino.”

“Marghe, Marghe” gridava mia madre…ero rimasta ferma in quella posizione per ore, ma che ragione avevo per alzarmi? Nessuna…
Ero morta…mi sentivo così…inerme di fronte al destino che mi stava coinvolgendo, incapace di reagire, di voler andare avanti…non conoscevo vita senza di lui…andandosene me l’aveva prepotentemente strappata…
L’amore ci fa male…ci fa soffrire…ci fa piangere…ma sa anche renderci le persone più felici del mondo…ci rende migliori…l’amore non conosce confini, sa entrati dentro senza che tu voglia e allora sei fregata, perché ti farà vivere solo di emozioni, ti toglierà il fiato, ti farà girare la testa…ma è la cosa migliore di questo mondo, nonostante tutto…
Non riuscivo ad odiarlo, farlo mi avrebbe sicuramente aiutata a mettere una pietra sopra quella storia…e invece, testarda com’ero, continuavo ad amarlo in modo assoluto.
Quella che doveva essere l’estate più bella, si rivelò un gran disastro. Ero fortunata perché avevo accanto degli amici meravigliosi e i miei genitori che in tutti i modi cercavano di farmi distrarre, mi erano vicini senza chiedermi nulla, senza sforzarmi, senza mai mostrare segni di cedimento. Io però non volevo reagire, giorno dopo giorno mi lasciavo andare alla sofferenza…era meglio l’apatia che il vuoto totale…
”Marghe basta!!!” gridarono in coro Simona e Daniela che era tornata di corsa da Pisa “Tu devi riprenderti la tua vita! Hai lo studio, hai sempre amato studiare, avevi il sogno di occuparti dei bambini più sfortunati, devi vivere e continuare a lottare per quello che è sempre stato il tuo obiettivo, non puoi mollare ora” “Daniela ha ragione…e poi spiegami: vorresti mollare tutto per cosa, per un ragazzo? Sei stupida se lo fai, la vita va avanti, le cose cambiano, si evolvono e tu devi prendere quest’esperienza e farne tesoro. Ti aiuterà a crescere, a diventare migliore di quello che sei. Marghe noi ti vogliamo bene e vogliamo che tu ritorni la Marghe di sempre, dolce, allegra e disponibile con tutte. Quella depressa, abbattuta, non sei tu…”, le guardavo, vedevo che soffrivano e non volevo…”Non dovete stare male per colpa mia” finalmente dopo giorni parlavo, mi ero chiusa totalmente in me stessa da quel maledetto giorno in cui Rob mi aveva lasciata. “…non vale la pena stare male per me…non me lo merito…” “Ma che dici!” disse Edward che si inginocchiò ai piedi del mio letto, mi prese le mani e le strinse alle sue “Marghe tu meriti di meglio. Sei una persona eccezionale, hai tanto amore da donare…continua a farlo…” “Noi tutti abbiamo bisogno di te” aggiunse Stephanie. Come potevo dire loro di no, infondo avevano ragione…e così ancora una volta mi imposi di non pensare più a lui, cercai di fare in modo di non ricordare che l’avevo conosciuto, dovevo lentamente riemergere dall’oblio e per aiutarmi nascosi tutte le foto, gli articoli che lo riguardavano, ma cosa più difficile cercai di chiudere nell’angolo più remoto della mia memoria i ricordi. Indossavo la mia “maschera” di ragazza tranquilla e serena e uscivo cercando di distrarmi, anche se spesso, troppo spesso, la mente ritornava là…i ricordi riemergevano quando meno me l’aspettavo, anche una sciocchezza poteva stimolare la mia memoria, ma non mostravo agli altri il mio dolore, lo tenevo per me, non volevo che stessero in pena per me. Fingere: era quello il mio obiettivo, dovevo convincere tutti che stavo bene.
Tornata a casa, però, mi sfogavo piangendo tutta la notte, potevo ingannare tutti, ma non me stessa…non mi potevano imporre di dimenticarlo così come se nulla fosse successo…stavo provando a reagire, a diventare nuovamente padrona della mia vita, ma non avevo giurato né che ci sarei riuscita né che avrei cancellato Rob, solo che non ci avrei pensato…
Ed ecco ricomparire in me, la critica Marghe…ora la rabbia faceva capolino dentro di me…Al suo ricordo, il dolore mi lacerava dentro, sentivo bruciarmi come se fossi costantemente sul fuoco…le fiamme divampavano nel mio cuore che veniva annullato dalla troppa sofferenza…”Come ho potuto permettere a me stessa di innamorarmi così perdutamente di qualcuno, come la mia razionalità sempre all’erta ha abbassato la guardia? È solo colpa mia se ora sto così…i sogni non esistono!!! Raf ha torto: amare è un errore!!! Ed ora sono costretta a patire l’ergastolo del mio dolore…”
In una delle nostre uscite, Simona e Daniela pensarono di portarmi al karaoke per farmi cantare, era da tanto che non lo facevo e mi mancava, anche se inevitabilmente legavo quella passione a lui…era a Londra che avevo ricominciato a cantare, quel posto rappresentava l’inizio di tutto…
Ci volle un po’ per convincermi, infondo non sapevo cosa cantare…vista la mia indecisione, la cantante del locale mi propose un testo dei Within Temptation “Forgiven”, accettai tranquillamente visto che oramai con l’inglese me la cavavo bene, poi amavo provare canzoni e generi nuovi…ma non sapevo quello che mi aspettava…nessuno si sarebbe aspettata la mia reazione…

“…You gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You'll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven

I've been so lost since you've gone
Why not me before you?
Why did fate deceive me?
Everything turned out so wrong
Why did you leave me in silence?

You gave up the fight
You left me behind
All that stands forgiven
You'll always be mine
I know deep inside
All that stands forgiven”

“Ti sei arreso alla lotta, mi hai lasciato indietro. Tutto quello che è stato fatto è perdonato, sarai sempre mio. Lo so nel profondo. Tutto quello che è stato fatto è perdonato. Sono così persa da quando te ne sei andato. Perché non io prima di te?  Perché il destino mi ha ingannata? Tutto si è rivelato così sbagliato. Perché mi hai lasciata nel silenzio?
Ti sei arreso alla lotta, mi hai lasciato indietro. Tutto quello che è stato fatto perdonato, sarai sempre mio. Lo so nel profondo.Tutto quello che è stato fatto è perdonato”

Cantai quella canzone come se l’avessi scritta io, rapita parola dopo parola dalla verità di ciò che diceva…cantavo e piangevo e prendevo sempre più coscienza del fatto che non avevo fatto neanche un passo avanti nel dimenticare Rob, anzi ero sempre più presa da lui: tutto il mio corpo, la mia anima aveva voglia di lui…non potevo e non volevo rassegnarmi all’idea di essermi sbagliata sul nostro conto…noi ci amavamo sul serio, non poteva essere stato tutto finto…per questo decisi che a fine estate sarei partita nuovamente per Londra, non l’avrei cercato, perché ero troppo codarda, temevo che mi ignorasse aprendo maggiormente una ferita sanguinante…sentivo che ora era quello il mio posto…mi faceva in qualche modo sentire più vicina a lui…
Nessuno mi appoggiò, potevo capire la loro posizione, ma mi conoscevano e sapevano che non avrei mai rinunciato a partire.

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Capitolo 15
*** La mia vita senza di te ***


La mia vita senza di te...

Salve a tutti,

scusate se sabato non ho postato, ma ho avuto tantissime cose da studiare e sono stata impegnatissima, chiedo venia!!!

Corro subito ai ripari postandovi il nuovo capitolo…

Daydre4mer: la parte stranziante prima o poi doveva arrivare, purtroppo…fa male anche a me e tu sai perché…Tvb e grazie non smetterò mai di dirti questa parole…

 

Doddola: tesoro mi spiace averti intristita, non volevo assolutamente!!! Ma purtroppo Rob ha la testa dura e ha deciso di lasciare la nostra cara Marghe…ne vedrai delle belle, ma spero che comunque mi seguirai…

 

Basta chiacchiere, vi lascio al capitolo…baci…

Settembre arrivò in fretta e questa volta il viaggio per Londra fu più lungo del solito: il cuore mi batteva a mille, tremavo, ma sapevo che stavo facendo la cosa giusta.
Avevo pensato tante volte a come sarebbe stata la mia vita…ma mai avrei pensato che sarebbe stata così vuota senza di lui…mi mancava come l’aria, frase scontata lo so, ma mai più espressione fu così vera per me…”…save your soul” (“…salva la tua anima…”), dice nella sua canzone…ma io non avevo un’anima se lui non era con me…lui era tutto: il sole, l’aria, la mia gioia, il mio dolore, era la PARTE DI ME CHE COMPLETAVA IL MIO ESSERE…ora che l’avevo perso, ero solo metà di ciò che dovevo essere…avevo perso l’equilibrio e sprofondavo nel mio dolore…Simona diceva che dovevo tornare a casa, ma io non volevo…avevo trascorso lì l’estate più lunga di tutta la mia vita e tornare sarebbe significato rivivere quei terribili istanti ed io non volevo…certo stare a Londra non mi aiutava, ma sapevo che lui era lontano quindi non correvo il rischio di incontrarlo…anche se quello era il rischio a cui mi sarei sottoposta molto volentieri…il masochismo faceva parte di me, forse vederlo non mi avrebbe aiutato, ma avevo voglia di lui…partire per Londra era stata la cosa più giusta di tutta la mia vita e anche se ora stavo male più di prima, non mi pentivo di nulla, non rinnegavo niente, amava lui più di ogni altra cosa a questo mondo e avrei portato dentro di me quel sentimento per sempre, come fosse stato mio figlio…era figlio di quello che ero…forse aveva ragione Simona: ero pazza…
 
Arrivò l’autunno e con esso l’uscita del suo film…i miei amici non riuscirono a distogliermi dall’idea di andare al cinema…io dovevo vedere quel film…a malincuore mi accompagnarono e mai ho pianto così tanto…

“Bella stiamo per andarcene”.

“Perché proprio adesso? Ancora un anno…”
”Bella, è il momento giusto. Per quanto tempo credi che potremmo restare ancora a Forks? Carlisle dimostra a malapena trent’anni e già ne deve dichiarare trentatrè. Comunque vada, non passerà molto tempo prima che ci tocchi ricominciare da capo”.

“Hai detto stiamo…”

“Intendo la mia famiglia e me”.

“Okay. Verrò con te”.

“Non puoi, Bella. Dove stiamo andando…non è il posto adatto a te”.

“Il mio posto è dove sei tu”.

Non sono la persona giusta per te, Bella”

“Non essere ridicolo. Sei la cosa migliore che mi sia capitata, davvero”.

“Il mio mondo non è fatto per te”.

“Ma ciò che è successo con Jasper…non conta niente, Edward…niente!”.

“Hai ragione. Era semplicemente un gesto prevedibile”.

“L’hai promesso! A Phoenix hai promesso di rimanere…”

“Fino a quando fosse stata la cosa migliore per te”

“NO! Non dirmi che il problema è la mia anima! Carlisle mi ha detto tutto, ma non m’interessa, Edward. Non m’interessa! Prenditi pure la mia anima. Senza di te non mi serve: è già tua!”.

“Bella, non voglio che tu venga con me”:

“Tu…non…mi vuoi?”

No”.

Prometto che è l’ultima volta che mi vedi. Non tornerò…

Sarà come se non fossi mai esistito…

Addio Bella”…

Quelle parole mi bruciavano dentro, mi toccavano il cuore stuzzicando il suo dolore…traboccava sangue…era troppo anche per me…volevo alzarmi e andarmene…ma ero immobilizzata…vederlo su quello schermo mi faceva male, il suo viso, i suoi occhi, le sue labbra, le sue mani…lui…il mio Rob…era…mio…
A fine film, non mi mossi dalla poltrona, il mio corpo era intorpidito, incapace di compiere dei movimenti che seguissero una logica “Marghe andiamo…” disse Simona, ma la sua imprecazione venne interrotta dal proprietario del cinema che era salito sul palco davanti al grande schermo per fare un annuncio: “Signori e Signore vi prego di restare ai vostri posti. Scusate, non eravamo preparati a questo, ma abbiamo una sorpresa per tutti gli appassionati della saga” tremai…”Ho il piacere di avere qui stasera, i protagonisti: Robert Pattinson, Kirsten Stewart e il regista Chris Weitz!” lo vidi comparire e immediatamente le lacrime ricominciarono a sgorgare dai miei occhi “Marghe ora più che mai dobbiamo andare…” “No…” feci per asciugarmi gli occhi, ma inutilmente perché uscivano di nuovo le lacrime “Simo…io de-devo restare…” “No, mi rifiuto di vederti ancora in questo stato, ma non lo vedi che stai male, per lui per giunta che non se lo merita, se tu leggessi i giornali sapresti…” e si tappò la bocca, pentita di quello che aveva detto…sobbalzai, cosa sapeva? La guardai con gli occhi spalancati…e si convinse a parlare “Marghe…” prese fiato “…si vocifera che Rob e Kris…” si fermò “Rob e Kris cosa?” “Beh si dice che si frequentino…” “Lo si diceva anche dopo Twilight…ma non era vero…” “No, questa volta sembra che anche loro abbiano confermato…mi dispiace Marghe” non ci potevo credere, mi voltai a guardare sul palco…che affinità che avevano, tra loro non mancava mai…strinsi i pugni, mi morsi il labbro inferiore e continuai a piangere…
“Robert Pattinson si vociferà che tra lei e la Stewart ci sia del tenero…e questa volta non sembra che siano solo ipotesi…” Rob guardò Kris che sorrise imbarazzata, avrebbe risposto sinceramente? Avrei finalmente saputo la verità? “Posso rispondere io…” disse Kris e focalizzai il mio sguardo su di lei, come per ben memorizzare le sue parole “Io e Robert siamo più che amici, non c’è dubbio…ci frequentiamo” “Lo ammettete, allora?” “Basta nascondersi” rispose Rob.
 
A quel punto mi alzai frettolosamente, lo guardai un’ultima volta, era troppo lontano per vedermi ed era troppo impegnato a sorridere a Kirsten, “Ti odio!!!” gridai, facendo girare mezza sala e corsi via, seguita a ruota dai miei amici.Non so se si fosse voltato o meno e in quel momento non mi interessava, pensavo solo a correre più velocemente possibile, volevo lasciarmi alle spalle quel maledettissimo cinema. “Come può avermi fatto questo? Come ha potuto cancellare tutto in modo così rapido? Sono stata per lui solo un soffio di vento…finito nel momento esatto in cui il sole con i suoi raggi caldi mi ha scacciato via…e quel sole, Kirsten, ha preso il mio posto nel suo cuore…ed io che credevo che fosse mia amica…la solita stupida illusa che crede nella buona fede delle persone…”. Correvo, correvo, ma mi sentivo pesante come un macigno, non vedevo neanche dove andavo, quante scale aveva quell’edificio, sentivo il vuoto diventare nuovamente padrone di me stessa…giunti fuori incontrammo Eric e Tom, sapevo che aspettavano lui…“Ehilà” li guardai malissimo e continuai a camminare “Marghe” gridò Eric avvicinandosi “Che hai? Non ci riconosci?” “Certo che vi riconosco, non sono mica scimunita” risposi stizzita, ero fuori di me “Ma cos’hai?” “Cos’ho? E me lo domandi pure. Chiedilo al tuo amichetto Rob cos’ho…mi ha lasciato dopo l’incidente dicendo che lo faceva per me, non eravamo fatti per stare insieme diceva, ma a quanto pare gli è bastato poco per consolarsi!” e sprezzante indicai Kris sulla locandina del film “Ah…vedo che lo hai saputo…” “Già, le notizie volano…” risposi ironica “Beh Marghe, non prendertela. Era così che doveva andare, ti passerà…” “Mi passerà, certo…certo…facile parlare per voi” e li indicai tutti “…voi non avete provato e non provate quello che sento io…non sapete cosa significa per me Rob…non avete la più pallida idea di quanto sia follemente innamorata di lui…e di quanto ora lo detesti con tutta me stessa…ma nonostante ciò continua a essere la cosa più bella di tutta la mia vita!!!” piangevo, non riuscivo a fermarmi, un fiume in piena, mi dimenavo, sbattevo i piedi per terra. Tom mi afferrò per le spalle e mi bloccò “Marghe basta! Shhh calmati, calmati…passerà, vedrai…” e mi abbracciò, io mi lasciai andare piano, mi fermai, continuavo però a piangere “Non doveva andare così, perché a me? Perché?” sospirai disperata con un filo di voce, mi si strinsero tutti intorno, dopo poco persi i sensi…
Da quella sera, Tom e Eric rientrarono nella mia vita, erano miei amici e il fatto che lo fossero anche di Rob, non mi doveva impedire di frequentarli. Venivano spesso nell’appartamento mio e di Simona e passavamo serate intere a chiacchierare, a vedere film o semplicemente a farci compagnia; cercavano di farmi distrarre e ci riuscivano, con loro stavo bene, dimenticavo per un po’ tutto quello che era successo, non potevo che ringraziare il cielo di avermi mandato degli amici speciali come loro. Eric, in particolare, divenne per me un prezioso punto di riferimento, non mi lasciava sola un attimo, era la mia ombra, ci bastava uno sguardo e ci capivamo, potevo parlare ore ed ore, non si stancava mai di ascoltarmi, mi aiutava anche con l’inglese, il secondo livello era abbastanza complesso e ciò si aggiungeva al fatto che avevo troppo spesso la testa altrove. A rafforzare maggiormente la nostra amicizia contribuì il fatto che cantavamo spesso insieme nei locali, Eric mi aveva consigliato di farmi vedere in giro, di farmi ascoltare perché avevo talento e secondo lui qualcuno un giorno mi avrebbe notata, io non ci credevo molto, ma pur di cantare facevo di tutto.Eric non aveva tutti i torti, infatti proprio durante una delle nostre serate canore si avvicinò a noi un signore “Ragazzi complimenti. Siete stati bravissimi, mi avete emozionato” effettivamente il nostro frequentarci così spesso aveva alimentato la nostra intesa canora, riuscivamo bene ad interpretare le emozioni delle canzoni. “Grazie” rispondemmo all’unisono “Ah scusate non mi sono presentato. Mi chiamo Alex Jordan e sono un produttore musicale” guardai strabuzzante Eric che fece altrettanto con me “Non vi spaventate. Vi mostro il mio biglietto da visita. Lavoro in America, a Los Angeles e giro il mondo in cerca di talenti. Il mio staff sta pensando ad un musical da portare a Brodway ed io volevo persone nuove, fresche, giovani per interpretarlo e voi siete esattamente ciò che sto cercando! Vi lascio il mio biglietto, pensateci e telefonatemi. Io conto su di voi, sentirvi cantare mi ha fatto pensare a come strutturare questo musical, è fatto apposta per voi” ci fece l’occhiolino e andò via. Noi rimanemmo fermi lì, incantati a guardare il biglietto da visita del produttore, poi mi voltai, guardai Eric e sorrisi, cominciai a saltare per la gioia “Oddio Eric, non posso crederci, ma ci pensi Los Angeles, un musical oh mamma mi gira la testa” “Eheheeh, che ti avevo detto. Prima o poi qualcuno ti avrebbe notato” “ Vorrei farti presente che il Signor Alex ha notato anche te” sorrisi, lui mi prese le mani e le strinse alle sue portandole all’altezza del suo viso “Merito tuo, sei tu che mi dai la forza per cantare così bene, non ho mai avuto una partner canora migliore…” sorrise, io arrossi…in men che non si dica Simona e gli altri ci raggiunsero e comunicammo loro la notizia. Erano contenti, ma allo stesso tempo titubanti, Tom ci consigliò di pensarci bene, era una grande occasione, ma prima di tutto dovevamo raccogliere informazioni circa questo Alex Jordan, dovevamo evitare fregature.
Grazie all’aiuto di Tom che fece qualche telefonata qua e là, riuscimmo a scoprire che questo signore era realmente chi diceva di essere ed era padrone della Jordan Corporation, famosissima in America.

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Capitolo 16
*** Los Angeles ***


Los Angeles

Salve a tutti,

la sottoscritta è di nuovo qui ad annoiarvi coi suoi soliti discorsi stupidi, ma siccome questa volta voglio evitare di annoiarvi passo subito ai ringraziamenti

 

Doddola: innanzitutto grazie per aver letto, sai che sono sempre contenta quando vedo che mi recensisci, ci tengo sul serio a quello che pensi (l’avrò detto molte volta, ma è la verità!!!). Mi fa piacere che tu ti sia emozionata, significa molto per me…spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento…baci…

 

Daydre4mer: ecco perché non rispondevi più su msn, eri qui!!! Non preoccuparti per il ritardo, l’importante è che hai recuperato. Ti sei fatta il film??? Eheh bene, come me allora…spero solo di aver seguito l’idea che ti eri fatta, ma tu tanto già sai…Tvb…

 

Giulls: sei un tesoro, mi hai fatto commuovere, accipicchiolina!!! Sono onorata delle tue parole, grazie di cuore…I piede non migliorano, uff, speriamo di sapere presto l’esito! Grazie per il pensiero….Ti voglio bene…

 

Per scrivere questo capitolo mi sono avvalsa delle sensazioni che mi ha procurato questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=bjvcCnattrQ  e ho preso delle espressioni da un cartone animato che ho sempre adorato (non prendetemi per matta, anche se lo sono!!!), ossia “Rossana”…buona lettura…
Ps: voglio essere buona e darvi una piccola anticipazione: il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Rob e comincerete a capire qualcosa in più....

Io ero assalita dai dubbi…avevo paura, andare in America non era esattamente il mio sogno, non volevo lasciare Londra…e ripensai inevitabilmente a Rob…e a Kris…un flashback…
<<Qualche settimana prima
“Pronto?” “Marghe?” “Si…” conoscevo quella voce, come si permetteva di telefonarmi? “Sono Kirsten…ho saputo che sei tornata a Londra…non ci siamo più sentite…” che presunzione, dopo tutto quello che mi aveva fatto voleva anche che mi facessi sentire! “Beh Kirsten non mi sembrava il caso…sentire te mi ricordava l’amico tuo, poi alla Premier del film ho scoperto anche che vi frequentate, quindi non so cosa avrei dovuto telefonarti a fare…” “Eri alla Premier?” “Già…infondo sono fan della saga della Meyer. E se può rinfrescarti la memoria posso dirti che ero quella ragazza che ha gridato Ti odio facendo voltare tutti in sala, ma forse tu e l’amico tuo eravate troppo impegnati a sorridervi per accorgervi di quello che succedeva attorno a voi!” dissi acida, meravigliandomi di me stessa, non ero mai stata così cattiva…”Marghe, no ma che dici. Rob aveva sentito quel grido disperato, ma non potevamo credere che fossi tu, non sapevamo che eri tornata a Londra…” “Ah bene, vedo che lui si ricorda ancora di me. Certamente non sono a Londra per lui, che non si montasse troppo la testa il ragazzo!” “Marghe finiscila, te ne prego!” “Finiscila? Ma se ho appena cominciato e poi sei stata tu a telefonare me” “Eravamo diventate amiche, avevo voglia di sentirti…mi mancano le serate passate insieme e…” “No, basta, stai zitta!!! Non ti permetto di aggiungere altro, tu e Robert siete fuori dalla mia vita e non sono mai stata così bene…senza di voi è tutto perfetto, mi sono ripresa. Che si crede il tuo ragazzo che solo lui poteva riprendersi in fretta? La mia vita va avanti anche senza di lui” mentii, ero diventata una brava attrice “..e poi ora mi aspetta l’America…” “Vai in America?” “Può essere…ma non sono fatti che ti riguardano…” “Beh posso solo essere contenta del fatto che tu stia bene…mi dispiace per tutto quello che è successo e credimi dispiace anche a Rob…” sembrava sincera “Non mi interessa il vostro dispiacere…” risposi stizzita, rabbiosa, come poteva dirmi quelle cose. Attaccammo e come sempre esplosi in una crisi di pianto…>>
Mi risvegliai da quel ricordo e mi resi conto che la mia vita non era più a Londra, lui non era più con me ed io dovevo inseguire i miei sogni…avevo l’opportunità di fare qualcosa per cui valeva davvero la pena lottare e non potevo farmi sfuggire quell’occasione.
Lo squillare del mio cellulare, interruppe i miei pensieri “Pronto?” “Marghe…” “Eric…” “Come stai?” “Sono stata meglio…”
“Marghe…” “Che c’è?” “Andiamo a Los Angeles? Quel posto è bellissimo, io ci sono stato e ti assicuro che ti dà la carica per fare tutto. Forza, affrontiamo questa nuova avventura insieme, sono sicuro che ce la faremo” “Oh Eric…sei un sognatore…” “ Si, Marghe e nei miei sogni ci sei tu…” “Oh” “Mi hai colpita profondamente e non mi piace vederti così triste e depressa…perché non scappiamo?” “Eh?” “Perché non scappiamo…io e te” “Come scappare?” “Ce ne andiamo via noi due insieme…”. Quelle parole mi fecero riflettere tantissimo…io meritavo un’altra opportunità…
“Marghee, Margheeeeeee” gridarono i miei amici “Marghe perché te ne vai senza aver detto niente a nessuno di noi…” “Oh Simona…i miei amici” risposi intristita “Ti aspettavamo, avevi detto che ci saremmo rivisti al corso…ti aspettavamo tutti…” disse Edward, avevo fatto le valigie ed ero andata via, non volevo un addio, li odiavo troppo e così avevo chiesto a Eric di organizzare tutto senza dire niente a nessuno; avevo lasciato un biglietto sul comodino di Simona avvertendola che stavo per partire  “Mi dispiace amici…mi spiace…” “ E quando, quando pensi di ritornare?” chiese Stephanie “Non lo so ancora...No questa volta proprio non lo so” risposi voltandomi verso Eric “Ti prego torna presto da noi, capito?” “Ti aspetteremo Marghe” a fianco a loro vidi comparire come per magia Kirsten e Robert, erano affannati per la corsa, sobbalzai incredula, incrociai lo sguardo di Rob e mi sentii morire. Chi li aveva avvertiti?!?
”Andare a Los Angeles mi aiuterà a scordarti Rob, solo standoti lontana dimenticherò il tuo viso…solo così tu non avrai più influenza su di me…“
Kirsten e Rob si presero per mano ed io allibita da lontano osservavo quella scena

“E’ tutto vero allora…stanno davvero insieme…stupida, stupida che non sono altro, ho sperato fino alla fine che non fosse vero…”
Eric lesse la sofferenza sul mio volto e mi strinse la mano, insieme ci voltammo verso i nostri amici “…meno male che la tenerezza di Eric mi aiuterà a scordare più in fretta questo momento. Ti dimenticherò Rob, perché oramai hai già scelto Kirsten…”
Ci voltammo e ci lasciammo Londra alle spalle…io ci lasciavo il cuore e l’anima…

“Sei l’unica voglia che non vorrei, ti ho vista piangere su di me, ma sono il tuo passato ormai…”

In aereo
Fu un viaggio piuttosto lungo e stancante, io non riuscii a dormire a differenza di Eric, avevo pensato tutto il tempo a quella scena dell’aeroporto…rivedevo i suoi occhi, la sua strana espressione, il suo corpo protendere verso di me…perché era venuto a salutarmi? A che scopo? Che senso aveva? No, non capivo…scossi la testa per svuotarla da tutti quei brutti pensieri e vidi Eric che mi guardava “Ehi ben svegliato dormiglione!” sorrisi, sorrise “Grazie…tu hai dormito?” “Per nulla…i pensieri mi hanno tenuta sveglia…” “Tu pensi troppo, dovresti lasciarti andare di più…” “Già...sono fatta così…” feci spallucce “Ti sei chiesta come facessero a sapere della partenza Robert e Kirsten, vero?” annuii “E’ colpa mia…ho parlato con Rob prima di partire. Infondo siamo amici e gli ho raccontato tutto. Scusami, avrei dovuto dirtelo o chiederti il permesso, ma doveva sapere…doveva sapere che stai rinascendo anche senza di lui e che la tua vita non gira più intorno a lui! E sono sempre io che ho detto a Kirsten che eri a Londra, per questo ti ha telefonato…non essere arrabbiata…” “Eric…” sospirai cercando di calmare il battere accelerato del mio cuore “…non fa nulla…almeno l’ho visto un’ultima volta…prima di lasciarmi definitivamente alle spalle questa storia…”, Eric mi guardava malinconico, sapeva che soffrivo ancora tanto…”Mi dispiace Marghe, ma ce la farai. Rob non è l’unico ragazzo in circolazione…” “Già…ma io non mi lascerò andare mai più…non voglio stare ancora male…e poi…” lasciai cadere il discorso e Eric non insistette “e poi io lo amo ancora…”
“Guarda Eric, le luci della città. Siamo arrivati!” che meraviglia quel posto…un taxi ci portò in albergo, tutto pagato dallo studio del Signor Jordan, mi fiondai in camera, ero stanchissima, volevo solo dormire “Buonanotte Marghe” mi disse Eric baciandomi la guancia “Buonanotte Eric. A domani” e mentre aprivo la porta della stanza, Eric mi fermò “Marghe…” “Si?” “Ti voglio bene…” gli sorrisi ed entrai in camera.
Il sole del primo mattino filtrava dalla finestra della mia camera e creava dei particolari giochi di luce con i cristalli del lampadario…mi incantai a guardare quello spettacolo stesa sul letto…ero sveglia ormai da parecchio, mi ero addormentata immediatamente, ma di sobbalzo alle 6 mi ero svegliata. Non avevo ancora razionalizzato: ero in America!!! Guardavo incredula la stanza, sapevo che dall’altra parte c’era Eric, fautore di quel viaggio, di quel nuovo cambiamento, Simona diceva che lui aveva un debole per me, ma io non ne ero sicura, o perlomeno non volevo crederci. Non avevo la testa per pensare a quello, gli volevo bene, ma da qui ad amarlo ne passava di acqua sotto i ponti.

Toc, toc”
“Arrivo!” gridai “Buongiorno Marghe” “Buongiorno Eric” “Ti ho disturbata? Ti stavi preparando?” “No, sono pronta già da un pezzo” mi squadrò dalla testa ai piedi con sguardo indagatore, mi ero sistemata per benino, volevo fare buona figura col produttore. Non mi amavo in modo particolare, quindi prepararmi per bene mi aiutava a pensare che forse potessi essere più decente. “Sto male?” vedevo che continuava a fissarmi “No, no, anzi sei…sei…bellissima” oddio mi sa che Simona aveva ragione “Gra-grazie, ma non prendermi in giro!” cercai di sdrammatizzare, ma complicai la situazione, vidi il suo volto farsi serio “Io non scherzo quando ti faccio complimenti, possibile che non lo capisci!” “Eric non mi sembra il caso ora di discutere su questo. Andiamo o faremo tardi” riuscii nel mio intento e andammo via.
Per tutto il tragitto non aprii bocca, sapevo che prima o poi avremmo dovuto riaffrontare quell’argomento…

<< Nel locale di Francesco a Londra prima di partire per Los Angeles
“La prossima canzone voglio dedicarla ad una persona speciale per dimostrarle quanto ci tengo a lei e per incoraggiarla a farsi forza” Eric pronunciò quelle parole e poi si rivolse a me “Marghe è per te!” io ero sul palco con lui…
Meraviglioso, ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso. Meraviglioso
perfino il tuo dolore potrà guarire poi meraviglioso.
Ma guarda intorno a te che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare eh! Tu dici non ho niente. Ti sembra niente il sole! La vita, l’amore. Meraviglioso, il bene di un uomo che ama solo te, meraviglioso.
La luce di un mattino, l’abbraccio di un amico, il viso di un bambino, meraviglioso, meraviglioso…”

Ero sorpresa…perché quel gesto, cosa voleva dirmi? Poi perché aveva cambiato la frase “il bene di una donna che ama solo te” con “Il bene di uomo che ama solo te”?>>

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Capitolo 17
*** Io ci sarò... ***


Io ci sarò...

Salve a tutti,

vi chiedo scusa se il capitolo è piccolo, ma se posto tutto insieme addio sorprese!!!

Come vi avevo già anticipato, è dal punto di vista di Rob e finalmente, saprete qualcosa in più di ciò che gira nella sua folle testolina ^^!!!

Doddola: credo che col passare del tempo, odierai Kirs e Eric ancora di più, ma non ti dico altro. Grazie mille per i complimenti…

 

Daydre4mer: non ricordavi il particolare della canzone, perché sul forum non l’avevo messo in evidenza, mi ero dimenticata!!! Che sbadata eheh!!! Bella domanda, cosa accadrà  a Los Angeles??? Chissaà…

 

Giulls: grazie tesoro, sempre gentilissima!!! Brava non fare spoiler, altrimenti niente sorpresa per nessuno eheh…

 

Fairwriter: non ti scusare, appena potrai recupererai, l’importante è che non ti sto deludendo e che la storia continua a piacerti. Adoro la canzone “Meraviglioso”!!! Amo i Negramaro!!! Spero di leggere preso altre tue recensioni…

 

Ed eccoci alla storia, vi lascio a questo breve punto di vista di Rob, sabato avrete il resto, poi però per una settimana non mi sentirete, perchè partirò per andare a fare gli esami.

Ps: anche questa volta vi lascio una canzone http://www.youtube.com/watch?v=ADY6KX-63bM

Robert
“Marghe sta partendo per l’America?” gridò Kirsten, mentre mi guardava esterrefatta…io avevo l’affanno per la corsa…
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“Ciao Eric cosa ci fai qui?” “Rob sono qui per salutarti, io sto partendo per l’America”
“America? E cosa vai a fare lì?” “In realtà non sto partendo da solo…” “Non capisco…” “Beh Rob, nell’ultimo periodo ho cantate in alcuni locali con M…M…Marghe e un produttore ci ha notati e ci ha scritturati per un musical da fare a Los Angeles…” “Tu e Marghe?” strabuzzai gli occhi incredulo “Aspetta Rob, non capire male, noi non stiamo insieme, condividiamo la passione per la musica…non ti nascondo però che…Marghe mi piace molto…” stette zitto, abbassò la testa come stesse pensando a qualcosa poi parlò nuovamente “Anzi Rob, io amo Marghe e vorrei renderla felice…” non sapevo cosa rispondere, provavo un misto di rabbia, dolore e piacere…soffrivo all’idea di Marghe con Eric, ma allo stesso tempo volevo vederla felice e Eric poteva aiutarla, quindi cercai di modulare la mia risposta, non doveva trapelare nessuna emozione, ero o no un attore? “Eric non ti devi giustificare con me, io e Marghe non stiamo più insieme e quindi puoi fare quello che vuoi. Vi vedo bene insieme” che gran bugiardo, avvertii una stretta al cuore “Ma Rob…” “Niente ma Eric, dico sul serio…va e divertiti in America, in bocca al lupo…anche a Marghe…” involontariamente con un filo di voce più marcato pronunciai il suo nome…mi bruciava dentro come se fosse veleno...ora potevo capire ciò che sentiva Edward…”Lei non sa che sono qui…non parliamo mai di te…o meglio, cerchiamo di evitare l’argomento…mi piacerebbe comunque che tu venissi a salutarci insieme a Kristen…” non parlavano mai di me? Beh dovevo aspettarmelo e poi meglio così, lontano dagli occhi, lontano dal cuore…forse…”Eric certo che vengo, sei uno dei miei più grandi amici e devo esserci in un momento così importante…”>>
“S-si Kris” non riuscivo a parlare, mi mancava il fiato non so se più per la corsa o se per la partenza di Marghe “Calmati Rob, perché sta partendo?” presi un bel respiro “Ti spiego durante il tragitto per l’aeroporto, ora andiamo, ti prego!” implorandola la trascinai via con me.
Lei, la mia lei, l’unica che mi aveva rubato il cuore stava per andarsene con un mio amico…infondo era quello che volevo: allontanarla da me…in realtà nel profondo speravo che non mi dimenticasse, come non l’avevo fatto io, ma era giusto farla andare avanti, doveva vivere anche senza di me…
Corremmo come dei pazzi, con l’affanno arrivammo all’aeroporto, c’erano tutti i suoi/nostri amici increduli per quella partenza improvvisa, non capivo perché Eric avesse avvertito solo me e non gli altri…
Marghe mi vide, spalancò gli occhi, sembrava aver visto un fantasma, per un attimo infinito incrociammo i nostri sguardi e fu lì che capii che non sarebbe mai finita per me…l’amavo troppo…

“Non potrai scordarmi, non potrai dimenticare quello che c’è stato tra noi…come non potrò dimenticarlo io. Sono andato via da te, ma non ho mai smesso un solo istante di amarti…”
Kirsten mi prese per mano, percepì il mio dolore e come da copione fece il suo dovere, la guardai e poi rivolsi nuovamente i miei occhi a lei…aveva abbassato la testa e Eric le aveva stretto la mano e insieme diressero i loro sguardi verso di noi…
“Per il bene che ti voglio ti auguro tutta la felicità del mondo, anche se so che la tua lontananza mi sarà ancora più insopportabile, farò di tutto per non pensarti. Fai buon viaggio Marghe. Spero che Eric possa renderti felice…“
Nel silenzio più assoluto, io e Kirsten lasciammo l’aeroporto con una certezza in più: era giusto che andasse così…certezza che lentamente sfumava in me a causa di quella maledetta tristezza che mi stava avvolgendo…
Pensai per tutto il tragitto verso casa, rividi mille volte davanti ai miei occhi la scena del mio addio, il suo volto straziato dal dolore, incredulo, come avevo potuto farle questo?

“E così sei partita per l’America…è davvero la cosa giusta? Forse si, potrai realizzare il tuo sogno a fianco di qualcuno che potrà prendersi cura di te…Marghe, mia piccola tenera Marghe, meriti il meglio dalla vita, pensavo di riuscire a cancellarti, ma mi sono illuso…questa relazione con Kirsten è solo una facciata, una farsa per far dimenticare ai giornalisti la tua esistenza, non avrai più nessun fastidio…Ti amo con tutto me stesso da sempre e per sempre…lasciarti prendere quell’aereo è stato più difficile di quanto pensassi, avrei voluto correrti incontro per fermarti…meglio una dolorosa guarigione che una lenta eutanasia…starò sempre qui per te, non ti abbandonerò mai anche se tu questo non lo saprai mai…il cielo ha una porta sola…aprila Piccola Marghe…aprila!!!”
“Rob…come ti senti?” chiese Kirsten preoccupata “Beh Kirs…se ti dico che sono uno straccio ti renderei meglio l’idea di come mi sento?” “Forse abbiamo sbagliato…non dovevamo fare tutto questo, forse…” “No, Kirs” la interruppi “Va bene così, anzi grazie e scusami per la tremillesima volta se ti ho coinvolto nei miei casini, ma non sapevo come fare, dovevo fare in modo che i giornalisti si allontanassero da lei, le avevo promesso che non sarei più tornato, anche se oggi ho tradito la promessa…ma dovevo esserci…”  Per dirle addio…per sempre…” Kirs mi strinse la mano sulla spalla “Non scusarti, Marghe è anche amica mia e l’idea che stia stata male, mi rende triste e mi spiace che ora mi odi…sai come la penso…ero d’accordo con te, ma ora…non so se abbiamo fatto bene…ti vedo così perso e ho letto nei suoi occhi un’espressione di tristezza infinita, non potevo fare a meno di guardarla…” avvertii una fitta al cuore…Marghe stava ancora male per colpa mia? Motivo in più per lasciarla andare…”Le passerà…come passerà a me…”…forse…

Non sai quanto fa male farti male
ma sembra questa l'unica via
meglio una dolorosa guarigione che un'incosciente eutanasia
prima che l'odio ed il suo vento spazzino via l'amore dentro te
io vado ma vorrei capissi che..
Io ci sarò, sarò lì a guardarti
Ad ascoltare tutto ciò che non dirai
Io ci sarò anche quando non vorrai
Ti seguirò ombra in mezzo a tanti
Ti accompagnerò qualunque strada sia
Io ci sarò anche se ora vado via....da te
Del resto sai ti ho amata e tanto
E questo rende amaro il pianto che
Che bagna l'arido che ho dentro
Non resterà solo il rimpianto
Non resterà dolore e livido
Non mi vedrai mai lì in un angolo....
Io ci sarò, sarò lì a guardarti
Ad ascoltare tutto ciò che non dirai
Io ci sarò anche quando non vorrai
Ti seguirò ombra in mezzo a tanti
Ti accompagnerò qualunque strada sia
Io ci sarò anche se ora vado via...da te
Da te che sei l'unica che abbia acceso in me
Ciò che era spento ed io non so, non so, perché…
Ti seguirò ombra in mezzo a tanti
Ti accompagnerò qualunque strada sia
Io ci sarò anche se ora vado via da te...”

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Capitolo 18
*** Addio Rob... ***


Addio Rob...

Salve a tutti,

sabato è arrivato veloce e a dirvi il vero questa settimana mi annoia parecchio, visto che domani dovrò partire per Macerata, alla volta dell’Università; sarò via fino a venerdì, quindi il prossimo capitolo lo avrete sabato, sempre che vi importi qualcosa ^^.

Volevo fare un ringraziamento speciale a tutti coloro che mi leggono e che hanno inserito la loro storia tra i preferiti e tra le fan fiction seguite, mi piacerebbe che mi lasciaste un commentino, giusto per sapere che pensate.

 

Fairwriter: che bello hai recensito!!! Sono troppo contenta quando mi dici che la storia ti piace…

 

Daydre4mer: la mia amichetta…sempre qui per me…ma sai quanto ti adoro??? Mi mancherai tanto questa settimana, l’idea di essere lì…aaaaah meglio non pensarci…ti lascio questo capitolo. Tvb…

 

Come sempre la musica la fa da padrone e quindi vi lascio questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=iqXK43hG8uo , ascoltatela quando richiesto. Alla prossima…

Marghe
Il taxi ci portò dinanzi alla Jordan Corporation: incredibile, un palazzo intero per questo studio!!! Entrammo nell’atrio e ci venne incontro una graziosa signorina, sapeva già chi eravamo e ci disse che il Signor Jordan ci stava aspettando nel suo ufficio al quinto piano. Un signore ci accompagnò all’ascensore, arrivati al quinto piano ci guidò presso l’ufficio del produttore: lui era comodamente seduto sulla sua sedia e ci accolse con un caloroso “Benvenuti a Los Angeles!”  “Grazie” rispondemmo in coro io ed Eric “Mi fa piacere che abbiate accettato la mia proposta, non ve ne pentirete”. Passammo un’ora a discutere sui dettagli del musical, prove, date di esibizione e compenso. Rimasi di sasso quando sentii a cosa si ispirava il musical…impietrita non dissi una parola “Un musical su Twilight?” domandò sbalordito Eric…era una persecuzione ”Si ragazzi, dopo il successo del film, abbiamo pensato, in accordo con la Meyer, di realizzare anche un piccolo musical. Infondo la Meyer ama la musica che è musa ispiratrice dei suoi libri, quindi è stata entusiasta dell’idea. Ovviamente presiederà alle prove, darà una mano con la scelta dei pezzi, dei costumi.” Avrei voluto scappare via, tutto mi aspettavo fuorché questo: noi eravamo i protagonisti, Bella ed Edward…Marghe e Eric…
“Marghe, Twilight mi ha cambiato la vita in tutti i sensi: mi ha dato ancora più notorietà, ma soprattutto mi ha regalato te. Marghe, tu sei la mia Bella…” quel ricordo mi folgorò, arrivò inaspettato…mi disse quelle parole prima di partire per Volterra, come potevo dimenticarle? E ora io avrei dovuto interpretare la lei che avrei voluto sempre essere, o meglio io sarei voluta essere al posto di Kirsten, baciarlo, toccarlo, stargli accanto al suo posto…se prima era un desiderio, ora era una dannazione…volevo dimenticarlo, ma il destino sembrava opporsi…
A questo si aggiungeva il fatto che fisicamente non assomigliavo minimamente a Bella, ero dimagrita, ma ero comunque più robusta del personaggio descritto dalla Meyer…”Caratterialmente io sono simile a Bella, ma fisicamente per niente!” dissi stizzita “Non importa, inizialmente l’ho pensato anche io, ma sentirvi e vedervi cantare ha rivoluzionato completamente il mio giudizio: voi avete l’intensità che cerco per i miei due personaggi, siete amanti, complici…e poi in questi mesi seguirete anche rigide regole alimentari e farete tanto esercizio. Signorina Margherita, non si preoccupi, sarà perfetta!” perfetta io? Un’utopismo…potevano chiamare Rob e Kirsten per questo ruolo…loro erano perfetti!
Inoltre, dopo tutto quello che era successo e che temevo provasse Eric, interpretare la ragazza che lo amava follemente mi veniva difficile. Lo fissai, era pensieroso, sapevo che pesava anche a lui interpretare il ruolo che è stato di Robert, sapeva che inevitabilmente avrei pensato a lui…ma era lavoro e mi feci coraggio…infondo sarebbe stato solo un semplice musical, niente di più.
Tornati all’albergo, ci preparammo per fare una visita della città, quel giorno lo avevamo libero, le prove e la conoscenza del resto del cast sarebbe avvenuta il giorno dopo. Mi feci una rapida doccia e in un batter d’occhio fui pronta, bussai alla porta di Eric che di corsa venne ad aprirmi, indossava solo un jeans, stava asciugandosi i capelli, per me fu un colpo vederlo in quello stato: corpo ben scolpito…perfetto per interpretare Edward…risi e lui si imbronciò “Che ridi a fare? Uff “ “Niente, niente, sei buffo eheh” mi guardava in modo indecifrabile, io smisi di ridere e lo fissai, mi sentii tremendamente in imbarazzo “Scusa, ti aspetto fuori…” stavo per uscire dalla stanza, ma lui mi afferrò per un braccio “No ti prego, non andare…” passò un attimo infinito prima che riaprisse bocca “…ci metto un attimo a prepararmi, ok?” annuii.
Nel tragitto in ascensore, non aprimmo bocca, lui continuava a fissarmi, mentre io tenevo la testa bassa, quella situazione non mi piaceva “Vorrei che non mi guardasse in quel modo, non capisce che mi mette in imbarazzo? Uff, devo sempre mettermi in situazioni più grandi di me!”  “Marghe…” la sua voce interruppe i miei pensieri, alzai la testa e lo guardai “Perché ci stiamo comportando così? Eravamo affiatati, parlavamo tanto prima di questo viaggio. Cos’è cambiato?” “Vorrei saperlo anche io, Eric. Sei tu che sei strano…” mi guardò torvo “Io strano? No, Marghe…sono sempre di più me stesso con te e non te ne accorgi…” “Ma possibile che per te io non mi accorgo mai di nulla?” mi innervosii “Si, a volte penso che fai la finta tonta, ma non ne sono convinto. Davvero in tutto questo tempo non ti sei mai accorta di quello che provo per te?” spalancai gli occhi, mi stava dichiarando il suo amore, cavolo!!! Abbassai di nuovo lo sguardo, lui si avvicinò, con la mano alzò il mio viso “E guardami quando ti parlo!” disse “Io ti amo Marghe, ogni giorno che passa mi rendo conto di quanto tu per me sia importante, il tuo modo di fare, di parlare, di ridere…tutto mi piace di te!” non parlavo, non potevo parlare, ero bloccata, non mi aspettavo che lui provasse tutto questo per me…la descrizione del suo amore per me era così familiare…sobbalzai: era quello che amavo di Rob…mi si strinse il cuore, volevo piangere…ma come potevo pensare a Rob in un momento come quello? Ma come potevo non pensarlo? Ora dovevo anche confrontarmi con il mito del suo film! Eric si accorse del mio improvviso cambio di espressione, mi lasciò andare il viso e tornò al suo posto. In quell’istante l’ascensore annunciò il nostro arrivo al piano terra, uscimmo come se nulla fosse, di nuovo muti.
Girammo la città come fossimo due sconosciuti, era tutto così strano, ci stavo male, perché volevo bene ad Eric, in lui avevo trovato non solo una persona con cui condividere la mia passione per la musica, ma un amico con cui parlare liberamente di ogni cosa e ora invece tutto era rovinato, saremmo stati in grado di portare avanti il lavoro assegnatoci dal Signor Jordan?
Nonostante non fossi contenta quel giorno, ammirai con stupore la grandezza di quella città, la freneticità della gente, tutto diverso dal mio luogo d’origine e anche da Londra. Non era di sicuro il posto per me che amavo la calma, ma mi ci sarei abituata…
“Che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? Il mio stomaco brontola” disse Eric con una certa freddezza “Ok…”. Scegliemmo un ristorante non molto affollato, entrambi in quel momento non volevamo caos attorno a noi, anche se il troppo silenzio era offuscato dal brusio dei nostri rumorosi pensieri.
“Eric…” presi coraggio “…scusami…” alzai la testa per guardarlo, lui era davanti a me e come sempre, mi fissava “Di cosa ti scusi? Sono io che dovrei farlo, non dovevo assalirti in quel modo…sto rovinando tutto…” “No, Eric non importa. Sospettavo che tu provassi per me qualcosa di più, ma non volevo prenderne coscienza. Io ti voglio bene, davvero tanto, ma…” “Ma non mi ami…” concluse lui la mia frase…lo fissai imbronciata “Lo sapevo…so che nel tuo cuore c’è ancora Rob…però sono convinto di una cosa: lavorando insieme riuscirò a fartelo dimenticare. Io so che infondo siamo legati, ci somigliamo tanto…ti giuro che ti farò innamorare di me!” era sicuro di quello che diceva, volevo tanto esserlo anche io, ma sapevo che quello che provavo per Rob era qualcosa che non poteva essere annullato, cancellato, era insito in me, scorreva nel mio sangue, era un tutt’uno con la mia persona, lui sarebbe appartenuto a me per sempre…
Un nuovo giorno si affacciò sul cielo di Los Angeles, era arrivato il momento della conoscenza del cast. “Marghe e Eric questi sono Amanda, Jason, Nikol, Peter e Electra. È lei è la fautrice di tanto successo!” esclamò Ruth “Piacere di conoscervi. Sono Stephenie Mayer” fu un colpo, adoravo quella donna, con i suoi libri mi aveva fatto sognare, avevo sempre sperato di poterla incontrare un giorno, ma in quel momento non ero predisposta, sarei voluta essere in un altro posto, lontano da lì. La prima giornata di prove trascorse tra preparativi dei brani, dei balli e prove costumi. Mi divertii molto, l’ambiente non era ostile, erano tutti simpatici e amichevoli. Eric sembrava tranquillo, rideva e scherzava con tutti, anche con me, solo io mi sentivo fuori posto quando dovevo avere a che fare con lui.
Provammo più volte la canzone che segnava l’incontro di Edward e Bella, ma ogni volta che ci avvicinavamo sentivo i brividi, avevo paura, il contatto con lui mi provocava nervosismo, Eric l’aveva capito e cercava in tutti i modo di aiutarmi. “No, ragazzi lasciamo stare questa parte. La proviamo tra qualche giorno, oggi proprio non ti riesce Marghe di essere più confidenziale e profonda con Eric” “Scusate, è che sono stanca, devo ancora abituarmi al fuso orario” mentii spudoratamente…
Tornata in albergo, corsi a docciarmi, volevo scrollarmi di dosso tutti i pensieri negativi, non riuscivo a capire perché mi sentivo così vicino a Eric, il fatto che lui mi amasse mi metteva a disagio, ma non era giustificato il mio tremore di fronte a lui, lo conoscevo e sapevo che non avrebbe fatto nulla se io non volevo.
Non avevo sonno, avevo bisogno di camminare, pensare, stare da sola con me stessa, così mi vestii, presi il mio ipod e uscii.
Passeggiavo per le affollate strade di Los Angeles, tanta gente mi passava di fianco, alcuni mi vennero persino addosso, ma io non accusavo minimamente la loro presenza…l’unica cosa che vedevo era la strada, dritta e vuota davanti a me…camminavo, camminavo e non mi accorsi di quanto mi ero allontanata…guardai la strada alle mie spalle, ma non me ne importò, quella sera era la mia sera, avevo voglia di stare in pace con me stessa…

“Certe sere spengo la luce e rimango per
ore da solo con me
resto lì con la radio accesa a guardare nel
buio perchè
faccio i conti con la mia vita e poi dico a me
stesso adesso o mai più
cerco le intenzioni migliori piango tutti gli
errori perchè
ho bisogno d'amore e di aprire il mio cuore
in un mondo che corre più veloce di me
di cercare un mio senso delle cose a cui
penso
ho bisogno di te
dimmi dove sei…”

Strani scherzi del destino, nel mio ipod risuonava la canzone che canticchiavo sempre quando ero nella mia stanza triste perché mi sentivo sola, bisognosa di donare affetto a qualcuno e di riceverne…avevo bisogno d’amore, si ne avevo davvero tanto bisogno…mi sentivo una cretina, la gente viveva tranquillamente anche priva di affetti, mentre io ero incapace di andare avanti e di affrontare le cose belle che la vita mi offriva…come Eric…poteva essere la mia nuova possibilità…ma sprecavo il mio tempo a piangermi addosso…
Ora i miei passi erano lenti, pesanti e i miei occhi bagnati dalle lacrime, immaginavano me bambina che correvo felice dietro i miei genitori…essere bambini è bellissimo, si è liberi, innocenti, inconsapevoli della crudeltà del mondo, si sogna una vita fantastica fatta di principi azzurri e cavalli bianchi, principesse e maghi…peccato che crescendo quella irrazionale capacità di sognare svanisca con la scoperta che il nostro è un mondo totalmente illusorio fatto di gente frenetica che corre più veloce dello scorrere del tempo, che persegue un obiettivo e che pur di raggiungerlo è disposto a calpestare gli altri…nessuno si preoccupa di nessuno…egoismo allo stato puro…un mondo che non faceva per me, così piccola e innocente…non sono mai stata in grado di difendermi dalla cose più grandi di me…e ora ero in America…io!!! Ma sapevo davvero quello che stavo facendo??? Lo volevo davvero? O stavo solo scappando? Di colpo mi fermai…dinanzi a me vidi un riflesso dorato, alzai lo sguardo e la vidi: la luna piena stupenda risplendeva in un meraviglioso e perfetto cielo stellato…che spettacolo! Sorrisi, amavo le cose semplici, amavo quello che la natura ci offriva e nonostante odiassi le grandi città per tutti quegli enormi palazzi che avevano intaccato la purità della natura, da lì riuscivo comunque ad ammirare le bellezze che Dio ci aveva donato…
Stanca, tornai indietro, nonostante fosse tardi, la città era ancora piena di gente…li guardavo correre con le macchine, a piedi, le coppiette passeggiavano tenendosi romanticamente per mano, stringendosi con occhi sognanti…già…l’amore…e ripensai a lui…Robert…il solo pensarlo mi rendeva infinitamente triste…ma l’amore non rendeva felici? Non volevo più sentirmi così…non volevo più sentirmi in bilico sul filo invisibile della mia vita a metà strada tra la felicità e la dannazione eterna…io volevo solo essere felice…anzi serena, tranquilla, in equilibrio con me stessa…quindi dovevo imparare a voltare pagina, la vita è una e va vissuta a pieno…ed io ero stanca di rovinarmela…da ora in poi le cose sarebbero cambiate…
Prima di entrare nella hall dell’albergo, mi voltai, alzai gli occhi alla luna “Da ora in poi sarai solo un ricordo, un bel ricordo…ti ho amato più di me stessa, ma devo accettare la realtà: le nostre strade si sono divise ed io ho intenzione di prendere le redini della mia misera vita e di guidarla verso porti più sicuri…Addio Rob…” e metaforicamente chiusi a chiave quella “porta” che mi aveva portato a lui…non mi sarei più voltata indietro, ero più decisa che mai!

Dinanzi alla porta della mia stanza trovai Eric, poggiato al muro, mi vide e strabuzzò gli occhi “Ma dove cavolo sei andata?” quasi urlò “Sono andata a fare un giro…” non mi lasciò finire di parlare “A quest’ora, da sola, ma sei matta!!! Sei in una metropoli ti rendi conto che è pericoloso?!?” che tenero, si era preoccupato…”Scusami…” ci guardammo e lessi nei suoi occhi lo spavento…

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Capitolo 19
*** Qualcosa di nuovo... ***


Qualcosa di nuovo...

Salve a tutti,

sono tornata…dopo una settimana infernale, finalmente sono nuovamente a casa mia, immersa nel mio mondo fantastico e puro, dove nulla può scalfirmi, o almeno credo…

Ma non mi va di perdermi in chiacchiere, passo subito ai ringraziamenti, non dimenticandomi di chi ha inserito la mia storia tra le preferite e tra le fan seguite, grazie di cuore!!!

 

Giulls: crepiii!!! Anche se ormai è andata, poi ci siamo sentite via sms, quindi ho attutito la lontananza…so che la scuola ti ruba molto tempo, quindi non ti preoccupare, non devi giustificarti con me…Tvb…

 

Daydre4mer: crepiii!!! Cara friend, so che ci sei sempre, questa settimana mi hai fatto tanta compagnia e non lo sai…mi sono sentita meno sola…Tvb

 

Ilachan89yamapi: mi fa piacere che tu abbia commentato, fallo ogni tanto, mi piace leggere e capire cosa pensate delle stupidate che scrivo!!! Sono contenta che la storia sia di tuo gradimento, grazie perché la segui…

 

Vi lascio al capitolo, so che probabilmente mi odierete e vi chiedo scusa in anticipo…sono due punti di vista, Marghe e Rob…per il primo al momento richiesto ascoltate questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=3nblUousfEM , mentre per il secondo questa http://www.youtube.com/watch?v=h2cnRJL6aTc... Alla prossima…

I giorni successivi trascorsero tranquillamente, senza problemi, stavo cercando di ritrovarmi…e lavorare mi aiutava moltissimo, impegnarmi in qualcosa mi impediva di mettere in moto i pensieri e mi faceva scoprire, giorno dopo giorno, lati del mio carattere che non conoscevo, lati che mi piacevano ed era da lì che dovevo partire per imparare ad amarmi di più…
“Marghe in questi giorni ti vedo più serena, mi fa piacere, stai lavorando molto bene. Sono convinta che verrà fuori un buon musical!” disse entusiasta Ruth, una donna estremamente comprensiva, aveva intuito che qualcosa non andava nelle settimane precedenti e mi aveva dato tutto il tempo per riflettere e per riprendermi, ora invece mi sentivo euforica. Tutta sorridente corsi da Eric e d’istinto lo abbracciai “Ehi, ehi cos’è tutto questo affetto improvviso?” rise “Nulla Eric, sono felice ed è merito tuo che mi hai convinta a venire qui! Grazie!” alzai la testa, incrociai i suoi occhi, avvertii il battere del mio cuore fermarsi e la pelle accapponarsi per i brividi. Che sensazione piacevole…lui mi accarezzò il viso e mi sorrise “Grazie a te per aver accettato di venirci con me. Te l’avevo detto che sarebbe stata un’esperienza favolosa” adoravo il suo modo di parlarmi, così soave, musicale, mi incantava…
Una volta arrivata in stanza, mi fiondai in bagno; dopo una mezz’ora uscii con i capelli ancora umidi, mi avviai verso l’armadio in cerca del pigiama, lo indossai e mentre stavo andando nuovamente in bagno, sentii squillare il cellulare “Simooooooo che gioia sentirti!” “Margheeee come stai?” “Beh posso finalmente dire che sto bene” “Mai notizia fu così lieta per le mie orecchie” le raccontai tutto, parlare con lei mi faceva bene, peccato che Simona ebbe la brillante idea di mettermi in testa strane idee “Marghe io credo che infondo tu tenga molto a Eric” “Ma certo Simo, gli voglio un casino di bene…” “Non intendevo questo Marghe…non ti rendi conto che tutto quello che provi sono sintomi di una bella cotta???” Io cotta di Eric? Asciugavo i capelli e pensavo alle parole di Simona “Che i brividi che sento derivino da un sentimento particolare che provo per Eric? No, no, non è proprio possibile…”
Il volto di Eric mi apparve d’improvviso davanti agli occhi, non avevo mai badato a quanto fossero profondi i suoi occhi, era sempre così dolce e premuroso con me, mi era stato sempre vicino senza chiedere mai nulla in cambio e…mi amava…come volevo essere amata…avevo bisogno di vederlo, infilai la vestaglia e mi recai dinanzi alla sua porta “Toc, toc” “Chi è?” “Eric sono io” si precipitò ad aprirmi “Che succede Marghe?” disse preoccupato “Nulla Eric, avevo bisogno di compagnia…scusa l’abbigliamento…” “Dai entra…”. Ci sedemmo sul letto, lui stava ascoltando della musica “Cosa ascolti?” “Musica italiana” “Wow bello. Dai fammi sentire” mi passò una sua cuffia…udii solo alcune parole e mi sentii girare la testa…:

“Tu dimmi che non sai oppure che fai finta
perché non sei convinta

ma siamo qui da un’ora
io e te a parlare
come non abbiamo fatto ancora

e… caso strano
non mi sento strano
vuoi vedere che
ti amo

meglio rischiare sai
che non concedersi mai…”

Guardai Eric, ero sbiancata…quelle parole mi riportarono all’idea di Simona…che avesse totalmente ragione? Sentii il cuore balzarmi in petto…io meritavo di amare ancora, meritavo qualcuno che mi volesse bene…infondo Rob mi aveva lasciato da 8 mesi ormai e si era rifatto una vita con Kirs, perché io non dovevo rifarmene una mia? Amavo Eric? O avrei potuto amarlo?

Eric mi prese le mani e le strinse “…ma se se ti va puoi stare qua, spegni il telefono e fai il miracolo…”, le baciò piano, mi guardò e lentamente si avvicinò a me, io ero imbambolata, osservatrice passiva di ciò stava per succedere…la canzone continuò a suonare fino a giungere alla conclusione “…perché io e te per cercare di capire chi siamo, siamo andati avanti e alla fine vuoi vedere che ti amo…” su quelle parole Eric mi baciò, avvertii ancora quei brividi, chiusi gli occhi e mi resi conto che quel bacio lo avevo sempre desiderato…provai un’emozione straordinaria che rimise in moto il mio corpo, il mio cuore, avvolsi Eric con le mie braccia e lo baciai…le mie labbra erano avide di lui, lo cercavano…lui sorpreso si staccò da me, mi fissò incredulo, gli sorrisi, mi sorrise e senza dire nulla mi baciò di nuovo prima incerto, poi vide che le mie labbra rispondevano al richiamo proibito e continuò con sempre maggior ardore…era l’inizio di qualcosa di nuovo…

Mi risvegliai nella stanza di Eric…avevo dormito là…mi voltai e al mio fianco lo vidi…dormiva ancora, aveva il volto disteso e sorridente…ed io come mi sentivo??? Mi misi una mano sul cuore, lo sentii pulsare di nuovo come un tempo, i miei nervi erano rilassati, mi sentivo allegra, la testa tra le nuvole come se avessi bevuto del vino, desideravo davvero da tanto tempo di riprovare quelle sensazioni così piacevoli e delicate…mi sentivo leggera come una farfalla, forte e possente come un leone, avrei potuto scalare una montagna se avessi voluto, senza provare alcuna fatica…

<<La sera precedente:

“Marghe perché stai ricambiando il mio bacio? Credevo non mi amassi?” domandò perplesso Eric “Non lo so Eric…so solo che per me sei qualcosa di più di un semplice amico…ho trascorso questi ultimi mesi sempre e solo con te, ma non mi sono mai resa conto dell’effetto che mi fai…quando sto con te, sono serena, tranquilla, sto in pace col mondo, sento di nuovo il battere del mio cuore…ti sembrerà assurdo ma mi sento viva e non mi succedeva da mesi…” “E con questo che vuoi dire?” “Voglio dire che voglio darmi un’altra possibilità…voglio provare a stare con te…perché infondo a modo mio…io…ti amo…” sbarrò gli occhi a quelle parole ed io mi sentii il cuore andare a mille…era vero, amavo Eric, non in modo profondo come era successo con Rob, ma lo amavo…i suoi occhi brillavano “Speravo che un giorno tu potessi dirmi certe cose…sapevo che era così…non sai che gioia mi dai Marghe…Ti amo, ti amo, ti amo…” e mi baciò con passione, era bello sentirmi di nuovo scorrere il sangue nelle vene e pulsare per le emozioni provate. Non avrei mai cancellato Rob, ma sentivo che piano, piano il volto di Eric stava sovrapponendo il suo nel mio cuore…ci sarebbe riuscito?>>

Mi girai verso Eric, gli accarezzai il viso e lo vidi ridere “Ah ma allora sei sveglio?”

“Mi sono svegliato da poco” mi guardò, lessi un’espressione nuova nei suoi occhi, un’espressione che mi piacque molto e che vidi riflessa anche nei miei.

“Com’è andata la nottata?” mi chiese “Tranquilla…” silenzio…poi timidamente abbassando lo sguardo mi disse “E’ stato bello averti accanto…spero che tu non sia pentita” lo fissai “Eric, è stato bello anche per me…e poi quando prendo una decisione ci penso bene, quindi non sono affatto pentita, anzi è la cosa più sensata che abbia fatto i questi ultimi mesi!” scattai all’in piedi, misi la vestaglia “Vado in camera a cambiarmi…torno tra poco”, lui mi seguì fino alla porta “Non hai dimenticato una cosa?” “Mmm non credo” risposi, Eric si avvicinò e mi baciò “Questo…” “Ah intendevi questo…” risi e lo ribaciai, mi sentii salire il sangue agli occhi, il mio istinto stava per prevalere sulla ragione, ma seppi fermarmi “Lasciamo uscire di qui, altrimenti potrei perdere il controllo di me stessa…” dissi con l’affanno “Mi piacerebbe che lo perdessi” disse Eric ridendo, chiusi la porta e andai via. Ma che mi stava succedendo, non ero mai stata così esplicita! Eric mi faceva davvero uno strano effetto…

 

Robert

Ero steso sul letto, non potevo ancora crederci, nonostante ormai fossero passate diverse settimane: Marghe era davvero andata via…con Eric per giunta!!! Sarebbe nato qualcosa tra di loro? Questo dubbio mi torturava l’anima, non volevo che ciò accadesse, anche se era la cosa giusta…non volevo che fosse di un altro…lei era mia! Ma che diritto avevo di dire che era mia? Io l’avevo lasciata, io l’avevo fatta soffrire, io l’avevo spinta tra le braccia di un altro…

Voltai lo sguardo verso la cornice sul comò…la foto che ci eravamo fatto a Volterra quando eravamo felici…io seduto e lei tutta sorridente alle mie spalle che mi abbracciava forte…quanto adoro il suo sorriso, le brillavano gli occhi…

Non potevo piangere, dovevo essere forte, accarezzai piano quella foto, avrei voluto prendermi a pungi per la rabbia, ma come avevo potuto far precipitare le cose in quel modo vile? Mi odiavo…fortunatamente non ero dannato a vivere in eterno come Edward, altrimenti che senso avrebbe avuto la mia vita senza di lei?

Non avevo mai amato tanto, non avevo mai provato un sentimento simile per qualcuno, non potevo capire un anno e mezzo fa quello che provava Edward nei confronti di Bella…ma ora lo sapevo…conoscevo quel sentimento perché lo stavo provando e mi stava lacerando dentro…

“Divertiti fai ciò che vuoi
È giusto allontanarci poi vedremo
Che sarà di noi
Io proverò a combattere tristezza e
Solitudine
Uscendo un po’ più spesso con gli amici di
Sempre
Ma adesso resta ancora un po’ ascolta
Quello che dirò
Regalami un secondo di silenzio
Ssssshhhhh
Ricordati che quando ti cercherai in una
Canzone che parla di noi
E si impiglierà tra le tue ciglia una lacrima
Ricordati che quando tu piangerai con le
Gambe strette seduta sul letto
Io sarò lì accanto a te ti rispecchierai
Negli occhi miei…”

Mi sento inutile, spento, non ha senso alzarsi tutte le mattine, non ha significato recitare, rapportarsi con gli altri, mangiare, uscire…se lei non è con me…avevo inevitabilmente fatto ruotare la mia vita intorno alla sua e sciogliere quella presa era un’ardua impresa…tenersi tutto dentro era ancora più complicato, potevo parlarne solo con Kirsten, era l’unica che sapeva la verità. Mi aveva aiutato tanto, gli ero debitore ed era giunto il momento di tirarla fuori da quel pasticcio: dovevo diffondere la voce che ci eravamo lasciati, ormai il teatrino era finito….Marghe era partita e non avrebbe avuto più problemi, la stampa si sarebbe interessata ad altro, dimenticando quello spiacevole episodio dell’incidente…

Avrei voluto che la mente umana potesse essere una gomma e i ricordi un foglio bianco da riempire con il passare degli anni, così avrei potuto, con la sola forza di volontà, cancellare tutti i ricordi e il suo nome dal mio cuore, ma il processo è molto più complesso…come in un lutto, dovevo avere il tempo necessario per elaborare la perdita e tutto poi sarebbe tornato alla normalità…ma dicevo quello cose più per convincere me stesso, perché sapevo perfettamente che non avrei dimenticato neanche un minimo dettaglio di tutti quei mesi trascorsi con lei…

Non riuscivo a non pensarci “Chissà che fa…come staranno andando le prove…e con Eric? Mi penserà almeno un po’? Vorrei che sapesse che io non faccio altro che pensare a lei…Marghe…”

 

“…Ricordati che quando camminerai distratta
Nel traffico e ti volterai
Perché una parola un ombra un gesto
Ti emozionerà
Ricordati che quando ti spoglierai nel buio
Vestita dei nostri ricordi
Io sarò li accanto a te ti rispecchierai
Solo il tempo per noi sa la verità se domani
Io e te ritorneremo qua
Incapaci di vivere lontani anche
Un giorno di più
Solo il tempo dirà se era una bugia o era giusto
Per noi cercare un’altra via

Ora vai devo mordermi le labbra per non
Piangere più.
Ricordati che quando ti cercherai in una
Canzone che parla di noi
E si impiglierà tra le tue ciglia una lacrima
Ricordati che quando tu piangerai con le
Gambe strette seduta sul letto
Io sarò lì accanto a te ti rispecchierai
Negli occhi miei
Ssssshhhhh…”

 

Rapito dai miei mille pensieri, mi appisolai. D’un tratto, un rumore fortissimo mi svegliò, sobbalzai…silenzio…forse avevo solo immaginato, richiusi gli occhi e di nuovo sentii quel fracasso…corsi giù per le scale, aprii la porta e vidi Kristen tutta bagnata, con l’impermeabile fradicio che mi guardava sconvolta…piangeva…la feci accomodare sul divano davanti al camino, in modo che potesse scaldarsi. Tremava come una foglia “Kris che è successo?” non rispondeva, continuava a tremare e a singhiozzare…le alzai la testa e la guardai negli occhi “Oh Rob…Thomas…Thomas…mi ha lasciata” “Cosa?” “Si, oggi…dice che era stanco di questa finta storia con te. Gli ho detto che tu avevi intenzione di diffondere la notizia che ci eravamo lasciati, ma non ha voluto sapere ragioni…mi ha lasciata…dopo 4 anni…io ora mi sento…morire dentro…Rob!” mi si lanciò addosso. Possibile che io combinavo solo guai? La feci sfogare, la strinsi forte e la cullai tra le mie braccia. “Mi dispiace Kris, è colpa mia, non avrei dovuto chiederti di aiutarmi nel mio folle piano. Ci parlo io con Thomas…” “No, a che servirebbe? E poi io ho accettato di aiutarti, non mi hai certamente costretta! Credo di capire come si sia sentita Marghe quando tu le hai detto addio…alle sue parole il mio cuore ha fatto crack…si è spezzato in mille pezzi…ora non ho più nulla, niente che mi dia la spinta per vivere…sono…spenta…” l’ascoltavo sconvolto, capivo perfettamente quello che voleva dire, perché mi sentivo anche io così, anche se in quel caso ero stato io stesso la causa del mio malessere. La strinsi ancora più forte e mi sentii mancare le forze, la tristezza stava prendendo il possesso di me stesso…piansi a lungo insieme a lei…

La guardavo dormire sul divano e mi rendevo conto degli errori che avevo fatto, non dovevo rovinare anche la sua vita per il mio assurdo egoismo. Era così piccola e fragile, non doveva soffrire così…quando ho accettato di fare il provino per il ruolo di Edward, lo avevo fatto soprattutto perché c’era lei…mi piaceva davvero tanto e ho creduto di essere cotto di lei, mentre in realtà, provavo semplicemente un gran affetto, la vedevo piccolina, sentivo il bisogno di proteggerla, una sorta di sorellina minore…

“Rob!” disse svegliandosi di soprassalto “Kirsten, tutto ok?” risposi avvicinandomi “Più o meno. Scusami se ti sono piombata così all’improvviso in casa, sono stata una maleducata, ma avevo…bisogno di te…”, le accarezzai i capelli e lei ricominciò a piangere “Rob, Rob…perché? Perché fa così male?” si alzò, viso nel viso, mi afferrò per i capelli e mi spinse verso di lei “Perché?” singhiozzando posò le sue labbra salate dalle lacrime, sulle mie e lentamente si staccò, mi guardò e mi baciò di nuovo…con delicatezza le sue labbra cominciarono a muoversi sulle mie…ero pronto per lasciarmi andare, ma un’immagine si materializzò nella mia mente: il volto disperato di Marghe che mi guardava afflitta e mi bloccai…Kris allora si fermò, mi fissò “Non ti fermare Rob…te ne prego”e mi ribaciò…ero un uomo ed ero debole e così mi lasciai trasportare da quel baciò così poco casto e mi ritrovai poco dopo su di lei…le nostre mani cercavano ardentemente il contatto con i nostri corpi…ci togliemmo con foga i vestiti senza mai staccare le nostre labbra…ci alzammo in piedi, lei cinse le sue gambe alla mia vita e la portai di sopra, nella mia camera, chiusi la porta e cercai di non pensare a quello che stavo per fare…

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Capitolo 20
*** Il musical... ***


Il musical

Salve a tutti,
siamo nuovamente a sabato. Un’altra settimana è passata per fortuna…

Oggi non sarò di molte parole, anche perché onestamente non so cosa scrivervi, se non dei semplicissimi ringraziamenti a chi legge, a chi recensisce e a chi ha inserito la storia tra i preferiti e le fan fiction seguite.

Scusatemi se questa volta non vi ringrazio singolarmente, ma non sono dell’umore giusto…ho troppe cose che mi girano per la testa…perdono…

Spero che il capitolo possa essere di vostro gradimento, come l’ultima volta, si tratta dei punti di vista di Marghe e Rob…

Alla prossima…

Marghe

Mentre felice passeggiavo con Eric per le strade di Los Angeles in cerca di un negozio di souvenir, avvertii un forte dolore al petto…avevo l’impressione di aver ricevuto una pugnalata diritta al cuore…mi bloccai, mi toccai nel punto esatto in cui il dolore era stato più acuto e mi sentii venire meno…”Marghe, Marghe…tutto ok?” ero tra le braccia di Eric “S-s-si...almeno credo” “Che è successo?” “Non lo so…una fitta…” strinsi i pugni “…niente di grave, non ti preoccupare…” cercai di sorridere, nonostante provassi una sensazione spiacevole che mi rese improvvisamente triste…era successo qualcosa…qualcosa che non mi sarebbe piaciuto affatto…

Eric continuava ad insistere che dovevo farmi visitare, che con il cuore non si scherzava, ma io sapevo che quella fitta non aveva nulla a che vedere con la mia salute, ed ero certo che presto avrei scoperto la ragione…

“Ragazzi, ecco le date e i luoghi degli spettacoli!” disse eccitata Ruth “Ma saremo nella maggior parte dei teatri americani!” rispose sorpreso Eric “Oh si, tutti sono entusiasti di vedervi, siete diventati popolari tu e Marghe, lo sapete? Il signor Jordan ha fatto una buona pubblicità al musical, ha parlato benissimo di voi <> vi ha definito ed io non posso che appoggiarlo, siete bravissimi, oltre al talento innato, ci mettete la voglia e la passione, si vede che amate la musica, le emozioni che provate riuscite a farle arrivare a chi vi ascolta ed è questo ciò che conta!” quelle parole suonarono come campane in festa alle mie orecchie, ero al settimo cielo, perché era sempre quello che avrei voluto far capire alle persone, amavo davvero cantare e volevo che la gente lo sentisse attraverso la mia voce. Guardai Eric commossa, ancora una volta era merito suo, se lui non mi avesse spinta a cantare in pubblico, se non mi avesse trascinata con sé negli USA io ora starei ancora in un letto a piangermi addosso. E invece ora, ero pronta per conquistare con la mia forza di volontà, il mio amore per la musica, i teatri statunitensi, era un’ardua impresa, lo sapevo, ma volevo crederci, ne avevo la forza e soprattutto avevo Eric vicino e con lui sarei potuta andare anche in capo al mondo…

Prima tappa della torunèè: Brodway…teatro importantissimo, hanno calcato le sue scene personaggi illustri, musical celebratissimi e amatissimi in America, noi avremmo saputo rispondere alle aspettative del pubblico?

Ero nel mio camerino, mi stavo preparando per entrare in scena, cercavo di non pensare a quello che mi aspettava…mi vedevo riflessa nello specchio: mi avevano truccata proprio bene…avevo il cerchietto tra i capelli lisci, leggermente mossi alle punti, occhi color cioccolato, abbigliamento semplice: jeans, maglia scura e impermeabile giallo ocra…con tocco leggero mi accarezzavo il volto, come se non credessi di essere io…mi sentivo completamente Bella…ero entrata nella parte…ma la verità è che io mi sentivo come lei…totalmente e incondizionatamente

D’un tratto, il bussare alla mia porta, interruppe le mie riflessioni…aprii e lo vidi…una visione: capelli bronzei, pelle chiarissima, occhi color miele, giubbino grigio, maglia e jeans scuri…Edward…il mio Edward…il cuore iniziò a battere all’impazzata, sembrava un cavallo impazzito…ebbi come l’impressione di avere dinanzi Rob…fu bruttissimo…mi sembrò che tutti gli sforzi fatti, i passi avanti compiuti, si fossero annullati semplicemente vedendo Eric vestito come Robert…chiusi gli occhi e li riaprii lentamente, focalizzai meglio la persona davanti a me e mi resi conto che era davvero Eric “Allora che ne pensi?” sorrideva…sorriso sghembo…ah no anche quello no…volevo morire…”Beh…beh…sei…uguale…all’ Edward…del film…” mi uscì, mi pentii, ma Eric sembrò non rimanerci male, sapeva che nel mio cuore un posticino per Rob ci sarebbe sempre stato, ma lui voleva continuare a lottare per conquistarmi del tutto e in parte ci era riuscito, perché erano mesi che non pensavo al mio passato e che stavo bene; per tale motivo mi sentii morire dentro quando la mia mente contorta mi aveva riportato all’immagine di Robert…

Scossi la testa e chiusi gli occhi “Sei bellissima…” disse in un soffio Eric prima di avvicinarsi a me e baciarmi delicatamente per non rovinare il trucco.

“Si va in scena!!!” sentimmo gridare, ci staccammo di colpo…”Andiamo” disse, mi prese per mano e mi trascinò con sé. Praticai tutte le tecniche di respirazione imparate in quei mesi, cercando di rilassarmi…”Marghe su, calma, tranquilla. Devi solo recitare la parte di Bella col tuo Eric…al primo impatto hai avuto paura, è normale, infondo questo musical è collegato al film, ai libri, all’inizio del tutto, della tua avventura londinese, del tuo nuovo futuro…quindi la reazione è giustificabile. La prossima volta non succederà…” cercavo di convincermi e ci riuscii…mi tranquillizzai…entrai in scena sentendomi Bella…ero Bella

Calò il sipario, ci avvicinammo tutti, ci prendemmo per mano e quando il pubblico riapparve davanti a noi, ci inchinammo e fummo “investiti” dai loro applausi, tutti erano in piedi. Ero sbalordita, non mi sarei mai aspettata tutto questo.

“Signori e Signori, ecco il promotore di questo nuovo grande successo: il Signor Jordan!” partì un altro applauso “Complimenti Signor Jordan. Avevate creato un’aura di mistero attorno a questo musical che ha suscitato la curiosità di tutti e direi che ha pienamente soddisfatto le aspettative createsi!” “Sono onorato di poter assistere a questo successo. Ho creduto fin dall’inizio in questo progetto e quando a Londra ho incontrato Eric e Margherita si è materializzato davanti ai miei occhi. Sono stati tutti bravissimi, c’è stato subito feeling, ognuno di loro ha donato qualcosa di se stesso al proprio personaggio.”

Subito dopo lo spettacolo, i giornalisti ci raggiunsero dietro le quinte e ci intervistarono…che cosa buffa…ci chiesero di tutto e come mi dovevo aspettare mi chiesero di Robert e dell’incidente, ero pronta a questo, Eric mi aveva messa in guardia…risposi con tranquillità, non trasparì nulla, fortunatamente non si soffermarono molto, erano troppo interessati al musical e al mio rapporto con Eric.

L’estate trascorse tra un teatro e un altro dove raccogliemmo ulteriori consensi, non ci fermavamo mai, non avevamo tempo per nulla, soprattutto per pensare…

L’iniziale paura per la somiglianza tra Eric e Rob era passata, ero nuovamente tranquilla e felice…ma si avvicinava la fine di tutto…presto saremmo dovuti tornare a Londra…

“Ragazzi, siamo giunti all’ultima esibizione. C’è amarezza, quando le cose finiscono si è sempre un po’ tristi, ma vi invito a non esserlo sia perché è stato un successone, al di là di ogni aspettativa, sia perché il Signor Jordan mi ha comunicato che quest’inverno ci saranno altre date in giro per le città Europee: Londra, Parigi, Berlino, Roma…non sono ancora confermate, ma c’è una buona probabilità che la cosa si concretizzi!” eravamo tutti sorpresi e entusiasti, volevamo davvero vivere ancora quell’esperienza e confrontarci anche con palchi teatrali non americani, ci avrebbe permesso di crescere ancora di più artisticamente.

 

Robert

Guardai il calendario: 15 giugno…quel giorno era arrivato…fui interrotto improvvisamente dallo squillare del cellulare “Pronto?” “Rob…” “Kirs…” “Oggi è il gran giorno…come stai?” “Sto bene…almeno per ora…”

Io e Kirs ci vedevamo sempre, eravamo inseparabili, da quando quella volta eravamo stati a letto insieme, non riuscivamo a fare meno l’uno dell’altra…no, non era amore, ma semplicemente l’esigenza di aggrapparsi a qualcuno per non sentirsi soli…non stavamo insieme, eravamo solo amici, buono amici…ci consolavamo a vicenda e nei momenti di debolezza poteva capitare che ripetessimo l’errore di ritrovarci in quel letto freddo…

“Te la senti davvero di vedere il musical?” “Si, Kris. E poi voglio proprio vedere se reggono il confronto con noi” risposi ironico, lei rise “Sei il solito. A dirti il vero mi fa strano vedere un musical sul nostro film.” “Già…”.

Avevo parlato col mio manager dell’intenzione di andare in America a vedere la prima del musical, ma mi aveva vivamente sconsigliato di farlo, i giornalisti sarebbero stati lì e chissà quale altro articolo si sarebbero inventati pur di vendere i loro stupidissimi giornali di gossip. Per questo motivo, decidemmo di vederlo comodamente da casa mia su un canale digitale americano, certo non sarebbe stato come essere a teatro, ma andava bene così.

Fu sconcerto quando la vidi apparire sul palco, sguardo basso, andatura lenta…fu stupore quando alzò lo sguardo e il cameraman la inquadrò in primo piano: occhi profondi, bianca di viso, fisicamente perfetta…era a dir poco bellissimala mia Bella

Kirsten esclamò “Oh…wow…sembra…sembra proprio di rivedere la Bella descritta da Stepanie” io non proferii parola, ero rapito dai suoi occhi…

La musica partì e quando Edward fece la sua prima comparsa in scena, i brividi pervasero il mio corpo: mi somigliava davvero tantissimo! I loro sguardi, il loro avvicinarsi e allontanarsi, emanavano elettricità pura, trapelava persino dallo schermo della televisione…era davvero nato qualcosa di più di una semplice amicizia tra loro? O semplicemente erano bravi attori?

Per tutto lo spettacolo non scrollai gli occhi dal televisore, ero un tutt’uno con lo schermo, cercavo di cogliere ogni singolo gesto, movimento, espressione che potesse dare una risposta ai miei dubbi…tutto sembrava confermare quello che mai avrei voluto sapere…in ogni caso, ero stato io a volerlo e dovevo accettarlo…

“Rob, Rob?!?” disse Kirsten vedendomi incantato “Ohi, ma che hai?” “Nulla Kirs…tu che pensi?” “Dello spettacolo o…” tentennò “O?” “O dell’affinità che c’è tra Marghe e Eric?” ecco, l’aveva notata anche lei, abbassai la testa e me la strinsi tra le mani “Mi spiace Robert, ma era una probabilità che dovevi prendere in considerazione.” Ma io l’avevo considerata, anzi l’avevo voluta…stupido che non ero altro…

Dopo un tempo imprecisato, Kirs gridò “E’ finito…molto bello, sono stati davvero tutti molto bravi e poi le musiche erano fantastiche, vero Rob?” “Già…” cos’altro potevo dire, proprio in quel momento inquadrarono Eric e Marghe che si inchinavano per ringraziare, stretti mano nella mano, si guardavano felici, i loro occhi erano vivi, impressa in essi un’emozione nuova; il giorno della partenza Marghe non aveva quell’espressione di…gioia mista a serenità e completezza. Probabilmente, questa volta aveva aperto la porta giusta…

Mi alzai per andare in cucina, dovevo rinfrescarmi, ne avevo bisogno, ma mentre bevevo la mia adorata Pepsi, Kirsten mi reclamò in salotto “Rob corri! Stanno intervistando Marghe e Eric!” mi fiondai sul divano dimenticandomi del resto.

“Marghe e Eric, vi aspettavate tutto questo successo?” “No, per nulla. Eravamo terrorizzati all’idea di calcare questo palco, soprattutto con un musical ispirato ad un libro e ad un film che hanno avuto molto successo” rispose Marghe…da quanto non sentivo la sua voce, il suo suono delicato fece sussultare il mio cuore “Come avete preso il fatto che tra tanti siate stati scelti proprio voi, senza un provino per giunta?” “Beh direi che eravamo sorpresi e onorati, non ci saremmo mai aspettati di essere scelti per un musical, non era in programma” rispose Eric…la sua voce, invece, mi irritava…

Ed ecco che arrivò la domanda che tanto temevo “Sul palco traspariva un feeling eccezionale tra di voi e a dirvi la verità, anche standovi vicino si nota l’affiatamento che c’è. Potete dirci qualcosa di più a riguardo?” risero e si fissarono “Voi giornalisti siete sempre molto curiosi, eh?” disse Marghe ridendo “E’ il nostro mestiere!” rispose il giornalista “Posso solo dirvi che ci vogliamo davvero un gran bene e come ci ha detto il Signor Jordan quando siamo arrivati a Los Angeles: siamo amanti, complici, oltre che amici…” le parole di Marghe risuonarono nella mia testa come un tuono, creando scompiglio dentro di me “Interessante, quindi voi siete amanti?” “Ora volete sapere troppo. Possiamo tornare al musical?” disse Eric “Si, ma prima volevo rivolgere un’altra domanda a Marghe”…tremavo…”Lei è stata per un periodo di tempo la ragazza di Robert Pattinson, il celebre vampiro di Twilight, in che rapporti è con lui ora dopo l’incidente? Cosa pensa di questo suo ruolo?” “Premetto che una volta per tutte voglio smentire che l’incidente è stato causato da Robert, è stato un mio errore, lui non ha colpe! Non sento Robert da molto ormai, quindi non so cosa pensi del musical e del mio ruolo!” risposta netta, precisa, non trasparì il minimo dubbio, la minima emozione…era stata…glaciale…mi fece male…Kirs mi strinse la mano, non mi voltai, continuavo a fissare lo schermo della tv…

“Inevitabile fare un paragone con il film?” “Io direi che sono due cose diverse, cioè la storia è quella, ma il musical è incentrato a far trasparire le emozioni dei personaggi attraverso l’interpretazione musicale, i balli, le musiche in generale, oltre che il modo di muoversi sul palco, mentre il film si sofferma molto di più sulla recitazione, sul tono della voce e sugli sguardi” disse Eric “Lei pensa di esser stato più bravo di Robert Pattinson?” rise “No, no assolutamente. Robert è un grande attore, io mi cimento nel canto, non c’è paragone. Poi lui ha dato un’intensità diversa a Edward, io ho cercato di rendere la frustrazione del vampiro con la voce” “E lei, Margherita, cosa pensa del suo ruolo?” “Eh, inizialmente non mi sentivo molto adatta nell’interpretare questo ruolo, semplicemente perché fisicamente sono molto diversa dalla Bella descritta dal libro e dalla Stewart che l’ha interpretata nel film, però caratterialmente sono molto simile a Bella, quindi per me è stato, come dire, mmm…naturale cimentarmi in questo ruolo, ma assolutamente non mi paragono alla Signorina Steweart.”

Quanta freddezza nel nominare i nostri nomi, addirittura Kirs, la chiamava “Signorina Stewart”…assurdo…tra un iceberg e lei non c’era differenza. Fu davvero tremendo, mi pentii amaramente di aver insistito tanto per vedere lo spettacolo…ma il mio ego voleva soddisfare la sua maledetta voglia di lei…

Kirs spense la tv e si venne a sedere accanto a me, mi strinse le mani “Rob…stai bene?” “L’hai sentita?” “Si…è normale Rob, dopo tutto quello che le abbiamo fatto, come può parlare di noi in modo confidenziale?” “Si, è vero, però…” “Però nulla Robert! È giusto così…” mi accarezzò i capelli, si avvicinò “Mi manca…” le dissi “Lo so…” abbassò lo sguardo, facemmo fronte contro fronte…”A me manca Thomas…” e mi baciò…le nostre mancanze provavamo a soddisfarle nella maniera più ridicola…e finimmo di nuovo a letto insieme…l’ennesimo sbaglio…l’ennesimo tentativo di dimenticarla…l’ennesimo fallimento…

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Capitolo 21
*** Ritorno a Londra... ***


Ritorno a Londra...

Salve a tutti,

anche questa settimana è volata. Per molti di voi la scuola è finita, ora vi potrete dedicare al riposo ^^. Io invece lavorerò e tra un po’ riprenderò a studiare…

Dai non voglio perdermi in inutili chiacchiere, passo subito ai ringraziamenti…

 

Doddola: quella che è scioccata, sono io, sai? Coi le tue recensioni mi fai sempre piangere…Sono emozionata dalle tue parole! Hai ragione quando dici “Semplicemente te”, sai perché vero? Si che lo sai: c’è molto, ma molto di me in questa storia e tu lo hai capito senza che ti dicessi nulla. Grazie per esserci, Dod…di cuore…

 Daydre4mer: ecco il mio gioiello, la mia friend, il mio sostegno…ci separa uno schermo del pc e la distanza, ma ciò non implica che tu hai saputo andare oltre, imparando a capirmi, a conoscermi…cosa fare se non ti avessi conosciuta?

Eric come lo zucchero? Ma si dai, è così dolce! Roberto è uno stupido, ha voluto lui tutto questo ed ora ne paga le conseguenze…

 

Vi lascio al capitolo…grazie a tutti coloro che leggono…aspetto le vostre recensioni…

Marghe

Mentre ci recavamo all’albergo, venni colpita nuovamente da quel fortissimo dolore al petto…ancora una pugnalata…era insopportabile…Eric dovette prendermi in braccio per portarmi in camera, mi agitai per qualche ora, il medico mi visitò disse che era semplicemente stanchezza, probabilmente un dolore intercostale a causa del molto freddo che avevo in quel periodo, dovevo solo riposare…ma c’erano le valigie da preparare…”Ma non ti permettere proprio di alzarti!” “E la valigia per la partenza chi la prepara?” “Ah ma allora lo fai apposta, ti dimentichi che ci sono io, faccio tutto da me, tu pensa a startene sul letto tranquilla!”…

Stavo per rientrare a Londra, dopo l’enorme successo del musical; il produttore ci aveva assicurato che ci sarebbe stata qualche altra data nei teatri europei…

Tornare a Londra mi faceva paura…temevo di dover fare i conti col mio passato recente e se non avessi saputo affrontare quello che mi aspettava? Era più forte di me, avevo uno strano presentimento e solitamente il mio sesto senso non si sbagliava mai…

Ero stata lontana sei mesi, la torunèè estiva del musical, ci aveva tenuto impegnati moltissimo, avevamo girato quasi tutti i teatri americani, acclamati da tutti, lo spettacolo piaceva e soprattutto piaceva l’affiatamento mio e di Eric, eravamo diventati due celebrità. Lo guardavo seduto accanto a me nel taxi che ci conduceva all’aeroporto e ancora non mi capacitavo dell’amore totale che provava per me…mi coccolava, mi viziava, mi sentivo come Bella: amata in modo assoluto…quei mesi mi erano serviti per capire cosa volevo fare della mia vita: volevo terminare i miei studi, aprire quel centro per bambini in difficoltà con i soldi guadagnati col musical, continuare a studiare canto e…sarei stata con Eric…

Mi aveva resa felice, serena, aveva ridato senso alla mia esistenza, mi dava la forza per continuare a sognare, a sperare…e non avrei perso tutto questo solo per uno stupidissimo e spiacevole presentimento…i miei pensieri folli rovinavano sempre tutto…

“Amore, che c’è? Qualcosa non va?” chiese Eric vedendomi soprapensiero “No, no…sto pensando al ritorno a Londra…non vedo l’ora di rivedere i nostri amici, mi sono mancati da impazzire” mi strinse la mano “Non mi nascondere le cose, lo sai che per me sei come un libro aperto…” mi ammonì…era unico, aveva capito il mio disagio, il mio terrore di rivederlo…si…di rivedere Robert…con Kirsten…”Scusa…non voglio affliggerti con le mie paura…né tantomeno rattristarti” “Non avere paura Marghe…non succederà nulla…Robert è stato e sarà sempre importante per te, non devi cancellarlo…ha comunque fatto parte della tua vita e prima di essere il tuo ragazzo, era tuo amico…sono sicuro che col tempo riuscirete a riallacciare i rapporti…anche con Kirsten, è un peccato, vi volevate così bene…” aveva perfettamente ragione, avrei dovuto lasciar fare al tempo…il mio amore saggio…mi avvicinai, gli schioccai un bacio sulla guancia e gli sussurrai “Grazie…”.

L’aereo atterrò con delicatezza, nonostante la tempesta, il pilota aveva fatto una manovra perfetta…Londra era avvolta dalla nebbia, pioveva a dirotto, non avevo mai visto un temporale del genere in quel posto…che accoglienza!!!

“Margheeeeeeeeeeeeeeeeee!” “Amici miei!!!” corsi loro incontro e li abbracciai piangendo…”Quanto mi siete mancati, sono così felice di vedervi…”…c’erano tutti…tranne Robert e Kirsten…mi erano mancati anche loro…e tanto…

“Marghe ti vedo bene, sono felice!” mi disse Edward stringendomi a sé “Ed ti adoro!!!” lo abbracciai forte “Non avete idea di quanto mi sia sentita persa senza di voi, potrete mai perdonare la mia improvvisa partenza?” “Non hai nulla di cui scusarti, capiamo perfettamente le tue scelte…e se è servito ad aiutarti, non possiamo che essere felici” la mia saggia Simona…annuii alle sue parole “Perfetto, questa è la cosa importante” e guardò me e Eric prenderci per mano “Che cosa strana vedervi così…” disse Stephanie “Ma dai!” rispose Simo “Sono sempre stati più che amici, hanno solo concretizzato qualcosa che c’era già” ammiccò e ci mettemmo a ridemmo tutti.

Volevo chiedere a Simona qualche notizia di Rob e Kirs, ma non ne avevo il coraggio, temevo che mi avrebbe fatto una ramanzina…ancora una volta mi salvò Eric “Ragazzi, ma avete notizie di Robert e Kirsten? Stanno bene?” sobbalzai udendo quei nomi, mi guardarono tutti preoccupati “Raga, sto bene, tranquilli…” sorrisi “Beh Eric, in questi mesi siamo usciti spesso insieme e stanno abbastanza bene, ma…” disse Simona rivolgendosi a Eric “Ma?” chiese lui, Simo mi guardò “…non stanno più insieme già da qualche mese…sono rimasti buoni amici…continuano a vedersi, ma non c’è nulla di più tra di loro…” spalancai gli occhi stupefatta…dopo tutto il male che mi avevano fatto, ora non stavano neanche più insieme? Sentii il cuore accelerare, il sangue mi salì al cervello, avrei voluto gridare, ma non potevo…Eric mi strinse la mano e mi guardò…”Tranquilla…” mi sussurrò dolce all’orecchio, il suono della sua voce era come una camomilla, cullò i miei pensieri e mi calmò…

Entrai cauta nell’appartamento mio e di Simona…accesi la luce e rimasi ferma sulla porta: era rimasto tutto uguale…salii in camera mia e anche lì il tempo sembrava non essere mai passato…un’aura di nostalgia avvolgeva quella stanza e non mi piaceva affatto, spalancai la finestra, doveva prendere aria…pioveva, ma non mi importava, la pioggia avrebbe portato via con sé quella malinconia…

“Ho spolverato e lavato tutti i giorni, ma non ho mai cambiato la posizione degli oggetti, ho cercato di mantenerla uguale, mi sembrava che tu fossi sempre qui” disse Simona comparendomi alle spalle, la fissai “Grazie Simo…sei un tesoro…perdonami, perdonami se sono andata via senza dirti nulla…mi siete davvero mancati…” “Basta Marghe, ti ho già detto quello che penso. Certo al momento avrei voluto picchiarti, ma ho capito perché l’hai fatto…come ti senti ora?” sapevo benissimo a cosa si riferisse “Sto bene, mi sento un po’ stordita…mi fa strano essere di nuovo qui…da questo posto è cominciato tutto…e ora guardami…” le dissi sorridendo e facendo un giro su me stessa, cercavo di sdrammatizzare “…sono una star americana…eheheheh” “Ah Marghe!” mi abbracciò fortissimo “Hai sentito Daniela?” “Si, l’ho telefonata spesso…vorrei tanto vederla…devo andare in Italia…dalla mia famiglia, dai miei amici…” “Beh e se i tuoi amici e i tuoi familiari venissero qua cosa penseresti?” “Penso sia impossibile…” “Per me mai nulla è impossibile!” strizzò l’occhio “Vuoi dire che hai convinto tutti a venire qui?” “Tutti no, però i tuoi genitori e Daniela con Antonio arriveranno qua nel fine settimana” le saltai al collo piangendo “Grazie, grazie, grazie…”.

“E così Rob e Kirsten…si sono lasciati…” dissi mentre mi sedevo sul letto, Simona mi guardò, temevo la sua reazione, ma sembrò capire “Si, non so dirti di più perché Rob è sempre stato molto misterioso, non ha mai voluto parlare di questo con me, tutte le volte che mi veniva a trovare…” “Un attimo! È stato qui?” “Si, è venuto spesso qui…mi ha dato una mano, è stato gentile. Ho provato anche a parlargli, ma aveva la bocca cucita” tremavo, balbettavo “Ti-ti-ti ha mai ch-ch-chiesto di me?” chiesi timidamente “Si…spesso…voleva sapere se ti sentivo e come stavi, ma non ho detto nulla di te e Eric, era giusto che lo facessi tu.” “Io? E perché dovrei farlo? Lui mica mi ha detto di Kirsten?” ero dura “Hai ragione…però ho pensato che comunque non fosse corretto dirglielo…ecco…” “Scusami, non volevo aggredirti, ma…capiscimi, dopo tutto quello che mi ha fatto, si meriterebbe di peggio! Ma mi conosci e non potrei mai desiderare il male di qualcuno…” “Soprattutto se questo qualcuno è Rob…” concluse Simona “Cos’hai intenzione di fare ora?” “In che senso?” “Beh, cercherai contatti con loro…sapevano che oggi tornavate…” “Non lo so, Simona…mi aspettavo di vederli all’aeroporto…come alla partenza…” “Kirsten mi disse che probabilmente non sarebbero venuti per paura di rovinarti il ritorno…” “Rovinarmi il ritorno? Eheh…questa è bella…eh!” “Eric cosa dice a riguardo?” “Eric? Beh, dice che dovrei lasciar fare al tempo, secondo lui riuscirò a ricucire un rapporto con entrambi…e a dirtela tutta…vorrei che avesse ragione…mi sono mancati molto anche loro…” “E allora cosa aspetti? Telefona a Kristen parlale, chiarite!” forse Simona aveva ragione. Ora che ero tornata potevo finalmente sapere la verità e sistemare le cose, riportando tutto in perfetto equilibrio…ci sarei riuscita?

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Capitolo 22
*** Kirsten... ***


Kirsten...

Salve a tutti,

e sto qui di nuovo…pronti per un nuovo capitolo??? Mi auguro di si…

lithium80: grazie per aver recensito, mi fa sempre piacere leggere che ci sono nuove persone che apprezzano…spero che continuerai a seguirmi…

daydre4mer: stai smettendo di soffrire??? Sei sicura, sicura??? Non correre troppo tesoro…Tvb…

 

Dark Angel 1935: mi credi se ti dico che ho pianto di fronte alla tua recensione? Mi hai reso la mattinata di domenica scorsa, piacevole. I complimenti fanno sempre bene e in quel momento ne avevo particolarmente bisogno…l’hai letta tutta in un giorno??? Sono onoratissima!!! Vuol dire che ti ha appassionato molto…che gioia!!! Beh che dirti di questo Robert…io lo vedo così…potrei sbagliarmi, ma mi piace immaginarmelo in queste vesti: dolce, romantico…amabile…come si fa a resistergli?!? Spero che continuerai a recensirmi…baci…

Giulls: ti perdono…so che non hai potuto, lo sai: l’importante è che leggi e mi dici che ne pensi, ci tengo al tuo parere…Tvb

Dod: la mia adorata Dod…sai quanto ti voglio bene, vero?!? Si, hai ragione: c’è tutta me stessa qui dentro, forse ho giocato troppo, forse è stato uno sbaglio investire tanto in questa storia, ma quando l’ho fatto sentivo l’esigenza di narrare ciò che dentro di me, si stava verificando…un uragano!!! Tvb e grazie…grazie per tutto…

 

Ora vi lascio al capitolo…

Tremante afferrai il cellulare: “Pronto, Eric?” “Ehi my love, tutto ok?” “Si, si e a te?” “Bene, anche se mi manchi già tanto. Non vedo l’ora di rivederti domani…” “Anche io…vorrei dirti una cosa…” “Dimmi tutto…” “Io vorrei…sentire Kirsten…ho bisogno di chiarirmi con lei…” “Finalmente ti sei decisa a fare un passo verso di lei! Mi fa piacere…vai Marghe, vai…tranquilla…sei avevi paura di ferirmi, sappi che non l’hai fatto anzi…io invece vorrei sentire Robert, è da troppo che non ho sue notizie. Prima ci vedevamo sempre e ora…” “Grazie Eric…di cuore e tranquillo, non aver paura per me…Rob è tuo amico!”

Detto questo, scorsi la rubrica del mio cellulare e cliccai il tastino verde sul nome “Kris”…bussò due, tre volte e poi…”Pronto?” “Kirsten…sono Marghe” silenzio “Lo so, ti sembrerà strano sentirmi…ma…mi dispiace…che le cose siano andate così…vorrei parlarti…ti prego dì qualcosa…” “Non sai da quanto tempo aspettavo questa telefonata, sono così felice di sentirti” la sentii singhiozzare…”Vediamoci” mi disse “Io ho preso casa qui a Londra…” “Perfetto” “Vengo a prenderti io…” “Ok, io sono in via Men stress n°…” “No, Marghe non c’è bisogno. Sono stata lì qualche volta con Robert”.

Appuntamento ore 19:00 fuori al mio appartamento…preferii aspettare fuori al portone, ero tesa e stare in casa mi rendeva ancora più nervosa.

Quando la vidi scendere dall’auto, mi irrigidii: cosa mia avrebbe detto di Rob, avrei saputo la verità? Avevo davvero tanta paura…

Giunse davanti a me, mi fissò, non le dissi nulla…ci guardammo per qualche minuto “Grazie per avermi telefonata” “Grazie per essere venuta.” “Marghe…” prese fiato “ho tante cose da dirti...andiamo da me, ti va?” annuii.

Arrivate a casa sua, mi fece accomodare sul divano in salotto, mi offrì una tazza di the appena fatta e si sedette su una sedia di fronte a me…il tanto atteso confronto stava per avere inizio…

“Marghe, io ho da farti delle scuse…” non la feci neanche finire di parlare che la interruppi mollandole un ceffone in pieno volto, lei mi guardò senza dire niente “Kirs…ti ho odiata…” fui sincera “Lo so e me ne dispiace, non avrei dovuto.” “Hai detto bene: non avresti dovuto!!! Sapevi quanto amavo Rob, cosa avevo fatto per lui…però…non hai colpe…” alzò la testa di scatto e mi guardò in modo strano “Si…è lui che ha lasciato me…” volsi lo sguardo altrove, chiusi gli occhi come a ricordare tutto quello che era successo e continuai a parlare “Nei mesi successivi, ho provato a darmi mille spiegazioni, mi sono attribuita tantissime colpe, ma alla fine sono giunta ad un’unica conclusione…” riaprii gli occhi e la guardai “Lui non mi ha mai amato davvero, Rob è sempre stato attratto da te, io lo sapevo ed era ovvio che alla fine sarebbe tornato da te…quello che non mi spiego è il tuo rapidissimo cambiamento di idee: dicevi che era solo un amico e che amavi Thomas. Ho pensato che mi mentissi, ma mi sei sempre sembrata sincera.” “Io ti ho sempre detto la verità…” si fermò, probabilmente per pensare a come continuare “…quando Rob è venuto da me, io ero in crisi con Thomas e…beh, abbiamo cominciato a frequentarci più del lecito, fino a quando poi ci siamo messi insieme” rimasi di sasso, mi sentivo tradita da entrambi “E non hai pensato a me, a quello che provavo?” gridai “Si, Marghe…e mi sono sentita una stronza, non avevo il coraggio di telefonarti per spiegarti tutto, io ero davvero convinta di essere innamorata di Rob…” “In che senso, eri convinta? Avevi dei dubbi?” “Inizialmente no…credo che ti avranno detto che ora non stiamo più insieme, giusto?” annuii e lei proseguì con il suo racconto “Bene. Ci siamo lasciati perché io mi sono accorta di amare ancora Thomas e Rob si sentiva più come un fratello maggiore per me e non come un fidanzato. Siamo rimasti buoni amici, c’è comunque un forte legame tra noi…” ero sbalordita, incredula “Non avete idea del male che mi avete fatto…mi sono sentita tradita, credevo che di me, almeno un minimo, vi importasse e invece non avete esitato un attimo ad approfittarvi della situazione, ho voltato le spalle ed ecco che mi ritrovo un pugnale ficcato esattamente nel cuore!” mi ero infuriata “No, Marghe, non è come pensi! A te ci teniamo…e lo sai anche tu…” “Si, forse…onestamente non lo so…ma ora non ha più importanza, volevo sapere la verità e chiarirmi con te. Le cose sono cambiate, io sto con Eric e sono felice. Ho ritrovato finalmente me stessa!” il viso di Kirs passò dal rosa al bianco pallido “Ah allora è vero” “Perché chi te l’aveva detto?” “No, no nessuno, i giornali parlavano di voi due come una coppia affiatata…”.

Parlammo ancora un po’, poi mentre lei era a telefono con sua madre, io salii nella sua stanza: era piena di fotografie, quadretti vari…tra tutte spiccavano le foto con Robert e quelle con Thomas, il suo ragazzo prima di Robert. Presi la cornice con la foto di Kirs e Rob e la fissai, sorridevano felici, la posai e notai che sul suo comodino aveva un’altra foto, mi avvicinai per vederla e sentii i brividi: era la foto di noi tre a Volterra. Ricordavo perfettamente quel periodo, fu uno dei più belli, stavo bene, mi divertivo, ero totalmente me stessa…strinsi forte la cornice e in un movimento involontario delle mie dita, accarezzai il volto di Rob…senza neanche rendermene conto, avevo iniziato a piangere…”Marghe!” esclamò Kirsten entrando nella stanza, non mi voltai, posai la foto e col braccio mi asciugai le lacrime “Stavo guardano le foto” cercai di apparire normale, ma la mia voce tremava, Kirs si avvicinò, mi afferrò per le braccia e mi guardò dritta negli occhi “Perché piangi?” “Io non piango…” “Non mentirmi, hai gli occhi lucidi e arrossati!” abbassai lo sguardo, mi vergognavo troppo…”Le foto mi hanno fatto ricordare il periodo trascorso a Volterra e…la nostalgia mi ha presa senza che lo volessi” ricominciai a piangere, presi a pugni leggeri il petto di Kirsten e poi mi gettai tra le sue braccia.

Dopo quel breve momento di debolezza, ritornammo in salotto “Dovresti chiarire anche con Robert” sobbalzai, non risposi “Gli farebbe piacere, credimi…” “E cosa dovrei dirgli Kirs? Non ho il coraggio…sembra sciocco, ma…non lo so neanche io, mi fa strano doverlo rivedere, riparlargli…” “Credo sia normale, ma sarebbe bello se uscissimo tutti insieme senza problemi, come un tempo!” “Come un tempo? All’ora però io stavo con lui…” ma che cavolo pensavo!!!

Tornai nel mio appartamento, con la promessa fatta a Kirsten di pensare realmente a ciò che mi aveva detto, ossia parlare con Rob. Mi gettai sul letto, volevo solo dormire e non pensare a nulla…

Il mattino seguente, quando mi svegliai, notai che ero andata a dormire con i panni della sera prima addosso, che svampita! Mi alzai, mi docciai e scesi in cucina a fare colazione. Simona era lì che mi aspettava “Allora, com’è andata ieri con Kirsten?” “Tutto ok…abbiamo parlato a lungo e alla fine abbiamo risolto. Le ho detto tutto quello che pensavo e sentivo, ora mi sento più leggera” sorrisi “Notizie di Rob?” il mio sorriso scomparve per lasciar spazio al vuoto “No…Kirs dice che dovrei chiarirmi anche con lui” “Non sarebbe una cattiva idea” guardai torva Simona, possibile che tutti prima volevano che mi allontanassi da lui e ora insistevano per farmici riavvicinare? Di scatto mi alzai dalla sedia e salii in stanza, accesi la radio, volevo rilassarmi…ma non ci riuscii…udii solo le prime note della canzone e chiusi…”Ci mancavano solo gli Evanescence con My immortal a completare il quadro!”.

Presi il telefono e chiamai Eric, l'unica persona che in quei momenti di sbandamento, sapeva ridare un senso al mio esistere “Ehi love, tutto ok?” “Abbastanza e tu?” “Come mai abbastanza? È successo qualcosa? Io sto benone, sto venendo da te!” “Niente di particolare. Ti aspetto così ti racconto del mio incontro con Kirs!”

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Capitolo 23
*** Robert e Eric... ***


Robert e Eric...

Salve a tutti,

sabato è giunto e con esso il mio aggiornamento…lo aspettavate??? Mmm…chissà…

Quando leggo i vostri commenti, provo una gioia immensa, è bello sentirsi soddisfatti per ciò che si fa…un po’ di gratificazione mi ci vuole proprio in questo periodo…

 

Dark Angel 1935: si, mi hai fatta piangere, ma per l’emozione…ero contentissima, credimi! Beh la storia mi rispecchia molto ed è normale scorgerci me in essa…io una bella persona? Grazie di cuore…mi spiace che sei giù, spero che questo capitolo possa aiutarti…baci…ps: continua a seguirmi e saprai cosa succederà…

 

Daydre4mer: brava cara, non parlare in modo esplicito…altrimenti…bello lo schiaffo, eh? Sono una gran Signora, altrimenti avrei fatto di peggio, credimi eheh

 

Piccola Ketty: wow una nuova recensione…che bello…grazie!!! Passionale, dici? Beh si…io direi vissuta…è come se fosse realmente accaduto per me…

 

Doddola93: tesoro, sai bene che la penso come te su Kirs…ma purtroppo deve esserci…il fatto che comunque ti sia piaciuto, mi soddisfa, vuol dire che ti ho coinvolta nonostante ci fosse lei…grandiosa??? Ma tu mi riempi troppo di complimenti…

 

Ora vi lascio al capitolo che è dal punto di vista di Rob, so che è breve, ma mi farò perdonare; se potete ascoltate questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=CsiayUQsdBg

Robert

“Ti ha telefonato Marghe?” chiesi stupito a Kirs “Si, ha detto che vuole parlarmi. Le dico la verità?” “Assolutamente no, non deve sapere nulla. Non voglio rovinarle ancora la vita, quello che sento preferisco tenermelo per me.” “Ok, inventerò qualcosa al momento. Però Rob, io fossi in te le direi tutto…se l’ami ancora deve saperlo!” “A pro di che dirle quello che provo, se lei probabilmente sta con Eric? Dirò la verità solo a Eric…sta venendo da me…” “Perché a lui si?” “Voglio che sappia che io amo Marghe e che non deve farla soffrire, altrimenti gli spacco la faccia!”

Qualche minuto più tardi:

“Dlin dlon” corsi ad aprire la porta, sapevo perfettamente chi mi sarei trovato davanti: il mio miglior nemico Eric. “Ehilà Robert, come stai?” “Ciao Eric. Sto bene, ma entra, non restare sulla porta” gliel’avrei sbattuta volentieri in faccia quella porta!

Si sedette sulla sedia davanti al camino e feci anche io altrettanto “Allora, com’è andata in America?” chiesi con finta curiosità “Una favola. Il musical ha avuto un successo incredibile, nessuno se l’aspettava. La notorietà è una cosa strana, ci devo ancora fare l’abitudine. Va beh poi ne parlo con te che ancora devi renderti conto di tutto quello che è successo!” rise, che cavolo si rideva?!? Mi irritava, mi dovevo dare una calmata, di quel passo lo avrei insospettito “Eh si, hai ragione” risposi.

“E tu che mi dici? Ho saputo di te e Kirs, mi spiace!” “Doveva andare così…pazienza…” “Se hai bisogno di parlare, io ora sono qui, come ai vecchi tempi” i vecchi tempi in cui tu eri mio amico e covavi dentro di te l’idea di fregarti la donna della mia vita!

“Rob basta! Respira e digli tutta la verità”

“Sono contento che tu sia venuto qui, volevo giusto parlarti…” “Spara!” “Si tratta di Marghe…” vidi il suo volto cambiare immediatamente espressione “Come sta?” si rilassò “Rob…lei sta bene…e approposito di lei, devo confessarti una cosa” mi guardò inizialmente preoccupato “Non credo che potrà darti fastidio, infondo sei stato proprio tu a sollecitarmi a non farmi problemi. Io e Marghe stiamo insieme!” mi guardò dritto negli occhi, sperai che non notasse le fiamme di ira che d’un tratto mi avevano accecato “Lei è felice?” chiesi, stringendo i pugni “Oh Rob dovresti vederla! Sprizza gioia da tutti i pori, è serena, rilassata, tranquilla…è ancora più bella di prima…” un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male “E’ quello che volevo sentirmi dire” alzai la testa “Rob…cos’hai?” “Debbo raccontarti la verità, ma tu devi lasciarmi finire. Lo faccio perché sei mio amico e voglio essere sincero, ma Marghe non dovrà sapere nulla di tutto quello che sto per dirti!” mi fece segno di si con la testa.

“Io…non ho mai smesso di amare Marghe” lo vidi sobbalzare e gli feci cenno con la mano di stare seduto e tranquillo “Quando sono andato via da casa sua, mi sono recato di corsa in agenzia a prenotare un volo per gli USA, ho telefonato a Kirsten dicendole che dovevo parlare urgentemente. È stata lei a venirmi a prendere all’aeroporto e nel tragitto in macchina abbiamo architettato un piano, un folle piano: fingere di stare insieme! Ti chiederai perché, beh volevo che i giornalisti lasciassero stare Marghe, volevo che lei si dimenticasse di me definitivamente, sapevo perfettamente che stava soffrendo e non potevo sopportarlo, per questo ho fatto in modo che tutti i giornali parlassero di me e Kirs e alla prima di <> abbiamo detto che stavamo insieme. Ero convinto che lei sarebbe venuta e ciò mi è stato confermato dall’urlo di rabbia che si è udito in sala, subito dopo la confessione fasulla di me e Kirs. Sono andato contro ogni logica, contro i miei sentimenti e contro il mio manager, ma dovevo lasciarla andare…sapere che ora sta bene, mi fa sentire più sereno. Quando sei venuto da me per dirmi che partivi per l’America con Marghe, ho trovato la soluzione a tutto: affidarla a te. Non ti nascondo che la cosa mi irrita e non poco, ma voglio che lei sia felice, se lo merita. Per questo trattala bene, altrimenti te la vedrai con me!” mi fissò sconvolto “Rob tu sei pazzo! Io non avrei mai fatto una cosa del genere…io non l’avrei mai lasciata, hai fatto un grande errore! Per cosa poi? Per quello che dicevano i giornali? Te ne sei sempre fregato!” “Tu non conosci i giornalisti, le avrebbero reso la vita impossibile e in un modo o nell’altro ci avrebbero allontanati, rovinando tutto. Ho preferito agire io, prima che fosse tutto irrecuperabile!” si era innervosito “Tu non hai proprio idea di quanto lei sia stata male per colpa tua! Dovrei odiarti, l’ho vista cadere lentamente nell’oblio della solitudine, si stava lasciando andare. Dopo la vostra finta confessione, Marghe era a pezzi, urlava e si dimenava fuori al cinema. Io, Tom e i suoi amici ci abbiamo messo secoli per calmarla, da quel giorno non l’abbiamo mai lasciata sola ed è stato in quel periodo che io mi sono innamorato di lei. Ho fatto di tutto per conquistarla e ci sono riuscito. So bene che nel suo cuore ci sarà sempre un posticino riservato a te, ma ora non ti pensa più come prima. Ama me, Rob!” urlò “Lo so Eric…non ho intenzione di mettermi in mezzo, se è questo che hai voluto insinuare. Volevo solo che sapessi la verità” mi guardò, si era tranquillizzato “Ok. Amici come prima?” mi porse la mano “Amici come prima” gliela strinsi, ma immediatamente con una mossa di karate mi catapultò per terra; mi rialzai, mi avvicinai e provai a colpirlo, ma lui si spostò. Era un campione di karate, non dovevo dimenticarlo, mentre io ero molto imbranato…lottammo per un po’, sfogammo la nostra rabbia. Poi ci rialzammo e ci stringemmo nuovamente la mano “Non farò nulla per portarti via Marghe” “Lo so, ma so anche che tu occuperai sempre un posto speciale nel suo cuore”

“Usciremo mai di nuovo tutti insieme” mi chiese prima di andare via “Forse un giorno…” “Vorrei che le cose tornassero come prima…vorrei che tu e Marghe tornaste amici. Tanto mi fido di te, so che non farai nulla e so che lei ci terrebbe ad avere un rapporto d’amicizia con te” e se ne andò.

Chiusi la porta, mi poggiai ad essa e piano mi lasciai cadere sul pavimento, poggiai la testa sulle ginocchia e piansi per la rabbia, per il dolore, per la maledetta voglia che avevo di lei…ora più di prima…

 

Questa maledetta voglia di te
si nasconde ancora dentro di me
per confondermi per convincermi
che non posso fare a meno di te
più ti perdo e più sei dentro di me
più ti lascio e più la vita non c'è
provo a ridere provo a fingere
ma è più forte questa voglia di te

Camminerò dove non so
per rivedere gli occhi tuoi
ancora per un pò
mi arrabbierò mi calmerò
e mi ritroverò di nuovo
in questa maledetta voglia di te

Questa maledetta voglia di te
porta il sole dove il sole non c'è
brucia l'anima strana compagnia
questa maledetta voglia di te

Camminerò dove non so
per rivedere gli occhi tuoi
ancora per un pò
mi arrabbierò mi calmerò
e mi ritroverò di nuovo
in questa maledetta voglia di te”

 

Sarei riuscito a trovare la forza di resistere all’impulso di cercarla, di vederla, di…volerla?

 

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Capitolo 24
*** L'incontro... ***


L'incontro...

Salve a tutti,

un nuovo fine settimana è giunto…non vedevo l’ora, detto in tutta sincerità…è stata una settimana infernale e mi sento distrutta, soprattutto psicologicamente. Ma sono stati anche giorni in cui, finalmente, sono riuscita a scrivere qualcosa e ad aggiornare le mie storie in corso…ovviamente non questa che è già finita…

Ora passo ai ringraziamenti, faccio riferimento anche a chi solo letto, a chi ha inserito la storia tra i preferiti e tra le fan fiction seguite…grazie di cuore…

 

Dark Angel: sai che sono felice di aver potuto parlare con te? Ho avuto la possibilità di conoscere un’altra meravigliosa persona, una persona che mi somiglia tanto…soprattutto nei sentimenti! Sono grandiosa? Ma no…ora arrossisco! Faccio il possibile per scrivere ciò che sento dentro…grazie cara, grazie tante…

 

Daydre4mer: tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri alla mia adorata amica, tanti auguri a te!!! Tesorooooo oggi è un giorno speciale e voglio dedicarti un piccolo spazio anche qui…non a caso ti dedico il capitolo…Ti voglio un gran bene, non te lo dimenticare mai! E grazie sempre per tutto!!!

 

Piccola Ketty: sono contenta di ritrovare ancora una tua recensione…mi fa piacere che la storia ti piaccia…Rob purtroppo, non vuole seguire alcuna logica se non quella della sua stupida testolina! Il suo dolore lo hai sentito? Anche io, credimi…è stato difficile, ma allo stesso tempo bello mettere giù queste sensazioni, sarà che provandole mi è venuto naturale scriverle…non saprei…Spero continuerai a seguirmi…baci…

 

Giulls: mi sa che al nostro Rob gli ha fatto male interpretare Edward, eh? Tu che dici? Vuole fare l’eroe…che dici resisterà??? Mah…Tvb

 

E ora vi lascio al capitolo…con la raccomandazione di ascoltare queste canzoni quando richiesto, ve le metto in ordine: http://www.youtube.com/watch?v=JQkMSj2gfc8 , http://www.youtube.com/watch?v=3EloEMyAWXA , http://www.youtube.com/watch?v=j5Cvq416zuQ&feature=fvst .

Marghe

“Eric!” gli corsi incontro “Che bello essere accolti con tanto calore!” disse lui ironico “Spritosone. Dai entra, ti preparo un caffé?” “Si, dai. Grazie.”

“Allora, com’è andata con Kirsten?” domandò sedendosi sul sofà in cucina “Bene. Abbiamo risolto, mi ha spiegato tutto” “Tutto?” chiese Eric preoccupato “Si, mi ha detto che quando Rob è andato da lei, lei era in crisi con Thomas, hanno cominciato a frequentarsi fino a quando non si sono fidanzati” vidi il volto di Eric rilassarsi, non capivo “Ah ok. E tu come hai reagito?” “Come dovevo reagire? Le ho detto tutto quello che ho provato, le ho detto la verità. E le ho anche parlato di noi” sorrisi “Ok” ricambiò il mio sorriso. “E tu…hai visto Rob?” chiesi mentre ero girata di spalle, temevo che il mio viso potesse far trapelare emozioni sbagliate “Si, sono andato a casa sua e mi ha raccontato le stesse cose che Kirs ha detto a te. Ho proposto di vederci tutti insieme qualche volta” mi voltai di scatto, lo guardai con gli occhi spalancati “Marghe non fare così. È pur sempre un mio amico ed era anche il tuo una volta…” “Hai detto bene: una volta!” risposi innervosita “Perché tutti mi avete spinta ad allontanarmi da lui, se ora volete che instauri di nuovo un rapporto con lui? Non vi capisco!” “Perché per il bene che vi siete voluti, è ingiusto ignorarvi!” non mi aspettavo questa risposta, mi cadde la caffettiera di mano “Non dovresti incoraggiarmi in questo, Eric.” “Mi fido di te! E lo so che anche tu vuoi che tutto ritorni come prima, o quasi…quindi prima affronti questa situazione, prima starai meglio”, probabilmente aveva ragione.

Dopo un po’ salimmo in camera, Eric cominciò a baciarmi, sentivo che mi voleva ed io volevo lui; per un po’ avrei dimenticato le emozioni contrastanti che mi stavano nascendo dentro…mentre eravamo sotto le coperte abbracciati, arrivò un sms sul mio cellulare: “Ciao Marghe. Sono tornata a casa, ma non salgo in camera tua, perché so che sei in dolce compagnia :D. Volevo solo dirti che per stasera noi abbiamo organizzato una serata Karaoke, voi ci state? Vengono anche Kirsten e Robert…La tua amichetta Simona J

“Uh che bello!” esclamò Eric, io ero incerta…rivedere o no Robert? Ma infondo di cosa avevo paura? “Amore, te la senti?” guardai Eric per qualche secondo, abbassai la testa, chiusi gli occhi e lo abbracciai forte “Se ci sei tu con me, posso affrontare qualsiasi cosa…anche Robert Pattinson!”

Mezz’ora più tardi, Eric dormiva, io mi alzai dal letto, corsi all’armadio e scelsi i vestiti

“Gonna o pantalone? No questa è troppo corta, per questo pantalone non ho le scarpe…Mmm…sembro un’adolescente al primo appuntamento, ma che mi sto applicando a fare?!? È una semplice uscita tra amici e non deve notarmi nessuno, poi io odio essere al centro dell’attenzione…mah…”  e così optai per una gonna nera di lana media misura, maglia rossa con collo alto, sopra un’incrociatina nera e stivali neri. Corsi in bagno a lavarmi. Mi sentivo strana, ero contenta, eccitata, ma allo stesso tempo preoccupata…

Quando tornai in stanza, Eric era seduto sul letto, rimase di sasso quando mi vide “Cos’hai? Ho qualcosa che non va?” “No, no, anzi…sei stupenda…anche troppo…” arrossii, lui mi venne incontro, mi prese il volto tra le mani e mi fissò dritto negli occhi “Sei una tentazione…non dovresti uscire, ma stare qui con me…” e mi baciò con passione, io lo fermai “Dai Eric, ora sei tu che devi prepararti e mi raccomando cerca di essere all’altezza di una star di Brodway” risi “Ehi signorina, le ricordo che sono anche io una star di Brodway” e mentre si atteggiava, gli tirai un cuscino in faccia “Eheheheehehheh che faccia che hai ehehehehh” dopo tre secondi, mi piombò addosso ridendo, mi fece il solletico ed io non riuscivo più a muovermi. Ridevo ancora, quando lui d’improvviso si fermò, mi fissò di nuovo e questa volta fui io a baciare lui.

Un’ora più tardi:

“Toc  toc” 

“Avanti!” “Marghe, sei pronta?” “Simo, si, si siamo pronti, possiamo andare!” “Wow, sei bellissima” disse Edward che fu folgorato da Eric “Ehi, ehi ragazzi calma. Eric, Ed mi ha solo fatto un complimenti, mica mi è saltato addosso!” risero tutti, eravamo tutti troppo amici per arrabbiarci.

In macchina, tutti programmavano la serata, le canzoni da cantare o da ballare, mentre io ero imbambolata a guardare fuori dal finestrino “Londra di sera è sempre spettacolare, non è cambiato nulla in tutto questo tempo. Quanto mi è mancato questo posto, le sue luci, i suoi colori, i suoi odori…e ora rivedrò anche Rob. Sono pronta? Non ne ho idea…con lui non so mai se sono pronta o no…mi fa sempre uno strano effetto pensarlo. Per troppo tempo, la mia vita ha ruotato attorno alla sua e ora che non è più il centro del mio mondo, non so dare un senso al vederlo, al parlargli…”

“Eccoci arrivati” sussurrò Eric al mio orecchio, interrompendo i miei pensieri; mi voltai e la prima cosa che vidi fu una BMW…la sua BMW…scendemmo tutti dall’auto, io per ultima e mi girai senza alcuna convinzione verso la sua macchina: Rob era appoggiato alla portiera e fumava una sigaretta, accanto a lui Kirsten. Lei gli fece un cenno e lui si voltò di scatto verso di noi…panico…mi folgorò con lo sguardo e mi cominciarono a tremare le gambe…io guardai lui, lui guardò me…Eric ci lasciò fare, s’incamminò con gli altri e dopo poco Kirs venne verso di me “Ciao Marghe” “Ciao Kirs…siamo di nuovo tutti insieme” dissi ancora tremando “Si e ne sono felice” mi sorrise, percepì il mio imbarazzo, allora mi prese per mano e mi portò da lui; giuntagli dinanzi, non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo “Ciao…” dissi “Ciao...” fu la sua risposta, alché alzai la testa, mi stava sorridendo…il suo sorriso…”Bentornata a Londra!” e mi porse la mano, gliela strinsi. Sapeva ancora di sigaretta, odiavo il fumo, ma il suo profumo annullava tutto e mi lasciai inebriare. Entrammo nel locale e appena misi piedi nella sala, incrociai lo sguardo preoccupato di Eric, mi fece male, cercai di sorridergli e mi avvicinai prendendolo per mano per rassicurarlo, poi mi voltai verso Rob che guardava dispiaciuto Kirs.

Vennero tutti nella sala Karaoke, insistevano perché io e Eric cantassimo qualcosa. Francesco da sopra il palco ci reclamava “Marghe e Eric, forza, fate vedere a tutti che siete davvero così bravi come dicono gli americani” e ci fece l’occhiolino “E che canzone ci proponi?” gridai io rispondendo alla provocazione “Ho giusto un duetto per voi. Che ne dite di <> di Miguel Bosé e Shakira?” “Perfetto” disse Eric, guardandomi. Ci prendemmo per mano e procedemmo verso il palco, incoraggiati dai nostri amici che ridevano, fischiavano e urlavano.

Aggiustai l’asta, posizionai il microfono e mi schiarii la voce, aprii gli occhi e mi ritrovai proprio dinanzi a Rob che mi fissava e feci anche io altrettanto, solo l’inizio della musica mi distolse dal guardarlo, un ultimo respiro e mi calai nella mia parte di interprete…

“Si tu no vuelves, se secarán todos los mares
y esperaré sin ti
tapiado al fondo de algun recuerdo
Si tu no vuelves, mi voluntad se hará pequeña
me quedaré aquí
junto a mi perro espiando horizontes…

(Se non torni si seccheranno tutti i mari
e aspetterò senza di te,
chiudendo dentro di me tutti i ricordi
se non torni, la mia volontà diventerà poca
e resterò qui assieme al mio cane spiando l'orizzonte...)

Si tu no vuelves, no quedarán más que desiertos
y escucharé por si
algun latido le queda a esta tierra
que era tan serena cuando me querrias
habia un perfume fresco que yo respiraba
era tan bonita, era asì de grande, y no tenia fin……

(se non torni, non ci sarà altro che deserto
e ascolterò nel caso sia restato qualcosa
a questa terra, che era così serena quando mi amavi
c'era un profumo fresco che respiravo
era così bella, così grande, infinita....)


Y cada noche vendrá una estrella a hacerme compañia
que te cuente como estoy y sepas lo que hay
dime amor, amor, amor….estoy aquí, ¿no ves?
Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré… no sé lo que haré… no sé lo que haré…

(e ogni notte verrà una stella a farmi compagnia
e ti racconterà come sto affinché tu sappia cosa accade
dimmi amore, amore, amore, sono qui, non vedi?
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò...)

Si tu no vuelves, no habrá esperanza ni habrá nada
caminaré sin ti, con mi tristeza bebiendo lluvia…

(se non torni, non ci sarà speranza ne ci sarà nient'altro
camminerò senza di te, con la mia tristezza bevendo pioggia)

que era tan serena cuando me querrias
habia un perfume fresco que yo respiraba
era tan bonita, era así de grande, y no tenia fin……

(che era così serena quando mi amavi
c'era un profumo fresco che respiravo
era così bella, così grande, infinita....)

Y cada noche vendrá una estrella a hacerme compañía
que te cuente como estoy y sepas lo que hay
dime amor, amor, amor….estoy aquí, ¿no ves?
Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré…

Y cada noche vendrá una estrella a hacerme compañia
que te cuente como estoy y sepas lo que hay
dime amor, amor, amor….estoy aquí, ¿no ves?
Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré…no sé lo que haré… no sé lo que haré…

Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré ….no sé lo que haré…no no no no…

Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré …no sé lo que haré… no sé lo que haré…

Si no vuelves no habrá vida no sé lo que haré…

 

(ogni notte verrà una stella a farmi compagnia
e ti racconterà come sto affinché tu sappia cosa accade
dimmi amore, amore, amore, sono qui, non vedi?
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
e ogni notte verrà una stella a farmi compagnia
e ti racconterà come sto affinché tu sappia cosa accade
dimmi amore, amore, amore, sono qui, non vedi?
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò...
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò... no no no no
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò
non so cosa farò, non so cosa farò...
se non torni non ci sarà vita, non so cosa farò...)”

 

Mi meravigliai della mia intensità, quando Francesco aveva proposto la canzone non avevo pensato al suo significato e non capii perché la mia mente folle la ricollegò a Rob che aveva continuato a fissarmi per tutto il tempo…ricevemmo i complimenti e Francesco mi invitò a cantare qualche altra cosa “Dai, sei migliorata tanto, delizia ancora il nostro pubblico” “Non dirmi così, mi fai arrossire. E poi non saprei cosa cantare…” “Marghe potresti cantarmi una canzone dei Within Temptation?” chiese dal suo posto Kirsten, mi voltai di scatto “Io ne conosco una sola. <>” “Si, va benissimo quella. È una delle mie preferite” ma il destino ce l’aveva a morte con me! Quella canzone l’avevo cantata per la prima volta in Italia, dopo la partenza di Rob…ricordavo perfettamente quel giorno: fu allora che capii che era inutile combattere contro i miei sentimenti e decisi di ritornare a Londra, mettendomi contro tutti…Ancora una volta Rob mi tenne gli occhi addosso per tutto il tempo, mi rendeva nervosa, impacciata, più mi guardava, più cantavo con intensità, più cantavo con intensità, più legavo alla sua figura le canzoni, più facevo così, più sentivo battermi il cuore…

Scesi dal palco sfinita, mi sedetti e chiesi una Coca Cola; quella sera il destino s’era messo proprio d’impegno: un ragazzo e una ragazza avevano chiesto a Francesco di poter ascoltare la canzone di Celine Dion, colonna sonora della Disney. Ricordo che udii le prime note e sobbalzai, mi irrigidii, strinsi il bicchiere e mi voltai vero Rob: aveva il mio stesso sguardo, che si fosse ricordato di quella canzone? Dopo poco si voltò anche lui verso di me, ci guardammo in modo disperato…probabilmente faceva male ad entrambi…allo stesso modo?!? Mi passarono davanti tutte le immagini di quella sera…com’ero emozionata, felice e…innamorata…si, follemente innamorata di Rob…

<<“Che cos’hai?” mi chiese “Io vorrei seguire il mio istinto, ma non posso”, risposi di getto senza pensarci “Perché non puoi?” “Perché ho paura…”,  “Se io fossi in te lo seguirei…”…>>

Cercai di riprendermi sorseggiando la mia bibita ghiacciata, ma servì a poco, mi sentivo avvampare dal calore, fortunatamente Eric non si accorse di nulla, le più attente furono Simona e Kirs che guardarono addolorate sia me che Rob.

Fu una tortura tenere a bada i ricordi, alla fine non resistetti, mi alzai e corsi in bagno, mi lavai più volte il viso e provai le tecniche di respirazione imparate negli USA, ma niente, questa volta sembravano non voler funzionare. Kirs e Simona mi raggiunsero “Marghe, è tutto ok?” “Si, perché?” cercai di fare l’indifferente “Non devi recitare con noi…” le guardai, avevano ragione “Non voglio farvi preoccupare, sto bene, davvero. Stasera il caso si è messo un po’ a giocare, intrecciando i fili del mio passato con quelli del mio presente, come fosse una marionetta…” risi del mio assurdo paragone “…ma fa nulla…” “Non sopporto questa situazione” disse Kirs, tappandosi poi la bocca, io e Simona la guardammo torve. Quella situazione si era creata anche a causa sua! “Marghe…” disse sospirando “…tu sei sicura di quello che stai facendo?” “In che senso?” rispose Simona, anticipandomi “Voglio dire, tu sei convinta di amare Eric?” bene, ora metteva anche in dubbio i miei sentimenti “Ma che domande sono?” esclamò Simona “Tranquilla Simo. Kirs…si, sono sicura…è la scelta migliore…per tutti…” “E per Rob, davvero non provi più nulla?” sembrò implorarmi…non le seppi rispondere subito, chiusi gli occhi “Io…non posso amare Rob…è stata la cosa più straordinaria di tutta la mia vita…ma è…finita! “ “Marghe andiamo!” Simona mi trascinò fuori dal bagno.

Arrivate al tavolo, Rob non c’era più “Dov’è Rob?” chiese Kirsten a Eric “E’ andato via, ha detto che ti aspettava fuori, era stanco voleva andare a casa…Amore” disse rivolgendosi a me “Tutto ok?” annuii. Se n’era andato e non mi aveva neanche salutata…che fosse colpa mia? Ma no, cosa centravo io con lui…

Dopo poco, ritornammo anche noi a casa...quella notte, dopo mesi, sognai Rob…

“Perché sei qui?” gli chiesi, non mi rispondeva “Rispondimi!”…niente…mi avvicinai “Sei diventato sordo per caso?”, mi sorrise “No, Marghe…davvero non capisci perché sono qui dinanzi a te?” “Se lo avessi capito, non te l’avrei chiesto, non credi?” “Stai calma, Marghe…mia piccola tenera Marghe…” rispose accarezzandomi il viso…mia piccola tenera Marghe? Era impazzito! “Continuo a non capire…” mi prese le mani, le strinse forte e mi guardò “Io ti amo…ti ho sempre amato e non smetterò mai di farlo…ho commesso l’errore più grande di tutta la mia vita, ma se l’ho fatto c’è una ragione e un giorno la capirai. Ora volevo soltanto che sapessi che nonostante il tempo sia passato, non ha scalfito l’amore che provo per te…sarò sempre vicino a te, non lo dimenticare mai…” e scomparve dalla mia vista “Rob? Rob? Dove sei andato? Ma perché mi lasci sempre sola! Rooooooooooooooob!!!” mi svegliai di soprassalto, tutta sudata e agitata.

“Oddio!” mi misi una mano sul cuore, batteva all’impazzata, scesi in un cucina a prepararmi una camomilla e il mio cervello non potè fare a meno di elaborare pensieri apparentemente sconnessi: “Rob ha invaso di nuovo i miei sogni…eh…è tutto dovuto al fatto che ieri sera l’ho rivisto, non c’è nessun altra spiegazione. Vorrei solo capire perché ho sognato che mi diceva quelle cose, se pure fossero vere, quale sarebbe la misteriosa ragione che lo ha spinto a lasciarmi?!? Bha…”

Mi raggomitolai sul sofà, bevvi la mia fumante camomilla e continuai a tormentarmi con mille domande. Se chiudevo gli occhi anche solo per un momento, rivedevo il volto di Robert sorridermi, i suoi occhi fissarmi e la sua bocca pronunciare quelle fatidiche parole “Ti amo!”. Ma lui non mi amava ed io non amavo lui…ma perché mi faceva così male? Decisi di spegnere il mio cervello tornando a letto, la camomilla sembrò funzionare, infatti riuscii a dormire.

Da quel giorno, ogni notte facevo lo stesso identico sogno, ma preferii non raccontarlo a nessuno, perché lo consideravo poco importante...

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Capitolo 25
*** La verità... ***


La verità...

 

Buongiorno a tutti,

stamane mia sorella mi ha fatto svegliare a causa dei mille rumori che ha fatto!!! Ha l’esame orale per la maturità e mi ha svegliata affinchè le spiegassi “La coscienza di Zeno”. Ma vi pare cosa farlo il giorno stesso dell’esame??? Si riduce sempre all’ultimo!!! Ma lasciamo stare mia sorella…so che voi mi attendete il sabato (che presunzione eheh) e mi scuso se posto solo una volta a settimana, ma preferisco andare piano, non voglio che la storia termini subito!

Poi adoro il sabato e quindi mi piace postare in un giorno che per me è di parziale relax…ma ora passo subito a voi…

Giulls: grazie tesoro, piace tantissimo anche a me quella canzone…appena l’ho sentita ho pensato di inserirla nel capitolo…ormai sento le canzoni e penso alle mie storie, sto uscendo fuori di testa!!! Secondo te ritornano insieme??? Mmm mah chissà…

 

Daydre4amer: il destino è molto crudele!!! Quando ci si mette sa essere un gran monello…ne so qualcosa…ma è un discorso a parte. Grazie friend, di tutto…

 

Dark Angel: con me non ti devi giustificare, tranquilla. Mi sono preoccupata quando su msn, all’improvviso sei sparita! Ma mi avevi accennato al problema della connessione, quindi tutto ok. Io sono unica? Sono commossa e onorata dalle tue parole…qui chi è unico siete voi!!! Mi state riempiendo la vita e non ve ne accorgete…io non so come faccio a tirare fuori emozioni del genere, ma sono reali, vissute, sentite…son tutte racchiuse nel mio cuore e tu lo sai…Tvb…

 

Piccola Ketty: un nuovo bacio? Dici che ci sarà? Chi lo sa…grazie per la recensione, forse presto le cose cambieranno e forse sarete accontentate…ma dico forse…

 

E ora vi lascio al nuovo capitolo…buona lettura…

Una mattina mi svegliai tutta scombussolata, sentivo Simona che gridava di alzarmi “Ti muovi Marghe?!? Dobbiamo andare a prendere i tuoi genitori e Daniela all’aeroporto!” l’avevo dimenticato, balzai dal letto e corsi a prepararmi.

Riuscimmo fortunatamente ad arrivare in tempo per l’arrivo dell’aereo dall’Italia. “Dany, sono felice di averti qui” “Io lo sono di più” mi abbracciò “Mi sei mancata…” “Anche tu”.

“Che ne dite di una bella visita di Londra?” propose Edward “Edward, caro, vorrei portare prima le valigie in albergo e poi possiamo andare dove volete” rispose mia madre.

La giornata trascorse tra una visita ai vari parchi londinesi, Londra Reale e Londra Storica. Come ad ogni gita, Ed si divertì a farci da guida, narrando le leggende, le storie che caratterizzavano quei luoghi. Stanchi morti, invitai tutti al mio appartamento per una cena. A fine serata, Antonio e Dany non erano ancora pronti per andare a nanna, anzi si erano gasati e volevano uscire “Dai Marghe, portami in qualche bel pub!” “Ma che ti devi ubriacare?” “No, voglio solo svagarmi un po’. Quando mi capiterà più l’occasione di girare Londra con una guida personale?” e strizzò l’occhio “E va bene.” “Andiamo da Francesco” propose Stephanie “Al karaoke?” “Non hai voglia?” “Non tanto” “Beh allora potremmo andare al Premier!” il locale dove avevo incontrato per la prima volta Rob, l’idea non mi entusiasmava, ma leggevo negli occhi di Daniela la voglia di divertirsi e non potevo non accontentarla.

Quella sera, complice la birra, Simona mi confessò di essersi innamorata di Edward “Oh e quando avevi intenzione di dirmelo?” “Non sapevo come dirlo. Mi conosci e non sono così aperta come sembro. Sono molto riservata sulle mie cose.” “E lui?” “Lui non sa niente, ovviamente” “E che aspetti a dirglielo?” “Semplice: perché tanto io non gli interesso” “Ma che ne sai?” “Lo sento…” “Da quando sei diventata una sensitiva?” ridemmo. Alla fine, trascorremmo una bella serata, era da tanto che non stavo così bene in compagnia dei miei amici. Ogni tanto mi capitava di guardarmi intorno e di fissare quel tavolo infondo a locale; mi venne in mente il sogno e ad esso si aggiunsero anche tutte le immagini di quella sera.

<<“Marghe, c’è Rob!!!” io sobbalzai dalla sedia, sentii il cuore salire in gola e le gambe tremare “Rob?!?” domandai incredula “Sei sicura?” mi fece cenno di si con la testa e col dito mi indicò una zona del locale. Ebbi paura di voltarmi, ma il desiderio di vederlo era fortissimo: era infondo al locale, seduto a bere qualcosa con gli amici; era bello… bello come il sole, era come se fosse circondato da un’aura dorata, aveva i soliti capelli scombinati e quell’aria sbarazzina che tanto amavo…

“E che fai? Lui è qui e non vai a conoscerlo?” guardai Simona sbalordita “Non ho il coraggio di andare lì…che gli dico, mi prenderà per la solita fan pazza…”. Simona sbuffò “Se non vai tu, ti ci porto io a calci”, minacciò, feci cenno di no con la testa e abbassi lo sguardo.

“Dove mi porti?Simo aspetta, ti prego!!!” “Ma non esiste, sei venuta qui per lui, provi per lui qualcosa o mi sono sbagliata?” a quelle parole dette con tono di sfida rinsavii, sentii nuovamente il battere del mio cuore accelerare e guardai verso Rob, aveva lo sguardo perso nel suo bicchiere, poi d’improvviso si voltò e guardò verso di noi. Sorrise e mi sentii come un ghiacciolo al sole e capii che dovevo provarci. Mi sciolsi dalla presa di Simona e le feci cenno di aspettare, andai verso di lui che continuava a guardarmi: dal vivo era ancora più che bello, indossava un pantalone verde, una camicia nera leggermente sbottonata e ai piedi portava le dottor martines…>>

Quell’incontro rappresentò la svolta, da allora in poi le cose sarebbero cambiate, non ci credevo molto all’epoca, ma ben presto, avrei cambiato idea. Era piacevole perdersi nei ricordi, ma era altrettanto doloroso scoprire che pensavo a Rob quando ero insieme ad un’altra persona. Scossi la testa e tornai ad ascoltare i discorsi dei miei amici, continuando ad avvertire nella mia testa in lontananza, le voci mie e di Rob che si parlavano per la prima volta, infondo al locale…

La mattina successiva, uscii con Daniela e Simona per fare qualche acquisto, volevo organizzare qualcosa di speciale per fare in modo che Simona e Ed si parlassero, ce li vedevo bene insieme. Mentre Simona cercava delle scarpe, io e Dany ci fermammo fuori a chiacchierare, non lo facevamo da parecchio “Allora come va?” “Direi bene, da quando sono tornata a Londra, non mi sono fermata un attimo.” “Intendevo, come va con Eric” “Ah, scusa eheh. Tutto ok, stiamo bene insieme.” “Mi fa piacere. E Rob lo hai rivisto?” la guardai sorpresa, lei prima che partissi per Londra, mi aveva sempre detto che dovevo smetterla di inseguire un’ideale, non aveva mai visto di buon occhio il mio amore per Rob, salvo pentirsene quando lo conobbe e vide quanto io stavo bene con lui…ma aveva visto anche quanto c’ero rimasta male, quando lui se n’era andato. “L’ho visto l’altra sera…” “E?” “E niente, Dany. Ci siamo semplicemente salutati…” “Capisco. Non mi nascondi nulla?” “Perché dovrei?” “Cos’è che ti turba? Quando l’ho nominato, hai cambiato completamente colore!” “Non ti posso nascondere nulla, eh? Ma niente di che…solo che dopo il nostro incontro, l’ho sognato più volte e mi diceva cose strane” “Del tipo?” “Che mi aveva sempre amata e che se mi aveva lasciata c’era una spiegazione che un giorno avrei compreso. Ma soprattutto insisteva sul fatto che mi amava e che non dovevo dimenticarlo. Boh, tu ci capisci qualcosa? Credo sia semplicemente frutto della mia testolina buffa!” risi “O frutto del tuo inconscio che sta facendo tornare a galla i tuoi sentimenti per lui” mi guardò sottecchi, mi fermai, avevo il cuore a tremila “Ho colto nel segno…” “Ma che dici? Io amo Eric. Rob è stato importante, ma ora non rappresenta che un ricordo. È il mio passato!” “Il tuo presente e il tuo futuro!” ma Daniela era venuta per rompere il mio già precario equilibrio psichico o semplicemente era venuta a trovare un’amica?

“Non capire male, Marghe. Quando mi hai telefonato dall’America per dirmi che stavi con Eric e che eri di nuovo felice, io ne sono stata contenta. Sai perfettamente che non sono mai stata una grande fan della tua robertmania, ma ho avuto l’impressione che tu cercassi un modo per scacciarlo dal tuo cuore e che Eric ti sembrasse la soluzione più azzeccata. Ma posso anche sbagliarmi…” rimasi di sasso, non sapevo che risponderle… “Scusami Marghe, parlo troppo, ma lo sai io sono sincera. Ora non pensarci, andiamo in quel negozio, ho visto delle maglie carine” come potevo non pensarci? Continuavo a sentire il battito del mio cuore, non accennava a fermarsi…alchè cominciai a correre tra la folla, non so esattamente dove stavo andavo, quello che importava è che corressi via, stavo cercando di scappare via dai miei pensieri e da quelli di Daniela....

Giunsi davanti ad uno dei mille parchi inglesi e mi immersi nella natura…”Se non mi calmo, non posso tornare indietro. Ma perché sono scappata via così? Non ha senso…”. Quando voleva il destino sapeva prendersi gioco di me: davanti a me, su una panchina, riconobbi, anche se ben mascherata per evitare i fan, Kirsten. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lei “Marghe?” “Già…” “Che ci fai qua?” “Quando mi va di pensare, vengo sempre in un posto verdeggiante, mi rilassa e mi aiuta a riflettere…e tu?” “Idem…avevo voglia di pensare…” “E’ successo qualcosa?” scoppiò a piangere “Oddio Kirs, che ho detto?” “No tu nulla. Marghe…io amo Thomas e mi manca, mi manca da impazzire. Perché, perché mi ha lasciata così?” “Lasciata? Ma non sei stata tu a lasciarlo perché eravate in crisi?” sobbalzò “Cavolo…” “Kirs c’è qualcosa che non mi hai detto?” non mi rispondeva “Kirs, ti prego parla!” la strattonai “Marghe…su cosa devi riflettere?” “Non cambiare discorso…io…” mi interruppe “Dimmelo…” “Beh, Daniela, la mia amica italiana è qui e mentre chiacchieravamo tranquillamente, mi ha chiesto di Rob e ha cominciato a fare mille discorsi strani, mettendo in dubbio i miei sentimenti verso Eric e supponendo che lui sia una sorta di chiodo scaccia chiodo e che il sogno che ho fatto l’altra notte sia frutto del mio amore per Rob…” “Hai sognato Rob?” “Si, diceva che mi amava e che presto avrei capito la ragione per cui era andato via da me” “E perché devi riflettere? Se sei sicura di quello che provi per Eric, non hai bisogno di stare qui a pensare…” ecco di nuovo il mio cuore battere forte, ma che mi stava succedendo “…non credi?” “In effetti…hai ragione…non so neanche io perché sono corsa qui…” “Forse la tua amica non ha tutti i torti…” “No, Kirs, no! E ora dimmi tu cosa mi nascondi!” “Non dovrei dirtelo…Rob non vuole…” “Come Rob non vuole? Basta segreti, avevi detto che eri sincera con me, perché vi comportate come due bambini? Ditemi la verità una volta e per tutte!!!” “E va bene…promettimi solo che mi lascerai finire di parlare, ok?” annuii “Quando Rob ti ha lasciato, è partito direttamente per gli Usa, mi ha telefonato dicendomi che doveva parlarmi. Quando ci siamo visti, mi ha proposto una cosa…mi disse che ti aveva lasciato, mi raccontò dell’incidente e di quanto si sentiva in colpa per quello che ti era successo. Non poteva darsi pace, non voleva causarti altri problemi e quindi aveva deciso di lasciarti, solo così tu avresti potuto riprenderti e andare avanti. Sapeva perfettamente che non sarebbe stato facile, sapeva quello che provavi per lui e quello che avevi fatto per poterlo conoscere e mi propose di…” sospirò “di fingere di stare insieme!” alzò gli occhi verso il mio viso sconvolto. Ad un tratto mi sentii di ghiaccio, fredda, immobile e incapace di sentire il battito del mio cuore “Fi-fi-fingere?” “Si, Marghe. Rob voleva che tu sapessi che si era rifatto una vita, dovevi pensare che non ti avesse mai amato, dovevi imparare ad odiarlo, solo così avresti potuto dare un taglio netto al tuo passato e ricominciare. Quando sei partita per l’America con Eric, lui era frustrato, ma contento, sperava che ti innamorassi del suo amico e così è stato. Quando ha raggiunto lo scopo di allontanarti, ha deciso di diffondere la notizia che ci eravamo lasciati, proprio allora Thomas che era a conoscenza di tutto, stanco di quella situazione, ha deciso di lasciarmi…” non potevo crederci, per tutto quel tempo avevo creduto che Rob mi avesse preso in giro “Io ti amo…ti ho sempre amato e non smetterò mai di farlo…ho commesso l’errore più grande di tutta la mia vita, ma se l’ho fatto c’è una ragione e un giorno la capirai…”. Ora il mio sogno avevo un significato…ma la confessione non era ancora finita. Kirs girò il mio volto verso il suo e mi fissò dritto negli occhi “Ho un’altra cosa da dirti…e questa mi pesa più di tutte…” sospirò, tremava “Io e Rob siamo…stati a letto insieme!” mi irrigidii ulteriormente e una fitta dritta al cuore mi travolse, ora ne capivo l’origine “Questo è stato l’errore più stupido che potessimo commettere. Non è amore, Marghe, ma sesso…sesso per soddisfare le nostre mancanze. È sbagliato, è ingiusto, ma è accaduto…” “Qua- qua-quante…” “Quante volte? Due…” mi crollò il mondo addosso “Marghe, dì qualcosa” non riuscivo più ad aprire la bocca, le parole mi si bloccavano in gola, perdendo qualsiasi logica, guardai Kirsten, vedevo che era spaventata. Avrei voluto rassicurarla, dicendole che stavo bene, ma io non stavo affatto bene.

“Io-io-io…io…” ed ecco di nuovo le lacrime scendere e rigarmi il volto, la barriera protettiva che mi ero costruita per difendermi stava lentamente crollando, un fiume in piena l’aveva travolta e spazzata via “Non piangere, ora sai tutta la verità e puoi rimediare…” “Rimediare?” urlai, il fiume era straripato e ora si gettava con violenza sulla terra intorno a sé “Io non ho nulla da rimediare! Mi avete rovinato la vita, Rob col suo stupido tentativo ha solo provocato altro dolore, altro che permettermi di andare avanti. Non voglio più avere nulla a che fare con voi! Vi odio” mi alzai e corsi via, Kirsten mi seguì, mi raggiunse e mi tirò per un braccio “No, Marghe aspetta. Ti prego parliamone” mi girai “Non abbiamo più nulla da dirci. Io ora sto con Eric ed è con lui che voglio trascorrere il resto della mia vita. Sono stanca di sentire parlare di Robert Pattinson, lui è fuori dalla mia vita. E anche tu, cara Kirsten Stewart, ti avevo dato la possibilità di chiarire e di essere completamente sincera con me, ma l’hai sprecata per dirmi un’altra bugia. Ci credo che Thomas non ti vuole più, ha fatto bene a lasciarti!” mollò la presa e iniziò a piangere “E ora scusami, ma ho ben altro cose da fare che perdere tempo qui con te. Addio!”

Lasciai il parco e mi diressi verso il centro commerciale, sapevo che lì avrei trovato Dany e Simona a cui dovevo le mie scuse. “Ma dove cavolo sei stata? Ci hai fatto stare in pena!” “Perdonatemi, avevo bisogno di stare un po’ da sola, ma ora va tutto bene. Forza continuiamo il nostro giro per negozi”

Dentro di me cresceva la rabbia, sentivo un sentimento di odio profondo pervadermi: Rob aveva ottenuto quello che voleva, ora lo odiavo con tutta me stessa. Ma come si era permesso di decidere della mia vita? Come poteva avermi preso in giro così?

Addirittura voleva affidarmi a Eric, come si fa con i bambini, non è certo perché lo ha deciso lui che sto con Eric, sono maggiorenne e vaccinata e so scegliere da me le persone con cui stare. Ma tu guarda, che presuntuoso, come ho fatto a non capirlo prima? Stupida che non sono altro ed io che l’ho amato con tutta l’anima…tutto tempo sprecato…sono contenta di averlo finalmente capito. Questa volta Daniela si sbaglia, io non amo Robert Pattinson!

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Capitolo 26
*** Debutto ***


Debutto

Eccomi qui,

buon sabato a tutti!!! Come procedono le vacanze? A me benino, potrebbe sicuramente andare meglio, ma non ci lamentiamo. Fa caldissimo ed io non sopporto l’afa, mi sento soffocare, uff!

Spero mi perdonerete se il capitolo è piccolo, ma il prossimo sarà il punto di vista di Rob, quindi devo per forza separare…mi spiace…

 

Giulls: già Daniela…meno male che è arrivata lei, altrimenti secondo me Marghe continuava a vivere nel mondo dei sogni eheh…e ora che succederà?

 

Daydre4mer: chissà perché ma Kirsten sta antipatica ad un po’ di persone, mmm…mi sai dire il motivo??? Eheh Grazie friend…

Piccola Ketty: beh dura per forza, si è sentita presa in giro. C’è chi mi dice che avrei dovuto scrivere di peggio, ma ho messo per iscritto quella che sarebbe potuta essere la mia reazione…

 

Dark Angel: si è vero, si sono comportati tutti male con Marghe, alcuni li capisco, altri no, ad esempio Kirsten…però…Eric è troppo innamorato, tesoro, egoisticamente vuole Marghe tutta per sé ed è normale (anche se sbagliato) che tenga a tacere la verità. Ora vediamo un po’ come si comporterà la nostra protagonista.

Grazie tesoro, le tue parole mi sono davvero di conforto…sai che non smetterò mai, posso dirlo, ma infondo so perfettamente che è parte del mio essere…Ti voglio un sacco di bene anche io…

 

E ora vi lascio al famigerato mini capitolo…baci…

”Eric, che succede?” “Mi ha telefonato Ruth, ha detto che domani sarà a Londra con tutto il cast del musical, dobbiamo cominciare le prove, la settimana prossima debuttiamo nel teatro qua a Londra!” “Di già, ma non dovevano avere la conferma?” “E l’hanno avuta. Dice che il proprietario del teatro ha insistito per averci ora” “Va benissimo, tanto mi sento pronta e carica. Verrà benissimo, vedrai” “Non ho dubbi”

Il lavoro era proprio quello che ci voleva, avrei potuto sfogare tutta il mio nervoso, non dissi a Eric che sapevo tutto, preferii omettere questa parte come del resto avevo fatto con tutti i nostri amici. Dissi loro che avevo litigato con Kirsten perché continuava ad insinuare che amavo Rob e che dovevo tornare con lui e tutti mi sembrarono credere.

La settimana passò abbastanza velocemente e si avvicinò la partenza dei miei genitori e della mia amichetta Dany. Provai a convincerli a rimanere per vedere lo spettacolo, ma non ci fu verso di far cambiare loro idea “Marghe, tesoro, ti vedremo quando verrai in Italia, tanto comunque non capiremo niente visto che è inglese. Non fare così” “Va bene mamma.” Poi mi rivolsi a Daniela “Grazie per essere venuta…volevo condividere con te questo pezzo della mia vita. Londra è la mia seconda casa e volevo che tu la conoscessi e conoscessi anche tutti i miei amici” “Sono stata contenta di condividere anche questo con te, lo sai che far parte della tua vita mi rende felice. Sei o no la mia migliore amica? Però ora sei tu che devi venire a Pisa a trovare me” “Verrò. Non appena le acque si calmeranno un po’, prometto che ti raggiungerò” “Marghe, mi raccomando: stai tranquilla, non mi far preoccupare e prima di fare qualsiasi cosa pensa.” “ Perché mi dici questo?” “Essendo la tua migliore amica, sono quella che ti conosce meglio e so che hai dentro tanta rabbia verso chi sappiamo noi. Pensa bene a ciò che dici e che fai, non agire d’istinto, valuta bene, perché poi sei tu a starci male” “Lo so, hai ragione, ma credimi è la cosa migliore. Rob e Kirs si sono comportati molto male con me ed io non riesco a perdonarli.” “Tu sai…ma fa comunque attenzione” “Non ti preoccupare…” “Fate buon viaggio”.

Dall’aeroporto, io e Eric ci dirigemmo direttamente verso il teatro, Ruth era lì che ci aspettava. Passammo l’intera giornata a provare, ormai l’avevamo fatto talmente tante di quelle volte che eravamo preparatissimi e non capivamo perché la regista insisteva tanto “Scusa Ruth, ma sappiamo bene tutte le canzoni, i balli, non capisco perché stiamo provando tutte queste volte!” “Electra, perché deve essere perfetto, ancor più di come lo è stato quest’estate. Non dovrei dirvelo, perché altrimenti vi condiziono, ma avremo degli ospiti d’eccezione” “Ospiti d’eccezione?” “Si. Va beh ve lo dico, ma non sia mai vedo che cominciate a sbagliare, giuro che vi sostituisco! In sala ci saranno i due protagonisti del film <>: Robert Pattinson e Kirsten Stewart!” “Wow! Oddio Ruth, io li adoro” esclamò Electra, io di mio non esultavo anzi, sentivo ribollirmi il sangue nelle vene, non avrei mai voluto vederli in teatro; Eric mi prese la mano e mi guardò “Dimostreremo loro che siamo bravi e che non ci scalfisce la loro popolarità!” e mi fece l’occhiolino. Aveva ragione, la loro presenza doveva essere per me un’ulteriore spinta a lavorare bene per dimostrare che stavo bene e che ero brava quanto loro!

 

18 dicembre:

Il nostro debutto a Londra stava per avere inizio; la tensione era palese, nonostante fingessi indifferenza, temevo di calcare quel palco, perché sapevo che ci sarebbero stati tutti i miei amici a vedermi e a giudicarmi e soprattutto quei due…mi domandavo perché non si fossero realmente fidanzati, facevano una bella coppia di vermi!!! “Ah Marghe concentrati, fregatene di quei due, ora pensa a te. Hai uno spettacolo da fare e devi essere perfetta, impeccabile” ancora una volta rimasi incantata allo specchio a guardarmi vestita da Bella; poco dopo arrivò il mio Edward e insieme ci dirigemmo dietro le quinte. Lo vedevo nervoso “Eric cos’hai?” “Nulla…” “Eric…” lo ammonii “Ok, ok…sono nervoso, anzi nervosissimo. Rob in platea mi innervosisce!” risi “E che devo dire io che c’è Kirsten Stewart!” pronunciai quasi schifata il suo nome “Direi che siamo entrambi nella stessa situazione” “Esatto, ma noi abbiamo un vantaggio” “E sarebbe?” gli sorrisi “Beh…noi ci amiamo sul serio e rendiamo più veri i nostri personaggi” vidi che questa cosa lo fece tranquillizzare “…quindi rilassa questi nervi e metticela tutta…” proprio in quel momento mi chiamarono in scena “…ti aspetto sul palco…mio caro Edward…” e gli feci l’occhiolino.

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Capitolo 27
*** Voglia di lei ***


Voglia di lei...

Eccoci qui, buongiorno a tutti e buon weekend!

Cosa mi dite? Ma anche da voi fa questo caldo assolutamente insopportabile?

Uff io lo detesto! Voglio il mio adoratissimo inverno…

Oggi vi posterò un capitolo dal punto di vista di Robert. Vedremo i suoi pensieri nel reincontrare Marghe dopo tanto tempo e in più ci sarà la parte sul musical…cosa succederà?

 

Piccola Ketty: grazie per la recensione. Si è vero, ma Marghe c’è rimasta male nell’insieme e vedrai poi che il fatto che quei due siano stati a letto insieme non è una cosa che lascia Marghe tanto indifferente…

NeverThink: quando ho visto il tuo nome sono saltata dalla sedia, credimi! Non mi aspettavo che leggessi la mia storia, non sai che onore, accidenti! Mi sento non sai come…wow! Ti piace il mio modo di scrivere? Wow…sono senza parole…e con te mi succede spesso…grazie, grazie, grazie…

 

Dod: tesoro mio, leggere la tua recensione mi ha fatto bene all’anima, non sai quanto mi manchi e quanto mi manca il parlare con te!!! Ma sono orgogliosa io di conoscere te e lo sai, quante volte dovrò dirtelo? Mi sa all’infinito perché sei testarda!!! Non ti fustigo, sei impegnata e lo so, leggi quando puoi, lo sai che quello che pensi mi interessa!!! Ti voglio bene…ma davvero tanto…

 

La smetto con i miei sproloqui e vi lascio al capitolo…buona lettura…

 

 

Robert

“Simona ci ha invitate al karaoke stasera e…ci saranno anche Marghe e Eric…” mi bloccai “Ah!” il momento tanto atteso e temuto stava per arrivare, ma io ero pronto? “Te la senti di andare?” ci pensai qualche minuto “Si, dai! Tanto prima o poi la dovrò incontrare…meglio prima che poi…”.

Mi sentivo tutto scombussolato, tremavo alla sola idea di rivederla, il cuore mi batteva forte e sentivo crescere in me la voglia di riabbracciarla. Non so perché, ma cercai, per la prima volta, di scegliere con cura gli abiti da indossare, aiutato dal buon gusto di Kirsten, che aveva capito che volevo in qualche modo far colpo su Marghe, anche se non l’avrei mai ammesso, neanche a me stesso.

Arrivammo al locale mezz’ora prima, cosicché potessi prepararmi psicologicamente all’incontro, scendemmo dall’auto, Kirs non disse una parola, sapeva quanto fossi nervoso e pensò bene di stare zitta. Per cercare di rilassare i nervi, accesi una sigaretta, fumai lentamente, aspirando a fondo la nicotina, quella sera aveva un sapore diverso, più amaro. Niente, neanche il fumo mi aiutava, non ebbi neanche il tempo di pensarlo che vidi arrivare una macchina scusa, un’Audi nera…la macchina di Simona…scesero tutti, vidi Eric, ma non lei…abbassai lo sguardo e di sottecchi, dopo qualche secondo, eccola comparire dietro il mio “caro” amichetto. Kirsten mi diede una gomitata per farmi segno che erano arrivati. Alzai nuovamente la testa e incrociai il suo sguardo, lei si fermò quando mi vide e fui avvolto dalla magia di quel momento: ancora una volta occhi dentro occhi, nonostante lo sapessi, mi meravigliai dell’emozione piacevole che provai nell’incrociare ancora il suo sguardo...quanto mi era mancata… Lessi il suo disagio e probabilmente anche Kirsten visto che le sei avvicinò per salutarla e la portò da me…camminava con passo felpato, dosando ogni movimento, probabilmente aveva paura…di me?

“Ciao…” disse “Ciao...” fu la mia risposta e mi venne spontaneo sorriderle, era così buffa quando era in imbarazzo e per cercare di tranquillizzare farfugliai qualcosa ”Bentornata a Londra!” , ero agitato quanto lei. Le porsi la mano, lei spaesata come me dal mio gesto insolito, me la strinse. Entrati nel locale, Marghe corse da Eric e gli prese la mano, fu un colpo durissimo da digerire, la prova che loro stavano insieme…come se ce ne fosse ancora bisogno…che stupido!

Ci accomodammo ad un tavolo, io non avevo voglia, avrei voluto andare via, deluso per tutta quella situazione che io stesso avevo creato con i miei stupidissimi piani. Francesco invitò Eric e Marghe a cantare, lei si posizionò proprio dinanzi a me e mi sembrò di rivederla quel giorno, quando la sentii cantare per la prima volta…e dire che non volevo neanche venirci in questo locale, furono Eric e Tom a trascinarmici.

<<”Che voce intensa” pensai “Di chi sarà” “Ragazzi, scusate, voglio andare nella sala karaoke, aspettatemi al tavolo, torno tra poco” “Eddai Rob, che vai a fare di là? Di qua si balla, di là si canta…che noia!!!” “Un attimo, torno subito” e lasciai Eric e Tom di sasso, ma qualcosa mi diceva che dovevo andare. Amavo la musica e quella voce mi attirava a lei…entrai e vidi una giovane ragazza, cantare con tutta l’anima “My immortal”, ciò che mi colpì fu costatare quanto la sentisse sua. La guardai meglio…”Eppure mi sembra di conoscerla…” un ricordo mi balenò in testa “Al Premier…si, è la ragazza del Premier...” mi impalai davanti alla porta, incantato dalla magia di quella voce. La guardavo e mi sentivo strano…non so spiegare cosa provassi, ma era piacevole, qualcosa che mai avevo provato prima…ad un certo punto anche lei mi guardò, poi distolse lo sguardo e finito di cantare tornò a fissarmi, ci sorridemmo e avvertii una strana fitta allo stomaco…quel sorriso, quel viso…erano qualcosa di indescrivibilmente affascinante e tenero. Avrei voluto abbracciare quella ragazza e portarla via con me…”Ma che mi succede? Le mie gambe si muovono da sole e stanno andando da lei…i miei amici mi aspettano…ma io…voglio lei…”>>

La voce melodiosa di Marghe interruppe i miei ricordi, non potevo fare a meno di guardarla, avrei voluto resistere all’impulso, ma niente, era più forte di me, era come una calamita, proprio come quella volta. Le parole della canzone poi…potevano avere un significato per lei? Le cantava così intensamente…ma no…era solo molto brava. Scesa dal palco, venne a sedersi, ordinò la mia stessa bibita e la sorseggiò con gusto; ad un tratto, le prime note di una canzone attirarono la mia attenzione, strinsi i pugni e cominciai a tremare “Oh no…perché proprio questa canzone…il nostro primo ballo insieme…” sentii il suo sguardo su di me e mi voltai: fui colpito da un’ondata di dolore che mi devastò e capii che quella canzone faceva male ad entrambi. Non potevo sopportare la frustrazione sul suo viso, era colpa mia se ora lei provava tutto ciò, d’improvviso si alzò e corse via, Kirsten e Simona la seguirono. Io di mio, non potevo fare altro che ammonirmi di nuovo, ero l’artefice di tutto quel dolore, non potevo più sopportare e decisi di andare via “Eric, io sono molto stanco e vorrei andare a casa. Dì a Kirsten che mi raggiunge fuori. Buon proseguimento” “No dai Rob, resta! Il bello deve ancora venire, dopo se vuoi andiamo nell’altra sala a ballare!” “No, Eric, credimi non sono di compagnia stasera, mi dispiace” “Ok, ok non insisto, allora alla prossima!Ah Rob…” “Si?” “Grazie per essere venuto…ha fatto piacere ad entrambi” annuii e sperai che una prossima volta non ci sarebbe stata, era una situazione che non potevo reggere.

“Ma perché sei andato via?” “Sono stanco e voglio andare a casa…” “Le bugie valle a raccontare a qualcun altro. Nel bagno ho provato a parlare con Marghe, lanciandole qualche provocazione” non risposi, allora lei continuò “Ho messo in dubbio i suoi sentimenti per Eric” “Ma sei scema, per caso?” “No, Rob. Io in questa situazione non ci vedo chiaro, sto cercando di aiutarti, per me lei ti ama ancora” “E sentiamo cosa ti avrebbe detto?” “Testuali parole:<< Io…non posso amare Rob…è stata la cosa più straordinaria di tutta la mia vita…ma è…finita!>>” “Kirs è stata chiarissima: è finita, ama Eric! Qual è il passaggio che non hai capito, magari te lo spiego…!!!” quelle parole mi trafissero in pieno il petto “No, Rob…non ha detto io non amo più Rob, ma io non posso amare…è diverso!” Kirs non si rendeva conto che così mi illudeva e mi faceva più male “E’ uguale. E ora basta Kirs, non ne voglio più sapere…per favore” la mie urla la intimorirono, la vidi farsi ancora più piccola di quello che era, era incavolata e conoscendola non si sarebbe tenuta niente, infatti: “Una cosa fattela dire: tu non ami davvero Marghe!” frenai di botto “Che hai detto? Ripeti!” “Tu non ami davvero Marghe!” ripetè con tono di sfida “Ti sbagli” “No, perché se fosse così, faresti di tutto per riprendertela!!!” “Ma non capisci?!? Io non posso…se ho preso quella decisione è perché volevo che stesse lontano dai guai che come personaggio pubblico, mi porto dietro. Le ho fatto del male e non posso pretendere che lei mi rivoglia nella sua vita, così come niente fosse successo. Ora è felice con Eric e mi sta bene così” “Io davvero non ti capisco. Fa come vuoi…ma prima o poi la verità la verrà a sapere e vedrai che ti odierà, anzi ci odierà e allora non potrai fare nulla per sistemare le cose!” forse se mi avesse odiato, sarebbe stato meglio…forse

Monotoni passavano i giorni, saperla qui a Londra, mi rendeva felice e triste, guardavamo lo stesso cielo, ma da due prospettive diverse: io non avevo rosee prospettive, vivevo alla giornata, preferivo non fare previsioni. Mi chiusi in casa e proprio in una di quelle giornate che non passavano mai, accadde l’irreparabile.

“Toc, toc” “Chi è?” “Rob, apri sono Kirs. Ti devo parlare” “Ciao…entra. Cos’è tutta questa fretta? Qualcuno ti inseguiva?” il volto di Kirsten era serissimo, capii che le cose non stavano bene “Rob…ho incontrato Marghe oggi e le ho detto tutto!” il cuore si fermò, fui preso dalla rabbia “Le hai detto tutto? Ma come hai potuto Kirs? Ti avevo chiesto di non farlo, cavolo!” “Rob dovevo. Non ce la facevo più a mentirle e poi l’ho vista in quello stato e ho creduto di fare un piacere ad entrambi e…” “E invece hai finito di rovinare le cose…” ero fuori di me “Ma che cavolo vuoi? Non volevi che ti odiasse? Bene ora ti odia, questo è certo…!” aveva ragione “Scusa, non volevo dirti queste cose. Mi spiace che se la sia presa anche con te. Spero solo che ora stia bene”. D’improvviso squillò il mio cellulare “Carl?” rimasi di sasso mentre ascoltavo quello che diceva. Attaccai, guardai Kirsten “Che voleva il tuo manager? Un nuovo lavoro?” “No…” tre secondi dopo suonò anche il cellulare di Kirs “E’ il mio manager, che coincidenza…Pronto?” e poco dopo anche il suo volto diventò di pietra.

Ci guardammo “Dobbiamo presenziare alla prima europea del musical Twilight di Marghe e Eric!” pronunciammo all’unisono “Oh no…con che coraggio ci presentiamo lì?” “Non lo so Kirs, non lo so proprio…”.

Tutto avrei voluto fare, tranne che andare a fare questa stupidissima comparsata. Avrei retto la tensione? Avrei retto lo sguardo d’odio di Marghe? Infondo me lo meritavo…chi è causa del suo mal, pianga se stesso…ed io avrei solo dovuto prendermi a calci…“Kirs tu te la senti?” “Non penso che abbiamo possibilità di scelta…ce la faremo, si tratta soltanto di stare lì e rispondere a qualche domanda.”

I giorni volarono e quel maledettissimo 18 dicembre arrivò senza che fossi psicologicamente pronto…in perfetto orario, Carl mi venne a prendere, giunto al teatro fui assalito da una massa di fan impazziti, non ero dell’umore giusto, ma non potevo deludere chi mi ammirava e firmai autografi e scattai qualche foto. Entrato nel teatro, trovai lì Kirsten che mi aspettava “Ciao Rob” “Ciao Kirsten” non parlammo, la tensione bloccava entrambi. Qualche minuto più tardi le guardie del teatro ci scortarono nei nostri posti in platea e lì attendemmo l’inizio del musical…l’inizio della mia tortura…

La vidi entrare sul palco e la squadrai da capo a piedi, la sua bellezza mi sorprendeva sempre, come fosse la prima volta che la vedessi…non mi degnò di uno sguardo, ma d’altronde come poteva…

Ancora una volta fui rapito dai suoi movimenti, dalla sua voce e dalla complicità che aveva con Eric. A fine spettacolo, la regista chiamò me e Kirsten sul palco.

“Cosa pensate del musical?” “Davvero molto bello. Perfette le musiche, le voci e gli attori scelti” rispose Kirs, io non riuscivo a parlare, ero a un passo da Marghe, intento a fissarla, mentre lei continuava a guardare dritto dinanzi a lei.

“E lei signor Pattinson cosa ne pensa?” ora mi toccava parlare “Concordo con quello detto dalla mia collega” fui breve, non mi andava di aprir bocca, mi sentivo stupido.

La regista poi si rivolse ai due protagonisti del musical “Che effetto vi fa aver ottenuto successo anche qui a Londra ed essere approvati anche da due grandi star come loro?” e indicò me e Kirs “Sicuramente siamo soddisfatti e orgogliosi. Abbiamo lavorato tanto e vedere così tanta gente in questo teatro ci riempie di gioia. Direi che siamo onorati anche dal fatto di ricevere complimenti e riconoscimenti dal signor Pattinson e dalla signorina Stewart” Eric parlò guardandomi fisso negli occhi, la sua espressione era chiara, decisa: era arrabbiato con me…anche lui…ma non mi ferì molto…era mio amico, quello che più mi uccideva era l’indifferenza di Marghe. La regista formulò qualche altra domanda, ma io pensavo ad altro: dovevo parlare con Marghe, dovevo chiarirmi con lei, non potevo permettere che tutto finisse così.

Appena fummo nel retro del palco, mi avvicinai a lei “Marghe, dovrei parlarti…” si voltò, mi inchiodò col suo sguardo furente e con tono acido mi disse:”Parlare, eh? L’ho già detto alla tua amichetta e compagna di giochi erotici, con voi ho chiuso e quindi non ho nulla di cui parlare con te” e se ne andò. Non mi arresi, la seguii e la fermai prendendola per la spalla “Ascoltami anche solo due minuti, per favore!” la implorai, immediatamente accanto a lei comparve Eric che tolse la mia mano dalla spalla di Marghe “Rob, lascia stare, è meglio se te ne vai!” “Eric, no. Io devo spiegarle, lei deve sapere…” “Cosa Rob, cosa? Non ti basta averla ferita in passato, vuoi continuare? Deciditi una buona volta: o sei nella sua vita o sei fuori!!!” mi lasciarono lì e si chiusero in camerino. Le parole di Eric cominciarono a girarmi nella testa…alle mie spalle, Kirs aveva assistito a tutta la scena, si avvicinò, mi guardò, mi prese per mano e mi portò via di lì. Come un essere privo di coscienza mi lasciai trascinare, ora era davvero la fine di tutto e non potevo fare nulla per cambiare quello che io stesso avevo creato…

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Capitolo 28
*** Corsa contro il tempo ***


Corsa contro il tempo

Salve gente,

puntuale come ogni sabato, aggiorno la mia storia. Questa piccola e folle parte di me che mi pulsa nelle vene. Più la rileggo e più mi chiedo come la mia mente bacata possa aver partorito una cosa del genere. Spero di non deludervi, altrimenti potrei solo fare una cosa: non pubblicare più ed evitarvi questo strazio! Ma ora basta, passo ai ringraziamenti.

 

Piccola Ketty: hai percepito il loro dolore? Sono contenta che sia così. Il mio scopo è quello di farvi arrivare chiaramente, o quasi, quali sono le sensazioni e emozioni dei personaggi, quelle che ho provato io nel metterlo per iscritto. Ti assicuro che non è stato semplice…una vera tortura, stavo malissimo. Mi sono immedesimata troppo, accidentaccio a me…

 

Dark Angel: la mia amica, beta, consigliera…sei un angelo, lo sai? Mi stai dando tantissimo e tra un po’ leggerò quello che mi hai mandato. Sono così contenta, non ne hai idea. So che ti fa bene al cuore, leggere quello che scrivo, e sai che fa bene a me scriverle…ma prima o poi finirà, eh…Ti voglio bene, mia cara…

 

Xx_scritrice88_xX: wow! Il tuo commento mi è piaciuto da morire!!! Ho riso, ho pianto e poi mi sono sentita una stupida! Eheh no, non odio il nome di Kristen, ma è semplicemente che fino ad ora non avevo mai visto che si scriveva così, ogni cosa che riguarda lei, la vedo con superficialità, senza soffermarmi troppo ehehe. Mi sa che il mio inconscio (perché Kris non mi piace molto) è venuto fuori pur senza volerlo e le ha storpiato il nome. Grazie per avermelo fatto notare. E grazie per il commento…spero me ne lascerai ancora…baci…

 

 

Giulls: beata che sei in Sicilia in questo momento!!! Goditi le vacanze tanto meritate…grazie per esserci…Tvb…

 

Ed eccoci qui…vi lascio al capitolo. Spero vi piaccia…ci sarà un cambiamento e spero che vi sia lieto….alla prossima…

Marghe

La tortura non era finita…la cara Ruth ebbe la brillante idea di chiamare sul palco quei due essere ignobili…sentivo lo sguardo di Rob addosso e feci molta fatica a non girarmi, mi trattenni dal prenderlo a schiaffi…poi Ruth fece una domanda a cui avrei risposto io volentieri, ma arrabbiata com’ero avrei sbagliato a parlare: “Che effetto vi fa aver ottenuto successo anche qui a Londra ed essere approvati anche da due grandi star come loro?” e indicò Rob e Kirs “Sicuramente siamo soddisfatti e orgogliosi. Abbiamo lavorato tanto e vedere così tanta gente in questo teatro ci riempie di gioia. Direi che siamo onorati anche dal fatto di ricevere complimenti e riconoscimenti dal signor Pattinson e dalla signorina Stewart” il mio Eric sapeva sempre dosare le emozioni e le parole…

Finita quella tortura, ne iniziò un’altra dietro le quinte: Rob mi si avvicinò e osò anche rivolgermi la parola “Marghe, dovrei parlarti…” e che voleva dirmi? Non capiva che volevo essere lasciata in pace, possibile che Kirs non gli aveva portato il mio messaggio di addio? Rapita dalla sua voce, che comunque contro ogni logica continuava a farmi uno strano effetto, mi voltai, ma il solo guardarlo mi ricordava immediatamente tutto quello che aveva fatto, il dolore che mi aveva procurato e tutto l’affetto che potevo nutrire per lui spariva, tanto che con tono insolente gli risposi ”Parlare, eh? L’ho già detto alla tua amichetta e compagna di giochi erotici, con voi ho chiuso e quindi non ho nulla di cui parlare con te” ma dove mi era uscito quel coraggio? Compagna di giochi erotici, oh mammina mia…la rabbia si era totalmente impadronita di me, non sapendo che fare me ne andai, non avrei retto molto…Rob non contento, mi seguì, mi prese per la spalla e mi fermò, un brivido mi attraversò la schiena, rendendomi immobile, spalancai gli occhi per il dolore che avvertii all’altezza del petto, mi toccai esattamente in quel punto, strinsi la maglia in segno di resistenza e chiusi gli occhi “Ascoltami anche solo due minuti, per favore!” la sua voce calda mi pervase, ma non mi feci imbambolare, lui mi aveva ingannata ed io non potevo lasciarmi travolgere dai sentimenti che ancora un po’ mi legavano a lui, per fortuna e come sempre Eric mi fu accanto e intervenne nel momento giusto “Rob, lascia stare, è meglio se te ne vai!” “Eric, no. Io devo spiegarle, lei deve sapere…” “Cosa Rob, cosa? Non ti basta, averla ferita in passato, vuoi continuare? Deciditi una buona volta: o sei nella sua vita o sei fuori!!!”.

Eric mi trascinò nel camerino, sentivo il mio corpo ancora intorpidito “Qui sei al sicuro. Come ti senti?” “Non lo so…” mi accarezzò e mi abbracciò, avrei voluto sprofondare in quelle braccia pur di annullare tutto il dolore che stavo provando. Quanto ancora avrei resistito?

Giunta a casa, mi misi sul letto, mi sentivo particolarmente accaldata. “Marghe tutto ok?” “Ah Simo sei tu! Non lo so, non mi sento molto bene” provai ad alzarmi dal letto, ma tutto intorno a me cominciò a girare e crollai di nuovo con la testa sul cuscino “Ehi, ehi piano Marghe. Oddio ma tu scotti! Dobbiamo misurare la febbre!”. Il risultato di tanto stress? 39 di febbre! Ero bloccata a letto, ma quello che più mi dava fastidio era la testa, mi girava, pesava come un macigno e da quello che diceva Simona, la notte farneticavo. Di mio posso dire che non ricordavo assolutamente nulla dei sogni che facevo…tranne uno…

Eric quando poteva rimaneva da me a dormire e proprio in una di queste occasioni accadde l’irreparabile. “Rob, Rob, ti prego aspettami” correvo, correvo, ma non riuscivo a raggiungerlo “Rob, perché fai così? Fermati!!!” ad un certo punto sparì dalla mia vista, lasciando il vuoto attorno a me “Dove sei andato?” scoppiai a piangere “Non andartene, Rob…io…TI AMO!”

Aprii gli occhi e capii che era stato solo un sogno, avevo gli occhi gonfi di lacrime e quando mi voltai e vidi Eric, mi sentii trafiggere il petto da una lama incandescente. Era lì che mi guardava con gli occhi spalancati “E-E-Eric…io…” “Non è possibile…sto sognando vero?” si diede un pizzico “E’ tutto reale…hai realmente pronunciato quelle parole…” “Eric era un sogno…” dissi con un filo di voce, sentivo che la febbre stava salendo ancora “E tu sogni Rob, ti sembra normale? A me no! Lo sapevo, sono stato un illuso! Ma la colpa è la mia, ho creduto davvero che tu lo avessi dimenticato” prese le sue cose, stava per andarsene “No, Eric dove vai?” “Vado via, Marghe. Il mio posto non è accanto a te.” “NOOOOOO!!! Ti prego non andartene, non farlo, per favore…” mi guardò, si avvicinò, mi prese il viso tra le mani e mi baciò…quando le sue labbra si staccarono dalle mie, incrociammo ancora una volta i nostri sguardi “Marghe…non ce l’ho con te, ti amo troppo…ma non posso negare l’evidenza, tu non provi i miei stessi sentimenti…” mi sentii nuovamente trafiggere il petto, ripensai alle parole di Daniela “Rob è il tuo passato, il tuo presente e il tuo futuro…” e il cuore iniziò a battere forte. Abbassai lo sguardo…”Eric…io…non lo so…non capisco più quello che provo. Perché…” alzai la testa e lo fissai “Perché non siamo rimasti in America? Lì saremmo stati felici…” “Almeno lì ti avrei avuta tutta per me e non avrei dovuto dividerti con Robert” cominciai a piangere “Mi dispiace…non avrei dovuto lasciarmi andare con te, ho creduto di amarti, ho creduto che fosse la cosa giusta…” mi coprii il volto con le mani, mi vergognavo per quello che avevo fatto…”Sono imperdonabile, scusami Eric” “Non importa Marghe…” piangeva anche lui “Ora pensa a dormire” mi mise giù e tra le lacrime mi addormentai.

Il mattino seguente quando mi svegliai, sul mio comodino trovai un biglietto

“Marghe, amore della mia vita, ho preferito andare via. È giusto così, spero che questo tempo mi serva per guarire le mie ferite, così da non avere troppo problemi nel rivederti per i prossimi spettacoli. Ti amo…addio…Eric”

Come avevo potuto ferire i sentimenti di Eric? Io che ero stata a mia volta ferita da Rob? Che insensibile! “Perché, perché ho fatto tutto questo…perchèèèèèè?????” Simona corse in camera richiamata dal mio urlo “Marghe che succede?” “Oh Simo…io-io-io sono una brutta persona” “Ma che dici?” “Ma che ho fatto? Che ho fatto?” la mia amica si sedette sul letto accanto a me e ascoltò in silenzio il mio racconto continuamente interrotto dalle mie lacrime “Sapevo che prima o poi sarebbe successo, accidenti!” “In che senso lo sapevi?” “Marghe, nessuno è cieco. Tutti abbiamo visto come guardi Rob, come reagisci alla sua presenza. Inizialmente ho pensato fosse normale, visto quello che avete condiviso, ma quando hai cominciato a nominarlo nei sogni, ho capito che lo amavi ancora” “Oddio, l’ho nominato spesso” “Praticamente sempre” “Oh no. Simo ma come posso amarlo ancora dopo tutto quello che mi ha fatto. Tu non sai tutto…non ti ho raccontato la verità…” “Marghe…io so tutto…” la guardai stupita “So del piano di Rob…me lo ha detto Kirsten. Durante la tua assenza, come ti ho già detto, ho visto spesso sia lei che Rob e siccome lui non mi diceva nulla, ho parlato con lei. Non ho avuto problemi a farla parlare, era stanca di tenersi tutto dentro, ma le avevo giurato che non avrei proferito parola e poi non volevo condizionarti. Dovevi capire quello che sentivi da sola…” “Simo…dovevi dirmelo…” “No, Marghe, no…” mi accarezzò “Ti avrei confuso le idee…come hai reagito quando hai saputo la verità?” “Ero furiosa, accecata dalla rabbia…” “Ecco! Proprio questo volevo evitare…ed ora sei ridotta così!” “Secondo te devo parlare con…Rob?” “Non posso saperlo io…tu cosa vuoi fare?” “Onestamente…non lo so…”
Non sapevo cosa fosse giusto, andare da Rob e confessargli che lo amavo ancora o starmene per conto mio ed evitare ulteriori sofferenze a Eric. Sentivo la testa gonfia come un pallone, fortunatamente la febbre da qualche giorno era passata, ma aveva lasciato spazio ad un pesantore che mi schiacciava il cervello. Per questo decisi di uscire, non sapevo dove andare, così presi la macchina di Simona e cominciai a gironzolare per Londra, non so come e non so perché mi ritrovai a Primorse hill, mi guardai attorno meravigliata, non sapevo come ci fossi arrivata in quel posto. Scesi dall’auto e cominciai a camminare a piedi e la mia mente vagò tra i ricordi…

“Oggi proseguiamo il tour dell’Inghilterra…” sorrise “Questa è Primrose hill”, “Oh mio Dio!!!” esclamai “E’ bellissimo!!!”, sentivo il suo sguardo su di me “Si, da questo posto si ha una vista eccezionale”, mi prese per mano, giocherellò con le mie dita, mentre io fingevo di continuare a guardare il panorama. Resistere era difficile e lo divenne ancora di più quando mi cinse timidamente la mano intorno alla vita e mi abbracciò, avevo il cuore a mille. Poggiai la testa sotto la sua spalla e restai in ascolto del suo respiro. Ci sedemmo all’ombra di un albero, immersi a giocare con le nostre dita, parlammo del più e del meno, mi spiegò come si sentiva ad essere famoso, di come non si rendesse conto di tutto quello che gli era successo, di quanto non era ancora abituato alle urla delle ragazzine e a quel punto le imitò. Risi a crepapelle e pensai a quante volte avrei voluto urlare anche io quando lo vedevo sui giornali o in tv. Alchè lui mi guardò e mi chiese “Anche tu sei una mia fan?”, dovevo aspettarmi una domanda del genere “Si…ti ho apprezzato e conosciuto con Twilight e da allora ho iniziato a cercare tue notizie su Internet e ho scoperto un forum italiano tutto dedicato a te. Mi sei piaciuto immediatamente, indipendentemente dal tuo ruolo nel film. Ho ascoltato e letto tutte le tue interviste e”  “E?” “Beh…ho deciso di partire per Londra…Ho cominciato a frequentare un corso di inglese, ho fatto amicizia, mai avrei pensato nella mia vita di vivere a Londra…e di conoscere te…Ti ho sconvolto?” dissi incertamente, “No, sono solo sorpreso e onorato.” “Io volevo avere la possibilità di conoscerti, non mi interessa che sei un attore, non mi importa che sei famoso, mi interessa come sei realmente, cosa pensi, cosa fai, i tuoi interessi…tutto…e per quello che ho potuto vedere sia attraverso le interviste sia standoti vicino, sei come ti avevo immaginato…un ragazzo semplicemente dolce e timido…”  rimasi zitta, in attesa di una risposta, di un urlo o di un lamento, qualsiasi cosa pur che lui parlasse. Il suo silenzio mi spaventò, non capivo, avevo paura, allora cercai i suoi occhi, li aveva chiusi e aveva inclinato verso dietro la testa poggiandola sul tronco dell’albero, mi misi in ginocchio davanti a lui e lo guardavo perplessa, gli accarezzai il volto con un dito, lui aprì gli occhi serio, allora tirai indietro la mano, abbassai lo sguardo e mi rabbuiai. Ero pronta per alzarmi e andarmene via, volevo solo scappare...”Scusami, avrei dovuto restare zitta e non dirti niente…” piagnucolai, alzai la testa, lui mi prese il volto tra le mani e mi baciò al contrario di ogni mia previsione…”Io amo le persone folli!” e mi mostrò il suo sorriso migliore, quello che amavo tanto e mi sciolsi…
Mi sedetti sotto quello stesso albero, poggiai la testa su quel tronco e mi lasciai andare ad un pianto disperato e liberatorio; dopo poco mi alzai e mi diressi senza forze verso la macchina, la misi in moto e partii a tutta velocità, ora sapevo dove dovevo andare…arrivai dopo una mezz’ora di fronte casa sua, scesi come una furia dalla macchina e bussai al campanello, ma nessuno mi apriva “Rob, sono Marghe. Devo parlarti, ti prego aprimi”, bussai di nuovo…niente…”Forse è da Kirsten…” pensai
“Signorina cerca il signor Pattinson?” mi voltai e vidi la vicina di Rob “Si, Signora, lei sa quando rientrerà?” “Non rientrerà!” “Come non rientrerà?” mi allarmai “Si, ha lasciato la casa in fretta e furia, mi ha ridato le chiavi e mi ha detto che posso venderla. Sta partendo per l’America e rimarrà là” mi sentii morire “E da quando è andato via?” “Da una mezz’ora, più o meno” corsi nuovamente verso l’auto, pronta per una corsa contro il tempo, dovevo raggiungerlo, non potevo permettermi di farlo partire così…

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Capitolo 29
*** Anime in pena ***


Anime in pena

 

Salve cari amici di Efp,

vi chiederete come mai posto oggi? Beh nel pomeriggio parto, vado da una mia amica a Bergamo e quindi nei prossimi giorni non ci sarò.

Comincio con l’augurarvi buone vacanze e divertitevi ^^. Io farò lo stesso, ne ho necessariamente bisogno. Scusatemi se questa volta non vi ringrazio uno per uno, ma ho tremila cosa ancora da sistemare, uff! Grazie a chi ha letto, a chi ha recensito…per me significa tantissimo!!!

Bacio a tutti…

 

Ps: vi posto due punti di vista, un capitolo più lungo, contenti? Spero vi piacciano…queste sono le canzoni da ascoltare, la prima nel punto di vista di Robert e la seconda nel Pov di Marghe e nel successivo pov di Robert: http://www.youtube.com/watch?v=EoMs5DMvD_0    

http://www.youtube.com/watch?v=IIFbRoYkmwE

Robert

“Rob, basta, hai sentito cos’ ha detto Eric? O dentro o fuori! Cosa hai intenzione di fare?” la guardai, ero assente e non risposi “Ah Rob, no, non posso vederti così. Devi reagire, lei è andata avanti e tu? Guardati! Sei un gran pezzo di ragazzo e non puoi buttarti giù così!” “Ma dai Kirs…” fu in quel momento che mi balenò l’idea. O dentro o fuori? Siccome avevo già fatto un danno, avrei continuato per quella strada e decisi che sarei rimasto fuori dalla sua vita…questa volta per sempre. Mi alzai di scatto dalla sedia, presi il cellulare e composi il numero del mio manager “Carl? Senti tu hai qualche lavoro per me in America, anche stupidaggini, per me va bene tutto…mmm…perfetto. Ok allora conferma pure il mio appartamento a Los Angeles, rimarrò lì a lungo” e attaccai…l’avevo fatto davvero, fissai a lungo il mio cellulare incredulo del mio gesto… “Rob, ma che cosa stai combinando?” “Kirs, parto per l’America…per sempre!” “Come per sempre?” “Tornerò qui solo quando sarà strettamente necessario. Lascio questa casa, lascio Londra…lascio lei…” “Ancora una volta”  “E quando hai intenzione di partire o meglio di scappare? Perché è questo che stai facendo per la millesima volta…” “Non ti ci mettere anche tu ora. Comunque partirò tra qualche giorno, giusto il tempo di organizzarmi. Posso chiederti di aiutarmi con le valigie e di non dire nulla di questa mia decisione?” annuì “Ma una cosa te la devo dire: sei un gran fifone! Te lo ripeto: se la ami dovresti riprendertela, costi quel che costi!” “Io la amo…ma lei non ama me e dopo tutto me lo merito. L’ho trattata uno schifo, sono stato infantile e stupido, non avrei mai dovuto lasciarmi influenzare dai giornali, ma è andata così e non possiamo farci niente. Io spero solo che lei possa essere felice…”
Mentre ero nella mia stanza per sistemare le ultime cose, udii Kirsten urlare un fragoroso “Cosaaaaaa?!?”, di corsa scesi le scale e corsi da lei “Che cavolo ti succede, Kirs?!?” mi porse il giornale senza fiatare “Giovani star del musical <>, travolti dal successo, interrompono la loro relazione amorosa. Cosa accadrà ora al tour europeo del musical?” rimasi basito. Si erano lasciati? “Sarà un’invenzione della stampa!” dissi riconsegnandole il giornale “No, non credo Rob. Questo giornale è molto attendibile, credimi. Sei davvero sicuro di voler partire? Ora hai campo libero, potresti…” “No! Ormai è deciso e poi scusa, con che faccia mi presento da lei e le dico che l’amo. Sai come sta soffrendo per la rottura con Eric, se ama lui, non si metterebbe mai con me, ragiona, cavoli!” “Ma tu sei proprio convinto che lei lo ami? Tu non l’hai vista quando le ho detto la verità, quanto era strana quando la sua amica le ha detto quelle cose su di te. Per me lei è combattuta…non sa che fare, io sono convinta che ti ami e che non ha mai smesso di provare qualcosa per te. Voi siete fatti per stare insieme, siete perfetti l’uno per l’altra e quando te ne renderai conto, sarà troppo tardi e non potrai tornare più indietro. So di essere ripetitiva, ma sto cercando di farti cambiare idea, ripensaci finché sei in tempo!” mi sentii travolgere dalla verità di quelle parole. Non sapendo che dire, voltai le spalle a Kirs e tornai nella mia stanza, lontano dalle sue parole e dai miei dubbi…

 

“È difficile tenerti ancora qui
Sei un fardello troppo grande da portare
E io giuro che non posso farne a meno
Il mio cuore ora no, non ce la fa
E non dico che hai sbagliato in qualche cosa
Perché tu mi hai dato tutto quel che hai
E già so che piangerai, che piangerò
Ma che poi ti cercherò ovunque andrai
E non stringermi così
Chiudi gli occhi e pensaci
Io non voglio farlo per poi perderti.
Sparirò, contaci
Non saprai più dove sono
E capirai che con me
Non potevi andar lontano
E saprai dar di più
Trova un uomo che sia buono
E che ti ami più di me
Anche se io credo sia impossibile.
È difficile tenerti ancora qui
Sei un tesoro che non posso governare
E sai di donna, sai d’amore, sai di mare
Tutto quello a cui non posso rinunciare
Ora devi andare via
Dì che è tutta colpa mia
Ma dì al mondo che ti ho amata alla follia.
Sparirò, contaci
Non saprai più dove sono
E capirai che con me
Non potevi andar lontano
E saprai dar di più,
Trova un uomo che sia buono
E che ti ami più di me
Anche se io credo sia
Anche se io credo sia
Anche se io credo sia impossibile.
Perché è impossibile.”

 

Marghe

Corsi come una forsennata su quella maledettissima strada che mi divideva dall’amore della mia vita, il traffico era insistente e mi bloccò per qualche minuto. Presi qualche scorciatoia, infransi norme del codice stradale, ma in quel momento non me ne importava, dovevo correre da lui, impedirgli di compiere quel folle gesto.

Giunta a destinazione, parcheggiai l’auto in seconda fila, la chiave non voleva entrare nella serratura, la mano mi tremava…anche quella stupidissima chiave ci si metteva, ma la macchina non era mia e non potevo rischiare di farmela rubare. Chiusi e mi precipitai nell’aeroporto; non so per quanto tempo corsi, quante persone evitai, sentivo solo il rumore dei miei passi e i battiti accelerati del mio cuore “Rob, amore mio, sto arrivando…aspettami…”

In lontananza vidi un aereo decollare, qualcosa dentro di me, mi diceva che era il suo, ma continuai a correre fino quando non sentii l’annuncio dell’hostess “L’aereo K5138 per Los Angeles è appena decollato. Si pregano i signori viaggiatori del volo L4567 di prepararsi per il check in…” il silenzio…il vuoto…dentro di me…

Arrivai troppo tardi all’aeroporto, lui era già partito, sentii il mio cuore spezzarsi in mille pezzi. Non ero riuscita a dirgli che l’amavo ancora e che volevo stare con lui per sempre. Avevo l’affanno, ma ebbi la forza per gridare:” Rob noooooo, non te ne andareeeeeeeeeeeee…io ti amooooooooooo!!!!!!!!!” crollai sulle mie ginocchia e mi ritrovai per terra; questa volta lo avevo perso per sempre, non sarebbe più tornato…aveva deciso per entrambi, senza chiedersi quello che io provavo…non era giusto…

“Marghe…” ero in lacrime “Kirs…sono arrivata tardi…troppo tardi…perché? Perché è partito senza aspettarmi? Perché mi ha tenuto nascosto tutto? Perché lo ha fatto? Io-io-io…lo amo, cavolo, lo amo…” “Mi dispiace…scusami, avrei dovuto dirti tutta la verità appena sei tornata a Londra, ma lui non voleva…sono stata una stupida e spero che potrai perdonarmi” “Non importa Kirs…ormai…è tardi…” l’abbracciai fortissimo e piansi con tutte le forze che avevo in corpo. L’avrei più rivisto?

Trascorsero i giorni, le settimane, i mesi, ma non riuscivo a farmene una ragione…io e Eric ormai avevamo interrotto ogni tipo di rapporto, sapevo che stava soffrendo per colpa mia e ci stavo male, ma infondo io ci avevo creduto davvero in noi, avevo sperato che potesse essere la scelta migliore e invece mi ero sbagliata…nonostante lui mi amasse davvero, non era riuscito a farmi dimenticare Rob…noi eravamo una sola cosa e né il tempo né la lontananza ci avrebbe separato…lo sapevo, lo sentivo, lo speravo

“Marghe…” disse Simona entrando nella mia stanza, io ero seduta per terra e guardavo l’album di foto “Non continuare a torturati…” si sedette accanto a me, senza rivolgerle lo sguardo le dissi “Guarda! Qui eravamo a Edimburgo, ricordi quella gita?” “Si, ci divertimmo proprio tanto. Quando tu e…ehm Eric cantaste fu un momento emozionante e poi tutto quel verde…” si fermò “Scusa…” No, Simo, non devi scusarti di nulla…sono i miei stessi ricordi…quelli sono i momenti che ricordo con maggior piacere…eravamo tutti un gruppo, ci divertivamo ed io…” alzai gli occhi e fissai la mia amica “beh io coltivavo dentro di me un fiore...un fiore a cui mancava la sostanza principale per sbocciare: l’aria! La mia aria…quella che ho iniziato a respirare quel sabato sera di due anni fa…io e il mio fiore abbiamo preso vita nell’attimo esatto in cui, Rob mi ha baciata, stravolgendo per sempre la mia esistenza! Io tutto questo non lo posso dimenticare…non voglio…spero che mi capiate…e mi perdoniate…” “Marghe…”mi abbracciò “…io ti capisco…e forse sono folle a dirti una cosa del genere, ma se è vero, come dice Kirs, che lui ama te, va da lui!” la guardai “Si, va da lui in America e digli quello che senti…se non ci provi, non saprai mai lui come potrebbe reagire. Se non lo fai, potresti pentirtene per sempre!” “Non lo so…e se non mi volesse più? Io ne morirei…” “Ma non puoi continuare a stare così, appesa al filo delle speranze e delle probabilità…pensaci Marghe!”

Le parole di Simona risuonarono come tuoni nella mia testa, mi opprimevano, aveva ragione, ma io non volevo rimanerci ancora male…non volevo partire, non mi sentivo pronta…uscii, dovevo prendere una boccata d’aria, mi sentivo soffocare.

Camminai a lungo quel giorno, senza rendermene conto giunsi sulle rive del Tamigi…passeggiai lungo quelle rive, fino a che non fece buio, la mia attenzione fu attirata dal battello che tutte le sere percorreva quel fiume…quello stesso battello, dove Rob mi portò a cena…mi incantai a guardarlo, le sue luci sembravano più brillanti di allora, mi abbagliarono…

<<“E’ perfetto…ogni cosa è perfetta…spero solo che non sia un sogno...” sospirai senza rendermi conto che avevo pensato ad alta voce, Robert mi strinse più forte, poi mi girò verso di lui, mi accarezzò i capelli “Non è un sogno...” “Tu ed io...se non è un sogno questo...” risposi sorridendo, mi alzai sulle punte e gli sfiorai le labbra con le mie, poi poggiai la mia testa sul suo petto e mi misi in ascolto del suo cuore. Robert poggiò il suo mento sulla mia testa “Si, noi siamo qui INSIEME…“ ”Insieme…” replicai io, attraversata dal brivido di piacere che quella parola mi procurava “…tu sei il mio sogno, il mio tutto, ti può sembrare sciocco, frettoloso, ma è quello che sento. Ho desiderato questo momento dal primo momento che ti ho visto ed ora che è vero, mi sembra impossibile che stia accadendo a me. IO TI AMO E…NON NE POSSO FARE A MENO...non avere paura delle mie parole, non mi aspetto nulla da te, voglio solo avere la possibilità di starti vicino fino a quando tu vorrai...”. Dissi quelle parole tutte di un fiato, doveva sapere la verità, ero troppo coinvolta e la sua reazione avrebbe dato una risposta ai miei dubbi. “Ecco: gliel’ho detto…gli ho detto che lo amo…sono folle…si…sono folle…perché…perché lo amo follemente, con tutta me stessa…” “Margherita…” disse interrompendo il fluire dei pensieri “…io non ho paura dei tuoi sentimenti, come devo fartelo capire? Quello che tu senti ci accomuna più di quanto immagini: mi sei piaciuta subito per la tua spontaneità, la tua timidezza, nessuno mi ha mai colpito come hai fatto tu…” mi strinse di più a se poi continuò “…TI AMO…” alzai la testa di scatto e lo fissai “...E NON NE POSSO FARE A MENO...”, sorrisi istintivamente, gli saltai al collo e lo baciai più forte che potevo.>>

Piansi a quel ricordo…mi sembrava ancora di sentirlo pronunciare quel “Ti Amo”, sembrava ieri e invece erano passati due anni…i due anni più lunghi e sofferti di tutta la mia vita. Ne era passata di acqua sotto i ponti, ma per me le cose non erano cambiate, mi sentivo esattamente come allora, provavo le stesse cose…il tutto con un pizzico di sofferenza in più e la consapevolezza che Rob non sarebbe più stato mio…l’America lo aveva chiamato a sé chissà per quanto tempo…e lui probabilmente in quel tempo avrebbe cancellato tutto, dimenticandosi definitivamente di me…un taglio netto…

Mi sedetti sulla riva e iniziai a scrivere sul mio diario…

Scrivo sul quaderno è
Tutto tempo perso e tu
Che sei aldilà del mare ed
Io non ho che te qui dentro l'anima


Disfo le valigie e
Chiamo le mie amiche e poi
Ho ancora da studiare ed
Io che cerco te in quelle pagine…”


“E mi ritrovo ancora qui, bloccata dai miei ricordi…ricordi che mi portano a te…mio unico grande amore…ora sei lontano, immerso nel tuo lavoro, fisicamente e mentalmente distante da me. Riuscirò mai a far abituare il mio cuore all’idea che te ne sei andato? È stato facile convincere gli altri che ti avevo dimenticato, ma il mio cuore no, non ne ha voluto proprio sapere e ora eccomi qui, a scriverti questa lettera…l’ennesima. Scusami se non ho capito prima quello che avevi fatto, scusami se non sono riuscita a fermarti, scusami se ho avuto paura dei miei sentimenti…scusami per questo amore pazzo che provo…ci ho provato, ma non riesco a farne a meno: sei l’unica ragione che mi ha spinta a diventare quella che sono……io senza te, che vita è?!?”  Non ti dimenticare mai di me, qualsiasi cosa succeda, io ti porterò dentro di me per tutta la vita, perché ti amerò per sempre…for ever…
Lessi la lettera, poi strappai la pagina, la feci in mille pezzi e lasciai che il vento la portasse via con sé avvolgendo anche me in quella brezza leggera…

“…da domani tutto
Come sempre tornerà
La gente il traffico in città
Non voglio amare più così

Come vorrei odiarti…

Farti anche del mare ma
Vorrei soltanto averti qui con me
Non voglio amare più così

Io senza te che vita è”

Robert

Se le avessi detto che partivo, sarebbe venuta a salutarmi?
Fu la domanda che mi tormentò per tutto il viaggio in aereo; avrei voluto vederla ancora una volta per portare con me l’immagine del suo volto...
Forse avrei dovuto dirle che l’amavo, sarei dovuto andare da lei a raccontarle la verità, sono stato uno sciocco…probabilmente mi avrebbe sbattuto la porta in faccia, ma ci dovevo provare, cavoli! Il fatto che Marghe e Eric si siano lasciati non significa che lei mi ami…forse non andavano più d’accordo e magari lei ci sta anche male…ma a chi voglio ingannare? Io sono felice che non stiano più insieme, ma soffro all’idea che Marghe possa stare male, vorrei solo vederla felice…io la dovrei rendere felice e invece sono qui su questo maledetto aereo che ancora una volta mi sta portando lontano da lei…”stai scappando per l’ennesima volta!!! ”…ma perché sono così fifone? “Perché hai paura dei tuoi sentimenti” Perché non ho il coraggio di tornare indietro? “Ma che razza di uomo sei!!!” Maledetto super-io, ma ti vuoi stare zitto? È già difficile così, poi ti ci metti anche tu a rendere la situazione ancor più complicata…
“Robert bentornato!” il mio manager mi stava aspettando “Ciao Carl” risposi senza la minima emozione “Che entusiasmo! Ma che hai, sembra che tu abbia visto un fantasma?” “Probabile…” e mi trascinò via. In auto mi parlò di tutti i progetti che aveva in mente, ma io non gli diedi la benché minima attenzione, ero con la testa altrove…lavorare però era l’unico modo che avevo per provare ad andare avanti, senza pensare a lei…
I giorni trascorrevano veloci tra un set e un altro, contratti, amici, uscite varie, ubriacate in compagnia…eh già…almeno non pensavo…fondevo il mio cervello con la birra, impedendogli di formulare pensieri logici…
Una sera ero solo, nessuno era disposto ad uscire, allora decisi di andare a fare un giro per la città. Mi infilai nel primo pub che trovai sul mio cammino, acquistai una birra ed uscii da lì, non mi andava di starmene seduto, quella sera volevo camminare…
Los Angeles di sera, era più caotica che mai…gente che andava, gente che veniva…meglio così, la confusione mi aiutava a distrarmi…
Ma sembrava proprio che quella sera non ci fosse verso di dirigere i pensieri altrove…inevitabilmente sbattevo sempre là…Marghe…avrei voluto telefonarle, ma cosa avrebbe pensato? Non potevo entrare ed uscire in continuazione dalla sua vita, condividevo a pieno le parole che Eric mi disse quel giorno a teatro…
Ad un certo punto mi fermai, alzai gli occhi al cielo e fissai le stelle: erano stupende…con la fantasia megagalattica di cui ero dotato disegnai il suo volto e ne rimasi incantato…Dio quanto l’amavo! Quanto desideravo averla qui con me e smetterla di ubriacarmi e trovarmi delle donne per passare il tempo…donne che non mi interessano minimamente e che mi tormentano…volevo lei…solo lei

Ogni sera esco e
Tu sei li che guardi me
Da quella foto al mare ed
Io ti chiuderei in una scatola

Mi ha telefonato
Quella che non molla mai
Ma
se l'amassi forse
Io potrei con lei dimenticare te


Poi delle vacanze
Quanto se ne parlerà
Storie leggere dell'età
Non voglio amare più così

Voglio anche scherzare
Non drammatizzare ma
Più parlo e più ti vedo qui con me
Non voglio amare più così

Io senza te che vita è

Non voglio amare più così

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Capitolo 30
*** In volo verso il cuore ***


In volo verso il cuore

Salve a tutti,

eccomi tornata.

Scusate se la settimana scorso non ho postato, ma ho avuto molte cose da fare e ho pensato che voi eravate in vacanza e ho preferito non andare avanti con la storia.

 

Dod: ritrovare il tuo commento è stata la cosa più bella dell’esser tornata da Gardaland! Sai che per me, la tua opinione conta molto…spero non mi abbandonerai di nuovo e che leggerai i prossimi capitolo…ormai tra breve la fan fiction finirà…Tvb

 

Giulls: che gioia! Anche tu hai lasciato il segno del tuo passaggio…! E come da te richiesto, posto…anche se ora sei lontana e non potrai leggere…Tvb

 

Come sempre vi lascio una canzone da ascoltare quando richiesto: http://www.youtube.com/watch?v=Bc_TEvDLBp0

Marghe

Fissavo il cielo, incantata dalla magia di quella sera, non riuscivo a muovermi, non volevo andarmene via da lì, quel cielo mi faceva sentire più vicina a Rob, infondo era lo stesso in tutto il mondo e sperai che anche lui lo stesse ammirando. Affidai ad una stella cadente il mio desiderio e mi diressi verso casa.
Il risveglio, ancora una volta, fu duro, stavo rivivendo la fase di apatia, questa volta, però, era più acuta del solito. A rovinare quella giornata fu anche la visita inaspettata di Eric. Bussò al campanello e Simo gli aprii, io non capii nulla, ero ancora mezza assonnata, udii solo le urla di Simona provenire dalla cucina “Eric lascia stare! A che serve, va via!” e poi dei passi correre su per le scale, la porta della mia stanca spalancarsi e Eric col fiatone che mi guardava “E-Eric, che ci fai qua?” “Sono venuto a riprendermi ciò che è mio!” “Tuo?” “Tu!” non ebbi il tempo di razionalizzare che mi aveva già preso in braccio e mi portò via. Mi dimenavo, ma non riuscii a mollare la presa, mi lasciò stare solo quando arrivammo in macchina.
“Eric, ma che cavolo stai facendo?” “Ti porto con me!” “Ma dove?” “Mi manchi Marghe, ho voglia di te, sempre…” arrivati a casa sua, con la forza mi costrinse a salire le scale e mi getto sul suo letto “Smettila, smettila ti prego” piangevo “No, noooo” sembrava un pazzo, non lo riconoscevo più, era accecato dalla rabbia e puzzava d’alcool “Mi spiace Eric, mi spiace…è tutta colpa mia” “Sta zitta!!!” le sue mani si muovevano come saette su di me, mi tolse la maglia i pantaloni e mi lasciò in intimo…si fermò, mi osservò, rise e mi guardò dritto negli occhi “Tu sei mia!!!” e si gettò addosso a me.
Mi fece provare un gran dolore, tanto che svenni…mi risvegliai solo quando udii la voce di Simona chiamarmi disperatamente “Marghe, Marghe, svegliati!!! Che ti ha fatto, madò che ti ha fatto?” “Simo…” “Oh mamma, sei viva. Ho avuto paura, per fortuna io e Edward siamo arrivati in tempo!” voltai lo sguardo dall’altra parte e vidi Edward che medicava Eric “Ma che è successo?” “Eric era sopra di te…pronto a-a-a…violentarti e noi siamo entrati in stanza, Edward si è fiondato su di lui e hanno iniziato a lottare, fino a quando Ed gli ha suonato un pugno in pieno viso”. Mi sentivo in colpa, ero stata io con il mio infantile comportamento a creare quella situazione. Mi alzai piano, Simona mi aiutò a vestirmi, poi mi avvicinai a Eric, lui mi guardò “Scusa Marghe…io-io-io non volevo, non so cosa mi sia preso…” mi inginocchiai ai suoi piedi, lui si chinò e lo abbracciai “No, devi scusarmi tu. Non avevo alcun diritto di ferirti così” “Io ho sbagliato, sapevo perfettamente che tu amavi Rob, ma ho avuto la presunzione di credere che io fossi migliore di lui. Dovevo raccontarti  la verità appena l’ho saputa”
“Quale verità?” “Ricordi quando siamo tornati a Londra e io mi sono visto con Rob?” “Si…” “Beh, lui quel giorno mi raccontò tutta la verità. Quando vi siete lasciati, lui ha elaborato un piano per allontanarti e…” “Eric…io so tutto…” “Come sai tutto? E quando…?” “Kirsten…me lo ha detto quando ci siamo incontrate al parco…è stata quella confessione ad innescare tutto…la mia rabbia altro non era che il mio amore disperato che tornava a galla e voleva vendicarsi per il torto subito…non ho mai voluto ammetterlo, ho lasciato che la mia razionalità opprimesse i miei sentimenti e li nascondesse. Sono stata folle, ma ormai è tardi…” Eric mi afferrò per le spalle e mi scosse, Ed preoccupato stava per intervenire, ma si fermò quando capì le buone intenzioni di Eric “Marghe! Sveglia! Vuoi davvero che lui rimanga in America per sempre?” alzai la testa e lo guardai basita “Ma tu come sai…?” “Io so quello che devo sapere. Che aspetti ad andare da lui?” “Ma tu…?” “Si, sono stato il tuo ragazzo, ma prima di questo ero tuo amico e ti ho sempre detto quello che pensavo e lo sto facendo anche adesso…Marghe, fa la valigia e corri da lui!” lo fissai, lui mi sorrise, alchè mi alzai, guardai Simo, non ci fu bisogno di parlare “Ti aiuto a preparare la valigia!” e andammo via di corsa.
“Fai buon viaggio e stai attenta, mi raccomando. Marghe…ti voglio bene “ “Simo…io…non so come ringraziarti…” “ Non devi…ora vai o perderai l’aereo” corsi via, lasciandomi, ancora una volta, Londra alle spalle pronta ad abbracciare il mio futuro…qualunque esso fosse stato…

Io guiderò per questa notte ed altre notti ancora, mentre intorno si scolora il cielo e tutto porta in su, e disferò le mie valigie e non avrò paura delle frasi che non ho finito e che non dirò mai più, perchè sto cercandoti, perchè voglio spingermi dove non riesci a immaginare neanche tu…
Io lo vivrò con te, questo perduto amore, io lo racconterò, tu lo racconterai. Io la vivrò con te, questa perduta vita e ricomincerei solo se fossi tu a non lasciarmi andare via.
Ho fatto del mio meglio per non essere mai solo, anche quando tra le luci non vedevo la realtà e quante volte anch'io sono precipitato in volo e non è mai stata facile la quotidianità: ma io sto cercandoti per venire a prenderti, per trascinarti dove non sei stata mai …Io lo vivrò con te…Io lo vivrò con te...”

Giunsi a Los Angeles e con un taxi arrivai al mio albergo; andai in camera, giusto il tempo di posare la valigia, cambiarmi e uscire, non potevo perdere tempo, dovevo cercare Rob. Per prima cosa andai all’agenzia che lo rappresentava e chiesi di Carl, il suo manager.
“Signorina, mi scusi, dovrei parlare con il Signor Carl Rogers” “Ha un appuntamento?” “No, ma è piuttosto urgente” “Non so se il Signor Rogers può riceverla” “La prego…sono Margherita De Gregorio, protagonista del musical <>, vedrà che se gli dirà così, non avrà problemi nell’incontrarmi” “Aspetti...Signor Rogers? C’è una certa Signorina De Gregorio che La desidera…ok…Signorina, il Signor Rogers sta scendendo, può aspettare qui.” Mi accomodai su uno dei divanetti dell’atrio e dopo qualche minuto vidi Carl, mi alzai e gli andai incontro “Signorina Margherita, che ci fa qua?” “Signor Carl…ho urgente bisogno di parlare con Robert, mi dica dov’è la prego!” mi guardò perplesso “Io non so se posso…” “La prego, è davvero importante, io…devo vederlo!” incrociai le mani in segno di preghiera, lui ci pensò un po’ su “E va bene, ma io non so nulla e non voglio sapere nulla di quello che combinate. Alloggia in un appartamento a mezz’ora da qui. Esca di qui, proceda a destra lungo la Mouse Avenue, al primo incrocio giri a sinistra e percorra per qualche metro la Prisma Avenue, appena noterà una palazzo blu elettrico si fermi, entri e salga al terzo piano, bussi al portone che porta il mio nome, lo troverà là” sorrisi “Grazie, grazie, grazie” “Si, figuri. Vada ora, prima che me ne penta!” corsi fuori e seguii la strada che mi aveva indicato, sentivo l’ansia che montava piano dentro di me. Mezz’ora esatta di cammino e giunsi di fronte a quel palazzo blu elettrico e il cuore si fermò, attraversai e salii le scale a due a due ed eccomi in un batter d’occhio davanti alla sua porta. Presi fiato e suonai il campanello, avevo le gambe che tremavano, lo stomaco in subbuglio e la bocca secca…sarei riuscita a parlare? Dopo qualche secondo, la porta si aprì, ma con mia amara sorpresa, dinanzi a me apparve una donna sulla sessantina, probabilmente la donna delle pulizie “Chi è lei?” “Buongiorno Signora, mi chiamo Margherita. Mi manda il Signor Rogers, dovrei parlare con Robert…Robert Pattinson”, la Signora mi guardò con sospetto, poi probabilmente colpita dal mio volto disperato, si rilassò e il viso le si illuminò come avesse ricordato qualcosa “Bella Signorina, il Signor Pattinson non è in casa. È uscito una mezz’ora fa, ma non so dirle dov’è andato, mi spiace” la delusione si impossessò di me, ero sul punto di piangere “Signorina aspetti!” la donna delle pulizie scomparve dalla mia vista per tornare poi tre secondi dopo con in mano una cornice “E’ lei la ragazza della foto?” mi porse il quadretto, io guardai la foto e il mio viso triste d’un tratto s’illuminò di un sorriso stratosferico “Oh si, sono io. È la foto fatta a Volterra. Dove la teneva, Signora?” “Sul comodino accanto al letto. A volte mi capita che la trovo abbassata, come se in un momento di disperazione il Signor Pattinson volesse dimenticarla e nasconderla alla sua vista, ma è sempre lì. Non l’ha mai tolta, l’ha messa da quando è arrivato qui” commossa riguardai la foto “Questo vuol dire che non mi ha dimenticata…” sospirai “Oh Signorina, credo proprio di no, ma ora si sbrighi, non perda tempo, corra a cercarlo!” “Ha ragione” le ridiedi la cornice “Grazie Signora. È stata gentilissima” “Per due ragazzi innamorati, sono disposta a fare questo ed altro. Magari avessi io l’età per amare come voi, siete due bei giovani e siete perfetti insieme. Corra Signorina, corra da lui. Spero di poterla rivedere presto”.
Corsi giù per le scale come una forsennata, forte della speranza, ormai certezza, che lui mi amasse ancora, giunta in strada mi bloccai: da che parte dovevo andare? Come lo avrei trovato in una città così grande? Mi guardai attorno smarrita…

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Capitolo 31
*** Il regalo più grande ***


Il regalo più grande

Salve a tutti,

buon sabato e buon fine settimana cari amici di efp.
Sono stra felice che sia giunto questo giorno, avevo proprio voglia di dormire un po’, è stata una settimana stressante e in cui ho perso parecchio sonno.
E anche l’estate sta volgendo al termine. Molti di voi saranno dispiaciuti, anche perché dovranno tornare tra i banchi di scuola. Io, invece, sono contenta. Lo so, ora mi lincerete…abbiate pietà di me :).
Ora passo ai ringraziamenti. So che qualcuno non vedeva l’ora di leggere questo capitolo…

 

Xx_scrittrice88_xX: mi spiace che la tua scorsa recensione non sia stata pubblicata, mi sarebbe piaciuto sapere cosa ne pensavi di quel capitolo. Passando al precedente, beh ovviamente farlo trovare a casa, sarebbe stato troppo semplice, ma io amo complicarmi la vita. Mi auguro che questo chappy possa essere di tuo gradimento. Baci

 

Lithium80: eccoti il capitolo. Fammi sapere se ti piace, son sempre felice di ricevere delle opinioni sincere.

Giulls: siamo giunti ai capitoli che non hai letto sul forum. Ti invito a dirmi cosa pensi, ci tengo molto a questi ultimi passi della storia. Tvb

 

Come sempre vi lascio una canzone e devo ringraziare l’autore, perché da quando l’ho sentita la prima volta che mi ha ispirato questo capitolo. Ce l’avevo in testa da mesi.

Alla prossima settimana…baci.

Decisi di proseguire a sinistra, il lato del cuore, corsi a lungo, guardandomi attentamente attorno, ma dove cavolo poteva essere andato? Per la fretta avevo dimenticato il cellulare in valigia, accidenti a me!!! Girovagai per ore, senza trovarlo, non sapevo più dove andare; ormai si era fatto buio, avevo pensato di tornare al suo appartamento e aspettarlo lì, ma non sapevo più orientarmi. Ero distrutta, fui attirata dall’odore della salsedine, dovevo trovarmi vicino al mare, alzai gli occhi e vidi un enorme cartello “Baia di Santa Monica”. Volevo camminare sulla sabbia, presi il mio ipod dalla tasca, non mancava mai il mio fedele compagno e mi misi ad ascoltare la musica, mentre passeggiavo sulla stradina che dava sulla spiaggia. A farmi compagnia la canzone di Tiziano Ferro, di qualche anno prima, “Il regalo più grande”, quanto l’adoravo Voglio farti un regalo, qualcosa di dolce, qualcosa di raro. Non un comune regalo di quelli che hai perso o mai aperto, o lasciato in treno, o mai accettato. Di quelli che apri e poi piangi, che sei contenta e non fingi. In questo giorno di metà settembre ti dedicherò il regalo mio più grande…” il mio regalo più grande? L’amore che avrei voluto donare senza condizioni a Rob, lo desideravo molto più di quanto desiderassi l’aria, il cibo e l’acqua per nutrirmi “Vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché di notte chi la guarda possa pensare a te, per ricordarti che il mio amore è importante, che non importa ciò che dice la gente perché. Tu mi hai protetto con la tua gelosia che anche molto stanco il tuo sorriso non andava via. Devo partire però se ho nel cuore la tua presenza è sempre arrivo e mai partenza… camminavo sulla sabbia a piedi nudi e pensavo a come fare per tornare al suo appartamento, potevo prendermi un taxi e farmi portare alla Prisma Avenue, non ci avrei messo molto a trovare quel palazzo dal colore sgargiante. D’un tratto alzai gli occhi e vidi una figura umana maschile camminare qualche metro dinanzi a me, sembrava che lo conoscessi, quei capelli, quel buffo portamento…misi meglio a fuoco e…”Cavoli!!! È…è…”, la musica mi era complice, in un modo che non so spiegare, iniziai a cantare “…e se arrivasse ora la fine che sia in un burrone, non per volermi odiare, solo per voler volare. E se ti nega tutto quest’estrema agonia, e se ti nega anche la vita respira la mia. E stavo attento a non amare prima di incontrarti e confondevo la mia vita con quella degli altri. Non voglio farmi più del male adesso, Amore…Amore…”  cantai così forte che lui si girò e mi confermò la sua identità: Rob…spalancò gli occhi, io lasciai le scarpe e corsi da lui che era rimasto fermo, mi avvicinai e gli cantai un altro pezzo “…vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché di notte chi la guarda possa pensare a te, per ricordarti che il mio amore è importante, che non importa ciò che dice la gente e poi…” ci guardammo, ci avvicinammo ancora, io mi alzai sulle punte e in men che non si dica ci ritrovammo occhi dentro occhi, fronte contro fronte, come se il tempo per noi non fosse mai passato…continuai a cantare “…Amore dato, amore preso, amore mai reso. Amore grande come il tempo che non si è arreso. Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte. Sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu…Il regalo mio più grande…  parole più vere non ce n’erano in quel momento…finito di cantare, Rob mi avvolse con le sue mani e mi strinse, io strinsi lui e ci baciammo...il bacio più dolce che avessi mai ricevuto…Non ci eravamo mossi da lì, non dicemmo una parola…lasciammo che a parlare fossero i nostri corpi avvinghiati l’uno alla altra avvolti dall’amore che provavamo l’uno per l’altra e che nessuno avrebbe più potuto ostacolare…
Restammo stesi sulla sabbia per un po’, ero stretta a lui, poggiata con la testa sul suo petto caldo, ci accompagnava solo il rumore dei nostri cuori e del mare che faceva l’amore con la battigia…io ripensavo a tutto quello che era successo, a come fosse strana la vita…mi aveva regalato una persona splendida come Rob, poi me l’aveva portata via e ora? Era di nuovo vicino a me a rendermi la persona più felice del mondo. Gli avevo detto che era il mio regalo più grande, che non me ne importava del giudizio della gente, volevo solo ed esclusivamente lui…
“Ho desiderato tanto vivere questo momento” le sue parole interruppero il silenzio “Anche io…” “Marghe…” “Si?” “Tu devi perdonarmi, io…” alzai la testa di scatto e gli tappai la bocca con la mano “No, Rob, no! Niente scuse, so che se hai agito in determinati modi era per aiutare me e te ne sarò sempre grata, ma ora siamo qui, io e te, di nuovo insieme e non voglio che i sensi di colpa e le scuse rovinino l’atmosfera che si è creata!” mi guardò, sorrise, mi accarezzò il volto “La tua saggezza mi è mancata, sai?” “Solo quella?” chiesi ironica e maliziosa, lui alzò lentamente la testa e si avvicinò al mio volto “No, sciocchina. Mi sei mancata come l’aria, senza di te, ho vissuto le pene dell’inferno…” “Oh Rob. Direi che abbiamo aspettato anche troppo per ritrovarci, non credi?” “Si, ma ora abbiamo tutto il tempo per recuperare. Comincio col portarti al mio appartamento, cena e…” “E dormiamo, perché sono distrutta” risi “Vedremo…” “Prima di andare da te, dovrei passare in albergo a disdire la stanza e a prendere i bagagli” “Ok, su andiamo!” mi porse la mano e mi aiutò ad alzarmi.

Ci prendemmo per mano e passeggiamo ancora sulla spiaggia “Rob, posso farti una domanda?” “Certo…” “Ti aspettavi che venissi qui?” “Diciamo che lo speravo. Non ero sicuro che tu mi amassi ancora…ero convinto che tu amassi Eric…” “Eric…” sospirai “l’ho fatto soffrire e non me lo perdonerò mai, ma non ci crederai, è stato proprio lui a spingermi a partire, io non volevo, avevo paura…” “Eric è sempre stato un ragazzo molto posato e saggio…un po’ come te, per questo vi vedevo bene insieme” mi fermai, lo guardai torva “Aspetta! C’è un ma…” “E sentiamo questo <>…” si girò verso di me, mi strinse per i fianchi e sussurrò quasi vicino alle mie labbra “Ma tu sei mia!” il suo profumo mi inebriò e la sua bocca si poggio delicatamente sulla mia…sentii il cuore accelerare e le mani sudare.

Dopo esser andati all’albergo e aver recuperato i miei bagagli, ci dirigemmo verso il suo appartamento in taxi. Durante il tragitto, Simona mi telefonò, non ebbi neanche il tempo di dire “Pronto?” che fui aggredita dalle urla della mia amica “Ma che cavolo di fine hai fatto? Sono ore che provo a telefonarti e il tuo cellulare risulta sempre spento.” “Ehm, Simona scusa. Appena arrivata in albergo, mi sono cambiata e sono uscita, dimenticando il cellulare in stanza” “Immagino che tu sia corsa a cercare Rob” “Si, sono andata da Carl e poi al suo appartamento” “Ah…e mi spieghi fino a quest’ora dove sei stata?” “A cercare Rob!” e lo guardai “Scusa, ma non sei stata a casa sua?” “Si, ma non c’era” ora anche lui guardava me “E ora dove sei? In albergo?” “No, sono in taxi e sto andando all’appartamento di Rob!” ci sorridemmo “Non capisco, non ci sei stata oggi?” “Si…ma ora ci sto andando con…lui!!!” ci fu un momento di silenzio, poi un urlo “Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa…sei con Rob!!! L’hai trovato? Che vi siete detti? Mi devi raccontare tutto!!!” risi “Ah la solita impicciona, curiosona…eheh…come ti ho detto, sono stata da lui, ma non c’era, alchè sono andata a cercarlo, quando stavo per rassegnarmi l’ho incontrato e…ora siamo insieme” fissai i suoi meravigliosi occhi e mi persi “Benissimo…ma avete parlato?” “Ehm, direi che hanno parlato meglio le nostre labbra appiccicate le une alle altre” ridendo Rob mi strinse più a sé “Oddio! Sono troppo felice per te” la sentii singhiozzare “Simo, che hai?” “No, niente sono contenta e poi debbo dirti una cosa…” “Parla, però, non mi far preoccupare” “Beh, ho confessato ad Edward i miei sentimenti” “Wow…e lui?” non mi rispondeva, mi allarmai “Simo, parla per favore!” “Marghe…lui…ricambia!!!” “Evviva!!! Lo sapevo, lo sapevo, ne ero certa. Questo è un giorno memorabile e appena torno dobbiamo festeggiare.” “Puoi giurarci…ti aspetto…anzi vi aspettiamo…salutaci Rob…e mi raccomando, fa la brava nel suo appartamento…” “Cosa vorresti insinuare?!? Non capisco” “Se, se…ci sentiamo appena puoi, ok?” “Ok…”

Arrivati all’appartamento, rimasi sbalordita per la bellezza di quelle stanza, tutte arredate con semplicità e con un gusto squisito per i piccoli particolari; c’erano una cucina con sala da pranzo, due stanza da letto e un bagno. Rob mi accompagnò nella sua stanza, trascinando la mia pesante valigia; entrai cauta, come temessi qualcosa, la prima cosa che vidi fu la nostra foto sul comodino, proprio come mi aveva detto la signora delle pulizie e risi al ricordo, Rob mi guardò in modo strano ed io continuai a ridere, fino a quando non giunsi al letto e mi ci sedetti sopra, presi la foto e gliela mostrai “Questa!” “E’ la nostra foto…e ti fa ridere?” “No, no. Non ti ho detto che quando sono venuta qui a cercarti, la signora delle pulizie mi ha mostrato la foto” “La Signora Patricia? E perché mai?” “Mi aveva riconosciuta; mi ha detto che l’hai messa su questo comodino da quando sei arrivato qui e che a volte la trova abbattuta. Mi ha incoraggiato a cercarti e ha detto che insieme siamo perfetti” risi ancora e vidi Rob arrossire “Timidone” gli dissi avvicinandomi e baciandolo sulla guancia rossa d’imbarazzo, lui si passò la mano tra i capelli, quel gesto mi uccideva, lo adoravo. Ad un tratto, girandomi verso la scrivania, vidi poggiato a terra un cartellone arrotolato, mi avvicinai, lo presi e sentii lo sguardo di Rob su di me, lo aprii e…era il manifesto del musical “Twilight”…rimasi qualche secondo a guardarlo…”Non mi dire che l’hai strappato dal muro” non giunse alcuna risposta, alchè mi girai e lo vidi grattarsi la testa e avvampare nuovamente per l’imbarazzo “No, dai. Peggio di me con il tuo film” risi e guardai ancora quel cartellone e pensai a Eric…stavamo proprio bene in quel manifesto…restavo sempre incantata e sbalordita per la mia espressione…e rivivevo le emozioni di Bella…

Robert si avvicinò e mi cinse i fianchi “A cosa pensi?” “Penso a quanto io mi senta spesso come Bella…rimango sempre sorpresa quando mi vedo nei suoi panni. Non sembro io…non sembra l’immagine di me che ogni giorno osservo allo specchio, non so se mi spiego…” “Si, capisco, effettivamente sono rimasto molto colpito anche io quando ti ho visto…eri…stupenda…perfetta…” arrossii “Sei stata eccezionale…non ho avuto modo di dirtelo…la mia Bella…” mi girai e lo abbracciai forte, lasciando cadere il manifesto “Abbiamo tante cose da raccontarci” dissi “E se parlassimo mentre ceniamo?” propose lui. Trascorremmo le ore successive a raccontarci tutto, ogni cosa provata, vista, sentita, parlammo a cuore aperto e fu strano, piacevole e allo stesso tempo doloroso ascoltare la sua versione, la sua spiegazione…percepii tutto il suo malessere, la sua frustrazione e capii quanto ci era stato male anche lui, aveva provato il mio stesso, identico dolore. Senza che me ne accorgessi, avevo iniziato a piangere, Rob si fermò, mi asciugò le lacrime e si avvicinò “Ti prego non piangere” “Scusa, è venuto naturale. Certe cose mi fanno ancora male, non posso farci nulla. Rob, io ho sofferto tanto, troppo e mi sembra così strano essere qui con te e sentirti dire che anche tu hai sofferto come me…non so spiegarti quello che sento in questo momento, so solo che non voglio più vivere lontana da te…io ti amo…” Rob mi strinse forte “Ti amo anche io Piccola Mia…e sta tranquilla che non soffrirai mai più, ho intenzione di starti sempre accanto. Non ti lascio Marghe, te lo giuro!” a quelle parole il pianto accelerò la sua corsa, il cuore mi balzò in gola e le mie mani strinsero il suo collo e spinsero la sua bocca verso le mie labbra.

A differenza di ciò che si possa pensare, mi addormentai tra le sue braccia come una bambina, ero davvero distrutta e mi lasciai coccolare dall’onda del nostro amore.

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Capitolo 32
*** Il regalo più grande 2 ***


Il regalo più grande 2

Salve a tutti,

settembre è giunto, ma il caldo e l’afa non accennano a mollare la presa e questa cosa mi debilita parecchio. Se ci aggiungiamo anche che per me è periodo d’esame, vi renderete conto che il mio nervosismo giunge alle stelle.

Spero che a voi vada meglio…

Oggi vi propongo un capitolo dal punto di vista di Robert che rivede con i propri occhi l’incontro con Marghe. D’ora in poi sarà così: ci saranno punti di vista di entrambi, così riusciremo a capire cosa pensano di ciò che accade. Mi auguro possa piacervi…

 

Giulls: Non sai quanto sono contenta che io che siano tornati insieme quei due capoccioni! Ma soprattutto sono felice che tu mi dica che t’è piaciuto da matti, è importante sentirselo dire! Grazie…

 

Xx_scrittrice_xX: mi spiace se ti ho fatta piangere, ma mi credi se ti dico che quando l’ho scritto ho pianto per ore? Nella mia testa vorticavano le immagini di loro due insieme e le parole mi sono uscite come se fosse la cosa più vera e naturale del mondo. Grazie per aver letto…

Dod: quanto mi sono mancate le tue recensioni. Le tue parole hanno sempre il potere di farmi piangere, ovviamente di gioia. Il senso di familiarità dici? È vero, ma m’è venuto naturale tessere questo rapporto tra loro, sono così simili, così innamorati che non si rendono conto che infondo, anche se sono stati lontani, non hanno mai smesso di essere l’uno accanto all’altro…

 

Vorrei poi ringraziare tutti coloro che hanno inserito la mia fan fiction tra i preferiti:

1 - bella95  [Contatta]

2 - Dark Angel 1935 [Contatta]

3 - daydre4mer [Contatta]

4 - erika1975 [Contatta]

5 - Fairwriter [Contatta]

6 - fede72 [Contatta]

7 - ffdipendente [Contatta]

8 - Giulls [Contatta]

9 - ilachan89yamapi [Contatta]

10 - Ila_patty [Contatta]

11 - Katy Twilighter [Contatta]

12 - liletta [Contatta]

13 - masychan [Contatta]

14 - micino [Contatta]

15 - miki18 [Contatta]

16 - Myrhiam [Contatta]

17 - Piccola Ketty [Contatta]

18 - ryry [Contatta]

19 - sandycullen [Contatta]

20 - violae [Contatta]

21 - winnie poohina [Contatta]

22 - Xx_scritrice88_xX [Contatta]

23 - _MissCullen_ [Contatta]

24 - _VampirE_CulleN_ [Contatta]

 

E coloro che invece, l’hanno messa tra le storie seguite:

1 - Badu  [Contatta]

2 - Giulls [Contatta]

3 - Katy Twilighter [Contatta]

4 - LaBabi [Contatta]

5 - Mary___02 [Contatta]

6 - miky 483 [Contatta]

7 - NeverThink [Contatta]

8 - Reneesme [Contatta]

9 - simo87 [Contatta]

10 - Stella Del Sud [Contatta]

11 - SweetCherry [Contatta]

12 - Twilly [Contatta]

13 - valeriuccia [Contatta]

14 - winnie poohina [Contatta]

 

 

Grazie di cuore. Ora vi lascio alla lettura del capitolo e vi invito a riascoltare la canzone del precedente chap. Bacio.

Robert

Ero stanco di stare chiuso nell’appartamento, avevo bisogno di andare in giro, così mi vestii rapidamente “Signor Pattinson, le preparo qualcosa da mangiare?” la Signora Patricia era sempre così dolce con me “No, grazie Signora Patricia, sto uscendo e non so a che ora rientrerò” mi guardò triste “So che non sono affari miei, ma dovrebbe trovare rimedio a ciò che la fa stare così male” la fissai incredulo, lei pensò che mi fossi arrabbiato “Mi scusi, mi scusi, io parlo sempre troppo, ma è da quando è qui che la vedo sempre pensieroso e non è da lei” le sorrisi “Grazie Signora Patricia” mi voltai,  me ne andai “Non c’è rimedio al mio dolore…” e mi strinsi nelle spalle.

Camminavo e pensavo, pensavo e camminavo…mi odiavo, mi stavo davvero trascurando e non era da me, ero grande e maturo abbastanza per esser responsabile delle mie azioni, se ora mi trovavo in quella situazione era dovuto alle mie decisioni. Tuttavia, avrei voluto sapere cosa pensasse Marghe, come stava, se si era ripresa dopo la rottura con Eric e soprattutto…se per me c’era ancora spazio nel suo cuore. Scossi la testa, ma a che pensavo? Io non potevo e non dovevo rientrare nella sua vita, basta!

Camminando, camminando mi ritrovai sulla spiaggia di Santa Monica, restai lì per tutto il resto della giornata; mi sedetti a riva a guardare lo scrosciare del mare, la brezza marina mi rinfrescava il viso e trascinava via con sé i miei pensieri, purificandomi la mente.

Nonostante la stanchezza, non mi andava di tornare a casa, troppe cose mi avrebbero riportato alla realtà e non volevo, avevo bisogno di restare lì, disteso sulla sabbia e non pensare a niente…

Riaprii gli occhi e mi accorsi che era buio ormai “Chissà che ore sono”, mi alzai all’in piedi e passeggiai ancora lungo la battigia, come in attesa di qualcosa…

D’improvviso, una scossa mi pervase la schiena, sentii dei passi e una voce cantare soavemente…mi bloccai “Oddio…è la voce di Marghe…”mi fermai “No, non può essere, sto sognando. Lei è a Londra, accidenti a me che la vedo e la sento dappertutto!” ripresi a camminare, ma quella voce continuava a cantare “Basta. Basta!!!” non la stavo solo immaginando, dovevo voltarmi e verificare…lo feci e quello che mi trovai davanti ebbe la capacità di farmi sussultare e di rimettere in moto il mio cuore intorpidito: Marghe! Ci guardammo, eravamo entrambi sorpresi, io più di tutti, sbarrai gli occhi, perchè non mi aspettavo di vederla lì, non riuscivo a muovere un passo, fu lei a farlo, lasciò cadere le sue scarpe e mi corse incontro, continuando a cantare “…vorrei donare il tuo sorriso alla luna perché di notte chi la guarda possa pensare a te, per ricordarti che il mio amore è importante, che non importa ciò che dice la gente e poi…” ci guardammo, ci avvicinammo ancora, lei si alzò sulle punte e in men che non si dica ci ritrovammo occhi dentro occhi, fronte contro fronte, un fremito mi scosse, mentre lei continuò a cantare “…Amore dato, amore preso, amore mai reso. Amore grande come il tempo che non si è arreso. Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte. Sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu…Il regalo mio più grande…   fui colpito dalla verità di quelle parole: il tempo non aveva minimamente scalfito il nostro amore…forte di quella verità, avvolsi Marghe e la strinsi a me più forte che potevo e la baciai con tutto me stesso…Non parlammo, preferimmo restare legati l’uno all’altro, coccolati dall’amore che ci legava e che niente e nessuno ci avrebbe mai portato via…
Restammo stesi sulla sabbia per un po’, lei era stretta a me, poggiata con la testa sul mio petto, potevo sentire il suo respiro e il battito accelerato del suo cuore, due suoni che mi inebriarono la mente e i sensi, quanto avevo sperato di poterla riabbracciare? Quanto tempo avevo perso a pensare a delle scuse per allontanarmi da lei? Sono stato uno stupido a credere di poterla dimenticare, non ho mai amato qualcuno come amo lei e non permetterò che qualcosa rovini di nuovo il mio rapporto con lei. Volevo capire se per lei era lo stesso…“Ho desiderato tanto vivere questo momento” le sussurrai piano, quasi un soffio “Anche io…” che bello sentirglielo dire, ma poi fui avvolto dalla tristezza, quanto l’avevo fatta star male? Dovevo chiederle scusa “Marghe…” “Si?” “Tu devi perdonarmi, io…” alzò la testa di scatto e mi tappò la bocca con la mano “No, Rob, no! Niente scuse, so che se hai agito in determinati modi era per aiutare me e te ne sarò sempre grata, ma ora siamo qui, io e te, di nuovo insieme e non voglio che i sensi di colpa e le scuse rovinino l’atmosfera che si è creata!” non potevo credere alle mie orecchie, fu inevitabile sorriderle e accarezzarle il volto “La tua saggezza mi è mancata, sai?” “Solo quella?” chiese ironica e maliziosa, alchè alzai lentamente la testa e mi avvicinai al suo volto “No, sciocchina. Mi sei mancata come l’aria, senza di te, ho vissuto le pene dell’inferno…” pronunciai quelle parole tutte di un fiato “Oh Rob. Direi che abbiamo aspettato anche troppo per ritrovarci, non credi?” “Si, ma ora abbiamo tutto il tempo per recuperare. Comincio col portarti al mio appartamento, cena e…” avevo una voglia matta di lei “E dormiamo, perché sono distrutta” rise “Vedremo…” le risposi in tono di sfida “Prima di andare da te, dovrei passare in albergo a disdire la stanza e a prendere i bagagli” “Ok, su andiamo!” le porsi la mano e l’ aiutai ad alzarsi.

Ci prendemmo per mano e passeggiamo ancora sulla spiaggia “Rob, posso farti una domanda?” “Certo…” cosa voleva dirmi? E si ci stesse ripensando, fui scosso da un brivido di paura…non volevo perderla “Ti aspettavi che venissi qui?” fui sollevato nel sentirla fare quella domanda “Diciamo che lo speravo. Non ero sicuro che tu mi amassi ancora…ero convinto che tu amassi Eric…” “Eric…” sospirò, quel nome le faceva male e fece male anche a me “l’ho fatto soffrire e non me lo perdonerò mai, ma non ci crederai, è stato proprio lui a spingermi a partire, io non volevo, avevo paura…” le tremava la voce, non volevo vederla triste “Eric è sempre stato un ragazzo molto posato e saggio…un po’ come te, per questo vi vedevo bene insieme” oddio che avevo detto, Marghe si fermò, mi guardò torva “Aspetta! C’è un ma…” ovviamente… “E sentiamo questo <>…” mi voltai verso di lei, la strinsi per i fianchi e le sussurrai quasi vicino alle sue labbra che come una calamita mi attiravano a sè “Ma tu sei mia!” la sentii inspirare profondamente e attratto dalle sue labbra, la baciai…di nuovo…

Andammo in albergo a prendere i suoi bagagli e poi in taxi ci dirigemmo verso il mio appartamento; d’improvviso, il cellulare di Marghe iniziò a suonare, non so perché ma pensai subito a Eric, lei non riuscì a dire pronto che la vidi chiudere gli occhi in segno di paura, tesi l’orecchio per sentire chi era…era una voce femminile “Ehm, Simona scusa. Appena arrivata in albergo, mi sono cambiata e sono uscita, dimenticando il cellulare in stanza” era Simona…per fortuna, si era preoccupata per lei “Si, sono andata da Carl e poi al suo appartamento” la lasciai parlare, cercando di essere indifferente volgendo la mia attenzione fuori al finestrino, ma ero in realtà molto attento alla conversazione “A cercare Rob!” sentii il suo sguardo su di me “Si, ma non c’era” ora non potevo non guardarla, era andata al mio appartamento…“No, sono in taxi e sto andando all’appartamento di Rob!” ci sorridemmo “Si…ma ora ci sto andando con…lui!!!” ci fu un momento di silenzio, poi sentii un urlo provenire dal telefono di Marghe, lei rise…probabilmente Simona aveva capito tutto “Ah la solita impicciona, curiosona…eheh…come ti ho detto, sono stata da lui, ma non c’era, alchè sono andata a cercarlo, quando stavo per rassegnarmi l’ho incontrato e…ora siamo insieme” mi fissò dritto negli occhi e feci altrettanto, vedevo i suoi brillare e immaginavo che anche i miei fossero diversi, perché la vidi perdersi totalmente in quello sguardo “Ehm, direi che hanno parlato meglio le nostre labbra appiccicate le une alle altre” non potei non ridere e la strinsi a me. D’improvviso la sua voce si fece preoccupata “Simo, che hai?” che stava succedendo? “Parla, però, non mi far preoccupare” avvicinai l’orecchio per sentire cosa dicesse Simona “Beh, ho confessato ad Edward i miei sentimenti” bene a Simona piaceva Edward…“Wow…e lui?” non rispose subito e Marghe si allarmò “Simo, parla per favore!” “Marghe…lui…ricambia!!!” “Evviva!!! Lo sapevo, lo sapevo, ne ero certa. Questo è un giorno memorabile e appena torno dobbiamo festeggiare.”era felice “Puoi giurarci…ti aspetto…anzi vi aspettiamo…salutaci Rob…e mi raccomando, fa la brava nel suo appartamento…” “Cosa vorresti insinuare?!? Non capisco” “Se, se…ci sentiamo appena puoi, ok?” “Ok…” risi tra me e me per l’insinuazione di Simona, che non mi dispiaceva affatto…

Arrivati all’appartamento, vidi Marghe guardare ogni angolo di esso e rimanerne incantata, probabilmente le piaceva; portai le sue valigie in camera, ma lei non entrò subito, sembrava avesse paura di qualcosa, poi la vidi ridere, ma non ne capii il motivo, si diresse sul letto, si sedette, prese la foto e me la mostrò “Questa!” “E’ la nostra foto…e ti fa ridere?” “No, no. Non ti ho detto che quando sono venuta qui a cercarti, la signora delle pulizie mi ha mostrato la foto” eh? “La Signora Patricia? E perché mai?” “Mi aveva riconosciuta; mi ha detto che l’hai messa su questo comodino da quando sei arrivato qui e che a volte la trova abbattuta. Mi ha incoraggiato a cercarti e ha detto che insieme siamo perfetti” rise ancora ed io improvvisamente mi sentii imbarazzatissimo, che figuraccia “Timidone” mi disse avvicinandosi e baciandomi sulla guancia rossa d’imbarazzo. Ad un tratto, si girò verso la scrivania, notò un cartellone arrotolato, cavoli, avevo dimenticato di metterlo a posto…ma che dicevo? Mica sapevo che sarebbe venuta Marghe…si avvicinò, lo prese, lo aprì e si stupì di vedere che si trattava del manifesto del musical “Twilight”…rimase qualche secondo a guardarlo…”Non mi dire che l’hai strappato dal muro” mi aveva beccato, alchè si girò e mi guardò incuriosita “No, dai. Peggio di me con il tuo film” rise e rivolse ancora il suo sguardo a quel cartellone, mi dava fastidio che lo guardasse così, che fosse per la presenza di Eric? Mi avvicinai e le cinsi i fianchi “A cosa pensi?” “Penso a quanto io mi senta spesso come Bella…rimango sempre sorpresa quando mi vedo nei suoi panni. Non sembro io…non sembra l’immagine di me che ogni giorno osservo allo specchio, non so se mi spiego…” “Si, capisco, effettivamente sono rimasto molto colpito anche io quando ti ho visto…eri…stupenda…perfetta…” tremò “Sei stata eccezionale…non ho avuto modo di dirtelo…la mia Bella…” si girò e mi abbracciò forte, lasciando cadere il manifesto “Abbiamo tante cose da raccontarci” disse “E se parlassimo mentre ceniamo?” le proposi.

Nelle ore successive, parlammo a cuore aperto di tutto quello che in quei due anni era successo, le raccontai tutta la verità, le motivazioni che mi avevano spinto ad agire così, quanto ci stavo male e quanto ho combattuto con me stesso per non tornare a rovinarle la vita. La vidi scurirsi in volto sempre di più, fino a quando non iniziò a piangere, mi bloccai, non volevo vederla in quello stato, il mio senso di colpa tornava a galla, così le asciugai le lacrime e mi avvicinai “Ti prego non piangere” le dissi con voce roca “Scusa, è venuto naturale. Certe cose mi fanno ancora male, non posso farci nulla. Rob, io ho sofferto tanto, troppo e mi sembra così strano essere qui con te e sentirti dire che anche tu hai sofferto come me…non so spiegarti quello che sento in questo momento, so solo che non voglio più vivere lontana da te…io ti amo…” sussultai a quella parole, non me l’aveva ancora detto e sentirle pronunciare mi trasmise un’energia incredibile e il mio cuore viaggiò più forte della luce; la strinse forte “Ti amo anche io Piccola Mia…e sta tranquilla che non soffrirai mai più, ho intenzione di starti sempre accanto. Non ti lascio Marghe, te lo giuro!” a quelle parole, Marghe pianse ancora più forte, mi spaventai, ma quando poggiò le sue labbra sulle mie capii che erano lacrime di gioia…ci eravamo ritrovati….

Si accoccolò tra le mie braccia, la cullai e dopo poco si addormentò; la guardai a lungo, i suoi occhi, le sue labbra, i suoi capelli, il suo corpo caldo…quanto mi era mancata, cavolo! L’accarezzai piano con tenerezza, si strinse di più a me e mi stesi, addormentandomi, inebriato dall’amore che provavo per lei…

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Capitolo 33
*** Testimone di nozze ***


Testimone di nozze

Salve a tutti,

ed eccoci ad un altro sabato…se penso a quello che mi aspetta la settimana prossima, vorrei che il tempo si fermasse qui. So che qualcuno di voi non vedeva l’ora che aggiornassi, sarà vero?

Beh spero di incuriosirvi ancora con gli ultimi capitoli…eh si, siamo quasi giunti alla fine, ma non temete: sto già scrivendo il prosieguo. Non vi libererete facilmente di me! Poveri voi eheh…

 

Xx_scrittrice_xX: grazie per le tue bellissime parole, non devi ringraziarmi, sono io che devo farlo sia perché mi segui assiduamente, sia perché mi recensisci. Sono troppo contenta, grazie, grazie!

 

Giulls: tesoro non te la sei sognata la cover e se riesco a capire come fare la carico in questo capitolo, contenta???

 

Doddola: la mia cucciola adorata! Sempre pronta a dirmi parole bellissime, sei troppo buona con me, sei sicura che mi merito tutto questo? Vorrei davvero essere una narratrice di emozioni, come mi definisci tu…sei troppo un tesoro…Ti voglio bene…

 

Ora vi lascio al capitolo e alla cover…spero di averla caricata correttamente. Un grande ringraziamento a Valle, senza di lei questa meraviglia di lavoro grafico, non sarebbe riuscito… Image and video hosting by TinyPic


Marghe

Durante la notte mi svegliai di soprassalto impaurita “Che bel sogno che ho fatto! Io e Rob di nuovo insieme” mi guardai intorno, ero in una stanza che non conoscevo, avvertii un movimento provenire dal letto, mi girai e vidi una figura maschile stesa vicino a me, mi spaventai, poi capii: ero tutto vero! Ero da Rob…mi misi ad ammirarlo e mi persi nella sua straordinaria bellezza. Il suo modo di fare, di sorridere, la sua voce il suo viso, i suoi occhi, le sue labbra, i suoi capelli, le sue mani…tutto di lui mi era mancato…e ancora una volta non potevo capacitarmi di come una bellezza mozzafiato come lui potesse essere accanto a me…ero davvero fortunata…gli accarezzai piano il viso cercando di non svegliarlo, volevo accertarmi che fosse tutto vero, ancora mi sembrava impossibile…lui si mosse…alchè mi stesi e mi posizionai ancor più vicina a lui in modo da essere inondata dal suo respiro “Sei la cosa più straordinaria di tutta la mia vita” e mi addormentai…

Il sole era alto, illuminava tutta la stanza, fu proprio la sua luce a svegliarmi, mi stiracchiai “Buongiorno amore” una voce soave mi chiamò a sé, mi voltai e lo vidi, sorrisi, sorrise…”Buongiorno…mio dolcissimo sogno…” “Sogno?” risi “Si, sei il mio sogno. Da quanto sei sveglio?” “Da un po’…” “Che ore sono?” “Le 10:00” “Wow quanto ho dormito!” “Eri proprio stanca” “Già…” avvertii un rumore provenire dalla cucina “Chi è?” “E’ la Signora Patricia” “Ah…vorrei salutarla” “Ok, così magari fai colazione” “E tu non mi fai compagnia?” “Certo, ma non nel mangiare” “Perché?” “Ho già fatto…te l’ho detto sono sveglio da un po’” “E potevi anche svegliarmi” “No…come potevo, dormivi così bene…” “Ti sei messo a fissarmi?” arrossii “Si. Sei bellissima…non potevo non guardarti…” mi nascosi sotto al cuscino “Dai, forza, vieni principessa…” e mi trascinò in cucina.

“Buongiorno Signora Patricia”, la donna si voltò, mi guardò e si illuminò “Oh che piacere rivederla Signorina” “Il piacere è mio” “Dormito bene?” guardò Rob “Si, molto” “Mi fa piacere. Le preparo la colazione?” “Oh non si preoccupi, faccio io” “No,no ma che dice. Mi dica che vuole” “Latte con caffè e cereali” rispose Rob, lo guardai stupita…ricordava ancora i miei gusti, sorrise “Le va bene Signorina?” “Si, è…perfetto” e enfatizzai quella parola guardando Rob negli occhi…ovviamente era riferita a lui…

“Allora che vuoi fare oggi?” “Mmm…voglio stare con te” dissi “Ma ovvio che starai con me, non ti lascio certo andare da sola. C’è qualche posto che vorresti vedere?” “No e poi Los Angeles l’ho vista un po’ nei mesi in cui sono stata qua per il musical.” “Si, ma…non l’hai vista con me” si rabbuiò, io lo accarezzai “Recupereremo amore, tranquillo” e gli sfiorai le labbra con le mie “Oggi mi va di stare qua con te…non desidero altro” mi sorrise.

Giunta in camera sua, lo vidi steso sul letto “Non ti senti bene?” “No, no tutto bene. Ti aspettavo” e aprì le braccia per accogliermi. Ci guardammo e cominciammo a baciarci con passione, tutto avvenne in modo naturale, come se non ci fossimo mai lasciati. Rob iniziò a mordicchiarmi le labbra e lentamente scese sul mio collo, le sue mani mi accarezzavano delicatamente la schiena, provocandomi brividi di piacere; io giocavo con il lobo del suo orecchio e piano gli accarezzavo il collo. Presi dalla foga del momento ci togliemmo con veemenza le maglie, lui mi stese sul letto e mi fu sopra, con tenerezza mi accarezzò le braccia, facendo su e giù mentre mi baciava. Ad interrompere il tutto fu un mio grido di dolore “Ahi!”, Rob si fermò di botto e mi guardò come a chiedersi “Che ho fatto?” Scusa…e che le braccia in quel punto mi fanno male…” lui le guardò e rimase esterrefatto: dei lividi enormi macchiavano la mia pelle, alzò la testa e mi fissò sconcertato…non capiva…”Beh…ti ho detto che Eric mi ha incoraggiato a venire qui, no?” “Si, ma che centra con i lividi?” “Eh…prima di dirmi queste cose, mi ha trascinato di peso a casa sua e ha…cercato di violentarmi…” mi rabbuiai e al ricordo rabbrividii “Che cosa ha fatto?” urlò di rabbia “No, non è come pensi. Era ubriaco, disperato…non lo ha fatto apposta!” “Non lo difendere! E meno male che gli avevo detto che doveva trattarti bene…giuro che lo ammazzo!!!” “Non dire questo. È colpa mia, l’ho illuso e ha reagito male. Non fargliene una colpa, Rob. Ora è tutto ok, ti prego torna vicino a me” iniziai a singhiozzare, lui fece come gli avevo detto e mi abbracciò, cullandomi “Ma che ti ha fatto? Ma non ti sei fatta controllare?” “No, non c’è stato bisogno. Simona e Edward sono arrivati in tempo. Sto bene, non ti preoccupare, stringimi, però…” “Sono qui…” “L’ultima volta che abbiamo fatto l’amore, tu sei andato via” lo sentii sobbalzare e mi strinse più forte senza parlare “Rob…” “Si?” “Ti amo, lo sai?” “Si, lo so. Ti amo anche io…ti amo da impazzire, da restare senza fiato quando ti vedo…Tu sei tutta la mia vita e non permetterò più a nessuno di farti del male” gli presi la testa tra le mani e lo baciai…lo desideravo…e lui desiderava me…fu tutto perfetto, la sua estrema dolcezza era per me, sempre fonte di meraviglia. Restammo a lungo abbracciati, avevamo entrambi bisogno di sentire che ci appartenevamo ancora…io ero sua…e lui era mio…questo nessuno lo avrebbe mai cambiato…neanche il tempo…

Lo squillare del mio cellulare, interruppe quel magico momento “Pronto?” “Marghe…” “Dany che succede” era in lacrime “Sei in America?” “Si, sono con Rob” “Bene, vedo che allora hai ammesso i tuoi reali sentimenti e sei corsa a cercarlo, brava” anche se stava male era capace di pensare agli altri, non sarebbe mai cambiata “Ma ora lascia stare me. Che ti succede?” “Non è nulla di brutto, anzi. Come tu ben sai io e Anto viviamo a Pisa e siccome abbiamo entrambi trovato un lavoro stabile, abbiamo…deciso di sposarci!” “Oooooh ma questa è una notizia fantastica, stratosferica. Che bello Dany, finalmente! E dimmi quando, quando?” “Il 4 settembre…” “Perfetto, quindi tra un mese. Ah non sai come sono felice, è la ciliegina sulla torta, tutto inizia finalmente a girare bene” “Ovviamente tu sarai la mia testimone” “I-i-io?” “Certo e chi sennò” scoppiai in lacrime “Oh Dany, sono onorata, grazie!” “Appena puoi quindi parti per l’Italia col tuo amore, ci sono molte cose da sistemare e ho bisogno di te.” “Puoi contarci!”.

Abbracciai tutta contenta Rob “Che succede?” “La mia amica Dany si sposa ed io sarò la sua testimone” “Wow, quindi devi partire?” “Caro, dobbiamo partire, tu vieni con me” “Sono invitato?” lo guardai torva “Stupido. Dove vado io vieni tu e viceversa…noi siamo una cosa sola…non te lo dimenticare!” “Hai ragione…piccola mia…” e mi baciò spingendomi di nuovo sul letto, avvolti dalla verità delle mie parole…

Trascorremmo la giornata sotto le lenzuola a coccolarci, a volte ci guardavamo e ci toccavamo come se non credessimo realmente di essere di nuovo insieme.

 

Robert

Ero sveglio da qualche ora, ma non mi alzai dal letto, volevo ammirare la bellezza che mi dormiva di fianco…era così tenera e innocente…la guardai a lungo, poi i primi raggi di sole iniziarono a filtrare nella stanza e Marghe si svegliò “Buongiorno amore” lei si voltò verso di me, sorrise, sorrisi…”Buongiorno…mio dolcissimo sogno…” “Sogno?” chiesi sbalordito e lei rise “Si, sei il mio sogno. Da quanto sei sveglio?” “Da un po’…” “Che ore sono?” “Le 10:00” “Wow quanto ho dormito!” “Eri proprio stanca” “Già…” spalancò gli occhi quando udì un rumore provenire dalla cucina “Chi è?” “E’ la Signora Patricia” “Ah…vorrei salutarla” “Ok, così magari fai colazione” “E tu non mi fai compagnia?” “Certo, ma non nel mangiare” “Perché?” “Ho già fatto…te l’ho detto sono sveglio da un po’” “E potevi anche svegliarmi” “No…come potevo, dormivi così bene…” “Ti sei messo a fissarmi?” la vidi arrossire, sempre più tenera “Si. Sei bellissima…non potevo non guardarti…” si nascose sotto al cuscino “Dai, forza, vieni principessa…” e la trascinai in cucina.

“Buongiorno Signora Patricia”, la donna si voltò, la guardò e le si illuminò il viso “Oh che piacere rivederla Signorina” non avevo dubbi che Marghe piacesse anche alla domestica, come si faceva a non amarla? “Il piacere è mio” “Dormito bene?” guardò me, io sorrisi imbarazzato, perché poi? “Si, molto” “Mi fa piacere. Le preparo la colazione?” “Oh non si preoccupi, faccio io” “No,no ma che dice. Mi dica che vuole” “Latte con caffè e cereali” risposi senza pensarci, Marghe mi guardò stupita…ricordavo perfettamente i suoi gusti, non avevo cancellato nulla di ciò che le riguardava “Le va bene Signorina?” “Si, è…perfetto” e enfatizzò quella parola guardandomi negli occhi…che fosse diretta a me? Io ero tutt’altro che perfetto…

“Allora che vuoi fare oggi?” “Mmm…voglio stare con te” disse “Ma ovvio che starai con me, non ti lascio certo andare da sola. C’è qualche posto che vorresti vedere?” sei matta, non ti mollo più!!! “No e poi Los Angeles l’ho vista un po’ nei mesi in cui sono stata qua per il musical” con Eric… “Si, ma…non l’hai vista con me” percepì il mio malessere e mi accarezzò “Recupereremo amore, tranquillo” e mi sfiorò le labbra con le sue “Oggi mi va di stare qua con te…non desidero altro” ero felice di questo...tanto felice…mi avviai in camera e aspettai che finisse di fare colazione, quando mi raggiunse, mi guardò in modo strano “Non ti senti bene?” piccola, pensava che stessi male “No, no tutto bene. Ti aspettavo” e aprii le braccia per accoglierla. Ci guardammo e cominciammo a baciarci con passione, mi stupii di come le cose vennero in modo naturale, sembrava che il tempo non fosse mai passato...le mordicchiai le labbra e lentamente scesi sul suo collo, mentre le mie mani reclamavano il suo corpo, accarezzandole delicatamente la schiena e provocandole brividi di piacere; lei, invece, giocava con il lobo del mio orecchio e piano mi accarezzavo il collo. Mi sentii tutto un fremito e probabilmente anche lei, visto che con prepotenza ci togliemmo le maglie, la stesi sul letto e piano le fui sopra, con tenerezza le accarezzai le braccia, facendo su e giù mentre la baciavo...quanto la desideravo…ad un certo punto, Marghe gridò di dolore “Ahi!”, mi fermai di botto spaventato e la guardai, chiedendole con lo sguardo “Che ho fatto?” Scusa…e che le braccia in quel punto mi fanno male…” senza capirci niente le guardai e rimasi esterrefatto quando vidi che proprio in quel punto c’erano degli enormi lividi violacei che minavano il biancore della sua pelle, alzai la testa e la fissai sconcertato in cerca di spiegazioni ”Beh…ti ho detto che Eric mi ha incoraggiato a venire qui, no?” non capivo quello che volesse dire, cosa centrava Eric ora, forse… “Si, ma che centra con i lividi?” “Eh…prima di dirmi queste cose, mi ha trascinato di peso a casa sua e ha…cercato di violentarmi…” mi sentii pervaso da un brivido di rabbia, poi la vidi intristirsi e rabbrividire, la mia piccola, come ha potuto quell’essere ignobile metterle le mani addosso?!? “Che cosa ha fatto?” urlai senza accorgermene “No, non è come pensi. Era ubriaco, disperato…non lo ha fatto apposta!” no, non potevo accettarlo “Non lo difendere! E meno male che gli avevo detto che doveva trattarti bene…giuro che lo ammazzo!!!” “Non dire questo. È colpa mia, l’ho illuso e ha reagito male. Non fargliene una colpa, Rob. Ora è tutto ok, ti prego torna vicino a me” iniziò a singhiozzare, rinsavii e tornai accanto a lei, cullandola tra le mie braccia “Ma che ti ha fatto? Ma non ti sei fatta controllare?” “No, non c’è stato bisogno. Simona e Edward sono arrivati in tempo. Sto bene, non ti preoccupare, stringimi, però…” ero grato a Edward e Simona per averla salvata “Sono qui…” “L’ultima volta che abbiamo fatto l’amore, tu sei andato via” sobbalzai alle sue parole e la strinsi più forte senza parlare per farle capire che ora era diverso e che mai l’avrei lasciata sola “Rob…” “Si?” “Ti amo, lo sai?” “Si, lo so. Ti amo anche io…ti amo da impazzire, da restare senza fiato quando ti vedo…Tu sei tutta la mia vita e non permetterò più a nessuno di farti del male” mi prese la testa tra le mani e mi baciò…ci desideravamo…lo sentivo…ci lasciammo travolgere da quel momento di folle passione. Tutto fu meraviglioso, non ci sono parole per descrivere quello che provai, quello che lei mi fece provare…noi ci appartenevamo ancora…lei era mia…e io era suo… sempre…per sempre…

Lo squillare del suo cellulare, interruppe quel magico momento, ascoltai in silenzio la conversazione…era la sua amica Dany…parlarono per una decina di minuti, Marghe sembrava preoccupata, ma in un baleno il suo sguardo passò dalla paura alla gioia assoluta e saltò dal letto “Oooooh ma questa è una notizia fantastica, stratosferica. Che bello Dany, finalmente! E dimmi quando, quando?”. A telefonata conclusa, piangendo mi abbracciò tutta contenta “Che succede?” “La mia amica Dany si sposa ed io sarò la sua testimone” “Wow, quindi devi partire?” mi intristii “Caro, dobbiamo partire, tu vieni con me” “Sono invitato?” mi guardò torva “Stupido. Dove vado io vieni tu e viceversa…noi siamo una cosa sola…non te lo dimenticare!” “Hai ragione…piccola mia…” e la baciai spingendola nuovamente sul letto, la desideravo ancora, non ero mai sazio…

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Capitolo 34
*** Edward e Bella ***


Edward e Bella...

Salve a tutti gli amici di Efp,

come procede? La scuola è ripresa, immagino lo stordimento iniziale, anzi probabilmente non vi siete ancora riprese.

Volevo dirvi che ancora due capitolo e la storia finirà…”Finalmente” direte voi e avete ragione, mi auguro che possa piacervi il finale che ho scelto…curiose???

 

Giulls: ti è piaciuta quella frase? Come mai? Dai, dai dimmi che sono curiosissima *__*

Dispiace anche a me che la storia finisca, ma ci sarà il seguito e lì soffrirete parecchio, vi avverto…

 

Xx_Scrittrice88_xX: grazie per la recensione, per le bellissime parole, sono davvero contenta che ti piaccia. So di essere troppo sdolcinata, me ne rendo conto, ma io son davvero così, accidenti…è una pecca in certi sensi…

 

Vi lascio a questo capitolo un po’ “rosso”, ma pochino, pochino, perché io certe scene non le so descrivere…mi spiace ^^

Marghe

Il giorno successivo, Rob volle portarmi in giro; “Dove andiamo di bello?” “Facciamo una passeggiata, ti va?” “Va bene”. Camminammo a lungo, fino a quando non giungemmo nel teatro dove io e Eric avevamo fatto le prove del musical, mi fermai a guardare l’ingresso e mi si formò un groppo in gola. Non ero una persona cattiva, ora ero felice, ma la mia felicità aveva causato del male ad un’altra persona ed era una cosa che non potevo perdonarmi, se avessi potuto avrei alleggerito il dolore di Eric. “Non sentirti in colpa” mi volti verso Rob, come faceva sempre a capire quello che provavo? “Eric si riprenderà…” “Lo spero davvero…io…non volevo ferirlo…” “Lo so e sono convinto che lo sappia anche lui. Stai tranquilla…ti va di entrare?” annuii

Non c’era nessuno, la vista di quel palco, mandò la mia mente indietro di qualche mese, provocando emozioni contrastanti: quante volte avevo provato le canzoni, i balletti, inizialmente non ero dell’umore adatto, troppo dolore c’era in me per poter interpretare nel modo giusto Bella. Rob mi fissava, fino a quando improvvisamente mi prese per mano e mi trascinò dietro le quinte “Questo è il tuo camerino…” non capivo “Vatti a cambiare” “Cambiarmi?” lui rise, io continuavo a non capirci niente “Marghe, nel camerino ci sono i vestiti che hai usato per il musical, voglio che li indossi e che ti prepari per fare Bella” “E perché mai?” “Perché…” abbassò lo sguardo per un attimo, poi lo rialzò e serio mi fissò dritto negli occhi ”Perché voglio essere io il tuo Edward…ho interpretato io il vampiro nel film, ci ho lavorato tante cercando di calarmi a pieno nella parte. Sono arrivato ad immedesimarmi completamente con lui, ma…non ho mai compreso a fondo il suo amore totale e infinito per Bella” mi strinse ulteriormente le mani, facendomi male…possesso… “Ora è diverso…percepisco meglio i suoi sentimenti…sono gli stessi che provo per te…e voglio provare a recitare con te…se ti va…” lo guardai basita, non potevo credere alle sue parole “Ok Rob…ma a te chi ti aiuterà a prepararti?” rise e si passò la mano tra i capelli, maledetto quel gesto che mi faceva mancare il respiro, lo guardai incantata “Ah Marghe…io ho organizzato tutto” ammiccò “Preparati e ripassa le canzoni…” possibile che in un giorno avesse organizzato tutto questo? Dopo un’oretta circa, uscii dal camerino, non vedendo Rob mi avviai sul palco, in platea non c’era nessuno, le luci erano accese…poco dopo avvertii una presenza alle mie spalle, deglutii, mi voltai piano “Oh…”, Rob era dinanzi a me, vestito da Edward. Quanto ero stata ossessionata da quella figura, vederlo mi faceva sempre così strano…mi avvicinai, gli accarezzai piano il volto “Amore…” mi sorrise “Sei pronta?” “Penso di si…ma esattamente cosa dobbiamo fare?” “Mettere in scena il musical” “Da soli?” “In realtà siamo in tre…” “In tre?” arricciai il naso “Io, te…e il nostro amore” rise “Bene” sorrisi “Direi che possiamo anche iniziare…che parte ti va di provare?” “Quella della radura” “Mmm…andiamo subito al sodo, eh?” rise

Non ci sono parole per descrivere cosa provai in quegli attimi, eravamo una sola cosa anche nel canto e nella recitazione, i nostri corpi si muovevano all’unisono, richiamati l’uno accanto a loro dall’attrazione che provavano l’uno per l’altra…

Senza rendercene conto, iniziammo a baciarci, privi di ogni controllo ci ritrovammo per terra, ci rotolammo sulle pale di legno, in pochi violenti gesti, ci spogliammo. Le sue mani su di me bruciavano di passione e mi eccitavano; piano si insinuò in me, facendomi ribollire il sangue nelle vene, mi mossi e fui, in poco tempo, io sopra di lui, mi guardò soddisfatto, io arrossii, non mi ero resa conto di quello che avevo fatto, si alzò piano, eravamo seduti, ancora uno dentro l’altro, mi sfiorò delicatamente il volto, le labbra…ci perdemmo nei nostri occhi ardenti, le nostre voci rotte dall’affanno, non smisero di invocarsi e le nostre labbra non erano ancora sazie le une delle altre…”Marghe…Ti Amo…” lo strinsi più forte e giunsi al punto massimo di piacere.

Era stato tutto…diverso…fuori da ogni schema, ci eravamo voluti con più prepotenza del solito…ci stendemmo sfiniti sul palco e ci guardammo, ancora affannati, Rob mi sorrise, io incredula gli presi la mano e la poggiai sul mio cuore, il suo battito non voleva decelerare, lui rise “Che ti ridi? Sono distrutta…e poi questa parte non c’era nel musical!” sospirai “Eheh…un po’ di movimento fa sempre bene” strizzò l’occhio “ Ma brutto approfittatore…” mi lanciai su di lui e feci finta di schiaffeggiarlo, lui fermò la mia mano, eravamo a pochi centimetri l’uno dall’altro “Ma cosa mi hai fatto?” mi chiese esterrefatto “Io non ho fatto niente” “Non ora. Che magia hai fatto per farmi perdere in questo modo assurdo la testa per te?” era serio “Non conosco magie…sono stata semplicemente me stessa…” “E allora sei proprio tu la pozione magica che porta alla follia, assaggiare anche solo il tuo profumo, mi manda in estasi e non mi è mai capitato prima. Non ho amato tanto nella mia vita, ma con te…tutto ha un sapore nuovo, più vero…” “Posso dire lo stesso di te. Da quando ti ho visto la prima volta ho capito che niente sarebbe stato più come prima. Caro mio, siamo proprio fusi” e scoppiammo a ridere entrambi.

Ci rivestimmo con tutta calma, interrotti continuamente dai baci che ci davamo…c’era una luce nuova nei suoi occhi, una luce che mi rendeva serena, che ne fossi io la causa? Non lo so…mi strinse di nuovo a se, fissandomi dritto negli occhi, si avvicinò e mi baciò la fronte, il naso fino a scendere sulle mie labbra dove si fermò, sentivo il suo respiro agitato, il suo cuore impazzito e le mie gambe tremare…avremmo mai smesso di volerci in quel modo?

Fu un bacio delicato, tenero, ma allo stesso tempo ardente e desideroso…non potevo resistere, gli misi le mani intorno al collo, aggrappandomi ai suoi capelli e spingendolo verso di me, lui si staccò mi guardò e rise “Ci stai prendendo gusto, eh?” sorrisi “Beh…chi tra i due ci sta prendendo gusto, sei proprio tu, poi se proprio non vuoi…” mi staccai da lui e me ne andai, Rob rimase di sasso, scrollò il capo e mi seguì, fermandomi per un braccio, io risi “Dove credi di andare?”, mi voltai “Signorino, ma per chi mi hai presa? Io mi faccio desiderare!” e scandii bene, sillaba per sillaba, l’ultima parola. Lo vidi spalancare gli occhi per lo stupore, poi fece il suo solito gesto: passarsi la mano tra i capelli e rise. Uscimmo dal teatro mano nella mano e ci dirigemmo verso un ristornate, si era fatta ora di pranzo; per strada le ragazzine guardavano basite il mio amore, non riuscivano ad avvicinarsi, qualcuno salutava anche me, infondo ero diventata un po’ famosa anche io per via del musical. All’angolo della Sunshade Avenue, trovammo un giornalista che cominciò a scattarci tremila foto, io sbuffai, poi nella mente mi balenò un ricordo: giornalisti…incidente…addio di Rob e sobbalzai, Rob probabilmente capì e mi strinse più forte la mano, sussurrandomi all’orecchio “Tranquilla…non accadrà nulla, comincia a farci l’abitudine, perché ce li ritroveremo spesso tra i piedi” annuii, le sue parole mi calmarono.

Mentre mangiavamo, fui assalita da un dubbio provocato dal ricordo di Kirsten quel giorno nel parco londinese <<Ho un’altra cosa da dirti…e questa mi pesa più di tutte…” sospirò, tremava “Io e Rob siamo…stati a letto insieme!” mi irrigidii ulteriormente e una fitta dritta al cuore mi travolse, ora ne capivo l’origine “Questo è stato l’errore più stupido che potessimo commettere. Non è amore, Marghe, ma sesso…sesso per soddisfare le nostre mancanze. È sbagliato, è ingiusto, ma è accaduto…” “Qua- qua-quante…” “Quante volte? Due…”>> Rob e Kirs erano andati a letto insieme e se con lei aveva provato qualcosa di più? Mi bloccai, lo fissai, mi sorrideva…dovevo parlargli di questa cosa, era l’unico argomento che non avevamo ancora affrontato “Cos’hai?” scrollai la testa “Pensavo…” “A cosa? Se è lecito saperlo” “In realtà è una cosa “illecita” che hai fatto…anzi…” abbassai lo sguardo sul tavolo “…avete fatto…” forse aveva capito a cosa mi riferivo, perché non rispose. Alzai la testa, Rob mi guardava addolorato “Co-co-cosa hai provato realmente?” strabuzzò gli occhi, io tremavo, avevo gli occhi gonfi di lacrime “Piacere…ma nient’altro e lo sai. Quello che provo per te e con te è qualcosa di ineguagliabile, irripetibile. Ho sbagliato, ma io e te non stavamo più insieme…” “Certo…però io almeno certe cose le ho fatte perché ero fidanzata con Eric…” sobbalzò “Quindi siete andati oltre il bacio…” non era una domanda “Si, ma noi stavamo insieme…voi no…” “Non cambia le cose…ero single e potevo fare quello che volevo” era arrabbiato e infondo aveva ragione, poteva fare ciò che desiderava, ma nonostante questo io non riuscivo a digerirlo, come lui non avrebbe mai mandato giù la mia storia con Eric. Continuammo a mangiare in silenzio, presi entrambi dai nostri pensieri, usciti dal ristorante, camminammo uno accanto all’altro, lui con le mani nelle tasche dei pantaloni ed io penzoloni lungo i fianchi, guardavo a terra e non riuscivo a capacitarmi di come avessimo potuto litigare dopo tutto quello che ci eravamo detti, come potevo mettere in dubbio i suoi sentimenti, la solita stupida! Non riuscii a trattenere le lacrime che silenziose cominciarono a rigarmi il volto, mi fermai e con un braccio le asciugai, non dovevo farmi vedere, Rob si fermò un po’ più avanti e si voltò indietro, ci guardammo, nei suoi occhi c’era ancora quella luce, niente era ancora andato perduto; provai a sorridergli, ma ne uscì una smorfia di dolore, ancora il petto, ancora quella fitta…crollai a terra accovacciata su me stessa…Rob corse da me, si abbassò “Amore, amore che succede? Sono qui, non me ne vado. Scusami, scusami” “Rob, tranquillo…è una fitta…ne soffro…sarà la solita stanchezza” mi aiutò ad alzarmi, sostenendomi per la vita “E comunque non scusarti. Sono io che rovino sempre tutto…non volevo mettere in dubbio i tuoi sentimenti, volevo solo capire perché hai fatto sesso con Kirs” “Sesso, appunto! Niente di più…ero debole…ho sempre voluto te…ma non potevo averti e…mi sono abbandonato ai piaceri della carne. E tu…con Eric?” lo guardai intristita “E’ successo…io voglio bene ad Eric e…ho creduto fosse amore…ma…quello che provo con te, è diverso…è magico…è amore puro, vero…senza condizioni né limiti…Rob ti amo più di me stessa…” piangevo di nuovo “Non piangere, Marghe…Ti amo da morire…” e ci abbracciammo, avvolti da una nuova consapevolezza: niente poteva scalfire il nostro rapporto, qualsiasi cosa sarebbe accaduta, noi saremmo stati insieme…sempre…

Trascorremmo i giorni successivi, dividendoci tra lo stare chiusi in casa e le passeggiate in giro per la città; prenotammo l’aereo per rientrare in Italia e ci cominciammo a pensare che abiti indossare per il matrimonio, io ero la più agitata, la testimone…

 

Robert

Ero intenzionato a farle una sorpresa, ma non avevo ancora idea di cosa esattamente; mentre ero steso sul letto a guardarla dormire, i miei occhi rotearono verso il manifesto del musical e fu lì che scattò l’idea: presi il cellulare e telefonai a Carl chiedendogli se poteva parlare con il proprietario del piccolo teatro dove avevano fatto le prove del musical chiedendogli se poteva lasciarmelo libero per il giorno dopo “Ma ti sembra l’ora per telefonarmi e chiedermi queste cose?” “Eddai Carl, sono solo le 8 del mattino e poi che ti costa? È un piacere che ti chiedo!” insistetti “Ah Robert! Ma a che ti serve?” “Beh…vorrei fare una sorpresa a Marghe e…” non mi lasciò finire “Ok, ok ho capito, non voglio sapere altro. Domani il teatro sarà tutto per te” “Grazie Carl, sei il miglior manager del mondo” “Si, si come no”.

Appena sveglia, facemmo colazione e l’ha intimai a muoversi nel vestirsi “Dove andiamo di bello?” “Facciamo una passeggiata, ti va?” “Va bene”. Cercai di camminare quanto più possibile per non arrivare subito al teatro, per non farle capire la destinazione esatta, quando poi fummo dinanzi al luogo destinato, vidi che Marghe cambiò espressione, si fece improvvisamente cupa, ebbi un colpo al cuore, forse avevo sbagliato a portarla lì. Probabilmente stava ripensando a Eric e a quello che era successo con lui “Non sentirti in colpa” si voltò verso di me sorpresa dalle mie parole sincere “Eric si riprenderà…” “Lo spero davvero…io…non volevo ferirlo…” “Lo so e sono convinto che lo sappia anche lui. Stai tranquilla…ti va di entrare?” annuì

La fissai a lungo, vedevo i suoi occhi perdersi tra i ricordi che quel palco le risvegliava, certo un po’ mi infastidiva, ma sapevo che comunque era parte della sua vita, quella a cui l’avevo indirizzata, nel momento in cui l’avevo lasciata…quanto avrei dato per sapere esattamente cosa sentiva, pensava o rivedeva nella sua testa, i poteri di Edward in quel momento mi sarebbero stati utilissimi; sempre in silenzio la portai dietro le quinte “Questo è il tuo camerino…” mi guardò strana “Vatti a cambiare” “Cambiarmi?” risi, lei continuava a guardarmi interdetta, alchè cercai di spiegarle le mie intenzioni “Marghe, nel camerino ci sono i vestiti che hai usato per il musical, voglio che li indossi e che ti prepari per fare Bella” “E perché mai?” “Perché…” cavoli, perché tu sei mia e solo con me devi interpretare il rapporto profondo che c’è tra Bella ed Edward…dovevo calmarmi, alzai lo sguardo e serio la fissai dritto negli occhi ”Perché voglio essere io il tuo Edward…ho interpretato io il vampiro nel film, ci ho lavorato tante cercando di calarmi a pieno nella parte. Sono arrivato ad immedesimarmi completamente con lui, ma…non ho mai compreso a fondo il suo amore totale e infinito per Bella” le strinsi ancora più forte le mani “Ora è diverso…percepisco meglio i suoi sentimenti…sono gli stessi che provo per te…e voglio provare a recitare con te…se ti va…” mi guardò meravigliata “Ok Rob…ma a te chi ti aiuterà a prepararti?” risi, si preoccupava sempre dei particolari “Ah Marghe…io ho organizzato tutto” ammiccai “Preparati e ripassa le canzoni…” entrò ancora turbata nel camerino, mentre io mi diressi nel mio.

Dopo un’oretta circa, uscii dal camerino, mi recai da Marghe, bussai ma non mi rispose, aprii la porta e vidi che non c’era, fu allora che sentii dei rumori provenire dal palco e capii che era lì; salii piano e quando la vidi un turbinio di emozioni mi pervase, quant’era bella…Marghe avvertì la mia presenza e si voltò piano “Oh…” i suoi occhi sognanti analizzarono ogni singola parte del mio corpo…si avvicinò, mi accarezzò piano il volto “Amore…” le sorrisi “Sei pronta?” “Penso di si…ma esattamente cosa dobbiamo fare?” “Mettere in scena il musical” “Da soli?” “In realtà siamo in tre…” “In tre?” arricciò il naso “Io, te…e il nostro amore” risi “Bene” sorrise “Direi che possiamo anche iniziare…che parte ti va di provare?” “Quella della radura” “Mmm…andiamo subito al sodo, eh?” risi.

La magia di quei momenti è indescrivibile, pensavo che con Kirsten avessi raggiunto il massimo della complicità e invece mi sbagliavo, con Marghe fu diverso, mi sentivo un tutt’uno con lei, il mio corpo pulsava ogni volta che si avvicinava, intorpidendomi il cervello, quando poi si allontanava, protestava e correva da lei senza che io ne fossi cosciente…sentii crescere in me il desiderio di averla, di farla mia e senza rendercene conto, iniziammo a baciarci, presi dal nostro desiderio rotolammo sulle pale di legno e in pochi violenti gesti, ci spogliammo. Le mie mani erano avare del suo corpo, lo cercavano e lo volevano, ogni tocco mi faceva ribollire il sangue nelle vene e sentivo crescere il desiderio; con delicatezza le feci mia e lei presa da un impeto improvviso di piacere, si mosse e mi fu sopra, la guardai soddisfatto ed eccitato, notai il suo imbarazzo, mi alzai piano, eravamo seduti, ancora uno dentro l’altro, le sfiorai con dolcezza il volto, le labbra…nonostante l’affanno, non smettemmo di chiamarci, di guardarci negli occhi e le nostre labbra avide, si muovevano le une sulle altre…forte del desiderio che provavo per lei, le sussurrai ciò che realmente sentivo ”Marghe…Ti Amo…”  lei in tutta risposta mi strinse più forte e insieme giungemmo in paradiso…il nostro paradiso

Era scattato qualcosa tra di noi, qualcosa di incontrollabile e che non riuscivo a spiegarmi; non avevamo ancora preso coscienza di noi stessi, ci stendemmo sul palco e ci guardammo, le sorrisi, lei incredula quanto me, mi prese la mano e la poggiò sul suo cuore che batteva all’impazzata, ancora in preda alla passione che poco prima ci aveva travolti; non potei fare a meno di ridere “Che ti ridi? Sono distrutta…e poi questa parte non c’era nel musical!” sospirò “Eheh…un po’ di movimento fa sempre bene” ammiccai “ Ma brutto approfittatore…” si lanciò su di me cercando di schiaffeggiarmi, ma prontamente le fermai la mano…eravamo a pochi centimetri l’uno dall’altro, la guardavo interdetto, sbalordito per quanto fosse bella e perfetta “Ma cosa mi hai fatto?” le chiesi ancora con lo sguardo inchiodato su di lei “Io non ho fatto niente” era confusa “Non ora. Che magia hai fatto per farmi perdere in questo modo assurdo la testa per te?” “Non conosco magie…sono stata semplicemente me stessa…” “E allora sei proprio tu la pozione magica che porta alla follia, assaggiare anche solo il tuo profumo, mi manda in estasi e non mi è mai capitato prima. Non ho amato tanto nella mia vita, ma con te…tutto ha un sapore nuovo, più vero…” “Posso dire lo stesso di te. Da quando ti ho visto la prima volta ho capito che niente sarebbe stato più come prima. Caro mio, siamo proprio fusi” e scoppiammo a ridere entrambi.

Con tutta calma, ci rivestimmo, ma continuamente ancora attratti l’uno dall’altro ci baciavamo…eravamo ancora vogliosi, così la strinsi di nuovo a me, fissandola dritto negli occhi, mi avvicinai e la baciai partendo dalla fronte, proseguendo per il naso fino a giungere sulle sue labbra dove mi fermai; il respiro mi si mozzava in gola, mi sentivo agitato, il mio cuore era impazzito…impazzito per lei…

Fu un bacio dolce, delicato, ma allo stesso tempo esprimeva passione, desiderio, avvertii una scossa e probabilmente anche lei perché mi mise le mani intorno al collo, aggrappandosi ai miei capelli e spingendomi verso di lei, io mi staccai, la guardai e risi “Ci stai prendendo gusto, eh?” sorrise “Beh…chi tra i due ci sta prendendo gusto, sei proprio tu, poi se proprio non vuoi…” si staccò da me e se ne andò, lasciandomi immobile come un imbecille, scrollai il capo e la seguii, fermandola per un braccio, lei rise “Dove credi di andare?”, si voltò “Signorino, ma per chi mi hai presa? Io mi faccio desiderare!” e scandì bene l’ultima parola. Spalancai gli occhi per lo stupore, mi passai in automatico la mano tra i capelli e risi. Uscimmo dal teatro ad ora di pranzo e decidemmo di recarci in un ristorante; durante il tragitto incontrammo delle fan, Marghe sembrava un po’ infastidita, ma in realtà chi lo era di più ero io, perché molti ragazzi si fermarono a salutarla, guardandola con occhi spalancati, guai se si avvicinavano, li fulminavo con gli occhi, Marghe era solo mia! All’angolo della Sunshade Avenue, trovammo un giornalista che cominciò a scattarci delle foto, ciò infastidì moltissimo Marghe che inizialmente sbuffò e poi tremò: che avesse ricordato l’incidente? Sobbalzai a quell’orribile ricordo e le strinsi più forte la mano “Tranquilla…non accadrà nulla, comincia a farci l’abitudine, perché ce li ritroveremo spesso tra i piedi” le sussurrai delicatamente…

Entrammo nel ristornate e ci accomodammo in un angolino, cercando di non attirare l’attenzione su di noi; mentre mangiavamo, notai il suo sguardo perdersi improvvisamente, sembrò quasi smettere di respirare “Cos’hai?” scrollò la testa “Pensavo…” “A cosa? Se è lecito saperlo” non è qualcosa di positivo, la sua faccia era improvvisamente sbiancata “In realtà è una cosa “illecita” che hai fatto…anzi…” abbassò lo sguardo sul tavolo “…avete fatto…” mi sentii colpito dritto al cuore, sapevo benissimo cosa volesse dire…si riferiva a me e a Kirsten, al fatto che avessimo fatto sesso, preferii tacere, più che scusarmi cosa potevo fare? Alzò la testa e mi guardò timorosa, cosa voleva dirmi? “Co-co-cosa hai provato realmente?” spalancai gli occhi, i suoi si riempirono di lacrime “Piacere…ma nient’altro e lo sai. Quello che provo per te e con te è qualcosa di ineguagliabile, irripetibile. Ho sbagliato, ma io e te non stavamo più insieme…” “Certo…però io almeno certe cose le ho fatte perché ero fidanzata con Eric…” eh? Che aveva fatto? Era stata a letto con Eric? Sentii ribollirmi il sangue nelle vene, mi salì al cervello e mi annebbiò la vista “Quindi siete andati oltre il bacio…” la guardai attentamente “Si, ma noi stavamo insieme…voi no…” “Non cambia le cose…ero single e potevo fare quello che volevo” risposi duramente, non ero arrabbiato con lei…anzi ce l’avevo a morte con lei, come poteva essersi concessa a Eric? Il resto del pranzo proseguì nel più completo silenzio; dopo un’ora uscimmo dal ristorante, due ghiaccioli al confronto si sarebbero sciolti…ognuno stava per fatti suoi, sott’occhio la guardavo, cercando di decifrare i suoi pensieri attraverso le espressioni del suo volto…la vidi piangere, ma che cretino! Infondo io ero stato con Kirsten e lei da fidanzata con Eric, mica doveva restare fedele a me, poi sono io che l’ho spinta nelle braccia di Eric. Non posso negarlo, mi dà tremendamente fastidio, spero che non abbia provato piacere, io la voglio solo per me, io solo posso amarla. Preso dai miei pensieri, non mi accorsi che Marghe si era fermata, mi bloccai e mi voltai verso di lei, ci guardammo, mi sorrise, ma immediatamente, prima che potessi rispondere al suo sorriso, cadde a terra accovacciata su se stessa…corsi da lei, mi abbassai “Amore, amore che succede? Sono qui, non me ne vado. Scusami, scusami” “Rob, tranquillo…è una fitta…ne soffro…sarà la solita stanchezza” l’ aiutai ad alzarsi, sostenendola per la vita “E comunque non scusarti. Sono io che rovino sempre tutto…non volevo mettere in dubbio i tuoi sentimenti, volevo solo capire perché hai fatto sesso con Kirs” “Sesso, appunto! Niente di più…ero debole…ho sempre voluto te…ma non potevo averti e…mi sono abbandonato ai piaceri della carne. E tu…con Eric?” mi guardò intristita “E’ successo…io voglio bene ad Eric e…ho creduto fosse amore…ma…quello che provo con te, è diverso…è magico…è amore puro, vero…senza condizioni né limiti…Rob ti amo più di me stessa…” piangeva “Non piangere, Marghe…Ti amo da morire…” ci abbracciammo, cercai di stringerla quanto più potevo, non amavo litigare con lei, avevo sempre la sensazione che potesse cambiare idea e scappare via…

 

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Capitolo 35
*** Ti sposerò perchè... ***


Ti sposerò perchè

Salve a tutti,

sapete cosa vi posto oggi? Il penultimo capitolo della fan fiction…mi sento un po’ triste a dirvi il vero…sembra di aver cominciato ieri a scrivere questa follia e anche se  non è perfetta, io ci sono legatissima…c’è tutto di me qui dentro, parole, gesti, emozioni…Questi ultimi capitoli mi hanno emozionata parecchio, ho scritto tra le lacrime, tra i sorrisi, guidata solo dalla musica e dai sentimenti provati.

Ma non mi voglio perdere in chiacchiere e passo subito ai ringraziamenti:

 

Xx_scrittrice_xX: ma davvero ti piace così tanto questa storia??? Ne sono onorata, credimi!!! Appena riesco leggerò la tua, sono un po’ incasinata in questo periodo.

Le fitte di Marghe? Si sono legate alla stanchezza, ma anche a quello che è successo tra Robert e Kristen, il solo ricordo, incosciamente, le genera quel malore…

 

Giulls: tranquilla per la fitta, niente di preoccupante. Eh si tesoro, preparati perché ci sarà da penare nella prossima storia…ma non ti svelo altro…la dovrai seguire u.u

 

Bene, vi lascio alla lettura del chappy…ovviamente, come sempre, due link di canzoni: http://www.youtube.com/watch?v=yKSn2DBxeQ0  , http://www.youtube.com/watch?v=rQfZXh5FD6M. Fatemi sapere che ne pensate, ho bisogno di conoscere i vostri pensieri ^^

Marghe

“Marghe che dici il vestito va bene così lungo?” “Dany è perfetto, ma come te lo devo dire?” “Mmm e se fosse necessario accorciarlo di qua e allungarlo da quest’altra parte?” “Danyyyy!!!! Basta!!! Va benissimo così, respira, altrimenti è peggio!” “Scusami, ma sono nervosissima, dopo domani mi sposo e ancora non ci credo!” “Non me lo ricordare, sono agitata anche io, sarò in grado di firmare al momento giusto, senza fare guai?” “Ma dai, andrà tutto bene, sei la migliore testimone del mondo!” l’abbracciai.

Quella mattina fu tutto così strano, io e Rob ci alzammo di buon ora, quasi non mi accorsi che tremavo “Amore, che hai?” “Non lo so, sono preoccupata, felice…un misto di emozioni che non so gestire” lo guardai spaesata, mi strinse a sé e mi cullò per qualche minuto. Giungemmo in chiesa, con mezz’ora di anticipo, il tempo sembrava non passare mai; seduta nella mia panca, attendevo l’arrivo di Daniela, era nervosa quasi come se mi stessi sposando io, poi d’improvviso la vidi arrivare e rimasi sbalordita, era dir poco stupenda in quell’abito bianco e mi commossi. L’omelia fu perfetta e i due sposi impeccabili, ma il momento che attendevo con ansia era quello delle firme, tremavo, avevo paura di sbagliare e in quell’istante mi voltai verso Rob che era seduto tra le prime panche, lui ricambiò il mio sguardo e mi sciolsi, mi trasmise un’energia che con convinzione mi fece mettere la firma sul registro. Guardai Daniela soddisfatta e lei commossa mosse le labbra per dirmi “Grazie”…

Fuori alla chiesa, sommergemmo i due sposi di confetti e riso, Rob rise di quella nostra strana usanza, la trovava divertente. Giungemmo al ristorante in contemporanea agli altri invitati; aspettammo con ansia l’arrivo degli sposi e per ammazzare il tempo, entrammo nella sala e mi si illuminò il volto: c’era il piano bar. Guardai Rob e lui capì e mi accompagnò dal cantante “Scusi, quando gli sposi arrivano è possibile fare loro una dedica?” “Certamente mi dica cosa vuole che canti!” “No…veramente vorrei cantarla io se non le dispiace. Sono la migliore amica della sposa e vorrei fare questa piccola sorpresa” “Oh, va bene…”

Quando li vidi arrivare, feci segno al cantante, appena mi furono davanti, iniziai a cantare, il viso di Dany cambiò colore ed espressione…si commosse…si fermarono dinanzi a me, mi ascoltarono abbracciandosi e poi iniziarono a danzare

“Dimmi cosa stai pensando, non rispondermi se vuoi, solo adesso capiremo sai, questa voglia che e dentro di noi, tra le cose che ho davanti, vedo un angolo di te, sarà un viaggio molto lungo sai, forse è il posto più bello che c'é
Gli amori veri nascono di sera tra un sorriso e una parole com’è stato scritto su di noi, cercheremo il sole a primavera e non resterai mai sola fallo presto finché puoi

Ora stammi più vicino dai, che ho più forza dentro me, sto imparando a camminare ma, voglio farlo soltanto con te

Gli amori veri nascono di sera tra un sorriso e una parole com’è stato scritto su di noi, cercheremo il sole a primavera e non resterai mai sola fallo presto finché puoi

Questa notte porterà, libertà negli occhi tuoi, tutto ci sorriderà, anche il mare parlerà, sarà chiaro come noi nella vita che verrà, amore mio ti prego questa sera, fa che non sia un'avventura, e che può finire prima o poi, cercheremo il sole a primavera, così la più bella storia, appartiene solo a noi, questa notte porterà, libertà negli occhi tuoi, nella vita che verrà...

Gli amori veri nascono di sera tra un sorriso e una parole com’è stato scritto su di noi, cercheremo il sole a primavera e non resterai mai sola fallo presto finché puoi”

 

A fine canzone, Dany corse ad abbracciarmi “Grazie. La nostra canzone, mi hai fatto un regalo meraviglioso e poi cantata da te…è da brivido…grazie amica mia, come farei senza di te?” “Non ringraziarmi. È solo una piccola dimostrazione di quanto ti voglia bene e di quanto sia felice per voi” ci stringemmo e piangemmo come due bambine.

Dopo il secondo piatto, il cantante invitò tutti a ballare, io mi poggia ad un pilastro della stanza e osservavo le coppie danzare, Rob era rimasto seduto al tavolo. Guardavo Daniela e Antonio e piangevo, ero davvero felice per loro, coronavano il loro sogno d’amore e non c’era cosa più bella. Il sogno di ogni ragazza…e anche il mio…qualche minuto dopo, Rob si alzò e mi venne vicino “Noi non danziamo?” “Se ti va, non sei obbligato e poi lo sai a me piace osservare gli altri” e diressi il miei occhi arrossiti verso i due sposi “Son proprio belli insieme” disse Rob, io annuii “Sono splendidi…” “E allora perché piangi?” “Il mio è un pianto di gioia Rob. I matrimoni mi fanno quest’effetto, è stato tutto perfetto, bellissimo, romantico, entusiasmante ed io…di fronte a queste cose non reggo. Che posso farci se sono così sensibile?” “Piacerebbe anche a te una cerimonia così?” “E’ il mio sogno…stare per tutta la vita con la mia anima gemella…con l’uomo che renderà migliore la mia esistenza…” mi ero lasciata andare troppo, per vergogna e paura mi tappai la bocca e guardai Rob “Scusa…non sconvolgerti per quello che dico” “Ma che sconvolto! Perché ti fai tutti questi problemi con me? Non scappo, Marghe io senza di te non vado più da nessuna parte, lo vuoi capire?” e mi strinse le mani “E’ che ho paura Rob, io…non voglio perderti, sono disposta a tutto pur di tenerti qui con me…” mi asciugò le lacrime “Non mi perderai…mai…Ti amo…” e si chinò ai miei piedi “Ma che fai?” “Ascoltami!” disse in italiano “M-m-ma…” “Si, conosco un po’ della tua lingua, le tue lezioni mi sono servite e poi…in tua assenza ho seguito qualche lezione privata…Ma bando a queste superficialità, ascolta quello che sto per dirti!” annuii e vidi tutta la sala girarsi verso di noi, arrossii ancora di più “Questi due anni sono stati i più strani di tutta la mia vita, sei arrivata tu e hai cambiato tutto. Hai dato colore e significato al mio esistere, ci somigliamo in tante cose e nelle cose in cui differiamo ci completiamo. Ne abbiamo passate tante, ma questo non ci ha cambiati, anzi ha rafforzato il nostro legame e oggi siamo qui insieme e presenziare al matrimonio della tua migliore amica. Proprio in quest’occasione, voglio giurarti, dinanzi a tutti e sai quanto mi costa, visto che sono timido, che non ti lascerò mai e per dimostrartelo ti dono questo…” dalla tasca della sua giacca, estrasse un cofanetto, lo aprì e fui illuminata dai piccoli diamanti che contornavano un piccolo anello “Un piccolo segno del mio immenso amore per te…” “Rob…” “No aspetta…” lo mise al mio dito anulare “La misura è giusta…” non riuscivo a parlare, bloccata dall’emozione, allora cominciai a piangere di nuovo “Spero che anche queste lacrime siano di gioia…” annuii “Bene…procedo allora…dicevo che questo è solo un piccolo segno del mio amore per te…questo anello è anche segno di una promessa…starò con te per sempre…e per rendere tutto ancora più perfetto…ti chiedo di…sposarmi…” tremai a quella parola “Sposami Marghe…e rendimi l’uomo più felice di questa terra…Ti amo…” le lacrime sgorgavano incontrollate dai miei occhi, un vocio di stupore ci circondò, ma io non ci badai, troppo presa da quel magico istante, presi coraggio, deglutii e parlai “Rob…non so che dire…io…io…” presi fiato e lo guardai “Sei tu che hai rivoluzionato la mia vita…non ha idea del caos che hai generato in me. Per te ho abbandonato tutto e son partita per Londra…ti ho conosciuto, ti ho amato e ti ho perso…e quando mi sono resa conto che senza di te la mia vita non aveva senso sono corsa in America per riprendermi ciò che era mio: te!

E ora qui, davanti a tutti, hai fatto una cosa che non mi sarei mai aspettata…credo che infondo tu sappia già la mia risposta…quindi bando alle ciance…Robert Pattinson alzati!” si alzò, gli presi le mani e le strinsi forte “Io…ti sposo…”

Dal fondo della sala, partirono le note di una nota canzone di Eros Ramazzotti…una canzone che avevo sempre canticchiato da adolescente, quando sognavo a occhi aperti l’incontro col mio principe azzurro…

“Ti sposerò perché
mi sai comprendere
e nessuno lo sa fare come te
ti sposerò perché
hai del carattere
quando parli della vita insieme a me
e poi mi attiri sai da far paura
fra il bianco e il nero dell'abbronzatura
ti sposerò perché
ti piace ridere
e sei mezza matta proprio come me
c'è in comune fra di noi c'è più di una cosa
ti sposerò perché
per esempio so che del pallone sei tifosa
ti sposerò perché
non mi chiedi mai il giorno che sarai mia sposa
e poi
e poi perché io so già che
se litighiamo io e te
non stiamo mai più di un minuto
col cuore arrabbiato
ti sposerò perché
ami viaggiare e poi
stare in mezzo alla gente quando vuoi
e sei di compagnia
si vede subito, tant'è vero
che il mio cane ti ha già preso in simpatia
sono straconvinto che sarà una cosa giusta
ti sposerò perché
sei un po' testarda si, ma quel che conta onesta
ti sposerò perché
per un tipo come tu sembri fatta apposta
e poi
e poi perché se chiedo a te
fiducia e un po' di libertà
non dici no anche per questo
vorrei sposarti presto
ti sposerò perciò
ci puoi scommettere
quando un giorno quando io ti troverò


.

 

Robert

I preparativi per andare in Italia furono più rapidi del previsto, Dany reclamava la presenza della sua amica Marghe e lei a sua volta non resisteva più, voleva vederla per aiutarla e per esserle vicina in un momento così importante…sembrava più in ansia lei che Daniela.

Durante il viaggio in aereo, Marghe passò tutto il tempo a dormire, non era abituata al fuso orario a differenza di me che ormai riuscivo a reggere certi ritmi; proprio in quelle ore, ebbi tutto il tempo per mettere ordine ai miei pensieri. Marghe era così entusiasta di questo matrimonio, io forse non la capivo, perché non mi era capitato di avere amici intimi che raggiungessero questo traguardo e forse anche perché con la vita che facevo non avevo mai avuto tempo di pensare a queste cose…ma lei aveva fatto scattare in me uno strano meccanismo…a furia di parlarne, stavo cominciando a pensare al mio futuro più intensamente di prima. Io mi sposerò mai? Anzi forse la domanda giusta è: io riuscirò a portare Marghe all’altare? Lei lo vorrebbe? Fino a qualche anno fa, non mi sarei assolutamente posto il problema, semplicemente perché non ci avrei mai pensato ad una cosa del genere, non ero neanche molto amante dei bambini.

Per un secondo guardai Marghe dormire e non potei fare a meno di sorridere, era dolcissima, l’innocenza fatta persona, le accarezzai la guancia calda e lei si mosse, poggiandosi, ancora dormendo, sulla mia spalle. Sorrisi ancora e le baciai la testa “La mia piccola testolina buffa…hai tirato fuori il meglio di me…non vedo l’ora di poter vivere tutta la mia vita con te…” m’interruppi…”Che ho detto?” era sbalordito, la riguardai, Marghe continuava a dormire beata. Fu così che capii: io ero pronto…pronto per fare il grande passo. Sentivo dentro di me una sicurezza e una forza nuove che mi spingevano verso quella direzione; con lei mi sentivo completo, perché aspettare? Siamo giovani, ma non troppo, io l’amo e lei mi ama…cosa manca? Direi nulla…sarà la cosa giusta?

Giunti in Italia, ricevemmo la calorosa accoglienza di Daniela e il suo futuro marito, inizialmente Daniela fu fredda e infondo dovevo aspettarmelo, aveva visto Marghe soffrire per colpa mia, però poi, grazie soprattutto alla simpatia di Antonio che mi coinvolgeva nei loro discorsi, riuscimmo a sciogliere il ghiaccio. In una di queste occasioni potei restare per qualche minuto solo con Daniela, avevo bisogno di parlarle “Daniela…” si voltò sconvolta “Ma tu…parli la nostra lingua?” “Si…Marghe mi ha insegnato qualcosina, poi nel periodo di distacco ho seguito delle lezioni, ma è un segreto” le feci l’occhiolino e lei rise “Dovrei chiederti una cosa, se posso…” “Si, dimmi pure” ero imbarazzatissimo, ma dovevo far presto, prima che Marghe tornasse “Beh Marghe non fa che parlare del tuo matrimonio e probabilmente questo ha contribuito alla mia decisione…” abbassai lo sguardo, mi schiarii la voce e poi guardai l’amica del mio amore dritto negli occhi “Io voglio sposare Marghe!” Daniela saltò dalla sedia, sbarrò gli occhi e spalancò la bocca “Cosa?” “Voglio sposare Marghe!” pronunciai quelle parole sicuro di me e con sguardo fiero, Dany si sedette, stette zitta qualche secondo fissandomi “La ami sul serio? Te lo chiedo perché lei darebbe la vita per te, tu questo lo sai, vero?” “Si, lo so e…si…la amo sul serio…per la prima volta nella mia vita, mi sento totalmente coinvolto sentimentalmente, Daniela, Marghe ha risvegliato in me qualcosa che nessuna ragazza prima di lei è riuscita a fare. Ha toccato le giuste corde…la amo e voglio stare con lei per sempre!” sorrise, quasi si commosse “Sono felice, Marghe si merita il meglio e so che tu puoi darle ciò che le spetta” ancora più imbarazzato le chiesi “Se-se-secondo te accetterà?” “E me lo chiedi pure? Ovvio che si, sarà pazza di gioia! Lei ti ha sempre amato, pur non conoscendoti. Io inizialmente non ero d’accordo, mi sembrava una follia prendersi una cotta per uno che neanche si conosce, ma come avrai avuto modo di capire, Marghe è testarda e ha fatto quello che voleva e…beh ammetto che non aveva torto, eri tu la sua anima gemella” la mia bocca si aprì in un sorriso “Il cielo ha una porta sola e lei l’ha aperta” “Direi che l’espressione è giusta…sembra una frase di Marghe” “E infatti lo è…ma tra i due sono io che ho aperto la porta giusta e dietro ho trovato l’angelo più bello in assoluto. Marghe ha dentro qualcosa di speciale e non se ne rende conto” “Concordo con te, è una persona meravigliosa” annuii “Un’ultima cosa: dove posso trovare una gioielleria?” “Oh vedo che facciamo le cose alla maniera classica” rise “Guarda all’angolo di questa strada c’è una gioielleria ben assortita: Pino Gioielli. È la migliore della zona” “Grazie” le feci l’occhiolino “Di nulla, figurati. Rob, mi raccomando. Ah, quanto hai intenzione di farle la proposta?” risi “E’ una sorpresa” ridemmo entrambi.

La mattina del matrimonio, Marghe di buon onora si alzò e si preparò, la osservavo camminare per casa tutta agitata, tremava, parlava da sola “Se ora che si sposa la sua amica sta in questo stato, quando le dirò che la voglio sposare cosa fa? Mi sviene?” risi tra me e lei neanche se ne accorse “Amore, che hai?” “Non lo so, sono preoccupata, felice…un misto di emozioni che non so gestire” mi guardò, i suoi occhi erano carichi di terrore, la strinsi a me e la cullai tra le mie braccia. Giunti in chiesa, con un po’ di anticipo, ero timoroso nel lasciare Marghe da sola, ma lei mi guardò con gli occhi colmi di gioia, mi baciò la guancia e si diresse avanti all’altare prendendo posto nel banco dei testimoni. Poco dopo, l’inizio della musica annunziò l’arrivo della sposa: Daniela era raggiante, tremante…felice…mi incantai e d’improvviso in quell’abito bianco non c’era più Daniela, ma la mia Marghe, era splendida, sorrideva a tutti, di scatto mi volti verso l’altare e vidi me con uno smoking nero che attendevo gioioso il mio amore per potermi unire a lei per sempre. Chiusi gli occhi per un secondo, quando li riaprii mi resi conto che avevo solo sognato, io ero seduto tra i banchi della chiesa e Marghe era avanti tra i testimoni. Al momento della firma, mi voltai a guardare Marghe, sapevo quanto avesse paura di sbagliare, anche lei si voltò verso di me, le sorrisi cercando di comunicarle il coraggio che le serviva; probabilmente ci riuscii, perché con decisione mise il suo nome su quel registro…

Dopo la cerimonia religiosa, Marghe volle correre subito al ristorante, aveva qualcosa in mente, io nel frattempo pensavo a quello che dovevo fare, cercavo di calmarmi, ero agitato, ma da bravo attore non avevo fatto trapelare nulla.

Entrati nella sala del ristorante, Marghe mi tirava per una mano, si guardò attorno e d’improvviso sorrise soddisfatta, io non capivo, poi voltai lo sguardo nella direzione verso cui erano puntati i suoi occhi e capii: c’era il piano bar. “Scusi, quando gli sposi arrivano è possibile fare loro una dedica?” “Certamente mi dica cosa vuole che canti!” “No…veramente vorrei cantarla io se non le dispiace. Sono la migliore amica della sposa e vorrei fare questa piccola sorpresa” “Oh, va bene…” non poteva che regalare emozioni in musica, il mio amore…

Quando li vedemmo arrivare, io mi feci da parte e la musica partì; mi emozionai in quel momento, Marghe sapeva arrivare dritto al cuore delle persone e non era da tutti.

Mentre eravamo a tavola, Marghe si alzò d’improvviso, proprio nel momento in cui il cantante invitò tutti a ballare; la vidi poggiarsi ad un pilastro della stanza, osservare le coppie danzare e strofinarsi continuamente gli occhi…piangeva…non potevo lasciarla sola, alchè mi alzai e mi diressi verso di lei “Noi non danziamo?” “Se ti va, non sei obbligato e poi lo sai a me piace osservare gli altri” e diresse i suoi occhi ancora lacrimanti verso di neosposi “Son proprio belli insieme” dissi, lei annuì “Sono splendidi…” “E allora perché piangi?” “Il mio è un pianto di gioia Rob. I matrimoni mi fanno quest’effetto, è stato tutto perfetto, bellissimo, romantico, entusiasmante ed io…di fronte a queste cose non reggo. Che posso farci se sono così sensibile?” tutto il suo corpo esprimeva emozione, avvertii che quella era l’occasione giusta “Piacerebbe anche a te una cerimonia così?” “E’ il mio sogno…stare per tutta la vita con la mia anima gemella…con l’uomo che renderà migliore la mia esistenza…” arrossì e si tappò la bocca guardandomi…si: quello era il momento giusto, ora sapevo cosa fare “Scusa…non sconvolgerti per quello che dico” “Ma che sconvolto! Perché ti fai tutti questi problemi con me? Non scappo, Marghe io senza di te non vado più da nessuna parte, lo vuoi capire?” e le strinsi le mani “E’ che ho paura Rob, io…non voglio perderti, sono disposta a tutto pur di tenerti qui con me…” lei asciugai le lacrime, ma che pensava, io non avrei mai voluto che reprimesse quello che sentiva “Non mi perderai…mai…Ti amo…” e in un gesto automatico mi chinai ai suoi piedi “Ma che fai?” la sentii sussultare “Ascoltami!” dissi in italiano “M-m-ma…” “Si, conosco un po’ della tua lingua, le tue lezioni mi sono servite e poi…in tua assenza ho seguito qualche lezione privata…Ma bando a queste superficialità, ascolta quello che sto per dirti!” annuì e quando tutti in sala si girarono verso di noi, Marghe arrossì ulteriormente “Questi due anni sono stati i più strani di tutta la mia vita, sei arrivata tu e hai cambiato tutto. Hai dato colore e significato al mio esistere, ci somigliamo in tante cose e nelle cose in cui differiamo ci completiamo. Ne abbiamo passate tante, ma questo non ci ha cambiati, anzi ha rafforzato il nostro legame e oggi siamo qui insieme e presenziare al matrimonio della tua migliore amica. Proprio in quest’occasione, voglio giurarti, dinanzi a tutti e sai quanto mi costa, visto che sono timido, che non ti lascerò mai e per dimostrartelo ti dono questo…” estrassi dalla giacca, il cofanetto con l’anello e lo porsi a lei che lo aprì…il suo sguardo si illuminò “Un piccolo segno del mio immenso amore per te…” “Rob…” “No aspetta…” presi l’anello e glielo misi, le stava d’incanto “La misura è giusta…” la guardai, non parlava, cosa pensava? D’improvviso iniziò a piangere di nuovo, forse avevo detto o fatto qualcosa di sbagliato? “Spero che anche queste lacrime siano di gioia…” lei annuì ed io mi risollevai “Bene…procedo allora…dicevo che questo è solo un piccolo segno del mio amore per te…questo anello è anche segno di una promessa…starò con te per sempre…e per rendere tutto ancora più perfetto…ti chiedo di…sposarmi…” tremò “Sposami Marghe…e rendimi l’uomo più felice di questa terra…Ti amo…” le lacrime uscirono ancor più veloce dai suoi occhi, mentre d’improvviso un vocio di stupore ci circondò; Marghe deglutì rumorosamente, poi parlò “Rob…non so che dire…io…io…” prese fiato e mi guardò “Sei tu che hai rivoluzionato la mia vita…non ha idea del caos che hai generato in me. Per te ho abbandonato tutto e son partita per Londra…ti ho conosciuto, ti ho amato e ti ho perso…e quando mi sono resa conto che senza di te la mia vita non aveva senso sono corsa in America per riprendermi ciò che era mio: te!

E ora qui, davanti a tutti, hai fatto una cosa che non mi sarei mai aspettata…credo che infondo tu sappia già la mia risposta…quindi bando alle ciance…Robert Pattinson alzati!” mi alzai, mi presi le mani e le strinse forte “Io…ti sposo…” una sensazione di leggerezza mista alla felicità mi invase…aveva detto di si…aveva accettato la mia proposta…io, Robert Pattinson, avrei sposato la mia amata Marghe…le presi la mano e iniziammo a danzare sulle note di una musica che io non conoscevo, ma che già amavo, perché le sue parole si abbinavano perfettamente con quel momento “Ti sposerò, perché mi sai comprendere e nessuno lo sa fare come te. Ti sposerò perché  hai del carattere, quando parli della vita insieme a me e poi mi attiri sai da far paura…
Ti sposerò perché ti piace ridere e sei mezza matta proprio come me, c'è in comune fra di noi c'è più di una cosa…sono straconvinto che sarà una cosa giusta…ti sposerò perché sei un po' testarda si, ma quel che conta onesta. Ti sposerò perché per un tipo come tu sembri fatta apposta…”

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Capitolo 36
*** Io che amo solo te ***


Io che amo solo te

Salve a tutti,

vi chiederete come mai sto postando ora…beh domani non ci sono e non voglio lasciarvi in sospeso. Mi fa male sapete? È l’ultimo capitolo di questa mia “figlioccia”…è strano dover dire che la storia è finita…però non voglio farvi abbattere preso tornerò col seguito e con nuove storie su Robert…

Ho messo tutta me stessa in questa fan fiction e non smetterò mai di ringraziare chi l’ha ispirata: Robert…

Hai saputo guidare le mie mani, la mia testa, il mio cuore e le mie parole, tutto è frutto dell’ammirazione e dell’”amore” che provo per te…sei un ragazzo eccezionale, non lo dico tanto per dire, lo penso sul serio, tramite le tue interviste, i tuoi video ho potuto conoscere lati di te che mi hanno fatto capire quanto tu sia speciale…ti auguro di poter essere sempre soddisfatto del tuo lavoro, so quanto lo ami…e spero che un giorno io possa dirti queste cose di persona…un sogno, una follia…del resto, per come sono fatta, non smetterò mai di pensare e di immaginare il nostro incontro.

E poi voi, care lettrici…che dirvi…leggere tutti i vostri commenti, è stato emozionante e non sapete quanto…ho apprezzato tutto, avete amato la mia storia e ve ne sono grata, sapere che la gioia, il dolore, la felicità, la tristezza di questo racconto vi sia arrivato è qualcosa che non può essere spiegato a parole…sarò ripetitiva, lo so, ma vi ringrazio TUTTE dalla prima all’ultima…vi adoro, sul serio...Non dimenticherò nulla di ciò che mi avete detto, ringrazio questo sito perchè mi ha permesso di conoscere delle persone davvero meravigliose. grazie a chi mi ha seguita, a chi a solo letto, a chi ha inserito la storia tra i seguiti o preferiti...grazie, grazie e ancora grazie

Vi voglio bene…

Marghe

ps: come sempre vi lascio il link della canzone che mi ha ispirato  

http://www.youtube.com/watch?v=IfgBVQxirUM

Marghe

Passò un anno da quel giorno e tante cose attorno a me cambiarono…trovai un lavoro come educatrice in una struttura per bambini con difficoltà di linguaggio a Londra, Rob era rientrato in patria e insieme avevamo comprato casa in previsione del nostro matrimonio…eh si…presto ci saremmo sposati e chi l’avrebbe mai creduto…

Avevo l’aria sognante quel pomeriggio, il gran giorno si avvicinava…avevo appuntamento con Simona e Daniela per la prova del vestito…l’avevo fatto fare su misura da una sarta inglese, bravissima.

“Allora come ti senti?” le mie amiche fremevano “Tremo tutta…” “Tutto normale” rispose Dany…eh si, d’altronde lei aveva provato quelle sensazioni un anno prima di me…io e Rob optammo per sposarci in dicembre, adoravo l’inverno…è vero avrei rischiato la pioggia, ma a me non importava…se avesse piovuto, voleva dire che anche il cielo era commosso per quel che stava per accaderci…

Siccome ero cattolica, Rob accettò di sposarsi in chiesa in Italia “Tutto per te!” mi aveva detto, arrossii a quel ricordo e il cuore iniziò a battermi troppo forte “Calma Marghe, altrimenti la sarta non riesce ad aiutarti ad infilare il vestito!” mi ammonì Simona, quando mi voltai verso l’enorme specchio, rimasi basita…ero davvero io in quel vestito bianco? Scollo a barca, che lasciava un po’ scoperte le spalle, merletti che circondavano il bordo, le maniche a tre quarti e poi guanti bianco color perla. Il vestito arrivato in vita si allargava e scendeva a balze larghe, quasi a campana e terminava con un lungo strascico…mi commossi, non ne potei fare a meno e con me piansero sia Dany che Simo “Oddio Marghe…sei stupenda…non ci sono parole!” era l’abito dei miei sogni…quanto lo avevo desiderato…mi strinsi nelle spalle, mi voltai verso le mie amiche e le abbracciai fortissimo…

Quando rientrai a casa, Rob era già lì, nervoso girovagava per tutta la cucina, feci finta di nulla “Sono tornata” mi venne incontro “Amore…allora com’è andata?” sapevo benissimo a cosa si riferisse “Bene è poco…tutto…splendido…non vedo l’ora…che lo veda anche tu…” gli si illuminarono gli occhi e mi baciò “A te tutto ok?” “Oh si, sono stato nelle mani del sarto per ore” risi e fece anche lui altrettanto.

Passarono i giorni e il fatidico 16 dicembre arrivò…non dormii affatto quella notte, ero a casa mia in Italia, come da tradizione lo sposo non doveva vedere la sposa e si ci sposava nella chiesa della donna…non riuscivo a dormire, ero agitatissima, il cuore scalpitava, le mani sudavano, l’unico modo per calmarmi era ascoltare musica e cantare. Senza rendermene conto mi ritrovai a scrivere:

Amore della mia vita, siamo giunti al giorno tanto atteso. Mai avrei creduto che sarebbe potuto succedere a me!!! Io, una ragazza qualunque, innamoratasi di un attore…io che corro a Londra per conoscerlo e senza volerlo mi lascio travolgere dai sentimenti e mi ritrovo a sposarmi con lui…oh Rob, dimmi che non sto sognando, dimmi che è tutto reale…io domani mi sposo con te? Cavoli sto bagnando il foglio con le mie lacrime, ma che posso farci se tu mi rendi così felice? Nessuno mai ha saputo darmi i brividi, le emozioni che mi provochi tu, nessuno ho mai amato come amo te…Amami Rob, io sono qui…Ti Amo, Ti Amo, Ti Amo…all’infinito e oltre…per sempre…sto delirando, sarà l’ora, sarà che sono follemente pazza di te e non vedo l’ora di averti tutto per me, tutta la vita Rob…tutta la vita…Ti Amo…Tua Marghe…”

Il mattino seguente, mi alzai prestissimo, poco dopo giunse l’estetista e le mie due meravigliose testimoni: Daniela e Simona.

Due ore di trucco, non volevo niente di pesante e troppo evidente, volevo essere il più naturale possibile…volevo essere come lui mi aveva conosciuto…

Mia madre e mio padre erano emozionantissimi, aspettarono con me l’auto e poi si avviarono, ovviamente mio padre era in macchina con me…percorrendo la strada per la chiesa, ripensai a tutto quello che in quei tre anni era successo e mi sembrava tutto un sogno, quell’ultimo anno aveva sconvolto totalmente la mia vita, dopo la proposta di Rob, tutto era risultato essere in discesa, i miei e i suoi genitori furono entusiasti della nostra scelta e ci appoggiarono in tutto e per tutto.

“Tesoro siamo arrivati” papà mi scosse dai miei pensieri, guardai fuori…quanta gente, cavolo…cominciai a tremare, il cuore mi arrivò in gola e le gambe erano molle…papà mi aiutò a scendere…salii piano i gradini, sentivo il vociare attorno a me, meraviglia, stupore…già…sensazioni che provavo io per prima…

Solcai con terrore la porta della chiesa…temevo che Rob avesse cambiato idea…con lo sguardo lo cercai, non lo vedevo, d’improvviso mi bloccai, mio padre mi guardò spaventato, rivolsi a lui lo sguardo, mi fece l’occhiolino e sorrise, mi voltai avanti e vidi Rob sbucare davanti all’altare, era stato nascosto dalla folla…mi guardava sbalordito e sorridente…sentii le lacrime gonfiarmi gli occhi e senza accorgermene iniziai a camminare, guidata dalle note della nostra canzone…quella della Disney…eh già, avevamo scelto proprio quella canzone, infondo con essa era iniziata la nostra storia e quindi era la migliore colonna sonora per il nostro matrimonio.

Arrivata dinanzi al fautore di tanto amore, mio padre mi lasciò la mano e la porse a lui, Rob la prese e la strinse delicatamente, per un attimo interminabile ci guardammo negli occhi.

Durante tutta la cerimonia, non riuscivamo a distogliere i nostri sguardi l’uno dall’altro…sembravamo posseduti: c’era ammirazione, commozione, stupore, ma soprattutto amore, l’elemento fondamentale che ci aveva condotti per mano verso quell’altare, rendendo ogni singolo istante speciale, anche la cosa più semplice diventava magica con Robert, non era la cosa in sé ad avere tutta questa particolarità, ma il poterla condividere con colui a cui ti lega un sentimento vero, raro, puro…

Al momento del si, fu tutto così strano…emozionante…”Vuoi tu Robert Pattinson prendere come tua sposa la qui presente Margherita De Gregorio, amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?” “Si lo voglio” sentii il cuore sobbalzare e lacrimare sangue “Vuoi tu Margherita De Gregorio prendere come tuo sposo il qui presente Robert Pattinson, amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?” “Si…lo voglio!” certo che lo voglio e iniziai a piangere “Vi dichiaro marito e moglie…lo sposo può baciare la sposa…” accecata dalle lacrime mi avvicinai piano a lui, Rob prese il mio volto tra le mani e mi baciò delicatamente, poi con sempre più ardore…ero sua…io gli gettai le braccia al collo e lo spinsi verso di me…era mio

Dopo questo partirono gli applausi, usciti dalla chiesa venimmo investiti dai confetti…con l’auto affittata, ci dirigemmo a fare le foto…non ci accorgemmo della presenza del fotografo…ogni posa, ogni bacio, ogni gesto venne del tutto naturale…arrivati al ristorante, varcammo la porta e partì la canzone che avevo registrato qualche mese prima grazie al mio maestro Francesco…”Io che amo solo te” ricantata dalla Mannoia, qualche tempo prima…il mio regalo di nozze…

Lo vidi sobbalzare quando udì la mia voce, ci fermammo al centro della sala, mi guardò emozionato e commosso, mi strinse le mani ed io iniziai a cantare…avvolta dalle lacrime…e immersa nei suoi occhi…

 

C'è gente che ha avuto mille cose,
tutto il bene, tutto il male del mondo.
Io ho avuto solo te
e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove avventure.

C'è gente che ama mille cose
e si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
io mi fermerò
e ti regalerò
quel che resta
della mia gioventù.

Io ho avuto solo te
e non ti perderò,
non ti lascerò
per cercare nuove illusioni.

C'e' gente che ama mille cose
e si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
io mi fermerò
e ti regalerò
quel che resta
della mia gioventù

 

 

 

Robert

La mia vita era davvero cambiata…se Twilight mi aveva dato la notorietà scombussolando i miei ritmi, Marghe rappresentava la svolta decisiva, un uragano che mi aveva avvolto nella sua onda, trascinandomi e coinvolgendomi passo dopo passo in un vortice dal quale non sarei più potuto uscire. Ormai era passato un anno dal fatidico giorno in cui avevo proposto a Marghe di sposarmi; io ero rientrato definitivamente a Londra e insieme al mio amore avevamo acquistato una casa tutta nostra, dove saremmo andati a vivere dopo il matrimonio, nel frattempo Marghe era riuscita a realizzare un sogno: lavorare con i bambini in un centro di recupero, vederla stare insieme a loro era un’emozione unica, l’amore che provava per il suo lavoro traspariva chiaramente e non potevi non restarne colpito.

Il fatidico giorno si stava avvicinando e con esso la prova del vestito, la scelta dell’abito non era stata semplice, fortunatamente Edward e Tom si offrirono di accompagnarmi. Optati per uno smoking nero gessato, lo sentivo perfetto addosso e speravo piacesse a Marghe, non volevo deluderla.

Quando rientrai a casa, Marghe non era ancora tornata, aspettai qualche ora, mi stavo preoccupando, possibile che una prova vestiti durasse così a lungo? D’improvviso udii il rumore delle chiavi nella serratura e la sua voce melodiosa rimbombò per tutta la casa “Sono tornata” come un’automa mi diressi verso di lei “Amore…allora com’è andata?” che ansia “Bene è poco…tutto…splendido…non vedo l’ora…che lo veda anche tu…” in quegli occhi luccicanti di gioia, vedevo riflesso me stesso…un me felice, sereno e questo mi piacque; afferrai Marghe e la baciai “A te tutto ok?” “Oh si, sono stato nelle mani del sarto per ore” ridemmo insieme…anche le nostre voci si fondevano a perfezione.

La notte prima delle nozze, io e Marghe ci separammo  senza voglia, e lei tornò a casa sua, mentre io rimasi in albergo. Fu una serata davvero strana, intrisa di strane sensazioni: mi sedevo sul letto, mi alzavo, camminavo; per calmarmi, mi sedetti fuori al balcone a fumare una sigaretta, poi presi carta e penna…

“Marghe, lo sai che scrivere mi riesce meglio del parlare ed è per questo che sono qui a buttar giù due righe…è la sera che precede il nostro matrimonio, io sono nella camera d’albergo che ci vedrà insieme domani notte, ma non nel senso malizioso a cui tu sicuramente stai pensando…immagino già la tua faccia :D…mi riferisco al fatto che da domani la nostra vita cambierà totalmente, sarà un crescendo di emozioni…sono così felice da sentirmi quasi stupido…sono passate le 23, chissà che stai facendo, che pensi, come stai…stasera di dormire non mi riesce proprio…sono nervoso e ammetto di avere un po’ paura, non sono pentito della scelta che ho fatto, anzi non sono mai stato così sicuro nella mia vita…temo solo che le cose col  tempo possano cambiare…è proprio vero che la vita ti sorprende sempre quando meno te l’aspetti, fino a qualche anno fa non mi passava neanche per l’anticamera del cervello l’idea di sposarmi e invece…vorrei averti qui per stringerti, non mi trovo se non ci sei…non vedo l’ora che passi questa notte…poi saremo per sempre uno la parte dell’altro…Ti Amo…Tuo Robert”

16 dicembre

Erano le sei del mattino, fuori era ancora buio, ma il sole era sorto nel mio cuore quel giorno, col sorriso sulle labbra mi alzai dal letto e andai in bagno. Un’ora più tardi, Tom e Edward insieme ai miei genitori erano nella mia camera a darmi una mano coi preparativi. Fu tutto così strano, avevo la testa tra le nuvole, il corpo leggero mi sembrava volesse spiccare il volo, rispondevo solo se necessario, ora il mio unico obiettivo era rivedere Marghe, stringerla nelle mie braccia e scappare via con lei.

Alle 10 ero già in chiesa, fuori tutti gli invitati mi guardavano incuriositi, ma a me non importava, il mio sguardo era fisso sulla strada, aspettavo che un auto mi portasse la mia Marghe…Tom e Edward mi spinsero in chiesa, non so quanto tempo passò, ma udii un vociare provenire da fuori, il cuore mi balzò in gola…cavoli…era arrivata…guardai i miei due amici che sembrarono capire la mia muta domanda e annuirono…

Cercavo di vederla, ma la folla di invitati si era spostata in avanti per ammirare la mia sposa…poi eccola…bellissima…una favola in quell’abito bianco, mi sembrava un sogno, il suo sguardo perso incrociò il mio e vidi crescere in lei la giusta sicurezza…non staccammo gli occhi gli uni dagli altri e quando partì la musica nuziale fu tutto un crescendo di emozioni e ricordi. Si, perché avevamo scelto la canzone della Disney come colonna sonora, quella che ci aveva visti insieme la prima volta…quella che ci aveva unito in un solo corpo e una sola anima…

Durante tutta la cerimonia, i nostri occhi non smisero un attimo di cercarsi, quanto avevamo desiderato quel momento? Tanto e mi resi conto che io lo volevo da sempre, da quando lei era entrata a far parte del mio mondo. Il momento dello scambio delle promesse, rappresentò l’attimo di maggior commozione…”Vuoi tu Robert Pattinson prendere come tua sposa la qui presente Margherita De Gregorio, amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?” “Si lo voglio” Marghe sobbalzò, sembrava incredula “Vuoi tu Margherita De Gregorio prendere come tuo sposo il qui presente Robert Pattinson, amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita, finchè morte non vi separi?” “Si…lo voglio!” sentirle pronunciare quelle due semplici lettere “Si” mi riempì il cuore di gioia, anzi traboccava felicità, ormai ne era colmo, tutto merito suo “Vi dichiaro marito e moglie…lo sposo può baciare la sposa…” Marghe era in preda alle lacrime e anche i miei occhi iniziarono a bagnarsi di una piacevole pioggerellina, ma mi avvicinai ugualmente a lei, le presi il volto tra le mani e la baciai delicatamente, poi con sempre più ardore…ora eravamo ufficialmente uno parte dell’altro…del resto non mi importava niente…

Usciti dalla chiesa, una pioggia di riso ci colpì, vederla sorridente e serena, ripagava il mio animo, una nuova luce si era accesa nei suoi occhi e ne ero io l’artefice. Il fotografo ci portò in giro per il servizio fotografico, ma a nessuno dei due importava, quello che contava era stare insieme, i nostri corpi, le nostre mani si cercavano, non riuscivano a stare lontani gli uni dagli altri…

Al ristorante, Marghe mi fece una sorpresa…al nostro ingresso partì una canzone e quando udii la sua voce rimasi sbalordito…sobbalzai incredulo, ci fermammo al centro della sala, la guardai con le lacrime agli occhi, le strinsi le mani e lei iniziò a cantare commossa…” C'è gente che ha avuto mille cose, tutto il bene, tutto il male del mondo. Io ho avuto solo te e non ti perderò, non ti lascerò per cercare nuove avventure. C'è gente che ama mille cose e si perde per le strade del mondo. Io che amo solo te, io mi fermerò e ti regalerò quel che resta della mia gioventù…”  mi regalava tutta se stessa…ed io ero pronto ad accoglierla…per sempre

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