Il Solviamore

di Ale
(/viewuser.php?uid=2088)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


1

I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.

 

1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

15 marzo. Caffetteria Konoha High. Ore 12.28

 

“Ma smettila!”

 

“Ti dico che è così!”

 

“Figuriamoci!”

 

“Ve l’assicuro!”

 

“Ah, piantala di raccontare balle, Kiba!”

 

“Ma è vero! Diamine, l’ho visto con questi miei due occhi!

 

“È da tanto che dico che dovresti farti un paio di occhiali…

 

Il ragazzo dai capelli castani scosse la testa con forza ed agitò le braccia. “Ve lo giuro! La Yamanaka si vede con il mio enigmatico compagno di banco!”

 

“Enigmatico?” Il ragazzo con i capelli raccolti in un codino inarcò un sopracciglio, squadrandolo con perplessità.

 

Kiba arrossì, non si capì se per rabbia o per imbarazzo. “Ehi, per chi mi hai preso, Nara? Per un analfabeta ignorante?”

 

Shikamaru schioccò la lingua, incrociando le braccia al petto e lanciandogli un’occhiata eloquente. “Lo sei così tanto da dover ripetere il concetto due volte, Inuzuka?”

 

Kiba sbuffò, mentre il ragazzo biondo seduto con loro al tavolo sghignazzò. “Piantala, Naruto! Tu non lo sai nemmeno cosa vuol dire ‘enigmatico’!” lo sgridò Kiba. Naruto smise di ridere e si imbronciò. Il ragazzo castano gli lanciò un’occhiataccia. “Okay, okay. L’ho imparato ieri leggendo una mail del Solviamore.” ammise.

 

“Ancora con questa storia?!” sbuffò Shikamaru, incrociando le braccia dietro la testa e guardando per aria con espressione annoiata.

 

“Ehi, non sono mica il solo, sai? Quasi tutta la scuola richiede i suoi consigli!” esclamò Kiba.

 

Shikamaru roteò gli occhi. “Per favore! Non c’è mica bisogno di un consigliere cibernetico per conquistare una donna…

 

“Beh, se dovessimo prendere come esempio te, tra cent’anni saremmo ancora seduti qui ad aspettare che Temari ci avvicini…” lo rimbeccò Naruto, squadrandolo con le palpebre abbassate.

 

Shikamaru si imbronciò. “Che c’entra? E poi lo sai che alle ragazze di oggi piace fare la prima mossa. Chi sono io per contraddirle?”

 

“Se, se… Dì, piuttosto, che sei un pigro senza speranze…

 

Yosh! Buongiorno, gioventù di Konoha! Finalmente la primavera è arrivata ed ha sparso per tutta la scuola la sua fragranza di vita!” la voce del radio-speaker della Konoha High si riverberò potente nella piccola caffetteria. “Chi vi parla è Rock Lee con le notizie del mattino! La quasi totalità dei giovani d’oggi sa cos’è Internet e come utilizzarlo. Molti di meno sanno districarsi nel difficile cammino che porta al Vero Amore. Cosa succede se si uniscono Internet e suggerimenti per giovani innamorati? Un successo! Proprio per questo il sito del Solviamore è da dieci settimane nella Top Ten dei siti più visitati dagli studenti della Konoha! Yosh! Proprio un sito che arde di giovinezza, eh? Comunque, in tanti si stanno chiedendo chi sia in realtà il Solviamore. C’è chi dice che sia uno studente o una studentessa, altri che sia qualcuno del corpo docente, altri ancora che si tratti di un mitico saggio eremita che si collega dal suo misterioso rifugio per dispensare la sua sapienza a tutto il mondo… Io credo che non sia importante. Chiunque tu sia, Solviamore: che la fiamma della tua giovinezza continui ad essere un faro per tutte le giovani menti innamorate della Konoha! Yosh! A domani!

 

“Cielo, Lee è sempre più sdolcinato ogni giorno che passa…” borbottò Shikamaru.

 

“Però hai visto che avevo ragione? Il Solviamore è nella Top Ten!” esclamò Kiba, annuendo con aria soddisfatta.

 

Tzé…”

 

Shikamaru era scettico; Naruto, invece, si era fatto coinvolgere. “Ehi, Kiba, ma funziona davvero questo Solviamore?” domandò, sgranando gli occhi blu, avidi di sapere.

 

Il ragazzo dai capelli scompigliati arrossì e si torse le dita in imbarazzo. “Beh, non ho ancora avuto il coraggio di metterli in pratica…” rivelò.

 

Shikamaru sbuffò. “Fesso…” borbottò.

 

“Ehi! Ti ho sentito, Nara!” si inalberò Kiba. “Adesso te la faccio pagar… eh?” l’attenzione del focoso ragazzo venne attirata da una testa bionda appena entrata nella caffetteria. “Guardate un po’ là!”

 

Gli altri tre si voltarono. La bellissima Ino Yamanaka aveva appena fatto il suo ingresso trionfale. I suoi occhi celesti scrutarono la sala ed il suo viso si aprì in un caldo sorriso quando individuò il suo bersaglio. Spiccò una breve corsetta euforica e si sedette al tavolo del solitario Shino Aburame, con grande sconcerto generale. Subito, cominciò a chiacchierare allegramente, gesticolando di tanto in tanto per enfatizzare un concetto. Shino annuiva ed interveniva di tanto in tanto.

 

Naruto e Choji erano a bocca aperta. Kiba appariva soddisfatto. Shikamaru apatico, come sempre.

 

“Visto? Visto?” si vantò Kiba. “Che vi avevo detto? Pensate che stiano insieme?”

 

Shikamaru schioccò la lingua, scettico.

 

“Che c’è, Shikamaru? Li hai visti, no?”

 

“Non è il suo tipo.”

 

“E allora perché si sarebbe seduta al suo stesso tavolo?”

 

Shikamaru fece spallucce. “Probabilmente gli sta facendo le fusa per poter copiare i compiti di matematica.”

 

La Yamanaka è davvero così opportunista?” domandò Naruto, incredulo.

 

“Non ne hai un’idea…” rispose lugubre Shikamaru.

 

“Oh, andiamo, Shikamaru! Non è poi così male…” lo rimbeccò pacatamente Choji, tra una patatina e l’altra.

 

Shikamaru gli rivolse un’occhiata, che esprimeva in modo lampante come la pensava a quel riguardo. “La Yamanaka è una strega, Choji. E tu dovresti saperlo meglio di me.”

 

Choji arrossì. “È successo alle elementari. È acqua passata…” borbottò, suscitando la curiosità di Naruto e Kiba.

 

“Cos’è successo alle elementari?” domandò Naruto, affamato di pettegolezzi.

 

“Cos’è? La Yamanaka ti ha dato un due di picche?” sghignazzò Kiba.

 

Choji arrossì ancora di più, affondando il viso nel sacchetto delle patatine per nasconderlo.

 

“Allora? Allora?”

 

“È così?”

 

“Ehi, voi due.” si intromise Shikamaru, irritato. “Non sono affari vostri. Lasciatelo in pace.” All’occhiata riconoscente di Choji rispose con un breve cenno di assenso. Poi, tornò a scrutare la Yamanaka ridere assieme a Shino Aburame. “Tzé!” mugugnò, prima di voltarsi dall’altra parte. “Invece di perdere tempo a chattare con un imbecille cibernetico e controllare cosa fa quella cretina della Yamanaka, Kiba, dovresti cominciare a prepararti per il prossimo compito di fisica: la Mitarashi non ti darà un’altra occasione per rimediare quel 15/100…”

 

Kiba lo guardò storto e aprì la bocca per ribattere, ma poi la richiuse e l’atteggiò in un sogghigno compiaciuto. “Facciamo una scommessa, Shikamaru. Se vinco io, mi passi il compito di fisica. Se vinci tu, farò i tuoi turni di pulizia per un mese.

 

L’altro alzò un sopracciglio, valutando l’offerta. “E quale sarebbe questa scommessa?”

 

Kiba sventolò un dito sotto gli occhi di Shikamaru. “Hai tempo un mese per scoprire la vera identità del Solviamore.”

 

Lo sguardo del giovane Nara, che fino ad un secondo prima si era acceso di interesse, tornò spento. “Ah, che noia: ancora questo Cupido virtuale…”

 

“Di’ piuttosto che hai paura di perdere.” lo sfidò Kiba con un sogghigno.

 

Tzé! Figuriamoci.” Socchiuse gli occhi e mise le mani dietro la testa. “Hai detto un mese, eh? Va bene: ci sto.”

 

“Perfetto!”

 

“E se per caso scoprissi io l’identità del Solviamore? Faresti i miei di turni di pulizie, Kiba?” si inserì Naruto, sogghignando.

 

“Tu, scoprire chi è il Solviamore?!” Il ragazzo castano scoppiò a ridere, seguito a ruota da Choji, più pacato. Persino Shikamaru si concesse un sorrisino.

 

Il biondo si corrucciò. “Beh, che c’è da ridere?!

 

Kiba ormai si asciugava le lacrime dagli occhi. “Okay, okay, amico: se sarai tu a scoprire chi è il Solviamore, giuro di fare i tuoi turni di pulizie da qui alla fine dell’anno!”

 

“E se non ce la faccio?”

 

“Niente.”

 

“Perché niente?”

 

“Lo faccio perché ti sono amico, Naruto: non voglio infierire. Se c’è qualcuno che ha una minima possibilità quello è Shikamaru, non certo tu.

 

“Così credi che non ce la possa fare, uh?” si infervorò il biondo, alzandosi in piedi. “Beh, ascoltami bene, Inuzuka: io scoprirò chi diavolo è questo maledetto Solviamore al massimo in una settimana,ttebayo!” tuonò, andandosene dalla caffetteria a passo di marcia.

 

Kiba roteò gli occhi. “Questa è come quell’altra sua promessa:Diventerò il capo-banda più temuto dell’intera città, ‘ttebayo!’…” esclamò, imitando la voce di Naruto. Sogghignò. “Per ora è riuscito solo ad essere lo studente con più lividi di tutta la scuola!” sghignazzò.

 

“E se ci riuscisse per davvero?” domandò Choji, sgranocchiando pensosamente una patatina.

 

“Beh, non è che Naruto sia stupido…” intervenne Shikamaru. “… ma mi sembra altamente improbabile.”

 

Kiba ridacchiò ancora alle spese del biondo. Poi si girò per ritrovare l’altra testa bionda che era stata al centro delle loro discussioni poco prima. “Ehi… Ma la Yamanaka non c’è più! E anche Aburame è scomparso!” Imbronciò le labbra. “Pensi che siano andati ad imboscarsi, Shikamaru?”

 

Se Choji o Kiba notarono l’improvvisa rigidezza della schiena dell’amico, non lo diedero a vedere. Shikamaru fece spallucce e fissò la porta della caffetteria con espressione cupa…

 

*

 

15 marzo. Scale del quarto piano. Ore 12.47

 

“Dannazione! E dicono pure di essermi amici!” borbottò Naruto. Saliva le scale corrucciato, le mani chiuse a pugno nelle tasche dei pantaloni della divisa. Imbronciato, arrabbiato ed anche stizzito, se ne stava andando nell’unico luogo della scuola dove si sentisse a suo agio: il tetto.

 

Gli piaceva stare lì. Era un posto tranquillo, dove non andava praticamente nessuno, dove poteva pensare ai suoi sogni da realizzare e cullare l’idea di essere talmente in alto da dominare l’intera scuola e tutti i suoi studenti.

 

Ebbene sì: Uzumaki Naruto aveva manie di grandezza.

 

Voleva scalare tutti i livelli di quella dannata gerarchia che vigeva tra gli studenti per poter essere riconosciuto da tutti. In particolare, da lei.

 

La lei in questione era Haruno Sakura, Vice-Presidente del Consiglio Studentesco. Sì, scelta quanto meno azzardata, visto che il suddetto Uzumaki Naruto era considerato da studenti e professori il classico teppistello con troppa voglia di menare le mani e troppo poco sale nel cervello. Sakura, invece, era la classica alunna modello, con una media stratosferica ed una cotta altrettanto esorbitante per Uchiha Sasuke, uno dei ragazzi più popolari della scuola, nonché studente di talento, attualmente in America grazie ad una borsa di studio. E, ovviamente, anche detentore del titolo di ‘Rivale N°1 di Uzumaki Naruto’.

 

Aprì la porta, venendo investito da una pioggia di raggi solari. Quando riuscì ad aprire gli occhi, notò subito che c’era qualcosa che non andava: un paio di gambe spuntava da dietro l’angolo a destra.

 

E che gambe!, si ritrovò a pensare, lasciando che gli occhi blu vagassero su quel gran bel pezzo di arti inferiori, le cui fattezze erano tipicamente femminili. Raramente gli era capitato di vederne di più belle: né troppo secche né troppo muscolose, dalla pelle così chiara e sicuramente setosa al tatto… Indubbiamente appartenenti ad una studentessa, visto che erano parzialmente coperte dalla gonna della divisa.

 

Shino-kun!” La ragazza doveva averlo scambiato per qualcun altro. “Finalmente sei arrivato! Io non capisco: qui si è bloccato tutto! Insomma, stavo rispondendo alla posta, no?, e improvvisamente il computer è morto! Uffa! Che rottura queste robe elettroniche!” si lamentò, cambiando posizione. Naruto scorse il video di un computer portatile e notò che la ragazza aveva lunghi e lucenti capelli biondi raccolti in una coda. “Non sarebbe tutto molto più semplice se potessi rispondere alla posta del Solviamore a mano? Mi eviterebbe meno crisi isteriche…” sbuffò lei.

 

“Il Solviamore?!” mormorò il ragazzo, stupito.

 

Shino-kun?” disse ancora la giovane nascosta. “Shino-kun, perché non mi rispon…?” Il viso della studentessa fece capolino da dietro il muro. Ovale perfetto. Pelle di pesca. Bocca piccola e rossa. Fluenti capelli biondi. Occhi color del cielo.

 

Naruto sgranò i propri ed aprì la bocca, sbalordito. “Yamanaka Ino?!” strillò, puntandole un dito addosso. “Tu sei il Solviamore?!

 

Shhh!” gli intimò il silenzio la ragazza, alzatasi in un baleno. Gli coprì la bocca con la mano affusolata. “Uzumaki! Non urlare!” soffiò come un gatto arrabbiato. “Non voglio che si sappia in giro!”

 

“Ma…! Ma…!” mugugnò Naruto contro il palmo della Yamanaka. Le prese un polso e le spostò la mano. “Tu? Il Solviamore?” ripeté ancora una volta.

 

Lei roteò gli occhi ed incrociò le braccia, seccata. “Ehi, Uzumaki: non c’è bisogno che tu faccia tutte queste scene. Potrei offendermi, sai?”

 

Lui ripensò a Kiba e alle risate degli altri e si affrettò a scuotere il capo. “No, scusa. Non era quello che intendevo... Solo che, beh, parlavamo del Solviamore giusto poco fa e…

 

La Yamanaka non lo lasciò finire. “Non dire niente!” esclamò con voce ansiosa. “Non raccontarlo in giro, ti prego!”

 

“Io non…!” cominciò a negare, ma poi si fermò. Quella non era forse la chance di dimostrare a Kiba e agli altri che non era così stupido come sembrava? Sì, beh, in realtà era stata una bella botta di fortuna, ma quello che contava era il risultato, giusto?

 

“Per favore…” lo pregò ancora la Yamanaka.

 

Naruto tentennò.

 

“Se terrai la bocca chiusa, farò qualsiasi cosa vorrai!” gli promise lei, quasi disperata.

 

“Davvero?” domandò lui, mentre un’idea gli frullava nel cervello.

 

La bionda annuì. “Prometto.”

 

“Okay.” Un largo sorriso furbesco gli distese le labbra. “Tu sei il Solviamore, giusto? Aiuti le persone a conquistare chi amano, no?” La Yamanaka annuì, cauta. Il sorriso di Naruto si fece ancora più ampio. “Fa’ innamorare di me Haruno Sakura ed io farò finta che questo incontro non sia mai avvenuto…

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

Innanzitutto, ben trovate/i!

Questa è la prima volta che scrivo qualcosa su Naruto ed anche la prima volta che scrivo qualcosa che non sia ambientato nell’universo potteriano. Ma, il fatto è che sono sotto esami, e le idee girano come impazzite nella testa e, beh, questo è il risultato.

 

Scrivo da diversi anni, ma sono nuova di questa sezione di Efp (pur avendo letto moltissime fan fiction). Quindi, se avete consigli o suggerimenti da darmi (anche critiche, ovviamente! Ma costruttive), non fatevi scrupolo!

 

Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriosite/i!

 

A presto! ^_^

 

Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 ***


2

I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.

 

2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

16 marzo. Aula di Economia Domestica. Ore 10.23

 

Ino, insomma! Che stai facendo?!” sibilò Haruno Sakura, togliendo dalle mani dell’amica il peperoncino che stava per aggiungere all’impasto della torta. “Si può sapere che diamine ti prende oggi?”

 

Ino sbuffò e prese la cannella. “Niente.”

 

“Ma come niente?!” continuò Sakura. “È tutta la mattina che hai la testa da un’altra parte!”

 

“Ogni tanto ho qualche pensiero anch’io sotto tutti questi capelli biondi…” biascicò, girando imbronciata il cucchiaio di legno nell’impasto molliccio.

 

Gli occhi verdi dell’amica si addolcirono. “Non ho mai creduto il contrario.” Le diede una leggera gomitatina al braccio. “Vuoi parlarne?”

 

Per un attimo Ino valutò la proposta. ‘Sai, Sakura’ immaginò di dire all’amica ‘sono io il famoso Solviamore di cui parla tutta la scuola. Scusa se te l’ho tenuto nascosto, ma ora Uzumaki mi ha scoperta e, come prezzo da pagare per evitare che racconti la cosa in giro, vuole che io lo aiuti a farti innamorare di lui.’ Ino deglutì: Sakura l’avrebbe sicuramente uccisa. Primo perché rischiava di essere accoppiata con Uzumaki Naruto. E secondo perché Ino non si era fidata di lei.

 

Ino si sforzò di sorridere. “Non preoccuparti. Non è niente. Davvero.”

 

Ino! Sakura! Basta chiacchierare!”

 

“Sì, Kurenai-sensei!” cinguettarono all’unisono. Si rimisero al lavoro.

 

La bionda sospirò. Aveva chiesto all’Uzumaki un giorno di tempo per decidere e, contrariamente a quanto si era aspettata, il teppista non aveva fatto storie. Probabilmente non era poi così terribile come voleva far credere, si era detta. Però l’aveva messa di fronte ad un tragico ultimatum: sacrificare un’amica o la propria identità segreta?

 

Ne aveva parlato con Shino ed il ragazzo le aveva detto che stava a lei decidere: lui avrebbe rispettato qualunque sua scelta. Ovviamente, aveva aggiunto, era un peccato chiudere i battenti proprio ora che stavano avendo un così grande successo… Lanciò un’occhiatina a Sakura ed il senso di colpa le morse lo stomaco. Oh, se solo avesse avuto una prova, una sola, che Uzumaki poteva essere un buon partito per la sua amica!

 

Dopo l’incontro con il biondo teppista, si era resa conto di non aver molte informazioni sul suo conto e che le poche cose che sapeva di lui erano chiacchiere di corridoio. Che, come ben sapeva, riportavano solo una minima percentuale di verità. Essendo stata lei stessa più e più volte oggetto di queste odiosissime ciarle da comari, non poteva far altro che offrire all’Uzumaki il beneficio del dubbio.

 

D’altro canto, però, sapeva anche che lui non era esattamente in cima alla lista dei ‘Potenziali Fidanzati’ di Sakura (informazione di prima mano, visto che l’avevano compilata insieme) e che, al momento, la sua amica non era ancora riuscita a superare l’irriducibile cotta che aveva dai tempi delle medie per lo straordinario Uchiha Sasuke.

 

Insomma, Ino era presa tra due fuochi ed era estremamente confusa riguardo la decisione da prendere.

 

Così, decise di tastare il terreno. “Ehm… Sakura?” la chiamò, mentre versava l’impasto nella tortiera. “Cosa ne pensi di Uzumaki?”

 

Sakura la fissò come se le fossero spuntate due teste. “Mi hai appena chiesto cosa penso di quell’imbecille che continua a professarmi amore eterno facendomi vergognare come un cane e sperare che la terra si apra e mi inghiotta ogni volta che lo incontro?”

 

Ino si morse il labbro inferiore. “Ehm… Facciamo finta che non ti abbia chiesto niente, okay?”

 

Sakura la occhieggiò, sospettosa. “Perché vuoi sapere cosa ne penso di quel buffone?”

 

“Ero solo curiosa!” si difese, ridacchiando nervosamente. “È da un po’ che ti gira attorno, eh? Stamattina ho visto che ti parlava vicino agli armadietti…

 

“Ah, non me ne parlare! Da quando ha messo piede in questa scuola non ho più avuto un attimo di pace: continua a chiedermi di uscire insieme!” brontolò l’altra. Poi i suoi occhi si fecero distanti ed un vago sorriso le si dipinse sulle labbra. “Ogni tanto, però…” lasciò cadere la frase, troppo imbarazzata per continuare.

 

“Però?” la incalzò Ino.

 

Sakura arrossì un pochino. “Beh, ogni tanto mi fa avere notizie di Sasuke-kun e, insomma, si potrebbe dire che è quasi gentile…

 

Il cervello allenato di Ino registrò l’informazione. Quello, se avesse accettato la proposta dell’Uzumaki, sarebbe stato un discreto punto di partenza su cui lavorare…

 

“… ma non farti strane idee in proposito!” le ordinò l’amica. “Nel mio cuore c’è posto solo per Sasuke-kun.” dichiarò, un po’ sognante, un po’ malinconica.

 

Uchiha Sasuke. Quando erano alle medie lei e Sakura se l’erano litigato ferocemente. Era stato il motivo per cui la loro amicizia si era rotta e la sua improvvisa partenza per l’America le aveva spinte a raccogliere i cocci e tentare di ricomporli.

 

Ino provava uno strano sentimento di amore-odio nei confronti dell’Uchiha. Amore (anche se sarebbe stato più corretto dire riconoscenza) perché, andandosene, aveva eliminato l’unico ostacolo che ancora impediva alle due di tornare le migliori amiche che erano sempre state. Odio perché, sparendo dalla loro vita, aveva spezzato il cuore della povera Sakura.

 

La campanella suonò in quell’istante.

 

Le ragazze abbandonarono senza rimpianti i loro esperimenti culinari. Non avevano ancora oltrepassato la porta dell’aula che Sakura si nascose dietro le spalle di Ino. “Cosa ci fa lui qui?!” sibilò, indicando col mento proprio il biondino di cui stavano parlando poco prima.

 

“Chissà?” ridacchiò nervosamente Ino, lanciando occhiate preoccupate al ragazzo che si stava avvicinando con un gran sorriso sulle labbra.

 

Yamanaka!” la chiamò, sventolando le braccia.

 

“Idiota…” mormorò Ino, passandosi una mano sul viso.

 

Sakura, nel frattempo, si era raddrizzata ed ora guardava l’amica a metà tra lo scandalizzato e lo sbalordito. “Ma sta parlando con te?!

 

Sorrise con quanta più energia possibile. “Uzumaki!” gridò, spiccando una breve corsetta verso il giovane. “Ah, sei qui per gli appunti di Asuma-sensei? Certo che te li presto! Sono nel mio armadietto! Andiamo a prenderli!” disse a voce più alta possibile, prendendo il biondo per un braccio e cominciando a trascinarlo via a viva forza.

 

“Ciao, Sakura-chan!” lui salutò allegramente l’oggetto dei suoi desideri, prima che Ino gli facesse voltare l’angolo.

 

Invece di portarlo agli armadietti, lo trascinò verso il sottoscala. Gli lanciò un’occhiataccia. “Si può sapere cosa diavolo stavi tentando di fare?” soffiò.

 

Uzumaki sorrise, per niente spaventato. “Hai pensato alla mia proposta?”

 

Ino sospirò, afflitta. “Ci ho pensato, però non è questo il modo in cui lavoro.” Di fronte all’espressione confusa del biondo, sospirò di nuovo. “Intendo dire che, di solito, non vengo costretta ad accoppiare due persone.” Alla parola ‘costretta’, il ragazzo si guardò i piedi, quasi si vergognasse. “Insomma, di solito, sono sicura che, chi mi chiede aiuto, ama sinceramente l’altra persona…”

 

“Ma io amo Sakura!” esplose Uzumaki, con un’espressione così seria che Ino per un attimo ci credette sul serio.

 

Solo per un attimo, però. “Allora dimostramelo.” ordinò con voce dura.

 

“E come?”

 

“Da quanto credi di amarla?”

 

Lui le lanciò un’occhiataccia. “Sono sicuro di averla amata dal primo momento in cui l’ho vista camminare per i corridoi di questa scuola.”

 

“E perché sei convinto di amarla?”

 

“Perché lei…” Gli occhi del ragazzo si fecero più dolci. “Perché lei è un po’ come me: sta lottando perché il suo valore venga riconosciuto. È come un fiore sbocciato in ritardo, che sta tentando di stare al passo con gli altri, per riuscire un giorno a superarli e dimostrare quanto valga più di loro…

 

Ino era rimasta a bocca aperta. Non avrebbe mai creduto che un tipo come Uzumaki Naruto avrebbe descritto in modo così puntuale la sua migliore amica. Questo significava che l’aveva osservata bene? Che forse l’amava davvero? Si riscosse. “Okay. Visto che pensi di conoscere così bene Sakura, mi sai dire qual è il suo fiore preferito?” chiese, con un sorrisetto maligno: di solito, la gente era indotta a pensare che, con un nome come il suo, il fiore preferito di Sakura fosse proprio il ciliegio. Invece lei sapeva bene che il fiore preferito dell’Haruno era…

 

“La cosmea.” rispose sicuro il biondo.

 

Ino sgranò gli occhi. “Giusto…” sussurrò. “Un’ultima domanda: perché credi di essere il ragazzo giusto per lei?”

 

“Non so se sono o meno il ragazzo giusto… So benissimo che lei è innamorata di Sasuke, ma…” Uzumaki prese un bel respiro e la fissò determinato. “Sono sicuro che potrei renderla felice, perché per me non c’è cosa più bella al mondo che il sorriso sul suo volto.”

 

“Wow…” Ino era talmente impressionata da essere quasi commossa. Era la prima volta che udiva una dichiarazione così sentita.

 

“Ehm… Ora ci credi?” domandò il biondo, passandosi una mano sul collo, imbarazzato.

 

“Sì. Direi proprio di sì.” sorrise Ino.

 

Anche il viso di Uzumaki si aprì in un sorriso. “Allora, abbiamo un accordo, Ino-chan?” chiese, allungando la mano e facendole un occhiolino.

 

Lei prese quella mano abbronzata e la strinse, venendo investita da una buona sensazione. Sorrise con più forza. “Abbiamo un accordo, Naruto-kun.” confermò.

 

Evvai!” esultò il ragazzo, trascinandola in un abbraccio da orso.

 

Ino arrossì per la vicinanza e si allontanò, imbarazzata. “Uhm… Aspetta ad esultare: prima devo elaborare una strategia per farti conquistare Sakura.”

 

“Ho fiducia in te, Ino-chan.” ammise sinceramente Naruto, guardandola con quei suoi grandi occhi blu.

 

Ino si trovò ad arrossire nuovamente. Si schiarì la voce. “Okay… Fammi pensare…” Si massaggiò la fronte con due dita. Come poteva fare in modo che Sakura si accorgesse di Naruto? Diamine, quel ragazzo non aveva fatto altro che cercare di farsi notare da lei! Spinse in fuori le labbra, pensosa. Era praticamente impossibile che Sakura non lo avesse notato. Quindi… Quindi era talmente abituata alla sua presenza, che forse una sua assenza sarebbe stata notata più facilmente!

 

Okay, si disse. Puntiamo sull’assenza… Assenza… Assenza? No, non assenza: irraggiungibilità! Sì, molto meglio! Naruto doveva sembrare improvvisamente irraggiungibile agli occhi di Sakura. Ma come fare?

 

Le veniva in mente un unico modo: farlo uscire per finta con un’altra ragazza. Ora, il problema era trovare una ragazza disposta a fare il loro gioco… L’unica che aveva mai mostrato interesse per il biondo teppista era Hyuga Hinata, ma l’Inuzuka aveva chiesto il suo aiuto come Solviamore per conquistarla ed Ino non voleva rovinare le possibilità del ragazzo…

 

Come fare? Come fare?, si chiese, battendosi un pugno contro la fronte al ritmo dei suoi pensieri.

 

Risatine divertite le fecero perdere la concentrazione. Fissò confusa Naruto, scosso dalle risate. “Perché stai ridendo?” domandò, sinceramente perplessa.

 

Gli occhi blu del ragazzo la guardarono divertiti, mentre le risatine cessavano. “No, scusa, è che sei buffa quando pensi…” si scusò con un sorriso.

 

Ino si imbronciò. “Buffa, eh?” borbottò, girando sui tacchi ed uscendo dal sottoscala.

 

Naruto si sbrigò a raggiungerla. “Ehi, no! Non volevo offenderti: era una specie di complimento…” rivelò, improvvisamente imbarazzato.

 

“Un complimento?” Gli rivolse un’occhiata gelida. “Dobbiamo migliorare molto in questo ambito…

 

Naruto le passò con disinvoltura un braccio attorno alle spalle. “Sono sicuro che con il tuo aiuto andrà molto meglio.” disse con sincerità.

 

Ino lo fissò sorpresa. E, da qualche parte, un pochino compiaciuta.

 

“Oh! Hai visto da dove sono usciti?”

 

“Sì!”

 

“Chi?”

 

Uzumaki con la Yamanaka!”

 

Alcuni studenti cominciarono a guardarli in modo strano.

 

“Sono stati al sottoscala…”

 

“Chissà cos’hanno fatto…?”

 

“Stiamo parlando della Yamanaka: lei va sempre fino in fondo con tutti.”

 

Naruto aveva ancora il braccio attorno alle spalle di Ino e la sentì irrigidirsi. Fece per togliere il braccio e dirne quattro a quelle pettegole, quando la mano bianca di Ino arpionò la sua, facendola rimanere fermamente appoggiata sulla propria spalla.

 

Ino, ma…?”

 

“Sta’ buono, Naruto… Mi è venuta un’idea…”

 

*

 

16 marzo. Aula di Matematica. Ore 12.09

 

“Hai sentito l’ultima?”

 

“No, cosa?”

 

“Sembra che la Yamanaka stia uscendo con Uzumaki!”

 

Crash!

 

“Che state facendo? Ehi, Nara, ti senti bene? Sembri un po’ pallido…”

 

“… Non è niente. Mi scusi, Kakashi-sensei.”

 

“D’accordo. Allora, il seno di una funzione…”

 

Shikamaru raccolse da terra un pezzo di matita, l’altra metà ancora saldamente impugnata nella mano destra. La sua fronte era corrugata. La Yamanaka che usciva con Naruto? Ma cosa diavolo stava succedendo?

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

E qui iniziano i guai…

Grazie mille a: kikkyxx14, _matthew_ e sousuke sagara!! Spero che anche questo secondo capitolo vi piaccia!

 

A presto!

Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 ***


3

I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.

 

3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

16 marzo. Cancelli della Konoha High. Ore 15.46

 

Sai, Ino? Ho sentito uno strano pettegolezzo oggi…”

 

“Ah, sì? Di che si tratta, Sakura?”

 

“Beh, è sicuramente un errore, sai come sono queste chiacchiere di corridoio… Ma dicono che tu stia uscendo con Uzumaki. Non preoccuparti: ho già detto che è impossib

 

“È vero.”

 

“… ile… Cosa?!

 

“Non fare quella faccia, Sakura: te l’avevo detto che mi sarebbe piaciuto avere un ragazzo, no? Naruto è carino, a te non piace, quindi me lo sono preso io.

 

“…”

 

“Perché? Lo volevi tu?”

 

“Assolutamente no!”

 

*

 

16 marzo. Camera di Haruno Sakura. Ore 20.59

 

La penna picchiettava sempre più velocemente contro la pagina quadrettata del quaderno. Sakura rilesse per la ventesima volta il problema di trigonometria. “Determinare l’ampiezza x di ciascun angolo alla base di un trapezio isoscele circoscritto ad un semicerchio di raggio r, sapendo che il volume generato dal trapezio in una rotazione… Aaah! Uffa!” gridò, mettendosi le mani nei capelli.

 

Non c’era verso di applicarsi alla trigonometria quella sera.

Non quando l’unica immagine che riusciva a visualizzare nella mente era una alquanto disturbante visione di Ino assieme a Naruto.

 

Più pensava a loro come coppia e più l’intera situazione le sembrava sbagliata.

 

Insomma, Ino e Naruto?!

 

Non che la questione le interessasse, ma quella testa quadra non le aveva chiesto un appuntamento proprio quella mattina? Che diavolo gli era saltato in mente di mettersi con Ino due ore dopo? Aveva forse intenzione di spezzarle il cuore? E poi, non era forse innamorato di lei, Sakura? E allora perché?!

 

Sakura batté ripetutamente la testa contro la maledetta pagina quadrettata ancora maledettamente intonsa. Non c’era proprio verso di fare i compiti quella sera…

 

*

 

17 marzo. Camera di Nara Shikamaru. Ore 00.49

 

Si girò, mettendosi supino, con le braccia incrociate dietro alla testa. Non riusciva a capire: com’era possibile che una come Ino si fosse messa con uno come Naruto?

 

Era impossibile! Insomma, infrangeva tutte le regole che esistevano nell’universo! Diavolo! Infrangeva le regole che aveva creato Ino stessa!

 

“Io non esco con gli sfigati.”

 

Quelle parole ancora bruciavano come sale su una ferita aperta. Secondo la ‘dolce principessa’ lui e Choji appartenevano alla razza degli ‘sfigati’. E lei era troppo preziosa per parlare con plebaglia come loro, tanto meno uscirci insieme.

 

Ma allora come aveva fatto a mettersi insieme ad Uzumaki Naruto, che, fino a prova contraria, apparteneva al medesimo insieme degli ‘sfigati’?

 

Insiemi? Oh, cavolo! Tutto quel pensare alla Yamanaka gli aveva fatto scordare di fare i compiti di matematica…!

 

“Dannata seccatura…” grugnì, voltandosi nuovamente su un lato, sperando che il suo buon amico Choji sarebbe stato tanto gentile da fargli copiare i compiti prima di entrare in aula.

 

*

 

17 marzo. Armadietti al pian terreno. Ore 08.25

 

Era imbarazzato. A disagio. Con troppo sangue alla testa e in altre zone a cui era meglio non pensare. Lanciò uno sguardo alla testolina bionda appoggiata alla sua spalla e deglutì nervoso. “Devi proprio attaccarti al mio braccio in questo modo?” sussurrò agitato.

 

Lei gli lanciò un’occhiataccia. “Vuoi stare zitto e lasciare che io faccia il mio lavoro?”

 

“Sei sicura che funzionerà?” domandò.

 

Altra occhiata raggelante. “Stai mettendo in dubbio il mio piano, brutto pezzo di… orsacchiotto!” esclamò senza preavviso, nascondendo il viso nell’incavo della sua spalla e sfregandovi il naso.

 

“Eh?” Naruto rimase paralizzato dalla sorpresa. “Non si dice mica ‘pezzo d’asino’?” domandò, piuttosto scioccamente a dire la verità.

 

“Mettimi un braccio attorno alla vita, sciocco!” soffiò Ino arrabbiata, lanciando immediatamente dopo un sorriso in direzione di Sakura, mentre Naruto obbediva al suo ordine. “Non fare stupidaggini adesso: lascia parlare me!” sussurrò, accigliata. Di nuovo Naruto rimase sorpreso dalla sua straordinaria capacità di trasformare in meno di mezzo secondo una smorfia severa in uno splendido sorriso. “Sakura! Che bello vederti!”

 

Ino. Naruto.” L’altra li salutò con un sorrisino stiracchiato. “Vedo che siete già… in confidenza.” commentò un po’ secca, alludendo al loro abbraccio.

 

Ino strinse il torso di Naruto con entrambe le braccia, facendogli saltare il cuore in gola. Lui arrossì, in parte anche per quegli occhi verdi puntati addosso. “Oh, non fare l’insopportabile Vice-Presidente già di prima mattina, Sakura! Ieri non abbiamo avuto il tempo di abituarci all’idea, vero, Naru-kun?” gli fece le fusa Ino, sbattendo gli occhioni celesti.

 

“Ehm…” fu il solo suono che fu in grado di articolare.

 

Ino ridacchiò in modo molto femminile. “È così dolce, sai Sakura? Oggi ha promesso di pranzare con me e riaccompagnarmi a casa! Vero, Naru-kun?” Gli lanciò uno sguardo ammonitore, non vista dall’amica.

 

“Ehm… Certo.” rispose con un sorriso nervoso, lanciando un’occhiatina a Sakura, che aveva immerso il viso nel suo armadietto.

 

“Ah, allora oggi non facciamo la strada insieme…” commentò questa con un sorriso, chiudendo però lo sportello con un po’ troppa forza.

 

La bionda scosse la testa. “Scherzi? Oggi usciamo tardi ed il sole tramonta ancora piuttosto presto: Naruto accompagnerà entrambe, vero, orsacchiotto?

 

Il biondo rischiò di farsi andare la saliva per traverso. Tossendo ed arrossendo, riuscì ad articolare un flebile “Sì”.

 

“Eccolo qui, il mio cavaliere!” sorrise Ino, facendogli un buffetto sul petto. “Non è meraviglioso, Sakura?”

 

“Sì… Meraviglioso…” borbottò torva l’amica. “Ci vediamo in classe, Ino. Vedi di non fare tardi!”

 

Ino si voltò verso Naruto con un sorriso soddisfatto. “Hai visto? È verde!”

 

“Uh? A me sembrava rosa come al solito…” commentò lui, perplesso.

 

La bionda sospirò esasperata. “Idiota. Intendevo dire che è gelosa. Probabilmente lo sta negando con tutta se stessa, ma si vede lontano un miglio!” ridacchiò la bionda, lasciando andare il braccio di Naruto e trotterellando allegra verso il proprio armadietto. “Non pensavo che avrebbe funzionato così bene: ah, Sakura è proprio una sempliciotta!” commentò soddisfatta. Poi si accorse di tutti gli studenti che li guardavano curiosi. “Mi accompagni in classe, Naru-chaaan!” cinguettò, sbattendo gli occhioni per il loro pubblico.

 

Naruto arrossì violentemente e le si affiancò. Ino gli porse i libri e lui li mise sotto il braccio, assieme ai propri. Mentre ricambiava un po’ impacciato il sorriso smagliante della bionda, Naruto si chiese quando avrebbe potuto finalmente comportarsi così con la sua Sakura…

 

*

 

17 marzo. Aula di Chimica. Ore 09.08

 

Aburame, Hyuga ed Inuzuka: voi preparerete una ricerca sull’Elettronegatività. Che c’è? Non gradisci, Inuzuka? Preferisci un argomento di Chimica Quantistica? No? Molto bene.” Asuma Sarutobi scorse con gli occhi la lista dei suoi studenti. “Dunque, l’Atomo, invece, lo darei ad Akimichi, Nara e… Yamanaka. Che ne dite?”

 

Ino sgranò gli occhi e lanciò un’occhiata preoccupata a Nara Shikamaru. Choji poteva anche andare, ma Nara Shikamaru?!

 

Lui la squadrò con la sua solita aria annoiata. “I gruppi non si possono cambiare, vero, Asuma-sensei?” chiese col tono rassegnato di chi conosce già la risposta.

 

Asuma gli rivolse un sorrisetto. “Ottima deduzione, Shikamaru.”

 

Il ragazzo col codino spettinato sbuffò ed Ino giurò di averlo sentito biascicare: “Che seccatura…

 

Levò la mano curata per aria. “Sensei? È proprio sicuro che non si possa fare niente di niente per, ecco, modificare la struttura del gruppo? Insomma, come lei ci ha splendidamente spiegato, la chimica è armonia tra gli elementi e, beh, se nel gruppo non c’è sintonia la ricerca potrebbe…

 

Ino?” la interruppe Asuma con un sorriso furbo. “Benché di solito mi piaccia ascoltare i miei studenti sperticarsi per adularmi abbastanza da farmi cambiare idea, i gruppi non si cambiano.”

 

“Ma…”

 

“No. Ed è la risposta definitiva.”

 

Ino incrociò le braccia al petto e fissò il docente con gli occhi assottigliati dalla rabbia. La prossima volta se li poteva sognare volta i consigli per sedurre Kurenai-sensei!

 

Shikamaru si sedette accanto a lei, seguito da Choji. “Sembra che tu sia finita in gruppo con me…” disse annoiato, continuando a guardare avanti.

 

Ino strinse le labbra e sperò che la campanella suonasse il prima possibile.

 

*

 

17 marzo. Caffetteria Konoha High. Ore 12.11

 

Naruto le lanciò l’ennesima occhiatina di sottecchi: Ino guardava dentro il bicchiere dell’acqua come se volesse affogarci dentro. “Ehm… Ino? Tutto bene?” domandò cauto.

 

Lei si riscosse. “Tutto bene, Naruto. Tutto benissimo.”

 

“Non sembra mica, sai?” ribatté lui, poco convinto.

 

“Ho detto che va tutto bene.” replicò gelida. Poi si alzò in piedi. “Vado a prendere una boccata d’aria.”

 

“Ma non hai mangiato niente!” provò a fermarla Naruto.

 

“Non ho fame.”

 

La seguì con occhi preoccupati finché non uscì dalla caffetteria.

 

“Allora quello che si dice in giro è vero: stai con quella bomba della Yamanaka!” La voce di Kiba lo fece sobbalzare. Il castano si sedette accanto a lui, passandogli un braccio attorno alle spalle e strofinandogli le nocche contro la testa. “Hai capito il nostro Naruto, eh!” rise, mentre il biondo si divincolava.

 

“E piantala, Kiba!” si lamentò Naruto, sfuggendo dalla presa ferrea dell’amico e massaggiandosi la testa dolente.

 

“Come hai fatto a convincerla? L’hai drogata?” ridacchiò Kiba.

 

Naruto si grattò la testa a disagio, pensando che non c’era andato poi così lontano.

 

“Piuttosto,” sussurrò l’amico con fare cospiratorio. “la Yamanaka è facile come dicono?”

 

“Facile?” ripeté il biondo, perplesso.

 

“Sì, lo sai, no? Compiacente, frivola, un po’ stupida, ma molto, molto ardente...” replicò Kiba con un ghigno lupesco.

 

Naruto gli riservò un’occhiataccia. “Ci vediamo.” lo salutò seccamente, sentendosi estremamente irritato senza un motivo particolare. Raccattò un paio di panini e due bottigliette d’acqua e se ne andò dalla Caffetteria, sbattendo la porta.

 

*

 

17 marzo. Panchina del cortile della Konoha. Ore 12.32

 

Ino sedeva. Guardava per terra, ma in realtà non vedeva niente.

 

Semplicemente, malediceva il destino avverso. Il Presidente del Consiglio Studentesco, Hyuga Neji sarebbe stato fiero di lei.

 

Perché, oh perché?, doveva far parte dello stesso gruppo di Nara Shikamaru?!

 

Si accartocciò su se stessa, mettendosi le mani nei capelli, scompigliandosi la coda perfetta.

 

All’improvviso un paio di vecchie scarpe da ginnastica entrarono nella sua visuale. Perplessa alzò lo sguardo, venendo investita da un sorriso abbagliante.

 

Yo!” la salutò Naruto, sedendosi accanto a lei. Uff! Ci ho messo una vita per trovarti: alla fine sono andato sul tetto e ti ho vista dall’alto.” le spiegò tranquillamente, aprendo entrambe le bottiglie d’acqua che portava con sé e porgendogliene una.

 

Ino era sbalordita. Perché Naruto era venuto a cercarla? Di solito, tutti si mantenevano ad una distanza di sicurezza quando il suo umore non era dei migliori.

 

Evidentemente la domanda si leggeva sul suo viso, perché il biondo sorrise impacciato. “Sembravi un po’ turbata prima e te ne sei andata via in fretta e furia, senza neanche mangiare un boccone. Ho pensato potessi avere fame…” spiegò, indicando i panini, appena tirati fuori dalle tasche.

 

Sentì lo stomaco stringersi e le lacrime pungerle gli occhi.

 

Naruto si accorse del suo cambio di espressione. “Se vuoi che ti lasci in pace…?”

 

Ino gli prese la bottiglia dalle mani, abbassando il viso. “No. Grazie, Naruto.”

 

Il sorriso del teppista tornò brillante. “Beh, avevamo deciso di mangiare insieme, no?”

 

E così si misero a mangiare, uno sorridente e l’altra imbarazzata. Controllati da due paia di occhi contrariati: uno nero e l’altro verde…

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

Ciao a tutti! Finalmente ce l’ho fatta ad aggiornare!

Dovete scusarmi, ma temo che gli aggiornamenti non saranno proprio regolari: in questo periodo sono molto impegnata tra università e lavoro e il tempo per scrivere si è ridotto drasticamente… Spero, comunque, che continuerete a seguirmi!

 

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno letto gli scorsi capitoli.

 

Un ringraziamento speciale a:

 

SOUSUKE SAGARA: Wow! Quanti complimenti! ^//^ Anche a me piace molto la coppia NaruSaku. Per quanto riguarda la coppia NaruIno, mi piace perché adoro entrambi i personaggi, ma personalmente li vedo più come ottimi amici. Ino la preferisco con Shikamaru, mi spiace. Spero, comunque, che continuerai a seguire la storia perché leggo con molto piacere i tuoi commenti! Per quanto riguarda l’altra storia, accipicchia! Hai una gran fiducia nelle mie capacità descrittive! ^//^ Beh, per ora ho intenzione di concentrarmi su questa AU, ma chissà…? A presto!^^

 

_MATTHEW_: Grazie per aver commentato lo scorso capitolo!^^ E ci hai proprio azzeccato: Ino e Naruto combineranno un sacco di disastri, scatenando la gelosia di ben due persone… Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo! Alla prossima!^^

 

CELIANE4EVER: Grazie per il commento! Spero ti sia piaciuto il seguito!^^ A presto!

 

MIMI18: Ciao! Innanzitutto, ti devo proprio ringraziare per la recensione a ’10 spintarelle per Teddy e Victoire’: sono stata molto contenta di sapere che ti è piaciuta! Quando ho letto che l’hai trovata ‘sublime’ sono arrossita fino alla punta dei capelli! E anche in questa tua ultima recensione, quando mi hai definita ‘il mito della sezione HP’! Oddio, ma sei proprio sicura che mi merito tutti questi complimenti?!? ^///^ Comunque, hai ragione a definire questa storia un po’ pazza, soprattutto perché ho deciso di postarla in un momento così incasinato per me, ma mi diverte scriverla e spero diverta voi che la leggete! Mi raccomando, visto che sei una veterana di questa sezione (a proposito, ho letto alcune delle tue storie: sono bellissime! Meriti tu i miei complimenti!), fammi sapere cosa ne pensi! Alla prossima!^^

 

 

Al prossimo aggiornamento (spero presto!)

 

Un abbraccio a tutte/i

Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 ***


4

I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.

 

4

 

 

 

 

 

 

 

 

 

17 marzo. Cancelli della Konoha High. Ore 18.22

 

Naruto sbuffò, rimanendo appoggiato con la schiena al pilastro dell’entrata della scuola, la cartella buttata a terra senza troppo riguardo. Incrociò le braccia dietro la testa, puntando lo sguardo verso il sole morente.

 

Ma quanto ci mettevano quelle due?! Sapeva che Sakura aveva i suoi impegni di Vice-Presidente, ma Ino che scusa aveva?

 

Lanciò un’occhiata disperata all’orologio, rendendosi conto che avrebbe fatto tardi al lavoro. E chi l’avrebbe sentito poi Teuchi-ojiisan?

 

“Che ci fai ancora qui, Naruto?” domandò una voce annoiata.

 

“Uh? Shikamaru?” Il biondo gli rivolse un sorrisone. “E tu? Ti sei addormentato dopo le lezioni?” chiese scherzoso.

 

Ma il moro non rispose al sorriso. “Stai aspettando Ino?”

 

A Naruto parve che la voce dell’amico fosse seccata, ma Shikamaru aveva sempre un modo un po’ burbero per dire le cose, quindi non ci fece troppo caso. “Sì, ma ci sta mettendo una vita ad arrivare!” si lagnò. “Ah, mi farà fare tardi…!”

 

Proprio mentre Shikamaru stava aprendo la bocca per dire qualcosa, si sentì una voce in lontananza. “Naruto!”

 

L’interpellato si staccò dal pilastro e si posizionò nel bel mezzo dell’uscita. “Ino!” gridò in risposta, vedendo la ragazza correre verso di lui. “Finalmente! Pensavo che non saresti più uscita da lì!

 

Lei si rassettò la giacca ed i capelli, un po’ sconvolti dalla corsa. “Eh, scusa, ma dovevo parlare con Shizune-sensei e non mi sono resa conto dell’orario! Sakura è già arrivata?”

 

“No, ma in compenso abbiamo Shikamaru!” annunciò allegro Naruto. “Certo, preferivo Sakura-chan, ma non si può sempre avere tutto dalla vita.” scherzò, scrollando le spalle.

 

Ino nell’udire il nome dell’altro ragazzo si era fermata ed ora squadrava il moro con espressione raggelata. “Ehm… Ciao, Shikamaru.” lo salutò con voce fievole, abbassando lo sguardo. Quegli occhi neri sembravano volerla trapassare…

 

Ino.” ribatté lui, inchinando brevemente il capo in segno di saluto.

 

Naruto scrutò i due con le sopracciglia aggrottate in un’espressione perplessa. Ma che diamine…?

 

In quel mentre arrivò Sakura. “Oh. Siete ancora qui…” commentò. Stranamente, non appariva contenta. Anzi, pensò Naruto, sembrava piuttosto scocciata.

 

Nel sentire la voce dell’amica, la testa di Ino scattò verso l’altro, la bocca rossa piegata in un bel sorriso. Un po’ tirato, però. “Sakura!” esclamò la bionda, prendendo l’altra a braccetto. “Ma certo che siamo ancora qui: ti avevo detto che avremmo fatto la strada insieme, no? Naruto non è stato un amore ad aspettare, eh?” domandò, sbattendo gli occhi con fare frivolo in direzione del biondo.

 

Naruto si portò una mano ad accarezzare la nuca, imbarazzato da quegli occhi verdi che lo puntavano quasi accusatori.

 

“Sì.” replicò Sakura, asciutta. “Oh, ci sei anche tu, Shikamaru-san?” commentò sorpresa.

 

Shikamaru grugnì un assenso, con gli occhi sempre diretti su Ino, che faceva di tutto per non intercettarli.

 

Sakura si districò dalla presa dell’amica e si avvicinò al giovane Nara. “Vuoi venire con noi?” domandò con voce autoritaria, rivolgendogli un’occhiata intensa.

 

Forse era una prerogativa dei geni capirsi con un solo sguardo, perché Shikamaru annuì lentamente. “Perché no?” disse tetro, tornando a trafiggere Ino con gli occhi cupi.

 

“Fantastico!” esclamò quest’ultima, aggrappandosi spasmodicamente al braccio di Naruto. “Più siamo, meglio è!” trillò, la voce appena incrinata verso la fine.

 

Il biondo le lanciò un’occhiata, ma lei gli restituì solo un sorriso enorme. Naruto alzò le spalle e si incamminò verso la stazione, il cuore che gli batteva forte al pensiero di poter accompagnare a casa la sua adorata Sakura-chan.

 

*

 

17 marzo. Esterno Casa Yamanaka. Ore 18.51

 

L’atmosfera era strana, si disse Naruto. Insomma, era da più di dieci minuti che camminavano in silenzio. Non che il resto del tragitto fosse stato caratterizzato da allegri scambi di battute…

 

Shikamaru e Sakura erano stati di umore tetro per tutto il viaggio in treno, rispondendo a monosillabi e grugniti. Ino aveva tentato più volte di iniziare una conversazione, ma alla fine vi aveva rinunciato ed ora camminava appesa al braccio di Naruto, con lo sguardo intento a fissare i propri piedi.

 

Naruto si era accorto che durante tutto il tragitto la bionda sembrava essere in preda al nervosismo: non faceva altro che stare abbarbicata al suo braccio, appiattendosi con finta disinvoltura il ciuffo per nascondere il viso. E continuava a lanciare occhiatine a Shikamaru, che finalmente sembrava aver smesso di tentare di darle fuoco con lo sguardo.

 

Decisamente c’era qualcosa che non andava. E, stranamente, sapere cosa fosse gli premeva più che riaccompagnare a casa Sakura. Decisamente la curiosità era un suo punto debole.

 

“Okay! Io sono arrivata!” trillò Ino, guardando il cancelletto che portava alla sua villetta unifamiliare con molto sollievo. “Ehm… Grazie a tutti della compagnia.” disse, un pochino incerta, senza fissare negli occhi il moro. Si girò verso il biondino. “Grazie per avermi riaccompagnata a casa, Naruto. Potresti accompagnare anche Sakura fin sotto casa, per favore?” domandò, lanciandogli un brevissimo sorriso di incoraggiamento.

 

Naruto guardò Sakura che tamburellava le dita sul manico della cartella di cuoio. Poi fissò Ino, gli occhi celesti spalancati e l’espressione ancora tesa. “No.” rispose, tranquillo.

 

“Cosa? Perché?!” strillò la bionda, stupefatta.

 

“Perché devo andare al lavoro. E devo parlarti. Può sempre accompagnarla a casa Shikamaru. Non ti dispiace, vero, Sakura-chan?” chiese gentilmente.

 

Sakura lo fissò malissimo. Poi, alzò il naso per aria. “Figuriamoci! Fino a ieri sono andata a casa da sola ed ancora non mi ha mangiata nessuno. Andiamo, Shikamaru-san!” brontolò, prendendo il moro per una manica della giacca e trascinandolo via.

 

“Ehi, fa’ piano!” protestò lui, tentando invano di rallentare il passo.

 

Quando furono a distanza di sicurezza, Ino lo prese per il bavero del giubbotto. “Ma sei impazzito?!” soffiò iraconda a pochi centimetri dal viso del biondo. “Ti avevo creato la perfetta occasione per restare da solo con Sakura!”

 

“E Shikamaru? Gli avrei dovuto tirare una botta in testa?” domandò Naruto, alzando un sopracciglio.

 

“Non sarebbe stata una cattiva idea…” biascicò Ino, ancora sulle punte per guardarlo faccia a faccia.

 

“Si può sapere qual è il tuo problema con Shikamaru?” chiese il teppista, allontanando da sé la bionda con gentilezza e riprendendo a camminare verso il cancello.

 

“Non c’è assolutamente nessunissimo problema!” squittì in fretta la ragazza.

 

Naruto le rivolse un’occhiata eloquente. “E allora perché hai passato tutto il tempo ad evitare il suo sguardo?”

 

Ino si imbronciò. “Non sono affari tuoi.”

 

Il biondo sembrò voler dire qualcosa, ma i suoi occhi si spensero. Chinò la testa e si grattò la nuca in imbarazzo. “Sì, hai ragione: sono proprio un ficcanaso, eh?” ridacchiò fiaccamente, fissandosi i piedi.

 

Lei provò una fitta allo stomaco, molto simile a quella provata a pranzo. Si morse le labbra, tormentata. Poi batté un piede a terra, stizzita con se stessa. “È una storia lunga e noiosa, Naruto.” sbottò, fissando le finestre buie di casa sua con aria corrucciata.

 

Lui rimase per qualche attimo in silenzio. “Passami il tuo cellulare, Ino.” disse, poi, all’improvviso.

 

Perplessa ed un po’ sospettosa, glielo consegnò tra le mani. “Che ci vuoi fare?”

 

“Niente di male, giuro!” si affrettò a spiegare lui. “Viola?” rise poi sotto i baffi, cominciando a digitare qualcosa sui tasti.

 

Ino gonfiò le guance. “È il mio colore preferito, qualcosa in contrario?”

 

“Io? E cosa potrei dire, se vado in giro con uno come questo?” rise lui, mostrandole il proprio telefonino, di un bell’arancione acceso.

 

Entrambi ridacchiarono.

 

Naruto le riconsegnò il cellulare. Ino lo guardò, curiosa. Lui sorrise impacciato. “Beh, quello è il mio numero: nel caso remoto in cui un giorno ti senta in vena di raccontare storie lunghe e noiose…” spiegò, massaggiandosi il collo, imbarazzato.

 

“Un po’ presuntuoso, Uzumaki: cosa ti fa credere che chiamerei te?” domandò lei, guardandolo intensamente.

 

Naruto abbassò gli occhi, mortificato. Già: perché la popolare Yamanaka Ino avrebbe dovuto chiamare uno come lui? Dopotutto, non erano mica amici: se si frequentavano era solo perché lui la stava ricattando, si ricordò con amarezza.

 

Proprio quando stava per aprire bocca per ritirare tutto ciò che aveva detto, la voce di Ino lo sorprese. “Comunque, se non avessi niente di meglio da fare…” lasciò cadere la frase, tentando di sembrare indifferente, ma anche nella luce crepuscolare Naruto notò le labbra che vibravano di un sorriso trattenuto.

 

Naruto sorrise. “Ci conto, eh!” esclamò, gli occhi che caddero sull’ora. Sobbalzò. “Oh, mannaggia! Teuchi-ojiisan mi ucciderà! Devo proprio scappare: ci vediamo domani?” chiese, mentre già aveva spiccato una leggera corsetta.

 

“Sì, a domani!” gridò Ino, salutandolo con una mano e stringendosi al petto il cellulare. Si permise il sorriso gioioso che aveva represso in presenza del biondino, la cui figura si stava allontanando di gran carriera. Mordicchiandosi il labbro inferiore nell’aprire il cancello, si stupì nel trovarsi così felice: dopotutto, era solo un numero, no? E di un teppista, per di più! Che la stava ricattando, tra l’altro… Però… “Sono tornata!” vociò, entrando nel piccolo ingresso e togliendosi le scarpe. “Ci sei, papà?”

 

“Sì, tesoro. Sono in salotto.” le rispose il padre.

 

“E allora perché tieni le luci spente?” lo rimproverò blandamente, raggiungendo la stanza ed accendendo la luce artificiale. Quando notò la posizione di suo padre, i suoi occhi si rattristarono.

 

Inoichi stava rannicchiato su una vecchia poltrona, dalla tappezzeria color carta da zucchero ormai un po’ consunta. I lunghi capelli color del grano raccolti in un codino gli scendevano su una spalla e gli occhi celesti, dalla luce un po’ spenta, fissavano con rimpianto una vecchia foto in una cornice ancora più vecchia.

 

Ino sapeva chi c’era in quella foto e la malinconia, sua fedele compagna da ben quattro anni, smussò la cocente felicità di poco prima. “Cosa ti preparo per cena, papà?” domandò per distrarlo.

 

Inoichi si voltò a guardarla. Le sorrise ed Ino, nel vedere le rughette attorno ai suoi occhi, si rese conto di quanto fosse invecchiato. “Avrei proprio voglia di un bel curry. Uno che mi tiri un po’ su: oggi al negozio ho avuto talmente tanto da fare che, di tanto in tanto, dovevo ricordarmi di respirare!” scherzò, alzandosi stancamente dalla poltrona ed appoggiando delicatamente la cornice sul tavolino.

 

“Fammi mettere via i libri e sciacquare le mani. Tu prepara la tavola, okay?” suggerì la ragazza, cominciando a salire di corsa le scale che portavano al piano superiore.

 

“Agli ordini, mon capitain!” esclamò suo padre con una breve risatina.

 

Ino rimase per un attimo ad ascoltare i suoi passi dirigersi verso la cucina. Poi sospirò ed entrò nella sua camera.

 

*

 

17 marzo. Dietro l’angolo di Casa Yamanaka. Ore 19.02

 

Una volta che i passi di Naruto non furono che un’eco rimbalzante sui muri delle case in fondo alla strada, Sakura decise che finalmente poteva uscire dal suo nascondiglio.

 

Con tutta la dignità che poteva racimolare una persona buttatasi in un cespuglio per non farsi vedere da chi stava spiando fino a pochi istanti prima, Sakura si rimise in piedi, spazzolandosi via le foglie di amaranto che aveva rotto nella foga di nascondersi.

 

Uno Shikamaru più imbronciato che mai la seguì qualche attimo più tardi, un bel fiore di amaranto rimasto intrappolato tra i capelli scuri. “Si può sapere perché voi donne dovete sempre avere reazioni così violente?” borbottò, incrociando le braccia al petto.

 

Sakura lo guardò male. “Preferivi far notare a Naruto che siamo rimasti a spiarli?”

 

“L’idea è stata tua.” la incolpò, indispettito.

 

“Ma non mi sembra che tu abbia vivacemente protestato.” replicò lei, aspra.

 

Rimasero a squadrarsi, gli occhi sottili per l’irritazione.

 

E l’irritazione di Sakura crebbe quando ripensò alla prova tanto ricercata del fatto che i due stessero veramente insieme: Naruto aveva rifiutato di riaccompagnarla a casa per passare un po’ di tempo con Ino e darle il suo numero di cellulare. Oh, si era sentita andare in ebollizione quando aveva visto cosa aveva fatto il biondino e l’unica cosa che l’aveva un po’ consolata era che l’espressione di Shikamaru non era stata tanto migliore della sua… Già, chissà come mai…?, si chiese, curiosa.

 

All’improvviso, le labbra di Sakura si distesero in un sorriso furbo. “Ino ti piace ancora, eh?” affermò d’un tratto, ammiccando con espressione sagace.

 

Shikamaru alzò un sopracciglio. “Ma ti senti quando parli, Haruno? Quando mai avrei detto o dimostrato di avere la benché minima simpatia per quella strega?

 

Sakura non si fece intimidire. “A parte il fatto che dopo l’annuncio della Nuova Coppia sei stato più intrattabile del solito, mi ricordo molto bene di quella volta che le hai chiesto di uscire e lei ha rifiutato senza mezzi termini!” disse, con un sorrisetto malizioso. “Può essere che quella cotta non ti sia mai passata?”

 

“Era alle medie ed era una scommessa, non una cotta.” replicò in fretta Shikamaru, ficcandosi le mani in tasca alla ricerca delle sigarette: improvvisamente aveva una gran voglia di fumare. Ovviamente, sua madre si era premurata di togliergli sia accendino che pacchetto. Si imbronciò, ancora più irritato. “E, comunque, potrei chiederti la stessa cosa: perché hai voluto spiarli? Ti piace Naruto?”

 

Sakura arrossì vivacemente. “Ma figuriamoci! Piacermi un tipo del genere?! Sei sicuro di non stare fumando qualcosa di illegale in questo periodo?” protestò.

 

Shikamaru grugnì. “Dovrebbero insegnarvi a cogliere le occasioni al volo: quando un treno è passato, dopo non si può più risalire.” proclamò, corrucciato. Le diede le spalle e cominciò a camminare.

 

“Ma che diamine dici?! E, poi, non dovevi accompagnarmi a casa?!” esclamò la ragazza.

 

Lui le lanciò un’occhiata da sopra la spalla, senza smettere di camminare. “Non hai mica detto che non ti ha mai mangiata nessuno?” commentò, voltando l’angolo.

 

Sakura rimase ferma per qualche istante, prima di raccogliere con rabbia la cartella di cuoio, ancora in mezzo al cespuglio. “Stronzo…” sibilò tra i denti, incamminandosi verso casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

E così si concluse la giornata del 17 di marzo…

 

Piccola curiosità: il cespuglio dove si sono nascosti Sakura e Shikamaru è un cespuglio di amaranto, simbolo della gelosia. Ho pensato fosse azzeccato! ^_^

 

I miei più sentiti ringraziamenti a coloro che hanno messo questa storia tra i preferiti.

 

In particolare, la mia riconoscenza va a:

 

CELIANE4EVER: Beh, visto che non ti piace la NaruSaku devo ringraziarti doppiamente del fatto che segui questa storia! Grazie mille!^^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!

 

KIKKYXX14: Grazie per gli apprezzamenti! Se ti piace così tanto Shino vedrò di farlo comparire un po’ più spesso! Grazie ancora e alla prossima!

 

_MATTHEW_: Grazie! Davvero troppo buono!^//^ Devo dire che più scrivo di Naruto ed Ino e più mi piacciono! Comunque, spero che le prime vere e proprie reazioni di Sakura e Shikamaru siano state di tuo gradimento! Fammi sapere! A presto!

 

MIMI18: Sì, i complimenti li meriti eccome!^^ E accettali perché i tuoi mi fanno diventare come un pomodoro!^///^ Sono contenta che la storia ti prenda. Anche a me piace in modo particolare il rapporto tra Naruto ed Ino, perché trovo che i due potrebbero essere veramente ottimi amici. Con buona pace di Sakura e Shikamaru, che sono sempre più gelosi (comunque, anch’io spero che una cosa del genere non succeda nel manga!^^). Per quanto riguarda chiacchiere di corridoio e passato di Ino e Shikamaru, piano piano si svelerà il tutto. Qualcosina lo ha già detto Sakura… Ma non voglio svelarti altro! Spero che continuerai a seguire questa storia! Alla prossima e ancora grazie!^^

 

SOUSUKE SAGARA: Wow! Sei sempre gentilissimo!^^ Per quanto riguarda Kiba, anch’io all’inizio avevo pensato di fargliene dire quattro da Naruto, ma poi ho pensato che in realtà il suo rapporto con Ino non è ancora così affiatato: “stanno insieme” solo da due giorni! Mi fa piacere che tu abbia apprezzato lo scorso capitolo, ma spero che anche questo ti sia piaciuto! Mi raccomando: fammi sapere!^^ A presto!

 

 

Arrivederci a tutte/i!

 

Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 ***


5

I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.

 

5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

22 marzo. Bar Suna. Ore 19.37

 

Shikamaru fissò corrucciato lo schermo del computer dell’Internet Point, muovendo imbronciato il mouse sul tappetino.

 

A scuola, Kiba gli aveva ricordato che i giorni stavano passando inesorabili e che lui ancora non aveva il benché minimo indizio che potesse condurlo all’identità di chi si nascondeva dietro il Solviamore.

 

Così, aveva deciso di tentare l’approccio più semplice possibile: fingersi un povero imbecille innamorato e chiedere consiglio a questo benedetto Solviamore.

 

Non dubitava che il Cupido Virtuale si sarebbe lasciato sfuggire qualche commento rivelatore.

 

A quel punto, risalire alla sua vera identità sarebbe stato un gioco da ragazzi.

 

Il problema era solo uno: come fare tutto ciò senza che sua madre (esemplare eccelso di mulier curiosa et linguacciuta) ficcasse il naso nelle sue faccende? Chissà cosa si sarebbe messa in testa se l’avesse visto consultare un sito per innamorati?

 

Poiché il suo vecchio era stato talmente spilorcio da non regalargli un computer portatile, il povero Shikamaru si era visto costretto ad abbandonare la comoda cameretta (sua madre insisteva nel chiamarla ‘tana dell’orso’) per dirigersi verso l’unico luogo che offrisse una connessione ad Internet nel raggio di un chilometro da casa sua: il Bar Suna.

 

Ora vi chiederete perché il giovane Nara fosse così irritato, visto che aveva raggiunto la sua meta. Beh, semplicemente perché era caduto dalla padella alla brace…

 

Temari…” esordì stancamente, riferendosi alla bella ragazza bionda che, in piedi, incombeva sulla sua persona nel tentare di sbirciare il video. “Si può sapere che diavolo stai facendo?”

 

“Mi informo sugli ultimi sviluppi della tua vita.” rispose prontamente lei, un sorriso divertito sulle labbra sottili. “Consigli al Solviamore, eh? Finalmente il mio Piagnucolone preferito si è deciso ad arrendersi agli ormoni adolescenziali?

 

Shikamaru si trattenne dallo sbattere la testa sul tavolo. “È per una scommessa. E piantala di chiamarmi con quel nomignolo idiota!

 

Temari sghignazzò.

 

Lui sbuffò e tornò a concentrarsi.

 

Nonostante in tanti fossero convinti che tra i due ci fosse del tenero, in realtà Temari e Shikamaru erano solo amici, esseri affini che si trovavano sulla stessa lunghezza d’onda. Si erano conosciuti ad una gara di matematica tra scuole quando Shikamaru era ancora uno studente delle medie: nonostante i tre anni di differenza, i due si erano intesi subito. Per un ragazzo maturo come Shikamaru, parlare con una ragazza come Temari era sempre stato molto piacevole: non era infantile come le sue coetanee, non faceva la smorfiosa e non infarciva i suoi discorsi di chiacchiere stupide.

 

Insomma, la ragazza perfetta. Peccato che Temari l’avesse sempre visto come un amico o tutt’al più come un fratellino da torturare…

 

Ebbene, sì: Shikamaru era attratto da Temari. Una bella ragazza, con un cervello niente male: chi non si sarebbe innamorato di lei? E, infatti, da quando la conosceva non era mai stata single: i ragazzi si erano susseguiti come le carte in un mazzo. Ma nessuno di loro era durato abbastanza da lasciare un segno nel cuore della bella Temari. Solo Shikamaru era stato una costante nella sua vita, assieme ai fratelli Kankuro e Gaara.

 

Almeno finché non era comparso Kamizuki Izumo.

 

Questi era un assistente universitario che, dopo aver interrogato Temari, le aveva chiesto di prendere un caffè insieme. E, ormai, prendevano caffè insieme da sei mesi.

 

Shikamaru aveva provato un odio viscerale per quel ragazzo più grande, che gli aveva portato via la sua ragazza ideale, ma nell’ultima settimana l’odio per Izumo era finito agli ultimi posti della lista di cose a cui pensare.

 

Temari si sedette di fianco a lui. “Allora? Per quanto tempo ancora vuoi fissare lo schermo senza scrivere niente? Il tempo passa e l’ora che hai pagato sta per scadere.” gli ricordò.

 

“Che seccatura…” brontolò Shikamaru, tirando fuori il pacchetto di sigarette appena comprato.

 

“Non si fuma all’interno del locale di mio padre.” gli ricordò severa la bionda, togliendoglielo di mano.

 

Lui le lanciò un’occhiata seccata. “Che palle…” mugugnò.

 

Temari giocherellò un po’ con il pacchetto, prima di infilarselo in una tasca dei jeans. “Non sai che scrivere, Piagnucolone?” domandò con l’aria di chi se la spassava a vedere un poveretto spremersi le meningi senza riuscire a produrre alcunché. “Perché non parli della tua amichetta d’infanzia?”

 

“Quale amichetta d’infanzia?” domandò Shikamaru, sul chi vive.

 

“Ma sì, quella a cui hai chiesto di uscire e ti ha dato un bel due di picche!” sghignazzò lei.

 

Lui strinse le labbra, furente. “Era solo una scommessa.”

 

“Anche quella? Insomma, Shikamaru: dovresti smetterla di nasconderti dietro la scusa delle scommesse! Se ti piaceva, che male c’è ad ammetterlo?

 

Ino. Non. Mi. È. Mai. Piaciuta. Chiaro?” sillabò iracondo. “Non me ne frega niente di quella lì.”

 

Ino?” si intromise Kankuro, arrivando in quell’istante con un bicchiere di saké in mano. A giudicare dalle guance arrossate, doveva già averne bevuto parecchio. “Non è così che si chiama quella tipa da sballo che va in giro da qualche giorno col tuo amico Naruto, eh, Gaara?” chiese al fratello.

 

Il più piccolo di casa Sabaku annuì, silenzioso.

 

“Aah!” sogghignò Temari, ammiccando verso Shikamaru. “Ecco spiegato perché sei così scontroso in questo periodo…!”

 

“Ma non dire fesserie: sono assolutamente normale!” strepitò lui.

 

Il sopracciglio biondo della ragazza si sollevò ironico, ma non espresse il commento che le stava sulla punta della lingua. Si frugò nelle tasche e tirò fuori il pacchetto rubato poco prima. Lo aprì e gli porse una sigaretta. “Toh, te ne offro una: va’ fuori, però.”

 

“Me la offri?” ripeté Shikamaru, alzando un sopracciglio. “Sbaglio o il pacchetto è mio?”

 

Temari sorrise. “Non più. E ricordati che lo faccio per te!” cinguettò, sventolando una mano mentre lui si dirigeva verso l’uscita borbottando tra sé e trascinando i piedi. Una volta sicura di non essere vista, si spostò sulla sedia occupata dal giovane Nara fino a pochi istanti prima.

 

“Cosa vuoi fare?” le domandò Kankuro, versandosi un altro bicchiere ed osservando la sorella con curiosità.

 

“Dare una mano al Piagnucolone.” rispose lei. “E smettila di bere tutto quel saké! È ancora troppo presto! Dopo cosa pensi di dare ai clienti?” abbaiò.

 

Kankuro si imbronciò, ma consegnò la bottiglia nelle mani di Gaara.

 

Soddisfatta, Temari agitò le dita in aria con fare ispirato. “Che il gioco abbia inizio…” mormorò, le mani che scendevano in picchiata sulla tastiera…

 

*

 

22 marzo. Camera di Yamanaka Ino. Ore 19.50

 

‘Caro Solviamore,

    ho fatto come mi hai suggerito: mi sono costretta ad ignorarlo ed a rispondergli con sufficienza, come se non mi importasse di lui. Ma il risultato non è stato quello sperato: Neji si è solo offeso a morte! Ora non fa altro che lanciarmi occhiate raggelanti e parlare a monosillabi!

Cosa devo fare?!? Sono disperata!!!!

Tua,

TenTen.

 

Ino sbuffò, un piccolo sorriso che le increspava le labbra. Se lo avesse raccontato in giro non ci avrebbe creduto nessuno! Fa TenTen, la tostissima Segretaria del Consiglio Studentesco, si scioglieva come neve al sole quando si trovava nei dintorni di Hyuga Neji, il gelido Presidente degli studenti della Konoha.

 

‘Cara TenTen,

    innanzitutto: mantieni la calma! La via che conduce all’Amore spesso è impervia e da percorrere con pazienza. Hai appena seminato: non puoi pretendere di raccogliere immediatamente i frutti. Aspetta qualche ancora giorno prima di farti prendere dal panico. Il tuo Neji semplicemente non è abituato ad essere ignorato. Continua così e vedrai che la sua facciata impassibile si scioglierà!

Non perderti d’animo!

Il Solviamore.’

 

Rilesse la propria risposta. Poi, soddisfatta, la inviò. In quell’istante le suonò il cellulare.

 

“Buonasera, Shino-kun!” salutò allegra, scostandosi il ciuffo dal viso e togliendosi il portatile dal grembo per stare più comoda. “Ho appena finito di rispondere a TenTen-san!”

 

“Perfetto.” commentò con voce profonda e calma il ragazzo. “Con lei, il nostro sito è stato visitato da tremilanovecentosessantacinque persone questo mese.” disse Shino.

 

Ino spalancò gli occhi per la sorpresa e si portò una mano alla bocca. “Cosa?! Tremilanovecentosessantacinque?!” ripeté, stupefatta.

 

“La voce deve essersi sparsa. Se continuiamo così, il nostro piano ha grandi possibilità di successo.” le ricordò il ragazzo.

 

“Santo Cielo…!” mormorò la bionda, esplodendo in un sorriso gioioso. “Shino-kun, tutto questo non sarebbe stato possibile senza di te!”

 

“Mi occupo solo della facciata: i contenuti li metti tu.” ribatté modestamente lui. “A proposito, stavo pensando che dovremmo aggiungere una sezione dove i tuoi ‘clienti’ possano dialogare tra loro: una specie di forum per creare una sorta di coesione tra i visitatori del sito, per spronarli a continuare a frequentarlo.”

 

“Mi sembra una splendida idea! E cosa ne dici di creare una bacheca dove poter postare le foto di chi si è felicemente fidanzato? Mi sembra che siamo a quota ventuno…”

 

“Ventidue.”

 

“Anche meglio!” commentò Ino, gaia. In quel mentre un trillo la informò che le era arrivato un nuovo messaggio nella casella elettronica. Lanciò un’occhiata allo schermo. “Mm… Ora ti devo lasciare, Shino-kun: c’è un nuovo messaggio!”

 

“Okay. Allora mi metto al lavoro?”

 

“Conto su di te! A domani!”

 

“A domani.”

 

Ino si permise un breve gesto di giubilo: alzò le braccia al cielo ed esternò la propria contentezza in un “Evvai!” molto sentito.

 

“Tesoro, tutto bene?” giunse immediatamente la voce preoccupata di suo padre dal piano inferiore.

 

“Sì, papà: tutto benissimo!” rispose felice, fiondandosi a leggere la posta.

 

‘Sono S., un ragazzo di diciassette anni che ha veramente bisogno di un consiglio. Da tanti anni conosco una ragazza e l’ho sempre trovata carina. Alle medie ho trovato il coraggio di chiederle di uscire, ma lei mi ha rifiutato senza mezzi termini. Ora sta uscendo con un altro e non posso fare a meno di sentirmi geloso. Che cosa devo fare secondo te? Lasciarla perdere o tentare di nuovo?

S.

 

Il sorriso di Ino si spense. Quel breve messaggio le aveva fatto ricordare con forza alcuni momenti che avrebbe preferito cancellare completamente. Fissò lo schermo con sguardo vacuo, la mente rivolta a quegli istanti risalenti a quattro anni prima…

 

Il lieve bussare alla sua porta le fece rialzare la testa.

 

Suo padre stava sulla soglia della camera, guardandola con occhi preoccupati. “Tesoro?”

 

Si sforzò di sorridere. “Sì, papà?”

 

La fronte di suo padre tornò liscia nel vederla sorridere. “È pronta la cena.”

 

“Spedisco a Sakura gli esercizi di matematica e scendo.” mentì Ino.

 

“Ah, non riuscirò mai a capire voi e le nuove tecnologie! Noi i compiti ce li passavamo la mattina sotto il banco…” ricordò Inoichi, un sorrisetto furbo e sognante al tempo stesso sulle labbra. “Fai veloce, okay? Altrimenti, si raffreddano i goysa (=ravioli di carne).

 

“D’accordo, papi. Un minuto e arrivo.”

 

Quando i passi di suo padre arrivarono in fondo alle scale, gli occhi di Ino corsero al cellulare viola. Improvvisamente ed incomprensibilmente, aveva voglia di sentire la voce allegra di Naruto

 

Guardò di nuovo quelle parole scritte che l’avevano turbata e decise che avrebbe risposto più tardi. Si alzò ed uscì dalla camera, spegnendo le luci. La luce azzurrina del computer illuminò brevemente i venti peluche che aveva sul letto, prima di spegnersi e lasciare spazio al buio.

 

*

 

22 marzo. Ichiraku Ramen. Ore 20.40

 

Naruto stava preparando i tre Gokumen Ramen (=ramen sostanzioso, condito con carne, uova e verdura) con l’energia di chi si avvia ad un corteo funebre.

 

Ichiraku Teuchi squadrava il suo aiutante con aria preoccupata: mai aveva visto il suo protetto così depresso. Che avesse di nuovo problemi con quei ragazzacci di strada? Eppure gli aveva severamente vietato di azzuffarsi con quei teppisti e Naruto gli aveva dato la sua parola… Teuchi sapeva che per quel ragazzo ogni promessa era debito, quindi era praticamente impossibile che si trattasse di quello.

 

Problemi a scuola? Poteva essere, ma non era da Naruto preoccuparsene: sosteneva di essere un genio incompreso e che prima o poi i professori si sarebbero dovuti inchinare all’evidenza.

 

E allora cosa?

 

C’entrava forse la ragazza di cui gli aveva parlato tante volte? Com’era il nome? Saki? No: Sakura! “Problemi con la tua ragazza?” domandò l’uomo, con un lieve sorriso malizioso.

 

Naruto sospirò, annuendo. “È che non la capisco, ojiisan…”

 

“Eh, già! Le donne sono complicate, ragazzo mio. Ogni volta che pensi di averne afferrato l’essenza, ribaltano le carte in tavola e ti lasciano come un idiota, a sperare che un giorno riuscirai finalmente a capire cosa passa per la loro testolina…” commentò il signor Ichiraku, pensando a sua moglie e a sua figlia, al momento tutte prese a servire il tavolo di Umino Iruka ed i suoi colleghi. Continuò a preparare il ramen, ma, siccome il ragazzo restava in silenzio, gli gettò un’occhiata perplessa.

 

“Quand’è che una ragazza comincia a fidarsi di te?” domandò di punto in bianco il biondino, fissandolo con i suoi occhi blu, intensi e seri.

 

Teuchi si grattò la testa, pensieroso. “Bella domanda, figliolo. Dipende dal tipo di ragazza e dal rapporto che ha con te. Ma, soprattutto, da quanto ti rendi disponibile ad ascoltarla.

 

“Quindi, se ipotizziamo che io le abbia dato il mio numero di telefono e le abbia dato la mia disponibilità ad ascoltarla e che lei non mi abbia chiamato per una settimana, è un pessimo segno, vero?” domandò Naruto, mogio.

 

“Beh…” L’uomo non terminò la frase, ma si schiarì la gola. “Ci tieni molto ad avere la fiducia di questa ragazza?” domandò, serio, aggiungendo pezzetti di verdura nel brodo caldo.

 

Il ragazzo si sporse per aggiungere della carne. “Sì. Stranamente sì.”

 

“Allora, forse, dovresti cercare di guadagnartela.”

 

“E come?”

 

Teuchi scrollò le spalle, mentre aggiungeva l’ultimo tocco al piatto. “Beh, sei tu che devi pensare al modo giusto per far sì che Sakura si confidi con te.”

 

“Sakura?” Naruto sbatté gli occhi, perplesso. “Che c’entra Sakura-chan? Io stavo parlando di Ino!”

 

Ino? E questa chi era? Ma proprio mentre il caro signor Ichiraku se lo domandava, il cellulare del suo protetto squillò. Gli lanciò un’occhiataccia, mentre lo tirava fuori dalla tasca dei jeans strappati e macchiati. “Naruto… Lo sai che non dovresti tenerlo acceso mentre stai lavorando…” gli ricordò severo.

 

Ma il biondino non lo stava nemmeno ascoltando. Fissava lo schermo illuminato con tant’occhi. Rialzò lo sguardo. “È… È lei, ojiisan!” squittì, tesissimo. “Che cosa faccio?!

 

La severità scomparve dal volto dell’uomo, lasciando spazio alla solita bonarietà. “Che domanda sciocca: rispondi, no?” Tornando al ramen, indicò con il pollice la porta del retrobottega. “Dieci minuti. Non di più. Intesi?”

 

“Grazie, ojiisan!” gridò Naruto, rifugiandosi nel retrobottega senza farselo ripetere due volte. Prese un bel respiro profondo e rispose al telefono: “Pronto? Ino?”

 

“Ehi, Naruto! Come va? Ti disturbo?” La voce della ragazza suonava falsamente allegra. Ora, non poteva dire di conoscerla da molto tempo, ma siccome lui stesso era bravo a far credere agli altri che tutto andava bene, riconobbe al volo quella nota di spensieratezza forzata.

 

“Disturbarmi? Ma figurati! Sono contento che tu abbia chiamato.” Ed era contento davvero. “Hai bisogno di qualcosa?” chiese, sperando di non suonare ansioso com’era in realtà.

 

“No, no.” si affrettò a rispondere Ino.

 

Ci fu una pausa, durante la quale Naruto cominciò a mangiucchiarsi l’unghia del pollice, a disagio. “Ehm… Ino? Ci sei ancora?”

 

“Sì, scusami…”

 

“Ma c’è qualcosa che non va?” domandò, stavolta con evidente inquietudine. Molte persone lo giudicavano un po’ ottuso, e forse lo era, ma non quando una persona gli stava a cuore. E, in modo assurdo ed ancora incomprensibile, si era affezionato ad Ino in men che non si dica. In quella settimana passata in sua compagnia si era accorto di tante cose: di come il suo sorriso non fosse sempre spontaneo, di come d’un tratto i suoi occhi chiari si facessero malinconici, di come fosse altruista e gentile, ma anche di come nascondesse le sue qualità dietro la facciata superba di ragazza più popolare della scuola, di come le chiacchiere cattive sul suo conto dilagassero irrefrenabili senza che lei facesse nulla per smentirle… Tutto questo lo preoccupava molto. “Se così fosse, sappi che puoi contare su di me.” le promise con tutta la serietà di cui era capace.

 

La risatina di Ino dall’altra parte dell’etere se da una parte lo offese un pochino, dall’altra lo rincuorò molto. “Oh, Naruto! Non c’è niente che non vada, sta’ tranquillo!

 

Lui la pensava diversamente, ma non la corresse. “Beh, meno male!” esclamò, sforzandosi di apparire allegro. “Ma se ci fosse, me lo diresti, vero?” domandò, senza potersi fermare.

 

Ino rispose col silenzio.

 

E Naruto si sentì uno stupido. “Ah, lascia stare! Scusa, sono in veda di commenti melodrammatici stasera…” ridacchiò nervoso. “Piuttosto, non mi hai ancora detto perché mi hai chiamato…?” le ricordò.

 

Altro silenzio.

 

Il ragazzo poteva quasi percepire fisicamente l’imbarazzo che permeava la loro conversazione. “Ehm…” mormorò, senza sapere come continuare.

 

Finalmente fu Ino a parlare. “Se ridi, ti ammazzo, ci siamo capiti?” sbottò battagliera, cogliendolo di sorpresa.

 

Ugh… D-D’accordo…” balbettò, un po’ spaventato.

 

Ci fu una breve pausa e poi la sentì raccogliere il fiato. “Avevo voglia di sentire la tua voce…” confessò lei, la voce un flebile sussurro.

 

Lui si sentì andare a fuoco il viso, mentre qualcosa di simile alla gioia di vedere il sorriso di Sakura (ma non del tutto) gli riempiva di calore il petto.

 

“Non metterti strane idee in testa, però! Non mi sono innamorata di te o cose del genere, sia ben chiaro!” esclamò Ino, di nuovo aggressiva. “È solo che…” lasciò cadere la frase, imbarazzata.

 

Naruto si morse la lingua per non imporle di continuare: doveva guadagnarsele le confidenze, non estorcerle. “Beh, spero di esserti stato utile.” disse, invece.

 

“Sì.” ammise lei, timidamente.

 

“Aveva a che fare constorie lunghe e noiose’?” non poté fare a meno di chiedere.

 

Ino rimase di nuovo in silenzio e Naruto temette di essere stato troppo invadente. Ma poi, proprio quando stava per chiederle scusa, lei rispose: “Più o meno.”

 

Stavolta fu il ragazzo a rimanere in silenzio. “Andiamo a scuola insieme domani?” domandò alla fine.

 

“Mm… Perché no? Ma dobbiamo fare in modo di farci vedere da Sakura, d’accordo? In questi giorni mi parla sempre di meno: siamo proprio sulla buona strada!” ridacchiò.

 

“Sei sicura di voler continuare? Insomma, Sakura-chan è la tua migliore amica e quello che stiamo facendo rischia di incrinare i vostri rapporti. Io non vorrei mai che voi…” cominciò il biondo, sentendosi improvvisamente in colpa.

 

“Non succederà.” dichiarò convinta Ino. “Abbiamo già perso la nostra amicizia a causa di un ragazzo: non ripeteremo l’errore, te l’assicuro.”

 

Lui sospirò, ancora preoccupato.

 

“Okay, ti ho trattenuto fin troppo: passami a prendere domani alle otto meno dieci.”

 

“Va bene.”

 

“Sii puntuale, mi raccomando!”

 

“Okay.”

 

“Ciao, Naruto. E… grazie, eh?”

 

“Figurati, anche se non so cos’ho fatto.”

 

Ino ridacchiò. “Lo so io ed è questo che conta. Buonanotte.”

 

“Buonanotte, Ino…” la salutò anche lui, chiudendo la conversazione.

 

Per qualche secondo si fissò la punta delle vecchie scarpe da ginnastica, stralci di preoccupazione che ancora occupavano la sua mente. Non era più sicuro di quello che stava facendo, se quello fosse il metodo migliore per conquistare la sua Sakura e se mai avrebbe funzionato. Sapeva solo una cosa: per qualche oscuro motivo, non voleva perdere l’esilissimo rapporto che cominciava ad avere con Ino.

 

*

 

22 marzo. Camera di Nara Shikamaru. Ore 21.06

 

Shikamaru si richiuse la porta alle spalle e si gettò a peso morto sul letto.

 

Che brutta serata! Aveva buttato via un’ora di connessione ad Internet, non aveva fatto alcun progresso con l’identità del Solviamore, Temari aveva continuato a fare battutine allusive su di lui e quell’impiastro della Yamanaka, era arrivato in ritardo per la cena, si era dovuto sorbire una lunga e noiosa ramanzina di sua madre sulla puntualità ed il puzzo di fumo ed aveva pure dovuto mangiare il cibo freddo, perché la sua cara mammina si era rifiutata di riscaldarglielo.

 

Cosa poteva accadere di peggio?!

 

Il trillo che lo avvertiva di aver ricevuto posta arrivò come le trombe del giudizio.

 

Shikamaru si avvicinò circospetto al vecchio macchinario e fissò l’icona della posta con una strana sensazione di tensione. Temari non gli aveva forse detto di controllare la posta elettronica, una volta tornato a casa? Che scherzo poteva avergli combinato?

 

Cliccò sull’icona e controllò chi gli aveva mandato il messaggio.

 

“Il Solviamore?” sussurrò, aggrottando le sopracciglia in un’espressione perplessa. Poi sospirò ed alzò gli occhi al cielo. Temari! Sicuramente aveva scritto al posto suo!

 

Borbottando improperi e maledizioni contro tutto il genere femminile, Shikamaru aprì il messaggio, domandandosi che cosa Temari avesse raccontato a quel consulente cibernetico. Sicuramente qualcosa di patetico… Con un gemito sconfortato, cominciò a leggere.

 

‘Caro S.

    mi chiedi un consiglio, ma ho bisogno di più elementi. Com’è il rapporto con questa ragazza? Dici che la conosci da tanti anni: siete amici? O semplicemente conoscenti? Conosci il motivo del perché ti ha rifiutato? Ti sembra felice con il suo nuovo ragazzo? Ma, cosa più importante, tu sei sicuro di esserne innamorato? Intendo, ami solo il suo lato esteriore o anche la sua personalità?

Spero soddisferai la mia curiosità, così potrò aiutarti in modo più efficace.

Che tu decida di rispondermi o no, ti dirò comunque questo: non scoraggiarti per un rifiuto.

Alle medie le ragazze non sono molto mature e rincorrono il sogno di un ragazzo perfetto, non accorgendosi che chi hanno intorno è già perfetto così com’è, con tutti quei piccoli difetti che lo rendono unico. Però, prima o poi, anche loro crescono e si accorgono di ciò che hanno perduto.

Perciò: abbi fede.

Il Solviamore

 

Shikamaru fissò la risposta ad occhi spalancati. Se da un lato non riusciva a credere che Temari avesse scritto proprio di quell’episodio, dall’altro era francamente stupito del messaggio inviatogli dal Solviamore.

 

Forse, e sottolineava il forse, questo Cupido virtuale non era poi così male…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

Scusate la grande distanza temporale tra un aggiornamento e l’altro, ma l’università prosciuga tempo e forze! Spero mi perdonerete e che questo capitolo vi soddisfi, almeno per la lunghezza!

 

Grazie mille a tutti coloro che mi hanno messa tra i preferiti!^_^

 

Un grazie particolare a:

 

CELIANE4EVER: Scusa il ritardo!^^ Spero che il capitolo ti piaccia! Alla prossima!

 

INOYAMANAKA89: Grazie mille per i complimenti!^^ Sono contenta che trovi la mia storia originale e spero che continui ad essere all’altezza delle tue aspettative! Per quanto riguarda le relazioni tra i personaggi, saranno un po’ complesse: ci saranno molti sentimenti in ballo, ma alla fine… Beh, vedrai!^_- Al prossimo aggiornamento!

 

KIKKYXX14: Spero che sia stata di tuo gradimento l’apparizione (seppur telefonica) di Shino! Fammi sapere! A presto!

 

_MATTHEW_: Grazie per il commento dello scorso capitolo! In questo intravvediamo ancora un po’ di Shikamaru e come si sta evolvendo il rapporto tra Ino e Naruto… Come al solito, spero proprio tanto che mi farai sapere che cosa ne pensi!^^ Alla prossima!

 

MIMI18: E va bene: prenderò questi complimenti, se proprio devo!^_^ Questo capitolo è un po’ di transizione in realtà, ma spero che ti piaccia lo stesso: c’è Shikamaru ed il suo rapporto con Temari, ci sono Naruto ed Ino, Sakura è stata un po’ dimenticata, poverina, ma penso che nel prossimo avrà qualcosa da dire!^^ Per quanto riguarda la faccenda della foto, direi che ci hai azzeccato! Fammi sapere cosa ne pensi! Al prossimo aggiornamento!

 

SIMOZ: Grazie per il commento e per i complimenti!^^ Molto gentile! Per quanto riguarda il telefilm ‘24’: no, non l’ho mai visto. Anzi, sono andata subito a controllare su Wikipedia per vederne la trama e mi sembra molto interessante… Comunque, sì: per quanto riguarda la struttura narrativa mi sono ispirata ad alcuni telefilm di tipo militare. Hai presente quelli dove in sovrimpressione comparivano ora e luogo dell’azione, con un ticchettio di macchina da scrivere? Io li adoravo! E ho sempre voluto provare ad organizzare i capitoli in questa maniera e devo dire che mi piace molto. Spero che continuerai a seguire questa storia e che mi farai sapere che cosa ne pensi! A presto!

 

SOUSUKE SAGARA: Scusa il ritardo nell’aggiornare!^^’ Comunque, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto: c’era una bella parte dedicata alla coppia NaruIno. Beh, era nei piani di Naruto riaccompagnare a casa Sakura, ma la curiosità è il suo tallone di Achille e, in verità, Ino lo incuriosisce molto… Fammi sapere cosa ne pensi! Alla prossima!

 

 

 

Grazie ancora a tutte/i e a presto (spero -__-‘) !

 

Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 ***


6

I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.

 

6

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25 marzo. Tetto della Konoha. Ore 12.24

 

Quel 25 marzo fu una giornata molto intensa. E Naruto se ne era già reso conto all’ora di pranzo, mentre raccontava imbronciato del suo 10/100 in Matematica ad Ino e Shino.

 

Qualche giorno prima, la Yamanaka gli aveva presentato il silenzioso Aburame e da allora i tre si ritrovavano nella terrazza dell’ultimo piano per mangiare insieme il loro pranzo. Se quando si era trasferito in quel liceo avessero detto a Naruto che un giorno si sarebbe ritrovato a mangiare in compagnia della ragazza più bella e del genio dell’informatica, si sarebbe messo a ridere. Ma ora, ora che il sole gli riscaldava la schiena e si rifletteva sugli occhiali scuri di Shino e sui biondissimi capelli di Ino, poteva tranquillamente affermare che la situazione non era per niente ridicola, anzi: era addirittura piacevole.

 

“Che?! 10/100?! Ma Naruto!” stava strillando Ino, guardando con tant’occhi la verifica che il biondino le aveva lasciato con riluttanza.

 

Lui si grattò la nuca in imbarazzo. “Ehm… Non è che ci capisca molto di numeri…

 

“Sì, d’accordo, ma questa è una strage…” commentò lei, osservando incredula il foglio che recava più segni rossi che neri. “Insomma, devi fare qualcosa! Shino, non è che tu potresti…?” chiese, rivolta all’amico.

 

Shino scosse la testa. “Mi dispiace, ma non ho più nemmeno un’ora libera tra ripetizioni ed aggiornamento del sito…

 

Ino sbuffò dal naso, buttando in fuori le labbra, pensierosa.

 

Naruto la osservò scervellarsi e, nonostante l’umiliazione per quel voto orripilante, non poté fare a meno di sentirsi contento: in fondo, era la prima volta che qualcuno a scuola dimostrava di tenere abbastanza a lui da arrivare a preoccuparsi per il suo rendimento.

 

“Oh, smettila di sorridere, Naruto! Non c’è proprio nulla di cui rallegrarsi!” lo riprese lei, severa.

 

Lui obbedì: il sorriso si spense sulle labbra, ma continuò a danzargli negli occhi.

 

“Ti darei io ripetizioni, ma in realtà non è la mia materia più forte: temo che non riuscirei a spiegarti tutto. Se avessi bisogno di inglese sarebbe un altro discorso…

 

“Ma io ho bisogno anche di inglese!”

 

Lei lo guardò, tagliente. “Naruto, quante materie hai sotto?” Il biondo si grattò la nuca e cominciò a contare sulle dita. Quando Ino lo vide arrivare al settimo dito, urlò. “Starai scherzando!”

 

“Ehm…”

 

“E piantala di sorridere! È un disastro, una catastrofe, un’apocalisse! Non puoi assolutamente permetterti di perdere l’anno!

 

Mentre Ino si alzava in piedi di scatto e cominciava a misurare a grandi passi il perimetro della terrazza, borbottando improperi, Naruto si allungò verso Shino. “Ma fa sempre così?” sussurrò, indicando la ragazza con un cenno della testa.

 

Shino sospirò, annuendo gravemente. “Dovevi vederla quando ha scoperto la mia media in Educazione Fisica…” disse con voce esasperata. Ma il più lieve dei sorrisi gli piegava gli angoli delle labbra.

 

In quell’istante Ino si voltò verso di loro. “Naruto, devi assolutamente prendere ripetizioni da qualcuno.”

 

“Sì, ma chi?” chiese lui, un po’ sconfortato: se Shino non poteva dargli una mano ed Ino credeva di non esserne in grado, a chi avrebbe potuto chiedere? Choji? Ne capiva meno di lui. Kiba? Era meglio chiedere ad Akamaru. Shikamaru? Troppo pigro per mettersi a spiegare a qualcun altro. Non restava altri che…

 

“Sakura!” esclamò Ino, colta da un’illuminazione. “Lei è perfetta: è una secchiona di prima categoria!”

 

Naruto corrugò la fronte. “Non accetterà mai…” mormorò, amareggiato.

 

La bionda sorrise, sorniona. “Oh, non preoccuparti: ho proprio in mente un’argomentazione che non le lascerà vie di scampo…

 

*

 

25 marzo. Armadietti al Pian Terreno. Ore 15.09

 

Sakura lo sapeva che quel giorno avrebbe dovuto rimanere a letto. Primo, la sveglia non era suonata, quindi era uscita in ritardo ed aveva quasi perso il treno. Secondo, sul suddetto treno aveva incontrato Naruto ed Ino, che erano stati felicissimi di vederla e che non avevano fatto altro che stare appiccicati per tutto il tempo, chiamandosi a ripetizione Naru-kun ed Ino-chan con sorrisi zuccherosi… Da carie. Terzo, quello schiavista di Neji-sempai le aveva affibbiato la revisione di tutti i documenti del Consiglio Studentesco, perché TenTen-sempai era assente. Quarto, Jiraya-sensei aveva deciso di darle un misero 86/100 nel compito di Letteratura Inglese perché, secondo lui, lei non aveva ben compreso la figura di Elisabeth Bennett in Orgoglio e Pregiudizio. Poteva andare peggio di così?

 

Evidentemente sì, si disse, quando vide la Coppia dell’Anno avvicinarsi mano nella mano e con due identici sorrisi a trentadue denti. Guai in arrivo, preannunciò, tentando di nascondersi infilando la testa nell’armadietto.

 

Tentativo futile e vano.

 

“Sakura! Proprio te cercavo!” esordì Ino con voce squillante, mettendole le mani sulle spalle e regalandole un sorriso ancora più ampio.

 

“Ciao, Sakura-chan!” la salutò allegramente Naruto.

 

Sakura sospirò, seccata: quando quei due erano insieme avevano lo straordinario potere di farle raggiungere livelli di irritazione mai sfiorati prima. “Che volete?” domandò burbera.

 

“Cattiva! È così che tratti i tuoi amici?” si lamentò scherzosamente la bionda.

 

“Falla breve: ho avuto una giornataccia e vorrei che finisse al più presto.”

 

“Oh, perfetto!” esclamò Ino. “Anche il mio Naru-kun ha avuto una pessima giornata e tu puoi diventare la cura per tutti i suoi mali!”

 

Sakura sbatté gli occhi, perplessa. “Prego?”

 

L’amica le prese le mani. “Da oggi in poi sarai il suo tutor!” annunciò.

 

Rimase a bocca aperta e lanciò uno sguardo incredulo a Naruto, che si strinse nelle spalle e le rivolse un sorriso impacciato. Tornò a guardare Ino. “Prego?!” ripeté con voce lievemente isterica.

 

“Dai, non far finta di non aver capito: Naruto ha bisogno di ripetizioni e tu sei l’unica che potrebbe seguirlo in tutte quelle materie!”

 

Nella sua mente Sakura strepitò: “Assolutamente no!”, ma la sua reazione esterna fu molto più pacata. Alzò un sopracciglio. “E perché non tu? Ti posizioni sempre tra i primi dieci della classe…

 

Ino le lasciò le mani di scatto, assumendo una posa tragica tra le braccia di Naruto. “Ah, crudele, crudelissima Sakura!” esclamò, posandosi una mano sugli occhi lucidi e tirando teatralmente su col naso. “Tu, Vice-Presidente del Consiglio Studentesco! Tu, che hai promesso di vegliare sulla Konoha! Oh, tu! Come puoi rifiutare di aiutare un bisognoso? Io volevo solo il meglio per il mio Naru-kun…!” singhiozzò.

 

Questi, istigato da una ‘leggera gomitatina’ nel costato, assunse un’aria affranta. “Sakura-chan.” cominciò, guardandola con occhi tristi. “Non avrei mai pensato che proprio tu mi avresti negato un aiuto…

 

Sakura alzò gli occhi al cielo, sebbene il suo cuore si fosse lievemente stretto di fronte a quello sguardo addolorato.

 

Ino si staccò dal petto del biondo e le puntò contro un braccio accusatore. “Avrai il mio Naru-kun sulla coscienza, Sakura!” esclamò, attirando l’attenzione di tutti gli studenti che si accingevano a lasciare la scuola.

 

Il mormorio che si levò a quella affermazione le fece venire i sudori freddi. Se Tsunade-sama, la Preside della Konoha, avesse saputo che si era rifiutata di aiutare uno dei suoi studenti in difficoltà, non ci avrebbe messo molto a destituirla e, benché si lamentasse sempre di quanto fosse severo Neji-sempai e rimpiangesse i pomeriggi passati a fare shopping con le amiche, Sakura amava la sua posizione di Vice-Presidente.

 

“Okay, va bene: gli darò ripetizioni. Ma, per carità, smettetela di fare tutto questo baccano!” ordinò loro, abbassando con una mano il braccio dell’amica e portandosi velocemente un dito alle labbra.

 

Ino l’avvolse in un abbraccio strettissimo. “Ah, lo sapevo che non eri senza cuore, Sakura! Ora il mio Naru-kun è in buone mani! Sei contento, orsacchiotto?!” domandò, vivace.

 

Naruto sogghignò, alzando il pollice. “Contentissimo!” ridacchiò. Poi sorrise più pacato all’indirizzo di Sakura. “Grazie mille. Mi hai davvero fatto un grande favore.”

 

Lei deglutì, ancora con le braccia di Ino al collo. “Ehm… Figurati. Quando vorresti cominciare?” domandò, tentando di scrollarsi la bionda di dosso.

 

“Ora! Subito! Immediatamente!” ripose per lui quest’ultima, affrettandosi a spingere Naruto verso Sakura. “Dovete cominciare questo pomeriggio! Assolutamente!”

 

“Ma Ino…?” cominciò Naruto, perplesso.

 

Lei rispose con un sorriso smagliante. “Tesoruccio, vogliamo o no rimettere in sesto il prima possibile la tua situazione?!” commentò, gli occhi che gli ordinavano di non opporre resistenza.

 

Naruto sentì un brivido percorrergli la schiena: Ino sapeva davvero essere terrificante quando voleva. “Ehm… Certo! A-A te va bene, Sakura-chan?”

 

Sakura, che aveva fatto di tutto per non arrossire quando il biondino le era arrivato addosso, gli rivolse un’occhiata che sperò risultasse indifferente. “Prima ci togliamo questa spina dal fianco, meglio è.” commentò, salvo poi pentirsi un pochino quando vide gli occhi feriti del ragazzo. Si schiarì la voce, cominciando a camminare verso l’uscita. “Forza, andiamo: avremo un sacco di lavoro da fare.”

 

Naruto si voltò un attimo verso Ino, come in attesa di istruzioni.

 

Lei gli fece segno di andare. Seguila, dai! E cerca di non mandare all’aria il piano, testa quadra!

 

Lui annuì e cominciò a correre dietro a Sakura.

 

Ino sospirò e sorrise. Se tutto andava secondo il suo piano…

 

“Quale piano?” domandò una voce, facendola sobbalzare.

 

Shi-Shikamaru…” boccheggiò, sorpresa nel trovarsi il ragazzo dietro le spalle. Corrucciò le sopracciglia. “Ti pare il modo? Mi hai spaventata!” lo redarguì severa, portandosi una mano sul cuore che continuava a battere furiosamente.

 

Shikamaru la guardò con un sopracciglio alzato, ma non commentò. “Quale piano?” ripeté.

 

“Il piano per… far promuovere Naruto quest’anno!” esclamò lei, forzando un sorriso. “Sì, insomma, Sakura è la migliore del nostro anno e mi è sembrata la scelta più adatta…” continuò, tentando di non apparire nervosa.

 

“Mi domando chi lascerebbe andare il proprio ragazzo a casa della ragazza per cui aveva una cotta…” rifletté lui, guardandola con quegli occhi neri neri. “Cos’è? Ti sei già stufata di lui ed hai deciso di sbatterlo tra le braccia di un’altra per sbarazzartene?

 

Ino sentì il proprio cuore fermarsi. Abbassò lo sguardo. “Credi che potrei fare una cosa del genere, Shikamaru?” domandò in un sussurro.

 

“Sì.” rispose lui senza esitazione. Poi sospirò. “Comunque, se non hai niente da fare oggi, dovresti venire a casa mia per fare la ricerca di Chimica. Choji ed io abbiamo già cominciato e…” si bloccò, quando lei rialzò la testa. Gli occhi celesti emettevano fulmini.

 

“Ho già finito la mia parte e l’ho data stamattina a Choji. E, comunque, non verrei a casa tua nemmeno se mi pagassi!” affermò decisa. “Ho da fare di meglio che sprecare il mio tempo con uno sfigato come te!” aggiunse, voltandogli definitivamente le spalle ed incamminandosi frettolosamente verso l’uscita.

 

Shikamaru rimase a guardarla, basito. Le parole graffianti di Ino non lo avevano sorpreso, era abituato alla sua linguaccia, ma i suoi occhi, quelli sì che lo avevano preso in contropiede: mai li aveva visti così furiosi e così luccicanti di lacrime…

 

*

 

25 marzo. Davanti a casa Yamanaka. Ore 15.40

 

Quello stupido, stupido Shikamaru! Come poteva anche solo pensare che fosse capace di una cosa del genere?! Era veramente quella la considerazione che aveva di lei?!

 

Ino tirò su col naso, asciugandosi con rabbia una lacrima.

 

Shikamaru credeva di essere un genio, di capire tutto, quando in realtà non capiva un bel niente! Lei non era così, non era una persona calcolatrice e senza cuore! Anche lei aveva dei sentimenti, che credevano? Che tutti quei pettegolezzi che giravano su di lei le facessero piacere? Ino li detestava, ma non poteva fare niente per fermarli: nessuno aveva creduto alle sue parole all’inizio ed ora tutti la credevano una sorta di femme fatale, una mangia-uomini senza scrupoli, una ragazza superficiale, che incideva una tacca sulla testiera del letto per ogni ragazzo che era caduto tra le sue grinfie…

 

Tutto per colpa di un quadro e di una diceria che non era stata negata!

 

L’unica che le aveva creduto era stata Sakura e per tanto tempo era stata l’unica a rivolgerle la parola. Poi, era arrivato Shino e con lui Il Solviamore e finalmente Ino aveva trovato qualcosa che le dava la forza di andare avanti.

 

Ed ora si era aggiunto Naruto, con il suo sorriso brillante ed il suo amore per Sakura, con le sue parole sempre giuste ed un grande sogno in tasca…

 

E Shikamaru osava dire che lei sarebbe stata capace di gettare via senza pensarci due volte una persona così bella? Credeva davvero che lei nelle persone vedesse solo giocattoli per trastullarsi?

 

Sì, era stata cieca. Sì, lo aveva trattato male. Sì, Shikamaru aveva tutto il diritto di essere arrabbiato con lei. Ma sapere che anche lui la considerava una poco di buono era troppo. Il cuore le si strinse di nuovo e le lacrime scesero di nuovo a bagnarle il viso, fino a farla singhiozzare.

 

Il cellulare cominciò a suonare. Tentando di calmare il pianto, si asciugò le guance e si soffiò il naso prima di rispondere. “Shizune-sensei…?” rispose, con voce roca.

 

“Ciao, Ino. Sono all’ospedale: i bambini sono impazienti di vederti! Come mai ci stai mettendo tanto?”

 

Il volontariato in ospedale! Se n’era completamente dimenticata! Oggi avrebbe dovuto insegnare alla piccola Seri-chan come fare le ghirlande di fiori… Un nuovo singhiozzo le uscì dalle labbra. “Mi… scusi, Shizune-sensei…” mormorò.

 

Ino? Ma ti è successo qualcosa?” domandò l’infermiera della scuola, ora preoccupata.

 

La bionda tirò su col naso. Distese la bocca rossa in un sorriso fiacco, anche se la sua interlocutrice non la poteva vedere. “No, non si preoccupi: solo un po’ di raffreddore.”

 

“Oh. Allora è meglio che ti riposi… ah, aspetta un attimo! No, bambini: Ino-chan oggi non può venire perché ha il raffreddore. Perché non la salutate?”

 

Ino sentì che il telefono venne passato di mano. “Ciao, Ino-chan!” gridò un coro di bambini. Lei sorrise attraverso le lacrime.

 

Shizune riprese la cornetta. “Li hai sentiti? Rimettiti in fretta, ché qui hanno tutti voglia di vederti!

 

“D’accordo, sensei!” esclamò Ino. “Dica a Seri-chan che la prossima settimana faremo una ghirlanda gigantesca. Buon lavoro, sensei!”

 

“Sì, ma tu riposati, ché domani voglio vederti a scuola!”

 

Ripose il cellulare nella tasca della giacca, sentendosi un po’ meglio. Anche se c’era chi pensava che lei fosse una cattiva ragazza, c’erano persone che sapevano com’era fatta in realtà. Forse non erano tante quante le prime, ma almeno c’erano e questo, per ora, bastava a tirarle su il morale.

 

Ma il sorriso non era destinato a rimanere a lungo sul viso di Ino.

 

Frugò nella cartella per cercare il mazzo di chiavi e quando alzò lo sguardo, appoggiato al muretto di casa sua, stava un ragazzo avvolto in un cappotto nero. Lui alzò gli occhi neri e spenti e quello sguardo privo di emozione trafisse il cuore di Ino, facendole mancare il fiato.

 

Il giovane fece qualche passo verso di lei. “Finalmente sei arrivata, Miss Bellezza!” esclamò, rivolgendole un sorriso pallido come la pelle del suo volto. “Ti stavo aspettando…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

Immagino abbiate indovinato chi è il giovanotto che aspettava Ino… Nel prossimo capitolo finalmente si spiegheranno diverse cose…

Sì, sono ancora viva (più o meno…)! Purtroppo sono già cominciati gli esami di metà semestre e sono presissima tra calcoli di Statistica e revisioni di Bilanci! Per non parlare dei terribili orari delle lezioni, che sembrano fatti apposta per fiaccare gli studenti!

In più ho avuto il terribile Blocco dello Scrittore! Credo di aver ricominciato questo capitolo almeno cinque volte…

Non posso promettervi aggiornamenti in tempi brevi (anche se spero proprio di riuscire a scrivere più in fretta la prossima volta!), ma spero che la mia storia vi piaccia ancora.

 

Ringrazio tutti/e coloro che hanno letto, in particolare:

 

CELIANE4EVER: Grazie!^^ Non preoccuparti per gli accenni ShikaTema e NaruIno! Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo!

 

INOCHAN: Davvero?! Anche tu stai scrivendo una fic con Naruto ed Ino che fanno ingelosire Shikamaru e Sakura?! Non vedo l’ora di leggerla!

 

INO YAMANAKA89: Sul serio non deludo le tue aspettative? Meno male!^^ Spero che anche quest’ultimo ti piaccia!

 

KIKICHAN: Ciao! Sono contenta che questa storia ti piaccia! Non conoscevo Gossip Girl, ma sono andata a guardare la trama su Wikipedia e sembra un telefilm molto carino! Spero mi farai sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Per il passato di Ino e Shikamaru dovrai aspettare ancora un pochino!

 

KIKKYXX14: Sono contenta di essere riuscita a farti apprezzare Temari!^^ Ti dirò, a me non dispiace come personaggio: la trovo forte! Ma preferisco Ino assieme a Shikamaru! Non disperare per la NaruSaku: quei due sono destinati a stare insieme! Continua a seguire la storia e vedrai!

 

_MATTHEW_: Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento! Mi fai sempre tanti complimenti: non sono sicura di meritarmeli!^^ Qualche sorpresina ci sarà, è vero, ma rimango fedele alle coppie citate nella presentazione, don’t worry!

 

MIMI18: Vero? Vero che Naruto ed Ino sono pucciosi insieme?!? Eh, la relazione tra quei due andrà incontro a molti fraintendimenti…^_^ Per quanto riguarda Temari, io lo trovo un personaggio interessante e con diversi lati positivi, così non ho voluto darle la solita parte della guastafeste, ma piuttosto quella di una amica di Shikamaru che lavora nell’ombra e con mezzi più o meno leciti per fargli capire chi vuole davvero… E questo Shikamaru! Sai che mi piace troppo descriverlo così miope nei confronti di Ino? :D Non vedo l’ora di arrivare al momento della verità! Vedrai, vedrai…! Fammi sapere!

 

RIKUZZA: Grazie per i complimenti! Spero che ti piaccia anche questo!

 

SIMUZ: Figurati, anzi! Hai fatto benissimo a farmelo notare!^_^ Sono andata a vedere sull’Enciclopedia ed effettivamente ha il significato che citavi tu, ma il problema era solo uno: non sono riuscita a trovare nessun sinonimo adatto ad esprimere il significato che intendevo io. Volevo far capire immediatamente come si era posizionata Temari (alle spalle di Shikamaru, ma sporta verso il computer, così da fargli un po’ da tetto sopra la testa) usando solo una parola. Spero mi perdonerai… -__-‘ Per quanto riguarda il paring: ammetto che la NaruIno rappresenti un’inaspettata tentazione, ma progetto di rimanere fedele alle coppie scelte in precedenza!^^ Continua a farmi notare gli errori, mi raccomando!

 

SOUSUKE SAGARA: Grazie per i complimenti! Sakura stavolta ha parlato, ma non per molto: progetto di darle un po’ più di spazio nel prossimo capitolo, visto che questo era solo di passaggio. Naruto ed Ino sono molto carini insieme e molto simili per certi versi, ma credo proprio che tra i due non potrà esserci più di una fortissima amicizia, anche se… Continua a seguire, così lo scoprirai!

 

Grazie a tutti/e.

 

Spero di aggiornare più in fretta la prossima volta.

 

Un bacione

Ale

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 ***


7

I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.

 

7

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25 marzo. Davanti a Casa Yamanaka. Ore 15.50

 

“Finalmente sei arrivata, Miss Bellezza! Ti stavo aspettando…” disse il giovane, piegando lievissimamente le labbra pallide in un sorriso.

 

Ino lo squadrò con gli occhi spalancati per lo stupore. “Che… Che diavolo ci fai qui, Sai?! Non eri mica andato a Berlino?!” domandò, scossa.

 

Sai eruppe in una risatina spenta, che non raggiunse gli occhi freddi. “Oh, lo sai che non posso stare troppo lontano da te… Sei o non sei la mia Musa Ispiratrice?” sorrise sornione, in attesa della reazione di Ino, che non tardò ad arrivare.

 

Alle parole del ragazzo, infatti, si riscosse. Gli lanciò uno sguardo furente. “Mi sembrava che avessimo chiuso con questa stupida storia, dopo tutto quello che è successo.”

 

“Oh, andiamo! Ce l’hai ancora con me per quella sciocchezza?

 

Ino strinse i pugni. “Per me non è stata una sciocchezza! Hai rovinato la mia reputazione!”

 

“Beh, già in partenza non è che fosse una gran reputazione …” commentò Sai,  sorridendo in un modo che fece saltare i nervi ad Ino.

 

“Vattene. Immediatamente.”

 

Se Sai rimase colpito dalla durezza del tono della bionda non lo diede a vedere. “Sei sicura di non volermi invitare a casa tua a bere una tazza di tè?”

 

“Sicurissima.” Gli occhi di Ino sembravano lanciare lampi.

 

“Peccato: avevo proprio voglia di qualcosa di caldo. Beh, sarà per la prossima volta, mm?”

 

“Non sperarci. Non voglio più rivedere la tua faccia.”

 

Sai assunse una finta espressione dispiaciuta. “Oh, temo sia impossibile, mia cara: tra qualche giorno appenderanno cartelloni con la mia foto in tutta la città per pubblicizzare la mia mostra. E, poi, credo che farò presto un giro alla Konoha per ricordarmi i ‘bei vecchi tempi’.” annunciò con un sogghigno appena accennato di fronte all’espressione allarmata di Ino. Girò sui tacchi e cominciò ad allontanarsi, ancora sogghignando. “A presto, mia preziosa Musa!” la salutò, agitando la mano.

 

La ragazza si appoggiò al cancello, priva di forze. Sai era tornato… Cosa avrebbe fatto ora?

 

*

 

25 marzo. Camera di Haruno Sakura. Ore 17.53

 

“… Mm… Ah, ma certo! Questo è un errore banale, Naruto: ti sei dimenticato di fare il campo di esistenza del denominatore e di metterlo a sistema con le soluzioni ottenute. Per questo hai accettato x = 2, che, invece, non era accettabile. Sakura gli porse di nuovo il foglio ed alzò un sopracciglio di fronte allo sguardo sognante di Naruto. Il ragazzo aveva appoggiato un braccio sulla scrivania e si reggeva la testa con una mano, sfoggiando un sorriso ebete nel fissarla. Lei inarcò le sopracciglia. “Beh? Che ti prende?”

 

Il biondo sospirò. “Ah, Sakura-chan! Non solo sei bella, sei pure intelligente…!” commentò, senza ombra di imbarazzo.

 

Che, invece, colpì in pieno Sakura. “M-Ma che dici?!” balbettò, affrettandosi a rifugiarsi dietro il libro di testo per nascondere le guance arrossate. “Invece di dire sciocchezze, riscrivi l’esercizio nel modo corretto!”

 

“Non erano sciocchezze…” borbottò Naruto, ubbidendo comunque alle parole della ragazza.

 

Sakura lo osservò curvarsi sull’esercizio di matematica, la matita tra le dita abbronzate e la punta della lingua tra i denti incredibilmente bianchi. Accortasi di essere rimasta a fissarlo, scostò lo sguardo in fretta, dandosi della sciocca: da quando Uzumaki Naruto era diventato un soggetto interessante da guardare?

 

Gli lanciò un’altra occhiatina di sottecchi. Non si era mai resa conto di come i capelli gli fossero cresciuti e di come gli dessero un’aria più matura…

 

No! Basta!, si rimproverò mentalmente: lei non era una di quelle ragazze che trovavano attraenti i fidanzati delle proprie migliori amiche, assolutamente no!

 

Un’altra occhiata ed improvvisamente notò quanto ampie e forti fossero le spalle del ragazzo…

 

“Basta!” gridò, sbattendo il libro con forza sulla scrivania e facendo sobbalzare il biondo, che la guardò spaventato. “Ehm… Non ti sembra che sia ora di una pausa?” tentò di rimediare, ridacchiando nervosamente.

 

“Eh, in effetti…” ridacchiò Naruto, altrettanto nervosamente.

 

“Allora, io… uhm… vado a preparare uno spuntino, okay?” propose Sakura.

 

“Oh, okay, grazie!” annuì lui, sorridendo più sincero. “Vuoi una mano?”

 

“Non ti disturbare: vado e torno!” esclamò lei, richiudendosi la porta dietro le spalle ed appoggiandovisi con la schiena. Sospirò, mentre il cuore inspiegabilmente le batteva in gola. Non è a causa di Naruto, non è a causa di Naruto, si ripeté più volte, mentre scendeva le scale che portavano alla cucina.

 

Sentendola trafficare tra frigorifero e dispensa, sua madre fece capolino sulla soglia della porta. “Allora, tesoro, come procede lo studio?” chiese ammiccante.

 

Sakura, suo malgrado, arrossì. “Guarda che non è come pensi tu.” precisò con forza, disponendo ordinatamente su un vassoio diversi tipi di biscotti.

 

L’altra ridacchiò ed annuì. “D’accordo, cara…” disse, con l’aria di chi non ci credeva nemmeno un pochino.

 

La ragazza sbuffò, aprendo di nuovo il frigorifero per prendere un succo di frutta. Ma perché doveva avere una madre maliziosa almeno quanto la sua migliore amica? Insomma, cosa aveva fatto di male?! Naruto non mi piace affatto. E poi è il ragazzo di Ino.” aggiunse, imbronciando le labbra.

 

Sua madre sbatté gli occhi, perplessa. “Il ragazzo di Ino-chan?” ripeté. Poi schioccò le dita con una buffa smorfia. “Peccato! Un ragazzo carino in meno sul mercato…”

 

Naruto non è ‘carino’, mamma!” protestò. È bello, si disse, prima di sorprendersi di quel pensiero e relegarlo nell’angolo più lontano e buio della propria mente. “E-E anche se lo fosse, è off-limits, no?” disse con un piccolo sorrisino amaro. “Dai, spostati: devo portare su questa roba…”

 

Salì le scale il più in fretta possibile, sentendosi addosso lo sguardo di sua madre. Oh, fantastico! Chissà adesso quanti film si sarebbe fatta quella sciocca! Santo Cielo, a lei Naruto non piaceva! Al massimo era un po’ invidiosa di Ino perché era riuscita ad avere un ragazzo prima di lei, ma lo sarebbe stata anche se quel ragazzo non fosse stato Uzumaki Naruto. Diamine! A lei piacevano i tipi come Uchiha Sasuke e l’ultima volta che aveva controllato Naruto non gli assomigliava nemmeno un pochino. Quindi, che le piacesse l’Uzumaki era cosa impossibile.

 

Soddisfatta della conclusione cui era giunta, abbassò la maniglia con il gomito ed entrò nella stanza con il vassoio in mano. “Eccomi qua, Naru…” si bloccò, perché il biondo stava parlando al telefonino con espressione preoccupata.

 

“Sì, sì, qui va tutto bene. Ma tu hai una voce strana… È successo qualcosa?” stava chiedendo in quel momento al suo interlocutore. La risposta dell’altro capo del cellulare gli fece assumere una strana espressione abbattuta. “Sei sicura che non sia proprio nulla?” domandò. Poi, sorpresa e apprensione e rabbia gli passarono in un lampo negli occhi. “E chi era?” tuonò. “E tu stai bene?” si informò subito dopo, ansioso. “Vengo subito. No, no: non c’è problema. Aspettami lì: cinque minuti e arrivo.” Chiuse la telefonata e cominciò a raccattare le sue cose alla velocità della luce.

 

Sakura fissò il suo volto accigliato ed inquieto. “Cos’è successo?” domandò confusa.

 

Naruto si accorse di lei solo in quel momento. “Scusami, Sakura-chan, ma devo proprio scappare: pare che Ino abbia fatto un brutto incontro di ritorno da scuola. Era ancora molto scossa: devo andare da lei immediatamente.” spiegò lui, riprendendo a mettere via i quaderni.

 

Stranamente, Sakura non provò ansia per l’amica, ma una profonda irritazione. “Ma scusa, e i compiti?” domandò stizzita.

 

Il ragazzo alzò lo sguardo e per la prima volta lei si accorse di quanto fosse profondo. “Mi dispiace, Sakura-chan, ma Ino per me è più importante di qualsiasi compito.” disse con grande serietà. Si mise la cartella sulla spalla e le lanciò un’ultima occhiata prima di varcare la porta. “Ti ringrazio per l’aiuto che mi hai dato oggi. Ti prometto che mi impegnerò di più la prossima volta, se vorrai ancora darmi una mano.

 

Sakura si accasciò su una sedia, mentre lo sentiva scendere le scale a rotta di collo e ringraziare sua madre per l’ospitalità. Sentì anche la porta di casa chiudersi, ma non registrò nulla. Nella sua mente c’era spazio solo per quelle parole che le avevano fatto comprimere dolorosamente il cuore: “Ino” e “più importante”…

 

*

 

25 marzo. Casa Yamanaka. Ore 18.14

 

Il campanello suonò insistentemente, facendola sobbalzare. Ino spiccò una breve corsetta e spalancò l’uscio senza nemmeno accertarsi di chi fosse, certa di ritrovarsi davanti una zazzera di capelli biondi e ridenti occhi blu.

 

Beh, la zazzera c’era ed era persino più scompigliata del solito, ma gli occhi non erano affatto ridenti. Inquieti, si tuffarono nei suoi. “Come… stai?” domandò Naruto, un po’ a corto di fiato.

 

“Hai corso?” domandò a sua volta Ino, stupita.

 

Lui annuì. “Come stai?” ripeté la domanda, prima di venire investito da un abbraccio della ragazza. Naruto fissò ad occhi spalancati la testolina bionda che gli stava sotto il naso. “Ino?” la chiamò, nervoso.

 

“Scusa.” biascicò lei, contro la stoffa della giacca. “Non avrei dovuto chiamarti: ti ho rovinato il pomeriggio con Sakura…

 

“Ma stai scherzando?!” esplose il biondo, allontanandola da sé quanto bastava per guardarla in viso. “Hai fatto benissimo! Piuttosto, chi era questo tizio? Credi che sia ancora nei paraggi? Posso fare il giro dell’isolato e vedere se riesco a trovarlo…” propose.

 

Ino scosse il capo. “No, non preoccuparti: credo che Sai se ne sia andato.”

 

“Sai? È il suo nome? Lo conosci?” chiese a raffica Naruto.

 

Lei abbassò il capo. “Purtroppo sì. È il protagonista di una delle mie storie lunghe e noiose…

 

Il ragazzo si mordicchiò il labbro inferiore, continuando a tenere Ino per le braccia. “Ino, ascolta, so che non sono un tuo amico e che non dovrei chiedertelo, ma non vorresti raccontarmi qualcuna di queste storie? Tutto questo mistero sul tuo passato mi rende incredibilmente ansioso…” sbottò, rendendosi conto solo un istante dopo che forse aveva oltrepassato la linea. Aveva mandato al diavolo tutta la strategia per guadagnarsi la sua fiducia! Sospirò e scosse la testa, lasciandola andare. “No, scusa: lascia perdere quello che ti ho detto.”

 

Ma la ragazza aveva rialzato il capo e lo guardava con una strana espressione. “No, hai ragione. Solo…” sospirò. “Solo preferirei parlarne da un’altra parte: non vorrei che Sai spuntasse fuori un’altra volta.”

 

Naruto serrò la mascella al pensiero. “D’accordo. Potremmo andare da Ichiraku, il ristorante dove lavoro: oggi ho il giorno libero ed è un posto abbastanza tranquillo.

 

Finalmente Ino sorrise. “Va bene. Mi infilo la giacca ed andiamo.”

 

Lui annuì gravemente e squadrò il vicinato con occhi torvi, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni.

 

*

 

25 marzo. Ichiraku Ramen. Ore 18.41

 

Ino non avrebbe mai pensato che un ristorante potesse essere così accogliente. Forse perché era a conduzione familiare, o perché le pareti dai colori pastello le erano sempre piaciute, o semplicemente perché tutti in quel locale parevano conoscere Naruto e, di riflesso, anche lei si sentiva bene accolta.

 

Naruto, non riesci proprio a stare lontano dall’Ichiraku, eh? Ah, caro Teuchi, un apprendista così dedito è cosa rara!

 

Mentre il biondino ridacchiava e si sfiorava la nuca in imbarazzo, il proprietario schioccò la lingua con scherzoso scetticismo. “Ah, ma figurati, Osamu! Questo qui è venuto solo per scroccare una cena gratis!

 

Ino ridacchiò nel vedere Naruto irritarsi per finta. “Ehi, vecchio! Chiudi quella boccaccia: non farmi fare brutta figura davanti ad Ino-chan!

 

Teuchi inarcò un sopracciglio. “Coda di paglia, eh? Lo sai che potrei raccontarne tante sul tuo conto…” commentò con un sorrisino. “E, comunque, sei un gran maleducato: potresti almeno fare le presentazioni.” gli ricordò severo, sventolando un coltellaccio da cucina.

 

Lui si imbronciò. “Non credo che ad Ino interessi conoscere un vecchiaccio come te.”

 

“Non dire sciocchezze!” si intromise la bionda, allungando una mano verso Teuchi. “Molto piacere: sono Yamanaka Ino, un’amica di Naruto.”

 

Ichiraku Teuchi.” si presentò a sua volta l’uomo, pulendosi la mano sul grembiule e stringendole quella curata della ragazza. “Ma, a quanto ne so, siete più che amici voi due…” aggiunse, guardandoli malizioso.

 

Entrambi arrossirono lievemente.

 

Oooh!” proruppe Naruto, indicando Teuchi con un dito accusatore. “Ecco, vedi? Sei sempre il solito: era meglio se rimanevi nell’anonimato. Dai, andiamo a sederci il più lontano possibile da questo vecchiaccio…” disse, prendendo Ino per una mano e conducendola ad un tavolo accanto alla finestra. “Accidenti a lui, non sa mai quando frenare la lingua…” borbottò, sedendosi.

 

La bionda si mordicchiò il labbro inferiore, per evitare di mettersi a ridere.

 

Naruto sospirò e si rialzò. “Vado a prendere qualcosa da bere.”

 

Ino lo osservò avvicinarsi al bancone e rimproverare vivacemente il suo datore di lavoro. Sentì il suo cuore allargarsi a quella vista e non poté fare a meno di lasciare che una risatina le affiorasse sulle labbra.

 

Il biondo appoggiò due bibite gassate sul tavolo. “Spero non ti dispiacciano: questo è tutto quello che il vecchio spilorcio ci offre…” borbottò, ancora imbronciato.

 

Lei prese in mano una lattina e la studiò. “Un po’ troppe calorie: non lo sai che sono a dieta?” commentò, ma nel vedere la faccia contrita del ragazzo, esplose in una risatina. Si allungò per prendergli una mano. “Sto scherzando: vanno benissimo.” lo rassicurò, aprendola e bevendone un lungo sorso direttamente dalla lattina. “Ah, ci voleva proprio!” esclamò.

 

Naruto sorrise stupito. Abbassò lo sguardo sulla propria lattina, sempre con quel lieve sorriso sulle labbra. “Riservi sempre delle sorprese, eh, Ino?” mormorò, più a se stesso che alla sua compagna.

 

Lei rimase in silenzio.

 

Finalmente il biondo la guardò di nuovo negli occhi. “Perché fai finta di essere una persona che non sei? Perché lasci che ti dicano certe cose dietro le spalle? Io proprio non ti capisco…”

 

“Credi che tutto ciò mi vada a genio?” sbottò Ino, incrociando le braccia sul tavolo. “Credi che non abbia provato a cambiare le cose? Ho tentato tante volte, ma non c’è più nulla da fare: quel dannato quadro di Sai mi ha segnata…” rivelò ad occhi bassi.

 

“Sai? Il tizio che hai incontrato oggi?”

 

“Sì…” mormorò. Prese un bel respiro prima di continuare. “Devi sapere che questa storia parte da molto lontano. Tutto è cominciato quattro anni fa. All’epoca ero una ochetta senza cervello, che credeva ancora nel Principe Azzurro e che l’estetica venisse prima di tutto. Curavo il mio corpo all’estremo, mangiavo solo quando era strettamente necessario, mi truccavo per sembrare più grande, spendevo uno sproposito in vestiti… Tutto questo per competere contro Sakura per il cuore di un ragazzo che non ci ha mai nemmeno guardate.” raccontò con una smorfia amara. Scosse la testa, sul viso un gran disprezzo per se stessa.

   “Ero una stupida ragazzina che guardava solo all’apparenza, che procedeva verso il suo obiettivo senza curarsi degli altri. Sono stata crudele, Naruto. Crudele e sciocca. Ma venni punita duramente per questo…” disse, fissando le venature del tavolo con occhi assenti. “Quattro anni fa mia madre si ammalò improvvisamente e morì in pochi giorni.”

 

Naruto avvolse la mano della ragazza nella propria. “Ino…” cominciò, ma lei gli fece cenno di aspettare e riprese a parlare.

 

“È stato come risvegliarsi di colpo con una doccia gelata. C’era un vuoto nella mia vita ed io non sapevo come riempirlo. Mi guardavo allo specchio e finalmente mi vedevo per quello che ero: una stupida ragazzina arrogante.

   Cominciai a capire che dovevo cambiare, che ciò che era stata la mia esistenza fino ad allora non avrebbe riempito quel buco che avevo nel cuore. Ma non sapevo che fare e la cosa mi frustrava terribilmente. Ed è stato allora che ho incontrato Sai.” Ino rise aspramente. “Figurati! Per come ero allora, mi è sembrato una manna dal cielo: un ragazzo più grande, bello e con la passione per la pittura. Insomma, era il mio Principe Azzurro diventato realtà. Gli ci vollero solo un paio di complimenti e qualche parolina sussurrata in modo seducente per farmi cadere nella sua rete.

   Io non volevo pensare. Né alla perdita di mia madre né al disprezzo per chi ero diventata. Pensavo sinceramente che Sai sarebbe stato in grado di farmi scordare il passato, aggiungendo qualche mano di colore alla mia vita. Ero pronta a fare per lui qualsiasi cosa, purché mi facesse dimenticare quanto stavo male.

 

Naruto le tenne più stretta la mano. “Ma che cosa voleva da te?”

 

Ino si strinse nelle spalle. “Niente di che: solo che posassi per lui.” Di fronte all’espressione imbarazzata del biondino, gli schiaffeggiò la mano, atteggiando il viso in una smorfia oltraggiata. “Ma per chi mi prendi, Naruto?! Ero vestita, chiaro? VE-STI-TA!” chiarificò arrabbiata. “Non mi sono mai tolta nemmeno un calzino di fronte a quel pittore da strapazzo!” aggiunse, assumendo poi un’aria depressa. “Questo, però, non gli ha impedito di lavorare di fantasia…” sussurrò.

 

Il biondino si corrucciò. “Che vuoi dire?”

 

Lei sospirò, scostando un’altra volta lo sguardo. “Io… ho posato per Sai qualche mese, ma lui non mi ha mai fatto vedere la tela. Aveva detto che era una sorpresa. Sì, proprio una gran sorpresa…” mugugnò. “Tu mi devi credere: io non lo sapevo, ero all’oscuro di tutto! Quando quella tela fu mostrata al pubblico, rimasi stupita come gli altri!” dichiarò, guardandolo disperata.

 

Naruto le strinse ancora la mano, annuendo.

 

Ino appoggiò stancamente la fronte sulla mano che Naruto non le stava tenendo. “In quella tela dei vestiti con i quali avevo posato non c’era nemmeno l’ombra… Mi sono vergognata così tanto che sono scappata dalla mostra… E poi lui ha rilasciato un’intervista, nella quale gli veniva chiesto se ero o meno la sua amante. Sai non ha né negato né ammesso nulla, ha solo sorriso quella sua patetica imitazione di un sorriso, ma, dopo un quadro come quello, il giornalista ha fatto due più due sbagliando clamorosamente il risultato. Così, nonostante mi sia affannata a negare tutto, era la mia parola contro quella stampata.” Sorrise, amara. “Puoi ben immaginare chi abbia vinto…”

 

Il ragazzo rimase in silenzio così a lungo che Ino, preoccupata, rialzò lo sguardo.

 

Naruto?”

 

Lui sbatté con forza un pugno sul tavolo, attirando l’attenzione di tutto il locale. Ma il biondo non se ne curò affatto. “Che grandissimo bastardo!” esclamò furente. “La colpa è solo sua se ti sei ritrovata con una reputazione che non ti appartiene…” ragionò tetro.

 

“Beh, ormai è acqua passata ed io ora sto bene.” disse lei, sentendosi leggera dopo essersi tolta quel peso dal cuore. “Sakura mi è sempre rimasta vicina e poi ho incontrato Shino ed è nato il Solviamore e tutto sembra andare per il verso giusto, no?”

 

“Ma quel Sai è tornato a farsi vivo…” la corresse Naruto, lugubre.

 

Ino si strinse nelle spalle. “Beh, questo complica un po’ le cose, ma non mi spaventa.” dichiarò, prendendo un gran sorso di bevanda gassata. Poi lo guardò fisso negli occhi e gli strinse la mano. “Finché i miei amici mi credono, non mi spaventa niente.”

 

Naruto aprì la bocca, sorpreso. “Cioè, vuoi dire che io e te siamo amici?!” domandò tra lo stupito e l’estasiato.

 

La ragazza alzò gli occhi al cielo, ma sorrideva. “Certo, testa quadra, altrimenti cosa?” chiese, dondolando la lattina tra le dita.

 

Lui sorrise glorioso.

 

Il sorriso di Ino si trasformò da sereno in furbetto. “Quindi, in qualità di amica, ti ordino di tirare fuori libri e quaderni.” disse, sorbendo un altro gran sorso di bibita.

 

“Eh? Perché?” esclamò Naruto, agghiacciato.

 

“Beh, visto che ti ho distolto dal tuo pomeriggio di studi con Sakura, il minimo che possa fare è darti una mano con i compiti che ti sono rimasti.”

 

Lui si imbronciò, cominciando a tirare fuori i libri di malavoglia. “Sei proprio una grande amica, Ino…” brontolò, aprendo il quaderno di matematica e riprendendo a scrivere l’esercizio.

 

Lei ridacchiò, osservandolo lavorare con la testa abbassata, per non farle vedere il sorriso che gli illuminava il volto abbronzato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

Beh, il grosso segreto che riguardava il passato di Ino è stato svelato. Purtroppo, stavolta Shikamaru non ha trovato spazio, ma prometto che nel prossimo capitolo sarà protagonista.

Ecco, per quanto riguarda il prossimo aggiornamento: io ho due esami il 18 dicembre (sì, tutti e due lo stesso giorno: i miei professori sono dei geni. Pensate che, in teoria, ne dovrei fare un terzo sempre lo stesso giorno…), quindi penso che dovrete aspettare almeno fino al 19-20 dicembre. Mi dispiace.

Spero, comunque, che questo capitolo vi piaccia e ringrazio tutti/e coloro che hanno messo la storia tra i preferiti.

 

Come al solito, ringrazio in modo particolare:

 

_MATTHEW_: Grazie!^^ Sono contenta che ti sia piaciuta l’introspezione di Ino e spero che il suo racconto finale sia esauriente per quanto riguarda ciò che è stato il suo passato. Mi raccomando: fammi sapere che cosa ne pensi! Alla prossima!

 

SOUSUKE SAGARA: Mm… C’eri vicino, ma non era Sasuke. Beh, che cosa ne pensi di Sai? Nella mia storia non sarà un gran personaggio, spero non ti dispiaccia. Grazie mille per i complimenti!^^ Sei troppo gentile: non penso di essere poi così brava! Davvero hai scritto una NaruIno?! Appena avrò tempo (leggi: dopo il 18 dicembre), andrò subito a leggerla! Fammi sapere che cosa ne pensi del capitolo!

 

RIKUZZA: Davvero troppo, troppo gentile!^_^ Beh, qualcosina è successa tra Sakura e Naruto, ma non è ancora granché. Non disperare, però: ho grandi progetti per Sakura…^^ Mi spiace per Shikamaru, davvero, ma non sono proprio riuscita ad infilarlo in questo capitolo. Vedrai che nel prossimo mi farò perdonare! Fammi sapere!

 

KIKKYXX14: Grazie, cara, troppo buona!^^ Sì, lo so che Shikamaru ed Ino non hanno un bel rapporto, ma spiegherò tutto a tempo debito (spero nel prossimo capitolo). E Temari giocherà un gran ruolo nelle loro vite… Ma non dico altro!^_^ Fammi sapere se ti è piaciuto anche questo capitolo rivelatore del passato di Ino!

 

CELIANE4EVER: Eh, capito ora cosa ha fatto Sai alla nostra povera Ino? Lo riempirei di botte io stessa!^^ Ma avrà quel che si merita, prometto! Alla prossima!

 

KIKICHAN: Eccoti qua, ex-nuova lettrice! Mamma mia quanti complimenti!^^ Davvero ti piace così tanto questa storia?! Ne sono lieta.^_^ Fammi sapere che cosa ne pensi anche di questo capitolo!

 

MIMI18: Fiù, meno male!^_^ Sono contenta che ti piaccia ancora. E… che cosa ne dici del passato di Ino? Io penso che bisognerebbe rompere una grossa tela sulla testa di Sai, tu che ne dici? Stavolta Shikamaru non è riuscito nemmeno a fare capolino, ma dal prossimo capitolo tornerà alla ribalta!^^ E comincerà anche a sembrare un po’ meno antipatico… o almeno spero! Sakura, invece, sta già cambiando, anche se non vuole rendersene conto. Vedrai che fare da tutor a Naruto le aprirà la mente!^^ Ovviamente, attendo il tuo commento con ansia! Alla prossima!

 

Grazie a tutti/e.

Ci si rivede dopo il 18 dicembre! Fatemi gli in bocca al lupo!^_^

Un bacione.

Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8 ***


8

I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.

 

8

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

28 marzo. Camera di Yamanaka Ino. Ore 16.39

 

‘Carissimo Solviamore,

   avevi ragione! Ignorare Neji si è rivelata una strategia vincente! Da un paio di giorni sono a casa per un brutto raffreddore ed oggi lui si è presentato a casa mia! Mi ha portato i compiti, ma invece di andarsene subito dopo come le altre volte si è fermato per chiedermi se fossi arrabbiata con lui! Io gli ho risposto di no e lui mi è parso sollevato!

Che cosa devo fare adesso?!? Aiutami, ti prego!!!

Tua,

TenTen.

 

Ino sorrise, massaggiandosi le spalle doloranti per la posizione. Rannicchiata sul letto, stringeva a sé il portatile, in quei giorni sua unica fonte di sollievo. Mordicchiandosi il labbro inferiore, posizionò le dita sulla tastiera.

 

‘Carissima TenTen,

   evviva! Il primo obiettivo è stato raggiunto: finalmente il tuo Neji ha capito che non deve darti sempre per scontata. Ora riprendi a parlargli, ma non stargli sempre intorno: chiacchiera con i tuoi compagni (soprattutto MASCHI), esci con le tue amiche, fatti vedere sorridente e felice… Ben presto si renderà conto che tu puoi vivere bene senza di lui, ma che lui non potrà dire lo stesso!

Non arrenderti e persevera: il tuo sogno si avvererà!

Con affetto,

il Solviamore.’

 

Sospirò, deliziata dei progressi di TenTen. Aprì il messaggio seguente con occhi luccicanti.

 

‘Finalmente ho chiesto ad Hinata di uscire e lei ha detto SÌ!!!!!!!!! Non ci posso ancora credere! Non sto più nella pelle! Ti aggiorno dopo!! Kiba.

 

Il sorriso di Ino si allargò. E così Kiba ce l’aveva fatta… Bene, era ora che si svegliasse quel ragazzo! Considerando il comportamento da spaccone che assumeva a scuola, non si sarebbe mai detto che, in realtà, Inuzuka Kiba era un grande timido, talmente spaventato all’idea di un rifiuto da non riuscire nemmeno ad invitare la dolcissima Hyuga Hinata.

 

Sperò che l’avesse portata in un posto grazioso, non troppo intimo, ma nemmeno troppo frequentato: un posticino piacevole, dove Hinata si sarebbe potuta sentire a suo agio. Sperò anche che Kiba le ripetesse qualcuna delle frasi che aveva scritto al Solviamore, perché, quando si impegnava, quel ragazzo aveva un’eccellente vena romantica.

 

A quel punto scorse un’altra volta la lista dei nuovi messaggi, cercando, come ormai faceva tutti i giorni da una settimana a quella parte, un messaggio da parte di S., il ragazzo ancora innamorato della sua amica d’infanzia. Inizialmente le aveva scritto solo per avere un  consiglio, ma poi qualcosa era cambiato: Ino non sapeva com’era successo, ma ora lei ed il misterioso S. si scambiavano opinioni sui più disparati argomenti. Questo S. era un tipo decisamente in gamba, informato su tante cose e con le proprie idee ben chiare in testa; insomma, una di quelle persone dal cui acume ci si sente incredibilmente attratti. Proprio non capiva come facesse quella ragazza a non accorgersi di lui!

 

Ma no, non c’erano nuovi messaggi. Ino imbronciò lievemente le labbra, delusa. Ritornò con la mente al messaggio dell’Inuzuka, cercando di immaginarselo mentre passava a prendere la Hyuga sotto casa. Mentre si trastullava con l’immaginare le diverse tappe dell’appuntamento tra Kiba ed Hinata, il cellulare cominciò a vibrare veementemente sul piumone lilla. Lo prese in mano e fissò perplessa il nome del chiamante. “Naruto?” rispose con voce stupita.

 

“Ehi, Ino!” esclamò lui, allegro. “Che stai facendo di bello?”

 

“Sto rispondendo ad alcune mail. E tu?”

 

“Guarda fuori dalla tua finestra.” le suggerì il ragazzo.

 

Curiosa, la bionda scostò le tendine. Davanti al cancello di casa sua stava Naruto, una mano che sventolava il suo saluto ed un sorriso da un orecchio all’altro. Ino levò la mano e la agitò, mentre un sorriso sorpreso si faceva strada sul suo viso. “Ma che ci fai qui sotto?” domandò, divertita.

 

“Sono venuto a prenderti, ovviamente! Tre giorni di fila in casa sono troppi, non credi?” esclamò, imbronciando le labbra come a sfidarla a ribattere. “Ho già fatto cinque volte il giro dell’isolato e non ci sono strani tizi pallidi in giro, quindi non hai nessuna scusa per non venire a fare due passi con me. Soprattutto, considerato che ho disdetto la lezione di oggi con Sakura-chan.

 

“Tu hai fatto cosa?!” urlò Ino. Lo vide allontanare il cellulare dall’orecchio con un’espressione sofferente sul viso, ma era troppo irritata per curarsene.

 

“Aspetta, fammi spiega…!”

 

Naruto non fece in tempo a finire la frase, ché Ino chiuse la conversazione e si precipitò a rotta di collo giù per le scale. Uscì di casa come una furia e si avventò sul ragazzo con ferocia. “Che diavolo vuol dire che hai disdetto la lezione con Sakura?” ringhiò, agguantandolo per il colletto. “Stai cercando di sabotare il mio brillante piano, Uzumaki?”

 

Il biondo la fissò spaventato. “No, no! Certo che no! Non sono mica stupido…” Di fronte a quel biondo sopracciglio inarcato in un’espressione di eloquente perplessità nei riguardi dell’ultima affermazione, Naruto si imbronciò. “Uffa! Volevo solo assicurarmi che stessi bene!” esclamò, piccato. “Dovresti cercare di essere un po’ più gentile verso chi si preoccupa per te, che diamine!” commentò, liberando il colletto dalla stretta della ragazza e facendo un passo indietro, indispettito.

 

Ino abbassò lo sguardo, mordicchiandosi il labbro inferiore, dispiaciuta per la sua reazione violenta. “…otto…” sussurrò, abbassando ancora di più la testa per non far vedere la sua espressione imbarazzata.

 

“Eh?” domandò Naruto, fissandola confuso.

 

“Vado a prendere il cappotto.” ripeté a voce più alta, alzando lo sguardo. Si girò imbronciata quando vide il sorrisetto soddisfatto sul viso del ragazzo. “Ma non rallegrarti troppo, Uzumaki: dopo questi ‘due passi’ fili a studiare.” lo minacciò, prima di rientrare in casa.

 

Naruto alzò gli occhi al cielo. “Sì, mamma…” sospirò, un angolo della bocca lievemente piegato verso l’alto.

 

*

 

28 marzo. Bar Suna. Ore 17.05

 

Shikamaru rigirò tra le dita il bicchiere di aranciata, fissando il liquido con aria annoiata.

 

“E allora, Piagnucolone? Come mai questo muso lungo?” esclamò Temari, appoggiando i gomiti sul bancone e fissandolo con occhi brillanti di curiosità. “La tua bella ti ha dato un altro due di picche?”

 

“Ma quale bella?! Non c’è proprio nessuna bella.” sbottò lui, imbronciandosi ancora di più. “E poi cos’è questa storia del due di picche? Pensi che vada in bianco tutte le volte?” aggiunse, irritato.

 

Lei sbatté un paio di volte le palpebre, perplessa. Poi sogghignò, maliziosa. “Oh, come siamo suscettibili oggi! Dai, lo sai che me lo puoi dire cosa c’è che non va!”

 

Shikamaru la fissò, prima di sospirare sconfortato. “È solo che siamo già al 28…” mormorò.

 

“E cosa c’è che non va nel 28?”

 

“C’è che, se vado avanti così, non riuscirò mai a capire in tempo chi è quel maledetto Solviamore e Kiba vincerà la scommessa…

 

Temari si imbronciò. “Ah, quello… Speravo fosse successo qualcosa di più interessante. Non hai mai notizie succulenti da offrirmi.” lo accusò, mettendosi ad asciugare i bicchieri con finta aria offesa. “Sei noioso, Shikamaru.”

 

“Non sei la prima che me lo dice.” ammise serenamente il ragazzo, facendo roteare l’aranciata all’interno del bicchiere. Anche se…, pensò con un lieve sorriso sulle labbra.

 

“Mm… Quel sorrisetto è sospetto…” commentò la barista. “Sputa il rospo! Cosa ti è successo da renderti così lunatico?

 

“Ma niente…” tentò di svicolare il giovane Nara.

 

Temari gli sorrise con fare fintamente gentile, facendogli venire i brividi. “Parla, Shikamaru, se non vuoi che tutti conoscano l’origine del tuo soprannome.” lo minacciò.

 

Il giovane sbiancò. “Non dirai sul serio…!”

 

La ragazza annuì, con un sogghigno.

 

“Ah, vedi che ho ragione io: non esistono donne decenti a questo mondo…” borbottò, contrariato. “Comunque, se lo vuoi proprio sapere, pensavo al fatto che c’è qualcuno che non mi ritiene affatto noioso. Anzi, mi ha definito ‘interessante e con opinioni affascinanti’.” rivelò, con un mezzo sorriso soddisfatto.

 

“E chi sarebbe la poverina che hai ingannato in modo così clamoroso?” lo prese in giro Temari.

 

Shikamaru si fece serio in volto e poi pensieroso. “Ah, quindi credi anche tu che sia una donna…

 

La bionda corrugò la fronte. “Eh?”

 

“No, lascia perdere…” borbottò, tornando a far roteare l’aranciata nel bicchiere. In realtà, chi lo aveva definito in quel modo era stato il Solviamore. Shikamaru, per cercare di scoprire qualcosa che gli consentisse di identificarlo, aveva cominciato a discutere con il consigliere virtuale dei più disparati argomenti. Purtroppo, a parte aver notato che, chiunque fosse, era veramente una persona in gamba, non aveva fatto molti passi avanti. Così si era deciso a consultare Shiho, la Presidentessa del Club dei Crittografi. Le aveva fatto vedere i vari messaggi inviatigli dal Solviamore e lei li aveva letti attentamente, giungendo alla conclusione che il famigerato consulente cibernetico era al 90% una donna, tra i 15 e i 25 anni, decisamente sensibile ai problemi degli altri, con uno spiccato buon senso e molto probabilmente un carattere riservato.

 

Quindi, praticamente nessuna che calpestasse il suolo della Konoha (Shikamaru aveva scartato Hyuga Hinata a priori, giudicandola non abbastanza sicura in se stessa per dare consigli agli altri).

 

Eppure, il Solviamore pareva conoscere così bene tutti loro…

 

“Perciò non hai fatto progressi con Ino Yamanaka.” si intromise nei suoi pensieri Temari, di punto in bianco.

 

“Cosa c’entra la Yamanaka in tutto questo?” si imbronciò. “Non capisco perché tu ti sia fissata tanto su quell’episodio: ti ho già detto che era una scommessa e che lei non mi piace affatto. Troppo oca per i miei gusti.” decretò, torvo.

 

L’altra sogghignò, maliziosa. “Sì, lo so: ti affanni sempre a negare. Cosa che è sospetta…” aggiunse. Quando lo vide roteare gli occhi, ridacchiò.

 

La campanella dell’ingresso trillò, segnalando l’arrivo di nuovi clienti. Shikamaru vide con la coda dell’occhio che Gaara stava andando ad accoglierli, ma non si girò a vedere chi fossero. Troppo pigro per ruotare lo sgabello, si limitò a prestare un orecchio distratto al chiacchiericcio del locale.

 

Temari controllò con gli occhi i nuovi avventori e, se Shikamaru non fosse stato occupato ad osservare la propria aranciata, avrebbe sicuramente notato il sorriso furbo che le aveva illuminato gli occhi. La barista riprese in tutta calma ad asciugare i bicchieri. “Bah, sarà anche oca, ma è una gran bella ragazza: capelli che sembrano fili d’oro, occhi che paiono due zaffiri, pelle di pesca, labbra come petali di rosa…” decantò con aria ispirata.

 

Shikamaru alzò un sopracciglio, perplesso. “Hai ripreso a leggere i romanzetti rosa che tieni nascosti sotto al letto, Temari?” domandò, evitando per un pelo lo schizzo d’acqua sopraggiunto in risposta. Si grattò il mento. “Beh, sì: Ino è molto bella, ma non basta la bellezza esteriore per attrarre. E poi, scusa, come diavolo fai a sapere com’è fatta? Hai di nuovo spiato nei miei album di scuola?” chiese, finalmente finendo di bere la sua aranciata.

 

Il sorriso della ragazza si allargò, pregustando ciò che sarebbe avvenuto. “No.” gongolò. “È appena entrata da quella porta con il suo ragazzo.”

 

La reazione di Shikamaru fu esilarante, o almeno lo fu per Temari: divenne tutto rosso perché il sorso di aranciata gli era andato di traverso per la sorpresa e cominciò a tossire talmente violentemente che dovette allungarsi oltre il bancone per agguantare una bottiglia d’acqua, che ingurgitò tutta d’un fiato; attirando, in questo modo, l’attenzione di tutto il Suna. Compresa quella dei due nuovi arrivati.

 

“Ehi, Shikamaru!” esclamò Naruto, battendogli una mano sulla spalla. “Stavi cercando di ammazzarti, amico?” ridacchiò. Dietro di lui, Ino lo stava fissando preoccupata ed un po’ sorpresa, mentre Gaara scuoteva la testa.

 

Il giovane Nara si scrollò di dosso la mano del biondo, evitando di guardare Ino. “Che ci fai qui, Naruto? Perché non vai a farti un giro, eh?” Lo scappellotto che gli tirò in testa Temari lo fece imbronciare ancora di più.

 

“Non ascoltarlo, Naruto: oggi è di cattivo umore. Probabilmente il suo codino è troppo stretto.” disse la ragazza, lanciando al Nara un’occhiataccia. Nell’incrociare, poi, lo sguardo dell’altra bionda, distese le labbra in un bel sorriso. “Ah, non ci hanno ancora presentate! Io sono Sabaku Temari, piacere di conoscerti!” disse con aria allegra, allungando una mano verso Ino.

 

Quest’ultima la fissò per un attimo confusa, poi gliela strinse con un sorrisino poco convinto. “Yamanaka Ino. Piacere mio, Sabaku-san.”

 

“Oh, ti prego! Chiamami Temari: non sono poi tanto più vecchia di te. Vero, Shikamaru?” lo chiamò con voce civettuola, sbattendo i begli occhi verde scuro.

 

Nel sentirsi richiamato in quello strano modo, il Nara la guardò perplesso. “Sì.” rispose, squadrando l’amica nel tentativo di capire cosa avesse in mente.

 

Temari tornò a rivolgere l’attenzione ad Ino. “Conosci già i miei due fratelli, Ino-chan?” domandò con un gran sorriso.

 

“Ehm… Sì, li ho incontrati una volta, credo…” rispose l’altra.

 

Naruto venne in suo aiuto. “Sì, te li ho presentati io. No, Gaara?” si rivolse all’amico di tante scorribande.

 

Il rosso, rimasto in silenzio tutto il tempo, annuì senza emettere alcun suono. Da brividi come al solito, pensò Shikamaru.

 

“Oh, spero che Kankuro si sia comportato bene! Sai, con le ragazze carine come te, a volte si lascia un po’ andare…” disse Temari con aria di scuse.

 

Le guance di Ino si arrossarono lievemente al ricordo.

 

“Ah, non preoccuparti, Temari-san! Ci ho pensato io a tenere a bada i tentacoli di Kankuro!” la rassicurò Naruto con un gran ghigno soddisfatto.

 

Stranamente, Shikamaru sentì un improvviso desiderio di prendere a sberle il fratello assente della sua amica.

 

Temari, che lo vide irrigidirsi e stringere i pugni, rise maliziosa. Naruto, Ino: perché non andate a sedervi nei tavolini in fondo? Arrivo subito con qualcosa da bere. Shikamaru, accompagnali.” gli ordinò.

 

“Cosa? Perché io?” si inalberò lui.

 

Lei gli lanciò un’occhiata perentoria.

 

Shikamaru sbuffò. “E va bene, va bene. Che seccatura…” Si incamminò verso i suddetti tavoli con passo strascicato e labbro piegato all’ingiù. Una volta raggiunti, ne indicò uno con un gesto seccato. “Ecco, sedetevi pure.”

 

“Dai, amico, rimani con noi!” esclamò Naruto, senza far caso all’occhiata di puro panico che gli lanciò Ino. Shikamaru, invece, se ne accorse e la cosa lo incuriosì al punto da convincerlo a restare.

 

“Perché no?” disse, puntando gli occhi scuri sul viso della ragazza, che gli fece un sorrisino tirato e scostò lo sguardo.

 

“Eccomi qui!” trillò Temari, avanzando con un vassoio tra le mani. “Spero che vi piacciano le gazzose, perché è tutto quello che ho da offrirvi.” disse, appoggiando con disinvoltura le bottigliette sul tavolo.

 

Naruto si voltò verso Ino con un gran sorriso. “Dovremmo presentare Temari-san ad Ichiraku-ojiisan: andrebbero sicuramente d’accordo, vero?” commentò, sogghignando tra sé.

 

La Yamanaka scoppiò in una breve risatina, mentre la tensione che le si leggeva in viso scompariva in un attimo, sostituita da un’espressione divertita. Gli schiaffeggiò lievemente il braccio, fingendo un rimprovero. “Insomma, Naruto!” esclamò, ma le labbra ancora sorridevano.

 

Shikamaru si pentì di essere rimasto. Stava quasi per alzarsi, quando il dolce peso di Temari lo inchiodò alla sedia. La guardò confuso. “Ma che fai?”

 

“Ti obbligo a rimanere seduto: ho visto che stavi per alzarti.” rispose lei con calma, come se non gli fosse seduta in grembo.

 

Il Nara roteò gli occhi. “Sei pesante.”

 

Temari ridacchiò e gli passò un braccio attorno al collo. “Non mi interessa: non mi muovo finché non sarò sicura che non ti alzerai.”

 

“Che seccatura…” sbuffò lui, mentre suo malgrado arrossiva lievemente per la vicinanza con l’amica.

 

“Bravo, Shika-kun!” esclamò lei, facendogli un buffetto sulla guancia.

 

Shikamaru la guardò, confuso: Temari non si era mai comportata in modo così affettuoso con lui. Ma che le prendeva? Si costrinse a staccare gli occhi dal viso troppo vicino della barista ed intercettò lo sguardo ammiccante di Naruto.

 

“C’è qualcosa che mi devi raccontare, Shika-kun?” chiese questi malizioso, alzando le sopracciglia in modo suggestivo.

 

Accanto a lui, Ino li fissava ad occhi spalancati, increduli e… feriti?

 

Il moro corrucciò le sopracciglia. “No, non c’è nulla da raccontare.” dichiarò seccato. “E tu spostati, forza! Giuro che non mi alzo, ma, se non lo fai tu, non mi circolerà il sangue nella gamba per l’intera giornata.” brontolò, spingendo Temari.

 

Lei ridacchiò di nuovo in quel modo così dannatamente civettuolo, cosa che cominciava a dargli sui nervi, e si sedette accanto a lui. In risposta all’occhiata di rimprovero che le rivolse, la barista gli fece l’occhiolino. “Sei sempre così timido, Shika-kun!” chiocciò, allungando una mano per stringere quella dell’amico. “Anche Naruto fa il timido, Ino-chan?” chiese all’improvviso, volgendosi verso l’altra ragazza.

 

Ino rialzò lo sguardo dalle mani dei due con l’aria di chi è stata colta in flagrante. “Ah, beh… Sì… All’inizio… Un pochino…” rispose, con un sorrisino che non riusciva nell’intento di mascherare il proprio disagio.

 

Naruto le mise un braccio attorno alle spalle e la trasse a sé con un gran sorriso. “Ma adesso siamo proprio affiatati, non è vero, Ino-chan?” chiese, guardandola negli occhi. “Una coppia coi fiocchi, mm?” esclamò allegro.

 

Shikamaru si imbronciò, scostando lo sguardo. Appoggiò il mento sulla mano libera dalla stretta di Temari e fissò le persone sedute agli altri tavoli.

 

“Lo vedo…” sorrise la barista, osservando l’amico di sottecchi. “Da quanto tempo state insieme?” domandò, rivolgendosi ad Ino, che fissava Shikamaru.

 

“Quasi due settimane.” rispose al posto suo Naruto.

 

“Beh, non è molto…” osservò la ragazza più grande.

 

Naruto strinse un pochino di più a sé la ragazza, guadagnandosi un’occhiata gelida da parte del moro. “Lo so. Ma ci troviamo talmente a nostro agio quando siamo insieme, che mi sembra di conoscere la mia Ino-chan da sempre.” affermò.

 

La barista aprì le quattro bottiglie e levò al cielo la propria. “Propongo un brindisi per questa coppia così adorabile! Alla vostra, Naruto ed Ino!” cinguettò.

 

Naruto alzò la bottiglia, entusiasta, seguito da un’Ino meno spontanea. Shikamaru si limitò a borbottare un “cin” strascicato, prima di bere un grande sorso di bibita.

 

Per qualche istante ci fu una strana atmosfera. Shikamaru ed Ino guardavano in direzione opposta, uno con un gran broncio e l’altra torturandosi le dita e le labbra. Naruto li fissava con l’aria di chi comincia a capire qualcosa che prima non riusciva ad afferrare. L’unica che sorrideva, quasi ignara della tensione che pareva essersi accumulata tra loro, era Temari.

 

E fu lei a sbloccare il tutto. Si allungò verso Shikamaru, sfiorandogli il braccio di proposito per afferrare la bottiglia che il ragazzo aveva appena posato. All’occhiata perplessa dell’amico, rispose con un sorriso provocante. “La tua sembra più buona.” disse, poi si appoggiò la bottiglia alle labbra e lanciò un’occhiata ad Ino.

 

Quest’ultima la fissò pietrificata, prima di alzarsi in piedi di scatto. Naruto e Shikamaru la guardarono sorpresi. “Naruto, andiamo: abbiamo da fare un sacco di compiti di inglese.” disse, tenendo lo sguardo basso. Abbozzò un inchino all’indirizzo di Temari e Shikamaru. “Grazie per le bibite, Temari-san. Piacere di averti conosciuta. Ci vediamo a scuola, Shikamaru.” salutò secca, prima di dirigersi verso l’uscita del locale ad ampie falcate.

 

“Oh, ehi, Ino! Aspetta!” le gridò dietro Naruto, affrettandosi a raccogliere i cappotti di entrambi e la borsetta della bionda. Si strinse nelle spalle e rivolse un sorriso di scuse ai due ancora seduti. “Beh, suppongo che sia ora di andare. Ci si vede!” li salutò, prima di correre dietro alla sua ‘fidanzata’.

 

Shikamaru li guardò uscire e poi si voltò verso Temari con aria scocciata. Lei stava sorseggiando gazzosa, stavolta dalla propria bottiglia, come se non fosse successo niente.

 

“Si può sapere che diavolo ti sei messa in testa? Vuoi spiegarmi il motivo di questa sceneggiata?” domandò, stizzito.

 

“Ti ha dato fastidio, Shikamaru?” domandò lei, guardandolo finalmente con serietà.

 

“Certo che mi ha dato fastidio! Insomma, non è da te fare queste cose.”

 

“Ma se fosse Ino a farlo saresti contento, vero?”

 

Lui si corrucciò. “Si può sapere cosa c’entra Ino in tutto questo?”

 

“Ho visto come la guardi.” gli disse, lanciandogli l’occhiata intenerita di un adulto che guarda un bambino. “Lei ti piace.”

 

“Non… Non dire sciocchezze.” replicò secco, ma l’occhio attento di Temari colse il lieve rossore sulle guance del ragazzo.

 

Shikamaru, Shikamaru…” cantilenò, scuotendo la testa. “Non è bello mentire, soprattutto a se stessi. Fossi in te, mi chiederei perché ogni volta che lei ti guardava, facevi di tutto per scansare le mie, devo ammetterlo, inopportune avances.

 

“Non ho fatto niente del genere. Mi dava fastidio e basta. Lei non c’entra niente.” mugugnò lui, corrucciandosi sempre di più.

 

Temari alzò gli occhi al cielo e si appoggiò al tavolo per alzarsi. “Pensa quello che ti pare. A me, però, ricordi tanto quella volpe che lasciò perdere l’uva perché era troppo in alto e poi non fece altro che denigrarla per convincersi che non valeva la pena tentare con tutte le proprie forze. Gli riservò un’altra occhiata intensa. “Non sei un po’ troppo grande per raccontarti favole, Shikamaru?”

 

E su quella battuta ad effetto si diresse verso il bancone, lasciandolo solo e con qualcosa di grosso a cui pensare.

 

*

 

28 marzo. Verso Casa Yamanaka. Ore 17.32

 

Dopo aver consegnato ad Ino cappotto e borsetta, Naruto si era limitato a seguirla senza dire una parola. Fianco a fianco con lei, la guardava camminare con passo svelto e sguardo basso, la lunga coda dorata che sbatteva ritmicamente sulla schiena.

 

Ino…” sospirò, chiudendo gli occhi.

 

“Non dire niente, ti prego.” mormorò lei. “Mi sono resa ridicola e ti ho fatto fare una brutta figura con i tuoi amici… Scusami.”

 

Il ragazzo sospirò di nuovo. “Non ti devi scusare.”

 

“E invece sì, perché sono solo una stupida e per di più impulsiva!” esclamò lei, finalmente alzando lo sguardo. Stava trattenendo le lacrime. “È solo che, davanti a quella lì… Insomma, lei è così… ed io invece…

 

Naruto la prese per le spalle, interrompendo le sue frasi sconnesse. “Ehi, Ino: non è che ti piace Shikamaru?” le domandò tranquillo, accennando un sorriso.

 

Ino si fece molto rossa in viso e cominciò a boccheggiare. Naruto ridacchiò: era veramente un’espressione carina. “Tu… Come…?” domandò senza fiato la bionda.

 

Lui si strinse nelle spalle. “Intuito maschile!” scherzò. “Anche se… Shikamaru?!” commentò, alzando le sopracciglia tra l’incredulo ed il divertito.

 

Lei si coprì il volto con le mani. “Oh, ti prego: non prendermi in giro! Lo so che sono una sciocca a sperare di potergli piacere, quando lui ha già una ragazza così a girargli intorno…

 

“Ma chi? Temari?” chiese Naruto, confuso.

 

“Sì, lei! Più grande, più bella, più matura… Perché Shikamaru dovrebbe guardarmi ancora?” si chiese Ino, disperata.

 

“Guarda che le cose non stanno così…” provò ad interromperla il biondo.

 

Lei gli rivolse un’occhiataccia. “Credi che non abbia gli occhi per vedere? Lei gli faceva le fusa come una gattina e lui non vedeva l’ora che ce ne andassimo!

 

Naruto rimase in silenzio: effettivamente, la scena appena vista al Suna era stata abbastanza eloquente…

 

“E, comunque, anche se non si mettesse con quella, ci sono già altre pronte a bussare alla sua porta!” continuò Ino, tirando su col naso ed asciugandosi una lacrima scesa a bagnarle la guancia.

 

“Ma stiamo parlando dello stesso Shikamaru?!” domandò Naruto, incredulo.

 

“Tu non hai idea di quante richieste riceva ogni giorno da parte di ragazze che sono interessate a lui!” rivelò la bionda, scaldandosi. “Tanto per incominciare ci sono Kin e Tayuya della banda musicale della scuola e adesso c’è anche Shiho, il Genio dei Codici. Sono tutte ragazze di talento, mentre io…” la frase finì in un singhiozzo.

 

Il biondo allargò gli occhi, sgomento. “Ma che dici, Ino? Che stai dicendo?” Spinto da un’improvvisa tenerezza nei riguardi dell’amica, l’abbracciò con dolcezza. “Sei una ragazza fantastica, Ino.” mormorò, disegnando cerchi sulla sua schiena per confortarla. Si scostò appena, giusto per guardarla in viso. “Non voglio più sentirti dire che non sei all’altezza delle altre, altrimenti potrei arrabbiarmi! Insomma, chi è che dà ottimi consigli in tema d’amore? Tu! E allora dovresti provare a seguirli! E se Shikamaru è così imbecille da non capire che sei una ragazza meravigliosa, beh, il mondo sbaglia a ritenerlo un genio!

 

Ino scoppiò in una risatina e lui sorrise, sollevato. “Oh, Naruto!” esclamò lei, guardandolo con affetto. “Non voglio più lasciarti nelle grinfie di Sakura. Posso adottarti?” scherzò, scostandosi un poco.

 

“Solo se sai cucinare il ramen meglio di me!” replicò lui, facendola ridere di nuovo.

 

*

 

28 marzo. Dietro l’angolo di una casa sulla via per Casa Yamanaka. Ore 17.40

 

Il tizio con sei piercing al naso si appiattì contro il muro, scrutando con attenzione la rumorosa coppia di biondi che rideva in piena vista.

 

E così quella è la tua ragazza, Kyubi…, pensò, non riuscendo a credere alla sua fortuna: molto presto l’avrebbe fatta pagare cara a quel moccioso che aveva osato ribellarsi al suo potere…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

Fiù, finalmente ce l’ho fatta ad aggiornare! Sì, lo so: avrei dovuto aggiornare circa un paio di settimane fa, ma sono state due settimane d’inferno queste! Sono una sopravvissuta delle Feste di Natale, ragazzi… A proposito: spero che abbiate passato un felice Natale!^^ Mi dispiace di non aver fatto neanche in tempo ad augurarvi Buon Anno al momento giusto, ma penso che vada bene lo stesso se ve lo auguro il 4 di gennaio, no?^^ Allora, che il 2009 sia pieno di belle sorprese, grandi soddisfazioni e tante, tante belle storie da leggere! Un bacione!

 

Ringrazio tutti coloro che leggono ed hanno messo la storia tra i preferiti. In particolare:

 

CELIANE4EVER: Grazie per l’in bocca al lupo! Non so ancora i risultati, ma spero che gli esami siano andati bene! Hai visto? Qui c’è stato un discreto Shika-time!^^ Spero che il capitolo ti sia piaciuto e vedrai che prima o poi Sai avrà la sua punizione! Alla prossima!

 

MIMI18: Guarda, sinceramente Sai sta indifferente anche a me. Non so perché gli ho assegnato una parte così infame!^^ Ed anch’io adoro Naruto! All’inizio del manga non mi piaceva particolarmente, ma poi quando ha cominciato a fare quei suoi discorsi…! È stato amore!^^ Spero che ti sia piaciuto anche in questo capitolo. Shikamaru in questa storia sta facendo la figura dell’antipatico, ma in realtà non è così: è solo molto, molto orgoglioso. E molto, molto timido!^^ Non so se ho reso bene la situazione tra Shikamaru ed Ino in questo capitolo… Stavolta i personaggi hanno fatto un po’ a modo loro! Fammi sapere se devo correggere qualcosa! A presto! Ah, grazie per gli esami! (Sì, maledetti Prof.!)

 

ELYSA_CHAN: Grazie per l’in bocca al lupo e per i complimenti!^^ Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo! Alla prossima!

 

SOUSUKE SAGARA: Ciao!^^ Grazie per i complimenti: come al solito sei troppo gentile! Mi dispiace per Sai: in realtà a me non sta antipatico, solo che mi sembrava l’unico adatto per il ruolo… Se mai scriverò un’altra storia su Naruto, cercherò di dargli un ruolo migliore!^^ Per la reazione di Sakura dovrai aspettare: stavolta il capitolo era un po’ lungo, quindi scriverò di lei nel prossimo. In bocca al lupo per la tua storia e fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo!^^

 

_MATTHEW_: Grazie per i complimenti! Spero che anche in questo capitolo ti siano piaciuti i personaggi e spero pure che si capisca un po’ di più cosa passa per il cervellino del genio.^^ Fammi sapere cosa ne pensi!

 

KIKKYXX14: Eh, sì: ho fatto un Sai proprio odioso!^^ Certo che Sakura si arrenderà all’evidenza: dopotutto, lei e Naruto sono destinati a stare insieme! Così pure Shikamaru ed Ino!^^ Aspetta e vedrai: nei prossimi capitoli il genietto comincerà ad aprire gli occhi e Sakura avrà a che fare con una sempre più grande gelosia! Spero continuerai a seguirmi! A presto!

 

LELE91: Grazie! E tu continua a seguirmi!^^

 

LAVS684: Caspita! Quanti complimenti!^//^ Sei davvero sicura che me li meriti tutti?! Mi dispiace per Sai: come ho già detto, non mi sta antipatico, ma era perfetto per la parte! Scusa!^^’ Davvero ti piace la mia Temari?! Beh, fammi sapere che cosa ne pensi di lei in questo capitolo! In realtà i rapporti tra Shikamaru ed Ino non sono idilliaci per un certo episodio avvenuto nel passato, ma vedrai che d’ora in poi le cose andranno meglio! E Sakura lotterà contro una gelosia che non avrebbe mai pensato di provare per Naruto! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e grazie per avermi aggiunto ai tuoi preferiti! Alla prossima!^^

 

RIKUZZA: Ops! Non volevo sconvolgere così tanto i tuoi gusti!^^’ Beh, comunque, sono contenta che Temari ti piaccia: io non la ritengo un personaggio antipatico di per sé. Spero che ti sia piaciuta anche qui. Purtroppo Sakura non ha trovato spazio, ma vedrai che parleremo di lei nel prossimo capitolo! Fammi sapere che cosa ne pensi di quest’ultimo! A presto!^^

 

 

Mi dispiace tanto avervi fatto aspettare un mese prima di vedere il nuovo capitolo. La prossima volta spero di essere più veloce.

Un abbraccio a tutti/e ed ancora tanti auguri per un 2009 coi fiocchi!

Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9 ***


9

I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.

 

9

 

 

 

 

 

 

 

 

 

30 marzo. Aula di Chimica. Ore 9.50

 

Ino stava sudando freddo: il sogghigno di Asuma-sensei mentre sfogliava la loro ricerca non prometteva nulla di buono.

 

“E così mi dite che questa bella ricerca è stata scritta da tutti e tre insieme?” domandò l’insegnante con fare sornione, sventolando i fogli sotto ai loro nasi.

 

Ino, Shikamaru e Choji deglutirono come un sol uomo.

 

M-Ma certo, sensei! Cosa crede? Noi siamo studenti coscienziosi!” intervenne la bionda, alzando il nasino per aria. “Lei ha detto di farla insieme e noi così abbiamo fatto.”

 

Il sogghigno del docente si accentuò. “Oh, ma che bravi! Quindi non ci saranno problemi se manterrò gli stessi gruppi per le prossime ricerche?

 

Ino allargò gli occhi, colta dal panico. “Sensei!” strillò, prima di rendersene conto. Di fronte alle occhiate stupite della classe, si schiarì la voce. EhmNon aveva forse detto che è opportuno imparare a lavorare con tutti? Non è forse più educativo imparare a collaborare con persone che di solito non si frequentano?

 

“Non conosci il detto ‘Squadra vincente non si cambia’?” replicò l’uomo con un sogghigno. “Comunque, visto che insisti tanto, facciamo come dici tu, Ino: siccome hai già fatto diverse ricerche insieme a Choji, mentre questa era la prima che facevi con Shikamaru, direi che è opportuno che tu ed il signor Nara ne facciate un’altra per giovedì prossimo.” Asuma ridacchiò nel vedere gli occhi spalancati dei due. “E, visto che sono un professore estremamente generoso, lascerò decidere a voi l’argomento.” concluse, soddisfatto.

 

“Generoso? Generoso un corno!” borbottò tra i denti la ragazza, mettendo il broncio e ripromettendosi di non togliere le spine alle prossime rose che il docente avrebbe comprato nel negozio del suo papà. Si voltò verso il ragazzo moro, seduto dietro di lei, e lo beccò nel bel mezzo di un enorme sbadiglio, che non si era preoccupato di nascondere con la mano. “Bel forno, Shikamaru.” commentò con una smorfia. “Avresti potuto usarlo per toglierci da questo impiccio.”

 

Lui le scoccò un’occhiata annoiata. “Aprendo il tuo hai già combinato abbastanza disastri: sai che tanto con Asuma non la spuntiamo mai.”

 

“Ma, almeno, avresti potuto provare!” sbuffò lei.

 

“Ti dà così tanto fastidio fare una ricerca con me?” le domandò Shikamaru, gli occhi scurissimi che la squadravano seri.

 

Ino rimase a fissarlo, incapace di pronunciare anche solo una sillaba.

 

“Ma va! Ne è felicissima!” si intromise con un bisbiglio Naruto, alla loro destra. “Non è vero, Ino-chan?” le domandò con un sorriso malizioso.

 

Lei arrossì vistosamente, imbarazzatissima. Naruto! Che dici?!” sibilò, arrabbiata.

 

“La verità!” gongolò lui, almeno finché non gli arrivò l’astuccio della ‘sua’ ragazza dritto in faccia. “Ahia! Ino-chan, mi hai fatto male…” si lagnò.

 

“È quello che ti meriti!” ribatté la bionda inviperita, girandosi di scatto, in parte per non lanciare qualcos’altro addosso a Naruto, in parte per non far vedere a Shikamaru quanto fosse rossa.

 

Sakura, nel frattempo, aveva osservato la scena senza essere notata. I grandi occhi verdi erano puntati sul biondo, che ora tentava di ricatturare l’attenzione di Ino per chiederle scusa. Si voltò di scatto, mordendosi le labbra, e si domandò come mai la pagina del libro le apparisse così sfocata.

 

*

 

30 marzo. Cortile della Konoha. Ore 10.44

 

Eddai, Ino!”

 

“No!”

 

“Avanti, ti ho chiesto scusa!”

 

“No! Ti odio!”

 

Inoooo!”

 

“Smettila di frignare, Naruto!” sbottò la bionda, tentando di scrollarselo di dosso.

 

Sakura li fissava con una gran smorfia sulle labbra. Più li guardava e più l’irritazione cresceva. Strinse con forza la mazza da softball che aveva tra le mani.

 

Haruno, se continui così non rimarrà che segatura.” commentò piatto Shikamaru, comparendole di fianco all’improvviso.

 

Lei scostò lo sguardo da Naruto che ancora tentava di implorare il perdono di una Ino offesa, con il nasino aristocratico alzato in aria. Lanciò un’occhiataccia al moro, tirando su col naso. “Non dire idiozie. Piuttosto, va’ a tirare la palla: non vedi che sto aspettando solo te?!

 

Shikamaru la fissò con commiserazione e se ne andò scuotendo la testa.

 

“Cosa scuoti la testa a fare, Nara?” borbottò tra i denti Sakura. “Tanto lo so che dà fastidio anche a te vederli così…” biascicò, mettendosi in posizione di battitore e tentando di fulminare con gli occhi il suo partner per l’ora di educazione fisica.

 

Ovviamente Shikamaru non ne fu affatto impressionato. “Sei pronta?” domandò, reprimendo a stento uno sbadiglio.

 

“Muoviti!” strillò lei, esasperata.

 

Ma, proprio mentre la pallina schizzava via dalla mano del ragazzo, Naruto emise un grido di giubilo: “Grazie! Ti adoro, Ino!”, facendo così distrarre la già deconcentrata Sakura. Che venne colpita in pieno viso dalla suddetta pallina.

 

Per un attimo la giovane Vice-Presidentessa vide un mondo fatto di macchie luminescenti. Poi, il buio.

 

*

 

30 marzo. Infermeria della Konoha. Ore 10.56

 

Oww…” mormorò Sakura, strofinandosi la fronte. Che dolore! Ma cos’era successo? Aprì gli occhi, scoprendo così di essere sdraiata su un lettino dell’infermeria della scuola.

 

“Finalmente ti sei ripresa! Come ti senti, Sakura-chan?” domandò una voce che conosceva fin troppo bene. Di fianco al letto dov’era distesa stava Naruto, i cui occhi la squadravano preoccupati.

 

“Io… Abbastanza bene… Ma… Come ci sono arrivata qui?” domandò con voce impastata, mentre si appoggiava sui gomiti per vederlo meglio.

 

Naruto arrossì lievemente e si toccò le punte dei capelli che gli sfioravano il collo. “Ehm… Ti ho portata io. Spero non ti dispiaccia…” disse, mordendosi il labbro inferiore.

 

E quello era iltemibile Kyubi’?! Sakura tirò su col naso e si voltò dall’altra parte per non fargli vedere gli occhi lucidi. “Scemo.” commentò con forza. “Perché dovrebbe dispiacermi?”

 

“Beh, di solito non sei molto contenta di avermi intorno…” mormorò il biondo, tristemente.

 

“La colpa è tua!” sbottò lei, girandosi di nuovo, dimenticandosi delle guance rosse e delle lacrime sul punto di cadere. “Ti sei sempre comportato come un cretino, con quei tuoi stupidi scherzi e tutte quelle zuffe!” Il labbro inferiore aveva cominciato a tremarle, così come la voce. Ma da quando ti sei messo con Ino non fai più niente del genere, si disse amaramente tra sé e sé.

 

Naruto le lanciò un breve sguardo, prima di andare a prenderle del ghiaccio nel refrigeratore. “Tieni.” le disse, porgendoglielo.

 

“Grazie.” mormorò lei, mordendosi il labbro per non scoppiare a piangere. Si appoggiò il ghiaccio sulla fronte e sul naso, lieta che qualcosa la riparasse dagli sguardi di Naruto.

 

“Mi dispiace di averti dato fastidio. Non era mia intenzione. Io volevo…” Lo sentì sospirare, affranto. “Volevo soltanto che tu mi notassi.”

 

Sentì le guance scaldarsi anche a contatto con il ghiaccio. “Era impossibile non notarti.” dichiarò, ma la voce non le uscì seccata come avrebbe voluto.

 

Lo udì alzarsi. “Forse è meglio che tolga il disturbo…” disse, mesto.

 

Sakura alzò la testa di scatto, facendo cadere a terra il ghiaccio, e lo afferrò per un braccio. “No!” esclamò, i grandi occhi verdi spalancati. Nel vedere lo sguardo sorpreso del ragazzo, si diede della sciocca per quella reazione esagerata. Abbassò il viso e si schiarì la voce. “Cioè, insomma… Non mi dai fastidio, Naruto, davvero. Rimani.”

 

Lui la guardò intensamente. “Ne sei sicura?”

 

Lei annuì.

 

Il biondo si riaccomodò sulla sedia, avvicinandola al letto. All’improvviso allungò una mano verso il volto di Sakura, scostandole i capelli dalla fronte.

 

“C-Che stai facendo?” domandò in preda al panico, in parte perché sicuramente la sua odiosissima fronte doveva sembrare la superficie di un nuovo pianeta, così gonfia ed arrossata; in parte perché il tocco delle dita del ragazzo le faceva provare una nuova e stranamente piacevole sensazione.

 

“Hai un bel bernoccolo.” replicò Naruto, serio. Poi le sorrise. “In compenso, sei ancora più carina del solito!” esclamò allegro, facendole battere fortissimo il cuore.

 

“Come posso essere carina?! La mia fronte sarà diventata una pista di atterraggio ormai!” ribatté lei, imbarazzata.

 

“Sarà… Ma a me la tua fronte è sempre piaciuta.” rivelò serenamente il ragazzo. “Da qualche parte ho letto che è sinonimo di intelligenza…” borbottò tra sé e sé, mentre si chinava per raccogliere il ghiaccio caduto.

 

Naruto…” mormorò Sakura, di nuovo con gli occhi lucidi.

 

“Sì?” domandò candidamente lui, tornando seduto.

 

Ma lei non sapeva che dirgli. Aveva talmente tante cose nel cuore, che sembrava stesse per scoppiarle in petto. L’unica cosa che riusciva a fare era guardarlo attraverso il velo delle lacrime, sentendo una fortissima emozione stringerle la bocca dello stomaco. Esitante, allungò una mano fino a sfiorare quella del compagno, che per l’emozione lasciò nuovamente cadere il ghiaccio. “Naruto, io…”

 

Un forte colpo di tosse fece sussultare entrambi: sulla porta dell’infermeria stava Shikamaru. Aveva la sua solita aria indolente, ma a Sakura parve di leggere nel suo sguardo un che di biasimo. “Sono venuto a vedere che fine avevate fatto.” dichiarò, spostando lo sguardo dall’uno all’altro fino a fermarsi sul biondo. “Ino ti sta aspettando in fondo al corridoio.” lo avvisò, gettando ad entrambi un’occhiata eloquente, prima staccarsi dallo stipite e proseguire verso l’aula.

 

Naruto si schiarì la voce un po’ in imbarazzo, prima di voltarsi nuovamente verso Sakura. “Ehm… Mi dovevi dire qualcosa?”

 

“No… Io… Te la dirò un’altra volta.” mormorò lei, evitando di guardarlo negli occhi.

 

“A-Allora…” balbettò il ragazzo, arrossendo. “Vuoi che ti riaccompagni in classe?”

 

“No, vai pure da Ino.” disse Sakura, amara. “Io… rimango qui ancora un pochino.”

 

“Okay… Allora vado?”

 

“Sì.”

 

“Ci vediamo in classe.”

 

“Okay.”

 

Quando finalmente Naruto uscì dall’infermeria, Sakura rilasciò quel respiro che non si era resa conto di aver trattenuto fino a quell’istante. Si portò una mano sul cuore. Questa volta c’era mancato poco, pensò. Sì, ma a cosa?

 

*

 

30 marzo. Armadietti al pian terreno. Ore 15.13

 

“Dai, ti prego: raccontamelo di nuovo!” esclamò Ino, con occhi brillanti.

 

Naruto sbuffò. “Ancora? Ma è la quinta volta che te lo ripeto… Ahio!” gridò, massaggiandosi l’avambraccio che la bionda gli aveva appena pizzicato. La guardò imbronciato, ma lei lo stava già fissando con un’adorabile espressione corrucciata che lo fece capitolare seduta stante per l’ennesima volta. “Okay…” sospirò. “Quando eravamo in infermeria da soli, beh, c’è stato un momento in cui l’atmosfera è cambiata… Lei aveva gli occhi luccicanti e sembrava sul punto di dirmi qualcosa… Io quasi non riuscivo a respirare e mi sembrava di essere ad un passo da un precipizio… Sono sicuro che stesse per dire una di quelle cose che ti cambiano la vita per sempre!” dichiarò, emozionato.

 

“Sì, se non fosse stato per Shikamaru…” mugugnò Ino, sentendosi in colpa per non averlo fermato. Imbarazzata per quello che aveva detto Naruto quella mattina, era diventata ancora più nervosa intorno al ragazzo. Non ce l’aveva proprio fatta ad avvicinarlo per tenerlo lontano dai due piccioncini che tubavano in infermeria.

 

“Beh, non ho fretta.” annunciò il ragazzo a sorpresa, incrociando le braccia dietro la testa. Sorrise, socchiudendo gli occhi. “Fino a quindici giorni fa Sakura non mi degnava nemmeno di un’occhiata, mentre adesso passo gran parte della mia giornata con lei. Sì, vabbé che non facciamo altro che studiare, ma è molto di più di quanto sperassi!” Aprì gli occhi blu e alzò il pollice all’indirizzo della compagna. “Ho piena fiducia nel tuo piano, Ino-chan!” esclamò, allegro.

 

“E fai bene, testa quadra! Non saresti arrivato da nessuna parte senza di me.” commentò lei, alzando il nasino con fare di superiorità. In realtà, si era commossa e non voleva farlo notare.

 

“Beh, allora vado a cercare Sakura-chan. Sei sicura che non vuoi che ti accompagni?”

 

Ino scosse la testa. “Vai da lei e dimostrati molto amichevole nei suoi confronti, okay?”

 

“Amichevole? In che senso?” chiese lui, confuso.

 

“Nel senso di affettuoso, scemo!” Alzò gli occhi al cielo. “Perdiana! Che devo fare con te?” si chiese, sconsolata.

 

“Antipatica.” borbottò Naruto, gettandosi con nonchalance la cartella sulle spalle. Fece qualche passo verso l’uscita, poi voltò la testa verso la bionda. “Sta’ attenta, okay? Se succedesse qualcosa, non esitare a chiamarmi.” disse, serio.

 

“Sì, ma ora vai!” lo incitò, facendogli cenno con le mani di andarsene. Naruto sospirò e riprese a camminare. Lo osservò salutare Sakura e regalarle un sorriso da mille watt, facendola arrossire ed abbassare il viso. Ino gongolò: tutto stava andando secondo i suoi piani. Una risatina soddisfatta le uscì dalle labbra, mentre, presa dall’euforia, si lanciava in una giravolta, bruscamente fermata dallo scontro con qualcuno.

 

“Ahia.” brontolò il tal qualcuno, che, sfortuna delle sfortune, rispondeva al nome di Shikamaru Nara. Ino rimpicciolì sotto lo sguardo dubbioso che il ragazzo le rivolse. “Hai deciso di far fuori qualcuno oggi, Yamanaka?” domandò piatto.

 

Contrasse le labbra in una smorfia, l’imbarazzo che lasciava il posto all’irritazione. “Sei tu che sbuchi sempre dal nulla! Questo è il minimo che ti poteva accadere!

 

Shikamaru alzò un sopracciglio. “Non sono io che sbuco dal nulla: sei tu che non presti attenzione a chi ti sta intorno.” Ino trattenne il respiro, offesa. “Comunque, volevo chiederti di venire a casa mia per fare la ricerca che tu ci hai astutamente fatto assegnare…

 

“Te lo scordi, Nara! Te l’ho già detto che ho di meglio da fare!” sbottò lei, pestando un piede per la rabbia, per poi avviarsi a grandi e furiosi passi verso l’uscita.

 

Tzé! Isterica…” mugugnò il ragazzo, corrucciandosi. Continuò a seguirla con gli occhi, domandandosi che cosa avesse di meglio da fare quella strega. No, non perché gli piacesse, ben intesi! A lui quella snob isterica non piaceva affatto, checché ne dicesse Temari. Era una questione di orgoglio! Insomma, gli aveva già dato due volte buca! Senza contare quella volta alle medie…

 

Così fu solo per una questione di orgoglio che Nara Shikamaru si mise a seguire Yamanaka Ino. Badate bene: solo una questione di orgoglio. Ed un pizzico di curiosità. Nient’altro.

 

Assolutamente nient’altro…

 

*

 

30 marzo. Nei dintorni dell’Ospedale. Ore 15.45

 

Shikamaru aggrottò le sopracciglia, continuando ad osservare la ragazza bionda che trotterellava allegramente con un gran borsa di vimini piena di fiori. All’incirca dieci minuti prima, la Yamanaka si era fermata presso il negozio di famiglia, vi era entrata e ne era uscita con quel voluminoso fardello; poi, con il viso illuminato da un’espressione soddisfatta, aveva ripreso la propria marcia.

 

Dove diavolo stava andando quell’isterica?, si domandò il ragazzo.

 

All’improvviso la vide fermarsi e, temendo di essere stato scoperto, si nascose dietro un muro. Contò lentamente fino a dieci e poi si azzardò a sporgersi per controllare cosa stesse facendo.

 

Ino stava ferma davanti ad una locandina dell’imminente mostra artistica di tre giovani talenti cittadini: Sasori, Deidara e Sai.

 

Shikamaru sbuffò dal naso, incupendosi. Figuriamoci!, si disse. Sarà lì impalata a sbavare di fronte all’immagine di quel pittore da strapazzo… Irritato, le lanciò un’ultima occhiata, preparandosi a fare dietrofront.

 

La vide frugare nella cartella e tirarne fuori un pennarello indelebile. Perplesso, la osservò avvicinarsi alla locandina con un’espressione mortalmente seria e cominciare a scarabocchiarci qualcosa sopra. Poi si allontanò di un passo, scrutò con aria critica il suo lavoro ed annuì, compiaciuta; infine, ricominciò a camminare verso la sua meta.

 

Shikamaru uscì dal suo nascondiglio con circospezione. Si avvicinò alla locandina, certo di trovare il viso di Sai cerchiato da un cuore, con accanto una scritta del tipo: “È il migliore!” oppure “Sei bellissimo!!!!”. Perciò rimase parecchio sorpreso quando i ritocchi alla foto di Sai si rivelarono essere un bel paio di corna, delle sopracciglia foltissime, un ghigno pieno di denti appuntiti, una coda da diavolo ed un tridente. Il tutto corredato da insulti che fecero arrossire persino lui. Sbatté gli occhi, rivolgendo poi un’occhiata incredula alla bionda che si allontanava con piglio soddisfatto.

 

Si affrettò ad accorciare (ma non troppo) la distanza tra loro, guardando con nuovi occhi quella ragazza, la cui personalità aveva dato per scontata. Anche se, si disse mentre si infilava le mani nelle tasche e riprendeva a camminare con la solita rilassatezza, questo non cambiava assolutamente il suo giudizio nei confronti di Ino. Un unico istante di sbandamento non significava niente.

 

Continuarono a camminare per qualche altro minuto, finché la bionda non infilò con decisione il viale che portava all’ingresso dell’ospedale.

 

Lui rimase nuovamente basito: che ci andava a fare Ino all’ospedale? Che lui sapesse, nessuno dei suoi parenti o dei suoi conoscenti era stato ricoverato e lei sembrava sana come un pesce… Poi, però, si ricordò che anche la Signora Yamanaka sembrava sana come un pesce, prima che le diagnosticassero il tumore al cervello che se l’era portata via in meno di una settimana.

 

Senza nemmeno rendersene conto, si mise a correre. Sorpassò in un lampo le porte automatiche e si diresse in preda al panico al bancone delle informazioni. Yamanaka Ino. Sto cercando Yamanaka Ino.” annunciò all’infermiera di turno, guardandosi freneticamente attorno alla ricerca di una coda bionda. “Ha diciassette anni e mezzo. Piuttosto alta, snella, bionda, capelli lunghi sempre raccolti in una coda. Occhi azzurri e pelle chiara e…”

 

Shikamaru-kun?” lo interruppe una voce alle sue spalle.

 

Si voltò in fretta, facendosi male al collo, ed incontrò gli occhi sorpresi dell’infermiera della scuola. “Shizune-sensei?” le fece eco, ugualmente stupito. Si riscosse immediatamente. “Ha visto la Yamanaka?”

 

La donna batté le palpebre. “Certo. È con i bambini.”

 

Il cuore rallentò i battiti ed i muscoli in tensione si rilassarono: non le era successo niente. Un breve sospiro di sollievo gli sfuggì dalle labbra, prima che il suo viso si contraesse in un’espressione confusa. “I bambini?”

 

*

 

30 marzo. Sala d’aspetto dell’Ospedale. Ore 17.23

 

Shikamaru odiava gli ospedali.

 

Odiava quell’odore di medicina che gli faceva prudere il naso. Odiava sapere che quel posto pullulava di persone che stavano male. E, soprattutto, odiava non poter sfogare la sua frustrazione fumandosi una bella sigaretta.

 

Allora perché rimaneva seduto su una di quelle scomodissime sedie di plastica, respirando l’odiato odore e rigirandosi in continuazione i pollici per il nervosismo?

 

Semplice: perché voleva delle risposte.

 

Non riusciva a credere alle immagini che il proprio nervo ottico aveva trasferito al cervello soltanto un’ora prima. Una Ino circondata da marmocchi con il naso sporco, che insegnava come intrecciare ghirlande era decisamente qualcosa di sovrannaturale! Totalmente fuori personaggio, se gli era consentito dire la sua! Ino era arrogante, impaziente, egocentrica, viziata. Lei era una che pensava solo ai ragazzi, non certo a bambini malati. Insomma, era la superficialità fatta a persona!

 

Una Ino capace di sorridere in un modo così dolce, una Ino che si lasciava intrecciare i capelli con i fiori, una Ino che guardava quei bambini con occhi inteneriti era una Ino che non poteva esistere.

 

Non doveva esistere! Avrebbe sconvolto tutto ciò in cui aveva creduto negli ultimi quattro anni. Tutte le difese che si era creato…

 

“Una sorpresa, Shizune-sensei?” All’improvviso la voce della ragazza risuonò al di fuori della porta.

 

“Credo che il tuo ragazzo sia venuto a prenderti.” ridacchiò maliziosa la donna prima di tornare nella stanza dei bambini.

 

“Il mio ragazzo?” Ino ripeté tra sé e sé. Aprì la porta di slancio. Naruto! Come hai fatto a saper…? Shikamaru?!” Si pietrificò, fissandolo con gli occhi spalancati in un’espressione di panico.

 

Anche lui la fissava con gli occhi allargati dallo stupore: con i capelli sciolti e scompigliati sembrava proprio un’altra persona. “Ino?” sussurrò.

 

Lei inspirò rumorosamente aria e si affrettò a passarsi le mani tra i capelli cercando di risistemarli. “Che diamine ci fai qui?” sbottò, tentando di togliere i fiori rimastile impigliati nella chioma.

 

“Che ci fai tu!” ribatté lui, alzandosi in piedi con aria accusatoria. “Quando ti ho vista entrare qui…”

 

“Mi hai seguita!?” lo interruppe, oltraggiata. “Come ti sei permesso?!” Lo guardò con occhi furenti, poi girò sui tacchi e si allontanò in tutta fretta.

 

Ma Shikamaru non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare senza aver prima avuto delle risposte. Raccattò in fretta le sue cose e la raggiunse. “Sei veramente una volontaria?” domandò, sentendosi addosso una strana agitazione.

 

“Non mi hai vista?” sbottò, aspra. “Oh, certo, dimenticavo: il volontariato non è qualcosa che mi si addice, vero? Com’è che hai detto oggi? Ah, sì: io non mi accorgo di chi mi sta intorno…” lo citò amara, facendolo sentire in colpa, rivolgendo poi un gesto di saluto all’infermiera al bancone d’ingresso.

 

L’aria fredda li investì entrambi, portando al naso di Shikamaru il profumo di fiori che ancora sbucavano qua e là tra i capelli, per una volta ribelli, di Ino. Lei si voltò, facendoli ondeggiare.

 

“Se non hai altre domande, potresti pure andartene.” gli suggerì dura.

 

“Perché non lo hai mai detto?” chiese, sentendosi come uno a cui hanno appena detto che la Terra non è piatta ma tonda.

 

“E perché avrei dovuto?” esplose. “Sono affari miei e non vengo qui per potermene vantare con le amiche, sai?” Strinse con forza il manico della cartella, corrucciando le sopracciglia ed imbronciando la bocca.

 

Shikamaru la fissava, incapace di dire nulla.

 

Ino distolse lo sguardo, ancora adombrata. “Se per te è così difficile da digerire, scorda ciò che hai visto. Ignoralo. Non è certo qualcosa di importante.” mugugnò. “Vai a casa, Shikamaru. Fa’ finta che non sia successo niente.” Si voltò di nuovo e si incamminò verso casa, tenendo lo sguardo basso.

 

Il ragazzo continuò a fissarla, finché non scomparve dalla sua vista. Era turbato: stupore, confusione, senso di colpa misto ad una incomprensibile contentezza si agitavano dentro di lui. Si chinò a raccogliere un fiore caduto dai capelli della ragazza e se lo rigirò tra le dita. Dubitava che avrebbe potuto dimenticare. Quello non era più un momentaneo momento di sbandamento: quello che aveva visto minava tutte le incrollabili certezze che aveva nei confronti di Ino.

 

No, non avrebbe dimenticato: avrebbe esaminato, analizzato, sviscerato. E avrebbe trovato una spiegazione logica. “O non mi chiamo più Nara Shikamaru…” borbottò tra sé e sé, mentre si rialzava e prendeva la via di casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

Wow! Anche questo capitolo è venuto fuori lunghissimo!^^ Spero sarete contenti! Volevo riservare la parte dell’ospedale al prossimo capitolo, ma poi ho deciso all’ultimo di non spezzare la giornata del 30 marzo.

Ditemi voi se ho fatto bene o male!^^

 

Per una volta, capitolo focalizzato su Shikamaru e Sakura. Lei sta per cedere e lui è andato in crisi! XD Beh, vedremo come si comporteranno nel prossimo capitolo.

 

Come al solito, grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti.

 

Ringrazio in particolare:

 

LAVS684: Sono contenta che ti sia piaciuto lo scorso capitolo! Mi è piaciuto molto scrivere di Temari in quei termini! Sì, lo so che Naruto è un po’ tontolone, però credo che sia anche un ottimo osservatore delle persone a cui vuole bene. E lui vuole taaaaaanto bene ad Ino!^^ Spero che i nuovi sviluppi ti piacciano, ma per quanto riguarda i guai in cui si è cacciato Naruto dovrai aspettare ancora un pochino! Grazie per la recensione e alla prossima!

 

MATTHEW: Lieta che tu abbia gradito Temari! Personalmente, adoro scrivere di lei. Per quanto riguarda Pein e che cosa ha combinato Narutoeeeeh, vedrai!^^ Fammi sapere se ti è piaciuto anche questo! A presto!

 

MIMI18: Wow!! Sono contenta che lo scorso capitolo ti abbia fatta divertire! E sono lieta che ti sia piaciuta la parte di Temari: io mi sono divertita molto a scriverla! Ti ringrazio anche per averla messa tra i preferiti!^///^ Spero che questo capitolo ti piaccia: finalmente il nostro geniaccio si è preso la batosta che ti auguravi qualche capitolo fa! Che cosa combinerà dopo la sua seduta di riflessione? Lo scopriremo nella prossima puntata…!^^ Un bacione e grazie per i tuoi commenti deliziosi

 

CELIANE4EVER: Grazie! Eh, lo so: li sto facendo penare un po’sti personaggi! Ma non preoccuparti: la verità verrà a galla tra qualche capitolo! Spero ti sia piaciuto anche questo! A presto!

 

VOLPINA90: Cavoli! Tutta d’un fiato?! E sei sopravvissuta?!^^ Sono contenta che ti sia piaciuta la mia Ino!! Mi dispiace: in questo capitolo non spiegherò cosa c’entra Pein con Naruto, però c’è stato un passo avanti da parte di Sakura! Spero che continuerai a seguire la mia storia e farmi sapere cosa ne pensi! Alla prossima!

 

KIKKYXX14: Grazie! Sono contenta che ti piacciano le coppie!^^ Fammi sapere che cosa ne pensi anche di questo capitolo!

 

SOUSUKE SAGARA: Ehi, vai troppo avanti, amico mio!^^ Ci arriverò a quella parte, ma tra un pochino! Ora tocca lasciare un po’ di spazio ai sentimenti delle coppie. Mi dispiace che fino ad ora non siamo riusciti ad incontrarci su MSN, ma questo è proprio il periodo ‘caldo’ degli esami e ho proprio poco tempo per connettermi! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! A presto!

 

RIKUZZA: Sono contenta che ti siano piaciuti! Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo!^^ Bacioni!

 

 

Beh, miei cari, vi lascio: torno ai miei libri di economia. Purtroppo sono sotto esami in questo periodo e non credo riuscirò a sfornare altro prima di metà febbraio. Però, prometto che scriverò un capitolo lungo lungo per farmi perdonare!^^

 

Un abbraccio virtuale a tutti/e.

Ale

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10 ***


10

10

Dedicato a celiane4ever, che ha compiuto gli anni il mese scorso

e a Mimi18, che li ha compiuti pochi giorni fa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

31 marzo. Camera di Haruno Sakura. Ore 00.51

 

Si girò su un fianco. Poi sull’altro. Infine si stese supina.

 

Il cuscino era scomodo e le coperte, intrecciate dal suo continuo rigirarsi, sembravano di colpo pesare una tonnellata. Il petto era oppresso, cosa che le impediva di riempire totalmente i polmoni d’aria, costringendola ad un respiro affrettato.

 

Avrebbe dovuto riposare, visto che l’indomani era in programma un test di Storia, ma troppi pensieri le vorticavano nel cervello, agitandola ed impedendole di addormentarsi.

 

Primo fra tutti, c’era il pensiero di Naruto a tenerla sveglia. Continuava a rivedere il suo viso: ridente, serio, imbarazzato, corrucciato, concentrato… Si era stupita di come riuscisse

a ricordare alla perfezione ogni singolo dettaglio, dai capelli arruffati alla linea decisa della sua bocca. Sapeva che il blu dei suoi occhi oscillava tra il Blu Ceruleo e il Blu di Prussia e che il suo sorriso non solo era bello, ma anche contagioso. Aveva impressa nella memoria la forma delle sue mani, forti ma non tozze, e come risaltava la loro abbronzatura sulle pagine bianche dei quaderni. Un sorriso intenerito le ammorbidiva il volto provato quando ripensava al modo in cui teneva la penna: stringendola tra le dita con troppa forza, cosa che probabilmente era la causa di quella sua calligrafia nervosa e a zampe di gallina.

 

Quando, però, cominciava a rivivere nella sua mente ciò che era successo in infermeria (Naruto così serio e così vicino), le baluginava davanti agli occhi il viso di Ino, amareggiato e deluso.

 

A quel punto apriva gli occhi, il groppo in gola si faceva più stretto ed il calore delle coperte insopportabile.

 

Si scoprì di scatto, tornando a girarsi su un fianco, mentre una lacrima bollente correva ad inumidire il cuscino.

 

Come aveva potuto? Come era potuto succedere? Era veramente una di quelle che provavano attrazione per il ragazzo della loro migliore amica? Era davvero una persona così squallida?

 

Probabilmente la risposta era sì. Se Shikamaru non l’avesse interrotta, Sakura era sicura che avrebbe detto qualcosa di irreparabile.

 

E se ne sarebbe sicuramente pentita.

 

O no?

 

Era questo che continuava ad agitarla e ad impedirle di addormentarsi. Una parte di lei le suggeriva che, in realtà, non aspettava altro che dare voce a quello che si era accorta di provare per Naruto.

 

Se rifletteva a fondo, era palese che si fosse innamorata (sì, proprio innamorata) di quel ragazzo e pure da diverso tempo: Naruto si era scavato un posto importante nel cuore di Sakura, probabilmente fin da quando Sasuke aveva fatto sapere che non sarebbe ritornato tanto presto dall’America. Perché lui c’era sempre stato, anche quando le cose andavano male e lei non voleva nessuno vicino. L’aveva sostenuta con quel suo sorriso un po’ idiota e quella premura dolcissima che la imbarazzava oltre ogni limite.

 

L’aveva conquistata poco alla volta, ma inesorabilmente.

 

Solo che lei non aveva voluto riconoscerlo, spaventata dal dolore che aveva provato per la partenza di Sasuke, ed aveva ostinatamente negato ogni affetto per quel teppista dai capelli arruffati.

 

Ed ora… Ora lui apparteneva ad un’altra, la sua migliore amica per di più.

 

Quelle balsamiche attenzioni, quegli energici sorrisi, quella voce che sapeva sempre come tirare su di morale, tutti quegli aspetti di lui che, scioccamente, aveva creduto sarebbero sempre stati rivolti a lei, ora erano di proprietà esclusiva di Ino.

 

Nonostante ciò, Naruto non le era mai stato così vicino, a portata di mano… I pomeriggi passati a dargli ripetizioni erano una dolce e terribile tortura.

 

Sakura tirò su col naso, asciugandosi la scia umida delle lacrime.

 

Quando Sasuke se n’era andato, aveva giurato assieme ad Ino che non si sarebbero più separate a causa di un ragazzo.

 

Adesso non sapeva se sarebbe stata in grado di non infrangere quel giuramento.

 

*

 

31 marzo. Corridoi del terzo piano. Ore 11.02

 

Ino si appoggiò al davanzale della finestra, sorseggiando il suo tè alla pesca ed assaporando la lieve brezza che finalmente parlava di giorni più caldi e di profumo di fiori.

 

Chiuse gli occhi, godendosi un tiepido raggio di sole che le riscaldava piacevolmente il viso, prima di riaprirli nel sentire grasse risate provenire dal cortile.

 

Curiosa, guardò in basso e scosse la testa con un sorriso esasperato quando constatò che si trattava di Naruto e Kiba. Si stavano chiaramente prendendo in giro, cercando di agguantarsi a vicenda e di strofinarsi le nocche sulla testa, tra il divertimento generale.

 

La bionda sospirò, sostenendosi il viso con una mano.

 

Per i maschi era tutto più semplice. Naruto e Kiba litigavano in continuazione ed era risaputo che a volte erano addirittura arrivati alle mani, eppure eccoli lì, che giocavano tra loro senza un pensiero per la testa né il minimo risentimento nei confronti dell’altro.

 

Ino era convinta che il cuore maschile fosse come una lavagna: bastava un gesto perché tutto ciò che vi era scritto sopra venisse cancellato e si potesse ripartire da capo.

 

Il cuore femminile, invece, era come una tavoletta in pietra. Per quanto ci si sforzasse di cancellare ciò che vi era scritto, rimaneva inciso fino alla notte dei tempi. E poi bastava un colpo di scalpello un po’ troppo forte per mandare in frantumi anche il cuore più saldo. Le donne possono far pace tra loro, ma non dimenticano ed il loro rapporto non sarà mai più lo stesso.

 

O, almeno, questo era ciò che era successo tra lei e Sakura.

 

Dopo Sasuke, avevano timidamente riallacciato i rapporti, dandosi pian piano più confidenza, fino ad arrivare ad essere quasi le stesse di un tempo. E, sebbene Ino fosse convinta che per certi versi la loro amicizia ora fosse molto più solida, si rendeva conto che riguardo a certi argomenti (Sasuke, per l’appunto) venivano colte da un manifesto imbarazzo e tendevano a dosare le parole.

 

Ino non aveva paura di parlare dell’Uchiha, dopotutto, per quanto la riguardava, la propria cotta per lui era morta e sepolta, ma l’imbarazzo di Sakura la contagiava e la faceva sentire a disagio; tant’è vero che in quattro anni non avevano ancora affrontato la questione.

 

Era una cosa che le era sempre dispiaciuta: capiva che questo tabù che si era creato fra loro minava la sincerità del loro ritrovato rapporto.

 

Forse era arrivato il momento di prendere coraggio a due mani e discutere di quello spinoso argomento: Sakura le pareva così tormentata in quel periodo…

 

Certo, probabilmente c’entrava il fatto che si stesse accorgendo dei suoi sentimenti per Naruto, ma non le piaceva per niente il modo in cui la sua migliore amica aveva cominciato a distanziarsi: non si erano forse dette che nessun ragazzo valeva la pena di rompere la loro amicizia?

 

Yamanaka!” il richiamo la fece sobbalzare per la sorpresa.

 

Sbatté gli occhi, stupita di trovarsi di fronte la famigerata preside della Konoha High. Tsunade aveva le braccia incrociate sotto il generoso decolté ed il suo viso (che si mormorava avesse ricevuto le attenzioni di un esperto del lifting per nascondere i segni della sua vera età) aveva un’espressione estremamente irritata. “Sì, Tsunade-sama?”

 

“Aiuta la Hyuga a portare queste fotocopie nella Sala Professori.” ordinò, indicando una pila gigantesca di fogli che nascondeva completamente chi le stava portando. Mentre Ino si affrettava a prenderne una parte, scoprendo così il viso affaticato di Hinata, Tsunade si allontanò borbottando. “Mai una volta che qualche fannullone sia a portata di mano per i lavori pesanti! Eh, no! Loro sono fuori a godersi il sole, i maledetti! Mentre a me tocca firmare tutti quei documenti del cavolo…

 

Hinata ed Ino si lanciarono un’occhiatina, scoppiando la prima in una risatina timida e l’altra in una divertita.

 

Tsunade-sama è proprio uno spasso!” esclamò la bionda, incamminandosi. “Vuoi che te ne prenda qualcun’altra, Hinata-chan?”

 

La mora arrossì, sentendosi chiamare in quel modo amichevole. “No, ti ringrazio, Ino-san…” mormorò, abbassando il viso.

 

Ino sorrise: a suo parere Hinata era semplicemente adorabile. Aveva un bel corpo formoso, la cui carica sensuale era mitigata dal grazioso faccino innocente. I lunghi capelli neri erano lucidi e corposi, gli occhi di un celeste chiarissimo, le mani piccole e bianchissime. Insomma, una bambola di porcellana in carne ed ossa.

 

Kiba Inuzuka aveva davvero un ottimo gusto. “Ho sentito che stai uscendo con l’Inuzuka.” disse, scoccandole uno sguardo malizioso.

 

Hinata le lanciò uno sguardo sorpreso, immediatamente seguito da un violento rossore. “K-Kiba-kun mi ha invitata al cinema.” farfugliò, imbarazzata. “È-È gentile…” aggiunse, abbassando così tanto il viso che la frangia le coprì i suoi particolarissimi occhi. “Tu, invece, stai uscendo con N-Naruto-kun…” sussurrò talmente piano che Ino fece fatica a sentirla.

 

Squadrò cautamente la ragazza dai capelli corvini. Ovviamente sapeva dell’infatuazione che Hinata nutriva per Naruto (era il segreto più rinomato di tutta la scuola) ed ora si trovava un po’ in imbarazzo nei panni della, seppur per finta, ragazza del teppista.

 

N-Naruto-kun è veramente in gamba. È gentile, determinato, sempre ottimista, sicuro di sé…” lo elogiò la moretta, con un lieve sorriso sulle labbra rosate. Abbassò di nuovo il viso. “Sei molto fortunata, Ino-san.”

 

“Lo so.” Nel vederla così abbattuta, le venne improvviso il desiderio di spiegarle tutto. Naruto è tutto quello che hai detto, ma è anche e soprattutto una persona leale. Il suo cuore non oscilla, sai? È una di quelle rare persone che ama incondizionatamente e senza ripensamenti.” disse, sperando che la ragazza comprendesse.

 

Hinata si voltò a guardarla, un po’ confusa.

 

Ino allungò il passo verso la porta della Sala Professori, che ormai avevano raggiunto. Quando ebbero consegnato i loro pesanti fardelli, la mora trattenne la bionda per una manica della divisa scolastica. La sua fronte era corrugata in un’espressione di incredulità. “Ino-san… Vuoi dire che… Naruto-kun e… Sakura-san…?” Non terminò la frase, insicura delle proprie supposizioni.

 

Ino sorrise. “L’Inuzuka è un bravo ragazzo. Un po’ chiassoso se vuoi la mia opinione, ma, se a te sta bene, dagli una possibilità: potrebbe anche stupirti.” le consigliò, girando sui tacchi per tornare al suo bel posticino al sole. Le lanciò un’occhiata da sopra la spalla. “Non è che avresti voglia di farmi compagnia per pranzo? Sakura ha una riunione con tuo cugino ed io ho voglia di un po’ di compagnia femminile…

 

“Sì!” squittì Hinata, arrossendo nel momento in cui si accorse di essere sembrata troppo entusiasta. Si schiarì la voce e fece un brevissimo inchino. “N-Ne sarei felice, Ino-san.”

 

Ino alzò gli occhi al cielo, un sorriso intenerito sulle labbra.

 

*

 

31 marzo. Caffetteria Konoha High. Ore 12.25

 

Choji si mise in bocca l’ennesima patatina, squadrando con perplessità l’espressione concentratissima del suo migliore amico. “Shikamaru?”

 

“Mm?” mugugnò quello, socchiudendo lievemente gli occhi.

 

“Posso sapere perché stai fissando Ino da questa mattina?”

 

“Non la sto fissando. La sto studiando.” lo corresse, sorreggendosi il viso con una mano e corrucciando le sopracciglia con fare pensoso.

 

Err… Okay.” Non era molto convinto. “Allora potrei sapere perché la stai studiando da questa mattina?” Un’altra patatina finì tra le sue ganasce.

 

Shikamaru rimase un attimo in silenzio, lanciando un ultimo sguardo alla bionda che stava chiacchierando allegramente con Hyuga Hinata. Si voltò verso Choji. “Hai mai l’impressione che Ino sia, non so, diversa da come appare?”

 

Arrestò per un attimo il lavoro della sua bocca, battendo le palpebre sorpreso. Oooh, questo era un discorso interessante…! Facendo forza su se stesso per non lasciare che il sorrisetto malizioso comparisse sulle sue labbra, ingollò una manciata di patatine. “Che intendi dire?” chiese, affettando perplessità.

 

L’altro strinse la bocca in una linea sottile, corrucciandosi di più. Sembrava in difficoltà. “Tu sai quello che ho sempre pensato di Ino, no?”

 

Choji aprì la bocca per ricordargli che prima di uncerto incidente’ il suo giudizio nei confronti di Ino era ben differente, ma all’ultimo riuscì a riempirsela di patatine ed annuire, masticando con aria indaffarata.

 

Annuì anche Shikamaru. “Beh, ieri l’ho vista fare volontariato in ospedale.” disse, facendo una pausa ad effetto per controllare la reazione dell’amico.

 

L’Akimichi continuò a mangiare tranquillamente le patatine. “Sì, e allora?”

 

L’altro alzò un sopracciglio, confuso. “Come allora?! Sto parlando di Ino Yamanaka, Choji!” A fronte dell’alzata di spalle che ricevette in risposta, Shikamaru spalancò gli occhi. “Aspetta un attimo: vuoi dire che lo sapevi già?”

 

Choji abbassò lo sguardo sul sacchetto di patatine. “Può darsi…” commentò con aria vaga.

 

Il Nara si fece scuro in volto. Alzò una mano ad indicare le due ragazze intente a consumare il loro pasto tra una chiacchiera ed una risata. “Tu mi stai dicendo che tutto questo accadeva sotto il mio naso e che io non mi sono mai accorto di niente?”

 

L’Akimichi scosse lievemente la testa, stringendosi nelle spalle. “O, forse, non volevi accorgertene.” suggerì.

 

Shikamaru si prese la testa tra le mani, un’espressione sperduta dipinta sul viso. “Non è logico…”mormorò. “Tu lo sai che non è logico, vero?”

 

“E quando mai Ino è rientrata in un qualunque schema logico?” esclamò Choji, alzando gli occhi al cielo, pensando ai suoi improvvisi scatti d’ira e alla sua spiazzante dolcezza.

 

Shikamaru sospirò. “Effettivamente…” Tornò a guardare la bionda con espressione intensa. “Cosa dovrei fare adesso secondo te?”

 

L’Akimichi si strinse nelle spalle e si mise in bocca una patatina. “Tu cosa vuoi fare?”

 

L’altro rimase in silenzio. Nel frattempo, Naruto e Kiba avevano raggiunto le due ragazze, sedendosi al loro tavolo. Nel vedere  i due biondi ridere tra loro, gli occhi di Shikamaru si rabbuiarono.

 

Choji ridacchiò tra sé. “Capisco che è arrivata la primavera, ma spero che non rientri nei tuoi piani futuri prendere Naruto a testate!”

 

L’amico si riscosse, distogliendo gli occhi dall’altro tavolo. “Mm? Hai detto qualcosa?”

 

Sospirò, scuotendo la testa con un lievissimo sorriso sulle labbra. “No, niente…” lo rassicurò, sgranocchiando un’altra patatina.

 

*

 

31 marzo. Atrio Konoha High. Ore 15.48

 

Il fulmine illuminò per un attimo le facce stupite degli studenti raccolti nell’atrio della scuola. La pioggia scrosciante non faceva altro che fomentare l’incredulità generale: soltanto un quarto d’ora prima non v’era ombra di quelle nubi plumbee e minacciose.

 

Il tuono non si fece aspettare troppo ed il suo potente rombo fece sussultare Ino Yamanaka, che sbirciava il diluvio accanto a lui. Naruto si voltò verso di lei. “Paura dei temporali?” domandò, curioso.

 

In risposta ricevette un doloroso pugno sulla spalla. “Non dire cretinate! Non me l’aspettavo così vicino!” sbottò lei, imbronciandosi. “E dire che mi sono lavata i capelli stamattina…” borbottò, incrociando le braccia seccata.

 

Naruto si massaggiò il punto dolorante, chiedendosi distrattamente perché le donne dovessero essere sempre così violente nelle loro manifestazioni di frustrazione. Lanciando un’occhiata oltre la testa bionda dell’amica incontrò uno sguardo scuro, che lo fece sogghignare. “Shikamaru ti sta fissando ancora.” commentò malizioso. A nessuno dei due quel giorno era sfuggito lo sguardo insistente del Nara.

 

Le guance di Ino si arrossarono lievemente. “Ah, sì?” replicò, affettando indifferenza.

 

“Ah, ma smettila!” ridacchiò il biondo, spingendola lievemente con fare complice. “Tanto lo so che ti fa piacere!”

 

“Piantala di fare lo stupido, Naruto!” sibilò lei, arrossendo di più. “E smettila di attirare l’attenzione!”

 

Aww! Come sei carina quando sei imbarazzata!” la canzonò lui sottovoce, evitando per un pelo il gancio destro, partito in risposta alle sue provocazioni. “Okay, okay! La smetto.” Si prese il mento fra le dita, lanciando un’occhiatina in direzione del Nara. “Mm… Chissà se Shikamaru ha un ombrello? Potresti fartelo prestare, così avresti un’occasione per parlare con lui e torneresti a casa con i capelli asciutti! Eh, non è una grande idea?” esclamò, sentendosi particolarmente strategico.

 

“No!” bisbigliò Ino, allargando gli occhi in preda al panico. “È una pessima idea! Non ci voglio parlare con Shikamaru!”

 

Ma Naruto aveva già aperto bocca ed aveva urlato a squarciagola il nome dell’amico. “Shikamaru!!

 

L’altro aveva risposto inarcando un sopracciglio. “Che vuoi, Naruto?”

 

Il biondo gli rivolse un sorrisone, incurante della tempesta di pugni con cui Ino stava colpendo la sua schiena. “Mi chiedevo se per caso stamattina ti eri portato dietro un ombrello.”

 

“No.” rispose il moro, avvicinandosi ai due. Sospirò, imbronciandosi. “Questa pioggia è proprio una seccatura: quando arriverò a casa sarò bagnato fradicio…” borbottò.

 

Sentendo questa frase a Naruto venne un’idea magnifica. Si voltò verso la ragazza e le rivolse un’occhiata che non prometteva niente di buono. “Shikamaru?” lo chiamò con voce melliflua. “Ma tu non dovevi fare una ricerca con Ino?” Dentro di sé gongolò nel vedere gli occhi terrorizzati dell’amica. “Non ti sembra che oggi sia la giornata adatta per passare un pomeriggio sui libri? Perché non accompagni Ino a casa e poi ti fermi lì a fare la ricerca?” Quasi ululò quando la bionda gli rifilò un dolorosissimo pizzicotto sull’avambraccio. Si massaggiò la parte dolente, imbronciato: la strega aveva pure impresso un movimento rotatorio per fargli vedere più stelle…

 

“Sono sicura che Shikamaru non ha voglia di venire a casa mia…” disse Ino, rifilandogli un’occhiataccia.

 

“In realtà, non è una cattiva idea: casa tua è più vicina ed almeno potremmo toglierci dalle scatole questa benedetta ricerca.” replicò a sorpresa il Nara.

 

“Beh, allora direi che è fatta!” esclamò Naruto, spingendo Ino verso Shikamaru. Lanciò un’occhiata all’orologio che non aveva e distese di nuovo le labbra in un sogghigno. “Oh, si è fatto tardi: devo scappare al lavoro! Buono studio! E, Ino: fa’ la brava, mm?” aggiunse, facendole l’occhiolino, mentre si dirigeva verso l’uscita.

 

Quasi scoppiò a ridere quando colse il labiale della ragazza: “Sei morto, Naruto!”. Si inoltrò sotto la cortina d’acqua, fischiettando una canzone, sentendosi particolarmente orgoglioso di se stesso.

 

*

 

31 marzo. Casa di Yamanaka Ino. Ore 16.24

 

“Forza: entra! Entra!” lo incitò Ino, facendogli freneticamente cenno di varcare la porta della villetta degli Yamanaka.

 

Shikamaru ubbidì in tutta fretta, le scarpe stridenti sul lucido pavimento in parquet. Con una smorfia, osservò le orme di pioggia che aveva lasciato al suo passaggio. “Mi spiace: ti sto bagnando il pavimento.”

 

La bionda si strinse nelle spalle, riconsegnandogli tra le mani la giacca della divisa che le aveva prestato come surrogato di un ombrello. “È a me che dispiace: se non mi avessi dato la tua giacca, non saresti così fradicio. Grazie, a proposito.” aggiunse, la bocca rossa imbronciata. Anche lei lasciava piccole pozze d’acqua dietro di sé: nonostante i capelli fossero quasi asciutti, si era bagnata tutte le gambe lasciate scoperte dalla gonna della divisa. “Dovresti cambiarti, Shikamaru.” rifletté. “Vado a vedere se c’è qualche vestito di papà che posso prestarti…

 

Nel guardarla salire le scale (non guardarle le gambe, non guardarle, dannazione!), improvvisamente si sentì a disagio. Ora non gli sembrava più una così grande idea studiare la bionda nel suo ambiente naturale. Non era più stato in quella casa dal funerale della madre di Ino e sprazzi di quella giornata continuavano a passargli davanti agli occhi. Per distrarsi sbirciò l’atrio della casa, stupendosi di trovarlo uguale a come se lo ricordava: che Inoichi avesse imparato a fare le pulizie?

 

“Vieni su, Shikamaru!” La voce squillante di Ino lo fece trasalire.

 

“A-Arrivo!” E adesso perché diamine balbettava?! Salì le scale, sentendosi agitato senza che ce ne fosse motivo.

 

La ragazza gli venne incontro con un asciugamano e degli abiti piegati ordinatamente. “Ecco qua. Sono un po’ vecchiotti, ma come misura dovrebbero andarti bene.” disse, porgendoglieli. “Sono puliti, eh! Li ho lavati e stirati la scorsa settimana. Vieni: il bagno è da questa parte.” aggiunse, con fare casuale.

 

Lui osservò stralunato prima la piega perfetta dei vestiti e poi la ragazza che si allontanava. Aprì la bocca, ma la richiuse immediatamente ricordandosi le parole di Choji di quella mattina. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e la seguì docilmente.

 

“Se vuoi farti una doccia, ti porto un asciugamano più grande.” disse Ino, aprendogli la porta.

 

“Uh, no: non sarà necessario. Grazie.” aggiunse, sentendosi un po’ strano. “Tu non devi asciugarti i capelli?” domandò, indicando le punte umide dei capelli che cominciavano ad ondularsi. Il solito ciuffo che le incorniciava il viso si era già asciugato in due morbide onde.

 

Lei prese una ciocca tra le dita e la osservò con una smorfia. “Sono proprio brutti così, eh?” mormorò.

 

“A me piacciono.” confessò Shikamaru senza pensare. Nell’incontrare gli occhi stupiti di Ino, scostò lo sguardo, imbarazzato. “Ehm… A-Allora io entro, eh?” esclamò, varcando rigidamente la soglia del bagno e richiudendosi velocemente la porta alle spalle.

 

Ma che diavolo combinava?, si chiese irritato. Appoggiò i vestiti di ricambio sul bordo del lavandino e si sfregò con forza i capelli, fissandosi contrariato nello specchio. Si poteva sapere che diamine gli passava per la testa? Non era da lui dare aria alla bocca in quel modo. E poi cos’era quella vocetta acuta e balbettante? Per Giove, non era mica nervoso lui! Assolutamente! Se stava tremando era solo perché aveva freddo!

 

Ecco, sì… Allora era meglio cambiarsi…

 

Continuando a borbottare tra sé e sé, si sfilò l’uniforme fradicia, si asciugò alla bell’e meglio la pelle umida ed indossò gli abiti asciutti. Raccolse asciugamano ed uniforme ed uscì dal bagno. Si diresse verso la camera di Ino, l’ultima in fondo al corridoio, vicina alle scale.

 

Fece un respiro profondo, preparandosi a bussare. “Ino, ho…” fece in tempo a dire, prima di accorgersi che la porta non era chiusa del tutto e che quel piccolo spiraglio gli consentiva di sbirciare dentro la stanza e di vedere Ino… che si stava cambiando.

 

Richiuse la bocca di scatto, spalancando gli occhi per la sorpresa. Fece per chiudere del tutto la porta, ma all’improvviso la vista della schiena nuda della ragazza lo bloccò. Il cuore prese a battergli fortissimo nel pomo d’Adamo e nelle orecchie. Ino non si era accorta di niente e stava per slacciarsi il reggiseno…

 

Con grande forza di volontà, Shikamaru si scostò dalla porta, appoggiandosi con la schiena al muro e lasciandosi scivolare a terra. Aveva la bocca secca e si sentiva decisamente accaldato. “Che diavolo sto facendo? Adesso mi metto a fare il guardone?” sussurrò, con le guance infuocate. Nascose la faccia nell’uniforme bagnata che teneva ancora in mano, contando i propri respiri per tentare di calmare quel cuore agitatissimo.

 

Shikamaru?” Alzò lo sguardo con fare colpevole e vide Ino, che lo squadrava con un’espressione perplessa. “Che ci fai seduto per terra?”

 

“N-Niente!” balbettò, scattando in piedi. Ormai sulle sue guance si sarebbe potuto cuocere un uovo.

 

La bionda sbatté le palpebre, squadrandolo con aria curiosa. Infine, esplose in un sorriso. “Oh, sapevo che ti sarebbero andati bene questi vestiti! Ormai sei diventato alto quanto il mio papà! E pensare che un tempo eri alto come me… Ora mi sovrasti di almeno venti centimetri!” disse, avvicinandosi per controllare meglio. Guardò verso la sommità della testa di Shikamaru. “Wow! Mi sa che ti sei alzato ancora, sai?” esclamò, tornando a guardarlo negli occhi. All’improvviso arrossì anche lei, forse accortasi di essersi avvicinata troppo, e fece un passo indietro. “Uhm… Se mi dai la tua uniforme, vado a metterla ad asciugare…” mormorò, evitando di guardarlo negli occhi.

 

“Grazie.” rispose lui, porgendogliela.

 

Per qualche attimo ci fu un silenzio teso.

 

“Ah, ma perché non entri in camera mia?” ridacchiò Ino nervosamente, senza accorgersi del nuovo afflusso di sangue che aveva arrossato il viso di Shikamaru quando l’aveva preso per un braccio per condurlo all’interno. “Sì, è un po’ in disordine, ma tu non farci caso, eh?” esclamò. “Siediti pure: io torno subito!”

 

Shikamaru rimase in piedi al centro della stanza per qualche secondo. I passi di Ino non si sentivano più, ma lui non osava muovere un muscolo. L’unica cosa che sembrava essere in grado di fare era far vagare lo sguardo a trecentosessanta gradi.

 

Non era la prima volta che entrava in quella stanza: dopotutto, quando erano bambini erano state piuttosto frequenti le visite a casa l’una dell’altro. Eppure, quella stanza era diversa da come se la ricordava: soltanto i venti peluche sul piumone lilla evocavano lontanissimi ricordi. D’altro canto, era pure diversa da come se l’era immaginata.

 

Innanzitutto, era disordinata: la scrivania era ingombra di libri e quaderni aperti e penne colorate, quella che doveva essere una comoda poltroncina bianca accanto alla finestra pareva essere stata scambiata per un appendiabiti, la discretamente grande libreria appoggiata alla parete era stracolma di libri che, a giudicare dal modo in cui erano stati riposti e dall’usura delle copertine, dovevano essere letti piuttosto di frequente. Per di più, la libreria doveva fungere anche da ‘agenda’, visto che i bordi dei ripiani in legno erano completamente ricoperti da post-it gialli che recavano promemoria scritti in colori vivaci.

 

Incuriosito, si avvicinò per leggerne qualcuno. ‘Manca il riso!’,Chiamare idraulico per rubinetto rotto’, ‘Cucire bottone camicia blu di papà’, ‘Chiamare Sakura!!’, ‘Chiamare Naruto!!’, ‘Chiamare Shino-kun: problema sezione risposte’, ‘Risp. a 1010!’, ‘Inuzuka + Hyuga H. = awww!’,Chi è S.?’

 

Shikamaru allargò gli occhi. Poi corrugò la fronte. Se i primi post-it che aveva letto lo avevano sorpreso, gli ultimi lo avevano di certo stupito. Shino-kun? Stava forse parlando dell’Aburame? Ino era in così buoni rapporti con lui da chiamarlo in quel modo? E quel1010’ poteva riferirsi a TenTen-sempai? A quanto gli risultava, Ino non conosceva la Segretaria del Consiglio… E che c’entravano Kiba e la Hyuga?

 

Ma ciò che lo aveva scioccato era l’ultimissimo post-it: S.?! Stava forse parlando di lui? Ma non era possibile: solo il Solviamore aveva ricevuto i messaggi di S.! Doveva trattarsi di una coincidenza. Sicuramente. Insomma, quanti ragazzi avevano il nome che cominciava per S? E, poi, chi glielo diceva che si trattava di un ragazzo? Poteva benissimo essere una ragazza, no?

 

“Ah!” L’esclamazione di Ino lo colse di sorpresa, perso com’era tra i suoi pensieri. La bionda lo raggiunse di corsa, frapponendosi tra lui ed i post-it. “Non guardare!” Gli occhi lo guardavano spalancati, mentre nella voce si poteva notare una punta di panico. “Ehm… Insomma, non c’è niente di interessante: solo piccoli appunti sulle cose da fare…” Ino si toccò i capelli, apparendo visibilmente nervosa e rossa in volto. Forzò un sorriso, sospingendolo verso la scrivania. “Dai, andiamo a fare la ricerca, okay?”

 

Mm… Reazione sospetta, si disse Shikamaru, ma si lasciò comunque dirigere verso la sedia. “Possiamo usare il computer?” chiese, accennando con la testa verso il bel portatile che troneggiava sulla scrivania.

 

“NO!” gridò la bionda, gli occhi sempre più spalancati e la voce sempre più terrorizzata. La vide deglutire e distogliere brevemente lo sguardo. “Cioè, il fatto è che si è infettato. Sai come succede, no? Mentre scarichi musica, scarichi anche quei batteri che danneggiano il computer.

 

“Intendi i virus?”

 

“Sì, esatto: proprio la parola che cercavo!”

 

L’espressione della ragazza era talmente tesa che Shikamaru decise di lasciar correre: probabilmente il tema del desktop sarebbe stata una foto di lei e Naruto abbracciati o intenti a baciarsi e, sinceramente, era una visione di cui faceva volentieri a meno. “D’accordo…” sospirò. “Come intendi farla questa ricerca? A mano?”

 

“Beh, perché no? Così Asuma-sensei si convincerà che l’abbiamo fatta insieme e ci lascerà in pace!” replicò lei, andando alla libreria per prendere un libro. “Anzi, ho già un’idea per l’argomento: che ne dici delle ‘Reazioni Chimiche’? Pensavo di approfondire quelle che trasformano i liquidi in solidi o addirittura i gas in solidi, insomma quelle che cambiano completamente la struttura del materiale. Shizune-sensei mi ha prestato questo libro qualche tempo fa e…

 

“Sei proprio in buoni rapporti con Shizune-sensei.” Il ragazzo interruppe la tirata di Ino, lanciandole un’occhiata penetrante.

 

Lei si irrigidì. “Beh, ci conosciamo da un po’.”

 

Si fissarono per qualche istante, poi la smorfia di Shikamaru si approfondì, mentre il suo sguardo cadeva sulle mani. Prese un bel respiro profondo. “Senti, per ieri, mi di…” cominciò a scusarsi, ma la suoneria del cellulare ruppe il momento. Il moro lo fissò con astio, mentre il maledetto aggeggio viola vibrava sul piumone del letto.

 

“Ah, scusa!” esclamò Ino, nel protendersi per agguantarlo. Diede un’occhiata all’identità del chiamante ed aprì in fretta la conversazione. “Ehi! Che succede?” rispose. “Sì, ti avevo cercato…” Lanciò un’occhiata al giovane Nara. “No, veramente ho un ospite.” La vide diventare seria e poi riluttante. “Ah. Quindi non possiamo rimandare… Okay, allora aspetta un attimo. Coprì il telefono con una mano e si rivolse a Shikamaru. “Potrei metterci un pochino: inizia a guardare il libro, okay?”

 

Annuì imbronciato, ricevendo tra le mani il libro consunto e guardandola prendere la porta e scendere velocemente le scale, parlando fitto fitto con il misterioso interlocutore. Sfogliò distrattamente le pagine ingiallite e lo appoggiò quasi subito sopra l’eserciziario di matematica, aperto su una pagina di problemi di trigonometria.

 

Annoiato, si alzò di nuovo in piedi e riprese ad osservare la stanza della ragazza.

 

Di certo se l’era immaginata molto più rosa, si disse, passando distrattamente una mano sulla spalliera del letto. Quando si accorse di cosa stava facendo si diede dell’imbecille: cosa si aspettava? Di trovare veramente una tacca per ogni ragazzo che Ino aveva avuto?

 

Chissà quanti altri ragazzi avevano visto la stanza della bionda? Schioccò la lingua, infastidito da quel pensiero, e proseguì nella sua esplorazione. Appese alle pareti c’erano diverse stampe floreali ed una grande bacheca piena di foto e biglietti.

 

C’erano molte foto di Ino e Sakura da bambine e da ragazzine, tutte risalenti al periodo ante-Uchiha, e tre foto più recenti. Quella più in alto era stata fatta al mare: Ino e Sakura ridevano a crepapelle, cercando di aggiustare i capelli scompigliati da un forte vento. Quella a destra era una foto delle ragazze intente a mangiare da una stessa, gigantesca coppa di gelato: Ino rideva di gusto, avvicinando un cucchiaino stracolmo al naso di Sakura. L’ultima foto le ritraeva in completo da sera: entrambe sorridevano più pacate all’obiettivo, ma i loro visi guancia contro guancia sprizzavano allegria da tutti i pori. Vicino alle foto stava un foglio stropicciato scritto con una calligrafia infantile:Haruno Sakura e Yamanaka Ino con questo dichiarano di rimanere migliori amiche per sempre’; seguivano due firme impacciate.

 

Shikamaru sorrise lievemente, sollevando appena un angolo della bocca.

 

In alto, a destra, c’era una foto un po’ sbiadita di un’Ino bambina con sua madre. Shikamaru la osservò serio in volto. Ino assomigliava molto ad Inoichi, ma in quella foto sembrava l’esatta copia di sua madre: entrambe vestivano un prendisole giallo chiaro, stavano sedute in un prato fiorito, con un cappello di paglia bianco che creava pizzi d’ombra sui loro visi ed i capelli dorati raccolti in una treccia. Il giovane Nara osservò a lungo la foto, prima di sciogliersi in un sospiro.

 

La bacheca, poi, era disseminata di foto amatoriali di tramonti infuocati, molti dei quali fotografati dalla finestra di quella stanza, e di alcuni biglietti di auguri che la ragazza aveva ricevuto per il suo compleanno. Shikamaru allargò gli occhi stupito, quando notò il biglietto che proprio lui le aveva scritto, ormai più di quattro anni prima. ‘Tanti auguri alla persona più seccante che io conosca’… Sì, beh, non era mai stato troppo bravo con le parole lui…

 

Vicino al biglietto di auguri, Ino aveva affisso una foto che ritraeva loro due e Choji il primo giorno di asilo. Il ragazzo si riconobbe anche in altre foto scattate durante le gite delle elementari e persino in una del periodo delle medie. Fu molto sorpreso del fatto che Ino avesse conservato delle foto che lo ritraevano, soprattutto considerato che nella stanza non c’erano tracce di foto di Sasuke, o Sai, o Naruto. Questo, comunque, non lo infastidiva affatto. Anzi. Improvvisamente, sentiva un piacevole calore nei dintorni del cuore.

 

Una volta finito di guardare tutte le foto della bacheca, cominciò ad annoiarsi. Sbuffando dal naso (ma, insomma! Quanto durava quella telefonata?), si risedette sulla sedia, tamburellando distrattamente le dita sulla copertina del libro di Shizune-sensei. Contò fino a cinquanta, prima di sbuffare con più sentimento e sorreggersi il volto con una mano.

 

Poi, l’occhio gli cadde sul portatile di Ino.

 

Lo fissò per qualche secondo, prima di guardare in direzione della porta della stanza. Fece attenzione ai rumori che provenivano dal basso: non riusciva a captare la voce della ragazza, segno che era lontana. Tornò a fissare il portatile, combattuto tra la curiosità di scoprire se veramente Ino aveva una foto di lei e Naruto sul desktop e la consapevolezza che cedere alla tentazione sarebbe stata una violazione della privacy.

 

Si mordicchiò le labbra, incerto. Controllò un’altra volta la porta, ma nessuno stava arrivando. Con il cuore che gli batteva in gola, accese il computer.

 

Fu fortunato, visto che Ino lo aveva lasciato in stand-by. E anche perché non c’era nessunissima foto di Naruto come sfondo, ma un’immagine balneare dalla sabbia dorata ed il mare cristallino.

 

Eppure, se da un lato si sentiva scioccamente compiaciuto dell’assenza di foto del biondo, dall’altro non poteva non provare perplessità: le ragazze innamorate di solito non riempivano le stanze di foto dei loro ragazzi? D’accordo, Naruto ed Ino non uscivano insieme da molto tempo, ma gli sembrava un po’ strano che non ci fosse niente nella stanza della ragazza che avesse un collegamento con l’Uzumaki, nemmeno un messaggio scambiato a lezione o il biglietto di un film che erano andati a vedere insieme.

 

Mentre ponderava su queste considerazioni, si accorse di un’icona Internet aperta sul fondo dello schermo. Senza neanche pensare, vi cliccò sopra e, in men che non si dica, gli apparve l’ormai familiare videata del sito del Solviamore.

 

Quindi anche Ino era una fan del Cupido Virtuale… Beh, niente di strano, si disse. Magari aveva chiesto consigli per conquistare Naruto, pensò, improvvisamente di cattivo umore. Imbronciato, cominciò a navigare nel sito, approdando nella sezione ‘Risposte’. Con fare svogliato, cominciò a leggiucchiare i nuovi messaggi, finché non si accorse che c’era qualcosa di strano in quella videata. Qualcosa di diverso…

 

Dopo qualche secondo di attento scrutare si rese conto della presenza di un bottoncino che non aveva mai notato prima di allora: era un’iconcina con l’immagine di una piccola penna, situata appena sotto il box contenente il messaggio. Corrugò la fronte, confuso. Avvicinò lentamente il cursore e vi cliccò sopra.

 

Apparve una finestra rettangolare bianca, in attesa di essere riempita di parole di risposta.

 

Questa volta gli occhi di Shikamaru si spalancarono talmente tanto che rischiarono di uscirgli dalle orbite. Non… Non poteva essere così! Era impossibile anche soltanto pensarlo!

 

All’improvviso si udirono i passi di Ino sempre più vicini. Fece giusto in tempo a rimettere il computer in stand-by, prima che la ragazza entrasse nella stanza con un vassoio in mano. “Ho pensato di fare un po’ di tè…” cominciò a dire, fermandosi non appena notò la sua faccia sconvolta. “Ti senti bene, Shikamaru? Sei un po’ pallido…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Commenti:

Ops!^^ Occhio a lasciare i computer in stand-by, con Internet aperto (cosa che io faccio puntualmente -_-)!

 

Okay, okay, lo so: scusate il tremendo ritardo di oltre un mese!! Perdonatemi, ma ho litigato con questo capitolo dalla prima scena fino all’ultima. Ogni scena è stata scritta in periodi diversi e l’ultima in particolare è andata avanti per ben due settimane a suon di due o tre righe al giorno… Il tutto dovuto al fatto che ho cominciato ad avere dei dubbi su alcuni futuri avvenimenti e mi sono trovata a rivedere la trama generale, per poi decidere che in realtà ciò che avevo pensato all’inizio era meglio… E va beh.

 

Quindi, per farmi perdonare ho scritto un capitolo luuuuunghissimo: non so quanti di voi ce l’hanno fatta ad arrivare alla fine.^^’

 

Beh, se siete arrivati fin qui (coraggiosi!), permettetemi di ringraziarvi con tutto il cuore perché se questa storia continua e non giace dimenticata in una cartella di Word è soprattutto merito (o colpa, dipende dai punti di vista!^_^) vostro!

 

Come al solito, ringrazio in modo particolare:

 

CELIANE4EVER: Spero mi perdonerai il ritardo e spero anche che il capitolo sia di tuo gradimento! Tantissimi auguri (in ritardo)!!!! Una tiratina di orecchie e a presto!

 

SOUSUKE SAGARA: Grazie mille per i complimenti: sei sempre troppo buono! Mi dispiace che questo capitolo sia più ShikaIno che NaruSaku! La prossima volta vedrò di dare più spazio alla tua coppia preferita! Spero di risentirti su msn!

 

MATTHEW: Anche tu sei sempre troppo gentile!! Spero che il capitolo ti sia piaciuto!! Fammi sapere!!

 

VOLPINA90: Sono contenta che ti sia piaciuta la scena in infermeria! Spero che ti sia piaciuta anche la scena a casa di Ino! Bacioni e alla prossima

 

RIKUZZA: Beh, visto che vi ho fatto aspettare così tanto stavolta, spero che il capitolo sia all’altezza! Oh, meno male che c’è qualcuna a cui piace il piccolo genio!^^ Spero tanto che ti sia piaciuto anche qui! A presto!

 

KIKKYXX14: Grazie! Quanti complimenti! Troppo buona!! Eh, hai visto cos’ha scoperto adesso Shika?! Vedrai, vedrai come si ricrederà il rampollo dei Nara…!^^ Fammi sapere se ti è piaciuto il capitolo! Alla prossima!

 

MIMI18: Tanti, tanti, tanti auguri!! Dando uno sguardo alla pagina di Naruto su Efp ho letto che era il tuo compleanno qualche giorno fa e così mi sono detta: “Ale, devi assolutamente finire quel dannatissimo capitolo e metterci una bella scena del pomeriggio ‘di studio’, come suggeriva Mimi!”. Beh, finalmente ce l’ho fatta. Spero solo che ti piaccia questo capitolo, visto che ho avuto l’ardire di dedicartelo!^^ Spero mi farai sapere! Una tiratina di orecchie anche a te e alla prossima!

 

KIRARA_CHAN: Wow! Hai letto i capitoli tutti d’un fiato?! Coraggiosa!^^ Sono contenta che ti sia piaciuta e spero che continuerà a piacerti! Alla prossima!

 

HILLY89: aspita! Quanti complimenti!! ^//^ E non sei la prima a dirmi che assomiglia a ‘Gossip Girl’, serie della quale, prima di leggere le vostre recensioni, ignoravo l’esistenza! Comunque, sono molto contenta questa storia abbia catturato il tuo interesse: spero che anche questo capitolo sia all’altezza! A presto! Ah, grazie anche per la proposta di matrimonio!^^

 

HELLAKAHELLBOY: O_o Santo Cielo! Mi hai lasciato tantissime recensioni!! Grazie, sei stato veramente gentile!! Ovviamente, dopo che tu hai recensito ogni singolo capitolo della mia storia, il minimo che posso fare è leggere la tua e lasciarti una recensione! Lo farò al più presto! E spero che anche questo capitolo ti soddisfi, anche se è più ShikaIno che NaruIno! Alla prossima!

 

ELIE91: Anche tu fai parte del club dei sostenitori del NaruIno! Ma sai che siete tanti?! Non pensavo!^^ Io li adoro insieme, ma come coppia di amici, mi dispiace! Ma, magari, se fate una bella raccolta di firme, potrei pensare di scrivere una one-shot tutta dedicata a loro come coppia romantica! Fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto!

 

HAGUMI: Un’altra nuova lettrice, che bello!!^^ Veramente ti sto facendo un po’ ricredere sulle ShikaIno? Bene, sono contenta! Dici che Shikamaru è impeccabile? Beh, meno male: ho sempre paura di cadere nel tranello degli OOC! Spero che allora ti sia piaciuto anche qui! Alla prossima!

 

DAVIDINO89: Grazie mille anche a te per i complimenti! ^//^ Sono proprio contenta che tu ti stia appassionando al personaggio di Ino: trovo che sia un personaggio un po’ troppo bistrattato nelle fanfic! Ti ringrazio ancora tantissimo per la recensione e spero me ne vorrai lasciare una anche per questo capitolo! A presto!

 

 

Mamma mia: quanti eravate questa volta! Vi ringrazio ancora infinitamente: le vostre recensioni mi danno la carica per continuare questa storia! Purtroppo sono una persona piuttosto pigra, ma quando vedo le vostre meravigliose recensioni mi carico di voglia di fare e anche le idee cominciano a frullare più velocemente!

 

Sperando di non litigare con il prossimo capitolo e di aggiornare con più celerità,

abbraccio virtualmente tutti quanti voi!

 

Ale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=280120