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I personaggi di Naruto appartengono a MasashiKishimoto.
1
15 marzo. Caffetteria
Konoha High. Ore 12.28
“Ma
smettila!”
“Ti
dico che è così!”
“Figuriamoci!”
“Ve
l’assicuro!”
“Ah,
piantala di raccontare balle, Kiba!”
“Ma
è vero! Diamine, l’ho visto con questi miei due occhi!”
“È
da tanto che dico che dovresti farti un paio di occhiali…”
Il
ragazzo dai capelli castani scosse la testa con forza ed agitò le braccia. “Ve
lo giuro! La
Yamanaka si vede con il mio
enigmatico compagno di banco!”
“Enigmatico?”
Il ragazzo con i capelli raccolti in un codino inarcò un sopracciglio,
squadrandolo con perplessità.
Kiba arrossì, non si capì se per rabbia o
per imbarazzo. “Ehi, per chi mi hai preso, Nara? Per un analfabeta ignorante?”
Shikamaru schioccò la lingua, incrociando le
braccia al petto e lanciandogli un’occhiata eloquente. “Lo sei così tanto da
dover ripetere il concetto due volte, Inuzuka?”
Kiba sbuffò, mentre il ragazzo biondo
seduto con loro al tavolo sghignazzò. “Piantala,Naruto! Tu non lo sai nemmeno cosa vuol
dire ‘enigmatico’!” lo sgridò Kiba. Naruto smise di ridere e si imbronciò. Il ragazzo castano gli
lanciò un’occhiataccia. “Okay, okay. L’ho imparato ieri leggendo una mail del Solviamore.”
ammise.
“Ancora
con questa storia?!” sbuffò Shikamaru,
incrociando le braccia dietro la testa e guardando per aria con espressione
annoiata.
“Ehi, non sono mica il solo, sai? Quasi tutta la
scuola richiede i suoi consigli!” esclamò Kiba.
Shikamaru roteò gli occhi. “Per favore! Non c’è
mica bisogno di un consigliere cibernetico per conquistare una donna…”
“Beh,
se dovessimo prendere come esempio te, tra cent’anni saremmo ancora seduti qui
ad aspettare che Temari ci avvicini…” lo rimbeccò Naruto, squadrandolo con le palpebre abbassate.
Shikamaru si imbronciò. “Che c’entra? E poi lo
sai che alle ragazze di oggi piace fare la prima mossa. Chi
sono io per contraddirle?”
“Se,
se… Dì, piuttosto, che sei un pigro senza speranze…”
“Yosh! Buongiorno, gioventù di Konoha! Finalmente la primavera è
arrivata ed ha sparso per tutta la scuola la sua fragranza di vita!” la voce del radio-speaker della Konoha
High si riverberò potente nella piccola caffetteria. “Chi vi parla è Rock Lee con le notizie del
mattino! La quasi totalità dei giovani d’oggi sa cos’è Internet e come
utilizzarlo. Molti di meno sanno districarsi nel difficile cammino che porta al
Vero Amore. Cosa succede se si uniscono Internet e suggerimenti per giovani
innamorati? Un successo! Proprio per questo il sito del Solviamore
è da dieci settimane nella Top Ten dei siti più visitati dagli studenti della Konoha! Yosh! Proprio un sito che
arde di giovinezza, eh? Comunque, in tanti si stanno chiedendo chi sia in
realtà il Solviamore. C’è chi dice che sia uno
studente o una studentessa, altri che sia qualcuno del corpo docente, altri
ancora che si tratti di un mitico saggio eremita che si collega dal suo
misterioso rifugio per dispensare la sua sapienza a tutto il mondo… Io credo
che non sia importante. Chiunque tu sia, Solviamore:
che la fiamma della tua giovinezza continui ad essere un faro per tutte le
giovani menti innamorate della Konoha! Yosh! A domani!”
“Cielo,
Lee è sempre più sdolcinato ogni giorno che passa…” borbottò Shikamaru.
“Però hai visto che avevo ragione? Il Solviamore è nella Top Ten!” esclamò Kiba,
annuendo con aria soddisfatta.
“Tzé…”
Shikamaru era scettico; Naruto,
invece, si era fatto coinvolgere. “Ehi, Kiba, ma
funziona davvero questo Solviamore?” domandò,
sgranando gli occhi blu, avidi di sapere.
Il
ragazzo dai capelli scompigliati arrossì e si torse le dita in imbarazzo. “Beh,
non ho ancora avuto il coraggio di metterli in pratica…” rivelò.
Shikamaru sbuffò. “Fesso…” borbottò.
“Ehi!
Ti ho sentito,Nara!” si
inalberò Kiba. “Adesso te la faccio pagar… eh?”
l’attenzione del focoso ragazzo venne attirata da una testa bionda appena
entrata nella caffetteria. “Guardate un po’ là!”
Gli
altri tre si voltarono. La bellissima InoYamanaka aveva appena fatto il suo ingresso
trionfale. I suoi occhi celesti scrutarono la sala ed il suo viso si aprì in un
caldo sorriso quando individuò il suo bersaglio. Spiccò una breve corsetta
euforica e si sedette al tavolo del solitario Shino Aburame,
con grande sconcerto generale. Subito, cominciò a chiacchierare allegramente,
gesticolando di tanto in tanto per enfatizzare un concetto. Shino annuiva ed
interveniva di tanto in tanto.
Naruto e Choji
erano a bocca aperta. Kiba appariva soddisfatto. Shikamaru apatico, come sempre.
“Visto?
Visto?” si vantò Kiba. “Che
vi avevo detto? Pensate che stiano insieme?”
Shikamaru schioccò la lingua, scettico.
“Che
c’è, Shikamaru? Li hai visti, no?”
“Non
è il suo tipo.”
“E
allora perché si sarebbe seduta al suo stesso tavolo?”
Shikamaru fece spallucce. “Probabilmente gli sta
facendo le fusa per poter copiare i compiti di matematica.”
“La Yamanaka è davvero così opportunista?”
domandò Naruto, incredulo.
“Non
ne hai un’idea…” rispose lugubre Shikamaru.
“Oh, andiamo, Shikamaru! Non è poi così
male…” lo rimbeccò pacatamente Choji, tra una
patatina e l’altra.
Shikamaru gli rivolse un’occhiata, che esprimeva
in modo lampante come la pensava a quel riguardo. “La Yamanaka è una strega, Choji. E tu dovresti saperlo meglio di
me.”
Choji arrossì. “È successo
alle elementari. È acqua passata…” borbottò,
suscitando la curiosità di Naruto e Kiba.
“Cos’è
successo alle elementari?” domandò Naruto, affamato
di pettegolezzi.
“Cos’è? La Yamanaka ti ha dato un due di picche?”
sghignazzò Kiba.
Choji arrossì ancora di più, affondando il
viso nel sacchetto delle patatine per nasconderlo.
“Allora?
Allora?”
“È
così?”
“Ehi,
voi due.” si intromise Shikamaru, irritato. “Non sono
affari vostri. Lasciatelo in pace.” All’occhiata riconoscente di Choji rispose con un breve cenno di assenso. Poi, tornò a
scrutare la
Yamanaka ridere assieme a
Shino Aburame. “Tzé!”
mugugnò, prima di voltarsi dall’altra parte. “Invece di perdere tempo a
chattare con un imbecille cibernetico e controllare cosa fa quella cretina della Yamanaka, Kiba, dovresti cominciare a prepararti per il prossimo
compito di fisica: la Mitarashi non ti darà un’altra occasione
per rimediare quel 15/100…”
Kiba lo guardò storto e aprì la bocca per
ribattere, ma poi la richiuse e l’atteggiò in un
sogghigno compiaciuto. “Facciamo una scommessa, Shikamaru.
Se vinco io, mi passi il compito di fisica. Se vinci tu, farò i tuoi turni di
pulizia per un mese.”
L’altro
alzò un sopracciglio, valutando l’offerta. “E quale sarebbe questa scommessa?”
Kiba sventolò un dito sotto gli occhi di Shikamaru. “Hai tempo un mese per scoprire la vera identità
del Solviamore.”
Lo
sguardo del giovane Nara,
che fino ad un secondo prima si era acceso di interesse, tornò spento. “Ah, che
noia: ancora questo Cupido virtuale…”
“Di’
piuttosto che hai paura di perdere.” lo sfidò Kiba
con un sogghigno.
“Tzé! Figuriamoci.” Socchiuse gli occhi e mise le mani
dietro la testa. “Hai detto un mese, eh? Va bene: ci sto.”
“Perfetto!”
“E se per caso scoprissi io l’identità
del Solviamore? Faresti i miei di turni di pulizie, Kiba?” si inserì Naruto,
sogghignando.
“Tu,
scoprire chi è il Solviamore?!”
Il ragazzo castano scoppiò a ridere, seguito a ruota da Choji,
più pacato. Persino Shikamaru si concesse un
sorrisino.
Il
biondo si corrucciò. “Beh, che c’è da ridere?!”
Kiba ormai si asciugava le lacrime dagli
occhi. “Okay, okay, amico: se sarai tu a scoprire chi è il Solviamore,
giuro di fare i tuoi turni di pulizie da qui alla fine dell’anno!”
“E
se non ce la faccio?”
“Niente.”
“Perché
niente?”
“Lo
faccio perché ti sono amico, Naruto: non voglio
infierire. Se c’è qualcuno che ha una minima possibilità quello è Shikamaru, non certo tu.”
“Così
credi che non ce la possa fare, uh?” si infervorò il biondo, alzandosi in
piedi. “Beh, ascoltami bene, Inuzuka: io scoprirò chi
diavolo è questo maledetto Solviamore al massimo in una
settimana, ‘ttebayo!” tuonò,
andandosene dalla caffetteria a passo di marcia.
Kiba roteò gli occhi. “Questa è come
quell’altra sua promessa: ‘Diventerò il capo-banda più
temuto dell’intera città, ‘ttebayo!’…” esclamò,
imitando la voce di Naruto. Sogghignò. “Per ora è
riuscito solo ad essere lo studente con più lividi di tutta la scuola!”
sghignazzò.
“E
se ci riuscisse per davvero?” domandò Choji,
sgranocchiando pensosamente una patatina.
“Beh,
non è che Naruto sia stupido…” intervenne Shikamaru. “… ma mi sembra altamente improbabile.”
Kiba ridacchiò ancora alle spese del
biondo. Poi si girò per ritrovare l’altra testa bionda che era stata al centro
delle loro discussioni poco prima. “Ehi… Ma la Yamanaka non c’è più! E anche Aburame è scomparso!” Imbronciò le
labbra. “Pensi che siano andati ad imboscarsi, Shikamaru?”
Se
Choji o Kiba notarono
l’improvvisa rigidezza della schiena dell’amico, non lo diedero a vedere. Shikamaru fece spallucce e fissò la porta della caffetteria
con espressione cupa…
*
15 marzo. Scale del
quarto piano. Ore 12.47
“Dannazione! E dicono pure di
essermi amici!” borbottò Naruto. Saliva le scale corrucciato, le mani chiuse a pugno nelle tasche
dei pantaloni della divisa. Imbronciato, arrabbiato ed anche stizzito, se ne
stava andando nell’unico luogo della scuola dove si sentisse a suo agio: il
tetto.
Gli
piaceva stare lì. Era un posto tranquillo, dove non andava praticamente
nessuno, dove poteva pensare ai suoi sogni da realizzare e cullare l’idea di
essere talmente in alto da dominare l’intera scuola e tutti i suoi studenti.
Ebbene
sì: UzumakiNaruto aveva
manie di grandezza.
Voleva
scalare tutti i livelli di quella dannata gerarchia che vigeva tra gli studenti
per poter essere riconosciuto da tutti. In particolare, da lei.
La
lei in questione era Haruno Sakura, Vice-Presidente del Consiglio Studentesco.
Sì, scelta quanto meno azzardata, visto che il suddetto UzumakiNaruto era considerato da studenti e professori il
classico teppistello con troppa voglia di menare le
mani e troppo poco sale nel cervello. Sakura, invece, era la
classica alunna modello, con una media stratosferica ed una cotta
altrettanto esorbitante per UchihaSasuke, uno dei ragazzi più popolari della scuola, nonché
studente di talento, attualmente in America grazie ad una borsa di studio. E,
ovviamente, anche detentore del titolo di ‘Rivale N°1 di UzumakiNaruto’.
Aprì
la porta, venendo investito da una pioggia di raggi solari. Quando riuscì ad
aprire gli occhi, notò subito che c’era qualcosa che non andava: un paio di
gambe spuntava da dietro l’angolo a destra.
E
che gambe!, si ritrovò a pensare, lasciando che gli
occhi blu vagassero su quel gran bel pezzo di arti inferiori, le cui fattezze
erano tipicamente femminili. Raramente gli era capitato di vederne di più
belle: né troppo secche né troppo muscolose, dalla pelle così chiara e
sicuramente setosa al tatto… Indubbiamente appartenenti ad una studentessa,
visto che erano parzialmente coperte dalla gonna della divisa.
“Shino-kun!” La ragazza doveva averlo scambiato per qualcun
altro. “Finalmente sei arrivato! Io non capisco: qui
si è bloccato tutto! Insomma, stavo rispondendo alla posta, no?, e improvvisamente il computer è morto! Uffa! Che rottura queste robe elettroniche!” si lamentò, cambiando posizione.
Naruto scorse il video di un computer portatile e notò
che la ragazza aveva lunghi e lucenti capelli biondi raccolti in una coda. “Non sarebbe tutto molto più semplice se potessi rispondere alla
posta del Solviamore a mano? Mi eviterebbe meno crisi isteriche…” sbuffò lei.
“Il
Solviamore?!” mormorò il
ragazzo, stupito.
“Shino-kun?” disse ancora la giovane nascosta. “Shino-kun, perché non mirispon…?” Il viso della studentessa fece capolino da dietro
il muro. Ovale perfetto. Pelle di pesca. Bocca piccola e rossa. Fluenti capelli
biondi. Occhi color del cielo.
Naruto sgranò i propri ed aprì la bocca,
sbalordito. “YamanakaIno?!” strillò, puntandole un dito addosso. “Tu sei il Solviamore?!”
“Shhh!” gli intimò il silenzio la ragazza, alzatasi in un
baleno. Gli coprì la bocca con la mano affusolata. “Uzumaki!
Non urlare!” soffiò come un gatto arrabbiato. “Non
voglio che si sappia in giro!”
“Ma…! Ma…!” mugugnò Naruto
contro il palmo della Yamanaka.
Le prese un polso e le spostò la mano. “Tu? Il Solviamore?” ripeté ancora una volta.
Lei
roteò gli occhi ed incrociò le braccia, seccata. “Ehi, Uzumaki:
non c’è bisogno che tu faccia tutte queste scene. Potrei offendermi,
sai?”
Lui
ripensò a Kiba e alle risate degli altri e si
affrettò a scuotere il capo. “No, scusa. Non era quello che intendevo... Solo
che, beh, parlavamo del Solviamore giusto poco fa e…”
La Yamanaka non lo lasciò finire. “Non dire
niente!” esclamò con voce ansiosa. “Non raccontarlo in giro, ti prego!”
“Io
non…!” cominciò a negare, ma poi si fermò. Quella non era forse la chance di
dimostrare a Kiba e agli altri che non era così
stupido come sembrava? Sì, beh, in realtà era stata una bella botta di fortuna,
ma quello che contava era il risultato, giusto?
“Per
favore…” lo pregò ancora la Yamanaka.
Naruto tentennò.
“Se
terrai la bocca chiusa, farò qualsiasi cosa vorrai!” gli promise lei, quasi
disperata.
“Davvero?”
domandò lui, mentre un’idea gli frullava nel cervello.
La
bionda annuì. “Prometto.”
“Okay.”
Un largo sorriso furbesco gli distese le labbra. “Tu sei il Solviamore,
giusto? Aiuti le persone a conquistare chi amano, no?” La Yamanaka annuì, cauta. Il sorriso di Naruto si fece ancora più ampio. “Fa’ innamorare di me Haruno Sakura ed io farò finta che questo incontro non sia
mai avvenuto…”
Commenti:
Innanzitutto,
ben trovate/i!
Questa
è la prima volta che scrivo qualcosa su Naruto ed
anche la prima volta che scrivo qualcosa che non sia ambientato nell’universo potteriano. Ma, il fatto è che sono sotto esami, e le idee
girano come impazzite nella testa e, beh, questo è il risultato.
Scrivo
da diversi anni, ma sono nuova di questa sezione di Efp
(pur avendo letto moltissime fan fiction). Quindi, se avete consigli o
suggerimenti da darmi (anche critiche, ovviamente! Ma costruttive), non fatevi
scrupolo!
Spero
che questo primo capitolo vi abbia incuriosite/i!
I personaggi di Naruto appartengono a MasashiKishimoto.
2
16 marzo. Aula di
Economia Domestica. Ore 10.23
“Ino, insomma! Che stai facendo?!”
sibilò Haruno Sakura, togliendo dalle mani dell’amica
il peperoncino che stava per aggiungere all’impasto della torta. “Si può sapere
che diamine ti prende oggi?”
Ino sbuffò e prese la cannella. “Niente.”
“Ma
come niente?!” continuò Sakura. “È tutta la mattina
che hai la testa da un’altra parte!”
“Ogni
tanto ho qualche pensiero anch’io sotto tutti questi capelli biondi…” biascicò,
girando imbronciata il cucchiaio di legno nell’impasto molliccio.
Gli
occhi verdi dell’amica si addolcirono. “Non ho mai creduto il contrario.” Le
diede una leggera gomitatina al braccio. “Vuoi
parlarne?”
Per
un attimo Ino valutò la proposta. ‘Sai, Sakura’
immaginò di dire all’amica ‘sono io il famoso Solviamore
di cui parla tutta la scuola. Scusa se te l’ho tenuto nascosto, ma ora Uzumaki mi ha scoperta e, come prezzo da pagare per evitare
che racconti la cosa in giro, vuole che io lo aiuti a farti innamorare di lui.’
Ino deglutì: Sakura l’avrebbe sicuramente uccisa.
Primo perché rischiava di essere accoppiata con UzumakiNaruto. E secondo perché Ino
non si era fidata di lei.
Ino si sforzò di sorridere. “Non
preoccuparti. Non è niente. Davvero.”
“Ino! Sakura! Basta chiacchierare!”
“Sì,
Kurenai-sensei!” cinguettarono all’unisono. Si
rimisero al lavoro.
La
bionda sospirò. Aveva chiesto all’Uzumaki un giorno
di tempo per decidere e, contrariamente a quanto si era aspettata, il teppista
non aveva fatto storie. Probabilmente non era poi così terribile come voleva
far credere, si era detta. Però l’aveva messa di fronte ad un tragico ultimatum:
sacrificare un’amica o la propria identità segreta?
Ne
aveva parlato con Shino ed il ragazzo le aveva detto
che stava a lei decidere: lui avrebbe rispettato qualunque
sua scelta. Ovviamente, aveva aggiunto, era un peccato chiudere i
battenti proprio ora che stavano avendo un così grande successo… Lanciò
un’occhiatina a Sakura ed il senso di colpa le morse lo stomaco. Oh, se solo
avesse avuto una prova, una sola, che
Uzumaki poteva essere un buon partito per la sua
amica!
Dopo
l’incontro con il biondo teppista, si era resa conto di non aver molte
informazioni sul suo conto e che le poche cose che sapeva di lui erano
chiacchiere di corridoio. Che, come ben sapeva, riportavano solo una minima
percentuale di verità. Essendo stata lei stessa più e più volte oggetto di
queste odiosissime ciarle da comari, non poteva far altro che offrire all’Uzumaki il beneficio del dubbio.
D’altro
canto, però, sapeva anche che lui non era esattamente in cima alla lista dei
‘Potenziali Fidanzati’ di Sakura (informazione di prima mano, visto che
l’avevano compilata insieme) e che, al momento, la sua amica non era ancora
riuscita a superare l’irriducibile cotta che aveva dai tempi delle medie per lo
straordinario UchihaSasuke.
Insomma,
Ino era presa tra due fuochi ed era estremamente
confusa riguardo la decisione da prendere.
Così,
decise di tastare il terreno. “Ehm… Sakura?” la chiamò, mentre versava
l’impasto nella tortiera. “Cosa ne pensi di Uzumaki?”
Sakura
la fissò come se le fossero spuntate due teste. “Mi hai appena chiesto cosa
penso di quell’imbecille che continua a professarmi amore eterno facendomi
vergognare come un cane e sperare che la terra si apra e mi inghiotta ogni
volta che lo incontro?”
Ino si morse il labbro inferiore. “Ehm…
Facciamo finta che non ti abbia chiesto niente, okay?”
Sakura
la occhieggiò, sospettosa. “Perché vuoi sapere cosa ne penso di quel buffone?”
“Ero
solo curiosa!” si difese, ridacchiando nervosamente.
“È da un po’ che ti gira attorno, eh? Stamattina ho visto che ti parlava vicino
agli armadietti…”
“Ah, non me ne parlare! Da quando ha messo
piede in questa scuola non ho più avuto un attimo di pace: continua a chiedermi
di uscire insieme!” brontolò l’altra. Poi i suoi occhi si fecero
distanti ed un vago sorriso le si dipinse sulle labbra. “Ogni tanto, però…”
lasciò cadere la frase, troppo imbarazzata per continuare.
“Però?”
la incalzò Ino.
Sakura
arrossì un pochino. “Beh, ogni tanto mi fa avere notizie di Sasuke-kun
e, insomma, si potrebbe dire che è quasi
gentile…”
Il
cervello allenato di Ino registrò l’informazione. Quello, se avesse accettato la proposta
dell’Uzumaki, sarebbe stato un discreto punto di
partenza su cui lavorare…
“…
ma non farti strane idee in proposito!” le ordinò l’amica. “Nel mio cuore c’è
posto solo per Sasuke-kun.” dichiarò,
un po’ sognante, un po’ malinconica.
UchihaSasuke.
Quando erano alle medie lei e Sakura se l’erano litigato ferocemente. Era stato
il motivo per cui la loro amicizia si era rotta e la sua improvvisa partenza
per l’America le aveva spinte a raccogliere i cocci e tentare di ricomporli.
Ino provava uno strano sentimento di amore-odio
nei confronti dell’Uchiha. Amore (anche se sarebbe
stato più corretto dire riconoscenza) perché, andandosene, aveva eliminato
l’unico ostacolo che ancora impediva alle due di tornare le migliori amiche che
erano sempre state. Odio perché, sparendo dalla loro vita, aveva spezzato il
cuore della povera Sakura.
La
campanella suonò in quell’istante.
Le
ragazze abbandonarono senza rimpianti i loro esperimenti culinari. Non avevano
ancora oltrepassato la porta dell’aula che Sakura si nascose dietro le spalle
di Ino. “Cosa ci fa lui qui?!” sibilò, indicando col mento
proprio il biondino di cui stavano parlando poco prima.
“Chissà?”
ridacchiò nervosamente Ino, lanciando occhiate
preoccupate al ragazzo che si stava avvicinando con un gran sorriso sulle
labbra.
“Yamanaka!” la chiamò, sventolando le braccia.
“Idiota…”
mormorò Ino, passandosi una mano sul viso.
Sakura,
nel frattempo, si era raddrizzata ed ora guardava l’amica a metà tra lo
scandalizzato e lo sbalordito. “Ma sta parlando con te?!”
Sorrise
con quanta più energia possibile. “Uzumaki!” gridò,
spiccando una breve corsetta verso il giovane. “Ah, sei qui
per gli appunti di Asuma-sensei? Certo che te
li presto! Sono nel mio armadietto! Andiamo a prenderli!”
disse a voce più alta possibile, prendendo il biondo per un braccio e
cominciando a trascinarlo via a viva forza.
“Ciao,
Sakura-chan!” lui salutò allegramente l’oggetto dei
suoi desideri, prima che Ino gli facesse voltare
l’angolo.
Invece
di portarlo agli armadietti, lo trascinò verso il sottoscala. Gli lanciò
un’occhiataccia. “Si può sapere cosa diavolo stavi tentando di fare?” soffiò.
Uzumaki sorrise, per niente spaventato. “Hai
pensato alla mia proposta?”
Inosospirò,
afflitta. “Ci ho pensato, però non è questo il modo in cui lavoro.” Di fronte
all’espressione confusa del biondo, sospirò di nuovo. “Intendo dire che, di
solito, non vengo costretta ad
accoppiare due persone.” Alla parola ‘costretta’, il ragazzo si guardò i piedi,
quasi si vergognasse. “Insomma, di solito, sono sicura che, chi mi chiede
aiuto, ama sinceramente l’altra persona…”
“Ma
io amo Sakura!” esplose Uzumaki, con un’espressione
così seria che Ino per un attimo ci credette sul serio.
Solo
per un attimo, però. “Allora dimostramelo.” ordinò con voce dura.
“E
come?”
“Da
quanto credi di amarla?”
Lui
le lanciò un’occhiataccia. “Sono sicuro
di averla amata dal primo momento in cui l’ho vista camminare per i corridoi di
questa scuola.”
“E
perché sei convinto di amarla?”
“Perché
lei…” Gli occhi del ragazzo si fecero più dolci. “Perché lei è un po’ come me:
sta lottando perché il suo valore venga riconosciuto. È come un fiore sbocciato
in ritardo, che sta tentando di stare al passo con gli altri, per riuscire un
giorno a superarli e dimostrare quanto valga più di loro…”
Ino era rimasta a bocca aperta. Non
avrebbe mai creduto che un tipo come UzumakiNaruto avrebbe descritto in modo così puntuale la sua
migliore amica. Questo significava che l’aveva osservata bene? Che forse
l’amava davvero? Si riscosse. “Okay. Visto che pensi di conoscere così bene Sakura, mi sai dire qual è
il suo fiore preferito?” chiese, con un sorrisetto maligno: di solito, la gente
era indotta a pensare che, con un nome come il suo, il fiore preferito di
Sakura fosse proprio il ciliegio. Invece lei sapeva bene che il fiore
preferito dell’Haruno era…
“La
cosmea.” rispose sicuro il biondo.
Ino sgranò gli occhi. “Giusto…” sussurrò.
“Un’ultima domanda: perché credi di essere il ragazzo giusto per lei?”
“Non
so se sono o meno il ragazzo giusto… So benissimo che
lei è innamorata di Sasuke, ma…” Uzumaki
prese un bel respiro e la fissò determinato. “Sono sicuro che potrei renderla felice, perché per me non c’è cosa più bella
al mondo che il sorriso sul suo volto.”
“Wow…”
Ino era talmente impressionata da essere quasi
commossa. Era la prima volta che udiva una dichiarazione così sentita.
“Ehm…
Ora ci credi?” domandò il biondo, passandosi una mano sul collo, imbarazzato.
“Sì. Direi proprio di
sì.” sorrise Ino.
Anche
il viso di Uzumaki si aprì in un sorriso. “Allora,
abbiamo un accordo, Ino-chan?” chiese, allungando la
mano e facendole un occhiolino.
Lei
prese quella mano abbronzata e la strinse, venendo investita da una buona
sensazione. Sorrise con più forza. “Abbiamo un accordo, Naruto-kun.”
confermò.
“Evvai!” esultò il ragazzo, trascinandola in un abbraccio da
orso.
Ino arrossì per la vicinanza e si
allontanò, imbarazzata. “Uhm… Aspetta ad esultare: prima devo elaborare una
strategia per farti conquistare Sakura.”
“Ho
fiducia in te, Ino-chan.” ammise sinceramente Naruto, guardandola con quei suoi grandi occhi blu.
Ino si trovò ad arrossire nuovamente. Si
schiarì la voce. “Okay… Fammi pensare…” Si massaggiò la fronte con due dita.
Come poteva fare in modo che Sakura si accorgesse di Naruto?
Diamine, quel ragazzo non aveva fatto altro che cercare di farsi notare da lei!
Spinse in fuori le labbra, pensosa. Era praticamente
impossibile che Sakura non lo avesse notato. Quindi… Quindi era talmente
abituata alla sua presenza, che forse una sua assenza sarebbe stata notata più
facilmente!
Okay,
si disse. Puntiamo sull’assenza… Assenza… Assenza? No, non assenza:
irraggiungibilità! Sì, molto meglio! Naruto doveva
sembrare improvvisamente irraggiungibile agli occhi di Sakura. Ma come fare?
Le
veniva in mente un unico modo: farlo uscire per finta con un’altra ragazza.
Ora, il problema era trovare una ragazza disposta a fare il loro gioco… L’unica
che aveva mai mostrato interesse per il biondo teppista era HyugaHinata, ma l’Inuzuka aveva
chiesto il suo aiuto come Solviamore per conquistarla
ed Ino non voleva rovinare le possibilità del ragazzo…
Come
fare? Come fare?, si chiese, battendosi un pugno
contro la fronte al ritmo dei suoi pensieri.
Risatine
divertite le fecero perdere la concentrazione. Fissò confusa Naruto, scosso dalle risate. “Perché stai ridendo?”
domandò, sinceramente perplessa.
Gli
occhi blu del ragazzo la guardarono divertiti, mentre le risatine cessavano.
“No, scusa, è che sei buffa quando pensi…” si scusò
con un sorriso.
Ino si imbronciò. “Buffa, eh?” borbottò,
girando sui tacchi ed uscendo dal sottoscala.
Naruto si sbrigò a raggiungerla. “Ehi, no! Non volevo offenderti: era una
specie di complimento…” rivelò, improvvisamente imbarazzato.
“Un
complimento?” Gli rivolse un’occhiata gelida. “Dobbiamo migliorare molto in
questo ambito…”
Naruto le passò con disinvoltura un braccio
attorno alle spalle. “Sono sicuro che con il tuo aiuto andrà molto meglio.”
disse con sincerità.
Ino lo fissò sorpresa. E, da qualche
parte, un pochino compiaciuta.
“Oh!
Hai visto da dove sono usciti?”
“Sì!”
“Chi?”
“Uzumaki con la Yamanaka!”
Alcuni
studenti cominciarono a guardarli in modo strano.
“Sono
stati al sottoscala…”
“Chissà
cos’hanno fatto…?”
“Stiamo
parlando della Yamanaka: lei
va sempre fino in fondo con tutti.”
Naruto aveva ancora il braccio attorno alle
spalle di Ino e la sentì irrigidirsi. Fece per
togliere il braccio e dirne quattro a quelle pettegole, quando la mano bianca
di Ino arpionò la sua, facendola rimanere fermamente
appoggiata sulla propria spalla.
“Ino, ma…?”
“Sta’
buono,Naruto… Mi è venuta
un’idea…”
*
16 marzo. Aula di
Matematica. Ore 12.09
“Hai
sentito l’ultima?”
“No,
cosa?”
“Sembra
che la Yamanaka stia uscendo con Uzumaki!”
Crash!
“Che
state facendo? Ehi, Nara, ti senti bene? Sembri un po’ pallido…”
“…
Non è niente. Mi scusi,Kakashi-sensei.”
“D’accordo.
Allora, il seno di una funzione…”
Shikamaru raccolse da terra un pezzo di matita,
l’altra metà ancora saldamente impugnata nella mano destra. La sua fronte era
corrugata. La
Yamanaka che usciva con Naruto? Ma cosa diavolo stava succedendo?
Commenti:
E
qui iniziano i guai…
Grazie
mille a: kikkyxx14, _matthew_ e sousukesagara!! Spero che anche questo secondo capitolo vi piaccia!
I personaggi di Naruto appartengono a MasashiKishimoto.
3
16 marzo. Cancelli
della Konoha High. Ore 15.46
“Sai,Ino? Ho
sentito uno strano pettegolezzo oggi…”
“Ah,
sì? Di che si tratta, Sakura?”
“Beh,
è sicuramente un errore, sai come sono queste chiacchiere di corridoio… Ma
dicono che tu stia uscendo con Uzumaki. Non
preoccuparti: ho già detto che è impossib…”
“È
vero.”
“…
ile… Cosa?!”
“Non
fare quella faccia, Sakura: te l’avevo detto che mi sarebbe piaciuto avere un
ragazzo, no? Naruto è carino, a te non piace, quindi
me lo sono preso io.”
“…”
“Perché?
Lo volevi tu?”
“Assolutamente
no!”
*
16 marzo. Camera di Haruno Sakura. Ore 20.59
La
penna picchiettava sempre più velocemente contro la pagina quadrettata del
quaderno. Sakura rilesse per la ventesima volta il problema di trigonometria. “Determinare l’ampiezza x di ciascun angolo alla base di un
trapezio isoscele circoscritto ad un semicerchio di raggio r, sapendo che il
volume generato dal trapezio in una rotazione… Aaah!
Uffa!” gridò, mettendosi le mani nei capelli.
Non
c’era verso di applicarsi alla trigonometria quella sera.
Non
quando l’unica immagine che riusciva a visualizzare nella mente era una
alquanto disturbante visione di Ino assieme a Naruto.
Più
pensava a loro come coppia e più l’intera situazione le sembrava sbagliata.
Insomma,
Ino e Naruto?!
Non
che la questione le interessasse, ma quella testa quadra non le aveva chiesto
un appuntamento proprio quella mattina? Che diavolo gli era saltato in mente di
mettersi con Ino due ore dopo? Aveva forse intenzione
di spezzarle il cuore? E poi, non era forse innamorato di lei, Sakura? E allora
perché?!
Sakura
batté ripetutamente la testa contro la maledetta pagina quadrettata ancora
maledettamente intonsa. Non c’era proprio verso di fare i compiti quella sera…
*
17 marzo. Camera di NaraShikamaru. Ore 00.49
Si
girò, mettendosi supino, con le braccia incrociate dietro alla testa. Non
riusciva a capire: com’era possibile che una come Ino si fosse messa con uno come Naruto?
Era
impossibile! Insomma, infrangeva tutte le regole che esistevano nell’universo!
Diavolo! Infrangeva le regole che aveva creato Ino stessa!
“Io non esco con gli
sfigati.”
Quelle
parole ancora bruciavano come sale su una ferita aperta. Secondo la ‘dolce
principessa’ lui e Choji appartenevano alla razza
degli ‘sfigati’. E lei era troppo preziosa per parlare con plebaglia come loro,
tanto meno uscirci insieme.
Ma
allora come aveva fatto a mettersi insieme ad UzumakiNaruto, che, fino a prova contraria, apparteneva al
medesimo insieme degli ‘sfigati’?
Insiemi?
Oh, cavolo! Tutto quel pensare alla Yamanaka gli aveva fatto scordare di fare i compiti di
matematica…!
“Dannata
seccatura…” grugnì, voltandosi nuovamente su un lato, sperando che il suo buon
amico Chojisarebbe stato tanto
gentile da fargli copiare i compiti prima di entrare in aula.
*
17 marzo. Armadietti
al pian terreno. Ore 08.25
Era
imbarazzato. A disagio. Con troppo sangue alla testa e in altre zone a cui era
meglio non pensare. Lanciò uno sguardo alla testolina bionda appoggiata alla
sua spalla e deglutì nervoso. “Devi proprio attaccarti al mio braccio in questo
modo?” sussurrò agitato.
Lei
gli lanciò un’occhiataccia. “Vuoi stare zitto e lasciare che io faccia il mio
lavoro?”
“Sei
sicura che funzionerà?” domandò.
Altra
occhiata raggelante. “Stai mettendo in dubbio il mio piano, brutto pezzo di…
orsacchiotto!” esclamò senza preavviso, nascondendo il viso nell’incavo della
sua spalla e sfregandovi il naso.
“Eh?”
Naruto rimase paralizzato dalla sorpresa. “Non si
dice mica ‘pezzo d’asino’?” domandò, piuttosto
scioccamente a dire la verità.
“Mettimi
un braccio attorno alla vita, sciocco!” soffiò Ino arrabbiata, lanciando
immediatamente dopo un sorriso in direzione di Sakura, mentre Naruto obbediva al suo ordine. “Non fare stupidaggini
adesso: lascia parlare me!” sussurrò, accigliata. Di nuovo Naruto
rimase sorpreso dalla sua straordinaria capacità di trasformare in meno di
mezzo secondo una smorfia severa in uno splendido sorriso. “Sakura! Che bello vederti!”
“Ino. Naruto.”
L’altra li salutò con un sorrisino stiracchiato. “Vedo che siete già… in
confidenza.” commentò un po’ secca, alludendo al loro abbraccio.
Ino strinse il torso di Naruto con entrambe le braccia, facendogli saltare il cuore
in gola. Lui arrossì, in parte anche per quegli occhi verdi puntati addosso. “Oh, non fare l’insopportabile Vice-Presidente già di prima mattina,
Sakura! Ieri non abbiamo avuto il tempo di abituarci all’idea, vero, Naru-kun?” gli fece le fusa Ino, sbattendo gli occhioni
celesti.
“Ehm…”
fu il solo suono che fu in grado di articolare.
Ino ridacchiò in modo molto femminile. “È così dolce, sai Sakura? Oggi ha promesso di pranzare con
me e riaccompagnarmi a casa! Vero, Naru-kun?” Gli lanciò uno sguardo
ammonitore, non vista dall’amica.
“Ehm…
Certo.” rispose con un sorriso nervoso, lanciando un’occhiatina a Sakura, che
aveva immerso il viso nel suo armadietto.
“Ah,
allora oggi non facciamo la strada insieme…” commentò questa con un sorriso,
chiudendo però lo sportello con un po’ troppa forza.
La
bionda scosse la testa. “Scherzi? Oggi usciamo tardi ed il sole tramonta ancora
piuttosto presto: Naruto accompagnerà entrambe, vero,
orsacchiotto?”
Il
biondo rischiò di farsi andare la saliva per traverso. Tossendo ed arrossendo,
riuscì ad articolare un flebile “Sì”.
“Eccolo
qui, il mio cavaliere!” sorrise Ino, facendogli un
buffetto sul petto. “Non è meraviglioso, Sakura?”
“Sì…
Meraviglioso…” borbottò torva l’amica. “Ci vediamo in classe, Ino. Vedi di non fare tardi!”
Ino si voltò verso Naruto
con un sorriso soddisfatto. “Hai visto? È verde!”
“Uh?
A me sembrava rosa come al solito…” commentò lui, perplesso.
La
bionda sospirò esasperata. “Idiota. Intendevo dire che
è gelosa. Probabilmente lo sta negando con tutta se stessa,
ma si vede lontano un miglio!” ridacchiò la bionda, lasciando andare il braccio
di Naruto e trotterellando allegra verso il proprio
armadietto. “Non pensavo che avrebbe funzionato così bene: ah, Sakura è
proprio una sempliciotta!” commentò soddisfatta. Poi si accorse di tutti gli
studenti che li guardavano curiosi. “Mi accompagni in classe, Naru-chaaan!” cinguettò, sbattendo gli occhioni
per il loro pubblico.
Naruto arrossì violentemente e le si
affiancò. Ino gli porse i libri e lui li mise sotto
il braccio, assieme ai propri. Mentre ricambiava un po’ impacciato il sorriso
smagliante della bionda, Naruto si chiese quando
avrebbe potuto finalmente comportarsi così con la sua Sakura…
*
17 marzo. Aula di
Chimica. Ore 09.08
“Aburame, Hyuga ed Inuzuka: voi preparerete una ricerca
sull’Elettronegatività. Che c’è? Non gradisci,Inuzuka? Preferisci un argomento di Chimica Quantistica? No?
Molto bene.” AsumaSarutobi
scorse con gli occhi la lista dei suoi studenti. “Dunque, l’Atomo, invece, lo
darei ad Akimichi, Nara e… Yamanaka. Che ne dite?”
Ino sgranò gli occhi e lanciò un’occhiata
preoccupata a NaraShikamaru.
Choji poteva anche andare, ma NaraShikamaru?!
Lui
la squadrò con la sua solita aria annoiata. “I gruppi non si possono cambiare,
vero, Asuma-sensei?” chiese col tono rassegnato di
chi conosce già la risposta.
Asuma gli rivolse un sorrisetto. “Ottima
deduzione, Shikamaru.”
Il
ragazzo col codino spettinato sbuffò ed Ino giurò di
averlo sentito biascicare: “Che seccatura…”
Levò
la mano curata per aria. “Sensei? È proprio sicuro
che non si possa fare niente di niente per, ecco, modificare la struttura del
gruppo? Insomma, come lei ci ha splendidamente spiegato, la chimica è armonia
tra gli elementi e, beh, se nel gruppo non c’è sintonia la ricerca potrebbe…”
“Ino?” la interruppe Asuma con un
sorriso furbo. “Benché di solito mi piaccia ascoltare i miei studenti
sperticarsi per adularmi abbastanza da farmi cambiare idea, i gruppi non si
cambiano.”
“Ma…”
“No.
Ed è la risposta definitiva.”
Ino incrociò le braccia al petto e fissò
il docente con gli occhi assottigliati dalla rabbia. La prossima volta se li
poteva sognare volta i consigli per sedurre Kurenai-sensei!
Shikamaru si sedette accanto a lei, seguito da Choji. “Sembra che tu sia finita in gruppo con me…” disse
annoiato, continuando a guardare avanti.
Ino strinse le labbra e sperò che la
campanella suonasse il prima possibile.
*
17 marzo. Caffetteria Konoha High. Ore 12.11
Naruto le lanciò l’ennesima occhiatina di
sottecchi: Ino guardava dentro il bicchiere
dell’acqua come se volesse affogarci dentro. “Ehm… Ino? Tutto bene?” domandò cauto.
Lei
si riscosse. “Tutto bene, Naruto. Tutto
benissimo.”
“Non
sembra mica, sai?” ribatté lui, poco convinto.
“Ho
detto che va tutto bene.” replicò gelida. Poi si alzò in piedi. “Vado a
prendere una boccata d’aria.”
“Ma
non hai mangiato niente!” provò a fermarla Naruto.
“Non
ho fame.”
La
seguì con occhi preoccupati finché non uscì dalla caffetteria.
“Allora
quello che si dice in giro è vero: stai con quella bomba della
Yamanaka!” La voce di Kiba
lo fece sobbalzare. Il castano si sedette accanto a lui, passandogli un braccio
attorno alle spalle e strofinandogli le nocche contro la testa. “Hai capito il
nostro Naruto, eh!” rise, mentre il biondo si
divincolava.
“E
piantala, Kiba!” si lamentò Naruto,
sfuggendo dalla presa ferrea dell’amico e massaggiandosi la testa dolente.
“Come hai fatto a convincerla? L’hai drogata?”
ridacchiò Kiba.
Naruto si grattò la testa a disagio, pensando
che non c’era andato poi così lontano.
“Piuttosto,” sussurrò l’amico con fare cospiratorio. “la Yamanaka è facile come dicono?”
“Facile?”
ripeté il biondo, perplesso.
“Sì,
lo sai, no? Compiacente, frivola, un po’ stupida, ma molto, molto ardente...”
replicò Kiba con un ghigno lupesco.
Naruto gli riservò un’occhiataccia. “Ci
vediamo.” lo salutò seccamente, sentendosi estremamente irritato senza un
motivo particolare. Raccattò un paio di panini e due bottigliette d’acqua e se
ne andò dalla Caffetteria, sbattendo la porta.
*
17 marzo. Panchina del
cortile della Konoha. Ore 12.32
Ino sedeva. Guardava per terra, ma in
realtà non vedeva niente.
Semplicemente,
malediceva il destino avverso. Il Presidente del Consiglio Studentesco, HyugaNeji sarebbe stato fiero di
lei.
Perché,
oh perché?, doveva far parte dello stesso gruppo di NaraShikamaru?!
Si
accartocciò su se stessa, mettendosi le mani nei capelli, scompigliandosi la
coda perfetta.
All’improvviso
un paio di vecchie scarpe da ginnastica entrarono nella sua visuale. Perplessa
alzò lo sguardo, venendo investita da un sorriso abbagliante.
“Yo!” la salutò Naruto, sedendosi
accanto a lei. “Uff! Ci ho messo una vita per trovarti: alla fine sono andato sul tetto
e ti ho vista dall’alto.” le spiegò tranquillamente, aprendo entrambe le
bottiglie d’acqua che portava con sé e porgendogliene una.
Ino era sbalordita. Perché Naruto era venuto a cercarla? Di solito, tutti si
mantenevano ad una distanza di sicurezza quando il suo umore non era dei
migliori.
Evidentemente
la domanda si leggeva sul suo viso, perché il biondo sorrise
impacciato. “Sembravi un po’ turbata prima e te ne sei
andata via in fretta e furia, senza neanche mangiare un boccone. Ho pensato potessi avere fame…” spiegò, indicando i panini, appena
tirati fuori dalle tasche.
Sentì
lo stomaco stringersi e le lacrime pungerle gli occhi.
Naruto si accorse del suo cambio di
espressione. “Se vuoi che ti lasci in pace…?”
Ino gli prese la bottiglia dalle mani,
abbassando il viso. “No. Grazie, Naruto.”
Il
sorriso del teppista tornò brillante. “Beh, avevamo deciso di mangiare insieme,
no?”
E
così si misero a mangiare, uno sorridente e l’altra
imbarazzata. Controllati da due paia di occhi contrariati: uno nero e l’altro
verde…
Commenti:
Ciao
a tutti! Finalmente ce l’ho fatta ad aggiornare!
Dovete
scusarmi, ma temo che gli aggiornamenti non saranno proprio regolari: in questo
periodo sono molto impegnata tra università e lavoro e il tempo per scrivere si
è ridotto drasticamente… Spero, comunque, che continuerete a seguirmi!
Un
ringraziamento a tutti coloro che hanno letto gli scorsi
capitoli.
Un
ringraziamento speciale a:
SOUSUKE SAGARA: Wow! Quanti complimenti! ^//^ Anche a
me piace molto la coppia NaruSaku. Per quanto
riguarda la coppia NaruIno, mi piace perché adoro
entrambi i personaggi, ma personalmente li vedo più come ottimi amici. Ino la preferisco con Shikamaru,
mi spiace. Spero, comunque, che continuerai a seguire la storia perché leggo
con molto piacere i tuoi commenti! Per quanto riguarda l’altra storia,
accipicchia! Hai una gran fiducia nelle mie capacità descrittive! ^//^ Beh, per
ora ho intenzione di concentrarmi su questa AU, ma chissà…? A presto!^^
_MATTHEW_: Grazie
per aver commentato lo scorso capitolo!^^ E ci hai proprio azzeccato: Ino e Naruto combineranno un
sacco di disastri, scatenando la gelosia di ben due persone… Spero ti sia
piaciuto anche questo capitolo!
Alla prossima!^^
CELIANE4EVER: Grazie per il commento! Spero ti sia
piaciuto il seguito!^^ A presto!
MIMI18: Ciao! Innanzitutto, ti devo proprio
ringraziare per la recensione a ’10 spintarelle per Teddy
e Victoire’: sono stata molto contenta di sapere che
ti è piaciuta! Quando ho letto che l’hai trovata ‘sublime’ sono arrossita fino
alla punta dei capelli! E anche in questa tua ultima recensione, quando mi hai
definita ‘il mito della sezione HP’! Oddio, ma sei proprio sicura che mi merito tutti questi complimenti?!? ^///^ Comunque, hai
ragione a definire questa storia un po’ pazza, soprattutto perché ho deciso di
postarla in un momento così incasinato per me, ma mi diverte scriverla e spero
diverta voi che la leggete! Mi raccomando, visto che sei una veterana di questa
sezione (a proposito, ho letto alcune delle tue storie: sono bellissime! Meriti
tu i miei complimenti!), fammi sapere
cosa ne pensi! Alla prossima!^^
I personaggi di Naruto appartengono a MasashiKishimoto.
4
17 marzo. Cancelli
della Konoha High. Ore 18.22
Naruto sbuffò, rimanendo appoggiato con la
schiena al pilastro dell’entrata della scuola, la cartella buttata a terra
senza troppo riguardo. Incrociò le braccia dietro la testa, puntando lo sguardo
verso il sole morente.
Ma
quanto ci mettevano quelle due?! Sapeva che Sakura
aveva i suoi impegni di Vice-Presidente, maIno che scusa aveva?
Lanciò
un’occhiata disperata all’orologio, rendendosi conto che avrebbe fatto tardi al
lavoro. E chi l’avrebbe sentito poi Teuchi-ojiisan?
“Che
ci fai ancora qui, Naruto?” domandò una voce
annoiata.
“Uh? Shikamaru?” Il biondo gli rivolse un sorrisone. “E
tu? Ti sei addormentato dopo le lezioni?” chiese
scherzoso.
Ma
il moro non rispose al sorriso. “Stai aspettando Ino?”
A
Naruto parve che la voce dell’amico fosse seccata, maShikamaru aveva sempre
un modo un po’ burbero per dire le cose, quindi non ci fece troppo caso. “Sì, ma
ci sta mettendo una vita ad arrivare!” si lagnò. “Ah, mi farà fare tardi…!”
Proprio
mentre Shikamaru stava aprendo la bocca per dire
qualcosa, si sentì una voce in lontananza. “Naruto!”
L’interpellato
si staccò dal pilastro e si posizionò nel bel mezzo dell’uscita. “Ino!” gridò in risposta, vedendo la ragazza correre verso
di lui. “Finalmente! Pensavo che non saresti più uscita da lì!”
Lei
si rassettò la giacca ed i capelli, un po’ sconvolti dalla corsa. “Eh, scusa,
ma dovevo parlare con Shizune-sensei e non mi sono
resa conto dell’orario! Sakura è già arrivata?”
“No,
ma in compenso abbiamo Shikamaru!” annunciò allegro Naruto. “Certo, preferivo Sakura-chan,
ma non si può sempre avere tutto dalla vita.” scherzò, scrollando le spalle.
Ino nell’udire il nome dell’altro ragazzo
si era fermata ed ora squadrava il moro con espressione raggelata. “Ehm… Ciao, Shikamaru.” lo salutò con voce fievole, abbassando lo
sguardo. Quegli occhi neri sembravano volerla trapassare…
“Ino.” ribatté lui, inchinando brevemente il capo in segno
di saluto.
Naruto scrutò i due con le sopracciglia
aggrottate in un’espressione perplessa. Ma che diamine…?
In
quel mentre arrivò Sakura. “Oh. Siete ancora qui…” commentò.
Stranamente, non appariva contenta. Anzi, pensò Naruto,
sembrava piuttosto scocciata.
Nel
sentire la voce dell’amica, la testa di Ino scattò
verso l’altro, la bocca rossa piegata in un bel sorriso. Un po’ tirato, però.
“Sakura!” esclamò la bionda, prendendo l’altra a braccetto. “Ma
certo che siamo ancora qui: ti avevo detto che avremmo fatto la strada insieme,
no? Naruto non è stato un amore ad aspettare, eh?” domandò, sbattendo gli
occhi con fare frivolo in direzione del biondo.
Naruto si portò una mano ad accarezzare la
nuca, imbarazzato da quegli occhi verdi che lo puntavano quasi accusatori.
“Sì.”
replicò Sakura, asciutta. “Oh, ci sei anche tu, Shikamaru-san?”
commentò sorpresa.
Shikamaru grugnì un assenso, con gli occhi
sempre diretti su Ino, che faceva di tutto per non
intercettarli.
Sakura
si districò dalla presa dell’amica e si avvicinò al giovane Nara. “Vuoi venire con noi?” domandò con voce
autoritaria, rivolgendogli un’occhiata intensa.
Forse
era una prerogativa dei geni capirsi con un solo sguardo, perché Shikamaru annuì lentamente. “Perché no?” disse tetro,
tornando a trafiggere Ino con gli occhi cupi.
“Fantastico!”
esclamò quest’ultima, aggrappandosi spasmodicamente al braccio di Naruto. “Più siamo, meglio è!” trillò, la voce appena
incrinata verso la fine.
Il
biondo le lanciò un’occhiata, ma lei gli restituì solo un sorriso enorme. Naruto alzò le spalle e si incamminò verso la stazione, il
cuore che gli batteva forte al pensiero di poter accompagnare a casa la sua
adorata Sakura-chan.
*
17 marzo. Esterno Casa
Yamanaka. Ore 18.51
L’atmosfera
era strana, si disse Naruto. Insomma, era da più di
dieci minuti che camminavano in silenzio. Non che il resto del tragitto fosse
stato caratterizzato da allegri scambi di battute…
Shikamaru e Sakura erano stati di umore tetro
per tutto il viaggio in treno, rispondendo a monosillabi e grugniti. Ino aveva tentato più volte di iniziare una conversazione,
ma alla fine vi aveva rinunciato ed ora camminava appesa al braccio di Naruto, con lo sguardo intento a fissare i propri piedi.
Naruto si era accorto che durante tutto il
tragitto la bionda sembrava essere in preda al nervosismo: non faceva altro che
stare abbarbicata al suo braccio, appiattendosi con finta disinvoltura il
ciuffo per nascondere il viso. E continuava a lanciare occhiatine a Shikamaru, che finalmente sembrava aver smesso di tentare
di darle fuoco con lo sguardo.
Decisamente
c’era qualcosa che non andava. E, stranamente, sapere cosa fosse gli premeva più che riaccompagnare a casa Sakura.
Decisamente la curiosità era un suo punto debole.
“Okay! Io sono arrivata!”
trillò Ino, guardando il cancelletto che portava alla
sua villetta unifamiliare con molto sollievo. “Ehm… Grazie a tutti della
compagnia.” disse, un pochino incerta, senza fissare
negli occhi il moro. Si girò verso il biondino. “Grazie per
avermi riaccompagnata a casa, Naruto. Potresti accompagnare anche Sakura fin sotto casa, per favore?”
domandò, lanciandogli un brevissimo sorriso di incoraggiamento.
Naruto guardò Sakura che tamburellava le dita
sul manico della cartella di cuoio. Poi fissò Ino,
gli occhi celesti spalancati e l’espressione ancora tesa. “No.” rispose,
tranquillo.
“Cosa? Perché?!”
strillò la bionda, stupefatta.
“Perché devo andare al lavoro. E devo parlarti. Può sempre
accompagnarla a casa Shikamaru. Non
ti dispiace, vero, Sakura-chan?” chiese gentilmente.
Sakura
lo fissò malissimo. Poi, alzò il naso per aria. “Figuriamoci!
Fino a ieri sono andata a casa da sola ed ancora non mi ha mangiata nessuno. Andiamo, Shikamaru-san!” brontolò,
prendendo il moro per una manica della giacca e trascinandolo via.
“Ehi,
fa’ piano!” protestò lui, tentando invano di rallentare il passo.
Quando
furono a distanza di sicurezza, Ino lo prese per il
bavero del giubbotto. “Ma sei impazzito?!” soffiò
iraconda a pochi centimetri dal viso del biondo. “Ti avevo creato la perfetta
occasione per restare da solo con Sakura!”
“E Shikamaru? Gli avrei dovuto
tirare una botta in testa?” domandò Naruto, alzando
un sopracciglio.
“Non
sarebbe stata una cattiva idea…” biascicò Ino, ancora
sulle punte per guardarlo faccia a faccia.
“Si
può sapere qual è il tuo problema con Shikamaru?”
chiese il teppista, allontanando da sé la bionda con gentilezza e riprendendo a
camminare verso il cancello.
“Non
c’è assolutamente nessunissimo problema!” squittì in fretta la ragazza.
Naruto le rivolse un’occhiata eloquente. “E
allora perché hai passato tutto il tempo ad evitare il suo sguardo?”
Ino si imbronciò. “Non sono affari tuoi.”
Il
biondo sembrò voler dire qualcosa, ma i suoi occhi si spensero. Chinò la testa
e si grattò la nuca in imbarazzo. “Sì, hai ragione: sono proprio un ficcanaso,
eh?” ridacchiò fiaccamente, fissandosi i piedi.
Lei
provò una fitta allo stomaco, molto simile a quella provata a pranzo. Si morse
le labbra, tormentata. Poi batté un piede a terra, stizzita con se stessa. “È
una storia lunga e noiosa, Naruto.” sbottò, fissando
le finestre buie di casa sua con aria corrucciata.
Lui
rimase per qualche attimo in silenzio. “Passami il tuo cellulare, Ino.” disse, poi, all’improvviso.
Perplessa
ed un po’ sospettosa, glielo consegnò tra le mani. “Che ci vuoi fare?”
“Niente
di male, giuro!” si affrettò a spiegare lui. “Viola?” rise poi sotto i baffi,
cominciando a digitare qualcosa sui tasti.
Ino gonfiò le guance. “È il mio colore
preferito, qualcosa in contrario?”
“Io? E cosa potrei dire, se vado in giro
con uno come questo?” rise lui, mostrandole il proprio
telefonino, di un bell’arancione acceso.
Entrambi
ridacchiarono.
Naruto le riconsegnò il cellulare. Ino lo guardò, curiosa. Lui sorrise impacciato. “Beh,
quello è il mio numero: nel caso remoto in cui un giorno ti senta in vena di
raccontare storie lunghe e noiose…” spiegò, massaggiandosi il collo,
imbarazzato.
“Un
po’ presuntuoso, Uzumaki: cosa ti fa credere che
chiamerei te?” domandò lei, guardandolo intensamente.
Naruto abbassò gli occhi, mortificato. Già:
perché la popolare YamanakaIno
avrebbe dovuto chiamare uno come lui? Dopotutto, non erano mica amici: se si
frequentavano era solo perché lui la stava ricattando, si ricordò con amarezza.
Proprio
quando stava per aprire bocca per ritirare tutto ciò che aveva detto, la voce
di Ino lo sorprese. “Comunque, se non avessi niente
di meglio da fare…” lasciò cadere la frase, tentando di sembrare indifferente,
ma anche nella luce crepuscolare Naruto notò le
labbra che vibravano di un sorriso trattenuto.
Naruto sorrise. “Ci conto, eh!” esclamò, gli
occhi che caddero sull’ora. Sobbalzò. “Oh, mannaggia! Teuchi-ojiisan mi ucciderà! Devo proprio scappare: ci vediamo domani?” chiese, mentre già aveva spiccato una
leggera corsetta.
“Sì,
a domani!” gridò Ino, salutandolo con una mano e
stringendosi al petto il cellulare. Si permise il sorriso gioioso che aveva
represso in presenza del biondino, la cui figura si stava allontanando di gran
carriera. Mordicchiandosi il labbro inferiore nell’aprire il cancello, si stupì
nel trovarsi così felice: dopotutto, era solo un numero, no? E di un teppista,
per di più! Che la stava ricattando, tra l’altro… Però… “Sono tornata!” vociò,
entrando nel piccolo ingresso e togliendosi le scarpe. “Ci sei, papà?”
“Sì, tesoro. Sono in salotto.” le rispose il padre.
“E
allora perché tieni le luci spente?” lo rimproverò blandamente, raggiungendo la
stanza ed accendendo la luce artificiale. Quando notò la posizione di suo
padre, i suoi occhi si rattristarono.
Inoichi stava rannicchiato su una vecchia
poltrona, dalla tappezzeria color carta da zucchero ormai un po’ consunta. I
lunghi capelli color del grano raccolti in un codino gli scendevano su una
spalla e gli occhi celesti, dalla luce un po’ spenta, fissavano con rimpianto
una vecchia foto in una cornice ancora più vecchia.
Ino sapeva chi c’era in quella foto e la
malinconia, sua fedele compagna da ben quattro anni, smussò la cocente felicità
di poco prima. “Cosa ti preparo per cena, papà?”
domandò per distrarlo.
Inoichi si voltò a guardarla. Le sorrise ed Ino, nel vedere le rughette
attorno ai suoi occhi, si rese conto di quanto fosse invecchiato. “Avrei
proprio voglia di un bel curry. Uno che mi tiri un po’ su:
oggi al negozio ho avuto talmente tanto da fare che, di tanto in tanto, dovevo
ricordarmi di respirare!” scherzò, alzandosi stancamente dalla poltrona ed
appoggiando delicatamente la cornice sul tavolino.
“Fammi mettere via i libri e sciacquare
le mani. Tu prepara la tavola, okay?” suggerì la ragazza, cominciando a
salire di corsa le scale che portavano al piano superiore.
“Agli
ordini, moncapitain!”
esclamò suo padre con una breve risatina.
Ino rimase per un attimo ad ascoltare i
suoi passi dirigersi verso la cucina. Poi sospirò ed entrò nella sua camera.
*
17 marzo. Dietro
l’angolo di Casa Yamanaka. Ore 19.02
Una
volta che i passi di Naruto non furono che un’eco
rimbalzante sui muri delle case in fondo alla strada, Sakura decise che
finalmente poteva uscire dal suo nascondiglio.
Con
tutta la dignità che poteva racimolare una persona buttatasi in un cespuglio
per non farsi vedere da chi stava spiando fino a pochi istanti prima, Sakura si
rimise in piedi, spazzolandosi via le foglie di amaranto che aveva rotto nella
foga di nascondersi.
Uno
Shikamaru più imbronciato che mai la seguì qualche
attimo più tardi, un bel fiore di amaranto rimasto intrappolato tra i capelli
scuri. “Si può sapere perché voi donne dovete sempre avere reazioni così
violente?” borbottò, incrociando le braccia al petto.
Sakura
lo guardò male. “Preferivi far notare a Naruto che
siamo rimasti a spiarli?”
“L’idea
è stata tua.” la incolpò, indispettito.
“Ma
non mi sembra che tu abbia vivacemente protestato.” replicò lei, aspra.
Rimasero
a squadrarsi, gli occhi sottili per l’irritazione.
E
l’irritazione di Sakura crebbe quando ripensò alla prova tanto ricercata del
fatto che i due stessero veramente insieme: Naruto
aveva rifiutato di riaccompagnarla a casa per passare un po’ di tempo con Ino e darle il suo numero di cellulare. Oh, si era sentita
andare in ebollizione quando aveva visto cosa aveva fatto il biondino e l’unica
cosa che l’aveva un po’ consolata era che l’espressione di Shikamaru
non era stata tanto migliore della sua… Già, chissà come mai…?,
si chiese, curiosa.
All’improvviso,
le labbra di Sakura si distesero in un sorriso furbo. “Ino
ti piace ancora, eh?” affermò d’un tratto, ammiccando con espressione sagace.
Shikamaru alzò un sopracciglio. “Ma ti senti
quando parli,Haruno? Quando
mai avrei detto o dimostrato di avere la benché minima simpatia per quella
strega?”
Sakura
non si fece intimidire. “A parte il fatto che dopo l’annuncio della Nuova
Coppia sei stato più intrattabile del solito, mi ricordo molto bene di quella
volta che le hai chiesto di uscire e lei ha rifiutato senza mezzi termini!”
disse, con un sorrisetto malizioso. “Può essere che quella cotta non ti sia mai
passata?”
“Era
alle medie ed era una scommessa, non una cotta.” replicò in fretta Shikamaru, ficcandosi le mani in tasca alla ricerca delle
sigarette: improvvisamente aveva una gran voglia di fumare. Ovviamente, sua
madre si era premurata di togliergli sia accendino che pacchetto. Si imbronciò,
ancora più irritato. “E, comunque, potrei chiederti la stessa
cosa: perché hai voluto spiarli? Ti piace Naruto?”
Sakura
arrossì vivacemente. “Ma figuriamoci! Piacermi un tipo
del genere?!Sei sicuro di non stare
fumando qualcosa di illegale in questo periodo?” protestò.
Shikamaru grugnì. “Dovrebbero insegnarvi a
cogliere le occasioni al volo: quando un treno è passato, dopo non si può più risalire.”
proclamò, corrucciato. Le diede le spalle e cominciò a camminare.
“Ma
che diamine dici?! E, poi, non dovevi accompagnarmi a
casa?!” esclamò la ragazza.
Lui
le lanciò un’occhiata da sopra la spalla, senza smettere di camminare. “Non hai
mica detto che non ti ha mai mangiata nessuno?” commentò, voltando l’angolo.
Sakura
rimase ferma per qualche istante, prima di raccogliere con rabbia la cartella
di cuoio, ancora in mezzo al cespuglio. “Stronzo…” sibilò tra i denti,
incamminandosi verso casa.
Commenti:
E
così si concluse la giornata del 17 di marzo…
Piccola
curiosità: il cespuglio dove si sono nascosti Sakura e Shikamaru
è un cespuglio di amaranto, simbolo della gelosia. Ho pensato fosse azzeccato! ^_^
I
miei più sentiti ringraziamenti a coloro che hanno messo questa storia tra i
preferiti.
In
particolare, la mia riconoscenza va a:
CELIANE4EVER: Beh, visto che non ti piace la NaruSaku
devo ringraziarti doppiamente del fatto che segui questa storia! Grazie
mille!^^ Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
KIKKYXX14: Grazie per gli apprezzamenti! Se ti
piace così tanto Shino vedrò di farlo comparire un po’
più spesso! Grazie ancora e alla prossima!
_MATTHEW_:
Grazie! Davvero troppo
buono!^//^ Devo dire che più scrivo di Naruto ed Ino e più mi piacciono! Comunque, spero che le prime vere e
proprie reazioni di Sakura e Shikamaru siano state di
tuo gradimento! Fammi sapere! A presto!
MIMI18: Sì, i complimenti li meriti eccome!^^ E
accettali perché i tuoi mi fanno diventare come un pomodoro!^///^ Sono contenta
che la storia ti prenda. Anche a me piace in modo particolare il rapporto tra Naruto ed Ino, perché trovo che i due potrebbero essere veramente ottimi amici. Con
buona pace di Sakura e Shikamaru, che sono sempre più
gelosi (comunque, anch’io spero che una cosa del genere non succeda nel manga!^^).
Per quanto riguarda chiacchiere di corridoio e passato di Ino
e Shikamaru, piano piano si
svelerà il tutto. Qualcosina lo ha già detto Sakura…
Ma non voglio svelarti altro! Spero che continuerai a seguire questa storia! Alla
prossima e ancora grazie!^^
SOUSUKE SAGARA: Wow! Sei sempre gentilissimo!^^ Per
quanto riguarda Kiba, anch’io all’inizio avevo
pensato di fargliene dire quattro da Naruto, ma poi
ho pensato che in realtà il suo rapporto con Ino non
è ancora così affiatato: “stanno insieme” solo da due
giorni! Mi fa piacere che tu abbia apprezzato lo scorso capitolo, ma spero che
anche questo ti sia piaciuto! Mi raccomando: fammi sapere!^^ A presto!
I personaggi di Naruto appartengono a MasashiKishimoto.
5
22 marzo. Bar Suna. Ore 19.37
Shikamaru fissò corrucciato lo schermo del
computer dell’Internet Point, muovendo imbronciato il mouse sul tappetino.
A
scuola, Kiba gli aveva ricordato che i giorni stavano
passando inesorabili e che lui ancora non aveva il benché minimo indizio che
potesse condurlo all’identità di chi si nascondeva dietro il Solviamore.
Così,
aveva deciso di tentare l’approccio più semplice possibile: fingersi un povero
imbecille innamorato e chiedere consiglio a questo benedetto Solviamore.
Non
dubitava che il Cupido Virtuale si sarebbe lasciato sfuggire
qualche commento rivelatore.
A
quel punto, risalire alla sua vera identità sarebbe stato un gioco da ragazzi.
Il
problema era solo uno: come fare tutto ciò senza che sua madre (esemplare
eccelso di mulier curiosa et
linguacciuta) ficcasse il naso nelle sue faccende? Chissà cosa si sarebbe
messa in testa se l’avesse visto consultare un sito per innamorati?
Poiché
il suo vecchio era stato talmente spilorcio da non regalargli un computer
portatile, il povero Shikamaru si era visto costretto
ad abbandonare la comoda cameretta (sua madre insisteva nel chiamarla ‘tana
dell’orso’) per dirigersi verso l’unico luogo che
offrisse una connessione ad Internet nel raggio di un chilometro da casa sua:
il Bar Suna.
Ora
vi chiederete perché il giovane Nara
fosse così irritato, visto che aveva raggiunto la sua meta. Beh, semplicemente
perché era caduto dalla padella alla brace…
“Temari…” esordì stancamente, riferendosi alla bella ragazza
bionda che, in piedi, incombeva sulla sua persona nel tentare di sbirciare il
video. “Si può sapere che diavolo stai facendo?”
“Mi
informo sugli ultimi sviluppi della tua vita.” rispose prontamente lei, un
sorriso divertito sulle labbra sottili. “Consigli al Solviamore,
eh? Finalmente il mio Piagnucolone preferito si è deciso ad arrendersi agli
ormoni adolescenziali?”
Shikamaru si trattenne dallo sbattere la testa
sul tavolo. “È per una scommessa. E piantala di chiamarmi con quel nomignolo
idiota!”
Temari sghignazzò.
Lui
sbuffò e tornò a concentrarsi.
Nonostante
in tanti fossero convinti che tra i due ci fosse del tenero, in realtà Temari e Shikamaru erano solo
amici, esseri affini che si trovavano sulla stessa lunghezza d’onda. Si erano
conosciuti ad una gara di matematica tra scuole quando Shikamaru
era ancora uno studente delle medie: nonostante i tre anni di differenza, i due
si erano intesi subito. Per un ragazzo maturo come Shikamaru,
parlare con una ragazza come Temari era sempre stato
molto piacevole: non era infantile come le sue coetanee, non faceva la
smorfiosa e non infarciva i suoi discorsi di chiacchiere stupide.
Insomma,
la ragazza perfetta. Peccato che Temari l’avesse
sempre visto come un amico o tutt’al più come un fratellino da torturare…
Ebbene,
sì: Shikamaru era attratto da Temari.
Una bella ragazza, con un cervello niente male: chi non si sarebbe innamorato
di lei? E, infatti, da quando la conosceva non era mai stata single: i ragazzi
si erano susseguiti come le carte in un mazzo. Ma nessuno di loro era durato
abbastanza da lasciare un segno nel cuore della bella Temari.
Solo Shikamaru era stato una costante nella sua vita,
assieme ai fratelli Kankuro e Gaara.
Almeno
finché non era comparso KamizukiIzumo.
Questi
era un assistente universitario che, dopo aver interrogato Temari,
le aveva chiesto di prendere un caffè insieme. E, ormai, prendevano caffè
insieme da sei mesi.
Shikamaru aveva provato un odio viscerale per
quel ragazzo più grande, che gli aveva portato via la sua ragazza ideale, ma
nell’ultima settimana l’odio per Izumo era finito
agli ultimi posti della lista di cose a cui pensare.
Temari si sedette di fianco a lui. “Allora? Per quanto tempo ancora vuoi fissare lo schermo
senza scrivere niente? Il tempo passa e l’ora che hai pagato
sta per scadere.” gli ricordò.
“Che seccatura…” brontolò Shikamaru, tirando fuori il pacchetto di sigarette appena
comprato.
“Non si fuma all’interno del locale di
mio padre.” gli ricordò severa la bionda, togliendoglielo di mano.
Lui le lanciò un’occhiata seccata. “Che
palle…” mugugnò.
Temari giocherellò un po’ con il pacchetto,
prima di infilarselo in una tasca dei jeans. “Non sai che scrivere,
Piagnucolone?” domandò con l’aria di chi se la spassava a vedere un poveretto
spremersi le meningi senza riuscire a produrre alcunché. “Perché non parli
della tua amichetta d’infanzia?”
“Quale amichetta d’infanzia?” domandò Shikamaru, sul chi vive.
“Ma sì, quella a cui hai chiesto di
uscire e ti ha dato un bel due di picche!” sghignazzò lei.
Lui strinse le labbra, furente. “Era solo una scommessa.”
“Anche quella? Insomma, Shikamaru: dovresti smetterla di nasconderti dietro la
scusa delle scommesse! Se ti piaceva, che male c’è ad ammetterlo?”
“Ino. Non.
Mi. È. Mai. Piaciuta. Chiaro?” sillabò iracondo. “Non
me ne frega niente di quella lì.”
“Ino?” si
intromise Kankuro, arrivando in quell’istante con un
bicchiere di saké in mano. A giudicare dalle guance
arrossate, doveva già averne bevuto parecchio. “Non è così che si chiama quella
tipa da sballo che va in giro da qualche giorno col tuo amico Naruto, eh, Gaara?” chiese al
fratello.
Il più piccolo di casa Sabaku annuì, silenzioso.
“Aah!” sogghignò Temari,
ammiccando verso Shikamaru. “Ecco spiegato perché sei
così scontroso in questo periodo…!”
“Ma non dire fesserie: sono
assolutamente normale!” strepitò lui.
Il sopracciglio biondo della ragazza si
sollevò ironico, ma non espresse il commento che le stava sulla punta della
lingua. Si frugò nelle tasche e tirò fuori il pacchetto rubato poco prima. Lo
aprì e gli porse una sigaretta. “Toh, te ne offro una: va’ fuori, però.”
“Me la offri?” ripeté Shikamaru, alzando un sopracciglio. “Sbaglio o il pacchetto
è mio?”
Temari sorrise. “Non più.
E ricordati che lo faccio per te!” cinguettò, sventolando una
mano mentre lui si dirigeva verso l’uscita borbottando tra sé e trascinando i
piedi. Una volta sicura di non essere vista, si spostò sulla sedia
occupata dal giovane Nara
fino a pochi istanti prima.
“Cosa vuoi fare?” le domandò Kankuro, versandosi un altro bicchiere ed osservando la
sorella con curiosità.
“Dare una mano al Piagnucolone.”
rispose lei. “E smettila di bere tutto quel saké! È ancora troppo presto! Dopo
cosa pensi di dare ai clienti?” abbaiò.
Kankuro si imbronciò, ma consegnò la bottiglia
nelle mani di Gaara.
Soddisfatta, Temari
agitò le dita in aria con fare ispirato. “Che il gioco abbia inizio…” mormorò,
le mani che scendevano in picchiata sulla tastiera…
*
22
marzo. Camera di YamanakaIno.
Ore 19.50
‘Caro Solviamore,
ho fatto come mi
hai suggerito: mi sono costretta ad ignorarlo ed a rispondergli con
sufficienza, come se non mi importasse di lui. Ma il risultato non è stato
quello sperato: Neji si è solo offeso a morte! Ora
non fa altro che lanciarmi occhiate raggelanti e parlare a monosillabi!
Cosa devo fare?!? Sono disperata!!!!
Tua,
TenTen.’
Ino sbuffò, un piccolo sorriso che le
increspava le labbra. Se lo avesse raccontato in giro non ci avrebbe creduto
nessuno! Fa TenTen, la tostissima Segretaria del
Consiglio Studentesco, si scioglieva come neve al sole quando si trovava nei
dintorni di HyugaNeji, il
gelido Presidente degli studenti della Konoha.
‘Cara TenTen,
innanzitutto:
mantieni la calma! La via che conduce all’Amore spesso è impervia e da
percorrere con pazienza. Hai appena seminato: non puoi pretendere di
raccogliere immediatamente i frutti. Aspetta qualche ancora giorno prima di
farti prendere dal panico. Il tuo Neji semplicemente
non è abituato ad essere ignorato. Continua così e vedrai che la sua facciata
impassibile si scioglierà!
Non perderti d’animo!
Il Solviamore.’
Rilesse la propria risposta. Poi,
soddisfatta, la inviò. In quell’istante le suonò il cellulare.
“Buonasera, Shino-kun!”
salutò allegra, scostandosi il ciuffo dal viso e togliendosi il portatile dal
grembo per stare più comoda. “Ho appena finito di rispondere a TenTen-san!”
“Perfetto.” commentò con voce profonda
e calma il ragazzo. “Con lei, il nostro sito è stato visitato da tremilanovecentosessantacinque persone questo mese.” disse Shino.
Ino spalancò gli occhi per la sorpresa e
si portò una mano alla bocca. “Cosa?!Tremilanovecentosessantacinque?!” ripeté,
stupefatta.
“La voce deve
essersi sparsa.
Se continuiamo così, il nostro piano ha grandi possibilità di
successo.” le ricordò il ragazzo.
“Santo Cielo…!” mormorò la bionda,
esplodendo in un sorriso gioioso. “Shino-kun, tutto
questo non sarebbe stato possibile senza di te!”
“Mi occupo solo della facciata: i
contenuti li metti tu.” ribatté modestamente lui. “A proposito, stavo pensando
che dovremmo aggiungere una sezione dove i tuoi ‘clienti’ possano dialogare tra
loro: una specie di forum per creare una sorta di coesione tra i visitatori del
sito, per spronarli a continuare a frequentarlo.”
“Mi sembra una splendida idea! E cosa
ne dici di creare una bacheca dove poter postare le foto di chi si è
felicemente fidanzato? Mi sembra che siamo a quota ventuno…”
“Ventidue.”
“Anche meglio!” commentò Ino, gaia. In quel mentre un
trillo la informò che le era arrivato un nuovo messaggio nella casella elettronica.
Lanciò un’occhiata allo schermo. “Mm… Ora ti devo lasciare,Shino-kun: c’è un nuovo messaggio!”
“Okay. Allora mi
metto al lavoro?”
“Conto su di te! A
domani!”
“A domani.”
Ino si permise un breve gesto di giubilo:
alzò le braccia al cielo ed esternò la propria contentezza in un “Evvai!” molto sentito.
“Tesoro, tutto bene?” giunse
immediatamente la voce preoccupata di suo padre dal piano inferiore.
“Sì, papà: tutto benissimo!” rispose
felice, fiondandosi a leggere la posta.
‘Sono S., un ragazzo di
diciassette anni che ha veramente bisogno di un consiglio. Da tanti anni
conosco una ragazza e l’ho sempre trovata carina. Alle medie ho trovato il
coraggio di chiederle di uscire, ma lei mi ha rifiutato senza mezzi termini.
Ora sta uscendo con un altro e non posso fare a meno di sentirmi geloso. Che
cosa devo fare secondo te? Lasciarla perdere o tentare di nuovo?
S.’
Il sorriso di Ino
si spense. Quel breve messaggio le aveva fatto ricordare con forza alcuni
momenti che avrebbe preferito cancellare completamente. Fissò lo schermo con
sguardo vacuo, la mente rivolta a quegli istanti risalenti a quattro anni
prima…
Il lieve bussare alla sua porta le
fece rialzare la testa.
Suo padre stava sulla soglia della
camera, guardandola con occhi preoccupati. “Tesoro?”
Si sforzò di sorridere. “Sì, papà?”
La fronte di suo padre tornò liscia
nel vederla sorridere. “È pronta la cena.”
“Spedisco a Sakura gli esercizi di matematica
e scendo.” mentì Ino.
“Ah, non riuscirò mai a capire voi e
le nuove tecnologie! Noi i compiti ce li passavamo la mattina
sotto il banco…” ricordò Inoichi, un sorrisetto furbo
e sognante al tempo stesso sulle labbra. “Fai veloce, okay? Altrimenti,
si raffreddano i goysa
(=ravioli di carne).”
“D’accordo, papi. Un
minuto e arrivo.”
Quando i passi di suo padre arrivarono
in fondo alle scale, gli occhi di Ino corsero al
cellulare viola. Improvvisamente ed incomprensibilmente, aveva voglia di
sentire la voce allegra di Naruto…
Guardò di nuovo quelle parole scritte
che l’avevano turbata e decise che avrebbe risposto più tardi. Si alzò ed uscì
dalla camera, spegnendo le luci. La luce azzurrina del computer illuminò
brevemente i venti peluche che aveva sul letto, prima di spegnersi e lasciare
spazio al buio.
*
22
marzo. IchirakuRamen. Ore
20.40
Naruto stava preparando i tre GokumenRamen (=ramen sostanzioso, condito con carne, uova e verdura) con
l’energia di chi si avvia ad un corteo funebre.
IchirakuTeuchi
squadrava il suo aiutante con aria preoccupata: mai aveva visto il suo protetto
così depresso. Che avesse di nuovo problemi con quei ragazzacci di strada?
Eppure gli aveva severamente vietato di azzuffarsi con quei teppisti e Naruto gli aveva dato la sua parola… Teuchi
sapeva che per quel ragazzo ogni promessa era debito, quindi era praticamente
impossibile che si trattasse di quello.
Problemi a scuola? Poteva essere, ma
non era da Naruto preoccuparsene: sosteneva di essere
un genio incompreso e che prima o poi i professori si sarebbero dovuti
inchinare all’evidenza.
E allora cosa?
C’entrava forse la ragazza di cui gli
aveva parlato tante volte? Com’era il nome? Saki? No:
Sakura! “Problemi con la tua ragazza?” domandò l’uomo, con un lieve sorriso
malizioso.
Naruto sospirò, annuendo. “È che non la capisco,ojiisan…”
“Eh, già! Le donne sono complicate, ragazzo
mio. Ogni volta che pensi di averne afferrato l’essenza,
ribaltano le carte in tavola e ti lasciano come un idiota, a sperare che un
giorno riuscirai finalmente a capire cosa passa per la loro testolina…”
commentò il signor Ichiraku, pensando a sua moglie e
a sua figlia, al momento tutte prese a servire il tavolo di UminoIruka ed i suoi colleghi. Continuò a preparare
il ramen, ma, siccome il
ragazzo restava in silenzio, gli gettò un’occhiata perplessa.
“Quand’è che una ragazza comincia a
fidarsi di te?” domandò di punto in bianco il biondino, fissandolo con i suoi
occhi blu, intensi e seri.
Teuchi si grattò la testa, pensieroso.
“Bella domanda, figliolo. Dipende dal tipo di ragazza e dal rapporto che ha con
te. Ma, soprattutto, da quanto ti rendi disponibile ad ascoltarla.”
“Quindi, se ipotizziamo che io le
abbia dato il mio numero di telefono e le abbia dato la mia disponibilità ad
ascoltarla e che lei non mi abbia chiamato per una settimana, è un pessimo
segno, vero?” domandò Naruto, mogio.
“Beh…” L’uomo non terminò la frase, ma
si schiarì la gola. “Ci tieni molto ad avere la fiducia di questa ragazza?”
domandò, serio, aggiungendo pezzetti di verdura nel brodo caldo.
Il ragazzo si sporse per aggiungere
della carne. “Sì. Stranamente sì.”
“Allora, forse, dovresti cercare di
guadagnartela.”
“E come?”
Teuchi scrollò le spalle, mentre aggiungeva
l’ultimo tocco al piatto. “Beh, sei tu che devi pensare al modo giusto per far
sì che Sakura si confidi con te.”
“Sakura?” Naruto
sbatté gli occhi, perplesso. “Che c’entra Sakura-chan? Io stavo parlando di Ino!”
Ino? E questa chi era? Ma proprio mentre
il caro signor Ichiraku se lo domandava, il cellulare
del suo protetto squillò. Gli lanciò un’occhiataccia, mentre lo tirava fuori
dalla tasca dei jeans strappati e macchiati. “Naruto…
Lo sai che non dovresti tenerlo acceso mentre stai lavorando…” gli ricordò
severo.
Ma il biondino non lo stava nemmeno
ascoltando. Fissava lo schermo illuminato con tant’occhi.
Rialzò lo sguardo. “È… È lei, ojiisan!” squittì,
tesissimo. “Che cosa faccio?!”
La severità scomparve dal volto
dell’uomo, lasciando spazio alla solita bonarietà. “Che domanda sciocca:
rispondi, no?” Tornando al ramen, indicò con il
pollice la porta del retrobottega. “Dieci minuti. Non di più. Intesi?”
“Grazie, ojiisan!”
gridò Naruto, rifugiandosi nel retrobottega senza
farselo ripetere due volte. Prese un bel respiro profondo e
rispose al telefono: “Pronto? Ino?”
“Ehi, Naruto!
Come va? Ti disturbo?” La voce della ragazza suonava falsamente
allegra. Ora, non poteva dire di conoscerla da molto tempo, ma siccome
lui stesso era bravo a far credere agli altri che tutto andava bene, riconobbe
al volo quella nota di spensieratezza forzata.
“Disturbarmi? Ma figurati! Sono contento che tu
abbia chiamato.” Ed era contento davvero. “Hai bisogno di qualcosa?” chiese,
sperando di non suonare ansioso com’era in realtà.
“No, no.” si affrettò a rispondere Ino.
Ci fu una pausa, durante la quale Naruto cominciò a mangiucchiarsi l’unghia del pollice, a
disagio. “Ehm… Ino? Ci sei ancora?”
“Sì, scusami…”
“Ma c’è qualcosa che non va?” domandò,
stavolta con evidente inquietudine. Molte persone lo giudicavano un po’ ottuso,
e forse lo era, ma non quando una persona gli stava a cuore. E, in modo assurdo
ed ancora incomprensibile, si era affezionato ad Ino
in men che non si dica. In quella settimana passata
in sua compagnia si era accorto di tante cose: di come il suo sorriso non fosse
sempre spontaneo, di come d’un tratto i suoi occhi chiari si facessero
malinconici, di come fosse altruista e gentile, ma anche di come nascondesse le
sue qualità dietro la facciata superba di ragazza più popolare della scuola, di
come le chiacchiere cattive sul suo conto dilagassero irrefrenabili senza che
lei facesse nulla per smentirle… Tutto questo lo preoccupava molto. “Se così
fosse, sappi che puoi contare su di me.” le promise con tutta la serietà di cui
era capace.
La risatina di Ino
dall’altra parte dell’etere se da una parte lo offese un pochino, dall’altra lo
rincuorò molto. “Oh, Naruto! Non c’è niente che non
vada, sta’ tranquillo!”
Lui la pensava diversamente, ma non la
corresse. “Beh, meno male!” esclamò, sforzandosi di apparire allegro. “Ma se ci
fosse, me lo diresti, vero?” domandò, senza potersi fermare.
Ino rispose col silenzio.
E Naruto si
sentì uno stupido. “Ah, lascia stare! Scusa, sono in veda di commenti melodrammatici stasera…” ridacchiò
nervoso. “Piuttosto, non mi hai ancora detto perché mi hai chiamato…?”
le ricordò.
Altro silenzio.
Il ragazzo poteva quasi percepire
fisicamente l’imbarazzo che permeava la loro conversazione. “Ehm…” mormorò,
senza sapere come continuare.
Finalmente fu Ino
a parlare. “Se ridi, ti ammazzo, ci siamo capiti?” sbottò battagliera,
cogliendolo di sorpresa.
“Ugh… D-D’accordo…”
balbettò, un po’ spaventato.
Ci fu una breve pausa e poi la sentì
raccogliere il fiato. “Avevo voglia di sentire la tua voce…” confessò lei, la
voce un flebile sussurro.
Lui si sentì andare a fuoco il viso,
mentre qualcosa di simile alla gioia di vedere il sorriso di Sakura (ma non del
tutto) gli riempiva di calore il petto.
“Non metterti
strane idee in testa, però!
Non mi sono innamorata di te o cose del genere, sia ben
chiaro!” esclamò Ino, di nuovo aggressiva. “È
solo che…” lasciò cadere la frase, imbarazzata.
Naruto si morse la lingua per non imporle di
continuare: doveva guadagnarsele le confidenze, non estorcerle. “Beh, spero di
esserti stato utile.” disse, invece.
“Sì.” ammise lei, timidamente.
“Aveva a che fare con ‘storie lunghe e noiose’?” non poté fare a meno di chiedere.
Ino rimase di nuovo in silenzio e Naruto temette di essere stato troppo invadente. Ma poi,
proprio quando stava per chiederle scusa, lei rispose: “Più o meno.”
Stavolta fu il ragazzo a rimanere in
silenzio. “Andiamo a scuola insieme domani?” domandò alla fine.
“Mm… Perché no? Ma dobbiamo fare in modo di farci
vedere da Sakura, d’accordo? In questi giorni mi parla sempre
di meno: siamo proprio sulla buona strada!” ridacchiò.
“Sei sicura di
voler continuare?
Insomma, Sakura-chan è la tua migliore amica e quello
che stiamo facendo rischia di incrinare i vostri rapporti. Io non vorrei mai
che voi…” cominciò il biondo, sentendosi improvvisamente in colpa.
“Non succederà.” dichiarò convinta Ino. “Abbiamo già perso
la nostra amicizia a causa di un ragazzo: non ripeteremo l’errore, te
l’assicuro.”
Lui sospirò,
ancora preoccupato.
“Okay, ti ho trattenuto fin troppo:
passami a prendere domani alle otto meno dieci.”
“Va bene.”
“Sii puntuale, mi raccomando!”
“Okay.”
“Ciao, Naruto.
E… grazie, eh?”
“Figurati, anche se non so cos’ho
fatto.”
Ino ridacchiò. “Lo so io ed è questo che
conta. Buonanotte.”
“Buonanotte, Ino…”
la salutò anche lui, chiudendo la conversazione.
Per qualche secondo si fissò la punta
delle vecchie scarpe da ginnastica, stralci di preoccupazione che ancora
occupavano la sua mente. Non era più sicuro di quello che stava facendo, se
quello fosse il metodo migliore per conquistare la sua Sakura e se mai avrebbe
funzionato. Sapeva solo una cosa: per qualche oscuro motivo, non voleva perdere
l’esilissimo rapporto che cominciava ad avere con Ino.
*
22
marzo. Camera di NaraShikamaru.
Ore 21.06
Shikamaru si richiuse la porta alle spalle e si
gettò a peso morto sul letto.
Che brutta serata! Aveva buttato via
un’ora di connessione ad Internet, non aveva fatto alcun progresso con
l’identità del Solviamore, Temari
aveva continuato a fare battutine allusive su di lui e quell’impiastro della Yamanaka, era arrivato in
ritardo per la cena, si era dovuto sorbire una lunga e noiosa ramanzina
di sua madre sulla puntualità ed il puzzo di fumo ed aveva pure dovuto mangiare
il cibo freddo, perché la sua cara mammina si era rifiutata di riscaldarglielo.
Cosa poteva accadere di peggio?!
Il trillo che lo avvertiva di aver
ricevuto posta arrivò come le trombe del giudizio.
Shikamaru si avvicinò circospetto al vecchio
macchinario e fissò l’icona della posta con una strana sensazione di tensione. Temari non gli aveva forse detto di controllare la posta
elettronica, una volta tornato a casa? Che scherzo
poteva avergli combinato?
Cliccò sull’icona e controllò chi gli
aveva mandato il messaggio.
“Il Solviamore?”
sussurrò, aggrottando le sopracciglia in un’espressione perplessa. Poi sospirò
ed alzò gli occhi al cielo. Temari! Sicuramente aveva
scritto al posto suo!
Borbottando improperi e maledizioni
contro tutto il genere femminile, Shikamaru aprì il
messaggio, domandandosi che cosa Temari avesse
raccontato a quel consulente cibernetico. Sicuramente qualcosa di patetico… Con
un gemito sconfortato, cominciò a leggere.
‘Caro S.
mi chiedi un
consiglio, ma ho bisogno di più elementi. Com’è il rapporto con questa ragazza?
Dici che la conosci da tanti anni: siete amici? O semplicemente conoscenti? Conosci
il motivo del perché ti ha rifiutato? Ti sembra felice con il suo nuovo
ragazzo? Ma, cosa più importante, tu sei sicuro di esserne innamorato? Intendo, ami solo il suo lato esteriore o anche la sua
personalità?
Spero soddisferai la
mia curiosità, così potrò aiutarti in modo più efficace.
Che tu decida di
rispondermi o no, ti dirò comunque questo: non scoraggiarti per un rifiuto.
Alle medie le ragazze
non sono molto mature e rincorrono il sogno di un ragazzo perfetto, non
accorgendosi che chi hanno intorno è già perfetto così com’è, con tutti quei
piccoli difetti che lo rendono unico. Però, prima o poi, anche loro crescono e
si accorgono di ciò che hanno perduto.
Perciò: abbi fede.
Il Solviamore’
Shikamaru fissò la risposta ad occhi
spalancati. Se da un lato non riusciva a credere che Temari
avesse scritto proprio di quell’episodio,
dall’altro era francamente stupito del messaggio inviatogli dal Solviamore.
Forse, e sottolineava il forse, questo Cupido virtuale non era poi così male…
Commenti:
Scusate la grande distanza temporale
tra un aggiornamento e l’altro, ma l’università prosciuga tempo e forze! Spero
mi perdonerete e che questo capitolo vi soddisfi, almeno per la lunghezza!
Grazie mille a tutti coloro che mi
hanno messa tra i preferiti!^_^
Un grazie particolare a:
CELIANE4EVER:
Scusa il ritardo!^^
Spero che il capitolo ti piaccia! Alla prossima!
INOYAMANAKA89:
Grazie mille per i
complimenti!^^ Sono contenta che trovi la mia storia originale e spero che
continui ad essere all’altezza delle tue aspettative! Per quanto riguarda le
relazioni tra i personaggi, saranno un po’ complesse: ci saranno molti
sentimenti in ballo, ma alla fine… Beh, vedrai!^_- Al prossimo aggiornamento!
KIKKYXX14:
Spero che sia stata
di tuo gradimento l’apparizione (seppur telefonica) di Shino!
Fammi sapere! A presto!
_MATTHEW_: Grazie
per il commento dello scorso capitolo! In questo intravvediamo ancora un po’ di
Shikamaru e come si sta evolvendo il rapporto tra Ino e Naruto… Come al solito,
spero proprio tanto che mi farai sapere che cosa ne pensi!^^ Alla prossima!
MIMI18: E
va bene: prenderò questi complimenti, se proprio devo!^_^ Questo capitolo è un
po’ di transizione in realtà, ma spero che ti piaccia lo stesso: c’è Shikamaru ed il suo rapporto con Temari,
ci sono Naruto ed Ino, Sakura
è stata un po’ dimenticata, poverina, ma penso che nel prossimo avrà qualcosa
da dire!^^ Per quanto riguarda la faccenda della foto, direi che ci hai
azzeccato!
Fammi sapere cosa ne pensi! Al prossimo aggiornamento!
SIMOZ:
Grazie per il
commento e per i complimenti!^^ Molto gentile! Per quanto riguarda il telefilm ‘24’:
no, non l’ho mai visto. Anzi, sono andata subito a controllare su Wikipedia per vederne la trama e mi sembra molto
interessante… Comunque, sì: per quanto riguarda la struttura narrativa mi sono
ispirata ad alcuni telefilm di tipo militare. Hai presente quelli dove in
sovrimpressione comparivano ora e luogo dell’azione, con un ticchettio di
macchina da scrivere? Io li adoravo! E ho sempre voluto provare ad organizzare
i capitoli in questa maniera e devo dire che mi piace molto. Spero che
continuerai a seguire questa storia e che mi farai sapere che cosa ne pensi! A
presto!
SOUSUKE SAGARA: Scusa
il ritardo nell’aggiornare!^^’ Comunque, spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto: c’era una bella parte dedicata alla coppia NaruIno. Beh, era nei piani di Naruto riaccompagnare a casa Sakura, ma la curiosità è il
suo tallone di Achille e, in verità, Ino lo
incuriosisce molto… Fammi sapere cosa ne pensi! Alla prossima!
Grazie ancora a tutte/i e a presto
(spero -__-‘) !
I personaggi di Naruto appartengono a MasashiKishimoto.
6
25 marzo. Tetto della Konoha. Ore 12.24
Quel
25 marzo fu una giornata molto intensa. E Naruto se
ne era già reso conto all’ora di pranzo, mentre raccontava imbronciato del suo
10/100 in Matematica ad Ino e Shino.
Qualche
giorno prima, la Yamanaka gli
aveva presentato il silenzioso Aburame e da allora i
tre si ritrovavano nella terrazza dell’ultimo piano per mangiare insieme il
loro pranzo. Se quando si era trasferito in quel liceo avessero detto a Naruto che un giorno si sarebbe ritrovato a mangiare in compagnia
della ragazza più bella e del genio dell’informatica, si sarebbe messo a
ridere. Ma ora, ora che il sole gli riscaldava la schiena e si rifletteva sugli
occhiali scuri di Shino e sui biondissimi capelli di Ino, poteva tranquillamente affermare che la situazione non
era per niente ridicola, anzi: era addirittura piacevole.
“Che?! 10/100?! Ma Naruto!”
stava strillando Ino, guardando con tant’occhi la verifica che il biondino le aveva lasciato con
riluttanza.
Lui
si grattò la nuca in imbarazzo. “Ehm… Non è che ci capisca molto di numeri…”
“Sì,
d’accordo, ma questa è una strage…” commentò lei, osservando incredula il
foglio che recava più segni rossi che neri. “Insomma, devi
fare qualcosa! Shino, non è che tu potresti…?” chiese, rivolta all’amico.
Shino scosse la testa. “Mi dispiace, ma non
ho più nemmeno un’ora libera tra ripetizioni ed aggiornamento del sito…”
Ino sbuffò dal naso, buttando in fuori le
labbra, pensierosa.
Naruto la osservò scervellarsi e, nonostante l’umiliazione
per quel voto orripilante, non poté fare a meno di sentirsi contento: in fondo,
era la prima volta che qualcuno a scuola dimostrava di tenere abbastanza a lui
da arrivare a preoccuparsi per il suo rendimento.
“Oh,
smettila di sorridere,Naruto!
Non c’è proprio nulla di cui rallegrarsi!” lo riprese lei,
severa.
Lui
obbedì: il sorriso si spense sulle labbra, ma continuò a danzargli negli occhi.
“Ti
darei io ripetizioni, ma in realtà non è la mia materia più forte: temo che non riuscirei a spiegarti tutto. Se avessi bisogno di
inglese sarebbe un altro discorso…”
“Ma
io ho bisogno anche di inglese!”
Lei
lo guardò, tagliente. “Naruto, quante materie hai
sotto?” Il biondo si grattò la nuca e cominciò a contare sulle dita. Quando Ino lo vide arrivare al settimo dito, urlò. “Starai
scherzando!”
“Ehm…”
“E
piantala di sorridere! È un disastro, una catastrofe, un’apocalisse! Non puoi
assolutamente permetterti di perdere l’anno!”
Mentre
Ino si alzava in piedi di scatto e cominciava a
misurare a grandi passi il perimetro della terrazza, borbottando improperi, Naruto si allungò verso Shino.
“Ma fa sempre così?” sussurrò, indicando la ragazza con un cenno della testa.
Shino sospirò, annuendo gravemente. “Dovevi
vederla quando ha scoperto la mia media in Educazione Fisica…” disse con voce
esasperata. Ma il più lieve dei sorrisi gli piegava gli angoli delle labbra.
In
quell’istante Ino si voltò verso di loro. “Naruto, devi assolutamente prendere ripetizioni da
qualcuno.”
“Sì,
ma chi?” chiese lui, un po’ sconfortato: se Shino non
poteva dargli una mano ed Ino credeva di non esserne
in grado, a chi avrebbe potuto chiedere? Choji? Ne
capiva meno di lui. Kiba? Era meglio chiedere ad Akamaru. Shikamaru? Troppo pigro
per mettersi a spiegare a qualcun altro. Non restava altri che…
“Sakura!”
esclamò Ino, colta da un’illuminazione. “Lei è
perfetta: è una secchiona di prima categoria!”
Naruto corrugò la fronte. “Non accetterà
mai…” mormorò, amareggiato.
La
bionda sorrise, sorniona. “Oh, non preoccuparti: ho proprio in mente
un’argomentazione che non le lascerà vie di scampo…”
*
25 marzo. Armadietti
al Pian Terreno. Ore 15.09
Sakura
lo sapeva che quel giorno avrebbe dovuto rimanere a
letto. Primo, la sveglia non era suonata, quindi era uscita in ritardo ed aveva
quasi perso il treno. Secondo, sul suddetto treno aveva incontrato Naruto ed Ino, che erano stati
felicissimi di vederla e che non avevano fatto altro che stare appiccicati per
tutto il tempo, chiamandosi a ripetizione Naru-kun ed
Ino-chan con sorrisi zuccherosi… Da carie. Terzo, quello
schiavista di Neji-sempai le aveva affibbiato la
revisione di tutti i documenti del Consiglio Studentesco, perché TenTen-sempai era assente. Quarto, Jiraya-sensei
aveva deciso di darle un misero 86/100 nel compito di Letteratura Inglese
perché, secondo lui, lei non aveva ben compreso la figura di Elisabeth Bennett
in Orgoglio e Pregiudizio. Poteva
andare peggio di così?
Evidentemente
sì, si disse, quando vide la
Coppia dell’Anno avvicinarsi mano nella mano e con due
identici sorrisi a trentadue denti. Guai in arrivo, preannunciò, tentando di
nascondersi infilando la testa nell’armadietto.
Tentativo
futile e vano.
“Sakura! Proprio te
cercavo!” esordì Ino con voce squillante, mettendole
le mani sulle spalle e regalandole un sorriso ancora più ampio.
“Ciao,
Sakura-chan!” la salutò allegramente Naruto.
Sakura
sospirò, seccata: quando quei due erano insieme avevano lo straordinario potere
di farle raggiungere livelli di irritazione mai sfiorati prima. “Che volete?”
domandò burbera.
“Cattiva! È così che tratti i
tuoi amici?” si lamentò scherzosamente la bionda.
“Falla
breve: ho avuto una giornataccia e vorrei che finisse al più presto.”
“Oh,
perfetto!” esclamò Ino. “Anche il mio Naru-kun ha avuto una pessima giornata e tu puoi diventare
la cura per tutti i suoi mali!”
Sakura
sbatté gli occhi, perplessa. “Prego?”
L’amica
le prese le mani. “Da oggi in poi sarai il suo tutor!” annunciò.
Rimase
a bocca aperta e lanciò uno sguardo incredulo a Naruto,
che si strinse nelle spalle e le rivolse un sorriso impacciato. Tornò a
guardare Ino. “Prego?!” ripeté con voce lievemente isterica.
“Dai,
non far finta di non aver capito: Naruto ha bisogno
di ripetizioni e tu sei l’unica che potrebbe seguirlo in tutte quelle materie!”
Nella
sua mente Sakura strepitò: “Assolutamente no!”, ma la sua reazione esterna fu
molto più pacata. Alzò un sopracciglio. “E perché non tu?
Ti posizioni sempre tra i primi dieci della classe…”
Ino le lasciò le mani di scatto, assumendo
una posa tragica tra le braccia di Naruto. “Ah,
crudele, crudelissima Sakura!” esclamò, posandosi una mano sugli occhi lucidi e
tirando teatralmente su col naso. “Tu, Vice-Presidente del
Consiglio Studentesco! Tu, che hai promesso di vegliare sulla Konoha! Oh, tu! Come puoi rifiutare di aiutare un
bisognoso? Io volevo solo il meglio per il mio Naru-kun…!” singhiozzò.
Questi,
istigato da una ‘leggera gomitatina’ nel costato,
assunse un’aria affranta. “Sakura-chan.” cominciò,
guardandola con occhi tristi. “Non avrei mai pensato che proprio tu mi avresti
negato un aiuto…”
Sakura
alzò gli occhi al cielo, sebbene il suo cuore si fosse lievemente stretto di
fronte a quello sguardo addolorato.
Ino si staccò dal petto del biondo e le
puntò contro un braccio accusatore. “Avrai il mio Naru-kun
sulla coscienza, Sakura!” esclamò, attirando l’attenzione di tutti gli studenti
che si accingevano a lasciare la scuola.
Il
mormorio che si levò a quella affermazione le fece venire i sudori freddi. Se Tsunade-sama, la
Preside della Konoha, avesse saputo
che si era rifiutata di aiutare uno dei suoi studenti in difficoltà, non ci
avrebbe messo molto a destituirla e, benché si lamentasse sempre di quanto
fosse severo Neji-sempai e rimpiangesse i pomeriggi
passati a fare shopping con le amiche, Sakura amava la sua posizione di Vice-Presidente.
“Okay, va bene: gli darò ripetizioni. Ma, per carità,
smettetela di fare tutto questo baccano!” ordinò loro, abbassando con una mano
il braccio dell’amica e portandosi velocemente un dito alle labbra.
Ino l’avvolse in un abbraccio strettissimo.
“Ah, lo sapevo che non eri senza cuore, Sakura! Ora il
mio Naru-kun è in buone mani! Sei
contento, orsacchiotto?!” domandò, vivace.
Naruto sogghignò, alzando il pollice.
“Contentissimo!” ridacchiò. Poi sorrise più pacato all’indirizzo di Sakura. “Grazie mille. Mi hai davvero fatto un
grande favore.”
Lei
deglutì, ancora con le braccia di Ino al collo. “Ehm… Figurati. Quando vorresti
cominciare?” domandò, tentando di scrollarsi la bionda di dosso.
“Ora! Subito! Immediatamente!”
ripose per lui quest’ultima, affrettandosi a spingere Naruto
verso Sakura. “Dovete cominciare questo pomeriggio!
Assolutamente!”
“Ma
Ino…?” cominciò Naruto,
perplesso.
Lei
rispose con un sorriso smagliante. “Tesoruccio, vogliamo o no rimettere in
sesto il prima possibile la tua situazione?!” commentò,
gli occhi che gli ordinavano di non opporre resistenza.
Naruto sentì un brivido percorrergli la
schiena: Ino sapeva davvero essere terrificante
quando voleva. “Ehm… Certo! A-A te
va bene, Sakura-chan?”
Sakura,
che aveva fatto di tutto per non arrossire quando il biondino le era arrivato addosso, gli rivolse un’occhiata che sperò
risultasse indifferente. “Prima ci togliamo questa spina dal fianco, meglio è.”
commentò, salvo poi pentirsi un pochino quando vide gli occhi feriti del
ragazzo. Si schiarì la voce, cominciando a camminare verso l’uscita. “Forza,
andiamo: avremo un sacco di lavoro da fare.”
Naruto si voltò un attimo verso Ino, come in attesa di istruzioni.
Lei
gli fece segno di andare. “Seguila,
dai! E cerca di non mandare all’aria il piano, testa quadra!”
Lui
annuì e cominciò a correre dietro a Sakura.
Ino sospirò e sorrise. Se tutto andava
secondo il suo piano…
“Quale
piano?” domandò una voce, facendola sobbalzare.
“Shi-Shikamaru…” boccheggiò, sorpresa nel trovarsi il
ragazzo dietro le spalle. Corrucciò le sopracciglia. “Ti pare
il modo? Mi hai spaventata!” lo redarguì severa,
portandosi una mano sul cuore che continuava a battere furiosamente.
Shikamaru la guardò con un sopracciglio alzato,
ma non commentò. “Quale piano?” ripeté.
“Il
piano per… far promuovere Naruto quest’anno!” esclamò
lei, forzando un sorriso. “Sì, insomma, Sakura è la migliore del nostro anno e
mi è sembrata la scelta più adatta…” continuò, tentando di non apparire
nervosa.
“Mi
domando chi lascerebbe andare il proprio ragazzo a casa della ragazza per cui aveva
una cotta…” rifletté lui, guardandola con quegli occhi neri neri. “Cos’è? Ti sei già
stufata di lui ed hai deciso di sbatterlo tra le braccia di un’altra per
sbarazzartene?”
Ino sentì il proprio cuore fermarsi.
Abbassò lo sguardo. “Credi che potrei fare una cosa del genere, Shikamaru?” domandò in un sussurro.
“Sì.”
rispose lui senza esitazione. Poi sospirò. “Comunque, se non
hai niente da fare oggi, dovresti venire a casa mia per fare la ricerca di
Chimica. Choji ed io abbiamo già cominciato e…” si bloccò, quando lei rialzò la
testa. Gli occhi celesti emettevano fulmini.
“Ho già finito la mia parte e l’ho data
stamattina a Choji. E, comunque, non
verrei a casa tua nemmeno se mi pagassi!” affermò decisa. “Ho da fare di
meglio che sprecare il mio tempo con uno sfigato
come te!” aggiunse, voltandogli definitivamente le spalle ed incamminandosi
frettolosamente verso l’uscita.
Shikamaru rimase a guardarla, basito. Le parole
graffianti di Ino non lo avevano sorpreso, era
abituato alla sua linguaccia, ma i suoi occhi, quelli sì che lo avevano preso
in contropiede: mai li aveva visti così furiosi e così luccicanti di lacrime…
*
25 marzo. Davanti a
casa Yamanaka. Ore 15.40
Quello
stupido, stupido Shikamaru! Come poteva anche solo
pensare che fosse capace di una cosa del genere?! Era
veramente quella la considerazione che aveva di lei?!
Ino tirò su col naso, asciugandosi con
rabbia una lacrima.
Shikamaru credeva di essere un genio, di capire
tutto, quando in realtà non capiva un bel niente! Lei non era così, non era una
persona calcolatrice e senza cuore! Anche lei aveva dei sentimenti, che
credevano? Che tutti quei pettegolezzi che giravano su di lei le facessero
piacere? Ino li detestava, ma non poteva fare niente
per fermarli: nessuno aveva creduto alle sue parole all’inizio ed ora tutti la
credevano una sorta di femme fatale,
una mangia-uomini senza scrupoli, una ragazza
superficiale, che incideva una tacca sulla testiera del letto per ogni ragazzo
che era caduto tra le sue grinfie…
Tutto
per colpa di un quadro e di una diceria che non era stata negata!
L’unica
che le aveva creduto era stata Sakura e per tanto tempo era stata l’unica a
rivolgerle la parola. Poi, era arrivato Shino e con
lui Il Solviamore e finalmente Ino
aveva trovato qualcosa che le dava la forza di andare avanti.
Ed
ora si era aggiunto Naruto, con il suo sorriso
brillante ed il suo amore per Sakura, con le sue parole sempre giuste ed un
grande sogno in tasca…
E
Shikamaru osava dire che lei sarebbe stata capace di gettare
via senza pensarci due volte una persona così bella? Credeva davvero che lei
nelle persone vedesse solo giocattoli per trastullarsi?
Sì,
era stata cieca. Sì, lo aveva trattato male. Sì, Shikamaru
aveva tutto il diritto di essere arrabbiato con lei. Ma sapere che anche lui la
considerava una poco di buono era troppo. Il cuore le si strinse di nuovo e le
lacrime scesero di nuovo a bagnarle il viso, fino a farla singhiozzare.
Il
cellulare cominciò a suonare. Tentando di calmare il pianto, si asciugò le
guance e si soffiò il naso prima di rispondere. “Shizune-sensei…?”
rispose, con voce roca.
“Ciao, Ino. Sono all’ospedale: i bambini sono
impazienti di vederti! Come mai ci stai mettendo tanto?”
Il
volontariato in ospedale! Se n’era completamente dimenticata! Oggi avrebbe
dovuto insegnare alla piccola Seri-chan come fare le
ghirlande di fiori… Un nuovo singhiozzo le uscì dalle labbra. “Mi… scusi,Shizune-sensei…” mormorò.
“Ino? Ma ti è successo
qualcosa?” domandò l’infermiera della scuola, ora preoccupata.
La
bionda tirò su col naso. Distese la bocca rossa in un sorriso fiacco, anche se
la sua interlocutrice non la poteva vedere. “No, non si preoccupi: solo un po’
di raffreddore.”
“Oh.
Allora è meglio che ti riposi… ah, aspetta un attimo! No, bambini: Ino-chan oggi non può venire perché ha il raffreddore. Perché non la salutate?”
Ino sentì che il telefono venne passato di
mano. “Ciao, Ino-chan!” gridò un coro di bambini. Lei
sorrise attraverso le lacrime.
Shizune riprese la cornetta. “Li hai sentiti? Rimettiti in fretta, ché qui hanno tutti
voglia di vederti!”
“D’accordo,
sensei!” esclamò Ino. “Dica a Seri-chan che la prossima
settimana faremo una ghirlanda gigantesca. Buon
lavoro, sensei!”
“Sì,
ma tu riposati, ché domani voglio vederti a scuola!”
Ripose
il cellulare nella tasca della giacca, sentendosi un po’ meglio. Anche se c’era
chi pensava che lei fosse una cattiva ragazza, c’erano persone che sapevano com’era
fatta in realtà. Forse non erano tante quante le prime, ma almeno c’erano e
questo, per ora, bastava a tirarle su il morale.
Ma
il sorriso non era destinato a rimanere a lungo sul viso di Ino.
Frugò
nella cartella per cercare il mazzo di chiavi e quando alzò lo sguardo, appoggiato
al muretto di casa sua, stava un ragazzo avvolto in un cappotto nero. Lui alzò
gli occhi neri e spenti e quello sguardo privo di emozione trafisse il cuore di
Ino, facendole mancare il fiato.
Il
giovane fece qualche passo verso di lei. “Finalmente sei arrivata, Miss
Bellezza!” esclamò, rivolgendole un sorriso pallido come la pelle del suo
volto. “Ti stavo aspettando…”
Commenti:
Immagino
abbiate indovinato chi è il giovanotto che aspettava Ino…
Nel prossimo capitolo finalmente si spiegheranno diverse cose…
Sì,
sono ancora viva (più o meno…)! Purtroppo sono già cominciati gli esami di metà
semestre e sono presissima tra calcoli di Statistica e revisioni di Bilanci! Per
non parlare dei terribili orari delle lezioni, che sembrano fatti apposta per
fiaccare gli studenti!
In
più ho avuto il terribile Blocco dello Scrittore! Credo di aver ricominciato
questo capitolo almeno cinque volte…
Non
posso promettervi aggiornamenti in tempi brevi (anche se spero proprio di
riuscire a scrivere più in fretta la prossima volta!), ma spero che la mia
storia vi piaccia ancora.
Ringrazio
tutti/e coloro che hanno letto, in particolare:
CELIANE4EVER: Grazie!^^ Non preoccuparti per gli
accenni ShikaTema e NaruIno!
Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo!
INOCHAN: Davvero?! Anche
tu stai scrivendo una fic con Naruto
ed Ino che fanno ingelosire Shikamaru
e Sakura?! Non vedo l’ora di leggerla!
INO YAMANAKA89: Sul serio non deludo le tue
aspettative? Meno male!^^ Spero che anche quest’ultimo ti piaccia!
KIKICHAN: Ciao! Sono contenta che questa storia
ti piaccia! Non conoscevo Gossip Girl, ma sono andata a guardare la trama su Wikipedia e sembra un telefilm molto carino! Spero mi farai
sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo! Per il passato di Ino e Shikamaru dovrai aspettare
ancora un pochino!
KIKKYXX14: Sono contenta di essere riuscita a
farti apprezzare Temari!^^ Ti dirò, a me non dispiace
come personaggio: la trovo forte!
Ma preferisco Ino assieme a Shikamaru!
Non disperare per la NaruSaku: quei due sono destinati a stare
insieme! Continua a seguire la storia e vedrai!
_MATTHEW_:
Spero che anche questo
capitolo sia di tuo gradimento! Mi fai sempre tanti complimenti: non sono
sicura di meritarmeli!^^ Qualche sorpresina ci sarà, è vero, ma rimango fedele
alle coppie citate nella presentazione, don’t worry!
MIMI18: Vero? Vero che Naruto
ed Ino sono pucciosi
insieme?!? Eh, la relazione tra quei due andrà
incontro a molti fraintendimenti…^_^ Per quanto riguarda Temari,
io lo trovo un personaggio interessante e con diversi lati positivi, così non
ho voluto darle la solita parte della guastafeste, ma piuttosto quella di una amica di Shikamaru che lavora
nell’ombra e con mezzi più o meno leciti per fargli capire chi vuole davvero… E
questo Shikamaru! Sai che mi piace troppo descriverlo
così miope nei confronti di Ino? :D
Non vedo l’ora di arrivare al momento della verità! Vedrai, vedrai…! Fammi sapere!
RIKUZZA: Grazie per i complimenti! Spero che ti
piaccia anche questo!
SIMUZ: Figurati, anzi! Hai fatto benissimo a
farmelo notare!^_^ Sono andata a vedere sull’Enciclopedia ed effettivamente ha
il significato che citavi tu, ma il problema era solo uno: non sono riuscita a
trovare nessun sinonimo adatto ad esprimere il significato che intendevo io. Volevo
far capire immediatamente come si era posizionata Temari
(alle spalle di Shikamaru, ma sporta verso il computer, così da fargli un po’ da
tetto sopra la testa) usando solo una parola. Spero mi perdonerai… -__-‘ Per
quanto riguarda il paring: ammetto che la NaruIno
rappresenti un’inaspettata tentazione, ma progetto di
rimanere fedele alle coppie scelte in precedenza!^^ Continua a farmi notare gli
errori, mi raccomando!
SOUSUKE SAGARA: Grazie per i complimenti! Sakura
stavolta ha parlato, ma non per molto: progetto di darle un po’ più di spazio
nel prossimo capitolo, visto che questo era solo di passaggio. Naruto ed Ino sono molto carini insieme e molto simili per certi versi, ma credo
proprio che tra i due non potrà esserci più di una fortissima amicizia, anche
se… Continua a seguire, così lo scoprirai!
Grazie
a tutti/e.
Spero
di aggiornare più in fretta la prossima volta.
I personaggi di Naruto appartengono a MasashiKishimoto.
7
25 marzo. Davanti a
Casa Yamanaka. Ore 15.50
“Finalmente sei arrivata, Miss Bellezza! Ti stavo
aspettando…” disse il giovane, piegando lievissimamente le labbra pallide in un
sorriso.
Ino lo squadrò con gli occhi spalancati
per lo stupore. “Che… Che diavolo ci fai qui, Sai?!
Non eri mica andato a Berlino?!” domandò, scossa.
Sai
eruppe in una risatina spenta, che non raggiunse gli occhi freddi. “Oh, lo sai
che non posso stare troppo lontano da te… Sei o non sei la mia Musa
Ispiratrice?” sorrise sornione, in attesa della reazione di Ino,
che non tardò ad arrivare.
Alle
parole del ragazzo, infatti, si riscosse. Gli lanciò uno sguardo furente. “Mi
sembrava che avessimo chiuso con questa stupida storia, dopo tutto
quello che è successo.”
“Oh,
andiamo! Ce l’hai ancora con me per quella sciocchezza?”
Ino strinse i pugni. “Per me non è stata
una sciocchezza! Hai rovinato la mia reputazione!”
“Beh,
già in partenza non è che fosse una gran reputazione …” commentò Sai,sorridendo in un
modo che fece saltare i nervi ad Ino.
“Vattene.
Immediatamente.”
Se
Sai rimase colpito dalla durezza del tono della bionda non lo diede a vedere.
“Sei sicura di non volermi invitare a casa tua a bere una tazza di tè?”
“Sicurissima.”
Gli occhi di Ino sembravano lanciare lampi.
“Peccato:
avevo proprio voglia di qualcosa di caldo. Beh, sarà per la
prossima volta, mm?”
“Non
sperarci. Non voglio più rivedere la tua faccia.”
Sai
assunse una finta espressione dispiaciuta. “Oh, temo sia impossibile, mia cara:
tra qualche giorno appenderanno cartelloni con la mia foto in tutta la città
per pubblicizzare la mia mostra. E, poi, credo che farò
presto un giro alla Konoha per ricordarmi i ‘bei
vecchi tempi’.” annunciò con un sogghigno appena accennato di fronte
all’espressione allarmata di Ino. Girò sui
tacchi e cominciò ad allontanarsi, ancora sogghignando. “A presto, mia preziosa
Musa!” la salutò, agitando la mano.
La
ragazza si appoggiò al cancello, priva di forze. Sai era tornato… Cosa avrebbe
fatto ora?
*
25 marzo. Camera di Haruno Sakura. Ore 17.53
“…
Mm… Ah, ma certo! Questo è un errore banale, Naruto:
ti sei dimenticato di fare il campo di esistenza del denominatore e di metterlo
a sistema con le soluzioni ottenute. Per questo hai accettato x = 2, che, invece, non era accettabile.” Sakura gli porse di nuovo il foglio ed alzò un
sopracciglio di fronte allo sguardo sognante di Naruto.
Il ragazzo aveva appoggiato un braccio sulla scrivania e si reggeva la testa
con una mano, sfoggiando un sorriso ebete nel fissarla. Lei inarcò le
sopracciglia. “Beh? Che ti prende?”
Il
biondo sospirò. “Ah, Sakura-chan!
Non solo sei bella, sei pure intelligente…!” commentò,
senza ombra di imbarazzo.
Che,
invece, colpì in pieno Sakura. “M-Ma che dici?!” balbettò, affrettandosi a rifugiarsi dietro il libro di
testo per nascondere le guance arrossate. “Invece di dire sciocchezze, riscrivi
l’esercizio nel modo corretto!”
“Non
erano sciocchezze…” borbottò Naruto, ubbidendo
comunque alle parole della ragazza.
Sakura
lo osservò curvarsi sull’esercizio di matematica, la matita tra le dita
abbronzate e la punta della lingua tra i denti incredibilmente bianchi.
Accortasi di essere rimasta a fissarlo, scostò lo sguardo in fretta, dandosi
della sciocca: da quando UzumakiNaruto
era diventato un soggetto interessante da guardare?
Gli
lanciò un’altra occhiatina di sottecchi. Non si era mai resa conto di come i
capelli gli fossero cresciuti e di come gli dessero un’aria più matura…
No!
Basta!, si rimproverò mentalmente: lei non era una di
quelle ragazze che trovavano attraenti i fidanzati delle proprie migliori
amiche, assolutamente no!
Un’altra
occhiata ed improvvisamente notò quanto ampie e forti fossero le spalle del
ragazzo…
“Basta!”
gridò, sbattendo il libro con forza sulla scrivania e facendo sobbalzare il
biondo, che la guardò spaventato. “Ehm… Non ti sembra che sia ora di una
pausa?” tentò di rimediare, ridacchiando nervosamente.
“Eh,
in effetti…” ridacchiò Naruto, altrettanto
nervosamente.
“Allora,
io… uhm… vado a preparare uno spuntino, okay?” propose Sakura.
“Oh,
okay, grazie!” annuì lui, sorridendo più sincero. “Vuoi una mano?”
“Non
ti disturbare: vado e torno!” esclamò lei, richiudendosi la porta dietro le
spalle ed appoggiandovisi con la schiena. Sospirò, mentre il cuore
inspiegabilmente le batteva in gola. Non è a causa di Naruto,
non è a causa di Naruto, si ripeté più volte, mentre
scendeva le scale che portavano alla cucina.
Sentendola
trafficare tra frigorifero e dispensa, sua madre fece capolino sulla soglia
della porta. “Allora, tesoro, come procede lo studio?” chiese
ammiccante.
Sakura,
suo malgrado, arrossì. “Guarda che non è come pensi
tu.” precisò con forza, disponendo ordinatamente su un vassoio diversi tipi di
biscotti.
L’altra
ridacchiò ed annuì. “D’accordo, cara…” disse, con l’aria di chi non ci credeva
nemmeno un pochino.
La
ragazza sbuffò, aprendo di nuovo il frigorifero per prendere un succo di
frutta. Ma perché doveva avere una madre maliziosa almeno quanto la sua
migliore amica? Insomma, cosa aveva fatto di male?!“Naruto non mi piace affatto. E
poi è il ragazzo di Ino.” aggiunse, imbronciando le labbra.
Sua
madre sbatté gli occhi, perplessa. “Il ragazzo di Ino-chan?” ripeté. Poi schioccò le dita con una buffa
smorfia. “Peccato! Un ragazzo carino in meno sul mercato…”
“Naruto non è ‘carino’, mamma!” protestò. È bello, si disse,
prima di sorprendersi di quel pensiero e relegarlo nell’angolo più lontano e
buio della propria mente. “E-E anche se lo fosse, è off-limits, no?” disse con
un piccolo sorrisino amaro. “Dai, spostati: devo
portare su questa roba…”
Salì
le scale il più in fretta possibile, sentendosi addosso lo
sguardo di sua madre. Oh, fantastico! Chissà adesso quanti film si sarebbe
fatta quella sciocca! Santo Cielo, a lei Naruto non
piaceva! Al massimo era un po’ invidiosa di Ino
perché era riuscita ad avere un ragazzo prima di lei, ma lo sarebbe stata anche se quel ragazzo non fosse stato UzumakiNaruto. Diamine! A lei
piacevano i tipi come UchihaSasuke
e l’ultima volta che aveva controllato Naruto non gli
assomigliava nemmeno un pochino. Quindi, che le piacesse l’Uzumaki
era cosa impossibile.
Soddisfatta
della conclusione cui era giunta, abbassò la maniglia con il gomito ed entrò
nella stanza con il vassoio in mano. “Eccomi qua, Naru…”
si bloccò, perché il biondo stava parlando al telefonino con espressione
preoccupata.
“Sì, sì, qui va tutto bene. Ma tu hai una voce
strana… È successo qualcosa?” stava chiedendo in quel momento al suo
interlocutore. La risposta dell’altro capo del cellulare gli fece
assumere una strana espressione abbattuta. “Sei sicura che non sia proprio
nulla?” domandò. Poi, sorpresa e apprensione e rabbia gli passarono in un lampo
negli occhi. “E chi era?” tuonò. “E tu stai bene?” si informò subito dopo,
ansioso. “Vengo subito. No, no: non c’è problema.
Aspettami lì: cinque minuti e arrivo.” Chiuse la telefonata e cominciò a
raccattare le sue cose alla velocità della luce.
Sakura
fissò il suo volto accigliato ed inquieto. “Cos’è successo?” domandò confusa.
Naruto si accorse di lei solo in quel
momento. “Scusami, Sakura-chan, ma
devo proprio scappare: pare che Ino abbia fatto un
brutto incontro di ritorno da scuola. Era ancora molto
scossa: devo andare da lei immediatamente.” spiegò lui, riprendendo a mettere
via i quaderni.
Stranamente,
Sakura non provò ansia per l’amica, ma una profonda irritazione. “Ma scusa, e i
compiti?” domandò stizzita.
Il
ragazzo alzò lo sguardo e per la prima volta lei si accorse di quanto fosse
profondo. “Mi dispiace, Sakura-chan, maIno per me è più importante
di qualsiasi compito.” disse con grande serietà. Si mise la cartella sulla
spalla e le lanciò un’ultima occhiata prima di varcare la porta. “Ti ringrazio
per l’aiuto che mi hai dato oggi. Ti prometto che mi impegnerò di più la
prossima volta, se vorrai ancora darmi una mano.”
Sakura
si accasciò su una sedia, mentre lo sentiva scendere le scale a rotta di collo
e ringraziare sua madre per l’ospitalità. Sentì anche la porta di casa
chiudersi, ma non registrò nulla. Nella sua mente c’era spazio solo per quelle
parole che le avevano fatto comprimere dolorosamente il cuore: “Ino” e “più importante”…
*
25 marzo. Casa Yamanaka. Ore 18.14
Il
campanello suonò insistentemente, facendola sobbalzare. Ino
spiccò una breve corsetta e spalancò l’uscio senza nemmeno accertarsi di chi
fosse, certa di ritrovarsi davanti una zazzera di capelli biondi e ridenti
occhi blu.
Beh,
la zazzera c’era ed era persino più scompigliata del solito, ma gli occhi non
erano affatto ridenti. Inquieti, si tuffarono nei suoi. “Come… stai?” domandò Naruto, un po’ a corto di fiato.
“Hai
corso?” domandò a sua volta Ino, stupita.
Lui
annuì. “Come stai?” ripeté la domanda, prima di venire investito da un
abbraccio della ragazza. Naruto fissò ad occhi
spalancati la testolina bionda che gli stava sotto il naso. “Ino?” la chiamò, nervoso.
“Scusa.”
biascicò lei, contro la stoffa della giacca. “Non avrei dovuto chiamarti: ti ho
rovinato il pomeriggio con Sakura…”
“Ma
stai scherzando?!” esplose il biondo, allontanandola
da sé quanto bastava per guardarla in viso. “Hai fatto
benissimo! Piuttosto, chi era questo tizio? Credi che sia ancora nei
paraggi? Posso fare il giro dell’isolato e vedere se riesco a
trovarlo…” propose.
Ino scosse il capo. “No, non preoccuparti:
credo che Sai se ne sia andato.”
“Sai? È il suo nome? Lo
conosci?” chiese a raffica Naruto.
Lei
abbassò il capo. “Purtroppo sì. È il protagonista di una delle mie storie
lunghe e noiose…”
Il
ragazzo si mordicchiò il labbro inferiore, continuando a tenere Ino per le braccia. “Ino,
ascolta, so che non sono un tuo amico e che non dovrei chiedertelo, ma non
vorresti raccontarmi qualcuna di queste storie? Tutto questo
mistero sul tuo passato mi rende incredibilmente ansioso…” sbottò, rendendosi
conto solo un istante dopo che forse aveva oltrepassato la linea. Aveva
mandato al diavolo tutta la strategia per guadagnarsi la sua fiducia! Sospirò e
scosse la testa, lasciandola andare. “No, scusa: lascia perdere quello che ti
ho detto.”
Ma
la ragazza aveva rialzato il capo e lo guardava con una strana espressione.
“No, hai ragione. Solo…” sospirò. “Solo preferirei
parlarne da un’altra parte: non vorrei che Sai spuntasse fuori un’altra volta.”
Naruto serrò la mascella al pensiero.
“D’accordo. Potremmo andare da Ichiraku, il
ristorante dove lavoro: oggi ho il giorno libero ed è un posto abbastanza tranquillo.”
Finalmente
Ino sorrise. “Va bene. Mi infilo la
giacca ed andiamo.”
Lui
annuì gravemente e squadrò il vicinato con occhi torvi, le mani affondate nelle
tasche dei pantaloni.
*
25 marzo. IchirakuRamen. Ore 18.41
Ino non avrebbe mai pensato che un
ristorante potesse essere così accogliente. Forse perché era a conduzione
familiare, o perché le pareti dai colori pastello le erano sempre piaciute, o
semplicemente perché tutti in quel locale parevano conoscere Naruto e, di riflesso, anche lei si sentiva bene accolta.
“Naruto, non riesci proprio a stare lontano dall’Ichiraku, eh? Ah, caro Teuchi, un
apprendista così dedito è cosa rara!”
Mentre
il biondino ridacchiava e si sfiorava la nuca in imbarazzo, il proprietario schioccò
la lingua con scherzoso scetticismo. “Ah, ma figurati, Osamu!
Questo qui è venuto solo per scroccare una cena gratis!”
Ino ridacchiò nel vedere Naruto irritarsi per finta. “Ehi, vecchio! Chiudi quella
boccaccia: non farmi fare brutta figura davanti ad Ino-chan!”
Teuchi inarcò un sopracciglio. “Coda di paglia, eh? Lo sai che potrei
raccontarne tante sul tuo conto…” commentò con un sorrisino. “E,
comunque, sei un gran maleducato: potresti almeno fare le presentazioni.” gli
ricordò severo, sventolando un coltellaccio da cucina.
Lui
si imbronciò. “Non credo che ad Ino interessi
conoscere un vecchiaccio come te.”
“Non
dire sciocchezze!” si intromise la bionda, allungando una mano verso Teuchi. “Molto piacere: sono YamanakaIno, un’amica di Naruto.”
“IchirakuTeuchi.” si presentò a
sua volta l’uomo, pulendosi la mano sul grembiule e stringendole quella curata
della ragazza. “Ma, a quanto ne so, siete più che amici voi due…” aggiunse,
guardandoli malizioso.
Entrambi
arrossirono lievemente.
“Oooh!” proruppe Naruto, indicando
Teuchi con un dito accusatore. “Ecco,
vedi? Sei sempre il solito: era meglio se rimanevi nell’anonimato. Dai, andiamo a sederci il più lontano possibile da questo
vecchiaccio…” disse, prendendo Ino per una mano e
conducendola ad un tavolo accanto alla finestra. “Accidenti a lui, non
sa mai quando frenare la lingua…” borbottò, sedendosi.
La
bionda si mordicchiò il labbro inferiore, per evitare di mettersi a ridere.
Naruto sospirò e si rialzò. “Vado a prendere
qualcosa da bere.”
Ino lo osservò avvicinarsi al bancone e
rimproverare vivacemente il suo datore di lavoro. Sentì il suo cuore allargarsi
a quella vista e non poté fare a meno di lasciare che una risatina le
affiorasse sulle labbra.
Il
biondo appoggiò due bibite gassate sul tavolo. “Spero non ti dispiacciano:
questo è tutto quello che il vecchio spilorcio ci offre…” borbottò, ancora imbronciato.
Lei
prese in mano una lattina e la studiò. “Un po’ troppe calorie: non lo sai che
sono a dieta?” commentò, ma nel vedere la faccia contrita del ragazzo, esplose
in una risatina. Si allungò per prendergli una mano. “Sto scherzando: vanno
benissimo.” lo rassicurò, aprendola e bevendone un lungo sorso direttamente
dalla lattina. “Ah, ci voleva proprio!” esclamò.
Naruto sorrise stupito. Abbassò lo sguardo
sulla propria lattina, sempre con quel lieve sorriso sulle labbra. “Riservi
sempre delle sorprese, eh, Ino?” mormorò, più a se
stesso che alla sua compagna.
Lei
rimase in silenzio.
Finalmente
il biondo la guardò di nuovo negli occhi. “Perché fai finta di essere una
persona che non sei? Perché lasci che ti dicano certe cose dietro le spalle? Io proprio non ti capisco…”
“Credi
che tutto ciò mi vada a genio?” sbottò Ino,
incrociando le braccia sul tavolo. “Credi che non abbia
provato a cambiare le cose? Ho tentato tante volte, ma
non c’è più nulla da fare: quel dannato quadro di Sai mi ha segnata…” rivelò ad
occhi bassi.
“Sai?
Il tizio che hai incontrato oggi?”
“Sì…”
mormorò. Prese un bel respiro prima di continuare. “Devi
sapere che questa storia parte da molto lontano. Tutto è cominciato
quattro anni fa. All’epoca ero una ochetta senza
cervello, che credeva ancora nel Principe Azzurro e che l’estetica venisse
prima di tutto. Curavo il mio corpo all’estremo, mangiavo
solo quando era strettamente necessario, mi truccavo per sembrare più grande,
spendevo uno sproposito in vestiti… Tutto questo per competere contro Sakura
per il cuore di un ragazzo che non ci ha mai nemmeno guardate.” raccontò con
una smorfia amara. Scosse la testa, sul viso un gran disprezzo per se
stessa.
“Ero una stupida ragazzina che guardava solo
all’apparenza, che procedeva verso il suo obiettivo senza curarsi degli altri.
Sono stata crudele, Naruto. Crudele e sciocca. Ma venni punita duramente per questo…” disse, fissando le venature
del tavolo con occhi assenti. “Quattro anni fa mia madre si ammalò
improvvisamente e morì in pochi giorni.”
Naruto avvolse la mano della ragazza nella
propria. “Ino…” cominciò, ma lei gli fece cenno di
aspettare e riprese a parlare.
“È stato come risvegliarsi di colpo con
una doccia gelata.
C’era un vuoto nella mia vita ed io non sapevo come riempirlo. Mi guardavo allo
specchio e finalmente mi vedevo per quello che ero: una stupida ragazzina
arrogante.
Cominciai a capire che dovevo cambiare, che
ciò che era stata la mia esistenza fino ad allora non
avrebbe riempito quel buco che avevo nel cuore. Ma non sapevo che fare e la
cosa mi frustrava terribilmente. Ed è stato allora che ho incontrato Sai.” Ino rise aspramente. “Figurati!
Per come ero allora, mi è sembrato una manna dal cielo: un ragazzo più grande,
bello e con la passione per la pittura. Insomma, era il mio Principe Azzurro
diventato realtà. Gli ci vollero solo un paio di complimenti e qualche parolina
sussurrata in modo seducente per farmi cadere nella sua rete.
Io non volevo pensare. Né alla perdita di
mia madre né al disprezzo per chi ero diventata. Pensavo sinceramente che Sai
sarebbe stato in grado di farmi scordare il passato, aggiungendo qualche mano
di colore alla mia vita. Ero pronta a fare per lui qualsiasi cosa, purché mi
facesse dimenticare quanto stavo male.”
Naruto le tenne più stretta la mano. “Ma che
cosa voleva da te?”
Ino si strinse nelle spalle. “Niente di
che: solo che posassi per lui.” Di fronte all’espressione imbarazzata del
biondino, gli schiaffeggiò la mano, atteggiando il viso in una smorfia
oltraggiata. “Ma per chi mi prendi, Naruto?! Ero vestita, chiaro? VE-STI-TA!”
chiarificò arrabbiata. “Non mi sono mai tolta nemmeno un calzino di
fronte a quel pittore da strapazzo!” aggiunse, assumendo poi un’aria depressa.
“Questo, però, non gli ha impedito di lavorare di fantasia…” sussurrò.
Il
biondino si corrucciò. “Che vuoi dire?”
Lei
sospirò, scostando un’altra volta lo sguardo. “Io… ho posato
per Sai qualche mese, ma lui non mi ha mai fatto vedere la tela. Aveva
detto che era una sorpresa. Sì, proprio una gran sorpresa…”
mugugnò. “Tu mi devi credere: io non lo sapevo, ero
all’oscuro di tutto! Quando quella tela fu mostrata al
pubblico, rimasi stupita come gli altri!” dichiarò, guardandolo disperata.
Naruto le strinse ancora la mano, annuendo.
Ino appoggiò stancamente la fronte sulla
mano che Naruto non le stava tenendo. “In quella tela
dei vestiti con i quali avevo posato non c’era nemmeno l’ombra… Mi sono
vergognata così tanto che sono scappata dalla mostra… E poi lui ha rilasciato
un’intervista, nella quale gli veniva chiesto se ero o meno
la sua amante. Sai non ha né negato né ammesso nulla, ha solo sorriso quella
sua patetica imitazione di un sorriso, ma, dopo un quadro come quello, il
giornalista ha fatto due più due sbagliando clamorosamente il risultato. Così,
nonostante mi sia affannata a negare tutto, era la mia parola contro quella stampata.” Sorrise, amara. “Puoi ben immaginare chi
abbia vinto…”
Il
ragazzo rimase in silenzio così a lungo che Ino,
preoccupata, rialzò lo sguardo.
“Naruto?”
Lui
sbatté con forza un pugno sul tavolo, attirando l’attenzione di tutto il
locale. Ma il biondo non se ne curò affatto. “Che grandissimo bastardo!” esclamò
furente. “La colpa è solo sua se ti sei ritrovata con una reputazione che non
ti appartiene…” ragionò tetro.
“Beh,
ormai è acqua passata ed io ora sto bene.” disse lei, sentendosi leggera dopo
essersi tolta quel peso dal cuore. “Sakura mi è sempre rimasta vicina e poi ho
incontrato Shino ed è nato il Solviamore
e tutto sembra andare per il verso giusto, no?”
“Ma
quel Sai è tornato a farsi vivo…” la corresse Naruto,
lugubre.
Ino si strinse nelle spalle. “Beh, questo
complica un po’ le cose, ma non mi spaventa.” dichiarò, prendendo un gran sorso
di bevanda gassata. Poi lo guardò fisso negli occhi e gli strinse la mano.
“Finché i miei amici mi credono, non mi spaventa niente.”
Naruto aprì la bocca, sorpreso. “Cioè, vuoi
dire che io e te siamo amici?!” domandò tra lo stupito
e l’estasiato.
La
ragazza alzò gli occhi al cielo, ma sorrideva. “Certo, testa quadra, altrimenti
cosa?” chiese, dondolando la lattina tra le dita.
Lui
sorrise glorioso.
Il
sorriso di Ino si trasformò da sereno in furbetto.
“Quindi, in qualità di amica, ti ordino di tirare fuori libri e quaderni.”
disse, sorbendo un altro gran sorso di bibita.
“Eh? Perché?” esclamò Naruto, agghiacciato.
“Beh,
visto che ti ho distolto dal tuo pomeriggio di studi con Sakura, il minimo che
possa fare è darti una mano con i compiti che ti sono rimasti.”
Lui
si imbronciò, cominciando a tirare fuori i libri di malavoglia. “Sei proprio
una grande amica, Ino…” brontolò, aprendo il quaderno
di matematica e riprendendo a scrivere l’esercizio.
Lei
ridacchiò, osservandolo lavorare con la testa abbassata, per non farle vedere
il sorriso che gli illuminava il volto abbronzato.
Commenti:
Beh,
il grosso segreto che riguardava il passato di Ino è
stato svelato. Purtroppo, stavolta Shikamaru non ha
trovato spazio, ma prometto che nel prossimo capitolo sarà protagonista.
Ecco, per quanto riguarda il prossimo
aggiornamento: io ho due esami il 18 dicembre (sì, tutti e due lo stesso
giorno: i miei professori sono dei geni. Pensate che, in teoria, ne dovrei fare un terzo sempre lo
stesso giorno…), quindi penso che dovrete aspettare almeno fino al 19-20
dicembre. Mi dispiace.
Spero,
comunque, che questo capitolo vi piaccia e ringrazio tutti/e coloro che hanno
messo la storia tra i preferiti.
Come
al solito, ringrazio in modo particolare:
_MATTHEW_:
Grazie!^^ Sono
contenta che ti sia piaciuta l’introspezione di Ino e
spero che il suo racconto finale sia esauriente per quanto riguarda ciò che è
stato il suo passato. Mi raccomando: fammi sapere che cosa ne pensi! Alla
prossima!
SOUSUKE SAGARA: Mm… C’eri vicino, ma non era Sasuke. Beh, che cosa ne pensi di Sai? Nella mia storia non
sarà un gran personaggio, spero non ti dispiaccia. Grazie mille per i
complimenti!^^ Sei troppo gentile: non penso di essere poi così brava! Davvero
hai scritto una NaruIno?! Appena
avrò tempo (leggi: dopo il 18 dicembre), andrò subito a leggerla! Fammi sapere
che cosa ne pensi del capitolo!
RIKUZZA: Davvero troppo, troppo gentile!^_^ Beh,
qualcosina è successa tra Sakura e Naruto, ma non è ancora granché. Non disperare, però: ho
grandi progetti per Sakura…^^ Mi spiace per Shikamaru,
davvero, ma non sono proprio riuscita ad infilarlo in questo capitolo. Vedrai che
nel prossimo mi farò perdonare! Fammi sapere!
KIKKYXX14: Grazie, cara, troppo buona!^^ Sì, lo so
che Shikamaru ed Ino non
hanno un bel rapporto, ma spiegherò tutto a tempo debito (spero nel prossimo
capitolo). E Temari giocherà un gran ruolo nelle loro
vite… Ma non dico altro!^_^ Fammi sapere se ti è piaciuto anche questo capitolo
rivelatore del passato di Ino!
CELIANE4EVER: Eh, capito ora
cosa ha fatto Sai alla nostra povera Ino? Lo
riempirei di botte io stessa!^^ Ma avrà quel che si merita, prometto! Alla
prossima!
KIKICHAN: Eccoti qua, ex-nuova lettrice! Mamma
mia quanti complimenti!^^ Davvero ti piace così tanto questa storia?! Ne sono lieta.^_^ Fammi sapere che cosa ne pensi anche di
questo capitolo!
MIMI18: Fiù, meno male!^_^ Sono contenta che ti
piaccia ancora. E… che cosa ne dici del passato di Ino?
Io penso che bisognerebbe rompere una grossa tela sulla testa di Sai, tu che ne
dici? Stavolta Shikamaru non è riuscito nemmeno a
fare capolino, ma dal prossimo capitolo tornerà alla ribalta!^^ E comincerà
anche a sembrare un po’ meno antipatico… o almeno spero! Sakura, invece, sta
già cambiando, anche se non vuole rendersene conto. Vedrai che fare da tutor a Naruto le aprirà la mente!^^ Ovviamente, attendo il tuo
commento con ansia! Alla prossima!
Grazie
a tutti/e.
Ci
si rivede dopo il 18 dicembre! Fatemi gli in bocca al lupo!^_^
I personaggi di Naruto appartengono a MasashiKishimoto.
8
28 marzo. Camera di YamanakaIno. Ore 16.39
‘Carissimo Solviamore,
avevi ragione! Ignorare Neji si è
rivelata una strategia vincente! Da un paio di giorni sono a casa per un brutto
raffreddore ed oggi lui si è presentato a casa mia! Mi ha portato i compiti, ma
invece di andarsene subito dopo come le altre volte si è fermato per chiedermi
se fossi arrabbiata con lui! Io gli ho risposto di no e lui mi è parso
sollevato!
Che cosa devo fare adesso?!?
Aiutami, ti prego!!!
Tua,
TenTen.’
Ino sorrise, massaggiandosi le spalle
doloranti per la posizione. Rannicchiata sul letto, stringeva a sé il
portatile, in quei giorni sua unica fonte di sollievo. Mordicchiandosi il
labbro inferiore, posizionò le dita sulla tastiera.
‘Carissima TenTen,
evviva! Il primo obiettivo è stato raggiunto: finalmente il
tuo Neji ha capito che non deve darti sempre per
scontata. Ora riprendi a parlargli, ma non stargli sempre intorno: chiacchiera
con i tuoi compagni (soprattutto MASCHI), esci con le tue amiche, fatti vedere
sorridente e felice… Ben presto si renderà conto che tu puoi vivere bene senza
di lui, ma che lui non potrà dire lo stesso!
Non arrenderti e persevera: il tuo sogno si
avvererà!
Con affetto,
ilSolviamore.’
Sospirò,
deliziata dei progressi di TenTen. Aprì il messaggio
seguente con occhi luccicanti.
‘Finalmente ho chiesto ad Hinata
di uscire e lei ha detto SÌ!!!!!!!!! Non ci posso
ancora credere! Non sto più nella pelle! Ti aggiorno dopo!!Kiba.’
Il
sorriso di Ino si allargò. E così Kiba
ce l’aveva fatta… Bene, era ora che si svegliasse quel ragazzo! Considerando il
comportamento da spaccone che assumeva a scuola, non si sarebbe mai detto che,
in realtà, InuzukaKiba era
un grande timido, talmente spaventato all’idea di un rifiuto da non riuscire
nemmeno ad invitare la dolcissima HyugaHinata.
Sperò
che l’avesse portata in un posto grazioso, non troppo intimo, ma nemmeno troppo
frequentato: un posticino piacevole, dove Hinata si
sarebbe potuta sentire a suo agio. Sperò anche che Kiba
le ripetesse qualcuna delle frasi che aveva scritto al Solviamore,
perché, quando si impegnava, quel ragazzo aveva un’eccellente vena romantica.
A
quel punto scorse un’altra volta la lista dei nuovi messaggi, cercando, come
ormai faceva tutti i giorni da una settimana a quella parte, un messaggio da
parte di S., il ragazzo ancora innamorato della sua amica d’infanzia. Inizialmente
le aveva scritto solo per avere unconsiglio, ma poi qualcosa era
cambiato: Ino non sapeva com’era successo, ma ora lei
ed il misterioso S. si scambiavano opinioni sui più disparati argomenti. Questo
S. era un tipo decisamente in gamba, informato su tante cose e con le proprie
idee ben chiare in testa; insomma, una di quelle persone dal cui acume ci si
sente incredibilmente attratti. Proprio non capiva come facesse quella ragazza
a non accorgersi di lui!
Ma
no, non c’erano nuovi messaggi. Inoimbronciò lievemente le labbra, delusa. Ritornò con la mente
al messaggio dell’Inuzuka, cercando di immaginarselo
mentre passava a prendere la Hyuga sotto
casa. Mentre si trastullava con l’immaginare le diverse tappe dell’appuntamento
tra Kiba ed Hinata, il
cellulare cominciò a vibrare veementemente sul piumone lilla. Lo prese in mano
e fissò perplessa il nome del chiamante. “Naruto?”
rispose con voce stupita.
“Ehi,
Ino!” esclamò lui, allegro. “Che stai facendo di
bello?”
“Sto
rispondendo ad alcune mail. E tu?”
“Guarda
fuori dalla tua finestra.” le suggerì il ragazzo.
Curiosa,
la bionda scostò le tendine. Davanti al cancello di casa sua stava Naruto, una mano che sventolava il suo saluto ed un sorriso
da un orecchio all’altro. Ino levò la mano e la
agitò, mentre un sorriso sorpreso si faceva strada sul suo viso. “Ma che ci fai
qui sotto?” domandò, divertita.
“Sono
venuto a prenderti, ovviamente! Tre giorni di fila in casa sono troppi, non
credi?” esclamò, imbronciando le labbra come a
sfidarla a ribattere. “Ho già fatto cinque volte il giro dell’isolato e non ci
sono strani tizi pallidi in giro, quindi non hai nessuna scusa per non venire a
fare due passi con me. Soprattutto, considerato che ho disdetto la lezione di
oggi con Sakura-chan.”
“Tu
hai fatto cosa?!” urlò Ino.
Lo vide allontanare il cellulare dall’orecchio con un’espressione sofferente
sul viso, ma era troppo irritata per curarsene.
“Aspetta,
fammi spiega…!”
Naruto non fece in tempo a finire la frase,
ché Ino chiuse la conversazione e si precipitò a
rotta di collo giù per le scale. Uscì di casa come una furia e si avventò sul
ragazzo con ferocia. “Che diavolo vuol dire che hai disdetto la lezione con
Sakura?” ringhiò, agguantandolo per il colletto. “Stai cercando di sabotare il
mio brillante piano, Uzumaki?”
Il
biondo la fissò spaventato. “No, no! Certo che no! Non sono mica stupido…” Di fronte a quel biondo sopracciglio
inarcato in un’espressione di eloquente perplessità nei riguardi dell’ultima
affermazione, Naruto si imbronciò. “Uffa! Volevo solo assicurarmi che stessi
bene!” esclamò, piccato. “Dovresti cercare di essere un po’ più gentile
verso chi si preoccupa per te, che diamine!” commentò, liberando il colletto
dalla stretta della ragazza e facendo un passo indietro, indispettito.
Ino abbassò lo sguardo, mordicchiandosi
il labbro inferiore, dispiaciuta per la sua reazione violenta. “…otto…”
sussurrò, abbassando ancora di più la testa per non far vedere la sua
espressione imbarazzata.
“Eh?”
domandò Naruto, fissandola confuso.
“Vado
a prendere il cappotto.” ripeté a voce più alta, alzando lo sguardo. Si girò
imbronciata quando vide il sorrisetto soddisfatto sul viso del ragazzo. “Ma non
rallegrarti troppo, Uzumaki: dopo questi
‘due passi’ fili a studiare.” lo minacciò, prima di rientrare in casa.
Naruto alzò gli occhi al cielo. “Sì, mamma…”
sospirò, un angolo della bocca lievemente piegato
verso l’alto.
*
28 marzo. Bar Suna. Ore 17.05
Shikamaru rigirò tra le dita il bicchiere di
aranciata, fissando il liquido con aria annoiata.
“E
allora, Piagnucolone? Come mai questo muso lungo?” esclamò Temari, appoggiando i gomiti sul bancone e fissandolo con
occhi brillanti di curiosità. “La tua bella ti ha dato un altro due di
picche?”
“Ma
quale bella?!Non c’è proprio
nessuna bella.” sbottò lui, imbronciandosi ancora di più. “E poi cos’è
questa storia del due di picche? Pensi che vada in bianco
tutte le volte?” aggiunse, irritato.
Lei
sbatté un paio di volte le palpebre, perplessa. Poi sogghignò, maliziosa. “Oh,
come siamo suscettibili oggi! Dai, lo sai che me lo
puoi dire cosa c’è che non va!”
Shikamaru la fissò, prima di sospirare
sconfortato. “È solo che siamo già al 28…” mormorò.
“E
cosa c’è che non va nel 28?”
“C’è
che, se vado avanti così, non riuscirò mai a capire in tempo chi è quel
maledetto Solviamore e Kiba
vincerà la scommessa…”
Temari si imbronciò. “Ah, quello… Speravo
fosse successo qualcosa di più interessante. Non hai mai notizie
succulenti da offrirmi.” lo accusò, mettendosi ad asciugare i bicchieri
con finta aria offesa. “Sei noioso, Shikamaru.”
“Non
sei la prima che me lo dice.” ammise serenamente il ragazzo, facendo roteare
l’aranciata all’interno del bicchiere. Anche se…, pensò con un lieve sorriso
sulle labbra.
“Mm…
Quel sorrisetto è sospetto…” commentò la barista. “Sputa il rospo! Cosa ti è
successo da renderti così lunatico?”
“Ma
niente…” tentò di svicolare il giovane Nara.
Temarigli sorrise
con fare fintamente gentile, facendogli venire i brividi. “Parla, Shikamaru, se non vuoi che tutti conoscano l’origine del
tuo soprannome.” lo minacciò.
Il
giovane sbiancò. “Non dirai sul serio…!”
La
ragazza annuì, con un sogghigno.
“Ah,
vedi che ho ragione io: non esistono donne decenti a questo mondo…” borbottò,
contrariato. “Comunque, se lo vuoi proprio sapere, pensavo al
fatto che c’è qualcuno che non mi ritiene affatto noioso. Anzi, mi ha definito ‘interessante e con opinioni affascinanti’.”
rivelò, con un mezzo sorriso soddisfatto.
“E
chi sarebbe la poverina che hai ingannato in modo così clamoroso?” lo prese in
giro Temari.
Shikamaru si fece serio in volto e poi
pensieroso. “Ah, quindi credi anche tu che sia una donna…”
La
bionda corrugò la fronte. “Eh?”
“No,
lascia perdere…” borbottò, tornando a far roteare l’aranciata nel bicchiere. In
realtà, chi lo aveva definito in quel modo era stato il Solviamore.
Shikamaru, per cercare di scoprire qualcosa che gli
consentisse di identificarlo, aveva cominciato a discutere con il consigliere
virtuale dei più disparati argomenti. Purtroppo, a parte aver notato che,
chiunque fosse, era veramente una persona in gamba, non aveva fatto molti passi
avanti. Così si era deciso a consultare Shiho, la Presidentessa del
Club dei Crittografi. Le aveva fatto vedere i vari messaggi inviatigli dal Solviamore e lei li aveva letti attentamente, giungendo
alla conclusione che il famigerato consulente cibernetico era al 90% una donna,
tra i 15 e i 25 anni, decisamente sensibile ai problemi degli altri, con uno
spiccato buon senso e molto probabilmente un carattere riservato.
Quindi,
praticamente nessuna che calpestasse il suolo della Konoha
(Shikamaru aveva scartato HyugaHinata a priori, giudicandola non abbastanza sicura
in se stessa per dare consigli agli altri).
Eppure,
il Solviamore pareva conoscere così bene tutti loro…
“Perciò
non hai fatto progressi con InoYamanaka.”
si intromise nei suoi pensieri Temari, di punto in
bianco.
“Cosa
c’entra la Yamanaka in tutto questo?” si imbronciò. “Non capisco perché tu ti sia fissata tanto su quell’episodio: ti
ho già detto che era una scommessa e che lei non mi piace affatto. Troppo oca per i miei gusti.” decretò, torvo.
L’altra
sogghignò, maliziosa. “Sì, lo so: ti affanni sempre a negare. Cosa che è sospetta…”
aggiunse. Quando lo vide roteare gli occhi, ridacchiò.
La
campanella dell’ingresso trillò, segnalando l’arrivo di nuovi clienti. Shikamaru vide con la coda dell’occhio che Gaara stava andando ad accoglierli, ma non si girò a vedere
chi fossero. Troppo pigro per ruotare lo sgabello, si limitò a prestare un
orecchio distratto al chiacchiericcio del locale.
Temari controllò con gli occhi i nuovi
avventori e, se Shikamaru non fosse stato occupato ad
osservare la propria aranciata, avrebbe sicuramente notato il sorriso furbo che
le aveva illuminato gli occhi. La barista riprese in tutta calma ad asciugare i
bicchieri. “Bah, sarà anche oca, ma è una gran bella ragazza: capelli che
sembrano fili d’oro, occhi che paiono due zaffiri, pelle di pesca, labbra come
petali di rosa…” decantò con aria ispirata.
Shikamaru alzò un sopracciglio, perplesso. “Hai
ripreso a leggere i romanzetti rosa che tieni nascosti sotto al letto, Temari?” domandò, evitando per un pelo lo schizzo d’acqua
sopraggiunto in risposta. Si grattò il mento. “Beh, sì: Ino è molto bella, ma non basta la bellezza esteriore per
attrarre. E poi, scusa, come diavolo fai a sapere com’è fatta? Hai di nuovo spiato nei miei album di scuola?” chiese, finalmente finendo
di bere la sua aranciata.
Il
sorriso della ragazza si allargò, pregustando ciò che sarebbe avvenuto. “No.”
gongolò. “È appena entrata da quella porta con il suo ragazzo.”
La
reazione di Shikamaru fu esilarante, o almeno lo fu
per Temari: divenne tutto rosso perché il sorso di aranciata
gli era andato di traverso per la sorpresa e cominciò a tossire talmente
violentemente che dovette allungarsi oltre il bancone per agguantare una
bottiglia d’acqua, che ingurgitò tutta d’un fiato; attirando, in questo modo,
l’attenzione di tutto il Suna.
Compresa quella dei due nuovi arrivati.
“Ehi,
Shikamaru!” esclamò Naruto,
battendogli una mano sulla spalla. “Stavi cercando di ammazzarti,
amico?” ridacchiò. Dietro di lui, Ino lo stava
fissando preoccupata ed un po’ sorpresa, mentre Gaara
scuoteva la testa.
Il giovane Nara si scrollò di dosso la mano del
biondo, evitando di guardare Ino. “Che ci fai qui,Naruto? Perché
non vai a farti un giro, eh?” Lo scappellotto che gli tirò in testa Temari lo fece imbronciare ancora di più.
“Non
ascoltarlo,Naruto: oggi è
di cattivo umore. Probabilmente il suo codino è troppo stretto.” disse la
ragazza, lanciando alNara
un’occhiataccia. Nell’incrociare, poi, lo sguardo dell’altra bionda, distese le
labbra in un bel sorriso. “Ah, non ci hanno ancora presentate!
Io sono SabakuTemari,
piacere di conoscerti!” disse con aria allegra, allungando una mano verso Ino.
Quest’ultima
la fissò per un attimo confusa, poi gliela strinse con
un sorrisino poco convinto. “YamanakaIno. Piacere mio, Sabaku-san.”
“Oh, ti prego! Chiamami Temari:
non sono poi tanto più vecchia di te. Vero, Shikamaru?”
lo chiamò con voce civettuola, sbattendo i begli occhi verde
scuro.
Nel
sentirsi richiamato in quello strano modo, ilNara la guardò perplesso. “Sì.” rispose, squadrando l’amica
nel tentativo di capire cosa avesse in mente.
Temari tornò a rivolgere l’attenzione ad Ino. “Conosci già i miei due fratelli, Ino-chan?”
domandò con un gran sorriso.
“Ehm…
Sì, li ho incontrati una volta, credo…” rispose l’altra.
Naruto venne in suo aiuto. “Sì, te li ho presentati io. No, Gaara?” si rivolse all’amico di tante scorribande.
Il
rosso, rimasto in silenzio tutto il tempo, annuì senza emettere alcun suono. Da
brividi come al solito, pensò Shikamaru.
“Oh, spero che Kankuro
si sia comportato bene!
Sai, con le ragazze carine come te, a volte si lascia un po’
andare…” disse Temari con aria di scuse.
Le
guance di Ino si arrossarono lievemente al ricordo.
“Ah,
non preoccuparti,Temari-san!
Ci ho pensato io a tenere a bada i tentacoli di Kankuro!” la rassicurò Naruto con
un gran ghigno soddisfatto.
Stranamente,
Shikamaru sentì un improvviso desiderio di prendere a
sberle il fratello assente della sua amica.
Temari, che lo vide irrigidirsi e stringere
i pugni, rise maliziosa. “Naruto, Ino: perché non andate a sedervi nei tavolini in fondo?
Arrivo subito con qualcosa da bere. Shikamaru, accompagnali.” gli ordinò.
“Cosa? Perché io?” si
inalberò lui.
Lei
gli lanciò un’occhiata perentoria.
Shikamaru sbuffò. “E va bene, va bene. Che seccatura…” Si incamminò verso i suddetti tavoli con passo
strascicato e labbro piegato all’ingiù. Una volta raggiunti, ne indicò
uno con un gesto seccato. “Ecco, sedetevi pure.”
“Dai,
amico, rimani con noi!” esclamò Naruto, senza far
caso all’occhiata di puro panico che gli lanciò Ino. Shikamaru, invece, se ne accorse e la cosa lo incuriosì al
punto da convincerlo a restare.
“Perché
no?” disse, puntando gli occhi scuri sul viso della ragazza, che gli fece un
sorrisino tirato e scostò lo sguardo.
“Eccomi
qui!” trillò Temari, avanzando con un vassoio tra le
mani. “Spero che vi piacciano le gazzose, perché è tutto quello che ho da
offrirvi.” disse, appoggiando con disinvoltura le bottigliette sul tavolo.
Naruto si voltò verso Ino
con un gran sorriso. “Dovremmo presentare Temari-san
ad Ichiraku-ojiisan: andrebbero sicuramente d’accordo,
vero?” commentò, sogghignando tra sé.
La Yamanaka scoppiò in una breve risatina, mentre
la tensione che le si leggeva in viso scompariva in un attimo, sostituita da
un’espressione divertita. Gli schiaffeggiò lievemente il braccio, fingendo un
rimprovero. “Insomma, Naruto!” esclamò, ma le labbra
ancora sorridevano.
Shikamaru si pentì di essere rimasto. Stava
quasi per alzarsi, quando il dolce peso di Temari lo
inchiodò alla sedia. La guardò confuso. “Ma che fai?”
“Ti
obbligo a rimanere seduto: ho visto che stavi per alzarti.” rispose lei con
calma, come se non gli fosse seduta in grembo.
IlNara roteò
gli occhi. “Sei pesante.”
Temari ridacchiò e gli passò un braccio
attorno al collo. “Non mi interessa: non mi muovo finché non sarò sicura che
non ti alzerai.”
“Che
seccatura…” sbuffò lui, mentre suo malgrado arrossiva
lievemente per la vicinanza con l’amica.
“Bravo,
Shika-kun!” esclamò lei, facendogli un buffetto sulla
guancia.
Shikamaru la guardò, confuso: Temari non si era mai comportata in modo così affettuoso
con lui. Ma che le prendeva? Si costrinse a staccare gli occhi dal viso troppo
vicino della barista ed intercettò lo sguardo ammiccante di Naruto.
“C’è
qualcosa che mi devi raccontare, Shika-kun?” chiese questi malizioso, alzando le sopracciglia
in modo suggestivo.
Accanto
a lui, Ino li fissava ad occhi spalancati, increduli
e… feriti?
Il
moro corrucciò le sopracciglia. “No, non c’è nulla da raccontare.” dichiarò
seccato. “E tu spostati, forza! Giuro
che non mi alzo, ma, se non lo fai tu, non mi circolerà il sangue nella gamba
per l’intera giornata.” brontolò, spingendo Temari.
Lei
ridacchiò di nuovo in quel modo così dannatamente civettuolo, cosa che
cominciava a dargli sui nervi, e si sedette accanto a lui. In risposta
all’occhiata di rimprovero che le rivolse, la barista gli fece l’occhiolino.
“Sei sempre così timido, Shika-kun!” chiocciò,
allungando una mano per stringere quella dell’amico. “Anche Naruto
fa il timido, Ino-chan?” chiese all’improvviso,
volgendosi verso l’altra ragazza.
Ino rialzò lo sguardo dalle mani dei due
con l’aria di chi è stata colta in flagrante. “Ah, beh… Sì… All’inizio… Un
pochino…” rispose, con un sorrisino che non riusciva nell’intento di mascherare
il proprio disagio.
Naruto le mise un braccio attorno alle
spalle e la trasse a sé con un gran sorriso. “Ma adesso siamo proprio
affiatati, non è vero, Ino-chan?” chiese, guardandola
negli occhi. “Una coppia coi fiocchi, mm?” esclamò allegro.
Shikamaru si imbronciò, scostando lo sguardo.
Appoggiò il mento sulla mano libera dalla stretta di Temari
e fissò le persone sedute agli altri tavoli.
“Lo
vedo…” sorrise la barista, osservando l’amico di sottecchi. “Da quanto tempo
state insieme?” domandò, rivolgendosi ad Ino, che
fissava Shikamaru.
“Quasi
due settimane.” rispose al posto suo Naruto.
“Beh,
non è molto…” osservò la ragazza più grande.
Naruto strinse un pochino di più a sé la
ragazza, guadagnandosi un’occhiata gelida da parte del moro. “Lo
so. Ma ci troviamo talmente a nostro agio quando siamo
insieme, che mi sembra di conoscere la mia Ino-chan
da sempre.” affermò.
La
barista aprì le quattro bottiglie e levò al cielo la propria. “Propongo un brindisi per questa coppia così adorabile! Alla vostra, Naruto ed Ino!” cinguettò.
Naruto alzò la bottiglia, entusiasta,
seguito da un’Ino meno
spontanea. Shikamaru si limitò a borbottare un “cin”
strascicato, prima di bere un grande sorso di bibita.
Per
qualche istante ci fu una strana atmosfera. Shikamaru
ed Ino guardavano in direzione opposta, uno con un
gran broncio e l’altra torturandosi le dita e le labbra. Naruto
li fissava con l’aria di chi comincia a capire qualcosa che prima non riusciva
ad afferrare. L’unica che sorrideva, quasi ignara della tensione che pareva essersi
accumulata tra loro, era Temari.
E
fu lei a sbloccare il tutto. Si allungò verso Shikamaru,
sfiorandogli il braccio di proposito per afferrare la bottiglia che il ragazzo
aveva appena posato. All’occhiata perplessa dell’amico, rispose con un sorriso
provocante. “La tua sembra più buona.” disse, poi si appoggiò la bottiglia alle
labbra e lanciò un’occhiata ad Ino.
Quest’ultima
la fissò pietrificata, prima di alzarsi in piedi di scatto. Naruto
e Shikamaru la guardarono sorpresi. “Naruto, andiamo: abbiamo da fare un sacco di compiti di
inglese.” disse, tenendo lo sguardo basso. Abbozzò un inchino all’indirizzo di Temari e Shikamaru. “Grazie per le bibite, Temari-san.
Piacere di averti conosciuta. Ci vediamo a scuola, Shikamaru.” salutò secca, prima di dirigersi verso l’uscita
del locale ad ampie falcate.
“Oh, ehi, Ino! Aspetta!” le gridò
dietro Naruto, affrettandosi a raccogliere i cappotti
di entrambi e la borsetta della bionda. Si strinse nelle spalle e
rivolse un sorriso di scuse ai due ancora seduti. “Beh, suppongo che sia ora di andare. Ci
si vede!” li salutò, prima di correre dietro alla sua ‘fidanzata’.
Shikamaru li guardò uscire e poi si voltò verso
Temari con aria scocciata. Lei stava sorseggiando
gazzosa, stavolta dalla propria bottiglia, come se non fosse successo niente.
“Si può sapere che diavolo ti sei
messa in testa?
Vuoi spiegarmi il motivo di questa sceneggiata?” domandò,
stizzito.
“Ti
ha dato fastidio, Shikamaru?” domandò lei,
guardandolo finalmente con serietà.
“Certo che mi ha dato fastidio! Insomma, non è da
te fare queste cose.”
“Ma
se fosse Ino a farlo saresti contento, vero?”
Lui
si corrucciò. “Si può sapere cosa c’entra Ino in
tutto questo?”
“Ho
visto come la guardi.” gli disse, lanciandogli l’occhiata intenerita di un adulto
che guarda un bambino. “Lei ti piace.”
“Non…
Non dire sciocchezze.” replicò secco, ma l’occhio attento di Temari colse il lieve rossore sulle guance del ragazzo.
“Shikamaru, Shikamaru…” cantilenò,
scuotendo la testa. “Non è bello mentire, soprattutto a se
stessi. Fossi in te, mi chiederei perché ogni volta che lei ti guardava,
facevi di tutto per scansare le mie, devo ammetterlo, inopportune avances.”
“Non ho fatto niente del genere. Mi dava fastidio e basta. Lei non c’entra niente.” mugugnò lui, corrucciandosi sempre di più.
Temari alzò gli occhi al cielo e si appoggiò
al tavolo per alzarsi. “Pensa quello che ti pare. A
me, però, ricordi tanto quella volpe che lasciò perdere l’uva perché era troppo
in alto e poi non fece altro che denigrarla per convincersi che non valeva la
pena tentare con tutte le proprie forze.” Gli riservò un’altra
occhiata intensa. “Non sei un po’ troppo grande per raccontarti favole,Shikamaru?”
E
su quella battuta ad effetto si diresse verso il bancone, lasciandolo solo e con
qualcosa di grosso a cui pensare.
*
28 marzo. Verso
Casa Yamanaka. Ore 17.32
Dopo
aver consegnato ad Ino cappotto e borsetta, Naruto si era limitato a seguirla senza dire una parola.
Fianco a fianco con lei, la guardava camminare con passo svelto e sguardo
basso, la lunga coda dorata che sbatteva ritmicamente sulla schiena.
“Ino…” sospirò, chiudendo gli occhi.
“Non
dire niente, ti prego.” mormorò lei. “Mi sono resa ridicola e ti ho fatto fare
una brutta figura con i tuoi amici… Scusami.”
Il
ragazzo sospirò di nuovo. “Non ti devi scusare.”
“E
invece sì, perché sono solo una stupida e per di più impulsiva!” esclamò lei,
finalmente alzando lo sguardo. Stava trattenendo le lacrime. “È solo che,
davanti a quella lì… Insomma, lei è così… ed io invece…”
Naruto la prese per le spalle, interrompendo
le sue frasi sconnesse. “Ehi, Ino: non è che ti piace
Shikamaru?” le domandò tranquillo, accennando un
sorriso.
Ino si fece molto rossa in viso e
cominciò a boccheggiare. Naruto ridacchiò: era
veramente un’espressione carina. “Tu… Come…?” domandò senza fiato la bionda.
Lui
si strinse nelle spalle. “Intuito maschile!” scherzò. “Anche se… Shikamaru?!” commentò, alzando le
sopracciglia tra l’incredulo ed il divertito.
Lei
si coprì il volto con le mani. “Oh, ti prego: non prendermi
in giro! Lo so che sono una sciocca a sperare di potergli piacere,
quando lui ha già una ragazza così a girargli intorno…”
“Ma chi? Temari?” chiese Naruto,
confuso.
“Sì, lei! Più grande, più
bella, più matura… Perché Shikamaru dovrebbe guardarmi
ancora?” si chiese Ino, disperata.
“Guarda
che le cose non stanno così…” provò ad interromperla il biondo.
Lei
gli rivolse un’occhiataccia. “Credi che non abbia gli occhi
per vedere? Lei gli faceva le fusa come una gattina e lui non vedeva
l’ora che ce ne andassimo!”
Naruto rimase in silenzio: effettivamente,
la scena appena vista alSuna
era stata abbastanza eloquente…
“E,
comunque, anche se non si mettesse con quella, ci sono già altre pronte a
bussare alla sua porta!” continuò Ino, tirando su col
naso ed asciugandosi una lacrima scesa a bagnarle la guancia.
“Ma
stiamo parlando dello stesso Shikamaru?!” domandò Naruto, incredulo.
“Tu
non hai idea di quante richieste riceva ogni giorno da parte di ragazze che
sono interessate a lui!” rivelò la bionda, scaldandosi. “Tanto
per incominciare ci sono Kin e Tayuya
della banda musicale della scuola e adesso c’è anche Shiho,
il Genio dei Codici. Sono tutte ragazze di talento,
mentre io…” la frase finì in un singhiozzo.
Il
biondo allargò gli occhi, sgomento. “Ma che dici,Ino? Che stai dicendo?” Spinto da
un’improvvisa tenerezza nei riguardi dell’amica, l’abbracciò con dolcezza.
“Sei una ragazza fantastica, Ino.” mormorò,
disegnando cerchi sulla sua schiena per confortarla. Si scostò appena, giusto
per guardarla in viso. “Non voglio più sentirti dire che non sei all’altezza
delle altre, altrimenti potrei arrabbiarmi! Insomma, chi è che dà ottimi
consigli in tema d’amore? Tu! E allora dovresti provare a seguirli! E se Shikamaru è così imbecille da non capire che sei una
ragazza meravigliosa, beh, il mondo sbaglia a ritenerlo un genio!”
Ino scoppiò in una risatina e lui
sorrise, sollevato. “Oh, Naruto!” esclamò lei,
guardandolo con affetto. “Non voglio più lasciarti nelle
grinfie di Sakura. Posso adottarti?” scherzò,
scostandosi un poco.
“Solo
se sai cucinare il ramen meglio di me!” replicò lui,
facendola ridere di nuovo.
*
28 marzo. Dietro
l’angolo di una casa sulla via per Casa Yamanaka. Ore
17.40
Il
tizio con sei piercing al naso si appiattì contro il muro, scrutando con
attenzione la rumorosa coppia di biondi che rideva in piena vista.
E
così quella è la tua ragazza, Kyubi…, pensò, non
riuscendo a credere alla sua fortuna: molto presto l’avrebbe fatta pagare cara
a quel moccioso che aveva osato ribellarsi al suo potere…
Commenti:
Fiù, finalmente ce l’ho fatta ad
aggiornare! Sì, lo so: avrei dovuto aggiornare circa un paio di settimane fa,
ma sono state due settimane d’inferno queste! Sono una sopravvissuta delle
Feste di Natale, ragazzi… A proposito: spero che abbiate passato un felice
Natale!^^ Mi dispiace di non aver fatto neanche in tempo ad augurarvi Buon Anno
al momento giusto, ma penso che vada bene lo stesso se ve lo auguro il 4 di
gennaio, no?^^ Allora, che il 2009 sia pieno di belle sorprese, grandi
soddisfazioni e tante, tante belle storie da leggere! Un bacione!
Ringrazio
tutti coloro che leggono ed hanno messo la storia tra i preferiti. In
particolare:
CELIANE4EVER: Grazie per l’in bocca al lupo! Non so
ancora i risultati, ma spero che gli esami siano andati bene! Hai visto? Qui c’è
stato un discreto Shika-time!^^ Spero che il capitolo
ti sia piaciuto e vedrai che prima o poi Sai avrà la sua punizione! Alla prossima!
MIMI18: Guarda, sinceramente Sai sta indifferente
anche a me. Non so perché gli ho assegnato una parte così infame!^^ Ed anch’io
adoro Naruto! All’inizio del manga non mi piaceva
particolarmente, ma poi quando ha cominciato a fare quei suoi discorsi…! È stato
amore!^^ Spero che ti sia piaciuto anche in questo capitolo. Shikamaru in questa storia sta facendo la figura dell’antipatico,
ma in realtà non è così: è solo molto, molto orgoglioso. E molto, molto
timido!^^ Non so se ho reso bene la situazione tra Shikamaru
ed Ino in questo capitolo… Stavolta i personaggi
hanno fatto un po’ a modo loro! Fammi sapere se devo correggere qualcosa! A
presto! Ah, grazie per gli esami! (Sì, maledetti Prof.!)
ELYSA_CHAN:
Grazie per l’in
bocca al lupo e per i complimenti!^^ Spero che ti sia piaciuto anche questo
capitolo! Alla prossima!
SOUSUKE SAGARA: Ciao!^^ Grazie per i complimenti: come
al solito sei troppo gentile! Mi dispiace
per Sai: in realtà a me non sta antipatico, solo che mi sembrava l’unico adatto
per il ruolo… Se mai scriverò un’altra storia su Naruto,
cercherò di dargli un ruolo migliore!^^ Per la reazione di Sakura dovrai
aspettare: stavolta il capitolo era un po’ lungo, quindi scriverò di lei nel
prossimo. In bocca al lupo per la tua storia e fammi sapere cosa ne
pensi anche di questo capitolo!^^
_MATTHEW_: Grazie
per i complimenti! Spero che anche in questo capitolo ti siano piaciuti i
personaggi e spero pure che si capisca un po’ di più cosa passa per il
cervellino del genio.^^ Fammi sapere cosa ne pensi!
KIKKYXX14:
Eh, sì: ho fatto un
Sai proprio odioso!^^ Certo che Sakura si arrenderà all’evidenza: dopotutto,
lei e Naruto sono destinati a stare insieme! Così pure Shikamaru
ed Ino!^^ Aspetta e vedrai: nei prossimi capitoli il genietto comincerà ad aprire gli occhi e Sakura avrà a che
fare con una sempre più grande gelosia! Spero continuerai a seguirmi! A presto!
LELE91: Grazie! E tu continua a seguirmi!^^
LAVS684: Caspita! Quanti complimenti!^//^ Sei
davvero sicura che me li meriti tutti?! Mi dispiace
per Sai: come ho già detto, non mi sta antipatico, ma era perfetto per la
parte! Scusa!^^’ Davvero ti piace la mia Temari?! Beh, fammi sapere che cosa ne pensi di lei in questo
capitolo! In realtà i rapporti tra Shikamaru ed Ino non sono idilliaci per un certo episodio avvenuto nel
passato, ma vedrai che d’ora in poi le cose andranno meglio! E Sakura lotterà
contro una gelosia che non avrebbe mai pensato di provare per Naruto! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e grazie
per avermi aggiunto ai tuoi preferiti! Alla prossima!^^
RIKUZZA: Ops! Non volevo sconvolgere così tanto i
tuoi gusti!^^’ Beh, comunque, sono contenta che Temari
ti piaccia: io non la ritengo un personaggio antipatico di per sé. Spero che ti
sia piaciuta anche qui. Purtroppo Sakura non ha trovato spazio, ma vedrai che
parleremo di lei nel prossimo capitolo! Fammi sapere che cosa ne pensi di quest’ultimo!
A presto!^^
Mi
dispiace tanto avervi fatto aspettare un mese prima di vedere il nuovo
capitolo. La prossima volta spero di essere più veloce.
Un
abbraccio a tutti/e ed ancora tanti auguri per un 2009 coi fiocchi!
I personaggi di Naruto appartengono a Masashi
Kishimoto.
9
30 marzo. Aula di
Chimica. Ore 9.50
Ino stava sudando freddo: il sogghigno di Asuma-sensei mentre sfogliava la loro ricerca non
prometteva nulla di buono.
“E
così mi dite che questa bella ricerca è stata scritta da tutti e tre insieme?” domandò l’insegnante con fare sornione,
sventolando i fogli sotto ai loro nasi.
Ino, Shikamaru e
Choji deglutirono come un sol uomo.
“M-Ma certo, sensei! Cosa crede? Noi siamo studenti coscienziosi!” intervenne la bionda, alzando il
nasino per aria. “Lei ha detto di farla insieme e noi così abbiamo
fatto.”
Il
sogghigno del docente si accentuò. “Oh, ma che bravi! Quindi non ci saranno
problemi se manterrò gli stessi gruppi per le prossime ricerche?”
Ino allargò gli occhi, colta dal panico. “Sensei!” strillò, prima di rendersene conto. Di fronte alle
occhiate stupite della classe, si schiarì la voce. “Ehm… Non
aveva forse detto che è opportuno imparare a lavorare con tutti? Non è forse
più educativo imparare a collaborare con persone che di solito non si frequentano?”
“Non
conosci il detto ‘Squadra vincente non si cambia’?” replicò l’uomo con un
sogghigno. “Comunque, visto che insisti tanto, facciamo come dici tu, Ino: siccome hai già fatto diverse
ricerche insieme a Choji, mentre questa era la prima
che facevi con Shikamaru, direi che è opportuno che
tu ed il signor Nara ne facciate un’altra per giovedì
prossimo.” Asuma ridacchiò nel vedere gli occhi
spalancati dei due. “E, visto che sono un professore estremamente generoso,
lascerò decidere a voi l’argomento.” concluse, soddisfatto.
“Generoso?
Generoso un corno!” borbottò tra i denti la ragazza, mettendo
il broncio e ripromettendosi di non togliere le spine alle prossime rose che il
docente avrebbe comprato nel negozio del suo papà. Si voltò verso il
ragazzo moro, seduto dietro di lei, e lo beccò nel bel mezzo di un enorme
sbadiglio, che non si era preoccupato di nascondere con la mano. “Bel forno, Shikamaru.” commentò con una smorfia. “Avresti potuto
usarlo per toglierci da questo impiccio.”
Lui
le scoccò un’occhiata annoiata. “Aprendo il tuo hai già combinato abbastanza
disastri: sai che tanto con Asuma non la spuntiamo
mai.”
“Ma,
almeno, avresti potuto provare!” sbuffò lei.
“Ti
dà così tanto fastidio fare una ricerca con me?” le domandò Shikamaru,
gli occhi scurissimi che la squadravano seri.
Ino rimase a fissarlo, incapace di
pronunciare anche solo una sillaba.
“Ma va! Ne è felicissima!”
si intromise con un bisbiglio Naruto, alla loro
destra. “Non è vero, Ino-chan?” le domandò con
un sorriso malizioso.
Lei
arrossì vistosamente, imbarazzatissima. “Naruto!
Che dici?!” sibilò, arrabbiata.
“La
verità!” gongolò lui, almeno finché non gli arrivò l’astuccio della ‘sua’ ragazza dritto in faccia. “Ahia!
Ino-chan,
mi hai fatto male…” si lagnò.
“È
quello che ti meriti!” ribatté la bionda inviperita, girandosi di scatto, in
parte per non lanciare qualcos’altro addosso a Naruto,
in parte per non far vedere a Shikamaru quanto fosse
rossa.
Sakura,
nel frattempo, aveva osservato la scena senza essere notata. I grandi occhi
verdi erano puntati sul biondo, che ora tentava di ricatturare
l’attenzione di Ino per chiederle scusa. Si voltò di
scatto, mordendosi le labbra, e si domandò come mai la pagina del libro le
apparisse così sfocata.
*
30 marzo. Cortile
della Konoha. Ore 10.44
“Eddai,Ino!”
“No!”
“Avanti,
ti ho chiesto scusa!”
“No!
Ti odio!”
“Inoooo!”
“Smettila
di frignare, Naruto!” sbottò la bionda, tentando di
scrollarselo di dosso.
Sakura
li fissava con una gran smorfia sulle labbra. Più li guardava e più l’irritazione
cresceva. Strinse con forza la mazza da softball che aveva tra le mani.
“Haruno, se continui così non rimarrà che segatura.”
commentò piatto Shikamaru, comparendole di fianco
all’improvviso.
Lei
scostò lo sguardo da Naruto che ancora tentava di
implorare il perdono di unaIno
offesa, con il nasino aristocratico alzato in aria. Lanciò un’occhiataccia al
moro, tirando su col naso. “Non dire idiozie. Piuttosto, va’ a tirare la palla:
non vedi che sto aspettando solo te?!”
Shikamaru la fissò con commiserazione e se ne
andò scuotendo la testa.
“Cosa
scuoti la testa a fare, Nara?” borbottò tra i denti
Sakura. “Tanto lo so che dà fastidio anche a te vederli così…” biascicò, mettendosi
in posizione di battitore e tentando di fulminare con gli occhi il suo partner
per l’ora di educazione fisica.
Ovviamente
Shikamaru non ne fu affatto impressionato. “Sei
pronta?” domandò, reprimendo a stento uno sbadiglio.
“Muoviti!”
strillò lei, esasperata.
Ma, proprio mentre la pallina schizzava
via dalla mano del ragazzo, Naruto emise un grido di giubilo:
“Grazie! Ti adoro, Ino!”, facendo così distrarre
la già deconcentrata Sakura. Che venne colpita in pieno viso dalla
suddetta pallina.
Per
un attimo la giovane Vice-Presidentessa vide un mondo fatto di macchie luminescenti.
Poi, il buio.
*
30 marzo. Infermeria
della Konoha. Ore 10.56
“Oww…” mormorò Sakura, strofinandosi la fronte. Che dolore!
Ma cos’era successo? Aprì gli occhi, scoprendo così di essere sdraiata su un
lettino dell’infermeria della scuola.
“Finalmente ti sei ripresa! Come ti senti, Sakura-chan?” domandò una voce che conosceva fin troppo
bene. Di fianco al letto dov’era distesa stava Naruto,
i cui occhi la squadravano preoccupati.
“Io…
Abbastanza bene… Ma… Come ci sono arrivata qui?”
domandò con voce impastata, mentre si appoggiava sui gomiti per vederlo meglio.
Naruto arrossì lievemente e si toccò le punte
dei capelli che gli sfioravano il collo. “Ehm… Ti ho portata
io. Spero non ti dispiaccia…” disse, mordendosi il
labbro inferiore.
E
quello era il ‘temibile Kyubi’?!
Sakura tirò su col naso e si voltò dall’altra parte per non fargli vedere gli
occhi lucidi. “Scemo.” commentò con forza. “Perché dovrebbe dispiacermi?”
“Beh,
di solito non sei molto contenta di avermi intorno…” mormorò il biondo, tristemente.
“La
colpa è tua!” sbottò lei, girandosi di nuovo, dimenticandosi delle guance rosse
e delle lacrime sul punto di cadere. “Ti sei sempre comportato come un cretino,
con quei tuoi stupidi scherzi e tutte quelle zuffe!” Il labbro inferiore aveva cominciato
a tremarle, così come la voce. Ma da quando ti sei messo con Ino non fai più niente del genere, si disse amaramente tra
sé e sé.
Naruto le lanciò un breve sguardo, prima di
andare a prenderle del ghiaccio nel refrigeratore. “Tieni.” le disse, porgendoglielo.
“Grazie.”
mormorò lei, mordendosi il labbro per non scoppiare a piangere. Si appoggiò il
ghiaccio sulla fronte e sul naso, lieta che qualcosa la riparasse dagli sguardi
di Naruto.
“Mi
dispiace di averti dato fastidio. Non era mia intenzione. Io
volevo…” Lo sentì sospirare, affranto. “Volevo soltanto che tu mi
notassi.”
Sentì
le guance scaldarsi anche a contatto con il ghiaccio. “Era impossibile non
notarti.” dichiarò, ma la voce non le uscì seccata come avrebbe voluto.
Lo
udì alzarsi. “Forse è meglio che tolga il disturbo…” disse, mesto.
Sakura
alzò la testa di scatto, facendo cadere a terra il ghiaccio, e lo afferrò per
un braccio. “No!” esclamò, i grandi occhi verdi
spalancati. Nel vedere lo sguardo sorpreso del ragazzo, si diede della sciocca
per quella reazione esagerata. Abbassò il viso e si schiarì la voce. “Cioè,
insomma… Non mi dai fastidio,Naruto,
davvero. Rimani.”
Lui
la guardò intensamente. “Ne sei sicura?”
Lei
annuì.
Il
biondo si riaccomodò sulla sedia, avvicinandola al letto. All’improvviso
allungò una mano verso il volto di Sakura, scostandole i capelli dalla fronte.
“C-Che
stai facendo?” domandò in preda al panico, in parte perché sicuramente la sua odiosissima
fronte doveva sembrare la superficie di un nuovo pianeta, così gonfia ed
arrossata; in parte perché il tocco delle dita del ragazzo le faceva provare
una nuova e stranamente piacevole sensazione.
“Hai
un bel bernoccolo.” replicò Naruto, serio. Poi le
sorrise. “In compenso, sei ancora più carina del solito!” esclamò allegro,
facendole battere fortissimo il cuore.
“Come
posso essere carina?!La mia fronte
sarà diventata una pista di atterraggio ormai!” ribatté lei, imbarazzata.
“Sarà…
Ma a me la tua fronte è sempre piaciuta.” rivelò serenamente il ragazzo. “Da
qualche parte ho letto che è sinonimo di intelligenza…” borbottò tra sé e sé,
mentre si chinava per raccogliere il ghiaccio caduto.
“Naruto…” mormorò Sakura, di nuovo con gli occhi lucidi.
“Sì?”
domandò candidamente lui, tornando seduto.
Ma
lei non sapeva che dirgli. Aveva talmente tante cose nel cuore, che sembrava
stesse per scoppiarle in petto. L’unica cosa che riusciva a fare era guardarlo
attraverso il velo delle lacrime, sentendo una fortissima emozione stringerle
la bocca dello stomaco. Esitante, allungò una mano fino a sfiorare quella del
compagno, che per l’emozione lasciò nuovamente cadere il ghiaccio. “Naruto, io…”
Un
forte colpo di tosse fece sussultare entrambi: sulla porta dell’infermeria
stava Shikamaru. Aveva la sua solita aria indolente,
ma a Sakura parve di leggere nel suo sguardo un che di biasimo. “Sono venuto a
vedere che fine avevate fatto.” dichiarò, spostando lo sguardo dall’uno
all’altro fino a fermarsi sul biondo. “Ino ti sta
aspettando in fondo al corridoio.” lo avvisò, gettando ad entrambi un’occhiata
eloquente, prima staccarsi dallo stipite e proseguire verso l’aula.
Naruto si schiarì la voce un po’ in
imbarazzo, prima di voltarsi nuovamente verso Sakura. “Ehm… Mi dovevi dire
qualcosa?”
“No…
Io… Te la dirò un’altra volta.” mormorò lei, evitando di guardarlo negli occhi.
“A-Allora…”
balbettò il ragazzo, arrossendo. “Vuoi che ti riaccompagni in classe?”
“No,
vai pure da Ino.” disse Sakura, amara. “Io… rimango
qui ancora un pochino.”
“Okay…
Allora vado?”
“Sì.”
“Ci
vediamo in classe.”
“Okay.”
Quando
finalmente Naruto uscì dall’infermeria, Sakura
rilasciò quel respiro che non si era resa conto di aver trattenuto fino a
quell’istante. Si portò una mano sul cuore. Questa volta c’era mancato poco,
pensò. Sì, ma a cosa?
*
30 marzo. Armadietti
al pian terreno. Ore 15.13
“Dai,
ti prego: raccontamelo di nuovo!” esclamò Ino, con
occhi brillanti.
Naruto sbuffò. “Ancora?
Ma è la quinta volta che te lo ripeto… Ahio!”
gridò, massaggiandosi l’avambraccio che la bionda gli aveva appena pizzicato.
La guardò imbronciato, ma lei lo stava già fissando con un’adorabile
espressione corrucciata che lo fece capitolare seduta stante per l’ennesima
volta. “Okay…” sospirò. “Quando eravamo in infermeria da soli, beh, c’è stato
un momento in cui l’atmosfera è cambiata… Lei aveva gli occhi luccicanti e sembrava
sul punto di dirmi qualcosa… Io quasi non riuscivo a respirare e mi sembrava di
essere ad un passo da un precipizio… Sono sicuro che stesse per dire una di
quelle cose che ti cambiano la vita per sempre!” dichiarò, emozionato.
“Sì,
se non fosse stato per Shikamaru…” mugugnò Ino, sentendosi in colpa per non averlo fermato. Imbarazzata
per quello che aveva detto Naruto quella mattina, era
diventata ancora più nervosa intorno al ragazzo. Non ce l’aveva proprio fatta ad
avvicinarlo per tenerlo lontano dai due piccioncini che tubavano in infermeria.
“Beh,
non ho fretta.” annunciò il ragazzo a sorpresa, incrociando le braccia dietro
la testa. Sorrise, socchiudendo gli occhi. “Fino a quindici giorni fa Sakura
non mi degnava nemmeno di un’occhiata, mentre adesso passo
gran parte della mia giornata con lei. Sì, vabbé che non facciamo altro che studiare, ma è molto di
più di quanto sperassi!” Aprì gli occhi blu e alzò il pollice all’indirizzo
della compagna. “Ho piena fiducia nel tuo piano, Ino-chan!”
esclamò, allegro.
“E
fai bene, testa quadra! Non saresti
arrivato da nessuna parte senza di me.” commentò lei, alzando il nasino con
fare di superiorità. In realtà, si era commossa e non voleva farlo
notare.
“Beh,
allora vado a cercare Sakura-chan. Sei sicura che non vuoi che ti accompagni?”
Ino scosse la testa. “Vai da lei e
dimostrati molto amichevole nei suoi confronti, okay?”
“Amichevole? In che senso?”
chiese lui, confuso.
“Nel
senso di affettuoso, scemo!” Alzò gli occhi al cielo. “Perdiana!
Che devo fare con te?” si chiese, sconsolata.
“Antipatica.”
borbottò Naruto, gettandosi con nonchalance la
cartella sulle spalle. Fece qualche passo verso l’uscita, poi voltò la testa
verso la bionda. “Sta’ attenta, okay? Se succedesse qualcosa, non esitare a chiamarmi.” disse, serio.
“Sì,
ma ora vai!” lo incitò, facendogli cenno con le mani di andarsene. Naruto sospirò e riprese a camminare. Lo osservò salutare
Sakura e regalarle un sorriso da mille watt, facendola arrossire ed abbassare
il viso. Ino gongolò: tutto stava andando secondo i
suoi piani. Una risatina soddisfatta le uscì dalle labbra, mentre, presa
dall’euforia, si lanciava in una giravolta, bruscamente fermata dallo scontro
con qualcuno.
“Ahia.”
brontolò il tal qualcuno, che, sfortuna delle sfortune, rispondeva al nome di ShikamaruNara. Ino rimpicciolì sotto lo sguardo dubbioso che il ragazzo le
rivolse. “Hai deciso di far fuori qualcuno oggi, Yamanaka?”
domandò piatto.
Contrasse
le labbra in una smorfia, l’imbarazzo che lasciava il posto all’irritazione.
“Sei tu che sbuchi sempre dal nulla! Questo è il minimo che ti poteva accadere!”
Shikamaru alzò un sopracciglio. “Non sono io che
sbuco dal nulla: sei tu che non presti attenzione a chi ti sta intorno.” Ino trattenne il respiro, offesa. “Comunque, volevo
chiederti di venire a casa mia per fare la ricerca che tu ci hai astutamente
fatto assegnare…”
“Te
lo scordi,Nara! Te l’ho già detto che ho di meglio da fare!” sbottò lei, pestando
un piede per la rabbia, per poi avviarsi a grandi e furiosi passi verso
l’uscita.
“Tzé! Isterica…” mugugnò
il ragazzo, corrucciandosi. Continuò a seguirla con gli occhi,
domandandosi che cosa avesse di meglio da fare quella strega. No, non perché
gli piacesse, ben intesi! A lui quella snob isterica non piaceva affatto,
checché ne dicesse Temari. Era una questione di
orgoglio! Insomma, gli aveva già dato due volte buca! Senza contare quella
volta alle medie…
Così
fu solo per una questione di orgoglio che NaraShikamaru si mise a seguire YamanakaIno. Badate bene: solo
una questione di orgoglio. Ed un pizzico di curiosità. Nient’altro.
Assolutamente
nient’altro…
*
30 marzo. Nei dintorni
dell’Ospedale. Ore 15.45
Shikamaru aggrottò le sopracciglia, continuando
ad osservare la ragazza bionda che trotterellava allegramente con un gran borsa di vimini piena di fiori. All’incirca dieci
minuti prima, la Yamanaka si
era fermata presso il negozio di famiglia, vi era entrata e ne era uscita con
quel voluminoso fardello; poi, con il viso illuminato da un’espressione
soddisfatta, aveva ripreso la propria marcia.
Dove
diavolo stava andando quell’isterica?, si domandò il
ragazzo.
All’improvviso
la vide fermarsi e, temendo di essere stato scoperto, si nascose dietro un
muro. Contò lentamente fino a dieci e poi si azzardò a sporgersi per
controllare cosa stesse facendo.
Ino stava ferma davanti ad una locandina
dell’imminente mostra artistica di tre giovani talenti cittadini: Sasori, Deidara e Sai.
Shikamaru sbuffò dal naso, incupendosi.
Figuriamoci!, si disse. Sarà lì impalata a sbavare di
fronte all’immagine di quel pittore da strapazzo… Irritato, le lanciò un’ultima
occhiata, preparandosi a fare dietrofront.
La
vide frugare nella cartella e tirarne fuori un pennarello indelebile.
Perplesso, la osservò avvicinarsi alla locandina con un’espressione mortalmente
seria e cominciare a scarabocchiarci qualcosa sopra. Poi si allontanò di un
passo, scrutò con aria critica il suo lavoro ed annuì, compiaciuta; infine,
ricominciò a camminare verso la sua meta.
Shikamaru uscì dal suo nascondiglio con
circospezione. Si avvicinò alla locandina, certo di trovare il viso di Sai
cerchiato da un cuore, con accanto una scritta del
tipo: “È il migliore!” oppure “Sei bellissimo!!!!”. Perciò rimase parecchio
sorpreso quando i ritocchi alla foto di Sai si rivelarono essere un bel paio di
corna, delle sopracciglia foltissime, un ghigno pieno di denti appuntiti, una
coda da diavolo ed un tridente. Il tutto corredato da insulti che fecero
arrossire persino lui. Sbatté gli occhi, rivolgendo poi un’occhiata incredula
alla bionda che si allontanava con piglio soddisfatto.
Si
affrettò ad accorciare (ma non troppo) la distanza tra loro, guardando con
nuovi occhi quella ragazza, la cui personalità aveva dato per scontata. Anche
se, si disse mentre si infilava le mani nelle tasche e riprendeva a camminare
con la solita rilassatezza, questo non cambiava assolutamente il suo giudizio
nei confronti di Ino. Un unico istante di sbandamento
non significava niente.
Continuarono
a camminare per qualche altro minuto, finché la bionda non infilò con decisione
il viale che portava all’ingresso dell’ospedale.
Lui
rimase nuovamente basito: che ci andava a fare Ino
all’ospedale? Che lui sapesse, nessuno dei suoi parenti o dei suoi conoscenti
era stato ricoverato e lei sembrava sana come un pesce… Poi, però, si ricordò
che anche la SignoraYamanaka sembrava sana come un pesce, prima
che le diagnosticassero il tumore al cervello che se l’era portata via in meno
di una settimana.
Senza
nemmeno rendersene conto, si mise a correre. Sorpassò in un lampo le porte
automatiche e si diresse in preda al panico al bancone delle informazioni. “YamanakaIno.
Sto cercando YamanakaIno.” annunciò all’infermiera di turno, guardandosi
freneticamente attorno alla ricerca di una coda bionda. “Ha diciassette anni e mezzo. Piuttosto alta, snella,
bionda, capelli lunghi sempre raccolti in una coda. Occhi
azzurri e pelle chiara e…”
“Shikamaru-kun?” lo interruppe una voce alle sue spalle.
Si
voltò in fretta, facendosi male al collo, ed incontrò gli occhi sorpresi
dell’infermiera della scuola. “Shizune-sensei?” le
fece eco, ugualmente stupito. Si riscosse immediatamente. “Ha visto la Yamanaka?”
La
donna batté le palpebre. “Certo. È
con i bambini.”
Il
cuore rallentò i battiti ed i muscoli in tensione si rilassarono: non le era
successo niente. Un breve sospiro di sollievo gli sfuggì dalle labbra, prima
che il suo viso si contraesse in un’espressione confusa. “I bambini?”
*
30 marzo. Sala
d’aspetto dell’Ospedale. Ore 17.23
Shikamaru odiava gli ospedali.
Odiava
quell’odore di medicina che gli faceva prudere il naso. Odiava sapere che quel
posto pullulava di persone che stavano male. E, soprattutto, odiava non poter
sfogare la sua frustrazione fumandosi una bella sigaretta.
Allora
perché rimaneva seduto su una di quelle scomodissime sedie di plastica,
respirando l’odiato odore e rigirandosi in continuazione i pollici per il
nervosismo?
Semplice:
perché voleva delle risposte.
Non
riusciva a credere alle immagini che il proprio nervo ottico aveva trasferito
al cervello soltanto un’ora prima. UnaIno circondata da marmocchi con il naso sporco, che
insegnava come intrecciare ghirlande era decisamente qualcosa di
sovrannaturale! Totalmente fuori personaggio, se gli era consentito dire la sua!
Ino era arrogante, impaziente, egocentrica, viziata.
Lei era una che pensava solo ai ragazzi, non certo a bambini malati. Insomma,
era la superficialità fatta a persona!
UnaIno capace
di sorridere in un modo così dolce, una Ino che si
lasciava intrecciare i capelli con i fiori, una Ino
che guardava quei bambini con occhi inteneriti era una Ino
che non poteva esistere.
Non
doveva esistere! Avrebbe sconvolto tutto ciò in cui aveva creduto negli ultimi
quattro anni. Tutte le difese che si era creato…
“Una
sorpresa, Shizune-sensei?” All’improvviso la voce
della ragazza risuonò al di fuori della porta.
“Credo
che il tuo ragazzo sia venuto a prenderti.” ridacchiò maliziosa la donna prima
di tornare nella stanza dei bambini.
“Il
mio ragazzo?” Ino ripeté tra sé e sé. Aprì la porta
di slancio. “Naruto! Come
hai fatto a saper…? Shikamaru?!”
Si pietrificò, fissandolo con gli occhi spalancati in un’espressione di panico.
Anche
lui la fissava con gli occhi allargati dallo stupore: con i capelli sciolti e
scompigliati sembrava proprio un’altra persona. “Ino?”
sussurrò.
Lei
inspirò rumorosamente aria e si affrettò a passarsi le mani tra i capelli
cercando di risistemarli. “Che diamine ci fai qui?” sbottò, tentando di
togliere i fiori rimastile impigliati nella chioma.
“Che
ci fai tu!” ribatté lui, alzandosi in
piedi con aria accusatoria. “Quando ti ho vista entrare qui…”
“Mi
hai seguita!?” lo interruppe, oltraggiata. “Come ti
sei permesso?!” Lo guardò con occhi furenti, poi girò
sui tacchi e si allontanò in tutta fretta.
Ma
Shikamaru non aveva alcuna intenzione di lasciarla
andare senza aver prima avuto delle risposte. Raccattò in fretta le sue cose e
la raggiunse. “Sei veramente una volontaria?” domandò, sentendosi addosso una strana agitazione.
“Non
mi hai vista?” sbottò, aspra. “Oh, certo, dimenticavo: il
volontariato non è qualcosa che mi si addice, vero? Com’è che hai detto
oggi? Ah, sì: io non mi accorgo di chi mi sta intorno…” lo
citò amara, facendolo sentire in colpa, rivolgendo poi un gesto di saluto
all’infermiera al bancone d’ingresso.
L’aria
fredda li investì entrambi, portando al naso di Shikamaru
il profumo di fiori che ancora sbucavano qua e là tra i capelli, per una volta
ribelli, di Ino. Lei si voltò, facendoli ondeggiare.
“Se
non hai altre domande, potresti pure andartene.” gli suggerì dura.
“Perché
non lo hai mai detto?” chiese, sentendosi come uno a cui hanno appena detto che
la Terra non è
piatta ma tonda.
“E
perché avrei dovuto?” esplose. “Sono affari miei e non vengo qui
per potermene vantare con le amiche, sai?” Strinse con forza il manico della
cartella, corrucciando le sopracciglia ed imbronciando la bocca.
Shikamaru la fissava, incapace di dire nulla.
Ino distolse lo sguardo, ancora adombrata.
“Se per te è così difficile da digerire, scorda ciò che hai
visto. Ignoralo. Non è certo qualcosa di importante.”
mugugnò. “Vai a casa, Shikamaru.
Fa’ finta che non sia successo niente.” Si voltò di nuovo e si incamminò verso
casa, tenendo lo sguardo basso.
Il
ragazzo continuò a fissarla, finché non scomparve dalla sua vista. Era turbato:
stupore, confusione, senso di colpa misto ad una incomprensibile
contentezza si agitavano dentro di lui. Si chinò a raccogliere un fiore caduto
dai capelli della ragazza e se lo rigirò tra le dita. Dubitava che avrebbe potuto dimenticare. Quello non era più un momentaneo
momento di sbandamento: quello che aveva visto minava tutte le incrollabili
certezze che aveva nei confronti di Ino.
No,
non avrebbe dimenticato: avrebbe esaminato, analizzato, sviscerato. E avrebbe
trovato una spiegazione logica. “O non mi chiamo più NaraShikamaru…” borbottò tra sé e sé, mentre si rialzava
e prendeva la via di casa.
Commenti:
Wow!
Anche questo capitolo è venuto fuori lunghissimo!^^ Spero sarete contenti! Volevo
riservare la parte dell’ospedale al prossimo capitolo, ma poi ho deciso all’ultimo
di non spezzare la giornata del 30 marzo.
Ditemi
voi se ho fatto bene o male!^^
Per
una volta, capitolo focalizzato su Shikamaru e
Sakura. Lei sta per cedere e lui è andato in crisi! XD Beh, vedremo come si
comporteranno nel prossimo capitolo.
Come
al solito, grazie a tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti.
Ringrazio
in particolare:
LAVS684: Sono contenta che ti sia piaciuto lo
scorso capitolo! Mi è piaciuto molto scrivere di Temari
in quei termini! Sì, lo so che Naruto è un po’
tontolone, però credo che sia anche un ottimo osservatore delle persone a cui
vuole bene. E lui vuole taaaaaanto bene ad Ino!^^ Spero che i nuovi sviluppi ti piacciano, ma per
quanto riguarda i guai in cui si è cacciato Naruto
dovrai aspettare ancora un pochino! Grazie per la recensione e alla prossima!
MATTHEW: Lieta che tu abbia gradito Temari! Personalmente, adoro scrivere di lei. Per quanto
riguarda Pein e che cosa ha combinato Naruto… eeeeh, vedrai!^^ Fammi
sapere se ti è piaciuto anche questo! A presto!
MIMI18: Wow!! Sono contenta
che lo scorso capitolo ti abbia fatta divertire! E sono lieta che ti sia
piaciuta la parte di Temari: io mi sono divertita
molto a scriverla! Ti ringrazio anche per averla messa tra i preferiti!^///^
Spero che questo capitolo ti piaccia: finalmente il nostro geniaccio si è preso
la batosta che ti auguravi qualche capitolo fa! Che cosa combinerà dopo la sua
seduta di riflessione? Lo scopriremo nella prossima puntata…!^^ Un bacione e
grazie per i tuoi commenti deliziosi
CELIANE4EVER: Grazie! Eh, lo so: li sto facendo
penare un po’ ‘sti
personaggi! Ma non preoccuparti: la verità verrà a galla tra qualche capitolo! Spero
ti sia piaciuto anche questo! A presto!
VOLPINA90: Cavoli! Tutta d’un fiato?! E sei sopravvissuta?!^^ Sono
contenta che ti sia piaciuta la mia Ino!! Mi
dispiace: in questo capitolo non spiegherò cosa c’entra Pein
con Naruto, però c’è stato un passo avanti da parte
di Sakura! Spero che continuerai a seguire la mia storia e farmi sapere cosa ne
pensi! Alla prossima!
KIKKYXX14: Grazie! Sono contenta che ti piacciano
le coppie!^^ Fammi sapere che cosa ne pensi anche di questo capitolo!
SOUSUKE SAGARA: Ehi, vai troppo avanti, amico mio!^^ Ci arriverò a quella parte, ma tra un pochino! Ora
tocca lasciare un po’ di spazio ai sentimenti delle coppie. Mi dispiace che
fino ad ora non siamo riusciti ad incontrarci su MSN, ma questo è proprio il
periodo ‘caldo’ degli esami e ho proprio poco tempo per connettermi! Spero che
anche questo capitolo ti sia piaciuto! A presto!
RIKUZZA: Sono contenta che ti siano piaciuti! Fammi
sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo!^^ Bacioni!
Beh,
miei cari, vi lascio: torno ai miei libri di economia. Purtroppo sono sotto
esami in questo periodo e non credo riuscirò a sfornare altro prima di metà febbraio.
Però, prometto che scriverò un capitolo lungo lungo
per farmi perdonare!^^
Dedicato a celiane4ever, che ha
compiuto gli anni il mese scorso
e a Mimi18, che
li ha compiuti pochi giorni fa
31 marzo. Camera di Haruno Sakura. Ore 00.51
Si
girò su un fianco. Poi sull’altro. Infine si stese supina.
Il
cuscino era scomodo e le coperte, intrecciate dal suo continuo rigirarsi,
sembravano di colpo pesare una tonnellata. Il petto era oppresso, cosa che le
impediva di riempire totalmente i polmoni d’aria, costringendola ad un respiro
affrettato.
Avrebbe
dovuto riposare, visto che l’indomani era in programma un test di Storia, ma troppi pensieri le vorticavano nel cervello,
agitandola ed impedendole di addormentarsi.
Primo
fra tutti, c’era il pensiero di Naruto a tenerla
sveglia. Continuava a rivedere il suo viso: ridente,
serio, imbarazzato, corrucciato, concentrato… Si era stupita di come riuscisse
a ricordare alla perfezione ogni singolo dettaglio, dai
capelli arruffati alla linea decisa della sua bocca. Sapeva che il blu dei suoi
occhi oscillava tra il Blu Ceruleo e il Blu di Prussia e che il suo sorriso non
solo era bello, ma anche contagioso. Aveva impressa nella memoria la forma delle
sue mani, forti ma non tozze, e come risaltava la loro abbronzatura sulle
pagine bianche dei quaderni. Un sorriso intenerito le ammorbidiva il volto
provato quando ripensava al modo in cui teneva la penna: stringendola tra le
dita con troppa forza, cosa che probabilmente era la causa di quella sua
calligrafia nervosa e a zampe di gallina.
Quando,
però, cominciava a rivivere nella sua mente ciò che era successo in infermeria
(Naruto così serio e così vicino), le baluginava
davanti agli occhi il viso di Ino, amareggiato e
deluso.
A
quel punto apriva gli occhi, il groppo in gola si faceva più stretto ed il
calore delle coperte insopportabile.
Si
scoprì di scatto, tornando a girarsi su un fianco, mentre una lacrima bollente
correva ad inumidire il cuscino.
Come
aveva potuto? Come era potuto succedere? Era veramente una di quelle che
provavano attrazione per il ragazzo della loro migliore amica? Era davvero una
persona così squallida?
Probabilmente
la risposta era sì. Se Shikamaru non l’avesse
interrotta, Sakura era sicura che avrebbe detto
qualcosa di irreparabile.
E
se ne sarebbe sicuramente pentita.
O
no?
Era
questo che continuava ad agitarla e ad impedirle di addormentarsi. Una parte di
lei le suggeriva che, in realtà, non aspettava altro che dare voce a quello che
si era accorta di provare per Naruto.
Se
rifletteva a fondo, era palese che si fosse innamorata (sì, proprio innamorata)
di quel ragazzo e pure da diverso tempo: Naruto si
era scavato un posto importante nel cuore di Sakura, probabilmente fin da
quando Sasuke aveva fatto sapere che non sarebbe
ritornato tanto presto dall’America. Perché lui c’era sempre stato, anche
quando le cose andavano male e lei non voleva nessuno vicino. L’aveva sostenuta
con quel suo sorriso un po’ idiota e quella premura dolcissima che la
imbarazzava oltre ogni limite.
L’aveva
conquistata poco alla volta, ma inesorabilmente.
Solo
che lei non aveva voluto riconoscerlo, spaventata dal dolore che aveva provato
per la partenza di Sasuke, ed aveva ostinatamente
negato ogni affetto per quel teppista dai capelli arruffati.
Ed
ora… Ora lui apparteneva ad un’altra, la sua migliore amica per di più.
Quelle
balsamiche attenzioni, quegli energici sorrisi, quella voce che sapeva sempre
come tirare su di morale, tutti quegli aspetti di lui che, scioccamente, aveva
creduto sarebbero sempre stati rivolti a lei, ora erano di proprietà esclusiva
di Ino.
Nonostante
ciò, Naruto non le era mai
stato così vicino, a portata di mano… I pomeriggi passati a dargli ripetizioni
erano una dolce e terribile tortura.
Sakura
tirò su col naso, asciugandosi la scia umida delle lacrime.
Quando
Sasuke se n’era andato, aveva giurato assieme ad Ino che non si sarebbero più separate a causa di un
ragazzo.
Adesso
non sapeva se sarebbe stata in grado di non infrangere quel giuramento.
*
31 marzo. Corridoi del
terzo piano. Ore 11.02
Ino si appoggiò al davanzale della
finestra, sorseggiando il suo tè alla pesca ed assaporando la lieve brezza che
finalmente parlava di giorni più caldi e di profumo di fiori.
Chiuse
gli occhi, godendosi un tiepido raggio di sole che le riscaldava piacevolmente
il viso, prima di riaprirli nel sentire grasse risate provenire dal cortile.
Curiosa,
guardò in basso e scosse la testa con un sorriso esasperato quando constatò che
si trattava di Naruto e Kiba.
Si stavano chiaramente prendendo in giro, cercando di agguantarsi a vicenda e
di strofinarsi le nocche sulla testa, tra il divertimento generale.
La
bionda sospirò, sostenendosi il viso con una mano.
Per
i maschi era tutto più semplice. Naruto e Kiba litigavano in continuazione ed era risaputo che a
volte erano addirittura arrivati alle mani, eppure eccoli lì, che giocavano tra
loro senza un pensiero per la testa né il minimo risentimento nei confronti
dell’altro.
Ino era convinta che il cuore maschile
fosse come una lavagna: bastava un gesto perché tutto ciò che vi era scritto
sopra venisse cancellato e si potesse ripartire da capo.
Il
cuore femminile, invece, era come una tavoletta in pietra. Per quanto ci si
sforzasse di cancellare ciò che vi era scritto, rimaneva inciso fino alla notte
dei tempi. E poi bastava un colpo di scalpello un po’ troppo forte per mandare
in frantumi anche il cuore più saldo. Le donne possono far pace tra loro, ma
non dimenticano ed il loro rapporto non sarà mai più lo stesso.
O,
almeno, questo era ciò che era successo tra lei e Sakura.
Dopo
Sasuke, avevano timidamente riallacciato i rapporti,
dandosi pian piano più confidenza, fino ad arrivare ad essere quasi le stesse di un tempo. E, sebbene Ino fosse convinta che per certi versi la loro amicizia ora
fosse molto più solida, si rendeva conto che riguardo a certi argomenti (Sasuke, per l’appunto) venivano colte da un manifesto
imbarazzo e tendevano a dosare le parole.
Ino non aveva paura di parlare dell’Uchiha, dopotutto, per quanto la riguardava, la propria
cotta per lui era morta e sepolta, ma l’imbarazzo di Sakura la contagiava e la
faceva sentire a disagio; tant’è vero che in quattro anni non avevano ancora
affrontato la questione.
Era
una cosa che le era sempre dispiaciuta: capiva che questo tabù che si era
creato fra loro minava la sincerità del loro ritrovato rapporto.
Forse
era arrivato il momento di prendere coraggio a due mani e discutere di quello
spinoso argomento: Sakura le pareva così tormentata in quel periodo…
Certo,
probabilmente c’entrava il fatto che si stesse accorgendo dei suoi sentimenti
per Naruto, ma non le piaceva per niente il modo in
cui la sua migliore amica aveva cominciato a distanziarsi: non si erano forse
dette che nessun ragazzo valeva la pena di rompere la loro amicizia?
“Yamanaka!” il richiamo la fece sobbalzare per la sorpresa.
Sbatté
gli occhi, stupita di trovarsi di fronte la famigerata preside della Konoha High. Tsunade aveva le
braccia incrociate sotto il generoso decolté ed il suo viso (che si mormorava
avesse ricevuto le attenzioni di un esperto del lifting per nascondere i segni
della sua vera età) aveva un’espressione estremamente irritata. “Sì, Tsunade-sama?”
“Aiuta
la Hyuga a portare queste fotocopie nella
Sala Professori.” ordinò, indicando una pila gigantesca di fogli che nascondeva
completamente chi le stava portando. Mentre Ino si
affrettava a prenderne una parte, scoprendo così il viso affaticato di Hinata, Tsunade si allontanò
borbottando. “Mai una volta che qualche fannullone sia a portata di mano per i
lavori pesanti! Eh, no! Loro sono fuori a godersi il sole, i maledetti! Mentre
a me tocca firmare tutti quei documenti del cavolo…”
Hinata ed Ino si
lanciarono un’occhiatina, scoppiando la prima in una risatina timida e l’altra in
una divertita.
“Tsunade-sama è proprio uno spasso!” esclamò la bionda,
incamminandosi. “Vuoi che te ne prenda qualcun’altra, Hinata-chan?”
La
mora arrossì, sentendosi chiamare in quel modo amichevole. “No, ti ringrazio, Ino-san…” mormorò, abbassando il viso.
Ino sorrise: a suo parere Hinata era semplicemente adorabile. Aveva un bel corpo
formoso, la cui carica sensuale era mitigata dal grazioso faccino innocente. I
lunghi capelli neri erano lucidi e corposi, gli occhi di un celeste
chiarissimo, le mani piccole e bianchissime. Insomma, una bambola di porcellana
in carne ed ossa.
KibaInuzuka
aveva davvero un ottimo gusto. “Ho sentito che stai uscendo con l’Inuzuka.” disse, scoccandole uno sguardo malizioso.
Hinata le lanciò uno sguardo sorpreso,
immediatamente seguito da un violento rossore. “K-Kiba-kun mi ha invitata al cinema.” farfugliò,
imbarazzata. “È-È gentile…” aggiunse, abbassando così tanto il viso che la
frangia le coprì i suoi particolarissimi occhi. “Tu, invece, stai uscendo con N-Naruto-kun…” sussurrò talmente
piano che Ino fece fatica a sentirla.
Squadrò
cautamente la ragazza dai capelli corvini. Ovviamente sapeva dell’infatuazione
che Hinata nutriva per Naruto
(era il segreto più rinomato di tutta la scuola) ed ora si trovava un po’ in
imbarazzo nei panni della, seppur per finta, ragazza
del teppista.
“N-Naruto-kun è veramente in gamba.
È gentile, determinato, sempre ottimista, sicuro di sé…” lo
elogiò la moretta, con un lieve sorriso sulle labbra rosate. Abbassò di
nuovo il viso. “Sei molto fortunata, Ino-san.”
“Lo
so.” Nel vederla così abbattuta, le venne improvviso il desiderio di spiegarle
tutto. “Naruto è tutto quello che
hai detto, ma è anche e soprattutto una persona leale. Il suo cuore non
oscilla, sai? È una di quelle rare persone che ama
incondizionatamente e senza ripensamenti.” disse, sperando che la ragazza
comprendesse.
Hinata si voltò a guardarla,
un po’ confusa.
Ino allungò il passo verso la porta della
Sala Professori, che ormai avevano raggiunto. Quando ebbero consegnato i loro
pesanti fardelli, la mora trattenne la bionda per una manica della divisa
scolastica. La sua fronte era corrugata in un’espressione di incredulità. “Ino-san… Vuoi dire che… Naruto-kun
e… Sakura-san…?” Non terminò la frase, insicura delle
proprie supposizioni.
Ino sorrise. “L’Inuzuka
è un bravo ragazzo. Un po’ chiassoso se vuoi la mia opinione,
ma, se a te sta bene, dagli una possibilità: potrebbe anche stupirti.” le
consigliò, girando sui tacchi per tornare al suo bel posticino al sole.
Le lanciò un’occhiata da sopra la spalla. “Non è che avresti voglia di farmi
compagnia per pranzo? Sakura ha una riunione con tuo cugino ed io ho voglia di
un po’ di compagnia femminile…”
“Sì!”
squittì Hinata, arrossendo nel momento in cui si
accorse di essere sembrata troppo entusiasta. Si schiarì la voce e fece un
brevissimo inchino. “N-Ne sarei felice, Ino-san.”
Ino alzò gli occhi al cielo, un sorriso
intenerito sulle labbra.
*
31 marzo. Caffetteria Konoha High. Ore 12.25
Choji si mise in bocca l’ennesima patatina,
squadrando con perplessità l’espressione concentratissima del suo migliore
amico. “Shikamaru?”
“Mm?”
mugugnò quello, socchiudendo lievemente gli occhi.
“Posso
sapere perché stai fissando Ino da questa mattina?”
“Non la sto fissando. La sto studiando.”
lo corresse, sorreggendosi il viso con una mano e corrucciando le sopracciglia
con fare pensoso.
“Err… Okay.” Non era molto convinto. “Allora potrei sapere
perché la stai studiando da questa mattina?” Un’altra patatina finì tra le sue
ganasce.
Shikamaru rimase un attimo in silenzio,
lanciando un ultimo sguardo alla bionda che stava chiacchierando allegramente
con HyugaHinata. Si voltò
verso Choji. “Hai mai l’impressione che Ino sia, non so, diversa da come appare?”
Arrestò
per un attimo il lavoro della sua bocca, battendo le palpebre
sorpreso. Oooh, questo era un discorso
interessante…! Facendo forza su se stesso per non lasciare che il sorrisetto
malizioso comparisse sulle sue labbra, ingollò una manciata di patatine. “Che
intendi dire?” chiese, affettando perplessità.
L’altro
strinse la bocca in una linea sottile, corrucciandosi di più. Sembrava in
difficoltà. “Tu sai quello che ho sempre pensato di Ino,
no?”
Choji aprì la bocca per ricordargli che
prima di un ‘certo incidente’ il suo giudizio nei
confronti di Ino era ben differente, ma all’ultimo
riuscì a riempirsela di patatine ed annuire, masticando con aria indaffarata.
Annuì
anche Shikamaru. “Beh, ieri l’ho vista fare
volontariato in ospedale.” disse, facendo una pausa ad effetto per controllare
la reazione dell’amico.
L’Akimichi continuò a mangiare tranquillamente le patatine.
“Sì, e allora?”
L’altro
alzò un sopracciglio, confuso. “Come allora?!Sto parlando di InoYamanaka,
Choji!” A fronte dell’alzata di spalle che ricevette
in risposta, Shikamaru spalancò gli occhi.
“Aspetta un attimo: vuoi dire che lo sapevi già?”
Choji abbassò lo sguardo sul sacchetto di
patatine. “Può darsi…” commentò con aria vaga.
IlNara si fece scuro in volto.
Alzò una mano ad indicare le due ragazze intente a
consumare il loro pasto tra una chiacchiera ed una risata. “Tu mi stai dicendo
che tutto questo accadeva sotto il mio naso e che io non mi
sono mai accorto di niente?”
L’Akimichi scosse lievemente la testa, stringendosi nelle
spalle. “O, forse, non volevi accorgertene.”
suggerì.
Shikamaru si prese la testa tra le mani,
un’espressione sperduta dipinta sul viso. “Non è logico…”mormorò. “Tu lo sai
che non è logico, vero?”
“E
quando mai Ino
è rientrata in un qualunque schema logico?” esclamò Choji,
alzando gli occhi al cielo, pensando ai suoi improvvisi scatti d’ira e alla sua
spiazzante dolcezza.
Shikamaru sospirò. “Effettivamente…” Tornò a
guardare la bionda con espressione intensa. “Cosa dovrei fare adesso secondo
te?”
L’Akimichi si strinse nelle spalle e si mise in bocca una
patatina. “Tu cosa vuoi fare?”
L’altro
rimase in silenzio. Nel frattempo, Naruto e Kiba avevano raggiunto le due ragazze, sedendosi al loro
tavolo. Nel vederei
due biondi ridere tra loro, gli occhi di Shikamaru si
rabbuiarono.
Choji ridacchiò tra sé. “Capisco che è
arrivata la primavera, ma spero che non rientri nei tuoi piani futuri prendere Naruto a testate!”
L’amico
si riscosse, distogliendo gli occhi dall’altro tavolo. “Mm? Hai
detto qualcosa?”
Sospirò,
scuotendo la testa con un lievissimo sorriso sulle labbra. “No, niente…” lo
rassicurò, sgranocchiando un’altra patatina.
*
31 marzo. Atrio Konoha High. Ore 15.48
Il
fulmine illuminò per un attimo le facce stupite degli studenti raccolti
nell’atrio della scuola. La pioggia scrosciante non faceva altro che fomentare
l’incredulità generale: soltanto un quarto d’ora prima non v’era ombra di
quelle nubi plumbee e minacciose.
Il
tuono non si fece aspettare troppo ed il suo potente rombo fece sussultare InoYamanaka, che sbirciava il
diluvio accanto a lui. Naruto si voltò verso di lei.
“Paura dei temporali?” domandò, curioso.
In
risposta ricevette un doloroso pugno sulla spalla. “Non dire cretinate! Non me l’aspettavo così vicino!” sbottò lei, imbronciandosi.
“E dire che mi sono lavata i capelli stamattina…” borbottò, incrociando le
braccia seccata.
Naruto si massaggiò il punto dolorante,
chiedendosi distrattamente perché le donne dovessero essere sempre così
violente nelle loro manifestazioni di frustrazione. Lanciando un’occhiata oltre
la testa bionda dell’amica incontrò uno sguardo scuro, che lo fece sogghignare.
“Shikamaru ti sta fissando ancora.” commentò
malizioso. A nessuno dei due quel giorno era sfuggito lo
sguardo insistente del Nara.
Le
guance di Ino si arrossarono lievemente. “Ah, sì?”
replicò, affettando indifferenza.
“Ah,
ma smettila!” ridacchiò il biondo, spingendola lievemente con fare complice.
“Tanto lo so che ti fa piacere!”
“Piantala
di fare lo stupido, Naruto!” sibilò lei, arrossendo
di più. “E smettila di attirare l’attenzione!”
“Aww! Come sei carina
quando sei imbarazzata!” la canzonò lui sottovoce, evitando per un pelo il
gancio destro, partito in risposta alle sue provocazioni. “Okay, okay! La smetto.” Si prese il mento fra le dita,
lanciando un’occhiatina in direzione del Nara.
“Mm… Chissà se Shikamaru ha un
ombrello? Potresti fartelo prestare, così avresti un’occasione per
parlare con lui e torneresti a casa con i capelli asciutti! Eh,
non è una grande idea?” esclamò, sentendosi particolarmente strategico.
“No!”
bisbigliò Ino, allargando gli occhi in preda al
panico. “È una pessima idea! Non ci voglio parlare con Shikamaru!”
Ma
Naruto aveva già aperto bocca ed aveva urlato a
squarciagola il nome dell’amico. “Shikamaru!!”
L’altro
aveva risposto inarcando un sopracciglio. “Che vuoi,Naruto?”
Il
biondo gli rivolse un sorrisone, incurante della tempesta di pugni con cui Ino stava colpendo la sua schiena. “Mi chiedevo se per caso
stamattina ti eri portato dietro un ombrello.”
“No.”
rispose il moro, avvicinandosi ai due. Sospirò, imbronciandosi. “Questa pioggia
è proprio una seccatura: quando arriverò a casa sarò bagnato fradicio…”
borbottò.
Sentendo
questa frase a Naruto venne un’idea magnifica. Si
voltò verso la ragazza e le rivolse un’occhiata che non prometteva niente di
buono. “Shikamaru?” lo chiamò con voce melliflua. “Ma
tu non dovevi fare una ricerca con Ino?” Dentro di sé
gongolò nel vedere gli occhi terrorizzati dell’amica. “Non ti
sembra che oggi sia la giornata adatta per passare un pomeriggio sui libri?
Perché non accompagni Ino a casa e
poi ti fermi lì a fare la ricerca?” Quasi ululò quando la bionda gli rifilò un
dolorosissimo pizzicotto sull’avambraccio. Si massaggiò la parte
dolente, imbronciato: la strega aveva pure impresso un
movimento rotatorio per fargli vedere più stelle…
“Sono
sicura che Shikamaru non ha voglia di venire a casa
mia…” disse Ino, rifilandogli un’occhiataccia.
“In
realtà, non è una cattiva idea: casa tua è più vicina ed almeno potremmo
toglierci dalle scatole questa benedetta ricerca.” replicò a sorpresa ilNara.
“Beh,
allora direi che è fatta!” esclamò Naruto, spingendo Ino verso Shikamaru. Lanciò
un’occhiata all’orologio che non aveva e distese di nuovo le labbra in un
sogghigno. “Oh, si è fatto tardi: devo scappare al lavoro!
Buono studio! E, Ino: fa’ la brava,
mm?” aggiunse, facendole l’occhiolino, mentre si dirigeva verso l’uscita.
Quasi
scoppiò a ridere quando colse il labiale della ragazza: “Sei morto, Naruto!”. Si inoltrò sotto la cortina d’acqua,
fischiettando una canzone, sentendosi particolarmente orgoglioso di se stesso.
*
31 marzo. Casa di YamanakaIno. Ore 16.24
“Forza: entra! Entra!” lo incitò Ino, facendogli freneticamente cenno di varcare la porta
della villetta degli Yamanaka.
Shikamaru ubbidì in tutta fretta,
le scarpe stridenti sul lucido pavimento in parquet. Con una smorfia, osservò
le orme di pioggia che aveva lasciato al suo passaggio. “Mi spiace: ti sto
bagnando il pavimento.”
La
bionda si strinse nelle spalle, riconsegnandogli tra le mani la giacca della
divisa che le aveva prestato come surrogato di un ombrello. “È a me che
dispiace: se non mi avessi dato la tua giacca, non saresti così fradicio.
Grazie, a proposito.” aggiunse, la bocca rossa
imbronciata. Anche lei lasciava piccole pozze d’acqua dietro di sé: nonostante
i capelli fossero quasi asciutti, si era bagnata tutte le gambe lasciate
scoperte dalla gonna della divisa. “Dovresti cambiarti,Shikamaru.” rifletté. “Vado a vedere se c’è qualche
vestito di papà che posso prestarti…”
Nel
guardarla salire le scale (non guardarle
le gambe, non guardarle, dannazione!), improvvisamente si sentì a disagio. Ora
non gli sembrava più una così grande idea studiare la bionda nel suo ambiente
naturale. Non era più stato in quella casa dal funerale della madre di Ino e sprazzi di quella giornata continuavano a passargli
davanti agli occhi. Per distrarsi sbirciò l’atrio della casa, stupendosi di
trovarlo uguale a come se lo ricordava: che Inoichi
avesse imparato a fare le pulizie?
“Vieni
su, Shikamaru!” La voce squillante di Ino lo fece trasalire.
“A-Arrivo!”
E adesso perché diamine balbettava?! Salì le scale,
sentendosi agitato senza che ce ne fosse motivo.
La
ragazza gli venne incontro con un asciugamano e degli abiti piegati
ordinatamente. “Ecco qua. Sono un
po’ vecchiotti, ma come misura dovrebbero andarti bene.” disse, porgendoglieli.
“Sono puliti, eh! Li ho lavati e stirati la scorsa
settimana. Vieni: il bagno è da questa parte.” aggiunse, con
fare casuale.
Lui
osservò stralunato prima la piega perfetta dei vestiti e poi la ragazza che si
allontanava. Aprì la bocca, ma la richiuse
immediatamente ricordandosi le parole di Choji di
quella mattina. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e la seguì docilmente.
“Se
vuoi farti una doccia, ti porto un asciugamano più grande.” disse Ino, aprendogli la porta.
“Uh, no: non sarà necessario. Grazie.” aggiunse,
sentendosi un po’ strano. “Tu non devi asciugarti i capelli?” domandò,
indicando le punte umide dei capelli che cominciavano ad ondularsi. Il solito
ciuffo che le incorniciava il viso si era già asciugato in due morbide onde.
Lei
prese una ciocca tra le dita e la osservò con una smorfia. “Sono proprio brutti
così, eh?” mormorò.
“A
me piacciono.” confessò Shikamaru senza pensare.
Nell’incontrare gli occhi stupiti di Ino, scostò lo
sguardo, imbarazzato. “Ehm… A-Allora io entro, eh?” esclamò, varcando
rigidamente la soglia del bagno e richiudendosi velocemente la porta alle
spalle.
Ma
che diavolo combinava?, si chiese irritato. Appoggiò i
vestiti di ricambio sul bordo del lavandino e si sfregò con forza i capelli,
fissandosi contrariato nello specchio. Si poteva sapere che diamine gli passava
per la testa? Non era da lui dare aria alla bocca in quel modo. E poi cos’era
quella vocetta acuta e balbettante? Per Giove, non
era mica nervoso lui! Assolutamente! Se stava tremando era solo perché aveva
freddo!
Ecco,
sì… Allora era meglio cambiarsi…
Continuando
a borbottare tra sé e sé, si sfilò l’uniforme fradicia, si asciugò alla bell’e
meglio la pelle umida ed indossò gli abiti asciutti. Raccolse asciugamano ed
uniforme ed uscì dal bagno. Si diresse verso la camera di Ino,
l’ultima in fondo al corridoio, vicina alle scale.
Fece
un respiro profondo, preparandosi a bussare. “Ino,
ho…” fece in tempo a dire, prima di accorgersi che la porta non era chiusa del
tutto e che quel piccolo spiraglio gli consentiva di sbirciare dentro la stanza
e di vedere Ino… che si stava cambiando.
Richiuse
la bocca di scatto, spalancando gli occhi per la sorpresa. Fece per chiudere
del tutto la porta, ma all’improvviso la vista della schiena nuda della ragazza
lo bloccò. Il cuore prese a battergli fortissimo nel pomo d’Adamo e nelle
orecchie. Ino non si era accorta di niente e stava
per slacciarsi il reggiseno…
Con
grande forza di volontà, Shikamaru si scostò dalla
porta, appoggiandosi con la schiena al muro e lasciandosi scivolare a terra.
Aveva la bocca secca e si sentiva decisamente accaldato. “Che
diavolo sto facendo? Adesso mi metto a fare il
guardone?” sussurrò, con le guance infuocate. Nascose la faccia
nell’uniforme bagnata che teneva ancora in mano, contando i propri respiri per
tentare di calmare quel cuore agitatissimo.
“Shikamaru?” Alzò lo sguardo con fare colpevole e vide Ino, che lo squadrava con un’espressione perplessa. “Che ci
fai seduto per terra?”
“N-Niente!”
balbettò, scattando in piedi. Ormai sulle sue guance si sarebbe potuto cuocere
un uovo.
La
bionda sbatté le palpebre, squadrandolo con aria curiosa. Infine, esplose in un
sorriso. “Oh, sapevo che ti sarebbero andati bene questi
vestiti! Ormai sei diventato alto quanto il mio papà! E pensare che un
tempo eri alto come me… Ora mi sovrasti di almeno
venti centimetri!” disse, avvicinandosi per controllare meglio. Guardò verso la
sommità della testa di Shikamaru. “Wow!
Mi sa che ti sei alzato ancora, sai?” esclamò, tornando a
guardarlo negli occhi. All’improvviso arrossì anche lei, forse accortasi
di essersi avvicinata troppo, e fece un passo indietro. “Uhm… Se mi dai la tua
uniforme, vado a metterla ad asciugare…” mormorò, evitando di guardarlo negli
occhi.
“Grazie.”
rispose lui, porgendogliela.
Per
qualche attimo ci fu un silenzio teso.
“Ah,
ma perché non entri in camera mia?” ridacchiò Ino
nervosamente, senza accorgersi del nuovo afflusso di sangue che aveva arrossato
il viso di Shikamaru quando l’aveva preso per un
braccio per condurlo all’interno. “Sì, è un po’ in disordine, ma tu non farci
caso, eh?” esclamò. “Siediti pure: io torno subito!”
Shikamaru rimase in piedi al centro della stanza
per qualche secondo. I passi di Ino non si sentivano
più, ma lui non osava muovere un muscolo. L’unica cosa che sembrava essere in
grado di fare era far vagare lo sguardo a trecentosessanta gradi.
Non
era la prima volta che entrava in quella stanza: dopotutto, quando erano
bambini erano state piuttosto frequenti le visite a casa l’una dell’altro.
Eppure, quella stanza era diversa da come se la ricordava: soltanto i venti
peluche sul piumone lilla evocavano lontanissimi ricordi. D’altro canto, era
pure diversa da come se l’era immaginata.
Innanzitutto,
era disordinata: la scrivania era ingombra di libri e quaderni aperti e penne
colorate, quella che doveva essere una comoda poltroncina bianca accanto alla
finestra pareva essere stata scambiata per un appendiabiti, la discretamente
grande libreria appoggiata alla parete era stracolma di libri che, a giudicare
dal modo in cui erano stati riposti e dall’usura delle copertine, dovevano
essere letti piuttosto di frequente. Per di più, la libreria doveva fungere
anche da ‘agenda’, visto che i bordi dei ripiani in legno erano completamente
ricoperti da post-it gialli che recavano promemoria scritti in colori vivaci.
Incuriosito,
si avvicinò per leggerne qualcuno. ‘Manca il riso!’, ‘Chiamare
idraulico per rubinetto rotto’, ‘Cucire bottone camicia blu di papà’, ‘Chiamare
Sakura!!’, ‘Chiamare Naruto!!’, ‘Chiamare Shino-kun: problema sezione risposte’, ‘Risp. a 1010!’, ‘Inuzuka + Hyuga H. = awww!’, ‘Chi è S.?’
Shikamaru allargò gli occhi. Poi corrugò la
fronte. Se i primi post-it che aveva letto lo avevano sorpreso, gli ultimi lo
avevano di certo stupito. Shino-kun? Stava forse
parlando dell’Aburame? Ino
era in così buoni rapporti con lui da chiamarlo in quel modo? E quel ‘1010’ poteva riferirsi a TenTen-sempai?
A quanto gli risultava, Ino non conosceva la Segretaria del
Consiglio… E che c’entravano Kiba e la Hyuga?
Ma
ciò che lo aveva scioccato era l’ultimissimo post-it: S.?!
Stava forse parlando di lui? Ma non era possibile: solo il Solviamore
aveva ricevuto i messaggi di S.! Doveva trattarsi di una coincidenza.
Sicuramente. Insomma, quanti ragazzi avevano il nome che cominciava per S? E,
poi, chi glielo diceva che si trattava di un ragazzo? Poteva benissimo essere
una ragazza, no?
“Ah!”
L’esclamazione di Ino lo colse di sorpresa, perso
com’era tra i suoi pensieri. La bionda lo raggiunse di corsa, frapponendosi tra
lui ed i post-it. “Non guardare!” Gli occhi lo guardavano spalancati, mentre
nella voce si poteva notare una punta di panico. “Ehm… Insomma, non c’è niente
di interessante: solo piccoli appunti sulle cose da fare…” Ino
si toccò i capelli, apparendo visibilmente nervosa e rossa in volto. Forzò un
sorriso, sospingendolo verso la scrivania. “Dai, andiamo a fare la ricerca,
okay?”
Mm…
Reazione sospetta, si disse Shikamaru, ma si lasciò
comunque dirigere verso la sedia. “Possiamo usare il computer?” chiese,
accennando con la testa verso il bel portatile che troneggiava sulla scrivania.
“NO!”
gridò la bionda, gli occhi sempre più spalancati e la voce sempre più
terrorizzata. La vide deglutire e distogliere brevemente lo sguardo. “Cioè, il fatto è che si è infettato. Sai come succede, no?
Mentre scarichi musica, scarichi anche quei batteri che danneggiano il
computer.”
“Intendi
i virus?”
“Sì,
esatto: proprio la parola che cercavo!”
L’espressione
della ragazza era talmente tesa che Shikamaru decise
di lasciar correre: probabilmente il tema del desktop sarebbe stata una foto di
lei e Naruto abbracciati o intenti a baciarsi e,
sinceramente, era una visione di cui faceva volentieri a meno. “D’accordo…”
sospirò. “Come intendi farla questa ricerca? A mano?”
“Beh, perché no? Così Asuma-sensei si convincerà che l’abbiamo fatta insieme e ci
lascerà in pace!” replicò lei, andando alla libreria per prendere un libro.
“Anzi, ho già un’idea per l’argomento: che ne dici delle
‘Reazioni Chimiche’? Pensavo di approfondire quelle che trasformano i
liquidi in solidi o addirittura i gas in solidi, insomma quelle che cambiano
completamente la struttura del materiale. Shizune-sensei
mi ha prestato questo libro qualche tempo fa e…”
“Sei
proprio in buoni rapporti con Shizune-sensei.” Il
ragazzo interruppe la tirata di Ino, lanciandole
un’occhiata penetrante.
Lei
si irrigidì. “Beh, ci conosciamo da un po’.”
Si
fissarono per qualche istante, poi la smorfia di Shikamaru
si approfondì, mentre il suo sguardo cadeva sulle mani. Prese un bel respiro
profondo. “Senti, per ieri, mi di…” cominciò a
scusarsi, ma la suoneria del cellulare ruppe il momento. Il moro lo fissò con
astio, mentre il maledetto aggeggio viola vibrava sul piumone del letto.
“Ah,
scusa!” esclamò Ino, nel protendersi per agguantarlo.
Diede un’occhiata all’identità del chiamante ed aprì in fretta la
conversazione. “Ehi! Che succede?”
rispose. “Sì, ti avevo cercato…” Lanciò un’occhiata al
giovane Nara. “No, veramente ho un ospite.” La
vide diventare seria e poi riluttante. “Ah. Quindi non
possiamo rimandare… Okay, allora aspetta un attimo.”
Coprì il telefono con una mano e si rivolse a Shikamaru.
“Potrei metterci un pochino: inizia a guardare il libro, okay?”
Annuì
imbronciato, ricevendo tra le mani il libro consunto e guardandola prendere la
porta e scendere velocemente le scale, parlando fitto fitto con il misterioso interlocutore. Sfogliò
distrattamente le pagine ingiallite e lo appoggiò quasi subito sopra
l’eserciziario di matematica, aperto su una pagina di problemi di
trigonometria.
Annoiato,
si alzò di nuovo in piedi e riprese ad osservare la stanza della ragazza.
Di
certo se l’era immaginata molto più rosa, si disse, passando distrattamente una
mano sulla spalliera del letto. Quando si accorse di cosa stava facendo si
diede dell’imbecille: cosa si aspettava? Di trovare veramente una tacca per
ogni ragazzo che Ino aveva avuto?
Chissà
quanti altri ragazzi avevano visto la stanza della bionda? Schioccò la lingua,
infastidito da quel pensiero, e proseguì nella sua esplorazione. Appese alle
pareti c’erano diverse stampe floreali ed una grande bacheca piena di foto e
biglietti.
C’erano
molte foto di Ino e Sakura da bambine e da ragazzine,
tutte risalenti al periodo ante-Uchiha, e tre foto
più recenti. Quella più in alto era stata fatta al mare: Ino
e Sakura ridevano a crepapelle, cercando di aggiustare i capelli scompigliati
da un forte vento. Quella a destra era una foto delle ragazze intente a mangiare da una stessa, gigantesca coppa di
gelato: Ino rideva di gusto, avvicinando un
cucchiaino stracolmo al naso di Sakura. L’ultima foto le ritraeva in completo
da sera: entrambe sorridevano più pacate all’obiettivo, ma i loro visi guancia
contro guancia sprizzavano allegria da tutti i pori. Vicino alle foto stava un
foglio stropicciato scritto con una calligrafia infantile: ‘Haruno Sakura e YamanakaIno con questo dichiarano di rimanere migliori amiche per sempre’;
seguivano due firme impacciate.
Shikamaru sorrise lievemente, sollevando appena
un angolo della bocca.
In
alto, a destra, c’era una foto un po’ sbiadita di un’Ino bambina con sua madre. Shikamaru
la osservò serio in volto. Ino assomigliava molto ad Inoichi, ma in quella foto sembrava l’esatta copia di sua
madre: entrambe vestivano un prendisole giallo chiaro, stavano sedute in un
prato fiorito, con un cappello di paglia bianco che creava pizzi d’ombra sui
loro visi ed i capelli dorati raccolti in una treccia. Il
giovane Nara osservò a lungo la foto, prima di
sciogliersi in un sospiro.
La
bacheca, poi, era disseminata di foto amatoriali di tramonti infuocati, molti dei quali fotografati dalla finestra di quella stanza, e di
alcuni biglietti di auguri che la ragazza aveva ricevuto per il suo compleanno.
Shikamaru allargò gli occhi stupito,
quando notò il biglietto che proprio lui le aveva scritto, ormai più di quattro
anni prima. ‘Tanti auguri alla persona più seccante che io conosca’… Sì, beh,
non era mai stato troppo bravo con le parole lui…
Vicino
al biglietto di auguri, Ino aveva affisso una foto
che ritraeva loro due e Choji il primo giorno di
asilo. Il ragazzo si riconobbe anche in altre foto scattate durante le gite
delle elementari e persino in una del periodo delle medie. Fu molto sorpreso
del fatto che Ino avesse conservato delle foto che lo
ritraevano, soprattutto considerato che nella stanza non c’erano tracce di foto
di Sasuke, o Sai, o Naruto.
Questo, comunque, non lo infastidiva affatto. Anzi. Improvvisamente, sentiva un
piacevole calore nei dintorni del cuore.
Una
volta finito di guardare tutte le foto della bacheca, cominciò ad annoiarsi. Sbuffando
dal naso (ma, insomma! Quanto durava quella telefonata?), si risedette sulla
sedia, tamburellando distrattamente le dita sulla copertina del libro di Shizune-sensei. Contò fino a cinquanta, prima di sbuffare
con più sentimento e sorreggersi il volto con una mano.
Poi,
l’occhio gli cadde sul portatile di Ino.
Lo
fissò per qualche secondo, prima di guardare in direzione della porta della
stanza. Fece attenzione ai rumori che provenivano dal basso: non riusciva a
captare la voce della ragazza, segno che era lontana. Tornò a fissare il
portatile, combattuto tra la curiosità di scoprire se veramente Ino aveva una foto di lei e Naruto
sul desktop e la consapevolezza che cedere alla tentazione sarebbe stata una
violazione della privacy.
Si
mordicchiò le labbra, incerto. Controllò un’altra
volta la porta, ma nessuno stava arrivando. Con il cuore che gli batteva in
gola, accese il computer.
Fu
fortunato, visto che Ino lo aveva lasciato in
stand-by. E anche perché non c’era nessunissima foto di Naruto
come sfondo, ma un’immagine balneare dalla sabbia dorata ed il mare
cristallino.
Eppure,
se da un lato si sentiva scioccamente compiaciuto dell’assenza di foto del
biondo, dall’altro non poteva non provare perplessità: le ragazze innamorate di
solito non riempivano le stanze di foto dei loro ragazzi? D’accordo, Naruto ed Ino non uscivano
insieme da molto tempo, ma gli sembrava un po’ strano che non ci fosse niente
nella stanza della ragazza che avesse un collegamento con l’Uzumaki,
nemmeno un messaggio scambiato a lezione o il biglietto di un film che erano
andati a vedere insieme.
Mentre
ponderava su queste considerazioni, si accorse di un’icona Internet aperta sul
fondo dello schermo. Senza neanche pensare, vi cliccò sopra e, in men che non si dica, gli apparve l’ormai familiare videata
del sito del Solviamore.
Quindi
anche Ino era una fan del Cupido Virtuale… Beh,
niente di strano, si disse. Magari aveva chiesto consigli per conquistare Naruto, pensò, improvvisamente di cattivo umore.
Imbronciato, cominciò a navigare nel sito, approdando nella sezione ‘Risposte’.
Con fare svogliato, cominciò a leggiucchiare i nuovi messaggi, finché non si
accorse che c’era qualcosa di strano in quella videata. Qualcosa di diverso…
Dopo
qualche secondo di attento scrutare si rese conto della presenza di un
bottoncino che non aveva mai notato prima di allora: era un’iconcina
con l’immagine di una piccola penna, situata appena sotto il box contenente il
messaggio. Corrugò la fronte, confuso. Avvicinò
lentamente il cursore e vi cliccò sopra.
Apparve
una finestra rettangolare bianca, in attesa di essere riempita di parole di
risposta.
Questa
volta gli occhi di Shikamaru si spalancarono talmente
tanto che rischiarono di uscirgli dalle orbite. Non… Non poteva essere così!
Era impossibile anche soltanto pensarlo!
All’improvviso
si udirono i passi di Ino sempre più vicini. Fece
giusto in tempo a rimettere il computer in stand-by, prima che la ragazza
entrasse nella stanza con un vassoio in mano. “Ho pensato di fare un po’ di
tè…” cominciò a dire, fermandosi non appena notò la sua faccia sconvolta. “Ti
senti bene,Shikamaru? Sei un po’ pallido…”
Commenti:
Ops!^^ Occhio a lasciare i computer in
stand-by, con Internet aperto (cosa che io faccio puntualmente -_-)!
Okay,
okay, lo so: scusate il tremendo ritardo di oltre un mese!!
Perdonatemi, ma ho litigato con questo capitolo dalla prima scena fino all’ultima.
Ogni scena è stata scritta in periodi diversi e l’ultima in particolare è
andata avanti per ben due settimane a suon di due o tre righe al giorno… Il
tutto dovuto al fatto che ho cominciato ad avere dei dubbi su alcuni futuri
avvenimenti e mi sono trovata a rivedere la trama generale, per poi decidere
che in realtà ciò che avevo pensato all’inizio era meglio… E va beh.
Quindi,
per farmi perdonare ho scritto un capitolo luuuuunghissimo:
non so quanti di voi ce l’hanno fatta ad arrivare alla fine.^^’
Beh,
se siete arrivati fin qui (coraggiosi!), permettetemi di ringraziarvi con tutto
il cuore perché se questa storia continua e non giace dimenticata in una
cartella di Word è soprattutto merito (o colpa, dipende dai punti di vista!^_^)
vostro!
Come
al solito, ringrazio in modo particolare:
CELIANE4EVER: Spero mi perdonerai il ritardo e spero
anche che il capitolo sia di tuo gradimento! Tantissimi auguri (in ritardo)!!!! Una tiratina di orecchie e a presto!
SOUSUKE
SAGARA: Grazie mille
per i complimenti: sei sempre troppo buono! Mi dispiace che questo capitolo sia
più ShikaIno che NaruSaku! La
prossima volta vedrò di dare più spazio alla tua coppia preferita! Spero di
risentirti su msn!
MATTHEW: Anche tu sei sempre troppo gentile!! Spero che il capitolo ti sia piaciuto!!
Fammi sapere!!
VOLPINA90: Sono contenta che ti sia piaciuta la
scena in infermeria! Spero che ti sia piaciuta anche la scena a casa di Ino! Bacioni e alla prossima
RIKUZZA: Beh, visto che vi ho fatto aspettare
così tanto stavolta, spero che il capitolo sia all’altezza! Oh, meno male che c’è
qualcuna a cui piace il piccolo genio!^^ Spero tanto che ti sia piaciuto anche
qui! A presto!
KIKKYXX14: Grazie! Quanti complimenti! Troppo buona!! Eh, hai visto cos’ha scoperto adesso Shika?! Vedrai, vedrai come si ricrederà il rampollo deiNara…!^^ Fammi sapere se ti è
piaciuto il capitolo! Alla prossima!
MIMI18: Tanti, tanti, tanti auguri!! Dando uno sguardo alla pagina di Naruto
su Efp ho letto che era il tuo compleanno qualche
giorno fa e così mi sono detta: “Ale, devi
assolutamente finire quel dannatissimo capitolo e metterci una bella scena del
pomeriggio ‘di studio’, come suggeriva Mimi!”. Beh,
finalmente ce l’ho fatta. Spero solo che ti piaccia questo capitolo, visto che
ho avuto l’ardire di dedicartelo!^^ Spero mi farai sapere! Una tiratina di
orecchie anche a te e alla prossima!
KIRARA_CHAN:
Wow! Hai letto i
capitoli tutti d’un fiato?! Coraggiosa!^^ Sono contenta
che ti sia piaciuta e spero che continuerà a piacerti! Alla prossima!
HILLY89:‘aspita! Quanti complimenti!!
^//^ E non sei la prima a dirmi che assomiglia a ‘Gossip Girl’, serie della
quale, prima di leggere le vostre recensioni, ignoravo l’esistenza! Comunque,
sono molto contenta questa storia abbia catturato il tuo interesse: spero che
anche questo capitolo sia all’altezza! A presto! Ah, grazie anche per la
proposta di matrimonio!^^
HELLAKAHELLBOY: O_o Santo Cielo! Mi hai lasciato
tantissime recensioni!! Grazie, sei stato veramente
gentile!! Ovviamente, dopo che tu hai recensito ogni
singolo capitolo della mia storia, il minimo che posso fare è leggere la tua e lasciarti
una recensione! Lo farò al più presto! E spero che anche questo capitolo ti
soddisfi, anche se è più ShikaIno che NaruIno! Alla prossima!
ELIE91: Anche tu fai parte del club dei sostenitori
del NaruIno! Ma sai che siete tanti?!
Non pensavo!^^ Io li adoro insieme, ma come coppia di amici, mi dispiace! Ma, magari,
se fate una bella raccolta di firme, potrei pensare di scrivere unaone-shot tutta dedicata a loro
come coppia romantica! Fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto!
HAGUMI: Un’altra nuova lettrice, che bello!!^^ Veramente ti sto facendo un po’ ricredere sulle ShikaIno? Bene, sono contenta! Dici che Shikamaru
è impeccabile? Beh, meno male: ho sempre paura di cadere nel tranello degli
OOC! Spero che allora ti sia piaciuto anche qui! Alla prossima!
DAVIDINO89: Grazie mille anche a te per i
complimenti! ^//^ Sono proprio contenta che tu ti stia appassionando al
personaggio di Ino: trovo
che sia un personaggio un po’ troppo bistrattato nelle fanfic!
Ti ringrazio ancora tantissimo per la recensione e spero me ne vorrai lasciare
una anche per questo capitolo! A presto!
Mamma
mia: quanti eravate questa volta! Vi ringrazio ancora infinitamente: le vostre
recensioni mi danno la carica per continuare questa storia! Purtroppo sono una
persona piuttosto pigra, ma quando vedo le vostre meravigliose recensioni mi
carico di voglia di fare e anche le idee cominciano a frullare più velocemente!
Sperando
di non litigare con il prossimo capitolo e di aggiornare con più celerità,