Verità, amori e omicidi

di marix96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a New York ***
Capitolo 2: *** Alex ***
Capitolo 3: *** In discoteca ***
Capitolo 4: *** Identità svelate ***
Capitolo 5: *** Mamma e papà ***
Capitolo 6: *** L'incontro ***
Capitolo 7: *** Il proiettile ***
Capitolo 8: *** È stato lui! ***
Capitolo 9: *** La sparatoria ***
Capitolo 10: *** Caso chiuso! ***
Capitolo 11: *** Il terzo poliziotto ***
Capitolo 12: *** La trappola ***
Capitolo 13: *** Troppo tardi! ***
Capitolo 14: *** Che devo fare? ***
Capitolo 15: *** Destino? ***
Capitolo 16: *** Di nuovo amici ***
Capitolo 17: *** Vecchi incontri ***
Capitolo 18: *** Indagini ***
Capitolo 19: *** La gelosia di Castle ***
Capitolo 20: *** Attenzione! ***
Capitolo 21: *** Scoperte ***
Capitolo 22: *** L'uomo misterioso ***
Capitolo 23: *** Il patto ***
Capitolo 24: *** Guai ***
Capitolo 25: *** Prime verità ***
Capitolo 26: *** Conseguenze ***
Capitolo 27: *** Confessioni ***
Capitolo 28: *** Ho bisogno di riflettere ***
Capitolo 29: *** Confronto ***
Capitolo 30: *** Pace passeggera ***
Capitolo 31: *** L'arresto ***
Capitolo 32: *** Smascherato ***
Capitolo 33: *** Chiacchierate ***
Capitolo 34: *** Evaso ***
Capitolo 35: *** Mi hai mentito ***



Capitolo 1
*** Ritorno a New York ***


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1.  Ritorno a New York
 
La sveglia segnava le 2.15 di notte. Dei rumori provenienti dallo studio svegliarono chiunque stesse dormendo nella camera da letto. Cautamente si alzo e impugnando una piccola statuetta raffigurante un uomo con una piuma in mano, il primo oggetto che aveva trovato, si diresse verso lo studio.  Appena scostò la porta di poco, questa si aprì di scatto, lasciando interdetto l’uomo. Egli vi entrò piano, quando all’improvviso la luce si accese e sentì una presenza dietro di se.
“Buonasera notaio!” parlò la voce dalle sue spalle, una voce calma e penetrante.
“C-chi se..” iniziò girandosi “Tuu!” esclamò quando riconobbe l’individuo che era entrato in casa sua. Subito cercò di colpirlo, ma il ladro fu più veloce di lui e riuscì a bloccarlo al suolo.
“Ah ah, non così notaio. Non sono venuto per farle del male. Sono qui solo per queste.” esclamò trionfante mostrando le due collane d’oro e il bracciale d’argento che aveva in mano.
Detto ciò saltò fuori dalla finestra da cui era entrato e scompari nel buio della notte.
 
“Allora capo, hai trovato quel che cercavi?” chiese un dei “suoi” seduto al computer quando il ladro entrò nella stanza.
“Si” rispose lui appoggiando i gioielli sul tavolo e tirando fuori un fascicolo da dentro la giacca. Sulla copertina vi era scritto “New York”.
“Allora?” chiese l’altro al computer alzandosi e avvicinandosi al ladro.
“È come pensavo..” sussurro il ladro aprendo e richiudendo il fascicolo.
“Cosa capo?” chiesero all’unisono i due.
“Dobbiamo andare a New York.”
 
 
“E anche questo caso è stato chiuso.” esclamò Beckett sedendosi sulla sua sedia, passandosi le mani sul viso. Era esausta, questo caso era stato molto complicato: un uomo era stato ucciso e due donne, sua moglie e la sua amante, avevano confessato di averlo ucciso in due momenti diversi, pensando di aver commesso effettivamente l’omicidio. Solo dopo altre ricerche si è scoperto che le due donne avevano solo tramortito l’uomo in due momenti diversi mentre un’altra persona, il suo migliore amico nonché socio, gli aveva dato il colpo finale.
Castle era rimasto incantato a guardarla: anche così, esausta, per lui restava la donna più bella.
I suoi pensieri furono interrotti dal notiziario in televisione.
E ora una notizia da San Francisco. Continuano i furti ,questo in casa del notaio Benjamin Jefferson. Il notaio è stato aggredito durante la notte e dalla sua cassaforte mancano dei gioielli. Dalla descrizione fattaci dalla vittima l’aggressore sembra essere Dragon, il ladro mascherato che da giorni continua a rubare in casa di funzionari importanti e di persone ricche della città..”
“Ha colpito ancora..” disse Esposito avvicinandosi alla televisione.
“Sono quattro in questa settimana…” continuò Ryan
“E due la settimana scorsa…” proseguì Castle voltandosi verso i due detective “E chissà quanti ne farà ancora.”  concluse lo scrittore.
“Noi non abbiamo niente a che fare con lui, è un ladro, e in più a San Francisco. Non dobbiamo preoccuparci più di tanto. Quando incomincerà a uccidere, se lo farà, allora dovremmo incominciare a farlo. E ora torniamo a lavoro.” li zittì Beckett tornando a scrivere il suo rapporto. Non sapeva quanto si stesse sbagliando.
 
Nello stesso momento, all’aeroporto, un ragazzo sulla ventina era appena sceso dall’aereo di San Francisco. Alto, capelli castani corti e occhi azzurri, tirava dietro un trolley con la mano destra mentre nell’altra aveva una borsa. Appena entrato nella sala, alzò lo sguardo cercando qualcuno. E quando finalmente lo vide, sul suo volto comparve un sorriso. L’uomo che lo stava aspettando gli corse incontro abbracciandolo.
“Alex, figliolo, finalmente sei tornato” esclamò l’uomo ancora abbracciato al ragazzo.
“Sisi nonno, anche tu mi sei mancato, ma così non respiro.” replicò il ragazzo, suscitando una risata ad entrambi quando finalmente si staccarono.
“Sei sempre stato un ragazzo divertente e pieno di vita…” iniziò l’uomo.
“Completamente diverso da mamma…” lo interruppe il giovane, ridendo.
“Su questo ti devo contraddire, tua madre è cambiata molto nell’ultimi anni, specialmente negli ultimi tre.”
“Sono proprio curioso sai, nonno.” Esclamò il giovane ridendo, contagiando anche suo nonno.
Le loro risate furono interrotte da due ragazzi che si avvicinarono.
“Alex, ti stavamo aspettando.” disse uno dei due quando furono giunti vicino a nipote e nonno.
“Signor Beckett, è un piacere rivederla dopo tanto tempo, come sta?” chiese l’altro rivolgendosi all’uomo.
“Bene Kevin, non ci si può lamentare, anche se rimpiango molto la vostra età.” rispose Jim.
I ragazzi risero.
“Ragazzi, io dovrei andare con mio nonno prima, ci vediamo dopo al solito posto?” chiese Alex ai due.
“Va bene, aspettiamo li.” risposero i due “È stato un piacere rivederla signor Beckett, arrivederci.”
“Arrivederci ragazzi.” salutò Jim Beckett, per poi rivolgersi a suo nipote. “Andiamo a fare una sorpresa a tua madre?” ironizzò. Per tutta risposta Alex annui convito: aveva voglia di rivedere sua madre. 




Angolo di Marix:
Ciao a tutte!!
Sono tornata con una nuova storia, questa volta con un long, la prima.
Non so come sia venuta, perciò voglio sapere cosa ne pensate. Un commento, anche piccolino, fa sempre piacere.
La prossima settimana il secondo capitolo xD
A presto, baci
Marix :D

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Capitolo 2
*** Alex ***


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2. Alex
 
Una macchina si fermò davanti al 12th. Da questa scesero Jim Beckett e suo nipote Alex.
“È tanto che manchi da qui?” chiese Jim.
“Abbastanza nonno, non puoi immaginare da quanto aspettavo questo momento, poter riabbracciare mamma e tutti gli altri…” rispose il ragazzo con occhi sognanti rivolti verso l’edificio.
“Su avanti entriamo.” concluse l’uomo avvolgendo le spalle del nipote con il braccio e dirigendosi verso l’entrata.
Dentro il distretto, tutti gli agenti salutavano Jim, mentre si chiedevano chi fosse il ragazzo che lo accompagnasse. Nessuno lo aveva riconosciuto, ma come biasimarli, erano passati 5 anni da quando Alex se ne era andato.
Appena usciti dall’ascensore, Alex si guardò intorno nel distretto: nulla era cambiato in questi ultimi anni, tutto era rimasto invariato, dalla sala relax alle scrivanie dei detective ordinate nello stesso modo, fino alla lavagna bianca utilizzata per risolvere i casi.
“Kate” la chiamò Jim.
“Papà, cosa ci fai…” iniziò Beckett girandosi verso l’entrata, non riuscendo a terminare la frase per lo stupore. I suoi occhi verde smeraldo incontrarono due pietre azzurre molto familiari, due occhi che ormai non vedeva da tempo e che non si sarebbe aspettata di vedere.
“Alex!” esclamò sgranando gli occhi con la bocca semi aperta.
Alex si guardò alle spalle stupito, poi voltando nuovamente esclamò scherzando “Hai visto un fantasma?”
Ma subito la sua espressione si trasformò in un magnifico sorriso.
Per tutta risposta Kate gli corse incontrò e lo abbracciò.
Alex, in un primo momento rimase stupito dal suo comportamento, non avrebbe mai pensato che lo avrebbe abbracciato davanti a tutti, Kate non voleva mostrarsi debole davanti agli altri. Ma evidentemente in questi anni era effettivamente cambiata.
“Quanto mi sei mancato” gli sussurrò all’orecchio Kate.
“Anche tu mamma, anche tu.” sussurrò di risposta Alex.
Quando si staccarono, Kate accarezzò la guancia di suo figlio e una lacrima sfuggi al suo controllo.
“Beckett, ti ho portato…” gridò Castle arrivando alla scrivania, interrompendoli “Oh, scusate. Non avevo intezione..” non finì la frase che Beckett lo interruppe. “No Castle, nessun disturbo. Anzi, arrivi giusto in tempo. Voglio presentarti Alex, mio figlio. Alex, questo è Richard Castle.” Li presentò Beckett.
“Ah, tu saresti il famoso Richard Castle…” iniziò Alex porgendo la mano. “E tu saresti il piccolo Beckett…” continuò Castle stringendo la mano al ragazzo “È un vero piacere conoscerti.”
“Anche per me.” terminò il ragazzo.
I due restarono a guardarsi per molto: due occhi azzurri si mescolavano ad altri due occhi azzurri, non sapevano spiegarselo ma entrambi sapevano che da quel momento, da quel semplice gesto, qualcosa sarebbe cambiato.
“Ma guarda chi c’è, Alex” li interruppe Esposito “Fatti abbracciare.”
“Ciao zio Espo.” Rispose il ragazzo abbracciando il detective.
“Hai intenzione di tenertelo ancora per molto?” ironizzò Ryan, reclamando anche lui un abbraccio dal giovane.
“Zio Ryan.” esclamò ridendo Alex abbracciando anche l’altro detective.
“Ma quanto tempo è passato?” chiese Esposito.
“Eh tanto zio, tanto tempo, quasi cinque anni.” rispose il giovane Beckett.
“Ma speriamo che sei tornato per rimanere” esclamò Ryan.
“Lo speriamo tutti.” Una voce alle loro spalle li fece voltare.
“Capitano!” esclamò Alex abbracciando Montgomery.
“Bentornato ragazzo. Ci sei mancato molto” rispose Roy abbracciando a sua volta il giovane.
 
Alex si intrattenne a chiacchierare con tutti per quasi un ora, poi ad un tratto si rese conto che si era fatto tardi .
“Bhè, credo che sia arrivato il momento di andare.” disse Alex alzandosi dalla sedia.
Tutti lo guardarono male.
“Tranquilli, vado solo da Kevin, non torno a San Francisco.” Li rassicurò Alex, avendo capito a cosa stavano pensando, scatenando una risata generale.
Uscendo dal distretto, Alex si imbatté in una ragazza dai capelli rossi che stava entrando all’interno del 12th. Per un istante i suoi occhi azzurri si incrociarono con quelli azzurri della ragazza e Alex ne rimase affascinato. Si voltò verso l’entrata del distretto, ma ormai la ragazza era sparita all’interno dell’edificio. Salì in macchina e partì per le strade di New York, cercando di non pensare a quei due occhi.
 
“È un’ora che ti aspettiamo.” esclamò irritato Kevin appena vide Alex entrare.
“Scusatemi ragazzi, ma parlando con mia madre e gli altri il tempo è volato…” cercò di giustificarsi Alex.
I due gli fecero segno di non preoccuparsi.
“Bene ragazzi, bando alle ciance, mettiamoci al lavoro, abbiamo del lavoro da terminare.” disse Alex raggiungendo i computer insieme ai suoi amici.




Angolo di Marix:
Ciaooo!!
Ecco a voi il secondo capitolo!
Si è scoperto che Alex è figlio di Beckett ** e che il suo incontro con lo scrittore ha fatto scintille!! 
Wow ne vedremo delle belle.
Alla prossima settimana con il terzo capitolo
Baci,
Marix :D

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Capitolo 3
*** In discoteca ***


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3. In discoteca
 
Al distretto, dopo l'uscita di Alex, i detective erano tornati a lavoro, quando il trillo delle porte dell'ascensore che si aprivano, fecero girare tutti.
"Alexis!" esclamò Castle appena riconobbe sua figlia uscire dall'ascensore.
"Ciao papà" rispose la ragazza.
"Cosa ci fai qui?"
"Devo chiederti un cosa" iniziò la ragazza "Stasera c'è una serata in discoteca e Penny vuole andarci e mi ha chiesto se potevo accompagnarla, posso?" chiese tutto di un fiato la rossa, mostrando a suo padre uno sguardo da cucciolo.
Castle rimase impassibile alle parole della ragazza, reazione che fece preoccupare Alexis.
"Papà, tutto bene?"
"A che ora è "questa serata"?" chiese lo scrittore, marcando il tono di voce sulle ultime parole.
"Dalle 9.."
"A..?"
"A quando vogliamo, non c'è un orario. Allora posso andarci?"
"Va bene, ma a mezzanotte devi essere a casa." rispose Castle.
"Grazie, sei fantastico!" esclamò la ragazza stampando un bacio sulla guancia a suo padre.
Detto questo, la ragazza scappò via dentro l'ascensore.
"Tranquillo, Alexis è una ragazza matura, saprà cavarsela." disse Beckett, avendo intuito i pensieri del suo partner.
Castle si voltò stupito: come aveva fatto a indovinare?. Poi le sorrise. Lei sorrise di risposta.
 
"Allora, avete trovato qualcosa?" chiese il ragazzo seduto al computer centrale.
"Nulla capo, non risulta niente a riguardo" rispose quello a destra.
"Nulla neanche qui, capo" continuò quello seduto a sinistra.
"Maledizione, è impossibile che non c'è nulla a riguardo. Continuate a cercare." concluse infine il capo alzandosi dalla sedia e uscendo dalla stanza.
 
Il suono del campanello fece sussultare Castle seduto sul divano con il pc.
"Alexis, va ad aprire!" grido lo scrittore mentre batteva sulla tastiera del computer.
Ma non ricevette risposta.
"Ho capito, vado io!" esclamò rassegnato dopo l'ennesimo trillo del campanello.
Aprì la porta e si ritrovò una ragazza castana che indossava un vestito azzurro che le arrivava poco sopra le ginocchia.
"Buonasera signor Castle" saluto la ragazza.
"Ciao Penny, entra, Alexis sta finendo di prepararsi." le disse lo scrittore facendola entrare.
In quel momento, Alexis scese dalle scale. Indossava un abito nero senza spalline corto fino alle ginocchia e un paio di scarpe nere con tacco 10.
"Ciao Penny, possiamo andare." disse la ragazza aprendo la porta e uscendo insieme all'amica.
"A mezzanotte a casa." grido Castle per farsi sentire nel corridoio.
"Anche prima!" gridò di risposta la ragazza dal corridoio, facendo sorride suo padre.
"Quando è cresciuta così tanto?!" si chiese tra se e se quando tornò nel loft.
 
In dieci minuti erano arrivati in discoteca. Sin da fuori si sentiva chiaramente la musica a volume alto.
All'interno la visibilità era minima: le uniche luci accese era quelle al centro sulla pista da ballo che facevano intermittenza. Le due ragazze avevano trovato dei loro compagni seduti a un tavolo e li raggiunsero.
Dopo aver chiacchierato un po e bevuto anche, decisero di andare in pista a scatenarsi. Ma mentre si stava alzando, Alexis fu fermata da un ragazzo.
"Ma lo sai che sei proprio carina!" esclamò quello alle sue spalle.
Alexis cercò di liberarsi dalla sua presa, ma lui non intendeva mollare.
"Dai, voglio solo fare due chiacchiere."
"Lasciami andare!" gridò lei sperando che qualcuno l'avesse sentita e la aiutasse.
Il ragazzo stava per portarla via, quando qualcuno lo affermò per un braccio e lo fece girare su se stesso.
"Credo che la ragazza ti abbia detto di lasciarla" esclamò con voce penetrante.
"Non sono affari che ti riguardano." rispose infastidito l'altro.
"Non era la risposta che volevo." concluse il primo stringendo ancora la presa sul suo braccio.
"Va bene, ho capito. Me ne vado" rispose alla fine.
"Saggia decisione!" esclamò il ragazzo lasciandolo andare.
"Grazie" esclamò Alexis rivolgendosi al ragazzo che l'aveva appena salvata.
"Figurati.." rispose lui guardandola in volto.
Fu in quel momento che i due si riconobbero.
"Ma tu sei il ragazzo di stamattina!?" esclamò Alexis "Quello che stava uscendo dal distretto!?"
"E tu invece sei la ragazza che stava entrando!" esclamò di risposta lui. Si sorrisero. "Quanto è piccolo il mondo!" pensarono entrambi.
"Alexis" disse la ragazza porgendo la mano.
"Alex" rispose il ragazzo stringendole la mano.
I due per tutta la sera parlarono, si conobbero e diventarono subito amici. Ma si sa, quando si è in compagnia il tempo vola. E mancavano solo 10 minuti a mezzanotte.
"Io devo tornare a casa." disse Alexis seduta al bancone del bar.
"Ti accompagno?" chiese Alex .
"Magari, mi faresti un piacere."
I due salirono in macchina e partirono.
In dieci minuti, erano sotto il loft di Castle.
"Grazie per la serata, per avermi aiutato, per tutto." disse Alexis mentre apriva la portiera.
"È stato un piacere" rispose Alex.
Gli stampo un bacio sulla guancia e scese. Poi si volto di nuovo e gli mandò un bacio volante. Lui le rispose con l'occhiolino.
Da una finestra del palazzo, qualcuno aveva visto la scena.




Angolo di Marix:
Ciaaooo a tutteee!!
Ecco il terzo capitolooo.
Alex e Alexis si sono incontrati e presentati. 
Ma il loro rapporto andrà oltre l'amicizia; non vi ricorda qualcuno? **
E poi, chi li ha visti dalla finestra?
Al quarto capitolo, il prima possibile xD
Baci,
Marix :D

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Capitolo 4
*** Identità svelate ***


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4.  Identità svelate
 
Erano le 12 in punto quando Alexis rientrò nel loft. Era esausta, la serata era andata a meraviglia e ora voleva solo andare a riposare. Fece per salire le scale, quando una voce alle sue spalle la fece bloccare.
“Voglio sperare che fosse Penny il guidatore dell’auto da cui sei scesa.” affermò Castle nel buio.
“Papà, mi hai spaventata, cosa ci fai ancora sveglio?”
“Non mi hai risposto Alexis, di chi era quella macchina?” ribadì Castle, questa volta con tono più alto.
“Calmati, ok? Era un amico che gentilmente mi ha accompagnato a casa.” rispose la rossa.
“Un amico eh?” ironizzò lo scrittore “Ma chi vuoi prendere in giro! Gli hai mandato un bacio volante”
“Aspetta un attimo, mi stavi spiando?” chiese la ragazza, questa volta anche lei aveva alzato la voce.
“Non cambiare argomento.”
“Sai perché lo fatto? Perché quel ragazzo, neanche conoscendomi, mi ha aiutato in discoteca perché uno mi stava infastidendo. Ecco qual è il motivo. Volevo solo fargli capire la mia riconoscenza.” terminò Alexis, che aveva addolcito il tono di voce sperando che il padre si calmasse.
“Davvero ti ha aiutato senza conoscerti?” chiese lui.
La ragazza annui.
Castle rimase in silenzio per qualche secondo, come a riflettere alle parole della figlia.
“Credo che dovrò ricredermi sul suo conto, o sbaglio piccola?” affermò lo scrittore alla fine, strappando un sospiro e un sorriso sincero a sua figlia.
“Posso almeno sapere il suo nome”
“Alex, si chiama Alex.” rispose la rossa con un magnifico sorriso.
“Ma guarda che coincidenza, eh!?” affermò lo scrittore facendo ridere entrambi. Poi salirono le scale e andarono a letto.
 
“Ti sei dato alla pazza gioia stasera?” chiese Beckett, appena suo figlio rientrò in casa.
“Sono solo andato in discoteca e..”
“E.. cosa?” chiese Kate impaziente.
“Ho conosciuto una ragazza” rispose Alex con occhi sognanti.
“Spero che almeno questa sia la volta buona.” affermò sua madre.
“Ma guarda da che pulpito viene la predica!” esclamò Alex di risposta.
“Lasciamo perdere. Andiamo a dormire che è meglio.” concluse Beckett avviandosi in camera con suo figlio.
 
Castle entrò nel distretto con i due soliti caffè. Si avvicinò alla scrivania di Kate e lo lasciò sopra, attirando l’attenzione della detective.
“Ti ringrazio, Castle.” Disse Beckett afferrando il suo caffè e bevendone un sorso. Solo allora alzò gli occhi e vide in volto il suo partner: aveva due occhiaie sotto gli occhi che parlavano da sole, notte brava. A Kate si contorse lo stomaco solo a pensarlo tra le braccia di un’altra donna.
Calma Kate, non è affar tuo ciò che fa con le altre” pensò tra se cercando di calmarsi, ma la sua bocca agì senza controllo.
“Notte brava stanotte, Castle?” gli chiese.
Troppo tardi! Oramai il danno è fatto, sperò solo che il suo partner non facesse qualche commento.
“Eh? No, assolutamente. Sono stato sveglio per Alexis.” rispose Castle, facendo tirare un sospiro di sollievo a Kate.
“Perché?”
“Ieri sera è andata in discoteca e quando è tornata a casa, l’ha accompagnata un ragazzo…” iniziò lo scrittore, ma Kate lo interruppe “So dove vuoi arrivare. Alexis è intelligente e non si caccerà nei guai.”
“Ma se succedesse ancora? Intendo come con Ashley? Cosa accadrebbe? Non riesco a vederla soffrire!” esclamò sedendosi a peso sulla sedia.
“Vedrai Castle, Alexis sa cosa vuole e sa come deve comportarsi. Dalle fiducia.” Lo rassicurò la detective prendendogli la mano.
A quel contatto, entrambi sentirono un brivido lungo la schiena.
“Grazie.” sussurro la scrittore.
“Always.” sussurro di risposta lei.
Il trillo dell’ascensore li interruppe. Si lasciarono le mani in tempo da non farsi vedere da coloro che erano appena arrivati.
“Buongiorno” li salutò Ryan.
“Buongiorno ragazzi” salutò Beckett, Castle fece un segno con la mano.
“Wow amico, notte brava?” chiese il detective a Castle.
“No, solo insonnia.” esclamò lo scrittore, facendo ridere Beckett.
“Ehi ragazzi, guardate chi ho trovato?” gridò Esposito arrivando con un’altra persona.
“Alex! Cosa ci fai qui?” chiese Kate.
“A casa mi annoiavo e sono venuto.” rispose il giovane.
“Due braccia in più servono sempre.” esclamò Esposito trascinando Alex alla sua scrivania.
“So già che me ne pentirò.” sussurro Alex in modo che il detective non lo sentisse, cosa che gli altri invece fecero perché scoppiarono a ridere.
 
Dopo due ore, tutti erano ancora all’interno del distretto: stranamente quella mattina nessun serial killer aveva avuto intenzione di uccidere.
I tre detective erano seduti alle loro scrivanie a compilare rapporti, Castle se ne stava seduto  sulla sedia a giocare con il suo i-Phone mentre Alex, seduto accanto alla scrivania di Esposito, aveva lo sguardo perso: stava ripensando alla serata trascorsa in discoteca, ma soprattutto ad Alexis. Si stava chiedendo quando l’avrebbe rincontrata, non si erano scambiati neanche numero e indirizzo!
Era così concentrato che neanche si rese conto che dall’ascensore era appena uscita una ragazza dai capelli rossi.
“Alexis” esclamò suo padre “Cosa ci fai qui?”
“Ciao papà, sono venuta a dirti che…” iniziò la ragazza, bloccandosi di colpo “Non è possibile, Alex!?” esclamò.
Il ragazzo, sentendosi chiamare, alzò lo sguardo e spalancò gli occhi “Alexis!?”
I tre detective e lo scrittore si guardarono stupiti.
“Voi vi conoscete!?” esclamarono stupiti Castle e Beckett all’unisono.
I due ragazzi non risposero, continuavano a studiarsi con gli occhi. Fu allora che entrambi i partner capirono.
“È lui il ragazzo che hai conosciuto ieri!?” chiese Castle a sua figlia.
“È lei la ragazza che hai conosciuto ieri?!” fece lo stesso Beckett.
Allora anche i due ragazzi capirono.
“Tu sei la figlia di Castle!” esclamò stupito Alex.
“E tu sei il figlio di Beckett!” esclamò di risposta Alexis.




Angolo di Marix:
Salvee a tutte!!
Ecco il quarto capitolo dopo neanche tre giorni. Sono riuscita a pubblicare subito.
Hai visto Tempie90!! Tutto merito tuo. Quindi ti meriti la dedica di questo capitolo :*
Spero vi piaccia. E' uno dei miei preferiti! *_*
Alla prossima!
Baci,
Marix :D
P.S Alexis è già stata con Ashley e si sono già lasciati!

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Capitolo 5
*** Mamma e papà ***


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A una persona conosciuta da poco, ma già diventata speciale!
A Tempie90 <3
P.S. Hai mai pensato di fare l'editrice? xD



5. Mamma e papà
 
“Tu sei la figlia di Castle!” esclamò stupito Alex.
“E tu sei il figlio di Beckett!” esclamò di risposta Alexis.
 
Esposito e Ryan, non sapendo la storia completa, cadevano dalle nubi.
“Potete far capire anche noi!” esclamarono i due per attirare l’attenzione.
“Non posso ancora crederci.” affermò Alex ancora stupito dalla scoperta appena fatta.
“Credimi, anch’io.” affermò di risposta Alexis.
I due si sorrisero, ma furono interrotti dai Ryan ed Esposito.
“Allora, caro nipotino, vuoi aggiornarci?” chiesero i due detective di fronte ad Alex.
“Su che cosa?”
“Cosa sta succedendo? Perché tutta questa agitazione?”
“Ah, praticamente io e Alexis ci siamo conosciuti ieri in discoteca, ma non sapevamo che…”
“Che eravate i figli di mamma e papà!” esclamarono infine i due detective, battendosi il cinque.
“Ehi!” esclamò Castle.
“Ragazzi, fatela finita!” scandì Kate lanciando ai due uno sguardo assassino.
I due ragazzi, stupiti, guardarono prima i due detective davanti a loro, poi si guardarono reciprocamente.
“Mamma...” iniziò Alex.
“… e papà?” terminò Alexis.
Poi si voltarono verso i due rispettivi genitori.
“Cosa significa?” chiesero insieme.
Castle sbiancò, Beckett arrossì.
“Ehm… ecco… significa…. che…” balbetto Castle, facendo sorridere i due giovani.
“È un modo di dire, ragazzi.” spiegò Ryan.
“È il modo in cui li chiamiamo qui al distretto, ma solo per scherzare, purtroppo.” concluse Esposito.
I due guardarono i due detective, poi di nuovo i genitori, poi scoppiarono a ridere.
“Bel modo di scherzare!” affermò Alex ancora ridendo, trascinando tutti in una risata.
Le risate furono interrotte dal suono del cellulare di Alex.
“Alex” rispose il giovane.
“Abbiamo trovato qualcosa.” parlò la voce dall’altra parte.
“Arrivo” e chiuse la chiamata “Io devo proprio andare, Kevin ha bisogno di un favore. Ci vediamo dopo” e scappò via nell’ascensore.
“Ma è sempre così?” chiese incuriosita Alexis.
“Il più delle volte.” rispose Beckett sorridendo.
“Alexis, che cosa dovevi dirmi?” li interruppe Castle.
“Si papà, ti volevo avvisare che oggi andavo a fare shopping con Penny.”
“Torni con lei a casa stasera?”
“Si, papà” affermò la ragazza ridendo, salutandolo con un bacio sulla guancia e scappando via.
 
“Allora, cosa avete trovato?” chiese entrando nella stanza.
“Un certo avvocato, Saul Sardone, ha avuto contatti con il notaio Jefferson, potrebbe avere lui l’altro fascicolo.” comunicò il ragazzo seduto al pc.
“Dove lo trovo?”
“Sulla 7th, numero 68.”
 
Al distretto, la pace sembrava essere andata in vacanza. Da più di venti minuti i telefoni suonavano ininterrottamente. All’improvviso anche quello di Beckett squillo.
“Beckett” rispose la detective. Seguirono attimi di silenzio, poi “Ho capito arriviamo. Rapina sulla 7th strada, sembra esserci un morto, andiamo.” esclamò Beckett alzandosi e dirigendosi verso l’ascensore, seguita da Castle, Esposito e Ryan.
 
“Eccolo, trovato finalmente.” esclamò Dragon frugando in un cassetto dello studio dell’avvocato. Tirò fuori un fascicolo, lo aprì e iniziò a leggere: conteneva le informazioni che mancavano dal fascicolo in casa del notaio.
“Bene ora posso andarmene.” affermò dirigendosi verso la finestra da cui era entrato. Ma all’improvviso si bloccò: le macchine della polizia erano in fondo alla strada.




Angolo di Marix:
Salvee a tuttee!!
Ecco il quinto capitolo! Un pò corto perchè è di passaggio!
Come di parola Tempie90! Ora tocca a te ;D 
Torniamo al capitolo... Alex e Alexis si sono rincontrati, davanti allo stupore generale, soprattutto quello dei rispettivi genitori ahahaah xD
Sul finire succede qualcosa di inaspettato: il nostro ladro incontra la polizia! Se la caverà?
Alla prossima, spero il prima possibile, ma non vi assicuro niente, causa blocco scrittura..
Baci,
Marix :D

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Capitolo 6
*** L'incontro ***


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6.  L’incontro

“Bene ora posso andarmene.” affermò dirigendosi verso la finestra da cui era entrato. Ma all’improvviso si bloccò: le macchine della polizia erano in fondo alla strada.
 
Davanti alla banca sulla 7th era appena scoppiato il finimondo: i vetri della vetrina erano tutti in frantumi, la porta blindata era saltata ed era finita a terra, mentre all’interno si poteva vedere solo fumo.
“Che cosa è successo?” chiese Beckett avvicinandosi.
“C’è stata una rapina, e per scappare, i ladri hanno fatto esplodere una bomba.” chiarì un agente vicino le transenne.
“Feriti? Morti?” chiese Esposito.
“Per ora si contano 4 feriti e 1 vittima.” rispose l’agente.
“Grazie” concluse Beckett attraversando le linea gialla.
 
“Maledizione, cosa ci fa la polizia qui?” pensò Dragon.
“Capo, capo mi senti?” parlò la voce all’auricolare.
“Dimmi” rispose il ladro.
“Abbiamo un problema, c’è la polizia in fondo alla strada.”
“Lo so, l’ho vista.”
“E ora che si fa?” chiese l’altro dalla radio.
“Provo ad uscire senza farmene accorgere, auguratemi buona fortuna.” concluse Dragon chiudendo la comunicazione.
 
“Lanie, cosa abbiamo?” chiese Kate avvicinandosi all’amica.
“Honey, non si conosce ancora l’identità della vittima, come puoi vedere tu stessa è completamente irriconoscibile, ma posso dirti che si tratta di uno dei rapinatori.”
“Uno dei rapinatori?” chiese Esposito stupito.
“Si, esatto.” rispose il medico legale.
“Questo caso si sta facendo interessante!” sussurro Castle in modo da non essere sentito, ma a Beckett non sfuggì il suo commento e gli lanciò un occhiata poco amichevole.
“Sai come è morto?”
“Suppongo che sia stato l’impatto dell’esplosione, ma saprò darti i dettagli dopo l’autopsia.”
“Ok, appena finisci, chiama.” concluse Kate salutandola e allontanandosi seguita da Castle e i due detective.
 
Intanto, poco lontano dal luogo dell’esplosione, qualcuno stava cercando un modo per scappare senza essere visto.
“Non posso uscire dalla porta, alcuni vicini potrebbero vedermi, l’unico modo per scappare è la finestra però..” non terminò la frase perché si affacciò alla finestra e vide le decine di macchine della polizia.
“L’unico modo è aspettare, sperando che l’avvocato non ritorni.” concluse sedendosi sulla scrivania rassegnato.
 
Kate Beckett girava all’interno della banca, o almeno di ciò che ne restava, da almeno un paio d’ore, in cerca di prove o almeno di un qualcosa che facesse capire la dinamica dei fatti. Ma niente, l’esplosione aveva cancellato qualsiasi cosa.
“Beckett , è inutile restare qui.” affermò Castle alzandosi.
“No Castle, devo trovare qualcosa, siamo ad un punto morto.” ribatte la detective.
Lo scrittore sbuffò sonoramente, tornando a cercare, quando qualcosa attirò la sua attenzione.
“Kate!” la chiamò.
“Cos’altro c’è adesso?” chiese Beckett voltandosi. Trovò Castle accovacciato mentre si infilava un guanto per raccogliere qualcosa dal pavimento.
“Che hai trovato, Castle?”
“Un proiettile.”
“Ah, che novità, c’è stata una rapina, i rapinatori hanno sparato per spaventare gli ostaggi…” iniziò Beckett con tono frustato.
“Si ma nessuno è rimasto ferito da un proiettile, giusto?” chiese Castle alzando lo sguardo.
“No, nessuno perché?”
“Perché su questo proiettile c’è del sangue.” rispose lo scrittore.
Beckett sgranò gli occhi “Com’è possibile?”
Castle per tutta risposta alzò le spalle.
“Esposito, mandiamo questo al laboratorio.”
“Va bene, Beckett.”
“Ora possiamo andare.” affermò Castle uscendo seguito dai detective.
I detective, appena usciti dalla banca, si diressero verso le loro auto, le uniche vetture rimaste, per tornare al distretto, ma qualcosa attirò l’attenzione di Beckett: in fondo alla strada qualcuno stava scavalcando una finestra.
“Ehi, tu, fermo. Polizia di New York.” gridò la detective.
Il ladro si bloccò e si voltò un attimo.
La detective lo guardò, lo riconobbe e si paralizzò.
“Dragon!” esclamò stupefatta.
Tutti si voltarono verso di lei.
“Maledizione!” sussurrò il ladro.
Con un balzo scese giù atterrando sul marciapiede e iniziò a correre in direzione opposta ai detective.
“Fermati!” gridò Beckett correndogli dietro, seguita da Castle.
Il ladro cercò di scappare, ma la detective non mollava e continuava la sua corsa. Ormai lo aveva quasi raggiunto.
Ma all’improvviso svoltò in un vicolo. La detective continuò a seguirlo, ma rimase sorpresa: era un vicolo cieco.
Il ladro si bloccò e la detective dietro di lui.
“La corsa è finita, arrenditi:” disse Kate.
Solo in quel momento Dragon, che era rimasto di spalle, si voltò e Beckett poté vederlo chiaramente: era solo un ragazzo, con corporatura sviluppata e indossava una maschera, la sua maschera rossa con delle fiamme bianche intorno ai fori per gli occhi.
“Alza le mani!” gli ordinò la detective, puntandogli contro la pistola, ma Dragon non si mosse, rimase immobile.
“Ho detto alza le mani!” gridò questa volta la detective, il suo tono non ammetteva repliche.
“Pensa davvero di avermi catturato detective? Si sbaglia di grosso!” esclamò con tono penetrante il giovane ladro. Beckett lo guardò stupita: anche in una situazione del genere riusciva a restare calmo.
“Non te lo chiederò un'altra volta:” affermò Kate.
“Non c’è ne sarà bisogno, non è arrivato ancora il mio momento!” affermò di risposta Dragon.
Dalle maniche della felpa uscirono due palline bianche che Dragon lanciò al suolo. Non appena entrarono in collisione con l’asfalto, queste esplosero provocando fumo.
Beckett si coprì il volto con le braccia e attraversò la cortina di fumo, ma quando giunse alla fine del vicolo, di Dragon non c’era più traccia.
“Beckett, tutto bene?” chiese Castle arrivando nel vicolo.
“Si, ma Dragon è scappato.”
 
In una macchina ferma sul ciglio della strada, due ragazzi stavano aspettando.
“Ci sta mettendo troppo!” affermò uno dei due.
All’improvviso la portiera dell’auto si aprì ed entrò Dragon.
“Eravamo in pensiero, non rispondevi più, che fine avevi fatto?” chiese il ragazzo alla guida.
“Ho avuto un incontro con una bella detective..”  rispose il giovane Dragon
“Spero che non ti abbia riconosciuto, Alex” disse l’altro.
In quel momento Dragon si tolse la maschera.
“Tranquilli, mia madre non sospetta minimamente.” rispose Alex tenendo ancora in mano la sua maschera di Dragon.




Angolo di Marix:
Buonasera a tuttee!
Eccovi il sesto capitolo!
Alloraa? Che ne dite?
I detective hanno fatto un incontro oggi: hanno visto Dragon! Ma è riuscito a scappare. E guarda un pò chi è, Alex!
Oh oh!! E ora che succederà?
Lo scoprirete vivendo xD
Alla prossima!
Baci,
Marix :D

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Capitolo 7
*** Il proiettile ***


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7.  il proiettile
 
Tornati al distretto, i detective e Castle iniziarono le indagini, mentre Beckett sembrava del tutto assente: stava ripensando al suo incontro con Dragon. Non sapeva spiegarselo, ma era come se qualcosa fosse cambiato in lei; vedere con quanta determinazione quel giovane le aveva tenuto testa anche in un momento come quello l’aveva stupita. E, inoltre, aveva la sensazione di conoscerlo: quella voce, quel modo di fare e quegli occhi l’avevano colpita. Quegli occhi blu penetranti li aveva già visti, ma dove…
La voce dei tre la riportò alla realtà.
"Beckett, ma ci stai ascoltando?" chiese Esposito.
"No, scusate ragazzi, ero sovrappensiero, che stavate dicendo?" cercò di giustificarsi lei.
"Se la vittima era davvero uno dei rapinatori, stavamo cercando il motivo per cui é stato fatto fuori." questa volta parlò Ryan.
"Magari era un agente della CIA sottocopertura ma é stato scoperto ed é stato fatto fuori perché sapeva troppo." affermò Castle.
"Castle, abbiamo bisogno di un movente possibile!" esclamò la detective guardandolo con sguardo assassino.
Lo squillo del cellulare di Beckett li interruppe.
"Beckett"
Secondi di silenzio, poi
"Ho capito, arrivo. Lanie ha concluso l'autopsia. Andiamo Castle." disse avviandosi verso l'ascensore seguita dallo scrittore.
 
"Ciao Lanie, che hai trovato?" disse Kate entrando nel laboratorio con Castle.
"Salve piccioncini!" saluto la dottoressa ancora china sul corpo.
"Lanie, per favore!" esclamò con dissenso Beckett arrossendo, cosa che non sfuggi a Castle, che sorrise leggermente compiaciuto.
"Allora, come ti ho già detto, la vittima é uno dei rapinatori della banca, ma non sappiamo la sua identità. La causa del delitto é stato sicuramente l'impatto con l'esplosivo. La vittima si trovava molto vicina alla bomba quando é esplosa. Però..."
"Però cosa?" esclamarono musa e scrittore all'unisono.
"Ho trovato anche questo" disse la dottoressa alzando il telo all'altezza della gamba destra del cadavere.
"Questo é il foro di un proiettile!" esclamò Castle
"Questo spiega il proiettile che hai trovato, Castle!" disse Beckett guardandolo.
"Ma perché sparargli?" chiese lo scrittore. La detective e l'amica lo guardarono con aria interrogativa.
"Cioè se gli hanno sparato, perchè non ucciderlo subito invece di ferirlo solo?"
"Forse perché il colpo é partito accidentalmente" provò Lanie, ma i due scossero la testa in segno negativo. Doveva esserci un altro motivo.
Fu allora che entrambi ebbero un idea.
"Doveva sembrare un incidente!" esclamarono insieme, sorridendosi
"Gli hanno sparato per far in modo che non scappasse..." iniziò lo scrittore.
"... e hanno fatto esplodere la bomba quando lui si fosse trovato vicino la porta per farlo sembrare un incidente!" concluse la detective.
"Ma sapete che spaventate quando fate così!" esclamò Lanie, attirando lo sguardo di entrambi su di lei "Però siete carini!" concluse alla fine con un sorriso.
Beckett arrossì.
"Grazie Lanie, se trovi altro, chiamami!" affermò la detective uscendo dal laboratorio insieme a Castle.
 
"Allora, che dice il fascicolo?" chiese Kevin sedendosi.
"É la continua di quello che abbiamo preso al notaio" rispose Alex mettendo il fascicolo sul tavolo.
"Su, avanti, aprilo!" esclamò Thomas
Il ragazzo aprì il fascicolo: dentro c'erano molte foto, tra le quali Alex riconobbe la foto di sua nonna, Johanna Beckett. C'erano anche le foto di Pulgatti, Armen, Raglan e McCallister. Sotto Alex vide anche le foto di Coonan e di Lockwood.
"Queste sono tutte le persone coinvolte con quel caso?" chiese Kevin.
"No Kevin, queste sono solo alcune. Ce ne sono altre coinvolte." rispose Alex.
"E chi sono?" chiese questa volta Thomas.
"É proprio quello che dobbiamo scoprire." disse Alex dirigendosi al computer insieme ai suoi amici.
 
Beckett, tornata al distretto, era stata informata dell’identità della vittima: John Ross, 28 anni, viveva con il fratello Fabian dalla morte dei genitori avvenuta 7 anni prima.
“Precedenti?” chiese Kate.
“Si, ha precedenti per furto e furto con scasso.” rispose Esposito.
“L’ideale rapinatore di banche!” esclamò Castle.
“Dov’è il fratello?”
“Lo abbiamo già avvisato, sta arrivando.”
“Cercate anche i suoi precedenti.” disse Beckett.
“Va bene” risposero i due dirigendosi verso le loro scrivanie.
 
“Signor Ross, sono la detective Kate Beckett, lui è Richard Castle.”
“Il famoso scrittore di bestseller? Oh, io adoro i suoi romanzi…” iniziò Fabian, ma Beckett lo interruppe.
“Signor Fabian, siamo qui per parlare di suo fratello.”
“Si, mi scusi.”
“Lei era al corrente di ciò che faceva suo fratello?”
“In che senso detective, non la seguo.”
“Suo fratello è stato ucciso durante una rapina, ma non era un ostaggio, era uno dei rapinatori.”
“Che cosa? Mio fratello era uno dei rapinatori che ha rapinato la banca?”
“Si, a quanto pare.”
“Non ne sapevo niente. Pensavo avesse chiuso con questo.”
“Perché?” chiese Castle, rimasto in silenzio fino a quel momento.
“Circa due anni fa, mio fratello conobbe un ragazzo, Fredrik Vallas. Lui era un ladro e mio fratello si fece contagiare da lui e divenne un ladro anch’egli. Però circa un anno fa, durante un furto in una casa, Fredrik rimase ucciso e John decise di abbandonare tutto. Per questo pensavo che non facesse più parte di quel giro.”
“Sa se di recente suo fratello abbia iniziato a frequentare qualcuno che possa averlo di nuovo fatto entrare in quel giro?” chiese Beckett.
“No, mi spiace detective. Non so niente a riguardo.” Rispose Fabian.
“Grazie signor Ross. Se avremo novità, le faremo sapere.”




Angolo di Marix:
Buonasera a tuttee!!
Eccomi di ritorno (Tempie90 dice "Finalmente") ahahaha xD
Eccovi il settimo capitolo. E' un capitolo di passaggio manda avanti il caso, ma comunque è sempre presente Lanie pronta a smuovere un pò i nostri Caskett u.u
E non può mancare Alex con i suoi amici... Avete capito cosa sta facendo? 
Alla prossima
Baci,
Marix :D

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Capitolo 8
*** È stato lui! ***


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ATTENZIONE: Possibile spoiler della 3x24!!

8.  È stato lui!
 
Beckett uscì dalla sala interrogatori seguita da Castle.
“Secondo te, dice la verità?” le chiese lo scrittore.
“Non lo so, Castle. È presto per dirlo.” rispose la detective.
“Beckett!” la chiamò Esposito.
La detective e lo scrittore si avvicinarono alla sua scrivania.
“Che hai?”
“Lanie mi ha appena comunicato che la vittima è stata ferita da una 38 e sul suo corpo ha trovato un’impronta. Appartiene ad un amico della vittima, Dimitri Vallas.”
“Perché conosco questo cognome?” alluse Castle con fare teatrale rivolgendosi alla sua partner
“È il fratello di Fredrik, il ragazzo che lo ha fatto diventare un ladro.” rispose Beckett guardandolo “Ha precedenti?” chiese poi rivolgendosi di nuovo verso il collega.
“Furto con scasso e possesso di armi illegali.” intervenne Ryan.
“Ecco come possiede la pistola.” affermò Castle
“Andate a prenderlo!”
 
“Signor Vallas, mi spiega per quale motivo c’erano le sue impronte sulla vittima?”
“Ha pensato che io e John eravamo amici. Lo avrò toccato, no?!” rispose il giovane con superbia.
“E per quale motivo era in possesso di una 38? A quanto risulta lei non ha il permesso per le armi. Soprattutto se vengono usate per un omicidio.” affermò calma Beckett.
“Aspettate, mi state accusando dell’omicidio di John? Non è morto per colpa di una bomba?”
“È stato ferito da un proiettile che gli ha impedito di scappare.”
“Io non ho niente a che fare con questo!” affermò Vallas.
“E come spiega che lei possieda proprio una 38, l’arma con cui hanno sparato al vostro amico?” chiese.
“L’arma non è mia!”
“E pensa che le crederò? Dove si trovava stamattina?”
“Ero a casa.”
 
“Alex, è come cercare un ago in un pagliaio!” si lamentò Thomas girandosi.
“Lo so, ma che posso farci? Non abbiamo altro. Dobbiamo trovare il terzo poliziotto con questi elementi.” rispose il giovane Beckett.
“Ehi, io ho trovato qualcosa!” richiamò la loro attenzione Kevin. Subito i due si avvicinarono al suo computer. “Raglan e McCallister hanno lavorato molte volte insieme a questo altro poliziotto, Napolitano.”
“È lui il nostro uomo. Trova tutto su di lui.” disse Alex dirigendosi verso la porta.
“Dove vai?”
“Vado a controllare al distretto, non si sa mai che abbiano qualcosa che ci aiuti.” concluse uscendo.
 
Castle uscì dalla sala relax con due caffè in mano e, avvicinandosi alla scrivania di Kate, glielo porse.
“Allora?” le chiese lo scrittore.
“L’alibi di Vallas è confermato. Però sa qualcosa che non ci ha detto.”
“Forse so io cosa!” li interruppe Ryan “Riguarda un caso di un anno fa. Il fratello di Dimitri rimase ucciso durante una rapina.”
“Lo sapevamo già.” affermò Castle.
“Ma non sapete questo.  John fu sospettato di averlo ucciso, ma non fu mai accusato.”
“Cosa? E per quale motivo?” chiese Beckett.
“A quanto pare, il fratello di Dimitri voleva abbandonare John per scappare con il bottino fatto da solo. John non la prese bene e lo sparò durante un colpo per farlo sembrare un incidente. Ma John ha sempre negato”
“Forse il fratello di Fredrik ha scoperto la verità e si è fatto giustizia da solo.” esclamò Castle.
“Ma i Ross avevano cambiato vita. Come ha fatto a trovarli?” intervenne Esposito.
“Deve esserci qualcun altro che ha fatto da tramite tra i due.”
“Ma guarda un po’, i Ross avevano problemi finanziari abbastanza gravi. Ma poi magicamente, due mesi fa, sono apparsi dei soldi sul loro conto.” Interruppe il discorso Esposito.
“Da dove vengono questi soldi?” chiese Ryan.
“Ecco perché John ha ricominciato a rubare, erano in crisi.”
“E qualcosa mi dice che il fratello, Fabian, ne era a conoscenza.” affermò Castle.
“Dovremmo fare due chiacchiere con lui di nuovo!”  esclamò Beckett.
Il telefono di Beckett iniziò a suonare.
“Beckett… si Lanie, arrivo!” disse mettendo giù. “Ragazzi io vado con Lanie a pranzo, se ci sono novità fatemi sapere.”
“Va bene, Becks”
 
Dopo circa mezz’ora, le porte dell’ascensore si aprirono.
“Ehi Beckett, già di… Alex, cosa ci fai qui?” chiese Esposito.
“Sono venuto a salutare mamma, ma da quanto ho capito non c’è.” affermò il ragazzo.
“Si, è con Lanie a pranzo.” rispose Ryan.
“Qui gatta ci cova. Chissà cosa gli starà dicendo!”  esclamò Alex ridendo, contagiando i due detective.
“Ehi, Alex!” salutò Castle arrivando.
“Castle!” ricambiò Alex.
I due continuarono a guardarsi per un po’, fino a quando il telefono di Esposito suonò.
“Esposito!” rispose. Seguirono attimi di silenzio, poi il detective cambiò espressione sbiancando e disse “Che cosa?”
Tutti si voltarono verso di lui.
“Ho capito” disse chiudendo. “Brutte notizie, Fabian è scomparso.”
“Che cosa? Come è possibile?” esclamarono Castle e Ryan increduli.
“Pare che dopo che sia uscito di qui, sia andato a casa sua e abbia fatto i bagagli in fretta e furia e sia scappato.”
“Tipico comportamento di chi è colpevole!” esclamò Castle
“Credete che Fabian abbia ucciso il fratello?”
“Non possiamo escluder…” Esposito lasciò la frase in sospeso perché qualcosa al computer colpì la sua attenzione.
“Esposito?”
“Oh no! Fabian possiede una 38.”
“Allora è stato lui.” affermò Castle.
“Rintraccialo subito!” esclamò Esposito.
Ryan iniziò a trafficare sul computer per rintracciare il suo cellulare.
“Trovato, è ancora in città per nostra fortuna.”
“Andiamo!” esclamò Esposito seguito da Ryan e lo scrittore.
“Vengo anch’io, un aiuto serve sempre.” disse Alex seguendo il gruppo.
“Spero solo che poi tua madre non ci uccida!”
 
Arrivarono dopo 10 minuti davanti a un magazzino isolato.
“Il segnale del suo cellulare proviene da qui.” affermò Ryan.
“Entriamo”
Dopo aver indossato i giubbotti antiproiettile, i quattro entrarono nell’edificio seguiti da una squadra. Da dietro la schiena, Alex estrasse una pistola.
“E questa da dove esce?” chiese Esposito stupito.
“Piccolo regalo del nonno!”
“E tua madre lo sa?”
“No, e non deve assolutamente saperlo!” esclamò Alex caricando l’arma.
Un rumore attirò la loro attenzione.
“È qui! Dividiamoci!”
Il magazzino era molto grande e così i quattro si divisero: Ryan ed Esposito verso sinistra, Alex e Castle verso destra. Camminavano molto lentamente rimanendo attaccati alla parete, quando all’improvviso un riflesso sul muro attirò l’attenzione di Alex.
“Castle attento!” gridò Alex spingendo lo scrittore via proprio nel momento in cui partì il colpo.





Angolo di Marix:
Salveee a tutte!
Scusatemi tanto per il ritardo ma il blocco ha colpito anche me purtroppo. Ma sono riuscita almeno a finire questo capitolo!
Allora, come vi sembra?? Oh oh, iniziano i guai! Il sospettato fugge, i detective, senza Beckett, provano e catturarlo, ce la faranno?
E cosa è stato il colpo finale? Ha colpito qualcuno? E sopratutto che cosa farà Beckett quando li scoprirà?
Aspettate e lo scoprirete!
Non so quando pubblicherò nuovamente, causa Blocco Scrittura. Tempie90 non mi uccidere xD Ah, comunque questo capitolo è dedicato a te xD Ti voglio bene amica mia e grazie :D
Alla prossima!
Baci,
Marix :D

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Capitolo 9
*** La sparatoria ***


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9.  La sparatoria
 
Kate se ne stava seduta a un tavolino di un bar con la sua migliore amica Lanie, ignara di quello che stesse succedendo.
"Allora Kate, come va con il tuo writer boy?"
"Non é il mio writer boy, Lanie!" rispose Kate, facendo la finta scocciata.
"Oh, avanti! A chi vuoi prendere in giro! Si vede lontano un miglio che sei cotta di lui!"
"Ma la vuoi smettere!" ribatte Beckett.
"Va bene, cambiamo argomento! Raccontami cosa é successo tra quei due!"
"Quei due chi?"
"Tuo figlio e Alexis."
"E tu come fai a sapere che é successo qualcosa tra quei due?" chiese Kate a brucia pelo.
Lanie sbiancò: non si aspettava una domanda del genere.
"Ehm... ecco io..." iniziò balbettando.
"Esposito!" affermò Beckett.
Lanie per tutta risposta alzò le spalle.
"Si sono conosciuti in discoteca." parlò la detective.
"E.. tutto qui?"
"Che altro vuoi che ti racconti?"
"Non so, Esposito mi ha detto che é stato...." ma si zitti subito vedendo l'espressione assassina di Kate.
"No no, continua. Voglio sapere cosa ti ha detto Esposito!" esclamò Beckett appoggiando i gomiti sul tavolo e mantenendosi la testa con le mani.
"Mi ha detto che quando si sono visti, si sono incantati a guardarsi, come fanno i loro genitori dopotutto…” iniziò Lanie, mentre Kate roteava gli occhi, ”E che poi, quando ha detto che "erano i figli di mamma e papà" siamo sbiancati entrambi. Chissà cosa avevano pensato!" terminò la dottoressa in una risata.
"Già, in effetti con quell'espressione si tende a fraintendere. E gradirei se la smettiate di chiamarci così"
"Oh avanti, Kate. Non puoi negare che non ti dispiaccia essere chiamata così!" affermò la dottoressa con un pizzico di ironia.
"Scherzi vero?! Io odio essere chiamata così, specialmente con Castle!" concluse la detective sbuffando seriamente questa volta.
Non le piaceva veramente essere chiamata così.
Lanie iniziò a ridere, trascinando anche Kate.
Ma all’improvviso la detective ritornò seria: aveva avuto come una vibrazione nella testa e ora sentiva un peso al petto.
L’amica si accorse del suo repentino cambiamento e le chiese “Kate, va tutto bene?”
“Non lo so, ho come un brutto presentimento. È meglio tornare al distretto.”
 
Castle e Alex si rifugiarono dietro un muro mentre alle loro spalle qualcuno stava scaricando completamente la ricarica di una pistola.
Avevano entrambi il fiato corto, ma Alex respirava più affannosamente, colpa forse del foro d’entrata di un proiettile all’altezza della spalla destra da dove iniziava a fuoriuscire del sangue.
“Alex, come stai?” chiese lo scrittore.
“Mai stato meglio!” rispose il giovane con l’affanno.
“Non mentire, sei ferito!” esclamò di risposta Castle.
“Tranquillo, ho passato di peggio!” affermò, riferendosi alla sua doppia via.
“Ma dobbiamo estrarre il proiettile…” iniziò Castle.
“È passato da parte a parte. Non è più nella mia spalla” lo interruppe Alex, mentre alle loro spalle i colpi cessarono.
“Hai sentito Castle?”
“Ha smesso di sparare!”
“Credo che abbia finito la ricarica!” constatò il giovane avvicinandosi verso l’angolo del muro, ma Castle lo bloccò.
“Sei impazzito? Cosa pensi di fare?” chiese lo scrittore.
“Dobbiamo fermarlo prima che scappi!” rispose il giovane Beckett.
“Tu sicuramente no, sei fer…” iniziò lo scrittore, ma Alex lo interruppe ancora mettendogli la pistola in mano.
“Io esco e cerco di distrarlo e di farlo arrendere, se le cose degenerano spara!” disse il ragazzo avvicinandosi alla fine del muro.
“Fabian, non sono un poliziotto e non sono armato, voglio solo parlare.” Iniziò Alex mostrando le mani fuori dal muro. Sentendo silenzio dall’altra parte decise di uscire.
Si affacciò dal muro e trovò Fabian con la pistola puntata verso il basso. Scarica.
“Bene” pensò mentre si avvicinava “Fabian, avanti arrenditi, se continui così aggraverai solo la tua situazione”
“Ormai sono rovinato!” esclamò Fabian con lo sguardo basso.
“So che non volevi uccidere tuo fratello, ma hai dovuto. Ho capito la tua storia.” affermò Alex, cercando di calmarlo.
“Eravamo sul lastrico,” iniziò il suo racconto Fabian “avevamo bisogno di soldi per vivere e per pagare anche i debiti. E così abbiamo pensato di ricominciare a rubare, questa volta anch’io, la situazione era troppo critica. Ma John non ha mai accettato questa decisione, e fino alla fine si è stancato e voleva costituirsi. Ma non potevo permetterglielo. Così abbiamo pensato di ucciderlo durante la rapina per farlo sembrare poi un incidente.”
Nel frattempo, Ryan ed Esposito erano arrivati sul posto e, sorprendendolo alle spalle, lo avevano ammanettato.
Ma Castle non era ancora convinto. Qualcosa non quadrava.
“Qualcosa non quadra!” intervenne Castle.
“In che senso?” chiese Ryan.
“I rapinatori della banca erano tre, John, Fabian e…”
“C’è un complice!” esclamò Esposito.
“Si, Fabian durante il suo racconto ha usato il plurale, cioè “abbiamo pensato di ucciderlo”. Erano in due.” concluse Alex.
Proprio in quel momento sentirono dei rumori provenienti da un container dietro di loro.
“E penso proprio che sia qui adesso!” affermò Esposito impugnando la pistola insieme a Ryan ed Alex.
Castle rimase indietro, e dalla sua posizione potè vedere e capire in tempo cosa stava succedendo: qualcuno, in cima al container, stava per sparare in direzione dei tre, per la precisione verso Alex.
“Attenti!” gridò lo scrittore lanciandosi verso di loro mente nell’aria rimbombò il suono di un colpo.
 
Appena le porte dell’ascensore si aprirono, Kate, seguita da Lanie, corse verso le scrivanie, trovandole vuote.
“Ma qui non c’è nessuno!” esclamò la dottoressa.
“Non ci credo, hanno agito senza avvertirmi. Avevo detto loro che se ci fossero state novità mi dovevano chiamare.”
In quel momento le porte dell’ascensore si aprirono di nuovo. Kate, pensando fossero i suoi colleghi, si voltò con aria minacciosa e iniziò a parlare.
“Mi spiegate per quale motivo….” Ma si bloccò quando riconobbe la persona davanti a se “Alexis!”
“Kate, sai dov’è mio padre? Non risponde al telefono.” disse la ragazzina dei capelli rossi.
In quel momento Kate ebbe un tuffo al cuore. Che fosse successo qualcosa a Castle?
“Karposki, mi dici dove sono andati Ryan ed Esposito?” chiese Lanie.
“Sono andati a prelevare il fratello della vittima. Sembra sia lui l’assassino.”
“Castle è andato con loro?” chiese la detective, cercando di nascondere il tono preoccupato che aveva.
“Si e insieme a loro c’era anche suo figlio, Beckett!” concluse l’agente.
“Cosa? Alex è con loro?” chiese Kate stupita, mentre Lanie aveva già composto il numero del fidanzato.
“Esposito” rispose l’agente al telefono.
“Si può sapere dove diavolo siete? Perché non avete avvertito Kate?” gridò al telefono Lanie, mettendo in vivavoce.
“Calmati, va bene! Avremmo voluto, ma eravamo di corsa. L’assassino stava scappando.”
“Almeno lo avete arrestato?” si intromise Kate.
“Si, sta tornando adesso al distretto!” rispose Esposito.
“Javi, ma voi dove siete adesso?” chiese Lanie.
“Ecco… noi.. siamo… in ospedale” balbetto il detective.
Le tre donne sbiancarono.
“Che cosa è successo, Esposito?” chiese Kate quasi urlando, in preda al panico.
“C’è stata una sparatoria, e… “ iniziò il detective titubante.
“Esposito parla!” esclamò Beckett con voce più bassa.
“Alex e Castle sono rimasti feriti!”




Angolo di Marix:
Salvee a tuttee!
Con un giorno di anticipo (Tempie90 sa a cosa mi riferisco) pubblico il nono capitolo.
Allora? Cosa ve ne pare?
Chi di voi aveva scommesso su chi tra Castle o Alex veniva colpito? Bhe hanno colpito entrambi :P
Hai visto Tempie90? Ti ho accontentato! Ho fatto fare l'eroe anche al nostro Rick, anche se poi si è preso anche lui un proiettile.
Kate sensitiva, ve lo aspettavate? E poi, il finale? **

Questo capitolo è dedicato a te, grazie perchè mi stimoli sempre con le tue "minacce", grazie perchè mi hai dato lo spunto dell'eroe per iniziare a scriverlo e grazie anche per avermi fatto veder un video sui Caskett con una canzone bellissima: Something i need. Questa canzone mi ha accompagnato fino a quando non ho finito il capitolo, cioè 5 minuti! xD Grazie Tempie90 <3

A chi volesse lasciarmi un commentino, anche solo una righa, per farmi sapere che ne pensate.
Alla prossima!
Baci,
Marix :D

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Capitolo 10
*** Caso chiuso! ***


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10. Caso chiuso!
 
“Alex e Castle sono rimasti feriti!”
Era questo l’unico pensiero che rimbombava nella testa di Kate mentre sfrecciava per le vie di New York diretta in ospedale.
“Alex e Castle sono rimasti feriti!”
‘Si, ma feriti come? In che modo?’ Non riusciva a darsi pace!
“Alex e Castle sono rimasti feriti!”
‘Sono gravi? O è solo una ferita superficiale?’ Non pensava ad altro.
‘Kate calmati, agitarti così non servirà! Pensa solo che sia tuo figlio che il tuo…’
‘Il tuo niente… che Castle stia bene! ‘
Ma non appena nella sua testa nominò Castle, una nuova sensazione di angoscia e ansia si impadronirono di lei.
‘Ma che mi sta succedendo? Perché sono così preoccupata per Castle? Per mio figlio lo capisco, ma per lui…’ pensò mentre nella sua testa si materializzava un dubbio
‘Non sarà che Lanie ha ragione?’
 
Intanto, nella stessa macchina, sul sedile posteriore, qualcun altro aveva gli stessi pensieri.
“Alex e Castle sono rimasti feriti!”
‘Oh mio dio papà, speriamo che stai bene! Non posso sopportare che ti succeda qualcosa.’
“Alex e Castle sono rimasti feriti!”
‘E Alex come starà? Speriamo non gli sia successo niente altrimenti…’
‘Altrimenti niente, non è affar mio! Stanno bene’
Ma non appena finì di pensarlo, nuovamente l’angoscia l’assalì.
‘Perché sono così preoccupata anche per Alex? Per mio padre lo capisco, è pur sempre mio padre, ma per Alex…’ pensò la giovane Castle mentre anche nella sua testa si formava un dubbio
‘Non mi starò innamorando di Alex?’
 
La voce di Lanie le riportò alla realtà.
“Alexis stai tranquilla, tuo padre è un osso duro, sta bene!” la rassicurò Lanie.
“Lo spero tanto.”
Dopo dieci minuti di corsa per le strade di New York l’auto di Beckett arriva nel parcheggio dell’ospedale.
Entrate nella hall, chiedono subito notizie dei due. L’infermiera al bancone riferisce loro che sono al pronto soccorso per la medicazione, ma non sa niente riguardo le loro condizioni.
Le tre donne quindi si dirigono velocemente verso il pronto soccorso. Sia Kate che Alexis hanno la preoccupazione scritta in faccia.
Appena arrivate nel reparto, vedono Ryan ed Esposito seduti sulle sedie fuori dalla infermeria e gli si avvicinano.
“Allora?” chiede Beckett, cercando di nascondere il tono molto preoccupato.
“Li stanno medicando in questo momento.” rispose Esposito.
“Come stanno?” chiese questa volta Alexis con tono preoccupato.
“Per fortuna stanno bene, il proiettile li ha colpiti solo alla spalla.” rassicurò Ryan. Entrambe tirarono un sospiro di sollievo.
“Si può sapere come è successo?”
“Fabian stava per lasciare la città, ma lo abbiamo intercettato e così lo abbiamo raggiunto in un magazzino. Ci siamo divisi e subito dopo abbiamo sentito degli spari provenire dall’altra ala del magazzino, così siamo andati li e siamo riusciti a catturarlo mentre Alex lo teneva distratto parlando con lui. Ma Fabian aveva un complice, Dimitri Vallas, che era rimasto nascosto e proprio quando stavamo per andarcene, ha iniziato a sparare, ma Castle ha capito tutto e si è preso la pallottola al posto nostro.”
“E Alex come è rimasto ferito?” chiese Beckett.
“Quando abbiamo sentito i primi spari, provenivano dalla zona in cui c’erano Alex e Castle. È stato allora che per salvare Castle, Alex è stato colpito.” rispose Esposito.
In quel momento due infermiere uscirono dalla stanza alle loro spalle.
“Abbiamo finito di medicarli. Però devono restare a riposo per permettere alla ferita di rimarginarsi.” affermò l’infermiera.
“Per quanto tempo?” chiese Kate.
“Il ragazzo deve tenere a riposo il braccio per almeno due settimane, mentre il signor Castle deve restare a riposo per più tempo. La ferita era più grave. Almeno per quattro settimane.” chiarì la donna
“Grazie” rispose la detective. L’infermiera salutò con un cenno del capo, allontanandosi poi seguita dall’altra più giovane.
“Avanti andate a vedere come stanno, eravate preoccupate!” esclamò Lanie
Beckett e Alexis non se lo fecero ripetere due volte. Subito di avvicinarono e aprirono la porta.
La stanza era piccola, con una scrivania sulla parete sinistra accanto alla porta, mentre sulla parete opposta c’era un lettino per i pazienti, dove erano seduti Alex e Rick. Non appena entrarono le due si catapultarono verso di loro abbracciandoli. Ma, forse colpa dell’emozione, o forse colpa della tanta preoccupazione, non si accorsero di aver agito d’istinto e di aver invertito i ruoli: Alexis stava abbracciando Alex, mentre Kate stava abbracciando Castle. I due rimase stupiti da questo comportamento, ma subito dopo ricambiarono l’abbraccio come meglio potevano.
“Grazie al cielo stai bene”/ “Grazie al cielo stai bene” sussurrarono  entrambe nello stesso momento. I due sorrisero, poi
“Ma non avete invertito i ruoli?” chiese Alex ad alta voce, in modo che anche Kate lo sentisse.
Le due aprirono di scatto gli occhi, rendendosi conto solo ora dello sbaglio e anche delle condizioni dei due: erano entrambi a petto nudo, con le fasciature che copriva loro metà petto.
Subito si staccarono e velocemente invertirono le posizioni, in modo da non far vedere le loro guance diventate bordeaux, mentre i due cercavano di reprimere una risata.
“Come state?” chiese Beckett quando si staccarono.
“Adesso bene!” rispose Castle, girandosi verso Alex.
“Ci avete fatto preoccupare tantissimo!” esclamò tra lo scioccato e il rassicurato Alexis.
“Pardon, non lo faremo più!” rispose il giovane facendole l’occhiolino, facendo colorare nuovamente le guance di rosso.
“Ora tu mi spieghi cosa ci facevi con loro, non sei un poliziotto!” affermò Beckett con tono che non ammetteva repliche verso suo figlio.
“Ero di passaggio e siccome tu non c’eri, ho pensato che avrebbero avuto bisogno di aiuto.”
“A proposito, dovrò fare una bella chiacchierata con quei due, avevo detto loro di non agire senza di me!”
Il bussare alla porta li fece girare.
“Scusate il disturbo, sono venuta a portare le richieste per i medicinali per i due pazienti. Dovete prendere una di queste pillole mattina e sera fino alla fine della convalescenza, cioè per lei signor Castle per quattro settimane…” disse l’infermiera rivolgendosi allo scrittore, meritandosi uno sguardo imbronciato dall’uomo  “mentre per te Alex due settimane”concluse rivolgendosi ad Alex e sorridendogli.
“Va bene, grazie Melanie!” rispose il giovane sorridendo di rimando.
“Rimettiti presto” poi rivolgendosi a tutti “Arrivederci!” e uscì dalla stanza.
Alex stava guardando verso la porta da dove era appena uscita Melanie, quando si accorse di essere osservato.
“Che c’è?” chiese
“Melanie?” chiese Kate
“È una mia amica, fai il tirocinio qui per diventare infermiera.” rispose Alex.
“Ti ha medicato lei?” chiese Alexis, non riuscendo a nascondere quel pizzico di gelosia nelle sue parole.
Alex se ne accorse e ne rimase stupito: Alexis è gelosa di me?
“Si ha medicato solo me, Castle è stato medicato da un'altra infermiera, e che infermiera, vero Rick?” chiese ridendo rivolgendosi allo scrittore.
“Oh, mamma mia! Era…” iniziò Rick, bloccandosi quando vide lo sguardo assassino di Beckett nei suoi confronti. “Che c’è detective, gelosa?”
“Io, gelosa, di te? Nei tuoi sogni Castle!” rispose la detective.
“Oh, puoi contarci!” sussurrò lo scrittore, mentre insieme agli altri, usciva dalla stanza per tornare al distretto.
 
Dopo l’interrogatorio di Fabian e Dimitri, Beckett uscì dalla sala interrogatori
“Hanno confessato!” esclamò arrivando alla sua scrivania dove c’erano seduti Castle, Alex e Alexis.
“Caso chiuso!” affermò allora Castle.
Proprio in quel momento il notiziario alla televisione attirò la loro attenzione
“E ora torniamo alla cronaca. Pare che Dragon, il ladro che terrorizzava le case di San Francisco, sia stato avvistato a New York. Alcuni agenti lo hanno fermato mentre cercava di introdursi nella casa di un avvocato sulla 7th strada. Per fortuna non ha avuto il tempo di fare il colpo e se ne andato a mani vuote. Per questo vogliamo avvertire tutti gli abitanti di New York di avere prudenza e di chiudere sempre ogni via di entrata. Questa era l’ultima notizia, arrivederci e buona serata!”
“Beckett, ora penso che inizi a essere un problema nostro, no?!” disse Esposito avvicinandosi alla scrivania della collega insieme a Ryan. La detective li guardò un attimo, poi tornò a guardare il televisore rimanendo in silenzio.
Alex aveva seguito attentamente il servizio e ora aveva lo sguardo perso e pensieroso.
“Maledizione, ora sanno che Dragon è qui a New York. Mi sarà più difficile muovermi senza essere visto. Ma comunque devo continuare il lavoro. Devo assolutamente trovarlo!” pensò il ragazzo.
Era tanto concentrato da non accorgersi che qualcuno lo stava guardando e iniziava a nutrire dei sospetti.




Angolo di Marix:
Buona sera a tuttee! 
Eccomi di nuovo con il decimo capitolo!
Dove eravamo rimasti?Ah si, Alex e Castle sono stati feriti. E Kate e Alexis non riescono a pensare ad altro. Per fortuna stanno bene, grazie anche a un abbraccio molto gradito u.u
Il caso è stato chiuso, ma i problemi continuano: ora tutti i newyorkesi sanno di Dragon. Alex riuscirà ad agire senza dare nell'occhio. E poi, chi è che inizia ad avere dei dubbi? 
Si accettano scommesse! xD
Un ringraziamento va a Tempie90 che mi stimola sempre con le sue minacce a continuare a scrivere. Grazie tante, ti voglio bene <3 E grazie anche per il video, mi è stato molto di aiuto *___*
Un commentino, anche piccolo piccolo, è sempre gradito
Al prossimo
Baci,
Marix :D

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Capitolo 11
*** Il terzo poliziotto ***


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ATTENZIONE: Da questo capitolo in poi potrebbero esserci spoiler o mutamenti riguardo la serie tv!

11. Il terzo poliziotto
 
“Mamma sto benissimo!” rispose Alex al telefono
“Ricordati che sei stato sparato! Come ti viene di fare una rissa?” gridò quasi Beckett dall’altro capo del telefono.
“Dovevamo aiutare Kevin, erano cinque contro uno! Comunque tranquilla, non ti libererai tanto facilmente di me!”
“Non fare lo stupido, non farlo mai più!”
“Va bene!”
“Ora devo andare, ci vediamo dopo.”
“A dopo, mamma!” e così dicendo chiuse la telefonata.
“Da quando è diventata così apprensiva?” chiese Kevin seduto alla sedia.
“Da quando mi hanno sparato!” rispose il giovane avvicinandosi e sedendosi affianco “Ora stai fermo, devo medicarti l’occhio” concluse aprendo la cassetta del pronto soccorso e medicando la ferita dell’amico.
All’improvviso la porta si spalancò e entrò Thomas correndo. I due saltarono letteralmente dalla sedia.
“Che diavolo ti prende, sei completamente impazzito?” chiese Alex all’amico.
“Abbiamo un problema!” rispose Thomas
Alex si alzò veloce dalla sedia e lo raggiunse “Cosa?”
“I rapporti erano contraffatti. Il terzo uomo non si chiamava Napolitano.”
“Maledizione!” imprecò Alex voltandosi su se stesso e dando un calcio alla sedia dietro di lui.
“E ora?Dobbiamo ricominciare?” chiese Kevin tenendosi la benda sull’occhio sinistro.
Alex lo guardò e poi guardò Thomas.
Bastò solo questo. 
Era un comando implicito.
I due si diressero ai computer, mentre Alex infilava la giacca e usciva dalla stanza.
 
Erano passati due mesi da quando Castle e Alex erano stati sparati e da allora Beckett era diventata apprensiva nei confronti del figlio. Aveva temuto di perderlo, così come Castle. Ma non riusciva ancora a lasciarsi andare. In più nella sua vita c’era Josh.
 
Una quindicina di minuti dopo Alex parcheggiò di fronte al 12th. Stava entrando quando una voce lo bloccò.
“Ehi Alex!”
Il giovane si voltò, e subito dopo sorrise.
“Ciao Castle!”
“Continui anche tu a chiamarmi per cognome come tua madre?”
“Ormai ci ho fatto l’abitudine!” rispose il giovane.
“Cosa ci fai da queste parti?” chiese lo scrittore.
“Ero in giro e ho pensato di venire a fare un saluto e a “farmi controllare da mamma”.” rispose Alex.
Castle per tutta risposta rise. Poi entrambi entrarono in ascensore.
“E tu Castle? Cosa ci fai qui? Mamma mi ha detto che non avevate nessun omicidio?” chiese il giovane spingendo il pulsante del piano.
“Sono venuto a far vedere questa a Beckett!” esclamò tutto contento lo scrittore tirando fuori la sua grafic novel
“Wow, è fantastica!” esclamò il giovane. Il trillo dell’ascensore avverti loro che erano arrivati. Ma una volta fuori si accorsero che la scrivania di Beckett era vuota.
“Oh, mamma non c’è!” esclamò Alex
“Ehi ragazzi, dov’è Beckett?” chiese Rick ai due detective seduti alle loro scrivanie
“In pellegrinaggio settimanale da Lockwood” risposero insieme i due. Castle ci rimase male, Alex diventò pensieroso. E questo cambiamento non sfuggi a qualcuno che da un po’ stava sorvegliando il giovane.
“Ragazzi io vado un attimo in bagno!” affermò all’improvviso il giovane allontanandosi. Ma invece di dirigersi in bagno, si diresse nell’archivio. Cercando di non farsi notare entrò nella stanza e iniziò a cercare il fascicolo che gli interessava. Una volta trovato, lo nascose sotto la giacca.
Ma il ragazzo non si era accorto che qualcuno da dietro la porta aveva visto e aveva collegato i pezzi.
“Non è possibile! Vuoi vedere che Alex è diventato Dragon per risolvere l’omicidio di Johanna?” pensò l’uomo che era stato come un padre per il ragazzo.
Subito si allontanò dalla porta prima che Alex uscisse dalla stanza. Dopo aver chiuso bene la porta dell’archivio, si diresse nuovamente verso le scrivanie dei detective, dove nel frattempo era tornata sua madre.
“Alex, e tu cosa ci fai qui? Stai bene?” chiese subito Kate avvicinandosi
“Si, sto bene mamma”rispose
“Va bene” rispose con tono strano Beckett, cosa che non sfuggì al figlio.
“Beckett, cos’hai? È successo qualcosa?” chiese Castle, avendo intuito qualcosa che non andava nel comportamento della detective.
“Si, Lockwood è scappato dal tribunale!” rispose la detective suscitando il terrore negli occhi dei presenti. L’unico motivo per cui Lockwood era scappato era chiaro a tutti: uccidere Kate.
Subito il capitano Montgomery allertò delle squadre di sorveglianza da appostare sotto casa di Beckett e ordinò alla detective di non uscire dal suo appartamento per nessun motivo.
 
Alex entrò nel suo rifugio come una furia, facendo sussultare i suoi compagni seduti al computer.
“Che diavolo ti prende?” chiese Kevin
“Lockwood è scappato. E sappiamo tutti per quale motivo. Devo trovare una soluzione” affermò il giovane tirando fuori il fascicolo dalla giacca e aprendolo. Dopo aver analizzato dei documenti e qualche foto, Alex trovò un foglio che non era un rapporto, ma una lettera. Era stata scritta dal terzo poliziotto. Era una lettera di scuse. In questa lettera venivano citati Raglan e McCallister e tutto ciò legato al rapimento dei mafiosi. Il poliziotto si scusava e affermava che avrebbe taciuto su tutto, ma non poteva continuare e per questo si ritirava. E, alla fine della lettera, c’era la firma dell’uomo. Alex sbiancò e sgranò gli occhi: com’era possibile? Com’era possibile che un uomo del genere era coinvolto? Com’era possibile che l’uomo che era stato come un padre per lui fosse quel poliziotto corrotto? Com’è possibile che questi gli avesse mentito fino al quel momento?
I suoi amici lo riportarono alla realtà.
“Allora?” chiesero
“L’ho trovato!” rispose con una punta di preoccupazione.
“E allora? Dovresti essere felice, non è quello che volevi?” chiese Thomas
“È Montgomery!” rispose il ragazzo, lasciando interdetti i due compagni.
 
Nell’ufficio del capitano del 12th, Roy montgomery se ne stava seduto dietro la sua scrivania mentre rigirava una penna nelle mani.
“A quest’ora Alex avrà già scoperto la verità. Bene, è ora di mettere in atto il mio piano!”




Angolo di Marix:
Salve a tutte!!
Scusate il ritardo! Avevo promesso di pubblicare lunedì ma, per imprevisti fuori programma, sono riuscita solo oggi! Perdono!!! :3
Tornado al capitolo, eccovi l'undicesimo. Cosa ne pensate? Alex ha scoperto che Montgomery è il terzo poliziotto: come reagirà? E inoltre cosa avrà in mente Roy? 
Un commentino, anche piccolo, fa sempre piacere xD
Ci si vede al prossimo, non posso ancora dirvi quando :(
Baci,
Marix :D

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Capitolo 12
*** La trappola ***


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ATTENZIONE! SPOILER 3X24

12. La trappola
 
Alex girava senza sosta nella stanza, sotto lo sguardo dei suoi compagni.
“Non è possibile? Come fa a essere Montgomery il terzo poliziotto?” chiese all’improvviso Thomas, rompendo quel silenzio caduto tra loro.
“Non lo so nemmeno io Thomas. Sono ancora scioccato dalla notizia!” rispose il giovane Beckett continuando a camminare avanti e dietro.
“Si, ma andando avanti e dietro non concluderai niente!” esclamò Kevin.
“Devo avvisare mamma, deve saperlo!” esclamò dopo un po’ il giovane.
“Si è come glielo dirai? “Sai mamma, sono diventato dragon per indagare sull’omicidio della nonna e ho scoperto che Montgomery è il terzo poliziotto corrotto” non puoi certamente farlo!” concluse Thomas.
“Potrebbe non essere questo il problema più grave adesso!” esordì Kevin vicino al computer “Tua madre è uscita, Alex!”
“Cosa?” disse il ragazzo avvicinandosi al pc insieme al compagno.
“Come ha fatto? Era sorvegliata!”
“Se avesse voluto, sarebbe potuta uscire senza essere vista, ne è capace. Ma non ha senso, dove sta andando? Montgomery gli ha detto…” ma non concluse la frase perché nella sua testa si iniziarono a collegare i vari pezzi del puzzle e la conclusione gli fece cambiare espressione.
I suoi amici si accorsero del suo cambiamento.
“A cosa stai pensando?”
“È una trappola. Devo fermarla!”
“Cos’hai in mente?” chiese Kevin.
“Montgomery la sta attirando in una trappola!” rispose Thomas al posto di Alex, ma quest’ultimo negò con la testa.
“No, Montgomery la sta usando come esca per arrivare a Lockwood. Lui vuole Beckett e Roy lo sta sfruttando a suo vantaggio. Devo andare anch’io! Dov’è mia madre adesso?” chiese alla fine Alex.
“Si sta dirigendo fuori città, in direzione di un hangar per gli elicotteri.”
“ Andiamo!” affermò Alex tirando fuori la sua maschera da dentro la giacca e infilandosela.
 
Kate stava guidando per le strade di New York diretta all’hangar per incontrare Montgomery. Ma continuava a pensare a Castle e al loro litigio avvenuto poco prima.
 
Castle arriva a casa sua per aggiornarla sul caso, ma lei si accorge subito che è solo una scusa. Così Rick la intima a fermarsi perché tutti quelli che erano coinvolti sono stati uccisi.
“Hanno ucciso mia madre, Castle. Cosa vuoi che faccia?”
“Che lasci perdere! Kate, ti uccideranno! Vuoi davvero dare questo dispiacere a tuo padre, a Josh…”
“E tu che mi dici Rick?”
“Sono tuo amico, e ovvio che voglia il meglio per te!”
“E questo che siamo?”
“Non so cosa siamo! Ci siamo baciati e non ne abbiamo mai parlato, abbiamo rischiato di morire insieme congelati ma non ne abbiamo mai parlato, quindi non so cosa siamo! Ma non accetterò che tu butti via la tua vita!”
“Bhè, se non sbaglio, stiamo parlando della mia vita, non di qualche tua storia di avventura!”
“Non si tratta più di tua madre, si tratta di te. Ti sei nascosta nell’omicidio di tua madre e non ne sei più uscita! Ti nascondi in relazioni vuote con uomini che non ami! Meriti di essere felice, Kate!”
“Sai che ti dico Castle? Abbiamo chiuso! E ora vattene!”
E così dicendo Rick è uscito dal suo appartamento e dalla sua vita lasciando al suo posto un terribile vuoto.
 
Quando ritornò alla realtà si accorse di essere arrivata. Si diresse all’interno dell’hangar, quando il suo cellulare segnalò l’arrivo di un messaggio. Era di Esposito. Quando lesse il contenuto del messaggio Kate sbiancò: “Il terzo poliziotto è Montgomery”.
Fu in quel momento che alzò gli occhi e vide uscire il capitano da una stanza. Nella mano destra aveva una pistola.
In quel momento Kate fu invasa da un senso di tristezza e anche di frustrazione: l’uomo che aveva sempre stimato, l’uomo che l’aveva sempre protetta non era altro che un uomo coinvolto con l’omicidio della madre.
“Perché?” fu l’unica parola che riuscì a pronunciare.
“Ero solo una recluta a quei tempi” iniziò il suo racconto il capitano iniziandosi ad avvicinare a Beckett “McCallister e Raglan erano degli eroi per me. Quella sera volevamo prendere Pulgatti. Armen non doveva essere li. Lui prese la mia pistola e sentii uno sparo. Solo dopo mi accorsi che proveniva dalla mia. Raglan e McCallister mi rassicurarono dicendomi “Non è colpa tua ragazzo, cose così succedono tutte i giorni”. Mi sono immerso nel lavoro, cercando di diventare il miglior poliziotto. E quando sei arrivata al 12th, ho sentito la mano di Dio che mi dava un'altra possibilità. E così ho deciso di proteggerti così come avrei dovuto fare con lei.”
“Ha ucciso lei mia madre?” chiese Kate con un pizzico di rabbia nella voce.
“No, è stato anni dopo, ma è morta a causa di quello che abbiamo fatto quella sera.”
“Allora chi è stato?”
“Quando ha scoperto dei ricatti, lui avrebbe potuto denunciarti, ma non lo ha fatto. Ha voluto solo i soldi dei riscatti per diventare quello che è. E forse è stato questo il mio errore più grande.”
“Voglio sapere il nome. Questo me lo deve, Roy!” disse Kate avvicinandosi ancora di più al capitano.
“Se te lo dicessi, andresti subito da lui. Tanto varrebbe spararti subito!”
“Mi ha fatto venire qui per uccidermi!” affermò la detective arrivando a pochi centimetri dal volto di Montgomery.
“No, lo fatto per tendere loro una trappola!”
“Mi ha usata come esca?”
Fu allora che Montgomery vide una macchina avvicinarsi all’hangar.
“Stanno arrivando! Devi andartene!” esclamò Montgomery guardando fuori dall’hangar, poi si voltò di nuovo verso Kate “Vogliono ucciderti, ma non permetterò mai che succeda!”
“Io non andrò da nessuna parte!” affermò Kate decisa.
“Oh si, invece! Castle, portala fuori di qui!” esclamò il capitano rivolgendosi a Rick, apparso da dietro un aereo all’improvviso.
Kate non si aspettava minimamente la presenza dello scrittore, ma ne fu felice.
“Capitano..” iniziò
“Non discutere, portala via di qui!”
“Signore, non deve farlo per forza!” intervenne Kate.
“È la mia posizione, Kate! È qui che devo restare!”
In quel momento la macchina si avvicinò ancora di più all’hangar.
“Castle, portala via!” e così Rick prese di peso Kate in braccio e la portò fuori dall’hangar, mentre la detective cercava in tutti i modi di liberarsi. Appena la porta si chiuse, Lockwood e i suoi due scagnozzi scesero dalla macchina.
“Dov’è Roy?”
“Non puoi averla!”
“Non puoi nasconderla da me!”
“Hai capito male, Lockwood! Tu non puoi nasconderti da me!” e fu allora che iniziarono gli spari.
 
Qualcuno era rimasto nascosto per tutto il tempo e aveva ascoltato tutto.
“Avevo ragione! Roy ha usato mamma come esca!” sussurrò Alex
“E ora che facciamo? Lockwood e i suoi uccideranno Montgomery?” ma non appena Kevin termino di pronunciare la frase, una serie di spari arrivarono alle loro orecchie.
“Andiamo, muoviamoci!” e, impugnando le pistole, uscirono allo scoperto.





Angolo di Marix:
Salve a tutte!
Rieccomi con il dodicesimo capitolo. pù in fretta che ho potuto. Hai visto Tempie90 u.u
Tornando alla storia, che mi dite? Vi è piaciuta? A me un sacco, è la parte cruciale della storia, di qui le cose diventano molto interessanti. Alex non riesce a darsi pace, Kate ha incontrato Roy e ha scoperto la verità ( o quasi) sulla morte della madre, è stata salvata in tempo da Castle (Il nostro Rick si merita una mediaglia! Riesce sempre a salvarla nel momento del bisogno xD) e Dragon è pronto ad intervenire.
La domanda che sorge spontanea è: Cosa succederà adesso?
E io vi rispondo così: Lo scoprirete vivendo. Anche tu Tempie90 u.u e vedi di pubblicare presto la nuova storia perchè io ho mantenuto i patti u.u
Un commentino, anche piccolo, fa sempre piacere. E mi riferisco alle lettrici/lettori silenziose/i che leggono e scappano xD io non mangio mica eh!
Alla prossima
Baci,
Marix :D

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Capitolo 13
*** Troppo tardi! ***


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ATTENZIONE: SPOILER 3X24

13. Troppo tardi!
 
“Andiamo, muoviamoci!” e, impugnando le pistole, uscirono allo scoperto.
 
Si mossero in fila indiana: Alex davanti, Kevin e infondo Thomas.
Ma quando svoltarono l’angolo e entrarono nell’hangar, la scena che si presentò gelò loro il sangue: i due scagnozzi di Lockwood era stesi a terra, morti, mentre Lockwood era rannicchiato sopra Roy che era steso a terra ferito. Riuscirono a sentire cosa si dissero.
“È finita Roy, perché la ucciderò comunque!” 
“No, non lo farai, e neanche lui! Ci ho pensato io! È finita Lockwood, per tutti e due!” e detto questo Montgomery sparò.
“No!” gridò Alex avvicinandosi correndo verso di loro, credendo che a sparare fosse stato Lockwood. Ma quando si avvicinò, vide il cecchino cadere a terra senza vita.
Subito si avvicinò al capitano e si inginocchiò
“Capitano, resista!” disse il giovane
“Sapevo che saresti venuto,… Alex!” disse il capitano, stupendo il ragazzo.
“Ma come..”
“Sono un detective… l’hai dimenticato!” cercò di smorzare la tensione Montgomery.
Alex si tolse la maschera sorridendo, ricevendo un sorriso da parte del capitano, che si trasformò poi in una smorfia di dolore.
“No, capitano non si muova, stia tranquillo! Adesso chiamiamo i soccorsi!” disse Alex rivolgendosi ai suoi amici.
“No Alex, ormai per me non c’è più niente da fare!”
“Capitano non dica così, per favore resista!”
“Proteggi tua madre, fa in modo che non le succeda niente!” sussurrò Roy
“Si lo farò! Ma ho bisogno di sapere chi è il drago!”
“Lui è un intoccabile…. un pezzo grosso…” iniziò il capitano con voce roca.
“Il nome, Roy!”
“Bra.. Brak… Braken.” Riuscì a dire prima di lasciar andare la testa all’indietro e di perdere conoscenza.
“No, capitano! NO!” gridò Alex piegandosi su se stesso in lacrime.
In quel momento sentì dei rumori provenire dalla porta.
“Alex!” dissero i due.
Lui si voltò guardando la porta ancora con le lacrime agli occhi, poi si rivolse ai suoi.
“Andiamocene, veloce! Nessuno deve sapere che siamo stati qui!” disse Dragon asciugandosi gli occhi, rimettendosi la maschera e allontanandosi insieme agli amici, mentre Kate entrava nell’hangar e correva verso il suo capitano in lacrime.
 
Alex era disteso sul letto nella sua stanza.
Stava ripensando agli ultimi avvenimenti appena successi: la morte del capitano, aveva scoperto parte della verità e ora conosceva anche il nome del drago.
“Alex, è come un ago in un pagliaio” stava ricordando la sua chiacchierata con Kevin e Thomas“potrebbero esserci migliaia di Braken al mondo!” aveva detto il suo amico.
“E allora noi controlleremo ogni singolo Braken al mondo! Devo trovarlo, adesso più che mai! Devo farlo anche per Roy!” aveva risposto Alex. Subito i due si erano messi alla ricerca di quel nome, mentre Alex tornava a casa. E ora era disteso sul suo letto mentre mille pensieri gli arrovellavano il cervello.
‘Il capitano Montgomery era un traditore, ma comunque si è sacrificato per proteggere mia madre…’ e fu allora che il pensiero cadde sulla madre: come doveva soffrire adesso visto che l’uomo che era stato tutto per lei si era rivelato un traditore e che ora era morto?
Mentre nella sua mente c’erano questi pensieri, alcuni rumori provenienti dal soggiorno lo incuriosirono. Man mano che si avvicinava riconosceva le voci delle quattro persone che erano riunite.
“Nessuno, al di fuori di noi, deve sapere che cosa è successo. La versione ufficiale è che Roy Montgomery è morto da eroe. Glielo dobbiamo!” era Kate che stava parlando mentre i suo due colleghi e Castle ascoltavano cercando di trattenere le lacrime.
Il giovane Beckett, dietro la porta, aveva ascoltato tutta la conversazione e aveva preso una decisione: nessuno avrebbe saputo che Dragon fosse stato in quell’hangar, avrebbe taciuto su tutto riguardo Montgomery e avrebbe cercato il drago per far giustizia sia a sua nonna che al capitano. E mentre prendeva questa decisione, lo scrittore si accorse della sua presenza e iniziò ad avere anch’egli dei dubbi, ma decise che per il momento, li avrebbe tenuti per se.
 
La marcia partì e i tre detective, Castle,  Alex e un altro agente condussero la bara di Montgomery verso la sua lapide. La poggiarono sull’erba e mentre Alex e l’agente piegavano la bandiera americana, Beckett si avvicinò al microfono per il discorso seguita da Castle, mentre Ryan ed Esposito si accomodavano dietro la moglie e le figlie del capitano, accanto a Lanie, Jim, Martha e Alexis.
Beckett iniziò il suo discorso, mentre Alex raggiungeva il suo posto affianco ad Alexis. Nel mentre si sedeva, lanciò un sguardo in lontananza: Kevin e Thomas erano seduti alle ultime file e appena incrociarono lo sguardo di Alex, annuirono col capo. Alex annuì di risposta e si sedette guardando Alexis. La ragazza, nel suo sguardo, potè vedere tutto il dolore e la frustrazione che aveva dentro e, istintivamente, gli prese la mano, per fargli capire che lei c’era. Lui la strinse di risposta.
Intanto il discorso di Kate andava avanti.
“Il capitano Montgomery mi ha detto che non ci sono vittorie, ma solo battaglie! E alla fine puoi solo sperare di trovare un posto dove prendere posizione! E se sarai fortunato, ci sarà qualcuno disposto a stare al tuo fianco!” e in quel momento Kate si girò verso Castle, che ricambiò il suo sguardo. Poi nuovamente si rigirò verso il prato e continuò.
“Il capitano avrebbe voluto che continuassimo a combattere…” e mentre lo diceva, un luccichio attirava l’attenzione dello scrittore. Ci volle un decimo di secondo per far capire a Castle cosa sarebbe successo. Si voltò verso Beckett e si lanciò verso di lei.
“KATE!”
Un grido. Uno sparo. Il buio.






Angolo di Marix96:
Salveee a tutteee!
A distanza di due giorni, pubblico il tredicesimo capitolo! 
Ma non fateci troppo l'abitudine, soprattutto tu Tempie90 xD ancora aspetto io u.u
Il capitolo, che ne pensate? Avvicente,no? Suspance? Forse troppa :P
Lockwood è morto, Roy anche :( ma ha fatto in tempo a dire ad Alex il nome del drago! Cosa succederà adesso? Lo troverà?
E soprattutto, lo sparo finale, ha colpito qualcuno? Castle o Beckett? Chiunque sia ce la farà?
Domande a cui non posso rispondere ancora, visto che devo scriverlo ancora :P
Un commentino, anche piccolo, fa sempre piacere. Anche da parte dei silenziosi xD
Alla prossima, non prometto così velocemente, ma posso provarci u.u
Baci,
Marix96 :D

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Capitolo 14
*** Che devo fare? ***


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14. Che devo fare?
 
Correva.
Correva a perdi fiato.
Correva attraverso quei corridoi bianchi.
La stava cercando e aveva intezione di trovarla.
Raggiunse i suoi amici, ma si fermò di colpo: erano tutti fuori e aveva un espressione da funerale.
“Dov’è?” chiese impaziente.
“Castle..” iniziò Ryan.
“Dov’è?” richiese più forte.
“Castle.. lei..” continuò Esposito.
“Maledizione, ditemi dov’è Kate!” gridò lo scrittore.
“Rick..” parlò Lanie avvicinandosi e poggiando una mano sulla sua spalla “Non ce la fatta..” terminò in un sussurro abbassando il capo.
E fu in quel momento che il mondo crollò sulle spalle di Richard Castle: la sua detective, la sua musa, la sua Kate non c’era più. E lui non riusciva a darsi pace.
Strinse i pugni tanto forte da far diventare le nocche bianche e lanciò un urlo
“KATE!”
 
“KATE!”
Rick si sveglio di soprassalto, tutto sudato.
Era ancora quell’incubo. Quell’incubo che da circa tre mesi lo tormentava ogni notte: la sua Kate morire.
Per fortuna nella vita reale Kate era viva: era riuscita a sopravvivere a quel proiettile nel petto, forse anche grazie a quello tre parole che lo scrittore le aveva sussurrato prima che perdesse conoscenza, ma aveva voluto tempo e lui glielo aveva concesso.
Erano passati tre mesi da quel giorno, il giorno del funerale, il giorno dell’attentato, il giorno in cui Rick le ha detto ‘Ti amo’, e da allora di Kate neanche il minimo segno. Ne un messaggio, ne una chiamata, ne una mail. Niente di niente.
Guardò la sveglia: le 2 e 10.
La porta della sua camera si aprì leggermente e si affacciò sua figlia.
“Papà, stai bene?” chiese Alexis.
Castle annui, ma con poca convinzione, come un gesto meccanico, che non sfuggi alla ragazza. Lei si avvicinò al letto e si sedette vicino a lui.
“Andiamo papà, cos’hai?”
“Lo sognata, di nuovo” disse solamente.
“Sempre lo stesso incubo?” chiese la rossa. Castle annui
“Non so che fare, Al! Lei mi ha chiesto tempo”
“Gliene hai dato tempo per riprendersi dal ferimento, ora non c’è più bisogno di aspet…”
“Le ho detto che l’amo!” la interruppe lo scrittore.
Alexis non si aspettava minimamente una risposta del genere e sgranò gli occhi.
“Quando?” riuscì a chiedere.
“Poco prima che svenisse, al cimitero.”
“E lei ti ha chiesto del tempo, giusto?”
“Lei mi ha detto che non ricorda lo sparo e tutto ciò che è avvenuto dopo. Ma so che è soltanto una scusa.”
“Allora devi decidere tu cosa fare, io non posso aiutarti papà. Ma qualunque cosa decida, fallo col cuore.” E detto questo la giovane, dopo avergli dato una carezza, lasciò la stanza.
 
Alex era seduto sul suo divano mentre guardava la televisione. Facendo zapping, aveva trovato un canale dove stavano trasmettendo una puntata di un telefilm poliziesco e lui non se lo voleva perdere.
Ma mentre era concentrato a seguire le azione dei due poliziotti protagonisti, dei rumori provenienti dalle camere da letto, lo incuriosirono. Non fece in tempo ad arrivare a prendere la sua pistola che dalla porta uscì sua madre.
“Mamma!”
Kate sussultò. Non se lo aspettava minimante di trovarlo ancora alzato alle 2 di notte.
“Cosa fai sveglio?” chiese con voce leggermente assonnata.
“Potrei farti la stessa domanda!” rispose il giovane.
“Non riesco a dormire, ho troppi pensieri nella testa!”
“E, fammi indovinare, questi pensieri hanno anche un nome, Richard Castle!” Kate si limitò a guardarlo, per poi riabbassare lo sguardo.
“Sono passati mesi dall’ultima volta che lo visto e…”
“Ti manca!” disse suo figlio.
‘Non puoi immaginare quanto!’ pensò nella sua testa, ma la sua bocca disse altro.
“Non è questo, è solo che avrei dovuto chiamarlo…”
“Mamma, chi vuoi prendere in giro, Castle ti manca, è normale, dopo aver passato con lui tre anni di collaborazione è difficile stare senza….”
“Mi ha detto che mi ama!” lo interruppe Kate.
Alex rimase scioccato.
“Oh!” riuscì solo a dire, mentre sua madre lo guardava con occhi supplichevoli. Non l’aveva mai vista così.
“E tu?” chiese a brucia pelo. Beckett arrossì, e ciò basto ad Alex.
“Mi basta l’espressione della tua faccia come risposta!” esclamò Alex, beccandosi un occhiataccia dalla madre.
“Che devo fare?” chiese dopo alcuni secondi di silenzio.
Alex le prese la mano.
“Mamma, io non posso aiutarti, quello che devi fare devi deciderlo tu..” e dopo qualche secondo aggiunse “seguendo il tuo cuore!” e detto ciò diede un bacio sulla guancia della madre e andò a letto.
Ma mentre Alex raggiungeva la sua camera, prese il cellulare e compose il numero di qualcuno che probabilmente l’avrebbe aiutato nel suo piano.
Nello stesso momento, in due angoli di New York, due persone dovevano prendere una decisione che forse li avrebbe ricongiunti.





Angolo di Marix96:
Salve a tutte!!
Ecco il quattordicesimo capitolo!
Che ve ne pare?
Dite la verità: all'inizio avevate capito che era un sogno? O credevate che Kate fosse veramente morta? No, non sono così crudele, a me piace il lieto fine *___*
Tornando al capitolo, i fatti si svolgono più o meno come nel telefilm, quel Ti amo detto all'ultimo, la separazione di tre mesi. Ma c'è quella chiaccerata a "quattro" che i Caskett fanno con i loro figli: secondo voi i "pargoli" aiuteranno i nostri testoni a decidere? E soprattutto i due testoni si daranno una mossa abbandonando l'orgoglio?
Bho, chi seguirà, vivrà! ( Risata innocente u.u)
Vorrei ringraziare tutte per le recensioni che mi avete lasciato, soprattutto Inside your soul_ (non conosco il tuo vero nome :P) per aver recensito di getto tutti i capitoli in una giornata. E non rompi assolutamente le scatole u.u
Ringrazio anche Tempie90 che con le sue minacce mi spinge a scrivere, anche quando sono in blocco u.u Grazie Mati <3

E vorrei ricordare a tutti i lettori silenziosi che non mangio xD quindi potete recensire, anche negativamente, tutto è ben accetto xD
Alla prossima

Baci,
Marix96 :D

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Capitolo 15
*** Destino? ***


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15. Destino?
 
Il bussare continuò alla sua porta costrinse Castle ad aprire gli occhi. La luce entrava con prepotenza dalla finestra: probabilmente era mattina inoltrata. Ma a lui non importava, voleva restare a dormire; cosa che invece qualcuno fuori dalla porta non condivideva.
Dopo l’ennesima volta, Castle si alzò ancora addormentato e andò ad aprire, ritrovandosi sua figlia davanti.
“Alexis!”
“Era ora papà! Sarà mezz’ora che busso! Su coraggio, vestiti!” comandò la ragazza.
“Per andare dove?” chiese Castle ancora leggermente assonnato.
“Andiamo in giro, non puoi restare rinchiuso qui per sempre!” esclamò la rossa.
Sua figlia aveva ragione, ma lui non aveva voglia di uscire e stava per rifiutare, ma sua figlia lo interruppe prima che lui potesse parlare.
“E non accetto un no come risposta, ti aspetto di là, fa in fretta!” e senza neanche dare il tempo a Castle di replicare, Alexis era sparita in cucina.
Castle rimase per qualche secondo imbambolato davanti alla porta, poi scosse la testa e sorrise rientrando e andando verso il bagno.
‘Tale padre, tale figlia!’
 
“No, Alex!”
“Dai mamma, cosa ti costa! È solo una giornata di svago prima del rientro al distretto!” esclamò Alex cercando di convincerla.
“Non mi convincerai!” replicò Kate.
“Ti pregoo!” chiese facendo gli occhi da cucciolo. Kate non sapeva resistere a questo, e Alex lo sapeva. E infatti la detective, sbuffando e alzando gli occhi, fu costretta ad accettare.
Saliti in macchina (ovviamente quella di Beckett, doveva essere lei a guidare) i due si diressero verso il centro commerciale.
Durante il tragitto, Alex ripensò alla chiamata della sera precedente.
 
Appena entrato in camera, avviò la chiamata. Dopo due squilli, una voce rispose dall’altra parte.
“Pronto?”
“Al, stavi dormendo?”
“Alex!” rispose la rossa ”No tranquillo, ero sveglia!”
“Scusa l’ora, ma devo chiederti un favore!”
“Dimmi tutto!” affermò convinta la ragazza.
“Dobbiamo farli incontrare!” non serviva mettere nome e cognome, loro sapevano.
“Si, come se fosse facile. Sono più testardi di due muli!”
“Appunto per questo hanno bisogno di una “spinta”!”
“Cos’hai in mente?” chiese Alexis.
“Una mezza idea, ma ho bisogno del tuo aiuto. Che ne dici se ci vediamo domani per discutere, non voglio farlo per telefono.”
“Va bene, allora a domani!”
“Bene, buonanotte Al!”
“Buonanotte!”
 
Il pomeriggio si sarebbe visti per escogitare un piano per il giorno dopo, visto che era il giorno in cui Kate riprendeva servizio, e quale miglior giorno per far riapparire Castle magicamente?
Ma non avevano fatto i conti con il destino.
 
“Ti piace?” chiese Castle avvicinandosi verso una vetrina.
“Papà! Ho bisogno di un bellissimo vestito, non di una cosa semplice!” replicò Alexis affiancando suo padre davanti alla vetrina.
“Povera la mia carta di credito, allora!” esclamò Castle.
“Sai bene che non sono come la nonna!” ribadì Alexis.
“Per fortuna!” affermò Castle, facendo ridere sua figlia “Che ne dici, continuiamo la ricerca?” continuò lo scrittore.
Sua figlia annuì e, prendendolo a braccetto, si avviarono verso un altro negozio.
 
“Cosa ci facciamo in un negozio di abiti eleganti?” chiese Beckett entrando.
“Mamma, non fare domande e cerca un bellissimo vestito!” affermò Alex.
“Si e chi intenderà pagare?” chiese ancora più incredula, vedendo i prezzi elevati del negozio.
“Quante storie! Basta domande! Su, alla ricerca!” la interruppe il figlio, spingendola verso degli abiti. Il suo piano era di far andare a cena Castle e sua madre, senza che loro ne fossero a conoscenza.
Ma forse non ce ne sarebbe stato bisogno. Perché mentre andava avanti e dietro nel negozio, lanciò uno sguardo alla vetrina e fuori vide una cosa che lo lasciò stupefatto: Alexis e Castle si stavano avvicinando alla vetrina del negozio, lo stesso negozio.
Alexis, allontanandosi leggermente dal padre, intravide sia lui che la detective e anche lei rimase sorpresa.
Destino?
Fatto sta che nello stesso momento che i loro occhi si incontrarono, entrambi pensarono la stessa cosa: si girarono verso i rispettivi genitori, poi voltandosi di nuovo, si sorrisero e annuirono contemporaneamente. Alex si girò velocemente, cercando una cosa, e quando lo trovò, lo diede a sua madre, spingendola verso il camerino.
Nel frattempo, Castle e Alexis erano entrati nel negozio, e si stavano dirigendo nella loro direzione. Alex si nascose dietro alcuni manichini. Castle, intento a cercare un vestito per sua figlia, non si accorse che anche Alexis si era nascosta insieme ad Alex.
Una voce lo fece sussultare.
“Alex, allora che ne dici?”
Non è possibile.
Quella voce.
La sua voce.
Si girò velocemente verso il camerino, mentre Kate lo apriva e usciva lentamente alzando lo sguardo.
Appena i loro sguardi si fusero, entrambi persero un battito e si persero l’uno negli occhi dell’altra.
“Kate!” sussurrò lo scrittore sorpreso.
“Rick!” Sussurrò di risposta la detective altrettanto sorpresa.






Angolo di Marix96:
Salveeee a tutteee!
Eccomi con il quindicesimo capitolo, con un ritardo immenso. Perdonoooo!!!!! :'(
Il capitolo, che ve ne pare? 
Si è scoperto con chi Alex ha parlato, niente meno che Alexis! I due piccoli Caskett hanno un piano per far incontrare i Caskett, ma come sempre il destino agisce per primo xD
Che succederà adesso? Continuate a seguirmi per scoprirlo :P

Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito la storia e anche a chi legge solo xD
Un commentino per farmi sapere che ne pensate è sempre gradito u.u

Alla prossima!
Baci,
Marix96 :D

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Capitolo 16
*** Di nuovo amici ***


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16. Di nuovo amici

Kate!” sussurrò lo scrittore sorpreso.
Rick!” Sussurrò di risposta la detective altrettanto sorpresa.

Non si aspettavano minimamente di incontrarsi lì. Restarono così, a guardarsi negli occhi per ancora altri secondi, poi Castle distolse lo sguardo e rimase paralizzato. Solo adesso lo scrittore si concentrò anche sul corpo della detective e per poco non ebbe un mancamento: la donna indossava un tubino nero che le arrivava poco sopra le ginocchia, senza spalline e con dei risvolti dalla vita in giù. Il vestito le lasciava scoperte le lunghe gambe, che Castle si incantò ad osservare.
Kate, in un primo momento, rimase sorpresa dall'incontro e restò paralizzata sulla soglia del camerino incapace di muovere un muscolo.
Non poteva ancora crederci: dopo tre mesi di silenzio, aveva di fronte a se Rick Castle e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, più bello che mai. Dopo alcuni istanti, però, la detective tornò alla realtà e si accorse che Castle era distratto, incantato a squadrarla. Solo allora realizzò di aver indosso il vestito che Alex le aveva preso e che non copriva granché.
"Castle!" lo richiamò Kate, che inevitabilmente arrossí.
Lui parve risvegliarsi.
"Ehm?" fu l'unico verso che riuscì a dire lo scrittore, facendo arrossire ancora di più Kate.


"Ora ne vedremo delle belle!" esclamò Alex, che venne subito raggiunto da Alexis dietro il manichino.
I due ragazzi assistirono a tutta la scena: Castle, di spalle, appena sentiva Kate si voltava e lei, appena uscita dal camerino, alzava lo sguardo e... bam, pubblicità di profumi!
"Continueranno ancora per molto?" chiese Alexis dopo qualche istante.
"Se non interveniamo noi si!" rispose il giovane guardandola. Solo ora i due si guardarono e si resero conto che neanche la loro situazione era delle migliori: erano molto, molto vicini e tra i loro volti c'erano, si e no, quindici centimetri. Neanche se ne accorsero e... bam pubblicità di profumi anche loro.
Fu Alexis dopo qualche istante a riprendersi e interrompere il loro contatto visivo. Abbasò lo sguardo imbarazzata e allora anche Alex ritornò alla realtà. Si voltarono e videro Castle e Beckett ancora incantati. Scossero la testa e alzarono gli occhi al cielo.
"Sarà meglio intervenire!"
"Si, infatti!"


"Castle!"
"Ehm?" lo scrittore riuscì solo a rispondere a monosillabi, ancora leggermente distratto.
Una voce e una pacca sulla spalla lo risvegliarono del tutto.
"Ehi, Castle!" Alex lo girò e lo abbracciò.
"Alex!" lo scrittore rispose calorosamente all'abbraccio.
"Come ti va la vita? É un secolo che non ci vediamo!"
Kate, ancora in evidente imbarazzo, fu invece travolta dall'abbraccio di Alexis.
"Kate!"
"Ciao Alexis!"
"Come stai Kate? É tanto che non ci vediamo!"
Dopo alcuno istanti, entrambi i partner ricollegarono tutto.
"É opera vostra?" chiese Castle, cercando di non alterarsi.
"Cosa?" chiese innocentemente Alexis.
"Non fate i finti tonti! Siete stati voi!"
"Mamma, non so di cosa tu stia parlando!"
"Era una vostra idea quella di farci incontrare, no!?" esclamò lo scrittore.
"OK, ammetto che l'idea era quella..." iniziò Alex, che fu subito interrotto da sua madre "Non avevo dubbi che fosse opera tua!"
Ma il giovane protastando continuò "Ma non avevamo intenzione di farvi incontrare adesso!"
"Vi abbiamo visti a meno di cinquanta metri e abbiamo avuto un'illuminazione!" cercò di sdrammatizzare la rossa.
"Destino!" esclamò Alex appositamente, lasciando i due partner sbalorditi.
La detective e lo scrittore si guardarono: basto quello squardo per capire. Qualcosa, forse più grande di loro, aveva voluto che i due si rincontrassero.
"Chi siamo noi per andare contro il destino, no Kate?" chiese lo scrittore eccitato.
"Si infatti, ma..." iniziò la detective avvicinandosi a Rick. Il cuore dello scrittore iniziò una corsa all'interno del suo petto. La donna si fermò a pochi centimetri da lui, avvicinando il volto al suo... "Non chiamarmi più Kate!" quasi gridò Beckett facendo spaventare Castle, che sobbalzando all'indietro, cadde rovinosamente a terra.
I due giovani esplosero in una risata seguiti poi a ruota da Kate. Castle, ancora seduto sul pavimento, mise il broncio, ma subito scoppio a ridere anche lui.
Le commesse del negozio, rimaste in disparte per tutto il tempo, dopo quello che avevano visto, poterono solo pensare che quella era proprio una gran bella famiglia.
Il suono di un cellulare insistente interruppe le loro risate.
"Credo sia il tuo mamma!" constatò Alex.
"Beckett!" rispose la donna.
"Beckett, scusa il disturbo, ma abbiamo un nuovo caso.." iniziò Esposito dall'altro capo del telefono.
"E io cosa centro, rientro domani no?" chiese Kate.
"Ecco appunto..." intervenne Ryan "volevamo chiederti se potevi rientrare un giorno prima, avremmo bisogno anche di te" concluse l'altro detective.
Kate non disse niente, ma dentro di se aveva già capito appena aveva risposto al telefono riconoscendo Esposito.
"Va bene ragazzi, vengo subito!" esclamò alla fine prima di riattaccare.
"Forse sarebbe meglio che tu ti cambiassi!" esordì Castle, guardandola.
La detective si guardò e solo ora realizzo di avere ancora indosso il vestito.
"Si forse é meglio!" disse sussurrando abbassando il capo e arrossendo prima di rientrare nel camerino.
Una volta uscita si diresse verso l'uscita del negozio ma si fermò sulla porta, combattuta.
Una parte di lei, la ragione, diceva di andare fuori senza girarsi, mentre un altra, il cuore, diceva di aspettare e porre una domanda. Kate per una volta seguì il cuore.
"Castle" iniziò voltandosi "vuoi venire?"
Lo scrittore rimase sorpreso: non si aspettava che Kate gli ponesse quella domanda.
Con un enorme sorriso annui e si diresse verso di lei per poi uscire dal negozio al suo fianco.
I due che erano rimasti a guardarli per tutto il tempo, esultarono.
"Si!" gridò Alexis.
"Missione compiuta!" rispose Alex abbracciando la rossa.


Non appena le porte dell'ascensore si aprirono, Castle e Beckett furono assaliti da Ryan ed Esposito.
"Meno male che sei venuta, Beckett" esordì il biondo.
"Si può sapere cosa é successo?" chiese Castle mentre si avvicinavano alle scrivanie.
"Abbiamo un caso!" disse Esposito.
"Questo lo avevamo capito!" esclamò Kate fermandosi davanti alla porta del capitano.
"Ma non é un omicidio, questo ha la massima priorità. Il figlio del senatore é stato minacciato e bisogna proteggerlo"
"E il procuratore ha richiesto l'intero corpo di polizia a disposizione."
"E chi sarebbe da proteggere?" chiese la detective.
"Il figlio del senatore, l'avvocato..."
"Kate? Kate Beckett?" una voce sorpresa la chiamò
La donna si voltò curiosa verso la fonte e rimase paralizzata.
"Vincent!"



Angolo di Marix:
Salve a tutte!!!!
Scusate l'enorme ritardo, sono stata impegnata dalle vacanze!! Chiedo umilmente perdono xD
Che ne dite? Vi è piaciuto? I piccoli Caskett hanno attuato il loro piano con qualche modifica, ma il risultato è stato quello sperato: i Caskett si sono incontrati, e che incontro! Castle per poco non aveva un infarto u.u ahahaha
Sul finale, un nuovo caso, un pò insolito dagli altri, e un vecchio incontro: chi è questo Vincent? Perchè conosce Kate e che relazione ha con la nostra detective? Rimanete per scoprirlo xD
Tempie90 non mi uccidere per aver terminato così il capitolo, non potevo fare altrimenti u.u

Ringrazio tutte coloro che commentano e anche chi solo legge xD
Come sempre, un commentino per farmi sapere la vostra è sempre gradito, anche negativo

Alla prossima!
Baci,
Marix96 :D


Vi voglio fare un regalo in attesa del prossimo capitolo: un piccolo spoiler! 


"Castle era rimasto dietro Ryan ed Esposito ad assistere alla scena e qualcosa dentro di lui iniziava a ribbollire.
'Chi diavolo é questo tizio? Cosa centra con Kate?'

[...]
"Bene, allora ti presento il mio partner. Vincent, lui é Richard Castle, lo scrittore."
"Si, so chi é, ho letto alcuni dei suoi libri. Piacere, sono l'avvocato Vincent Braken." dichiarò l'uomo mentre porgeva la mano a Castle.
"Piacere" disse Rick ricambiando la stretta e mostrando un sorriso tirato, cosa che non sfuggi a Kate.


Buon divertimento! :P

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Capitolo 17
*** Vecchi incontri ***


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17. Vecchi incontri


"Kate Beckett, non ci credo!" esordì l'uomo.
"Vincent, cosa ci fai tu qui?" chiese la detective.
"Possiamo risponderti noi Beckett" intervenirono Ryan ed Esposito "É l'avvocato che dobbiamo proteggere!"
"Cosa?" disse sorpresa la detective, per poi voltarsi verso l'uomo "Sei diventato un avvocato? Tu che non seguivi mai le regole?!"
"Potrei dirti la stessa cosa! Detective? Non lo avrei mai detto Kate!"
Castle era rimasto dietro Ryan ed Esposito ad assistere alla scena e qualcosa dentro di lui iniziava a ribbollire.
'Chi diavolo é questo tizio? Cosa centra con Kate?'
"Vincent, ti presento la mia squadra. Ryan ed Esposito, credo che tu abbia già avuto la possibilità di conoscerli" iniziò la detective le presentazioni.
"Si Kate, ci siamo già presentati!" rispose l'avvocato, mentre i due detective annuivano.
"Bene, allora ti presento il mio partner. Vincent, lui é Richard Castle, lo scrittore."
"Si, so chi é, ho letto alcuni dei suoi libri. Piacere, sono l'avvocato Vincent Braken." dichiarò l'uomo mentre porgeva la mano a Castle.
"Piacere" disse Rick ricambiando la stretta e mostrando un sorriso tirato, cosa che non sfuggi a Kate.
"Ma ritornando a noi, se sei l'avvocato di cui dobbiamo occuparci significa che vogliono ucciderti."
"Purtroppo si."
"Per quale motivo?" chiese la donna.
"Sai che mio padre é senatore, ma nel corso della sua carriera, diciamo che non ha sempre avuto vita facile e si é fatto qualche nemico. E quale miglior modo per fargliela pagare se non prendersela con suo figlio."
"Hai avuto minacce esplicite?" continuò la detective.
"Si, chiamate, anche a notte fonda. E qualche giorno fa anche un biglietto scritto." disse l'avvocato prendendo dal taschino interno della giacca un foglietto e porgendolo ai detective.

'Sappiamo chi sei e cosa fai.
Vedi di stare attento perché
i criminali come te non hanno vita lunga.'

"É una minaccia in piena regola!" esordì Castle.

Intanto, all'interno di un bar, Alex e Alexis stavano chiaccherando e ridendo.
"No, non ci credo! Davvero Castle ha fatto questo?” chiese il giovane cercando di riprendersi dalle risate.
“Si, Alex, l'ha fatto!” rispose la rossa, cercando di trattenersi.
“Da Castle me lo sarei potuto immaginare!” contiuò Alex.
“Ma guarda da che pulpito viene la predica!”
“Ma non c'è paragone! Io ne ho fatto di bravate, ma quelle di Rick le supera tutte!” cercò di giustificarsi il ragazzo.
Alexis scosse la testa, così Alex continuò.
“E tanto per la cronaca, io non ho mai cavalcato un cavallo della polizia nudo!” dichiarò.
“Ah si?” chiese Alexis.
“Preferivo rubare la volante a mamma e guidarla per New York!” ed entrambi esplosero in una risata.
Le risate furono interrotte dal cellulare di Alexis.
“Pronto?”
Al, sono io!”
“Papà! Che succede? Perchè mi stai chiamando?” chiese la rossa. Alex girò la testa verso la strada, ma con un orecchio prestava attenzione alla conversazione della ragazza per saperne di più.
Ti ho chiamato per avvisarti che abbiamo un nuovo caso e che quindi potrei tornare tardi stasera!”
“Di già? Ma Beckett non doveva rientrare domani?” e appena Alex sentì il nome della madre, girò completamente la testa in direzione della ragazza.
Si, rientra domani, ma il caso è della massima urgenza e quindi...”
“L'hanno richiamata! Ho capito! Allora penso proprio che terrò compagnia ad Alex per un altro po'.”
Sei con Alex?”
“Si, stiamo in un bar!”
Ricorda al giovanotto di aprire gli occhi quando è in tua compagnia!”
“Papà! Piantala!”
Va bene, piccola. Ci vediamo stasera!”
“O domani! Ciao papà!” e riattaccò.
“Che succede? Cosa centro io?”
“Mio padre e tua madre hanno un nuovo caso!”
“Gia? Non perdono tempo gli assassini!” esclamò Alex, facendola ridere.
“Ma comunque, cosa centravo io nella conversazione?” continuò il giovane.
“No, niente!” rispose vaga Alexis.
“No, voglio saperlo!”
“Appena ho detto a papà che stavo con te, ha dato di matto!”
“Iperprottettivo il paparino!”
“Mooolto!”
“Allora, che facciamo? Sbaglio o hai detto a tuo padre che mi avresti tenuto compagnia?
“Che dici del cinema?”
“Dico che va benissimo!”
Così dicendo i due si alzarono e si avviarono verso il cinema.

Erano così concentrati a parlare tra di loro che non si accorsero che una macchiana dietro di loro era stata ferma fino a quel momento nei pressi del bar. All'interno del veicolo, due uomini li stavano tenendo d'occhio.
“E' lui!” disse uno, mentre l'altro prendeva il cellulare.
“Capo, l'abbiamo trovato!”




Angolo di Marix:
Salve a tutttte!!
Sono tornata, con un enorme ritardo! :(
Perdonatemi ma il computer in questo periodo non ha voluto collaborare molto :P
Tempie90 perdono!! Spero che il capitolo salvi la mia vita :P
A proposito, che ne dite? Beckett è tornata a lavoro e con lei Castle e già hanno un caso, ma un pò particolare. Si è capito che Kate e Vincent si conoscono da molto tempo, a spese del povero Rick che muore di gelosia! u.u Ma che relazione ha con lei? 
Riguardo i piccoli Caskett, sono usciti insieme *-* ma qualcuno li segue O.o Chi? :P
Restate in mia compagnia se volete sapere la risposta xD
Come sempre, se volete lasciatemi un piccolo commento per sapere se vi è piaciuto!
Alla prossima
Baci,
Marix96 :D


 

 

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Capitolo 18
*** Indagini ***


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18. Indagini


Intanto al distretto non c'era un attimo di pace.
Tutti gli agenti erano stati richiamati in servizio per occuparsi del caso Braken.
Beckett ed Esposito si trovavano di fronte alla lavagna, mentre il procuratore si trovava in una stanza che parlava con Vincent, dato che il nuovo capitano non era ancora entrato il servizio.
“Esposito, per prima cosa, bisogna mettere una squadra di sorveglianza davanti a casa di Vincent e anche davanti al suo ufficio.”
“Vado subito!” affermò il detective allontanandosi verso la sua scrivania.
La detective si riconcentrò sulla lavagna.
'Se vogliamo prendere l'attentatore, dobbiamo indagare anche sul senatore. Ma dobbiamo farlo con la massima discrezione, altrimenti la stampa...'
Non riuscì a terminare perchè i suoi pensieri furono interrotti da una tazza di caffè davanti a volto.
Si voltò e vide Castle.
“Grazie!” e sorrise. Rick le sorrise di rimando.
“Beckett!” Ryan attirò la loro attenzione dalla sua scrivania.
“Che hai trovato?”
“Pare che il nostro senatore non abbia buoni rapporti con tutti. Ci sono parecchi reclami. Finestre rotte, gomme bucate...”
“C'è parecchia gente a cui non va a genio!” esordì Castle.
“E che mi dici sul conto del figlio?” chiese Kate.
“Pulito, non ha denunce, nessun precedente. L'unico intoppo credo proprio che sia il suo cognome!”
“Beckett, le squadre di sorveglianza sono state avvisate. Prenderanno posizione immediatamente!” disse Esposito raggiungendoli.
“Bene, per il momento non possiamo fare altro. Adesso possiamo solo aspettare!”

Alex, dopo aver trascorso il resto della giornata con Alexis al cinema, stava tornando al suo rifugio.
“Ragazzi!” disse entrando.
“Ciao Alex!” salutò Thomas.
“Dov'è Kevin?”
“E' uscito da un po', non so dove sia andato!”
“Novità?” chiese avvicinandosi al suo computer.
“Si, ma non tanto buone. Sono saltati fuori parecchi nomi!”
“E noi dobbiamo controllarli tutti!”
“Sarà una lunga notte!”
“Mettiamoci al lavoro!” concluse sedendosi al computer.

“Capo, abbiamo trovato il loro nascondiglio!” disse uno dei due uomini seduti in macchina al telefono.
Molto bene, fate in modo che il nostro “amico” abbia il nostro regalo!”

“Kate, perchè non vai a casa?” chiese lo scrittore avvicinandosi alla donna.
“No Castle, resterò ancora qui per un po'!
“Detective” esclamò il procuratore uscendo dalla stanza seguito da Vincent “Tornate a casa per il momento. Domani ci aspetta una giornata impegnativa, quindi vi voglio tutti riposati”
“Hai sentito?” esultò Castle.
“Hai vinto, Castle!” disse la detective arrendendosi e iniziando a prepararsi per tornare a casa.
Una volta arrivato al loft, Castle si lasciò cadere stremato sul divano. Era stanco, ma non per il caso; non riusciva a darsi una spiegazione.
'Come faceva Beckett a conoscere quel Vincent Braken? Non sarà...' un dubbio si materializzò nei suoi pensieri facendogli sgranare gli occhi e una strana sensazione apparve nel petto. Doveva assolutamente indagare.

“Ruben Braken, 65 anni, falsario di professione, 5 anni per truffa” parlò Thomas.
“Jonathan Braken, 40 anni, precedenti per molestie e furto con scasso.” lo seguì Alex.
“Sono tutti pregiudicati!”
“Ma noi vogliamo gente a cui non si penserebbe mai! Siamo completamente fuori strada”
In quel momento la porta si aprì sbattendo.
“Ma che..?”
“Kevin, si può sapere cosa ti è preso?”
“Abbiamo un problema, ragazzi!”
“Si può sapere di cosa stai parlando?” chiese Alex avvicinandosi.
“Secondo le mie fonti al 12th, stamattina è arrivato un avvocato che è stato minacciato, indovinate come fa di cognome? Braken!”
“E quale è il problema? Anzi è una gran bella notizia!”
“Il problema è che è stato minacciato con un biglietto con testuali parole: Sappiamo chi sei e cosa fai. Vedi di stare attento perché i criminali come te non hanno vita lunga.”
“Vuoi dire che è lui il nostro uomo?”
“Non solo, ma...” iniziò Kevin, ma Alex lo interruppe continuando la frase.
“Ma potrebbe esserci qualcun altro in giro che lo cerca e se non lo troviamo prima noi, potremmo trovare solo il suo cadavere.”




Angolo di Marix96:
Salve a tutte!
Rieccomi con un nuovo capitolo, in ritardo pazzasco! Perdonatemi ma il computer non ne vuole sapere di collaborare in questo ultimo periodo!! Perdono :3

Senza divagare troppo, cosa ne pensate del capitolo? Il 12th si è messo al lavoro, e con esso anche Alex e i suoi compagni. Ma c'è anche qualcun altro in giro: ohoh tra poco qualcuno avrà un problema!!

Vi aspetto al prossimo capitolo!
Come sempre chi volesse commentare la storia può farlo, le recensioni sono sempre gradite!

Baci,
Marix96 :D

P.S. per la gioia di Tempie90 ecco un piccolo spoiler del prossimo capitolo.

'Un dubbio che persiste...

"Devo togliermi il dubbio!" pensò

'Mentre le indagini continuano...'

"Si? Davvero? Grazie! Abbiamo delle novità!"

' e la gelosia... persiste!'

"Più in fretta risolviamo il caso, prima quel bell'imbusto ci lascerà in pace!"

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Capitolo 19
*** La gelosia di Castle ***


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19. La gelosia di Castle


Alle 7 la sveglia dello scrittore suonò destandolo. Castle si alzò dal letto con fatica e andò in bagno. Non appena si specchiò, gli ritornarono i pensieri della sera precedente e una strana sensazione lo assalì nuovamente.
'Devo togliermi il dubbio!' pensò mentre il suo cellulare squillava distraendolo.
“Castle!” rispose aggiustandosi i capelli.
“Risposta al primo squillo? Non è da te Castle!”
“Ero già sveglio!” rispose lo scrittore sorridendo avendo riconosciuto la voce.
“Caduto dal letto?” chiese la detective, cercando di nascondere il pizzico di gelosia nella sua voce, mal riuscendosi.
“Una cosa del genere” rispose Rick sorridendo avendo capito la gelosia della sua partner.
“Mi piacerebbe lasciarti a dormire allora...” disse la detective provocandolo.
“No, detective. Mi dispiace per te ma tra un ora mi troverai al distretto” rispose Castle.
“Anche prima Castle, abbiamo delle novità. Ti avevo chiamato per questo!”
“Cioè?”

Appena sua madre uscì, Alex scatto giù dal letto vestendosi velocemente.
Entrato in macchina, chiamò Thomas.
Alex? Sei in vivavoce!”
“Allora, novità?”
Per ora niente!” rispose Thomas.
“Che mi dici riguardo il nostro uomo?”
Pulito, nessuna denuncia, nessuna multa, niente di niente!”
“C'era da aspettarselo” asserì il giovane mentre dall'altro capo del telefono sentiva Kevin concludere una telefonata.
Si? Davvero? Grazie! Alex abbiamo novità!” affermò Kevin dopo aver chiuso la chiamata.
“Cioè?”
Pare che stasera ci sarà un'inaugurazione e l'avvocato Braken sia l'ospite principale!”
“Procuratevi quei biglietti. Dobbiamo esserci!” e riattaccò.


“Un'inaugurazione?”
“Si Castle. Vincent dovrà essere a quella serata e noi anche”
“Quindi stasera missione sotto copertura, giusto?” affermò lo scrittore eccitato.
“Non è un gioco, Castle. C'è in gioco la vita di Vincent!” lo richiamò Beckett, allontanandosi poi in direzione del procuratore.
Castle rimase a guardarla, mentre dentro di lui la gelosia cresceva. Alla fine decise di andare a farsi un caffè per calmarsi... magari una camomilla!
Ma non appena entrò nella sala relax, le porte dell'ascensore si aprirono e uscì Vincent Braken vestito nel suo miglior completo grigio, accompagnato da una cravatta a righe argentata. L'avvocato si diresse verso Kate sorridendole e fermandosi davanti a lei, a una distanza minima, molto minima per i gusti dello scrittore.
La rabbia dentro di lui aumentò ancora di più quando una ciocca di capelli ricadde sul viso di Kate e Vincent gliela mise dietro l'orecchio lasciandole una carezza. A quel punto Castle non si trattenne più e schiacciò nella mano il bicchiere del caffè. La sua azione non passò inosservata a Ryan ed Esposito che avevano assistito a tutta la scena.
“Ehi bro” lo chiamò Ryan.
Castle si risvegliò e si voltò verso di loro.
“Più in fretta risolviamo il caso, prima quel bell'imbusto ci lascerà in pace” disse Esposito mettendogli una mano sulla spalla. Castle annuì.
“Detective” li richiamò il procuratore “Stasera ci sarà l'inaugurazione e vi voglio tutti sul posto!” decretò l'uomo con voce autoritaria a tutti gli agenti.
“Si, signore!” risposero in coro, mentre Vincent annuiva sorridendo nella direzione di Beckett.
“Ci aspetta una lunga serata!” sussurrò Castle ai due, ricevendo come risposta degli sguardi sconsolati.


Il resto della giornata lo trascorsero concordando i vari appostamenti durate la serata e qualsiasi evenienza in caso di attacco. Per tutto il tempo Castle rimase sulla difensiva: nessuna battuta, niente interruzioni durante la riunione, se ne stava appoggiato al muro in fondo alla stanza e questo suo comportamento non sfuggi a Ryan ed Esposito, ne tanto meno a Kate.
La sera arrivò subito, e con essa anche la missione sotto copertura.
“Esci stasera?” domando Alexis entrando nella stanza di suo padre.
“Abbiamo una missione sotto copertura” disse lo scrittore senza guardarla intento a farsi il nodo alla cravatta.
“Papà, stai bene?” chiese la rossa, notando qualcosa di strano.
“Si, tesoro, perchè? … Maledetta cravatta!” imprecò Castle slacciando per l'ennesima volta la sua cravatta.
“Perchè non hai mai avuto problemi ad annodarti la cravatta” rispose la ragazza, che vedendo il padre slacciare ancora la cravatta, si avvicinò “Aspetta, lascia fare a me!”
“Grazie, piccola!”
“Mi dici cos'hai? Sei strano, da quando sei tornato non hai fatto nessuna battuta. Non starai crescendo tutta una volta?” gli chiese Alexis per sdrammatizzare, ricevendo solo uno sbuffo da parte del padre.
“E poi” continuò la ragazza “Eri sempre felice di poter fare missioni sotto copertura con Beckett!”
“Già, fino a quando non si è intromesso quell'altro!” commentò sussurrando Rick con una punta di durezza nella voce. Ciò nonostante il commento non passò inosservato alla figlia, che lo guardò con tenerezza.


“Alex, mi aiuteresti con la lampo?”
“Ulalla! Come siamo eleganti stasera! Dove vai di bello?” chiese con tono leggermente malizioso.
“Non farti film mentali! È solo una missione sotto copertura...”
“Con Castle!” concluse Alex.
Kate abbassò lo sguardo e quest'azione colpì non poco Alex.
“E' successo qualcosa con Castle?” chiese allora.
“Non lo so, oggi era strano. Sai com'è lui, fa sempre battute, scherza sempre, invece oggi era molto taciturno ed è stato sempre appoggiato al muro senza dire una parola. Non è da lui!”
“E ne hai parlato con il diretto interessato?”
“Si, e lui mi ha detto E' tutto apposto. Ma non è tutto apposto! Può convincere gli altri ma me no!”
“E allora va fino in fondo! Sei o non sei la miglior detective di New York?!” affermò il giovane. Kate scosse la testa, ma sorrise.
“Ciaoo!” e detto ciò chiuse la porta dietro di se.
Appena fu certo che sua madre se ne fosse andata, si diresse nella sua stanza e uscì lo smoking.
Una volta indossato uscì di casa e trovò i due amici ad aspettarlo in macchina.
“Pronti?” disse entrando.
“Pronti Alex!” ammisero i due in coro.
“Bene ragazzi, si va in scena!”




Angolo di Marix96:
Buonasera a tutte!
Rieccomi, con ritardo, con il 19° capitolo. Perdonatemi ancora una volta, ma un pò la scuola, un pò il computer che non collabora e un pò anche l'ispirazione che si è persa per strada -_- non sono riuscita a pubblicare prima. Chiedo umilmente perdono!
Il Capitolo, come vi sembra? Interessante? Molto concentrato sul nostro beniamino Castle e sulla sua gelosia! Una brutta bestia la gelosia :P E il suo comportamento non è passato inosservato ne ai Bro, ne soprattutto a Kate! Cosa farà la nostra detective?
E Alex e i suoi si sono imbucati all'inaugurazione: cosa succedera alla festa?
Restate con noi per saperlo xD
Ringrazio per le recensione avute fino ad adesso e come sempre un commento, anche piccolo piccolo, fa sempre piacere xD
Alla prossima!
Baci,
Marix96 :D



Spoiler! (Lo metto o non lo metto? Dai non sono così crudele!)

'Alla festa...

"Castle, tieni gli occhi aperti"

... la gelosia esplode...

"Certo che sono geloso, ma tu hai occhi solo per lui!"

... e la situazione precipita!

"Attenzione!" gridò mentre uno sparo squarciava il silenzio

Tutto questo nel prossimo capitolo di "Verità, amori e omicidi"'

 

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Capitolo 20
*** Attenzione! ***


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20. Attenzione!


La festa si svolgeva nella sala principale di un lussuoso hotel.
Appena Castle e Beckett entrarono, poterono subito notare, tra gli invitati, degli agenti sotto copertura agli angoli della sala e due uomini vestiti di nero con auricolare all'orecchio sinistro intorno a Vincent: i suoi bodyguard.
Beckett, riesci a sentirmi?” la voce di Esposito la raggiunse dall'auricolare nell'orecchio.
“Si Esposito, forte e chiaro. Novità all'esterno?”
Per ora tutto tranquillo!”
“Tenetemi aggiornata”
Una volta chiusa la conversazione, si girò per osservare la sala: era una stanza molto grande, con dei tavolini per il buffet sparsi ai lati e in fondo alla sala un palco con un podio. Il centro invece era rimasto vuoto per permettere di ballare.
“Castle, cerca di...” iniziò Kate girandosi verso lo scrittore, interrompendosi quando si accorse che l'attenzione di Castle era concentrata su altro.
'Sicuramente avrà visto una bella donna!' pensò la detective, sentendo lo stomaco contorcersi e voltando in quella direzione, ma ciò che vide la lasciò di stucco: Castle non stava squadrando una donna, ma Vincent, e il suo sguardo non era per niente amichevole.
'Non sarà..' pensò con espressione stupita, che si trasformò subito in un sorriso soddisfatto.
“Castle?” lo richiamò. Nessuna risposta da parte dello scrittore.
“Rick?” lo chiamò questa volta col suo nome, sperando in una reazione, che non si fece attendere. Infatti subito Castle si voltò verso di lei con espressione interrogativa.
“Cerca di stare attento. Se vedi movimenti sospetti, avvertimi. Dobbiamo proteggere Vincent” affermò la donna. Castle subito si rabbuiò e si voltò verso Vincent lanciandogli ancora un sguardo per niente amichevole, che non sfuggì a Kate.
“Mi spieghi una cosa? Perchè continui a guardare in cagnesco Vincent? Non sarai mica geloso?!” disse di getto la detective con un pizzico di ironia, pentendosene subito.
“Certo che sono geloso, ma tanto a te non importa, hai occhi solo per lui!” esclamò con durezza allontanandosi subito.
“Castle, aspetta!” cercò di fermarlo Kate, ma Rick sparì tra la gente al centro della sala.
'Stupida, stupida, stupida! Come fai a essere così stupida!' si disse tra sé e sé maledicendosi.


In quello stesso momento, all'entrata dell'hotel, Alex e i suoi amici stavano entrando.
“Ricordate il piano ragazzi?” chiese ancora il giovane Beckett.
“Entrare, dare un occhiata in giro e tenere sempre sott'occhio l'avvocato Braken!”
“E soprattutto non dare nel...”
“Alex, cosa ci fai qui?” chiese Esposito vedendo il ragazzo.
“Non dare nell'occhio, appunto!” sussurrò tra sé per poi rispondere al detective.
“Siamo stati inviatati alla festa!” affermò mostrando il biglietto, seguito poi da Kevin e Thomas “E voi?” chiese indicando anche Ryan.
Esposito si avvicinò e sussurrò “Sotto copertura!” i tre ragazzi annuirono.
“Noi andiamo zio, ciao!” e con un cenno della mano lo salutarono.
“Non dovevamo dare nell'occhio, vero?” chiese ironicamente Thomas.
“Poche battute di spirito, siamo qui per lavorare. Trovate il nostro uomo e non perdetelo mai di vista. Ci sentiamo tramite l'auricolare” e così dicendo i tre si divisero.


Kate era intenta a cercare Castle: doveva chiedergli scusa, si era comportata da stupida. Lo trovò fuori sulla terrazza appoggiato alla balaustra.
“Castle!” lo chiamò dolcemente.
“Cosa vuoi Beckett? Sei qui per ridere ancora su di me? In questo caso puoi andartene!” rispose con durezza lui.
“Sono qui per chiederti scusa”
Castle si voltò di scatto “Come?”
“Ho esagerato prima. Mi dispiace!” ammise abbassando il capo e avvicinandosi di un passo.
“No, scusami tu! Ho reagito male io per niente! In fondo dovrei essere abituato ai tuoi sarcasmi!” rispose lo scrittore più dolcemente questa volta.
Quando Kate alzò lo sguardo, incontrò quello colpevole di Rick che la guardava. Se non fosse stato per il suo autocontrollo, gli sarebbe saltata addosso in quel momento.
Rimasero a guardarsi per alcuni minuti, sarebbero rimasti li per ore se avessero voluto, ma una dolce melodia li distrasse: all'interno della sala era partita la canzone “A Thousand Years” di Christina Perri e molte coppie si stavano radunando al centro per ballare.
“Detective Beckett, posso avere l'onore di questo ballo?” chiese Castle con galanteria facendo un leggero inchino e allungando la mano. La detective all'iniziò indugiò, ma poi accettò la mano dello scrittore e la strinse.
“Signor Castle, sarà un immenso piacere!” rispose altrettanto la donna, dirigendosi poi verso la sala per ballare.


Mentre le coppie invitate ballavano, compresi Castle e Beckett, Alex, Kevin e Thomas giravano ai lati della sala in perlustrazione.
Trovato?” chiese Thomas.
Niente, tu?” rispose Kevin.
Niente. Capo trovato?” disse rivolgendosi ad Alex.
“Non anc... Bingo, è vicino al podio! Me la vedo io, voi restate nei paraggi!” affermò Alex avvicinandosi verso Vincent.
A pochi passi da lui però qualcosa lo distrasse: il movimento insolito di una tenda lo incuriosì. Quando però dietro questa vide una persona armata di fucile che mirava contro l'avvocato, capì al volo e si lanciò contro quest'ultimo.
“Attenzione!” gridò mentre uno sparo squarciava il silenzio avvolto dalla musica.




Angolo di Marix96:
Buonasera a tutteee!!
Rieccomi, e questa volta senza ritardo, con il ventesimo capitolo! Siamo già arrivati a venti??!! Non ci credo xD
Come vi è sembrato? Vi è piaciuto? I Caskett sono arrivati alla festa, e qui le cose precipitano... la gelosia esplode! Ma per una volta Kate mette da parte l'orgoglio e aggiusta le cose u.u
Intanto anche Alex e i due amici sono arrivati alla festa e hanno individuato Vincent, ma qualcosa non quadra: quel luccichio non promette nulla di buono, e neanche lo sparo successivo. Cosa sarà successo? Alex sarà riuscito a salvare Vincent? e soprattutto, saranno feriti?
Restate con noi per scoprirlo xD
Come sempre se volete lasciarmi un commento fatelo, sono sempre ben graditi!! xD

Alla prossima, spero molto presto
Baci,
Marix96 :D


Per la gioia di Tempie90 e forse anche di qualche altra vi lascio un altra cosa!
Spoiler:

'Dopo lo sparo...'

“Sta scappando! Dobbiamo fermarlo!”

'… si incontrano nuove persone...'

“Posso sapere il tuo nome?”
“Alex Beckett!”

'… e i dubbi si confermano!'

“Quindi è..”
“È lui!”

Al prossimo capitolo con “Verità, amori e omicidi”


 

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Capitolo 21
*** Scoperte ***


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21. Scoperte


Attenzione!” gridò mentre uno sparo squarciava il silenzio avvolto dalla musica.


Successe tutto in pochi istanti: nel buio un luccichio, uno sparo, un grido.
Alex si tuffò contro l'avvocato, spingendolo. Caddero entrambi a terra, ma per fortuna nessuno dei due rimase ferito.
Nello stesso momento, mentre le coppie aveva smesso di ballare e scappavano da una parte all'altra per mettersi al riparo, Castle e Beckett cercarono di arrivare vicino al podio.
“Sta scappando! Dobbiamo fermarlo!” gridò un agente vedendo un uomo con un cappuccio scappare via e cercando di inseguirlo. Ma la gente aveva paura e, scappando, aveva bloccato il passaggio ai poliziotti.
“Ragazzi!” disse all'auricolare.
Ci pensiamo noi, Alex!”
“Sta bene, signor Braken?” chiese Alex dopo essersi alzato e porgendo la mano a Vincent.
“Si, grazie!” rispose l'avvocato tirandosi su. In quel momento i loro sguardi si incontrarono ed entrambi ebbero un sussulto. Non sapevano spiegarselo, ma è come se si conoscevano già.
“Signor Braken, tutto bene? È ferito?” chiese un agente avvicinandosi.
“Tutto bene, tranquilli! Sto bene, grazie a questo ragazzo!” rispose indicando Alex. Il giovane sorrise “Grazie infine, se non fosse stato per te, a quest'ora non sarei qui!”
“Si figuri!”
“Credo di aver capito che mi conosci, sono l'avvocato Vincent Braken. Posso sapere il tuo nome, invece?”
“Alex Beckett!”
“Beckett?” chiese sbalordito Vincent. 'Non sarà..' un dubbio si materializzo nella sua mente.
“Vincent!” sentendosi chiamare, l'uomo si voltò. “Stai bene?”
“Sto bene, Kate. Grazie a questo ragazzo!” rispose voltandosi verso Alex.
“Alex, cosa ci fai qui?”
“Potrei farti la stessa domanda, mamma!” affermò il giovane. Beckett lo prese per un braccio e si allontanarono.
“Mi dici cosa fai? Come sei arrivato?”
“Con i biglietti! La famiglia di Kevin è stata invitata e lui ha voluto che ci fossimo anche noi!”
“E come sei arrivato a Vincent?” chiese la madre non trovando un nesso.
“Ho visto il luccichio del fucile e mi sono buttato, sono arrivato in tempo...”
“Per farti ammazzare! Pazzo! Ti rendi conto che hai rischiato di essere colpito da un fucile?!”
“Mamma sta tranquilla, non è successo niente!”
“Tu mi farai invecchiare tutta una volta!” esclamò Kate, facendo sorridere suo figlio che l'abbracciò.
Da lontano, due persone vedevano la scena con due espressioni diverse sul viso: Castle, con un espressione dolce nel vedere madre e figlio insieme; Vincent, con un espressione sbalordita sul volto.
'Non è possibile! Non può essere lui!'


“Fermati!” gridò Thomas mentre cercava di star dietro all'uomo.
L'uomo continuava a correre, per niente intenzionato ad fermarsi, e Thomas gli era dietro: doveva prenderlo.
Thomas, dove siete!”
“A est dell'hotel, gli sono dietro!”
Continua a seguirlo, io centro di sbarrargli la strada!”
“Sbrigati però, non resisterò ancora per molto!” disse mentre continuava a correre.
All'improvviso una macchina sbarrò loro la strada: l'uomo davanti a lui si bloccò di colpo e Thomas potè arrivargli da dietro e bloccarlo.
“Fine della corsa, amico!” disse spingendolo contro il cofano della macchina.
“Vediamo chi è!” disse Kevin uscendo dall'abitacolo.
Non appena gli tolsero il cappuccio, i due ragazzi sgranarono gli occhi.
“Tu?!”


Tornati al distretto, Beckett e l'avvocato Braken erano stati trascinati nell'ufficio dal procuratore per sapere la vicenda, mentre Castle e Alex furono costretti ad aspettare alle scrivanie.
“Non resisto, voglio entrare anch'io!”
“Calmati Castle! Non risolvi niente agitandoti!”
“Come faccio a stare calmo con quei due insieme!”
Alex alzò un sopracciglio sorpreso.
“Non sarai geloso?” chiese maliziosamente.
“Chi?.. Io? ...Stai scherzando? No!” rispose in preda al panico lo scrittore.
“Sembra il contrario!” disse con voce innocente il giovane.
Il trillo dell'ascensore li fece voltare.
“L'avete trovato?” chiese Rick ai due detective appena arrivati.
“No, amico! Nessuna traccia! È come se si fosse volatilizzato!” rispose Ryan.
“Maledizione!” imprecò Castle.
'Speriamo che almeno i ragazzi abbiano notizie..' pensò il giovane.


Non appena il procuratore uscì dalla stanza, Vincent si avvicinò a Kate.
“Hai un figlio!” disse.
“Si, ho un figlio!”
“Quanti anni ha?”
“19”
“Quindi è..”
“È lui!”
“Perchè non me lo hai detto?”
“Cosa avrei dovuto dirti? Sbaglio o mi hai lasciato proprio per questo?”
“Kate, eravamo ragazzini! Non me la sentivo!”
“E io non te ne ho mai fatto una colpa!”
“Ma non credi che avresti dovuto dirmelo! Dirmi che avevi tenuto il bambino!”
“A quale scopo? Tu avevi già deciso! Non volevi il bambino!”
“Ma ti avrei comunque aiutato! È pur sempre mio figlio!”
“Adesso ti importa di 'tuo figlio'?”
“Certo che mi importa! È mio figlio, maledizione! Avrei voluto esserci per lui!”
“Se volevi esserci, allora non mi avresti mai lasciato!”
“Kate..”
“No Vincent! Ormai il passato è passato! Non ho mai fatto mancare niente ad Alex, soprattutto un padre! E, secondo il mio parere, Alex non ha bisogno di suo padre!” e così uscì furibonda dalla stanza, attirando su di se gli sguardi di tutti. Poco più lontano, qualcuno aveva ascoltato accidentalmente la conversazione ed era rimasto a bocca aperta.


“Ci sei tu dietro l'attentato?” chiese Thomas.
“Voi non capite!”
Il ragazzo era seduto al centro della stanza e di fronte c'era Thomas seduto su una sedia, Kevin dietro di lui e Alex appoggiato al muro.
“Cosa non capiamo? Spiegamelo Ringo, perchè io non ci arrivo!”
“Ragazzi, quell'uomo è un criminale!”
“Lo sappiamo, infatti lui è il nostro uomo!” disse Kevin.
“Cosa? È lui il drago?” chiese voltandosi dietro di lui per guardare Kevin.
“Si Ringo, è lui! Ma lo vogliamo vivo, non morto!” intervenne Alex.
“Scusa capo, non avevo idea di chi fosse!”
“Per fortuna non è accaduto niente” affermò Thomas.
“Si, ma comunque la polizia è sulle tue tracce Ringo. Vogliono trovare l'attentatore!”
“Sei sicuro di non aver lasciato tracce che riportino a te?” chiese Kevin.
“Sicuro, ricordate che state parlando con un professionista!”
I tre risero, mentre il telefono del rifugio squillava.


“Pronto?”
“Signor Castle? Sono un amico di Roy Montgomery! Dobbiamo parlare!”





Angolo di Marix96:
Buonasera a tutte!! Come andiamo??
Ecco a voi il 21° capitolo, senza ritardo xD
Piaciuto? Capitolo molto interessantee.. e anche molto lungo... lo sparo per fortuna non ha colpito nessuno (dubitavate per caso u.u) ma allo stesso tempo ha fatto incontrare due persone: Alex e Vincent!!
Intanto Thomas e Kevin fermano l'attentore, che altri non è che uno di loro xD Castle è sempre colto dalla sua gelosia, che non sfugge ad Alex u.u
E alla fine... si scoprono nuove cose: Vincent è il padre di Alex!! Credo che con questa notizia qualcuno, Tempie90 e non solo forse, sia stramazzata al suolo u.u Lo sospettavate già?? Ma Vincent non è l'unico che ha saputo la verità...
E poi la telefonata finale.. voi già sapete di chi è vero!? :P Si, ma non sapete cosa succederà dopo u.u
Restate con noi per scoprirlo!

Come sempre, chiunque volesse commentare è libero di farlo, anche solo una riga xD
Baci,
Marix96 :D



Sicccome credo qualcuna non riesca ad aspettare il prossimo capitolo, vi do un piccolo indizio

Spoiler:


'Una strana telefonata...'

“Pronto?”
“Sono un amico di Roy Montgomery! Dobbiamo parlare!”


'… chiarirà alcune cose...'

“Roy Montgomery mi ha mandato una busta, conteneva delle informazioni sull'omicidio di Johanna Beckett”


'… e la squadra cresce!'

“Mi segua, Rick! Andiamo ad incontrare i rinforzi!”


Al prossimo capitolo con 'Verità, amori e omicidi'

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Capitolo 22
*** L'uomo misterioso ***


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22. L'uomo misterioso


I tre risero, mentre il telefono del rifugio squillava.
“Pronto?”
“Dragon?” parlò la voce al telefono.
“Chi parla?” chiese Alex sorpreso mettendo in vivavoce.
“Sono un amico di Roy Montgomery! Dobbiamo parlare!”
“Perchè mi sta chiamando? Cosa centro io con Roy Montgomery?”
“Non faccia l'ingenuo! So chi sei, Alex!” disse l'uomo al telefono.
“Che cosa sa su di me?” chiese Alex guardando i suoi amici.
“Ciò che c'è da sapere! Ma non l'ho chiamata per parlare di questo! Si tratta di Roy!”
“Mi dica!”
“Non per telefono! Incontriamoci”
Alex lanciò uno sguardo ai suoi compagni, che annuirono con la testa.
“Dove e quando!”


L'indomani Castle si svegliò molto presto: aveva un appuntamento importante a cui non sarebbe mai mancato.
La sera prima aveva ricevuto una telefonata, da un amico del capitano Montgomery. Quest'uomo aveva informazioni su Roy e su Kate e voleva incontrarlo. Si erano dati appuntamento per il pomeriggio del giorno dopo in un bar.
Arrivò al distretto, ma nella sua testa c'era sempre e solo quel pensiero: voleva scoprire queste informazioni per aiutare Kate, per continuare le sue indagini segrete sull'omicidio di Johanna e per arrivare al più presto al drago.
“Buongiorno Castle!” lo salutò Beckett non appena lo vide. Lui le sorrise di rimando.
“Tutto bene?” gli chiese la detective.
“Si, perchè me lo chiedi?”
“Sembri strano!” affermò Kate.
“No, sto bene! Ti sembro strano?” chiese lo scrittore.
“Si! Sei molto serio in questi giorni!”
“Probabilmente sto maturando!”
“Ecco che è tornato il bambino il 12 anni!” esclamò Beckett allontanandosi, non riuscendo però a trattenere un sorriso, che non sfuggi a Castle.
“Abbiamo novità riguardo ieri?” cambiò argomento Rick.
“Niente, hanno controllato nelle aree intorno all'hotel, nessuna traccia. E niente neanche in sala. Deve trattarsi di un professionista!”
“Questo complica molto le cose! Dove sono Ryan ed Esposito?” chiese Castle non vedendo i due amici.
“Sono appostati sotto l'ufficio di Vincent, in caso di nuovo attacco.” Castle annui.
“Il procuratore ha indetto una riunione, andiamo!” e insieme si diressero verso l'ufficio.


Nel pomeriggio Castle aveva l'appuntamento.
Alle 5 uscì dal distretto, inventando una scusa per i tre detective, e si diresse verso il bar in questione.
Entrando nel bar, vide che questo era poco affollato: luogo tranquillo, perfetto.
Ad un tavolino in fondo alla sala, Rick notò un signore distinto sulla sessantina che non smetteva di guardarlo: il suo uomo. Si avvicinò e si sedette.
“Buonasera, signor Castle!” fece quello.
“Buonasera!” rispose Castle.
“Sono Michael Smith, l'amico di Roy Montgomery!”
“Molto piacere, signor Smith!”
“L'ho chiamata perchè Roy Montgomery mi ha mandato una busta!”
“Una busta?” chiese lo scrittore sorpreso.
“Si, conteneva delle informazioni sull'omicidio di Johanna Beckett e su chi c'è dietro tutto questo!”
“Lei sa chi è il drago?”
“Dopo aver letto quelle carte, si!”
“Me lo dica!”
“Mi ascolti signor Castle, è un intoccabile, anche se le dicessi il nome, lei non potrebbe far niente!”
“E questi documenti che lei ha?”
“Purtroppo sono incompleti!”
“Allora che possiamo fare?” chiese Castle.
L'uomo controllò l'orologio, sorrise e si alzò.
“Dove sta andando?”
“Mi segua, Rick! Andiamo ad incontrare i rinforzi!”
Fuori dal locale, Smith si incamminò verso il retro, entrando in un vicolo. All'improvviso l'uomo si fermò.
“Perchè si è fermato?”
“Perchè dobbiamo aspettare!”
“Aspettare chi?” chiese lo scrittore al limite dello stupore.
I fari di una macchina lo accecarono, facendogli chiudere gli occhi per un istante; quando i fari si spensero, Rick tornò a guardare l'auto, da cui erano scese tre persone.
Appena Castle li riconobbe sgranò gli occhi.
“Dragon?”




Angolo di Marix96:
Salvee a tuttteee!!
Eccomi puntuale con l'aggiornamento del 22° capitolo! Potrei farci l'abitudine sapete :P
Non distraiamoci.... capitolo! Che ne pensate? Vi è piaciuto?
Credo che avevate già capito chi ha chiamato Castle e anche i ragazzi, no? Bhe, è Smith!
Il nostro scrittore una parte della storia l'ha scoperta, ma quando si è trovato faccia a faccia con Dragon, non ci ha capito più niente u.u Voi che dite? Cosa succede adesso? Dragon dovrà dare spiegazioni sul perchè è li! Verra smascherato? E sa si saprà, come reagirà Rick?
Restate con noi per scoprirlo!!

Come sempre, se volete lasciare una recensione, anche una sola riga, a me fa piacere xD

Stavo pensando..... che dite se da adesso in poi decidiamo un giorno in cui debba pubblicare la storia? Cosi non andiamo a 'coprire' l'aggiornamento di qualcun'altra xD Vi va bene il giovedì? Fatemi sapere xD Soprattutto se il giorno è già prenotato u.u

Mamma mia, come mi sono dilungata! Adesso vi lascio in pace!
A presto
baci,
Marix96 :D

 

Spoiler


'Dopo le presentazioni..'

“Cosa ci fanno loro qui?”
“La stessa cosa che fa lei”


'… si trovano accordi...'

“Ha parlato con loro?”
“Si e abbiamo fatto un patto!”


'… ma non vengono rispettati!'

“Credevi che saremmo rimasti con le mani in mano?”


Al prossimo capitolo con 'Verità, amori e omicidi'

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Capitolo 23
*** Il patto ***


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23. Il patto


Non appena i tre videro Castle, ebbero un sussulto.
'Cosa ci fa Castle qui?' si chiesero all'unisono nella mente.
“Ben arrivati!” li salutò Smith.
“Cosa ci fanno loro qui?” chiese Castle, che non ci stava capendo niente.
“La stessa cosa che fa lei qui, signor Castle!” rispose Smith schietto, lasciando interdetto lo scrittore.
“Seguitemi!” disse l'uomo avviandosi verso un magazzino, seguito dai quattro.
“Ora voglio spiegazioni!” disse lo scrittore rivolgendosi a Smith “Mi dice cosa centrano loro con Roy Montgomery?”
“Molto più di quanto pensa, signor Castle, non è vero Alex?” disse Smith rivolgendosi a Dragon. Il ladro alzò il braccio sinistro e si tolse la maschera, rivelando il suo volto.
Castle era scioccato “Alex?”
“Non dirlo a mia madre, Castle!”
“Allora eri tu!”
“Che significa 'allora eri tu'? Lo sapevi?” chiese Alex sorpreso non poco.
“Avevo dei sospetti, e a quanto vedo erano fondati!” rispose lo scrittore.
“Mi dispiace, ma devo interrompervi, avrete tempo dopo per chiarire. Ora devo parlare io, perchè non ho più molto tempo!” constatò Smith guardando l'orologio. I quattro gli prestarono attenzione.
“Come stavo già dicendo al signor Castle, Roy Montgomery mi ha inviato una busta. Conteneva delle informazioni sull'omicidio di Johanna Beckett e su chi c'è dietro.”
“Quindi anche lei sa chi c'è dietro!”
“Cosa significa 'anche lei'? Voi tre sapete chi è il drago?”
“Si Castle, lo sappiamo!” rispose Thomas.
“E che aspettate? Ditemelo!” affermò lo scrittore.
“È Vincent Braken!” disse Alex, ignorando i segnali di Smith di tener la bocca chiusa.
“Cosa?” dissero all'unisono Castle e Smith.
“Figlio di buona...” iniziò Castle.
“Aspettate un momento, perchè avete detto che il drago è Vincent Braken?”
“Perchè non è lui?” chiese Castle dopo essersi ripreso.
“No, non è lui!”
“Che cosa?” dissero i tre ragazzi in contemporanea.
“Come sarebbe a dire non è lui?”
“Proprio così, non è Vincent Braken il drago. Il drago è suo padre, William Braken”
“Il senatore?” disse Alex.
“Si, proprio lui.”
“Quindi l'avvocato è stato minacciato ingiustamente?” chiese Kevin.
“E ha anche rischiato di morire ingiustamente!” terminò Alex.
“Per fortuna che Ringo non lo ha ucciso!” esclamò Thomas.
“Chi è Ringo?” chiese lo scrittore.
“Tranquillo Castle, poi te lo presentiamo! Signor Smith, c'è altro?”
“Si, io ho parlato col drago!”
“Che cosa ha fatto? Ha parlato con loro?” disse Castle.
“Si, ho detto loro che siamo in possesso del dossier che può incriminarli, e abbiamo fatto un patto! Il dossier non verrà reso pubblico se loro lasceranno in pace la detective Beckett!”
“E hanno accettato?” chiese Kevin.
“Si, ma hanno posto una condizione! Nessuno deve indagare, né la detective Beckett, né nessun altro!” disse guardandoli.
I quattro deglutirono.
“Mi sono spiegato, dovete smettere di indagare, sia lei signor Castle, sia voi ragazzi! Loro vi controllano e sapranno sempre le vostre mosse!”
“Maledizione! E cosa pretende che facciamo? Che aspettiamo?”
“È l'unica cosa che possiamo fare! Purtroppo il dossier in mio possesso è incompleto, mancano dei documenti che sfortunatamente sono nell'ufficio del senatore.”
“Li recuperiamo noi!” affermarono i tre giovani.
“Voi non farete niente! Cosa non avete capito della frase 'Non indagare'? Non dovete agire, altrimenti la vita di tua madre sarà in pericolo, Alex”
“Per ora staremo al posto nostro!” disse Alex, arrendendosi.
“Perfetto. Io ora devo andare, ho i vostri numeri di telefono, quindi posso mettermi in contatto con voi. E una cosa: quest'incontro non c'è mai stato!” e così dicendo Smith uscì dal magazzino.
“Andiamo ragazzi! Castle, vieni!” disse Alex
“Dove andiamo?” chiese lo scrittore.
“Al rifugio”
Una volta arrivati, i quattro entrarono nella stanza. Ad aspettarli c'era Ringo. Mentre Thomas e Kevin si sedettero ai computer, Alex presentò Ringo a Castle.
“Lei è il famoso scrittore? Oh io adoro i suoi libri, sono fantastici!” disse Ringo stringendo la mano di Castle.
“Ti ringrazio!” disse Rick stringendola a sua volta.
“Ringo abbiamo delle notizie da darti!” affermò Alex.
“Cioè?”
“Vincent non è il drago!”
“Allora avresti dovuto lasciarmi ucciderlo!”
“Sono sicuro che lui non sia neanche l'uomo che stai cercando tu, bensì suo padre, il senatore. È lui il drago.”
“Alex, l'abbiamo trovato!” dissero Thomas e Kevin dai computer.
I tre si avvicinarono.
“Che cosa dice?”
“ATZ00. Sappiamo come è fatto. È un buon allarme, ma sappiamo disinnescarlo!”
“Che allarme è?” chiese Ringo.
“L'allarme dell'ufficio di Braken!”
“Avete intenzione di farlo?”
“Certo Castle, credevi che saremmo rimasti con le mani in mano?”




Angolo di Marix96:
Salve a tuttee!
Eccomi, come promesso, con il 23°capitolo xD
Che dite? Interessante? Direi moltoo...
Castle si è incontrato con Smith, a cui si sono aggiunti anche i tre giovani, e ora lo scrittore sa che Dragon è Alex!
Smith intanto scopre le carte, ha parlato con il drago e ha fatto un accordo: lasceranno in pace Kate a patto che nessuno indaghi! I quattro hanno accettato, ma siamo sicuri che lo rispetteranno?
Restate con noi per scoprirlo!

Come sempre le recensioni sono sempre ben gradite, anche una sola riga, per farmi sapere cosa ne pensate.

Stavo per dimenticare, si è deciso che da adesso, fino alla fine della storia, il giorno di pubblicazione sarà il giovedì xD E per quanto mi riguarda, credo che ci aspettano ancora moooolti giovedì :P

Alla prossima settimana
Baci,
Marix96 :D

 

Spoiler


'Patti non rispettati...'


“Hai fatto cosa?”
Castle, calmati!”



'… porteranno guai...'


“Dobbiamo assicurarci che nessuno abbia notato la nostra presenza ieri sera”



'… segreti verranno svelati...'


“Se non avessimo ascoltato quella conversazione...”



'… con il cuore in gola!'


“Alex!” lo richiamarono nel momento dell'esplosione.



Al prossimo capitolo di 'Verità, amori e omicidi'

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Capitolo 24
*** Guai ***


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24. Guai


Dal silenzio più totale, si levò il ronzio di una macchinetta.
Ecco, disinnescato! Puoi entrare capo!”
La grata del condotto di ventilazione sul soffitto fu rimossa, per permettere al ladro di entrare nell'ufficio.
Il giovane iniziò la sua ricerca: aprì cassetti, archivi, sollevò i quadri in cerca di una cassaforte nascosta, ma del dossier neanche l'ombra. Si diresse quindi alla scrivania al centro dell'ufficio e iniziò ad aprire tutti gli scomparti: primo cassetto pratiche, secondo cassetto registri, terzo cassetto... dossier! Eccolo!
Ma mentre stava per prenderlo, sentì dei passi fuori la porta che si avvicinavano all'ufficio. In fretta richiuse tutto e risalì nel condotto, proprio nel momento in cui la porta si aprì.
“Papà, sei qui?” chiese entrando Vincent. Alex guardava attraverso la grata.
“Dimmi Vincent!” disse il senatore spuntando alle sue spalle. Appena Alex lo vide, una rabbia incontrollabile iniziò a crescere dentro di lui. Aveva voglia di scendere e di dargli una bella lezione, ma sarebbe stato da pazzi e quindi, girandosi, ripercorse il condotto per uscire. Ma per sua sfortuna, il suo movimento era stato notato da qualcuno.


“Hai fatto cosa?” chiese Castle al telefono.
Castle, calmati!” rispose il giovane dall'apparecchio.
“Calmarmi, come faccio a calmarmi? Mi stai dicendo che sei quasi stato scoperto!”
“Chi è stato scoperto?” chiese Beckett arrivandogli alle spalle. Castle trasalì a sentire la voce della sua musa, e Alex con lui dal telefono.
“Con chi stai parlando?” chiese ancora Kate.
“Con nessuno!”
“Chi è stato scoperto, Castle?”
“Nessuno, hai capito male!”
“Castle!”
“No, sto parlando con un mio amico che mi ha detto... che si è raffreddato perchè ha dormito scoperto... e con la finestra aperta! È questo!”
Per qualche motivo, Kate sembrò crederci e si allontanò verso la sua scrivania.
Castle tirò un sospiro di sollievo, mentre Alex scoppio a ridere dall'altra parte.
“Non è divertente, Alex!”
Mi ha fatto morire! Un tuo amico si è raffreddato perchè ha dormito scoperto?”
“È la prima cosa che mi è venuta in mente! Ma non cambiare discorso, piuttosto dimmi, ti hanno scoperto?”
No, per fortuna no!”
“Meno male! E il dossier?”
Ancora in mano loro!”
“Quindi un buco nell'acqua”
Purtroppo si!”
“Castle, abbiamo novità! Vieni?” lo richiamò Beckett.
“Si arrivo! Io vado, tienimi aggiornato!” concluse chiudendo la chiamata.
Va bene!” disse il giovane facendo lo stesso.


“Ragazzi, allora?” chiese avvicinandosi.
“Nessuna traccia che faccia pensare che tu sia stato in quell'ufficio!” rispose Thomas al computer.
“Perfetto, purtroppo devo tornarci!”
“Non puoi farlo subito, Alex!” intervenne Kevin.
“Non posso aspettare ancora! Ho fatto passare una settimana dall'incontro con Smith per fare il colpo purché lui non venisse a saperlo! Ma non possiamo aspettare in eterno. Voi non immaginate che rabbia quando ieri sera ho visto Braken...”
“Sappiamo come ti senti Alex! Vogliamo anche noi che quel verme marcisca in prigione, ma per il momento non possiamo rischiare ulteriormente!” disse Kevin.
“Dobbiamo assicurarci che nessuno abbia notato la nostra presenza ieri sera, altrimenti saranno guai!” esclamò Thomas.
Non poteva immaginare quanto avesse ragione!


Nel pomeriggio, dopo aver chiuso il caso, al distretto era tornata la calma.
I tre detective erano seduti alle loro scrivanie a compilare rapporti, mentre Castle faceva la spola tra la sala relax e la sua sedia.
“Javi!” lo richiamò Ryan in silenzio girandosi.
“Cosa c'è?” rispose l'ispanico.
“Pensi che... dovremmo chiederglielo?” fece Ryan.
“Se non ce l'ha detto prima, significa che non vuole parlarne!” rispose Esposito.
“O magari non ne ha mai avuto l'occasione, noi non glielo abbiamo mai chiesto!” ribatte Ryan.
“Se non avessimo ascoltato quella conversazione... saremmo ancora all'oscuro di tutto!”
“Che dici di fare?” chiese l'irlandese.


“Cosa c'è ragazzi, perchè mi avete chiamato?”
“Beckett, dobbiamo parlarti!”
I due detective avevano chiamato Kate nella saletta relax per parlare, dove Castle stava bevendo un caffè.
“Cosa succede?” chiese con una lieve nota di allarme nella voce.
“L'altro giorno...” iniziò l'irlandese “Dopo aver concluso la riunione con il procuratore, sei rimasta nell'ufficio con l'avvocato Braken.... io e Javi stavamo venendo per chiederti cosa sarebbe successo a quel punto, ma abbiamo trovato la porta socchiusa e....”
“Che cosa stai cercando di dirmi Kevin?” chiese la detective.
“Abbiamo sentito, Kate! L'abbiamo sentito!” terminò Esposito, lasciando esterrefatta Beckett che sgranò gli occhi dopo aver capito di cosa i due parlavano.
“Voi..” iniziò con voce tremante Kate.
“Si!” risposero i due.
“Potete condividere con il resto della classe se non vi dispiace?” si intromise Castle, che non ci stava capendo nulla.


“Io torno a casa, se ci sono novità avvertitemi!” disse Alex avviandosi verso la porta.
“Va bene!” lo saluto Thomas, mentre Kevin rispondeva al telefono.
“Pronto?” disse mettendo in vivavoce.
Avevamo un accordo, non dovevate intromettervi più, ora il vostro amico farà un viaggio di sola andata verso il paradiso!” e riattaccò.
I due si guardarono terrorizzati.
Viaggio di sola andata... l'auto!
“Alex!” lo richiamarono aprendo la porta, proprio nel momento in cui un esplosione illuminava il vialetto della casa.





Angolo di Marix96:
Salve a tutte!!
Eccomi, come promesso, con il 24° capitolo!!
Bello, vero? Si comincia a entrare nel vivo della situazione.
Disubbidendo a Smith, Alex è entrato nell'ufficio di Braken per recuperare il dossier, senza successo purtroppo! Ma qualcuno l''ha visto... e ora sono guai!
Intanto scopriamo che sono stati Ryan ed Esposito ad ascoltare la conversazione tra Kate e Vincent, ma sono indecisi se chiedere spiegazioni o meno... e alla fine decidono di parlare, lasciando Kate di stucco e Castle... più confuso che mai!
Che succederà adesso? Kate racconterà la verità? E soprattutto, cosa succederà dopo l'esplosione finale?
Tempie90 ti prego non mi uccidere u.u dovevo u.u

Recensioni sempre ben gradite, anche piccoline ine ine :P

A giovedì prossimo!
Baci,
Marix96 :D
 

Spoiler

'Guai...'

“ALEX!” lo richiamarono a gran voce


'… scampati...'

“Ti è andata bene!”
“Gia!”


'… verità...'

“Devi dirglielo Kate!”


'… appena svelate!'

“Devo dirti una cosa, Alex!”


Al prossimo capitolo con 'Verità, amori e omicidi'

 

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Capitolo 25
*** Prime verità ***


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25. Prime verità


Alex!” lo richiamarono aprendo la porta, proprio nel momento in cui un esplosione illuminava il vialetto della casa.


I due corsero fuori spaventati, vedendo davanti a loro una scena terrificante: l'auto di Alex completamente avvolta dalle fiamme.
“ALEX!” lo richiamarono a gran voce, avvicinandosi ancora l'auto, ma questa era troppo malridotta per poter vedere qualcosa.
“Non lo vedo dentro!” disse Thomas preoccupato.
“Ragazzi!” si sentirono chiamare da dietro. I due si voltarono velocemente, distendendo poi il volto in un sospiro di sollievo.
“Stai bene, grazie a dio!” constatò Kevin.
“Appena in tempo! Sarei potuto saltare insieme alla macchina!”
“Come hai fatto?” chiese Thomas.
“Quando mi sono avvicinato all'auto, ho visto una spia rossa lampeggiare all'interno. Mi sono insospettito e stavo tornando indietro per chiedervi se era opera vostra, quando l'auto è esplosa. Per fortuna ero abbastanza lontano e ho solo qualche graffio!”
“Ti è andata bene!” affermò Kevin.
“Gia!” rispose il giovane.
“È stato lui!” disse Thomas.
“L'avevo immaginato! Sa che siamo stati nell'ufficio!”
“Sarà molto difficile tornarci!” concluse Kevin, mentre Alex si girava nella direzione della sua macchina, ormai distrutta.
“Te la farò pagare, è una promessa!”


“Potete condividere con il resto della classe se non vi dispiace?” si intromise Castle, che non ci stava capendo nulla.
Kate stava guardando il pavimento, indecisa se parlare o negate tutto, mentre Ryan e Esposito continuavano a guardarla con sguardo colpevole.
'A questo punto negare non servirebbe a nulla..' pensò la detective mentre alzava il volto.
“Tutto è iniziato quando avevo 16 anni..” iniziò la detective, sorprendendo i tre, “A quel tempo uscivo con un ragazzo, andava tutto bene finché, accidentalmente, sono rimasta incinta...” si fermò un attimo per riprendere fiato, e cercando di trattenere le lacrime, non si sarebbe fatta vedere debole davanti a loro.
“Lui non voleva il bambino e spaventato, mi ha lasciata. In un primo momento non lo volevo neanch'io, ero troppo giovane per avere un figlio e per di più ero sola, ma poi, leggendo un libro, ho capito l'importanza di quella vita che stava crescendo dentro di me e quindi ho deciso che l'avrei tenuto.” disse alzando lo sguardo in direzione di Castle, sperando che lui capisse la tacita confessione che stava facendo. “Non mi sono mai pentita di quella scelta!” concluse con un lieve sorriso, pensando al figlio meraviglioso che aveva.
“Perchè ci stai dicendo questo?” le chiese dolcemente Rick.
“Perchè Ryan ed Esposito mi hanno sentito mentre lo dicevo al padre!” affermò tutto d'un fiato.
Castle sgranò gli occhi “Cosa? Stai dicendo che..”
“Che Vincent è il padre di Alex!”
Castle era scioccato: il figlio del loro nemico non è altri che il padre di Alex.
“Alex lo sa?” chiese lo scrittore.
“No, non ha mai voluto sapere chi fosse suo padre, lo reputava un codardo, perchè mi ha lasciato quando avevo più bisogno di lui!”
“Ma adesso devi dirglielo Kate! Non vorrai che lo faccia prima Braken!” si intromise Esposito.
“Javi ha ragione, devi dirglielo!”


“Alex, che scusa troverai con tua madre per l'auto?” sputò fuori Kevin.
“Le dirò che me l'hanno rubata, lo parcheggiata in un quartiere malfamato e non l'ho più ritrovata”
“E ci crederà? In qualità di poliziotto ti farà fare una denuncia per furto!”
“Tranquilli, me la vedrò io! Intanto voi con prudenza, continuate a lavorare!”
“Non sarebbe meglio se per un po' ci fermiamo, almeno per far calmare le acque!” propose Thomas.
“Thomas ha ragione, almeno per qualche giorno! Loro sanno tutti i nostri movimenti e sanno anche dove è il rifugio!” si accodò Kevin.
“Avete ragione! Per un po' è meglio far sparire Dragon dalla circolazione!”


Tornato a casa, trovò sua madre sul divano mentre leggeva.
“Ben tornato!”
“Ciao mamma!” le disse avvicinandosi e baciandole la fronte.
“Hai mangiato?”
“Si tranquilla, e tu?” chiese sedendosi sul divano insieme a lei. Kate annuì.
“Stai bene? È successo qualcosa?” le chiese il figlio, capendola al primo sguardo.
“Tu sai leggermi dentro meglio di chiunque altro!”
“Che cosa è successo, mamma?”
“Devo dirti una cosa, Alex!”
Il giovane la guardò con sguardo interrogativo.
"È il momento che tu sappia chi è tuo padre!”
“Mamma, ne abbiamo già parlato! Non voglio sapere chi è mio padre, non voglio sapere chi è stato ad abbandonarti incinta.” disse il giovane contrario alzandosi.
“Tu non sai tutta la verità! Lui non sapeva che avevo tenuto il bambino! Non sapeva della tua esistenza!” ribatte Kate.
“E questo cosa cambia?” chiese voltandosi di spalle.
“Cambia il fatto che adesso lo sa!”
Alex si girò di scatto e la guardò sorpresa “Come?”
“È rientrato da poco nelle nostre vite!”
Alex era ancora più confuso: aveva due nomi nella sua testa, ma non voleva sapere chi dei due fosse il padre.
“È Vincent!” affermò Kate, spiazzando il figlio che sgranò gli occhi per la sorpresa.





Angolo di Marix96:
Buonaseraaaa a tutte!!
Eccomi con il 25° capitolo
Che ve ne pare??
L'esplosione ha coinvolto la macchina di Alex, ma solo questa, il nostro amico sta bene (dubitavate forse u.u)
Intanto Kate decide di raccontare tutto riguardo la nascita di Alex!! E Castle apprende che il giovane non è altri... che il nipote del drago! Bel casino, no??
E alla fine Kate decide di raccontare la verità anche ad Alex! Ora... come reagirà il giovane??
Restate con noi per scoprirlo!! xD

Come al solito, una piccola recensione è sempre gradita xD

A giovedì prossimo
Baci,
Marix96 :D



Spoiler

'Conseguenze disastrose...'

“No, mamma. Non ci sto!” disse arrabbiato sbattendo la porta alle sue spalle.


'... aiuti improvvisi...'

“Mi spiace papà, ma non posso obbedirti!”


'... novità appena apprese...'

“Perchè la sua macchina è saltata in aria”


'... e incontri del tutto inaspettati!'

“Sapevo di trovarti qui!”

Tutto questo nel prossimo capitolo di 'Verità, amori e omicidi'


 

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Capitolo 26
*** Conseguenze ***


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26. Conseguenze


“Non è possibile!” sussurrò il giovane.
“Alex..” lo richiamò la donna, ma il giovane non la sentì, era come entrato in trance. Nella sua mente si affollavano mille pensieri: aveva saputo chi era suo padre, e aveva anche creduto per un momento che fosse il drago, ma a essere il drago non era suo padre, ma... suo nonno!
'Sono nipote del drago!' pensò alzando di colpo la testa.
“Alex?” lo richiamò ancora Beckett, questa volta con preoccupazione. Il giovane la guardò e Kate potè vedere nei suoi occhi tutte le emozioni contrastanti che provava in quel momento, dalla sorpresa alla tristezza, fino alla rabbia.
“Perchè?” chiese soltanto.
“Dovresti chiederlo a lui!”
“Non lo farò! Non ho mai avuto bisogno di un padre, men che mai adesso, quindi dovrà essere lui a venire!”
“Perchè sei così arrabbiato?”
“Perchè sei... me lo chiedi anche?! Ti ha abbandonata quando avevi più bisogno di lui, non si fa così, mamma!” quasi gridò il giovane, ormai la rabbia repressa per anni stava venendo fuori.
“Lui non sapeva, Alex! Non avrebbe mai immaginato che avrei potuto tenerti anche da sola!”
“Non avrebbe dovuto comunque, non ha giustificazione quello che ha fatto!”
“Non essere duro! È pur sempre tuo padre!”
“Ah e ora che sa vuole fare il papà? No, mamma. Non ci sto!” disse arrabbiato dirigendosi verso la porta.
“Alex!” lo richiamò cercando di fermarlo, ma il giovane uscì di casa sbattendo la porta alle sue spalle.


Era da poco rientrato in casa, dopo un caso difficile, e stremato, si era buttato sul divano. Volava riposare, ma quella notizia di certo non giovava.
'Alex è figlio di Vincent Braken' continuava a ripetersi Castle. Ancora non riusciva a crederci, Alex era figlio.... nipote del loro peggiore nemico.
Era talmente assorto nei suoi pensieri che non senti la ragazza avvicinarsi al divano.
“Papà?” solo quando lo chiamò Castle si voltò di scatto.
“Scusami, non volevo spaventarti!” si giustificò la rossa.
“No, tranquilla, sono io che non ti avevo sentito, ero sovrappensiero!”
“Avete risolto il caso?”
“Si, è stata dura ma ce l'abbiamo fatta!” disse lo scrittore, continuando però a guardare nel vuoto davanti a sé.
“Papà, a che pensi? Sei distratto!”
“È che...” ma fu interrotto dal telefono.
“Pronto?”
Rick” un sussurro provenì dall'altro capo del telefono.
“Kate, che succede? Perchè piangi?”
Glielo detto!”
“Ma Alex l'ha presa male, vero?” chiese lo scrittore. Alexis sentendo il nome del ragazzo, si avvicinò ancora di più al divano.
Si, si è arrabbiato ed è uscito furioso sbattendo la porta. Non mi risponde al telefono, sono preoccupata, lo sto cercando ma non so dove trovarlo, in quello stato è imprevedibile!” disse con voce spezzata.
“Ti raggiungo subito!”
“Papà che succede? Cosa è successo ad Alex?” chiese Alexis anche lei molto preoccupata.
“Ha saputo la verità su suo padre, ma non l'ha presa bene!” disse mentre si avviava verso la porta.
Alexis si portò una mano alla bocca “Oddio!”
“Io aiuto Kate a cercarlo, tu non muoverti di qui. Ti chiamo dopo!” e così dicendo uscì dal loft.
“Mi spiace papà, ma non posso obbedirti!” e prendendo il cappotto usci di casa.


“Dove può essere andato?” chiese Castle scendendo dalla macchina.
“Non ne ho idea Castle, ho chiamato sia Kevin che Thomas, ma non sanno niente. Non so dove cercarlo!” disse Kate andandogli incontro.
Si trovavano qualche isolato dopo il loft dello scrittore.
“Ci sarà pur un posto a cui lui tenga, un posto in cui si rifugerebbe in situazioni come queste!”
“Se c'è, io non lo conosco!”
“Dividiamoci, avremo più fortuna nel trovarlo!”


'Dove può essere andato?' si chiese Alexis mentre correva.
“Maledizione Alex, rispondi!” disse mentre per l'ennesima volta scattava la segreteria.
Dove ti sei cacciato?
Ti ho cercato ovunque!
Dove sei?
All'improvviso un'idea le balzò per la testa.
“È assurdo, ma tanto vale tentare!” disse mentre fermava un taxi.


“Ragazzi, non sapete un luogo dove possa essere andato?”
“No, Castle. Non ne abbiamo proprio la più pallida idea!”
Castle si era diretto al rifugio, sperando di trovarlo li, ma invece aveva trovato solo Thomas e Kevin.
“Non potete rintracciare la sua macchina?”
I due ragazzi si guardarono “Non possiamo!” disse Thomas.
“Per quale motivo?”
“Perchè Alex non ha preso la macchina!” rispose questa volta Kevin.
“Come lo sapete?”
“Perchè la sua macchina è saltata in aria”
Castle sgranò gli occhi “Che cosa? Come sarebbe a dire saltata in aria? Come è successo?”
I due lo guardarono solamente, sperando che lui capisse.
“Non è possibile! Sa che è stato nell'ufficio! Ma come ha fatto?”
“Non lo sappiamo, ma sanno dov'è il rifugio e hanno quasi ucciso Alex!” disse Kevin, omettendo la parte della telefonata.
“La cosa si complica, ancora di più adesso che Alex sa la verità!”


Attraversò il vialetto di corsa; sperava di trovarlo li.
E infatti, più si avvicinava, più distingueva nel buio la sagoma di una persona seduta vicino la roccia.
“Sapevo di trovarti qui!” disse la rossa incrociando il suo sguardo con quello del ragazzo.





Angolo di Marix96:
Buonasera a tutte!!!
Ecco il 26° capitolo xD
Che dite? Bello?
Ecco come ha reagito Alex alla verità: si è arrabbiato, e anche parecchio u.u
Kate, disperata, chiama Castle che è sempre pronto ad aiutarla *_* ma prima dice la verità anche ad Alexis, che è ritornata magicamente nella storia xD e la nostra rossa disubbidendo a suo padre, si metterà alla ricerca di Alex! Lo avrà trovato??
Restate con noi per scoprirlo!!
Una piccola recensione è sempre ben gradita xD
Alla prossima
Baci,
Marix96 :D


P.S Niente spoiler questa volta perchè.... perchè il capitolo non esiste ancora...

Vi prego non linciatemi!! Sto facendo il possibile per scriverlo, il tempo in questo periodo mi è nemico u.u

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Capitolo 27
*** Confessioni ***


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27. Confessioni


Sapevo di trovarti qui!” disse la rossa incrociando il suo sguardo con quello del ragazzo.


La ragazza si avvicinò ancora e si inginocchiò vicino al giovane.
“Come sapevi che ero qui?” chiese guardandola.
“Tua madre ha chiamato preoccupata dicendo che non riusciva a trovarti da nessuna parte e mio padre è uscito di volata dal loft! Facendo due più due ho dedotto che il luogo dove potevi rifugiarti sarebbe stato insieme al capitano Montgomery!” affermò la rossa concludendo il suo ragionamento.
“Complimenti! L'influenza di mia madre ha dato i suoi frutti!” disse strappandole una risata.
“Mio padre me lo ha detto!”
“Quindi anche tu sai di mio padre, Vincent Braken!” disse guardando nel vuoto.
La ragazza sgranò gli occhi “Cosa? Mio padre mi aveva detto che adesso sapevi di tuo padre ma non mi ha detto chi fosse! Vincent Braken, l'avvocato che stavano proteggendo?”
“Proprio lui!”
“Non me lo sarei mai aspettata!”
“A chi lo dici! Ho sempre pensato che mio padre vivesse in un altro paese, forse anche dall'altro capo del mondo, e invece l'ho sempre avuto sotto il naso!”
“Non devi colpevolizzarti, non è colpa tua!”
“Invece si! Se mia madre non fosse rimasta incinta, loro....”
“Loro sarebbero rimasti insieme, ma tu non esisteresti e non saresti la persona meravigliosa che sei!” lo interruppe la rossa, guardandolo negli occhi.
Alex rimase sorpreso: le aveva per caso letto nel pensiero, perchè aveva concluso la frase con le stesse parole.
“Mi rubi anche le parole adesso?” disse cercando di sdrammatizzare.
La ragazza lo guardò con sguardo interrogativo.
“Hai terminato la frase come avrei voluto terminarla io, tralasciando però la parte della persona meravigliosa. Quella è un'assurdità!”
“Non è assolutamente vero!” lo riprese lei.
“Andiamo Alexis, ci sono persone decisamente meglio di me!”
“Non credo che esistano persone che, pur essendo bambini, si comportano da adulti responsabili; che esistano ragazzi che si prendono cura della propria madre come se fosse una figlia, che fanno ciò che fai tu, Alex!”
Mentre l'ascoltava, Alex provava una sensazione di pace, un calore interiore che non aveva mai provato prima: era come se tutto quello che era successo fosse scomparso lasciando il posto solo a loro due.
'È questo l'amore, questa sensazione che sto provando adesso per lei?' pensava.
Di colpo, Alexis si alzò, facendo risvegliare Alex dalla sua trance.
“Che succede?” chiese.
“Vieni!” disse porgendogli la mano.
“Dove?”
“Andiamo a casa, Alex. Non puoi restare qui tutta la notte!”
“A casa mia non torno, devo schiarirmi le idee prima. Tu va, io resterò qui!”
“Allora resto anche io!” disse, spiazzandolo.
“No, non ti permetterò di restare qui!”
“Se resti tu, resto anche io!”
“E allora andiamo tutti e due!” disse il giovane afferrandole la mano e tirandosi su.
“Ci sono riuscita!” disse compiaciuta.
“Era un trucco?” chiese esterrefatto.
La ragazza scoppiò a ridere “Dovresti vedere la tua faccia!”
“Ah si?” disse afferrandola e iniziando a farle il solletico.
“No, ti prego, basta, basta. Ti prego!” disse tra le risate cercando di liberarsi.
“Scusami, scusami!” disse ancora e Alex si fermò.
Quando la ragazza si girò, si ritrovò a pochi centimetri da Alex e entrambi smisero di ridere.
“Grazie” iniziò il giovane “ne avevo bisogno!”
“Always!” disse la rossa sorridendo, uno di quei sorridi a cui non si può resistere.
E infatti Alex, di impulso, posò le sue labbra su quelle della giovane.
Quando si staccarono, si guardarono a lungo negli occhi.
“Scusami, è stato un impulso!” disse il giovane facendo un passo indietro, ma la ragazza lo fermò.
“E chi ti ha detto che devi scusarti?” chiese sorridendo, provocando un sorriso anche al giovane.
L'attimo dopo le loro labbra erano di nuovo unite.


“Allora Castle, l'hai trovato?” chiese Beckett correndogli incontro.
“No Kate. Ho cercato un po' ovunque per le strade, ma niente!” disse fermandosi davanti a lei.
“Oddio Rick, sono così preoccupata! Se dovesse succedergli qualcosa...”
“Ehi, ascoltami!” la riprese prendendola delicatamente per le spalle “Alex non è un'incosciente, è un ragazzo responsabile e non farà pazzie. È solo arrabbiato e ha bisogno di tempo per calmarsi!”
D'istinto Kate si strinse a Castle, lasciandosi abbracciare e scoppiando a piangere. Rick l'avvolse nel suo abbraccio, posandole il mento sulla testa e muovendo la mano sulla sua schiena per farla calmare. Non sapeva spiegarselo, ma tra le sue braccia, lei si sentiva protetta.
Dopo alcuni minuti, i singhiozzi di Kate cessarono e Rick allentò il suo abbraccio per poterla guardare.
“Va meglio?” le chiese con premura. Kate annui, incapace di proferir parola. Non riusciva a spiegarsi come avesse potuto perdere così il controllo e scoppiare a piangere tra le sue braccia!
Ma i bei momenti vengono sempre interrotti, e questo non è di certo una caso isolato. Infatti il cellulare di Castle costrinse i due a sciogliere definitamente l'abbraccio. Kate avvertì subito un senso di vuoto dentro di sè.
“È Alex!” disse guardando prima il display, poi la donna.
“Rispondi e metti il vivavoce!”
“Alex!” lo chiamò rispondendo.
Papà, sono io!”
I due si guardarono sgranando gli occhi sorpresi.
“Alexis? E tu come hai il telefono di Alex?”
Siamo insieme, papà!”






Angolo di Marix96:
Buonaseraa a tutte!
Sono tornata xD con molto ritardo, ma rieccomi! Perdonatemi ma ho avuto un marea di cose da fare e pochissimo tempo per scrivere :(
Senza perdere troppo tempo, passiamo ai commenti
Che ve ne pare? Mi sono fatta perdonare del ritardo?
I piccoli Caskett hanno fatto in fretta, a differenza dei loro genitori!
Alexis ha trovato Alex... alla tomba di Montgomery. La ragazza è riuscita a farlo ragionare e.... a farlo cedere all'amore *_* Inutile dirvi che la scena del bacio è stata la prima cosa che ho scritto, poi il resto a ritroso u.u
Ma intanto ache i Caskett si danno da fare. Facciamo passi avanti, eh Kate! Si lascia abbracciare da Rick e scoppia addirittura a piangere u.u promette bene xD
La telefonata li ha spiazzati però: cosa ci fa Alexis con Alex? e cosa farà Castle quando si renderà conto che la figlia non l'ha ascoltato?
Restate con noi per scoprirlo!

Una recensione, per commentare o per minacciare, come fa Tempie90, è sempre ben accetta xD

Alla prossima, non so quando però :P
Baci,
Marix96 :D

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Capitolo 28
*** Ho bisogno di riflettere ***


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28. Ho bisogno di riflettere


"Come sarebbe a dire state insieme? Alex e' venuto a casa?" chiese Castle guardando verso Kate.
"No, sono io che ho trovato lui!" disse Alexis sorridendo.
"Sei uscita? Non ti avevo detto per caso di restare a casa!?" affermo Castle al telefono.
"Lo so, mi dispiace, ma ero preoccupata!" cerco' di giustificarsi la rossa.
"Parleremo dopo di questo, adesso passami Alex!" disse più calmo lo scrittore.
La ragazza lo guardo', cercando un suo consenso, e quando il giovane annui con il capo, gli passo il telefono.
"Dimmi Castle!"
"Si può sapere dove diavolo eri finito?! Ti abbiamo cercato ovunque!" disse Rick.
"Evidentemente non avete cercato bene!"
"Non fare lo spiritoso! Piuttosto dove sei adesso?"
"Mi dispiace, ma non posso dirtelo"
"Alex..."
"No ascoltami Castle, so che mia madre ti ha detto tutto, e so che in questo momento e' con te, dille che non sono arrabbiato, sono solo confuso e ho bisogno di tempo per stare da solo, per riflettere e capire cosa fare. non tornerò a casa questa sera, ho bisogno di pensare... e non preoccuparti, Alexis te la riporto subito a casa!" concluse.
"Occhio a quel che fai!" disse lo scrittore riferendosi alla figlia.
"Ciao Castle, e grazie" concluse il giovane riattaccando.
Rick guardo' il telefono ormai spento, ripensando al grazie di Alex.
'Chissà a cosa si riferiva..' penso' quando il suono di un messaggio lo interruppe.
<< Stalle vicino, ha bisogno di te >>
Sul suo volto comparve un leggero sorriso, aveva capito a cosa si riferiva!


Appena conclusa la chiamata, mando un veloce messaggio.
Una volta finito, rimise il telefono in tasca e si voltò verso la ragazza con un sorriso, che scomparve subito.
Alexis lo guardava con faccia arrabbiata e le mani sui fianchi.
"Che succede?" chiese spaventato.
"Cosa significa 'Alexis te la riporto subito a casa'? chiese infuriata.
"Significa che adesso ti riporto a casa prima che tuo padre mi strozzi!"
"No, io resto con te!" ribatte la giovane.
"No Al, tu adesso torni a casa!" controbatte il ragazzo.
"Ma io voglio restare con te!" disse la rossa avvicinandosi.
"Ascoltami" iniziò il ragazzo prendendole le mani "Adesso tu torni a casa, io andrò a casa di Kevin per questa notte, non puoi restare con me, anche perchè poi tuo padre potrebbe farmi molto male. E inoltre devo chiederti un favore. Devi tranquillizzare mia madre, sono sicuro che Castle la porterà a casa vostra per stanotte"
"Ma tu promettimi che non farai niente di stupido!" disse la ragazza arrendendosi.
"Promesso!" disse facendole l'occhiolino e sorridendo.
"E sia ben chiaro, questo sorriso da adesso in poi sarà solo mio!" disse minacciandolo mettendogli le braccia dietro il collo.
"Uhh, siamo gelose signorina?" chiese avvicinandola per la vita e stringendola a se'.
"Non sai quanto!" disse baciandolo, labbra contro labbra.
"Andiamo, ti accompagno a casa" disse prendendole la mano e uscendo dal cimitero.


Come previsto da Alex, Kate quella notte si fermo' a casa Castle.
Non appena erano arrivati, Kate aveva voluto sapere come aveva trovato Alex. La ragazza raccontò tutto, dove lo aveva trovato, il ragionamento che aveva fatto e le confessioni di Alex, tralasciando pero' la parte finale, quella del bacio.
Castle aveva ascoltato in silenzio, ma poi era intervenuto dicendo che il suo comportamento lo aveva deluso, ma la giovane, ancora una volta, aveva ribadito che lo aveva fatto perchè preoccupata per "l'amico" riuscendo finalmente a calmare il padre. Kate pero' vedeva qualcosa di strano.


Il mattino dopo, Castle e Beckett entrarono insieme al distretto.
Sul volto della detective si poteva leggere tutta la sua stanchezza per aver passato la notte insonne. I due detective chiaramente, non sapendo il vero motivo, iniziarono a fantasticare.
“Notte impegnativa, Beckett?” chiesero Esposito e Ryan con sguardo malizioso, ricevendo di risposta uno sguardo di ghiaccio dalla donna. I due si pietrificarono e guardarono l'amico, che scosse la testa con sguardo serio. Brutta giornata per scherzare!
Non appena i due si sedettero alla scrivania, le porte dell'ascensore si aprirono e un sorpreso Vincent Braken fece il suo ingresso.
Castle, essendo di fronte all'entrata, fu il primo a vederlo, e di certo non fu felice di vederlo qui nuovamente. La detective, vedendo il cambiamento sul volto del partner, si voltò, bloccandosi.
“Cosa fai qui?” chiese la donna.
“In realtà...” iniziò l'avvocato, ma fu interrotto.
“Lo chiamato io!” intervenne Alex uscendo dalla rampa delle scale, poi indicando i due disse:
“Noi tre dobbiamo parlare!”





Angolo di Marix96:
Salve a tutte!
Non so chi di voi si ricorda di me, ma io sono quella che vi chiede scusa per l'ENORME ritardo! Perdono, ma tra la scuola -_- e impegni vari, non sono stata molto libera di sedermi al computer. E solo l'influenza poteva aiutarmi u.u
Senza divagare troppo altrimenti l'angolo diventa più lungo del capitolo, ecco il 28° capitolo :D Spero di essermi fatta perdonare almeno in parte u.u
Avevamo lasciato Castle che rispondendo al telefono ad Alex, aveva invece sentito la voce di sua figlia. Bene, i due ragazzi sono insieme, con grande disappunto dello scrittore che aveva raccomandato alla figlia di non uscire. Alex tranquillizza i due partner, dicendo di aver bisogno di tempo, e raccomanda a Castle di occuparsi della madre.
Ma il mattino dopo al distretto... Alex ha chiamato anche Vincent e ora i tre devono parlare!
Cosa chiederà ai genitori? Ma soprattutto li perdonerà?
Restate con noi per scoprirlo!

Recensioni sempre ben accette, anche piccole xD

Ho anche creato l'immagine distintiva della storia, ho fatto quel che ho potuto perchè non capivo niente negli altri programmi u.u

Alla prossima!
Baci,
Marix96 :D

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Capitolo 29
*** Confronto ***


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29. Confronto


I tre si diressero verso la sala relax.
Una volta entrati Alex chiuse la porta e si voltò verso i genitori a braccia incrociate appoggiandosi alla porta.
“Chi incomincia?” chiese serio.
I due si guardarono, poi Kate distolse lo sguardo abbassando il capo.
“Allora parlo io!” disse infine il ragazzo.
“So tutto!” affermo guardando l'uomo “Mia madre mi ha raccontato tutto, anche se io non volevo sapere! E sarebbe stato meglio!”
“Alex,” intervenne Vincent “Lasciami spiegare”
“Cosa devi spiegare? Il perchè sei scappato? Il perchè hai abbandonato mia madre incinta? O sei qui per dirmi che adesso vuoi fare il padre?” lo aggredì il giovane, ma l'avvocato capiva la sua rabbia e gli parlo con calma.
“So che ho sbagliato, non avrei dovuto lasciare Kate, ma ero terrorizzato. Un figlio è una grande responsabilità e io avevo appena 17 anni allora, non me la sentivo”
“Mia madre era anche più piccola di te, eppure mi ha tenuto. Ed era anche sola!” disse marcando la parola 'sola' con rabbia.
“Neanche tua madre voleva tenerti all'inizio, ecco anche perchè l'ho lasciata, ero sicuro che non saresti nato e non avrei avuto nessuna responsabilità”
“Invece ti sei sbagliato, e anche di grosso, perchè sono nato e sono qui!” disse staccandosi dalla porta e indicandosi.
“Non potevo saperlo, avevo tagliato tutti i contatti con tua madre. Come potevo immaginare che avesse cambiato idea!”
“Non è comunque una giustificazione!”
“Se lo avessi saputo l'avrei aiutata...”
“Saresti tornato con lei?” chiese avvicinandosi.
Vincent abbassò il capo e guardò Kate, che era rimasta in silenzio appoggiata al tavolo ascoltando la discussione tra i due.
“Io..” iniziò.
“Non lo avresti fatto!” lo interruppe Alex.
“C'è un motivo!”
“Non voglio sentirlo!” disse girandosi pronto a uscire.
“Alex fermati!” per la prima volta da quando la conversazione era iniziata Kate parlò. Il giovane si fermò e si voltò a guardarla.
“Basta Vincent, diglielo avanti, non possiamo nascondergli la verità in eterno!”
Il giovane la guardò sorpreso, spostando lo sguardo anche verso l'avvocato: c'era qualcosa che non sapeva.
Si girò del tutto verso di loro “Cosa devo sapere?”
“Non ho lasciato tua madre perchè era incinta, l'ho lasciata perchè mio padre non voleva che stessimo insieme!” disse l'avvocato guardandolo dopo alcuni istanti di silenzio.
Alex sgranò gli occhi e il suo pensiero corse al padre di Vincent, il senatore Braken, nonché il drago. La rabbia che già provava per lui aumentò.
“Perchè non voleva?” chiese stupito, cercando di mascherare la rabbia.
Questa volta fu Kate a parlare.
“Perchè mi riteneva un'approfittatrice, credeva che stessi insieme al figlio solo perchè la loro famiglia era ricca.”
“Non è possibile!” affermò il giovane pensando all'uomo che si ritrovava come 'nonno'.
“È per questo che l'hai lasciata?” disse Alex rivolto all'uomo indicando sua madre.
“Mio padre mi disse di lasciarla, ma mi disse anche che lei non doveva sapere il vero motivo. Io però non riuscì a nasconderlo, tua madre mi capiva troppo bene e fui costretto a dirglielo. E allora lei mi disse che era rimasta incinta. In quel momento pensammo a te, se fossimo rimasti insieme e ti avessimo tenuto, mio padre non so come avrebbe reagito, avrebbe anche potuto farti del male. E fu allora che decidemmo di fare ciò che abbiamo fatto: lei avrebbe abortito e ci saremmo lasciati. Ma alla fine lei ha cambiato i piani, perchè ti ha tenuto!” disse con un mezzo sorriso.
“Ora capisco perchè insistevi nel volermi dire la verità!” esclamò il giovane in direzione della mamma. La detective gli sorrise.
“Dovevi saperlo!” confermò la donna.
“Mi dispiace, ma comunque io non riesco a cancellare tutto in un secondo, non riesco a far finta che non sia successo niente” confessò guardandolo, con tono leggermente dispiaciuto.
“Lo so,” rispose Vincent sorprendendolo, “Ma avevi il diritto di sapere la verità. Sarà difficile perdonarmi, ma se mai ci riuscirai, sai dove trovarmi!” disse Vincent avviandosi verso la porta.


“Da quanto tempo sono li dentro?” chiese ancora Castle andando avanti e dietro per il corridoio del distretto.
“Basta Castle, è la decima volta che lo chiedi! Hanno bisogno di tempo per chiarirsi!” disse Esposito cercando di fermare lo scrittore.
In quel momento la porta della sala relax si aprì e ne uscì Vincent Braken diretto verso l'ascensore pronto a uscire dal distretto. Ma nel farlo passo di fianco allo scrittore e quando gli fu vicino sussurrò “Stai attento a loro!” per poi entrare dentro l'ascensore e sparire dietro le sue porte.





Angolo di Marix96:
Buonasera a tutte!
Dopo una settimana esatta, ecco il 29° capitolo. Sono riuscita a tornare in pari con la storia e non sparirò più, almeno per il momento xD
Che ve ne pare? Vi è piaciuto?
Padre, madre e figlio a confronto. Alex ha convocato i genitori per scoprire finalmente la verità. E che verità! Era tutto una montatura! I due si sono lasciati perchè Braken non voleva!
Kate un'approfittatrice? Ma v'è l'immaginate? Naaa!
Ora Alex sa tutto, ma è difficile perdonare, sopratutto sapendo ciò che lui sa!
E Castle fuori impazzisce perchè non sa cosa succede! Ma cosa significa la frase di Vincent? Perchè Castle deve stare attento?
Restate con noi per scoprirlo!

Recensioni sempre gradite, come al solito xD

Alla prossima!
Baci,
Marix96 :D


Spoiler


'Durante una cena...'

“Papà, sbrigati! È quasi ora! Tra poco saranno qui!”


'... si smuovono le acque...'

“Informa il capo, è il momento di attuare il nostro piano”


'... e la pace...'

"Hai fatto bene, almeno facciamo calmare le acque"


'... termina qui!'

"La dichiaro in arresto!"


Al prossimo capito con 'Verità, amori e omicidi'


 

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Capitolo 30
*** Pace passeggera ***


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30. Pace passeggera


“Papà, sbrigati! È quasi ora! Tra poco saranno qui!” gridò Alexis dal salotto per far uscire suo padre dallo studio.
“Un attimo Al, ho finito!” gridò di risposta Castle mentre si abbottonava la camicia bianca indossata per la cena.
Aveva invitato i suoi amici per una cena e mancavano poco più di cinque minuti alle 20:00, l'ora in cui sarebbero arrivati.
“Ecco ho finito!” disse uscendo dallo studio e raggiungendo la figlia.
“Non mettere la cravatta, stai bene così!” consigliò la figlia sbottonandogli i primi due bottoni della camicia.
“Non l'avrei messa comunque!” rispose strizzando l'occhio.
In quel momento il campanello suonò.
“Vado io!” esclamò Martha scendendo le scale e avviandosi alla porta.
“Ciao Martha!” salutarono Ryan e Jenny entrando nel loft.
“Ryan, Jenny, benvenuti!” disse la donna accompagnandoli in salotto dallo scrittore e sua figlia.
“Jenny, sei bellissima!” disse Rick salutandola.
“Grazie Rick!” ringraziò la donna.
Il campanello suonò ancora e questa volta furono Esposito e Lanie. Non appena li videro entrare mano nella mano, partì un applauso per i due.
“Non fate li spiritosi o potreste pentirvene!” li minaccio il medico legale zittendoli subito, mentre le tre donne ridevano.
Gli ultimi ad arrivare furono Kate e Alex. Non appena il ragazzo entrò, Alexis si illuminò e sorrise radiosa, ma cercò di contenersi. Nessuno sapeva ancora della loro storia ed era meglio tenerla nascosta ancora per un po'.
Invece non appena la detective entrò, Castle non vide nient'altro che lei per tutta la sera. La donna indossava un paio di leggins neri aderenti e una maglia un po' lunga bianca con una giacca rossa sopra, ai piedi i suoi inseparabili tacchi 12. Non aveva niente di speciale indosso, ma per lui restava la donna più bella.
La donna sentì subito il suo sguardo addosso e arrossì, sopratutto quando anche lei posò il suo sguardo su Castle. Era vestito molto casual, pantaloni blu, camicia bianca, ma anche così riusciva a toglierle il fiato.
Questi sguardi però non sfuggirono ai due giovanotti che, a differenza dei genitori, aveva già mosso i primi passi.


La cena si svolse tranquilla, i piatti cucinati da Martha riscossero molto successo tra gli ospiti, anche tra i due Castle che si ricredettero sulla cucina della rossa.
Per tutta la cena Castle e Beckett si erano lanciati sguardi furtivi reciproci e alcune volte si erano anche sfiorati nel prendere la stessa cosa nello stesso momento.
Ora si trovavano tutti seduti in salotto.
E dopo una battuta di Esposito sul guardarsi le spalle a vicenda, Castle ripensò alle parole di Vincent prima di lasciare il distretto.
Stai attento a loro!”
Erano passate due settimane da quel giorno, ma non ne aveva parlato ne con Kate, ne con Alex di ciò che era successo con l'uomo.
Nonostante ciò non riusciva a spiegarsi il senso di quelle parole.
Perchè avrebbe dovuto stare attento a loro? Cosa stava per succedere?
“Castle?” la voce della sua musa e il suo tocco lo risvegliarono dai suoi pensieri.
“Cosa?”
“Tutto bene?” gli chiese.
“Si perchè?”
“Eri assente!”
“Scusami stavo pensando”
“E si può sapere a cosa stavi pensando?” gli chiese la donna, sperando che i suoi pensieri non centrassero con altre donne.
Come se le avesse letto nel pensiero, lo scrittore le sussurrò all'orecchio
“Tranquilla Kate, i miei pensieri riguardano solo te!” e la fece arrossire.
Il suo fiato sul collo inoltre le provocò un brivido lungo la schiena, che allo scrittore non sfuggi.


Mentre all'interno del loft dello scrittore il gruppo di amici si divertiva, all'esterno una macchina era stata ferma dall'inizio della serata.
All'interno due uomini erano di guardia controllando il portone.
Il cellulare di uno dei due suonò.
“Pronto?”
Abbiamo trovato la maschera!” parlò la voce al telefono.
“Informa il capo, è il momento di attuare il nostro piano”


Il giorno dopo...


"Pronto?"
"Pronto, parlo con il 12th distretto, ho delle informazioni che potrebbero interessarvi"


"Hai fatto bene a far sparire dragon per un po', almeno facciamo calmare le acque" disse Castle.
"Si Castle, ma non posso fermarmi in eterno, dovrò pur ricominciare. E ricordati che dobbiamo ancora recuperare i documenti dall'ufficio di Braken!" gli rispose il giovane seduto sul divano del loft.
"Per questo io avrei un'idea" propose lo scrittore.
"Cioè?"
"Potresti chiedere a tuo padre di prendere i documenti"
"Cosaa? Ma sei completamente impazzito?" quasi gridò il ragazzo scattando in piedi.
"Non urlare, c'è Alexis di sopra!" lo zitti lo scrittore.
"Non puoi chiedermi una cosa del genere! Secondo te cosa gli potrei dire? Ciao 'papà' ho bisogno che tu rubi dei documenti dall'ufficio del 'nonno' perchè mi servono per incastrarlo, non lo farò mai!"
"Magari potresti dirgli anche che sei dragon e che lo fai perchè ha ucciso tua nonna!"
"Ma ti sei bevuto il cervello, te lo puoi scordare!"
"Alex.." iniziò.
"No Castle, è un problema mio e lo risolverò io!"
I due furono interrotti dal campanello.
Lo scrittore aprì la porta e si ritrovò tre agenti di polizia davanti, uno al centro con un foglio in mano, gli altri leggermente più dietro ai lati.
"Richard Castle?" chiese quello al centro.
"Sono io" rispose lo scrittore.
"La dichiaro in arresto!" e detto ciò gli altri due entrarono in casa, bloccarono Castle e lo ammanettarono.
"Ehi, ma che fate?" gridò Alex a quella scena avvicinandosi alla porta. A quelle urla Alexis scese di sotto.
"Che cosa succ... Papà!” gridò vedendo il padre in manette.
"Mi dite per quale motivo lo state arrestando?" chiese ancora il giovane.
"Rivolgetevi al 12th distretto, abbiamo avuto ordine da li" e detto questo uscirono scortando lo scrittore fuori.
Alexis, in lacrime, corse incontro al ragazzo che l'abbraccio cercando di calmarla, accarezzandole la testa con una mano, mentre con l'altra prendeva il telefono.
"Beckett" rispose la donna al telefono.
"Mamma, hanno appena arrestato Castle!"






Angolo di Marix96:
Salve a tutte!
Ecco, dopo neanche quattro giorni, il 30° capitolo! Numero tondo tondo u.u
Ringraziate Tempie90 xD
Cosa ne dite?
Una pace apparente permette a Castle di organizzare una festa, dove i due partner non riescono a togliersi gli occhi di dosso u.u Ma è solo apparente, perchè qualcuno trama alle loro spalle..
E infatti...
Cosa succederà adesso?
Restate con noi per scoprirlo!
Non uccidetemi per aver fatto arrestare Castle!

Recensioni sempre gradite, anche solo una riga xD

Alla prossima!
Baci,
Marix96 :D


Spoiler:


'Un arresto...'

“Di cosa è accusato?”


'... ingiusto...'

“È un'assurdità!”
“Dobbiamo liberarlo!”


'... farà riflettere...'

“Non succederà niente a tuo padre, te lo prometto!”


'... e porterà a decisioni estreme!'

Sei sicuro di quello che vuoi fare?”
“Non ho scelta!”


Nel prossimo capitolo di 'Verità, amori e omicidi'

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Capitolo 31
*** L'arresto ***


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31. L'arresto


Le porte dell'ascensore si aprirono e lasciarono spazio ad una preoccupatissima Alexis di entrare nel 12th di corsa, seguita da Alex.
Kate li corse incontro.
“Che cosa è successo?” chiese preoccupatissima anche lei.
Di risposte Alexis si buttò tra le sue braccia in lacrime. Toccò ad Alex spiegare le cose.
“Stavamo parlando a casa di Castle, quando tre agenti sono arrivati e lo hanno arrestato, e senza dare spiegazioni lo hanno portato via. Ci hanno detto di rivolgerci qui, perchè da qui è partito l'ordine”
“Non è possibile, chi ha dato l'ordine?” chiese Kate esterrefatta dal racconto. In quel momento arrivarono anche Ryan ed Esposito.
“Voi sapete qualcosa?” chiese rivolgendosi ai colleghi, ma i due negarono.
Il trillo dell'ascensore che si apriva li fece voltare e bloccare sul posto.
Castle, scortato da tre agenti e in manette, veniva trascinato all'interno del piano. Aveva lo sguardo basso e in un primo momento non si rese conto neanche di dove fosse. Poi però quando alzò gli occhi e incontrò quelli della figlia, si accorse di essere nella sua seconda casa, il 12th. Gli si strinse il cuore nel vederla così disperata, e distolse lo sguardo, passandolo sugli altri presenti, e fu allora che i suoi occhi blu incontrarono quelli verdi della detective. Anche lei era molto preoccupata, glielo leggeva benissimo nelle perle che aveva al posto degli occhi. Il suo sguardo infine si incrociò con altri occhi blu, quelli di Alex, che lo guardava dispiaciuto e anche confuso. Sicuramente erano lo specchio dei suoi!
Il procuratore uscì dall'ufficio in quel momento, interrompendo questo gioco di sguardi.
“Portatelo nella sala interrogatori!” disse rientrando nell'ufficio.
Kate lo fermò prima che ci riuscisse.
“Signore, posso chiederle una cosa? Di cosa è accusato?” chiese la donna indicando Castle che veniva portato nella sala.
“Furto e omicidio”
“Cosa?”/ “Furto?”/ “Omicidio?” dissero Alexis, Kate e Alex contemporaneamente.
“Abbiamo avuto una soffiata e abbiamo prove che ci fanno credere che il signor Castle sia il ladro dragon e che abbia ucciso il capitano Montgomery”
“Come? Castle dragon?” chiese esterrefatta Kate guardando dentro la sala, in cerca degli occhi di Castle. Lo scrittore era seduto alla sedia, dalla parte dei sospettati però, e stava cercando di sentire anch'egli la conversazione.
“Come fate a dire che Castle sia dragon?” chiese questa volta Ryan, intromettendosi.
“Abbiamo trovato la sua maschera all'interno della sua auto”
“Ma potrebbe avercela messa chiunque!” quasi gridò Kate.
“E poi, cosa è questa storia dell'omicidio di Montgomery? Il capitano è stato ucciso da Lockwood!”
“Qualcuno ha visto dragon all'hangar dove è avvenuto l'agguato quella sera. E andava molto di fretta, stava scappando!”
Kate stava ancora per replicare, ma il procuratore fu più veloce a dileguarsi rientrando nell'ufficio.
“È un'assurdità!” constatò Kate.
“Dobbiamo liberarlo, non è lui dragon!” si unirono i due detective, partendo verso le loro scrivanie.
Alex era allibito, ma sapeva cosa stava succedendo.
'È stato lui!'


Qualche ora dopo al distretto era arrivata anche Martha, corsa non appena saputa la notizia.
Ora le due rosse, Kate e Alex erano nella sala relax.
Nonna e nipote sedute sul divanetto che si tenevano per mano, Kate di fronte a loro e Alex in fondo alla stanza appoggiato al muro.
“Kate, cosa pensi succederà adesso?” chiese la donna.
“Penso che terranno Castle qui al distretto in stato di fermo fino a quando le accuse non saranno formalizzate, o non cadranno”
“Non è stato Richard!” disse stringendo la presa sulla mano della nipote.
“Lo so!” rispose Kate stringendo le mani delle due Castle.
Alex guardava la scena in disparte, ma contemporaneamente stava pensando a un modo per liberare Castle. E fino a quel momento solo una scelta gli era venuta.
Era così assorto che non si accorse dell'uscita della madre e di Martha, fino a quando Alexis non lo chiamò.
“Amore..” disse allungando la mano.
Il giovane si stacco dal muro, afferrò la sua mano e si sedette sul divanetto anche lui, affianco alla ragazza, che subito appoggio la testa sulla sua spalla.
“Sono preoccupata”
Alex girò leggermente la testa per guardarla.
“Non riesco a sopportare di vedere mio padre in prigione!” disse, le ultime parole pronunciate sull'orlo del pianto.
Prontamente Alex l'abbracciò, cercando di calmarla.
“Non succederà niente a tuo padre, te lo prometto!” disse baciandole la testa per far calmare le lacrime.
Fu in quel momento che il giovane capì cosa fare.
E fu in quello stesso momento che qualcuno, passando vicino la sala relax per caso, aveva assistito alla scena e aveva capito che i suoi sospetti erano fondati.


Sei sicuro di quello che vuoi fare?”
“Non ho scelta!” disse riattaccando, mentre le porte dell'ascensore si aprivano.
Il via vai dei detective all'interno del distretto si bloccò quando questi riconobbero la figura appena uscita dall'ascensore. Ma a lui non importava, era qui per fare una cosa ben precisa.
Ignorando l'agente di guardia, aprì la porta.


“Allora signor Castle, vuole confessare?”
“Le ho già detto che non sono io l'uomo che volete!” quasi gridò lo scrittore.
“Eppure la maschera trovata nella sua auto ci dice il contrario” affermò il procuratore mettendola sul tavolo.
Dal vetro, Kate, Ryan, Esposito e Alexis assistevano.
“Ve lo ripeto, non sono io dragon!” disse ancora Castle.
Dai rumori all'esterno della stanza fece voltare i due.
“Cosa..” iniziò il procuratore, ma fu interrotto dalla porta che veniva aperta con forza.
Castle sgranò gli occhi, così come il procuratore e gli altri nella saletta adiacente.
Dragon era appena entrato nella sala.
“Credo che si sia confuso, signor procuratore. Sono io il vero dragon!”





Angolo di Marix96:
Buon pomeriggio a tutte!
Giovedì= 31° capitolo :D
Che ve ne pare?
Ok, ora sappiamo perchè Castle è stato arrestato... Non linciatemi >.<
Vediamo un Alexis molto preoccupata per il suo papà e una Kate altrettanto in ansia per il suo partner.
E Alex che cerca in tutti i modi di risolvere il problema.
E l'unico modo è... avete capito cosa ha fatto?
In che guaio si sta cacciando? E soprattutto, quando la verità si saprà, come reagiranno gli altri?
Restate con noi per scoprirlo!

Recensioni sempre ben gradite anche piccole xD

Alla prossima settimana!
Baci,
Marix96 :D


Spoiler


'Scelte difficili...'

"E chi mi dice che sia vero?"


'...porteranno a rivelazioni sconvolgenti...'

“E ora vediamo chi c'è dietro questa maschera!”


'... e alla verità!'

“Allora se non vuoi parlare tu, parlerò io!”


Al prossimo capitolo di 'Verità, amori e omicidi'



 


 

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Capitolo 32
*** Smascherato ***


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32. Smascherato


Castle guardava sorpreso verso l'uscio della sala, dove dragon aveva appena aperto la porta interrompendo il suo interrogatorio.
Non riusciva a credere a ciò che vedeva, sapeva che Alex stava per costituirsi e che sarebbe successo il finimondo.
“Così tu dici di essere dragon? E chi mi dice che sia vero? Potrebbe essere anche un mondo per lasciare libero il signor Castle e coprirlo”
“E lei crede che mi sarei vestito così per niente? Non vi facevo così ingenui!” disse il ladro per provocarlo.
Castle intanto cercava di mandare messaggi ad Alex per farlo andare via: stava provocando il procuratore giocando col fuoco.
“Allora” disse ancora alzando i polsi, “Me le mette lei le manette o faccio da solo?”
Fu allora che il procuratore sorrise, ma non era un normale sorriso, era uno sorriso malefico, sinistro, e, facendo segno col capo, ordinò al poliziotto dietro di ammanettarlo.
Mentre però il poliziotto lo ammanettava da dietro, il procuratore parlo sorprendendo i presenti.
“Sapevo che ti saresti fatto vivo!”
Il ladro lo guardò sgranando gli occhi, capendo solo ora di essere caduto in trappola, mentre Castle dentro la sala chiudeva le mani a pugno e abbassava il capo.
“E ora vediamo chi c'è dietro questa maschera!” disse ancora avvicinandosi e tirandogli via la maschera dal volto.
Non appena il volto del giovane fu visibile, tutti i presenti cambiarono espressione, a partire dai quattro nella sala adiacente.
I tre detective sgranarono gli occhi, mentre la rossa si portava una mano alla bocca.
“Alex Beckett! Il figlio di un detective non è altro che un volgare ladro. Che sorpresa!” disse guardandolo tenendo ancora la sua maschera in mano. Il giovane lo guardò con odio.
Kate intanto non riusciva a credere ai proprio occhi. Non riusciva a credere come poteva essere possibile che Alex fosse dragon, che suo figlio fosse un ladro, ricercato dalla polizia.
Ma mentre faceva questi ragionamenti, il suo sguardo vagò per la stanza, posandosi su Castle, ma ciò che vide la lasciò sorpresa. Castle aveva una strana espressione, non era sorpresa, ma... colpevole? Che sapesse tutto? Si appuntò mentalmente che non appena possibile avrebbe fatto una chiacchierata con il suo scrittore.
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce del procuratore.
“Sapevo che non avresti permesso ad un innocente di finire in prigione per colpa tua, e ho usato questa tua umanità a mio vantaggio”
“Mi hai imbrogliato!” disse con rabbia.
“Troppo tardi per i ripensamenti!” disse facendo segno con la mano di portarlo via.
Il poliziotto dietro di lui lo porto fuori dalla stanza e lo condusse verso la cella del distretto.
Il tragitto prevedeva di passare davanti alla saletta col vetro.
Non appena vi fu vicino, la porta di questa si aprì e Alexis e Kate furono le prime a uscire.
Alzò lo sguardo incuriosito dal rumore e incontro quello delle due. Si sentiva tremendamente in colpa, e vedendo i loro sguardi questo senso di frustrazione aumentò, ma aveva dovuto farlo.
Passò oltre venendo scortato dall'agente verso la cella, sotto lo sguardo dei presenti.


“Non riesco ancora a crederci, Alex è dragon!” disse Ryan alla macchinetta.
“Sono sorpreso quanto te bro!” lo sostenne Esposito appoggiato al muro.
“Ragazzi, sono sbalordita anch'io! Non lo avrei mai creduto!” esclamò Kate seduta sul divanetto.
In quel momento Castle entrò nella sala relax.
“Ehi amico, ti hanno rilasciato finalmente!” disse Esposito dandogli una pacca sulla spalla.
“Già, non ne potevo più!” disse, con poco entusiasmo.
“Alexis?” continuo.
“Abbiamo chiamato Martha e l'abbiamo mandata a casa con lei!”
“Avete fatto bene!”
“Te lo aspettavi?”
“Di Alex? Assolutamente no! Sono rimasto sbalordito quando lo visto entrare!”
“Siamo in tre!”
Kate non aveva ancora proferito parola, stava riflettendo, o meglio, stava studiando le espressioni di Castle, cercando di carpire informazioni, e suoi sospetti si stavano avverando.


Intanto, nella cella del distretto, Alex era seduto, ammanettato, alla panca e rifletteva. O meglio pensava. O meglio ancora ricordava, ricordava il volto della sua Alexis mentre lo portavano via, ricordava i suoi occhi lucidi, carichi di lacrime, pronte a uscire, ricordava la sorpresa mista alla paura che aveva visto nei suoi occhi, ricordava ogni sua espressione, che avrebbe voluto dimenticare.
Il rumore di chiavi lo riportò alla realtà.
L'agente lo prese per un braccio e, ignorando proprio cosa fosse la delicatezza, lo trascinò fuori.
Lo condusse in sala interrogatori e lo fece sedere alla sedia, lasciandolo ammanettato.
Pochi minuti dopo la porta si aprì ed entrò il procuratore.
Appoggio un fascicolo sul tavolo, si sedette alla sedia e mise le braccia sul tavolo, restando in silenzio.
Ci fu una scambio di sguardi per diversi attimi, in silenzio, poi
“Perchè dragon?”
L'interrogatorio era iniziato.
Nella sala adiacente le stesse persone di qualche ora prima, insieme a Castle, assistevano.
Nessuna risposta dal giovane.
“Perchè hai iniziato a rubare? Non hai problemi finanziari da quanto so”
Niente.
“Perchè un ragazzo come te, con la testa sulle spalle, ha deciso di diventare un ladro?”
Silenzio.
“Ti conviene parlare, giovanotto. La tua situazione non è rose e fiori!” disse al limite il procuratore.
“Mi ascolti bene. Se io sono qui, in questa stanza, non lo fatto di mia spontanea volontà. Voi mi avete perchè mi avete ingannato, ma non si aspetti una confessione. È fiato sprecato!” affermò Alex calmissimo.
Il procuratore sorrise, di nuovo. Brutto segno.
“Allora se non vuoi parlare tu, parlerò io!” disse alzandosi.
Alex lo guardò confuso.
Aprì il fascicolo davanti a se e lo buttò vicino ad Alex, in modo che lo vedesse.
Il ragazzo abbassò lo sguardo sui documenti, cambiando espressione quando li riconobbe.
“Vedo che li riconosci! Sono stati trovati nell'appartamento dove vivi, con tua madre. Indovina cosa sono? Sono documenti, precisamente è un dossier su un caso, un caso di omicidio, irrisolto, avvenuto più di 10 anni fa.”
Alex, più il procuratore parlava, più capiva che la sua copertura era saltata.
Kate, da dentro la saletta, più il procuratore parlava, più capiva e più sgranava gli occhi.
“Il caso riguarda la morte di una donna. Sai di chi stiamo parlando? Di tua nonna! Johanna Beckett!”
A quel punto Kate capì e si mise le mani davanti alla faccia, sotto lo sguardo dei presenti.
“Rispondo io alle domande. Perchè un ragazzo come te ha iniziato a rubare, perchè sei diventato un ladro? Perchè hai iniziato a indagare sul caso di tua nonna, ma lo hai fatto segretamente, e il ruolo di ladro era la copertura per i tuoi altri furti, documenti su chi era coinvolto in quell'omicidio!” continuò a dire il procuratore tirando fuori un altro fascicolo, che Alex conosceva bene. Il fascicolo che lo aveva portato a New York da San Francisco.
“Allora Alex, vuoi confessare?” disse chinandosi su di lui.
La porta che si apriva di scatto fece girare entrambi verso l'entrata.




Angolo di Marix96:
Buonasera a tutte :D
Ecco il 32° capitolo
Che ne dite?
Ok, per chi sperava che Alex riuscisse a scappare, vi ho deluso lo so, ma la verità doveva saltare fuori prima o poi..
Tutti sono rimasti scioccati, prima tra tutti Kate, che incomincia ad avere dubbi sul coinvolgimento di Castle.
E la situazione precipita ancora quando davanti a tutti, il procurate svela tutta la verità!
Cosa farà Alex? Confesserà tutto? O chi ha aperto la porta gli farà cambiare idea?
Restate con noi per scoprirlo!

Recensioni sempre ben accette xD
Teresa ti aspetto u.u

A giovedì
Baci,
Marix96 :D

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Capitolo 33
*** Chiacchierate ***


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33. Chiacchierate


“Alex, non dire una parola!”
Vincent Braken aveva appena aperto la porta di scatto interrompendoli.
“Lei cosa fa qui?” chiese irritato il procuratore avvicinandosi.
“Sono l'avvocato del ragazzo, e da questo momento l'interrogatorio è finito!”
“L'interrogatorio finisce quando lo decido io! E poi il ragazzo non ha...” iniziò a ribattere il procuratore, ma
“Voglio un avvocato!” la voce di Alex li bloccò.
Il procuratore, irritato, uscì dalla stanza, lasciandoli soli, o quasi.
I presenti nella stanza adiacente erano rimasti sorpresi dall'entrata di Vincent, o almeno quasi tutti.
Guardando verso il vetro, Castle capì di aver fatto la scelta giusta.
Guardando verso Castle, Kate capì sempre più di aver ragione.
“Ti sei cacciato in un bel guaio!” la voce di Vincent li riportò alla realtà.
L'uomo stava parlando a suo figlio.
“Cosa ci fai qui?” gli chiede il ragazzo.
“Ho ricevuto una chiamata 'illuminante'!” disse. Alex capì subito di chi si trattava.
“Non credere che ti ringrazierò!”
“Non sono qui per questo. Sono qui per aiutarti!”
“Posso cavarmela da solo!”
“Invece hai bisogno di aiuto! Credi davvero che ti lasceranno in pace molto presto?”
Alex restò in silenzio, guardando nel vuoto.
“Ascoltami” iniziò l'avvocato, “Io so un po' di cose, so perchè...”
“Occhio a quel che dici!” lo interruppe Alex. L'uomo lo guardò confuso.
“Non siamo i soli a sentire!” disse facendo segno col capo verso il vetro.
Allora Vincent capì che doveva rimandare la conversazione.


Ritornato in cella, Alex rimase disteso sulla brandina a meditare giocando con una pallina di gomma.
'Se il procuratore ha capito tutte quelle cose, significa che il drago si può sentir messo alle strette, e farà sparire ogni minima traccia,' pensava il giovane 'quindi a questo punto la mia missione può dirsi anche fallita!' e lanciò con forza la pallina al muro in segno di stizza.
Il rumore della chiave che girava nel cancello gli fece voltare il volto verso l'entrata.
“Ora possiamo parlare!” esordì Vincent.
Alex si alzò dalla brandina, sedendosi, e lo guardò.
“Io so un po' di cose Alex, so che sei dragon, so che lo sei diventato per indagare sull'omicidio di tua nonna, so che i furti sono tutta una copertura, infatti secondo me una volta che avrai scoperto la verità restituirai tutto.”
Alex sorrise “Secondo me hai sbagliato lavoro!”
Anche Vincent sorrise “Però una cosa non la capisco, se vai alla caccia dell'assassino di tua nonna, cosa facevi nell'ufficio di mio padre?”
Quella domanda spiazzò Alex, che sgranò gli occhi spaventato.
Era il caso di dire a Vincent che suo padre era l'uomo che stava cercando, l'assassino di sua nonna, l'uomo corrotto e avido che si era nascosto sotto la carica di senatore?
Non sapeva che fare, se dire una volta per tutte la verità o continuare a nasconderla. La sua indecisione però non passò inosservata al suo interlocutore, che facendo due più due, arrivò alla straziante verità.
“Non mi dire...” non aveva neanche il coraggio di continuare la frase, troppo preoccupato che il suo ragionamento fosse esatto. Alex lo guardò senza dir nulla, sperando che capisse da solo senza altre sofferenze e delusioni.
“E' lui?” due parole pronunciate con la paura in gola. Alex annui solo. In quel momento parve che il mondo fosse crollato addosso all'uomo. Si prese il volto tra le mani ancora incredulo.
“Non posso crederci, non ci credo!” continuava a ripetere, come un disco rotto.
“Non volevo che scoprissi così la verità...” disse dispiaciuto il giovane.
“Voglio che mi racconti tutto!”
E così fu. Alex raccontò nei minimi dettagli tutti gli avvenimenti successi fino ad allora, da il coinvolgimento di Montgomery al suo attentato. Vincent ascoltava con attenzione tutto ciò che il figlio gli raccontava, meravigliandosi mentalmente di suo padre. Davvero era stato capace di tutto questo?
Quando fu il momento di andarsene, Alex raccomandò a Vincent di non parlare a nessuno della loro chiacchierata, e soprattutto di non affrontare suo padre, altrimenti avrebbe mandato a monte tutto.


Poco dopo che Vincent se ne fu andato, il cancello si aprì una seconda volta.
Questa visita, per Alex, sarebbe stata molto più dura.
Kate se ne stava davanti alla cella del figlio a guardarlo, mentre Alex reggeva il suo sguardo.
“Perchè? Dimmi solo perchè! Perchè l'hai fatto?”
“Non puoi capire mamma!”
“Allora cerca di farmelo capire, maledizione!” gridò quasi Kate.
Era irritata, arrabbiata ma contemporaneamente anche spaventata e preoccupata. E Alex la capiva benissimo.
“Non so se te ne sei reso conto, ma sei un mare di guai giovanotto, e io non posso far niente per aiutarti!”
“Io non ti ho chiesto di aiutarmi, sapevo sin dall'inizio a cosa andavo incontro!”
“Il procuratore ha detto la verità? E' per il caso di nonna che sei diventato.... ciò ” e indicò lui rinchiuso in cella. Alex non rispose, la guardò soltanto intensamente, sperando che capisse.
“Alex rispondimi!”
“Meno cose sai, meglio è per tutti mamma!” disse solo il giovane.
“Non riesco a capirti proprio! Io voglio aiutarti!” disse sconsolata la detective, ma il figlio non le rispose, anzi fece quasi l'indifferente.
Dopo alcuni attimi di silenzio...
“Non puoi fare niente mamma!” parlò il ragazzo “L'unica cosa che puoi fare è aspettare!”


Dopo due ore, la chiave gira l'ennesima volta nella toppa che apre il cancello.
Questa volta però è diverso.
Un agente entra nella cella e, ammanettando Alex, lo scorta fuori verso il centro del distretto.
“Dove mi state portando?”
“Nel paradiso dei criminali, il carcere!”
Svoltato l'angolo, la strada che lo avrebbe portato in ascensore assomigliava alla passione di cristo.
Ai lati del muro quasi tutti gli agenti del 12th che aspettavano il suo passaggio, increduli per ciò che sarebbe successo da li a poco.
In fondo al corridoio, Ryan, Esposito, Castle, Martha, Alexis e Kate.
Davanti all'ascensore, il procuratore con due agenti del penitenziario.
Mentre Alex percorreva quei pochi metri, pensava a un modo per uscire da quella situazione, se mai ce ne fosse stato uno.
Quando alzò lo sguardo e incrociò quello di Alexis, il suo cuore quasi si frantumò: poteva vedere bene i suoi occhi rossi, forse a causa delle lacrime versate fino a quel momento, e potè vederli tornare subito lucidi man mano che si avvicinava.
Cercando di non essere visto, le disse con il labiale “I love you” per calmarla e confortarla. La ragazza sorrise, per quanto potesse essere possibile in una situazione del genere.
Incrociò anche lo sguardo con gli altri presenti, soprattutto con i tre detective e Castle: Espo e Ryan avevano un espressione delusa ma anche preoccupata, mentre Castle era preoccupato e forse anche spaventato. Lo sguardo di Kate non riuscì a decifrarlo, forse a causa dei vari sentimenti che attanagliavano sua madre in quel momento.
Arrivato davanti all'ascensore, i due agenti del penitenziario presero Alex sotto braccio uno da un lato e un dall'altro e lo condussero nell'ascensore.
Poco prima che le porte si chiudessero, Alex diede uno sguardo generale ai presenti, soffermandosi su Alexis e sua madre cercando di rassicurarle.
Istanti dopo, le porte si chiusero.






Angolo di Marix96:
Ciaooooo a tuttiiiii!
I'm back, con un ritardo che neanche io so definire.... è un secolo che non pubblico, scusatemi tanto, ma ora che sono in pausa dalla scuola, posso dedicarmi dinuovo alla mia long :D
Eravamo rimasti alla porta che si apre che interrompe l'interrogatorio di Alex...
Ebbene, si tratta di suo padre, che arriva per aiutarlo. Ma Vincent finisce per scopire la verità, una verità che lo riguarda pergiunta... quindi doppio schok!
Vediamo che anche Kate vuole risposte, ma ne avra ben poche
E infine vediamo il trasferimento di Alex al penitenziario. L'ultima parte è volutamente presa della 5x05, non è solo una vostra impressione... ho solo cambiato soggetto :P
Cosa succederà adesso?
Restate con noi per scoprirlo!
Cercherò di non sparire di nuovo, almeno prima proverò a finire la long :P

Una recensione per sapere se la storia vi sta piacendo o solo per lamentarvi del mio ritardo, è sempre ben accetta!

Alla prossima
Baci,
Marix96 :D
 

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Capitolo 34
*** Evaso ***


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34. Evaso
 
Non appena l'ascensore iniziò a scendere, uno degli agenti uscì una chiave dalla tasca e liberò Alex dalle manette. Il giovane rimase interdetto, poi quando i due si liberarono del capello, li riconobbe.
“Credevi che ti avremmo lasciato qui dentro?” parlò Kevin.
“Ragazzi, cosa ci fate qui?”
“Ti liberiamo!” disse invece Thomas.
“Ma..”
“Mettiti questo in testa!” disse Kevin porgendogli un capellino, mentre i due si toglievano la divisa da agente.
“Ma...”
“Stai tranquillo, nessuno ci ha notati...” disse mentre le porte dell'ascensore si aprivano. I tre uscirono dal distretto indisturbati. Solo una volta fuori Thomas parlò:
“... fino a quando non arriveranno i veri agenti per il vero trasferimento!”
 
E proprio in quel momento, nel 12th…
“Detective Beckett?” parlo una voce.
“Si, sono io” disse Kate voltandosi.
“Siamo qui per prelevare un detenuto”, disse l’agente guardando il foglio tra le sue mani “ un certo Alex Beckett!” disse infine.
Lo sconforto si materializzò tra i presenti. Il procuratore sgranò gl’occhi, voltandosi verso l’ascensore incredulo, e lo stesso fecero i due detective. Kate, Martha e Alexis si voltarono invece con un’espressione preoccupata, mentre Castle assunse un’espressione terrorizzata, temendo il peggio.
‘Che sia stato lui?!’
 
“Come sarebbe a dire che stai bene? Dove sei?” disse Castle al telefono.
Dopo un primo momento di smarrimento, i detective e il procuratore si precipitarono ai telefoni e ai computer per scoprire cosa fosse successo, mentre Castle, dopo aver consigliato ad Alexis di tornare a casa insieme a sua nonna, si era diretto in sala relax per pensare a ciò che era accaduto e fu lì che ricevete quella telefonata.
“Tranquillo Castle, sto bene! Sono stati i ragazzi a liberarmi!” disse la voce al telefono.
“Grazie al cielo, per un momento avevo temuto che fosse stato lui…”
“No, ma ora è tutto compromesso, sicuramente si sarà già sparsa la voce della mia identità e anche della mia fuga, mi staranno cercando, e non solo la polizia…” lasciò la frase in sospeso sapendo che Castle avrebbe capito a chi si riferisse.
“Che facciamo?” chiese con lieve preoccupazione.
“Tu non farai niente, ti ho già messo abbastanza nei guai” disse risoluto il giovane.
“Cosa? Non vorrai agire da solo? Alex…” ma prima che potesse parlare Alex lo interruppe.
“Stai tranquillo Castle, so anche io che sono ricercato, e per questo sparirò un po', tu tieni d’occhio mia madre e impedisci di farle fare pazzie” disse e riattaccò.
Castle guardò ormai il telefono ormai spento, ripensando alle parole di Alex: doveva occuparsi di Kate.
“Castle?” la voce della detective lo distrasse dai sui pensieri. Era appena entrata nella sala relax e aveva chiuso la porta dietro di sè, sul volto ancora quell’espressione preoccupata.
“Kate! Allora novità?” chiese facendo finta di niente.
“No, anzi la situazione è più grave del previsto, il procuratore pensa che Alex sia evaso e vuole trovarlo solo per sbatterlo dentro, io invece sono preoccupata, temo che sia sparito per altri motivi” disse la detective abbattuta.
“A cosa ti riferisci?” chiese curioso, nascondendo la lieve preoccupazione, forse aveva capito.
“Parlo del drago Castle, se lui sapesse, si vendicherebbe verso di lui e io non posso perderlo, non anche lui…” disse quasi sull’orlo della disperazione.
Castle restò in silenzio, poi “Vedrai che non gli è successo niente, sai che è un ragazzo pieno di risorse!” disse sorridendole.
Kate lo guardò, sospettosa, cosa voleva dire?
“Beckett!” si sentì chiamare dai colleghi e velocemente uscì lasciando Castle da solo, che tirò un sospiro di sollievo, pensando che sarebbe stato molto difficile trattenere Kate, non avrebbe potuto nasconderle la verità ancora per molto, se lo sentiva.
 
Nel buio dell’ufficio, una figura stava frugando tra i documenti sugli scaffali.
“Dov’è?”
Si piegò cercando nei cassetti, e dopo aver aperto il terzo cassetto, lo trovò, il dossier che stava cercando, velocemente lo mise sotto la giacca e si avviò verso la porta, uscendo indisturbato dalla stanza, chiunque lo avesse visto non avrebbe sospettato della sua presenza li.
 
“Niente da fare Beckett, il procuratore non demorde!” esordì Esposito uscendo dall’ufficio del procuratore.
“Cosa ha detto?” chiese la donna.
“Che Alex sta benissimo, che è stato lui a escogitare la sua fuga perché ne ha le risorse”
“Come diavolo faceva a progettarla, non ha parlato con nessuno!” intervenni Ryan, ma ormai Kate non li stava più ascoltando, si era fermata alla parola ‘risorse’ pronunciata da Esposito.
“Risorse..” disse in un sussurrò, appena udibile, e subito alzò la testa di scattò, aveva ricollegato i pezzi!
Si alzò dalla sedia come una furia, mentre gli altri due erano distratti a parlare tra di loro, non accorgendosi minimamente della sua espressione arrabbiata.
“Allora Beckett qual è la prossima…. mossa?” chiese Esposito verso la sua scrivania, ma Beckett non c’era più.   
 
All'interno della sala relax, Castle era intento a prepararsi un caffè, quando la porta che si chiudeva di scatto lo fece sobbalzare.
Voltandosi, vide Beckett.
“Beckett, mi hai spaventato!” disse rivolgendole nuovamente le spalle concentrandosi sul caffè. Kate non rispose, restò immobile sull'uscio della porta.
“Ne vuoi una tazza?” le chiese girandosi.
“Dimmi dov’è?” chiese, seria.
Castle la guardò interrogativo “Dov’è cosa? Non capisco” disse per concentrarsi di nuovo sulla macchinetta.
“Dimmi dov’è Alex, Castle, ora!” disse con tono che non ammetteva repliche.
Lo sguardo di Castle da confuso diventò spaventato, che avesse capito? Fortuna per lui era girato e la donna non poteva aver visto il suo cambiamento di espressione. Fece finta di niente.
“Kate non so di cosa tu stia parlando, perché dovrei sapere dov’è Alex” disse ridendo, il tono apparentemente meravigliato.
“Castle, basta coi giochetti!” disse facendo raggelare il sangue nelle vene dello scrittore “Prima hai parlato di risorse, tu sai dov’è, avanti dimmelo!” disse avvicinandosi.
Castle chiuse gli occhi, Kate non doveva sapere, ma arrivati a questo punto pensò che fosse giunto il momento di parlare.
“No, io non so dov’è!” disse ancora voltato.
“Bugiardo! Dimmi dov’è mio figlio!” disse prendendolo per il braccio e facendolo voltare. Ora si guardavano negli occhi.
“Non ti sto mentendo, Alex non mi ha detto dov’è ora!”
Kate ritrasse la mano “Hai parlato con lui?”
Castle restò in silenzio.
“Dov’è andato? Castle lui ha bisogno di me!”
“Kate, non mi ha detto dove andava, non ha voluto dirmelo!”
“Da quanto va avanti?” chiese poi la detective guardandolo ancora.
“Avanti cosa?”
“Non fare l’ingenuo, so che sapevi di lui ancor prima che arrivasse vestito così, dimmi da quanto”
“Kate..”
“Castle maledizione, voglio sapere la verità, tu lo sapevi già?” chiese quasi urlando.
Lo scrittore restò un attimo in silenzio abbassando lo sguardo, poi “Si! Lo sapevo già.”





Angolo di Marix96:

Salve a tutte ( si nasconde )
Perdonate il ritardo.... nn so come giustificartmi, sono 1,2,3..... bhe tanto tempo che non aggiorno D:
Chiedo pietà
Sicuramente qualcuno di voi dirà 'Alleluia', altri diranno 'e questa chi è?'..... bhe posso capirvi ahahaha
Oggi, dopo tanto tempo sono riuscita ad aggiornare la storia e allora ecc qua il 34 capitolo
Che ne pensate??
Ci eravamo lasciati con Alex che entrava nell'ascensore diretto al carcere, bhe non sarà così :P le guardie altri non erano che i suoi amici venuti per liberarlo, grandi ahaha xD
Intanto Kate è sempre più sospettosa, e dopo una conversazioe con Castle e una con i bro, una parola fa collegare alla donna tutti i pezzi del puzzle.... ed ecco il confronto tra i due partner.... csa succederà adesso? Castle le dirà ogni cosa? E Alex e gli altri che cosa faranno ora che tutti gli stanno col fiato sul collo??
Restate con noi per scoprirlo

Una recensione, piccola, anche per insultarmi sul ritardo, è sempre ben accetta xD

Alla prossima, spero presto, non voglio che mi odiate definitivamente u.u
Baci,
Marix96 :D


Spoiler
 
 
‘Castle decide che è ora di parlare…’
 
“Non dovresti sapere, ma arrivati a questo punto penso che debba sapere come stanno le cose realmente.”
 
 
‘… ma Kate come la prenderà?...’
 
“Mi fidavo di te, perché mi hai fatto una cosa del genere?”
 
 
‘… un sentimento finalmente svelato…’
 
“Perché ti amo!”
 
 
‘… ma i guai non sono ancora finiti!’
 
“Cioè che altro è successo?”
 
 
Scopritelo nel prossimo capitolo di “Verità, amori e omicidi”

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Capitolo 35
*** Mi hai mentito ***


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35. Mi hai mentito
 
“Si! Lo sapevo già!”
Kate si allontanò amareggiata, Castle le aveva tenuto nascosta una cosa così importante per quanto tempo? Diede voce ai suoi pensieri.
“Da quanto?”
Castle la guardò, ma non accennava a rispondere, dentro di sé era combattuto: dire tutta la verità l’avrebbe messa in pericolo, ma mentirle l’avrebbe fatta arrabbiare ancor di più di quanto già non fosse. Decise allora di raccontarle tutto.
“Da quando è morto Montgomery.” disse solo, la detective si voltò frustrata, erano più di tre mesi che le nascondeva una cosa così importante.
Ma Castle la sorprese continuando a parlare “Non dovresti sapere, ma arrivati a questo punto penso che debba sapere come stanno le cose realmente.” disse, lo sguardo così serio che la detective pensò di non averlo mai visto così.
“Che altro devo sapere?” chiese.
“Lo scoperto da solo, ho visto che Alex si comportava in maniera strana e così ho iniziato a sospettare qualcosa” Kate rimase in silenzio, sapeva che il racconto sarebbe continuato.
“E poi quando Smith mi ha contattato…”
“Uhuh, aspetta! Chi è Smith?” chiese sorpresa.
“Ricordi quando ti ho detto di smettere di indagare?” la detective annuì, “Bhe, io ho continuato al tuo posto”
“Hai fatto cosa?” chiese sorpresa, ma dentro di sé la sua rabbia stava crescendo.
“E lo stesso stava facendo Alex, nelle vesti di Dragon.”
“Non mi hai risposto, chi è Smith?”
“Qualche tempo fa, ricevetti una chiamata da un uomo, disse di essere amico di Montgomery e di avere delle informazioni sulla morte di tua madre, quando lo incontrai, all’appuntamento si presentò anche Alex e fu lì che scoprii tutto. Quell’uomo ci aveva contattato perché Roy gli aveva mandato una busta, conteneva delle informazioni su chi c’è dietro a tutto questo. Poi quest’uomo ha fatto un accordo con loro, ti avrebbero lasciato in pace solo se noi avessimo smesso d’indagare, ed è per questo che sei ancora viva Kate, perché tu ti sei fermata, e noi anche.” lo scrittore si fermò per riprendere fiato e coraggio, ora veniva la parte più drastica.
“Ma Alex ha continuato, e per poco non è saltato in aria con la sua macchina!” a quelle parole Kate sgranò gli occhi.
“Ma inaspettatamente il procuratore gli ha teso quella trappola coinvolgendomi, in modo da farlo consegnare e toglierlo dai piedi”
Kate era incredula, dov’era lei quando erano successe tutte queste cose? Come aveva fatto a non accorgersi di niente?
“Castle, ti rendi conto di cosa mi hai appena detto, eri complice di Alex fin dall’inizio!” gridò infuriata “Mi fidavo di te, perché mi hai fatto una cosa del genere?”
“Perché ti amo!” gridò di risposta, impulsivo.
La detective sgranò gli occhi.
“Ma tu già lo sapevi, lo hai sempre saputo” disse amareggiato.
“Stai scherzando Castle, vuoi parlarne proprio adesso? Dopo che hai confessato di avermi tradita? Mi hai mentito per tutto questo tempo.”
“Kate ascoltami..”
“Ascoltarti? Perché dovrei ascoltarti? Dimmi come faccio a crederti adesso? A fidarmi di quello che dici?”
“Come fai a..? E tutto quello che abbiamo condivido non conta niente? Per quattro anni sono stato al tuo fianco, quattro anni aspettando che aprissi gli occhi e vedessi che ero lì per te! E che sono più di un partner! Ogni mattina mi sveglio e ti porto il caffè semplicemente per strapparti un sorriso, perché tu sei la persona più incredibile, esasperante, intrigante e snervante che io abbia mai conosciuto. Ti amo Kate, e se significa qualcosa per te, se ti importa di me, ti prego smetti di fare domande e fermati, altrimenti sarai in pericolo”
“Se mi importa di te Castle? Hai deciso arbitrariamente della mia vita come sei fossi una bambina, la mia vita! La mia! Non spetta a te decidere!”
“E cosa hai intenzione di fare? Vuoi mettere in pericolo la tua vita, o meglio ancora la vita di Alex? Kate questa storia si sta per trasformare in una guerra.”
“Se vogliono la guerra, allora la guerra avranno, e sarò io ad attaccare per prima!” scandì bene la detective, niente e nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.
Castle ormai rassegnato e svuotato si allontanò leggermente da lei.
“Hai ragione, è la tua vita Kate e spetta a te decidere, ma io non me ne starò a guardare, perciò per quanto mi riguarda, è finita, ne ho abbastanza!” e così dicendo aprì la porta e uscì dalla sala, e dalla sua vita.
 
Camminava in direzione del suo portone frugando nelle tasche dell’impermeabile in cerca delle chiavi. Le inserì nella toppa e fece scattare la serratura. Salì la rampa di scale e si apprestò ad aprire la porta di ingresso entrando nel suo appartamento. Ma una volta entrato, davanti agli occhi si mostro una scena agghiacciante: il suo soggiorno era a soqquadro, e così anche le altre stanze.
“Dov’è?” parlo una voce.
“Chi è lei?” chiese l’uomo.
“Non c’è bisogno che lei lo sappia, mi dica dove solo quei documenti!”
“L’ha dimenticato, avevamo un accordo”
“No, l’accordo è saltato, e ora, signor Smith, mi dica dove sono quei documenti e poi mi occuperò di Kate Beckett e suo figlio una volta per tutte!”
 
Seduto nel suo ufficio, Castle si rigirava il bicchiere ormai vuoto ripensando agli ultimi avvenimenti: il suo arresto, la confessione di Alex e il suo poi arresto, l’evasione e poi il suo litigio con Kate. L’ultima cosa era quella che gli faceva più male, lacerandogli l’anima. Non avrebbe voluto arrivare a quel punto, ma la detective non gli aveva lasciato scelta, non vuole vederla morire sotto i suoi occhi, gli è bastato già l’attentato di tre mesi prima.
Dei rumori provenienti dal salone lo fecero alzare e andare nell’altra stanza. La finestra era aperta, ma lui ricordava che prima fosse chiusa, come?
“Ciao Castle!”
Lui si voltò spaventato “Alex! Che diavolo?” chiese sorpreso di vederlo.
“Perdona l’intrusione, ma sono venuto a recuperare una cosa” e così dicendo si avviò verso la libreria che separava la stanza dal suo ufficio.
“Recuperare cosa?”
Il giovane prese un libro, lo aprì e con stupore dello scrittore, il librò si rivelò essere finto, con al suo interno uno scomparto segreto contenente una pistola.
“Cosa ci faceva quella cosa li?”
“L’ho messa io un po' di tempo fa, per precauzione in caso non potessimo più raggiungere il rifugio, tempismo perfetto!”
“Che hai intenzione di fare?”
“Ho detto ai ragazzi di rintracciare la casa di Smith e recuperare i documenti, poi prendere quelli che ha in mano Braken e consegnarli alla polizia, ma prima lo affronterò!”
“Sei impazzito? Vuoi morire? Facendo così vai solo incontro alla morte!”
“Castle non ho altra scelta, sai benissimo che è sempre stato questo il mio scopo!”
“Sei uguale a tua madre!” disse con un mezzo sorriso, ma era un sorriso triste.
“Che centra mia madre adesso?”
“Le ho raccontato ogni cosa Alex!” disse lasciandolo sbalordito “Ora Kate sa tutto quello che è successo, e ha deciso di agire, testarda come suo figlio dopotutto”
“Castle perché le hai raccontato tutto? Sai benissimo come è fatta! Ora si farà ammazzare!” disse mettendosi le mani nei capelli.
“Non potevo più mentirle” affermò lo scrittore.
Alex lo capiva, dopotutto era stato messo sottopressione in queste ultime ore, ma ora la situazione era diventata ancora più complicata.
“Sai dov’è adesso?” chiese riferendosi a sua madre.
“No, abbiamo litigato e sono andato via dal distretto lasciandola li, ma ora non so dove sia”
“Allora me ne occupo io, tu comunque tieni gli occhi aperti” disse e avvicinandosi dalla finestra uscì come era entrato.
Avrebbe voluto salutare Alexis e dirle che stava bene, stringerla e dirgli di non preoccuparsi, ma le avrebbe fatto solo del male, e poi non voleva affrontarla, almeno non ancora.
 
Seduto al computer in camera di Ringo, Alex cercava di rintracciare sua madre. I suoi compagni erano andati a recuperare i documenti a casa di Smith una volta scoperto dove abitasse. Stava aspettando di ricevere buone notizie quando il suo telefono squillò
“Ditemi che avete il dossier!” disse rispondendo.
“Abbiamo un problema!” disse Thomas al telefono.
“Cioè che altro è successo?” chiese temendo il peggio.
“Sono stati qui, Smith è morto e il dossier è in cenere!”
La partita era ancora aperta.





Angolo di Marix96:
Salve a tutte! :D
Scusate il lieve ritardo, ora ho trovato un buco di tempo per finire il capitolo e pubblicarlo u.u
Che ne pensate??
Ok, la cosa è diventata mooolto interessante.... Kate e Castle hanno il loro confronto tanto attesso, e in questo confronto tutte le maschere cadono: Castle le ha raccontato ogni cosa, mandando su tutte le furie la donna, ma le ha anche confessato il suo amore ( di nuovo). Il litigio è preso dalla puntata (a mio conto bellissima) 4x23 Always, solo con qualche cambiamento per addattarlo al contesto :D
Poi vediamo che Alex si reca da Rick per recuperare una pistola (tempismo perfetto il giovane) e il ragazzo si sofferma a pensare alla sua ragazza Alexis.... perdonate se in questi capitoli non appare, ma non è presente negli avvenimenti che stanno e che succederanno :P
E poi.... ohoh abbiamo altri problemi..... qualcuno si è recato da Smith per distruggere il dossier.... che cosa succederà adesso?? Come si svolgerà adesso la situazione, il drago ha veramente vinto??
Solo io lo so puahahahahahaha xD perdonate lo sclero ahaha restate con noi per scoprirlo! :D
Una recensione per consigli e per farmi sapere se il capitolo è piaciuto, fa sempre piacere :D
Ok adesso tolgo il disturbo, ho anche divagato anche troppo ahahaha
Alla prossima
Baci,
Marix96 :D

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