Una difficile scelta.

di sheslola92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Come tutto ebbe inizio. ***
Capitolo 2: *** 2. Chi non muore si rivede. ***
Capitolo 3: *** 3. Il destino a volte gioca brutti scherzi. ***
Capitolo 4: *** 4. Scusa. ***
Capitolo 5: *** 5. La band. ***
Capitolo 6: *** 6. Il mio eroe. ***
Capitolo 7: *** 7. Tu puoi sempre restare. ***
Capitolo 8: *** 8. Perchè? ***
Capitolo 9: *** 9. Inaspettato. ***
Capitolo 10: *** 10. Pace fatta. ***
Capitolo 11: *** 11. Batticuore. ***
Capitolo 12: *** 12. Stelle. ***
Capitolo 13: *** 13. Visita a sorpresa. ***
Capitolo 14: *** 14. Appuntamento. ***



Capitolo 1
*** 1. Come tutto ebbe inizio. ***


Prologo.

Chloe si ritrovò a fissare il soffitto. Nell'ultima ora lo aveva fissato così a lungo che poteva disegnarne ad occhi chiusi le crepe che lo percorrevano e i punti in cui l'intonaco era in parte sparito. Non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi in quella situazione. Lei non credeva alla storia delle ragazze indecise e innamorate di due ragazzi eppure eccola lì. Si era arrovellata per tutto il giorno ed ancora niente. Sapeva di aver fatto un gran casino, quello che non sapeva però era se sarebbe riuscita a sistemarlo tutto da sola. Non sapeva se l'avrebbero perdonata e se avrebbero capito la sua scelta ma doveva tentare. Mentre pensava una realtà le attraversò la mente. Aveva pensato a chi teneva di più per tutto il giorno e non si era resa conto che la risposta era sotto il suo stesso naso. Non due ma solo un volte era rimasto nella sue mente mentre cercava di tirarsi fuori da quella situazione infernale. Quindi eccola la risposta. Sapeva che non si poteva amare due persone allo stesso modo, non lo aveva mai creduto possibile. Aveva sempre pensato che se fosse capitato a lei, avrebbe saputo cosa fare. In quello stesso momento si alzò di corsa dal letto, si infilò un paio di scarpe e uscì di casa. Appena suonò il suo campanello il cuore cominciò a batterle così forte che sembrava quasi volesse uscire dal petto. Lo sentì alzarsi dal divano per venire ad aprire la porta. Quando la aprì rimase a bocca spalancata. Le parole le uscirono di bocca senza che nemmeno potesse controllarle. “Ho sbagliato, me ne rendo conto solo ora. Sono stata una stupida a mettervi l'uno contro l'altro. Ma ora è tutto finito. Voglio te, scelgo te”.

Qualche tempo prima.

“Non vedo l'ora di questo concerto. E' una vita che aspetto di ascoltare i Simple Plan.” stava dicendo Grace a Chloe per la milionesima volta mentre erano in fila ad aspettare di entrare. “Grace credo di averlo capito già dalla prima volta che me lo hai detto!” rispose Chloe scocciata. “Scusa miss sono acida perchè sto per andare a vedere il mio ex che suona!” ribadì Grace. “Che cavolo fai? Sta zitta, mica lo devono sapere tutti!” - “Oddio scusa Chloe, non mi sono accorta che stavo urlando, scusa, scusa.” - “Non ti preoccupare, fai più attenzione però!”. Già, ecco che stava per andare a vedere Seb suonare. Non lo vedeva da almeno 5 anni, se non di più. Si erano messi insieme quando ancora Chloe abitava in Canada, avranno avuto entrambi più o meno 19 anni. Erano innamorati persi e sembrava stesse andando tutto alla grande quando il padre di Chloe morì in un incidente d'auto. Sua madre decise di tornare in Italia. Si perchè la madre di Chloe si era sposata giovanissima con un ragazzo canadese e avevano deciso di trasferirsi nel paese natale di lui. Dopo la morte del padre, sua madre non voleva più stare dove aveva vissuto con lui e tornarono in Italia. Così Chloe fu costratta a lasciare tutti, amici, i pochi parenti rimasti in Canada , Grace e Seb. Con Seb non si erano più sentiti da allora mentre Grace era andata a trovarla ogni tanto in Italia. Adesso all'età di 25 anni Chloe aveva deciso di andare a vivere dove aveva sempre vissuto. Per quanto volesse bene alla madre e amasse l'Itala, non la sentiva completamente sua e allora dopo molti ragionamenti era partita per il Canada, era tornata a casa sua. Non era nemmeno da dire che Grace ne era stata entusiasta così tanto che avevano alla fine deciso di andare a vivere assieme in un piccolo appartamento. Ed ora era lì che stava per entrare a quel maledetto concerto, senza sapere se le sue gambe e la sua mente avrebbero retto alla vista di Seb. Quando Chloe si riprese dai suoi pensieri erano già entrare e si erano trovare un meritatissimo posto nelle prime file. Dopo aver aspettato tutto il giorno fuori non vedeva l'ora che iniziasse il concerto ma soprattutto sperava che Seb non la riconoscesse, che avrebbe potuto dirgli dopo tutti questi anni passati lontani? “Ehy ciao, sono appena tornata a vivere in Canada, sai non mi sentivo a casa in Italia. Ora sto meglio, mi sono ripresa dalla morte di mio padre. E tu?” no proprio non poteva rivederlo. “Come reagiresti se poi Seb ti riconoscesse?” chiese Grace. “Bhe potrei anche svenirgli in faccia” sorrise Chloe. Dopo un breve scambio di battute il concerto iniziò con grande sollievo per entrambe. Durante il concerto finalmente Chloe spense il cervello, ora c'erano solo loro e lei e le note di tutte le sue canzoni preferite. Un paio di volte le parve che Seb la fissasse di sfuggita, a lei cercò di voltarsi subito dall'altra parte. Non poteva certo guardare proprio lei in mezzo a così tante persone, sicuramente si stava facendo troppe paranoie. Le note di”Perfect” concluserò il concerto e Chloe si asciugò le lacrime dal viso così come anche Grace. Quella canzone faceva sempre un brutto effetto. Mentre aspettavano che tutti uscisserò si misero in un angolo. Grace aveva il pass per il dietro le quinte e stava cercando di convincere Chloe ad accettare anche il suo così da andare con lei a conoscere i Simple Plan. “No Grace, lo sai la storia. Non ce la faccio, non posso presentarmi così dopo tutti questi anni. Sarebbe da pazzi”- “Da pazzi Chloe è non venire con me! Dai per favore, per favore! - “No scusami, ma non me la sento.” - “Ok come vuoi, non sai che ti perdi!”. Mentre Grace e le altre ragazze si dirigevano dietro le quinte Chloe si sedette su un gradino ad aspettare l'amica. Era stata molto tentata ad andare con lei. Avrebbe voluto tanto rivedere Seb ma non aveva il coraggio. Doveva ammeterlo, la spaventava a morte rivederlo. Mentre continuava ad arrovellarsi una voce proveniente dal palco la fece destare. “Chloe? Non ci posso credere, sei tu. Dopo tutto questo tempo.”. Chloe alzò gli occhi verso il palco tremando e lo vide. Eccolo lì in tutta la sua bellezza. I suoi occhi grigio-verdi, i capelli scompigliati, il suo sorriso che l'aveva sempre fatta sentire come se fosse sulle nuvole. Il cervello non rispondeva ai suoi comandi, era andando in panne come succede alle macchine. L'unica cosa che le uscì dalla bocca fu “Ciao, Seb. Piacere di rivederti!”

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Capitolo 2
*** 2. Chi non muore si rivede. ***


Rimasero a fissarsi negli occhi per quel che parvero a Chloe delle ore. Finalmente Seb decise di rompere il silenzio imbarazzante che era calato tra i due. “Vieni qui, fatti vedere da vicino!” poi si rivolse ad uno della sicurezza dicendogli di lasciarla passare e tornò a concentrarsi sulla ragazza in attesa di un cenno. Chloe non si era mai sentita così in lotta con se stessa in tutta la sua vita. Il suo cervello le diceva di correre via, le gambe erano bloccate mentre il cuore le diceva di andare verso Seb. Alla fine l'ultimo vinse. Chloe si alzò e si diresse verso il ragazzo. Seb le si avvicinò e prese a guardarla da capo a piedi. “Sbaglio o sei cresciuta dall'ultima volta che ci siamo visti?!” disse con un sorriso. “Sbaglio o sono passati 6 anni?!” rispose divertita Chloe. “Cavolo hai ragione, davvero 6 anni. Un'eternità quasi.” - “Sei cambiato anche tu sai?!” - “In meglio spero?” ammiccò Seb. E c'era da chiederlo? Era davvero cresciuto tanto. Non era più quel ragazzo magrino, timido e impacciato di una volta. Era davvero un uomo ora e questo non fece che peggiorare la sensazione di smarrimento in Chloe. Tutto il tempo passati lontani li aveva cambiati entrambi. Si rese conto che il Seb che conosceva lei non era quel ragazzo che si trovava davanti. Quella era una versione più matura e migliore del Seb che si ricordava lei. Seb fu costretto ad interrompere nuovamente i pensieri di Chloe “Bhe che ci fai qui?” - “Sono venuta al vostro concerto, non si vede?” rise Chloe. “Intendevo qui in Canada.” replicò Seb mostrandole un sorriso a 365 denti. “Bhe mi sono resa conto che la mia vera casa era qui. Ho deciso di cambiare la mia vita. Sono tornata a casa mia. Il Canada lo è sempre stata.” - “Sono contento di sentirtelo dire. Qundi dai non sparire, così possiamo vederci qualche volta. Anzi ancora meglio, dammi il tuo numero di cellulare così non scappi stavolta!” continuò Seb dando un lieve colpo alla spalla di Chloe. Chloe sorrise “Io non scappo mica”. Dopo lo scambio dei numeri Seb sparì dietro le quinte per l'incontro con i fan e Chloe tornò ad aspettare l'amica. Una cosa l'aveva colpita di quello che aveva detto Seb, una parola soprattutto, “scappi”. Quindi era così che si era sentito? L'aveva presa come una fuga, un abbandono da parte sua. Ma Chloe non aveva mai avuto l'intenzione di fargli quello. Erano state le circostanze e portarli dove erano ora. E certamente Seb non poteva dare la colpa a lei per la morte del padre e per la decisione della madre di andare via. Non erano cose che poteva controllare. Eppure quell'unica parola aveva colpito in segno. Ad interrompere il fiume di pensieri fu Grace di ritorno. Chloe si scrollò i pensieri di dosso, non era quello il momento di farsi altre paranoie. Non fece nemmeno tempo ad andare incontro all'amica che questa comiciò un racconto dettagliato del dietro le quinte. “... poi Pierre si è avvicinato e mi ha sorriso ed era bellissimo. E' stato molto dolce. Ha firmato a tutti una maglietta e ha fatto foto con tutti. Poi è arrivato anche Seb e aveva un sorriso stupendo. David e Jeff come al solito hanno fatto gli scemi. E Chuck sai che è un po' timido? Però è stato simpatico con noi. Ci ha messe a nostro agio e ci ha parlato come se fossimo grandi amici...” Grace non si fermò nel suo racconto nemmeno quando entrarono in casa e si misero a letto. Dopo qualche minuto di fermò soddisfatta. “Io ho parlato con Seb!” disse tutto d'un fiato Chloe, prima che l'amica potesse dire altro. Grace rimase esterrefatta “E me lo dici ora?”- “Non è che ho avuto molto spazio per intervenire mentre parlavi tu!”. Così Chloe prese a spiegargli lo scambio di battute avvenuto tra lei e Seb e quando ebbe finito lasciò spazio all'amica per commentare. “Wow è davvero ancora preso da te!” - “Ma che dici? Era solo contento di rivedermi, in fondo eravamo molto legati!” - “ A me risulta che eravate molto innamorati.” - “Grace eravamo molto più piccoli, non so se si può contare come storia seria.” - “Seria o no lui ci è rimasto davvero male quando sei partita. Era distrutto te lo assicuro io. Sarebbe normale se provassa ancora qualcosa. In fondo non avete chiuso perchè non c'era più interesse ma per altri motivi ben diversi. Magari se tu non te ne fossi andata ora sareste ancora insieme.”- “ Il magari non funziona Grace. Magari se mio padre non fosse uscito in macchina quella sera non sarebbe morto. Magari non sarei mai partita per l'Italia. E si magari sarei ancora insieme a lui. Ma sono troppi se. La vita si costruisce a fatti Grace. E il fatto è che è passato davvero molto tempo e siamo cambiati entrambi. La nostra storia è passata. E' stata una bella storia ma eravamo adolescenti. Ora siamo adulti e tutto è cambiato.” - “Ok se lo dici tu, però pensaci a quello che ti ho detto.”. Chloe annuì un po' scocciata e spense la luce decisa ad addormentarsi al più presto ma il suo cervello non le dava tregue. E se come aveva detto Grace, Seb era ancora preso da lei, cosa avrebbe fatto? Era sicura che ciò la rendeva felice o no? Quello di cui era sicura ora era solo una cosa. Quell'incontro l'aveva fatta davvero andare in confusione.

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Capitolo 3
*** 3. Il destino a volte gioca brutti scherzi. ***


~~Chloe si alzò disperata dal letto alle prime luci del mattino. Ovviamente non era riuscita a chiudere occhio. Non che si aspettasse di dormire profondamente. Appena uscì dalla stanza, si fece una doccia per schiarire le idee e si preparò quella che sua padre chiamava “una colazione da campione”: uova, bacon, pane croccante ed una spremuta d'arancio. Mentre mangiava e guardava la tv, Grace entrò barcollando in cucina con tutti i suoi capelli scompigliati e gli occhi ancora mezzi chiusi. Chloe le rivolse un sorriso “Buongiorno bella addormentata”. Grace si sedette scompostamente sulla sedia al fianco di Chloe “C'è qualcosa per me?” - “Certo, trovi tutto sul piatto vicino ai fornelli”. Mentre Grace mangiava avidamente la colazione preparata da Chloe, alzò il volto dal piatto e cominciò a squadrare l'amica. “Perchè mi guardi così?” chiese sospettosa Chloe - “Non so, dimmi tu. Mi chiedevo cosa volessi fare. Hai il suo numero no? Scrivigli!”- “Primo, non saprei che dirgli e secondo, troverei imbarazzante uscire da soli dopo tutto sto tempo.” L'amica cominciò a ridere “Sei davvero strana Chloe!”.
Dopo aver sistemato la camera ed essersi vestita come meglio poteva, si diresse in ufficio. Appena tornata in Canada aveva trovato un lavoro come giornalista in una rivista che si occupava principalmente di musica. Era riuscita così ad unire due grandi passioni: la scrittura e la musica. Quel lavoro le dava una gioia immensa, non lo avrebbe cambiato per nulla al mondo.
Una volta entrata in ufficio, cercò di concludere un articolo che avrebbe dovuto consegnare l'indomani. Mentre era intenta a perfezionare alcuni particolari dell'articolo, il telefono squillò e il caporedattore rispose all'altro capo del telefono. “Chloe dovresti venire nel mio ufficio” - “Arrivo subito signor Calvin”. Chloe salvò l'articolo di giornale appena terminato e si diresse verso l'ufficio.  Appena entrò, il signor Calvin , un uomo sulla quarantina, con capelli brizzolati e degli occhiali da vista all'ultima moda portati sulla punta del naso, la accolse con un sorriso. “Siediti pure, ho una proposta per un nuovo pezzo”. Chloe sorrise all'uomo e si sedette di fronte. “Mi dica pure.” L'uomo le rivolse un altro sorriso e proseguì “Pensavo, dato che sei tra le nostre giornaliste più giovani, che sarebbe meglio se scrivessi tu questo nuovo pezzo. Ieri sera i Simple Plan hanno aperto il loro tour in Canada con un concerto proprio qui nella nostra città e mi chiedevo se ti andrebbe di scriverci un pezzo ed intervistare la band. Sarebbe un pezzo da prima pagina. Hanno fatto sold out in tutte le date e mi sembra un'ottima idea per il numero della prossima settimana.” Chloe non poteva davvero crederci. Il destino le stava davvero giocando un brutto scherzo o era un'opportunità meravigliosa per rivedere Seb, come sicuramente pensava la sua amica Grace. Bhe non che poteva certo rifiutarsi di scrivere l'articolo però sembrava davvero fatto apposta. “Certo, sarebbe un'opportunità meravigliosa. Mi metto subito al lavoro.”

Poco più tardi nel suo ufficio, Chloe stava ancora fissando il numero di Seb. Ottenere un'intervista non era certo facile ma se avevi il numero di un membro della band il processo diventava tutto più rapido. Dopo averlo fissato per un'eternità si decisa a premere il maledetto tasto di chiamata. “Chloe? Ciao, non mi aspettavo una chiamata così presto.” rispose Seb tra il sorpreso ed il contento. “Ciao Seb. A dire la verità sto chiamando per lavoro. Cioè volevo chiamarti stamattina per rivederci magari ma poi mi è passato di mente e adesso ho questo articolo su di voi da scrivere per la rivista per cui lavoro..” le parole uscivano da sole e sembrava che non potesse controllarle. Era in imbarazzo e non sapeva cosa dire. Non voleva che sembrasse quello che effettivamente era. Cioè che lei avesse chiamato solo per l'articolo. Sperò davvero che Seb non capisse la verità. Seb non sembrò offeso. “Ma certo, sarebbe un piacere darti un esclusiva.” disse Seb dall'altro capo del telefono. Sembrava davvero felice della cosa e per niente dispiaciuto. “Oh! Bhe fantastico, quando possiamo vederci?” - “Domani se per te va bene. Ci troviamo nel nostro studio di registrazione. Ti passo l'indirizzo per sms.” - “Fantastico, grazie mille Seb.” - “Figurati Chloe.” Bhe era andata meglio del previsto. Proprio mentre stava per mettere giù la voce di Seb la raggiunse nuovamente dall'altro capo del telefono “..e Chloe, è stato davvero bello rivederti. Magari possiamo uscire insieme qualche volte..”. Chloe davvero non se lo sarebbe aspettato, non che non le facesse piacere ovvio. Una parte di sé non aveva idea di che cosa rispondere ma l'altra parte era felice che Seb fosse davvero contento di rivedere lei nonostante tutto. “Certo Seb, sarebbe fantastico!”.

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Capitolo 4
*** 4. Scusa. ***


~~Era sicurissima di essere all'indirizzo giusto ma non vedeva nessuno e aveva chiamato Seb ma non rispondeva al cellulare. Esasperata e infreddolita si appoggiò alla cancellata e aspettò l'arrivo della band. Dopo poco sentì una voce chiamarla “Chloe? Chloe? Scusa per il ritardo. Abbiamo avuto dei contrattempi.” Chloe si girò e trovò due occhi verdi con sfumature di grigio che la stavano fissando. Seb era arrivato solo e Chloe si guardò intorno con aria persa. “Gli altri dove sono?” domandò confusa. “Arrivano tra poco. Vogliamo entrare, starai gelando.” rispose Seb con fare preoccupato. Appena entrati nello studio un'aria calda la travolse e Chloe cominciò a sfregarsi le mani con vigore per tentare di riacquistare la sensibilità. “Si in effetti faceva davvero freddo là fuori.” commentò Chloe. “Scusami davvero, se vuoi ti faccio qualcosa di caldo. Tieni la mia felpa” Seb si sflilò la felpa e gliela porse con gentilezza, i suoi occhi fissi su di lei. “Grazie mille Seb” rispose Chloe prendendo la felpa che il ragazzo le offriva e aggiungendo “in effetti qualcosa di caldo lo accetterei volentieri se non è un disturbo”. “Figurati, ti preparo subito qualcosa” sorrise di rimando Seb.
Mentre era indaffarato a prepararle la bevanda Chloe si ritrovò a fissare il ragazzo. Come è possibile che qualcuno che una volta conoscevi come le tue tasche può sembrarti così estraneo? Eppure il ragazzo che conosceva era ancora lì da qualche parte. Il suo sorriso rassicurante, il modo che aveva di farla sentire sempre bene, la sua voce profonda ed i suoi occhi. Oh cavolo, i suoi occhi li aveva sempre amati. Quando uscivano in una giornata di sole cambiavano colore a seconda della luce e Chloe si concentrava sulle pagliuzze dorate che si evedenziavano nelle iridi. Le ciglia erano lunghe e folte e davano ancora più espressività al suo sguardo. Tutto questo le ricordava il suo Seb di 6 anni fa che ora non era più nemmeno suo, ricordò Chloe a e stessa. “Ecco a te” disse Seb a Chloe che persa nei suoi pensieri quasi salto sulla sedia. “Grazie” rispose Chloe al ragazzo, aggiungendo “Raccontami di te, sono passati 6 anni. Avrai qualche novità immagino”. Seb guardò la ragazza attentamente e le mostrò il sorriso che a Chloe era tanto mancato. “Bhe da quando te ne sei andata qualcosa è cambiato in effetti. I miei hanno divorziato e mia madre dopo aver frequentato un uomo per qualche anno si è risposata e poco dopo mio padre ha deciso di risposarsi con una ragazza più giovane. Io me ne sono andato a vivere da solo, mio fratello si è sposato anche lui e che dire...Ho semplicemente continuato a fare quallo che facevo prima.” Chloe fissò il ragazzo dispiaciuta “Mi spiace Seb per i tuoi, non è mai bello quando vedi i tuoi genitori smettere di amarsi. Quando pensi ai genitori si crede sempre che l'amore sia eterno e se poi lo vedi svanire così è brutto. Davvero mi spiace.” Seb parve riflettere per un attimo e i suoi occhi diventarono tristi “A volte capita che qualcosa che per noi può sembrare per sempre finisca così da un momento all'altro senza nemmeno sapere il perchè. Dobbiamo imparare a farcene una ragione, alcune persone non sono fatte per stare insieme.” sentenziò il ragazzo. Chloe era sicura che quello che aveva appena detto non era riferito solo ai genitori. Questo non fece che farla sentire davvero in colpa, una vera vipera. Non aveva mai avuto intenzione di ferire Seb, lo amava e pensava davvero all'epoca che sarebbe stato per sempre ma quando si è giovani non si pensa che ogni amore sia eterno? La risposta non l'aveva ma doveva per forza trovare un modo per scusarsi col ragazzo. Doveva trovare il modo per andare avanti, per entrambi. “Seb ascolta, credo di non essermi mai scusata per quello che ti ho fatto. E' successo tutto così velocemente. Dopo la morte di mio padre, mia mamma non poteva sopportare l'idea di vivere qui e doveva andarsene, doveva scappare da questo posto. Ho dovuto seguirla, aveva un dannato bisogno di me e io di lei. Non potevo restare qui. Potevo scriverti o chiamarti ma non ne avevo il coraggio e poi non ho mai ricevuto nulla da te così ho pensato che forse non mi pensavi più, forse eri già andato avanti e non avevi di certo bisogno di ricordare cose dolorose. Sono stata in disparte ed ho sperato che tu mi dimenticassi.” le parole le erano uscite come un fiume in piena, aveva aperto un angolo del suo cuore , quello che era sempre stato conservato per Seb ed era uscito tanto senso di colpa e dolore. Gli occhi le si gonfiarono per i troppi ricordi, per le parole non dette, per quelle non scritte, per tutto quello che era accaduto. La sua scusa era sempre stata la solita, non era colpa sua e non avrebbe mai potuto controllare gli eventi. Eppure una parte di sé sapeva che non era del tutto vero. Abbiamo sempre noi il potere di decidere cosa fare e lei non lo aveva fatto. Si era lasciata trasportare dal fiume in piena e non si era ribellata, non aveva cercato nessun appiglio per uscirne ed ora eccola lì. Seb rimase senza parole, guardò la ragazza e portò un dito al viso di Chloe raccogliendo una lacrima che minacciava di uscire. “Chloe ascolta, può sembrare che ti stia dando la colpa ma non è così. Si c'è stato un momento in cui ti ho incolpata e persino odiata ma non ora. Sono cresciuto e non sono più il ragazzo che conoscevi tu. Mi spiace solo di non esserti stato vicino, questa è l'unica cosa che rimpiango davvero. Dovevo starti vicino, chiamarti, scriverti ogni singolo giorno ed invece ho deciso che era meglio prendersela, era più facile.Credo di doverti delle scuse anche io.” I due ragazzi incrociarono i loro sguardi. Una marea di ricordi li invase e si lasciarono trasportare. Seb prese la mano a Chloe e le sorrise dolcemente. Si avvicinò alla ragazza e la strinse in un abbraccio impacciato. Detestava ammetterlo ma gli era mancato parecchio. Chloe accettò volentieri quel suo abbraccio forte che sembrava dirle tante di quelle cose che mille parole non avrebbero mai potuto rendere l'idea e lo strinse a sé. Ad un certo punto Seb sciolse l'abbraccio e disse solo una cosa: “Grazie!”

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Capitolo 5
*** 5. La band. ***


“Per quale assurdo motivo mi staresti ringraziando” chiese Chloe stupita. Seb la guardò felice e si affrettò a dire “Bhe dopo tutto questo tempo riusciamo a risolvere quindi ti ringraziavo per averne avuto la possibilità.” Chloe guardò il ragazzo e sorrise sollevata di potersi lasciare tutto alle spalle e poter iniziare ufficialmente un nuovo capitolo della sua vita. “Grazie a te, credo ne avessimo bisogno entrambi. Amici?” Seb scrutò il viso della ragazza e per un attimo parve in dubbio su come rispondere ma poi scrollò la testa come se stesse risistemandosi i pensieri al suo interno e ammiccò “Certo, amici!”.

Delle voci distolsero i ragazzi dalla loro conversazione ed il resto della band entrò nello studio. David guardò Seb e poi Chloe come se volesse capire cosa stesse succedendo, si avvicinò a Chloe e le porse la mano “Mi sembra di averti già vista da qualche parte ma non mi pare di ricordare dove, in ogni caso piacere sono David” - “Oh si, ero la ragazza di Seb sei anni fa, qualche volta uscivo insieme a voi. Probabilmente mi ricordi per quello.” si affrettò a chiarire Chloe con un leggero imbarazzo. “Ma certo, Chloe! Mi fa piacere rivederti!” David tolse la mano ed abbracciò con vigore Chloe che spiazzata dal gesto lo ricambiò. Chuck, Pierre e Jeff rimasti indietro ed avendo ascoltato la conversazione si fecero avanti e salutarono la ragazza. “Ma che fine avevi fatto?” chiese Pierre con un po' di curiosità. “Sono andata a vivere in Italia con mia mamma dopo che mio papà è morto.” Pierre la guardò imbarazzato “Ops scusa, non volevo...” - “Ma no tranquillo figurati!” sorrise di rimandò Chloe. “Ed ora lavori come giornalista?” domandò Chuck. “Si, bhe sono stata abbastanza fortunata.” - “Bhe devi intervistare noi, ovvio che sei fortunata” commentò David ridendo allegramente. “Meglio mettersi al lavoro” annunciò Seb che era rimasto in disparte fin dall'arrivo degli amici.

Alla fine dell'intervista Chloe era decisamente più a suo agio. I ragazzi si ricordavano di lei ed erano davvero molto amichevoli e gentili. Sembrava davvero fossero amici da sempre nonostante il breve periodo in cui ci era uscita. “Ricordati di menzionare il mio fantastico charme e sex appeal!” commentò Pierre che ovviamente non mancava mai di dire la sua battuta. “Oh si bhe certo, lo metterò sicuro. Anzi per essere certi che venga letto lo metto nel titolo. Che ne dici?” propose Chloe divertita. “Si direi che mi può andare bene!” rispose compiaciuto Pierre. “Oh e ricordati delle mia dita. Non puoi non citare le mie dita magiche.” ricordò David. “Dave sappiamo che sei il bassista ma per favore evita di mettere doppi sensi ovunque!” rise Jeff. “Se mi ricordo bene è sempre così vero?” chiese Chloe ricordandosi i vecchi tempi. “Purtroppo non sbagli” rispose ridendo Chuck. “Bhe grazie davvero per tutto, ora è meglio che vada.” si congedò Chloe. Dopo aver salutato i ragazzi Chloe si diresse verso la porta e Pierre le si avvicinò “Credo che parlo a nome di tutti se dico che ci farebbe piacere se tu ti unissi a noi stasera. Andiamo in un locale qui in città. Suonano buona musica e si balla. Che ne dici? In onore dei vecchi tempi.” Il ragazzo le sorrideva in attesa della risposta. Chloe ci pensò su un attimo. “Volentieri, ti spiace se porto un'amica?”. Grace sarebbe impazzita alla notizia, già si immaginava svenimenti e gridolini vari. “Si, certo porta chi vuoi. Bhe grande dai! Ti scrivo il mio numero così poi ci mettiamo d'accordo per stasera.” Le porse un bigliettivo con scarabocchiato un numero di cellulare e salutò la ragazza. “A stasera Chloe!”- “A stasera!”

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Capitolo 6
*** 6. Il mio eroe. ***


“Fantastico come al solito non ho la più pallida idea di cosa indossare stasera.”Chloe era esasperata, aveva tirato fuori mezzo armadio e ancora non aveva trovato nulla da indossare. Ogni volta che doveva uscire era sempre la stessa storia. Buttava tutti i vestiti sul letto, si lamentava del fatto che non aveva nulla da mettere e alla fine chiedeva in prestito qualcosa a Grace. Seduta sul letto circondata da tutti gli abiti, Chloe cercava di trova il il capo perfetto. “Chloe ma dai che ti presto qualcosa io” fece un tentativo Grace. “No, ti chiedo sempre in prestito qualcosa. Stavolta no, ci sarà pure qualcosa che possa mettere.”rispose scocciata Chloe. Mentre rovistava si fece un appunto mentale: fare shopping al più presto. “Gonna non se ne parla, quindi che ne dici di questi?” chiese Chloe all'amica mostrandole un paio di skinny jeans neri. “Sei sempre la solita, mai una gonna o un vestito.” brontolò Grace. “Bhe dalla tua reazione direi che sono perfetti allora” rispose Chloe ammiccandò. Indossò i jeans e optò poi per una maglietta con le maniche fino al gomito e la scollatura che le lasciava scoperte le spalle. Quando ebbe finito di truccarsi, sistemò la borsa, scelse poi delle scarpe francesine che tanto adorava e si infilò un giubetto di pelle. “Allora Grace sei pronta?” - “Eccomi, andiamo.”

Il locale era appena fuori città, dall'altra parte rispetto a dove abitavano Chloe e Grace quindi ci misero un po' per raggiungerlo. Era una specie di grosso capannone che ospitava un'enorme sala. Quando varcarono la soglia furono investite da una marea di suoni, profumi e grida. La musica che suonavano era stile anni '60 e Chloe tirò un sospiro di sollievo. Non amava le musiche commerciali, tutte con lo stesso ritmo e dove la gente si strusciava completamente sul partner come degli animali in calore. La vecchia musica permetteva dei balli divertenti e intimi che Chloe tanto amava. Si guardarono intorno alla ricerca dei ragazzi. Pierre insieme all'indirizzo aveva scritto che loro si sarebbero trovati là. “Grace cercali un po', io non li vedo” ordinò Chloe. Mentre si guardavano in giro Chloe diede un'occhiata più approfondità alla sala. Invece dei soliti divanetti appartati, c'erano delle sedie in pelle rossa e le pareti erano ricoperte di varie foto e poster che richiamavano gli anni 50-60. In un angolo c'era un vecchio juke-box e il bancone del bar era bianco con lo stemma del locale stampato sulla parte anteriore. Al centro si trovava la pista da ballo ed una parte di essa aveva delle piastrelle che si illuminavano. Era un locale davvero piacevole nel complesso e ciò che mancava erano solo i 5 ragazzi. Dopo cinque minuti Chloe finalmente li vide e fece segno all'amica di seguirla. Facendosi spazio tra la gente che ballava riuscirono a raggiungere il tavolo dove le stavano aspettando. “Ce l'avete fatta alla fine! Vi stavamo dando per disperse!” A parlare era stato Pierre che si avvicinò alle ragazze con un sorriso divertito e le salutò con un leggero bacio sulle guance. “Si scusate è che viviamo dall'altra parte della città.” rispose Chloe a modi scusa. Dopo aver salutato il cantante della band, salutò in maniera rapida gli altri e si fermò da Seb. “Devo ammettere che mi aspettavo mi invitassi tu stasera invece di Pierre.” commentò Chloe. “Ma che ne sai, magari non ti ho invitato perchè non ti volevo”rispose Seb ammiccando alla ragazza. Chloe gli si avvicinò e lo spinse ridendo. “Impossibile, tutti mi vogliono” - “Ma sentila come fa la snob.” commentò divertito Seb. “Da quando tutti ti vogliono?” - “Bhe sono io, chi non mi vorrebbe.” scherzò. “Ti consiglio di fermarti finchè sei in tempo o la gente potrebbe prenderti per pazza” la stuzzicò lui. Oh si le era mancato questo scambio di battute. Dopo tutto questo tempo veniva ancora naturale, come se non si fossero mai lasciati davvero. “Ti prendo qualcosa da bere? ” chiese Seb interrompendo i pensieri di Chloe. “Oh si mi piacerebbe, non so scegli tu. Tanto conosci i miei gusti.” rispose sorridendo. Detto questo il ragazzo la baciò velocemente sulla guancia e corse verso il bar. Chloe si voltò e diedi uno sguardo al resto del gruppo. Grace era intenta a conversare con Chuck e Jeff, David era sulla pista da ballo con qualche ragazza sicuramente e Pierre ascoltava distratto la conversazione dei primi tre. Chloe le si sedette di fianco e lo toccò gentilmente con la spalla. “Bhe non dirmi che mi hai invitato qui solo per ascoltare le conversazioni altrui.” Il ragazzo parve destarsi e si girò sorridendo. “In effetti no, ma se ti piace possiamo anche farlo.” rise Pierre. “Ma credo sia meglio ballare, ti va?” mentre parlava il ragazzo si alzò e le porse la mano. Chloe guardò verso il bar dove Seb stava ancora cercando di fare l'ordine e poi si voltò ad osservare la mano davanti a lei. “Certo, volentieri.” rispose Chloe appoggiando la mano su quella di Pierre. Il ragazzo la trascinò in mezzo alla pista e poi si voltò verso di lei. Quando furono faccia a faccia lui cominciò a muoversi come un pazzo, saltellando e muovendo fretenicamente gambe e braccia. Chloe non potè che ridere di fronte alla scena. “Mi prendi in giro?” chiese facendo il finto offeso. “No no, solo che hai un modo strano di ballare” commentò Chloe ancora in preda alle risate. “Se tu ti unissi a me magari sembrerei meno pazzo” rise lui. Allora Chloe cominciò ad imitare il ragazzo ed, inutile dirlo, si divertì da matti. Pierre aveva sempre una nuova mossa da mostrare sempre più strana rispetto a quella precedente e ogni volta Chloe era piegata in due dalle risate. Dopo qualche canzone la musica sfrenata si fermò e cominciarono dei lenti. Il ragazzo la guardò e le porse nuovamente la mano. “Signorina, mi concede questo ballo?” chiese facendo un inchino goffo. Chloe dopo l'ennesima risata prese la sua mano e si affrettò ad aggiungere “Volentieri signore.” e fece un profondo inchino come una vera dama di corte. Si avvicinarono e Pierre le mise un braccio all'altezza della vita e con l'altro le prese la mano. “Non ti ricordavo così divertente.” disse pensierosa Chloe. “Ma come? Io sono famoso per il mio essere così ilare.” scherzò lui. “Oh si giusto, come potrei mai essermi dimenticata di ciò.”ribattè Chloe. Dopo un attimo di silenzio Pierre tornò a parlare. “Ti è mancato il Canada?” - “Si, alla fine sono cresciuta qui e non riuscivo a pensare ad altro che a tornare appena ne avessi avuto la possibilità. Ho perso di vista gran parte degli amici che avevo prima di partire ma ho Grace che fa per tre quindi.” sorrise Chloe. “Bhe per quel che vale hai noi, cioè non so gli altri ma mi puoi considerare un amico.” Chloe alzò lo sguardo ed il ragazzo la fissava. I suoi occhi castani erano ammalianti e seducenti e la scrutavano come se volesse guardarle attraverso. Il sorriso sghembo era dolce ed innocente come se stesse attendendo una risposta davvero importante. Le guance rosse per il ballo e i capelli spettinati completavano il tutto. Chloe si perse ad osservare quel viso e si dimenticò completamente della risposta. “Chloe ci sei?” la risvegliò il ragazzo. Chloe quasi saltò dallo spavento “Oh si scusa Pierre. Comunque grazie. Cioè si mi piacerebbe considerarti un amico.” La musica cambiò e Chloe gli rivolse un sorriso “Vado a prendere da bere se non ti spiace”. “Certo figurati, andiamo.” Lasciarono la pista ancora per mano e Pierre non la staccò nemmeno quando arrivarono al tavolo. Seb le si avvicinò e le porse il drink. “Mi chiedevo dove fossi finita.Tieni, dovrebbe piacerti.” le disse porgendogli un drink. Lo sguardo di Seb si spostò poi dal viso di Chloe alla mano, anzi alle loro mani. Chloe la tolse subito e si affrettò a prendere il drink che il ragazzo le porgeva. “Grazie stavo ballando e il tempo è volato.” rispose sorridendo e sperando che non avessse fatto troppo caso alle loro mani. Assaggiò la bevanda che Seb le aveva portato ed un sapore di fragola la travolse. “Oh si, mi conosci davvero bene.” commentò Chloe. Seb la guardò e sorrise soddisfatto. “Sei sempre la stessa Chloe dopotutto.”

Più tardi dopo numerosi altri balli Chloe si sentiva davvero accaldata, le mancava il respiro e doveva uscire assolutamente. “Esco un attimo a prendere aria.” comunicò Chloe a Grace che annui distratta. Quando finalmente riuscì ad uscire dal locale, l'aria fresca della notte la invase rinfrescandole le guance che ormai erano di un colore simile alle fragole. Prese un profondo respiro e si appoggiò alla parete del locale. Forse era lei che si faceva paranoie ma sembrava davvero che Seb fosse geloso prima. Non era successo nulla, era solo una mano ma l'aveva guardata come se avesse fatto chissà cosa. Ma avevano chiarito, erano amici e non poteva essere diverso da ciò. Dall''altra parte c'era stato Pierre che era stavo davvero carino e gentile. L'aveva guardata in maniera strana e le aveva tenuto la mano. Ma anche in questo caso forse erano cose normali, niente di che. Mentre era immersa nei suoi pensieri un ragazzo le si avvicinò. “Ciao bella...” il resto della frase non potè capirlo, le parole erano come unite tra loro. Certamente il ragazzo aveva bevuto e parecchio. “Credo sia meglio che tu vada a casa!” lo avvisò Chloe cercando di allontanarsi. Il ragazzo non mollava e si avvicinava sempre di più, così vicino che i loro volti erano a pochi centimentri di distanza. Quando ormai non aveva più via di scampo, due mani presero il ragazzo per le spalle e lo spostarono di lato. Il ragazzo si voltò di scatto e sferrò due pugni, mentre uno colpiva l'aria, l'altro andò dritto a colpire il naso del salvatore di Chloe. “Cavolo che male!”. L'ubriaco scappò e Chloe si ritrovo a fissare Pierre con le mani al naso. “Oddio Pierre ti ha fatto tanto male?” chiese preoccupata Chloe. “Abbastanza ma me la cavo.” rispose lui con fare rassicurante. “Fammi vedere un po'”. Chloe gli si avvicinò, gli spostò le mani e del sangue usci copiosamente. “Che cavolo, non va bene per niente!” Chloe cercò velocemente nella borsetta che grazie al cielo non aveva lasciato nel locale e gli consegnò un fazzoletto. “Dove abiti Pierre?Credo sia meglio che ti riporti a casa.” Il ragazzo fece per controbattere ma Chloe si affrettò a aggiungere “Non si discute, è colpa mia se è successo quindi ora ti porto a casa.” Pierre parve non voler discutere “Abito a 5 minuti da qua, io sono venuto a piedi.” - “Lascia stare, ho la macchina qui vicino, seguimi.”

In un paio di minuti erano già sotto casa di Pierre. Era una villa (o forse più un maniero da quanto era grande) disposto su due piani. Pierre porse le chiavi a Chloe che aprì la porse svelta. L'atrio era enorme, alto ed ampio. Vi erano delle colonne che lo dividevano da un grande salotto sulla destra mentre sulla sinistra c'era una cucina in grado di ospitare dieci chef insieme. Nonostante l'enormità della casa era accogliente e confortevole. Pierre indicò delle scale a chiocciola sulla destra e fece segno di salire. Una volta al piano di sopra cercò di fretta un bagno. Dopo aver aperto varie porte lo trovò e invitò Pierre ad entrare. “Vieni, fatti sistemare.” Dopo aver fermato il sangue, Chloe prese un panno bagnato e invitò Pierre a sedersi. “Grazie per avermi salvato eroe” ringraziò Chloe mentre puliva il viso al ragazzo. “Figurati, dovere mio.” ammiccò lui. “Potevi evitare il pugno ma forse era chiedere troppo.” rise. “No era tutto calcolato. Un vero eroe picchia duro.” scherzò lui. “O si fa picchiare duro.” aggiunse Chloe facendo l'occhiolino. Dopo aver finito col viso del ragazzo annunciò “Sei tornato come nuovo.” - “Grazie Chloe, non dovevi.” - “Ma smettila, certo che dovevo.” - “Vuoi qualcosa da bere?” propose Pierre. “Si volentieri.”. Scererò dunque la scala a chiocciola  e si diressero in cucina. Pierre apri il frigorifero “Coca, fanta, acqua. Non ti propongo alcolici perchè devi guidare.” rivolse un sorriso a Chloe. “Una coca va bene.” accettò. Mentre le passò il bicchiere face una delle sue solite battute. “Sai hai un futuro da infermiera. No dico se con il giornalismo non va, ti ci vedo bene.” - “Simpatico davvero.” rispose Chloe mostrandogli la lingua. “Bhe grazie di nuovo per il salvataggio. Ora è meglio che torno a prendere Grace. Si è fatto davvero tardi e abbiamo un po' di strada da fare.” - “Certo, avvisami quando sei arrivata a casa, così sto tranquillo.” rispose Pierre con fare serio. “Tu che ti preoccupi?! Wow posso davvero dire di averle viste tutte.” ribattè divertita. Pierre la guardò con un sorriso dolce e aprì la porta. “Grazie infermierina.” - “Grazie eroe.” Dopo questo scambio di battute Pierre le prese la mano e si avvicinò dolcemente al suo viso. Lo stomaco di Chloe parve contorcersi e la testa era andata ufficiamnente in palla. Pierre le diede un bacio delicato e soffice sulla guancia. Questo però era diverso da quelli che si erano dati in precedenza per salutarsi. Era più intimo ed eccitante. Quando si staccò Chloe aveva le guance in fiamme e le gambe le tremavano. Gli rispose con un rapido sorriso, tornando veloce verso la macchina. Era una sensazione strana e piacevole. Era stato solo un bacio sulla guancia ma tutto il suo corpo era stato scosso da un fremito ed era sicura fosse di piacere. Scosse la testa come per liberarsi da quella sensazione e avviò la macchina. Una volta raggiunto il locale trovò Grace fuori che la aspettava, le fece cenno di salire. Mentre tornavano a casa ovviamente Grace prese con l'interrogatorio. Dopo averle raccontato in breve cosa era successo l'amica cominciò a saltellare sul sedile contenta. “Dai so che ti è piaciuto quel bacio, sei tutta rossa.” commentò Grace. “Ma smettila di dire cavolate. Non mi piace,è solo un amico.” rispose Chloe. Ma un calore improvviso sulle guance la tradì. Lo stomaco si contorse e un sorriso da ebete le apparì sul volto. Ok, forse.

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Capitolo 7
*** 7. Tu puoi sempre restare. ***


La mattina seguente al suo risveglio, non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che doveva scusarsi con Seb. Lo aveva mollato lì dopo aver bevuto il drink e non era più tornata. Gli doveva assolutamente delle spiegazioni con scuse annesse. Si alzò dal letto controvoglia e si fiondò in bagno. Dopo una doccia rigenerante, prese un paio di jeans dall'armadio, si infilò una maglietta e indossò nuovamente il suo giubetto di pelle. “Grace io vado da Seb ok?”. Grace apparve dalla sua stanza ancora in pigiama e con i capelli letteralmente dappertutto. “Che ci vai a fare scusa?” chiese tra uno sbadiglio e l'altro. “Volevo chiedergli scusa per ieri sera, sono andata via senza dire nulla e bho lo devo fare.” si spiegò Chloe. “Certo, mi sembra sensato.” Fece per salutare l'amica ma poi aggiunse. “Ah ecco, mi stavo scordando. Oggi vado a trovare mia sorella e resto a dormire da lei quindi ci vediamo domani, ok? Te la caverai senza di me per una giornata?” - “Credo di potercela fare” sorrise Chloe. Dopo un abbraccio veloce uscì di casa e si affrettò a chiamare Seb. Al terzo squillo il ragazzo rispose “Chloe? Ciao! Tutto bene?” - “Ciao Seb. Sisi tutto bene. Ascolta chiamavo per chiederti se oggi avevi da fare.” chiese in tutta fretta Chloe. Seb sembrò pensarci su un attimo. “Oggi sono in studio di registrazione ma se vuoi passare sei la benvenuta, anzi passa che mi farebbe piacere vederti.” Chloe si immaginò il suo enorme sorriso mentre pronunciava la frase, un sorriso così famigliare che le scaldava il cuore. “Se non disturbo vengo volentieri. Ci vediamo tra un'ora va bene?” - “Perfetto, A dopo Chloe!” - “A dopo.”

Quando entrò nello studio Seb fu il primo che la accolse. Le si avvicinò col suo sorriso che sapeva di casa, le fossette ai lati della bocca e i gli occhioni da cucciolo. Tutto in lui gli ricordava una vita che sembrava risalire a secoli fa. Ma al tempo stesso era un punto fermo, un rifugio, un'ancora nella sua vita così movimentata e con poche sicurezze. Dopo tanti anni lui aveva deciso che valeva la pena stare vicino a lei, che dopotutto rimanere amici non sarebbe stato ricordare il passato ma creare un futuro. Molto nella sua vita era cambiato ma due cose ore erano rimaste come un tempo: Grace che non l'aveva mai abbandonata un secondo, le aveva sempre donato una spalla su sui piangere, un motivo per ridere e una ragione per andare avanti e Seb che, nonostante si fossero persi di vista per anni ora era lì, al suo fianco, sorridente come sempre. Chloe non aveva davvero idea di cosa sarebbe successo tra loro in futuro ma una cosa era certa: non avrebbe mai più permesso alle circostanze di allontanarli o dividerli ed era sicura che anche per Seb era lo stesso. Mentre questo flusso disordinato di pensieri riempiva la testa di Chloe, due braccia la presero e la strinsero forte. “Pianeta terra chiama Chloe” le sussurrò Seb spostandole leggermente i capelli col suo fiato caldo. Mentre si perdeva in quell'abbraccio ebbe davvero la conferma che niente e nessuno avrebbe potuto dividerli ora. “Scusa, mi sono persa nei miei pensieri.” rispose ancora stringendolo. Quando sciolsero l'abbraccio Chloe aveva le guance che erano un fuoco e lo stomaco intento a fare una serie di salti mortali. Non diede retta a quello che il suo corpo voleva comunicarle e si guardò intorno. “Sbaglio o manca qualcuno?” chiese curiosando intorno. “Oh no, cioè si ora siamo solo io, David e Jeff. Vieni” la invitò Seb. Quando entrò nella sala della regia vide David e Jeff aldilà del vetro che separava la stanza dallo studio, che la salutavano con un cenno della mano. Ricambio il saluto con un cenno del capo ed un sorriso e prese una sedia. “Se devi lavorare fai pure, io ascolto volentieri, non voglio essere di intralcio.” disse Chloe. Seb la guardò, alzò gli occhi al cielo e scrollò le spalle. “Tu non sei mai di intralcio. Anzi, sono contento che tu sia qui. Piuttosto che fine hai fatto ieri?” Ecco appunto. “Si ecco in effetti volevo scusarmi per ieri sera. Sono uscita a prendere un po' d'aria. All'improvviso un ubriaco si è avvicinato a me e poi è apparso Pierre che lo voleva allontanare e si è beccato un pugno in faccia. Dato che sanguinava l'ho portato a casa e ho controllato che stesse bene, ecco tutto qui. Poi però era tardi quindi ho recuparato Grace e siamo tornate a casa. Non ho pensato di salutarti e avrei voluto passare più tempo con te, mi spiace.” disse tutto d'un fiato Chloe. “Questa storia è meravigliosa.” rispose Seb tra una risata e l'altra “Oddio non ce la faccio, Pierre che è stato preso a pugni da un ubriaco. Dovevi chiamarmi” continuò Seb piegato in due mentre sghignazzava. “Bhe l'hai presa molto bene vedo” ribattè Chloe unendosi alle sue risa. Seb aveva una di quelle risate che contagiavano il mondo, se ti trovavi vicino a lui mentre rideva non potevi fare a meno di ridere anche tu. Se lui era felice tuttti lo erano. O almeno questo è quello che provava Chloe. “Tornando seri, tranquilla Chloe. Non me la sono presa, volevo solo sapere dove eri dato che sembravi davvero sparita, tutto qui.” chiarì Seb fissando la ragazza. “State lavorando ad una nuova canzone?” chiese curiosa Chloe cambiando argomento. “Oh si, sarà una sorpresa.” rispose lui contento e soddisfatto. “Ma come, niente anteprima per me?” domandò Chloe mostrando un finto fare offeso. “Nha, devi aspettare come gli altri. Altrimenti non vale.” ammiccò il ragazzo. “Sei ingiusto.” concluse Chloe con le braccia conserte ed esibendo un broncio. “Oh si la mia bimba offesa. Mi è mancata anche lei.” sorrise Seb sedendosi al suo fianco. La sua bimba offesa, è così che la chiamava quando metteva il muso. Quel nomigliolo le era mancato. Non era niente di particolare ma lo sentiva suo, come senti tuo l'abbraccio caldo della mamma. Mentre un sorriso le spuntò sul volto si appoggiò sulla spalla di Seb. “Voglio una canzone tutta mia.” rise Chloe. “Adesso ordini anche le canzoni?! Non stiamo diventando esigenti qui?” la punzecchiò lui. “Forse, ma se fosse facile starmi vicino dove sarebbe il piacere no?” rispose di rimando lei. “Questo è vero, le cose semplici non sono mai troppo belle.”affermò Seb sorridendo dolcemente. Mentre si godevano quello scambio di battute una terza voce arrivò dal nulla. “Quindi è così che lavorate eh?”. Chloe alzò la testa di scattò e ritrovò Pierre all'entrata della sala con Chuck al fianco. Seb si alzò e si avvicinò all'amico salutandolo con un abbraccio. “Mi hanno detto che ti sei preso un pugno” rise Seb. Chuck al sentire la notizia non trattenne le risate. Pierre guardò Chloe che era rimasta seduta in disparte “Vedo che le notizie volano velocemente.” scherzò. “Sappi che ti ho descritto come l'eroe che sei stato” rispose Chloe facendo l'occhiolino. “L'avete sentita no? Un eroe” fece eco Pierre rivolto ai due amici in preda ad una serie di risa. Sorpassando i due amici, Pierre si avvicinò a Chloe. La ragazza si alzò sorridendo “La notizia li ha sconvolti a quanto pare” rise Chloe facendo cenno ai due amici. “Terribilmente.” rispose lui scuotendo il capo. “Resti ad ascoltarci?” chiese Pierre. “E' un invito o stai chiedendo un'informazione?” domandò dubbiosa Chloe. “E' un invito credo.” ribattè sorridendo il ragazzo. “Rimango volentieri allora.” rispose contenta Chloe. Pierre le dedicò un ultimo sorriso abbagliante ed andò nello studio dove si trovavano David e Jeff. Chloe si avvicinò a Seb. “Hai visto? Posso rimanere per ascoltare!” lo provocò Chloe. “Cavolo e chi te lo avrebbe permesso scusa?” rispose di rimando Seb mostrando un fare sorpreso. “Simpatico!” rimbeccò Chloe facendo l'occhiolino. Seb le avvolse un abbracciò intorno alle spalle e le sorrise. “Tu puoi sempre restare.” e così dicendo raggiunse nello studio il resto della band. 

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Capitolo 8
*** 8. Perchè? ***


“Allora dove mi porti?” chiese Chloe curiosa. Dopo essere stati quelche ora in studio registrazioni Seb aveva deciso di portarla fuori a mangiare e non le aveva ancora rivelato cosa avesse in mente. “ Chloe so quanto tu sia curiosa ma fidati di me, ti piacerà.” rispose il ragazzo dopo l'ennesima domanda di Chloe. Dopo qualche minuto Seb prese una stradina che si perdeva tra gli edifici e Chloe lo seguì. C'era qualcosa in quel posto che le era famigliare. La strada stretta tra gli enormi condomini, il parco pieno di profumi e colori in fondo alla strada, i negozi vintage ad ogni angolo, tutto le portava alla mente immagini che non riusciva a collegare. Poi Seb le indicò un locale non troppo grande, super colorato ( un po' come tutta quella zona), con due vetrine e l'insegna illuminata che diceva “Dorothy's Restaurant”. All'interno i tavoli erano piccoli, ognuno illuminato al centro da una piccola lampada retrò, le tovagliette a quadri rossi e bianchi, il lungo bancone di legno del bar pieno di taglieri con tutto il cibo immaginabile ed un piccolo pianoforte all'angolo che veniva dolcemente suonato da un uomo di mezza età. “Sorpresa” disse Seb rivolgendole un sorriso contento e compiaciuto. Una marea di ricordi la invasero. Sei anni prima durante la loro prima uscita, erano andati nello stesso ristorante che ora era davanti ai loro occhi, Seb le aveva offerto la cena, aveva chiesto al pianista di suonare qualcosa di romantico e le aveva tenuto la mano quando erano usciti a fare due passi in quella serata estiva di così tanto tempo fa. Qualche settimana dopo quel giorno, l'aveva portata nello stesso locale e si erano dati il loro primo bacio.

Seb la guardò negli occhi, il tocco sulla sua mano era così delicato, insicuro. La guardò negli occhi con timore e desiderio, si inumidì le labbra con la lingua, la mano ancora tremante salì sul braccio di Chloe per poi accarezzarle il collo. Con la mano ancora sul suo collo Seb cominciò ad avvicinarsi a Chloe, i loro cuori che battevano all'unisono. Le loro labbra vogliose e titubanti si avvicinarono. Chloe non riusciva ancora a capacitarsi di essere in quel locale così intimo con uno dei ragazzi più belli sul pianeta. Non era un'esagerazione, lo trovava stupendo, dolce, gentile. La faceva ridere sempre, la portava ovunque volesse e le faceva un sacco di sorprese. Quando era con lui tutto il mondo scompariva. La rendeva felice. Anche suo papà se n'era accorto. Da quando avevano iniziato ad uscire insieme, in casa lei era sempre col sorriso, non litigava più con la mamma, cercava di essere una brava ragazza con i suoi genitori. Tutto perchè sapeva che c'era lui a illuminare sempre le suo giornate. Ed ora in quel locale stava per succedere. Stavano per baciarsi per la prima volta. Il suo cuore minacciava di uscire dal petto. Seb la stava ancora fissando indeciso. Chloe sorrise e sfiorò la mano del ragazzo ancora sul suo collo. Si avvicinarono sempre di più e le loro labbra si sfiorarono. Iniziarono ad assaggiarsi, prima lentamente e con timidezza poi con crescente sicurezza e curiosità. Le loro bocche rimasero unite, la mano di lui spinse Chloe ancora più vicino a sé. Le loro ginocchia si sfiorarono e la mano libera del ragazzo cercò la mano di Chloe. Quando le loro mani si toccarono il bacio divenne sempre più profondo fino a farle mancare il respiro. Quando si staccarono erano entrambi rossi in viso ed entrambi sorrisero. Le loro mani rimasero incollate e i loro sguardi intrecciati. Si erano appena baciati per la prima volta ed era stato il bacio più bello dell'intero universo.

“Oddio Seb, ti sei ricordato. Quanti ricordi!” rispose Chloe dopo essersi destata dai suoi pensieri. “Non potevo portarti in nessun'altro posto. Questo è il nostro posto.” sorrise di rimando Seb. Quando entrarono la cameriara li portò verso un tavolo per due in un agolo appartato. Forse li aveva presi per una coppietta, pensò Chloe. “Non ci credo di essere qui,sembra passato un secolo.” continuò Chloe sorpresa. “Davvero, un'era fa.” concluse Seb. “Stavolta però offro io” annunciò Chloe. “Ma non se ne parla nemmeno, te lo scordi Chloe.” rispose convinto Seb. Chloe fece per controbattere ma la cameriera arrivò per prendere gli ordini.

“Hai intenzione di mangiare tutto quello che hai ordinato? Siamo solo in due, mica un esercito.” scherzò Chloe. “Oh lo so, ma sai meglio abbondare. Poi nel mio stomaco c'è abbastanza spazio. Potrei mangiare anche te sai?!” rise Seb facendole la linguaccia. “Ok buono a sapersi” rispose Chloe spostando la sedia lontano da quella da Seb con fare spaventato. “Io allora me ne starei anche lontano” lo prese in giro Chloe. “Vedo che non hai perso il senso dell'umorismo col tempo” ammiccò Seb. “Oh no, tutto ma quello no. Come potrei affrontare tutto senza quello?!” sorrise Chloe. Seb la guardò più serio “Sono contento che nonostante tutto tu non sia cambiata, per lo meno io riesco ancora a vedere la mia...riesco ancora a vedere la Chloe che conoscevo.” Chloe sorrise dolcemente. Cosa stava per dire? La mia, cosa? La mia Chloe? Non era più sua da molto tempo e stare in quel posto con tutti quei ricordi che affioravano e lui davanti ai suoi occhi, se da un lato la rendeva felice dall'altro era un colpo dritto al cuore. Tante cose di quel posto, gridavano quasi volendola richiamare a sé, facendola immergere in una scia di ricordi. Le parlavano di loro, di lei, di tutto ciò che aveva perso. Di tutto ciò che non poteva più riavere. Non era più come la ricordava. Forse a primo impatto sembrava ancora la stessa ma nel profondo del suo cuore qualcosa si era spezzato e non si sarebbe più aggiustato. Ma non poteva dirlo, non lo avrebbe mai detto ad alta voce. Non avrebbe iniziato un discorso così con lui, avrebbe fatto soffrire entrambi. Chloe continuò a sorridere e finalmente rispose “Sono sempre la solita vecchia Chloe.”

Più tardi una volta usciti dal ristorante, si diressero al parco lì vicino. La primavera era alle porte. L'aria fredda dell'inverno cominciava a lasciare posto alla leggera brezza primaverile con i suoi profumi di fiori ed erba fresca. Gli uccelli cinguettavano spensierati sui rami e qualche fiore cominciava a spuntare timidamente dal terreno, come se volesse chiedere il permesso. Chloe e Seb passeggiavano e per un momento sembrava tutto tranquillo. “Ti sei dato da fare lì dentro” scherzò Chloe. “Non ho perso il mio tocco” rispose Seb sorridendo. “E nemmeno il tuo stomaco se vogliamo dirla tutta” rise la ragazza. “Simpatica, molto.” continuò Seb. “Io ancora mi chiedo dove metti tutto quello che mangi” ribattè Chloe con invidia. “Tanto sport bella.” concluse Seb. “Si questa me la devo segnare, tu che fai sport. Ma quando scusa?” replicò Chloe divertita. “Guarda che suonare la chitarra fa consumare energie.” affermò Seb. “Ah si scusa dimenticavo. Il movimento delle dita sulla chitarra, qualcosa di così faticoso da giustificare i tuoi abbuffi” controbattè. “Ma no, è il lavoro della mia mente che fa consumere energia.” rise Seb. “Se così fosse dovrei essere un chiodo.” affermò Chloe. “Ma lo sei infatti.” sentenziò lui. “Grazie, sei molto gentile ma so quando menti.” sorrise. “Allora dovresti sapere che non sto mentendo” ammiccò Seb. All'improvviso una voce femminile richiamò la loro attenzione “Ma da quanto tempo Seb!”. Il ragazzo si guardò in giro alla ricerca. A chiamarlo era stato una ragazza alta, con dei lunghi capelli castani, grandi occhi verdi ed un sorriso stupendo. “Ciao Liz!come va?” rispose cordialmente Seb. “Tutto bene, ora mi sono trasferita in centro città e lavoro per un'agenzia di moda.” annunciò Liz con fierezza. “Fantastico Liz, ben per te.” ribattè Seb. “Ma tu che mi dici?” continuò la ragazza. “Stiamo registrando un nuovo cd, intanto abbiamo qualche nuovo concerto qui e lì sai.” ribattè Seb. “Fantastico, bhe salutami gli altri ok? E avvisami per i concerti.”rispose sorridendo Liz. “Certo, contaci. Ci si vede Liz!” si congedò Seb. “Ciao Seb, alla prossima.” e con questo Liz sparì. Chloe si voltò verso Seb con faccia interrogativa. “Tanto per sapere, chi era?” chiese curiosa. “Oh bhe, una mia ex.” rispose con nonchalance il ragazzo. “Ex?” continuò Chloe. “Bhe si qualche tempo dopo di te, insomma... ci siamo conosciuti e ci siamo messi insieme.” replicò Seb con voce tremante. “E?? perchè è finita?” indagò Chloe. “Sai avevo qualcun'altro nel mio.. nella mia testa.” rispose Seb abbassando lo sguardo. Chloe lo guardò dubbiosa “Chi?”. Seb alzò il viso e la guardò dritta negli occhi. “Sai benissimi di chi parlo.” Chloe non ci poteva davvero credere. “Non puoi farmi questo Seb. Non puoi dire che mi odiavi, che mi davi la colpa di tutto quanto e poi dirmi che pensavi solo a me. Non è giusto. Perchè? Perchè se davvero pensavi a me non hai fatto niente? Sai potevo capirti quando mi hai detto che incolpavi me, ci ho provato almeno. Ma questo... Questo non ce la faccio proprio, mi hai lasciato da sola nonostante tu stesso volevi ancora stare con me, mi hai lasciato da sola nonostante tu sapessi cosa stavo affrontando. Credevo tu fossi migliore di così.” Le parole le erano uscite senza filtro. Le aveva urlate. Tutta la sofferenza, la rabbia repressa, tutto quanto era uscito in quel momento. “Chloe non fare così. Ti prego. Non farmi passare per il cattivo qui. Te ne sei andata, che cosa dovevo fare? Mollare tutto e seguirti? Io avevo una vita qui, non potevo.” rispose Seb con gli occhi lucidi. “Seb non ti avrei mai chiesto di mollare tutto, non sono quel tipo di ragazza e mai lo sarò. Chiedevo soltanto una chiamata, una visita ogni tanto. Qualsiasi cosa meglio del nulla. Mi hai abbandonato quando più avevo bisogno di te e non credo di poterci mai passare sopra. Mi spiace Seb.” urlò Chloe con gli occhi gonfi di lacrime. Seb la guardò privo di parole e fece per prenderle la mano ma Chloe si scostò. “Mi spiace, scusa.” e con questo corse via lasciando il ragazzo in mezzo al parco.

Quando tornò alla sua macchina davanti allo studio di registrazione, la aprì di corsa e si fiondò dentro. Prese un lungo respiro e si osservò attraverso lo specchietto. Aveva gli occhi gonfi ed era rossa in viso. Non sapeva cosa le fosse preso al parco. Non provava più certe cose per Seb ma ripensare a tutto quanto sapendo cosa provasse Seb le aveva provocato tanta rabbia. Non poteva più continuare a mentire a se stessa, doveva ammetterlo almeno tra sé. Non lo aveva perdonato e non sapeva nemmeno cosa fare per poterci riuscire. Aveva bisogno di chiedere quella storia o l'avrebbe distrutta. Non poteva vivere nel passato, doveva andare avanti. In quel momento però non avrebbe potuto nemmeno pensare a come tornare a casa, figuriamoci risolvere l'intera questione. Avrebbe pensato a cosa fare in un altro momento, ora doveva andarsene.

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Capitolo 9
*** 9. Inaspettato. ***


Le strade buie le correvano davanti, la mente ancora offuscata da quello che era accaduto qualche ora prima. Chloe non era ancora riuscita a decidersi di tornare a casa. Sarebbe stata sola dato che Grace era dalla sorella per la notte. Da quando aveva lasciato Seb aveva girato in macchina senza mai fermarsi fino a quel momento. La macchina cominciò a fare strani versi e un tremore la scosse, del fumo usciva dal cofano e cominciò a perdere velocità fino a fermarsi a lato della strada. “Perfetto, ora sono anche rimasta a piedi. Giusto per coronare la giornata.” sbuffò Chloe esasperata. Prese il cellulare ma era scarico e si spense. “Grandioso. Perchè tutte a me?” imprecò Chloe tra sé. Scese dalla macchina e si guardò intorno per capire dove fosse finita. Era una zona residenziale poco fuori città e le case erano tutte enormi, eleganti e immerse nel verde. “Grazie al cielo conosco qualcuno in zona” borbottò Chloe.

Dopo aver camminato per qualche minuto si ritrovò davanti ad una stupenda villa a due piani con un giardino ben curato. Percorse il vialetto fino ad arrivare alla porta d'entrata e suonò il campanello, sperando fosse in casa. Dopo qualche secondo venne ad aprire. “Chloe? Ehi, che ci fai qui? Tutto bene?” chiese Pierre preoccupato sulla soglia di casa sua. “Scusa per il disturbo Pierre. Mi si è fermata la macchina non lontano da qui, il mio cellulare è morto e non posso nemmeno chiamare Grace per venirmi a prendere perchè torna domani mattina. Quindi sono qui per chiederti un passaggio a casa. Saresti di nuovo il mio eroe.” disse Chloe disperata. “Chloe ti accompagnerei volentieri ma ho la macchina dal meccanico.” rispose Pierre dispiaciuto. Il ragazzo fece una pausa come se stesse riflettendo poi aggiunse “Ascolta, se vuoi puoi stare qui per stanotte. Domani portiamo la tua macchina dal meccanico e a quel punto puoi chiamare Grace. Che ne dici?”. “Oh non vorrei disturbarti Pierre.” continuò Chloe continuando a pensare a valide alternative. Seb non poteva certo chiamarlo dopo quel pomeriggio, era ancora arrabbiata. Grace sarebbe stata via fino al mattino. Per il resto non era molto in confidenza con altre persone. “Chloe figurati, mi fa piacere darti una mano” affermò convinto Pierre. “In questo caso accetto volentieri, se non ti spiace.” concluse Chloe. Pierre la guardò sorridendo e le fece segno di entrare in casa. “Sembra sia il mio giorno sfortunato oggi. Me ne stanno capitando davvero di tutti i colori.” disse Chloe avvilita. “Io direi fortunato, ti ha portato qui da me.” scherzò Pierre. “Ah si scusa, non volevo certo sminuire la tua presenza.” rise Chloe. “Stavo per ordinare una pizza, che ne dici?” propose il ragazzo. “Dico che ho una fame pazzesca.” ribattè Chloe tastandosi lo stomaco. Pierre sorrise e le porse la lista delle pizze. “Tieni, scegli.”

Chloe e Pierre con i cartoni delle pizze si erano posizionati sul grosso tavolo di legno in cucina. “Perchè mi guardi con quell'aria disgustata?” chiese dubbioso Pierre. “Oh bhe sai, è per la pizza con l'ananas che stai mangiando. Il solo pensiero mi fa venire il voltastomaco.” rispose Chloe facendo finta di rimettere. “Esagerata. Non l'hai nemmeno assaggiata.” ribattè Pierre. “Dai chiudi gli occhi e prova ad assaggiare questo pezzo.” Chloe guardò il pezzo di pizza che le stava porgendo con aria schifata e chiuse gli occhi. “Sono pronta, dai.” lo invitò Chloe. Il ragazzo avvicinò la pizza alla bocca di Chloe che la aprì titubante. Chloe cominciò a masticare e mandò giù il boccone a fatica. “No niente da fare, fa davvero schifo.” affermò Chloe. “Mi dovrei sentire profondamente offeso” rispose Pierre mimando un colpo al cuore. “Mi spiace ma hai davvero il gusto dell'orrido.” rise Chloe. “Poi scusa ho vissuto in Italia fino a poco tempo fa, so cosa vuol dire mangiare una vera pizza.” - “Cavolo mi ero dimenticato di avere a che fare con un'esperta.” scherzò Pierre. “Puoi dirlo forte. Un giorno dovrai assaggiare la vera pizza italiana. A quel punto non potrai più farne a meno.” sentenziò Chloe. “Bhe allora ci conto.” rispose Pierre ammiccando. “Contaci!” rispose Chloe ingurgitando anche l'ultimo pezzo della sua pizza. Pierre finì la sua poco dopo. “Vieni, ti do qualcosa da metterti per la notte. Ho solo vestiti da uomo, ti dovrai accontentare.” annuciò Pierre. “E meno male che hai solo vestiti da uomo. Voglio dire se avevi vestiti da donna mi sarei preoccupata delle tue tendenze.” lo stuzzicò Chloe ridendo. “Puoi stare tranquilla sulle mie tendenze.” strizzò l'occhio Pierre. Il ragazzo salì le scale e, una volta raggiunto il secondo piano, le mostrò la stanza degli ospiti. La stanza era molto spaziosa, al centro ospitava un grande letto con lenzuola bianche, due comodini di legno ai lati. In fondo la stanza era occupata da una scrivania anch'essa di legno con una lampada dal vetro colorato. Nell'angolo opposto c'era una libreria che occupava tutta la parete. Di fronte al letto lo spazio era invece riempito da un armadio con ante bianche. Pierre si diresse verso l'armadio, lo aprì e ne tirò fuori una maglietta a mezze maniche con uno strano disegno davanti e dei pantaloni di stoffa. “Tengo sempre qualcosa in questa stanza per eventuali ospiti. Tieni, dovrebbero andarti bene.” disse Pierre porgendole gli abiti. “In fondo al corridoio c'è un bagno se vuoi darti una lavata. Gli asciugamani sono sotto al lavandino.” continuò il ragazzo. Quindi Pierre sorrise e lasciò la stanza. Chloe si spogliò e si infilò i vestiti. La maglietta era troppo lunga ed i pantatoli le arrivavano appena sotto le ginocchia. Lasciò i suoi vestiti nella stanza ed andò in bagno. Dopo essersi data una lavata scese nuovamente al piano di sotto. Pierre stava facendo zapping alla tv. Si era cambiato ed ora indossava dei pantaloni della tuta ed una maglietta bianca quasi trasparente. “Ti donano parecchio i miei vestiti.” disse Pierre squadrandola. Chloe si sentì improvvisamente nuda. “Ehm grazie.” rispose timidamente andandosi a sedere sul divano al suo fianco. Sicuramente la mattina quando si era svegliata non si sarebbe immaginata di ritrovarsi in una situazione del genere. Certo, conosceva Pierre ed era più in confidenza con lui che con gli altri membri della band (escludendo Seb ovviamente), ma ritrovarsi da sola a casa sua, indossando i suoi vestiti, lui davanti con la sua maglietta così sottile da poter vedere attraverso, era una cosa che non era certamente nei suoi programmi. “Hai intenzione di cambiare canale per tutta sera?” chiese divertita Chloe. “No solo non riesco a trovare nulla di decente. Solo film noiosi o film della disney.” rispose Pierre scocciato. “Ti prego non dirmi che non ti piacciono i film disney?!” ribattè Chloe stupita. “Ok se vuoi non lo dico” rise Pierre. “Non ci credo, sei uno dei rari esseri umani a cui non piacciono. Che ti hanno fatto di male?” chiese scherzando Chloe. “Di male nulla. Li trovo scontati, banali. Sai già come andrà a finire.” spiegò il ragazzo. “Che c'è di male nel sapere come andrà a finire?.” rispose Chloe. “Bhe tu vorresti sapere come andrà a finire la tua storia?” continuò Pierre. “No certo che no. Ma è diverso. E' bello poter guardare qualcosa e sapere con certezza che ci sarà il lieto fine” affermò Chloe. “Oh allora sei una romanticona. Non lo avrei mai detto.” ribattè Pierre sorridendo. “Beccata.” rise Chloe “Tu invece direi proprio che non lo sei o sbaglio?”. “Non sono il tipo romantico. Forse non ho ancora trovato la ragazza giusta.” rispose pensieroso. “Sono certa che quando la troverai riscoprirai il tuo lato romantico.” disse Chloe con un sorriso incoraggiante. “Tu? Hai trovato il tuo principe azzurro?” chiese curioso Pierre. “Credo proprio di no. Si sarà perso da qualche parte, non potrei giustificare altrimenti tutto questo suo ritardo.” concluse Chloe. “Magari invece è sempre stato davanti ai tuoi occhi e non ci hai nemmeno fatto caso.” rispose Pierre posando i suoi occhi castani su di lei. Chloe guardò a sua volta il ragazzo, gli occhi ancora puntati sul suo viso. I suoi occhi magnetici avevano una luce strana mentre la guardava, le labbra carnose erano piegate all'insù in un sorriso dolcissimo, i capelli castani leggermente spettinati. Chloe sorrise a sua volta e distolse lo sguardo dal ragazzo, quasi imbarazzata da quel momento diventato improvvisamente troppo intimo. Poi sussurrando disse “Magari.”

Chloe aveva davvero troppi pensieri per riuscire a dormire. Continuava a girarsi e rigirarsi nel letto da ore e non sapeva più che fare. Era riuscita a smettere di pensare a Seb fin da quando era entrata nella casa di Pierre. Non riusciva a capire ancora il perchè ma Pierre aveva un certo effetto su di lei. Le aveva fatto dimenticare tutto quello che era accaduto con Seb nel pomeriggio ed era stato piacevole scordarsi per un po'. Ora però ritornata da sola con se stessa, i pensieri riapparvero all'improvviso come richiamati da qualche forza invisibile. Non riusciva davvero a perdonarsi per come aveva trattato Seb ed ancora non riusciva a perdonarlo dopo tutti quegli anni. Sapeva che con Seb non avrebbe potuto risolvere fino a quando non avrebbe capito come perdonarlo. Ma come poteva farlo? Odiava farlo soffrire, era sempre stata una sua debolezza. Odiava veder soffrire le persone per colpa sua e questo la portava a farsi carico dei problemi del mondo intero se ciò avesse significato che nessuno avrebbe sofferto. Disperata si alzò dal letto. Scese al piano di sotto e accese la tv sperando di riprendere sonno. Mentre cambiava canale sentì dei passi provenire dalle scale. Pochi secondi dopo apparve Pierre. “Tutto bene?” chiese il ragazzo. “Scusa spero di non averti svegliato. Solo che non riuscivo a chiudere occhio.” spiegò Chloe. “No figurati, ero giò sveglio. Posso farti compagnia?” chiese Pierre. “Volentieri!” rispose Chloe sorridendo. Il ragazzo si sedette al suo fianco. Il suo braccio a contatto con quello di Chloe emenava un dolce tepore e quel tocco provocò a Chloe un brivido lungo la schiena. “Cosa guardavi?” chiese Pierre. “Oh niente, cercavo qualcosa di così noioso da farmi addormentare.” rispose Chloe continuando a cambiare canale. “Se vuoi ti canto la  ninna nanna.” scherzò. “Grazie per l'offerta ma continuo a preferire la tv.” affermò Chloe ammiccando. Quando ebbe trovato un programma abbastanza noioso posò il telecomando sul tavolino al centro del salotto e si sistemò meglio sul divano. “Vuoi una coperta?” chiese Pierre. “No grazie. Tanto ci sei tu vicino che sei un forno.” scherzò Chloe guardandolo con la coda degli occhi. Pierre sorrise affettuosamente e posò i suoi occhi su Chloe. Lo stomaco di Chloe cominciò a contorcersi in preda a mille emozioni. Seduta sul divano insieme a Pierre così vicino da poterlo toccare, nel bel mezzo della notte si sentiva così vulnerabile. Dopo qualche secondo Pierre concentrò la sua attenzione sul programma alla tv e così fece Chloe. Poco dopo finalmente, il sonno arrivò.

Il rumore della tv in sottofondo accompagnò il risveglio di Chloe. Mentre aprì lentamente gli occhi, cercò di realizzare dove fosse. Pierre al suo fianco respirava lentamente, gli occhi aperti a guardare la tv. Chloe durante la notte si era mossa parecchio ed ora la sua testa era appoggiata alla spalla del ragazzo. Le sue gambe si erano allungate ed ora erano in stretto contatto con quelle di Pierre. Sentiva il suo corpo caldo muoversi sotto al suo. Il suo cuore cominciò a battere più velocemente ed in suo stomaco prese nuovamente a attorcigliarsi. Nonostante la sua mente continuasse a dirle di spostarsi, Chloe non si mosse. Stare così vicina a lui era piacevole, rilassante. Sentire il suo calore, i suoi respiri, ogni movimento dei suoi muscoli, le fece venire i brividi. Rimasero così per un po' poi Chloe decise che fosse arrivato il momento di alzarsi, così cominciò a sbadigliare rumorosamente ed a stiracchiarsi. Pierre si voltò verso di lei con un sorriso smagliante “Buongiorno bella addormentata”. “Buongiorno Pierre.” disse a sua volta Chloe. “Cosa prendi per colazione?” chiese Pierre sempre guardandola. “Caffè-latte va benissimo. Grazie” rispose gentilmente. “Arriva subito.” ribattè Pierre alzandosi dal divano e dirigendosi in cucina per prepararle la colazione. Qualche minuto dopo tornò nuovamente in salotto con due tazze in mano. “Vuoi qualcosa da mangiare?” domandò Pierre. “Oh no grazie, sono a posto così.” rispose Chloe prendendo la tazza tra le mani. “Spero di non averti dato fastidio stanotte.” disse Chloe con tono di scusa. “No per niente, ho dormito come un bimbo. E' stato rilassante dormire con te.” continuò sorridendo. Chloe lo guardò imbarazzata e sorpresa, con un lieve rossore sulle guance. “Bhe si devo ammettere che mi sarei aspettata di peggio.” rispose Chloe. Pierre continuò a fissarla sempre col suo sorriso sghembo stampato sul volto che fece sciogliere Chloe come un ghiacciolo al sole. “Bene, ora mi aiuti a portare l'auto dal meccanico?” disse Chloe cercando di cambiare discorso. “Sisi, ora mi vesto e andiamo. E' a due passi da qui quindi faremo in fretta.” spiegò Pierre. “Perfetto. E grazie mille ancora Pierre.”  replicò Chloe. “Non ti preoccupare, non ti devi fare nessuno problema. Tu puoi chiedermi tutto.” rispose Pierre abbassando gli occhi. Chloe era sicura di averlo visto arrossire ma non disse nulla e rispose con un leggero sorriso.

Dopo aver lasciato l'auto dal meccanico insieme alle chiavi, Chloe e Pierre si misero ad aspettare Grace. “Pensavo, staresa abbiamo un altro concerto in città. Se ti va di venire ti lascio due pass per il backstage così puoi portarci anche Grace.” propose Pierre. “Certo, volentieri. Appena glielo dirò, morirà dalla gioia.” rispose euforica. “Facciamo così. Quando voi arrivate, chiamami sul cellulare che così vengo e vi faccio passare. Poi ti passo l'indirizzo del posto per messaggio.” spiegò Pierre. “Ok grandissimo. Grazie di nuovo.” continuò Chloe. “Sono o non sono il tuo eroe?” replicò Pierre ammiccandò dolcemente. “Sembra proprio di si.” rispose Chloe sorridendo. Dopo qualche minuto una macchina accostò di fianco a loro. Grace scese dalla macchina e si diresse verso l'amica. “Ma cosa mi combini? Manco un giorno e guarda che fine fai.” disse l'amica abbracciando Chloe. Grace sciolse l'abbracciò e salutò Pierre. Dopo qualche secondo aggiunse “Grazie per aver aiutato la rintronata della mia amica.” Pierre sorrise alzando gli occhi al cielo. “Davvero non dovete ringraziarmi. E' stato bello passare del tempo con Chloe.” rispose sorridendo. Grace guardò verso Chloe e le strizzò l'occhio, salutò nuovamente Pierre e salì in macchina. “Anche per me è stato bello passare del tempo con te.” continuò Chloe abbassando gli occhi imbarazzata. Pierre le prese il mento e le sollevò il viso, i loro occhi improvvisamente intrecciati. Il cuore di Chloe accellerò i battiti, le gambe cominciarono a tremare. “Mi fa piacere sentirtelo dire.” ribattè Pierre quasi sollevato. Dopo averle rivolto un altro sorriso, le stampo' due baci sulle guance e sparì. Chloe con le gambe ancora tremanti salì in macchina. “Bhe? Dimmi tutto!” iniziò subito Grace. “Accendi questa macchina ed andiamo per favore.” rispose con tono di supplica Chloe. “Stavolta la passi ma appena siamo a casa voglio i dettagli.” continuò imperterrita Grace. “Va bene.” si rassegnò Chloe. Grace accese la macchina e partì. Dopo pochi metri videro Pierre che le salutava con un sorriso ed il cuore di Chloe accellerò nuovamente. Maledizione, fu l'unico pensieri di Chloe.

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Capitolo 10
*** 10. Pace fatta. ***


“Credo che Pierre abbia un debole per te, mi sembra più che ovvio.” Stava dicendo Grace dopo aver ascoltato il racconto di Chloe che non rispose, completamente immersa nei suoi pensieri. “E mi sembra ovvio che tu prova qualcosa per lui ma anche per Seb, giusto?” continuò Grace fissandola intensamente. “Non so cosa rispondere, ho la testa in preda a mille pensieri e non so davvero cosa vogliono significare. Pensavo avessimo risolto io e Seb ma sentirgli dire quelle cose mi ha fatto scattare e non so nemmeno io da dove è venuta tutta quella rabbia repressa. Ci tengo a lui tantissimo ma non so dove porterà tutto questo. E con Pierre, bhe è così facile stare con lui, mi rilasso e non penso a nulla e mi fa stare bene. Mi piace, molto. Ma non so cosa voglia dire tutto questo…” rispose Chloe cercando di fare chiarezza più a se stessa che a Grace. “Una cosa è certa. Devi chiarire al più presto con Seb se ci tieni davvero a lui.” Concluse l’amica con fare perentorio. “Si, lo so…” sussurrò tra sé e sé Chloe.
 
“Chiamami se poi ti serve un passaggio, ok?” la avvertì Grace dopo averla accompagnata davanti a casa di Seb. “Certamente, se mi caccia fuori di casa ti chiamo.” Commentò ironicamente Chloe con il cuore che le andava a mille. Grace scosse la testa sorridendo “Ce la puoi fare.” Le fece l’occhiolino e ripartì, lasciandola da sola davanti a quella casa, in preda ad una miriade di emozioni contrastanti. Si fece coraggio ed andò a suonare al citofono. Dopo qualche secondo una voce che ben riconosceva rispose. “Si? Chi è?”. Chloe inspirò e tutto d’un fiato rispose “Sono Chloe. So che forse non hai voglia di vedermi, ma ho bisogno di parlarti.” Non sentì nulla dall’altro capo per qualche minuto, quando fece per andarsene Seb aprì il cancello. Sollevata Chloe fece marcia indietro ed entrò in casa con il cuore che batteva così forte che probabilmente aveva cambiato posto. Seb la stava aspettando sulla porta ed una volta varcata la soglia le fece segno di sedersi sul divano in soggiorno. Dopo essersi seduta il nervosismo era ancora più alle stelle e Chloe prese a giocare con le sue mani per allentare la pressione che sentiva in quel momento. “Scusami.” Fu l’unica cosa che riuscì a dire. Sembrava che ultimamente l’unica cosa che riuscisse a fare era scusarsi con Seb, continuamente. “Tutto qui?” disse il ragazzo alzando le sopracciglia. “Vorrei spiegarti perché sono scattata così, vorrei darti una spiegazione che abbia senso ma purtroppo non so perché l’ho fatto. L’unica cosa che posso dirti è scusa. E spero che tu possa perdonarmi, di nuovo.” Concluse Chloe abbassando lo sguardo imbarazzata. “So perché lo hai fatto” disse Seb sorprendendola. “Sei incazzata con me e ne hai tutto il diritto. Non abbiamo più parlato di quello che è successo e non abbiamo avuto mai il nostro momento di chiusura. Credo sia normale tutta questa rabbia repressa.” Chloe lo guardò sorridendo leggermente. “Non ho più il diritto di essere arrabbiata con te. Siamo amici e qualsiasi cosa sia successa prima deve rimanere nel passato ma non so come farcelo rimanere. Eravamo così innamorati e mi aspettavo che tu facessi di più di quello che hai fatto, cioè un bel niente. Credevo fossi diverso, tutto qui.” Pensò ad alta voce Chloe. “Già, ho fatto un casino. Ho sbagliato, di grosso. E se devo essere sincero non ho mai smesso di pensarti. Mi sei mancata ed ho sbagliato a non fermarti quando te ne sei andata.” Lo sguardò di Seb si fece più intenso. Finalmente stavano aprendo davvero i loro cuori. “Vorrei solo poter cambiare il passato ma ormai è troppo tardi.” Ammise Seb abbassando lo sguardo imbarazzato. “Abbiamo sbagliato entrambi ok? Dobbiamo semplicemente imparare ad accettare la cosa ed andare avanti insieme.” Spierò Chloe sistemandosi vicino a lui sul divano. Seb si voltò e sorrise, un sorriso sincero e sollevato, forse anche un po’ amareggiato. “Insieme.” Concluse prendendole la mano e stringendola forte. Il cuore di Chloe batteva ogni secondo più velocemente. Si erano avvicinati, in ogni senso possibile ed era sollevata. Non avrebbe mai immaginato che potesse andare così bene e invece Seb si era mostrato ancora una volta un ragazzo meraviglioso, maturo e dolce. “Ti va di restare a pranzo?” La invitò Seb continuando ad accarezzarle la mano. “Mi farebbe molto piacere restare.”
 
“Era davvero tutto delizioso. Non sapevo fossi un cuoco provetto.” Ammise Chloe a stomaco pieno. “Me la cavo dai.” – “Questo era molto più che cavarsela.” Continuò Chloe. “Bhe allora se insisti…” rispose Seb facendo degli inchini ad una platea immaginaria. Dopo aver sistemato la tavola, Seb si mise a cercare qualcosa in soggiorno. “Che cerchi?” chiese curiosa Chloe. “Adesso vedrai… Eccolo!” disse trionfante mostrandole quello che sembrava un libro un po’ vecchio e logoro. “Cos’è?” – ­“E’ un album fotografico.” Sorrise tronfio Seb che le fece segno di seguirlo in soggiorno e si sistemò sul divano con l’album sulle gambe. Chloe si sedette di fianco al ragazzo che cominciò a sfogliare l’album. Era un album di circa sette anni prima e lei e Seb si trovavano in molte di quelle foto. Un vero viaggio sul viale dei ricordi. Chloe si soffermò su una foto. Erano su una spiaggia all’alba, con i capelli scompigliati dall’aria e gli sguardi leggermente assonnati ma felici ed innamorati. Si guardavano negli occhi e stavano sorridendo. Chloe segnò la foto a Seb “Ti ricordi? Un viaggio avventuroso se non sbaglio. Ci siamo completamente persi e siamo finiti…” – “…a dormire sulla spiaggia perché avevamo prenotato un hotel dall’altra parte rispetto a dove ci trovavamo.” Continuò Seb per lei ridendo al ricordo. “Ci avranno preso per dei barboni, sicuramente. Guarda come eravamo conciati.” Rise Chloe segnando le loro facce. “Terribili, davvero.” Seb si unì a lei con una risata fragorosa. Continuando a sfogliare le foto ne trovarono un’altra. Erano a casa di Chloe, lei e Seb abbracciavano una figura al centro tutta sorridente. Era suo padre. Seb la guardò all’istante e fece per voltare la pagina velocemente ma Chloe lo fermò. “Va tutto bene, tranquillo.” Sospirando continuò a fissare la foto. “Ti manca.” Non era una domanda ma Chloe rispose ugualmente. “Ogni giorno. Non passa minuto che non pensi a lui. Mi faccio mille domande. Tipo sarebbe fiero di me? Sarebbe felice delle mie conquiste? E cosa direbbe delle scelte che ho fatto.” Seb le prese la mano e si voltò per accarezzarle il volto. “Sono sicuro che sarebbe un padre davvero orgoglioso. Sei cresciuta e sei diventata una donna meravigliosa.” – “Grazie. Significa molto per me tutto questo.” Chloe sorrise a Seb, felice di poter condividere con lui quei pensieri. “E’ solo la verità.”
 
Il pomeriggio passò molto velocemente e tra una foto e l’altra, ridendo e scherzando, ripensando ai vecchi tempi. Verso sera Seb si offrì di riportarla a casa senza dover scomodare Grace e Chloe accettò volentieri. “Grazie della giornata e soprattutto grazie per avermi permesso di chiarire.” Disse Chloe una volta arrivati sotto casa sua. “Grazie a te. Non sopportavo il fatto di rimanere arrabbiato con te. Se non fossi venuta tu, sarei venuto io da te.” Ammise Seb. “Mi fa piacere sentirtelo dire.” rispose Chloe. “Bhe ci sentiamo ok?” continuò la ragazza aprendo la portiera della macchina. “Certamente. Appena ho un momento libero ti scrivo così ci vediamo di nuovo.” – “Allora aspetto un messaggio.” Chloe si avvicinò al ragazzo per salutarlo e Seb cominciò ad accarezzarle il collo. Il suo cuore cominciò a battere rapidamente senza che lei potesse controllarlo. La mano di Seb salì e prese ad accarezzarle i capelli mentre la sua bocca cominciava ad avvicinarsi sempre di più. Non era pronta a tutto questo. Non era pronta a baciare Seb. Voleva prima chiarirsi le idee. Essere sicura che stesse facendo la cosa giusta. Non voleva soffrire e far soffrire nessuno. Quando le labbra di Seb erano così tremendamente vicine alle sue, Chloe si voltò e Seb finì per baciarle la guancia. Chloe si staccò e sorrise a Seb. “Ci vediamo.” Il ragazzo la guardò con sguardo perso e cercò di farle un sorrise ma prima che potesse dire qualcosa Chloe era già uscita dalla macchina e stava già aprendo la porta di casa.  

 


I'M BAAACK!!
Si dopo un secolo che non aggiornavo sono tornata. Stavolta però prometto che cercherò di aggiornare più frequentemente così da finire finalmente la storia.
Se vi va mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate tramite recensioni. 

Grazie e baci!

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Capitolo 11
*** 11. Batticuore. ***


Appena entrata in casa si chiuse velocemente la porta alle spalle e tirò un sospiro di sollievo. Grace corse velocemente alla porta. “Signorina, alla buonora. Immagino sia andata bene visto l’orario.” Grace la fissava con fare curioso, molto curioso. “Si è andata bene, troppo bene.” Sorrise Chloe facendo diventare Grace ancora più impaziente. “Dai su, racconta. Che aspetti?!” Così si sistemarono in soggiorno e davanti ad una tazza di tè caldo Chloe le raccontò quello che era successo. “Ti stava per baciare?! Lo sapevo che era ancora preso da te.” Disse Grace con il fare di chi la sa lunga. “E tu ti sei girata. Posso sapere perché?” Grace la stava guardando con fare di rimprovero. “Non so cosa voglio. Non so se sono pronta. Ammetto che ho dei sentimenti per Seb. Ma non so cosa significhino. Abbiamo appena risolto e non voglio affrettare le cose.” Grace la guardò scuotendo la testa. “E sono sicura che questo non c’entra con qualcun altro vero?” chiese Grace ironicamente. Chloe pensò subito a Pierre e a come si era sentita quando aveva trascorso del tempo da sola con lui. “Non so se c’entra con lui o meno. Sinceramente non so cosa provi lui per me e nemmeno cosa provo io per lui.” Ammise Chloe pensierosa. “Ma qualsiasi cosa sia voglio capire cosa voglia dire. Non voglio buttarmi in una relazione e poi capire che non era quello che volevo. Non voglio far soffrire nessuno, compresa me stessa.” Grace sembrò soddisfatta della risposta perché abbracciò forte Chloe dicendo “So che hai paura di soffrire, ne hai passate tante e ti capisco davvero. Solo cerca di buttarti e fai in modo che questa tua paura non ti impedisca di trovare l’amore.” Chloe strinse Grace. “Promesso.”
 
“Stasera tocca a te fare i piatti.” Annunciò Chloe dopo cena. Grace si alzò sbuffando. “Lo so, purtroppo.” – “Ti voglio bene.” Disse Chloe abbracciando l’amica e facendole l’occhiolino. In quel momento squillò il cellulare e Chloe corse a rispondere. Prima di premere il pulsante verde, vide il nome che pulsava sullo schermo. “Che fai non rispondi?” Grace la guardò alzando le sopracciglia. “E’ Pierre.!” Chloe rispose nel panico. “Bhe un motivo in più per non lasciarlo aspettare. Muoviti!” la invitò Grace con il suo fare poco cordiale. Chloe prese un grosso respiro e rispose al cellulare. “Pronto?” – “Pensavo mi volessi evitare.” Disse una voce dall’altra parte del telefono ridendo. “Evitare te? Mai e poi mai.” Ribatté Chloe unendosi alla risata di Pierre. “Ascolta, il concerto inizia tra un’ora. Quando siete arrivate chiamami che ti vengo a prendere che così venite nel backstage.” – “Hai fatto bene a chiamarmi, mi ero completamente scordata del concerto.” Ammise Chloe. “Bhe dovrei sentirmi offeso immagino.” – “No dai. Ho avuto tante cose da fare ma ci tengo ad esserci. Scrivimi l’indirizzo che arriviamo subito.” – “Per questa volta ti perdono.” Scherzò Pierre. “Oh ma che magnanimo. Arriviamo.” – “Ti scrivo l’indirizzo. A dopo.” Chloe attaccò il telefono e guardò Grace che la fissava con fare curioso. “Vieni ad un concerto dei Simple Plan? Pierre ci fa entrare nel backstage.” Grace cominciò a saltellare dappertutto. “Non devi nemmeno chiedermelo. Stiamo già andando.” E così dicendo corse a prendere la borsa e la aspettò davanti alla porta. “Allora?” Chloe scossa la testa ridendo. Se non ci fosse stata Grace avrebbero dovuto inventarla. “Si arrivo.”
 
“Ok siamo decisamente nel posto giusto.” Disse Chloe segnando la folla accampata fuori dal locale. “Pierre ha detto di andare nell’entrata posteriore. Tu cercala che lo chiamo.” Ordinò a Grace. Nel frattempo prese il cellulare e chiamò il ragazzo. “Sei arrivata?” – “Si siamo fuori dal locale. Ci fai entrare?” chiese Chloe una volta che Grace ebbe trovato l’entrata posteriore. “Non so, dopo che ti sei dimenticata di me non credo posso farti entrare.” Continuò con fare offeso Pierre. “Dai, non ti ho dimenticato. Fammi entrare che mi faccio perdonare.” Rispose in finto tono di supplica. “Potrei forse farti entrare. Ma come ti faresti perdonare?” – “Bhe posso dedicarti il mio tempo e la mia totale attenzione per un giorno intero.” – “Ma sentila, come ti senti importante.” Rise Pierre dall’altro capo del telefono. “Non ti interessa passare del tempo con me?” chiese offesa Chloe. Pierre non rispose ma attaccò il telefono. Chloe guardò Grace che alzò le spalle. “Bhe?” – “Non saprei…” Dopo qualche secondo la porta si aprì. “Certo che mi interessa passare del tempo con te.” Ammise Pierre che finalmente aveva aperto la porta. Chloe sorrise dolcemente e ringraziò il buio che le nascose il rossore che le era spuntato sulle guance. “Era ora!” Ruppe il silenzio Grace che si avvicinò a Pierre e lo salutò con un veloce abbraccio per poi entrare. Chloe la seguì all’interno del locale e Pierre chiuse la porta alle loro spalle. “Bhe non mi saluti?” domandò Pierre. Chloe si voltò verso di lui. “Giusto, ciao.” Disse mentre si avvicinava per salutarlo con due baci sulle guance. Pierre sorrise e ricambiò i due baci stringendola leggermente a sé. “Allora, abbiamo cibo, acqua, una band da sballo.” Iniziò Pierre mostrandogli il backstage. “La band da sballo non la trovo.” – “Ah ah. Simpatica.” Entrarono poi in una stanza con dei divanetti in cui si trovava già Grace insieme al resto della band. Chloe entrò nella stanza e salutò tutti velocemente. Seb le si avvicinò poco dopo. “Non sapevo venissi stasera.” – “Non lo sapevo nemmeno io a dire la verità.” Continuò Chloe. “In ogni caso mi fa piacere che tu sia qui.” – “Anche a me fa piacere essere qui.” Ammise Chloe. Seb fece per dire qualcos’altro ma Pierre li chiamò e si unirono al resto del gruppo. “Allora, avete qualche rito scaramantico prima di un concerto.” Chiese curiosa Chloe. “Si solitamente giriamo nudi per il backstage ma ora voi siete qui quindi non se ne fa niente per questa volta.” Rispose David. “Oh si già vi immagino.” Chloe fu presa da una fragorosa risata e così anche Grace. “Ridete pure voi. Ma siamo molto sexy.” Proseguì Pierre dando corda all’amico. “Ma se volete fate pure, non ci scandalizziamo.” Li invitò Grace ridendo. “No dobbiamo essere ispirati, ci togliete l’ispirazione.”  Dichiarò Jeff. “In questo caso scusateci. La prossima volta veniamo più tardi per cogliervi sul fatto.” Propose Chloe. “Sei così curiosa di vederci gironzolare nudi?” le sussurrò divertito Pierre avvicinandosi al suo orecchio. Chloe arrossì e si voltò così velocemente verso il ragazzo che le loro teste si scontrarono. “Ouch, hai la testa dura” commentò Chloe tastandosi la fronte. “A chi lo dici.” Replicò Pierre. “Vieni che c’è del ghiaccio nel freezer nell’altra stanza.” Fece segno di seguirlo e Chloe si alzò. “Mi hai già steso e non siamo nemmeno usciti una volta insieme.” Affermò Pierre. “Steso? E’ stata colpa tua ovviamente, con quella tua domanda stupida.” Rispose offesa Chloe. “Ti stavo solo provocando e mi sembra chiaro che abbia funzionato.” Replicò Pierre sorridendo. “Ma quanto sei dolce.” Commentò ironica Chloe. “Io ti dico che voglio uscire con te e tu fai l’ironica.” Chloe lo guardò, le guance sicuramente più rosse ed il cuore che stava accelerando i battiti. “Scusa, hai ragione.” Pierre si avvicinò e le scostò una ciocca di capelli dal viso. “Così va meglio.” Asserì continuando ad avvicinarsi al viso di Chloe così che il loro volti erano ad un centimetro di distanza. Le gambe di Chloe minacciavano di crollare da un momento all’altro ed il cuore stava decisamente per uscirle dal petto. “Non dovevamo prendere il ghiaccio?” domandò Chloe cercando di allentare la tensione che si era creata tra loro due. “Nha, era solo una scusa per stare un attimo da solo con te.” Confessò Pierre che le sorrise con fare colpevole per poi continuare a parlare. “Allora vuoi uscire con me?” – “Non vedo l’ora.” Rispose sorridente Chloe. Pierre sembrò soddisfatto e si allontanò. Chloe tirò un sospiro di sollievo, un secondo in più e sarebbe potuta crollare a terra. “Domani sera, va bene?” – “Si perfetto.” Concordò Chloe. “Ottimo. Ora devo andare a suonare ma ho un rito scaramantico.” confidò Pierre. “Sarebbe?” – “Una bella ragazza mi deve dare un bacio.” Spiegò Pierre indicando con un dito la sua guancia. Chloe alzò gli occhi al cielo sorridendo. “Oh bhe, in questo caso non posso rifiutartelo.” Così facendo si avvicinò e quando fu abbastanza vicino Pierre le prese la mano. Chloe gli stampò un bacio dolce sulla guancia e si voltò a guardarlo negli occhi. “Spero sia sufficiente.” – “Per ora può bastare.” Rispose Pierre. Così dicendo le lanciò un ultimo sguardo e tornò nell’altra stanza dove invitò i suoi amici a seguirlo sul palco e sparirono.

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Capitolo 12
*** 12. Stelle. ***


Assistere al concerto dal backstage fu tutt’altra cosa. Sicuramente più emozionante. Di tanto in tanto sia Seb che Pierre le lanciavano occhiate eloquenti dal palco ma nessuno dei due si accorse di quello che faceva l’altro e Chloe tirò un sospiro di sollievo. Non era una di quelle situazioni in cui vorresti trovarti. Non si stava comportando in maniera del tutto corretta verso i due ragazzi, lo sapeva benissimo. Ma non riusciva ad ammettere a se stessa che effettivamente non aveva la situazione sotto controllo, che era indecisa e confusa e non aveva la minima idea di quello che provasse per i due ragazzi. Come a leggerle nel pensiero, Grace interruppe il flusso dei suoi pensieri riportandola bruscamente alla realtà. “Dovrai dirglielo prima o poi. Dovrai essere sincera con entrambi. Non puoi frequentarli a lungo senza che lo scoprano. Non finirà bene per nessuno e sarà solo colpa tua.” Chloe sapeva che l’amica aveva ragione ma non riuscì a controllare lo scatto d’ira che proseguì, forse perché la verità sbattuta in faccia bruciava. “Ho già abbastanza problemi di mio senza che tu ti metta a fare la so tutto io. Invece che impicciarti degli affari miei, fatti una vita tua e lasciami in pace.” Le parole uscirono come un fiume in piena che non poteva controllare. Si pentì all’istante di quello che aveva detto ma ormai era troppo tardi. Grace la guardò con sguardo ferito e prima di andarsene disse soltanto “Se è questo quello che pensi…” Chloe cercò di fermarla ma fu inutile, l’amica non ne voleva sapere nulla. “Grace scusami, non so che cosa mi sia passato per la testa.” Cercò di dire mentre Grace si era già diretta verso la macchina e stava cercando le chiavi nella borsetta. Grace si voltò con uno sguardo davvero infuriato. “Trovati un passaggio per tornare a casa, tanto sono sicura che qualcuno dei tuoi spasimanti non veda l’ora di farlo. Buonanotte.” Si voltò ed entrò in macchina e prima che Chloe riuscisse a salire, Grace era già partita lasciandola sola in mezzo alla strada. L’aveva combinata grossa. Lei e la sua maledettissima boccaccia. Era frustrata perché non sapeva quello che doveva fare ed aveva riversato le sue frustrazioni sulla povera Grace che altro non aveva fatto se non di dirle la pura verità. Avrebbe trovato un modo per scusarsi l’indomani mattina, ora doveva solo trovare un passaggio. Peccato che nel suo inseguire Grace, la porta che portava nel retro al backstage, si fosse chiusa ed era rimasta bloccata fuori senza neppure la giacca e la sua borsa. Ottimo. Rientrare era impossibile. L’entrata anteriore era stata chiusa una volta iniziato il concerto. I ragazzi ovviamente stavano tenendo un concerto. Senza cellulare, borsa o soldi non poteva andare da nessuna parte. Aveva il potere di mettersi nei guai costantemente. Si sedette su una panchina nel parco davanti al locale del concerto abbandonandosi completamente. L’unica cosa che poteva fare era aspettare la fine del concerto. Avrebbe bloccato i ragazzi mentre stavano uscendo e avrebbe scroccato un passaggio. Il freddo si faceva sentire ed anche la stanchezza. Cercò di tenersi al caldo e sveglia sfregando le mani su gambe e braccia ma fu inutile. Dopo un paio di minuti crollò. Si svegliò di soprassalto e si guardò intorno. Molte delle macchine erano sparite, segno che il concerto era terminato. Si guardò intorno e vide soltanto due ragazzi parlare tra di loro davanti ad una macchina non troppo distante da lei. Quando la vista si abituò all’oscurità vide Pierre insieme a David. Ringraziò il cielo e si avvicinò ai due tremando leggermente. “Chloe?” chiese dubbioso Pierre. “Si, sono io.” – “Che ti è successo? Pensavamo ve ne foste andate.” Chiese Pierre. “Bhe si Grace se n’è andata e mi ha lasciato qui. L’ho fatta incazzare.” Ammise Chloe che fu percorsa da un altro brivido di freddo. Pierre si avvicinò e sfiorò le mani di Chloe. “Sei congelata. Vieni che ti serve qualcosa di caldo.” Chloe lo fermò. “Ho lasciato la borsa e la giacca all’interno del locale.” Pierre guardò David che annuì e si congedò dicendo “Se avete bisogno chiamatemi, ok?” diede una pacca all’amico e salutò Chloe con due baci sulle guance. Pierre poi si rivolse a Chloe. “Vieni, torniamo a prendere le tue cose.” Chloe annuì e lo seguì nel backstage dove finalmente riprese la sua giacca che indossò subito e la sua borsa. Nonostante la giacca aveva ancora i brividi di freddo. “Stai gelando. Tieni questo.” E Così dicendo si tolse la sua giacca e gliela appoggiò sulle spalle. “Mi sento molto meglio ora, grazie. Ma tu non avrai freddo così.” Chiese preoccupata. “No tranquilla. Ho un giubbotto di riserva in macchina.” Le sorrise e fece segno di seguirlo fuori dal locale e si diressero così alla macchina di Pierre. “Devo ammettere che ci ero rimasto un po’ male quando sono rientrato e non ti ho visto. Pensavo te ne fossi andata senza dirmi nulla.” Confessò Pierre sbirciando di tanto in tanto per vedere la sua espressione. Chloe sorrise contenta. Se non altro era un ottimo segno. “Non posso dire di essere dispiaciuta.” Pierre la guardò e rise divertito scrollando la testa. “Malefica.” – “Solo un pochino.” Ammise. Finalmente salirono in macchina e il freddo cominciò definitivamente a sparire. Chloe sbuffò e Pierre la guardò preoccupato. “E’ successo qualcosa di grave con Grace? Non è da lei abbandonarti così. Siete molto legate.” La guardò con sguardo intenso. “Ho detto qualcosa che non dovevo dire. Sono stata stronza a dire la verità. Si è incazzata e ha tutte le ragioni del mondo. A volte devo solo imparare a tenere a freno questa mia maledetta linguaccia che mi ritrovo. Mi caccio sempre nei guai.” Pierre non indagò oltre, probabilmente voleva lasciarle dello spazio e gliene fu grata. “Ho un posto che farebbe bene al tuo umore.” Disse contento. Prima che Chloe potesse chiederle dove volesse portarla Pierre la zittì dicendo “Vedrai.” Girò le chiavi, diede gas alla macchina e partirono.
 
Dopo una ventina di minuti, fermò la macchina. Erano arrivati in cima ad una collinetta e non c’era assolutamente nessun tipo di inquinamento luminoso. Erano immersi in un buio totale e l’unica cosa che si poteva vedere era il cielo stellato sopra di loro. Pierre la guardò e sorrise soddisfatto. “E’ spettacolare. Non sono mai venuta qui.” Disse entusiasta Chloe. “Non è molto frequentato, ci venino molti anni fa con mio fratello. Era il nostro posto. Mi ha insegnato anche le costellazioni.” – “Davvero? Tipo?” – “La vedi quella? Sembra quasi una A leggermente deforme.” Pierre segno un ammasso di stelle e Chloe cercò di trovare la forma che aveva appena detto. Annuì e continuò. “Quella è Andromeda. E poco più in là, quelle stelle che formano una specie di zig-zag. Ecco quella è Cassiopea. E là invece, quella specie di trapezio. E’ quella del corvo.” – “Potrei ascoltare per ore.” – “Lo prendo come un complimento.” – “Lo è.” Confermò Chloe arrossendo. “Mio fratello Jay mi portava qui e mi insegnava ogni cosa. Poi qualche anno fa si è ammalato di cancro ed è cambiato tutto.” Pierre si era irrigidito. Chloe le prese la mano e gliela strinse. “Non devi parlarne se non vuoi.” – “Voglio.” Prese un respiro e continuò. “L’ho visto pian piano lasciarsi andare. I suoi occhi erano spenti. Non era più mio fratello. La cosa peggiore di tutto sai qual era?” Non aspettò la risposta di Chloe. “Essere impotenti. Non poter fare nulla per farlo stare meglio. E’ una sensazione che non dimenticherò mai. Sono stati i due anni peggiori della mia vita ma poteva andare peggio. E’ riuscito a sconfiggere il cancro ed è in piena forma. Ma la sensazione che ho provato in quel periodo, è una cosa che non voglio mai più provare.” Pierre concluse e fece un profondo respiro, come se stesse trattenendo il fiato fino a quel momento. “Ti capisco benissimo.” Confidò a malincuore Chloe. “Ho provato la stessa cosa quando mio padre è morto. Mi sentivo esattamente come hai detto tu. Impotente. Volevo riportarlo da me, volevo che fosse solo un sogno. Volevo stare bene e soprattutto volevo che mia mamma non stesse così male. Non potevo fare nulla. Ero in balia degli eventi ed è stato così straziante.” Questa volta fu Pierre a stringerle la mano. “Credo tu sia una ragazza molto forte. Non sei crollata e hai resistito per il bene degli altro. E’ ammirevole e non da tutti a dire la verità.” Lo sguardo di Pierre era fisso su di lei ed era così profondo ed intenso che sembrava quasi le stesse scrutando l’anima. “Grazie. Non mi sento molto forte a volte.” – “Ai miei occhi lo sei.” Rivelò Pierre abbassando improvvisamente lo sguardo. Era strano vederlo così. Uno strano piacevole. Aveva mostrato per la prima volta qualcosa oltre la facciata da ragazzo simpatico e disponibile. Un ragazzo con dei demoni interiori che aveva affrontato, un ragazzo profondo, sincero e indifeso. “Sono contenta di vedere questo tuo lato.” Pierre la guardò. “Sappi che non mi mostro mai così alle persone.” Ammise. “Così come?” – “Vulnerabile.” Abbassò lo sguardo. Chloe gli strinse forte la mano. “Guarda che non è una cosa brutta. Mi piace esplorare ogni tuo lato. Sapevo che c’era qualcos’altro oltre quella tua facciata e sono felice di aver scoperto cosa. Poi, mi piace molto di più questo tua parte.” Pierre sembrò illuminarsi. “Basta che non vai a dirlo in giro.” – “Mai!” promise.

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Capitolo 13
*** 13. Visita a sorpresa. ***


“Scusa Grace, puoi perdonare la tua amica stupida?” chiese Chloe con un viso da cucciolo mentre Grace faceva colazione. Grace la guardò per qualche attimo “Ok non posso restare arrabbiata con te per molto. Ma passa soltanto per questa volta.” – “Non succederà più, lo giuro. Hai ragione Grace. Per questo mi sono arrabbiata ed ho fatto la stronza.” L’amica la guardò e sorrise “Lo so di avere ragione. Ora che farai?” Chloe ci pensò su un attimo “Non so. Stasera esco con Pierre. Ma ho bisogno di più tempo per trovare il coraggio di parlarne.” Grace scosse la testa “Sei sul filo di un rasoio. E se ti baciasse?” – “Mi allontanerei come ho fatto quando ci ha provato Seb.” Affermò sicura Chloe. “Finirà male, me lo sento.” – “Grace sei l’uccello del malaugurio.”
 
 
“Chloe vado in palestra, ci vediamo più tardi ok? Tra quanto esci con Pierre?” – “Tra tre ore, vai pure tranquilla quando torni sarò ancora a casa.” La rassicurò Chloe. E Così dicendo Grace uscì. Dopo qualche minuto, suonarono al citofono. “Chi è?” – “Sono Seb.” Un attimo di panico. “Ok Sali.” Finita la frase corse in bagno per vedere se fosse sistemata bene. I capelli le scendevano morbidi sulle spalle, le guance erano leggermente rosse e le davano un aspetto sano e innocente, la felpa nera seguiva gentilmente le sue forme e i jeans le evidenziavano le sue gambe. Soddisfatta tornò in soggiorno per accogliere Seb. “Permesso?” Il ragazzo apparve sulla soglia della porta. “Ciao!” Chloe gli andò incontro e lo saluto con due baci sulle guance. Seb sorrise. “Passavo di qua e ho detto: perché no? Vado a salutarla.” – “Hai fatto bene. Vieni accomodati sul divano. Vuoi qualcosa?” – “No grazie sto bene” proseguì Seb sedendosi sul divano in salotto. Chloe lo seguì e si sistemò al suo fianco. “Ieri sera non ti ho più visto, che fine hai fatto? – “Ho litigato con Grace e poi sono rimasta chiusa fuori, ho dovuto rimediare un passaggio.” Spiegò tralasciando la parte in cui Pierre l’aveva riportata a casa non prima di essersi fermato a farle vedere le stelle in un posto molto romantico e sperando che Pierre non l’avesse detto in giro. Seb non sospettò nulla. “Niente di grave spero.” – “No, tranquillo. Abbiamo già fatto pace. D’altronde nessuno può resistermi.” Seb rise di gusto. “Lo so bene.” Poche parole e questo basto a farla diventare rossa. Nascose il viso dietro un cuscino preso dal divano e continuò. “Bhe sicuro di non volere nulla?” – “Si, tranquilla.” Poi fece una pausa come se dovesse trovare il coraggio di dire qualcosa e tornò a fissarla con quei suoi grandi occhioni. “Ascolta, ti va di uscire con me stasera?” Ora era il panico totale. “No, cioè si…” Seb la guardò confuso. Chloe deglutì e cercò di pensare ad un’alternativa. “Volevo dire certo che mi va di uscire con te ma stasera ho già un impegno con Grace. Ma possiamo stare insieme ora, se ti va.” Seb parve rilassarsi e sprofondò sul divano. “Bene, speravo dicessi così.” – “Grandioso.” Sorrise Chloe ed intanto dentro di sé sentiva la vocina di Grace che le diceva in che grossi guai si stesse cacciando.
 
 
Alla fine, Seb accettò di prendere una cioccolata. Dopo averla sorseggiata, guardarono un film. All’inizio erano semplicemente vicini ma poi Seb cominciò ad allungare il braccio sulla testata del divano fino alla spalla di Chloe e la strinse dolcemente a sé. Non le dispiaceva affatto, era rassicurante stare tra le sue braccia. La voce di Grace era ancora nella sua testa ma Chloe la scacciò via. Probabilmente non si stava comportando molto correttamente con nessuno dei due ragazzi ma per una volta nella vita non stava pensando, stava semplicemente vivendo e godendosi il momento ed era tutto così appagante e liberatorio che riusciva a spazzare via i pensieri riguardo alle possibili conseguenze. La presenza di Seb la tranquillizzava. Era sempre stato un punto fermo nella sua vita e sembrava che tutti quegli anni lontani alla fine non erano stati poi tanti. Il legame che c’era tra loro non era sparito, era ancora là. Ed era bastato poco per farlo tornare a galla insieme a quei vecchi sentimenti che credeva fossero ormai perduti. I titoli di coda apparvero sullo schermo e Seb si girò verso di lei. “Piaciuto?” chiese. Non si ricordava molto del film, si era persa tra i suoi pensieri per quasi tutto il tempo. “Certo.” Rispose sorridendo. “Alla fine lo so che in realtà sotto la scorza dura sei una romanticona.” La prese in giro Seb. “Si ma non dirlo in giro o mi rovini la reputazione.” Chloe guardò l’ora. Dopo meno di un’ora sarebbe dovuta uscire con Pierre e Grace sarebbe arrivata di lì a poco. Cominciava ad avere un po’ di ansia, Forse non era fatta per queste cose. Seb parve accorgersi della sua inquietudine “Tutto bene?” – “Si, va tutto bene.” Confermò Chloe. “Forse è meglio che io vada ora. Così ti lascio preparare per la tua serata.” – “Serata? Cosa?” chiese con tono allarmato Chloe. “Con Grace no?” Chloe si tranquillizzò leggermente. “Ah sì certo, mi ero dimenticata.” Seb la guardò dolcemente e le prese la mano. “Mi piace trascorrere il tempo con te.” – “Anche a me.” Ammise Chloe. La mano di Seb salì ad accarezzarle la guancia. “Sei bellissima.” Continuò Seb fissandole negli occhi. Chloe fu pervasa da un improvviso calore ed era sicura di essere rossa come un peperone. Sorrise a Seb cercando di sembrare tranquilla. Seb si stava avvicinando sempre di più ed i loro volti ormai erano a pochi centimetri di distanza. La voleva baciare? Cosa poteva fare ora? Togliersi di nuovo? Chloe stava ancora riflettendo su come comportarsi quando Seb la baciò. Totalmente presa alla sprovvista, il cuore di Chloe cominciò ad agitarsi. La mano di Seb sempre sulla sua guancia, le loro bocche intrecciate in una danza che sembravano conoscere a memoria. Un bacio gentile, delicato e dolce. Un bacio che sembrava chiedere il permesso. Un bacio che sapeva di casa. Quando Seb si staccò, aveva il sorriso più bello del mondo. “Ora vado davvero.” Disse alzandosi dal divano e dirigendosi alla porta. Chloe cercò di riprendersi e lo seguì alla porta. “Ci vediamo presto.” Lo salutò sorridendo. “A presto.” E così rimase sola con i suoi pensieri e le sue preoccupazioni.

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Capitolo 14
*** 14. Appuntamento. ***


Mentre si stava preparando per uscire con Pierre, Grace entrò in camera sua. “Sai dove ti porta?” chiese curiosa. “Sinceramente no. Quindi non so nemmeno come vestirmi.” Si lamentò Chloe mentre frugava nel suo armadio alla ricerca di qualcosa da indossare. “Perché non metti questa?” Grace prese una gonna in similpelle con una cerniera sul davanti. “Si credo posso andare. E per quanto riguarda la maglietta forse è meglio quest’altra.” Chloe mostrò a Grace una maglietta in pizzo bianca corta. “Super sexy ragazza.” Rispose ammiccando Grace. “Ok allora decisamente no.” Continuò Chloe mettendo via la maglietta. “No, adesso tu la indossi e ti metti un po’ in mostra. Basta coprirti. Sei bellissima, fatti vedere un po’.” Disse Grace prendendo nuovamente il capo e porgendolo a Chloe. “Ok, se la metti così. Resta qui che mi vesto e mi dici come sto.” Così dicendo indosso gonna e maglietta. La gonna era corta e stretta e le evidenziava le forme, la maglietta finiva poco prima che iniziasse la gonna e seguiva il suo seno. Prese un giubbotto di pelle e delle francesine con un bel tacco e si mostrò all’amica. “Sei uno schianto ragazza!” rispose saltellando contenta Grace. “Ora vieni che ti trucco un po’.” Proseguì l’amica tirando fuori la trousse. Grace era sicuramente più brava ed esperta con il make-up. Fece un leggero smokey eyes nero sulle sue palpebre e continuò con la base. “Finito. Sei un’opera d’arte.” Ammise Grace soddisfatta del suo lavoro. Chloe si guardò allo specchio. Era davvero bella. Aveva lasciato i suoi lunghi capelli biondi sciolti e leggermente mossi. Il trucco era perfetto, non troppo pesante e sicuramente andava a mettere in risalto i suoi occhi verdi. A distoglierla dai suoi pensieri fu il telefono che squillava. “Pronto?” – “Ciao, sono sotto casa tua. Sei pronta?” chiese Pierre all’altro capo del telefono. “Certo, arrivo.”
 
 
Era euforica ed in ansia allo stesso momento. Aveva baciato Seb quel pomeriggio e ora stava uscendo con Pierre. Cosa sarebbe successo? Allontanò questi pensieri ed uscì dal palazzo alla ricerca di Pierre. Si guardò un attimo intorno e appena lo vide si avviò verso di lui. Pierre sembrava così sicuro di sé appoggiato alla sua macchina mentre la guardava avvicinarsi. Portava dei jeans neri stretti, una camicia bianca che lasciava intravedere parte del suo petto, ed un giubbotto di pelle con qualche borchia. Quando fu vicino a lui, le appoggiò la mano sulla vita ed il suo corpo fu pervaso da brividi. Le sorrise e le stampò un bacio sulla guancia esitando leggermente. “Sei davvero sexy.” Ammise Pierre guardandola meglio. “Grazie.” Rispose imbarazzata Chloe. “Prego.” Pierre le aprì la portiera della macchina e le fece segno di entrare. “Wow, che gentiluomo.” Replicò Chloe salendo in macchina. Pierre sorrise e chiuse la portiera. Una volta sistematosi al posto del guidatore, partirono. “Dove mi stai portando? Giusto per informazione, sai.” – “Curiosa, vero?” – “Molto direi.” – “Vedrai.” Continuò misterioso Pierre.
 
 
“Eccoci qui.” Annunciò trionfante Pierre parcheggiando la macchina e facendo segno di scendere. Erano un po’ fuori dalla città, in un bellissimo parco illuminato da tante lucine appese agli alberi come fosse natale. Qui e lì c’erano alcune coppiette appartate su alcune panchine. “Cosa facciamo qui?” chiese Chloe. “Bhe non è ovvio? Facciamo un pic-nic.” Rivelò Pierre tirando fuori un cestino dal bagagliaio della macchina. “Seguimi.” Le prese la mano e si avviarono verso il parco. Pierre scelse un posto lontano dagli altri, sotto ad un albero e vicino ad un cespuglio che li copriva alla vista. Tirò fuori una grossa coperta e la sistemò per terra. “Signorina, ora può sedersi.” Ecco in quel momento si maledì per aver scelto di indossare la gonna. Cerco di sedersi come meglio poteva, tenendo le gambe unite di lato. Pierre intanto sistemò al centro alcuni piatti pieni di cibo e poi si sedette di fronte a lei. “Allora puoi iniziare da queste tartellette al salmone, poi si continua con questa pasta fredda e per finire tiramisù.” Pierre illustrò il menù facendo segno ai piatti mentre li descriveva. “Hai fatto tutto tu?” chiese stupita Chloe. “Si, non è stato facile ma mi sono impegnato. Solo il meglio per te. Stupita?” domandò sorridendo Pierre. “Un po’ sinceramente. Non finisci mai di sorprendermi.” – “Lo prendo come un complimento.” – “Lo è.” Ammise Chloe. “Bene, vuoi iniziare?”
 
 
Era davvero meravigliata. Tutto quello che aveva fatto da mangiare Pierre era squisito. Se lo immaginò quel pomeriggio, tutto impegnato a cucinare per lei e una parte di lei si sentì in colpa. Ma passare del tempo con Pierre era così piacevole che si dimenticò presto di tutto il resto. Era in grado di farle dimenticare tutto, la faceva ridere e riusciva sempre a lasciarla senza parole. “Posso confermare che era tutto davvero buonissimo.” – “Grazie. Allora ho superato il test?” – “Si, a pieni voti direi.” Confermò Chloe. Pierre sistemò i piatti vuoti nel cestino e si avvicinò a Chloe. Si sedette al suo fianco, le loro spalle si toccavano e le loro mani si sfioravano. “Non mi aspettavo di sentirmi così bene in tua compagnia. Sei molto di più di quello che dai a vedere.” Confessò Chloe. Pierre si voltò e la guardò negli occhi. “Come sono?” – “Bhe sembri così spavaldo e sicuro di te. Sei quello divertente, poco serio ma in realtà c’è molto di più dietro. Vero?” Pierre abbassò lo sguardo e poi tornò ad osservarla. “Beccato. Sono poche le persone che lo notano. E comunque non siamo molto diversi sai?!” – “In che senso?” si informò Chloe. “Anche nel tuo caso c’è molto di più dietro. Sei sempre così dolce, gentile e misurata in quello che fai. Sono sicuro che a volte l’unica cosa che vorresti fare è lasciarti andare.” Pierre piegò la testa di lato e alzò le sopracciglia, come a chiedere conferma. “Credo di sì. Soltanto che ho sempre paura di lasciarmi andare.” – “Non devi tener sempre tutto sotto controllo.” – “Non è così facile.” Dichiarò Chloe. Pierre strinse la mano tra la sua e le sorrise. “Anche io comunque.” – “Cosa?” – “Anche io mi sento bene in tua compagnia.” Proseguì Pierre. “Oh, bene.” Il cervello di Chloe stava cominciando ad andare in tilt. Erano così vicini, le loro mani unite, lui la guardava così intensamente, con un sorriso furbo e dolce al tempo stesso, quella frase non aiutò certamente il suo stato mentale. “Credo sia piuttosto ovvio a questo punto, ma te lo voglio dire lo stesso. Mi piaci da impazzire.” Annunciò schietto Pierre fissandola negli occhi. Chloe sorrise. Era così facile stare con lui. Era tutto così chiaro e lui era così sincero. Una fitta al petto le ricordò che lei era tutt’altro che sincera, che era una bugiarda e stava mentendo non ad uno ma a ben due ragazzi. Il sorriso svanì subito e cominciò ad agitarsi. “Ho detto qualcosa che non va?” chiese allarmato Pierre. “No scusa.” Chloe riprese controllo della sua mente. “Mi hai preso alla sprovvista. Sei diretto, qualità da apprezzare sicuramente.” – “Grazie.” Poi si avvicinò a lei, ma non puntò alle sue labbra. Avvicinò la bocca al suo orecchio e bisbigliò “Io non ti faccio impazzire?” Il corpo di Chloe fu pervaso da piacevoli brividi ed il cuore cominciò a pompare velocemente. Le dita di Pierre si muovevano delicate sul suo braccio e sentiva il respiro sul collo. “Si.” Fu l’unica cosa che riuscì a dire. Pierre continuò a muovere le dita sul suo braccio e salì fino ad intrecciarle tra i capelli di Chloe. La sua bocca cominciò a baciarle il collo e salì fino alla guancia. Poi Pierre si staccò e le sorrise ammiccando. “Meglio che ti riaccompagno a casa.”
 
 
 
Una volta arrivati Pierre scese dalla macchina e le aprì la portiera. “Ti accompagno fino alla porta di casa.” – “Grazie.” Così facendo entrarono nel palazzo e salirono in ascensore. Il suo cuore non aveva diminuito i battiti, anzi continuava ad andare a mille fin da quando Pierre l’aveva sfiorata e baciato il collo. Aveva immaginato che l’avrebbe baciata ma si era staccato ed era rimasta un po’ delusa. Ma forse era stato meglio così, pensò tra sé. “Eccomi arrivata.” Annunciò Chloe davanti alla porta di casa sua. Pierre la guardò dolcemente e pensieroso e le diede un bacio sulla guancia. “Ci vediamo.” Chloe annuì e si voltò per aprire la porta di casa, amareggiata. Sentì qualche passo di Pierre e poi “Fanculo.” Si voltò verso di lui “Cosa?” ma Pierre non rispose. Si diresse a passo deciso verso di lei, le prese i fianchi e la spostò delicatamente così che lei si trovava con le spalle al muro. La guardò e la baciò. Era un bacio pieno di desiderio e voglia di scoprirsi. Un bacio dove la dolcezza lasciava spazio alla passione. Mentre una mano rimase salda al fianco di Chloe, l’altra mano salì a toccarle il collo. Chloe era in preda a mille emozioni ed il suo cuore stava per uscirle dal petto. Portò una mano al petto di Pierre stringendo la camicia e con l’altra spingeva Pierre sempre più verso di lei. La lingua di Pierre si fece strada nella bocca di Chloe ed ora anche le loro lingue si intrecciarono. Troppo presto Pierre si staccò. Entrambi leggermente a corto di fiato e con le guance arrossate. “Ѐ da tutta la sera che voglio farlo. Scusa se ci ho messo tanto a trovare il coraggio.” – “Perdonato.” – “Ora vedo davvero.” Pierre le mandò un bacio e si voltò. “Grazie per la serata. Sono stata davvero bene.” Ammise Chloe. “Anche io, tanto.” Rispose Pierre prima di sparire in ascensore.

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